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Generazione Scenario 2017 un quartetto da tenere d’occhio

I protagonisti della giovane scena/53: tra Bologna e Casalecchio di Reno hanno debuttato, in forma di spettacoli compiuti, i quattro studi premiati a Santarcangelo lo scorso luglio. Protagonisti Valentina Dal Mas, Shebbab Met Project, Barbara Berti e The Baby Walk.

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di Claudia Cannella

Per chi ha seguito, nel luglio scorso, la finale al Festival di Santarcangelo (Hystrio n. 4.2017), ha tifato, discusso e magari votato nella giuria ombra, il debutto dei quattro studi premiati in forma di spettacoli compiuti è sempre un appuntamento atteso con trepidazione. Saranno cresciuti bene o male quei baby spettacoli di cinque mesi fa? Questa volta, due in scena al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno e due a Teatri di Vita di Bologna a inizio dicembre, è bello constatare che i “magnifici quattro” di Generazione Scenario 2017 sono tutti cresciuti, chi più e chi meno. A rompere il ghiaccio è stata Valentina Dal Mas, vincitrice di Scenario Infanzia, con Da dove guardi il mondo?, piccola grande storia di una bambina disgrafica di nove anni, Danya, che lotta per raggiungere il suo “punto di allegria”, ovvero riuscire a scrivere il suo nome. Ci riuscirà grazie all’aiuto della mamma e di quattro amici immaginari, che simboleggiano fermezza e precisione, determinazione e rigore, fantasia e desiderio di scoperta, volontà di raccogliere e unire. Ampie parti coreografate, in cui la Dal Mas è formidabile, e parti recitate, in cui è un po’ debole, caratterizzano un bel lavoro, che approfondisce e sviluppa con coerenza quanto si era già visto nello studio. Rimane solo il retrogusto amaro che dal lieto fine di questa storia siano esclusi la maestra e i compagni di scuola, figure destinate a rimanere ostili o distanti nel percorso di crescita di Danya. Dal monologo al gruppo, ecco quindi I Veryferici di Shebbab Met Project, Premio Scenario per Ustica. Dal magma vitale e squinternato della prova di Santarcangelo emerge una drammaturgia, per quanto semplice e schematica, che inquadra le microstorie, buffe e dolorose, di una banda di ragazzi di periferia in una serie di “numeri” composti da una canzone e da una parte recitata. Il tutto incorniciato da un efficace lavoro di computer grafica a disegnare live gli ambienti della loro vita ai margini. Peccato per il finale, non tanto per il contenuto pessimista (l’impossibilità di integrarsi), quanto per la retorica con cui ci viene somministrato. Barbara Berti, una delle due vincitrici ex aequo del Premio Scenario, ci aveva lasciato tutti ammirati per il rigore della sua ricerca coreografica e per la padronanza della relazione gesto-parola, così come per l’ambiziosa riflessione sul tempo in rapporto allo spazio e al corpo. Il problema era se e come allungare quei venti interessantissimi minuti visti alla finale. La risposta è: venti sono pochi, quaranta sono troppi. Bau#2 è un prezioso oggetto performativo, che si è arricchito anche di qualche barlume di ironia, ma che non va “snaturato” all’inseguimento della quantità. Pena la ripetizione, l’autocompiacimento e la noia. Un eschimese in Amazzonia di Liv Ferracchiati, l’altro Premio Scenario ex aequo, chiude la Trilogia sull’identità della compagnia The Baby Walk con quel piglio intelligente e disarmante, ironico e tenero che già permeava i due lavori precedenti (Peter Pan guarda sotto le gonne e Stabat Mater). L’eschimese in questione è il transgender che non trova una collocazione sociale in un mondo che riconosce solo il maschile e il femminile. Liv Ferracchiati, questa volta anche in scena con evidenti risvolti autobiografici, pone questioni e

cerca di smontare stereotipi e luoghi comuni in contrapposizione a un coro che le urla in faccia all’unisono le sue stolide certezze. Incalzante, intelligente, scevro dalla tentazione del ricatto emotivo o dell’autocommiserazione, è un lavoro maturo e compiuto, al passo con la scena europea nella sua struttura anti-narrativa (procede per quadri secondo il meccanismo del link web). È nata una stella? Si vedrà. Intanto, ora che si è chiusa la Trilogia sull’identità, grande è la curiosità per i prossimi appuntamenti con Liv Ferracchiati e la sua The Baby Walk.★

DA DOVE GUARDI IL MONDO?, di e con Valentina Dal Mas. Prod. Valentina Dal Mas, Valdagno (Vi). I VERYFERICI, di e con la compagnia Shebbab Met Project. Prod. Shebbab Met Project, Bologna. BAU#2 di e con Barbara Berti. Prod. Barbara Berti, Bologna. UN ESCHIMESE IN AMAZZONIA, testo e regia di Liv Ferracchiati. Con la compagnia The Baby Walk. Prod. The Baby Walk, Milano.

GENERAZIONE SCENARIO 2017, BOLOGNACASALECCHIO DI RENO.

Da dove guardi il mondo?; I Veryferici; Bau#2 e Un eschimese in Amazzonia (foto: Stefano Vaja).

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