M.IGOR BOROZAN
ABBOZZO PITTORICO
“UN ABBOZZO SAGGIO E REGOLARÈ LA SALUTE GARANTITA DELLA PITTURA, E IL SUO VESTIMENTO DA SOTTO“ VIBERT
M.IGOR BOROZAN
ABBOZZO PITTORICO
M.IGOR BOROZAN ABBOZZO PITTORICO Photographic references / Nicola Severino, Katia Pangrazi, Elisa Gosta, Tatiana de Melo 3d Stampa dei catalogi / Grafiche DIEMME s.r.l. Opere Grafiche / stampa Paolo Sgroi stamperia Giorgio Upiglio Milano Traduzioni / Translations Dallo spagnolo all' Italiano / from Spanish to Italian Isidoro Rubio Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico,meccanico o altro senza l'autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell'editore.
Da sempre mi ha affascinato il processo evolutivo del disegno che nasce da un fondo bianco e uniforme, ogni volta un enigma da scoprire, con le proprie regole da rispettare. Mi affascina la gestualità con la quale mio figlio Jan traccia sul foglio segni istintivi con una naturalezza disarmante, vera, essenziale. Scatta in me quasi la paura, l’incertezza di fronte a tanta “libertà”, alla freschezza e alla completezza dei suoi tratti unici e irripetibili. Nel mio “abbozzo pittorico” ho voluto inserire un riflesso, omaggio ai grandi maestri d’arte che hanno fatto del disegno, del “progetto” il punto di partenza e di arrivo allo stesso tempo. Progetto, dal latino proiectum, dal verbo proicere, letteralmente traducibile con gettare avanti, proiettare e da qui, per assonanza etimologica, progettare. Nei miei cartoni la dimensione è piuttosto minuta, assolutamente irrilevante, tutto è concentrato in piccoli spazi densi, pieni di luci, di ombre e di aria. Bozze, “appunti di viaggio”, come crisalidi che un giorno, forse, saranno quadri di grandi dimensioni, o magari rimarranno tali, nella loro originale essenza. La mia vocazione di insegnate si basa proprio sul metodo, totalmente incentrata su questo prezioso tassello, spesso sottovalutato o addirittura mancante: il disegno. Il metodo del “saper disegnare”, definito, scientifico, oserei dire matematico.
maestro Igor Borozan
Per la XIII Settimana della cultura promossa dal MiBAC il nuovo progetto editoriale del maestro Igor Borozan: “Abbozzo pittorico”, diario di bordo di un artista contemporaneo. Instancabile, infaticabile, Borozan ha riassunto il suo incredibile modo di fare arte nella sua prima antologia artistica “40 di maestro Igor Borozan” edita nel 2009. Il volume fotografico ripercorre la sua vita rivolta all’arte, allo studio, alla conoscenza, alla sperimentazione. Le sue straordinarie attività: dalle installazioni urbane, alla notte in colore, all’esposizione virtuale di artisti spagnoli e italiani, alla pittura balcanica contemporanea, raccontano la storia di un giovane artista che nella sua eclettica carriera è riuscito a fondere est ed ovest europeo in un contesto multietnico di ampio respiro e a trasmettere al mondo contemporaneo artistico la sua traccia, passione autentica, testimonianza di un passaggio avvenuto. La sua “forma” è in continua evoluzione, l’uomo e l’artista non si fermano, sperimentano, si trasformano, muoiono e rinascono, proprio come una crisalide. Nel suo nuovo prodotto editoriale, “Abbozzo pittorico”, elegante e sobrio contenitore, sono raccolti e catalogati schizzi, sensazioni prese al volo e poi elaborate in atelier, i suoi “abbozzi pittorici”, come tanti piccoli frame, raccontano un’altro viaggio dove vengono ripercorsi gli ultimi anni dell’incessante lavoro del maestro, uomo caparbio e contro corrente. Il “bagno nella cultura spagnola” è una contaminazione creativa con la storia, l’arte, gli usi e i costumi di un grande Paese, impulsi nuovi per l’artista. La camicia diviene elemento simbolo, prima come mantilla, gonfia di polvere e vento nell’arena della corrida dove uomo e morte si sfidano, poi come abito di scena nei teatri di flamenco, e riesce perfettamente ad esprimere la passione di un popolo. Borozan, immedesimandosi in questo straordinario mondo, crea ed esterna le sensazioni più profonde in maniera travolgente, spontanea, semplice e in un’incessante crescendo. Impressionato e coinvolto da “Calè”, ultima opera di Cortès, produce quadri ispirati al flamenco e al ballerino andaluso, le creazioni “frenetiche” risentono fortemente della danza che riesce ad unire terra e spirito, carne e anima, nero e bianco. In questa occasione le sue camicie bianche si tingono di un tono scuro, cupo. Nel 2010, per i 400 anni dalla morte di Caravaggio realizza una delle sue opere più visionarie, “sole e ombra di Caravaggio”, un’installazione urbana realizzata in contemporanea a Porto Ercole e a Terni: due camicie giganti interpretano rispettivamente la figure del grande maestro pittore Caravaggio e la sua vittima il ternano Ranuccio Tomassoni. Le sue camicie, le innumerevoli versioni: disegnate, incise a torchio su carta, dipinte, realizzate in tessuto, poi sospese in aria, leggere e fluttuanti, parlano a chi le sa ascoltare a chi riesce a vedere, raccontano esperienze, città, luoghi, culture diverse che si incontrano e si fondono, con un linguaggio semplice e immediato. La sua energia è irrefrenabile. Borozan, testimone artistico contemporaneo del fare arte a cavallo di due secoli, ci stupisce continuamente. Sorprendente, l’ultima sensazionale opera, la camicia misura XXL realizzata in carta rossa in occasione della ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in omaggio alla figura epica di Giuseppe Garibaldi. Personalmente mi auguro che i giovani artisti, sfogliando le pagine di questo volume possano, non soltanto gustarne il racconto, ma farne tesoro, studiandone le tecniche e traendone spunti per i loro futuri lavori. Al Maestro, “alla persona speciale”, un grazie infinito per non smettere mai di emozionarci con i suoi straordinari capolavori. Silvana Tommasoni Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria
Incansable e infatigable, Borozan ha resumido su increíble modo de hacer arte en una antología artística “40 de maestro Igor Borozan” editada en 2009. El volumen fotográfico recorre su vida dedicada al arte, al estudio del conocimiento, a la experimentación. Sus extraordinarias actividades: desde las instalaciones urbanas, a la noche en color y la exposición virtual de artistas españoles e italianos, pasando por la pintura montenegrina contemporánea, sirven para contar la historia de un joven artista que durante su ecléctica carrera ha conseguido unir este y oeste de una Europa de fuerte contexto multiétnico y ha conseguido trasmitir al mundo contemporáneo artístico su mensaje, pasión autentica y testimonio de una transición. Su “forma” es en continua evolución, el hombre y el artista no se parar, experimentan, se transforman, mueren y renacen. En su nuevo producto editorial, “Abbozzo Pittorico”, contenedor elegante y sobrio, se recogen y catalogan bocetos, sensaciones cazadas al vuelo y después elaboradas en su taller, sus bocetos pictóricos, como tantos otros pequeños pedazos, cuentan otro viaje donde se recorren los ultimo anos del incesante trabajo del maestro, hombre obstinado y contra corriente. “Bagno nella cultura spagnola”, una contaminación creativa con la historia, el arte, los usos y las costumbres de un gran país, dan impulsos nuevos al artista. Durante la corrida, donde hombre y muerte se retan, la camisa se convierte en un elemento símbolo, consiguiendo perfectamente expresar la pasión del pueblo, primero como mantilla, llena de polvo y viento en la plaza, después como vestido elegante en los teatros de flamenco. Borozan, identificándose en este extraordinario mundo, crea y exterioriza las sensaciones mas profundas en modo abrumador, espontáneo, simple y de un crecimiento incesante.
