www.xinsidemagazine.com numero 40
International MX Interview
Team Gariboldi Team Honda RedMoto
NUMERO
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REDAZIONE: Via della Taccona 27/A, - 20900 Monza (MB) Italia Tel: +39 039 325106 - Fax: +39 039 325107 info@studioocus.com DIRETTORE RESPONSABILE: Davide Messora Foto Coordinator: Riccardo Tagliabue DIREZIONE ARTISTICA: Cristina Balestrini
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Numero Registro Stampa N° 563 Decreto Presidente Tribunale Novara del 27/05/2013
Ormai ci siamo ragazzi, quando uscirà il numero 40 saremo a pochi giorni dall’inizio del mondiale 2016! Losail in Qatar darà il via al mondiale e come spesso avvenuto si parte con mille incognite e già qualche pilota in meno. La notizia più eclatante sarà l’assenza completa del team Kawasaki in MXGP, Desalle e Tixier sono infortunati e sembra che non ci saranno sostituti, Townley è in forse e Cairoli dopo aver saltato tutte e tre le gare degli Internazionali non si sa se sarà pronto al 100%. Si prospetta una stagione bollente e non solo per le temperature delle prime due gare!!! La redazione si sposta in oriente per seguire da vicino queste prime due gare. Vi promettiamo di aggiornarvi in tempo reale sul sito e sulla nostra pagina FB! Nel prossimo numero vi parleremo del progetto editoriale che sta prendendo forma!!!! Sempre gas a manetta!!!!
Davide Messora
CONTENUTI
International Sidi Series Team Gariboldi Team Honda RedMoto Michele Berera Supercross USA Preparazione Fisica
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Interna
azionali Testo e Foto Davide Messora
Internazionali d’Italia 2016, tre gare una dietro l’altra due nuove location Alghero e Lamezia Terme con Ottobiano come chiusura della serie. Un campionato che vede al via i migliori piloti del mondo, un nostro collega di un sito molto importante ha commentato dicendo il migliir campionato dopo il mondiale ed è proprio così. Questi Internazionali si aprono purtroppo con il forfait di Antonio Cairoli a causa di una rottura di alcune costole in allenamento, un vero peccato per diversi motivi, vedere Antonio in pista è sempre qualcosa di magico e secondo a Lamezia Terme ci si aspettava il pieno di pubblico solo per vedere l’otto volte campione del mondo. Per fortuna le gare sono state spettacolari combattute dal primo all’ultimo giro e
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soprattutto nella classe Elite abbiamo vissuto un duello epico tra Evgeny Bobryshev e Jeremy Van Horebeek. Ma partiamo in ordine: prima tappa ad Alghero, per la prima volta dopo tre stagioni a Riola Sardo si cambia location. La pista di Alghero si affaccia sul golfo del Lazzaretto cornice fantastica e grazie al tempo che ha regalato ottima temperatura e sole stupendo ha fatto da sfondo ad una gara fantastica. Tutti presenti tranne Kawasaki e Suzuki ufficiale che hanno deciso di non partecipare a questo campionato. In MX2 Jeffrey Herlings si presenta più agguerrito che mai, il pilota olandese dopo il lungo stop è rientrato più in forma di prima con la voglia di riportarsi a casa il titolo mondiale. L’ufficiale KTM non ha lasciato che le briciole ai suoi avversari, nella manche dedicata alle 450 ha doppiato fino al quarto dimostrando ancora una volta di essere il re del terreno sabbioso. Alle sue spalle troviamo un grandissimo Michele Cervellin che in sella alla moto di Martin ha fatto vedere grandi cose, ma soprattutto ha dimostrato una notevole crescita, il veneto nella prima parte di gara ha provato ha tenere il passo di Herlings ma senza riuscirci. Terzo sul podio Max Anstie al debutto con la sua nuova squadra la Husqvarna ufficiale, l’inglese non è riuscito a partire bene ma con una grande rimonta è riuscito ad aggiudicarsi il podio. La MX1 ha visto il dominio delle Ya-
maha di Febvre e Van Horebeek, Ma la vera sorpresa è stata Tim Gajser, il campione della MX2, è passato alla classe regina e subito si è trovato a suo agio con la 450. Tim dopo aver fatto segnare il miglior tempo è partito come una cheggia nella manche e per 10 giri ha agevolmente dominato la gara, peccato solo per un problema alla frizione che lo ha fermato costringendolo al ritiro, Gajser ha subito fatto capire che nel mondiale ci sarà anche lui e sarà un osso duro. Febvre ha dovuto sudarsi la vetta della classifica dopo una brutta partenza ma che non gli ha pregiudicato la vittoria davanti al compagno Van Horebeek ed a un ottimo Bobryshev che ha dato letteralmente la paga a Paulin. Il francese della HRC è ormai un piccolo