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^
J
/
Collezione di Monografie illustrate
ITALIA ARTISTICA
Scric
CORRADO
DIRHTTA DA
RICCI.
Volumi pubblicati : 1.
RAV^ENNA
di
2.
FEF^RARA
e
con 138
Cokkaijo Kicci
l'OMPOSA
di
\'I Kdi/.icMie,
Giuskppe
4.
5.
LA REPUBBLICA
NUNTE II
Agn'kli.i.
illus.
Ediz.,
Ili
illustrazioni.
VENEZIA di Pompeo Moi.mk.n ri. GIRGENTI di Serafi.\o Rocco;
3.
con 156
di
con Ilo
l'.diz..
ili
SEGESTA
da
a
illus.
SELI-
E.NKico Mauceki, con 101 illustrazioni.
DI
SAN .MARINO
di
Corrado
Ricci.
Edizione, con 96 illustrazioni.
8.
Ediz., con 116 illus. URBINO di Giuseppe Lipparini. LA CAMPAGNA ROMANA di Ugo Fleres. con 112 illus. LE ISOLE DELLA LAGUNA X'ENETA di P. .Molmenti e
9.
SIENA
6. 7.
II
D. Mantovani, con 119 illustrazioni,
10. 11. 12.
IL
d'ART. Jahn Rusconi.
LAGO
DI
GARDA
di
Il
Ed.,
con lò3
illustrazioni.
Giuseppe Solitro, con 128
Ediz.. con SAN GIMIGNANO di R. Pàntini. PRATO di Enrico Corradini; MONTEMURLO II
di
153 e
illus. ili.
CAMPI
G. A. Borgese, con 122 illustrazioni.
14.
GUBBIO di Arduino Colasanti, con 114 illustrazioni. COMACCHIO, ARGENTA E LE BOCCHE DEL PO
15.
PERUGIA
di
R. A.
Ib.
PISA
B.
Supino, con 147
17.
VICENZA
di
Giuseppe Pettina, con 147
13.
Antonio Beltramelli, con
18.
19.
20.
di
I.
di
134 illustrazioni.
Gallenga Stuart.
II
Ed.,
con 168
ili.
illustrazioni. illustrazioni.
V^OLTERRA di Corrado Ricci, con 166 illustrazioni. PAR.MA di Laudedeo Testi, con 130 illustrazioni. IL VALDARNO da FIRENZE AL MARE di Guido Carocci, con 138 illustrazioni.
21.
22.
L'ANIENE di Arduino Colasanti. con 105 illustrazioni. TRIESTE di Giulio Caprin, con 139 illustrazioni.
24.
CIVIDALE DEL FRIULI di (3iNO Focolari, VENOSA E LA REGIONE DEL VULTURE
25.
MILANO,
23.
De Lorenzo, con 26.
Parte
.MILANO. Parte
I.
II.
121 di
di
con 143 di
ili.
(-iuseppe
illustrazioni. F. F.
Malaguzzi
\'aler!. con 155
Maiagl//i Valeri, con 140
ili.
ili.
Collezione
27.
CATANIA
28.
TAORMINA IL
30.
IMOLA con
32.
di
GARGANO
29.
31.
F.
di
Monografie
di
De Robekto. con
152 illustrazioni.
Enrico .Mauceki. con 108 di
illustrazioni.
A. Beltkamelli. con Ino
LA VALLE DEL SANTERNO
E
illustrate
di
illustrazioni.
Luigi Orsi.m,
illustrazioni.
Ibi
MONTEi'ULCIANO, CHIUSI E LA VAL DI CHIANA SENESE di F. BakCiAOLI-Petricci. con 166 illustrazioni. .NAPOLI,
l'arte
I.
di
Salvatore
di
Giacomo, con 192
ilL
33.
CADORE
34.
NICOSIA, SPERLINGA, CERAMI, TROINA. ADERNO'
Antonio Lorenzoni. con
di
122 illustrazioni.
Giovanni Paterno Castello, con 125 35.
FOLIGNO
36.
L'ETNA
37.
RO.MA. Parte
I.
38.
L'OSSOLA
Carlo Errerà, con
39.
IL FUCINO di Emidio Agostinoni. ROMA, Parte II. di Diego Angeli,
40.
Michele Faloci Pllignani, con
di
Giuseppe De Lorenzo, con 153
di
di
di
Diego Angeli, con 128 151
.AREZZO
di
Giannina Franciosi, con 199
PESARO
di
Giulio \'accaj, con
43.
TIX'OLI
TRADIZIONB Serie
RAVENNA VENICE
lòf)
illustrazioni.
con 155 illustrazioni.
con 160
42.
Attilio Rossi, con
165 illustraz.
illustrazioni.
illustrazioni.
41.
di
di
illustrazioni.
17t>
illustrazioni.
illustrazioni.
illustrazioni.
illustrazioni.
LIXGUA INGLESE
IN
Artistic
Italy
by Corrado Ricci.
by Pompko .Molmenti. Translated by Alethea Wiel,
TRADUZIONE
IN
LINGUA TEDESCA
Das Kunstland
Italien
VENEDIG
von Pompeo Molmenti. Deutsch von F. I. Briiuer. TRIEST von G. Caprin. Deutsch von F. Brauer. DER G.ARD.\SEE von Giuseppe Solitko. Deutsch von F. I.
I
Brauer.
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DI
MONOGRAl Serie
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ILLUSTRATE
ITALIA ARTISTICA 43.
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ATIII.IO ROSSI
TIVOLI COX
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ITTTI
Omcinc
dell"
I
hlRIl TI KISERVATI
Ntituto
It.iliiviio
d'Arti Graficlic
-
Ber<raiiio
INDICE
[^a
città ticUctà classica
.
.
I)i:i.
TESTO
INDICE Chiesa
—
Francesco
S.
di
trittico rappresentanti S.
—
Tavola
del scc.
Sportelli di un
Roma: Museo ^~^
— — — —
125
—
S.
vita di
S.
—
La
(id.)
.
S.
1
-
porta laterale
Divisione
dell'
.
•
Aniene presso
città
la
.
Finestra in piazza S. Croce (sec.
W")
l'rammenti
presso
—
rinvenuti
.
•..-.. ............
Mura
ciclopiche
Olivi
.
.
25,
Palazzi in via del 'Previo
—
Palazzo Comunale S.
29,
.
...
.
.
....
.
decorazione
della città e delle Cascatelle
142, .
.
Pastori
........
........ — ...
—
dei Selci
—
S. Silvestro
Case medioevali
Ponte firegoriano
.
—
Lucano sull'Aniene
—
\'ecchio, detto di
11
(la
...
dell'Acquoria .
.
Museo Capitolino
:
veniente
— —
Pio
.
........ —
Arpocrate Centauri
(id.)
.
(id.i
80,
— — Fauni 7o, — — Mosaico delle Colombe ... — — Statua di Flora ..... — Museo -N'azionale — Statua Dioniso — Museo \'aticano — Apollo Musagete (id.)
.
(id.)
(id.)
di
(proveniente dalla --
—
(id.
Tempio
— —
di
Cassio)
.
.
da
\'iiia
.Adriana)
....
... ......
Candelabro Barberini Niobide (id.i
(id.i
di
Albula
Sibilla
delle Cascatelle,
—
20
— — — — — —
40
— —
43 137
.
36
35,
37
33
ro4(),
—
41
Bernini
21
dette
del
ale
97
.
95
98
....
.\cquario
79 68
Filosofi
......
Le cento camerelle Le dieci camere o gli )spedali Mosaici di due delle tlieci camere <
del Pecile
62
83
.
69
....
7S
Palazzo Imperiale
13
..... Pecile .... .
—
Resti della Biblioteca
82
—
Teatro (ìreco
SI
—
Terme
/S
— —
.
72
.
.
.
(>4
.
.
89
.....
71
8b
(Le)
Particolare degli stucchi
75
— Triclinio d'estate .... — — e \'alle di Tempc
75
—
.
N'iale dei
N'illa
59
X'estibolo
— Porta del — Portico circolare — — della Piazza d'Oro
Cipressi
85
63
.
87 della e
.....
.
88
.
d'Este, con veduta
Carità
51
93 99
2b
Ingresso alla Sala dei
Mura
47
Ponte Lucano
h5
<il
.
........
Villa Adriana
94
38,
— del Colle — — Case medioevali ....... — Maggiore — Finestra medioevale — della Missione — Casa medLoe\ale tabernacolo
39
•
.
Casa niedioe\
143
9()
16
.
.
45,
Viale dei Torrioni
13b
.
.
141
14
.
.
... \'esta ..... ... Arcensc — .\vanzi di acquedotto
mano
54
48
monte
il
passaggio dell'Aniene
il
della
entro
ajierti
detto della dea Tosse
\'alle
—
.....
ella
148
'>0
— —
Cascatelle e fontane della i\o metta
159
70
—
Cavallo
167
Bassorilievo rappresentante Bacco ed
Arianna
— — — —
\'illa
(id.)
rappresentante
Via Campitelli
.\ntinoo (pro-
Villa .\drianaj
Tavola
32 49
55
......
Veduta dell'Aniene da
58
......
50
di Cassio
17
27
Piazza del Kisenaglio
Roma
Catillo per
.134 il
Rocca
Sorgenti dell'acqua
139
Bernardino
Panorama
US
31
53
(
.
134
Sbocco dei cunicoli
Tavola rappresentante
— Torlonia — cortile — — Particolari della
:
115
Tempio
il
(id.)
\'illa
Pietro
di
91
assio)
dalla \'illa di
(id.)
...
(id.)
Urania
9il
6b, 67
(id.l
S. Bernardino
is .
...........
Ercole
Sano
le
.
Mense ponderarie scoperte presso di
Ilo
13S
.
30,
...
delle Sirene
Rovine della
24
.
mense ponderarie Cirotta della Sibilla
— — —
1.^4
la
.
.
sctdtorii
i:s
84
rappresen-
(id.)
Mosaici
Talia
117 14,
(id.)
scultorio con
I.vS
— — L'assunzione della Vergine — — Particolari degli affreschi 120 — di S. Michele e campanile ... — di S. Pietro — L'interno ... — di Silvestro — Affreschi dell'abside — di S. Vincenzo Affresco sopra
d'Iside (id.)
... Frammento Menadi ...... — ....... (id.
affreschi)
— Statua
Mirone
di
- — La Musa Clio — — — Melpomene
nati
(jiovanni Evangelista (partico
lare degli
\'"aticano
Discobolo
tazione di
rappresentante
X\',
Antonio di Padova di S. Giovanni Evangelista
S.
—
ll.Li;si"l<.\/.|().\I
Ludovico e
....•.••
l'rancesco
—
1)I-.L1.1
74
—
Balaustri
(III
jiegaseo
.
.
Cipressi veduti dalla terrazz
150
144
1X1)1(1";
Villa d'Este
—
Fontana
— — dell'Organo — — — Particolare. .
dei
Draj^hi
1)1-:li.i-:
...
!">''^^
.
........ ....... .
1-^^
illusi
Villa d'Kste
— — — -
1^5
-
1^7 — — in una sala — Fontane 165 — Grotta artificiale — Gruppo della Ronietta ....... 158 — Laghetti 163 — Le cento fontane ... .159 — Ninfeo ....... .151
—
dell'Ovato
'''>.
.
........
.
.
l''0
k.\/i<
-
>.\i
— l'alaz/.o
.....
.
H') '^
P'acciata
1
Particolare delle pitture
146
Rotonda
dei Cipressi
Scalone che conduce
,
al
palazzo
.
.
.
— — Lato sinistro — Statua di Diana Efesina — N'eduta della Rometta ...... — — delle vasche ........ — Vegetazione delle fontane — Viale dei Cipressi
l')l
14 5 14'>
164 157
162 165 16')
TU' OLI
MU.\
\l'r,l\\\
-
rAl,\/./.i)
IMl'LlllVl.l.
(l'ol.
Gari^iollij.
Xovistiiic locuiii poliorein riirc licito." list
ubi plus tcpcaiit liicmcs
Lcniat et
raliictii
.'
uhi ^;r.itior aura
Caiiis et iiuniienta
efisi.
••kazio,
lA
in
tempi assai lontani ed
Aui^usto,
si
soleva celcl)rare
modo
special
in
terra
la
scrittori
dag'li
tiliurtina
come
Lconis
.-
lib.
.0,
I.
dell' età
che
quella
di
per
mirabile bellez/^a di natura, per abl)ondanza e varietà di prodotti e pt-r
intima virtù pacificativa, vinceva più
fertili
anno
folle
E •del
numerose
di
e
gli
anime stanche colli fuggendo
olivi
le
campi
i
della
Sibilla
Albunea
o lungo
verdi, percorsi
da
le
fra
murmuri
libero entro
delle i
acque scorrevoli,
cuori e
le
i
rive
pometi. le
mobili ruscelli, era dolce sostare alle
aule accademiche ed imperiali.
i
fresche
le
dense ombre del bosco sacro a Tiburno e
sempre
quiete valli ed ])iiì
tem])io
Roma,
allora dalla vicina
della ferxida vita dell' l'rbe. Poeti e letterati salivano
più vivo e
vano
ed
altra città
<>g'ni
conveni\ano
cittadini di ogni stato
presso rantichissimo
rapido Aniene o fra
vigne
confronto
rd
e gli eremi più riposti e silenti. Alla verde chiostra dei olii di Tivoli osrni
vaghe
K
fra
i
sacre
lo spirito delle
e squisite immag^ini
e balzavano le mirabili strofe, che \ennero fino a noi con
allora
i
i-
a
quei
montani
recessi
solitari
muse
gli
e le
alitava fiori-
affetti
jxdlidi ricordi deg^li
amori e delle gioie e delle amarezze, delle virtù e delle colpe delle lontane generazioni. Cesari e patrizi romani, funzionari dello stato arricchiti colle raj>ine delle l<:»ntane Provincie, doviziosi mercanti e condottieri di
ed
artisti,
quando più ardeva
il
r Esquilino, ove non preferissero
colevano riparare
al
rezzo
sole le
negli
ridenti
delle colline di
t-scTciti.
uonu'ni politici, filosofi, banchieri
aristocratici
spiagge 'iivoli,
di
quartieri
del
Celi»»
e
del-
Pozzuoli, di Baia e di Laurento,
nelle
ville
sontuose,
celate
fra
il
l'ANOKA.MA
l)i;i.l.A
CITI.A
K
liKLLI-;
CASCATLI.I.K. (Kot. Moscioni).
CASCATA CKANDi:
(Fot. Moscioni).
ITAIJA ARriSTlCA
i6
verde, presso le sonanti cascate.
La turba innumerevole
intorno agli astri della ricchezza, del di popolare, dalla fine della
di tutti coloro
prima\era
che volteggiano-
mancava ogni anno
potere e dell'ingegniì, non
ombrose falde del
all'autiinno, le
("atillo e del-
l'Affliano. Amici, clienti e parassiti, scaltri avventurieri, pedagoghi ellenici e schiavi,
medici e giocolieri, delle più diverse nazionaHtà, seguivano il
Xè mancavano
raggio della fortuna.
dispensatrici di
negli
campagne
srtOCCO DEI CI.MClll.I
ai
colli
M'KIlil
il
ogni anno recarsi nella
KM 110
IL
.MOMK CMILLd
l'KK
città
ad Ercole
sogno amoroso
di
Properzio, vi
eleganti ritrovi campestri, nello
l'ASSMK.lO
II,
llKI.I.'
co] pretesto delle mirabili
tiburtini
restituire alla pelle del volto e ai denti
Cinzia,
patroni,
come
gioconde
le
lento corso dei vesperi estivi e delle chiare notti.
buite sulla floridezza dei corpi. Così la bruna Licoride,
altri
illustri
e di oblio, ricercate a gara dagli eletti della fortuna per allietare
amore
ozi delle ricche
Alcune traevano
gli
fra loro le bellezze più in voga,
sacra, il
si
per
la
candore più
come sua
della
\irtù
sua
ad
essi attri-
ricorda Marziale, soleva
meravigliosa potenza
s(|uisito del
faceva ammirare,
splendore
ANIF.NE.
come villa,
giglio.
E
la
a Lanu\io nella
d<i preziosi abbigliamenti e dei cocchi dorati, adorni di seriche tende,
di
vaga ed
in
magnificenza fra
un
bril-
lante corteggio di aristocratici amatori.
L'antichissimo tempio sacro alla Sibilla Allninea ed un altro dedicato ad Ercole, di
da
larga rinomanza ambedue, richiamavano a Tivoli innumerevoli pellegrini, che fino terre lontane accorrevano a scrutare nei vaticini della
dea
le
oscure sorti dell'ax-
TIVOLI venire ed a propiziarsi
il
favore del nunic T.o
17
stesso Auv,''usto, secondo
nianze di Svetonio. soleva talvolta recarsi a Tivoli e del
tempio
di
Le acque
iiuivi,
sott(j
le
testimo-
maestosi
i
portici
Ercole, intrattenevasi ad amministrare la y'iustizia. Albiile, sor^^enti
persone con
fama
non lungi dalle pendici prodig-iose
pure
tiburtine, attiravano
jjfran
che ad esse mossero Marco Aft'rippa a costruirvi mnj^nifiche terme, le facevano dire santissime e adorne di splendidi portici e di ot^'ni ])iù ricco ornamento dell', irt<-. Temj)li ed are sor,!^e\ano intorno e (^;p[)i mirmorei eretti da coloro che nelle acque ristoratrici folla di
la
di
lilUUTA
avevano ricuperato
la salute
llKI.I.K
virtù
sanatrici
attribuite,
SlltE.NE,
([•"ot.
ed opere pregevoli e statue e ricordi votivi
LTna vasta biblioteca, edificata presso
il
tempio
di lìrcole e
tenuta
li
Moscioni).
abbellivano.
in altissimo
pregio
grande numero delle opere i\i raccolte, richiamava anche da Roma gli studiosi per consultarla. Kd è facile immaginare poeti e letterati e filosofi ed uomini politi<M ed eleganti oratori dell'età di August<~>, darsi in essa convegno ed intorno a (."ilnio per
il
^^ecenate raccogliersi
il
fiore del geniiì latino e correre sulle labbra
Virgilio e di Orazio e brillare la fine arguzia
maturarsi
i
disegni che prepara \ano la storia di
Così vasta affluenza di
x'isitatori
aceendersi
dispute
nuovi cinti
di
platoniche
e
Roma.
e di ospiti, richiamati dalla prossimità di
dalla favorevole natura del clima, dalla squisita
cura, di studio e di
ed
i
amenità dei luoghi e da
culto e dal gusto della moda,
condusse
la
città
di
Roma,
ragioni Tivoli,
di
nei
CROIIA
DKI.I.A
SIHIII.A.
(l'ot.
Anderson).
IJAI.IA
20
Neiranticliissima colonia sicula
cosmo,
si
caratteri peculiari della
i
un
ad
primi due secoli dell'impero,
ARTISTICA
vita
romana:
eleganza e
la
corruzione
menti e degli arredi domestici,
la
sontuosit:'.
privati, la raffinata
i^rado
miral)ilo
di
rifletterono allora, ci^me
costumi,
una
specie
degli
edifici
in
bellezza
la
dei
prosperità e di splendore.
lo
sfarzo
di
micro-
pubblici
degli
e
abbiglia-
dei pubblici spettacoli, delle feste e dei
conviti, la brillante fioritura delle lettere e delle arti.
Grandi templi e ed
portici
sacelli
e boschi sacri e sepolcreti monumentali, pubbliche ternit-.
anfiteatri, edifici dedicati
agli studi
td agli esercizi del corpo,
iMjMii Giu.(;oi;iA.\o.
alto
grado
di
magnificenza,
innumerevoli case
(Fot.
di
campagna ed ogni
bellezza della natura, con cui k- opere dell'uomo mirabilmente della piccola città laziale in quei lontani tempi
più
offriva alle
nv.ndo,
i
il
si
Anderson).
più
fertili
dehcata
componevano, fecero la dolce
dimora, che
anime senza conforto o pensose o stanche del lungo andare per
semplici allettamenti delle
])iii
.soggiorno particolarmente caro alla
rappresentanza della società romana. lùl era insieme
eletta
ville del
campagne,
l'intima
le vie
del
pace dene selve e d^i
monti, delle acque limpide e canore, fmati. nei quali
si
la squisita poesia degli orizzonti solenni e sconsentiva palpitare l'anima possente di Roma e si scorgevano i suoi
tenui profili azzurri!
Più della insigne Rodi e
mare,
di
di Alitilene e di
Efeso e
di Corinto,
Delfo, gloria di Apollo, dei campi tessalici, di
Atene
sorgente dal dupliice
invitta e di
Micene e
viiiLiA
hi:i.i.i:
CASCATILI
L-.
i>i:rn;
dm.
I'.lknim. (,I''ot.
Moscioni).
il
allora alla fantasia di Orazio
Argo, Tivoli appariva
di
ARTISTICA
riAl.lA
22
porto solitario e sicuro ove
come
molesta
ogni
quieta vasi
la
serena terra dell'oblio,
cura e
la travagliata
nave
della vita poteva raccogliersi al tramonto, lontana dalle tristezze e dalle vicende dei
mari percorsi.
Oggi di tante mirabili testimonianze della passata grandezza di Tivoli assai poco rimane. E da per tutto, nella città, come nei suoi dintorni, appena alcune lontani fasti e lo splendore di un tempo? rovine narrano ancora malinconicamente Interminabili piantagioni di ulivi ora rivestono di una grigia, uniformo cintura i
i
LE CASCVTKI.LK
fianchi dei colli
tiburtini,
già
—
IH TIVOLI
sparsi
di
superbi
voluttà della vita e cr)n ogni lusinga della del
tempo cancellò anche da quella
opere più possenti e tenaci.
E
ACQUAI- OH IK DKL
dei
marmi
Fra
i
più notevoli il
i
lieve
per
i
orma
rottami dei sontuosi
riparano
le
nuovi canti dell'amore e della
monumenti
di
Tivoli, dei
ricordo del loro antico splendore,
il
più squisite
le
i
fuggevole,
dominatori
triclini,
do]
umana
quali è giunta
le
solchi le mutilate
mandre selvagge letizia
tocco
L'instancabile
spesso l'umile aratore raccoglie tra
delle valli, che già ripeterono gl'inni dei
sportano oggi lontano
traccia ed
come una
terra,
finissimi, di pitture e di avori,
monti e
eretti
bellezza e dell'arte.
effigie di grandi progenitori a lui ignoti e fra di
edifici,
l'IliA.NKSI.
già adorni gli
echi
mondo,
tra-
e
!
sino a noi
più insigne per bellezza
zione e per alta rinomanza fu quello consacrato ad Ercole Vincitore,
il
qualche
di
costru-
nume
tutelare
I.E
CASCATI
II.I
riAl.IA
24 della
Le
città.
testimonianze
ARTISTICA
diovenale
di
e
Strabene
di
fanno
ci
concepire
poteva
un'alta idea della tn'andiosità e della magnificenza deWIfcracleio// tiburtino, che
sostenere
confronto con l'insigne tempio
il
Fortuna
della
glianza di questo aveva un oracolo grandemente venerato
annesso
al
tempio un collegio
di sacerdoti.
Conteneva
a
Preneste
presso
altresì
un
gli
ed
a
somi-
Era
antichi.
^/r/v//-/?////,
le cui ric-
chezze, insieme con quelle tolte dai templi di Giove Capitolino, della Fortuna Anziate, di
Giunone Lanuvina e
•e?*.
M
Xemorense,
Diana
di
''•^<:
" '^^-. .:'^i
ir
l)IVI>;|O.M-:
sostenere la guerra contro
•^^^^''^^'^^'.v^^^ì^
DKLI.'ANIKNK l'HKSSO
Antonio.
l..\
l'importanza e la fama.
amministrare 1
)a
Ed
che cingevano la
giustizia,
queste notizie
('•
CITIA.
una grande
Di
agli edifici del tciih iios di Ercole, ci lui lasciato
vasti portici
per
da Ottaviano adoperate
furono
il
annessa
biblioteca,
ricordo Aulo Gellio,
infine dalla testimonianza di Svetonio il
sacrario del
nume
dimore che
nelle frequenti
dato pertanto arguire
maestosa imponenza del gruppo
di
soleva
edifici
la
Augusto
che
parimenti
ne loda
sappi^imo che
nei
intrattenersi
ad
egli faceva in Tivoli.
vastissima estensione del tempio, la
che lo componevano,
lo
splendore delle sue
opere d'arte. Tuttavia l'opera del ral)ile
tempo
e degli
uomini
si
abbattè su di esso con tale ineso-
furia devastatrice che ogni traccia della sua antica struttura
lungo tempo ne rima.se incerta scrittori di
memorie
la stessa posizione topografica.
scomparve e per
La maggioranza
degli
tiburtine ritenne che esso sorgesse nella parte occidentale della
ITALIA ARTISTirA
26
stesse del tempio, venne costruita la non chela ristrettezza dell'area che, secondo tale opinione. tempio avrebbe occupata, non jiermetteva di attribuire alle sue dimensioni il largo
città,
nel luogo
dove più
tardi, sulle fondazioni
cattedrale di S. Lorenzo. Se il
sviluppo che esse ebbero.
Già il
Xibbv aveva espresso
il
il
appartenere anche
tempio dovessero
Mecenate, che scorgonsi sul
villa di
gruppo
giudizio che al le
ciglio
formavano
che
di edifici
grandiose rovine, note come
estremo della parte occidentale
Ed
invero
monumenti
Tivoli.
di
testimonianze di molti
le
epigrafici
questi ultimi
nuti in
della
resti
i
ed
rinve-
artistici,
anni fra
rovine
le
pretesa villa mecenaziana. hanno pienamente ed indubbiamente confermato l'opinione del valente archeologo romano.
della
tempio sorgeva
Il
tale della
romana,
nura
sul colle occiden-
sporgente verso la pia-
città,
ed
l'area
attualmente
drale.
Grandi ripiani
da
portici,
raggiungere
congiunti
Fortuna
forti
dislivelli
atrio, cinto
alte
in Preneste,
del
fra loro
da larghe sca-
a somiglianza di quelli
lee,
ad
ricoperta dalla catte-
cripto-portici e
della
una
per
estendevasi
vastissima superficie fino a
suolo.
del tempio colmavano i
Un immenso
da un doppio quadriportico
colonne
di
ordine dorico-pestano.
sorretto da gigantesche
sostruzioni, che
vedono ergersi quasi a picco sulTAniene, formava 1" inin parte
ancora oggi
si
si
accedeva
di cippi
marmorei,
gresso del tempio, al quale
per l'antica via tiburtina. VI\LE DEI TOIIIIIOM.
Una numerosa serie
(Kot. Radiciotti).
alcuni integri ed altri spezzati, recanti
cursus Iionoruni di vari ragguardevoli personaggi
romani, che
avevano
rivestito
il
le
cariche di airatores fani Ilcrcidis Victoris, di Avgustalcs Hcrculanei e di patroni del
municipio .strano
di
Tivoli,
vennero recentemente scoperti nell'area del quadriportico e mo-
come un grande numero
ne decorasse .Sui
i
lati
di statue onorarie, innalzate
vasti ripiani intercedenti fra
il
i
magistrati,
illustri
quadriportico d'ingresso e la cella del tempii»,
oggi ricoperti dalle fabbriche e dalle case che occupano distrilmiti
a quegli
sontuosamente.
vari edifici annessi al tempio:
le
abitazioni
la
regione del Colle, erano
dei
sacerdoti,
il
tesoro, la
dove venne poi innalzata la chiesa di S. Lorenzo, sorgeva la cella del nume. Prima del generale rifacimento che la cattedrale ebbe sul principio del .seicento, sopravvivevano biblioteca. Infine nella parte
estrema
e più elevata del sacro recinto, nel luogo
ancora dell'antico tempio molte importanti vestigia, come ne più antichi scrittori di
memorie
tiburtine.
Fra
questi lo
Zappi
fanno
testimonianza
afferma
che
ai
i
suoi
rT\'< t("ni])i
n(il;i
antica sai^rcstia
(1<
Ha
esistevano
diitsa
tempio di Krcole e notevoli avanzi di un da colonne antiche di ordine corinzio. Molte
di
])eristilio
trenta
con
colonne
og.u'i
non rimane
rotonda, costruita in opera reticolata
un
not(\ole
esso
di
nuo\-o
altre
contrilnito
sostenuto
scomparvero
nella rico-
una parte
che
nell'età augustea.
della cattedrale. Alcuni importanti a\anzi
[ìortarono
di
a])partenenti al
])arimenti
fornici,
(jueste ])re/,iose tracce del vetustissimo sacrario
struzione della chiesa ed
scoperti,
27
r. I
>
che vedesi dietro
i)arti
del
ed
la
tribuna
recentenn-nte
t<-m]Jio.
storia
alla
cella
dell'antica
alla
conoscenza
-^^•S^-
rs^
dellinsigne monumento. Jn uno sca\'o praticato nelle vicinanze
chiesa di
della
San
l.orenzo vennero in luce infatti una wasta aula, lastricata con tavoloni di travertino, nella quale
trovarono ancora nel loro
si
sostenute da trapezofori, ornati
di
fregi
sito originario
c<m
due grandi mense ponderarle
e con
tirsi
clave,
basi
e
di
statue e
pezzi di rivestimenti marmorei, capitelli ionici ed
marmo,
in
coperto
di
cui
sono
scolpiti finissimi
un elegante pilastro rettangolare di ornati floreali ed una figur.i di Ercole barbato,
lunga tunica, nel tipo che forse rappresenta\"a
(|uello speciale dell'
/A/'(7//^'.s"
V/c/or Tibìirs.
Cosi è dato ogoi, con l'aiuto degli antichi scrittori e delle vestigia ancora sujhtstiti,
ricostruire idealmente l'aspetto gei.erale del
grande
/A/v.v/^Vir
//
tiburtino. Noi pos-
siamo cosi rappresentarci
la
toniche, la magnificenza
delle sue innumere\'oli statue onorarie, la sontuosissima de-
corazione
di
marmi
grandiosità e
preziosi, di pitture,
di
la
bellezza delle sue diverse opere architet-
stucchi,
la
ricchezz.i
ed
il
pregio
della
ARTISTICA
ir.M.lA
28 suppellettile sacra.
