www.xinsidemagazine.com numero 34
HONDA CRF 450 MXGP 2015 LOMMEL - MANTOVA - ASSEN
NUMERO 34
REDAZIONE: Via della Taccona 27/A, - 20900 Monza (MB) Italia Tel: +39 039 325106 - Fax: +39 039 325107 info@studioocus.com DIRETTORE RESPONSABILE: Davide Messora Foto Coordinator: Riccardo Tagliabue DIREZIONE ARTISTICA: Cristina Balestrini
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FOTOGRAFIE: Davide Messora Fabio Principe, Domenico Mussillo
Numero Registro Stampa N° 563 Decreto Presidente Tribunale Novara del 27/05/2013
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Eccoci siamo tornati dopo le tanto sospirate vacanze, ormai già finiti da troppo tempo, non si è tornati ancora dietro alla scrivania e siamo già catapultati in due round di Mondiale Motocross! Mantova e Assen! Il primo titolo è stato assegnato a Febvre, tanto di cappello al pilota francese, che si porta a casa un titolo in un’annata molto particolare, Gajser è il nuovo leader della MX2. Si prospetta un settembre caldissimo, dove ne vederemo delle belle!!! In copertina abbiamo deciso di non mettere Febvre, troppo scontato forse, ma la nuovissima Honda CRF 450, la prima dei modelli 2016 arrivata in Italia, un primato che non ha mai cercato. Spero che la nostra copertina, prima di una prossima lunga serie possa piacervi!!!! Buona lettura a tutti!!!!
Davide Messora
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CONTENUTI
HONDA CRF 450 MXGP 2015 S1GP COLOMBIA Preparazione Fisica Interview Giacomo Redondi Interview TOM PAGES
HONDA CRF 450 m.Y m.Y2016 2016
Eccola la nuova 450 di casa Honda, grazie ad Amerio Moto abbiamo potuto provare la moto quasi in anteprima, la moto è già disponibile presso i concessionari ma il distributore ufficiale Red Moto fino alla presentazione di inizio settembre non potrà dare le moto in prova, ma noi di X Inside ce l'abbiamo fatta. Due i tester che hanno provato la moto e dato il loro parere, Michele Cervellin che sta correndo nel Campionato Europeo in sella alla 250 del Team Martin e Andrea Occhini nostro collaboratore da diverso tempo.
Foto Davide Messora Testo Davide Messora
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La Honda 2016 non ha grandi cambiamenti, esteticamente la moto è uguale al modello in corso, la casa alata ha però affinato ancora di più la sua arma per la prossima stagione. La grossa novità del nuovo modello è la sospensione anteriore la Kayaba PSF2 ad aria, la forcella è ora più lunga di 5 mm i foderi esterni sono più grandi di 5mm e questo è stato fatto per aumentare la rigidità, aumentati i numeri di click sia in comprensione che in estensione, per una taratura ancora più efficace, anche il mono ci sono delle migliorie accoppiato al nuovo link con un nuovo rapporto di compressione. Il telaio è stato rinnovato nella parte del canotto di sterzo, l'inclinazione ora è a 27,15°, altra novità il nuovo supporto delle pedane. Honda non ha rivoluzionato la sua MXGP ma ha affinato un prodotto già eccellente, le indiscrezioni parlano di novità assolute per il 2017 con l’introduzione del motorino di avviamento, sulla moto di Narita nel campionato giapponese è già presente e potremo vederla anche sulle moto di Paulin e Bibrishev il pros-
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simo anno. La location della nostra prova è stata la pista di Cremona, caldo torrido quasi impossibile riuscire a girare ma i nostri due tester non si sono risparmiati. Andrea Occhini ci ha potuto dare un termine di paragone con il modello 2015, moto che usa per allenarsi, Michele Cervellin invece ci ha dato del gas per darci il suo parere su questa nuova moto, Michele guida se porta in gara il 250 sa il fatto suo. Ecco le loro impressioni di guida. Michele Cervellin:”Il motore rispetto allo scorso anno mi sembra più pronto, fuori dalle curve appena si prende in mano il gas sale molto rapidamente di giri, le sospensioni le ho trovato molto più confortevoli, più dure rispetto alle 2015, ho provato anche al saltare sul piano ma non affonda, non senti la “botta” del fine corse che di solito sul prodotto standard si avverte, la guidabilità è sempre ottima, molto maneggevole, il punto forte della moto è questo, Honda ci sali e ti trovi subito a tuo agio, il grande lavoro che hanno fatto sulle forcelle e
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mono ha aumentato la qualità di questa moto. Leve e manubrio e comandi perfetti non ho dovuto toccare niente, buone le gomme di primo equipaggiamento, eravamo sul morbido con una gomma da duro ma si sono comportate molto bene.” Andrea Occhini:”La moto è molto simile a quella della scorsa stagione, ho trovato un miglioramento nell'assetto, soprattutto l'ammortizzatore che funziona molto meglio nel ritorno è molto più controllato, si guida molto bene cosa che ormai sulle Honda non è una novità. Il motore è sempre più pieno e pronto, impostazione di guida perfetta. La forcella secondo il mio parere rimane sempre il punto debole di questa moto anche se dallo scorso anno hanno fatto un grosso passo avanti, io nella mia moto 2015 ho dovuto metterci mano sulle sospensioni per trovare il giusto feeling, queste del 2016 vanno molto meglio rispetto allo standard precedente.”
