Metro Stadio Roma, 08/04/2013

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STADIO ROMA

LUNEDÌ 8 APRILE 2013

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I tre punti stasera sono decisivi per la zona Europa e per dare un senso a questa stagione

SPECIALE ROMA-LAZIO

Francesco Totti durante un’azione di gioco del derby d’andata .

Come una finale


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Lunedì 8 aprile 2013

Moduli diversi La Roma schiera un 4-3-1-2 24

Speciale Roma-Lazio

3

35

5

4

16

Juventus 71 SSC Napoli 62 AC Milan 58 Fiorentina 52 Lazio 50 Inter 50 Roma 47 Catania 46 Udinese 45 Parma 39 Cagliari 39 Bologna 37 Atalanta 37 Sampdoria 36 Torino 36 Chievo 35 Genoa 27 Palermo 27 Siena 27 Pescara 21

48

15

La classifica della Serie A 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 14 16 17 18 19 20

7

8

10

ALLENATORE: AURELIO ANDREAZZOLI

La Lazio sceglie il 4-5-1 24 3 5 35 7 16 4 48 15 8 10

STEKELENBURG MARQUINHOS CASTAN TOROSIDIS MARQUINHO DE ROSSI BRADLEY FLORENZI PJANIC LAMELA TOTTI

22 15 20 27 26 87 8 24 6 19 11

Squalificati: Osvaldo, Piris. Diffidati: Balzaretti, Destro, Bordisso, Florenzi.

87

Assistenti: Stefani, Faverani. Quarto uomo: Niccolai. In tv: Sky Sport1 e Calcio1 Mediaset Premium Calcio

27

20

15

8

MARCHETTI GONZALEZ BIAVA CANA RADU CANDREVA HERNANES LEDESMA MAURI LULIC KLOSE

ARBITRO: PAOLO MAZZOLENI

Panchina: 13 Goicoechea, 1 Lobont, 29 Burdisso, 11 Taddei, 46 Romagnoli, 27 Dodò, 77 Tachtsidis, 47 Lucca, 20 Perrotta, 17 Lopez, 22 Destro.

22 26

6

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19

11

ALLENATORE: VLADIMIR PETKOVIC Panchina: 1 Bizzarri, 95 Strakosha, 2 Ciani, 33 Stankevicius, 23 Onazi, 4 Crecco, 7 Ederson, 18 Kozak, 28 Saha, 25 Rozzi. Squalificati: nessuno. Diffidati: Gonzalez, Konko, Lulic, Radu.

Le statistiche

Derby in cifre

ROMA. Un derby che ha il gusto speciale della prima volta. Sì perché al di là del risultato, la stracittadina numero 144 passerà alla storia come la prima gioSecondo un sondag - cata di lunedì. Una novità gio di Ashleymadi - assoluta, dovuta all’impeson.com, i tifosi - gial gno della Lazio in Europa lorossi perdonereb - League di giovedì scorso

Alle mogli piace Miro

bero alle loro mogli una scappatella con il Capitano Francesco Totti. Le signore per non sarebbero insensibili al fascino dell attaccante -bian coceleste Miroslaw Klose. Tra gli altri sex symbol, Daniele De Rossi, Federico Balzaretti e Pablo Osvaldo. Miroslav Klose.

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contro il Fenerbahçe, che ha costretto la Lega a ridisegnare il calendario per consentire agli uomini di Petkovic di arrivare alla sfida contro la Roma il più riposati possibile. Oggi, però, i biancocelesti potranno contare anche su un vantaggio: quello della cabala. Negli unici dieci derby non disputati di domenica, infatti, la Lazio è riuscita a vincere per ben 5 volte, mentre la Roma è riuscita a imporsi solo in 3 occasioni. I giallorossi, tuttavia, detengono il record della vittoria con uno scarto maggiore di reti in una stracittadina infrasettimanale. Era il 1° novembre del 1933 e la doppietta di Bernardini e la tripletta di Tomasi avevano fissato

il risultato finale sul 5-0 per la Roma. L’ultima partita giocata non di domenica, invece, ha sorriso ai biancazzurri: era sabato 11 aprile 2009 e la Lazio si è imposta per 4-2 (Pandev, Zarate, Mexes, Lichsteiner, De Rossi, Kolarov i marcatori). In totale, le sfide di campionato infrasettimanali fra le due squadre della Capitale si sono disputate per 1 volta di martedì (23 aprile 1945, Roma-Lazio 10), 4 di mercoledì (1 novembre 1933 Roma – Lazio 5-0, 21 aprile 2004, Lazio – Roma 1-1, 31 ottobre 2007, Roma – Lazio 3-2, 19 marzo 2008, Lazio – Roma 3-2), 2 di giovedì (22 aprile 1948, Roma – Lazio 0-2, 6 gennaio 2005, Lazio – Roma 3-1) e 3 di sabato (6 aprile 1991,

Francesco Totti.

