Tivoli

Page 1

ì'^^;







^

J

/



Collezione di Monografie illustrate

ITALIA ARTISTICA

Scric

CORRADO

DIRHTTA DA

RICCI.

Volumi pubblicati : 1.

RAV^ENNA

di

2.

FEF^RARA

e

con 138

Cokkaijo Kicci

l'OMPOSA

di

\'I Kdi/.icMie,

Giuskppe

4.

5.

LA REPUBBLICA

NUNTE II

Agn'kli.i.

illus.

Ediz.,

Ili

illustrazioni.

VENEZIA di Pompeo Moi.mk.n ri. GIRGENTI di Serafi.\o Rocco;

3.

con 156

di

con Ilo

l'.diz..

ili

SEGESTA

da

a

illus.

SELI-

E.NKico Mauceki, con 101 illustrazioni.

DI

SAN .MARINO

di

Corrado

Ricci.

Edizione, con 96 illustrazioni.

8.

Ediz., con 116 illus. URBINO di Giuseppe Lipparini. LA CAMPAGNA ROMANA di Ugo Fleres. con 112 illus. LE ISOLE DELLA LAGUNA X'ENETA di P. .Molmenti e

9.

SIENA

6. 7.

II

D. Mantovani, con 119 illustrazioni,

10. 11. 12.

IL

d'ART. Jahn Rusconi.

LAGO

DI

GARDA

di

Il

Ed.,

con lò3

illustrazioni.

Giuseppe Solitro, con 128

Ediz.. con SAN GIMIGNANO di R. Pàntini. PRATO di Enrico Corradini; MONTEMURLO II

di

153 e

illus. ili.

CAMPI

G. A. Borgese, con 122 illustrazioni.

14.

GUBBIO di Arduino Colasanti, con 114 illustrazioni. COMACCHIO, ARGENTA E LE BOCCHE DEL PO

15.

PERUGIA

di

R. A.

Ib.

PISA

B.

Supino, con 147

17.

VICENZA

di

Giuseppe Pettina, con 147

13.

Antonio Beltramelli, con

18.

19.

20.

di

I.

di

134 illustrazioni.

Gallenga Stuart.

II

Ed.,

con 168

ili.

illustrazioni. illustrazioni.

V^OLTERRA di Corrado Ricci, con 166 illustrazioni. PAR.MA di Laudedeo Testi, con 130 illustrazioni. IL VALDARNO da FIRENZE AL MARE di Guido Carocci, con 138 illustrazioni.

21.

22.

L'ANIENE di Arduino Colasanti. con 105 illustrazioni. TRIESTE di Giulio Caprin, con 139 illustrazioni.

24.

CIVIDALE DEL FRIULI di (3iNO Focolari, VENOSA E LA REGIONE DEL VULTURE

25.

MILANO,

23.

De Lorenzo, con 26.

Parte

.MILANO. Parte

I.

II.

121 di

di

con 143 di

ili.

(-iuseppe

illustrazioni. F. F.

Malaguzzi

\'aler!. con 155

Maiagl//i Valeri, con 140

ili.

ili.


Collezione

27.

CATANIA

28.

TAORMINA IL

30.

IMOLA con

32.

di

GARGANO

29.

31.

F.

di

Monografie

di

De Robekto. con

152 illustrazioni.

Enrico .Mauceki. con 108 di

illustrazioni.

A. Beltkamelli. con Ino

LA VALLE DEL SANTERNO

E

illustrate

di

illustrazioni.

Luigi Orsi.m,

illustrazioni.

Ibi

MONTEi'ULCIANO, CHIUSI E LA VAL DI CHIANA SENESE di F. BakCiAOLI-Petricci. con 166 illustrazioni. .NAPOLI,

l'arte

I.

di

Salvatore

di

Giacomo, con 192

ilL

33.

CADORE

34.

NICOSIA, SPERLINGA, CERAMI, TROINA. ADERNO'

Antonio Lorenzoni. con

di

122 illustrazioni.

Giovanni Paterno Castello, con 125 35.

FOLIGNO

36.

L'ETNA

37.

RO.MA. Parte

I.

38.

L'OSSOLA

Carlo Errerà, con

39.

IL FUCINO di Emidio Agostinoni. ROMA, Parte II. di Diego Angeli,

40.

Michele Faloci Pllignani, con

di

Giuseppe De Lorenzo, con 153

di

di

di

Diego Angeli, con 128 151

.AREZZO

di

Giannina Franciosi, con 199

PESARO

di

Giulio \'accaj, con

43.

TIX'OLI

TRADIZIONB Serie

RAVENNA VENICE

lòf)

illustrazioni.

con 155 illustrazioni.

con 160

42.

Attilio Rossi, con

165 illustraz.

illustrazioni.

illustrazioni.

41.

di

di

illustrazioni.

17t>

illustrazioni.

illustrazioni.

illustrazioni.

illustrazioni.

LIXGUA INGLESE

IN

Artistic

Italy

by Corrado Ricci.

by Pompko .Molmenti. Translated by Alethea Wiel,

TRADUZIONE

IN

LINGUA TEDESCA

Das Kunstland

Italien

VENEDIG

von Pompeo Molmenti. Deutsch von F. I. Briiuer. TRIEST von G. Caprin. Deutsch von F. Brauer. DER G.ARD.\SEE von Giuseppe Solitko. Deutsch von F. I.

I

Brauer.


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L

i:

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l

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N

il

DI

MONOGRAl Serie

I'^

-

lE

ILLUSTRATE

ITALIA ARTISTICA 43.

T

1

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ATIII.IO ROSSI

TIVOLI COX

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(.KAI-KIIK

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F.DITOKR

^^

.

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ITTTI

Omcinc

dell"

I

hlRIl TI KISERVATI

Ntituto

It.iliiviio

d'Arti Graficlic

-

Ber<raiiio


INDICE

[^a

città ticUctà classica

.

.

I)i:i.

TESTO


INDICE Chiesa

Francesco

S.

di

trittico rappresentanti S.

Tavola

del scc.

Sportelli di un

Roma: Museo ^~^

— — — —

125

S.

vita di

S.

La

(id.)

.

S.

1

-

porta laterale

Divisione

dell'

.

Aniene presso

città

la

.

Finestra in piazza S. Croce (sec.

W")

l'rammenti

presso

rinvenuti

.

•..-.. ............

Mura

ciclopiche

Olivi

.

.

25,

Palazzi in via del 'Previo

Palazzo Comunale S.

29,

.

...

.

.

....

.

decorazione

della città e delle Cascatelle

142, .

.

Pastori

........

........ — ...

dei Selci

S. Silvestro

Case medioevali

Ponte firegoriano

.

Lucano sull'Aniene

\'ecchio, detto di

11

(la

...

dell'Acquoria .

.

Museo Capitolino

:

veniente

— —

Pio

.

........ —

Arpocrate Centauri

(id.)

.

(id.i

80,

— — Fauni 7o, — — Mosaico delle Colombe ... — — Statua di Flora ..... — Museo -N'azionale — Statua Dioniso — Museo \'aticano — Apollo Musagete (id.)

.

(id.)

(id.)

di

(proveniente dalla --

(id.

Tempio

— —

di

Cassio)

.

.

da

\'iiia

.Adriana)

....

... ......

Candelabro Barberini Niobide (id.i

(id.i

di

Albula

Sibilla

delle Cascatelle,

20

— — — — — —

40

— —

43 137

.

36

35,

37

33

ro4(),

41

Bernini

21

dette

del

ale

97

.

95

98

....

.\cquario

79 68

Filosofi

......

Le cento camerelle Le dieci camere o gli )spedali Mosaici di due delle tlieci camere <

del Pecile

62

83

.

69

....

7S

Palazzo Imperiale

13

..... Pecile .... .

Resti della Biblioteca

82

Teatro (ìreco

SI

Terme

/S

— —

.

72

.

.

.

(>4

.

.

89

.....

71

8b

(Le)

Particolare degli stucchi

75

— Triclinio d'estate .... — — e \'alle di Tempc

75

.

N'iale dei

N'illa

59

X'estibolo

— Porta del — Portico circolare — — della Piazza d'Oro

Cipressi

85

63

.

87 della e

.....

.

88

.

d'Este, con veduta

Carità

51

93 99

2b

Ingresso alla Sala dei

Mura

47

Ponte Lucano

h5

<il

.

........

Villa Adriana

94

38,

— del Colle — — Case medioevali ....... — Maggiore — Finestra medioevale — della Missione — Casa medLoe\ale tabernacolo

39

.

Casa niedioe\

143

9()

16

.

.

45,

Viale dei Torrioni

13b

.

.

141

14

.

.

... \'esta ..... ... Arcensc — .\vanzi di acquedotto

mano

54

48

monte

il

passaggio dell'Aniene

il

della

entro

ajierti

detto della dea Tosse

\'alle

.....

ella

148

'>0

— —

Cascatelle e fontane della i\o metta

159

70

Cavallo

167

Bassorilievo rappresentante Bacco ed

Arianna

— — — —

\'illa

(id.)

rappresentante

Via Campitelli

.\ntinoo (pro-

Villa .\drianaj

Tavola

32 49

55

......

Veduta dell'Aniene da

58

......

50

di Cassio

17

27

Piazza del Kisenaglio

Roma

Catillo per

.134 il

Rocca

Sorgenti dell'acqua

139

Bernardino

Panorama

US

31

53

(

.

134

Sbocco dei cunicoli

Tavola rappresentante

— Torlonia — cortile — — Particolari della

:

115

Tempio

il

(id.)

\'illa

Pietro

di

91

assio)

dalla \'illa di

(id.)

...

(id.)

Urania

9il

6b, 67

(id.l

S. Bernardino

is .

...........

Ercole

Sano

le

.

Mense ponderarie scoperte presso di

Ilo

13S

.

30,

...

delle Sirene

Rovine della

24

.

mense ponderarie Cirotta della Sibilla

— — —

1.^4

la

.

.

sctdtorii

i:s

84

rappresen-

(id.)

Mosaici

Talia

117 14,

(id.)

scultorio con

I.vS

— — L'assunzione della Vergine — — Particolari degli affreschi 120 — di S. Michele e campanile ... — di S. Pietro — L'interno ... — di Silvestro — Affreschi dell'abside — di S. Vincenzo Affresco sopra

d'Iside (id.)

... Frammento Menadi ...... — ....... (id.

affreschi)

— Statua

Mirone

di

- — La Musa Clio — — — Melpomene

nati

(jiovanni Evangelista (partico

lare degli

\'"aticano

Discobolo

tazione di

rappresentante

X\',

Antonio di Padova di S. Giovanni Evangelista

S.

ll.Li;si"l<.\/.|().\I

Ludovico e

....•.••

l'rancesco

1)I-.L1.1

74

Balaustri

(III

jiegaseo

.

.

Cipressi veduti dalla terrazz

150

144


1X1)1(1";

Villa d'Este

Fontana

— — dell'Organo — — — Particolare. .

dei

Draj^hi

1)1-:li.i-:

...

!">''^^

.

........ ....... .

1-^^

illusi

Villa d'Kste

— — — -

1^5

-

1^7 — — in una sala — Fontane 165 — Grotta artificiale — Gruppo della Ronietta ....... 158 — Laghetti 163 — Le cento fontane ... .159 — Ninfeo ....... .151

dell'Ovato

'''>.

.

........

.

.

l''0

k.\/i<

-

>.\i

— l'alaz/.o

.....

.

H') '^

P'acciata

1

Particolare delle pitture

146

Rotonda

dei Cipressi

Scalone che conduce

,

al

palazzo

.

.

.

— — Lato sinistro — Statua di Diana Efesina — N'eduta della Rometta ...... — — delle vasche ........ — Vegetazione delle fontane — Viale dei Cipressi

l')l

14 5 14'>

164 157

162 165 16')



TU' OLI



MU.\

\l'r,l\\\

-

rAl,\/./.i)

IMl'LlllVl.l.

(l'ol.

Gari^iollij.

Xovistiiic locuiii poliorein riirc licito." list

ubi plus tcpcaiit liicmcs

Lcniat et

raliictii

.'

uhi ^;r.itior aura

Caiiis et iiuniienta

efisi.

••kazio,

lA

in

tempi assai lontani ed

Aui^usto,

si

soleva celcl)rare

modo

special

in

terra

la

scrittori

dag'li

tiliurtina

come

Lconis

.-

lib.

.0,

I.

dell' età

che

quella

di

per

mirabile bellez/^a di natura, per abl)ondanza e varietà di prodotti e pt-r

intima virtù pacificativa, vinceva più

fertili

anno

folle

E •del

numerose

di

e

gli

anime stanche colli fuggendo

olivi

le

campi

i

della

Sibilla

Albunea

o lungo

verdi, percorsi

da

le

fra

murmuri

libero entro

delle i

acque scorrevoli,

cuori e

le

i

rive

pometi. le

mobili ruscelli, era dolce sostare alle

aule accademiche ed imperiali.

i

fresche

le

dense ombre del bosco sacro a Tiburno e

sempre

quiete valli ed ])iiì

tem])io

Roma,

allora dalla vicina

della ferxida vita dell' l'rbe. Poeti e letterati salivano

più vivo e

vano

ed

altra città

<>g'ni

conveni\ano

cittadini di ogni stato

presso rantichissimo

rapido Aniene o fra

vigne

confronto

rd

e gli eremi più riposti e silenti. Alla verde chiostra dei olii di Tivoli osrni

vaghe

K

fra

i

sacre

lo spirito delle

e squisite immag^ini

e balzavano le mirabili strofe, che \ennero fino a noi con

allora

i

i-

a

quei

montani

recessi

solitari

muse

gli

e le

alitava fiori-

affetti

jxdlidi ricordi deg^li

amori e delle gioie e delle amarezze, delle virtù e delle colpe delle lontane generazioni. Cesari e patrizi romani, funzionari dello stato arricchiti colle raj>ine delle l<:»ntane Provincie, doviziosi mercanti e condottieri di

ed

artisti,

quando più ardeva

il

r Esquilino, ove non preferissero

colevano riparare

al

rezzo

sole le

negli

ridenti

delle colline di

t-scTciti.

uonu'ni politici, filosofi, banchieri

aristocratici

spiagge 'iivoli,

di

quartieri

del

Celi»»

e

del-

Pozzuoli, di Baia e di Laurento,

nelle

ville

sontuose,

celate

fra

il


l'ANOKA.MA

l)i;i.l.A

CITI.A

K

liKLLI-;

CASCATLI.I.K. (Kot. Moscioni).


CASCATA CKANDi:

(Fot. Moscioni).


ITAIJA ARriSTlCA

i6

verde, presso le sonanti cascate.

La turba innumerevole

intorno agli astri della ricchezza, del di popolare, dalla fine della

di tutti coloro

prima\era

che volteggiano-

mancava ogni anno

potere e dell'ingegniì, non

ombrose falde del

all'autiinno, le

("atillo e del-

l'Affliano. Amici, clienti e parassiti, scaltri avventurieri, pedagoghi ellenici e schiavi,

medici e giocolieri, delle più diverse nazionaHtà, seguivano il

Xè mancavano

raggio della fortuna.

dispensatrici di

negli

campagne

srtOCCO DEI CI.MClll.I

ai

colli

M'KIlil

il

ogni anno recarsi nella

KM 110

IL

.MOMK CMILLd

l'KK

città

ad Ercole

sogno amoroso

di

Properzio, vi

eleganti ritrovi campestri, nello

l'ASSMK.lO

II,

llKI.I.'

co] pretesto delle mirabili

tiburtini

restituire alla pelle del volto e ai denti

Cinzia,

patroni,

come

gioconde

le

lento corso dei vesperi estivi e delle chiare notti.

buite sulla floridezza dei corpi. Così la bruna Licoride,

altri

illustri

e di oblio, ricercate a gara dagli eletti della fortuna per allietare

amore

ozi delle ricche

Alcune traevano

gli

fra loro le bellezze più in voga,

sacra, il

si

per

la

candore più

come sua

della

\irtù

sua

ad

essi attri-

ricorda Marziale, soleva

meravigliosa potenza

s(|uisito del

faceva ammirare,

splendore

ANIF.NE.

come villa,

giglio.

E

la

a Lanu\io nella

d<i preziosi abbigliamenti e dei cocchi dorati, adorni di seriche tende,

di

vaga ed

in

magnificenza fra

un

bril-

lante corteggio di aristocratici amatori.

L'antichissimo tempio sacro alla Sibilla Allninea ed un altro dedicato ad Ercole, di

da

larga rinomanza ambedue, richiamavano a Tivoli innumerevoli pellegrini, che fino terre lontane accorrevano a scrutare nei vaticini della

dea

le

oscure sorti dell'ax-


TIVOLI venire ed a propiziarsi

il

favore del nunic T.o

17

stesso Auv,''usto, secondo

nianze di Svetonio. soleva talvolta recarsi a Tivoli e del

tempio

di

Le acque

iiuivi,

sott(j

le

testimo-

maestosi

i

portici

Ercole, intrattenevasi ad amministrare la y'iustizia. Albiile, sor^^enti

persone con

fama

non lungi dalle pendici prodig-iose

pure

tiburtine, attiravano

jjfran

che ad esse mossero Marco Aft'rippa a costruirvi mnj^nifiche terme, le facevano dire santissime e adorne di splendidi portici e di ot^'ni ])iù ricco ornamento dell', irt<-. Temj)li ed are sor,!^e\ano intorno e (^;p[)i mirmorei eretti da coloro che nelle acque ristoratrici folla di

la

di

lilUUTA

avevano ricuperato

la salute

llKI.I.K

virtù

sanatrici

attribuite,

SlltE.NE,

([•"ot.

ed opere pregevoli e statue e ricordi votivi

LTna vasta biblioteca, edificata presso

il

tempio

di lìrcole e

tenuta

li

Moscioni).

abbellivano.

in altissimo

pregio

grande numero delle opere i\i raccolte, richiamava anche da Roma gli studiosi per consultarla. Kd è facile immaginare poeti e letterati e filosofi ed uomini politi<M ed eleganti oratori dell'età di August<~>, darsi in essa convegno ed intorno a (."ilnio per

il

^^ecenate raccogliersi

il

fiore del geniiì latino e correre sulle labbra

Virgilio e di Orazio e brillare la fine arguzia

maturarsi

i

disegni che prepara \ano la storia di

Così vasta affluenza di

x'isitatori

aceendersi

dispute

nuovi cinti

di

platoniche

e

Roma.

e di ospiti, richiamati dalla prossimità di

dalla favorevole natura del clima, dalla squisita

cura, di studio e di

ed

i

amenità dei luoghi e da

culto e dal gusto della moda,

condusse

la

città

di

Roma,

ragioni Tivoli,

di

nei


CROIIA

DKI.I.A

SIHIII.A.

(l'ot.

Anderson).



IJAI.IA

20

Neiranticliissima colonia sicula

cosmo,

si

caratteri peculiari della

i

un

ad

primi due secoli dell'impero,

ARTISTICA

vita

romana:

eleganza e

la

corruzione

menti e degli arredi domestici,

la

sontuosit:'.

privati, la raffinata

i^rado

miral)ilo

di

rifletterono allora, ci^me

costumi,

una

specie

degli

edifici

in

bellezza

la

dei

prosperità e di splendore.

lo

sfarzo

di

micro-

pubblici

degli

e

abbiglia-

dei pubblici spettacoli, delle feste e dei

conviti, la brillante fioritura delle lettere e delle arti.

Grandi templi e ed

portici

sacelli

e boschi sacri e sepolcreti monumentali, pubbliche ternit-.

anfiteatri, edifici dedicati

agli studi

td agli esercizi del corpo,

iMjMii Giu.(;oi;iA.\o.

alto

grado

di

magnificenza,

innumerevoli case

(Fot.

di

campagna ed ogni

bellezza della natura, con cui k- opere dell'uomo mirabilmente della piccola città laziale in quei lontani tempi

più

offriva alle

nv.ndo,

i

il

si

Anderson).

più

fertili

dehcata

componevano, fecero la dolce

dimora, che

anime senza conforto o pensose o stanche del lungo andare per

semplici allettamenti delle

])iii

.soggiorno particolarmente caro alla

rappresentanza della società romana. lùl era insieme

eletta

ville del

campagne,

l'intima

le vie

del

pace dene selve e d^i

monti, delle acque limpide e canore, fmati. nei quali

si

la squisita poesia degli orizzonti solenni e sconsentiva palpitare l'anima possente di Roma e si scorgevano i suoi

tenui profili azzurri!

Più della insigne Rodi e

mare,

di

di Alitilene e di

Efeso e

di Corinto,

Delfo, gloria di Apollo, dei campi tessalici, di

Atene

sorgente dal dupliice

invitta e di

Micene e


viiiLiA

hi:i.i.i:

CASCATILI

L-.

i>i:rn;

dm.

I'.lknim. (,I''ot.

Moscioni).


il

allora alla fantasia di Orazio

Argo, Tivoli appariva

di

ARTISTICA

riAl.lA

22

porto solitario e sicuro ove

come

molesta

ogni

quieta vasi

la

serena terra dell'oblio,

cura e

la travagliata

nave

della vita poteva raccogliersi al tramonto, lontana dalle tristezze e dalle vicende dei

mari percorsi.

Oggi di tante mirabili testimonianze della passata grandezza di Tivoli assai poco rimane. E da per tutto, nella città, come nei suoi dintorni, appena alcune lontani fasti e lo splendore di un tempo? rovine narrano ancora malinconicamente Interminabili piantagioni di ulivi ora rivestono di una grigia, uniformo cintura i

i

LE CASCVTKI.LK

fianchi dei colli

tiburtini,

già

IH TIVOLI

sparsi

di

superbi

voluttà della vita e cr)n ogni lusinga della del

tempo cancellò anche da quella

opere più possenti e tenaci.

E

ACQUAI- OH IK DKL

dei

marmi

Fra

i

più notevoli il

i

lieve

per

i

orma

rottami dei sontuosi

riparano

le

nuovi canti dell'amore e della

monumenti

di

Tivoli, dei

ricordo del loro antico splendore,

il

più squisite

le

i

fuggevole,

dominatori

triclini,

do]

umana

quali è giunta

le

solchi le mutilate

mandre selvagge letizia

tocco

L'instancabile

spesso l'umile aratore raccoglie tra

delle valli, che già ripeterono gl'inni dei

sportano oggi lontano

traccia ed

come una

terra,

finissimi, di pitture e di avori,

monti e

eretti

bellezza e dell'arte.

effigie di grandi progenitori a lui ignoti e fra di

edifici,

l'IliA.NKSI.

già adorni gli

echi

mondo,

tra-

e

!

sino a noi

più insigne per bellezza

zione e per alta rinomanza fu quello consacrato ad Ercole Vincitore,

il

qualche

di

costru-

nume

tutelare


I.E

CASCATI

II.I


riAl.IA

24 della

Le

città.

testimonianze

ARTISTICA

diovenale

di

e

Strabene

di

fanno

ci

concepire

poteva

un'alta idea della tn'andiosità e della magnificenza deWIfcracleio// tiburtino, che

sostenere

confronto con l'insigne tempio

il

Fortuna

della

glianza di questo aveva un oracolo grandemente venerato

annesso

al

tempio un collegio

di sacerdoti.

Conteneva

a

Preneste

presso

altresì

un

gli

ed

a

somi-

Era

antichi.

^/r/v//-/?////,

le cui ric-

chezze, insieme con quelle tolte dai templi di Giove Capitolino, della Fortuna Anziate, di

Giunone Lanuvina e

•e?*.

M

Xemorense,

Diana

di

''•^<:

" '^^-. .:'^i

ir

l)IVI>;|O.M-:

sostenere la guerra contro

•^^^^''^^'^^'.v^^^ì^

DKLI.'ANIKNK l'HKSSO

Antonio.

l..\

l'importanza e la fama.

amministrare 1

)a

Ed

che cingevano la

giustizia,

queste notizie

('•

CITIA.

una grande

Di

agli edifici del tciih iios di Ercole, ci lui lasciato

vasti portici

per

da Ottaviano adoperate

furono

il

annessa

biblioteca,

ricordo Aulo Gellio,

infine dalla testimonianza di Svetonio il

sacrario del

nume

dimore che

nelle frequenti

dato pertanto arguire

maestosa imponenza del gruppo

di

soleva

edifici

la

Augusto

che

parimenti

ne loda

sappi^imo che

nei

intrattenersi

ad

egli faceva in Tivoli.

vastissima estensione del tempio, la

che lo componevano,

lo

splendore delle sue

opere d'arte. Tuttavia l'opera del ral)ile

tempo

e degli

uomini

si

abbattè su di esso con tale ineso-

furia devastatrice che ogni traccia della sua antica struttura

lungo tempo ne rima.se incerta scrittori di

memorie

la stessa posizione topografica.

scomparve e per

La maggioranza

degli

tiburtine ritenne che esso sorgesse nella parte occidentale della



ITALIA ARTISTirA

26

stesse del tempio, venne costruita la non chela ristrettezza dell'area che, secondo tale opinione. tempio avrebbe occupata, non jiermetteva di attribuire alle sue dimensioni il largo

città,

nel luogo

dove più

tardi, sulle fondazioni

cattedrale di S. Lorenzo. Se il

sviluppo che esse ebbero.

Già il

Xibbv aveva espresso

il

il

appartenere anche

tempio dovessero

Mecenate, che scorgonsi sul

villa di

gruppo

giudizio che al le

ciglio

formavano

che

di edifici

grandiose rovine, note come

estremo della parte occidentale

Ed

invero

monumenti

Tivoli.

di

testimonianze di molti

le

epigrafici

questi ultimi

nuti in

della

resti

i

ed

rinve-

artistici,

anni fra

rovine

le

pretesa villa mecenaziana. hanno pienamente ed indubbiamente confermato l'opinione del valente archeologo romano.

della

tempio sorgeva

Il

tale della

romana,

nura

sul colle occiden-

sporgente verso la pia-

città,

ed

l'area

attualmente

drale.

Grandi ripiani

da

portici,

raggiungere

congiunti

Fortuna

forti

dislivelli

atrio, cinto

alte

in Preneste,

del

fra loro

da larghe sca-

a somiglianza di quelli

lee,

ad

ricoperta dalla catte-

cripto-portici e

della

una

per

estendevasi

vastissima superficie fino a

suolo.

del tempio colmavano i

Un immenso

da un doppio quadriportico

colonne

di

ordine dorico-pestano.

sorretto da gigantesche

sostruzioni, che

vedono ergersi quasi a picco sulTAniene, formava 1" inin parte

ancora oggi

si

si

accedeva

di cippi

marmorei,

gresso del tempio, al quale

per l'antica via tiburtina. VI\LE DEI TOIIIIIOM.

Una numerosa serie

(Kot. Radiciotti).

alcuni integri ed altri spezzati, recanti

cursus Iionoruni di vari ragguardevoli personaggi

romani, che

avevano

rivestito

il

le

cariche di airatores fani Ilcrcidis Victoris, di Avgustalcs Hcrculanei e di patroni del

municipio .strano

di

Tivoli,

vennero recentemente scoperti nell'area del quadriportico e mo-

come un grande numero

ne decorasse .Sui

i

lati

di statue onorarie, innalzate

vasti ripiani intercedenti fra

il

i

magistrati,

illustri

quadriportico d'ingresso e la cella del tempii»,

oggi ricoperti dalle fabbriche e dalle case che occupano distrilmiti

a quegli

sontuosamente.

vari edifici annessi al tempio:

le

abitazioni

la

regione del Colle, erano

dei

sacerdoti,

il

tesoro, la

dove venne poi innalzata la chiesa di S. Lorenzo, sorgeva la cella del nume. Prima del generale rifacimento che la cattedrale ebbe sul principio del .seicento, sopravvivevano biblioteca. Infine nella parte

estrema

e più elevata del sacro recinto, nel luogo

ancora dell'antico tempio molte importanti vestigia, come ne più antichi scrittori di

memorie

tiburtine.

Fra

questi lo

Zappi

fanno

testimonianza

afferma

che

ai

i

suoi


rT\'< t("ni])i

n(il;i

antica sai^rcstia

(1<

Ha

esistevano

diitsa

tempio di Krcole e notevoli avanzi di un da colonne antiche di ordine corinzio. Molte

di

])eristilio

trenta

con

colonne

og.u'i

non rimane

rotonda, costruita in opera reticolata

un

not(\ole

esso

di

nuo\-o

altre

contrilnito

sostenuto

scomparvero

nella rico-

una parte

che

nell'età augustea.

della cattedrale. Alcuni importanti a\anzi

[ìortarono

di

a])partenenti al

])arimenti

fornici,

(jueste ])re/,iose tracce del vetustissimo sacrario

struzione della chiesa ed

scoperti,

27

r. I

>

che vedesi dietro

i)arti

del

ed

la

tribuna

recentenn-nte

t<-m]Jio.

storia

alla

cella

dell'antica

alla

conoscenza

-^^•S^-

rs^

dellinsigne monumento. Jn uno sca\'o praticato nelle vicinanze

chiesa di

della

San

l.orenzo vennero in luce infatti una wasta aula, lastricata con tavoloni di travertino, nella quale

trovarono ancora nel loro

si

sostenute da trapezofori, ornati

di

fregi

sito originario

c<m

due grandi mense ponderarle

e con

tirsi

clave,

basi

e

di

statue e

pezzi di rivestimenti marmorei, capitelli ionici ed

marmo,

in

coperto

di

cui

sono

scolpiti finissimi

un elegante pilastro rettangolare di ornati floreali ed una figur.i di Ercole barbato,

lunga tunica, nel tipo che forse rappresenta\"a

(|uello speciale dell'

/A/'(7//^'.s"

V/c/or Tibìirs.

Cosi è dato ogoi, con l'aiuto degli antichi scrittori e delle vestigia ancora sujhtstiti,

ricostruire idealmente l'aspetto gei.erale del

grande

/A/v.v/^Vir

//

tiburtino. Noi pos-

siamo cosi rappresentarci

la

toniche, la magnificenza

delle sue innumere\'oli statue onorarie, la sontuosissima de-

corazione

di

marmi

grandiosità e

preziosi, di pitture,

di

la

bellezza delle sue diverse opere architet-

stucchi,

la

ricchezz.i

ed

il

pregio

della


ARTISTICA

ir.M.lA

28 suppellettile sacra.

