FEDERASMA

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Guida Rapida Tascabile

VOCE al TUO RESPIRO dai

conoscere l’asma


1 A SMA A SMA E ALLERGIE IN CIFRE IN ITALIA CIRCA 3 MILIONI DI PERSONE SONO AFFETTE DA ASMA CIRCA 10 MILIONI DI PERSONE SONO AFFETTE DA MALATTIE ALLERGICHE 1 BAMBINO SU 10 SOFFRE DI SINTOMI ASMATICI 1 BAMBINO SU 3 SOFFRE DI SINTOMI ALLERGICI 5% DEGLI OVER 64 È ASMATICO 5% DI TUTTI I RICOVERI OSPEDALIERI È CAUSATO DA REAZIONI AVVERSE AI FARMACI DI CUI IL 25% È PROVOCATO DA UN MECCANISMO ALLERGICO Rinite .. !!!!!!!!!! XXXXXX 1% - 3% SOFFRE DI ALLERGIA AGLI INSETTI 2% - 8% SOFFRE DI ALLERGIA ALIMENTARE 5% - 20% SOFFRE DI DERMATITE ATOPICA 513 I DECESSI PER ASMA NEL 2006 1.400 EURO IL COSTO MEDIO ANNUO PER PAZIENTE CON ASMA 1.000 EURO IL COSTO MEDIO ANNUO PER PAZIENTE CON RINITE ALLERGICA 1.432 EURO IL COSTO MEDIO ANNUO PER PAZIENTE CON DERMATITE ATOPICA

NEL MONDO 300 milioni di persone sono affette da asma nel mondo +100% l’aumento dell’asma nell’ultimo decennio 400.000 di persone affette da rinite allergica


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INDICE 1 Asma 2 Misura del respiro 3 Dispositivi per l’inalazione dei farmaci 4 Asma e fattori scatenanti 5 Il controllo dell’asma 6 L’asma sotto i 5 anni di età 7 L’asma a scuola 8 Speciale giovani 9 Asma e condizione della donna 10 Asma e lavoro 11 Asma e sport 12 L’asma e la vacanza

FEDERASMA è una organizzazione senza fini di lucro (Onlus), che dal 1994 riunisce le principali Associazioni italiane di pazienti che sostengono la lotta all’asma e alle allergie ed è attiva, con numerose Associazioni affiliate, in azioni di tutela degli interessi dei malati allergici e asmatici.

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1 A SMA IL PRIMO PASSO: CONOSCERE LA MALATTIA Si hanno informazioni sull’asma già prima di 2000 anni fa. Ciononostante la medicina non è ancora in grado di spiegare le cause di questa malattia e perché sempre più persone ne soffrono. I ricercatori di tutto il mondo sono impiegati a studiarne gli aspetti genetici e a valutare il peso dei fattori ambientali, senza risultati del tutto soddisfacenti dal punto di vista scientifico. Tosse, mancanza di respiro, senso di costrizione al torace, respiro sibilante, sono sintomi respiratori che preoccupano le persone che li sentono e cercano di spiegarli al loro medico. Dottore cosa mi succede? Il medico pone delle domande per caratterizzare questi sintomi, per capire in quali occasioni si manifestano e se sono associati altri sintomi riferibili ad organi diversi dai bronchi, ad esempio il naso, gli occhi, l’apparato gastrointestinale, la cute. È così che il paziente racconta la sua storia. È una storia guidata dalle domande del medico che di tanto in tanto interrompono il racconto. Viene chiesto se in famiglia c’è qualche altra persona che ha disturbi simili; si indaga sui primi anni di vita del paziente per conoscere se ci sono stati episodi di bronchite asmatica, assenze da scuola frequenti, difficoltà a partecipare all’attività fisica a scuola o con i compagni, visite al pronto soccorso o eventuali ricoveri ospedalieri per crisi respiratorie. Ai maschi viene chiesto se è stato fatto il servizio militare o se si è avuto l’esenzione per qualche motivo di salute. Si indaga sullo stile di vita, ad esempio se c’è l’abitudine al fumo di sigaretta o, in caso negativo, se ci sono accanto altre persone che fumano. Si cercano informazioni relative al tipo di lavoro e se questi sintomi hanno frequenza ed intensità diversa a seconda del luogo in cui ci si trova. Mano a mano che il racconto procede il medico mette insieme le diverse informzioni e comincia ad orientarsi su un’ ipotesi di patologia. Il primo inquadramento del medico è relativo ai fattorIdi rischio responsabili dei sintomi: sono di natura allergica o meno. Ecco quindi che viene chiesto in quale periodo dell’anno compaiono questi sintomi: hanno una presenza stagionale? Ci sono animali in casa? Ci sono alimenti o farmaci che il paziente evita per precedenti reazioni di prurito agli arti? O diversamente sono presenti durante esercizio fisico? Sono conseguenza della abitudine al fumo di sigaretta? Compaiono durante la stagione fredda come raffreddori che durano più a lungo e scendono ai bronchi dando tosse. L’aria fredda o la nebbia aumentano questi disturbi? C’è una correlazione con la posizione del corpo, ad esempio quando il soggetto è disteso, come nel coricarsi, magari dopo pasti abbondanti? Sono tali da determinare risvegli notturni? Poi mi visita e chiedendomi di respirare a bocca aperta ascolta i miei polmoni.


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Se pur con l’apprensione che la continua presenza dei sintomi mi procura cerco di seguire l’evolversi della visita chiedendo, di tanto in tanto al dottore che cosa posso avere; una domanda soprattutto mi preme, vorrei capire se posso guarire da questi sintomi. A questo punto della visita il medico mi dice che è probabile che abbia l’asma bronchiale ma che servono alcuni esami per confermare il suo sospetto ed eventualmente valutarne la gravità. Il primo esame consigliato è la spirometria. Se questo esame non è completamente nella norma verrà eseguito il test broncodinamico mediante la somministrazione di un farmaco broncodilatatore per valutare la reversibilità. Altri esami si susseguiranno, alcuni per confermare il sospetto diagnostico per asma, come il test di broncoprovocazione con metacolina, alcuni per avere indicazioni precise sull’asma, come l’ergospirometria quando vi è una caratteristica di sintomi da esercizio fisico, la pHmetria quando i sintomi sono riferibili a presenza di reflusso gastroesofageo, altri per escludere altre ipotesi diagnostiche, come la radiografia del torace, altri ancora per conoscere eventuali cause di questi sintomi come i test allergometrici cutanei nel sospetto di origine allergica dei sintomi o il RAST per la misura precisa delle IgE specifiche. Generalmente, si completano gli accertamenti con la misura della quantità d’ossigeno presente nel sangue (saturazione ossiemoglobinica in aria ambiente) ponendo una pinzetta nel dito indice della mano. Completati gli accertamenti il medico mi rivede e spiegandomi i risultati degli esami mi dice che il sospetto iniziale è confermato, ho l’asma bronchiale. Chiedo subito se posso guarire e se questa malattia limiterà la mia vita, le mie relazioni, i miei hobby. Lo stato d’animo che provo quando mi viene comunicata la diagnosi è un alternarsi di sollievo e preocc pazione. Sollievo perché sapendo l’origine dei miei disturbi posso capire come stare meglio; preoccupazione perché il dottore mi dice che è consigliato un programma di visite ed esami periodici, l’assunzione di medicine e provvedimenti ambientali di natura preventiva. Di fronte poi alla domanda per quanto tempo dovrò proseguire e quali rischi futuri ci sono per la mia salute, il medico mi rassicura ma rimanda la risposta dicendomi chiaramente che la mia adesione al programma di cure proposto è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di salute possibili compatibilmente con la gravità della mia asma. Mi fa presente che ci sono giovani atleti che hanno l’asma ma che sono riusciti a vincere anche la medaglia d’oro alle olimpiadi, che l’asma è un malattia comune, che non impedisce ad esempio di avere bambini, che posso condurre una vita di relazione,e professionale, normale. Tutto ciò riducendo, e pos sibilmente abolendo, i sintomi respiratori.

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1 A SMA Che cos’è l’asma ? L’asma è una malattia cronica dei bronchi nella quale le vie aeree sono ristrette come risultato della contemporanea presenza di broncospasmo, di infiltrato infiammatorio e di secrezioni nel lume bronchiale che provocano mancanza o difficoltà di respiro, tosse, respiro fischiante o sibilante, senso di oppressione al torace. Tutti questi sintomi non si presentano contemporaneamente nella stessa persona, né si verificano sempre con la medesima intensità (quando sono molto intensi si parla anche di crisi d’asma) e possono svilupparsi in tempi diversi, nel corso della vita. In genere è presente una ostruzione del flusso aereo che può essere misurata, in ambulatorio, con lo spirometro o, a domicilio, dal paziente, con il misuratore di picco di flusso espiratorio.

Da che cosa è causato l’asma ? Nonostante l’asma sia una malattia conosciuta già nell’antichità e oggi molto diffusa, non se ne conoscono le cause. I ricercatori di tutto il mondo ritengono che, alla base ci sia una predisposizione genetica; su questa agiscono fattori, cosiddetti scatenanti, che rendono clinicamente manifesta la malattia e possono aggravare l’asma fino a scatenare una vera e propria crisi. Alcune sostanze presenti nel luogo di lavoro possono far insorgere l’asma o peggiorarlo. In tal caso si parla di asma professionale. Tra le forme più frequenti si hanno l’asma da isocianati, sostanze utilizzate nella verniciatura dei mobili e l’asma da farine nei panifici e pasticcerie.

Come convivere con la malattia? L’asma è una condizione cronica che in genere accompagna il paziente per tutta la vita. Può insorgere a qualsiasi età e le crisi possono scatenarsi senza preavviso. Le crisi possono essere lievi o, anche se molto raramente, mortali. I sintomi vanno e vengono, possono durare qualche minuto o protrarsi per giorni interi. Nell’arco della giornata ci sono momenti più critici. La respirazione può andare in crisi durante la notte o al mattino presto. Questa forma di asma viene chiamata asma notturno.

LE INFEZIONI Le comuni infezioni virali dell’apparato respiratorio (ad esempio il raffreddore e l’influenza) sono la causa più frequente di esacerbazione e di scatenamento di crisi.

È fondamentale capire quando e come la malattia si manifesta a livello individuale per attuare specifiche misure ambientali di prevenzione, instaurare un programma terapeutico adeguato per sapere come fronteggiarla in caso di emergenza o di crisi o di altre situazioni particolari.


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GLI ORMONI SESSUALI FEMMINILI

GLI ALIMENTI

In alcune donne l’asma può peggiorare prima del ciclo mestruale. Situazioni particolari sono quelle delle donne in gravidanza e in menopausa. E’ molto importante sapere che le donne affette da asma e con un buon controllo della malattia, possono avere una gravidanza normale e partorire un bambino sano.

Contrariamente

a

quan-

to si crede comunemente, l’asma da alimenti è abbastanza raro ma, quando presente è, una forma di asma che può avere conseguenze molto gravi. Gli

L’ATTIVITÀ FISICA

alimenti o gli additivi che

A volte lo sforzo fisico può causare sintomi respiratori come la tosse, comunemente nei ragazzi e nei giovani adulti. Si parla in tal caso di broncospasmo da esercizio fisico perché l’esercizio è il solo fattore che provoca i sintomi. Sono sintomi che si risolvono spontaneamente o grazie all’uso di un broncodilatatore. In alternativa si parla di aggravamento dell’asma bronchiale se l’esercizio fisico peggiora un’asma già presente. A tutti sono noti i vantaggi di una pratica periodica di attività fisica, quindi anche per coloro che soffrono di asma l’attività fisica è sempre da incoraggiare. Numerosi campioni sportivi hanno conseguito importanti vittorie in manifestazioni nazionali ed internazionali comprese le olimpiadi, anche se asmatici. Il vostro medico vi saprà consigliare come comportarvi prescrivendo i farmaci da utilizzare prima di iniziare uno sforzo fisico, sia quelli che sono da usare come cura di fondo dell’asma e che quindi possono proteggere da ogni imprevisto capace di scatenare asma.

causano i sintomi asmatici vanno riconosciuti ed eliminati dalla dieta. I cibi che più comunemente possono scatenare un attacco d’asma sono latte, uova, crostacei, pesce, cioccolato, pomodoro, frutta secca, arachidi, fragole ed altri tipi di frutta e verdura. In periodi diversi uno o più di questi fattori scatenanti possono provocare crisi asmatiche. Chiedete sempre al vostro medico quali sono i fattori che vi possono provocare crisi asmatiche, se e come evitarle.

! INTOLLERANZE AI MEDICINALI Alcuni asmatici possono essere intolleranti all’aspirina e agli altri farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS), ad alcune compresse per la pressione sanguigna e ad alcuni colliri per il glaucoma. Il consiglio del medico è indispensabile in questi casi. 7


1 A SMA Quali cure seguire? Nella maggior parte dei casi l’asma può essere oggi curata molto bene, purchè il paziente segua diligentemente e regolarmente le raccomandazioni e le prescrizioni del medico. Un corretto ed adeguato uso dei farmaci è senza dubbio indispensabile per controllare la malattia. Nella maggior parte degli asmatici, i fattori scatenanti l’asma sono molti ed è impossibile evitarli tutti.

Quali sono i farmaci per l’asma? Ci sono due tipi di farmaci: I farmaci antiasmatici di fondo, da usare regolarmente, sono quelli che vanno presi per cercare di porre la malattia sotto controllo evitando così l’insorgenza dei sintomi asmatici. I farmaci antiasmatici sintomatici, da usare al bisogno, sono quelli che ci aiutano a risolvere i disturbi del respiro quando questi si verificano. La maggior parte dei pazienti assume normalmente tutti e due i tipi di farmaci. Chi ha l’asma deve conoscere bene i farmaci che deve assumere (quali, a cosa servono, quando e come assumerli) e, soprattutto, deve sapere quali farmaci usare in caso di emergenza o di crisi (broncodilatatori a rapida azione, a dosaggi crescenti e cortisone per bocca). Chi ha l’asma deve avere sempre con sé le medicine da usare in caso di crisi (broncodilatatore a rapida azione e cortisone per bocca, nei casi più gravi).

SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI ANTIASMATICI PER VIA INALATORIA

La via di somministrazione dei farmaci per l’asma, più ovvia e più diretta è quella inalatoria che comprende bombolette spray predosate, aerosol predosasti autoinalanti, erogatori di farmaco in polvere e nebulizzatori. Si tratta di specifici inalatori che si portano alla bocca per attivare l’inalazione.

INALATORI O COMPRESSE Nella maggior parte dei casi farmaci antiasmatici vanno somministrati per via inalatoria perché in tal modo il farmaco agisce solo dove è necessario si somministrano dosi più basse di farmaco, l’azione è più rapida, e si riducono eventuali effetti collaterali. In presenza di crisi più gravi si deve aggiungere anche un farmaco cortisonico da assumere per bocca o per iniezione.