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Testo e Foto Davide Messora
MXGP LOMMEL - MANTOVA - ASSEN
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ROUND 14
GP of BELGIUM
Lommel Da sempre è chiamato l’inferno di sabbia, questa edizione forse l’aggettivo inferno è riduttivo. Il disegno della pista è lo stesso degli anni scorsi, ma il club di Lommel ha movimentato diverse zone ma a causa della pochissima pioggia caduta prima della gara il tracciato si è scavato in maniera assurda. Tutti i piloti erano concordi sul dire che una pista così non l’avevano mai vista. In questo inferno è sbucato fuori Shaun Simpson, il pilota scozzese già vincitore a della sua prima gara a Lierop un paio d’anni fa ha messo in mostra una grandissima prestazione. Shaun ha stravinto con una doppietta, Simpson ha danzato nelle buche e nei canali di Lommel e vederlo affrantare il quadruplo con una facilità disarmante, in gara 1 al primo giro ha sparato in faccia il salto ai suoi avversari, qualcosa di unico. Secondo un ritrovato Paulin, il francese corre con un ginocchio messo male, Gautier che è il pretendente al titolo numero uno di Febvre ci ha provato a vincere ma contro un Simpson così in palla non c’era molto da fare.
Paulin sinceramente ci sembra non essere più lo stesso pilota dello scorso anno, fatica molto e in alcune gare ha ottenuto dei risultati non all’altezza della sua fame, con l’uscita di scena di Cairoli credevamo che avrebbe dovuto dar più fastidio al suo connazionale ma così non è stato. Febvre ha chiuso al terzo posto, un ottimo risultato anche se nelle ultime gare ci aveva abituato troppo bene, Roaim ha commesso troppi errori, forse più per la voglia di non perdere che per altro, un risultato che fa comunque classifica. In Mx2 Max Anstie sulla sabbia risorge dalle sue ceneri, l’inglese sembra volare sulle buche in pochi giri prende subito un vantaggio abissale. Gajser e Guillod sprofondano nella sabbia belga, Gajser termina al quinto posto perdendo pochi punti ma Valentin su quel tipo di terreno proprio fatica, in più lo svizzero nella qualifica del sabato ha picchiato molto duro. A spuntarla è Paul Jonass che grazie a due ottimi secondi posti si porta in testa alla classifica e nuova tabella rossa, il lettone forse non si aspettava di poter essere a capo della classifica già al primo anno. Per KTM una gran fortuna perchè la tabella rossa è passata dalla moto di Herlings a quella di Jonas, riuscirà il giovane lettone a tenersela stretta fino alla bandiera a scacchi dell’ultima manche di Glen Helen?