Roma – Lazio 1-1, 25 marzo 2000, Lazio – Roma 2-1, 11 aprile 2009 (Lazio – Roma 4-2). Complessivamente, invece, i giallorossi sono in vantaggio nel numero dei derby vinti (49, contro i 38 portati a casa dalla Lazio), mentre i pareggi sono stati in tutto 56. Grazie alle sue 35 presenze (31 in campionato e 4 in Coppa Italia), Francesco Totti detiene il record di derby disputati. Il primo

dei biancocelesti, invece, è Pino Wilson con 22 presenze (17 in campionato e 5 in coppa). Il capitano della Roma, però, detiene un altro singolare primato: non solo è il giocatore ad aver vinto più derby (12), ma è anche quello che ne ha persi di più (14). Il laziale ad aver collezionato più successi è stato Luca Marchegiani (8), quello con più sconfitte è Silvio Piola (10). METRO

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Andreazzoli si gioca tutto “Vale più di tre punti” Il tecnico romanista: “Servono nervi saldi può essere la partita del riscatto di De Rossi” ROMA. Tutto da rifare. O quasi. Aurelio Andreazzoli si avvicina al derby di questa sera con la consapevolezza che la disastrosa prova di Palermo ha minato le (poche) certezze che la Roma aveva ritrovato dopo la fine dell’avventura zemaniana. Anche per questo la sua prima stracittadina sulla panchina giallorossa ha finito per assumere giorno dopo giorno i contorni della rincorsa. Sì perché mentre i tifosi si aspettano una prova maiuscola da parte della squadra soprattutto per questioni di orgoglio e di supremazia cittadina, il tecnico sa di giocarsi tutto. Una posta in palio che si chiama Europa League e che potrebbe portare alla sua conferma anche per la prossima stagione. Un’ipotesi che solo una settimana fa sembrava uno scenario fantascientifico e, con una

vittoria questa sera, po- “Come mi avvicino a quetrebbe tornare un argo- sta partita? Ho già vissuto mento di stretta attualità. la vigilia del derby tante volte – ha detto - ma queNERVI SALDI sta la possiamo moltipliAnche per questo Andre- care per due, e forse anche azzoli ha voluto rovesciare per un numero più alto. il vecchio adagio zema- Vivo questa attesa con niano che vede il derby molta tensione, ma anche come una partita perfet- con la gioia di poter ditamente uguale a tutte sputare il derby in prima le altre. “Questa partita persona, è un privilegio”. sicuramente vale tre pun- Tensione che, tuttavia, ti, ma è anche certo che non gli ha impedito di vale molto più della clas- studiare la gara con una sifica – ha spiegato ieri certa lucidità. in conferenza stampa – per vincere sarà decisivo UNA PARTITA il controllo dei nervi per- SENZA ERRORI ché è certo che non si “Per vincere serve una hanno vantaggi a giocare partita senza errori - ha in inferiorità numerica. affermato l’allenatore Il carico eccessivo ce lo bisognerà sfruttare anche siamo meritato buttando un fattore decisivo: il novia la partita di Palermo”. stro pubblico. Dopo il pasVigilia di lavoro, ma an- so falso di Palermo abbiamo il dovere di ripagare che di emozione. L’ex tattico di Spalletti, le aspettative dei nostri infatti, non ha nascosto tifosi. Se questo può essere di aver accumulato ten- il match del riscatto di sione negli ultimi giorni. De Rossi? Daniele è un

Aurelio Andreazzoli, ex tattico di Luciano Spalletti, è subentrato a Zdenek Zeman.

campione e con questa partita ha la possibilità di riprendersi tutto. Tutto quello che non è stato per mille motivi”. Poi, in conclusione, Aurelio Andreazzoli ha voluto dedicare un pensiero

anche ai rivali. “La Lazio è una squadra che stimo, importante, che dimostra carattere e partecipazione – ha ammesso - una squadra da battere… Petkovic come persona mi piace per la sua sobrietà. Come

tecnico, poi, sta facendo benissimo. Io, comunque non firmo a prescindere per un pareggio. Dipende da come arriva. In questo senso ci sono pareggi e pareggi”.


