I Grandi Vini - Gennaio/febbraio 2014

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LA CANOSA

Marche

pag. 36 FATTORIA DELL’AIOLA

CUVAGE

Toscana

Piemonte

pag. 47

pag. 41 VIGNA DI MORE Abruzzo

pag. 30

BOLSIGNANO Toscana

pag. 46

CANTINA COLUè

Piemonte

pag. 40

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SCRIANI Veneto

FEUDI GHIBELLINI

pag. 52

Toscana

pag. 48 VECCHIA CANTINA DI MONTEPULCIANO

PICCINI

Toscana

Toscana

pag. 51

pag. 49

SASSO DI SOLE Toscana

SAN LEOLINO

pag. 60

Toscana

pag. 50

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Tel 0423 913300 www.scotton.it scotton@scotton.it Siamo presenti al Vinitaly dal 6 al 9 Aprile 2014


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Anno X • Numero 76 • Gennaio/Febbraio 2014 www.igrandivini.com Editore Cluster Editori Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 Direzione e Redazione Via dei Termini 72a – 53100 – Siena Tel. 057745561 – Fax 0577270774 info@igrandivini.com Direttore Responsabile Giovanni Pellicci Direttore Editoriale Fabrizio Barbagli Coordinamento Editoriale Stefania Abbattista Segretaria di Redazione Claudia Cataldo Traduzioni a cura di Mariavera Speciale Hanno collaborato a questo numero Stefania Abbattista, Lorenzo Bianciardi, Pamela Bralia, Max Brod, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Francesca Droghini, Irene Graziotto, Cristiano Magi, Chiara Martinelli, Laura Morelli Art Director Linda Frosini Stampa Petruzzi – Via Venturelli, 7 Città di Castello (PG)

Concessionaria Pubblicità Cluster Editori Via dei Termini 72a – 53100 – Siena Tel. 0577 45561 – Fax 0577 270774 info@clustereditori.it Direttore commerciale Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Account

Giulia Spolidoro – g.spolidoro@clustereditori.it Beatrice Ginanneschi – beatrice@igrandivini.com Chiara Martinelli – c.martinelli@igrandivini.com

Associato a:

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Aderente al Sistema Confindustriale


Decisioni rapide. Altrimenti l’Expo sarà solo un mantra cambio di passo. L’Expo – parola ormai da tutti ripetuta come un mantra per la ripresa del Belpaese – è sempre più vicino e le decisioni da assumere sono tante. Quello di Milano 2015 è un appuntamento che l’Italia non può mancare per imboccare la strada che può (e deve) far leva sulle eccellenze dell’agroalimentare italiano per trovare una nuova chiave di volta economica. Tra chi lo ha “saggiamente” capito e non perde occasione di ripeterlo in ogni intervista è Roberto Maroni, attuale Governatore della Lombardia, ovvero la “casa” dell’esposizione universale che si aprirà il prossimo anno. Idee, progetti, soluzioni, eventi e poi anche iniziative, rassegne, approfondimenti. Maroni è un fiume in piena su ciò che promette di mettere insieme in vista dell’appuntamento milanese, avendo ben compreso quanto possa essere strategico. Sotto tutti i punti di vista. Compreso, ovviamente, quello politico visto che la Lega Nord è ai minimi storici in termini di consensi e in vista dei prossimi appuntamenti elettorali rischia un clamoroso flop. Specie se sarà confermato lo sbarramento del 4% previsto dalla nuova legge elettorale. E allora giù proposte, perfino quella di dare vita ad uno spazio dedicato alla Macroregione Alpina che chiama in causa le 46 regioni europee che hanno qualcosa a che fare con le Alpi! Mentre tutto sembra tacere sul padiglione “Vino & Olio” e il Comitato dei Saggi proposte più volte annunciate della Ministro dimessa e che sembra andare incontro anche a risvolti di tipo penale. Speriamo che il Com-

missario unico dell’Expo, che gli esperti descrivono come “prudente”, ovvero Giuseppe Sala, riesca a trovare la giusta sintesi. Mica facile. Altre questioni impellenti? La nuova Pac, tanto per fare un esempio. Il Sistema Italia ha disperato bisogno di una guida autorevole e stabile. Gli umori, infatti, non cambiano: gli attori della filiera vitivinicola, che puntualmente chiamiamo in causa nei nostri approfondimenti, lo confermano. Lo snellimento della burocrazia e il maggior coordinamento delle attività di promozione all’estero, in primis, continuando ad essere in cima all’elenco delle impellenti necessità che le aziende del vino richiedono di affrontare con concretezza. Lo stallo della situazione De Girolamo non ha aiutato: la campana è stata in sella appena 9 mesi durante i quali, le va dato atto, ha mostrato un discreto dinamismo. Prima di lei, però, 6 Ministri si sono alternati nell’incarico in circa 6 anni. Praticamente un record. Per fare un grande vino, come ben saprete, ci vuole continuità ma se in politica è difficile da trovare, almeno un pizzico di stabilità decisionale in più non guasterebbe. Consoliamoci, al solito, con i più che positivi dati sull’export 2013. Oltre 4 miliardi di euro di vino italiano esportato ad ottobre (a fronte di un calo del 3% in quantità): un dato destinato sicuramente a salire quando sarà aggiornato all’intero anno, magari intaccando il record del 2012. Ma saranno ancora una volta le esportazioni a salvarci? O servirà un Matteo Renzi anche nel mondo del vino? •

Giovanni Pellicci Direttore Responsabile

EDITORIALE

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hi ci penserà adesso? E’ questo uno degli interrogativi che ci accompagna in questo inizio di 2014 già ricco di colpi di scena. Come saprete Nunzia De Girolamo si è dimessa sbattendo la porta domenica 26 gennaio da Ministro delle Politiche Agricole. Nelle prossime pagine, nell’ambito della rubrica La Politica nel Vino, potrete approfondire questo tema che crea nuova grande incertezza in un settore chiave dell’economia italiana. Al momento di andare in stampa con il numero che state sfogliando, il Presidente del Consiglio Enrico Letta aveva assunto l’interim del dicastero di via XX Settembre ma già urgente, da parte dei principali attori della filiera, era arrivata la richiesta di individuare un nome in grado di prendere in mano il tanto lavoro in sospeso. Letta, infatti, ha già altre questioni da dirimere. Tra i vari soggetti in campo uno dei più autorevoli e famosi dei prodotti dell’agroalimentare italiano: il Grana Padano Dop. “Confidiamo che i requisiti, che il premier utilizzerà per individuare il nuovo ministro, siano improntati alla competenza della materia e alla capacità di proiettare, con adeguata evidenza, la presenza dell’agroalimentare italiano di qualità verso l’importantissimo appuntamento di Expo 2015. Ci auguriamo che l’individuazione del nuovo ministro avvenga in tempi rapidissimi. Un settore strategico come questo deve avere subito una guida certa”. Al di là del nome che magari voi nel frattempo saprete già, il momento è caldissimo ed urge un

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COVER STORY • DESTROVINI, LE BOLLICINE DELL’ETNA

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41 CUVAGE, METODO CLASSICO D’ECCELLENZA

FOOD AND BEVERAGENDA

sommario

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L’EDITORIALE

52 PREMIATA DITTA SCRIANI

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LE ULTIME DAL MONDO DEL VINO

54 LAZIO. UN GRANDE PASSATO ENOLOGICO. E IL FUTURO?

14 FACCIA @ FACCIA CON… RICCARDO RICCI CURBASTRO

55 MAGUGLIANI, IL MEGLIO DELLA TECNOLOGIA

16 VINO & NUMERI

58 SCELTI PER VOI (i vini)

20 COVER STORY • DESTROVINI, LE BOLLICINE DELL’ETNA

62 COUNTRY RELAIS LATICASTELLI

24 LA POLITICA NEL VINO

64 FOOD AND BEVERAGENDA

28 ABRUZZO • UN’ANTEPRIMA DEL NUOVO ANNO

68 CALICI IN CINA

30 BOLLICINE ABRUZZESI…D’ALTA QUOTA. VIGNA DI MORE

69 PELLICOLE DI GUSTO

32 THE WINE TROTTER

69 IL VINO NEL BRIC

34 MARCHE • IL RINASCIMENTO DEL VERDICCHIO SPUMANTE

70 NEWS BIO & GREEN

36 LA CANOSA • VINO E TERRITORIO

71 BOLLICINE NEWS

38 PIEMONTE: WINE KIT? NO THANKS

72 DISTILLATI & CO.

40 CANTINA COLUÈ: INNOVATORI PER TRADIZIONE

74 EXTRAVERGINE NEWS

41 CUVAGE, METODO CLASSICO D’ECCELLENZA

76 A TUTTA BIRRA

42 SICILIA, UN’ISOLA NELL’ISOLA

78 IN VIAGGIO CON BACCO • LE MARCHE

44 TOSCANA • CAMPATELLI RIPARTE DALLA VERNACCIA

80 VIGNA & CANTINA • PACKAGING

46 PROGRESSI IN VISTA PER BOLSIGNANO

83 SMURFIT KAPPA

47 FATTORIA DELLA AIOLA, WORK IN PROGRESS 48 FEUDI GHIBELLINI, QUANDO LA STORIA SPOSA L’ATTUALITÀ 49 FATTORIA DI VALIANO L’IMPEGNO DELLA FAMIGLIA PICCINI 50 QUEL PARADISO VERDE TRA CHIANTI E VALDAMBRA SAN LEOLINO 51 QUELLA MARCIA IN PIÙ DI VECCHIA CANTINA DI MONTEPULCIANO

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IN COLLINA PER UN BICCHIERE DI VINO

26 CHEF • FEDERICO NATALE

CENTO ANNI DI ESPERIENZA IN UN “BAG IN TUBE” 84 MADONNA DELLA QUERCE LA TIPOGRAFIA CON CENTO ANNI DI STORIA 85 EVEN MD • UNA EXPERTISE MULTI MERCEOLOGICA 86 LA CERTIFICAZIONE DEL VINO BIO FIRMATA SUOLO E SALUTE 88 AEDES • È ORA DI POTARE 89 NEWS TECNICHE DALLE AZIENDE


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2 Anteprima della Vernaccia di San Gimignano San Gimignano

Chianti Classico Collection Stazione Leopolda Firenze

Anteprima Vino Nobile di Montepulciano Fortezza di Montepulciano

Benvenuto Brunello Chiostro del Museo Civico Diocesano Archeologico Montalcino

O 16 maggio 10

29 maggio

Anteprima dei vini della Costa Toscana Real Collegio Lucca

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11 maggio 9

Nebbiolo Prima Palazzo Mostre e Congressi 11 Alba

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20 E

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O RAI EBB 21 F

O EBB 21 F 20 E

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8 Anteprima Bardolino Lazise

Vini ad Arte 2014 Anteprima del Romagna Sangiovese Riserva Mic - Faenza

RAI

O RAI O RAI EBB 17 F 16 E Anteprime di Toscana Fortezza da Basso - Firenze

EBB

O RAI EBB 16 F 1

Campania Stories I vini rossi

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“piccole” in rampa di lancio. Tra gli opinion leader del settore, intanto, torna d’attualità il tema sulla formula di questo tipo di eventi che, nati 20 anni fa, sarebbe ora di ripensare. Anche noi siamo dell’avviso che qualche ritocco sarebbe più che necessario o lo abbiamo scritto più volte in passato. Intanto eccovi il calendario completo, o quasi.

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Tanti appuntamenti dal Piemonte alla Sicilia passando dalla Toscana Con quella dell’Amarone della Valpolicella degli scorsi 25 e 26 gennaio è ripartito l’ormai classico tour delle Anteprime che proseguirà fino a maggio dal Piemonte alla Sicilia. La principale novità (di cui parliamo anche nelle prossime pagine) arriva sopratutto dalla Toscana dove, oltre alle denominazioni big della regione, sono state per la prima volta chiamate in causa anche le

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23 E

Il tour delle Anteprime

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di Giovanni Pellicci

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Ultime dal mondo del Vino

Sicilia en Primeur Isola di Vulcano Messina

Italia occhio alla Spagna. Parola di Angelo Gaja A lezione di enogrammatologia Un progetto universitario analizza ciò che viene scritto nelle etichette del vino

Si chiama enogrammatologia ed è alla base della ricerca portata avanti dall’Università per Stranieri di Siena per analizzare ciò che si scrive sul vino. Specie in etichetta. Infatti, lo staff coordinato dal prof. Massimo Vedovelli ha censito oltre 2500 etichette vino dal 2010 ad oggi soffermandosi sul linguaggio utilizzato nelle etichette sottoforma di parole, simboli, immagini e colori. Si tratta di segni che propongono caratteristiche storiche, sociali, artistiche e linguistiche dei territori in cui i vini italiani vengono prodotti. I ricercatori hanno evidenziato che il vino ci parla anche di istanze di protesta, salvaguardia dei diritti sociali, individuali e sessuali, di comportamenti etici e di lotta contro le discriminazioni e le mafie. Presto sarà online una banca dati testuale da cui consultare le oltre 2000 unità enogrammatiche mentre il progetto procede su scala europea nell’ambito di Vinolingua che coinvolge 10 atenei. Uno strumento utile anche in termini di formazione delle piccole e medie aziende vitivinicole.

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Gli iberici sono in costante crescita e non solo per i vini da uve autoctone

Il 2014 è l’anno dei Mondiali di calcio e a marzo la nostra Nazionale sfiderà in amichevole le Furie Rosse, campioni del mondo e d’Europa in carica. Se gli spagnoli nel calcio ci hanno già abbondantemente superato, dobbiamo cominciare a fare attenzione anche per quanto riguarda il vino. Lo sostiene Angelo Gaja che nelle sue ormai classiche riflessioni mette in guardia sul fatto di non snobbare i vicini spagnoli. Specie sul fronte dei vitigni autoctoni. “Non dobbiamo pensare di essere soltanto noi italiani ad avere l’esclusiva di produzione dei vini derivanti da varietà storiche/autoctone. L’altro Paese che ne ha di proprie, e diverse dalle nostre, è la Spagna”. Non solo: gli spagnoli sono praticamente il primo produttore al mondo in termini quantitativi e secondi (dietro di noi) per l prezzo medio. E’ vero che noi siamo avanti per altri aspetti fondamentali come il numero delle cantine, il valore della ristorazione come veicolo interno ed esterno e la capacità di fare marketing in giro per il mondo. Converrà però rivedere gli obiettivi, smettendola di guardare sempre e solo alla Francia come nostro unico competitor.


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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

Oiv, Federico Castellucci lascia dopo 10 anni Al posto del marchigiano nominato il francese Jean-Marie Aurand

E’ il francese Jean-Marie Aurand il nuovo Direttore Generale dell’Oiv, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino. Aurand dal 1° gennaio 2014 ha raccolto l’eredità dell’italiano Federico Castellucci che era in carica dal 2004. Eletto a giugno 2013, Aurand ha annunciato l’impegno per un funzionamento “efficiente dell’Oiv e per rafforzare la sua posizione come organizzazione scientifica e tecnica mondiale di riferimento in ambito vitivinicolo”. In un messaggio agli Stati membri, si è detto disponibile ad “assicurare che la comunità scientifica dell’Oiv, che è garante della credibilità delle nostre attività e delle nostre raccomandazioni internazionali, riceva l’attenzione che merita”. Dell’Oiv, nato nel 1924, fanno oggi parte 45 Paesi di tutto il mondo. Mancano però all’appello big come gli Usa, il Giappone, la Corea del Sud, la Thailandia, il Messico e il Canada. Le principali risoluzioni adottate vertono sulla produzione e il commercio dei prodotti vinicoli, dalle pratiche enologiche all’etichettatura.

Maurizio Gily ricorre in appello Il collega direttore di millevigne.it è stato condannato a risarcire 5 mila euro per aver criticato l’articolo “Benvenuti a Velenitaly” pubblicato su L’Espresso nell’aprile 2008

La notizia ha rimbalzato sul web in questo primo scorcio di 2014. Il collega Maurizio Gily, agronomo e direttore responsabile del sito millevigne.it, è stato infatti condannato a pagare 5 mila euro (più spese legali) come risarcimento per le critiche rivolte, tramite un articolo online, al giornalista Tessadri, autore del famoso reportage uscito su L’Espresso dell’aprile 2008 ed intitolato “Benvenuti a Velenitaly”. La spropositata richiesta iniziale era di ben 50 mila euro di risarcimento per un articolo in cui Gily ha detto la sua, avvalendosi del diritto di critica, il merito al reportage che ha fatto a lungo discutere e scosso tutto il mondo del vino. Gily ha deciso di ricorrere in appello anche su sollecitazione di tanti addetti ai lavori. Per procedere al ricorso è partita una raccolta sul web – sostenuta anche da BuonaCausa.org - che punta ad arrivare a 15 mila euro, ovvero il costo complessivo dell’azione legale. Per maggiori informazioni questa è la pagina web di riferimento: http://millevigne.it/ index.php/blog/item/271-la-cicuta-di-velenitaly.

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Dal vino al ristorante e viceversa Nasce alla tenuta San Leolino la Locanda Casariccio

Una cucina raffinata, con impiattamento curato nei minimi particolari, ma senza dimenticare l’attenzione alla scelta delle materie prime, rigorosamente a kilometro zero e da filiera corta: è questa la ricetta della Locanda Casariccio, il ristorante che sorge nella tenuta viticola San Leolino, dove dal vino nasce la ristorazione e viceversa. Qui il cibo è ricercato ma sempre orgogliosamente toscano, con la possibilità di assaggiare carni particolari come il piccione o il coniglio, all’interno di un menù attento alle esigenze dei celiaci e dei vegetariani; il tutto abbinato alle bottiglie prodotte da San Leolino, inserite in una ricca carta dei vini. Il locale che vi ospiterà è particolarmente curato, ampliato con saletta privè per le degustazioni e una cucina a vista per le lezioni di cucina o l’impiattamento “live”. Locanda Casariccio è aperta con orario invernale solo a cena, dal giovedì alla domenica (giorno in cui è aperta anche a pranzo), con orario estivo (da marzo in poi) tutti i giorni a pranzo e cena, con chiusura il martedì. Loc. Casariccio - San Leolino - Bucine (Arezzo) 055 992980 - 340 0629068


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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

Nasce Bertani Domains Unite tutte le attività agricole e vitivinicole del Gruppo Angelini per sviluppare un progetto innovativo che parte da 3 milioni di bottiglie Importante novità nello scenario delle aziende vitivinicole: le aziende di Tenimenti Angelini sono infatti confluite interamente nel nuovo gruppo Bertani Domains che così comprende adesso la Cav. C G.B. Bertani – Grezzana, la Tenuta Novare a Negrar (Vr), Puiatti Vigneti a Romans d’Isonzo (Go), Val di Suga a Montalcino (Si), Tre Rose a Montepulciano (Si), San Leonino a Castellina in Chianti (Si), Collepaglia a Jesi (An). Ovvero ben 500 ettari di terreni, di cui 350 vitati divisi tra la zona dell’Amarone, Montalcino e Nobile di Montepulciano e mille ettari di terreni agricoli nelle Marche. Il neo gruppo nel 2013 ha prodotto e commercializzato complessivamente 3 milioni di bottiglie con un fatturato di 20 milioni di euro. “Con Bertani Domains si è costituito un gruppo che troverà una nuova collocazione nel panorama vitivinicolo di qualità italiano e internazionale, con l’intento di tracciare, nei prossimi anni, una traiettoria evolutiva di ampio respiro – commentano dalla sede sociale di Grezzana nel veronese - La scelta di estendere il nome Bertani all’intero gruppo nasce dalla consapevolezza di quanto questo nome abbia, per i consumatori e per i mercati, una forte valenza simbolica”. Le singole Tenute manterranno comunque la propria autonomia ed individualità ed i prodotti continueranno ad essere contraddistinti dalle singole marche Bertani, Val di Suga, Tre Rose, San Leonino, Collepaglia e Puiatti, come appare attualmente in etichetta.

Ultim’ora

Il mondo del vino piange Antonio Mastroberardino E’ scomparso all’età di 86 anni la sera di martedì 28 gennaio Antonio Mastroberardino, Cavaliere del Lavoro dal 1994, padre dell’enologia campana e fautore del successo dei vitigni autoctoni Aglianico, Fiano e Greco di Tufo, fino a scrivere personalmente i disciplinari del Taurasi, del Greco, del Fiano e del Lacryrima Christi. Da parte di tutta la redazione de I Grandi Vini le condoglianze alla famiglia Mastroberardino.

Vino e arte protagonisti a Verona Nel 2015, durante l’Expo, il Palazzo della Gran Guardia ospiterà una suggestiva esposizione Il vino in mostra per rinsaldare il legame con la cultura del nostro Paese e veicolare il messaggio nel mondo. Avverrà a Verona con “Arte & Vino”, la mostra nella città veneta dal 4 aprile al 2 agosto 2015, ovvero nel periodo dell’Expo 2015 di Milano. La mostra è promossa dal Comune di Verona in collaborazione con Verona Fiere e altri partner pubblici e privati. Negli spazi del Palazzo della Gran Guardia, saranno di scena opere d’arte ispirate a Bacco di ogni epoca e da ogni parte del mondo, firmate, tra gli altri, da Arcimboldo, Caravaggio, Rubens, Tintoretto, Tiziano, Goya, Boccioni, Guttuso, Manet, Degas, Picasso e Magritte. L’obiettivo è valorizzare l’immagine del vino che, nelle sue diversificate e variegate forme e interpretazioni, è da sempre una presenza costante nelle opere d’arte, dalla pittura alla scultura fino alle arti decorative.

