ROMA FORTE, The Entrenched Camp in contemporary Rome, Forte Portuense a reuse example

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Henri Mezini Mirko Roselli

ROMA FORTE

IL CAMPO TRINCERATO NELLA ROMA CONTEMPORANEA FORTE PORTUENSE UN ESEMPIO DI RIUSO Relatore: Manuel Gausa Navarro Correlatore: Octavio Mestre

Anno accademico 2014/2015

Università degli studi di Genova Scuola Politecnica

Dipartimento di Scienze per l’ Architettura

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Conoscere le opere militari vuol dire sapere per quale motivo e in che modo siano state realizzate e a quale concetto di strategia rispondessero. Una fortificazione, innanzitutto serve a proteggere chi è più debole, o si considera tale, sia per penurie di uomini di fronte ad un avversario più numeroso, sia di mezzi di offesa. La conoscenza serve alla riconversione dell’oggetto, l’oggetto in sè serve a ricordare chi siamo stati anche se può continuare ad esistere assolvendo ben diverse funzioni dal motivo per il quale è stato costruito.

Amelio Fara Il sistema e la città: architettura fortificata dell’Europa moderna dai trattati alle realizzazioni, 1464-1794


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Indice 7

Introduzione Capitolo 1 La difesa e la città Capitolo 2 I campi trincerati d’Europa, quattro casi studio

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Capitolo 3 L’evoluzione di Roma e il suo campo trincerato

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Capitolo 4 Analisi territoriale di Roma Capitale

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Parigi Anversa Verona Verdun

Roma dalle origini al campo trincerato Roma dal campo trincerato ad oggi La nascita del campo trincerato Uso del suolo Mobilità Punti d’Vinteresse Le vie consolari L’odierno campo trincerato

Capitolo 5 Il nuovo campo trincerato Capitolo 6 Forte Portuense Conclusioni Elenco elaborati allegati Bibliografia Sitografia

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Introduzione Ripartire dal passato per disegnare il futuro, leggere la storia per continuare a scriverla. Le grandi opere ingegneristiche militari del passato sono sempre state una grande eredità per coloro che hanno vissuto dopo la loro costruzione, sia per l’uso bellico che per il riuso civile. Roma è una delle città con il maggior patrimonio storico-culturale e per quanto riguarda l’architettura militare ne testimonia una ricchissima stratificazione fin dalle sue origini. La tesi qui elaborata ha l’obiettivo di proporre un’ idea per riportare a nuova vita l’ultima grande opera difensiva della Capitale: il Campo Trincerato, anche conosciuto come piazzaforte a capisaldi staccati e formato da quindici forti militari. Il concetto di base era quello di proteggere il nucleo centrale con una cintura di opere esterne, costituita da un poligono con distanze intermedie tra forti più vicini possibili. I lavori si svolgono tra il 1877 e il 1891; il poligono raggiungerà un’ampiezza di circa 40 km e i forti verranno posizionati a ridosso delle vie di accesso alla città, corrispondenti nella maggior parte dei casi alle antiche vie consolari, per tenere sotto controllo ogni possibile avanzata nemica, formando una maglia difensiva radio-concentrica. Molte furono le critiche all’assetto strategico e sulla tecnica costruttiva dei forti, che di fatto, a breve dalla loro ultimazione erano da considerarsi inadeguati ai nuovi orientamenti dell’arte militare e non entrarono mai in funzione. Nel 1967 la Camera dei Deputati, richiese l’istituzione di una commissione dei ministri della Difesa e i ministri dei Lavori Pubblici che, insieme al comune di Roma, assicurasse lo stato di non idoneità delle attrezzature alle attuali esigenze militari per procedere alla cessione dell’amministrazione al Comune di Roma. Il passaggio di proprietà a favore del Comune, avviato in quella sede, non sarà mai completato oppure sarà invertito a favore di altri Enti dagli anni ’70 ad oggi. Lo stato attuale degli Enti concessionari e proprietari dei forti vede dieci forti a Roma Capitale di cui uno solo di proprietà, quattro in permuta dal Demanio, cinque in permuta dalla Difesa; quattro forti fanno capo al Ministero della Difesa ed uno fa capo al Ministero degli interni. Per questo l’intero sistema dei forti, ad oggi trascurato e sulla via del degrado, rappresenta indubbiamente un valore storico, paesaggistico, architettonico e ambientale molto rilevante per la città, soprattutto per la sua posizione strategica che forma una cintura attorno al centro della città ad una distanza media tra esso ed il grande raccordo anulare. La localizzazione delle opere è fondamentale per operare una rigenerazione e una nuova politica di sviluppo delle periferie che ospitano tali strutture, attraverso l’innovazione, la sostenibilità e sopra ogni cosa la coesione sociale. La ricerca elaborata propone un’ analisi del territorio di Roma per meglio intendere le dinamiche

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della metropoli con lo scopo di ripensare, riutilizzare e rifunzionalizzare l’intero network dell’anello fortificato in modo tale da creare una serie di centri urbani capaci di ridare vita ai quartieri in cui si trovano e di espandere il nucleo centrale di Roma verso l’esterno. Il lavoro si articola in un excursus cronologico che parte dagli albori dell’umanità per affrontare il rapporto tra società e difesa fino ai giorni nostri. Il primo capitolo introduce la storia delle tecniche difensive legate all’espansione urbana per meglio intendere e conoscere l’evoluzione dei metodi che hanno portato sino alla progettazione del campo trincerato. La ricerca prosegue con il secondo capitolo dove si individuano i maggiori campi trincerati presenti nel continente europeo, analizzando l’influenza che tali strutture hanno avuto sul territorio che circondano prendendo in esempio alcuni casi studio come paragone alla città di Roma. Il terzo capitolo affronta in un primo momento l’evoluzione e la storia urbanistica di Roma dalle sue origini per meglio capire il rapporto tra espansione urbana e difesa del territorio fino al campo trincerato, proseguendo con l’analisi storica di quest’ultimo e la sua conformazione attuale. Dopo aver approfondito storicamente e tecnicamente la piazzaforte di Roma, ci si inoltra nel quarto capitolo analizzandone il contesto urbano odierno: uso del suolo, mobilità, patrimonio storico-culturale e punti d’interesse lungo le vie consolari a stretto contatto con i singoli forti del campo trincerato. Il capitolo si conclude con la catalogazione delle singole fortezze assegnando ad ognuna una macrocategoria in base al contesto territoriale attuale. A seguire la parte di proposta, frutto della ricerca e dei risultati ottenuti, illustrata mediante un disegno d’insieme che indica come il campo trincerato di Roma può rappresentare un’opportunità per il rilancio e lo sviluppo urbano della città. L’ultima parte, ma non per importanza, prende in esame uno dei quindici forti che compongono il sistema: il Forte Portuense, come esempio di riuso e catalizzatore di nuove dinamiche sociali.

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forte monte mario

forte antenne

forte trionfale

forte pietralata

forte braschi

forte tiburtino

forte boccea

forte prenestino

forte aurelio

forte casilino forte bravetta

forte portuense forte appio

forte ostiense

forte ardeatino

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5 km


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1 _ la difesa e la cittĂ

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La ricerca inizia cercando di ripercorrere brevemente l’evoluzione delle tecniche di difesa militare dai tempi antichi fino all’avvento del campo trincerato. L’obiettivo è dare così una visione cronologica di come la crescita urbana nel passato sia stata influenzata e vincolata alle differenti tipologie di evoluzione bellica. Difendere i propri averi e proprietà da eventuali pericoli o attacchi di possibili nemici è una necessità registrata sin dalle origini degli insediamenti umani. La prima scelta tattica è indubbiamente quella del sito, ovvero la costruzione del proprio insediamento in un luogo che offre possibilità di difesa “naturali”, come per esempio il meandro di un fiume, le pendici di una montagna o una cima impervia, che si complementano nel tempo con la costruzione di recinzioni artificiali quali palizzate e fossati. Queste tattiche difensive, durante il periodo romano, vedono un’evoluzione considerevole grazie a nuovi metodi di costruzione dei campi militari mobili. Esempio ne sono i castrum, ovvero insediamenti circondati da un fossato principale e fossati secondari che si possono allagare per impedire l’avvicinamento delle macchine d’assedio nemiche. Il castrum presenta una pianta rettangolare e strade interne perpendicolari, cardo e decumano, che formano un reticolato di quadrilateri. Una pianificazione stradale che getta le basi per la futura urbe romana. Molti di questi castrum militari, infatti, evolvendosi con il tempo, si sono trasformati in vere e proprie città. Ne sono un esempio in Italia Torino, Brescia, Como, Belluno, Pavia o Bologna il cui il decumano massimo è l’attuale Via Emilia. Un altro esempio è Firenze, l’accampamento Florentia, fondato come base per gli attacchi alla città etrusca di Fiesole. Ai romani si deve anche la costruzione di solide mura difensive attorno ai centri abitati costituite da un muro continuo con torri ad una distanza reciproca di 30-40 metri, dipendendo dalla gittata delle armi da mura del periodo. Un esempio significativo sono le mura aureliane che circondano ancora oggi il centro di Roma e che, con il loro schema, hanno difeso la città per oltre mille anni. Le mura rappresentano un sistema di difesa efficace, ma racchiudendo al proprio interno il centro urbano, ne rende difficile l’espansione. Come si vedrà con l’evoluzione di Roma più avanti, quando la città cresce e ha bisogno di espandersi, anche le mura devono essere ricostruite per poter tornare a racchiudere al proprio interno il centro abitato.

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housesteads Ricostruzione della fortificazione legionaria permanente sul Vallo di Adriano Fonte: Storia delle fortificazioni, Ian V. Hogg

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Dopo l’epoca del dominio romano si entra nel Medioevo dove le strutture difensive continuano ad essere alte mura circondate da fossati, progettate per essere sempre più efficienti inserendo ostacoli in prossimità delle porte come ad esempio i ponti levatoi. Le mura di una città medievale si differenziano a seconda delle risorse disponibili per la loro costruzione (legno o pietra), il tipo di terreno e i rischi che minacciano l’abitato. In generale, le cinte medioevali si presentano con camminamenti di ronda e feritoie per il tiro effettuato con archi e balestre e alte torri sopra le quali vi possono essere postazioni di artiglieria. Nelle città medievali la cinta muraria rappresenta il confine fisicamente invalicabile tra la città e il contado al cui interno si sviluppa il tessuto urbano, limitato e definito. In quest’epoca sorge anche un’altra struttura emblematica: i castelli, residenze fortificate di proprietari terrieri, che vi risiedono con le famiglie e la guarnigione di soldati alle loro dipendenze. Molti castelli in principio si presentano come torri di guardia isolate, solitamente di legno, costruite per proteggere appezzamenti di terreno e accampamenti, controllare nodi strategici e passaggi obbligati. Con il passare degli anni si assiste a un progressivo processo evolutivo e il castello diventa un vero e proprio complesso di edifici fortificati, a volte comprendenti interi borghi. Nel tardo Medioevo si assiste all’edificazione di castelli nei centri urbani allo scopo di controllare la popolazione e proteggersi dalle rivolte cittadine. Molte città, che avevano un impianto romano, subirono quindi un riadattamento delle antiche mura e in alcuni casi anche la ricostruzione di quest’ultime per favorire l’espansione del centro urbano racchiuso all’interno.

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BEAUMARIS Ricostruzione di Beaumaris ad Anglesey, Galles, simmetrico castello di Edoardo I Fonte: Storia delle fortificazioni, Ian V. Hogg

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A partire dal 1500 fanno la comparsa le prime armi da fuoco (es. i cannoni) che rivoluzionano tutto lo scenario bellico fino ad allora basato su altri principi, come la difesa dalle catapulte, frecce e torri d’assedio. Tra l’epoca rinascimentale e il 1800 in molte città si modifica l’impianto urbano per esigenze difensive e per sopperire, appunto, all’evoluzione dei mezzi di assedio. Il passo iniziale è quello di basarsi sulle strutture già esistenti e adattare le vecchie fortificazioni, ammodernando le cinte urbane, spesso molto estese ed economicamente troppo impegnativo rimpiazzare. Diventa però presto evidente che il continuo progresso tecnico delle artiglierie richiede un totale ripensamento del tracciato delle mura. Nella trattatistica sviluppatasi in quei secoli troviamo molti scritti sulla città ideale a partire da Leon Battista Alberti, passando per il Filarete che ne disegna la pianta con uno schema geometrico rigoroso di tipo radiale fino ad arrivare a Francesco Di Giorgio Martini che ne propone un impianto radiocentrico tenendo conto delle nuove esigenze di difesa bastionata dalle artiglierie. La ricerca di forme adatte alla fortificazione e quella per un impianto urbano trovano un punto di incontro conclusivo nelle opere di Vauban, in una forma stellata tipica della fortificazione “alla moderna” e uno schema interno a scacchiera o prevalentemente ortogonale, come nell’esempio di Neuf-Brisach illustrato a continuazione. Il sistema di fronti bastionati è concepito come un complesso unitario nel quale forma e dimensione di ogni elemento hanno un rapporto geometrico ben preciso, alterare altezza o profilo di uno qualunque degli elementi significa modificare di conseguenza tutti gli altri. I profili impediscono, di fatto, il tiro diretto dei cannoni assedianti sulle murature e sui terrapieni capaci di assorbirne i colpi. In questo lungo periodo storico il rapporto tra le città e le proprie difese rimane pressoché invariato dato che le cinte murarie, anche se notevolmente differenti rispetto alle epoche precedenti, determinano un confine fisico molto importante all’espansione dell’abitato. A molte città viene modificato l’impianto difensivo come per esempio nella città di Lucca dove i lavori iniziano all’inizio del 1500 per durare più di un secolo e mezzo. Per contro le città di nuova fondazione del periodo sono pochissime e realizzate a partire dalla seconda metà del XVI secolo, soprattutto per motivi difensivi. Infatti la ricerca teorica circa la forma della città, sull’esempio di Francesco di Giorgio Martini, si orienta rapidamente verso la definizione geometrica della forma urbana affidata al perimetro fortificato, sempre più complesso, verso forme stellate. L’unica città completamente realizzata alla fine del 1500, con uno schema radiocentrico, è Palmanova (Udine) costruita sotto la volontà dei rappresentanti della Repubblica di Venezia.