Ed
è facile
apparire, a chi traversando
e poteva
scori,'-erlo
da
immaginare pianura
la
come
lunoi.
sorcfente nell'azzurra cintura dei
Due
maestosa bellezza in si appressava alla
la
Rc^ma
un' alta e bianca
selva
di
esso
doveva
città di
Tiburno
cui
colonne e
di statue,
nK^nti.
monumenti, cretti sull" antica acropoli tiburtina. ebbero sorte quella toccata al tempio di ]{rcole e, sebbene molto danneggiati dal tempo.
altri
niii,diore di
di
insig-ni
WA.N/I
liKI.
IKMI'li]
iJl
KUi;(ll,F.,
(Fot.
I.
l.
d"Aiti Grafiche).
presentano tuttavia ancora oggi due sriggi cospicui dello splendore architettonico della città, nei
sioni,
felici
l'uno di
della rupe,
anni della sua maggiore fortuna. S(jno due templi di non vaste dimen-
forma
ai
circolare,
cui piedi
le
l'altro c|uadrilatera,
che sorgono sul margine estremo
acque dcirAnionc scorrono precipitando
sonoramente
in
oscuri burroni. I*'ra
gli
archeologi e
terminazione di
cjuesti
gli
scrittori
tihurtini
alla
de-
essi consacrati.
Xel
è antica controversia intorno
due templi e delle divinità
alle quali
erano
r
passato Sibilla
si
crt'(l(ttc
Albunea,
di
onoravasi
di
^Ulnmiac
LI
antico simulacro, trasportato sul di
^9
lornia (infoiare
ri s('Htui/is
Orazio, e
ili
Lattanzio, che ricorda
come una dia presso
Altri credettero
\'C)
ri(M)nosct'rc in ciucilo di
la doìinis
opinione l'attestazione
I
le rive
di
dell' Anien*-,
si
(|uella
d<ind«-
tempio
il
sibilla
stato
sepolcro
il
Lucio
(
iellio;
altri
cui
un suo
tratto j;
di
alla
di tal»-
con
culto
il
era
Campidoj^dio.
ric^onoscervi
sacro
prtsc a sostegno
g
inline
il
tempio
dedicato ad Erc<)le Sassano.
alla
Se non che l'opinione ]3rev;ilente e g'incralminte accettata, dea \'esta. della quale si sa che elìln- culto antichissimo
MK.NSI. l'uMiKl;\riII-;
testimonianze l'edificio,
Esso
di
SCoPKIUK
documenti epigrafici rinvenuti
II.
IKMI'IO
sul
III
'I"i\-oli
il
tempio
Xun-.erosc
KltCllLK.
luogo e
la
forma circolare
del-
proprio dei templi sacri alla vergine dea. confermano tale opinione.
veime
innalzato verso gli ultimi tempi della repubblica, sopra
ordine di grandi sostruzi(»ni, a tra\erso le
acque dell'Aniene prima
lo
cingeva un elegante
corinzio,
I'IIKSSO
attribuisce in
di
le i|uali,
un doppio
entro alcuni condotti, forse passavano
formare l'antica cascata. Era a forma circolare e perittero;
jxristilio
crimposto
di is
delle quali solo io sopra\vi\'ono.
colonne
Lungo
in travertino scanalate, di
l'architrave ricorreva
ordine
un fregio
deli-
da tenie e conteste di spighe di grano, di grappoli d'uva e di frutta. L'antica copertura del tempio oggi più non esiste, ma è facile pensare che essa fosse formata da una bassa volta sferica. catissimo, ornato di bucrani, di rose, di patere e di ghirlande, cinte
4
ITALIA ARTISTTfA
30 a somiR-lianza di quelle con cui
La
i
Romani
si)levano
cella interna, costruita in opera incerta di
Xel mezzo
talr
.genere
di
edifici.
ancora abbastanza conscr\'ata.
un tempo il simulacro marmoreo della dea. Qualche afferma che esso venne scoperto fra le rovine e trasportato nella
di es'^a era innalzato
scrittore tiburtino
lliAMMKMI
villa
ri(-o])rire
tufo, è
Estense,
come
SDIl.KHill IU.NM..M
statua decorativa.
nome
II
l'KKSSU
il
municipio
nei ])rimi tem])i dell'impero,
di
'ri\-()li
MKNSK
Una frammentaria
del sacrario ricorda
di
I.K
l'ilNDKKAIUI':.
iscrizione posta nell'architrave
L. dcllio, illustre jx-rsonnii'^'io il
(|ualc
X<1 medir) evo, senza che possa con certezza determinarsi antico monuinento,
come
cristiano e sull'altare
molti
dove per
pubblici lun.ufhi
seco
edifici li
le
romano,
ne curò forse
romani,
la
curatore
il tempo, anche venne convertito
antiche tjenerazioni
del
restaurazione.
latine
questo al
culto
portarono
TIVOl.I tributi
sacrifici
(li
e di offerte alla casta
propiziarono alla Verdine cristiana
Xon
è
31
dea dei focolari domestici, novelle
!
minore l'incertezza che
circonda
la
storia
dtll'altro
suH'arcc tilnirlina, presso quello di \'esta, convertito anch'esso
KKAMMKMI
S. Giorgio.
Alcuni
lo
tina.
altri
infine
SCI LTOllll
ItlNNKM
11
come
altri
lo
quello
riconobbero
innalzato
tempicj,
chiesa,
in
<ledicata a
l'IlKSSO l.t MK.N>K l'Ii.MiKIt MllK,
ritennero ct>nsacrato a Drusilla.
Caio Rubellio Blando,
j^enera/.ioni
come
il
sr.rella
di
Calig-ola.
celebre tempio
eretto a Tiburn<\ ricordato
da
dal console
della Sibilla tibur-
Orazio, da
Stazi.,
e
da Svetoni<\ La mancanza di documenti epigrafici relativi ad esso accresce la difficoltà della sua certa determinazione e non senza qualche riserva può seguirsi l'opinione più diffusa che lo identifica con il vetusto sacrario della Sibilla Albunea.
ITALIA ARTISTICA
32
(Fot.
.MKN.sk l'OMiKItAIUK.
La sua costruzione
risale
con molta probabilità
ha torma
siipra grandi sostruzioni di tufo;
all'
rettilineare e
età
sillana
riproduce
Giirj^iolli).
riposa anch'esso
;
il
tipo vitruviano
del pseud'j-perittero prostilo tetrastilo. LLi infatti quattro colonne di ordine ionico sulla
fronte e sei di lato, in parte internate nel
per sette gradini.
tempo e
Anche questo
ciò che di esso
edificio
muro
quale
ascendevasi
soffrire dalle
ingiurie del
della cella,
ebbe non
poco a
alla
rimane è appena sufficiente a darci una esatta
idea
della
eleganza delle sue forme e della finezza della sua primitiva decorazione.
Ad
accrescere la singolare bellezza di questi due insigni monumenti,
dell'arte
si
congiunse
in essi
con quello incomparalMle della natura
i'.udacemente sul ciglio deiracropoli, avevano intorno
la \'erde
sparsi di boschi e di poderi, ÌDiancheggianti di piccole
sontuose. Nel basso,
ai
case
il
circo.'^tante.
corona dei monti di
prestigio
campagna
e di
piedi dell'alta rupe, le acque dell'Aniene precipitavano
reggiando entro l'oscuro baratro
sotto.stante, in
una
.serie
di mirabili cascate
Eretti
tiburtini, ville
rumo-
spumose.
notevoli monumenti .sacri e profani, che un tempo abbellivano la città non avanza ormai più alcuna vestigia e solo dalla menzione che di essi fece qualche poeta latino e con la testimonianza di alcuni documenti epigrafici è dato
Di
di
altri
Tivoli,
rono.scerne l'esistenza. CV)sì
verso
di
si
ha memoria
di
un tempio eretto a Giunone Argiva.
Ovidio, che, nei Fasti,
particolare, ricorda,
oltre la selva
fra
i
luoghi dove la
Ne
glaucopide
fa fede
dea
qualche
aveva culto
Aricina e Laurento e Lanuvio e Prencste, anche la
VO
TI
IK.MI'IO
città di
Tiburno. Xella iscrizione
dell" attuale
chit'sa di
(ìiunone Argiva chiesa sorgesse
il
il
S. Biagio,
ItKI.I. \
L
33
I
un basamento
di
è ricordato che
il
statua,
di
rinvenuta nei dintorni
proconsole C. Pjlando
consacrò a
suo simulacro; donde è possibile arguire che nei pressi
di
cjuclla
tempio della dea.
Parimenti, da alcune iscrizioni scoperte nelle vicinanze della piazza
del
'J'revio
può desumere che in quella regione sorgesse un sacradedicato a Diana. Xella moderna chiesa di S. Andrea, che si ritiene costruita
e da un passo di Marziale, rio
Moscioni)
il-i>t.
Milli. I.\.
sulle
fondaiuenta di esso,
si
frammenti
alcuni
di
colonne
marmo
di
cipollino,
che oggi
monumento. Nelle vicinanze di cjuesto dovevano pure trovarsi le terme tiburtine, come rilevasi ila una epigrafe rinvenuta sul luogo, attestante le opere fatte da F. Mecio (ìracco ad ornamento dei sono nella navata centrale, appartennero
pubblici bagni.
E
forse appartennero
alcune grandi colonne con eleganti alla luce nel
Si sa
Era
forse a f|uel
a quegli edifici alcuni resti di opera reticolata,
capitelli
corinzi,
vari
marmi
e
due statue venute
\"i<, presso la ricordata chiesa di S. Andreii.
che anche
altri
nuiui ebbero culto in
fra questi Ercole Sassano, diversa
e (liove e Nettuno, ricordati solamente vinità orientali
ebbero
Mitra, al ()uale
vennero consacrati
in Tivoli
Tivoli
personificazione <la
spelei, a
e
prima
somiglianza
di
di
templi
e
Anche fra
quelli
i
culti
queste
romani,
are.
di
nuiue tutelare della
di-l
(|ualche epigrafe.
seguaci e sacrari,
stano iscrizioni recentemente scoperte.
ed onore
città
delle
l'oscuro
come
di-
dio atte-
riALlA ARTISTICA
34 Oltre quelli urbani,
Una
geni delle fonti e delle selve.
lungo nitcà
lapide
numi
scoperta
nella
Carciano. ricorda un jiiccolo tempio
la via
territorio tiburtino
ai
minori e rustiche,
are. consacrati alle divinità
ed
sorgevano nel
edifici sacri
altri
contrada
e
detta
ai
Pussiano.
innalzat<ì a Proserpina,
ivi
sacelli
campagne,
tutelari delle
divì-
la
avanzano del sandea Bona, la benevola dea,
misteriosa delle occulte t-nergie terrestri. Alcuni resti invece
monte Affliano
tuario dedicat<i sulla .sommità del
che accresce
i
alla
prodotti della terra e la ricchezza degli uomini, ed
all'antichissimo Tauno.
si
tributaron-^. fra liete feste campestri,
alla
sacrifici
come
quale, di
ed
capri
offerte di latte e di vin«>.
Nel medio evo.
i
chiesa dedicata a S.
monaci Cistercensi costruirono fra (judlc rovine una piccola Panfilo, anche essa distrutta. Ed oggi sull'alta vetta solitaria, in
sconfinati piano laziale, digradante verso
vista dello
fusamente, fra
cespugli ed
i
i
frammenti
rovi,
misere vestigia dei nostri
cristiani,
di
il
mare, giacciono a terra con-
antiche colonne e di archi e di altari
abbattute dall'urto infaticabile del tempo.
culti,
sacro molto notevole per la buona conservazione con cui giunse
Un monumento
sino a noi, per la singolarità della sua struttura e la eleganza delle forme
quello
è
che sorge non molto lontano dall'antica porta tiburtina, detta Porta Oscura, e noto volgare di tempio della Tosse. L' edificio costruito nei bassi tempi, in il nome
con
opera mista irregolare, ha forma rotonda coperto da una bassa volta
grandi finestre
ed ha
;
le
otto larghe
nell'intt'rno
destinazione di questo edificio e
nell' interno
gli
nicchie.
lo ritennero
Tosse, a scongiurare le insidie di quel
alla
Oscurissima
un
male,
:
è
ri-
riceve la luce da alcune
;
r
la
primitiva
hanno
e gli archeologi
storici tiburtini
più disparate opinioni su di esso. Alcuni
dedicato
ed ottagonale all'esterno
con un oculo nel mezzo
sferica,
santuario
espresso
propiziatorio
ed ( opinione
molto an-
tiquata e non sorretta da documenti di sorta altri un sepolcro della famiglia Tossia che ebbe possedimenti nei dintorni del tempio altri dedussero da un'epigrafe rinvenuta nelle vicinanze, che fosse un piccolo tempio dedicato al sole altri infine, forse con maggiore fondamento di verità, lo identificaronci come un Inilliiiii, piccolo san;
;
;
tuario cristiano edificato verso
La
efficacia curativa delle
quarto secolo.
il
che sgorgano
acque Albule,
da
alcuni piccoli laghi,
non molto lontano dall'antica ^ia tiburtina, era grandemente apprezzata, così da far loro atnoto che M. Agrippa, per comodo del popolo di
nei piani sottostanti ai colli di Tivoli,
già conosciuta dai tribuire
Roma,
il
vi
Romani
e da essi
di santissime.
aveva
fatto costruire sontuosissime terme, nelle quali
peratore Augusto soleva recarsi, edificio
marmi
tarono a
Roma
(juivi
ricorda Svetonio,
vt-nuti
che
alla luce,
per ardornarnc,
l'unij
il
i
i
sovente
lo stesso
magnificenza
Della
imtale
di
ed
grandiosi ruderi superstiti
i
pontefici Paolo III e (ìiulio 111 traspor-
palazzo Farnesiano e raltr«j
la
sua
villa sulla
Maminia.
La grande venerazione esse anche onori fatti
come
termale ancora oggi sono prova manifesta
finissimi
via
E
nome
presso
le
di
culti
fonti delle
in cui le
speciali.
Apollo,
come
il
Un
piccolo tempio dedicato
ad
Igea, sorgeva
in-
acque salutari e ad esso appartenne una pregev^ole statua
della dea, scoperta in tjuei luoghi
Anche
Albule erano tenute dagli antichi fece prestare ad
nume
e
trasportata
quindi
nel
tutelare di ogni prosperità,
piccolo sacrario, dove era venerato nel tipo di
Ap
)llo
Museo Pio-Clementino.
vi
Licio e
ebbe
l'onore
di
dove forse era a
un lui
ii>\pio ni
vrsiA.
l-'llt.
MuSCIODi).
ITAllA ARTTSTirA
36
innalzata la bella statua quasi colossale, rinvenuta presso
Museo
le
Albule e trasportata nel
Capitolino.
Di
altri
quei
luoghi ad
rinvenuti.
Sappiamo
culti prestati
documenti epigrafici
ivi
rata e che un collegio di
in
le
detto uella dea tosse.
acque Albule godono
curativa che esse posseggono
namente
in nulla ricordi
affollato
da gran numero
lo
così che la
è
memoria
soltanto
in
dea egizia Iside era colà vene-
sacerdoti era annesso al tempio.
ti:mi'io
Anche oggi
divinità
altre
;
di
(Fot.
I.
meritata notorietà, per
1.
d'Arti Gralìclic).
la reale
efficacia
e sebbene \o stabilimento balneare ivi costruito
moder-
splendore delle antiche terme romane, è tuttavia anche esso
acque sono derivate per mezzo fatto costruire dal cardinal Ippolito d'Este, da due piccoli laghi, di persone.
Attualmente
le
un canale artificiale, Regina e delle Colonnelle, alimentati dalle ricche sorgenti delle Albule. Bizzarre concrezioni, formate dai depositi delle acque solforose, emergono qua e là di
detti della
ITALIA ARTISTICA
38
SOlìCKMl liKl.L'ACnlA
AI.IJILA.
(l'ot.
sulla superficie, color di cobalto, dei laghetti, riv-estono
bacini,
i
1.
I.
margini dei
d'Arli Grafiche).
canali, dei vasti
delle piccole cascate costruite nell'interno dello stabilimento. Nella
circostante, brulla, deserta,
tamente,
le
dove
le
cavalle e
le
campagna
giovenche selvaggie pasturano stenta-
acque cernie, scorrenti verso l'Aniene, fra
le
rovine delle antiche terme,
un vago mormorio e pongono una che contrasta vivamente con l'aspetto desolato e triste
dei piccoli templi e delle ville romane, diffondono
nota di gaiezza e di poesia, del paesaggio.
Oltre gli edifici dedicati al culto dei numi, erano numerosi nel territorio di Tivoli i
sepolcreti gentilizi. Alcuni fra questi,
vano dimensioni di edifici, a
e bellezza
come
la
tomba
Un
veramente monumentali.
di
]\I.
Plauzio
Lucano, ave-
saggio notevole
di tal
genere
bastanza ben conservato nella sua struttura generale, è quello che vedesi
ancora oggi, sulla strada dell'Acquaregna. non molto lontano dalla
città.
È
di
forma
da una bassa cupola; un tempo un ordine di colonne disposte intomo ad esso doveva completarne la sontuosa decorazione. Fra già in antico ritenuto
circolare, ricoperto
come il sepolcro di Tiburno, il fondatore della città ma una lapide trovata nei pressi del monumento induce a riconoscerlo come quello del medico Caio Auftstio Sotere. ;
Un
altro rudere di sepolcro trovasi
non molto lontano dal ponte (IcH'Acquoria
nelle vicinanze dell'antica via Tiburtina e venne, senza
Lucio
Cellio.
troppo fondamento, creduto
di
T V r) L I
SulLi
\'i;i
X'alcria,
l'aiuici
39
I
str.ula coiisi ìlare,
clic
coiKlucf nei paesi della Marsica,
venne scoperto un altro sepolcreto a forma (juadrilatera, <li j^randi camente ornato di marmi e di pitture, cnme si può arj^ruire daj^'li intonici ad esso. Si credette di riconoscere in (|uesta tomba ([uella re (li Xumidia. che tratto prigioniero dai Romani, vn-nne reley-ato
diniensifìni
avan/.i di
ric-
rin\enuti
Siface,
in Tivoli,
<•
il
vinto
ed ebbe
una \illa nelle vicinan/.e di {|uesto nìonumento. Ma è t'orza riconoscere che nessuna prova sicura si può addurre a sostes^'no di tale opinione. Xei ruderi di un antico sepolcro di forma quadrata, che scor^^onsi sulle falde del colle dt)ve un tempo sorg'eva la villa di Ouintilio \'aro, non lunjj;"i dalla nKjderna chiesa di Ouintiliolo, la
bellissima sposa
gli
di
Cinzia. Narra infatti
il
storici tiliurlini
Apollinare, chi'
poeta che
ramente amata, era morta
era stata sepolta e che su di
incidere
un breve
la
in Tivoli e
epitaffio, ilic
credettero di riconoscere
la
musa
di
leggiadra donna,
lungo
una colonna
la
la
tomba
Properzio immortalò col dai
capelli
d'oro,
da
di
r)stia,
nome Ini
di
tene-
spumose dell'Aniene, tomba di lei egli aveva fatto
via, pressi) le rive
eretta sulla
per memoria della cara estinta: tiburtina lacet aurea Cyntliia terra:
Accessit ripae laus, Aniene,
tiiae.
Elea.
7,
Uh. IV.
I
ii'.iiKMi
iiKi.L' \<;<ji\
\i.i;ii.\.
(Fot.
I.
I.
J'Arli «.lai.Uc
IT.
40
Ma
il
più importante fra
MIA ARTISTICA
miMiuinenti sepolcrali
i
di
Tivoli
uno
(-d
dei più note-
genere che dall'antichità giunsero fino a noi, è quello di M. Plauzio Silvano e della sua famiglia, innalzato lungo l'antica via Tiburtina. a poca distanza dal ponte Lucano, Il grandioso sepolcro, al quale accrescono importanza le numerose vicende che nella storia medioevale di Tivoli sono ad esso collevoli fra tutti gli edifici di tal
gate e l'eccellente stato di conservazione, molto ricorda nella sua struttura e nella sua bellezza la tomba di C. Metella, sulla via Appia. Venne costruito nell'età di Ti-
II.
l'ONTK
LUCANO SLM/
AMKM
(l''ot.
Alinari).
borio in pianta circolare, con grossi parallelepipedi di travertino: un alto recinto
forma quadrata
lo circondava,
ornato
nella parete e di nicchie fatte per
famiglia Plauzia,
ivi sepolti.
Una
di
colonne
contenere
le
di
statue
dei
serie di antefis^e forse
personaggi
decorava
perba mole ed una bassa volta sferica ne formava probabilmente il
carattere e l'aspetto del sontuoso
rovina
di
adattarlo
sepolcro
venne posteriormente
diversi usi. ai quali
rettangolare non restò più che
il
lato prospiciente
nome
dalle
destinato.
su1ì;ì.
nobile
della
copertura.
fatte
Dell'antico
due grandi
Oggi dalla
alterati
aggiunte
strada, con
di
internate
fastigio della su-
il
la
appaiono profondamente
alcune sue parti, dalla trasformazione di altre e ai
parte
ordine ionico, in
per
recinto inscri-
M. Plauzio Silvano, di Larzia sua sposa, del figlio suo Aulo Piauzio l'rguliano, morto novenne, e del suo congiunto T. Plauzio Silvano Eliano, L'antica copertura dell'edificio più non esiste, come pure il coronazioni lapidarie, che ricordano
il
di
T \W) [
mento
antclissc (he
di
tra.sfonnari)ii()
t-ià
ne adornava
magnifico sepolcreto
il
una
dove giacquero in altre età le spoglie un fiero arnese di guerra, che vide violenze e
le
passioni di
le
della vittoria e della sconfitta,
suoi
i
stemmi
Cosi
il
])arte e
passare
importanza
alta
di
sacro asilo della m.jrte.
divenne nei
Plauzi.
agitarsi intorno la furia
liassi-
devastatrice d<lle
innumerevoli
volte
insegne
le
l'uà notevole restaurazione ne fece I^aolo linei 1465,
vriM r\ iii;li.'\mi:m;
C(ìme attcstano
'l'ivoli.
vicende dei tempi
le
munita,
della stirije dei
temi)i
ovo
Xi-l iiic<]io
forte torre
strategica nelle im])rese nìilitari dirette contro
armi e
41
fastitifio.
il
in
i.i
ii\
e jìressocliè
I'omi; li cvN".
nel
(I-ot.
nu'desimo
stato
in
cui
M.^sciotii
ridusse
lo
quel ptnitefice. giunse fino a noi. 11
vicino ponte Lucano, costruito
antichità tiburtine. Esso prese forse
il
sull'
insieme con Tiljerio ("laudio Xeroiie, e ne
da Totila nel secolo \T, durante costruito.
Lungo
spesso oggetto visibili
le
il
di
medio
e\'<ì
la
la
Aniene, è pure
nome da M.
un cospicuo avanzo
PI luzio Lucano, che fu
<-urò ])rol)al)ilmentt' la costruzione.
sua guerra (^ontro
Xarsete,
venne da
sua considerevole importanza strategica
Tagliato quest'>
ri-
lo fen- assai
attacchi rovinosi e di molti rifacimenti. lUi quali sono anclie oggi
tracce.
Della grandiosità e della mirabile perfezione tecnica con cui
i
costruire le opere occorrenti i^er provvedere di acque la città, sono
monianza
delle
duumviro
i
numerosi ed
ini])oiu'nti
e specialmente nella \alle
Arcense.
Romani solevano una
bella
testi-
ruderi degli acquedotti sjiarsi nel territorio tiburtino
ITALIA ARIISTICA
^2
È
da
questa una piccola valle solitaria, fiancheggiata chiusa
silvestri,
verdi rolli
dall'ardua catena del C<>stasole, che
fond<i
nel
le
Oua
e dell'aurora tingono dei colori più svariati, più vivaci e più dolci.
romiti:
e
reschi
cima
sulla
fra gli olivi e le
fertili colline,
declivio delle
Giovenzano
fra la valle del
Castelmadama. bianco nido posato sull'alto di un colle, olivi perenni S. Polo de' Cavalieri, aspro e montano. spande
campi, dove
i
di
edifici,
lasciò
vi
il
mormorio
Un
sorgono
della
qualche resto
sua
storia,
pittoresche
le
di torri e di castelli
feudali
e
Ma
specialmente ammirevoli per
conservazione si^no
qua Marcia. l'Aniene
sono ancora
Anche
rovine
traversa
anticlii
di
medio evo
il
Empulum
antica
dell'
avanzi
gli
piccole chiese,
di
come un tempo
;
Un
per una lunghezza
di circa
lontano da questi,
all'urto secolare
notevoli avanzi
altri
venti
dei
resti di
i
Kmdell' acquedotto Aniene Xuovo la medesima poderosa struttura
vallata e la sottoposta strada
la
Arcense ed hanno anch'essi
C'jn la bellezza dei pubblici edifici della città,
che
ville,
campagne
i
Tivoli.
di
edificate. Cosi,
romani e
ricchi patrizi
La cura
secondo
il
vigilava sulla
gareggiava condizioni
scelta
dei
le
rive
dell'.Vniene o sui
del
colline verdeggianti
panorama
l'
incantevole
della
quasi nascoste nei seni ombrosi delle alture o nelle piccole
raccoglimento e
l'arte,
profuse
soggiorno
in
in
alla pace.
Tutte
le più
dei
ciglioni
altre erette sui fianchi e sulle falde delle
vista
clima,
di
valli
raffinate seduzioni
del
di
di
suo
olivi
Roma
remote,
della
venivano spi-
monti selvaggi,
viti,
pianura
espo-
della
esse
le predilezioni
pometi offrivano
idla
fasto e lo splendore
dove
luoghi
gusto del proprietario, secondo
alcune sorgevano lungo
il
costruivano per loro dimora nelle
tiburtini
più minuziosa delle
sizione, dell'amenità del sito,
;
e di altre
invitavano
ricchezza e del-
una misura oggi a noi ignota, concorrevano a rendere gradevole
quei luoghi di piacere. In essi erano vasti jjortici e criptoportici per le
passeggiate a piedi o in lettiga, sontuosi
triclini per conviti, gabinetti da studio ed aule da bagno per l'estate e per l' inverno, teatri, uccelfontane e giuochi d'cicqua ed ogni altro accessorio, capace di accrescere il con-
la biblioteca, .stanze
liere.
miglia,
stessa pittoresca bellezza di rovine.
delle
per
quarantasei
da grandi arcate e da robusti
robusti si ergono ancora audacemente ad un'altezza una vivace vegetazione di edere, di lentischi e di alte piante.
attraversano la pianura
rito,
di
l'ac-
arco di smisurata grandezza attraversa tuttora l'antica strada
Sommità della sua volta ancora resistono una torre medioevale, costruita per dominare
la
stato
Roma
Xuovo. Dell'acquedotto Claudio, che
^Vntico, la Claudia e l'Aniene
.Sulla
Non
buono
il
suoi fianchi
i
.sorprendente, cinti di
politana.
grandezza ed
la loro colossale
superstiti alcuni tratti considerevoli, sostenuti
pilastri in laterizio.
il
avanzi
nunicr(ìsi
;
degli
vigneti ed
prosperi
i
avanzi di alcuni grandi acquedotti, che portarono a
gli
fu costruito dall' imperatore Claudio,
al
\(rdura
monasteri benedettini e di umili santuari campestri.
di
e
ancora
Arcense
tjin lia
piccolo torrente
acque: fra
delle
di sepolcreti gentilizi e di grandiosi acquedotti.
sedimenti
i
distrutta,
tranquillo
biondeggiau') le messi,
ville,
fieramente eretto e
blanda
fra la
;
la valle e vi
sparsi
là
adagiati sul
vigne biancheggiano piccoli borghi pitto-
ricordo di antiche incursioni saracene,
Cicilian<i,
un monte a cavaliere
di
monti tramonto
e
aspro dei monti o internati nelle gole alpestri o mollemente
sul ciglio
da
e
del
luci
da
letto e
i
ITALI
44 forto della vita. di tali
II
g-ust<ì
ARTISTICA
\
ed all'arreilamento
più difficile presiedeva alla decorazione
edifici, ne curava la bella
armonia
parti,
delle
pregio intrinseco ed artistico
il
delle suppellettili, la eleganza di ogni particolare ornamentale. Tutte le arti, la pittura, la
scultura, la oreficeria, le arti tessili,
erano chiamate a portare e
tributo di belle f<irme e di vivaci colori. .Statue
più
fini,
e
pitture
più
i
allettamenti
delicati
policromi,
stucchi
mosaici,
in pietre preziose, cortine, velari,
Vasti
dell'arte.
giardini,
AVAN/.l DKLL'ACOLEbUl lo
con
loro,
laghi
eletti della fila
di rose
siepi
e
fortuna ed
i
scrittori latini
;
limpidi
dimore,
di
sorrideva
e di
elei
al-
Anderson).
da
iiiterrotli
rivi,
dove
occhi
agli
(l""ot.
e della
meravigliosi soggiorni oggi
questi
di
altri
è giunto
a
noi
appena
il
ricordo
solo di pochi fra essi è dato ricostruire l'aspetto
proporzioni e
fasti
boschetti
bronzo,
in
piccoli
agli
l'oblio
piaceri più squisiti e rari e le voluttà più dolci intrecciavano
Del maggior numero
si
deliziose
con
oro,
offrivano
fattura,
CLAl DIO.
da
percorsi
queste
DI
avorio, in
in
marmi
nei
d'oro nel tranr|uillo corso della vita.
certe rovine. Di molti
le
mirto,
di
circondavano
artificiali,
fregi
tappeti di finissima
con-
loro ricco
il
eseguiti
bassorilievi,
la
topografia
delle parti.
grandezza romana sorge anche
Eppure quale al solo
pensi che alcune di esse appartennero a Caio
non restano che tramandatoci
generale primitivo,
affascinante
ricordo delle
in-
dagli
evocazione dei
ville tiburtine,
Mario, a Quinto Metello
quando
.Scipione,
ITALIA ARTISTICA
46
a M. Lepido Triumviro, a Valerio Massimo, a Siface. il vinto re di Xumidia, a Caio Cassio, a Gneo Pisone, a Ouintilio Varo, al poeta Manlio X'opisco, all' imperatore
Adriano, a Zenobia. la sventurata resfina Qoierriera. a Sallustio
ad Orazio, e ad
altri
innumerevoli che brillarono nella storia
di
e
forse a
Roma
Catullo
e
!
porta S. Croce, non
molto lontano dalla città, alcuni avanzi di una sontuosa villa romana attirano anche oygi l'attenzione per il loro aspetto grandioso e pittoresco. Gli studiosi di antichità tiburtine riconobbero in quelle rovine resti I*'uori
della
i
della villa di (ìneo Cassio
ed opinarono che
VALLE AHCENSK
—
il
AVANZI
nome
111
di
Carciano. dato alla via presso
ACOLEKOTIO
IIO.MANO.
