Ideas Incubator Magazine 01

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COME STIMOLANO UN’AZIONE I (MARKET) LEADERS?

SCOPRI COME FARTI TROVARE SU GOOGLE

L’OCCASIONE GIUSTA PER SEGUIRE IL PERCORSO PIÙ GRATIFICANTE

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LA VITTORIA DI UN’APP

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UNA CASA EDITRICE

A SCUOLA DI TALENTI TRASFORMA LA TUA IDEA IN DENARO CON UNA STARTUP

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UPSTREAM CLOTHES CO.

LA SEDE DEL MADE IN ITALY

SPORT E VIDEOMAKING

NUOVA STARTUP

NUOVA STARTUP

NUOVA STARTUP



M A G A Z I N E

Content 02

EDITORIALE MAURO CREMONINI

TRASFORMA LA TUA IDEA IN DENARO CON UNA STARTUP MASSIMO MEREGHETTI

COME STIMOLANO UN’AZIONE I (MARKET) LEADERS? MARCO BAZZAN

01•2014

LA VOGLIA DI PROVARE LA FORZA DI CREDERCI MATTIA COLOMBO, GHILAN GHILARDELLI

IDEAS INCUBATOR MAGAZINE Piazza Boffalora 4 – 6830 – Chiasso Tel. +41 788 997 957 info@ideasincubator.ch www.ideasincubator.ch CEO IDEAS INCUBATOR Maxx Mereghetti maxx.mereghetti@ideasincubator.ch RESPONSABILE IDEAS INCUBATOR MAGAZINE Mauro Cremonini mauro.cremonini@ideasincubator.ch STRATEGIST IDEAS INCUBATOR Alessandra Chirizzi alessandra.chirizzi@ideasincubator.ch

LA SEDE… DEL MADE IN ITALY VALERIA PASTORI

L’OCCASIONE GIUSTA PER SEGUIRE IL PERCORSO PIÙ GRATIFICANTE DIEGO STRANO

SCOPRI COME FARTI TROVARE SU GOOGLE LUIGI LUONGO

UNA PASSIONE CHE DIVENTA MESTIERE

STARTUPPER COACH IDEAS INCUBATOR Marco Bazzan marco.bazzan@ideasincubator.ch SEO SPECIALIST IDEAS INCUBATOR Luigi Luongo info@luigiluongo.com FORMATORE AREA COMUNICAZIONE Diego Strano diegostrano.it@gmail.com

Questa rivista non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene pubblicato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.

JSON ADRIANI

PUBSTER LA VITTORIA DI UN’APP ANDREA PASTINA

ODOYA UNA CASA EDITRICE MAURO CREMONINI

03 09 17 23 27 31 34 36 40

M A G A Z I N E Ideas Incubator Magazine diffonde e promuove le attività della Scuola di Talenti, nata allo scopo di affiancare nuove startup per aiutarle a costruire il proprio business, offrendo loro gli strumenti giusti per farle decollare. Ogni numero ha l’obiettivo di far conoscere giovani e nuove imprese e offrire, attraverso gli articoli dei docenti afferenti alla Scuola, utili consigli per chi vuole dare avvio a una propria attività.


I

NOVEMBRE 2014

IN UN FILM DEL 1961 intitolato Lo spaccone il protagonista Eddie Felson (interpretato da un meraviglioso Paul Newman) è un giocatore di biliardo, il migliore d’America. Eddie un giorno sfida un altro campione: Minnesota Fats, e perde. Minnesota ha più talento di lui? No. Minnesota è più bravo di lui? No. Nonostante questo Minnesota vince perché è un avversario che non può essere battuto. È semplicemente il più forte anche se non il più bravo. Com’è possibile questo? Perché essere bravi non basta, il talento non basta. Grandi capacità possono naufragare così come buone idee possono non trovare il modo di aprirsi una strada. Spesso ci meravigliamo di quanto un’idea magari banale e magari imperfetta abbia avuto la capacità di affermarsi. E le nostre idee, le nostre capacità? Dove vanno a scomparire inespresse dentro di noi? Parlo a voi che avete un sogno in testa che vorreste realizzare ma non conoscete il modo per farlo, a voi che avete un’idea del mestiere che vorreste abbracciare ma non vedete con chiarezza i passi da compiere. Gli spacconi siete voi. Ve lo diranno in mille e sarà ogni volta vero: per poter vendere qualcosa a qualcuno dovete crederci prima di tutto voi. Qui parliamo di passione. Se la vostra idea non vi appassiona lasciate perdere. Se

editoriale Mauro Cremonini

volete essere dei trascinatori, dei leader o anche solo delle persone in grado di portare avanti il proprio sogno dovete trasformarvi in persone d’azione, con un impegno senza riserve e senza eccessive cautele poiché non è possibile decidere di mettersi in gioco solo quando si è sicuri di vincere. Spesso ripeto a me stesso di non darmi scuse per “perdere” perché uno può anche rassegnarsi a perdere se trova una buona scusa per farlo… ma vincere è un’altra cosa. Il progetto Scuola di Talenti di Ideas Incubator nasce con lo scopo di affiancare gli imprenditori di domani per aiutarli a costruire il proprio business, offrendo gli strumenti giusti, i ferri del mestiere più idonei, per fare decollare una nuova startup. Questo nuovo Magazine, qui al suo primo numero, ha il duplice scopo di far conoscere giovani imprese appena sbocciate e offrire, attraverso gli articoli dei docenti afferenti alla Scuola (tutti con esperienza nei rispettivi campi), utili consigli per chi vuole dare avvio a una nuova attività.

Il film prosegue e, prima della fine, Eddie avrà la sua rivincita ma arriverà a quel giorno come una persona diversa, che ha dovuto sacrificare qualcosa per poter vincere. Conosco le difficoltà legate a cominciare qualcosa, conosco gli ostacoli, le incertezze, le paure. Le ho provate anch’io e le vivo anche oggi, ogni giorno, nel quotidiano della mia attività cominciata sette anni fa. Quindi, a te che stai pensando se fare o meno il passo decisivo per avviare una tua attività posso dare un solo consiglio: se decidi di fare questo passo, fallo con rabbia. La rabbia è un dono. Scrivo queste parole al tramonto, da una veranda affacciata sul mare in una tiepida sera di fine estate; e mentre scrivo penso a tutte quelle persone che stanno cercando di aprirsi una strada o che stanno liberando i propri ormeggi per prendere il largo. Penso a voi e vi invito all’amore per ciò che è lontano. Datevi orizzonti da guardare per nutrire i vostri sogni.

ESSERE BRAVI NON BASTA, IL TALENTO NON BASTA BISOGNA PRENDERE IN MANO GLI STRUMENTI GIUSTI E DIVENTARE PERSONE D’AZIONE.

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SCUOLA DI TALENTI

UNA SCUOLA PER LE TUE IDEE

TRASFORMA LA TUA IDEA IN DENARO CON UNA STARTUP di MASSIMO MEREGHETTI

GUARDA IL VIDEO PROVENGO DAL SETTORE FINANZIARIO E HO PARTECIPATO A PIÙ DI 10 STARTUP NEL MONDO DEL WEB. HO CAPITO CHE IL METODO È L’UNICA VIA VERSO IL SUCCESSO NEL MONDO DEGLI INVESTIMENTI E DELLE IMPRESE. COME CEO DI IDEAS INCUBATOR AIUTO LE PERSONE A LANCIARE LA LORO IDEA E A TRASFORMARLA IN UNA PROFESSIONE. LO FACCIO ATTRAVERSO LA FORMAZIONE, GLI STRUMENTI E GLI INVESTIMENTI.

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Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui ho stretto la mano ad Arduino, nel garage di un Hotel di Milano, dove da li a poco, avrei iniziato un evento con 180 persone di trading su Forex. Circa tre mesi dopo eravamo insieme su un palco a Padova, in una sfida aperta fra i nostri due metodi di trading davanti a 160 persone. Arduino ha iniziato da subito ad avere il suo seguito e ha ottenuto da subito una visibilità enorme in pochissimo tempo, riscontrando successo di pubblico e di clienti. Sono stato estremamente soddisfatto di questo progetto, nato da un’intuizione che ovviamente lasciava aperti tanti interrogativi. Avete mai visto un leader di mercato affiancare un “concorrente” del suo settore e calcare il suo stesso palco davanti al suo pubblico e i suoi clienti? Apparentemente sembrerebbe una follia ma ci sono decisioni che non devi solamente comprendere ma sentire. Io sentivo che Arduino era la persona giusta, professionalmente preparato e con una smania di fare che gli si leggeva negli occhi. Io credo che siano questi gli elementi necessari per decidere di stringere la mano a una persona e accoglierla nel proprio team. Oggi siamo amici oltre che soci in affari e stiamo guardando al futuro attraverso la magica finestra dei mercati internazionali, dove continuiamo a spingerci giorno dopo giorno con determinazione. Ricordo che una delle prime domande che feci ad Arduino, al nostro primo incontro nel mio ufficio, fu la seguente “Conosci l’inglese?” e lui, con mio grande stupore rispose “Sì, ho vissuto per tre anni negli Stati Uniti”. Fu allora che compresi che un giorno, più o meno lontano, avremmo intrapreso insieme l’avventura dei mercati internazionali, nel mondo del trading online.

MAXX MEREGHETTI

maxx.mereghetti@ideasincubator.ch

H

o iniziato la mia carriera nel 1997 sui mercati finanziari dove opero tuttora con successo. Mi piace innovare, mi chiedo spesso “perché” e “come”, quando osservo quello che accade. Bisogna avere informazioni e preparazione per trovare soluzioni ai problemi. Amo la creatività. Questo è il mio talento a cui posso ricondurre i miei successi e che metterò a disposizione della Scuola di Talenti.


UNA SCUOLA PER LE TUE IDEE MAXX MEREGHETTI

Questa prima eccezionale esperienza mi ha permesso di imparare tantissime cose e di metterle in pratica per i progetti successivi. Ogni progetto realizzato ha visto le figura di un “Key Man”, una persona di riferimento. Ringrazio Alessandro Bonetti, Andrea Carosi, Fabrizio Ferrero, Roberto Pandolfi, Arduino Schenato e che nel tempo hanno stretto la mia mano e sono entrati a far parte della mia squadra, realizzando la loro Startup insieme a me. Sui mercati finanziari è risapuESISTE UN METODO to che esiste un metodo per opePER TRASFORMARE rare e cercare di ottenere profitto. LE PROPRIE IDEE E La stessa cosa accade in una imI PROPRI PROGETTI IN UN’AZIENDA presa al momento di trasformare DI SUCCESSO. la propria intuizione o idea in una UN METODO CHE Startup. Nulla deve essere lasciaPUÒ ESSERE to al caso, molte devono essere le RACCONTATO E competenze acquisite, la volontà REPLICATO e la determinazione non devono mancare in nessun momento. Ho sempre lavorato per lanciare le mie Startup e i miei progetti ma adesso, a distanza di 5 anni da quando decisi di lanciare la prima Startup di un’altra persona, ho capito che anche questa esperienza è descrivibile attraverso un metodo replicabile. Scuola di Talenti (www.scuoladitalenti.com) nasce con lo scopo di trasformare le idee in professioni, denaro e soddisfazione. In questo articolo, scritto tutto d’un fiato vista la passione che scorre nelle mie vene per questa avvincente sfida, descriverò il mio modello per il lancio di una Startup. Un progetto capace di suscitare da subito un grande interesse, come testimoniato dalle tantissime testate giornalistiche (fra cui Milano Finanza,

il Corriere della Sera, Italia Oggi, Startupper Magazine e MSN Notizie) che hanno ripreso la notizia a soli 30 giorni dall’annuncio della nascita della Scuola di Talenti. Iniziamo dal principio descrivendo il processo della Scuola di Talenti con la prefazione dell’eBook gratuito che è possibile scaricare dal sito www.scuoladitalenti.com/ebook-scuola-di-talenti Benvenuto nella Scuola di Talenti, Il posto giusto per creare la tua start-up web, seguendo le orme di Ideas Incubator, la società che ha lanciato diverse start-up di successo e che oggi apre la sua scuola di formazione, per offrire il suo metodo e condividere con te il successo delle idee. Formiamo, lanciamo e condividiamo. Si sente spesso parlare di idee nel mondo del web che sono partite da qualche angolo di mondo, per fare il giro del pianeta ed approdare a Wall Street o essere acquistate da colossi del web per milioni di dollari. Ma ti sei mai chiesto come siano nate queste idee? Spesso dalle fantasie di un universitario, nel box sotto casa, per poi attrarre l’attenzione di qualche fondo di investimento, della categoria dei venture capital, in grado di annaffiare di soldi il progetto. Cosa possiamo fare per te? Ti formiamo. Offrendoti un percorso formativo che include la conoscenza, i trucchi e i segreti che abbiamo imparato attraverso la nostra esperienza sul campo per raggiungere il successo, facendoti risparmiare il tempo, le insicurezze e le paure iniziali. Ti lanciamo. Offrendoti gli strumenti che abbiamo utilizzato o creato, per rimanere focalizzati sul business, senza sprecare energie in attività secondarie, strumenti semplici, veloci ed efficaci, pensati per realizzare un business online. Condividiamo con te.

28 Maggio 2014

IMPRESE: STARTUP ONLINE, UNA SCUOLA PER FINANZIARE IL BUSINESS

P

er avviare una startup on line, per prima cosa, serve avere una buona idea. Ma non basta, occorre anche avere la formazione adeguata, gli strumenti giusti e la forza economica. A tutto questo pensa Ideas Incubator che finanzia le buone idee – con 1.200.000 euro a disposizione – scommette su quelle che possono diventare un business on line, sviluppandole e facendole diventare realta’. La ‘Scuola di Talenti’ (www.scuoladitalenti.com) nasce proprio con questo scopo, con l’obiettivo di formare, lanciare e condividere. Si affida all’esperienza di Ideas Incubator, società di trading online che ha già lanciato 10 startup web in soli 5 anni. “La Scuola di Talenti è aperta a tutti coloro che vogliono avviare la propria startup web e riguarda qualsiasi attivita’ commerciale online”, spiega Maxx Mereghetti, Ceo di Ideas Incubator. “Noi mettiamo a disposizione la nostra esperienza maturata in dieci anni di attività, formiamo gli aspiranti imprenditori con sup-

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porto didattico mirato alla creazione di una startup web, li lanciamo fornendo loro tutto il supporto software necessario come il sito web aziendale, un sistema Cms per gestire l’e-commerce o un’applicazione per smartphone e infine condividiamo. Sul piatto ci sono 1.200.000 euro che la nostra società ha intenzione di investire in tre anni: chi avrà la costanza e la determinazione di arrivare fino al termine del percorso potra’ confrontarsi con noi e se l’idea racchiude talento e può funzionare, siamo pronti a investire con i nostri soldi sulla startup”. Joint venture, per esempio, o crowdfunding. “Ci sono siti autorizzati per crowdfunding (finanziamento collettivo) e anche questa puo’ essere una strada interessante per chi è alla ricerca di liquidità per la propria startup. Noi cosa possiamo fare? Per esempio veicolare i nostri oltre 100.000 utenti unici abituati a fare investimenti, possiamo diventare un vero e proprio megafono del tuo progetto”.