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Neuf-Brisach Sulla frontiera francese rivolto alla Svizzera, forse il miglior esempio del terzo sistema fortificatorio di Vauban Fonte: Storia delle fortificazioni, Ian V. Hogg

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Il sostanziale cambiamento delle difese cittadine e quindi l’abbandono delle mura come principale struttura di difesa dei centri abitati si ha nella prima metà del XX secolo quando un’ulteriore evoluzione delle tecniche di battaglia, e quindi delle artiglierie con una maggiore gittata, annulla l’efficacia dei metodi di fortificazione a fronti continui. Nasce così il fronte a capisaldi staccati, il campo trincerato, detto anche piazza a forti staccati, una fortificazione costituita per lo più da una cinta continua attorno a un nucleo di abitazioni civili o di stabilimenti militari, e da una o più linee o gruppi di piccole opere più o meno distanti dal nucleo da difendere come città o anche porti marittimi e nodi strategici. Il principio del campo trincerato viene introdotto da Nicolò Tartaglia nel 1546 nell’opera “Quesiti et inventioni diverse” in cui afferma che nel fortificare una grande città si deve comprendere con le opere difensive un buon tratto della campagna circostante la città e cingere questa con una semplice muraglia. Anche il Vauban riprende quest’idea nel 1680 proponendo per la difesa di Parigi la costruzione di una nuova linea difensiva distante dalla città la massima distanza di tiro dei cannoni. Questo principi però, basati sul tenere il nemico lontano dal recinto della città con opere esterne, rimangono fino al 1800 solo un’idea. Nella seconda metà del XIX secolo scoppia la rivoluzione industriale e quindi l’inizio di un’espansione urbana senza precedenti. Le nuove risorse ed esigenze del nuovo sistema economico cambiano radicalmente l’urbanistica a partire dalle vecchie città europee con l’incontrollata espansione in sobborghi non pianificati che stravolge l’immagine tradizionale della città chiusa nel perimetro delle mura, gli sventramenti dei centri storici, la divisione dei quartieri per ceti sociali, l’introduzione all’interno delle città di edifici produttivi, la sovrappopolazione con conseguente degrado delle condizioni sanitarie. Da qui quindi il rapporto molto stretto tra l’espansione urbana e la cinta muraria come mezzo di difesa inizia a cambiare sopratutto perchè proprio quel limite, non solo di protezione come baluardo della sicurezza ma anche, e forse maggiormente, fisico ed invalicabile, non sussiste più in nessuna delle due visioni. In ogni caso la linea difensiva composta dalle cinte di forti, che alla loro costruzione era immersa nelle campagne circostanti le città, a cavallo della prima guerra mondiale rappresentano la cosa più vicina ad una fortezza. Tali strutture hanno influenzato fortemente l’andamento del conflitto, soprattutto quelle posizionate sulle frontiere.

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friedrichsau Esempio di forte tedesco di inizio XIX secolo, il forte illustrato fa parte del campo trincerato di Ulma 1842 Fonte: Storia delle fortificazioni, Ian V. Hogg

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2 _ I campi trincerati d’europa, quattro casi studio

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La ricerca prosegue con l’individuazione sul territorio europeo delle città circondate da un campo trincerato. Nella mappa vengono identificate le principali piazze forti del territorio analizzando nel dettaglio Francia, Belgio, Germania, Austria e Italia, nazioni che per motivi bellici vantano la maggior quantità di campi trincerati nei loro confini. La situazione geopolitica europea, dopo la caduta dell’impero di Napoleone Bonaparte, viene modificata radicalmente: con il congresso di Vienna del 1815 si ristabiliscono i confini degli stati sovrani e “l’ancienne regime” dopo lo sconvolgimento dato dalla rivoluzione francese e dalle guerre napoleoniche. Con queste nuove disposizioni si scioglie il Regno d’Italia e tutto il Lombardo Veneto viene annesso all’ Impero Asburgico, la Francia viene ridimensionata, la Russia fortemente ingrandita e la Confederazione Tedesca stabilita con i suoi trentanove stati. Con il tempo in tutte le fazioni iniziano le costruzioni di nuove fortificazioni, partendo dalla prima cerchia di Parigi e il rafforzamento delle frontiere Asburgiche. La seconda metà del XIX secolo inizia con la guerra d’indipendenza italiana che determinerà l’unità d’Italia nel 1861, successivamente la guerra austro-prussiana che determinerà anche il terzo conflitto per l’indipendenza italiana, e a seguire la nascita del campo trincerato di Roma per la necessità di difendere la nuova capitale del regno da eventuali attacchi francesi. Un importante evento è la guerra franco-prussiana che vede la Francia sconfitta e Napoleone III deposto; da qui la necessità da parte dei francesi di ristabilire l’efficacia di una nuova linea difensiva costruendo negli anni successivi, fino al 1885, fortificazioni per tutto il confine interno francese comprendendo anche Parigi. Importanti sono anche le piazze a capisaldi staccati del Belgio come Anversa che, come si vedrà in seguito, è il fulcro della difesa nazionale anche dopo la revisione di tutte le difese di confine sul lato francese e dopo l’ampliamento negli anni ‘80 del secolo XIX fino alla prima guerra mondiale. Di tutte le località indicate sulla mappa la ricerca prende in considerazione quattro esempi significativi di campo trincerato per analizzarli più nel dettaglio, non solo per la tipologia di fortificazione ma anche dal punto di vista del riuso odierno di tali forti. Partendo da Parigi come esempio di grande città capitale e metropoli che ha inglobato quasi interamente le due cerchie di forti, si analizza poi Anversa anch’essa grande capitale con un forte riutilizzo delle preesistenze. Terzo centro la città di Verona, esempio italiano di fortificazione asburgica in una realtà più ristretta ed infine Verdun, piccola cittadina francese teatro di grandi battaglie ma mai espansa a livello urbano come le altre.

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VERDUN (FR) NUMERO FORTI: 22 ANNO DI COSTRUZIONE: 21880-1890 SUPERFICIE CITTÀ: 31 km abitanti: 19,714 METZ (FR) NUMERO FORTI: 11 ANNO DI COSTRUZIONE: 21870-1892 SUPERFICIE CITTÀ: 42 km abitanti: 124,000 TOUL (FR) NUMERO FORTI: 12 ANNO DI COSTRUZIONE:2 1884 SUPERFICE CITTÀ: 31 km abitanti: 16,326 EPINAL (FR) NUMERO FORTI: 13 ANNO DI COSTRUZIONE: 1870 SUPERFICIE CITTÀ: 59.25 km2 abitanti: 34,605 BELFORT (FR) NUMERO FORTI: 11 ANNO DI COSTRUZIONE: 21870 SUPERFICIE CITTÀ: 17 km abitanti: 51,300 POZNAN (PL) NUMERO FORTI: 17 ANNO DI COSTRUZIONE: 1887-1890 SUPERFICIE CITTÀ: 267.80 km2 abitanti: 552,340 TORUN (PL) NUMERO FORTI: 17 ANNO DI COSTRUZIONE: 1877-1880 SUPERFICIE CITTÀ: 115.25 km2 abitanti: 205,900 INGOLSTADT (DE) NUMERO FORTI: 3 ANNO DI COSTRUZIONE: 1870 SUPERFICIE CITTÀ: 133 km2 abitanti: 125,000 ALESSANDRIA (IT) NUMERO FORTI: 3 ANNO DI COSTRUZIONE: 1860 SUPERFICIE CITTÀ: 204 km2 abitanti: 94,000 VARESAVIA (PL) NUMERO FORTI: 15 ANNO DI COSTRUZIONE: (dal)2 1832 SUPERFICIE CITTÀ: 517.24 km abitanti: 726,600

LIEGE (BE) NUMERO FORTI: 12 ANNO DI COSTRUZIONE: 21870 SUPERFICIE CITTÀ: 69 km abitanti: 195,000 ANVERSA (BE) NUMERO FORTI: 30 ANNO DI COSTRUZIONE: 1859-1906 SUPERFICIE CITTÀ: 205 km2 abitanti: 507,000 NAMUR (BE) NUMERO FORTI: 10 ANNO DI COSTRUZIONE: 1870 SUPERFICE CITTA: 176 km2 abitanti: 110,000 MAUBEUGE (FR) NUMERO FORTI: (casematte, torrette) ANNO DI COSTRUZIONE: 2(dal) 1875 SUPERFICiE CITTÀ: 19 km abitanti: 32,400 LILLE (FR) NUMERO FORTI: 7 ANNO DI COSTRUZIONE: 21870 SUPERFICIE CITTÀ: 35 km abitanti: 228,000 LAON (FR) NUMERO FORTI: 4 ANNO DI COSTRUZIONE: 21875 SUPERFICIE CITTA: 42 km abitanti: 27,100 REIMS (FR) NUMERO FORTI: 7 ANNO DI COSTRUZIONE: 21870 SUPERFICIE CITTA: 47 km abitanti: 185,000 PARIGI (FR) NUMERO FORTI: 35 ANNO DI COSTRUZIONE: 1840-1890 SUPERFICIE CITTÀ: 17175 km2 abitanti: 12,089,098

LANGRES (FR) NUMERO FORTI: 7 ANNO DI COSTRUZIONE: 1870-1885 SUPERFICIE CITTÀ: 22,3 km2 abitanti: 195,000 DIJON (FR) NUMERO FORTI: 7 ANNO DI COSTRUZIONE: 21878 SUPERFICIE CITTÀ: 14 km abitanti: 156,000 LYON (FR) NUMERO FORTI: 14 ANNO DI COSTRUZIONE: 21874-1914 SUPERFICIE CITTÀ: 48 km abitanti: 496,343 GRENOBLE (FR) NUMERO FORTI: 7 ANNO DI COSTRUZIONE: 1870-1885 SUPERFICIE CITTÀ: 18.16 km2 abitanti: 157,000 ALBERTVILLE (FR) NUMERO FORTI: 4 ANNO DI COSTRUZIONE: 1870-1885 SUPERFICIE CITTÀ: 17.50 km2 abitanti: 19,800 BIANÇON (FR) NUMERO FORTI: 8 ANNO DI COSTRUZIONE: 21870-1914 SUPERFICIE CITTA: 28 km abitanti: 12,000 BARDONECCHIA (IT) NUMERO FORTI: 4 ANNO DI COSTRUZIONE: (dal) 1815 SUPERFICIE CITTÀ: 132 km2 abitanti: 3248 TOULON (FR) NUMERO FORTI: 8 ANNO DI COSTRUZIONE: 21870 SUPERFICIE CITTÀ: 43 km abitanti: 168,000 NICE (FR) NUMERO FORTI: 6 ANNO DI COSTRUZIONE: 21880 SUPERFICIE CITTÀ: 72 km abitanti: 345,000 GENOVA (IT) NUMERO FORTI: 19 ANNO DI COSTRUZIONE: (dal)1800 SUPERFICIE CITTÀ: 240 km2 abitanti: 593,000

LINZ (AU) NUMERO FORTI: 7 ANNO DI COSTRUZIONE: 21870 SUPERFICIE CITTÀ: 96 km abitanti: 191,000 PIACENZA (IT) NUMERO FORTI: 9 ANNO DI COSTRUZIONE: 1860 SUPERFICIE CITTÀ: 118 km2 abitanti: 102,400 VERONA (IT) NUMERO FORTI: 18 ANNO DI COSTRUZIONE: (dal) 1833 SUPERFICIE CITTÀ: 190 km2 abitanti: 260,000 MANTOVA (IT) NUMERO FORTI: 6 ANNO DI COSTRUZIONE: 1837-1860 SUPERFICIE CITTÀ: km2 abitanti: 49,000 VENEZIA-MESTRE (IT) NUMERO FORTI: 12 ANNO DI COSTRUZIONE: 1883-1911 SUPERFICIE CITTÀ: 416 km2 (acqua 258 km2 )

abitanti: 265,000

BOLOGNA (IT) NUMERO FORTI: 13 ANNO DI COSTRUZIONE: (dal) 1859 SUPERFICIE CITTÀ: 141 km2 abitanti: 386,000 ANCONA (IT) NUMERO FORTI: 6 ANNO DI COSTRUZIONE: 1861-1866 SUPERFICIE CITTÀ: 125 km2 abitanti: 101,000

MONCENISIO (IT) NUMERO FORTI: 4 ANNO DI COSTRUZIONE: (dal) 1815 SUPERFICIE CITTÀ: 4.50 km2 abitanti: 37

ROMA (IT) NUMERO FORTI: 15 ANNO DI COSTRUZIONE: 1877-1891 SUPERFICIE CITTÀ: 1,287 km2 abitanti: 2,875,000

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STRETTO DI MESSINA (IT) NUMERO FORTI: 24 ANNO DI COSTRUZIONE: (dal) 1800