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ROUND 15
GP of LOMBARDIA
Il Gp della Lombardia a Mantova è entrata in calendario dopo la cancellazione della tappa Brasiliana, il circuito ha dovuto eseguire alcuni lavori per adeguare la pista alle strutture di Youthstream. Lavoro compiuto in tempi brevissimi, che ha presentato Mantova in condizioni perfette. Sulla pista lombarda Romain Febvre è stato strepitoso, l’ufficiale Yamaha ha dominato con una doppietta che lo avvicina sempre di più al titolo, e se nella gara di Assen uscirà con ancora gli attuali 101 punti di margine su Paulin diventerà il successore di Antonio Cairoli. A Mantova si è rivisto Jeremy Van Horebeek che grazie ad un terzo ed un secondo torna sul podio di alcune gare non all’altezza del pilota belga. Paulin un’altra gara sotto tono, il francese non ce la fa a tenere il passo del connazionale, solo quinto nella classifica di giornata. Honda HRC ha puntato tantissimo su Paulin, è il primo anno per Gautier in una nuova squadra
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e con un metodo di lavoro molto diverso da Kawasaki, ma sta il fatto che tranne la gara di Valkenswaard non è mai riuscito a essere costante ed incisivo. Max Anstie ancora devastante, l’inglese mette in filla una doppia vittoria, il pilota di Dixon sta attraversando uan forma strepitosa, sulla sabbiaè fortissimo e lo ha dimostrato ancora una volta, se non avesse avuto uan prima parte di stagione così sotto tono avrebbe potuto essere tra i contendenti al titolo. Gajser secondo davanti a Jonass ma con lo stesso punteggio, Tim esce da Mantova sempre secondo a soli 4 punti da Paul. La seconda manche di Gajser è stato qualcosa di incredibile, Tim non riesce a mettere in mostra delle buone partenze ma con uan rimonta furiosa ha recuperato fino al secondo posto. Siamo convinti che se fosse riuscito a stare vicino ad Anstie avrebbe potuto giocarsi la vittori adi manche
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ROUND 16
GP of THE NETHERLANDS
Da inizio stagione ci immaginavamo come sarebbe stato il Gp di Assen, i puristi del motocross, ce ne sono tanti oggi che parlano e dicono la loro storcevano il naso e storcono ancora adesso dopo aver visto la gara. Noi che ci siamo stati possiamo solo dire una cosa riassunta in una parola: FANTASTICO! Il Gp d’Olanda corso sul circuito di Assen, nella parte conclusiva della pista, la esse e metà rettilineo più una buona parte del paddock è stato realizzata con un grande sforzo da parte degli organizzatori, il fondo un tipo di sabbia molto particolare sembrava di essere su di una spiaggia ma la cosa che ha lasciato tutti a bocca aperta il pubblico, 12.000 il sabato, 25.000 la domenica cosa si può dire se non che l’esperimento è riuscito. Senza nulla togliere ai piloti che hanno corso ma mancavano due piloti importanti Cairoli e Villopoto, presenti nel paddock, che fanno come si dice “cassetta”. Questo è il motocross del futuro non c’è dubbio, sicuramente la pista può essere migliorata,
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alcuni piloti hanno detto monotraiettoria ma io ho visto Gajser e Febvre compiere diversi sorpassi. E’ vero che due anni fa al Lausitzring non ci fu quasi nessun spettatore, ma nella location giusta e con una buona promozione i risultati arrivano, questo è stato il primo passo verso il futuro, io spero che dalla prossima stagione si possano vedere altre gare in questi tipi di location. Assen è stato anche un punto importante per il Mondiale 2015, Romain Febvre è il nuovo campione del mondo, il francese al debutto nella classe regina ha centrato l’obbiettivo, pochi ad inizio anno avevano solo pensato a questo finale. Romain è stato bravissimo ha iniziato sempre grossi acuti per andare a migliorare di gara in gara fino alla vittoria in Francia e da li non si è piuù fermato. Febvre riporta la Yamaha sul tetto del mondo dopo l’ultima vittoria targata Antonio Cairoli datata 2009. Ha vinto alla sua maniera, senza risparmiarsi, due partenze non proprio perfette, forse dettate dall’emozioni, ma poi in gara Febvre si è trasformato. In gara 1 ha faticato un pò a trovare il ritmo e sbarazzarsi degli avversari andando a chiudere in quinta posizione.
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Gara 2 è stato strepitoso, dopo un’altra partenza non facile ha recuperato giro dopo giro andando in testa a circa metà gara e poi ha controllato, il suo unico avversario Paulin si è dimostrato fragile, ci aspettavamo di vedere un leone affamato per cercare di tenere aperto il discorso mondiale fino all’ultima manche ma non è stato così. A Febvre bastava fare 5 punti in più di Paulin e così è stato, dopo aver tagliato il traguardo non ha subito capito di aver vinto, dal box non gli hanno mai segnalato la posizione del suo avversario ma solo quella di stare concentrato. Romain Febvre è il nuovo Campione del Mondo 2015. Ora possiamo dire finalmente ci siamo! Tim Gajser è il nuovo leader del mondiale Mx2, lo sloveno del Team Gariboldi ha fatto qualcosa di incredibile ad Assen, Tim non è prorpio uno specialista della sabbia ma ha corso come un leone sapendo di dovere vincere e stare davanti al suo avversario numero 1, Paul Jonass. Nella prima manche dopo una brutta partenza ha recuperato fino alla vetta e nella seconda ha chiuso al secondo posto. Vittoria del Gp e tabella rossa e adesso arrivano due gare dove Gajser sicuramente si trova a suo agio. Si prospetta un fine di stagione scoppiettante e noi saremo qui a raccontarvelo.