UNA SCUOLA PER LE TUE IDEE MAXX MEREGHETTI

Crediamo così fortemente nel nostro metodo che non vediamo l’ora di sederci al tavolo con chi di voi avrà la passione e la costanza di arrivare alla fine del percorso, dando vita alla sua startup web, per realizzare una joint venture sul progetto e svilupparlo insieme, in modo da amplificarne i risultati. Lo abbiamo già fatto nel corso degli ultimi anni e siamo pronti a farlo di nuovo. 1.200.000 euro sono i soldi previsti per il piano triennale di investimenti di Ideas Incubator, a disposizione per le vostre idee! Di cui potrebbe far parte proprio la tua. Non è un reality, è la tua vita con noi da domani. Entra anche tu a far parte della Scuola di Talenti.”

Direi che se il buongiorno si vede dal mattino la Scuola di Talenti è qualcosa di estremamente importante in termini pratici, formativi e sociali, ecco perché i giornali hanno deciso di riprendere la notizia e diffonderla. IL METODO DELLA SCUOLA DI TALENTI Tutti possono accedere al Programma di Accelerazione Online della Scuola di Talenti: studenti, professionisti, privati, aziende, dipendenti a tempo pieno o part-time. Il Programma di Accelerazione si svolge completamente online, è individuale e lo puoi frequentare direttamente da casa a tempo pieno o nel tempo libero. Il Programma di Accelerazione ti consente di accedere a un peIL PROGRAMMA DI ACCELERAZIONE riodo di formazione intensiva ONLINE TI OFFRE UN della durata di 5 mesi durante i LUNGO PERIODO quali riceverai la formazione, il DI FORMAZIONE supporto, le indicazioni e tutti i PER DARTI TUTTI diversi ingredienti fondamentali GLI STRUMENTI per trasformare la tua intuizioNECESSARI AL ne in una Startup di successo. Il BUON AVVIO DELLA Programma di Accelerazione terTUA STARTUP mina con l’”Ideas Incubator Day”, una sessione individuale online o di persona presso i nostri uffici, in cui potrai presentare la tua idea attraverso un pitch al Team di Ideas Incubator, per valutare una partecipazione nel tuo progetto di tipo strategico, commerciale o economico, da parte della compagnia o investitori vicini ad essa.

“CONOSCERE IL COME SENZA IL PERCHÉ RICHIEDE TROPPO SFORZO E NON PORTA AL SUCCESSO DURATURO.”

FASE 1

PER CHI PARTE DA ZERO Nella maggior parte dei casi le persone hanno una intuizione, un’idea nel cassetto o una passione che coltivano da anni e che vorrebbero trasformare in un’attività. Se anni fa per aprire un’attività servivano svariate decine di migliaia di euro oggi, con l’avvento del web, è possibile farlo con poche migliaia o centinaia di euro. Questo rende possibile concretizzare velocemente la propria idea e la propria passione e misurarne i risultati nel web in poche settimane, riscontrando i successi e i feedback del pubblico. Quando le persone iniziano, entrando nel Programma di Accelerazione Online della Scuola di Talenti, spesso hanno solo un’intuizione o un’idea a cui manca completamente la struttura e il business plan operativo. Il nostro percorso insieme inizia proprio da qui, non serve avere già un progetto chiaro o un sito web attivo per lavorare con la Scuola di Talenti. La prima fase serve a snocciolare quella che è solamente una intuizione o una passione trasformandola in un’idea. L’idea migliore è quella che risolve un problema. Ho conosciuto una Startup chiamata Qurami: il CEO di questa società racconta di essersi trovato in coda alla segreteria della sua università a dover aspettare più di un’ora per consegnare la sua domanda di laurea. Da quel problema è nata l’idea, la prima app che ti fa saltare la fila. È importante pensare a un business che sia scalabile. Ogni tipo di attività imprenditoriale ha come obiettivo (o meglio dovrebbe avere) quello di crescere e di diventare sempre più vasta e fruttuosa; tuttavia è un grave errore credere che avviare un’impresa nel modo corretto e limitarsi a fare bene il proprio lavoro sia sinonimo di crescita. Anche gestendo al meglio un’attività potrebbero esistere dei limiti tali da impedire la scalabilità, la possibilità di ampliare il business e far crescere l’azienda. Nel caso in cui si offrano servizi, ad esempio, un limite potrebbe essere rappresentato dal tempo a disposizione, per i prodotti invece dei limiti importanti potrebbero essere fattori esogeni di mercato o disponibilità di magazzino correlate ai tempi di realizzazione del prodotto stesso. Insomma, oltre all’aspetto fondamentale di “partire dal mercato”, bisogna anche chie-

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UNA SCUOLA PER LE TUE IDEE MAXX MEREGHETTI

FASE 2

PROGRAMMA DI ACCELERAZIONE ONLINE

dersi se nell’attività intrapresa vi sia o meno un “tetto” oltre al quale è difficile o impossibile spingersi. Come fare, eventualmente, ad alzare questo tetto? Se il problema principale è l’individuazione di nuovi clienti, può essere un’ottima idea quella di esplorare altri strumenti di comunicazione, anche molto differenti da quelli con cui si ha dimestichezza. Se i limiti sono legati al tempo a disposizione, si può pensare di ridurre le personalizzazioni nelle comunicazioni agli utenti (facendo attenzione a non rendere meno efficaci le strategie di Marketing), di delegare alcune operazioni a dei collaboratori e di migliorare l’organizzazione. Il web è lo strumento per eccellenza per rendere scalabile È IMPORTANTE un’attività: mentre prima la venCOSTRUIRE UN BUSINESS SCALABILE, dita di un prodotto era limitata OVVERO CAPACE al punto vendita fisico, dunque DI AMPLIARSI E alla relativa area geografica cirCRESCERE. PARTIRE costante, oggi con il commercio CON IL PIEDE GIUSTO elettronico un’azienda di queE FAR BENE IL sto tipo vede di fatto cancellarsi PROPRIO LAVORO questo tetto di scalabilità; analoNON BASTA go discorso è valido per i servizi: laddove prima erano necessarie delle sedi e degli operatori di sportello, oggi le automazioni sul web consentono di recuperare clienti senza considerare questo limite. Un ultimo aspetto riguarda la scelta del team. Ultimo ma non per importanza. Le prime persone che devono credere nel progetto sono le persone che mi siedono accanto. Io credo prima nelle qualità personali e poi in quelle professionali. Il team deve condividere la mission della società senza forzature. Nel mio caso scelgo persone che siano orientate al mondo dell’imprenditorialità e accettino il rischio ad essa connesso.

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Qui si fa l’impresa o si muore. Si parte dal capire se il business è B2B o al B2C ovvero se ci rivolgiamo alle aziende o direttamente al pubblico o entrambe le cose. Si inizia con un percorso formativo che abbraccia le diverse nozioni che uno startupper deve avere. Lo startupper è colui che porta avanti una Startup. Nella fase di avvio lo startupper si trova ad avere il completo controllo del progetto nel suo complesso. Per tale ragione è fondamentale che questa figura sia dotata di capacità imprenditoriali, manageriali, di coordinamento e di comunicazione. Lo startupper dovrà conoscere nel dettaglio tutte le fasi di una operazione di startup, marketing, brand identity, comunicazione, vendita, business plan, operazioni di finanziamento, ricerca di investitori e relazione con i soci. Il programma formativo viene svolto online, attraverso videocorsi dedicati all’approfondimento di tematiche quali la vendita, il marketing, la comunicazione, la ricerca di finanziamenti e soci, il direct marketing e la brand identity. Tutto senza perdere di vista la conduzione del progetto; gli anelli formativi vengono infatti connessi fra loro con esempi e meeting online che offrono spunti su come si sviluppa una Startup. Per onestà ti dico che imparare è una cosa, mettere in pratica ottenendo risultati economici di successo è tutt’altra cosa. Il percorso di realizzazione di un’idea è spesso minato da insicurezze e paure. Per superare gli ostacoli, ti offriamo il nostro supporto durante le fasi decisive. Parte di questo supporto nasce dalle domande che ti devi porre per trovare le giuste soluzioni. Le domande portano alla soluzione, molto spesso la soluzione è dentro di te ma non riesci a vederla, una domanda rappresenta la chiave per aprire la porta.

FASE 3

I SOLDI PER LE TUE IDEE E I PROFITTI DELLA TUA STARTUP. Ho conosciuto Luigi Capello, CEO di LVenture, un venture capital quotato sulla borsa di Milano che seleziona e finanzia idee da trasformare in Startup. Parlando con lui durante una puntata del mio reality “Maxx your Profit”, mi ha detto che le belle idee non bastano; i soldi e l’energia di un team sono necessari per raggiungere traguardi importanti. Molte persone si fermano davanti a un’idea, pensando di non poterla realizzare da un punto di vista economico. Nulla di più sbagliato. Augusto Coppola, direttore di LVenture, mi ha raccontato di aver venduto una società per 60 milioni di euro.


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FOTO: iStockphoto.com

Ci facciamo riconoscere UN PO’ DI DATI

A CHI SI RIVOLGE

Ideas Incubator ha lanciato 10 Startup in 5 anni con successo ed è pronta ad aiutarti a trasformare in denaro la tua idea.

Tutti possono accedere al Programma di Accelerazione Online. Studenti, professionisti, privati, aziende, dipendenti a tempo pieno o part-time.

I PUNTI DI FORZA Investiremo 1.200.000 euro in tre anni in attività della compagnia e nuove idee e Startup, la prossima potrebbe essere la tua.

IN COSA È MIGLIORE DEGLI ALTRI Offriamo il primo e unico Programma di Accelerazione Online individuale in grado di farti partire dalla tua intuizione per trasformarla in una attività di successo nel web anche senza soldi e nel tempo libero.

Io gli ho chiesto cosa farebbe se dovesse ripartire da zero con 10.000 euro in tasca e lui mi ha risposto: “Cercherei un team che crede nella mia idea”. I soldi arrivano se l’idea convince. Per questo motivo, alla fine del percorso, chiediamo ai nostri startupper di creare un pitch della loro idea, una presentazione che serva anzitutto a loro per comprendere se si hanno le idee chiare in merito al progetto e per trovare investitori o partner per realizzare la loro iniziativa. Ideas Incubator mette a disposizione 1.200.000 euro da investire nelle nuove idee, nel prossimo triennio, ed è lieta di valutare con ogni startupper le possibilità di sviluppo insieme. La maggior parte degli imprenditori crea il prodotto e inizia a venderlo, io dico che non va bene. Il prodotto deve passare da una fase di test durante la quale capire se la nostra idea riscuote successo. Nella maggior parte dei casi occorre fare pivoting ovvero correggere la rotta attraverso i feedback ricevuti. Tutte le volte che un cliente dice “NO”, offre un’indicazione sui problemi del prodotto, ostinarci nella vendita senza trasformare i “NO” in “SÌ”, significa gettare energie o vanificare i nostri sforzi. La fase di test viene sostenuta da campagne di marketing. Al termine del test, i profitti saranno probabilmente inferiori ai costi del marketing. È assolutamente normale. Le modifiche del prodotto o dell’offer-

ORIZZONTI FUTURI Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente, passando dalle piccole e medie imprese tradizionali alla condivisione di progetti in team di sviluppo, dislocati in posti diversi nel mondo, che creano una rete di cooperazione sociale.

IN CONCLUSIONE Siamo in grado di offrirti tutto quello che noi abbiamo già utilizzato con successo nel nostro processo di impresa.

ta, verranno sottoposte a nuovi test, in grado di farci modulare il prodotto sulla base di quello che il nostro cliente è interessato ad acquistare o scegliere. Durante questa fase forniamo assistenza per effettuare e superare con successo i test, offrendo strumenti quali sito web, e-commerce, app per dispositivi mobili, consulenza marketing e aziendale. Nulla viene lasciato al caso. Ideas Incubator realizza Startup nel mondo del web. Lo ha già fatto con successo 10 volte in 5 anni. Chi meglio di Ideas Incubator potrebbe formare nuovi talenti in grado di realizzare con successo una Startup web? Unisciti anche tu alla Squadra. Ti aspetto.

Per contattarmi www.scuoladitalenti.com maxx.mereghetti@ideasincubator.ch

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IDEAS INCUBATOR YOUR STARTUP WAY

PER LA TUA PUBBLICITÀ SU IDEAS INCUBATOR MAGAZINE marco.bazzan@ideasincubator.ch


SCUOLA DI TALENTI

LA DIREZIONE DA SEGUIRE

COME STIMOLANO UN’AZIONE I (MARKET) LEADERS? di MARCO BAZZAN*

COME RIESCONO SINGOLE PERSONE O GRANDI AZIENDE A TRASCINARE MIGLIAIA DI PERSONE VERSO UN COMPORTAMENTO O UN ACQUISTO? UN EFFICACE METODO DI COMUNICAZIONE SI RIVOLGE AL CUORE E ALL’ISTINTO DELLE PERSONE PRIMA CHE AL LORO RAZIOCINIO E RACCOGLIE INTORNO A SÉ UNA COMUNITÀ DI PERSONE CHE CONDIVIDONO UNA VISIONE COMUNE DI VITA E DI BUSINESS

C

Come troviamo una spiegazione quando le cose non vanno secondo le nostre aspettative? O meglio, come troviamo una spiegazione quando altri riescono ad ottenere risultati che vanno oltre qualsiasi aspettativa? Per esempio, come fa la Apple a essere così innovativa, anno dopo anno, rimanendo sempre un passo avanti ai propri concorrenti? In teoria sono una semplice azienda che produce computer, come tante altre. Hanno tutte lo stesso accesso a risorse umane talentuose, agenzie, consulenti e media, ma perché la Apple, alla fine, sembra avere quel qualcosa in più che la separa dalla competizione? Perché è stato Martin Luther King a dirigere il Civil Rights Movement? Di sicuro non era stato l’unico ad aver subito i torti di quella società razzista, e sicuramente non fu l’unico grande oratore dell’epoca. Perché lui? Perché i fratelli Wright sono stati i primi a scoprire come far volare un aereo? Nello stesso periodo c’erano organizzazioni molto più preparate sia economicamente che tecnicamente, come mai quindi i fratelli Wright le hanno battute? C’è qualcosa sotto a tutti questi esempi. Nel 2005, Simon Sinek, un esperto di leadership a livello mondiale, fece una scoperta che cambiò drasticamente il modo in cui pensavamo che il mondo funzionasse e cambiò profondamente come molti di noi operano nel mondo di oggi. La verità è che c’è un modello, uno schema, che accomuna tutti i grandi leader o organizzazioni che ci ispirano. Che si tratti della Apple, di Martin Luther King o dei fratelli Wright, il fatto è * Questo articolo è la traduzione di una presentazione di Simon Sinek a una conferenza TED nel 2009.

MARCO BAZZAN

marco.bazzan@ideasincubator.ch

G

li anni trascorsi negli Stati Uniti hanno cambiato il mio modo di vedere il mondo; tra i vari insegnamenti ho imparato il concetto del “thinking outside of the box” (pensare fuori dalla scatola) che consente la nascita e lo sviluppo di idee innovative. Questa è la mentalità che ho immediatamente riconosciuto in Ideas Incubator, ed è con questo spirito che approcciamo le nostre giornate di lavoro.


