XINSIDEMAGAZINE.COM Numero 44
MXGP
Talavera de la Reina - Saint Jean d’Angely - Matterley Basin
S1GP Busca
ARIETE GOGGLES
NUMERO
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo, in ogni genere o linguaggio, per via qualsiasi tipo di sistema meccanico, elettronico o di memorizzazione delle informazioni, salvo previa autorizzazione da parte dell’ Editore, a eccezione di brevi passaggi e recensioni, purchè con obbligo di citazione della Testata Il contenuto di quest’opera, anche se curato con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per involontari errori o inesattezze o per un uso improprio delle informazioni contenute. Gli Autori e l’Editore non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti di qualsiasi natura o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute
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Via della Taccona 27/A, - 20900 Monza (MB) Italia Tel: +39 039 325106 - Fax: +39 039 325107 info@studioocus.com DIRETTORE RESPONSABILE: Davide Messora Foto Coordinator: Riccardo Tagliabue DIREZIONE ARTISTICA: Cristina Balestrini Post Produzione: Fabio Principe WEBMASTER: Fabio Principe Responsabile attività social: Gianmarco Cicuzza CONTRIBUTORS: Fabio Principe, Davide Messora, Filippo Camaschella FOTOGRAFIE: Davide Messora Domenico Mussillo Fabio Principe Marcello Motisi Chiara Villa Altea Pizzocolo In copertina Tim Gajser Ph.Davide Messora Numero Registro Stampa N° 563 Decreto Presidente Tribunale Novara del 27/05/2013
EDITORIALE
Il 12 giugno ci ha lasciato una grande persona Fabrizio Pirovano, prima crossista e poi campione di velocità, campione del mondo nel 1998 in supersport. Io ho potuto conoscerlo grazie a Riccardo Tagliabue nel suo ambiente naturale l’autodromo di Monza non per niente era chiamato il “Re” di Monza. Persona schietta e sincera sempre con il sorriso sulle labbra, purrtoppo una brutta malattia ce lo ha portato via troppo presto. Era sempre pronto a ridere e scherzare e questo ai suoi fans piaceva ed era bello potergli stare vicino dentro ai box....... Ciao Piro dacci il gass anche da lassù
Davide Messora
NUMERO
44
CONTENUTI MXGP S1GP Interview ARIETE Italiano SM Ottobiano Maggiora MX School Training Merzouga Rally
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MXGP Eccoci qua altre tre gare sono passate, tre circuiti dove la caratteristica che li accomuna è il fondo duro, Spagna, Francia e Inghilterra. Le gare passano ma c’è un unico fattore che continua a non cambiare è il rosso è il numero 243 è Tim Gajser, lo sloveno non sbaglia niente è preciso intelligente e dannatamente veloce. Due vittorie e un secondo posto a pari punti con Febvre cosa si può volere di più. Abbiamo visto fin d’ora 11 gare e Gajser ha conquistato 11 podi, ad inizio campionato ci si aspettava da Tim degli ottimi risultati magari delle vittorie ma nessuno si aspettava che Gajser andasse a vincere 7 Gp. La Honda ha finalmente trovato il pilota vincente e lo scorso anno gli hanno rinnovato il contratto per 5 anni, chissà Ktm come sta recriminando per aver perso un pilota del genere.
