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teatro di figura
Venti contrari
Dai burattini alle ombre emozioni d'autunno
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Arrivano dal Mare! e Incanti hanno illuminato la scena del teatro di figura. Ospiti italiani e stranieri, spettacoli, nuove produzioni, incontri e premi per mostrare il meglio della creatività del settore.
di Mario Bianchi
Tra settembre e ottobre, ha avuto luogo Arrivano dal Mare! organizzato e diretto dal Teatro del Drago, in Romagna, tra Ravenna, Longiano, Montiano, Gatteo e Gambettola. Il festival ha ospitato quest’anno 40 compagnie per 51 rappresentazioni, mostre, il progetto Burattini con le ali, incontri e creazioni coordinati dallo storico direttore del Festival, Stefano Giunchi, con artisti, compagnie e operatori che lavorano in situazioni di svantaggio. In questo contesto è stato presentato lo spettacolo più emozionante della manifestazione Superabile, del Teatro La Ribalta-Kunst der Vielfalt (Accademia Arte della Diversità), compagnia teatrale professionista di stanza a Bolzano, diretta da Antonio Viganò, costituita da uomini e donne con e senza disabilità. Nello spettacolo, Michele Eynard, Mathias Dallinger e Melanie Goldner, in carrozzella, mettono in scena la loro quotidianità con naturalezza e grande forza espressiva, i loro sogni, la loro difficoltà nel muoversi, ma soprattutto la loro perenne mancanza di autonomia, mai padroni di una propria sana intimità, sempre oggetto di sguardi pieni di pregiudizi e stereotipi. Il festival è stata poi l’occasione per osservare da vicino i molti modi in cui il teatro di fi gura prende forma non solo in Italia. Si sono esibiti a Ravenna anche diversi gruppi stranieri: gli inglesi String Theatre, la danese Sofie Krog e l’artista argentino Horacio Peralta, del Bululu Théatre. Attraverso alcuni numeri di grande maestria, Peralta ha raccontato la sua storia professionale di artista giunto a Parigi dall’Argentina alla fine degli anni Settanta, i suoi esordi come artista per le strade e nelle stazioni della metropolitana, il suo cammino che lo ha portato poi a esibirsi anche in Italia, al festival di Santarcangelo. Arrivano dal Mare! è stata anche l’occasione per riunire insieme due artiste che sono riuscite in modo del tutto originale a connaturare il teatro di figura con la narrazio-
ne: la friulana Marta Cuscunà e la foggiana Daria Paoletta. Di ambedue, fin dall’inizio, abbiamo seguito con entusiasmo il percorso artistico. Marta Cuscunà ha presentato lo spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2009: È bello vivere liberi! Di converso Daria Paoletta ha presentato il suo ultimo spettacolo, Il fiore azzurro, che racconta la storia zigana del piccolo Tzigo, rappresentato da un pupazzo, e del suo lungo ed entusiasmante viaggio di iniziazione (cfr. Hystrio n. 3.2017, pag. 62). In prima è stato presentato Valentina vuole, piccola narrazione per attrici e pupazzi, il primo delizioso spettacolo per ragazzi di un inedito duo formato da Consuelo Ghiretti e Francesca Grisenti, attrici animatrici provenienti da esperienze diverse, con i pupazzi di Ilaria Commisso e le scene di Donatello Galloni che narra ai bambini come sia possibile sconfiggere la rabbia. Altra perla del Festival è stato Il ritorno di Irene di Gigio Brunello e Gyula Molnar, raccontato e animato con garbo e maestria da Alberto De Bastiani, spettacolo da tavolo, dove la piccola e la grande storia si incontrano magicamente in una vicenda legata alla Prima Guerra Mondiale. A vivere nello spettacolo sono letteralmente le case lasciate vuote dagli sfollati di un piccolo paese: la casa di Irene, la chiesa con il suo campanile, la barberia, l’osteria, la farmacia, la scuola, il cinema, il municipio, la stazione, persino le varie abitazioni di tutti gli animali domestici. Tutti loro si pongono in cammino alla ricerca degli uomini e delle bestie che il conflitto ha costretto lontano e che, per incanto, alla fine torneranno, insieme alla piccola Irene. Una storia-simbolo per affermare che la speranza può vincere l’orrore della guerra. Durante il festival è stato proiettato il videoomaggio Io di mestiere faccio il burattinaio (realizzato da chi scrive con Andrea Bernasconi) che, attraverso le interviste a quindici burattinai, ha proposto un percorso all’interno di quest’arte e della sua profonda natura artigiana. E, infine, dopo la consegna delle Sirene d’Oro, il premio più ambito del teatro di figura italiano, ad Antonio Viganò, Horacio Peralta, Marta Cuscunà e alla direttrice del festival di Charleville-Mézières, Anne Francoise Cabanise, tutta la sala ha doverosamente applaudito e ringraziato lo storico direttore del Festival Stefano Giunchi che ha consegnato la sua eredità a Roberta Colombo e al Teatro del Drago.
