I Grandi Vini marzo/aprile 2015

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EMILIA 4 - MOSSI AZIENDE AGRICOLE VITIVINICOLE PAG. 39 5 - TONINO LAMBORGHINI PAG. 40

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ALTO ADIGE 1 - K. MARTINI & SOHN CANTINA VINI PAG. 42 - 43 BASILICATA 2 - CANTINA DI VENOSA PAG. 46 CAMPANIA 3 - VINICOLA FIOR DI VINO PAG. 49

LIGURIA 6 - SOCIE LOMBARD 7 - CAST PIEMONT 8 - AZIEN 9 - MONG

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TOSCANA 18 - CORBINELLI PAG. 69 19 - CASTEL PIETRAIO PAG. 80 20 - PODERE IL CASTELLACCIO PAG. 68 21 - L’ AGONA PAG. 81 22 - AZIENDA AGRICOLA MASSIMO CIARCIA PAG. 70 23 - VILLA LA RIPA PAG. 71 24 - FATTORIA LA LECCIAIA PAG. 83 25 - FATTORIA FAZZUOLI PAG. 72 26 - VECCHIA CANTINA DI MONTEPULCIANO PAG. 67 27 - CAMPERCHI PAG. 82 28 - TENUTE SAN FABIANO CONTI BORGHINI BALDOVINETTI DE’BACCI PAG. 73


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ETA’ AGRARIA BURANCO PAG. 51 DIA TELLO DI LUZZANO PAG. 53 TE NDA SAN MICHELE PAG. 55 GIOIA PAG. 58

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VENETO 10 - GERARDO CESARI PAG. 94 11 - 12 - AZIENDA AGRICOLA LE MANZANE PAG. 88-89 13 - COLESEL PAG. 90 14 - TENUTE UGOLINI PAG. 92 15 - TENUTA IL CANOVINO PAG. 91 16 - VINI RIZZI PAG. 93 17 - AZIENDA AGRICOLA SCRIANI PAG. 96

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TOSCANA 29 - AZ.AG. FR.LLI OSIO PAG. 79 30 - SOCIETÀ AGRICOLA LE MACIOCHE PAG. 78 31 - SOCIETÀ AGRICOLA SASSODISOLE PAG. 85 32 - SOCIETÀ AGRICOLA USIGLIAN DEL VESCOVO PAG. 74 33 - AZ. AGR. LA CERBAIOLA PAG. 84 34 - TENUTA VILLA TRASQUA PAG. 75

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CHAMPAGNE 36 - ENCRY PAG. 33

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35 SARDEGNA 35 - AGRICOLA PUNICA PAG. 61

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Anno XI • Numero 83 • Marzo/Aprile 2015 www.igrandivini.com In copertina, Distilleria Da Ponte

Editore Cluster Editori Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 Direzione e Redazione Strada Massetana Romana 58/b - 53100 Siena (Italia) Tel. 057745561 Fax 0577270774 - info@igrandivini.com Direttore Responsabile Giovanni Pellicci Direttore Editoriale Fabrizio Barbagli Segretaria di Redazione Claudia Cataldo Traduzioni a cura di Mariavera Speciale Hanno collaborato a questo numero Stefania Abbattista, Elisa Bartalucci, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Max Brod, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Irene Graziotto, Cristiano Magi, Chiara Martinelli, Laura Morelli Art Director Linda Frosini Stampa Petruzzi – Via Venturelli, 7 Città di Castello (PG)

Concessionaria Pubblicità Cluster Editori Strada Massetana Romana 58/b - 53100 Siena (Italia) Tel. 0577 45561 – Fax 0577 270774 info@clustereditori.it Direttore commerciale Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Account

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Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@clustereditori.it Francesca Dorghini – f.droghini@igrandivini.com Beatrice Ginanneschi - beatrice@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Manuela Orsini - m.orsini@clustereditori.it Irene Pazzagli - i.pazzagli@clustereditori.it Giulia Spolidoro - g.spolidoro@clustereditori.it

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EDITORIALE

Più valore alle differenze petitivi e attrattivi anche nei prossimi anni. Già Vinitaly sarà un fondamentale banco di prova da cui raccogliere sensazioni e spunti, specie per per il suo lato sempre più b2b da cui emergerà chiaro che aria tira nei mercati a cui ci rivolgiamo. Il tutto tirando la volata all’Expo e ai successivi 6 fondamentali mesi in cui il Paese avrà (si spera) gli occhi del mondo addosso. Se, a detta degli osservatori politici, una delle criticità del Governo Renzi è stata quella di aver toppato il semestre di presidenza europea, la vetrina mondiale ormai alle porte sarà da cogliere in tutte le sue potenzialità per imboccare, concretamente e senza ulteriori appelli, la strada della ripresa che sembra manifestare qualche timido segnale già in queste prime settimane del 2015. “Il settore del vino, con 14 miliardi di euro di fatturato e oltre 5 miliardi di export, rappresenta al meglio la capacità italiana di uscire dalla crisi e rilanciare – sostiene il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina -. Abbiamo iniziato ad avere un’agenda di impegni concreti che si traducono in realtà, rispondendo alle esigenze del settore e lavorando sulla promozione. Per sostenere ancora meglio le esportazioni, il Governo ha varato un piano sull’internazionalizzazione che, per la prima volta, pone l’agroalimentare al centro di un sistema integrato”. Tra i temi chiave dell’agenda del vino 2015 è tempo di dare forma concreta al Testo Unico del Vino italiano. Come potrete approfondire nelle prossime pagine, anche con le parole di Antonio Rallo, vice Presidente dell’Unione Italiana Vini, sembra imminente l’approvazione di una riforma molto importante per il settore (prima dell’estate dovrebbero esserci novità), che andrà ad

unirsi alle novità introdotte dalle misure di Campolibero e dal recente – e tanto atteso - decreto sui diritti d’impianto. “Il 2015 può essere un anno di rilancio per il mondo agroalimentare italiano e il Governo è pronto a fare la sua parte al fianco delle imprese – dice sempre Martina -. Anche per questo stiamo accelerando nell’attuazione del piano Campolibero, semplificando la vita a migliaia di aziende e favorendo la nascita di nuovi progetti, perché investire in questo settore significa coltivare futuro. L’obiettivo di quest’anno resta il testo unico per il vino: sono convinto che un lavoro serio tra Governo e Parlamento possa portare davvero alla definizione di uno strumento in grado di aiutare tutto il sistema”. Alla pagella del Ministro Maurizio Martina, dopo 13 mesi di Governo, è dedicata la nuova puntata della rubrica La politica nel vino, che sottolinea la nuova, forse inedita, convinta attenzione alle politiche agroalimentari seppur con qualche intoppo di percorso e decreti molto criticati come l’Imu agricola che ha fatto arrabbiare di brutto le associazioni di categoria e non solo. Da Vinitaly, intanto, è lecito attendersi continuità rispetto alle buone sensazioni espresse dai produttori in merito alle prospettive. Dall’analisi dei dati diffusi con un’indagine curata proprio da Vinitaly su 30 tra le realtà enologiche più importanti che contano un volume d’affari complessivo di circa 2 miliardi di fatturato, emerge che nel 2014 si è registrata una crescita del fatturato delle cantine italiane pari al 5% rispetto al 2013 e, dato importante, il 55% di queste esprime fiducia per il 2015; il 35% in questi primi due mesi ha già avuto riscontri positivi e il 5% prevede un anno molto positivo.•

Giovanni Pellicci Direttore Responsabile

EDITORIALE

L

a biodiversità da un lato e il concetto di zonazione dall’altro sono tra i temi caldi per il presente e il futuro del nostro sistema agroalimentare e del nostro vino. Con la 49^ edizione di Vinitaly (2225 marzo a Verona) e, a seguire, con l’Expo di Milano (1° maggio-31 ottobre 2015) si accenderanno i riflettori internazionali sui prodotti della nostra filiera. Ci attendono sette mesi determinanti in cui – una volta per tutte – dovremo imboccare la strada della ripresa economica, contemplando modelli nuovi e innovativi, che possano essere sostenibili anche nel futuro. Per questo, per l’importanza di oggi ma soprattutto di domani, sarà indispensabile intraprendete un percorso che contempli la valorizzazione delle differenze. L’eredità che l’Esposizione Universale di Milano punta a lasciare alle prossime generazioni con la Carta di Milano si basa sulla lotta allo spreco alimentare, la tutela del diritto al cibo, la sicurezza dei prodotti, l’agricoltura sostenibile, il tutto partendo dal concetto di biodiversità. In questo scenario anche il vino italiano si appresta ad affrontare una sfida chiave per progettare il suo futuro. Magari nuovo. Dagli appuntamenti vinicoli che hanno preceduto Vinitaly (in primis le Anteprime toscane), è tornata di grande attualità la necessità – che sembra non più rimandabile – di affrontare il tema della zonazione, specie all’interno di denominazioni come il Brunello di Montalcino e il Chianti Classico. Alcuni movimenti in questa direzione sono ormai in atto nelle singole realtà, portate avanti da produttori che credono nell’importanza di valorizzare determinate caratteristiche produttive anche nell’ottica di rimanere com-

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88 30 COVER STORY • DA PONTE, DISTILLATORI PER VOCAZIONE

PODERE IL CASTELLACCIO: METTI UN SANGIOVESE A BOLGHERI

LE MANZANE PRESENTA IL SUO PRIMO RIVE: SPRINGO

SOMMARIO 5 L’EDITORIALE 8 LE ULTIME DAL MONDO DEL VINO

DEL VIGNETO EUROPEO

12 FACCIA @ FACCIA CON... ANTONIO RALLO

62 TOSCANA IN ANTEPRIMA

14 THE WINE TROTTER • CANADA

86 AMARONE: 5 STELLE ALL’ANNATA 2011

16 LA POLITICA NEL VINO

98 VALLE D’AOSTA • DIVERSI NELLA PARTICOLARITÀ

18 L’ INCHIESTA • OCM PROMOZIONE

99 EXPO • OCCASIONE UNICA PER SCOPRIRE IL MOLISE

22 CHEF • STEFANO CALLEGARI

100 FOOD AND BEVERAGENDA

24 AROUND FOOD • NATURALMENTE SANO

102 CALICI IN CINA

26 VITIGNO ITALIA • A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA

103 PELLICOLE DI GUSTO

30 COVER STORY • DA PONTE, DISTILLATORI

104 NEWS BIO & GREEN

PER VOCAZIONE

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60 SARDEGNA • COME TI RISCRIVO LA STORIA

106 A TUTTA BIRRA

41 ALTO ADIGE • VIVERE L’EQUILIBRIO

108 BOLLICINE NEWS

45 BASILICATA, C’ È CULTURA NEL GUSTO

110 DISTILLATI & CO.

48 DONNA DEL VINO MADE IN CAMPANIA

113 APPUNTI DI VIAGGIO • CARMIGNANO

50 “VEDI COSA BEVI” IN LIGURIA

114 EXTRAVERGINE NEWS

52 BRINDISI UNIVERSALE CON IL FRANCIACORTA

116 VIGNA & CANTINA • MACCHINE PER IL VIGNETO

54 INVITO AL “BARBERA LIFESTYLE”

145 NEWS TECNICHE DALLE AZIENDE


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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

FENOMENO COOP

È DELLE COOPERATIVE UN QUARTO DEL FATTURATO DEL MADE IN ITALY Dati molto positivi dal Rapporto 2014 dell’Osservatorio sulla Cooperazione agricola Oltre cinquemila imprese attive; 93 mila addetti; un fatturato di quasi 35 miliardi di euro, pari al 23% del valore dell’alimentare italiano, ottenuto attraverso la lavorazione e trasformazione di una quota pari al 37% della materia prima agricola italiana, per un valore di 19 miliardi di euro. Sono questi i dati, decisamente brillanti, del la cooperazione agricola italiana. E’ quanto è emerso dal Rapporto 2014 dell’Osservatorio sulla Cooperazione agricola, istituito dal Ministero delle Politiche Agricole e sostenuto dalle

organizzazioni Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Unicoop. Di rilievo anche l’ambito delle esportazioni, che vede le cooperative rappresentare il 13% del totale dell’export agroalimentare italiano, pari a 4 miliardi di euro. Ma l’elemento forse tra i più significativi riguarda le performance economiche della cooperazione che nel 2013 ha fatto segnare un +5,8% di crescita del fatturato rispetto all’anno precedente, contro un più contenuto +1,5% dell’alimentare nel suo complesso. Carne, ortofrutta,

latte e vino sono i principali settori cooperativi grazie al forte legame con la base produttiva agricola. In questi settori le imprese cooperative sono divenute casi di eccellenza sul territorio e veri e propri big player a livello nazionale ed internazionale. Le cooperative sono, infatti, leader di settore nel vino, nell’ortofrutta fresca e trasformata e nelle carni avicole; rappresentano il segmento più ampio della produzione di formaggi a denominazione di origine e contemporaneamente sono i principali attori nazionali nel comparto del latte fresco, in cui competono con grandi multinazionali estere. Si tratta di cooperative che utilizzando le materie prime agricole conferite dai soci agricoli, realizzano il 38% del loro fatturato dai prodotti a marchio proprio e il 15% da private label.

TENDENZE

IL VINO NUOVO SINONIMO DI LUSSO Lo dice una ricerca commissionata da Ornellaia a Censis e Sotheby’s Cambia il concetto di lusso per gli italiani. Dalla moda e le auto di grossa cilindrata si passa a prodotti in grado di riservare esperienze uniche, come una cena stellata o una bottiglia di un grande vino. A dirlo è il Censis in una ricerca commissionata da Ornellaia e in tal senso emerge che i vini italiani d’eccellenza sono sempre più apprezzati a livello mondiale, tanto da garantire migliori performance dei cugini francesi nelle più importanti aste internazionali. Tra queste, Sotheby’s afferma che Ornellaia rappresenta un investimento più sicuro di beni rifugio quali oro, o commodity come il petrolio. Nel 2014 i vini di pregio battuti nelle aste internazionali sono aumentati, sia in quantità sia in valore (+13%); in particolare, i vini d’eccellenza italiani (+47%), veri campioni del “Lusso Made in Italy”, hanno battuto i francesi (-1%) per prezzi di battitura. La crisi ha spostato l’asse da un consumo di possesso, ad un consumo più di tipo esperienziale,

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dal desiderio di possedere un oggetto alla voglia di vivere un’esperienza. I trend individuati dalla ricerca sono confermati anche sulla stampa internazionale, secondo cui l’eccellenza del lusso italiano è soprattutto nel settore dell’hospitality e della produzione enogastronomica, diventati entrambi portabandiera dei nuovi beni di lusso made in Italy a livello internazionale. I dati sono stati illustrati da Ornellaia nell’ambito della presentazione della settima edizione di Vendemmia d’Artista, progetto che ogni anno vede un artista di fama internazionale realizzare un’opera d’arte che catturi l’essenza del vino, l’individualità dell’annata e la sua specifica personalità. Per il 2015 spetterà all’artista svizzero John Armleder interpretare “L’incanto”, ovvero il carattere della vendemmia Ornellaia 2012. Il progetto ha finora raccolto ha raccolto e donato oltre un milione di euro a Fondazioni nel mondo capaci di aiutare l’arte, in ogni sua espressione.

ANALISI

LUCI ED OMBRE DELL’ENOTURISMO ITALIANO Benvenuti (Città del Vino): “Expo palcoscenico molto ghiotto per valorizzare ogni angolo d’Italia” Enoturismo, croce e delizia del Belpaese. L’Italia è, infatti, il Paese con maggiori siti Unesco al mondo (50), seguita di misura dalla Cina (47) e con circa il 50% del patrimonio artistico internazionale. Siamo anche il Paese con il più alto numero di vitigni utilizzati (200), seguiti dalla Francia (87); quello con il più alto numero di Dop e Igp (270) davanti a Francia (217) e Spagna (179), ma anche il maggiore produttore di vino (con 44,4 milioni di ettolitri nel 2014) di misura dietro ai cugini francesi (46,2 milioni). Risorse naturali fondamentali per l’enoturismo italiano. In realtà il nostro Paese soffre di debolezze croniche dovute principalmente al pesante scarto tra attrattività e competitività, alla mancanza di un’intesa strategica tra istituzioni e operatori, alla scarsità di azioni sistemiche in linea con le vocazioni territoriali e alla mancanza di un approccio di marketing per target e segmentazioni di mercato. A dirlo è il XII Rapporto sull’Enoturismo realizzato dall’Università di Salerno per conto dell’Associazione Nazionale Città del Vino. “Il caso dell’Expo è emblematico: da grande opportunità a possibile ed ennesima occasione mancata – lancia l’allarme il direttore delle Città del Vino, Paolo Benvenuti -. Il palcoscenico offerto dall’Expo 2015 è una chance troppo ghiotta, soprattutto perché si tratta di un grande evento focalizzato su alimentazione e nutrizione. Ma bisogna evitare che Milano sia percepita come unico luogo italiano, paradossalmente un ponte verso altre destinazioni enoturistiche europee. Bisogna invece rappresentare tutta l’Italia, anche quei territori con le viticolture minori che rischiano di essere penalizzati e dimenticati maggiormente”.


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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

NORMATIVE

DIRITTI DI IMPIANTO, PROROGA FINO AL 2020 Posticipati al 31 dicembre 2020 i tempi di conversione e la trasferibilità tra Regioni Prorogati fino al 31 dicembre 2020 i tempi per la conversione dei diritti d’impianto e la trasferibilità tra le regioni. Lo ha deciso il Governo con un decreto voluto dal Mipaaf, abrogando la possibilità di limitare l’esercizio del diritto di reimpianto “ad ambiti territoriali omogenei i limitati al fine di tutelare le viticolture di qualità e salvaguardare gli ambienti orograficamente difficili”. Attualmente i

diritti di reimpianto detenuti dai produttori viticoli ammontano a circa 47 mila ettari (il 7% della superficie vitata nazionale). Le modifiche volute dal Ministero consentono di ridurre il rischio di non utilizzo dei diritti, e quindi della possibile perdita di potenziale viticolo, calmierando i prezzi di mercato attualmente in forte aumento.

DATI

EXPORT, L’ITALIA PUNTA A QUOTA 36 MILIARDI NEL 2015 Il 2014 si è chiuso a 34,3 miliardi. Martina: “Nel 2020 possiamo arrivare a quota 50”

Un export da record per l’agroalimentare italiano. Il 2014 delle filiera agroalimentare italiana si è infatti concluso con una quota pari a 34,3 miliardi di euro andati oltre confine (dati Istat). “L’agroalimentare italiano fissa un nuovo record nelle esportazioni – è il commento del Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina -. Dal 2004, grazie allo straordinario lavoro di promozione del made in Italy fatto dalle nostre imprese, registriamo una crescita del 70%. Nonostante un’annata non felicissima dal punto di vista climatico e aggravata dall’embargo russo, abbiamo chiuso con un risultato importante. Il nostro obiettivo è raggiungere quota 50 miliardi nel 2020 e 36 miliardi nel 2015, sfruttando il cambio euro dollaro più favorevole e l’abbassamento dei costi dell’energia. Abbiamo ancora margini di crescita importanti sui quali stiamo lavorando con il Ministero dello Sviluppo Economico e con le imprese, mettendo in atto il piano per l’internazionalizzazione con un focus specifico sui prodotti agroalimentari. Penso alle opportunità di sviluppare piattaforme logistico distributive all’estero e ad un programma di promozione che concentri le risorse su alcuni obiettivi chiave. In questo contesto non possiamo dimenticare la grande opportunità che Expo Milano 2015 rappresenta per tutte le nostre filiere e i territori”.

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ANTEPRIMA EXPO

A SIENA LA PRIMA TAPPA DEL BUON VIVERE TOSCANO Il 27, 28 e 29 marzo Piazza del Campo accoglie un evento di avvicinamento all’Expo La Toscana che sarà all’Expo in anteprima. Succede a Siena nell’ultimo fine settimana di marzo (27, 28 e 29). Location d’eccezione saranno Palazzo Pubblico e Piazza del Campo dove si svolgerà il primo evento di promozione voluto dalla Toscana per proiettarsi verso l’Expo. Si chiama “Toscana Terra del Buon Vivere” e prevede una tre giorni di cultura gastronomica, convivialità, arte e art de vivre promossa dalla Regione Toscana in collaborazione con il Comune di Siena e la Camera di Commercio. L’obiettivo è raccontare la Toscana miscelando gastronomia di qualità e grandi vini, prodotti d’eccellenza e qualità dell’ambiente, supremazia del patrimonio agroalimentare ma anche arte, musica, parola. Il tutto nel solco di

una tradizione che guarda oltre e si rinnova tramite il coinvolgimento dei Jeunes Restaurateurs d’Europe, l’associazione europea che riunisce chef interpreti del territorio nel segno della contemporaneità. Sarà proprio la JRE a farsi arbitro della sfida “Cucina col Vino Toscano” che

vedrà in gara gli studenti degli Istituti Alberghieri della Toscana. “Maitre à cuisiner” e regista di questa “nouvelle vague” toscana in cucina sarà lo chef stellato Marco Stabile, chef patron di Ora d’Aria a Firenze che a Siena coordinerà la “brigata”. E sarà Marco Stabile, insieme ad altri due noti chef JRE toscani di nuova generazione, Filippo Saporito e Cristiano Tomei, a mettere a punto un nuovo piatto, il cui nome è proprio “Il buon vivere toscano” che sarà svelato per l’occasione a Siena.


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E l’Italia fece (finalmente) sistema

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initaly, Expo, riforme, Imu agricola, diritti d’impianto, lavoro di squadra ed export. Sono questi i tag che tengono banco nel vino italiano in questo primo scorcio di 2015. Li analizziamo in compagnia di Antonio Rallo, vice Presidente di Unione Italiana Vini e guida di Donnafugata. @ Iniziano mesi intensi: Pro Wein, Vinitaly e poi Expo di Milano. Che sensazioni ha sulla capacità del nostro Paese e della nostra filiera di tirare fuori il meglio di sé per vincere sfide così importanti? “Sono fiducioso sulle nostre capacità di continuare ad affermare la nostra identità

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produttiva – come Paese e, al suo interno, come territori – sui mercati internazionali con in più, rispetto al passato, una nuova sensibilità (e disponibilità) al lavoro di squadra. L’Expo, al di là dei risultati che porterà, uno lo ha già prodotto: l’esperienza di progettazione del padiglione vino è stata una grande prova di “sistema” della filiera al suo interno e nei rapporti con le istituzioni. E, poi, nel 2015 avremo al nostro fianco un partner importante che (in questo modo) non abbiamo mai avuto: il Governo. Il massiccio e intelligente “Piano straordinario per il Made in Italy”, fortemente voluto dal Viceministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, al di

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là dell’ingente stanziamento economico (261 milioni di euro) segna un modo nuovo della “politica” di relazionarsi con i produttori e le imprese e offre una grande opportunità per consolidare e sviluppare ancora le buone performance conquistate sui mercati esteri negli ultimi anni. Un altro fondamentale passaggio del Paese per “diventare sistema”. Insomma, le premesse per un anno “cruciale” ci sono tutte, e noi ce la metteremo tutta per lasciare il segno”. @ Il fondamentale ruolo dell’Esposizione Universale sarà quello di promuovere il nostro Paese, la sua filiera e i suoi distretti. Ma anche quello di lasciare un’importante eredità tramite la Carta di Milano. Quali saranno i contenuti indispensabili dal suo punto di vista? “L’idea di definire in un documento l’eredità culturale di uno straordinario evento come Expo è certamente brillante, originale e di forte attualità. Così come lo sono i contenuti. La sintesi indicata da Papa Francesco è illuminante nella sua essenzialità. La sfida vera non sarà tanto quella di scriverli, i contenuti, quanto di trovare il modo per trasformarli in progetto e, quindi, tradurli in realtà”. @ E’ recente lo sblocco della situazione relativa ai diritti d’impianto. Qual è la sua opinione in proposito? “Finalmente siamo riusciti a sbloccare il mercato dei diritti a livello nazionale grazie all’intervento del Governo con il quale è stato superato il veto di alcune Regio-


Antonio Rallo: “All’Expo il vino italiano avrà al suo fianco un partner che non aveva mai avuto: il Governo”

ni che avrebbe avuto effetti devastanti sul vigneto italiano. Ma adesso, che la politica ha fatto la sua parte, tocca a noi imprenditori fare in modo che non si perda nessuno dei circa 46 mila ettari oggi “in portafoglio”. Certo, a fine 2015 avremo una fisionomia del vigneto italiano in parte ridisegnata nella sua distribuzione tra le varie regioni, ma l’importante oggi è conservare il nostro potenziale viticolo (circa 650 mila ettari di vigna) a supporto della nostra competitività sui mercati mondiali. E, poi, c’è l’altra partita importante, già iniziata, relativa al sistema che il nostro Paese adotterà per distribuire le, ormai prossime, “autorizzazioni”. Iniziamo già ad essere in lieve ritardo sugli altri Paesi europei: ma l’importante, ancora una volta è che si arrivi a privilegiare criteri nazionali, orientati a supportare quelle aziende e quei territori premiati dai mercati e che, quindi hanno bisogno di nuovi impianti”. @ C’è ancora forte tensione, invece, sulla vicenda Imu con le associazioni di categoria che stanno mettendo in atto manifestazioni anche clamorose. Cosa ne pensa? “L’Imu è stato un piccolo pasticcio di questo Governo che, peraltro, sta adottando provvedimenti importanti per l’economia italiana. E se il buongiorno si vede dal mattino, considerata la confu-

sione che ancora domina sulla vicenda, c’è da preoccuparsi. Nel merito, sono ovviamente d’accordo che anche l’agricoltura paghi la sua porzione di tasse sui terreni, come succede per gli altri beni immobili. Solo che, se si vuole tener conto delle difficoltà dell’agricoltura nel calcolare le imposte, non basta certo il criterio dell’altitudine. Se è vero che i terreni montani sono svantaggiati, non è altrettanto vero che tutti i terreni di pianura sono ad elevata potenzialità di reddito. Ci sono tantissime realtà agricole (e filiere) economicamente deboli (a tutte le altitudini) che, se non adeguatamente protette – anche dalle tasse – moriranno per sempre. E, con loro, se ne andrebbe un pezzo importante oltre che dell’economia, anche della nostra storia e della nostra cultura. Per questo dobbiamo aiutarle a sopravvivere e a crescere modulando una imposizione fiscale “intelligente” certo molto lontana dalle logiche “lineari” dell’Imu come la stiamo conoscendo”. @ Che fine ha fatto il Testo unico della Vite e del Vino? “Tra poche settimane daremo un annuncio importante, e atteso. Dopo la presentazione in parlamento, lo scorso anno, è iniziato il lavoro – che ci attendevamo - di “finitura” del testo con gli esperti del parlamento e di composizione di posizioni diverse su alcune tematiche emerse nel corso delle audizioni alla Camera. Ma ormai siamo vicini alla meta. Ne riparleremo non tra molto tempo. Considerando, comunque, che alcune tematiche rilevanti impostate nel nostro Testo Unico – penso all’istituto della diffida, al registro unico dei controlli, ad alcuni snellimenti burocratici - sono diventate nel frattempo leggi dello Stato all’interno di altre iniziative legislative adottate dal Governo”.•

I NUMERI DEL VINO ITALIANO Aziende vitivinicole italiane: circa 380 mila, 23% sul totale imprese agricole Produzione 2014 (stima Assoenologi): 40 milioni hl di vino (-17% sul 2013) Ettari vitati: 665.000 (5% della Superficie agricola utilizzata), di cui 48% Docg e Doc e 27% Igt In Italia: 73 Docg, 332 Doc e 118 Igt Valore all’origine: 3,9 miliardi euro (1,9 Docg e Doc; 0,8 Igt; 1,2 vini da tavola) Fatturato del vino: 7,2% del fatturato agricolo e 8% di quello dell’agroalimentare

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T he Wine Trotter di Marina Ciancaglini

Canada:

un’opportunità per il vino italiano Un mercato variegato, gestito dai Monopoli, eppure preparato e pieno di potenzialità. Ecco come affrontarlo

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l Canada si conferma un mercato estremamente interessante per il vino, seppur con le difficoltà di un mercato regolamentato dai Monopoli. Anche per l’Italia rappresenta un’importante voce nell’export, e stando ai numeri del 2013 (fonte inumeridelvino.it), si attesta il terzo posto, dopo Francia e USA,

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anche per l’alto numero di Italiani che vivono lì. Di questo mercato e delle sue caratteristiche parliamo con Sergio Zingarelli, proprietario dell’azienda Rocca delle Macìe, a Castellina in Chianti, e presidente del Consorzio del Chianti Classico. Come funziona l’esportazione del vino in Canada?

“E’ in mano ai Monopoli, i Liquor Control Boards, diversi per ogni provincia, ognuno con le sue regole. Nel Quebec c’è la Sac, nell’Ontario la LCBO, nell’Alberta l’AGLC, nella British Columbia il BC LDB. E’ comunque fondamentale il lavoro delle agenzie che rappresentano l’azienda al Monopolio, promuovono la collocazione dei prodotti nei vari punti vendita gestiti dal Monopolio e organizzano le attività di comunicazione e promozione”. Quanto è importante la presenza diretta dell’azienda? “Conta molto, io personalmente vado in Canada circa 3 volte l’anno. E’ un mercato complesso che va seguito da vicino”. Che livello di preparazione c’è sul vino? “Un livello buono, in generale c’è una clientela molto preparata, molto di più che quella statunitense, in grado di capire il valore aggiunto del vino italiano”.

Qual è la percezione del vino italiano? Quali sono i principali competitor? “L’immagine generale del vino italiano è molto buona. I principali Paesi con i quali dobbiamo confrontarci sono gli Stati Uniti e la Francia, forte soprattutto nel Quebec”. Quali sono le tipologie di vino italiano che vanno di più? “Sono molto presenti il Veneto, in particolare con il Soave e il Valpolicella, la Toscana e ultimamente anche la Puglia”. I finanziamenti OCM Vino per la promozione hanno aiutato questo mercato? “Assolutamente sì, hanno dato una mano sostanziale. Chiaramente non devono essere interventi spot, legati solo ai finanziamenti, è un mercato che va costruito nel tempo e, come ho detto, con una presenza costante dell’azienda”.•


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La pagella agroalimentare del Governo

di Giovanni Pellicci

Il bilancio di 13 mesi con 50 azioni e una rinnovata centralità. Bene Campolibero e la semplificazione. L’Imu agricola agita le associazioni e colpisce numerosi comuni del vino

S

ono 13 i mesi di Governo Renzi ma i risultati, a detta di esperti e cittadini, non sono entusiasmanti. Ma il bicchiere, dal nostro angolo di osservazione, è comunque mezzo pieno perché per l’ agroalimentare c’è stata una rinnovata attenzione, anche se qualche inciampo per strada c’è sicuramente stato e altri percorsi sono in attesa di completarsi. “Abbiamo realizzato oltre 50 azioni unite dall’aspirazione di rafforzare sempre di più il nostro modello agricolo e agroalimentare ma non abbiamo la bacchetta magica – ha spiegato il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina nel tracciare il bilancio del primo anno di Governo - e non potevamo certo fare in un anno ciò che non è stato fatto in tanti anni alle nostre spalle. Le misure più importanti che abbiamo approvato sono il Decreto Campolibero, le prime misure urgenti e operative per lavoro, semplificazioni, credito e competitività nel settore agricolo e agroalimentare; il piano Agricoltura 2.0, per semplificare la vita a 1,5 milioni di aziende agricole con un taglio di burocrazia senza precedenti per il

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settore. Da quest’anno partirà la domanda per i fondi europei precompilata online: per 700mila imprese la dichiarazione sarà facile come un click; poi abbiamo lavorato sul Lavoro e sulla risorsa che riteniamo più importante, i giovani, con 10 strumenti concreti per il ricambio generazionale a partire dai mutui a tasso zero, le detrazioni al 19% per gli under 35 che affittano terreni, sconto sul costo del lavoro per chi assume giovani in agricoltura”. Queste, per voce di Martina, le positività. Non mancano però le criticità e i temi in sospeso (ad esempio, che fine ha fatto il Testo Unico della Vite del Vino?). Sicuramente l’Imu agricola rientra tra le materie insufficienti. Se il Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione lo ha definito “un intervento decisivo che indice molto sulle sviluppo delle aree agricole montane”, la decisione di ridefinire i parametri di applicazione della tassazione ha destato molti malumori tra le associa-

zioni di categoria. E’ vero che il numero dei comuni esentanti è salito a 3456 e che quelli parzialmente esenti sono 655, ma con il decreto legge n° 4 del 2015 (quello che ha fissato il tetto a 600 metri sul livello del mare al di sopra del quale si applica l’Imu) sono state tante le realtà di riferimento del vino italiano a rientrare nella casistica. Barolo, Barbaresco, Serralunga d’Alba, Nizza Monferrato e Canelli in Piemonte per i grandi vini rossi e le bollicine Asti; Conegliano (ma non Valdobbiadene) in Veneto per il Prosecco; Erbusco in Lombardia per il Franciacorta; alcuni produttori a Montalcino (definito “parzialmente montano”) in Toscana nel Brunello e Jesi nelle Marche per il Verdicchio. Sono questi alcuni dei principali comuni del vino interessati dall’applicazione dell’Imu che ha fatto discutere. “Il Governo sembra non aver capito che l’agricoltura italiana va tutelata, salvaguardata e promossa e non tartassata -

Avete idee, spunti, riflessioni su questo e su altri temi? Scrivete a g.pellicci@igrandivini.com Su Twitter @giopellix

sostiene Paolo Benvenuti, direttore generale dell’Associazione Città del Vino - perché è uno dei settori economici che, nonostante la crisi, sta reggendo il passo. La contraddizione è forte: da una parte si parla dell’agricoltura come fattore trainante dell’economia italiana anche in virtù della prossima apertura dell’Expo di Milano; dall’altra si prevedono norme che appesantiscono le attività delle imprese agricole, senza, tra l’altro, strumenti di perequazione”. L’Associazione Città del Vino ha chiesto al Governo ‘’di rivedere la decisione che, oltre a danneggiare economicamente gli operatori agricoli, mette in serie difficoltà i Comuni minando la fiducia che dovrebbe caratterizzare il rapporto tra amministratori pubblici e cittadini. I territori montani e di alta collina sono tra l’altro quelli più ad alto rischio di abbandono e la nuova imposizione non aiuta certo le piccole imprese agricole a mantenere il loro presidio sul territorio; e questo significa più abbandono, meno controllo ambientale, rischio idrogeologico, perdita di paesaggio e di valore”.•


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L’INCHIESTA

OCM PROMOZIONE di Claudia Cataldo

Ocm Promozione, tra luci e ombre Una misura di grande efficacia ma che presenta alcuni lati oscuri. Un potente stimolo promozionale e commerciale da usare però con le giuste precauzioni

18 Piero Antinori


Alberto Mattiacci

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cm promozione e vino italiano di qualità: quale futuro? Questo il punto di partenza per riflettere su una misura importante ma spesso oggetto di discussioni, a cui vengono riconosciuti alcuni effetti economicamente benefici ma al contempo anche alcuni limiti sui cui forse è opportuno lavorare. Recentemente Piero Antinori, Presidente Istituto Grandi Marchi, e il professore Alberto Mattiacci, hanno tracciato un quadro piuttosto preciso sul tema, andando ad analizzare le performance sui mercati internazionali delle aziende dell’Istituto, il dato aggregato delle performance dei vini italiani nel mondo (facendo la dovuta distinzione fra piazze europee e mercati extra-UE) e comparando la prassi applicativa italiana con quella di altri Paesi dell’eurozona, come Spagna e Francia. Ne è emerso uno scenario interessante, come ci spiega lo stesso Alberto Mattiacci, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso la Sapienza di Roma. “Non possiamo tracciare un legame causa-effetto misurabile fra i fondi Ocm promozione e il fatturato di un’azienda, è impossibile stabilire quanto l’investimento abbia effettivamente influito sui risultati commerciali - premette Mattiacci. - Possiamo però individuare degli indicatori, per aiutarci a capire: prendere dei dati e valutarli per bontà

ed efficacia. Ad esempio: prendendo il quinquiennio 2009-2013, periodo in cui alcune aziende aderenti a IGM hanno ottenuto il co-finanziamento, si evince che le azioni promozioni in oggetto sono state spalmate su un arco temporale pluriennale, hanno interessato sia mercati maturi che di prospettiva, si sono rivolte sia al consumatore che al trade, hanno stimolato un aumento di fatturato significativo. Questi sono segnali positivi, che indicano la centralità virtuosa dal programma Ocm”. C’è però un ‘ma’. “Facciamo un passo indietro – ci spiega Mattiacci – e vedremo che anche quelle che noi indichiamo come le grandi aziende del comparto vitivinicolo, in realtà siano aziende medie, se paragonate ai business di altri settori. Spesso sono anche queste strutturate così così, figuriamoci una micro impresa. I fondi Ocm devono essere impiegati con giudizio, non devono servire per dare un contentino a chi non ce la fa. Devono attivare azioni sostenibili che vanno nella direzione di una stabilizzazione dell’export, altrimenti sono buttati via. Con questo non dico che le piccole imprese non dovrebbero accedere a questi aiuti: dico solo che ci vorrebbe una maggiore attenzione sui criteri di premiabilità e valutazioni e più controlli a posteriori, così da rendere l’Ocm quell’occasione che effettivamente è”. 19


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Vinitaly 2015 (Enolitech - Stand E2) presentazione

L’INCHIESTA

CATALOGO 2015

OCM PROMOZIONE di Claudia Cataldo

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“Siamo in un’epoca di globalizzazione – continua – e conta più la vendita che la produzione, mentre nel nostro Paese sembra essere il contrario. Siamo abili produttori, ma nella vendita non ce la caviamo troppo bene. Sì, i numeri dell’export sono positivi: ma si tratta di un’onda che noi stiamo solamente cavalcando, mentre dovremo essere più bravi ad aumentarne la portata”. “Ci sono tanti lati da guardare dell’export e tante dicotomie, come fossero facce di un cubo. C’è l’export del vino imbottigliato e dello sfuso, che diventa commodity (e a farne il prezzo è il consumatore); c’è l’export del vino basic e del vino glamour; c’è l’export di chi vende il suo prodotto e l’export, passivo, di chi viene acquistato ma non ha alla base una sua strategia commerciale; c’è l’export che è frutto di azioni stabili nel tempo e quello one shot, come il piccolo che va ad una fiera e chiude un accordo commerciale”. Suggerimenti? “Per prima cosa, sfruttare i finanziamenti Ocm avvalendosi di personale qualificato, perché non ci si può improvvisare. Inoltre, per chi comincia e non ha ampia possibilità di investimento, direi di puntare ai mercati a noi affini per consumi e stili di vita. Vendere in Usa o in Europa è una cosa, vendere in Cina o in Vitnam è un’altra: è possibile ma richiede più impegno e tempo, quindi più soldi”. “E un altro punto, però fondamentale: a noi italiani manca una rete di distribuzione internazionale di nostra proprietà, traino fondamentale per portare i prodotti agroalimentari in giro per il mondo, come invece hanno altri Paesi (ad esempio la Francia). Sarebbe un moltiplicatore di benefici pazzesco. Mi permetta una metafora calcistica: siamo come una squadra che può fare goal ma solo su calci piazzati. Ogni tanto punto lo fai comunque, ma sai quanti più goal potresti fare senza questa limitazione?”.