Infatigable , Borozan a résumé son incroyable façon de faire de l’art dans une anthologie artistique « 40 ans du maître Borozan » publiée en 2009. Le volume photographique retrace sa vie dédiée à l’art, à l’étude, à la connaissance , à l’expérimentation. Ses extraordinaires activités : à partir des installations urbaines, jusqu’à la nuit colorée, à l’exposition virtuelle des artistes espagnols et italiens et à la peinture monténégraine contemporaine, racontent l’histoire d’un jeune artiste qui dans sa carrière éclectique a réussi à fondre l’est et l’ouest européen dans un contexte multiethnique de longue haleine et à transmettre au monde contemporain artistique sa trace, passion authentique, témoignage d’un passage qui s’est produit. Sa « forme « est en évolution sans cesse, l’homme et l’artiste ne s’arrêtent pas, ils expérimentent, se transforment, ils meurent et renaissent. Dans son nouveau produit éditorial « ébauche picturale » élégant et sobre conteneur, sont réunis et catalogués des croquis, des sensations, cueillis au vol et puis élaborés en atelier, ses esquisses picturales comme de petits « frame » , racontent un autre voyage où sont retracées les dernières années de l’incessant travail du Maître, homme obstiné et contre-courant. Le « bain dans la culture espagnole » , une contamination créative avec l’histoire, l’art, les us et les coutumes d’un grand Pays, donnent des impulsions nouvelles à l’artiste. Dans la corrida, où l’homme et la mort se défient, la chemise devient élément symbole, réussissant parfaitement à exprimer la passion d’un peuple, d’abord comme mantilla, gonflée de poussière et de vent dans l’arène, après comme tenue de scène dans les théâtres de flamenco. Borozan, en s’identifiant dans cet extraordinaire monde, crée et manifeste ses sensations, les plus profondes, dans une manière irrésistible, spontanée, simple et avec un incessant crescendo. 5
Impresionado e involucrado por “Calè”, ultima obra de Cortés, crea cuadros inspirados en el flamenco y el bailaor andaluz, las creaciones frenéticas fuertemente influenciadas de la danza que consigue a unir tierra y espíritu, carne y alma, negro y blanco. En esta ocasión sus camisas blancas se tiñen de un tono oscuro. En 2010, para conmemorar el 400 aniversario de la muerte de Caravaggio realiza una de las obras mas visionarias “sole e ombra di Caravaggio”, una instalación urbana realizada contemporáneamente en Porto Ercole y Terni: dos camisas gigantes interpretando respectivamente las figuras del grande maestro pintor Caravaggio y su victima el ternano Ranuccio Tomassoni. Sus camisas , las innumerables versiones, grabadas en papel con prensa, pintadas, realizadas en tejido, e luego suspendidas en el aire, libera y fluctuantes, hablan a quien sabe escuchar, a quien consigue verlas, contando experiencias, ciudades, lugares, culturas diversas, que se encuentran y se funden, con un lenguaje simple e inmediato. Su energía es irreprimible. Borozan, testimonio artístico contemporáneo del hacer arte a caballo entre 2 siglos, nos sorprende continuamente. Sorprendente, la ultima obra sensacional, la camisa tamaño XXL realizada en papel rojo en ocasión del 150 aniversario de la unidad de Italia, como homenaje a la figura épica de Giuseppe Garibaldi. Personalmente espero que los jóvenes artistas, ojeando las paginas de este volumen puedan, no solo disfrutar de esta historia, sino también descubrir el tesoro estudiando las técnicas y así obtener ideas para sus futuros trabajos. Al Maestro “a la persona especial”, gracias infinitas por no dejar nunca de emocionarnos con sus extraordinarias obras de arte. Silvia Tommasoni Dirección Regional Bienes Culturales y Paisajistas de Umbria.
Impressionné et impliqué par « Calé », la dernière ?uvre de Cortès, il produit des tableaux inspirés au flamenco et au danseur andalousien, les créations « frénétiques » se ressentent fortement de la danse qui réussit à rapprocher terre et esprit, chair et âme, noir et blanc . En cette occasion ses chemises blanches se teignent d’un ton sombre, obscur. En 2010, à l’occasion des 40 ans de la mort de Caravaggio il réalise une de ses ?uvres, les plus visionnaires, « Soleil et Ombre » de Caravaggio, une installation urbaine réalisée au même temps à Porto Ercole et à Terni : deux chemises géantes interprètent respectivement la figure du grand Maître et sa victime le ternain Ranuccio Tomassoni. Ses chemises, les nombreuses versions : dessinées , gravées à la presse sur papier, peintes, réalisées en tissu, puis suspendues en l’air, légères et flottantes, elles parlent à ceux qui savent les écouter ,à ceux qui réussissent à voir, elles racontent des expériences, des villes, des lieux, des cultures différentes qui se rencontrent et se fondent, avec un langage simple et immédiat. Son énergie est irrésistible . Borozan, témoin artistique contemporain du « faire de l’art » à cheval sur deux siècles, nous étonne sans cesse . Surprenante, la chemise taille XXL réalisée en papier rouge à l’occasion de la commémoration des 150 ans de l’unité d’Italie, en hommage au personnage épique Giuseppe Garibaldi. Personnellement je souhaite que les jeunes artistes , en feuilletant les pages de ce volume, puissent pas seulement en goûter le récit, mais le mettre à profit, en étudiant les techniques et en puisant des idées pour leurs travaux futurs. Au maître, « à la personne spéciale » un grand merci pour ne jamais arrêter de nous émouvoir avec ses extraordinaires chefs-d’?uvre. 6
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Sommario / Contents Cale’ A las 5 de la tarde 12 camicie sudate Ombra e sole Sole e ombra di Caravaggio Poco mas fuera Las ventas Accademia Sarajevo Flamenco Hub Madrid G a r i b a l d i n e l l’ a i r e
centinaia di copie firmate a matita dall'artista nel colophon quinientos ejemplares firmados a làpiz por el artista en el colofòn cent exemplaires signés au crayon par l'artiste dans le colophon ©N.severino atelier 2011
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12 24 36 48 56 76 86 98 106 110 122 124
Comune di Monte Argentario Assesssorato alla Cultura
In occasione del quattrocentenario della morte di Caravaggio,l'amministrazione comunale,a coronamento di una intera stagione dedicata alla commemorazione del grande maestro morto a Porto Ercole, ha voluto ospitare nella prestigiosa sede del Forte Stella,una originale e significativa installazione di arte contemporanea. L'opera è costituita da due camicie giganti color avorio esposte contemporaneamente in gemellaggio una a Terni, a simboleggiare la vittima Ranuccio Tommasoni, e l'altra a Forte Stella a Porto Ercole, luogo di morte del Caravaggio. L'evento è stato inoltre inserito nel contesto delle Giornate Europee del patrimonio Culturale 2010,alle quali ormai da anni l'amministrazione aderisce aprendo le porte del Forte Stella. L'intento è infatti quello di valorizzare questo splendido e unico esempio di architettura militare dalla singolare forma di stella a sei punte, che fiero e massiccio si erge sulla costa a guardia del paese. Ormai da tempo la strada intrapresa è quella di ospitare mostre ed eventi importanti e di qualità che arricchiscano il già prestigioso contenitore. L'opera del maestro Igor Borozon ci è sembrata una splendida opportunità per veicolare il nostro messaggio culturale e una degna conclusione di una intera stagione dedicata al Caravaggio . La camicia istallata a Porto Ercole, ha egregiamente assolto, secondo me, il compito da lei affidato dal maestro,e sventolando dal bastione del Forte ,sembrava quasi che porgesse l'ultimo saluto al grande pittore morto a Porto Ercole. Siamo quindi molto soddisfatti di avere colto questa occasione che ha contribuito a rendere ancor più suggestivo e presente il ricordo del Caravaggio nei portercolesi. Umberto Amato Ass.alla Cultura.