Jusepe Ribera “Lo Spagnoletto” 
 Sileno, 1626 - Olio su tela 185x229 cm 
 Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte

Fortunato Depero Il Bevitore di Anacapri (riesumazioni alpine), 1921 Olio su tela 160x150 cm Pieve di Cento, Museo delle Eccellenze Artistiche e Storiche

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tori urnier Nicolas To st eria/riunione di bevi o Zonin Gli Usa premiano Gianni in o rt ce n o C Olio su tela Il “Wine Enthusiast Lifetime Achievement Award” al fondatore 129x192 cm e de Tessé Musé s, n a della casa vinicola veneta che èLstato a “guardare oltre” es M il primo ” vita della Gianni Zonin, Presidente dell’omonima2, cedenti di successi nelpcorso ttosua o S agnole Ribera il“L pedichiarato - ha direttore di Wine Enthusiast casa vinicola, ha ricevuto a New York il pre-Juse 626 – “E’ stato davvero il primo a no, 1Strum mio alla carriera “Wine Enthusiast LifetimeSileAdam tela su lio O oltre’, e non solo oltre la propria Achievement Award”. Il riconoscimento gli è ‘guardarecm te Capodimon 85x229 italiana, Nma onale di attraverso aziaddirittura stato conferito dalla nota rivista americana 1 regione o se u M Napoli, per winelovers Wine Enthusiast, che lo ha ri- l’oceano, il primo anche cogliere le più signitenuto la personalità più influente dell’anno 3.ficative opportunità commerciali in America Mura o De Zonin scGianni e innce Cina. incarna insomma ciò nel mondo del vino, tanto per il contributo Fra o nn utusignifica veramente essere un pioniere globale conferito al settore, quanto per la Ache su tela liosettore ta è nato nel del vino”. Zonin straordinaria intuizione imprenditoriale Odel e priva zionGianni ondra, colle L - avuta oltre 35 anni fa - di dare vita alla 1938, a Gambellara, nel cuore del Veneto e vive viticoltura nell’East Coast degli Usa, in Vir- 4 . a Vicenza. Fin dalla prima giovinezza è ginia, creando dal nulla una vera e propria stato o Reni nell’azienda vitivinicola che Guidcoinvolto ullo o Fanciconduce ccfamiglia sua da sette generaziocultura del vino in tutto il territorio. “Gianni laBa tela su lio O Zonin ha conseguito un numero senza pre- ni, dal 1821. alatina Galleria P 88x71 cm lazzo Pitti – Firenze, Pa

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RICCARDO R

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Presidente Fed

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Ci mancano

un leader e una squadra

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ssieme a Riccardo Ricci Curbastro, Presidente di Federdoc per il triennio 2013-16, affrontiamo le tematiche di attualità di questo primo scorcio del 2014. Federdoc rappresenta l'unico organismo interprofessionale esistente in Italia, cioè il tavolo attorno al quale le componenti agricole, industriali, cooperative e commerciali del settore si riuniscono per affrontare in modo costruttivo i problemi delle denominazioni ricercando le soluzioni comuni e garantendo l'apporto per la tutela e la salvaguardia legale internazionale. @ Dalla politica al vino la parola magica del 2014 è “leadership”. Tutti la professano. In pochi

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sembrano averla. Quanto conta secondo lei e chi dovrebbe averne di più? “Sicuramente un leader capace, carismatico e propositivo è importante, ma sono convinto che senza una buona squadra possa fare ben poco per risolvere i problemi che in questo momento affliggono il nostro Paese. Basti pensare alla nostra storia, ai leader che abbiamo avuto, il successo delle loro idee e della loro politica si è potuto realizzare perché hanno avuto un team unito, organizzato che li ha seguiti, rispettati e soprattutto ha condiviso le loro posizioni. Quello che manca al nostro Paese e che crea questa situazione di incertezza e di profonda sofferenza è proprio la


Riccardo Ricci Curbastro, n°1 di Federdoc, commenta gli scenari con cui si è aperto il 2014 e valuta il percorso verso l’Expo 2015

mancanza di una leadership capace di avere una squadra compatta che va nella stessa direzione. Anche il mondo agricolo ha gli stessi problemi infatti il sistema che dovrebbe tutelare gli interessi del settore non riesce più a soddisfare i bisogni della base. Le Organizzazioni sindacali conoscono bene la generalità degli interessi del comparto, ma stanno sempre di più perdendo di vista le reali esigenze dei singoli segmenti produttivi. Questo purtroppo porta spesso a non trovare soluzioni che soddisfino i reali bisogni. E' importante costituire una buona squadra che abbia come priorità i problemi concreti e come obiettivo ottenere veramente dei risultati per cambiare e migliorare le cose, poi si potrà decidere a chi affidarne la leadership”. @ L'Expo 2015 è sempre più vicino. Cosa non dobbiamo fare per renderlo un evento chiave per il rilancio del Paese Italia? “L'Expo è senz'altro un’occasione da cogliere al volo per rilanciare la nostra economia, ma stiamo certamente sulla strada giusta per perdere anche questa opportunità. Abbiamo già mosso i primi passi falsi. Sorvolando sulla questione della mancanza dell’uva, tra gli alimenti che costituiscono la mascotte dell’Expo 2015. Come ho detto in un comunicato stampa subito dopo la presentazione del logo ai bambini che dovevano sceglierne il nome, ritengo che l'assenza dell'uva sia una mancata opportunità per valorizzazione uno dei prodotti più importanti e conosciuti del made in Italy e prendo atto del fatto che non sia stato

previsto nessun forum per discutere ed avviare un confronto sulle problematiche dell'agroalimentare in una sede che ha come filo conduttore l'alimentazione". @ Cosa dovrebbe cambiare per dare finalmente concretezza ai buoni propositi e fare dell'agroalimentare, sempre di più, il traino dell'economia tricolore? “L'agroalimentare come la moda, è uno dei settori traino del made in Italy nel mondo, rappresenta un patrimonio collettivo che fa del "life style" italiano un modello da seguire. Per questo credo che l'informazione sia importante: è necessario rendere l'opinione pubblica consapevole dei successi e delle sfide che interessano il settore e di quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere. I prodotti a Denominazione di Origine, ad esempio, sono un patrimonio di tutti i cittadini del nostro Paese e l'intera economia ne beneficia. Parlare di contraffazione, una piaga per le nostre Denominazioni di Origine, che subiscono usurpazioni in tutto il mondo con conseguenti danni di immagine ed economici è fondamentale. E' inaccettabile che la tutela di un patrimonio comune venga lasciata completamente sulle spalle di privati. Non ci sono fondi pubblici previsti per difendere le nostre Denominazioni dalle contraffazioni e il nostro Ministero dell'Agricoltura è inesistente”. @ Quale, tra i numerosi problemi che affliggono gli addetti ai lavori, vorrebbe vedere risolto nel 2014? “Sul piano nazionale mi piacerebbe che si portasse a compimento il processo di snellimento burocratico già avviato lo scorso anno. Si sta lavorando ad un nuovo testo normativo che dovrebbe portare ad una importante semplificazione a vantaggio degli operatori. Sul piano internazionale, mi auspico che la questione Icann si concluda con un risultato positivo per il mondo del vino. Abbiamo ricevuto un attacco frontale molto duro, stanno tentando di assoggettare la tutela di un patrimonio comune, le Denominazioni di Origine, a degli interessi esclusivamente privati. Ciò è completamente inaccettabile, occorrono delle regole precise e chiare in grado di proteggere il nostro patrimonio, il suo valore e la notorietà”. •

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Vino&Numeri di Claudia Cataldo

Vigneto, tesoro mio I prezzi della terra tengono, soprattutto quando si parla di ettari vitati. In leggera flessione, ma l’investimento è ancora sicuro

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2013 parlano di un andamento diverso a seconda che l’investimento interessi aree a denominazione conclamate oppure no. Riportando qualche dato: un ettaro nell’area dell’Asti va dai 70 mila agli 80 mila euro, pressappoco come 5 anni fa; l’Oltrepò Pavese vede il valore dei suoi ettari oscillare fra i 35 mila e i 45 mila euro: qui la crisi ha abbattuto l’incremento degli anni prece-

nvestire nel vigneto è ancora una mossa economicamente vincente. A dirlo sono i numeri, soprattutto se confrontati ai dati del 2009, quando la crisi stava appunto iniziando a palesarsi. Insomma, anche nel day after, mentre il mattone vive un sostanziale decremento dei prezzi, le superfici vitate conservano il loro valore immobiliare. I rilievi condotti da Assoenologi a fine

denti, senza però abbattere il valore. Barolo e Barbaresco la spuntano rispettivamente a 350 mila e 230 mila, con una leggere flessione rispetto al 2009 (anche se in realtà prima erano stati sopravvalutati): inutile dire che ci sono poi dei cru che non hanno valore e che nessuno si sogna di vendere. Passando al Prosecco, un ettaro nella zona della Doc vale tra i 110 mila e i 200 mila

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Seminativi e orticole

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Prati permanenti e pascoli

5,9

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7,1

7,1

7,0

7,1

7,2

7,2

7,2

7,2

7,2

Frutteti e agrumeti

38,8

40,1

40,4

40,9

39,9

38,6

38,9

39,7

40,5

41,0

41,2

41,9

42,6

42,4

42,4

42,3

42,4

42,3

Oliveti

14,2

14,3

14,3

14,4

14,5

14,5

14,7

14,8

14,9

15,1

15,2

15,5

15,7

15,7

15,8

15,7

15,6

15,5

Vigneti

23,1

24,1

26,2

28,6

30,6

32,8

36,8

39,7

41,3

42,2

41,5

42,4

43,7

43,2

42,2

42,2

42,2

42,2

Totale

14,0

14,4

14,9

15,4

15,9

16,5

17,3

18,0

18,7

19,1

19,1

19,3

19,7

19,8

19,8

20,0

20,1

20,0

Tasso d’inflazione (2000=100)

88,7

92,2

94,0

95,9

97,6

100,0

102,7

105,3

108,1

110,5

112,6

115,0

117,0

120,9

121,8

123,7

127,1

131,0

I valori fondiari in Italia (migliaia di euro/ha) – Fonte: Inea, Banca dati dei valori fondiari

16

euro, mentre il valore sale nella zona storica del Prosecco, quella di Conegliano Valdobbiadene, dove si va dai 300 mila ai 400 mila euro. In discesa le quotazioni del Cartizze: 5 anni fa un ettaro valeva 1.800.000 euro, oggi – ammesso che si riesca a trovare qualcuno che vende – il prezzo è di circa 1.100.000 euro. Cresce l’Emilia Romagna: il Lambrusco registra un +20%


rispetto al passato, superando anche i 90 mila euro ad ettaro. Stessa cosa per il Sangiovese in Romagna: 5 mila euro in più del 2009, ovvero una crescita del +14%. Sono stabili le quotazioni del toscano Brunello di Montalcino (400/500 mila euro ad ettaro), quelle nella Doc Castel del Monte, Puglia, a 30 mila euro e i valori delle

superfici vitate sarde, ad eccezione del +3 del Vermentino di Gallura; il decremento più importante si è avuto invece nel Trapanese, con un -30% rispetto a qualche anno fa. Caso a parte, sono poi i vigneti dell’Alto Adige: per qualcuno forse sarà una sorpresa, ma si va dai 600 mila euro al milione ad ettaro. •

50

L’asse delle ordinate è in migliaia di euro per ettaro: le linee rappresentano l’andamento del valore delle varie colture dal 1992 al 2012. Si noti come il valore fondiario della terra a vigneto (linea azzurra) abbia avuto un andamento molto diverso dalle altre colture, con un incremento importante negli anni dal ‘92 al 2004. Fonte Imea.

45 40

40

35 30 migliaia di euro per ettaro

25 22

20

20 16

15 10

7

5 0 1992

1994

1996

1998

2000

2002

2004

2006

2008

2010

CHIARIFICATORI E SEPARATORI CENTRIFUGHI

PREFILTRI CONVOGLIATORI PER UVA

PIGIATRICI DIRASPATRICI

2012

Il Commento di Giuseppe Martelli Direttore Generale di Assoenologi Quanto vale il vigneto italiano? “I numeri la dicono lunga sul valore del vigneto Italia. Si può notare che il valore del marchio collettivo, e quindi anche degli ettari vitati, è influenzato da un insieme di fattori, non necessariamente dal fatto di essere Doc o Docg: si deve guardare piuttosto alla validità del prodotto trasformato. Anche parlare di vini di qualità riferendoci solo a vini blasonati ha poco senso: ci sono vini di qualità in ogni fascia di prezzo, basti pensare al Lambrusco o al Prosecco. Sono prodotti che si bevono e si vendono bene, la loro produzione è pertanto remunerativa e di conseguenza il valore dei vigneti sale”. E in futuro quale sarà il trend? “Direi che è molto difficile fare previsioni: ci sono prodotti che in passato sono andati molto bene e che adesso vivono una fase calante, come il Brachetto d’Aqui o il Novello. Quello che posso

Dal 1946... al servizio dei vinificatori di tutto il mondo

dire è che i vini italiani piacciono, l’Italia è il Paese che ha il maggior numero di bottiglie in giro per il mondo e l’export, nel 2013, è cresciuto di un +8% in valore rispetto all’anno precedente. Finchè sua maestà il consumatore continuerà ad apprezzare i nostri prodotti, i valori fondiari non subiranno particolari flessioni e il vigneto continuerà a vestire i panni di un bene rifugio, al riparo dalle fluttuazioni congiunturali”.

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132 000000

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Vino&Numeri

Il commento di Andrea Povellato Responsabile delle indagini sul mercato fondiario di Inea Qual è il metodo usato nelle indagini Ismea sul mercato fondiario? “Queste indagini Ismea si basano su un metodo quali-quantitativo: l’audit di testimoni privilegiati e la definizione di valori medi per tipologia di coltura. Guardiamo alla nuda terra, non al vigneto piantato o ai costi di impianto. Questo ci permette di trarne informazioni su come, indicativamente, evolve il prezzo della terra. Sui dati Ismea va fatto un ragionamento, per giustificare i prezzi più bassi di quanto atteso: anche il valore minimo e massimo sono in realtà frutto di una media, la forcella spesso è molto ampia e così facendo spariscono le code. Anche perché questi numeri sono usati come valori di stock del capitale fondiario. Insomma, se in Toscana come valore massimo trovate 127 mila euro, mentre il Brunello di Montalcino vale circa 500 mila, non vi stupite. Non è un errore, ma un valore massimo che è pur sempre un valore medio”. Insomma, la terra quanto vale oggi? “Abbiamo notato che c’è stato un notevole aumento nel valore degli ettari a vigneto fino a qualche anno fa, in alcuni casi anche troppo se comparato all’effettiva redditività. Ma non è facile scorporare i diversi interessi che fanno crescere questi valori. Dal 2005 in poi si è assistito invece ad una fase di stallo e adesso, parlando in generale per tutte le colture, il valore della terra sta subendo una flessione lievemente negativa, che si inasprisce in alcune zone d’Italia, come ad esempio le regioni del sud. Si può però notare che l’incremento percentuale del vigneto, negli anni dal 1992 al 2012 (+ 108%) supera l’aumento dell’inflazione (+69%): e questo non fa che confermare la bontà dell’investimento. Almeno fino ad ora”. Regione Piemonte Piemonte Piemonte Piemonte

Zona altimetrica Montagna interna Collina interna Pianura Totale

Media 12,9 62,4 23,0 60,6

Minimo 5,4 5,4 13,2 5,4

Massimo 24,4 154,5 48,9 154,5

Superficie (h) 254 50.642 2.153 53.049

Valle D’aosta Valle D’aosta Lombardia Lombardia Lombardia Lombardia

Montagna interna Totale Montagna interna Collina interna Pianura Totale

45,9 45,9 36,3 48,4 43,6 47,0

35,2 35,2 12,8 17,9 12,5 12,5

55,0 55,0 48,5 120,7 89,5 120,7

475 475 1.489 19.548 2.808 23.845

Trentino A.A Trentino A.A Veneto Veneto Veneto Veneto

Montagna interna Totale Montagna interna Collina interna Pianura Totale

223,4 223,4 104,4 176,2 79,6 126,3

45,3 45,3 23,0 51,4 36,7 23,0

300,0 300,0 130,8 300,0 138,0 300,0

13.627 13.627 1.486 36.594 38.483 76.563

Valori fondiari per regione e zona altimetrica, nel 2012 Fonte: Inea, Banca dati dei valori fondiari

18

Regione Friuli V.Giulia Friuli V.Giulia Friuli V.Giulia Friuli V.Giulia Friuli V.Giulia Liguria Liguria Liguria Liguria Liguria Emilia Romagna Emilia Romagna Emilia Romagna Emilia Romagna Emilia Romagna Toscana Toscana Toscana Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Molise Campania Campania Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Sardegna Sardegna

Zona altimetrica Montagna interna Collina interna Collina litoranea Pianura Totale Montagna interna Montagna litoranea Collina interna Collina litoranea Totale Montagna interna Collina interna Collina litoranea Pianura Totale Montagna interna Montagna litoranea Collina interna Collina litoranea Pianura Totale Montagna interna Collina interna Totale Montagna interna Collina interna Collina litoranea Totale Montagna interna Collina interna Collina litoranea Pianura Totale Montagna interna Collina interna Collina litoranea Totale Montagna interna Collina interna Collina litoranea Totale Montagna interna Collina interna Collina litoranea Pianura Totale Montagna interna Collina interna Collina litoranea Pianura Totale Montagna interna Montagna litoranea Collina interna Pianura Totale Montagna interna Montagna litoranea Collina interna Collina litoranea Pianura Totale Montagna interna Montagna litoranea Collina interna Collina litoranea Pianura Totale Montagna interna Collina interna Collina litoranea Pianura Totale

Media 25,9 63,3 88,6 57,3 58,8 26,6 33,6 26,2 39,6 35,4 21,4 43,0 56,3 47,6 46,2 10,5 42,3 44,5 28,0 23,6 39,9 13,0 19,3 19,0 14,0 25,0 25,3 24,7 20,5 19,4 33,9 26,1 24,6 18,9 25,9 28,8 28,1 17,8 21,9 25,7 23,1 15,5 20,5 23,0 23,2 20,0 10,0 20,3 17,0 18,3 18,5 8,6 7,9 14,2 17,0 12,7 15,9 15,6 17,2 21,5 20,4 19,2 12,9 14,2 15,5 14,5 15,1 15,1 13,9 9,2 11,1 14,1 11,5

Minimo 16,3 22,1 84,5 23,3 16,3 8,3 22,6 12,7 22,6 8,3 9,3 25,3 49,7 20,2 9,3 3,6 19,0 7,0 9,7 10,5 3,6 10,5 9,9 9,9 6,0 6,0 13,0 6,0 15,5 15,5 17,0 16,3 15,5 14,9 18,1 20,5 14,9 13,1 13,7 22,4 13,1 9,5 12,6 16,0 17,5 9,5 10,0 12,0 11,0 9,9 9,9 4,1 7,7 5,1 8,7 4,1 9,7 9,6 9,5 10,9 12,0 9,5 11,0 10,9 9,8 11,1 10,5 9,8 7,4 4,9 7,9 7,3 4,9

Massimo 30,7 88,9 99,6 74,0 99,6 68,5 68,8 68,5 70,2 70,2 39,2 72,0 58,9 72,0 72,0 40,0 63,0 127,0 40,0 40,0 127,0 32,1 35,0 35,0 18,5 31,0 32,0 32,0 45,0 45,0 44,6 43,4 45,0 25,2 28,1 33,8 33,8 28,1 34,1 34,0 34,1 31,3 37,5 46,5 64,0 64,0 10,0 28,0 23,0 35,0 35,0 29,0 13,7 29,0 22,8 29,0 23,9 23,9 28,4 28,4 31,0 31,0 18,0 17,3 24,8 26,5 22,6 26,5 25,0 14,5 17,6 21,7 25,0

Superficie (h) 3 3.850 170 15.259 19.282 372 22 273 1.373 2.040 570 18.237 1.329 40.620 60.756 2.843 200 45.992 4.973 4.103 58.111 615 12.292 12.907 904 8.637 11.894 21.435 2.036 12.383 6.931 5.150 26.500 1.229 3.729 27.843 32.801 1.619 1.433 3.865 6.917 5.514 17.747 3.311 1.289 27.861 116 19.439 8.892 94.836 123.283 2.588 69 3.358 1.508 7.523 1.511 1.081 2.749 5.632 1.075 12.048 4.166 2.480 62.301 25.652 41.978 136.577 1.450 10.893 8.352 8.744 29.439


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Le bollicine dell’Etna di Claudia Cataldo

D

estrovini è un’azienda relativamente giovane – si sa, il mondo del vino ha concezioni tutte sue dei termini legati al tempo – sita nell’area etnea della Sicilia orientale, gestita su modello familiare dai Destro dal 2002 ma impiantata in un lembo di terra dove la viticoltura ha radici ben più antiche. I casolari, la casa padronale e l’antico palmento risalgono infatti alla fine del XIX secolo: a testimoniarlo è proprio un’iscrizione sul portale all’ingresso della tenuta, che riporta l’anno 1897.

Destrovini è espressione della Sicilia etnea autentica, sospesa fra tradizione e nuove idee 20

I terreni Il vigneti della Destrovini ricadono in una terra strettamente legata alle sue origini vulcaniche. A voler essere specifici, l’azienda si trova sull’ultima colata lavica dell’eruzione del 1614: il suolo è ricco di microelementi come ferro, rame, manganese, potassio, con un ph acido o sub acido. La pedogenesi di queste aree parla di sgretolamento delle lave e dei materiali eruttivi, a formare terreni con uno scheletro di pomice di piccole dimensioni (localmente detto “ripiddu”) che apporta un’elevata capacità drenante. “È difficile dimostrare una relazione precisa fra le caratteristiche dei terreni e i vini – spiega Antonino Destro – ma possiamo sicuramente affermare che la grande eterogeneità dei suoli, la mineralità e le forti escursioni termiche incidono sulla composizione po-

nifenolica delle uve rosse e sull’acidità del prodotto finale”. Ne nascono vini freschi, con una buona mineralità, morbidi e intensi al naso. Uve e vini “Il lato autentico del vino siciliano” è una sorta di slogan e motivo ispiratore della Destrovini. Si traduce in un grande attaccamento ai vitigni autoctoni, come il Cataratto, Caricante e il Nerello Mascalese. La Doc Etna – la più antica dell’isola – si esprime sia in bianco che rosso nella gamma dei prodotti aziendali, frutto di un mix perfetto fra scelte legate alla tradizione e voglia di innovazione. I vini – Isolanuda, Sciarakè, Aithòs, Aspide – hanno un medagliere che ne conferma l’apprezzamento nazionale e internazionale: ad esempio lo Sciarakè Etna Rosso Doc, un Nerello Mascalese in purezza, è stato premiato al Concours Mondial de Bruxelles nel 2012 e si è aggiudicato, per l’annata 2008, gli ambiti Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Bollicine dell’Etna Ultimo, non certo in ordine di importanza ma solo cronologicamente, è lo Spumante Brut Metodo Classico Saxanigra, millesimato, con base di 100% Nerello Mascalese. Un prodotto d’eccellenza, che viene fatto affinare sur lie per almeno 24 mesi, con una grande finezza nel perlage. Si presenta di color sabbia, con un profumo intenso, sentori di burro e mandorle su una base agrumata. In bocca lascia un finale lungo, sapido, rotondo. Quella Sicilia che non ti aspetti, che in Saxanigra di classico ha il metodo e il vitigno ma che porta con sé nuovi sentori e nuove idee. •

Azienda Agricola La 3D Srl Piazza Ragusa, 8 95014 Giarre (CT) Tel. +39 095 937060 – 095 921134 Fax.: +39 095 931806 info@destrovini.com www.destrovini.com


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The sparks of Etna Destrovini is an expression of the authentic Etnean Sicilian style, a world that floats between tradition and new ideas

Destrovini is a quite young winery that rises in Western Sicily, in the Etna area. It has been managed by the Destro family since 2002 but its lands have a much longer vine-growing tradition. The farms, the owner’s doom and the ancient palm grove are dated back to the XIX century: a proof of it is the inscription on the door at the entrance of the estate that says “1897”. The lands The vineyards of Destrovini grow on a soil that shows the peculiarities of its volcanic origin. The winery rises on the lava flow of 1614 eruption: its soil is rich of micro-elements like iron, copper, manganese, and potassium, with an acid or sub-acid ph. The pedogenesis of this area consisted in the crumbling of lava and eruptive materials that created a skeleton of little pumice stone (“ripiddu” in the local dialect), a peculiarity that guarantee a good draining. “It is difficult to demonstrate a precise relation between the characteristic of the soil and the wines produced – says Antonino Desto – but we can say without any doubt that the heterogeneity of the soil, its mineral properties and the high temperature range have an important effect on the polifenolic composition of the grapes

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and on the acidity of the final product”. The result is a fresh and mineral wine, with soft and intense bouquets. Grapes and wines “The authentic side of Sicilian wine” is almost a slogan and an inspiration for Destrovini. It means a peculiar attention for autochthonous varieties such as Cataratto, Caricante and Nerello Mascalese. Doc Etna – the most ancient of the island – expresses its personality in two versions, red and white. The products of this winery are

the fruit of a perfect combination of traditional choices and wish to improve. The labels of Detrovini – Isolanuda, Sciarakè, Aithòs, Aspide – can boast many prizes that proof a national and international acknowledgment. Sciarakè Etna Rosso Doc, to mention one of them, a Nerello Mascalese in purity, has been awarded at Concours Mondial de Bruxelles in 2012 and has won the three glasses of Gambero Rosso for year 2008. The sparks of Etna

Last but not least, Spumante Brut Metodo Classico Saxanigra, is the millesimée sparkling wine made of 100% Nerello Mascalese: an excellence product, refined sur lie for 24 months, a wine with a finest perlage. Its colour is sand yellow, its perfume intense, with butter and almond aromas on a basic citrus perfume. Its taste is long, sapid, round. It’s the taste of the unexpected Sicily, a Saxanigra that offer a classic method and a classic Vineyard but with new perfumes and ideas.