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Sabato 16 marzo 2013

Vladimir Petkovic convinto “Non temiamo nessuno” L’allenatore biancoceleste: “Rispetto la Roma ma la nostra forma mi infonde grande fiducia” ROMA. Trasformare la sconfitta di Istanbul in rabbia agonistica. È questa la chiave di Vladimir Petkovic per lasciarsi alle spalle la disfatta in Europa League della scorsa settimana e provare a vincere il quarto derby consecutivo (il secondo della sua gestione). Un appuntamento, quello di stasera, al quale il tecnico si è presentato con grande ottimismo. “La forma che abbiamo mostrato in questo momento mi dà grande fiducia - ha detto il tecnico biancoceleste - non mi preoccupa nessuno della Roma. Ho tanto rispetto, questo sì, ma nessuna paura. Sabato in allenamento ho visto una squadra consapevole e tranquilla. Ho visto i miei giocatori divertirsi durante il lavoro. Non è abituale a due giorni da una partita così importante. Questo è anche un segno di

maturazione”. Nessun dubbio, invece, sulla tattica da adottare per portare a casa la vittoria. “Dobbiamo cercare di metterli sotto e vincere il derby – ha spiegato – la squadra ha lavorato con gioia, ma ora sarà più concentrata perché si deve dare più del 100% per vincere. Serve una Lazio superlativa”. MASSIMA CONCENTRAZIONE

Anche per questo Petkovic ha messo in guardia i suoi, invitandoli a non fidarsi dello scivolone dei giallorossi a Palermo prima di Pasqua. “La Roma ultimamente ha fatto bene salvo l'ultima partita – ha riconosciuto il tecnico bosniaco - ha trovato un cerchio vincente. Una squadra compatta che cercherà di vincere. Con Andreazzoli è più prudente e accorta in fase di non

possesso. Noi abbiamo fatto una decina di partite in più, che possono influenzare ma, sono state partite importanti e va bene perché danno qualcosa in più a livello mentale”. Così, dopo aver chiesto ai suoi la massima concentrazione, il mister si è levato qualche sassolino dalle scarpe. “La Roma era stata valutata dall'inizio come una pretendente per il campionato – ha detto – noi, invece, eravamo considerati come pretendenti per il nono-decimo posto. Dopo otto mesi noi abbiamo fatto bene e potevamo fare anche meglio e lo pretendo da questo derby che potrebbe dare un input per il resto della stagione. Contro il Catania abbiamo allontanato un avversario diretto e così cercheremo di farlo anche con la Roma. A noi basta un pareggio? Se ottengo

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Vladimir Petkovic è alla sua prima stagione sulla panchina della Lazio.

meno di una vittoria non sono mai contento”. A spaventare i romanisti, ci penserà Miroslav Klose. Il tedesco, non solo si è dimostrato un elemento fondamentale, ma ha già segnato due volte nelle

ultime tre stracittadine. “Sta bene, ha mangiato bene… si è allenato bene, anche se chiaramente non può essere al massimo. Nel derby ogni piccolezza può essere decisiva, dalla presenza di un campione

come Miroslav Klose a una palla ferma. Dove la Lazio può fare la differenza è però nel rimanere un gruppo forte che vuole vincere tutti insieme”.

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Lunedì 8 aprile 2013

“Totti è la chiave” Vincent Candela incorona il numero 10 giallorosso: “Francesco è il più forte degli ultimi cento anni. Stasera può fare la differenza” ROMA. È salito sul tetto del Mondo e d’Europa con la sua Nazionale, la Francia. Eppure la maglia giallorossa è molto più di un semplice cimelio conservato nel cassetto dei ricordi. Per chi, come Vincent Candela, ha deciso di fare di Roma la sua casa e della Roma la sua squadra del cuore, “il derby è una partita speciale”. Che derby si aspetta? Sarà una bella partita.