mistero, vola in America per allenarsi con Aldon Baker e quando c’è da dimostrare la sua preparazione sembra nacondersi, che sia pretattica mondiale? Questo lo vedremo in Qatar. La Elite la categoria che assegna il montepremi i 50.000 Euro al primo. la holeshoot se la porta a casa Butron che però in testa dura solo l’arco del primo giro. A prendere la testa Bobryshev che mette in pista tutta la sua forza e la sua grinta, il russo è semplicemnte impressionante, riesce a contenere gli attacchi di Febvre che si deve accontentare del secondo posto Van Horebeek terzo. Dobbiamo anche rimarcare l’ottima prestazione di Davide Guarneri, passato all’Enduro ma che 16 nel motocross va ancora molto
forte e si porta a casa la settima posizione. Si chiude la prima gara con un grande successo di pubblico. Dalla Sardegna si passa in Calabria a Lamezia Terme. Impianto nuovo di zecca, il disegno della pista molto ben curato, con serie di wave e salti molto spettacolari. In un primo momento il team HRC non aveva messo in conto di partecipare alla gara ma vista l’ottima prestazione di Bobby e il ricco montepremi in ballo hanno deciso di correre. Il russo si trova a suo agio sulla pista calabrese e nella manche della Mx1 vince senza grossi rischi. Al via della manche però una caduta in partenza due piloti sono rimasti feriti in una brutta caduta alla seconda curva, Rui Goncalves ha riportato una brutta lacerazione ad un dito, il portoghese lunedì dopo la gara è volato in belgio per l’operazione per sistemare i tendini recisi, Fabvre invece ha riportato una profonda ferita al gomito, Romain non è più sceso in pista ma solo per precauzione. A questo punto l’unico rivale per Evgeny è Van Horebeek secondo al traguardo. Nella Elite, Jeremy è un fulmine quando si abbassa il cancello e prende subito la testa della gara, alle sue spalle Nagl che precede Bobryshev, il tedesco rende la vita difficile al russo e la loro battaglia favorisce Van Horebeek che vince con un discreto margine. Con la vittoria del pilota Yamaha il titolo verrà assegnato nell’ultima manche di Ottobiano. 18 La MX2 vede la sfida tutta Italiana
tra Michele Cervellin e Samuele Bernardini. L’ufficiale Tm Racing con la sua nuova 250 è partito in testa e per alcuni giri sembrava poter tenersi stretto la leadership ma a causa di alcuni piccoli errori e di una eccezzionale rimonta di Cervellin ha dovuto lasciare la prima piazza al suo avversario. A chiudere il podio il giovane Alvin Ostlund. Dalla soleggiata Calabria passiamo alla piovosa e umida Lombardia, Ottobiano ultimo round di questa intensa prima parte di stagione. Il fondo sabbioso ha tenuto in modo eccezzionale la pista preparata in modo perfetto. Nella Mx2 bella lotta ad inzio manche, Bogers prende il comando, Cervellin partito malissimo deve recuperare e inanellando giri veloci risale la classifica ed a 4 giri dalla fine prende la testa. Bernardini che poteva cercare di vincere la categoria dopo una buona prima parte commette degli errori gravi che lo vedono terminare nono. Michele Cervellin si porta a casa il prestigioso titolo della MX2. Nella MX1 holeshoot di Max Nagl, il tedesco di casa Husqvarna riesce a mettere in campo delle partenze fantastiche ma poi nel corso dei giri perde concretezza, forse non è ancora al 100% della forma oppure non vuole rischiare troppo prima del mondiale. Bobryshev se la deve vedere prima con Coldenhoff e poi con Nagl, Evgeny dopo aver chiuso al pratica con Glen e Max ormai era troppo lontano per cercare un at20 taco su Jeremy e si è dovuto ac-
contentare della seconda posizione. Van Horebeek è il nuovo campione della classe MX1. Siamo finalmente arrivati all’atto finale alla conclusione di questi Internazionali 2016 con la classe Elite. Due piloti sopra tutti Bobryshev e Van Horebeek, chi vince è campione chi vince si porta a casa 50.000 Euro. Nagl parte davanti a tutti, portandosi a casa 500 eurini, ma è un fuoco di paglia. Bobryshev e Van Horebeek tengono un ritmo indiavolato, i due piloti sono veloci in settori diversi. Jeremy si avvicina nella seconda parte della pista, Evgeny riprende distanza nel primo settore, il russo si gioca diversi jolly ma riesce a mantenere la testa e vince alla grande gli Internazionali d’Italia 2016. Il russo è raggiante sul podio non solo per il montepremi ma per aver dimostrato la sua forza. Si chiudono gli Internazionali con un grande successo di pubblico e di piloti ma chi ha vinto è il motocross lo spettacolo è stato di un livello pazzesco e noi siamo già proiettati al 2017 pensando già a chi sara #whoisnext!