LA DIREZIONE DA SEGUIRE MARCO BAZZAN

che pensano, agiscono e comunicano tutti nella stessa identica maniera, che è esattamente opposta a come lo fanno tutti gli altri. Simon Sinek è riuscito a codificarla. Probabilmente è l’idea più semplice al mondo e lui l’ha chiamata “The Golden Circle” (“Il cerchio dorato”). PERCHÉ, COME E COSA Questo semplice diagramma spiega come alcuni leader e organizzazioni riescono a generare ispirazione quando altri non riescono.

Definiamoli velocemente. Ogni singola organizzazione, persona o business su questo pianetà è consapevole di COSA fa o produce. Alcuni sanno COME lo fanno, ovvero grazie a tecnologie proprietarie, una value proposition o una argomentazaione esclusiva di vendita per esempio. Molte poche invece sono le persone o le

Il primo volo del Flyer, ai comandi di Orville Wright, 17 dicembre 1903.

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organizzazioni che conoscono il PERCHÉ di quello che fanno. Questo PERCHÉ non significa generare profitti, quello è semplicemente un risultato. Con PERCHÉ si intende il significato, lo scopo, la causa, il credo. PERCHÉ la tua attività/organizzazione esiste? PERCHÉ ti alzi dal letto la mattina per fare quello che fai? PERCHÉ dovrebbe interessare agli altri? Spesso noi attraversiamo questo cerchio dall’esterno verso l’interno, è ovvio, partiamo dall’aspetto più chiaro per arrivare all’aspetto più sfocato (cosa  come  perché). Ma i grandi leader e le grandi organizzazioni lo attraversano nella maniera opposta, dall’interno verso l’esterno (perché  come  cosa). Per fare un esempio useremo la Apple. Se la Apple fos-

se come tutti gli altri, un messaggio di marketing da parte loro potrebbe essere qualcosa di questo genere: Noi facciamo grandi computer (cosa), hanno un design bellissimo, sono facili da usare e user friendly (come), ne vuoi comprare uno?

Risposta probabile: “…mah… boh…”


LA DIREZIONE DA SEGUIRE MARCO BAZZAN

LE PERSONE NON COMPRANO COSA FAI, COMPRANO PERCHÉ LO FAI

In maniera leggeremente esagerata, questo è come la maggior parte del marketing e delle vendite viene svolto e presentato. Non solo, spesso questa è la maniera con la quale comunichiamo personalmente tra amici e familiari. Diciamo cosa facciamo, diciamo come lo facciamo diversamente o meglio e ci aspettiamo qualche tipo di azione o reazione in cambio, che sia un acquisto o un voto. Ecco la nostra nuova macchina, è affidabile, ha ottimi consumi , sedili in pelle e ha un design bellissimo. Compra la nostra macchina. Ecco il nostro ufficio legale, ha i migliori avvocati, i clienti più importanti e i migliori risultati del settore. Diventa nostro cliente.

Diciamoci la verità. Non suscita molto entusiasmo. Ecco invece come la Apple comunica veramente: In tutto quello che facciamo crediamo che sia importante sfidare lo status quo e crediamo nel pensare diversamente (perché). Il mondo in cui sfidiamo lo status quo è facendo sì che i nostri prodotti abbiano un design innovativo, siano semplici da usare e user friendly (come). Noi produciamo grandi computer (cosa), ne vuoi comprare uno?

Completamente diverso. Adesso sareste molto più disposti a comprare un computer dalla Apple. Il bello è che semplicemente è stato invertito l’ordine con il quale presentiamo le informazioni. Questa è una dimostrazione che le persone non comprano COSA fai, comprano il PERCHÉ lo fai. “People don’t buy what you do, they buy why you do it.” – Simon Sinek

Questo spiega perchè quasi tutti noi siamo perfettamente felici e tranquilli nel comprare un computer della Apple, ma siamo anche tranquillamente disposti a compare un telefono dalla Apple o un lettore MP3. Alla fine la Apple è una semplice azienda di computer come molte altre, non c’è niente che li distingua struttur-

almente dalla loro competizione. I competitor della Apple sono ugualmente qualificati per costruire computer, telefonini o MP3. Infatti alcuni hanno provato. Nei primi anni 2000 Gateway uscì con una gamma di televisori POCHE SONO LE a schermo piatto. PERSONE CHE Nessuno li comprò. CONOSCONO IL PERCHÉ DI QUELLO Eppure Gateway è perfettaCHE FANNO, mente qualificata per costruire CHE SANNO televisori a schermo piatto, anTRASMETTERE IL che perché costruivano scherLORO CREDO, IL mi piatti per computer da anni. LORO SIGNIFICATO, Eppure nessuno li ha comprati. IL LORO SCOPO. Dell ha provato a vendere degli MP3 e dei PDA. Anche loro fanno prodotti informatici di qualità con un buon design da anni. Eppure nessuno li ha comprati. Difatti pensandoci adesso, nessuno comprerebbe un MP3 della Dell. Perché comprare un MP3 della Dell se è un semplice produttore di computer? Eppure lo facciamo tutti i giorni con la Apple. LE PERSONE NON COMPRANO COSA FAI, COMPRANO PERCHÈ LO FAI

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LA DIREZIONE DA SEGUIRE MARCO BAZZAN

Il vero obiettivo non è fare business con tutti quelli che necessitano quello che tu fornisci (cosa). Il vero obiettivo è fare business con tutti quelli che credono in quello che credi tu (perché). Il bello è che tutto questo non è semplicemente un’opinione. Questo concetto è supportato anche dalle basi della Biologia. Attenzione, non Psicologia. Biologia. Se prendiamo una sezione orizzontale del cervello umano, guardandolo dall’alto scopriamo che le tre sezioni principali del cervello corrispondono perfettamente con la nostra regola del cerchio dorato.

La parte più moderna del nostro cervello di “Homo Sapiens” , ovvero la neocorteccia, è la parte più esterna e corrisponde al COSA del cerchio dorato. La neocorteccia è responsabile di tutti i nostri ragionamenti, dei pensieri razionali o analitici e del linguaggio. Le due sezioni più interne, invece, formano il sistema limbico del L’OBIETTIVO NON cervello, responsabile dei senÈ FARE BUSINESS timenti e delle emozioni, come CON TUTTI QUELLI CHE NECESSITANO fiducia e lealtà. Inoltre è il reQUELLO CHE TU sponsabile dei nostri comportaFORNISCI, MA FARLO menti e delle nostre decisioni e CON COLORO CHE non ha nessuna capacità in senCREDONO IN QUELLO so di linguaggio. CHE CREDI TU. In altre parole è vero che, quando comunichiamo dall’esterno verso l’interno, le persone capiscono grandi quantità di informazioni come caratteristiche, funzioni, bonus, fatti e figure, ma questo non stimola comportamenti o azioni. Quando invece comunichiamo dall’interno verso l’esterno, comunichiamo direttamente con la parte del nostro cervello che controlla i comportamenti (PERCHÉ), dando poi la possibilità alle persone di razionalizzare questi comportamenti con le cose che facciamo e diciamo (COME e COSA). Questo è quello che chiamiamo istinto. Può accadere che, anche quando ci vengono forniti dati ottimali, il nostro istinto non sia persuaso di fare business con

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certe persone o attività o a comprare certi prodotti. Il motivo per cui spesso diciamo che non ci “sembra” giusto senza poterci esprimere meglio è perché la parte del cervello che presiede al comportamento non gestisce il linguaggio e quindi ci ritroviamo a dire frasi del tipo: “Non lo so, semplicemente non mi sentivo a mio agio”. Oppure diciamo di aver scelto con il cuore, l’anima, di aver sentito le farfalle nello stomaco o, peggio, un pugno nello stomaco. La verità è che solamente il sistema limbico è re- SE TU NON SAI IL PERCHÉ DI sponsabile di questo. Succede tutto lì, QUELLO CHE FAI nella parte del cervello che controlla COME FARAI A le decisioni ma non il linguaggio. CONVINCERE Ma se tu non sai il perché di quel- UNA PERSONA lo che fai come farai a convincere una A COMPRARE IL persona a comprare il tuo prodotto o TUO PRODOTTO? votare per il tuo partito? Come farai a rendere una persona fedele a quello che fai e volerne esser parte? Il vero obiettivo non è fare business con tutti quelli che hanno bisogno di quello che tu fornisci. Il vero obiettivo è fare business con tutti quelli che credono in quello che credi tu. Il vero obiettivo non è semplicemente assumere persone che necessitano un lavoro. Il vero obiettivo è assumere persone che credono in quello che credi tu. Simon Sinek dice che se assumi qualcuno perché necessita un lavoro, questo lavorerà semplicemente per i tuoi soldi. Se invece assumi qualcuno che crede veramente in quello che credi tu, lavorerà con sudore, lacrime e sangue. Il miglior esempio di questo è proprio la storia dei fratelli Wright. La maggior parte delle persone non conosce Samuel Pierpont Langley. Torniamo indietro, all’inizio del Ventesimo secolo, la ricerca sul volo controllato dall’uomo era allora come internet fino a pochi anni fa: tutti stavano cercando di farlo, e Samuel Pierpont Langley possedeva quella che tutti noi consideriamo la ricetta per il successo. Ancora oggi se chiediamo a qualcuno perché un loro prodotto o una loro attività sia fallita, la risposta tipica include sempre gli stessi 3 aspetti: mancanza di capitale, personale sbagliato e avverse condizioni di mercato. Se esploriamo il caso di Samuel Pierpont Langley scopriamo che ricevette 50.000 dollari dal ministero della Guerra degli Stati Uniti. Il capitale non era un problema. Aveva una cattedra ad Harvard ed era segretario della Smithsonian Institution, quindi conosceva le grandi menti del periodo e aveva la possibilità di assumere chi voleva. Il personale non era un problema. Il New York


Simon Pierpont Langley

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Times e la stampa in generale lo seguivano ovunque e tutti facevano il tifo per lui. Le condizioni di mercato non erano un problema. Allora come mai non abbiamo mai sentito parlare di Simon Pierpont Langley? A poche centinaia di miglia di distanza, nell’Ohio, i fratelli Wright non possedevano nessuno degli aspetti che noi reputiamo necessari per il successo. Non avevano soldi e pagavano per i loro sogni con i guadagni provenienti dal loro negozio di biciclette. Né loro, né alcuna delle persone che faceva parte della loro squa-

dra aveva mai frequentato una qualsiasi università. La stampa non li seguiva e nessuno faceva il tifo per loro. La differenza stava nel fatto che i fratelli Wright erano spinti da una causa, un credo. Loro credevano che se fossero riusciti a risolvere questo enigma del volo controllato dall’uomo, avrebbe cambiato il mondo e la storia dell’umanità. Samuel Pierpont Langley era diverso, voleva essere ricco e famoso. Lui inseguiva il risultato, inseguiva le ricchezze. Tutti sappiamo come è andata a finire. Le persone che avevano lo stesso credo dei fratelli Wright lavoravano con loro nonostante il sudore, le lacrime e il sangue. Nel caso di Langley, lavoravano semplicemente per lo stipendio. Si dice che quando i fratelli Wright uscivano per andare a provare i loro prototipi, portavano con sé almeno cinque set di parti di ricambio, perché era la quantità minima di volte che precipitavano prima di rientrare a casa per cena. Il 17 dicembre 1903 i fratelli Wright presero il volo, senza che nessuno fosse li per vederlo. Il resto del mondo lo scoprì qualche giorno dopo. Un’ulteriore dimostrazione del fatto che Langley fosse spinto dalle motivazioni sbagliate, fu che il giorno che i fratelli Wright presero il volo, lui smise del tutto. Avrebbe potuto accogliere l’immensa scoperta e cercare di migliorarla, ma non lo fece. Non era stato il primo, non sarebbe diventato ricco e famoso, quindi lasciò perdere. LE PERSONE NON COMPRANO COSA FAI, COMPRANO PERCHÈ LO FAI

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LEGGE DELLA DIFFUSIONE DELL’INNOVAZIONE Le fasi di diffusione di un nuovo prodotto sul mercato sono scandite da un diverso grado di ricezione da parte degli utenti. Occorre raggiungere almeno il 15-18% della popolazione perché un prodotto possa evolvere in “prodotto di massa”.

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Market share %

FIG. 1

25

0 Innovators 2.5%

Early Adopters 13,5%

Early Majority 34%

Late Majority 34%

Laggards 16%

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Se parli e condividi ciò in cui credi, attirerai le altre persone che credono nelle stesse cose. Ma perché è importante attirare le persone? Si chiama la legge della diffusione dell’innovazione (FIG. 1). La prima sezione è composta dal 2,5% della popolazione che sono gli “innovatori”, seguiti dal 13,5% chiamati “early adopters” che in italiano chiameremo “utenti precoci”. A seguire troviamo un 34% di “maggioranza precoce” e un altro 34% di “maggioranza ritardataria”, seguite in fine da un 16% di “ritardataSE VUOI ri” che, per fare un esempio, RAGGIUNGERE UNA DIFFUSIONE sono quelli che comprano un DI MASSA DI UNA telefono con i tasti solo perCERTA IDEA LO ché non si possono più comPOTRAI FARE SOLO prare i telefoni a disco. SE SARAI RIUSCITO Ci ritroviamo tutti su queA COINVOLGERE sta scala in diverse posizioni, ALMENO IL 15-18% in diverse occasioni e per DELLA POPOLAZIONE diversi motivi. Quello che ci insegna la legge sulla diffusione dell’innovazione è che se vuoi raggiungere una diffusione di massa di una certa idea o di un certo prodotto, e quindi che venga accolto dalle due maggioranze centrali del grafico, lo potrai fare solo ed esclusivamente se sarai riuscito a coinvolgere almeno il primo 15/18% della popolazione di innovatori e utenti precoci. I valori di diffusione del 15/18% rappresentano il punto critico che permette a una idea o un prodotto di essere accettato o acquistato dalle masse. Molti sono soddisfatti quando ottengono una conversione di nuo-

Martin Luther King, 28 Agosto 1963

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vi utenti pari al 10% ma, secondo questa regola, non basteranno mai per arrivare alle maggioranze. Questa piccola distanza tra il 10% e il punto critico è quella che bisogna coprire. Gli innovatori e gli utenti precoci sono quelli che più facilmente riescono a prendere quelle decisioni istintive e che riescono a seguire le loro intuizioni. Sono le persone che vengono guidate da ciò che credono (PERCHÉ) e non semplicemente da quale prodotto è disponibile (COSA). Sono le persone che stanno accampate fuori dal negozio della Apple per una notte pur di essere tra i primi a comprare il nuovo iPhone, quando potrebbero benissimo passare una settimana dopo e non dover neanche fare la coda in cassa. Queste sono le persone che spesero 40.000 dollari per compare i primi televisori a schermo piatto, anche se la tecnologia non era ancora a livelli competitivi. Nessuna di queste persone lo ha fatto perché la tecnologia era cosi fantastica, lo hanno fatto tutti per se stessi. Volevano essere i primi. LE PERSONE NON COMPRANO COSA FAI, COMPRANO PERCHÈ LO FAI Quello che fai è semplicemente la dimostrazione di quello che credi. Le persone dimostreranno ciò in cui credono. Le persone stanno accampate fuori dal negozio della Apple per una notte per ciò in cui credono e per dimostrarlo agli altri e al mondo. Loro erano i primi.