Roma e Lazio sono due buonissime squadre e hanno giocatori di talento. Totti è uno dei più forti calciatori degli ultimi cent’anni, però anche Petkovic ha ottime individualità. Prevedo grande equilibrio. Come dovrebbe giocarselo la Roma? Deve attaccare dai primi minuti, spesso ho visto i difensori laziali litigare in campo, è il loro punto debole: se messi sotto pres-

Totti è il giocatore ad aver vinto (e perso) più derby.

sione possono andare in tilt. Però bisogna fare attenzione all’esperienza dei biancocelesti di maggiore qualità: Klose, Mauri ed Hernanes. Come si vince un derby? Non c’è un metodo infallibile, purtroppo. Va preparato con passione e amore, ma non con rabbia, spesso ti fa brutti scherzi. Bisogna conoscere bene gli avversari, studiarli e rispettarli profondamente. In campo devi essere perfetto, devi sapere dove e come attaccarli, in ogni istante della partita. Lei come viveva la stracittadina? Generalmente non accusavo mai la pressione, il derby però faceva eccezione. La notte stavo sveglio fino a tardi, era complicato prendere sonno. Oggi lo guardo anche con occhio tecnico, però continuo a tifare Roma, i tifosi e la società mi hanno dato tantissimo, sarò sempre grato. Il derby a cui è più legato? Facile: il 5-1. Non si può spiegare la sensazione di rientrare negli spogliatoi sul 4-0 nel primo tempo

contro la Lazio. Feci anche l’assist per l’1-0 di Montella, che notte quella. Cosa si prova a vincere una partita del genere? La gioia più grande è dare una soddisfazione alla tifoseria, è il giusto regalo per chi ti sostiene. Se batti il Verona o l’Udinese guadagni sempre tre punti, però battere la Lazio un’altra cosa. Tanto per i tifosi quanto per i calciatori. La Curva può aiutare la squadra? È importantissima, anche per un campione. Quando non hai i tifosi dalla tua parte sei più debole. Nel momento in cui vai a scaldarti sotto di loro, senti i cori e vedi quello che stanno facendo per te, ti danno una carica incredibile. Poi devi saper gestire quella scarica di adrenalina, lì sta la differenza tra un campione e un giocatore normale. I tifosi, però, sono fondamentali. Ha giocato sia con Totti che con De Rossi, come vivono l’attesa? Per Francesco è una partita speciale, lo sappiamo tutti.

Candela ha vinto lo Scudetto con la Roma nel 2001.

A volte è stato decisivo e ha segnato gol fantastici, altre volte meno. Per Daniele vale lo stesso discorso, lui ci mette tanta rabbia ma a volte può essere controproducente. Secondo lei chi sarà l’uomo

decisivo? Sarebbe scontato dire Totti. Però lo dico lo stesso: con Francesco, vado sul sicuro. Fa sempre la differenza. Come finisce? Vince la Roma: 2-1. Flavio Di Stefano


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Lunedì 8 aprile 2013

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“Oggi decide Mauri” L’ex capitano Massimo Oddo, campione del Mondo nel 2006, non ha dubbi: vincerà la Lazio grazie a un gol del centrocampista ROMA. Il suo ultimo atto in biancoceleste fu quel rigore segnato nel derby del 3-0, era il dicembre del 2006 e Massimo Oddo era il capitano della Lazio. Un mese più tardi il trasferimento al Milan e la Coppa dei Campioni a fine stagione. Per lui, però, quella corsa sotto la Nord merita un posto speciale nell’album dei ricordi.

Cosa si aspetta dalla partita di stasera? Come sempre un incontro particolare. Sono due squadre forti che stanno facendo bene ultimamente. La Lazio è stata più continua, la Roma è in netta ripresa, parentesi di Palermo a parte. Ma nella stracittadina conta poco quello che è accaduto prima.

Mauri è andato a segno negli ultimi due derby.

Qual è il punto di forza della Lazio? L’interpretazione della fase difensiva. Lascia pochi spazi, scende con tutti i giocatori sotto la linea della palla. Questo dà molto fastidio alla Roma che ha giocatori bravi a giocare in velocità e in campo aperto, Petkovic deve fare attenzione alla grande qualità dei giallorossi. Come si vince un derby? Il più delle volte chi arriva con troppa tensione fa flop. Le eccessive aspettative fanno male, nei derby i giocatori che rendono di più sono quelli che sanno reggere la pressione. Lei riusciva a gestire l’ansia della vigilia? Io soffrivo poco l’attesa delle partite in generale. Ovvio, quando c’era la Roma qualche emozione in più veniva fuori, ma dopo il fischio giocavo con la tranquillità di sempre. Non per tutti, però, è così. L’atmosfera della città ti condiziona già da parecchio tempo prima. Il compagno che lo viveva più intensamente?