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Garibold
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di Racing
Siamo stati a trovare Giacomo Gariboldi a pochi giorni dalla partenza per la prima gara in Qatar Il team parte con grandi ambizioni e con Tim Gajser in forma ci sarĂ da divertirsi in questo 2016. Che sentimento hai provato quando Tim ha tagliato il traguardo a Glen Helen, la prima cosa che hai pensato? 29
-E' stata la prima volta che ho pensato di aver vinto il mondiale, solo quando ha tagliato il traguardo ho pensato al mondiale prima non ci avevo mai pensato per evitare di farci illusione, in quel momento mi sono reso conto di aver vinto il mondiale. Ad inizio stagione avevi pensato di arrivare a questo risultato? -No di vincere il mondiale no, sapevamo di poter stare nei migliori tre di vincere dei gran premi, Tim era in crescita. Certo nei nostri programmi c'era di arrivare a vincere il mondiale ma in tre anni ed invece è arrivato con anticipo questo successo. Quale è stato il momento più bello e più brutto della stagione? -Il più brutto è stato durante il warm up in Inghilterra dove ha riportato un forte trauma cranico e non ha potuto correre le due manche, forse in quel momento ci siamo resi conto che forse era svanita la possibilità di un podio mondiale dopo la gara eravamo molto indietro in classifica. Il momento più bello Assen quando Gajser ha vinto sulla sabbia abbiamo conquistato la tabella rossa e in quel momento si è capito che Tim poteva arrivare al successo. Dopo Assen hai preso consapevolezza di poter vincere il mondiale? 31
-Dentro di me ero sicuro ma in questo sport gli imprevisti sono tanti e può succedere qualsiasi cosa in ogni momento per non arrivare all'obbiettivo. Quando è iniziata la tua avventura con il tuo team avevi pensato di arrivare a vincere il mondiale? -No zero, quando sono partito l'idea era di fare un team per far correre i giovani e per divertirsi a livello italiano, già quando abbiamo incominciato a fare l'Europeo mi sembrava di essere andato oltre. In quel momento non avevo il tempo e il budget per fare di più ma grazie ai successi come si dice la fame vin mangiando e alla fine ci pensi ad andare sempre più avanti. Lasciata Yamaha sei passato in Honda con il supporto del distributore Italiano e poi il grande salto con HRC, cosa vuol dire lavorare con un'azienda così importante? -Il massimo a cui si può sperare ed avere non solo nel motocross ma nel motorsport in generale, sono stato a novembre a vedere HRC e solo se vai lì puoi capire cosa vogliono dire quelle tre lettere, pochi hanno la percezione è un'industria specializzata sul racing dal trial alla motogp, ogni settore ha una squadra di ingegneri dedicata. 32
Una cosa impressionante è stato entrare in un'aula dove ci saranno stati 200 ingegneri tutti con la loro divisa ognuno davanti al computer e circa la metà lavoravano allo sviluppo della motogp e gli altri a scalare per le altre discipline. Sono organizzati e inquadrati in maniera pazzesca, una cosa del genere non esiste nel mondo ma la puoi trovare solo in HRC E' difficile rapportarsi con dei tecnici così “squadrati”, avete avuto difficoltà? -Non abbiamo avuto difficoltà anche perché il nostro modo di lavorare è molto alla “tedesca”, ordine e precisione non usciamo dagli schemi, percui ci siamo trovati molto bene con il loro modo di lavorare. Come è lavorare con Tim Gajser, che si diceva avere una famiglia “difficile” da gestire? -In realtà per me è stato molto semplice fin da subito ho avuto un ottimo rapporto con la sua famiglia e con il papà che è una persona con un carattere forte mi sono inteso subito bene e se si riesce a lavorare bene con la famiglia di riflesso si riesce a lavorare bene con Tim. Che ragazzo è Tim Gajser? -Semplice, umile, intelligente, con 34
una grande educazione, molto riconoscente attento alle piccole cose. Molto sensibile anche se in pista è un gladiatore. Secondo te Tim può diventare il personaggio del futuro? -Ma lui secondo me non è “personaggio” lui non fa il “cinema” come sono altri piloti, può diventare il riferimento del motocross il bravo ragazzo che con l'applicazione e il lavoro è riuscito ad arrivare al successo. Un pilota da emulare per i giovani, abbiamo bisogno di ragazzi come Tim. Secondo il tuo punto di vista Tim dopo le prestazioni degli Internazionali potrebbe offuscare gli altri due piloti HRC? -Assolutamente no, per loro i piloti HRC che siano sotto la loro tenda o quella di un altro team non fa differenza, per loro l'importante è arrivare alla vittoria. Il futuro del team Gariboldi? -Il futuro è continuare con Gajser nella 450, lui si trova bene nel nostro team, ma anche non perdere la MX2 che per me è fondamentale, per il futuro vorremmo fare 2 nella Mxgp e 2 nella Mx2 e continuare a vincere in entrambe le cilindrate.
