La voce del mandracchio
STAMPE TISKOVINA
Mensile della comunità italiana d’Isola 15 agosto 2015
www.ilmandracchio.org
No. 107
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La nostra storia: Primo Maggio 1945 - IV puntata IL CAPITANO CHELLERI L’intervista al prof. dott. Ervin Kocjančič
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L’opinione di Silvano Sau
Che si tratti di dabbenaggine? Mah!... Devo dire che appena letta, nel mezzo della prima ondata di adeguamento alle calure africane, mi è venuta una gran voglia di ridere: quella sui due alti rappresentanti della Slovenia nelle cattedrali del potere europeo che si sono fatti pizzicare mentre, dialogando tranquillamente al telefono, stavano violando il principio della segretezza in fatto di arbitrato internazionale su questioni di carattere territoriale. E che si son fatti pizzicare dalla controparte avversa proprio nel palazzo dove, si sa, tutti controllano e spiano tutti, amici e nemici. Ma, arrivati dalla provincia dell’Europa Centrale, forse, non erano stati informati delle caratteristiche dell’ambiente in cui erano stati inviati, e dove anche Obama era autorizzato a spiare la Merkel, con le dovute scuse a posteriori, e dove i funzionari dei rispettivi governi sono sorvegliati, sempre da amici e nemici, anche quando si recano alla toilette (nel caso in cui, non si sa mai...). Dapprima, ho pensato ad un colpo improvviso di tramontana (con tutto il dovuto rispetto per la professionalità dei due “pizzicati”) poi, visto che la faccenda si faceva seria anche nel corso della seconda ondata di caldo africano, mi son chiesto se non c’entrasse lo zampino di qualche agente esterno: forse l’Italia che, comunque, un qualche interesse nella zona dovrebbe pur averlo. Ve lo ricordate il discorso di De Gasperi all’indomani del’accordo tra Jugo e Italia sul triangolo della pesca in Alto Adriatico? “...ora che abbiamo fatto la pace tra i pesci, pensiamo a come fare la pace tra le persone,..” e ripetuto da Giulio Andreotti durante l’incontro a Buie con i rappresentanti della minoranza italiana ancora affiliata, ma son tempi lontani, all’UIIF. Poi, dopo un attimo di riflessione, ho concluso che, a parte la rappresentatività istituzionale dei personaggi, tanta capacità d’intuito non riuscivo ad immaginarla né nella Mogherini, né in Gentiloni, e - meno che mai - nell’omologo sloveno Erjavec. Conclusione, senza via di scampo: per i due esperti si è trattato soltanto di vera e pura dabbenaggine! Per degli esperti, non è cosa da poco! A meno che..... A meno che... a meno che il clamore della notizia non dovesse servire a coprire qualche altro elemento, per esempio sulla situazione sociale ed economica interna del Paese. Vi ricordate dell’importanza che sulla stampa assunse il Giro d’Italia negli anni ‘50, vinto da Coppi, il giorno stesso in cui venne ferito Togliatti e quando orde di comunisti stavano per prendere in mano il fucile? Qualche giorno fa, al’inizio della terza ondata di caldo africano, alcuni importanti quotidiani sloveni hanno pubblicato, quasi in sordina, le seguenti informazioni: “Tra tutti i Paesi europei, nel periodo della crisi, la maggiore crescita delle persone ai limiti della povertà si è avverata proprio in Slovenia, grazie alle continue misure di contenimento della spesa pubblica che hanno colpito soprattutto il settore sociale. Come commenta il prof. Srečo Dragoš, dell’Università di Lubiana,l’eliminazione abbastanza rapida dello Stato sociale ha avuto il suo momento felice quando, sotto gli auspici del neoliberalismo imperante, ha dato inizio alla drastica riduzione dei diritti sociali, in un sistema che continua a richiamarsi all’onnipotenza del mercato.” Che ci sia da essere allegri non crediamo proprio. Con la prospettiva di un aumento della miseria,forse, il governo ha pensato bene di indirizzare l’attenzione della popolazione al problema della pace tra i pesci - almeno nel periodo quando tutti stanno pensando al mare - la compagnia dei pesci e delle limpide acque dell’Adriatico da difendere, può contribuire a dare a tutti una piccola rinfrescata. Comunque sia, si tratta solo di ipotesi, probabilmente provocate dall’impaziente attesa della quarta ondata africana, anche se finora nessuno l’ha ancora pronosticata. Nemmeno il Mandracchio!
