I Grandi Vini - Luglio/Agosto 2019

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N. 109

2019

CON CARPENÈ

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IGRANDIVINI.COM

ENGLISH TEXT

alle origini del Prosecco Docg Patrimonio Unesco

VINO E MARE la coppia perfetta1 dell’estate ‘19


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Un’ampia e moderna rete di servizi con un unico comune denominatore: il vino

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109 LUGLIO/AGOSTO 2019 Anno XV

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EDITORE Wom srl Via Toscana 50/3 • 53035 Monteriggioni (SI) Tel. 0577 1606999 • info@womcom.it Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 DIRETTORE RESPONSABILE Giovanni Pellicci DIRETTORE EDITORIALE Fabrizio Barbagli ART DIRECTOR Linda Frosini

Il nostro Network

Raggiunge 8.000 cantine, 10.000 importatori e distributori di vino italiano all’estero, 600 buyer della grande distribuzione e 2.800 ristoranti, enoteche, vinerie e wine bar.

La Rivista

Le news tecniche

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Tel. 0577 1606999 Fax 0577 1606998 www.winenetwork.it 4

TRADUZIONI a cura di Tiziana Di Filippo, Mariavera Speciale HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Stefania Abbattista, Luca Barbagli, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Martina Ciliani, Veronica Costa, Cecilia Filoni, Emanuele Gorelli, Carlotta Lettieri, Chiara Martinelli, Valentina Merolli, Francesco Monnecchi, Tommaso Nutarelli

ACCOUNT Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@igrandivini.com Elisabetta Caliari - e.caliari@igrandivini.com Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Tiziana Di Filippo - t.difilippo@igrandivini.com Francesco Dotto - f.dotto@igrandivini.com Carlotta Lettieri - c.lettieri@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Giulia Spolidoro - g.spolidoro@igrandivini.com STAMPA Petruzzi Via Venturelli, 7 - Città di Castello (PG)


VINO E MARE, LA COPPIA DELL’ESTATE In questa torrida estate ci siamo chiesti se anche il vino non si concedesse una vacanza. Magari per prendere una boccata di ossigeno dall’afa opprimente. Ovviamente la nostra vuole essere una provocazione, dato che sappiamo bene quanto sia alta l’attenzione degli addetti ai lavori proprio in una fase decisiva come questa, in cui ogni giorno il clima ci sbatte in faccia la violenza del suo cambiamento, sia sotto forma di temperature roventi sia con devastanti grandinate, nubifragi e trombe d’aria, purtroppo capaci di spazzare via in pochi secondi il lavoro di mesi se non di anni. E’ SICURAMENTE UNO DEI TEMI CHE TENGONO BANCO IN QUESTA PAZZA STAGIONE, in cui anche le persone comuni sono purtroppo alle prese con gli effetti del cambiamento climatico. Ma quella in corso è anche e soprattutto la stagione delle vacanze e, in attesa della vendemmia, abbiamo deciso di osservare il mondo del vino da un’angolatura diversa. Quella del mare, scelto come denominatore comune di gran parte delle pagine che state per sfogliare. Vi racconteremo esperienze, approcci, storie, aneddoti e curiosità sul legame tra il Nettare di Bacco e quello spazio fisico e naturale che gran parte di noi agogna in questi giorni in cui le ferie sono una meta ambita. ECCO DUNQUE IL MARE COME MICROCLIMA DA INTERPRETARE PER TECNICI COME L’ENOLOGO NICOLA BERTI. Il mare quale eroico sfondo di vigne proibitive sulle isole minori raccontate da Andrea Gabbrielli e Benedetta Renda. Il mare come set di appuntamenti mondani sulla sabbia toscana, come ricorda Gianni Mercatali. Il vino quale ingrediente per comporre insoliti cocktail di tendenza. Da bersi scrutando il mare, ovviamente. INSOMMA VINO E MARE RAPPRESENTANO LA NOSTRA COPPIA PERFETTA IN QUESTA ESTATE 2019, in cui cerchiamo di essere trendy nello scegliere la bottiglia giusta da bere in compagnia della famiglia e degli amici. Che il vino non vada in vacanza ce lo certificano infine i tantissimi eventi organizzati dalle cantine di tutta Italia proprio in queste settimane, con musica, arte, cinema, architettura e infine abbinamenti con i sapori. C’è da sbizzarrirsi nel trovare la serata ideale da trascorrere tra le vigne, con un rigenerante calice di vino tra le mani ed un tramonto da inquadrare con lo smartphone. BASTA SAPER SCEGLIERE LA PROPRIA META TRA LE TANTE PROPOSTE SUGGERITE. Noi cerchiamo di darvi qualche spunto utile, portandovi dentro una piccola vacanza prima delle fatiche della vendemmia. Giovanni Pellicci g.pellicci@igrandivini.com

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SOMMARIO Luglio - Agosto 2019

L’EDITORIALE Vino e mare, la coppia dell’estate a cura di Giovanni Pellicci

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Cover Story I Carpenè pionieri dal 1868

30 L’INCHIESTA

PROFESSIONE VINO

VINI DA MARE Il vino nelle isole minori, fra storia, fascino e “viticoltura eroica” a cura di Claudia Cataldo

POLITICA NEL VINO

LA SHORT LIST DELLA FILIERA AGRICOLA ITALIANA

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ULTIME DAL MONDO DEL VINO Barcolana 2019: dieci giorni di eventi per promuovere il Friuli Venezia Giulia (e il Prosecco) a cura di Giovanni Pellicci

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FACCIA@FACCIA

IL VINO CHE GUARDA IL MARE Con l’enologo Nicola Berti, una panoramica culturale e produttiva del fenomeno della viticoltura lungo le coste italiane a cura di Carlotta Lettieri

Le associazioni di categoria chiedono al Governo maggiore incisività su temi caldi

LA PLAYLIST DEI WINE COCKTAIL DA PROVARE QUEST’ESTATE Quali sono i cocktail a base di vino più cool dell’estate 2019? a cura di Chiara Martinelli

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del settore. a cura di Giovanni Pellicci

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GUSTO E DINTORNI

TIPICI DA SPIAGGIA: QUANDO IL TURISMO INCONTRA L’ENOGASTRONOMIA La cultura del cibo made in Italy arriva sotto l’ombrellone a cura di Martina Ciliani

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SOCIAL WINE

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“VENTO D’ESTATE: IO VADO AL MARE VOI POSTATE” Meno persone in ufficio, meno attenzione alle tematiche di spessore, ma nemmeno con l’estate si assiste ad un definitivo logout a cura di Elisa Berti

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SOMMARIO Luglio - Agosto 2019

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ABRUZZO

L’ESTATE ABRUZZESE SALE SUL TRENO DEL VINO Dal Treno del Vino, a Calici di Stelle fino a Cantine Aperte in Vendemmia: in Abruzzo l’estate parla di vino a cura di Veronica Costa

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LOMBARDIA

DIVERSAMENTE ESTATE IN FRANCIACORTA

TOSCANA

Non solo mare: le vacanze del vino fanno tappa anche al lago

NEL CUORE DELLE LANGHE NASCE LA BAROLO & BARBARESCO ACADEMY

a cura di Cecilia Filoni

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I VINI DEI CASTELLI ROMANI CONQUISTANO I PALATI FRANCESI Dall’Italie à Table di Nizza un riconoscimento per il patrimonio enoico del Lazio a cura di Tommaso Nutarelli

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PIEMONTE

MARCHE

Il Castello di Grinzane Cavour ospiterà la prima

NON SOLO MARE: LE VACANZE DEL VINO FANNO TAPPA ANCHE AL LAGO Il Bianchello del Metauro Doc si fa largo e conquista un meritato spazio sul mercato

LA BELLA VITA DELL’ESTATE TOSCANA, TRA VINO E GUSTO Con la bella stagione le spiagge della costa diventano set ideali per eventi mondani e degustazioni al tramonto a cura di Chiara Martinelli

edizione dell’accademia di formazione dedicata agli ambasciatori del Barolo e del Barbaresco

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a cura di Emanuele Gorelli

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a cura di Martina Ciliani

AGENDA DEL VINO Anuga - TrentoDoc sulle Dolomiti - Merano

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Wine Festival - Bottiglie Aperte - Milano Wine Week - Champagne Experience a cura di Claudia Cataldo

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LUPPOLO E DINTORNI Giù le accise! Il Decreto che riduce il peso fiscale del 40% sui birrifici è finalmente realtà a cura di Stefania Abbattista

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SOMMARIO Luglio - Agosto 2019

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PELLICOLE DI GUSTO Vinum Insulae, il vino degli antichi nel mare dell’Elba a cura di Lorenzo Bianciardi

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EXTRAVERGINE NEWS “Adotta un ulivo”: il crowfunding della Cooperativa Sociale Chico Mendes a cura di Emanuele Gorelli

TENDENZE SPARKLING Le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene opera Patrimonio Mondiale dell’Umanità a cura di Martina Ciliani, Cecilia Filoni, Veronica Costa

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Wine Experience

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VIGNA E CANTINA

“MA CHE CALDO FA!” Quali prospettive per la viticoltura mondiale di fronte ad uno spericolato aumento della temperatura? a cura di Elisa Berti

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DISTILLATI E CO. La grappa d’estate? Ora si può a cura di Martina Ciliani, Cecilia Filoni, Veronica Costa

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NEWS BIO&GREEN Il bio come eccellenza del made in Italy a cura di Marina Ciancaglini

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A CURA DI VALENTINA MEROLLI

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SUL WEB

CONTENUTI ESCLUSIVI SU

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Produttori in primo piano 02 LA COMBARBIA Il rosso che racconta il territorio tradizionalmente votato al Nobile di Montepulciano E’ nel cuore della terra del Nobile di Montepulciano che nascono i vini dal grande carattere de La Combarbia, cantina toscana che da tre generazioni offre solo il meglio delle qualità e degli ingredienti che il terreno trasmette alla vite e ai suoi frutti. L’azienda, proprio come il nome che porta, è incrocio di più strade e luogo di incontro e condivisione. “La nostra azienda agricola – spiega Gabriele Florio, dal 2016 alla guida dell’azienda - nasce per iniziativa di Novilio Mariani, il mio nonno acquisito, che all’inizio degli anni sessanta dette inizio alla produzione del vino. Da tre anni mi occupo personalmente dell’azienda con l’obiettivo di perseguire quanto fatto fino ad oggi, ma anche di rinnovare. Abbiamo recentemente realizzato i nuovi locali della cantina dove accogliamo i nostri ospiti per le degustazioni e siamo alla continua ricerca di nuove e moderne tecniche di coltivazione della vite e di vinificazione. Un progetto di ampio respiro in cui crediamo molto, forti della qualità dei nostri vini”. Az. Agr. La Combarbia Via Poggio Golo 3 – Cervognano 53045 Montepulciano (SI) +39 329 8216540 info@lacombarbia.it

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LACOMBARBIA.IT


ULTIME DAL MONDO DEL VINO IN CATTEDRA

È A TORINO LA PRIMA SCUOLA UNIVERSITARIA PER MAESTRI ASSAGGIATORI DI VINO

BARCOLANA 2019

DIECI GIORNI DI EVENTI PER PROMUOVERE IL FRIULI VENEZIA GIULIA (E IL PROSECCO) La Barcolana è la regata più grande del mondo che, per la cinquantunesima edizione, affollerà il golfo di Trieste il prossimo 13 ottobre, preceduta da dieci giorni di manifestazioni a cornice. La competizione, aldilà del principale aspetto sportivo, rappresenta anche uno degli eventi-testimonial del Friuli Venezia Giulia. Tra gli appuntamenti collaterali a carattere enogastronomico ad ora confermati, il 5-6 ottobre ci sarà “Barcolana Chef” in piazza dell’Unità. “Barcolana è uno dei brand del Friuli Venezia Giulia – commenta il direttore generale di PromoTurismoFVG, Lucio Gomiero - così come Trieste, gli eccellenti vini prodotti nelle cantine di tutta la regione e le piste ciclabili che attraversano le Alpi e le Dolomiti fino al mare Adriatico. La partnership tra Barcolana e PromoTurismoFVG mira all’internazionalizzazione e alla diffusione dell’immagine di un Friuli Venezia Giulia in evoluzione”. Barcolana ha tra i propri partner anche il Consorzio Prosecco Doc. ”Il Consorzio Prosecco Doc – aggiunge il presidente Stefano Zanette - conferma la propria adesione alla Barcolana 2019 consolidando la propria presenza nel mondo della vela, al quale ci sentiamo molto vicini, e cementando una collaborazione che perdura da diversi anni. Alla base della nostra scelta, la volontà di valorizzare la presenza del Prosecco Doc non solo quale convinto partner ufficiale della regata velica più affollata del mondo, ma anche e soprattutto per valorizzare il Prosecco come territorio di produzione delle bollicine, il cui successo internazionale risulta imprescindibile da Trieste”. (a.m.) Insieme a PromoTurismoFVG anche il Consorzio Prosecco Doc protagonista della regata più grande del mondo W BARCOLANA.IT

Si chiama Sumav la Scuola Universitaria per Maestri Assaggiatori di Vino che aprirà le sue porte in autunno: un percorso dalla durata totale di 60 ore che si svolgerà presso il Campus di Grugliasco (Torino) e che permetterà agli iscritti di conquistare il titolo di Maestro Assaggiatore di Vino, ad oggi la qualifica più prestigiosa in campo enoico ottenibile in Italia. La scuola, istituita dal Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino insieme a Onav, ha tra gli obiettivi quelli di approfondire le tecniche d’assaggio e di acquisire e/o rafforzare gli strumenti per definire tutte le qualità di un vino, dall’espressione territoriale ai processi di vinificazione. Grande soddisfazione da parte degli organizzatori per un progetto voluto da tempo. (c.f.) Le iscrizioni sono già partite e saranno aperte fino al 30 settembre: solo 100 i posti disponibili.

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ONAV.IT

EVENTI

QUANDO LA PRIMA ARTE INCONTRA LA SETTIMA: ECCO “IN WINE WE TRUTH” Tre passioni unite in un’unica serie di appuntamenti: vino, architettura e cinema. Avviene con “In wine we truth”, un ciclo di proiezioni di film d’autore sull’architettura in location d’eccezione come le cantine della rete Toscana Wine Architecture. Sette le aziende che, dal 25 luglio al 15 ottobre, ospiteranno gli eventi: ad ognuna sono stati abbinati una parola e un film che corrispondono a uno stato d’animo perché, come diceva Orazio, - In vino veritas - il vino ci aiuta a mostrarci più autentici. E per quanto riguarda il legame tra architettura e cinema? Si tratta del sapiente equilibrio di luce e spazio. Elementi che ritroviamo nelle cantine di Toscana Wine Architecture, costruite per godere al massimo della luce naturale, saper sfruttare gli spazi e creare scenari unici affacciati sulle campagne toscane. (c.f.) L’evento è organizzato da ProViaggiArchitettura, Toscana Wine Architecture e Milano Design Film Festival e comprende la visita della cantina. La quota di partecipazione è pari a 35 euro. W PROVIAGGIARCHITETTURA.COM

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CONSORZI

DATI

IL CONSORZIO DI TUTELA VINI VALPOLICELLA VERSO IL BLOCCO DEGLI IMPIANTI Il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella ha recentemente richiesto il blocco totale di tutti gli impianti per i vigneti della denominazione per i prossimi 3 anni. La notizia si apprende dal Bollettino ufficiale regionale (Bur). Il motivo? Riequilibrare il mercato, grazie ad una gestione controllata dell’intera superficie vitata e della sua conseguente capacità produttiva. Una politica contenitiva, quella del Consorzio, che giunge a seguito dei cambiamenti che hanno investito il territorio della Valpolicella negli ultimi dieci anni: la superficie vitata è cresciuta del 30% con un incremento produttivo che sfiora il 40% con +50% di uve messe a riposo per Amarone e Recioto. “Servivano scelte coraggiose e coscienziose – dichiara il Presidente Andrea Sartori – per garantire la corretta rimuneratività della filiera e la tenuta del prezzo medio, per questo in assemblea dei soci abbiamo fatto approvare misure straordinarie per ridurre sia le rese che la cernita di uve destinate all’appassimento e abbiamo così richiesto il blocco degli impianti”. La disposizione entrerà in vigore dal primo agosto con un periodo transitorio di 6/7 mesi per la disposizione dei sistemi di controllo nelle strutture preposte. Ma cosa riguarderà il blocco? Investirà il potenziale viticolo della denominazione (DO) Valpolicella ed inoltre alle varietà principali (Corvina, Corvinone, Rondinella) verranno incluse tutte le altre complementari accettate nei disciplinari di produzione. (m.c.) L’obiettivo è quello di ridurre le rese e la cernita per garantire la rimuneratività della filiera W CONSORZIOVALPOLICELLA.IT

IL VINO E LE STELLE

CALICI DI STELLE BRINDA AL CHIARO DI LUNA L’iniziativa, promossa dal Movimento del Turismo del Vino e dall’Associazione Nazionale Città del Vino, è in programma dal 2 all’’11 agosto ed andrà in scena in tutta Italia nelle piazze più belle di oltre duecento Città del Vino e in centinaia di cantine aderenti al Movimento. Gli appuntamenti con Calici di Stelle, inseriti nel calendario annuale delle “astro iniziative” promosse dall’Unione Astrofili Italiana, vedranno alternare le degustazioni alle “notti delle stelle” concepite per osservare gli astri celesti e i fenomeni astronomici annuali. “Il vino, le stelle, i viaggi hanno in comune la capacità di far sognare le persone - sostiene Nicola D’Auria, Presidente di Movimento Turismo del Vino Italia - e la nostra associazione ha l’obiettivo di far vivere agli enoturisti momenti che vanno oltre la semplice degustazione”. (m.c.) Il grande appuntamento dell’estate torna in grande stile e, per onorare il 50^ anniversario dello sbarco sulla Luna, Calici di Stelle vedrà protagonista il vino ma con uno sguardo rivolto al cielo.