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Interview GIACOMO REDONDI
Foto Davide Messora Testo Samantha Pacolini
Un endurista all’Europeo MX. Il risultato è buono, anzi più che buono per il Campione Giacomo Redondi che abbiamo incontrato a Lommel. Allenamento affiancato da divertimento, è questo che ha portato Redondi a stare dietro i cancelletti di partenza durante ultima tappa dell’europeo di motocross, svoltasi in concomitanza con il Mondiale di Motocross. Una settimana in Belgio in compagnia di Guarneri svoltasi fra camper, bicicletta e moto. Ha corso con la sua Beta da enduro, che pur soffrendo con le sospensioni si è comportata più che bene durante la gare. Durante la gara del sabato, partito undicesimo, abbiamo visto un Redondi conquistare 75
il sesto posto, ma questo sprint iniziale gli gioca un brutto scherzo e a causa di un’uscita di pista dove perde le posizioni ottenute. Imparata la lezione durante la gara svoltasi domenica, partendo più controllato, arriva in settimana posizione, ma sarà nuovamente un errore e il canale sbagliato a tenderlo indietro. Giacomo sorride nel dire “ L’uomo da battere era Maddii, arrivare a pochi decimi di distanza e’ stata una soddisfazione”. Lo incontriamo a cena, è sorridente, si parla in amicizia e la domanda viene naturale, motocross ed enduro sono diversi e correre in circuito fa la differenza, significa soprattutto pubblico “è sempre emozionante correre col pubblico. C’erano un sacco di italiani, ed è stato bello avere l’incitamento col tricolore”, perchè ti dà quella spinta in più, aggiungo alle sue parole. Nell’enduro il tifo non è cosi facile trovarlo, anche se Italia, Francia, Spagna e Belgio, quando la location lo permette, è sentito e vivo. Chiedo candidamente cosa aiuta nell’enduro allenarsi facendo motocross, mi regala un altro sorriso. “ La velocità”, e istintivamente ci giriamo a guardare la pista, poco lontana, priva di vita solo con immensi solchi e canali segnati nella sabbia durante la gare del weekemd. Nessuno dei due decide di aggiungere altro, la pista parla da sola , e che sia un tracciato difficile, non è una novitè. Si torna a parlare di enduro. La tua idea complessiva per questo anno di Mondiale che si sta per chiudere?, sulle prestazioni osa modestia, non dice nulla, io sono a sottolineare la sua ottima posizione al mondiale, sorride, e risponde “ Non completamente soddisfatto, le speciali sono state troppo lente”. E poi arriva l’ultima curiosita’. “Questa me l’aspettavo” ride, ma risponde senza problemi alla mia domanda.
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Per il prossimo anno hai progetti? Stessa moto? “Ancora non si sa nulla. Le regole del Mondiale stanno cambiando e i team son in stand-by”. Provo a chiedere ancora, ma nulla di più. Grazie. Due baci sulla guancia. Anzi tre e “crepi il lupo”.
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by Filippo Camaschella
TRAINING
ALLENAMENTO e PERIODIZZAZIONE….iniziamo da qui! Siamo giunti quasi alla fine della stagione dove affronteremo le nostre ultime competizioni per proteggere o guadagnare gli ultimi preziosissimi punti del nostro campionato. Questo mese vorrei iniziare con voi un percorso dove, passo dopo passo, studieremo e metteremo in pratica esercizi e aspetti importanti a seconda del periodo in cui ci troveremo. Dopo questa breve descrizione, anche se strettamente teorica ma di fondamentale importanza per capire come organizzare il lavoro da fare nei prossimi mesi, già dal prossimo numero vedremo nella pratica cosa fare per arrivare al meglio all’inizio della prossima stagione. Nel motocross, come nella maggior parte delle discipline motoristiche e non, la programmazione degli allenamenti non può essere 81