In occasione del quattrocentenario della morte di Caravaggio,l'amministrazione comunale,a coronamento di una intera stagione dedicata alla commemorazione del grande maestro morto a Porto Ercole, ha voluto ospitare nella prestigiosa sede del Forte Stella,una originale e significativa installazione di arte contemporanea. L'opera è costituita da due camicie giganti color avorio esposte contemporaneamente in gemellaggio una a Terni, a simboleggiare la vittima Ranuccio Tommasoni, e l'altra a Forte Stella a Porto Ercole, luogo di morte del Caravaggio. L'evento è stato inoltre inserito nel contesto delle Giornate Europee del patrimonio Culturale 2010,alle quali ormai da anni l'amministrazione aderisce aprendo le porte del Forte Stella. L'intento è infatti quello di valorizzare questo splendido e unico esempio di architettura militare dalla singolare forma di stella a sei punte, che fiero e massiccio si erge sulla costa a guardia del paese. Ormai da tempo la strada intrapresa è quella di ospitare mostre ed eventi importanti e di qualità che arricchiscano il già prestigioso contenitore. L'opera del maestro Igor Borozon ci è sembrata una splendida opportunità per veicolare il nostro messaggio culturale e una degna conclusione di una intera stagione dedicata al Caravaggio . La camicia istallata a Porto Ercole, ha egregiamente assolto, secondo me, il compito da lei affidato dal maestro,e sventolando dal bastione del Forte ,sembrava quasi che porgesse l'ultimo saluto al grande pittore morto a Porto Ercole. Siamo quindi molto soddisfatti di avere colto questa occasione che ha contribuito a rendere ancor più suggestivo e presente il ricordo del Caravaggio nei portercolesi. Umberto Amato Ass.alla Cultura.
In occasione del quattrocentenario della morte di Caravaggio,l'amministrazione comunale,a coronamento di una intera stagione dedicata alla commemorazione del grande maestro morto a Porto Ercole, ha voluto ospitare nella prestigiosa sede del Forte Stella,una originale e significativa installazione di arte contemporanea. L'opera è costituita da due camicie giganti color avorio esposte contemporaneamente in gemellaggio una a Terni, a simboleggiare la vittima Ranuccio Tommasoni, e l'altra a Forte Stella a Porto Ercole, luogo di morte del Caravaggio. L'evento è stato inoltre inserito nel contesto delle Giornate Europee del patrimonio Culturale 2010,alle quali ormai da anni l'amministrazione aderisce aprendo le porte del Forte Stella. L'intento è infatti quello di valorizzare questo splendido e unico esempio di architettura militare dalla singolare forma di stella a sei punte, che fiero e massiccio si erge sulla costa a guardia del paese. Ormai da tempo la strada intrapresa è quella di ospitare mostre ed eventi importanti e di qualità che arricchiscano il già prestigioso contenitore. L'opera del maestro Igor Borozon ci è sembrata una splendida opportunità per veicolare il nostro messaggio culturale e una degna conclusione di una intera stagione dedicata al Caravaggio . La camicia istallata a Porto Ercole, ha egregiamente assolto, secondo me, il compito da lei affidato dal maestro,e sventolando dal bastione del Forte ,sembrava quasi che porgesse l'ultimo saluto al grande pittore morto a Porto Ercole. Siamo quindi molto soddisfatti di avere colto questa occasione che ha contribuito a rendere ancor più suggestivo e presente il ricordo del Caravaggio nei portercolesi. Umberto Amato Ass.alla Cultura.
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IGOR BOROZAN: LA INQUIETUDINE ESTETICA
IGOR BOROZAN: LA INQUIETUD ESTÉTICA Frente a frente con nuestro artista, lo primero que llama la atención es su profunda mirada hacia todo lo que le rodea: los paisajes, las personas y los ambientes son objeto de estudio permanente. Ello hace que sea tan lógico considerar a la obra de Igor Borozan como un campo abonado, permeable, donde las más variadas sensaciones afloran. Por ello entiendes que uno de sus más recurrentes “leitmotiv”, la camisa, haya sido adoptado por el artista como una especie de línea conductora a lo largo de su producción. La camisa supone la capacidad de asumir visiones ajenas, extrañas, de meterse en la piel de otros observadores, y dejar que ello te mueva internamente. Sus reiteradas visitas a Madrid son una prueba de la capacidad de Igor Borozan para mimetizarse, sin perder un ápice de su lenguaje personal. Desde sus instalaciones y obra audiovisual hasta la obra pictórica y dibujística, como ahora sus grabados, son un ejercicio de evolución constante. Gestualidad rápida, intensa y personal en su pincelada, mezclada con la profundidad de una mirada influida por mil visiones estéticas. El fértil interés que demuestra por la cultura flamenca y taurina española se traduce en obras llenas de fuerza que aportan un lenguaje directo, sin concesiones, a este motivo artístico que tantos frutos ha dado de la mano de artistas como Goya, Picasso, Barjola, Naranjo… y que, lejos de polémicas y localismos, se transforma en un hito cultural de carácter mediterráneo, universal. Por todo ello, Igor Borozan, el artista inquieto, busca siempre nuevas sendas de expresión, sin cerrarse a nuevos lenguajes y procedimientos, pero manteniendo unas líneas de evolución constante que le convierten, a veces a solas, otras veces junto a su inestimable compañera, la artista Katia Pangrazi, en un creador integral de imágenes, sensaciones y emociones. Algo que, por otro lado, es el ideal de todo artista.