Parigi Parigi è uno dei più grandi esempi di campo trincerato presenti in Europa grazie alla costruzione di due cinte di forti intorno alla città. La paura di una guerra imminente contro la nuova coalizione europea pronta ad invadere la Francia, porta nel 1836 a creare la commissione della difesa del regno. Il trattato di Londra del 15 luglio 1840 esclude la Francia consolidando le paure di un’invasione e portando Parigi a indire l’inizio dei lavori del primo sistema di forti costruito tra il 1840 ed il 1845. Questa prima cerchia comprende sedici forti distaccati e altre opere complementari a circa 5 chilometri dal centro. Parigi rimane così difesa fino al 1870 quando i prussiani entrano in città e ne fanno un campo di battaglia. Da questa esperienza si capisce la necessità di un nuovo sistema difensivo, quindi si inizia nel 1874 la costruzione di un nuovo sistema di fortezze lungo tutto il confine sensibile della Francia, Parigi compresa. I lavori terminano nel 1885 circondando la città a circa 20 chilometri dal centro con altri diciannove forti e molte altre opere complementari. Ad oggi la città di Parigi presenta un vasto utilizzo dei forti dell’antico campo trincerato. Molteplici utilizzi per entrambe le cinte murarie a partire dalla prima dove diversi forti sono rimasti di proprietà del ministero alla difesa ed altri servono le forze dell’ordine, ovvero la gendarmerie. Uno di essi è diventato base per la costruzione di un eco-quartiere, Fort d’Issy, dove le tracce della preesistenza quasi non si notano. Sempre nella cerchia più vicina, e quindi più inglobata dal tessuto urbano sviluppato nel XX secolo, si trovano Forteresse du Mont-Valérien, un forte adibito a museo militare, e Fort couronne de la Briche struttura utilizzata come caserma dei vigili del fuoco. Nella seconda e più lontana cerchia si trovano alcune fortezze abbandonate, alcune adibite a musei come Fort de Bois-d’Arcy divenuto monumento storico, altre di proprietà sempre del ministero della difesa come Fort de Montmorency che fa base di addestramento per i commandos francesi e infine alcune di proprietà privata o di associazioni culturali come Fort de Champigny utilizzato come centro giovanile.

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5 km


Anversa Fino alla metà del XIX secolo la difesa del Belgio è rappresentata da una linea di venti città fortificate chiamata “barriera Wellington” situate sul fronte francese. Alla comparsa di Napoleone III, e in vista di un’ipotetica guerra, la nazione si rende conto di non essere pronta da un punto di vista difensivo e del bisogno di centralizzare la difesa. Si costruisce, infatti, un primo sistema di forti intorno ad Anversa, inizialmente bastioni di terra e palizzate, poi strutture in pietra. Nel 1859 un atto importante sancisce il completamento dell’anello di fortezze vicine alla città. Nel 1870 la guerra franco-prussiana dimostra che l’evoluzione tecnica dei cannoni permette di bombardare una città da una grande distanza; da qui nasce la decisione di ampliare e rafforzare ulteriormente la cinta di fortezze costruendo altri forti a distanza maggiore dal centro e a difesa dell’importante fiume Schelda. Dal 1878 al 1886 vengono costruite altre strutture a maggiore distanza per difendere le reti ferroviarie, dighe e canali di fondamentale importanza. L’evoluzione bellica però cresce a tal punto che il 30 marzo del 1906, dopo aver istituito un comitato per rivedere la difesa di Anversa, viene emanata una legge che prevede la demolizione delle mura della città e la costruzione di 16 fortezze sulla riva destra dello Schelda e 5 fortezze sulla riva sinistra creando così una nuova cinta difensiva a maggiore distanza dal centro. Anche ad Anversa sono disparate le nuove funzioni delle fortezze, i primi più vicini al centro e con fossato bagnato, sono attualmente parchi e musei come Fort 7 e Fort 5, mentre Fort 8, Fort 2 e Fort 4 associazioni culturali, a differenza di Fort 6 che è di proprietà privata e Fort 3 che è abbandonato. Troviamo anche Fort van Kruibeke abbandonato, ma nella seconda cerchia si può notare che oltre alla curiosa maniera di riutilizzare le piazze d’armi per dei piccoli quartieri di case private come Fort van Sint-Katelijne-Waver e musei come Fort van Breendonk, è forte la presenza di spazi occupati dai pipistrelli migratori della zona che in alcuni periodi dell’anno prendono possesso letteralmente delle fortezze, tanto che alcuni di questi come Fort van Haasdonk fanno parte di un circuito di aree protette da associazioni animaliste.

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5 km


Verona La città di Verona nella prima metà del 1800 fa parte del regno austriaco e per la sua difesa il Generale del genio Franz von Scholl progetta i primi forti collinari e le torri massimilianee. Non si tratta solo di costruire fortezze ma tutta una serie di magazzini e fabbriche per i rifornimenti dell’esercito, essendo Verona la chiave del dominio sul lombardo veneto da parte degli austriaci.Il Progetto viene però fermato dopo la morte del Generale Scholl. Dopo la prima guerra d’indipendenza italiana nasce nuovamente la necessità di rafforzare le difese, infatti dal 1848 al 1859 si dà inizio alla realizzazione del campo trincerato con la costruzione di 12 nuovi forti, posti a distanza di circa 1 km tra loro e lontani dal fronte bastionato da 1 a 2,4 km. L’obiettivo del campo trincerato è di sottrarre Verona dal bombardamento nemico con l’esecuzione di opere difensive staccate dalla cinta bastionata e poste in posizione più avanzata. Ciò impedisce l’avvicinamento alla città delle artiglierie nemiche e consente alle truppe austriache di operare in un’area protetta tra la cortina muraria urbana e le fortificazioni staccate. La mobilità e le notevoli dimensioni degli eserciti, unite alla migliorata efficacia delle artiglierie, rende necessario ampliare a Verona la cerchia dei forti staccati, ponendoli ad una maggiore distanza dalla città. Per le artiglierie si raddoppia la potenza di tiro, raggiungendo gittate anche di 5 km. Ciò rende inefficace la capacità difensiva della prima cerchia di forti staccati rendendo necessaria la costruzione di una seconda cerchia staccata dalla piazzaforte di 3-4 km. Si costruiscono in tutto 9 forti tra il 1860 e il 1866. Nella città di Verona possiamo notare che la quantità dei forti rimasti rispetto a quelli costruiti è inferiore alle altre città, molti sono andati distrutti con il tempo e altri sono stati distrutti per far spazio a nuove costruzioni o all’autostrada A4 Milano-Venezia. Troviamo i forti collinari delle torricelle, Forte Biondella e Forte San Mattia, di proprietà privata e la trasformazione di Forte San Leonardo in un tempio dedicato alla Madonna di Lourdes. I più vicini al centro cittadino come Forte Santa Caterina, Forte Fenilone e Forte San Zeno insieme a Forte Parona sono attualmente abbandonati. Abbandonato è anche Forte Tomba, ma gli altri della seconda cerchia rimasti sono associazioni culturali e musei come Forte Chievo o Forte Dossobuono nel quale l’associazione Forte Gisella organizza visite della struttura ed eventi di vario genere.

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5 km


Verdun La città di Verdun è una cittadina francese vicino al confine tedesco e storicamente punto strategico militare per la difesa della Francia. Nella prima metà del 1600 fu costruita la cinta muraria intorno al borgo e successivamente la cittadella a sette bastioni, di notevole importanza, ma la sua importanza strategica e militare si ha dal 1870 quando la strada che collega Parigi a Metz e la rete ferroviaria sono un punto cardine della guerra franco prussiana. Tra il 1874 e il 1880 vengono costruiti diversi forti intorno alla cittadina dato che Verdun è, dopo la guerra franco prussiana, vicinissima al nuovo confine e presidia la strada diretta per Metz, ora diventata tedesca. Queste fortezze vengono continuamente ampliate e modernizzate e integrate con altre costruzioni ininterrottamente fino alla prima guerra mondiale dove si vedrà teatro della grande battaglia del 1916. Quest’ultima è una delle piu sanguinose e lunghe battaglie della grande guerra e termina con una vittoria francese che ancora oggi viene vista come un atto di eroismo e simbolo di forza della Francia. La cittadina di Vardun è un esempio significativo di come una grande quantità di forti siano stati totalmente abbandonati perchè inutili a livello bellico e strategico, non più riutilizzati per scopi civili, inoltre a differenza delle altre città analizzate non sono stati raggiunti dall’abitato. Infatti la cittadina non si è mai sviluppata con nuove costruzioni fino a raggiungere le fortezze circostanti e rappresenta quindi in grande stile l’archeologia bellica delle fortificazioni a campo trincerato. Solo uno di essi è diventato museo della guerra e di se stesso: Fort Vaux.

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5 km


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3 _ l’evoluzione di roma e il suo campo trincerato

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Roma dalle origini al campo trincerato Ai piedi di alcuni colli e lungo la sponda del fiume tevere, è qui che nasce il nucleo iniziale di Roma. Un particolare interessante è legato al concetto di mura, le quali erano molto probabilmente di carattere religioso e non difensivo infatti, tutta la parte di terreno, interna ed esterna, che le percorreva (pomerio) era considerata sacra, a tal punto da non poterci nè abitare e nè costruire. La struttura militare era dunque decentrata sui colli ed indipendente. Partendo dall’ VIII sec aC, la città si espande prevalentemente nel settore N-E e S-O fino all’epoca di Augusto. Qui, le mura repubblicane (su ricostruzione di quelle serviane) rappresentavano una vera e propria cinta urbana a difesa dei sette colli, all’interno della quale si sviluppava lamaggior parte dell’abitato. Le mura, che si estendevano per circa 11 km, includendo intorno ai 426 ettari, erano protette da un fossato largo mediamente 30 metri e profondo 9. Approssimatamente avevano un’altezza di 10 metri, uno spessore di 4 e, si afferma che erano interrotte da 12 porte. A partire dall’epoca imperiale (I secolo aC - V secolo), l’espansione della città aumenta in modo massiccio fino a raggiungere nel II secolo circa 1.500.000 abitanti. Ma a seguito di questa grande crescita e durante il III secolo, Roma attraversa una grave crisi economica e politica, la quale rende chiara la debolezza dell’Impero, tanto da essere costretti a dover costruire in epoca aureliana una nuova cinta muraria per mettere in sicurezza la città da un eventuale attacco. Alta sui 7 metri, con uno spessore di 19 metri (4 di muro, 5 di ronda interna e 10 di guardia esterna) e questa volta con un numero esatto di porte, 18, seguiva per buona parte il confine daziario di Roma, ribadendo dunque un confine commerciale. Successivamente alla crisi ed al calo della popolazione da essa scaturito, la macchia dell’insediamento rimane comunque ben distribuita all’interno delle mura. Purtroppo, però, il destino della città era già stato segnato e verso l’inizio del medioevo si ha un ulteriore drastico diminuimento della popolazione, fino a quasi il suo totale annullamento.

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Successivamente alla crisi della prima metà del V secolo l’impero d’ Occidente non esiste più ed ha inizio quel lungo periodo chiamato Medioevo, nel quale restano abitate solo le zone dei settori a Ovest lungo il Tevere. Troviamo i segni di un’espansione, edilizia e non demografica, intorno al IX secolo con la costruzione delle mura leonine che racchiudevano la civitas leonina e le quali furono erette a difesa del colle vaticano dopo che i saraceni saccheggiarono l’antica basilica di S. Pietro. Papa Leone IV diresse personalmente l’enorme numero di operai, portando a termine la costruzione in soli quattro anni. Passeranno ancora due secoli prima di poter assistere ad un lento e graduale aumento demografico ed insediativo del territorio romano. Proprio verso la fine di quest’epoca, la città si trovò in preda all’anarchia a causa delle lotte tra la fazione nobiliare e quella popolare, da cui ne seguirono periodi di instabilità caratterizzati da conflitti di potere tra Comune e papato, ma grazie a Martino V, unico papa romano del Quattrocento, Roma vedrà la sua rinascita e recupererà l’identità civica ormai perduta. Con la fine dello scisma d’Occidente, Roma si apprestava a tornare la capitale unica della cristianità, aprendo le porte a quel periodo conosciuto con il termine di Rinascimento. In questa fase, l’aumento della città è tutto contenuto nel settore N-O che viene praticamente saturato. Durante il ‘600 la città divenne la capitale mondiale del barocco e la sua architettura influenzò tutta l’area centrale. È a partire da questa data che si gettano le basi per l’ampliamento a N-E, che caratterizzerà tutta quest’epoca e l’800. Nel 1870 cominciò la guerra franco-prussiana, e l’imperatore francese Napoleone III non fu più in grado di proteggere lo Stato Pontificio. L’armata italiana entrò a Roma il 20 settembre attraverso una breccia aperta nelle mura nelle vicinanze di Porta Pia. Roma e il Lazio furono così annesse al Regno d’Italia, ma ufficialmente la capitale del regno venne spostata da Firenze a Roma solo nel 1871. La situazione che si presentava era quella di un popolo (200 mila abitanti circa) abbandonato e misero, privo di una borghesia liberale e con un clero che viveva delle rendite dei beni ecclesiastici.