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Massimo Castelli
Massimo Castelli è un veterano del circus mondiale, ha vinto 4 mondiale. Da diversi anni il sodalizio con Gariboldi ha portato a grandi successi. Siamo riusciti finalmente dopo tanti rinvii a scambiare due parole con Massimo.
Massimo quanti mondiali hai vinto? -Quattro! Le differenze tra il primo mondiale e l'ultimo che sentimenti hai provato? -Il primo si poteva immaginare che con Strjibos si sarebbe arrivato a vincere il mondiale, l'ultimo è arrivato così nessuno si aspettava un tale risultato alla fine il sentimento non riesco neanche io a descriverlo è stato bellissimo! Come ti sei sentito quando Tim ha passato il traguardo a Glen Helen? -Male però bene, in quel momento ti lasci andare esce fuori tutto ti vengono le lacrime di gioia ed è troppo bello. A inizio stagione pensavi di arrivare a questo risultato? -All'inizio si pensava di fare un buon risultato, ho pensato che si poteva vincere il mondiale dopo la gara di 39
Assen. Tim il mondiale lo ha vinto in Olanda che ha dato il colpo di grazia a Jonas, per scaramanzia non ho detto niente fino alla fine, anche perché 30 anni fa con Maddii ho perso il mondiale all'ultima gara però ci ho pensato che avremmo vinto. Quale è stato il momento più bello e più brutto della stagione? -Il momento più difficile è stato dopo la Spagna dove Gajser non riusciva a fare quello che voleva sulla moto, tanti errori qualche problemino tecnico e lui non era quello che poteva essere, il momento più bello è stata la vittoria di Assen. Come è lavorare con Tim Gajser? -Facile è esigente nel modo giusto, educato, gentile, come persona non si può dirgli niente. Come hai visto Tim sulla 450? -Molto bene anche perché lui si è allenato anche lo scorso anno con la 450 e poi sicuramente sente meno pressione ed è molto più tranquillo e guida molto meglio che con il 250. Com'è il nuovo pilota francese David Herbreteau? -Molto motivato, molto convinto delle sue possibilità e sembra che abbia voglia di fare aspettiamo di 41
vederlo in pista in gara. E' difficile lavorare con i giapponesi? -E' difficile ma allo stesso tempo è facile perchÊ hai tutto quello che ti serve per lavorare bene, loro per qualsiasi cosa bisogna scrivere mail su mail ma dall'altra parte si ha veramente tutto. Dove vuole arrivare il team Gariboldi nel futuro? -Noi vogliamo andare piÚ avanti possibile, andremo avanti a fare quello che abbiamo sempre fatto daremo il 110% e speriamo di arrivare al titolo mondiale MXGP, non so quanti anni ci vorranno ma ci proviamo.
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Secondo anno di attività nel mondiale motocross per il team Honda RedMoto, la squadra di Alfredo Bevilacqua raddoppia il suo impegno, oltre ai confermati Alessandro Lupino e Key Yamamoto è stata allestita una struttura che sarà impegnata nel Campionato Europeo 250 con due piloti giovani e Italiani: Nicholas Lapuccie Alberto Forato. Alessandro Lupino è il pilota di punta del team e abbiamo potuto fare due chiacchere con lui durante il servizio fofografico.