Di Canio. All’inizio pensavo che recitasse una parte, era supercarico, non riuscivo a credere che potesse essere davvero così. Poi ho capito che non fingeva, mentre eravamo sul pullman che ci portava allo stadio gli venivano mille tic. Succedeva solo quando giocavamo contro la Roma, non riusciva a controllarsi. Ha giocato altri derby (Verona e Milano), possono essere paragonati a quello della Capitale? No. Quello di Milano è una grande partita di calcio che però finisce al 90’. A Roma dura sei mesi, fino a quando non si rigioca il prossimo. È follia pura, però è bellissimo. La settimana della stracittadina non riuscivo a sentire la musica mentre andavo agli allenamenti, le radio passavano solo registrazioni di gol. Quando si è reso conto che del valore di questa partita? Mi è capitato di trascorrere qualche giorno a Roma nella settimana del derby quando non ero ancora alla

Oddo è stato capitano della Lazio fra il 2006 e il 2007.

Lazio. Sentivo parlare solo di quello, mi ricordo che pensai: ‘questi sono tutti matti’. Ma il fatto più eclatante che mi ricordo fu il tragitto da Formello allo stadio nel giorno del mio primo derby: la strada era stracolma di tifosi e bandiere, qualcosa di clamoroso, mai visto.

Il suo ricordo più bello? Non può che essere il gol su rigore in un derby che vincemmo 3-0. Guarderà la partita? Lo guardo sempre, il derby. Ovviamente tifo Lazio. Come finisce? Vince la Lazio: 1-0 gol di Mauri. Giuseppe Armati


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Lunedì 8 aprile 2013

Molti dubbi e poche certez Dopo gli errori collezionati nelle ultime due stagioni, adesso la dirigenza non può più sbagliare.

Marco Borriello.

ROMA. Un derby che vale un pezzetto di stagione. La prossima. Sì perché dopo il disastro della gestione Luis Enrique e dopo i risultati non certo incoraggianti fatti registrare nelle prime trenta giornate di questo campionato, la Roma si avvicina alla stracittadina con la consapevolezza di non poter più sbagliare. Non solo per la classifica, che è ormai impietosa, quanto per provare a guardare al

futuro con un briciolo di ottimismo in più. Così, dopo aver messo insieme tre sconfitte negli ultimi tre derby, i giallorossi sono alla ricerca di una vittoria che potrebbe essere decisiva nel bilancio di una stagione. Martedì scorso Pallotta era tornato a parlare delle ambizioni di questa società, delimitando in cinque anni (di cui due già trascorsi) la fase di gestazione che dovrebbe portare alla nascita

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un progetto vincente. Una data assolutamente realistica se si pensa alle altre società che si sono dovute confrontare con la sfida di una rifondazione. La stessa Juve, che fino alla gara di andata col Bayern sembrava l’unica italiana in grado di confrontarsi con le grandi d’Europa, dopo la risalita dalla B ha impiegato quattro stagioni per tornare a sedersi sul trono della Serie A. Quattro stagioni costellate dai fallimenti di Ciro Ferrara, di Alberto Zaccheroni e di Gigi Delneri, oltre che da acquisti non proprio azzeccati dei vari Diego, Felipe Melo, Krasic.

nomi che sono stati accostati alla Roma in queste settimane sono quelli dei soliti noti (Mazzarri, Allegri, Stramaccioni, Donadoni). Bravi, per carità, ma tutti comunque legati ad altre squadre e raggiungibili, quindi, solo a giugno. Tardi, troppo tardi. Anche perché la società non ha solo l’obbligo di non sbagliare il terzo allenatore consecutivo, ma ha soprattutto la necessità di trovarlo il prima possibile, visto che la prossima stagione si pianifica già da ora. Anche per questo la dirigenza deve riflettere attentamente sul destino di Osvaldo e di De Rossi. Il primo ha dimostrato di IN BILICO avere nei piedi una classe Inutile dire che il primo che può essere limitata nodo da sciogliere per il più dalla sua testa che futuro è quello della nuo- dalle marcature degli avva guida tecnica della versari. Così, dopo che nel squadra. Andreazzoli era girone di andata aveva fatstato scelto per riportare to vedere colpi eccezionali, un po’ di semplicità dopo ora l’italoargentino semle esuberanze della pre- bra lontanissimo da cedente gestione e, Sam- Roma, dalla Roma e dai pdoria a parte, sembrava suoi tifosi. Eppure non baaver trovato la quadratura sterà inserire il suo nome del cerchio. Una soluzione nella lista dei partenti per molto pragmatica e senza risolvere il problema tectanti fronzoli che aveva nico. Un addio di Osvaldo funzionato fino al disastro porterebbe alla promoziodell’ultima giornata. La ne di Destro, ma obblisconfitta di Palermo, frut- gherebbe comunque sato anche di una forma- batini a cercare un altro zione iniziale sbagliata, attaccante di livello (a ha fatto tornare a galla i meno che non si decida dubbi sulla possibilità di affidare al tecnico di Massa la gestione di una squadra così ambiziosa. Avanti un altro, dunque, Dopo solo un anno ma chi? I e mezzo, l’avventura di Pablo Daniel Osvaldo in giallorosso sembra ormai arrivata alla fine.