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I DISTANZIATORI

Il distanziatore è un dispositivo che viene collegato all’aereosol in bomboletta spray prima dell’uso. Quando si preme la bomboletta, il farmaco viene liberato all’interno del distanziatore e successivamente inalato. Il distanziatore riduce la deposizione nelle prime vie aeree dei farmaci e quindi eventuali effetti collaterali e aiuta i pazienti (in particolare i bambini e gli anziani) che hanno difficoltà a coordinare i movimenti necessari per il corretto uso dell’aerosol in bomboletta spray, una somministrazione comunque efficace. Sono consigliati i distanziatori di più grande dimensione.

AEROSOL AUTOINALANTI

L’aerosol autoinalante o inalatore automatico è un altro tipo di aerosol in bomboletta spray. La bomboletta non deve essere premuta perché l’inalatore entra in funzione a tomaticamente quando il paziente inspira con sufficiente forza. Attenzione però al loro utilizzo durante la crisi asmatica grave quando può essere difficile esercitare la forza necessaria o in presenza di pazienti non collaboranti come i bambini piccoli e/o persone molto anziane o con patologie concomitanti (ad esempio parkinson, alzheimer).

GLI EROGATORI DI POLVERE SECCA

Questi erogatori somministrano il farmaco sotto forma di polvere. Esistono diversi tipi di erogatori di farmaci antiasmatici attualmente disponibili: Ciclohaler, Clickhaler, Diskus, Novolizer, Turbohaler.

I NEBULIZZATORI

Sono apparecchi da tavolo che producono una nebbia di farmaco che viene inalata con apposito boccaglio o mascherina alla bocca a partire da preparazioni in fiale. Ci sono due modalità di nebulizzazione, l’aria compressa che viene usata preferibilmente per farmaci in sospensione e gli ultrasuoni che vengono utilizzati per farmaci in soluzione. In generale vengono usati il meno possibile perché ingombranti e costosi. Sono a volte usati per somministrare i farmaci antiasmatici durante le crisi o in presenza di pazienti non collaboranti (bambini piccoli, anziani). Non richiedono l’uso di un distanziatore.

AEROSOL IN BOMBOLETTA SPRAY

Sono il mezzo più diffuso per la somministrazione dei farmaci antiasmatici. Il farmaco, contenuto sotto pressione in una bomboletta, viene spruzzato in bocca per essere portato, in gran parte, inspirando durante l’erogazione, direttamente ai bronchi. Ogni volta che si preme la bomboletta una quantità predosata di farmaco viene liberata. Una piccola parte di farmaco rimane nelle prime vie aere causando, localmente, in alcuni soggetti più sensibili, qualche effetto collaterale indesiderato. 9


1 A SMA RUOLO DEL MEDICO E PIANOTERAPEUTICO Una volta fatta la diagnosi d’asma, il medico dovrà preparare insieme al paziente UN PIANO TERAPEUTICO SCRITTO, con le indicazioni necessarie sul da farsi nei periodi “normali”, in caso di peggioramento dei sintomi e soprattutto in caso di crisi o di emergenza. Per facilitare i compiti del paziente, oggi il piano terapeutico viene diviso in tre fasi, ognuna corrispondente al colore del semaforo, che, come nel codice della strada, corrispondono a tre livelli di gravità della malattia: IL SEMAFORO VERDE... equivalente a benessere e/o stabilità o meglio, al totale o buon controllo della malattia, indica che si può andare avanti continuando la terapia abituale senza problemi. IL SEMAFORO GIALLO... equivalente ad un lieve peggioramento, avvisa che ci si deve recare dal proprio medico per una rivalutazione dell’asma. IL SEMAFORO ROSSO... equivalente ad un peggioramento importante, avverte che si è in pericolo. Siamo in presenza di una riacutizzazione o crisi asmatica. Pertanto si deve utilizzare i farmaci per l’emergenza e/o crisi asmatica e cercare urgentemente un aiuto medico. Il piano terapeutico fornito dal medico è uno strumento prezioso, una guida alla gestione della malattia che tutti i pazienti dovrebbero essere in grado di seguire attentamente.

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RUOLO DEL PAZIENTE Una volta che il medico ha consigliato il paziente sulpiano di cura, indicando i farmaci, suggerendo un adeguato stile di vita e dando suggerimenti su come gestire la malattia e prevenire o trattare le crisi e le emergenze, spetta al paziente fare la sua parte. Essendo l’asma una malattia cronica i risultati dipendono anche dal costante impegno del paziente a mettere in pratica quanto raccomandato; l’obiettivo di porre la malattia sotto controllo è perseguibile nella maggior parte dei casi ma per riuscire il paziente deve seguire scrupolosamente le prescrizioni e le raccomandazioni del medico, assumendo regolarmente e correttamente i farmaci, misurando con attenzione e puntualità il respiro, controllandosi periodicamente e... insomma mettendo in atto una vera e propria strategia vincente! Con le opportune spiegazioni ed istruzioni ricevute dal medico o dal personale sanitario (educazione), chi ha l’asma può gestire attivamente la malattia aumentando l’efficacia del trattamento e ritrovando spesso condizioni di vita normale.

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1 2 A SMA A DEL RESPIRO MISUR Che cos’è il respiro ? Il respiro è una delle funzioni vitali dell’organismo; è fondamentalmente composto da due fasi: l’inspirazione e l’espirazione. Ad ogni inspirazione un certo volume di aria entra nei polmoni e ad ogni espirazione lo stesso volume esce dai polmoni. La composizione dell’aria è comunque diversa, dato che, durante l’inspirazione, l’aria che perviene agli alveoli polmonari lascia ossigeno (necessario per la vita delle nostre cellule) e, durante l’espirazione, porta via anidride carbonica (dannosa se si accumula in eccessive quantità). Pertanto l’apparato respiratorio serve per consentire lo scambio dei gas.

Cosa deve fare il paziente prima della spirometria? Non ci sono particolari raccomandazioni da seguire. Tuttavia, è importante che il paziente chieda al proprio medico se può o meno assumere farmaci abituali prima dell’esame. In mancanza di previe indicazioni il paziente deve riferire al medico eventuali farmaci assunti il giorno dell’esame. Il paziente deve evitare un pasto troppo copioso e non deve effettuare sforzi o affaticarsi prima dell’esame, in quanto si possono alterare i risultati.

Che cos’è la spirometria? Si tratta di un esame del tutto indolore che permette di “misurare il respiro” cioè i flussi ed i volumi d’aria presenti e mobilizzabili dall’apparato respiratorio durante una respirazione a riposo e dopo espirazione forzata. Curiosità Lo spirometro è stato inventato nel 1846 (più di 150 anni fa!) in Inghilterra da John Hutchinson.

Quanto dura l’esame spirometrico ? L’esame richiede la collaborazione del paziente. Pertanto la durata dell’esame dipende molto dalla efficacia dello scambio di indicazioni fra tecnico e paziente. Normalmente, un esame completo dura circa 30 minuti.

L’asma è una malattia cronica dei bronchi causata da una loro infiammazione che provoca mancanza o difficoltà di respiro, tosse, respiro fischiante o sibilante, senso di oppressione al torace. Uno degli elementi fondamentali per la diagnosi dell’asma è la presenza di una ostruzione bronchiale reversibile con la somministrazione di un broncodilatatore (in assenza di ostruzione la diagnosi è confermata con la positività al test di broncoprovocazione con metacolina). Questa ostruzione aumenta la resistenza che l’aria incontra nel passare attraverso i bronchi, in particolare durante l’espirazione. Ecco perché è molto importante per il medico poter misurare regolarmente il respiro del paziente e seguire l’andamento della malattia attraverso controlli periodici con visita e spirometria e misure regolari e giornaliere del picco di flusso espiratorio (PEF) che il paziente può effettuare anche da solo a casa mediante semplici apparecchi e dopo averne avuto appropriate spiegazioni sull’utilizzo.


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IL TEST DI IPERATTIVITÀ BRONCHIALE La presenza di reattività bronchiale aspecifica alla metacolina è di comune riscontro nei pazienti asmatici. Così per la conferma della diagnosi di asma, nei casi in cui la spirometria sia normale o vicina alla norma, ma la storia clinica sia indicativa di asma, si ricorre al test alla metacolina. Al paziente viene fatta inalare, per nebulizzazione, una soluzione con dosi crescenti di metacolina. Dopo ogni dose il paziente esegue una spirometria. L’esame viene interrotto e quindi si conclude quando con la spirometria viene misurato un VEMS inferiore del 20% rispetto al valore misurato in partenza prima di iniziare le inalazioni. I microgrammi di metacolina che hanno ridotto il VEMS del 20% sono la PD20 (è un parametro che indica la reattività bronchiale del paziente), più basso è il valore, più alta è la reattività. In alternativa l’esame può proseguire fino alla inalazione dell’ultima dose prevista dal test qualora il paziente non evidenzi alla spirometria la riduzione del VEMS sopra il 20%. In questo caso il paziente non dimostra alcuna reattività bronchiale.

Come si fa la spirometria ? Il paziente, in genere seduto, respira in un boccaglio, mantenendo le labbra ben strette attorno al boccaglio in modo che l’aria inspirata ed espirata passi tutta e solo nel tubo; le perdite d’aria falserebbero il risultato. Per questo viene posizionata sul naso una pinzetta. Seguendo le indicazioni di un tecnico di fisiopatologia respiratoria il paziente respira prima normalmente poi effettua inspirazioni ed espirazioni forzate seguendo le istruzioni ricevute. Lo spirometro registra le varie misure del respiro e fornisce sotto forma di grafici il volume e i flussi respiratori.

Come è la spirometria nell’asmatico ? I risultati ottenuti dalla spirometria vengono automaticamente confrontati con parametri teorici ed individuali di riferimento. Per ogni paziente sono disponibili, calcolati per razza, sesso, altezza ed età i valori teorici dei singoli parametri. Confrontando i risultati dell’esame spirometrico con i parametri teorici, il medico può valutare lo stato ed il funzionamento dell’apparato respiratorio e quindi confermare la diagnosi di asma e studiarne la gravità. Ripetendo gli esami nel corso del tempo peraltro si può seguire l’evoluzione della malattia e valutarne, di volta in volta, il controllo. Negli asmatici vi è in genere una ostruzione del flusso aereo, cioè una diminuzione del volume espiratorio massimo in un secondo (VEMS). Se è presente un’ostruzione del flusso aereo, l’esame viene ripetuto per misurare il VEMS dopo l’inalazione di un farmaco (metacolina) che dilata i bronchi ostruiti. Nell’asma bronchiale questa ostruzione è inizialmente spontaneamente o farmacologicamente reversibile, il VEMS cioè aumenta significativamente raggiungendo o avvicinandosi al valore teorico a volte anche superandolo. 13


1 2 A SMA A DEL RESPIRO MISUR Cos’è il picco di flusso espiratorio (PEF)? Il PEF, così chiamato perché in inglese si dice Peak Expiratory Flow, è un numero che indica la massima velocità con cui si è capaci di espellere l’aria dai polmoni (e si esprime in litro al minuto). Questa velocità dipende in parte dallo sforzo e dalla tecnica con cui si soffia nell’apparecchio ed in parte dalla “larghezza” delle vie aeree. Il valore del PEF è più alto o normale quando l’asmatico sta bene (il flusso aereo non è ostruito), ma diminuisce quando si ha una ostruzione del flusso aereo. Il PEF è dunque una misura che permette di valutare la gravità dell’asma e di seguirne l’evoluzione nel tempo. È utile dunque misurare il PEF regolarmente ed in ogni caso ogni volta che ci si sente mancare il respiro. Poiché esiste una naturale variazione giornaliera del PEF la misura va eseguita all’incirca alla stessa ora del giorno. Generalmente si misura al mattino e alla sera.

Come si misura il PEF? Con il misuratore di picco di flusso, apparecchio semplice e di piccole dimensioni, di uso manuale. Negli ultimi anni sono stati messi in commercio anche apparecchi elettronici semplici che accanto al PEF forniscono anche la misura del VEMS e ne memorizzano i valori. Non si tratta di un’operazione difficile, né fastidiosa. Normalmente viene insegnato in ospedale, o in ambulatorio, da un tecnico di fisiopatologia respiratoria o da un infermiere.

Quanto tempo impiegate per misurare il respiro? Normalmente occorre un minuto o poco più. Prendete il tempo di farlo. I vantaggi di poter misurare da soli come si respira e soprattutto di poter “captare” i segni di un eventuale peggioramento o i sintomi di un’instabilità della malattia e di intervenire a tempo, sono molto più importanti dei minuti necessari per la registrazione regolare del vostro PEF.

GLOSSARIO Spirometria: esame di funzionalità respiratoria (il più semplice esame per valutare i flussi i volumi di aria contenuti e mobilizzati dai polmoni). Spirometro: apparecchio per eseguire la spirometria. Picco di flusso espiratorio: (PEF, in inglese Peak Expiratory Flow) è un numero che indica la velocità massima che un paziente riesce ad imprimere all’aria espirata e dipende dalla forza muscolare e dal calibro dei bronchi. VEMS, volume espiratorio massimo nel 1° secondo di una espirazione forzata: è la massima quantità d’aria che è possibile espirare velocemente in un secondo. FEV1, forced expiratory volume in the 1st second: è l’espressione inglese del VEMS. Capacità Vitale (CV): è la massima quantità di aria che un paziente può mobilizzare con una inspirazione profonda seguita da una espirazione profonda.


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DA SAPERE Effettuare la misura stando in piedi. Controllare che il cursore che indica il numero del PEF sia sulla posizione “zero”. Tenere l’apparecchio in posizione orizzontale, stando attenti a non bloccare il cursore con le dita e a non ostruire la parte del PEF dove esce l’aria. Inspirare profondamente e portare l’apparecchio alla bocca, mantenendo le labbra ben strette attorno al boccaglio, buttare l’aria fuori soffiando il più forte possibile. Leggere e trascrivere su un foglietto il numero su cui è arrivato il cursore. Ripetere l’operazione tre volte, per ogni rilevazione, riportando ogni volta il cursore sullo zero. Scrivere il numero più alto del PEF, dei tre ottenuti, sul proprio “diario” .

IL PEF NEL PAZIENTE ASMATICO Esistono delle tavole che indicano i valori “teorici” del PEF, in funzione del sesso, dell’età e dell’altezza. Si può quindi confrontare il proprio PEF a questi valori “medi” di riferimento (come per la spirometria). Ogni asmatico deve chiedere al suo medico qual è il suo migliore valore personale di PEF e di fissare i valori di PEF in corrispondenza dei quali rivalutare il propri farmaci per mantenere il controllo dell’asma. Un valore di PEF compreso tra l’80% e il 60% necessità di certi farmaci a certi dosaggi, un PEF inferiore al 60%, in pazienti normalmente con valori vicini alla norma, è una emergenza. In un soggetto con valori normali, una diminu-

zione al di sotto dell’80% di questo valore indica, anche in assenza di segni clinici, un aggravamento dell’asma. Se il PEF scende al di sotto di un determinato valore indicato dal medico, cioè generalmente se è inferiore al 60% del migliore valore personale, vuol dire che l’asma sta peggiorando molto. Se poi il PEF, rilevato durante una crisi di asma, non migliora significativamente dopo aver preso un broncodilatatore a rapida azione, questo è un indice di asma “grave”. In tutti i casi la misura del PEF è utile, perché si potrà adattare autonomamente la terapia che si sta seguendo, in funzione delle direttive scritte già ricevute dal medico

(vedi Il primo passo: conoscere la malattia). Spirophone La telemedicina e la teleassistenza sono nuovi settori della medicina che si stanno sviluppando per fornire servizi di assistenza sanitaria domiciliare “telematica” al paziente. Nel caso dell’asma, la telemedicina sta proponendo strumenti che consentiranno di effettuare la spirometria a distanza (per esempio, in casa o in farmacia) e di trasmettere per via telefonica i risultati allo specialista. L’utilità di questa tipologia di strumenti è in corso di valutazione da parte delle Società Scientifiche del settore.