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Finanze e attività all’esame del Consiglio della CAN di Isola Mercoledì 15 luglio Il Consiglio della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola ha preso in esame le relazioni semestrali sul realizzo finanziario e sull’attività svolta. Discusse le proposte di modifica dello statuto. È stata inoltre nominata la commissione per gli investimenti. Veloce e di carattere amministrativo l’ottava seduta del Consiglio della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola, guidata dal presidente Marko Gregorič. Tra i primi punti dell’ordine del giorno la relazione finanziaria e quella sull’attività svolta nei primi sei mesi del 2015, ambedue approvate all’unanimità. È stato costatato un realizzo finanziario del 47% con un valore delle entrate di 191 mila e quello delle spese di 185 mila euro – dunque nei giusti canoni di bilancio. L’attività del Consiglio si svolge in base a quanto pianificato. Altrettanto dicasi per quella culturale: le mostre, le serate letterarie e gli altri eventi sono stati realizzati come da programma ed i finanzia-
menti alle Comunità degli Italiani procedono in secondo il piano finanziario approvato. Alla disamina pure le proposte di modifica dello statuto della C.A.N. inoltrate dall’apposito gruppo di lavoro. Trattandosi di lievi modifiche di adeguamento della Carta alle nuove norme legislative e alla nuova realtà comunitaria di Ancarano, i consiglieri hanno deciso di non stringere i tempi e di trattare il punto quale informazione per arrivare all’approvazione, previa consultazione di un legale, il prossimo autunno. Nel prosieguo della riunione, dopo l’approvazione di alcuni documenti amministrativi, è stato approvato il cofinanziamento di una pubblicazione del Centro Italiano di Promozione, Cultura, Formazione e Sviluppo “Carlo Combi” di Capodistria. Sono stati pure nominati i membri della Commissione per gli investimenti nelle persone di Teura Raschini (presidente), Ferdinando Possega e Fiorenzo Dassena. Alcuni degli investimenti di manutenzione all’edificio, già approvati dai finanziatori, inizieranno tra qualche mese.
Con Agata Tomšič e Fulvia Grbac il premio “Istria Nobilissima” approda a Isola
Tra i premiati della 48.esimo edizione del premio di arte e cultura “Istria Nobilissima” anche due connazionali Isolane: Agata Tomšič, vincitorice del primo premio nella categoria “Saggi di argomento Umanistico o scientifico” con “Chi è? Da dove viene? Dove l’ho incontrata prima? (Studio della parabola mitologica di Ninfa attraverso secoli di sopravvivenze
in filosofia, storia dell’arte e psicologia)”. Motivazione: “Il lavoro si presenta come un saggio scientifico di argomento umanistico, scritto in modo chiaro e brillante. La solidità dello scritto è garantita da un apparato critico notevole, che fa ampio ricorso a fonti letterarie e alla bibliografia esistente sul tema. Da elogiare l’approccio interdisciplinare, attento alle ‘sopravvivenze’ della parabola mitologica di Ninfa nella filosofia, nelle arti, nella psicologia, nella letteratura e nel teatro. Il saggio è originale ed evidenzia la buona capacità di analisi, il fatto che sia a suo agio con un tema non facile da maneggiare, oggetto d’attenzione di varie interpretazioni e approcci metodologici, con i quali l’autrice dimostra di sapersi ben controllare”. Una menzione onorevole, è andata a Fulvia Grbac, con il premio intestato a Romolo Venucci, nella categoria “Pittura, scultura e grafica” per 3 grafiche - collografie, dal ciclo “Sterpaglia”.
Festeggiati i 40 anni del coro “Haliaetum” Il Coro misto “Haliaetum” della Comunità degli Italiani “Pasquale Besenghi degli Ughi” di Isola ha celebrato sabato 27 giugno il suo 40.esimo anniversario con un concerto nella chiesa di S. Maria d’Alieto di Isola. In occasione dei quarant’anni di attività ininterrotta è stato pubblicato un opuscolo che rappresenta una traccia di storia degli ultimi cinque anni del coro. Numerose le persone che hanno voluto festeggiare insieme al coro misto “Haliaetum” della Comunità degli Italiani “Pasquale Besenghi degli Ughi” il loro 40.esimo anniversario di attività e l’hanno palesemente dimostrato riempendo ogni angolo della chiesa di S. Maria d’Alieto. Numerose anche le autorità che hanno voluto essere presenti in quest’avvenimento così importante non soltanto per il coro, ma anche per la cittadina di Isola e la Comunità nazionale italiana, come hanno ricordato Marko Gregorič, presidente della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola, e Maurizio Tremul, presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana. Dopo il saluto introduttivo di Agnese Babič, coordinatrice culturale della C.A.N. di Isola, sono seguiti i discorsi di Fabrizio Somma, presidente dell’Università Popolare di Trieste, del vicesindaco di Isola Gregor Perič e della Console generale d’Italia a Capodistria Iva Palmieri, la quale ha sottolineato l’importanza dell’attività corale non soltanto per quanto riguarda l’aggregazione sociale, ma anche per lo scambio linguistico. Il coro misto “Haliaetum”, fondato nel 1975, prende il nome dall’antica denominazione latina della cittadina istriana e vanta molteplici concerti negli stati limitrofi - Italia, Austria, Ungheria e Croazia, ben cinquantadue negli ultimi cinque anni. Nei quarant’anni di vita il coro ha avuto tre maestri: dal 1975 al 1980 Amina Dudine, dal 1980 sino al 2004 Claudio Strudthoff e