Ed

è facile

apparire, a chi traversando

e poteva

scori,'-erlo

da

immaginare pianura

la

come

lunoi.

sorcfente nell'azzurra cintura dei

Due

maestosa bellezza in si appressava alla

la

Rc^ma

un' alta e bianca

selva

di

esso

doveva

città di

Tiburno

cui

colonne e

di statue,

nK^nti.

monumenti, cretti sull" antica acropoli tiburtina. ebbero sorte quella toccata al tempio di ]{rcole e, sebbene molto danneggiati dal tempo.

altri

niii,diore di

di

insig-ni

WA.N/I

liKI.

IKMI'li]

iJl

KUi;(ll,F.,

(Fot.

I.

l.

d"Aiti Grafiche).

presentano tuttavia ancora oggi due sriggi cospicui dello splendore architettonico della città, nei

sioni,

felici

l'uno di

della rupe,

anni della sua maggiore fortuna. S(jno due templi di non vaste dimen-

forma

ai

circolare,

cui piedi

le

l'altro c|uadrilatera,

che sorgono sul margine estremo

acque dcirAnionc scorrono precipitando

sonoramente

in

oscuri burroni. I*'ra

gli

archeologi e

terminazione di

cjuesti

gli

scrittori

tihurtini

alla

de-

essi consacrati.

Xel

è antica controversia intorno

due templi e delle divinità

alle quali

erano


r

passato Sibilla

si

crt'(l(ttc

Albunea,

di

onoravasi

di

^Ulnmiac

LI

antico simulacro, trasportato sul di

^9

lornia (infoiare

ri s('Htui/is

Orazio, e

ili

Lattanzio, che ricorda

come una dia presso

Altri credettero

\'C)

ri(M)nosct'rc in ciucilo di

la doìinis

opinione l'attestazione

I

le rive

di

dell' Anien*-,

si

(|uella

d<ind«-

tempio

il

sibilla

stato

sepolcro

il

Lucio

(

iellio;

altri

cui

un suo

tratto j;

di

alla

di tal»-

con

culto

il

era

Campidoj^dio.

ric^onoscervi

sacro

prtsc a sostegno

g

inline

il

tempio

dedicato ad Erc<)le Sassano.

alla

Se non che l'opinione ]3rev;ilente e g'incralminte accettata, dea \'esta. della quale si sa che elìln- culto antichissimo

MK.NSI. l'uMiKl;\riII-;

testimonianze l'edificio,

Esso

di

SCoPKIUK

documenti epigrafici rinvenuti

II.

IKMI'IO

sul

III

'I"i\-oli

il

tempio

Xun-.erosc

KltCllLK.

luogo e

la

forma circolare

del-

proprio dei templi sacri alla vergine dea. confermano tale opinione.

veime

innalzato verso gli ultimi tempi della repubblica, sopra

ordine di grandi sostruzi(»ni, a tra\erso le

acque dell'Aniene prima

lo

cingeva un elegante

corinzio,

I'IIKSSO

attribuisce in

di

le i|uali,

un doppio

entro alcuni condotti, forse passavano

formare l'antica cascata. Era a forma circolare e perittero;

jxristilio

crimposto

di is

delle quali solo io sopra\vi\'ono.

colonne

Lungo

in travertino scanalate, di

l'architrave ricorreva

ordine

un fregio

deli-

da tenie e conteste di spighe di grano, di grappoli d'uva e di frutta. L'antica copertura del tempio oggi più non esiste, ma è facile pensare che essa fosse formata da una bassa volta sferica. catissimo, ornato di bucrani, di rose, di patere e di ghirlande, cinte

4


ITALIA ARTISTTfA

30 a somiR-lianza di quelle con cui

La

i

Romani

si)levano

cella interna, costruita in opera incerta di

Xel mezzo

talr

.genere

di

edifici.

ancora abbastanza conscr\'ata.

un tempo il simulacro marmoreo della dea. Qualche afferma che esso venne scoperto fra le rovine e trasportato nella

di es'^a era innalzato

scrittore tiburtino

lliAMMKMI

villa

ri(-o])rire

tufo, è

Estense,

come

SDIl.KHill IU.NM..M

statua decorativa.

nome

II

l'KKSSU

il

municipio

nei ])rimi tem])i dell'impero,

di

'ri\-()li

MKNSK

Una frammentaria

del sacrario ricorda

di

I.K

l'ilNDKKAIUI':.

iscrizione posta nell'architrave

L. dcllio, illustre jx-rsonnii'^'io il

(|ualc

X<1 medir) evo, senza che possa con certezza determinarsi antico monuinento,

come

cristiano e sull'altare

molti

dove per

pubblici lun.ufhi

seco

edifici li

le

romano,

ne curò forse

romani,

la

curatore

il tempo, anche venne convertito

antiche tjenerazioni

del

restaurazione.

latine

questo al

culto

portarono


TIVOl.I tributi

sacrifici

(li

e di offerte alla casta

propiziarono alla Verdine cristiana

Xon

è

31

dea dei focolari domestici, novelle

!

minore l'incertezza che

circonda

la

storia

dtll'altro

suH'arcc tilnirlina, presso quello di \'esta, convertito anch'esso

KKAMMKMI

S. Giorgio.

Alcuni

lo

tina.

altri

infine

SCI LTOllll

ItlNNKM

11

come

altri

lo

quello

riconobbero

innalzato

tempicj,

chiesa,

in

<ledicata a

l'IlKSSO l.t MK.N>K l'Ii.MiKIt MllK,

ritennero ct>nsacrato a Drusilla.

Caio Rubellio Blando,

j^enera/.ioni

come

il

sr.rella

di

Calig-ola.

celebre tempio

eretto a Tiburn<\ ricordato

da

dal console

della Sibilla tibur-

Orazio, da

Stazi.,

e

da Svetoni<\ La mancanza di documenti epigrafici relativi ad esso accresce la difficoltà della sua certa determinazione e non senza qualche riserva può seguirsi l'opinione più diffusa che lo identifica con il vetusto sacrario della Sibilla Albunea.


ITALIA ARTISTICA

32

(Fot.

.MKN.sk l'OMiKItAIUK.

La sua costruzione

risale

con molta probabilità

ha torma

siipra grandi sostruzioni di tufo;

all'

rettilineare e

età

sillana

riproduce

Giirj^iolli).

riposa anch'esso

;

il

tipo vitruviano

del pseud'j-perittero prostilo tetrastilo. LLi infatti quattro colonne di ordine ionico sulla

fronte e sei di lato, in parte internate nel

per sette gradini.

tempo e

Anche questo

ciò che di esso

edificio

muro

quale

ascendevasi

soffrire dalle

ingiurie del

della cella,

ebbe non

poco a

alla

rimane è appena sufficiente a darci una esatta

idea

della

eleganza delle sue forme e della finezza della sua primitiva decorazione.

Ad

accrescere la singolare bellezza di questi due insigni monumenti,

dell'arte

si

congiunse

in essi

con quello incomparalMle della natura

i'.udacemente sul ciglio deiracropoli, avevano intorno

la \'erde

sparsi di boschi e di poderi, ÌDiancheggianti di piccole

sontuose. Nel basso,

ai

case

il

circo.'^tante.

corona dei monti di

prestigio

campagna

e di

piedi dell'alta rupe, le acque dell'Aniene precipitavano

reggiando entro l'oscuro baratro

sotto.stante, in

una

.serie

di mirabili cascate

Eretti

tiburtini, ville

rumo-

spumose.

notevoli monumenti .sacri e profani, che un tempo abbellivano la città non avanza ormai più alcuna vestigia e solo dalla menzione che di essi fece qualche poeta latino e con la testimonianza di alcuni documenti epigrafici è dato

Di

di

altri

Tivoli,

rono.scerne l'esistenza. CV)sì

verso

di

si

ha memoria

di

un tempio eretto a Giunone Argiva.

Ovidio, che, nei Fasti,

particolare, ricorda,

oltre la selva

fra

i

luoghi dove la

Ne

glaucopide

fa fede

dea

qualche

aveva culto

Aricina e Laurento e Lanuvio e Prencste, anche la


VO

TI

IK.MI'IO

città di

Tiburno. Xella iscrizione

dell" attuale

chit'sa di

(ìiunone Argiva chiesa sorgesse

il

il

S. Biagio,

ItKI.I. \

L

33

I

un basamento

di

è ricordato che

il

statua,

di

rinvenuta nei dintorni

proconsole C. Pjlando

consacrò a

suo simulacro; donde è possibile arguire che nei pressi

di

cjuclla

tempio della dea.

Parimenti, da alcune iscrizioni scoperte nelle vicinanze della piazza

del

'J'revio

può desumere che in quella regione sorgesse un sacradedicato a Diana. Xella moderna chiesa di S. Andrea, che si ritiene costruita

e da un passo di Marziale, rio

Moscioni)

il-i>t.

Milli. I.\.

sulle

fondaiuenta di esso,

si

frammenti

alcuni

di

colonne

marmo

di

cipollino,

che oggi

monumento. Nelle vicinanze di cjuesto dovevano pure trovarsi le terme tiburtine, come rilevasi ila una epigrafe rinvenuta sul luogo, attestante le opere fatte da F. Mecio (ìracco ad ornamento dei sono nella navata centrale, appartennero

pubblici bagni.

E

forse appartennero

alcune grandi colonne con eleganti alla luce nel

Si sa

Era

forse a f|uel

a quegli edifici alcuni resti di opera reticolata,

capitelli

corinzi,

vari

marmi

e

due statue venute

\"i<, presso la ricordata chiesa di S. Andreii.

che anche

altri

nuiui ebbero culto in

fra questi Ercole Sassano, diversa

e (liove e Nettuno, ricordati solamente vinità orientali

ebbero

Mitra, al ()uale

vennero consacrati

in Tivoli

Tivoli

personificazione <la

spelei, a

e

prima

somiglianza

di

di

templi

e

Anche fra

quelli

i

culti

queste

romani,

are.

di

nuiue tutelare della

di-l

(|ualche epigrafe.

seguaci e sacrari,

stano iscrizioni recentemente scoperte.

ed onore

città

delle

l'oscuro

come

di-

dio atte-


riALlA ARTISTICA

34 Oltre quelli urbani,

Una

geni delle fonti e delle selve.

lungo nitcà

lapide

numi

scoperta

nella

Carciano. ricorda un jiiccolo tempio

la via

territorio tiburtino

ai

minori e rustiche,

are. consacrati alle divinità

ed

sorgevano nel

edifici sacri

altri

contrada

e

detta

ai

Pussiano.

innalzat<ì a Proserpina,

ivi

sacelli

campagne,

tutelari delle

divì-

la

avanzano del sandea Bona, la benevola dea,

misteriosa delle occulte t-nergie terrestri. Alcuni resti invece

monte Affliano

tuario dedicat<i sulla .sommità del

che accresce

i

alla

prodotti della terra e la ricchezza degli uomini, ed

all'antichissimo Tauno.

si

tributaron-^. fra liete feste campestri,

alla

sacrifici

come

quale, di

ed

capri

offerte di latte e di vin«>.

Nel medio evo.

i

chiesa dedicata a S.

monaci Cistercensi costruirono fra (judlc rovine una piccola Panfilo, anche essa distrutta. Ed oggi sull'alta vetta solitaria, in

sconfinati piano laziale, digradante verso

vista dello

fusamente, fra

cespugli ed

i

i

frammenti

rovi,

misere vestigia dei nostri

cristiani,

di

il

mare, giacciono a terra con-

antiche colonne e di archi e di altari

abbattute dall'urto infaticabile del tempo.

culti,

sacro molto notevole per la buona conservazione con cui giunse

Un monumento

sino a noi, per la singolarità della sua struttura e la eleganza delle forme

quello

è

che sorge non molto lontano dall'antica porta tiburtina, detta Porta Oscura, e noto volgare di tempio della Tosse. L' edificio costruito nei bassi tempi, in il nome

con

opera mista irregolare, ha forma rotonda coperto da una bassa volta

grandi finestre

ed ha

;

le

otto larghe

nell'intt'rno

destinazione di questo edificio e

nell' interno

gli

nicchie.

lo ritennero

Tosse, a scongiurare le insidie di quel

alla

Oscurissima

un

male,

:

è

ri-

riceve la luce da alcune

;

r

la

primitiva

hanno

e gli archeologi

storici tiburtini

più disparate opinioni su di esso. Alcuni

dedicato

ed ottagonale all'esterno

con un oculo nel mezzo

sferica,

santuario

espresso

propiziatorio

ed ( opinione

molto an-

tiquata e non sorretta da documenti di sorta altri un sepolcro della famiglia Tossia che ebbe possedimenti nei dintorni del tempio altri dedussero da un'epigrafe rinvenuta nelle vicinanze, che fosse un piccolo tempio dedicato al sole altri infine, forse con maggiore fondamento di verità, lo identificaronci come un Inilliiiii, piccolo san;

;

;

tuario cristiano edificato verso

La

efficacia curativa delle

quarto secolo.

il

che sgorgano

acque Albule,

da

alcuni piccoli laghi,

non molto lontano dall'antica ^ia tiburtina, era grandemente apprezzata, così da far loro atnoto che M. Agrippa, per comodo del popolo di

nei piani sottostanti ai colli di Tivoli,

già conosciuta dai tribuire

Roma,

il

vi

Romani

e da essi

di santissime.

aveva

fatto costruire sontuosissime terme, nelle quali

peratore Augusto soleva recarsi, edificio

marmi

tarono a

Roma

(juivi

ricorda Svetonio,

vt-nuti

che

alla luce,

per ardornarnc,

l'unij

il

i

i

sovente

lo stesso

magnificenza

Della

imtale

di

ed

grandiosi ruderi superstiti

i

pontefici Paolo III e (ìiulio 111 traspor-

palazzo Farnesiano e raltr«j

la

sua

villa sulla

Maminia.

La grande venerazione esse anche onori fatti

come

termale ancora oggi sono prova manifesta

finissimi

via

E

nome

presso

le

di

culti

fonti delle

in cui le

speciali.

Apollo,

come

il

Un

piccolo tempio dedicato

ad

Igea, sorgeva

in-

acque salutari e ad esso appartenne una pregev^ole statua

della dea, scoperta in tjuei luoghi

Anche

Albule erano tenute dagli antichi fece prestare ad

nume

e

trasportata

quindi

nel

tutelare di ogni prosperità,

piccolo sacrario, dove era venerato nel tipo di

Ap

)llo

Museo Pio-Clementino.

vi

Licio e

ebbe

l'onore

di

dove forse era a

un lui


ii>\pio ni

vrsiA.

l-'llt.

MuSCIODi).


ITAllA ARTTSTirA

36

innalzata la bella statua quasi colossale, rinvenuta presso

Museo

le

Albule e trasportata nel

Capitolino.

Di

altri

quei

luoghi ad

rinvenuti.

Sappiamo

culti prestati

documenti epigrafici

ivi

rata e che un collegio di

in

le

detto uella dea tosse.

acque Albule godono

curativa che esse posseggono

namente

in nulla ricordi

affollato

da gran numero

lo

così che la

è

memoria

soltanto

in

dea egizia Iside era colà vene-

sacerdoti era annesso al tempio.

ti:mi'io

Anche oggi

divinità

altre

;

di

(Fot.

I.

meritata notorietà, per

1.

d'Arti Gralìclic).

la reale

efficacia

e sebbene \o stabilimento balneare ivi costruito

moder-

splendore delle antiche terme romane, è tuttavia anche esso

acque sono derivate per mezzo fatto costruire dal cardinal Ippolito d'Este, da due piccoli laghi, di persone.

Attualmente

le

un canale artificiale, Regina e delle Colonnelle, alimentati dalle ricche sorgenti delle Albule. Bizzarre concrezioni, formate dai depositi delle acque solforose, emergono qua e là di

detti della



ITALIA ARTISTICA

38

SOlìCKMl liKl.L'ACnlA

AI.IJILA.

(l'ot.

sulla superficie, color di cobalto, dei laghetti, riv-estono

bacini,

i

1.

I.

margini dei

d'Arli Grafiche).

canali, dei vasti

delle piccole cascate costruite nell'interno dello stabilimento. Nella

circostante, brulla, deserta,

tamente,

le

dove

le

cavalle e

le

campagna

giovenche selvaggie pasturano stenta-

acque cernie, scorrenti verso l'Aniene, fra

le

rovine delle antiche terme,

un vago mormorio e pongono una che contrasta vivamente con l'aspetto desolato e triste

dei piccoli templi e delle ville romane, diffondono

nota di gaiezza e di poesia, del paesaggio.

Oltre gli edifici dedicati al culto dei numi, erano numerosi nel territorio di Tivoli i

sepolcreti gentilizi. Alcuni fra questi,

vano dimensioni di edifici, a

e bellezza

come

la

tomba

Un

veramente monumentali.

di

]\I.

Plauzio

Lucano, ave-

saggio notevole

di tal

genere

bastanza ben conservato nella sua struttura generale, è quello che vedesi

ancora oggi, sulla strada dell'Acquaregna. non molto lontano dalla

città.

È

di

forma

da una bassa cupola; un tempo un ordine di colonne disposte intomo ad esso doveva completarne la sontuosa decorazione. Fra già in antico ritenuto

circolare, ricoperto

come il sepolcro di Tiburno, il fondatore della città ma una lapide trovata nei pressi del monumento induce a riconoscerlo come quello del medico Caio Auftstio Sotere. ;

Un

altro rudere di sepolcro trovasi

non molto lontano dal ponte (IcH'Acquoria

nelle vicinanze dell'antica via Tiburtina e venne, senza

Lucio

Cellio.

troppo fondamento, creduto

di


T V r) L I

SulLi

\'i;i

X'alcria,

l'aiuici

39

I

str.ula coiisi ìlare,

clic

coiKlucf nei paesi della Marsica,

venne scoperto un altro sepolcreto a forma (juadrilatera, <li j^randi camente ornato di marmi e di pitture, cnme si può arj^ruire daj^'li intonici ad esso. Si credette di riconoscere in (|uesta tomba ([uella re (li Xumidia. che tratto prigioniero dai Romani, vn-nne reley-ato

diniensifìni

avan/.i di

ric-

rin\enuti

Siface,

in Tivoli,

<•

il

vinto

ed ebbe

una \illa nelle vicinan/.e di {|uesto nìonumento. Ma è t'orza riconoscere che nessuna prova sicura si può addurre a sostes^'no di tale opinione. Xei ruderi di un antico sepolcro di forma quadrata, che scor^^onsi sulle falde del colle dt)ve un tempo sorg'eva la villa di Ouintilio \'aro, non lunjj;"i dalla nKjderna chiesa di Ouintiliolo, la

bellissima sposa

gli

di

Cinzia. Narra infatti

il

storici tiliurlini

Apollinare, chi'

poeta che

ramente amata, era morta

era stata sepolta e che su di

incidere

un breve

la

in Tivoli e

epitaffio, ilic

credettero di riconoscere

la

musa

di

leggiadra donna,

lungo

una colonna

la

la

tomba

Properzio immortalò col dai

capelli

d'oro,

da

di

r)stia,

nome Ini

di

tene-

spumose dell'Aniene, tomba di lei egli aveva fatto

via, pressi) le rive

eretta sulla

per memoria della cara estinta: tiburtina lacet aurea Cyntliia terra:

Accessit ripae laus, Aniene,

tiiae.

Elea.

7,

Uh. IV.

I

ii'.iiKMi

iiKi.L' \<;<ji\

\i.i;ii.\.

(Fot.

I.

I.

J'Arli «.lai.Uc


IT.

40

Ma

il

più importante fra

MIA ARTISTICA

miMiuinenti sepolcrali

i

di

Tivoli

uno

(-d

dei più note-

genere che dall'antichità giunsero fino a noi, è quello di M. Plauzio Silvano e della sua famiglia, innalzato lungo l'antica via Tiburtina. a poca distanza dal ponte Lucano, Il grandioso sepolcro, al quale accrescono importanza le numerose vicende che nella storia medioevale di Tivoli sono ad esso collevoli fra tutti gli edifici di tal

gate e l'eccellente stato di conservazione, molto ricorda nella sua struttura e nella sua bellezza la tomba di C. Metella, sulla via Appia. Venne costruito nell'età di Ti-

II.

l'ONTK

LUCANO SLM/

AMKM

(l''ot.

Alinari).

borio in pianta circolare, con grossi parallelepipedi di travertino: un alto recinto

forma quadrata

lo circondava,

ornato

nella parete e di nicchie fatte per

famiglia Plauzia,

ivi sepolti.

Una

di

colonne

contenere

le

di

statue

dei

serie di antefis^e forse

personaggi

decorava

perba mole ed una bassa volta sferica ne formava probabilmente il

carattere e l'aspetto del sontuoso

rovina

di

adattarlo

sepolcro

venne posteriormente

diversi usi. ai quali

rettangolare non restò più che

il

lato prospiciente

nome

dalle

destinato.

su1ì;ì.

nobile

della

copertura.

fatte

Dell'antico

due grandi

Oggi dalla

alterati

aggiunte

strada, con

di

internate

fastigio della su-

il

la

appaiono profondamente

alcune sue parti, dalla trasformazione di altre e ai

parte

ordine ionico, in

per

recinto inscri-

M. Plauzio Silvano, di Larzia sua sposa, del figlio suo Aulo Piauzio l'rguliano, morto novenne, e del suo congiunto T. Plauzio Silvano Eliano, L'antica copertura dell'edificio più non esiste, come pure il coronazioni lapidarie, che ricordano

il

di


T \W) [

mento

antclissc (he

di

tra.sfonnari)ii()

t-ià

ne adornava

magnifico sepolcreto

il

una

dove giacquero in altre età le spoglie un fiero arnese di guerra, che vide violenze e

le

passioni di

le

della vittoria e della sconfitta,

suoi

i

stemmi

Cosi

il

])arte e

passare

importanza

alta

di

sacro asilo della m.jrte.

divenne nei

Plauzi.

agitarsi intorno la furia

liassi-

devastatrice d<lle

innumerevoli

volte

insegne

le

l'uà notevole restaurazione ne fece I^aolo linei 1465,

vriM r\ iii;li.'\mi:m;

C(ìme attcstano

'l'ivoli.

vicende dei tempi

le

munita,

della stirije dei

temi)i

ovo

Xi-l iiic<]io

forte torre

strategica nelle im])rese nìilitari dirette contro

armi e

41

fastitifio.

il

in

i.i

ii\

e jìressocliè

I'omi; li cvN".

nel

(I-ot.

nu'desimo

stato

in

cui

M.^sciotii

ridusse

lo

quel ptnitefice. giunse fino a noi. 11

vicino ponte Lucano, costruito

antichità tiburtine. Esso prese forse

il

sull'

insieme con Tiljerio ("laudio Xeroiie, e ne

da Totila nel secolo \T, durante costruito.

Lungo

spesso oggetto visibili

le

il

di

medio

e\'<ì

la

la

Aniene, è pure

nome da M.

un cospicuo avanzo

PI luzio Lucano, che fu

<-urò ])rol)al)ilmentt' la costruzione.

sua guerra (^ontro

Xarsete,

venne da

sua considerevole importanza strategica

Tagliato quest'>

ri-

lo fen- assai

attacchi rovinosi e di molti rifacimenti. lUi quali sono anclie oggi

tracce.

Della grandiosità e della mirabile perfezione tecnica con cui

i

costruire le opere occorrenti i^er provvedere di acque la città, sono

monianza

delle

duumviro

i

numerosi ed

ini])oiu'nti

e specialmente nella \alle

Arcense.

Romani solevano una

bella

testi-

ruderi degli acquedotti sjiarsi nel territorio tiburtino


ITALIA ARIISTICA

^2

È

da

questa una piccola valle solitaria, fiancheggiata chiusa

silvestri,

verdi rolli

dall'ardua catena del C<>stasole, che

fond<i

nel

le

Oua

e dell'aurora tingono dei colori più svariati, più vivaci e più dolci.

romiti:

e

reschi

cima

sulla

fra gli olivi e le

fertili colline,

declivio delle

Giovenzano

fra la valle del

Castelmadama. bianco nido posato sull'alto di un colle, olivi perenni S. Polo de' Cavalieri, aspro e montano. spande

campi, dove

i

di

edifici,

lasciò

vi

il

mormorio

Un

sorgono

della

qualche resto

sua

storia,

pittoresche

le

di torri e di castelli

feudali

e

Ma

specialmente ammirevoli per

conservazione si^no

qua Marcia. l'Aniene

sono ancora

Anche

rovine

traversa

anticlii

di

medio evo

il

Empulum

antica

dell'

avanzi

gli

piccole chiese,

di

come un tempo

;

Un

per una lunghezza

di circa

lontano da questi,

all'urto secolare

notevoli avanzi

altri

venti

dei

resti di

i

Kmdell' acquedotto Aniene Xuovo la medesima poderosa struttura

vallata e la sottoposta strada

la

Arcense ed hanno anch'essi

C'jn la bellezza dei pubblici edifici della città,

che

ville,

campagne

i

Tivoli.

di

edificate. Cosi,

romani e

ricchi patrizi

La cura

secondo

il

vigilava sulla

gareggiava condizioni

scelta

dei

le

rive

dell'.Vniene o sui

del

colline verdeggianti

panorama

l'

incantevole

della

quasi nascoste nei seni ombrosi delle alture o nelle piccole

raccoglimento e

l'arte,

profuse

soggiorno

in

in

alla pace.

Tutte

le più

dei

ciglioni

altre erette sui fianchi e sulle falde delle

vista

clima,

di

valli

raffinate seduzioni

del

di

di

suo

olivi

Roma

remote,

della

venivano spi-

monti selvaggi,

viti,

pianura

espo-

della

esse

le predilezioni

pometi offrivano

idla

fasto e lo splendore

dove

luoghi

gusto del proprietario, secondo

alcune sorgevano lungo

il

costruivano per loro dimora nelle

tiburtini

più minuziosa delle

sizione, dell'amenità del sito,

;

e di altre

invitavano

ricchezza e del-

una misura oggi a noi ignota, concorrevano a rendere gradevole

quei luoghi di piacere. In essi erano vasti jjortici e criptoportici per le

passeggiate a piedi o in lettiga, sontuosi

triclini per conviti, gabinetti da studio ed aule da bagno per l'estate e per l' inverno, teatri, uccelfontane e giuochi d'cicqua ed ogni altro accessorio, capace di accrescere il con-

la biblioteca, .stanze

liere.

miglia,

stessa pittoresca bellezza di rovine.

delle

per

quarantasei

da grandi arcate e da robusti

robusti si ergono ancora audacemente ad un'altezza una vivace vegetazione di edere, di lentischi e di alte piante.

attraversano la pianura

rito,

di

l'ac-

arco di smisurata grandezza attraversa tuttora l'antica strada

Sommità della sua volta ancora resistono una torre medioevale, costruita per dominare

la

stato

Roma

Xuovo. Dell'acquedotto Claudio, che

^Vntico, la Claudia e l'Aniene

.Sulla

Non

buono

il

suoi fianchi

i

.sorprendente, cinti di

politana.

grandezza ed

la loro colossale

superstiti alcuni tratti considerevoli, sostenuti

pilastri in laterizio.

il

avanzi

nunicr(ìsi

;

degli

vigneti ed

prosperi

i

avanzi di alcuni grandi acquedotti, che portarono a

gli

fu costruito dall' imperatore Claudio,

al

\(rdura

monasteri benedettini e di umili santuari campestri.

di

e

ancora

Arcense

tjin lia

piccolo torrente

acque: fra

delle

di sepolcreti gentilizi e di grandiosi acquedotti.

sedimenti

i

distrutta,

tranquillo

biondeggiau') le messi,

ville,

fieramente eretto e

blanda

fra la

;

la valle e vi

sparsi

adagiati sul

vigne biancheggiano piccoli borghi pitto-

ricordo di antiche incursioni saracene,

Cicilian<i,

un monte a cavaliere

di

monti tramonto

e

aspro dei monti o internati nelle gole alpestri o mollemente

sul ciglio

da

e

del

luci

da

letto e

i



ITALI

44 forto della vita. di tali

II

g-ust<ì

ARTISTICA

\

ed all'arreilamento

più difficile presiedeva alla decorazione

edifici, ne curava la bella

armonia

parti,

delle

pregio intrinseco ed artistico

il

delle suppellettili, la eleganza di ogni particolare ornamentale. Tutte le arti, la pittura, la

scultura, la oreficeria, le arti tessili,

erano chiamate a portare e

tributo di belle f<irme e di vivaci colori. .Statue

più

fini,

e

pitture

più

i

allettamenti

delicati

policromi,

stucchi

mosaici,

in pietre preziose, cortine, velari,

Vasti

dell'arte.

giardini,

AVAN/.l DKLL'ACOLEbUl lo

con

loro,

laghi

eletti della fila

di rose

siepi

e

fortuna ed

i

scrittori latini

;

limpidi

dimore,

di

sorrideva

e di

elei

al-

Anderson).

da

iiiterrotli

rivi,

dove

occhi

agli

(l""ot.

e della

meravigliosi soggiorni oggi

questi

di

altri

è giunto

a

noi

appena

il

ricordo

solo di pochi fra essi è dato ricostruire l'aspetto

proporzioni e

fasti

boschetti

bronzo,

in

piccoli

agli

l'oblio

piaceri più squisiti e rari e le voluttà più dolci intrecciavano

Del maggior numero

si

deliziose

con

oro,

offrivano

fattura,

CLAl DIO.

da

percorsi

queste

DI

avorio, in

in

marmi

nei

d'oro nel tranr|uillo corso della vita.

certe rovine. Di molti

le

mirto,

di

circondavano

artificiali,

fregi

tappeti di finissima

con-

loro ricco

il

eseguiti

bassorilievi,

la

topografia

delle parti.

grandezza romana sorge anche

Eppure quale al solo

pensi che alcune di esse appartennero a Caio

non restano che tramandatoci

generale primitivo,

affascinante

ricordo delle

in-

dagli

evocazione dei

ville tiburtine,

Mario, a Quinto Metello

quando

.Scipione,



ITALIA ARTISTICA

46

a M. Lepido Triumviro, a Valerio Massimo, a Siface. il vinto re di Xumidia, a Caio Cassio, a Gneo Pisone, a Ouintilio Varo, al poeta Manlio X'opisco, all' imperatore

Adriano, a Zenobia. la sventurata resfina Qoierriera. a Sallustio

ad Orazio, e ad

altri

innumerevoli che brillarono nella storia

di

e

forse a

Roma

Catullo

e

!

porta S. Croce, non

molto lontano dalla città, alcuni avanzi di una sontuosa villa romana attirano anche oygi l'attenzione per il loro aspetto grandioso e pittoresco. Gli studiosi di antichità tiburtine riconobbero in quelle rovine resti I*'uori

della

i

della villa di (ìneo Cassio

ed opinarono che

VALLE AHCENSK

il

AVANZI

nome

111

di

Carciano. dato alla via presso

ACOLEKOTIO

IIO.MANO.