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IMPORT IN CINA: L’AUSTRALIA SORPASSA LA FRANCIA L’import di vino in Cina continua, anche nei primi cinque mesi del 2019, a registrare valori negativi, ma non per tutti i Paesi. Mentre la Francia perde la sua supremazia, così come è in calo l’Italia e la Spagna, a crescere sono i vini australiani e cileni. L’Australia investe sempre di più nel mercato cinese da cui derivano il 40% dei ricavi delle vendite oltre confine di vino fermo imbottigliato, con una crescita del 4,8%. Dati positivi anche per il Cile, che ha aumentato il proprio valore in Cina dell’8,4%. Il calo nell’import cinese di vino francese, così come di vino italiano, riguarda sopratutto i vini fermi imbottigliati, con una diminuzione del 34% per i francesi e del 15% per gli italiani. Sono cresciuti invece gli acquisti a valore per gli spumanti, sia quelli francesi con un incremento del 24%, sia quelli italiani con un +5%. “Il prezzo gioca un ruolo fondamentale negli acquisti dei vini da parte dei cinesi e gli accordi di libero scambio di cui godono australiani e cileni li favoriscono rispetto ai competitor - ha dichiarato Denis Pantini, Responsabile Nomisma Wine Monitor- Il sorpasso australiano ai danni della Francia può anche essere interpretato come un cambiamento nelle modalità di consumo dei vini da parte dei cinesi, un segno di maturità e maggior consapevolezza negli acquisti, non più dettati solo dalla ricerca di status e notorietà, ma di qualità al giusto prezzo. E, in questo caso, il vino italiano può giocare la sua partita, a patto di farsi conoscere dal consumatore cinese”. Per quanto riguarda i vini italiani, in realtà, arrivano dati contrastanti che creano confusione sulla italiana in Cina. Se infatti secondo le dogane cinesi il valore italiano è in perdita del 14,4%, i dati Istat, al contrario, mostrano una forte crescita per il nostro vino in Cina con un trend a valore a +7,9%. Un effetto di confusione causato dai diversi paramenti utilizzati tra Istat e dogane nell’analisi dei dati e che porta ad una difficile lettura del mercato italiano. Dati contrastanti per l’import di vino italiano in Cina, crescono i vini australiani e cileni


L’INCHIESTA

VINI DA MARE IL VINO NELLE ISOLE MINORI, FRA STORIA, FASCINO E “VITICOLTURA EROICA” A CURA DI CLAUDIA CATALDO

Il vino e il mare è un rapporto antico e affascinante. Che diventa ancora più stretto se guardiamo la viticoltura sulle isole, in particolare su quelle minori, ecosistemi meravigliosi quanto fragili che purtroppo spesso rischiano l’abbandono, un po’ per le difficoltà

che la coltivazione della vite presenta in questi ambienti, un po’ perché le nuove generazioni riversano in attività più remunerative, quali ad esempio il turismo. Vengono alla mente le isole toscane, ma anche quelle del Lazio, della Sicilia, della Campania e allargando

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anche isole greche o di altri stati: mete affascinanti in cui le aziende svolgono attività virtuose non solo nella produzione enologica ma anche nella valorizzazione e protezione dei paesaggi rurali, in contesti quasi sempre unici.


“IL VINO E IL MARE, GUIDA ALLA VITE DIFFICILE DELLE PICCOLE ISOLE” Andrea Gabbrielli Un testo che guida alla scoperta di questi gioielli enologici nostrani è il libro scritto da Andrea Gabbrielli, giornalista che collabora con importanti testate nazionali, con prefazione di Attilio Scienza e patrocinio del Cervim. Il vino e il mare, il vino e le isole minori. Come li descriveresti? “Vorrei partire da una definizione che mi piace molto, quella di Fernand Braudel, uno dei massimi storici del XX secolo, che parla del Mediterraneo come pianura liquida circondata dalla vite, dall’olivo e dai fichi: a mio avviso rende bene l’idea. Certo è difficile delineare delle caratteristiche comuni. Dalla laguna di Venezia passando per il Tirreno fino a Pantelleria ogni isola ha vitigni diversi, ma anche diverse condizioni meteo-climatiche e dei suoli. Ci sono piccole isole di carattere vulcanico e altre che non lo sono e che presentano altri tipi di suoli. Si può dire però che i vini delle isole meridionali, come delle piccole isole della Sardegna o del sud Italia, per la riflessione dei raggi solari, per il clima siccitoso e per lo spirare dei venti, hanno delle concentrazioni diverse dai vini fatti sulla terraferma. In molte di queste isole si fanno vini passiti, ma non ovunque. Sono viticolture fatte su terrazzamenti, con il sostegno dei muretti a secco, con le modalità classiche della viticoltura eroica. Un’altra caratteristica è che nella maggior parte dei casi, mi sentirei di dire nella quasi nella totalità, si coltivano vitigni autoctoni o storici mentre non ci sono vitigni internazionali, se non in contesti come l’isola d’Elba, dove si coltivano piccole percentuali di Chardonnay o Syrah. In generale sono vitigni che da secoli si sono ambientati e acclimatati in un contesto specifico”. Ci sono degli esempi o delle storie che nel corso della tua ricerca hai trovato particolarmente affascinati? “Ogni storia è particolare, avvincente. Ho avuto modo di incontrare personaggi unici. Mi torna ad esempio alla mente la storia di Don Mario D’Ambra dell’omonima azienda sull’isola di Ischia. Era lo zio dell’attuale titolare. Grazie a lui la viticoltura, nonostante l’abusivismo edilizio che ha strappato i terreni all’agricoltura, è continuata ed è stato in grado di riappropriarsi dell’azienda di famiglia dopo un periodo in cui la cantina era diventata parte della Winefood, (società svizzera le cui aziende costituiscono oggi lo scheletro del Gruppo Italiano Vini). Si coltiva prevalentemente Biancolella e nel bellissimo vigneto Frassitelli, a 500 metri sul livello del mare in fortissima pendenza, è in funzione una monorotaia che con un percorso di circa 700 metri fra

ALLA SCOPERTA DI QUESTI GIOIELLI ENOLOGICI NOSTRANI muretti a secco e terrazzamenti permette di agevolare la coltivazione e la vendemmia. Inoltre una curiosità: non tutti possono vantare un’etichetta disegnata da Luchino Visconti, grande amico di Mario D’Ambria. Oppure ci sono isole come Capraia o Gorgona dove c’erano – nel secondo caso c’è tuttora – un carcere: in queste isole - quasi tutte prima o poi sono state un luogo di detenzione- la storia del vino insulare ha anche questi risvolti”. Qual è il futuro di questo tipo di produzioni enologiche? “Produrre vino in questi contesti non è mai semplice. Spesso c’è grande frammentazione delle proprietà, c’è una grande difficoltà nel lavorare i vigneti dove il più delle volte non si può nemmeno utilizzare la motozappa ma solo il lavoro manuale. Spesso coltivare la vite non assicura reddito sufficiente: il più delle volte è affidato ai pensionati. Prima fare agricoltura significava assicurarsi i beni di prima necessità per la sopravvivenza della famiglia, oggi non è più così. Su molte isole si può toccare con mano l’abbandono dei terreni, ad esempio il fenomeno è piuttosto evidente a Ponza dove si vedono bene dei terrazzamenti non più coltivati. E quando c’è abbandono il paesaggio lentamente cambia ed è facile preda degli incendi. Una volta assaggiati i vini però, non

si dimenticano più. Oggi comunque sta crescendo il numero delle isole (almeno 25) dove si coltiva la vite”. Ci sono dei progetti o delle reti a favore della viticoltura sulle isole minori? “Il problema è strutturale: con la modifica dell’articolo 5 della Costituzione tutte le competenze, soprattutto agricole, sono passate alle Regioni. Questo significa che manca una politica unitaria e ognuno pensa alle proprie. Da tempo le piccole isole fanno parte del Cervim, che ha avuto un ruolo molto importante soprattutto nella formulazione dell’articolo 1 del Testo Unico del Vino*: “ Il vino, prodotto della vite, la vite e i territori viticoli, quali frutto del lavoro, dell’insieme delle competenze, delle conoscenze, delle pratiche e delle tradizioni, costituiscono un patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale”. La viticoltura insulare è parte integrante di questo patrimonio culturale nazionale e ciò fa ben sperare per il futuro. Esiste inoltre il progetto della rete nazionale delle isole Slow, che abbraccia il concetto di turismo sostenibile, con protocollo di azioni e buone pratiche e obiettivi concreti quali il potenziamento dei trasporti e la creazione di piccole filiere sostenibili di produzione e distribuzione in loco”.

Art.1 – Codice Unico della Vite e del Vino: Il vino, prodotto della vite, la vite e i territori viticoli, quali frutto del lavoro, dell’insieme delle competenze, delle conoscenze, delle pratiche e delle * tradizioni, costituiscono un patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale.

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PANTELLERIA, L’ISOLA ASPRA MA DOLCE L’isola di Pantelleria è sicuramente uno degli esempi più noti di viticoltura di mare. Ma anche di montagna a dirla tutta, con un’altitudine massima che arriva a sfiorare oltre 800 metri. Terra vulcanica, più vicina al continente africano che all’Europa. Presidente del Consorzio Vini di Pantelleria Doc è Benedetto Renda, consigliere d’amministrazione di importanti gruppi bancari, tra cui il Credito Emiliano e la Credem Holding. Dal 2008 è Consigliere Delegato delle cantine Carlo Pellegrino & C Spa, di cui diventa Presidente nel 2018. Quali sono le caratteristiche della viticoltura sull’isola di Pantelleria? “La nostra isola è aspra, non ci sono coste e l’uomo per sopravvivere ha dovuto sfruttare la terra più che il mare. Negli anni sono stati strati strappati fazzoletti di terra all’isola per la coltivazione della vite, con grande fatica contadina. Pantelleria era una baia di 900 metri di altezza, con un perimetro di 45 chilometri. Sono due le caratteristiche principali, da una parte la siccità e dell’altra parte il vento. Così l’agricoltura ha dovuto adattarsi a queste peculiarità, sia per la vite che per altre coltivazioni. Nasce da queste ragioni l’uso dell’alberello, con le viti piantate molto basse in conche scavate nel terreno che danno sia protezione che umidità alle piante. Questo è valso il riconoscimento Unesco all’alberello pantesco come pratica agricola unica nel suo genere nel 2014. Allo stesso tempo però significa anche un’agricoltura difficile, con vendemmie che vengono fatte quasi in ginocchio”. Qual è la produzione complessiva dell’isola? “Oggi la produzione complessiva si aggira sui 32 – 34 mila quintali per annata. Negli anni 20’ – ’30 si arrivava anche a 300 mila quintali. Questo è dovuto all’abbandono dei terreni, molti giovani vanno via

Benedetto Renda

IL MEDITERRANEO È PIANURA LIQUIDA CIRCONDATA DALLA VITE, DALL’OLIVO E DAI FICHI. UNA VITICOLTURA ANTICA, FATTA DI STORIA, VITIGNI AUTOCTONI, FATICHE CONTADINE. CON UN COMUN DENOMINATORE: IL MARE dall’isola oppure decidono di dedicarsi ad altre attività, come il turismo. Prima si produceva non solo uva da vino, ma anche uva passa e uva da tavola, anche queste attività che oggi sono molto ridotte rispetto al passato. Gli agricoltori sull’isola oggi sono circa 400”. Cosa può dire del fenomeno dell’enoturismo nelle vostre zone? “Per fortuna sempre più l’isola attira turismo di qualità da ogni parte d’Europa

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e non solo. Questo ci permette di far conoscere l’isola e i suoi prodotti. Non possiamo però dimenticare il problema dei collegamenti, ci sono voli charter ma il costo del biglietto è piuttosto limitante per un turismo più ampio”. Quali sono le attività e gli obiettivi del Consorzio? “Stiamo cercando di far conoscere sempre di più i nostri vini in Italia e nel mondo, con un programma di fiere anche all’estero sotto l’ombrello della Doc Sicilia. Il Consorzio da solo non riesce, siamo troppo piccoli. Inoltre non è un buon momento per il consumo dei vini passiti e dobbiamo assolutamente spingere in comunicazione e marketing. Anche quest’anno abbiamo in programma Pantelleria Doc Festival, a cavallo fra fine agosto e i primi di settembre, nel pieno periodo di vendemmia”.


PAROS, IL CASO MORAITIS WINERY Allargando un po’ i confini, Theodore Moraitis di Moraitis Winery coltiva le sue uve nell’isola di Paros, in Grecia. Un’isola magnifica parte dell’arcipelago delle Cicladi, dove i colori del cielo e del mare si uniscono. I vigneti di Paros hanno radici secolari, storiche. La cantina si trova a Naoussa Paros, vicino alle spiaggie di Aghioi Anargyroi. È stata fondata nel 1910 da Manolis Moraitis, viticoltore locale che coltivava i propri vigneti e vinificava le uve provenienti da tutta l’isola. La seconda generazione è rappresentata dal figlio di Manolis, Theodoros Moraitis, che ha continuato la coltivazione e la vinificazione dell’uva locale. Quali sono le caratteristiche della viticoltura sulla

vostra isola? “La viticoltura esiste a Paros fin dai tempi antichi. Coltiviamo le uve autoctone dell’isola. In generale le viti qui sono molto vecchie, non irrigate e piantate sul portainnesto nativo (non vi è fillossera sull’isola), hanno la forma di piccoli cespugli (stile “aplotarias”) in modo da essere protette dai forti venti del Mar Egeo. Tutto è fatto a mano, in maniera molto artigianale, dalla coltivazione fino alla raccolta dell’uva. Quali sono le uve principali? Sono autoctone? “Le due uve più importanti sono l’uva bianca autoctona Monemvasia (l’uva madre della famiglia Malvasia) e l’uva rossa Mandilaria. Dalla Monemvasia bianca produciamo il vino bianco secco Paros Dop (che si caratterizza per aromi di ananas e kiwi insieme a note e citronella e spezie. Corpo ricco con acidità e finale persistente). Produciamo anche un vino bianco dolce Paros Malvasia Dop da uve Monemvassia appassite e poi invecchiato per 2/4 anni in botti di rovere (aromi concentrati di albicocche secche, uva passa e nido d’ape, con texture spessa e retrogusto persistente e dolce). Infine dall’unione di Mandilaria e Monemvassia produciamo anche un Paros Dop rosso che affina per 12/16 mesi, ricco e pieno”. Come va il turismo del vino? “Molto bene, è un trend in crescita. La nostra cantina negli ultimi hanno ha sviluppato molto questo aspetto, con visite guidate e degustazioni, nonché cena e pranzo. Vogliamo creare alcune guesthouse nel prossimo futuro per unire vino e turismo nei nostri vigneti”. Qual è il legame tra il vostro vino e il vostro mare? “La maggior parte dei vigneti a Paros è vicino al mare. E il mare ha un effetto estremamente benefico sulle uve: le brezze marine asciugano le uve e le rinfrescano, preservandole dal caldo dell’estate durante la maturazione nel mese di agosto”.

Theodore Moraitis

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Faccia@Faccia

NICOLA BERTI, ENOLOGO TOSCANO DI ULTIMA GENERAZIONE

IL VINO CHE GUARDA IL MARE CON L’ENOLOGO NICOLA BERTI, UNA PANORAMICA CULTURALE E PRODUTTIVA DEL FENOMENO DELLA VITICOLTURA LUNGO LE COSTE ITALIANE A CURA DI CARLOTTA LETTIERI

poi intraprendere il percorso della consulenza enologica in numerose cantine toscane, molte delle quali situate tra la provincia di Livorno e Grosseto.

L’influenza del mare sullo sviluppo della vite e le caratteristiche uniche e singolari dei vini che nascono lungo le coste italiane. Sono i temi che abbiamo affrontato con l’enologo toscano Nicola Berti. Diplo-

mato all’Istituto Tecnico Agrario di Siena, si è laureato in Viticoltura ed Enologia all’Università di Firenze nel 2002. Ha lavorato e si è fatto le ossa in importanti cantine del Chianti Classico e di San Gimignano per

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Da cosa nasce la sua passione per il vino e com’è riuscito a tradurre una passione in una professione? “La mia passione per il mondo enologico penso che di sia “sangue”. Sono nipote di mezzadri, gente orgogliosa, che aveva la schiena spaccata e le mani rotte dal lavoro. Persone che nonostante la loro scarsa istruzione vivevano a testa alta fieri della loro dignità, del loro lavoro. E il loro lavoro era la campagna e in particolare la produzione di vino, elemento centrale, elemento di vita. Ecco mi piace pensare che questa mia professione sia prima di tutto una trasmissione di valori”. Qual è il rapporto tra vigneti e mare e quanto sulle coste il clima influisce nello sviluppo della vite e nelle caratteristiche dei vini? “Il luogo dove la vite è coltivata è ovviamente determinante nelle qualità che si esprimono successivamente nel vino. E’ facile capire come il mare influisca e interagisca con la produzione enologica. Già in età greca non manca-


no i riferimenti a questa millenaria unione: ‘o noj òntoj’, ossia ‘il mare color del vino’, era metafora in voga tra i lirici greci riferita alle analogie tra il vino ed il mare durante i simposi dove i convitati venivano paragonati spesso all’equipaggio a bordo di una nave. Teniamo presente che litorali Marini hanno caratteristiche estremamente diverse tra loro: i venti in primo luogo, le temperature e anche i terreni non hanno la medesima omogeneità, ma come sempre avviene si determinano specificità che sono la bellezza e la grandezza del mondo enologico. Ogni microclima, ogni territorio ha una sua azione diversa e specifica con la coltivazione della vite e di conseguenza anche le caratteristiche nel vino sono difficilmente omologabili. Una delle peculiarità che accomuna le zone marine è però l’ottima maturazione fenologica nelle uve a bacca rossa che garantisce una componente tannica garbata e suadente nei vini. Nelle varietà a bacca bianca invece direi che possiamo trovare come elemento diffuso un’acidità più ‘salata’, saporita. Riguardo alla lavorazione dei vitigni lungo le coste non esiste nessuna differenza rispetto ad altre zone viticole, l’approccio deve essere sempre il solito: massima qualità dell’uva e rispetto della stessa”. Nella produzione di vino è la natura a condurre il gioco. Ma quanto può influire la mano esperta dell’enologo sopratutto in zone dove coltivare la vite diventa un’impresa? “La risposta è davvero nella domanda. Comanda la natura. Il mio approccio è molto rispettoso della materia prima che ho davanti, l’obiettivo è esaltarne le caratteristiche. E’ molto vero invece che ci sono zone, come le Cinque Terre o la costa d’Amalfi per esempio, che necessitano della imprescindibile mano dell’uomo, ma soprattutto sotto il profilo della conservazione di un patrimonio agricolo e paesaggistico che altrimenti sarebbe perso”. Lungo le coste si preferiscono ancora metodi di lavorazione tradizionali o in vigna c’è chi sceglie l’innovazione? “Dipende da che cosa si intende per tradizionale e innovativo. Io personalmente cerco di seguire il dato scientifico. Credo fortemente nello studio, nella ricerca scientifica a servizio del miglioramento delle pratiche agronomiche e enologiche e del loro impatto ambientale, affinché si migliori sempre più l’espressione e la caratterizzazione delle uve che produciamo in un determinato territorio.

Non so se per questo posso essere annoverato tra gli innovatori. Lavoro in diverse aziende del litorale, più o meno di stretta vicinanza chilometrica con il mare stesso, situate tra la provincia di Livorno e Grosseto. E’ una esperienza che mi ha permesso e mi permette di approfondire la conoscenza di alcuni vitigni di litorale come ad esempio il vermentino e alcuni vitigni, specialmente varietà francesi, che in queste zone trovano espressioni molto diverse e molto caratterizzanti. E’ un bagaglio esperienziale molto importante che porti dietro, che cerchi di confrontare con altri territori che metti al servizio di una crescita anche collettiva. L’obiettivo rimane lo stesso: l’esaltazione delle caratteristiche di un determinato vitigno in una determinata zona”. La vendemmia si avvicina, quali le sensazioni? “Difficile fare una previsione precisa, il periodo che abbiamo davanti sarà determinate. Devo dire che nonostante una primavera completamente saltata, le uve sono in perfetto stato sanitario e con produzioni regolari. Le premesse insomma sono buone, abbiamo bisogno che la stagione ci aiuti”.