dall’2004 ad oggi Giuliano Goruppi, gli ultimi due assegnati dall’Università Popolare di Trieste, come rammentato dal presidente del coro, noché corista sin dalla sua costituzione, Mario Carboni. “Un bravo corista aiuta quello che sta vicino a lui”, questo è un ottenuto un riconoscimento anche Sonja Maranzin, Vojko Čok e Mirko verso della poesia “Scintille...” Fortuna, per esser stati attivi nel coro per vent’anni. Ieri sera sono stati di Elvino Chicco, anch’esso nel assegnati anche i riconoscimenti “Jacobus Gallus”. A consegnarli è coro da quarant’anni. Il canto stata Zvonka Radojevič, la responsabile della filiale isolana del Fondo corale è una delle esperienze più della Repubblica di Slovenia per le attività culturali. entusiasmanti e coinvolgenti che Il concerto è stato diviso in tre parti, nella prima è stata eseguita una persona possa vivere, è di la “Messa breve in do” di Charles Gounod. La seconda parte è stata per sé un importante momento dedicata ai brani solistici di Britten, Purcell e Leskovar, cantati dal di aggregazione, socializzazione contralto Silvia Mosco e dal basso Stelio Grbec. Nella terza parte e condivisione di valori, come il pubblico ha potuto udire canti popolari della tradizione istriana, l’amicizia, la collaborazione, la italiana, slovena e croata, tra i quali il più applaudito è stato “Da te solidarietà e ciò l’hanno senz’al- mogu pismom zvati”. Nell’ultima canzone presentata, al coro si sono tro capito Sonja ed Elvino Chicco, uniti anche gli ex coristi e tutti insieme hanno eseguito “Me compare Fedora e Feručo Radojković e Giacometo”. È seguita una standing ovation con sonori applausi per Mario Carboni, i quali cantano il coro, i solisti Gabriella Bencich (soprano), Silvia Mosco, Fabio insieme sin dal 1975, premiati da Zubin (baritono), Stelio Grbec, Alessandra Esposito alla clavinova e Katja Dellore, presidentessa della il maestro Giuliano Goruppi. C.I. “Besenghi”, la quale ha dediNell’opuscolo, a cura di Božo Mohorko, creato in occasione cato a tutti i coristi ed ex coristi dell’anniversario sono documentati i successi del coro negli ultimi una poesia composta da lei stessa cinque anni attraverso fotografie scattate da Danilo Božič, Claudio dal titolo “A coloro che...”. Hanno Chicco e da lui stesso.
Isola, festa comunale: riconoscimento al Coro “Haliaetum” della CI “Besenghi” per i suoi 40 anni di attività Nell’ambito delle manifestazioni in occasione della Festa del Comune di Isola, sono stati consegnati i tradizionali riconoscimenti ai singoli e alle organizzazioni che si sono particolarmente distinti. Accanto al gruppo corale della Pasquale Besenghi degli Ughi, ha ricevuto il riconoscimento d’argento pure l’associazione di arti figurative “Lik”. Riconoscimento d’oro all’Orchestra di fiati isolana per il suoi 140 anni di attività. Il Premio comunale è andato all’operatrice culturale Zvonka Radojevič. “Il Comune di Isola celebra l’11 luglio la sua festa comunale. Giornata in cui, 71 anni fa, la popolazione di Isola si era aggregata in massa alle forze partigiane al fine di liberare la loro cittadina dall’occupatore tedesco.” È stato questo il prologo del discorso del sindaco Igor Kolenc all’inizio dell’evento celebrativo tenutosi in Piazza Manzioli. Un discorso puntato più sull’attualità che sulla storia, una disamina della situazione del Comune, uno sprono a quanti operano per lo sviluppo della propria città a continuare a farlo, un invito a quanti remano contro lo sviluppo stesso in modo aprioristico a rimboccarsi le maniche e a dare il loro contributo fattivo.
È seguita la consegna, da parte del sindaco Kolenc, dei riconoscimenti e dei premi del Comune di Isola. Il Riconoscimento d’oro è stato assegnato all’Orchestra di fiati di Isola per i 140 anni di attività ininterrotta, a ritirare il premio il presidente dell’associazione Denis Lovrečič e il direttore del gruppo Mirko Orlač. Per l’occasione è stata data lettura del lungo ed importante curriculum della “Bandina”, come si chiamava il gruppo quando nel lontano 1875 Niccolò e Domenico Benvenuti lo costituirono e lo affidarono alla direzione artistica al Maestro Luigi Boccia. Una “bandina” diventata l’orgoglio della
nostra cittadina, specialmente con la nuova direzione artistica. Altrettanto orgoglio suscitano i due gruppi culturali a cui è stato consegnato il Riconoscimento d’argento per i loro 40 anni di attività: l’Associazione culturale di arti figurative “Lik” rappresentata da Zorko Dežjot e il Coro misto “Haliaetum” della Comunità degli Italiani “Pasquale Besenghi degli Ughi”, diretto attualmente da Giuliano Goruppi – a ritirare l’onorificenza il presidente del gruppo Mario Carboni (foto sopra a destra). Il Premio del Comune di Isola è andato all’operatrice culturale Zvonka Radojevič, responsabile del Fondo della Repubblica di Slovenia per le attività culturali amatoriali – sezione di Isola, per i suoi instancabili 40 anni di attività. La serata è continuata con la 3Big Band Orchestra diretta da Aleš Bolje. La big band isolana ha scelto un programma molto innovativo per questo genere di eventi: coadiuvata dall’ottimo cantante Samuel Lucas, da musicisti singoli aggiuntivi e da una decina di archi dell’Orchestra da camera costiera ha eseguito numerosi e noti brani di musica leggera spaziando, come non mai, in ambito internazionale e terminando la performance con un bis da brivido – un applauditissimo “Caruso” di Lucio Dalla. Un’esecuzione da pelle d’oca!