(Fot.
1.
I.
d'Arti Grafiche).
quale essi sorgono, fesse dovuto ad
una estensione corrotta del nome Cassianum o Cassanum portato, già nell'alto medio evo, da un fondo prossimo a quegli avanzi, così chiamato dal nome della famiglia Cassia. Certo è che la vastità della superficie occupata dalle rovine di quella villa e la grandiosità di esse permettono di immagila
nare
la
magnificenza e
struire la sua
la bellezza con cui dimora campestre. La scoperta
fatta fra quei ruderi e la brillante
parve
rivestita,
s )ntuosità villa.
Il
al
e del
tempo
il
doxizioso proprietario aveva saputo co-
di alcuni
oggetti d'arte di altissimo pregio,
decorazione musiva
del loro scoprimento,
finissimo gusto d'arte
cui qualche parte di essi ap-
prova della estrema aveva presieduto all'abbellimento della Muse ed busti di Eschine, di Antistene,
che
mirabile gruppo di Apollo e delle
di
sono una bella
i
T I \' C) di
Pericle ed
altri-
villa
straordinaria storico
(meo
di
ricchezza
tilìurtiiio.
opere d'arte
di
(1<1
finissimi
di
frammenti
di
marmi
e
oiriri
a])i)iinti)
che
aniinirano nella j^frandc
si
da
Sf;a\i
nel
l'atti
ciualc ricorda
il
villa di
avanzi di un
y-li
—
che
ai
teatro,
f.jntane
di
valore di
tale
suppellettile
suoi
e
sala ro-
1<-
lo Zapjìi,
j^riorni
si
po-
stanze
peschiere
di
rovine.
fra le
I,a
e
ricchezza
AV\N/.l DI ACQ! EIHJ i IO IlOMANO. ib'ot.
il
Ira
Cassio diciotto vastissime
bellissime colonne di ordine dorico, sparse
V.M.I.K AllCKNSi;
ed
177.4
un temp-j l'adornava, fornisce
cinriuccento.
tevano ancora ammirare della meravitrliosa decorate
47
Altro testimonianze del suo antico splendore e della
Cassio.
della fine
I
die
«•pero scultorie,
])re/.i<>.s('
detta delle Must- in \'atican«), ])n. vendono
vine della
L
artistica
non mancò
I.
destare nel
di
.l'Arti (Jraliclic).
I.
secolo
XVI
e
nei seguenti la curiosità e la cupidigia di numerosi raccoglitori di antichità romane,
non sempre
intelligenti
ed
ispirati
Scavi fruttuosissimi
classico.
vi
solo dall'amore ])er
fecero
il
il
sul quale diritto i)i
«
mirabili vestigia
cardinale Ferdinando
Bandini, vescovo di Siena. Altre ricerche vi d'Este,
le
de' Medici e
condusse più tardi
il
ilei
mondo
monsignor
cardinal Ipjiolito
quale con apposito atto notarile, acquistava nel 15'iS dal proprietario del fondo si
trovavan<ì
di cavare
diclo olivelo,
tiitto
le
rovine della
V olivi to
\'illa
di
Cassio, jier
il
prezzo
di
venti scudi,
il
se li piacerà, con paltò che lidio ijuello clic si caverà
come slahie colonne pezi de slahie de colonne
el
altra
anliqiiità,
ogni
altra cosa come nielalli piombo et altre cose el lutto sia del predetto Illusi rissimo Signor
ITALIA ARTISTICA
48 Ciirdinale
».
l\^rò nonostante tali ricerche,
W'II
fine del
secolo
siana
vennero così
e
anche postt-riormente ed
continuò a frugan- atti\amento
si
luce, oltre
in
in specie
verso
la
fra le r<>\'ine della villa Cas-
ricordato gruppiì di statue di Apollo e delle
il
Muse, molte enne di filosofi e di poeti, due statue muliebri, rappresentanti la Pudicizia Pietà, una grande statua d'imperatore romano ed alcuni mosaici, con paesaggi
e la
del Nilo e scene di pesca e di caccia.
Con
lo splendore della
Cassio gareggiava
villa di
quello della sontuosissima
dimora edificata presso la moderna strada di Quinfalde di
una
tiliolo,
sulle
collina
prossima all'Anie-
ne, in vista dello
nato
Dal nome attribuito
sconfi-
romano.
orizzonte
di Ouintiliolo, nell' età di
fin
mezzo a quella contrada, dedusse che
si
avanzi
ivi
grandiosi
i
fos-
superstiti
sero quelli della villa apDELL\ VILLA
liOVINK
DI
partenuta
CASSIO. (Fot. Vaccari).
ad un (Juinti-
probabilmente
e
lio
Quintilio^Varo, di
Augusto, sconfitto
in
il
a
capitano
Germania da Arminio oppure a Quintilio Varo Cremonese,, un \igneto nel suolo tiburtino
cui Orazio in un'ode consiglia di piantare
:
arborcm
Xullani, \'arc, sacra \itc prius severis
Circa mite soliim Tvburis et nioenia Catili.
Od.
Lo dflla
Tuttavia
e delle quali og-gi è
la
Lib.
I.
stato attuale delle roxino non permette di rappresentarci la ])rimiti\-a struttura
villa.
opere
18.
.scultorie e di
superba bellezza e
la
grandiosità loro, la varietà delle parti
appena ornati la
i\i
rinvenuti,
ci
il
il
mostrano quale dovesse essere un tempo
sontuosità di questa dimora, che oggi appare
umiltà delle rovine, accumulate da una lunga vicenda di secoli dato, riferisce che
Cardinale
di
.S.
componevasi grande numero di
di cui essa
nonché
possibile riconoscere alcune,
Fiora rinvenne fra
i
!
ai
nostri occhi nella
To
mosaici ammirevoli per squisita finezza di opera e ]javimenti contesti ziose e che molti .scavi .simo fini
numero
marmi.
vennero
in
essa
statue, erme, basamenti,
.Sotto
il
pontificato di Pio
capitelli e fusti \'.
rovine una grande quantità di frammenti ture auree ed argentee, nota col
nome
condotti, dai
il
cardinal
di quella
di
quali di
Zappi, già ricor-
ruderi della villa
si
di
Quintilia
pietre
ritrassero in
colonne
Montino
di
pre-
grandis-
ordini diversi e
estra.sse dalle
medesime
pregevoli.ssima pietra, a delicate vena-
breccia tiburtina. .\ltre statue e frammenti or-
ITALIA ARTISTICA
50 namentali
in scultura,
in
mosaico,
in
stucco \ennero scoperti nel settecento e nel se-
Un
colo scorso e moltissime medaglie consiliari d'argento.
una statua nuda
di
un
liberto
simulacro di
Mercurio ed
vennero trasportate nel Museo \'aticano. Sulle testimonianze di antichi scrittori,
topografi
i
conobbero
bosco consacrato
fra
pendii
i
strada
di
vetustissimo
che
in
apresi
due monti,
di
ri-
Tiburno,
a
romita,
valletta
ini.i
tiburtini
sito del
il
sulla
non lungi
Ouintiliolo.
dalla chiesa di S. Antonio. Qui\i,
secondo antiche tradizioni, era
tomba quivi
la
del fondatore della città e
sorgevano
tempio e
il
mo nume
patrio,
le
come al priombra delle
are ad esso dedicate, all'
più antiche,
alte elei secolari,
al
dire di Iginio, dello stesso Tiburno.
Presso questo
sacro
bosco,
nel
luogo attualmente occupato dalla
An-
chiesa e dal monastero di S. tonio,
maggior numero
il
vestigatori
ritengono
di
degl" in-
antichità
tiburtine
che fosse posta
cola dimora
campestre
di
la pic-
Orazio
e credono di riconoscere in alcuni
pochi ruderi
opera incerta che
di
trovansi sotto c}uella chiesa e
tiguo monastero
gli
dell' abitazione
del
poeta.
una
Orazio possedesse neir agro
casa
tiburtino,
numerosi passi nei quali esaltò I-A
MIS\
TAI.IA,
l'IiOVEMKNTE llM.LA \ILI.A
Roma, Musco Vaticano
DI
—
Alinari).
di
disputa le
piti
ciliare
quel villaggio e non
più
altrove
egli
autorevoli e precise
il
risoluta.
l'immortale
poeta e
di
poeta
bellezza,
il
fornite
averne
di
nel territorio
tranquillo ritiro. In vero la Conviene tuttavia riconoscere che
suo
dalle
attribuire, anziché al territorio di Tivoli,
ospitato
campestri.
testimonianze
ru-
dai
fonte Bandusia,
la
argomento por affermare che
possedesse
non è ancora con ogni sicurezza
inducono ad avere
del vetro, trassero
il
suo predio situato nel territorio Licenza, presso
dalle acque
la
feracità.
e
poetico e tranquillo soggiorno dtl
CASSIO. (l'ot.
la
Altri
negarono che
scrittori al contrario
stica
l'at-
ultimi avanzi
parole
dello
stesso
a quello di Licenza
allietato lo
spirito
con
Orazio
l'onore di le
dolcezze
TIVOT.I Parimenti molto Tivoli.
patifne di
c«
Cime
51
intestata è l'esistenza di
onsueto,
di
gli
scrittori
una
caso grande premura nel determinare esattamente
avuto
suo
il
piccolo
pixlere
i"
])i((:..la
tiburtini il
villa
Catullo nelle cam-
tli
anclie
spiej^-ani»
nel quale
lu«jg(j
il
in
questo
poeta avrebbe
quello
credettero di riconoscere nel territorio
dove già sorgeva la piccola chiesa ruAngelo in Piavola, non lungi
rale di S.
dalla
via di
Quintili*
ancora alcuni ruderi
Se non
dove sono romana.
e
ilo,
di
villa
che, basta ricordare
con cui Catullo celebra
versi
i
sua rustica
la
proprietà per riconoscere, che, in
canza
altre prove, è
di
tativo rivolto
manvano ogni ten-
dtternu'nazione to-
alla
pografica di questa,
nel
territorio di
Ti\-oli. (J
funde nostcr, scu Sabine, seu Tibiirs.
Narra Properzio che avendo
egli
una volta ricevuto una lettera della lo chiamava in gran fretta presso di sé a Tivoli, dopo sua Cinzia che
qualche
cagionatagli
dal
avventurarsi in quelle
ore
perplessità,
timore
di
per
malsicura
la
via
tiburtina
vivo
desiderio di correre
della
diletta
\'enere,
creatura,
cammino
periglioso al
e dal
richiamo
al
accinse
si
e con
l'
al
aiuto di
lume delle chiare
stelle,
giunse alfine incolume alla desiderata
dimora: Candida qua geininas ostendunt culmina [turres,
Et cadit
in
patulos
Xvnipha
Aiiieiia lacus. III.
Sappiamo
quindi
che
WI,
1-4.
anche
la M'dIJO MISAi;KIK. I'IIU\KMENTK llKlAA VIM.\
leg'giadra
una
possedeva
Cinzia
villa nelle
vicinanze
edifici
del secolo
Tivoli
Rorn.1.
che scorgonsi nei prtssi della
XVIII,
lil
i.ASSIO.
Musco Vaticano.
dell'Aniene,
della città vollero riconoscere le
di cui gli illustratori
antichi
in
vestigia
in
alcune rovine
villa Uuintilia, fra le quali,
sulla
di
fine
vennero scoperte alcune piccole statue e qualche pavimento
di
ottima opera musiva.
Ma
più che dagli scarsi a\ anzi ancora superstiti, noi
possiamo avere una chiara
idea del meraviglioso splendore delle antiche ville edificate descrizione
che
la
musa
di
Stazio
ci
nell'agro
lasciò di quella posseduta
tiburtino dalla
da Manlio Vopisco.
ITALIA ARTISTICA
52
Og-gi di essa più nulla rimane ed è anche
poterne determinare
difficile
sito.
il
Questo,
dove ora è il profondo baratro, circostante alla grotta di Nettuno, formatosi per un grande movimento tellurico avvenuto nell'anno 105 dell'era volgare. Secondo altri invece la deliziosa villa trovavasi in una romita con valle fra il monte Catillo ed il monte Peschiavatore, prima del romitorio di S. Antonio, nel luogo stesso dove altri ritengono che sorgesse il bosco sacn^ a Tiburno. alcuni, era
secondo
quello stesso
dimora campestre, la narun documento di singolaris-
In tanta incertezza di notizie intorno a quella incantevole
razione delle sue bellezze lasciateci da Stazio r per noi
con
simo pregio, Essa
villa.
terra
appare
ci
della della
magico potere abbia raccolto ogni più chimerica bellezza
dove un
sogni,
dei
ricostruzione
come un vago paesaggio
poeta
versi dell' elegante
nei
un'ideale
quale possiamo tentare
T aiuto del
della natura e dell'arte,
(
ha sparso su
di essa
i
profumi
idali(M
tracciate^
il
O
mano
piano con
e sfiorandola
delle sue grazie.
dimore l'impronta
in quelle
ne abbia
la voluttà
direbbe che
Si
.(
(
con
suoi
i
Venere ha lasciato
delicata;
capelli
giorno incancellabile nella memoria!
Quante meraviglie I miei occhi Quale dolce impressione io ne sono affaticati. Come la natura del suolo è mite; come la mano dell'uomo lui Dense foreste si specchiano nelle acque scorrenti abbellito quei luoghi fortunati ne conservo nell'anima
!
!
!
va precipitando contro
e l'Aniene che più lungi
le
depone ogni furore
qui
roccie,
ed ogni mormorio, quasi che temesse di turbare la pace di Vopisco e le ore che egli consacra al culto delle muse. Una calma eterna regna in quel luogo e le tempeste non vi hanno impero alcuno, ^la dove cominciare e dove finire a descri\erne bellezze
le
Dovrò
?
io
ammirare
nell'avorio della Ahuiritania,
spargono
ho annnirato
del sonno. Io
forme anima
sotto le più varie
e le pietre preziose nelle quali e
si
portando
Ma
degne
è sbizzarrito
lo
di il
qualche
quel luogo
in
metalli.
i
vede
si
scorrere
ole naiadi che
veneranda vecchiezza
la
fiume
il
o quella che
lieve sussurro invita al
opere degli antichi
le
Come
ricordare tutte
brillare sulle dita e le
talento di Mirone
sguardo da ogni
hrill.iiiii
Descriverò
senza che alcun rumore disturbi, ogni cosa invita
riposo ed appena forse
al
vene
screziati di
boschi o l'aula dalla quale
la foresta silenziosa ? Quivi,
pace ed
alla
marmi
la frescura in tutti gli asili di riposo?
di questi sacri
guarda
dorati della casa, le sue mille porte intagliate
soffitti
i
suoi
i
lato,
io
opere
Errando
?
di
le
di
languore
artisti e la vita
che
figure d'oro, d'avorio
argento e
di
bronzo,
meraviglia in meraviglia
ignorava ancora quali tesori
io calpestiissi.
pavimento che rifletteva lo splendore dei cieli, attirarono miei sguardi sul suolo. Esso spiegava superbamente mille diverse scene dipinte e mosaici nei quali vivono altre innumerevoli figure. Io mi lo
splendore che scendeva dalla volta ed
il
i
Ammirerò
arrestai attonito. via fra altro
il
tetto
io
quell'albero che dal centro dell'edificio
ediportici per slanciarsi
padrone avresti
in
piena luce
tu così sfidato la scure?
o qualche naiade agile forse
ti
Ed
O
albero
ora. o Vopisco,
deve, inconsapevole,
laghi biancheggianti o delle fonti che dall' alto
?
i
suoi
precipitano
felice,
si
apre
la
sotto quale
qualche amadriade
giorni.
Parlerò
nei gorghi
io
dei
e di te, o
acqua Marcia, che segui il corso obliquo del fiume e poi lo traversi in tutta la sua lunghezza .sul piombo audace? E perchè .solo il fiume dell'Elide troverebbe un passaggio sotto flutti del mare Ionio, fino ai porti della Sicilia? Nel seno di questi i
umidi antri
il
nume
dell'
Aniene,
lasciando
le
sue fontane,
si
spoglia
nel
segreto
T l\'n -'.
« (.
«
i.l
53
qua e
delle notti della sua veste azzurra, per rotolarsi
come un
j^iftante nel
mezzo
l'ombra favorita del dio 'Jiburno; qui l'Albula
pregnate
di
zolfo
là sull'erba
nuotando
del lago e battere
ama
di
il
liquido
bag-nare
le
molle o cadere cristallo.
Ecco
sue chiome im-
».
I
\
MI
s\
i;i
in,
l'IlHVIMKMK
IIAI.I.A
Vlll.A
IH i:\S.sl(i.
Roiii;l,
Mi;S:o Witicino.
descrizione di Stazio sulla villa di N'opisco ci pone in grad.' pregi delle dimore «Mie di rappresentarci con sufficiente precisione la bellezza ed nelle campagne di Tivoli, delizia loro la per privati cittadini romani amarono edificare fino a noi il ricordo conservato di antichi scrittori ha
Mentre
la brillante
i
i
appena qualche rapido cenno della villa Adriana, la più grande r.ìmano.
La sua
stra- ordinaria
e ricca e meravigliosa villa imperiale
ampiezzi.
la
varietà
e.l
il
grande
numero
del
mondo
degli edifici
ITALIA AKTlSiTCA
54
che essa conteneva,
le
sue curiosità
sins^olari. la
colta
vastità dei giardini e dei boschi, delle
buon gusto della a suo ornamento, rispecchiavano degnamente l' amore
fontane che l'adornavano, la ricchezza ed
suppellettile artistica rac-
il
dezza,
il
tura e
le
fasto e
talento artistico,
altre
ben
che fu-
che a differenza
dirsi
secondo
gusto
artistico
mente
richieste in quel tali
cul-
romane, costruite per
ville
solito
tura di
vasta
imperatore Adriano.
dell'
Così [può
gran-
della
la
conoscenze
molteplici
rono proprie delle
del
piani e le esigenze del
i
e
comodità general-
le
tempo
dalla na-
imperiale
la villa
edifici,
di
Tivoli invece fu creazione del tutto per-
uomo
sonale
dell"
che
volle
la
singolare e
per sua
raffinato,
dimora
ordinaria
negli ultimi anni della vita.
Spirito
fantastico,
Adriano
peratore
irrequieto,
apparve
1'
im-
incessante-
mente sospinto dalla curi(ìsità del nuovo e da un vivo desiderio di avventura, a conoscere luoghi e civiltà diverse, ad intraprendere
lunghi
lontane provinole
r Asia
^Minore,
ogni
eletta
una
più insigni.
ihuu.mi.mi, u\ìa.\ villa
Musco Vaticano
—
ui
lvssio.
(Fot. Alinari).
la
Artista egli stesso,
la
Abile
scultura.
valoroso generale, amministratore
accorto,
eg'li
minio e
la
pero.
opere
le
poeti e dei
musica, la poesia, la pit-
r architettura,
politico,
i.v .m;;>v l.;\n;\,
dei
versatilità sorprendente, coltivava
ad un tempo tura,
dell' arte,
conosceva mirabilmente
letterati
la
Estimatore finissimo
manifestazione
degli artisti maggiori e
(H
Grecia,
la
vivamente quella greca, della
predilesse ([uale
più
nelle
impero, attraverso
V Egitto,
Gallia, la (ìermania. di
viaggi
dell'
seppe assicurare
pace e
Amante
il
suo
do-
la
prosperità dell'im-
della
magnificenza, non
cessò mai di curare lo splendore artistico delle città che visitava e di abbellirle di templi, di teatri, di basiliche, di edifici di blica utilità.
menti e
le
Il
suo gusto appassionato per
opere
d' arte
rovine, insigni per il
mausoleo
di
monumenti.
il
il
i
pub-
monu-
più celebrate, lo rese spesso curioso di visitare città ed antiche
tali titoli.
Così volle recarsi in pellegrinaggio a Troia, dove restaurò
Aiace, a Mantinea, dove onorò
visitò le Piramidi,
altra città, fu
grandi memorie
le
del passato, per
colosso di
Memnone ed
suo soggiorno
i
preferito e la
il
sepolcro di
Epaminonda
templi dei l-'araoni
colmò
di
;
;
in Egitto
Atene, più
di
ogni
benefici e l'arricchì di grandi
TIVOLI Così trascorse la maujjfior parte del suo remilo lontano da
ticabilmentc da una ad altra di
sue
alle
ferì
sedeva
cure
dalle
ritrarsi
dell'
tt-rra
impero e
i'reneste,
mondt>,
])iccolo
qut-1
veniva a raccoj^liere
immagine
una
deg"li
stallile
anni
dimora,
inla-
pensò pre-
li-
abitate vele
le
ri-
delle più squisite
ammirate nelle sue
bellezze
il
alfine
t-rrand')
quale
nel
della sua \ita, volle crearsi una stretta
scej^licrsi
Roma,
peso
Ed
dolci pendici dei colli tiburtini. in
di
]jir
all'ino
sontuose che pos-
ville
Anzio ed a
in
(|uando
e
lunijflie
peregrinazioni a traverso rinipen'.
E
concepì forse egli stesso
il
piano
del suo delizioso ritiro e lo eresse e lo adornò nuraviuliosamente, così
che a un
tcMiipo potesse offrire alld
anima
sua
irrequieta
conforto
il
rimem-
della pace e della gioia, la
branza dei
paesi
tani, legati
ai
singolari
migliori
perenne
fascino
passato,
il
natura e
dell'arte.
lon-
e
del
ricordi
della
Narra un biografo di Adriano come, dopo che egli ebbe adottato il
Antonino
mite
vedendo che
«
tutto era tranquillo e che
egli po-
teva senza pericolo alleviarsi delle
cure dello Stato, affidasse l'amministrazione di
Roma
adottivo e
ritirasse nella sua
si
come
di Tivoli. Quivi,
suo
al
figlio A'illa
usanza dei
è
ricchi e dei felici, l'imperatore si
occupò più che
di
feste,
una parola che
di
costruzioni e
non ebbe
egli
passare
nel piacere
Tale
di
statue e di pitture
di
la
egli
1,\
MI
villa
venne
-[iresa
in
quel temjj'i dun(|ue, secondo
tiburtina era già in parte
cominciasse a edificarla,
delle sue
SA MKM'iiMKM-, l'IluVKMKNTK HM.I.V MILA PI r.\<;s|0. (Fot. Alinari) Musco A'aticano
—
vita a portarla a
una
in
la ^ita nella gioia e
da Adriano nell'anno 136 ed Vittore,
;
altra cura
».
risoluzione
quando
non
compimento, ad
opere
più insigni.
Lo
villa
costruita.
testimonianza
di .\urelio
Noi non sappiamo con certezza
certo è che egli passò gli ultimi anni della
abbellirla, così
che
potè
essere
considerata
stesso Aurelio X'ittore ricorda che
1'
come
imperat<'re per
ammirati nei suoi lunghi viaggi, aveva Liceo, l'Accademia, il Priil alcuni moimmenti ateniesi
serbare memoria degli edifici più
voluto riprodurre nella
ma
la
belli
da
lui
:
I
r.\i
I
\
AK riSTICA tant'd,
Pecile, la
il
valle
lica
nopo, zia.
di
tessa-
Tein]H\ Ca-
la piccola città egi-
gl'Jnferi, costruiti se-
condo
il
immaginato
ti]i(~)
dai potui.
Xumero.si
altri
l)ro\vedevano sità
dimora impe-
della
riale,
a quelle dei
spettacoli nastici, t'ulto,
edifici
alle neces-
grandi
teatrcdi e
degli
gin-
del
studi,
dei ricevimenti, dei
bagni, degli alloggiamenti delle
guardie. Così vi e-
rano un \VA\/I
DI
Vll.l.V IIOMA.NA.
(Fot. WiCC.iri).
imperiale, con
annessi,
deon,
lo stadio,
zioni, delle quali la
terme,
le
oggi
si
le
grande palazzo due
gli
edifici
l'o
teatri,
caserme e molte altre costruavanzi e non sempre si conoscono con precisione
biblioteche, la palestra, le
scorgono
gli
natura e l'uso. Alla grandezza ed alla varietà
ili
tali edifici si
aggiunga
la
magnifici'nza dei giardini.
dei boschi, dei laghi artificiali, dei ninfei, dei corsi d' acqua, dei portici e dei criptoportici,
s'
immagfini la profusione delle opere d'arte, lo splendore delle decorazioni in
metallo, in avorio, in mosaico, in stucco, lo
scintillìi
>
di
innumerevoli mamii fra
preziosi e rari, la ricchezza meravigliosa delle sculture, dei
sparse con una prodigalità straordinaria da per tutto, nelle s:ile di ricevimento, nei triclini, nelle bibliote-
che, fra dei
i
fonti,
ed
lauri
giardini,
lungo
rive
le
laghi e dei rusctlli.
mezzo sorto di
il
(juesto
come
rosai
i
presso
le
dei
Ed in mondo
dalla fantasia
un sogno,
si
lolla variopinta,
e\<ichi la
innume-
revole delle lo
persone che popolavano: T impera-
tore, irrequieto,
avido
di
mutevole,
mille piaceri ed
ognora insoddisfatti ad un tempo generoso e crudi le. filosofo ed amante >.
bassorilievi,
i
più
delle statue,
J
dito
VO
I.
I
.S7
dissolutezza, de-
ogni
di
I
fasto, allo splen-
al
dore degli spettacoli e dei conviti; ed intorno a
lui
brillante corteggio delle
il
ptrsone
appart<-nciiti
famiglia
imperiale
alla
e
la
ressa dei cortigiani, varia
condizione, di razza, di
di
costumi, gaia, spensierata, intrigante
i
;
tori,
gli
dello
stato,
pretori, i
mimi,
i
poeti,
i
funzionari generali, i
favoriti e
i
sena-
ve echi
alti
i
musici, le fa.f f^
vorite.
Si
immagini
infinita varietà
gio la
ed
il
*'YtM; i^- i -„
la UA.VZI
pre-
Ijl
VILLA IIOMA.NA.
(1
ut.
\'a'-Cari;.
abbigliamenti,
degli
magnificenza reale dei
le
gioielli,
splendide armature militari, la vicenda continua
delle cerimonie ufficiali e delle feste e dei convili, degli spettacoli scenici e ginnastici,
forme mutevoli in cui la corruzione più raffinata ed affermava audacemente sopra ogni antico pregiudizio morale, sopra ogni
delle gare poetiche e le infinite
elegante,
si
differenza di classe e di persone
Eppure come fuggevole un giorno in
!
che noi possiamo
ritrarre della vita vissuta
r ingombro
rovine
di
un
delle
arresta
il
cammino
tempo appena avanza qualche
del
sfigurato
e pallida è la
immagine
luoghi,
dove oggi
questi
passeggero e dei superbi profilo
!
Non quali
tutte le parti delle
la
vastissima
villa
sono
f)ggi
era composta,
*>«*
edifici
riconoscibili.
ancora
ciono
viva
Alcune giac-
terra
e
floride
le
piantagioni degli
olivi.
che già da più secoli
vanno suolo
praticandosi dell'
mento, state
insigne
jjuiono
Molte
monudeter-
altre
di ro-
vine, delle quali solo
i;0\ J.>K
M
>
ILLA
\:ijM
\y
\.
ap-
anche oggi come
una vasta congerie di
nel
solo alcune sono
con certezza
minate.
via
Di
scope rte negli sca-
quell-' vi,
la
s^jtto
ipotesi e di
getture venne
per con-
dichiarata
ITALIA AKTISTTrx\
58
primiU\'ci destinazione.
la
Tornarono
cosi alla luce,
mutili e sfigurati, imperiali,
palazzi
i
Pecile,
il
le
Terme, Canopo, TOdeon. Teatro greco,
il
stra,
menti
dei
Sala dei
pretoriani,
filosofi,
torio, lo Stadio,
creduto
il
Apollo,
di
teche, gì' Inferi, di
Tempe,
altri (li
DI
Tempio le Biblio-
la valle
innumerevoli avanzi
aule,
non più mai od
(Fot. Vaccari).
VILLA UO.MANA.
la
Nata-
il
ospedali ed
gli
atri, di
tli
di criptoportici, AVANZI
Pale-
la
alloggia-
pretesi
i
ninfei,
di
torri,
riconoscibili
or-
affatto arbitraria-
mente determinati. Il
nome
centrale della
nella parte
vano
i
Palazzo imperiale è attribuito ad un vasto gruppo
di
numerosi
determinazione
lungo
villa,
edifici dedicati
ninfei, di ])ortici,
di
cune sorrette da ordini zione, di terrazze
ed
valle di
Tempe,
e
di rovine, clie
dove
sono
un giorno sorge-
alla residenza particolare dell' imperatore.
Una
esatta
costruzioni è impossibile oggi, a causa dello stato quasi irrico-
di tali
noscibile delle loro rovine. Tuttavia triclini,
la
di
scorgono ancora avanzi notevoli
vestiboli colossali, di sale amplissime,
di pilastri,
infine di
si
una
di
grandiose biblioteche,
di
alte
di peristili,
delle quali
torri
intrigata rete di passaggi, di portici,
dì di
di al-
osserva-
ambienti
minori, che offrono un'i-
dea adeguata della magnificenza e della larghezza
mente dell'araveva saputo provvedere a tutti bisogni con
cui la
tefice
i
della re.sidenza imperiale, alle
esigenze della vita
corte la più fastosa,
a
quelle
di
come
giornaliere
più
comuni.
Fra
le .sale di
mento ve ne
ricevi-
.sono alcune
che riempiono ancora meraviglia
per
la
1'
di
osservatore
vastità
delle
di-
mensioni, la maestosa heìlezza dei colonnati che le
ML'ItV CICLOPIi;HK.
(Fot. Vaccari).
\
o
ITAJJA ARTISTICA
6o adornano,
prono
È
i
lo straordinario
pregio dei marmi, dei mosaici, degli stucchi, che ne rico-
pavimenti, ne rivestono
notevole fra gli
altri
le pareti
edifici
e le volte.
un grande vestibolo ottagonale,
nome
di
ciucila
di Piazza d'Oro,
forma che
la grande frammenti colà rinvenuti. Esso era circondato da un portico di colonne di cipollino e di granito orientale un pavimento di marmo roseo ne ricopriva il suolo ed alcune statue, delle quali si rinvennero solo le basi, ne completavano la decorazione. Nel fondo del peristilio, in faccia al vestibolo ottagono si apriva
,i
Romani chiamavano
peristilio,
oggi noto col
per
ricchezza degli oggetti di arte e dei
;
una grande
sala,
sormontata da una cupola, terminata da un' abside semicircolare
BASSORILIEVO HAI'l'liKSK.NrAMK BACCO
Kll
A!tlA.NNA, l'IiOVKMF.ME
l)\
VILLA ADItLWA.