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W

SUL WEB

nico.berti.78@gmail.com fb: @nicola berti


POLITICA NEL VINO

LA SHORT LIST DELLA FILIERA AGRICOLA ITALIANA LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA CHIEDONO AL GOVERNO MAGGIORE INCISIVITÀ SU TEMI CALDI DEL SETTORE. A SETTEMBRE CIA LANCIA IL ROADSHOW “IL PAESE CHE VOGLIAMO” A CURA DI GIOVANNI PELLICCI

Se l’estate della politica italiana si annuncia bollente, come sarà quella della filiera agroalimentare, vino compreso? Con l’occhio vigile alle follie del meteo e le dita incrociate nella speranza che le prossime settimane non pregiudichino il lavoro in vigna, il settore sta facendo sentire sempre più chiara la sua voce al cospetto del Governo. Il mondo dell’agricoltura, viticoltura compresa, ha infatti tracciato l’elenco delle sue priorità ad un mondo della politica sempre più litigioso e difficile da decifrare nella chiarezza dei suoi obiettivi. Cerchiamo di capire quali sono i rispettivi punti di vista della filiera. Confagricoltura e Coldiretti hanno individuato nell’innovazione tecnologica del settore e nell’abbassamento delle tasse le loro due priorità. L’associazione guidata da Ettore Prandini, inoltre, ribadisce l’importanza di esplicitare l’obbligo di indicare la provenienza di tutti i cibi in etichetta nonché l’importanza di valorizzazione il lavoro dell’Ice per sostenere e rilanciare l’export. Sul tema del potenziamento delle infrastrutture il terreno di incontro tra le associazioni di categoria si amplia. Infatti, se Coldiretti ha inserito l’argomento nella sua lista dei

desideri, Cia ha lanciato un vero e proprio roadshow intitolato “Il Paese che vogliamo”. Dopo la pausa di agosto, il calendario di incontri sul territorio sarà fitto. Si parte da Liguria e Piemonte con l’incontro interregionale del 2 settembre a Sassello (Savona) e a seguire la Campania con Benevento il 4 settembre. Toccherà poi alle Marche con l’evento a Castelsantangelo sul Nera, tra i Comuni nel cratere del sisma 2016, e infine all’Abruzzo. Un calendario destinato ad essere in costante aggiornamento, nell’obiettivo di rinnovare l’impegno assunto a livello nazionale, in sinergia tra gli Agricoltori Italiani e le istituzioni nazionali e locali. Ogni tavolo tematico svilupperà il suo focus sui cinque punti di riforma del Paese secondo Cia, coinvolgendo di volta in volta nel dibattito le rappresentanze istituzionali protagoniste a livello territoriale: da enti parco a camere di commercio, associazioni di categoria per artigianato e turismo, telecomunicazioni, industria, distribuzione e trasporti, consorzi di bonifica, ma anche organi scolastici e sanitari, mondo scientifico e accademico di riferimento. L’obiettivo è quello di attivare un confronto costruttivo a più voci che vada al di

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là degli obiettivi formali. “Occorre – spiega una nota stampa di Cia - approfondire e dettagliare “Il Paese che vogliamo” con specifiche azioni di messa in sicurezza delle aree interne e più a rischio d’Italia, programmandone anche il futuro. Pianificare lo sviluppo di verde urbano e bioedilizia, passando per la valorizzazione del presidio degli agricoltori, il contrasto del consumo di suolo, l’abbandono e lo spopolamento delle aree rurali e marginali, e salvaguardando il patrimonio boschivo. E ancora: favorire reti d’impresa territoriali, nonché accelerare il piano di intervento sulla questione fauna selvatica, che ha assunto una dimensione insostenibile anche in termini di sicurezza nazionale e i cui danni accertati al settore agricolo ammontano ormai a 50-60 milioni di euro l’anno. Occorre, quindi, spingere la riforma radicale della legge 157/62 in materia, partendo dalla proposta presentata da Cia alle Istituzioni. Infine, se ben orientate, anche le risorse europee con la nuova Pac potranno sostenere il rilancio delle economie locali, mettendo assieme Fondi strutturali, incentivi e programmi di sviluppo territoriale”.

Confagricoltura e Coldiretti hanno individuato nell’innovazione tecnologica del settore e nell’abbassamento delle tasse le loro due priorità


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PROFESSIONE VINO

LA PLAYLIST DEI WINE COCKTAIL DA PROVARE QUEST’ESTATE

LUCA MANNI LA MÉNAGÈRE – FIRENZE

UN CASTO NEGRONI Per celebrare il centenario del Negroni durante la Florence Cocktail Week, Luca Manni ha proposto una versione del cocktail a base di Casta (la prima grappa da miscelazione) e Vermentino fortificato. Un drink estivo che rende omaggio alla materia prima italiana e alla tradizione cittadina

Quali sono i cocktail a base di vino più cool dell’estate 2019? Ce lo raccontano quattro fashion barman che hanno messo nelle loro ricette un trend topic d’eccezione: il “vino” . TESTO DI CHIARA MARTINELLI

Quali sono i cocktail a base di vino più cool dell’estate 2019? Ce lo raccontano quattro fashion barman che hanno messo nelle loro ricette un trend topic d’eccezione: il “vino” . Creativi, alchemici, instagrammati a gogo dai “drink lovers”, sono coloro che shakerano dietro al bancone facendo vibrare le serate estive da nord a sud d’Italia, lanciando tendenze negli apertivi in città e sulle spiagge italiane. Abbiamo chiesto loro di scegliere un cocktail e di svelarcene la ricetta. Ve li presentiamo.

I “must drink” dell’estate 2019 sono serviti. Nell’ebbrezza estiva il “vino” diventa grintoso grazie ad abili mixology capaci di esaltarlo con “ingredienti speciali”, tutti provenienti dalla variegata ricchezza dei territori italiani.

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5 cl Casta 4 cl Luxardo Bitter Bianco 3 cl Vino “forte” al Cardamomo, Vaniglia e Pepe Homemade 2 cl Cordiale al Frutto della Passione Homemade Bitter Peperoncino e Frutti Rossi Homemade Foglia di Shiso all’essenza di Legno di Cedro


FABRIZIO RIZZO

DAVIDE PATTA

ASCEA MARINA -SALERNO

RUGGINE – BOLOGNA

“WILDSUNSET” Innamorato di Ascea Marina dove è cresciuto, questo cocktail è ispirato alla sua Scogliera “selvaggia”. Il Wild Sunset nell’aspetto riproduce la vista del tramonto in questo luogo. Anche gli ingredienti scelti (come il Liquore Coca Buton) sono legati ai ricordi dell’adolescenza, mentre il vino spumante (La Matta) è una particolarità del Cilento, perché pur essendo torbido alla vista, al naso ed al palato si esprime con un’eleganza sorprendente. La tintura madre di finocchio di mare aiuta a donare freschezza (insieme allo spumante), ed è una pianta spontanea che popola le coste del Mediterraneo. L’Aperol, invece, fa “molto aperitivo” e conferisce il colore tipico del tramonto.

REDIFINED DEFENDER

Liquore Coca Buton Aperol Spumante integrale Tintura madre di finocchio di mare

Partendo da DìWine, un vino del Chianti fortificato secondo una ricetta tramandata da generazioni, Davide Patta ha proposto un cocktail a base gin, con un sentore floreale dato dalla Creme de Violette e da 3 Dash di grapefruit bitter. Un cocktail a base di vino rosso che però tra sentori di fiori e frutta si adatta perfettamente alla bella stagione

50 ml Brooklyn gin 40 ml Dì Wine 5 ml creme de violette 3 Dash grapefruit bitter 2 Dash instant age classic bitter orange zest

DANNY DEL MONACO MONTE SAN SAVINO - AREZZO

“COCKTAIL IN THE WORLD MIXOLOGY” Danny è l’ideatore di un vero e proprio team di mixologyst specializzati nell’arte dei cockail. Collaborano con i marchi più conosciuti a livello internazionale, organizzano corsi di formazione e master class dedicate agli esperti del settore. Danny ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui la nomina di “campione del mondo” al Bacardi Martini Grand Prix nel 2002.

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Ecco cosa ci ha presentato: Tuscany sprit Confettura di arancia amara Pompelmo rosa pestato 4 cl vino rosso 1 cl liquore alla pesca 1 cl liquore di mela verde Santoni 4 cl Ginger rosso Decorato con rosmarino e arancia essiccata.


GUSTO E DINTORNI

TIPICI DA SPIAGGIA: QUANDO IL TURISMO INCONTRA L’ENOGASTRONOMIA La cultura del cibo made in Italy arriva sotto l’ombrellone

TESTO DI MARTINA CILIANI

Lo chef arriva sotto l’ombrellone e senza scomodare i più pigri porta in scena le eccellenze enogastronomiche della tradizione italiana sotto gli occhi dei bagnanti. Lo sguardo curioso del forestiero incontra quello del natio, del produttore, dello chef e del ristoratore ecco allora che gli stabilimenti diventano spazi di socializzazione, piazze in cui si familiarizza lasciandosi travolgere dai gusti e dai sapori delle primizie della nostra terra. “Tipici da Spiaggia” è tutto questo. Nata ad opera del Ministero delle Politiche Agricole, Forestali e del Turismo, con l’obiettivo di promuovere i prodotti locali negli stabilimenti aderenti al Sib (Sindacato Stabilimenti balneari), Tipici da Spiaggia coniuga agricoltura e turismo, trasformando la vacanza in un momento di conoscenza dei luoghi in cui la bellezza dei litorali si associa alla degustazione delle tipicità locali come vini, formaggi, olio, frutta circondati dall’atmosfera

del posto. “Quello che ho in mente è un Sistema Paese, un modello che passa proprio attraverso l’abbinamento agricoltura e turismo- dichiara il Ministro Gian Marco Centinaio –; c’è un Italia da vendere, mangiare e da bere e la dobbiamo promuovere e far conoscere sia agli italiani che all’estero, anche sotto l’ombrellone”. Ma l’evento è soprattutto un’occasione per parlare di autenticità del cibo in luoghi turisticamente vocati dove spesso però l’identità di un prodotto e la sua storia sono sacrificati a favore della praticità e delle convenienza tipica del “mordi e fuggi” estivo. Tipici da Spiaggia è allora qualcosa di più che una semplice degustazione perché diventa un modo per riflettere sulla provenienza delle materie prime di tutti quei piatti che gustiamo ogni giorno. Così anche sotto l’ombrellone possiamo scegliere prodotti locali, di stagione, derivanti da

forme di produzione sostenibile in cui la distanza tra produttori e consumatori è assente. Il rapporto agricoltura-turismo si è rivelato vincente grazie anche all’intuizione del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio che ha deciso di mettersi al servizio dell’agronomia tanto per far conoscere il nostro territorio quanto per alimentare i flussi turistici “Oltre ad essere utile all’agricoltura, rafforza la competitività nel mercato internazionale delle vacanze, del turismo italiano nel suo complesso e dello stesso segmento balneare, perché il turista è sempre più curioso e desideroso di conoscere non solo i luoghi ma anche e soprattutto i prodotti tipici”- afferma il Presidente del Sib Antonio Capacchione. Accolta da 1.500 stabilimenti e altrettante aziende agricole, Tipici da Spiaggia si è rivelata vincente nel suo debutto, ora i prossimi appuntamenti saranno il 27 luglio ed il 31 agosto.

Lo chef arriva sotto l’ombrellone e senza scomodare i più pigri porta in scena le eccellenze enogastronomiche della tradizione italiana sotto gli occhi dei bagnanti

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IN ALTO I... CALICI DI STELLE! DUE GIORNI A CASTELNUOVO BERARDENGA PER CONOSCERE IL TERRITORIO ATTRAVERSO LE SUE ECCELLENZE GASTRONOMICHE

Per informazioni: cenainterraberardenga@gmail.com ufficio.turistico@comune.castelnuovo.si.it

La valorizzazione del territorio passa sempre dalle sue eccellenze, perchè non esiste miglior modo per rilassarsi se non quello di sedersi ad un tavolo davanti ad un buon bicchiere di vino, sapientemente abbinati a succulenti piatti della tradizione. E’ così che è nato il progetto, fortemente voluto dall’Associazione Classico Berardenga e dal Comune di Castelnuovo, “A cena in terra Berardenga”, che farà da apertura alla due giorni di festa inseriti nel calendario di Calici di Stelle. Due serate per conoscere le eccellenze del territorio, per esaltare le prelibatezze enogastronomiche e per vivere la bellezza della suggestiva Piazza Marconi di Castelnuovo Berardenga. L’8 ed il 9 Agosto, infatti, in occasione della rassegna Calici di Stelle saranno organizzate due serate che sapranno intercettare i gusti di un ampio pubblico. L’8 agosto sarà la volta della cena, giunta alla sua 4° edizione che, fin dalla sua prima data, ha raccolto l’interesse di un pubblico fortemente interessato alle eccellenze gastronomiche del luogo. “L’idea di organizzare una cena- affermano gli organizzatori- in cui favorire lo scambio tra produttore e

consumatore risale a 4 anni fa. Comodamente seduti al proprio tavolo ci sarà modo di conoscere le persone che ogni giorno dedicano le proprie energie alla realizzazione di un prodotto. Parliamo di formaggi, di tartufo, di carni e di vini ovviamente. Ogni prodotto sarà rielaborato dalle sapienti mani dei nostri ristoratori locali. Si tratta di un modo per far conoscere il nostro territorio attraverso tutto il meglio che sa offrire”. Un ricco menu, dall’aperitivo- accompagnato da bollicine, bianchi e vini rosati- fino alle portate tradizionali accompagnate dai rossi locali. La sera successiva, invece, sarà la volta della classica degustazione in piedi che si allinea con i tradizionali tasting di Calici di Stelle. Una due giorni da non perdere fortemente voluta dall’Associazione Classico Berardenga e dal Comune che si adopera da sempre per la perfetta riuscita dell’evento e, in generale, per il successo di un territorio enologico d’eccellenza. In questi anni l’amministrazione Comunale è sempre stata vicina alla promozione di eventi, manifestazioni ed iniziative che sono cresciute e si sono fatte conoscere a livello locale ed internazionale.

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Il serbatoio per ogni gusto. Il tuo.

Saremo presenti al Padiglione 11 Stand H11 K20

Centrale di refrigerazione alimentata da gruppo frigorifero potenza 700 kW al servizio dei serbatoi e vinificatori.

I nostri vinificatori e autoclavi in acciaio inox, conformi alla dire iva PED, sono unici perché sono proge ati e realizzati a partire dalle tue richieste. Dimensioni, capacità, design: tu o è pensato per esaltare il prodo o e le tue necessità, in modo da preservare la qualità dello spumante e o imizzare i processi produ ivi. Da oltre 40 anni, passione, internazionalità, ricerca e concretezza sono i pilastri su cui l’azienda costruisce i propri successi. Alcuni dei nostri migliori clienti:

Industrie Fracchiolla S.p.a. S.P. 133 per Valenzano km 1,200 - 70010 Adelfia (Ba) T. + 39 080 4596944 F. +39 080 4596810 www.fracchiolla.it

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SOCIAL WINE

“VENTO D’ESTATE: IO VADO AL MARE VOI POSTATE” TUTTI POSSONO PENSARE DI ESSERE INFLUENCER, POCHISSIMI SANNO DAVVERO COME SI SPOSTANO I CONSUMI E SI DÀ VITA AD UN TREND

A CURA DI ELISA BERTI

Ferie, vacanze e tempo libero: l’estate è anche e soprattutto questo. Ecco perché la gestione e l’organizzazione dei social risulta essere molto complicata. Ma gli utenti non si fermano e, anzi, tramite tablet e smartphone i collegamenti si intensificano. Quindi che si fa? Lo abbiamo chiesto a Nunzia Falco Simeone, content manager di uno dei blog di marketing e comunicazione più famosi in Italia. Social Network: diminuiscono le visite alle pagine in estate o le persone, avendo tempo libero, sono più connesse? “Credo che ogni esperienza e ogni settore siano diversi. Nel mio caso, ho notato un aumento nel tempo di connessione, ma anche una minore tendenza a rispondere ad una CTA (Call-To-Action). Quindi, anche se le persone trascorrono più tempo sui social sembrano più interessati a contenuti di intrattenimento che promozionali. Ma se gestisci un ristorante in una località turistica, ad esempio, vale decisamente la pena essere presenti in questo periodo dell’anno!” Programmare i post: buona norma o un grande autogol se non si riescono a seguire bene le pagine? “Progettare i contenuti da pubblicare è la prima regola da seguire se si vuole essere presenti sui Social in maniera corretta. E programmare i post è segno di un piano editoriale ben strutturato. “Non riuscire a seguire bene le pagine” nel mio universo non esiste! Se hai deciso di essere presente sui social media è importante seguirli”. Come gestire il piano editoriale? Attenersi alla

cadenza del resto dell’anno o diminuire/aumentare le pubblicazioni “Credo si tratti di un lavoro in testing continuo. È bene darsi delle regole, una struttura, un piano. Ma bisogna anche essere pronti a virare se quel piano non è efficace. Ci tengo anche a precisare che la maggior parte delle volte non è una questione di quantità, un post in più o in meno non farà molta differenza. Ciò che conta davvero è la qualità e il pensiero strategico che viene fatto a monte. Le tematiche da scegliere devono essere ben analizzate: meglio puntare su temi che non impegnino troppo nella lettura, che richiamino il mare, le vacanze ed il tempo libero. Parola d’ordine: leggerezza”. Tre errori da non fare?

“Sembrerò ripetitiva, ma credo che il primo errore da non commettere sia pubblicare senza un piano. Per essere presenti sui Social Media è necessario prima lavorare alla strategia: l’analisi sul brand, le audience personas e lo scenario competitivo, così come la definizione degli obiettivi, vengono prima di tutto il resto. Poi si passa all’azione. Un altro errore da non commettere è perdere di vista gli obiettivi: pubblicare solo per guadagnare like serve solo all’autostima degli improvvisati, i veri professionisti dei social media non perdono mai di vista la conversione. Infine, consiglio di non smettere mai di aggiornarsi. Il mondo dei social è in continua evoluzione, quindi bisogna sempre studiare e informarsi su nuove feature, tecniche e strategie per massimizzare davvero la nostra presenza online”.

A PROPOSITO DI NUNZIA FALCO SIMEONE

Classe 1987, è laureata in comunicazione e specializzata in mass media. Stava ancora studiando quando il digitale ha rivoluzio-

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nato le nostre vite. Dopo aver lavorato come freelance per startup italiane e internazionali, tra cui la bresciana Tonki,

l’inglese Nabra e la statunitense Yelp, ha realizzato il suo sogno di bambina, quello di diventare giornalista. Da sempre appassio-

nata di pubblicità, si è specializzata nella creazione di contenuti per il web e oggi è Content Manager in Ninja.


