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ALBERTO FORATO

Abbiamo raggiunto telefonicamente Alberto Forato all’alba della partenza per la prima gara di mondiale in Argentina. Il ragazzo veneto oltre ad ispirare simpatia è uno dei miglior piloti italiani nella MXGP. Nel 2022 un infortunio non gli ha permesso di far vedere tutto il suo potenziale, motivo per cui per Alberto, il 2023, sarà una stagione importante e siamo sicuri che potrà fare bene. Oggi si presenta supportato ufficialmente da KTM con un mezzo meccanico ancora migliore dello scorso anno.

Ci racconti la tua ultima stagione, e cosa speri di trovare/fare in questa che sta per iniziare?

Sono abbastanza contento di come è andata l’ultima stagione, a parte per l’infortunio alla gamba a metà campionato in un momento dove ero molto in forma e sicuro di fare ottimi risultati: ad ogni modo è stato un anno di crescita per me. Ho imparato meglio a gestire il ritmo dentro e fuori dalla pista, soprattutto ora che il livello è altissimo in MXGP. Ho iniziato ad adattarmi, e a parte lo stop, sono più che contento, in più l’ho fatto su una moto ‘privata’.

Pensi ci sia qualcosa da migliorare dopo gli internazionali d’Italia? Hai mo- strato tutto il tuo potenziale o hai ancora qualche asso nella manica?

Guarda, onestamente spero che vada ancora meglio! Comunque le gare sono andate come preventivato, la moto definitiva è arrivata il venerdì prima di Ponte Egola, quindi è stato tutto un test, ma in fondo queste gare servono a questo. Abbiamo capito dove dobbiamo lavorare e ora siamo pronti per la prima gara del mondiale.

Pensi che il livello tra MXGP ed MX2 si sia assottigliato in questi ultimi anni?

Sicuramente si fa fatica sempre. Adesso il livello in MXGP è altissimo, anche il livello MX2 quando son passato io era molto alto, però la MXGP è unaltra storia: si raddoppia tutto, anche l’intensità, i piloti sono atleti al top, si conoscono, sanno come affrontarsi e sanno come approcciarsi alla gara. E’ un bello ‘step’ da fare. .

Qual’è la percentuale tra moto e pilota? Chi e cosa conta di più?

Senza dubbio il pilota, che fa ancora l’80% del lavoro. E’ vero, in questi anni le moto sono migliorate molto e ti possono dare un aiuto, ma fortunatamente è ancora il pilota a fare la differenza nel motocross.

Dove trovi le motivazioni per andare sempre più forte?

Io vivo per le gare! E’ quello che preferisco in assoluto, me ne sono reso conto quando mi sono infortunato l’anno scorso ed ero fermo in casa, io vivo per le gare, e poi l’emozione che ti da la vittoria è unica, IO VOGLIO VINCERE!

E’ la mia motivazione di ogni domenica. Senza l’adrenalina delle gare non so nemmeno se andrei in moto.

Perchè il numero 303? E’ legato al tuo inizio nel motocross?

Beh, è molto semplice! La mia data di nascita è il trenta marzo quindi il 30/3.

Hai riti pre gara?

No, ho semplicemente bisogno di essere concentrato .

Chi è il tuo idolo? E le emozioni della prima volta che lo hai incontrato?

Beh, uno che ho sempre ammirato è James Bubba Stewart, poi ovviamente alle gare del mondiale mi piaceva Tony Cairoli, però Stewart ha fatto veramente emozionare, ma dal punto di vista dello ‘spettatore’ non sono mai stato un grande fan. Purtroppo non ho mai incontrato Stewart, anche se un giorno mi hanno mandato un video in cui parla di me (ride, ndr).

Parlaci della tua nuova moto: come ti sei trovato nel passaggio da Gas Gas a KTM?

Mi sono trovato abbastanza bene, in realtà il telaio è diverso, però mi sto adattando abbastanza in fretta, ed in più mi diverto molto con questa KTM, il che rende tutto più facile.

In quale altro sport motoristico ti piacerebbe correre se non facessi motocross?

Beh.. intanto il mio obiettivo non l’ho ancora raggiunto, quindi ho ancora tanto da lavorare qui!

E se non fossi crossista, mah... sarei un lavavetri! (Ride, ndr)

L’altro giorno tornando da un allenamento ci siamo fermati e devo dire che a pulire i vetri della macchina sono infermabile, tra l’altro con le mie braccia lunghe non ho fatto neanche fatica, e poi l’attrezzatura costa poco, potrebbe essere una buona opzione.

Tornando seri, non è una cosa a cui ho ancora pensato: sono qui per correre.

Mi hai detto che non hai ancora raggiunto il tuo obiettivo, ci vuoi dire qual’è?

Vincere il campionato del mondo.

Sappiamo che la tua fidanzata, Federica Sezzi, lavora in un team ufficiale come meccanico: è difficile per te?

Trovate il tempo di vedervi anche fuori dalla pista e dalle gare?

E’ difficilissimo, sono proprio due cose che non si ‘prendono’ per niente. Alle gare ‘vicine’ non ci sono problemi, specialmente a quelle del campionato italiano, perché vado in camper e dormiamo insieme. Alle gare del mondiale invece abbiamo diversi hotel, e lei la domenica deve essere in pista alle 7, mentre io a mezzogiorno, quindi ci vediamo solo alla sera lì in pista. Poi il sabato e la domenica lei lavora tutto il giorno, io sono in pista o a riposarmi, quindi non ci vediamo, e quando io finisco lei continua a lavorare sulla moto. Quando siamo fermi dal campionato è un pò più facile, anche se abbiamo sempre i nostri impegni. Comunque non è facile no, ma facciamo il possibile.

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