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L’INCHIESTA

OCM PROMOZIONE di Claudia Cataldo

IL PARERE DI…

Marchese Piero Antinori Presidente Istituto Grandi Marchi

Quanto a suo avviso l’Ocm promozione ha aiutato e aiuta le aziende a promuoversi sui mercati esteri? “Da un lato aiuta per il contributo del 50% che la misura prevede, ma anche e soprattutto, stimola le aziende ad investire in promozione, anche quelle che, in assenza di incentivi, sarebbero rimaste inattive”. Dall’esperienza dell’IGM, quali sono a suo avviso dei punti “da migliorare” di questa misura e i consigli virtuosi che si sente di dare anche ad aziende di dimensioni più contenute? “Una più equilibrata ripartizione tra fondi regionali e fondi nazionali in modo da evitare l’eventualità di fondi inutilizzati. Inoltre, sarebbe quanto mai opportuna una maggior flessibilità relativa alle tipologie di azioni ammesse a contributo”. È dei primi di gennaio un articolo di Jancis Robinson (sul Financial Times) in cui si dice (sommariamente): “sebbene l’Europa abbia scoperto numerosi usi disonesti dei fondi destinati alla promozione, ha deciso di aumentare gli aiuti per il periodo 2014/2018. A beneficiarne sembrano soprattutto le fiere di vino orientali che, grazie a questi soldi, spuntano ormai come funghi…”: lei cosa ne pensa? “Non mi risulta che, almeno in Italia, siano stati scoperti usi disonesti. Spetta comunque agli utilizzatori il compito di scegliere gli strumenti più efficaci”. Secondo lei quali sono i soggetti “modello” a cui dovrebbe rivolgersi l’Ocm Promozione? “Quei soggetti che, come l’Istituto Grandi Marchi, hanno una storia precedente all’entrata in vigore di questa misura e che non sono quindi nati solo per poter utilizzare questi fondi comunitari”. Spesso ci si lamenta che i fondi Ocm vengono impiegati per attività spot, non sostenibili una volta venuto meno il finanziamento e pertanto un po’ fini a se stesse. Lei cosa ne pensa? “É un pericolo reale e per questo sarebbe opportuno incentivare l’investimento in strutture stabili all’estero (uffici marketing, showroom, ecc.) che presumibilmente rimarrebbero in vita anche dopo la cessazione dell’OCM promozione”.

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Chef

di Marina Ciancaglini

Il Trapizzino: i sapori della tradizione romana racchiusi in un contenitore di pizza bianca. Questa l’invenzione di Stefano Callegari

Un triangolo di gusto

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dea semplice e geniale allo stesso tempo, quella di mettere insieme pizza e cucina romana, uno street food con due anime: il Trapizzino. Ad averla è stata Stefano Callegari, romano Doc, nato in una famiglia di ristoratori, si avvicina al mondo della pizza e della panificazione da ragazzino facendo

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le consegne per un panificio. Dopo una lunga esperienza come steward, che gli ha fatto girare il mondo, torna alla ristorazione circa 10 anni fa aprendo una nota pizzeria al taglio, fino ad arrivare nel 2008 all’invenzione del Trapizzino, che in poco tempo conquista il successo, del pubblico e della critica. A oggi ha,

insieme ai suoi soci, due punti vendita, nelle arterie pulsanti di Roma, a Testaccio e Ponte Milvio, che sfornano i golosi triangoli fino a notte fonda. E le idee di esportazione fuori dalla Capitale non mancano. In due parole, come definire un trapizzino? “Il Trapizzino è un angolo di pizza bianca farcito con i piat-

ti della tradizione romana”. Come nasce l’idea? “L’idea nasce dalla pizza bianca romana classica, che solitamente è farcita con ingredienti più o meno asciutti. Il desiderio di provare la cucina romana all’interno della pizza bianca mi ha dato l’idea del triangolo, che riesce a trattenere al suo interno i condi-


menti più liquidi come i sughi”. Per quanto riguarda la farina, su cosa si orienta? “La farina che uso per la pizza e il Trapizzino è di solo grano tenero, per l’85% di una doppio zero forte e il restante 15% una semintegrale macinata a pietra”.

Usa anche il lievito madre? “Nell’impasto è presente anche il 3% circa di lievito madre”. Come crea le ricette? Solo abbinamenti della tradizione o c’è spazio anche per la creatività? “Il Trapizzino, pur essendo un’idea rivoluzionaria e creativa nella sua sempli-

cità, nasce con le ricette della cucina tradizionale romana, quali pollo alla cacciatora, trippa, coda alla vaccinara, picchiapò e nel corso degli anni si è aperto a varie farciture sempre di ispirazione alla cucina classica italiana con qualche spunto bizzarro sia a livello italiano che internazionale”. Il Trapizzino si presterebbe a varie declinazioni territoriali, c’è l’idea di esportarlo in altre parti d’Italia? “La sua forza è proprio il fatto che è legato ai piatti della tradizione romana, è la sua genesi e quindi la sua esportazione in varie parti dell’Italia è possibilissima ma senza dimenticare la sua romanità sfruttando comunque la sua estrema versatilità a ricevere le varie declinazioni territoriali”. Come si spiega le ragioni del successo? Può essere ricollegabile a una generale attenzione anche da parte della critica verso la pizza di qualità? “Una delle ragioni del successo del prodotto è certamente da imputare anche all’attenzione rivolta dai media a questa nouvelle vague della pizza di qualità a cui il Trapizzino è imparentato”. Ha paura delle imitazioni? “Il fatto che sia soggetto a qualche tipo di imitazione non fa altro che avallare il suo successo”! • www.trapizzino.it

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di Marina Ciancaglini

Around food

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rmai lo usano sempre più frequentemente fornai, pizzaioli e c’è chi se lo fa anche a casa. Si tratta del lievito madre, un impasto naturale con origini antichissime, che fa da base a molte preparazioni da forno. Sara Papa, chef specializzata nella panificazione e volto televisivo, spiega meglio che cos’è e i vantaggi nell’impiego quotidiano. Da dove si parte per avere il lievito madre? “E’ molto semplice: da acqua e farina, dove i microorganismi, normalmente presenti nell’aria e nella farina, cominceranno a moltiplicarsi in modo costante, favoriti dalle condizioni ambientali. Si otterrà impasto acido spontaneo ottenuto con la lievitazione. Insomma, niente di nuovo, sin dall’antichità l’uomo si è servito di questi microrganismi per la conservazione del cibo, o per la produzione di bevande, come la birra”. Che farina si deve usare? “Anche la farina deve essere naturale, quindi io consiglio una farina macinata a pietra, possibilmente biologica e integrale. Per fortuna si sta assistendo a un ritorno delle farine scure, che diversamente da quelle bianche, sono sane e nutrienti. Chiaramente sono farine più costose di una normale “00” ma considerando che un pane ottenuto con il lievito madre si conserva anche più di una settimana, il risparmio c’è. In cucina non ci devono es-

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Naturalmente

SANO

Farina di alta qualità e poche semplici regole. Ecco perché usare il lievito madre è vantaggioso sere sprechi e buttare il pane dopo un giorno perché secco è inaccettabile, oltre che costoso”. Per chi ha intenzione di produrre il lievito madre a casa, ci sono delle criticità da conoscere? “Nessuna direi, solo un po’ di pazienza, “rinfrescandolo” con acqua e farina per le prime due settimane. Fondamentale è, come detto, la scelta della farina, che dovrà essere di buona qualità, evitando marchi industriali. Bisogna fare attenzione anche al prezzo, in quanto una confezione di farina macinata a pietra di buona qualità, non può costare pochi centesimi. Ma ripeto, il risparmio è dato dalla lunga conservazione del pane, cosa che nel bilancio di una famiglia arriva a pesare non poco”. Quali sono le differenze in termine di digeribilità e di salute? “Le preparazioni a base di lievito madre, che

possono essere pane, pizza o dolci, sono molto più digeribili, oltre che più sane. Le farine bianche, soprattutto quelle industriali che si trovano in commercio o del pane che normalmente si trova in vendita, sono coltivate a trattate con pesticidi e altre sostanze nocive. E sono anche meno nutrienti, piene di zuccheri ma vuote”. Qualche informazione in più: www.sarapapa.eu


tradizione di famiglia dal 1882

www.tenutepiccini.it 25 www.facebook.com/picciniwines


Vitigno Italia:

a sostegno dell’economia Appuntamento a Napoli, Castel dell’Ovo, dal 24 al 26 maggio, con l’undicesima edizione del Salone dei vini e dei territori

L

’appuntamento con Vitigno Italia, Salone dei vini e dei territori vitivinicoli italiani si sta avvicinando. Nell’anno in cui l’attenzione mondiale intorno all’enogastronomia è posta sull’Italia, Napoli e il Sud assumono un ruolo sempre più centrale, anche grazie a questa fiera da undici anni punto di riferimento per appassionati e professionisti. L’edizione 2015 si terrà a Napoli, nella consueta cornice di Castel dell’Ovo, dal 24 al 26 maggio: un’edizione che conqui-

sta il patrocinio di Expo Milano 2015 e stringe accordi significativi con Unioncamere e ICE, con l’obiettivo di agevolare le PMI del settore nel B2B. Prosegue dall’edizione 2014 e si rafforza la collaborazione con l’ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che selezionerà buyer, giornalisti e stakeholder internazionali con lo scopo di agevolare i rapporti con l’estero per Piccole e Medie Imprese. Confermato il format fieristico delle precedenti

edizioni: per tre giorni il Castel dell’Ovo, patrimonio Unesco sarà aperto al pubblico nel pomeriggio mentre le mattine sono riservate agli operatori esteri e alle contrattazioni OneToOne che si svolgono a porte chiuse nella Sala buyer del castello. Inoltre, anche quest’anno Vitignoitalia sostiene l’ambizioso progetto di sostenibilità lanciato per ridurre al minimo l’impatto ambientale della manifestazione. Tutte le postazioni espositive sono realizzate in materiali provenienti dalla raccolta differenziata;

la manifestazione utilizza esclusivamente carta certificata FSC® secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici e dotata di EPD® (Environmental Product Declaration). Il percorso prevede la presenza di postazioni per la raccolta differenziata e la gestione del riciclo di sughero e vetro. Vitignoitalia è un progetto di Hamlet srl, realizzato con il patrocinio di Unione Italiana Vini e con la collaborazione di Unioncamere Campania, Regione Campania, Comune di Napoli.•

Per essere informati e conoscere le modalità per partecipare a convegni e a degustazioni è necessario consultare il sito della manifestazione www.vitignoitalia.it

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Oltre 20 anni di esperienza e la passione per un lavoro che è la sua vocazione da sempre: Luciano Bandini, enologo toscano, ci parla di sé e delle sue aziende

Il vino è l’espressione di chi lo ama e lo produce DI ELISA BERTI FOTO DI LINDA FROSINI

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artiamo subito da un argomento che sta, da qualche anno, sotto la luce dei riflettori: il bio-

logico. Le aziende con cui collabora lo richiedono? “La risposta è si, sempre più aziende mi chiedono di aiutarle a produrre etichette bio, sia per motivi etici, sia per andare incontro alla richiesta di mercato. Io credo che, in generale, per produrre vino di qualità sia necessario credere fermamente nei propri sforzi e nel proprio lavoro; e credo anche che il biologico sia un vino di più difficile produzione. Per questo se qualcuno mi

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chiede di produrlo solo per motivi commerciali, io dico no. La sostanziale differenza tra la produzione di vino convenzionale e vino biologico sta in questo: con la prima siamo portati a curare la malattia, con la seconda, potendo utilizzare solo prodotti di contatto, dobbiamo mettere la vite in condizione di non ammalarsi e di stare in armonia, dobbiamo in pratica curare la pianta e non la malattia, e questo porta senza dubbio ad avere uva di elevata qualità. Come si suol dire, prevenire è meglio che curare...” E quanto a vini naturali e biodinamici?


“Ci tengo, in primo luogo, ad affermare che non sono contrario a questa tipologia di vini, ma al contempo voglio sottolineare anche un’altra cosa: niente di ciò che usa un enologo in cantina è così dannoso da essere demonizzato. Il mio imperativo è lavorare sempre bene. Perchè lavorare bene, porta a produrre vini buoni. Non posso accettare un difetto nel mio vino con la giustificazione che il difetto c’è perchè il vino è naturale”. Come lavora un buon enologo?

“Un buon enologo deve assolutamente conoscere la terra, il terroir e le tecnologie di produzione. Ma un buon enologo deve conoscere anche le persone che ci lavorano. Perchè il vino lo fanno loro. Ed è per questo che ogni enologo non dovrebbe tentare di imporsi, se non nelle scelte strettamente tecniche, ma dovrebbe innanzitutto comprendere l’approccio del produttore”. C’è un prodotto che più degli altri sa rispecchiare il tuo lavoro? “Tutti i miei vini sono un po’

come figli. E come figli, hanno le loro diversità. E sono le differenze che li rendono unici da amare tutti in egual modo. Devo ammettere, però, di prediligere il Sangiovese, non solo al palato, intendo, ma dal punto di vista lavorativo. Il Sangiovese è poliedrico, si lascia lavorare, ma al contempo rappresenta ogni giorno una sfida per la sua delicatezza e le sue esigenze: perchè non vuole troppa acqua, ama il sole ma non l’eccessivo calore, ne è amico-nemico, deve maturare bene e lentamente, in cantina poi

va saputo gestire affinchè i suoi tannini, di solito incredibilmente sapidi, non mostrino troppe astringenze, senza dimenticarsi di stabilizzare il patrimonio antocianico mai troppo stabile”. Perchè ha deciso di diventare enologo? “Certe cose arrivano da quando sei piccolino. Sono cresciuto in una famiglia dove la domenica si camminava tra le vigne e si calpestavano le zolle, con l’odore della terra del mosto e del vino. La vera domanda è: Come potevo non fare l’enologo?”•

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Luciano Bandini ha conseguito il titolo di enologo nel 1992, ma la sua esperienza è cominciata 10 anni prima nell’azienda di famiglia, come enotecnico. Si è formato sul campo, attivando ben presto diverse collaborazioni che lo hanno accompagnato per vari anni: tra le prime, la Cantina del Chianti Geografico e la Cantina Sociale di Vinci. Diverse nel tempo le collaborazioni professionali con enologi del calibro di Giulio Gambelli, Vittorio Fiore, Henri Boyer e diversi agronomi, tra cui Remigio Bordini, Giovanni Cerretelli, Ruggero Mazzilli. L’aggiornamento professionale costante presso le Università di Bordeaux e Montpellier, lo ha portato ad acquisire una professionalità sia in campo viticolo che enologico, misurato ogni giorno nella pratica richiesta dalle numerose aziende che costantemente segue.

Luciano Bandini è ideatore del concorso Enolions, che si terrà nel mese di Marzo e che è giunto quest’anno alla sua seconda edizione. Con il concorso si intende valorizzare il patrimonio vitivinicolo nazionale e porre l’accento sul lavoro di tanti produttori. I proventi derivati dal concorso vengono completamente donati a enti di beneficenza e serviranno, tra le altre cose, per portare avanti una campagna volta alla sensibilizzazione dei giovani verso un uso consapevole dell’alcol.

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Da Ponte.

Distillatori per vocazione DI CLAUDIA CATALDO

Le 5 eccellenze: la squadra per guardare avanti e giocare d’anticipo IERI – Il Metodo Da Ponte Non sono molte le aziende che possono vantare un metodo che ne porta il nome. La Da Ponte è una di queste e ne va oggi giustamente fiera. Matteo Da Ponte, che aveva costruito una distilleria a Conegliano già nel 1880, cede le redini al fratello Andrea, che nel 1892 fonda la Distilleria Andrea Da Ponte coniugando esperienza di distillatore e mentalità imprenditoriale. Quattro anni dopo Matteo pubblica il “Manuale della distillazione”: un testo che con dovizia di particolari e rigide procedure segna una momento fondamentale nella storia dei distillati italiani di qualità. Più volte oggetto di ristampa, il Manuale codifica un metodo, il Metodo Da Ponte appunto, che rappresenta la transizione dalla classica grappa ruvida e poco aromatica, ad una più gentile e ricca di sensazioni, grazie ad una distillazione rinnovata nella tecnica e nella qualità del prodotto finale. OGGI – Qualità, innovazione, tradizione, ricerca “Distillatori per vocazione dal 1892”, recita il pay off della Distilleria Andrea Da Ponte. “Questo slogan rappresenta molto per noi – spiega Francesco Fabris, pronipote di Andrea Da Ponte, presidente

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dell’azienda – perché lega il nostro passato al nostro presente e futuro”. “Abbiamo sempre voluto essere innovativi, giocare d’anticipo, senza mai dimenticare le nostra storicità, il know how e le tradizioni – continua Fabris – sia come produzione che come comunicazione”. Chiediamo quali siano le difficoltà del settore: “la crisi, che ha coinvolto molti prodotti, la demonizzazione del bere, le accise sempre al rialzo, l’invecchiamento che si traduce in immobilizzazioni di capitale anche per lungo tempo. Si tratta di un mercato sempre più difficile, soprattutto per alcuni prodotti come le grappe bianche: ma l’eccellenza ripaga, ne sono profondamente convinto”. Così molti prodotti che hanno fatto la storia della Da Ponte – come le famose grappe di Prosecco –

trovano anche in tempi difficili una loro collocazione e incontrano l’apprezzamento di numerosi appassionati, in Italia e all’estero. Ne sono un esempio le grappe invecchiate per anni, quelle di unico vitigno e le edizioni speciali, come la Libera Da Ponte Milleimsata 1992, grappa di Prosecco invecchiata per 18 anni in barrique di rovere del Limousin. I PROGETTI Innovazione: per la Andrea Da Ponte questo si è tradotto in un progetto di riposizionamento e rinnovamento, anzi cinque – Le 5 Eccellenze. “Abbiamo voluto riposizionare il nostro brand, ma senza per questo stravolgere un’immagine ormai consolidata. Così si è recentemente concluso un percorso di restyling e il progetto delle 5 eccellenze, che porteremo a Vinitaly e che

presenteremo con iniziative per Expo 2015”, spiega Francesco Fabris. Grappe di grande eccellenza, essenze d’uva da sorseggiare come fossero un grande whisky o un rum, magari con un po’ di cioccolata a fine pasto. La Unica, grappa di Prosecco invecchiata 10 anni; la Vecchia Grappa di Prosecco, selezione delle 8 migliori annate; il distillato Uve Bianche di Malvasia e Chardonnay; il distillato Uve Bianche Fior d’Arancio, con i sentori tipici del Moscato Giallo dei Colli Euganei; il Gran Riserva Uve Bianche, invecchiato oltre 3 anni (www.5eccellenze.it). DOMANI – La Da Ponte nel futuro “Continuo a percorrere la strada intrapresa da vent’anni: proseguire sul versante della sostenibilità (lavoriamo da tempo con fotovoltaico e biomasse), investire in innovazione e ricerca, potenziare la rete commerciale, soprattutto quella rivolta al mercato interno (oggi l’export è il 50% del fatturato complessivo, ndr)”, conclude Fabris. “E poi ho in progetto l’allestimento in Azienda di un percorso museale della distillazione e del Metodo Da Ponte. Venire in azienda e toccare con mano la nostra realtà è il modo migliore per capire chi siamo, cosa facciamo e quali sono i nostri obiettivi”. •


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DISTILLERIA ANDREA DA PONTE SPA

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Da Ponte, distillators for vocation Five excellences and a team that looks forward

Yesterday – The Da Ponte method Only few companies can boast a method that takes their name. Da Ponte is one of them and it’s very proud of it. Matteo Da Ponte, who had built a distillery in Conegliano in 1880, leave the reins to his brother Andrea, who in 1892 founded Distilleria Andrea Da Ponte, combining experience and entrepreneurial spirit. Four years later Matteo published his “Handbook of distillation”: a text that marks a fundamental moment in the story of the Italian distillery. The many times reprinted book explains in details the strict procedures of the Da Ponte method. It represents the passage from the classic rough and less aromatic grappa to a gentle and rich distillate, thanks to a new technique that preserves the quality of the final product. Today – Quality, innovation, tradition, research “Distillators for vocation since 1892”, is the pay off of Distilleria Andrea Da Ponte. “This slogan represents much for us – explains Francesco Fabris, Andrea Da Ponte’s great niece, president of the distillery – because it combines our past and our future. We have been always innovative in our spirit, never forgetting our past, our know-how and our traditions, both for what concerns

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our production and our communication”. We ask him about the difficulties of this field: “The crisis has involved many products, the demonization of drinking, the increasing taxes, the ageing that entail fixed assets for a long time. It’s a more and more difficult market, most of all for products like white grappa: but excellence rewards, I am fully convinced of it”. That is why many historical products of Da Ponte – like the famous grappa of Prosecco – find their place in the market and are appreciated by connoisseurs even in these difficult times. Proofs of it are the aged grappa, the monovarietal ones, the special editions, like Libera Da Ponte Milleimsata 1992, a grappa of Prosecco, aged in Lim-

ousin oak barrels for 18 years. Projects Innovation: for Andrea Da Ponte it means re-ranking and renewal. The five excellences: “We wanted to re-rank our brand, without altering a funded image. We have recently completed a restyling process and our project of the five excellences, that we are going to present at Vinitaly and among the initiatives of Expo 2015”, says Francesco Fabris. These excellences should be tasted like a great whisky or a rum, better with a piece of chocolate at the end of a meal. Unica, a grappa of Prosecco aged 10 years; Vecchia Grappa of Prosecco, a selection of the best eight years; the distillate Uve Bianche of Malvasia and

Chardonnay; Uve Bianche Fior d’Arancio, a distillate with the typical perfumes of Moscato Giallo dei Colli Euganei; Gran Riserva Uve Bianche, aged more than three years (www.5eccellenze.it). Tomorrow – Da Ponte in the future “I am walking on the path I took 20 years ago: sustainability (we have been working with photovoltaic systems and biomass), investments on innovation and research, commercial network (nowadays export is 50% of the global turnover) – says Fabris – and a project. We want to set up a museum of the distillation to let everyone know the Da Ponte method, our reality and our story, who we are, what we do and what are our aims”. •


Champagne Encry: dreams and sparks In Le Meslin sur Oger, an Italian’s stubborness creates a unque Champagne

A Le Meslin sur Oger, la determinazione di un italiano che oggi produce Champagne

Champagne Encry: sogni e bollicine

E

’ una storia affascinante quella della Maison Vue Blanche Estelle con la grande cuvèe Encry: una sto-

ria che nasce dalla passione, come tutte le più grandi storie d’amore, costellata di difficoltà e grandi soddisfazioni. I protagonisti sono Enrico, la sua compagna, di attività e di vita, Nadia e le bollicine di champagne. Da sempre Enrico ha coltivato un amore spassionato per il sottile perlage del vino francese, un amore che esula da quella che è la sua professione di ingegnere naturalistico e che lo porta ad accarezzare il sogno, quasi proibito, di uno champagne tutto suo. Ed invece l’occasione si presenta davvero. Siamo a Le Mesnil sur Oger nelle Côte de Blancs, zona classificata 100% nei Cru e uno dei soli 17 villaggi a

godere della denominazione Grand Cru: collina superba quella che ospita il loro Chardonnay, sui cui pendii crescono rigogliosi anche i vigneti di grandi Maisons de Champagne del calibro di Krug e Salon. Numerose le difficoltà, soprattutto di carattere burocratico, che si frappongono alla realizzazione di questo sogno. Ma Enrico e Nadia non si arrendono e così nel 2005 effettuano la loro prima, desiderata, vendemmia e nel 2010 possono stappare la loro prima bottiglia davanti ad un pubblico entusiasta di assaporare lo Champagne frutto del sogno di un italiano. Un sogno che è appena cominciato...(e.b.)•

The story of Maison Vue Blanche Estelle and its grand cuvèe Encry is a charming one: it’s a story of passion, hard work and great satisfaction. The protagonists are Enrico, his partner in life and work Nadia and the sparks of champagne. Enrico has always had a true love for the light perlage of the French wine. This love – a curious one for a naturalistic engineer – took him to caress the dream of making his own champagne. Here in Le Mesnil sur Oger in Côte de Blancs, a 100% Cru area and one of the 17 village appointed with the Grand Cru denomination, he found his occasion: a magnificent hill where Chardonnay grow luxuriant and important Maisons de Champagne like Krug and Salon grow their vines. In spite of many bureaucratic problems, Enrico and Nadia in 2005 can make their first harvest and in 2010 open their first bottle of champagne, the fruit of an Italian’s dream. And the dream goes on…. • Champagne Encry sarà presente

www.champagne-encry.com info@champagne-encry.com

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25/28 febbraio. Prima missione commerciale del 2015 di Heavent,

grande successo

A

nche quest’anno Heavent ha in programma numerose missioni commerciali, la prima delle quali, realizzata dal 25 al 28 febbraio, ha riscontrato un grande successo tra le cantine partecipanti, in quanto l’interesse per i loro vini da parte degli operatori invitati alle degustazioni (ristoratori, importatori ,distributori e buyer) è stato molto forte; l’obiettivo di Heavent è proprio quello di mettere in contatto diretto i produttori di vino con i possibili compratori. Durante la missione sono state presentate selezioni di vini provenienti da diverse regioni italiane, tra cui i bianchi veneti di cantina Portinari, i rossi veneti della Collina dei Ciliegi, i vini piemontesi della cantina Enrico Crola, i rossi di Toscana di Mambrini Viticoltori, e Theresa Eccher che ha portato vini di tre regioni (Trentino, Veneto e Sicilia).

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Con piacere Heavent riporta le testimonianze basate sull’esperienza di queste cantine, che è onorata di aver presentato al mercato californiano data l’elevata qualità dei prodotti. Il territorio californiano risulta ancora molto inesplorato per i produttori di vino, e per questo motivo, Heavent, nel corso delle missioni commerciali, porta i clienti anche a visitare il territorio per far conoscere loro usi e consumi americani dal punto di vista enogastronomico. Per chi fosse interessto a collaborare con Havent le missioni offrono un pacchetto comprensivo di: alloggio e colazione al San Anselmo Inn, un consulente durante tutti gli incontri (compreso il trasporto con le auto) visite guidate, cena da Valenti & Co, prestigioso ristorante italiano all’interno della sede, follow up in inglese a tutti i contatti visitati. La missione si apre con un briefing di presentazione, seguito da incontri commerciali diretti con importatori distributori e ristoratori e buyers.•


Azienda Agricola Portinari I giorni trascorsi in California, durante i quali abbiamo proposto il nostro vino al mercato Californiano, sono stati proficui grazie alla professionalità di Heavent. Inoltre la disponibilità e le competenze degli organizzatori, hanno favorito un clima relazionale e collaborativo tra i vari produttori. Silvio e Umberto

La Collina dei Ciliegi:

“Avevamo grandi aspettative da questa missione californiana. E non siamo rimasti delusi. Per una realtà come la nostra, che punta moltissimo sull’internazionalizzazione, la California è un target fondamentale. La Marin County e la San Francisco Bay Area, in particolare, rappresentano per noi un’ ottima occasione di business per il futuro“. Niccolò Petrilli

Mambrini Viticoltori La missione in California è stata una bella esperienza,anche grazie all’organizzazione di Heavent che ha fatto in modo di metterci a nostro agio, anche facilitandoci gli incontri B2B. Quest’ avventura mi ha permesso di capire usanze e abitudini, quindi che tipo di mercato ci sia in California e quanto sono graditi i nostri prodotti al loro palato. Ora ci daremo da fare, sperando di concretizzare e avviare una collaborazione con i nostri incontri per iniziare, eh....incrociamo le dita. Raffaella Pagano

THE DREAM COMES TRUE

Per info i nostri contatti sono: Alessandro Framba Direttore commerciale Mob. +39 3488820966 alessandro.heavent@gmail.com www.heavent.it Italy Via IV Novembre 14/a - 37126 Verona Tel. +39 0458303002/ Fax +39 0456383119 Heavent è un marchio esclusivo della società americana Travel Holdings Inc. che opera negli Stati Uniti da 30 anni, con sede a San Anselmo, California. Heavent e’ specializzata in incontri B2B, organizzazione di meeting, missioni commerciali e di incontri di degustazione negli Stati Uniti. GIUGNO 2015: HEAVENT ORGANIZZA A BEVERLY HILLS UN IMPORTANTISSIMO EVENTO PER LE CANTINE VENETE: “VENICE AND ITS WINES”

Az.Vitivincola Enrico Crola “Nella splendida location del “San Anselmo Inn” un ottimo mix: una spiegazione generale e dettagliata di questo mercato, le regole di ingaggio, il marketing territoriale e i palati dei nostri ospiti. Sono molto contento di aver preso parte a questa missione. Mi ha aiutato a capire al meglio il mercato Californiano, per noi un mercato completamente vergine. L’organizzazione è stata puntuale e dettagliata da parte di Heavent; incontri B2B verso importatori e distributori, un pubblico selezionato che ci ha portato a realizzare interventi mirati, sperando di successo. L’attività di follow-up è iniziata fin da subito nei giorni seguenti alla missione, ora possiamo solo sperare di concretizzare le opportunità create e raccogliere i primi ordini in questa costa”. Enrico Crola

Theresa Eccher «La missione a San Anselmo ci ha messo a disposizione una grande opportunità: la California del Nord è un mercato di riferimento importante nella nostra strategia aziendale. Siamo convinti che sia stata un’esperienza utile, capace di dare buoni frutti: tanto che stiamo pianificando di tornare a breve termine con iniziative non solo commerciali ma, anche e soprattutto, di marketing e comunicazione». Andrea Panozzo 35


Stress da calore? No grazie

La tecnologia Cooling Dew permette di abbassare la temperatura attraverso la micronebulizzazione di acqua al vigneto. Per evitare vendemmie precoci e la conseguente perdita di aromi

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a tecnologia innovativa brevettata dalla bergamasca Cooling Dew parte del gruppo Oasi Climatica - risponde perfettamente ai problemi di stress da calore che sempre più i vigneti si trovano a dover fronteggiare, complice il surriscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici. Soprattutto in contesti collinari o pedecollinari, i vigneti sono stati impiantati pensando alla loro resistenza al freddo, ma si trovano oggi a fare i conti con le alte temperature che significano vendemmie precoci a discapito della piena espressione aromatica. Leone Ghiardato non è nuovo al tema del “clima giusto”: dall’esperienza industriale applicata ad altri contesti, ha pensato di adattare la stessa tecnologia al settore viticolo. In che cosa consiste? Sono nebuliz-

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zatori d’acqua da 70 a Scarica dal sito www.oasiclimatica.it il rapporto tecnico scientifico Università della Tuscia 100 bar, completamente automatici, dotati di un doppio sensore: l’umidostato, che monitora l’umidità e blocca l’impianto qualora venga superato un certo valore critico, e un termostato che viene impostato sul valore desiderato, con rilevatori all’interno della massa fogliare che fanno partire la pompa. Si crea così un rinfrescamento localizzato che porta ad un abbattimento della temperatura di 11-13°C in 20 secondi, senza però generare pericolosa tempi di vendemmia e quindi la OASI CLIMATICA SRL umidità che potrebbe altresì caumaggiore possibilità di sviluppo Via Marconi, 1 - 24044 Dalmine (BG) Italy dei naturali aromi dell’uva. Il sare problemi di peronospora. info@oasiclimatica.it sistema si preannuncia “miraL’azienda ha da poco concluso www.oasiclimatica.it un test sperimentale in collabocoloso” per quelle zone soggette ai sempre più frequenti picchi di calore ed è sicuramente più economico piuttosto che procedere con interventi correttivi in vigna, quali un cambio delle barbatelle o un innalzamento dei vigneti. Inoltre permette un ridotto uso razione con Castello della Sala e di acqua, grazie ai piccolissimi Università della Tuscia, studianfori dell’ugello (0,20 millimetri) do e comparando due vigneti poe alla possibilità di attivare l’imsti a 300 metri l’uno dall’altro. I risultati dimostrano che il vignepianto solo quando necessario, per un totale di 7 litri ad ora per to soggetto a trattamento ha reettaro. • gistrato un abbassamento medio della temperatura di 9°C e che l’ettaro in questione ha dato un Cerchiamo distributori esclusivi CEE ed extra CEE 2% di grado Brix in meno, regiWe are looking for exclusive distributors EU and extra EU strazione assolutamente positiva Ricerchiamo agenti introdotti territorio italiano che conferma lo slittamento dei


Cantine Vinicole Nebulizzazione per umidità controllata I sistemi OASI CLIMATICA vengono utilizzati con enormi vantaggi per il mantenimento del giusto livello di umidità e di temperatura all’interno delle cantine vinicole. Le cantine che durante tutto l’anno o in determinati periodi non raggiungono un buon livello di umidità sono soggette a vari problemi. Un basso livello di umidità è il fattore principale dell’evaporazione naturale del vino con la conseguente perdita economica, non solo in materia di prodotto ma di tempo e manodopera a causa degli indispensabili rabbocchi. Le botti di legno sono inoltre soggette a disseccamento delle pareti esterne, cosa che ne compromette la qualità e l’efficienza nel tempo. I sistemi di nebulizzazione OASI CLIMATICA risolvono in modo economico tutti questi problemi regolando naturalmente l’umidità della cantina e la sua temperatura. L’acqua viene nebulizzata dal sistema e polverizzata da

speciali ugelli brevettati, in grado di generare goccioline finissime, delle dimensioni inferiori a 10 micron, che vengono assorbite immediatamente dall’aria senza bagnare oggetti e superfici sottostanti. I risultati sono notevoli: le botti si mantengono efficienti nel tempo, conservano la qualità del legno e consentono una produzione qualitativamente eccellente, azzerando così il calo naturale del prodotto e permettendo un risparmio economico tale da consentire di ammortizzare il costo dell’impianto in pochi mesi. Le barrique devono essere immagazzinate in un locale protetto dalle correnti e dalla luce. L’umidità ottimale oscilla tra il 65% e l’85%. Al di sotto del 65%, sussiste il rischio di disseccamento delle barrique mentre oltre l’85% potrebbero svilupparsi funghi e muffe. Un livello di umidità compreso tra l’80% e l’85% consentirà di limitare la “perdita di vino”. Anche la struttura costruttiva delle botti beneficia di un corretto grado di umidità. Per prevenire qualsiasi rischio di disseccamento e di apertura dei giunti delle barrique durante lo stoccaggio, si consiglia di evitare l’aerazione e la ventilazione eccessiva nella cantina.

VANTAGGI I benefici derivanti dall’impiego di sistemi di nebulizzazione nelle cantine vinicole sono considerevoli: Aumenta la produttività complessiva della cantina Mantiene livelli di umidità costanti Elimina il disseccamento delle botti Evita l’evaporazione naturale del vino Riduce i costi di manodopera per il rabbocco Contribuisce a mantenere la temperatura ideale

Abbassamento di concentrazione alcolica ( per chi non ha ricambio sufficiente di aria ) Un semplice calcolo dimostra la convenienza dell’installazione di un sistema OASI CLIMATICA per l’UMIDIFICAZIONE

www.oasiclimatica.it

Una barrique standard contiene 225 litri di vino. Annualmente, si verifica una perdita di circa il 15% di prodotto per un totale di 33 litri. Consideriamo un costo esemplificativo di € 10 per ogni litro di vino. La perdita in termini economici di € 330/ogni barrique/ogni anno. Per 100 botti ad esempio vi è una perdita netta di € 33.000 ogni anno.

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Caratteristiche ▼ INSTALLAZIONE non è richiesta alcuna predisposizione, è sufficiente una presa elettrica.

QUALITÀ CONTROLLATA le analisi di laboratorio effettuate garantiscono il mantenimento del vino per un mese circa dall’apertura della bottiglia.

TEMPERATURA CONTROLLATA il sistema di climatizzazione (impostabile da 4° a 25°) assicura la perfetta temperatura di servizio del vino.

▼ IGIENE CONTROLLATA sistema automatico di pulizia del circuito di erogazione brevettato.

▼ ESCLUSIVA sistema con bombola azoto a bordo brevettato.

▼ CERTIFICATO DI CONFORMITÀ PER IL CONTATTO CON ALIMENTI costruita al 100% con componenti testati ed idonei al contatto con alimenti secondo le norme della serie UNI EN 1186:2003 (parti dalla 1 alla 15)

Features ▼ INSTALLATION no site adjustment required.

CONTROLLED QUALITY preservation of the wine for about one month after opening the bottle.

CONTROLLED TEMPERATURE the climate controlled system (from 4° to 25°) ensures the ideal service temperature of the wine.

▼ CONTROLLED HYGIENE automatic self-cleaning systems of serving parts, patented.

▼ ESCLUSIVITY on board gas cylinder system patented.

▼ CERTIFICATE OF FOOD CONTACT COMPLIANCE 100% manufacture with components tested and suitable for food contact, according to the standards UNI EN 1186:2003 (parts from 1 to 15)

diWine “WINE TASTING SYSTEMS” by Novatec S.r.l. Novatec S.r.l. - Via delle Acque, 6 - 50035 Palazzuolo sul Senio (FI) - Italy Tel. +39.055.8046179 - +39.055.8046419 - Fax +39.055.8046860 38 info@diwineitaly.it

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Emilia Romagna

Alla scoperta della Malvasia Rosa Nel cuore dell’Emilia Romagna l’azienda Mossi lega la sua lunga tradizione al desiderio di sperimentazione.

O

ccorre credere in un progetto e portarlo avanti con determinazione, anche se certezze non ce ne sono. E talvolta occorrono sacrifici ed una lucida capacità decisionale che spesso comportano una rinuncia. Marco e Silvia, anima della storica azienda Mossi, sanno bene che tutto questo è necessario per fare un vino che si lascia

ricordare nel tempo: è così che una delle più antiche cantine d’Italia, i cui albori risalgono addirittura al XVI secolo, produce la sua Malvasia Rosa Vendemmia Tardiva. La storia di questo vitigno, oggi inserito nel registro ampelografico, è legata agli studi, svoltisi attorno agli anni Settanta, del Professor Mario Fregoni dell’ Università di Piacenza ed al coraggio di chi in questi studi ha

creduto con tenacia. Una mutazione genetica naturale quella della Malvasia, poi stabilizzata, che rappresenta un gioiello della viticoltura piacentina, data l’unicità nel suo genere.

La Vendemmia Tardiva dell’azienda Mossi, effettuata i primi di dicembre, è riservata soltanto alle migliori annate e la vinificazione avviene in modo naturale, senza alcun tipo di elaborazione aggiuntiva.•

Discovering Malvasia Rosa In the heart of Emilia Romagna Mossi combines an ancient tradition and the wish to experiment It is necessary to believe in a project and to carry it out with determination, even when there is no guarantee of success. And sometimes it requires lucid choices that costs sacrifices and renounces. Marco and Silvia, the soul of this winery, know well what is necessary to make a great wine, a wine to remember. That’s how one of the most ancient wineries – whose origins are dated back to the XVI century – prepares its Malvasia Rosa Vendemmia Tardiva. The story of this grape vari-

ety, nowadays in the ampelograohic database, is related to Professor Mario Fregoni’s studies of the 70s at the University of Piacenza, and to those who supported these studies with their work. Malvasia presents a natural gene mutation, then stabilized, that represent a true jewel of the oenology of the Piacenza area. Late harvest, in the first days of December, and only in the best years, and a natural vinification without any added component create a unique oenological pearl.