LE TEMATICHE DA SCEGLIERE DEVONO ESSERE BEN ANALIZZATE: MEGLIO PUNTARE SU TEMI CHE NON IMPEGNINO TROPPO NELLA LETTURA, CHE RICHIAMINO IL MARE, LE VACANZE ED IL TEMPO LIBERO. PAROLA D’ORDINE: LEGGEREZZA”.

A PROPOSITO DI NINJA

Fondata nel 2004 da Mirko Pallera e Alex Giordano, Ninja Marketing (oggi solo Ninja.it) è una risorsa preziosa per comprendere i cambiamenti in atto nel campo del marketing e della comunicazione, nell’innovazione tecnologica e sociale. Dalla sua fondazione in un “covo” nascosto della Costiera Amalfitana, Ninja vanta uno staff di creativi e professionisti uniti dalla voglia di rinnovare il modo di comunicare delle aziende.

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I CARPENÈ PIONIERI DAL 1868 CINQUE GENERAZIONI E UNA MISSION: LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE 30


“RICORRE IL 95° ANNIVERSARIO DAL DEBUTTO IN ETICHETTA DELLA DICITURA PROSECCO E LA FAMIGLIA CARPENÈ HA VOLUTO RENDERE OMAGGIO A TALE TAPPA STORICA, PRESENTANDO UN NUOVO VINO SPUMANTE TRA LE PROPRIE SELEZIONI, EVOCATIVO ANCHE NEL NOME DELLA TAPPA TRAGUARDATA.

Le selezioni “1868” e “Pvxinvm” Una famiglia che da cinque generazioni guida la propria impresa, fondata nel 1868 da Antonio Carpenè. Cinque “pionieri” della Spumantistica e della Distillazione che, con le loro ricorrenti e lungimiranti determinazioni, hanno inciso e contribuito significativamente sulla storia enologica del nostro Paese e, nella fattispecie più rilevante, sullo sviluppo dell’area del Conegliano Valdobbiadene laddove tutt’oggi prospera il Prosecco Superiore. Quel Prosecco la cui paternità è storicamente attribuita ad Antonio Carpenè che, anticipando tutti, volle sperimentare oltre 150 anni fa la produzione di un Vino Spumante con alla base la Glera, vitigno autoctono del trevigiano. Fu il primo anche a credere nella valorizzazione del territorio e nella necessità di fare sistema ed è altresì suo il merito dell’inarrestabile sviluppo che quest’area ha avuto nell’ultimo secolo e mezzo, passando da un solo vigneto registrato nel 1853 agli oltre 9.000 ettari di estensione odierna dei vigneti piantati a Prosecco Superiore. Al territorio hanno continuato ad ispirarsi anche i suoi successori. Dopo quella, epocale, del fondatore Antonio, la seconda intuizione è stata quella di Etile Carpenè, che nel 1924 ha riportato per la prima volta in etichetta il termine “Prosecco”. Una determinazione che di fatto conferiva a quel vino - nato come Champagne Italiano ed in tale occasione ribattezzato come “Prosecco Amabile dei Colli di Conegliano” - una precisa identità ed una specifica collocazione geografica, andando ad anticipare di almeno 45 anni il primo riconoscimento ufficiale della denominazione D.O.C. avvenuto nel 1969 e di 85 anni quello della D.O.C.G., avvenuto nel 2009. Nel corrente anno ricorre il 95° Anniversario dal debutto in etichetta del termine Prosecco e la famiglia

Carpenè - appena reduce dalle celebrazioni per il 150° Anniversario dalla Fondazione dell’Impresa – ha voluto rendere omaggio a tale tappa storica, presentando un nuovo Vino Spumante tra le proprie selezioni, evocativo anche nel nome della tappa traguardata. Si tratta del “1924 Prosecco” che, in quanto selezione unica e dedicata al vino delle origini, incarna la quintessenza dell’impegno operato dalle cinque Generazioni della Famiglia Carpenè. Ispirato nel packaging ad una riproduzione vintage della prima etichetta, commercializzata dalla Cantina nel 1924, questo Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. è ottenuto per il 90% da uve Glera e per il restante 10% da altri storici vitigni a bacca bianca del territorio trevigiano. Il “1924 Prosecco” nasce quindi per rendere merito al territorio, in un momento storico in cui l’area del Prosecco Superiore ottiene il riconoscimento più ambito. Oggi, infatti, il paesaggio delle colline del Conegliano Valdobbiadene è stato riconosciuto come 55° sito Italiano Unesco Patrimonio dell’Umanità e a tale traguardo ha contribuito proprio Antonio Carpenè, che ha sempre creduto nel potenziale di quest’area vitivinicola e dedicato ampie dissertazioni scientifiche ed economiche per valorizzare il territorio. Un fondamentale contributo tuttavia è stato anche dato dai viticultori, che nel corso del tempo hanno assorbito ed implementato i suoi insegnamenti - in particolare sulla gestione della vigna al fine di ottenere uve di primaria qualità - impartiti prima dalle cattedre ambulanti e poi attraverso la Scuola Enologica di Conegliano, fondata dal medesimo Carpenè ed istituita con Regio Decreto di Vittorio Emanuele il 9 luglio 1876. La storia dei Carpenè si è già prefigurata il proprio futuro con la sesta Generazione: Etilia Carpenè Larivera.

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Rosanna ed Etilia la Va e VIa Generazione dei Carpenè


“1868 Gallery” EN - Carpenè – Pioneers since 1868. Five generations and a mission: to promote the territory of Conegliano Valdobbiadene. For five generations the Carpenè family has been leading the winery founded in 1868 by Antonio Carpenè. Five “pioneers” of sparkling wines and distillation, who have given a fundamental contribution to the oenological history of our country, and most of all to the Conegliano Valdobbiadene area, due to their forward-looking dedication. In fact, the paternity of Prosecco Superiore has been historically attributed to Antonio Carpenè, who experimented the production of a sparkling wine made of the autochthonous grape variety of Treviso, Glera, more than 150 years ago.

He was also the first one who believed in this territory and bet on the importance of creating a net of producers to promote the whole area. Thanks to his intuition, in the last century this land has had an incessant development, enriching its wine-growing area from the single vineyard registered in 1853 to the current 9,000 hectares of Prosecco Superiore. His successors too have taken their inspiration from the territory. Another fundamental step has been the intuition of Etile Carpenè, who in 1924 printed on the label the term “Prosecco”. This name gave to the wine known as Italian Champagne a clear identity and a specific geographical position. “Prosecco Amabile dei Colli di Conegliano” advanced

La “Cantina 1868”

by 45 years the first official acknowledgment of the DOC denomination (1969) and by 85 years the DOCG (2009). This year the Carpenè family celebrates the 95th anniversary of the debut on the label of name Prosecco and, after celebrating the 150th anniversary of their winery, they paid homage to this historical event with a new sparkling wine. Its evocative name is “1924 Prosecco”, a unique selection inspired to the origins wine. It embodies the essence of the five-generation’s commitment and its packaging reproduced the first label marketed by Carpenè in 1924. This Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG is made of 90% Glera and 10% other historical white grape varieties of the territory of Treviso. “1924 Prosecco” rewards its territory in a historical moment when the Prosecco Superiore are receive the most coveted acknowledgment: the hills of Conegliano Valdobbiadene Area has been appointed as the 55th Italian Unesco Heritage Site. And it was right Antonio Carpenè who contributed to this, believing in the potential of this wine-growing area and dedicating to it important scientific and economical essays to promote it. Another fundamental contribution has been given by the local winegrowers who, in time, have assimilated and implemented his teachings on vineyards management issued through itinerant chairs first and later at the Oenological School of Conegliano, founded by Carpenè, with the Royal Decree of Vittorio Emanuele on July 9, 1876. The history of the Carpenè family has already started its future with its sixth generation: Etilia Carpenè Larivera. Carpenè Malvolti Spa Via Antonio Carpenè, 1 31015 Conegliano (TV) Tel. 0438 364611 info@carpene-malvolti.com www.carpene-malvolti.com

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È DI NUOVO MERANO WINEFESTIVAL IL PROGRAMMA È PIÙ RICCO CHE MAI. ECCO TUTTI GLI EVENTI IN ANTEPRIMA DA SEGNARE IN AGENDA

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Selected by:

HELMUTH KOCHER: “NON HO UN VINO PREFERITO RISPETTO AGLI ALTRI. LA QUALITÀ GENERALE È TALMENTE ALTA CHE TUTTI I VINI SELEZIONATI SONO DEI FIORI ALL’OCCHIELLO”

Si torna a parlare di Merano WineFestival: l’edizione numero 28 sarà di scena dall’8 al 12 novembre 2019. La kermesse però non “dura” solo cinque giorni e non finisce in Alto Adige. Il WineFestival, infatti, si sta sviluppando anche in questi mesi estivi, in anteprima, grazie a una serie di eventi collaterali. Intanto, già dal 1 luglio sono disponibili ticket online. Notevole il successo di pubblico durante il tour europeo dei WineHunter Events, che ha fatto tappa a Zurigo, Vienna e Monaco di Baviera con la sua 16^ edizione. Gli eventi rappresentano un’opportunità unica per degustare vini e prodotti gastronomici italiani d’eccellenza, selezionati dal WineHunter e patron Helmuth

Köcher e dalle sue commissioni di degustazione che ne garantiscono l’alta qualità. Altro momento di primaria importanza attende gli appassionati e gli addetti ai lavori il 16 agosto, nel pieno dell’estate, quando ci sarà la pubblicazione della Guida “The WineHunter Award”, con l’elenco dei 100 migliori vini italiani in tutte le categorie (rossi, bianchi, rosati, dolci e bollicine) e dei 5 migliori vini di una regione in tutte le categorie. A seguire, ecco altre date da segnare in calendario: l’Anteprima MWF Roma il 14-15 settembre presso l’Acquario Romano, l’Anteprima MWF Hippodrome Merano il 28-29 Settembre e l’11 e 12 ottobre e l’Anteprima MWF a Milano. In particolare, oltre ai consueti momenti di degustazione, l’Anteprima a Roma si distinguerà quest’anno per la proposta di uno showcooking, mentre quella di Merano lascerà assaporare l’atmosfera elegante e ricercata che caratterizza il WineFestival durante l’evento ippico glamour del Gran Premio Merano; infine Milano, che per la prima volta ospiterà un’anteprima di Merano WineFestival in occasione della Milano Wine Week. A novembre sarà poi la volta dell’evento principe, che anche quest’anno illuminerà l’inverno altoatesino. La prima giornata si aprirà con Naturae et Purae – bio&dynamica, la rassegna dedicata ai vini biologici, biodinamici, naturali e ai vini bianchi macerati, agli “orange wines”, e ai vini ottenuti da varietà di vite resistente alle crittogame (PIWI). Dal giorno successivo le eleganti sale del Kurhaus accoglieranno The Official Selection – Wine, cuore dell’evento. Qui ci si potrà calare nella degustazione delle etichette italiane e internazionali selezionate dalle commissioni d’assaggio The WineHunter. Da non dimenticare la GourmetArena, un percorso di degustazione, tra eccellenze culinarie, birrifici artigianali, distillerie e consorzi di tutela, attraverso i sapori dell’Italia e del mondo. Non mancherà poi The Circle, lo spazio dedicato al racconto, all’intrattenimento e alla condivisione e la novità del Fuorisalone, che vedrà coinvolta l’intera città. Concluderà

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Organized by:

MERANO WINEFESTIVAL 8-12 November 2019 www.meranowinefestival.com

l’evento Catwalk Champagne, elegante sfilata di alcune tra le etichette delle più famose case champagnistiche abbinate a selezionatissime eccellenze culinarie. Helmuth Kocher: tra i 100 migliori vini italiani che verranno resi noti il 16 agosto attraverso la Guida The Wine Hunter Award, quali sono i suoi preferiti? Qual è il livello delle proposte quest’anno? C’è una categoria che a suo avviso eccelle sulle altre? “Non si può dire che io abbia una spiccata preferenza per un vino piuttosto che per un altro. La qualità generale è talmente alta che tutte le categorie possono essere tranquillamente considerate come il fiore all’occhiello del WineHunter Award. È anche per questo che scegliere un vino preferito diventa un’impresa davvero ardua. C’è da dire che la maggior parte dei vini presenti nella Guida The WineHunter Award sono rossi e vengono prodotti nelle maggiori e più comunemente note regioni vitivinicole d’Italia. Questo è dovuto anche al fatto che il 68% dei campioni inviati sono stati, appunto, vini rossi”. In 28 edizioni di Merano Wine Festival, ha ottenuto davvero tante soddisfazioni e riconoscimenti, piazzando l’evento al vertice del panorama enologico italiano. C’è però un progetto in cantiere che non ha ancora visto la luce ma che si è posto come obiettivo nei prossimi anni? “Vorrei che il Merano WineFestival riuscisse a diventare il punto di riferimento Europeo della politica vitivinicola. Mi piacerebbe che, con il tempo, acquisisse un valore pari a quello che il Davos ha in ambito economico”.


EVENTI

VINOVIP CORTINA: VERY IMPORTANT... WINE AD ALTA QUOTA Quella del 2019 un’edizione cinematografica che celebra le eccellenze vitivinicole italiane VinoVip Cortina chiude la sua 22° edizione conquistando le vette più alte delle Dolomiti con il meglio dell’enologia italiana. La valle d’Ampezzo ampia e soleggiata è uno dei contesti più suggestivi al mondo ed attrae visitatori in qualsiasi periodo dell’anno. Qui, in un palcoscenico unico al mondo, sede delle prossime Olimpiadi Invernali del 2026, VinoVip ha celebrato i suoi ventidue anni il 14 e il 15 luglio attraverso seminari, masterclass e degustazioni ad alta quota. Le trentasei ore dedicate al vino italiano hanno per-

messo il confronto tra imprenditori, top-manager del vino, autorità, giornalisti, professionisti e grandi appassionati, per oltre un migliaio di persone interessate all’evento. Accolta da 54 produttori con oltre 150 vini, quella del 2019 è stata una rassegna ineguagliabile. “Questa è un’edizione particolare- dichiara Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere, organizzatrice dell’evento- in un certo senso cinematografica, che si distingue per la proiezione di due film: il cortome-

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traggio “Vino, l’eterna ricerca di eccellenza” ed il film “Andrè, The Voice of Wine”. Il corto, pensato da Foragri- Fondo Interprofessionale per la Formazione in Agricoltura e dedicato alla produzione enologica, fa parlare alcuni autorevoli protagonisti del mondo del vino. Tra i nomi di spicco il geologo Pedro Parra, Eugenio Sartori dei Vivai Cooperativi di Rauscedo, Francois Frères (della celebre tonnellerie), Mathieu Chadronnier (Place de Bordeaux) e l’architetto Marco Casamonti.


La valle d’Ampezzo ampia e soleggiata è uno dei contesti più suggestivi al mondo ed attrae visitatori in qualsiasi periodo dell’anno.

Vinovip è stata anche l’occasione per la presentazione della ricerca “Le variabili del successo”, a cura del Centro Studi Management DiVino della società Studio Impresa. Lo studio ha per oggetto le 54 cantine protagoniste della manifestazione e conduce una duplice analisi: quantitativa, con l’elaborazione dei bilanci aziendali degli ultimi 5 anni (2013-17) e strategica attraverso un questionario sulle scelte d’impresa. L’indagine ha rivelato che il fatturato chiude il 2017 con oltre 2 miliardi di euro, aumentando del +19% nel quinquennio e con parametri di redditività in aumento del +30% (Ebitda) e del +48% (Ebit) e il reddito netto in salita del +115%. Durante la prima serata si è tenuto il talk show “Dall’eccellenza al mercato”: molti i temi trattati attraverso il delineamento del mercato, degli obiettivi e delle strategie attuative. Molte anche le interviste agli imprenditori condotte da Alessandro Torcoli e da Davide Gaeta, Professore di Economia d’impresa vitivinicola e Politica vitivinicola dell’Università di Verona. Durante la manifestazione è stata effettuata, come di consueto, la consegna del Premio Khail 2019, un riconoscimento che premia chi, nel panorama italiano, valorizza e promuove il nostro vino nel mondo, facendosi

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ambasciatore dell’enologia nazionale. Così Piero Mastroberardino si è aggiudicato il premio, per “l’infaticabile impegno nella promozione del vino italiano di pregio nel mondo”.


ABRUZZO

L’ESTATE ABRUZZESE SALE SUL TRENO DEL VINO Dal Treno del Vino, a Calici di Stelle fino a Cantine Aperte in Vendemmia: in Abruzzo l’estate parla di vino A CURA DI VERONICA COSTA

In Abruzzo l’estate si è aperta con la quarta edizione del “Treno del Vino”, uno degli eventi più importanti del Movimento Turismo del Vino Abruzzo, realizzato in collaborazione con l’associazione “Le Rotaie”. Un viaggio in treno, da Sulmona a Castel Sangro, durante il quale è possibile godere dei paesaggi abruzzesi con soste dedicate a degustazioni e assaggi delle specialità della Regione. Dell’edizione 2019 del “Treno del Vino”, che si è svolta domenica 14 luglio, e dei prossimi appuntamenti regionali ci ha parlato Nicola D’Auria, presidente del Movimento Turismo del Vino Abruzzo e nazionale. Per il quarto anno si è svolto nel mese di luglio

il “Treno del Vino”, qual è stato il riscontro a livello territoriale di questa edizione 2019? “La quarta edizione è stata un grande successo. Hanno partecipato circa 500 persone, provenienti sia dall’Italia, con pullman dall’Emilia Romagna e dalla città di Como, sia da fuori Italia. E’ stato grande l’afflusso di persone e importante la partecipazione della cantine. In totale 22 le cantine che hanno preso parte a questa edizione, cioè il 50 per cento delle cantine del Movimento. Durante il percorso, con partenza da Sulmona, ci sono state tre soste con degustazioni di vino e assaggi cibo locale. Nella prima, a Campo di Giove, 11 cantine hanno presentato i loro vini insieme ad assaggi di salumi del territorio, nella seconda sosta, a Castel di Sangro, in degustazione i vini di 22 cantine insieme ad un primo ed un secondo piatto. In entrambe le stazioni in degustazione vini bianchi e bollicine. Nell’ultima sosta, a Palena, 11 cantine hanno presentato vini dolci e rossi da degustare con la torta a forma di treno per festeggiare la giornata. Il Treno del Vino è sempre un’ottima occasione per unire prodotti e territorio a 360 gradi. La cosa che rende unica questa esperienza è poter vivere la Regione con le sue montagne attraverso un viaggio in treno tra stazioni abbandonate.”

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Quali saranno gli altri appuntamenti per l’estate in Abruzzo? “L’8 di agosto tornerà Calici di Stelle che si svolgerà sul terrazzo del Castello Aragonese di Ortona, che si affaccia sul mare, location che fu utilizzata anche due anni fa per lo stesso evento. Parteciperanno circa 40 cantine con degustazioni di vino, a cui saranno accostati assaggi di piatti di pesce e dolci. Subito dopo inizieremo a lavorare per Cantine Aperte in Vendemmia 2019”.

