men women me
Greta Sartarelli
men women me
Corso di specializzazione in Grafica per l’Editoria a.a. 2014-2015
Docenti: Marco Innocenti, Luca Parenti
Greta Sartarelli
Ai miei genitori, che mi supportano nel disordinato mondo delle mie passioni Ai miei nonni, sempre vicini anche se lontani A Yuri e Boris, fratelli di cuore A Maurizio, sempre pronto a mettersi in gioco A Natascia, compagna di viaggio e voce dei miei silenzi A Marialuisa, passionaria e dirompente A Simonetta, porto sicuro dove potersi riparare A Simona, che mi ha insegnato ad abbracciare la vita A Rosanna, mente e cuore d’artista A Anna, Laura, Michelangelo, Oriana e Veronica, amici sinceri A Adriel, Elisa, Giuseppe e Miriam, che hanno condiviso con me questo percorso A tutt* i Pan, con i quali continuerò a sorridere e lottare A Alessio, Elisabeth, Flavia, Gianluca, Giulia, Laura, Nicoletta e Paola, perle preziose di questo viaggio A Te
INDICE
8
L’identità sessuale: una dimensione soggettiva oltre il genere
10
Dal maschio all’uomo, dalla femmina alla donna
Differenziazione tra sesso biologico, identità di genere e ruolo di genere
14
Dalla costruzione dello stereotipo allo stereotipo di genere
16
Dalle barriere architettoniche a quelle di genere
Identità e ruoli sociali
Verso il naturale sviluppo della persona
18
Le barriere di genere tra iconografia e ruoli sociali
20
Le barriere di genere tra ruoli fisici e gabbie culturali
I codici identificativi del genere
L’accessibilità alla libera espressione di sé
24
Oltre il binarismo
28
Work in progress
Costruzione del final work
Una proposta di nuova rappresentazione dell’identità sessuale
30
L’evoluzione del progetto
32
No gender Nuova frontiera dell’identità
Mostra fotografica, incontri con esperti e workshop esperenziali
Target e obiettivi del progetto
36
Naming
38
Shooting fotografico
Costruzione
Gli scatti del progetto
40
Progettazione book
42
Comunicazione istituzionale
Sviluppo editoriale
Materiale pubblicitario
46
Comunicazione web
49
Comunicazione mostra evento
Sito internet e pagina facebook
Materiali promozionali
50
Il progetto per immagini
64
Bibliografia e sitografia
Il concetto di genere e la sua evoluzione culturale
men women me Maschio e femmina li creò. Uomo e donna, forse no. Che mondo sarebbe senza il genere?
Men Women Me nasce da un’idea semplice e dirompente: considerare il “boom” come una grande rivoluzione culturale, un cambiamento di prospettiva che si realizza con il superamento del binarismo maschio-femmina/ uomo-donna, di cui è intrisa la nostra cultura, attraverso l’abbattimento delle barriere di genere.
Chiamiamo contro natura quello che avviene contro la consuetudine; non c’è niente se non secondo essa, qualunque cosa sia Michel De Montaigne, 1582
8
L’IDENTITÀ SESSUALE: UNA DIMENSIONE SOGGETTIVA OLTRE IL GENERE Differenziazione tra sesso biologico, identità di genere e ruolo di genere
La nostra identità sessuale è un puzzle composto da 4 fattori: - il sesso biologico assegnato dalla nascita e determinato dai cromosomi sessuali (XX e XY), la fisiologia degli apparati genitali e i caratteri sessuali secondari (peluria, seno). Equivale al come io sono. - l’identità di genere è il genere a cui sentiamo di appartenere (uomo o donna) e può coincidere o non coincidere con il sesso biologico (maschio o femmina). Equivale al come io mi percepisco. - il ruolo di genere è l’insieme delle aspettative e caratteristiche (atteggiamenti, gesti, abbigliamento, linguaggio) riconosciute in una data società e cultura come proprie di uomini e donne. Equivale al come ci vedono gli altri.