MOSSI Aziende Agricole Vitivinicole srl 29010 Località Albareto - Ziano Piacentino (PC ) Tel. 0523 860201 Fax 0523 860158 - info@mossi1558.com - www.mossi1558.com

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La selezione di vini di Tonino Lamborghini e i prodotti beverage Made in Italy - caffè, cioccolate, te, vodka, energy drink, vini presentati in Tailandia www.lamborghini.it www.lamborghini-lounge.com Nella foto Tonino Lamborghini VODKA e Selezione di Vini di Tonino Lamborghini ”Sangue di Miura”

T

onino Lamborghini, figlio del celebre creatore di auto sportive, è oggi alla guida di un impero negli accessori di lusso e da diversi anni ha realizzato una selezione di prodotti beverage per far conoscere la migliore tradizione culinaria italiana nel mondo. Espresso, cioccolate, te, energy drink, vodka Tonino Lamborghini e la selezione di vini “Sangue di Miura” e “Palazzo del Vignola”, già distribuiti in 35 paesi, sono stati introdotti lo scorso mese anche in Tai-

Tonino Lamborghini

a Bangkok

landia, a Bangkok durante l’inaugurazione del primo Tonino Lamborghini Lounge. Il nuovo Tonino Lamborghini Lounge, racchiude 3 ambienti in una unica location: night club, ristorante e caffetteria italiani. Il progetto si inserisce

all’interno del più ampio progetto ribattezzato Hospitality e rispecchia perfettamente la vision del Gruppo: portare nel mondo la passione e lo spirito della cultura italiana sotto forma di prodotti dal design unico e distintivo. “Il mio desiderio è

quello di creare nuovi luoghi di tendenza in tutto il Mondo, in cui tutti possano godere della più tipica cucina italiana, di un espresso perfetto, di cocktail ricercati e della mia selezione di vini italiani di alta qualità” ha dichiarato Lamborghini.• Mr. Lamborghini inaugura il Lounge Bangkok

The Tonino Lamborghini Group takes its products to Bangkok in a new Lounge The wine selection by Tonino Lamborghini and the Made in Italy beverage products - coffee, chocolate, tea, vodka, energy drink, wines - arrives in Thailand Tonino Lamborghini, son of the famous designer of sport cars, leads an empire of luxury accessories and in the last years has created a selection of beverage products to promote the best Italian culinary tradition throughout the world. Espresso, chocolate, tea, energy drink, vodka and the wine selection “Sangue di Miura” and “Palazzo del Vignola”, are distributed in 35 countries already and last months

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have been introduced in Thailand, in Bangkok, in the first Tonino Lamborghini Lounge. The new Tonino Lamborghini Lounge encloses three places in a single location: a nightclub, a restaurant and an Italian café. This project is part of a wider project called Hospitality and mirrors the vision of the group: take in the world all the Italian passion and spirit through peculiar products with a unique de-

sign. “I want to create new trendy locations in Thailandi, to let everyone to enjoy the typical Italian cuisine, a

perfect espresso, refined cocktails and my selection of high quality Italian wines” says Lamborghini. •


Alto Adige

Vivere l’equilibrio DI MARINA CIANCAGLINI

A cavallo tra innovazione e tradizione, tra culture e lingue diverse. Così l’Alto Adige si presenterà all’Expo 2015, forte nella propria poliedricità

L

’Expo 2015 si avvicina e le Regioni stanno ultimando i progetti di partecipazione. L’Alto Adige non sarà da meno, e punterà su tutti quei valori positivi riconosciuti a questo territorio. Manfred Schweigkofler, coordinatore del progetto altoatesino per l’esposizione universale di Milano racconta l’idea che verrà realizzata. Per la partecipazione dell’Alto Adige come stanno procedendo i lavori e come sarà organizzato lo spazio espositivo? “Siamo ancora nel fermento dei lavori in corso di una macchina che è attiva a pieno regime, con le difficoltà generali nel fare una cosa nuova, ma il progetto è stato definito. Si tratterà di una spazio, non grande, di 78 mq che sfrutterà la verticalità dello spazio”. Il tema sarà “Nutrire il Pianeta” anche nel senso di tutela delle biodiversità e di sostenibilità, concetti molto in linea con la filosofia altoatesina. Quali saranno i concetti chiave che vorrete comunicare la mondo?

“Il nostro leitmotiv sarà Live the balance ossia vivere l’equilibrio. E proprio la nostra regione è sempre stata in equilibrio, tra due lingue, due culture e tra innovazione e sostenibilità. Quello che noi cerchia-

mo di fare è di dare spazio all’artigianalità, ai prodotti tipici, al “km 0” senza dimenticare che però dobbiamo essere competitivi sul mercato”. Che ruolo avrà l’enogastronomia? “Importante. Nello stand avremo un angolo, un piccolo ristorante, dove sarà possibile assaggiare i piatti della nostra tradizione. Siamo una regione ad altissimo tasso di ristoranti stellati ed è per questo che non abbiamo scelto grandi nomi ma di mettere in primo piano l’alta qualità diffusa della nostra cucina”. Qual è la risposta delle imprese private per quanto riguarda la partecipazione? “Fin’ora c’è stato un interesse medio, anche dettato dai costi di partecipazione, ma la ricerca di partner è ancora aperta”. Sarà organizzata anche un’attività di incoming nel territorio? “La volontà c’è, creando dei collegamenti costanti con Milano e organizzando degli incontri in Alto Adige. Non c’è ancora niente di definitivo ma ci stiamo lavorando”.•

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Alto Adige

Tutto l’Alto Adige in un bicchiere

Q

uella della famiglia Martini è una storia di grande determinazione e basi soli-

de. Parlando con Gabriel Martini ci si accorge subito del piglio sicuro e dell’energia che lo ha portato dal 1979 (anno della fondazione insieme a suo padre Karl) a guidare la “Martini & Sohn”; se si prova a chiedergli qual è la caratteristica distintiva dei suoi vini, lui risponde subito: la personalità. L’anima dell’azienda però oggi sono soprattutto i figli Lukas

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Qualità, completezza di gamma, senso della famiglia e del lavoro. Le carte vincenti di Martini & Sohn e Maren, la terza generazione. Tutti uniti attorno a un progetto fatto di 30 ettari, due di proprietà e gli altri dei soci conferitori, per una produzione di 300.000 bottiglie all’anno. La cantina vinifica la totalità dei vitigni presenti in Alto Adige, con una gamma in grado di accontentare le diverse tipologie

di consumatore. Tra i vitigni a bacca bianca spiccano Pinot Bianco, Traminer e Sauvignon; tra quelli a bacca rossa, gli immancabili Pinot Nero e Lagrein, oltre che una chicca tipica di queste zone, la Schiava: vitigno autoctono “che non viene apprezzato abbastanza perchè è poco conosciuto”, am-

mette Gabriel. Dà un vino leggero, con poco tannino e aroma fruttato, che da queste parti si inizia fin dall’antipasto: ideale con lo speck e gli altri salumi altoatesini, esalta anche il pesce in umido. Siamo in una terra straordinariamente vocata, come ama puntualizzare Gabriel: “non esiste zona vinicola al mondo come l’Alto Adige: 5.500 ettari dove crescono oltre 22 varietà di vigne. Quest’abbondanza implica che i nostri enologi debbano essere davvero bravi, perchè non devono gestire solo


Hall 6 stand C1

Hall 15 G71 n13

K. MARTINI & SOHN CANTINA VINI Via Lamm, 28 - 39057 Cornaiano (BZ) Tel. 0471 663156 - Fax 0471 660668 www.martini-sohn.it - info@martini-sohn.it

tre o quattro varietà principali, come accade in zone più blasonate dell’Italia centro-settentrionale”. Un altro punto di forza è il valore di una conduzione “artigianale”, che punta al contatto umano diretto in tutte le occa-

sioni fin dove è possibile, iniziando dai contadini e finendo alle vendite in giro per il mondo (Germania, Usa, Canada, Filippine tra i mercati di riferimento per l’export). Due occasioni per conoscere da vicino la famiglia Martini

The taste of Alto Adige in a glass Quality, a wide range of products, sense of family and work: the secrets of Martini & Sohn The Martini family’s story is made of resolution and solid roots. Talking with Gabriel Martini we notice his self-confident attitude and his energy. Thanks to these qualities, in 1979 he founded “Martini & Sohn”, with his father Karl. When we ask him what is

the peculiarity of his wines he answers immediately: personality. Nowadays the soul of his winery are his children, Lukas and Maren, the third generation that leads this family enterprise. Their project is made of 30 hectares of vineyards – two of which are in fee, while

saranno i prossimi Prowein di Dusseldorf e Vinitaly di Verona. Agli stand oltretutto ci sarà in degustazione anche una chicca: il Moscato Rosa dell’Alto Adige, una vendemmia tardiva che dà vita a un prodotto finissimo, da abbinare al dessert per chiudere in bellezza. Magari proprio uno strudel ai semi di papavero o un krapfen, i dolci di questo prezioso e generoso Alto Adige. (s.a.)•

the others their partners’ properties – for a yearly production of 300,000 bottles. The winery produces all the grape varieties of Alto Adige and proposes a range of labels that can satisfy all palates. Among the white varieties there are Pinot Bianco, Traminer and Sauvignon; among the red ones the unmissable Pinot Nero and Lagrein, beside a pearl of this area, Schiava:

an autochthonous grape variety “not enough appreciated and known”, says Gabriel. It makes a light wine, with few tannins and a fruity aroma, ideal with speck and other typical salami of Alto Adige, but also with stewed fish. “It’s a very suited land for winemaking – says Gabriel – there is no area like this one: 5,500 hectares where grow more than 22 grape varieties. This abundance requires very skilled oenologists, who have to manage many different vineyards in the same time, and not only three or two grape varieties, as in the most famous areas of the centralnorth Italy”. Another strength point is a craftsmanlike production that bets on human resources, starting from the vinegrowers to the sales managers who takes our wines all around the world (Germany, Usa, Canada, Philipine). To know better the production of the Martini family, do not miss next Prowein in Dusseldorf and Vinitaly in Verona. On these occasions, it will be possible to taste a pearl: Moscato Rosa dell’Alto Adige, a late harvest that creates a fine product, ideal with desserts like a poppy-seeds strudel or a krapfen, the typical specialties of Alto Adige.•

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Basilicata, c’è cultura nel gusto DI IRENE GRAZIOTTO

Non solo Matera - simbolo di una cultura che si àncora alle radici rurali - ma anche un progetto sull’acqua e il turismo che punta sempre più alla sinergia con l’offerta enogastronomica

U

n traguardo importante quello di Matera Capitale europea della cultura 2019 e l’Expo da sfruttare come volano: i progetti per il futuro illustrati dall’Assessore regionale all’Agricoltura Michele Ottati. Come vi presenterete ad Expo 2015? “Avremo un nostro spazio per presentare tutte le eccellenze regionali. Filo conduttore sarà il progetto Acqua, sviluppato sugli itinerari dei fiumi lucani e delle relative riserve naturali. Inoltre, in linea, con la tematica Expo su nutrizione e sostenibilità, offriremo un’immagine completa dell’agroalimentare lucano: dai vini agli oli d’oliva, dai prodotti lattiero caseari ai salumi e all’ortofrutta, legandoli alle attrattive ambientali, naturali e storico-culturali. Sarà un nuovo modo di presentare questa Regione che negli ultimi anni ha visto crescere in modo integrato l’agroalimentare di qualità e l’offerta turistica, aumentata del 30%”. Matera Capitale europea della cultura per il 2019. Dal passato contadino al futuro europeo… “È incredibile che la Città dei Sassi sia passata da capitale del mondo contadino - come la definì Carlo Levi - a capitale della cultura 2019 pur conservando questo legame con il mondo rurale. A Matera produciamo il pane Igp con il grano duro

tradizionale Cappelli, il vino Matera Doc è divenuto realtà e il prossimo luglio si terrà qui l’assemblea nazionale di Città dell’Olio”. Avete progetti che uniscono la promozione enogastronomica e vitivinicola con la Capitale europea della cultura? “Matera è oramai il traino della Basilicata come lo è per i nostri vini l’Aglianico del Vulture Docg, con classifiche che lo indicano tra i cento migliori vini del mondo. Ma ci sono anche le altre Doc lucane, Terre dell’Alta Val D’Agri, Matera Doc, Grottino di Roccanova, oltre all’Igt Basilicata. Quanto all’interazione con Matera, sarà qui che si svilupperà una delle due sedi distaccate dell’Enoteca regionale sita a Venosa, terra di Aglianico del Vulture”. Diritti d’impianto. Quale è la vostra opinione? “La materia è molto complessa: da un lato, rappresentano uno strumento di regolazione delle produzioni e di difesa delle colture, dall’altro sono un vincolo alla libertà imprenditoriale divenendo talvolta un ostacolo agli adattamenti strutturali delle aziende. Ecco il motivo per cui la posizione italiana in materia si è sempre mossa tenendo conto di entrambi gli aspetti. Auspichiamo un graduale passaggio alla fase di liberalizzazione”.•

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Basilicata

Cantina di Venosa: ambasciatori di Aglianico nel Mondo Pad. 8 Stand H1

CANTINA DI VENOSA SCARL Via Appia - C.DA Vignali - Venosa (PZ) - Tel. 0972 36702 - Fax 0972 35891 - info@cantinadivenosa.it - www.cantinadivenosa.it

Rappresentano il 70% dell’Aglianico italiano, sono ultra certificati e presenti sui mercati internazionali. Per assaggiare i vini in compagnia degli “autori” le soluzioni sono due: Basilicata o Prowein.

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00 soci per oltre 800 ettari di vigneto, un milione di bottiglie di cui il 95% è Aglianico del Vulture per una produzione del vitigno che copre il 70% sul totale. Questi i numeri da capogiro di Cantina di Venosa, che distrugge il binomio grande quantità/scarsa qualità ed infatti è una delle prime aziende del Sud Italia certificate nella sicurezza alimentare con ISO22000, BRC ed IFS. I vigneti, collocati in tre differenti macrozone, sono gestiti sotto la supervisione del Presidente France-

sco Perillo, con la consulenza degli agronomi Rocco e Francabandiera, l’enologo Luigi Cantatore, il resp. produzione Calviello ed il resp. commerciale Antonio Teora. Tra le 14 etichette spiccano i monovarietali da Aglianico: “Terre di Orazio” affinato in botti da 25 Hl e tonneaux da 5 e 7 Hl, “Gesualdo da Venosa” (affinam. 50% acciaio 50% barriques) e “Carato” affinato in sole barriques per 18/24 mesi. Tra i bianchi invece gli outsiders sono “Terre di Orazio dry muscat” (da Moscato Bianco) e “D’Avalos” (da Malvasia

di Basilicata). Vini moderni, che sfuggono alla vecchia concezione di Aglianico, sono fruttati, rotondi, per tutti i palati, un assaggio obbligatorio per chi si considera un vero enofilo. (m.b.)• Il mercato di riferimento di Cantina di Venosa è l’Italia, ma i suoi vini sono apprezzati anche in Germania, Svizzera, Cina, Giappone e Stati Uniti. Saranno presenti al Prowein di Dusseldorf.

Cantina di Venosa: the ambassadors of Aglianico in the world A multi-certified winery that holds 70% of the production of Aglianico in Italy and enchants the International markets. Taste these wines in Basilicata or at Prowein 400 partners and more than 800 hectares of vineyards, a million bottles, 95% of which are Aglianico del Vulture, for a production that covers a 70% of the Italian production of this variety. These are the mind-boggling numbers of Cantina di Venosa, a winery that discredits the common saying “big numbers mean low quality”. In fact, Cantina di Venosa is one of the first wineries in the south of Italy that can boast the ISO22000, BRC and IFS certifications. Its vine-

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yards grow in three different macro-areas and are supervised by President Francesco Perillo with the precious advises of the agronomists Rocco and Francabandiera, of the oenologist Luigi Cantatore, of the responsible of the production Calviello, and of the market manager Antonio Teora. Among the 14 labels proposed by Cantina di Venosa, the mono-varietal versions of Aglianico stand out: “Terre di Orazio”, refined in 25 hl barrels and 5 and 7 hl barrels,

“Gesualdo da Venosa” ( 50% refined in steel and 50% in barriques) and “Carato” refined in barriques for 18/24 months. Among the white wines there are the outsiders “Terre di Orazio dry muscat” (made of Moscato Bianco) and “D’Avalos” (made of Malvasia di Basilicata). Cantina di Venosa proposes modern wines that surpass the traditional conception of Aglianico: fruity, round and easy-to-drink wines that a real wine-lover cannot miss. •


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Donna del vino made in Campania DI CLAUDIA CATALDO

Elena Martusciello: fra Campania e Donne del Vino, la lista del to do è ancora lunga

E

lena Martusciello è Presidente delle Donne del Vino, associazione nazionale che riunisce le quote rosa del vino, ma anche della ristorazione e della comunicazione enogastronomica. Prima ancora è produttrice e rappresentante della viticoltura di qualità della regione Campania. Donna energica e simpatica, ha tutta il calore del sud e la tenacia che caratterizza chi fa questo mestiere, soprattutto se da tempo e con grande passione. Quali sono i punti forti della viticoltura della sua regione? “Sicuramente l’autoctono, sul quale la Campania ha investito praticamente da sempre; in più direi la presenza di un territorio ricco di beni ambientali, culturali e storici, che possono dare un importante sostegno anche alla viticoltura”. Quali sono le denominazioni campane a suo avviso trainanti e quelle che invece soffrono ancora di scarsa diffusione e conoscenza? “Le denominazioni più conosciute oggi sono sicuramente le Docg irpine: Greco di Tufo, Fiano e Taurasi. In Campania ci sono 15 Doc, è fisiologico che non riesca ad emergere una in particolare su tutte. Ci sono tante denominazioni legate a territori meravigliosi, dove ci sono produzioni vitivinicole estremamente interessanti ma spesso non abbastanza conosciute: mi riferisco ad esempio alle Doc Aversa, Ischia, Campi Flegrei, Falerno del Massico, Costa d’Amalfi. E queste sono solo alcune”. Lei è già da anni Presidente dell’Associazione Le Donne del Vino: quali sono gli scopi e gli obiettivi dell’associazione? “Sono già passati cinque anni dall’inizio della mia presidenza, cinque anni che sono volati e che sono stati ricchi di eventi, convegni, degustazioni e programmi, in attuazione degli scopi e degli obiettivi previsti dal nostro sta48

tuto: promuovere, diffondere e valorizzare la cultura enogastronomica italiana”. Cosa bolle nella pentola delle Donne del Vino in vista di Expo 2015? “Prima ancora di Expo, stiamo definendo il programma per il prossimo Vinitaly: la fiera rappresenta per noi ormai da anni l’appuntamento più importante, per questo siamo partner ufficiali dell’Ente Fiera di Verona. Alla kermesse scaligera saremo presenti innanzitutto con il ristorante dell’Associazione Le Donne del Vino: è un’attività che realizziamo per dare il giusto risalto e visibilità alle nostre associate ristoratrici. Guideremo poi una degustazione di vini che quest’anno avrà per tema “Profumo Divini”; chiuderemo in bellezza con la grande kermesse finale del Vinitaly, cioè “ Finitaly”, dove ci impegneremo per la promozione delle eccellenze del made in Italy: vino, cibo, moda e gioielli. In contemporanea stiamo organizzando un convegno per l’Expo e degustazioni di vini di tutte le regioni d’Italia presso il Devero Hotel di Milano. Ci sono poi tante altre idee e altri progetti ancora work in progress”. C’è un vino a cui è particolarmente affezionata? “Per campanilismo sono molto affezionata al Gragnano della penisola sorrentina, vino che la mia famiglia ha recuperato e nobilitato”. In Campania c’è ancora tanto da rimboccarsi le maniche per… “Innanzitutto andrebbero sostenuti gli studi ampelografici per la classificazione dei cloni più interessanti. Inoltre si dovrebbe far partire il sistema delle Strade del Vino, un grande strumento per promuovere i nostri territori, creare occupazione e ricchezza e dare sfogo alla nostra forte vocazione turistica. La lista delle to do però sicuramente non si esaurisce qui: c’è tanto da fare ancora, la nostra regione ha enormi potenzialità su cui occorre lavorare insieme”. •


vini da autoctoni campani

L

’azienda De Liso nasce negli anni Sessanta in un territorio da sempre legato alla produzione viticola, grazie al suolo vulcanico fertile che arricchisce il corredo aromatico dei vini. I vitigni di punta qui sono i grandi campani:

l’Aglianico, il Fiano, il Greco di Tufo, la Falanghina e il Piedirosso ed è su di loro che l’azienda investe nei 13 ettari di proprietà. I risultati convincono il mercato nazionale e quelli esteri proprio per questo legame con la tradizione enologica locale corredata

Fior di Vino, the autochthonous from Campania We are in Melito, the homeland of the apple Mela Annurca IGP, a land that give strength to its autochthonous grape varieties De Liso’s winery was founded in the 60s, in a territory always suited for winemaking and characterized by a fertile volcanic soil that give to the wine rich aromas. In the 13-hectare winery-owned vineyard, grow the buttonhole grape varieties of this area: Aglianico, Fiano, Greco di Tufo, Falanghina and Piedirosso. The results persuade both the national market and the foreign ones, due to their

profound tie with the local oenological tradition, combined with a careful work in the vineyards, a modern cellar and vinification methods up with the times. These are the ingredients of Sannio Doc made through a single-variety vinification of Aglianico in steel at controlled temperature. This wine ages six months in oak barrels, to gain a warm and intense colour, red fruit perfumes and a well-bal-

da un attento lavoro in vigna, da una moderna bottaia e da tecniche di vinificazione al passo coi tempi. Sono questi gli ingredienti del Sannio Doc da Aglianico in purezza, vinificato in acciaio a temperatura controllata e poi per sei mesi in botti di rovere, così da regalare un colore intenso e caldo, profumi di frutta rossa ed equilibrio gustativo fra tannini e morbidezze, alcol e freschezza. Se invece preferite i bianchi l’azienda vi propone il Fiano di Avellino Docg con i sentori di pesca e la bocca ammandorlata, il Greco di Tufo Docg dai toni più leggeri e delicati, ideali con il pesce, e la fresca Falanghina Doc dai profumi di frutta esotica. Ma se amate la tipicità provate il Piedirosso dal colore rosso intenso e il carattere secco e deciso, oppure, ottenuto sempre dalle stesse uve, il Lacryma Christi rosso o il Coda di Volpe che vira su un giallo paglierino dai riflessi verdognoli, perfetto con i piatti di verdura che cresce in questo fertile territorio. (i.g.)•

Campania

Fior di Vino, Siamo a Melito, patria della Mela Annurca IGP, dove la terra regala forza ai vitigni autoctoni VINICOLA FIOR DI VINO S.a.s. di De Liso S.&C. Via Circumvallazione Esterna, 62 80017 Melito (NA) Tel.081 7013034 - Fax 081 7013034 info@vinideliso.it - www.vinideliso.it

anced taste with soft tannins and a fresh and alcoholic inkling. For those who prefer white wines, Fior di Vino proposes a Fiano di Avellino Docg, with peach perfumes and an almond aroma, Greco di Tufo Docg, a lighter and more delicate wine ideal with fish dishes, and the fresh Falanghina Doc, with exotic fruit perfumes. A very typical label is Piedirosso, a wine with an intense ruby red color and a dry and strong taste, or Lacryma Christi red and Coda di Volpe, a straw yellow wine with greenish reflexes, ideal with vegetables. •

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“Vedi Cosa Bevi” in Liguria DI IRENE GRAZIOTTO

Una regione enoica-eroica che val bene una visita. Come, dove, perché nelle parole di Paolo Ruffino, presidente del Movimento Turismo del Vino

3

.976 aziende, di cui circa 1.800 presenti sul mercato con le proprie etichette, 1.515 ettari di vigneto e la “vendemmia 2014 in sensibile aumento rispetto al 2013 con uno standard qualitativo che si mantiene su valori decisamente alti” usando le parole di Confagricoltura Liguria. L’export segna un +7% per le sole esportazioni di bottiglie liguri che si concentrano soprattutto su Vermentino, Pigato e Sciacchetrà – quest’ultimo venduto ancor prima di andare in bottiglia a giapponesi ed americani. Eppure… Liguria e vino: un connubio intrinseco ma poco conosciuto. Perché? “La bellezza ed il contrasto naturale della mia regione è evidente nella distinzione tra Riviera di Levante e Riviera di Ponente: la prima con i paesaggi frastagliati e la seconda con zone costiere più dolci e sabbiose che offrono un panorama senza eguali. E così come i paesaggi

è anche per le produzioni vinicole: dal pregiatissimo Sciacchetrà delle Cinque Terre al Mataosso delle Langhe Liguri ponentine. Pur essendo la regione più giovane del Movimento Turismo del Vino è senza dubbio vocata anche nella crescita enoturistica ed è proprio attraverso l’enoturismo che il legame Liguria-vino riuscirà ad essere più conosciuto”. Quali iniziative per promuovere l’enolo-

gia e l’enoturismo ligure? “Siamo attivi durante tutto l’anno per incentivare attraverso il motto “Vedi Cosa Bevi” la conoscenza del territorio. Prossimamente abbiamo in programma Cantine Aperte dal 30 maggio al 2 giugno, Calici di Stelle nelle settimana di San Lorenzo ad agosto e, a settembre, Cantine Aperte in vendemmia, pensata con taglio enoturistico in grado di emozionare grandi e piccoli, e poi Cantine Aperte a San Martino e a Natale”. E per Expo 2015? “Aderiremo sia come MTV Italia che come MTV Liguria al progetto “Enoteca del Movimento Turismo del Vino” che aprirà nel casello daziale di Piazza Cinque Giornate a Milano, quale satellite di Expo. Sarà una location di degustazione e promozione anche per i vini liguri nel contesto di Expo nonché punto di partenza degli enoturisti che attraverso la A7 giungeranno in terra ligure”.•

SCIACCHETRAIL, UNA CORSA ESTREMA TRA VIGNE ESTREME Amate la corsa, la natura e il buon vino? Tenevi liberi il 29 marzo per una delle gare sportive più appassionanti: il Sciacchetrail, 47 chilometri di percorso nel Parco Nazionale delle Cinque Terre con partenza e arrivo a Monterosso dopo un dislivello totale di tremila metri. Durante la gara l’AIS Liguria sarà impegnato a fianco dei produttori nella promozione della perla enologica tipica di questi impervi terreni: lo Sciacchetrà, ottenuto da uve passite di Bosco, Albarola e Vermentino, con una resa di 25 litri per quintale d’uva.

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Buranco: the Kingdom of Sciacchetrà In Monterosso, the “capital”of Cinque Terre, the winery produces with passion a Passito Doc

Stand Enoteca Regionale

SOCIETA’ AGRARIA BURANCO Via Buranco, 72 - 19016 Monterosso al Mare (Sp) Tel. 0187 817677 - Fax 0187 802084 - Cel. 349 4348046 - info@buranco.it - www.burancocinqueterre.it

A Monterosso, “capitale” delle Cinque Terre, l’azienda si dedica con passione alla produzione del Passito Doc

Surrounded by a unique landscape, in a natural amphitheater protected by the winds, the Grillo family cultivate with passion and devotion their three and a half hectares of land, where grow vines, olive trees and lemon trees. We are in Monterosso, the main center of Cinque Terre. Here, beside Grappa, lemon liquor, olive oil, honey and excellent Doc wine, spring Sciacchetrà, the buttonhole product of this farm and one of the most renowned sweet wines in the Italian oenological patrimony: a small but excellent production. This wine is made of Bosco (80%), Vermentino (15%) and Albarola (5%) grapes that grow on the famous terracing by the coast, enjoying the healthy sea breeze. This wine is the fruit of a careful manual work. A peculiar attention in every phase of the processing, guarantees the quality of a wine that represents a challenge to perfection. Praised by great writers such as Pliny, Boccaccio, Petrarca, D’Annunzio and Pascoli, but also by current tasters and connoisseurs, who appreciate its peculiarities and aim at a recovery and protection of such an excellence production. •

’ in un ambiente unico, incastonato in uno splendido anfiteatro naturale protetto dai venti, a Monterosso, “capitale” delle Cinque Terre, che la famiglia Grillo si occupa con passione e dedizione, della propria azienda, tre ettari e mezzo di terreno coltivato a vigne, uliveti

e limoneti. Qui, oltre a grappa, limoncino, olio, miele e vino Doc di ottima qualità, nasce lo Sciacchetrà, il prodotto per eccellenza, il vero re dell’azienda, uno dei vini passiti più celebri di tutto il patrimonio vitivinicolo italiano, prodotto in piccole quantità, di eccellente qualità. Il vino è ottenuto dall’Azienda

Buranco da uve Bosco (80%), Vermentino (15%) e Albarola (5%), coltivate nei famosi terrazzamenti della zona, situati a ridosso della costa e soggetti alla salubre aria salsoiodica marina. Per ottenerlo fondamentali sono il lavoro manuale e l’attenzione costante, passaggio dopo passaggio, che garantiscono la nascita

Liguria

Buranco: il regno dello Sciacchetrà E

di un vino che è una vera e propria sfida alla perfezione, amato dai più grandi letterati, come Plinio, Boccaccio, Petrarca, D’Annunzio e Pascoli, ma anche da tanti wine lovers e intenditori attuali, che ne apprezzano l’unicità e che puntano al recupero e alla salvaguardia di una produzione d’eccellenza. (l.m.)•

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Lombardia

Brindisi “universale” con il

Franciacorta

Unico vino ufficiale dell’Expo 2015, il Franciacorta punta a promozione e potenziamento dell’export. Giocando sulla qualità e non al ribasso DI CLAUDIA CATALDO

I

l Franciacorta è stato scelto come Official Sparkling Wine dell’Expo 2015. Questo si traduce in una cornice di visibilità destinata a durare 6 mesi: un’occasione importante per il Metodo Classico bresciano che, oltre tutto, gioca in casa, ovvero a poco più di un’ora dall’epicentro milanese. Grande la soddisfazione del Presidente del Consorzio Maurizio Zanella, patron di Ca’ del Bosco. Come si è giunti a questo importante traguardo? “Tutto parte da un bando di gara: alla fine i soggetti in corsa erano due, noi e un’altra azienda

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di Trento (Cantine Ferrari, ndr). Poi è arrivata la comunicazione ufficiale. Il costo? 380 mila euro in denaro e 80 mila euro in bottiglie, non di poco peso sul nostro bilancio consortile (circa un 10%), ma credo che l’occasione valga un simile investimento. Anche perché saremo l’unico vino ufficiale dell’Expo, quello con cui si brinderà nei momenti più importanti. La visibilità sarà sicuramente tanta”. Quali sono i risultati attesi alla fine del semestre dell’Expo? “Come dicevo, una grande visibilità per la denominazione. Si paventano 4 milioni di visitatori,

provenienti da ogni angolo del globo. In più per chi starà a Milano per più di due giorni si stanno organizzando attività di incoming nella zona, abbiamo già stretto accordi con importanti tour operator per portare visitatori, trade e press direttamente nelle aziende e sul territorio”. Come avverrà la partecipazione delle aziende consorziate? “Le aziende consorziate potranno mettere un bollino Expo Milano 2015 sulle singole bottiglie, da adesso fino ad ottobre 2015. Stiamo poi lavorando per capire bene cosa fare e come essere presenti: se avere un nostro spazio (probabilmente fuori dal Padiglione Italia), se organizzare attività collaterali, ecc. ecc. Non posso anticipare niente al momento, è tutto ancora in fieri”. Quali sono i progetti per il futuro della denominazione? “La denominazione non è ancora sufficientemente conosciuta: non mi riferisco solo all’estero, ma anche al centro e sud Italia. Vogliamo farci conoscere e competere nel mercato basandoci sulla qualità dei prodotti e non giocando una lotta di prezzo. Nel nostro settore c’è un grande player francese e tutte le varie alternative si presentano con una competitività basata su un prezzo medio che è inferiore del 50 – 60%: noi non vogliamo questo. Vogliamo puntare sul parametro qualitativo e potenziare l’export, che al momento riveste solo un 10% del fatturato totale”. •


Posizione a

Lombardia

SOMMOSSA… gocce in tumulto”, è così che Giovannella Fugazza, titolare e mente creativa del Castello di Luzzano, ha chiamato il suo Bonarda frizzante, un vino mosso e beverino, con una bella e invitante schiuma violetta, che l’Azienda ha sempre proposto convinta della sua possibilità di grande successo. “Il consumatore classico, specialmente lombardo ed emiliano, ha sempre amato accompagnare il pasto con un vino frizzante e il Bonarda è sempre stato molto conosciuto e richiesto per la sua facilità di beva – ci spiega Giovannella Fugazza - Poi è arrivato il momento in cui le scelte si sono spostate su tipologie di vino tranquillo, con l’errata opinione che quest’ultimo avesse una maggiore nobiltà. Il Bonarda ha sofferto di questo e i mercati fuori dal contesto italiano conoscevano poco questo tipo di vino rosso: temevano l’azzardo dell’acquisto pur istintivamente, spesso, trovandolo assai piacevole. Oggi, e di questo sono particolarmente felice, anche i più restii hanno capito che il vino mosso può assumere un ruolo di estrema piacevolezza, anche perché il consumatore è cambiato ed è sempre più aperto e curioso di nuovi modi di accostarsi al vino. C’è, dunque, un grande ritorno del Bonarda sulle tavole italiane e una nuova richiesta del mercato estero ,che si sta interessando senza più timori a questa versio-

CASTELLO DI LUZZANO Loc. Luzzano, 5 - 27040 Rovescala (Pv) Tel. 0523 863277 - Fax 0523 865909 - info@castelloluzzano.it - www.castelloluzzano.it

Giovannella Fugazza del Castello di Luzzano punta sul rosso frizzante, assecondando il gusto dei nuovi consumatori

La rivincita del Bonarda ne di vino rosso spumeggiante che porta in sé un’immediata gioiosità”. Giovannella Fugazza nella sua etichetta ha voluto sottolineare con il nome “SOMMOSSA… Gocce in tumulto” e con l’immagine di una bandiera piena di bollicine su fondo rosso, l’entusiasmo e le impressioni dell’assaggio. Tra la produzione di vini del Castello di Luzzano, una delle Aziende più qualificate e conosciute dell’Oltrepò Pavese, il Bonarda ha

sempre avuto un ruolo importante poiché è uno dei vini più tradizionali e rappresentativi della zona. Dei 76 ettari dell’Azienda ben 17 ettari sono infatti dedicati al vitigno Croatina, da cui il Bonarda deriva. I polposi e vellutati grappoli alati di quest’ uva così tipica, sono destinati sia alla tipologia giovane e frizzante, SOMMOSSA, che a quella tranquilla, CARLINO, più corposa, ma altrettanto caratteristica e piacevole.•

: PALAEXPO LOMBARDIA - Zona Oltrepo Pavese - stand B4

The revenge of Bonarda Giovannella Fugazza and Castello di Luzzano bet on the sparkling red wine, meeting the cutomers’ taste and eager to discovery new tastes. So Bonarda has come back to the Italian “SOMMOSSA… rioting drops”. With these words Giovannella Fugazza, owner tables and is arrived on the international ones: in fact, foreign markets are and creative of Castello di Luzzano, describes her sparkling Bonarda, an easydemonstrating an interest on this sparkling and joyful red wine”. Giovannella to-drink wine with an inviting purple foam. The winery has always been sure Fugazza has chosen to emphasize the name of her wine “SOMMOSSA… Gocce of the success of this wine. “The classical tasters from Emilia or Lombardia use in tumulto” labelling the bottles with the image of a flag with sparks on a red to drink a sparkling wine with the whole meal. Bonarda has always been well background. Bonarda has always had a special place among the labels proknown as an easy-to-drink wine – says Giovannella Fugazza – but afterwards preferences have shifted towards plain wines, thinking erroneously that this posed by Castello di Luzzano, one of the most appreciated wineries of Oltrepò kind of wine was a nobler one. Bonarda has suffered from this prejudice and Pavese. In fact, Bonarda is one of the most representative wines of this area and foreign markets did not know this wine well: buyers feared to run the risk of Castello di Luzzano has dedicated to Coratina (the grape variety that gives life investing on it, even if they found it pleasant. Nowadays, and I am very proud to Bonarda) 17 of its 76 hectares. The pulpy and velvety grapes of Coratina of it, even the most reluctant ones have understood that this sparkling wine becomes the sparkling SOMMOSSA, a young and lively version of Bonarda, can be extremely interesting. Customers have changed too: they are more open and the more quiet CARLINO, a full-bodied but as pleasant and typical one. •

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Piemonte 54

Invito al “Barbera lifestyle” DI STEFANIA ABBATTISTA

F

ilippo Mobrici è l’attuale Presidente del Consorzio della Barbera, Vini d’Asti e del Monferrato. Eletto l’anno scorso, manterrà l’incarico fino al 2016. Alla vigilia di Expo, analizziamo con lui quali sono gli umori in uno dei territori-simbolo del grande vino italiano. Barbera D’Asti: nei primi nove mesi del 2014 c’è stato un +6% di imbottigliato rispetto allo stesso periodo del 2013. Non male per lei come esordio alla Presidenza… “È vero: l’imbottigliato di Barbera d’Asti Docg sfiora ormai i 23 milioni di bottiglie. Segno che il mercato è vivace e dimostra di appezzare la nostra «rossa». I giovani la amano molto: sono consumatori attenti e interessati a capire il vino. Questo ci dà un forte impulso a migliorarci continuamente”. Estero: le vendite del primo semestre del 2014 hanno fatto segnare un +3%. Quali sono i mercati che comprano di più la Barbera? “I consumatori riconoscono le nostre fatiche di

Mobrici: “Oggi abbiamo più imbottigliato e più export e un obiettivo: ridare alla Barbera il posto che merita” proporre un vino del territorio ma pensato in modo moderno. La Germania è il nostro primo mercato: consuma il 18% della produzione. Ma va bene anche in Usa (16%), Gran Bretagna (15%), Danimarca (14%), Canada (9%), Svizzera (6%)”. Expo: lei che ne pensa? Come produttore qual è la prima falla che ravvisa nel sistema? “Quello dell’Expo sarà un pubblico assolutamente generico. Ci saranno soprattutto tante famiglie, scolaresche, gruppi. Una premessa necessaria per spiegare perché ci siamo concentrati sul fuori Expo: con il Consorzio Piemonte Land of Perfection che raggruppa i più importanti Consorzi di tutela, e l’alleanza dell’Ente Turismo, cercheremo di intercettare turisti da portare direttamente sul nostro territorio offrendo loro un tour della Barbera nei luoghi Unesco del Monferrato”. Il Consorzio: quali i primi due obiettivi concreti che si pone? “Potenziare lo sviluppo della Denominazione e

cercare nuove strategie di promozione. A tal proposito negli Stati Uniti investiremo oltre 200 mila euro per promuovere la Barbera d’Asti, il Nizza e il Ruché di Castagnole Monferrato. Collaboreremo con Wine Spectator, realizzeremo un’app sui nostri vini e un blog. Il fine ultimo è di ridare alla Barbera il posto che merita tra i grandi vini piemontesi e italiani”. Proviamo a spiegare al visitatore stranierotipo che affollerà Expo che tipo di vino è la Barbera d’Asti. Tre aggettivi che gli facciano venire la voglia di scoprirla nel territorio di origine e non solo attraverso i wine dispenser allestiti a Milano: “Giovane: esprime la bellezza e l’entusiasmo di questo territorio. Versatile: si accompagna a cibi e tradizioni culinarie anche di mondi diversi dal nostro, è moderna e fresca. Social: ben si integra con una fascia di enoappassionati sempre più avvezzi al mondo del web. Ci auguriamo che bere Barbera d’Asti diventi un modo di essere, un lifestyle”.•


Le bottiglie sono circa 60.000 all’anno, distribuite al 90% in Italia e 10% all’estero. Una netta controtendenza che fa ben sperare, per questa piccola azienda che in poco più di 40 anni ha saputo produrre vini nobili, sempre al giusto prezzo.