(Fot.

1.

I.

d'Arti Grafiche).

quale essi sorgono, fesse dovuto ad

una estensione corrotta del nome Cassianum o Cassanum portato, già nell'alto medio evo, da un fondo prossimo a quegli avanzi, così chiamato dal nome della famiglia Cassia. Certo è che la vastità della superficie occupata dalle rovine di quella villa e la grandiosità di esse permettono di immagila

nare

la

magnificenza e

struire la sua

la bellezza con cui dimora campestre. La scoperta

fatta fra quei ruderi e la brillante

parve

rivestita,

s )ntuosità villa.

Il

al

e del

tempo

il

doxizioso proprietario aveva saputo co-

di alcuni

oggetti d'arte di altissimo pregio,

decorazione musiva

del loro scoprimento,

finissimo gusto d'arte

cui qualche parte di essi ap-

prova della estrema aveva presieduto all'abbellimento della Muse ed busti di Eschine, di Antistene,

che

mirabile gruppo di Apollo e delle

di

sono una bella

i


T I \' C) di

Pericle ed

altri-

villa

straordinaria storico

(meo

di

ricchezza

tilìurtiiio.

opere d'arte

di

(1<1

finissimi

di

frammenti

di

marmi

e

oiriri

a])i)iinti)

che

aniinirano nella j^frandc

si

da

Sf;a\i

nel

l'atti

ciualc ricorda

il

villa di

avanzi di un

y-li

che

ai

teatro,

f.jntane

di

valore di

tale

suppellettile

suoi

e

sala ro-

1<-

lo Zapjìi,

j^riorni

si

po-

stanze

peschiere

di

rovine.

fra le

I,a

e

ricchezza

AV\N/.l DI ACQ! EIHJ i IO IlOMANO. ib'ot.

il

Ira

Cassio diciotto vastissime

bellissime colonne di ordine dorico, sparse

V.M.I.K AllCKNSi;

ed

177.4

un temp-j l'adornava, fornisce

cinriuccento.

tevano ancora ammirare della meravitrliosa decorate

47

Altro testimonianze del suo antico splendore e della

Cassio.

della fine

I

die

«•pero scultorie,

])re/.i<>.s('

detta delle Must- in \'atican«), ])n. vendono

vine della

L

artistica

non mancò

I.

destare nel

di

.l'Arti (Jraliclic).

I.

secolo

XVI

e

nei seguenti la curiosità e la cupidigia di numerosi raccoglitori di antichità romane,

non sempre

intelligenti

ed

ispirati

Scavi fruttuosissimi

classico.

vi

solo dall'amore ])er

fecero

il

il

sul quale diritto i)i

«

mirabili vestigia

cardinale Ferdinando

Bandini, vescovo di Siena. Altre ricerche vi d'Este,

le

de' Medici e

condusse più tardi

il

ilei

mondo

monsignor

cardinal Ipjiolito

quale con apposito atto notarile, acquistava nel 15'iS dal proprietario del fondo si

trovavan<ì

di cavare

diclo olivelo,

tiitto

le

rovine della

V olivi to

\'illa

di

Cassio, jier

il

prezzo

di

venti scudi,

il

se li piacerà, con paltò che lidio ijuello clic si caverà

come slahie colonne pezi de slahie de colonne

el

altra

anliqiiità,

ogni

altra cosa come nielalli piombo et altre cose el lutto sia del predetto Illusi rissimo Signor


ITALIA ARTISTICA

48 Ciirdinale

».

l\^rò nonostante tali ricerche,

W'II

fine del

secolo

siana

vennero così

e

anche postt-riormente ed

continuò a frugan- atti\amento

si

luce, oltre

in

in specie

verso

la

fra le r<>\'ine della villa Cas-

ricordato gruppiì di statue di Apollo e delle

il

Muse, molte enne di filosofi e di poeti, due statue muliebri, rappresentanti la Pudicizia Pietà, una grande statua d'imperatore romano ed alcuni mosaici, con paesaggi

e la

del Nilo e scene di pesca e di caccia.

Con

lo splendore della

Cassio gareggiava

villa di

quello della sontuosissima

dimora edificata presso la moderna strada di Quinfalde di

una

tiliolo,

sulle

collina

prossima all'Anie-

ne, in vista dello

nato

Dal nome attribuito

sconfi-

romano.

orizzonte

di Ouintiliolo, nell' età di

fin

mezzo a quella contrada, dedusse che

si

avanzi

ivi

grandiosi

i

fos-

superstiti

sero quelli della villa apDELL\ VILLA

liOVINK

DI

partenuta

CASSIO. (Fot. Vaccari).

ad un (Juinti-

probabilmente

e

lio

Quintilio^Varo, di

Augusto, sconfitto

in

il

a

capitano

Germania da Arminio oppure a Quintilio Varo Cremonese,, un \igneto nel suolo tiburtino

cui Orazio in un'ode consiglia di piantare

:

arborcm

Xullani, \'arc, sacra \itc prius severis

Circa mite soliim Tvburis et nioenia Catili.

Od.

Lo dflla

Tuttavia

e delle quali og-gi è

la

Lib.

I.

stato attuale delle roxino non permette di rappresentarci la ])rimiti\-a struttura

villa.

opere

18.

.scultorie e di

superba bellezza e

la

grandiosità loro, la varietà delle parti

appena ornati la

i\i

rinvenuti,

ci

il

il

mostrano quale dovesse essere un tempo

sontuosità di questa dimora, che oggi appare

umiltà delle rovine, accumulate da una lunga vicenda di secoli dato, riferisce che

Cardinale

di

.S.

componevasi grande numero di

di cui essa

nonché

possibile riconoscere alcune,

Fiora rinvenne fra

i

!

ai

nostri occhi nella

To

mosaici ammirevoli per squisita finezza di opera e ]javimenti contesti ziose e che molti .scavi .simo fini

numero

marmi.

vennero

in

essa

statue, erme, basamenti,

.Sotto

il

pontificato di Pio

capitelli e fusti \'.

rovine una grande quantità di frammenti ture auree ed argentee, nota col

nome

condotti, dai

il

cardinal

di quella

di

quali di

Zappi, già ricor-

ruderi della villa

si

di

Quintilia

pietre

ritrassero in

colonne

Montino

di

pre-

grandis-

ordini diversi e

estra.sse dalle

medesime

pregevoli.ssima pietra, a delicate vena-

breccia tiburtina. .\ltre statue e frammenti or-



ITALIA ARTISTICA

50 namentali

in scultura,

in

mosaico,

in

stucco \ennero scoperti nel settecento e nel se-

Un

colo scorso e moltissime medaglie consiliari d'argento.

una statua nuda

di

un

liberto

simulacro di

Mercurio ed

vennero trasportate nel Museo \'aticano. Sulle testimonianze di antichi scrittori,

topografi

i

conobbero

bosco consacrato

fra

pendii

i

strada

di

vetustissimo

che

in

apresi

due monti,

di

ri-

Tiburno,

a

romita,

valletta

ini.i

tiburtini

sito del

il

sulla

non lungi

Ouintiliolo.

dalla chiesa di S. Antonio. Qui\i,

secondo antiche tradizioni, era

tomba quivi

la

del fondatore della città e

sorgevano

tempio e

il

mo nume

patrio,

le

come al priombra delle

are ad esso dedicate, all'

più antiche,

alte elei secolari,

al

dire di Iginio, dello stesso Tiburno.

Presso questo

sacro

bosco,

nel

luogo attualmente occupato dalla

An-

chiesa e dal monastero di S. tonio,

maggior numero

il

vestigatori

ritengono

di

degl" in-

antichità

tiburtine

che fosse posta

cola dimora

campestre

di

la pic-

Orazio

e credono di riconoscere in alcuni

pochi ruderi

opera incerta che

di

trovansi sotto c}uella chiesa e

tiguo monastero

gli

dell' abitazione

del

poeta.

una

Orazio possedesse neir agro

casa

tiburtino,

numerosi passi nei quali esaltò I-A

MIS\

TAI.IA,

l'IiOVEMKNTE llM.LA \ILI.A

Roma, Musco Vaticano

DI

Alinari).

di

disputa le

piti

ciliare

quel villaggio e non

più

altrove

egli

autorevoli e precise

il

risoluta.

l'immortale

poeta e

di

poeta

bellezza,

il

fornite

averne

di

nel territorio

tranquillo ritiro. In vero la Conviene tuttavia riconoscere che

suo

dalle

attribuire, anziché al territorio di Tivoli,

ospitato

campestri.

testimonianze

ru-

dai

fonte Bandusia,

la

argomento por affermare che

possedesse

non è ancora con ogni sicurezza

inducono ad avere

del vetro, trassero

il

suo predio situato nel territorio Licenza, presso

dalle acque

la

feracità.

e

poetico e tranquillo soggiorno dtl

CASSIO. (l'ot.

la

Altri

negarono che

scrittori al contrario

stica

l'at-

ultimi avanzi

parole

dello

stesso

a quello di Licenza

allietato lo

spirito

con

Orazio

l'onore di le

dolcezze


TIVOT.I Parimenti molto Tivoli.

patifne di

Cime

51

intestata è l'esistenza di

onsueto,

di

gli

scrittori

una

caso grande premura nel determinare esattamente

avuto

suo

il

piccolo

pixlere

i"

])i((:..la

tiburtini il

villa

Catullo nelle cam-

tli

anclie

spiej^-ani»

nel quale

lu«jg(j

il

in

questo

poeta avrebbe

quello

credettero di riconoscere nel territorio

dove già sorgeva la piccola chiesa ruAngelo in Piavola, non lungi

rale di S.

dalla

via di

Quintili*

ancora alcuni ruderi

Se non

dove sono romana.

e

ilo,

di

villa

che, basta ricordare

con cui Catullo celebra

versi

i

sua rustica

la

proprietà per riconoscere, che, in

canza

altre prove, è

di

tativo rivolto

manvano ogni ten-

dtternu'nazione to-

alla

pografica di questa,

nel

territorio di

Ti\-oli. (J

funde nostcr, scu Sabine, seu Tibiirs.

Narra Properzio che avendo

egli

una volta ricevuto una lettera della lo chiamava in gran fretta presso di sé a Tivoli, dopo sua Cinzia che

qualche

cagionatagli

dal

avventurarsi in quelle

ore

perplessità,

timore

di

per

malsicura

la

via

tiburtina

vivo

desiderio di correre

della

diletta

\'enere,

creatura,

cammino

periglioso al

e dal

richiamo

al

accinse

si

e con

l'

al

aiuto di

lume delle chiare

stelle,

giunse alfine incolume alla desiderata

dimora: Candida qua geininas ostendunt culmina [turres,

Et cadit

in

patulos

Xvnipha

Aiiieiia lacus. III.

Sappiamo

quindi

che

WI,

1-4.

anche

la M'dIJO MISAi;KIK. I'IIU\KMENTK llKlAA VIM.\

leg'giadra

una

possedeva

Cinzia

villa nelle

vicinanze

edifici

del secolo

Tivoli

Rorn.1.

che scorgonsi nei prtssi della

XVIII,

lil

i.ASSIO.

Musco Vaticano.

dell'Aniene,

della città vollero riconoscere le

di cui gli illustratori

antichi

in

vestigia

in

alcune rovine

villa Uuintilia, fra le quali,

sulla

di

fine

vennero scoperte alcune piccole statue e qualche pavimento

di

ottima opera musiva.

Ma

più che dagli scarsi a\ anzi ancora superstiti, noi

possiamo avere una chiara

idea del meraviglioso splendore delle antiche ville edificate descrizione

che

la

musa

di

Stazio

ci

nell'agro

lasciò di quella posseduta

tiburtino dalla

da Manlio Vopisco.


ITALIA ARTISTICA

52

Og-gi di essa più nulla rimane ed è anche

poterne determinare

difficile

sito.

il

Questo,

dove ora è il profondo baratro, circostante alla grotta di Nettuno, formatosi per un grande movimento tellurico avvenuto nell'anno 105 dell'era volgare. Secondo altri invece la deliziosa villa trovavasi in una romita con valle fra il monte Catillo ed il monte Peschiavatore, prima del romitorio di S. Antonio, nel luogo stesso dove altri ritengono che sorgesse il bosco sacn^ a Tiburno. alcuni, era

secondo

quello stesso

dimora campestre, la narun documento di singolaris-

In tanta incertezza di notizie intorno a quella incantevole

razione delle sue bellezze lasciateci da Stazio r per noi

con

simo pregio, Essa

villa.

terra

appare

ci

della della

magico potere abbia raccolto ogni più chimerica bellezza

dove un

sogni,

dei

ricostruzione

come un vago paesaggio

poeta

versi dell' elegante

nei

un'ideale

quale possiamo tentare

T aiuto del

della natura e dell'arte,

(

ha sparso su

di essa

i

profumi

idali(M

tracciate^

il

O

mano

piano con

e sfiorandola

delle sue grazie.

dimore l'impronta

in quelle

ne abbia

la voluttà

direbbe che

Si

.(

(

con

suoi

i

Venere ha lasciato

delicata;

capelli

giorno incancellabile nella memoria!

Quante meraviglie I miei occhi Quale dolce impressione io ne sono affaticati. Come la natura del suolo è mite; come la mano dell'uomo lui Dense foreste si specchiano nelle acque scorrenti abbellito quei luoghi fortunati ne conservo nell'anima

!

!

!

va precipitando contro

e l'Aniene che più lungi

le

depone ogni furore

qui

roccie,

ed ogni mormorio, quasi che temesse di turbare la pace di Vopisco e le ore che egli consacra al culto delle muse. Una calma eterna regna in quel luogo e le tempeste non vi hanno impero alcuno, ^la dove cominciare e dove finire a descri\erne bellezze

le

Dovrò

?

io

ammirare

nell'avorio della Ahuiritania,

spargono

ho annnirato

del sonno. Io

forme anima

sotto le più varie

e le pietre preziose nelle quali e

si

portando

Ma

degne

è sbizzarrito

lo

di il

qualche

quel luogo

in

metalli.

i

vede

si

scorrere

ole naiadi che

veneranda vecchiezza

la

fiume

il

o quella che

lieve sussurro invita al

opere degli antichi

le

Come

ricordare tutte

brillare sulle dita e le

talento di Mirone

sguardo da ogni

hrill.iiiii

Descriverò

senza che alcun rumore disturbi, ogni cosa invita

riposo ed appena forse

al

vene

screziati di

boschi o l'aula dalla quale

la foresta silenziosa ? Quivi,

pace ed

alla

marmi

la frescura in tutti gli asili di riposo?

di questi sacri

guarda

dorati della casa, le sue mille porte intagliate

soffitti

i

suoi

i

lato,

io

opere

Errando

?

di

le

di

languore

artisti e la vita

che

figure d'oro, d'avorio

argento e

di

bronzo,

meraviglia in meraviglia

ignorava ancora quali tesori

io calpestiissi.

pavimento che rifletteva lo splendore dei cieli, attirarono miei sguardi sul suolo. Esso spiegava superbamente mille diverse scene dipinte e mosaici nei quali vivono altre innumerevoli figure. Io mi lo

splendore che scendeva dalla volta ed

il

i

Ammirerò

arrestai attonito. via fra altro

il

tetto

io

quell'albero che dal centro dell'edificio

ediportici per slanciarsi

padrone avresti

in

piena luce

tu così sfidato la scure?

o qualche naiade agile forse

ti

Ed

O

albero

ora. o Vopisco,

deve, inconsapevole,

laghi biancheggianti o delle fonti che dall' alto

?

i

suoi

precipitano

felice,

si

apre

la

sotto quale

qualche amadriade

giorni.

Parlerò

nei gorghi

io

dei

e di te, o

acqua Marcia, che segui il corso obliquo del fiume e poi lo traversi in tutta la sua lunghezza .sul piombo audace? E perchè .solo il fiume dell'Elide troverebbe un passaggio sotto flutti del mare Ionio, fino ai porti della Sicilia? Nel seno di questi i

umidi antri

il

nume

dell'

Aniene,

lasciando

le

sue fontane,

si

spoglia

nel

segreto


T l\'n -'.

« (.

«

i.l

53

qua e

delle notti della sua veste azzurra, per rotolarsi

come un

j^iftante nel

mezzo

l'ombra favorita del dio 'Jiburno; qui l'Albula

pregnate

di

zolfo

là sull'erba

nuotando

del lago e battere

ama

di

il

liquido

bag-nare

le

molle o cadere cristallo.

Ecco

sue chiome im-

».

I

\

MI

s\

i;i

in,

l'IlHVIMKMK

IIAI.I.A

Vlll.A

IH i:\S.sl(i.

Roiii;l,

Mi;S:o Witicino.

descrizione di Stazio sulla villa di N'opisco ci pone in grad.' pregi delle dimore «Mie di rappresentarci con sufficiente precisione la bellezza ed nelle campagne di Tivoli, delizia loro la per privati cittadini romani amarono edificare fino a noi il ricordo conservato di antichi scrittori ha

Mentre

la brillante

i

i

appena qualche rapido cenno della villa Adriana, la più grande r.ìmano.

La sua

stra- ordinaria

e ricca e meravigliosa villa imperiale

ampiezzi.

la

varietà

e.l

il

grande

numero

del

mondo

degli edifici


ITALIA AKTlSiTCA

54

che essa conteneva,

le

sue curiosità

sins^olari. la

colta

vastità dei giardini e dei boschi, delle

buon gusto della a suo ornamento, rispecchiavano degnamente l' amore

fontane che l'adornavano, la ricchezza ed

suppellettile artistica rac-

il

dezza,

il

tura e

le

fasto e

talento artistico,

altre

ben

che fu-

che a differenza

dirsi

secondo

gusto

artistico

mente

richieste in quel tali

cul-

romane, costruite per

ville

solito

tura di

vasta

imperatore Adriano.

dell'

Così [può

gran-

della

la

conoscenze

molteplici

rono proprie delle

del

piani e le esigenze del

i

e

comodità general-

le

tempo

dalla na-

imperiale

la villa

edifici,

di

Tivoli invece fu creazione del tutto per-

uomo

sonale

dell"

che

volle

la

singolare e

per sua

raffinato,

dimora

ordinaria

negli ultimi anni della vita.

Spirito

fantastico,

Adriano

peratore

irrequieto,

apparve

1'

im-

incessante-

mente sospinto dalla curi(ìsità del nuovo e da un vivo desiderio di avventura, a conoscere luoghi e civiltà diverse, ad intraprendere

lunghi

lontane provinole

r Asia

^Minore,

ogni

eletta

una

più insigni.

ihuu.mi.mi, u\ìa.\ villa

Musco Vaticano

ui

lvssio.

(Fot. Alinari).

la

Artista egli stesso,

la

Abile

scultura.

valoroso generale, amministratore

accorto,

eg'li

minio e

la

pero.

opere

le

poeti e dei

musica, la poesia, la pit-

r architettura,

politico,

i.v .m;;>v l.;\n;\,

dei

versatilità sorprendente, coltivava

ad un tempo tura,

dell' arte,

conosceva mirabilmente

letterati

la

Estimatore finissimo

manifestazione

degli artisti maggiori e

(H

Grecia,

la

vivamente quella greca, della

predilesse ([uale

più

nelle

impero, attraverso

V Egitto,

Gallia, la (ìermania. di

viaggi

dell'

seppe assicurare

pace e

Amante

il

suo

do-

la

prosperità dell'im-

della

magnificenza, non

cessò mai di curare lo splendore artistico delle città che visitava e di abbellirle di templi, di teatri, di basiliche, di edifici di blica utilità.

menti e

le

Il

suo gusto appassionato per

opere

d' arte

rovine, insigni per il

mausoleo

di

monumenti.

il

il

i

pub-

monu-

più celebrate, lo rese spesso curioso di visitare città ed antiche

tali titoli.

Così volle recarsi in pellegrinaggio a Troia, dove restaurò

Aiace, a Mantinea, dove onorò

visitò le Piramidi,

altra città, fu

grandi memorie

le

del passato, per

colosso di

Memnone ed

suo soggiorno

i

preferito e la

il

sepolcro di

Epaminonda

templi dei l-'araoni

colmò

di

;

;

in Egitto

Atene, più

di

ogni

benefici e l'arricchì di grandi


TIVOLI Così trascorse la maujjfior parte del suo remilo lontano da

ticabilmentc da una ad altra di

sue

alle

ferì

sedeva

cure

dalle

ritrarsi

dell'

tt-rra

impero e

i'reneste,

mondt>,

])iccolo

qut-1

veniva a raccoj^liere

immagine

una

deg"li

stallile

anni

dimora,

inla-

pensò pre-

li-

abitate vele

le

ri-

delle più squisite

ammirate nelle sue

bellezze

il

alfine

t-rrand')

quale

nel

della sua \ita, volle crearsi una stretta

scej^licrsi

Roma,

peso

Ed

dolci pendici dei colli tiburtini. in

di

]jir

all'ino

sontuose che pos-

ville

Anzio ed a

in

(|uando

e

lunijflie

peregrinazioni a traverso rinipen'.

E

concepì forse egli stesso

il

piano

del suo delizioso ritiro e lo eresse e lo adornò nuraviuliosamente, così

che a un

tcMiipo potesse offrire alld

anima

sua

irrequieta

conforto

il

rimem-

della pace e della gioia, la

branza dei

paesi

tani, legati

ai

singolari

migliori

perenne

fascino

passato,

il

natura e

dell'arte.

lon-

e

del

ricordi

della

Narra un biografo di Adriano come, dopo che egli ebbe adottato il

Antonino

mite

vedendo che

«

tutto era tranquillo e che

egli po-

teva senza pericolo alleviarsi delle

cure dello Stato, affidasse l'amministrazione di

Roma

adottivo e

ritirasse nella sua

si

come

di Tivoli. Quivi,

suo

al

figlio A'illa

usanza dei

è

ricchi e dei felici, l'imperatore si

occupò più che

di

feste,

una parola che

di

costruzioni e

non ebbe

egli

passare

nel piacere

Tale

di

statue e di pitture

di

la

egli

1,\

MI

villa

venne

-[iresa

in

quel temjj'i dun(|ue, secondo

tiburtina era già in parte

cominciasse a edificarla,

delle sue

SA MKM'iiMKM-, l'IluVKMKNTK HM.I.V MILA PI r.\<;s|0. (Fot. Alinari) Musco A'aticano

vita a portarla a

una

in

la ^ita nella gioia e

da Adriano nell'anno 136 ed Vittore,

;

altra cura

».

risoluzione

quando

non

compimento, ad

opere

più insigni.

Lo

villa

costruita.

testimonianza

di .\urelio

Noi non sappiamo con certezza

certo è che egli passò gli ultimi anni della

abbellirla, così

che

potè

essere

considerata

stesso Aurelio X'ittore ricorda che

1'

come

imperat<'re per

ammirati nei suoi lunghi viaggi, aveva Liceo, l'Accademia, il Priil alcuni moimmenti ateniesi

serbare memoria degli edifici più

voluto riprodurre nella

ma

la

belli

da

lui

:


I

r.\i

I

\

AK riSTICA tant'd,

Pecile, la

il

valle

lica

nopo, zia.

di

tessa-

Tein]H\ Ca-

la piccola città egi-

gl'Jnferi, costruiti se-

condo

il

immaginato

ti]i(~)

dai potui.

Xumero.si

altri

l)ro\vedevano sità

dimora impe-

della

riale,

a quelle dei

spettacoli nastici, t'ulto,

edifici

alle neces-

grandi

teatrcdi e

degli

gin-

del

studi,

dei ricevimenti, dei

bagni, degli alloggiamenti delle

guardie. Così vi e-

rano un \VA\/I

DI

Vll.l.V IIOMA.NA.

(Fot. WiCC.iri).

imperiale, con

annessi,

deon,

lo stadio,

zioni, delle quali la

terme,

le

oggi

si

le

grande palazzo due

gli

edifici

l'o

teatri,

caserme e molte altre costruavanzi e non sempre si conoscono con precisione

biblioteche, la palestra, le

scorgono

gli

natura e l'uso. Alla grandezza ed alla varietà

ili

tali edifici si

aggiunga

la

magnifici'nza dei giardini.

dei boschi, dei laghi artificiali, dei ninfei, dei corsi d' acqua, dei portici e dei criptoportici,

s'

immagfini la profusione delle opere d'arte, lo splendore delle decorazioni in

metallo, in avorio, in mosaico, in stucco, lo

scintillìi

>

di

innumerevoli mamii fra

preziosi e rari, la ricchezza meravigliosa delle sculture, dei

sparse con una prodigalità straordinaria da per tutto, nelle s:ile di ricevimento, nei triclini, nelle bibliote-

che, fra dei

i

fonti,

ed

lauri

giardini,

lungo

rive

le

laghi e dei rusctlli.

mezzo sorto di

il

(juesto

come

rosai

i

presso

le

dei

Ed in mondo

dalla fantasia

un sogno,

si

lolla variopinta,

e\<ichi la

innume-

revole delle lo

persone che popolavano: T impera-

tore, irrequieto,

avido

di

mutevole,

mille piaceri ed

ognora insoddisfatti ad un tempo generoso e crudi le. filosofo ed amante >.

bassorilievi,

i

più

delle statue,


J

dito

VO

I.

I

.S7

dissolutezza, de-

ogni

di

I

fasto, allo splen-

al

dore degli spettacoli e dei conviti; ed intorno a

lui

brillante corteggio delle

il

ptrsone

appart<-nciiti

famiglia

imperiale

alla

e

la

ressa dei cortigiani, varia

condizione, di razza, di

di

costumi, gaia, spensierata, intrigante

i

;

tori,

gli

dello

stato,

pretori, i

mimi,

i

poeti,

i

funzionari generali, i

favoriti e

i

sena-

ve echi

alti

i

musici, le fa.f f^

vorite.

Si

immagini

infinita varietà

gio la

ed

il

*'YtM; i^- i -„

la UA.VZI

pre-

Ijl

VILLA IIOMA.NA.

(1

ut.

\'a'-Cari;.

abbigliamenti,

degli

magnificenza reale dei

le

gioielli,

splendide armature militari, la vicenda continua

delle cerimonie ufficiali e delle feste e dei convili, degli spettacoli scenici e ginnastici,

forme mutevoli in cui la corruzione più raffinata ed affermava audacemente sopra ogni antico pregiudizio morale, sopra ogni

delle gare poetiche e le infinite

elegante,

si

differenza di classe e di persone

Eppure come fuggevole un giorno in

!

che noi possiamo

ritrarre della vita vissuta

r ingombro

rovine

di

un

delle

arresta

il

cammino

tempo appena avanza qualche

del

sfigurato

e pallida è la

immagine

luoghi,

dove oggi

questi

passeggero e dei superbi profilo

!

Non quali

tutte le parti delle

la

vastissima

villa

sono

f)ggi

era composta,

*>«*

edifici

riconoscibili.

ancora

ciono

viva

Alcune giac-

terra

e

floride

le

piantagioni degli

olivi.

che già da più secoli

vanno suolo

praticandosi dell'

mento, state

insigne

jjuiono

Molte

monudeter-

altre

di ro-

vine, delle quali solo

i;0\ J.>K

M

>

ILLA

\:ijM

\y

\.

ap-

anche oggi come

una vasta congerie di

nel

solo alcune sono

con certezza

minate.

via

Di

scope rte negli sca-

quell-' vi,

la

s^jtto

ipotesi e di

getture venne

per con-

dichiarata


ITALIA AKTISTTrx\

58

primiU\'ci destinazione.

la

Tornarono

cosi alla luce,

mutili e sfigurati, imperiali,

palazzi

i

Pecile,

il

le

Terme, Canopo, TOdeon. Teatro greco,

il

stra,

menti

dei

Sala dei

pretoriani,

filosofi,

torio, lo Stadio,

creduto

il

Apollo,

di

teche, gì' Inferi, di

Tempe,

altri (li

DI

Tempio le Biblio-

la valle

innumerevoli avanzi

aule,

non più mai od

(Fot. Vaccari).

VILLA UO.MANA.

la

Nata-

il

ospedali ed

gli

atri, di

tli

di criptoportici, AVANZI

Pale-

la

alloggia-

pretesi

i

ninfei,

di

torri,

riconoscibili

or-

affatto arbitraria-

mente determinati. Il

nome

centrale della

nella parte

vano

i

Palazzo imperiale è attribuito ad un vasto gruppo

di

numerosi

determinazione

lungo

villa,

edifici dedicati

ninfei, di ])ortici,

di

cune sorrette da ordini zione, di terrazze

ed

valle di

Tempe,

e

di rovine, clie

dove

sono

un giorno sorge-

alla residenza particolare dell' imperatore.

Una

esatta

costruzioni è impossibile oggi, a causa dello stato quasi irrico-

di tali

noscibile delle loro rovine. Tuttavia triclini,

la

di

scorgono ancora avanzi notevoli

vestiboli colossali, di sale amplissime,

di pilastri,

infine di

si

una

di

grandiose biblioteche,

di

alte

di peristili,

delle quali

torri

intrigata rete di passaggi, di portici,

dì di

di al-

osserva-

ambienti

minori, che offrono un'i-

dea adeguata della magnificenza e della larghezza

mente dell'araveva saputo provvedere a tutti bisogni con

cui la

tefice

i

della re.sidenza imperiale, alle

esigenze della vita

corte la più fastosa,

a

quelle

di

come

giornaliere

più

comuni.

Fra

le .sale di

mento ve ne

ricevi-

.sono alcune

che riempiono ancora meraviglia

per

la

1'

di

osservatore

vastità

delle

di-

mensioni, la maestosa heìlezza dei colonnati che le

ML'ItV CICLOPIi;HK.

(Fot. Vaccari).


\

o


ITAJJA ARTISTICA

6o adornano,

prono

È

i

lo straordinario

pregio dei marmi, dei mosaici, degli stucchi, che ne rico-

pavimenti, ne rivestono

notevole fra gli

altri

le pareti

edifici

e le volte.

un grande vestibolo ottagonale,

nome

di

ciucila

di Piazza d'Oro,

forma che

la grande frammenti colà rinvenuti. Esso era circondato da un portico di colonne di cipollino e di granito orientale un pavimento di marmo roseo ne ricopriva il suolo ed alcune statue, delle quali si rinvennero solo le basi, ne completavano la decorazione. Nel fondo del peristilio, in faccia al vestibolo ottagono si apriva

,i

Romani chiamavano

peristilio,

oggi noto col

per

ricchezza degli oggetti di arte e dei

;

una grande

sala,

sormontata da una cupola, terminata da un' abside semicircolare

BASSORILIEVO HAI'l'liKSK.NrAMK BACCO

Kll

A!tlA.NNA, l'IiOVKMF.ME

l)\

VILLA ADItLWA.