- l’orientamento sessuale è la direzione della sessualità e dell’affettività verso persone dello stesso sesso (omosessualità), di sesso opposto (eterosessualità) o di ambo i sessi (bisessualità). Equivale al da chi sono attratto e di chi mi innammoro. L’identità sessuale è la dimensione soggettiva del proprio essere sessuati; risponde a un esigenza di classificazione e stabilità anche se contiene elementi di incertezza e di imprevedibilità essendo l’esito di un processo costruttivo, influenzato dalla complessa interazione tra aspetti biologici, psicologici, educativi e socioculturali.
10
DAL MASCHIO ALL’UOMO DALLA FEMMINA ALLA DONNA Il concetto di genere e la sua evoluzione culturale
Il sesso (sex) costituisce un corredo genetico, un insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici che producono il binarismo maschio/femmina Il genere (gender) rappresenta una costruzione culturale, la rappresentazione e definizione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo status di uomo/donna. Sesso e genere non costituiscono due dimensioni contrapposte ma interdipendenti. Sui caratteri biologici si innesca il processo di produzione dell’identità di genere. Il genere è un prodotto della cultura umana e il frutto di un persistente rinforzo sociale e culturale delle identità: viene creato quotidianamente attraverso una serie di interazioni che tendono a definire le differenze tra uomini e donne. A livello sociale, è necessario testimoniare continuamente la propria appartenenza di genere attraverso il comportamento, il linguaggio e il ruolo sociale.
“Maschio” corrisponde al pianeta Marte che nella mitologia classica rappresentava il dio della guerra
Si parla a questo proposito di ruoli di genere. In definitiva, il genere risulta un carattere appreso e non innato. Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa. Alcuni studiosi attribuiscono la divisione primitiva dei ruoli di genere a un adattamento ai ruoli riproduttivi degli individui: poichè la donna era in condizioni di maggiore fragilità durante la gravidanza, a lei sarebbero stati affidati ruoli non violenti e stanziali, legati alla cura e all’approvvigionamento di acqua e cibo, mentre all’uomo sarebbero state riservate la difesa del territorio, la caccia e la guerra. Questa ipotesi è utile a comprendere la vasta diffusione di una norma, che conosce però numerose eccezioni e che, con il passare dei secoli, ha subito diverse mutazioni. Nonostante ciò, questa norma spesso diventa un auto-condizionamento che impedisce all’individuo di svilupparsi in modo libero.
“Femmina” corrisponde al pianeta Venere che nella mitologia classica rappresentava la dea della bellezza
La socializzazione del genere Sin dalla nascita, il fatto che un individuo sia femmina o maschio produce un effetto sulle persone che se ne prendono cura, influenzando il loro modo di relazionarsi con lei o lui. Le ricerche mostrano che da subito i genitori tendono ad avere aspettative diverse riguardo ai figli maschi e alle figlie femmine, che agiscono su tre livelli differenti. Soprattutto nei primi anni di vita, le aspettative influenzano le percezioni che i genitori hanno dei propri figli. Per esempio, i padri in genere considerano i maschi più forti e le femmine più fragili. Gli studi mostrano che dalle diverse aspettative derivano anche diversi stili relazionali con i figli da parte
dei genitori che tendono a coinvolgerli nelle attività in modo differente. I genitori intrattengono conversazioni con le figlie (per interpretare il loro comportamento) e danno istruzioni ai figli maschi (per influenzare il loro comportamento). I figli e le figlie possono interiorizzare le aspettative dei loro genitori rispetto alle proprie predisposizioni/ attitudini a un tipo di attività piuttosto che a un altro. Questo avrà un effetto sulla motivazione e sull’atteggiamento con cui affronteranno le diverse situazioni della vita.