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di Giovanni Pellicci

Una poltrona per troppi (e poco buoni)

C

hi sarà il settimo Ministro delle Politiche Agricole in 6 anni? Dopo le polemiche dimissioni di Nunzia De Girolamo, è in arrivo un altro nome in via XX Settembre (al momento di andare in stampa con questo numero non è ancora stato indicato il successore della dimissionaria De Girolamo con il Premier Enrico Letta in predicato di assumere l'interim, ndr). Va detto che il “caso De Girolamo” è soprattutto di carattere politico anche se, dopo le dimissioni, sono cominciate a circolare ipotesi di un possibile inserimento nella lista degli indagati per via delle vicende della Asl di Benevento. E' tutto da dimostrare ma la cosa sa molto di bega politica con i principali attori in campo: Letta, Renzi, Berlusconi, Alfano e perfino Francesca Pascale,

attuale fidanzata del Cavaliere. Chi ne paga le conseguenze in termini di incertezze e stallo è ovviamente uno dei settori chiave del Belpaese. E' evidente, infatti, quanto il Ministero delle Politiche Agricole abbia bisogno di continuità. Più di ogni altro, probabilmente. Come dicevamo nell'Editoriale l'Expo 2015 è in arrivo e le scelte da compiere in quella direzione sono tante e impellenti. Ci preme, quindi, che chi sarà scelto (magari nel frattempo è già arrivata la nomina) come nuovo Ministro abbia competenze, capacità e professionalità adeguate per prendere subito le redini del gioco. Speriamo, soprattutto, che non venga fatto un nome di transizione o comunque debole, perseguendo la logica di non alterare i già precari equilibri del Governo delle

Avete idee, spunti, riflessioni su questo e su altri temi? Scrivete a g.pellicci@igrandivini.com Su Twitter @giopellix

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Con le polemiche dimissioni di Nunzia De Girolamo sono ben 7 i Ministri che si sono succeduti dal 2008 ad oggi alla guida di un settore che dovrebbe essere chiave per il rilancio dell’economia del Paese

larghe intese. Abbiamo già dato. Riavvolgendo il nastro, infatti, De Castro, Zaia, Galan, Romano, Catania e quindi la De Girolamo (cinque uomini e una donna) si sono alternati dal maggio 2008 al gennaio 2014 nel ruolo di Ministro. Decisamente troppi. E, va detto, che in alcuni casi si è trattato di figure non all'altezza della situazione. Questa volta, invece, servirà un cambio di passo. Troppe volte il settore agroalimentare è stato individuato come chiave per il rilancio dell'economia del nostro Paese. Poche volte, invece, sono seguiti fatti e continuità di scelte concrete come invece chiedono gli operatori della filiera. E pensare che il 2014, polemiche e faide politiche a parte, si era aperto discretamente bene. Ovvero l'intesa tra il Mipaaf e le regioni per la ripartizione dei finanziamenti Pac per il periodo 2014/2020. Si tratta di 20,85 miliardi di euro, 3 in più rispetto al periodo 2007-2013. L'accordo prevede che 18,6 miliardi andranno a favore dell'attuazione di programmi regionali e 2,2 miliardi per misure nazionali tra cui la gestione delle crisi. •

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Chef ina di Mar

glini

Cianca

C’è un posto a Siena…

Q

uando si trova un luogo dove si gusta ancora una vera cucina tradizionale, che non la imita proponendo piatti che si pensa rientrino nell’immaginario del turista medio, è bene tenersi bene a mente l’indirizzo. Questo è il caso di Mugolone, nel cuore di Siena, a due passi da Piazza del Campo, ristorante con una lunga storia e che da circa due anni ha rinnovato la gestione. Alla nuova guida di questa sosta golosa c’è Federico Natale, chef non ancora trentenne, letteralmente innamorato della sua terra, coadiuvato in cucina dalla mamma Rita. Federico,

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Il giovane chef Federico propone al Mugolone una cucina fatta di sapori antichi e familiari dopo la scuola alberghiera e dopo una gavetta all’Italia, tra cui il ristorante del Castello di Brolio, e all’estero, ha deciso di aprire un posto tutto suo scegliendo quello che era stato un ristorante nei ricordi della sua infanzia, continuando sulla strada della tradizione ma alleggerendo alcune ricette e sperimentando anche piatti

nuovi. Il suo obiettivo? Che i clienti escano dal ristorante ricordandosi ciascun piatto. La proposta del menù è stagionale, le materie prima scelte con cura da contatti diretti con i fornitori del luogo, la pasta è fatta in casa, con i classici della cucina del territorio come il collo ripieno su salsa verde, la ribollita, gli gnudi, i fritti di

carne e verdure, il cinghiale e le carni alla griglia. Una menzione speciale merita anche la carta dei vini, incentrata sulla toscana ma con delle incursioni anche in altre regioni: “il mio è un ristorante frequentato in larga parte anche dai senesi, che a volte vogliono bere cose diverse da un Chianti o un Brunello. La mia proposta fuori territorio si basa sui vini che per primo io sono curioso di scoprire e di bere”, sostiene Federico. Abbiamo assaggiato per voi L’esperienza è stato un salto nel tempo, nella memoria dei pranzi domenicali e dei sapori


Ristorante Mugolone Via dei Pellegrini 8/12 - Siena Tel. 0577283235 Cell 329 8736116 www.ristorantemugolone.com

cinghiale dolce forte

rassicuranti di una volta, delle preparazioni più lunghe e laboriose che nelle case sono quasi scomparse. Per iniziare, stuzzicante e leggero il fiore di zucca fritto ripieno di ricotta. Come primo piatto ci viene presentato un classico, le tagliatelle, fatte in casa, con il ragù di cinta senese: piatto ricco, saporito ma non untuoso, con un finale aromatico dato dal dragoncello. Proseguiamo con il cinghiale dolce forte, dove la carne, tenerissima e totalmente privata di sentori selvatici, viene marinata a lungo con vino rosso e aceto e poi cucinata con cacao, i pinoli l’uvetta, il panforte, i cantucci e i dolci senesi che sono a disposizione. Dulcis in fundo con la zuppa inglese, dolce ma non stucchevole, perfettamente equilibrata.•

There’s a place in Siena… Young Chef Federico proposes at Mugolone his cuisine made of familial and ancient tastes It’s not so easy to find a restaurant that combines a true traditional cuisine and an original touch that surprises the average tourist. That’s Mugolone, the restaurant in the heart of Siena, two steps from Piazza del Campo, a place with a long story that two years ago has changed the management. Nowadays it’s Federico Natale, a not yet thirty years old in love with his land, who, helped in the kitchen by his mother Rita, manages it. After a diploma in the catering institute, and after some years of training in

Italy – also at Castello di Brolio – and abroad, he decided to open his own activity, proposing the cuisine of his childhood but reinterpreted in a modern way together with new experimental dishes. His first aim was to cherish his guests and to let them go home with the unforgettable memory of the dishes they had tasted. His menu proposes only seasonal dishes: the raw materials are selected with care from trustworthy local producers, pasta is homemade and all classical dishes – such as stuffed gooseneck with green sauce, ribollita (vegetable soup), gnudi (a kind of gnocchi), fried meat and vegetables, wild pork and grilled meat – act as true protagonists. Wine list is worth a special mention: Tuscan labels

have of course a special place but it proposes also important labels from all over Italy. “My restaurant is frequented mostly by people of Siena, who often want to taste different labels from the well known Chianti or Brunello. My wine list is based on labels that I am the first one who is curious to taste”, says Federico. Tasted for you Our experience at Mugolone has meant making a jump back in time and recalling the memory of Sunday lunches with the family: the tastes are the reassuring ones of once ago, with elaborate dishes that take a long time to prepare. We started with a light and inviting pumpkin flower stuffed with ricotta; then, a classic course: homemade tagliatelle with Sienese “cinta” (domestic wild pork) meat sauce, a rich and savoury dish but not oily and with a pleasant aromatic tarragon ending. As second course we tasted wildpork “dolceforte”, a tender meat without the typical too invasive wild taste of game, prepared after a long sousing in red wine and vinegar, dressed with cacao, pine-kernel and raisins. Panforte, cantucci and the typical Sienese desserts are always available. Dulcis in fundo, we tasted a not too sweet, well-balanced and aromatic trifle. •

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Abruzzo

Un’Anteprima... del nuovo anno Ultima tranche di finanziamenti europei, un’Anteprima del Montepulciano d’Abruzzo che sta facendo discutere e tanti progetti in cantiere: così inizia il 2014 dell’Abruzzo del vino di Claudia Cataldo foto di Pamela Bralia

T

anti progetti di promozione e un aiuto economico importante giunto direttamente dalle tasche comunitarie, attraverso il PSR Regione Abruzzo, dall’ottobre 2012: l’enologia della regione si è fatta adulta, sta facendo grandi passi avanti e non senza una meta. Il Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo, ad esempio, sta utlimando di piani-

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ficare il suo 2014. Si parla di eventi di incoming per stampa e operatori esteri (nel mese di febbraio), partecipazioni “attive” a ProWein e Vinitaly (arricchite da tasting e seminari, con i prodotti tipici in degustazione a fare da “biglietto da visita” della regione), iniziative oltre confine come il workhop a Londra del prossimo aprile. Si parla anche dell’Anteprima del Mon-

tepulciano d’Abruzzo, prevista per sabato 1, domenica 2 e lunedì 3 marzo, ma non senza qualche malumore. “Si sta molto discutendo dell’Anteprima: si tratta di un’occasione importante per far conoscere il nostro vino di punta – racconta Nicola D’Auria, confermato per un altro triennio alla guida del MTV Abruzzo - ma, come spesso succede, l’organizzazione


dell’evento non ha saputo allinearsi con chi effettivamente il vino lo fa e i produttori non si sono sentiti adeguatamente coinvolti dalla Camera di Commercio, ente promotore. Probabilmente l’impasse sarà sbrogliata a breve, ma mi auguro serva da spunto per migliorarsi nei prossimi anni e lavorare insieme, invece di andare ognuno nella sua direzione”. Continua D’Auria, elencando le prossime attività del Movimento Turismo del Vino: “Tante cose sono già state fatte e tante ne faremo per la valorizzazione delle risorse territoriali e delle eccellenze enogastronomiche. Naturalmente continuere-

mo a puntare su Cantine Aperte, il nostro evento per eccellenza, che è previsto per il weekend del 24 e 25 maggio. Anche San Martino in Cantina sarà per noi un appuntamento importante, mentre abbiamo un po’ messo da parte Calici di Stelle, l’evento estivo del MTV che, dato il periodo, ci crea più problemi sul fronte organizzativo”. Insomma, se il 2013 dell’Abruzzo del vino non si è chiuso nel migliore dei modi – si ricorderà il maltempo che ha colpito pesantemente alcuni vigneti storici di Valentini e Marramiero – il nuovo anno è iniziato senza dubbio con la giusta tenacia.•

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di alta quota A driana Tronca è l’esempio di come i sogni, anche quelli ritenuti più audaci, possano concretizzarsi, purché sospinti da tenacia. Storie di coraggio, che a volte riguardano anche i vignaioli minori e non solo gli happy ending più conosciuti. Adriana, aquilana di nascita, vissuta in Franciacorta e poi tornata alle origini, ha 4 ettari vitati “ad alta quota”, nel Parco naturale del Sirente Velino: coltiva Pinot Nero, Traminer, Chardonnay, Kerner e Coccocciola. In più ha altri terreni destinati a zafferano, ceci, mele, frutta e tartufi. Non ha ancora la cantina, ma è solo questione di tempo. Crede molto nella valorizzazione del suo territorio, quello di Goriano Valli, e il progetto Santagiusta ne è la prova: profuma di crosta di pane e mele selvatiche ed ha un perlage setoso, è il sogno di Adriana che prende la forma di uno spumante. “L’Abruzzo ha già i suoi spumanti, ma mancavano bollicine di alta quota”, spiega Adriana. Lo spumante Santagiusta, un metodo classico pas dosè, nasce dalla collaborazione con l’enologo Vittorio Festa e la Cantina Marchesi De’ Cordano: è un 70% Pinot Nero e un 30% Chardonnay, la cui prima versione – con 18 mesi di permanenza sui lieviti – è stata sboccata poco prima di Natale.

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Adriana Tronca, Vigna di More: un progetto ambizioso, che sta piano piano prendendo forma. Quella di un metodo classico, setoso, fresco e beverino

Siamo solo a metà strada: altre bottiglie sono in viaggio verso il traguardo dei 36 mesi. Vigna di More è stata premiata come Cantina Emergente al Pescara Abruzzo Wine 2013: e la sua commozione, ha commosso anche noi. (c.c.) •

The sparkling side of Abruzzi… at high altitude Adriana Tronca, Vigna di More: an ambitious project is beginning to take shape in a velvety, fresh and easy to drink classic method Adriana Tronca is the example of how dreams, even the most audacious ones, can become true if carried out with constancy: stories of brave man and women that often remains unknown. Adriana, who was born in L’Aquila and lived in Franciacorta for a long time before coming back home, owns now 4 hectares of vineyards “at high altitude” in the natural park of Sirente Velino: here grow Pinot Nero, Traminer, Chardonnay, Kerner and Coccocciola. Also, she owns other lands where she cultivates saffron, chickpea, apple, fruit and truffles. She hasn’t got a cellar yet but it’s only a matter of time. She believes in her land, Goriano Valli, and her project Santagiusta is a

proof of it: a sparkling wine with perfume of bread crust and wild apples, a velvety perlage. “Abruzzi has its sparkling wines already, but not at high altitude”, says Adriana. Santagiusta, a classic method pas dosè, is fruit of a cooperation between the oenologist Vittorio Festa and Cantina Marchesi De’ Cordano: it’s a 70% Pinot Nero and a 30% Chardonnay. The first edition – aged 18 months on the yeasts – has been opened before Christmas. We are only halfway: other bottles are waiting to reach their 36 months of ageing. Vigna di More has been awarded as emerging reality at Pescara Abruzzo Wine 2013: and Adriana’s emotion is also ours. • Presente al Vinitaly allo stand dell’Enoteca Regionale Abruzzo

Abruzzo

Bollicine abruzzesi...


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Giappone: nuove abitudini di consumo, difficoltà e opportunità di un mercato in crescita

I

nauguriamo questa nuova rubrica dedicata al volto commerciale del vino, parlando di un mercato ancora giovane ma con grandi potenzialità di sviluppo: il Giappone. Lo facciamo parlando con i fratelli Eugenio e Claudio, titolari della Velitti&Velitti, agenzia di marketing e rappresentanza di aziende vinicole italiane sulla piazza giapponese e che da anni vivono una vita divisa a metà, tra Occidente e Oriente. Com’è nata la vostra attività? “Avendo lavorato per dei brokers a inizio anni 2000, abbiamo notato che in Giappone c’era l’opportunità di lavorare come agenti per aziende che non riuscivano a seguire in modo appropriato un mercato come quello giapponese, che è uno dei più difficili al mondo”. Come siete strutturati? “In modo molto snello: un ufficio a Tokyo con due collaboratori e uno a Firenze”. Quali sono le difficoltà maggiori del mercato giapponese? “Ovviamente la cultura diversa, un modo di fare business molto complesso e diffidente nei nostri riguardi, anche se le cose sono migliorate nell’ultimo decennio. Il sistema distributivo è molto articolato e frazionato con vari passaggi e la cronica mancanza di importatori seri e strutturati a livello nazionale”. Quali sono le tipologie di prodotto che hanno più successo? “Se si guardano i dati ufficiali, la Francia fa da padrone, con circa il 50% del mercato, diviso principalmente in Champagne, Bordeaux e Borgogna. L’Italia detiene circa il 30%

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del mercato, con Toscana in primis, poi Piemonte e Sicilia ma il Giappone importa quasi tutte le regioni”. Quali sono le abitudini nel consumo del vino in Giappone? “Principalmente circa 80% il Giapponese beve vino “on premise” ma è in continuo aumento il consumo casalingo anche se molto a rilento. Ormai quasi tutti i ristoranti giapponesi offrono una carta dei vini quasi impensabile 15 anni fa, quando abbiamo iniziato a lavorare su quel mercato”. Molte aziende stanno traendo aiuto dai finanziamenti della OCM Vino Promozione. Percepite un interesse maggiore da parte delle aziende verso i mercati asiatici e in quale percentuale i vostri clienti sfruttano tale bando per la promozione nel vostro mercato di riferimento? “Molte delle nostre aziende, con la nostra collaborazione come attuatori, hanno programmi con finanziamenti OCM con risultati di penetrazione e commerciali che noi giudichiamo molto molto soddisfacenti. Il Giappone è molto competitivo e questi programmi sono fondamentali specialmente per la concorrenza di altri paesi meglio organizzati a livello di marketing”. Potete dare dei consigli a un’azienda che si appresta ad affrontare questo mercato? “Quello che possiamo consigliare è di costruirsi prima una forte reputazione in Italia, ma ci sono molte variabili che andrebbero studiate caso per caso”. www.2velitti.com •


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Il Remuage

Marche

Il Rinascimento del

Verdicchio Spumante

di Stefania Abbattista

M

entre l’Ismea rende noto che, nei primi dieci mesi del 2013, gli spumanti italiani esportati hanno fatto registrare un’ottimistica crescita a due cifre (da gennaio a +15,2% in volume e +18,2% in valore), le bollicine autoctone delle Marche celebrano il loro personale primato. Il Verdicchio in versione sparkling segna un bel +15% in quantità sul 2012. L’exploit a fine anno, quando gli italiani hanno scelto proprio il Verdicchio per i brindisi delle feste. Sette milioni le bottiglie stappate tra Natale e Capodanno: una preferenza accordata an-

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che grazie al rapporto qualità-prezzo più che vantaggioso (dai 10 a 35 euro a bottiglia) e alle vette di eccellenza raggiunte dai produttori. Insomma, il Verdicchio può ormai giocarsi le sue carte anche in “competizione” con i vari Asti, Prosecco e Franciacorta. Quali sono i segreti di questo successo? Alberto Mazzoni, uno dei maggiori interpreti dell’enologia marchigiana e alla guida dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, non ha dubbi. ”Il Verdicchio Spumante sta vivendo un momento felice, di riscoperta, ma non è certo una moda – spiega Mazzoni - il vitigno ha una precisa vocazio-

Mazzoni: “Vi spiego perché le nostre bollicine non sono una moda” ne spumantistica con antiche radici. Le prime testimonianze sui vini rifermentati in bottiglia sono descritte nel trattato del medico fabrianese Francesco Scacchi, del 1622. Ubaldo Rosi iniziò poi a sperimentare le tecniche di spumantizzazione del Verdicchio


Bottiglie di Verdicchio Spumante sulle pupitres

la sboccatura

già a metà Ottocento: nel 1857 ottenne la licenza per la produzione sperimentale di spumanti e nel 1870 avviò una società. Oggi una trentina di produttori puntano su questo segmento e hanno portato ad un vero e proprio ‘Rinascimento’ del Verdicchio Spumante”. Dà il meglio di sé con metodo Classico o Charmat? “Da un punto di vista quantitativo il metodo Charmat (60%) è ancora prevalente, ma abbiamo registrato le migliori performance col metodo Classico. L’Ubaldo Rosi di Colonnara, ad esempio, è stato premiato quest’anno con i 5 grappoli da Bibenda e lo scorso anno con i 3 bicchieri del Gambero Rosso. In queste zone i vini 100% Verdicchio nascono con elevata acidità totale e interessante mineralità: con la rifermentazione in bottiglia (dai 36 ai 48 mesi) emergono così aromi varietali molto interessanti”. Perché preferirlo agli altri spumanti tradizionali? “A differenza di altri spumanti è frutto di un monovitigno autoctono e quindi pura espressione del territorio. Ha saputo inserirsi nel panorama nazionale per le sue caratteristiche organolettiche, l’eleganza e l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Un prodotto che porta il mare e la roccia nel bicchiere e che, dalla sua, ha anche una longevità interessante”. Verdicchio vs. Champagne: preferiamo il primo perché è italiano. E poi? Con quali assi il Verdicchio “vince la partita”? “Con la sua complessità e sapidità: uno spumante non banale sempre più apprezzato da chi oggi cerca un prodotto ‘di nicchia’, di forte personalità e non omologato al gusto internazionale”. •

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Marche

La Canosa: vino e territorio

Le emozioni, la passione, l’appagamento delle aspettative: quel che cercano gli amanti del vino è proprio ciò che influenza le loro esperienze di degustazione e il ricordo che si portano a casa. Si richiede sempre più di essere coinvolti in un per-

corso di scoperta, che possa dare un piacere intimo, personale, all’atto dell’acquisto, così da essere fieri di aver scovato produzioni meno conosciute, in territori minori, da condividere poi con gli amici”, con queste parole Riccardo Reina, de La Canosa, snocciola il suo pen-

Vini di grande tradizione, ma pensati in chiave moderna. La valorizzazione del territorio inizia proprio da qui 36

siero sul modo di approcciarsi e far approcciare al vino. Nella sua eno-filosofia, Riccardo dà grande importanza al rapporto con il territorio: “i luoghi nei quali le persone si trovano al momento della degustazione e i rituali di assaggio durante la visita in cantina creano sensazioni che si legano indissolubilmente al vino, coinvolgendo in un unico atto la vista, l’olfatto, il gusto e, ancora di più, lo stato d’animo dell’appassionato”.

Questa è ciò che sta alla base del progetto de La Canosa, una realtà vitivinicola giovane – per anno di fondazione ed età del team - ma nata in un territorio di antica tradizione enologica, il Piceno, tra gli Appennini e la Costa Adriatica. Calata nel suo territorio, l’azienda ha tra le sue priorità quella di far conoscere e valorizzare l’enologia locale e le bellezze del posto, e lo fa attraverso i suoi vini: il Pekò, Offida Pecorino Docg o la Passerina Docg. Altrettanto storiche espressioni delle colline Ascolane sono il Signator, Rosso Piceno Doc o il Nummaria, Rosso Piceno Superiore Doc, vini ricchi di tradizione ma rivisitati in chiave moderna. Territorio è anche gastronomia: per questo La Canosa ha desti-


La Canosa: wine and territory Wines with a great tradition, reinterpreted in a modern way: the exploitation of a territory starts from here

nato un’area nella cantina dello splendido casale alla ristorazione, dove si organizzano serate a tema che vedono protagoniste le eccellenze del territorio, in abbinamento alla produzione aziendale. Completano il servizio di accoglienza le camere per gli ospiti, disponibili tutto l’an-

no. Sono già pronte e saranno presto in distribuzione le bottiglie con la nuova veste grafica: le nuove etichette rispecchiano le scelte “di stile” dell’azienda, che ha optato per vini più facili da bere e abbinare. Il Vinitaly potrebbe essere l’occasione per scoprirle. (c.c.) •

“Emotions, passion, and gratification of expectations: it’s what wine lovers look for, and it’s what determines their tasting experiences and the memories they will take with them. They demand to be involved in a discovery path that could give an intimate and personal pleasure in the moment they decide to buy a label: an action that could make them proud to have discovered a less known production from less-known territories, to share with friends”, with these words Riccardo Reina, manager of La Canosa, explains his winemaking philosophy. Riccardo gives great importance to the relationship with the territory: “the places that people visit in the moment of a tasting and the tasting rituals creates sensations that will always be related with a wine, involving sight, smell and taste, and most of all the soul of a wine-lover”. This is the basic philosophy of La Canosa, a young reality – as young as

the team of this winery – but rooted in a territory with an ancient wine-making tradition, the Piceno, among the Apennines and the Adriatic Coast. The first aim of this winery is the promotion of its territory and of local oenology through a range of labels rich of tradition but reinterpreted in a modern way: Pekò, Offida Pecorino Docg or Passerina Docg, Signator, Rosso Piceno Doc or Nummaria, Rosso Piceno Superiore Doc. The promotion of the territory passes also by gastronomy: that’s why La Canosa has created a restaurant among its wonderful estate. Here the winery organizes thematic events dedicated to the excellence of Apenines. Also, the farm welcome sits guests all year long in warm and comfortable rooms. Soon the winery will presents its new image, elegant bottles with new labels that represent better the style of La Canosa. Next Vinitaly could be the right occasion to meet them. •

La Canosa Via Contrada San Pietro, 6 - Fraz. Castel di Croce - 63030 Rotella (AP) Tel. 0736 374556 - Fax. 0736 375256 info@lacanosaagricola.it - www.lacanosaagricola.it

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Piemonte

Wine Kit? No thanks Arriva dal Canada ed è l’ennesimo scandalo del vino fai da te, a spese della Docg Barolo. Ecco come il Consorzio sta provando a difendersi di Stefania Abbattista

L

a questione non è certo nuova e non riguarda solamente il vino (nel settore caseario, i kit da miscelare promettono mozzarelle in mezz’ora e gli altri formaggi italiani in due mesi). I prodotti del Belpaese taroccati e venduti sui principali siti di commercio online, malgrado le misure per stroncare il fenomeno prese a turno da Coldiretti, Nucleo Antifrode dei Carabinieri e Consorzi di Tutela, continuano ad essere una triste realtà. Nessun vino è escluso, dal Chianti al Lambrusco, dall’Amarone al Barolo, quasi tutti prodotti in Canada e Svezia e destinati al mercato inglese. Nei mesi scorsi l’ennesimo scandalo ha coinvolto la Docg più famosa del Piemonte: il Barolo. Il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero ha alzato la voce e ottenuto la cancellazione degli annunci di vendita da Ebay, oltre che la diffida delle due società inglesi che commercializzavano i kit. ”Ma non si può abbassare la guardia”, avverte il Presidente Pietro Ratti. IL RUOLO DEL CONSORZIO DI TUTELA Dal 2009 ad oggi il Consorzio e gli associati hanno investito oltre 300 mila euro in control-

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li. Nel 2010, i marchi Barolo e Barbaresco sono stati registrati in tutto il mondo, per limitarne al massimo l’uso improprio. Problema risolto? Per poco. Perché è bastato cambiare il nome in un evocativo “Barolla”, per ricominciare a produrre il wine kit in Canada, destinazione mercato britannico. Al Consorzio si stanno nuovamente rimboccando le maniche e, per far fronte a questa nuova minaccia, hanno appena comprato un kit di Barolla. “In origine erano i wine kit per la produzione di Barolo - spiega il Direttore Andrea Ferrero -. Grazie al nostro uf-

ficio legale, siamo riusciti a far togliere i kit dai principali siti di e-commerce. Purtroppo il nome Barolo è stato rapidamente sostituito con Barolla, la cui assonanza col nome originale è evidente”. Così ne avete comprato uno. Cosa c’era nella confezione? “Tutto il necessario per produrre in casa alcuni litri di vino: un contenitore di plastica con del succo d’uva, una bustina di lieviti, chiarificanti, stabilizzanti, perfino una bustina di “chips” per far sembrare il vino invecchiato in botti di legno.