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Alla vigilia di Porta Pia, la capitale pontificia era una specie di grande borgo al cui interno spiccavano le antiche vestigia della grandezza passata, le quali si confondevano con il percorso dei pastori e delle loro mandrie ma la Roma capitale d’Italia voleva invece diventare una grande città europea e moderna, per questo nel 1873 il Consiglio Comunale approvò il Piano Regolatore elaborato dall’Ufficio d’Arte Comunale diretto dall’ing. Alessandro Viviani. Esso prevedeva l’espansione urbana della città soprattutto nel quadrante est, ritenuto migliore dal punto di vista igienico e del suolo, ma fu progettato senza riferimenti alle note esperienze che avevano caratterizzato la scena europea negli ultimi venti anni, presentandosi inoltre con una visione banale della città storica e senza una vera strategia. L’anno successivo, il sindaco Venturi, che succede a Pianciani, sospende l’approvazione del piano: la delibera comunale non sarà mai inviata al Re per il decreto ed il primo Piano di Roma non diventa legge. Ciò nonostante l’espansione continua e tra il 1871 e il 1876 vennero presentati diversi progetti per la difesa della città tra cui quello del 1875 in cui si stanziarono, con una apposita legge, i fondi per approvvigionare Roma di materiali del Genio e di artiglierie di difesa e il 2 agosto 1877, per Regio Decreto, venne deliberata l’edificazione di un campo trincerato a protezione da un eventuale possibile attacco delle truppe francesi, composto da quindici forti di tipo “prussiano” più quattro batterie a pianta esagonale e posizionato nella fascia (allora in piena campagna) di territorio immediatamente circostante le mura aureliane. A pari passo con la costruzione della piazzaforte, continuò anche l’edificazione di Roma che già nel 1880 cambiò radicalmente rispetto alla città contadina di soli dieci anni prima, attraverso rigorosi provvedimenti che ripulirono le vie da “greggi e animali domestici” e che con l’avvento della ferrovia rivoluzionò i trasporti rendendoli veloci ed economici. Si gettano dunque le basi verso uno sviluppo più “controllato” del territorio e nel 1883 viene approvato il primo piano per Roma capitale con una validità di 25 anni.

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Roma dal campo trincerato ad oggi Il 10 febbraio 1909 venne adottato in Consiglio Comunale il Piano redatto da Sanjustdi Teulada, il quale si sviluppò per la prima volta al di fuori delle mura aureliane, orientandosi principalmente lungo l’asse N-E del territorio con l’obiettivo di dare una nuova struttura alla città, cercando di ridurre il traffico e gli sventramenti dal centro. La distanza dei forti rimane pressochè invariata rispetto all’abitato fino al 1931, anno in cui il Piano di Piacentini prevedeva una città di 2 milioni di abitanti, con circa 4000 ettari interessati da costruzioni, con una espansione “a macchia d’olio”. Contemporaneamente, nel centro storico si prevedevano pesanti sventramenti per favorire i flussi di traffico di attraversamento e isolare i monumenti e le aree archeologiche a scapito dell’edilizia storica minore. Come conseguenza a tale Piano, vennero invase di costruzioni tutte le aree attorno alla città, con prevalenza verso N-E e S, consentendo ovunque densità enormi con la prevalenza dei tipi edilizi più intensivi. Il Piano del ‘58, che avrebbe dovuto sostituire il precedente, proponeva un interessante asse attrezzato ad est per il decentramento e l’alleggerimento del centro storico, all’interno del quale permetteva esclusivamente conservazione e restauro, ma non venne stranamente approvato. Venne predisposto un nuovo piano nel 1962 che riguardo a verde, centro storico e grande viabilità si proponeva migliorativo rispetto a quello precedente, ma anch’esso non venne approvato.

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Anche il successivo Piano, del ‘65, ha vita breve e nel ‘67 il consiglio comunale adotta una “Variante generale” che sostanzialmente prevede di incrementare le espansioni a nord e a fare della direttrice EURmare il principale asse di sviluppo sia residenziale che industriale. L’espansione non si ferma e nel 1976 la città di Roma arriva ad occupare sia una considerevole parte dei quadranti destri, sia la direttrice verso il mare. A quasi un secolo di anniversario dalla loro costruzione, la situazione dei forti risultò essere evidente, infatti, escludendo quelli situati in aree protette, i restanti vennero completamente inglobati dall’abitato, ritrovandosi ancora del tutto estranei alla città ed alle migliaia di persone che ci vivevano attorno, che ne ignoravano la storia, l’importanza e forse persino l’esistenza. Alla fine degli anni ottanta il piano del 1962 venne abbondantemente superato, ma non fu ancora sostituito da un nuovo progetto, incrementando in questo modo la speculazione del territorio. Negli anni novanta continua l’espansione della città verso nord e una notevole edificazione in direzione S-O verso mare. Solo nel 2008 viene approvato dal Consiglio Comunale con Deliberazione 18 del 12/2/08 il nuovo piano urbanistico. Finalmente, dopo oltre quarant’anni, Roma ha così nuove regole e linee guida per orientare il proprio sviluppo, attraverso alcuni principi cardine rappresentati da: orizzonte metropolitano, decentramento e policentrismo, tutela ambientale e del patrimonio storico-culturale e l’incremento dei servizi e delle funzioni urbane per le periferie.

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Il nuovo piano del 2008, coerentemente con l’attuale fase urbana, caratterizzata dal rallentamento della crescita insediativa, dal forte incremento dello stock edilizio e dalle diverse conseguenti condizioni strutturali del mercato immobiliare, assume come prioritarie le strategie di organizzazione dell’assetto fisico e funzionale della città, attraverso il coordinamento degli interventi di trasformazione e di modernizzazione urbana e la definizione di nuove regole, nuovi strumenti, nuove procedure e nuovi meccanismi attuativi per la riqualificazione. Facendo un confronto tra la città del 1870, periodo di costruzione dei forti, e la città odierna, metropoli che li ha inglobati, si può affermare che la Roma dei giorni nostri è il risultato di un’aggiunta di tante zone costruite intorno al nucleo originario, non sostenute però da un disegno significativo, in cui la struttura portante di tutta la sua conformazione è ancora quella derivante dalla città antica. Infatti, partendo dalla raggera delle vie consolari, struttura radiocentrica dell’antica città imperiale che dominava l’agglomerato papale del 1870 come oggi la grande metropoli, la periferia odierna si estende ancora lungo queste antiche strade che ne rappresentano le arterie portanti. All’interno della figura simmetrica di questa raggiera si possono tuttora trovare dissimmetrie che derivano dalle conformazioni più antiche della città ed è proprio da questa visione di sviluppo che è inevitabile immaginare che i forti siano stati letteralmente inglobati dall’abitato, in quanto una città millenaria come Roma non può essere rinchiusa in una teca di cristallo, ma deve poter proseguire nel percorso di sviluppo necessario a rispondere alle sempre nuove esigenze, senza però compromettere i simboli del passato.

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PARTE IN USO DAL 3째 REGGIMENTO TRASMISSIONI, IL RESTO IN ABBANDONO IN USO DAL 3째 REGGIMENTO TRASMISSIONI, ARNALDO ULIVELLI

PARZIALMENTE OCCUPATO DA NUCLEI FAMILIARI, IL RESTO IN ABBANDONO

SEDE DEL COMANDO RAGGRUPPAMENTO UNITA DI DIFESA CASERMA GANDIN, SEDE BRIGATA GRANATIERI DI SARDEGNA

EX CARCERE MILITARE FORTE BOCCEA, SEDE DISTACCATA DEL RUD

PARTE DEL COMPENDIO DELLA CASERMA RUFFO, INUTILIZZATO

CASERMA CEFALONIA CORFU, REPARTO TECNICO LOGISTICO GdF

AUTOGESTITO DAL C.S.O.A. PRENESTINO

PARCO DEI MARTIRI DEL FORTE BRAVETTA

COMPENDIO EX AEREOPORTO, INUTILIZZATO

TEMPORANEAMENTE AL MUNICIPIO XV DAL 2009 EVENTI E SPETTACOLI

COMPENDIO DEL Re.S.I.A. AEREONAUTICA MILITARE ABBANDONO SEDE ZONA TELECOMUNICAZIONI LAZIO DELLA POLIZIA DI STATO

NON UTILIZZATO E IN STATO DI GRAVE ABBANDONO

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La nascita del campo trincerato Per descrivere il funzionamento del Campo trincerato e dei suoi forti bisogna fare una premessa per poter inquadrarne la costruzione in un contesto storico meglio definito, partendo da quando la capitale del regno d’Italia era ancora Torino, luogo in cui Cavour prospettò al parlamento nel 1861 la proposta di spostare la sede del potere proprio a Roma una volta sottratta al Papa, protetto dalle truppe francesi, ed annessa al Regno d’Italia. Tuttavia lo stato vaticano era protetto da Napoleone III che, al contempo, era il principale alleato del Regno d’Italia. Il 15 settembre 1864, a Parigi, venne quindi stipulata, tra Italia e Francia, la “Convenzione di Settembre”, con la quale l’Italia si impegnava a non attaccare i territori papali mentre la Francia si impegnava, nell’arco di due anni, a ritirare le proprie truppe, poste a protezione dello Stato Vaticano, ottenendo che la capitale venisse spostata da Torino a Firenze (dal 1865 al 1871). Dopo il 1870 con la sconfitta dei francesi e la caduta di Napoleone III decadde anche la “convenzione di settembre” e quindi le truppe italiane, comandate dal maresciallo Cadorna, marciarono su roma entrando per la breccia di porta Pia e decretando lo Stato Vaticano annesso al Regno d’Italia. Successivamente al 1871 e quindi dopo l’insediamento ufficiale del re al Quirinale si rese necessario rivedere la difesa della città allora protetta solo dalle mura imperiali ormai obsolete per le tecniche militari del tempo. Nel 1873 ci fu una prima proposta per la costruzione di dodici forti con uno stanziamento da parte del parlamento di circa dieci milioni di lire, per questo vennero presentati vari progetti fino a che nel 1877 venne deliberata per Regio Decreto la costruzione di un campo trincerato per la difesa della capitale, anche per paura di un attacco da parte delle truppe francesi e quindi la costruzione di tutta una serie di strade, magazzini, batterie e polveriere complementari.

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primo intervento dal 1877

secondo intervento fino al 1883

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Ci furono diverse proposte da parte di tre influenti generali del Genio, per il primo, Antonio Brignone, si doveva difendere con 17 forti lungo le difese continentali delle Alpi e 4 sulle vie che, attraverso l’Appennino, portano al Po. Complessivamente, quindi, per la difesa alpina da Genova a Cormons vennero proposti 21 forti. Per le coste italiane Brignone individuò 21 forti e strade da fortificare adeguatamente, compreso quello da creare ex-novo presso La Spezia. Tali postazioni costiere dovevano essere collegate al “ridotto centrale” con campi trincerati a grande ampiezza. Al contrario di Brignone, il generale Veroggio sosteneva che Roma, in quanto capitale, dovesse essere il fulcro del sistema di difesa territoriale nazionale e che, quindi, il ridotto centrale di difesa dovesse coincidere con la capitale stessa. A tal fine propose di istituire una cintura di forti che avesse una circonferenza, attorno alla capitale, di circa 52 chilometri. Inoltre propose la creazione di un secondo presidio, presso Piacenza, tra il Po e gli Appennini, in modo da poter contrastare eventuali attacchi provenienti dalla Francia o dalla Germania. Da Piacenza doveva partire un campo trincerato che la potesse unire ad Alessandria, Genova e La Spezia. A differenza degli altri due, il generale Martini, presentò tre differenti studi di difesa ma, nonostante la mole di lavoro, le sue determinazioni rimasero vaghe, non indicando, nello specifico, come dovessero venir strutturate né, tanto meno, i costi da sostenere. L’unica differenza, dalle altre due proposte, consisteva nel potenziamento dell’esercito e dell’armata navale come risorse fondamentali di difesa del territorio italico, cui dovevano aggiungersi fortificazioni permanenti: in particolare doveva essere curata la difesa delle fasce costiere di Genova, Messina, Venezia, La Spezia e Taranto.

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1. 2. 3. 4. 5.

Androne d'ingresso Magazzini Caponiera di gola Scale Polveriera

6. Gallerie di fianco 7. Magazzino di artiglieria 8. Mezze caponiere 9. Uscite al fosso 10. Laboratorio proiettili

11. 12. 13. 14. 15.

Magazzino proiettili Cucina e pozzo Ricoveri Ricoveri ufficiali Passaggio alla caponiera 51

16. 17. 18. 19. 20.