Juan Antonio Molina Director de la editorial “Taller del Prado” Madrid, abril de 2011
Faccia a faccia con il nostro artista, la prima cosa che spicca è il suo sguardo in profondità verso tutto ciò che lo circonda: i paesaggi, le persone, gli ambienti sono oggetto di studio costante. Questo porta a considerare che la opera di Igor Borozan sia come un campo fertile, permeabile, dove le sensazioni più diverse emergono. Da qui si capisce perché uno dei suoi più ricorrenti “leitmotiv”, la camicia, sia stata adottata dall’artista come una sorta di linea conduttrice nel percorso della sua produzione artistica. La camicia ha la capacità di assumere visioni aliene, estranee, di entrare nella pelle dell’osservatore e lasciare che ci si sposti internamente. Le sue ripetute visite a Madrid sono una prova della capacità di Igor Borozan di mimetizzarsi senza perdere il suo linguaggio personale. Dalle sue installazioni e opere audiovisive, all’opera pittorica e al disegno, come adesso le sue stampe, sono un esercizio di evoluzione costante. Gesti rapidi, intensi e personali nella sua pennellata, mescolata con la profondità di uno sguardo influenzato da mille visioni estetiche. Il fertile interesse che mostra per la cultura flamenca e taurina spagnola si traduce in opere piene di forza, senza compromessi, verso questo tema artistico che ha dato tanti frutti ha dato dalla mano di artisti come Goya, Picasso, Barjola, Naranjo…e che, lontano da polemiche e campanilismi, si trasforma in un punto di riferimento culturale di carattere mediterraneo, universale. Pertanto Igor Borozan, artista inquieto, sempre alla ricerca di nuove vie d’espressione, senza chiudersi ai nuovi linguaggi e procedure, pur mantenendo una linea di sviluppo costante che lo convertono, a volte solo, altre volte insieme alla sua inestimabile compagna, l’artista Katia Pangrazi, in un creatore completo di immagini, sensazioni ed emozioni. Qualcosa che, d’altra parte, è l’ideale di ogni artista. IGOR BOROZAN: LA INQUIETUDINE ESTETICA Faccia a faccia con il nostro artista, la prima cosa che spicca è il suo sguardo in profondità verso tutto ciò che lo circonda: i paesaggi, le persone, gli ambienti sono oggetto di studio costante. Questo porta a considerare che la opera di Igor Borozan sia come un campo fertile, permeabile, dove le sensazioni più diverse emergono. Da qui si capisce perché uno dei suoi più ricorrenti “leitmotiv”, la camicia, sia stata adottata dall’artista come una sorta di linea conduttrice nel percorso della sua produzione artistica. La camicia ha la capacità di assumere visioni aliene, estranee, di entrare nella pelle dell’osservatore e lasciare che ci si sposti internamente. Le sue ripetute visite a Madrid sono una prova della capacità di Igor Borozan di mimetizzarsi senza perdere il suo linguaggio personale. Dalle sue installazioni e opere audiovisive, all’opera pittorica e al disegno, come adesso le sue stampe, sono un esercizio di evoluzione costante. Gesti rapidi, intensi e personali nella sua pennellata, mescolata con la profondità di uno sguardo influenzato da mille visioni estetiche. Il fertile interesse che mostra per la cultura flamenca e taurina spagnola si traduce in opere piene di forza, senza compromessi, verso questo tema artistico che ha dato tanti frutti ha dato dalla mano di artisti come Goya, Picasso, Barjola, Naranjo…e che, lontano da polemiche e campanilismi, si trasforma in un punto di riferimento culturale di carattere mediterraneo, universale. Pertanto Igor Borozan, artista inquieto, sempre alla ricerca di nuove vie d’espressione, senza chiudersi ai nuovi linguaggi e procedure, pur mantenendo una linea di sviluppo costante che lo convertono, a volte solo, altre volte insieme alla sua inestimabile compagna, l’artista Katia Pangrazi, in un creatore completo di immagini, sensazioni ed emozioni. Qualcosa che, d’altra parte, è l’ideale di ogni artista.
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teatro Nuevo Apolo 210 x 297mm
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Calè
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teatro Nuevo Apolo 210 x 297mm
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Calè
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Calè
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dietro di se 220 x 270mm
La sua formazione artistica fa riferimento ai maestri Safet Zec e Dimitrie Popovic, pilastri nella tecnica del disegno su carta come supporto cardine per la loro creazione. Nell’estate del 2010 ha avuto modo di ritrovarsi con Zec nel suo atelier di Sarajevo, dove scopre le sue carte incollate sulle tele…stupende, desiderabili. Di una bellezza senza tempo. Il disegno pittorico, fin da sempre utilizzato per impostare la prima impronta di un dipinto, è un segno indelebile impresso sulla tela come concepimento di un pensiero, di un attimo vissuto, sicuramente il più intenso ed autentico dell’intero processo creativo. Per quanto riguarda il procedimento pittorico, risulta chiaro che, fin dalle fasi di abbozzo, ad esempio Caravaggio prevedeva posizione e andamento del chiaroscuro. I riflessi di luce, sono ottenuti con veloci e spesse pennellate bianche. Dalle radiografie realizzate sulle sue opere emerge infatti una gestualità molto libera e veloce, abbozzi pittorici dal carattere “impressionista” realizzati con poche tonalità, bruni, bluastri, terre e, immancabile, il bianco per gli effetti luministici di superficie. Tale tipo di preparazione si presenta addirittura più sintetico e raffinato di quello sperimentato da un altro grande maestro, Leonardo, con il suo abbozzo bicromatico. Facendo a meno del disegno preparatorio con le sue ombreggiature e i suoi “rialzi”, l’impronta chiaroscurale di tutto il complesso figurativo viene definita di getto usando un solo colore: il bianco di piombo. Con il bianco puro si delineano le basi delle aree luminose. Per le parti destinate a rimanere scure si lascia in evidenza il fondo della tela, tecnica “a risparmio”, che è stata tutta precedentemente annerita con nero di vite. La gamma dei mezzi toni si ottiene con varie diluizioni di biacca che a contatto con il fondo nero interagisce otticamente producendo dei grigi di natura “dinamica”. Una volta completata questa prima fase il dipinto si presenta già, in linea di massima, con quello che sarà il suo aspetto finale, tranne per il fatto di essere in bianco e nero. E’ iniziato così un percorso parallelo dove ha ritrovato il filo conduttore. Lo stesso filo che lo ha portato ad incontrare e conoscere l’opera di Miguel Barcelò, artista contemporaneo spagnolo la cui creazione è travolgente, nel concetto e nella realizzazione. Fondamentalmente la caratteristica che contraddistingue l’arte contemporanea è proprio quella dell’incompiutezza. "Per affrontare questa profonda trasformazione culturale, il volume procede anch'esso a frammenti che propongono incursioni tra le fonti artistiche, letterarie e filosofiche che meglio restituiscono il rovesciamento del significato delle opere da teleologico in processuale, non finito, rapsodico e memorialistico, così come esso si manifesta in autori che spaziano da Montaigne a Leopardi e Valéry, da Baudelaire a Wittgenstein e Benjamin, dall'impressionismo al Surrealismo e all'arte gestuale. Il declino della verità finalistica delle opere che doveva portarle - come ha scritto Friedrich Nietzsche - "dalla perfezione al divenire", viene infine analizzato nella deriva verso l'indistinto tra arte e vita, tra finzione e realtà che segna molti fenomeni culturali contemporanei.” Tratto da “La forma dell’incompiuto. Quaderno, abbozzo e frammento come opera del moderno” di Bruno Perdetti. A cura di Katia Pangrazi
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gioia 220 x 270mm
Calè