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L’intervista de “La voce del mandracchio”: Ervin Kocjančič Il prof. dott. Ervin Kocjančič, direttore del centro di Urologia ricostruttiva presso la clinica Urologica dell’Università di Chicago negli USA è un isolano che ha scelto di realizzarsi all’estero, ma che sempre volentieri torna alla sua amata città. Il dott. Ervin Kocjančič è figlio di madre italiana, maestra di scuola, e padre sloveno, maestro di musica. Ha studiato medicina, prima a Trieste e poi a Milano, specializzandosi in urologia. Attualmente è Professore Associato di Urologia, direttore della Divisione di salute pelvica, incontinenza urinaria e urologia ricostruttiva e direttore del programma urologia presso l’Università dell’Illinois a Chicago. Egli è anche vicepresidente del Dipartimento del collegio di Urologia. Il dott. Kocjančič è un esperto di fama mondiale nel campo della salute pelvica, dell’incontinenza urinaria e dell’urologia ricostruttiva. Lavora spesso con pazienti (uomini e donne) che hanno già avuto diversi interventi chirurgici ed è specializzato in chirurgia ricostruttiva. Il prof. Kocjančič ha anche pubblicato più di 200 articoli, studi e conferenze a livello internazionale e ha insegnato e praticato in tutta Italia. Recentemente, il dottor Kocjančič ricevette la cattedra Lawrence S. Ross, MD in Urologia. Il dott. Kocjančič parla otto lingue, tra cui italiano, spagnolo, sloveno e croato, il che gli permette di servire meglio i pazienti della grande comunità internazionale di Chicago. Come dice lo stesso professor Kocjančič, tre sono i suoi grandi amori: la famiglia, Isola e la medicina. Lei è cresciuto in ambiente bilingue - quali, a suo avviso, i vantaggi e gli svantaggi di vivere in un ambiente mistilingue? Io vedo solo vantaggi nell’apprendere più lingue. L’ambiente mistilingue apre le menti, fa cadere barriere e unisce le genti.
Il vantaggio di vivere in una città cosmopolita come Chicago è che quasi tutti veniamo da qualche parte diversa del mondo. Le scuole sono organizzate tenendo conto di questa diversità e mettono gli alunni in condizione di imparare l’inglese, molto in fretta. Paradossalmente la mia trasferta a Udine I figli delle famiglie nazional- (ultima località in Italia dove mente miste hanno spesso problemi abbiamo vissuto) è stato moto più con la definizione della loro appar- travagliata. tenenza nazionale... Com’è stata la sua giovinezza Questo è verissimo. Lo vivo ancora adesso quando mi chiedono a Isola? Serena. delle mie origini. Inizio, chiedendo quanto tempo ha l’interlocutore Quali sono (stati) i rapporti perché io possa spiegare il passato travagliato delle nostre terre. Spes- con la Comunità Italiana? La nostra vita familiare era so devo risalire fino all’AustriaUngheria che in fondo rappresentò improntata dalla presenza delle forse il momento culturalmente più due culture: slovena, quella di florido, una piccola Europa unita papà e italianissima quella della ante litteram, multilinguistica e mamma. multinazionale. In che senso trova Isola camLa sua famiglia ha vissuto biata rispetto a quella che è l’imper diversi anni in Italia e ora, magine impressa nella sua meda qualche anno, vive negli stati moria? Beh sicuramene più pulita, il Uniti, a Chicago. Quali gli impatti recupero del centro storico è stato linguistici e culturali?
fantastico. Piazza Manzioli ne è un esempio. Prima non c’era nulla, non si notava neppure lo splendido palazzo veneziano che domina la piazza e la chiesa era un rudere. L’abbattimento dei confini ha fatto inoltre arrivare gente da tutto il mondo. Cosa che sicuramente non guasta. Perché la specializzazione in urologia? Perché è una branca della medicina veramente fantastica, molto completa. È possibile fare, ad esempio, attività solo ambulatoriale, ci sono poi la grossa chirurgia oncologica, la chirurgia ricostruttiva, quella funzionale. Un’altra grossa differenza con le altre branche della chirurgia è il fatto che noi non operiamo il paziente e non lo vediamo più, ma ci prendiamo cura del paziente per il resto della sua vita. Che differenza passa fra la dottrina medica europea e quella americana e, in concreto, si potrebbe fare un paragone fra le medicine slovena, italiana e statunitense?