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fatta in base ad una sola competizione ma su una periodizzazione degli allenamenti annuale. Anche se le gare inizieranno nel prossimo anno, la vera preparazione inizierà già negli ultimi mesi dell’anno corrente dove, dopo aver ricaricato le pile e creato delle solide basi nel periodo invernale, si introdurranno nuovamente i veri e propri allenamenti in moto per essere il più competitivi possibile nella stagione avvenire. I DIVERSI PERIODI NELLA PROGRAMMAZIONE DEGLI ALLENAMENTI La pratica dello sport evidenzia continuamente che i massimi risultati sportivi si possono ottenere solo se le basi si creano già nel periodo pre-competitivo. Quindi, la costruzione a lungo termine della prestazione, deve essere impostata come un processo unitario attraverso stadi cronologicamente definiti, e passare gradualmente, da una formazione di base orientata verso uno sport, a un allenamento specializzato nello sport o nella disciplina sportiva specifica. Il processo di allenamento a lungo termine, in generale, è suddiviso in tre periodi diversi, ognuno dei quali prevede obiettivi, metodi, contenuti diversi, con una corrispondente organizzazione dell’allenamento. Il ciclo di allenamento viene perciò suddiviso in: periodo di preparazione ( sviluppo della forma sportiva ) periodo di gara ( sviluppo della forma attraverso partecipazione a gare ) periodo di transizione/scarico ( recupero attivo e rigenerazione ) 83
Queste fasi di sviluppo della forma nel corso dell’anno di allenamento raggiungono un livello che si incrementa continuamente, per portare alla massima prestazione individuale desiderata. Essendo noi nel periodo finale di competizione siamo vicini al primo periodo da affrontare, il periodo di transizione attraverso il quale, diminuendo intensità e volume degli allenamenti, il nostro fisico e la nostra mente recupereranno attivamente le energie spese durante l’intera stagione agonistica in vista del periodo di preparazione successivo. L’IMPORTANZA DEI MICROCICLI, MESOCICLI E MACROCICLI Lo sviluppo della prestazione sportiva si realizza attraverso un sistema di cicli di allenamento di breve, media, lunga durata. La necessità di suddividere in cicli l’allenamento nasce dal fatto che un allenamento efficace è garantito solo se viene assicurato il rapporto ottimale tra carico e recupero. Il ciclo è composto da periodi di preparazione, di gara e di transizione attraverso i microcicli, i mesocicli e i macrocicli. I microcicli comprendono un periodo che va da alcuni giorni a una settimana. Importanti perché attraverso i microcicli, possiamo adeguare gli allenamenti in modo più preciso alle condizioni esistenti ( stato momentaneo di allenamento, disponibilità ad allenarsi, condizioni climatiche, ecc.). Il mesociclo si compone di più microcicli e “dirigere” in modo ottimale l’effetto dei microcicli, dove deve anche favorire un rapporto ottimale tra 84
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carico e recupero negli allenamenti. Infine abbiamo il macrociclo, che si compone di più mesocicli e dura da più mesi a un anno e quindi include i diversi periodi di allenamento. Tutto quanto detto in precedenza è di fondamentale importanza per avere un’ idea del periodo in cui ci troviamo ora e di ciò che abbiamo bisogno mese dopo mese avvicinandoci alla nuova stagione. Dal prossimo mese, terminate le ultime gare, entreremo effettivamente nel periodo di transizione/scarico, dove vedremo nella pratica come e cosa fare. Sembra affrettato parlare oggi di preparazione 2016, invece la stagione è dietro l’angolo dunque non facciamoci trovare impreparati ma con determinazione e voglia di fare arriveremo al meglio delle nostre potenzialità sempre… DIVERTENDOCI!!! A presto! Filippo.
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Testo Davide Messora Foto BPROM
S1GP COLOMBIA
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Il gp della Colombia una novità quasi assoluta per il mondiale Supermoto. Dall’altra parte dell’oceano i piloti del Mondiale sono stati acclamati come delle star, 10.000 persone il giorno di domenica ( dati avuti da Boccadolce di Bprom) Dopo tutti i problemi prima della gara tutto è filato liscio, Pavel Kejmar si è portato a casa il Gp, prima sua vittoria, Chareyre ha giocato in difesa per non rischiare niente, Lazzarini ancora sul podio e ancora in corsa per il titolo. Abbiamo incontrato il patron di Bprom Danilo Boccadoce e gli abbiamo fatto alcune domande. Ci puoi spiegare come è andata qusta gara in Colombia? “E’ andata benissimo, molto di più di quanto pensavamo, con la Fim ci lavoravamo da tempo e abbiamo in mente altre location, Asia e Stati Uniti, non è facile, bisogna trovare il budget per poter pagare le spese ai team e così è stato. In un primo momento un paio di team non avevano capito l’importanza dell’operazione a mio avviso, per noi è importante trovare nuovi sbucchi, conosciamo i limiti della supermoto in Europa e in Italia in particolar modo, e se non vogliamo morire dobbiamo tentare nuove soluzioni e così abbiamo fatto. Sapevamo che sarebbe stato un evento impor-