Non mancano le istruzioni per l’uso: curioso è il dosaggio dell’acqua necessaria per far partire la fermentazione, che varia in funzione del grado alcoolico che si vuole raggiungere”. Avete anche eseguito la vinificazione? “Si, abbiamo vinificato secondo le istruzioni ed eseguito anche le analisi per capire che prodotto si ottiene, anche in comparazione al disciplinare di produzione del Barolo. A breve procederemo alla degustazione per valutarne le caratteristiche organolettiche. Ovviamente il risultato ottenuto non ha nulla a che vedere col Barolo”. Come valuta il danno economico di questi fenomeni? “Nel caso specifico il danno economico è irrilevante, ma è fondamentale proteggere l’immagine del vino italiano nel mondo. I dati economici dicono che il danno arrecato alle nostre DOP a causa dell’italian sounding si aggira intorno al miliardo di euro”. Chi è l’acquirente-tipo del wine kit? “Non credo esista un target preciso. Sicuramente siamo un po’ tutti attirati dal realizzare con le nostre mani qualcosa, figuriamoci se si tratta di pro-


durre in casa del buon Barolo. In questo caso, però, il consumatore è tratto in inganno, perché questa possibilità non esiste”. Cosa farete nei prossimi mesi per arginare il problema? “Acquisteremo alcuni domini su internet con il nome Barolla e pubblicheremo il risultato delle nostre analisi chimiche ed organolettiche, dimostrando che Barolla non ha nulla a che spartire con il Barolo. Vorremmo anche sensibilizzare le dogane inglesi sul fatto che stanno importando prodotti contraffatti, e così speriamo in un blocco. Della problematica è già stato messo al corrente il DEFRA, Dipartimento Britannico dei prodotti agricoli ed alimentari”. Quali tutele vi forniscono siti come Ebay e Amazon?

“Si può ricorrere ad una proceduta denominata “vero”, che prevede la possibilità di rimuovere gli annunci qualora si rilevassero irregolarità. Appena abbiamo esposto il problema i wine kit sono stati rimossi, ma è bastato cambiare il nome in Barolla per riprenderne la vendita”. I vostri associati come vivono questo fenomeno? “La minaccia è concreta, pensiamo che nei prossimi anni la battaglia per la salvaguardia e tutela delle nostre Denominazioni passerà sicuramente attraverso l’utilizzo dei nomi: per questo, nel 2010, abbiamo registrato nel mondo i marchi Barolo e Barbaresco. I nostri soci sono attenti alla problematica, visto che l’attività per contrastarla viene finanziata direttamente dai produttori”.•

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Piemonte

Cantina Coluè:

innovatori per tradizione

N

ata nel 1824 a Diano D’Alba, la Cantina Coluè, una delle aziende più antiche di tutta la Langa, pioniera dell’imbottigliamento del Dolcetto, è recentemente passata ad un processo di modernizzazione e innovazione, grazie alla nuova gestione guidata da Christian Garzo. In questo rientrano in particolar modo importanti attività promozionali, come un nuovissimo sito internet e la partecipazione a fiere come Vinitaly e Golosaria, mentre per quanto riguarda i prodotti non sono state apportate modifiche di rilievo, data la loro già altissima qualità. La cantina vinifica esclusivamente uve prodotte dai propri vitigni, seguendo la produzione dalla vite sino alla bottiglia, secondo quella tradizione tramandata di generazione in generazione che dice che un grande vino nasce solo da un grande vigneto. E proprio per perseguire la qualità ad ogni costo l’azienda collabora costantemente con l’agronomo Dott. Giampiero Romana, che segue anche i vigneti di famosissime aziende toscane, e con l’enologo Dott. Piero Ballario. La produzione annua è compo-

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sta da 80.000 bottiglie e i vini imbottigliati sono il Dolcetto di Diano D’Alba Ferruccio Docg, il Barbera D’Alba Doc, il Nebbiolo D’Alba Doc, il Barolo Docg e il Dolcetto di Diano D’Alba Sorba Docg, un cru dell’omonimo vigneto Sorba, indimenticabilmente morbido e persistente, che raramente scende sotto i quattordici gradi. Alla Cantina Coluè sono innovatori per tradizione, innovatori nel campo della promozione e tradizionalisti nel campo della produzione. (l.m.)•

L’azienda di Diano D’Alba ha recentemente intrapreso un percorso di modernizzazione, senza però mettere in secondo piano la sua tradizione e la sua storia

CANTINA COLUE’ Via San Sebastiano, 1 - 12055 Diano D’Alba (Cn) Tel./Fax 0173 468557 Cel. 335 476809 - info@colue.it - www.colue.it

Cantina Coluè: innovators for tradition The winery from Diano D’Alba has recently started a renewal process, never forgetting it history and its tradition Founded in 1824 in Diano D’Alba, Cantina Coluè, is one of the most ancient wineries of the Langhe. A pioneer in the bottling of Dolcetto, the winery has recently started a process of renovation and innovation, thanks to the new management leaded by Christian Garzo. An important part of it is the promotional activities such as the new web-site and the presence at Vinitaly and Golosaria, while no great changes have been made for what concerns the already high quality products. The winery processes only the grapes of its own vineyards and the production is followed carefully from the vine-growing to the bottling, according to that tradition handed on from generation to generation for centuries. To guarantee to its wines the highest quality, the winery cooperates with the agronomist Giampiero Romana, who cares the vineyards of some of the most important wineries of Tuscany, and of the oenologist Piero Ballario. The winery produces every year about 80.000 bottles and its labels are Dolcetto di Diano D’Alba Ferruccio Docg, Barbera D’Alba Doc, Nebbiolo D’Alba Doc, Barolo Docg and Dolcetto di Diano D’Alba Sorba Docg, a cru of the homonymous vineyard Sorba: it’s an unforgettable soft and persistent wine, with an alcohol content of 14% by volume. At Cantina Coluè innovation is a tradition: they are innovators in the field of promotion and traditionalists for what concerns the production. •


Cuvage,

Metodo Classico

Piemonte

C

uvage, ovvero Cuvée e Perlage: questo è il nome del progetto di filiera Mondodelvino SpA, una realtà aziendale che riunisce più cantine con il comune obiettivo di rappresentare le principali aree vitivinicole nazionali (ne sono un esempio la siciliana Barone Montalto e Poderi Dal Nespoli, in Romagna). Cuvage – l’azienda di Acqui Terme e il prodotto che ne porta il nome – significa prima di tutto riprendere e rivalorizzare la grande tradizione spumantiera piemontese, oggi in parte accantonata nonostante le potenzialità, creando una vera joint venture con una particolare at-

d’eccellenza

tenzione alla qualità dal grappolo alla bottiglia. Saranno tre gli spumanti Metodo Classico presentati proprio in occasione del prossimo Vinitaly: il Brut Rosé, 100% da uve Nebbiolo

provenienti dall’area del Barolo, con una permanenza sui lieviti di 18 mesi; il Blanc de Blancs, ovvero Chardonnay in purezza; il Cuvage de Cuvage, assemblaggio che reinterpreta

la tradizione, dove il Nebbiolo sostituisce il Pinot Meunier, accanto a Pinot Nero e Chardonnay. Bollicine eleganti e di grande prestigio, assolutamente da provare. (c.c.) •

Presente a ProWein Hall 3, Stand D51 Presente a Vinitaly Pad 8, Stand E2

Un’altra eccellenza nel paniere di Mondodelvino SpA alla riscoperta della grande tradizione spumantiera piemontese

Cuvage, an excellent classic method. Mondodelvino SpA once again proposes excellence and rediscovers the great wine-making traditions in Piedmont Cuvage, inspired by Cuvée and Perlage: is the new challenge of Mondodelvino SpA. The group covers Italy’s main winemaking regions and comprises several wineries such as Barone Montalto in Sicily and Poderi dal Nespoli in EmiliaRomagna. Cuvage gives the name both to the winery and to its main Classic Method Sparkling range. The winery is based in Acqui Terme, in the heart of Piemonte which, even though it is one of the greatest red wine regions in Italy, still has great potential to contribute to the sparkling wine segment. During Vinitaly, the winery will be presenting its first creations: Cuvage Brut Rosé, made of 100% Nebbiolo grapes grown in the Barolo area, aged for 18 months; Cuvage Blanc de Blancs, 100% Chardonnay; Cuvage de Cuvage, a reinterpretation of the traditional blend, where Nebbiolo replaces Pinot Meunier, beside the classic Pinot Noir and Chardonnay. Elegant and prestigious bubbles, absolutely to be tasted.• Cuvage Srl Stradale Alessandria, 90 - 15011 Acqui Terme (AL) Tel +39 0144 371600 - Fax +39 0144 371699 info@cuvage.com - www.cuvage.com

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Sicilia

Un’isola nell’isola

di Claudia Cataldo

U

n’isola nell’isola: questa l’espressione che si sente spesso adoperare nel riferirsi alla zona vitivinicola dell’Etna. E la spiegazione è presto fatta: la complessità e l’eterogeneità dei 20 comuni pedemontani etnei conferiscono ai vini qui prodotti delle caratteristiche uniche. Ma facciamo un salto indietro. Correva l’anno 1968 quando la Doc venne istituita, rappresentando il primo esempio

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di Denominazione di Origine Controllata della regione e una delle più datate del Paese. Il merito va ad alcuni produttori illuminati che seppero cogliere l’enorme potenziale vitivinicolo di queste terre, già dall’Ottocento coltivate a vigneto. Enologicamente parlando, gli anni successivi non furono dei più felici – l’agrumeto era ben più redditizio che fare vino – finché, dagli ultimi anni ‘90 o primi del Duemila, le terre del vulcano tornarono sotto i

riflettori e in tanti, italiani ma anche stranieri, decisero di investirvi. “Qui si producono grandi vini – racconta il Presidente del Consorzio Etna Doc Giusep-

pe Mannino – ed è per questo che, in molti, sono venuti a mettere la propria bandierina. Negli anni Duemila eravamo 6 o 7 aziende, oggi siamo più di 80. I terreni sono poveri di sostanza organica ma ricchi di minerali, l’escursione termica elevata e in generale le peculiarità cambiano da un ettaro all’altro, basti pensare che quando si dice Etna ci si riferisce a terreni che vanno dal mare fino ai mille metri”. Bianchi o rossi, i vitigni autoctoni non mancano, Nerello Mascalese e Caricante in primis, coltivati storicamente ad alberello ed oggi anche a cordone speronato. Dal 2011 ha trovato riconoscimento ufficiale anche lo spumante. “Le bollicine non sono una novità per la zona – racconta Mannino che già nell’Ottocento si parlava di “Champagne” siciliano – e con la Doc il prodotto ha trovato


La zona vitivinicola dell’Etna è estremamente variegata e generosa. E fin dall’Ottocento si produceva lo “Champagne” siciliano

Barbatelle di qualità per un prodotto di qualità

una sua legittimità”. Le bollicine dell’Etna sono prodotte a base di Nerello Mascalese e hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo. Tra i progetti del Consorzio, vi è un lavoro sull’abbassamento dei solfiti. “Siamo fortunati

perché i terreni dell’Etna non richiedono molti trattamenti – spiega Mannino – ma vogliamo continuare ad abbassare l’uso di additivi, e perché il prodotto così ottenuto è più salubre e perché il mercato lo richiede”. Un simpatico aned-

doto, per concludere. “Quando invitiamo giornalisti stranieri sull’Etna c’è sempre un po’ di timore: dobbiamo spesso rincuorare sulla docilità del vulcano. Ecco, nel bene e nel male, siamo comunque sempre riconoscibili”. •

In Trentino, in un territorio unico per posizione e clima, moltiplichiamo più di 120 varietà da vino e 20 varietà da tavola che danno origine con un’ampia gamma di selezioni clonali innestate sui principali portinnesti, ad oltre 500 combinazioni per ogni esigenza. Dall’impegno, dal lavoro e dalla grande esperienza dei soci dei Vivai Cooperativi di Padergnone vengono moltiplicate le barbatelle che contribuiscono alla nascita dei migliori vini italiani. Soc. Coop. Agr.

Socio AFLOVIT Sezione AVIT

Via Barbazan, 13 - 38070 Padergnone (TN) Tel. 0461 864142 Fax 0461 864699 www.vicopad.it - info@vicopad.it

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Toscana di Marina Ciancaglini e Giovanni Pellicci

Campatelli riparte dalla Vernaccia N

Nuovo incarico per l’ex Direttore del Brunello. E intanto nasce il Biodistretto 44

uovo prestigioso incarico per Stefano Campatelli, già Direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino per ben 23 anni. Campatelli è da gennaio il nuovo coordinatore delle attività del Consorzio della denominazione di San Gimignano. “Sono molto sod-

disfatto dell’intesa trovata con una realtà storica e dalle grandi potenzialità. – spiega il senese Campatelli – Quello della Vernaccia è il contesto ideale per fare qualcosa di nuovo. Metterò la mia esperienza e le mie idee al servizio di una denominazione che sta vivendo una fase molto positiva in

termini di produzioni di qualità e andamento sui mercati. Grazie, infatti, ad una positiva unità d’intenti e all’obiettivo, condiviso dai produttori, di valorizzare un prodotto unico è in corso una positiva stagione di rilancio che possiamo continuare a portare avanti anche a favore degli altri vini che


nascono sul territorio di San Gimignano”. L’esordio ufficiale di Stefano Campatelli si terrà in occasione dell’Anteprima della Vernaccia, in programma domenica 16 e lunedì 17 febbraio prossimi a San Gimignano. Il consorzio ha infatti organizzato la IX edizione del ciclo “Il vino bianco e i suoi territori”

che quest’anno vedrà l’incontro di degustazione tra la Vernaccia e il Gruner Veltliner austriaco. Nel frattempo, dalla collaborazione tra aziende agricole, Comune di San Gimignano, Consorzio della Denominazione San Gimignano e Provincia di Siena, ha preso forma l’Associazione “Biodistretto San Gimi-

gnano” per portare avanti la vocazione bio del territorio. Il territorio sangimignanese, infatti, conta 42 operatori iscritti ai piani di controllo biologici con produzioni agricole differenziate e di assoluta qualità, dallo zafferano all’olio fino al miele, oltre ovviamente alla Vernaccia.(g.p.) •

Cortona in anteprima Il Consorzio dei Vini di Cortona al Buy Wine (15-17 febbraio, Firenze), tra opportunità e nuove sfide di mercato

I

ntervista a Marco Giannoni, Presidente del Consorzio. Anche quest’anno il Consorzio parteciperà al Buy Wine, l’evento b2b che anticipa le Anteprime toscane e aperto anche alle Denominazioni più piccole. Quale opportunità rappresenta per i vini di Cortona? “Riteniamo che sia un’ottima occasione per contattare importatori da tutto il mondo. Al Buy Wine ci è possibile partecipare, con un costo ragionevole, a un evento in cui domanda e offerta si incontrano direttamente, faccia a faccia. Consideriamo inoltre che si tratterà solo di vini toscani, quindi gli importatori che verranno sono importatori interessati a vini regionali con alta possibilità di concludere l’accordo commerciale”. In futuro sarebbe auspicabile un’anteprima vera e propria a Cortona? “Si e no. Sarebbe molto positivo portare sul territorio i giornalisti per fargli capire anche il contesto in cui ci muoviamo. Gli aspetti negativi sono di ordine pratico-economico, organizzare un’anteprima ha costi altissimi. Cortona ha lanciato l’idea di un’anteprima a livello regionale anche perché mettere tutte le denominazioni assieme permette di far conoscere alla stampa

anche quelle piccole per le quali, sopratutto per motivi logistici, di scarsa comunicazione e scarsa diffusione dei loro vini, non sono ancora conosciute dai media e dal grande pubblico”. Quali sono i mercati principali per il vino di Cortona? “Non abbiamo dati statistici certi, ma senza dubbio gli Stati Uniti sono una fetta importante del mercato e anche l’Europa assorbe molta della nostra produzione. Tra i mercati in crescita, il Sud America e in Estremo Oriente, Giappone, Corea e Cina”. Avvicinandosi alla prossima edizione del Vinitaly, quali sono le percezioni su un mercato in crisi? Si notano segni di ripresa? “Il vino è un prodotto che si conserva bene e si trasporta facilmente, quindi se un Paese è in difficoltà, ci spostiamo altrove dove l’economia tira. Certo risentiamo della crisi, ma direi relativamente. C’è sempre un Paese che ha l’economia in crescita, si tratta di individuare il mercato sano e andarci. Il problema, direi grave, è il Sistema Italia, con burocrazia e tasse in primis. Ci confrontiamo in un mercato globale con dei concorrenti che sono avvantaggiati rispetto a noi. Nonostante tutto ci facciamo sempre onore, fuori dai confini siamo visiti come l’eccellenza e uno stile di vita che ci invidiano tutti”. (m.c.) 45


Toscana

Progressi in vista per Bolsignano

R

innovamento e crescita sono le parole d’ordine per il 2014 dell’Azienda Agricola Bolsignano di Roberto Rubegni, che esce dal 2013 con vari motivi d’orgoglio, tra cui il grande successo riscosso sia in Italia che all’estero dal nuovo nato, l’Igt Toscana “Quarantanni”. Il rinnova-

vari anni, nonché uno stretto rapporto tra il vecchio e il nuovo. La tipicità e la tradizione reinterpretate con la mentalità moderna sono infatti alla base di tutta la produzione firmata Bolsignano, composta ad oggi da 4000 bottiglie annue di Brunello di Montalcino Docg, da 4000 bottiglie di Rosso di Montalcino e da 4000 bottiglie di Quarantanni, numeri questi che subiranno sicuramente un aumento, in risposta alle numerose richieste ricevute nell’ultimo periodo. Bolsignano farà insomma sicuramente parlare molto di sé in questo anno, garantendo ai wine lovers italiani e stranieri prodotti genuini, biologici

e sempre migliori, prodotti nati da una vera passione per il vino e cresciuti da Roberto Rubegni con la stessa fatica e

con lo stesso amore di un padre, che guarda al passato e nello stesso tempo al futuro. (l.m.)•

In arrivo una fase di crescita e rinnovamento per l’azienda di Montalcino guidata da Roberto Rubegni mento in questione prevede in primo luogo l’estirpazione di più di un ettaro di vigneti e il successivo reimpianto, che avverrà mantenendo quella linea biologica intrapresa ormai da

Work in progress at Bolsignano A new phase of growth and renewal for the winery of Montalcino managed by Roberto Rubegni Renewal and growth are the keywords for 2014 at Roberto Rubegni’s Azienda Agricola Bolsignano. The winery has closed 2013 with important successes, such as the last born Igt Toscana “Quarantanni”. The projected renewal includes the extirpation of one hectare of vineyard and its replanting according to the organic philosophy that the winery has been carrying out for many years. Tipycalness and tradition reinterpreted in a modern way are the basis of the whole production by Bolsignano; nowadays

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the winery proposes every year 4000 bottles of Brunello di Montalcino Docg, 4000 bottles of Rosso di Montalcino and 4000 bottiglie of Quarantanni. These numbers are going to grow soon, to satisfy the demand of the customers. Bolsignano will make a name of itself, proposing to Italian and international wine lovers genuine organic products, fruit of a true passion and followed by Roberto Rubegni with the love and care of a father who look at the same time back in the past and forward to the future.•

AZIENDA AGRICOLA BOLSIGNANO di Roberto Rubegni Pod. Bolsignano, 272 - 53024 Montalcino - SIENA Tel e fax: 05771851566 Mob. 3470711231-3482117935 info@bolsignano.it - bolsignano@gmail.com - www.bolsignano.it


Toscana

Fattoria della Aiola... Work in progress The historical winery of Chianti Classico has recently started a path of renovation

Fattoria della Aiola...

Work in progress

è

stato nel 2012 che un gruppo di imprenditori russi, appassionati del vino italiano e del Chianti Classico in particolare, hanno acquistato la Fattoria della Aiola, che per circa ottant’anni era stata di proprietà della famiglia Malagodi. Si tratta di un’azienda situata su una strada panoramica che da Vagliagli porta a Radda in Chianti e che si estende per più di 100 ettari, con i suoi vigneti, oliveti e boschi di querce e castagni. La nuova proprietà, seppur attenta al rispetto delle tradizioni e del territorio, ha da subito scelto di intraprendere un percorso di cambiamento e di miglioramento, che ad oggi è ancora in corso e che ha co-

munque già raggiunto i primi risultati. Infatti dei 36 ettari di vigneto dieci sono in fase di reimpianto, ed e` stata ristrutturata la cantina, con il rinnovamento della maggior parte delle attrezzature dedicate alla vinificazione. Oltre ai tradizionali DOCG Chianti Classico, Chianti Classico Riserva e una Riserva “speciale” Cancello Rosso, affinata per 12 mesi in barrique, la Fattoria produce il Rosso del Senatore e il Logaiolo, due cru a base di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, un Bianco, un Rosato e il tradizionale Vin santo del Chianti Classico. Completano la gamma due pregiati distillati: Grappa e Brandy dell’Aiola. (l.m.) •

La storica azienda del Chianti Classico ha recentemente iniziato una fase di rinnovamento

In 2012 a team of Russian entrepreneurs, who were keen on Italian wine and in particular on Chianti Classico, bought Fattoria della Aiola, the historical winery owned for more than 80 years by the Malagodi family. The estate rises on a very beautiful panoramic road between Vagliagli and Radda in Chianti and spread over more than 100 hectares with its vineyards, olive groves and woods of oak and chestnut trees. The new owners have immediately started a new way: their aim is to renew the winery to exploit all its potential, but never forgetting its age-old tradition. The improvement is still in progress but important results are visible already. In fact, 10 hectares of its 36 of vineyard have been replanted, the cellar has been restored and the wine-making facilities have been renewed. Beside the traditional DOCG Chianti Classico, Chianti Classico Riserva and a “special” Riserva Cancello Rosso (refined in barrique for 12 months), Fattoria della Aiola produces Rosso del Senatore and Logaiolo, two cru based on Sangiovese, Cabernet Sauvignon and Merlot. Also, a white wine, a rosé wine and the traditional Vin Santo of Chianti Classico. Last but not least, there are the two distillates: Grappa dell’Aiola and Brandy dell’Aiola. • FATTORIA DELLA AIOLA 53019 Vagliagli (Si) Tel. 0577 322615 - Fax 0577 322509 info@aiola.net - www.aiola.net

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Toscana

Quando la storia sposa l’attualità

N

asce dall’amore per Arezzo e la sua storia, nonché dalla passione per il vino: si chiama Feudi Ghibellini ed è l’azienda di Peter Lorenzo Guidelli. Tutto in questa realtà vitivinicola ruota intorno agli avvenimenti che hanno caratterizzato il medioevo aretino e in particolare il 1289: anno della battaglia di Campaldino, che vide la ghibellina Arezzo scontrarsi con la guelfa Firenze. I vini, connubio armonico tra la filosofia produttiva di Feudi Ghibellini, hanno tutti nomi evocativi, che richiamano alla storia locale, e posseggono un gusto accattivante che strizza l’occhio ai palati moderni. Tra le dieci differenti etichette spicca innanzitutto “Torre Nera”, che prende il nome dalla torre dove i prigionieri ghibellini “neri ” venivano imprigionati a Firenze: è un Sangiovese Grosso in purezza che, con i suoi 12 mesi in barrique e 6 in bottiglia, rappresenta “l’eccellenza” dell’azienda. “San. Barnaba”

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invece è il nome del Santo odiato dagli aretini ,dopo l’11 giugno, giorno in cui, nel 1289 si svolse la battaglia di Campaldino: un Merlot al 100% in purezza, maturato in tonneau per 18 mesi. Infine “Niveo” (l’unico vino estraneo dalla storia di Arezzo), ma un intrigante Syrah che si esalta al palato. Si aggiungono ai tre vini di punta, ma non meno importanti, anche “Il Feudo” (blend di Sangiovese, Canaiolo Nero e Mammolo, tipico toscano), “Alfiere“ (il Sangiovese, Merlot e Syrah, molto apprezzato al Merano Wine Festival come il su citato San Barnaba e il Torre Nera), “Imperiale” (un Sangiovese e Merlot), “Presagio” (un connubio tra Cabernet S. e Merlot), “Torre Del Mastio” (Cabernet S. e Sangiovese) e “1289” (Sangiovese, Cabernet S. e Petit Verdot, un blend inedito). Grazie alla preziosa collaborazione di Elisa Bichi, responsabile marketing, ha reso i vini di Feudi Ghibellini apprezzati e conosciuti, sul mercato italiano ma anche all’estero: un successo dovuto al felice matrimonio tra storia e attualità, che fa di queste bottiglie un’esperienza gustosa e culturale allo stesso tempo. •

I vini di Feudi Ghibellini nascono dalla passione di Peter Lorenzo Guidelli per la storia di Arezzo, ma non si scordano mai di accontentare il palato dei consumatori moderni: un matrimonio felice tra storia e attualità FEUDI GHIBELLINI “ diVino vivere” Loc. Ceciliano 67/ a 52100 - Arezzo Tel: +39 0575 321437 info@feudighibellini.it www.feudighibellini.it