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La sua formazione artistica fa riferimento ai maestri Safet Zec e Dimitrie Popovic, pilastri nella tecnica del disegno su carta come supporto cardine per la loro creazione. Nell’estate del 2010 ha avuto modo di ritrovarsi con Zec nel suo atelier di Sarajevo, dove scopre le sue carte incollate sulle tele…stupende, desiderabili. Di una bellezza senza tempo. Il disegno pittorico, fin da sempre utilizzato per impostare la prima impronta di un dipinto, è un segno indelebile impresso sulla tela come concepimento di un pensiero, di un attimo vissuto, sicuramente il più intenso ed autentico dell’intero processo creativo. Per quanto riguarda il procedimento pittorico, risulta chiaro che, fin dalle fasi di abbozzo, ad esempio Caravaggio prevedeva posizione e andamento del chiaroscuro. I riflessi di luce, sono ottenuti con veloci e spesse pennellate bianche. Dalle radiografie realizzate sulle sue opere emerge infatti una gestualità molto libera e veloce, abbozzi pittorici dal carattere “impressionista” realizzati con poche tonalità, bruni, bluastri, terre e, immancabile, il bianco per gli effetti luministici di superficie. Tale tipo di preparazione si presenta addirittura più sintetico e raffinato di quello sperimentato da un altro grande maestro, Leonardo, con il suo abbozzo bicromatico. Facendo a meno del disegno preparatorio con le sue ombreggiature e i suoi “rialzi”, l’impronta chiaroscurale di tutto il complesso figurativo viene definita di getto usando un solo colore: il bianco di piombo. Con il bianco puro si delineano le basi delle aree luminose. Per le parti destinate a rimanere scure si lascia in evidenza il fondo della tela, tecnica “a risparmio”, che è stata tutta precedentemente annerita con nero di vite. La gamma dei mezzi toni si ottiene con varie diluizioni di biacca che a contatto con il fondo nero interagisce otticamente producendo dei grigi di natura “dinamica”. Una volta completata questa prima fase il dipinto si presenta già, in linea di massima, con quello che sarà il suo aspetto finale, tranne per il fatto di essere in bianco e nero. E’ iniziato così un percorso parallelo dove ha ritrovato il filo conduttore. Lo stesso filo che lo ha portato ad incontrare e conoscere l’opera di Miguel Barcelò, artista contemporaneo spagnolo la cui creazione è travolgente, nel concetto e nella realizzazione. Fondamentalmente la caratteristica che contraddistingue l’arte contemporanea è proprio quella dell’incompiutezza. "Per affrontare questa profonda trasformazione culturale, il volume procede anch'esso a frammenti che propongono incursioni tra le fonti artistiche, letterarie e filosofiche che meglio restituiscono il rovesciamento del significato delle opere da teleologico in processuale, non finito, rapsodico e memorialistico, così come esso si manifesta in autori che spaziano da Montaigne a Leopardi e Valéry, da Baudelaire a Wittgenstein e Benjamin, dall'impressionismo al Surrealismo e all'arte gestuale. Il declino della verità finalistica delle opere che doveva portarle - come ha scritto Friedrich Nietzsche - "dalla perfezione al divenire", viene infine analizzato nella deriva verso l'indistinto tra arte e vita, tra finzione e realtà che segna molti fenomeni culturali contemporanei.” Tratto da “La forma dell’incompiuto. Quaderno, abbozzo e frammento come opera del moderno” di Bruno Perdetti. A cura di Katia Pangrazi
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baila 190 x 240mm
Calè
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teatro Nuevo Apolo 210 x 297mm
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Calè
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cortes 220 x 270mm
La sua formazione artistica fa riferimento ai maestri Safet Zec e Dimitrie Popovic, pilastri nella tecnica del disegno su carta come supporto cardine per la loro creazione. Nell’estate del 2010 ha avuto modo di ritrovarsi con Zec nel suo atelier di Sarajevo, dove scopre le sue carte incollate sulle tele…stupende, desiderabili. Di una bellezza senza tempo. Il disegno pittorico, fin da sempre utilizzato per impostare la prima impronta di un dipinto, è un segno indelebile impresso sulla tela come concepimento di un pensiero, di un attimo vissuto, sicuramente il più intenso ed autentico dell’intero processo creativo. Per quanto riguarda il procedimento pittorico, risulta chiaro che, fin dalle fasi di abbozzo, ad esempio Caravaggio prevedeva posizione e andamento del chiaroscuro. I riflessi di luce, sono ottenuti con veloci e spesse pennellate bianche. Dalle radiografie realizzate sulle sue opere emerge infatti una gestualità molto libera e veloce, abbozzi pittorici dal carattere “impressionista” realizzati con poche tonalità, bruni, bluastri, terre e, immancabile, il bianco per gli effetti luministici di superficie. Tale tipo di preparazione si presenta addirittura più sintetico e raffinato di quello sperimentato da un altro grande maestro, Leonardo, con il suo abbozzo bicromatico. Facendo a meno del disegno preparatorio con le sue ombreggiature e i suoi “rialzi”, l’impronta chiaroscurale di tutto il complesso figurativo viene definita di getto usando un solo colore: il bianco di piombo. Con il bianco puro si delineano le basi delle aree luminose. Per le parti destinate a rimanere scure si lascia in evidenza il fondo della tela, tecnica “a risparmio”, che è stata tutta precedentemente annerita con nero di vite. La gamma dei mezzi toni si ottiene con varie diluizioni di biacca che a contatto con il fondo nero interagisce otticamente producendo dei grigi di natura “dinamica”. Una volta completata questa prima fase il dipinto si presenta già, in linea di massima, con quello che sarà il suo aspetto finale, tranne per il fatto di essere in bianco e nero. E’ iniziato così un percorso parallelo dove ha ritrovato il filo conduttore. Lo stesso filo che lo ha portato ad incontrare e conoscere l’opera di Miguel Barcelò, artista contemporaneo spagnolo la cui creazione è travolgente, nel concetto e nella realizzazione. Fondamentalmente la caratteristica che contraddistingue l’arte contemporanea è proprio quella dell’incompiutezza. "Per affrontare questa profonda trasformazione culturale, il volume procede anch'esso a frammenti che propongono incursioni tra le fonti artistiche, letterarie e filosofiche che meglio restituiscono il rovesciamento del significato delle opere da teleologico in processuale, non finito, rapsodico e memorialistico, così come esso si manifesta in autori che spaziano da Montaigne a Leopardi e Valéry, da Baudelaire a Wittgenstein e Benjamin, dall'impressionismo al Surrealismo e all'arte gestuale. Il declino della verità finalistica delle opere che doveva portarle - come ha scritto Friedrich Nietzsche - "dalla perfezione al divenire", viene infine analizzato nella deriva verso l'indistinto tra arte e vita, tra finzione e realtà che segna molti fenomeni culturali contemporanei.” Tratto da “La forma dell’incompiuto. Quaderno, abbozzo e frammento come opera del moderno” di Bruno Perdetti. A cura di Katia Pangrazi
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A las 5 de la tarde
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la cogida y la muerte 220 x 270mm
Š k.pangrazi 2010
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la cogida y la muerte 220 x 270mm
3d vision
Š k.pangrazi 2010
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5 nella ombra 300x400
A las 5 de la tarde
3d vision
Š k.pangrazi 2010
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la colomba e il leopardo 300 x 400mm
A las 5 de la tarde
LA COGIDA Y LA MUERTE A las cinco de la tarde. Eran las cinco en punto de la tarde. Un niño trajo la blanca sábana a las cinco de la tarde. Una espuerta de cal ya prevenida a las cinco de la tarde. Lo demás era muerte y sólo muerte a las cinco de la tarde. El viento se llevó los algodones a las cinco de la tarde. Y el óxido sembró cristal y níquel a las cinco de la tarde. Ya luchan la paloma y el leopardo a las cinco de la tarde. Y un muslo con un asta desolada a las cinco de la tarde. Comenzaron los sones de bordón a las cinco de la tarde. Las campanas de arsénico y el humo a las cinco de la tarde. En las esquinas grupos de silencio a las cinco de la tarde. ¡Y el toro solo corazón arriba! a las cinco de la tarde. Cuando el sudor de nieve fue llegando a las cinco de la tarde cuando la plaza se cubrió de yodo a las cinco de la tarde, la muerte puso huevos en la herida a las cinco de la tarde. A las cinco de la tarde. A las cinco en Punto de la tarde.