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tante. Tutto è andato più che bene, accoglienza startosferica, organizzazione eccellente, noi abbiamo dovuto sopperire ad alcune cose, uno di questa è stato trovare la benzina giusta, per evitare alcuni costi con Michelin abbiamo fatto trovare le gomme in loco, abbiamo pagato 6.000 Euro a Team, aggiunta mia personale abbiamo pagato l’albergo e i pasti. I piloti e i team sono stati molto contenti. I dati di pubblico effettivo sono di 1.800 paganti il sabato e 9.700 alla domenica, e questi sono i numeri veri! Sottolineo che lo stipendio in Colombia è di 350 euro e il biglietto costava 63 la tribuna e il circuito era full, con entusiasmo incredibile da parte sia del pubblico che dei media e degli sponsor. Ci potrebbe essere l’oppurtinatà ad oggi di fare 2 Gp in Colombia, nel giro di una settimana, e abbiamo proposte concrete da Guatemala, Messico e Paraguay. Per quanto mi riguarda i team e piloti sono rimasti molto soddisfatti e chi ci credeva poco si è dovuto ricredere.” Non ti ha creato problemi quando due team importanti avevano detto che non sarebbero venuti in Colombia? “TM era scettica oer alcuni motivi, sicurezza e troppo costosa, io ho par93
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lato a lungo con loro per spiegargli che con il contributo che avrei dato gli sarebbe costato meno di andare in Estonia, il mercato in sud america è importante, rimane il fatto che dopo aver cercato di capire le loro motivazioni ho preso atto ho informato l’organizzatore Colombiano e abbiamo preso altri piloti e siamo andati avanti comunque, all’ultimo momento si sono ricreduti e sono venuti a correre, questi team mi hanno già contattato per chiedermi i programmi per il 2016. Ti sei mai chiesto come mai in Europa c’è stato un calo d’interessa per la Supermoto? Se devo essere sincero io non lo so, sarà che saremo stufi della disciplina sarà inflazionato, cosa ti devo dire che non lo so, però quest’anno a Valencia e a Jerez abbiamo fatto dei buoni numeri. In Colombia ero felice perchè i piloti e i team hanno avuto quello che si meritano, calore ed entisiasmo da parte del pubblico. Quest’anno abbiamo toccato il fondo in alcuen gare, non siamo riusciti a creare l’evento, gli organizzatori non mi seguono e i da solo non posso fare tutto, in Italia questo non si fa più da tempo, forse c’è troppo! In Colombia sono riuciti a creare l’evento! Noi siamo come il circo dobbiamo andare dove ci vogliono, speriamo di poter ripetere e incrementare delle soluzioni simili. Programmi per il futuro? “Tra poco pubblicheremo il calendario, le gare saranno da 6 a 8 con la speranza di avere 2/3 overseas importanti!
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Interview TOM PAGES
by by Cristina Cristina Botteri Botteri
FREESTYLE
Testo e Foto Cristina Botteri
Novanta secondi di puro orgasmo et voilà: la storia è servita. Hat trick. E di fronte agli occhi serrati della mamma sono lacrime e champagne. Come il più esperto dei pokeristi texani piazza sul finale un all-in che ha la potenza di una bomba atomica: Volt, Special Flip, Alley-oop Flair e Bike Flip. Poi va in trip da overdose di tensione e adrenalina. Roba da rockstar, roba che in compenso il riff di Keith Richards pare musichetta leggera. Rabbia, fame, coraggio, talento; infinito talento che si fa arte. Mandare in bambola i 23.000 di Madrid per la terza volta consecutiva, eguagliando il record di un mostro sacro del Freestyle quale Travis Pastrana, gli costa praticamente tutto sé stesso. Ma il nostro 99
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Mr. Flair è così: è uno da dentro o fuori; uno disposto a rischiare purché la posta sia alta; uno che, quando il gioco si fa duro, lui fa un passo nella storia. Eterno Peter Pan di Francia, un repertorio degno del miglior Prévert, Thomas Pagès rappresenta la faccia più artistica di uno sport in continua evoluzione. La sua ultima creazione ne è la prova lampante. Ce la mostra con fierezza, aprendoci le porte del suo piccolo regno alla vigilia della terza prova del Red Bull X-Fighters World Tour 2015. Si perde nella pornografia dei dettagli; gli brillano gli occhi nel raccontarci le paure di una vita vissuta al limite; che, ampiamente varcato il quarto di