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Gp GREAT BRITAIN Testo e Foto Davide Messora Post Produzione Fabio Principe
Nell’ultima gara in Inghilterra nella manche di qualifica della MXGP abbiamo vissuto attimi di paura, Febvre si è toccato con Townley ed è caduto rovinosamente, il campione in carica è rimasto esanime a terra per alcuni minuti, repentini i soccorsi per hanno immobilizzato il pilota e trasportato al centro medico del circuito che dopo una prima analisi hanno deciso di portarlo all’ospedale di Southampton. Fortunatamente il pilota francese ha riportato una forte commozzione celebrale e la rottura di un dito, già domenica è stato dimesso e ora si dovrà capire quando potà risalire in moto. Occasione da non perdere per Tim Gajser che ha avuto modo di allungare in classifica. A Matterly Basin pista che viene utilizzata solo per disputare la gara di mondiale, il resto dell’anno è luogo preso d’assalto dalla mucche, è un pistone molto simile alle gare di National, larghissima con tripli e quadrupli dove i piloti stanno più tempo in aria che con le ruote in terra. Novità che ha scombussolato il paddock la presenza dell’australiano Chad
Reed, fortemente voluto da Monster, il pilota Yamaha correrà due gare ma con poche velleità di vittoria ma più che altro per una questione pubblicitaria. In Mx2 dopo la sporadica apparizione di Max Anstie, che ha dominato sulla pista di casa nelle qualifiche, Jeffrey Herlings il cannibale, “The Bullet” chiamatelo come volete ma non ha avversari che possano infastidirlo quando in palio ci sono i punti per la classifica, altra doppietta, tabella rossa salda sulla tabella anteriore dell’olandese, si fa fatica anche a scrivere su di lui ormai tutti aspettano a sapere quale sarà la sua decisione per la prossima stagione, passerà in MXGP o gli altissimi premi per ogni manche vinta e Gp gli faranno decidere di rimanere ancora nella 250. Sicuramente visto che ha fatto Febvre lo scorso anno e Gajser oggi secondo noi la voglia è quella di passare per poter cercare di vincere il titolo anche in MXGP. Gajser nelle time practice è stato disarmante, nel primo giro tirato ha trovato dei piloti più lenti ed ha dovuto rallentare, secondo tentativo e miglior tempo riuscendo a staccare di un
secondo e mezzo Clement Desalle, tutti gli altri molto più indietro. La manche di qualifica è stata una formalità, partenza in testa, primi giri a prendere il giusto distacco e poi amministrare. Gara 1 invece è tutta un’altra storia, la partenza di Tim non è stata delle migliori e alla prima curvsa rimane imbottigliato a centro gruppo a scattare benissimo è il russo Bobryshev seguito da Guillod, lo svizzero sembra aver ritrovato la forma fisica dopo un avvio di campionato non spettacolare. Evgeny prende subito un piccolo margine, Gajser deve prima passare Cairoli e poi Guillod, quando il russo sembra ormai avere un discreto margine. Contro un Gajser di oggi non basta un “discreto” margine ce ne vorrebbe uno “abissale” per vincere, Tim decide di vincere e con un passo superiore ricuce lo strappo passa il suo compagno di marca e vince con 5 secondi di vantaggio. Buona la prova di Antonio che conclude al secondo posto, Gullod terzo e Bobby solo quarto con Paulin alle sue spalle. In gara 2 Tim parte meglio ma sulla sua strada trova Max Nagl ritrovato, il tede-
sco ci prova in ogni modo a tenersi stretta la leadership di campionato ma dopo 6 giri deve lasciare la prima posizione a sua maestà Tim Gajser, lo sloveno ringrazia e si porta a casa un’altra doppietta. Nagl è secondo assoluto e Paulin torna sul podio al terzo posto. Antonio purtroppo nell’affrontare il leggendario quadruplo di Matterly Basin è arrivato corto e un polso ne ha risentito, il forte dolore gli ha fatto perdere diverse posizioni chiudendo decimo, speriamo che non sia niente di grave e di vederlo al via a Mantova. La classifica dice che Tim ha 74 punti di vantaggio su Febvre e 77 su Cairoli e 104 su Nagl. Tim sembra non sentire la pressione e anche lo scorso anno ce lo ha dimostrato, il sorriso è sempre ben stampato sul suo viso e siamo certi che non abbasserà la guardia, il campionato è ancora molto lungo e dobbiamo ancora assistere a epiche battaglie prima dell’ultima manche di Glen Helen.
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MONDIALE
S1GP Four for Championship