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Ciao Alessandro, come prima cosa come è andata la fase di recupero dall'infortunio dello scorso anno? -È stato un infortunio lungo e doloroso ,mi sono fatto male alla spalla a novembre 2014,abbiamo provato a correre ma il dolore era sempre alto,così ho concluso dopo pochi mesi la stagione con una operazione alla spalla a fine luglio. Ho lavorato molto con il fisioterapista fin da subito,ha risposto sempre bene la spalla ma è stato duro riprendere tutti i movimenti dopo tanti mesi che la spalla non la utilizzavo. Sono risalito in moto allo scadere dei 4 mesi,il 27 novembre 2015. Come hai svolto la preparazione invernale? -Durante la preparazione ho fatto un bel lavoro,dopo 5-6 volte che ero tornato in moto sono partito per la sardegna,sono rimasto giù due mesi! Ho fatto un inverno intenso e sono soddisfatto del lavoro svolto! A Lamezia terme abbiamo notato che hai avuto un problema di affaticamento alle braccia, hai risolto questo problema? 47
-Si ho avuto un problema alle braccia, già uscito in qualche allenamento a gennaio e poi ad Alghero e Lamezia Terme. Per fortuna,grazie ad Andrea Bartolini e la sua esperienza,è riuscito a capire il problema. Lui stesso ha avuto questo problema quando correva, dovuto ad un integratore che tende ad ingrossare la massa muscolare e questo fa sì che si induriscono le braccia! Come ti trovi con la nuova moto e a che punto siete con lo sviluppo in vista della prima gara in Qatar? -Con la moto da gara ho fatto un test prima di Ottobiano,abbiamo fatto un bel passo in avanti rispetto all'anno scorso ora dobbiamo vedere in gara come andremo. Quali sono le difficoltà di arrivare in Qatar con temperature molto alte rispetto al periodo della tua preparazione? -No questo non è un grande problema,forse l'unico problema che il nostro fisico non è pronto a lavorare ad alte temperature ancora,e fa più fatica del solito! Ma non è una cosa che mi preoccupa. È giusto iniziare un campionato al caldo,sopratutto perché ormai si inizia molto presto con
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le gare Quali sono le difficoltà di affrontare una stagione così lunga? -Le stagioni così lunghe sono molto impegnative. Come sta succedendo negli ultimi anni ci sono molto infortuni perché la cosa più difficile è rimanere in forma per 9 mesi. Ormai penso che bisogna lavorare molto d'inverno ,ma la cosa fondamentale per fare una bella stagione non è arrivare al 100% alla prima di mondiale,perché è fisicamente impossibile rimanerci fino a fine settembre ! È diventato un campionato davvero tosto Quali sono i tuoi obbiettivi per la stagione 2016? -Sono due anni ormai che ho avuto due gravi infortuni,ginocchio e spalla. Non avevo mai avuto infortuni gravi nella mia carriera. Il mio obbiettivo è riprendere il mio passo e la mia confidenza affinché possa dare il 100% ogni gara. Non guardo il risultato
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Alfredo Bevilacqua ha esperienza da vendere nel mondo dei motori e in più è un imprenditore affermato, ha unito queste due cose ed ha creato un ottimo team prima nel motard e oggi nel motocross con un doppio impegno mondiale ed europeo. Abbiamo rivolto ad Alfredo qualche domanda in vista della stagione che sta per prendere il via -Stagione 2016 doppio impegno per il team Assomotor, mondiale ed Europeo, quale è stata la scelta di un doppio impegno? La scelta è stata per due fattori: il primo che avevamo già una struttura che veniva utilizzata per il supermotard mondiale ed italiano e cessando l’attività nel motard ho voluto mantenere viva questa struttura dirottandola su un nuovo team manager di mia grandissima fiducia Francesco Maifredi e su un’altra disciplina come il motocross. Il secondo fattore che mi ha fatto propendere per un team Junior è stata una valutazione oggettiva cioè fare due team ad alti livelli sarebbe stato inutile, complesso e dispendioso per cui ho deciso confrontandomi con Francesco, di concentrarci sui giovani emergenti per cercare di farli crescere, dargli un supporto professionale e concentrarci in un campionato con meno GP come l’europeo con costi un po’ più contenuti e trasferte più abbordabili. -Perchè hai deciso di lasciare il mondo della Supermoto? -Lasciare il mondo della supermoto
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ilacqua vilacqua
dopo 12 anni è stata una scelta difficile ma purtroppo questo mondo reputo che ad oggi non possa più dare soddisfazioni alle squadre partecipanti. La mia struttura era organizzata a livello professionale in quanto rappresentavamo ufficialmente honda redmoto pertanto non potevamo limitarci a fare una presenza, ma per tenere alto il livello avevamo degli investimenti che non venivano assolutamente ripagati da nessuno ne da Honda RedMoto ne dagli sponsor ne tantomeno dagli organizzatori per cui erano tutti soldi spesi senza nessun riscontro commerciale ne pubblicitario. Arrivati a questi livelli ho deciso di chiudere il team supermotard. Cosa diversa invece il trofeo Red Supermoto che nel 2015 ha avuto il picco massimo di iscritti e che per nostro volere e per volere di RedMoto abbiamo voluto continuare a portare avanti con grande entusiasmo e pensiamo anche grande professionalità, sempre abbinato al campionato interregionale Lombardo. -Quali sono state le difficoltà di mettere in piedi una doppia struttura? -Le difficoltà sono praticamente doppie perché il mio team era strutturato per gestire due piloti MX invece di quattro per cui ho raddoppiato il personale in officina, ho dovuto fare richieste alle aziende che ci supportano per il doppio del materiale ed alcune hanno confermato altre invece no per cui il mancato budget reperito lo sto mettendo io investendo economicamente su questo nuovo progetto che penso potrà portare in futuro più lavoro.