secolo, gli ha insegnato soprattutto che i sogni non accettano compromessi. Sorriso malizioso, carisma da vendere; giusto mix di genio, istinto, raziocinio: sottolinea come cura dei particolari e infinito spirito di sacrificio costituiscano il segreto numero uno di uno spettacolo che, ai più, si presenta come un vero e proprio elogio alla follia. Armeggia con la cassetta degli attrezzi, autentica scatola dei giochi; la tensione, questa volta, gli si legge negli occhi: "Per me Madrid è una prova davvero importante. Amo il pubblico spagnolo, l'atmosfera che sa creare. Questo la rende non soltanto la tappa più bella del campionato, ma anche quella che mi sta più a cuore. Questo luogo significa tutto per me. Amo vincere qui, è la mia seconda casa. E la pressione si fa sentire". Beh, non sei il solo a considerarla la tappa più significativa. "Praticamente tutti i piloti aspettano a gloria l'appuntamento di Madrid. E' il classico dei classici, una delle prime Red Bull X-Fighters, un pezzo di storia insomma... E' normale che qua tutti vogliano vincere. Uno che fa Freestyle ad un certo livello non può terminare la propria carriera senza prima aver centrato almeno una vittoria in quest'arena, Las Ventas. Io l'ho già fatto due volte e voglio la terza". Attualmente secondo in campionato, la corsa per bissare il titolo mondiale - dopo quello del 2013 - è più che mai aperta. "Sì, per il momento direi che sono messo piuttosto bene (sorride, ndr). Il campionato è importante ma, per me, Madrid lo è ancora di più". 101
Il primo Bike Flip della storia porta il tuo nome. Per compierlo in maniera perfetta hai deciso di apportare delle modifiche sulla tua Yamaha YZ 250. Il risultato: una moto (fabbricata in fibra di carbonio) molto più leggera ma, di conseguenza, la necessità di riadattare anche il tuo stile di guida. "Esatto. La moto ha subito una grande trasformazione: adesso pesa 15 chili meno ma il cambiamento è stato molto più grande di quello che avevamo previsto perché abbiamo dovuto riadattare parecchie cose. Se questa riduzione di peso mi agevolava nell'esecuzione del Bike Flip, infatti, al contrario non mi aiutava per altri trick. Mi sono dovuto allenare il doppio per riuscire a controllare una moto dal peso e inerzie differenti rispetto a quelle a cui ero abituato". Allenare il doppio e reinventarti 'creatore', studiando altri piccoli accorgimenti. "Sì, in particolare un sistema che mi permette di limitare un po' la potenza del motore. E' stata soprattutto una mia idea, dei meccanici di casa Yamaha e del mio meccanico Guillaume Davion". In pratica, ti sei svegliato una mattina e... taac, l'illuminazione. "Il mio repertorio è composto da figure totalmente differenti, mi era impossibile eseguirle tutte. Così, bisognava trovare una soluzione". Il Bike Flip è la figura, tecnicamente, forse più difficile al mondo. Anni e anni di lavoro prima di eseguirla. Difficile immaginare che possa volerci così tanto tempo. "Per realizzare il Bike Flip sono stati necessari quasi cinque anni di lavoro. Eppure, vedi Atene, il rischio di una caduta esiste sempre. E' una figura molto tecnica, continuo a lavorarci sopra, incessantemente, tutti i santi giorni". Toccare il suolo e rendersi conto di aver realizzato il primo Bike Flip della storia. Che emozione si prova? "E' stato lo scorso anno, sempre qui a Madrid. Penso sia stato qualcosa di semplicemente incredibile. Sì, incredibile". Oggi, invece, la novità si chiama Alley-Oop Flair: suona addirittura meglio. "E' un trick che esisteva già nel repertorio del BMX: mi sono 102
ispirato a questo, trasferendo alle moto un po' di quella che è la disciplina ciclistica". Spesso si ha la tendenza ad associare il Motocross Freestyle a qualcosa di folle. Al contrario, in questo sport non c'è niente che non sia studiato nei minimi dettagli. "Touché. Ci tengo molto a precisarlo: dietro a queste acrobazie incredibili c'è un'immensa mole di lavoro. Niente è lasciato al caso o all'improvvisazione. Lavoriamo enormemente per dare il meglio di noi stessi durante queste competizioni. La gente vede solo lo spettacolo ma la parte più dura è quella che avviene 'dietro le quinte'...". Quanto c'è realmente di folle in questo sport? "Di fronte a salti particolarmente complessi capita spesso che la paura ti porti a pensare: 'ma davvero devo farlo'? Devo lanciarmi? Poi c'è il pubblico, la vera essenza di questo show. E con il pubblico davanti... 