Piemonte

AZIENDA SAN MICHELE Via Giulio Cesare, 7/4 12052 Neive (CN) Tel 0173 67008 - Fax 0173 67008 info@parrocodineive.com www.parrocodineive.com

Nel cuore del Barbaresco L

Ma anche del Dolcetto, del Barbera e dell’Arneis. Piccola storia di un’azienda a cui piace “metterci la faccia”

a storia dell’Azienda San Michele inizia quando nel ‘73 il Parroco di Neive, Don Giuseppe Cogno, trasforma la sua grande passione per il vino in un progetto, e lo avvia. Si chiamava semplicemente “Cantina del Parroco di Neive”. Oggi 4 soci gestiscono questa eredità con spirito del tutto familiare. Obiettivo dell’azienda è dare risalto ai vini locali, nel rispetto della loro tipicità e delle tecnologie tradizionali pur rimanendo al passo coi tempi: questo è possibile anche grazie alla nuova cantina, realizzata nel 2013, che

consente di raggiungere alti livelli enologici. Il fiore all’occhiello della produzione è il Barbaresco col suo anno trascorso nella quiete delle botti di rovere per limare l’ asprezza e renderlo nel contempo austero ed elegante. L’aggressività del tannino erbaceo si smorza col legno, per un risultato più fine, morbido e ricco. Anche una volta pronto per il mercato, l’azienda sceglie comunque di lasciarlo altri 6 o 7 mesi in bottiglia. Un tocco di sapienza in più perché “così il vino si riposa, ritrova armonia dopo l’imbottigliamento e diventa più piacevole”. (s.a.)•

In the heart of Barbaresco But also of Dolcetto, Barbera and Arneis. The short story of a winery that stands up for its land The story of San Michele starts in 1973, when the parson of Neive, Don Giuseppe Cogno, converts his passion for wine in a work and give life to a win-ery. He called it “Cantina del Parroco di Neive” (winery of the parson of Nieve). Nowadays, four partners have taken over his heritage and manage his winery in a familiar spirit. Their first aim is to promote the local wines and its typical-nesses, and to make quality products with traditional methods but modern technologies. The new cellar, built in 2013, has made it possible. The button-hole of the production is Barbaresco: it ages one year in oak barrels to soften its harshness and become elegant and severe. Herbaceous tannins are sof-tened by the wood inklings and the result is a fine, soft and rich wine. Then, even if it could be ready for the market, this wine refines other 6-7 months in bottle “to find again its quiet mood and become more pleasant”. •

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Piemonte

Gavi DOCG:

un brindisi all’Expo Appuntamento con un Consorzio-modello che opera in nome della qualità e della crescita sostenibile

C

on oltre 13.600.000 bottiglie vendute nel 2014, il 12% in più rispetto al 2013, oltre il 70% all’estero – Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Russia e mercati asiatici - il Gavi, Grande Bianco piemontese, è uno dei vini più apprezzati fuori dai confini nazionali: sia per la sua eleganza sia per la freschezza che ne fanno un vino adatto all’invecchiamento, caratteristica assai rara tra i bianchi italiani. Simbolo di qualità ma anche modello di comunicazione per i territori enogastronomici italiani, come dimostrano le iniziative organizzate dal Consorzio Tutela del Gavi nel 2014 anno del 40° anniversario della DOC: Il Laboratorio Gavi dedicato alla Buona Italia

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e l’evento “Di Gavi in Gavi” hanno infatti radunato migliaia di visitatori al Forte, nelle strade di Gavi, portato opinion leader e imprenditori sul territorio come ambasciatori del successo di una terra cortese e virtuosa. Il video a cura di Philippe Daverio realizzato per raccontare “le Storie del Gavi”, le immagini di Paolo Ruffini testimonial pop “Di Gavi in Gavi”, lo streaming dell’evento “Laboratorio Gavi” sono stati cliccati e condivisi da oltre 20.000 utenti social, moltiplicando la visibilità del GAVI DOCG, emblema del bere bene e sostenibile. Il vino buono, infatti, nasce in vigna: ed è con i produttori che il Consorzio lavora fianco a fianco, con un progetto comune di tutela am-

bientale e di ricerca integrata allo scopo di migliorare la qualità nel rispetto della tradizione. II Consorzio Tutela del Gavi è da anni impegnato a individuare tecniche e lavorazioni meno invasive nel rispetto dell’ ecosistema e della biodiversità, tema particolarmente sentito dai produttori. Sostenibilità, tutela e crescita: queste quindi le linee che il Consorzio intende proseguire anche nel prossimo quinquennio. Una strada che passa da Expo con il primo evento a Milano organizzato dal Consorzio Tutela del Gavi in estate e il racconto delle “Storie del Gavi che racchiudono 1000 anni di viticoltura, patrimonio della qualità del vitigno Cortese.•


Pad. 10 Stand E2

Gavi DOCG: let’s toast to the Expo Meet a model-Consorzio that works in the name of quality and sustainable growth Gavi, the great white wine from Piedmont, is one of the most appreciated labels abroad. The prrof is that in 2014 more than 13,600,000 bottles has been sold (12% more than in 2013), 70% of which abroad – England, USA, Germany, Russia and Asian markets. Its success is due to its elegance and freshness that makes it a wine suitable for ageing, a rare characteristics among white wines. Gavi is a symbol of quality but also a model of communication for the other Italian oenogastronomical territories. In fact, Consorzio

Tutela del Gavi has organized many interesting promotional events on the occasion of the 40th anniversary of the DOC. Laboratorio Gavi, dedicated to the “good Italy” (Buona Italia), and the event “Di Gavi in Gavi” have attracted thousands visitors in the Forte and among the roads of Gavi, drawing to the territory opinion leaders and entrepreneurs as ambassadors of the success of this gentle and virtuous land. The video edited by Philippe Daverio that tells the stories of Gavi (“le Storie del Gavi”), Paolo Ruffini’s images as pop testimonial of “Di Gavi in Gavi”, the streaming of the event “Laboratorio Gavi” have been clicked and shared by more than 20,000 users, increasing the visibility of GAVI DOCG, as an image

CONSORZIO TUTELA DEL GAVI Corte Zerbo 27 15066 Gavi (AL) tel 0143 645068 fax 0143 682814 www.gavi972.it info@consorziogavi.com

of good drinking and sustainable winemaking. In fact, the story of a good wine starts in the vineyard. Cosorzio works side by side with the producers, thanks to a shared research project that aims to protect the environment and improve quality in the name of tradition. Consorzio Tutela del Gavi has been working for years to identify less invasive processing methods and techniques that respect the ecosystem and biodiversity. Sustainability, care and growth are the guideline that Consorzio aims to follow in the next years too. This way passes through the Expo: Consorzio Tutela del Gavi has organized an event in Milan in summer, the tales of Gavi that enclose 100 years of winemaking and the patrimony of the grape variety called Cortese.•

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Piemonte

Mongioia: essere Moscato

Mongioia esprime in una gamma di vini monovitigno ampia e diversificata tutte le prerogative di un territorio e la passione di una famiglia

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erreni ripidi da domare, vigneti dall’ eccezionale longevità tra i più antichi del comprensorio e idee ben chiare: ottenere un vino naturale che rispetti il territorio, preservi la tradizione, ma che sia elegante e innovativo. Riccardo Bianco, grande sperimentatore, una volta colto il testimone da papà Marco, che ha abbattuto le rese per ettaro creando il Crivella negli anni ’90, ha esaltato i punti forti antichi e con la visione di eleganza ed eccellenza ha diretto l’azienda verso l’esclusiva produzione del moscato bianco definendo la precisa

identità dei vini e ampliando la famiglia dei vini Mongioia con nuove versioni dolci e secche puntando senza incertezze all’eccellenza. La scelta di dedicarsi unicamente al moscato bianco, la dice lunga sulla determinazione di Riccardo, che con il suo lavoro racconta a tutto tondo le sfumature di un terroir straordinario dalle ine-

guagliabili caratteristiche. Parola d’ordine esaltare l’eccezionale materia prima, dando vita a vini di elevata piacevolezza, dalle caratteristiche organolettiche straordinarie. Il Moscato d’Asti Docg Crivella, che nasce con grandi qualità esaltate dal tempo, l’eleganza nei volti femminile e maschile dei Moscato d’Asti Docg Lamoscata e Belb, e le innovative versioni secche, che distinguono l’azienda di Santo Stefano Belbo, come il Meramentae, un brut millesimato ottenuto esclusivamente da uve moscato bianco, e il Leonhard, un bianco secco fermo e profumato. •

Collezione di famiglia: Canè moscato d’ Asti Docg 1999, Top dei Top dei 100 migliori vini d’Italia, 2010 Award rosso e Award gold Merano Wine Festival, 2012 2013 e 2014

Belb, moscato d’Asti Docg il lato maschile

Lamoscata moscato d’Asti Docg il lato femminile

MONGIOIA Fraz. Valdivilla, 40 - Santo Stefano Belbo - 12058 CN - Tel. 0141 847301 - Fax 0141 847909 - info@mongioia.com - www.mongioia.com

Mongioia: to be Moscato Mongioia proposes a wide range of mono-varietal wines that express all the potential of the territory and the passion of a family of winemakers

Crivella moscato d’Asti Docg 2003 l’essenza

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Crivella moscato d’Asti Docg 2011, lo stupore

Meramentae spumante brut millesimato il coraggio

Leonhard vino bianco le virtù

Steep slopes, age-old vineyards and a sole aim: to make a natural but elegant and innovative wine that respects the territory, and preserves the tradition. Riccardo Bianco, a true experimenter, has taken over the winery from his father Marco, who in the 90s reduced the yields of his vineyards creating Crivella. Riccardo’s productive philosophy has led him to exalt the ancient strength points and to add a vision of excellence and elegance. Starting from this, he has driven his winery towards the exclusive production of Moscato Bianco, giving a sharp identity to his wines and increasing the range of wines with new sweet and dry labels. His choice

to produce Moscato Bianco only is a proof of Riccardo’s resolution. Trough his work he has been able to describe all the nuances of an extraordinary terroir. The first aim of this winery is to exalt an exclusive raw material, creating extremely pleasant wines with unique organoleptic qualities. Moscato d’Asti Docg Crivella, a wine whose qualities improve in time; the feminine and masculine elegance of Moscato d’Asti Docg Lamoscata and Belb; and the distinguishing mark of the winery of Santo Stefano Belbo, the innovative dry versions Meramentae (a millesimée brut made of Moscato Bianco only) and Leonhard, a dry and aromatic white wine.


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Sardegna

Come ti riscrivo la storia del vigneto europeo DI IRENE GRAZIOTTO

Scoperto a Cabras il vitigno più antico del Mediterraneo occidentale. Una marcia in più per l’enologia attuale come spiega Andreino Addis, Presidente di Assoenologi Sardegna

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ono bastati alcuni semi – 15.000 ad esser sinceri – di vernaccia e malvasia risalenti a circa tremila anni fa per smentire quanto sinora si pensava sulla viticoltura nel Mediterraneo occidentale. Rimane dunque immutato il primato del Mediterraneo orientale nella coltivazione della vite ma cambia invece la prospettiva per ciò che riguarda lo sviluppo della stessa nel Mare Nostrum di ponente. La prova del carbonio 14 effettuata, prova infatti che la coltura della vite non sia arrivata in Sardegna con i Fenici nell’ 800 a.C. ma risalga all’età del bronzo durante la civiltà nuragica. Il merito della scoperta va ad un’equipe dell’Università di Cagliari guidata da professor Gian-

Barbatelle di qualità per un prodotto di qualità

luigi Bacchetta che porta così a frutto dieci anni di ricerca con un personale altamente specializzato ma – va ricordato – precario. “Più che un fenomeno di importazione – spiega Gianluigi Bacchetta – pensiamo che in Sardegna si sia verificata quella che noi chiamiamo domesticazione in loco di specie di vite selvatiche, che ancora oggi sono diffuse ampiamente in tutta la Sardegna. Va tenuto con-

to, però, che i Nuragici erano un popolo molto attivo negli scambi commerciali e hanno avuto contatti anche con altre civiltà, come quella cretese o di Cipro, che conoscevano la vite”. Su come la ricerca scientifica possa aiutare le produzioni locali, con quelli che ne consegue a livello di ricadute economiche, ecco il parere del Presidente di Assoenologi Sardegna, Andreino Addis. “Questa scoperta archeologica deve spingere noi

sardi a fare sistema partendo dall’identità unica del vino sardo, dalla sua plurimillenaria storia. In un contesto unico come il nostro in quanto a storia, arte, cultura è il nostro patrimonio che deve essere promosso come unico marchio. Oggi l’enofilo mondiale cerca la storia dietro al vino e noi ne abbiamo”. E per il futuro Addis ribadisce la necessità di “comunicare la Sardegna con la qualità dell’agroalimentare e la sua sostenibilità”.•

In Trentino, in un territorio unico per posizione e clima, moltiplichiamo più di 120 varietà da vino e 20 varietà da tavola che danno origine con un’ampia gamma di selezioni clonali innestate sui principali portinnesti, ad oltre 500 combinazioni per ogni esigenza. Dall’impegno, dal lavoro e dalla grande esperienza dei soci dei Vivai Cooperativi di Padergnone vengono moltiplicate le barbatelle che contribuiscono alla nascita dei migliori vini italiani. Soc. Coop. Agr.

Socio AFLOVIT Sezione AVIT

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Via Barbazan, 13 - 38070 Padergnone (TN) Tel. 0461 864142 Fax 0461 864699 www.vicopad.it - info@vicopad.it


Sardegna

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Grandi annate di Barrua

il traguardo di Agripunica

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ra il 2002 quando il primo Barrua vide la luce, grazie all’intuizione vincente di Giacomo Tachis che comprese le potenzialità del Carignano nei suoli del Sulcis. Da allora l’azienda ha saputo dare voce a questo connubio di Carignano, Cabernet Sauvignon e Merlot con annate d’eccezione quale la 2010 e la 2012, che sarà presentata proprio a Verona con l’etichetta personalizzata e firmata dal Marchese Incisa

Sarà presentato a Vinitaly il Barrua 2012, per festeggiare un decennio di esperienza e di crescenti soddisfazioni della Rocchetta e da Antonello Pilloni, i due titolari della joint-venture. In commercio è ora disponibile, dopo 3 anni di élevage, il Barrua 2011 recentemente premiato dai cinque grappoli di Bibenda e con i 93 punti decretati sia da Wine Advocate che da James Suc-

kling. Un vino che ha raggiunto la sua piena espressione, dove si esaltano gli aromi delle uve vendemmiate a perfetta maturazione, con macerazioni sulle bucce di quindici giorni, temperature controllate e follature quotidiane che contribuiscono a creare una struttura fatta di

tannini morbidi e rotondi, che al palato si rivela signorile e potente. Nei 70 ettari di Agricola Punica, illuminati dal sole e dal mare nascono anche il Montessu Igt Isola del Nuraghi 2013, un vino di pregiata fattura da uve autoctone e francesi, e il Samas, un Vermentino vinificato in criovinificazione così da preservare i profumi di floreali e di frutta esotica e agrumata, che regala freschezza e un’interessante nota minerale. (i.g.)•

Ten great years of Barrua: the goal of Agripunica Barrua 2012 will be presented at Vinitaly to celebrate a ten-year experience and growing satisfactions It was 2002 when the first Barrua was created, thanks to a winning intuition of Giacomo Tachis, who understood the potential that Carignano could reveal in the soil of Sulcis. Since then, the winery has been able to give voice to this combination of Carignano, Cabernet Sauvignon and Merlot with extraordinary years, such as 2010 and 2012, that will be presented in Verona with a personalized label signed by marquise Incisa della Rocchetta and by Antonello Pilloni, the two

partners of this joint-venture. Now on the market, after a three-year élevage, there is Barrua 2011: this label has been recently awarded with five grapes by Bibenda and with 93 points by Wine Advocate and by James Suckling. This wine has reached its fullest expression now: the aromas of the grapes are exalted by a careful harvest, a 15days maceration on the marc and a vinification at controlled temperature with daily batonnage. The result is a good structure with soft and round

tannins that give to the wine a noble and powerful taste. In the 70 hectares of Agricola Punica, kissed by the sun and caressed by the sea, spring other two labels: Montessu Igt Isola del Nuraghi 2013, a precious wine made of autochthonous and French grapes; and Samas, a Vermentino vinified with the criomaceration to preserve the flowery and fruity perfumes of the grapes and an exotic and cirtrus freshness combined with an interesting mineral inkling. •

AGRICOLA PUNICA SPA Loc. Barrua - 09010 Santadi (CI) Tel. 0781 941012 - Fax 0781 953149 info@agripunica.it - www.agripunica.it Pad. 7 Stand D3

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Toscana in anteprima DI MARINA CIANCAGLINI - IRENE GRAZIOTTO

Un’intera settimana dedicata all’assaggio delle nuove annate dei vini delle denominazioni toscane. Utile per trarre anche i primi bilanci sull’annata 2014, una delle più difficili degli ultimi anni VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO

La dama bianca sfida la Borgogna

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’anima bianca della Toscana si apre ad un pubblico di operatori e appassionati, nella cornice mozzafiato di San Gimignano, per presentare al mondo la Vernaccia di San Gimignano2014 e la 2013, per lo più come Riserva. E proprio con la temuta annata 2014 ha riservato delle sorprese in termini positivi. Il clima fresco qui ha permesso una buona maturazione, evitando eccessi di pesantezza ed esaltando la naturale freschezza e sapidità di questo vitigno. L’annata 2013, sulla carta migliore, ha presentato delle Riserve e Selezioni un po’ più grasse e meno eleganti, accentuate anche dall’affinamento in legno di molte etichette. Come ogni anno, è stata

presentata una degustazione “tecnica” per la sola stampa, dove la Vernaccia viene comparata a un altro vitigno a bacca bianca, spesso estero. A questo giro, il confronto è stato con gli Chardonnay e gli Aligotè della Côte Chalonnaise, subregione della Borgogna, messi in degustazione alla cieca da Armando Castagno, che ha sapientemente condotto il pubblico attraverso un viaggio con che aveva come unici strumento il naso e la bocca. Non è stato, infatti, così scontato riconoscere se un vino appartenesse alla denominazione italiana o francese, in virtù proprio in comune denominatore appartenente a entrambi i territori, ossia una grande sapidità e mineralità.

Colombaio di Santa Chiara (Vernaccia di San Gimignano Selvabianca 2014), La Lastra (Vernaccia di San Gimignano 2014), La Castellaccia (Vernaccia di San Gimignano Riserva Maurice 2013), Montenidoli (Vernaccia di San Gimignano Fiore 2012).

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CHIANTI CLASSICO

Un Gallo Nero unito e ottimista

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ogether. Era questo il motto della Chianti Classico Collection 2015 e a ribadirlo le foto dei volti di tutti i produttori del Consorzio che avvolgevano l’interno della Stazione Leopolda di Firenze, dove ogni anno si svolge l’anteprima. La visione di insieme è stata ribadita da Sergio Zingarelli, presidente del Consorzio, durante la conferenza stampa, dove ha annunciato un incremento delle vendite del 5%, grazie soprattutto all’export che

arriva a coprire una quota dell’80%, e il progetto per una possibile zonazione, in 6/7 zone delle aree del Chianti Classico. Un progetto di cui si parla da tempo e che forse potrebbe vedere la luce. Per quanto riguarda le annate presentate, la 2013 convince senza indugi, forse un po’ magra ma fresca e con un bel frutto. Al contrario la 2012, presente sia come Riserva che come annata è un po’ più rigida e monocorde.

San Giusto a Rentennano (Chianti Classico 2013), Isole e Olena (Chianti Classico 2013), Castello di Monsanto (Chianti Classico 2013), Monterponi (Chianti Classico Riserva Baron’Ugo 2011), Val Delle Corti (Chianti Classico 2013).

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BRUNELLO DI MONTALCINO

Un Brunello cinque stelle per l’operazione rilancio

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resentata alla cronaca come un’annata a 5 stelle, la 2010 del Brunello infatti non delude. Un frutto rosso maturo e fresco, tannino presente ma non invadente né verde e una spalla acida che, nonostante una chiusura iniziale normale in questa fase di estrema gioventù, fanno presupporre una grande longevità e un vino di grande stoffa. E proprio là dove il Sangiovese conosce una delle sue massime espressioni, è stato assegnato il premio “Giulio Gambelli”, in onore al padre di questo vitigno. Il premio, giunto alla III edizione è organizzato dall’Aset (Associazione Enogastroalimentare Toscana) insieme al gruppo di giornalisti IGP, e viene assegnato al giovane enologo, under 35, che ricalca la filosofia del mai dimenticato “Bicchierino”, come veniva soprannominato in virtù del suo palato assoluto, ossia del “massimo rispetto per la materia prima, espressione in maniera chiara e netta sia dei vitigni di provenienza che del territorio di origine“. Quest’anno il riconoscimento è andato a è andato a Francesco Versio, 35 anni,

albese, dal 2011 enologo di Bruno Giacosa. Altro personaggio che ha segnato questa edizione di Benvenuto Brunello è stato Carlo Petrinim che ha firmato la piastrella celebrativa della vendemmia 2014 - alla quale è stato dato un raiting di 3 stelle a conferma delle diffioltà avute in vigna – a sigillo di un territorio che ha saputo lanciare una denominazione senza stravolgere il paesaggio.

Francesco Versio, giovane enologo vincitore del premio Gambelli. Credit: Andrea Gori

Poggio di Sotto (Brunello 2010), Le Potazzine (Brunello 2010), Le Ragnaie (Brunello Vigne Vecchie 2010), Tiezzi (Brunello Vigna Soccorso 2010), Marroneto (Brunello Madonna della Grazie 2010).

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NOBILE DI MONTEPULCIANO

Il 2014 del Nobile vale le tre stelle

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n’annata, la 2012, che si rivela un po’ sottotono – anche secondo gli stessi produttori – rispetto alle cinque stelle che le erano state date a suo tempo. Ma il bicchiere è anche mezzo pieno e soprattutto beneaugurante. Innanzitutto, nella 2012 si riscontra – finalmente – un fil rouge, come se i produttori di Nobile avessero trovato un incedere comune, dove il frutto è polposo e maturo, non più soverchiato dalla cipria e senza quella morbidezza che piace tanto al mercato americano ma che aveva avvilito la personalità di questo vino. Riemergono così finalmente anche i tannini… dopotutto è Sangiovese! Seconda buona notizia: se da un lato i grandi continuano a dimostrare la qualità di questo vino – che per il 2012 si esprime in finezza di profumi piuttosto che in potenza e vigore – sono tanti i piccoli produttori che si sono rivelati interessanti, chi per un’interpretazione personale che vira sul pepe (Tiberini), chi per una nota un

po’ ferrosa (Romeo), chi per l’equilibrio di bocca. Un approccio, come dire, più democratico nel senso nobile del termine. Infine, arrivano anche le tre stelle

per l’annata 2014 che premiano il lavoro puntuale e certosino fatto in vigna, di qualità tale da risollevare le sorti della stagione sfavorevole.

Tiberini (Nobile Podere Le Caggiole 2012 e Riserva 2011), Montemercurio (Nobile 2009, Damo 2009, Damo 2007), Boscarelli (Nobile Riserva Bianca 2010), Romeo (Nobile 2012), Lombardo (Nobile 2012)

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Pad. 9 stand C10

Toscana

Vecchia Cantina di Montepulciano

Numeri e qualità a braccetto

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ovità ai vertici di Vecchia Cantina di Montepulciano, una delle realtà vitivinicole più importanti della Toscana in quanto a numeri e indotto economico e con il primato della cooperativa più antica della regione. Tre i punti cardine: al primo posto il concetto di qualità, non più in antitesi con la mole di bottiglie prodotte: ogni socio lavora le sue terre con amore e lo fa con l’obiettivo di ottenere il miglior risultato possibile; ne sono testimonianza i riconoscimenti ottenuti nel 2014, anche internazionali, fra “bicchieri, bottiglie e stelle” e la presenza nella Top100 di Wine Spectator, fra soli 6 vini italiani. Secondo punto: proprio il palmares di me-

Le cooperative non fanno qualità? Non la pensano così Wine Spectator e la sua Top100 (né le guide e i principali concorsi internazionali) daglie e l’apprezzamento anche extra confine, che si lega ad una forte presenza commerciale in tutto il mondo e ad obiettivi di crescita di quota export, attualmente oltre al 50%. Infine la potenza economica, importante per l’area di Montepulciano e non solo, che fa della cooperativa un player importante su scala globale, con vigneti che “se fossero allineati, potrebbero collegare la Toscana al Canada”. Il potenziale di 8 milioni di bottiglie e i 90 mila quintali di uve

nell’ultima vendemmia sono lo specchio di piccoli produttori in gamba coordinati da una cabina di regia organizzata ed efficace: un’ottima formula, per guardare al futuro. (c.c.)•

Vecchia Cantina di Montepulciano: a happy marriage between quality and numbers Cannot cooperatives make quality wines? Wine Spectator and its Top100 debunk this myth (as well as the main international guidebooks and contests) Change in the management of Vecchia Cantina di Montepulciano, one of the most important Tuscan realities in the world of wine. The cornerstones of this cooperative are three. First, quality combined with great numbers: every partner works with passion to get the best possible results. The many important international awards proof it: in 2014, the cooperative has been mentioned, together with six Italian labels only, among the Top100 labels selected by Wine Spectator. Second, right these international acknowledgments means an important presence in the foreign markets, in fact, a 50% of the production is addressed to export. Last but not least, the cooperative represents a fundamental economical drive for the whole area of Montepulciano and an important player on international scale: if the vineyards managed by the cooperative were placed all in a row they could connect Tuscany and Canada”. Last harvest production is around 8 million bottles and 90,000 quintals of grapes: these numbers mirror the producers’ skillfulness and the management’s wise vision, an excellent formula to look forward. • Il Presidente Adriano Ciofini e l’enologo Umberto Trombelli

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Il Castellaccio: stile

autoctono e personale che non teme confronti

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Toscana

Metti un Sangiovese a Bolgheri

A Sangiovese in Bolgheri could find Sangiovese and some rare grape varieties, Il Castellaccio: an autochthonous and such as Ciliegiolo, Foglia Tonda and Pugnitello. I depersonal style that do not fear comparison cided to preserve this patrimony, respecting the autochThree words only, as simple as its authentic and generous territory, are enough to express the philosophy of Il Castellaccio. Enthusiasm: it was Alessandro Scappini’s and his wife Enrica Lucia’s enthusiasm that gave life to this oenological adventure in 2009. Courage: their courage drove them to preserve the ancient vines and Sangiovese as the heart of the Doc Bolgheri. Passion: the two owners start always-new projects and promote their wines with passion all around the world. “When I started my activity on my grandfather’s land, no international grape variety grew here and the Doc Bolgheri didn’t exist yet. Fifty years ago, here you

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thonous grapes”. In time, this patrimony has been enriched, recovering some ancient clones. The fruit of such an important work is enclosed in two labels: a niche production of 15,000 bottles only. Dinostro (100% Sangiovese, a family story, starting from its name) and Valénte (70% Sangiovese and 30% Ciliegiolo, Foglia Tonda and Pugnitello). Also, there is the project of a Doc Bolgheri, a single-variety Cabernet Franc that Alessandro imagines as a wine without compromises. In May, the estate will open its doors to welcome everyone who wants to stop at Castagneto Carducci to enjoy a wonderful and refined relais. •

a filosofia del Podere Il Castellaccio sta tutta in poche parole, semplici, come il dono autentico di un territorio che non smentisce se stesso. Entusiasmo, quello di Alessandro Scappini e sua moglie Enrica Lucia, che dal 2009 hanno iniziato l’attività vinicola. Coraggio, quello di lasciare intatte le viti antiche, mantenendo il Sangiovese nel cuore della Doc Bolgheri. Passione, quella che porta a fare progetti accompagnando i propri vini in giro per il mondo. “Quando ho iniziato l’attività, nel terreno di mio nonno non c’erano vitigni internazionali e non esisteva ancora la Doc Bolgheri. Cinquanta anni fa qui era piantato il Sangiovese, insieme a rarità come il Ciliegiolo, il Foglia Tonda e il Pugnitello. Io ho scelto di preservare tutto questo patrimonio, nel pieno rispetto dell’autoctono”. Patrimonio che è stato addirittura ampliato, proprio grazie al recupero degli antichi cloni. Il frutto di un lavoro coerente e appassionato, per ora, sta in due etichette: una nicchia da 15.000 bottiglie in tutto. “Dinostro” (100% Sangiovese, una storia familiare già scritta nel nome) e Valénte (70% Sangiovese e 30% Ciliegiolo, Foglia Tonda e Pugnitello). Nel futuro c’è anche una Doc Bolgheri, che Alessandro già immagina fatta di Cabernet Franc in purezza, senza compromessi. Da maggio partirà anche l’attività di accoglienza, grazie a un relais ormai quasi ultimato, per chi voglia fare tappa a Castagneto Carducci, nel segno di un raffinato enoturismo. (s.a.) • Pad. 9 Stand D17/E16 PODERE IL CASTELLACCIO Loc. Segalari, 102 57022 - Castagneto Carducci (LI) Tel. 335-8210510 - Fax: 0565-776806 info@podereilcastellaccio.com www.podereilcastellaccio.com


Toscana

Pad. 9 stand C11

Corbinelli:

il cervo rampante del Chianti CORBINELLI Via Pino – La Selva 488 - 50052 Certaldo (FI) - Tel. +39 0571 669605 +39 335 7017621 - Fax +39 0571 669605 info@corbinelli.it - www.corbinelli.it

Il legame della famiglia col territorio – testimoniato dallo stemma nobiliare – diventa per il vino un valore aggiunto

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n antico casato nobiliare che risale al Duecento, una villa ottocentesca, possedimenti oggi divenuti vigneti in conversione biologica: ecco la tenuta Corbinelli di Certaldo. Qui Claudio gestisce oggi i 18 ettari di vigneto e le due linee produttive dove “Corbinelli” rappresenta la selezione aziendale con prodotti classici quali il Chianti Docg, il Chianti Riserva Docg e i Supertuscan, ottenuti dai vigneti di proprietà, mentre “Fonte dei Borghi” trae origine da un podere recentemente

acquisito e possiede un approccio più moderno rivolto soprattutto ai mercati esteri. Dai suoli calcareo sassosi in grado di regalare ai vini profumi fini ed eleganti nasce il Chianti Docg, ottenuto da Sangiovese, Canaiolo e Merlot, di colore rosso rubino, dal ventaglio aromatico giocato sul floreale e il fruttato con un leggero tocco di vaniglia e qualche accenno di tabacco che in bocca si rivela caldo e di buon corpo, appagante e perfetto in abbinamento con piatti di carne e amici fidati. Il Supertuscan Igt “Il Cervo” è invece più indicato per le

occasioni speciali – ma nulla vieta di farsene regalo e concederselo a cena – grazie alla sua importante personalità, dove la croccantezza di frutto e la nota speziata dolce si traducono in un vino secco, corposo ed elegante, grazie ai tannini morbidi e l’equilibrio delle sue componenti, che chiude in un lungo finale. (i.g.) •

Corbinelli: the rampant deer of Chianti The profound tie of a family with its territory – as its coat of arms proofs – becomes an added value for a wine A noble family whose origins are dated back to the thirteenth century, a nineteenth-century villa, a great estate with organic vineyards: it’s Corbinelli’s property in Certaldo. Here Claudio manages 18 hectares of vineyards and two lines of wines: “Corbinelli”, that included classical Tuscan products, such as Chianti Docg, Chianti Riserva Docg and the Supertuscans, and “Fonte dei Borghi” a line that origins from a recently bought farm and proposes more modern wines addressed to the foreign markets. The calcareous and stony soils of this area give to the wine fine and elegant perfumes.

Here springs a Chianti Docg made of Sangiovese, Canaiolo and Merlot: a ruby red wine with a flowery and fruity bouquet and light vanilla and tobacco aromas; its taste is warm and full-bodied, pleasant, ideal with meat dishes in good company. The Supertuscan Igt “Il Cervo” is the perfect wine for special occasions – but it could be a good companioin for a dinner too – thanks to its strong character, with a crunchy fruity taste and a sweet spicy inkling: a dry, full-bodied and elegant wine, thanks to its soft tannins, its balance and its longlasting ending. •

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Toscana

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“MistoBosco” biologico

Area D Stand E3

di Massimo Ciarcia

Una scelta di sostenibilità che parla livornese schietto: solo uve sane e mature, poco legno e imbottigliamento senza filtrazione

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ui la tradizione agricola toscana non è solo proclamata ma è realmente messa in pratica. Innanzitutto nella centralità che riveste il sapere generazionale e la collaborazione familiare, ma anche nella volontà di lavorare rispettando la natura, preservandone la fertilità di oggi ma anche di domani. Nasce così il progetto biologico di Massimo Ciarcia che nella campagna livornese è nato e cresciuto e che qui produce vino, olio e cereali. Il suo vino

di punta “Mistobosco” appartiene alla giovane Doc “Terratico di Bibbona” e nasce da vigneti di Merlot, Sangiovese e Cabernet Franc esposti alla luce e ai venti del mare, su terreni di argilla mista a ciottoli. I grappoli vengono raccolti manualmente a piena maturazione e subiscono poi una macerazione sulle bucce di circa venti giorni arricchendo il vino in struttura e note aromatiche. Alla maturazione in barrique di rovere francese che dura pochi mesi segue l’imbottigliamento senza

filtrazione proprio per lasciare inalterato il profilo del vino. Il “Mistobosco” Doc Terratico di Bibbona si presenta così di colore rubino rosso intenso, con un naso complesso e armonico dove la frutta polposa e matura è accompagnata da un leggero ricordo di vaniglia. Al palato si rivela armonico, con tannini morbidi e maturi e una chiusura di buona persistenza. Un vino che non intende avocare il suo valore al semplice marchio biologico ma che punta alla propria qualità intrinseca. (i.g.)•

AZIENDA AGRICOLA MASSIMO CIARCIA Via della Camminata est 18 - 57020 Bibbona (LI) Tel. e Fax + 39 0586 671953 info@massimociarcia.com - www.massimociarcia.com - Facebook: Massimo Ciarcia Azienda Agricola

The organic “MistoBosco” by Massimo Ciarcia A sustainable choice made in Livorno: only healthy and ripe grapes, a short passage in wood and bottling without filetring Here Tuscan tradition is not only a word but a real practice. First of all it’s the fruit of a familiar knowledge handed down from generation to generation, but it’s also a philosophy of working that respect nature, and preserve the territory for future generations. This philosophy is the basis of Massimo Ciarcia’s organic project. In the countryside of Livorno, where he was born and has grown up, Massimo produces wine, olive oil and cereals. His buttonhole wine is “Mistobosco”, a Doc “Terratico di Bibbona”. It’s made of Merlot, Sangiovese and Cabernet Franc. Grapes grow enjoying the sea breeze and a perfect exposure to the sun,

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on clayey-pebbly soils. Harvest is manual and the grapes are let macerate on the marc for 20 days, to give structure and aromas to the wine. After a short ageing in French oak barrique, wine is bottled without filtering it, right to preserve the personality of the wine. “Mistobosco” Doc Terratico di Bibbona has a ruby red colour, a complex and aromatic bouquet, with ripe and pulpy fruit perfumes and a light vanilla inkling. Its taste is harmonic, with sweet ripe tannins and a persistent ending. “Mistobosco” is a wine that aims at a peculiar quality that goes beyond it valuable organic mark. •


Wine cheered this land at times of the ancient Romans already – recoveries talks about Marco Peconio – and during the Reinassance it prospered in the majestic villa that nowadays is the seat of Saverio Luzzi’s winery. Saverio – a neurologist as a profession and winemaker for passion – started his adventure in the world of wine in 2000 with a 6-hectares vineyard on a hill facing southeast. The quality of this territory emerges soon, thanks to the choices of the agronomist Marco Pierucci and of the oenologist Alessio Bandinelli. Harvest is divided in 15 different moments, according to the different ripening of the grapes. Then a soft pressing and frequent pump-over give to the wine rich aromas and elegance. “Peconio”, a Sangiovese in purity, represent the Tuscan tradition. It ages part in barrique and part in steel and reveals an intense ruby red colour, cherry and violet perfumes, cinnamon aromas, soft but definite tannins and a persistent taste. “Psyco” is made of Sangiovese and Cabernet Sauvignon that give an intense colour, small red fruit perfumes and an elegant taste. Sangiovese and Syrah give life to “Tiratari”, a wine with spicy and fruity inklings, ideal with red meat; while “Spaziolibero” a rosé made of Sangiovese and Syrah is perfect with appetizers and fish, thanks to its fresh summery cherry and wild strawberry inklings. • VILLA LA RIPA Località Antria 38 52100 Arezzo (AR) Tel. +39 3358152531 Fax 0575 23330 luzzi.saverio@gmail.com www.villalaripa.it

Toscana

Villa La Ripa, elegance from Arezzo Sangiovese, Cabernet Sauvignon and Syrah give life to four labels that express the extraordinary quality of the land of Arezzo

Villa La Ripa.

Eleganza in Arezzo

Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Syrah danno vita a quattro vini che ben esprimono la straordinaria qualità del territorio aretino

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l vino allietava queste terre già al tempo dei Romani - i ritrovamenti parlano di tal Marco Peconio – e fiorì poi durante il Rinascimento nella maestosa villa che oggi ospita l’azienda di Saverio Luzzi. Un’avventura quella di Saverio – medico Neurologo di professione, produttore di vino per passione e convinzione– che inizia nel 2000 con 6 ettari di vigneti di collina favorevolmente esposti a sud-ovest. La vocazione del territorio emerge anche grazie alle scelte dell’agronomo Marco Pierucci e dell’enologo Alessio Bandinelli con una vendemmia scalare di ben 15 diverse raccolte per garantire la maturazione ottimale delle uve, pressatura soffice e frequenti follature che donano ai vini ricchezza di aromi ed eleganza. A rappresentare

Pad. 9 Stand B12

la tradizione toscana è il “Peconio” da Sangiovese in purezza maturato parte in barrique e parte in acciaio. Rosso rubino intenso, sentori di ciliegia, viola, cannella, tannini morbidi ma decisi, persistente: ecco il carattere del Peconio. “Psyco” nasce invece dalla doppia personalità di Sangiovese e Cabernet Sauvignon che si fondono per regalare un vino dal colore intenso, note di piccoli frutti rossi ed eleganza al palato. Sangiovese e Syrah danno vita al “Tiratari” che si lascia apprezzare per le note speziate e fruttate, ideale per accompagnare le carni rosse, mentre lo “Spaziolibero” Rosato da Sangiovese e Syrah trova il suo luogo d’elezione accanto ad antipasti e pesce, grazie alla fresca nota estiva di ciliegie e fragoline di bosco. •

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Toscana

Fattoria Fazzuoli,

il Valdarno biologico

Non solo il Chianti senza solfiti ma anche una piccola grande scoperta che si chiama Pugnitello

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orge fra Firenze, Arezzo e Siena il Valdarno superiore, un territorio contraddistinto da profonde insenature fluviali e da nette balze, paesaggio familiare a più persone di quante non credereste. Il merito è di Leonardo Da Vinci che ne ritrasse il paesaggio alle spalle della Monnalisa, della Vergine delle rocce e della Madonna dei Fusi. Qui presero dimora i bisnonni di Federico Fazzuoli

ed oggi, lui, la moglie ed i figli continuano a far vivere questa azienda agrituristico-biologica con 5 ettari e mezzo vitati a Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot e Pugnitello insieme a vecchi vitigni piantati dai nonni. Il Pugnitello, originario delle zone più interne e montuose dell’Alta Maremma, trova la sua massima espressione proprio qui, su queste balze, dando vita ad un grappolo piccolo, come un piccolo pugno appunto, la cui parsimonia nella resa è premiata da intensi aromi fruttati e dal profilo enoico tale da farne un protagonista. Nasce così il Pugnitello 2011 in purezza, un vino “monolitico” alla degustazione che rivela intense tonalità purpuree, sentori di frutti rossi polposi e una distintiva nota di mora di rovo con un leggero richiamo vanigliato al naso e setoso, intenso e di coerente persistenza al palato.