Ho anche fatto richiesta alla Federazione Italiana che so molto attenta al settore giovanile ma causa i grossi problemi economici mi ha detto che non potrà aiutarmi ne sostenermi in alcuna maniera. Poi se prima avevo come interlocutori due piloti o due manager ora ne ho quattro ed essendo i piloti dello JR team minorenni devo anche avere stretti contatti con i genitori perché è tutto più complicato anche solo banalmente un volo in sardegna per gli allenamenti un minorenne non può volare senza accompagnatore, non può guidare un auto dall’aeroporto alla struttura del team e non può andare in hotel da solo, per cui tanto lavoro in più e tante responsabilità in più. -Quali sono gli obbiettivi del Team per il 2016? -Il team MXGP che nel 2015 era alla prima esperienza e purtroppo causa l’infortunio di Lupino non ha ben figurato se non in due GP e la mancanza di prestazione ottimale di Yamamoto causa il disagio del suo stato di “extracomunitario” che lo obbligava a restare in Inghilterra per la mancanza del visto di soggiorno, pertanto gli è stata pregiudicata la possibilità di effettuare test con la squadra e allenamenti non seguiti dalla squadra, ha fatto si che anche lui non abbia ben figurato. Queste situazioni quest’anno le abbiamo gestite diversamente perché Lupino fortunatamente si è allenato due mesi in Sardegna senza problemi ottenendo una notevole ripresa atletica, Yamamoto invece arrivato in Italia i
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primi di gennaio con un visto da pilota ora potrà allenarsi e seguire il team al 100% con la speranza che possa migliorare e crescere con noi e dimostrare ad HRC i miglioramenti, essendo lui pilota ufficiale HRC. Questi aspetti ci fanno ben sperare anche avendo disputato i tre GP degli internazionali d’Italia che ci hanno permesso di confrontarci con i top rider del mondiale e valutare la preparazione dei piloti lo sviluppo delle moto e mi sento di dire che Lupino può tranquillamente entrare nella top ten, Yamamoto restare nei 15-18. Per i giovani invece è tutto da stabilire in quanto il lavoro sulle piccole 250 per noi è nuovo in quanto anche nella supermotard abbiamo utilizzato solamente le 450 l’anno scorso compreso nella MXGP, per cui lo sviluppo della CRF 250 è iniziato in ottobre 2015 e abbiamo ancora tanto lavoro da fare nonostante le moto si siano ben distinte già da Alghero quando Lapucci è scattato quarto dietro a moto factory. Per la velocità dei nostri piloti posso dire che sono soddisfatto dobbiamo solo migliorare la prestazione fisica per una durata costante in gara e siccome questi ragazzi essendo molto giovani danno il tutto per tutto subito il grande lavoro dei nostri preparatori e del team è di far si che i giovani gestiscano l’irruneza che potrebbe portarli a commettere errori che li penalizzerebbero non possiamo ancora esprimerci ma speriamo di fare una stagione costante ed in crescita per gettare le basi per il 2017. -Prima dell'inizio del campionato mon-
diale ci sono già diversi infortunati, credi che anche nel 2016 chi sarà più bravo a non farsi male vincerà? -Su questo punto penso proprio di si che il campionato è molto lungo il livello è altissimo e la costanza porterà i piloti in alto in classifica. Purtroppo nel motocross è molto facile procurarsi infortuni che ti fermano per 2-3 mesi e avendo un camipnato che si disputa da febbraio a settembre 3 mesi significa aver perso ¼ dei GP per cui sei tagliato fuori. -Quali sono i pretendenti per il titolo in MXGP? -Sicuramente vedo Febvre, Cairoli, Bobryshev, Van Horebeek, Nagl -Dacci un aggettivo per ogni tuo pilota? -Lupino determinato, Yamamoto scrupoloso, Lapucci spregiudicato, Forato sfegatato motocrossista Auguriamo ad Alfredo e a tutto il team Assomotor un buon lavoro per questa lunga e spettacolare stagione
Michele Berera Quale è stato il motivo di aver portato internamente alla vostra azienda il team del motocross? -Il team del motocross ha preso la denominazione Honda Red Moto per dare un'impronta forte a quello che è il marchio Honda in Italia. La voglia ci è venuta perché Alfredo Bevilacqua ha investito molto per creare due strutture, una delle quali dedicata ai giovani, per dare una congiunzione tra quello che sta facendo Honda per promuovere i giovani attraverso la 150 dove Red Moto supporta per la stagione 2016 Andrea Adamo che farà il trofeo, il team Pardi gestirà il pilota, il Team di Bevilacqua che segue due piloti nel campionato Europeo e con Lupino e Yamamoto che scenderanno in
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pista nel mondiale. Red Moto supporta l'attività dal minicross fino al mondiale. Quali sono gli obbiettivi che vi siete prefissati? -Chiaramente le ambizioni sono quelle di far bene a livello nazionale, di dimostrare che le moto sono competitive e per esserlo bisogna avere piloti di un certo livello. L'idea è anche quella di cercare giovani talenti, pensiamo a Forato che ha quindici anni e ce la mette tutta per fare bene la stessa cosa vale anche per Lapucci. La possibilità di fare bene ci sono e non dimentichiamo quello che facciamo per Cervellin, è stato anche il primo pilota ad essere aiutato da noi fin dall'inizio è stata una nostra sfida e con la vittoria negli Internazionali d'Italia è un buon inizio per fare bene anche nel mondiale. Noi dobbiamo fare bene in Italia, vincere gli Internazionali, come abbiamo fatto con Michele, ottenere grandi risultati nell'Italiano ma anche fare bene nei campionati territoriali quindi cerchiamo di dare supporto a tutte quelle attività che ci portino al risultato di vendere le moto.