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A SMA DISPOSITIVI PER L’INALAZIONE DEI FARMACI AN DISPOSITIVI PER L’INALAZIONE DEI FARMACI ANTIASMATICI L’asma è una malattia cronica che alterna periodi di remissione a periodi di attività. La cura è comunque regolare e continua per molti anni, spesso per tutta la vita. Esistono cure efficaci che, seppure non consentono di guarire, permettono nella maggior parte dei casi di condurre una vita normale. “Come” utilizzare i trattamenti farmacologici disponibili è molto importante. Il successo della terapia è infatti fondamentalmente legato all’accettabilità da parte del paziente della sua malattia, delle prescrizioni mediche e, in maniera sostanziale, dal grado di aderenza alla terapia consigliata e dalla costanza nel tempo. Non è sempre facile districarsi nel labirinto dei dispositivi esistenti. Ne esistono vari tipi, diversi per forma, colore, modalità d’uso, ecc. A volte inoltre il paziente assume più farmaci, ognuno dei quali può essere erogato con un diverso dispositivo. L’efficacia del trattamento dipende dunque dalla capacità del paziente di assumere i farmaci in modo corretto e di riuscire a farlo costantemente nel corso del tempo. I farmaci antiasmatici vengono in genere somministrati per via inalatoria La somministrazione dei farmaci per via inalatoria è da preferirsi perché in tal modo i farmaci vengono erogati direttamente nei bronchi. A differenza della terapia per via sistemica, la via inalatoria consente al farmaco di giungere direttamente nelle vie aeree degli esseri umani e non indirettamente tramite il sangue come quando il farmaco viene preso per bocca. Vantaggi della somministrazine “locale” dei farmaci: garantisce una velocità di azione estremamente elevata per alleviare i sintomi: il paziente può stare meglio entro uno o due minuti dall’inalazione; permette un trattamento efficace utilizzando dosi minori rispetto alla somministrazione orale.

Assumere farmaci antiasmatici per via inalatoria è un’operazione apparentemente

sem-

plice. In realtà non è così. A volte il paziente presenta riacutizzazioni dei sintomi che non trovano spiegazione

“logiche”

mentre

la spiegazione sta nel fatto

che

il

paziente

non ha seguito bene le prescrizioni del medico o non ha saputo assumere i farmaci in modo corretto. Gli errori che si possono commettere sono numerosi e a volte possono essere anche pericolosi. Per questo è estremamente importante che il paziente sia istruito

correttamente

dal medico (o da altro personale

sanitario)

a conoscere i farmaci che deve prendere e ad usare correttamente i dispositivi per la loro

MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE Attualmente i farmaci antiasmatici per via inalatoriapossono essere somministrati nel modo seguente, tramite: gli aerosol predosati in bombolette spray, da usare preferibilmente con il distanziatore; gli autoinalatori; gli erogatori di polvere; i nebulizzatori.

somministrazione.

In

questo capitolo si forniscono le indicazioni utili per la comprensione dei vari dispositivi e le modalità per il loro uso.


NTIASMATICI

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GLI AEROSOL PREDOSATI IN BOMBOLETTE SPRAY L’aerosol predosato in bomboletta spray è un sistema di somministrazione per via inalatoria, presurrizzato, tascabile e portatile. Questo sistema eroga dosi terapeutiche precise, riduce molto il rischio di effetti collaterali e per alcuni farmaci, permette un sollievo terapeutico immediato. Chi ha l’asma si sente libero di svolgere molte attività sapendo che, qualora il suo respiro andasse in crisi, ha a portata di mano il farmaco di pronto sollievo. La funzione di base dell’aerosol predosato in bomboletta spray è l’erogazione costante della stessa quantità di farmaco sotto forma di una nebbiolina molto fine, questo tipo di erogazione permette la deposizione del farmaco nei bronchi anche di più piccolo calibro.

COME USARE UN DISTANZIATORE

L’uso di un distanziatore migliora e facilita l’inalazione dello spray

Ci sono diversi tipi di distanziatori, a boccaglio o a mascherina, utilizzabili a seconda dell’età dell’asmatico. La trasparenza del distanziatore permette di accertarsi che la dose sia erogata. 1 2 3 4 5 6

Agitare l’inalatore ed applicarlo al distanziatore. Espirare. Fare uno spruzzo della medicina nel distanziatore. Inspirare lentamente e trattenere il respiro per 10 sec. Espirare. Ripetere l’inspirazione senza spruzzare altro farmaco.

DISTANZIATORI O SPAZIATORI Una terapia per via inalatoria è efficace solo se il farmaco raggiunge il luogo dove deve agire, cioè i bronchi.I distanziatori,inte rponendosi fra l’uscita dell’inalatore e la bocca del paziente, determinano una diminuzione della velocità e, grazie alla resistenza dell’aria, delle dimensioni delle particelle del farmaco. Le particelle del farmaco si depositano quindi in misura inferiore nelle prime vie aeree e raggiungono in maggior quantità i bronchi. Sono raccomandati distanziatori di volume relativamente grande.

COME USARE LA BOMBOLETTA SPRAY 1 Togliere il cappuccio e agitare la bomboletta. 2 Mettersi in piedi e buttare fuori l’aria. 3 Porre l’inalatore in bocca o di fronte ad essa. Inspirare e pre mere la bomboletta conti nuando ad inspirare lenta mente e profondamente. 4 Trattenere il respiro contando fino a 10. Espirare l’aria.

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A SMA DISPOSITIVI PER L’INALAZIONE DEI FARMACI AN NEBULIZZATORI

Usando ultrasuoni od aria compressa, i nebulizzatori trasformano la soluzione o la sospensione acquosa contenente le particelle del farmaco in una nube di aerosol che viene inalata dal paziente. L’uso dei nebulizzatori è in genere limitato al trattamento delle crisi asmatiche negli ospedali ed al trattamento di bambini piccoli e di alcuni pazienti anziani. La maggior parte dei nebulizzatori in circolazione sono grandi, costosi, ingombranti e rumorosi. Molti richiedono una fonte di energia elettrica. I nebulizzatori erogano generalmente un’unica dose ad alto volume. I maggiori inconvenienti dei nebulizzatori sono: -tempo necessario per la somministrazione del farmaco - difficoltà nell’assemblare il dispositivo e riempirlo con la soluzione per il nebulizzatore.

L’assemblaggio e la somministrazione po sono richiedere 10-20 minuti, un lasso di tempo che può essere troppo lungo per una persona il cui respiro è gravemente in crisi. I nebulizzatori rimangono accesi continuamente mentre il paziente inala, fa delle pause, espira, e ripete il ciclo numerose volte. Fino a due terzi del farmaco possono disperdersi nell’atmosfera mentre il paziente espira o fa delle pause. A causa del potenziale pericolo di contaminazne batterica, i nebulizzatori debbono essere smontati e puliti dopo ogni uso. I nebulizzatori a volte vengono ancora usati nei bambini piccoli.

COME ESEGUIRE CORRETTAMENTE LA NEBULIZZAZIONE lavarsi le mani prima di preparare l’apparecchio; versare la quantità pre scritta di farmaco nell’ampolla nebulizzatrice; aggiungere la soluzione fisiologica; applicare la maschera ben aderente al viso, o stringere bene il boccaglio fra le labbra; nebulizzare completamente la soluzione o la sospensione (di solito sono necessari da 5 a 10 minuti a seconda del tipo di apparecchio); lavare il viso al termine dell’inalazione; lavare la maschera e l’ampolla con acqua tiepida. Nota. La maschera, il tubo e l’ampolla vanno sostituiti regolarmente (di solito ogni mese).

GLI EROGATORI DI POLVERE Come gli aerosol predosati in bombolette spray, gli erogatori di polvere sono dispositivi di erogazione piccoli e portatili che somministrano dosi misurate e ridotte di farmaco direttamente nei bronchi. Negli erogatori di polvere, il farmaco è contenuto come polvere secca. Gli erogatori di polvere non sono pressurizzati e la dispersione e l’erogazione delle particelle di farmaco dipendono esclusivamente dalla capacità inspiratoria del paziente.Il paziente appoggia le sue labbra su un boccaglio dell’erogatore ed inala con rapidità e forza. La forza di inspirazione solleva e disgrega le particelle di farmaco al di fuori della camera contenitrice e le porta, per mezzo del dispositivo, in bocca e giù nelle vie aeree. Il paziente non deve coordinare il rilascio del farmaco con la manovra inalatoria. Alcuni inalatori in polvere non devono essere agitati prima dell’uso per non disperdere sulle pareti del contenitore il farmaco.


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NTIASMATICI GLI AUTOINALATORI Gli aerosol predosati in bombolette spray azionati respirando, invece, si azionano automaticamente quando il paziente inspira. L’inalatore automatico è un altro tipo di aerosol in bomboletta spray. La bomboletta non deve essere premuta perché l’inalatore entra in funzione automaticamente quando il paziente inspira con sufficiente forza. Questo però può essere difficile durante una crisi asmatica grave ed è di difficile utilizzo in pazienti non collaboranti (bambini piccoli e anziani).

GLI EROGATORI DI POLVERE.

L’impiego degli erogatori di polvere generalmente non si raccomanda per i bambini nei primi anni di vita, principalmente perché i bambini piccoli non sono in grado di generare un flusso inspiratorio sufficiente per far disgregare la polvere e per portare il farmaco nei polmoni. Il loro impiego invece è possibile quando i bambini piccoli possono svolgere le manovre meccaniche necessarie per l’uso dell’erogatore.

USO DEI DISPOSITIVI PER IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO DELL’ASMA DEL BAMBINO Gli stessi sistemi di somministrazione vengono usati nei bambini di età inferiore a 5 anni. Gli aerosol predosati in bombolette spray. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che: “In termini di facilità di somministrazione, disponibilità ed efficacia l’aerosol predosato in bomboletta spray e distanziatori possono essere i metodi più appropriati per somministrare i farmaci per via inalatoria ai bambini in età scolare ma anche più piccoli sia a casa sia negli ambulatori”. L’uso dell’aerosol predosato in bomboletta spray anche per i neonati si è diffuso recentemente grazie all’introduzione di distanziatori a piccolo volume progettati specificamente per questa fascia di età. La presenza di una maschera aiuta i bambini piccoli che non accettano e non riescono ad utilizzare correttamente il boccaglio, per cui è indispensabile la presenza di una maschera a tenuta stagna che ricopra il naso e la bocca. 19


1 4 A SMA E FATTORI SCATENANTI ASMA Le conoscenze attuali della medicina non consentono di sapere qual è la causa primaria dell’asma, molto spesso tuttavia il medico può aiutare il paziente ad individuare il fattore (o i fattori) che può aggravare i sintomi o scatenare una crisi. Conoscere questi fattori è importante, perché in tal modo chi ha l’asma può attuare un’utile prevenzione, evitandoli completamente quando è possibile, oppure adottando opportune misure per ridurre i rischi.

CONOSCERE E PREVENIRE Perché ho l’asma? Da che cosa dipende la mia malattia? Cosa provoca i sintomi che sento? Queste sono le legittime domande che il paziente pone al medico nel momento in cui apprende la diagnosi di asma. Questa può avvenire a seguito di una crisi scatenatasi all’improvviso oppure dopo un periodo più o meno lungo durante il quale i sintomi sono stati variabili, sono apparsi con frequenza irregolare, oppure si sono manifestati in corrispondenza di situazioni o.

CIRCOSTANZE PARTICOLARI. L’esperienza del paziente e la sua storia sono elementi fondamentali che aiutano il medico a definire il tipo di asma, la sua gravità, nonché la natura dei fattori che possono aggravarla o provocare una crisi – questi si chiamano fattori scatenanti (trigger). Anche se l’asma si manifesta in modo assai diverso da persona a persona, i principi del trattamento farmacologico che il medico prescrive, nell’ambito di un piano terapeutico personalizzato, hanno una validità generale: una volta che l’asma diventa persistente a tutti è prescritta una combinazione di farmaci antiasmatici di fondo e di farmaci antiasmatici sintomatici variabile e adattata in funzione della gravità della malattia (vedi Il primo passo: conoscere la malattia). Le prescrizioni mediche sono inoltre accompagnate da raccomandazioni per la prevenzione individuale, che aiutano il paziente ad eliminare o allontanare i fattori scatenanti o a ridurne la loro nocività.

Alcuni suggerimenti possono essere seguiti da tutti gli asmatici, tra questi in particolare ha una valenza generale la lotta contro il fumo attivo e passivo. In molti casi, invece, le raccomandazioni mediche riguardano norme igienico-sanitarie che sono valide solo per le persone asmatiche, per le quali è provata l’influenza di uno o più agenti specifici. In questo fascicolo sono fornite alcune misure di prevenzione che riguardano le persone asmatiche, per le quali la malattia è provocata da: - infezioni; - allergie; - medicine. Alle raccomandazioni utili in caso di asma da sforzo, in caso di asma professionale e in caso di asma aggravato in particolari momenti della vita della donna, sono stati dedicati specifici capitoli di questa pubblicazione (vedi Asma e sport, lavoro e condizioni della donna).


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ASMA E INFEZIONI

PREVENZIONE ASMA INDOTTO DAGLI ACARI

Le comuni infezioni virali dell’apparato respiratorio (ad esempio il raffreddore e l’influenza ) sono la causa più frequente di scatenamento di crisi asmatiche. I primi segnali di asma sono raffreddori ripetuti che durano più a lungo e “scendono ai bronchi” dando la tosse. Purtroppo attualmente è possibile prevenire solo l’influenza, eseguendo regolarmente ogni anno la vaccinazione antinfluenzale che è raccomandata in tutti i pazienti asmatici.