Terza gara del Mondiale Supermoto 2016, dopo la doppia trasferta in Spagna, Jerez ed Albaida, si torna in Italia e precisamente a Busca. Per questo primo appuntamento dei due previsti sul territorio ci aspettavamo una griglia più folta e qualche pilota italiano che si sarebbe messo in gioco ma purtroppo non è stato così. In griglia abbiamo visto tre piloti italiani; Gianola, Leone e Spreafico, di certo non tre nomi di primo piano del nostro panoramo motardistico. Gabriele Gianola a 40 anni suonati ha voluto riprovare il mondiale dopo quasi 10 anni, Vladimiro Leone corre nel campionato italiano S2 e Spreafico che milita nei campionati regionali e si beccava più di 8 secondi al giro. Non vogliamo essere polemici ma per avere tre piloti in più in griglia e vedere la differenza abissale con i primi 4 forse sarebbe meglio non scendere in pista. Il titolo dell’articolo 4 per il mondiale non vuol dire che ci sono quattro piloti che possono vincere una gara ma sono gli unici che possono essere considerati piloti da “mondiale”. Se andiamo a prendere le classifiche delle qualifiche il quinto posto occupato da Gimenez con il tempo di 1.20.440, Thomas Chareyre che ha ottenuto la pole position con 1.18.092, non
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Testo e Foto Davide Messora Post Produzione Fabio Principe
si sarebbe qualificato nei primi 5 dell’Europeo, questo sta a significare che il livello in questo momento del mondiale dopo i primi quattro non è neanche da poter paragonare ai giovani che corrono l’Europeo. Di giovani che possono crescere ce ne sono nel campionato continentale, Monticelli, Promutico e Sitniasky su tutti ma chi è al comando della classifica troviamo un veterano già campione europeo Petr Vorliceck la dice tutta….. Nonostante questo gara 1 della S1GP ci ha regalato uno spettacolo incredibile che ha fatto passare in secondo piano i pochi piloti in griglia. In questo momento c’è un pilota che è una spanna sopra a tutti ed è Thomas Chareyre, il quattro volte campione del mondo guida la sua Tm come nessun altro, pulito e deciso nelle traiettorie, sembra non far fatica ma come si dice in gergo “fa metri”, alle volte dovrebbe mettere in pista più cattiveria ma per lui va bene così. La sua pole position è stato qualcosa di incredibile, nei primi due turni di libere si è un po’ nascosto ha lavorato di fino sull’assetto, terzo nei primi due turni ma quando è stato il momento di far sul serio Thomas ha picchiato duro, 1.18.092, Kejmar a 3 decimi, Schmidt a 6 e Hollbacher a più di un secondo. Griglia di partenza della prima manche a 2 minuti dal via del giro di ricognizione la Tm di Chareyre non vuole mettersi in moto, attimi di tensione, la moto viene spinta in pit lane ma fortunatamente il suo fido meccanico Marco riesce ad accenderla, Thomas può schierarsi e prendere posto alla prima casella ma questo piccolo contrattempo forse lo deconcentra e al via non è perfetto, brutta la sua partenza e al primo passaggio è terzo, Thomas non fatica a passare Kejmar ma con Schmidt la vita è più dura, il tedesco chiude tutte
le porte anche in maniera molto brusca, al 4 giro nella seconda curva dello sterrato Thomas forse per la foga di passare il suo avversario cade e Kejmar non può evitarlo, fortunatamente senza conseguenze. Chareyre riparte con più di 10 secondi di svantaggio sul gruppo di testa, Hollbacher ne ha approfittato a tornare sotto ai primi due. Thomas non ci sta e comincia una rincorsa disperata dopo un paio di giri riesce a girare costantemente 2 secondi più veloce dei suoi avversari e fa segnare il miglior giro in gara eguagliando la pole position, con gomme usate, Chareyre si beve in un paio di giri Hollbacher. Ormai è sul gruppo di testa e ci prova in ogni punto a sferrare un attacco ma senza riuscirci, la gara viene vinta da Schmidt che ha la meglio di Kejmar all’ultima curva. Thomas è terzo non è felice il suo viso sotto il casco ma quando ci passa vicino rientrando ai box ci urla:”vediamo come va la seconda manche”. Gara 2 è una sinfonia perfetta del francese, partenza millimetrica e inserimento in testa alla prima curva qualche giro per prendere il largo far segnare il miglior giro assoluto del fine settimana e passaggio su di una ruota sola sotto il traguardo. Tom si vince il Gp grazie anche al terzo posto di gara 2 di Schmidt che ha messo in scena un ottimo duello con Kejmar. Pavel due volte secondo e terzo assoluto. In classifica Thomas tiene invariato il distacco da Schmidt e la tabella rossa è ancora nelle mani del pilota di Alex Serafini. Una pausa di un mese prima di ritrovare il mondiale Supermoto che farà tappa in Polonia sulla pista di Poznan
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ARIET Testo e Foto Davide Messora
Sapete come nasce una maschera da cross? Noi ce lo siamo chiesti e siamo andati direttamente da uno dei più importanti brand del settore. Parliamo di Ariete, una realtà industriale a livello mondiale, nata più di mezzo secolo fa, pronta a rinnovarsi quanto ad offrire prodotti di qualità. E l’abbiamo fatto dove le idee si concretizzano: nel loro stabilimento industriale, accompagnati direttamente da Annalisa Mentasti. Scoprendo le diverse fasi dietro alla creazione di una delle principali protezioni che ha il compito di adattarsi alle scelte e alle esigenze di ciascun pilota, ormai talmente tanto che non si può considerare solo un occhiale, e questo lo sa bene Diego Dominelli, designer di Ariete, che ha risposto alle nostre domande.