Torino, a suon di musica
Figurati la musica! È stato invece il sottotitolo che gli organizzatori di Controluce Teatro d’Ombre hanno voluto assegnare alla 24a edizione di Incanti, storico festival torinese di teatro di figura, svoltosi ai primi di ottobre in vari luoghi della città. Per sette giornate, gruppi provenienti, da Spagna, Israele, Portogallo, Germania, Ucraina e Italia, hanno proposto spettacoli in cui la musica ha interagito in modo creativo con il teatro di figura, a partire dal nuovo spettacolo di Progetto Incanti Produce, esito di un percorso laboratoriale affidato a un maestro che lavora a Torino insieme ad allievi selezionati e giunti per l’occasione da tutto il mondo. L’artista russa Anna Ivanova-Brashinskaya, maestro dell’edizione 2017, ha creato insieme ai suoi allievi The Ratcatcher, spettacolo ispirato alla celebre fiaba Il Pifferaio di Hamelin, reinventata in modo immaginifico con l’uso di semplice cartone e oggetti di metallo. In una performance senza parole, attraverso un ribaltamento di senso, i topi, rappresentati da piccoli tondini di ferro musicali, sono visti alla stregua dei moderni migranti e, pur considerati nelle loro innumerevoli accezioni positive, espulsi dalla città. Il Progetto Cantiere, concorso dedicato alle compagnie di teatro di figura ancora giovani, è stato vinto dalla romana Karly Bergmann con La Contessa dei Muschi! un semplice ma pregevole spettacolo di ombre dedicato alla botanica Elisabetta Fiorini Mazzanti. Folta è stata la rappresentanza italiana tra cui due nuove creazioni di rilevante originalità: Butterfly blues dei padroni di casa di Controluce Teatro d’Ombre e Venti contrari di Is Mascareddas. In Butterfly blues, Controluce Teatro d’Ombre ha voluto offrire un originale omaggio a Puccini. A Bruxelles, nel suo letto di malattia, tra sogno e realtà, le ombre palesano al compositore lucchese tutte le suggestioni provenienti da una delle sue opere più famose, Madama Butterfly, che per incanto si collegano alla sua esistenza umana e artistica. Le ombre, nella loro accezione più intima e nel medesimo tempo ammaliante, proposte con assoluta maestria dagli animatori di Controluce, su diversi piani (tele fiammeggianti di svariati colori, grandi ventagli, stoffe luminose che caratterizzano le atmosfere della vicenda), creano un meccanismo scenico poeticamente perfetto, dentro il quale si muovono Antonella Usai e Marco Intraia. La compagnia sarda Is Mascareddas, in Venti contrari, compie invece un’operazione di felice memoria con un particolare e sentito omaggio alle artiste cagliaritane Giuseppina e Albina Coroneo, creatrici, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, di piccole illustrazioni e collage in panno e, con loro, agli altri personaggi che le sorelle costruirono e che qui rivivono ricreati e rimodulati da Donatella Pau. In scena la stessa Pau con Cristina Papinikas muovono a vista dieci pupazzi, cinque figure femminili e cinque maschili, dalle movenze lente quasi sacrali, immerse in un mondo ancestrale, in cui il tempo sembra essersi fermato. Un universo kantoriano, dove ogni personaggio sembra compiere da millenni le stesse azioni e mansioni. Presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani era poi possibile vedere Impensamentadas, le bellissime sculture femminee realizzate da Donatella Pau. La composita formazione degli spettacoli stranieri ha avuto il suo perno nella terza edizione del Progetto Accademia, aperto alle scuole europee di teatro di figura che quest’anno ha visto la presenza dell’Escola Superior de Educação di Lisbona con due rappresentazioni, Reflexos de Dissoxi e Paisagem da memória con allegato un workshop, ma sono stati anche della partita l’israeliano Ariel Doron, il berlinese Transit Theatre, l’ucraino Dekru Quartet e, per un progetto speciale sulla Catalogna, il Chapertons Còmic Teatre e il Besllum Art, due realtà che conducono la propria ricerca nell’ambito del teatro visuale, i primi con un teatro d’oggetti che ha per protagonisti copertoni e camere d’aria, i secondi (Joana M. Pericàs e Pau Caracuel) investigando l’impatto dell’immagine analogica in movimento. Per il Progetto Accademia i due gruppi hanno collaborato con gli italiani Zyp. In collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, infine, la proiezione di alcune delle opere del maestro ceco Jiří Trnka, leggenda del cinema di animazione. ★