'on va toujours'". (Sorride, ndr). In un certo senso, il pubblico fa un po' da motopropulsore. Sapere di non poterlo deludere, le cadute continue... Quanto conta il fattore mentale? "Addirittura più di quello fisico. Essere seguito da un mental coach, ad esempio, mi aiuta tantissimo. La testa è il motore di tutto: se la testa va, anche tutto il resto fila perfettamente". A 30 anni è arrivata anche quella medaglia d'oro agli XGames che attendevi da dieci anni. Cosa manca ora alla tua carriera? "Wao, per il momento va alla grande. Questo successo mi rende entusiasta ma so bene che la sfida più grande arriva adesso: per alzare l'asticella servono sempre nuovi stimoli. Lavorerò intensamente con il mio mental coach, perché alla fine quello che manca alla mia carriera... è il futuro". E una tappa degli X-Fighters in Francia. "Ah beh, sarebbe davvero interessante. Spero proprio che Red Bull possa riuscire ad organizzarla prima che smetta di fare Motocross Freestyle, visto che ho già 30 anni! Esibirmi in Francia e, chissà, magari vincere proprio davanti al mio pubblico sarebbe... énorme". Nel 2013 hai avuto l'opportunità di preparare il Nitro Circus di Lille insieme al re del Freestyle, Travis Pastrana. Quanto 104
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è stata importante questa collaborazione per la tua crescita? "Lavorare dove vive Travis (Pastranaland, ndr) per me ha significato una chance enorme: incontrarlo, scoprire fino a che punto fosse forte, apprendere da lui numerosi trucchi del mestiere. Un arricchimento per me stesso e per l'avvenire dell'FMX". Nella tua vita c'è un'altra figura che è sempre stata estremamente rappresentativa: quella di tuo fratello Charles. Il suo incidente ti ha portato a rimettere in discussione un bel po' di cose. "Gli incidenti sono all'ordine del giorno, il fatto è che io e mio fratello ci siamo sempre allenati insieme. Per me è stato un punto di appoggio fondamentale e senza di lui al mio fianco era differente. Ma ho imparato che è proprio in questi momenti che bisogna dare il massimo: continuare a correre per quei piloti che, come mio fratello, non potevano più 'volare'". E tu, mai pensato di 'smettere di volare'? "E' un sentimento che si prova spesso. Ci si chiede perché lo si sta facendo, e se ne valga davvero la pena. Arrivare ad essere qui significa competizione tutti i giorni; competizione con altri piloti ma, prima di tutto, competizione con sé stessi. Con la propria testa". Quanto ti spaventa il fatto di poter perdere quelle motivazioni che ti spingono a rischiare, ogni giorno, un pelino della tua vita? "E' una cosa che ho già provato. Era il 2009. E' stata la noia a farmi smettere. Almeno per un periodo. Lavorare costantemente pensando di poter spingere questa disciplina ad un livello sempre più avanzato è fondamentale per mantenere vive queste motivazioni. E' per questo che cerco di trovare sempre delle figure nuove in cui cimentarmi". A cosa è dovuto il tuo ritorno in scena, per altro, in grande stile? "Ho ripreso perché amo troppo questo sport. Amo divertirmi. Ma sono ripartito da zero. Dalle figure base, e ho iniziato a trasformarle. Ho ripreso, ma non certo facendo le stesse cose che facevano gli altri. Ho cercato di diversificarmi, di lasciare la mia impronta". 107
A tal proposito, dopo la morte di Kevin Ferrari, lo scorso gennaio, ci si è interrogati proprio sulla rapida evoluzione di questa disciplina, chiedendosi se non ci si fosse spinti troppo oltre. "Gli incidenti capitano in tutti gli sport, tanto più in una disciplina che comporta dei rischi elevati come il Motocross Freestyle. Si sta lavorando molto per innalzare il livello di sicurezza. Episodi come questo portano a rimettere tutto in discussione ma la verità è che è sempre difficile accettare la perdita di una persona cara". Come Eigo Sato, tuo grande amico. Il suo motto 'Go Big or Go Home' lo hai saputo onorare al meglio. "Certe volte ripensare a tutto questo mi da' ancora più energia, perché la paura esiste e ti porta a domandarsi continuamente se valga davvero la pena continuare. Io tento di ripetere quello che hanno fatto i personaggi a cui mi ispiro: mio fratello, Eigo e Travis Pastrana. C'est ON/OFF. C'est Go Big". Come questa notte pazzesca. Anzi, di più: "Friggin' insane".
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