Ripostigli Caponiera del fronte Lavatoio Cucina ufficiali Alloggio del comandante

21. Latrina del comandante 22. Piazza d'armi 23. Fossato asciutto


Nell’Agosto del 1871 ci fu una svolta, la “Relazione a corredo del piano generale di difesa dell’Italia presentata dal Ministero della guerra, contenente due piani ben distinti: un progetto di difesa vero e proprio ed un piano ridotto, con una spesa pressoché dimezzata. In questi piani, si riteneva indispensabile un potenziamento delle difese cittadine per mezzo di 7 forti, come cintura difensiva interna, e 16 forti (“di tipo prussiano”, cioè con terrapieno addossato al muro esterno e fossato asciutto, con un fronte principale lungo da 180 a 250 metri e armamento di cannoni di medio calibro), potenziati dalla protezione di 15 batterie di seconda linea, per la cintura esterna, nonché il rafforzamento delle mura cittadine e la creazione di una “cittadella” militare presso Monte Mario. Dopo una serie di controlli e revisioni dei progetti negli anni seguenti, tramite anche la giunta per l’esame del progetto di legge, presieduta da Depretis, si trovarono difficoltà nell’ a provare un piano efficace e al contempo economicamente sostenibile. All’alba dell’agosto del 1877, per la paura di un possibile attacco imminente via mare da parte dei Francesi, venne approvato il Regio Decreto n. 4007. Il suddetto prevedeva per la difesa di Roma un campo trincerato composto da 10 forti e cinque batterie integrabili eventualmente con rinforzi sulla cinta muraria principale. Alla fine prevalse l’idea di un campo trincerato permanente, della circonferenza di circa quaranta chilometri, con forti disposti presso le principali arterie di accesso alla città, coincidenti, in pratica, con le antiche vie consolari romane, o su alture intermedie. L’inizio dei lavori fu datato per l’ottobre del 1877 sotto la direzione di Luigi Garavaglia, direttore del Genio. I primi forti ad essere costruiti furono quelli alla sinistra del tevere proprio per paura di uno sbarco francese sulla costa di Anzio o di Civitavecchia, il primo fu Forte Appia Antica (sulla destra del fiume) e poi i forti Monte Mario, Braschi, Boccea, Aurelia Antica, Bravetta e Portuense. Solo dopo due anni il parlamento stanziò altri fondi per il progetto e si poterono completare i forti Ardeatina, Casilina, Prenestina, Tiburtina e Pietralata, tutti sulla sinistra del Tevere. Dopo alcuni anni vennero completati anche i forti Ostiense, Monte Antenne e, per ultimo, Forte Trionfale. In soli 5 anni venne completato il campo trincerato di Roma, per una spesa di circa 23 milioni di lire, ad eccezione delle vie di collegamento previste tra i vari forti che non vennero realizzate.

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A

B

C

D

E

F

G

H

I

L

riferimento foto pag. 49

53esterno 28. Ramparo alto 29. Ramparo basso 30. Traversone centrale 24. Ingresso al forte rivellino 25. Terrapieno 26. Muro esterno 27. Terrapieno


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4 _ analisi territoriale di roma capitale

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Uso del suolo Il Comune di Roma è il più popoloso ed esteso d’Italia e con i suoi 1.287 kmq è il secondo comune europeo per estensione territoriale. La sua superficie è maggiore della somma di nove tra le più importanti città italiane (Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Palermo e Cagliari) ed è suddivisa in quindici municipi istituiti nel 2013, anno in cui sono stati ridimensionati da venti a quindici, ognuno con autonomia gestionale e di sviluppo. Per comprendere al meglio la pianificazione urbana si deve fare una breve analisi esaminando anche altri elementi che possano aiutare ad analizzare le effettive dinamiche evolutive della città, come ad esempio il fattore demografico. Dal primo censimento del 1871 la popolazione è aumentata di circa 13 volte arrivando oggi a superare le 2.800.000 unità, crescendo dunque in maniera esponenziale e ovviamente a pari passo con l’espansione urbanistica, la quale ha portato i confini della città verso l’esterno, inglobando terreni agricoli e zone paludose e occupando il 31% della superficie totale. Ciò vuol dire che la restante parte, circa 500 kmq, sono agricole o di origine agricola, le altre sono riserve naturali, aree ad alta naturalità, parchi urbani, ville storiche e giardini pubblici. Da questi elementi si potrebbe dedurre che Roma sia un paradiso di ecologia e biodiversità, cosa in parte non del tutto falsa. Secondo i dati dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale anche la dotazione pro capite di aree verdi, ottenuta sommando astrattamente le superfici disponibili, si aggira intorno a 16,5 mq per abitante. Molti rispetto ai 9,5 mq previsti dagli standard urbanistici. Eppure, alla verifica sul campo, la situazione non è esattamente quella descritta, e il verde sembra spesso scarseggiare.

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MILANO TORINO VENEZIA BOLOGNA GENOVA FIRENZE ROMA

BARI NAPOLI

R. CALABRIA

CITTA_METROPOLITALE

Roma entra tra le dieci città metropolitane, le quali costituisco de nuovi "enti territoriali di vasta area" i cui teritori coincidono con quelli delle province omonime. Sono rese operative a partire dal 1° gennaio 2015, per effetto della Legge 7 aprile 2014 n.56, conosciuta come Legge Delrio.

1. CENTRO STORICO 2. PARIOLI-FLAMINIO 3. NOMENTANO4.

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MONTE SACRO

5. CENTOCELLE 6. GIARDINETTI 7. TUSCOLANO-APPIO

3

15 14

1 1

8. OSTIENSE 9. EUR 10. OSTIA 11. PORTUENSE 12. GIANICOLESE 13. AURELIO 14. MEDAGLIE D’ORO 15. GROTTAROSSA

4

2 13

CITTA_METROPOLITANA DI ROMA CAPITALE Regione: Lazio Capoluogo: Roma Superficie: 5'363,28 km2 Popolazione: 4'321'244 ab. Densità abitativa: 805,71 ab/km2

6

5

12 8

11

7

0,75%

7,19%

9 10

30,91% 61,15%

COMUNI DI ROMA_CAPITALE Superficie: 1'287,36 km2 Abitanti: 2'874'038 ab Densità abitativa: 2'232,51 ab./km²

Il territorio comunale è articolato in 15 municipi i quali rappresentano la suddivisione amministrattiva del comune. I municipi godono di autonomia gestionale, finanziaria e contabile oltre 57 alle competenze sullo sviluppo economico e sull'edilizia privata di interesse locale.

USO DEL SUOLO_ROMA CAPITALE

Aree artificiali_392,16 km2 Aree naturali antropizzate_793 km2 Boschi e aree naturali_92,56 km2

Corpi idrici_9,65 km2


Oggi il tessuto urbano della città di Roma, soprattutto nelle aree periferiche, è prevalentemente frammentato: gli edifici, la viabilità e le superfici a copertura artificiale coesistono con superfici coperte da vegetazione e agricoltura, occupando in maniera discontinua la maggior parte del territorio. Le zone residenziali si possono catalogare come zone a tessuto continuo e discontinuo, le prime (20,78%) si situano prevalentemente nel centro storico e in alcune aree al di fuori delle Mura Aureliane, mentre le seconde (54,60%) sono le più rilevanti tra le categorie di uso del suolo nell’ambito cittadino. Tra le zone residenziali a tessuto discontinuo, si inseriscono anche i nuovi quartieri periferici caratterizzati dal fatto di essere delle piccole città all’interno della città stessa. Sorti in aree dismesse o in terreni agricoli divenuti edificabili di recente, possiedono tutti peculiarità morfologiche simili: sono zone residenziali di medio-alto livello, indipendenti dal centro di Roma, costruite secondo criteri moderni ed innovativi e possono ospitare dalle 30mila alle 70mila unità. Il cuore di queste piccole città è sempre un grande centro commerciale che ospita un supermercato e negozi rispondenti a qualunque tipologia di necessità e servizio, mentre uno spazio importante è destinato alle aree verdi urbane e ai centri ricreativi per i bambini. Altro fattore rilevante sono i parcheggi, presenti sia in prossimità del centro commerciale sia in strutture apposite, quasi sempre sotterranee. Non è facile determinare se queste politiche di trasformazione urbana abbiano portato a effettivi miglioramenti della situazione urbanistica della città o se questi nuovi quartieri indipendenti siano il riflesso di una speculazione ediliza dettata dal continuo lievitare dei prezzi nel mercato immobiliare. Tuttavia questi luoghi, pur rimanendo esclusi dai servizi sociali e culturali della città, accolgono le giovani famiglie romane che si mescolano con gli immigrati, insieme ai quali condividono la vita di quartiere. E’ dunque questo il quadro odierno che descrive e circonda attualmente il campo trincerato, un contesto prevalentemente urbano e in alcuni casi molto denso. Proprio partendo da queste considerazioni si trarranno le dovute conclusioni per un corretto riuso di tali strutture.

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ZONE RESIDENZIALI A TESSUTO URBANO CONTINUO_82,70 km2

ZONE RESIDENZIALI A TESSUTO URBANO DISCONTINUO_217,50 km2

AREE INDUSTRIALI COMMERCIALI_40,30 km2

AREE FEROVIARIE_4,80 km2

AREE AEREOPORTUALI_1,90 km2

AREE ESTRATIVE_12,24 km2 F_TRIONFALE F_MONTE ANTENNE F_PIETRALATA

F_MONTE MARIO F_BRASCHI

F_TIBURTINO

PARCHI AGRICOLI_793 km

F_BOCCEA

F_PRENESTINO F_AURELIO

PARCHI BOSCHIVI_92,56 km2 F_BRAVETTA

F_CASILINO F_PORTUENSE

F_OSTIENSE F_ARDEATINO

F_APPIO

PARCHI URBANI_13,92 km2

PARCHI RICR_SPORTIVI_16,85 km2

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5 km

CIMITERI_2,45 km2


Mobilità La mobilità è da lungo tempo uno dei problemi base della città di Roma, reso complesso da una crescita urbana non accompagnata da adeguate infrastrutture e dal fatto che vi risiedono circa 2,8 milioni di persone. Considerando che l’intera regione Lazio conta circa 5,6 milioni di abitanti, ciò significa che la metà della popolazione è concentrata in appena l’ 8% del territorio, influenzando moltissimo gli spostamenti al suo interno dato che, anche grazie alla crisi, la tendenza degli abitanti è quella di spostarsi sempre piu lontano dal centro per trovare condizioni del mercato immobiliare più favorevoli. Lo spostamento della popolazione verso le periferie ha prolungato i tempi di percorrenza casa-lavoro e di conseguenza ha determinato un aumento considerevole del traffico e della congestione. Di fronte a questo accrescimento della mobilità pendolare, numerosi sono i punti critici del sistema infrastrutturale: soprattutto lungo le vie d’ingresso verso Roma e sia sulla viabilità di minore importanza (strade consolari provinciali) sia su quella di maggiore importanza (ad esempio, SR 148 Pontina, SS7 Appia, SS4 Salaria, SR2 Cassia bis). In particolare, l’autostrada tangenziale che circonda anularmente la città, meglio conosciuta come Grande Raccordo Anulare, si è trovata in questi ultimi due decenni ad assolvere molteplici compiti: servire gli spostamenti di lunga e media distanza e migliorare l’accessibilità tra il centro principale ed i centri minori dell’area esterna. E’ comunque palese che il GRA rimane spesso congestionato anche per la crescita insediativa al di fuori della sua cintura, nonostante l’aggiunta di una terza corsia. Ma per inquadrare a dovere la mobilità occorre sottolineare che, ad oggi, ai 4,7 milioni di spostamenti generati dai residenti romani si aggiungono gli 800mila spostamenti generati dai residenti della provincia che, quotidianamente si recano a Roma prevalentemente per motivi di lavoro. Questo scambio tra Roma e la sua provincia appare in crescita, confermando la tendenza, già in atto da diversi anni, di un progressivo spostamento di quote non trascurabili della popolazione verso la periferia della città e i comuni della cintura.

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BERLINO

BUDAPEST

ROMA MADRID PALERMO

52% EUROPA

21% ASIA

16% AMERICA

6% AUSTRALIA

5% AFRICA

COLLEGAMENTI AEREI TRA ROMA E IL MONDO E PROVENIENZA TURISTICA PER CONTINENTE Gli aeroporti di Roma-Fiumicino e quello di Ciampino formano il sistema aereoportuale della capitale italiana con circa 43 milioni di passeggeri annui (2014). L'aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci (Roma-Fiumicino) situato a circa 30 km ad ovest del centro di Roma, con i suoi 38,6 milioni di passeggeri (2014) ne fa il prio scalo italiano e il settimo d'Europa

CORRIDOI EUROPEI

Il Corridoio Berlino-Palermo è uno degli assi prioritari inclusi nella lista dei TEN (Trans European Network) varata dall'Unione Europea. Esso connette importanti nodi europei lungo la direttrice Nord Sud ed assume un ruolo fondamentale per le comunicazioni con l'Europa centrale ed orientale intersecando il Corridoio V Madrid-Budapest. Il Corridoio Berlino-Palermo percorre verticalmente l'Italia, attraversando il Nord Est a partire dal Valico del Brennero e proseguendo, a circa metà percorso, lungo le regioni tirreniche, fino a giungere in Sicilia.

RETE_FERROVIARIA_3750 km AUTOSTRADE_545 km DIRETTRICI_NAZIONALI_545 km DIRETTRICI_REGIONALI_2028 km DIRETTRICI_PROVINCIALI_5896 km

La rete stradale regionale_LAZIO

La rete stradale del Lazio è interessata da una fitta rete autostradale che la collega alle principali direttrici nazionali e da una maglia di strade statali di interesse regionale che influenza anche la viabilità delle regioni limitrofe.

DIRETTRICI_NAZIONALI PRINCIPALE DIRETTRICI LOCALI E REGIONALI

VIABILITÀ PRINCIPALE DI ROMA CAPITALE

La rete viaria di Roma presenta una struttura fortemente radiale rispetto alla città stessa, all'interno della quale sono presenti però alcuni significativi elementi tangenziali, quale labretella autostradale Fiano-S. Cesareo ed il grande raccordo anulare. Di interesse nazionale sono due importanti assi infrastrutturali (A1 Milano-Napoli e A24/ A25 Roma-L'Aquila/Pescara), che si intersecano all'altezza di Tivoli; sono quindi schematizzabili come direttrici passanti Nord-Sud e Est-Ovest.