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Ci sono diversi esempi di successo e fallimento di questa legge di diffusione. Prima vedremo l’esempio di un fallimento, tenendo a mente anche i 3 aspetti che vengono sempre indicati in caso di fallimento: capitale, personale e mercato. Da quando è uscito sul mercato americano, TiVo è il prodotto migliore che si possa acquistare, di gran lunga e senza dubbio. Ha ricevuto grandi finanziamenti e le condizioni di mercato sono perfette, a tal punto che “TiVo” in viene addirittura usato come verbo. Eppure TiVo è un fallimento commerciale che non ha mai generato guadagni. Quando TiVo ha lanciato il prodotto, ha detto a tutti COSA avevano. Abbiamo un prodotto che mette in pausa la televisione in diretta, salta le pubblicità, ti permette di fare rewind anche su un programma in diretta e memorizza le tue abitudini senza neanche che tu lo chieda.

La reazione della maggioranza cinica è stata: Non ti credo, non ne ho bisogno e non mi piace. Mi stai spaventando

Ma se TiVo avesse detto: Se tu sei il tipo di persona alla quale piace avere il controllo totale di ogni aspetto della sua vita, noi abbiamo il prodotto perfetto per te! Mette in pausa la televisione in diretta, salta le pubblicità, memorizza le tue abitudini, ecc.

Quello che fai serve semplicemente come prova di quello che credi. Adesso parliamo di un esempio di successo della legge di diffusione dell’innovazione. Nell’estate del 1963, 250.000 persone si presentarono sul National Mall di Washington D.C. per sentire Martin Luther King parlare. Non furono mandati inviti e non esisteva nessun sito internet per controllare la data e l’orario. Come è stato possibile? Martin Luther King non era l’unico grande oratore in America, sicuramente non era stato l’unico a subire gli svantaggi di una società ancora razzista e, a dirla tutta, alcune sue idee non erano poi così buone. Ma

possedeva un grande dono. Non andava in giro dicendo alla gente cosa andava cambiato in America, andava in giro dicendo alla gente in cosa lui credeva. “I Believe”. In questo modo, le persone che credevano in quello che credeva lui, presero la sua causa e la resero propria, condividendola con altre persone e costruendo strutture che permettevano di raggiungere ancora più persone. È così che 250.000 persone si presentarono il giorno giusto, all’ora giusta per sentirlo parlare. Quante di queste persone erano lì per lui? Nessuna. Erano li per se stessi. È quello che loro credevano a riguardo dell’America che li fece viaggiare per ore, per stare in piedi sotto il sole nel mezzo di Agosto. È quello che credevano loro, e non c’entra neanche il discorso di bianco o nero, perché il 25% di quelle persone era bianca. Martin Luther King credeva che ci sono due tipi di legge in questo mondo. Quelle create da un’autorità superiore e quelle create dall’uomo, e solo quando le leggi create dall’uomo sarebbero state in linea con quelle create da una autorità superiore avremmo vissuto in un mondo giusto. Il Civil Rights Movement gli ha semplicemente permesso di dare vita alla sua causa. Lo abbiamo seguito, non per lui, ma per noi stessi, e non dimentichiamo che nel suo famoso discorso disse “I have a dream”, non “I have a plan”. Ci sono persone in comando e persone che comandano. Le persone in comando hanno una posizione di potere o autorità, ma le persone che comandano veramente riescono a ispirarci. Che siano individui o organizzazioni, noi seguiamo le figure che comandano, non perché dobbiamo, ma perché vogliamo. Seguiamo quelli che comandano, non per loro, ma per noi stessi, e sono quelli che partono dal PERCHÉ che riescono a ispirare quelli che li circondano, o che trovano quelli che li ispireranno a loro volta.

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LE NUOVE STARTUP

UNA MISSIONE “QUASI” IMPOSSIBILE

LA VOGLIA DI PROVARE LA FORZA DI CREDERCI di MATTIA COLOMBO e GHILAN GHILARDELLI

UPSTRƎAM CLOTHES CO. [CON-TRO-COR-RÈN-TE] UN MARCHIO NATO DALL’INCONTRO DI DUE PASSIONI, LA CREATIVITÀ E LA VENDITA, ASSOCIATE ALL’ABBIGLIAMENTO STREETWEAR. UNA NUOVA IDEA CHE SI BASA SULL’ORIGINALITÀ E L’ANTICONFORMISMO. UPSTREAM È UN MARCHIO TOTALMENTE PRODOTTO IN ITALIA. OGNI CAPO È UNICO NEL SUO GENERE GRAZIE A UNA CREAZIONE INTERAMENTE HANDMADE.

U

UPSTREAM nasce il 3 marzo 2013 quando due ragazzi, un grafico di nome Ghilan e un sales agent di nome Mattia dopo un turbolento e inaspettato viaggio nella grande mela si ritrovano con la voglia di provare a creare un proprio brand, basato su principi per loro importanti e capace di ritagliarsi uno spazio fra l’immensa quantità di prodotti streetwear presenti sul mercato. Un brand che avrebbe avuto i propri punti di forza nella stampa di t-shirt con grafiche uniche, nella volontà di realizzare prodotti totalmente Made in Italy, nella creazione interamente handmade e nel desiderio di voler distinguersi cercando di essere originali e anticonformisti. Eravamo consapevoli di quanto sarebbe stato difficile emergere in un settore così vasto per tipo di proposte e in un momento di forte crisi… ma, come dice il detto, “tentar non nuoce”. Così decidemmo di intraprendere il progetto un po’ per gioco e un po’ con la speranza di riuscirci. Bisognava dare un nome al brand che fosse coerente con le idee che avevamo in mente. Volevamo basare tutto sull’originalità e l’anticonformismo, decidemmo quindi di chiamare il nostro brand “controcorrente”, in inglese Upstream. Prima di tutto era necessario procurarsi la macchina per stampare. Grazie ad alcune conoscenze siamo riusciti a metterci in contatto con una persona in Puglia che possedeva una macchina usata da vendere. Così ci siamo organizzati e siamo partiti. Destinazione: Taranto. La macchina arriva a Milano e tutto può cominciare a diventare concreto. Il secondo passo era quello di procurarsi gli altri strumenti necessari, ossia le magliette e i materiali per stampare.

MATTIA COLOMBO

info@mattiaupstreamclothes.com

D

al 2005 lavoro come sales agent, agente di commercio per il marchio Billabong. Negli anni ho rappresentato molti marchi sempre legati al mondo streetwear: da piccoli e appena nati ad altri più famosi e importanti! Nel 2013 è nato il progetto Upstream che seguo di pari passo al mio lavoro... una nuova avventura, nuovi stimoli che fanno bene a tutto!


UNA MISSIONE “QUASI” IMPOSSIBILE MATTIA COLOMBO

t r i h s t a n u Cosa c’è in PER

NOI LA T-SHIRT, lo dice il nome stesso, è la famosa maglietta a forma di T divenuta negli anni un capo d’abbigliamento universale. Non esiste una ragione ufficiale per cui la t-shirt si chiami in questo modo. La lettera T e il termine shirt formano una parola diventata di uso comune, percepita come un’identità a sé stante. Con shirt si intende genericamente un capo per la parte superiore del corpo. Per quanto riguarda l’uso della lettera T, ci sono tre diverse versioni della sua introduzione come prefisso di shirt. La prima e più immediata associazione è quella relativa alla forma a T della maglietta nella sua posizione aperta. Una seconda ipotesi individua nella T l’iniziale della parola inglese UN PO’ MESSAGGIO, UN “training”, allenamento, per PO’ POSTER, UN PO’ la sua comodità e il suo PERFORMANCE DA TUTTI tradizionale uso in attività I GIORNI. ATTRAVERSO sportive. La terza prende LA T-SHIRT ESPRIMIAMO in considerazione il target, INTENZIONI, SPERANZE, principalmente giovanile, INTERPRETAZIONI di chi la utilizza per cui la DEL MONDO E MOLTO T potrebbe rappresentare SPESSO LA USIAMO AL l‘iniziale della parola “teen”, POSTO DELLA TELA, PER ovvero teenager. DISEGNARE QUELLO CHE La t-shirt è un formidabile VORREMMO RESTITUIRE strumento per la AGLI OCCHI DEGLI ALTRI. comunicazione di idee, filosofie e sentimenti; su di essa è possibile scrivere, disegnare, incidere qualunque messaggio. Chi la indossa comunica in modo immediato un mood, un modo di essere, una appartenenza, idee e suggestioni a tutto il mondo esterno. Questo semplice indumento, quasi uno specchio dell’anima, spesso diventa una “seconda pelle”, un vero e proprio tatuaggio di stoffa, capace di raccontarci, sempre e comunque, qualcosa del suo proprietario.

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La t-shirt è il capo di vestiario più democratico della storia: nata come indumento intimo ha saputo ritagliarsi il proprio posto nel mondo, attraversando strati di stoffa e strati sociali, da underwear a stand alone. Nata per vestire la classe operaia ha cominciato a far parlare di sé da quando Marlon Brando e James Dean l’hanno fatta diventare il simbolo di un’intera generazione, ribelle ovviamente, introducendo anche un nuovo modo di portare con sé le sigarette. Qualche anno dopo, con l’affermarsi della cultura pop e psichedelica, la t-shirt è diventata una bandiera colorata da indossare; il periodo richiedeva affermazioni decise e chiare e ancora una volta il mezzo per esprimersi fu la t-shirt. Da allora è rimasta una star, feticcio di grandi stilisti (come ad esempio Jean Paul Gaultier con le sue sorprendenti magliette a righe) e artisti che hanno saputo trasformarla in piccoli capolavori. Per noi la maglietta è parte integrante della Street art; con una maglietta ci passeggi, ci sudi, te la porti a spasso… e allora, perché non mettere su quel pezzo di cotone così personalizzabile quello che pensiamo, amiamo, vogliamo, rielaborando il mondo che ci circonda e la realtà che ci passa sotto gli occhi da mattina a sera? T shirt come parole da indossare.


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Dopo molte prove e difficoltà siamo riusciti a trovare un produttore che rispecchiasse al meglio le nostre caratteristiche e le nostre priorità… l’unico problema è che non era proprio vicino a casa nostra, ma in Emilia… e questo, insieme a ogni altra piccola cosa, era da considerarsi come un nuovo investimento. Finalmente nacque la prima t-shirt a marchio Upstream: una maglia bianca 100% cotone con davanti, al centro, il logo del brand. Il materiale da vendere c’era, UN MARCHIO ora bisognava farsi conoscere CONTROCORRENTE dai consumatori. Come detto in CAPACE DI UNIRE precedenza Upstream è un marORIGINALITÀ E chio di abbigliamento streetwear MADE IN ITALY, quindi il target da colpire era soCREATIVITÀ E ANTICONFORMISMO, prattutto quello dei giovani. Per questo motivo decidemLAVORAZIONE A mo di farci conoscere soprattutto MANO E GRANDE PASSIONE PER tramite i più noti social network L’ABBIGLIAMENTO e un sito web con uno shop onliSTREETWEAR ne, l’unico modo, in un primo momento, di acquistare una delle nostre t-shirt. Inoltre si decise di puntare molto sul passaparola.

Dopo qualche mese sono iniziate le collaborazioni con negozi in diverse città della Lombardia: Milano, Bergamo, Brescia, Monza, Rho e Varese. Le t-shirt Upstream potevano essere acquistate anche nei negozi. Intanto il brand è iniziato a svilupparsi in diversi modi: continuando la creazione di grafiche sempre più numerose, di modelli dai tagli diversi con nuovi particolari o finiture e il perfezionamento di cuciture degne di un prodotto handmade e made in italy. Grazie alle splendide cuciture di un particolare capo ci è venuta l’idea di rendere il tutto ancora più intrigante, cosi decidemmo di creare una tees “super limited edition” di 100 pezzi al cui interno era stampato un codice di sei cifre con il quale il cliente avrebbe potuto registrarsi sul sito e scoprire che la sua nuova tees era garantita a vita sulle cuciture; per qualsiasi tipo di difetto riscontrato sulle cuciture la sua maglietta sarebbe stata sostituita. Nel frattempo sui social network abbiamo creato piccoli concorsi a indovinelli: con foto, frasi e indizi da riconoscere il vincitore aveva la possibilità di essere premiato con una maglia o un altro prodotto Upstream. Questo per creare nel cliente una sorta di motivazione, coinvolgendolo in prima persona nelle nostre attività.

GHILAN GHILARDELLI

info@ghilanupstreamclothes.com

D

al 1997 lavoro come designer nel mondo dello streetwear. Nel 2002 ho creato il mio primo marchio di abbigliamento Urban Warrrior. Ho lavorato come designer per Just For You, un marchio medio/ alto da donna, per poi collaborare con If-Fashion dove ho creato una linea streetwear dal nome Diamond Dogma. Dal 2013 ho creato con Mattia Colombo il progetto Upstream.

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OGNI IMPERFEZIONE NON È DA CONSIDERARSI UN DIFETTO, MA UN PREGIO CHE RENDE QUESTO CAPO UNICO.

Inoltre si è continuato a dare un peso sempre più rilevante ai valori su cui si basa il brand; per esempio all’interno di ogni t-shirt viene stampata la frase: “ogni imperfezione non è da considerarsi un difetto ma un pregio che rende questo capo unico”. A un anno dalla creazione, Upstream è considerevolmente cresciuto: il brand ha realizzato grafiche sempre più numerose e una linea di accessori; è aumentato il numero di negozi in cui è possibile trovare i prodotti Upstream riuscendo a varcare i confini della Lombardia per arrivare in altre regioni d’Italia; il numero di follower sui diversi social network è in continua espansione. Ad aprile 2014 il brand ha deciso di istituire un concorso in collaborazione con l’accademia di Belle Arti di Brera per coinvolgere designer e grafici a entrare a far parte del mondo Upstream. Il concorso consiste nel creare nuove grafiche per le t-shirt. Queste grafiche saranno votate su Facebook. Passeranno alla fase finale le sette grafiche più votate dagli utenti e tre scelte dal team Upstream. Al termine verrà decretato vincitore chi avrà ottenuto più voti. Il premio consiste nella stampa su 50 t-shirt della grafica vincitrice con riportato il nome

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dell’autore. Le 50 t-shirt entreranno a far parte della linea Upstream e saranno quindi presenti sullo shop online e nei diversi negozi che ospitano il brand. Oggi, dopo un anno, Upstream è presente in più di 25 punti vendita tra Lombardia, A UN ANNO Veneto, Toscana e Abruzzo.