Il Treno del Vino è sempre un’ottima occasione per unire prodotti e territorio a 360 gradi.


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LAZIO

I VINI DEI CASTELLI ROMANI CONQUISTANO I PALATI FRANCESI Dall’Italie à Table di Nizza un riconoscimento per il patrimonio enoico del LazioTourism Conference nel 2020 DI TOMMASO NUTARELLI

L’evento dedicato all’enogastronomia italiana ha consacrato il successo della viticoltura dei Castelli Romani, percepita sempre di più come un’eccellenza nazionale. La viticoltura del Lazio punta sempre più sulla qualità. È questo il riconoscimento dato al patrimonio enoico della regione, non solo all’interno dei confini nazionali, ma anche dai palati internazionali, come avvenuto a l’Italie à Table, il salone dedicato

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all’enogastronomia italiana di scena a Nizza, dove i vini laziali sono riusciti a conquistare anche il più esigente mercato francese. Nel corso dell’evento sono state proposte diverse degustazioni, con vini di otto etichette di cinque cantine diverse del territorio laziale, con i vini di Frascati che hanno ricevuto un forte riconoscimento dai palati Oltralpe, visti non solo come pa-


trimonio vinicolo del Lazio ma come dell’Italia intera. Un’attenzione riservata anche ai prodotti enologici dell’area dei Castelli Romani, che sono stati particolarmente apprezzati. Un’occasione per cambiare anche la percezione dell’area vitivinicola dei Castelli vista come troppo “industriale”. Un successo consacrato grazie anche all’enoturismo, sempre più elemento imprescindibile della fortuna della viticoltura di un territorio. Nel corso dell’evento infatti non solo si è registrato un sold-out delle bottiglie presentate, ma anche molte richieste di informazioni, per organizzare tour e vacanze nell’area dei Castelli con la possibilità di fare degustazioni presso le cantine, approfondendo così la conoscenza della viticoltura locale. Un risultato ottenuto grazie anche alla sinergia tra la Camera di Commercio e la Confesercenti e la presenza di portali e-commerce legati al vino e all’enoturismo.

La viticoltura del Lazio punta sempre più sulla qualità

NEWS

FELICE GASPERINI NUOVO PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI TUTELA DEI VINI DI FRASCATI Cambio al vertice per il Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati, con Felice Gasperini eletto nuovo presidente dal Consiglio di Amministrazione insediatosi lo scorso 30 giugno dopo le elezioni dell’assemblea che riunisce produttori e viticoltori legati alla denominazione. Il precedente triennio è stato segnato dal Cinquantenario dell’istituzione della Doc Frascati nel 1966, con il nuovo corso già impegnato nel potenziare l’attitudine del

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Consorzio che, nato nel 1949 ai tempi della rinascita agricola del territorio dei Castelli Romani, festeggerà i suoi 70 anni con una ulteriore spinta verso l’affermazione della tradizione produttiva e della diffusione del marchio Frascati. Per Gasperini il Consorzio dovrò a continuare nell’azione di tutela e valorizzazione del patrimonio vitivinicolo del territorio, puntando sulla comunicazione e la promozione. (t.n.)


LOMBARDIA

DIVERSAMENTE ESTATE IN FRANCIACORTA Non solo mare: le vacanze del vino fanno tappa anche al lago

A CURA DI CECILIA FILONI

E chi lo ha detto che, in estate, c’è solo il mare? Sulle sponde del lago d’Iseo, tra un bicchiere di Franciacorta e un’escursione, le vacanze hanno il profumo di sole, relax e, ovviamente, di bollicine. A fare compagnia a turisti e winelovers ci pensa anche quest’anno il Franciacorta Summer Festival, un evento diffuso su tutto il territorio, capace di coinvolgere i 19 comuni che compongono l’area del Franciacorta e le località affacciate sulle sponde dell’Iseo. Quattro mesi ricchi di iniziative sportive, artistiche e culturali, con, inoltre, vari eventi musicali a fare da sottofondo alle serate estive lungo lago. Tutto con un unico denominatore comune: il vino.

Per l’intero periodo, infatti, le cantine rimarranno aperte, pronte a guidare i visitatori, previa prenotazione, tra i segreti della produzione del Franciacorta, la sua storia e migliaia di bottiglie lasciate a riposare da anni, in attesa del momento giusto per essere stappate. L’estate, per i produttori di Franciacorta, rappresenta un periodo caldo in tutti i sensi: agosto è il mese della vendemmia. Percorrendo la Strada del Franciacorta, che si snoda tra filari, dolci pendii e scorci sulle ultime propaggini delle Alpi Reniche, sarà facile imbattersi nei preparativi o nel pieno di questa attività che qui, secondo quanto vuole il metodo

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Franciacorta, viene effettuata rigorosamente a mano. Le uve, così raccolte, verranno poi condotte verso una soffice pressatura, primo passaggio fondamentale per ottenere un prodotto finale eccellente. Prodotto che, nonostante la sua non lunghissima storia - sono passati quasi sessant’anni da quando un gruppo di produttori e imprenditori credette nelle possibilità del territorio di produrre vini adatti alla spumantizzazione, fino a raggiungere il traguardo di un milione di bottiglie negli anni Ottanta - ha saputo

conquistarsi un posto di tutto rilievo nei mercati italiani ed esteri, diventando uno degli ambasciatori del made in Italy. Basta ricordare il successo ottenuto dal Franciacorta nella classifica “Champagne & Sparkling Wine World Champ” stilata a luglio, dove le bollicine lombarde hanno ottenuto ben 26 medaglie d’oro, contribuendo allo storico sorpasso dell’Italia sulla Francia. E se l’estate è anche il momento per un aperitivo o un pasto all’aria aperta, il Franciacorta si conferma una tra le scelte preferite dei consumatori: sarà per la sua freschezza o per la capacità di essere abbinato a piatti leggeri che, accanto ai classici drink o per una cena sfiziosa, gli italiani scelgono sempre d più i vini di casa Franciacorta. Lo dimostrano i dati forniti dal Consorzio per la tutela del Franciacorta: dal 2014 ad oggi c’è stata una crescita costante tanto nella produzione quanto nella vendita, arrivando a un volume totale di oltre 17 milioni di bottiglie. Di queste, la maggior parte è riservato al mercato italiano, mentre l’11% va all’estero: in testa la Svizzera, seguita dal Giappone - dove il consumo di Franciacorta è cresciuto fortemente negli ultimi anni – Germania, Usa, Belgio, Uk. L’estate del Franciacorta si chiuderà il 14 e 15 settembre, con la decima edizione di Festival Franciacorta in Cantina. 63 cantine aperte, eventi a tema disseminati in tutto il territorio, approfondimenti enogastronomici e culturali e, infine, itinerari costruiti a seconda dei gusti del visitatore. Organizzatori e produttori sperano di bissare il successo dell’anno scorso, quando sono stati in 30 mila a riempire le strade e le cantine del territorio. Un modo in più per vivere e scoprire questa terra unica che fa da legame tra lago, montagna e pianura e un’occasione per dire arrivederci alla stagione più calda. Il calendario aggiornato con gli eventi in programma per tutta l’estate è consultabile al link www.franciacorta.net , mentre per non saperne di più sul Festival Franciacorta in Cantina basta visitare il nuovo sito www.festivalfranciacorta.it

Cantiere per la manutenzione del vigneto Cimatrice a barra mod. Potel Bil Eco

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Muletto Brentone


MARCHE

VINI DA MARE, VINI DA AMARE Il Bianchello del Metauro Doc si fa largo e conquista un meritato spazio sul mercato A CURA DI MARTINA CILIANI

“Tante voci, un solo grande coro” se pur minimale questa definizione restituisce l’immagine delle Marche, regione che ha fatto della varietà dei prodotti un patrimonio unico e compatto grazie al legame di chi lavora e investe nel territorio. E’ questa la ricetta del successo del maxi-consorzio marchigiano che ha saputo raccogliere nel giro di dodici anni 472 aziende con 15 denominazioni - di cui 4 Docg- in un’unica grande associazione che oggi rappresenta l’89% di tutto l’imbottigliato marchigiano. Il progetto in un primo momento ha dovuto scontare la diffidenza da parte dei piccoli produttori convinti che le singole individualità e la molteplicità delle denominazioni non sarebbero state tutelate e rappresentate al meglio. Ma la riuscita dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini ha dimostrato che è possibile superare i localismi tipici italiani ed ha permesso alle Marche di consolidare il proprio brand. Il punto della situazione è stato messo in chiaro in occasione delle nozze d’oro del Bianchello del Metauro Doc nel convegno “Vino da Mare”, organizzato dallo stesso IMT per celebrare il vino bianco espressione marittima del territorio mar-

chigiano. L’approfondimento ha rivelato che oggi il 31% delle 408 Dop della Penisola vanta areali con sbocco sul mare con Marche, Liguria, Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Molise e Abruzzo che presentano una percentuale marittima delle proprie denominazioni di oltre il 75%. Un trend destinato ad aumentare se si considera che la produzione di vini marittimi dello stivale sta crescendo del 45% a fronte di un +13% delle altre tipologie di vino. “In particolare – spiega Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor- l’export dei vini bianchi fermi italiani sta crescendo più velocemente dei rossi (+47% contro il 35% dal 2010 al 2018)”. Economia fiorente, rispetto per il territorio e meta di turismo enogastronomico autentico, le Marche hanno visto nel turismo balneare un’opportunità per far

conoscere i vitigni autoctoni di questo territorio come rivela lo stesso direttore dell’IMT Alberto Mazzoni. “E’ evidente che un bacino di turisti stranieri possa rappresentare una leva fondamentale per la promozione delle produzioni autoctone – spiega Mazzoni -, è il caso del Bianchello del Metauro e delle altre aree marchigiane dedite al turismo balneare”. E’ così che il Bianchello, da sempre vissuto all’ombra del Verdicchio, è riuscito ad affascinare il consumatore grazie alla sua eleganza, freschezza e finezza, qualità possibili

“Tante voci, un solo grande coro” se pur minimale questa definizione restituisce l’immagine delle Marche, regione che ha fatto della varietà dei prodotti un patrimonio unico e compatto grazie al legame di chi lavora e investe nel territorio.

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grazie all’escursione termica e alla bassa gradazione alcolica che lo rendono un vino di facile beva. L’inizio della sua valorizzazione risale al 1969 ma la storia di questo bianco sembra condurre a Tacito secondo cui il Bianchello sarebbe stato alleato di Roma contro l’esercito di Asdrubale sconfitto per avere abusato del nettare. Oggi invece il Bianchello si estende su di 200 ettari di superficie vitata, la denominazione ha unito 21 vinificatori e 30 imbottigliatori raggiungendo una produzione di 10.712 ettolitri di vino e 1,2 milioni di

bottiglie nel 2018. Conosciuto nelle vesti Superiori, Spumante e Passito, il Bianchello è un vino che negli anni, grazie al contributo delle nuove generazioni, si è evoluto per divenire un prodotto strutturato e longevo peculiarità apprezzate per l’innovazione ma che non devono tradire quella che è l’identità del prodotto come sostiene il consulente enologo Umberto Trombelli: “Essendo un vino a forte espressione territoriale deve mantenere la propria identità anche attraverso l’azione di tutela e promozione del consorzio di riferimento”.

Direttore dell’IMT Alberto Mazzoni

METEO

QUEL MARTEDI’ NERO MARCHIGIANO L’ondata di maltempo di luglio ha investito anche le Marche con forti trombe d’aria lungo la costa adriatica. Le raffiche di vento hanno attaccato dal mare spazzando via ombrelloni e sdraio, per fortuna senza creare gravi danni alla produzione vinicola. A spiegarlo è Alberto Mazzoni Direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, che dovendo fare una stima dei quantitativi dei danni per le aziende rassicura “E’ stata una tromba d’aria che si è sviluppata lungo il mare, i vigneti non sono stati danneggiati, siamo stati fortunati perché questa allerta gialla, al di là del martedì nero, ha portato solamente una pioggia leggera lasciando indenni i frutti”. Ma innegabili sono i cambiamenti climatici che stanno attraversando il nostro paese “Ormai si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione – commenta Coldiretti - che si evidenzia con una elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiori dimensioni, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo con sbalzi termici che compromettono le coltivazioni nei campi”. Trombe d’aria e forti grandinate hanno colpito le spiagge della costa adriatica, indenni le coltivazioni.

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PIEMONTE

NEL CUORE DELLE LANGHE NASCE LA BAROLO & BARBARESCO ACADEMY Il Castello di Grinzane Cavour ospiterà la prima edizione dell’accademia di formazione dedicata agli ambasciatori del Barolo e del Barbaresco

A CURA DI EMANUELE GORELLI

Un percorso di conoscenza su modello delle “école du vin” francesi. E’ questa la Barolo & Barbaresco Academy - Langhe Wine School: una nuova esperienza formativa che nasce su iniziativa del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani in collaborazione con l’Associazione Strada del Barolo e Grandi Vini di Langa. Questo importante progetto va ad aggiungersi alle tante iniziative che gli stessi promotori hanno già messo in atto negli anni per promuovere al meglio le eccellenze vinicole che fanno di Langhe e Roero una delle più ricercate capitali dell’enologia mondiale. Barolo & Barbaresco Academy è una scuola di formazione rivolta ai professionisti del mondo del vino formatori, brand manager, giornalisti e buyer, il cui obiettivo è formare una vera e propria rete di ambasciatori in grado di far conoscere, in patria ma non solo, i vini e il territorio delle Langhe, a partire da una migliore conoscenza dei caratteri che ne fanno una realtà così unica e inimitabile. “I nostri vini sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo – spiega il presidente del Consorzio di Tutela Matteo Ascheri – ma molti soggetti,

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soprattutto le figure di wine educators che stanno diventando molto popolari all’estero, sentono l’esigenza di approfondire per poi spiegare meglio ciò che propongono al consumatore. Come Consorzio, è nostro compito assicurarci che le informazioni divulgate sulle denominazioni da noi tutelate siano corrette e specifiche”. La prima edizione, che è in programma per la metà settembre, si articolerà in moduli dedicati alla storia e alla geologia, alla parte pedoclimatica, ai vitigni e all’enologia: una vera e propria full immersion fra lezioni in aula, degustazioni, pranzi in abbinamento e tour guidati condotti da docenti di alto livello, selezionati fra le personalità più autorevoli del panorama enologico piemontese. Un progetto che guarda già al futuro con l’intento di sviluppare un calendario di appuntamenti che andranno ad accrescere ed ampliare l’offerta formativa, rivolta non soltanto verso gli operatori del settore ma anche verso i semplici appassionati del vino ed in particolare verso i narratori del vino che così sapranno meglio emozionare gli e noturisti raccontando il vino e il territorio delle Langhe in chiave del tutto nuova.


IL VINO E LE STELLE

LA RETE DELLE VIGNE URBANE SI CANDIDANO A PATRIMONIO UNESCO Arriva dal Piemonte una nuova sfida per il mondo del vino italiano, che dopo il riconoscimento delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene come patrimonio dell’umanità, lancia la candidatura a Patrimonio Unesco della rete delle vigne urbane. A promuovere questa iniziativa è stato Roberto Ferraro direttore dell’Associazione per il Patrimonio Vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato durante la presentazione della terza edizione della “Vendemmia a Torino” in programma dal 12 al 20 ottobre prossimi nel capoluogo piemontese. Proprio in questa occasione sarà presentata la candidatura a Patrimonio dell’umanità della rete delle vigne urbane, la Urban Vineyard Association, che vede come capofila la Vigna della Regina a Torino e del quale fanno parte anche Clos Montmartre di Parigi, i vigneti ritrovati della Laguna di Venezia e quelli del progetto Senarum Vinea di Siena.

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IL GAVI, BIANCO SONTUOSO CHE NON TEME DI INVECCHIARE DAL TERROIR AL CALICE: ECCO COME SI ESPRIME LA LONGEVITÀ DEL GRANDE BIANCO PIEMONTESE 48


CON IL PASSARE DEL TEMPO IL GAVI, SOSTENUTO DALLA FRESCHEZZA TIPICA DEL CORTESE, ESPRIME NEL CALICE STRUTTURA E PERSISTENZA

Il Gavi Docg è un vino che può essere consumato diversi anni dopo la vendemmia, lasciato affinare in cantina. A differenza della convinzione comune che prevede il consumo dei bianchi nella stessa annata di produzione, alcuni vitigni a bacca bianca, come il Cortese che costituisce il 100% del Gavi Docg, si prestano ad un lungo invecchiamento. Lo hanno dimostrato le diverse degustazioni verticali che il Consorzio Tutela del Gavi ha organizzato in questi anni con gli esperti del settore, per verificare la qualità dell’evoluzione del Gavi, che con il passare del tempo, sostenuto dalla freschezza tipica del Cortese, evolve in un sontuoso bianco. Il naso si arricchisce di un complesso bouquet di note terziarie e minerali, in bocca spicca l’elegante sapidità, il corpo strutturato e la lunga persistenza. Ed è proprio il terroir del Gavi, l’habitat del Grande Bianco Piemontese a permettere questa evoluzione nel bicchiere. In questa terra tra pianura e mare, a sud del Piemonte al confine con la Liguria, le escursioni termiche sono nette e dal punto di vista geologico ci sono caratteristiche precise. Le terre rosse originate delle ghiaie miste ad argilla di antichi depositi alluvionali si trovano a nord di Gavi, verso Tassarolo, Novi Ligure,