Museo Vaticano
decorata parimenti
di
e
—
(Fot. Moscioni).
nicchie per contenere delle statue. L' ampiezza di questa sala e
del peristilio che la precede,
nonché
argomentare che fossero l'una e
la
sontuosità della loro decorazione
l'altro riservati alle
udienze
imperiali e
hanno che
fatto ivi
il
principe ricevesse gli inviati delle città e delle provincie.
E pure degna di osservazione un'altra sala assai bene conservata, prossima al gruppo degli edifici imperiali, la quale venne variamente determinata come un tempio o come un luogo di riunione dei filosofi [Siiiola stoicornnì). Ma, come fu giustamente osservato, Adriano non amava troppo filosofi del suo tempo e specialmente gli stoici ed è quindi assai poco probabile che pensasse a costruire nella sua villa così superbo edificio per dare loro agio di riunirvisi. Pensando invece che l' imperatore, a .somiglianza di Traiano, dimo.strò sempre una particolare cura dell'amministrazione della giustizia, si è piuttosto inclinati a riconoscervi una basilica. Anche la sua forma i
absidata. consueta in
tal
genere
di edifici,
avvalora questa
ipotesi.
Nelle pareti della
T sala erano aperte sette di
paonazzetto e
le
I
\'
per statue;
nicchie
struttura lo rende una
di-lli"
gli
avanzi
quella
specie che
.MUSAICO
figura di una piccola
is<>hi
gli
lii;i,Lt;
parte centrale (klT edificio, per
di
di
di
marmi un
COLU.MUi:,
modo che
villa.
marmo
PUOVKMK.NTK
in
orijj^ine
1I.\
era di
;
alla
un
singolare
cui
la
Intorno
caristio
curipo. separa
])arete jjeri-
jjìccoIo
ruscello
peristilio dalla
il
villa At>UI\N.\. Musoo Capitolino
nella sua
porfido e
tino al terzo della l«>ro altezza.
edificio rotondo,
antichi dicevano
—
dut.
Mo-icioni).
forma originaria questa prendeva
rotonda nella quale erano costruiti eleganti portici
linei a colonne scanalate di giallo antico: nel
una specie
jjavimento
maggiori curiosità della
metrale gira un ])ortico a colonne ioniche di
il
6i
I
pareti erano incrostate di bei
Contigui a questa sala sono
circolare,
OL
mezzo
di
misti-
questa costruzione centrale r
atrio d'ordine corinzio ed alcune piccole stanze, a pareti qualche volta
rotonde, ed alcune nicchie aperte sull'euripo, contenenti fontane che versavano acqua su
questo.
elegante;
T.'
insieme
la varietà
ed
dell'edificio il
si
presenta
pregio dei frammenti
in
una forma molt" originale ed
scultori
sentanti scene marine con nereidi, tritoni, ippocampi, ibis
trovati e
nel
luogo,
rappre-
cicogne, fanno pensare 8
ITALIA ARTISTICA
02
vhe un'
importanza fosse assegnata
alta
all'edificio.
Nondimeno
è difficile oggi ricono-
Secondo opinioni ormai antiquate, al quale era destinato. l' uso un teatro marittimo o un tempio il Xibby lo ritenne- una specie Blondel infine, più giustamente, vi riconobbe il di piscina e lo chiamò natatoriuTn una singolare trasformazione della casa greco-romana, una specie di asilo romito, che r imperatore si era costruito nel mezzo del suo palazzo, con ogni specie di capricciose con certezza
scere
esso sarebbe stato
;
;
fantasie,
per appartarsi dal resto della
della solitudine e la frescura,
fra
fontane e delle acque scorrenti
nell'
Vll.l.A
É crearsi
le
villa e
godervi nelle calde ore estive
delicate
lusinghe
dell' arte,
al
AbllIANA
mente, fra
la quale offrisse
—
I.K
dei pubblici negozi, prediletti,
non
CENTO
solo
piaceri e gli spettacoli di ogni
i
di
ma
gli
delle
(Fot. Gargiolli).
(AMElìKl.l.i:.
modo
il
genere
permettesse nello
coltivare la letteratura, la poesia,
dato dai più eminenti eruditi,
piacere
euripo.
noto come Y imperatore Adriano nella costruzione della sua
una dimora
il
mormorio
villa la
intendesse df
vita
e di occuparsi dell'alta
stesso 1'
di passarvi
tempo
di
giocondadirezione
attendere agli
studi
astrologia ed altre discipline, circon-
poeti del suo tempo. Così non trascurò di cocampestre alcuni edifici per biblioteche. La deternon è ancora sicura. Si credette tuttavia di riconoscerli retori,
struire nel suo meraviglioso asilo
minazione topografica
di essi
non lontane dal preteso natatorium, orientate lil^ri siano esposti alla luce quale raccomanda che
ntgli avanzi di alcune vaste costruzioni,
secondo
le
regole
di
\'itruvio,
il
i
del mattino.
Un ynmdc
rircondato da un j^ortico a fMlonnc corinzie formava
cortile
l'area centrale di (jiiesta costruzione; di letterati l'adornavano. Xei
che sono
un
luni^o
1'
viali
m'rto e
di
credette di riconoscere
si
via^i-gi
ricordo delle più belle cose ammirate e delle più nel
costruire
sua
la
villa
di
VII,I.\
monumenti ed grinazioni da
lauro ed
erme
di
le sedi di
lui
fatte a
e
due grandiose
'J'ivoli
\llltl\N\
volle
che qualche
— TUHMMO
K
\
AI.I.K IH
amano
ed
liete
di conser\'are
traverso
il
qualche
ore trascorse, anche Adriano ])arte
di
essa
gli
ricordasse
i
(Fot. Moscioni^.
TK.MI'K.
luoghi che più \i\-o piacere gli a\evano procurato durante
i
filosofi
altra j^reca.
cok)ro che hanno fatto luni^hi
tutti
di
di stanze e di sale, alcune delle quali absidate,
.^rujìpi
lato del cortile,
biblioteche, l'una Ialina e
Come
due
le
pere-
mondo.
Appartene\ano a questo gruppo di edifici. C(niie narra il suo biografo Sparziano. il Liceo, l'Accademia, il Pritaneo, Canopo, il Pecile, la vcdle di Tempe. e gli Inftri. Se non che le costruzioni nelle quali topografi moderni asseriscono di identificare i
tali
non presentano esatte corrispondenze con quelle dei loro prototipi Conviene c'unque ritenere che le riproduzioni volute da Adriano nella
antichi edifici
greci
ed
egizi.
sua villa non fossero troppo fedelmente eseguite delle opere da riprodursi e che egli
si
.secondo la
accontentasse di
pianta
e
la
struttura
un' approssimativa rassomi-
ITALIA ARTISTICA
64
glianza, imposta peraltro dalla necessità di adattarle alle esigenze ed al gusto allora
prevalenti nel
Xeir
mondo romano.
infinita
congerie di rovine che oggi ricoprono la vastissima superficie della una sicura determinazione della topografia
è presso che impossibile riuscire ad
villa,
monumenti. Solo di alcuni si può fare con certezza il riconoscimento e fra questi .sono di maggiore intere.sse il Pecile, la valle di Tempe e Canopo. Da un passo di Pausania sappiamo che il famoso Pecile di Atene era un grande portico a tre lati, celebre sopratutto per le insigni pitture che lo adornavano. (.li
questi
tutti
VILLA AblWAX.V
—
l'OUTlCO
dipinte da Polignoto e rappre.'-entanti la niesi
ed
dopo
la
esiste in
sua
villa 11
i
Lacedemoni,
presa
di
alcuna parte si
;
di
l^attaglia di
Teseo contro Maratona.
la battaglia di
(Fot. Gargiolli).
D'OltO.
Oenoe roml)attuta
fra gli
le
Amazzoni,
11
Pecile di Atene oggi
il
Ate-
consiglio dei
più
re
non
non sappiamo se quello fatto costruire da Adriano nella forme del .suo prototipo ateniese. tiburtina era in origine un vastis.simo quadriportico rettan-
così
aspirasse fedelmente alle
Pecile della villa
golare, con
guerra
la
Troia e
DKLLA IMAZZA
un grande bacino
nel mezzo, di cui
si
scorge ancora qualche avanzo. Di
questo maestoso edificio oggi è in piedi la parete del lato settentrionale, la quale era
un tempo fornita da ambedue fianclii di portici a pilastri, coperti a tetto, ed orientata in modo da potervi passeggiare comodamente in ogni .stagione, al riparo del freddo, dislivelli dell'area nella della pioggia e del sole. Nelle sostruzioni fatte per colmare i
i
TIVOL doveva sorgere
(|ualc
conosciute con
erano
tore,
delle pers
addette
forma
tjuale
archeoloi»'i
,i>li
era costruita
la
j)iii
serie dì ]jicc<)le stanze, (|uali,
secondo
propriamente, secando
(|ualclie altri, le
<>g<^\
scrit-
dimore
servizi(j della corte.
al
Non molto lontano cola valle di
(
allo^rgiamenti dei pretoriani o
i^li
me
vennero costruite alcune Cento "ainerelli-, nelle
Pecile,
il
noni'.' ji^jx .lare di
il
^5
I
dal
una
l'ecile è
])ic-
jiiuttosto allinij^ata, nella
riconoscono
riproduzione
(Juesto nonn' ])orla\a
in
do\c
sito
il
Canopo.
di
antico una città
lontana da ^Vlessandria circa cjuindici miglia, alla quale
accedeva per via
si
di
t(
rra e per
un (anale derivalo da un i)raccio del Xilo, suo celebre tempio
11
Serapide g'odeva della
di
larga rinomanza e gran folla di persone
])iù
vi accorreva da ogni
nume
invocare dal
Assai spesso
paese
delTEgitto per
guarigione
la
dei
inali.
consultazione dell'oracolo
la
di
Serapide era occasione a compiere una gita di
{)iacere.
c<;ime
F.
oggi avviene nei luoghi
stazioni climatiche e termali,
cura, nelle
di
anche allora moltissimi accorrevano a Canopo ])er mero passatempo e per godere delle favorevoli
circostanze che la città offriva a
chiunque
volesse
procurarsi
svariati e piccanti.
forme leggere come trasportavano
le
gondole
\'eneziane.
la folla dei
il
gran
fanciulle offri^•ano la più larga
trovavano lungo
si
sponde del canale
davano
seggeri di danze,
Vn
canale.
e piacevole ospitalità,
le
da Ales-
visitatori
alberghi, di osterie, di case, nelle
di
vaghe
(|uali
pili
barche, di
sandria a Canopo, lungo
numero
piaceri
i
piccole
Dtlle
e
tras(^orrer\-i i
ut do
ai
le
pas-
ore della notte fra
le
canti e l'ebbrezza
dell'amore e
del vino.
]5er
Ogni Cosa
in
quei
assaporarvi
la
gioia e nessun altro sog-
giorno poteva di
quello.
«
luoghi era disposto
come un sogno, trasportati come
viaggi in Egitto non avrà
tina, di
—
immaginarsi più incantevole
l'.ra
credere di essere
lineila
VMINlMI, l'IKIVKMKMK |i\l.l.\ VII.LX \|i|llAN.\. (l'ot. Moscioni). Uoma, Musro Cipitolino
lieta terra del
dice in
uno scrittore contem]ioraneo, e si ])ote\M nuovo mondo ». Anche Adriano, nei .suoi visitare Canopo e di gustare le dolcezze di
un
mancata) di
piacere. Così volle rievocarne
facendo eseguire una piccola riproduzione
una
stretta valle artificiale eresse
Serapide, riproducente
il
celebre
tlella
il
ricordo
gioconda
nella città
sua
villa
egizia.
tibur-
Nel tondo
con grande magnificenza un tempio dedicato a
santuario
di
Canopo. (ìrandi
fontane e bacini co-
ITALIA ARTISTICA
66 struiti
valle,
sponde
intorno alimentavano copiosamente a si
snmipflianza
scorgono ancora
gli alberghi v<)Iuttuosi
che
gli si
trovavano
d' accjua
nel
canale che fece scavare nel
sulle rive del prototipo egizio.
sto al fondo della \-aĂŹle era costruito un
masse
il
sottoposto
grande ninfeo
Sul niar^iiic di
canaio.
MOSAICO l'ROVEMEMK U
di
alcune
r imperatore e
le
scalinate
\l.l,
A
\
La grande le
scendevano fino
che
Sul lato oppo-
ILLA ADIUANA.
al
li\'e]lo
persone della sua corte sali\ano sulle
probabilmente come quelle
della
donde sgorgavano copiose questo si vedono ancora gli
Roma, Musco Vaticano
avanzi
mezzo
congiungeva Alessandria e Canopo. Lungo le avanzi di alcune stanze con le quali volle forse imitare che
quello
di
â&#x20AC;&#x201D;
(Fot. Moscioni).
acque e per
delle
eleg-anti
le
quali
imbarcazioni, fatte
di Alessandria.
ricchezza dei marmi, dei mosaici, dei frammenti scultori, rinvenuti fra
rovine di Canopo ed
il
considerevole numero ed
luce colĂ , dimostrano la singolare magnificenza ed
Adriano volle edificare ed abbellire questa parte
il il
pregio delle statue tornate alla raffinato gusto artistico con cui
della sua villa.
Il
maggior numero una interes-
delle .statue ritrovate in quel luogo sono di soggetto egizio e presentano
sante
mescolanza
specialmente
di
di
caratteri
stilistici
essere ricordate
il
greco-romani
da Benedetto Xl\' al Museo Capitolino, sul Quirinale, due telamoni che sono i
^luseo Vaticano, alcune statue d'
ed
egiz?.
Fra queste meritano
Mercurio .\goreo, V Arpocrate e
Iside,
le
la
Flora, donate
due Veneri trasportate nel giardino d'Este
.sull'
ingresso
della
sala
a
croce
greca del
oggi conservate nello stesso museo e moltis-
r
sime con
altri»
sculture di divinità
di
cj^i/ic,
sparsi nelle
VM
I
1.
lii^urc
67
1
umane
e di animali e
attributi
isiaci,
Come
ricordo dei più piacevoli luog^hi visitati fece sorg-ere in
il
siderio di possedere un'approssimativa riproduzione di essi, così
abbellire e nobilitare la sua
dezza
memorie
di
dimora
e di tradizioni,
ci.n
l'attribuire
ad alcune
MOSAICO l'ItnVKMKNTK
parti
il
nome
di
Tempo
ad una piccola valle deliziosa, che di bellissimi
dilla \illa imperiale di Tivoli certi
né
lii>.
]>arla
l'Ossa
della
Tito Livio,
sull' alto delle
vertigine, né ha
donano i
alla
omonima
i
>
non
si
vera valle di
viaggiatori ammirano.
apre innanzi
acque
ha, scrisse
valle di Tessalia.
gli
il
né
bra degli
alberi
le
;
se
folti,
ne così
grandi piante e quivi
fece
nome
il
di
\'aticano
—
fiumicello.
Moscioni
^Fot.
1.
imperiale, ver«
La Tempe né
Pe-
il
rocce tagliate a picco, di cui
sono presi da una specie
di
grandezza e
qui é niclto diminuita
un luogo
assegnò
Boissier, né l'Olimpo, le
piccola pianura non era già naturalmente senza bellezza
erano freschi e
insigni per gran-
di
sguardi umani non possono penetrare e che
Tempe una mescolanza
La grandezza
altri,
Adriano il decompiacque di
pcdazzo
al
un
di
quali gli occhi e l'anima
boschi secolari che
altari
\l):il\\A.
l).\l.l,\ Vll,l,\
alberi, rallegrata dalle
cg"li si
Kd
della \illa.
Roma, Musco
deggiante
vasi ed
raccolte artistiche d' Europa.
maj^'-j^nori
di piacevoli
:
ma ma
che
di grazia,
tutti
la grazia é rimasta.
passeggiate
La
fu accresciuta l'om-
vi ;
e poiché
i
viali
vi
che procurava gran piacere ripcsarvisi presso l'acqua, sotto si
ricordavano facilmente
le
felici
ore trascorse nel
percor-
ITAT.TA
68 vallata
Tessalia,
rere la
bella
villa
faccia alla pianura,
in
di
ARTISTICA
osò
si
di
attril)uirle
nome. Dal
quel
estendevano delle grandi terrazze, ancora
si
lato
della
riconoscibili,
di marmo; una vasta esedra sostenuta da colonne e addossata alla tutta la vallata dominava di Là si discendeva fino ai farfcrrcs per Piazza alcune rampe in dolce pendio. ]^i tutto ciò non restami che rovine, ma il sito è an-
con portici e bacini d' oro,
;
VIIJ.A ,\[)liIANA
Cora oggi delizioso.
K
difficile
K
m
noto
il
nome
sì
IXCltESSO AIJ.A SVLA
non essere
pianura appare cesi piacevole che averle attribuito un
—
si
grande
per
le
(Fot. Gargiollt).
l'ILOSOri.
dalla bellezza dello .spettacolo e la
perdona facilmente
al
fantastico imperatore di
».
gusto iippassionato dell'imperatore Adriano per
specie per quelli scenici. Cosi egli
editici
colpiti
IJKI
non mancò
rappresentazioni teatrali, per
i
pubblici spettacoli ed
i
di corredare la
ludi atletici, per
gli
sua
villa di eleganti
esercizi
ginnastici,
\lll,\
\|ii;l\N\
Ml.l.A AUHIAN.V
—
—
MiisMii)
1)1
MO>Alt.U DI
IN\
I
.NA
IIKI
l.i:
M.l.l.l.
Mli.l
LUI..!
(;\MI.I;l..
L\MHiK.
il-ot.
Moscioni'
lALlA
70 per
le
gare poetiche
teatro greco e
e non con assoluta
Nelle
e
musicali.
teatro latino,
il
ARll^TUA
Apppartenevano a questo gruppo
l'ocleon.
costruzioni
di
Taccademia, oggi appena
lo stadio,
il
in parte,
certezza, riconoscibili.
vicinanze dell'attuale ingresso della villa
avanzi del teatro greco, che appare
di
un
ad
corte
scorgono ancora alcuni notexoli
si
non grandi
dimensioni,
teatro
quali
riser\'ato
imperiale.
convenivano
si
persone della
alle
La cavea
è ancora
abba-
stanza ben conservata ed è disposta in
modo
avevano innanzi a
sé la
che
spettatori
gli
pittoresca veduta dei monti Tiburtini e Sa-
ameni rampi
bini e degli
lato
sepolto in
ed
costruito .sopra
valle di
della
piamo
sottoposti.
un affatto Tempe. Oggi mezzo ai campi coltivati. Sap-
teatro latino era
Il
("
che
tuttavia dalle piante
Ligorio
il
Piranesi ne rilevarono, che aveva pro-
il
porzioni molto più spaziose di quello greco:
r emiciclo
alT esterno
era
formato da una
serie di
diciannove grandi arcate
davano
accesso agli spettatori
sei scalee
;
aveva una
;
scena molto vasta, che permetteva
di
rap-
presentarvi .spettacoli grandiosi.
Dell'odeon rimangono assai scarse ve-
maggior parte
stigia e la
sua area
della
antica è ricoperta da alberi di olivo. Dalla
pianta che ne fece
aveva
anch' esso
Piranesi
il
la
vede che
si
forma emiciclica
del
con scena, orchestra ed un grandioso
teatro,
portico
marmi
esterno.
Era riccamente
ornato di
erano Mnemosine, che dopo molte vicende andarono ad arrice
di
sculture
anrlic le statue delle
(^hire
Museo
il
l-'ra
CANOKLAIiHO
l!Ai!BKHI.\r,
Musco \'aticano
ADIIIANA.
adornare
l'HOVEMENTK DALLA VILL\
—
(Fot. Moscioni;.
alcuni
gli
la
di
villa
monumenti
Muse
queste
e di
Madrid.
edifici
sua
e fra
di
cui
tiburtina,
greci,
.\driano volle
riproducendo
famosi
per glo-
riose tradizioni o per pregio d'arte, era an-
che l'Accademia. scuola, oggi più
Il
non
celeberrime; esiste
;
prototipo
ateniese, nel quale Platone stabilì
la
sua
quindi non sappiamo quanto fedelmente la riproduzione
della villa adriana seguis.se l'originale.
Xello
.stato
l'Accademia, secolari,
in
attuale delle rovine che oggi sono designate come appartenenti algran parte ancora internite e ricoperte dalle ombre di magnifici olivi
e pressoché impo.ssibile accertare
posto. Nella va.sta congerie di
elevata della
villa,
ruderi
che
come questo gruppo di
essi
di
edifici
era com-
sopravvivono nella regione
detta oggi Roccabruna, sono riconoscibili molti avanzi di
più
un gran-
T
\M
I
)
I
,
-,
I
dieso peristilio, di alcune sale, dalle volte rivestite di stucchi finissimi, di torri,
di
portici,
di
aule absidate. di enormi pilastri, clic fanno arj^'^omentare la {grandiosità e
la
m:ij;mificenza di questa parte della villa.
Ma
costruzioni sono una vasta aula rotonda, nella (juale qualche archeoloj^o pretese di vedere un temjiio di A]>ollo, venne scoperta nel 7.S 7 una squisita copia del celeberrimo mosaico di Sosos da Perivamo, raj)presentante cjuattrcj colombe nell'atto di bere l'acqua raccolta in un piccolo vaso. Acquistato dal le
le
vestiq'ia
più
insitifni
dello s})lendorc di (juesto j^rup])o di
mirabili opere rinx'enulc frale loro ro\ine. In
1
Vll.l.V
XI 11,
pontefice Clemente del
Museo
il
Negli scavi praticati del secolo
sale del
XMII.
Museo
stessa raccolta,
i
due
—
TKAII.'
'.'
I
noti 11
una
delle
cremme
stesso
luogo tornarono
alla luce,
verso
fra quei ruderi: quivi j^ure
due eleganti candelabri, finemente intagliati, che si conservano nella statue nel Museo Vaticano ed un grandi.ssimo numero di franmienti Dello stadio
marmi
fatto
delle specie
costruire da
delle rovine, sufficienti a
preziose
i
primi anni
centauri in marmo bigio, che oggi adornano una delk bellissimo fauno di rosso antico, che ammirasi nella
venne parimenti rinvenuto
stucchi dipinti e di
]>iù
dei saggi più rari dell'arte musivaria classica.
nello
Capitolino.
\
bellissimo mosaico è o^gi
uno
Capitolino, ed
AKIilAN
])iù
.scoprirono
si
i
galleria delle di
mosaico, di
rare.
Adriano
nella
sua
villa
dare una esatta idea della sua
restano ancora alcune
notevole grandezza.
Esso
ITALI.V
72
sorgeva
in
una piccola
anch' essa in parte di le
ARTISTICA
aperta fra Canopn ed il preteso natatorium, ricoperta Alcune grandi fabbriche erano annesse allo stadio, fra
v^alle,
olivi.
quali è notevole, per la vastità delle dimensioni e la bellezza dei portici a colonne
scanalate che lo adornavano, un
grande
pareti altissime, già incrostate di
buoni marmi.
VILLA .\DriL\NA
—
Nella magnifica villa imperiale non archeologi vollero riconoscere in
cortile,
POIITA
DEL
di
un gruppo
di
delle più interessanti il
suo
curiosità
biografo,
aveva
tratto' delle
(Fot. GargioUi).
mancavano naturalmente
senza serie ragioni, terme muliebri e terme
Una
avanza qualche
l'ECILL.
le
terme, che gli
rovine, prossime allo stadio ed a
nopo. Esse sono formate da due vasti corpi distinti
Adriano, scrive
cui
e
chiamati rispettivamente,
Ca-
ma
virili.
della
villa
di
Tivoli erano
gT Inferi «"che
voluto porvi, affinchè nulla vi mancasse «^
Ai -¥•
f*
1
la-
vili.
;i,I
\\
\N/I
liKI.
\
MilUA.NA
PF.CII.K
—
—
|l\
MI
HA
(l'ot. Gar^iolli'
liKL l'Kiill.K.
IN'ACOIVKOIITK DKt. l'IllAM
>
ITALIA ARTISTICA
74 Agl'Inferi facevano riscontro
gli
ma
Elisi,
come
non può con sicurezza sapersi
della villa attribuiscono generalmente
così dell'una
fossero
il
nome
di
da un largo vestibolo, a torma
ranei, preceduti
Palazzo imperiale, nel fondo
mia
di
angusta
IMOVEXIENTE
XIOIJIDE,
l)
V
Plutone. delle
Alcuni
ombre,
il
canali
aperti
in il
non rimane più alcuna
traccia.
I
topografi
ad alcuni grandi corridoi sottergrotta, costi ulti non lontano dal
di
valle
conducenti
artificiale,
VILLV AD:iIAN.\. Museo \'aticano
il
forse
a
t^Fot. .Moscioni;.
regno
dei morti.
Il
Ponce
regno di tre fiumi del regno cjuei luoghi rappresentavano Elegetonte. Alcune grandi sculture, eseguite con la
^'n^ggiore perfezione, vi esprime\ano ciò
costruzione
Inferi
Adriano come Roccabruna erano situati
Lete, lo Stige ed
dell'altra
dove sorgessero.
fatte e
qualche sala particolare consacrata da asserisce che nei dintorni di
come
i
cam]ii
Elisi
ed
il
i
i
supplizi di Issione e di
Prometeo. Oggi
di tutto
I
\'nl,l
I
,
Lo
stesso
può
dirsi
ni< zitissimi
di
campestre di Adriano. Di numerosi altri avanzi ficie oyftifi
della villa, sjjesso
non
portano sono affatto
;ìATLA
di KLUliA,
con<»sronf)
l'IlOVIOMK.MK HAI. LA VILLA
Milil
\>
il
rlu-
adornavano
là sparsi
per
la
si
può
sTMIX
\.
dire
III
dei
nomi
lllOMSO. l'IKiVKMKMK. KVI.I.X MLI.\ Hotiia,
alcuni dei quali
Pritaneo, di cui parla Sparziano. in
i
altri
si
cIk-
che
ruderi
tcrandiosi
- (Fot. Moscioni).
dimora
la
vasta super-
determinazioni originarie ed
le
Onesto
sulla collina di S. Stefano, in
Liceo, in altri
un
che sono qua e
di edifici
arbitrari.
Roma, Musco Capitolino
scorgono
si
nionuim*nti
altri
."5
Milli
Musco Maji
\NV.
n.il<-.
identificnre
crcdt tte di
si
il
ancora una vasta piscina o
anfiteatro.
Così vennero ritenute l'attuale entrata della
villa,
come dalle
un ninfeo
quah
si
alcune importanti
estrasse
rovine,
un gran numero
di
prossime
busti,
di
al-
trme
IT.\T,T\
76 e di statue, di molto pregio,
come
il
ARTr^TlCA
bellissimo
msso
satiro di
antico,
attualmente
esposto nella sala delle maschere in Vaticano.
Parimenti senza alcuna
nome
di palestra
seria
ad un gruppi^
di
ragione rovine,
ed
Ligorio
il
Pirancsi
il
attrilDuirono
non lontane dal preteso ninfeo e pretorio o
per
edificio
dei pretoriani,
ad alcuni avanzi ed anguste,
terme.
Comunque anche
da questa numerosa rappresentarci
di piccole
prossime
alle
tracce lasciate
le
serie di
determinazione,
incerta
il
di
alloggiamenti
gli
stanze
uiiìide
(|U(llo
fabbriclie di
contribuiscono a
sorprendente grandezza,
la
e la magnificenza artistica della villa nei
tempi
felici
Dopo
in cui l'abitò
morte
il
suo fondatore.
Adriano le vicende dell'insigne monumento non sono abbastanza note. Certo esso fu dimora anche la
di
come dimostrano Marco Aurelio,
di alcuni suoi successori, busti
i
Antonino
di
Pio, di
L. \'ero e di Eliogabalo, trovati fra le
di
rovine,
presso
non
ha ragione
si
ed ampliamenti
alla villa
modificassero.
la
essa
in
di
notevoli
apportassero
d'arte
detta
Pantanello,
teatro greco. ^la dall'esame degli
il
avanzi essi
regione
nella
credere che arricchimenti
modo
o in altro tutte
Infatti
sono
rinvenute
opere
le
sincrone
della sua fondazione. Così essa ha per noi
particolare pregio di apparire
il
come
l'o-
pera meravigliosa e personale dell'augusto principe
che
complemento la
la
edificò e di
formare un
efficace e indispensabile per
conoscenza dello
spirito,
dei gusti dell' imperatore
dei costumi e
Adriano ed an-
che, sotto alcuni aspetti, della società del
suo tempo.
Sembra che
i
primi
la integrità della villa KALNO, l'IlOVKMKMK
KAI.I.A VII.I.A AI)l;IAN\.
Roma, Musco Capitolino
—
allo stesso
atti diretti
debbano
contro
attribuirsi
imperatore Costantino, del quale
(Fot. Moscioni).
narra
si
che cominciasse a spogliarla di
molte opere
d'arte,
che
trasportate a Bi-
la nuova capitale del mondo romano. Ma primi danni veramente gravi ed irreparabili ebbe a soffrirli per parte di Totila, allorché il valoroso campione dei (ioti vi prese quartiere nel 534 con le sue bande devastatrici, dirette
sanzio,
all'
adornarono
i
attacco di Tivoli.
Nuove rovine
vi
sparse nel secolo \lil
il
re
dei
Longobardi, Astolfo,
ed
altre
/
ITALIA ARTISllCA
78
ancora ne accumularono nei secoli posteriori
Roma, passando per
di
Perirono cosĂŹ irreparabilmente grandiosi portici e
ed
i
gli
templi ricchissimi,
tutti
atri, le
le
tutti
i
gli eserciti
che muovevano
campagna
laziale.
meravigliosi
edifici
quella regione della
della villa
;
alla volta
caddero
i
volte delle aule rivestite di pitture e di stucchi, le absidi
superbe terrazze,
le
torri,
le
colossali
costruzioni,
fra
un
J
FAUNO, l'IlOVKMENTE DALLA VILLA ADIilANA. (Fot. Moscioni;. Museo Capitolino
â&#x20AC;&#x201D;
cumulo miserevole ziosi,
boschi i
di
di statue mirabili, di
castelli
colonne di
infrante,
di
archi spezzati, di
eleganti decorazioni pittoriche
e
]ji]astri,
di
lUcirmi pre-
musivarie. Disparvero
i
lauro e di roveri, gli ombrosi viali di mirto e di rose, le risonanti fontane,
d'acqua,
i
piccoli laghi,
sicuro, nuovi strali di terra
si
i
canali artificiali.
andarono accumulando
Lentamente, sulle
ma
membra
con
progresso
sparse e deturpate
ITALIA ARTISTICA
8o dell' insijjne
qua e
là fra
monumento; una vegetazione nuova i
ruderi mirabili. Stagni
profondi
e
forte e
ricoprirono
quasi selvaggia; crebbe
molte
parti
della
villa,
celando nei densi strati delle alghe e delle piante palustri innumerevoli tesori d'arte. la
bellezza
delle
divine forme classiche, la grazia e
il
sorriso delle
veneri
procaci,
OKNTALItd, l'IlOVKMKNIE HAI.I.A VILLA AUIUANA.