Agli asmatici allergici agli acari il medico consiglia di ridurre le popolazioni di acari che vivono in casa, crean do condizioni ambientali ad essi sfavorevoli come: areando giornalmente a lungo la camera da letto; esponendo al sole le lenzuola, i cuscini, le coperte ed il materasso; lavando frequentemente le lenzuola e le federe ad una temperatura di almeno 60°. Anche le coperte del letto vanno lavate frequentemente, se possibile una volta al mese; usando fodere particolari che non lasciano passare gli acari per coprire materasso e cuscini eliminando gli oggetti che “raccolgono” la polvere (per esempio, peluche, tappezzerie e arredi imbottiti)

ASMA E ALLERGENISE IL NEMICO È L’ACARO (asma e polvere domestica)

La polvere domestica é un miscuglio di sostanze estremamente diverse tra loro. L’allergene principale contenuto in essa è quello degli acari domestici. Nel mondo gli acari domestici sono il principale allergene che può indurre l’asma. Essi sono invisibili a occhio nudo e si nutrono delle squame della nostra pelle presenti nell’ambiente domestico. In questi ultimi 50 anni ci sono state diverse trasformazioni nell’arredamento e nella costruzione delle case che hanno favorito la proliferazione degli acari, in particolare: l’aumentato uso della moquette nell’arredamento; il riscaldamento centralizzato, per cui anche le camere da letto sono tenute a temperatura ottimale per l’accrescimento degli acari. Per queste ragioni la concentrazione degli acari nelle nostre case é enormemente aumentata. Gli acari eliminano nell’ambiente allergeni di diametro 10-40u, cioè tali da penetrare facilmente nelle vie aeree superiori (naso, ecc.) e inferiori (laringe, trachea, bronchi). Più sono numerosi gli acari nell’ambiente domestico maggiore é la quantità di allergeni che essi liberano nell’ambiente. Queste sostanze vanno in sospensione nell’aria ad ogni minima corrente anche solo causata dal camminare su un tappeto o dal girarsi nel letto. 21


4 ASMA E FATTORI SCATENANTI ASMA E POLLINI QUANDO IL NEMICO ARRIVA IN PRIMAVERA Il polline é una particella molto piccola che ha il compito di formare e trasportare i gameti dai fiori maschili a quelli femminili affinché possa avvenire la fecondazione e si formi una nuova pianta. Alcune piante, chiamate anemofile, affidano al vento il compito del trasporto, mentre altre, le entomofile, lo affidano agli insetti. Normalmente nell’atmosfera italiana si possono identificare oltre 80 tipi diversi di polline appartenenti a circa 50 famiglie botaniche. Non tutti i pollini sono in grado di provocare l’asma, i principali nemici in Italia sono le graminacee e la parietaria. Calendario pollinico. Ogni specie ha un caratteristico periodo di fioritura che in parte dipende

dalle condizioni climatiche dell’ambiente in cui la pianta vive. Così nel territorio italiano la presenza dei pollini varia notevolmente da nord a sud. Le graminacee sono rappresentate da numerosissimi generi che liberano il polline durante la primavera e l’estate, anche se alcune, come la gramigna delle vie, può fiorire in tutti i mesi dell’anno. La pollinazione di parietaria raggiunge i valori massimi durante la primavera e dopo il periodo secco estivo. In molte regioni meridionali, a causa delle particolari condizioni climatiche, spesso questo polline viene rilevato in quantità notevoli anche nei primi mesi dell’anno.

PREVENZIONE DELL’ASMA INDOTTO DAI POLLINI

È importante che gli asmatici allergici ai pollini, nei quali i sintomi sono presenti o peggiorano durante il periodo dell’anno in cui la pianta libera i suoi pollini nell’aria (periodo di fioritura), conoscano il periodo di pollinazione della pianta a cui sono allergici e non si facciano trovare impreparati ai primi sintomi della malattia. Durante quel periodo eviteranno di recarsi nelle zone ove quella pianta si trovi in particolare concentrazione (ad esempio, un allergico alle graminacee dovrebbe evitare le passeggiate nei prati e non dovrebbe essere presente alla falciatura di un prato). In casa é preferibile mante nere le finestre chiuse nelle prime ore del mattino e della sera, orari che coincidono in genere con le massime concentrazioni di polline.

ASMA E ANIMALI DOMESTICI

Per alcuni asmatici gli amici dell’uomo possono essere un nemico. Se in casa vivono animali (cani, gatti, piccoli roditori, ecc.) nella polvere di casa si troveranno potenti allergeni: derivati dalla loro saliva, dalle loro urine, dalla loro pelle. L’allontanamento definitivo dell’animale è la misura più efficace. La pulizia a fondo dei locali da loro frequentati è consigliata per ridurre la concentrazione dell’allergene. Molti studi hanno comunque documentato la presenza di livelli significativi di sostanze allergeniche (in particolare del gatto) anche in luoghi pubblici (scuole, cinematografi, autobus, alberghi, ecc.), verosimilmente come conseguenza del loro trasporto attraverso i vestiti in quanto l’allergene del gatto è piuttosto stabile. Più recenti evidenze hanno indicato che la presenza del gatto, peggiora i sintomi delle persone allergiche ad altri allergeni anche in assenza di allergia al gatto.


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ASMA E FARMACI

Alcuni asmatici possono essere intolleranti all’aspirina e ad altri antiinfiammatori non steroidei (FANS), ad alcune compresse per la pressione sanguigna e ad alcuni colliri per il glaucoma. Il consiglio del medico specialista è indispensabile in questi casi per mettere in atto le dovute precauzioni. Molto spesso i familiari, gli amici, i colleghi, ecc. forniscono suggerimenti e consigli per prevenire le crisi asmatiche. Possono essere utili oppure no, parlatene con il vostro medico.

CONSIGLI UTILI PER LA PREVENZIONE NON FARMACOLOGICA Vaccinazione antinfluenzale ogni anno . Smettere di fumare, evitando l’esposizione al fumo passivo Tenere le finestre chiuse nelle prime ore del mattino e della sera, orari che coincidono in genere con le massime concentrazioni di polline. Eliminare il contatto con animali, o con ambienti dove viviono animali di cui siamo allergici Eliminare o mitigare per quanto possibile i fattori scatenanti individuati dal vostro medico seguendo attentamente le sue raccomandazioni. Se siete asmatici, chiedete che si rispettino i vostri diritti, se non siete asmatico ma vivete con persone asmatiche rispettate i loro diritti proteggendole con una buona prevenzione.

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5 IL CONTROLLO DELL’ASMA Allo stato attuale non esistono cure mediche tali che possano guarire in modo certo e definitivo l’asma; si può invece sostenere che nella maggior parte dei casi l’asma si può controllare in modo efficace. Porre e mantenere l’asma sotto controllo significa raggiungere mantenere i seguenti obiettivi: Ridurre e idealmente annullare la frequenza dei sintomi (tosse, mancanza di respiro, senso di costrizione al torace, respiro sibilante) sia diurni che notturni; Ridurre e idealmente annullare l’uso dei farmaci sintomatici, al bisogno; Usare la minima quantità di farmaci per la terapia di fondo, compatibilmente con il controllo della malattia, al fine di ridurre l’incidenza di effetti collaterali; Prevenire le riacutizzazioni; Ottenere il massimo miglioramento possibile della funzione polmonare; Migliorare la qualità della vita, inclusa una normale attività fisica; Prevenire l’ostruzione reversibile delle vie aeree; Prevenire la morte per asma;

Un controllo non ottimale determinare nel tempo:

dell’asma

può

Un progressivo peggioramento della sintomatologia e della funzionalità respiratoria e di conseguenza un ulteriore scarso controllo della patologia stessa; Limitazioni delle normali attività quotidiane del soggetto asmatico con conseguente peggioramento della qualità di vita del paziente, dei suoi familiari, della cerchia di amici e di chi si occupa della sua assistenza.

La malattia asmatica è una malattia infiammatoria cronicacaratterizzata da episodi ricorrenti di sintomi che possono essere frequenti o sporadici, provocati dalla esposizione a determinati fattori, definiti scatenanti. La sua gravità può modificarsi anche rapidamente nel singolo paziente, costituendo una continua sfida per qualunque programma terapeutico.


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LA RELAZIONE TERAPEUTICA FRA MEDICO E PAZIENTE RAPPRESENTA UN FATTORE CRITICO PER IL CONTROLLO DEL’ASMA Nonostante la validità clinica dei farmaci a disposizione, il buon controllo terapeutico dell’asma dipende ancora in larga misura dalla consapevolezza, dalla percezione e dal vissuto del singolo asmatico nei confronti della propria malattia e dalla relazione che si instaura fra il medico e il paziente. un’efficace gestione dell’asma implica alcuni elementi principali: RELAZIONE DI FIDUCIA RECIPROCA FRA MEDICO E PAZIENTE INFORMAZIONE COMPLETA DELL’ASMA E DELLA SUA GESTIONE ADERENZA ALLE MISURE DI PREVENZIONE E DI TERAPIA FARMACOLOGICA VISITE MEDICHE REGOLARI PIANO SCRITTO DI AUTOGESTIONE DELL’ASMA

RELAZIONE DI FIDUCIA RECIPROCA FRA MEDICO E PAZIENTE Da parte del medico è necessario ascoltare quanto il paziente riferisce durante la consultazione, orientare la comunicazione senza però tralasciare altre informazioni anche quando il paziente sembra apparentemente uscire dallo specifico dei sintomi. Gestire l’emotività e le ansie del paziente in riferimento ai dubbi e alle preoccupazioni che sorgo-

no da una richiesta di esami e dalla comunicazione della diagnosi e delle prospettive future. Spesso nell’ambulatorio specialistico medico e paziente si trovano inizialmente a dover interagire senza essersi scelti; la loro relazione ha per oggetto un bene prezioso quale la salute che per essere migliorata comporta da parte del paziente la capacità di svelarsi

e affidarsi e da parte del medico accoglienza ed empatia oltre che la dovuta competenza. Successivamente alla prima visita, poiché l’asma richiede visite e controlli periodici con frequenza legata alla gravità della malattia è necessario che si instauri un’alleanza medico paziente caratterizzata da fiducia e trasparenza reciproca.

INFORMAZIONE COMPLETA E GESTIONE DELL’ASMA Il paziente può essere educato alla conoscenza della patologia in differenti ambiti. Quelli più indicati sono l’ambulatorio del medico di famiglia e quello specialistico. La formazione del paziente può essere fornita attraverso differenti metodologie quali suggerimenti durante le visite da parte del proprio medico di medicina generale o dello specialista, lezioni di gruppo, prevalentemente in ambito ospedaliero, educazione interattiva computerizzata possibile quindi a domicilio

del paziente che si collega a siti web, letture guidate, presentazione di materiale audiovisivo. La scelta è legata alle possibilità localmente esistenti. La tipologia di informazione da trasmettere al paziente per aiutarlo a conoscere la sua patologia varia a seconda dei bisogni e deve includere: i meccanismi e la gestione dell’asma; i fattori scatenanti, i ruoli dei diversi farmaci asmatici e l’importanza di una regolare terapia a lungo termine; come seguire una terapia ina-

latoria; seguire un regime terapeutico personalizzato; usare il diario dei sintomi e/o del picco di flusso espiratorio; percepire i comuni segnali di peggioramento dell’asma; gestire gli episodi di peggioramento dell’asma; evitare e gestire i fattori di rischio; valutare il livello di aderenza alla terapia; individuare le strategie volte a migliorare l’aderenza alla terapia e il grado di accettazione della propria condizione da parte del paziente e dei piani terapeutici prescritti. 25


5 IL CONTROLLO DELL’ASMA ADERENZA Il concetto essenziale della terapia dell’asma è che, una volta concordato con il medico la terapia più idonea, l’assunzione dei farmaci va eseguita regolarmente, tutti i giorni, anche in quelli in cui non ci sono i sintomi, allo scopo di mantenere la malattia sotto controllo cioè quella condizione di benessere già descritta in precedenza. Per questo è importante semplificare il più possibile il regime terapeutico in modo da determinare il carico farmacologico minimo efficace. Molte preoccupazioni dei pazienti sono correlate all’assunzione del cortisone, al fatto che non fornisce un beneficio “immediato” come fanno invece i broncodilatatori ma anche alla percezione di un potenziale danno duraturo conseguente al loro uso protratto. Considerato che i corticosteroidi per via inalatoria (ICS) rappresentano il cardine della terapia dell’asma, questi timori vanno affrontati e risolti prima della loro prescrizione. Il paziente asmatico deve essere pienamente convinto che seguendo rigorosamente un programma di trattamento stabilito insieme al proprio medico, può evitare la futura comparsa di nuovi sintomi o riacutizzazioni e impedire il peggioramento a lungo termine della malattia. I pazienti devono essere informati sui ruoli differenti svolti dagli ICS e dai b2-agonisti nel controllo della sintomatologia e sugli effetti potenzialmente dannosi che possono derivare nell’asma dall’uso ripetuto dei b2-agonisti, non associati alla terapia con ICS.

VISITE MEDICHE PERIODICHE Le visite mediche periodiche sono parte essenziale dei provvedimenti per raggiungere e mantenere il controllo dell’asma. Il loro scopo è quello di valutare, dalla visita precedente la presenza o meno della sintomatologia diurna e notturna, la tolleranza all’esercizio, la frequenza d’uso del broncodilatatore al bisogno, l’esame spirometrico, l’obiettività toracica, l’efficacia e la tollerabilità della terapia farmacologica, lo stile di vita, rispondere ai dubbi e domande del paziente e confermare o rivedere la terapia. Sono anche disponibili semplici questionari che si sono dimostrati utili per completare la valutazione del controllo dell’asma. A questo scopo è stato recentemente sviluppato l’Asthma Control Test (ACT). Si tratta di 5 domande che forniscono un punteggio da 1 a 5 ciascuna. Sommando il punteggio ottenuto per ciascuna risposta si ottiene un valore complessivo che esprime il livello di controllo presente.

Il piano va personalizzato e discusso con il paziente prima di consegnarlo, esso ha significato solo se il paziente partecipa attivamente ed è in grado di metterlo in pratica. L’autogestione dell’asma non può essere improvvisata, ma richiede una conoscenza approfondita della malattia ed esperienza.


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PIANO DI AUTOGESTIONE SCRITTO DELL’ASMA Un’altra componente essenziale della gestione dell’asma è la capacità del paziente, fra un controllo e l’altro, di monitorare la propria malattia. Gli episodi di riacutizzazione dell’asma sono solitamente preceduti da segnali di allarme. Una riacutizzazione si manifesta, solitamente, dopo un periodo di tempo, di giorni o settimane, di iniziale comparsa di sintomi. Si è dimostrato efficace un piano scritto di azione che accanto alla possibilità di registrare la comparsa quotidiana dei sintomi diurni e notturni, l’uso del broncodilatatore la bisogno, il valore del picco di flusso espiratorio, misurabile a domicilio con semplici apparecchiature, fornisca informazione di quando e come è possibile aumentare il carico farmacologico, e richiedere assistenza medica. Per facilitare i compiti del paziente il piano di monitoraggio viene diviso in tre parti, ognuna corrispondente al colore del semaforo, come nel codice della strada.

IL SEMAFORO VERDE Equivalente al controllo ottimale dell’asma (Controllo totale o buon controllo), indica che si può procedere con la terapia in atto e valutare al controllo medico successivo la possibilità di ridurre il carico farmacologico. IL SEMAFORO GIALLO Equivalente ad un controllo solo parziale dell’asma, caratterizzato da un peggioramento delle condizioni di salute, avvisa che si deve eseguire al più presto un nuovo controllo medico; nel frattempo si dovrà aumentare il carico farmacologico come scritto nel piano ricevuto. IL SEMAFORO ROSSO Equivalente ad uno scarso controllo caratterizzato da un peggioramento importante dell’asma; è una condizione di pericolo. Si deve urgentemente chiedere assistenza medica e nel frattempo utilizzare un farmaco broncodilatatore a rapida insorgenza d’azione e un cortisonico per bocca. Siamo in presenza di una crisi d’asma.