Museo Vaticano

decorata parimenti

di

e

(Fot. Moscioni).

nicchie per contenere delle statue. L' ampiezza di questa sala e

del peristilio che la precede,

nonché

argomentare che fossero l'una e

la

sontuosità della loro decorazione

l'altro riservati alle

udienze

imperiali e

hanno che

fatto ivi

il

principe ricevesse gli inviati delle città e delle provincie.

E pure degna di osservazione un'altra sala assai bene conservata, prossima al gruppo degli edifici imperiali, la quale venne variamente determinata come un tempio o come un luogo di riunione dei filosofi [Siiiola stoicornnì). Ma, come fu giustamente osservato, Adriano non amava troppo filosofi del suo tempo e specialmente gli stoici ed è quindi assai poco probabile che pensasse a costruire nella sua villa così superbo edificio per dare loro agio di riunirvisi. Pensando invece che l' imperatore, a .somiglianza di Traiano, dimo.strò sempre una particolare cura dell'amministrazione della giustizia, si è piuttosto inclinati a riconoscervi una basilica. Anche la sua forma i

absidata. consueta in

tal

genere

di edifici,

avvalora questa

ipotesi.

Nelle pareti della


T sala erano aperte sette di

paonazzetto e

le

I

\'

per statue;

nicchie

struttura lo rende una

di-lli"

gli

avanzi

quella

specie che

.MUSAICO

figura di una piccola

is<>hi

gli

lii;i,Lt;

parte centrale (klT edificio, per

di

di

di

marmi un

COLU.MUi:,

modo che

villa.

marmo

PUOVKMK.NTK

in

orijj^ine

1I.\

era di

;

alla

un

singolare

cui

la

Intorno

caristio

curipo. separa

])arete jjeri-

jjìccoIo

ruscello

peristilio dalla

il

villa At>UI\N.\. Musoo Capitolino

nella sua

porfido e

tino al terzo della l«>ro altezza.

edificio rotondo,

antichi dicevano

dut.

Mo-icioni).

forma originaria questa prendeva

rotonda nella quale erano costruiti eleganti portici

linei a colonne scanalate di giallo antico: nel

una specie

jjavimento

maggiori curiosità della

metrale gira un ])ortico a colonne ioniche di

il

6i

I

pareti erano incrostate di bei

Contigui a questa sala sono

circolare,

OL

mezzo

di

misti-

questa costruzione centrale r

atrio d'ordine corinzio ed alcune piccole stanze, a pareti qualche volta

rotonde, ed alcune nicchie aperte sull'euripo, contenenti fontane che versavano acqua su

questo.

elegante;

T.'

insieme

la varietà

ed

dell'edificio il

si

presenta

pregio dei frammenti

in

una forma molt" originale ed

scultori

sentanti scene marine con nereidi, tritoni, ippocampi, ibis

trovati e

nel

luogo,

rappre-

cicogne, fanno pensare 8


ITALIA ARTISTICA

02

vhe un'

importanza fosse assegnata

alta

all'edificio.

Nondimeno

è difficile oggi ricono-

Secondo opinioni ormai antiquate, al quale era destinato. l' uso un teatro marittimo o un tempio il Xibby lo ritenne- una specie Blondel infine, più giustamente, vi riconobbe il di piscina e lo chiamò natatoriuTn una singolare trasformazione della casa greco-romana, una specie di asilo romito, che r imperatore si era costruito nel mezzo del suo palazzo, con ogni specie di capricciose con certezza

scere

esso sarebbe stato

;

;

fantasie,

per appartarsi dal resto della

della solitudine e la frescura,

fra

fontane e delle acque scorrenti

nell'

Vll.l.A

É crearsi

le

villa e

godervi nelle calde ore estive

delicate

lusinghe

dell' arte,

al

AbllIANA

mente, fra

la quale offrisse

I.K

dei pubblici negozi, prediletti,

non

CENTO

solo

piaceri e gli spettacoli di ogni

i

di

ma

gli

delle

(Fot. Gargiolli).

(AMElìKl.l.i:.

modo

il

genere

permettesse nello

coltivare la letteratura, la poesia,

dato dai più eminenti eruditi,

piacere

euripo.

noto come Y imperatore Adriano nella costruzione della sua

una dimora

il

mormorio

villa la

intendesse df

vita

e di occuparsi dell'alta

stesso 1'

di passarvi

tempo

di

giocondadirezione

attendere agli

studi

astrologia ed altre discipline, circon-

poeti del suo tempo. Così non trascurò di cocampestre alcuni edifici per biblioteche. La deternon è ancora sicura. Si credette tuttavia di riconoscerli retori,

struire nel suo meraviglioso asilo

minazione topografica

di essi

non lontane dal preteso natatorium, orientate lil^ri siano esposti alla luce quale raccomanda che

ntgli avanzi di alcune vaste costruzioni,

secondo

le

regole

di

\'itruvio,

il

i


del mattino.

Un ynmdc

rircondato da un j^ortico a fMlonnc corinzie formava

cortile

l'area centrale di (jiiesta costruzione; di letterati l'adornavano. Xei

che sono

un

luni^o

1'

viali

m'rto e

di

credette di riconoscere

si

via^i-gi

ricordo delle più belle cose ammirate e delle più nel

costruire

sua

la

villa

di

VII,I.\

monumenti ed grinazioni da

lauro ed

erme

di

le sedi di

lui

fatte a

e

due grandiose

'J'ivoli

\llltl\N\

volle

che qualche

— TUHMMO

K

\

AI.I.K IH

amano

ed

liete

di conser\'are

traverso

il

qualche

ore trascorse, anche Adriano ])arte

di

essa

gli

ricordasse

i

(Fot. Moscioni^.

TK.MI'K.

luoghi che più \i\-o piacere gli a\evano procurato durante

i

filosofi

altra j^reca.

cok)ro che hanno fatto luni^hi

tutti

di

di stanze e di sale, alcune delle quali absidate,

.^rujìpi

lato del cortile,

biblioteche, l'una Ialina e

Come

due

le

pere-

mondo.

Appartene\ano a questo gruppo di edifici. C(niie narra il suo biografo Sparziano. il Liceo, l'Accademia, il Pritaneo, Canopo, il Pecile, la vcdle di Tempe. e gli Inftri. Se non che le costruzioni nelle quali topografi moderni asseriscono di identificare i

tali

non presentano esatte corrispondenze con quelle dei loro prototipi Conviene c'unque ritenere che le riproduzioni volute da Adriano nella

antichi edifici

greci

ed

egizi.

sua villa non fossero troppo fedelmente eseguite delle opere da riprodursi e che egli

si

.secondo la

accontentasse di

pianta

e

la

struttura

un' approssimativa rassomi-


ITALIA ARTISTICA

64

glianza, imposta peraltro dalla necessità di adattarle alle esigenze ed al gusto allora

prevalenti nel

Xeir

mondo romano.

infinita

congerie di rovine che oggi ricoprono la vastissima superficie della una sicura determinazione della topografia

è presso che impossibile riuscire ad

villa,

monumenti. Solo di alcuni si può fare con certezza il riconoscimento e fra questi .sono di maggiore intere.sse il Pecile, la valle di Tempe e Canopo. Da un passo di Pausania sappiamo che il famoso Pecile di Atene era un grande portico a tre lati, celebre sopratutto per le insigni pitture che lo adornavano. (.li

questi

tutti

VILLA AblWAX.V

l'OUTlCO

dipinte da Polignoto e rappre.'-entanti la niesi

ed

dopo

la

esiste in

sua

villa 11

i

Lacedemoni,

presa

di

alcuna parte si

;

di

l^attaglia di

Teseo contro Maratona.

la battaglia di

(Fot. Gargiolli).

D'OltO.

Oenoe roml)attuta

fra gli

le

Amazzoni,

11

Pecile di Atene oggi

il

Ate-

consiglio dei

più

re

non

non sappiamo se quello fatto costruire da Adriano nella forme del .suo prototipo ateniese. tiburtina era in origine un vastis.simo quadriportico rettan-

così

aspirasse fedelmente alle

Pecile della villa

golare, con

guerra

la

Troia e

DKLLA IMAZZA

un grande bacino

nel mezzo, di cui

si

scorge ancora qualche avanzo. Di

questo maestoso edificio oggi è in piedi la parete del lato settentrionale, la quale era

un tempo fornita da ambedue fianclii di portici a pilastri, coperti a tetto, ed orientata in modo da potervi passeggiare comodamente in ogni .stagione, al riparo del freddo, dislivelli dell'area nella della pioggia e del sole. Nelle sostruzioni fatte per colmare i

i


TIVOL doveva sorgere

(|ualc

conosciute con

erano

tore,

delle pers

addette

forma

tjuale

archeoloi»'i

,i>li

era costruita

la

j)iii

serie dì ]jicc<)le stanze, (|uali,

secondo

propriamente, secando

(|ualclie altri, le

<>g<^\

scrit-

dimore

servizi(j della corte.

al

Non molto lontano cola valle di

(

allo^rgiamenti dei pretoriani o

i^li

me

vennero costruite alcune Cento "ainerelli-, nelle

Pecile,

il

noni'.' ji^jx .lare di

il

^5

I

dal

una

l'ecile è

])ic-

jiiuttosto allinij^ata, nella

riconoscono

riproduzione

(Juesto nonn' ])orla\a

in

do\c

sito

il

Canopo.

di

antico una città

lontana da ^Vlessandria circa cjuindici miglia, alla quale

accedeva per via

si

di

t(

rra e per

un (anale derivalo da un i)raccio del Xilo, suo celebre tempio

11

Serapide g'odeva della

di

larga rinomanza e gran folla di persone

])iù

vi accorreva da ogni

nume

invocare dal

Assai spesso

paese

delTEgitto per

guarigione

la

dei

inali.

consultazione dell'oracolo

la

di

Serapide era occasione a compiere una gita di

{)iacere.

c<;ime

F.

oggi avviene nei luoghi

stazioni climatiche e termali,

cura, nelle

di

anche allora moltissimi accorrevano a Canopo ])er mero passatempo e per godere delle favorevoli

circostanze che la città offriva a

chiunque

volesse

procurarsi

svariati e piccanti.

forme leggere come trasportavano

le

gondole

\'eneziane.

la folla dei

il

gran

fanciulle offri^•ano la più larga

trovavano lungo

si

sponde del canale

davano

seggeri di danze,

Vn

canale.

e piacevole ospitalità,

le

da Ales-

visitatori

alberghi, di osterie, di case, nelle

di

vaghe

(|uali

pili

barche, di

sandria a Canopo, lungo

numero

piaceri

i

piccole

Dtlle

e

tras(^orrer\-i i

ut do

ai

le

pas-

ore della notte fra

le

canti e l'ebbrezza

dell'amore e

del vino.

]5er

Ogni Cosa

in

quei

assaporarvi

la

gioia e nessun altro sog-

giorno poteva di

quello.

«

luoghi era disposto

come un sogno, trasportati come

viaggi in Egitto non avrà

tina, di

immaginarsi più incantevole

l'.ra

credere di essere

lineila

VMINlMI, l'IKIVKMKMK |i\l.l.\ VII.LX \|i|llAN.\. (l'ot. Moscioni). Uoma, Musro Cipitolino

lieta terra del

dice in

uno scrittore contem]ioraneo, e si ])ote\M nuovo mondo ». Anche Adriano, nei .suoi visitare Canopo e di gustare le dolcezze di

un

mancata) di

piacere. Così volle rievocarne

facendo eseguire una piccola riproduzione

una

stretta valle artificiale eresse

Serapide, riproducente

il

celebre

tlella

il

ricordo

gioconda

nella città

sua

villa

egizia.

tibur-

Nel tondo

con grande magnificenza un tempio dedicato a

santuario

di

Canopo. (ìrandi

fontane e bacini co-


ITALIA ARTISTICA

66 struiti

valle,

sponde

intorno alimentavano copiosamente a si

snmipflianza

scorgono ancora

gli alberghi v<)Iuttuosi

che

gli si

trovavano

d' accjua

nel

canale che fece scavare nel

sulle rive del prototipo egizio.

sto al fondo della \-aĂŹle era costruito un

masse

il

sottoposto

grande ninfeo

Sul niar^iiic di

canaio.

MOSAICO l'ROVEMEMK U

di

alcune

r imperatore e

le

scalinate

\l.l,

A

\

La grande le

scendevano fino

che

Sul lato oppo-

ILLA ADIUANA.

al

li\'e]lo

persone della sua corte sali\ano sulle

probabilmente come quelle

della

donde sgorgavano copiose questo si vedono ancora gli

Roma, Musco Vaticano

avanzi

mezzo

congiungeva Alessandria e Canopo. Lungo le avanzi di alcune stanze con le quali volle forse imitare che

quello

di

—

(Fot. Moscioni).

acque e per

delle

eleg-anti

le

quali

imbarcazioni, fatte

di Alessandria.

ricchezza dei marmi, dei mosaici, dei frammenti scultori, rinvenuti fra

rovine di Canopo ed

il

considerevole numero ed

luce colĂ , dimostrano la singolare magnificenza ed

Adriano volle edificare ed abbellire questa parte

il il

pregio delle statue tornate alla raffinato gusto artistico con cui

della sua villa.

Il

maggior numero una interes-

delle .statue ritrovate in quel luogo sono di soggetto egizio e presentano

sante

mescolanza

specialmente

di

di

caratteri

stilistici

essere ricordate

il

greco-romani

da Benedetto Xl\' al Museo Capitolino, sul Quirinale, due telamoni che sono i

^luseo Vaticano, alcune statue d'

ed

egiz?.

Fra queste meritano

Mercurio .\goreo, V Arpocrate e

Iside,

le

la

Flora, donate

due Veneri trasportate nel giardino d'Este

.sull'

ingresso

della

sala

a

croce

greca del

oggi conservate nello stesso museo e moltis-


r

sime con

altri»

sculture di divinità

di

cj^i/ic,

sparsi nelle

VM

I

1.

lii^urc

67

1

umane

e di animali e

attributi

isiaci,

Come

ricordo dei più piacevoli luog^hi visitati fece sorg-ere in

il

siderio di possedere un'approssimativa riproduzione di essi, così

abbellire e nobilitare la sua

dezza

memorie

di

dimora

e di tradizioni,

ci.n

l'attribuire

ad alcune

MOSAICO l'ItnVKMKNTK

parti

il

nome

di

Tempo

ad una piccola valle deliziosa, che di bellissimi

dilla \illa imperiale di Tivoli certi

lii>.

]>arla

l'Ossa

della

Tito Livio,

sull' alto delle

vertigine, né ha

donano i

alla

omonima

i

>

non

si

vera valle di

viaggiatori ammirano.

apre innanzi

acque

ha, scrisse

valle di Tessalia.

gli

il

bra degli

alberi

le

;

se

folti,

ne così

grandi piante e quivi

fece

nome

il

di

\'aticano

fiumicello.

Moscioni

^Fot.

1.

imperiale, ver«

La Tempe né

Pe-

il

rocce tagliate a picco, di cui

sono presi da una specie

di

grandezza e

qui é niclto diminuita

un luogo

assegnò

Boissier, né l'Olimpo, le

piccola pianura non era già naturalmente senza bellezza

erano freschi e

insigni per gran-

di

sguardi umani non possono penetrare e che

Tempe una mescolanza

La grandezza

altri,

Adriano il decompiacque di

pcdazzo

al

un

di

quali gli occhi e l'anima

boschi secolari che

altari

\l):il\\A.

l).\l.l,\ Vll,l,\

alberi, rallegrata dalle

cg"li si

Kd

della \illa.

Roma, Musco

deggiante

vasi ed

raccolte artistiche d' Europa.

maj^'-j^nori

di piacevoli

:

ma ma

che

di grazia,

tutti

la grazia é rimasta.

passeggiate

La

fu accresciuta l'om-

vi ;

e poiché

i

viali

vi

che procurava gran piacere ripcsarvisi presso l'acqua, sotto si

ricordavano facilmente

le

felici

ore trascorse nel

percor-


ITAT.TA

68 vallata

Tessalia,

rere la

bella

villa

faccia alla pianura,

in

di

ARTISTICA

osò

si

di

attril)uirle

nome. Dal

quel

estendevano delle grandi terrazze, ancora

si

lato

della

riconoscibili,

di marmo; una vasta esedra sostenuta da colonne e addossata alla tutta la vallata dominava di Là si discendeva fino ai farfcrrcs per Piazza alcune rampe in dolce pendio. ]^i tutto ciò non restami che rovine, ma il sito è an-

con portici e bacini d' oro,

;

VIIJ.A ,\[)liIANA

Cora oggi delizioso.

K

difficile

K

m

noto

il

nome

IXCltESSO AIJ.A SVLA

non essere

pianura appare cesi piacevole che averle attribuito un

si

grande

per

le

(Fot. Gargiollt).

l'ILOSOri.

dalla bellezza dello .spettacolo e la

perdona facilmente

al

fantastico imperatore di

».

gusto iippassionato dell'imperatore Adriano per

specie per quelli scenici. Cosi egli

editici

colpiti

IJKI

non mancò

rappresentazioni teatrali, per

i

pubblici spettacoli ed

i

di corredare la

ludi atletici, per

gli

sua

villa di eleganti

esercizi

ginnastici,


\lll,\

\|ii;l\N\

Ml.l.A AUHIAN.V

MiisMii)

1)1

MO>Alt.U DI

IN\

I

.NA

IIKI

l.i:

M.l.l.l.

Mli.l

LUI..!

(;\MI.I;l..

L\MHiK.

il-ot.

Moscioni'


lALlA

70 per

le

gare poetiche

teatro greco e

e non con assoluta

Nelle

e

musicali.

teatro latino,

il

ARll^TUA

Apppartenevano a questo gruppo

l'ocleon.

costruzioni

di

Taccademia, oggi appena

lo stadio,

il

in parte,

certezza, riconoscibili.

vicinanze dell'attuale ingresso della villa

avanzi del teatro greco, che appare

di

un

ad

corte

scorgono ancora alcuni notexoli

si

non grandi

dimensioni,

teatro

quali

riser\'ato

imperiale.

convenivano

si

persone della

alle

La cavea

è ancora

abba-

stanza ben conservata ed è disposta in

modo

avevano innanzi a

sé la

che

spettatori

gli

pittoresca veduta dei monti Tiburtini e Sa-

ameni rampi

bini e degli

lato

sepolto in

ed

costruito .sopra

valle di

della

piamo

sottoposti.

un affatto Tempe. Oggi mezzo ai campi coltivati. Sap-

teatro latino era

Il

("

che

tuttavia dalle piante

Ligorio

il

Piranesi ne rilevarono, che aveva pro-

il

porzioni molto più spaziose di quello greco:

r emiciclo

alT esterno

era

formato da una

serie di

diciannove grandi arcate

davano

accesso agli spettatori

sei scalee

;

aveva una

;

scena molto vasta, che permetteva

di

rap-

presentarvi .spettacoli grandiosi.

Dell'odeon rimangono assai scarse ve-

maggior parte

stigia e la

sua area

della

antica è ricoperta da alberi di olivo. Dalla

pianta che ne fece

aveva

anch' esso

Piranesi

il

la

vede che

si

forma emiciclica

del

con scena, orchestra ed un grandioso

teatro,

portico

marmi

esterno.

Era riccamente

ornato di

erano Mnemosine, che dopo molte vicende andarono ad arrice

di

sculture

anrlic le statue delle

(^hire

Museo

il

l-'ra

CANOKLAIiHO

l!Ai!BKHI.\r,

Musco \'aticano

ADIIIANA.

adornare

l'HOVEMENTK DALLA VILL\

(Fot. Moscioni;.

alcuni

gli

la

di

villa

monumenti

Muse

queste

e di

Madrid.

edifici

sua

e fra

di

cui

tiburtina,

greci,

.\driano volle

riproducendo

famosi

per glo-

riose tradizioni o per pregio d'arte, era an-

che l'Accademia. scuola, oggi più

Il

non

celeberrime; esiste

;

prototipo

ateniese, nel quale Platone stabilì

la

sua

quindi non sappiamo quanto fedelmente la riproduzione

della villa adriana seguis.se l'originale.

Xello

.stato

l'Accademia, secolari,

in

attuale delle rovine che oggi sono designate come appartenenti algran parte ancora internite e ricoperte dalle ombre di magnifici olivi

e pressoché impo.ssibile accertare

posto. Nella va.sta congerie di

elevata della

villa,

ruderi

che

come questo gruppo di

essi

di

edifici

era com-

sopravvivono nella regione

detta oggi Roccabruna, sono riconoscibili molti avanzi di

più

un gran-


T

\M

I

)

I

,

-,

I

dieso peristilio, di alcune sale, dalle volte rivestite di stucchi finissimi, di torri,

di

portici,

di

aule absidate. di enormi pilastri, clic fanno arj^'^omentare la {grandiosità e

la

m:ij;mificenza di questa parte della villa.

Ma

costruzioni sono una vasta aula rotonda, nella (juale qualche archeoloj^o pretese di vedere un temjiio di A]>ollo, venne scoperta nel 7.S 7 una squisita copia del celeberrimo mosaico di Sosos da Perivamo, raj)presentante cjuattrcj colombe nell'atto di bere l'acqua raccolta in un piccolo vaso. Acquistato dal le

le

vestiq'ia

più

insitifni

dello s})lendorc di (juesto j^rup])o di

mirabili opere rinx'enulc frale loro ro\ine. In

1

Vll.l.V

XI 11,

pontefice Clemente del

Museo

il

Negli scavi praticati del secolo

sale del

XMII.

Museo

stessa raccolta,

i

due

TKAII.'

'.'

I

noti 11

una

delle

cremme

stesso

luogo tornarono

alla luce,

verso

fra quei ruderi: quivi j^ure

due eleganti candelabri, finemente intagliati, che si conservano nella statue nel Museo Vaticano ed un grandi.ssimo numero di franmienti Dello stadio

marmi

fatto

delle specie

costruire da

delle rovine, sufficienti a

preziose

i

primi anni

centauri in marmo bigio, che oggi adornano una delk bellissimo fauno di rosso antico, che ammirasi nella

venne parimenti rinvenuto

stucchi dipinti e di

]>iù

dei saggi più rari dell'arte musivaria classica.

nello

Capitolino.

\

bellissimo mosaico è o^gi

uno

Capitolino, ed

AKIilAN

])iù

.scoprirono

si

i

galleria delle di

mosaico, di

rare.

Adriano

nella

sua

villa

dare una esatta idea della sua

restano ancora alcune

notevole grandezza.

Esso


ITALI.V

72

sorgeva

in

una piccola

anch' essa in parte di le

ARTISTICA

aperta fra Canopn ed il preteso natatorium, ricoperta Alcune grandi fabbriche erano annesse allo stadio, fra

v^alle,

olivi.

quali è notevole, per la vastità delle dimensioni e la bellezza dei portici a colonne

scanalate che lo adornavano, un

grande

pareti altissime, già incrostate di

buoni marmi.

VILLA .\DriL\NA

Nella magnifica villa imperiale non archeologi vollero riconoscere in

cortile,

POIITA

DEL

di

un gruppo

di

delle più interessanti il

suo

curiosità

biografo,

aveva

tratto' delle

(Fot. GargioUi).

mancavano naturalmente

senza serie ragioni, terme muliebri e terme

Una

avanza qualche

l'ECILL.

le

terme, che gli

rovine, prossime allo stadio ed a

nopo. Esse sono formate da due vasti corpi distinti

Adriano, scrive

cui

e

chiamati rispettivamente,

Ca-

ma

virili.

della

villa

di

Tivoli erano

gT Inferi «"che

voluto porvi, affinchè nulla vi mancasse «^


Ai -¥•

f*

1

la-

vili.

;i,I

\\

\N/I

liKI.

\

MilUA.NA

PF.CII.K

|l\

MI

HA

(l'ot. Gar^iolli'

liKL l'Kiill.K.

IN'ACOIVKOIITK DKt. l'IllAM

>


ITALIA ARTISTICA

74 Agl'Inferi facevano riscontro

gli

ma

Elisi,

come

non può con sicurezza sapersi

della villa attribuiscono generalmente

così dell'una

fossero

il

nome

di

da un largo vestibolo, a torma

ranei, preceduti

Palazzo imperiale, nel fondo

mia

di

angusta

IMOVEXIENTE

XIOIJIDE,

l)

V

Plutone. delle

Alcuni

ombre,

il

canali

aperti

in il

non rimane più alcuna

traccia.

I

topografi

ad alcuni grandi corridoi sottergrotta, costi ulti non lontano dal

di

valle

conducenti

artificiale,

VILLV AD:iIAN.\. Museo \'aticano

il

forse

a

t^Fot. .Moscioni;.

regno

dei morti.

Il

Ponce

regno di tre fiumi del regno cjuei luoghi rappresentavano Elegetonte. Alcune grandi sculture, eseguite con la

^'n^ggiore perfezione, vi esprime\ano ciò

costruzione

Inferi

Adriano come Roccabruna erano situati

Lete, lo Stige ed

dell'altra

dove sorgessero.

fatte e

qualche sala particolare consacrata da asserisce che nei dintorni di

come

i

cam]ii

Elisi

ed

il

i

i

supplizi di Issione e di

Prometeo. Oggi

di tutto


I

\'nl,l

I

,

Lo

stesso

può

dirsi

ni< zitissimi

di

campestre di Adriano. Di numerosi altri avanzi ficie oyftifi

della villa, sjjesso

non

portano sono affatto

;ìATLA

di KLUliA,

con<»sronf)

l'IlOVIOMK.MK HAI. LA VILLA

Milil

\>

il

rlu-

adornavano

là sparsi

per

la

si

può

sTMIX

\.

dire

III

dei

nomi

lllOMSO. l'IKiVKMKMK. KVI.I.X MLI.\ Hotiia,

alcuni dei quali

Pritaneo, di cui parla Sparziano. in

i

altri

si

cIk-

che

ruderi

tcrandiosi

- (Fot. Moscioni).

dimora

la

vasta super-

determinazioni originarie ed

le

Onesto

sulla collina di S. Stefano, in

Liceo, in altri

un

che sono qua e

di edifici

arbitrari.

Roma, Musco Capitolino

scorgono

si

nionuim*nti

altri

."5

Milli

Musco Maji

\NV.

n.il<-.

identificnre

crcdt tte di

si

il

ancora una vasta piscina o

anfiteatro.

Così vennero ritenute l'attuale entrata della

villa,

come dalle

un ninfeo

quah

si

alcune importanti

estrasse

rovine,

un gran numero

di

prossime

busti,

di

al-

trme


IT.\T,T\

76 e di statue, di molto pregio,

come

il

ARTr^TlCA

bellissimo

msso

satiro di

antico,

attualmente

esposto nella sala delle maschere in Vaticano.

Parimenti senza alcuna

nome

di palestra

seria

ad un gruppi^

di

ragione rovine,

ed

Ligorio

il

Pirancsi

il

attrilDuirono

non lontane dal preteso ninfeo e pretorio o

per

edificio

dei pretoriani,

ad alcuni avanzi ed anguste,

terme.

Comunque anche

da questa numerosa rappresentarci

di piccole

prossime

alle

tracce lasciate

le

serie di

determinazione,

incerta

il

di

alloggiamenti

gli

stanze

uiiìide

(|U(llo

fabbriclie di

contribuiscono a

sorprendente grandezza,

la

e la magnificenza artistica della villa nei

tempi

felici

Dopo

in cui l'abitò

morte

il

suo fondatore.

Adriano le vicende dell'insigne monumento non sono abbastanza note. Certo esso fu dimora anche la

di

come dimostrano Marco Aurelio,

di alcuni suoi successori, busti

i

Antonino

di

Pio, di

L. \'ero e di Eliogabalo, trovati fra le

di

rovine,

presso

non

ha ragione

si

ed ampliamenti

alla villa

modificassero.

la

essa

in

di

notevoli

apportassero

d'arte

detta

Pantanello,

teatro greco. ^la dall'esame degli

il

avanzi essi

regione

nella

credere che arricchimenti

modo

o in altro tutte

Infatti

sono

rinvenute

opere

le

sincrone

della sua fondazione. Così essa ha per noi

particolare pregio di apparire

il

come

l'o-

pera meravigliosa e personale dell'augusto principe

che

complemento la

la

edificò e di

formare un

efficace e indispensabile per

conoscenza dello

spirito,

dei gusti dell' imperatore

dei costumi e

Adriano ed an-

che, sotto alcuni aspetti, della società del

suo tempo.

Sembra che

i

primi

la integrità della villa KALNO, l'IlOVKMKMK

KAI.I.A VII.I.A AI)l;IAN\.

Roma, Musco Capitolino

allo stesso

atti diretti

debbano

contro

attribuirsi

imperatore Costantino, del quale

(Fot. Moscioni).

narra

si

che cominciasse a spogliarla di

molte opere

d'arte,

che

trasportate a Bi-

la nuova capitale del mondo romano. Ma primi danni veramente gravi ed irreparabili ebbe a soffrirli per parte di Totila, allorché il valoroso campione dei (ioti vi prese quartiere nel 534 con le sue bande devastatrici, dirette

sanzio,

all'

adornarono

i

attacco di Tivoli.