When history meets modernity The wines of Feudi Ghibellini springs from Peter Lorenzo Guidelli’s passion for the history of Arezzo, but do not ever forget to meet the taste of modern winelovers: an happy marriage between history and current times The wines of Feudi Ghibellini springs from Peter Lorenzo Guidelli’s passion for the history of Arezzo, but do not ever forget to meet the taste of modern wine-lovers: an happy marriage between history and current timesThis winery is the fruit of a love for Arezzo and its history, and of a great passion for wine: its Feudi Ghibellini, Peter Lorenzo Guidelli’s winery. Everything here is related to the events that has characterized the Middleage of Arezzo and 1289 in particular: it was the year of the Battle of Campaldino, a fight between the Ghibbelline Arezzo and the Guelph Florence. These wines have evocative names that refer to the local history and their winning taste attracts modern tastes. Among the ten labels of Feudi Ghibellini, “Torre Nera” is worth a taste: it takes its name from the tower where “black” Ghibellines were imprisioned in Florence. It’s a Sangiovese Grosso in purity, aged for 12 months in barrique and 6 in bottle, and it represent the excellence of this winery. “San Barnaba”, instead, takes its name from the saint celebrated on June 11, and hated by the people of Arezzo after the Battle of Campaldino, fought that day in 1289. It’s a Merlot 100% in purity, aged in tonneau for 18 months. Then “Niveo” (the only label that has no reference with the history of Arezzo): an intriguing Syrah with a unique taste. Beside the three buttonholes of teh winery there are “Il Feudo” (a blend of Sangiovese, Canaiolo Nero and Mammolo), “Alfiere“ (a Sangiovese, Merlot and Syrah, well-appreciated at the Merano Wine Festival, together with San Barnaba and Torre Nera), “Imperiale” (a Sangiovese and Merlot), “Presagio” (a mix of Cabernet Sauvignon and Merlot), “Torre Del Mastio” (Cabernet Sauvignon and Sangiovese) and “1289” (Sangiovese, Cabernet Sauvignon and Petit Verdot, an unusual blend). Thanks to the precious cooperation of Elisa Bichi, marketing manager, the wines of Feudi Ghibellini have been appreciated and wellknown both in Italy and abroad: this success is also the fruit of a perfect combination between history and modernity, a peculiarity that makes these wines both a tasty and a cultural experience. •


Toscana

Presente a Vinitaly Hall 9 Toscana Stand C2 Presente a ProWein Hall 3 Stand M10

La Fattoria di Valiano

F

I vini della Fattoria di Valiano raccontano l’impegno della famiglia Piccini per la qualità, il territorio, insieme alla passione per l’arte

attoria di Valiano, nel Chianti Classico, Tenuta Moraia in Maremma, Villa al Cortile a Montalcino e, l’acquisizione più recente, Regio Cantina a Venosa, in Basilicata: sono queste le tenute che compongono il domain della famiglia Piccini, la cui storia enologica inizia nel 1882 con Angiolo Piccini e 7 ettari vitati. La gestione familiare oggi è approdata alla quarta generazione, nelle persone di Mario, Elisa e Martina, con un piede ben saldo nella tradizione e lo sguardo al futuro. Vero gioiello della proprietà è l’azienda di Castelnuovo Berardenga, Fattoria di Valiano, negli anni ‘60 di proprietà del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi; oggi si estende su 230 ettari, di cui 70 a vigneto. Qua si col-

PICCINI srl • Loc. Piazzole • 53011 Castellina in Chianti (Si) Tel. +39 0577 54011 • Fax +39 0577 743013 info@tenutepiccini.it • www.tenutepiccini.it

tivano Sangiovese, ma anche Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Chardonnay. Negli anni ‘90 Pierangiolo Piccini, da sempre appassionato di arte moderna, ebbe l’occasione di conoscere a Firenze Giuseppe Chiari, artista di fama internazionale: da questo incontro nacque il progetto Vino in Musica, con sei opere d’arte destinate a fare da vestito ad un supertuscan d’eccezione, frutto della selezione di uve Sangiovese e Cabernet, affinate in barrique per 18 mesi. Oggi Piccini è un brand internazionale, esportato in ben 72 Paesi. •

Fattoria di Valiano The wines of Fattoria di Valiano expresses the Piccini family’s commitment for quality and territory, and its passion for art Fattoria di Valiano, in Chianti Classico, Tenuta Moraia in Maremma, Villa al Cortile in Montalcino and now also Regio Cantina a Venosa, in Basilica are the estates that composes the Piccini family’s domain. The oenologic story of this family started in 1882 with Angiolo Piccini and his 7 hectares of vineyard. Nowdays the family management is at its fourth generation with Mario, Elisa and Martina: feet firmly planted in the tradition and eyes towards the future. The true jewel of the family is the estate of Castelnuovo Berardenga, Fattoria di Valiano, owned in the 60s by the Italian Republic President Giovanni Gronchi; nowadays the estate counts 230 hectares, 70 of which are vineyards. Here grow Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot and Chardonnay. In the 90s Pierangiolo Piccini, always keen of modern art, met in Florence Giuseppe Chiari, an artist with an international fame. With him he started the project Vino in Musica, with six art works that cover an excellent supertuscan fruit of Sangiovese and Cabernet, refined in barrique for 18 months. Now Piccini is an International brand exported in 72 countries. •

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di Max Brod Foto di Pamela Bralia

La Tenuta San Leolino nasce dall’amicizia tra un Francesca ed Alessandro, entrambi con le idee molto chiare: kilometro zero, sostenibilità ed enogastronomia sono i capisaldi della produzione

L

a tenuta San Leolino si posiziona in un paradiso verde tra Chianti e Valdambra (nei pressi di Bucine, ad Arezzo), un ambiente nel quale i punti chiave della filosofia aziendale sorgono spontanei: kilometro zero, sostenibilità ed enogastronomia sono infatti i capisaldi della produzione. L’azienda di Alessandro Gamberini e Francesca Bertini si compone di 90 ettari di cui 8 a vigneto (Chianti Docg), 8 a seminativo e la restante parte di bosco, senza dimenticare i 600 olivi dai quali nasce “O” il prezioso olio di San Leolino. All’interno della parte agricola si trovano poi diversi “percorsi vita” (ginnici, di birdwatching e naturalistici). I vini prodotti, con l’aiuto dell’enologo Mirko Dagoli sono “La Fonte”, Sangiovese Igt pronto e beverino, affinato in acciaio; “Casariccio”, il Chianti Superiore Docg (Sangiovese con una punta di Merlot), più complesso per via dell’affinamento in legno; “Il 5”, un taglio bordolese frutto di un attento blend di affinamenti in botte e barriques; e “Ugo” il Vinsanto creato proprio come si faceva una volta appassendo le uve nel filare e con tre anni di maturazione in caratelli. A

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San Leolino vi aspetta inoltre l’ospitalità alberghiera in eleganti e rustici appartamenti finemente arredati, ed un ristorante , “Locanda Casariccio”, raccolto e originale, attento alle esigenze di celiaci e vegetariani. Chiude il quadro un percorso nel verde che porta ad una piazzetta panoramica, pensato per gli ospiti in cerca di tranquillità e meditazione, emozioni che potrete esaltare abbinandole ad un calice di vino firmato Azienda Agricola San Leolino. •

La Tenuta sarà presente al Vinitaly 2014 con i suoi prodotti ad elevato rapporto qualità/prezzo.

Toscana

Quel paradiso verde tra Chianti e Valdambra

A green paradise between Chianti and Valdambra Tenuta San Leolino is the fruit of the friendship between Francesca and Alessandro, both producers with clear ideas: local products, sustainability and oenogastronomy are the main points of the production Tenuta San Leolino rises in a green paradise between Chianti and Valdambra (near Bucine, Arezzo), a place where keywords like “local products” and sustainability” are spontaneous thoughts. Alessandro Gamberini and Francesca Bertini’s winery is made of 90 hectares, 8 of which are vineyards (Chianti Docg), 8 sowable land and the rest woods. Also, there are the 600 hectares that produce “O” the precious olive oil of San Leolino. The farm proposes also many different “life paths” (athletic, birdwatching and naturalistic). Its wines, produced with the help of the

oenologist Mirko Dagoli are “La Fonte”, Sangiovese Igt easy to drink, refined in steel; “Casariccio”, a Chianti Superiore Docg (Sangiovese with a little percentage of Merlot), complex and refined in wood; “Il 5”, a bordolese blend fruit of wines refined in barrel and barriques; and “Ugo” a Vinsanto produced as once ago, with grapes dried in the vines and three years of ageing in small barrels. At San Leolino guests will find a warm welcome in elegant Tuscan style apartments and in “Locanda Casariccio”, a warm and original restaurant that proposes

also special dishes for celiac and vegetarians. Also, a path among the trees lead the guests to a panoramic little square, the ideal place for those who looks for a place to relax and meditate, in the good company of a glass of wine by Azienda Agricola San Leolino.• SAN LEOLINO Società Agricola Via del cipresso 1/1 52025 Montevarchi (AR) Tel. 055 982845 info@agricolasanleolino.it www.agricolasanleolino.it


Presenti a Vinitaly Pad. 9 stand C10

di Vecchia Cantina di Montepulciano

V

ecchia Cantina di Montepulciano è una realtà cooperativa profondamente calata nel tessuto sociale ed economico del suo territorio. Nata nel 1937 – questo fa di lei la cooperativa più antica della Toscana – oggi conta 400 soci e si caratterizza per una gestione professionale

uve e una lavorazione durata ben 5 anni, fra appassimento e affinamento nei caratelli. Ne verranno prodotti circa 10 hl e sarà presentato, con molta probabilità, in occasione del prossimo Vinitaly. Racconta il Presidente Eros Trabalzini: “Abbiamo avuto il piacere di ospitare, qualche tempo fa, il Presidente della Regione

La cooperativa guarda avanti con ottimismo, tra progetti e nuovi mercati obiettivo resse verso le nostre iniziative”. Per il futuro Vecchia Cantina ha in mente di potenziare la percentuale di vendite estere, attualmente attorno ad un 40% del fatturato complessivo, aprendosi anche a nuovi mercati e presidiando più da vicino altri già attivi. (c.c.) •

Vecchia Cantina di Montepulciano Via Provinciale, 7 53045 – Montepulciano (SI) Tel. 0578 716092 Fax 0578 716051 info@vecchiacantinadimontepulciano.com www.vecchiacantinadimontepulciano.com Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi insieme al Presidente della Cantina Eros Trabalzini

e ispirata, sempre pronta a cercare soluzioni migliori e nuovi mercati o a studiare qualche prodotto da aggiungere alla già fornita gamma aziendale. Da un progetto partito nel 2009, ad esempio, sta per venire alla luce un nuovo Vin Santo, frutto di un’accurata cernita delle

Enrico Rossi; si è dimostrato un politico molto attento e preparato e con lui abbiamo parlato di alcune difficoltà, come azienda e come denominazione. L’incontro è terminato con una cena a buffet e hanno partecipato ben 150 dei nostri soci, a dimostrare l’affetto e l’inte-

Settembre 2013, visita in Cantina dello scultore Cinese Xu Hong Fei

Toscana

Quella marcia in più

Vecchia Cantina di Montepulciano is a cut above The cooperative looks ahead with optimisms, among projects and new targets Vecchia Cantina di Montepulciano is a cooperative that is deeply bonded to the social and economical structure of its territory. Founded in 1937 – it’s the most ancient cooperative in Tuscany – nowadays it counts 400 partners and is characterized by a professional and inspired management, always ready to create better solutions and new markets or to study new products to enrich the already well-varied range of the winery. The last born is the fruit of a project started in 2009: it’s a Vin Santo, made after a careful selection of the grapes and a 5 years processing. The winery will market about 10 hl of this new wine and probably it will present it at the next Vinitaly. President Eros Trabalzini says: “We have had the honor to welcome President Enrico Rossi few time ago; he has revealed himself to be an attentive and prepared politician; we talked about our problems, both as cooperative and as denomination. Our meeting has culminated in a buffet dinner with 150 of our partners, who demonstrated affection and interest towards our initiatives”. Among the future projects of Vecchia Cantina there is the expansion of the foreign sales (nowadays around a 40% of the total sales proceeds), opening new markets and developing the already active ones. •

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Veneto

Award-winning Scriani… A rich collection of prizes confirms its importance

Premiata ditta

Scriani…

Un ventaglio di premi ne conferma la statura qualitativa

L

a qualità premia sempre: lo sa bene Stefano Cottini titolare dell’azienda Scriani, che da tre generazioni esprime la territorialità

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enologica della Valpolicella. I nove ettari vitati, cui si sono aggiunti due anni fa i nuovi vigneti che entreranno in produzione quest’anno, sono situati sui tre lati della vallata di Fumane, riunendo così le caratteristiche dell’intera Valpolicella: l’aspetto calcareo, vulcanico e minerale. L’altezza fra i 250 e 500 metri s.l.m. garantisce buone strutture unite a grande acidità e la raccolta manuale seleziona solo i migliori grappoli, da cui nascono i sei vini tipici della zona: il Valpolicella Classico e il Superiore, il Recioto e l’Amarone, il Ripasso e, infine, il Carpanè. Un ventaglio produttivo che offre grandi denominazioni, come l’Amarone 2008 – premiato all’International Wine and Spirit Competition di Londra e all’Encontros de Vinhos di ExpoVinis in Brasile, con note speziate di tabacco e

bocca complessa che rende questa annata la migliore dell’ultimo decennio grazie al suo equilibrio e armonia­ ­­– e gioielli autoctoni, come il Carpanè 2008, un Corvina in purezza Veneto IGT, che ha stupito numerosissime guide italiane e che privati e ristoratori locali si affrettano a riservarsi prima ancora che venga imbottigliato. (i.g) •

Quality rewards always: Stefano Cottini knows it well. He is the manager of Scriani, the winery that has been promoting the tastes of Valpolicella for three generations. Its nine hectares of vineyards, and the other planted two years ago, grow on the three slopes of the Fumane valley, combining all the peculiarities of Valpolicella: the calcareous, volcanic and mineral ones. Altitude around 250 and 500 metres above the sea level guarantees a good structure and acidity; manual harvest selects only the best grapes. The winery produces the six typical labels of this area: Valpolicella Classico and Superiore, Recioto and Amarone, Ripasso and Carpanè. It’s a range of products that proposes important denomination such as Amarone 2008 – awarded at the International Wine and Spirit Competition of London and at the Encontros de Vinhos di ExpoVinis in Brazil – a wine with spicy tobacco aromas and complex tastes that makes this year the best one in the last ten years due to its balance and harmony; and also autochthonous jewels such as Carpanè 2008, a Corvina in purity Veneto IGT, that has surprised many Italian guidebooks and has enchanted tasters and restaurateurs who reserve their bottles even before the wine is ready to be tasted.

Azienda Agricola Scriani di Cottini Stefano & C. S.s. 37022 Fumane (VR) Tel. 045 6839251 • Fax 045 6801071 info@scriani.it • www.scriani.it Facebook: SCRIANI VINICOLA Twitter: @scriani


STUDIO FABBRO 12-2013

CHARDONNAY VCR 6: THE BEST! Il programma di selezione clonale dei Vivai Cooperativi Rauscedo ha portato all'omologazione dei seguenti cloni: Rauscedo 8, VCR 4, VCR 6, VCR 10, VCR 11 ed alla selezione di altri biotipi di prossima omologazione: VCR 481 e VCR 484. Il clone VCR6 è risultato il migliore per profilo aromatico, estratto netto, acidità fissa e per la notevole predisposizione all'invecchiamento.

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Lazio

Un grande passato enologico. E il futuro? di Irene Graziotto

I dati ARSIAL testimoniano una lenta ma costante virata verso la qualità: diminuzione delle rese e spazio agli autoctoni

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’espansione europea della vite partì dall’Urbe che fu per l’epoca repubblicana quasi autosufficiente sul fronte del consumo vinario, grazie ai vigneti dell’hinterland laziale i quali continuarono a essere di cruciale importanza e qualità anche in seguito, tanto da divenire oggetto di uno statuto papale di Gregorio XII nel 406 e da figurare nella carte du vin di papa Paolo III. A questo periodo d’oro seguì il declino, smorzato unicamente dalla solitaria auge del Frascati alla corte d’Inghilterra mentre il resto del vigneto laziale subì l’arrivo della fillossera e il successivo reimpianto impostato più alla resa che alla qualità. I dati odierni elaborati da ARSIAL, l’Agenzia Regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Lazio, indicano una produzione di 1,4 milioni di ettolitri di vino, 76% bianco e 24% rosso, per un valore di 91 milioni di euro, circa il 3% del

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comparto vinicolo nazionale. Il quantitativo di vino certificato si aggira sui 450 mila ettolitri (60% Dop e 40% Igp), di cui quasi un terzo viene esportato con un introito di 30 milioni di euro. Il che significa che è sufficiente un nono, certificato, della produzione totale per incamerare ben un terzo del guadagno regionale. Questa meritocrazia qualitativa deve essere stata recepita, se dal Duemila a oggi si registra una decurtazione di un terzo nella quantità prodotta, parallelamente però ad una concomitante contrazione del 70% delle aziende, che attualmente si assestano sulle 20.400 unità. Altro fattore di rimonta è l’attenzione crescente per gli autoctoni, al centro del progetto “Agricoltura Qualità” di ARSIAL, che ha sinora individuato cinque nuovi vitigni - Lecinaro e Rosciola a bacca rossa e Maturano, Pampanaro e Capolongo bacca bianca - e che al momento ne sta analizzando un’altra mezza dozzina. I due autoctoni rossi si connotano per acidità importante e caratterizzante unita al sentore di rosa, dovuto all’elevata presenza di feniletanolo, e danno vita a vini floreali che nel caso della Rosciola hanno colore rosato mentre nel Lecinaro possiedono toni violacei in grado di mantenersi nel tempo. Dal Maturano si ottengono invece vini dai riflessi verdognoli e profumo floreale, speziato e di agrumi, laddove

il Pampanaro dà origine a prodotti giallo paglierino con profumi di drupe, frutta esotica oltre a una certa aromaticità di basilico, e, infine, il Capolongo rivela una componente aromatica varietale importante che va dal floreale alle pomacee agli agrumi, con una componente di frutta secca data dalla buona maturazione dell’uva che raggiunge toni carichi e solari. Il progetto “Agricoltura Qualità” valorizza l’iniziativa del produttore, da cui parte la segnalazione di un probabile autoctono nelle sue vigne; campioni dell’esemplare in questione vengono quindi spediti al CRA di Conegliano dove sono effettuate le analisi molecolari e, in caso di esito positivo, l’ARSIAL procede con la schedatura del vitigno e, assieme al CRA di Velletri, effettua una microvinificazione per tre anni consecutivi di 150 kg di uva per verificarne la qualità enologica. Il progetto, a costo zero per le aziende, ha già ottenuto i primi

validi riscontri sul mercato, con bottiglie che riescono ad esser vendute a prezzo superiore rispetto alla media locale. Se gli autoctoni sinora registrati sono collocati prevalentemente nella provincia di Roma, grazie agli studi ivi effettuati già dagli anni Settanta, le indagini di “Agricoltura Qualità” stanno portando alla ribalta Frosinone da dove provengono ben quattro dei cinque nuovi vitigni scoperti, promettendo così di rilanciare i territori più “rurali” dell’enologia laziale. Tra gli altri segnali positivi va menzionata, infine, le reintroduzione nelle ultime due DOCG ottenute, il Frascati Superiore e il Cannellino di Frascati, di vitigni locali quali la Malvasia del Lazio, oltre al divieto di sistemi di allevamento volti alla quantità come il tendone e la pergola e la limitazione della resa a massimo 11 t/ha. Passi questi che da un grande passato paiono indirizzarsi ad una vincente tattica di riqualifica.


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2009

2012

Zona di produzione: Chianti Classico Uvaggio: 90% di Sangiovese ,10% uve complementari Altitudine: 350-400 m s.l.m. Sistema di allevamento: cordone speronato Periodo di vendemmia: fine settembre – metà ottobre Maturazione: 2 anni in botti di rovere da 60Hl Affinamento: oltre 3 mesi in bottiglia Colore: rosso vivo, rubino carico tendente al granato Olfatto: etereo, molto fine, lievemente speziato dove predomina l’aroma della mammola e del giaggiolo con un tenue sentore di rosa e di frutti di sottobosco Gusto: caldo, vellutato con un persistente retrogusto tannico Temperatura di servizio: 18-20˚C Gradazione alcolica: 13,5% vol. Abbinamenti consigliati: carne alla brace e selvaggina

Zona di produzione: Montalcino (SI) Uvaggio: Sangiovese, Cabernet Sauvignon. Altitudine: 490/545 m s.l.m. Sistema di allevamento: intenso Periodo di vendemmia: fine settembre prime settimane di ottobre (secondo maturazione dell’uva) Vinificazione: in rosso, in particolari vinificatori a temperatura controllata, che permettono una lunga macerazione costante delle vinacce con tempi in relazione all’annata Affinamento: barrique 12 mesi + 6 in bottiglia Colore: rosso rubino intenso Olfatto: frutta fresca rossa del sottobosco, ribes, ciliegia Gusto: persistente, tannini morbidi, morbido al palato Temperatura di servizio: °C 18 - 20 Gradazione alcolica: % vol. 14 Abbinamenti consigliati: formaggi stagionati, carni rosse alla griglia, bistecca alla fiorentina

Production area: Chianti Classico Grape variety: 90% di Sangiovese , 10% other varieties Altitude: 350-400 m a.s.l. Training system: spurred cordon Harvest period: end of September – half October Wine-making: 2 years in 60Hl oak barrels Refining: more than 3 months in bottle Colour: bright ruby red tending to garnet Bouquet: ethereal, fine, light spicy, dominant perfume of violet and iris with a light rose and underbrush fruits aroma Taste: warm, velvety, with a persistent tannic aftertaste Serving temperature: 18-20˚C Alcohol: 13,5% by vol. Best with: grilled meat and game

Production area: Montalcino (SI) Grape variety: Sangiovese, Cabernet Sauvignon. Altitude: 490/545 m s.l.m. Training system: intense Harvest period: end of September, first week of October (depending of the ripening of the grapes) Wine-making: red, in particular fermenters at controlled temperature, allowing a long maceration of the marc constant with time depending on the year Refining: barrique 12 months and 6 in bottle Colour: intense ruby red Bouquet: red fresh fruit, underbrush, currant and cherry perfumes Taste: persistent, soft tannins, soft Serving temperature: 18 - 20 °C Alcohol: 14% by vol. Best with: seasoned cheese, grilled red meat, Florentine steak

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Scelti per Voi

Toscana

Sasso di Sole

I Scriani

Brunello di Montalcino Docg

Amarone della Valpolicella Classico, Doc, 2006

2009

2006

Zona di produzione: Montalcino - Toscana Uvaggio: 100 % Sangiovese Altitudine: 280-320 s.l.m. Sistema di allevamento: cordone basso speronato Periodo di vendemmia: ultima settimana di settembre Maturazione: 12 mesi in acciaio e 36 mesi in botte grande di rovere di Slavonia Affinamento: 12 mesi in bottiglia Colore: rosso rubino intenso con riflessi granati Olfatto: intenso, persistente, fine, floreale, fruttato, speziato Gusto: secco, caldo, morbido, abbastanza fresco, tannico, sapido, di corpo equilibrato, intenso, persistente, fine Temperatura di servizio: 18° C Gradazione alcolica: 14 % vol. Abbinamenti consigliati: carni rosse, selvaggina, formaggi stagionati

Zona di produzione: Valpolicella Classica Uvaggio: Corvina 60%, Corvinon 25%, Rondinella 15% Altitudine: 250-400 m s.l.m. Sistema di allevamento: pergola veronese Periodo di vendemmia: terza decade di settembre, raccolta manuale con selezione dei migliori grappoli esposti al sole Vinificazione:surmaturazione naturale in fruttaio per 90-110 gg, poi pigiatura in botti troncoconiche di rovere da 50hl. Fermentazione,con il mosto a contatto con le bucce per 30-40 dì senza aggiunta di lieviti grazie alle uve integre Affinamento:16-18 mesi in barrique, altri 10 in botti di rovere, 6 in bottiglia Colore: colore rosso rubino tendente al granato Olfatto: profumi puliti di frutta e bacche, marmellata e ciliegie sotto spirito Gusto: sapori di vaniglia, spezie, liquirizia e mandorle amare Temperatura di servizio: 18-20° C Gradazione alcolica: 16% vol Abbinamenti consigliati: perfetto con piatti robusti come selvaggina o arrosti, formaggi molto stagionati, ma è anche un ottimo vino da meditazione.