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INTERVIEW
Ciao Diego, ci racconti quali sono le fasi di progettazione di una maschera? Come prima cosa vado a vedere cosa esiste già, analizzo il mercato e le conseguenti tendenze. Raccolgo gli input degli atleti, non solo da cross, ma anche di sci. Produciamo per entrambe le discipline. Il primo passo è fare degli schizzi a matita, oppure, se ho già una base come nel caso della maschera da cross, uso un prototipo rigido e poi con lo stucco da carrozzerie, che è molto facile da modellare, o con il legno cerco di capire i volumi e in linea di massima la forma. Dopo questo primo step, uso il programma CAD per capire le giuste geometrie, le matematiche, gli spessori e come, nel caso della maschera, se è possibile mettere o no la nostra lente e gli ingombri del roll-off. A questo punto, finita la matematica, faccio un altro prototipo da programma CAD. In questa fase, se sto lavorando per un fattore estetico uso della gomma se invece mi serve avere un feedback da parte di un atleta ne produco uno rigido che viene poi utilizzato per costruire lo stampo in silicone che al massimo può sopportare una ventina di pezzi. Alla fine, il prodotto che viene fuori è simile per l’80% al prodotto reale. E’ una fase delicata, perché è questo il campione che viene testato e, se tutto va bene, si parte per la produzione dello stampo. E’ un processo che richiede tem-
po, ci vogliono circa tre mesi da quando si decide di fare lo stampo definitivo per avere poi i primi pezzi. Ma non finisce qui, ovviamente. Infatti, dopo una prima piccola produzione, per controllare che tutto lo stampo funzioni viene fatta una pre serie, parliamo di circa un centinaio di pezzi, una parte dei quali vengono dati ai piloti per un ulteriore prova, e un’altra parte spedita per l’omologazione. La maschera rientra nei dispositivi di protezione individuali per cui è obbligatoria la marcatura CE che e’ regolamentata da una norma di riferimento, in pratica bisogna che un ente accreditato verifichi tutta la documentazione tecnica ed esegua test meccanici ed ottici sui pezzi della preserie. Personalmente noi usiamo Certottica Scarl che è l’istituto di riferimento Italiano Se fosse invece un prodotto dove non esiste una norma che ne regoli gli standard, l’azienda può fare l’autocertificazione. Infatti, nel 2007 quando abbiamo prodotto la nostra prima maschera non esisteva una normativa specifica per la maschere da fuoristrada, ma comunque abbiamo scelto di far certificare il nostro prodotto da Certottica. Perché e’ importante. E’ vero, noi facciamo sì un lavoro al computer, ma il nostro prodotto viene testato dai piloti sempre e comunque prima di andare in produzione, solo così si può fare un prodotto ottimo. Quando è stata introdotta la normativa?
La normativa sugli occhiali da fuoristrada e’ stata introdotta nel 2010 (EN 1938:2010), prima di quel momento nella norma una clausola specificava che non era valida per l’off road. La normativa non riguarda solo la sicurezza, ma anche sulle caratteristiche tecniche. Ed essendo classificata come un dispositivo di protezione di “classe 2” deve resistere agli urti quanto proteggere anche la vista. È una normativa europea. Alcuni piloti usano ancora degli accorgimenti per non far entrare il sudore nella maschera. Come mai? Dipende dalla spugna, dalla ventilazione ma anche dal tipo di casco. Quando ho incominciato ad approcciarmi al mondo della maschera da cross le prime erano tutte di derivazione di quelle usate nello sci. Inoltre, diciamo anche che chi faceva i caschi non pensava alla maschera e viceversa. Solo dopo si è iniziato a pensare allo sviluppo della maschera per quanto riguardava la ventilazione del casco per aiutare a dissipare il calore. Le sfaccettature centrali servono per non andare a chiudere le prese frontali del casco e, la parte inferiore così pensata serve a sfruttare l’aria che arriva da sotto il casco. Quelle laterali erano chiuse perché al momento non interessava, adesso con i nuovi modelli sfruttiamo anche la ventilazione laterale. La maschera quando viene pensata deve tenere conto dell’e-
sigenza del pilota, un professionista stressa il materiale come nessun amatore riuscirebbe a farlo, il banco del motocross per noi è fondamentale in quanto la maschera è importantissima per un buon risultato e se si riesce a farla funzionare bene in quelle condizioni, vuol dire aver fatto un ottimo prodotto! Ci sono molte cose che sono state modificate grazie alle esigenze dei piloti. Quali possono essere delle altre innovazioni nel mondo della maschera? Quello che mi piace pensare è che si possa inventare ancora tutto, perché nel momento che uno dice che non c’è più niente da inventare arriva qualcun altro che trova l’idea nuova, questo in tutti i settori. Se tu ci pensi, per assurdo, le idee nuove vengono quando c’è un’esigenza! Le domande non sono mai abbastanza, ma si scenderebbe troppo nel tecnico non facilmente comprensibile, ma è sempre interessante scoprire cosa c’è dietro al prodotto finito, buttare un’occhio nelle ore di lavoro e di progettazione. Ringraziamo Annalisa per averci dato del suo tempo e lasciamo la ditta con mille altre domande per la testa, restati un po’ affascinati e un po’ incuriositi, magari , perché no, con l’idea di ritornare in attesa di un’altra novità’.