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Oggi senza il Team Assomotor chi è il vostro riferimento nella Supermoto? -Posso dire che Lazzarini ha preso il posto di Assomotor, la struttura è professionale e ben gestita da Ivan che sa fare il suo lavoro e ha imparato molto bene a fare il team manager, supportiamo anche BRT con Borella. Honda nel motard è sempre stata presente con i trofei e con piloti e team percui Red Moto non può non essere impegnata anche in questa disciplina. Una tua riflessione sul mondiale supermoto ci può essere un futuro? -Secondo me l'unico modo per fare il mondiale è in prova unica, bisogna lavorare per fare una prova spettacolare in stile trofeo delle Nazioni dove si vedono tanti piloti che vanno davvero forte così si potrebbe vedere una grande gara con un grande spettacolo. Il motard è nato per unire due discipline motocross e velocità ma con i costi del fuoristrada e invece si è arrivati ad avere costi più vicini alle gare in pista. Chi ha fatto le scelte in passato di istituire il monogomma ha tolto ri72
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sorse ai team, il fornitore unico di pneumatici serve per livellare le prestazione ma deve garantire ai team di continuare a lavorare, facciamo un esempio: se un gommista mi supportava economicamente oggi lo stesso team non può usufruire di questo aiuto e in più deve pagare la fornitura di gomme così la squadra è destinata a morire per mancanza di risorse. La colpa non è solo del monogama e anche i costi sono lievitati a dismisura, non so cosa si possa fare ma bisogna strutturare i campionati nazionali, come si sta facendo in Italia, ripartire dal fondo per poi arrivare al vertice della piramide magari con una gara super spettacolare in stile Mettet e trovare una location dove si possa assistere ad un grande spettacolo. Ultima domanda: con l’aumento delle prove extra europee e l’aumento dei costi per una stagione di mondiale motocross i team privati potranno avere ancora un futuro? -Ci sta che si arrivi ad un mondiale motocross in stile motogp con i team ufficiale e pochi altri. La professionalità ormai nel nostro sport 74
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è estrema e anche la MXGP è a questo livello, il mondiale non si può e non si deve fare solo in europa ma come negli ultimi anni in tutto il mondo, le case ufficiali investono per portare al top e far crescere sempre di più lo sport. I team privati continueranno a esistere, il team di Bevilacqua è un esempio non è un team ufficiale ma è supportato da Red Moto e se continuerà a far bene in ambito nazionale e internazionale e avrà la giusta visibilità si potrà vendere bene per trovare il budget necessario. Oggi sicuramente il mondiale è ad un livello altissimo e molto selettivo e se si lavora bene si riesce a stare in questo mondo.
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Dopo la sesta prova di San Diego 2 Rayn Dungey è sempre più leader di questo Sx 2016, 4 vittorie e due secondi posti, un rullino di marcia incredibile. Roczen vince a Glendale portandosi al secondo posto in classifica, il tedesco dopo un avvio non al top sta tornando sui suoi livelli abituali, naturalmente contro un Dungey che non sbaglia niente e che quando non vince arriva secondo è veramente difficile portargli via il trono da leader. Il campionato è ancora molto lungo, ci sono ancora 10 prove e non si può mai sapere cosa può succedere ma quello che impressiona di più in questa prima parte di campionato è la consistenza sia mentale che fisica del pilota ufficiale KTM. Jason Anderson regala spettacolo al pubblico ma fin quando continuerà a partire male sarà per lui difficile poter ambire alla vittoria. Stewart e Barcia sono ancora out e non si sà bene quando torneranno, Reed nelle ultime tre gare sembra aver perso lo smalto delle prime apparizioni. Per ota il SX 2016 si tinge di arancione KTM di Rayn Dungey. Ora gustatevi una bella gallery di Glendale e San Diego nelle prossime pagine.