Production area: Montalcino - Toscana Grape variety: 100 % Sangiovese Altitude: 280-320 m a.s.l. Training system: low spurred cordon Harvest period: last week of September Wine-making: 12 months in steel and 36 month in big Slavonia oak barrel Refining: 12 months in bottle Colour: intense ruby red with garnet reflexes Bouquet: intense, persistent, fine, flowery, fruity, spicy Taste: dry, warm, soft, fresh, tannic, sapid, well-balanced body, intense, persistent, fine Serving temperature: 18° C Alcohol: 14 % by vol. Best with: red meat, game, seasoned cheese

Production area: Valpolicella Classica Grape variety: Corvina 60%, Corvinon 25%, Rondinella 15% Altitude: 250-400 m a.s.l. - Training system: Veronese pergola Harvest period: third ten days of September, manual harvest with selection of the best grapes Wine-making: natural over-ripening for 90-110 days, pressing in 50hl oak barrels. Fermentation on the marc for 30-40 days without added yeasts Refining: 16-18 months barrique, other 10 in oak barrels, 6 in bottle Colour: ruby red tending to garnet Bouquet: neat perfuse of fruit and berries, marmalade and cherry preserved in alcohol Taste: vanilla, spices, liquorice and bitter almond Serving temperature: 18-20° C - Alcohol: 16% by vol. Best with: structured dishes such as game, roast meat, seasoned cheese. Excellent also as meditation wine

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Veneto

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Toscana

Country Relais Laticastelli: in collina per un bicchiere di vino di Chiara Martinelli

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aticastelli è un antico borgo medioevale interamente trasformato in Country Relais, dove il rustico toscano è perfettamente coniugato con il comfort e l’accoglienza del luogo. Le stupende trenta suite offrono panorami mozzafiato,chi vi soggiorna è immerso in un’atmosfera rilassante. Non solo bellezza per gli occhi, ma anche piacere per il palato e per le curiosità circostanti. Il calendario eventi 2014 scandisce il tempo trascorso in quest’angolo di mondo senese, con at-

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La struttura apre le porte alle eccellenze locali e inaugura un’enoteca (quasi) tutta toscana tività gradevoli da svolgere in vacanza e interessanti lezioni da apprendere. La novità della stagione è un’enoteca italiana con un una forte connotazione toscana. “L’idea nasce dalla reinterpretazione degli obblighi di legge relativi alla presenza dei bar all’interno degli Hotel” –ci

racconta Giancarlo Iorizzodirettore del Country Relais nei pressidi Rapolano Terme. Considerando la necessità di dover mantenere un punto di ristorno sempre aperto, l’ispirazione alla vera essenza di questa terra è stata illuminante: il vino. Nasce così un piccolo angolo di degustazioni

con circa 100 etichette a disposizione della clientela. Una vera e propria ambasciata del vino all’interno di una struttura ricettiva che oltre a offrire degustazioni con personale qualificato, accompagna l’ospite in visita della cantina, nei luoghi di produzione. La tendenza è quella di dare spazio a piccoli produttori locali rimasti in ombra, rispetto alle etichette ormai consolidate. Lo scopo è quello di fornire a piccolo produttori vinicoli una vetrina internazionale, offerta dalla struttura, fortemente orientata


alla clientela straniera. Così oltre ad eccellenze quali Felsina, Brolio, Fonterutoli e le referenze migliori di Bolgheri, c’è tutto il piacere di far scoprire vigne come quelle di Pacina o Arceno.Per chi arriva in Toscana il vino è un oceano in cui perdersi e avere un “buon amico” che sa consigliare risulta un espediente molto gradito. La figura del “Wine Advisor” oltre che occuparsi di vendita e mescita, organizza percorsi su misura nelle cantine più belle e suggestive della zona. Ogni giorno viene effettuata una degustazione sulle etichette più blasonate del territorio, e negli appuntamenti bisettimanali sono i produttori gli ospiti graditi per dimostrazioni e degustazioni di prodotti locali. In parallelo, è stata attivata la possibilità di acquisto on line, approntando lo stesso servizio per la clientela estera. In questo panorama eno-gastronomico non mancano espedienti golosi come gli assaggi di cioccolato, il mercatino di artigianato locale, le mostre fotografiche, un itinerario di attività che trasforma l’Enoteca Toscana in un vero proprio salotto di intrattenimento. Aggiunge un tocco di piacere a questo idillio, la piccola stagione concertistica allestita nei giardini del relais, connubio tra musica e un buon calice di vino. • Laticastelli Country Relais www.laticastelli.com contact@laticastelli.com 0039 0577 724419

Country Relais Laticastelli: a glass of wine on the hills The estate welcomes the local excellences and opens a wine-bar almost exclusively made in Tuscany Laticastelli is an ancient Tuscan village that has been converted in a Country Relais, where Tuscan country style meet comfort and welcoming. Its wonderful 30 suites offer breathtaking views and a relaxing atmosphere. Beside joy for the eyes, it offers the pleasure of tastes and interesting events. 2014 calendar is rich of occasions that make time in this corner of Tuscany a nice and enjoying experience. The new of this year is a wine-bar that proposes

Italian labels with a peculiar eye on Tuscan specialities. “The idea came reinterpreting the law limitations on bar inside hotels”, says Giancarlo Iorizzo, the manager of the Country Relais near Rapolano Terme. Wishing to have an always open restoration point, he had been inspired by the main product of this area: wine. So he created a little tasting area with 100 labels available for his clients: a true “embassy of wine” in a structure that offers a professional staff who can guide guests’ tasting and tours among local wineries. The aim is to encourage local production living them an international visibility, thanks to the foreign guests that now chooses the hotel. For this reason, beside excellences as Felsina, Brolio, Fonterutoli and the best labels of Bolgheri, the wine-bar proposes niche productions as Pacina or Arceno. Those who come in Tuscany to know our wine can have the impression to meet a too rich production and having a guide is important. The professional figure of the “Wine

Advisor”, beside caring the selling and the tasting, organized ad hoc paths among the most suggestive and charming wineries of the area. Every day the hotel organizes a tasting event dedicated to the most important labels of the territory, and every two weeks it welcomes local producers for tasting and demonstrations. Also, it

is possible to buy on-line the labels proposed by the wine-bar. Other events are also reserved to chocolate tasting, local handicrafts markets, and photographic expositions: a range of activities that make this wine-bar an unmissable meeting point. Last but not least, an added pleasure is the concert season organized in the garden of the realais to combine wine and music. •

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Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

GUSTO IN SCENA

PRESENTI

Venezia, 16 – 18 marzo 2014 Torna l’evento veneziano di Marcello Coronini che, come nella passate edizioni, avrà per fil rouge la “Cucina del Senza”. Abbiamo chiesto al suo ideatore un veloce identikit della manifestazione: “Gusto in Scena propone – dal 2008 - negli stessi giorni tre eventi in contemporanea: il Congresso di Alta Cucina, i Magnifici Vini e Seduzioni di Gola. I visitatori, operatori e gourmet, possono partecipare al congresso, degustare vini o eccellenze gastronomiche all’interno di due diverse sale. In parallelo, la sera si svolge il Fuori di Gusto, un fuori salone che coinvolge il meglio della ristorazione e dell’ospitalità di Venezia, che per qualche giorno si trasforma nella capitale dell’enogastronomia italiana. Durante il Congresso di Alta Cucina ogni chef o pasticcere, in qualità di relatore, presenta la realizzazione di due piatti, perfettamente ripetibili, studiati in funzione del tema proposto: nel 2014 sarà Senza… grassi, senza… sale e dessert senza… zucchero. Lo scopo è quello di dare vita a una nuova cucina che unisca i piaceri della tavola all’attenzione per la salute: la mission ci ha fatto ottenere, per la seconda volta, il patrocinio del Ministero della Salute. Per quanto riguarda invece i Magnifici Vini, la selezione seguirà la conformità territoriale, ovvero per vini di Mare, Montagna Pianura e Collina, brevettata a livello europeo. Accanto a cantine cult italiane e straniere ci saranno aree poco conosciute del territorio e nuovi produttori. Seduzioni di gola mette in scena eccellenze gastronomiche italiane e internazionali. Particolare attenzione, inoltre, sarà dedicata a presentare e valorizzare i prodotti della dieta mediterranea”. Tra i prossimi obiettivi, anche quello di portare la “Cucina del Senza” all’Expo 2015. www.gustoinscena.it

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Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

PROWEIN Dusseldorf (Germania), 23 – 25 marzo 2014 Fiera leader del comparto vino e spirits, il ProWein non abbandona la linea operativa inaugurata lo scorso anno, destinata ad una sempre maggiore crescita della presenza internazionale. Forti dei numeri importanti dell’edizione 2013 – 4.783 espositori e 45 mila visitatori – la manifestazione tedesca si appresta a festeggiare il suo ventesimo anniversario. L’area di degustazione centrale, organizzata in collaborazione con la rivista “Weinwirtschaft”, avrà come motto “Premium Wines – Best Quality, Best Price”; la FIZZZ Lounge, invece, come da copione sarà dedicata alla presentazione e assaggio di nuove tendenze in fatto di drink. Il carattere internazionale della kermesse si esprime nell’incoming ma anche nelle aziende espositrici: sono 50 i Paesi aderenti e già da tempo le postazioni sono sold out. Fra i nuovi arrivati di questa edizione tro-

PRESENTI

viamo ad esempio il Giappone, in veste di produttore vitivinicolo: già negli scorsi anni c’era un’area denominata “Taste of Japan”, ma i prodotti erano Sake e Umeshu. Da quest’anno invece arrivano vini da uve Koshu, un’antica varietà conosciuta come l’uva nazionale giapponese. Il database delle aziende espositrici è disponibile online, al sito del ProWein, e quotidianamente aggiornato: uno strumento fondamentale, messo online per libera consultazione da parte dell’organizzazione, affinché sia possibile pianificare incontri e sfruttare a pieno le occasioni di business. Un occhio di riguardo va anche al comparto organic (biologico): sarà destinato a questo tipo di produzioni la hall 7.1. E poi da non dimenticare i vari appuntamenti fuori salone, che coinvolgeranno la città di Dusseldorf per i tre giorni di fiera.

www.prowein.com

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Food&Beveragenda

OLIO CAPITALE Trieste, 7 – 10 marzo 2014

di Claudia Cataldo

PRESENTI

Olio Capitale è il salone dedicato all’extra vergine di oliva. La location è ancora la suggestiva Stazione Marittima di Trieste. Grande attenzione va alle vendite sui mercati esteri: ne è testimonianza la partnership con l’Italian Olive Oil Day di Tokyo. www.oliocapitale.it

TASTE Firenze, 8 – 10 marzo 2014

Come al solito, Vinitaly, ma anche Sol&Agrifood ed Enolitech. Cambia la numerazione di alcuni padiglioni, anche per organizzare meglio la presenza degli espositori esteri, riuniti nell’area VinInternational, un nuovo spazio dedicato a degustazioni e incontri fra operatori. Dall’accordo fra Verona Fiere e FederBio nasce Vinitalybio (all’interno del pad. 11), un progetto pensato per valorizzare la produzione bio, ufficialmente riconosciuta a livello europeo dal primo agosto dello scorso anno. Oltre agli stand, nell’area dedicata sarà allestita anche un’enoteca che metterà in degustazione tutti i vini biologici presenti a Vinitaly, allargando la possibilità di partecipazione a quelle aziende espositrici che oltre ai vini prodotti con metodi convenzionali propongono una linea bio. www.vinitaly.it

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Verona, 6 – 9 aprile 2014

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TIPICITÀ Fermo, 15 – 17 marzo 2014 Ventiduesima edizione del Festival dedicato alle eccellenze marchigiane, in un intrigante viaggio fra prelibatezze gastronomiche e percorsi enoturistici. www.tipicita.it

Nel mondo: Cellar Door Wine Festival Adelaide, 14 – 16 febbraio 2014

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Weinmesse Berlin Berlino, 21 – 23 febbraio 2014 Wine&Spirits Asia Singapore, 8 – 11 aprile 2014 VERONA 6-9 APRILE

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di Cristiano Magi

Cina, come sarà il 2014?

Molte iniziative e grande attenzione per il gigante asiatico

È

iniziato un nuovo anno ma l'attenzione verso la Cina non è cambiata e l'interesse degli esportatori o di chi vorrebbe diventarlo è ancora rivolto a Est. Quali sono le novità? Il 2014 porta un'intensificazione delle attività fieristiche organizzate dagli operatori internazionali, dopo alcune voci di abbandono circolate nei mesi passati. Per l'Italia in prima linea c'è Verona Fiere, attraverso Vinitaly International. Nel novembre 2013 ha partecipato all'Hong Kong International Wine and Spirits Fair con risultati incoraggianti, utilizzando in quella occasione lo stile di vita italiano e il binomio cucina e moda per introdurre il vino al momento dell'aperitivo, legandolo così all'idea di dolce vita, ancora valida e fruttuosa sui mercati internazionali. La partecipazione delle aziende italiane è stata alta: 165, qualcuna in più della Francia, anche se le nostre imprese sono ancora indietro come valore rispetto ai primi della classe. Vinitaly International sarà ancora presente, dal 24 al 27 marzo 2014, stavolta a Chengdu, per replicare in piccolo quello che è stato fatto alla fiera di Hong Kong. Ovviamente l'Italia non è il solo paese interessato al mercato fieristico cinese: c'è infatti l'annuncio dello sbarco in Cina di Anuga, con una specifica edizione dell'imponente fiera del cibo e dei servizi collegati all'alimentazione. Anuga – legata alla Fiera di Colonia – organizza infatti il World of Food Beijing, in programma dal 26 al 28 novembre 2014, con il coinvolgimento della Camera di Commercio della Cina e la partecipazione dell'associazione degli imprenditori cinesi del food & wine riconosciuti dal ministero del commercio estero cinese. La competizione tra operatori fieristici interna-

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zionali dovrebbe portare vantaggi ai produttori che sapranno scegliere e cogliere le opportunità di un'offerta che sta crescendo e si sta diversificando. Le indicazioni sulle tendenze del mercato ricavate da dati e sensazioni degli operatori sembrano promettenti per chi investe su qualità e unicità: tra gennaio e agosto 2013 gli spumanti italiani – ancora di nicchia - hanno fatto molto bene e le esportazioni sono cresciute dell'80% rispetto all'anno precedente, con un fatturato aumentato del 120%. Per i vini italiani di basso costo è invece quasi impossibile fare concorrenza a australiani e cileni. Anche per i vini di fascia medio-alta il volume è calato, ma è aumentato il fatturato di circa l'8%, ed è una buona notizia. I vini di lusso reggono bene e molti operatori pensano che possano crescere ancora in valore con una adeguata promozione. La Cina rimane un paese complicato dove i grandi distributori sono pochi e difficili da raggiungere: Torres, Summergate, Asc Fine Winers, Emw. Poi ci sono i distributori locali da conoscere e dei quali potersi fidare, le città da scegliere, la promozione da organizzare: molte insidie, soprattutto per i piccoli. Stare insieme, mantenendo la propria specificità, è già per molti produttori una via utile per sfruttare al meglio le caratteristiche distintive del Made in Italy - con tanti straordinari vini tutti diversi tra loro - mitigando i rischi legati alla piccola dimensione delle aziende. Dallo scambio e dal dialogo con altri produttori possono inoltre nascere idee innovative e nuove opportunità. La stessa idea di unione delle diversità sotto un'unica bandiera è portata avanti nella grande distribuzione da Eataly, intenzionata a entrare nel mercato cinese anche se non nell'immediato futuro. •


PELLICOLE DI GUSTO ( di Lorenzo Bianciardi - lorenzo@igrandivini.com )

Io sono l’amore, galeotto fu il gambero…

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ennaio e febbraio, mesi invernali che ben si conciliano con un film dai sentimenti “glaciali”. Cornice speciale: una Milano coperta sotto un bel manto di neve. Stiamo parlando di Io sono l’amore (2009) di Luca Guadagnino, storia di una famiglia alto borghese lombarda, tutta incentrata sul gusto. «Da quando ho assaggiato il suo cibo, mi sono innamorato di lui» confessa ad inizio film Edoardo alla madre Emma (la bravissima Tilda Swinton), davanti al nuovo amico Antonio (l’attore Gabbriellini). La vita nella villa scorre fredda e monotona, fino all’arrivo dell’esuberante chef, che sconvolge la quiete apparente della famiglia. Fin dal suo

ingresso in scena, infatti, lo vediamo presentarsi con una delle sue torte capolavoro in mano, per poi entrare presto a far parte dello staff in cucina, a suon di piatti deliziosi. Come l’uovo marinato, l’insalata russa caramellata, o le verdure coltivate nella campagna attorno a San Remo, cucinate ed impiattate con maestria dal consulente gastronomico del film, lo chef Carlo Cracco, che ha creato con le proprie mani tutti i piatti che vediamo sul grande schermo, alter ego “reale” del personaggio di Antonio. Indimenticabile la sua invenzione “melanzane e sambuco”, che viene preparato per l’amico Edoardo, nella quiete dei colli liguri. Solo se ci concentriamo sui sapori del film si possono cogliere le sfumature

più originali di Io sono l’amore. Perché le tavole imbandite e i pasti rappresentati con dovizia di particolari non sono solo “decorativi”, ma fanno parte integrante della narrazione. Ecco che i gamberi di Santa Margherita, serviti con caponata di verdure in salsa agrodolce, saranno la scintilla che farà innamorare Emma del giovane chef. Seduzione che si “consuma”, è proprio il caso di dirlo, a tavola, quando il tripudio di colori rossi dei gamberi, accompagnati da un vino Riesling Altenberg de Bergheim del 1995, cambieranno d’improvviso i tratti rigidi del viso di Emma in espressioni rilassate, cariche di piacere e sensualità. Un film denso di dettagli, di suggestioni visive e gustative, dove anche

le parole assumono la forma di un triste presagio: «felice non si dice perché è una parola che immalinconisce», confessa infatti ad Edoardo la sorella Elisabetta. Nel finale sarà ancora il cibo a farla da padrone: sarà una zuppa di pesce a condurre la storia verso un esito inaspettato. Emma, che proviene dalla Russia, ama cucinare un piatto tipico quando ha nostalgia della sua terra: quella zuppa “Ukha” che sarà riproposta nell’ultima cena anche dallo chef Antonio, e che finirà per “tradire” i due amanti segreti. Un epilogo amaro, se è vero che la ritroveremo nei piatti anche il giorno successivo, tristemente abbandonata nelle scodelle, fredda e mai consumata…

Il vino ufficiale è brasiliano e nel paese cresce l’attesa

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lavoro locale per l’affermazione di un prodotto ancora di nicchia sul quale i produttori storici hanno molto da dire dovrebbe in realtà favorire anche quest’ultimi. Analisi corretta, sempre a patto che le barriere di entrata nel mercato non siano così alte come quelle di adesso. Sono infatti le imposte sui prodotti importati – e non lo scarso interesse – a rallentare lo sviluppo delle esportazioni verso il Brasile e a rendere le cifre non così esaltanti come potrebbero essere. Anche la FIFA si è accorta del vino brasiliano e, impressionata dall’interesse che gli operatori del paese sono riusciti a generare, ha scelto il vino ufficiale dei prossimi mondiali di calcio, prodotto proprio da un’azienda del paese sudamericano. Ad aggiudicarsi i diritti di sfruttamento del marchio della coppa è stato infatti Lidio Carraro, un brasiliano di origine italiana con vigneti nel sud del paese, nella Serra Gaúcha, discendente di una famiglia originaria di Breganze, in Veneto, arrivata nel paese nel 1875. Il nome del vino,

in realtà una serie di vini, è FACES, facce, una produzione fatta appositamente per i mondiali per sottolineare le diversità culturali e territoriali del Brasile. Nel rosso ci sono 11 uve provenienti da differenti aree della regione di Rio Grande do Sul, numero simbolico a rappresentare i giocatori in campo: Merlot, Cabernet Sauvignon, Teroldego, Touriga Nacional, Tempranillo, Pinot Grigio, Tannat, Nebbiolo, Alicante, Ancellotta, Malbec. Nel bianco troviamo invece Moscato, Riesling Italico e Chardonnay. Al di là del valore e della qualità di questi specifici vini – che comunque hanno ricevuto apprezzamenti – è chiaro che l’immagine del Brasile come produttore ne uscirà rafforzata, sia sul mercato interno che estero. Un fatto è certo, il consumo di vino in Brasile non rallenta: viene servito ormai non solo in occasioni speciali o festività, ma durante tutto l’anno, ed è costantemente cresciuto negli ultimi dieci anni. Rimaniamo in attenta osservazione.

( di Cristiano Magi )

l 2014 è l’anno dei mondiali in Brasile. Sarà anche quello dell’affermazione definitiva del vino nel paese? Si parla spesso delle prospettive del mercato in Brasile e nei paesi BRICS – e questa rubrica ne è una prova - ma tra gli operatori c’è effettivamente ancora molta cautela. Le possibilità di sviluppo ci sono, questo è evidente, ma sono presenti anche problemi da superare e per adesso a tirare davvero, tranne il caso della Russia, sono altri paesi, spesso riferimenti tradizionali del mercato italiano: Stati Uniti, Canada, Germania, Giappone. Le aziende vinicole brasiliane sono in prima linea per la difesa e la promozione dei propri prodotti e fanno numerosi sforzi per migliorare la qualità e diffondere sempre di più la cultura del vino in un paese abituato a bere principalmente birra e altri alcolici nazionali, soprattutto cachaça. Dal punto di vista di paesi come Francia e Italia questo attivismo dei concorrenti locali può essere interpretato come una minaccia, anche se un

Il vino nel Bric

Brasile 2014, mondiale e vino

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NewsBio & Green di Marina Ciancaglini

Vini di Vignaioli in progress I tanti movimenti dei vini naturali continuano a crescere. Ma il problema della mancanza di un disciplinare continua a essere un limite

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opo dodici edizioni a Fornovo di Taro (Parma) e delle nuove date anche a Milano (8-9 marzo) e a Roma (1 e 2 marzo), il movimento di Vini di Vignaioli si conferma compatto e in crescita. Con l’ideatrice della manifestazione, l’italo-francese Marie Christine Marzani, una pioniera del movimento dei vini naturali, parliamo di questo fenomeno e di come è evoluto negli anni. Quest’anno si è deciso di andare a toccare anche altre due importanti città come Milano e Roma. Sono previste anche altre date? “Per ora no, l’obiettivo è di ampliare il pubblico ma non il numero di produttori presenti. Il cuore della manifestazione rimane Fornovo di Taro con circa 120 produttori presenti, mentre nelle altre due date ci saranno una cinquantina di produttori”. Cosa è cambiato dalla prima edizione? “All’inizio ero stata presa per una pazza, una Francese che fa una manifestazione di vini naturali, per lo più d’Oltralpe! Adesso i produttori sono in larga parte italiani , anche se rimane una buona presenza di vini francesi, ed è cresciuta sensibilmente anche la cultura verso questi tipo di vini”. Quali sono le differenze tra l’Italia e la Francia?

“In Francia siamo semplicemente partiti prima, ci sono diverse associazioni. Ciò non toglie che anche lì ci siano problemi legati alla non esistenza di un disciplinare per il termine “naturali”. Casi come l’Enoteca Bulzoni di Roma, che si è vista multata per avere uno scaffale dedicato a questi vini, succedono anche in Francia”. Quindi riuscire ad ottenere un disciplinare ad hoc potrebbe essere una soluzione? “Sicuramente. Adesso per tutti quei vini che non hanno una certificazione bio per vari motivi ma che spesso hanno un autocertificazione molto più severa, il consumatore deve andare sulla fiducia. In realtà ci sono già stati stati degli incontri per ipotizzare un disciplinare per l’etichettatura ma la strada è ancora lunga”. Cosa ne pensa di VinitalyBio, la novità dell’edizione 2014? “Credo che abbiano trovato una strada in parte già aperta. Vivit, dedicato ai vignaioli artigianali, che il primo anno ha avuto uno spazio molto sacrificato, è stato un lavoro che comunque Veronafiere non dovrebbe accantonare”. www.vinidivignaioli.com

La Fivi chiede l’Ufficio centrale etichette La Fivi (Fedeazione Italiana Vignaioli Indipendenti) ha lanciato, ad apertura del 2014, una proposta al Ministro delle Politiche Agricole, Nunzia de Girolamo, per ottenere un Ufficio, gestito a livello centrale, regionale o presso gli enti di certificazione, che certifichi e autorizzi le etichette prima che vengano messe in stampa, come avviene già in altri Paesi. Questo al fine di snellire la burocrazia e di prevenire eventuali sanzioni derivate dalla non conformità in materia di etichettatura, che si presenta assai complessa.