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Lunedì 8 aprile 2013

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zze: la Roma riparte da qui Guida tecnica e il destino di Osvaldo e De Rossi sono i nodi da sciogliere per costruire il futuro guardia. Con Dodò che non è riuscito a staccarsi l’etichetta di oggetto misterioso, con Piris che si è dimostrato un giocatore sempre il bilico fra la sufficienza e l’errore macroscopico e con Torosidis che potrebbe essere un’ottima seconda linea, la difesa dell’anno prossimo dovrà essere completamente rifondata. Servono minimo tre giocatori (un terzino destro, uno sinistro e un centrale di livello) per provare a tornare competitivi fin da subito. Un discorso a parte, invece meritano Balzaretti e Burdisso. L’ex rosanero era stato accolto come un acquisto capace di offrire alla difesa qualità e quantità, ma alla fine dei conti è stato forse il più deludente di questa stagione. L’argentino, che aveva avuto problemi anche sotto la guida tecnica di Zeman, è tornato titolare nel nuovo assetto difensivo a tre varato da Andreazzoli, ma, soprattutto nell’ultimo mese, troppo spesso ha dimostrato di soffrire di “amnesie”. Un bilancio così negativo che BOCCIATI Il campanello d’allarme più potrebbe delineare per i preoccupante, tuttavia, è due un futuro molto distante dall’undici tiquello che viene tolare. dalla retrodi affidare il ruolo di riserva a Marco Borriello, che a fine stagione tornerà nella Capitale dopo la sua seconda esperienza al Genoa). Più o meno lo stesso discorso che vale per Daniele De Rossi. L’esperienza fallimentare sotto la guida di Zeman (e le frecciatine continue ricevute dall’ex tecnico romanista) hanno fatto perdere a Capitan Futuro una parte del feeling che l’aveva sempre legato ai tifosi, che non gli perdonano un rendimento troppo basso se paragonato a uno stipendio così oneroso per la casse della società. In molti spingono per una sua cessione, anche se un suo addio aprirebbe una ferita non solo affettiva, ma anche tecnica. La Roma, a quel punto, avrebbe bisogno di almeno due grandi centrocampisti, capaci di impostare e di contrastare allo stesso tempo. Un’impresa non così semplice, soprattutto per squadra con risorse economiche non illimitate.

PROMOSSI Fra le poche note positive di questa stagione, invece, ci sono la condizione straripante di Francesco Totti e la crescita esponenziale di alcuni giovani. Marquinhos è ormai il vero leader della difesa, Lamela è un giocatore che fa gola alle big di mezzo mondo mentre Pjanic, se dovesse trovare continuità, può diventare uno dei centrocampisti più completi e incisivi

in circolazione. Per puntare a traguardi importanti, però, non bastano questi quattro giocatori. Accanto a loro serve gente di esperienza e di qualità. E se la Roma riuscirà a indovinare i calciatori da affiancare a questo zoccolo duro, allora le ambizioni di Pallotta potrebbero essere assolutamente giustificate. Andrea Romano

Miralem Pjanic.



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Il futuro passa per Klose L’attaccante tedesco deve fare i conti con l’età Ma in casa Lazio sono tanti gli ultratrentenni ROMA. Tutto intorno a Miroslav Klose. O giù di lì. Una buona parte della Lazio che verrà, infatti, ruota intorno al centravanti tedesco. Sì perché anche se in questo anno e mezzo in biancoceleste il bomber di Opale ha dimostrato di saper fare ancora la differenza, la sua carta di identità parla chiaro. A giugno Klose, che comunque ha due

anni in meno di Francesco Totti, compirà 35 primavere. Un dato che significa che la punta può essere ancora fondamentale in un “instant team”, ma che la società deve cominciare a guardarsi intorno. Per il momento la migliore garanzia per la Lazio viene dai Mondiali del prossimo anno. Miroslav farà di tutto per esserci e potrebbe dar

André Dias è stato prelevato dal San Paolo nel 2010.