Un dato significativo del cambiamento della mobilità romana degli ultimi anni è sicuramente quello della mobilità pendolare, cresciuta del 50% tra il 2004 e il 2013, passando dai 550mila spostamenti giornalieri del 2004 agli 820mila del 2013. Tale rapporto rappresenta un indicatore sintetico della ridotta efficienza della città in termini di accessibilità e vivibilità, con ricadute sull’inclusione sociale e sulla competitività, dove la crescita degli spostamenti pendolari è legata all’invecchiamento della popolazione residente nel Comune e all’espulsione della popolazione più giovane verso le zone economicamente più accessibili della Provincia. Considerando gli spostamenti interni alla città, essi avvengono prevalentemente tramite il mezzo privato che si attesta sul 60% degli spostamenti totali, al contrario del trasporto pubblico, il quale rimane poco utilizzato a causa della sua inefficienza, crescendo nell’ultimo decennio di soli 5 punti percentuali su base giornaliera attestandosi oggi al 21% a fronte del 16% registrato nel 2004. L’uso intensivo del mezzo privato e l’inadeguata offerta di trasposto pubblico per una città come Roma, genera livelli di congestione quantificabili a 135 milioni di ore perse all’anno dai cittadini romani per i propri spostamenti. Fortunatamente il nuovo PGTU (Piano Generale del Traffico Urbano), approvato a marzo e in fase di vaglio da parte dell’Assemblea Capitolina, appare proporsi come obiettivo primario la riduzione del traffico privato all’interno dell’anello ferroviario, prevedendo di destinare l’80% degli introiti al finanziamento di servizi e opere per il potenziamento del trasporto pubblico e per i sistemi di mobilità alternativa, aumentando in questo modo la mobilità sostenibile. Allo stesso tempo, lo sviluppo della mobilità è vincolato dal grande problema archeologico, che impatta soprattutto sulla realizzazione di una rete di metropolitane sufficientemente sviluppata, ma per una visione proiettata verso il futuro bisognerà arrivare a un equilibrio compromesso tra le esigenze di conservazione e quelle di ammodernamento, requisito necessario per una capitale europea.

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JONIO F_TRIONFALE F_MONTE ANTENNE F_PIETRALATA

F_MONTE MARIO

REBBIBIA

F_BRASCHI F_TIBURTINO

FLAMINIO

BATTISTINI F_BOCCEA

TIBURTINA

VALLE AURELIA

TERMINI F_PRENESTINO LODI

F_AURELIO

TRASTEVERE

PORTA S. PAOLO

F_BRAVETTA

TUSCOLANA

OSTIENSE

F_CASILINO

F_PORTUENSE

RIPARTIZIONE MODALE NELL’ORA DI PUNTA DEL MATTINO F_OSTIENSE F_ARDEATINO

F_APPIO ANAGNINA

LAURENTINA

INDICATORI SINTETICI DEL TRASPORTO PRIVATO NELL’ORA DI PUNTA DEL MATTINO CIAMPINO

AEROPORTO DI CIAMPINO

DIST. MEDIA

5 km

TEMPO MEDIO SPOSTAMENTI

INDICATORI SINTETICI DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE NELL’ORA DI PUNTA DEL MATTINO DIST. MEDIA

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VEL. MEDIA

VEL. MEDIA

TEMPO MEDIO SPOSTAMENTI


Punti d’ interesse È fra gli stati con la minor superficie, ma grazie al suo bagaglio artistico, storico, culturale, naturalistico ed archeologico, l’Italia è il Paese con il maggior numero di riconoscimenti UNESCO al mondo, ben cinquanta inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità. All’interno della regione Lazio ne sono stati riconosciuti tre, tra cui il centro storico di Roma. Grazie a questo patrimonio e ai vari punti d’interesse storico, culturale e artistico della Capitale ci si trova davanti ad una ricchezza realmente infinita e in alcuni casi ancora da scoprire. Roma è una città dal fascino notevole e dall’incredibile bellezza il cui patrimonio culturale è indubbiamente ed universalmente riconosciuto come uno tra i più consistenti ed importanti al mondo. Un patrimonio vastissimo se paragonato alla superficie in cui è racchiuso e che presenta testimonianze eccellenti e diverse di un periodo straordinariamente ampio. Un imponente insieme fatto di chiese, di beni archeologici, artistici e monumentali, gallerie e aree archeologiche che le permette di collocarsi in una posizione primaria nel panorama nazionale e internazionale. Una realtà determinata sia dalla bellezza e dal valore simbolico della città stessa, che dalla ricchezza delle istituzioni museali presenti e dalla moltitudine di beni storico artistici diffusi capillarmente sul territorio cittadino. In quasi ogni angolo della città è possibile rinvenire le tracce di una storia e di una cultura millenaria, che rendono Roma un enorme museo all’aperto. In particolare, rappresenta la prima città d’arte italiana per numero di turisti: ogni giorno è visitata mediamente da circa 70mila persone, di cui il 97% si concentra nel centro storico e che annualmente costituisce un contributo pari al 12% del PIL cittadino. Nel 2011, anno da primato del turismo nella capitale italiana, sono stati registrati più di 11,4 milioni di arrivi e più di 28,5 milioni di presenze.

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siti unesco mondo

L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l’istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’informazione, ha finora riconosciuto un totale di 1001 siti tra cui 777 beni culturali, 194 naturali e 30 misti presenti in 161 Paesi del mondo.

turismo regione lazio

siti unesco italia

L’ Italia è fra gli stati con la minor superficie, ma grazie al suo bagaglio artistico, storico, culturale, naturalistico ed archeologico, è il Paese con il maggior numero di riconoscimenti UNESCO al mondo, ben 50 inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità.

punti d’interesse roma

La regione Lazio si classifica al quinto posto tra le regioni italiane più visitate ed al diciannovesimo posto se In particolare, Roma è la prima città d’arte italiana per numero di turisti: ogni giorno è visitata mediamente da considerata rispetto all’ Europa. circa 33 000 turisti, di cui il 97% si concentra nel centro storico. Nel 2011, anno da primato del turismo nella capitale italiana, sono stati registrati 11 405 160 arrivi e 28 528 545 presenze. Considerando la media di 3,9 euro a turista, il contributo del turismo costituisce circa il 12% del PIL cittadino.

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Il patrimonio culturale di Roma Capitale può essere suddiviso in tre categorie: monumenti, musei e aree archeologiche. Tra i siti di maggiore interesse, come musei si possono ricordare i Musei Capitolini, la Centrale Montemartini, i Mercati di Traiano e Museo dei Fori, il Museo dell’Ara Pacis, e il Museo Carlo Bilotti e tra i siti archeologici, monumentali e del patrimonio il Circo Massimo, gli acquedotti di epoca Romana, il Teatro di Marcello ed i Cimiteri Monumentali. La gestione e valorizzazione di questo patrimonio vede la parallela presenza di due soggetti giuridici: l’Azienda Speciale Palaexpo e Zètema Progetto Cultura s.r.l. A questa immensa dotazione artistica si aggiunge un altrettanto consistente patrimonio formato da più di 900 chiese, assegnando a Roma il titolo di città con più luoghi di culto al mondo. Non meno importante è il sistema ambientale che occupa circa i 2/3 dell’intero territorio comunale e comprende un patrimonio di verde estremamente diversificato e complesso, composto da aree naturali protette, aree verdi urbane, aree golenali e aree agricole. Per ciò che concerne le aree verdi urbane, nel 2014 le aree censite dal Catasto del verde e fruibili dai cittadini secondo la tipologia di area verde sono 1.792 per complessivi 4.013 ha. Roma però sta assumendo sempre più aspetti: non solo quello legato al sistema artistico che gli compete per vocazione storica e naturale, ma diventa la città della letteratura, della scienza, della musica, del cinema e dell’architettura. E’ all’interno di questa nuova tendenza che il suo campo trincerato assumerebbe un importante ruolo di rilancio sociale culturale ed economico.

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F_MONTE ANTENNE

F_TRIONFALE

F_PIETRALATA

F_MONTE MARIO

F_BRASCHI F_TIBURTINO

F_BOCCEA

F_PRENESTINO F_AURELIO

F_BRAVETTA

F_CASILINO

F_PORTUENSE

F_OSTIENSE

F_APPIO F_ARDEATINO

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5 km


Le vie consolari Se è vero ciò che afferma il detto “tutte le srade portano a Roma” allora è anche vero che tutte queste strade passano in corrispondenza di uno dei forti che compongono il campo trincerato della Capitale. Infatti, queste fortificazioni militari non solo furono costruite sulla corona dei famosi sette colli romani, di cui monte mario è il più elevato e non supera i 150 metri sopra il livello del mare, ma furono quasi tutti posizionati in corrispondenza di una antica via consolare, da cui ne prendono appunto il nome. Le antiche strade, costruite dai romani per la crescita del loro impero, avevano scopi prettamente militari, politici e commerciali. Oggi sono diventate la testimonianza di un grande passato ricco di eventi e i loro percorsi si estendono tuttora per diversi km in giro per la penisola. Attraverso la “creazione di nuovi percorsi” al di fuori delle Mura Aureliane, si vuole valorizzare il territorio della provincia di Roma, cercando di partecipare alla riscoperta di queste strade per gli abitanti residenti e per ridistribuire maggiormente il flusso turistico dal centro verso l’esterno mediante la definizione di alcuni itinerari di visita lungo le principali vie consolari romane. A questo punto la presenza dei forti diventa essenziale, infatti si assumono il ruolo di principali promotori di queste antiche strade, in modo da farne rivivere la storia e rivalutarne l’importanza per garantire uno sviluppo efficace del territorio.

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L’ODIERNO CAMPO TRINCERATO Attraverso lo studio, l’analisi del territorio e del campo trincerato è stata formulata una catalogazione dei singoli forti, suddividendoli principalmente a seconda del contesto odierno in cui si ritrovano. La lettura del territorio ha generato tre diversi gruppi: contesto di alto valore storico ambientale, ambito misto composto da contesto urbano + spazio aperto e contesto urbano. Il primo gruppo si riferisce ad un contesto di parco verde circondato da vegetazione, è il caso di Forte Monte Mario, Forte Monte Antenne e del Forte Appio, quest’ultimo inserito non solo in un parco verde ma in un’ area archeologica di importanza storica molto elevata. Con il secondo gruppo si intende un contesto di confine tra un’ area urbanizzata e una zona libera da edificato, una specie di doppio fronte in cui ritroviamo ben otto forti: Forte Trionfale, Forte Braschi, Forte Aurelio, Forte Bravetta, Forte Ostiense, Forte Ardeatino, Forte Casilino e Forte Pietralata. L’ ultimo gruppo, invece, racchiude i forti totalmente inglobati nel costruito, situazione che risulta più complicata per le fortezze in questione ma allo stesso tempo la più interessante dal punto di vista del riuso e della valorizzazione del territorio, in quanto rendendo tali strutture permeabili nella loro interezza, cercando di integrarle con nuove funzioni nel tessuto ormai consolidato che li circonda, potrebbero rappresentare un esempio unico di rivitalizzazione culturale, sociale ed economica. Rientrano in quest’ultimo gruppo quattro forti: Forte Boccea, Forte Tiburtino, Forte Prenestino e Forte Portuense; quest’ultimo verrà meglio analizzato in seguito come esempio per una proposta concreta di riuso.

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F_MONTE ANTENNE

F_TRIONFALE

F_PIETRALATA

F_MONTE MARIO

F_BRASCHI F_TIBURTINO

F_BOCCEA

F_PRENESTINO F_AURELIO

F_BRAVETTA

F_CASILINO

F_PORTUENSE

F_OSTIENSE F_APPIO F_ARDEATINO

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alto valore sorico ambientale urbano+spazio aperto urbano


forte monte mario contesto: spazi aperti/ riserva naturale monte mario/osservatorio astronomico/foro italico modifiche: notevoli [fuciliere di gola/edifici realizzati in piazza d’armi e sugli spalti del ramparo/ fregio murato adeguamenti: si accede al forte da una strada militare alternativa chiusa da una recinzione magazzino: serramenti originali/portone d’ingresso vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 06/08/2008 compendio demaniale: edifici civili+una porzione donata nel 1925 alla città di roma per la realizzazione del parco della vittoria forte MONTE ANTENNE contesto: spazi aperti modifiche: quasi inalterato adeguamenti: pochi magazzino: nessuno vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 06/08/2008 compendio demaniale: sistemato a parco pubblico nel più vasto comprensorio di Villa Ada, è conservato libero, tranne per alcuni edifici militari divenuti civili e scolastici nel 1960 FORTE APPIO contesto: parco archeologico dell’appi antica modifiche: inalterato adeguamenti: nessuno magazzino: serramenti vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 06/08/2008 compendio demaniale: diversi edifici residenziali militari

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F_MONTE ANTENNE

municipio: II superfice: 2,5 ha uso: 1958 consegnato al Comune di Roma per adibirlo a campeggio per le Olimpiadi del ’60, cosa poi attuata solo nel parco circostante in quanto il forte era adibito allora come oggi, a residenze private, motivo per cui non è visitabile stato: buono