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Bollicine News di Giovanni Pellicci

Nel 2013 distribuite oltre 300 milioni di bottiglie, in calo dell1,5% rispetto al 2012, per un giro di affari da 4,3 miliardi di euro

Tiene anche l’export dello Champagne Secondo le stime del Comité Champagne, l’ente semipubblico che riunisce tutte le maison e tutti i vigneron dell’omonima regione, nel 2013 sono state spedite 304 milioni di bottiglie con un lieve calo dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Un risultato soddisfacente nel difficile contesto economico che caratterizza i principali mercati europei. Il mese di dicembre, che rappresenta circa il 15% delle spedizioni annuali, ha compensato in parte il calo dei volumi del periodo precedente totalizzando quasi 42 milioni di bottiglie, ossia l’8% in più rispetto a dicembre 2012. Nel dettaglio le spedizioni di Champagne verso la Francia subiscono un calo del 2,3% (167 milioni di bottiglie), del 3,4% verso l’Unione europea (74 milioni di bottiglie) e continuano la loro crescita nel resto del mondo con un incremento del 3,2% pari a 63 milioni di bottiglie. Il giro d’affari della filiera raggiunge i 4,3 miliardi di euro e rappresenta la quinta migliore perfor-

mance nella storia dello Champagne. Il livello delle spedizioni di Champagne nel 2013 è in linea con gli obiettivi fissati dall’interprofessione Champenoise in occasione della vendemmia. Quest’ultima ha effettivamente prodotto l’equivalente di 304 milioni di bottiglie e conferma la sua eccellente qualità. I principali mercati all’export hanno battuto il record dell’anno precedente e rappresentano ormai più del 20% a volume e più del 25% a valore. Vigneron e Maison della Champagne sono soddisfatti di questa tendenza. Intanto il Ministero della Cultura francese ha deciso di proporre la candidatura del dossier “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne” a Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Entro il 2014 il dossier sarà valutato dal Consiglio Internazionale sui monumenti e i siti. Il Comitato Unesco si pronuncerà sull’iscrizione della Champagne a Patrimonio mondiale durante la riunione annuale che si svolgerà nell’estate 2015.

Bollicine da record Con la crisi sono le bollicine a reggere meglio l’urto. Lo si sapeva già ma confermarsi è anche più difficile. Sono i dati diffusi dall’Ovse, guidato da Giampietro Comolli, a confermarlo. Le stime sui consumi mondiali di bollicine italiane nel 2013 parlano infatti di un giro d’affari da 2,4 miliardi di euro con quasi 300 milioni di bottiglie made in Italy stappate a fronte di una produzione di 429 milioni. Molto bene il mercato europeo (specie Uk e nord Europa, peggio

in Germania e Francia con cali anche robusti) ma dati positivi si registrano anche in Asia (seppur con la frenata del Giappone), centro e sud America (con gli Usa primo mercato assoluto) e Medio Oriente. Nel dettaglio la migliore performance in assoluto è quella del Prosecco Doc e Docg: il 62% delle bottiglie stappate infatti arriva da queste denominazioni. Bene anche per l’Asti Docg. Sul fronte interno, invece, le notizie sono meno positive con cali significativi. Il totale delle bottiglie stappate è intorno ai 145 milioni, di cui 20 di metodo tradizionale, 120 di metodo italiano e 5,6 straniere. Il calo dei consumi è del 3,6% rispetto al 2012 con significative perdite soprattutto per lo Champagne (-16%), metodo tradizionale italiano (-9%) e per i generici (-7%).

Nel 2013 stappate 300 milioni di bottiglie made in Italy nel mondo: +8% in volume e +13% in valore

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Distillati & Co

Per le distillerie lottare contro la crisi è sempre più dura

di Giovanni Pellicci

Nasce la guida Trentino Grappa Le 28 distillerie che compongono l’Istituto Grappa del Trentino protagoniste di una nuova pubblicazione

Anno nuovo, veste nuova. L’Istituto di Tutela Grappa del Trentino riparte con la promozione in Italia e all’estero e presenta una guida per scoprire le distillerie associate all’interno del territorio. Trentino Grappa, questo il titolo del nuovo strumento informativo che l’Istituto di Tutela della Grappa del Trentino ha ideato per accompagnare il turista in una nuova forma di viaggio alla scoperta del distillato italiano per eccellenza, la grappa. Una pubblicazione che raccoglie le aziende socie spiegandone i prodotti in altrettante schede. Si potrebbe definire una sorta di “strada della grappa” che grazie alla mappa allegata alla guida porterà il visitatore alla scoperta delle 28 distillerie sparse per le varie valli della Provincia di Trento. Nella parte introduttiva della guida anche un breve vademecum su come approcciarsi alla degustazione delle grappe del Trentino, quali scegliere, come abbinarle e una curiosa parte dedicata all’uso della grappa in cucina, non solo per preparare sfiziose ricette, ma anche per proporre abbinamenti a piatti dolci e salati, rigorosamente della tradizione locale. Non finisce qui l’impegno dell’Istituto che nel frattempo ha rilanciato anche l’immagine del sito istituzionale (www.grappatrentinadoc.it) rinnovando la veste grafica e rendendolo compatibile con le nuove tecnologie. Un buon modo per indirizzare al meglio i nuovi consumatori che sono, secondo una recente indagine, sempre più giovani e soprattutto appartenenti al gentil sesso.

Le imprese della distillazione resistono alla crisi, ma è sempre più dura. Secondo l’Osservatorio congiunturale AssoDistil relativo al terzo trimestre 2013, realizzato da Format, la percezione che hanno le aziende del settore dell’economia italiana, pur essendo migliore di quella di altri comparti, è decisamente peggiorata. Quasi la metà delle aziende pensa che la difficile situazione economica rimarrà invariata anche agli inizi del 2014. A farsi sentire, anche nel settore della distillazione, è il calo dei consumi. Il mercato di sbocco prevalente delle industrie del settore dei distillati, infatti, resta in gran parte quello domestico (circa il 40% del fatturato è addirittura locale). Al contrario, è l’export a fornire qualche motivo di soddisfazione: bene il Nord America e l’Est Europeo non UE. A trainare le esportazioni sono la grappa e il brandy, acquaviti italiana per eccellenza. Il vero punto dolente è il fronte occupazionale. Nel terzo trimestre del 2013, oltre il 40% delle aziende del settore ha tagliato posti di lavoro, con la prospettiva di ulteriori riduzioni del personale. Nel corso del terzo trimestre del 2013, inoltre, non si è fermata la stretta creditizia, che non allenta la propria morsa. “La passione dei distillatori e la tradizione storica di cui sono portatori questi imprenditori, ha molto contribuito alla loro capacità di reazione – sottolinea Antonio Emaldi, Presidente di Assodistil –. Ma, in concomitanza con l’aumento delle accise sull’alcol, le imprese danno segni di una sofferenza irreversibile. Auspichiamo che le Istituzioni ed il governo possano avviare una riflessione che porti ad un ripensamento sull’ennesimo insostenibile aumento delle accise, previsto nel 2015”.

Il quadro congiunturale di Assodistil: bene l’export ma calano i consumi e preoccupa il forte calo occupazionale

Se Google investe nell’agroalimentare made in Italy

Si chiama “Eccellenze in digitale” il nuovo progetto sviluppato da Google, insieme al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e a Unioncamere, per valorizzare le produzioni artigianali e agroalimentari made in Italy. Si tratta di una piattaforma digitale (google.it/madeinitaly.una <http://google.it/madeinitaly.una> ) che offre una galleria virtuale di alcuni tra i più famosi prodotti italiani, con storia, immagini e contatti. Primo progetto simile al mondo, quello di Google può rappresentare un incredibile volano per i nostri prodotti di alta qualità anche nella lotta contro la contraffazione. Basti pensare che l’Italian sounding sottrae al nostro Paese la bellezza di 60 miliardi all’anno. Scorrendo la galleria si possono trovare il Parmigiano Reggiano, il Chianti Classico, il pane di Altamura e altri 100 fiori all’occhiello del nostro artigianato. Il progetto dell’agroalimentare 2.0 potrebbe ulteriormente decollare arrivando a prevedere un adeguato spazio dedicato all’e-commerce. Potrebbe essere una chiave di volta per risolvere uno degli atavici problemi italiani: la carenza della banda larga per la connettività crea infatti un quaE’ partito “Eccellenze in dro molto arretrato di digitalizzazione delle aziende visto che solo il digitale” il progetto per 34% delle pmi ha un proprio sito internet e solo il 13% lo utilizza un agroalimentare 2.0 per fare e-commerce.

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ExtravergineNews

L’EVENTO

di Giovanni Pellicci

Degustazioni e abbinamenti a Extra Lucca La seconda edizione della rassegna dedicata ai migliori extravergine d’Italia è di scena a Villa Bottini il 15 e 16 febbraio

NORMATIVA

Nuove norme, più garanzie per la filiera e i consumatori Dal 1° marzo 2014 saranno in vigore gli indicatori di qualità “etil esteri”. Prosegue il lavoro per l’ “anti-rabbocco” negli esercizi pubblici Con il 2014 sono entrate in vigore numerose novità legislative nel mondo dell’olio a favore della filiera e dei consumatori. Dal 1° gennaio sono realtà le misure attuative di recepimento delle disposizioni comunitarie, attraverso le quali si può rintracciare tutto l’olio di origine italiano. Una novità molto importante per prevenire e ostacolare i fenomeni fraudolenti che colpiscono il settore. Dal 1° marzo 2014 entreranno inoltre in vigore nuovi indicatori di qualità, noti come ‘etil esteri’, con parametri gradualmente più restrittivi rispetto a quelli varati alcuni anni fa e che raggiungeranno dopo il 2015 valori massimi di 30 mg/kg. “Siamo riusciti a raggiungere obiettivi fondamentali per l’olio d’oliva e per gli stessi consumatori – ha commentato il Ministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo - Con i recenti regolamenti, approvati dalla Commissione europea e fortemente sostenuti dal nostro Paese, saranno infatti in vigore nuove disposizioni in materia di controlli e di commercializzazione che consentono una maggiore tutela della qualità degli oli di oliva e una corretta informazione ai consumatori. Un risultato ottenuto grazie al lavoro di squadra che abbiamo portato avanti insieme per difendere uno dei simboli più rappresentativi del made in Italy. A fine 2014 saranno operative anche le nuove regole in materia di etichettatura degli oli, fondamentali per fornire informazioni adeguate ai consumatori, soprattutto per quanto riguarda le dimensioni dei caratteri e l’indicazione dell’origine, che dovrà essere posta nel campo visivo principale”. “Ora dobbiamo proseguire – ha concluso il Ministro - nella direzione intrapresa e concentrarci su altri obiettivi importanti. In particolare, intendo fare in modo che anche in Italia ci sia un provvedimento che vieta il cosiddetto rabbocco negli esercizi pubblici. Questa norma è necessaria non solo per tutelare i consumatori, ma anche i produttori che grazie al loro lavoro prezioso realizzano uno dei nostri prodotti più noti e apprezzati”. La Commissione europea ha infatti concesso ai Paesi membri, dopo un iter complicato, la possibilità di legiferare in materia.

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Torna Extra Lucca, il salotto di due giorni dove incontrare di persona oltre 50 produttori italiani di olio extravergine di grande qualità, selezionati dal Maestro d’olio Fausto Borella. Le sale affrescate della cinquecentesca Villa Bottini, nel cuore di Lucca, saranno il palcoscenico di questa seconda edizione. Accanto alle degustazioni dei migliori oli di fresca frangitura provenienti da tutta Italia e abbinati in modo corretto agli alimenti, si terranno incontri tra grandi cuochi e personaggi di diversi ambiti. E poi dibattiti sull’olio Extravergine di oliva, confronti e approfondimenti sugli scenari mondiali di questo alimento centrale nella dieta mediterranea. Sabato 15 febbraio alle 20, nell’Auditorium San Francesco, sarà presentato Terred’Olio 2014, il libroguida curato da Fausto Borella ed edito da Cinquesensi e saranno assegnati il riconoscimento Luigi Veronelli, l’Extra Chef, premio attribuito a un’azienda di Terred’olio scelta dagli chef dello scorso anno, il riconoscimento Sauro Brunicardi, conferito al ristoratore che ha dato maggior risalto all’olio di qualità nel suo ristorante e infine le Corone Maestrod’olio, assegnate alle etichette che in questa annata, grazie alla cura e alla sapienza dei produttori, hanno saputo interpretare al meglio i territori che li generano. EXTRA LUCCA 2014 15 e 16 febbraio 2014 Dalle ore 11 alle ore 19 Villa Bottini - Lucca

Il New York Times attacca il nostro olio Secondo il quotidiano Usa 7 bottiglie su 10 made in Italy sono contraffatte Pesante attacco all’extravergine made in Italy da parte dell’autorevole quotidiano “New York Times” che ha dedicato un articolo intitolato “Extra Virgin Suicide” con 15 vignette ai presunti veleni contenuti nell’olio italiano. Secondo il giornale Usa 7 bottiglie su 10 che arrivano nel paese a stelle e strisce sono contraffatte a causa dei taroccamenti effettuati al porto di Napoli con olio di bassa qualità prodotto nei paesi del Mediterraneo. Immediate reazioni italiane, su tutte quelle di Coldiretti che denuncia il danno di immagine mondiale ma ammette ciò che si potrebbe migliorare per tutelare chi lavora in regola e produce grande qualità. Anche come si legge affianco c’è però ancora molto da fare per la tutela dell’extravergine: nel febbraio di un anno fa è stata approvata la cosiddetta legge “salva olio” che contiene misure di repressione e contrasto alle frodi ma la normativa è scarsamente applicata. Inoltre tanto resta da fare per ripensare ciò che viene scritto in etichetta.


L’AGRICOLTURA, DOMANI.

111th International Agricultural Technologies Show

In collaborazione con

Organizzato da

Verona 6-7-8-9 Febbraio 2014 fieragricola.it

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A tutta Birra di Chiara Martinelli

iNEWS

All’inizio fu l’iBrewer Da necessità a virtù: anche il mondo della birra richiede un’applicazione high tech E’ Giulio Mollica l’inventore delle App nostrane sulla birra. Giovane ingegnere di 27 anni con la passione per la degustazione e la birra artigianale, va oltre i confini del suo ruolo di project manager per il comparto IT e si getta nello studio della programmazione su piattaforma IOS. L’ambizione, la curiosità e la sperimentazione, lo spingono a pensare uno strumento pratico, che lo possa sostenere nella realizzazione della sua bionda preferita. In soli 4 mesi nasce iBrewer: l’unica applicazione italiana dedicata all’esecuzione della birra fatta in casa. E’ un’assistente che guida il birraio anche durante la fase di produzione. “Una funzionalità che la rende unica al mondo – racconta Giulio – confermata anche da una media mensile mediamente alta di download”. Il passo successivo è un perfezionamento che incontra le esigenze di un pubblico meno professionale e poco specializzato. “Col passare del tempo mi sono reso conto come iBrewer fosse un’applicazione solamente per addetti ai lavori e poco fruibile da chiunque avesse un interesse, seppur vago, per la produzione di birra”. Da questa riflessione nasce il secondo progetto: iBrewer Free, l’applicazione completamente gratuita con lo scopo di avvicinare i meno esperti alla birra fai da te. Un supporto ancor più dettagliato spiega i punti chiave per la riuscita della “ricetta base”. Gli ultimi mesi del 2013 sono una vera e propria fucina di idee, poi concretizzate in un kit per la degustazione, non solo per birra ma anche per vino e olio. Dal progetto prendono forma Degusta Vino, Degusta Birra e Degusta Olio corredate da un’apposita scheda di degustazione professionale. Il successo è confermato da una risposta positiva in generale, specialmente per il vino con circa 3.000 app scaricate al giorno. Il lavoro di Giulio sta proseguendo sulla scia di una motivazione confortata da risultati importanti e in parte anche inaspettati: uno dei brillanti cervelli da trattenere in Italia.

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NUOVE AVVENTURE

Birrificio La Diana: un buon esempio di start up A Siena 8 ragazzi inaugurano un locale e un nuovo modello imprenditoriale Suscita entusiasmo il progetto de La Diana, sia per com’è nato, sia per l’iniezione di fiducia che rischia di essere benevolmente contagiosa nel quadro occupazionale attuale. L’idea risale a un paio di anni fa. All’inizio sono i tre ragazzi del gruppo che vogliono presentarla all’interno del bando “Terre di Siena Creativa”. L’impatto è positivo, il progetto si rivela vincente ed è premiato con un primo finanziamento a fondo perduto dalla Provincia. Durante il percorso, nella ricerca di fornitori locali, il piccolo nucleo cresce: altre quattro risorse entrano in gioco apportando le proprie competenze ed esperienze lavorative. Non è tutto oro quello che luccica. “Le difficoltà ci sono – spiega Costanza Bellini, laurea in economia, anima rosa del team, che si occupa di comunicazione d’impresa - il contributo iniziale è stato fondamentale per far decollare il progetto ma la giungla delle banche non si è rivelata una passeggiata”. Tra autofinanziamenti e garanzie provenienti dal credito agricolo, finalmente vengono alla luce le due prime creature: una golden ale, di nome Beatrice e l’american pale ale battezzata La Pia. “Abbiamo optato per un prodotto fresco e bevibile – aggiunge Costanza - lasciando spazio alle sperimentazioni in un secondo momento”. La stessa filosofia è nel format del locale, arredato con materiali di recupero. Tutto rispecchia la spontaneità e la genuinità dell’approccio imprenditoriale del gruppo. L’immediata aspirazione per questi nuovi imprenditori, è quella di fare un prodotto apprezzato, di avvicinare il territorio al mondo poco esplorato della birra, offrire un collante di aggregazione e di convivialità unanime. Nei piani futuri c’è tutta l’intenzione di implementare la gamma, sfruttando le materie prime offerte dal territorio, non solo per la birra, ma anche per pasta e distillati, tutti made in La Diana.

CURIOSITA’

Snake Venom vs Whale Beer Chi sorprende chi.. Sfida a base di ingredienti inverosimili per le tradizioni brassicole di Islanda e di Scozia. Tra gradazioni alcoliche al top e birre protal, il primo incontro è un trionfante pareggio per le migliori e più accattivanti notizie degli ultimi 6 mesi. Dapprima irrompe sulla scena l’esplosiva Snake Venom, mentre alla festa pagana del dio Thor, fa la sua comparsa la bionda del produttore islandese Stedjar. La prima è un vero e proprio vulcano della potenza di 67,5% di alcool, l’altra è la birra al cetaceo, uno scandalo per gli animalisti. Si aggiudica il primato in percentuale alcolica la birra al veleno che supera addirittura la vodka e non guarda in faccia la linea con 2.025 calorie e 80 dollari a bottiglia. Superproteica la vichinga del mammifero in estinzione, a bassissimo contenuto di grassi, ricavata dalla farina di balena, è un’inebriante pozione a vantaggio della silhouette. La critica rimanere in bilico: strategie di vendita geniali o qualità intrinseche apprezzabili di ciascuna? Non resta che degustare.

l’appuntamento Quando: Domenica 9 marzo 2014 Dove: Birrificio 26 Nero (SI) Evento: Cotta a porte aperte. Info su: www.birrificio26nero.it


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Appunti di Viaggio di Irene Graziotto foto di Stefania Abbattista

Le Marche?

Un marchio di qualità

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e le Marche sono certamente la terra del Verdicchio, uno dei migliori e pluripremiati bianchi d’Italia e fra i pochi adatti ad invecchiare, esse possiedono un alter ego rosso e spumantizzato che subisce ben tre fermentazioni: la Vernaccia di Serrapetrona. Seguendo l’ordine di servizio, partiamo dall’autoctono bianco. Per intuirne i molteplici esiti che sa regalare se vinificato in purezza nella zona dei Castelli di Jesi, basta confrontare le declinazioni

Scorcio enologico sugli autoctoni Verdicchio e Vernaccia di Serrapetrona realizzate da Casalfarneto, moderna cantina dall’architettura ecocompatibile: il Grancasale 2010 – un esemplare tradizionale dal naso agrumato e bocca fresca

e acidula con finale ammandorlato – il Crisio 2010 – fiori bianchi ed erbe aromatiche, spiccata freschezza e notevole persistenza, ottenute grazie alla triplice vendemmia anticipata, a maturazione e tardiva – e il Cimaio 2009 da uve interamente botritizzate, che gli conferiscono morbidezza e una distinta sapidità con sentori di vaniglia e miele. Belisario appartiene invece all’altra grande genìa del Verdicchio, quella di Matelica, contraddistinta dalla nota minerale e sapida, ben

     

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espressa dal Meridia 2010, e dal tocco floreale che emerge deciso nel Cambrugiano 2010, prodotto con la criomacerazione in grado di preservarne il forte corredo aromatico. Unico più che raro è Melitites, una bevanda opulenta a base di mosto di Verdicchio e miele di Melata, realizzata a partire dalla descrizione fattane da Plinio il Vecchio. Per scoprire la Vernaccia di Serrapetrona conviene invece approfittare di “Appassimenti Aperti” quando nei fruttai sono appesi i grappoli, almeno il 40% del raccolto che appassirà e verrà pigiato a metà gennaio per essere poi aggiunto a fine mese al vino base realizzato in autunno, avviando così la terza fermentazione naturale. La produzione, che si mantiene su quantitativi limitati, riesce a esprimere il tocco personale delle sei aziende produttrici e delle scelte effettuate in merito ad appassimento e lavorazione. Avviene dentro cassette lignee in

stanze di mattoni forati l’appassimento di Colleluce e dà vita a vini come il XXIV Canto – che con il suo corpo e la sua indole dolceamara rende comprensibile la passione per l’omonimo vino scontata da un anonimo goloso nel Purgatorio dantesco – e l’87 km dai sentori speziati e ammandorlati ottenuto solo da uve passite. Ad essere appese sono le uve di Alberto Quacqaurini, che creano così sale interamente ricoperte di grappoli neri e profumati dalla cui lavorazione nasceranno le due equilibratissime versioni della vernaccia di Serrapetrona Docg secca e dolce – spuma rosso rubino, profumo estremamente fruttato, morbido e vellutato con il caratteristico retrogusto ammandorlato – a loro volta usate anche dalla azienda familiare dolciaria per realizzare le tipi-

che ciambelline marchigiane con l’anice. La Tenuta Colli di Serrapetrona realizza invece solamente la versione ferma, in grado di reggere all’invecchiamento e di sviluppare inusuali sentori minerali. Ottenuti da Vernaccia Nera in purezza appassita per rispettivamente due e quattro mesi sono anche il Robbione e il Sommo che, con il loro aroma balsamico e carica tannica il primo e poutpourri speziato unito a rotondità il secondo, rivelano l’aspetto “puro e duro” di questo autoctono rosso. Sapere generazionale ed etica biologica connotano i vini di Lanfranco Quacqaurini e se l’Ombrosa realizzata da 80% di uve appassite possiede aromi di bosco con una nota leggera di liquirizia e una bocca calda e robusta, il DiVino da sole uve appassite emana sentori ricchi che sfiorano il cacao. Che sia quindi rosso o bianco, l’autoctono marchigiano riesce a regalare sempre rimarchevoli emozioni. •

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di Max Brod

Packaging

In packaging l’Italia

può ancora migliorare

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’International Packaging Competition è il concorso ideato da Vinitaly per premiare lo sforzo delle aziende che investono in creatività per migliorare l’immagine. Divisi in Etichetta d’Oro, Etichetta d’Argento, Etichetta di Bronzo, Etichetta dell’anno e Immagine Coordinata, i titoli sono ambiti da cantine nazionali e stranie-

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re, che agognano a tali riconoscimenti perché consci del loro valore, anche commerciale, riscontrato sul mercato vitivinicolo. Riccardo Facci è il presidente di una struttura che si occupa di creatività applicata al mondo economico, un “autodidatta” di lunga esperienza nato a Vicenza, che è stato – insieme al suo team – ideatore della bottiglia celebrativa dei 150 anni

dell’Unità d’Italia, la famosa “Una”, realizzata con un blend di vitigni autoctoni: uno per ogni regione italiana. I Grandi Vini lo intervista in questo numero in qualità di ex presidente della giuria dell’International Packaging Competition, e membro della giuria 2014. Facci da anni è chiamato a valutare il packaging internazionale, ed è con lui che approfondiamo

caratteristiche e obiettivi della competizione firmata Vinitaly. Come si compone la giuria dell’International Packaging Competition? “Di solito ne fanno parte giornalisti esperti del settore, insieme ad una rappresentanza più creativa, dai designer agli art director”. Qual è la procedura del concorso?