DALLA CREAZIONE UPSTREAM È MOLTO CRESCIUTO SENZA PER QUESTO RINUNCIARE AI VALORI SU CUI DA SEMPRE ABBIAMO DECISO DI BASARE IL NOSTRO BRAND

Grazie a tutte le persone che ci seguono e ci stimolano ogni giorno; grazie a tutti i negozi, gli shop, gli store che credono in questo piccolo marchio che piano piano si sta facendo strada… Grazie a tutti gli amici che ci aiutano come filmmaker e fotografi… grazie soprattutto a Json Adriani e al suo studio Marcona41, sempre presenti alla creazione di video e foto per il nostro Brand! Grazie a chi riconosce e apprezza la nostra passione e la nostra creatività donandoci consigli preziosi per riuscire, passo dopo passo, a creare qualcosa che possa generare interesse in un mercato saturo di novità e in un momento di forte crisi economica.


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Ci facciamo riconoscere I PUNTI DI FORZA

A CHI SI RIVOLGE

Il made in italy, la totale lavorazione handmade del prodotto, la possibilità di stampare noi… e quindi di essere subito pronti a qualsiasi tipo di incarico, o a qualsiasi tipo di riassortimento da parte del cliente. Molti amici che ci aiutano come filmaker e fotografi.

Ragazzi e ragazze tra i 20 e i 35 anni. Un prodotto in grado di vestire chiunque abbia voglia di indossare arte e moda, in un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione, modernità e qualità. Tessuti eccellenti si uniscono alle tecniche di stampa in continua evoluzione.

IN COSA È MIGLIORE DEGLI ALTRI

IN CONCLUSIONE

Il nostro prodotto è totalmente made in italy e non “ideato e disegnato in Italia ma prodotto all’estero”. I nostri sarti e i nostri produttori sono italiani e vivono qui. L’amore sconfinato e la filosofia di vita del Made in Italy non possono essere sostituite.

Da umile indumento a oggetto del desiderio; le t-shirt si comprano, si indossano, si regalano, si leggono, si strappano e, a volte, si usano come panno per la polvere. Un contenuto da esibire che fuoriesce in modo naturale da una superficie.

La nostra idea e il nostro obiettivo, fin dall’inizio, sono stati di realizzare qualcosa di unico. Senza presunzione volevamo progettare qualcosa di artigianale, puntando sul Made in Italy. Ogni grafica è studiata e realizzata handmade, per questo ogni prodotto sarà sempre diverso dall’altro in qualche piccolo dettaglio. Nonostante la strada sia in salita non vogliamo mollare… noi proviamo a prenderla “upstream”, controcorrente. IDEATO, DISEGNATO E PRODOTTO IN ITALIA.

Per contattarci www.upstreamclothes.com info@upstreamclothes.com

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LE NUOVE STARTUP

QUALITÀ SENZA COMPROMESSI

LA SEDE… DEL MADE IN ITALY di VALERIA PASTORI

PORTARE IL BUON CIBO SULLE TAVOLE, FAR RISCOPRIRE I SAPORI DI UNA VOLTA, GENUINI, SALUTARI E DI STAGIONE, DIFFONDERE LA CULTURA REGIONALE O DI NICCHIA, PROMUOVERE IL MADE IN ITALY ANCHE ALL’ESTERO SONO I MIEI OBIETTIVI E IN QUESTO PRIMO ANNO DI ATTIVITÀ, GRAZIE AL WEB E AI SOCIAL NETWORK, SONO RIUSCITA A DARE VITA AL MIO PROGETTO.

H

Ho sempre saputo che un giorno mi sarei laureata e finalmente il 3 ottobre 2012 ho raggiunto il traguardo. Non sapevo ancora che sarei finita nella lunga lista dei disoccupati. Dopo cinque anni di sacrifici, sia miei che della mia famiglia, ero entusiasta di poter cominciare la mia vita e “diventare grande”. Ma una laurea triennale in Scienze Umane dell’Ambiente, del Territorio e del Paesaggio, e una specialistica in Pianificazione Urbana e Politiche territoriali non sono state sufficienti. Centinaia di curriculum inviati senza ricevere alcun tipo di risposta non mi hanno demoralizzata, anzi mi hanno aperto gli occhi e mi hanno fatto capire che forse dovevo muovermi in modo diverso. Nel mondo di oggi in cui è diventato tutto più incerto e meno stabile si tende a pretendere sempre di più da chi non ha gli strumenti necessari per offrire questo di più, e ciò vale soprattutto nel mondo del lavoro. Ecco perché ho deciso che il lavoro io me lo sarei “inventato”. A sei mesi dalla laurea mi sono detta: “È arrivato il momento di cambiare le cose”. L’idea di avere un’attività tutta mia mi è sempre appartenuta, forse per il fatto che anche mia mamma ne ha avuta una molti anni fa, quando ero una bambina, e ricordarla lavorare nel suo piccolo laboratorio mentre mi aiutava a fare i compiti mi ha fatto capire che quella poteva essere la strada giusta anche per me. Così è iniziata l’avventura e, a oltre un anno di distanza, sono sempre più convinta della mia scelta. Se tornassi indietro rifarei tutto e senza alcun dubbio anche l’Università perché, indipendentemente dal fatto di trovare un lavoro inerente al proprio percorso, lo studio, il dover affrontare

VALERIA PASTORI

info@madeinitalyonline.com

V

entottenne nata in un piccolo paesino in provincia di Milano, laureata in Pianificazione Territoriale e Politiche Urbane al Politecnico di Milano. Appassionata di cultura enogastronomica, viaggia per l’Italia alla scoperta di prodotti locali ormai dimenticati.


QUALITÀ SENZA COMPROMESSI VALERIA PASTORI

gli esami, confrontarsi con persone di diversa provenienza sociale e culturale, relazionarsi con professori adulti e magari di un certo spessore, sono tutte piccole cose che ti aiutano ad affrontare IN ITALIA ESISTE UN al meglio la “vita vera” e che, nel VASTO PATRIMONIO mio caso, mi hanno aiutata ad afGASTRONOMICO frontare la novità più grande: inFATTO DI PICCOLI traprendere un’attività in proprio. PRODUTTORI, ALIMENTI DI Adesso però arriviamo alla parte NICCHIA E ANTICHI più difficile: decidere di cosa mi SAPORI TUTTI DA sarei occupata. Il mio percorso formativo era RISCOPRIRE troppo specifico per permettermi di intraprendere un attività inerente da sola senza essere seguita e aiutata da chi già possedeva le conoscenze e le capacità tecniche e pratiche per svolgere quel genere di attività, così decisi che mi sarei orientata verso una delle mie passioni, il buon cibo. NASCE MADE IN ITALY ONLINE Un bel giorno passeggiando per le vie della famosissima capitale dei Trulli, Alberobello, mi trovai a riflettere su quanto fosse ricca la cultura culinaria di questo piccolo paese. Dentro di me continuava a riecheggiare una domanda: “Ma se in un paese di 10.000 persone c’è tanta ricchezza enogastronomica, quanta ce ne può essere nell’intera Italia?”. Come sempre condivisi immediatamente il pensiero con il mio fidanzato Stefano che, preso dal discorFOTO: Costanavarino - Flickr - CC

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so, mi disse: “Perché non crei qualcosa che avvicini i prodotti alle persone?”. Dopo qualche minuto di riflessione mi resi conto che l’idea cominciava a piacermi e iniziai a ragionare su come poter sviluppare il progetto. Ed ecco che, non senza difficoltà soprattutto burocratiche, sono riuscita ad aprire la mia piccola società. Pensai che la creazione di un mio e-Commerce fosse il metodo più rapido per raggiungere il maggior numero di utenti, in Italia e nel mondo. L’obiettivo era promuovere l’immagine, già positiva, del Made in Italy sia ai miei connazionali sia ai più curiosi stranieri che ogni anno affollano le nostre città. Dato che, come detto in precedenza, il mio bagaglio scolastico era diametralmente opposto al campo alimentare incominciai a prepararmi, informarmi e studiare e con mia enorme sorpresa scoprii che negli anni si sono diffuse, e purtroppo anch’io ne sono vittima, tantissime intolleranze alimentari, soprattutto in bambini e adolescenti. Il motivo? Sembrerà banale ma tutto dipende dall’alimentazione. La richiesta sempre maggiore di generi alimentari in ogni periodo dell’anno fa sì che sulle nostre tavole si trovino prodotti estivi anche nei mesi invernali e viceversa. Questo però porta inevitabilmente a una drastica diminuzione della qualità dei prodotti che portiamo sulla nostra tavola e nel nostro stomaco! Da qui l’idea di far riscoprire alle persone il vero e genuino prodotto tipico, 100% italiano, naturale e unico! Sono partita nella mia ricerca dal paese che mi ha dato l’ispirazione, Alberobello, e da qui ho cominciato a informarmi su chi producesse utilizzando solo ma-


QUALITÀ SENZA COMPROMESSI VALERIA PASTORI

terie prime del territorio per trasformarle, secondo la tradizione, in prodotti unici. In un periodo di forte incertezza io punto sulla qualità, che negli anni passati è stata il nostro cavallo di battaglia in tutto il mondo. Bene, la mia attività, “La Sede”, è nata e i prodotti sono pronti per essere portati in tavola ma manca qualcosa! Dov’è la mia vetrina? Come fanno le persone a riscoprire i veri prodotti italiani? Voglio che sia tutto a portata di tutti, quindi online. Vediamo un po’ …Made in Italy …online …internet …www …trovato!!! www.madeinitalyonline.com Che ne dici? A me piace, riassume tutto quello che avevo in mente. LA RISCOPERTA DELLA QUALITÀ Ora che ho il mio personale e un po’ particolare “bancone enogastronomico” online sono sempre alla ricerca di prodotti italiani regionali di nicchia; giro l’Italia con il solo scopo di scovare sapori unici da far assag-

TUTTI GLI UOMINI SI NUTRONO, MA POCHI SANNO DISTINGUERE I SAPORI. - CONFUCIO

BISOGNA PUNTARE SULLA QUALITÀ, DIFFERENZIARSI DALLA MASSA, REALIZZARE QUALCOSA DI UNICO.

giare ai miei clienti portando online prodotti genuini e soprattutto di stagione! Spesso mi capita l’occasione di incontrare e conoscere dal vivo i miei clienti partecipando a fiere di settore in diverse località e sempre più spesso mi capitano episodi come questo. Siamo nei primi giorni estivi e si avvicina la signora Maria: “Valeria, vorrei tanto assaggiare di nuovo quella gustosissima confettura QUALITÀ, di fichi d’India, non è che ce l’hai STAGIONALITÀ qui con te?”. Non tutti sanno che i E MADE IN ITALY SONO I fichi d’India maturano a Settembre PRODOTTI CHE e che le conserve vengono quindi CARATTERIZZANO prodotte dopo il raccolto e consu- LA MIA ATTIVITÀ mate principalmente in autunno e E CHE VOGLIO inverno e ahimè già in primavera PORTARE AI MIEI sono tutte esaurite. Puntare sulla CLIENTI IN ITALIA qualità significa che quando il rac- E ALL’ESTERO colto e di conseguenza il prodotto è finito significa che È FINITO e alla signora Maria spiego che in questo periodo dell’anno preferisco farle assaggiare una buonissima confettura di mele!

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QUALITÀ SENZA COMPROMESSI VALERIA PASTORI

Ci facciamo riconoscere UN PO’ DI DATI

A CHI SI RIVOLGE

La Sede collabora con numerosi produttori e ha già a catalogo più di 50 prodotti artigianali 100% Made in Italy.

La Sede si rivolge a te! A persone che vogliono puntare sulla qualità, indipendentemente che tu sia un privato, un’azienda o un’associazione.

I PUNTI DI FORZA Una sola parola: qualità. Nessun compromesso, nessuna politica legata alla “quantità” e utilizzo di materie prime unicamente italiane, locali e stagionali.

IN COSA È MIGLIORE DEGLI ALTRI Oltre a offrirti i migliori prodotti, è mia priorità consigliarti quando e come consumarli, aiutarti a sviluppare la tua personalissima cultura enogastronomica e ricercare per te quelle “chicche” che vorresti ritrovare sulla tua tavola.

Far riscoprire il corretto valore dei prodotti e vivere in prima persona le reazioni che hanno i miei clienti è molto motivante e mi spinge a condividere ciò che scopro ogni giorno durante le mie ricerche. Il mio core business non si limita solamente alla clientela privata ma anche alle aziende operanti nel settore alimentare, ristoranti, enoteche e gastronomie che fortunatamente stanno cambiando rotta e vogliono offrire ai propri clienti prodotti di qualità rispettando la naturale stagionalità degli alimenti. Questo percorso mi ha fatto e mi farà conoscere tante persone, ne voglio ringraziare una su tutte, lo chef stellato Davide Oldani, proprietario del Ristorante D’O che ha scelto alcuni nostri prodotti, magistralmente rivisitati, da proporre ai suoi clienti. Dunque ci sono riuscita, ho iniziato la mia attività e sottolineo mia con il bello e il brutto dell’aggettivo. Già perché avere un attività in proprio significa anche avere tante responsabilità, non puoi dire “lo faccio domani” o “lo faccio a fare a qualcun altro”. Per fortuna però ci sono anche tanti aspetti positivi tra i quali la libertà di gestire il proprio tempo riuscendo ad organizzarsi al meglio senza tralasciare ad esempio la corsa serale o lo shopping con le amiche. La tecnologia mi viene incontro. Ho sempre nella borsa il mio tablet

SCRIVICI A REDAZIONE@IDEASINCUBATOR.CH

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Il ritorno al vero Made in Italy è già in atto; i più importanti chef puntano sull’utilizzo di materie prime seguendo la naturale stagionalità dei prodotti e riducendo al massimo gli sprechi.

IN CONCLUSIONE Sono in grado di farti scoprire cibi che ti permetteranno di cambiare il tuo stile alimentare, migliorare la tua salute e quella di chi ti sta a cuore.

senza il quale sarei completamente persa; appuntamenti, mail, telefonate, controllo le vendite e gli accessi al sito, faccio tutto con lui, è diventato il mio migliore amico.E poi, aspetto per me ancora più importante, è la soddisfazione di dire “Ci sono riuscita, l’ho fatto da sola e sono stata brava”! Bene adesso tocca a te dirmi se sono stata davvero brava, vieni a visitare il mio sito o la mia pagina Facebook, ti aspetto!

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ORIZZONTI FUTURI

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MAGAZINE


SCUOLA DI TALENTI

SULLE ORME DEL SUCCESSO

L’OCCASIONE GIUSTA PER SEGUIRE IL PERCORSO PIÙ GRATIFICANTE di DIEGO STRANO

OGNI GIORNO MI OCCUPO DI ORIENTARE CHI ENTRA IN CONTATTO CON ME A LIVELLO PROFESSIONALE NELLA SCELTA DELLE SOLUZIONI IDEALI PER ESPRIMERE AL MEGLIO LA PROPRIA IDEA NEL WEB. CHE SI TRATTI DI VENDERE O DI ACQUISIRE, CONSULENZA, FORMAZIONE, TECNOLOGIA, PROMOZIONE E INVESTIMENTI, SONO GLI INGREDIENTI PER UNA RICETTA VINCENTE.