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È un piacere e anche una missione poter portare e divulgare ciò che ho imparato negli anni tra i colleghi più giovani, ma molto volenterosi di apprendere e portare le novità della scienza urologica a Isola. Lei collabora con numerosi istituti scientifici (cliniche e università) di tutto il mondo - dove si sente più a suo agio? Dappertutto.
Non avendo mai praticato la medicina in Slovenia non mi permetto di giudicare. In Italia abbiamo un ottimo livello di preparazione medica per i pazienti, ma il sistema non è molto “friendly” per loro. Ad esempio, trovo assurdo che il paziente non possa scegliersi il chirurgo che lo opererà ma questo venga scelto dal primario. È un po’ come affidare la propria salute ad un ingranaggio con poche possibilità di scelte attive e consapevoli da parte del paziente. Non molto umano. Negli States il rapporto medico paziente è molto più “personale”. Lei viene sempre volentieri a Isola; in un’intervista aveva detto che lei ha tre amori; la famiglia, la medicina, e Isola. In realtà sono 4. Aggiungerei la musica classica. Mantiene rapporti professionali con l’ospedale di Isola (in particolare con il reparto di urologia)? Sì, abbiamo fatto molti interventi in collaborazione con il reparto di Urologia dell’Ospedale di Isola. È l’ospedale con le sale operatorie con la più bella vista nelle quali io abbia mai operato.
Come convive con la tecnologia d’avanguardia in medicina: oggi molte operazioni si svolgono con robot, anche a notevole distanza, le apparecchiature elettroniche sono ormai una “conditio sine qua non”. Che rapporto ha con queste tecnologie? Adoro le novità. Questa è in realtà una caratteristica che accomuna moltissimi urologi. Noi siamo stati tra i primi al mondo ad introdurre una sonda ottica all’interno del corpo umano per potere diagnosticare e curare le malattie dell’apparato urinario. Gli urologi, sono tra i primi ad adottare le nuove tecnologie. Non ultima la chirurgia robotica. Il boom della chirurgia robotica è avvenuto solo dopo che questo strumento chirurgico è stato adottato dagli urologi. Bisogna però sempre ricordare che questi sono solo strumenti chirurgici che ci fanno fare un migliore lavoro per i nostri pazienti. Non sono nostri sostituti. Per fortuna abbiamo ancora bisogno della scienza e dell’arte medica per poterci prendere cura dei pazienti che hanno deciso di affidarsi a noi. Secondo lei in che direzione va la medicina: di più verso la “cyborganizzazione” (il ricambio di arti e organi con “macchinari cibernetici”) o di più verso la “clonazione” (lo sviluppo di tessuti e organi “in vitro”)?
Non sono un esperto della chirurgia rigenerativa. Stanno uscendo articoli scientifici molto interessanti. Ne vedremmo delle belle nei prossimi anni. Su che cosa sta lavorando attualmente? Attualmente sono molto impegnato nel mio ruolo di Chair of Education Committee of International Continence Society. In questo ruolo sono responsabile della divulgazione scientifica nei paesi che fanno fatica a tenersi aggiornati con le moderne tecniche diagnostiche e terapeutiche delle disfunzioni degli organi del cavo pelvico. Mi riferisco all’incontinenza urinaria, ma non solo. Ci sono moltissime malattie che interagiscono pesantemente con la qualità di vita. Stiamo organizzando corsi, congressi letteralmente in tutto il mondo. Dal Nepal al Brasile. Sono anche molto impegnato nella gestione degli specializzandi del mio istituto, nella veste di direttore della scuola di specializzazione in Urologia. ro?
Quali i piani per il suo futu-
Vorrei continuare ad avere un ruolo nella formazione globale dei medici, infermieri, terapisti fisici. A livello mondiale. Inoltre ho la fortuna di lavorare in un’università che ci mette a disposizione un fantastico laboratorio di bioingegneria dove stiamo sviluppando nuovi strumenti da utilizzare nella chirurgia e nella diagnostica. Cosa vorrebbe dire ai nostri lettori? Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno reso la serata con l’intervista così speciale. Vorrei dire loro di prendersi cura della mia città e di portare alto il nome di Isola in giro per il mondo. Andrea Šumenjak