Altro orgoglio aziendale è il Chianti “Federico Fazzuoli” biologico e senza solfiti aggiunti: contiene infatti solo solfiti naturali in una percentuale bassissima, meno di 10 milligrammi al litro contro i 100 del disciplinare del biologico ed i 150 del vino convenzionale. Uve sanissime, solo acciaio, lavorazioni a base di mezzi fisici (atmosfera e tempera-

Fattoria Fazzuoli, organic Valdarno Chianti without sulphites and a little-big discovery called Pugnitello Between Florence, Arezzo and Siena, Valdarno superiore is a land with deep inlets and sharp ledges. A familiar landscape indeed, due to Leonardo Da Vinci who drew it as background of his “Monnalisa”, of the “Vergine delle rocce” and of the “Madonna dei Fusi”. Here doomed Federico Fazzuoli’s great grand parents and now he, his wife and their children, keep alive this organic farm, its 5-hectare vineyards of Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot and Pugnitello with the ancient vines planted by their grandparents. Pugnitello, an autochthonous grape

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variety of the inner highlands of Maremma, finds its purest expression among these ledges. Its cluster is small and fastened like a fist but reveals intense fruity aromas and important oenological characteristics. Pugnitello 2011 is a single-variety vinification that discloses intense purple colours, red fruit

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ture controllate) per dare un vino di color rubino pieno, fatto di polpa e carattere, dove il tannino recita con garbo. (i.g.)•

FATTORIA FAZZUOLI Via Montemarciano 104 52028 Terranuova Bracciolini (AR) Tel. +39.06.32650316 -335.481814 info@fattoriafazzuoli.it www.fattoriafazzuoli.it

perfumes and a clear blackberry inkling with a light vanilla aroma. Its taste is velvety, intense and persistent. Another interesting label is Chianti “Federico Fazzuoli”, an organic wine without added sulphites: it contain a minimum percentage of natural sulphites (less than 10 mg. per liter, vs. the 100 mg. provided by the organic disciplinary and the 150 mg. of common wine). Healthy grapes, processing in steel at controlled temperature give a ruby red wine, pulpy and with a strong personality, where tannins are present but not invasive. •


The first document that proofs a tie between the Borghini Baldovinetti de’Bacci family and oenology is dated back to1416. It is the bill of sail of a vineyard stipulated by Francesco de’ Bacci – an ancestor of the current owner, count Gianluigi – to finance one of the most spectacular series of frescos of the Renaissance: the Legend of the true Cross, painted by Piero della Francesca in the Basilica of Arezzo. Nowadays the family owns 300 hectares of vineyards in five different estates, where grow the historical grape varieties of this area – Sangiovese first of all – beside the international ones that have made a name for this winery: Cabernet Sauvignon and Merlot. The winery proposes two lines of products: on one hand Chianti Docg San Fabiano, also in a special version Superiore Etichetta Nera, and on the other, Armaiolo Igt. The first one is made of Sangiovese and a little percentage of Syrah; it’s a wine that reveals a shimmering ruby red-purple colour, cherry perfumes and spicy aromas, and a fresh and intense taste. Armaiolo Igt is made of Cabernet Sauvignon with Sangiovese and Petit Verdot; it reveals an important personality, thanks to a long ripening and refining – a ruby red colour with garnet reflexes, intense red fruit and violet perfumes and a velvety and elegant taste. • TENUTE SAN FABIANO Conti Borghini Baldovinetti de’Bacci Via San Fabiano 33 - 52100 Arezzo Tel. +39 0575 24566 Fax +39 0575 370368 info@fattoriasanfabiano.it www.fattoriasanfabiano.it

San Fabiano dei Conti Borghini Baldovinetti de’ Bacci

la potenza dell’Armaiolo

Un Igt Grand Cru d’Italia che esalta la vocazione di questi terreni per le uve internazionali

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isale al 1416 il primo documento che attesta il legame fra la famiglia Borghini Baldovinetti de’ Bacci e l’enologia. Si tratta della vendita di un vigneto da parte di Francesco de’ Bacci – antenato per parte paterna dell’attuale titolare, il Conte Gianluigi – per finanziare uno dei più spettacolari cicli d’affreschi rinascimentali: le Storie della Vera Croce dipinte da Piero della Francesca nella Basilica di Arezzo. Oggi i vigneti della famiglia ammontano a 300 ettari sparsi in cinque diverse tenute e vitati con le uve che da sempre hanno abitato questi possedimenti - tra cui principe regna il Sangiovese - e con quelle che li hanno resi grandi nel mondo, in primis il Cabernet Sau-

Toscana

San Fabiano dei Conti Borghini Baldovinetti de’ Bacci: the power of Armaiolo An Igt Grand Cru d’Italia that exalt the potential of this territory for international grape varieties growing

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vignon e Merlot. La produzione aziendale valorizza questi due filoni. Da un lato, troviamo il Chianti Docg San Fabiano e la tipologia Superiore Etichetta Nera, quest’ultima ottenuta da Sangiovese e una piccola parte di Syrah, per regalare un colore cangiante fra il rubino e il porpora, profumi di ciliegia e accenni di spezia e un palato intenso e fresco. L’Armaiolo Igt esprime invece il Cabernet Sauvignon che qui viene usato in uvaggio con Sangiovese e Petit Verdot onde acquisire – grazie anche alla lunga maturazione e affinamento – una personalità importante, fatta di sguardi rosso rubino dai riflessi granati, profumi intensi di frutti rossi e viola e un sapore vellutato, elegante. (i.g.)•

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The wines from the sand An original oenological Tuscan pearl that enjoys a unique soil. The result is a wine that is worth discovering

Toscana

I vini delle sabbie Un’ inedita enologia toscana che beneficia di un terreno unico. Il risultato è da scoprire

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e qualcuno stava cercando una cantina che - nel suo contesto - spiccasse per originalità e caratteristiche del tutto particolari, può trovarla in Usiglian del Vescovo, nel pisano. Una realtà - e un castello - che risalgono addirittura al Medioevo. Un progetto che si innesta sulla base storica e nel 2001, con la nuova Proprietà, cambia decisamente passo e punta dritto alla valorizzazione e alla qualità. Si ristruttura la cantina

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storica, che diventa bottaia. Si crea la nuova cantina modernamente tecnologica, adibita a vinificazione e stoccaggio. Si inizia a produrre con consapevolezza della propria unicità, che risiede essenzialmente in un aspetto: il terreno collinare e sabbioso. In Italia un caso più unico che raro: il 98 % di sabbia a circa 300 metri sul livello del mare: i vini ne ricavano molta eleganza e un tannino mai troppo potente o invasivo. Un volto della Toscana inedito eppur presente, che valorizza vitigni internazionali come il Syrah (perfetto per la sabbia) di cui è fatto all’80% il “Il Barbiglione”, vino di punta in 30.000 bottiglie, e il Petit Verdot (da cui arriva “MilleEottantatre”, una chicca a produzione limitatissima, solo 1083 bottiglie). L’alta qualità sposa il territorio ed offre un frutto di terre toscane non comune e non replicabile. Un vero “plus”, proprio come le conchiglie fossili che si trovano nei terreni accanto alle vigne, segno di un passato marino e di una traccia minerale sempre presente anche nel calice. In gamma, comunque, non manca il classico Sangiovese, prodotto in versione Rosato e Chianti Superiore. (s.a.)•

If you are looking for a winery that stands out for its originality and its peculiar characteristics, you should not miss Usiglian del Vescovo, a winery from Pisa and a castle whose origins are in the Middle Age. The projects of this winery has historical roots but since 2001, with the new owners, has changed its direction, aiming quality and enhancing its resources. They restored the ancient cellar to convert it in a barrel room and built a new modern vinification cellar. So, they started a production that exploit consciously the uniqueness of its hilly and sandy soil. In fact, this 90% sandy soil, 300 metres above the sea level, represents a very rare example in Italy. This soil produces elegant wines with pleasant and not too powerful tannins. It’s an unusual face of Tuscany, that enhances international grape varieties such as Syrah (ideal for sandy soils) and Petit Verdot. “Il Barbiglione”, the buttonhole label of Usiglian del Vescovo, is made of 80% Syrah for 30,000 bottles per year, while “MilleEottantatre”, a very limited production of 1,083 bottles, is made of Petit Verdot. High quality meets the territory and offer an out-of-the-common fruit of Tuscany. A true “plus”, such as the fossils you can find near the vines, that recalls the sea past of this land as well as the mineral inkling of its wines. The winery produces also the classic Sangiovese in two versions Rosato and Chianti Superiore. •

SOCIETÀ AGRICOLA USIGLIAN DEL VESCOVO S.R.L. Via Usigliano, 26 - 56036 Palaia (PI) Tel. 0587 622138 - Fax 0587 629795 info@usigliandelvescovo.it www.usigliandelvescovo.it

Pad. 9 stand E2

Hall 16 stand 16/B2


Toscana

Villa Trasqua,

un vino che fa andare nello spazio!

Una serie di importanti novità caratterizza l’azienda di Castellina in Chianti, attenta alla tradizione ma sempre in movimento

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l completamento della conversione al biologico intrapresa nell’ottobre 2012, ma anche il nuovo vigneto di ben nove ettari in lavorazione, sono due delle principali novità di Villa Trasqua, azienda di Castellina in Chianti di proprietà della famiglia di produttori svizzeri Hulsbergen. Sono stati loro che, dal momento dell’acquisto nel 2001, hanno intrapreso una serie di investimenti sia in cantina che in vigna, dove ben 38 dei 56 ettari vitati sono stati reimpiantati con tecniche moderne e all’avanguardia. Il principale vitigno coltivato è il Sangiovese, che è affiancato da Colorino, Malvasia Nera, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e dall’insolito Alicante Bouschet. Oltre al Chianti Classico annata e alla riserva, fiore all’occhiello dell’azienda è la Gran Selezione, Sangiovese in purezza, uscito per la prima volta nella primavera 2014 e apprezzato a tal punto da ricevere 92 punti da James Suckling e da essere nominato dalla Gazzetta dello Sport tra i dieci migliori Gran Selezione del Chianti Classico. A rappresentare la lungimiranza dell’azienda è il fatto che è sponsor dell’azienda XCore con sede in Texas, che sta elaborando voli nello spazio. Così il vino firmato Villa Trasqua sarà il primo vino astronauta! (l.m.)•

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Villa Trasqua: a wine that takes you to space!! Many important items of news for the winery of Castellina in Chianti that is always on the move, never forgetting its tradition The most important news at Villa Trasqua are the conversion to organic cultivation (started in 2012 and now completed) and the new nine-hectare vineyard. The winery of Castellina in Chianti is a property of the Swiss family Hulsbergen. In 2001, they bought the estate and invested to improve both the cellar and the vineyards. In fact, 38 of the 56 hectares of vineyards have been replanted, according to modern and cutting-edge techniques. Here Sangio-

vese is the most important grape variety. Beside it, grow Colorino, Malvasia Nera, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc and the unusual Alicante Bouschet. Together with Chianti Classico and Riserva, the winery’s crown jewel is its Gran Selezione, Nerento, a 100% Sangiovese launched in spring 2014 and awarded 92 points by James Suckling. Also, it has been mentioned by Gazzetta dello Sport among the best ten Gran Selezione of Chianti Classico. The winery has also sponsored XCore, the company from Texas that makes research on space launches. So, the wines branded Villa Trasqua will be the first space wines!• TENUTA VILLA TRASQUA Loc. Trasqua - 53011 Castellina in Chianti (Si) Tel. 0577 743075 - Fax 0577 743025 info@villatrasqua.it - www.villatrasqua.it

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Toscana

L’erga omnes

Consorzio Morellino di Scansano del

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aremma, a sud ovest della provincia di Grosseto, ovvero il meridione della Toscana. Qua, nelle valli fra il fiume Ombrone e l’Albegna, si geolocalizza l’area di produzione del Morellino di Scansano, Docg dal 2007 e prima ancora Doc dal 1978: una denominazione di origine controllata e garantita piuttosto giovane ma che ha alle spalle una storia ben più antica le cui origini risalgono al periodo etrusco e romano. 65 mila ettari vitati – di cui 1.500 iscritti all’albo del Morellino di Scansano – per un totale di circa 10 milioni di bottiglie all’anno e un centinaio di aziende, fra produttrici e imbottigliatrici. Suoli variegati e difficili da lavorare nella maggior parte dei casi: a tessitura franco-limosa o franco-sabbiosa, i terreni sono in generale non molto profondi,

con un substrato roccioso in vari casi affiorante che è premessa di grande valore per la produzione di vini di qualità. Per tutelare e promuovere questa denominazione poco più di una ventina di anni fa è nato il Consorzio del Morellino di Scansano, oggi massimo rappresentante di questo vino grazie al riconoscimento erga omnes. Il vino prodotto in quest’area è per la componente principale Sangiovese, a cui si aggiungono per massimo un 15% vitigni complementari a bacca rossa: se ne ottiene un Morellino di Scansano base che è un prodotto fresco, di pronta beva, già disponibile dalla primavera successiva alla vendemmia; a questo si aggiunge una versione Riserva che richiede un affinamento di almeno due anni, di cui uno in legno, e che rappresenta un vino più strutturato, con note di ma-

rasca, vaniglia e spezie. Oggi il Morellino di Scansano è un vino la cui notorietà è in crescita, in Italia come all’estero: attualmente il commercio è soprattutto in territorio nazionale, con un 20% di prodotto che viene destinato all’export, prevalentemente al mercato americano. Grazie anche ai finanziamenti comunitari e regionali, il Consorzio negli ultimi anni ha condotto azioni promozionali come seminari, degustazioni e incontri B2B in varie città, fra cui Chicago, Boston, New York, Miami, Washington e San Francisco, più alcuni progetti mirati pensati per il mercato cinese e per quello brasiliano. Senza dimenticare le principali fiere di settore europee, come Prowein e Vinitaly, dove anche quest’anno l’ente sarà presente per rappresentare le sue consorziate e il suo vino bandiera. (c.c.)•

Un vino figlio della Toscana del sud, dove i terreni sono difficili ma generosi e le brezze marine temperano i calori diurni. Grande l’impegno nella promozione, per accrescere la quota export Area D Stand D2

Hall 16 Stand F41

CONSORZIO TUTELA VINO MORELLINO DI SCANSANO Via XX Settembre, 36 - 58054 Scansano (GR) Tel. +39 0564 507710 - Fax 0564 507710 - info@consorziomorellino.it - www.consorziomorellino.it

The erga omnes of Consorzio Morellino di Scansano A wine from the south-Tuscany, a difficult but generous land where the sea breeze tempers the daytime hot weather. And a great commitment in promotion to increase the export Maremma, south-west of Grosseto, the south of Tuscany. Here in the valleys between the rivers Ombrone and Albegna is the production area of Morellino di Scansano, a Docg since 2007 and a Doc since 1978: a young denomination that can boast a long story at its back, whose origins are dated back to the age of the Etrurian and of the Romans. The area counts 65,000 hectares of vineyards – 1,500 of which are registered in the book of Morellino di Scansano – for a production of 10 million bottles per year and about a hundred companies among producers and bottlers. Soils are variegated and difficult

to cultivate: loamy or sandy, not too deep, with a rocky substratum that promises a production of high quality wines. To protect and promote the denomination, twenty years ago it was created Consorzio del Morellino di Scansano, nowadays the greatest representative of this wine, thanks to the acknowledgment erga omnes. The wine produced in this area is made of Sangiovese, with a little percentage (15% max) of red berry complementary varieties. The result is a fresh and easyto-drink wine, available from the spring after the harvest already. Beside this Morellino di Scansano there is a vintage version, a

Riserva that ages two years, one of which in wood, and reveals a more structured character, with morel cherry, vanilla and spices aromas. Morellino di Scansano is now increasing its fame, both in Italy and abroad. Currently it is marketed mostly in Italy, while a 20% is addressed to the export, mostly to the US market. Thanks to EU and regional financing, the Consorzio has carried out promotional activities, such as seminars, tasting and meetings in many American cities: Chicago, Boston, New York, Miami, Washington and San Francisco. Also, other projects have been conceived for the Chinese and Brazilian markets. The Consorzio will be present at the most important national and European contests, as Prowein and Vinitaly, to represent and promote its wine.

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Toscana

Il nuovo corso de Le Macioche Cambio alla guida della storica azienda di Montalcino. Ma la qualità è rimasta la stessa

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l mestiere del vino non è fatto solo di generazioni che si tramandano continuità e vigneti. Ci sono storie di amicizia che imboccano una strada antica, rendendola in qualche modo nuova. Come nel caso de Le Macioche, una piccola azienda storica di Montalcino che meno di un anno fa è stata rilevata da 3 amici veneti, con la passione per la purezza senza compromessi di un territorio unico al mondo. A Verona si occupano di consulenza su green economy e sostenibilità ambientale. Quando arriva l’occasione di rilevare un’azienda vinicola, il primo obiettivo è trasferire in bottiglia l’alto senso di rispetto per l’ambiente: un lavoro e insieme una filosofia di vita. È il sogno che si realizza: “cercavamo una piccola realtà, una produzione limitata, un terroir unico: lo abbiamo trovato”, dicono. Il vecchio team è stato mantenuto, a cominciare da un enologo come Maurizio Castelli che dal 2000 ha convertito tutto a biologico e ha adottato il guyot, con l’obiettivo di elevare la qualità delle vigne. In gamma ci sono 3 etichette, per un totale di 18.000 bottiglie l’anno che arrivano dai 3 ettari vitati: Rosso di Montalcino, Brunello e Brunello Riserva. La qualità artigianale di sempre incontra l’attenzione al particolare, la tradizione si fonde alla modernità. Nella nuova gestione l’artigianalità viene preservata come valore antico, mentre etichetta, packaging, estetica, insieme alla raffinatezza essenziale di un cambio di passo generazionale, si ritrovano in tutti i dettagli del nuovo imprinting. Per conoscere i 3 ragazzi veneti innamorati della Toscana al punto da scommetterci tutto, il prossimo Vinitaly è la prima occasione utile (s.a.). •

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The new deal of Le Macioche A change in the management of the historical winery from Montalcino. But quality remains untouched Winemaking is not only a matter of generations that hand down knowledge and vineyards. There are stories of friendship that integrate ancient traditions and renew it. Le Macioche is a small ancient winery of Montalcino less than one year ago has been taken over by three friends from Veneto who fell in love with this unique territory. In Verona they work as consultants in the field of the green economy and environmental sustainability. When they had the occasion to buy a winery, their first aim was to enclose in their wines a high sense of respect for the environment: a work but also a philosophy of life and a dream become true. “We were looking for a small reality, a limited production in a unique terroir: and we have found it”, they say. The former team has been preserved, starting from the oenologist Maurizio Castelli, who in 2000 has converted the winery to organic farming and has chosen guyot as training method for the 3-hectare vineyard. Le Macioche proposes three labels and produces 18,000 bottles per year: Rosso di Montalcino, Brunello and Brunello Riserva. Quality meets a great care for details and tradition is always

SOCIETÀ AGRICOLA LE MACIOCHE S.P. 55 di Sant’Antimo km 4,85 53024 Montalcino (SI) Tel. 0577 849168 www.lemacioche.it - info@lemacioche.it

ST 9 area B8 num. 47

combined with modernity. The new management has preserved a craftsman-like work as an ancient value, while labels, packaging, look and minimal elegance are the distinguishing marks of a generation change and of the new imprinting. To meet these three young dreamers and entrepreneurs, next Vinitaly is the ideal occasion. They will be at stand 9 – are B8, n. 47. •


Toscana Una storica realtà agricola affacciata sul panorama mozzafiato dell’Argentario AZ.AG. FR.LLI OSIO Via Panoramica 136 58019 Porto Santo Stefano (Gr) Tel. & Fax 0564/824151 Cell. 339/7031065 mbenicchi@alice.it www.calagrande.com

Vigna vista mare

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no dei paesaggi più suggestivi della Maremma Toscana, un angolo di paradiso tra l’Isola del Giglio e Giannutri: questo è il promontorio dell’ Argentario, dove l’azienda agricola dei Fratelli Osio coltiva vigne, olivi e, in parte, agrumi.

Uno chalet dal gusto esotico, coperto di fiori, gelsomini e plumbago, affacciato sul paesaggio mozzafiato dell’Argentario, fece innamorare Arturo Osio nel lontano 1932, che lo acquistò da un ingegnere di Siena, dando così vita al suo sogno. Un pezzetto di terra dopo

l’altro, un podere dietro l’altro e nasce quella che oggi è una delle realtà vinicole e olivicole più rinomate della fascia costiera meridionale della Toscana. Oggi nei cinque ettari di vigneto

è l’ansonica il vitigno prodotto in prevalenza. Le caratteristiche terrazze del Monte Argentario sono la culla del Calagrande Bianco Costa Toscana Igt, dai profumi intensi e persistenti e dell’ Hortuli Hosiani Rosso Costa Toscana Igt, rosso persistente dal gusto strutturato e ricco di tannini dolci. (e.b.)•

A vineyard overlooking the sea An historical farm that enjoys a breathtaking view on the Argentario We are in one of the most suggestive corners of the Tuscan Maremma, a piece of paradise between the Giglio Island and Giannutri: it’s the promontory of Argentario, where the Osio family grow vine, olive trees and citrus trees. An ancient chalet with an exotic taste and a breathtaking view over the Argentario enchanted Arturo Osio in 1932. He bought it from a Sienese engineer and made his dream true. Piece of land by piece of land he created one of the

most important realities of the south coast of Tuscany. Nowadays in a five hectares vineyard grow Ansonica, the renowned autochthonous grape variety of this area. The typical terracing of the Mount Argentario are the cradle of Calagrande Bianco Costa Toscana Igt, a wine with intense and persistent perfumes, and of Horturi Hosiani Rosso Costa Toscana Igt, a persistent red wine with a well-structured taste rich of sweet tannins. •

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Toscana

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Castel Pietraio, territorio e storia

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arone Mauro Neri Del Nero qual è il suo rapporto con Castel Pietraio? La nostra è un’azienda agricola sviluppatasi su un insediamento medievale lungo la Via Francigena. Nel 1988 dedicai parte degli immobili al turismo, vincendo le ritrosie di mio padre che era un agricoltore “puro”, e nel 1995 ho avviato il reimpianto dei vigneti, continuato poi nel 1996 e nel 1997. Vi trovate nel Chianti con una tradizione enologica fra le più antiche d’Italia. Come traducete nei vostri vini questa eredità? La parola Chianti identifica nel mondo l’ambasciatore enologico del made in Italy che va rappresentato seguendo le tradizioni e la filologia del prodotto. Quali sono i vostri punti di forza? Le tradizioni, il territorio, la storia. I tredici ettari di vigneti vitati a Sangiovese, Canaiolo, Merlot, Chardonnay, sono seguiti da Barbara

Un’avventura nel Chianti che fa dell’enologia e della ricettività un connubio vincente

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Tamburini. Ci parli della vostra produzione. Il Chianti Colli Senesi - che presenteremo al Vinitaly 2015 - e la variante Riserva rappresentano l’essenza del territorio mentre il Chianti Superiore con una piccola parte di Merlot insegue gusti più internazionali. Cosa ci racconta dell’Albertus, il vostro top wine da Merlot in purezza? Albertus è stata una brillante intuizione di Barbara Tamburini; le particolari condizioni ambientali e l’esposizione del vigneto fanno sì che il nostro Merlot abbia una maturazione lenta, tardiva. Albertus era il nome di un cavaliere medievale nato a Castel Pietraio, un crociato. Abbiamo voluto mantenere vivo il ricordo del suo spirito determinato, così come il nostro Merlot presentato la prima volta nell’annata 2007 e subito affermatosi anche all’estero. Accanto alla produzione enologica siete impegnati anche nel settore della ricettività con la vostra dimora storica? Ho cominciato nel 1988 dapprima con appartamenti per famiglie, successivamente si è aggiunta una struttura con eleganti camere per chi si volesse trattenere dopo una visita alle cantine con degustazione dei nostri vini.•

Castel Pietraio, terroir and history An adventure in Chianti successfully based on oenology and hospitality Baron Mauro Neri Del Nero what’s your relationship with Castel Pietraio? Our estate rises on a medieval village along the Via Francigena. In 1988 I addressed part of the buildings to welcoming, winning my father’s reluctance: he was a pure agriculturist. Then in 1995 I started to replant the vineyards and I continued in 1996 and 1997. You are in Chianti, an area with one of the most ancient traditions in winemaking, how you interpret this heritage through your wines? The word Chianti identifies the Italian oenological ambassador in the world and it must be respected following the philological traditions of this product. What are your strength points? Traditions, territory, our history. Our 13-hectare vineyards of Sangiovese, Canaiolo, Merlot and Chardonnay are managed by Barbara Tamburini. Tell us something about your production. Chianti Colli Senesi – that we will present at Vinitaly 2015 – and the version Riserva represent the essence of our territory, while Chianti Superiore with a little part of Merlot follows the international taste. Can you tell us something about Albertus, your single-variety vinification of Merlot? Albertus is a Barbara Tamburini’s brilliant intuition; the peculiar environmental conditions and the exposure of the vineyard guarantee to our Merlot a slow and late ripening. Albertus was the name of a medieval knight from Castel Pietraio, a crusader. We wanted to recall his resolute spirit through our Merlot; we presented this wine in 2007 for the first time and it asserted itself immediately, even abroad. Beside the oenological production, you undertake in hte field of welcoming in your historic doom… I started this activity in 1988, with family apartments first, then with elegant rooms for tasters who wish to stay by us after a visit to our cellar. •

CASTEL PIETRAIO Strada di Strove 33 - 53035 Monteriggioni (SI) Tel. +39 0577 300020 - Fax +39 0577 300977 info@castelpietraio.it - www.castelpietraio.it


vini di carattere I l terroir è quello tipico toscano, dall’ineguagliabile vocazione enologica. I vini prodotti sono due, due soltanto, frutto di una selezione e di un impegno costante di chi ha deciso che, rinunciando alla quantità, punta tutto sulla qualità di un prodotto destinato a farsi ricordare. Una piccola produzione, quasi di nicchia, che si rinnova di anno in anno e che risente di cambiamenti e mutazioni climatiche: per questo ogni bottiglia della Tenuta L’Agona è un prodotto unico, curato in ogni particolare. Una cura che comincia in vigna, dove si lavora tutto l’anno L’ AGONA di Genera Srl socio unico Poggio alla Farnia, 6 56043 Fauglia (PI) Italy Tel. 050 657911 Fax 050 650886 info@lagona.eu - www.lagona.eu

per ottenere uve sane, che subiscono una forte selezione durante la vendemmia, che avviene rigorosamente a mano. Una cura che continua in cantina, con la soffice pigiatura, la lunga macerazione del prodotto e l’utilizzo minimo, e solo in casi indispensabili, di solforosa. Un’accuratezza che si ritrova sin nel packaging delle bottiglie, sulle cui etichette campeggiano due schizzi a matita, ispirati ai ritratti di Gericault, ma decisamente rivisitati nelle forme esasperate. Profili che raccontano del carattere prorompente del vino e che nella loro potenza sono soltanto il preludio all’assaggio...•

Toscana

Presuntuoso e Iroso: 5 ettari di terreno che accolgono filari rigogliosi che si lasciano accarezzare dai venti e che offrono frutti da cui ricavare un vino che è vera espressione del territorio Pad. 9 stand B13

Presumptuous and irascible: strong-tempered wines Five hectares of luxuriant vineyards caressed by the wind and a wine that is the purest expression of its territory We are in one of the most suggestive corners of the Tuscan Maremma, a piece of paradise between the Giglio Island and Giannutri: it’s the promontory of Argentario, where the Osio

family grow vine, olive trees and citrus trees. An ancient chalet with an exotic taste and a breathtaking view over the Argentario enchanted Arturo Osio in 1932. He bought it from a Sienese engineer and made his dream true. Piece of land by piece of land he created one of the most important realities of the south coast of Tuscany. Nowadays in a five hectares vineyard grow Ansonica, the renowned autochthonous grape variety of this area. The typical terracing of the Mount Argentario are the cradle of Calagrande Bianco Costa Toscana Igt, a wine with intense and persistent perfumes, and of Horturi Hosiani Rosso Costa Toscana Igt, a persistent red wine with a well-structured taste rich of sweet tannins. •

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Toscana

Se il vigneto toscano incontra l’Argentina: Camperchi CAMPERCHI Via del Burrone 38 52041 Civitella in Val di Chiana (AR) Tel. +39 059 468781; + 059 465496 Tel. Cantina +39 0575 440281 Fax +39 059 6327029 info@camperchi.com www.camperchi.com

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Un po’ di Nuovo Mondo nel Vecchio Mondo: creatività argentina e tradizione toscana

uello che sorprende di Camperchi è il tocco giovane e sudamericano dal 2005 che ha saputo fondersi perfettamente con il contesto toscano, senza stravolgerlo ma imprimendogli anzi una marcia in più. Siamo in Val di Chiana e i ventidue ettari di vigneti si adagiano sulle prime pendici degli Appennini, godendo della favorevole esposizione a sud, del terreno ricco di scheletro che dona alle uve profumi fini e netti, favoriti anche dalla spiccata escursione termica notturna che al Merlot dona, per esempio, insolite note balsamiche. La ricerca della qualità nasce già in vigna, con l’attenta valutazione dei cloni di sangiovese usati, densità d’impianto altissima volta ad ottenere una bassa resa per pianta, potature e vendemmia manuali a piena maturazio-

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When a Tuscan vineyard meets Argentina: Camperchi Some New World in the Old one: Argentine creativity and Tuscan tradition

ne. La vera perla aziendale è il Merlot in purezza, un vino potente ed elegante già nell’etichetta, nera a caratteri maiuscoli sobri ma dorati. Alla vista questa perla nera svela un rubino cupo che racchiude profumi di frutta rossa matura, ricordi floreali di violetta, tocchi balsamici e di spezia dolce, racchiusi in una cornice che vira sulla vaniglia e il cacao. In bocca il Merlot ha un corpo ben equilibrato, grazie al tannino intenso ma bilanciato, dotato di lunga persistenza. Simbolo dell’approccio innovativo di Camperchi è la linea Sasso Lupaio che punta a prodotti dal taglio giovane e insolito, ma mai azzardato come il Sauvignon Blanc e il rosato da Pinot Noir, che saranno presentati a Vinitaly come pure il Chianti Superiore. (i.g.)•

Pad. 9 Stand B12

Camperchi reveals a surprising south-American touch that has perfectly merged in the traditional Tuscan setting since 2005. We are in Val di Chiana where a 22-hectare vineyard grow at the foot of the Appenine, enjoying a favorable exposure and a soil rich of skeleton that give fine perfumes to the wine, while a high temperature range give to Merlot unusual balsamic inklings. The pursuit of quality starts in the vineyard, where clones are carefully selected, density is reduced to limit the production, and harvest waits the ideal ripening. The buttonhole of the production is the single-variety vinification of Merlot, a powerful and elegant wine, as presented by its black label with capital golden letters. This wine has a dark ruby red colour, ripe fruit perfumes, flowery violet inklings, balsamic and sweet spicy notes, enclosed in a frame that turn to vanilla and cacao aromas. Its taste is well-balanced and persistent, thanks to not too invasive tannins. The symbol of the innovative approach of Camperchi is Sasso Lupaio, a line of young and unusual products, such as Sauvignon Blanc and a rosè wine made of Pinot Noir, that will be present at Vinitaly, beside Chianti Superiore. •


Montalcino e la Maremma

Toscana

Gioielli enologici tra FATTORIA LA LECCIAIA Loc. Vallafrico - 53024 Montalcino (Siena) - Italia - Tel. Fax Fattoria 0577 849287 - Tel 0583 928366 lecciaia@pacinimauro.com - www.lecciaia.it

D

a oltre 30 anni alla guida della Fattoria La Lecciaia, ubicata nel cuore della zona di produzione del Brunello, Mauro Pacini si dedica con passione al suo lavoro,dividendosi tra le due tenute dell’azienda: i 16 ettari di vigneti in Montalcino e i 16 ettari nella zona della Doc Montecucco in Campagnatico, nel cuore della Maremma, impiantati dal 2003. Attrezzature all’avanguardia in una cantina moder-

Nel rispetto della tradizione la Fattoria La Lecciaia produce vini di grande tipicità e vocati ad un lungo invecchiamento Pad. 9 stand B4

na che si sviluppa su una superficie di 6000 metri quadrati, armonizzandosi con il territorio circostante grazie all’architettura che richiama lo stile rustico di Montalcino, nel massimo rispetto dell’ambiente circostante, dal momento che in cantina vengono osservate tutte le principali norme antinquinamento per ridurre l’impatto ambientale. Buona parte della produzione annua è rappresentate dal Brunello con 90000 bottiglie delle quali, nelle annate migliori, 30-40000 sono classificate a Riserva. L’ampia gamma di vini rossi include i vini della DOC Montecucco, prodotti di grande struttura, nella tradizione dei rossi toscani di qualità. Il Brunello di Montalcino Docg 2010 ed il Brunello di Montalcino Docg 2010 Manapetra hanno ottenuto, nel mese di Febbraio 2015, un valutazione di, rispettivamente, 91 e 93 punti da parte di Robert Parker. Il Brunello di Montalcino Docg 2009 Manapetra ha ottenuto Tre Bicchieri® nella guida Vini d’Italia 2015 • Fattoria La Lecciaia: oenological jewels between Montalcino and Maremma La Lecciaia produces its wines respecting tradition and exploiting the peculiarities of its territory Managing Fattoria La Lecciaia since 30 years, situated in the heart of the prodution’s area of Brunello, Mauro Pacini is dedicated with passion to his work, dividing his energy in the two premises of the company; the 16 hectares of Vineyards in Montalcino and the 16 hectares in the area Doc Montecucco in Campagnatico, in the heart of Maremma, planted in 2003. Forefront equipment in a modern cellar which spreads on a surface of 6000 square metres, harmonizing itself with the surrounding territory thanks to the architechture recalling the rustic style of Montalcino, with maximum respect of the surrounding environment, all main norms against pollution for reducing environmental impact being

observed in the cellar. Most of the yearly production is represented by Brunello with 90,000 bottle of which, during the best years, 30-40,000 are classified as Riserva. The wide range of red wines is including the wines of DOC Montecucco, products of great structure, in the tradition of quality red Tuscan wines. The Brunello di Montalcino Docg 2010 ed the Brunello di Montalcino Docg 2010 Manapetra have been awarder, durign February 2015, with an evaluation of, respectively, 911 and 93 points by Robert Parker. the Brunello di Montalcino Docg 2009 Manapetra obtained Tre Bicchieri® by Vini d’Italia 2015 guide •

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Pad. 9 Stand C10

Toscana

AZ. AGR. LA CERBAIOLA di Giulio Salvioni Piazza Cavour 19 53024 Montalcino (SI) Tel. +39 0577 848499 Fax +39 0577 848499 info@aziendasalvioni.com www.aziendasalvioni.com

Quando unicità

rima con qualità

Un’azienda, un territorio, un unico vino – prodotto solo nelle migliori annate – per una sintesi magistrale

U

na scelta forte quella della famiglia Salvioni: concentrare tutta la tensione qualitativa verso un unico obiettivo che sia emblema dell’intera azienda. I quattro ettari della tenuta si trovano su un piccolo altipiano esposto a sud-est, caratterizzato da suoli che vanno dal galestro al calcare al sasso e che assieme al microclima contribuiscono a far maturare in maniera ottimale le uve, donando al Sangiovese tratti distintivi. A ciò si aggiungono potature corte, tutte effettuate manualmente, che garantiscono rese bassissime, dai 25 ai 35 quintali per ettaro - quasi metà di quanto consentito dal disciplinare – così da vinificare solo uve sceltissime e in perfetto stato sanitario. Le uve raccolte

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vengono immediatamente portate in cantina dove fermentano in cisterne d’acciaio. Dopo la malolattica, che ne ammorbidisce il profilo, il vino viene invecchiato in botti di rovere da 20 ettolitri per arricchirne ulteriormente il corredo aromatico. Sono questi gli ingredienti del Brunello e non sarà forse un caso se il 2010, l’annata attualmente in vendita e valutata cinque stelle, sia quasi esaurita. Rubino con sfumature granate, il Brunello de La Cerbaiola possiede un profumo intenso modulato sulla frutta matura, note speziate e tocchi aromatici, che in bocca rivela ottima struttura ed equilibrio, grazie a tannini morbidi e vellutati bilanciati da un’ottima sapidità che chiude con un ricordo fruttato dalla lunga persistenza.(i.g.) •

When uniqueness means quality: Brunello La Cerbaiola A winery, a land, a unique wine, made only in the best years: a perfect synthesis discovering The Salvioni family has made a brave choice: it addresses all its efforts toward a single high quality label, which is the symbol of a unique territory. La Cerbaiola is a 4-hectare estate on a small tableland facing southeast. Here soils are variegated: from galestro to limestone and stone. Together with a peculiar microclimate, they guarantee a perfect ripening to the grapes, giving to Sangiovese peculiar characteristics. Beside it, short manual pruning and very limited yields (from 25 to 35 q/ha – a half of what provided by the disciplinary) let to produce and vinify only very healthy grapes. The harvested grapes are immediately taken to the cellar, where ferments in steel vats. After a malolactic fermentation that soften its profile, wine ages in 20-hectolitre oak barrels to enrich its aromas. These are the ingredients of a special Brunello, and it is not by chance that 2010 harvest – now on the market – has been awarded with five stars and is almost sold out. A ruby red wine with garnet reflexes, Brunello La Cerbaiola has an intense ripe fruit perfume, spicy aromas, an excellent structure and a well-balanced taste, thanks to its soft and velvety tannins perfectly combined with a pleasant sapid taste that ends with a persistent fruity aroma. •


Pad. 9 area B17

Bellissime colline assolate all’interno del Parco Unesco della Val d’Orcia: ecco dove nasce il Sangiovese di SassodiSole