A

A metà anni ‘90 lavoravo per una nota emittente televisiva a diffusione nazionale. Il web allora, almeno in Italia, era ancora nell’incubatrice! Sonnecchiava con il pollice in bocca ma mostrava un sorrisetto di compiacimento per quello che sarebbe stato da grande. Il palinsesto del canale tv del gruppo prevedeva soprattutto le televendite ed esse attiravano la mia attenzione. In particolare ero incuriosito dal loro schema dietro le quinte. C’era il produttore dell’oggetto da vendere, c’era il televenditore, c’era il mezzo di comunicazione di massa e c’era il pubblico a casa. Oggi lo so ma allora non sapevo di trovarmi letteralmente nella “pancia” di quello che attualmente viene definito un ecommerce marketplace. Mi mancava solo un’informazione per chiudere un cosiddetto cerchio nella mia mente: chi erano gli acquirenti di quegli oggetti talvolta tanto “originali”? Così un giorno ho chiesto un estratto del tabulato clienti e ho fissato alcuni incontri fuori sede. Ho conosciuto un barbiere di città dotato nel suo negozio di una bacheca piena di orologi da proporre ai suoi clienti dopo barba e capelli. Anzi, direi che erano i clienti stessi ad acquistarli. Ho preso un tè con una signora di un paese sperduto considerata una specialista nella selezione di prodotti in offerta televisiva. Comprava e successivamente vendeva alle amiche che periodicamente si trovavano nel salotto di casa sua. In quel momento ho capito che siamo in tanti e ognuno con i propri gusti e le proprie aspettative. Come dire, c’è un prodotto per tutti e dei clienti per ogni prodotto. Basta incontrarsi. Nella

DIEGO STRANO

diegostrano.it@gmail.com

M

i chiamo Diego Strano e sono nato 45 anni fa a Como. Ho studiato e studio tutto quello che mi ispira ma le nozioni di marketing e comunicazione sono state la base di tutte le mie attività compresa quella attuale di Advisor presso Artera. Sono anche felice co-fondatore di varie iniziative web e partner di Ideas Incubator in qualità di promotore e formatore per la Scuola Di Talenti.


SULLE ORME DEL SUCCESSO DIEGO STRANO

fascia pomeridiana una televendita poteva raggiungere fino a 300.000 contatti a target in un quarto d’ora. In alcuni casi la televendita veniva utilizzata come test sull’interesse del pubblico verso il prodotto del caso e quando rientrava la stampata con l’esito delle vendite a volte il numero delle richieste superava il numero dei prodotti a disposizione ed era quindi necessario incrementare la produzione. Per farlo occorrevano più soldi ed era a questo punto che poteva anche comparire l’investitore di turno. CHIAMATA MAXX MEREGHETTI La prima volta che ho visto Maxx ero tra il vasto pubblico di uno dei suoi clamorosi eventi sul trading. Era il 2007. Qualche anno dopo Maxx via webinar ha presentato Arduino Schenato (professionista del trading e formatore da me profondamente apprezzato). Arduino è diventato mio coach nel forex e anni dopo, per una serie di motivi, mi ha dato il numero di cellulare di Maxx. Un bel giorno, dopo un incontro esaltante in ottica iniziative web, uno di quegli incontri talmente moti-

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PUOI REALIZZARTI ONLINE SENZA RINUNCIARE ALLA TUA ATTIVITÀ OFFLINE. CON UN IMPEGNO CONTENUTO E PROGRESSIVO PUOI IMPARARE A FARLO.

vanti che paradossalmente rischi di non concretizzare nulla perché sei già soddisfatto così, ho deciso di mandare un sms a Maxx con scritto: “Se hai in mente qualcosa a livello web parliamone”. Mentre rileggevo l’sms per verificarne il senso, la schermata del telefonino cambia e compare la scritta imperativa “cellulare Maxx Mereghetti OGNI COSA RUOTA – rispondi”. Non avevo fatto i con- INTORNO ALLA COMUNICAZIONE ti con l’enorme intuito di Maxx e E LE GIUSTE così, tre mesi dopo, ho il privilegio INFORMAZIONI di scrivere questo articolo per il UNITE ALLA magazine di Ideas Incubator. PASSIONE PER Cos’è successo dalla telefonata LA PROPRIA IDEA ad oggi? Maxx mi ha parlato di un AMPLIFICANO progetto nel cassetto e che ormai il IL SUCCESSO cassetto spingeva e che ogni tanto si apriva da solo. Allora gli ho detto che era il momento di far diventare quel progetto un percorso e ci siamo “startuppati” a vicenda. Lui ha cominciato ad aggredire la lavagna a fogli mobili con pennarelli oversize multicolore e io ho cominciato a gesticolare nell’aria; sembrava una jam session tra musicisti. È così che ho assistito all’incubazione della Scuola di Talenti.


SULLE ORME DEL SUCCESSO DIEGO STRANO

Ci facciamo riconoscere UN PO’ DI DATI

A CHI SI RIVOLGE

Sono ormai parecchie decine le iniziative web che ho contribuito a concretizzare dalla registrazione del dominio alle campagne marketing di mantenimento.

A chi vuole imparare un linguaggio in più. Comunicare in ottica marketing significa comprendere e farsi comprendere in uno scenario professionale.

I PUNTI DI FORZA

ORIZZONTI FUTURI

Oltre 20 anni di esperienza commerciale condensati in un modello basato su 4 macro argomenti in ottica vendita e 3 fasi formative per sapere cosa fare.

Con il metodo giusto è semplice far conoscere la propria idea nel web ma il futuro della stessa dipende da quanto si riesce a comunicare ai clienti, ai collaboratori, ai fornitori e agli investitori.

IN COSA È MIGLIORE DEGLI ALTRI Riuscire a fare bene e riuscire a spiegarlo bene agli altri. Questo trasferimento di know how è il contenuto a più alto valore aggiunto dei partecipanti alla Scuola di Talenti.

L’AFFASCINANTE COMPLESSITÀ DI RENDERE LE COSE SEMPLICI Come funziona? Cosa faccio adesso? Nulla. Metti in folle e togli il freno a mano. Libera l’idea! Siamo all’inizio del tunnel di quei lavaggi automatici. Ogni cosa è al suo posto e l’obiettivo è l’automobile pulita fra 10 minuti. Quindi è tutto chiaro. Il metodo c’è, la via è già stata tracciata, testata. Il metodo non spinge ma attrae verso lo stato ideale e lo fa con i suoi ingranaggi. Il mio ingranaggio è la comunicazione efficace, padroneggiare il suo strumento principale che è il linguaggio. Direi che si tratta del metodo nel metodo perché ogni cosa ruota intorno alla comunicazione. Il successo di un’idea dipende subito dal gradimento del pubblico ma nel futuro potrebbe dipendere dal gradimento degli investitori ai quali descrivere il proprio percorso. Comunicare in ottica professionale o commerciale è come imparare una nuova lingua, è come scoprire di poter fare la differenza semplicemente ordinando e migliorando il proprio modo di parlare, scrivere, domandare, ascoltare. Il campo di applicazione è illimitato, si va dai clienti ai collaboratori, dai fornitori ai partner di vario livello.

IN CONCLUSIONE Nel web non basta esserci ma bisogna essere visti e essere scelti. In-Formarsi, ovvero sapere e applicare quel sapere è alla base di quel risultato.

● COMUNICARE è interagire: la base dell’empatia. ● PARLARE o SCRIVERE è usare il linguaggio: lo strumento della comunicazione. ● DOMANDARE ovvero ASCOLTARE: la regola numero uno. ● RISPONDERE ovvero INFORMARE: il ciclo della comunicazione. Ma si può e si deve usare uno schema comunicativo anche con se stessi. Ascoltarsi, capirsi. Definire il cosa per poi lasciarsi trasportare dal come. Quando il desiderio si unisce alle informazioni giuste, le probabilità di successo vanno ai massimi livelli. A proposito, nel frattempo l’automobile è pronta. Pulita, profumata, rinnovata. Quasi quasi la vendo!

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IDEAS INCUBATOR YOUR STARTUP WAY

IO INVESTO IN STARTUP E TU? Ecco la seconda puntata di “MAXX YOUR PROFIT” interamente dedicata al mondo delle Startup marco.bazzan@ideasincubator.ch www.scuoladitalenti.com/investire-in-startup


SCUOLA DI TALENTI

VISIBILITÀ IN RETE

SCOPRI COME FARTI TROVARE SU GOOGLE di LUIGI LUONGO

COME FARE PER OTTENERE VISIBILITÀ ONLINE? IN QUESTO ARTICOLO TI GUIDERÒ PASSO DOPO PASSO ALLA SCOPERTA DEL POSIZIONAMENTO SUI MOTORI DI RICERCA. PARTIREMO CON LO SCOPRIRE COSA SI CELA DIETRO L’AZIONE DI UN MOTORE DI RICERCA, QUALI SONO LE SUE BASI E IL SUO FUNZIONAMENTO PER ARRIVARE ALLE FASI PRELIMINARI DI IMPOSTAZIONE DI UNA STRATEGIA SEO EFFICACE.

U

Un’intuizione, un’idea e sei pronto a iniziare un nuovo cammino fondando la tua startup! Offri un servizio utile per molte persone, ma hai appena iniziato e pochi ti conoscono. Come raggiungere i potenziali clienti interessati al tuo prodotto, in Italia e nel mondo? Come conquistare il proprio pubblico e mantenerlo nel tempo? Hai aperto un’attività da poco e il tuo sito è online, insieme ad altri centinaia di migliaia di siti già presenti nel web. È come inserire un piccolo annuncio in un elenco con migliaia di pagine, chi ha bisogno del tuo prodotto come farà a trovarti? Niente paura, la SEO (Search Engine Optimization) è pronta a correre in tuo aiuto! Con il termine SEO si intende quell’insieme di attività capaci di far emergere il tuo sito portandolo all’attenzione di chi sta cercando il tuo servizio. Conoscere e capire i meccanismi della SEO può permettere alla tua idea di essere visibile per il giusto pubblico. Voglio raccontarti la mia storia, per farti capire cosa mi ha portato a diventare uno specialista SEO. Ho iniziato questo mestiere nel 2006; all’epoca era solo un divertimento per scoprire il web, possedevo un sito che faceva qualche migliaio di visite mensili e mi chiedevo quali fossero i meccanismi per cui ottenevo visibilità su alcuni argomenti piuttosto che su altri. Ero ancora uno studente e oltre all’interesse puramente didattico volevo capire come monetizzare questo traffico e come emergere tra i tanti siti simili al mio. Dopo molti esperimenti, riflessioni e studi sono arrivato ad avere qualche decina di migliaia di visite mensili. Questo risultato mi ha permesso di ricavare abbastanza denaro dalla vendita del mio dominio da pagarmi la retta del Politecnico. Da quel momento ho scoperto le grandi potenzialità del web e ho iniziato il mio cammino nel mondo dei motori di ricerca.

LUIGI LUONGO

info@luigiluongo.com

N

ato a Torino il 15 Luglio 1986 e diplomato come perito informatico, decido di proseguire i miei studi al Politecnico di Torino dove mi laureo a 25 anni in Ingegneria Informatica. Inizio fin da subito a lavorare come sviluppatore e SEO presso una grande multinazionale di informatica. Mi sposo il 6 Ottobre 2012 e inizio la mia carriera da libero professionista.


VISIBILITÀ IN RETE LUIGI LUONGO

PERCHÉ LA TUA IDEA HA BISOGNO DI ESSERE BEN VISIBILE ONLINE? Immaginiamo che un giorno, recandoti al lavoro, scopri un problema che accomuna molte persone. Hai un’intuizione: “Chissà se è un’idea originale o se qualcuno ci ha già pensato?”. Ti colleghi ad Internet con l’adrenalina in circolo e scopri che nei risultati di ricerca compare ben poco, per non dire nulla, a riguardo. Gli unici risultati propongono un prodotto o un servizio con molti punti deboli che la tua idea potrebbe migliorare, hai fatto centro! Elettrizzato e con il cuore in gola ti chiedi: “Perché non provarci?”. Hai sentito del progetto Scuola di Talenti e sai che puoi condividere la tua idea con Maxx Mereghetti che ti aiuterà a realizzarla. Sei pronto a metterti al lavoro! A un certo punto del tuo progetto dovrai dedicare un po’ di tempo a creare una presenza online per far conoscere la tua idea, è fondamentale. Statistiche alla mano tra il 2012 e il 2013 la percentuale di famiglie che

INTERNET

PARSER

RISULTATI

URL

INDEX

CRAWLER

MODULI CHE COMPONGONO LO SPIDER

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DEFINISCI I TUOI OBIETTIVI, IDENTIFICA IL TUO PUBBLICO E CONDISCI IL TUTTO CON UNA RICERCA CHE TI PERMETTA DI CAPIRE IL MERCATO GIÀ PRESENTE ONLINE.

hanno un accesso a internet in Italia è passata dal 55,5% al 60,7%, nettamente in crescita. Dall’XI rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione si delinea quella che è la tendenza a utilizzare internet da casa e in mobilità. Il 39,9% degli italiani possiede uno smartphone, sempre connesso alla rete. Per il 43,2% della popolazione la funzione di internet maggiormente utilizzata nella vita quotidiana è la ricerca di informazioni su aziende, prodotti e servizi. Il settore dei servizi e della vendita su internet è in continua ascesa quindi avere la giusta visibilità online può fare la differenza. Questo sarà lo scopo del tuo sito. E dove c’è un sito c’è la SEO, scienza misteriosa che cercherò di renderti il più semplice possibile. PARTIAMO DALLE BASI, CHE COS’È UN MOTORE DI RICERCA? Un motore di ricerca mi piace pensarlo come una lista in cui viene definita la posizione di un oggetto. Quando vuoi recuperare l’oggetto ti basta consultare la lista e trovare la sua collocazione. Più sono gli oggetti tra cui cercare maggiore è l’importanza di avere una lista ben organizzata per evitare di sprecare ore a cercare un ago in un pagliaio! La quantità di materiale che oggi si trova su Internet è immensa. Quando cerchiamo una parola, o una frase, il motore di ricerca non può mettersi a spulciare in tempo reale sito per sito per ottenere dei risultati attinenti alla nostra richiesta. Anche il motore di ricerca utilizza delle liste, o indici, di parole e concetti alle quali sono associati migliaia di siti tra cui sceglie i più idonei alle domande dell’utente. COME FUNZIONA UN MOTORE DI RICERCA? Un motore di ricerca è composto da un componente software detto spider. Lo spider acquisisce tutti gli indirizzi web che trova scandagliando la rete e li analizza al fine di capire il loro contenuto e se possono o meno fornire informazioni utili agli utenti. Quello che comunemente viene chiamato con il termine spider in realtà


VISIBILITÀ IN RETE LUIGI LUONGO

è un insieme di moduli software che lavorano all’unisono per raggiungere un unico obiettivo: quello di restituire all’utente i siti pertinenti con quanto richiesto. Il modulo URL dello spider ha il compito di scaricare le pagine Internet che gli vengono indicate da una terza parte (che per semplicità non ho incluso nello schema). Una volta scaricata, la pagina viene passata al parser che ha il compito di estrarre le informazioni contenute in ogni documento. Se sono presenti indirizzi web vengono passati al blocco URL che ha il compito di memorizzarli e tenerne traccia. Se l’indirizzo è già presente e tracciato il tutto viene passato al blocco index. Il blocco chiamato index ha il compito di valutare il contenuto informativo della pagina e catalogarlo nel proprio indice insieme a tutti gli altri documenti che appartengono allo stesso sito o a siti differenti. L’ultimo modulo dello spider è il blocco risultati che restituisce il documento più opportuno in base alla ricerca effettuata dall’utente.