Che strano non sa neanche cuocere due uova e poi la vedo quando studia coi capelli corti e le sue passioni e avverto il senso di una donna nuova. Però se guardo in certe strane discrepanze allora non capisco e mi spavento com’è insensata, misteriosa e buffa la sua scelta di un paio di sandali d’argento. Come son giusti gli uomini coi loro indumenti maschili con le loro camicie, le loro scarpe. Come son giusti gli uomini l’impegno civile, le idee l’odore di tabacco inglese e le barba rasata... Eva non è ancora nata. Giorgio Gaber “Eva non è ancora nata” 1978
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DALLA COSTRUZIONE DELLO STEREOTIPO ALLO STEREOTIPO DI GENERE IdentitĂ e ruoli sociali
self-image
prince charming
self-image
whore
pervert
bold
creepy
Come suggerisce l’etimologia del termine (stereos = rigido, typos = impronta), lo stereotipo è una semplificazione della realtà, un modello rigido, ricorrente e convenzionale di comportamento o discorso, una opinione precostituita acquisita non sulla base di una esperienza diretta, che quando si cristallizza favorisce l’insorgere di pregiudizi.
sexy
I più comuni stereotipi di genere si riferiscono all’identità (es: le donne sono fragili, deboli, sentimentali; gli uomini sono forti, resistenti, razionali) o ai ruoli sociali (le donne si dedicano alla cura della casa e della famiglia, allevano i bambini; gli uomini lavorano, hanno la responsabilità economica della famiglia).
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DALLE BARRIERE ARCHITETTONICHE A QUELLE DI GENERE Verso il naturale sviluppo della persona
Per le persone diversamente abili le barriere architettoniche rappresentano un ostacolo al naturale sviluppo della propria persona, un limite rispetto alle possibilità che ha di agire lo spazio e la socialità, un impedimento nello sviluppo della propria autonomia con conseguenze in termini di autostima e fiducia nei propri mezzi. L’abbattimento di queste barriere molto spesso ha ricadute positive sul benessere complessivo della persona che smette di sentirsi un cittadino di serie b in ragione del proprio handicap e si autopercepisce e viene percepito anche dagli altri come “valore” e non “scarto” della società. Facendo un parallelo, nel caso delle persone diversamente uomo-donna, le barriere di genere rappresentano un ostacolo al naturale sviluppo della loro identità
di genere con conseguenze negative sulla percezione di sé, sul benessere psicofisico della persona, sull’autostima e la fiducia nei propri mezzi. L’abbattimento di queste barriere - la cui esistenza è comprovata, ad esempio, dalla convinzione diffusa che per i bambini esistano giochi da donna (bambole) e giochi da uomo (costruzioni o macchine) - favorirebbe la costruzione di una identità fluida, intesa come continuum tra le polarità uomo-donna e non identificabile totalmente con nessuna delle due. Il riconoscimento di questa identità che chiameremo no gender, comporterebbe il superamento della rappresentazione binaria della società che troviamo riflessa nei ruoli di genere.
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LE BARRIERE DI GENERE TRA ICONOGRAFIA E RUOLI SOCIALI I codici identificativi del genere
La rigida separazione tra uomo e donna, e la conseguente affermazione del ruolo sociale che essi ricoprono, hanno nella rappresentazione iconografica del maschile e del femminile un alleato prezioso. La prima considerazione da fare è che, solo di recente e del tutto arbitrariamente, sono stati introdotti codici cromatici che identificano il maschio/uomo con il colore celeste e la femmina/donna con il colore rosa. In passato, infatti, i neonati venivano vestiti rigorosamente di bianco. Fino agli inizi dell’Ottocento, il rosa non era considerato una esclusiva delle donne. Leonardo da Vinci, ad esempio, aveva nel suo guardaroba anche alcuni abiti rosa.
Solo verso la metà dell’Ottocento vengono introdotti nell’abbigliamento per bambini i colori pastello, tra cui il rosa e il celeste che, però, non avevano alcun significato di genere. Uno dei primi riferimenti a questa distinzione di genere appare nel celebre romanzo della scrittrice statunitense Louisa May Alcott “Piccole donne” (1868) dove un nastro rosa sulla culla identifica la femminuccia e uno celeste il maschietto. Ma attenzione: a sottolineare l’arbitrarietà e forse anche la bizzarria di questa identificazione sono le stesse protagoniste del romanzo che la definiscono “una moda francese”. Di recente, questi codici cromatici hanno assunto sempre più un valore identitario, perché considerati identificativi o descrittivi dell’identità sessuale.