L

che profuma di Unesco

’azienda SassodiSole punta sul territorio. E non solo nel nome: SassodiSole si rifà infatti ad un grande sasso “assolato” che caratterizza queste colline situate all’interno del Parco Unesco della Val D’Orcia e che rende questi vigneti un fattore di valorizzazione non solo paesaggistica ma anche umana. Questa terra è infatti passata di mano in mano, caricandosi del valore aggiunto dato dall’esperienza e che oggi trova concretizzazione nel lavoro di Roberto e del padre Bruno. Gli otto ettari vengono coltivati esclusivamente a mano, con lavorazioni certosine che vanno dalla potatura secca a quella verde fino al diradamento severo per lasciare maturare completamente solo i grappoli perfetti. Nascono così il Brunello e la versione Riserva prodotta da uve che vengono destinate a tale scopo già in vigna, e poi il Rosso di Montalcino e l’Orcia. L’affinamento dei vini viene fatto all’interno di grandi botti in rovere di costruzione Italiana con capacità da 35-50 etto-

litri per non coprire con note terziarie troppo forti la connotazione aromatica caratterizzante che possiedono queste uve. Oltre all’annata 2010 che tanto ha fatto parlare di sé per la sua qualità - l’azienda ha in commercio anche il 2009 e il

Toscana

SassodiSole, il Brunello

2004 per dare la possibilità di apprezzare questo vino anche dopo un lungo invecchiamento, di fronte ad un mercato che spesso consuma il prodotto ancora molto giovane, senza permettergli di esprimere il suo vero potenziale. (i.g.)•

SassodiSole, a Brunello with the perfume of Unesco Rosso di Montalcino and Orcia. Beautiful sunny hills in the Val d’Orcia Unesco Park: this These wines refine in 35-50 hl is where the Sangiovese of SassodiSole grows oak barrels made in Italy to preserve the natural aromas of the has been handed down from grapes and avoid too invasive SassodiSole bets on its territory. generations and now it finds wood inklings. Beside harvest In fact, its name recalls a big its expression in Roberto’s and 2010 – whose quality is wellsunny stone among these hills in his father Bruno’s work. Their known – the winery proposes the Park of Val D’Orcia, one of 8-hectare vineyard is cultivated 2009 and 2004, a way to apprethe Unesco world heritage sites. manually only and with the This peculiarity give to this vineciate this wine and all its potenutmost care to let only the best yards more value, both from a tial even after a long ageing, in grape ripen. In this way, spring natural and from a human point spite of a market that too often Brunello and its version Riserva, of view. On this land experience consume too young products. •

SOCIETÀ AGRICOLA SASSODISOLE S.S. Pod. Sasso di Sole 85 - 53024 Montalcino (SI) Tel. +39 0577 834303 Fax +39 0577 834238 - info@sassodisole.it - www.sassodisole.it

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Veneto

Amarone, cinque

stelle all’annata 2011 DI IRENE GRAZIOTTO

Qualità notevole riscontrata in tutte le vallate,“grande potenzialità di invecchiamento”, i progetti in vista di Expo, l’app Valpolicella Wines

A

ppuntatevi “Amarone 2011” e procuratevi una bottiglia (almeno una...) dalla vostra enoteca di fiducia. L’annata 2011 conquista infatti le cinque stelle, come emerso all’Anteprima al Palazzo della Gran Guardia di Verona lo scorso 31 gennaio e 1 febbraio. Determinante per la qualità è stato l’elemento atmosferico, nella fattispecie l’improvviso calo termico registrato

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nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2011 con uno sbalzo da 20 a 12 °C avvenuto proprio quando le uve erano state appena messe a riposo, e il suo perdurare nelle settimane successive che ha comportato un rallentamento dell’appassimento con effetti positivi sulla fisiologia di questa seconda maturazione. Un Amarone 2011 “ancora fresco, dal colore vivo e soprattutto con una grande potenzialità da

invecchiamento” sono le parole di Diego Tomasi, del Centro di Ricerca per la Viticoltura CraVit di Conegliano Veneto, che a dicembre aveva condotto la degustazione esplorativa alla cieca di 40 campioni di sei diverse zone. Dall’assaggio è inoltre emerso che il livello di eccellenza qualitativa risulta ubiquitario, con “differenze tra vallate più sfumate rispetto ad annate precedenti, segno di un andamento

stagionale che ha permesso di esaltare ovunque l’interazione tra i vitigni autoctoni e l’ambiente”. Per dare il giusto peso a quanto sopra detto, va ricordato che le 64 aziende presenti all’Anteprima costituiscono circa un quarto delle aziende imbottigliatrici – 272 per la precisione – e che all’appuntamento veronese mancavano alcuni dei nomi storici della denominazione. Ciò che è certo è che l’Amarone gode oggi di particolare fortuna, il che rende necessario riflettere su come mantenere tale successo anche in futuro e come tutelare la denominazione nelle annate difficili come quest’ultima dove si rischia di dover produrre Amarone, compromettendone magari il valore, pur di ottenere il Ripasso. I dati dell’Amarone parlano di un mercato in espansione, sia nel Belpaese sia sugli scaffali internazionali della Gdo che rispetto al 2013 vedono un incremento del 7% del prezzo medio, come riscontrato dal Dipartimento di


Economia aziendale dell’Università di Verona. Cresce inoltre il valore dei 7.435 ettari vitati della Valpolicella che per Assoenologi valgono circa 4 miliardi di euro. Nel frattempo il Consorzio Vini Valpolicella guarda avanti: l’obiettivo del direttore Olga Bussinello è usare l’Amarone come leva integrata per il turismo, grazie alla collaborazione enoturistica

VENE TERROIR: LA BIODIVERSITÀ PER UN VINO SOSTENIBILE E DI QUALITÀ Un progetto tra l’Università di Padova, il Consorzio Vini Colli Berici, Vicenza e il Consorzio Vini Colli Euganei per qualificare il terroir in base alla biodiversità. La tipicità e la qualità ambientale ed agronomica dei suoli vitati sono stati valutate con indicatori relativi alla biodiversità microbica e micro-macro faunistica dei terreni. Dieci le aziende coinvolte, condotte secondo diverse pratiche agricole (convenzionale, biologico e biodinamico) allo scopo di valutare anche eventuali effetti dei trattamenti fitosanitari e di fertilizzazione. Dalle prime analisi emerge che la classificazione vada effettuata più per zona d’appartenenza che in base alle pratiche agricole: si sono infatti riscontrate significative differenze tra i valori misurati nei suoli vitati dei Colli Euganei e in quelli dei Colli Berici, in particolare per quanto riguarda il tenore di sostanza organica ed enzimi, la cui quantità è indice dell’attività metabolica dei batteri.

Wine One, il software gestionale basato su SAP Business One per le aziende vitivinicole. Dall’esperienza e consulenza di Soluzioni Software unita alla tecnologia di SAP, leader mondiale nei sistemi gestionali, nasce Wine One, la risposta alle problematiche delle aziende vitivinicole di oggi. Un software completo ed efficiente per pianificare, monitorare e gestire ogni attività, affiancabile anche a strumenti per l’innovazione digitale come App, realtà aumentata (AR), smart video interaction, portali web, CRM e marketing analytics.

avviata con la Fondazione Arena e con la creazione dell’applicazione mobile Valpolicella Wines che digitalizza l’eccellenza produttiva e culturale “made in Verona”. •

“ALL ABOUT SOAVE”: LA NUOVA CAMPAGNA PER GLI USA Degustazioni a Houston, Los Angeles, New York, San Francisco e Boston: ecco la nuova missione promozionale del Consorzio del Soave nel Nuovo Mondo con l’obiettivo di aumentare ulteriormente l’incoming di stampa specializzata, buyer e operatori di settore. Si inizia l’8 di aprile con Houston e Los Angeles per scoprire un #SensationalSoave in compagnia di Evan Goldstein, rinomato Master Sommelier americano, e si prosegue in autunno, a New York e San Francisco, con #Soavecrus con un focus sui 17 Cru della denominazione. Si tratterà di degustazioni mirate, finalizzate ad accrescere la conoscenza del Soave inteso come vino bianco classico italiano. Il target selezionato avrà così la possibilità di il Soave nelle sue differenti interpretazioni per coglierne i valori che lo contraddistinguono nell’ambito del panorama enologico internazionale.

registri e documentazioni

produzione e imbottigliamento

vendemmia e conferimenti

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Veneto

Le Manzane presenta il suo primo Rive: Springo L

o storico marchio veneto, da sempre legato alla produzione di Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg, intraprende un’ennesima sfida dal nome Springo. Si tratta del primo “Rive” aziendale, un termine che localmente indica i vigneti situati sulle colline più scoscese, quelli più difficili da lavorare ma anche particolarmente generosi in qualità. Sono solo 43 le “Rive” autorizzate in tutta la zona a denominazione garantita. “Springo” nasce in una di queste zone elette, da un vigneto di 1.46 ettari esposto a sud e situato sulla Collina di Manzana nel comune di Vittorio Veneto. Qui le viti, allevate a sylvoz con una densità di 3.051 ceppi ad et-

Un cru in edizione limitata, dove l’espressione territoriale è arricchita da una lunga sosta sui lieviti taro, consentono di regalare uve Glera ricche in aromi e acidità – anche grazie all’escursione termica giornaliera, alla brezza e a suoli drenanti. A ciò si aggiunge una vendemmia rigorosamente manuale e metodi soffici di vinificazione che consentono di mantenere intatta la fragranza degli aromi. La lunga sosta sui lieviti crea un perlage fine e persistente e permette di arricchire ulteriormente il corredo aromatico. L’approccio olfattivo svela note di frutta fresca, in particolare mela

verde, ananas, agrumi e sentori finali di fiori di glicine. Al palato, solleticato dalle bollicine, il sapore si rivela ricco, fresco, armonico e persistente, ideale per cene di pesce ma anche aperitivi, trattandosi di un Dry da 11.5% gradi. Un carattere dunque vivace, simboleggiato anche nel nome “Springo” dove si fondono dialetto veneto – il termine significa “vivace, brioso” – e l’inglese “spring” che ricorda la freschezza di una sorgente di montagna e i profumi primaverili. “Springo”

Rive di Manzana verrà presentato al prossimo Vinitaly e sarà disponibile solo nel settore Horeca. Le 16.000 bottiglie di “Springo” rigorosamente numerate saranno vendute su prenotazione ed andranno così ad affiancare l’altra produzione di punta de Le Manzane, il millesimato Extra-Dry “20.10” ottenuto dal mosto fiore di un particolare vigneto dove è stata ridotta la produzione e diminuiti i trattamenti fitosanitari. Dopo la prima fermentazione il mosto subisce due travasi che ne eliminano le impurità e trascorre poi ben sette mesi sui lieviti per regalare un vino dai toni fruttati e floreali, gusto asciutto, sapido, minerale dal retrogusto piacevole. (i.g.)•

AZIENDA AGRICOLA LE MANZANE Via Maset 47b - 31020 San Pietro di Feletto (Tv) - Tel. 0438 486606 - Fax 0438 787881 - info@lemanzane.it - twitter: Le_Manzane - facebook: Le-Manzane

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Le Manzane presents its first Rive: Springo A limited edition cru, whose territorial character is enriched by a long ageing on the yeasts The historical brand from Veneto, famous for its production of Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg, is now starting a new adventure called Springo. It’s the first “Rive” produced by this winery, a name that identifies the vineyards that grow on the most steep hills, where vine-growing is a hard but rewarding work. The authorized “Rive” in this Docg area are 43. “Springo” is the fruit of one of these selected areas, a 1.46 ha vineyard that grow facing south on the hill of Manzana in the municipality of Vittorio Veneto. Here the vines are trained as sylvoz, with an average density of 3,051 vines per hectare. The result is a Glera rich of aromas and acidity, thanks to the high temperature range, to the breeze and to the permeable soils. Beside all this, a manual harvest and soft vinification methods let to preserve the fragrance of the aromas untouched. Also, a long ageing on the yeasts creates a fine and persistent perlage, and enriches the aromatic bouquet. The nose reveals notes of fresh fruit, especially green apple, pineapple, citrus fruit and final scents of wisteria flowers. Its taste is lively, rich, fresh, harmonic and persistent, ideal with fish, but also as aperitif, being a Dry with a 11,5% of alcohol. The lively character of this wine is revealed by its name too, “Springo”, that combines the local dialect (it means lively) with the English word “spring”. “Springo” Rive di Manzana will be presented at Vinitaly and it will be available in the Horeca network. The 16,000 numbered bottles of “Springo” will be available by order only. Beside it, Le Manzane proposes its buttonhole, a millesimèe Extra-Dry “20.10” made with the must of the grapes from a special vineyard where the production is limited and the use of chemicals is reduced to the minimum. After a first fermentation, the must is decanted twice to remove all impurities, then it ages seven months on the yeasts to become a flowery and fruity wine, with a dry, sapid and mineral taste and a pleasant aftertaste.

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Veneto

Colesel, una terra

in venti milioni di bollicine

C

40 ettari solo nella zona del Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg 5 di Cartizze e il vigneto più alto dell’intera Docg: per aspera ad astra

olesel nasce dalla volontà di una famiglia che agli inizi del ‘900 non ha voluto ascoltare le difficoltà e le asperità che afflissero queste zone. Così sin da 1865 l’azienda si è distinta per aver creduto in un solo vitigno, quello del Prosecco, e nella sua coltivazione sui vigneti più difficili ma di qualità superiore, quelli del Cartizze, dove le colline con esposizione a sud e le montagne verso nord creano un particolare microclima. “Oggi come allora la nostra filosofia è rimasta immutata. Da quattro generazioni crediamo nel Prosecco e come un tempo ci produciamo le barbatelle, grazie ad una selezione di recupero di vecchi cloni presenti nei nostri vigneti da piante che sfiorano il secolo d’età. Questi sono la vera essenza della natura, dove ognuno

dei nostri 52 cloni Colesel fornisce la proprio sfumatura” sono le parole con cui si descrive la famiglia Bortolin. Ma il modo in cui Siro Bortolin, il titolare, e i figli Vlady (enologo) e Antonio (commerciale) preferiscono raccontarsi, sono le venti milioni di bollicine che si sprigionano dai loro spumanti. Il Cartizze Brut Docg nasce in uno dei 5 ettari nel Cartizze, da suoli calcarei e marnosi, e possiede una tonalità giallo paglierino brillante ravvivata dalla spuma fine e persistente, un profumo delicato e fruttato, dal sapore decisamente secco. Dai 40 ettari nascono ogni anno 350.000 bottiglie di cui 50.000 nella tipologia Cartizze, suddivise tra Brut e Dry, e proprio al Vinitaly Colesel presenterà la nuova linea di spumante Valdobbiadene Docg Élevo. (i.g.) •

COLESEL SPUMANTI S.R.L. Via Vettorazzi e Bisol, 4 31040 S. Stefano Valdobbiadene TV - Tel. 0423 901055 Fax 0423 901066 info@colesel.it - www.colesel.com

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Pad. 5 Stand A5

Colesel, a sparkling land with twentymillion bubbles 40 hectares in the Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg area 5 in the Cartizze area and the highest vineyard in the whole Docg area: per aspera ad astra At the beginning of the XX century, a family, in spite of the harshness of this land, decided to devote its life to winemaking and founded Colesel. Since 1865 the winery has been producing only a grape variety, Prosecco, betting on the most difficult vineyards, like the ones that grow in Cartizze. These hills facing south, protected by the mountains, enjoy an ideal microclimate that guarantee an excellent quality. “Our productive philosophy has been preserved untouched for four generations. We believe in Prosecco and we produce our own vines selecting and recovering ancient clones from ages ago. Our vines are the purest essence of nature: each one of our 52 clones Colesel has its own nuance” says Siro Bortolin, owner of Colesel. Nevertheless, the best way to know him and his sons – Vlady (oenologist) and Antonio (sales manager) – is to taste their twenty-million-bubbles sparkling wines. Cartizze Brut Docg springs in one of the 5 hectares in Cartizze, from calcareous and marly soils: it’s a bright straw yellow wine with fine and persistent perlage, a delicate fruity perfume and a dry taste. The 40-hectare property produces 350,000 bottles of sparkling wine every year, 50,000 of which are Cartizze, both Brut and Dry. At Vinitaly, Colesel will presenti its new line of Valdobbiadene Docg Élevo.•


Veneto Un nome importante, dai toni intensi, che rispecchia l’animo di questo nuovo vino, ottenuto da Corvina in purezza TENUTA IL CANOVINO Contrada La Costa 2 37141 Verona - Loc. Mizzole (VR) Tel. +39 348 220 5949, +39 045 988 292 Fax +39 045 988 292 tenutailcanovino@ilcanovino.it www.ilcanovino.it

Pad. 8 Stand H2/H3

Il “Riccardo

della

V”

Tenuta il Canovino

FOTO DI LINDA FROSINI

S

’impone già nel nome il “Riccardo V”, l’ultimo nato della Tenuta il Canovino, che ha deciso di cimentarsi con un prodotto esigente quale la Corvina Veronese Igt. Ma l’azienda non è nuova alle sfide – ed alle vittorie. La prima risale a fine Ottocento quando il bisnonno, mastro bottaio, decise di intraprendere una nuova via, l’attività vitivinicola; il figlio lasciò la Romagna e si trasferì su queste colline veronesi per realizzare un sogno: far nascere vini dall’intensa personalità, che fossero simbolo del territorio e della storia enologica veronese. Oggi a rappresentare il progetto è Antonio Rambelli, che appartiene alla quarta generazione e che ha accolto la quinta proprio con la

dedica di questa nuova selezione aziendale. Disponibile solo in un numero limitato di bottiglie, il “Riccardo V” è ottenuto da sole uve Corvina raccolte a mano in vendemmia tardiva e, successivamente ad un breve periodo di appassimento su graticci, sottoposte a pigiatura soffice per preservarne il ricco corredo aromatico. La fermentazione avviene a temperatura controllata, mentre l’affinamento è realizzato in botti di rovere di Slavonia situate nelle cantine sotterranee dove la temperatura è costante. Il Riccardo V si distingue per l’intenso colore rosso brillante, i profumi di frutta matura con una leggera nota speziata, il connubio fra tannino morbido ed eleganza di chiusura. (i.g.)•

“Riccardo V” by Tenuta il Canovino An important name for an intense wine, made of Corvina only The last born at Tenuta il Canovino has an important name that reveals its character: it’s “Riccardo V”, a Corvina Veronese Igt. It is not the first time that this winery undertakes such a demanding challenge and wins it. The first one was the great-grandfather’s, who started his winemaking adventure at the end of the XIX century. His son left Romagna and moved to the hills of Verona to realize a dream: to make wines that could represent a territory with

their strong character. Nowadays it’s Antonio Rambelli, the fourth generation, who carries out this project with the new selection. “Riccardo V” is a limited production, made of manually harvested Corvina grapes only; fruit of a late harvest, the grapes are dried on racks and are pressed softly, to preserve their rich bouquet and aromas. Fermentation is at controlled temperature, while refining is in Slavonia oak barrels placed in the underground cellar, where temperature is constant. Riccardo V has an intense ruby red color, ripe fruits perfumes, light spicy inklings, and a perfect combination between soft tannins and an elegant ending. •

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Veneto

Tenute Ugolini,

dove crescono i papaveri Pad. 8 stand M3

Simbolo di ecosistema sano, punto di partenza imprescindibile per un vino di qualità

D

ieci anni di accurato lavoro in vigna per vinificare solo uve sane, frutto di un terreno trattato unicamente a sovescio e con ricette a base di sale di potassio, decotti di erbe e propoli. Questi sono i vigneti Ugolini, 22 ettari nella Valpolicella Classica esposti a sud e attentamente zonati: a 200 metri s.l.m. crescono le uve per il Valpolicella Classico, a 300 quelle per il Valpolicella Superiore, a 400 i grappoli per l’Amarone e a 500 quelli del Valpolicella Ripasso. La produzione, che

Tenute Ugolini, where the poppy grow An example of healthy ecosystem, the first step of a quality wine Ten years of careful work in the vineyards to vinify only healthy grapes, fruit of a soil cultivated only with green manure, potassium chloride, herbal tea and propolis. The vineyards of Ugolini spread on 22

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dal 2016 sarà ufficialmente biologica, conta 50.000 bottiglie. Il Valpolicella Classico Doc 2013 nasce da vigne storiche di Corvina Gentile e Grossa, Rondinella, Molinara, Croatina e Ancellotta raccolte manualmente all’apice della maturazione fenolica per garantire struttura e colore al vino. Il salasso in fase pre-fermentativa consente un’ancor maggiore ricchezza di aromi regalando un vino rubino intenso, con note di piccoli frutti rossi, l’assaggio fragrante valorizzato da una leggera nota sapida. Il Valpolicella Ripasso

hectares in the Valpolicella Classica area and grow facing south at different altitudes: the grapes for Valpolicella Classico grow 200 meters above the sea level grow, those for Valpolicella Superiore grow 300 meters above the sea level, those for Amarone at 400 meters and those for Valpolicella Ripasso at 500. The production – that in 2016 will be denominated officially as organic – counts 50,000 bottles. Valpolicella

Doc 2012 nasce invece da una resa di soli 60 q/ht., con le uve sottoposte a pressatura soffice, fermentazione con lieviti selezionati e follature manuali. A marzo il vino viene ripassato sulle vinacce di Amarone, per affinare poi 20 mesi in barrique francesi e 8 mesi in bottiglia. Il Ripasso si presenta rubino brillante, con profumi di frutta matura e spezie, e al palato rivela un’importante nota alcolica ben equilibrata. (i.g.)• TENUTE UGOLINI Strada di Bonamico 11- 37029 San Pietro In Cariano (VR) Tel. +39 045 770 3830/ +39 335 281571 Fax +39 045 7701680 info@tenuteugolini.it - www.tenuteugolini.it Facebook: Tenute Ugolini - Vini della Valpolicella

Classico Doc 2013 is the fruit of historical vineyards of Corvina Gentile and Grossa, Rondinella, Molinara, Croatina and Ancellotta that are harvested manually in the moment of the complete ripening in order to give structure and colour to the wine. The pre-fermentation drain give richer aromas, a ruby red colour and perfumes of small red fruits, and a fragrant taste with a light sapid inkling. Valpolicella Ripasso Doc

2012 is a niche production of 60 quintals per hectare: the grapes are softly pressed, fermented on selected marcs with manual pump over. In March, the wine is poured on marc of Amarone, and then ages 20 months in French barrique francesi and is refined eight months in bottle. Ripasso has a bright ruby red colour, perfumes of ripe fruit and spices, an important alcoholic inkling and a well-balanced taste. •


Seiterre, la forza di sei

territori in un unico brand Un gruppo di professionisti, anni di esperienza, voglia di crescere e di affrontare nuove sfide produttive e di mercato

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one geografiche differenti, climi e terreni eterogenei, vitigni diversi: è questo il grande patrimonio con cui Seiterre e le persone che la animano si confrontano. Sono le condizioni ideali per valorizzare al tempo stesso potenzialità, originalità e biodiversità di uve e “terroir” in un unico organico progetto. Seiterre conta oggi su 300 ettari di proprietà nelle migliori zone: dal Trentino con l’Azienda Agricola Maso Bianco al Piemonte con la Tenuta Montebello, dal Podere Sassoscritto in Toscana alla Tenuta San Leone in Veneto, limitrofa al Lago di Garda, da Le Capannelle nella Maremma Toscana fino all’ultimo acquisto friulano Podere del Gal . È

proprio da quest’ultima terra che nasce lo spumante in vetta alla preferenze italiane e internazionali: il prosecco. Il “Prosecco 6” presenta un colore giallo paglierino, perlage fino e persistente, profumo intenso con sentori di crosta di pane e fiori di pesco grazie al metodo di spumantizzazione Charmat lungo. L’azienda è impegnata anche a livello ricettivo: a Tenuta Montebello è presente un agriturismo con ristorante specializzato nella cucina piemontese mentre il caseggiato è dedicato a cerimonie e la piscina idromassaggio, riscaldata dai pannelli fotovoltaici, è l’ideale per un soggiorno relax. Dotata di un confortevole agriturismo e di una risotteria ove degustare i diversi vini prodotti abbinati alle

Seiterre, the strenght of six territories in a single brand A team of professionals, years of experience, wish to grow and face new challenges Different geographical areas, various climates, soils and grape varieties: it’s the patrimony of Seiterre and the daily challenge of its staff, a unique project that exploits the potential, peculiarity and biodiversity of different grape varieties and terroirs. Nowadays Seiterre counts on a 300-hectare property that spreads over the most interesting Italian oenological areas: from Trentine (Azienda Agricola Maso Bianco) to Piedmont (Tenuta Montebello), passing through Podere Sassoscritto and Le Capannelle (Tuscan Maremma) in Tuscany and Tenuta San Leone in Veneto, near the

ricette stagionali dei risotti è anche la cantina “San Leone”, concepita per essere “visitabile” in qualsiasi giorno dell’anno grazie ad un percorso che permette l’attraversamento “aereo” dei locali di vinificazione e di imbottigliamento. (i.g.) •

Lake of Garda, up to the last bought Podere del Gal in Friuli. This last one is the homeland of Prosecco, the most appreciated Italian sparkling wine. “Prosecco 6” has a straw yellow color, fine and persistent perlage, an intense perfume with crust of bread aromas and peach flowers perfumes, created thanks to a long Charmat method of processing. The company is active in the field of welcoming too: at Tenuta Montebello there is an agritourism and a restaurant with typical Piedmontese cuisine, an area addressed to events and a Jacuzzi warmed with photovoltaic panels. San Leone has a comfortable welcoming area too and a risottorestaurant where it is possible to taste the produced wines with special dishes. The winery is open all year round and proposes an airborne visit to the vinification and bottling rooms. •

Pad. 5 stand F2

VINI RIZZI SRL Via Dossi, 26 - 37051 Bovolone (VR) Tel. +39 045 7100674 Fax +39 045 7103438 info@vinirizzi.com - www.seiterre.com Facebook: /Seiterre Altre tenute: Agriturismo Montebello Loc. Montebello, 249 15078 Rocca Grimalda (AL) Tel: 0143 876230 - Cell: 335 7664951 www.tenutamontebello.com info@tenutamontebello.com Agriturismo e Cantina San Leone Loc. Monte, 37 37067 Salionze di Valeggio sul Mincio (VR) Tel: 045 7945008 www.sanleone.net info@tenutasanleone.net Facebook: /infosanleone

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Dal cuore della Valpolicella il piacere dell’attesa

GERARDO CESARI SPA Località Sorsei 3 37010 Cavaion Veronese (Vr) Tel. +39 045-6260928 Fax +39 045-6268771 info@cesariverona.it www.cesariverona.it

N

asce nel cuore della Valpolicella, l’Amarone Bosan, vino simbolo della produzione Gerardo Cesari. È infatti nella cantina di Cavaion Veronese che le uve iniziano, dopo la raccolta, il lungo percorso che darà vita ad un prodotto di altissimo livello, in cui la pazienza ed il saper attendere diventano elementi fondamentali. Solo a distanza di alcuni anni dalla vendemmia l’Amarone Bosan è pronto a dare il meglio di sé, come confermano i recenti successi: il concorso internazionale MUNDUSvini 2014 ha infatti assegnato all’Amarone Bosan 2006 Riserva il titolo di “Bester Amarone” mentre il noto “The Wine Advocate” di Robert Parker lo ha premiato con un giudizio da 95 punti. Un vino, l’Amarone Bosan, che simboleggia l’impegno della Gerardo Cesari nella valorizzazione del patrimonio vitivinicolo veronese, come dimostra la partecipazione della cantina ad Opera Wine, evento internazionale che si terrà a Verona il 21 marzo 2015. Per il terzo anno consecutivo, infatti, la Gerardo Cesari è stata inserita da Wine Spectator tra le 100 migliori aziende italiane che parteciperanno all’appuntamento veronese e che racconteranno, con i loro vini, una preziosa identità territoriale fatta di storia, cibo, arte e tradizioni.•

Amarone Bosan Gerardo Cesari From the heart of Valpolicella the pleasure of waiting In the heart of Valpolicella, Amarone Bosan springs the wine symbol of Gerardo Cesari’s production. In fact, in the cellar of Cavaion Veronese the grapes starts the long process that will give life to a high quality product. Patience and the taste of waiting are fundamental elements of this process. Only after some years Amarone Bosan will be ready to give the best of itself, and the recent successes are a proof of it: the international contest MUNDUSvini 2014 has appointed to Amarone Bosan 2006 Riserva the appellation of “Bester

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Amarone”, while the famous Robert Parker’s “The Wine Advocate” has awarded it with 95 points. Amarone Bosani is a wine that

represets Gerardo Cesari’s commitment in the promotion of the oenological patrimony of Verona, as well as the partecipation of the cellar to Opera Wine, an international event that will take place in Verona next March 21st 2015. For the third year in succession, Wine Spectator has included Gerardo Cesari among the best 100 Italian wineries that with their wines will tell a story of land, history, food, art and traditions. •

Veneto

Amarone Bosan Gerardo Cesari

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BF: l’imbottigliamento si fa in tre!

A brevissimo sarà pronta la terza unità mobile di imbottigliamento, per garantire un servizio sempre più ampio

w w w . b f i m b o t t i g l i a m e n t o . i t

UNITÀ MOBILI DI IMBOTTIGLIAMENTO

S

arà pronta a brevissimo la terza struttura mobile di Bf Imbottigliamento, che garantirà una presenza forte su tutto il territorio nazionale dell’azienda, che tramite le sue unità mobili va incontro alle necessità dei piccoli e medi produttori vinicoli, che hanno bisogno di imbottigliare i propri vini con garanzie e versatilità. Le strutture infatti,non permettono alle aziende soltanto di imbottigliare direttamente nella propria cantina, seguendo personalmente tutte le operazioni, ma anche di usufruire di tutte le tecnologie e le finezze costruttive che sono prerogativa di produzioni molto più elevante. E fondamentale è sottolineare la versatilità di questo genere di impianti, capaci di soddisfare le esigenze più disparate, soprattutto riguardo i formati. Si possono infatti confezionare tutti i formati, dal piccolo 187 cc alle magnum da 1,5 litri, con riempimento fino a diametri molto vicini ai 110 mm e produzioni sull’ordine delle 3000 bottiglie/h. Il lavoro avviene su una struttura completamente chiusa ai lati, posta a 30 cm da terra ed è continuamente controllato da personale specializzato, che opera da oltre 10 anni all’interno di impianti di imbottigliamento mobile e che garantisce controlli periodici con attrezzatture da laboratorio autorizzate su: ossigeno disciolto nel vino e nella bottiglia confezionata, indice di filtrabilità del vino in cantina, purezza dell’azoto prodotto, pressione dello spazio di testa al di sotto dei tappi rasi per il controllo del vuoto, altezza calibrata dei livelli in funzione delle diverse bottiglie con correzioni dettate dalle differenti temperature attraverso una lampada a retroilluminazione, controllo del dosaggio dei coadiuvanti, controllo dello sforzo necessario per l’apertura dei tappi vite con torsiometro. (l.m.)• BF IMBOTTIGLIAMENTO S.R.L. Via Castagnole, 20/h - 31100 Treviso - Tel/Fax 049 9925681 Cel. 333 2986641/ 333 2986643 info@bfimbottigliamento.it - www.bfimbottigliamento.it

LAVORAZIONI GARANTITE CONTROLLI FFETTUATI All’interno del ciclo produttivo sono previsti controlli periodici su: • OSSIGENO disciolto nel vino proveniente dalla cantina • Ossigeno disciolto nella bottiglia confezionata • Indice di FILTRABILITÀ del vino in cantina • Purezza dell’azoto prodotto • Pressione dello spazio di testa al di sotto dei tappi rasi per il controllo del vuoto • Altezza calibrata dei livelli in funzione delle diverse bottiglie con correzioni dettate dalle differenti temperature attraverso una lampada a retroilluminazione • Controllo del dosaggio dei coadiuvanti • Controllo dello sforzo necessario per l’apertura dei tappi vite con TORSIOMETRO

BF imbottigliamento S.r.l. Via Castagnole, 20/H - 31100 Treviso Tel./Fax 049 9925681 - 333 2986641 333 2986643 www.bfimbottigliamento.it info@bfimbottigliamento.it

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Veneto

Scriani si tinge di bianco

La dinamica azienda di Fumane presenterà a Vinitaly i due nuovi prodotti: il Pinot Grigio e il Custoza Bianco

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n’altra ventata di novità per l’azienda Scriani dopo la Corvina in purezza cui il titolare Stefano Cottini è stato fra i primi a credere, dopo l’ampliamento dei vigneti che esprimono ora le caratteristiche dell’intera

Valpolicella - essendo situati su tre lati con un’anima di volta in volta calcarea, vulcanica e minerale - e dopo i sempre più numerosi riconoscimenti, tra cui le tre stelle recentemente assegnate dal Premium Select Wine Challenge & Spirits all’Amarone 2010 che

totalizza 89/100, al Carpané e al 2011 Valpolicella DOC Classico Superiore Ripasso premiato con un 85/100. Questa volta la novità sventola però bandiera bianca: si tratta infatti di un Bianco di Custoza e di un Pinot Grigio. Il Bianco di Custoza preserva,

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Hall 15 Stand 15F41

grazie a fermentazioni a temperatura controllata e lieviti scelti, tutti i pregi delle quattro uve con cui è prodotto: la Garganega conferisce profumi di frutta a polpa bianca e sapore gradevole, il Trebbiano Toscano dà corposità, il Tocai Friulano apporta sfumature paglierine mentre il Cortese si fa riconoscere per la nota piacevolmente aromatica. Ne nasce un vino dai profumi delicati che in bocca si fa apprezzare per il sapore morbido e sapido, fresco e piacevolmente amarognolo. Il Pinot Grigio, da uve in purezza, fermenta e affina per quattro mesi in vasche di acciaio inox per regalare un vino giallo paglierino, che al naso colpisce per l’intensa nota fruttata dal tocco minerale e al palato si mostra fresco e vellutato, armonico ed elegante. (i.g.)• AZIENDA AGRICOLA SCRIANI di Cottini Stefano & C. S.s. Via Ponte Scrivan 7 37022 Fumane (VR) Tel. 045 6839251 Fax 045 6801071 info@scriani.it - www.scriani.it Facebook: SCRIANI VINICOLA Twitter: @scriani

Scriani turns white The dynamic winery from Fumane will present at Vinitaly two new labels: Pinot Grigio and Custoza Bianco Another breath of fresh air at Scriani. In time the winery has surprised us in many ways: first with a singlevariety vinification of Corvina – an intuition of the owner, Stefano Cottini –, then with an improvement of the vineyards – that nowadays represents the best of the whole Val-

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policella, growing on three sides and on three different soils, calcareous, volcanic and mineral. Also, with its long series of acknowledgments, such as the three stars at Premium Select Wine Challenge & Spirits for Amarone 2010 (89/100 points), to Carpané and to 2011 Valpolicella

DOC Classico Superiore Ripasso (85/100). Now, it’s time to turn white with its new two labels: a Bianco di Custoza and a Pinot Grigio. The first one, thanks to a fermentation at controlled temperature, preserves all the qualities of the four grape varieties that compose it: Garganega gives it perfumes of white fruits and a pleasant taste; Trebbiano Toscano gives it body and structure; Tocai Friulano

gives it straw yellow nuances; and Cortese a pleasant aromatic inkling. The result is a delicate wine with a soft and sapid taste with a light bitterish note. Pinot Grigio, a single-variety vinification, is refined in stainless steel for four months, to become a straw yellow wine, with an intense fruity perfume and a mineral inkling, and a fresh and velvety taste, harmonic and elegant. •


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Valle D’Aosta

Diversi nella particolarità

A

ntitesi della globalizzazione. Abbiamo più volte detto come la Valle D’Aosta sia - un po’ per vocazione un po’ per forza di cose, viste le sue ridotte dimensioni - una vera chicca. E in tal senso gli operatori dell’enoturismo si muovono con azioni concrete, che portino visibilità nel rispetto delle dimensioni e della filosofia di vita (i due fattori forse si implicano a vicenda). Per esempio nel momento in cui scriviamo il piccolissimo comune di Chambave - quasi mille abitanti - sta formalizzando l’ingresso nel network “Piccole Italie”, che mira proprio a “valorizzare entità locali con una spiccata vocazione identitaria”. In vista di Expo 2015, quali sono gli obiettivi che la regione si pone? Ci ha risposto Stefano Carletto, il cui curriculum lo porta tutti i giorni a contatto con vino, gusto e turismo. Con quale obiettivo Chambave è entrato a far parte delle Piccole Italie? “Le Piccole Italie è per noi una grande opportunità di promozione territoriale e crescita comune. Qui da sempre l’agricoltura (in primis viticoltura, col suo Muscat de Chambave e allevamento) è un fiore all’occhiello. La qualità dei vini così come quella dei prodotti della filiera lattiero casearia rappresentano per Chambave quell’unicum che caratterizza ognuna delle città aderenti al network”. Quante chance ci sono che i visitatori dell’Esposizione, dopo Milano, scelgano di sostare in Valle D’Aosta nel prosegui-

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DI STEFANIA ABBATTISTA

A due mesi da Expo, la Valle D’Aosta si prepara ad accogliere i visitatori inaugurando un’avveniristica Funivia del Monte Bianco mento di un ideale tour enogastronomico? “La “verticalità” della Valle d’Aosta costituisce un atout che per i visitatori di Expo 2015 sarà una vera e propria scoperta. In contemporanea con l’Expo verrà anche inaugurata la nuova avveniristica Funivia del Monte Bianco: sono certo che rappresenterà il mezzo ideale per conoscere il territorio e i Saveurs du

Val d’Aoste”. Lei è anche Coordinatore delle Città del vino Valle D’Aosta: come spiegherebbe il carattere dei vostri vini al visitatoretipo di Expo 2015, che magari non li conosce affatto, viste le ridotte dimensioni della produzione? “Diverso nella particolarità e particolare nella diversità: questo per me il carattere dei nostri vini. In un territorio difficile, vincolato da una meteo particolare, il contadino (qui industriali del vino non ce ne sono) nella fatica di ogni giorno ha creato produzioni di qualità, che oggi anche le guide iniziano a valutare come meritano. La quantità resta forse l’unica pecca ma è innegabile che in un mondo omologato in gusti e tendenze, le rarità di vini di territori poco conosciuti diventano gioielli che ognuno vorrebbe poter assaggiare almeno una volta”. • CHI E’ STEFANO CARLETTO Classe 1964, consigliere comunale di Chambave, membro del direttivo Onav Valle d’Aosta, Coordinatore regionale dell’Associazione nazionale Città del Vino. Lavora presso l’Assessorato regionale al turismo della Regione Autonoma Valle d’Aosta in qualità di interprete, addetto alla mediateca e blogger sul sito vdamonamour.it


Expo, occasione unica per scoprire il Molise DI CHIARA MARTINELLI

L’armonia tra uomo, natura e modalità di trasformazione dei cibi sarà il genius loci alla base delle eccellenze molisane in mostra all’evento mondiale