ITALIANO S
Ottobian
Giornata caratterizzata dalla incessante pioggia durante la terza gara del Campionato Italiano Supermoto, pioggia che ha accompagnato dalle prove fino lo svolgimento della gara che peró ha lasciato spazio anche per lo spettacolo. S1 È lo svizzero Marc Schdmit a conquistare il primo posto assoluto sul circuito di Ottobiano, vincendo sia sul bagnato di gara uno che con il sole in gara due nonostante tutto malgrado la sua mancanza durante la precendente prova in campionato lo vediamo “solo” in sesta posizione assoluta, buona prova per Andrea Occhini che fin dalle prove ha fatto capire di non voler restare a guardare, ma anzi ben intento a difendere la sua tabella rossa infatti con due secondi posti continua a mettere tra se e gli avversari di campionato un buon distacco di punti, terzo posto per il lombardo su Yamaha: Luca D’addato che con 102 punti di giornata si porta al quarto posto nella classifica di cam-
SM
RACE
no
Testo e Foto Domenico Mussillo e Marcello Motisi
pionato, dopo le prime tre posizioni vediamo Sammartin prima e Verderosa dopo che durante la seconda manche hanno dato spettacolo combattuto, meno fortunato il pilota su Husqvarna Lukas Hollbacher caduto nella parte sterrata del circuito in gara uno e costretto al ritiro per un guasto alla moto in gara due. S2 Riccardo Lodigiani in sella alla sua Honda è il vincitore assoluto della classe S2 e questo risultato non puó altro che rafforzare la sua prima posizione in campionato, dietro di lui Mickael Bryan Amodeo che con questo risultato riesce a salire al settimo posto in classifica generale, terzo assoluto di giornata ma seconda posizione in campionato, il pilota su Beta Alessandro Tognaccini. ON ROAD Ottima prova per il piemontese Paolo Gaspardone che dopo il doppio zero nella prova di Viterbo va a vincere a mani basse ottendendo un secondo posto in gara uno e un ottimo primo posto proprio mentre il tempo cominciava a migliorare notevolmente, secondo posto per Carmine Matarazzo su Yamaha e terzo assoluto il pilota sulla Tm del Team Nr3 avvicinandosi sempre di piÚ al primo posto per quanto riguarda la classifica generale di Campionato.
UNDER 24 Ormai ci sta abituando alle sue vittorie con la velocissima moto pesarese il pilota Tm Gioele Filippetti, non curante delle condizioni atmosferiche e della pista va a conquistate la prova pavese con due perfetti primi posti, dietro di lui non da meno la velocissima pilota Laura Hollbacher sorella di Lukas, che porta la sua husqvarna al secondo posto in questo che era il suo debutto in questo Campionato, terzo di giornata Alessandro Labate su Yamaha. Problemi ad una spalla per Michael Vertemati che lo vede costretto al ritiro in gara due dopo una caduta, comunque vincente per quanto riguarda gara uno corsa sotto il diluvio, mentre la pilotessa Nausica Cassinelli rafforza la sua prima posizione di campionato. MxSerie Roberto Scarpelli vince la categoria Mxserie andando al terzo posto di campionato conquistando 960 punti di giornata, buon secondo posto per Antonio Mauro e terzo gradino del podio per il costante Movad Boufariha, mentre nonostante la non buona prova rimane al comando della classifica di campionato Francesco Vigni. OPEN Ottimo week end per Daniele Di Cicco che fa completamente sua questa categoria stra vincendo sia in gara uno che in
gara due, lasciando davvero poco spazio agli attacchi degli avversari, tabella rossa saldata sulla sua Honda, secondo posto Alessandro Tidda, terzo su Honda Giacomo Caruzzi. RED MOTO Volto ormai piÚ che familiare per il primo classificato di giornata nel campionato riservato alle Honda, ovvero Fabrizio Lamonarca seguito da Alessandro Catallo al secondo posto ma sempre primo per quanto riguarda la classifica generale di campionato e infine ottimo risultato per Orazio Catena che con un primo posto in gara uno e un quarto posto in gara due si aggiudica il terzo gradino del podio. Nonostante la già nominata pioggia lo spettacolo in tutte le categorie non è mancato, e siamo certi che anche nella prossima prova di Jesolo del 18/19 giugno, le battaglie e colpi di scena non mancheranno.