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La nostra storia: Primo Maggio 1945 - IV puntata - IL CAPITANO CHELLERI La testimonianza del Capitano Carlo Chelleri su come è stata liberata Isola il primo maggio del 1945, era stata pienamente accettata dallo storico sloveno Janez Kramar che la pubblicò nel suo poderoso volume sulla storia di Isola. La testimonianza del Chelleri, che pubblichiamo in ampi stralci, è stata depositata il 6 luglio 1945 presso l’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia. Negli anni che seguirono, il nome del capitano Chelleri, era stato messo al bando in Istria dal potere popolare per non aver voluto cedere, nei primi giorni del maggio 1945, alle pressioni che volevano l’annessione dell’Istria alla Jugoslavia, e, negli anni successivi, per la sua attività nel CLN dell’Istria con sede a Trieste. A Isola, i contatti avuti con lui per favorire la presenza italiana, portò al famoso processo contro Luigi Drioli ed il suo gruppo, organizzato nel 1948 dal tribunale militare della STT VUJNA. Drioli venne condannato per terrorismo, assieme a Perentin, a undici anni di carcere duro. Nel prossimo numero pubblicheremo la versione dell’Associazione combattentistica slovena del Litorale. Silvano Sau “Quando venni a conoscenza che nell’interno dell’Istria si andava sviluppando un inizio di movimento partigiano guidato da alcuni elementi slavi fra cui un ufficiale (certo Franz Dermotta) ed un Commissario politico (certo Franz Scischa di sopranome Certo), mi interessai subito di tale movimento e cercai di aiutarlo con un po’ di denaro e del vestiario “Nei vari colloqui ch’io ebbi con i dirigenti del movimento partigiano, tenni a precisare loro la mia posizione di ufficiale italiano ed i miei profondi sentimenti di italianità. La mia netta presa di posizione e la fermezza con la quale la mantenni durante tutto il periodo di comune lavoro, fecero sì che ottenni da essi la massima stima e fiducia anche se più tardi sorsero, su alcune importanti questioni, divergenze di vedute. “Per procurarsi le armi e le munizioni fummo costretti ad ingaggiare la lotta contro i piccoli gruppi isolati di tedeschi e di fascisti. La presenza nella regione dei partigiani costrinse le autorità militari a varie operazioni di rastrellamento lungo la costa e nell’interno dell’Istria con risultati però quasi sempre negativi. “Due colpi di mano ben riusciti furono portati a termine a Umago e ad Isola d’Istria, dove, previo accordi con alcuni elementi locali, furono disarmati gli effettivi della Guardia Civica e catturati oltre 120 moschetti con le relative munizioni. La reazione del Comando nazi-fascista questa volta fu violenta, ma inconcludente. “Nei primi giorni di aprile, d’accordo con i capi del movimento partigiano sloveno, decidemmo di formare un battaglione misto di partigiani sloveni, da essi reclutati nell’interno dell’Istria (circa 30), e di patrioti italiani del Litorale Istriano da me reclutati (oltre 120). In seguito ad accordi fra me e l’ufficiale sloveno che prese il comando del battaglione, le bandiere del battaglione stesso furono quella italiana e quella slava, entrambe con la stella rossa. “Il 28 aprile, all’alba, una parte del Battaglione durante un giro di perlustrazione ebbe uno scontro
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nei pressi di Isola con una forte colonna motorizzata tedesca che si dirigeva verso Trieste. Lo scontro costò la vita a tre partigiani italiani e ad uno sloveno, oltre ai diversi feriti. Il nemico riportò 8 morti e due autotrasporti semidistrutti. “Io non ho partecipato a tale combattimento perché trattenuto fin dalla sera prima, d’autorità, dal Commissario sloveno in un casolare di montagna per il motivo che a mio carico gravavano alcune accuse di carattere politico. Infatti, il mattino precedente in una riunione che ebbi con i capi del partito comunista di Pirano ed Isola, rispettivamente avv. Paolo Sema e Bruno Deste, mi lasciai trasportare ed esternai tutta la mia soddisfazione; ho trovato però una forte contrarietà di opinione da parte dei due comunisti. Durante l’accesa discussione si parlò anche del C.L.N. di Trieste che io cercavo di difendere con una certa energia, mentre i due comunisti l’accusavano di molteplici errori. La nostra discussione fu udita ed in seguito riportata dalla segretaria del Commissario politico slavo (certa “Mira Slava”) e fu per questo che alla sera fui chiamato al Comando in montagna, interrogato non molto amichevolmente e quindi trattenuto per quanto forti fossero le mie proteste e la mia indignazione. “Dopo un rapido studio della situazione fu deciso che io prendessi il comando di un gruppo di patrioti con il compito di liberare la cittadina di Isola d’Istria, mentre altri due gruppi dopo di me avrebbero occupato le cittadine di Capodistria e Pirano. “Io accettai tale incarico solo dopo una lunga discussione durante la quale ottenni che il mio gruppo fosse formato esclusivamente da istriani italiani, che la bandiera fosse quella italiana con la stella rossa e che io potessi indossare la mie divisa di ufficiale italiano. “Dopo una lunga marcia, giunsi con il mio gruppo alle porte del paese verso mezzanotte, ma l’entrata mi fu preclusa dalla presenza di un camion armato tedesco. Mentre due miei uomini fingevano di prepararsi alla battaglia facendo rumore con le armi, io con gli altri feci il giro della posizione e piombai improvvisamente in mezzo ai tedeschi che, presi di sorpresa, non fecero alcuna resistenza. Essi avevano già piazzato una mitragliatrice tipo “Schartz” pronta per difendersi ed i loro fucili mitragliatori erano pronti per il tiro.