Terminato il brainstorming si passa alla fase esplorativa. È il momento di valutare i concorrenti già presenti nella nostra fetta di mercato. C’è tanta competizione? Cosa trattano i miei potenziali competitor? Da quanto tempo sono presenti online? In che modo il mio servizio è diverso dal loro? Più informazioni si riescono a raccogliere e più sarà facile il lavoro successivo. Trovare una risposta chiara a queste domande è fondamentale per avere un’idea di come muoversi nel mercato e come impostare una corretta strategia di ottimizzazione per i motori di ricerca. Ultima, ma non meno importante, è la fase di sintesi. Si organizzano tutte le informazioni raccolte nei passi precedenti al fine di pianificare una strategia SEO efficace capace di raggiungere gli obiettivi prefissati. Riassumendo, prima di avviare un qualsiasi progetto SEO tieni sempre bene a mente questi tre passaggi: definisci in maniera chiara i tuoi obiettivi, identifica il tuo pubblico e condisci il tutto con una ricerca che ti permetta di capire il mercato già presente online.

PRIMA DI AVVIARE UN PROGETTO SEO PRONTI PARTENZA E VIA CON LA SEO Ora che abbiamo compreso le basi dobbiamo porci un’altra domanda. In questo processo, dove comincia l’ottimizzazione per i motori di ricerca? Facile: dall’obiettivo del tuo sito internet! Sembra banale, ma uno degli aspetti più trascurati da chi si affaccia per la prima volta online è proprio questo. Qual è lo scopo della tua attività? Chi sono le persone alle quali ti rivolgi? Avere una risposta chiara a queste domande può fare la differenza tra il successo e il fallimento di un progetto web. Una volta definito l’obiettivo del sito e le persone da raggiungere devi condurre una ricerca per capire quali argomenti trattare e come vengono affrontati da chi è già presente nel tuo stesso settore. La ricerca di mercato è composta da tre passaggi: una fase di brainstorming, una esplorativa e una di sintesi. Nella fase di brainstorming dobbiamo estrarre informazioni sul settore di mercato in cui stiamo entrando. Quali sono i termini che reputo più utilizzati? Quali frasi potrebbero essere ricercati dalle persone che voglio raggiungere e quali sono le mie conoscenze in merito all’argomento?

A questo punto abbiamo tutti gli ingredienti per avviare e pianificare una strategia SEO efficace. Ora dobbiamo mettere mano al tuo sito e migliorarlo sia nella struttura che nei contenuti per rispettare gli aspetti tecnici legati all’ottimizzazione. In questo articolo non approfondisco tutte le nozioni pratiche, se sei interessato potrai seguire le mie video lezioni su Scuola di Talenti. Ti guiderò passo dopo passo verso l’ottenimento del tuo posto e della tua visibilità sul web.

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LE NUOVE STARTUP

SPORT E VIDEOMAKING

UNA PASSIONE CHE DIVENTA MESTIERE di JSON ADRIANI

GUARDA IL VIDEO EMOZIONARE LO SPETTATORE ATTRAVERSO VIDEO REALIZZATI CON DEDIZIONE, UNIRE L’AMORE PER LO SPORT E PER IL PATTINAGGIO ESTREMO CON LA VIDEO ARTE E IL DOCUMENTARIO. VI RACCONTO LA MIA STORIA E DI COME UNA PASSIONE SPORTIVA ABBIA INCONTRATO L’HOBBY DELLA TELECAMERA PER DIRIGERSI VERSO UNA VERA E PROPRIA PROFESSIONE.

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Fare video non è solo una passione per me. È anche un modo di esprimere un pensiero, un’emozione e un’idea. Mi chiamo Json Adriani, sono nato a Milano ventotto anni fa. La passione per il videomaking è nata in me grazie allo sport che pratico, il pattinaggio estremo, un’ala particolare del pattinaggio. Noi Blader (così ci definiamo) usiamo spazi architettonici come panchine, rampe, scalinate, passamani e altro come attrezzi di allenamento dove possiamo sviluppare ed affinare i nostri trick, cioè le acrobazie. Ho cominciato a pattinare intorno al settembre del 2000 grazie ad uno spazio creato apposta dalla provincia di Milano all’interno dell’idroscalo. Con il passare degli anni cresceva in me, oltre che l’amore verso questo sport, il desiderio di raccontare le nostre acrobazie, le gare e i tour in giro per l’Europa; da lì a poco, nel 2008, ho risposto ad un annuncio su internet e ho acquistato la mia prima telecamera. Filmare, montare ed editare video è diventata la mia vita. Non ho mai avuto le possibilità economiche per frequentare un’università dei multimedia ma, grazie a internet e alle occasioni di lavorare a stretto contatto con altri videomaker ho imparato da autodidatta e in questo modo ho avuto da subito la possibilità di farmi esperienza sul campo. Il passo da hobby a professione e avvenuto in modo fluido, senza quasi accorgermene mi sono ritrovato da montare edit per i nostri contest a tante commissioni di diverso tipo: il primo matrimonio, lo sviluppo di un documentario su alcuni corridori

JSON ADRIANI

jsonadriani@gmail.com

V

entottenne di Milano, videomaker appassionato di pattinaggio estremo, realizza video per eventi, brand di abbigliamento, contest sportivi, documentari, marchi di moda e reality. Scopo del suo lavoro è quello di emozionare lo spettatore attraverso la musica, i colori e la luce dei suoi video.


SPORT E VIDEOMAKING JSON ADRIANI

per un noto brand di suole, la realizzazione di puntate reality per Forex O’Clock. La mia passione per i video copre tutti gli aspetti di questo mondo. Lavoro con brand appartenenti al mondo del mio sport, curo l’immagine di marchi d’abbigliamento come Upstream o Tshirterie, filmo e monto interviste per aziende, non dico mai no a un matrimonio, realizzo video per agenzie di moda. Nonostante la voglia di specializzarmi, cerco sempre di non focalizzarmi su un unico ramo del nostro lavoro per potermi arricchire sempre di esperienze nuove e diverse tra loro. Il videomaking per me rappresenta un modo di esprimermi, di raccontare la vita dal mio punto di vista e con questo emozionare lo spettatore attraverso la musica, i colori, la luce data da un particolare taglio.

Per contattarmi jsonadriani@gmail.com

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OPPORTUNITÀ

AL SERVIZIO DI PUB E LOCALI

PUBSTER LA VITTORIA DI UN’APP di ANDREA PASTINA

GUARDA IL VIDEO LA STORIA DI UNA APP INDISPENSABILE PER FIDELIZZARE I CLIENTI DI LOCALI NOTTURNI, RISTORANTI E PUB. UNA STORIA FATTA DI CAMBIAMENTI DI ROTTA, ERRORI E RIPARTENZE FINO A QUANDO SIAMO RIUSCITI A TROVARE L’ALCHIMIA GIUSTA PER DIFFONDERE E IMPORRE IL NOSTRO BRAND. UNA STORIA FATTA DI DETERMINAZIONE E UMILTÀ, DI SPERIMENTAZIONE E CORAGGIO.

I

In principio era il team. La vera forza di ogni progetto è il gruppo. Il senso che ogni progetto avrà è la conseguenza diretta del team che lo compone. Si condivide tutto: paura, rabbia, risate, sconfitte, delusioni, motivazioni, ripartenze e vittorie. Si condivide tutto. Oggi. Sono Andrea Pastina, ceo di Pubster, la prima app che ti offre da bere. Pubster è un’applicazione per smartphone e viene usata per fidelizzare i clienti di alcuni esercizi commerciali. Il nostro primo esperimento è stato sui pub. Un esperimento andato molto bene, tanto che si sono aperte nuove strade. Attualmente è possibile investire in Pubster comprandone quote societarie e il crowdequity. Ma torniamo un passo indietro. Ieri. Sono Andrea Pastina, freelance, mi occupo di sviluppo di siti internet, applicazioni desktop e sicurezza informatica. Ho iniziato la mia carriera nel 2006 su un progetto internazionale di ricostruzione della pubblica amministrazione irachena, in piena seconda guerra del Golfo. Ho 26 anni, sono figlio degli anni Ottanta, volere è potere, new age, e idee simili. È il tempo di lasciare casa di mamma e papà e trovare uno spazio mio. In un anno lo ottengo. Ora anche io ho un bel mutuo sulla casa. Sto diventando grande. Sperimento. Ho molteplici interessi, e uno di questi mi porta a Milano, a fare un corso di opzioni sul mercato americano. Docente? Maxx Mereghetti. Un trascinatore, uno che dice chiaramente che chi gioca in borsa è uno che ha soldi da buttare. In borsa non si gioca. Si investe. In realtà anche su tutto il resto, non si gioca, si investe. E facendolo ci si diverte. A volte.

ANDREA PASTINA

andrea@pubsterapp.com

C

ceo di Pubster, batterista dei Crazy Nuance, freelance informatico ed esperto in sicurezza, ha lavorato per le principali aziende del panorama ICT italiano. Da alcuni anni si occupa di startup, dopo aver partecipato a InnovActionLab. Con Pubster ha innovato il concetto di fidelizzazione incentivando il ritorno del cliente invece che il consumo.


AL SERVIZIO DI PUB E LOCALI ANDREA PASTINA

Dal corso di Maxx comincio a capire che la matematica, che tanto mi appassiona fin da quando andavo a scuola, non è solo un diletto ma che serve davvero, come mi suggeriva mio padre. Sperimento. Sperimento, e quindi perdo. Ricomincio, perdo ancora. Ancora. Ancora. Poi inizio a vincere. Però non direi “vincere”. Il contrario di perdere in questo caso è guadagnare. Non vincere. Vincere è un’altra cosa. QualcoPER IMPARARE sa che mi aspetta qualche anno MI SONO SEMPRE dopo, ma ancora non lo so. CIRCONDATO DI Come con la matematica. PERSONE PIÙ IN Passo successivo, freelance, GAMBA DI ME. “SE tanti clienti, mi diverto sempre SEI IL PIÙ FORTE E IL PIÙ BRAVO di più, lavoro come un ossesNELLA STANZA, so, saltano giorni, notti, ancora HAI SBAGLIATO giorni, ancora notti. Non dormo. STANZA.” Mi diverto troppo. L’ebbrezza di chiudere un accordo o un contratto mi dà un’adrenalina incredibile. Alessandro, il mio primo capoprogetto, ai miei colleghi diceva “Andrea è un commerciale, ma ancora non lo sa”. Come con la matematica. Passano gli anni e mi specializzo in sicurezza informatica. Passo le notti con personaggi a volte discutibili, indubbiamente geniali che, oltre a debellare minacce informatiche provenienti dall’estero, si trastullano costruendo un drone, un elicottero sul quale montano una GPU (un processore molto più

veloce di una CPU) in grado di fare calcoli enormi, e lo fanno scorrazzare nel cielo del cyber spazio in cerca di segnali. Un’attitudine che apprezzo sempre più coscientemente è quella di circondarmi di persone sempre più in gamba di me. “Se sei il più forte e il più bravo nella stanza, hai sbagliato stanza.” Freelance. Sicurezza. Circondato da gente in gamba. Tutto questo porta ad una visita improvvisa. Un’amica del liceo che mi segue a tratti ma che sa di alcune mie doti imprenditoriali più di quanto le conosca io stesso. Come con la matematica. Citofono, è lei. Giulia sale al terzo piano, convenevoli, chiacchiere, tanti sorrisi. Poi “Andrea tu devi fare InnovactionLab”. E che è?? InnovactionLab è stata la mia esperienza più importante. Ce ne sono state molte, innumerevoli. Ma InnovactionLab è la svolta. Non un corso, ma un percorso per fare startup. È il 2011. Ho 31 anni, di lì a poco si interrompe una storia importante. E cambia tutto. Ogni cosa. Grazie Giulia. Immaginate. 120 persone nella stessa stanza, formare team di quattro persone in due settimane, prendendo i migliori, strappandoli alla scelta degli altri. E da lì, inventarsi una idea di startup, validarla in qualche modo, preparare business plan, pitch (ovvero la presentazione), trovare business model intelligenti, e in due mesi e mezzo essere pronti per proporre il progetto a investitori internazionali. Investitori veri, che tornano da San Francisco apposta per la finale e incontrare startupper e investire.

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AL SERVIZIO DI PUB E LOCALI ANDREA PASTINA

Immaginate me, 31 anni, un’esperienza da tecnico e da commerciale non cosciente, a scegliere persone e farmi scegliere da persone. Due mesi apocalittici, si va in finale! Ma non si vince. Amarezza. Amarezza che dura poco, perché sei mesi dopo siamo accelerati da Lventure, un fondo quotato in borsa che investe in startup. Noi, che la finale l’abbiamo vissuta come una sconfitta, abbiamo ricevuto un finanziamento di 60.000 euro per costituire l’azienda e farla volare. In questo punto della storia comincia l’oggi, comincia l’avventura di Pubster. All’inizio si chiamva Geomefree, un nome che non vuol dire niente, che non si ricorda, che non funziona. E segnala gli eventi gratuiti in una certa zona. Fa acquisition e retention, ovvero fa arrivare i clienti e tenta di farli tornare. Non funziona né una parte né l’altra. Dopo sei mesi dall’investimento ce ne accorgiamo. Non funziona, è tutto sbagliato. Delusione,

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EVITA QUALUNQUE SCELTA, CAMBIA I FATTI.

sconforto, siamo finiti, dobbiamo chiudere. E invece no. Neanche per sogno. In due mesi rivoluzioniamo tutto. Tutto. Il brand, il nome, il posizionamento di mercato, togliamo funzionalità invece LA VERA che aggiungerle, non facciamo più INNOVAZIONE acquisition, ma solo retention, ci DEL LAVORARE IN specializziamo in questo segmen- STARTUP È POTER SPERIMENTARE to di mercato, lo approfondiamo. CONTINUAMENTE, Sperimentiamo. Sperimentiamo E AVERE LA moltissimo. La vera innovazio- POSSIBILITÀ DI ne del lavorare in startup è poter CORREGGERE LA sperimentare, sbagliando, ma sba- DIREZIONE gliando alla velocità della luce. E correggendo il percorso. Il nostro, l’abbiamo corretto almeno 7 volte. Non senza paura. La paura è positiva. Vedere in faccia quel muro di cemento mentre gli andiamo incontro a 300 chilometri orari è la vera salvezza.


AL SERVIZIO DI PUB E LOCALI ANDREA PASTINA

Ci facciamo riconoscere UN PO’ DI DATI

A CHI SI RIVOLGE

Il normale tasso di ritorno di un cliente in un pub è del 15-20%. I locali che usano Pubster aumentano questo tasso fino a raddoppiarlo.

A tutti i locali del food & beverage desiderosi di fidelizzare la propria clientela. La nostra app aiuta le persone a tornare.