Capriata d’Orba, Pasturana e Francavilla Bisio dove le colline sono più dolci e le vigne si alternano a boschi di quercia e robinia. La fascia centrale, che affiora sulla linea che unisce Serravalle Scrivia a Gavi e San Cristoforo, vede un’alternanza di marne e arenarie. La parte meridionale tra Bosio, Carrosio, Parodi Ligure, che si fa più ripida per l’approssimarsi dei rilievi dell’Appennino, è composta da terre bianche, marne argillose chiare la cui origine marina è evidente anche per la presenza di numerosi fossili. Per esprimere al meglio la longevità del Gavi, il disciplinare prevede la denominazione Riserva: rese più basse a 65 q/ha e l’affinamento minimo di 12 mesi consentito sia in legno, sia in acciaio, di cui 6 in bottiglia. Per una uva generosa come il Cortese significa una concentrazione organolettica maggiore che poi si esprime nel calice, in un vino che riempie la bocca di eleganza e complessità. EN - Gavi, the sumptuous white wine that is not afraid of ageing. From its terroir to a glass: the highest expression of the long-lasting white wine from Piedmont. Gavi Docg is a wine that can be tasted many years after its harvest, after a long refining in the cellar. In spite of the common belief that white wines have to be tasted the same year of their production, some white grape varieties are suitable for a long ageing, such as Cortese the grape variety that compose 100% of Gavi Docg. Many vertical tasting organized by Consorzio Tutela del Gavi have confirmed it: the evolution of Gavi over time do not alter its quality. Supported by the typical freshness of Cortese, this wine develops into a sumptuous white wine. Its bouquet enriches with complex mineral inklings and its taste reveals an elegant flavor, a structured body and a long persistence. It is right Gavi’s terroir, the natural habitat of this great white wine from Piedmont, that let this development into the glass. In this land, between plain and sea, in

the southern Piedmont, at the border of Liguria, high temperature ranges and peculiar geological conditions makes a little miracle. The red soil, made of gravel and clay form ancient alluvial deposits are north of Gavi, near Tassarolo, Novi Ligure, Capriata d’Orba, Pasturana and Francavilla Bisio where the hills looks sweeter and the vineyards interchange with woods of oaks and locust. The central area that emerges on the border between Serravalle Scrivia a Gavi and San Cristoforo is characterized by marls and sandstones. The southern area between Bosio, Carrosio and Parodi Ligure, that looks steeper due to the near mountains of the Apennine, is made of white soils, marl and white clay, whose see origin is evident, also due to the presence of many fossils. To express at best Gavi’s longevity, the disciplinary provides the denomination “Riserva”: low yields (65 q/ha) and a refining of 12 months at least, either in wood or in steel, six of which in bottle. For a generous grape such as Cortese, it means a highest organoleptic concentration, that is, in the glass, an elegant and complex wine. Consorzio Tutela del Gavi Corte Zerbo, 27 15066 Gavi (AL) info@consorziogavi.com

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CONSORZIOGAVI.COM


TOSCANA

LA BELLA VITA DELL’ESTATE TOSCANA, TRA VINO E GUSTO Con la bella stagione le spiagge della costa diventano set ideali per eventi mondani e degustazioni al tramonto A CURA DI CHIARA MARTINELLI

Il vino d’estate è il convivium di pranzi e aperitivi in spiaggia, cooking show en plein air e degustazioni al tramonto. Il Nettare di Bacco è protagonista di party esclusivi e feste private che, dalle bellissime

location dell’entroterra, si spostano lungo la costa toscana. Sicuramente parliamo dei locali più trendy dove è possibile scovare personaggi famosi o invitati speciali sorpresi a sorseggiare drink nei privé di

discoteche e ristoranti sulla spiaggia. La triade vino-vip-mare è sicuramente un trittico esplosivo per selfisti a caccia di scoop e un requisito fondamentale nella scelta della meta giusta dove trascorrere il

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week end di mezza estate. Ma c’è un evento su tutti, anzi un “Bagno” su tutti (il “Silvio”) che ha raccontato sin dalla sua prima edizione (era il 1993) il costume dell’estate toscana, rievocando con stile raffinato il famoso “pranzo sulla spiaggia”, un rituale quasi primordiale per famiglie e buongustai. E’ “A tavola sulla Spiaggia” appunto, i cui floridi 26 anni racchiudono la tradizione e tutta l’essenza di una toscanità che si gode il sole mangiando all’aria aperta, degustando i vini della sua terra e non, tra chiacchere amicali e gossip in bikini. Gianni Mercatali patron storico della godereccia kermesse di Forte dei Marmi, ci racconta la piacevole evoluzione delle edizioni a cui hanno sempre preso parte personaggi dello spettacolo, chef stellati e produttori di vino. Un mix prorompente di simpatia a partire dalla giuria composta per tanti anni da Renato Pozzetto (il “ristor-attore” come lo

definisce Gianni – proprietario di un ristorante/ locanda a Laveno, sul Lago Maggiore) oppure Gino Paoli che ha creato un bosco di oliveti attorno alla dimora di Campiglia, presentando per la prima volta il suo olio, “I Paoli”, in occasione di una delle passate edizioni. Poi ci sono gli chef stellati, da Gianfranco Vissani a Carlo Cracco, da Davide Oldani al rigoroso Beppe Bigazzi che fece tremare con un “lei ci vuole avvelenare tutti?!” la principessa Boncompagni Ludovisi per aver messo del liquore blu nel suo dessert ‘l’Onda Azzurra’, con l’intento di ricreare la tonalità del mare. “Fu una lunga dissertazione sull’uso dei coloranti – ricorda Mercatali - ma alla fine tutto si concluse con un baciamano da parte dello chef e un bel calice di Bolgheri”. Insomma la Toscana del vino che si ritrova attorno ad una tavola sulla spiaggia è la fotografia della vacanza e di un “desco fuori dall’or-

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dinario” ma totalmente appartenente ai sapori ancestrali di questa terra: lo stesso Ugo Tognazzi (sebbene non toscano ma amante della buona cucina) apprezzò molto mangiare sotto la tenda del Bagno Silvio. Era il suo break preferito tra una ripresa e l’altra di Amici Miei Atto III quando girava a Montecatini. Il vino accompagna l’allegria e la leggerezza dell’estate mescolandosi amabilmente al mondo dello spettacolo, alla “nobiltà ai fornelli”, agli addetti ai lavori, tra sabbia e salsedine.

Il Nettare di Bacco è protagonista di party esclusivi e feste private che, dalle bellissime location dell’entroterra, si spostano lungo la costa toscana


Wine Experience

A CURA DI VALENTINA MEROLLI

Classe 74, Valentina Merolli si avvicina fin da giovane al mondo del vino, facendo della sua grande passione una professione. Conseguito il diploma AIS, vince nel 2009 il concorso Master del Sangiovese e si aggiudica il primo premio come miglior sommelier toscana. Solo pochi anni dopo

si colloca al terzo ed al secondo posto nella classifica nazionale AIS. Importanti ristoranti stellati, italiani e non, l'hanno voluta tra le fila dello staff; eccentrica e poliedrica, si distingue per le grandi doti comunicative e per l'originale impostazione delle sue degustazioni.

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SANCT VALENTIN SAUVIGNON VITIGNO/VINES: SAUVIGNON REGIONE/REGION: ALTO ADIGE ZONA/AREA: SUDTIROL, APPIANO

Vino che si mostra di un bel giallo paglierino luminoso con lievi sfumature verdoline. Naso di elegante ed intenso impatto che apre con distinte note aromatiche fruttate e vegetali, sentore di uva spina, erbe aromatiche, timo, erbe montane. Note fini, molto ben definite e di cristallina pulizia con finale minerale. Bocca bella e succosa, di gradevolissimo impatto. Il sorso è secco, da cui si sviluppa una bella sensazione calorica ed una freschezza viva ma ponderata, a cui segue e fa da contorno una fine mineralità. Armonico, di grande bellezza ed eleganza, massimo esponente di un’ottima annata. Estremamente espressivo nelle sue sfumature giovani. Montano e bellissimo, soavemente poetico.

A wine with a beautiful pale yellow colour and slight greenish hues. Elegant and captivating on the nose with distinct aromatic fruit and vegetable opening notes, hints of gooseberry, aromatic herbs, thyme and mountain herbs. Fine, very well-defined and crystal clear notes with a mineral finish. Rich and juicy in the mouth and very pleasant to the taste. The sip is dry, but it then gives a nice warmth and a deep yet balanced freshness, followed by fine minerality. Harmonious, very appealing and elegant: the virtues of an excellent vintage. Extremely expressive in its youthful nuances. Mountainous and lush, delicately poetic.

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PELLICOLE DI GUSTO

Vinum Insulae, il vino degli antichi nel mare dell’Elba

ritrovata per cinque giorni a contatto col mare aperto, a una profondità di 7 metri, vicino alla costa di Porto Azzurro; e questa ricchezza di sale diventerà l’antidoto ideale contro l’uso di solfiti in produzione. Nelle immagini di Muti si riesce a vivere ogni momento dell’immersione in profondità nelle acque pulite dell’arcipelago toscano. Ma ancor prima, si racconta da dove nasce la scelta delle nasse, le ceste in vimini che contengono i grappoli dorati. E infine si chiude sull’immagine dei raggi di sole che asciugano le uve messe ad appassire in modo naturale sulle cannucce e, successivamente, in

A CURA DI LORENZO BIANCIARDI

Un esperimento andato a buon fine è il perfetto protagonista dei nostri mesi estivi: si tratta di un documentario che profuma di salsedine e che viene dall’isola d’Elba. È Vinum Insulae (2019) del regista Stefano Muti, vincitore di due premi alla rassegna Oenovideo di Marsiglia per l’originalità e il valore della sperimentazione. Vi ricordate come si produceva il vino 2500 anni fa? Forse qualcuno vi avrà raccontato del metodo di produzione con l’uva in immersione, che risale agli antichi Greci dell’isola di Chio. Ebbene sì, Antonio Arrighi, viticoltore elbano, ha provato a rispolverare usanze antichissime, immergendo l’uva per qualche giorno in mare nel tentativo di eliminare dagli acini quella sostanza cerosa esterna, detta pruina, e avere così un appassimento più veloce senza perdere gli aromi migliori. Un progetto ambizioso, realizzato in collaborazione con l’Università di Pisa, da un’idea del professore Attilio Scienza, ordinario di Viticoltura. Alla base c’è una tecnica ricordata da Plinio, quella dell’uva in immersione dentro ceste di vimini; e il protagonista di questo esperimento è l’Ansonica, un’uva originaria dell’Elba, molto resistente, che proviene dall’incrocio di due vitigni dell’isola di Chio. E così l’uva raccolta a metà settembre 2018 si è

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anfore di terracotta. L’emozione di Antonio Arrighi nel momento dell’assaggio del primo bicchiere di Ansonica, è pari a quella dello spettatore di vivere un vero e proprio ritorno alle origini: il primo Vinum Insulae, nonostante la curiosità di molti appassionati, non è ancora adatto per essere commercializzato. Ma se volete “berlo” in anteprima, cercate questi quindici minuti di cortometraggio che ce lo fanno gustare con gli occhi. In attesa del nuovo esperimento targato 2019 che, migliorato nel processo di produzione, potrebbe riservarci delle gradite sorprese anche al palato.


13/10

food&beveragenda

MODENA

25/07

CHAMPAGNE EXPERIENCE 13 -14 ottobre 2019

MADONNA DI CAMPIGLIO

Dopo il grande successo delle due prece-

TRENTODOC SULLE DOLOMITI

denti edizioni, Club Excellence – associazione che riunisce quindici tra i maggiori importatori e distributori italiani di vini d’eccellenza – presenta la terza edizione di Modena Champagne Experience, la più grande manifestazione italiana dedicata esclusivamente allo champagne. W CHAMPAGNEEXPERIENCE.IT

25 – 28 luglio 2019 Val di Fassa, 1 – 4 agosto 2019 Dal 25 al 28 luglio a Madonna di Campiglio si terranno 16 eventi organizzati all’interno di rifugi, bar, alberghi e ristoranti, nell’ambito dell’iniziativa Trentodoc sulle Dolomiti. Il Trentodoc – protagonista ovviamente dell’evento - sarà servito in quota, in suggestivi aperitivi o in pic-nic con vista sulle Dolomiti a 2.000 m.s.l.m., ma sarà anche al centro di menu stellati in abbinamento alle ricercate creazioni dei più significativi chef della zona. Ad agosto, invece, ci si sposta in Val di Fassa (1- 4 agosto), dove un altro interessante programma celebrerà il metodo classico trentino e l’unicità del territorio.

5/10 COLONIA (GERMANIA)

8/11 Bottiglie Aperte (Milano)

MERANO

6/10 6/10

MILANO

MILANO WINE WEEK 6 – 13 ottobre 2019

MILANO

BOTTIGLIE APERTE

ANUGA

6 - 7 ottobre 2019

5 – 9 ottobre 2019

Bottiglie Aperte torna per l’ottava edizione con l’obiettivo di replicare il successo delle precedenti edizioni. Il 6 ed il 7 ottobre gli operatori del settore e i wine lovers sono attesi come ogni anno per condividere, con le aziende selezionate dal team di Bottiglie Aperte, la qualità del mondo vitivinicolo italiano. L’evento del 2018 ha registrato la partecipazione di 250 cantine vitivinicole, che hanno presentato 900 referenze in degustazione. I visitatori, oltre ad una selezione di wine lovers, sono stati 4800 operatori del settore Ho.Re.Ca. W BOTTIGLIEAPERTE.IT

Anuga, la più grande fiera al mondo dedicata al settore del Food & Beverage, ha confermato nuovamente di essere un appuntamento biennale al quale aziende produttrici e operatori del settore non possono mancare. I numeri della scorsa edizione, svoltasi ad ottobre 2017, parlano chiaro: 7.405 espositori e circa 165.000 visitatori provenienti da tutto il mondo. Con dieci fiere, un programma di eventi collaterali e una grande partecipazione di espositori anche in questa edizione si preannuncia un evento internazionale di primo livello.

W ANUGA.COM

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Un contenitore di eventi che torna nella città di Milano con un programma ricco di appuntamenti. Annunciata in occasione di Vinitaly da Federico Gordini, fondatore e presidente di Milano Wine Week, l’edizione 2019 prosegue nell’obiettivo di rendere la città un punto di dialogo e condivisione sul vino italiano, per aumentare il suo appeal e la sua competitività sui mercati internazionali. Al suo interno – il 12 ottobre – si terrà anche una delle Anteprime del Merano WineFestival. W MILANOWINEWEEK.COM

MERANO WINEFESTIVAL 8 – 12 novembre 2019 Il Merano WineFestival è l’evento che dal 1992 ha puntato in esclusiva sulla qualità selezionata in un ambiente elegante ed elitario. Non è solo un evento; è un vero e proprio “think tank”, un forum di scambio di opinioni tra produttori, opinion leader, professionisti del settore e consumatori. A celebrare questa edizione saranno cinque giornate piene di emozioni, contenuti, idee da scoprire e tanti amici: oltre 950 case vitivinicole, tra le migliori in Italia e nel mondo, e più di 120 artigiani del gusto. L’espressione del meglio che il nostro paese ha da offrire, selezionata The Wine Hunter Award e dal patron Helmuth Kocher. Per tradizione il Festival viene preceduto da una serie di eventi che anticipano parte di quello che la manifestazione svelerà. Primo fra tutti la pubblicazione il 16 agosto della Guida The WineHunter Award e la pubblicazione dell’elenco dei 100 migliori vini italiani in tutte le categorie, dei 5 migliori vini di una regione in tutte le regioni, delle aziende vinicole italiane che con costanza partecipano da anni a Merano WineFestival e agli eventi WineHunter, confermando così l’alta qualità dei loro vini. La 28^ edizione di Merano WineFestival si apre con Naturae et Purae – bio&dynamica nella


prima giornata, dedicata ai vini biologici, biodinamici, naturali e ai vini bianchi macerati, i cosiddetti “orange wines”, e ai vini ottenuti da varietà di vite resistente alle crittogame (PIWI). Dal giorno successivo le eleganti sale del Kurhaus accolgono The Official Selection – Wine, cuore dell’evento. Da non dimenticare la GourmetArena, un percorso di degustazione, tra eccellenze culinarie, birrifici artigianali, distillerie e consorzi di tutela, attraverso i sapori dell’Italia e del mondo, per celebrarne l’alta qualità. Non manca poi The Circle, lo spazio dedicato al racconto, all’intrattenimento e alla condivisione e la novità del Fuorisalone, che vedrà coinvolta l’intera città riproponendo in modi diversi la piacevole atmosfera di Merano WineFestival. Conclude l’evento Catwalk Champagne, elegante sfilata di alcune tra le etichette delle più famose case champagnistiche abbinate a selezionatissime eccellenze culinarie. Biglietti in vendita sul sito dell’evento.. W MERANOWINEFESTIVAL.COM

09/2019 6 – 7 SETTEMBRE

VILLAGGIO DELLA BIRRA Buonconvento (SI) www.villaggiodellabirra.com

20 -22 SETTEMBRE

MONTEFIORALLE DIVINO Greve in Chianti (FI) www.viticoltorimontefioralle.com

10/2019 5 - 9 OTTOBRE

08/2019 2 - 11 AGOSTO

CALICI DI STELLE

Tutta Italia www.movimentoturismovino.it

ANUGA

Colonia (Germania) www.anuga.com

6 – 7 OTTOBRE

BOTTIGLIE APERTE Milano www.bottiglieaperte.it

Milano www.milanowineweek.com

Fornovo di Taro (PR) www.vinidivignaioli.com

8 – 12 NOVEMBRE

MERANO WINEFESTIVAL

13 – 14 OTTOBRE

CHAMPAGNE EXPERIENCE Modena www.champagneexperience.it

Merano (BZ) www.meranowinefestival.com

23 – 25 NOVEMBRE

MERCATO DEI VINI FIVI

14 – 15 OTTOBRE

AUTOCHTONA

Bolzano www.fierabolzano.it/autochtona/

1 – 4 AGOSTO

3 – 4 NOVEMBRE

VINI DI VIGNAIOLI

6 – 13 OTTOBRE

MILANO WINE WEEK

Calici di Stelle

11/2019

24 – 28 OTTOBRE

EIN PROSIT

Udine www.einprosit.com

TRENTODOC SULLE DOLOMITI Val di Fassa

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Piacenza www.mercatodeivini.it


LUPPOLO E DINTORNI

GIÙ LE ACCISE! Il Decreto che riduce il peso fiscale del 40% sui birrifici è finalmente realtà. E adesso che succede? A CURA DI STEFANIA ABBATTISTA

Vittorio Ferraris

Non si esagera nel dire che il 5 giugno 2019 è stata una data storica per la birra artigianale italiana: il Ministro dell’Economia Tria ha infatti firmato il Decreto Ministeriale previsto dalla Legge di Bilancio 2019, dove si regolamenta l’abbassamento dell’accisa sulla birra artigianale del 40%. La diminuzione è entrata in vigore dal 1 di luglio. Era acclamata come la vittoria necessaria di una battaglia condotta da molti anni: finalmente ora è una realtà, e i nostri birrifici artigianali potranno prendere una boccata d’ossigeno. Vittorio Ferraris è nome ormai molto noto nel settore, vuoi perché è a sua volta un mastro birraio (del vercellese Birrificio Sant’Andrea), vuoi perché è l’attuale Direttore di Unionbirrai. E questa “battaglia anti-accise” lui l’ha fatta sua dal primo giorno del suo mandato, iniziato circa un anno e mezzo fa. “Questa proposta ha già molti anni - commenta Ferraris -, ha passato molti governi: a livello europeo già dal 1992 esistevano delle direttive comunitarie che qui da noi non erano applicate. Ogni Paese europeo aveva già riconosciuto al birrificio indipendente un proprio status, e tutti i Paesi membri avevano la facoltà di ridurre le accise fino al 50%. Quasi tutti si sono mossi, noi arriviamo quasi ultimi in questo senso: solo la Svezia non ha fatto ancora nulla”. Il nostro Decreto, oltre a ridurre l’accisa del 40%, fissa anche dei paletti per la definizione di birrificio artigianale. Possono infatti beneficiare dello “sconto” le imprese che non superano il limite di 10mila ettolitri di produzione annua (pensiamo che la media dei pro-

duttori oggi è di soli 600 hl!), che sono indipendenti a livello societario, che non effettuano pastorizzazione e microfiltrazione e che svolgono l’attività di produzione interamente in Italia. C’è grande soddisfazione, anche perché, per Ferraris, “così è stata premiata anche l’identità del piccolo birrificio, che svolge tutte le attività di produzione in Italia. Importare certo è consentito, anche perché è inevitabile (pensiamo al malto e al luppolo). Siamo ancora lontanissimi dal modello di birrificio che produce la materia prima autonomamente, un po’ come succede nel mondo del vino. Ma le dimensioni sono ancora irrisorie, parliamo di circa 820 birrifici che stanno al di sotto dei 10mila hl. Bisogna lavorare tanto e insieme”. Siamo in un territorio ricco di materie prime con cui si potrebbero fare grandissime birre. Grani locali, frutta, acqua straordinaria, luppoleti pur presenti ma esigui: tutto è in embrione, e l’idea di “birrificio agricolo” che produce tutto autonomamente è ancora una chimera. Però primo passo è stato fatto, la fiscalità è stata regolamentata in modo più corretto, l’aspetto economico legale è più definito. Questo decreto getta una base solida e lascia ben sperare per il futuro. “La direzione è tracciata - commenta Ferraris -. Oggi per esempio, le Istituzioni sono molto più interessate, anche il MIPAAF sta lavorando alla scrittura di un testo unico della birra, con una serie di nuove regolamentazioni. Da quel punto di vista siamo rimasti fermi al 1962, quando in Italia esisteva quasi solo la Peroni e anche i regolamenti erano tarati su quel tipo di

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produzione. Il prodotto è in evoluzione, negli ultimi 20 anni ha fatto passi da gigante, ma ora comparto sente l’esigenza di un sostengo istituzionale, come pure degli istituti di ricerca, che possono dare un grande contributo al prodotto finale”. A proposito di prodotto finale, il consumatore risparmierà qualcosa nel comprare la sua amata birra oppure no? La risposta è “praticamente no”, ma comunque non è una cattiva notizia. “La riduzione di prezzo che si ha sul prodotto sarà insignificante - ammette Ferraris - incide qualcosa come 5 centesimi a bottiglietta di birra. Per il consumatore, dunque, nulla cambierà nell’acquisto. Per l’impresa, però, questo sconto è davvero significativo: ogni 1000 hl ci saranno 20mila euro di respiro finanziario. Un bel risparmio per imprese piccole, che potranno in questo modo reinvestire qualcosa per la crescita della propria azienda”.