Museo Capitolino
dei fauni silve.stri. dei satiri e delle
raggi del sole estivo vasti campi le loro
ombre
di
ninfe amorose. In altre parti
biade; e le
—
(Fot. Moscioni).
biondeggiarono
cerule chiome degli
olivi
ai
sparsero
di pace.
Nel 1461 un insigne pontefice, Pio II, passò per questi solitari regni dell'oblio morte e vide la tragica dissoluzione di così grande opera umana. « La vecabbarbica oggi l' edera si cliiezza trasforma ogni cosa, egli esclama mestamente
e della
;
'ri\-(
luiij^o
le
in aliri
nuirav;lic.
)i.
Hi
I
tiuipi rirn]Krtc di pitture
stoffe
di
<•
spine crescono rij^'-oi^liosamente ove un ijfiorno si assisero ed serpenti dimorano ogt>i nelle stanze ddle ])rincii)esse
i
!
la
villa
liVI.I.A
rovinosa tennero poi nuovi tempi e nuove sventure.
I-in
vestigia dell'antichità.
nei
risorto spirito classico risvegliò
il
E
un'acuta brama la
villa
Adriana
di
fu
raccogliere
innumerevoli capolavori
e
principi di
vicenda
Moscioni).
dai primi
nei mecenati
e
possedere
da allora fino quasi ad
di spogliazioni sistematiche e brutali, che se arricchirono di
porpora
Vll.LV ADKl V.NA. l'ot.
delle arti e delle lettere
d'Europa
la
Musco Capitolino —
anni del cinquecento
e
Tale è
le
»
cKMAUiO, l'UuVKNlKMi:
Ver
rovi e
i
tribuni vestiti di
ini]>criaii.
i
delle cose mortali
d'oro:
le
mutilate
oggi l'oggetto
le principali collezioni d' Italia
dell' arte classica,
portarono) nello stesso
tempo
I
lALTA ARTI-^TICA
l'ultima devastazione agli a\anzi
ancora
architettonici
superstiti. Privati speculatori,
da ingorda cupidigia di lucro, manomisero e sovvertirono gran parte del suol») venerando, senz' altra cura che di strapparne marmi, mosaici, vasi, statue, candelabri
tratti
ed ogni
portando o\ainque, senza riguardo alcimo,
altra suppellettile artistica mobile, la
Venne
loro piccone.
rovina del
nuova a proteggere con un'aura venerazione
di
ma come
tanta serie di disastri;
appaiono ora
rati
confronto
in
umili e sfigu-
magnifica dimora,
resti della
meravigliosa
della
che per
lezza,
i
e
rispetto
scampati a
avanzi
ultimi
gli
alfine l'età
di
veste
bel-
di
tesserono la natura e l'arte
lei
nei giorni lontani della sua nascita!
* *
Nell'età
di
mezzo
come su
Tivoli perdette, l'antico
tutto
altre città d' Italia,
come
splendore
queste, pesarono anche su di
e,
lun-
lei
ghi secoli di miserrima decadenza ed intermina-
vicende di guerra,
Ijili
rapine e di stragi e
di
lotte intestine e mirabili sforzi diretti
con-
alla
quista delle pubbliche libertà.
Dagli assalti dei
condotti da \'itige
Goti,
da Totila, ebloe non poco a
e poi
guinata,
ma
Le
nobilmente.
soffrire
ed
;
lacera ed insan-
ogni volta uscì dalla contesa
invasioni
degli
Ungari e dei Saraceni del secolo \"III lasciarono anche
rovina e della stra-
in lei le tracce della
ge, sparse
da quei barbari
in tutta la
regione
laziale.
La sua
Roma,
forte posizione rispetto a
la
travolse fatalmente nelle secolari contese che principi tedeschi
i
i
pontefici
popolo romano e sempre, amica o nemica,
rd
il
(li
una parte o
suo
sostennero contro
pagò largamente
dell" altra,
umane
tributo di vite
e di beni alle
il
.sorti
delle battaglie. Alll'OCIiVlt, l'l;o\L.MI..Mh
UALLA VILLA
Musco Capitolino
giogo
pontificio e
rivolte, di
—
Per due volte
Alfl'.IA.NA.
romano passò
.scomuniche papali e
nel
III
valere
delle
secolo
XII, a traverso
di dedizioni.
Contro
le
i
fortuna
pontefice.
della
imperatore
dall'
dovette .soccombere
Ottone
armi
guerra muta\a e
la
città
tornò
tedesche.
innanzi al preInsofferente
del
una lunga vicenda
di
milizie romane, condotte nel 1141
ad assediarla, oppose una resistenza eroica e le armi dei nemici ed a volgerli alla grande onore a .sconfiggere la
assediata
(Fot. Moscioni)
fieri
tiburtini riuscirono
fuga.
nuovamente
Ma alla
V anno
con
seguente
soggezione
del
TIVOLI Nuove guerre sostenne contro
Romani
i
«;>
negli anni ])osteriori, interrotte «la l^revi
paci, a volte alleata, a volte nemica degli imperatori
di
successione di lotte
Roma, contro
sostenuto
contro
il
popr)l<j di
(ìermania
continua
in (juesta
contro
pontefici,
principi tedeschi, signori feudali, e condottieri, Tivoli difese gagliardamente nei secoli
Xlll e XI\'
raffermarsi
il-
dominazione papale su tutto
MI.LA
vessilli
tiburtini
deposero
AI'lllA.NA
antica
1'
della pace, solo turbata di tanto in
—
furono
certo
propizie
r.K
UIKCI
CAMKUK u
che per tutto
splendore di un tempo fu doxtito quasi esclusivamente bellezze esercitarono sopra
anche dalla cor.so di .struite I
1
favorevole
qualche
per
ed artistico della gli
romani
meravigliosa
.secolo la
er loro delizia,
cittadini
della
tlelle
corona
cla.ssi
dove raccolsero ogni
esercizi del corpo,
La quale ebbe
per
\icini
città.
Il
negli ozi
comuni. .su
Tivoli,
mirabile
.suo
aristocratiche. Questi, attratti
Roma,
campestri
le
composero
dinn^re e di
ville,
eletta espressione dell'arte
nel
co-
antica.
tiburtini contribuirono note^'olmente allo sviluppo edi-
colli
i
città.
]iiù
di
i
fascino che le sue naturali
al
circostanza della sua prossimità a
loro lunghi soggiorni fra
lizio
i
tempo
(|uel
meilio evo pesarono
artistico
c;ar;;:ol:i.
(I-ot.
riposò da
il
aquile dei
le
OSI'KIIAI.I.
Dl.l
tanto da violenti conflitti con
rinnovamento
al
romano, anche
lo stalo
alterezza e Tivoli
Jali agitate condizioni politiche,
non
XVI, con
sue libertà comunali e l'onore delle armi, .\lfine nel secolo
della
i
bagni, per
all<ira
gii
templi .superbi,
spettacoli,
fori,
pubblici edifici
per l'amministrazione della
IFALIA ARTISTICA
84 giustizia
ed aspetto iiionumentale veramente notevole. Con
dezza romana venne
Le
lotte secolari
la costrinsero
ad
esaurirsi per
Tivoli
la
precipua fonte della sua prosperità. j
che essa sostenne con varia fortuna contro
durante tutto
medio evo ad uno
il
suo sviluppo
al
popolo
il
di
Roma,
non poco nocivo
stato di isolamento
artistico.
Nondimeno I
gran-
dissolversi della
il
svolgimento non mancò del
tale
tutto.
nuovi bisogni del culto furono naturalmente stimolo
monaun numero
costante e vivo alla produzione artistica. Chiese,
P
furono
santuari,
steri,
notevole
anche
tah-olta
e
eretti in Tivoli,
con
in
intendimento
alto
di
grandiosità e di bellezza. Se non che la forza dissolvi-
tempo ed
trice del
_
modo
in special
nelle età posteriori e la
brama
mutare dei gusti
il
rinnovatrice, propria di
certe epoche della storia artistica d' Italia,
cancellare dagli edifici sacri tiburtini
ed a
dei loro caratteri originali
ed appariscenti propri
mitivo,
epoche più vicine a
di
Anche
corazione. la
città
una
noi. Così
sola chiesa
quale conservi integro l'ordinamento
la
suoi antichi arredi
i
affaticò a
si
maggior numero
sostituirvi quelli fastosi
oggi non è facile incontrare nella medioevale,
il
vecchie
le
la
sacri,
chiese di
sua
pri-
originale de-
subirono
Tivoli
dissennata opera restauratrice del seicento e del set-
quante
tecento e tutte
perdettero la veste augusta e
solenne, avuta dal genio delle passate età, per assumere quella sfarzosa e spesso grossolana, lucente di ori e di stucchi, sovraccarica di ornati, prediletta dal
gusto dei
nuovi tempi.
Molte delle
attuali chiese tiburtine e quasi tutte le
più importanti vennero costruite o ricostruite fra colo la
X ed
il
XIV. come
il
(X
la chiesa di S. Silvestro
se-
sec),
chiesa inferiore di S. Biagio (XI sec.) sulla quale po-
steriormente venne costruita quella
attuale (XIII sec),
Maggiore XI sec), quelle di San Andrea e di S. Michele, Alcune altre, che risalgono ad età anche più antiche, come la chiesa di S. Lorenzo e la chiesa
di S. Alarla
quella di S. Pietro, ebbero anch' esse in quei secoli STATIA
IJI
ISIUE,
costruzioni profonde, per le quali presero tutto
VILLA ADIILVXA.
Roma, Museo Vaticano.
tere degli edifici sacri di quel
posteriormente Così quasi tutte
queste
ebbero
chiese
in in
decorazione
interna
mane, costruite o restaurate cosmatesca, che stendevasi altari,
sugli
amboni,
archivolti dei cibori.
era fra
il
di
solito
secolo
XI
genere
quella e
carat-
tempo, che poi perdettero
ordinamento
il
d'
basilicale,
a tre
ingresso.
comune anche alle XIV, note con
secolo
come un sontuosissimo parato
sui plutei del coro,
il
seguito a nuovi e più infelici restauri.
navate, a colonne marmoree, talvolta con un piccolo portico
I^
ri-
l'ItOVEMEME DALLA
di festa sui
chiese il
nome
rodi
pavimenti, sugli
sulle spirali e sui capitelli delle colonne, sugli
TIVOLI Il
paviiiicnto era spesso riccamente
decorazione ])avimentaria
tale di
Santa Maria Mayg-iore,
in
ornato
marmo, combinate
a piccole tessere ])oli(Toinc di
85
nei
conservano anche
si
decorazioni
di
opera
in
più
(lisejj;-ni
vaji"hi
tracce notevoli
oi^tri
amili
>ni,
1
>gi.-i
ijuasi
affatto
scomparsi, jìortarono
Vll.L.V
cosmatesca.
Un
AlilllWA
gli altari,
stessa decorazione
la
IIIICI.IMO D'K.STAIK.
due eleganti colonne
altare e
nella
1)1
cln'esii
quelle di S, Silvestro e di S. Pietro; alcuni frammenti se
ne scorgono ancora nella sagrestia della cattedrale. Sovente anche gii
tassellata,
e divi-rsi.
tortili
])lutei,
i
musi\'aria
(1-ot. G.irv:iolli).
così
adorne
si
conservano
nella
chiesa di S. Maria Maggiore.
Eleganti campanili a
]^iù
ordini di finestre, sorrette da delicate colonne
marmi
ornati di belle cornici, di frammenti di
antichi,
di
dischi
paste
in
marmoree, policrome,
sorgevano a fianco delle chiese. Ed anche oggi se ne sorgono numerosi Si'iggi. Alcuni di essi però subirono forti restauri posteriori, che ne alterarono profondamente r aspetto primitivo,
come
(luelli
della chiesa di S. Biagio, di
serva
il
della chiesa di S.
campanile della piccola chiesa
neggiati dall'incuria
in
cui
\emiero
stretta via
dei Selci, presso
il
sono oggi
quell<.i
di
della
abbastanza
S. Michele, Altri o
di
tenuti,
Tali sono quello della chiesa di S. Pietro,
vede nella
Maria Maggiore,
quella di S. Andrea. P.ene
poc«~>
in\ecc
si
con-
male restaurati o dan-
più che avanzi
una piccola chiesa
duomo. Talvolta
cattedrale,
sotto
rovinosi.
diruta,
l'altare
che
si
maggiore
ITALIA ARTISTICA
86
delle chiese tiburtine erano costruite delle piccole cripte romaniche, ornate di sculture
Due esempi
e di affreschi.
Silvestro.
di S.
Generalmente vaste centrale.
Pur
serie di pitture ricoprivano le absidi e
tri)ppo quasi tutta (|uesta preziosa decorazione
intonachi ed
riori
notevoli se ne liann<i nella chiesa di S. Pietro ed in quella
i
pareti della
le
scomparve sotto
\
il.i,\
\hi;i \.N
\
—
i.l.
all'
tuiscono
(l'ot.
li.iiMh.
cripte sopra ricordate e dell'abside della chiesa antica le
in
XIV,
facesse
Tivoli la scuola pittorica
germogliare
notevoli
zione possiamo argomentare
Meno eretti nel
importanti per
il
propagini,
"ttà
Colle, presentano
costruzioni di gran
più ])rossimi a noi non
mole
mancò
il
secolo
delle quali
X
oggi
ed
come
cjuelle
l>iagio,
costi-
mostrano come il
principio del
piuttosto per indu-
e per bellezza sono gli edifici tiburtini di uso civile,
Nondimeno
esistenti.
alcuni quartieri della città,
come per
ancora un aspetto architettonico medioevale spic-
catissimo e veramente caratteristico. Se <
fiorita fra
E
Gargiolli).
valore.
numero
medio evo, tuttora
esempio quello del
romana,
là,
S.
di
testimonianze superstiti del pregio di tale decorazione.
anche
ammo-
opera devastatrice degli
dernatori o le larve di antiche pitture che ancora sopravvivono qua o
due
nave poste-
nuovi ornati; ed oggi appena qualche affresco, come quello della
tribuna di S. Silvestro e qualche avanzo sfuggito
delle
i
riferibili
non
è facile incontrare in questa parte della
all'età di
di esercitare
mezzo
anche colà
e se l'attività edilizia dei secoli la
sua opera rinnovatrice, sono
TIV tuttavia
bastanza
numerose intatti
i
le piccole abitazioni
caratteri
artistici
dc-I
T)
(|uivi
L
87
T
ancora ab-
eostruite, le (juali conservaiKj
duecento e
del
trecento.
K
facilmente
ciò
si
m m
VILLA AUIIUNA
—
\
L\LK DKI
spiega pensando che appunto nella parte bassa dell'attuale cattedrale, dovettero
ragioni di difesa,
ma
restringersi altresì
i
(I'"ot.
CIl'IlESSI.
confini di Tivoli
città,
nell'età
perchè ad essa metteva capo
l'
di
Moscionii
dove sorgeva la sua mezzo, non solo per
antica via tiburtina. che
era la principale strada che nell' antichità e nel medio evo conducesse a
Roma.
HALIA ARTlSnCA
88
r odierna Aia del Colle e quella di S. \'alerio, che ne è il prolungamento, formarono, durante l'età di mezzo fino al principio del rinascimento, l'arteria della Così
città
più frequentata ed importante.
Nel quattrocento e nel cinquecento, con il progressivo sviluppo di Tivoli cominciarono nuovamente a popolarsi anche le regioni alte, comprese nell'attuale cinta ur-
Vll,l.\
Milli \.\\
—
l'.\Urii;OI.\llK.
bana, che oggi diconsi del Trevio e
mostrano
infatti,
in
lenza di elementi
confronto
stilistici
di
DK.GLI
S.
di quelle di
STUCCHI DKLLK CUAMil TtlOlK
Croce. S.
del rinascimento ed
(lot.
Le nuove fabbriche
Moscioni)
quivi costruite
Valerio e del Colle, una notevole preva-
un
carattere di
grandiosità e
di
ganza, che fa prova del nuovo sviluppo raggiunto dalla città sul finire del secolo e nel successivo.
Se non che
i
considerevoli
subire questi quartieri, divenuti nei tempi
rinnovarono
cjuasi
del tutto
il
loro aspetto
rimaneggiamenti
moderni
i
più
arcliitcttonico.
edilizi,
signorili
che
ele-
XV
ebbero a
e frequentati,
ne
TI
Al in i^ran
\'( >T.
89
I
contraricela rf-juionc Ixissa di Tivoli, circostante all'antica cattedrale, conservò
parte
la
sua
orij:>finale
fisonoinia.
Kil
anche
o^i-^i,
chi ])assa
per
del Riserratilio, di S. N'alerio, strette, ripide, tortuose e s'inoltra per
che sboccano
in
(jueste arterie niay^iori, è colpito
le
le
vie
<lel
Culle,
viuzze anj^^uste
dal carattere medit^evale che esse
hanno ancora. l'iancheg's^'iano le \ie in piccole
molte case del duecento e del trecento, costruito in laterizio, volti- in forma di bifore e scalinate esterne
dimensioni, con finestrelle ogivali, a
d' in «presso
piccole terrazze, dove
e
VILI A
donne
del popolo ed
i
\hi;i\\\
—
MIMI
fanciulli scherzano.
sole ed antiche colonne di
marmo
ore
per luni^'he
e dischi in
iii;ii.\
i;ii;i
si
raccolti
da monumenti
di
età
Belle cornici a serie di archetti e di
paste policrome adornano spesso
romana ed
le
pareti delle case
verde tralcio una
ad
sculture, freyi,
le
menpareti
bassorilievi,
ca-
inunessi nelle mura, ne rendono più
varia e pittoresca la decorazione. Talvolta i^rossi
mente lungo
(Fot. Moscioni).
ioli (:\.
esterne delle abitazioni e numerosi pezzi di classiche pitelli,
svol^'e la vita opcrc^sa delle
ombreggiare
tronchi i
di
vite
salgono
piccoli balconi, a porre
tortuosac<">n
un
delicata ghirlanda intorno alle finestre annerite dal tempo.
Sovente un vecchio muricciuolo circonda il piccolo orto attiguo alla casa. Rigogliosi pergolati ed oleandri ed aranci crescono in questi brevi recinti, nei quali qualche rigagnolo spande il lieve mormorio delle sue acque e bei frammenti di
ITALIA ARTISTICA
go antichi
marmi,
margine avanzi
di
statue e di sarcofaghi giacciono fra l'erbe e la terra.
delle strade, entro le
di anticlii
edifici,
mura
delle
case,
Qua
scorgono ancora alcuni
si
che contrastano vivamente con
e lĂ , sul
poderosi
carattere semplice e dimesso
il
delle fabbriche medioevali.
lJlSCUl:ul,(i
1)1
MIliUM.,
l'I
ALMK.NTK
I)\M,
\
\
11,1,
A
.\lil'.IAN\.
Uoina,
Nella
via del Colle fermano anche f)ggi l'attenzione
Musco
A'aticano.
dell'osservatore
i
grandiosi
ruderi dell'antica porta tiburtina ed altri avanzi di fabbriche e di fortificazioni erette nei bassi tempi.
impostati sulle vita cittadina
Di tanto
mura
in tanto alcuni
delle case,
non erano mai
memorie
sufficienti a
dei nemici esterni e le fazioni civili.
archi
parte
in
di lontani tempi,
bastanza
i
mezzi
diruti
attraversano
quando per di difesa
le
vie,
la travagliata
contro gH assalti
1
1
\'
<
'
1.
91
I
Piccoli tabernacoli, coronali di ar( litUi oirivali, sostenuti da coNjnne pensili,
gono
talx'olta
sulle pareti
delle al)itazioni, nel
negli angusti crocicchi delle stratle.
fond(j d(%di oscuri
La densa patina
n( ra
che
mutilazioni delle loro C(jrnici, degli archi, delle colonne che
mento
delle sacre
immagini che
tempo. Rjipure ancor
parabile del
caste vergini sacre ed
anime
essi
alle quali
i
oggi
di\ini e
i)utti
racchiudono, palesano
li
le
scor-
si
chiassuoli popolari, ricopre, le nuin< rose
li
sorreggono,
il
deturpa-
corso
tracce del
irre-
dagli intonachi corrosi talvolta sorritlono
par che racchiudano ancora
portarono nelk; |)assate età
il
conforto e
la
le
ricordo delle pie
il
pace.
V l-IlVMMt.MU S(.UI.lul(IO UP.N
lt.\l'l'lth>KMA/.III.M.
1)1
MK.NAIH, |-IHiU..\ltM
r.
UVi.l.V
\
ILLA Al.lilANA. (Fot. Mo^cioim
Musco Vaticano
11
che
il
])iiì
notevole e caratteristico edificio sacro
la
più
rinno\-asse. senza alcun
sua nobile e vetusta struttura e
la
sua suppellettile artistica medioevale,
in
nel
la
S.
i'i35,
un pesante
edificio seicentesco, quale
gelosi conservatori delle nobili
strasse l'eminente porporato, cienti
prima
la
trasformandola tini,
di Tivoli fu l'antica cattedrale,
interamente
cardinale
conservare
Roma,
—
ci
memorie
lasciaron(i
per rappresentarcene l'aspetto e
la
oggi appare.
(
patrie di quello che
tuttavia
dell'antica
ìli
pensiero
tli
storici tibur-
n<^n
si
basilica notizie
dimosuffi-
costruzione architettonica primitiva.
Secondo un'antica tradizione, alla (juale man(\a peraltro ogni fondamento di verità, chiesa madre tiburtina venne edificata dall' imperate re Costantino e consacrata a Lorenzo martire. Essa sorgeva sopra una parte dell'area dell'antico tempio di Er-
ITALIA ARTISTICA
92
cole X'incitore e forse sulle fondazioni della stessa cella del
credere l'avanzo
nume, c<ìme indurrebbe a
dell'abside reticolata, appartenente airantico sacrario erculeo, che
si
scorge ancora dietro la tribuna della chiesa. Questa era costruita a tre navi sorretta da alte colonne scanalate di ordine corinzio, tratte dall' antico tempio di Ercole. Nel mezzo del presbiterio sorgeva un ciborio di marmo scolpito, sostenuto da quattro
.^j-tcr-*:
VIA M:L colle
—
CASK MKDIOr.VAI.I.
colonne, ed ornato nella sua fronte di una composizione
in
mosaico, rappresentante
Lorenzo ed Alessandro Papa. Il pavimento delle navate e del presbiterio era tutto ricoperto di una elegante decorazione, a forme vermicolate, sferiche, rettangolari in opera tessellata, qua e là interrotta da pietre tumulari con l'effigie dei personaggi più eminenti ivi sepolti. Alla estremità della navata la
Vergine ed
sinistra era
il
i
Santi tutelari di
Tivoli,
fonte battesimale, formato da
una grande vasca ottagonale, forse
antica.
Tivoli
93
un piccolo bacino marmoreo, l'n j^^rande rido di aftestamento, ricoprivano le freschi, rai)i)r(sciitanti alcuni fatti dell'antico e del nuovo di marm<j, adorpareti delle navale. Un elej^ai.tc p.^rlico, sorretto da due colonne nel
mezzo
nava
della fjuale erj^evasi
r ingresso della basilica.
Xtl restauro che della di essa
andò sovvertilo.
1
.e
eliiesa fece Ijelle
rardinal
il
\
(li
Krcole, scomparvero entro
ciborio
venne
seicentesche.
sostituito
l'altare
La numerosa
tutto
Tordinamento primitivo
(Kot.
11, COI.I.K.
Motcionu.
pesanti' involucro dei ])ilastri in muratura. All'antico
grave nelle sue forme affreschi medioevali cedette il posto a nuovi in-
m<xlerno,
serie di
ricco di
marmi
e
stucco, a oro e rivestiti di varie pitture di G. F, Grimaldi, del intrapresa del Manenti, (Ul Labruzzi. Alla sontuosa e radicale restaurazione costruita chiesa, alla atti.gua campanaria, torre prelato, sfuggi la bella
tonachi messi a fregi
Colombo,
il
Roma
colonne corinzie, t,nĂ <)rnamfnto_del mirabile tempio
di
dal munifico
intorno
al
secolo XII, nello stile dei mighori campanili romanici delle chiese di
Roma.
ITALIA ARTISTICA
94
Alcuni notevoli monumenti funerari, esistenti nella chiesa sordinatamente
collocati nelle
nuove cappelle
])rimitiva.
vennero
di-
e spesso nelle più infelici condizioni di
esposizione. Fra questi è assai pregevole per grandiosità di forme e bellezze di
fat-
tura il monumento del vescovo tiburtino Angelo Lupo, fatto poco dopo la sua morte, avvenuta nel 14S5. La statua del defunto giacente sul coperchio del sarcofago pa.lesa nell'artista
che
la
eseguì un notevole senso della forma, una
nella trattazione del
marmo,
e nella espressione di alta
Parimenti
degno
di
Leonini,
della chiesa ed è
uno
cinquecento il
nota è
il
morto nel
IJKI
Siaci.
monumento 15 17.
(l'ol.
trovasi presso
dei più notevoli della scultura
che Tivoli possegga.
Non
Ma è
il
I.
(1
Arti Granché).
allo stesso
l'ingresso
funereiria della
:
laterale
prima metà del
monumento appartenne
in
origine
dovette invece far parte di
altra opera, più antica di età, forse degli ultimi de<'eniii del di
I.
sepolcrale, di tipo sansovinesco, del
Oggi
busto del Salvatore che oggi è collocato sulla lunetta
da scultore lombardo,
panneggiamenti
nobiltà conferita alla figura dell'estinto.
PIAZZA
vescovo Angelo
grande perizia tecnica
e gusto assai fine nella distribuzionf- dei
(juattrocento ed eseguita
abilità considerevole,
l'opera più preziosa e bella che l'arte del quattrocento abbia lasciata nella città
grande reliquiario argenteo che
si
conserva
nella
cattedrale, entro la
cappella
1
I
1
dedicata
e dal
Sahatorc.
al
])atri<>ttisiiio
1191,
richiesti
di
l'ii"
])r(i)iio
(I
)
0.5
antica Iradiziuiic riferita
alleanza
J<omani. con
dai
•irini])resa e
di
Tuscolo.
storici
dall'I!
MA..i.lul;i:.
IIM.^lliV
dei fieri assalitori. Nella cattedrale di Tivoli
rappresentante
(|uesti
Le
servirono ad arricchire
U\
in legno,
1.
nniuicipale tenacemente conservata, narra
e;puyfnazione ed alla distruzione il
\'(
la figura del
della «iità
come
\'alidamenti-
spoj^'-lie
d<-lla
yli editici
«li
'ri\oIi
'l'iburtini, nell'anni»
i
cooperassero
alla
sventurata città furono
jtuhhiici
e jjrivati e le <hic^c'
Ml.|ilul.\ \l.l.
venne
Salvatore, la
allora trasportata un'antica pittura (|uale
anche
oggi,
come ]xr
il
passato, riscuote la fervida venerazione del popolo, che in essa apprezza, insieme con l'insigne
tadine.
monument<ì
Però
religioso,
la tradizione
anche
la bella
testimonianza delle lontane
glorie
cit-
per quanto antica non ha alcun fondamento storico sicuro
ed è contradetta da un'altra e più fantastica versione che attribuisce a
S.
Luca
j'ese-
ITALIA ARTISTICA
96
cuzione della pittura e fa del pontefice San
nascita,
Simplicio, tiburtino di
il
ddna-
tore di essa alla chiesa di Tivoli.
Anche
il
tratto dall'esame dell'opera è reso difficile dai restauri, dalle
giudizio
trasformazioni, dagli arricchimenti posteriori che ha subito e per solo fra
volto della figura. Tuttavia
il
il
cadere
stilistici
del
secolo
comuni ad
altri
ciò
la
dere
1
prezioso dipinto.
riproduce
in
SILVKSrilO
S.
la
quale, nella la
forma
di
lamina d'argento, rilevata
dipinta sulla tavola. Nelle valve laterali
d'argento, sono rappresentati
—
CXSK MKUIOKVAI.I.
(I-'ot.
I.
I.
negli
prima metà del quattrocento, un grande a
trittico,
sbalzo, le
del
di
cui
scompartimenti
parimenti superiftri
d'Arti Grafiche).
un angelo porge divotamente
la
celeste
familiare, ornata
salutazione
di ricchi
il
si
è la
alla
nobile
volle racchiu-
pannello centrale
ricoperte i
scorge
caratteri
forme della immagine
trittico,
gravi, pensosi, nell'atto di leggere, di scrivere, di meditare. Nei
sorpresa nella stanza
si
una tavola eseguita
che oggi attira maggiormente l'attenzione dell'osservatore
custodia argentea, entro il
oggi
cjuali
XII e la prima metà del seguente, distinta dai monumenti della pittura romana contemporanea.
PIAZZA
Ma
i
è possibile riconoscere in essa
(|uattro
di Cristo di
due riquadri
Vergine,
che
lamina
evangelisti,
lo
inferiori
ascolta
drappi, illuminata da grandi arcate
Ti\'< e da elej:^anti l)itore. S. Paolo, S.
Un
<•
r.T
Q7
ultimi sconipartiiiKiiti
Nciifli
Lorenzo
'
g-rande arehivolto, dal Umcìo ornato con
luna e delle
sovrasta
stelle,
cinque tabernacoli
ojjj-ivali
il
bifore, di cui
S.
(|uaUr<)
Giovanni
una vivace
—
1-Va
di
Nella base del reliquario
umane
dell'
S. I^ictro.
<li
Tivoli.
della
sole,
sono
archivolto
i
vi <jt.