“Superato tale ostacolo, entravo nella cittadina di Isola d’Istria ed il mattino seguente ne assumevo il comando militare. Per due giorni tenni i miei uomini, ormai bene armati e militarmente vestiti, lungo la strada litorale dove riuscì a catturare parecchi prigionieri tedeschi. Il giorno seguente alla presa di Isola d’Istria, caddero anche le cittadine di Capodistria e di Pirano. Durante il mio comando il paese fu imbandierato soltanto con bandiere tricolori italiane e bandiere rosse. “Il 4 maggio sera, quando le operazioni militari erano cessate lungo tutta la costa istriana e si erano già costituiti i Comitati di liberazione per l’amministrazione e l’ordine pubblico delle cittadine, fui chiamato al comando partigiano insediatosi a Portorose e qui mi si annunciò che tutte le truppe partigiane istriane passavano a far parte delle truppe regolari di Tito. Inoltre, mi furono offerti incarichi più importanti ed onorifici a condizione però che rinunciassi alla mia divisa italiana per indossare quella di Capitano di Corvetta della marina da guerra della nuova Jugoslavia. Rifiutai decisamente tale proposta sostenendo che non erano state quelle le condizioni di collaborazione al movimento partigiano da parte dell’elemento italiano e che, perciò, ritenendo che il mio compito fosse terminato, chiedevo anche in nome dei miei dipendenti, di ottenere l’esonero da ulteriori incarichi. “Dopo lunghe discussioni, ottenni l’esonero per me, ma non quello per i miei uomini, per i quali anzi fui invitato a non più interessarmi, non solo, ma mi si fece capire che tutta la mia attività precedente a nulla sarebbe valsa se io mi fosse compromesso in questioni di carattere propagandistico nazionale nell’ambito dell’Istria. “Raggiunti ormai gli scopi per cui mi ero legato al movimento partigiano slavo, sorse davanti a me un altro e non meno grave pericolo per la difesa della nostra terra italiana. Non volevo essermi sacrificato e aver combattuto invano. Due giorni dopo partii per Trieste e mi presentai al Comandante della Brigata Timavo per fare il mio rapporto sulla attività militare svolta in Istria. “Esposta la nuova situazione creatasi in Istria ad alcuni esponenti del C.L.N. di Trieste, accettai l’incarico di organizzare la costituzione di Comitati di Liberazione regionali clandestini nelle cittadine di Capodistria, Isola e Pirano; di organizzare attraverso i singoli partiti la propaganda italiana e di raccogliere attraverso un’organizzata rete di spionaggio, tutte le notizie di carattere militare, politico ed economico dell’amministrazione slava (allego documento rilasciatomi dal C.L.N. di Trieste. “Fu un lungo, faticoso e pericoloso periodo, durante il quale venni a contatto con tutte le persone esponenti dei vari partiti delle tre cittadine, alle quali portai le direttive del C.L.N. di Trieste e, dopo non lievi difficoltà, i C.L.N. regionali furono costituiti.” Silvano Sau
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Accademia musicale estiva 2015 Dal 7 al 14 luglio Isola ha ospitato l’Accademia musicale estiva, portata avanti dai professori Selma Chicco Hajdin (pianoforte) e Antonije Hajdin (violoncello). La ventina di partecipanti all’iniziativa della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana al termine dell’Accademia ha regalato al folto pubblico presente al Manzioli due ore di buona musica e ottime esecuzioni.
Sala nobile del Manzioli gremita per applaudire gli allievi della quarta edizione dell’Accademia musicale estiva organizzata dalla Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola al loro concerto conclusivo dello stage svoltosi dal 7 al 14 luglio nei palazzi Manzioli e Besenghi. Si tratta di un’iniziativa rivolta ad alunni e studenti dotati, che desiderano migliorare la loro conoscenza di due importanti strumenti quali sono il pianoforte ed il violoncello. La direzione artistica è stata affidata, come sempre, alla professoressa Selma Chicco per il pianoforte e il professor Antonije Hajdin per il violoncello. “Sette giorni intensi per gli allievi che hanno deciso di dedicare una settimana delle loro vacanze allo studio. “Siamo veramente soddisfatti della qualità raggiunta, che arriva in certi casi a livelli d’accademia. Grande il lavoro svolto ma grandi anche il divertimento e la voglia di stare insieme.” Così i due mentori, che con la loro confermata esperienza hanno guidato gli allievi in intensive lezioni individuali, in seminari di gruppo e in lezioni di musica da camera in diverse formazioni. Dopo il concerto di lunedì 13 luglio alla Casa Tartini di Pirano, i musicisti hanno dato la sera dopo il meglio di sé a Palazzo Manzioli: due ore di bella musica molto bene eseguita da solisti e da formazioni cameristiche. Ben 22 i brani di noti autori eseguiti dai bravi Zala Ažbe, Loti Feltrin, Zara Grmavšek, Vita Hofinger Mihelič, Maja e Vid Ibic, Neža e Tine Ivančič, Noel Kleva, Lucija Matijašić, Ana Mittendorfer, Maša Mlakar, Lana Petrovič, Hana Požrl, Eva Radić Kocjan, Christian Špringer, Leban Maj Šturm e Kaja Veselko. La bella e apprezzata manifestazione è stata condotta dalla coordinatrice culturale della CAN, Agnese Babič. Presente all’evento pure il presidente della CAN medesima, Marko Gregorič.