Lo stesso discorso può essere esteso ad altre rappresentazioni iconografiche molto standardizzate dell’identità sessuale. Un esempio molto calzante è rappresentato dalla segnaletica dei bagni pubblici e degli spogliatoi delle palestre presi in esame in questo progetto. In questi casi, l’uomo è identificato con una sagoma stilizzata contraddistinta dal pantalone, mentre la donna da una sagoma stilizzata raffigurante la gonna. Al riguardo è molto interessante osservare come la netta separazione di genere sottolineata dal costume, inteso non solo come capo di abbigliamento ma come abito tradizionale accettato e riconosciuto socialmente,
influenzi anche la rappresentazione iconografica dell’uomo e della donna nella segnaletica. Se l’abbigliamento rappresenta il codice identificativo dell’identità sessuale più forte, è nello stesso tempo anche quello meno resistente ai tempi che cambiano, come dimostra l’evoluzione no gender di gran parte della moda degli ultimi anni. Più resistente a questo tipo di evoluzione è il mondo dei giochi per bambini che sono ancora fortemente connotati da una netta distinzione/separazione di genere, che viene ulteriormente sottolineata dai quei codici cromatici di cui abbiamo già parlato.
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LE BARRIERE DI GENERE TRA LUOGHI FISICI E GABBIE CULTURALI L’ accessibilità alla libera espressione di sé
Come le barriere architettoniche rappresentano un ostacolo al libero accesso agli spazi fisici, così le barriere di genere possono rappresentare un ostacolo alla libera espressione di sé. A partire da questa considerazione, nel progetto, gli spazi fisici sono utilizzati come metafora di quegli spazi mentali e del desiderio resi inaccessibili dalla presenza di rigide e insuperabili barriere di genere.
Bagni pubblici, spogliatoi delle palestre, negozi di abbigliamento, negozi di giocattoli rappresentano i luoghi dove il binarismo di genere diventa ancora più tangibile e ci appare non come una sovrastruttura culturale quale è, ma come una dimensione strutturale, quasi connaturata allo spazio.
Il maschio e la femmina rappresentano i due aspetti del grande dualismo radicale. Ma nei fatti sono in fase di perpetuo passaggio dentro l’un l’altro. I fluidi si induriscono in solidi, i solidi si liquefanno in fluidi. Non c’è un uomo completamente maschio, e nessuna donna puramente femmina. Margaret Fuller
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OLTRE IL BINARISMO Una proposta di nuova rappresentazione dell’identità sessuale
La bivalenza è un sistema di classificazione profondamente radicato nella cultura occidentale. Francis Bacon, filosofo, politico, giurista e saggista inglese (conosciuto come Francesco Bacone), fondava il suo metodo scientifico su concetti quali la presenza e l’assenza di un fenomeno, come se la realtà fosse leggibile solo sotto la forma binaria di sì e no. La scienza sociale che si è sviluppata soprattutto nell’Ottocento, ha utilizzato questa logica binaria per classificare i tipi sociali: prima di tutto uomo-donna e poi a seguire sposato-non sposato, sano-malato, normale-patologico. In questo particolare momento storico, assistiamo però a una evoluzione delle categorie sociali che fa scricchiolare le fondamenta della nostra lettura bivalente dell’identità sessuale e sociale. Già negli anni Novanta, la filosofa Judith Butler, nel suo libro Gender Trouble, proponeva una visione più sfumata dell’appartenenza al genere, prendendo posizione contro il femminismo tradizionale. Lo sfumarsi delle barriere o categorie di genere potrebbe produrre progressivamente un vero cambiamento culturale e della società, non nella direzione della modernità liquida di Zygmunt Bauman (sociologo e filosofo polacco) - per cui le forme sociali risultano non stabili e in trasformazione - ma nel senso proprio di una società di natura diversa che non si rappresenta più attraverso la logica bivalente del binarismo culturale e sessuale e va oltre il genere.
Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi. Charles Evans Hughes
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WORK IN PROGRESS Costruzione del final work
I soggetti protagonisti del progetto sono stati selezionati in base a un criterio estetico e di comportamento per rappresentare i generi in esame: uomo, donna e il genere neutro con cui ci si riferisce all’identità fluida non identificabile e identificata al 100% con entrambi i generi dominanti.