Riccardo Facci racconta la mission del concorso internazionale di Vinitaly che punta tutto sull’immagine del vino “I campioni vengono raccolti da Vinitaly, che ne verifica la validità legale, ovvero l’effettiva regolarità delle etichette. Poi sui tavoli sono posizionate le bottiglie divise per categoria e iniziamo, foglio in mano (con un notaio sempre presente), a dare le valutazioni, in una scala da 1 a 10. Dopo una prima e una seconda scrematura, la terza fase si svolge seduti al tavolo con le ultime bottiglie. Non è raro però, che in questa fase finale, ci sia un dialogo tra i giudici, per decidere chi merita la vittoria”. Quanti sono, in genere, i campioni che arrivano al

Vinitaly per concorrere ai premi? “In genere arrivano a Verona dai due ai trecento campioni, un decimo dei quali circa, viene scartato perché ritenuto non conforme alla normativa”. Quali sono i criteri di valutazione? “Si valutano etichetta, design, forma della bottiglia e capsula, poi, nel caso vi sia da valutare la gamma completa di un produttore, conta anche il family feeling: ovvero la capacità della cantina di reinterpretare la grafica in tutti i suoi differenti prodotti”. Il campione che vince è per

forza quello più costoso? “Assolutamente no, spesso è vero il contrario e vanno a vincere anche bottiglie che sono costate meno dei prototipi precedenti”. Siamo bravi, in Italia, a fare packaging? “Credo che tra i grandi produttori di vino, siamo i meno bravi. Per questo cerchiamo, con il concorso, di puntare il faro addosso all’argomento: per far capire alle aziende l’importanza del packaging. Noi italiani abbiamo, per design e creatività, picchi in alto dove non abbiamo paura di nessuno, è la nostra media

che è un po’ scarsa”. Qual è l’utilità di un buon packaging? “Quante persone vanno in enoteca, comprano una bottiglia, ma quando tornano per cercare lo stesso prodotto non si ricordano il nome? E quanti si trovano bene nei confronti di un vino, ma non riconosco tra gli scaffali gli altri prodotti della stessa cantina, perché il packaging è diverso? La capacità di generare una personalità coerente con l’azienda - e il prodotto - significa avere “visibilità” e quindi “notorietà” che infine vuol dire vendite”.•

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ENOVITIS IN CAMPO Prove di macchine nel vigneto Vineyard machinery trials

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Pakaging

Cento anni di esperienza ® in un “Bag In Tube ”

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i chiama “Bag in Tube” ed è il prodotto che una multinazionale con esperienza centennale (i primi passi li muoveva già ai primi del ‘900) mette a disposizione dei produttori di vino che più tengono al packaging del nettare di Bacco. Il tubo di cartone spiralato può contenere, nell’apposito contenitore interno, da 2 a 5 litri di vino, facilmente spillabili grazie al rubinetto “Vitop”. Nulla è lasciato al caso nella composizione di “bag in tube”, che è innanzitutto in grado di aumentarne la visibilità del prodotto sugli scaffali, grazie al suo formato intrigante e personalizzabile al 100% con carte speciali impreziosite da lamine d’oro e d’argento, finiture in rilievo e vernici lucide. Il sacchetto che contiene il vino, dotato di certificazioni europee di conformità al contatto alimentare, garantisce la più totale impermeabilità all’ossigeno, mantenendo il vino organoletticamente uguale a se stesso per mesi. Ma il vero punto forte è il rubinetto “Vitop”, frutto della più avanzata tecnologia del settore: una barriera impermeabile all’ossigeno (che impedisci quindi l’ossidazione del vino) prodotta con una filiera che prevede 60 fasi di controllo, dotato di valvola antigoccia, sigillo di sicurezza che blocca il rubinetto in posizione chiusa fin quando non viene rimosso dal consumatore finale e un altissimo livello di

Il know how multinazionale (e centennale) di Smurfitkappa si mette a disposizione del mondo del vino con un prodotto pratico, elegante e pluritestato, un contenitore degno del miglior nettare di Bacco tenuta anche nell’occasione di incrostazioni tra membrana e corpo del rubinetto (particolarmente utile per i vini non filtrati che possono formare tartrati). Il “bag in tube” è pratico ma allo stesso tempo elegante, ottimo sia per una confezione regalo che per l’uso familiare, ecologico perché riciclabile al 100% e in grado di far risparmiare al produttore di vino

fino al 50% di costi per logistica e spedizione, senza dimenticare il look moderno che salta all’occhio del consumatore. La quantità minima ordinabile è di soli mille pezzi, il che consente a quasi tutti di testare il prodotto, e affidarsi al know how multinazionale di Smurfit, a disposizione del mondo del vino, con il suo pezzo migliore: “bag in tube”. (m.b.) •

Smurfit Kappa Italia S.p.a. Orsenigo divisione Tubes Via Verdi, 14 - 22030 Orsenigo (Co) T. +39 031 635211 / 2 F. +39 031 619399 barattoli.orsenigo@smurfitkappa.it

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Etichette

Madonna della Querce:

la tipografia con cento anni di storia Quando la velocità di consegna si abbina ai più moderni macchinari per la stampa di etichette autoadesive in bobina al solo scopo di servire al meglio le più importanti cantine

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vere cento anni e sentirsi giovani? Nella Tipografia Madonna della Querce, fondata nel 1910, si può. Come? È semplice, impiegando tutta la propria esperienza nel campo tipografico in una nuova attività rivolta ai produttori di vino e olio. È così che la tipografia di Montepulciano, che vanta una storia centenaria, iniziata ai primi del novecento e attualmente portata avanti da Giuliano Torelli e Roberto Barcucci, ha deciso di mettere a disposizione la propria esperienza aziendale esclusivamente a servizio della produzione di etichette autoadesive in bobina. Non è una novità recente per la Tipografia: infatti già da tempo Madonna delle Querce ha affiancato alle macchine per la stampa a foglio,

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quelle per l’etichetta in bobina ed una macchina serigrafica per consentire particolari - e sempre più richieste - applicazioni alle etichette. La Tipografia segue il cliente in ogni fase: dalla progettazione grafica alla stampa serigrafica, dalla finitura alla stampa a caldo e a rilievo, fino alla consegna delle etichette in rotolo pronte per l’imbottigliamento. Velocità nella consegna del prodotto e flessibilità nel numero minimo di etichette realizzabile dal singolo committente, sono forse i motivi per cui Madonna delle Querce serve le più importanti cantine di Montepulciano e non solo: alto Lazio, grossetano, Montalcino e la vicina Umbria si possono unire ai territori che hanno la fortuna di poter essere assistiti dalla professionalità di Madonna delle Querce. •

La Tipografia Madonna delle Querce è partner abituale del Consorzio Vino Nobile e vi invita a visitare il proprio stand presso l’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano il 16 e 17 febbraio 2014.

TIPOGRAFIA MADONNA DELLA QUERCE di Torelli Giuliano Barcucci Roberto & C. Snc Via di Totona, 2 53045 MONTEPULCIANO - SI tel. 0578 757256 info@tipoquerce.it www.tipoquerce.it


Se la qualità del labelling è la stessa, non sempre ciò che va bene per un settore può costituire un plus per gli altri

Even Md Srl Via Nizza, 15 35016 Piazzola sul Brenta (PD) Cell: 340 3197120 info@evenmd.it www.evenmd.it (in costruzione)

Una expertise multi merceologica:

così nasce un’etichetta Even Md

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ven Md, azienda di Piazzola sul Brenta produttrice di etichette, nasce nel 2009 per volontà di due soci, Filippo Biasio e Andrea Tonellotto, con alle spalle un’esperienza ventennale nei settori della decorazione e della serigrafia. Ma non è solamente questo lungo background la caratteristica che contraddistingue questa piccola ma dinamica realtà del ricco nordest: sono sopratutto la versatilità e la multidisciplinarietà le peculiarità di questa realtà imprenditoriale, acquisite grazie alla proficua collaborazione con aziende appartenenti a diverse categorie merceologiche (calzaturiero, sportivo, occhialeria, automobilistico, elettrodomestici e abbigliamento, solo per citarne alcune) con un ricco portfolio clienti tra cui spiccano brand prestigiosi. Dopo queste positive partnership, la scelta di intraprendere la produzione di

etichette anche per il settore vinicolo e dei distillati può essere considerata una naturale prosecuzione dei successi già acquisiti, con un forte investimento nello sviluppo di soluzioni innovative rispetto a quelle precedentemente testate per le altre tipologie di prodotti. E’ stata, infatti, proprio Even Md la prima azienda italiana a lanciare sul mercato le etichette in alluminio, che, ormai, hanno messo quasi completamente in soffitta quelle in peltro. Per le cantine e per le distillerie l’avvento della label in alluminio ha rappresentato una vera e propria “rivoluzione copernicana”, in quanto, a parità di risultato, il costo si è rivelato nettamente inferiore. Non possiamo poi non citare le applicazioni di cristalli Swarovski o di strass direttamente su vetro, destinate a un target di aziende che preferiscono un packaging glitterato, e quelle con poliuretano in rilievo, leggermente più

costose rispetto alle altre. La tipologia della clientela di Even Md è varia: si va dalle piccole cantine produttrici di un quantitativo tra le 5.000 e le 10.000 bottiglie a realtà medio grandi con volumi di produzione più elevati. “Nessuna velleità di concorrenza nei confronti dei colossi del labelling - ci tiene a precisare Filippo Biasio - siamo artigiani e come tali desideriamo rimanere, anche se, oltre al mercato italiano, teniamo sempre d’occhio anche quello europeo, dove già possiamo contare sulla fiducia di alcune cantine francesi che ci hanno già scelto. Per quanto riguarda la nostra filosofia, posso riassumerla così: offrire sempre una consulenza mirata al cliente per venire incontro ai suoi desideri e riuscire a intercettare i suoi suggerimenti ed eventuali soluzioni, soprattutto se non sono ancora presenti sul mercato”. (m.m.)• 85


VinoBiologico

La certificazione del vino bio firmata Suolo e Salute

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eader della certificazione biologica italiana, Suolo e Salute si racconta ai Grandi Vini attraverso le parole di Alessandro D’Elia, promotore appassionato del mondo bio.

Chi è Suolo e Salute e quali sono i servizi offerti? “Suolo e Salute è un organismo di controllo e certificazione per l’agroalimentare e l’ambiente che in Italia, ha realizzato, nel lontano 1969, la prima esperienza di promozione del metodo organico-minerale, dal quale l’agricoltura biologica ha tratto i suoi fondamenti. Siamo leader in Italia per la certificazione del biologico, infatti controlliamo oltre 12.000 operatori tra produttori e trasformatori (il 24,% del totale) e quasi 340.000 ettari (circa il 30%). Oltre al bio, offriamo anche diversi altri servizi per le aziende vitivinicole. Ad esempio certifichiamo realtà di tutto rispetto, tra cui Fonta-

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nafredda, per l’agricoltura integrata. Ma la nostra vera passiona è il biologico”. Quanti sono gli ettari vitati attualmente controllati in biologico e quanti sono gli operatori che trasformano e commercializzano vino biologico? “Gli ettari totali di vite da vino coltivati in biologico in Italia sono circa 57.000, di questi Suolo e Salute ne certifica circa 17.000, quindi il 30% del totale, con diverse aziende di assuluta eccellenza nel panorama nazionale. Oltre l’80% dei vigneti in biologico nella zona del Brunello di Montalcino sono certificati dalla nostra società. Le cantine e gli operatori che commercializzano vino bio in Italia sono circa 1100 di cui 280 (oltre il 25%) portano il nostro marchio. Oltre un quarto delle aziende vitivinicole bio si avvalgono del nostro servizio di certificazione”. Perché scegliere di fare biologico? “Il biologico è la massima espressione della cosiddetta “multifunzionalità” dell’agricoltura, perché tende a coniugare gli obiettivi produttivi, e quindi economici, con quelli sociali e soprattutto ambientali. Un settore che, nonostante la crisi dei consumi, cresce in generale in Italia quasi del 9% e all’estero ancora di più; un comparto in grande fermento e quello del vino bio lo è ancora

Controlla 17.000 ettari vitati, il 25% di tutte le cantine bio e oltre l’80% dei vigneti biologici del Brunello di Montalcino. Ma oltre ai numeri, la sua forza è il rapporto col territorio

Suolo e Salute S.r.l. Via Galliera 93 40121 - BOLOGNA Tel: 051 6751265 Fax: 051 6751266 sviluppo@suoloesalute.it www.suoloesalute.it

di più. Infatti per i produttori “made in Italy” potrebbe essere una chance interessante per aumentare le vendite, visto che il mercato del vino biologico è costantemente in crescita soprattutto in Germania, Regno Unito, Usa, Canada e Cina”. Quali sono i vantaggi del biologico in riferimento alle attuali condizioni di mercato e in quale fascia di mercato rende di più la scelta di produrre vino bio? “Il biologico offre la massima opportunità alle cantine che producono per lo più vini cosiddetti di “fascia media”, con un po’ più di difficoltà di collocazione sul mercato. Produrre in biologico due o tre etichette aprirebbe nuove opportunità di mercato aumentando l’attrattività verso nuovi Paesi e soprattutto rispondendo alla domanda in aumento di vino biologico a livello internazionale”. Perché, in definitiva, un’azienda dovrebbe scegliere Suolo e Salute? “Siamo tra i più importanti Enti di controllo del biologico; in Italia siamo leader in assoluto e possiamo vantare nel settore una esperienza ultra quarantennale. I nostri veri punti forza sono il rapporto con il territorio, avendo uffici in quasi tutta Italia, e la rispondenza e il riscontro operativo che sappiamo dare quotidianamente alle aziende da noi certificate”. •


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Suolo e Salute per la tua certificazione del vino biologico 12.000 aziende biologiche certificate il 24% del totale nazionale

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340.000 ettari totali sottoposti a controllo il 30% della superficie biologica italiana

17.000 ettari a vigneto bio sottoposti a controllo 1/3 della superficie nazionale a vite da vino bio

25% delle cantine bio certificate a livello nazionale Per informazioni o per un preventivo gratuito: sviluppo@suoloesalute.it Suolo e Salute srl Via Galliera, 93 - 40121 Bologna (Bo) ITALY Tel: +39 051 6751265 - Fax: +39 051 6751266

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EDES, dagli anni ’40 al fianco di chi lavora nella viticoltura e frutticoltura, produce diverse tipologie di macchine per la lavorazione dei sarmenti, particolarmente robuste, estremamente affidabili oltre che personalizzate. L’ampia gamma va dal CONVOGLIATORE idraulico singolo, installabile sui trincia sarmenti come accessorio, alle macchine serie CNS – CND da applicare in anteriore alla trattrice, dotate di braccio singolo o doppio e fornite di testate a spatole in gomma o a spazzole in nylon regolabili nel diametro. Le macchine AEDES effettuano una perfetta pulizia dei filari: convogliano tutti i sarmenti, le foglie e l’erba secca al centro della carreggiata e lasciano il terreno sgombro, impedendo così che eventuali roditori si annidino sotto le sterpaglie e danneggino le radici delle piante. In particolare, AEDES è leader nella produzione di TRINCIASARMENTI serie SMC, personalizzate e disponi-

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MACCHINE AGRICOLE

AEDES

Landmaschinen, E’ ora di potare

bili in versione anteriore, posteriore o reversibile per passaggio a filo piante senza ingombri laterali, e inoltre complete di ruote di appoggio anteriori per seguire perfettamente l’andamento

del terreno. Sono dotate di ruote anteriori d’appoggio anche la TRINCIASARMENTI serie SM tradizionale, in grado di triturare legna fino a 10 centimetri di diametro, come pure la TRIN-

CIASARMENTI pickup serie PKU con raccoglitore anteriore in grado di lavorare anche in presenza di terreno smosso o sassoso. Queste ultime in particolare consentono di raccogliere immediatamente i sarmenti e convogliarli nella camera di macinazione dove vengono triturati e sfibrati. I sarmenti così lavorati si decompongono in brevissimo tempo eliminando così il problema della formazione di muffe e creando nutrimento organico per il terreno. •


News Tecniche PACKAGING

PERBACCO ® wine box

CALICI

Vetro Due presenta il nuovo catalogo Vinaria

500.000 bottiglie spedite senza una rottura

PACKAGING Un risultato sorprendente premia PERBACCO ® wine box: 500.000 bottiglie spedite senza una rottura, un successo che la Errevi Srl condivide ringraziando tutti i suoi clienti in Italia e all’Estero. PERBACCO ® wine box è l’unico imballo professionale per spedire il vino personalizzabile per mezzo di stampa digitale che non necessita l’utilizzo di altri materiali se non quelli per la sua chiusura. Pratico, robusto e riutilizzabile, PERBACCO ® wine box è realizzato in EPS (Polistirolo Espanso Sinterizzato) materiale riciclabile 100 %. Una gamma completa per poter spedire bottiglie da 0,375 Litri a 1,5 Litri in grado di soddisfare le svariate esigenze in termini di capacità e di formati. Vino Olio Birra e altri prodotti di pregio confezionati in vetro possono essere spediti senza preoccupazioni in tutto il mondo. ERREVI Srl Via Biban,41-31030 Carbonera (TV) Tel.0422-690711 fax 0422-690796 perbacco@cartoplastica.it www.errevieps.it

40 CANDELINE PER SCOTTON La Scotton spa, azienda veneta che festeggia quest’anno 40 anni di attività, produce il più vasto assortimento di scatole per bottiglie e confezioni regalo che si possa trovare sul mercato. I vari modelli permettono di contenere ogni tipo di bottiglia standard (bordolese, champagnotta, renana, alsaziana, magnum e molte altre ancora) disponibili nella versione verticale a valigetta, oppure orizzontale per mettere le bottiglie stese, come le nuova scatole per la spedizione, garantite per la massima sicurezza. Tutti i prodotti sono in cartone accoppiato di altissima qualità che garantisce grande tenuta e robustezza, scatole prodotte in oltre venti colori, diverse goffrature e lavorazioni, che le rendono uniche ed eleganti. La produzione standard, costantemente disponibile a magazzino e consegnata in tempi brevissimi, è personalizzabile con stampa offset, a caldo o tampografica. É comunque possibile realizzare prodotti su richiesta del cliente soddisfacendo ogni necessità di misure, formati e colori. Ogni scatola, rigorosamente Made in Italy, è progettata e prodotta per rendere le confezioni regalo davvero esclusive: dei veri contenitori di emozioni.

Vetro Due presenterà, in occasione del Vinitaly, il nuovo catalogo “Vinaria”. Il giovane marchio di calici di qualità per le promozioni dell’industria vinicola si arricchisce di varie novità, tra le quali due nuove linee in cristallino: “Danae”, studiata da esperti sommelier per esaltare il piacere della degustazione, che estremizza con originalità le linee arrotondate che il mercato sta riscoprendo e “Alexander”, caratterizzata da un design ricercato, che fonde ed enfatizza forme differenti rendendosi estremamente duttile all’uso. All’interno di tale catalogo sarà inoltre presentato un nuovo concetto del bere mirato al mondo della distilleria e dei vini liquorosi, basato sulla ricerca di essenzialità, che prevede l’eliminazione del supporto di stelo e piede dei calici tradizionali. VETRO DUE Via La Spezia, 158 - 43126 PARMA Tel. 0521 990911 Fax 0521 990990 E-mail info@vetrodue.it Sito www.vinaria.net www.vetrodue.it

Scotton spa Via Vallina Orticella 1 31030 Borso del Grappa - TREVISO Tel. 0423 913300 - Fax 0423 913399 www.scotton.it - scotton@scotton.it

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News Tecniche GESTIONE CAnTINA Barbatelle

GIAS Cantine

Vivai Bianchi Carla Oltre alla premoltiplicazione del materiale proveniente dalle vostre aziende, e la selezione di varietà aziendali, adesso anche produzione di barbatelle biologiche

Nata nel 1975 a Lido di Camaiore, l’Azienda Agricola Vivai Bianchi Carla, è specializzata nella produzione di barbatelle di vite innestate franche in vasetto, con materiali altamente selezionati sia certificati che standard. Le barbatelle possono essere fornite in azienda paraffinate o frigo-conservate fino a primavera inoltrata, per meglio soddisfare le esigenze del cliente. I Vivai Bianchi Carla sono specializzati nella realizzazione e moltiplicazione di selezioni aziendali private garantendo massimi risultati, qualità e riservatezza del servizio grazie alle collaborazioni con istituzioni scientifiche accreditate e con i migliori professionisti del settore. Ma la novità è il recente sviluppo come produttori di barbatelle biologiche, l’ultimo servizio messo a disposizione dei produttori più attenti all’ecosostenibilità del vigneto. Infine, su richiesta, il personale aziendale è anche disponibile per consulenze dirette sugli impianti viticoli. VIVAI BIANCHI CARLA Via Aurelia 297 55041 - Camaiore (LU) Tel: 0584 905113 - Fax: 0584 66464 Email: info@bc-vivai.it Sito internet: www.bc-vivai.it

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Semplicità, potenza e… lavoro a quattro mani

stoccaggio

VINPLAST: la gamma in continuo sviluppo Il sistema per lo stoccaggio innovativo ed economico ideato da CMP, con tanti modelli per ogni esigenza VINPLAST nasce per lo stoccaggio di bordolesi standard, ma con il tempo si è giunti a undici stampi, per soddisfare le esigenze della maggior parte dei clienti italiani ed esteri. Attualmente la gamma comprende interfalde per ogni tipo di bottiglia bordolese con corpo cilindrico e corpo conico, con fogli che sopportano conicità fino 1,2 cm. Esistono due modelli che si adattano perfettamente a bottiglie borgognotte e champenoise, fino a diametri di 120 mm. C’è anche un modello pensato per l’esclusiva bottiglia albeisa tipica della zona delle Langhe, limitrofa all’insediamento della CMP. Inoltre, l’interessante ed esclusivo modello Demi con 44 postazioni è perfetto per accogliere bottiglie da 0,375 sia bordolesi che borgognotte, adeguandosi alle nuove richieste di mercato. La gamma si completa con la serie Magnum, capace di ospitare bordolesi, borgognotte e champenoise da 1,5 litri. La capacità - che da sempre contraddistingue la CMP di adeguarsi velocemente alle esigenze dei clienti ha portato l’azienda allo sviluppo di un ulteriore stampo basato su bancale 1200x1000 adatto a stoccare in un’unica interfalda bordolesi, renane, borgognotte e champenoise. Vinplast, la cura delle vostre bottiglie è in ottime mani. CMP Srl Via Revello, 38 - 12037 Saluzzo CN Tel. +390175217560/1953000 Fax 0175217552 www.cmp-plast.it - www.vinplast.it www.vinplast.eu info@cmp-past.it - vinplast@cmp-plast.it

La piattaforma GIAS Cantine di Agronica evolve quotidianamente per migliorare e specializzare il supporto che fornisce alle aziende e ai consulenti nella gestione dei processi produttivi di Cantina e dei relativi adempimenti amministrativi e legislativi. La modellazione delle lavorazioni (linee e referenze, distinta base e piano di produzione) è integrata dalla potenziale applicazione degli specifici disciplinari di produzione e dal controllo e validazione dei relativi parametri e dei bilanci di massa dalla produzione viticola all’imbottigliato. A questo si aggiunge un’architettura con funzionalità distribuite che consente l’interoperabilità tra utenti interni e consulenti esterni, per un vero lavoro “a quattro mani”, sia per le attività enologiche, che per quelle amministrative. Il risultato è un notevole risparmio di tempo e un supporto imprescindibile alla qualità del controllo delle lavorazioni e alla correttezza formale delle operazioni (registri). AGRONICA GROUP srl via Calcinaro, 2085 47521 - Cesena (FC) Tel. 0547 632565/632933 Fax 0547 631950 Email: com@agronica.it Sito internet: www.agronica.it


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1984-2014 XXX ° anniv ers

ario

ArcelorMittal è orgogliosa di festeggiare assieme a WireSolutions ed agli oltre 4000 “Clienti Rivenditori e Utilizzatori” nel mondo, il 30° anniversario dalla nascita e distribuzione dei fili per vigneti e frutteti CRAPAL®. Già nel lontano 1984, dopo aver eseguito le prime prove di resistenza contro la corrosione in nebbia salina, secondo le severissime norme DIN ( Kesternisch test ), ArcelorMittal Bissen & Bettembourg ha iniziato la produzione e distribuzione del filo per vigneti e frutteti CRAPAL con garanzia di durata 3 volte superiore ( 30 anni ) alla “Zincatura pesante” detta anche forte zincatura. In seguito, alla fine del secolo scorso, dopo analisi effettuate su campioni di fili Crapal utilizzati per 15 anni in vigneto, è risultato che la resistenza contro la corrosione era 4 volte superiore alla forte zincatura; da qui l’origine di CRAPAL4® filo per vigneti e frutteti con garanzia di durata di 40 anni. Ed eccoci ai giorni nostri con CRAPAL® OPTIMUM il filo per vigneti e frutteti che con la sua protezione di Zn+Al+Mg garantisce una durata 5 volte ( 50 anni ) superiore alla forte zincatura . Oggi, ArcelorMittal presenta la novità CRAPAL®OPTIMUM TOP100V nato dalla ricerca e dall’esperienza del prodotto originale. Grazie alla sua protezione innovativa ed all’acciaio ad alto contenuto di carbonio, CRAPAL® OPTIMUM TOP100 V, offre una migliore performance rispetto agli altri fili CRAPAL® riconosciuti come i fili per eccellenza nella viticoltura moderna. Sfruttando le caratteristiche meccaniche allineate a quelle dei fili in acciaio inox AISI 304, CRAPAL® OPTIMUM TOP100V viene utilizzato con diametri identici ai fili inox ottenendo pertanto la stessa resa (mt/kg) a costi dimezzati.

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