vita a una stagione da incorniciare. Poi, però, sarà bene trovare un sostituto. Un ruolo per il quale non sembra essere tagliato Floccari e che in estate il presidente Claudio Lotito aveva provato ad affidare al turco Burak Yılmaz. Allora non se ne fece niente, ma l’arrivo a gennaio di Didier Drogba al Galatasaray potrebbe aver spostato qualche equilibrio. SQUADRA ANZIANA La rosa della Lazio per il prossimo anno, però, deve fare i conti anche con altre spine. Sono tanti, infatti, i giocatori che hanno superato la soglia dei trent’anni e che devono essere accuratamente valutati. Il caso più importante è quello di André Dias, che a maggio spegnerà 34 candeline. In questi anni nella Capitale il brasiliano ha dimostrato una solidità sorprendente ma, forse, sarebbe il caso di preservarlo, affiancandogli un difensore più giovane, capace di farlo rifiatare nei momenti di bisogno. E lo stesso discorso

Klose, 35 anni a settembre, è alla sua seconda stagione con la maglia della Lazio.

vale tanto per il centrocampo (dove Mauri, che comunque è risultato spesso decisivo, ha compiuto 33 anni, mentre Ledesma è alla soglia dei trentuno), quanto per l’attacco (dove Saha è arrivato a 35 primavere e Floccari alle 32). Tutti giocatori importanti che, prima o poi, dovranno essere sostituiti con giocatori di livello, capaci di offrire alla Lazio quella qualità che serve per arrivare in fondo

alle Coppe europee. INCOMPRENSIONI In questo contesto, quindi, diventa di fondamentale importanza la capacità di riuscire a vendere al meglio alcuni pezzi più o meno pregiati, per poter investire un po’ di liquidità sul mercato. Ma se negli anni scorsi il presidente Lotito aveva compiuto qualche miracolo con le cessioni (anche eccessivamente) remunerative

di Lichtsteiner e Kolarov, ora le cose sembrano essere cambiate. Il presidente, infatti, ha visto crollare il valore di alcuni suoi giocatori. Proprio come è accaduto per Zarate, che qualche anno fa poteva essere venduto per una cifra vicina ai 20 milioni di euro e che adesso deve essere trattato come un super-saldo, e per Modibo Diakité che sembra quasi essersi accordato con il Napoli.



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Il film degli ultimi derby La Roma cerca il riscatto dopo le tre sconfitte consecutive. La Lazio invece è a caccia del record ROMA. Battere la Lazio per cercare di spezzare un incubo lungo un anno e mezzo. Sì perché con una classifica a dir poco deludente alle spalle, la Roma stasera è chiamata a giocare soprattutto per l’orgoglio. I

numeri, infatti, parlano chiaro. I giallorossi sono riusciti a centrare l’obiettivo non proprio lusinghiero di perdere gli ultimi tre derby. E se quella passata poteva essere considerata come una stagione di tran-

I festeggiamenti della squadra biancoceleste dopo un gol.

8 aprile 2013

ROMA

LAZIO

sizione, ora la pazienza dei tifosi sembra davvero essersi esaurita. L’incubo per i romanisti è iniziato il 16 ottobre 2011. Allora a Osvaldo erano bastati appena 5 minuti per segnare il suo primo gol nella stracitta-

Un momento di esultanza dei giocatori giallorossi.

dina. Un vantaggio che l’attaccante italoargentino aveva salutato mostrando una t-shirt con scritto “Vi ho purgato anch’io”, chiaro omaggio alla maglia “Vi ho purgato ancora!” sfoggiata da Francesco Totti dopo la rete del 3-1 per la Roma nel derby dell’11 aprile 1999. Un gesto sfrontato che si è presto trasformato in un sinistro presagio. La Lazio, infatti, era riuscita prima a pareggiare con un gol di Hernanes su calcio di rigore (51’), poi addirittura a vincere grazie a una rete a tempo scaduto di Klose. Un copione che non era cambiato di molto du-

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rante la gara di ritorno del 4 marzo 2012. Allora Hernanes, sempre su calcio di rigore, aveva portato in vantaggio i biancocelesti che poi erano stati riacciuffati da un gol del romanista Fabio Borini. Una situazione di parità alla quale aveva messo fine la rete di Stefano Mauri al 62’. L’ultimo capitolo della trilogia laziale è andato in onda lo scorso 11 novembre. Lamela aveva portato in vantaggio i giallorossi, una papera di Goicoechea su una punizione di Candreva aveva ristabilito la parità e un gol di Klose al 43’ del primo tempo aveva ribaltato il risultato. A

ROMA

complicare le cose per la Roma di Zeman ci aveva pensato l’espulsione al 44’ di De Rossi per una manata a Mauri. E proprio il capitano laziale, al 1’ del secondo tempo, era stato bravissimo a trasformare in rete un assist involontario di Piris. Un gol pesantissimo che, non solo ha reso inutile anche la rete su punizione del romanista Pjanic, ma che ha sopratutto lasciato aperta la porta del destino. Con una vittoria oggi, infatti, la Lazio eguaglierebbe il record di 4 derby di campionato vinti consecutivamente, fatto registrare fra il ‘72 e il ‘74.