MX S
MAGGIORA
SCHOOL Testo e Foto Domenico Mussillo
Quando si comincia con un nome cosi le sorprese non finiscono mai. Questa volta le sorprese sono due, due piloti che hanno avuto modo di scrivere “qualche” pagina della storia del motocross, parliamo dell’inglese James Dobb e dell’americano Jeff Emig. Persone che forse siamo abituati a vederli in vecchi nastri vhs nelle nostre case videocassette ormai storiche, bene in un giovedì incerto almeno per quanto riguarda il punto di vista metereologico, sullo storico tracciato piemontese si è svolta la prima edizione di School Of Motocross, una prima edizione che è stata a dir poco perfetta, la pista, la compagnia, le risate, le moto l’adrenalina di vivere momenti
che sono davvero più unici che rari, avere al tuo fianco piloti di questo calibro che insegnano non come diventare campioni del mondo, ma semplicemente il modo più ottimale di affrontare una frenata, una curva o anche come posizionare i piedi sulle pedane… Come detto niente trucchetti o frasi magiche, ma “semplicemente” una giornata di insegnamenti sul Motocross! e una cosa che mi lascia sempre affascinato da questo sport è che si potrà essere inglesi, americani, ungheresi, francesi, spagnoli ma la lingua del motocross è universale il dialogo non verbale che si può avere nel motocross è il più semplice e capibile che si possa avere e penso che questa sia una cosa che solo noi nel nostro “gioco” preferito possiamo avere! Anche questa volta non ho potuto fare a meno di notare il modo gentile e disponibile con cui gli insegnanti si rivolgevano a tutti, persone che davano la loro visione del motocross, pronti a ri spiegare un concetto se non era chiaro, disponibili alle domande che variavano dalla posizione del busto sulla moto all’alimentazione prima e dopo una gara o allenamento, persone che ama-
no questo sport e amano condividere il piÚ possibile con le persone che hanno vicino. Penso che un immenso grazie per queste emozioni vada anche alle persone che hanno reso possibile tutto questo e di sicuro renderanno possibili ovvero Paolo Schneider e Stefano Avandero, fino ad ora hanno davvero dato il massimo per lo spettacolo non facendo mancare nulla a tutti gli appassionati, e di certo siamo sicuri che in futuro non possiamo che aspettarci grandi e fantastiche cose da questo staff, l’augurio è di continuare cosi sempre al top!!
Chad REED Testo Davide Messora Foto Davide Messora - Domenico Mussillo
Quando il nostro collaboratore Domenico era andato a fare un giro Maggiora durante una giornata di prove parlando con Paolo Schneider gli ha confidato che Reed sarebbe venuto a provare a girare per preparare la moto in vista dei suo doppio impegno nel mondiale. Una mattina come tante altre, fortunatamente il meteo è clemente anzi sembra già di essere in piena estate, ci arriva la conferma che Chad è a Maggiora, non ci pensiamo due volte si parte. Durante la strada si pensano tante cose, Reed è un mito per noi un pilota diciamo “vecchio” stile, sulla moto è uno spettacolo vederlo e poi girerà sulla pista di casa! Reed sarà impegnato nei Gp di Inghilterra e Mantova una mossa più pubblicitaria che puramente sportiva, in giro si dice che sia stata Monster a convincerlo a venire in Europa a fare un pò di spettacolo, altri invece dicono che dopo qualche giro in gara rientrerà nei box. Noi siamo contenti di vederlo sulla pista con più storia al mondo, sicuramente Chad non avrà velleità di vittoria ma vederlo affrontare tripli e doppi con facilità disarmante è uno spettacolo
per gli occhi e pei quei pochi veri appassionati che sono a bordo pista. Non dimentichiamoci che a settembre ci sarà il Nazioni e Chad sarà farà sicuramente parte della nazionale Australiana e intanto un primo contatto con la pista italiana lo ha fatto. Manca ancora tanto a fine settembre e tutti stanno aspettando con trepidazione quel fine settimana. Sono passati 30 anni da quel lontano 1986 e tutti sperano che tra altri trenta anni saremo qua a dire “ti ricordi il Nazioni 2016 a Maggiora che spettacolo......” Noi ci saremo e speriamo che ci sia anche Reed!