F_MONTE MARIO

municipio: I superfice: 8,4 ha uso: dismesso stato: buono

F_APPIO

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municipio: VII superfice: 16,5 ha uso: Reparto Sistemi Informativi Automatizzati dell’Aeronautica Militare stato: buono


forte trionfale contesto: raggiunto dall’abitato / verde+orti / vicinanza università cattolica del sacro cuore modifiche: sopraelevazione ricoveri/edifici sul ramparo/rimozione terre corpo di guardia adeguamenti: fossato e muro alla Carnot interrati sul fronte principale e su quelli laterali magazzino: serramenti originali/portone d’ingresso vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 23/11/2007 compendio demaniale: edifici militari con diversa destinazione d’uso tra cui un hangar anni 30 forte braschi contesto: raggiunto dall’abitato ma collocato in spazi aperti/parco regionale urbano pineto modifiche: notevoli adeguamenti: non è possibile accedervi magazzino: serramenti originali/portone d’ingresso/fregio vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 06/08/2008 compendio demaniale: edifici militari con diversa destinazione d’uso+parcheggi forte aurelio contesto: raggiunto dall’abitato/presenza di verde+orti/vicinanza crowne plaza hotel modifiche: traversone centrale/ricoveri/terrapieni/traverse tamponate/piazza d’armi asfaltata adeguamenti: ponte levatoio in rampa carrabile magazzino: serramenti originali/portone d’ingresso/fregio vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 11/08/2008 compendio demaniale: edifici militari con diversa destinazione d’uso forte bravetta contesto: raggiunto dall’abitato ma in ampi spazi aperti modifiche: inalterato adeguamenti: minimi magazzino: serramenti originali/portone d’ingresso vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 28/04/2008 compendio demaniale: Dal 2009 è in consegna a Roma Capitale e destinato a parco pubblico

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F_TRIONFALE

municipio: XIV superfice: 21 ha uso: in fase di dismissione stato: buono

F_BRASCHI

municipio: XIV superfice: 8,2 ha uso: quartier generale dei servizi segreti aise+apparato interforze aise stato: buono

F_AURELIO

municipio: XII superfice: 5,7 ha uso: centro logistico guardia di finanza stato: buono F_BRAVETTA

municipio: XII superfice: 10,6 ha uso: Dismesso nel 2007 e consegnato nel 2009 a Roma nel 2011 è stato aperto al pubblico stabilmente il parco antistante stato: buono

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forte pietralata contesto: raggiunto dall’abitato ma collocato in spazi aperti/riserva naturale della valle dell’aniene modifiche: sopraelevazione di quattro livelli / demolizione traversone centrale e terrapieni adeguamenti: rimozione fossato tranne che per il tratto sul fronte di gola magazzino: serramenti originali vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 23/04/2012 compendio demaniale: edifici militari inseriti nella caserma A. Gandin forte casilino contesto: raggiunto dall’abitato ma collocati in spazi aperti modifiche: inalterato adeguamenti: nessuno magazzino: serramenti e parapetti vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 23/02/1984 compendio demaniale: parte nel Parco Archeologico di Centocelle e sede del C.S.A. e C.O.I. forte ardeatino contesto: raggiunto dall’abitato ma in ampi spazi aperti, tenuta di Tormarancia modifiche: inalterato adeguamenti: nessuno magazzino: nessuno vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 28/04/2008 compendio demaniale: è stato sistemato dal Comune di Roma a parco pubblico forte ostiense contesto: raggiunto dall’abitato/vicinanza sheraton roma hotel conference center modifiche: demolizione traversone centrale e fianco destro/ realizzazione di una chiesa adeguamenti: riinterrato fossato perimetrale e polveriera, mezze caponiere e ponte levatoio magazzino: serramenti originali/portone d’ingresso/fregio vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 15/11/1975 compendio demaniale: alcuni edifici civili

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F_PIETRALATA

municipio: IV superfice: 25,4 ha uso: brigata granatieri di sardegna stato: buono

F_CASILINO

municipio: V superfice: 3,8 ha uso: dismesso stato: buono

F_OSTIENSE

municipio: IX superfice: 8,8 ha uso: sede tlc Lazio stato: buono

F_ARDEATINO

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municipio: VIII superfice: 11,2 ha uso: Nel 1982 venne consegnato al Comune di Roma stato: fortemente danneggiato


forte boccea contesto: raggiunto dall’abitato modifiche: inalterato adeguamenti: ponte levatoio interrato per permettere accesso carrabile ai due tratti di fossato magazzino: serramenti originali/portone d’ingresso/parapetti vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 28/04/2008 compendio demaniale: alcuni edifici civili inseriti nel parco su Via delle Palme, recentemente intitolato a Don Cadmo Biavati primo direttore del Borgo Ragazzi forte tiburtino contesto: raggiunto dall’abitato modifiche: causate da esplosioni e dalle vibrazioni prodotte a suo tempo dai carri armati adeguamenti: fossato parzialmente interrato magazzino: nessuno vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 29/04/2004 compendio demaniale: edifici civili destinati al corpo forestale dello stato e al ministero della sanità forte prenestino contesto: raggiunto dall’abitato modifiche: prospetti piazza d’armi e di alcune gallerie alterate superficialmente da graffiti e murales realizzati con diverse tecniche nel corso di oltre vent’anni adeguamenti: nessuno magazzino: nessuno vincoli: Codice dei Beni Culturali con D.M. 28/04/2008 compendio demaniale: edifici civili inseriti nel parco su Via delle Palme

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F_TIBURTINO

municipio: IV superfice: 23,8 ha uso: caserma ruffo stato: buono

F_BOCCEA

municipio: XIII superfice: 7,3 ha uso: carcere militare fin dagli anni ’20. dismesso nel 2008 stato: buono

F_PRENESTINO

municipio: V superfice: 13,4 ha uso: centro sociale stato: buono

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forte portuense contesto: raggiunto dall’abitato descrizione storica: fu realizzato tra il 1877 e la fine del 1881, per un costo di £ 733.000. Situato a cavaliere della Via Portuense, difendeva il settore esterno delle alture dette di Affogalasino, del Casaletto, di S. Passera, del Trullo e dei Prati di Tor di Valle sulla sinistra del Tevere. descrizione tecnica: Il tracciato del forte è riconducibile a un poligono irregolare, con il fronte

esterno a saliente e quello di gola obliquo. Il fossato perimetrale è difeso da caponiera centrale e mezze caponiere laterali e sul fronte di gola dal tamburo difensivo posto a sinistra dell’ingresso al forte, difeso dal rivellino. Il piano del ramparo è raggiungibile da due rampe poste a cavallo del traversone centrale, unito al fronte di gola similmente al Forte Bravetta. E’ dotato di una polveriera il cui ingresso dal fossato è posto in asse al tamburo difensivo e di due pozzi di acqua sorgiva. Tra i forti di Roma è il più piccolo.

uso: impiegato fin dagli anni ’10 quale deposito di materiale d’artiglieria, poi anche sede di alcune

postazioni di artiglieria realizzate per la difesa aerea di Roma sul finire degli anni ’30. Dismesso dalle autorità militari nel 1967, in seguito alla insistenza dei comitati di quartiere durata oltre venti anni, fu consegnato nel 1998 al Municipio XI, che organizza stabilmente visite guidate al suo interno. stato: conservato modifiche:

trale

e in discreto stato

ingrandimento delle aperture delle fuciliere della caponiera di gola e di quella cen-

adeguamenti: demolizione di parte del fossato per l’allargamento della Via Portuense. La piazza

d’armi presenta ancora il fondo in terra, con i tipici canali di raccolta acque superficiali realizzati con i sampietrini. Il ponte levatoio è parzialmente conservato così come la polveriera. Si conservano alcuni serramenti, compreso il portone di ingresso e il fregio.

magazzino: serramenti/ vincoli: Il

portone di ingresso/ fregio

Forte è vincolato ai sensi del Codice dei Beni Culturali con D.M. 13/07/1984. compendio demaniale: è stato impiegato nel corso del tempo per la realizzazione di alcuni edifici prima militari e poi civili con diversa destinazione d’uso.

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F_PORTUENSE

municipio: XI superfice: 5,2 ha

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5 _ il nuovo campo trincerato

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La visione proposta illustra il disegno d’insieme del nuovo campo trincerato indicandone i nuovi usi e collegamenti, quest’ultimi studiati per incrementare la mobilità sostenibile. Il processo di riattivazione si articola in diverse fasi, ognuna delle quali essenziale ai fini della realizzazione del progetto: 1 FASE_ Estraniazione dei forti ancora utilizzati dalle loro funzioni attuali ritenute inadatte; 2 FASE_ Riappropriazione da parte del Comune di Roma dell’intero campo trincerato; 3 FASE_ Consolidamento strutturale e restauro per i forti abbandonati. Restauro e demolizione delle strutture aggiuntive per i forti attualmente in uso; 4 FASE_ Rifunzionalizzazione; 5 FASE_ Riattivazione. Grazie alla riattivazione di tutti e 15 i forti si avrà la creazione di nuovi centri urbani, punti di riferimento per la periferia di Roma. A seguito dell’influenza rilasciata dalle singole strutture all’interno del proprio quartiere, si creano nuove dinamiche sociali ed economiche capaci non solo di riqualificare il territorio a cui appartengono ma addirittura di espandere il centro della Capitale verso l’esterno rompendo in questo modo i confini che da sempre ne hanno delimitato il centro.

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o-ur parco o parc sp atti -urbano p vità-sp rban itàor arco o-u attiv arc ortiva qaurtiere centro di q tiva a -u -sp ro di ativa attività- aurtie tt rice t duc à-e lturale centro- re -cu o-m mu cul se use

no parco-urbano par -urba c arco ità-sportiva attività-sp o-urba o p ttiv an rtiva a e centro di qaurtiere cen ortiva n o tier eativa attività- tro edu ur ricer tà- entro-culturale cat e c museo-m ce u eo-

no parco-ur o-urba tività-spo bano par rtiva a coparc at ur tt no ortiva rba ità-sp tro di qaurtiere centro ività-s b vi cen ività-educativ di q p a at a er a att ti ativ rale centro-cultir vi tu useo-m al u s o-m

parco-urbano p bano a attività-sp arco-urb ortiva an iv o-ur arc sport a o o p tività- rtiere centro di qaurtier ttività p at qau ività-ricereativa e cen att di att iva -culturale cen ivit o ntr -museo- tro m seo

ni ort orti-urbani -urba o orti rtiva attivi attività-spo rti-ur i n o ba à-sp reativa attività-r rtiva b icer t -rice ità lturale centro- e -cu o-m mu cul se use

orti-urbani orti-urb a bani iv i-ur ortiva att ità-spor ni o ort ità-sp eativa attività tiva at rt -rice ti tiv ricer ità- entro-culturale re e c museo-m ce u eo-

ni orti-urbani orti -urba orti -sportiva attività-sport urban i à n t a ttivi ttività-ricereativ iva a i a a iva a att t at rale centro-cultir iv tu useo-m al u s o-m

ni or rti-urba ività ti-urbani o att -sp ni o rti-u o r t i v rba rtiva i-u ità-spo ttività-ricereativa a attiv r a v att i a ativ ro-culturale cent iv nt -museo- ro m seo

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6 _ forte portuense

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Dopo aver assegnato una visione nuova all’intero campo trincerato, inteso come sistema urbano, si presenta una proposta più concreta di riuso di una delle fortezze: il Forte Portuense, inserito all’interno dell’omonimo quartiere, periferico e caratterizzato da costruzioni alte e fitte formanti una zona dormitorio. Nel 1956, esonerato da ogni funzione militare, il forte versava in uno stato di abbandono e di degrado; aggredito completamente da vegetazione spontanea era inaccessibile e negli anni di abbandono il sito è stato utilizzato come discarica. Di conseguenza l’area risultava non solo coperta da vegetazione, ma anche da una grande quantità di rifiuti e solo verso la fine degli anni ‘90, a seguito della richiesta per l’utilizzazione pubblica e la valorizzazione dell’ex forte da parte dell’allora Municipio XV, vengono effettuati dei lavori di deforestazione e restauro riportandolo in vita. Sono passati più di dieci anni ed il forte si presenta tuttora come una struttura del tutto inutilizzata o quasi, infatti dall’estate 2009 vengono saltuariamente svolti spettacoli ed eventi gestiti dal Municipio XI di Roma, a cui ne è stata temporaneamente affidata la custodia. Da una prima analisi del contesto ne scaturisce immediatamente una visione assai chiara: l’edificio è totalmente disconnesso dal suo intorno, soprattutto rispetto agli edifici presenti nel compendio demaniale, che oltre a soffocarlo lo rendono impraticabile ed impermeabile rispetto all’area che lo circonda. Principale via di collegamento è la via Portuense, storica via consolare sulla quale fu edificato il forte, che lo costeggia e ne aumenta l’importanza per una visione d’insieme del sistema. Il quartiere sente il bisogno di una nuova identità, di un punto fisso che lo caratterizzi, un luogo in cui gli abitanti possano avere la possibilità di esprimersi e crescere attraverso nuovi valori di conoscenza e di cooperazione. In questa visione è evidente la potenzialità del forte e del suo compendio, rappresentando la possibilità di un’ apertura alla città e la creazione di un punto di svago, cultura e apprendimento.