LAZIO

8 aprile 2013



STADIO

Lunedì 8 aprile 2013

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Stranezze... stracittadine Black out, sfottò e pistolettate (ai lampioni) Ecco l’altra faccia della stracittadina più calda ROMA. Non soltanto gol e colpi di fino. Spesso il vero spettacolo del derby della Capitale è venuto da quello che è definito il “contorno”. Sì perché a volte le gesta dei tifosi, le coreografie e i “colpi di testa” vengono ricordati con più piacere di un gol decisivo. Tutto è cominciato il 24 maggio del

1931, quando Roma e Lazio hanno impattato l’incontro sul 2-2. Una gara che non sarebbe mai passata alla storia se non fosse stato per la prima rissa nella stracittadina dell’Urbe. Mancavano pochi minuti alla fine quando il generale Guido Vaccaro, il gerarca che aveva impedito che la Lazio rien-

La Curva Sud.

8 aprile 2013

ROMA

LAZIO

trasse nella fusione che aveva dato vita alla Roma, si era appostato a bordocampo e con un calcione aveva allontanato il pallone, rallentando così la rimessa laterale del romanista De Micheli. Il calciatore, esterrefatto, aveva prima fissato per il generale, poi l’aveva centrato con uno sganassone in pieno volto. L’ufficiale, che non aveva gradito, era passato al contrattacco e aveva colpito con un manrovescio il giocatore della Roma. Uno scambio di cortesie che aveva generato una maxi rissa, sedata a stento dall’intervento dei carabinieri a cavallo. Il 18 novembre del 1934, invece, Attilio Ferraris IV, storica bandiera della Roma, ha giocato il suo primo derby con la maglia della Lazio. Prima del fischio di inizio, dalle gradinate di Campo Testaccio i romanisti hanno iniziato a urlare contro il loro vecchio beniamino il coro “Venduto, venduto”.

La Curva Nord.

Un canto al quale i cugini laziali hanno risposto con un improvvisato “Comprato, comprato!”. Nel ’69, invece, i giallorossi sono riusciti ad aggiudicarsi l’unico derby a tavolino. A pochi minuti dalla fine, infatti, l’impianto di illuminazione dell’Olimpico era andato in black out e, visto che i biancocelesti giocavano in casa, la Lega aveva consegnato i tre punti alla Roma. Allora, però, era girata la voce che a staccare la corrente fosse stato l’allenatore della Lazio, Juan Carlos Lorenzo, che era stato espulso al 25’. Qualche anno dopo, nel 1974, i biancocelesti vinceranno entrambi i derby

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di campionato conquistando il primo scudetto della loro storia. La sera prima della stracittadina di ritorno, Sergio Petrelli, terzino della Lazio che aveva giocato anche sull’altra sponda del Tevere, aveva sparato dei colpi di pistola contro dei lampioni per spaventare alcuni tifosi romanisti che stavano facendo baccano sotto l’hotel della Lazio. Nel 1994 i gol di Balbo, Cappioli e Fonseca regalano alla Roma la prima vittoria nella stracittadina dopo quattro anni di digiuno. La sera, per festeggiare, una mano anonima scrisse sul muro del cimitero di Prima Porta l’esclamazione “Che ve siete

ROMA

persi!”. Nella stagione 1997/1998, Zdenek Zeman ha lasciato la panchina della Lazio per quella della Roma. Un cambio che è coinciso con un’annata irripetibile, culminata con la vittoria da parte biancoceleste di tutti e 4 i derby disputati in quella stagione (2 di campionato e 2 di Coppa Italia). È stata la Roma, invece, ad aggiudicarsi il primo derby del nuovo millennio. Era il 17 dicembre del 2000 e a decidere la partita fu un’autorete del laziale Paolo Negro (su un tocco sgraziato di Nesta). Una marcatura che, suo malgrado, l’ha consegnato alla storia.

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