Un ataúd con ruedas es la cama a las cinco de la tarde. Huesos y flautas suenan en su oído a las cinco de la tarde. El toro ya mugía por su frente a las cinco de la tarde. El cuarto se irisaba de agonía a las cinco de la tarde. A lo lejos ya viene la gangrena a las cinco de la tarde. Trompa de lirio por las verdes ingles a las cinco de la tarde. Las heridas quemaban como soles a las cinco de la tarde, y el gentío rompía las ventanas a las cinco de la tarde. A las cinco de la tarde. ¡Ay, qué terribles cinco de la tarde! ¡Eran las cinco en todos los relojes! ¡Eran las cinco en sombra de la tarde! Federico García Lorca, 1935
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A las 5 de la tarde
© k.pangrazi 2010
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A las 5 de la tarde
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il cuore in alto 500x700
ŠN.severino 2010
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12 camicie sudate
Š N.severino 2010
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12 camicie sudate
ŠN.severino 2010
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12 camicie sudate
Š l.Gosta Aphrodisiac festval 2010
Š N.severino 2010
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12 camicie sudate
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ŠN.severino 2010
Š l.Gosta Aphrodisiac festval 2010
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12 camicie sudate
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12 camicie sudate
3d vision
Š k.pangrazi 2007
dibujo 350 x 500mm
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ombra e sole
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malta acquaforte 380 x 500mm
stamperia Sgroi Š k.pangrazi 2010
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ombra e sole
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las ventas Madrid 380 x 500mm
citta' della Pieve 380 x 500mm
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ombra e sole
stamperia SgroiŠ k.pangrazi 2010
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ombra e sole
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maggio2010 240 x 350mm
Š k.pangrazi 2010
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sole e ombra di
Caravaggio
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Caravaggio 380 x 500mm
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sole e ombra di Caravaggio
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orata di argentario 600 x 800mm
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sole e ombra di
Caravaggio
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barca 295 x 235mm
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sole e ombra di
Caravaggio
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Malta 220 x 270mm
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sole e ombra di Caravaggio
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pittore 220 x 270mm
a Caravaggio 235 x 295mm
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sole e ombra di
Caravaggio
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porto Ercole 240 x 330mm
arcipelago dell'Argentario1 200 x 300mm
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sole e ombra di
Caravaggio
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arcipelago dell'Argentario1 200 x 300mm
Una fatalità, un errore, un tragico destino porta Caravaggio a Porto Ercole in un torrido Luglio dell'anno 1610. Porto Ercole è un presidio militare spagnolo,istituito da Filippo II dopo il trattato di Cateau Cambresys del 1559 che concludeva la guerra tra Francia e Spagna, assicurando il dominio spagnolo su gran parte dell'Italia. Filippo conosceva già questi luoghi, in precedenza aveva inviato un capitano con il compito di perlustrarli e di informarlo sulle condizioni del sistema difensivo. Quest'ultimo così relazionava all'allora futuro Re di Spagna: “La roca y la tierra es la cosa mas perdida que yo he visto en mi vida en ninguna parte.........” Questa immagine ha Caravaggio negli occhi quando tocca le coste di Porto Ercole il Luglio 1610, il suo era stato il viaggio della speranza, all'inseguimento di quella grazia papale tanto agognata che gli avrebbe permesso di continuare a vivere e a dipingere senza mai più fuggire, nascondersi e assaggiare “quanto sa di sale lo pane altrui”per dirla con il sommo poeta. Era partito da Napoli, via mare per raggiungere Palo laziale a circa 40 km da Roma, dove lo attendeva la nobile famiglia degli Orsini, qui sarebbe stato al sicuro in attesa di ottenere il condono dal bando capitale per l'uccisione di Ranuccio Tomassoni, avvenuta quattro anni prima. La feluca sulla quale viaggiava era diretta a Porto Ercole, allora principale porto dello Stato dei Presidi Spagnoli, ma quando giunti a Palo, Caravaggio per errore di persona fu arrestato e trattenuto, il capitano della feluca ripartì senza attenderlo e soprattutto senza scaricare i suoi effetti personali tra i quali tre dipinti, uno di questi il S. Giovanni Battista di Galleria Borghese, destinato al Cardinal Scipione. Il bagaglio fece l'intero percorso e tornò a Napoli da dove era partito, ma Caravaggio nella speranza di recuperarlo, aiutato dagli Orsini, si imbarcò da palo alla volta di Porto Ercole, viaggiò sotto il sole cocente di Luglio, provato dalle botte prese durante l'arresto, debilitato da una intera giornata trascorsa in carcere, viaggiò forse bevendo e mangiando cibo ed acqua avariati, e una volta giunto a Porto Ercole fu fatto scendere sulla spiaggia, una delle tante che oggi sono inglobate nel porto turistico, fu soccorso, forse messo in quarantena, ma morì la domenica del 18 Luglio 1610. Della sua morte si seppe notizia ufficiale a Roma il 28 Luglio, quando fu affisso l'avviso pubblico. Il suo corpo fu cristianamente seppellito nel cimitero spagnolo di S.Sebastiano