RALLY
MERZOU MERZO
UGA OUGA Secondo Muhammad Ali “i campioni non sono fatti dalla palestra, ma da qualcosa che hanno dentro: un desiderio, un sogno, una visione. Devono avere abilità e volontà, ma la seconda è più importante della prima”. Tra i 122 equipaggi al via dell’Afriquia Merzouga Rally, sono tanti i piloti che inseguivano l’avventura di una vita. Professionisti o amatori, ognuno ha una storia da raccontare e la moto, il quad o il buggy sono solo il mezzo per realizzare questo sogno. Luca Manca ci mette un po’ a guardarti dritto negli occhi, ma presa confidenza, non smette più di parlare. Al suo primo rally internazionale dopo il grave incidente avvenuto in Cile durante la sesta tappa della Dakar 2010, Manca, 35 anni, ha superato il coma e i lunghi anni di riabilitazione grazie ad una grandissima forza di volontà. “Dopo l’incidente avevo perso l’equilibrio e ho dovuto imparare di nuovo a camminare, ad andare in bicicletta e poi in moto, ripartendo da zero, ricominciando a girare con i bambini”, racconta. “In Sardegna mi alleno tanto con la moto da rally, ho corso anche gli internazionali di motocross e la Sei Giorni, ma devo finire bene un rally africano, come il “Merzouga”, per vedere accettato il mio dossier
per correre la Dakar 2017”. Manca ha un conto in sospeso con il rally più duro al mondo. “In quella tappa stavo spingendo un po’ troppo forte per cercare di recuperare posizioni dopo aver dato la gomma a Marc Coma il giorno prima. Jordi Viladoms, il portatore d’acqua, si era ritirato, così ho voluto aiutare Marc perché è un amico. C’era polvere, non vedevo bene e sono caduto. É stato un errore. Punto. Voglio ritornare alla Dakar perché devo finire e so di poter fare un buon risultato. Voglio tornare per questi setti anni in cui ho stretto i denti. Con l’incidente, le persone tendono a compatirti e a vivere nei ricordi, nel Luca Manca che ero. Ci devo andare perché voglio far vedere a tutti chi sono e quello che riesco a fare. Me lo merito e ringrazio la mia famiglia, perché mi è stata sempre vicina nonostante sia stato un gran rompiscatole. Da quando ho ripreso le piene funzioni, non ho mai smesso di allenarmi. Vado a correre alle sei di mattina, prima di andare al lavoro, e nella pausa pranzo vado in bici”. Trentasettesimo nella generale, Luca Manca ha affrontato il Merzouga Rally con la testa, senza
strafare, per guadagnarsi il via alla prossima Dakar. Trampolino di lancio per il rally più duro al mondo, erano tanti i piloti al Merzouga che rincorrevano il sogno della grande maratona che dal 2009 si è trasferita in Sud America. Per il numero 93, Shinnosuke Kazama, era il primo rally con road book. La prima volta in Africa. Attore di cinema e di teatro, in Giappone Shinnosuke è una celebrità, ma il papà, Shinji Kazama, lo è ancora di più. É il primo giapponese ad aver corso la Dakar (1982). Diciottesimo al debutto, Shinji san di Dakar ne ha corse altre quattro fino a quando una brutta caduta nell’edizione 2004 gli ha procurato un’invalidità permanente alla gamba sinistra. Protagonista di imprese estreme, come la traversata del Polo Nord e del Polo Sud in motocicletta, la scalata del Monte Everest fino a 6.005 metri, sempre in moto, Shinji è molto attivo anche sul piano sociale. Dopo aver scalato il monte Kilimanjaro con un gruppo di disabili, adesso sta progettando per dicembre 2017 una traversata al Polo Nord, sempre con i disabili, come ambasciatore della World Health Organization. “L’incidente della Dakar 2004 mi ha avvicinato al mondo delle persone con handicap”, racconta Shinji Kazama, “con queste avventure estreme riusciamo a donare un sogno a chi ha smesso di sognare. La moto, e lo sport in generale, è un mezzo per realizzarlo”. Anche per la famiglia Kreisberger, il Merzouga Rally è stata un’avventura per voltare pagina e tornare alla vita. La figlia Jade, 18 anni, da Perpignan nei Pirenei Orientali, si era trasferita a Parigi per frequentare il primo anno di università. “Studiava nel quartiere del Bataclan, ma dopo gli attentati terroristici è rimasta scioccata ed è rientrata a Perpignan”, racconta Sophie, la madre, pilota del