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AREA DEMANIALE AREA FORTE 1_MAGAZZINI ARCHIVIO 2_CENTRO ANZIANI 3_ASILO 4_CENTRO SOCIALE


L’area d’intervento si presenta come un’ area chiusa ad ogni input esterno, con una vegetazione spontanea incontrollata e con diversi edifici privi di rilevanza architettonica al suo interno. Analizzando meglio il lotto, vengono identificati come criticità tutti gli edifici presenti nel compendio demaniale, ritenuti la causa principale dell’attuale impermeabilità che il forte presenta con la città, infatti, oltre a rappresentare un ostacolo per la libera fruizione dello spazio circostante, sono totalmente privi di alcun rapporto con l’ex struttura militare. Al contrario, il sito presenta un’opportunità già ben definita ma non accessibile, ovvero quella di un grande spazio verde ricoperto da una fitta vegetazione e da alberature di considerevole valore naturalistico, condizioni ideali per affermare la sua funzione di polmone verde all’interno di un quartiere ormai intensamente saturo di costruzioni. Dall’osservazione delle principali criticità ed opportunità del lotto, nasce il concetto di permeabilità, integrazione ed apertura del forte alla città e viceversa, capovolgendo in questo modo il ruolo assegnatogli alla sua costruzione: strumento di chiusura a di difesa dall’esterno. L’intervento si basa seguendo la linea guida della salvaguardia delle alberature esistenti considerate un alto valore per l’area; disegnandone il tracciato si dà vita e forma ai nuovi edifici. La permeabilità tra forte ed edificio di progetto è accentuata dalle aperture ricavate nel muro perimetrale e dalla nuova quota ottenuta scavando il terrapieno che in questo modo si collega direttamente al fossato. Per quanto riguarda il fronte del forte si è scelto di creare una grande piazza adatta ad eventi e circondata da due aree verdi di libero utilizzo.

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stato attuale

criticitĂ

opportunitĂ

idea di progetto

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Nel lato nord, in direzione Roma, è stato ricavato un ampio spazio pavimentato circondato da due terrapieni che in origine avevano la funzione di nascondere il forte. La nuova piazza è stata creata con l’intento di accogliere un gran numero di visitatori e di ospitare eventi di vario tipo, cercando in questa maniera di valorizzare e dare forza all’ingresso principale. All’interno del forte è stato preservato tutto allo stato originale tranne che per il traversone centrale che è stato modificato integrando nel terrapieno una nuova area bar-ristorante come rafforzamento degli spazi già in parte adibiti a quest’uso in passato. I nuovi edifici sono inseriti nella trama degli alberi esistenti ed il muro del fossato esterno, seguendone la forma e collocandosi alla stessa quota di calpestio in modo da ottenere un collegamento diretto tra il forte e i nuovi volumi. Rompendo la continuità del muro si vuole inoltre superare la sua funzione iniziale ovvero quella di protezione e di allontanamento. Le aperture sono state create per l’edificio più grande in corrispondenza del nuovo collegamento tra mezze caponiere ed edificio di progetto. Tale collegamento ha di conseguenza creato dei patii di ingresso. Per il secondo edificio, più piccolo di superficie, il collegamento termina direttamente nel fossato con l’intento di trasportare le attività ricreative all’interno degli spazi aperti del forte. Dalla copertura calpestabile dell’edificio più grande è possibile raggiungere il ramparo alto del forte tramite una passerella che li collega per rendere ulteriormente permeabile lo spazio anche sul livello alto. Tutte le funzioni, gli usi e le interazioni tra le varie parti sono state studiate per funzionare come un organismo unico.

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sport

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Alla base della rifunzionalizzazione prende importanza il concetto di crescita e sviluppo, favorendo l’accesso alla comunicazione, alla conoscenza e alla sperimentazione dei diversi metodi di apprendimento, sia individuali che collettivi. Infatti, il funzionamento della struttura in tutte le sue parti è unificato da una varietà di usi connessi tra di loro, complementari e allo stesso tempo individualmente utilizzabili. Partendo da sud-ovest si identificano i nuovi volumi: il primo denominato ‘Learning Center rappresenta una novità per il quartiere, mentre il secondo contiene le funzioni, già presenti nel compendio demaniale, di centro anziani e asilo. Il Learning Center racchiude una serie di spazi per l’ apprendimento di varie discipline nell’ambito culturale a partire dallo spettacolo, sport e arte ed uno spazio libero dove poter studiare, consultare riviste o semplicemente riposarsi. L’ edificio si presenta come un grande spazio libero al suo interno, diviso da pareti modulari e movibili in policarbonato traslucido, permettendo la suddivisione e la trasformazione delle sale a seconda delle esigenze, al contrario del forte che si presenta come una struttura rigida e ben definita. In corrispondenza dei patii sono presenti gli ingressi alle varie aree e i sistemi di collegamento tra piano terra e copertura, al di sopra della quale è possibile praticare sport all’aperto o congiungersi direttamente al ramparo alto del forte. L’edificio del centro anziani e l’asilo sono collegati al precedente tramite un percorso all’interno del verde che li circonda e divisi attraverso un patio corrispondente al passaggio ricavato nell’antico muro; sono composti da una grande sala all’interno del quale si inseriscono i diversi spazi di servizio. Entrambi gli edifici accentuano il rapporto con il verde mediante il loro perimetro vetrato da cui, ora come mai prima, ne possono godere lo sfondo del forte. La copertura calpestabile è adibita a zona attrezzata per vari tipi di sport: basket, pallavolo, skatepark e una zona centrale per praticare sport a corpo libero. Lo stretto legame che c’è tra il Learning Center e l’interno del forte si basa nella possibilità di esprimere ciò che è stato appreso nel primo all’interno del secondo, infatti, mentre il nuovo edificio offre lezioni di danza, teatro, pittura e scultura, nelle salette interne al forte, una volta destinate ai ricoveri dei soldati, è possibile esibirsi, esporre e cooperare.

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PLANIMETRIA

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SEZIONE B-B’


La nuova piazza antistante l’accesso del forte si presenta come uno spazio aperto in modo da indirizzare lo sguardo verso l’antico portone di ingresso per chi arriva dal centro di Roma attraverso la via Portuense. All’interno, partendo dall’ingresso, hanno sede l’infopoint e l’ associazione di quartiere, in questo caso molto attiva sul territorio per quanto riguarda la riattivazione del forte e per questo le è stata assegnata l’intera zona della caponiera di gola. Poco prima di giungere nel mezzo della piazza d’armi, ci si trova di fronte al traversone centrale, pensato come spazio ideale per essere espressione della cucina locale e a cui è annessa una sala destinata ad atelier gastronomici. La zona retrostante al traversone, che si presentava come un terrapieno, è ora scavata per ospitare una grande sala che dà continuità al locale, consentendone un ingresso da entrambi i lati e la possibilità di sfruttare la piazza d’armi come una terrazza. Nel nucleo centrale del forte si affacciano tutte le sale adibite alle attività connesse al Learning Center, collegate internamente tra loro ma usufruibili singolarmente. Dal terrapieno addossato alla galleria di fianco è stato ricavato un auditorium, adatto ad eventi come rappresentazioni teatrali e musicali di dimensioni ridotte. Risalendo la rampa presente nella piazza d’armi è possibile connettersi al camminamento circolare interno al forte, il quale rappresenta un percorso interessante per la visione dell’intera struttura e per raggiungere le varie piazzole esistenti collocate all’uscita dei mezzanini che una volta erano adibiti al trasporto delle munizioni. La caponiera del fronte, insieme alle gallerie di fianco, sono ora destinate a spazio museale. In particolare, la caponiera ospita il museo della via Portuense, mentre le gallerie sono spazi espositivi temporanei. Il museo della Via Consolare è un concetto importante che può essere applicato a tutti i forti costituenti il campo trincerato di Roma, dove ogni singola struttura diventa la principale promotrice della propria Via omonima, partecipando in tal modo alla riattivazione di queste antiche strade e a espandere il flusso turistico dal centro verso l’esterno della Capitale.

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PIANTA PIANO TERRA

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SEZIONE B-B’


uffici associazione di quartiere

nuova piazza parco

associazione di quartiere e area multifunzione

esposizioni temporanee

info point esposizioni temporanee

auditorium

salite al ramparo

entrata ristorante

atelier di cucina bar e ristorante

cucina

spogliatoi ristorante

ristorante bagni

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sale ristorante


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skate park basket fitness, free area volleyboll ping pong and free area

reception facilities bar facilities

performing area facilies fitness area facilities

arts & crafts facilities mediatheque facilities

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free area senior sport activities

reception

teachersarea area

teacher locker room kitchen

classes room toilets

bagni

warehouse

senior locker room

senior free area

toilets

kids locker room sleeping room play area

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Conclusione L’obiettivo indicato all’inizio di questa ricerca si proponeva come scopo principale quello di riattivare e rifunzionalizzare l’intero campo trincerato di Roma in modo tale da creare una serie di centri urbani capaci di ridare vita ai quartieri in cui si trovano i forti e di espandere di conseguenza il nucleo centrale della Capitale verso l’esterno. Il principale vincolo riscontrato, che impedisce la realizzazione degli obiettivi preposti, risiede nelle complicate vicende normative che il campo trincerato sta tuttora attraversando, infatti, allo stato attuale, solamente uno dei quindici forti risulta completamente di proprietà del Comune di Roma Capitale, mentre i restanti sono assegnati all’Agenzia del Demanio o al Ministero della Difesa. Questa complicata condizione amministrativa ne ostacola il totale intervento di rifunzionalizzazione e ne delinea in alcuni casi un totale stato di abbandono e in altri un uso inappropriato considerando la potenzialità e il ruolo che il campo trincerato potrebbe assumere all’interno dello sviluppo del territorio e della riqualificazione urbana della periferia capitolina. Risulterebbe inoltre necessario appurare i costi reali di adeguamento e restauro in relazione al diverso stato di conservazione, il meccanismo economico tale da sostanziare l’interesse pubblico nell’operazione di valorizzazione del compendio, le opportunità di finanziamento aggiuntive a partire dai fondi europei le forme di gestione del bene sostenibili sul lungo periodo e l’individuazione delle forme comunicative di partecipazione della cittadinanza per la compartecipazione alla scelta delle funzioni. Sosteniamo fermamente che solo una volta superati tali ostacoli si potrà operare verso un corretto riutilizzo del campo trincerato da parte della comunità.

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Elaborati allegati tavola 1_ Inquadramento territoriale tavola 2_ Campi trincerati d’Europa tavola 3_ Roma dalle origini al campo trincerato tavola 4_ Roma dal campo trincerato ad oggi tavola 5_ Il campo rincerato di Roma tavola 6_ Uso del suolo tavola 7_ Mobilità tavola 8_ Punti d’interesse tavola 9_ Le vie consolari tavola 10_ Catalogazione forti tavola 11_ Masterplan tavola 12_ Inquadramento forte portuense tavola 13_ Idea di progetto tavola 14_ Planimetria_sezione a-a’ tavola 15_ Pianta piano terra_sezione b-b’ tavola 16_ Schema 3d tavola 17_ Render

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Bibliografia di riferimento A.A.V.V._Operare i forti, per un progetto di riconversione dei forti militari di Roma_Gangemi Editore, Roma 2009 Benevolo Leonardo_Roma dal 1870 al 1990_Editori Laterza, 1992 Ian V. Hogg_Storia delle fortificazioni_Editore Istituto Geografico De Agostini, 1982 E. G. Trifletti_Il ruolo delle aree interdette nei processi di trasformazione e riqualificazione urbana: il caso dei beni militari_Giannini Editore, Napoli, 2003 Fara Amelio_La città da guerra: nell’Europa moderna_G. Einaudi, 1993 Fara Amelio_Il sistema e la città: architettura fortificata dall’europa moderna dai trattati alle realizzazioni, 1464-1794_Sagep, 1989 Fara Amelio, Daniele Del Giudice_La metropoli difesa. Architettura militare dell’ottocento nelle città capitali d’Italia_Stato maggiore dell’esercito, Ufficio storico, 1985 Fortunati Aldo_Cominciando dall’immagine dei bambini, in ‘Bambini’ (rivista)_febbraio 2004 G.Astengo_voce “Urbanistica”, in Enciclopedia universale dell’arte, vol. XIV, Istituto per la collaborazione culturale_Venezia-Roma 1966 M. Savorra, G. Zucconi_Spazi e cultura militare nella città dell’Ottocento_Università Roma Tre (collana Città e storia), 2009

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Sitografia di riferimento www.agenzia.roma.it alainlecomte.free.fr www.arvaliastoria.it www.architettiroma.it www.ascas.it www.atac.roma.it www.bandb-rome.it www.calmamobilita.net cartografia.regione.lazio.it www.cittametropolitanaroma.gov.it www.comune.roma.it www.demo.istat.it www.fortiff.be www.fortengordels.be www.fortiffsere.fr www.fortificazioni.net www.fortiffsere.fr www.granatieridisardegna.it/forti.htm www.hospitalitynews.it ilfattostorico.com/2014/08/07/scavata-una-stazione-con-terme-e-sepolcri-sulla-via-portuense www.info.roma.it www.iterconficere.it www.laboratorioroma.it www.lafoglianews.it lazio.inu.it www.miniambiente.it www.mezzocammino.it www.magicoveneto.it www.multiboites.com/definizione

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www.paesesera.it/Cronaca/Forti-viaggio-tra-i-buchi-neri-Ora-si-pensa-di-recuperarli-al-sociale www.parisbalades.com www.piste-ciclabili.com/comune-roma progettoforti.wix.com/ www.pierpaolopasolini.it www.reporternuovo.it/2015/01/22/alle-armi-quindici-dimenticati-colossi-difendono-la-capitale/ roma.repubblica.it/cronaca/2014/10/01/news/federalismo_demaniale_caserme_e_forti_restano_ allo_stato-97078390/ www.romanoimpero.com www.romasegreta.it/rubriche/mura-di-roma.html www.romanatura.roma.it romatevere.hypotheses.org/ www.sinanet.isprambiente.it www.tmcrew.org www.toproma.it/quartieri/portuense.htm www.treccani.it www.turismoroma.it www.unesco.it www.urbanistica.comune.roma.it webthesis.biblio.polito.it www.wikipedia.com

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