I soggetti sono stati fotografati in quei luoghi nei quali le barriere di genere si presentano nello spazio come vere e proprie barriere architettoniche, visibili anche a occhio nudo e rappresentate iconograficamente attraverso codici cromatici e segnaletica identificativa. In particolare, la scelta ha riguardato i negozi di abbigliamento, i bagni pubblici, gli spogliatoi delle palestre e i parchi giochi per bambini. Lo stile fotografico scelto è il ritratto di famiglia. I soggetti sono stati fotografati in posa mentre vestono abiti e assumono atteggiamenti e codici comportamentali fortemente identificativi del genere al quale appartengono.
In post-produzione con il ricorso a una grafica dedicata e con l’utilizzo di particolari carte, filtri e tecniche di stampa, si è voluto sottolineare la natura sovrastrutturale e convenzionale del genere. Il genere viene rappresentato non più connaturato al sesso biologico (uomo o donna non è più una naturale conseguenza dell’essere maschio o femmina), ma come la lente o il filtro attraverso il quale leggiamo la dimensione personale e soggettiva dell’identità sessuale e sociale. In definitiva, il genere più che una realtà di fatto ci appare come una realtà percepita, una convezione sociale e culturale che risiede nell’occhio di chi guarda.
30
L’EVOLUZIONE DEL PROGETTO Mostra fotografica, incontri con esperti e workshop esperenziali
Dal final work Men Women Me è nato un evento che si articola in una mostra fotografica, incontri con esperti e workshop esperenziali.
che ha come peculiarità il fatto di non contenere riferimenti al genere.
Il progetto fotografico espone una selezione di fotoritratti dei protagonisti di Men Women Me, scattate in luoghi pubblici: bagni, negozi di abbigliamento, spogliatoi delle palestre e parchi giochi per bambini.
Nei singoli bagni e anche nel guardaroba, accanto alla segnaletica che indica l’accesso agli uomini e alle donne, compare anche la segnaletica relativa al no gender cioè al genere non classificabile come maschile o come femminile.
Lo spazio dedicato alla mostra sarà un open space con un allestimento minimal e una illuminazione a led che metterà in risalto le foto di grande formato in esposizione. Per il visitatore è prevista una segnaletica dedicata che, coerentemente con i concetti esposti nel progetto, sarà realmente inclusiva e accogliente. In sostituzione delle tradizionali icone per indicare la toilet è stata realizzata una nuova segnaletica neutra
All’interno dello spazio espositivo è stata creata un’ area giochi che ha la caratteristica di offrire ai bambini la possibilità di divertirsi con giocattoli che non necessariamente sono identificativi di un genere codificato. In questo spazio di sperimentazione, i maschietti si sentiranno liberi di giocare anche con le bambole e le femminucce potrebbero fare lo stesso con le macchinine, qualora lo desiderassero.
GENDER NEUTRAL
TOILET
EXIT
NO GENDER
SPAZIO GIOCHI
men women me
TOILET NO GENDER
tickets / guardaroba mostra fotografica bar / toilet spazio bimbi
SEGNALETICA MOSTRA
Segnaletica toilet
Segnaletica ascensore
GENDER NEUTRAL
GENDER NEUTRAL
Segnaletica porte toilet
TOILET NO GENDER
BAR
GENDER NEUTRAL
TICKETS GUARDAROBA
Segnaletica guardaroba
ascensore
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NO GENDER NUOVA FRONTIERA DELL’IDENTITÁ Target e obiettivi del progetto
Il progetto si rivolge a un pubblico potenzialmente illimitato. Tutta la società è promotrice e destinataria del grande “boom” che il progetto racconta: la rivoluzione culturale che passa attraverso l’abbattimento delle barriere di genere, intese come limite fisico e psicologico alla comprensione e all’accettazione dell’altro così come è. Da qui, la scelta di intitolare il progetto Men Women Me ad indicare il punto d’approdo della tesi: la possibilità di percepire se stessi e gli altri non più solo in base al genere universalmente riconosciuto come uomo e donna, ma anche in base a un genere non codificato e non ancora riconosciuto: il genere non genere o neutro.