buggy numero 214, di cui la figlia Jade è co-pilota, “ha perso l’anno di studi, così abbiamo pensato di fare questa avventura eccezionale tutti insieme, per tornare a sorridere, a divertirci. Philippe, il papà, ha corso la Dakar, mentre per me è la prima gara anche se sono un’appassionata della guida 4x4. Sono agitatissima prima di ogni partenza e con Jade ci facciamo forza, cantando nella macchina”. Una sorta di catarsi, non senza difficoltà, anche perché Jade è stata colta da diversi attacchi di panico. L’ultimo, alla fine della quinta tappa del rally, il GP delle Dune nelle grandi dune di Merzouga, le ha impedito di salire sulla rampa del podio. Sul podio ci è salito invece il marocchino Ali Anaam, che ha chiuso 5° nella categoria quad. 43 anni, Ali è conosciuto da tutti a Merzouga perché ha un auberge ai piedi dell’Erg Chebbi che ospita tanti piloti e squadre che vengono ad allenarsi nel deserto. Detto “el Cojo”, in spagnolo letteralmente “lo zoppo” perché senza una gamba dalla nascita, Ali ha corso il suo primo rally con il team Pedrega. Il suo logo, un cammello con una gamba di legno, la dice lunga dell’autoironia di questa guida berbera, la più famosa della regione. “Conosco tutti i sassi di questa terra, ma Edo Mossi, che ha curato il percorso, mi ha fatto scoprire dei passaggi bellissimi. È una grandissima soddisfazione aver finito la gara con un bel risultato. Questo rally è solo l’inizio, ne seguiranno altri”, ha commentato, accolto come un eroe locale da tanti amici accorsi al podio. E se Ali pensa già alla Baja Aragon, per altri l’Afriquia Merzouga Rally ha rappresentato “un biglietto” per la Dakar, come recita lo slogan della settima edizio-
ne del rally ideato da Edo Mossi nel 2010 e da quest’anno entrato a far parte del Dakar Series. “Be Part of the New Dakar Generation”. La nuova generazione di piloti si è vista anche nella gara di Kevin Benavides, il ventisettene di Salta, in Argentina, vincitore del rally al debutto nel team ufficiale HRC. Secondo il fortissimo slovacco, Stefan Svitko, 34 anni, secondo anche alla Dakar 2016 su una KTM privata, terzo Adrien Van Beveren, 25 anni, che ha debuttato quest’anno alla Dakar nelle file della Yamaha, finendo sesto. Insieme a Benavides, vincitore assoluto, si è aggiudicato una partecipazione gratuita alla Dakar 2017 anche il 21enne boliviano Daniel Nosiglia, vincitore del Dakar Challenge. Tra gli italiani si è messo in luce Alessandro Ruoso, il due volte campione del mondo Bajas nel 2013 e nel 2014, quindicesimo alla prima esperienza nel deserto e nei rally raid. A supporto dei tanti giovani che debuttavano nella disciplina e degli amatori, al Merzouga per godersi le grandi dune, Marc Coma – 5 volte vincitore della Dakar e Direttore Sportivo, ogni sera al bivacco ha tenuto lezioni di guida tecnica sulla sabbia, navigazione, preparazione fisica e mentale, perché per affrontare uno sport duro come il rally occorrono anche delle abilità, oltre alla volontà, che non manca mai ad un pilota di rally raid. I numeri dell’Afriquia Merzouga Rally 5 giorni di gara oltre il prologo 1519 km percorsi 122 concorrenti iscritti - 80 moto nella categoria Pro - 23 quad nella categoria Pro - 4 moto nella categoria expert (che coprono il 75% del percorso) - 16 SSV - 24 nazionalità rappresentate (le nazioni top 5 sono rappresentate da Francia 32 % – Spagna 12 % – Portogallo 9 % – Italia 9%)
- 5 donne: 2 equipaggi femminili in SSV + 1 donna co-pilota - 18 anni l’età del co-pilota più giovane in SSV in un equipaggio tutto al femminile composto da madre e figlia - 21 anni l’età del pilota più giovane nella categoria Moto-Pro - 53 concorrenti al via dell’Afriquia Merzouga Rally non hanno mai partecipato alla (43%) - 37 hanno già corso la Dakar ma partecipano al Merzouga per la prima volta (30%) - 32 concorrenti hanno già corso il Merzouga Rally (26%) Classifica Generale Moto Pro Rally 1 Kevin Benavides 2 Stefan Svitko 3 Adrien Van Beveren Moto Expert rally 1 Abdelgnani Ouafi 2 Eduard Lopez Arcos Moto Expert Enduro 1 Maurizio Littamè 2 Valter Parisi Dakar Challenge 1 Daniel Nosiglia 2 Joaquim Rodrigues 3 Reis Gonçalo Quad Rally 1 Clemens Eicker 2 Matyas Somfai 3 Zdenek Tuma SSV 1 Henricy / Bersey 2 Gounon / Michel 3 Labille / Niveau
GI
IRL