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5 IL CONTROLLO DELL’ASMA LA TERAPIA FARMACOLOGICA, STRATEGIE TERAPEUTICHE, PREVENZIONE E CONTROLLO ANCHE DELLE CO-MORBIDITÀ CHE INFLUENZANO L’ASMA.

TERAPIA FARMACOLOGICA:

L’asma è una malattia che risente favorevolmente della terapia farmacologia, tanto che la mancata risposta ad un suo trattamento adeguato fa porre in dubbio la corretta diagnosi. Facendo regolarmente la cura consigliata dal medico, il paziente asmatico potrà essere in grado di effettuare una vita sostanzialmente normale. La terapia dell’asma persistente oggi può avvalersi di un numero rilevante di opzioni terapeutiche, differenziate per meccanismo d’azione e modalità di somministrazione. La distinzione fondamentale è tra i farmaci ad effetto immediato, utilizzati al bisogno per una rapida risoluzione dei sintomi, e quelli utilizzati regolarmente, che servono a tenere sotto controllo l’asma e vanno assunti con regolarità anche quando non si avvertono sintomi.

FARMACI PER LA TERAPIA DI FONDO O DI CONTROLLO Per il controllo dei sintomi nel lungo periodo i farmaci più efficaci sono i corticosteroidi somministrati per via inalatoria. Questi farmaci diminuiscono e prevengono l’infiammazione delle vie aeree. Nelle forme di asma persistente moderato e grave si utilizzano anche i b2-agonisti adrenergici a lunga durata d’azione che hanno un’azione prevalentemente broncodilatatrice. Questi farmaci vanno assunti solo associati ai corticosteroidi per via inalatoria in quanto questi ultimi esercitano un’azione sinergica potenziandone l’effetto. Poichè queste due classi agiscono sui bronchi con meccanismi sinergicici sono state rese disponibili anche associazioni precostituite a dose fissa di broncodilatatore e variabile di corticostroide. Anche la teofillina, associata ai corticosteroidi, provoca rilasciamento muscolare a livello dei bronchi e agisce sul centro del respiro stimolandolo. Riduce la pressione arteriosa sistemica e polmonare. E’ però considerata di seconda scelta rispetto ai b2-agonisti a lunga durata d’azione per la

minor efficacia, tollerabilità e maneggevolezza. I farmaci antileucotrieni sono indicati nelle forme di asma da esercizio fisico, nelle forme lievi, particolarmente in pediatria, e nelle forme gravi in associazione alla combinazione corticosteroide/ b2-agonisti a lunga durata d’azione quando questa non è in grado di controllare l’asma. Intervengono bloccando l’azione di sostanze responsabili di alcuni aspetti dell’infiammazione bronchiale. Farmaci meno efficaci dei corticosteroidi ma indicati nelle forme più lievi di asma sono i cromoni. Esercitano anch’essi un effetto antinfiammatorio indiretto sulla mucosa bronchiale, limitando il rilascio di sostanze responsabili della infiammazione da parte delle cellule deputate ad essa. Si assumono per via inalatoria ed hanno scarsi effetti collaterali. I farmaci steroidei, per via orale, sono


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le medicine da aggiungere alla terapia inalatoria nelle forme più gravi di asma; quando cioè i farmaci somministrati per via inalatoria, al dosaggio più alto non riescono controllare l’asma. Associano alla loro indubbia efficacia anche importanti effetti collaterali e vanno quindi assunti sotto stretto controllo medico, al dosaggio più baso compatibile e per il minor tempo possibile. Recentemente, è entrato nell’elenco dei farmaci disponibili, un anticorpo monoclonale anti IgE, sviluppato per il trattamento delle malattie allergiche respi-

ratorie gravi, proprio sulla base del ruolo centrale che le IgE svolgono nell’asma indipendentemente dalla loro specificità e dalla presenza di allergia clinicamente manifesta. I pazienti che probabilmente possono trovare un maggior beneficio da questo farmaco sono quelli con evidenza di sensibilizzazione ad allergeni perenni che richiedono alte dosi di corticosteroidi per via inalatoria che hanno un significativo rischio di effetti collaterali dall’uso prolungato di questi farmaci o che hanno frequenti riacutizzazioni dell’asma associate ad una forma instabile di malattia.

IMMUNOTERAPIA IPOSENSIBILIZZANTE SPECIFICA

Si tratta di una terapia (inesattamente detta “vaccino”) consistente nella somministrazione di dosi crescenti di allergene, che dura alcuni anni. Va prescritta dallo specialista dopo attenta valutazione clinica in pazienti asmatici allergici, monosensibili, in fase iniziale della malattia, nei quali sia stato identificato con esattezza l’allergene.

L’ IMMUNOTERAPIA IPOSENSIBILIZZANTE SPECIFICA (ITS) É ATTUALMENTE L’UNICO MODO PER RIDURRE LA RISPOSTA ALLERGICA NEL SINGOLO PAZIENTE. I risultati variano a seconda dell’allergene in causa e della risposta individuale, ma quando le indicazioni dello specialista sono rispettate correttamente, l’esito a distanza é per lo più favorevole e gli effetti collaterali scarsi o nulli.

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5 1 A SMA IL CONTROLLO DELL’ASMA FARMACI DA USARE AL BISOGNO AD EFFETTO IMMEDIATO E PER LE RIACUTIZZAZIONI I farmaci a effetto immediato aiutano a respirare quando si hanno i sintomi dell’asma e nel corso di un attacco. I farmaci di prima scelta per il trattamento immediato dei sintomi, sia quando essi sono di lieve entità sia quando sono l’espressione di un attacco d’asma, cioè una tipica urgenza dell’asma, sono rappresentati dai β2-agonisti a breve durata d’azione o simpaticomimetici che, somministrati per via inalatoria, agiscono rapidamente, rilassando la muscolatura liscia delle vie aeree in modo da permettere un maggior flusso di aria ai polmoni. Altri farmaci broncodilatatori, ma meno efficaci nell’asma dei simpaticomimetici, sono i farmaci anticolinergici. Dilatano i bronchi con azione inibitoria sui recettori del sistema nervoso parasimpatico. Poichè queste due classi agiscono sui bronchi con meccanismo sinergico sono state rese disponibili anche associazioni precostituite di questi broncodilatatori. Gli steroidi orali, assunti sotto forma di pillole e sciroppi, sono altrettanto importanti. Sono ad azione più lenta ma vanno comunque assunti in caso di riacutizzazioni o crisi d’asma. In genere sono usati per alcuni giorni in caso di grave attacco d’asma. Nei casi di asma persistente grave non controllato con farmaci per via inalatoria è talvolta necessario aggiungere anche il cortisone per bocca al dosaggio più basso compatibile.

STRATEGIE TERAPEUTICHE

maci in un singolo erogatore può garantire:

La terapia di fondo dei pazienti con asma persistente moderato e grave è composta da due categorie farmacologiche i corticosteroidi (ICS) e i b2-agonisti a lunga durata d’azione (LABA). Da alcuni anni sono disponibili preparati farmaceutici che combinano nello stesso inalatore il ICS e broncodilatatore b2-agonista a lunga durata d’azione. La disponibilità dei due far-

al medico, che i pazienti aderiscano meglio al trattamento di fondo per l’asma, impedendo loro di fare troppo affidamento sul broncodilatatore, da cui trarre un sollievo sintomatologico solo temporaneo al paziente, la semplificazione del trattamento. Esistono almeno due strategie terapeutiche con l’uso di questi preparati, la stra-

tegia SMART e quella che si propone il controllo totale o ottimale. Nella strategia SMART, con l’utilizzo della combinazione precostituita a base di Budesonide/Formoterolo, l’inalatore si può utilizzare anche al bisogno in aggiunta alla terapia minima regolare in funzione della variabilità della comparsa dei sintomi, nella strategia “controllo totale o buon controllo”, con l’utilizzo della combinazione precostituita Fluticasone/Salmeterolo si cerca


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invece di raggiungere il più rapidamente possibile il controllo e di mantenerlo, utilizzando come farmaco al bisogno un broncodilatatore a breve durata d’azione, come ad esempio il salbutamolo (SABA). Altra combinazione disponibile è quella con Beclometasone/Formoterolo formulata nella modalità “extrafine” che consente di portare le particelle di farmaco inalate nelle vie aeree più periferiche.

PREVENZIONE E CONTROLLO: STILI DI VITA E CO-MORBIDITÀ CHE INFLUENZANO L’ASMA. Accanto alla terapia farmacologica è necessario acquisire uno stile di vita “sano” con l’astensione dal fumo attivo e passivo, praticare un regolare esercizio fisico, mantenere un idoneo peso corporeo (normalità dell’indice di massa corporea, BMI) ed evitare il più possibile il contatto con i fattori scatenanti tipici della forma di asma di cui si è affetti, vedi gli allergeni. Eseguire inoltre, su base annua, il vaccino antiinfluenzale. Con relativa frequenza nei i soggetti asmatici possono essere associate: rinite, congiuntivite, poliposi nasale, sinusite, orticaria, dermatite atopica, reflusso gastroesofageo. Si tratta di patologie che a diverso titolo possono aggravare l’asma. Vanno pertanto identificate e appropriatamente trattate.

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6 1 A SMA SOTTO I 5 ANNI DI ETà L’ASMA L’asma nel bambino può comparire ad ogni età, ma di solito inizia durante i primi anni di vita. La malattia varia notevolmente da un bambino all’altro, per quanto riguarda i sintomi, la frequenza e la gravità delle crisi. Inoltre, la malattia può presentarsi in modo assai diverso nello stesso bambino durante le varie fasi della crescita.

CHE COS’È L’ASMA Le vie aeree di un bambino con asma sono cronicamente infiammate e molto più reattive del normale e, pertanto, tendono a restringersi facilmente in seguito all’azione di svariati stimoli (soprattutto infezioni ed allergeni). Il restringimento del lume delle vie aeree, dovuto all’infiammazione della parete, riduce il passaggio dell’aria, rendendo il respiro difficile, sibilante o fischiante,e/o provocando tosse. Un’ostruzione acuta del lume e delle vie aeree determina quello che normalmente si chiama una crisi asmatica. Nell’intervallo tra le crisi, la maggior parte dei bambini asmatici non ha alcun sintomo. Se sono presenti sibili, tosse, difficoltà di respiro, ecc., significa che l’asma non è sotto controllo ed è quindi necessario parlarne con il medico.

Come viene sospettata l’asma nei primi 5 anni di vita? I bambini piccoli che soffrono d’asma di solito presentano respiro sibilante e una tosse fastidiosa.

Come far prendere i farmaci ai bambini Anche nei primi anni di vita i farmaci per via inalatoria sono preferibili alla via orale (ad esempio sciroppi).


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E se fosse asma? Si deve sottolineare il fatto che i bambini sani, così come gli adulti sani, non tossiscono. Se il vostro bambino tossisce in modo fastidioso, soprattutto di notte, o dopo uno sforzo, è quasi sicuramente asma. La diagnosi d’asma può essere effettuata sulla base della storia dei sintomi presentati dal bambino, con l’indicazione del periodo in cui si sono verificati. Individuare l’asma nei primi 5 anni di vita può essere difficile, questo perché: Numerosi bambini hanno almeno una volta respiro sibilante durante i primi 5 anni di vita. La maggior parte di questi non avrà mai più problemi respiratori,pertanto i medici preferiscono usare il termine “asma” con molta cautela. Non è facile misurare come respira un bambino piccolo perché gli strumenti che vengono normalmente usati (spirometria e misuratore di picco di flusso) sono adatti solo per i bambini al di sopra dei 5 anni. A volte il medico riesce a capire la vera natura dei disturbi respiratori del bambino piccolo solo dopo più crisi.

È BENE SAPERE CHE... I segnali che l’asma del bambino piccolo non è ben controllato e sta peggiorando sono: Si sveglia di notte o alla mattina con respiro sibilante e tosse. - I suoi sintomi peggiorano dopo uno sforzo fisico. Dovete dargli il broncodilatatore a rapida azione più spesso del solito. Come parte dello schema terapeutico del bambino piccolo, è importante chiedere in anticipo al medico delle istruzioni scritte su che cosa fare se l’asma peggiora. In questi casi il medico può consigliare di aumentare il trattamento di fondo.

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6 1 A SMA SOTTO I 5 ANNI DI ETà L’ASMA GLI INALATORI Un aspetto specifico della terapia farmacologica in età pediatrica è rappresentato dalla scelta degli strumenti di erogazione dei farmaci per via inalatoria. Nel bambino di 1-2 anni il sistema più efficace è costituito dallo spray predosato + distanziatore con valvola unidirezionale e mascherina. Questa deve essere fatta aderire molto bene al viso del piccolo paziente. I bambini di 3-5 anni possono ricorrere allo stesso sistema ma senza la mascherina. I vantaggi di questa metodica rispetto all’apparecchio aerosol per nebulizzazione sono il minor costo, la maggiore efficacia, il minor tempo necessario per completare la somministrazione del farmaco. Si dovrà ricorrere alla nebulizzazione, mantenendo ben aderente la viso la mascherina,quando sono necessari dosaggi elevati di farmaco come nelle fasi acute di riacutizzazione, in coloro che non rispondono allo spray predosato +distanziatore. Il volume da nebulizzare deve essere portato a 4 ml con soluzione fisiologica per evitare il progressivo aumento di osmolarità che si verifica durante la nebulizzazione e che può dare bronco costrizione paradossa. La nebulizzazione di farmaci in sospensione va fatta con apparecchi a compressione; quella di farmaci in soluzione si ottimizza con apparecchi ad ultrasuoni. Gli inalatori a polvere secca e quelli attivati dall’inspirio non possono essere usati al disotto del 5 anno di età. Per i primi il bambino piccolo non è in grado di generare il flusso inspiratorio necessario per l’inalazione; per quelli attivati dal respiro controindica l’inalazione troppo rapida, l’arresto della stessa quando l’aerosol freddo raggiunge il palato molle e l’eccessiva deposizione orofaringea tutte situazioni che l’uso del distanziatore o camera di espansione consente di eliminare.

CONSIGLI - Fatevi spiegare dal medico o dal personale sanitario come usare, pulire e quando sostituire gli inalatori e il distanziatore che vi hanno prescritto. - Presentate al bambino il distanziatore e l’aerosol in bomboletta spray come se fossero dei giocattoli. Mostrate al bambino come si usano (senza azionare la bomboletta). Qualche autoadesivo colorato può rendere il distanziatore più interessante agli occhi del bambino e aiutarvi a trasformare l’assunzione del farmaco in un gioco. - Un’alternativa può essere quella di somministrare il farmaco quando il bambino dorme. Il bambino può inalare il farmaco, con il distanziatore e la mascherina appoggiati sul volto. - Se il respiro del bambino è in crisi e volete somministrare il broncodilatatore a rapida azione, ricordate che questo può essere inalato anche quando il bambino sta piangendo.