I PUNTI DI FORZA

ORIZZONTI FUTURI

Il cliente non si chiede quanto stia spendendo per ottenere il premio.

Sono in uscita nuove features e nuovi servizi per mercati paralleli. È solo l’inizio.

IN COSA È MIGLIORE DEGLI ALTRI La vera rivoluzione di Pubster è incentivare il cliente a tornare, non a consumare di più. Così facendo batte la concorrenza, eliminando il concetto di sconti o premi dopo migliaia di punti come le tessere fedeltà classiche.

La paura fa fare azioni importanti. Se sei coraggioso è la paura che ti dà le opportunità. Pubster è la prima app che ti offre da bere, fidelizza i clienti dei pub, e ora stiamo creando altre app dallo stesso spunto, stiamo per invadere nuovi mercati. Principalmente, lo facciamo per paura. E perché possiamo. Farlo perché posso. È un mio mantra. Abbiamo ricevuto nuovi investimenti a ottobre 2013, tutti privati, e ora ne stiaOGGI LAVORIAMO mo cercando e trovando altri. PER LA CREAZIONE Ci stiamo servendo del crowd DI NUOVE APP funding per trovare nuovi inveDA LANCIARE SUL MERCATO. stitori privati, cercandoli spePER FARLO cialmente tra chi investe già in ABBIAMO TROVATO borsa, opzioni, cfd e forex. Sono INVESTIMENTI investitori che sanno investire, DA PRIVATI CHE sanno cosa significhi rischiare OPERANO IN BORSA ma anche i risultati provenienti dall’investire. Siamo presenti su www.siamosoci.it, una piattaforma per il crowd equity approvata dalla Consob. Ed ecco che riappare all’orizzonte un vecchio incontro: Maxx Mereghetti. Maxx stava creando la sua Scuola di Talenti proprio mentre noi avevamo appena aperto il funding, e ritrovarci a Roma è stato ovvio. È venuto a trovarci a Pubster, nell’acceleratore

IN CONCLUSIONE Se sei un gestore, devi avere Pubster nel tuo locale, e far scorrere i guadagni. Se sei un investitore, è arrivato il momento di diversificare il portafogli. Call Pubster soon!

LuissEnlabs, e se ne è innamorato. È lì che ha girato una giornata intera del suo reality sulle startup. Era come un bambino in un luna park, non voleva più uscire. Pubster è una realtà imprenditoriale startup, che vuol dire che ha forte propensione a sbagliare e ricostruire in brevissimo tempo. Una startup è come un fiume che cambia spesso strada fino a trovare quella buona. Questo è il nostro approccio, prendiamo forza e velocità ad ogni ostacolo, e ci tuffiamo di continuo, cascata dopo cascata, in attesa di vedere il mare.

TI È PIACIUTO QUESTO ARTICOLO? VORRESTI COMPARIRE ANCHE TU, CON IL TUO LOGO E LA TUA STORIA, SU QUESTE PAGINE? SCRIVICI A REDAZIONE@IDEASINCUBATOR.CH

Per contattarci www.pubsterapp.com/it andrea@pubsterapp.com

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STORIE

EDITORIA IN TEMPO DI CRISI

ODOYA UNA CASA EDITRICE di MAURO CREMONINI

LA STORIA DI UNA CASA EDITRICE DI BOLOGNA NATA SETTE ANNI FA DALLA PASSIONE DI TRE AMICI E IMPEGNATA A LOTTARE OGNI GIORNO CONTRO LE DIFFICOLTÀ DI UN SETTORE DURAMENTE COLPITO DALLA CRISI ECONOMICA. LA STORIA DI COME ABBIA SAPUTO AFFERMARSI NEL TEMPO COSTRUENDO IL PROPRIO BUSINESS E LE PROPRIA CREDIBILITÀ CON LIBRI ACCATTIVANTI E DI QUALITÀ.

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Prima di internet, del pc e del cellulare c’è stato un tempo in cui i libri riempivano i miei pomeriggi. Tutti quei libri di allora li porto sempre con me, ogni qual volta cambio casa, anche se mi capita raramente di rileggere un libro. Li porto con me e li aggiungo ai nuovi che acquisto, perché hanno la forza di rinnovarmi emozioni e ricordi al pari di certi cibi o certi odori capaci di riportarti a un tempo passato. Oggi sono un editore che sceglie e pubblica libri per lavoro; infatti, più di sette anni fa, ho creato la casa editrice Odoya insieme ad altri due soci. Abbiamo cominciato pubblicando libri di storia divulgativa adatti al grande pubblico (Storia della pirateria, Storia dei mercenari, Storia delle spie, Storia dei pistoleri, …) per poi allargare la nostra proposta a guide di città (New York, Londra, Berlino, Praga, …), biografie musicali (Freddie Mercury, Keith Richards, Frank Zappa, Tom Waits, …) e guide “orienteering” (Guida al cinema di fantascienza, Guida alla letteratura Horror, Guida ai supereroi Marvel, Guida al fumetto italiano, …). Dopo solo un anno abbiamo aperto un nuovo marchio editoriale (I libri di Emil) dedicato alla pubblicazioni di testi universitari e, a inizio 2012, abbiamo rilevato la storica casa editrice Meridiano Zero, specializzata in romanzi gialli e noir. Siamo partiti in tre e già un paio di anni dopo eravamo in dieci oltre a un numeroso gruppo di collaboratori esterni. Abbiamo dato il via a corsi di formazione per l’editoria (redazione, impaginazione, traduzione, grafica, marketing, ufficio stampa, …), iniziato a lavorare come service per altri editori o enti pubblici e partecipato alle più importanti fiere nazionali o estere del settore.

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MAURO CREMONINI

cremonini@odoya.it

D

opo la laurea ho lavorato per alcuni anni in progetti di ricerca ministeriali ed europei presso l’Università di Bologna. Ho lavorato per svariate case editrici finché, nel 2007, ho fondato con due soci la casa editrice Odoya di Bologna di cui sono responsabile alla produzione, grafico, impaginatore, responsabile web e docente del corso di formazione di impaginazione e grafica editoriale.


EDITORIA IN TEMPO DI CRISI MAURO CREMONINI

Entro l’anno saranno più di 500 i titoli pubblicati finora (250 per il solo marchio Odoya) al ritmo di un libro ogni 5 giorni e alcune centinaia di migliaia le copie immesse in vendita. Siamo partiti in tre con 40.000 euro di investimento complessivo, una cifra modesta se si tiene conto dei diversi costi di apertura (notaio, acquisto di computer e software, ecc.) e della necessità di anticipare tutti i costi legati alla produzione dei libri. DOPO I PRIMI Siamo partiti senza nessuna grande ANNI DI ATTIVITÀ fondazione alle spalle pronta a fiÈ INDISPENSABILE nanziarci, senza nessun tipo di aiuto PER OGNI AZIENDA pubblico e senza alcuna conoscenMODIFICARE E AGGIORNARE za “che conta” pronta a darci una IL PROPRIO mano. Nel tempo siamo stati capaBUSINESS PER ci di ritagliarci una nostra clientela NON PERDERE all’interno di un mercato già saturo; TERRENO un mercato estremamente difficile dove ogni passo può rivelarsi pericoloso e dominato da logiche spesso avverse alle case editrici (una per tutte il “diritto di resa” che obbliga un editore a ri-comperare dalle librerie i libri invenduti anche a distanza di diversi anni). Odoya crede nella cultura e nei libri che propone, cercando di arrivare al pubblico senza cedere alle mode transitorie del momento ma costruendo (e difendendo) il proprio marchio con libri capaci di mantenere la propria validità nel tempo, sforzandosi di distinguere l’orizzonte della conoscenza dai miraggi dell’informazione. Odoya e i suoi lettori si assomigliano perché fanno dell’indipendenza, dell’ironia e del

senso critico il proprio modo di offrirsi agli occhi del mondo. Odoya pubblica i libri a proprio marchio senza chiedere soldi agli autori e cerca costantemente di formare i ragazzi più giovani all’affascinante mondo della carta stampata. Quando abbiamo cominciato, nel 2007, la crisi economica stava cominciando a fare capolino nel nostro Paese. A distanza di sette anni la crisi è sempre più forte, non sembra allontanarsi e, tra i vari settori, ha colpito l’editoria in modo spietato. Da diversi anni ormai assistiamo in Italia alla chiusura di due librerie a settimana e ad una inarrestabile flessione di tutto il comparto editoriale (sceso del 14% tra il solo 2012 e 2013). Vecchie e nuove case editrici chiudono i battenti una dopo l’altra, seguite a ruota da tipografie e agenzie letterarie. Odoya è ormai una macchina oliata e affidabile, una casa editrice capace di far lavorare numerose persone. Ma, in tempi di crisi, tutto questo può rivelarsi anche un problema; così come una grande imbarcazione che naviga in velocità non può cambiare rotta in uno spazio ristretto, un’azienda di qualunque tipo non può mutare il proprio ciclo produttivo in un periodo troppo breve, soprattutto se per farlo servono investimenti e liquidità. Il mercato però non aspetta, quotidianamente richiede di stare al passo con i tempi per assecondare i gusti della clientela. In ambito editoriale un esempio è rappresentato dagli eBook. Salutati come il nuovo boom per l’editoria non rappresentano, ad oggi, che il 3% dell’indotto nazionale del mercato editoriale. In realtà sono molti di più coloro che usufruiscono di tali

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EDITORIA IN TEMPO DI CRISI MAURO CREMONINI

“NON È POSSIBILE AMARE IL PROPRIO LAVORO SOLO QUANDO LE COSE VANNO BENE E TUTTO FILA LISCIO.”

libri elettronici ma la loro introduzione ha generato un problema finora sconosciuto al mondo editoriale: quello della pirateria. Come tante altre aziende anche Odoya attraversa oggi un periodo di difficoltà. Oggi, dopo 7 anni, la casa editrice si trova davanti a un bivio: il momento in cui uscire dalla propria adolescenza per entrare nell’età adulta. Per sopravvivere i costi di un’azienda possono essere compressi solo fino a un certo limite e solo per un determinato periodo di tempo ma tutto questo serve a poco se non si è capaci di mettere in piedi un business completamente rinnovato, più efficiente. Questo significa ripartire più o meno da capo e può rappresentare una sfida sconfortante per chi si ritrova, come noi, schiacciato quotidianamente dalle urgenze del momento. Quando ci si trova innanzi un simile bivio ci si chiede se proseguire o far terminare la propria gara. Aprendo la casa editrice avevo messo in conto la possibilità che le cose potessero non funzionare ma, anno dopo anno, ho acquisto sempre più fiducia in quello

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che stavamo facendo. Quando è nata Odoya vivevo ancora con i miei genitori nutrendo la speranza, dopo i primi 2-3 anni di sacrifici, di ritrovarmi con uno stipendio di 2.000 euro al mese e di poter gestire il mio tempo come più mi sarebbe piaciuto. Oggi mi ritrovo in affitto, con uno stipendio IL CONCETTO che è la metà di quanto sperato e non DI “SICUREZZA” si contano le notti, i weekend o le va- È, SOTTO OGNI ASPETTO, UN canze trascorse al lavoro. SEMPLICE Quindi sì, sorge la domanda: “Chi MIRAGGIO PER me lo fa fare?”. CHI DECIDE DI Guardando però le cose sotto un’al- METTERSI IN tra luce capisco dove siano andati a fi- PROPRIO nire tutti questi sforzi: non passa giorno senza che un quotidiano, un settimanale, una radio o un blog parli di noi e, negli anni, sono apparse oltre 1600 recensioni ai nostri libri (dal Corriere della Sera a Il Sole24Ore, da L’Espresso a Il Venerdì di Repubblica, da Rolling Stones a Playboy, dal Tg2 a Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio). Ogni giorno circa 100 persone entrano in libreria o si collegano a uno store online per acquistare un nostro libro e sono oltre 200 i ragazzi e


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Ci facciamo riconoscere UN PO’ DI DATI

A CHI SI RIVOLGE

3 marchi editoriali, 500 titoli in catalogo, oltre 1600 recensioni, più di 200 persone formate attraverso i nostri corsi.

Lettori di saggistica amanti di musica, viaggi e storia a 360 gradi; lettori di narrativa amanti di gialli, noir, fantascienza, western, guerra e romanzi storici.

I PUNTI DI FORZA Totale indipendenza nelle proprie scelte editoriali, nessun finanziamento pubblico, completa gratuità per gli autori, promozione e distribuzione nazionale (dalle piccole librerie alle grandi catene).

IN COSA È MIGLIORE DEGLI ALTRI Nell’onestà e ironia con cui propone i propri contenuti, nei suoi sforzi per dare voce ad autori esordienti.

le ragazze che ho personalmente formato attraverso i nostri corsi di editoria. Ma non è solo nei numeri che si può trovare il significato di ciò che si sta compiendo; quasi ogni giorno riceviamo attestati di stima e apprezzamento per il lavoro che facciamo e per come lo portiamo avanti. Non so se sia un errore o meno investire emotivamente sulla propria azienda. Se sia più giusto (e più sano) considerarla come un semplice investimento da portare avanti fintanto che ne si vede la convenienza (tenendo a mente che esiste altro nella vita) o se considerarla a tutti gli effetti come una creatura vivente, alla quale abbiamo dato vita e per la quale sacrificarsi fin dove risulta possibile. Davvero non lo so. Si possono trovare mille pretesti sia per lottare sia per non farlo. Se questo articolo può insegnare qualcosa a chi si sta chiedendo se aprire o meno una propria attività è di non amare il proprio lavoro solo quando le cose vanno bene e tutto fila liscio, ma di rimanere sulla nave anche nei momenti di crisi; d’altronde il concetto di “sicurezza” è, sotto ogni aspetto, un semplice miraggio per chi decide di mettersi in proprio. Se vi aspettate di vedere dietro la prima curva il traguardo del cammino intrapreso significa che vi siete dati piccoli obiettivi e che la strada non vi avrà portato lontano. Grandi sogni e grandi visioni non permettono di

ORIZZONTI FUTURI Il nostro “orizzonte futuro” è quello di mettere in contatto sempre più persone con i nostri libri, per questo stiamo lavorando per diffonderli ancor più capillarmente lungo tutto il territorio nazionale.

IN CONCLUSIONE Ogni giorno importanti recensioni certificano la qualità dei libri Odoya.

sapere in anticipo il luogo dove arriverete o le circostanze che si affacceranno lungo il cammino. Non possiamo combattere i cambiamenti e le sfide che non ci devono spaventare sono quelle su cui possiamo intervenire e di cui possiamo assumere il controllo; un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso. Fare l’editore non è mai stato il mio sogno nel cassetto ed è cominciato un po’ per caso, un po’ per circostanza ma sicuramente per scelta consapevole. La partita si è fatta difficile. Noi abbiamo deciso di lottare ogni giorno.

Per contattarci odoya.it www.meridianozero.it info@odoya.it www.

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- dall’Annual Report 1996 di The Coca-Cola Company

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UN MILIARDO DI ORE FA LA VITA APPARIVA SULLA TERRA. UN MILIARDO DI MINUTI FA INIZIAVA IL CRISTIANESIMO. UN MILIARDO DI COCA COLE FA ERA IERI.


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