La neutralità, infatti, è troppo spesso trattata come l’assenza di una identità definita. Invece, questo progetto di tesi vuole presentarla come una possibilità che contiene tutte le altre possibilità. L’obiettivo ambizioso di questo lavoro è dare dignità culturale e sociale al genere neutro che non è come spesso erroneamente si crede - una deviazione dalla norma ma al contrario, una delle tante identità possibili e non normate. Una condizione dell’esistenza umana al pari di tutte le altre.
Il genere è una sorta di imitazione che produce la nozione dell’originale come effetto e conseguenza dell’ imitazione stessa. Judith Butlet
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NAMING Costruzione
Nella creazione del logo del progetto Men Women Me è stata fatta la scelta di non utilizzare codici cromatici identificativi del genere maschile e femminile per rafforzare ulteriormente l’idea che non sia necessario differenziare e riconoscere socialmente i generi a partire dai colori a essi associati.
Inoltre attraverso l’utilizzo di pesi diversi dello stesso font è stato sottolineato il me che è la keyword di tutto il progetto cioè la parola chiave intorno alla quale ruotano tutte le possibilità dell’esistenza umana. In fondo, essere se stessi anche oltre le dicotomie di genere è l’unica chiave di accesso alla felicità.
Declinazione Naming/Logo
men women me men women me
Font: Helvetica Light
Font: Helvetica bold
men women me
Riduzioni logo
C: M: Y: K:
0% 0% 0% 100%
C: M: Y: K:
0% 0% 0% 40%
men women me men women me
men women me men women me
Font: Helvetica Light
Font: Helvetica bold
men women me C: M: Y: K:
0% 0% 0% 100%
C: M: Y: K:
70% 15% 0% 0%
C: M: Y: K:
0% 45% 0% 0%
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SHOOTING FOTOGRAFICO Gli scatti del progetto
Per lo sviluppo del progetto è stato realizzato uno shooting fotografico ad hoc. Negozi di abbigliamento, bagni pubblici, spogliatoi delle palestre e parchi giochi per bambini sono stati utilizzati come location dei set fotografici. Il ritratto di famiglia è il genere fotografico scelto per raccontare il progetto.
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PROGETTAZIONE BOOK Sviluppo editoriale
Per la mostra evento è stato realizzato un book che raccoglie una selezione di immagini del progetto Men Women Me. Il book è composto da una prefazione contenente il concept del progetto e da citazioni che guidano il lettore attraverso un percorso emozionale. Si è scelto di non utilizzare testi descrittivi per non influenzare il lettore e lasciarlo libero di interpretare il progetto stimolato solo dalle suggestioni create dalle fotografie. Il book è stato strutturato dal punto di vista dei contenuti in modo tale che possa essere fruibile indipendetemente dalla mostra/evento.
È, infatti, un prodotto editoriale spendibile anche separatamente. All’interno del book sono state create illustrazioni che separano i quattro luoghi pubblici scelti. Attraverso l’utilizzo di carte acetate e l’applicazione su di esse del colore celeste e rosa, in quanto codici cromatici identificativi dei generi, è stato riprodotto l’effetto lente dando così la percezione fisica dell’esistenza di un filtro attraverso il quale leggiamo la dimensione personale e soggettiva dell’identità sessuale.
Illustrazioni e codici cromatici Illustrazioni in bianco e nero
Illustrazioni colorate (celeste e rosa) su foglio acetato
men
me
women
TOILET
TOILET
TOILET
NO GENDER
Griglia di impaginazione
29 cm 1 cm
1 cm
modulo 0,5 cm
Font: Baskerville Italic
“Il genere è una sorta di imitazione che produce la nozione dell’originale come effetto e conseguenza dell’ imitazione stessa.”
20,5 cm
Font: Baskerville Regular
Judith Butlet
1,5 cm
3 cm
3 cm
1,5 cm
1,5 cm 58 cm
La griglia del book/catalogo è composta da moduli di 0,5 cm. I punti fermi della griglia sono i margini: estrerno 1,5 cm, interno 3 cm, superiore 1 cm e inferiore 1,5 cm. La dimensione delle colonne è ottenuta ridistribuendo lo spazio disponibile. L’impaginato pur seguendo una linea precisa di impostazione, si adatta alle esigenze.