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TRAINING by Filippo Camaschella
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Diminuire le tensioni muscolari con il FOAM ROLLER Questo mese parliamo di un strumento sconosciuto fino a pochi anni fa ma ora molto in voga, il foam roller, utilizzato con successo in tutto il mondo in ambito sportivo, terapeutico, riabilitativo ed in generale per il benessere psico-fisico della persona. L'utilizzo del foam roller oltre che a dare un sollievo istantaneo alla nostra muscolatura dopo una lunga giornata o allenamento intenso, a seconda del suo utilizzo, può essere utilizzato per stabilizzare la colonna vertebrale, migliorare l'equilibrio, la postura, la consapevolezza del proprio corpo, la flessibilità muscolare, la forza dinamica, la coordinazione. Il foam roller è un incredibile articolo da utilizzare per il rilassamento muscolare e bastano pochi minuti di esercizio per toglierci di dosso le tensioni muscolari accumulate durante la giornata e i nostri allenamenti. Il foam roller è molto valido per eseguire da soli un auto massaggio, 93
utile per diminuire tensioni, rigidità, squilibri muscolari, e di conseguenza dolori, comunemente causati da ripetute serie di movimenti durante il giorno. L'attività con i foam roller è abbastanza facile da imparare e basta svolgere 5-10 minuti al giorno per averne giovamento. Tutto quello che dovete fare, all'inizio, è muovere lentamente ogni parte del vostro corpo sopra il rullo, importante è non sentire forti dolori ma tensioni durante l’esecuzione. Questo mese vedremo insieme qualche esercizio di automassaggio sui distretti maggiormente sollecitati durante la pratica sportiva. Ne esistono molti, e grazie alla semplicità e versatilità dello strumento stesso, gli esercizi possono essere anche variati, lavorando anche su propriocettività, coordinazione e molto altro! Vediamo insieme gli esercizi proposti per il nostro momento post allenamento: NB: in tutti gli esercizi dovremo “rullare” sul foam roller dando più o meno pressione a seconda delle tensioni che sentiamo. Mio consiglio è di non portare mai troppo peso sulla muscolatura sulla quale si sta lavorando ma aumentarlo graduatamente! 1- Con questo esercizio si lavora sulla schiena, in particolar modo sul tratto dorsale. ESECUZIONE: sedersi a terra con le ginocchia piegate. Posiziona il roller a circa metà della schiena. Iniziare a muoversi lentamente avanti ed indietro in tutta la lunghezza della schiena.
2- Con questo esercizio si lavora sul muscolo vasto 94
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laterale (parte del quadricipite femorale). Il vasto laterale (assieme agli altri muscoli del quadricipite) è responsabile dell'estensione del ginocchio. La sua eccessiva tensione può provocare dolore lateralmente al ginocchio. Inclinandoci di più(girando il petto verso terra) si riesce a lavorare anche nella zona del muscolo tensore della fascia lata e piccolo e medio gluteo.
3- Con questo esercizio si lavora sulla zona del vasto mediale e retto femorale. Il primo è un muscolo che fa parte dei muscoli anteriori della coscia, ed è uno dei 4 muscoli del quadricipite femorale. Estende la gamba e inoltre, regola in parte l'articolazione del ginocchio. Il muscolo retto femorale grazie alla sua azione flette la coscia e riesce a stendere la gamba, di importanza essenziale per la deambulazione.
4- Con questo esercizio si lavora sulla zona del tibiale anteriore. Il muscolo è adibito alla flessione dorsale e all'adduzione del piede, inoltre è coinvolto nell'azione di rotazione del piede stesso.
5- Con questo esercizio si lavora nella zona del tricipite della sura (nel gergo “polpaccio”). E’ il più superficiale dei muscoli della regione posteriore della gamba. 96
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Come indica il suo nome, è formato da tre ventri muscolari: il soleo il gastrocnemio (formato a sua volta da due ventri carnosi chiamati gemelli). Tutti i movimenti che comportano una estensione del piede associata ad una estensione del ginocchio implicano l'azione del tricipite della sura. E' in grado di sviluppare forze particolarmente elevate.
6- Con questa posizione si riesce a lavorare sul muscolo gran dorsale. Esso lavora in sinergia con altri muscoli, tra i piu’ importanti ricordiamo il trapezio, teso tra la colonna e la spina della scapola, il deltoide spinale, comunemente chiamato deltoide posteriore, il grande rotondo, ed il bicipite brachiale.
7- In questa posizione oltre a rilassare tutta la muscolatura paravertebrale della colonna, andremo ad allungare i pettorali e arti superiori. Consiglio di utilizzare una respirazione diaframmatica (inspiro dal naso “gonfiando” solo la pancia e espiro dalla bocca sgonfiandola) per avere un completo rilassamento del proprio corpo. Al termine di questi esercizi vi sentirete più “liberi” da tensioni muscolari e quindi pronti per affrontare al meglio i prossimi allenamenti! Al prossimo numero, vi aspetto! Buon allenamento! Filippo.
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