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L’ASMA DEL BAMBINO E LO SPORT Nel bambino l’esercizio fisico è spesso all’origine di un episodio asmatico ma ciò non costituisce controindicazione assoluta per l’attività sportiva. E’ noto che lo sport è essenziale per la crescita del bambino, per il suo sviluppo psicomotorio e sensoriale. Questo vale ovviamente anche per il bambino asmatico. Se accuratamente gestito lo sport permette al bambino con asma una qualità di vita ottimale, che non si limita alla sfera fisica, ma che coinvolge la sfera emotiva, producendo nel bambino una aumentata autostima e nei genitori una diminuzione dell’ansia. Alcuni campioni olimpici infatti soffrono di asma ma ciò non ha impedito loro di raggiungere traguardi prestigiosi: ad esempio nella Olimpiade del 1984 ben 67 atleti della formazione degli Stati Uniti soffrivano di asma e 41 di quegli atleti hanno conseguito una medaglia nelle loro competizioni. Dopo appropriata valutazione medica integrata da particolari esami di laboratorio, i genitori ed il bambino correttamente informati sui comportamenti da seguire prima dello sforzo (leggero riscaldamento, assunzione eventuale prima della prova di un determinato farmaco, in genere un broncodilatatore a rapida insorgenza d’azione) sapranno che il bambino potrà intraprendere un’attività sportiva anche a livelli agonistici. Quando l’attività sportiva rientra nell’ambito ludico od amatoriale non sussistono di regola controindicazioni alla pratica dell’esercizio fisico o gioco: è comunque sempre necessario sottoporsi ad attenta valutazione clinico-funzionale e seguire le indicazioni del medico.

Come abbiamo ricordato l’esercizio fisico praticato in età scolare è di indiscutibile importanza per i suoi effetti positivi sul benessere fisico e mentale e tra gli effetti più interessanti c’è anche il suo influsso sullo sviluppo dei volumi respiratori polmonari. Pediatra e medico sportivo possono quindi fornire alla famiglia e al bambino utili orientamenti per la scelta dello sport da praticare e per la appropriata gestione dell’asma. 35


6 1 A SMA SOTTO I 5 ANNI DI ETà L’ASMA Quale sarà l’evoluzione dell’asma del bambino? Tutti i genitori vorrebbero sapere se l’asma del bambino scomparirà, ma non ci sono evidenze che permettano di dare una precisa indicazione. In linea generale, se il bambino ha sviluppato i sintomi molto presto ci sono più probabilità che l’asma scompaia in età scolare, mentre i bambini che sviluppano l’asma più tardi (dai tre ai cinque anni) o che hanno una storia familiare di allergie, tendono ad essere affetti dalla malattia anche durante gli anni della scuola, ma possono superarla nell’adolescenza. In un caso su tre l’asma tende a ricomparire dopo i 20 anni tanto più quanto più la persona adotta stili di vita poco salutari. Ad esempio l’abitudine al fumo ne facilita la ricomparsa.

L’asma del bambino può guarire? Attualmente, nella maggior parte dei casi, con le cure attuali l’asma non può essere guarito, ma può essere ben controllato. Grazie alla ricerca le cose potranno cambiare nel futuro. I ricercatori stanno studiando la malattia su diversi fronti, in particolare, negli ultimi anni, si stanno cominciando a conoscere i geni che predispongono alla comparsa dell’asma. Non solo si sta cercando un modo per guarire dalla malattia, ma anche di migliorare il trattamento e la qualità della vita dei bambini asmatici.

CONSIGLI L’ASMA E IL SONNO

Non è normale che il bambino si svegli durante la notte con tosse e respiro sibilante. Questo è un segnale che la sua malattia non è ben controllata. I sintomi notturni possono disturbare il sonno di tutta la famiglia e compromettere la qualità della vita perché durante il giorno il bambino può essere stanco e indolente e i genitori irritabili e di cattivo umore. Bisogna quindi fare di tutto per eliminare i sintomi notturni e normalmente il sonno. Se i sintomi notturni persistono rivolgetevi al medico che potrebbe decidere di cambiare il trattamento.

L’ASMA E IL FUMO PASSIVO

Esiste spesso una predisposizione ereditaria alla comparsa dell’asma, ma ci sono altri fattori che possono favorire la comparsa dell’asma nel bambino. Ad esempio, il fumo della madre durante la gravidanza aumenta la probabilità che il bambino diventi asmatico. I bambini asmatici di genitori che fumano spesso hanno sintomi più gravi. I familiari non dovrebbero quindi mai fumare nei luoghi dove vive il bambino.

L’ASMA E L’ESERCIZIO FISICO

L’asma che compare a seguito di una attività fisica non è causata dalla sudorazione, ma invece è dovuta al fatto che, quando si aumenta di molto la frequenza del respiro, si può avere una perdita notevole di calore e umidità nei bronchi: nei bambini asmatici questo fenomeno scatena l’asma.


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Cosa succede durante una crisi asmatica? Durante una crisi asmatica la tosse, il respiro sibilante o la mancanza di respiro peggiorano. Alcuni bambini durante una crisi non riescono a parlare e a mangiare perché manca loro il respiro. Una crisi si può sviluppare nell’arco di qualche ora o di qualche giorno e spesso compare durante un raffreddore. Una crisi asmatica può mettere in pericolo la vita del bambino, quindi deve essere presa seriamente. Una crisi può spaventare, ma sapere come comportarsi può aiutare i genitori o coloro che hanno la cura del bambino a mantenere la calma e a prestare soccorso nel modo migliore. In ogni bambino le crisi asmatiche presentano delle caratteristiche particolari. A volte quindi è possibile riconoscere i segni premonitori (ad esempio, un aumento della tosse) e iniziare un ciclo di terapia prescritta dal medico per prevenire l’insorgenza.

Cosa si deve fare durante un’emergenza? La maggior parte dei genitori imparano a riconoscere una crisi asmatica. È importante seguire le istruzioni per le emergenze concordate precedentemente con il medico. A grandi linee le regole da osservare in caso di emergenza sono: Chiamate un dottore o un’ambulanza (scegliete la soluzione più veloce) o portate il bambino all’ospedale più vicino. Somministrare immediatamente al bambino un broncodilatatore a rapida azione, aspettare da cinque a dieci minuti e ripetere l’operazione fino a quando la respirazione migliora o fino a quando arriva il medico. Tenete o fate sedere il bambino in posizione eretta. La posizione distesa può risultare meno comoda. Raccomandazioni per chi si occupa di un bambino asmatico: Molti genitori con bambini piccoli lavorano o studiano. Trovare una persona qualificata a cui affidare il proprio bambino, specialmente se asmatico, non è facile. Ci si può rivolgere ad un familiare, ad una baby-sitter, ad un asilo nido, ad una scuola materna, ma occorre assicurarsi che gli vengano somministrati regolarmente i farmaci e che gli educatori sappiano come comportarsi durante un’emergenza. E’ importante quindi fornire a coloro che si occupano di bambini asmatici chiare istruzioni scritte sul da farsi, in particolare in caso di emergenza. 37


7 1 A SMA A SCUOLA L’ASMA DIMENSIONE DEL PROBLEMA Cosa fare se in classe c’è un bambino asmatico? Come comportarsi in caso di crisi o d’emergenza? Cosa fare se il bambino asmatico peggiora? Se è frequentemente assente? Come assicurare il suo buon inserimento nel lavoro

Le più recenti ricerche epidemiologiche indicano che: Un bambino in età scolare su dieci ha l’asma; L’asma è una delle più frequenti cause di assenza dalla scuola Vengono ricoverati in ospedale più bambini asmatici che bambini affetti da qualsiasi altra malattia. D’altra parte, un bambino (o ragazzo) asmatico come tutti i suoi coetanei vive un terzo della sua giornata tipo a scuola. È quindi estremamente importante il ruolo che la scuola e gli insegnanti possono svolgere per aiutarlo a condurre una vita “normale” come i suoi compagni. Questo significa, inoltre, che il bisogno d’informazione da parte degli insegnanti è molto forte.

di gruppo della scolaresca e nelle attività sportive ed extrascolastiche? Questi sono i principali quesiti che si pongono gli insegnanti e i genitori. Il primo passo è migliorare la comunicazione

con

i

genitori e con il medico di riferimento del

MANIFESTAZIONI ASMATICHE IN ETÀ SCOLARE Nella maggior parte dei casi il bambino che ha l’asma è adeguatamente curato e può condurre una vita perfettamente normale se assume correttamente e regolarmente i farmaci prescritti dal medico e mette in atto le misure di prevenzione consigliate. Periodicamente, comunque, alcuni bambini possono avere una crisi d’asma e queste possono comparire anche a scuola. Queste non vanno mai sottovalutate.

bambino. Il benessere dell’alunno nella

asmatico

maggior

parte

dei casi dipende dalla comprensione della malattia, delle sue cause e del suo trattamento, nonché dalla prontezza e dall’efficacia con cui sono messe in atto anche a scuola, le raccomandazioni del medico in caso di crisi.

COME SI MANIFESTA L’ASMA NEI BAMBINI? Nelle manifestazioni asmatiche in età pediatrica schematicamente evidenziabili due evenienze:

sono

da un lato vi sono soggetti che manifestano episodi ricorrenti di respiro sibilante in associazione ad infezioni virali acute, che non hanno familiarità per atopia , che non sviluppano sensibilità ad allergeni, che non presentano iperreattività bronchiale e che superano completamente la malattia durante la pubertà, dall’altro vi sono bambini con familiarità per atopia, elevati livelli di IgE sieriche, cutipositività per comuni allergeni, spesso con rinite allergica e dermatite atopica associate, che sviluppano sintomatologia un po’ più tardi nell’infanzia e la mantengono a lungo.


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Come si evitano le crisi asmatiche? I sintomi asmatici possono essere evitati con trattamenti farmacologici appropriati e adeguate misure di prevenzione ambientale. Poiché l’asma infantile è spesso di natura allergica, il bambino ha anche una rinite. Non va sottovalutata quindi la terapia farmacologia della rinite. Ci sono evidenze che dimostrano come una rinite non controllata contribuisce ad aggravare i sintomi asmatici. Ci sono due tipi di farmaci per l’asma: I farmaci antiasmatici di fondo sono quelli che vanno presi per evitare l’insorgenza dei sintomi asmatici. I farmaci antiasmatici sintomatici (broncodilatatori a rapida azione) sono quelli che ci aiutano a risolvere disturbi del respiro quando questi si verificano. La maggior parte dei pazienti assume, almeno per determinati periodi dell’anno, tutti e due i tipi di farmaci. Occorre conoscere bene i farmaci che il bambino deve assumere (quali, a cosa servono, quando e come deve assumerli) e, soprattutto, sapere quali farmaci usare in caso di eme rgenza o di crisi (broncodilatatori a rapida azione). In alcuni bambini la cui asma si manifesta a seguito ad uno sforzo può essere necessaria anche una premedicazione, cioè il bambino deve prendere il farmaco antiasmatico prescritto dal medico prima dell’attività fisica.

SE IN CLASSE C’È UN BAMBINO ASMATICO

Chiedere informazioni ai genitori sull’asma dell’alunno e sulla terapia in corso.

Assicurarsi di avere anche a scuola una copia sempre aggiornata del piano terapeutico fissato dal medico. Se il bambino effetto da asma grave o a rischio di anafilassi è utile consultare direttamente il medico di riferimento del bambino. Lasciare che il bambino tenga i suoi farmaci antiasmatici a portata di mano. Anche il più piccolo ritardo nell’assunzione del farmaco può essere pericoloso. Attirare l’attenzione dei genitori se l’alunno asmatico fa lunghe assenze per disturbi respiratori. È un indice che la malattia non è sotto controllo. Facilitare l’assunzione dei farmaci antiasmatici (specialmente prima dell’attività fisica). Alcuni bambini si vergognano di prendere i farmaci antiasmatici di fronte ai propri compagni è quindi indispensabile trovare le modalità affinché ciò avvenga con la massima naturalezza. - Ricordare all’alunno di portare con se il farmaci durante le gite scolastiche. - Verificare che l’aula sia sempre arieggiata e priva di polvere e muffe o degli allergeni responsabili dell’insorgenza delle crisi per quel bambino. 39


7 L’ASMA A SCUOLA RACCOMANDAZIONI IN CASO DI CRISI ASMATICA A SCUOLA I bambini affetti da asma imparano dalle loro precedenti esperienze. Sanno generalmente che cosa fare e normalmente hanno con sé il giusto trattamento per l’emergenza (broncodilatatori a rapida azione). È impossibile stabilire delle regole che valgono per tutti perché i bambini sono affetti da diverse forme d’asma. I seguenti suggerimenti possono essere tuttavia utili sempre: Assicurarsi di avere sempre a disposizione il protocollo terapeutico personalizzato riferito al bambino e contenente le indicazioni terapeutiche e le modalità di assunzione dei farmaci prescritti dal medico.

Quando allertare urgentemente un medico Il bambino non ha con se il broncodilatatore a rapida azione (farmaco per l’emergenza). Il broncodilatatore a rapida azione non dà alcun effetto dopo cinque o dieci minuti. Il bambino non riesce a parlare o parla per sillabe. Si ha un qualsiasi dubbio sulle condizioni del bambino. Se un dottore non è in grado di arrivare entro cinque minuti, è bene chiamare immediatamente un’ambulanza.


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IMPORTANTE Gli insegnanti, ed in particolare l’insegnante di educazione fisica, possono aiutare ad individuare i casi di asma da sforzo non diagnosticato segnalando la presenza di bambini che dopo l’attività fisica hanno tosse intensa e/o respiro sibilante. L’insegnante ha il dovere di inserire il bambino asmatico a pieno titolo in tutte le attività scolastiche, facendogli accettare la sua malattia come una condizione di vita normale, aiutandolo nella gestione della malattia ed educando tutta la scolaresca a non isolare il compagno asmatico. Per questo ha bisogno di indicazioni chiare che gli consentano di espletare a pieno i suoi compiti e di ricevere le necessarie informazioni per poter agire in modo competente se in classe c’è un alunno asmatico.

CONSIGLI È quindi molto importante che l’insegnante di educazione fisica, insieme ai genitori, incoraggi il bambino asmatico a partecipare all’attività sportiva, ad assumere il farmaco adatto prima dell’inizio dell’attività fisica e a portarlo con sé durante la lezione. Se, tuttavia, durante lo sport il bambino lamenta disturbi respiratori non deve essere obbligato a continuare ed il problema va segnalato ai genitori ed al medico.

I bambini asmatici se ben curati e se seguono le cure prescritte, possono praticare tutti gli sport e a maggior ragione possono partecipare alle attività sportive praticate a scuola.

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8 1 A SMA SPECIALE GIOVANI

Avere l’asma non è uno scherzo. Nei periodi normali, cioè in assenza di crisi, non si vede alcuna differenza tra una persona asmatica e una persona non affetta da asma, nessuno se ne può accorgere, percepire e capire quello che l’asmatico prova. Ma quando la crisi arriva, è una bufera e... che bufera! Per questo è importante sapere che le crisi si possono prevenire ed evitare, conoscendo come la malattia soggettivamente si manifesta e soprattutto riconoscendo che esistono oggi possibilità di cura molto efficaci. Per molti giovani e giovanissimi, avere l’asma è un’esperienza vissuta già da vari anni. A volte però, si tratta di una “scoperta” recente, dato che la malattia può presentarsi ad ogni età. Avere l’asma da poco tempo o da molti anni, non cambia la situazione: si hanno gli stessi sintomi e gli stessi problemi.