Al Manzioli il laboratorio artistico creativo per ragazzi “Gnam gnam... che estate!”
Anche quest’estate la Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana ha organizzato a Palazzo Manzioli il laboratorio artistico creativo guidato dalla mentore Fulvia Grbac. In programma cinque giorni di creatività e divertimento con diversi ospiti. Il tema di quest’anno verteva intorno al cibo e all’alimentazione. Dal 29 giugno al 3 luglio si è tenuto l’ormai tradizionale laboratorio artistico guidato da Fulvia Grbac e organizzato dalla Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola che ha visto partecipi i ragazzi dai 6 agli 11 anni d’età. Una trentina di bambini si è cimentata nella realizzazione di diverse opere con varie tecniche e utilizzando strumenti e materiali che è consuetudine usare nel settore culinario. Hanno ascoltato una favola appositamente scritta dalla Grbac e drammatizzata da Katja Dellore, nonché hanno avuto il piacere di conoscere diverse professioni, grazie agli ospiti che hanno fatto loro visita ogni giorno. Il ricco programma aveva previsto la visita dell’infermiera Tadeja Bizjak, della pasticcera Ingrid Štrancar, del barista Rok Čoga, della cuoca istriana Emilija Pavlič e del pianista Claudio Chicco. Il laboratorio si è concluso con una gita all’Agriturismo Fatorić e al parco aquatico Istralandia, mentre l’iniziativa è terminata effettivamente con l’inaugurazione della mostra, in cui sono stati esposti i lavori creati dai partecipanti.
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Isola Music Festival 2015 Da lunedì 20 a mercoledì 22 luglio Isola ha ospitato un ciclo di tre concerti intitolato Isola Music Festival e organizzato dalla Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola. Ad aprire il festival Rudy Rotta, chitarrista, cantante, storico blues man della scena italiana, ma soprattutto europea e internazionale, assieme a Pippo Guarnera - tastiere, Renato Marciano – basso e Raffaele Veronesi – batteria, che ha ben riscaldato Piazza Manzioli con quasi due ore di musica blues rock. Una musica, il blues rock, per amanti del genere ma - per la bravura degli esecutori - anche per intenditori delle performance forti, quelle vere, quelle che ti fanno accaponare la pelle. Martedì 21 luglio, sempre in Piazza Manzioli, è stata la volta del duo “People time” con l’isolano Renato Chicco al pianoforte e Nevio Zaninotto al sax; ospite Emilia Mårtensson che hanno creato un’atmosfera intima e colorata, molto apprezzata dal pubblico. Tutti e tre i personaggi sono conosciuti nel nostro territorio. Renato Chicco, isolano purosangue, si è già presentato numerose volte al pubblico isolano, tra una tournée europea o mondiale e l’altra, con diverse formazioni e con altrettanto diversi tipi di jazz, questa volta al “suo” pianoforte. Pure Nevio Zaninotto, friulano,anche lui tra i suoi numerosi impegni musicali, l’abbiamo già potuto ascoltare in Piazza Manzioli, pure con il Chicco, in belle ed interessanti esecuzioni jazzistiche. Giovedì sera, sempre in Piazza Manzioli, per l’ultimo concerto, è stato di scena il gruppo folk lombardo “I Luf”, una compagine dal suono inconfondibile che nel 2012 ha inciso “I Luf cantano Guccini”. I brani rifatti non perdono la loro vera identità, sono semplicemente vestiti a nuovo con naturalezza, quasi come si adattassero come una seconda pelle alla band camuna, che inserisce la propria energia e vitalità nel riproporre questi brani di immutata bellezza. Non c’è che dire, Isola Music Festival ha fatto colpo un’altra volta, riempiendo Piazza Manzioli fino all’ultimo.
Il gruppo di chitarra e canto a TV Capodistria Dopo l’esibizione di Lubiana, davanti ai presidenti di Italia e Slovenia, il Gruppo di chitarra e canto della Comunità degli Italiani “Pasquale Besenghi degli Ughi di Isola”, guidato da Enzo Hrovatin, è stato chiamato da TV Capodistria a registrare un concerto per la trasmissione “Musica sotto l’ulivo”. La trasmissione, la cui redattrice è Luisa Antoni per la regia di Renato Alessio, rientra nel programma estivo dell’emittente capodistriana ed è stata registrata nell’atrio all’aperto della stessa TV Capodistria e trasmessa il 17 luglio. I chitarristi e i cantanti hanno eseguito un programma di oltre un’ora comprendente musica leggera pop e popolare, canzoni italiane, americane e di altre nazioni. La voce del mandracchio - mensile della Comunità italiana di Isola Caporedattore responsabile: Andrea Šumenjak Redazione: Corinne Brenko, Claudio Chicco, Kris Dassena, Marino Maurel, Silvano Sau, Andrea Šumenjak Sede: Piazza Manzioli 5, Isola, Slovenia tel., fax: (+386 5) 616 21 30, 616 21 32, sito Internet: www.ilmandracchio.org (Il giornale è iscritto nel Registro dei media del Ministero per la cultura della Repubblica di Slovenia al No. 1143.)
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