Al.K.
attaceati
i
lati
con
in
I.
la
J'Atti Grafiche).
di
finestrelle
più sinij^olan-
uomini
da una corona od avvinti, attitudini
l.
sono cinciue
tabernacoletti
mostruose figure
coppie di grifi affrontati ed allacciati al collo striscianti e di mostruose figure
fii^un-
di
rapjmsentazione del
la
CASA MK1)1UK\
fantasia d' artista ornò
resca decorazione zoomorfica. formata
nobili
])atroni
statue arj^'-entee dejrli stessi patroni tiburtini
le
Battista.
i
cornire
Alla
trittico.
racchiudenti
\|\ i;\MIMTKI.l.l.
e più quella di
!*•
Simplicio l*apa, rappresentano
di orridi
le più fantastiche e
alcune figure inginocchiate rappresentano
pitto-
e
animali, di
e di
draghi
lìizzarre. i
soci
della
ITALIA ARTISTICA
98
confraternita del vSalvatore. Infine
una
brillante
decorazione
perline, di rosette, di applicazioni di pietre a colori,
di
cornici,
di
fogiie,
di
completa riccamente questa rara
opera d'arte. Intorno
alln
pro\enienza ed
\1.\ liKI.I.A
agli artefici di
MISSHiM-;
—
CASA
essa tacciono affatt<ì le storie cittadine.
MKIIIOIIVALIC
OlN TAIìKllNACOI.O. (l-ot.
Tuttavia un diligente esame dell'opera e reca sono sufficienti,
le
notizie fornite
I.
I.
d'Arti Grafiche).
da due
iscrizioni
che essa
a nostro giudizio, per condurre alla determinazione cronologica
e stilistica del tabernacolo.
Dalle
iscrizioni
apprendiamo
infatti
che
una Trfonnalio
eseguita nel 1449, mentre era priore della confraternita
il
della
immagine venne
canonico tiburtino Antonio
r
Scensi e
clic
la
I
\'
o
I
vaKc
decorazione delle due
.
99
i
del trittico
certa Caterina Ricciardi. Senilìrerebbc ovvio dun(|ne
zione del reli(|uario. Se la
ni
m
dovi- alla muiiific^.-nza di
si
ascriven-
a (|ueiranni> l'esecu-
che un attento esame delle parti induce tosto ad escludere
comunanza
conteni])oraneilà di es^e, nonché la
scuola
di
fra
j^-li
che
artefici
vi
collalx «rarono. 1
d.d
)uc parti notevoli e distinte
infatti nell'ojjera.
grande archivolto e dalla cornice che
l'altra dal
trittico,
due parti
relazione^ di fjueste
appariscono
si
L'una è quella costituita lo sovrasta.
osserva una manifesta discordanza
r)ra,
nella
ed archi-
stilistica
tettonica sufficiente ])er escludere che l'una e l'altra siano o]jera sincrona e riferibile
\si-;
ad un artefice
solo.
trittico
Il
rivela
senso artistico del rinascimento, che
da
esili
pilastrini,
architettonici
ama
che
rettilinei,
il
i
piani
rilievo
letti
che
si
nell'uso
decorazione
zoormorfica
figure
un orafo
applica
lisci,
costantemente
tranquilli,
timido,
ornati con
penetrato del
grande sobrietà,
i
profili
calma espressione delle fiorire. L' archiancora dominate dallo stile oi^ivak- più
la
sas^ome a forte
delle lastrelle
.yià
MOMILIIII).
l'arco rotondo, sorretto
dell'arco acuto o bulboso, nella logijia
arditi pinnacoli, nelle
dagli
stile delle
palesa
(,1-Ot.
\i.
i^usto decorati\o di
il
volto attesta invece predilezioni artistiche ricco,
mkuimkv
che
rilievo,
nella
fianchei'ig'iano
le
dei
tabernaco-
brillante e fantastica
piccole finestre, nello
dai ricchi panneggiamenti, a forti pieghe profonde, un po' farragi-
nose dei personaggi, dalle movenze accentuate. Si osservi inoltre
che
il
fastigio è più larg-o del reliquario stesso,
quando
è chiuso
IIAJJA A RUSTICA
lOO e sproporzionato alla sua base
;
che
la
decorazione delle figure
ripete superfluamente quella degli sportelli e
letti
si
difetto di unità organica che è nella struttura del
zione
due
di
artisti,
clie
poste nei tabernacorenderà anche meglio palese il
monumento
non ebbero soverchia cura
di
e quindi la
accordare
il
collabora-
disegno delle
parti a ciascuno assegnate.
Se
si
considera infine che Catt-rind
r..\S\
Ricciardi,
la
pia cninniitteiilr
del
trittico,
MKDIOKVALK,
già morta nel 143,5, u" elenco dei soci della confraternita del Salvatore, conviene riportare l'esecuzione del trittico agli anni precedenti a questa data e concludere che primo intendimento della generosa donatrice fu quello di racchiudere in un magnifico trittico argenteo la veneratissimu immagine e che più tardi, nell' anno figura
144Q, dogli
i'"'
si il
pensò
Qualche trittico.
di
completarlo e di accrescerne la
riccliezza e la bellezza
imponen-
fastoso coronamento che ancora conserva. difficoltà
presenta
la
determinazione
artistica
L' unità di esecuzione del pannello centrale e
di
queste due parti del
delle valve laterali
ci
sembra
I-
manifesta ed attestata dallo del
Kedentore è bensì
che
l'artista
con
la
di
abbia voluto
maggiore
stile
\'' )l
1
lOI
f
dei ]).inneirj^rianiinti e
da
altri
accessi^ri.
carattere alquanto più arcaico delle altre.
meditatamente
rag-j^Munjrcre
Ma
noi
J.a
ti^rura
crediamo
(juesto effetto, per riprodurre
fedeltà possibile l'espressione e lo stile della sottoposta
C\l llhKM.K.
il-'iit.
figura, la
prol. K.i.liciotti).
come vedemmo, è di età molto più antica, ed era oggetto di grande venerazione nel popolo. Così un poco della gravità sacerdotale, della rigidezza delle vesti, del generale spirito arcaistico, proprio dell'opera dell'oscuro ])ittore del secolo XI 11. quale,
rivisse e si trasfuse in quella dell'orafo
A opera
quale regione e scuola artistica di oreficeria?
Noi
crediamo che
quattrocentista. d' Italia gli
conviene
elementi
stilistici
assegnare
questa delicata
che essa dimostra, come
ITALIA ARTISTICA
I02 la semplicità e la chiarezza
architettonici della
sua struttura,
della
prima rinascenza,
V applicazione costante
la sobrietà decorativa,
il
sentimento
dei
principi
di tranquillità
e di dolcezza che spira nelle figure e nella scena dell'Annunciazione, la compostezza
CATTEDItAl.l.
dei loro gesti e degli
—
abbigliamenti,
lil.LH.il.Al'.lO
le
AI;!,I..MLu
iscrizioni in
(sKi...
\V).
i^Fot.
caratteri
umanistici,
Danesi).
autorizzino
a rintracciarne l'origine nell'arte di quella regione d'Italia, che allora, quasi da sola, offriva alle
maggiori
del rinascimento.
E
città della penisola
noto
infatti
come
i
più rari talenti
schiere
numerose
e le più squisite di artisti,
primizie
e molti orafi
tra
ri\'( <|uesti.
della
accorressero a
prima metà del
toscani,
nella
Roma,
attirati
•!.
103
I
mecenatismo dei pontefici umanisti Kf)ma da (jucsti (^rafi pnzioso crediamo di jjoter attribuir»-
dal g-eneroso
(luattroccnt'». Eil alle bottejrjie aperte in
prima mità del secolo
W,
noi
il
trittico arsrentecj di Tivoli.
CATTKDItAl.i;
Ma una 11
in
e ciò nonostante
confronto
l'\Urii;OL\llK
simile determinazione
quale venne esetruito,
tico
—
di
DKL
W).
non può certo convenire anche
come sappiamo,
con
III.I.IOIAIIIO AllCK.NTF.O (SEC.
nel
1449. cioè
qi^i'il^^ln^
(l-"ot.
al
Danesi».
suo coronamento.
decennio dopo
il
trit-
caratteri artistici ijoticizzanti, propri di un'arte ritardataria
quella toscana.
Xoi crediamo
stiche veneziane gli elementi che decorazione varia, esuberante, che
l'artista si
di
potrr rintracciare nelle
palesa in (lucsta i)arte
distende sopra tutta
la
scuole
dell'opera,
arti-
ha sua
superficie disponibile, in
ITALIA ARTISTICA
I04
forma coletti. cirri,
il
carattere architettonico tutto veneziano dei
manifesto nelle curve
rinascimento reca artistiche,
assoluta
anche
in
egemonia
lungi
Anche
le
patria
una regione, come
stile
cinque
ogivale taberna-
l'artista
veneto, che nel più fervido fiorire del
alquanto antiquate
le
sue tenaci ed
la
romana, già da lungo tempo assicurata
tradizioni alla
dello stile della rinascenza.
.
alla plastica
dalla
in
bulbose degli archi, nella profusione dei pinnacoli, dei
dei multiformi accessori, tradiscono
razione-
capricciose, di finestrelle
di ornati lineari dalle specie le più
fiammeggiante, infine
\l ll-.lilIAI.I.
—
l'AlìllCOIAIti; lilL
MEI.inlAItlO Alir.KNTK.O (SKC.
W).
(Fot. Danesi).
piccole .statue argentee rivelano particolarità stilistiche e tecniche familiari
veneziana della ])rima metà del ciualtrocento. Cosi pure
zoomorfica posta a fianco delle
r'omuni nell'arte tedesca, anche in a r|ualunque altra
la
singolare deco-
mentre richiama forme ornamentali pieno quattrocento, ci fa pensare che piuttosto che finestrelle,
scuola artistica d'Italia possa assegnarsi a quella veneziana,
quale sappiamo essersi largamente
manica, per influenza
di
artisti
infiltrati
elementi
decorativi propri
dell' arte
ed orafi alemanni, chiamati da Colonia e da
renane ad eseguire lavori a X'enezia.
nella
ger-
altre città
ARTISTICA
TTAT.TA Cosi
nella
preziosa
tiburtina troviamo
argentea
custodia
connubio
il
due
di
prima metà del quattrocento, il toscano ed il veneziano. Tale connubio se danneggiò in qualche modo 1' armonia dell' insieme, accrebbe peraltro l'interesse storico del monument(ì, come (ludlo clu' nella irreparabile dispersione di gran parte dei tesori della oreficeria italiana, diversi
indirizzi
artistici
della
presenta un notevolissimo saggio delle condizioni artistiche (li
Roma
XV,
nel secolo
umanisti,
nostri
i
quando, per
regione d' Italia a recare alla
favore di pontefici
il
nobilissima
città
da ogni
accorrcwino
magg^iori
artisti
più eletto
il
contributo del loro talento.
Un
monumento
altro
pregio per
la
grande gruppo
di
di rilev^antissimo
medioevale italiana è
storia dell'arte
il
statue lignee, rappresentante la deposizione di croce, che
Gesù dalla
conserva nella cattedrale, nella cappella detta
si
del Crocifisso.
Alla drammatica scena del distacco del corpo di Cri-
Nicodemo e Giuseppe di Arimatea in atto di ricevere nelle loro braccia la persona esanime di Gesù, la \'ergine e S. (ìiovanni piangenti ai
sto dalla croce partecipano
lati
della croce.
realtà
e
figure sono in grandezza di poco più
ed assai
naturalezza
la
espressione dei
volti,
solenne
della
stilistici
].e
vero
del
]jiccole
mostrano con
felicemente
delle
esprimono
composizione
l'alto ar-
membra
iiììe
notevole parallelismo delle pieghe,
il
la
viva
la
rappresentata. Cdi elementi
ra:;ione
caismo dell'opera. L'aderenza delle vesti corpo,
con
e
attitudini
del
la trattazione
alquanto stilizzata delle teste e dei capelli, gli occhi grandi, sporgenti dalle orbite,
come
delle ciglia, la rigidezza
cerchiati dai
dei movimenti,
margini
rilevati
fanno
ricono-
ci
scere nel gruppo tiburtino un saggio molto pregevole della
romanica del secolo XII o della prima metà del
scultura
successivo. In esso è inoltre
degno
di
nota
il
carattere di
grandiosità onde è penetrato, la potente espressione dram-
matica
di
tutta la scena,
sono condotte, distribuzione CMTKDIULE
— l'AliriCOI.AIlK hKI
HKl.l'.ir\It|il Al'.llKMF.O (SKi;.
le
dei
giuste
con cui
la rara perizia
proporzioni
personaggi,
la
figure
le
delle parti, la felice
chiarezza
del
tragico
episodio.
Una
Wl,
bella
statua
marmorea, rappresentante
gine della Concezione, che nima,
un
offre
si
la
\'er-
conserva nella cappella omo-
modello non
trascurabile
della statuaria
seicentesca in Tivoli. Dagli storici tiburtini venne costantemente attribuita alla inano del
Bernini,
dimostra
sebbene
tuttavia
nessun
documento
molto chiaramente
i
giustifichi
caratteri
nobile
tale
stilistici
e
attribuzione.
tecnici
dell'arte
Essa
dell'in-
signe maestro ed è ovvio attribuirla ad alcuno dei suoi discepoli migliori. L'artista concepì e rappresentò la persona di Maria come una delicata figura muliebre del
ri \'()i.i suo tempo, penetrata
di
un ijrofdiido
n>7
sentinit*nt<j di
dolcezza e
lanj^uorc, dio le fa
di
la persona un movimento lento e ritmico. Una folta corona di capelli le circonda il piccolo capo; le braccia si stringcìno al seno palpitante; le ampie vesti leg-j^ere e mosse disejjfnano ir-
socchiudere
j^li
occhi, le
aj^^ita
(.Alll.lillAI.I.
requietamente volutttosa di
le
fi,t;ura
—
le
l'AllllLijl.Mil
forme del cor]io di fanciulla,
qualche profana beltà, e
le
labbra
esile.
sottili
Liti,
mi
|iM
ed
iiujiriini-
a tutta
Min» AIICKMI
Quanta lunga via non separa
che par sbocciata dalla fantasia
di
un
([uesta dolce e
artista invaghito
caste vergini romaniche, auguste e .solenni
nelle
loro
vesti quasi sacerdotali!
La chiesa di S. Silvestro ebbe comune con la cattedrale la sciagura di un prò. fondo restauro fatto nel principio del secolo XX'III. P.ssa venne costruita intorno al
ITALIA ARTISTICA
io8
secolo X, a tre navate sorrette da colonne marmoree; un elegante ciborio parimenti di marmo ne adornava il presbiterio, numerose pitture medioevali ne ricoprivano le pareti.
Oggi
di
tale antico
navate minori per cedere distrutti e solo
ordinamento quasi più nulla rimane. Scomparverc) lo spazio all'attigua casa parrocchialt':
ne avanzò qualche mutil'» frammento
CMTKIHSALE
—
LA LlKl'OSIZlONE
in
Giiui'i'O IN
gli
un piccolo
affre-chi
andito
a
le
due
furono destra
li:i;n().
'
(Fot.
1.
I.
d'Arti Grafiche).
vennero internate nel muro delle nuove pareti o vendute il grazioso campanile romanico venne anch'esso disfatto. Solo superstite fra tanta furia demolitrice e rinnovatrice rimase il grande af-
dell'entrata e sulle pareti dell'abside.
Le
belle colonne antiche
;
fr^-sco
dell'abside.
È
suoi piedi scorrono
in le
esso rappresentata la figura di (iesù circondato dalle nubi;
acque
purificatrici del
Giordano. Ai
lati
ai
del Salvatore stanno
// !.-
N
^'
I
ITALIA ARTISTICA
IO
grandiose figure degli apostoli Paolo e Pietro, quest'ultimo in atto di ricevere un volume da Cristo. Completano la decorazione dell'abside la mistica palma sorreggente
le
la fenice
di
immortale ed
porgere
in alto al
Salvatore
al
la
sommo
trova nell'abside della chiesa di S.
Elia
mano
del catino la possente
Una rappresentazione
corona.
Le corrispondenze che
Xepi.
presso
divina in atto
analoga a questa
affatto
si
facil-
notano nella composizione della scena, nel disegno, nell'atteggiamento delle figure, nel colore dell'affresco tiburtino e di quello di S. Klia sono tali che indussero qualche archeologo a ritenerle opere di quegli stessi pittori che eseguirono la deco-
mente
si
razione della chiesa
EhTP
Xepi. Noi pur riconoscendo
di
1"
importanza
di
tali
non
affinità
i<
;g»^i».
JWrITVV r--
PEK^^ISSIN7fcCR[T^TE fide
n
CAM
iiv^^
FANfcNS
f ru*i
a:-^'-'^.
CATTEUHAI.K
—
MONI MK.MO DEL VESCOVO ANGELO
LI
l'I
(SEC.
W^ (Fot.
crediamo però
di
poterne argomentare l'identità della
troppo palesemente la ripetizione assai
comuni
nell'arte
mano
come
altri
già fece, che la grande
l'abside della chiesa dei Ss. secolo, presenta tutti S. Elia presso
Xepi e
gli
Cosma
le
I.
d'.Vrti Grafiche).
eseguì. Esse sono
certe composizioni e di certe forme iconografiche
di
per considerarle altrimenti che come
musivaria paleocristiana
copie libere di qualche più antico archetipo in mosaico, osservare,
clic
I.
e
A
composizione
Damiano
in
elementi iconografici e
di S. Silvestro in Tivoli
Roma,
stilistici
questo in
fritta
riguardo
mosaico nel
è
utile
che ricopre
principio del
dei quali le
due pitture
VI di
sono composte. <la far giustamente pensare
che appunto nel bellissimo mosaico della chiesa romana si debba riconoscere l'archetipo delle due posteriori composizioni. Già altri assegnarono le pitture di X'^epi al secolo Il
X
o
al
ri.scontro di tali elementi è anzi
così
esatto
principio del se.guente, noi crediamo che quest'ultima data appros.simativamcnte
']
\' ()
I
1
I
1
1
I
convenga assegnare anche a ()Utlle di 'lixoli, che mostrano caratteri stilistici e procedimenti tecnici tanto affini con qu-lle di S. Elia.
Cosi nel pregevoli' affresco della piccola tihiirtina noi
chiesa
la
quale dopo
essersi svolta
fr.i
\
il
il
condizione
in
musiva
regione
fiorire nella
secolo ed
affresco,
nell'arte jjaleo-
sebbene
brillante, alla granile pittura
mana, seguitò a
di
s:iggi(j
])ittura in
di
cristiana ])arall(lani(nte,
meno
un
rilr(jviaino
quella vasta corrente
ro-
laziale,
seguente, quando
la
pit-
tura musivaria già miseramente decaduta fino al
IX parve spegnersi
secolo
due
successivi.
secoli
scuri pittori
che
affresco
in
tempi del medioevo tennero Lazio
la
fiamma
gli
come
pitture
X
sec.
ed infine
nel
ancora
at-
sono, oltre C)uelle di S.
l-.lia,
alcuni
Maria
in
Pallara
sul
Pa-
S. AbRignano I-"laniinio, maggiori di S. Urbano alla
quelli della chiesa di
tinelli
Caffarella e
pitture
tristi
Al)])on(lanzio in
lìoiulio e
mente
,
(juci
alta e viva
cicli
affreschi di S.
latino
o-
tali
notevoli
testata e celebrata di
in
dell'arte, è oggfi
da
tutto nei
del
L' operosità di
della
Roma.
in
non
chiesa inferiore di S. CleIn tale
indegna
è
pregexole gruppo
un
tenere
di
di
grado
notevole anche quella della chiesa di S.
Sil-
\estro in Tivoli.
Recentemente, per mero caso, tornarono alla luce nella parte inferiore dell'abside della
chiesa
S.
di
frammenti guire fosse
di
Silvestro,
alcuni
affreschi, dai
singolarissimi è facile ar-
(|uali
come tutta quella zona della ])arete un tempo coperta di pitture e che molta ancora se ne conserva intatta
parte di esse sotto lo stretto
d'
intonaco, che
sopra nel restauro della chiesa. tante di
tali
frammenti
vi Il
pittorici
fu disteso
più impor-
rapjmsenta
una sacra famiglia con la Vergine, S. Aima il bambino (iesù. La frammentaria pittura
ed
prima vista un' opera della fine del trecento, fornita di un interesse d'arte non scarso ^di pregno e tale da far cretlere che si
rivela a
solo la
mano
di
un abile
di
II
hr,
MI
--
\\n\[ i||,\ MI (l'ot.
artefice potesse avtre
o tanta dolcezza nelle tre sacre immagini,
M
,
la
virtù
di
rappresentarne
|it I,
M.v,
,i\(i
infondere tanta le
1
^
.1X1 Si.
I.I. d'Arti (;r.alìchc).
forme con
si
grazia
gustoso
I
ITALIA ARTISTICA
1-2
sentimento di bellezza e vivi e più fusi,
dare
di
alle
carni ed alle vesti lo
splendore
dei colori
])iù
rilievo più solido e corretto. Altre piccole parti di affresco, eseguite
il
vanno scoprendosi nella stessa parete dell'abside di sotto l' intoricopre e mostrano uguale perizia tecnica ed uguale bellezza. Xon sa-
dallo stesso artista,
naco che le rebbe provvido ed urgente tentare il razionale discoprimento di tali dipinti, che potrebbero forse, per quanto è dato arg'uirne dai saggi ora visibili, restituirci un' (^pera
non trascurabile
della pittura
i:VHKI)|ìAI.K
—
lilSTO DKI,
medioevale?
—
SAIAATOnE
l'ARTlCOLARH: DEL
AIOMMEXTO DHL VKSCOVO (Fot.
Prima che
i
collegiata
di
Pietro, oggi
S.
essa potevasi giustamente considerare una delle più
importanti
suo ordinamento basilicale a tre navate, sorrette da un di
marmo
caristio
monianza della sua degli scrittori
I.lioMM.
d'Arti Grafiche).
I.
moderni restauri trasformassero profondamente l'aspetto architet-
tonico e la decorazione dell'antica
niche
I.
i
della .sua cripta, noi
Carità,
Tivoli.
Il
ordine di colonne io-
da una grande abside nel fond<), faceva testiTuttavia non può interamente seguirsi l'opinione
quali
ne farebbero
risalire la
tempi del pontefice Simplicio. Argomentando dal
crediamo invece che
un'età anteriore al secolo
di
terminate
alta antichità.
tiburtini,
do])])io
detta della chiese
X
e che se
l'attuale
costruzione
al \'
secolo,
ai
romanico fabbrica non possa riportarsi ad carattere
schiettamente
una chiesa più antica esisteva
in origine, sul-
T Vn I
l'area stessa
dove
r,
»I3
I
fu poi eretta quella attuale, essa dovette essere
X
novata nella ricostruzione del Dalle notizie lasciate
storici
da^-li
completamente
rin-
secolo. di Tivoli
sappiamo che
la C(jllej^iata di S.
Pietro
era in origine preceduta da un piccolo portico, sostenuto da colonne di ordine ionico,
e VI
11.1)11
\I.E
—
STATI'
\
liKIJ.V i.ONCEZIONE. (l'"ot.
ogg-i
non più esistente e che
tore con S. di
I.
it'Arti Grafiche)
pareti delle navate della chiesa e la tribuna erano
le
X\TII erano ancra intatti quelli Essi rappresentavano la nota composizione musivaria romana del SalvaPietro e S. Paolo ai lati, le simboliche palme, le città di Gerusalemme e
rivestite di antichi affreschi, dei
dell'abside.
I.
Betlemme, ed
agnelli apostolici,
in basso, in
una
fiancheggianti
quali nel secolo
fascia sottoposta a questa rappresentazione, il
mistico Agnello.
K
chiaro quindi che
la
i
dodici
compo-
ITAI,IA
114
ARTISTICA
sizione della tribuna nella chiesa di S. Pietro riproduceva
gimento
con qualche maggiore svol-
elementi iconografici, quella che ancora oggi adorna l'abside di
di
wS.
Silvestro
e come questa era stata ispirata dal tipo musivario romano della chiesa dei SS. Cosma e Damiano. Xoi crediamo inoltre che l'esecuzione di tali pitture dovesse essere
contemporanea di quelle della chiesa di S. Silvestro o di poco anteriore e si può argomentarlo da alcuni resti di affreschi che tuttora si scorgono, selibene danneggiatissimi, in un'absidiola della cripta sottostante, eseguiti in età non anteriore al
<;iiii;s.\
111
s.
sii.vt.sTiK)
—
ai-i"iu:sciii
hi-.ij.'aiìsidk
(l-ot.
secolo
XI
e con
mostravano
come pure
più
testimoniarne
mente da
i
non
ville
le
secondo l'attestazione
esiste
o
da monumenti tratti
i
le pitture
primitivo
due ordini romani,
di
I.
d'Arti Grafiche).
(jualchc scrittore che le vide, esse
di
Oggi anche
l'arredamento
la bellezza originale
adrianea ed alcuni
Fra
(juah,
strette analogie di stile.
I.
dell'abside sono scomparse,
della chiesa.
Avanzano bensì
a
colonne marmoree, tratte probabil-
adorne
di
capitelli
elegantissimi
d'
età
dell'antica decorazione pavimentaria in stile cosmatesco.
più antiche cliiese tiburtine è quella di S. Maria Maggiore.
La
tradizione
locale ne assegna la costruzione al pontefice S. Simplicio, senza però che nessun ar-
gomento
positivo possa darne giustificazione. I restauri radicali che essa
ebbe a su-
TIVOLI bire ne trasformarono del tutto
che
la bella facciata
115
primitivo ordinamento.
il
gotica della fine del secijlo XIII
<•
(
non
)ra
resta
dell'antico
riualdic j)arte dil pa\im<-nto
della navata centrale esej^uito in opera tessellata. Il
])iù
racchiusa
cospicuo ogjtjetto
in
di culto in (jutsta chiesa
una ricca custodia argentea
CIIIKSA DI
S.
clic-
SII.VKSriK)
—
»"•
un'antica imma|;^ine della \^rj.fine,
im])edisce di osservar»- la sottoposta pittura.
AKKIIKSOIII DKI.I.' AlìSIIiK.
(Fot.
K si
\)urQ
degno
dovico
di
il
laterali,
dipinte in
Provenza
le cui val\
e laterali
ambedue
le
prima ca])pella della navata di sinistra. Nelle sono rappresentati in un lato S. Lu-
facce,
e S. Francesco, nell'altro la \*ergine e l'angelo dell'Annunciazione.
L'opera è giunta a noi
in
uno
raro pregio storico ed artistico, la personalità di
d'Arti Graliclic).
cui pannello centrale, rappresentante la \'ergine col
in trono, è esposto sull'altare della
due valve
I.
ricordo un trittico trecentesco, oggi smembrato,
di
conservano nella sagrestia ed
Bambino
I.
un eminente
stato
come
ili
non buona conservazione. Tuttavia essa ha un
ciucila
artista senese
che sola del
ci
offre
trecento.
il
mod<-) di conoscere
l'>iirtolomeo
Bulgarini,
a
ALIA AKiisrirA
i6
negli sportelli noi affatto ignoto finora per altre opere, del quale si legge la firma Lorenzetti, che Pietro discepolo di fu che \'asari narra il Di lui del trittico tiburtino.
trovava lavorò molte tavole in patria ed in altri luoghi d'Italia e che nel i3^>9 si al intorno \'asari del a Roma fra i pittori del palazzo faticano. Tuttavia le notizie
:illK.S\
Bulgarini non sono
tali
da
rattere plastico nelle figure,
offrire il
III
di
Pietro Lorenzetti,
e
forme
molli,
si
CAMPAMI
K
invece
alle pitture di
la studiata
vari contrasti delle
i
riflettono con
ama
K
disegno vigoroso,
sobria distribuzione dei panneggi,
non
.MICIIKI.r.
un chiaro commento
la
del suo discepolo. Questi
S.
i
drammaticitĂ
ombre
sufficiente chiarezza
colori chiari,
nel
dei
Il
ca-
gesti,
e delle luci, propri
nel
scarsamente
tondeggianti; difetta alquanto di vigoria
Tivoli.
mutilato
rilevati
disegno, di
trittico
con ombre, profonditĂ
T
1\'() J.l
'
'7
nel inodellatD e si studiii di raufg-iunj^ere un tipo di lìoUezza ideale, dalla espressione dolce e tranquilla, che multo ricorda ([uello proprio dui caposcuola senese, Duccio di BoninsejTfna. Oìsì
i
mutili
ancora
frammenti che
])un' un notevole valore storico, poiché li, inno
nozione abbastanza precisa intorno
pareva condannato ad un oblio
sopravvivono del
])er
essi
alla personalità artistica di
un valente pitt«.re,che
S.
l'IKiriO
1,'INTKUM). ((•c)t.
d(ìsi
in
allorché venne
mura
in
scoprì
I.
il'Arli Grjtichc).
soffitto a
volta,
fattovi costruire nella fine del
formata
luce la parte superiore delle
mura
dal
tetto a
secolo
doppio
perimetrali del
costruita nel cinquecento la volta posticcia e più bassa.
una origine decoravano si
il
luce l'antica copertura della chiesa
Parimenti tornò
I.
nell'eseg-uire alcuni lavori di restauro nr\ coro dt-lla chiesa, essen-
dovuto abbattere
tornò
Tivoli
avere una
irreparal)ile.
C.IIIKSA DI
Recentemente
trittico di
è ])ossibile ormai
coro, nascosta
Ed
in
il
coro. Si tratta di
pitture
puramente ornamentali,
corone lampadofore sospese entro campi rettangolari e fregi di fiori e di arcatelle sorrette da lati e intorno e più in alto di una cornice a serie di
queste
che
parte c«in.siderev(^le. .«^ebbene danneytjiata. degli affreschi tutto
XVi.
spioventi-.
in
come
f<\gli(.'
ai
mensole.
ITA ITA ARTISTICA
ii8
ciiii:s.\ ui
s.
\i.m;!:nzu
—
aiiulscu
.suI'Ha
i.a
I'iihia
lmkkai(Fot.
La decorazione
alternate con piccole lampade. soffitto a
ed
agli archi
che
lo
pittorica
si
I.
I.
d'Arti Grafiche).
estende anche
sorreggono ed ha forma, in quelle parti, è un saggio considerevole
vario colore. Questo ciclo di affresclii
decorazione ecclesiastica medioevale, assai raro nelle regioni del Lazio
ai
travi del
di piccole rose di
e
un tipo di può essere
riportato verso la fine del secolo XIII e anch'- ai primi decenni del secolo seguente.