Nuove rovine

vi

sparse nel secolo \lil

il

re

dei

Longobardi, Astolfo,

ed

altre


/


ITALIA ARTISllCA

78

ancora ne accumularono nei secoli posteriori

Roma, passando per

di

Perirono cosĂŹ irreparabilmente grandiosi portici e

ed

i

gli

templi ricchissimi,

tutti

atri, le

le

tutti

i

gli eserciti

che muovevano

campagna

laziale.

meravigliosi

edifici

quella regione della

della villa

;

alla volta

caddero

i

volte delle aule rivestite di pitture e di stucchi, le absidi

superbe terrazze,

le

torri,

le

colossali

costruzioni,

fra

un

J

FAUNO, l'IlOVKMENTE DALLA VILLA ADIilANA. (Fot. Moscioni;. Museo Capitolino

—

cumulo miserevole ziosi,

boschi i

di

di statue mirabili, di

castelli

colonne di

infrante,

di

archi spezzati, di

eleganti decorazioni pittoriche

e

]ji]astri,

di

lUcirmi pre-

musivarie. Disparvero

i

lauro e di roveri, gli ombrosi viali di mirto e di rose, le risonanti fontane,

d'acqua,

i

piccoli laghi,

sicuro, nuovi strali di terra

si

i

canali artificiali.

andarono accumulando

Lentamente, sulle

ma

membra

con

progresso

sparse e deturpate



ITALIA ARTISTICA

8o dell' insijjne

qua e

là fra

monumento; una vegetazione nuova i

ruderi mirabili. Stagni

profondi

e

forte e

ricoprirono

quasi selvaggia; crebbe

molte

parti

della

villa,

celando nei densi strati delle alghe e delle piante palustri innumerevoli tesori d'arte. la

bellezza

delle

divine forme classiche, la grazia e

il

sorriso delle

veneri

procaci,

OKNTALItd, l'IlOVKMKNIE HAI.I.A VILLA AUIUANA.

Museo Capitolino

dei fauni silve.stri. dei satiri e delle

raggi del sole estivo vasti campi le loro

ombre

di

ninfe amorose. In altre parti

biade; e le

(Fot. Moscioni).

biondeggiarono

cerule chiome degli

olivi

ai

sparsero

di pace.

Nel 1461 un insigne pontefice, Pio II, passò per questi solitari regni dell'oblio morte e vide la tragica dissoluzione di così grande opera umana. « La vecabbarbica oggi l' edera si cliiezza trasforma ogni cosa, egli esclama mestamente

e della

;


'ri\-(

luiij^o

le

in aliri

nuirav;lic.

)i.

Hi

I

tiuipi rirn]Krtc di pitture

stoffe

di

<•

spine crescono rij^'-oi^liosamente ove un ijfiorno si assisero ed serpenti dimorano ogt>i nelle stanze ddle ])rincii)esse

i

!

la

villa

liVI.I.A

rovinosa tennero poi nuovi tempi e nuove sventure.

I-in

vestigia dell'antichità.

nei

risorto spirito classico risvegliò

il

E

un'acuta brama la

villa

Adriana

di

fu

raccogliere

innumerevoli capolavori

e

principi di

vicenda

Moscioni).

dai primi

nei mecenati

e

possedere

da allora fino quasi ad

di spogliazioni sistematiche e brutali, che se arricchirono di

porpora

Vll.LV ADKl V.NA. l'ot.

delle arti e delle lettere

d'Europa

la

Musco Capitolino —

anni del cinquecento

e

Tale è

le

»

cKMAUiO, l'UuVKNlKMi:

Ver

rovi e

i

tribuni vestiti di

ini]>criaii.

i

delle cose mortali

d'oro:

le

mutilate

oggi l'oggetto

le principali collezioni d' Italia

dell' arte classica,

portarono) nello stesso

tempo


I

lALTA ARTI-^TICA

l'ultima devastazione agli a\anzi

ancora

architettonici

superstiti. Privati speculatori,

da ingorda cupidigia di lucro, manomisero e sovvertirono gran parte del suol») venerando, senz' altra cura che di strapparne marmi, mosaici, vasi, statue, candelabri

tratti

ed ogni

portando o\ainque, senza riguardo alcimo,

altra suppellettile artistica mobile, la

Venne

loro piccone.

rovina del

nuova a proteggere con un'aura venerazione

di

ma come

tanta serie di disastri;

appaiono ora

rati

confronto

in

umili e sfigu-

magnifica dimora,

resti della

meravigliosa

della

che per

lezza,

i

e

rispetto

scampati a

avanzi

ultimi

gli

alfine l'età

di

veste

bel-

di

tesserono la natura e l'arte

lei

nei giorni lontani della sua nascita!

* *

Nell'età

di

mezzo

come su

Tivoli perdette, l'antico

tutto

altre città d' Italia,

come

splendore

queste, pesarono anche su di

e,

lun-

lei

ghi secoli di miserrima decadenza ed intermina-

vicende di guerra,

Ijili

rapine e di stragi e

di

lotte intestine e mirabili sforzi diretti

con-

alla

quista delle pubbliche libertà.

Dagli assalti dei

condotti da \'itige

Goti,

da Totila, ebloe non poco a

e poi

guinata,

ma

Le

nobilmente.

soffrire

ed

;

lacera ed insan-

ogni volta uscì dalla contesa

invasioni

degli

Ungari e dei Saraceni del secolo \"III lasciarono anche

rovina e della stra-

in lei le tracce della

ge, sparse

da quei barbari

in tutta la

regione

laziale.

La sua

Roma,

forte posizione rispetto a

la

travolse fatalmente nelle secolari contese che principi tedeschi

i

i

pontefici

popolo romano e sempre, amica o nemica,

rd

il

(li

una parte o

suo

sostennero contro

pagò largamente

dell" altra,

umane

tributo di vite

e di beni alle

il

.sorti

delle battaglie. Alll'OCIiVlt, l'l;o\L.MI..Mh

UALLA VILLA

Musco Capitolino

giogo

pontificio e

rivolte, di

Per due volte

Alfl'.IA.NA.

romano passò

.scomuniche papali e

nel

III

valere

delle

secolo

XII, a traverso

di dedizioni.

Contro

le

i

fortuna

pontefice.

della

imperatore

dall'

dovette .soccombere

Ottone

armi

guerra muta\a e

la

città

tornò

tedesche.

innanzi al preInsofferente

del

una lunga vicenda

di

milizie romane, condotte nel 1141

ad assediarla, oppose una resistenza eroica e le armi dei nemici ed a volgerli alla grande onore a .sconfiggere la

assediata

(Fot. Moscioni)

fieri

tiburtini riuscirono

fuga.

nuovamente

Ma alla

V anno

con

seguente

soggezione

del


TIVOLI Nuove guerre sostenne contro

Romani

i

«;>

negli anni ])osteriori, interrotte «la l^revi

paci, a volte alleata, a volte nemica degli imperatori

di

successione di lotte

Roma, contro

sostenuto

contro

il

popr)l<j di

(ìermania

continua

in (juesta

contro

pontefici,

principi tedeschi, signori feudali, e condottieri, Tivoli difese gagliardamente nei secoli

Xlll e XI\'

raffermarsi

il-

dominazione papale su tutto

MI.LA

vessilli

tiburtini

deposero

AI'lllA.NA

antica

1'

della pace, solo turbata di tanto in

furono

certo

propizie

r.K

UIKCI

CAMKUK u

che per tutto

splendore di un tempo fu doxtito quasi esclusivamente bellezze esercitarono sopra

anche dalla cor.so di .struite I

1

favorevole

qualche

per

ed artistico della gli

romani

meravigliosa

.secolo la

er loro delizia,

cittadini

della

tlelle

corona

cla.ssi

dove raccolsero ogni

esercizi del corpo,

La quale ebbe

per

\icini

città.

Il

negli ozi

comuni. .su

Tivoli,

mirabile

.suo

aristocratiche. Questi, attratti

Roma,

campestri

le

composero

dinn^re e di

ville,

eletta espressione dell'arte

nel

co-

antica.

tiburtini contribuirono note^'olmente allo sviluppo edi-

colli

i

città.

]iiù

di

i

fascino che le sue naturali

al

circostanza della sua prossimità a

loro lunghi soggiorni fra

lizio

i

tempo

(|uel

meilio evo pesarono

artistico

c;ar;;:ol:i.

(I-ot.

riposò da

il

aquile dei

le

OSI'KIIAI.I.

Dl.l

tanto da violenti conflitti con

rinnovamento

al

romano, anche

lo stalo

alterezza e Tivoli

Jali agitate condizioni politiche,

non

XVI, con

sue libertà comunali e l'onore delle armi, .\lfine nel secolo

della

i

bagni, per

all<ira

gii

templi .superbi,

spettacoli,

fori,

pubblici edifici

per l'amministrazione della


IFALIA ARTISTICA

84 giustizia

ed aspetto iiionumentale veramente notevole. Con

dezza romana venne

Le

lotte secolari

la costrinsero

ad

esaurirsi per

Tivoli

la

precipua fonte della sua prosperità. j

che essa sostenne con varia fortuna contro

durante tutto

medio evo ad uno

il

suo sviluppo

al

popolo

il

di

Roma,

non poco nocivo

stato di isolamento

artistico.

Nondimeno I

gran-

dissolversi della

il

svolgimento non mancò del

tale

tutto.

nuovi bisogni del culto furono naturalmente stimolo

monaun numero

costante e vivo alla produzione artistica. Chiese,

P

furono

santuari,

steri,

notevole

anche

tah-olta

e

eretti in Tivoli,

con

in

intendimento

alto

di

grandiosità e di bellezza. Se non che la forza dissolvi-

tempo ed

trice del

_

modo

in special

nelle età posteriori e la

brama

mutare dei gusti

il

rinnovatrice, propria di

certe epoche della storia artistica d' Italia,

cancellare dagli edifici sacri tiburtini

ed a

dei loro caratteri originali

ed appariscenti propri

mitivo,

epoche più vicine a

di

Anche

corazione. la

città

una

noi. Così

sola chiesa

quale conservi integro l'ordinamento

la

suoi antichi arredi

i

affaticò a

si

maggior numero

sostituirvi quelli fastosi

oggi non è facile incontrare nella medioevale,

il

vecchie

le

la

sacri,

chiese di

sua

pri-

originale de-

subirono

Tivoli

dissennata opera restauratrice del seicento e del set-

quante

tecento e tutte

perdettero la veste augusta e

solenne, avuta dal genio delle passate età, per assumere quella sfarzosa e spesso grossolana, lucente di ori e di stucchi, sovraccarica di ornati, prediletta dal

gusto dei

nuovi tempi.

Molte delle

attuali chiese tiburtine e quasi tutte le

più importanti vennero costruite o ricostruite fra colo la

X ed

il

XIV. come

il

(X

la chiesa di S. Silvestro

se-

sec),

chiesa inferiore di S. Biagio (XI sec.) sulla quale po-

steriormente venne costruita quella

attuale (XIII sec),

Maggiore XI sec), quelle di San Andrea e di S. Michele, Alcune altre, che risalgono ad età anche più antiche, come la chiesa di S. Lorenzo e la chiesa

di S. Alarla

quella di S. Pietro, ebbero anch' esse in quei secoli STATIA

IJI

ISIUE,

costruzioni profonde, per le quali presero tutto

VILLA ADIILVXA.

Roma, Museo Vaticano.

tere degli edifici sacri di quel

posteriormente Così quasi tutte

queste

ebbero

chiese

in in

decorazione

interna

mane, costruite o restaurate cosmatesca, che stendevasi altari,

sugli

amboni,

archivolti dei cibori.

era fra

il

di

solito

secolo

XI

genere

quella e

carat-

tempo, che poi perdettero

ordinamento

il

d'

basilicale,

a tre

ingresso.

comune anche alle XIV, note con

secolo

come un sontuosissimo parato

sui plutei del coro,

il

seguito a nuovi e più infelici restauri.

navate, a colonne marmoree, talvolta con un piccolo portico

I^

ri-

l'ItOVEMEME DALLA

di festa sui

chiese il

nome

rodi

pavimenti, sugli

sulle spirali e sui capitelli delle colonne, sugli


TIVOLI Il

paviiiicnto era spesso riccamente

decorazione ])avimentaria

tale di

Santa Maria Mayg-iore,

in

ornato

marmo, combinate

a piccole tessere ])oli(Toinc di

85

nei

conservano anche

si

decorazioni

di

opera

in

più

(lisejj;-ni

vaji"hi

tracce notevoli

oi^tri

amili

>ni,

1

>gi.-i

ijuasi

affatto

scomparsi, jìortarono

Vll.L.V

cosmatesca.

Un

AlilllWA

gli altari,

stessa decorazione

la

IIIICI.IMO D'K.STAIK.

due eleganti colonne

altare e

nella

1)1

cln'esii

quelle di S, Silvestro e di S. Pietro; alcuni frammenti se

ne scorgono ancora nella sagrestia della cattedrale. Sovente anche gii

tassellata,

e divi-rsi.

tortili

])lutei,

i

musi\'aria

(1-ot. G.irv:iolli).

così

adorne

si

conservano

nella

chiesa di S. Maria Maggiore.

Eleganti campanili a

]^iù

ordini di finestre, sorrette da delicate colonne

marmi

ornati di belle cornici, di frammenti di

antichi,

di

dischi

paste

in

marmoree, policrome,

sorgevano a fianco delle chiese. Ed anche oggi se ne sorgono numerosi Si'iggi. Alcuni di essi però subirono forti restauri posteriori, che ne alterarono profondamente r aspetto primitivo,

come

(luelli

della chiesa di S. Biagio, di

serva

il

della chiesa di S.

campanile della piccola chiesa

neggiati dall'incuria

in

cui

\emiero

stretta via

dei Selci, presso

il

sono oggi

quell<.i

di

della

abbastanza

S. Michele, Altri o

di

tenuti,

Tali sono quello della chiesa di S. Pietro,

vede nella

Maria Maggiore,

quella di S. Andrea. P.ene

poc«~>

in\ecc

si

con-

male restaurati o dan-

più che avanzi

una piccola chiesa

duomo. Talvolta

cattedrale,

sotto

rovinosi.

diruta,

l'altare

che

si

maggiore


ITALIA ARTISTICA

86

delle chiese tiburtine erano costruite delle piccole cripte romaniche, ornate di sculture

Due esempi

e di affreschi.

Silvestro.

di S.

Generalmente vaste centrale.

Pur

serie di pitture ricoprivano le absidi e

tri)ppo quasi tutta (|uesta preziosa decorazione

intonachi ed

riori

notevoli se ne liann<i nella chiesa di S. Pietro ed in quella

i

pareti della

le

scomparve sotto

\

il.i,\

\hi;i \.N

\

i.l.

all'

tuiscono

(l'ot.

li.iiMh.

cripte sopra ricordate e dell'abside della chiesa antica le

in

XIV,

facesse

Tivoli la scuola pittorica

germogliare

notevoli

zione possiamo argomentare

Meno eretti nel

importanti per

il

propagini,

"ttà

Colle, presentano

costruzioni di gran

più ])rossimi a noi non

mole

mancò

il

secolo

delle quali

X

oggi

ed

come

cjuelle

l>iagio,

costi-

mostrano come il

principio del

piuttosto per indu-

e per bellezza sono gli edifici tiburtini di uso civile,

Nondimeno

esistenti.

alcuni quartieri della città,

come per

ancora un aspetto architettonico medioevale spic-

catissimo e veramente caratteristico. Se <

fiorita fra

E

Gargiolli).

valore.

numero

medio evo, tuttora

esempio quello del

romana,

là,

S.

di

testimonianze superstiti del pregio di tale decorazione.

anche

ammo-

opera devastatrice degli

dernatori o le larve di antiche pitture che ancora sopravvivono qua o

due

nave poste-

nuovi ornati; ed oggi appena qualche affresco, come quello della

tribuna di S. Silvestro e qualche avanzo sfuggito

delle

i

riferibili

non

è facile incontrare in questa parte della

all'età di

di esercitare

mezzo

anche colà

e se l'attività edilizia dei secoli la

sua opera rinnovatrice, sono


TIV tuttavia

bastanza

numerose intatti

i

le piccole abitazioni

caratteri

artistici

dc-I

T)

(|uivi

L

87

T

ancora ab-

eostruite, le (juali conservaiKj

duecento e

del

trecento.

K

facilmente

ciò

si

m m

VILLA AUIIUNA

\

L\LK DKI

spiega pensando che appunto nella parte bassa dell'attuale cattedrale, dovettero

ragioni di difesa,

ma

restringersi altresì

i

(I'"ot.

CIl'IlESSI.

confini di Tivoli

città,

nell'età

perchè ad essa metteva capo

l'

di

Moscionii

dove sorgeva la sua mezzo, non solo per

antica via tiburtina. che

era la principale strada che nell' antichità e nel medio evo conducesse a

Roma.


HALIA ARTlSnCA

88

r odierna Aia del Colle e quella di S. \'alerio, che ne è il prolungamento, formarono, durante l'età di mezzo fino al principio del rinascimento, l'arteria della Così

città

più frequentata ed importante.

Nel quattrocento e nel cinquecento, con il progressivo sviluppo di Tivoli cominciarono nuovamente a popolarsi anche le regioni alte, comprese nell'attuale cinta ur-

Vll,l.\

Milli \.\\

l'.\Urii;OI.\llK.

bana, che oggi diconsi del Trevio e

mostrano

infatti,

in

lenza di elementi

confronto

stilistici

di

DK.GLI

S.

di quelle di

STUCCHI DKLLK CUAMil TtlOlK

Croce. S.

del rinascimento ed

(lot.

Le nuove fabbriche

Moscioni)

quivi costruite

Valerio e del Colle, una notevole preva-

un

carattere di

grandiosità e

di

ganza, che fa prova del nuovo sviluppo raggiunto dalla città sul finire del secolo e nel successivo.

Se non che

i

considerevoli

subire questi quartieri, divenuti nei tempi

rinnovarono

cjuasi

del tutto

il

loro aspetto

rimaneggiamenti

moderni

i

più

arcliitcttonico.

edilizi,

signorili

che

ele-

XV

ebbero a

e frequentati,

ne


TI

Al in i^ran

\'( >T.

89

I

contraricela rf-juionc Ixissa di Tivoli, circostante all'antica cattedrale, conservò

parte

la

sua

orij:>finale

fisonoinia.

Kil

anche

o^i-^i,

chi ])assa

per

del Riserratilio, di S. N'alerio, strette, ripide, tortuose e s'inoltra per

che sboccano

in

(jueste arterie niay^iori, è colpito

le

le

vie

<lel

Culle,

viuzze anj^^uste

dal carattere medit^evale che esse

hanno ancora. l'iancheg's^'iano le \ie in piccole

molte case del duecento e del trecento, costruito in laterizio, volti- in forma di bifore e scalinate esterne

dimensioni, con finestrelle ogivali, a

d' in «presso

piccole terrazze, dove

e

VILI A

donne

del popolo ed

i

\hi;i\\\

MIMI

fanciulli scherzano.

sole ed antiche colonne di

marmo

ore

per luni^'he

e dischi in

iii;ii.\

i;ii;i

si

raccolti

da monumenti

di

età

Belle cornici a serie di archetti e di

paste policrome adornano spesso

romana ed

le

pareti delle case

verde tralcio una

ad

sculture, freyi,

le

menpareti

bassorilievi,

ca-

inunessi nelle mura, ne rendono più

varia e pittoresca la decorazione. Talvolta i^rossi

mente lungo

(Fot. Moscioni).

ioli (:\.

esterne delle abitazioni e numerosi pezzi di classiche pitelli,

svol^'e la vita opcrc^sa delle

ombreggiare

tronchi i

di

vite

salgono

piccoli balconi, a porre

tortuosac<">n

un

delicata ghirlanda intorno alle finestre annerite dal tempo.

Sovente un vecchio muricciuolo circonda il piccolo orto attiguo alla casa. Rigogliosi pergolati ed oleandri ed aranci crescono in questi brevi recinti, nei quali qualche rigagnolo spande il lieve mormorio delle sue acque e bei frammenti di


ITALIA ARTISTICA

go antichi

marmi,

margine avanzi

di

statue e di sarcofaghi giacciono fra l'erbe e la terra.

delle strade, entro le

di anticlii

edifici,

mura

delle

case,

Qua

scorgono ancora alcuni

si

che contrastano vivamente con

e lĂ , sul

poderosi

carattere semplice e dimesso

il

delle fabbriche medioevali.

lJlSCUl:ul,(i

1)1

MIliUM.,

l'I

ALMK.NTK

I)\M,

\

\

11,1,

A

.\lil'.IAN\.

Uoina,

Nella

via del Colle fermano anche f)ggi l'attenzione

Musco

A'aticano.

dell'osservatore

i

grandiosi

ruderi dell'antica porta tiburtina ed altri avanzi di fabbriche e di fortificazioni erette nei bassi tempi.

impostati sulle vita cittadina

Di tanto

mura

in tanto alcuni

delle case,

non erano mai

memorie

sufficienti a

dei nemici esterni e le fazioni civili.

archi

parte

in

di lontani tempi,

bastanza

i

mezzi

diruti

attraversano

quando per di difesa

le

vie,

la travagliata

contro gH assalti


1

1

\'

<

'

1.

91

I

Piccoli tabernacoli, coronali di ar( litUi oirivali, sostenuti da coNjnne pensili,

gono

talx'olta

sulle pareti

delle al)itazioni, nel

negli angusti crocicchi delle stratle.

fond(j d(%di oscuri

La densa patina

n( ra

che

mutilazioni delle loro C(jrnici, degli archi, delle colonne che

mento

delle sacre

immagini che

tempo. Rjipure ancor

parabile del

caste vergini sacre ed

anime

essi

alle quali

i

oggi

di\ini e

i)utti

racchiudono, palesano

li

le

scor-

si

chiassuoli popolari, ricopre, le nuin< rose

li

sorreggono,

il

deturpa-

corso

tracce del

irre-

dagli intonachi corrosi talvolta sorritlono

par che racchiudano ancora

portarono nelk; |)assate età

il

conforto e

la

le

ricordo delle pie

il

pace.

V l-IlVMMt.MU S(.UI.lul(IO UP.N

lt.\l'l'lth>KMA/.III.M.

1)1

MK.NAIH, |-IHiU..\ltM

r.

UVi.l.V

\

ILLA Al.lilANA. (Fot. Mo^cioim

Musco Vaticano

11

che

il

])iiì

notevole e caratteristico edificio sacro

la

più

rinno\-asse. senza alcun

sua nobile e vetusta struttura e

la

sua suppellettile artistica medioevale,

in

nel

la

S.

i'i35,

un pesante

edificio seicentesco, quale

gelosi conservatori delle nobili

strasse l'eminente porporato, cienti

prima

la

trasformandola tini,

di Tivoli fu l'antica cattedrale,

interamente

cardinale

conservare

Roma,

ci

memorie

lasciaron(i

per rappresentarcene l'aspetto e

la

oggi appare.

(

patrie di quello che

tuttavia

dell'antica

ìli

pensiero

tli

storici tibur-

n<^n

si

basilica notizie

dimosuffi-

costruzione architettonica primitiva.

Secondo un'antica tradizione, alla (juale man(\a peraltro ogni fondamento di verità, chiesa madre tiburtina venne edificata dall' imperate re Costantino e consacrata a Lorenzo martire. Essa sorgeva sopra una parte dell'area dell'antico tempio di Er-


ITALIA ARTISTICA

92

cole X'incitore e forse sulle fondazioni della stessa cella del

credere l'avanzo

nume, c<ìme indurrebbe a

dell'abside reticolata, appartenente airantico sacrario erculeo, che

si

scorge ancora dietro la tribuna della chiesa. Questa era costruita a tre navi sorretta da alte colonne scanalate di ordine corinzio, tratte dall' antico tempio di Ercole. Nel mezzo del presbiterio sorgeva un ciborio di marmo scolpito, sostenuto da quattro

.^j-tcr-*:

VIA M:L colle

CASK MKDIOr.VAI.I.

colonne, ed ornato nella sua fronte di una composizione

in

mosaico, rappresentante

Lorenzo ed Alessandro Papa. Il pavimento delle navate e del presbiterio era tutto ricoperto di una elegante decorazione, a forme vermicolate, sferiche, rettangolari in opera tessellata, qua e là interrotta da pietre tumulari con l'effigie dei personaggi più eminenti ivi sepolti. Alla estremità della navata la

Vergine ed

sinistra era

il

i

Santi tutelari di

Tivoli,

fonte battesimale, formato da

una grande vasca ottagonale, forse

antica.


Tivoli

93

un piccolo bacino marmoreo, l'n j^^rande rido di aftestamento, ricoprivano le freschi, rai)i)r(sciitanti alcuni fatti dell'antico e del nuovo di marm<j, adorpareti delle navale. Un elej^ai.tc p.^rlico, sorretto da due colonne nel

mezzo

nava

della fjuale erj^evasi

r ingresso della basilica.

Xtl restauro che della di essa

andò sovvertilo.

1

.e

eliiesa fece Ijelle

rardinal

il

\

(li

Krcole, scomparvero entro

ciborio

venne

seicentesche.

sostituito

l'altare

La numerosa

tutto

Tordinamento primitivo

(Kot.

11, COI.I.K.

Motcionu.

pesanti' involucro dei ])ilastri in muratura. All'antico

grave nelle sue forme affreschi medioevali cedette il posto a nuovi in-

m<xlerno,

serie di

ricco di

marmi

e

stucco, a oro e rivestiti di varie pitture di G. F, Grimaldi, del intrapresa del Manenti, (Ul Labruzzi. Alla sontuosa e radicale restaurazione costruita chiesa, alla atti.gua campanaria, torre prelato, sfuggi la bella

tonachi messi a fregi

Colombo,

il

Roma

colonne corinzie, t,nĂ <)rnamfnto_del mirabile tempio

di

dal munifico

intorno

al

secolo XII, nello stile dei mighori campanili romanici delle chiese di

Roma.


ITALIA ARTISTICA

94

Alcuni notevoli monumenti funerari, esistenti nella chiesa sordinatamente

collocati nelle

nuove cappelle

])rimitiva.

vennero

di-

e spesso nelle più infelici condizioni di

esposizione. Fra questi è assai pregevole per grandiosità di forme e bellezze di

fat-

tura il monumento del vescovo tiburtino Angelo Lupo, fatto poco dopo la sua morte, avvenuta nel 14S5. La statua del defunto giacente sul coperchio del sarcofago pa.lesa nell'artista

che

la

eseguì un notevole senso della forma, una

nella trattazione del

marmo,

e nella espressione di alta

Parimenti

degno

di

Leonini,

della chiesa ed è

uno

cinquecento il

nota è

il

morto nel

IJKI

Siaci.

monumento 15 17.

(l'ol.

trovasi presso

dei più notevoli della scultura

che Tivoli possegga.

Non

Ma è

il

I.

(1

Arti Granché).

allo stesso

l'ingresso

funereiria della

:

laterale

prima metà del

monumento appartenne

in

origine

dovette invece far parte di

altra opera, più antica di età, forse degli ultimi de<'eniii del di

I.

sepolcrale, di tipo sansovinesco, del

Oggi

busto del Salvatore che oggi è collocato sulla lunetta

da scultore lombardo,

panneggiamenti

nobiltà conferita alla figura dell'estinto.

PIAZZA

vescovo Angelo

grande perizia tecnica

e gusto assai fine nella distribuzionf- dei

(juattrocento ed eseguita

abilità considerevole,

l'opera più preziosa e bella che l'arte del quattrocento abbia lasciata nella città

grande reliquiario argenteo che

si

conserva

nella

cattedrale, entro la

cappella


1

I

1

dedicata

e dal

Sahatorc.

al

])atri<>ttisiiio

1191,

richiesti

di

l'ii"

])r(i)iio

(I

)

0.5

antica Iradiziuiic riferita

alleanza

J<omani. con

dai

•irini])resa e

di

Tuscolo.

storici

dall'I!

MA..i.lul;i:.

IIM.^lliV

dei fieri assalitori. Nella cattedrale di Tivoli

rappresentante

(|uesti

Le

servirono ad arricchire

U\

in legno,

1.

nniuicipale tenacemente conservata, narra

e;puyfnazione ed alla distruzione il

\'(

la figura del

della «iità

come

\'alidamenti-

spoj^'-lie

d<-lla

yli editici

«li

'ri\oIi

'l'iburtini, nell'anni»

i

cooperassero

alla

sventurata città furono

jtuhhiici

e jjrivati e le <hic^c'

Ml.|ilul.\ \l.l.

venne

Salvatore, la

allora trasportata un'antica pittura (|uale

anche

oggi,

come ]xr

il

passato, riscuote la fervida venerazione del popolo, che in essa apprezza, insieme con l'insigne

tadine.

monument<ì

Però

religioso,

la tradizione

anche

la bella

testimonianza delle lontane

glorie

cit-

per quanto antica non ha alcun fondamento storico sicuro

ed è contradetta da un'altra e più fantastica versione che attribuisce a

S.

Luca

j'ese-


ITALIA ARTISTICA

96

cuzione della pittura e fa del pontefice San

nascita,

Simplicio, tiburtino di

il

ddna-

tore di essa alla chiesa di Tivoli.

Anche

il

tratto dall'esame dell'opera è reso difficile dai restauri, dalle

giudizio

trasformazioni, dagli arricchimenti posteriori che ha subito e per solo fra

volto della figura. Tuttavia

il

il

cadere

stilistici

del

secolo

comuni ad

altri

ciò

la

dere

1

prezioso dipinto.

riproduce

in

SILVKSrilO

S.

la

quale, nella la

forma

di

lamina d'argento, rilevata

dipinta sulla tavola. Nelle valve laterali

d'argento, sono rappresentati

CXSK MKUIOKVAI.I.

(I-'ot.

I.

I.

negli

prima metà del quattrocento, un grande a

trittico,

sbalzo, le

del

di

cui

scompartimenti

parimenti superiftri

d'Arti Grafiche).

un angelo porge divotamente

la

celeste

familiare, ornata

salutazione

di ricchi

il

si

è la

alla

nobile

volle racchiu-

pannello centrale

ricoperte i

scorge

caratteri

forme della immagine

trittico,

gravi, pensosi, nell'atto di leggere, di scrivere, di meditare. Nei

sorpresa nella stanza

si

una tavola eseguita

che oggi attira maggiormente l'attenzione dell'osservatore

custodia argentea, entro il

oggi

cjuali

XII e la prima metà del seguente, distinta dai monumenti della pittura romana contemporanea.

PIAZZA

Ma

i

è possibile riconoscere in essa

(|uattro

di Cristo di

due riquadri

Vergine,

che

lamina

evangelisti,

lo

inferiori

ascolta

drappi, illuminata da grandi arcate


Ti\'< e da elej:^anti l)itore. S. Paolo, S.

Un

<•

r.T

Q7

ultimi sconipartiiiKiiti

Nciifli

Lorenzo

'

g-rande arehivolto, dal Umcìo ornato con

luna e delle

sovrasta

stelle,

cinque tabernacoli

ojjj-ivali

il

bifore, di cui

S.

(|uaUr<)

Giovanni

una vivace

1-Va

di

Nella base del reliquario

umane

dell'

S. I^ictro.

<li

Tivoli.

della

sole,

sono

archivolto

i

vi <jt.