Il Ministro dell’Economia Tria ha firmato il Decreto Ministeriale previsto dalla Legge di Bilancio 2019, dove si regolamenta l’abbassamento dell’accisa sulla birra artigianale del 40%.


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TENDENZE SPARKLING a cura di Martina Ciliani, Cecilia Filoni, Veronica Costa

RICONOSCIMENTI

LE COLLINE DEL PROSECCO DI CONEGLIANO VALDOBBIADENE OPERA PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITÀ

PIEMONTE

MOSCATO CANELLI VERSO LA DOCG Cresce l’entusiasmo all’interno dell’Associazione Produttori Moscato Canelli. La giovane denominazione piemontese, infatti, diventerà presto Docg. La pratica deve passare in Regione, a Roma e, infine, a Bruxelles; poi, quello che a lungo è stato solo un sogno, diventerà realtà: con la vendemmia 2020 sarà possibile vedere la prima bottiglia di Canelli Docg. Un riconoscimento importante per una realtà in crescita: nel primo semestre 2019, 200mila bottiglie prodotte, con un più 30%. Di queste, ben il 50% è consumata sui mercati esteri. Basti pensare che dal 2011, anno zero della produzione di Moscato Canelli, ad oggi, l’incremento è stato del 90%. E Gianmarco Cerruti, presidente dell’Associazione, è fiducioso: “L’obiettivo delle 500mila bottiglie nel 2019 è ormai un dato quasi certo”. (c.f.) Con la vendemmia 2020 la giovane denominazione raggiungerà un ambizioso traguardo qualitativo W MOSCATOCANELLI.IT

L’Assemblea Unesco riunita ad Azerbaijan ha decretato le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene il 55° sito italiano Patrimonio dell’Umanità. L’impegno di generazioni di viticoltori, il duro lavoro speso nelle vigne per forgiare i caratteristici “ciglioni” ha ricevuto il meritato riconoscimento e “testimonia come il vino faccia parte del panorama culturale italiano- spiega Ernesto Abbona, Presidente UIV, che aggiunge - siamo felici che sia stato comunicato al mondo il valore universale di un paesaggio culturale e agricolo unico, dove una magistrale e sapiente interazione tra il lavoro dell’uomo e la natura ha reso possibile non solo la creazione di un prodotto di successo, ma anche la salvaguardia di un territorio straordinario”. Ma il riconoscimento altro non è che il coronamento di un sogno, quello che fu di Antonio Carpenè, che oltre un secolo e mezzo fa ha intravisto enormi potenzialità di sviluppo in questo territorio. Con le sue lezioni in piazza e l’istituzione della Scuola Enologica Carpenè ha dato la giusta spinta al miglioramento della viticultura sul Trevigiano ed ha portato l’unico vigneto attivo nel 1853 a raggiungere oggi gli oltre 8 mila ettari di superficie vitata. Grande soddisfazione espressa da Innocente Nardi, Presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo “Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità” e del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, che insieme ai produttori non ha mai smesso di credere nell’unicità del paesaggio di queste alture. Così Nardi spiega come è stato possibile raggiungere l’obiettivo non dimenticando mai le difficoltà incontrare nei dieci anni della candidatura, per questo parla di traguardo ma non si accontenta di tale definizione perché come spiega “Il riconoscimento non rappresenta un punto di arrivo, ma un’importante tappa di un percorso che mira alla valorizzazione del patrimonio culturale, artistico ed agricolo presente in questo piccolo territorio, noto per il suo prodotto principe, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”. (m.c.) Grande traguardo per il territorio che corona il sogno di Antonio Carpenè W PROSECCO.IT

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ITALIA IN PRIMO PIANO

CANTINE FERRARI È ANCORA “SPARKLING WINE PRODUCER OF THE YEAR”

Cantine Ferrari è per la terza volta “Sparkling Wine Producer of the Year” per The Champagne & Sparkling Wine World Championships, la più importante competizione a livello internazionale nel settore delle bollicine. Un numero di successi mai raggiunto prima, che ha portato l’Italia a superare la Francia per il numero di medaglie. Ferrari ha infatti conquistato 15 medaglie d’oro e raggiunto anche il riconoscimento più importante, il titolo di “Produttore dell’anno”, eccellendo su Maison de Champagne Louis Roederer. Risultati che confermano il valore internazionale, già riconosciuto nelle altre edizioni del concorso, dei Trentodoc Ferrari, in grado di primeggiare sulle più grandi cantine del mondo. (v.c.) L’azienda in Trento Doc si è aggiudicata la massima competizione a livello internazionale nel settore delle bollicine W FERRARITRENTO.COM


DISTILLATI & CO. a cura di Martina Ciliani, Cecilia Filoni, Veronica Costa

GIOVANI

DISTILLERIE BERTA: DOVE ARTE, NATURA E SOLIDARIETÀ SI INCONTRANO PUGLIA Natura, talento e solidarietà: ecco gli ingredienti di De Naturis, un progetto che ha portato gli ospiti della cooperativa Fraternità e Amicizia Onlus alla scoperta del parco di Distillerie Berta. Qui, tra i colori e i profumi delle essenze utilizzate per produrre grappe e liquori, i ragazzi hanno tratto ispirazione per la creazione di installazioni artistiche dedicate ai quattro elementi, visitabili da settembre. De Naturis è promossa dalla Fondazione no profit SoloPerGian, nata nel 2015 per ricordare Gianfranco Berta, un uomo che, per anni, è stato alla guida dell’azienda distinguendosi sempre per il suo impegno verso la società. Distillerie Berta non è nuova a iniziative del genere: dalla collaborazione tra le due parti era già nata, nel 2015, l’etichetta per la grappa Elisi. Da allora, ogni bottiglia venduta contribuisce a promuovere attività che incoraggiano le passioni dei ragazzi ospiti della cooperativa. (c.f.)

FISH AND GIN FESTIVAL: IL DISTILLATO NELL’ESTATE PUGLIESE Il Gin torna protagonista a San Donato di Lecce con la seconda edizione del Fish and Gin Festival. L’evento, che si svolgerà dal 15 al 17 agosto, accosta 100 tipi di Gin Premium con street food di mare. Stand dedicati al cibo e al famoso distillato, oltre a musica e divertimenti. La degustazione di tipologie di Gin, raddoppiate in numero rispetto allo scorso anno, si svolgerà in stand suddivisi per provenienza e tipologia. Stand di Fishers, Hermit, Malfy e Akori oltre a Adamus, Knut Hansen e selezione di Gin Portoghesi. Sabatini Gin ed Edimburg e nello stand Gin From Italy il Rivera Gin. Spazio anche per il Gin nel mondo e per il Gin From Japan. Gin in purezza o nei cocktail, gli appassionati scopriranno ogni variante del distillato. (v.c.)

ESTATE

LA GRAPPA D’ESTATE? ORA SI PUÒ Se pensate che la grappa sia sinonimo di bevanda da camino acceso durante le fredde giornate invernali vi sbagliate. Lo dice anche un’analisi dell’Istituto di Tutela della Grappa del Trentino: la grappa si beve anche d’estate, e non solo in montagna. Alcuni, più fantasiosi, la propongono in cocktail freschi dal sapore estivo, altri preferiscono berla cosi come è. Un unico avvertimento: evitare il ghiaccio per non rovinarne l’intensità e i profumi; meglio servirla fresca, soprattutto le grappe più giovani e morbide, che meglio si adattano alle basse temperature. Ecco, allora, che i creatori della Grappa di Prosecco, per sbaragliare la concorrenza, hanno puntato sull’innovazione lanciando un cappotto termico che raffredda il contenuto della bottiglia. Così la grappa si presenta in tavola fredda e in grande stile mantenendo costante la temperatura a 2-3 gradi. L’idea è quella di pensare la grappa bianca proprio come il vino bianco d’estate: da servire fredda, in abbinamento a un dessert o da assaporare da sola. (m.c.). La Grappa di Prosecco veste il cappotto termico e si candida ad essere assaporata anche nei mesi più caldi

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NEWS BIO&GREEN

IL BIO COME ECCELLENZA DEL MADE IN ITALY Federbio, con la nuova presidenza in carica per il prossimo triennio, stringe su temi che riguardano non solo la tutela dell’agricoltore ma anche del consumatore. Obiettivo 40% di superfici bio entro il 2030 A CURA DI MARINA CIANCAGLINI

FederBio, la federazione nazionale nata nel 1992, con l’obiettivo di tutelare e favorire lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica, ha un nuovo presidente, in carica per il triennio 2020-2022. Si tratta di Maria Grazia Mammuccini, toscana Doc, che ha iniziato subito ad affrontare importanti tematiche sul piano politico e strategico. Tra le priorità strategiche del suo mandato c’è l’approvazione al Senato del progetto di legge sull’agricoltura biologica. Ci state già lavorando? “Esatto. Si tratta di un testo contenente delle strategie nazionali per dare delle normative più stringenti. Il bio deve essere una priorità politica, dove sono previste non solo norme ma anche investimenti su ricerca, formazione e innovazione. Vogliamo valorizzare il made in Italy, per questo stiamo lavorando anche sul riconoscimento di un organismo interprofessionale per il settore e su un logo nazionale. Riteniamo estremamente importante che l’agricoltura biologica sia riconosciuta come attività economica di interesse nazionale e che siano valorizzate le

funzioni ambientali ed economico-sociali. Inoltre crediamo che si debba agire anche sul riconoscimento e sostegno alla diffusione dei biodistretti”. Come è possibile sostenerli e aiutarli a diffondersi? “Con delle normative flessibili, che raccolgano anche esperienze che possono diventare un bene comune”. Nella percezione del consumatore sui prezzi dei prodotti agricoli, ci sono delle criticità da risolvere? “Purtroppo ci sono ancora molti elementi di incertezza, dati soprattutto da una forbice di prezzo troppo ampia. La direzione è quella di un accorciamento della filiera, per ottimizzare i costi e anche evitare la rincorsa al prezzo più basso. E’ importante far capire al consumatore che lavorare in bio ha dei costi più alti: si utilizzano meno prodotti ma c’è un costo del lavoro più alto. Il pericolo, altrimenti, è anche la riduzione del reddito agricolo, allontanando le persone da questo settore, come già successo in passato. E’ fondamentale che si lavori

in sinergia, aumentando la comunicazione verso il consumatore, sia da parte degli agricoltori che da parte della politica”. Il vino è un comparto agricolo di grande interesse; come si inserisce in questo contesto? “Rappresenta sicuramente una punta di diamante, nell’aver saputo valorizzare il concetto di terroir e le strategie locali. Si pensi che la superficie del Chianti Classico è per il 40% coltivata in biologico. La normativa europea, seppur con alcuni limiti dovuti dal creare un accordo tra Paesi molto diversi tra di loro, ha sancito un traguardo importante, ovvero il riconoscimento del vino, quindi del prodotto finito, e non più solo dell’uva, con il marchio bio”. Si prefigge altri obiettivi? “Uno molto ambizioso. Vorrei che in Italia si passasse da una superficie coltivata in biologico del 15,4%, al 40% entro il 2030”.

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E’ importante far capire al consumatore che lavorare in bio ha dei costi più alti: si utilizzano meno prodotti ma c’è un costo del lavoro più alto.


EXTRAVERGINE NEWS a cura di Emanuele Gorelli FORMAZIONE

“ADOTTA UN ULIVO”: IL CROWFUNDING DELLA COOPERATIVA SOCIALE CHICO MENDES É il 2016 quando la Cooperativa sociale Chico Mendes Altromercato, insieme con la Cooperativa Agricola Frantoio del Parco e Legambiente, si aggiudicano in concessione gratuita, tramite un bando pubblico della “Banca della Terra”, un terreno di 200 ettari all’interno del Parco Naturale della Maremma, con l’obiettivo di riportare in piena produzione le 30 mila piante di ulivo presenti e ristrutturare il frantoio all’interno della proprietà. Un progetto ambizioso che, grazie all’intenso lavoro di cura e manutenzione fino ad oggi svolto, ha consentito il recupero di circa 10 mila ulivi e la produzione di 3 mila bottiglie di olio extravergine di oliva bio e Igp Toscano di alta qualità. Dal 2018 inoltre, grazie ai fondi recuperati dalla vendita dell’olio prodotto, è stato poi completato il lavoro di ristrutturazione del frantoio, tornato completamente funzionante. Per poter proseguire in questa direzione la cooperativa Chico Mendes ha recentemente lanciato una speciale raccolta fondi denominata “Adotta un ulivo” la cui finalità è quella di raccogliere 15 mila euro a copertura dei costi del lavoro di potatura, cura e manutenzione necessari a riportare in piena salute e produzione 500 ulivi della proprietà. La particolare proposta di questa iniziativa è promuovere l’adozione di un ulivo contribuendo quindi a salvaguardare un patrimonio naturale inestimabile e, allo stesso tempo, creare un forte legame tra il progetto e chi decide di sostenerlo. A fronte di una donazione infatti si potrà scegliere il proprio ulivo tramite una mappa interattiva, seguirne le diverse fasi della propria vita e visitare il Parco della Maremma per “conoscerlo” da vicino. Un’iniziativa che unisce all’aspetto ambientale quello sociale, attraverso l’inserimento lavorativo di giovani disoccupati del territorio e persone con diverse situazioni di fragilità, ma anche la valorizzazione del territorio con il rilancio del parco e delle sue bellezze naturalistiche, favorendo così uno sviluppo turistico sostenibile. Prosegue grazie ad una raccolta fondi, l’opera di recupero di un uliveto secolare all’interno del Parco Naturale della Maremma

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VIGNA & CANTINA

“MA CHE CALDO FA!” Quali prospettive per la viticoltura mondiale di fronte ad uno spericolato aumento della temperatura? A CURA DI ELISA BERTI E CECILIA FILONI

Siamo la prima generazione a sperimentare il rapido aumento della temperatura e l’ultima che può tentare di porvi rimedio. Un segnale di aiuto lanciato a più riprese da organizzazioni e studiosi di tutto il mondo, che è stato ampiamente condiviso dall’Istituto superiore di Sanità che, qualche mese fa, ha tenuto in Polonia la conferenza internazionale sul clima COP 24, organizzata dalle Nazioni Unite. Un problema che interessa tutte le specie viventi del pianeta e che, ovviamente, non lascia immune la viticoltura, una delle attività di coltura tra le più delicate. Due le ipotesi di aumento di temperatura (1,5 e 2 gradi) che avrebbero impatti enormi sugli ecosistemi. Cosa succede al vigneto? Una delle risposte più complete è stata fornita in occasione della scorsa edizione del Merano Wine Festival, in cui si riportano gli studi effettuati dal climatologo Lee Hannah di Conservation International, Arlington in Virginia, il quale ha elaborato un modello previsionale dei possibili impatti del cambiamento climatico sulla vinificazione. Risultati sconfortanti che vedono le regioni vinicole più importanti del mondo, dal Cile alla Toscana, dalla

Borgogna all’Australia diminuire le loro aree coltivabili dal 25% al 73% entro il 2050. Questo costringerà i viticoltori a piantare nuovi vigneti in ecosistemi precedentemente indisturbati, a latitudini più alte o altitudini più elevate, eliminando le specie vegetali e animali locali. Il graduale aumento delle temperature nei territori autoctoni sottopone la vigna a continui stress: nuove malattie, inondazione ed erosione dei suoli, gelate ricorrenti in primavera e aumento della muffa sulla vigna. Riscontriamo già oggi un aumento di 1% alcolico nei vini qualitativamente più importanti negli ultimi 20 anni che sono passati da 12,5 % a 13,5%. Uno studio, condotto dalla Fondazione Bruno Kessler, in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach e con il Centro C3A congiunto con l’Università di Trento, ha evidenziato l’impatto dei cambiamenti climatici sulle fasi fenologiche di cinque varietà di vite in due periodi: 2021-2050 e 2071-2099. La ricerca indica che in futuro avremo un ciclo vegetativo più breve, un inizio anticipato e una durata più corta delle singole fasi di sviluppo, fino ad arrivare tra 80 anni ad una vendemmia anticipata di quattro settimane.

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Un segnale di aiuto lanciato a più riprese da organizzazioni e studiosi di tutto il mondo


Vivai Rauscedo: “Il cambiamento climatico è un problema più che mai attuale; da tempo abbiamo sostenuto programmi di miglioramento genetico per la creazione e selezione di nuove varietà e nuovi portinnesti. La collaborazione con l’Università di Milano e “Winegraft S.r.l. ci ha condotti a selezionare portinnesti particolarmente resistenti a diversi stress abiotici come la tolleranza al calcare ed alla siccità”.