É

di fatto l’unicità “delle eccellenze” ad esprimere al meglio il sapore e l’identità del Molise, piccola regione italiana che si prepara a prendere parte all’Expo. L’assessore all’Agricoltura regionale, Vittorino Facciolla, ci mostra una cartolina inedita di questo affascinante territorio: dai prodotti tipici al vino, ecco la fotografia di una geografia molisana work in progress. Con quali modalità la Regione Molise si presenterà all’evento più atteso del 2015? “Innanzitutto con la consapevolezza che molti dei principi base dell’Expo siano pienamente coerenti con molti degli aspetti territoriali e culturali del Molise. Da noi nutrire vuol dire innanzitutto rispettare e il settore agroalimentare regionale basa ogni parte del processo proprio sul rispetto e sull’armonia. Ad Expo useremo le tecnologie più avanzate per raccontare questa nostra originaria forza antropologica che, cre-

do, sarà anche la nostra forza per i mercati del futuro. Soprattutto quelli enologici”. Parliamo di produzione vitivinicola: quali sono le novità e i progetti a sostegno dell’indotto economico del comparto? “Per quanto riguarda la produzione vitivinicola, ad oggi contiamo 24 cantine, con alcune eccellenze riconosciute e ben diffuse sul mercato vinicolo, soprattutto nazionale. Dopo molti anni la nostra Regione è riuscita ad affermare una propria identità nel panorama vitivinicolo italiano, sganciandosi finalmente dalle altre realtà limitrofe alle quali spesso è stato associato. La produzione, che si sviluppa soprattutto nella zona collinare a ridosso della costa, ha consentito un aumento, di anno in anno, del numero di vitivinicoltori, dando vita ad una ricca e pregiata produzione regionale nella quale spiccano soprattutto la Tintilia ed il moscato bianco. Non solo, abbiamo altre denominazioni importan-

ti (le due Doc, Biferno e Molise e l’IGT ‘Osco’ o ‘Terre degli Osci’) e, quanto ai vitigni tipici, vanno ricordati l’Aglianico e il Montepulciano che si affiancano alla Tintilia, mentre tra quelli a bacca bianca, ricordiamo la Malvasia lunga, il Moscato Bianco ed il Bombino Bianco. Voglio sottolineare, poi, come il Nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 della Regione Molise, dia grande spazio anche alle Misure inerenti il supporto e lo sviluppo del settore vitivinicolo, con ingenti finanziamenti”. Una riflessione sulla realtà odierna del Molise. La partecipazione ad Expo sarà un incentivo nel migliorare molti aspetti critici finora trascurati ? “L’Expo sarà un’occasione unica per definire, potenziare e mostrare al mondo le specificità della nostra terra e rendere queste specificità funzionali ai nuovi trend dei settori agroalimentare e turistico”.•

L'ESPERIENZA IN BOTTIGLIA www.eno-lab.it info@eno-lab.it

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Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

GRANDI LANGHE DOCG Langhe, Roero e Monferrato, 18 - 20 marzo 2015 Forte del successo della prima edizione, torna Grandi Langhe Docg, la manifestazione biennale or-ganizzata dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, in collaborazione con il Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero e il Consorzio Tutela del Roero, aperta esclusiva-mente ai professionisti di settore nazionali e internazionali. Tre giorni di degustazioni itineranti nei diversi comuni di origine che permetteranno di conoscere i vini direttamente dai produttori: un vero e proprio “viaggio” attraverso paesaggi vitivinicoli proclamati Patrimonio mondiale dell’umanità. www.grandilanghe.com

PROWEIN Düsseldorf, 15 – 17 marzo 2015 Fiera ormai di grande rilievo, una delle più importanti del panorama internazionale, torna il salone tedesco di casa a Düsseldorf. La macchina organizzativa ha i motori accesi già da un bel po’, dalla scorsa estate gli espositori hanno prenotato la loro presenza e da tempo è stato annunciato che il padiglione bio quest’anno non ci sarà. Vini e spirits provenienti da tutto il mondo aspettano la vetrina tedesca per spingere l’acceleratore e lanciare il proprio business (soprattutto per l’export). Numerose le aziende partecipanti provenienti da ogni angolo del pianeta e numerosi saranno i buyer e le occasioni commerciali da cogliere al volo. www.prowein.com

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ONLY WINE FESTIVAL Città di Castello (PG), 18-19 aprile Ad essere protagoniste di questa seconda edizione di Only Wine saranno le migliori 100 piccole cantine e i produttori “under 40” italiani selezionati da A.I.S., che, sabato 18 e domenica 19 aprile prossimi a Città di Castello, in provincia di Perugia, esporranno e faranno gustare il meglio della propria produzione attraverso degustazioni libere e guidate. Tra le numerose novità di Only Wine Festival 2015, gli originali momenti dedicati all’Art Food, ovvero al cibo e alle sue rappresentazioni nell’arte, alla presenza di giovani chef capaci di usare gli ingredienti come pennelli. Da non perdere, infine, lo spazio espositivo dedicato ai vini pregiati delle terre dei Balcani, che Only Wine Festival ha scelto come ospiti d’eccezione per quest’anno. Only Wine Festival: una vera e propria esaltazione dei piaceri del vino e del cibo con il coinvolgimento inevitabile di tutti e 5 i sensi, per un’esperienza indimenticabile. La manifestazione è organizzata da FieraShow, in collaborazione con A.I.S. nazionale e regionale Umbria e il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, la Regione dell’Umbria e il Comune di Città di Castello. www.onlywinefestival.it


VINITALY Verona, 22 – 25 marzo 2015 Confermata la sinergia fra Vinitaly, Sol&Agrifood ed Enolitech, per offrire ai professionisti del vino in arrivo da 120 Paesi una panoramica completa della produzione italiana, fatta di vini di qualità, tradizione alimentare e tecnologie innovative. Vinitaly continua ad essere il Salone del vino più importante nel nostro Paese, con tante aziende, incontri, degustazioni, aree tematiche, in quest’annata speciale in cui ha un ruolo primario anche in vista di Expo. “Con l’Expo, il 2015 sarà un anno importante per il nostro Paese, e il vino e l’olio extravergine di oliva, insieme all’agroalimentare di qualità sono produzioni trainanti del made in Italy, che però non potrebbero esistere – afferma Ettore Riello, presidente di Veronafiere – senza il know-how tecnico delle migliori aziende. Veronafiere lo sa bene, e proprio per questo ha sempre puntato sulla contemporaneità dei tre saloni, che pur indipendenti, si completano tra loro dando un’immagine unitaria agli operatori economici in arrivo da tutto il mondo”. www.vinitaly.com

Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

GLUTEN FREE FEST Perugia, 29 maggio – 2 giugno 2015 Il programma dell’evento, che propone una serie d’iniziative rivolte ad un pubblico di tutte le età, sarà quest’anno ancora più ricco. Sorprendenti novità, legate al mondo dello sport e del benessere, accompagneranno gli immancabili appuntamenti di degustazioni guidate, lezioni di cucina, semina-ri, laboratori e attività ludico didattiche per bambini, senza dimenticare le aree ristoro e fingerfood dove acquistare e consumare in sicurezza prodotti e bevande gluten free. La kermesse ospiterà fra l’altro il 12° Campionato di Calcio Nazionale AIC e la prima edizione delle Olimpiadi senza Gluti-ne, mini tornei sportivi gratuiti aperti a tutti gli amanti dello sport e della vita sana all’aria aperta. www.glutenfreefest.it

WINE E GOURMET JAPAN Tokyo, 15 – 17 aprile 2015 Si svolgerà presso il Tokyo Big Sight Exhibition Center dal 15 al 17 Aprile la sesta edizione di Wine and Gourmet Japan. Si attendono circa 75000 esperti del settore in una fiera in cui saranno presentate le migliori etichette internazionali tra bianchi, rossi, spumanti, birre e liquori. Come sempre, tre giorni ricchi di incontri e seminari e, in prima assoluta, l’evento serale The Night of Wines. Confermata la presenza di produttori dei seguenti paesi: Italia , Spagna, Portogallo , Australia, Sud Africa , Germania , Georgia e Thailandia, pronti a far conscere ai professionisti del settore giapponesi e non solo I loro prodotti di punta. www.wineandgourmetjapan.com

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di Cristiano Magi

L’anno della capra porterà

fortuna al vino italiano? Un nuovo inizio per la Cina e un’opportunità per l’Italia

I

l 19 febbraio è stata celebrata la Festa della Primavera, conosciuta fuori dalla Cina come capodanno cinese. Come sempre il nuovo anno ha visto l’ingresso di un segno zodiacale diverso. Stavolta è stato il turno della capra, segno caratterizzato da capacità artistiche e creative ma anche da indecisione e irresponsabilità. Nella società cinese lo zodiaco ha un peso di gran lunga maggiore rispetto a quello che ha nei paesi occidentali e interessarsi a questi aspetti non è da considerare superfluo; potrebbe essere lo spunto per creare una nuova eccentrica etichetta oppure un argomento di conversazione con un importatore o un cliente interessato ai vostri prodotti. L’anno della capra potrebbe inoltre essere ricordato come quello della ripresa, secondo quanto previsto da uno studio dell’IWSR – International Wine and Spirit Research. Lo ha sostenuto recentemente anche Guillaume Déglise – direttore generale di Vinexpo – citando lo stesso rapporto, convinto che il 2015 sarà l’inizio di un periodo positivo dopo un 2014 sotto le aspettative. L’anno appena passato ha visto infatti un calo complessivo dell’import cinese del 2% per quantità e del 3% in valore. Lo sfuso è sceso bruscamente e ha impattato soprattutto sui cileni, mentre l’imbottigliato è cresciuto dell’1% in valore. Gli spumanti sono saliti del 60% in volume e del 30% in valore, con l’Italia cresciuta dell’80% in volume ma calata del 13% sul prezzo medio. I francesi hanno recuperato nel 2014 sui vini in bottiglia e sono saldi al comando (44,9% in valore) mentre l’Italia ha ridotto la sua penetrazione (da 5,3% a 4,8%), in quinta posizione dietro a Australia (18,1%), Cile (9,1%), Spagna (7,0%) ma davanti agli Stati Uniti (4,8%). Le pro-

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spettive però sembrano rosee: sempre secondo lo studio dell’IWSR i consumi di vino nel mercato cinese aumenteranno addirittura del 25% entro il 2018. Ci speriamo fortemente ma per scaramanzia ci appuntiamo questa previsione per poterla verificare al momento dovuto. Questa eccezionale ripresa dovrebbe essere aiutata anche dalla riduzione del consumo di bevande nazionali e dall’esaurimento degli stock di vino presenti nel Paese, oltre che da un cambio epocale che vedrà – entro il 2020 – circa il 35% della popolazione cinese entrare a fare parte della borghesia di fascia media e medio-alta. Ci saranno inoltre 37 milioni di cinesi che raggiungeranno l’età legale per consumare alcolici nei prossimi 5 anni, più della popolazione del Canada. Saranno – come spesso abbiamo ricordato – più istruiti e preparati rispetto alle generazioni precedenti. Questi nuovi consumatori bevono e berranno vino non solo per status symbol e acquisteranno principalmente bottiglie che avranno un costo intorno ai 20 euro per il consumatore finale, indicazione importante anche per i vini italiani. Nella volontà di intercettare il nuovo pubblico segnaliamo la riproposizione di H-ack Wine, hackaton dedicato al mondo del vino, organizzato a febbraio da H-Farm Ventures in collaborazione con Vinitaly International. La formula ha visto la presenza di giovani sviluppatori, designer e specialisti del marketing e comunicazione al lavoro per 24 ore – giorno e notte – allo sviluppo di progetti digitali innovativi per alcune aziende che potranno usare le idee migliori, in accordo con gli stessi creatori e con gli organizzatori della manifestazione. Questo anno hanno partecipato Zonin 1821, Gruppo Vinicolo Santa Margherita e Col Sandago. •


PELLICOLE DI GUSTO ( di Lorenzo Bianciardi - lorenzo@igrandivini.com )

Lunchbox:

il sapore di un’emozione

Se in un film cercate il “sapore” di un’emozione, non potete perdervi Lunchbox, opera prima del regista indiano Ritesh Batra (Dabba, 2013): una pellicola deliziosa, di sentimenti profondi, che vi farà riflettere sul valore del gusto…e anche dell’amore! La storia è quella di una giovane madre che vive a Mumbai. Ila tutti i giorni prepara con cura il pranzo di metà giornata del marito, facendosi consigliare dalla vicina del piano di sopra, che per prima ne assapora gli odori dall’alto della finestra. Una volta che il pranzo è pronto, non resta che chiuderlo nel porta-pranzo, il dabba, tipico contenitore in acciaio con le scodelle che poggiano una sull’altra, e poi consegnarlo ai dabbawalla. Non siete mai stati in India? Allora forse non sapete che Mumbai è la città di 5.000 fattorini che ogni mattina raccolgono più di 200.000 pranzi fatti in casa, per consegnarli ai lavoratori direttamente in ufficio all’ora di pranzo. In questo sistema perfetto di trasporto dei pasti si svela tutta l’essenza della cultura gastronomica indiana, che dalle tradizioni secolari non ha perso ancora il “gusto” di un bel piatto caldo… Per uno strano scherzo del destino, gli impeccabili fattorini per una volta, però, faranno “cilecca”, consegnando il cestino di Ila alla persona sbagliata. A riceverli tutti i giorni è Saajan, contabile di una società alle soglie della pensione, che si stupisce di queste nuove pietanze deliziose. Questo scambio di pasti sarà davvero

una coincidenza “sbagliata”? «A volte il treno sbagliato ti porta alla stazione giusta», si dice nel film. E in effetti, attraverso i messaggi scritti lasciati dentro il dabba, i due protagonisti entreranno in intimità, messi in contatto “solo” dalle parole e dai sapori. La strada del cuore sembra passare davvero attraverso lo stomaco: il cestino di Ila viene così puntualmente “ripulito” con gusto da quell’inaspettato commensale. Il lunchbox, che doveva in realtà “infiammare” una storia d’amore con il marito che stava andando a rotoli, finisce per sedurre un’altra persona a colpi di spezie. Parafrasando il titolo di un celebre film di Wenders, il gusto rende i due protagonisti “così lontani così vicini”, e quei bigliettini di carta uno strumento romantico cui affidare il cuore e i pensieri più profondi, alla ricerca di quella «felicità interna lorda» di cui nessuno parla abbastanza. «Penso che dimentichiamo le cose quando non abbiamo qualcuno a cui raccontarle», scrive Saajan in un suo messaggio. È bello condividere un pasto, dei sapori, come è bello raccontare di sé agli altri, mettendosi in gioco. Come andrà a finire? Un film tanto delicato e poetico non poteva che lasciarci nel dubbio. Alla fine l’unica certezza che ci rimane è che il gusto, senso “di prossimità” per eccellenza, per una volta si rende protagonista di emozioni “a distanza”. Per fortuna…così ha dato alla luce una storia bellissima, tutta da assaporare.•

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NewsBio & Green di Marina Ciancaglini

Vini naturali, V

ini naturali. Sembra una parola semplice ma in realtà genera una enorme confusione, proprio perché da un punto burocratico il termine non è definito da nessuna normativa. A complicare le cose, nel 2012, è entrata in vigore la contestata legislazione europea sul vino biologico, che presenta delle maglie giudicate, da alcuni Paesi come l’Italia, troppo larghe. Soprattutto in termini di solforosa aggiunta. E poi c’è la certificazione biodinamica, in mano a un solo ente privato, la Demeter, estremamente costosa. E allora, a fronte anche delle manifestazioni e fiere che continuano a fiorire – a testimonianza del sempre crescente interesse nei confronti di questa tipologia – come classificare tutti quei vini che sono prodotti da un’uva coltivata senza prodotti chimici, fermentata con i suoi lieviti spontanei e che, soprattutto, sono il frutto di una produzione artigianale e sostenibile? Samuel Cogliati, autore italo-francese di numerosi testi dedicati al vino, ha scritto un agile volume “Vini Naturali, che cosa sono?” edito da Possibilia Editore, dove cerca di fare chiarezza in questo contenitore terminologico. Un libro sui vini naturali, perché? “Perché è un tema ‘scivoloso’, che genera ancora disorientamento nel pubblico. Mi sembrava utile aiutare a fare un po’ di chiarezza in modo succinto”. E’ stato difficile condensare in poche pagine un argomento che ancora genera così confusione, che non ha una legislazione a riguardo? “Ciò che è difficile è farsi capire: la

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piena comprensione delle implicazioni nella produzione di un vino “naturale” presuppone un’idea di fondo della viticoltura e della vinificazione. È dunque complicato rivolgersi a un lettore digiuno”. Non essendoci, appunto, una legislazione, come può il consumatore essere tutelato nel conoscere quello che c’è nella bottiglia, quando non si è in presenza di una certificazione bio? “L’attuale certificazione bio, a mio avviso, è un insuccesso e conta poco; può anzi essere fuorviante. Tutti i vini “naturali” sono più o meno bio de facto, ma non tutti i vini bio certificati sono “naturali”. Non esistono scorciatoie: occorre indagare di persona, conoscere i vignaioli, fare domande, degustare con molta attenzione. E non pensare di ottenere una risposta definitiva; io sto rimettendo in discussione alcune mie opinioni”. Essendo italo-francese e conoscendo bene entrambe le realtà, quali sono le differenze tra i 2 Paesi in termini sia legislativi che di attenzione riguardo ai vini naturali? “La legislazione è europea, quindi comune. In termini di attenzione l’Italia paga forse il dazio del suo difetto peggiore: l’immobilismo. È dunque un po’ in ritardo, mi pare però che la situazione si stia gradualmente evolvendo”. Trova che le varie “correnti” e fiere che ci sono contribuiscano a diffondere la cultura o generino solo confusione? “Il fatto che ci siano più voci a mio avviso giova alla diffusione del fenomeno. Il problema è sempre lo stesso: l’essere umano tende a incasellare e

samuel congliati foto di francesco orini

essere o non essere?

Samuel Cogliati, autore del libro “Vini Naturali, che cosa sono?” spiega quali sono le criticità di questa definizione e le lacune legislative

semplificare la realtà per avere risposte. Idealmente, vorrebbe che sotto tale o talaltra etichetta ci fosse una garanzia, un po’ come quando ci si rivolge a una guida o a un esperto per decidere che cosa acquistare. In entrambi i casi è più utile affidarsi a sé stessi, alla propria

capacità analitica e critica. È questa la cultura, anche se è una strada molto più tortuosa”. Vini Naturali. Che cosa sono?, di Samuel Cogliati, Possibilia Editore. www.possibiliaeditore.eu•


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A tutta Birra di Chiara Martinelli

La birra in Abito da Sera, Le regionali e gli Chef Stellati

Birra Moretti quest’anno non è soltanto Official Beer Partner di Expo 2015 ma una vera e propria speen doctor degli abbinamenti fra birra e alta ristorazione. Lo dimostrano le originali iniziative che hanno visto partecipare i venti migliori ristoranti meneghini nella terza edizione de “L’Abito da sera”, insieme ai sommelier, per la degustazione della Moretti Gran Cru. In effetti sono gare di talenti, specialmente se si tratta di esaltare la tradizione enogastronomica italiana abbinandola alla versatilità della birra “coi baffi”, tanto per rimanere nell’immaginario collettivo. La “cucina d’autore” è il tratto distintivo anche de “Le Regionali”, le quattro birre lanciate in anteprima a Identità Golose e dedicate

CHOCOLATE BEER

BIRRA E CHEF

MORETTI DOCET

Da Sabadì a Baladin: la cioccolata esalta la birra e viceversa

alle regioni Piemonte, Friuli, Toscana e Sicilia. Una gamma dall’imprinting territoriale il cui binomio birra-cucina, suona come un gingle nell’esaltare i sapori delle singoli proposte, sempre nell’eco della cultura gastronomica locale. Partendo quindi dagli ingredienti “topici” di ciascuna area geografica, i mastri birrai di Moretti hanno elaborato assieme agli chef stellati Claudio Sadler e il sommelier Giuseppe Vaccarini, la beerlist ispirata ad alcune eccellenze italiane.

Un esempio? Ecco gli highlights delle quattro versioni: mela renette per la friulana (da degustare con formaggi e salumi); zagara (il fiore delle arance) per l’agrumato della siciliana, ottima con piatti a base di pesce; mirtillo e riso di Sant’Andrea per accompagnare i secondi di carne caratteristici della piemontese; infine l’orzo della Maremma, dal retrogusto un po’ amaro, ingrediente adatto ai primi piatti di pasta “alla toscana”. Info: www.birramoretti.it

Da Sabadì a Baladin: la cioccolata esalta la birra e viceversa

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SCEGLI UNA BIRRA E SCARTA UN CIOCCOLATINO

Non è un’idea originale l’abbinamento birra e cioccolata, ma se la scatola dei cioccolatini riprende il packaging della Baladin allora c’è qualcosa di inedito che incuriosisce. Matteo Musso non è nuovo nel lanciarsi in ardite sperimentazioni extra birraie, ed è forse per questo che Simone Sabaini titolare del Sabadì di Modica ha deciso di fidarsi. Stavolta però non parliamo di una nuova produzione birraia appannaggio del birrificio, bensì di cioccolatini pensati apposta per alcuni brand già conosciuti di casa Baladin. E tra i più classici per giunta. Una blanche come la Isaac si assapora gustandoci un cioccolatino di pasta amara aromatizzato con scorza di mandarino, scaglie di limone e vaniglia. Nora l’egiziana si accosta al mood della cioccolata amara, stavolta con zenzero e caffè. La Super si gusta con il cacao amaro e l’aggiunta di zucchero di palma di cocco. E via fino alle declinazioni del cioccolato con radice di liquirizia per la Leon e zucchero di canna e peperoncino per la Elixyr. Info: www.baladin.it


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Bollicine News di Giovanni Pellicci

EVENTI

VINO IN VILLA PER VIVERE L’ARTE DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE Il Consorzio illustra i dati: bene il lavoro per giovani under 40 e quote rosa Arte, fotografia, musica, letteratura, filosofia, poesia e il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore nel calice, ovviamente. Sono questi gli ingredienti di Vino in Villa, il tradizionale appuntamento primaverile, in scena dal 14 al 17 maggio nelle località trevigiane di Conegliano, Pieve di Soligo, Valdobbiadene perpoi culminare nell’affascinante Castello di San Salvatore di Susegana con un banco

d’assaggio con circa 300 etichette di realtà diverse e un concerto di musica jazz con gli artisti Enrico Rava e Tiziano Scarpa. Il tema scelto per questa edizione è “Al di qua e al di là del limite”. Splendida la cornice naturale dell’evento, a partire dalle colline che si estendono da Conegliano, città natale del Cima (grande maestro del Rinascimento), a Valdobbiadene. Le colline del Cone-

gliano Valdobbiadene Prosecco Superiore sono, tra l’altro, il primo sito della provincia di Treviso ad essere iscritte nella Tentative List italiana delle candidature a Patrimonio Unesco e nelle ultime settimane sono stati compiuti nuovi importanti passi in avanti per l’ottenimento di questo importante riconoscimento. “Ad avvicinare l’orizzonte di questo importante traguardo sono state le recenti deliberazioni della Regione Veneto – spiega il Presidente del Consorzio, Innocente Nardi - che ha sempre sostenuto il progetto anche a livello economico ed istituzionale. Desidero ringraziare il Governatore Luca Zaia che ha voluto e gestito personalmente l’iter necessario, impegnandosi in prima persona in questo progetto, fin da quando ricopriva la carica di Ministro dell’Agricoltura”. Info e dettagli su Vino in Villa 2015 su www.prosecco.it

STRATEGIE

ALL’EXPO BRINDISI UFFICIALE CON IL FRANCIACORTA Sono oltre 15 milioni le bottiglie di Franciacorta vendute nel corso del 2014, con un rotondo +10% rispetto all’anno precedente. Con questi risultati Franciacorta – come è possibile leggere nell’approfondimento dedicato con l’intervista al Presidente del Consorzio Maurizio Zanella – si appresta ad essere Official Sparkling Wine Expo Milano 2015 grazie ad uno strategico accordo commerciale. La denominazione bresciana, con questo accordo, punta ad ampliare i suoi orizzonti sul palcoscenico internazionale e aumentare la quota export. Ad oggi il mercato estero rappresenta infatti il 9,2% ed è cresciuto del 12,8 % rispetto al 2013, il mercato italiano è cresciuto nel 2014 del 9,7%. Inoltre il Consorzio ha regi-

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Il Consorzio bresciano presenta il nuovo sito web e punta a potenziare la quota export strato anche un leggero aumento del prezzo medio di vendita. In concomitanza con l’Expo Milano, il Consorzio lancerà la nuova veste grafica del suo sito web www.franciacorta.net. “Sarà un portale totalmente rinnovato nella veste grafica – spiega una nota stampa - in cui troveranno ampio spazio sia la valorizzazione delle eccellenze del Franciacorta, sia la promozione del territorio. Il sito, frutto di un accurato studio di usability, garantisce ai visitatori un’espe-

rienza ottimale di navigazione e una maggiore velocità di utilizzo. Uno strumento web all’avanguardia che si integra con i social network ed è fruibile da ogni tipo di device (smartphone e tablet) grazie all’applicazione del responsive design, inoltre una bacheca che permette l’interazione tra il consumatore e Franciacorta attraverso i canali social. Il progetto del nuovo sito web è opera dell’agenzia NT Next, partner per le attività di comunicazione digitale. Posizione a Vinitaly: STAND B/C 16

VINITALY

LA BIODIVERSITA’ IN UN CALICE DI PROSECCO DOCG Il 2014 si è chiuso con performance in crescita sia all’estero che in Italia Il Consorzio del Prosecco Superiore Docg sarà a Vinitaly con una serie di appuntamenti e degustazioni da non perdere per scoprire il fascino delle bollicine di Conegliano Valdobbiadene. All’interno dello spazio istituzionale, che si presenterà come una vera e propria finestra sul territorio e sulla tutela della biodiversità, si terranno lezioni sull’assemblaggio delle cuvée, che evidenzieranno l’importanza del lavoro dell’enologo nell’assemblare le basi in modo da bilanciare le diverse espressioni territoriali. Al centro della lezione vi saranno le basi create nei laboratori della scuola enologica di Conegliano, la più antica d’Italia. Tra i momenti di formazione anche piccoli corsi sulle modalità di servizio e sulla scelta del bicchiere più adatto per esaltarne i profumi. A tutto questo si aggiungeranno i diversi momenti di degustazione delle Rive, del Cartizze e della tipologia “sui lieviti”. Grazie all’innovativo studio Biodivigna, il Consorzio ha potuto tutelare la biodiversità della varietà Glera, attraverso la salvaguardia del materiale genetico di vecchi ceppi di viti. Il progetto ha portato alla creazione di alcuni vigneti sperimentali e alla costituzione di un erbario di specie vegetali spontanee presenti nei vigneti e che oggi è conservato presso la sede di Biologia a Padova, per un totale di circa 850 schede botaniche. Posizione a Vinitaly: PAD. 8 STAND i2-I3-I4


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Distillati & Co di Giovanni Pellicci

CONCORSO 1

L’ALAMBICCO D’ORO SI APRE ALLE AZIENDE VITIVINICOLE C’è tempo fino al 31 marzo per partecipare alla 32^ edizione del concorso promosso da Anag C’è tempo fino al 31 marzo per partecipare all’edizione n° 32 del concorso “Alambicco d’Oro”, promosso, da Anag, Assaggiatori grappa e acquaviti. L’iniziativa che premia la produzione di grappa e acquaviti di uva prevede quest’anno la novità di estendersi, oltre che alle distillerie, per la prima volta anche alle aziende vitivinicole, con l’obiettivo di creare una sinergia sempre maggiore fra due realtà, vino e grappa. Novità rispetto al passato prevedono anche l’assegnazione dei punteggi per conquistare i tre riconoscimenti in palio - Best gold, Gold e Argento - e il premio speciale riservato alla distilleria che vincerà più medaglie, sommando le proprie a quelle ricevute dalle aziende per le quali distilla. Sabato 18 e domenica 19 aprile a Bellaria Igea Marina, in provincia di Rimini, si terrà poi la selezione dei distillati in gara. La giuria sarà composta da circa 60 soci degustatori Anag in arrivo dalle diverse associazioni regionali. Nelle sue 32 edizioni, il concorso “Alambicco d’Oro” ha coinvolto circa il 60% delle distillerie italiane attive in Italia, pari a un centinaio, e il numero di prodotti partecipanti, tra grappe e acquaviti d’uva, ha oscillato fra 120 e 180. “Il nostro concorso - spiega la presidente di Anag, Paola Soldi - è ormai un tradizionale punto di riferimento per distillatori e consumatori. Insieme al concorso, si sono evoluti anche il nostro distillato di bandiera, la grappa, e le richieste del mercato e dei consumatori. In risposta a questi cambiamenti e con l’obiettivo primario di stimolare una sinergia sempre più forte fra il mondo del vino e quello di un suo diretto derivato, quale è la grappa o l’acquavite d’uva, abbiamo voluto aprire il nostro concorso alle aziende vitivinicole, che troppo spesso non valorizzano in maniera adeguata i distillati prodotti con le loro vinacce. La sinergia fra il produttore vitivinicolo e il distillatore, espressione di due grandi passioni, può portare solo a prodotti di qualità ed è questa che vogliamo valorizzare premiando anche chi cura la nostra materia prima, le vinacce, con la stessa passione con cui cura la vigna per trarne il migliore vino possibile”. Per informazioni sul concorso è possibile scrivere all’indirizzo e-mail concorsi@anag.it.

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CONCORSO 2

VINITALY PREMIA IL PACKAGING, IN LIZZA ANCHE I DISTILLATI Novità per l’ormai tradizionale premio pensato da Vinitaly per l’originalità del packaL’edizione n° 19 ging dei prodotti. del concorso sarà L’edizione numero aperto per la 19, in programma il prima volta anche 19 marzo 2015, del ai liquori concorso dedicato all’abbigliaggio, cioè alla veste grafica delle bottiglie di vini e distillati provenienti da

uve, vinacce, mosto o vino, apre il giudizio anche alle categorie dei distillati diversi dall’uva (vale a dire gin, rum, whisky, ecc.), a tutti i liquori e all’ olio extravergine di oliva. L’obiettivo è quello di diventare sempre di più momento di confronto sulle tendenze in atto nel mondo della grafica, del design e più in generale del packaging.

NORMATIVE

FURTI D’ALCOL, POSTICIPO FINO AL 2017 ha definito la propria Sospiro di sollievo per posizione giudiziaria in La decisione è AssoDistil dopo il diffeambito penale dopo rimento al 31 dicembre stata inserita quella data non potrà 2017 della “pretesa trinel decreto avvalersi della norma. butaria nei confronti del Milleproroghe. “Il rammarico – spiega soggetto obbligato al Il plauso di in una nota AssoDistil pagamento dell’accisa AssoDistil che - è che la disposizione inserita nel decreto Milchiede di rivedere esclude così un buon leproroghe. Viene così le norme numero di imprese, colposticipato il pagamenpite da furti e rapine, to dell’accisa sull’alcol in attesa di una norma che regolamenti in rapido aumento negli ultimi anni. definitivamente l’estinzione della pre- Quello della sospensiva è un passo imtesa tributaria. “Finora, oltre al danno portantissimo per sostenere le aziende, – spiega il presidente dell’Associazione costrette a barcamenarsi tra crisi, proAntonio Emaldi – i distillatori doveva- blemi di sicurezza ed un fisco sempre no sopportare anche la beffa, di una più pesante, che ha recentemente porpretesa da parte degli uffici fiscali di tato a quattro aumenti delle aliquote di pagamento dell’accisa come se il pro- accisa sui prodotti alcolici, con un saldo dotto rubato fosse stato regolarmente finale che fa segnare oltre il 30% di invenduto. Questa iniquità ha accelerato cremento più l’Iva, la tassa sulla tasla chiusura di molte aziende, incapaci sa”. Il decreto lascia anche intendere di corrispondere le somme dovute”. che si può fare di più: il Milleproroghe La sospensiva del Milleproroghe fino stabilisce infatti il differimento delle acal 2017 è ammessa soltanto in pre- cise “in attesa di apposita regolamensenza di un procedimento penale già tazione dell’estinzione della pretesa concluso e definito “alla data di entra- tributaria”. Un’apertura fondamentale ta in vigore del decreto legislativo 29 nei confronti del comparto, che più volmarzo 2010, n. 48”, vale a dire il prov- te in passato, ha richiesto la possibilità vedimento di attuazione della direttiva di “abbuono” delle imposte sull’alcol 2008/118/CE sulle accise. Quindi, chi in caso di furto o rapina.


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ExtravergineNews

APPUNTAMENTI

di Giovanni Pellicci

OPPORTUNITA’

CITTÀ DELL’OLIO, AL VIA IL CENSIMENTO DEI PAESAGGI OLIVICOLI Già arrivate le prime candidature dei siti d’interesse che rispondono ai criteri richiesti Un censimento su scala nazionale dei paesaggi olivicoli che potrebbero essere iscritti nel Registro dei Paesaggi Storici. E’ questa l’ultima importante campagna lanciata dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio per salvaguardare il patrimonio olivicolo e valorizzarlo al meglio.

L’iniziativa - frutto del Protocollo di intesa siglato dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio con il Laboratorio Cultlab dell’Università di Firenze diretto dal Prof. Mauro Agnoletti membro dell’Osservatorio Nazionale Paesaggio Rurale Mipaaf - è stata accolta con grande entusiasmo dalla rete delle Città dell’Olio, tanto che da alcune Regioni d’Italia, sono già arrivate le prime candidature. I siti e le aree d’interesse che dovranno rispondere ai criteri di significatività, integrità e vulnerabilità, richiesti dall’Osservatorio Nazionale per il Paesaggio Rurale e le Pratiche Tradizionali.

“Per la Associazione Città dell’Olio la tutela del Paesaggio Olivicolo e il mantenimento delle colture olivicole contro l’abbandono dei terreni agricoli, sono sempre state una priorità nella nostra agenda ha dichiarato il presidente Enrico Lupi - sono alla base di una politica di sviluppo del territorio che in linea con le direttive della nuova PAC 2014-2020, scommette sempre di più sulla tutela ambientale aprendo nuovi spiragli nella programmazione anche per quel che riguarda gli aspetti turistici dell’agricoltura”. Le aree proposte saranno sottoposte ad una prima valutazione da parte di una commissione composta da rappresentati di Cultlab e delle Città dell’Olio. Per le candidature giudicate ammissibili si procederà alla redazione della scheda di segnalazione.

PROGETTI

CON FIZONACLASSICO NASCE IL TERROIR DELL’OLIO Con l’ambizioso progetto del Consorzio Chianti Classico individuate 4 zone di produzione Si chiama Fizonaclassico il nuovo Progetto di Filiera Integrata (PIF) promosso dal Consorzio toscano Chianti Classico. L’obiettivo è lo sviluppo di uno strumento innovativo che permetta di fotografare le caratteristiche delle 4 zone di produzione del Chianti Classico dal punto di vista geologico e microclimatico, integrandole con le serie storiche di dati climatici, con i riferimenti catastali, con foto aeree dei terreni aziendali e con le caratteristiche

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chimiche degli oli analizzati a partire dal 2000. Lo studio – che avviene tramite Web GIS, un sistema informatico unico in Europa che permetterà di rendere ottimale la coltivazione delle olivete, particella per particella - è stato condotto per 18 mesi, concludendosi a fine 2014, anno noto ormai come horribilis per la produzione dell’olio, ma che verso il suo termine ha visto il raggiungimento di risultati assolutamente in-

novativi, di cui il Consorzio vanta il primato assoluto per l’originalità e la funzionalità del sistema attivato. “Questa descrizione può richiamare il concetto di terroir – spiegano dal Consorzio - che viene mutuato dal mondo del vino, fatta salva una doverosa precisazione: la zonazione dell’olivo non corrisponde a una classificazione delle aree per merito, ma ne descrive le differenze con lo scopo di aiutare, chi le conduce, a fare scelte tecniche più mirate. L’obiettivo è quello di dare il maggior numero di informazioni con un alto dettaglio che guidino l’olivicoltore nella cura delle piante in modo da ottenere quel famoso oro del Chianti Classico in tutto il suo splendore”.

A MATERA L’ASSEMBLEA 2015 DELLE CITTÀ DEL’OLIO La Capitale Europea della Cultura 2019 accoglierà la prossima edizione

Sarà ospitata nella Città dei Sassi, ovvero Matera, l’assemblea nazionale 2015 dell’Associazione delle “Città dell’Olio”. Un evento che conferma il legame della regione Basilicata con il settore oleico di qualità, come dimostra anche l’ospitalità data a “Girolio d’Italia” durante gli eventi del 2014. “Si tratta di un evento molto importante – spiega Angelo Tortorelli, presidente della Camera di commercio di Matera – per creare un ulteriore forte richiamo turistico, non solo ambientale e culturale per la scoperta di un’offerta allettante legata ai sapori della buona tavola”. Si potranno dunque apprezzare olive come la majatica e l’ogliarola e la filiera corta che connota la produzione della Basilicata. (i.g.)


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di Max Brod

MACCHINE PER IL VIGNETO

L’80% del parco macchine

andrebbe rottamato

I

l prof. Marco Vieri è agronomo e professore ordinario del SSD dell’ Agroingegneria presso l’Università di Firenze. Accademico Ordinario dei Georgofili e membro dell’Accademia Italiana dell’Olivo e dell’Olio. Membro del CESPRO, del CREAR, del CISAgr, dell’UNICESV. Presidente del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Firenze. Professore, quanto influisce la meccanizzazione del vigneto sul ri-

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sultato finale? “Volendo stare bassi, dal 40% al 50%. Il resto del problema è la qualità delle operazioni: nodo centrale sono le buone prassi di applicazioni dei prodotti, che riducono le dispersioni”. A che punto siamo col problema della dispersione di prodotti per la difesa? “E’ un problema sul quale si sta chiudendo gli occhi nel 99% delle aziende. Che non hanno i soldi per le strutture

adeguate, e non hanno un adeguato sistema di recupero dei reflui: che sono normalmente 1500 litri ogni anno a irroratrice, per un totale di 1,5 Kg di formulato chimico”. Oltre al problema reflui, c’è la dispersione nel trattamento… “Una quota è inevitabile, perché non posso spennellare foglia per foglia, ma bisogna sforzarsi di operare una un’irrorazione precisa, evitando la deriva esterna all’appezzamento”.


Le condizioni attuali e future della meccanizzazione del vigneto spiegate dal professor Marco Vieri: pregi, difetti e “cecità” del comparto Ci sono novità di mercato in questo senso? “Primo passo è il controllo tecnologico che consente di chiudere gli erogatori dove non c’è presenza del bersaglio. L’altra è il dimensionamento: proporzionalità tra quantità di liquido erogata sulla pianta e l’effettiva quantità di chioma presente. Poi l’erogazione a rateo variabile in relazione ai mutamenti dimensionali della chioma durante la stagione”. Quali gli elementi tecnologici indispensabili? “Sono possibili queste buone prassi solo grazie alla georeferenziazione, alla Marzo.pdf 1 06/03/15 17:55

automatizzazione e alla moderna sensoristica”. Tecnologie non ancora ampiamente diffuse però… “Gli pneumatici ci hanno messo 10 anni per essere applicati in maniere estesa sul territorio, non per i costi che si riducono del 10/20% ogni anno (un laser scan 3 anni fa costava non meno di 20 mila euro, oggi ne costa 7 mila). Il problema da superare è la gestione dei dati: ovvero rendere i dati in forma leggibile su un computer in maniera semplice, trasformandoli in mappe per esempio”. Si arriverà davvero alla gestione

del vigneto da smartphone? “E’ un’opportunità reale. Un giorno potremmo fotografare un insetto e chiedere online che insetto è, se è localizzato in quella zona, e avere magari già pronto un modello di lotta”. Saltiamo un attimo sulla cronaca, sono sempre maggiori le morti sui trattori… “I trattori sono sempre più sicuri. Il problema è il mercato nero di trattori che sono da rottamare. Uno dei motivi per cui non passa la legge sul controllo periodico dei trattori è che l’80% del parco macchine andrebbe rottamato”. Cosa manca, in definitiva, per far crescere le aziende nell’uso delle macchine? “Formazione. La gente non conosce cosa sta usando, dai corsi che fanno i miei giovani collaboratori per preparare coloro che faranno controllo delle irroratici in azienda vengono fuori esperienze di aziende nelle quali c’è veramente di tutto e di più. L’università sta già cercando di sopperire, ma le risorse sono poche e un sistema formativo vero, è assente”. •

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PACKAGING

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no straordinario assortimento di scatole regalo per ogni tipo di confezione: dalla classica valigetta alle forme più innovative come la lanterna, passando per le tradizionali ed eleganti cantinette. La Scotton spa è in grado di offrire oltre 150 varianti di forme, colori e lavorazioni per soddisfare qualunque esigenza di confezionamento per bottiglie di vino e olio. Prodotti standard sempre disponibili, caratterizzati da una qualità ed una robustezza che contraddistingue l’azienda da oltre 40 anni.