Al.K.

attaceati

i

lati

con

in

I.

la

J'Atti Grafiche).

di

finestrelle

più sinij^olan-

uomini

da una corona od avvinti, attitudini

l.

sono cinciue

tabernacoletti

mostruose figure

coppie di grifi affrontati ed allacciati al collo striscianti e di mostruose figure

fii^un-

di

rapjmsentazione del

la

CASA MK1)1UK\

fantasia d' artista ornò

resca decorazione zoomorfica. formata

nobili

])atroni

statue arj^'-entee dejrli stessi patroni tiburtini

le

Battista.

i

cornire

Alla

trittico.

racchiudenti

\|\ i;\MIMTKI.l.l.

e più quella di

!*•

Simplicio l*apa, rappresentano

di orridi

le più fantastiche e

alcune figure inginocchiate rappresentano

pitto-

e

animali, di

e di

draghi

lìizzarre. i

soci

della


ITALIA ARTISTICA

98

confraternita del vSalvatore. Infine

una

brillante

decorazione

perline, di rosette, di applicazioni di pietre a colori,

di

cornici,

di

fogiie,

di

completa riccamente questa rara

opera d'arte. Intorno

alln

pro\enienza ed

\1.\ liKI.I.A

agli artefici di

MISSHiM-;

CASA

essa tacciono affatt<ì le storie cittadine.

MKIIIOIIVALIC

OlN TAIìKllNACOI.O. (l-ot.

Tuttavia un diligente esame dell'opera e reca sono sufficienti,

le

notizie fornite

I.

I.

d'Arti Grafiche).

da due

iscrizioni

che essa

a nostro giudizio, per condurre alla determinazione cronologica

e stilistica del tabernacolo.

Dalle

iscrizioni

apprendiamo

infatti

che

una Trfonnalio

eseguita nel 1449, mentre era priore della confraternita

il

della

immagine venne

canonico tiburtino Antonio


r

Scensi e

clic

la

I

\'

o

I

vaKc

decorazione delle due

.

99

i

del trittico

certa Caterina Ricciardi. Senilìrerebbc ovvio dun(|ne

zione del reli(|uario. Se la

ni

m

dovi- alla muiiific^.-nza di

si

ascriven-

a (|ueiranni> l'esecu-

che un attento esame delle parti induce tosto ad escludere

comunanza

conteni])oraneilà di es^e, nonché la

scuola

di

fra

j^-li

che

artefici

vi

collalx «rarono. 1

d.d

)uc parti notevoli e distinte

infatti nell'ojjera.

grande archivolto e dalla cornice che

l'altra dal

trittico,

due parti

relazione^ di fjueste

appariscono

si

L'una è quella costituita lo sovrasta.

osserva una manifesta discordanza

r)ra,

nella

ed archi-

stilistica

tettonica sufficiente ])er escludere che l'una e l'altra siano o]jera sincrona e riferibile

\si-;

ad un artefice

solo.

trittico

Il

rivela

senso artistico del rinascimento, che

da

esili

pilastrini,

architettonici

ama

che

rettilinei,

il

i

piani

rilievo

letti

che

si

nell'uso

decorazione

zoormorfica

figure

un orafo

applica

lisci,

costantemente

tranquilli,

timido,

ornati con

penetrato del

grande sobrietà,

i

profili

calma espressione delle fiorire. L' archiancora dominate dallo stile oi^ivak- più

la

sas^ome a forte

delle lastrelle

.yià

MOMILIIII).

l'arco rotondo, sorretto

dell'arco acuto o bulboso, nella logijia

arditi pinnacoli, nelle

dagli

stile delle

palesa

(,1-Ot.

\i.

i^usto decorati\o di

il

volto attesta invece predilezioni artistiche ricco,

mkuimkv

che

rilievo,

nella

fianchei'ig'iano

le

dei

tabernaco-

brillante e fantastica

piccole finestre, nello

dai ricchi panneggiamenti, a forti pieghe profonde, un po' farragi-

nose dei personaggi, dalle movenze accentuate. Si osservi inoltre

che

il

fastigio è più larg-o del reliquario stesso,

quando

è chiuso


IIAJJA A RUSTICA

lOO e sproporzionato alla sua base

;

che

la

decorazione delle figure

ripete superfluamente quella degli sportelli e

letti

si

difetto di unità organica che è nella struttura del

zione

due

di

artisti,

clie

poste nei tabernacorenderà anche meglio palese il

monumento

non ebbero soverchia cura

di

e quindi la

accordare

il

collabora-

disegno delle

parti a ciascuno assegnate.

Se

si

considera infine che Catt-rind

r..\S\

Ricciardi,

la

pia cninniitteiilr

del

trittico,

MKDIOKVALK,

già morta nel 143,5, u" elenco dei soci della confraternita del Salvatore, conviene riportare l'esecuzione del trittico agli anni precedenti a questa data e concludere che primo intendimento della generosa donatrice fu quello di racchiudere in un magnifico trittico argenteo la veneratissimu immagine e che più tardi, nell' anno figura

144Q, dogli

i'"'

si il

pensò

Qualche trittico.

di

completarlo e di accrescerne la

riccliezza e la bellezza

imponen-

fastoso coronamento che ancora conserva. difficoltà

presenta

la

determinazione

artistica

L' unità di esecuzione del pannello centrale e

di

queste due parti del

delle valve laterali

ci

sembra


I-

manifesta ed attestata dallo del

Kedentore è bensì

che

l'artista

con

la

di

abbia voluto

maggiore

stile

\'' )l

1

lOI

f

dei ]).inneirj^rianiinti e

da

altri

accessi^ri.

carattere alquanto più arcaico delle altre.

meditatamente

rag-j^Munjrcre

Ma

noi

J.a

ti^rura

crediamo

(juesto effetto, per riprodurre

fedeltà possibile l'espressione e lo stile della sottoposta

C\l llhKM.K.

il-'iit.

figura, la

prol. K.i.liciotti).

come vedemmo, è di età molto più antica, ed era oggetto di grande venerazione nel popolo. Così un poco della gravità sacerdotale, della rigidezza delle vesti, del generale spirito arcaistico, proprio dell'opera dell'oscuro ])ittore del secolo XI 11. quale,

rivisse e si trasfuse in quella dell'orafo

A opera

quale regione e scuola artistica di oreficeria?

Noi

crediamo che

quattrocentista. d' Italia gli

conviene

elementi

stilistici

assegnare

questa delicata

che essa dimostra, come


ITALIA ARTISTICA

I02 la semplicità e la chiarezza

architettonici della

sua struttura,

della

prima rinascenza,

V applicazione costante

la sobrietà decorativa,

il

sentimento

dei

principi

di tranquillità

e di dolcezza che spira nelle figure e nella scena dell'Annunciazione, la compostezza

CATTEDItAl.l.

dei loro gesti e degli

abbigliamenti,

lil.LH.il.Al'.lO

le

AI;!,I..MLu

iscrizioni in

(sKi...

\V).

i^Fot.

caratteri

umanistici,

Danesi).

autorizzino

a rintracciarne l'origine nell'arte di quella regione d'Italia, che allora, quasi da sola, offriva alle

maggiori

del rinascimento.

E

città della penisola

noto

infatti

come

i

più rari talenti

schiere

numerose

e le più squisite di artisti,

primizie

e molti orafi

tra


ri\'( <|uesti.

della

accorressero a

prima metà del

toscani,

nella

Roma,

attirati

•!.

103

I

mecenatismo dei pontefici umanisti Kf)ma da (jucsti (^rafi pnzioso crediamo di jjoter attribuir»-

dal g-eneroso

(luattroccnt'». Eil alle bottejrjie aperte in

prima mità del secolo

W,

noi

il

trittico arsrentecj di Tivoli.

CATTKDItAl.i;

Ma una 11

in

e ciò nonostante

confronto

l'\Urii;OL\llK

simile determinazione

quale venne esetruito,

tico

di

DKL

W).

non può certo convenire anche

come sappiamo,

con

III.I.IOIAIIIO AllCK.NTF.O (SEC.

nel

1449. cioè

qi^i'il^^ln^

(l-"ot.

al

Danesi».

suo coronamento.

decennio dopo

il

trit-

caratteri artistici ijoticizzanti, propri di un'arte ritardataria

quella toscana.

Xoi crediamo

stiche veneziane gli elementi che decorazione varia, esuberante, che

l'artista si

di

potrr rintracciare nelle

palesa in (lucsta i)arte

distende sopra tutta

la

scuole

dell'opera,

arti-

ha sua

superficie disponibile, in


ITALIA ARTISTICA

I04

forma coletti. cirri,

il

carattere architettonico tutto veneziano dei

manifesto nelle curve

rinascimento reca artistiche,

assoluta

anche

in

egemonia

lungi

Anche

le

patria

una regione, come

stile

cinque

ogivale taberna-

l'artista

veneto, che nel più fervido fiorire del

alquanto antiquate

le

sue tenaci ed

la

romana, già da lungo tempo assicurata

tradizioni alla

dello stile della rinascenza.

.

alla plastica

dalla

in

bulbose degli archi, nella profusione dei pinnacoli, dei

dei multiformi accessori, tradiscono

razione-

capricciose, di finestrelle

di ornati lineari dalle specie le più

fiammeggiante, infine

\l ll-.lilIAI.I.

l'AlìllCOIAIti; lilL

MEI.inlAItlO Alir.KNTK.O (SKC.

W).

(Fot. Danesi).

piccole .statue argentee rivelano particolarità stilistiche e tecniche familiari

veneziana della ])rima metà del ciualtrocento. Cosi pure

zoomorfica posta a fianco delle

r'omuni nell'arte tedesca, anche in a r|ualunque altra

la

singolare deco-

mentre richiama forme ornamentali pieno quattrocento, ci fa pensare che piuttosto che finestrelle,

scuola artistica d'Italia possa assegnarsi a quella veneziana,

quale sappiamo essersi largamente

manica, per influenza

di

artisti

infiltrati

elementi

decorativi propri

dell' arte

ed orafi alemanni, chiamati da Colonia e da

renane ad eseguire lavori a X'enezia.

nella

ger-

altre città



ARTISTICA

TTAT.TA Cosi

nella

preziosa

tiburtina troviamo

argentea

custodia

connubio

il

due

di

prima metà del quattrocento, il toscano ed il veneziano. Tale connubio se danneggiò in qualche modo 1' armonia dell' insieme, accrebbe peraltro l'interesse storico del monument(ì, come (ludlo clu' nella irreparabile dispersione di gran parte dei tesori della oreficeria italiana, diversi

indirizzi

artistici

della

presenta un notevolissimo saggio delle condizioni artistiche (li

Roma

XV,

nel secolo

umanisti,

nostri

i

quando, per

regione d' Italia a recare alla

favore di pontefici

il

nobilissima

città

da ogni

accorrcwino

magg^iori

artisti

più eletto

il

contributo del loro talento.

Un

monumento

altro

pregio per

la

grande gruppo

di

di rilev^antissimo

medioevale italiana è

storia dell'arte

il

statue lignee, rappresentante la deposizione di croce, che

Gesù dalla

conserva nella cattedrale, nella cappella detta

si

del Crocifisso.

Alla drammatica scena del distacco del corpo di Cri-

Nicodemo e Giuseppe di Arimatea in atto di ricevere nelle loro braccia la persona esanime di Gesù, la \'ergine e S. (ìiovanni piangenti ai

sto dalla croce partecipano

lati

della croce.

realtà

e

figure sono in grandezza di poco più

ed assai

naturalezza

la

espressione dei

volti,

solenne

della

stilistici

].e

vero

del

]jiccole

mostrano con

felicemente

delle

esprimono

composizione

l'alto ar-

membra

iiììe

notevole parallelismo delle pieghe,

il

la

viva

la

rappresentata. Cdi elementi

ra:;ione

caismo dell'opera. L'aderenza delle vesti corpo,

con

e

attitudini

del

la trattazione

alquanto stilizzata delle teste e dei capelli, gli occhi grandi, sporgenti dalle orbite,

come

delle ciglia, la rigidezza

cerchiati dai

dei movimenti,

margini

rilevati

fanno

ricono-

ci

scere nel gruppo tiburtino un saggio molto pregevole della

romanica del secolo XII o della prima metà del

scultura

successivo. In esso è inoltre

degno

di

nota

il

carattere di

grandiosità onde è penetrato, la potente espressione dram-

matica

di

tutta la scena,

sono condotte, distribuzione CMTKDIULE

— l'AliriCOI.AIlK hKI

HKl.l'.ir\It|il Al'.llKMF.O (SKi;.

le

dei

giuste

con cui

la rara perizia

proporzioni

personaggi,

la

figure

le

delle parti, la felice

chiarezza

del

tragico

episodio.

Una

Wl,

bella

statua

marmorea, rappresentante

gine della Concezione, che nima,

un

offre

si

la

\'er-

conserva nella cappella omo-

modello non

trascurabile

della statuaria

seicentesca in Tivoli. Dagli storici tiburtini venne costantemente attribuita alla inano del

Bernini,

dimostra

sebbene

tuttavia

nessun

documento

molto chiaramente

i

giustifichi

caratteri

nobile

tale

stilistici

e

attribuzione.

tecnici

dell'arte

Essa

dell'in-

signe maestro ed è ovvio attribuirla ad alcuno dei suoi discepoli migliori. L'artista concepì e rappresentò la persona di Maria come una delicata figura muliebre del


ri \'()i.i suo tempo, penetrata

di

un ijrofdiido

n>7

sentinit*nt<j di

dolcezza e

lanj^uorc, dio le fa

di

la persona un movimento lento e ritmico. Una folta corona di capelli le circonda il piccolo capo; le braccia si stringcìno al seno palpitante; le ampie vesti leg-j^ere e mosse disejjfnano ir-

socchiudere

j^li

occhi, le

aj^^ita

(.Alll.lillAI.I.

requietamente volutttosa di

le

fi,t;ura

le

l'AllllLijl.Mil

forme del cor]io di fanciulla,

qualche profana beltà, e

le

labbra

esile.

sottili

Liti,

mi

|iM

ed

iiujiriini-

a tutta

Min» AIICKMI

Quanta lunga via non separa

che par sbocciata dalla fantasia

di

un

([uesta dolce e

artista invaghito

caste vergini romaniche, auguste e .solenni

nelle

loro

vesti quasi sacerdotali!

La chiesa di S. Silvestro ebbe comune con la cattedrale la sciagura di un prò. fondo restauro fatto nel principio del secolo XX'III. P.ssa venne costruita intorno al


ITALIA ARTISTICA

io8

secolo X, a tre navate sorrette da colonne marmoree; un elegante ciborio parimenti di marmo ne adornava il presbiterio, numerose pitture medioevali ne ricoprivano le pareti.

Oggi

di

tale antico

navate minori per cedere distrutti e solo

ordinamento quasi più nulla rimane. Scomparverc) lo spazio all'attigua casa parrocchialt':

ne avanzò qualche mutil'» frammento

CMTKIHSALE

LA LlKl'OSIZlONE

in

Giiui'i'O IN

gli

un piccolo

affre-chi

andito

a

le

due

furono destra

li:i;n().

'

(Fot.

1.

I.

d'Arti Grafiche).

vennero internate nel muro delle nuove pareti o vendute il grazioso campanile romanico venne anch'esso disfatto. Solo superstite fra tanta furia demolitrice e rinnovatrice rimase il grande af-

dell'entrata e sulle pareti dell'abside.

Le

belle colonne antiche

;

fr^-sco

dell'abside.

È

suoi piedi scorrono

in le

esso rappresentata la figura di (iesù circondato dalle nubi;

acque

purificatrici del

Giordano. Ai

lati

ai

del Salvatore stanno


// !.-

N

^'


I

ITALIA ARTISTICA

IO

grandiose figure degli apostoli Paolo e Pietro, quest'ultimo in atto di ricevere un volume da Cristo. Completano la decorazione dell'abside la mistica palma sorreggente

le

la fenice

di

immortale ed

porgere

in alto al

Salvatore

al

la

sommo

trova nell'abside della chiesa di S.

Elia

mano

del catino la possente

Una rappresentazione

corona.

Le corrispondenze che

Xepi.

presso

divina in atto

analoga a questa

affatto

si

facil-

notano nella composizione della scena, nel disegno, nell'atteggiamento delle figure, nel colore dell'affresco tiburtino e di quello di S. Klia sono tali che indussero qualche archeologo a ritenerle opere di quegli stessi pittori che eseguirono la deco-

mente

si

razione della chiesa

EhTP

Xepi. Noi pur riconoscendo

di

1"

importanza

di

tali

non

affinità

i<

;g»^i».

JWrITVV r--

PEK^^ISSIN7fcCR[T^TE fide

n

CAM

iiv^^

FANfcNS

f ru*i

a:-^'-'^.

CATTEUHAI.K

MONI MK.MO DEL VESCOVO ANGELO

LI

l'I

(SEC.

W^ (Fot.

crediamo però

di

poterne argomentare l'identità della

troppo palesemente la ripetizione assai

comuni

nell'arte

mano

come

altri

già fece, che la grande

l'abside della chiesa dei Ss. secolo, presenta tutti S. Elia presso

Xepi e

gli

Cosma

le

I.

d'.Vrti Grafiche).

eseguì. Esse sono

certe composizioni e di certe forme iconografiche

di

per considerarle altrimenti che come

musivaria paleocristiana

copie libere di qualche più antico archetipo in mosaico, osservare,

clic

I.

e

A

composizione

Damiano

in

elementi iconografici e

di S. Silvestro in Tivoli

Roma,

stilistici

questo in

fritta

riguardo

mosaico nel

è

utile

che ricopre

principio del

dei quali le

due pitture

VI di

sono composte. <la far giustamente pensare

che appunto nel bellissimo mosaico della chiesa romana si debba riconoscere l'archetipo delle due posteriori composizioni. Già altri assegnarono le pitture di X'^epi al secolo Il

X

o

al

ri.scontro di tali elementi è anzi

così

esatto

principio del se.guente, noi crediamo che quest'ultima data appros.simativamcnte


']

\' ()

I

1

I

1

1

I

convenga assegnare anche a ()Utlle di 'lixoli, che mostrano caratteri stilistici e procedimenti tecnici tanto affini con qu-lle di S. Elia.

Cosi nel pregevoli' affresco della piccola tihiirtina noi

chiesa

la

quale dopo

essersi svolta

fr.i

\

il

il

condizione

in

musiva

regione

fiorire nella

secolo ed

affresco,

nell'arte jjaleo-

sebbene

brillante, alla granile pittura

mana, seguitò a

di

s:iggi(j

])ittura in

di

cristiana ])arall(lani(nte,

meno

un

rilr(jviaino

quella vasta corrente

ro-

laziale,

seguente, quando

la

pit-

tura musivaria già miseramente decaduta fino al

IX parve spegnersi

secolo

due

successivi.

secoli

scuri pittori

che

affresco

in

tempi del medioevo tennero Lazio

la

fiamma

gli

come

pitture

X

sec.

ed infine

nel

ancora

at-

sono, oltre C)uelle di S.

l-.lia,

alcuni

Maria

in

Pallara

sul

Pa-

S. AbRignano I-"laniinio, maggiori di S. Urbano alla

quelli della chiesa di

tinelli

Caffarella e

pitture

tristi

Al)])on(lanzio in

lìoiulio e

mente

,

(juci

alta e viva

cicli

affreschi di S.

latino

o-

tali

notevoli

testata e celebrata di

in

dell'arte, è oggfi

da

tutto nei

del

L' operosità di

della

Roma.

in

non

chiesa inferiore di S. CleIn tale

indegna

è

pregexole gruppo

un

tenere

di

di

grado

notevole anche quella della chiesa di S.

Sil-

\estro in Tivoli.

Recentemente, per mero caso, tornarono alla luce nella parte inferiore dell'abside della

chiesa

S.

di

frammenti guire fosse

di

Silvestro,

alcuni

affreschi, dai

singolarissimi è facile ar-

(|uali

come tutta quella zona della ])arete un tempo coperta di pitture e che molta ancora se ne conserva intatta

parte di esse sotto lo stretto

d'

intonaco, che

sopra nel restauro della chiesa. tante di

tali

frammenti

vi Il

pittorici

fu disteso

più impor-

rapjmsenta

una sacra famiglia con la Vergine, S. Aima il bambino (iesù. La frammentaria pittura

ed

prima vista un' opera della fine del trecento, fornita di un interesse d'arte non scarso ^di pregno e tale da far cretlere che si

rivela a

solo la

mano

di

un abile

di

II

hr,

MI

--

\\n\[ i||,\ MI (l'ot.

artefice potesse avtre

o tanta dolcezza nelle tre sacre immagini,

M

,

la

virtù

di

rappresentarne

|it I,

M.v,

,i\(i

infondere tanta le

1

^

.1X1 Si.

I.I. d'Arti (;r.alìchc).

forme con

si

grazia

gustoso


I

ITALIA ARTISTICA

1-2

sentimento di bellezza e vivi e più fusi,

dare

di

alle

carni ed alle vesti lo

splendore

dei colori

])iù

rilievo più solido e corretto. Altre piccole parti di affresco, eseguite

il

vanno scoprendosi nella stessa parete dell'abside di sotto l' intoricopre e mostrano uguale perizia tecnica ed uguale bellezza. Xon sa-

dallo stesso artista,

naco che le rebbe provvido ed urgente tentare il razionale discoprimento di tali dipinti, che potrebbero forse, per quanto è dato arg'uirne dai saggi ora visibili, restituirci un' (^pera

non trascurabile

della pittura

i:VHKI)|ìAI.K

lilSTO DKI,

medioevale?

SAIAATOnE

l'ARTlCOLARH: DEL

AIOMMEXTO DHL VKSCOVO (Fot.

Prima che

i

collegiata

di

Pietro, oggi

S.

essa potevasi giustamente considerare una delle più

importanti

suo ordinamento basilicale a tre navate, sorrette da un di

marmo

caristio

monianza della sua degli scrittori

I.lioMM.

d'Arti Grafiche).

I.

moderni restauri trasformassero profondamente l'aspetto architet-

tonico e la decorazione dell'antica

niche

I.

i

della .sua cripta, noi

Carità,

Tivoli.

Il

ordine di colonne io-

da una grande abside nel fond<), faceva testiTuttavia non può interamente seguirsi l'opinione

quali

ne farebbero

risalire la

tempi del pontefice Simplicio. Argomentando dal

crediamo invece che

un'età anteriore al secolo

di

terminate

alta antichità.

tiburtini,

do])])io

detta della chiese

X

e che se

l'attuale

costruzione

al \'

secolo,

ai

romanico fabbrica non possa riportarsi ad carattere

schiettamente

una chiesa più antica esisteva

in origine, sul-


T Vn I

l'area stessa

dove

r,

»I3

I

fu poi eretta quella attuale, essa dovette essere

X

novata nella ricostruzione del Dalle notizie lasciate

storici

da^-li

completamente

rin-

secolo. di Tivoli

sappiamo che

la C(jllej^iata di S.

Pietro

era in origine preceduta da un piccolo portico, sostenuto da colonne di ordine ionico,

e VI

11.1)11

\I.E

STATI'

\

liKIJ.V i.ONCEZIONE. (l'"ot.

ogg-i

non più esistente e che

tore con S. di

I.

it'Arti Grafiche)

pareti delle navate della chiesa e la tribuna erano

le

X\TII erano ancra intatti quelli Essi rappresentavano la nota composizione musivaria romana del SalvaPietro e S. Paolo ai lati, le simboliche palme, le città di Gerusalemme e

rivestite di antichi affreschi, dei

dell'abside.

I.

Betlemme, ed

agnelli apostolici,

in basso, in

una

fiancheggianti

quali nel secolo

fascia sottoposta a questa rappresentazione, il

mistico Agnello.

K

chiaro quindi che

la

i

dodici

compo-


ITAI,IA

114

ARTISTICA

sizione della tribuna nella chiesa di S. Pietro riproduceva

gimento

con qualche maggiore svol-

elementi iconografici, quella che ancora oggi adorna l'abside di

di

wS.

Silvestro

e come questa era stata ispirata dal tipo musivario romano della chiesa dei SS. Cosma e Damiano. Xoi crediamo inoltre che l'esecuzione di tali pitture dovesse essere

contemporanea di quelle della chiesa di S. Silvestro o di poco anteriore e si può argomentarlo da alcuni resti di affreschi che tuttora si scorgono, selibene danneggiatissimi, in un'absidiola della cripta sottostante, eseguiti in età non anteriore al

<;iiii;s.\

111

s.

sii.vt.sTiK)

ai-i"iu:sciii

hi-.ij.'aiìsidk

(l-ot.

secolo

XI

e con

mostravano

come pure

più

testimoniarne

mente da

i

non

ville

le

secondo l'attestazione

esiste

o

da monumenti tratti

i

le pitture

primitivo

due ordini romani,

di

I.

d'Arti Grafiche).

(jualchc scrittore che le vide, esse

di

Oggi anche

l'arredamento

la bellezza originale

adrianea ed alcuni

Fra

(juah,

strette analogie di stile.

I.

dell'abside sono scomparse,

della chiesa.

Avanzano bensì

a

colonne marmoree, tratte probabil-

adorne

di

capitelli

elegantissimi

d'

età

dell'antica decorazione pavimentaria in stile cosmatesco.

più antiche cliiese tiburtine è quella di S. Maria Maggiore.

La

tradizione

locale ne assegna la costruzione al pontefice S. Simplicio, senza però che nessun ar-

gomento

positivo possa darne giustificazione. I restauri radicali che essa

ebbe a su-


TIVOLI bire ne trasformarono del tutto

che

la bella facciata

115

primitivo ordinamento.

il

gotica della fine del secijlo XIII

<•

(

non

)ra

resta

dell'antico

riualdic j)arte dil pa\im<-nto

della navata centrale esej^uito in opera tessellata. Il

])iù

racchiusa

cospicuo ogjtjetto

in

di culto in (jutsta chiesa

una ricca custodia argentea

CIIIKSA DI

S.

clic-

SII.VKSriK)

»"•

un'antica imma|;^ine della \^rj.fine,

im])edisce di osservar»- la sottoposta pittura.

AKKIIKSOIII DKI.I.' AlìSIIiK.

(Fot.

K si

\)urQ

degno

dovico

di

il

laterali,

dipinte in

Provenza

le cui val\

e laterali

ambedue

le

prima ca])pella della navata di sinistra. Nelle sono rappresentati in un lato S. Lu-

facce,

e S. Francesco, nell'altro la \*ergine e l'angelo dell'Annunciazione.

L'opera è giunta a noi

in

uno

raro pregio storico ed artistico, la personalità di

d'Arti Graliclic).

cui pannello centrale, rappresentante la \'ergine col

in trono, è esposto sull'altare della

due valve

I.

ricordo un trittico trecentesco, oggi smembrato,

di

conservano nella sagrestia ed

Bambino

I.

un eminente

stato

come

ili

non buona conservazione. Tuttavia essa ha un

ciucila

artista senese

che sola del

ci

offre

trecento.

il

mod<-) di conoscere

l'>iirtolomeo

Bulgarini,

a


ALIA AKiisrirA

i6

negli sportelli noi affatto ignoto finora per altre opere, del quale si legge la firma Lorenzetti, che Pietro discepolo di fu che \'asari narra il Di lui del trittico tiburtino.

trovava lavorò molte tavole in patria ed in altri luoghi d'Italia e che nel i3^>9 si al intorno \'asari del a Roma fra i pittori del palazzo faticano. Tuttavia le notizie

:illK.S\

Bulgarini non sono

tali

da

rattere plastico nelle figure,

offrire il

III

di

Pietro Lorenzetti,

e

forme

molli,

si

CAMPAMI

K

invece

alle pitture di

la studiata

vari contrasti delle

i

riflettono con

ama

K

disegno vigoroso,

sobria distribuzione dei panneggi,

non

.MICIIKI.r.

un chiaro commento

la

del suo discepolo. Questi

S.

i

drammaticitĂ

ombre

sufficiente chiarezza

colori chiari,

nel

dei

Il

ca-

gesti,

e delle luci, propri

nel

scarsamente

tondeggianti; difetta alquanto di vigoria

Tivoli.

mutilato

rilevati

disegno, di

trittico

con ombre, profonditĂ


T

1\'() J.l

'

'7

nel inodellatD e si studiii di raufg-iunj^ere un tipo di lìoUezza ideale, dalla espressione dolce e tranquilla, che multo ricorda ([uello proprio dui caposcuola senese, Duccio di BoninsejTfna. Oìsì

i

mutili

ancora

frammenti che

])un' un notevole valore storico, poiché li, inno

nozione abbastanza precisa intorno

pareva condannato ad un oblio

sopravvivono del

])er

essi

alla personalità artistica di

un valente pitt«.re,che

S.

l'IKiriO

1,'INTKUM). ((•c)t.

d(ìsi

in

allorché venne

mura

in

scoprì

I.

il'Arli Grjtichc).

soffitto a

volta,

fattovi costruire nella fine del

formata

luce la parte superiore delle

mura

dal

tetto a

secolo

doppio

perimetrali del

costruita nel cinquecento la volta posticcia e più bassa.

una origine decoravano si

il

luce l'antica copertura della chiesa

Parimenti tornò

I.

nell'eseg-uire alcuni lavori di restauro nr\ coro dt-lla chiesa, essen-

dovuto abbattere

tornò

Tivoli

avere una

irreparal)ile.

C.IIIKSA DI

Recentemente

trittico di

è ])ossibile ormai

coro, nascosta

Ed

in

il

coro. Si tratta di

pitture

puramente ornamentali,

corone lampadofore sospese entro campi rettangolari e fregi di fiori e di arcatelle sorrette da lati e intorno e più in alto di una cornice a serie di

queste

che

parte c«in.siderev(^le. .«^ebbene danneytjiata. degli affreschi tutto

XVi.

spioventi-.

in

come

f<\gli(.'

ai

mensole.


ITA ITA ARTISTICA

ii8

ciiii:s.\ ui

s.

\i.m;!:nzu

aiiulscu

.suI'Ha

i.a

I'iihia

lmkkai(Fot.

La decorazione

alternate con piccole lampade. soffitto a

ed

agli archi

che

lo

pittorica

si

I.

I.

d'Arti Grafiche).

estende anche

sorreggono ed ha forma, in quelle parti, è un saggio considerevole

vario colore. Questo ciclo di affresclii

decorazione ecclesiastica medioevale, assai raro nelle regioni del Lazio

ai

travi del

di piccole rose di

e

un tipo di può essere

riportato verso la fine del secolo XIII e anch'- ai primi decenni del secolo seguente.