Secondo
l'attestazione degli storici tiburtini,
ficata nel principio del secolo XIII,
fondazioni di un antico tempio
l'
attuale chiesa di S, Biagio fu edi-
per opera dei seguaci
romano dedicato
a (xiunone.
S. Domenico, sopra le Alcune iscrizioni classiche
di
e gli avanzi di antichi pavimenti trovati sul luogo proverebbero tale asserzione.
An-
un convento di frati domenicani, istituito dal santo fondatore dell'ordine. Nel tempo di Bonifacio IX T antica chiesa fu in ])arte demolita e su di essa venne eretta quella moderna; la quale, in seguito ad altri recenti e profondi retuttavia notevoli stauri, perdette affatto il suo primitivo ordinamento ogivale. Sono alcuni avanzi della sua antica decorazione pittorica, che oggi si scorgono in un annesso
alla chiesa era
dito oscuro, posto fra la chiesa e la sagrestia. In essi
un
artista,
senese probabilmente,
come fanno credere caratteri stilistici della pittura, rappresentò in due scene contigue liambino, fra cori di angeli. l'apoteosi di S. Domenico e la Wrgine in trono con i
il
Tali dipinti
non rivelano nelF
artista
che
li
eseguì qualità molto eminenti
:
sono
tut-
tavia pregevoli per la bella composizione delle scene, la delicata espressione delle gure, la diligente esecuzione dei particolari. Noi crediamo che essi siano opera fi
rie
del secolo
Boi.ifacio IX.
XIV
e però
fi-
della
contemporanei della ricostruzione della chiesa fatta sotto
TIVOLI Un
fraiiiDiciil'.
di
venne più
(jucste ])iiiurc
IIQ tardi
ricoperto con una fij^ura a fre-
sco di-S. Antonio, eseguita nella seccjnda metà del secolo XV. K molto danneggiata. tuttavia ap]):irisce opera di non scarso pregio, per la buona modellatura del volto
dd
e lo splendore
scontrano g-li
colorito.
Kssa presenta alcuni dei caratteri che solitamente si riad Antoniazzo Romano e fra gli altri le palpebre de-
nei dipinti attribuiti
occhi abbassate, cosi da dare
volto l'espressione sonnolenta e stanca.
al
Nella cappella di S. \'incenzo
l-erreri.
nella
stessa chiesa,
si
conserva una
\>r(-
gevole tavola della seconda metà dtl (juattrocento. Vi è rappresentata, su fondo d'oro rabescato, la figura del Santo ])enedicente, fra quattro angeli volanti
gruppi
di piccole figure
rappresentano e quasi
i
committenti della
immune da
la esegui.
.suoi piedi,
ai
tavola.
di
fanno riconoscere
seconda metà del secolo
ciuesta è
di
il
.soccorso,
as.sai
buona
Benedetto Bonfigli. Certo
un saggio
che
nell'arti.sta
dell'arte
umbra
i
ca-
della
W.
come romana
in Tivoli,
forme
in quest'opera
Due
ai .suoi iati.
atto di implorarne
La conservazione
Gli angeli richiamano alquanto le
rinascenza pittorica
in
posteriori restauri. L'opera rivela notevoli qualità
ratteri del dipinto ci
Anche
inginocchiate
in
altre città
minori del Lazio,
la
del (juattrocento seppe affermarsi
vole decorazione a fresco della piccola chiesa
K\i;(:i\TA liKI.I,\ i;illl>\ in
>.
IIS
di
rigogliosa vitalità della
nobilmente nella note-
S. Giovanni Evangelista, attigua alTo-
\M.K>>Mt K PVI
\/./.ii
UKI.I. \
MI.I.V li'e>lK. (l'ot.
I.
l.
tl'.Vrti «Jralichcl.
ITALIA ARTISTICA
I20
spedale civico. Le pitture adornano oegi volta. torico,
rete di
le
due pareti
laterali
del
presbiterio
e
la
medesimo rivestimento pitche in seguito alla costruzione di un grande altare andò distrutto. Nella pasinistra è rappresentata l' Assunziime di Ilaria. In una grande mandorla.
Forse un tempra anche
CHIESA
DI
S.
la
KIlANCtSCO
parete
—
di
fondo aveva
l'AUrii;OLAUK llKGLI
il
\MICII1 AKIIIESCIII DKL COUO. (Fot. Gargiollh.
ornata
di raggi,
in basso, al
in
la
\'ergine è trasportata in
un paesaggio, angusto,
gli
cielo
apostoli
prodigioso spettacolo. Nella opposta parete
nome
tista e la
imposizione del
separa
nave della chiesa dal presbiterio
la
al
neonato.
da quattro angeli volanti, mentre
ritti
o prosternati
l'artista
Nel sottarco della dipinse
le
al
rappresentò
suolo assistono
la nati\ ita del
Bat-
grande arcata che
dodici sibille
ed
infine
nella
T v^oltii
i
(juattri)
evanj^elisti
con
\' I
n
I
.
quattro dottori
i
121
I
di -Ha
Chiesa o nel mezzo, entro
un
disco, la figura del Salvatore benedicente.
Lo azione
stato di consorvaziojie degli atfresclii dtll' u'iiidiià e
l'ojjera
di
l'Assunzione nella sua zona interiore,
CIIIKSV
III
S.
non
ì-
unitornie in
volgari restauratori danneggiò
KUANCKSCO
—
d<n'<'
l'MlTICOI.MlK
alcun»-
liKi.l.l
"gni lor
figure di aj)ostoli
]jfrd<-tt<-ro
parte del primiti\'o colore. Anclie la scena della Natività ha sofferto
volta e
del-
gran
ANTICHI AKHIKSCIII OKI. COIld. (I-"ot.
revoli e
La
part<'.
gravemente quello
("LiriJiolli).
danni
conside-
così quella seguente. Sono invece assai meglio conservati yli affreschi della (|uasi immuni da ogni restauro: queste figure mostrano ancora l'antica fre-
schezza e vivacità di colore, (hi entri nella piccola chiesa tihurtina. dalle pareti della
mura
lese in più parti e le tracce del-
incuria e dell'abbandono visibili in ogni luogo, è
vivamente sorpreso dallo spetta-
nave disadorne, l'
il
soffitto lacero
qua e
là.
le
ITALIA ARI ISTIGA
122
colo di questo insieme pittorico, anche og-gi molto notevole,
gior parte del suo effetto brillante e decorativo
di
un tempo
malgrado che
la
mag-
sia irreparabilmente per-
duta. Tuttavia agli storici della città di Tivoli, frettolosi e superficiali ogni qualv<»lta
I.IIIKSA hi S. SI'OIITKLI.I
non
si
trattò di
illustrare
DI
FI!\M;KSC0
IN THUTICO
—
l{.\IUOLOMI.O UILCAllIM
ItAl'I'IlKSKNT
AMI
:
L'ANNINCIAZIOM'.
qualche classica rovina, parve sfuggire l'importanza
di
questa
opera d'arte. più antichi ed autorevoli tacciono ogni notizia intorno ad essa; laddove quelli più moderni, che fugacemente se ne occuparono, l'attribuirono generalmente a Pinturicchio. Cosi 1' autorità dei patri illustratori e la rapida fortuna che accompagna sempre ogni attribuzione di opere fatta a beneficio degli artisti maggiori. Cili
scrittori
i
formò
la
11
\'
tradizione cittadina rlu- assepfna
ciclo di pitture. Tuttavia n..n .accorre
neità
1
<J
al
molto
paesaggio nel quale ò rappresentata
nlIKSA SIOIlTELI.l Ui
superficialità
VI S. HlA>CK^t.t>
—
L
brillante
in
pittore
umbro anche questo
sforz.. di critica i)er la
ricnoscerne
l'erro-
scena dell'Assunzione, condotto con
llAIllcH.Ulll.it
IN r»HTlc:0 I1A1-™e5KNHXT1
.d imperizia n.Hevnli.
12.
i
S.
lllL-AKIM
LIOOVIC» K
confronto d,
i
S.
:
KlUSCBSOl.
cospicui
sagK"
-'';,
,"'"'-'
/'"'f"
.Mara din,ostra.,one delle scarse fatempo eseguivano gli artisti n.igliori. offre una termn,e d, pa agone Tivoli ed insieme un efficace colt." inven^ve del frescante di P paesistica <li questo p.ttore da 'l^'' "^ per niisurare la di.stanza che sep;aa l'arte f^"° acrea. ^ difettoso di prospettiva pria di Pinturicchio. i;ori..onte angusto, naturale e de, nulle monti l,r„lli e desolati, l'assenza di o,ni varietà
"
p.ccol,
ep.sod,
ITALIA ARTISTKA
124 della vita, è tale invero
da destare nella memoria solo per ragione
cordo delle quiete
luccicanti di acque, sparse di verdi colline, di
valli
casolari, nelle quali la
e robuste, la poderosa struttura dei corpi,
figure alquanto
mente
esili,
ritmiche,
estremamente ricche ed
popolò
simonia con cui egli u>ò degli accessori ornamentali, nelle arredi
aureole, negli
come
rivelano
affettata-
con uni-
sue rappresentazioni.
le
di Tivoli, la
notevole par-
ndlr mandorle, nelle
vesti,
assoluta dei motivi arcliitettonici,
familiari, la trascuranza quasi
ben lungi dall'esser preso
egli fosse
teste
di cui Pinturicchio,
gusto decorativo molto sobrio, proprio del pittore
il
delle
l'aria
ele.ganti
formità quasi invariata in tutta la sua vasta opera, Infine
ampi abbi-
attestano una intima relazione con le
nc^n
dalle attitudini fiacche e
pietistica, le vesti
scene.
le
affreschi di Tivoli. ilalUM'ornn,' larghe
n^^gli
carattere energico e gravo, gli
il
con estrema parsimonia,
ri-
il
villaggi e di
prodiga fantasia del pittore umbro soleva collocare
Le alte figure degli apostoli rappresentate gliamenti ornati
contrasto
di
per
predilezione
di quella stessa
le brillanti manifestazioni del lusso e dell'eleganza che Pinturiccliio mostrò largamente
nelle opere sue.
sopra
i
maggiori maestri umbri e
i
affreschi della chiesa di Tivoli, quello dell'Assunzione di ]\Liria tradisce
gli
r intendimento onde era mosso l'autore di approssimarsi pinturicchiesche.
Il
gruppo
una mandorla lumeggiata artistiche
familiari
della
né uniforme
umbra
all'arte
in tutti
Vergine sollevata
Te forme
volti paffuti, coronati di lunghi riccioli, il
grave, quasi dura, mostrano
collo alto
come
l'intimo senso di misticismo, per
Pinturicchio
languore, dai
tratti delicati,
il
invano
appena
artisti
forte,
i
infantili,
lineamenti
romano, mostra particolarità ii:r<jpera sua,
e ]"r
altre,
nei
volta la misura
di
non e
Vergine
l'espressione
energici,
quel-
alitasse
create
\ergini
1
parete
nome
al
questa
di
destra,
quali
Roma >
ispirazione
meno
come pure la
si
natività di
nella seconda
metà
del quattrocento,
An-
nella decorazione della P)ib]ioteca \"aticana,
il
permettono di
imitatore
della
.sua
forme
di Pin-
pittorico
operosità, caratteri e
\asta
riconoscere
delle
nd campo
suo predominio
di
condotta per alcune particolarità
minor conto, sotto quella
ra]iprescntanti
di
dall'e-
neonato.
cui Cjuesti esercitava
le
di
apostoli dipinte nelle vele della volta,
frammenti oggi superstiti
stilistiche,
dai rosei
angeli,
studiatamente sentimentali,
volti
i
insieme con David e Domenico Ghirlandaio, e poscia in
da attenuare sensibilmente
sensibile nella figura del Salvatore, essa viene
che operarono a
tempo
del
ispirazione
loro carattere festoso e giocondo, la
e
toniazzo Aquilio, collaboratore di Alelozz
turicchio, nel
tale
quale, al contrario, gli angeli
in quelle della
Giovanni e l'attribuzione del L'ra gli
entro
sul finire
una
Tuttavia è
nell'arte del frescante tlburtino
il
quasi
affatto nelle nobili figure degli
ricercherebbe
Roma
onore a
carnose degli
piene,
spressione dolce e triste. Negli affreschi della ;
composizioni
delle
tipo
appaiono nelle tavole e negli affreschi, come penetrate
dal genio di
di più
in
né profonda, né
questi affreschi,
dal corpo florido, robusto,
ancora
e tenute
dall' influenza di Pinturiccliio.
la personalità artistica del pittore.
attenua ancora
al
in cielo dagli angeli, inscritta
d'oro, riproduce visibilmente alcune antiquate consuetudini
quattrocento dall'esempio e
.S.
tutto
specie esercitarono
L'inturif-cliio in
loro confratelli, negli ultimi anni del quattrocento.
Tra
si
non rimase del
tuttavia riconoscere che l'arte del nostro ])ittore
Dobbiamo
estranea all'influenza che
nelle
pitture di Tivoli
sotto l'influenza di ^Iclozzo da Porli
Pinturicchio. con
1'
aiuto di alcuni fra
i
T y I
numerosi
die
collabonitori
t't(li
si
deva
()
I
.
I
«2.5
associar»-
nell'esecuzione dei vasti incarichi
affidati-li.
Distrutti
i
g-ramli cicli di affreschi che .\ntonia/,zo
pella di S. F.ui^enia nella chiesa dei Ss.
CHIESA
1)1
S.
lilM.li)
lUPI'nESKMAME
-
S.
l,\\(il.\
liKI
sK',.
W,
VINCEN/o KEUUKIll.
Roma
dipinse a
Apostoli (14Ó4-1465), per
:illl..S\
1.1
>-.
1
l.A.\i.i.M.u
IlAII'IIKSKNrAMK
S.
la
-
jx-r
cap-
la
chiesa di Santa
JAW.il.v
XMoMO
DI
bt.L
.-.Li..
W
.
l'AliOV \.
Maria della Consolazione (1470}. per la Biblioteca Vaticana, sott.. il p..ntificato di Sisto IV (1474-14S3' ed infine per una cappella di S. Maria della Pace ed in S. Luig-i dei h>ancesi, solo alcuni (juadri di altare e qualche affresco di non cinsiderevole importanza gli sono oiTg-i riconosciuti e possono fornire urli elementi per determinare la sua personalità
artistica. In queste sue opere le fiifure hanno forme sviluppate e robuste ed alquanto pesanti il corpo le.jjgermente inclinato verso l'uno o l'altro fianco ;
ITALIA ARTISTICA
120
con movimento tranquillo,
in quella
guisa che vedesi
è notevole per la forte struttura ossea che nella sporgenza degli zigomi.
denti per
mani
il
si
netili affreschi lihurtini. 11 capo accentua nelle protuberanze frontali e
Le barbe sono lunghe
collo e per le spalle, gli occhi
S(ìcchiusi,
e prolisse,
ossute, dalle dita divaricate in atto di trasalire. Vestonti
stoffe pesanti,
a orandi partiti di pieghe,
ricche masse, con
alquanto
una direzione generale che
CIIIKSA bl
^.
si
i
capelli
dall'espressione
folti
scen-
sonnolenta,
le
anche abbigliamenti
di
secche e profonde, distribuite
in
diparte da un fianco e traversa dia-
^lot. K;niiciotti)
lilAGIO.
gonalmente la persona. I personaggi non difettano di sentimento; hanno per sohto una espressione di gravità solenne ed immota, però non congiunta con un carattere nobiltà
di
e di eleganza. Così le vergini ispirate ad
un
modello
sano e non mostrano grande distinzione di tipf) e di attitudini. I colori sono intonati sopra una gamma vivace e chiara, ma con scarse ombreggiature, con bruschi passaggi trattati con grande rapidità e piuttotto con ricerca degli effetti d'insieme. La scarsezza delle particolarità de\
i
realistico
icoroso, nonostante l'ombra di malinconia che è nel loro volto,
prative,
dei brillanti accessori nella trattazione del
paese, delle architetture, rivelano
il
suo
fiacco
costume e
sentimento
delle
suppellettili, del
decorativo.
T
1
\'
<
)
I
,
'-'7
I
L' insieme di questi caratteri ^cnorali ò dato riconoscere anciic nej^li affresclii della
piccola chiesa tiburtina. Nei quali jjeraltro le condizioni fresco attenuano alcuni' chllc inanchevolezze che
questo
mentre ne pon^i'ono
pittore,
dello spazio sul (|uale
una magjj^iore
lil^ertà e
Cllli:S.\ DI
il
loro
carattere
S.
si
in
im'j^liore rilievo
svolijfono le scene
proprie- della tc-cnica dell'af-
riscontrano nei quadri di altare di
si
nonché
le
Inione fjualità. L'ampiezza
complessità dell'azione, consente
la
varietà di atteg]L,namenti nei personaj^jL^i; e
UlAiilil
-
\MoMA//.ii llU.M\Mi:
solenne e grave,
l'IlllllV
lì
M'I'lil.SKM
perdono tuttavia
la
\M
I.
(juesti,
S.
rigidezza,
membra, proprio delle figure rappresentate nei (luadri affrettata, alquanto sommaria di trattare il colore, con scarsa
delle
di
ombre,
che
dissimulata.
quale
i
e serietà.
di
il
\I!.\U..
jjalese
altare.
imbarazzo
La maniera
]X'netrazione di luci e
è sensibile nei quadri a tempera, in queste pitture è quasi del tutto
La sobrietà
proporzione povere il
\M()Mii
pur conservando
dei
brillanti
accessori,
di effetto decorativo,
personaggi acquistano
che
diviene un
in nobiltà e
fa apparire
le
opere
di
piccola
pregio nei nostri affreschi, per
vigore espressivo e l'azione in chiarezza
ITALIA ARTISTICA
128
<,lllKs\ DI
S.
ANTONIAZZO ROMANO: L'ASSINZIONE
(JIOVVNM EVANGELISTA
Alla corrispondenza dei caratteri generali
alcune particolarità. Così
la figura
si
dell'evangelista
liKI.I.A
\
ElliWM;,
l'Alil ICOI.AI'.t:
DECEI AFKIIESCHI.
aggiunge quella non accidentale Matteo,
dipinta nella
volta
di
della
chiesa tiburtina e quella di S. Paolo, rappresentata nel quadro della Galleria Corsini di
Roma, presentano una notevole comunanza
di tipo,
manifesta nella poderosa strut-
un poco depresso, con forti protuberanze frondoppia ruga nel mezzo della gota egli occhi socchiusi. L'an-
tura del corpo, dal largì cranio calvo, tali
e zigomi salienti, la
gelo inginocchiato, presso l'ev^angelista, dalla tunica cerulea e la candida sopravveste ripresa
ed
al
.sui
masse
fianchi in grandi
v<.)lto
roseo, penetrato
di
di
grazia
pieghe, gli cmrei capelli sparsi intorno infantile,
quello della nota tavola della chiesa di S. Maria ila
comune con
gli
sopra
una
intima
Minerva,
il
Si osservi inoltre
come
fortemente
arcuato
la nobile figura dell'apostolo
e
presentò nell'affresco
di
S.
Pietro in Montorio a
modo, sopra un gruppo gn.ssolana, mostrano lo stesso stesso
le
tempie alquanto
(|uale a
.schiacciate,
di
Roma.
nubi rappresentate
L' una e
con
sua volta la
parti-
disgiunto
dalle
Marco,
volta della chiesa di Tivoli, riproduca con molta esattezza quella che
al collo
relazione
angeli che sorreggono la Vergine nell'affresco di Tivoli,
colarità del gross') pollice del piede, carnoso, altre dita.
palesa
di])into
nella
Antoniazzo rap-
l'altra
sedute nello
con convenzionalità veramente
.sviluppo osseo del volto, gli zigomi larghi e sporgenti,
l'espressione assonnata della fisonomia.
'I
Omettiamo condurre
xru.i
1
stilistiche
rrnAte altro ])artic()larità
L'affresco
sul prog-io delle pitturo.
non indegna
doU'Assunziono
maggiori maestri del tempo.
dei
personaggi, l'intenso fervori- religioso e alta
composta
e
la
intima e chiara r
ed
piccoli gruppi
in
figure isolate,
la relaziono dei
una delicata concezione
Lo
Ile
l'
Il
con
di
solo (jualcho rilievo
una scena solenne e
«li
è
vrrandiosa.
di
altri,
esprimono <on
molto abilmente distribuita perfettamente equilibrato;
apparisco
gru])po della N'ergine volante
in
cielr»
freschezza e di vita.
padronanza
m-lla
lo spirito di
dei corj)i, lo
trattazione
carattere espressivo, mostrano anche
affreschi e specialmente le bello fit^-ure
(xiovanni, è condotta
modo
riscontrano così negli
carattere maestoso e grave di alcuni
altre parti
le
degli evangelisti e dei dottori ed
Salvatore benedicente, dipinti nella \olta del presbiterio. S.
si
impressioni che nell'animo dei presenti
insieme
stesse ominfMiti ([ualità, la stessa alt<T
Il
<"•
serio degli apost<
personaggi.
])iona di
sforzo di infonde re in ossi un di questi
La
quali
viva drammaticità
la
varietà de
suscita lo spettacolo del prodigio.
lo
Antoniazzo e facciamo
affreschi tiburtini corno in altro opero di
in
relative al paesaj^^gio. al
pieghe, all'anatomia dei volti (mIoIIo mani,
lo
eloquenza
20
un episodio
La scena
realistico,
della
natività
il
di
che rimane tuttavia
notovolnunto inferiore ai modelli affini di Domenico (diirlandaio e degli altri maggiori pittori della Toscana e deiriTmljria. Il sentimento di domestica poesia, il con-
IIIKSV
III
S.
I.IOVANM KVAM.KI.ISrv
—
\NroMA//.il ItdH \MI
:
PMtl U.uL MlK
UKi.l
I
\rHlK.Si.MI.
;illK-\
IIIK>\
III
111
S.
S.
i.lOVANM
i;\
ANGKMSTV
I.IOVANM KVAM;ELISÌA
—
—
AMOMAZZO
AMO.MAZZii
liUMANO
:
l'Ali
HCOI.AHI:
UEiJI.I
IIU.MA.NO: l'AllTILOI. MlK JiKM.I
Al'
KlilCSCIll.
ArKIìKSCIII.
ITALIA ARllSTirA
132 siderevole
numero
genere, qui invece alla
si
che fanno
Anche
le
quelle opere squisiti capolavori di
di
ricercano invano.
buona, senza soverchia cura dei
sonaggi.
decorativi e
e la varietà degli episodi, la ricchezza dei particolari
delle suppellettili familiari,
scene
La rappresentazione dell'avvenimento
particolari,
legame fra non sostengono
senza evidente
deboli qualità coloristiche di questo affresco
di
è ideata per-
i
il
con-
fronto con quelle vivaci e brillanti, proprie della pittura della volta e della parete di sinistra; così
che noi siamo indotti a riconoscere in questa parte l'opera
boratore assai
meno
CIIIKSV
("•
!i|
S.
abile
i.liA
WM
del maestro,
i;\
\.M,i:L|SI
\
al
quale
V.NTOMAZZO
I'.ipMA.Mi
:
l'AlillCdl.Alli;
La scena della imposizione del nome, nonostante una delle composizioni più degne di considerazione
carattere
solenne,
espressioni, e.ssa
uno
la
altamente
grandioso,
semplicità
e
plastico
lil.iil.l
\l
l
i
pittori
un
colla-
affidata.
l!l>i;||i.
gravi danneggiamenti sofferti.
i
questo ciclo di
in
delle
figure,
che operarono a
Koma
affresclii.
la nobiltà delle
bellezza degdi abbigliamenti, assicurano
la
dei gradi eminenti fra
di
commissione venne
la
nella
all'
Il
loro
autore di
seconda metà
del quattrocento.
Nello
scarso
numero
di
(juattrocento è particolarmente stico, -sale
opere
degna
che oggi rappresentano di nota,
per
il
suo
in
Tixoli
considerevole
la
pittura del
pregio'
arti-
una tavola a tempera rappresentante S. Bernardino, che trovasi in una delle del Palazzo comunale. Il taumaturgo senese è rappresentato in grandezza quasi
I
angeli dalle luiii^hr
d'oro,
ali
ornati di fulgenti diademi,
i-
di
CUIKSA
estrema
Ul
S.
diligenza, i
.S.
così
i
colori
i
uso delle ombre
,\.\(;KLI> T A
- AM11MA//1I
ogni
;
UO.MA.NO
con
:
l'Ali
tenera pietà,
nel suo v^olto, l'assenza di luoghi
dere che l'opera
dell'artista,
di
dell'opera
UKia.l
inte-
rivela
la
11
il
dell'
trattato
raf-
con
AtfRKSCHI.
nelle (juali ogni
buon gusto. La fiprofondamente com-
finezza e di
di
carattere di nella
è
del miniatore, l'occhio, gli
fervida sollecitudine per
comuni
anziché
riproduzione fedele e studiata caratteri stilistici della
(|uadro non
venne
ed intonati, sono
I)ernardino, consunto dalle fatiche e dai traxagli. è di
Il
fondo
particolare
MOOLAItK
fini'zza
la
un piccolo capolavoro
qualità più alte del riformatore senese.
I
il
mentre due
biondi cajx'Ui
(|ualità artistiche
capelli disegnati
di rosso, è
presa di quei sensi
la
non comuni. brillanti, ben fusi
i
santo.
il
s(j1<j
verdognola. J/esecuzione
tinta
abili-
(JIOVANM K\
lani^uida dolcezza,
fregi dorati delle tuniche, le aureole e le ali degli angeli,
piuma, rilevata di
'33
rosse tuniche, sorrej^^gono
di
corr<.'tto,
con un moderato ed
orecchi,
[
I
essenziali notevoli restauri:
una brutta
disegno è fermo
II
gura
di
un pittore dotato
di
forzati
•
xolto penetrato di
il
vestiti
soffrire nelle sue parti
ramente ricoperto
mano
\'(
vestito del rozzo alìiic francescano, diritt<) suircmisfero terrestre,
Tialiirah',
ebbe a
I
i
simili,
che furono
le
schietto realismo che è impresso
trattazione
di
(juesto.
ci
fanno cre-
frutto di accettate convenzioni iconografiche, sia
inìmagine reale,
tempera tiburtina
ci
fanno
in
il
ritratto della
persona viva.
essa riconoscere facilmente un
saggio notevole della pittura senese della seconda metà del quattrocento,
una
bella ir
ITAI
134
opera
Sano
di
di
considerevoli, fra di
Pietro,
quali
i
dipinse
Pietro
in
un
ARTISTICA
l.\
Xel Palazzo pubblico si
distingfue
pilastro
della sala
VjLÌ l\*Li <tUÌ:^ù;^*lV3^ tìtt^l^ i£^
*^V^
'
\
Jìl^T^--
,L-
mn
insieme
Siena,
che precede
la
una
cappella,
San Bernardino,
l'n
fra la tavola di
Tivoli e
rispondenze ^^^^ delle
*
altri
affreschi
dilla Vergine,
Siena rivela subito
\* LIRfi^^'^Nf^
S^!!^Ì^^#ÌlWtìiÉfc!i
di
una grande Incoronazione
figura di
rapido confronto
tal
l'
affresco di
numero
nelle particolarità
figure da
Sano
non
lasciare
di
cor-
stilisti-
dubbio
alcuno nell'attribuire ad uno stesso ar-
^^Ék. i
tefice la loro esecuzione.
ÌTHiEBRM^ETSOLVEJ^'
I ClliESA DI
S.
i;iOVANM EVANGELISTA
—
ANTOMAZZH
l'AIITICOI-AME DKGI.I AFrilESCIII.
—
l'Al.AZZO COMI NALE SANO Ul l'IElllO: TAVOLA RAPI'IlESEiNTANTE S. BEIiNARDINO.
(Fot. Danesi).
TIVOLI
CHIESA
DI s. r.iiivANM Kv\.Ni;RLi>;r\
— amomazzo PAltTICOLAIIK
Anche
il
quadro
presenta
di Ti\oli
135
uomano: la natività
KVJ.l.l
infine
le
il
vivacità dei colori ben fusa e temperata,
teste
minenze
frontali,
i
corpi
esili,
i
gracilità,
di
ciuvasm KVWLKI.ISIA.
qualità i,^enerali che
le
ali,
riscontran"
si
le vesti,
la
sono tondeggianti, con scanso pro-
panneggi abilmente disegnati,
eleganti e specialmente le aureole,
liebri
s.
disegno è sempre fermo e delicato,
in tutte le opere del nostro pittore. In esse le
i>i
AKKItK>(;ill.
i
diademi, l'n
mollezza nelle forme, una espressione di grazia e
ed angelici fecero giustamente appellare .Sano
gli
di
di
Pietro col
gelico della pittura .senese. Tuttavia < opportuno rilevare
come
accessori ricchi ed gentil»- carattere di
purezza nei
nome
di
tipi
mu-
Beato An-
l'arte di .Sano attesti
quadro tiburtino una studiata ricerca del \ero, quale non si palesa solitamente nelle altre opere di lui. Mercè un abile digradare di luci e di miibre. un fine impasto di colori, una nettezza singolare di esecuzione, il pittore imprime al volto del .santo una forza di modellato, una vivacità di carattere, un sens«i di forte individualità non c<^)mune nelle sue figure. Per questo riguardo il quadro di Tivoli « di gran lunga superiore all'affresco del Palazzo pubblico di Siena, nel (]uale il rilievo delle forme apnel
parisce alquanto .superficiale e negletto e certi particolari, il
n^iento,
sommariamente
trattati.
come
i
cajx'lli.
gli
orecchi,
ITALIA A RI ISTIGA
i:,^
Quali peregrinazioni poi e quali vicende abbiano condotto nel Palazzo municipale di
Tivoli questa bella tavola
non
ci
è dato
conoscere.
di
anche questa volta tacciono ogni notizia interno
burtini
che ebbe occasione di parlarne, espresse gravemente attribuirsi a (ìiotto.
morto,
come ognun
sa,
il
Le guide
al
e q-H storici
quadro ed
il
giudizio che l'opera
circa cinquanta anni
prima che
ti-
iUilgarini.
dovesse il
Santo
nascesse.
PIAZZA ItEL
lilSF.ItltACLlO.
(Fot.
Il
più insigne monumeritij architettonico
del rinascimento
Tivoli è la fortissima rocca fatta costruire dal pontefice l^io bile fede dei tiburtini alla
a difesa di
Roma.
11
il.
che
I.