L’ASMA È UNA MALATTIA CRONICA CHE NON VA SOTTOVALUTATA La causa più frequente dell’asma è l’allergia. Le infezioni respiratorie sono la causa più frequente di esacerbazione o di scatenamento. Molto spesso l’asma è dovuto alla concomitanza di più fattori. Conoscerli è importante, perché aiuta ad eliminarli o a ridurne l’azione e la pericolosità. Quando si ha l’asma si sa che le crisi si possono scatenare senza preavviso, in ogni momento: a casa, a scuola, durante le vacanze, durante lo sport o anche in momenti più intimi. Le crisi possono essere molto forti. A volte i sintomi si verificano durante la notte o al mattino presto (asma notturno). Solo chi vive queste situazioni in prima persona può valutare quanto sia importante non farsi prendere alla sprovvista ed essere capaci di reagire prontamente e correttamente. Le nozioni che si hanno sui farmaci sono spesso insufficienti mentre proprio perché l’asma è una malattia seria e cronica, si dovrebbe essere capaci di riconoscere i vari tipi di farmaci, sapere a cosa servono, che effetti hanno, quando e come assumerli. Un comportamento consapevole dovrebbe aiutare nella cura dell’asma e dovrebbe consentire di evitare errori nell’uso dei farmaci prescritti dal medico: è pericoloso non prenderli, così come è altrettanto pericoloso prenderne troppi ed è estre mamente dannoso scambiarli. Chi ha l’asma ha sempre con se il broncodilatatore a rapida azione da usare in caso di crisi.


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ASMA E STUDIO

ASMA E TEMPO LIBERO

Se l’asma è ben curato non si dovrebbero registrare relazioni negative con lo studio. In presenza di uno scarso rendimento scolastico verosimilmente riferibile all’asma sarebbe opportuno che lo studente presentasse le sue difficoltà al medico per capire la natura del problema e delle sue diverse componenti (accettazione della malattia,

Non ci dovrebbero essere limitazioni alle attività a cui dedicarsi nel tempo libero anche se sappiamo che purtroppo non tutti i fattori scatenanti sono evitabili. Tra questi, esiste il problema del fumo che può aggravare l’asma e scatenare una crisi. Gli adolescenti hanno un bisogno fisiologico di sperimentare, sono curiosi, sono attratti, cercano la propria identità tutta da costruire. Il fumo, anche per il suo significato trasgressivo rappresenta un passaggio simbolico, quasi necessario. Le occasioni per iniziare a fumare in adolescenza sono molteplici. La presenza di fumatori in famiglia, nel gruppo di amici, nel mondo dello spettacolo hanno forte influenza sulla fase di iniziazione al tabagismo. E’ questo un aspetto che deve essere particolarmente tenuto presente e indagato dal medico curante per una attiva prevenzione. I tuoi amici o compagni possono darti deisuggerimenti per curare i tuoi sintomi. Questi potrebbero essere giusti oppure no. Parlane sempre con il tuo medico.

ASMA E SPORT Il giovane che ha l’asma se è ben curato può svolgere tutti gli sport, come i suoi coetanei, in funzione delle sue preferenze e attitudini. L’asma non può far rinunciare al proprio sport preferito. Solo gli sport che comportano rischio nel caso di interruzione o di malessere improvviso e quelli che si svolgono in ambienti o in condizioni estreme sono da evitare (deltaplano, paracadutismo, alpinismo d’alta quota, sport motoristici e sport subacquei). Vedi Asma e sport.

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1 9 A SMA E CONDIZIONE DELLA DONNA ASMA L’asma è una malattia che, in base alle statistiche disponibili, colpisce di più i maschi, in particolare nei gruppi di età infantile fino all’adolescenza ma i ricercatori hanno messo in evidenza che esistono importanti rapporti tra asma e ormoni sessuali femminili (estrogeni e progesteroni). Inoltre – in due momenti propri della vita della donna – la gravidanza e la menopausa, l’asma può comportare particolari caratteristiche o complicazioni. Ciò spiega perché si possono avere della variazioni nella gravità dell’asma durante il ciclo mestruale, la gravidanza e la menopausa.

ASMA E GRAVIDANZA Esistono molte preoccupazioni circa l’effetto dei farmaci antiasmatici somministrati in gravidanza. Tuttavia il feto può essere più a rischio per un cattivo o scarso controllo dell’asma e della sofferenza ipossica (mancanza di ossigenazione), che si determina durante una crisi, che non per gli effetti collaterali del trattamento antiasmatico. Per questo la donna in gravidanza con asma deve essere trattata, sotto controllo medico, con tutti i presidi farmacologici disponibili. Seguendo i consigli del loro medico, le donne asmatiche possono tranquillamente avere una gravidanza normale e partorire bambi ni sani..tuttavia le donne e i loro familiari a volte si preoccupano per i cambiamenti che la gravidanza comporta ed è normale che cerchino di saperne di più..

ASMA DURANTE LA GRAVIDANZA La gestione e il controllo dell’asma nella donna in gravidanza si basano, come per tutti gli altri asmatici, su: - misure oggettive della funzionalità respiratoria (spirometria e misura del picco di fl usso espiratorio); - allontanamento e controllo dei fattori scatenanti; - trattamento farmacologico per un controllo ottimale. La donna fumatrice in gravidanza deve essere aiutata a smettere di fumare. Ci sono molte ragioni per cui i genitori non dovrebbero fumare durante la gravidanza: il fumo nuoce alla salute di tutti. Il fumo durante la gravidanza aumenta le probabilità che il bambino sviluppi disturbi respiratori e l’asma nell’infanzia (vedi Asma nei primi cinque anni di età). Anche se si è fortemente motivati, smettere di fumare non è facile. E’ bene parlarne con il primo medico. Il medico deve inoltre educare la donna asmatica incinta all’autogestione dell’asma, al controllo dei fattori scatenanti ed alla riduzione dei sintomi dell’asma. A volte la donna in gravidanza (o chi le è vicino) è preoccupata per i possibili effetti s condari deltrattamento farmacologico dell’asma durante la gravidanza. Sospendere o evitare di assumere i farmaci antiasmatici è molto pericoloso: si corre il rischio di un asma mal controllato, quando invece l’asma deve essere trattato in modo adeguato per evitare complicazioni. I farmaci antiasmatici consigliati, al dosaggio consigliato, non sono dannosi per il bambino ma al contrario proteggono la sua salute e quelladella madre.


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Come si modifica l’asma durante la gravidanza? Il medico non può prevedere l’evoluzione dell’asma durante la gravidanza. In un terzo dei casi l’asma peggiora in un altro terzo rimane invariato e nel restante terzo migliora. A volte l’asma può comparire per la prima volta durante la gravidanza. Sebbene imprevedibile, il decorso dipende anche dalla gravità dell’asma preesistente e dall’evoluzione presentata in gravidanze precedenti. La gravidanza è sconsigliata nelle pazienti con asma grave persistente. Durante la gestazione, andare dal medico regolarmente è indispensabile per tutte le madri e specialmente per le donne asmatiche.

ASMA E MESTRUAZIONI In alcune donne l’asma può peggiorare prima del ciclo mestruale. Le crisi asmatiche durante il periodo premestruale vanno trattate con gli stessi farmaci raccomandati per trattare le altre crisi asmatiche. (Vedi Il primo passo: conoscere la malattia).

Vi è pericolo per la donna asmatica durante la gravidanza e il parto? Se l’asma è tenuto sotto controllo le complicazioni durante la gravidanza sono poco frequenti. La gestazione, il decorso del parto, il peso del neonato ed il suo stato di salute prenatale sono normali. Se la paziente è asintomatica può partorire senza problemi. Il travaglio non peggiora i sintomi, nemmeno in pazienti affetti da asma da sforzo. Se i sintomi dell’asma non restano sotto controllo durante le ultime settimane prima del parto, allora può essere consigliabile il parto cesareo.

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1 9 A SMA E CONDIZIONI DELLA DONNA ASMA Quali farmaci antiasmatici si debbono assumere durante la gravidanza? Ci sono due tipi di farmaci: I farmaci antiasmatici di fondo sono quelli che vanno presi per l’insorgenza di sintomi asmatici. I farmaci antiasmatici sintomatici sono quelli che ci aiutano a risolvere i disturbi di respiro quando questi si verificano. Sono sicuri il salbutamolo e la terbutalina per via inalatoria ed il prednisone. La maggior parte dei pazienti, quelli con asma persistente, assumono normalmente tutti e due i tipi di farmaci. La donna deve conoscere bene i farmaci che deve assumere (quali, a cosa servono, quando e come assumerli) e, soprattutto, deve sapere quali farmaci usare in caso di emergenza di crisi (broncodilatatore a rapida azione). Vi sono studi in corso sul trattamento dell’asma in gravidanza. Durante la crisi d’asma oltre ai farmaci necessari è consigliato somministrare ossigeno per prevenire l’ipossia del feto.

zione bronchiale, mentre i test cutanei con metodo Prick e le prove di funzionalità respiratoria possono essere eseguite durante tutto il periodo della gravidanza. La Comunità Scientifica ritiene che l’Immunoterapia. Specifica sia priva di effetti collaterali diretti sulla gravidanza e sul nascituro, occorre però segnalare che a scopo precauzionale si SCONSIGLIA di INIZIARE l’ITS in caso di gravidanza accertata o presunta mentre si CONSIGLIA di CONTINUARE l’ITS se la donna in gravidanza è già in terapia senza effetti collaterali, il proseguimento della terapia è ancora più indicato se la sospensione della terapia mette a rischio la paziente. Occorre evitare, per quanto possibile, la somministrazione di adrenalina a causa degli effetti collaterali. In alcuni casi il medico potrebbe raccomandarvi anche altri farmaci, seguite sempre le sue indicazioni con fiducia.

Si consiglia alla donna in gravidanza di rimandare a dopo il parto eventuali prove allergometriche o prove di provoca-

Che cosa può accadere durante il travaglio? Durante il travaglio le crisi asmatiche gravi si verificano molto raramente perché aumenta la produzione da parte della madre di ormoni (ad esempio cortisone e adrenalina) che prevengono un peggioramento dell’asma preesistente. Molte donne, per sentirsi più tranquille, elaborano insieme al medico un programma per la nascita del bambino che comprenda anche il rischi di una crisi asmatica.


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ASMA E ALLATTAMENTO

Le madri asmatiche possono allattare i loro figli come tutte le altre madri. Non c’è motivo per cui le donne asmatiche non possano allattare il proprio bambino: i farmaci antiasmatici usati per via inalatoria alle dosi consigliate, non sono presenti nel latte materno in quantità dannose. I farmaci usati per curare l’asma non ostacolano la produzione di latte materno.

ASMA E MENOPAUSA

La menopausa è la condizione che si verifica dopo l’ultima mestruazione della donna, dovuta all’esaurimento dell’attività ovulatoria dell’ovaio. La menopausa può a volte causare l’aggravamento di un asma preesistente che quindi in questa fase della vita va seguito strettamente.

La menopausa può causare l’asma? Non si hanno informazioni certe circa l’insorgenza dell’asma in questa fase della vita della donna, addirittura questa condizione potrebbe essere protettiva. In particolare il trattamento sostitutivo con estrogeni può aumentare il rischio di comparsa d’asma.

Cosa deve fare una donna asmatica in menopausa?

La donna in menopausa deve informare il ginecologo della propria malattia. È assolutamente doveroso non fumare, seguire una dieta appropriata e svolgere attività fisica. L’aumento di peso è un altro fattore da non sottovalutare perché può ostacolare ulteriormente il respiro. È inoltre indispensabile effettuare controlli clinici periodici in maniera da adattare la terapia contro l’asma all’evolversi della malattia.

CONCLUSIONI La gravidanza e la menopausa sono particolari momenti della vita della donna che richiedono maggiore attenzione dal punto di vista medico, sociale, umano e psicologico. La donna asmatica può vivere normalmente questi periodi se il medico la aiuta fornendole le dovute spiegazioni, eliminando paure o ansie spesso ingiustificate.

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1 10 A SMA E LAVORO ASMA La problematica “Asma e lavoro” è quanto mai vasta e complessa. In questo contesto rientra in particolare l’asma professionale, cioè quella forma d’asma dovuta ad agenti specifici presenti nell’ambiente di lavoro. E’ importante sottolineare come per il paziente asmatico la sua condizione di malato cronico costituisce un’ulteriore fonte di incertezza e preoccupazione per lo svolgimento del suo lavoro o attività professionale.

RELAZIONE TRA ASMA E LAVORO

Per i giovani asmatici e le loro famiglie l’asma può essere vissuto come un’ostacolo nella ricerca di un lavoro o di primo impiego, oggi già tanto difficile. Deve essere pertanto chiaramente affermato all’attenzione del lavoratore asmatico, ma anche all’attenzione del datore di lavoro, che chi ha l’asma può, nella maggior parte dei casi, svolgere la sua attività professionale senza assenze e particolari difficoltà sempre che vengano seguite con regolarità ed attenzione le cure prescritte dal medico e le sue raccomandazioni. In molte persone, che sono già asmatiche, l’asma può peggiorare nell’ambiente di lavoro a causa dell’esposizione a fattori scatenanti (ad esempio: sforzo fisico, infezioni, allergeni, inquinanti). In tal caso la miglior cosa da fare, se è possibile,è evitare tali fattori scatenanti cambiando mansioni lavorative. Occorre comunque parlarne con il medico che potrà adattare il trattamento in corso. Non va tuttavia sottovalutato che un asma non diagnosticato a tempo e non curato adeguatamente può comportare complicazioni e risultare invalidante.

ASMA PROFESSIONALE

Agenti specifici presenti nell’ambiente di lavoro possono provocare l’asma di un individuo. Se prima il lavoratore non era affetto da asma, allora si può parlare di “asma professionale” che risulta essere la patologia polmonare professionale più frequente al mondo.

MANSIONI LAVORATIVE POTENZIALMENTE A RISCHIO Molti settori industriali sono potenzialmente pericolosi per il lavoratore (lavorazioni con utilizzo di prodotti chimici, plastici, elettronici e farmaceutici sono alcuni esempi). Anche gli artigiani possono sviluppare asma professionale (in particolare panettieri, pasticcieri, falegnami, verniciatori).

Come si riconosce l’asma professionale? Se pensate che una sostanza nell’ambiente di lavoro sia la causa della vostra malattia, prestate attenzione ai seguenti segnali: - L’asma peggiora durante la settimana lavorativa ma non necessariamente quando vi trovate sul posto di lavoro. Anzi, spesso i sintomi della malattia si verificano o peggiorano dopo il lavoro e a volte disturbano il sonno. - L’asma migliora quando non siete al lavoro (ci vogliono spesso molti giorni prima di notare un miglioramento).


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Come si cura l’asma professionale? La cura più efficace è rappresentata dall’allontanamento definitivo dall’agente specifico, cambiando tipo di lavoro o mansione lavorativa. Qualora, per scelte individuali, o per mancanza di alternative questo non sia possibile, occorre usare i farmaci raccomandati per il trattamento dell’asma non professionale. (Vedi Il primo passo: conoscere la malattia).