COSA PUÒ FARE LA VITICOLTURA? Le risposte sono molteplici e vengono proprio dagli addetti ai lavori. Tradecorp: “Migliorare la struttura del suolo e promuovere la capacità delle piante di resistere allo stress, aumenta la forza dell’agricoltura contro siccità, desertificazione e perdita di particelle di terra attraverso l’erosione del vento e dell’acqua.Tradecorp da tempo si adopera per la creazione di prodotti che possano rafforzare il terreno in questo senso. In primis gli acidi umici che aumentano la biomassa delle radici, favorendo l’assorbimento di acqua e sostanze nutritive. Inoltre, più radici hanno un effetto fisico positivo, in quanto le radici possono “intrappolare” le particelle di terreno trattenendole e rinforzando la struttura del suolo”.

Vivai Cooperativi Padergnone: “Per rispettare l’ecosistema è necessario coltivare varietà di vite che meglio si adattano alla nuova situazione. In una logica di sostenibilità, abbiamo selezionato tipologie resistenti, in collaborazione con il Consorzio Civit, sia a bacca rossa che a bacca bianca ”.

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IN VIGNA

IL VIGNETO ITALIA Il tema del cambiamento climatico è stato affrontato anche durante l’ultima edizione di Enovitis in Campo (Montepulciano, giugno 2019). In fase di convegno- cui hanno partecipato Attilio Scienza (Università di Milano), Lucio Brancadoro (Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali, Università degli Studi di Milano), Diego Tomasi (CREA), Edoardo A.C. Costantini (CREA) e Riccardo Velasco (CREA-VE)- è emerso il problema legato ad una drastica riduzione della superficie vitata, che vede particolarmente sfavorito il Sud rispetto al Nord, in cui i vigneti salgono e dove aumenta la presenza della vite ad alta quota, fino a quasi 1200 metri di altezza. Sintomatici gli esempi di colture di vite nei comuni di Morgex e di la Salle in provincia di Aosta, dove dai vitigni più alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop. “Oggi diventa importante per il vino italianoafferma Attilio Scienza- ripensare complessivamente l’impegno del lavoro in vigna, forti di una serie di strumenti nuovi messi a disposizione dalla ricerca scientifica: moderne metodiche e tecnologie per l’analisi dei terreni, gestione dei suoli e degli stress idrici e, ancora, la nuova generazione di portainnesti M e le proposte per affrontare il grande tema del deperimento vegeto-produttivo dei vigneti. Tutto questo per recuperare uno stile produttivo più classico, tradizionale, attento alle tipicità dei territori verso una nuova caratterizzazione dei vini che rappresenta un vantaggio competitivo unico a livello mondiale del nostro Paese”.

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EVENTI

SIMEI 2019 L’innovazione tecnologica protagonista alla prossima edizione di SIMEI, il salone leader a livello internazionale nel comparto delle macchine e degli accessori per l’enologia e l’imbottigliamento. Dopo l’esperienza a Monaco di Baviera, SIMEI torna in Italia, più precisamente a Milano, dove andrà in scena dal 19 al 22 novembre 2019. Tanti gli espositori che hanno già confermato la loro presenza; se nel 2017 i delegati, provenienti da ogni pare del mondo, erano stati oltre 150, l’obiettivo di quest’anno è far salire ancora di più il loro numero. “Stiamo lavorando ad un’edizione che rappresenterà una svolta nella storia del SIMEI” afferma Ernesto Abbona, presidente dell’Unione Italiana Vini, che aggiunge “SIMEI vuole andare oltre la dinamica commerciale, per investire il più ampio tema del dialogo di filiera mirato all’innovazione di prodotto e processo”. Importanza della tecnologia nel mondo del vino sottolineata anche da Paolo Borgio, Direttore Organizzatori Terzi, Sponsorizzazioni e Ristorazione Fiera Milano Spa: “ Quando parliamo di vino, un ambasciatore eccezionale del made in Italy, è importante sottolineare la componente tecnologica delle macchine che aiutano i nostri imprenditori a lavorare meglio”. “L’innovazione è alla base della nostra attività- afferma Giovanni Riccardi di Siprem International, azienda espositrice alla prossima edizione della fiera SIMEI e leader mondiale nel settore delle macchine enologiche- Da quasi 50 anni incentriamo le lavorazioni su una ricerca costante di miglioramento tecnologico, dettata spesso dalla volontà di assecondare e soddisfare al meglio le differenti esigenze della clientela. La notevole flessibilità aziendale e l’elevato know-how ci consentono di produrre macchine di altissima qualità che si caratterizzano anche per l’estrema duttilità d’impiego e il contenuto impatto energetico-ambientale. Il nostro servizio post vendita eccellente e all’avanguardia completa la nostra realtà: la possibilità di installare ad esempio un sistema di teleassistenza a bordo, permette di svolgere attività di diagnosi e gestione a distanza di tutte le funzioni operative, risparmiando e facendo risparmiare tempo, denaro ed energia”.

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RICERCA

MAL D’ESCA: LA BANCA DATI DI CREA Per questo, i ricercatori del CREA hanno messo a punto un sistema che gli ha permesso di caratterizzare nel dettaglio questa sindrome così complessa. La banca dati, in questo senso, è composta da funghi provenienti da piante sane e da piante malate, una collezione micologica unica nel suo genere al mondo, perché per la prima volta sono stati individuati e caratterizzati anche i virus che infettano i funghi. Ne è emerso che il fungo, dopo esser stato contagiato dal virus, è meno pericoloso e, per questo motivo, può essere usato come agente di controllo biologico per il mal dell’esca. Le indagini condotte non si sono limitate alla pianta: studiando la microflora del suolo è emerso che laddove siano presenti piante malate, risultano infettati anche i suoli, aumentando quindi la facilità e la rapidità di propagazione della sindrome. “Per contrastare questa patologia - spiega Walter Chitarra, ricercatore del Crea Viticoltura ed Enologia, fra gli autori dei due studi - è importante intervenire fin da quando il vigneto è giovane: purtroppo al momento tutti gli approcci sono preventivi ed, in particolare, si basano sul biocontrollo utilizzando il fungo benefico Trichoderma”. Una banca dati unica nel suo genere: così il Crea, con il suo centro di Viticoltura e Enologia, cerca di contrastare il mal dell’esca, una patologia dovuta all’interazione spesso combinata o consecutiva di vari funghi, che attaccano il legno della pianta, compromettendo il passaggio dell’acqua e dei nutrienti dalle radici alla parte aerea.

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ABBRACCIARE LA NATURA CON LA TECNOLOGIA Questa tecnologia innovativa è stata ideata per pulire e sterilizzare in modo naturale i tappi di sughero monopezzo, tappi Silktop Advanced® e tappi Viva®. Il processo consiste nell’utilizzo di vapore, temperatura e pressione controllate per espellere il TCA e altre sostanze volatili. Le prestazioni sensoriali sono drasticamente migliorate.

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ETICHETTE SEMPRE ASCIUTTE E IMPECCABILI CON LA TECNOLOGIA WATERPROOF X-DRYTM DI ARCONVERT

La tecnologia waterproof X-DryTM di Arconvert è la soluzione perfetta per le etichette che devono affrontare la sfida del frigorifero e del secchiello del ghiaccio. Le neuroscienze ci insegnano che, oggi più che mai, l’appeal dell’etichetta gioca un ruolo chiave nel catturare l’attenzione di un potenziale consumatore e nel plasmarne il comportamento d’acquisto. Inoltre, nell’esigente industria del vino e degli alcolici, l’etichetta deve apparire perfetta e mantenere il suo fascino iniziale dalla produzione al carrello del consumatore, dal frigorifero al secchiello del ghiaccio, fino all’ultimo sorso. Ma, quando deve far fronte a sbalzi termici e forte umidità, un’etichetta tende inevitabilmente a deformarsi, a presentare grinze e bolle e anche a ingrigire, se è stampata su una carta autoadesiva standard.

Proprio per soddisfare le esigenze dei produttori di vino, Arconvert ha creato una nuova gamma di carte autoadesive con tecnologia waterproof X-DryTM, appositamente sviluppata dai mastri cartai del Gruppo Fedrigoni per etichette che devono superare la difficile sfida degli sbalzi termici e dell’immersione nel secchiello del ghiaccio. Grazie alla tecnologia waterproof X-DryTM, le carte autoadesive Arconvert conservano l’iniziale opacità e integrità dell’etichetta evitandone la deformanzione, l’ingrigimento e rallentando la formazione di grinze e bolle. Monet X-Dry FSCTM certified è la prima carta autoadesiva con trattamento X-DryTM della collezione ManterTM, il brand che identifica i materiali autoadesivi premium prodotti da Arconvert per il settore dell’etichettatura di alta gamma.

Abbinato all’SH9020TM, il nuovissimo adesivo permanente di Arconvert sviluppato appositamente per fornire al settore enologico un’eccellente resistenza in condizioni di umidità e in presenza di sbalzi termici, Monet X-Dry FSCTM certified è la soluzione perfetta non solo per vini bianchi, rosé e bollicine, ma anche per tutti i prodotti premium che necessitano di un’etichetta altamente performante. Con la tecnologia waterproof X-DryTM i produttori di vino possono finalmente stare tranquilli: l’immagine del loro brand manterrà un aspetto premium fino all’ultima goccia.

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Arconvert è tra i leader di mercato a livello globale nella produzione di materiali autoadesivi per l’industria dell’etichettatura. Coniugando la preziosità e la bellezza dei frontali prodotti dalla capogruppo cartiere Fedrigoni S.p.A. a elevate performances a contatto con acqua, ghiaccio e condensa e a specifiche caratteristiche di sicurezza per combattere la contraffazione e la falsificazione, Arconvert non soddisfa soltanto le più elevate esigenze estetiche, ma rappresenta anche lo stato dell’arte dell’innovazione tecnologica per il labelling e la brand protection.

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VIVAI COOPERATIVI PADERGNONE: ATTENZIONE ALL’AMBIENTE E ALL’ECOSOSTENIBILITÀ VARIETÀ RESISTENTI: LA RISPOSTA AI CAPRICCI DEL CLIMA

Dal 1955 Vivai Cooperativi Padergnone, con le sue trenta aziende associate, garantisce un alto standard qualitativo grazie al lavoro artigianale ed alla grande organizzazione interna. Un’ampia selezione di portinnesti e selezioni clonali, tra cui alcuni tipi di varietà resistenti, selezionate tramite il consorzio Civit : 2 a bacca rossa e 2 a bacca bianca in collaborazione con la Fondazione Mach di San Michele all’Adige e 1 a bacca rossa e 1 a bacca bianca in collaborazione con l’università di Pecs in Ungheria. Terroir: per soddisfare le esigenze dei viticultori, Vicopad ha innestato circa 500 combinazioni di innesto per avere barbatelle che si adattano a ogni tipo di terreno e di situazione climatica. Situazione sanitaria: per poter dare ai propri clienti

un prodotto dagli elevati standard, sia sanitari che qualitativi, Vicopad continua ad investire sui materiali di base. Quest’anno ha realizzato circa 15 ettari di Piante Madri Marze di nuovi cloni o dei cloni maggiormente richiesti. In questi giorni i tecnici e i soci Vicopad stanno controllando tutti gli impianti PMM e PMP per assicurarsi dello stato vegetativo e sanitario. Consulenza: il nostro staff è sempre a disposizione per visite in azienda e per consulenze pre e post impianto. Vivai Cooperativi Padergnone Sca Via Barbazan 19 38096 Padergnone- Vallelaghi Tel. 0461864142 info@vicopad.it W VICOPAD.IT

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Per la prossima stagione Vivai Cooperativi Padergnone ha a disposizione barbatelle biologiche di Pinot Nero e di Chardonnay. Entro dicembre sarà possibile ordinare le combinazioni di tutte le varietà per la stagione successiva.


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VITICOLTURA E CAMBIAMENTO CLIMATICO L’INNOVAZIONE ED IN PARTICOLARE LA GENETICA RAPPRESENTANO L’UNICA VALIDA SOLUZIONE PER FRONTEGGIARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO L’innovazione ed in particolare la genetica rappresentano l’unica valida soluzione per fronteggiare il cambiamento climatico e garantire una viticoltura sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico.

La viticoltura europea, sin dalle sue origini, ha dovuto affrontare severi cambiamenti climatici che ne hanno modificato sviluppo e localizzazione geografica. Si prevede che nei prossimi 30 anni ci sarà un incremento di 1,5-2,5 °C nella temperatura media annuale con conseguenti drastici cambiamenti nella fisiologia della vite. I Vivai Cooperativi Rauscedo (VCR) spinti dalle nuove esigenze ed emergenze della viticoltura connesse al cambiamento climatico, negli ultimi anni hanno

sostenuto programmi di miglioramento genetico per la creazione e selezione di nuove varietà e nuovi portinnesti. Grazie alla collaborazione con l’Università di Milano e “Winegraft S.r.l.” sono a disposizione dei viticoltori presso VCR, che li moltiplica e commercializza in esclusiva mondiale, i nuovi portinnesti della “Serie M”: portinnesti selezionati per la loro capacità di resistenza a diversi stress abiotici come la tolleranza al calcare ed alla siccità e che consentono una

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riduzione degli apporti energetici quali l’impiego di acqua e fertilizzanti. La collaborazione, avviata a partire dal 2006 con l’Università di Udine e l’Istituto di Genomica Applicata ha portato alla creazione di varietà resistenti ai principali patogeni. Le prime dieci varietà italiane resistenti, di cui VCR è licenziatario esclusivo a livello mondiale, derivano da incroci di linee resistenti con vitigni di pregio (Sauvignon, Merlot, Chardonnay, ecc.). L’utilizzo su larga scala di queste nuove varietà, oltre a limitare l’impiego della chimica in campo, consente di arginare la maggior virulenza di alcuni patogeni fungini conseguente al cambiamento climatico. Con una riduzione di circa l’80% del numero di trattamenti fitosanitari si limitano drasticamente le emissioni di CO2 connesse all’utilizzo delle macchine agricole, il compattamento del suolo e la deriva ambientale. VCR Rauscedo - Via Udine, 39 33095 Rauscedo (PN) - Italy Tel. +39.0427.948811 Fax +39.0427.94345 W VIVAIRAUSCEDO.COM


UNICA L’ARTE DI PROMUOVERE IL VINO ATTRAVERSO LE EMOZIONI Ogni vino racconta la storia della cantina dove nasce. In un bicchiere sono racchiusi attimi di vita, ricordi indelebili ed emozioni indimenticabili che meritano di essere trasmessi anche grazie all’etichetta. E’ da questa convinzione e dall’incontro casuale tra un imprenditore e un artista, che nel 2010 prende forma “Unica”, un progetto nato per trasferire valore e sensazioni al vino attraverso opere d’arte uniche. Etichette d’autore che portano alla memoria le storie e i ricordi che sono racchiusi dentro ogni singola bottiglia di vino. Attraverso una vera e propria esperienza sensoriale, che solo il vino unito all’arte riesce a dare, le etichette d’artista di “Unica” rendono visibile l’invisibile e riescono a far rivivere a chi le osserva un determinato momento o un’emozione. “Il progetto Unica nasce dalle emozioni per raccontare emozioni attraverso l’arte – spiega Paola Ruocco, Ceo & Co-founder di Unica Srls. Etichette che con personalità ed eleganza narrano storie e donano un’identità del tutto originale alla bottiglia, perché sono in grado attraverso l’arte di raccontare le emozioni che sono il risultato dell’estro e della creatività del maestro Paolo Salvati”.

Esponente di spicco della corrente artistica della pittura espressionista, ritrattista e miniaturista, Salvati ha dedicato una serie di opere per l’azienda “Unica”, riuscendo attraverso la sua arte a raffigurare le emozioni di una storia che gli è stata raccontata. Settantaquattro opere divise in tre linee: “Emozioni”, quindici ritratti che conservano momenti unici e sono capaci di rendere visibile l’invisibile; “Bandie-

re”, una linea con la quale Unica vuole comunicare al mondo il ricordo di un’esperienza e “Prove d’artista”, opere di Salvati che ritraggono uno stesso soggetto dipinto attraverso la sperimentazione del colore. “Unica rappresenta un’occasione straordinaria per le aziende del vino made in Italy che vogliono investire nel binomio arte e vino – conclude Paola Ruocco. Non solo costituisce un’importante leva di sviluppo e di valorizzazione dei prodotti, ma rinnova l’esperienza della degustazione con installazioni artistiche all’interno delle cantine. Con Unica, insieme ad una cultura del vino cresce anche una cultura dell’arte”. Unica Srls P.zza Re di Roma, 71 00183 Roma (RM) Tel: 06-83652885

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Come in una vera e propria tela, le etichette di Unica attraverso un gioco di colori raccontano con personalità, unicità ed eleganza la storia delle cantine.

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News Tecniche

03 VIGNETINOX C-TYPE, la soluzione per una viticultura sostenibile

01 IL SEGRETO DI SCOTTON Uno scrigno prezioso per contenere bottiglie bordolesi, prodotti misti, oppure una singola e importante Magnum Segreto è una scatola versatile, robusta, pratica, compatta ed economica, ideale per confezioni regalo eleganti e facili da realizzare. Disponibile in molti colori e finiture, viene fornita con inserti divisori nelle versioni per 4 e 6 bottiglie, oppure un inserto ferma-collo nel formato per la bottiglia magnum. Ideata e prodotta in Italia da Scotton spa. Scotton Spa Via Vallina Orticella n. 1 31030 Borso Del Grappa(TV) Tel. 0423 913300 scotton@scotton.it W SCOTTON.IT

02 SKYLINE DI VDGLASS: LA CONCRETIZZAZIONE DI UN IDEALE Ogni calice ha una sua propria architettura dove le parti che lo compongono concorrono per trasmettere piacere alla vista, sensazione di impalpabile leggerezza e senso di stabilità. Le parti che costituiscono l’architettura di un calice devono creare insieme una struttura armoniosa. Skyline è la sintesi tangibile di questo concetto: è una struttura architettonica nella quale piede, stelo, coppa e bordo, creano un accordo perfetto. Se i sensi vengono rapiti immediatamente dalle forme, la sorpresa arriva con l’esperienza. La stessa perfetta armonia si riflette sulla prestazione. Vi invitiamo a scoprire tutti i modelli della collezione per provare un’esperienza sensoriale di livello superiore, a 360°. Skyline Universale: adatto sia a vini rossi che bianchi, si presta anche alle note più complesse Skyline Flute Classico: la classica forma flute perfetta per ogni occasione da festeggiare. Skyline Balloon Cult: il volume ne suggerisce l’utilizzo per vini concentrati e complessi ma la forma stimola l’esplorazione oltre i confini conosciuti... Skyline Meditazione: esalta le note dolci dei vini da dessert quanto dispiega delicatamente le sfumature più decise dei distillati. VDGLASS Via la Spezia, 158 43126 Parma (PR) Tel. 0521 990911 info@vdglass.it

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