di cui oggi si conserva la memoria grazie al monumento lì collocato. Caravaggio giunse a Porto Ercole a “chiuder la vita”lasciando però in questo luogo un' impronta indelebile. Nell'anno della sua morte Forte Stella era appena costruito, secondo l'interpretazione di alcuni, secondo altri verso i quali io protendo, svettava già sul promontori da circa cento anni. In entrambi i casi è lecito pensare che Caravaggio giungendo per mare, alzando gli occhi verso la costa,lo abbia scorto e il Forte sia l'immagine più vivida che in lui rimase di Porto Ercole. Nessun' altro luogo sarebbe quindi stato adatto ad ospitare la sua anima simboleggiata dalla camicia istallata dal maestro Igor Borozon. La camicia affissa sui bastioni, battuta dai venti che implacabili si incontrano e scontrano al Forte, si gonfia e si tende nei modi più bizzarri e irrequieti, metafora della vita stessa del Maestro. Contemporaneamente una seconda camicia completa questa installazione, è la camicia della vittima Ranuccio Tomassoni, esposta nella sua città natale Terni, una sorta di gemellaggio simbolico tra i due luoghi che segnarono la fine della vita del Caravaggio: Terni che dette i natali al Tomassoni,la cui uccisione fu causa del declino e della rovina del Caravaggio, e Porto Ercole, luogo presso il quale giunse per caso fuggendo ma dove trovò ad attenderlo la morte. Carla Longobardi
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sole e ombra di
Caravaggio
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anima 220 x 270mm
Ranuccio Tommassoni
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sole e ombra di
Caravaggio
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Teatro G.Verdi Terni
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sole e ombra di
Caravaggio
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3d vision
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poco mas fuera
Š k.pangrazi Madrid 2010
3d vision
Š k.pangrazi Madrid 2010
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poco mas fuera
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poco mas fuera
Tornare a Madrid… E' una notte di settembre, dall'alto dei tetti di Madrid, scenario mozzafiato, l'artista indossa la sua stessa opera d'arte, dando vita ad un gioco di duplicita', di contrasto, prende forma, si materializza l'alter ego. Adesso e' visibile. Non ci sono piu' vincoli, e' solo aria e vento e musica e voci che salgono alla Luna. Tutto si fonde, si mescola e gira meravigliosamente. Una vertigine, un attimo, l'estasi che arriva improvvisa e improvvisa svanisce. Dal 2007 Borozan realizza dipinti e art performance a Madrid, dando vita alle sue opere più intriganti, testimonianze di un'energia creativa che, urgente, emerge e irrefrenabile trova la giusta via d'uscita. Dietro le quinte, l’occhio nascosto, ma sempre attento di Katia Pangrazi pittrice e fotografa, immortala il working progress in una serie di scatti fotografici che raccontano il rapporto intimo tra l’uomo e l’arte, con le sue emozioni, le sue tensioni, il suo stesso corpo. Da questo sodalizio artistico nasce “Poco mas fuera”, un’opera articolata tra pittura, fotografia e art performance presentata in anteprima presso l’Hub di Madrid. Il bianco, il nero e il fuoco in un vortice di malinconia, dramma e passione.
© k.pangrazi Madrid 2010
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poco mas fuera
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Tornare a Madrid… E' una notte di settembre, dall'alto dei tetti di Madrid, scenario mozzafiato, l'artista indossa la sua stessa opera d'arte, dando vita ad un gioco di duplicita', di contrasto, prende forma, si materializza l'alter ego. Adesso e' visibile. Non ci sono piu' vincoli, e' solo aria e vento e musica e voci che salgono alla Luna. Tutto si fonde, si mescola e gira meravigliosamente. Una vertigine, un attimo, l'estasi che arriva improvvisa e improvvisa svanisce. Dal 2007 Borozan realizza dipinti e art performance a Madrid, dando vita alle sue opere più intriganti, testimonianze di un'energia creativa che, urgente, emerge e irrefrenabile trova la giusta via d'uscita. Dietro le quinte, l’occhio nascosto, ma sempre attento di Katia Pangrazi pittrice e fotografa, immortala il working progress in una serie di scatti fotografici che raccontano il rapporto intimo tra l’uomo e l’arte, con le sue emozioni, le sue tensioni, il suo stesso corpo. Da questo sodalizio artistico nasce “Poco mas fuera”, un’opera articolata tra pittura, fotografia e art performance presentata in anteprima presso l’Hub di Madrid. Il bianco, il nero e il fuoco in un vortice di malinconia, dramma e passione.
Tornare a Madrid… E' una notte di settembre, dall'alto dei tetti di Madrid, scenario mozzafiato, l'artista indossa la sua stessa opera d'arte, dando vita ad un gioco di duplicita', di contrasto, prende forma, si materializza l'alter ego. Adesso e' visibile. Non ci sono piu' vincoli, e' solo aria e vento e musica e voci che salgono alla Luna. Tutto si fonde, si mescola e gira meravigliosamente. Una vertigine, un attimo, l'estasi che arriva improvvisa e improvvisa svanisce. Dal 2007 Borozan realizza dipinti e art performance a Madrid, dando vita alle sue opere più intriganti, testimonianze di un'energia creativa che, urgente, emerge e irrefrenabile trova la giusta via d'uscita. Dietro le quinte, l’occhio nascosto, ma sempre attento di Katia Pangrazi pittrice e fotografa, immortala il working progress in una serie di scatti fotografici che raccontano il rapporto intimo tra l’uomo e l’arte, con le sue emozioni, le sue tensioni, il suo stesso corpo. Da questo sodalizio artistico nasce “Poco mas fuera”, un’opera articolata tra pittura, fotografia e art performance presentata in anteprima presso l’Hub di Madrid. Il bianco, il nero e il fuoco in un vortice di malinconia, dramma e passione.