Come si previene l’asma professionale? È estremamente difficile rispondere a questa domanda. Esistono regole generali che possono essere applicate nel luogo di lavoro però, in pratica, ogni situazione individuale deve essere esaminata accuratamente dal medico. Spesso le misure di prevenzione generali non sono Sufficienti a garantire al singolo individuo la protezione dai fattori di rischio specifici per la sua malattia .

L’asma professionale può essere indennizzato? Qualora venga diagnosticato un asma professionale, se si lavora in un’industria, spetta al lavoratore informare della malattia il proprio datore di lavoro, che dovrà provvedere alla denuncia all’Istituto Assicuratore (INAIL); nel settore agricolo e artigiano, invece il lavoratore è esente da ogni compito in quanto spetta al medico che ha formulato la diagnosi redigere direttamente all’Istituto Assicuratore il certificato-denuncia. La legislazione italiana attuale sancisce l’indennizzo dell’asma professionale causato da alcune sostanze elencate in tabelle specifiche (v. DPR n.336, 13 aprile 1994 “Regolamento recante le nuove tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura” e successive integrazioni); l’asma professionale causato da altri agenti non citati nelle tabelle suddette può essere indennizzato, ma con un processo non diretto e più difficoltoso che implica la dimostrazione da parte del lavoratore della causa professionale della sua malattia.

CONCLUSIONI

L’asma professionale presenta notevoli implicazioni per il lavoratore coinvolto, non solo dal punto di vista clinico, ma anche negli aspetti economici sul reddito familiare e sulla sua qualità di vita con conseguenze importanti anche sui costi sanitari della comunità, facendo di questa patologia una malattia sociale.

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1 11 A SMA E SPORT ASMA Fare movimento, ginnastica o sport è una delle principali raccomandazioni che concernono l’adozione di corretti stili di vita nella nostra società moderna. Si tratta di incitamenti validi oggi per tutti, anche per chi ha l’asma, purchè la malattia sia sotto controllo, in questo caso, si può svolgere qualsiasi attività, purché questa corrisponda alle capacità ed inclinazioni individuali.

RELAZIONE TRA ASMA E SPORT Fare movimento, ginnastica o sport è una delle principali raccomandazioni che concernono l’adozione di corretti stili di vita nella nostra società moderna. Si tratta di incitamenti validi oggi per tutti, anche per chi ha l’asma, purchè la malattia sia sotto controllo, in questo caso, si può svolgere qualsiasi attività, purché questa corrisponda alle capacità ed inclinazioni individuali.

Chi ha l’asma può fare sport con opportuni accorgimenti ? Chi ha l’asma spesso è riluttante a fare sport, cioè cerca di limitare la sue attività sia perché teme i sintomi, sia perché teme le condizioni in cui lo sport si svolge (per esempio caldo-umido delle piscine) possano aggravare la malattia o scatenare una crisi. Questi timori non sono infondati, ma occorre sapere che attualmente esistono possibilità farmacologiche ed accorgimenti che consentono di superarli appieno. Le nuove possibilità di trattamento della malattia infatti permettono di vincere ogni paura, sfatare credenze e luoghi comuni che, soprattutto per i più giovani, potevano essere fonte di disagio ed emarginazione.

Perché l’attività fisica può scatenare una crisi asmatica? Le vie aeree degli asmatici sono infiammate e reagiscono ai fattori scatenanti con una ostruzione del loro lume. L’aumento della frequenza respiratoria, durante l’attività fisica, provoca una perdita notevole di calore e di umidità nei bronchi infiammati che reagiscono riducendo il lume e quindi aumentando la resistenza dell’aria. Quando i sintomi dell’asma (tosse, respiro sibilante, senso di ostruzione toracica o difficoltà di respiro) compaiono o peggiorano durante l’attività fisica questi vengono definiti asma da sforzo. La presenza di asma da sforzo è un indice di inadeguato controllo della malattia.


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ASMA DA SFORZO Per molti asmatici (in particolare bambini e giovani) l’esercizio fisico è un fattore scatenante crisi asmatiche e si parla in questo caso di asma da sforzo (vedi Asma e fattori scatenanti). In altri casi invece il broncospasmo che compare durante esercizio si risolve spontaneamente o farmalogicamente e rimane l’unica manifestazione asmatica. In questo caso si parla di broncospasmo da esercizio fisico. Le crisi asmatiche possono verificarsi a seguito di uno sforzo fisico di discreta intensità durante una qualsia-

si attività quotidiana oppure una attività sportive (sport dilettantistico o agonistico). L’asma da sforzo non comporta l’abbandono dell’attività sportiva. Al contrario, gli asmatici possono praticare tutti gli sport perché l’asma può essere curato efficacemente: molte medaglie olimpiche sono state vinte da persone asmatiche in varie discipline. Salvatore Antibo, N°1 al mondo nei 10.000 metri, è riuscito ad essere un grandissimo campione, nonostante l’asma.

Come si può riconoscere l’asma da sforzo? È difficile distinguere tra normale difficoltà di respiro dopo l’attività fisica e asma da sforzo perché anche in una persona normale il respiro si fa sempre più veloce e difficoltoso dopo un’energica attività fi sica, comprese le attività quotidiane e domestiche. Comunque, se sotto sforzo, si lamentano respiro sibilante, tosse e senso di costrizione toracica, è opportuno chiedere al proprio medico se questi siano causati dall’asma. L’asma da sforzo colpisce sia gli adulti sia i bambini: in alcuni casi anche quando il paziente sta seguendo un adeguato schema terapeutico. In alcuni pazienti, se non si effettua una adeguata preme dicazione, la comparsa dei sintomi dopo l’attività fisica rappresenta l’unica manifestazione d’asma.

Come prevenire l’asma da sforzo? I sintomi asmatici possono essere evitati solo con trattamenti farmacologici appropriati. Ci sono due tipi di farmaci: I farmaci antiasmatici di fondo sono quelli che vanno presi per evitare l’insorgenza dei sintomi asmatici. I farmaci antiasmatici sintomatici sono quelli che ci aiutano a risolvere i disturbi del respiro quando questi si verificano. La maggior parte dei pazienti assume normalmente tutti e due i tipi di farmaci. Chi ha l’asma deve conoscere bene i farmaci che deve assumere (quali, a cosa servono, quando e come assumerli) e, soprattutto, deve sapere quali farmaci usare in caso di emergenza o di crisi (broncodilatatori a rapida azione). In alcuni casi di asma da sforzo può essere necessaria anche una premedicazione, cioè che ha l’asma deve prendere un farmaco antiasmatico prescritto dal medico prima dell’attività fisica. 51


1 11 A SMA E SPORT ASMA PREMEDICAZIONE DELL’ASMA DA SFORZO I farmaci beta2-agonisti a breve durata di azione sono la terapia di scelta per prevenire/trattare l’asma da sforzo. Vanno assunti circa 15-30 minuti prima dello sforzo. La durata della loro protezione è oltre 2 ore. I farmaci beta2-agonisti inalatori a lunga durata d’azione hanno una maggiore durata d’azione (fino a dodici ore), ma iniziano ad agire dopo 30 minuti. Anch’essi da qualche anno sono stati ammessi dal Comitato Olimpico Internazionale perché non più considerati “dopanti”. In alternativa ai beta2-agonisti possono essere usati i cromoni, anche se sono meno efficaci.

QUALI SPORT PRATICARE Chi ha l’asma può praticare la maggior parte degli sport, a livello dilettantistico o agonistico: il criterio di scelta deve comunque rispettare l’inclinazione personale. Quello che conta è che l’asmatico possa impegnarsi nel suo sport preferito. Nel corso dello svolgimento di un’attività sportiva, deve essere sempre possibile l’interruzione dello sforzo ed un soccorso adeguato e pronto.

SPORT DA EVITARE Non sono indicati solo gli sport che comportano rischi nel caso di interruzione o di malessere improvviso e quelli che si svolgono in ambienti o in condizioni estreme (deltaplano, paracadutismo, alpinismo d’alta quota, sport motoristici e sport subacquei).

LIMITAZIONI DELL’ATTIVITÀ SPORTIVA Le limitazioni dell’attività sportiva sono legate solo alla gravità dell’asma in quel momento e fanno parte della valutazione all’idoneità sportiva da parte del medico. Lo sport non è possibile solo in caso di asma grave persistente e durante le crisi asmatiche.


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PER VINCERE L’ASMA DA SFORZO È bene parlare con il medico delle proprie preferenze e scegliere in modo consapevole l’attività sportiva da svolgere. Seguire attentamente il trattamento antiasmatico prescritto dal medico (piano terapeutico scritto). Se non è sufficiente, in accordo con il medico, seguire una premedicazione specifica. Occorre sottoporsi al controllo medico specialistico periodico e misurare attentamente e regolarmente il PEF.

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12 1 A SMA L’ ASMA E LA VACANZA Molte persone che soffrono di asma evitano di andare in vacanza o di partire per un viaggio pensando che la loro malattia costituisca un limite importante in questo campo. Invece, anche chi ha l’asma grave, purché controllato, può viaggiare e approfittare dei periodi delle vacanze come tutti. Occorre ovviamente seguire delle precauzioni, prendere regolarmente i farmaci antiasmatici, nonché richiedere il parere del proprio medico per verificare che cosa effettivamente si può fare, tenendo conto anche delle condizioni ambientali e climatiche dei luoghi di dest nazione. L’asma è una malattia cronica, che richiede cure regolari e continue, ed è quindi indispensabile seguire degli accorgimenti per essere sicuri di passare delle ferie normali, senza brutte sorprese.

Chi ha l’asma dove può andare Scegliere il luogo dove passare le vacanze è sempre abbastanza difficile, perché si deve tener conto di tanti fattori: il periodo e la durata delle ferie, i mezzi a disposizione, i gusti di ogni componente della famiglia, l’eventuale disponibilità di una seconda casa, ecc. Le difficoltà crescono quando nella famiglia c’è una persona asmatica, in particolare se si tratta di un bambino. L’esperienza di una crisi asmatica durante le ferie, con conseguente ricovero, è frequente, perché a volte durante le vacanze si tende ad abbassare la guardia, oppure perché si può venire più facilmente in contatto con un fattore scatenante perché è più difficile mettere in pratica le misure preventive per evitarlo. Gli asmatici allergici agli acari spesso migliorano se passano le ferie in montagna, al di sopra dei 1500/1800 metri, dato che a questa altitudine non vi sono acari. Gli asmatici allergici ai pollini dovrebbero evitare di recarsi in ferie nelle zone e nei periodi dell’anno particolarmente a rischio a causa della presenza del polline al quale sono sensibili. Occorre chiedere al medico consigli su come informarsi sul periodo di pollinazione della pianta a cui si è allergici e non farsi trovare impreparati ai primi sintomi della malattia.


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PRECAUZIONI DA SEGUIRE PRIMA DI ANDARE IN VACANZA Per tutti, ma soprattutto per coloro che soffrono di asma grave, è bene chiedere il nome e l’indirizzo di un medico che esercita nel luogo di destinazione e che potrebbe intervenire in caso di aggravamento o di crisi. Informarsi su dove si trova l’ospedale o la guardia medica più vicina e come contattarli tempestivamente in caso di necessità. Prima di partire per un viaggio, l’asmatico deve assicurarsi di avere con sé: - la tessera sanitaria; - una sintesi della propriastoria clinica rilasciata dal proprio medico curante, comprese notizie su eventuali allergie o intolleranze a farmaci (vedi Asma e fattori scatenanti); - il proprio piano terapeutico, con le indicazioni su cosa fare ogni giorno in caso di aggravamento dei sintomi e in caso di emergenza (vedi Il primo passo: conoscere la malattia); - la lista delle medicine che si devono prendere e come si devono prendere; - la riserva delle medicine di cui si ha bisogno (calcolare qualcosa in più per gli imprevisti); - il misuratore del picco di flusso espiratorio ed il diario del respiro (vedi Misura del respiro). Per l’estero occorre avere anche il modello E11, che si richiede alla propria Unità Sanitaria Locale (USL). Inoltre occorre scrivere accanto al nome delle medicine che si prendono anche quello del principio attivo, dato che non tutte le medicine hanno lo stesso nome, la stessa composizione o la stessa presentazione nei vari paesi. Infine sarebbe bene avere le indicazioni scritte sul da farsi in caso di emergenza tradotte anche in inglese. In caso di ricovero ospedaliero, in molti paesi all’estero viene richiesto un deposito di moneta, o comunque una carta di credito. In paesi con un sistema sanitario come gli Stati Uniti, è bene non recarsi se non con idonea copertura assicurativa.

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12 1 A SMA E LA VACANZA L’ASMA MEZZO DI TRASPORTO DA USARE L’auto non presenta inconvenienti, eccetto per gli asmatici allergici ai pollini che possono trovarsi ad attraversare zone particolari rischiose. Per il treno, le precauzioni concernono solo coloro che sono allergici agli acari e, in alcuni paesi dove è permesso il trasporto degli animali sui mezzi di trasporto, anche per coloro che sono allergici al cane e al gatto, allergeni che possono essere numerosi in taluni scompartimenti. Per i viaggi in aereo è proibito fumare sia sui voli nazionali che internazionali. Va ricordato che gli ambienti confinati (ad es.: treno e aeroplano) facilitano la trasmissione di infezioni respiratorie che sono uno dei principali fattori scatenanti crisi asmatiche (vedi Asma e fattori scatenanti). Scelta dell’albergo Va ricordato che in alcuni asmatici la camera d’albergo può essere fonte di peggioramento dell’asma. La prima causa è la polvere domestica. Tra i problemi incontrati dagli asmatici vi è anche il persistere del fumo di sigaretta nelle stanze da letto, ed è sempre più alta la richiesta di stanze (o interi piani) riservati ai non fumatori.

VACANZE E SPORT Chi ha l’asma può svolgere ogni attività tenendo conto che sono da evitare solo gli sport che comportano rischio nel caso di interruzione o di malessere improvviso e quelli che si svolgono in ambienti o in condizioni estreme (deltaplano, paracadutismo, alpinismo d’alta quota, sport motoristici e sport subacquei). Spesso le vacanze costituiscono il momento dell’anno durante il quale si ha maggiore tempo per dedicarsi ai propri passatempi preferiti ed in particolare allo sport. Poiché molti italiani preferiscono le vacanze al mare, spesso è il momento delle immersioni subacquee. Purtroppo questa è una delle pochissime attività alle quali un asmatico, anche se in perfetto controllo, deve rinunciare dato che può causare una crisi asmatica non controllabile nell’ambiente subacqueo. Chi ha l’asma deve fare una vita il più possibile normale e quindi deve poter scegliere tranquillamente dove andare in villeggiatura o in vacanza. È quindi fondamentale capire con l’ausilio di un medico quando e come la malattia si manifesta a livello individuale per attuare specifiche misure ambientali di prevenzione, instaurare un programma terapeutico adeguato per fronteggiarla in caso di emergenza o di crisi o di altre situazioni particolari.


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12 1 A SMA E LA VACANZA L’ASMA

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