In particolare l’utilizzo dello spazio dedicato alle foto risulta variabile in base al contenuto stesso e a ciò che la foto deve trasmettere. Il font utilizzato per i testi è il Baskerville in diverse declinazioni di peso e dimensione Il book chiuso ha un formato di 29x20,5 cm e aperto di 58,5 x20,5 cm ed è rilegato con una rilegartura Bodoniana.
42
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE Materiale pubblicitario
Per la comunicazione istituzionale dell’evento è stato realizzato un kit promozionale in formato cartaceo composto da: 6x3 m, locandina 70x100 cm, flyer e invito.
Flyer 21x10 cm fronte
Flyer 21x10 cm retro
Affissioni 6x3 m promozione evento
Locandina 70x100 cm
Invito 21x10 cm fronte
Invito 21x10 cm retro
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COMUNICAZIONE WEB Sito internet e pagina facebook
La mostra/evento Men Women Me è composta da una comunicazione web supportata dalla realizzazione di un sito internet e una pagina facebook. Per il sito internet è stata progettata una interfaccia grafica ad-hoc. Il sito è responsive, ovvero realizzato per adattarsi graficamente in modo automatico al dispositivo con il quale viene visualizzato (computer con diverse risoluzioni, tablet, smartphone, cellulari, web tv). Per la navigazione il sito sfrutta in modo creativo lo scrolling sia verticale che orizzontale per un effetto molto dinamico e gradevole. La pagina facebook Men Women Me contiene post dedicati alla promozione e divulgazione dell’evento.
Sito Internet
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COMUNICAZIONE MOSTRA EVENTO Materiali promozionali
Per la comunicazione della mostra/evento Men Women Me sono stati realizzati i seguenti materiali: - shooting fotografico - book fotografico/catalogo della mostra - manifesto 6x3 m - locandina 70x100 cm - flyer 21x10 cm - invito cartaceo - gadget dedicati - sito web responsive - simulazione allestimento mostra - segnaletica mostra
Per tutti i materiali di promozione dell’evento è stata realizzata una grafica ad-hoc: - naming/logo - studio del layout grafico del materiale di comunicazione - studio della gabbia di impaginazione del book/catalogo della mostra - redazione dei testi contenuti nei materiali promozionali - studio dei materiali e tecniche di stampa contenuti all’interno del book/catalogo della mostra
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IL PROGETTO PER IMMAGINI
Book/Catalogo mostra
Comunicazione istituzionale
Comunicazione web
Gadget promozionali
Font: Helvetica bold
Font: Helvetica Light
men women me
Riduzioni logo
C: M: Y: K:
0% 0% 0% 100%
C: M: Y: K:
0% 0% 0% 40%
men women me men women me
men women me men women me
Installazione mostra
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
Bibliografia Linee Guida per una informazione rispettosa delle persone LGBTQI realizzato nel 2013 dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento delle Pari Opportunità nel 2013 Il piccolo libro dei colori di Michel Pastoureau e Dominique Simonnet - Ed. Ponte alle Grazie Il genere una guida orientativa a cura di Federico Ferrari Enrico M. Ragaglia e Paolo Rigliano Gender Troubler di Joudith Butler
Sitografia www.stile.it/cultura-e-spettacoli/arte/mostra-fotografia-changing-difference-queerpolitics-and-shifting-identities/ www.felixinclusis.tumblr.com/post/21894105558/marcedithmihaela-ivanova www.thebohofillediaries.com/2012/06/my-body-is-my-temple.html www.internazionale.it/foto/2013/07/08/scatti-di-genere www.tentazionedonna.it/colori-e-stereotipi-il-rosa-per-le-bambine-o-per-i-bambini/ www.milanofree.it/milano/cultura/rosa_e_celeste_distinzione_di_genere_e_fenomeno_sociale.html www.artabout.it/identita-di-genere-di-marco-dabbicco/ www.dailybest.it/2014/09/09/confronto-uomini-donne-illustrazioni-yang-liu/ www.d.repubblica.it/attualita/2014/05/16/foto/mostra_torino_marcello_bonfanti_foto_beautiful_men-2145658/2/ www.theartstack.com/artists/mihaela-ivanova