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Pre Filtrazione

Presenta la nuova cartuccia di pre-filtrazione VinPore Pre Guard

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inpore Pre Guard è una nuova cartuccia proposta da AEB Group s.p.a. con porosità nominale di 0,5 o 1 micron, altamente performante e resistente, formata da due strati sovrapposti di polipropilene (PP) e polietere sulfone (PES) a struttura asimmetrica, adatta alla prefiltrazione di vini, acqua e altre bevande alcoliche e analcoliche. La struttura asimmetrica del materiale filtrante assicura un’ottima performance nella filtrazione di profondità, portate elevate con alte rese orarie e una maggiore resistenza alle sollecitazioni meccaniche, chimiche e termiche. La possibilità di rigenerazione in controcorrente assicura tra le altre cose una maggiore durata delle cartucce ed una

minore perdita delle performance nominali nel periodo d’uso. I materiali sono resistenti alla sanificazione con vapore o con acqua calda. La cartuccia Pre Guard si aggiunge agli altri prefiltri e membrane finali della gamma VinPore di AEB, adatti a tutte le esigenze di filtrazione pre-imbottigliamento. Tutti i materiali sono adatti al contatto con gli alimenti e conformi ai requisiti richiesti dall’Ente Federale per la Sanità (BGA) tedesca e dalla Food and Drug Administration americana. Le caratteristiche dei materiali utilizzati e le esperienze di applicazione garantiscono un ottimo trattenimento delle sostanze colloidali instabili e dei microorganismi e un assoluto rispetto per le caratteristiche di colore e aromi dei vini.•

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Il sensore multiparametrico sviluppato e brevettato da TEAM

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ECS-VINE (Micro Environment and Canopy Sensor, versione VINE) è un sensore multiparametrico sviluppato specificamente per la caratterizzazione dello sviluppo vegetativo e del microambiente di colture a filare (vigneti, frutteti, etc.). MECS-VINE è stato sviluppato e brevettato da TEAM, il raggruppamento di imprese (Studio di Ingegneria Terradat, Appleby Italiana, Casella Macchine Agricole) nato nel 2009 con lo scopo di fornire al settore agricolo soluzioni di agricoltura di precisione “chiavi in mano”. Il software di postprocessing dei dati, MECS-MAPS, trasforma i dati registrati dal sensore in una serie di livelli informativi in forma di mappe tematiche sovrapponibili tra di loro e che nel complesso producono una rappresentazione tridimensionale della vegetazione monitorata. L’ambizione che ha originato

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la progettazione e realizzazione di MECS-VINE è quella di riuscire a produrre mappe tematiche con livello di significatività superiore a quello precedentemente possibile tramite l’utilizzo di dati multispettrali da satellite, superando nel contempo i limiti operativi dei sensori di prossimità sin qui presenti sul mercato, limiti che hanno di fatto reso impossibile il loro utilizzo estensivo con modalità semplici ed affidabili. Dal punto di vista dell’utente, risulta di sicuro interesse anche la possibilità di realizzare in completa autonomia e senza alcuna limitazione sia i rilievi dei propri appezzamenti sia la successiva attività di postprocessing finalizzata alla produzione delle mappe tematiche. MECS-VINE integra un ricevitore GPS ed una serie di sensori in grado di rilevare i seguenti parametri: Canopy Index (una misura oggettiva e sintetica del vigore vegetativo della parete), temperatura ambiente, tempe-

ratura superficiale della parete, umidità relativa, distanza media della parete misurata tramite sensore ad ultrasuoni. MECS-VINE può anche essere utilizzato per il controllo in tempo reale di macchine a tecnologia VRT: in tal caso il dato letto dal sensore posto davanti al trattore viene utilizzato per modulare l’intensità dell’intervento della macchina operatrice posta sul retro del trattore stesso. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito web www. precision-farming.com.

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Axtra:

impianti d’imbottigliamento e confezionamento su misura L’azienda, nel veronese, offre soluzioni mirate, un servizio di consulenza pre e post vendita e tecnologie all’avanguardia

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xtra Srl ha una missione ben precisa: offrire al cliente un prodotto di qualità con soluzioni cucite addosso alle sue esigenze di imbottigliamento, grazie alle competenze acquisite dall’azienda e ad uno staff professionale ed aggiornato. L’azienda nasce nel 2006 dalla volontà di Davide Nolli: da una sua pluriennale esperienza nel campo delle multinazionali ha preso vita un progetto volto ad aumentare il

livello tecnologico e qualitativo delle macchine da imbottigliamento, valorizzando soprattutto i concetti di modularità e flessibilità dei prodotti offerti. Per le aziende vitivinicole affidarsi a Axtra significa accedere ad un valore più che sostenere un costo. La consulenza infatti parte da un’analisi accurata delle singole necessità del cliente, delle sue numeriche e delle tempistiche di lavorazione; segue la fornitura e l’installazione del macchinario e infine la fase di post-vendita, fatta di suggerimenti, formazione del personale, mediante teleassistenza e interventi in loco. L’attenzione

cade sulla contingenza presente ma si affianca alla lungimiranza di prevedere possibili sviluppi e adattarsi ad eventuali esigenze future. Le macchine di Axtra sono programmate per la detersione interna delle bottiglie, per il riempimento, la tappatura, la capsulatura e infine l’etichettaggio, senza alcun vincolo su formati, dimensioni, tipologie delle etichette e così via. L’obiettivo primario è la salvaguardia e la tutela del prodotto finito, costato tanta fatica al viticoltore: questo è alla base delle scelte tecnolgiche e strategiche dell’azienda, affinchè il servizio offerto sia al contempo artigia-

nale – in quanto a cure e qualità – e industriale – in quanto ad efficacia e tempestività. La fase dell’imbottigliamento è un momento molto delicato nel ciclo di produzione del vino: ad esempio, il riempimento viene effettuato attraverso una valvola che rimuove l’aria della bottiglia senza che la stessa vada mai a contatto con il prodotto, inietta gas inerte e flussa il vino, senza contatto con l’atmosfera esterna. Axtra lo sa bene ed è per questo che si impegna costantemente a trovare le migliori soluzioni, per ogni tipologia di produzione, anche per quelle medio piccole. (c.c.)•

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Prolectus combatte la botrite e riduce la laccasi. La qualità del vino dipende dalla qualità dell’uva. Prolectus combatte efficacemente la botrite, riduce la presenza di laccasi e non interferisce sul lavoro dell’enologo. Prolectus è a base di una nuova molecola, esclusiva e innovativa, frutto dell’avanzata ricerca Sumitomo Chemical. Prolectus ha ottenuto l’Import Tolerance per gli USA. Prolectus, con un solo trattamento in pre-chiusura, garantisce una migliore gestione della strategia antibotritica.

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La scelta del professionista

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Arte e scienza del vetro per apprezzare e valorizzare i vini

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noscere le varie leggi di diffusione nel mezzo ed orientare le traettorie delle molecole nella direzione delle papille gustative interessate, amplificando contemporaneamente l’intensità e la persistenza delle percezioni olfattive. Infatti sinergico al gusto è l’olfatto, come ben sperimentiamo quando siamo

GRANGUSTO Wine by the glass

hiunque è in grado di apprezzare un buon bicchiere di vino,ma saper degustare davvero non è cosa da tutti : si tratta di un’arte difficile. La sofisticata sensibilità richiesta pretende infatti un’esperienza di lungo periodo sostenuta da una conoscenza tecnica specifica sia delle caratteristiche organolettiche del vino sia del fenomeno del bere. In questo contesto, non solo centrale ma addirittura decisiva risulta essere la funzione del calice, quale veicolo rispettoso e qualificante i segnali diffusi dal liquido. Numerose generazioni di esperti intenditori hanno ragionato ed espresso opinioni a proposito delle forme dei calici capaci di ottimizzare la trasmissione delle virtù dei vini. Il gruppo di ricerca della , ha studiato la fenomenologia in questione, applicando criteri e metodi scientifici, sia teorici che empirici, al fine di associare ad ogni singola tipologia di vino la geometria del recipiente più adatta. Allo scopo di tradurre queste conoscenze in contenitori di vetro, la ricerca si è poi avvalsa del prezioso contributo delle aree di progettazione industriale e di marketing. Sono stati misurati parametri e comparate analisi quantitative. In buona sintesi : l’obiettivo consisteva nel rico-

raffreddati o tappiamo il naso al bambino che prende una medicina amara. La vista è il primo dei sensi ad informare su stato, evoluzione, struttura e tipologia del vino: l’aspetto visivo preannuncia impressioni che verranno successivamente confermate ed integrate da odorato e gusto.

Nel “lavoro” di identificazione e percezione il naso segue l’occhio, esercitando un’attività tipicamente complessa. Forse questa capacità si è un po’ perduta nei millenni di civilizzazione (non per nulla i pochi grandi “nasi” sono molto ben pagati dall’industria profumiera) e tornerebbe utile un suo recupero


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nella prospettiva di una più alta qualità della vita. In successione temporale tocca poi all’esame gustativo valutare i sapori : essi possono essere dolci, salati, amari, acidi. Se i parametri vi sembrano pochi, riflettete sul fatto che la loro combinazione genera la casistica di un universo a quattro dimensioni! Molto numerose infine risultano essere le sensazioni tattili e gli aromi riconoscibili per via retronasale, quando il liquido è già in bocca o è stato appena deglutito. Immaginate a questo punto la varietà possibile di “gusti” originati dalla somma delle sensazioni sopra elencate! I calici da vino sono stati studiati per enfatizzare l’aroma, nobilitare il tatto, regolare il gusto ed apprezzare il colore e le relative sfumature. Oltre alle forme, un’altra eccellenza arricchisce il più prestigioso Made in Italy dei calici da vino per la degustazione : il vetro SON.hyx (High-Tech Crystal Glass). Questo vetro rispetta, preserva ed esalta le caratteristiche organolettiche, gli aromi ed i sapori del vino. SON.hyx non contiene piombo né metalli pesanti e viene prodotto a bassissimi livelli di emissioni in atmosfera. • Vetro Sonoro Superiore High-Tech • Ultra Clear perfettamente trasparente e eccezionalmente brillante • Robusto : Alta resistenza alla rottura • Trasparenza e brillantezza inalterate oltre 4000 lavaggi industriali • Altamente sonoro • Eco-Friendly Gli steli dei calici sono rinforzati al Titanio con un procedimento brevettato. Questo rinforzo permanente antiabrasione, non subisce alterazioni nel tempo e conferisce un’eccezionale robustezza agli steli durante l’utilizzo.•

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Conterno & Occelli: l’innovativa attrezzatura multifunzione

La rivoluzionaria strumentazione polivalente per il ripristino e la manutenzione dei vigneti esistenti o per il nuovo impianto

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na rivoluzione nella manutenzione dei filari dei vigneti: la Langa, innovativa attrezzatura di Conterno & Occelli Srl, è in grado di svolgere numerosi funzioni, grazie all’ausilio di diversi utensili facilmente intercambiabili e ad un’unica praticità di aggancio alla trattrice con un particolare attacco a tre punti fisso. PIANTAPALI PER PALI IN LEGNO-CEMENTO-FERRO: Attraverso una pinza in gomma o in ferro, è in grado di stringere il palo a qualunque altezza da terra e conficcarlo nel terreno con una forza pari al 50% del peso della trattrice. Allo stesso modo può essere utilizzata anche come cavapali per un corretto reinserimento del palo stesso o per il disimpianto del vigneto; PIANTAPALI VERTICALE PER PALI IN LEGNO-CEMENTO-FERRO: Con l’utilizzo di un cilindro il piantapali si trasforma facilmente in piantapali verticale;

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VANGA LATERALE: studiata per compiere due movimenti che la rendono in grado di imitare in tutto un attrezzo manuale, la Langa si trasforma con facilità in vanga laterale per estirpare i vecchi vigneti dalla radice e, contemporaneamente, lasciare una buca di dimensioni idonee al reimpianto; TRIVELLA LATERALE: indispensabile per la foratura dei terreni duri, la trivella è di facile utilizzo e permette la rimessa di pali ordinari o di testata, anche di notevoli dimensioni. Con l’ausilio di una particolare punta Fresa è anche utile per estirpare il ceppo vecchio e per la preparazione del terreno nella rimessa delle barbatelle. Comoda nell’interfilare, è posta lateralmente alla trattrice e compie rotazioni a destra e sinistra.•

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RIRES Via L. Spallanzani 6/a Faenza Tel. 0522703868 Fax 0522703782 www.rires.it

Analisi

Tu fai il vino buono, a

mantenerlo ci pensiamo noi!

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ires è una giovane realtà, come giovani sono coloro che ogni giorno lavorano in azienda. Capaci di attingere agli insegnamenti del passato, i componenti dello staff hanno saputo far tesoro dei preziosi consigli ricevuti sul campo da coloro che li hanno preceduti e che ogni giorni li aiutano a scrivere i capitoli della propria storia. Una storia fatta di pavimentazioni da raccontare, di centinaia di migliaia di metri quadri di vasche vetrificate in tutta italia. Per questo l’azienda è in grado di rispondere alle esigen-

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ze di diversi locali con tecniche di posa tra le più progredite: pavimentazioni continue in resina con prodotti all’avanguardia e trattamenti antibatterici lavabili. Tra tradizione e innovazione, Rires si migliora ogni giorno proprio negli ambienti industriali e del comparto vinicolo. L’impiego di materiali di produzione propria, certificati per contatti igienico- sanitari, permette di effettuare lavori a norma di legge, offrendo formulati atossici ed esenti da solventi e da rilasci di sostanze chimiche. La sicurezza dei materiali in primo luogo; una sicurezza che sa collegarsi alla parola d’ordine di ogni lavorazione, ovvero il totale rispetto delle qualità organolettiche dei vini. I cicli di produzione sono scrupolosamente attenti alla pulizia, i macchinari operano senza produzione di polvere ed ogni passaggio assicura l’attenzione ai dettagli nel pieno rispetto della cantina. •

Materiali di produzione propria e massima attenzione ad ogni fase della lavorazione: questo è Rires! A tutti gli interventi è riservato un rigoroso controllo che comprende il posizionamento dell’ accessoristica relativa, quali valvolame, connettori e quanto necessario. Nei locali di lavorazione adibiti alla vinificazione l’azienda consiglia, ove occorra, l’impiego di sistemi di drenaggio in acciaio Inox AISI 316 che possono essere forniti in funzione delle specifiche esigenze.


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Macchinari

Flessibilità nel trasporto bottiglie Premiato a Enomaq 2015 il nuovo sistema flessibile di trasporto bottiglie, all’avanguardia nel risparmio di tempo ed energia

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n premio importante – quello della fiera Enomaq di Saragozza – che va a coronare il nuovo progetto di Bertolaso, azienda leader nel settore dei macchinari per il settore vinicolo. Si tratta di un sistema innovativo per il trasporto delle bottiglie, integrato e completamente automatico, che permette di gestire e trasportare bottiglie cilindriche di dimensioni diverse dall’ingresso del monoblocco all’uscita dello stesso senza il cambio degli accessori. Questo si traduce in una riduzione dei tempi operativi,

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degli spazi di ingombro e dei costi, rendendolo al contempo efficace e sostenibile. La base funzionale del sistema è caratterizzata da pinze comandate da molle, senza l’uso di aria e di elettrovalvole, con notevole risparmio energetico e con durata accresciuta, studiate in modo da trasportare correttamente bottiglie di dimensioni diverse fra loro senza alcun intervento da parte degli operatori. Al posto delle coclee è stato introdotto un meccanismo a palette in grado di garantire l’adattamento ad un range di dimensioni veramente ampio. Le palette sono dota-

te di un sistema motorizzato e automatico di regolazione che consente di adattarsi alle dimensioni richieste dal cliente oppure sono sostituite da rinvii e trasferimenti “stella su stella” per non perdere mai il contatto con il contenitore. Le stelle sono tutte dotate di pinze di presa sagomate con precisione al computer, così da poter gestire dimensioni diverse rispettando tuttavia la posizione centrale dei colli delle bottiglie. Particolare attenzione è stata data alla pinza della sciacquatrice, consentendole una presa universale e solidissima basata per l’ap-

punto su molle. La pinza può così adattarsi a tutti i colli e gestirli nel modo più opportuno. L’assenza di guarnizioni permette inoltre di ridurre i costi di manutenzione e di uso. Lo stesso concetto di pinza è stato adottato anche per la movimentazione della bottiglia all’interno della riempitrice: i coni centratori e i piattelli possono essere sostituiti da una apposita pinza che si occupa di garantire il centraggio della bottiglia direttamente sul collo e di accompagnare la bottiglia alla macchina riempitrice. Viene così effettuata una gestione delicata e precisa del


riempimento, garantendo non solo la tenuta tra rubinetto e baga della bottiglia ma anche la flessibilità e la durata delle

guarnizioni. Il medesimo meccanismo è previsto anche sulla torretta di tappatura dove, in punti determinati, sono state introdotte delle stelle a pinza per tenere la bottiglia sotto le teste in posizione precisa e ferma. Per garantire la massima protezione del vino al di sopra della stella di uscita della riempitrice è stato inoltre introdotto

un nuovo sistema di controllo livello immediatamente prima del canale di discesa del tappo vite. In questo modo è possibile sia verificare il corretto riempimento del contenitore, sia tappare il contenitore subito dopo l’uscita dalla riempitrice, in modo da ridurre drasticamente l’ossidazione. Il vantaggio principale è che questo nuovo sistema elimina l’intervento dell’operatore nelle fasi di cambio formato, riducendo i tempi operativi, gli spazi di ingombro occupati dal magazzino e i costi per il cambio della forma dei contenitori. Una soluzione dunque

ad alta precisione, in grado di velocizzare le tempistiche senza compromettere la qualità del lavoro e anzi riducendo ulteriormente il rischio ossidazione e le spese di gestione, con un occhio alla sostenibilità che la rende un prodotto efficiente, all’avanguardia e sostenibile. • GRUPPO BERTOLASO Spa Via Stazione 760 37040 Zimella (VR) Tel. +39 0442 450111 Fax +39 0442 85811 sales@bertolaso.com info.service@bertolaso.com www.bertolaso.com

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Gruppo Cordenons:

carte fini e tecniche

per il mercato internazionale

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ruppo Cordenons è un’azienda italiana produttrice di carte fini e tecniche. La gamma di carte proposta è molto ampia e comprende carte metallizzate, perlescenti e iridescenti, carte marcate ed ecologiche prodotte con fibre annuali, carte per etichette, carte cast-coated e dal tatto particolare, carte create specificatamente per il mercato del digitale, carte di sicurezza e cartoncini per impregnazione. Il tutto realizzato mantenendo la vocazione per la produzione di prodotti di alta qualità, dall’eleganza e dal fascino del fatto a mano; una combinazione che il dipartimento di Ricerca e Sviluppo di Gruppo Cordenons è stato in grado di creare unendo passato e futuro, conoscenza, tradizione e abilità artigianali e tecnologiche. Gruppo Cordenons ha al suo interno una Divisione Filtri che opera ormai da decenni e, grazie alla costante ricerca, all’esperienza e al patrimonio

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tecnologico accumulati, offre una serie di prodotti specificamente studiati e collaudati, in grado di soddisfare pienamente tutte le esigenze della filtrazione nel campo alimentare, chimico, farmaceutico ed industriale. Stiamo parlando di carte, cartoncini e strati filtranti altamente innovativi, che vengono realizzati con materie prime pregiate, selezionate e collaudate, che garantiscono un livello costante di prestazioni e che, per soddisfare in pieno tutte le esigenze nelle diverse fasi del processo industriale di filtrazione, sono stati affiancati da cartucce e sacchi filtranti, realizzati con i materiali più moderni e le tecnologie più avanzate. Gruppo Cordenons opera in regime di certificazione ISO 9001, tutti i suoi prodotti sono certificati secondo le più recenti normative nazionali ed internazionali e il magazzino è monitorato in conformità alle normative europee relative ed al metodo HACCP. (l.m.)•

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Produzione Lieviti

Bioenologia 2.0.

Lieviti enologici a vitalità e purezza certificata

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ioenologia 2.0 ha recentemente raggiunto un nuovo importante traguardo. I lieviti in crema Atecrem, con il marchio Atecnos, prodotti con un innovativo processo presso lo stabilimento di Oderzo sono stati certificati dall’ente di certificazione CSQA in conformità allo standard DPT100 “Fondazione Edmund Mach- Istituto di San Michele all’Adige”: Lieviti enologici a vitalità e purezza certificata. Questo standard, redatto dalla Fondazione Edmund Mach, impone caratteristiche di vitalità e di purezza chimica e microbiologica migliorative rispetto a quanto indicato

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dall’OIV per i lieviti secchi attivi. Tali caratteristiche, controllate dai laboratori della Fondazione Edmund Mach e garantite per tutta la vita commerciale del prodotto, riguardano la concentrazione del lievito e la sua vitalità nonché l’assenza di concentrazioni significative di contaminanti biologici (lieviti non- Saccha-

romyces, batteri lattici, batteri acetici, muffe) e chimici (fitofarmaci, metalli pesanti e antibiotici). Bioenologia 2.0 è la prima azienda ad acquisire questa importante certificazione per i lieviti freschi, a conferma della elevata qualità dei propri prodotti, raggiunta grazie all’impiego di ingredienti accuratamente selezionati, all’adozione di procedure di rigorosa asepsi ed allo sviluppo di metodologie di produzione ceppo- specifiche che consentono a ciascun lievito di esprimere le migliori caratteristiche di qualità ed attività. •

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nche quest’anno Palletways, società leader in Italia per il trasporto espresso su pallet, torna a Vinitaly. Inevitabile per una società che da anni collabora con successo con le più importanti realtà vinicole italiane, il rapporto con le quali rappresenta il 30% del business aziendale. “Il settore vitivinicolo” afferma il Presidente Roberto Rossi “è per noi un settore privilegiato. La chiave del successo della nostra collaborazione è data in primis dalla massima cura che mettiamo 138

nel trasporto di ogni singola bottiglia, di cui garantiamo la totale integrità. Questo da solo però non basta. Alle aziende vinicole Palletways offre sia un servizio economy su tutto il territorio nazionale, che un servizio premium, molto apprezzato per le emergenze, che ad esempio si palesano in occasione di fiere ed eventi”. Palletways permette, infatti, di spedire la merce in 24-48 ore con la possibilità di monitorare via web gli spostamenti dei prodotti e di essere un rimborsati in caso di ritardo nella consegna: ma non è tutto. E’ proprio il Presidente Roberto

Rossi a svelare alcune novità nei servizi che sono in fase di sviluppo in collaborazione con alcune delle realtà vinicole più importanti d’Italia. Il progetto è riassumibile nella cosiddetta formula del Milk Run che molto agevolerebbe fornitori e Clienti, anche in vista della possibilità di stilare una sorta di carta del vino virtuale. L’obiettivo di ogni progetto è di agevolare quanto più possibile il Cliente, ottimizzando tempi e consumi. Ma non si tratta sempre e solo di costi di gestione. Palletways, infatti, da anni si mostra sensibi-

Roberto Rossi, Presidente della società leader nel settore dei trasporti su pallet, anticipa alcune novità nei servizi di logistica. le al tema della sostenibilità ambientale. E’ ancora il Presidente Rossi a fare il punto: “In un mondo industriale come il nostro mostrarsi sensibili ad un tema come quello della sostenibilità sembra un controsenso, ma ci sono molti modi diversi di lavorare. Quello che cerchiamo di fare è di compiere viaggi con mezzi sempre pieni con un’attenzione particolare agli scambi per ottimizzare i chilometri percorsi. La nostra flotta, inoltre, è quasi interamente composta da mezzi nuovi. L’Euro 6 è per noi la norma. L’utilizzo dei bancali EPAL, il sistema messo a punto per il riciclo e l’interscambio dei pallet, evitando la perdita degli stessi è poi un ulteriore tassello a sottolineare il nostro impegno”. (e.b.) • PALLETWAYS ITALIA SPA Via Pradazzo, 7 - 40012 Calderara di Reno (BO) Tel. +39 051 3171311 Fax +39 051 3171360 Info_italia@palletways.com www.palletways.com


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ne: la Zeus Snc è una realtà oggi in grado di soddisfare le richieste di svariati settori, tra i quali spiccano l’enologico e l’oleario. A disposizione dei clienti vi sono serbatoi di qualsiasi capacità e dimensioni, scale, ballatoi, passerelle e impiantistica varia; ma anche attrezzature enologiche quali pompe, filtri, diraspatrici, impianti frigo, presse, imbottigliatrici, tappatori ed etichettatrici; senza dimenticare l’accessoristica: tavoli, lavelli, misurini, secchi graduati, imbuti, piani di appoggio, pozzetti e canaline, ed infine le apprezzatissime bottiglie di acciaio inox specifiche per l’olio, da 250 e 500 cc, con tappo di chiusura e gocciolatoio interno. Con grande esperienza nel territorio toscano e del centro-Italia, il punto forte della Zeus è la per-

sonalizzazione: “Ovvero saper interpretare l’esigenza del cliente realizzando un prodotto su misura per dimensioni, accessori e materiali” spiega Massimiliano, socio della Zeus. L’oggetto più richiesto, attualmente, è il fermentino termo-condizionato con fasce di scambio termico, per controllare la temperatura dei mosti; ma oltre alla regolare attività di produzione, la Zeus ha avviato anche un importante servizio di ritiro e vendita dell’usato: “Che sta funzionando e trova ampio campo di impiego in quanto, soprattutto in questi tempi di crisi, prima di fare il nuovo si cerca spesso un buon usato”. Chiude il quadro della rinomata azienda la consulenza, sia per quanto riguarda lo studio della cantina - con il dimensionamento di serbatoi ed attrezzature

- sia per la scelta della tipologia dei prodotti, per un’offerta che, come sintetizza Massimiliano: “Possiede, dalla costruzione di un singolo prototipo alla realizzazione di lotti numerosi, la preziosa flessibilità dell’artigianato”. (m.b.)•


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BIOLOGICO

Certificazione del vino biologico:

l’esperienza di Suolo e Salute Leader in Italia per la certificazione bio col 30% delle cantine e oltre 18.000 ettari vitati. Oltre ai numeri, il vero punto di forza è il rapporto con il territorio

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uolo e Salute si racconta ai Grandi Vini nelle parole di Alessandro D’Elia, da anni impegnato in prima linea. Chi è Suolo e Salute? “È un organismo di controllo e certificazione per l’agroalimen-

tare che ha raccolto l’eredità dell’Associazione Suolo e Salute he a partire dal 1969 realizzò in Italia la prima esperienza di promozione del metodo organicominerale, dal quale l’agricoltura biologica ha tratto i suoi fondamenti. Nel settore vitivinicolo certifichiamo oltre 18.000 ettari e il 30% delle cantine bio. Si avvalgono dei nostri servizi molte realtà di punta fra cui Gaja, Fontanafredda, Banfi, Marchesi di Frescobaldi. Inoltre, sono certificati da noi quasi l’80% dei vigneti in biologico del Brunello di Montalcino”. Quanti sono gli ettari vitati in biologico, quali le prospettive? “Il vino biologico non è una nicchia e non è una moda. Lo dimostra la crescita vertiginosa della superficie vitata coltivata in biologico a livello mondiale: + 11% rispetto al 2013 e +164% rispetto al 2007 con una domanda di vino bio in forte aumento. In Italia sono 67.000 gli ettari di vigneto bio con oltre 1200 fra cantine e operatori. Il nostro Pease è il terzo esportatore di vino biologico dopo Spagna e Francia e deve superare alcune problematiche strutturali sfruttando meglio appeal e qualità. Le criticità legate all’esportazione sono un fattore limitante ma il contesto è comunque favorevole a un incremento delle esportazioni

bio”. Quali sono i vantaggi del biologico in riferimento alle attuali condizioni di mercato? “Il settore offre la massima opportunità alle cantine che producono per lo più vini di “fascia media”. Produrre in biologico, anche solo due o tre etichette, significa aprirsi a nuove opportunità di mercato aumentando l’attrattività verso altri Paesi e soprattutto rispondendo alla crescente domanda di vino bio di qualità a livello internazionale”. Perché scegliere Suolo e Salute? “Siamo tra i più importanti enti di controllo del biologico europei;

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in Italia siamo leader in assoluto con 14.000 aziende certificate in biologico (il 25% del totale) e 470.000 ettari bio controllati (il 28% del totale) nell’intero comparto agroalimentare. In questo settore vantiamo un’esperienza ultra quarantennale. Ma i nostri veri punti forza sono il rapporto con il territorio, avendo uffici in quasi tutta Italia, e il riscontro operativo che diamo quotidianamente alle aziende da noi certificate”. •


...la garanzia Diam ! Diam è l’unico tappo di sughero che consente una perfetta omogeneità da una bottiglia all’altra cosi’ come diversi livelli di permeabilità e che,

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News Tecniche TAPPI

BARBATELLE

IDENTITÀ GOLOSE, GLI CHEF STELLATI ALLA PROVA DEL TAPPO

I NUOVI CLONI DELL’AZIENDA AGRICOLA BIANCHI CARLA

Si è presentata ad Identità Golose l’opportunità per appassionati e chef stellati di testare con mano quanto la chiusura di un vino può fare la differenza.

Specializzata nella realizzazione di selezioni aziendali private in grado di esaltare e valorizzare le qualità dei vostri prodotti, l’Azienda Agricola Bianchi Carla, collabora con Istituzioni scientifiche accreditate e con i più rinomati professionisti del settore, al fine di massimizzare i risultati e garantire qualità e riservatezza del servizio.

Le decine di visitatori che hanno partecipato alle degustazioni di vini organizzate da Vino Libero e Nomacorc, hanno potuto provare una serie di vini appartenenti agli stessi lotti di produzione tappati con chiusure tradizionali e con chiusure Select Bio di Nomacorc. La degustazione ha permesso ai visitatori, esperti e non, di apprezzarne la differenza dal punto di vista della conservazione delle qualità organolettiche e dell’omogeneità delle prestazioni. Una differenza che si evidenzia anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, dal momento che il tappo Select Bio, realizzato con un derivato dalla canna da zucchero, ha un impatto ambientale pari a 0 e riduce al minimo tutti i problemi legati allo smaltimento.•

In collaborazione con CRA VIC l’azienda ha prodotto nuovi cloni: -Sangiovese N.: rosso rubino intenso, floreale e speziato, morbido al gusto. Adatto per la produzione di vini a medio invecchiamento. -Vermentino B.: vino giallo paglierino, con riflessi verdi, profumato, speziato, al gusto lievemente amarognolo. -Trebbiano Toscano B.: giallo paglierino, profumato con odore fruttato, al gusto sapido e strutturato. Adatto per vini di pronta beva. -Canaiolo nero N.: rosso rubino intenso, vinoso, al gusto morbido e vellutato. Adatto per vini da medio invecchiamento. -Aleatico N.: rosso rubino con riflessi violacei, intenso con sentori di frutti di bosco e spezie. Gusto morbido e vellutato, adatto per vini passiti.

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CONSERVAZIONE

ZANOTTI WINEBLOCK … CHE IL VINO ABBIA INIZIO La soluzione ottimale per la conservazione e l’affinamento del vino Il vino è un prodotto in continua evoluzione e la sua conservazione deve essere perfetta, per non alterarne in alcun modo le caratteristiche olfattive e gustative. La temperatura e l’umidità sono elementi di importanza fondamentale nella conservazione e affinamento del vino. Zanotti Spa da oltre 50 anni progetta e produce impianti per la conservazione e il trasporto di alimenti. La gamma dei prodotti Wineblock assicura le condizioni migliori per conservare e affinare i vini in tutta sicurezza in cantine naturali o locali adattati, mantenendo la temperatura ideale tramite raffreddamento e riscaldamento; umidità appropriata tramite umidificazione e deumidificazione; ventilazione continua per una circolazione dell’aria ottimale; assenza di vibrazioni; bassi consumi energetici e silenziosità. Le macchine sono pronte all’uso e adatte ad ambienti di piccola e media dimensione. La produzione completa della Zanotti Spa include impianti appositamente studiati per la conservazione, la refrigerazione e il trasporto alimentare.

Zanotti Wineblock … let us start with wine! The ideal products to preserve and refine your wine Wine is a product that develops continuously and to preserve its organoleptic quality it is necessary to store it with the utmost care. Temperature and humidity are fundamental elements to preserve and refine it properly. For more than 50 years, Zanotti Spa has been producing food conservation and transport systems. Wineblock range of products guarantee the best conditions to preserve and refine wine both in natural cellars and in fitted rooms: they maintain the ideal temperature by means of cooling and warming; the appropriate humidity through humidification and dehumidification; continue airing; absence of vibrations; low energetic consumption and noise level. Machines are ready to use and suitable for small spaces too. The range of products by Zanotti Spa includes storage, refrigeration and food transport systems.

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News Tecniche VIGNETO

VETRO

LA SPOLLONATRICE IDRAULICA MOD. ROTOFLEX DI COLOMBARDO

VDGLASS VI ASPETTA A VINITALY Sarà presentato il catalogo VDGLASS nel quale la gamma dei prodotti per la degustazione del vino

Il Gruppo Spollonante Idraulico per vigneto è ideale per l’asportazione delicata dei polloni dal ceppo della vite e dell’erba infestante sottofila È progettato per essere applicato su apposito telaio, sia sulla parte anteriore del trattore, che su posizione ventrale in versione singola (o doppia) con apposita flangiatura oppure, sul sollevatore posteriore universale di qualsiasi trattore con telaio retro portato. Nell’immagine è presentata con telaio specifico per l’applicazione anteriore su trattori sprovvisti di sollevatore. Sul medesimo telaio è possibile inserire anche la Lama Interceppi mod. “RapidLam13” con l’impiego di vomere scalzatore o disco (scalzante e/o rincalzante). La novità più interessante è che il gruppo viene dotato di due alberi spollonanti, velocemente intercambiabili. Un’esclusiva che rende definitiva l’operazione di pulizia della pianta e del sottofila, senza l’impiego di erbicidi chimici. Infatti uno degli alberi che è dotato di flagelli pesanti in gomma speciale – di forma piatta biforcuti e tondeggianti sull’estremità, con sistema rapido d’aggancio-sgancio “push&pull” – consentirà di ottimizzare l’intervento primaverile in presenza di erba tenera ma con importante quantità di polloni, mentre il secondo rullo in alluminio più piccolo contenente flagelli in nylon tondi, di piccole dimensioni, sufficientemente aggressivi sull’erba, permetterà di gestire al meglio gli infestanti più intensivi durante tutta la stagione estiva e quei pochi polloni rimasti illesi dal primo passaggio. L’obiettivo era di operare su vigneti in presenza di infestanti in stato avanzato e con polloni diffusi, in tutta la fase vegetativa stagionale della vite, senza offendere e recare traumi alla pianta; ciò si è ottenuto grazie anche a un sistema di “oil-control” che permette di dosare la velocità di rotazione dell’utensile in relazione alla tipologia di albero flagellante impiegato e dello “stato” degli infestanti presenti al momento dell’intervento. COLOMBARDO Reg. Leiso, 30/31 14050 S. Marzano Oliveto (AT) Tel. 0141 856108 Fax 0141 856103 www.colombardomauro.com www.colombardo.com info@colombardo.com

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WINE BOX

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VDGLASS Vi aspetta in occasione di Vinitaly 2015 Padiglione enolitech F2 con uno stand ricercato, espressione della nuova impronta di modernità e sobria eleganza di Vetro Due. L’azienda si è dotata degli strumenti necessari a penetrare con successo nel settore enologico, fino ad ora solo parzialmente seguito, ma destinato ad una forte crescita nel prossimo futuro. Sarà presentato a Vinitaly il catalogo VDGLASS nel quale la gamma dei prodotti per la degustazione del vino si arricchisce di nuovi articoli in vetro cristallino, materiale privo di metalli pesanti, sonoro e perfettamente trasparente e brillante. I calici hanno peculiarità tecniche, dimensioni e forme progettate per valorizzare le caratteristiche sensoriali dei vini. VDGLASS offre la possibilità di progettare e realizzare articoli esclusivi per i brand che vogliono distinguersi sul mercato identificandosi nel proprio bicchiere/calice, il quale diventa fondamentale veicolo di comunicazione. VETRO DUE Srl Via La Spezia 158 - 43126 Parma Tel. 0521 990983 www.vdglass.it - info@vdglass.it

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Scegli il PEFC,

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cegliere legno di alta qualità per far stagionare il proprio vino nel migliore dei modi è fondamentale, è una scelta obbligata. Dimostrare da dove proviene quel legno di qualità, dare garanzia che viene da foreste gestite in maniera sostenibile è invece una scelta etica, un valore aggiunto ormai

comprensibile a tutti. Utilizzare botti realizzate con legno certificato PEFC, certificazione che garantisce la provenienza della materia prima da foreste gestite in modo responsabile e che obbliga la riforestazione degli alberi abbattuti, vuol dire quindi investire in sostenibilità ambientale. L’azienda dà un segnale di scelta etica al mercato, con consumatori sempre più sensibili e disposti a premiare gli imprenditori che promuovono e tutelano la qualità e l’ambiente. Ma l’azienda può essere etica anche nella scelta del sughero per i propri tappi, del cartone per il proprio packaging, per la carta

Credit: PEFC Francia

fai un scelta etica

delle etichette, per il pallet su cui si trasporta il proprio vino. Il vino è un bene prezioso come l’ambiente: per questo è logica una scelta di coerenza, cioè che la bontà sia dentro e fuori della tua bottiglia. Se vuoi bene alle foreste e vuoi farlo sapere a tutti, usa botti, sughero e carta PEFC per la tua produzione di vini.•

Vuoi fare vini di qualità ed essere azienda etica e sostenibile? Con la certificazione PEFC si può: dalle botti alle etichette, così si dimostra la sensibilità verso l’ambiente

Choosing high quality wood to age your wine in the best way is crucial: it’s an obvious choice. To prove where that quality wood comes from, and give assurance that it comes from sustainably managed forests, choose PEFC-certified wood –an ethical choice and an added value that is understandable to all. Your consumers are increasingly looking to buy products that are environmentally friendly, with minimal impact on the environment and the world’s forests. With barrels made of PEFC-certified wood, you can demonstrate your commitment to environmental sustainability and

provide your customers with the assurance they need that the raw materials come from forests managed in a responsible way. You don’t need to stop with your barrels; you can also choose PEFCcertified cardboard for the packaging, paper for the labels, wood for the pallets and even cork for the bottles. Wine is as precious as the environment: that’s why considering quality both in and out of your bottles is a consistent choice. If you love the environment and want to let everyone know, use PEFCcertified barrels, cork and paper for your wine.•

Credit: PEFC Italia

Choose PEFC, make an ethical choice Do you want to make quality wine and be an ethical and sustainable company?

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Credits: PEFC France

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Dimostra la tua passione e scegli botti, tappi di sughe Credit: Franco alias Fra65 148


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