Secondo

l'attestazione degli storici tiburtini,

ficata nel principio del secolo XIII,

fondazioni di un antico tempio

l'

attuale chiesa di S, Biagio fu edi-

per opera dei seguaci

romano dedicato

a (xiunone.

S. Domenico, sopra le Alcune iscrizioni classiche

di

e gli avanzi di antichi pavimenti trovati sul luogo proverebbero tale asserzione.

An-

un convento di frati domenicani, istituito dal santo fondatore dell'ordine. Nel tempo di Bonifacio IX T antica chiesa fu in ])arte demolita e su di essa venne eretta quella moderna; la quale, in seguito ad altri recenti e profondi retuttavia notevoli stauri, perdette affatto il suo primitivo ordinamento ogivale. Sono alcuni avanzi della sua antica decorazione pittorica, che oggi si scorgono in un annesso

alla chiesa era

dito oscuro, posto fra la chiesa e la sagrestia. In essi

un

artista,

senese probabilmente,

come fanno credere caratteri stilistici della pittura, rappresentò in due scene contigue liambino, fra cori di angeli. l'apoteosi di S. Domenico e la Wrgine in trono con i

il

Tali dipinti

non rivelano nelF

artista

che

li

eseguì qualità molto eminenti

:

sono

tut-

tavia pregevoli per la bella composizione delle scene, la delicata espressione delle gure, la diligente esecuzione dei particolari. Noi crediamo che essi siano opera fi

rie

del secolo

Boi.ifacio IX.

XIV

e però

fi-

della

contemporanei della ricostruzione della chiesa fatta sotto


TIVOLI Un

fraiiiDiciil'.

di

venne più

(jucste ])iiiurc

IIQ tardi

ricoperto con una fij^ura a fre-

sco di-S. Antonio, eseguita nella seccjnda metà del secolo XV. K molto danneggiata. tuttavia ap]):irisce opera di non scarso pregio, per la buona modellatura del volto

dd

e lo splendore

scontrano g-li

colorito.

Kssa presenta alcuni dei caratteri che solitamente si riad Antoniazzo Romano e fra gli altri le palpebre de-

nei dipinti attribuiti

occhi abbassate, cosi da dare

volto l'espressione sonnolenta e stanca.

al

Nella cappella di S. \'incenzo

l-erreri.

nella

stessa chiesa,

si

conserva una

\>r(-

gevole tavola della seconda metà dtl (juattrocento. Vi è rappresentata, su fondo d'oro rabescato, la figura del Santo ])enedicente, fra quattro angeli volanti

gruppi

di piccole figure

rappresentano e quasi

i

committenti della

immune da

la esegui.

.suoi piedi,

ai

tavola.

di

fanno riconoscere

seconda metà del secolo

ciuesta è

di

il

.soccorso,

as.sai

buona

Benedetto Bonfigli. Certo

un saggio

che

nell'arti.sta

dell'arte

umbra

i

ca-

della

W.

come romana

in Tivoli,

forme

in quest'opera

Due

ai .suoi iati.

atto di implorarne

La conservazione

Gli angeli richiamano alquanto le

rinascenza pittorica

in

posteriori restauri. L'opera rivela notevoli qualità

ratteri del dipinto ci

Anche

inginocchiate

in

altre città

minori del Lazio,

la

del (juattrocento seppe affermarsi

vole decorazione a fresco della piccola chiesa

K\i;(:i\TA liKI.I,\ i;illl>\ in

>.

IIS

di

rigogliosa vitalità della

nobilmente nella note-

S. Giovanni Evangelista, attigua alTo-

\M.K>>Mt K PVI

\/./.ii

UKI.I. \

MI.I.V li'e>lK. (l'ot.

I.

l.

tl'.Vrti «Jralichcl.


ITALIA ARTISTICA

I20

spedale civico. Le pitture adornano oegi volta. torico,

rete di

le

due pareti

laterali

del

presbiterio

e

la

medesimo rivestimento pitche in seguito alla costruzione di un grande altare andò distrutto. Nella pasinistra è rappresentata l' Assunziime di Ilaria. In una grande mandorla.

Forse un tempra anche

CHIESA

DI

S.

la

KIlANCtSCO

parete

di

fondo aveva

l'AUrii;OLAUK llKGLI

il

\MICII1 AKIIIESCIII DKL COUO. (Fot. Gargiollh.

ornata

di raggi,

in basso, al

in

la

\'ergine è trasportata in

un paesaggio, angusto,

gli

cielo

apostoli

prodigioso spettacolo. Nella opposta parete

nome

tista e la

imposizione del

separa

nave della chiesa dal presbiterio

la

al

neonato.

da quattro angeli volanti, mentre

ritti

o prosternati

l'artista

Nel sottarco della dipinse

le

al

rappresentò

suolo assistono

la nati\ ita del

Bat-

grande arcata che

dodici sibille

ed

infine

nella


T v^oltii

i

(juattri)

evanj^elisti

con

\' I

n

I

.

quattro dottori

i

121

I

di -Ha

Chiesa o nel mezzo, entro

un

disco, la figura del Salvatore benedicente.

Lo azione

stato di consorvaziojie degli atfresclii dtll' u'iiidiià e

l'ojjera

di

l'Assunzione nella sua zona interiore,

CIIIKSV

III

S.

non

ì-

unitornie in

volgari restauratori danneggiò

KUANCKSCO

d<n'<'

l'MlTICOI.MlK

alcun»-

liKi.l.l

"gni lor

figure di aj)ostoli

]jfrd<-tt<-ro

parte del primiti\'o colore. Anclie la scena della Natività ha sofferto

volta e

del-

gran

ANTICHI AKHIKSCIII OKI. COIld. (I-"ot.

revoli e

La

part<'.

gravemente quello

("LiriJiolli).

danni

conside-

così quella seguente. Sono invece assai meglio conservati yli affreschi della (|uasi immuni da ogni restauro: queste figure mostrano ancora l'antica fre-

schezza e vivacità di colore, (hi entri nella piccola chiesa tihurtina. dalle pareti della

mura

lese in più parti e le tracce del-

incuria e dell'abbandono visibili in ogni luogo, è

vivamente sorpreso dallo spetta-

nave disadorne, l'

il

soffitto lacero

qua e

là.

le


ITALIA ARI ISTIGA

122

colo di questo insieme pittorico, anche og-gi molto notevole,

gior parte del suo effetto brillante e decorativo

di

un tempo

malgrado che

la

mag-

sia irreparabilmente per-

duta. Tuttavia agli storici della città di Tivoli, frettolosi e superficiali ogni qualv<»lta

I.IIIKSA hi S. SI'OIITKLI.I

non

si

trattò di

illustrare

DI

FI!\M;KSC0

IN THUTICO

l{.\IUOLOMI.O UILCAllIM

ItAl'I'IlKSKNT

AMI

:

L'ANNINCIAZIOM'.

qualche classica rovina, parve sfuggire l'importanza

di

questa

opera d'arte. più antichi ed autorevoli tacciono ogni notizia intorno ad essa; laddove quelli più moderni, che fugacemente se ne occuparono, l'attribuirono generalmente a Pinturicchio. Cosi 1' autorità dei patri illustratori e la rapida fortuna che accompagna sempre ogni attribuzione di opere fatta a beneficio degli artisti maggiori. Cili

scrittori


i

formò

la

11

\'

tradizione cittadina rlu- assepfna

ciclo di pitture. Tuttavia n..n .accorre

neità

1

<J

al

molto

paesaggio nel quale ò rappresentata

nlIKSA SIOIlTELI.l Ui

superficialità

VI S. HlA>CK^t.t>

L

brillante

in

pittore

umbro anche questo

sforz.. di critica i)er la

ricnoscerne

l'erro-

scena dell'Assunzione, condotto con

llAIllcH.Ulll.it

IN r»HTlc:0 I1A1-™e5KNHXT1

.d imperizia n.Hevnli.

12.

i

S.

lllL-AKIM

LIOOVIC» K

confronto d,

i

S.

:

KlUSCBSOl.

cospicui

sagK"

-'';,

,"'"'-'

/'"'f"

.Mara din,ostra.,one delle scarse fatempo eseguivano gli artisti n.igliori. offre una termn,e d, pa agone Tivoli ed insieme un efficace colt." inven^ve del frescante di P paesistica <li questo p.ttore da 'l^'' "^ per niisurare la di.stanza che sep;aa l'arte f^"° acrea. ^ difettoso di prospettiva pria di Pinturicchio. i;ori..onte angusto, naturale e de, nulle monti l,r„lli e desolati, l'assenza di o,ni varietà

"

p.ccol,

ep.sod,


ITALIA ARTISTKA

124 della vita, è tale invero

da destare nella memoria solo per ragione

cordo delle quiete

luccicanti di acque, sparse di verdi colline, di

valli

casolari, nelle quali la

e robuste, la poderosa struttura dei corpi,

figure alquanto

mente

esili,

ritmiche,

estremamente ricche ed

popolò

simonia con cui egli u>ò degli accessori ornamentali, nelle arredi

aureole, negli

come

rivelano

affettata-

con uni-

sue rappresentazioni.

le

di Tivoli, la

notevole par-

ndlr mandorle, nelle

vesti,

assoluta dei motivi arcliitettonici,

familiari, la trascuranza quasi

ben lungi dall'esser preso

egli fosse

teste

di cui Pinturicchio,

gusto decorativo molto sobrio, proprio del pittore

il

delle

l'aria

ele.ganti

formità quasi invariata in tutta la sua vasta opera, Infine

ampi abbi-

attestano una intima relazione con le

nc^n

dalle attitudini fiacche e

pietistica, le vesti

scene.

le

affreschi di Tivoli. ilalUM'ornn,' larghe

n^^gli

carattere energico e gravo, gli

il

con estrema parsimonia,

ri-

il

villaggi e di

prodiga fantasia del pittore umbro soleva collocare

Le alte figure degli apostoli rappresentate gliamenti ornati

contrasto

di

per

predilezione

di quella stessa

le brillanti manifestazioni del lusso e dell'eleganza che Pinturiccliio mostrò largamente

nelle opere sue.

sopra

i

maggiori maestri umbri e

i

affreschi della chiesa di Tivoli, quello dell'Assunzione di ]\Liria tradisce

gli

r intendimento onde era mosso l'autore di approssimarsi pinturicchiesche.

Il

gruppo

una mandorla lumeggiata artistiche

familiari

della

né uniforme

umbra

all'arte

in tutti

Vergine sollevata

Te forme

volti paffuti, coronati di lunghi riccioli, il

grave, quasi dura, mostrano

collo alto

come

l'intimo senso di misticismo, per

Pinturicchio

languore, dai

tratti delicati,

il

invano

appena

artisti

forte,

i

infantili,

lineamenti

romano, mostra particolarità ii:r<jpera sua,

e ]"r

altre,

nei

volta la misura

di

non e

Vergine

l'espressione

energici,

quel-

alitasse

create

\ergini

1

parete

nome

al

questa

di

destra,

quali

Roma >

ispirazione

meno

come pure la

si

natività di

nella seconda

metà

del quattrocento,

An-

nella decorazione della P)ib]ioteca \"aticana,

il

permettono di

imitatore

della

.sua

forme

di Pin-

pittorico

operosità, caratteri e

\asta

riconoscere

delle

nd campo

suo predominio

di

condotta per alcune particolarità

minor conto, sotto quella

ra]iprescntanti

di

dall'e-

neonato.

cui Cjuesti esercitava

le

di

apostoli dipinte nelle vele della volta,

frammenti oggi superstiti

stilistiche,

dai rosei

angeli,

studiatamente sentimentali,

volti

i

insieme con David e Domenico Ghirlandaio, e poscia in

da attenuare sensibilmente

sensibile nella figura del Salvatore, essa viene

che operarono a

tempo

del

ispirazione

loro carattere festoso e giocondo, la

e

toniazzo Aquilio, collaboratore di Alelozz

turicchio, nel

tale

quale, al contrario, gli angeli

in quelle della

Giovanni e l'attribuzione del L'ra gli

entro

sul finire

una

Tuttavia è

nell'arte del frescante tlburtino

il

quasi

affatto nelle nobili figure degli

ricercherebbe

Roma

onore a

carnose degli

piene,

spressione dolce e triste. Negli affreschi della ;

composizioni

delle

tipo

appaiono nelle tavole e negli affreschi, come penetrate

dal genio di

di più

in

né profonda, né

questi affreschi,

dal corpo florido, robusto,

ancora

e tenute

dall' influenza di Pinturiccliio.

la personalità artistica del pittore.

attenua ancora

al

in cielo dagli angeli, inscritta

d'oro, riproduce visibilmente alcune antiquate consuetudini

quattrocento dall'esempio e

.S.

tutto

specie esercitarono

L'inturif-cliio in

loro confratelli, negli ultimi anni del quattrocento.

Tra

si

non rimase del

tuttavia riconoscere che l'arte del nostro ])ittore

Dobbiamo

estranea all'influenza che

nelle

pitture di Tivoli

sotto l'influenza di ^Iclozzo da Porli

Pinturicchio. con

1'

aiuto di alcuni fra

i


T y I

numerosi

die

collabonitori

t't(li

si

deva

()

I

.

I

«2.5

associar»-

nell'esecuzione dei vasti incarichi

affidati-li.

Distrutti

i

g-ramli cicli di affreschi che .\ntonia/,zo

pella di S. F.ui^enia nella chiesa dei Ss.

CHIESA

1)1

S.

lilM.li)

lUPI'nESKMAME

-

S.

l,\\(il.\

liKI

sK',.

W,

VINCEN/o KEUUKIll.

Roma

dipinse a

Apostoli (14Ó4-1465), per

:illl..S\

1.1

>-.

1

l.A.\i.i.M.u

IlAII'IIKSKNrAMK

S.

la

-

jx-r

cap-

la

chiesa di Santa

JAW.il.v

XMoMO

DI

bt.L

.-.Li..

W

.

l'AliOV \.

Maria della Consolazione (1470}. per la Biblioteca Vaticana, sott.. il p..ntificato di Sisto IV (1474-14S3' ed infine per una cappella di S. Maria della Pace ed in S. Luig-i dei h>ancesi, solo alcuni (juadri di altare e qualche affresco di non cinsiderevole importanza gli sono oiTg-i riconosciuti e possono fornire urli elementi per determinare la sua personalità

artistica. In queste sue opere le fiifure hanno forme sviluppate e robuste ed alquanto pesanti il corpo le.jjgermente inclinato verso l'uno o l'altro fianco ;


ITALIA ARTISTICA

120

con movimento tranquillo,

in quella

guisa che vedesi

è notevole per la forte struttura ossea che nella sporgenza degli zigomi.

denti per

mani

il

si

netili affreschi lihurtini. 11 capo accentua nelle protuberanze frontali e

Le barbe sono lunghe

collo e per le spalle, gli occhi

S(ìcchiusi,

e prolisse,

ossute, dalle dita divaricate in atto di trasalire. Vestonti

stoffe pesanti,

a orandi partiti di pieghe,

ricche masse, con

alquanto

una direzione generale che

CIIIKSA bl

^.

si

i

capelli

dall'espressione

folti

scen-

sonnolenta,

le

anche abbigliamenti

di

secche e profonde, distribuite

in

diparte da un fianco e traversa dia-

^lot. K;niiciotti)

lilAGIO.

gonalmente la persona. I personaggi non difettano di sentimento; hanno per sohto una espressione di gravità solenne ed immota, però non congiunta con un carattere nobiltà

di

e di eleganza. Così le vergini ispirate ad

un

modello

sano e non mostrano grande distinzione di tipf) e di attitudini. I colori sono intonati sopra una gamma vivace e chiara, ma con scarse ombreggiature, con bruschi passaggi trattati con grande rapidità e piuttotto con ricerca degli effetti d'insieme. La scarsezza delle particolarità de\

i

realistico

icoroso, nonostante l'ombra di malinconia che è nel loro volto,

prative,

dei brillanti accessori nella trattazione del

paese, delle architetture, rivelano

il

suo

fiacco

costume e

sentimento

delle

suppellettili, del

decorativo.


T

1

\'

<

)

I

,

'-'7

I

L' insieme di questi caratteri ^cnorali ò dato riconoscere anciic nej^li affresclii della

piccola chiesa tiburtina. Nei quali jjeraltro le condizioni fresco attenuano alcuni' chllc inanchevolezze che

questo

mentre ne pon^i'ono

pittore,

dello spazio sul (|uale

una magjj^iore

lil^ertà e

Cllli:S.\ DI

il

loro

carattere

S.

si

in

im'j^liore rilievo

svolijfono le scene

proprie- della tc-cnica dell'af-

riscontrano nei quadri di altare di

si

nonché

le

Inione fjualità. L'ampiezza

complessità dell'azione, consente

la

varietà di atteg]L,namenti nei personaj^jL^i; e

UlAiilil

-

\MoMA//.ii llU.M\Mi:

solenne e grave,

l'IlllllV

M'I'lil.SKM

perdono tuttavia

la

\M

I.

(juesti,

S.

rigidezza,

membra, proprio delle figure rappresentate nei (luadri affrettata, alquanto sommaria di trattare il colore, con scarsa

delle

di

ombre,

che

dissimulata.

quale

i

e serietà.

di

il

\I!.\U..

jjalese

altare.

imbarazzo

La maniera

]X'netrazione di luci e

è sensibile nei quadri a tempera, in queste pitture è quasi del tutto

La sobrietà

proporzione povere il

\M()Mii

pur conservando

dei

brillanti

accessori,

di effetto decorativo,

personaggi acquistano

che

diviene un

in nobiltà e

fa apparire

le

opere

di

piccola

pregio nei nostri affreschi, per

vigore espressivo e l'azione in chiarezza


ITALIA ARTISTICA

128

<,lllKs\ DI

S.

ANTONIAZZO ROMANO: L'ASSINZIONE

(JIOVVNM EVANGELISTA

Alla corrispondenza dei caratteri generali

alcune particolarità. Così

la figura

si

dell'evangelista

liKI.I.A

\

ElliWM;,

l'Alil ICOI.AI'.t:

DECEI AFKIIESCHI.

aggiunge quella non accidentale Matteo,

dipinta nella

volta

di

della

chiesa tiburtina e quella di S. Paolo, rappresentata nel quadro della Galleria Corsini di

Roma, presentano una notevole comunanza

di tipo,

manifesta nella poderosa strut-

un poco depresso, con forti protuberanze frondoppia ruga nel mezzo della gota egli occhi socchiusi. L'an-

tura del corpo, dal largì cranio calvo, tali

e zigomi salienti, la

gelo inginocchiato, presso l'ev^angelista, dalla tunica cerulea e la candida sopravveste ripresa

ed

al

.sui

masse

fianchi in grandi

v<.)lto

roseo, penetrato

di

di

grazia

pieghe, gli cmrei capelli sparsi intorno infantile,

quello della nota tavola della chiesa di S. Maria ila

comune con

gli

sopra

una

intima

Minerva,

il

Si osservi inoltre

come

fortemente

arcuato

la nobile figura dell'apostolo

e

presentò nell'affresco

di

S.

Pietro in Montorio a

modo, sopra un gruppo gn.ssolana, mostrano lo stesso stesso

le

tempie alquanto

(|uale a

.schiacciate,

di

Roma.

nubi rappresentate

L' una e

con

sua volta la

parti-

disgiunto

dalle

Marco,

volta della chiesa di Tivoli, riproduca con molta esattezza quella che

al collo

relazione

angeli che sorreggono la Vergine nell'affresco di Tivoli,

colarità del gross') pollice del piede, carnoso, altre dita.

palesa

di])into

nella

Antoniazzo rap-

l'altra

sedute nello

con convenzionalità veramente

.sviluppo osseo del volto, gli zigomi larghi e sporgenti,

l'espressione assonnata della fisonomia.


'I

Omettiamo condurre

xru.i

1

stilistiche

rrnAte altro ])artic()larità

L'affresco

sul prog-io delle pitturo.

non indegna

doU'Assunziono

maggiori maestri del tempo.

dei

personaggi, l'intenso fervori- religioso e alta

composta

e

la

intima e chiara r

ed

piccoli gruppi

in

figure isolate,

la relaziono dei

una delicata concezione

Lo

Ile

l'

Il

con

di

solo (jualcho rilievo

una scena solenne e

«li

è

vrrandiosa.

di

altri,

esprimono <on

molto abilmente distribuita perfettamente equilibrato;

apparisco

gru])po della N'ergine volante

in

cielr»

freschezza e di vita.

padronanza

m-lla

lo spirito di

dei corj)i, lo

trattazione

carattere espressivo, mostrano anche

affreschi e specialmente le bello fit^-ure

(xiovanni, è condotta

modo

riscontrano così negli

carattere maestoso e grave di alcuni

altre parti

le

degli evangelisti e dei dottori ed

Salvatore benedicente, dipinti nella \olta del presbiterio. S.

si

impressioni che nell'animo dei presenti

insieme

stesse ominfMiti ([ualità, la stessa alt<T

Il

<"•

serio degli apost<

personaggi.

])iona di

sforzo di infonde re in ossi un di questi

La

quali

viva drammaticità

la

varietà de

suscita lo spettacolo del prodigio.

lo

Antoniazzo e facciamo

affreschi tiburtini corno in altro opero di

in

relative al paesaj^^gio. al

pieghe, all'anatomia dei volti (mIoIIo mani,

lo

eloquenza

20

un episodio

La scena

realistico,

della

natività

il

di

che rimane tuttavia

notovolnunto inferiore ai modelli affini di Domenico (diirlandaio e degli altri maggiori pittori della Toscana e deiriTmljria. Il sentimento di domestica poesia, il con-

IIIKSV

III

S.

I.IOVANM KVAM.KI.ISrv

\NroMA//.il ItdH \MI

:

PMtl U.uL MlK

UKi.l

I

\rHlK.Si.MI.


;illK-\

IIIK>\

III

111

S.

S.

i.lOVANM

i;\

ANGKMSTV

I.IOVANM KVAM;ELISÌA

AMOMAZZO

AMO.MAZZii

liUMANO

:

l'Ali

HCOI.AHI:

UEiJI.I

IIU.MA.NO: l'AllTILOI. MlK JiKM.I

Al'

KlilCSCIll.

ArKIìKSCIII.



ITALIA ARllSTirA

132 siderevole

numero

genere, qui invece alla

si

che fanno

Anche

le

quelle opere squisiti capolavori di

di

ricercano invano.

buona, senza soverchia cura dei

sonaggi.

decorativi e

e la varietà degli episodi, la ricchezza dei particolari

delle suppellettili familiari,

scene

La rappresentazione dell'avvenimento

particolari,

legame fra non sostengono

senza evidente

deboli qualità coloristiche di questo affresco

di

è ideata per-

i

il

con-

fronto con quelle vivaci e brillanti, proprie della pittura della volta e della parete di sinistra; così

che noi siamo indotti a riconoscere in questa parte l'opera

boratore assai

meno

CIIIKSV

("•

!i|

S.

abile

i.liA

WM

del maestro,

i;\

\.M,i:L|SI

\

al

quale

V.NTOMAZZO

I'.ipMA.Mi

:

l'AlillCdl.Alli;

La scena della imposizione del nome, nonostante una delle composizioni più degne di considerazione

carattere

solenne,

espressioni, e.ssa

uno

la

altamente

grandioso,

semplicità

e

plastico

lil.iil.l

\l

l

i

pittori

un

colla-

affidata.

l!l>i;||i.

gravi danneggiamenti sofferti.

i

questo ciclo di

in

delle

figure,

che operarono a

Koma

affresclii.

la nobiltà delle

bellezza degdi abbigliamenti, assicurano

la

dei gradi eminenti fra

di

commissione venne

la

nella

all'

Il

loro

autore di

seconda metà

del quattrocento.

Nello

scarso

numero

di

(juattrocento è particolarmente stico, -sale

opere

degna

che oggi rappresentano di nota,

per

il

suo

in

Tixoli

considerevole

la

pittura del

pregio'

arti-

una tavola a tempera rappresentante S. Bernardino, che trovasi in una delle del Palazzo comunale. Il taumaturgo senese è rappresentato in grandezza quasi


I

angeli dalle luiii^hr

d'oro,

ali

ornati di fulgenti diademi,

i-

di

CUIKSA

estrema

Ul

S.

diligenza, i

.S.

così

i

colori

i

uso delle ombre

,\.\(;KLI> T A

- AM11MA//1I

ogni

;

UO.MA.NO

con

:

l'Ali

tenera pietà,

nel suo v^olto, l'assenza di luoghi

dere che l'opera

dell'artista,

di

dell'opera

UKia.l

inte-

rivela

la

11

il

dell'

trattato

raf-

con

AtfRKSCHI.

nelle (juali ogni

buon gusto. La fiprofondamente com-

finezza e di

di

carattere di nella

è

del miniatore, l'occhio, gli

fervida sollecitudine per

comuni

anziché

riproduzione fedele e studiata caratteri stilistici della

(|uadro non

venne

ed intonati, sono

I)ernardino, consunto dalle fatiche e dai traxagli. è di

Il

fondo

particolare

MOOLAItK

fini'zza

la

un piccolo capolavoro

qualità più alte del riformatore senese.

I

il

mentre due

biondi cajx'Ui

(|ualità artistiche

capelli disegnati

di rosso, è

presa di quei sensi

la

non comuni. brillanti, ben fusi

i

santo.

il

s(j1<j

verdognola. J/esecuzione

tinta

abili-

(JIOVANM K\

lani^uida dolcezza,

fregi dorati delle tuniche, le aureole e le ali degli angeli,

piuma, rilevata di

'33

rosse tuniche, sorrej^^gono

di

corr<.'tto,

con un moderato ed

orecchi,

[

I

essenziali notevoli restauri:

una brutta

disegno è fermo

II

gura

di

un pittore dotato

di

forzati

xolto penetrato di

il

vestiti

soffrire nelle sue parti

ramente ricoperto

mano

\'(

vestito del rozzo alìiic francescano, diritt<) suircmisfero terrestre,

Tialiirah',

ebbe a

I

i

simili,

che furono

le

schietto realismo che è impresso

trattazione

di

(juesto.

ci

fanno cre-

frutto di accettate convenzioni iconografiche, sia

inìmagine reale,

tempera tiburtina

ci

fanno

in

il

ritratto della

persona viva.

essa riconoscere facilmente un

saggio notevole della pittura senese della seconda metà del quattrocento,

una

bella ir


ITAI

134

opera

Sano

di

di

considerevoli, fra di

Pietro,

quali

i

dipinse

Pietro

in

un

ARTISTICA

l.\

Xel Palazzo pubblico si

distingfue

pilastro

della sala

VjLÌ l\*Li <tUÌ:^ù;^*lV3^ tìtt^l^ i£^

*^V^

'

\

Jìl^T^--

,L-

mn

insieme

Siena,

che precede

la

una

cappella,

San Bernardino,

l'n

fra la tavola di

Tivoli e

rispondenze ^^^^ delle

*

altri

affreschi

dilla Vergine,

Siena rivela subito

\* LIRfi^^'^Nf^

S^!!^Ì^^#ÌlWtìiÉfc!i

di

una grande Incoronazione

figura di

rapido confronto

tal

l'

affresco di

numero

nelle particolarità

figure da

Sano

non

lasciare

di

cor-

stilisti-

dubbio

alcuno nell'attribuire ad uno stesso ar-

^^Ék. i

tefice la loro esecuzione.

ÌTHiEBRM^ETSOLVEJ^'

I ClliESA DI

S.

i;iOVANM EVANGELISTA

ANTOMAZZH

l'AIITICOI-AME DKGI.I AFrilESCIII.

l'Al.AZZO COMI NALE SANO Ul l'IElllO: TAVOLA RAPI'IlESEiNTANTE S. BEIiNARDINO.

(Fot. Danesi).


TIVOLI

CHIESA

DI s. r.iiivANM Kv\.Ni;RLi>;r\

— amomazzo PAltTICOLAIIK

Anche

il

quadro

presenta

di Ti\oli

135

uomano: la natività

KVJ.l.l

infine

le

il

vivacità dei colori ben fusa e temperata,

teste

minenze

frontali,

i

corpi

esili,

i

gracilità,

di

ciuvasm KVWLKI.ISIA.

qualità i,^enerali che

le

ali,

riscontran"

si

le vesti,

la

sono tondeggianti, con scanso pro-

panneggi abilmente disegnati,

eleganti e specialmente le aureole,

liebri

s.

disegno è sempre fermo e delicato,

in tutte le opere del nostro pittore. In esse le

i>i

AKKItK>(;ill.

i

diademi, l'n

mollezza nelle forme, una espressione di grazia e

ed angelici fecero giustamente appellare .Sano

gli

di

di

Pietro col

gelico della pittura .senese. Tuttavia < opportuno rilevare

come

accessori ricchi ed gentil»- carattere di

purezza nei

nome

di

tipi

mu-

Beato An-

l'arte di .Sano attesti

quadro tiburtino una studiata ricerca del \ero, quale non si palesa solitamente nelle altre opere di lui. Mercè un abile digradare di luci e di miibre. un fine impasto di colori, una nettezza singolare di esecuzione, il pittore imprime al volto del .santo una forza di modellato, una vivacità di carattere, un sens«i di forte individualità non c<^)mune nelle sue figure. Per questo riguardo il quadro di Tivoli « di gran lunga superiore all'affresco del Palazzo pubblico di Siena, nel (]uale il rilievo delle forme apnel

parisce alquanto .superficiale e negletto e certi particolari, il

n^iento,

sommariamente

trattati.

come

i

cajx'lli.

gli

orecchi,


ITALIA A RI ISTIGA

i:,^

Quali peregrinazioni poi e quali vicende abbiano condotto nel Palazzo municipale di

Tivoli questa bella tavola

non

ci

è dato

conoscere.

di

anche questa volta tacciono ogni notizia interno

burtini

che ebbe occasione di parlarne, espresse gravemente attribuirsi a (ìiotto.

morto,

come ognun

sa,

il

Le guide

al

e q-H storici

quadro ed

il

giudizio che l'opera

circa cinquanta anni

prima che

ti-

iUilgarini.

dovesse il

Santo

nascesse.

PIAZZA ItEL

lilSF.ItltACLlO.

(Fot.

Il

più insigne monumeritij architettonico

del rinascimento

Tivoli è la fortissima rocca fatta costruire dal pontefice l^io bile fede dei tiburtini alla

a difesa di

Roma.

11

il.

che

I.