©k.pangrazi 2010
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poco mas fuera
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corsa 600 x 800mm
las ventas
2007 ss 1000 x 1000mm
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bici fronte 200 x 300mm
las ventas
konj 450 x 880 mm
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la bici 270 x 350mm
dentro 600x 800mm
Š N.severino 2011
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impronte 600x800mm
las ventas
Š N.severino 2010
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el ruido 700x800mm
las ventas
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famiglia 220 x 270mm
accademia
Š k.pangrazi Madrid 2009
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accademia
Š k.pangrazi Zaragoza 2008
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accademia
Š k.pangrazi 2009
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atelier kosevo 400 x500mm
Sarajevo
jan ed io 230 x 170mm
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Sarajevo
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Edin’s home 240 x 300mm
contacto 180 x 240mm
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Sarajevo
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ljeto 2010 300 x 400mm
Š N.severino 2010
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el ritmo 600 x 800mm
Flamenco
Š N.severino 2010
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Flamenco
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a Joaquin Grilo 240 x 330mm
Š k.pangrazi 2008
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Flamenco
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luna 220 x 270mm
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Flamenco
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Copla Cintia Reina 220 x 270mm
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Flamenco
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Šk.pangrazi HUB Madrid 2010
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Hub Madrid
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Šk.pangrazi Bat Terni 2011
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Garibaldi nell’aire
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Il maestro Igor Borozan è un giovane poliedrico talento distintosi particolarmente per le sue capacità nell’ambito della pittura e della comunicazione visiva che ha dedicato questo ultimo decennio della sua attività ai giovani creativi e alla loro formazione. Nel 1998 infatti, fonda l’Accademia di Belle Arti di Terni, prima realtà in Umbria ad aver adottato un “Metodo Didattico” innovativo grazie al connubio tra le arti classiche del disegno, della pittura e della decorazione, e le discipline innovative quali la computer grafica, il design e la comunicazione. Igor Borozan nasce a Sarajevo nella primavera del '68. Figlio d'arte, gioca e cresce con i pennelli ed i colori nell'atelier del padre. La sua precoce personalità ed il suo indiscusso talento pittorico lo portano a frequentare prestigiose scuole artistiche dell'est europeo. I suoi primi studi artistici si svolgono nel liceo d’arte a Sarajevo, tra i suoi maestri più illustri ricordiamo Metka Kraigher. Appena diplomato si reca nella cittadina di Cetinje, in Montenegro, dove studia presso l’Accademia di Belle Arti seguito dal professor Dimitrie Popovic. Nel '90, l'approdo in Italia, sua terra d'origine, dove studia e si specializza in illustrazione seguito dal Prof. Giancarlo Montelli a Roma. Millenovecentonovantuno: la guerra nei Balcani. Sono anni, quelli a seguire, dedicati ad una vasta produzione artistica; i venti di guerra e la rabbia nel cuore sembrano aver dato nuova forza alla sua pittura che si fa impulsiva, travolgente. Consigliato da importanti galleristi vola in Svizzera dove si trasferisce ed espone nelle prestigiose gallerie di Horgen, Lucerna e Zurigo. Nel ’98 torna in Italia chiamato come scenografo pittore nello staff di Danilo Donati per il film “La vita è bella” di Roberto Benigni. Non ancora terminate le riprese fonda l'Accademia di Belle Arti di Terni. Il suo linguaggio pittorico è semplice, immediato, autentico, innegabilmente contaminato dalle musiche multietniche del compositore Goran Bregovic, suo primo riferimento artistico ai tempi di Sarajevo. In Italia costante è l’impegno con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la promozione di eventi riferiti alle “Settimane della Cultura” e alle “Giornate Europee del Patrimonio” appuntamenti artistici annuali di maggior rilievo sul panorama italiano-internazionale. Nel febbraio 2008, viene insignito del prestigioso “Premio Internazionale San Valentino d’Oro” per l’arte. Negli ultimi anni la sua produzione artistica si è rivolta verso una concezione più materia e tangibile dell’opera d’arte, installazioni urbane che prendono vita dalle sue stesse opere pittoriche: gigantesche camicie di carta bianca sospese in aria, metafora della condizione umana sospesa a metà tra grandezza e miseria, tra divino e terreno. Dal 2007 intraprende un percorso creativo parallelo che lo avvicina al mondo iberico, molteplici le sue collaborazioni con realtà artistiche madrilene come il Taller del Prado, l’Hub, il Circolo di Belle Arti e la Caixa Forum. Attualmente la sua attenzione è tornata alla pittura e alla tecnica dell’incisione, di elevato spessore la produzione di stampe d’arte realizzate in collaborazione con il maestro Giorgio Upiglio e con il suo discepolo Paolo Sgroi. La sua è una ricerca continua, una continua metamorfosi dell'essere e del suo cammino dove est ed ovest si fondono in una panoramica europea ricca di fermenti creativi e di importanti transizioni socio-culturali.
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manifesti, carteles, manifeste
Il maestro Igor Borozan è un giovane poliedrico talento distintosi particolarmente per le sue capacità nell’ambito della pittura e della comunicazione visiva che ha dedicato questo ultimo decennio della sua attività ai giovani creativi e alla loro formazione. Nel 1998 infatti, fonda l’Accademia di Belle Arti di Terni, prima realtà in Umbria ad aver adottato un “Metodo Didattico” innovativo grazie al connubio tra le arti classiche del disegno, della pittura e della decorazione, e le discipline innovative quali la computer grafica, il design e la comunicazione. Igor Borozan nasce a Sarajevo nella primavera del '68. Figlio d'arte, gioca e cresce con i pennelli ed i colori nell'atelier del padre. La sua precoce personalità ed il suo indiscusso talento pittorico lo portano a frequentare prestigiose scuole artistiche dell'est europeo. I suoi primi studi artistici si svolgono nel liceo d’arte a Sarajevo, tra i suoi maestri più illustri ricordiamo Metka Kraigher. Appena diplomato si reca nella cittadina di Cetinje, in Montenegro, dove studia presso l’Accademia di Belle Arti seguito dal professor Dimitrie Popovic. Nel '90, l'approdo in Italia, sua terra d'origine, dove studia e si specializza in illustrazione seguito dal Prof. Giancarlo Montelli a Roma. Millenovecentonovantuno: la guerra nei Balcani. Sono anni, quelli a seguire, dedicati ad una vasta produzione artistica; i venti di guerra e la rabbia nel cuore sembrano aver dato nuova forza alla sua pittura che si fa impulsiva, travolgente. Consigliato da importanti galleristi vola in Svizzera dove si trasferisce ed espone nelle prestigiose gallerie di Horgen, Lucerna e Zurigo. Nel ’98 torna in Italia chiamato come scenografo pittore nello staff di Danilo Donati per il film “La vita è bella” di Roberto Benigni. Non ancora terminate le riprese fonda l'Accademia di Belle Arti di Terni. Il suo linguaggio pittorico è semplice, immediato, autentico, innegabilmente contaminato dalle musiche multietniche del compositore Goran Bregovic, suo primo riferimento artistico ai tempi di Sarajevo. In Italia costante è l’impegno con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la promozione di eventi riferiti alle “Settimane della Cultura” e alle “Giornate Europee del Patrimonio” appuntamenti artistici annuali di maggior rilievo sul panorama italiano-internazionale. Nel febbraio 2008, viene insignito del prestigioso “Premio Internazionale San Valentino d’Oro” per l’arte. Negli ultimi anni la sua produzione artistica si è rivolta verso una concezione più materia e tangibile dell’opera d’arte, installazioni urbane che prendono vita dalle sue stesse opere pittoriche: gigantesche camicie di carta bianca sospese in aria, metafora della condizione umana sospesa a metà tra grandezza e miseria, tra divino e terreno. Dal 2007 intraprende un percorso creativo parallelo che lo avvicina al mondo iberico, molteplici le sue collaborazioni con realtà artistiche madrilene come il Taller del Prado, l’Hub, il Circolo di Belle Arti e la Caixa Forum. Attualmente la sua attenzione è tornata alla pittura e alla tecnica dell’incisione, di elevato spessore la produzione di stampe d’arte realizzate in collaborazione con il maestro Giorgio Upiglio e con il suo discepolo Paolo Sgroi. La sua è una ricerca continua, una continua metamorfosi dell'essere e del suo cammino dove est ed ovest si fondono in una panoramica europea ricca di fermenti creativi e di importanti transizioni socio-culturali.