I.
iTArti Grafìclici.
vanti la città di
per infrenare la insta-
soggezione papale e per farne un valido arnese
Gobellino, nei C"ommentari
itila
vita di
di
guerra
questo illustre pontefice,
Sappiamo nuova fabbrica si andava costruendo vennero rinvenuti alcuni notevoli avanzi di un vasto anfiteatro, ornamento d':'irantica città e che nel luogo .stesso dove erano state poste le nuove fondazioni )rnarono alla luce le rovine di una fortezza medioevale, che si ritenne costruita dall' ;;iip:-ratore Federico Barbaro.ssa. Li nuova rocca in breve spazio di tempo giunse fornisce
da
t'
numerose
n')tizie
tale testimonianza
intorno alla costruzione di quel grandioso edificio.
che presso l'area nella quale
la
ITA ri A AKTTSTTrA
138
quasi a termine. Altissime mure, disposte in pianta
corona
ne fomiarono
di merli,
nucleo centrale
il
.stissime torri merlate,
di
differente
morte
di
Pio
incompiute
alla
a compimento. briche.
Ouesti
nelle quali
egli
]I
dimorò
porre
la
la
grande
nella estate del
IMù frequenti dimore fece in Ti\oli
gliando
Pio
IL
\'i
C(ìStruzione della fortezza, attendendo
.^ua
opera
stato dell'Asia,
<;ullo
sorsero
a
nei
una forte
quattro
piccole vennero
e solo più tardi, per opera di Alessandro
fece pure costruire nel stesso
due più
grandezza. Le
cinte da
quadrilatera,
agli angoli
;
\'I,
robu-
lasciate
giunsero
rocca alcune
cortile della
al>
1494.
passò
Testate del 1461.
piacevoli
ozi
visitare le rovine di
sorve-
a commonumenti.
tiburtiiii
anliclii
IMNKSTIl.V IN PIAZZA S. CIU.ICK (SKC. NV).
ad evocare tefice,
le
memorie
e le grandezze del passato.
che questi assai spesso, durante
lietamente a diporto (|ua e
vente
.so.stava
lungo
le
in
aperta
là
per
verdi rive dell'Aniene,
fiume. Altre volte Pio
II
si
a riposare,
.sui
Narra
compagnia all'ombra
prati solitari, lambiti
.spingeva entro la tnmquilla
ruscelli. Solcata dai ruderi maesto.si degli
biografo del grande pon-
il
suo soggiorno in Tivoli,
dintorni, in
i
campagna
il
antichi
di
amava andarsene
alcuni cardinali
di
(jualche
acque
dalle
o
cristalline del
Arcense, irrigata dai
valle
romani e
accjuedotti
e so-
antico olivo
(|uivi
presso
qualche limpida fonte, sotto la folta ombra degh alberi si .soffermava a lungo o conversando con cardinali degli affari dello stato o ricevendo le ambascerie. Così non i
trascurò di visitare gli avanzi imponenti della villa di Adriano.
dente fervore per
il
mondo
classico,
si
inoltrava curioso fra
i
Tratto
dal
suo
ar-
rottami marmorei, fra
TI VOJ.J le ì)oscag-lie e le paludi
a ricorcare
139
del passato e
le vestijifia
innumerevoli delle cose morte e i^andi ne colmavano si'ntando,£jli la irreparabile
edifici,
presentano in Tivoli
La
da per tutto
tristezza
IN Sl\ IIKI,
TIlKVm.
l'attività edilizia del quattrocento, del
bella pietra tiburtina, di cui
sono ricchi jjfli
i
dintorni della città, fornì un
aj^getti delle costruzioni,
case del quattrocento sono ancora abbastanza numerose nella il
tipo architettonico
delle case
romane
dello
ra}>-
cinquecento e del seicento.
stesso
tempo
materiale
pilastri
i
architravi delle porte e delle finestre, le trabeazioni, le cornici, le scale,
sentano
rappre-
alcuni dei quali molto niitevoli per pregio architettonico.
eccellente per decorare n<ibilmente tutti
Le
traccie
le
T animo,
caducità dei beni mortali.
i\LA/./.l
Numerosi
di
i
città.
e
e
gli
cortili.
E.sse pre-
sebbene co-
ITALIA ARTISTICA
140
dimensioni non grandi, mostrano tuttavia un carattere di armonia luogo. Epigrafi latine, frammenti e di eleganza, abbellito dalla pittoresca natura del Talvolta una ricca decoadornano. di antichi marmi e stemmi gentilizi spesso le Nella pittorica ne ricopriva le pareti esterne, oggi cancellata dal tempo. struite di solito in
razione
.llll'.SA
bl.I.
i.liSl
via del Trevio alcune abitazioni risalgono al quattrocento,
numeri 18 e
19,
come
quella segnata con
quella attualmente posseduta dalla famiglia Petrucci
belle finestre a croce guelfa, in piazza del Trevio.
Vn
e
l'altra,
i
con
bel saggio di casa quattrocen-
Tomei. munita di una forte torre morlata, dalla porta in travertino, ornata con punte di diamanti. Altre abitazioni notevoli della stessa etĂ sono nella piazza del Seminario, come
tesca è quella in via del Seminario, di
proprietĂ
TTAT.TA
142
ARTISTICA
quella segnata col n. 28, con un bel loggiato esterno td
ed
alle finestre.
In via
degna
del Riserraglio è
colonne immesse nelle mura e
di
di
cornici, di pilastri e di
e sulle finestre. Nella vicina piazza del Riserraglio, quasi esistenti
sono da
riferirsi
alla
eleganti
nota
la
cornici
alle
casa Porcari,
stemmi tutte
attualmente
case
stessa età e sono pure ammire\oli per
il
di
porte
sulle
gentilizi le
porte
ornata
])itloresco in-
sieme che esse formano.
Ai primi anni del cinciuecento
PALAZZO iOUI.OMA
—
r
da assegnarsi l'antico palazzo dei Tomei
l'Alt ilCOLAIll-;
DELLA DKCOllAZInM-;
UE). c:((UriLK.
(lot.
Trevio. sobrii
Il
bel cortile
adorno
di portico e di
I.
I.
«l'Alti Gr.-i(ìclie).
loggiato sorretto da colonne doriche,
i
profili
ed eleganti delle finestre e della cornice, l'armonica distribuzione delle varie parti
architettoniche, fanno di (|uesto edificio del principio del secolo
X\T. Della
uno
stessa
dei migliori saggi della edilizia tiburtina
età e piirimenti
pregio, sono un palazzo in via del Colle segnato col n. alla
in via del
famiglia Zaccone in via
attribuito,
senza fondamento
del Seminario,
il
interessanti
palazzo già liandini
alcuno, a Michelangelo Buonarroti
e
già appartenente alla famiglia Mancini, passato quindi in proprietà
prima, td
ir.fine
della famiglia Giannozzi.
per
il
loro
132. quello già appartenente in
via
quello di
Maggiore,, prossimo,,
casa Torlonia
']• I
\'0
I.
143
I
In questo edificio meritano particolare attenzione l'androne, ornato attribuite
al
ma
Vasari,
l'ALA/./U
bella
decorazione
del
c.se,tjT.iite
lOlll.iiMA
cortile
architettonici e floreali in
ricopre alcuni tratti
questa decorazione
—
l'MlllCOl.Alll. HKI.I.A
con
stucco
verisimilmente
prospettive
ed infine
il
HKoiUA/IONK W.\ idlllin. (Fot. L
in
mosaico
I.
belle j^Tottesche.
Zuccari. la
dej^li
«l'Arti CJratichci
rustico e
fijjure e fregi
rivestimento di mattonelle dipinte che
androne e delle scale. considerevole per la molto veramente terracc^ta è
delle pareti del cortile, dell" in
di
da un discepolo
11
pregio
di
bella fusione
ITALIA ARTISTKW
M4
dei colori, la eleganza dei motivi ornamentali, tra
e la \'ivacità i
leoni
Lo
araldici
stile
delle
tolti
dall'
impresa
\
h'KSIIO
—
decorazioni «'pera
in
del
mosaico
rustico
palazzo della
ornamentale
sia
da
ed
villa
si
distin^mono
in
come
è noto,
(-ACCIATA IKX l'ALAZ/.O.
dal cardincJe Ippolito d'Este a Livorare nella sua villa, cortile
quali
grottesche proprio della scuola degli Zuccari, chiamati,
VILI,
del
i
della famiglia Alancini, che fece edificare la casa.
stucchi,
che
caralLtTe della decorazione
il
tanta
analogia presenta con
le
Estense, lasciano pensare che anche questa bella
attribuirsi
cinquecento decorarono quel palazzo.
agli
stessi
artisti,
che nella seconda metà del
ITALIA ARTISIICA
146
Ma
più meraviglioso fiore che la rinascenza italiana fece sbocciare nella terra
il
tiburtina fu
incantevole
la
seconda
nella
edificata
villa
metà
del cinquecento dal
buongusto nuova dimora del porjDorato Estense delle bellezze più incomparabili, a farne uno dei modelli più deliziosi e rari fra gli edifici di simil genere sorti in quel tempo in Italia. cardinale Ippolito
II
d'Este. Tutte
le
più squisite raffinatezze del lusso, del
e dell'arte, proprie dell'età aurea della ci\iltà nostra, concorsero ad ornare la
Alla magnificenza della villa corrispose lo splendore della vita
VILLA ll'LML
suo magnifico fondatore ed
i
—
Tutto
il
fa.sto
primi successori
modi
cortigiani,
di
lui,
il
condussero
il
campo
numerosa
rap-
delle lettere, della
po-
circondati da luia
delle arti,
signorile ed elegante, tradizionale nella casa d' Este,
ed illuminato mecenatismo, l'amore degli voli
vi
l'AlSTlCOLAIU. liLLI.L ITLll UL liLL l'ALA/./.U.
presentanza degli ingegni più eminenti nel litica.
che
gusto delle
studi,
feste, dei
delle dotte
il
suo liberale
conversazioni, dei
piace-
conviti e dei cortei, lo splendore degli ab-
bigliamenti e l'ospitalità generosa ed aristocratica, per cui la nobilissima stirpe andò celebrata in tutta Italia per lungo ordine di generazioni, rivisse nella magnifica villa
tempo che vi soggiornarono successivamente cardinali Ippolito II (fi 572). Luigi (71586) ed Alessandro d'Este (71624. Poi mutarono le condizioni e nuovi in-
tiburtina, nel
fausti destini
tempo gnifici
e
l'
i
si
svolsero per
più
secoli,
fino
ad
oggi, per (juella regale dimora.
incuria degli uomini fecero sfiorire irreparabilmente gran parte della
nza antica, portando ovunque la desolata mestizia delle rovine.
Il
ma-
T Ippolito
pensò
di
II,
fissarvi
eletto j;jovernat<
stabile
dimora
\'
(
L
j
i
Tivoli nel
di
)r('
1
14:
1,550, allettato
e di trascorrervi
<^\\
dall'amenità del
ultimi anni della sua vita, spesa
nei pubblici negozi ecclesiastici, in lunj4"he e difficili missi<jni di]jlomaticli<;
corte di Francia. S.
Mari.i
11
sito,
press(j
la
piccolo palazzo ])ubblico, che sorjjfeva in Tivoli presso la chiesa di
Mayi^iore, do\e ])er antica altitudine
KoSTANV
IN
I
\.V
SALA
IH
morare, non parve all'aristocratico porporato
i
^'•overnatori della città
VILLV D'KSTE.
residenza
solevano
d-
(Fot. Moscioni).
conveniente
alla
digfnità del
suo cjado e della sua casa.
Cominciò dall'acquistare
dove
eg"li
deliziosa
aveva divisato
di
le
numerose
bellezza va/Zr gamirìitr.
che quivi erano,
affidò
la
E
fattele
costruzione
sorgevano nel luogo nuova residenza, chiamato allora per la sua
abitazioni private che
edificare la sua
del
radere
al
sontuoso
.suolo e colmati
edificio
all'
i
ff^rti
insigne
Pirro Ligorio. Per mezzo di poderose condutture, scavate nei fianchi del
dislivelli
arcliitetto
monte che
ITALIA ARTISTICA 148
aure gigantesche di altre cu t . ^ Croce, Croce e S. ^ g porta sortre presso la
V,U.A U'ESli:, CON VtULlA
sua opere idrauliche dotò la dall'Amene. parte mae^ior
.MU...A .:..iKSA DKLl.A
CA.UTA.
VILLA ll'KSTK
cii'.ir.jiè
,..o, 4.
—
L\IO SIMSIIK) ItKLLO SCALO.NK.
..vi.Lv
ii.i;i;\/./.\
ui
\i:.Lv Ii'ksik.
ITAl.lA
150 dei giardini, la
chiamò
artefici più
gli
alcuni dei più
Taddeo di
piantagione
delle
aiuole,
abili d'Italia.
eminenti
artisti
ARTISTICA
del
la
distribuzione
La decorazione
dei
interna
grottesche, con
sì
fine
a
fresco,
gusto condotte da meritare
VILLA D'ESTE
Vasari.
«
Avendo
il
—
affidò
rappresentanti
il
camere
per
episodi
ricordo e gli elogi che ne fece
il
biografo aretino, tenuti
una sua bellissima
villa,
che
ha a
molti pitTivoli,
vi
a dipingere due stanze, una delle quali è dedicata alla
N(jbiltà e l'altra alla (ìloria, nelle quali
lavori,
molti
ed eleganti e svariatissime
si
portò Federigo
molto bene e
belle e capricciose figure. Si servì Federigo di molti lavoranti, darli presto fine,
cose gettate a stampa
ad
concorsero
BALALSTKI.
cardinal di Ferrara, dice
maestri di stucco a lavorare a
mandò ultimamente Federigo
mili
vi
e Federico Zuccari. che ornarono brillantemente sale di ricevimento,
della storia favolosa di Tivoli, scene bibliche e mitologiche
il
palazzo
del
tempo. Fra questi maggiormente
uso domestico e portici con belle pitture
tori e
boschetti e dei viali
come
fece, a volontìi
vi
fece
come occorre
di
in si-
de ditto cardinale, che voleva
Altri valenti pittori collaborarono con
gli Zuccari nella magnifica decorazione del palazzo e vanno fra questi specialmente ricordati Luigi Karclier, biulio da Urbino, Antonio Tempesta e Girolamo ]\Iuziano. Sono opera di
le
».
TI quest'ultimo
le
VO
LI
pregevoli pitture che adornano
isi
la
cai)pclla del palazzo,
ancora
oj^-g-i
assai beni' conservate.
A palazzo
chi
osservi
Estense
nel suo complesso la decorazione pittorica delle sale terrene del
n()n
sfuy^f
una
certa
manchevolezza
di
pensiero e di perfezione
tecnica che essa dimostra.
Vir.LA
IÂť'
KSIK
Generalmente le composizioni storiche, bibliche e mitologiche sono condotte con grande superficialitĂ , con spirito del tutto decorativo e con scarso studi<i 'dei particolari cosĂŹ da tradire chiaramente la mano dei numen^si collaboratori chiamati dagli con cui ogni cosa venne eseguita. Al contrario in tutta piĂš propriamente ornamentale dove nessun particolare sforzo di pensiero era Zuccari e
la
fretta
l'opera dei pittori ornatisti raggiunse
un pregio
elevatissimo. Tutte
le
la
parte
richiesto,
decorazioni a
I
ir. \
S2
grottesche dei di
mosaici
lori,
soffitti
rustici,
LIA
ARTISTICA
e delle pareti delle sale, alternate
sono
di
una bellezza ammirevole.
Il
con
fregi dorati
--
FUMANA
dei soggetti tolti dalle fonti piĂš svariate, coiiie di frutta,
stelli
mento 1
|ii;i
IJli
stucco e
contrasto vivo e netto dei co-
quello delle forme, a volte piene e robuste, a volte rabescate
VII.I.A D'F.STE
di
esilissime,
quello
Milli.
fiori,
uccelli,
maschere, ghirlande, ce-
chimere, intrecciati in una trama elegante e delicata, dona
al
rivesti-
una vivacitĂ ed un brio pieno di gusto squisito. migliori decoratori del tempo eseguirono le minori opere di ornato, come pittorico delle sale
fregi
ALIA ARTISTICA
•54
ed in marmo, mosaici rustici, graffiti, che in larghissima misura profusero neirabbelhmento degh atrii. delle scalee, dei loggiati, delle fontane. Scultori insigni ebbero commissioni di statue, di busti e di bassorilievi in gran numero. Così Gio. Bate una di Roma, setista del Porta fu incaricato di eseguire dieci statue di ninfe in stucco
'^'itjkir
w..-*^*i
VILLA U'KSTK
condo
i
I'AUTICOLAHE DELLA TONTANA LiLM/dKC \N0.
disegni del Ligorio, e di comporre con parti antiche una statua colossale di
Tiberio, condotta poi a
Ma
—
il
compimento da
alcuni
artisti
fiammiiiglii,
più notevole contributo alla decorazione scultoria del palazzo e della villa
Estense venne portato dai prodotti degh scavi fatti dal cardinrde Ippolito nella villa di Adriano ed in altre ville antiche del territorio di 'Jivoli. L'elenco lasciatoci dagli
T storici
tihuriliii
drllc sciiltun-
(.-lassicht'
I
\'<
Statue
fauni r
"li
numi e
di
di
cipi)i,
'55
rappresenta
ci
dee della mitolojria
amori, di amazzoni, di eroi e di
e di persona i^i^i illustri,
IJ
poste ad ornamento dei
ricchezza che desta la più alta meravij^lia e tale decorazione.
>
j^-ij^-anti,
la
j^'iardini
Estensi è di una
straordinaria bellezza di
latina,
ed
)^''reca
ej^izia.
busti e statue di imperatori
colonne, frammenti di architravi marmorei,
di
romani
sarcofaj,fi
con
belle rappresi "Utazioni mitoloj^iche, vasi di o^ni specric, anfore, idrie, cantari riccamente ornati, tuttociò infine che di più prezioso e raro si rinvenisse nelle escavazioni del suolo
"^^ —^-^sftimf^,;
MI
l.\
Ii'KMl.
KiiM AN
\
IH
1,1
'llV \l(l.
(Fot. Mo<cionii
viali di archeologico tiburtino veniva ad arricchire la magnifica dimora. E lungo piccoli boschi di lauro, sul margine delle pittoresche fonmirto e di cipressi, entro i
i
vaste peschiere,
tane, presso le
come
nell'atrio del palazzo,
lungo
le
maestose scalee,
belnelle grandi aule, innumerevoli e svariatissime opere d'arte portarono la S(ilennc suppelmirabile questa Oggi forme. lezza, la leggiadria e l'eleganza delle classiche lettile artistica
t-
quasi del tutto .scomparsa
('alla
villa
settecento Francesco III d'Este. duca di Modena,
sue sculture, che
in
parte andarono ad arricchire
la
magnifica. (ìià nel principio del
spogliò del maggior
le .sue
numero
delle
collezioni modenesi, in parte
ITALIA ARTISTICA
156
furono vendute
al cardinale \^alenti.
Altre vendite ed altre
dispersioni
dai suoi successori, a beneficio delle raccolte pubbliche e private di Il
ed
i
più
vago ornamento
della villa furono le sue
bizzarri giuochi idraulici di cui l'arricchironcì
VILLA U'LSTL
—
il
numerose cardinalr
TOM ANA.
furono
fatte
Roma.
e bellissime
Ippolito II ed
fontane i
suoi
(Fot. Moscioni),
immediati successori, Luigi e Rinaldo d'Este. Fra queste opere ornamentali meritano particolare ricordo per
il
loro carattere monumentale, per la varietà degli effetti pit-
toreschi ottenuti con la distribuzione e ghi, della Civetta,
Luigi
d"
l'
intreccio
dell'Organo e dell'Ovato.
Este inaugurata
in
occasione
di
delle acque,
La fontana
una
visita
quelle dette dei Dra-
dei Draghi fu dal cardinale
che
il
iDontefice
Gregorio XIII
TI \()LI
157
fece alla v,la Estense nel ^W.o
ni
1573. Fssa superava f..rse per magnificenza snnil .t^enere di lavori era stato fatto fino a r,uel tempo.
quanto
di
me-
Xel mezzo di amp,a concÌM.ul.a. dir. l-ulvio Testi, che fu ospite della villa Estense dentro cui stanno quattro dn.^l.i alati, si spinge all'altezza di cinquanta palnn un cilindro d. acqua d. notabde diametro, la quale n.l ricadere, franare se stessa e diviene una ..
\lll.\
D'KSIK.
-
Vi:[)lT\ DK1.I,\ IKiMKIIA.
(Fot. Moscioni).
spuma d. latte; ed ora replicatamente scoppia, come se fo.ssero più archi bu.cri che scaricano a p,u riprese ed ora si allunga a torn.. a foggia di padiglioni, che "fa sentire insieme una pioggia dirotta. Così che quest'acqua fa sentire in pochi momenti un latteo tonte, un attacco guerresco ed un orrido temporale ».
Né
destava minore curiosità ed ammirazi<ìne il grandioso .ìrgano i.lraulico francese C'iaudio Venard, adorno di belle statue mitologiche,
co-
struito dal
di
lievi
in stucco, di
mosiiici.
bassori-
ITALIA ARTISTICA
I5S
della Civetta, ideata dallo stesso Ligorio con svariati
Nella fontana detta
menti
sculture ed altre decorazioni,
di
saltare, scattare
vano
e
comparire una
vano
di
vedevano, narra
civetta, fatta della stessa maniera, al cui aspetto piii
volte alternativamente accadeva,
diletto o mera\iglia deg-Ii spettatori le curiosità della
villa
si
ammiravano
VILLA D'ESTE
statua di
—
GUUl'l'O
Roma
Un
lungo viale
con
un gruppo
di
minu-
perciò la Roìiietta e
Mole Adriana, del Mautrionfale, quella del Tevere e
UELLA HO.MKTTA.
lupa Capitolina. Innumerevoli scherzi idraulici.
delle acque.
dire se
della
zampilli
vi\-aci
forme, piccole cascate e bacini e vasche spandevano fra
mormorio
non sapremo
Roma. Dicevasi
eleganti riprod\izioni del Pantheon, la
vedeva
si
detti uccellini lascia-
li
singolare
era particolarmente
soleo di Auti-usto. del Campidoglio,
la
quali canta-
i
»,
scole ricostruzioni dei maggiori edifici antichi di vi
orna-
Lolli, storico tiburtino,
il
a forza del vento causato dall' impeto delle acque. Indi
cantare e così
maggiore Fra
si
sopra diversi arboscelli alcuni uccellini formati di rame,
mo\ evano
si
«i
di lauri e di
i
delle
più
svariate
minuscoli nioiiunienti
il
gaio
mirto partiva dalla Rometta, pa-
rallelamente alla facciata del palazzo, ed era per tutta la sua lunghezza ornato di in-
numerevoli piccole fontane, alternate con aquile, gigli araldici e navi e .serie
di la.strelle in .stucco,
nelle
Meiamor/osi
pla.stiche è
Quasi tutte
con bassorilievi rappresentanti
le
di
una ricca
poetiche favole narrate
di Ovidio. Oggi anche questa pregevole serie di rappresentazioni poco più che un ricordo delle passate meraviglie artistiche della villa.
riproducevano le vaghe finzioni mitologiche degli sono giunte ormai ad estrema rovina ed ogni sorriso di ninfe e di eroi e di numi ed ogni letizia di belle storie amorose e di mirabili gesta umane e divine, che un tempij brillava nelle eleganti composizioni cinquecentesche, è spenta irreparabilantichi
le lastrelle
che già
VILLA D'E>TE
VILL4 D'EsTE
—
—
Fot. MoKrioni;.
LE CENTO FOM\SE.
C\S<:VTELLF. E
f<t>H>E DeLL\
h<.H(Lll\.
^l-Ol. SJuiCtuOi).
ITALIA ARTISTICA
i6o
mente.
Un
tenue gocciolĂŹo
acque scorre tra
di
ciuffi
i
di liclieni e di
muschi e
si
rac-
coglie entro le vasche corrose e colme di viluppi di alghe e di pianticelle palustri.
Le numerose piccole aquile estensi mutili,
i
che hanno perduto ogni alimento di acque,
fonti
bei gigli dai petali infranti, le
spezzate, par che portino la rassegnata
tristezza
FONTANA DKLLA VILL\
di
le
bianche
poppe delle navi una decadenza irreparabile. Lo prore e
le
IJ'KSTK.
Stesso sentimento vibrante e profondo è sparso intorno, in ogni parte della nobilissima villa. 1
Le
cornici,
profondi ninfei,
i
i
bassorilievi,
balaustri,
sformano sempre piĂš
i
i
fregi di ogni specie,
vasi,
le
che ornavano
bizzarre costruzioni,
si
le
ampie
scalee,
sfaldano in ogni parte,
e leggere ghirlande di edere e di pervinche, cespugli di felci capelvenere e di acanti ne avvolgono e ne celano i miseri resti. Una i"'ta vegetazione quasi selvaggia di lauri, di platani, di elei, di azzurri aloe, invade
si
e di viole,
di
VILI
A
Ii'eSII:
—
r.A
ROTONOA
I>II
CII'KISSI. (Kot. Mosiiorii).
ITALIA ARTIS'JICA
102
protervamente trico dei
rami
oofni luogo,
sulle statue
soffoca le aiuole, gli angusti sentieri,
ammantate
MILA
ij'I.ML
di
—
i
viali,
protende Fin-
muschi, sulle immobili acque glauche e verdi
\l.l)l
delle vasche silenziose. <Jua e là lo scroscio
lA
lil'.LI.K
VASCIIL.
sonoro di ima Ijianca cascata spumosa effonde l'accento fermo e ritmico di una vita che non si arresta ancora. Erme e simulacri di muse pensose, di divinità silvestri e fluviali sporgono fra bizzarri avvolgi-
ITALIA ARTISTICA
104
menti
di rami,
fra siepi
mirto e
di
rosai,
sui
rimbi di edera e cespi d'erba ne ricingono le fronti.
anfore,
I
la serena celi
membra,
loro antichi attributi, le siringhe canore,
non sono più;
cornucopi
i
maro-ini delle fonti. Tralci di rovi e co-
le
i
sorgono
e
passano.
Non
darsi lo splendore e la morte
?
E
videro
E
le
è guasta la bella eleganza
armonia degli atteggiamenti.
pure uno
queste
svolgersi
gentili
—
STAIIIA
fug'gevoli che
cose
alle
creature
vesti,
che
par
si
in-
marmoree avvicen-
fasto della più eccelsa famiglia d' Italia
il
';>'1J^V
VII.LV D'IOSIE
classiche
delle
spirito tenace e dolce
ancora nelle forme disfatte ed eternamente sorrida
torno
le braccia formose e maschere sceniche, le
seni,
i
tirsi,
iJl
'>!'ISi,Li'.
DIANA liKESlNA.
e la brillante successione delle feste, dei conviti, delle gare cortesi e prendervi parte pontefici e principi e la più eletta aristocrazia dell'
E non gaudio e
la
tristezza,
la
videro poi lentamente sparire questo
ingegno e della ricchezza? sogno di bellezza, e
chimerico
eleganza e l'amore e cantava la musa dei poeti e del giante fatati giardini di Arnìida ? E non raccolsero gli 1
i
innumerevoli che, venute dai luoghi più diversi e
una
nima
tranquilla oasi, uscita fuor dal si
di
gioconda disperdersi come una folla di tenui ombre e dominare la rovina e il silenzio, dove nei tempi felici scintillavano le vanità mondane, folla
tempo,
lontani,
l'ora obliosa
in
Tasso sospiroso,
vagheg-
aspetti e le voci di
qui
ricercarono,
cui
ogni
genti
come
affanno
in
dell'a-
disperde in una lontananza infinita?
Xel piano della ciclo le folte
masse
villa
una
c(
Tona
di
meravigliosi cipressi
dei rami e d:-lle foglie.
Coevi
alla
erge
superbamente
costruzione della
villa
al
parche
VILLA D'KSI K
\.\
vkiìkia/.Iom; dllll
i.IKjI
I
\
iuntank
AMIHi
ni
I
\LI
vill\ ui.>r.
1
<
1
•'
.
t.
Mo-c;i
M
bC.'
n
n
^w> ;
vii.i.A
i.i;sii:
~
\i.\i.i
iiii
:; .>aaB»g,^,t^
cii'KLSsi.
T di
questa riassumano l'augusta bellezza e
coli,
le
foliufori
e le
bufere
tronchi roliusti larghi segni
E
spesso
e
O
\'
I
I
.
i^7
I
fortunoso vicende.
le
vand.ilira
la
\mrr una potente- forza indistruUibilc ancora
la
passere ciarliere,
ai
li
sorregge e
linfe
le
i
passeranno ancora hmgamente su
rosee della primavera,
i
lardi
Fra l'intrigo volg-e e solari.
limpide
di loro le
fiore,
gli
echi dei canti di
delle pianto, nel frastaglio dei rami
basso
la
infinita pianura di
ne penetra di moIU'Zza
L'Anione verdognolo
sui
notti
le
forme,
la solca
i
rilievi
\'ibrare
K come
e
ra-
di
simili
a gi-
negli scorsi
invernali,
candide
tenue
albe
le
nevi,
(jua e lĂ ceruli
vapore
del suoh^, le piante,
tortuosamente
ombra
gli
messidoro!
appaiono
Roma. Un
pro-
radi<:i
germogliano
alati abitatori della
tutti
Nesperi estivi, recando la pace delle
effluvi dei prati e degli olivi in
di cielo e piĂš in
forti
lievemente nell'azzurro;
ganti, sovrastano sulla folta p<jpolazione arborea che le circonda. secoli
lasciarono
anno
ed ogni
rami, che a sera paiou)
alte cinĂŹe grevi oscillano
i.e
dei se-
pi-su
merli, ai dolci usignoli essi offrono l'ospitale
sicurezza del riposo e del nido fra
pidi Voli e di canti,
uomo
drlT
profumi nu<jvi elezzano intorno. Agli
foglie e nuovi fruiti e alle
villa,
^ran
Il
rovina.
di
fonde attingono inesauribihnenle dalla terra nuove
nuove
niano
come un
bizzzarro
lembi
azzurro i
ruderi,
l'avi
ca-
nastro lumi-
noso. Le antiche strade latine l'attraversano, simili a bianche arterie convergenti verso
l'immortale cuore del mondo. PiĂš lontano, sottile linea lucente,
scintilla
il
sul
limite estremo dell' orizzont<-, in
mare.
Vll.l.\
U'fcsrE
IL CVVVI.I.O l'KiiVSKl.
una
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Collezione di monograXie illustrate. Ser.I. Italia artistica. Itossi, Attilio - Tivoli
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