I.

iTArti Grafìclici.

vanti la città di

per infrenare la insta-

soggezione papale e per farne un valido arnese

Gobellino, nei C"ommentari

itila

vita di

di

guerra

questo illustre pontefice,

Sappiamo nuova fabbrica si andava costruendo vennero rinvenuti alcuni notevoli avanzi di un vasto anfiteatro, ornamento d':'irantica città e che nel luogo .stesso dove erano state poste le nuove fondazioni )rnarono alla luce le rovine di una fortezza medioevale, che si ritenne costruita dall' ;;iip:-ratore Federico Barbaro.ssa. Li nuova rocca in breve spazio di tempo giunse fornisce

da

t'

numerose

n')tizie

tale testimonianza

intorno alla costruzione di quel grandioso edificio.

che presso l'area nella quale

la



ITA ri A AKTTSTTrA

138

quasi a termine. Altissime mure, disposte in pianta

corona

ne fomiarono

di merli,

nucleo centrale

il

.stissime torri merlate,

di

differente

morte

di

Pio

incompiute

alla

a compimento. briche.

Ouesti

nelle quali

egli

]I

dimorò

porre

la

la

grande

nella estate del

IMù frequenti dimore fece in Ti\oli

gliando

Pio

IL

\'i

C(ìStruzione della fortezza, attendendo

.^ua

opera

stato dell'Asia,

<;ullo

sorsero

a

nei

una forte

quattro

piccole vennero

e solo più tardi, per opera di Alessandro

fece pure costruire nel stesso

due più

grandezza. Le

cinte da

quadrilatera,

agli angoli

;

\'I,

robu-

lasciate

giunsero

rocca alcune

cortile della

al>

1494.

passò

Testate del 1461.

piacevoli

ozi

visitare le rovine di

sorve-

a commonumenti.

tiburtiiii

anliclii

IMNKSTIl.V IN PIAZZA S. CIU.ICK (SKC. NV).

ad evocare tefice,

le

memorie

e le grandezze del passato.

che questi assai spesso, durante

lietamente a diporto (|ua e

vente

.so.stava

lungo

le

in

aperta

per

verdi rive dell'Aniene,

fiume. Altre volte Pio

II

si

a riposare,

.sui

Narra

compagnia all'ombra

prati solitari, lambiti

.spingeva entro la tnmquilla

ruscelli. Solcata dai ruderi maesto.si degli

biografo del grande pon-

il

suo soggiorno in Tivoli,

dintorni, in

i

campagna

il

antichi

di

amava andarsene

alcuni cardinali

di

(jualche

acque

dalle

o

cristalline del

Arcense, irrigata dai

valle

romani e

accjuedotti

e so-

antico olivo

(|uivi

presso

qualche limpida fonte, sotto la folta ombra degh alberi si .soffermava a lungo o conversando con cardinali degli affari dello stato o ricevendo le ambascerie. Così non i

trascurò di visitare gli avanzi imponenti della villa di Adriano.

dente fervore per

il

mondo

classico,

si

inoltrava curioso fra

i

Tratto

dal

suo

ar-

rottami marmorei, fra


TI VOJ.J le ì)oscag-lie e le paludi

a ricorcare

139

del passato e

le vestijifia

innumerevoli delle cose morte e i^andi ne colmavano si'ntando,£jli la irreparabile

edifici,

presentano in Tivoli

La

da per tutto

tristezza

IN Sl\ IIKI,

TIlKVm.

l'attività edilizia del quattrocento, del

bella pietra tiburtina, di cui

sono ricchi jjfli

i

dintorni della città, fornì un

aj^getti delle costruzioni,

case del quattrocento sono ancora abbastanza numerose nella il

tipo architettonico

delle case

romane

dello

ra}>-

cinquecento e del seicento.

stesso

tempo

materiale

pilastri

i

architravi delle porte e delle finestre, le trabeazioni, le cornici, le scale,

sentano

rappre-

alcuni dei quali molto niitevoli per pregio architettonico.

eccellente per decorare n<ibilmente tutti

Le

traccie

le

T animo,

caducità dei beni mortali.

i\LA/./.l

Numerosi

di

i

città.

e

e

gli

cortili.

E.sse pre-

sebbene co-


ITALIA ARTISTICA

140

dimensioni non grandi, mostrano tuttavia un carattere di armonia luogo. Epigrafi latine, frammenti e di eleganza, abbellito dalla pittoresca natura del Talvolta una ricca decoadornano. di antichi marmi e stemmi gentilizi spesso le Nella pittorica ne ricopriva le pareti esterne, oggi cancellata dal tempo. struite di solito in

razione

.llll'.SA

bl.I.

i.liSl

via del Trevio alcune abitazioni risalgono al quattrocento,

numeri 18 e

19,

come

quella segnata con

quella attualmente posseduta dalla famiglia Petrucci

belle finestre a croce guelfa, in piazza del Trevio.

Vn

e

l'altra,

i

con

bel saggio di casa quattrocen-

Tomei. munita di una forte torre morlata, dalla porta in travertino, ornata con punte di diamanti. Altre abitazioni notevoli della stessa etĂ sono nella piazza del Seminario, come

tesca è quella in via del Seminario, di

proprietĂ



TTAT.TA

142

ARTISTICA

quella segnata col n. 28, con un bel loggiato esterno td

ed

alle finestre.

In via

degna

del Riserraglio è

colonne immesse nelle mura e

di

di

cornici, di pilastri e di

e sulle finestre. Nella vicina piazza del Riserraglio, quasi esistenti

sono da

riferirsi

alla

eleganti

nota

la

cornici

alle

casa Porcari,

stemmi tutte

attualmente

case

stessa età e sono pure ammire\oli per

il

di

porte

sulle

gentilizi le

porte

ornata

])itloresco in-

sieme che esse formano.

Ai primi anni del cinciuecento

PALAZZO iOUI.OMA

r

da assegnarsi l'antico palazzo dei Tomei

l'Alt ilCOLAIll-;

DELLA DKCOllAZInM-;

UE). c:((UriLK.

(lot.

Trevio. sobrii

Il

bel cortile

adorno

di portico e di

I.

I.

«l'Alti Gr.-i(ìclie).

loggiato sorretto da colonne doriche,

i

profili

ed eleganti delle finestre e della cornice, l'armonica distribuzione delle varie parti

architettoniche, fanno di (|uesto edificio del principio del secolo

X\T. Della

uno

stessa

dei migliori saggi della edilizia tiburtina

età e piirimenti

pregio, sono un palazzo in via del Colle segnato col n. alla

in via del

famiglia Zaccone in via

attribuito,

senza fondamento

del Seminario,

il

interessanti

palazzo già liandini

alcuno, a Michelangelo Buonarroti

e

già appartenente alla famiglia Mancini, passato quindi in proprietà

prima, td

ir.fine

della famiglia Giannozzi.

per

il

loro

132. quello già appartenente in

via

quello di

Maggiore,, prossimo,,

casa Torlonia


']• I

\'0

I.

143

I

In questo edificio meritano particolare attenzione l'androne, ornato attribuite

al

ma

Vasari,

l'ALA/./U

bella

decorazione

del

c.se,tjT.iite

lOlll.iiMA

cortile

architettonici e floreali in

ricopre alcuni tratti

questa decorazione

l'MlllCOl.Alll. HKI.I.A

con

stucco

verisimilmente

prospettive

ed infine

il

HKoiUA/IONK W.\ idlllin. (Fot. L

in

mosaico

I.

belle j^Tottesche.

Zuccari. la

dej^li

«l'Arti CJratichci

rustico e

fijjure e fregi

rivestimento di mattonelle dipinte che

androne e delle scale. considerevole per la molto veramente terracc^ta è

delle pareti del cortile, dell" in

di

da un discepolo

11

pregio

di

bella fusione


ITALIA ARTISTKW

M4

dei colori, la eleganza dei motivi ornamentali, tra

e la \'ivacità i

leoni

Lo

araldici

stile

delle

tolti

dall'

impresa

\

h'KSIIO

decorazioni «'pera

in

del

mosaico

rustico

palazzo della

ornamentale

sia

da

ed

villa

si

distin^mono

in

come

è noto,

(-ACCIATA IKX l'ALAZ/.O.

dal cardincJe Ippolito d'Este a Livorare nella sua villa, cortile

quali

grottesche proprio della scuola degli Zuccari, chiamati,

VILI,

del

i

della famiglia Alancini, che fece edificare la casa.

stucchi,

che

caralLtTe della decorazione

il

tanta

analogia presenta con

le

Estense, lasciano pensare che anche questa bella

attribuirsi

cinquecento decorarono quel palazzo.

agli

stessi

artisti,

che nella seconda metà del



ITALIA ARTISIICA

146

Ma

più meraviglioso fiore che la rinascenza italiana fece sbocciare nella terra

il

tiburtina fu

incantevole

la

seconda

nella

edificata

villa

metà

del cinquecento dal

buongusto nuova dimora del porjDorato Estense delle bellezze più incomparabili, a farne uno dei modelli più deliziosi e rari fra gli edifici di simil genere sorti in quel tempo in Italia. cardinale Ippolito

II

d'Este. Tutte

le

più squisite raffinatezze del lusso, del

e dell'arte, proprie dell'età aurea della ci\iltà nostra, concorsero ad ornare la

Alla magnificenza della villa corrispose lo splendore della vita

VILLA ll'LML

suo magnifico fondatore ed

i

Tutto

il

fa.sto

primi successori

modi

cortigiani,

di

lui,

il

condussero

il

campo

numerosa

rap-

delle lettere, della

po-

circondati da luia

delle arti,

signorile ed elegante, tradizionale nella casa d' Este,

ed illuminato mecenatismo, l'amore degli voli

vi

l'AlSTlCOLAIU. liLLI.L ITLll UL liLL l'ALA/./.U.

presentanza degli ingegni più eminenti nel litica.

che

gusto delle

studi,

feste, dei

delle dotte

il

suo liberale

conversazioni, dei

piace-

conviti e dei cortei, lo splendore degli ab-

bigliamenti e l'ospitalità generosa ed aristocratica, per cui la nobilissima stirpe andò celebrata in tutta Italia per lungo ordine di generazioni, rivisse nella magnifica villa

tempo che vi soggiornarono successivamente cardinali Ippolito II (fi 572). Luigi (71586) ed Alessandro d'Este (71624. Poi mutarono le condizioni e nuovi in-

tiburtina, nel

fausti destini

tempo gnifici

e

l'

i

si

svolsero per

più

secoli,

fino

ad

oggi, per (juella regale dimora.

incuria degli uomini fecero sfiorire irreparabilmente gran parte della

nza antica, portando ovunque la desolata mestizia delle rovine.

Il

ma-


T Ippolito

pensò

di

II,

fissarvi

eletto j;jovernat<

stabile

dimora

\'

(

L

j

i

Tivoli nel

di

)r('

1

14:

1,550, allettato

e di trascorrervi

<^\\

dall'amenità del

ultimi anni della sua vita, spesa

nei pubblici negozi ecclesiastici, in lunj4"he e difficili missi<jni di]jlomaticli<;

corte di Francia. S.

Mari.i

11

sito,

press(j

la

piccolo palazzo ])ubblico, che sorjjfeva in Tivoli presso la chiesa di

Mayi^iore, do\e ])er antica altitudine

KoSTANV

IN

I

\.V

SALA

IH

morare, non parve all'aristocratico porporato

i

^'•overnatori della città

VILLV D'KSTE.

residenza

solevano

d-

(Fot. Moscioni).

conveniente

alla

digfnità del

suo cjado e della sua casa.

Cominciò dall'acquistare

dove

eg"li

deliziosa

aveva divisato

di

le

numerose

bellezza va/Zr gamirìitr.

che quivi erano,

affidò

la

E

fattele

costruzione

sorgevano nel luogo nuova residenza, chiamato allora per la sua

abitazioni private che

edificare la sua

del

radere

al

sontuoso

.suolo e colmati

edificio

all'

i

ff^rti

insigne

Pirro Ligorio. Per mezzo di poderose condutture, scavate nei fianchi del

dislivelli

arcliitetto

monte che


ITALIA ARTISTICA 148

aure gigantesche di altre cu t . ^ Croce, Croce e S. ^ g porta sortre presso la

V,U.A U'ESli:, CON VtULlA

sua opere idrauliche dotò la dall'Amene. parte mae^ior

.MU...A .:..iKSA DKLl.A

CA.UTA.


VILLA ll'KSTK

cii'.ir.jiè

,..o, 4.

L\IO SIMSIIK) ItKLLO SCALO.NK.

..vi.Lv

ii.i;i;\/./.\

ui

\i:.Lv Ii'ksik.


ITAl.lA

150 dei giardini, la

chiamò

artefici più

gli

alcuni dei più

Taddeo di

piantagione

delle

aiuole,

abili d'Italia.

eminenti

artisti

ARTISTICA

del

la

distribuzione

La decorazione

dei

interna

grottesche, con

fine

a

fresco,

gusto condotte da meritare

VILLA D'ESTE

Vasari.

«

Avendo

il

affidò

rappresentanti

il

camere

per

episodi

ricordo e gli elogi che ne fece

il

biografo aretino, tenuti

una sua bellissima

villa,

che

ha a

molti pitTivoli,

vi

a dipingere due stanze, una delle quali è dedicata alla

N(jbiltà e l'altra alla (ìloria, nelle quali

lavori,

molti

ed eleganti e svariatissime

si

portò Federigo

molto bene e

belle e capricciose figure. Si servì Federigo di molti lavoranti, darli presto fine,

cose gettate a stampa

ad

concorsero

BALALSTKI.

cardinal di Ferrara, dice

maestri di stucco a lavorare a

mandò ultimamente Federigo

mili

vi

e Federico Zuccari. che ornarono brillantemente sale di ricevimento,

della storia favolosa di Tivoli, scene bibliche e mitologiche

il

palazzo

del

tempo. Fra questi maggiormente

uso domestico e portici con belle pitture

tori e

boschetti e dei viali

come

fece, a volontìi

vi

fece

come occorre

di

in si-

de ditto cardinale, che voleva

Altri valenti pittori collaborarono con

gli Zuccari nella magnifica decorazione del palazzo e vanno fra questi specialmente ricordati Luigi Karclier, biulio da Urbino, Antonio Tempesta e Girolamo ]\Iuziano. Sono opera di

le

».


TI quest'ultimo

le

VO

LI

pregevoli pitture che adornano

isi

la

cai)pclla del palazzo,

ancora

oj^-g-i

assai beni' conservate.

A palazzo

chi

osservi

Estense

nel suo complesso la decorazione pittorica delle sale terrene del

n()n

sfuy^f

una

certa

manchevolezza

di

pensiero e di perfezione

tecnica che essa dimostra.

Vir.LA

IÂť'

KSIK

Generalmente le composizioni storiche, bibliche e mitologiche sono condotte con grande superficialitĂ , con spirito del tutto decorativo e con scarso studi<i 'dei particolari cosĂŹ da tradire chiaramente la mano dei numen^si collaboratori chiamati dagli con cui ogni cosa venne eseguita. Al contrario in tutta piĂš propriamente ornamentale dove nessun particolare sforzo di pensiero era Zuccari e

la

fretta

l'opera dei pittori ornatisti raggiunse

un pregio

elevatissimo. Tutte

le

la

parte

richiesto,

decorazioni a


I

ir. \

S2

grottesche dei di

mosaici

lori,

soffitti

rustici,

LIA

ARTISTICA

e delle pareti delle sale, alternate

sono

di

una bellezza ammirevole.

Il

con

fregi dorati

--

FUMANA

dei soggetti tolti dalle fonti piĂš svariate, coiiie di frutta,

stelli

mento 1

|ii;i

IJli

stucco e

contrasto vivo e netto dei co-

quello delle forme, a volte piene e robuste, a volte rabescate

VII.I.A D'F.STE

di

esilissime,

quello

Milli.

fiori,

uccelli,

maschere, ghirlande, ce-

chimere, intrecciati in una trama elegante e delicata, dona

al

rivesti-

una vivacitĂ ed un brio pieno di gusto squisito. migliori decoratori del tempo eseguirono le minori opere di ornato, come pittorico delle sale

fregi



ALIA ARTISTICA

•54

ed in marmo, mosaici rustici, graffiti, che in larghissima misura profusero neirabbelhmento degh atrii. delle scalee, dei loggiati, delle fontane. Scultori insigni ebbero commissioni di statue, di busti e di bassorilievi in gran numero. Così Gio. Bate una di Roma, setista del Porta fu incaricato di eseguire dieci statue di ninfe in stucco

'^'itjkir

w..-*^*i

VILLA U'KSTK

condo

i

I'AUTICOLAHE DELLA TONTANA LiLM/dKC \N0.

disegni del Ligorio, e di comporre con parti antiche una statua colossale di

Tiberio, condotta poi a

Ma

il

compimento da

alcuni

artisti

fiammiiiglii,

più notevole contributo alla decorazione scultoria del palazzo e della villa

Estense venne portato dai prodotti degh scavi fatti dal cardinrde Ippolito nella villa di Adriano ed in altre ville antiche del territorio di 'Jivoli. L'elenco lasciatoci dagli


T storici

tihuriliii

drllc sciiltun-

(.-lassicht'

I

\'<

Statue

fauni r

"li

numi e

di

di

cipi)i,

'55

rappresenta

ci

dee della mitolojria

amori, di amazzoni, di eroi e di

e di persona i^i^i illustri,

IJ

poste ad ornamento dei

ricchezza che desta la più alta meravij^lia e tale decorazione.

>

j^-ij^-anti,

la

j^'iardini

Estensi è di una

straordinaria bellezza di

latina,

ed

)^''reca

ej^izia.

busti e statue di imperatori

colonne, frammenti di architravi marmorei,

di

romani

sarcofaj,fi

con

belle rappresi "Utazioni mitoloj^iche, vasi di o^ni specric, anfore, idrie, cantari riccamente ornati, tuttociò infine che di più prezioso e raro si rinvenisse nelle escavazioni del suolo

"^^ —^-^sftimf^,;

MI

l.\

Ii'KMl.

KiiM AN

\

IH

1,1

'llV \l(l.

(Fot. Mo<cionii

viali di archeologico tiburtino veniva ad arricchire la magnifica dimora. E lungo piccoli boschi di lauro, sul margine delle pittoresche fonmirto e di cipressi, entro i

i

vaste peschiere,

tane, presso le

come

nell'atrio del palazzo,

lungo

le

maestose scalee,

belnelle grandi aule, innumerevoli e svariatissime opere d'arte portarono la S(ilennc suppelmirabile questa Oggi forme. lezza, la leggiadria e l'eleganza delle classiche lettile artistica

t-

quasi del tutto .scomparsa

('alla

villa

settecento Francesco III d'Este. duca di Modena,

sue sculture, che

in

parte andarono ad arricchire

la

magnifica. (ìià nel principio del

spogliò del maggior

le .sue

numero

delle

collezioni modenesi, in parte


ITALIA ARTISTICA

156

furono vendute

al cardinale \^alenti.

Altre vendite ed altre

dispersioni

dai suoi successori, a beneficio delle raccolte pubbliche e private di Il

ed

i

più

vago ornamento

della villa furono le sue

bizzarri giuochi idraulici di cui l'arricchironcì

VILLA U'LSTL

il

numerose cardinalr

TOM ANA.

furono

fatte

Roma.

e bellissime

Ippolito II ed

fontane i

suoi

(Fot. Moscioni),

immediati successori, Luigi e Rinaldo d'Este. Fra queste opere ornamentali meritano particolare ricordo per

il

loro carattere monumentale, per la varietà degli effetti pit-

toreschi ottenuti con la distribuzione e ghi, della Civetta,

Luigi

d"

l'

intreccio

dell'Organo e dell'Ovato.

Este inaugurata

in

occasione

di

delle acque,

La fontana

una

visita

quelle dette dei Dra-

dei Draghi fu dal cardinale

che

il

iDontefice

Gregorio XIII


TI \()LI

157

fece alla v,la Estense nel ^W.o

ni

1573. Fssa superava f..rse per magnificenza snnil .t^enere di lavori era stato fatto fino a r,uel tempo.

quanto

di

me-

Xel mezzo di amp,a concÌM.ul.a. dir. l-ulvio Testi, che fu ospite della villa Estense dentro cui stanno quattro dn.^l.i alati, si spinge all'altezza di cinquanta palnn un cilindro d. acqua d. notabde diametro, la quale n.l ricadere, franare se stessa e diviene una ..

\lll.\

D'KSIK.

-

Vi:[)lT\ DK1.I,\ IKiMKIIA.

(Fot. Moscioni).

spuma d. latte; ed ora replicatamente scoppia, come se fo.ssero più archi bu.cri che scaricano a p,u riprese ed ora si allunga a torn.. a foggia di padiglioni, che "fa sentire insieme una pioggia dirotta. Così che quest'acqua fa sentire in pochi momenti un latteo tonte, un attacco guerresco ed un orrido temporale ».

destava minore curiosità ed ammirazi<ìne il grandioso .ìrgano i.lraulico francese C'iaudio Venard, adorno di belle statue mitologiche,

co-

struito dal

di

lievi

in stucco, di

mosiiici.

bassori-


ITALIA ARTISTICA

I5S

della Civetta, ideata dallo stesso Ligorio con svariati

Nella fontana detta

menti

sculture ed altre decorazioni,

di

saltare, scattare

vano

e

comparire una

vano

di

vedevano, narra

civetta, fatta della stessa maniera, al cui aspetto piii

volte alternativamente accadeva,

diletto o mera\iglia deg-Ii spettatori le curiosità della

villa

si

ammiravano

VILLA D'ESTE

statua di

GUUl'l'O

Roma

Un

lungo viale

con

un gruppo

di

minu-

perciò la Roìiietta e

Mole Adriana, del Mautrionfale, quella del Tevere e

UELLA HO.MKTTA.

lupa Capitolina. Innumerevoli scherzi idraulici.

delle acque.

dire se

della

zampilli

vi\-aci

forme, piccole cascate e bacini e vasche spandevano fra

mormorio

non sapremo

Roma. Dicevasi

eleganti riprod\izioni del Pantheon, la

vedeva

si

detti uccellini lascia-

li

singolare

era particolarmente

soleo di Auti-usto. del Campidoglio,

la

quali canta-

i

»,

scole ricostruzioni dei maggiori edifici antichi di vi

orna-

Lolli, storico tiburtino,

il

a forza del vento causato dall' impeto delle acque. Indi

cantare e così

maggiore Fra

si

sopra diversi arboscelli alcuni uccellini formati di rame,

mo\ evano

si

«i

di lauri e di

i

delle

più

svariate

minuscoli nioiiunienti

il

gaio

mirto partiva dalla Rometta, pa-

rallelamente alla facciata del palazzo, ed era per tutta la sua lunghezza ornato di in-

numerevoli piccole fontane, alternate con aquile, gigli araldici e navi e .serie

di la.strelle in .stucco,

nelle

Meiamor/osi

pla.stiche è

Quasi tutte

con bassorilievi rappresentanti

le

di

una ricca

poetiche favole narrate

di Ovidio. Oggi anche questa pregevole serie di rappresentazioni poco più che un ricordo delle passate meraviglie artistiche della villa.

riproducevano le vaghe finzioni mitologiche degli sono giunte ormai ad estrema rovina ed ogni sorriso di ninfe e di eroi e di numi ed ogni letizia di belle storie amorose e di mirabili gesta umane e divine, che un tempij brillava nelle eleganti composizioni cinquecentesche, è spenta irreparabilantichi

le lastrelle

che già


VILLA D'E>TE

VILL4 D'EsTE

Fot. MoKrioni;.

LE CENTO FOM\SE.

C\S<:VTELLF. E

f<t>H>E DeLL\

h<.H(Lll\.

^l-Ol. SJuiCtuOi).


ITALIA ARTISTICA

i6o

mente.

Un

tenue gocciolĂŹo

acque scorre tra

di

ciuffi

i

di liclieni e di

muschi e

si

rac-

coglie entro le vasche corrose e colme di viluppi di alghe e di pianticelle palustri.

Le numerose piccole aquile estensi mutili,

i

che hanno perduto ogni alimento di acque,

fonti

bei gigli dai petali infranti, le

spezzate, par che portino la rassegnata

tristezza

FONTANA DKLLA VILL\

di

le

bianche

poppe delle navi una decadenza irreparabile. Lo prore e

le

IJ'KSTK.

Stesso sentimento vibrante e profondo è sparso intorno, in ogni parte della nobilissima villa. 1

Le

cornici,

profondi ninfei,

i

i

bassorilievi,

balaustri,

sformano sempre piĂš

i

i

fregi di ogni specie,

vasi,

le

che ornavano

bizzarre costruzioni,

si

le

ampie

scalee,

sfaldano in ogni parte,

e leggere ghirlande di edere e di pervinche, cespugli di felci capelvenere e di acanti ne avvolgono e ne celano i miseri resti. Una i"'ta vegetazione quasi selvaggia di lauri, di platani, di elei, di azzurri aloe, invade

si

e di viole,

di


VILI

A

Ii'eSII:

r.A

ROTONOA

I>II

CII'KISSI. (Kot. Mosiiorii).


ITALIA ARTIS'JICA

102

protervamente trico dei

rami

oofni luogo,

sulle statue

soffoca le aiuole, gli angusti sentieri,

ammantate

MILA

ij'I.ML

di

i

viali,

protende Fin-

muschi, sulle immobili acque glauche e verdi

\l.l)l

delle vasche silenziose. <Jua e là lo scroscio

lA

lil'.LI.K

VASCIIL.

sonoro di ima Ijianca cascata spumosa effonde l'accento fermo e ritmico di una vita che non si arresta ancora. Erme e simulacri di muse pensose, di divinità silvestri e fluviali sporgono fra bizzarri avvolgi-



ITALIA ARTISTICA

104

menti

di rami,

fra siepi

mirto e

di

rosai,

sui

rimbi di edera e cespi d'erba ne ricingono le fronti.

anfore,

I

la serena celi

membra,

loro antichi attributi, le siringhe canore,

non sono più;

cornucopi

i

maro-ini delle fonti. Tralci di rovi e co-

le

i

sorgono

e

passano.

Non

darsi lo splendore e la morte

?

E

videro

E

le

è guasta la bella eleganza

armonia degli atteggiamenti.

pure uno

queste

svolgersi

gentili

STAIIIA

fug'gevoli che

cose

alle

creature

vesti,

che

par

si

in-

marmoree avvicen-

fasto della più eccelsa famiglia d' Italia

il

';>'1J^V

VII.LV D'IOSIE

classiche

delle

spirito tenace e dolce

ancora nelle forme disfatte ed eternamente sorrida

torno

le braccia formose e maschere sceniche, le

seni,

i

tirsi,

iJl

'>!'ISi,Li'.

DIANA liKESlNA.

e la brillante successione delle feste, dei conviti, delle gare cortesi e prendervi parte pontefici e principi e la più eletta aristocrazia dell'

E non gaudio e

la

tristezza,

la

videro poi lentamente sparire questo

ingegno e della ricchezza? sogno di bellezza, e

chimerico

eleganza e l'amore e cantava la musa dei poeti e del giante fatati giardini di Arnìida ? E non raccolsero gli 1

i

innumerevoli che, venute dai luoghi più diversi e

una

nima

tranquilla oasi, uscita fuor dal si

di

gioconda disperdersi come una folla di tenui ombre e dominare la rovina e il silenzio, dove nei tempi felici scintillavano le vanità mondane, folla

tempo,

lontani,

l'ora obliosa

in

Tasso sospiroso,

vagheg-

aspetti e le voci di

qui

ricercarono,

cui

ogni

genti

come

affanno

in

dell'a-

disperde in una lontananza infinita?

Xel piano della ciclo le folte

masse

villa

una

c(

Tona

di

meravigliosi cipressi

dei rami e d:-lle foglie.

Coevi

alla

erge

superbamente

costruzione della

villa

al

parche


VILLA D'KSI K

\.\

vkiìkia/.Iom; dllll

i.IKjI

I

\

iuntank

AMIHi

ni

I

\LI

vill\ ui.>r.

1

<

1

•'

.

t.

Mo-c;i

M

bC.'

n

n


^w> ;

vii.i.A

i.i;sii:

~

\i.\i.i

iiii

:; .>aaB»g,^,t^

cii'KLSsi.


T di

questa riassumano l'augusta bellezza e

coli,

le

foliufori

e le

bufere

tronchi roliusti larghi segni

E

spesso

e

O

\'

I

I

.

i^7

I

fortunoso vicende.

le

vand.ilira

la

\mrr una potente- forza indistruUibilc ancora

la

passere ciarliere,

ai

li

sorregge e

linfe

le

i

passeranno ancora hmgamente su

rosee della primavera,

i

lardi

Fra l'intrigo volg-e e solari.

limpide

di loro le

fiore,

gli

echi dei canti di

delle pianto, nel frastaglio dei rami

basso

la

infinita pianura di

ne penetra di moIU'Zza

L'Anione verdognolo

sui

notti

le

forme,

la solca

i

rilievi

\'ibrare

K come

e

ra-

di

simili

a gi-

negli scorsi

invernali,

candide

tenue

albe

le

nevi,

(jua e lĂ ceruli

vapore

del suoh^, le piante,

tortuosamente

ombra

gli

messidoro!

appaiono

Roma. Un

pro-

radi<:i

germogliano

alati abitatori della

tutti

Nesperi estivi, recando la pace delle

effluvi dei prati e degli olivi in

di cielo e piĂš in

forti

lievemente nell'azzurro;

ganti, sovrastano sulla folta p<jpolazione arborea che le circonda. secoli

lasciarono

anno

ed ogni

rami, che a sera paiou)

alte cinĂŹe grevi oscillano

i.e

dei se-

pi-su

merli, ai dolci usignoli essi offrono l'ospitale

sicurezza del riposo e del nido fra

pidi Voli e di canti,

uomo

drlT

profumi nu<jvi elezzano intorno. Agli

foglie e nuovi fruiti e alle

villa,

^ran

Il

rovina.

di

fonde attingono inesauribihnenle dalla terra nuove

nuove

niano

come un

bizzzarro

lembi

azzurro i

ruderi,

l'avi

ca-

nastro lumi-

noso. Le antiche strade latine l'attraversano, simili a bianche arterie convergenti verso

l'immortale cuore del mondo. PiĂš lontano, sottile linea lucente,

scintilla

il

sul

limite estremo dell' orizzont<-, in

mare.

Vll.l.\

U'fcsrE

IL CVVVI.I.O l'KiiVSKl.

una







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Collezione di monograXie illustrate. Ser.I. Italia artistica. Itossi, Attilio - Tivoli

"



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