I Grandi Vini - Marzo/Aprile 2016

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BASILICATA _1 • CANTINA DI VENOSA • PAG. 45 _2 • AZIENDA AGRICOLA FUCCI ELENA• PAG.46

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CAMPANIA _3 • AGRICOLA SAN SALVATORE • PAG.49 _4_5_6 • DL WINE • PAG.52-53 _7 • AZIENDA AGRICOLA IL VERRO S.R.L. • PAG.51 _8 • VITICOLTORI DE CONCILIIS S.S. • PAG. 50

FRIULI _11 • REGUTA • PAG.58

MARCHE _15 • LA CANTINA DEI COLLI RIPANI • PAG. 66

LIGURIA _12 • SOCIETÀ AGRARIA BURANCO • PAG.61

PIEMONTE _16 • COMPAGNIA DEI CARAIBI • PAG. 69

EMILIA ROMAGNA _9 • CONDÉ AZIENDA VITIVINICOLA • PAG.54-55 _10 • AZIENDA AGRICOLA TORRE DEL POGGIO • PAG. 56

LOMBARDIA _13 • CASTELLO DI LUZZANO • PAG. 63 _14 • CANTINA SOCIALE DI GONZAGA • PAG. 64

PUGLIA _17 • CANTINA SAN DONACI • PAG. 72 _18 • TINAZZI • PAG. 113

SARDEGNA _19 • BRESCA DORADA • PAG. 75 SICILIA _20 _21 • TENUTE ORESTIADI • PAG. 76-77 _22 • AZIENDA AGRICOLA DOMENICO ORTOLEVA • PAG. 78

TOSCANA _23 • TENU _24 • AZIEN _25 • AZIEN _26 • AZIEN _27 • TENU _28 • TENU _29 • FATTO _30 • SIMO


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UTA DI ARTIMINO • PAG. 89 NDA AGRICOLA LE PIANACCE • PAG.86 NDA AGRICOLA MONTALPRUNO • PAG.87 NDA AGRICOLA MASSIMO CIARCIA • PAG. 88 UTA DI GRACCIANO DELLA SETA • PAG. 90 UTA DELLE RIPALTE • PAG. 91 TORIA LA LECCIAIA • PAG. 92 ONA CECCHERINI • PAG. 93

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_31 • PODERE SAN LUIGI • PAG. 94 _32 • POGGIO LA NOCE • PAG. 95 _33 • SENSI VIGNE E VINI • PAG. 96 _34 • SOCIETÀ AGRICOLA SASSODISOLE S.S. • PAG. 97 _35 • SOCIETÀ AGRICOLA USIGLIAN DEL VESCOVO SRL • PAG. 98 _36 • PODERE LA REGOLA • PAG. 13 _37 • VILLA TRASQUA • PAG. 99 _38 • TENUTE SAN FABIANO • PAG. 100

_39 • VECCHIA CANTINA DI MONTEPULCIANO • PAG. 101 _40 • AZIENDA AGRICOLA VILLANOVIANA • PAG. 85 _41 _42 • SOC. AGR. LE SODE DI SANT’ANGELO • PAG. 102-103 _43 • PODERE GIOCOLI • PAG. 104 ALTO ADIGE _44 _45 • SAN MICHELE APPIANO • PAG. 42-43

VENETO _46 • ANTICHE TERRE VENETE • PAG. 110 _47 • AZIENDA AGRICOLA SCRIANI • PAG. 108 _48 • LA FARRA • PAG. 107 _49 • AZIENDA AGRICOLA DAL BELLO • PAG. 111 _50 • AZIENDA AGRICOLA FLATIO • PAG. 109 _51 • TINAZZI • PAG. 113 _52 • COLESEL SPUMANTI S.R.L. • PAG. 112 _53 • CONTRI SPUMANTI S.P.A. • PAG.114 _54 • DEANGELI • PAG. 115 _55 • FATTORIA EOLIA • PAG. 116

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NUOVA COLLEZIONE 2016 scatole porta bottiglie

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Tel. 0423 913300 www.scotton.it scotton@scotton.it Siamo presenti al Vinitaly, Verona, dal 10 al 13 aprile Padiglione Enolitech stand F3, Galleria Padiglioni 6/7 stand C1


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Anno XII • Numero 89 • Marzo Aprile 2016 www.igrandivini.com In copertina Marta Gaspari

Editore Cluster Editori Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 Direzione e Redazione Strada Massetana Romana 58/b - 53100 Siena (Italia) Tel. 057745561 Fax 0577270774 - info@igrandivini.com Direttore Responsabile Giovanni Pellicci Direttore Editoriale Fabrizio Barbagli Traduzioni a cura di Mariavera Speciale Hanno collaborato a questo numero Stefania Abbattista, Barbara Amoroso, Luca Barbagli, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Nicola Biasi, Pamela Bralia, Alberto Brilli, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Irene Graziotto, Antonio Iacona, Antonella Iannella, Chiara Martinelli, Tommaso Nutarelli, Manuela Orsini, Enea Silvio Tafuro Art Director Linda Frosini Stampa Petruzzi – Via Venturelli, 7 Città di Castello (PG)

Concessionaria Pubblicità Cluster Editori Strada Massetana Romana 58/b 53100 Siena (Italia) Tel. 0577 45561 – Fax 0577 270774 info@clustereditori.it Account Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@clustereditori.it Marco Biagioli - m.biagioli@clustereditori.it Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Vittoria D’Apruzzo - v.dapruzzo@clustereditori.it Francesca Droghini – f.droghini@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Dania Modesti - d.modesti@clustereditori.it Manuela Orsini - m.orsini@clustereditori.it Irene Pazzagli - i.pazzagli@clustereditori.it Giulia Spolidoro - g.spolidoro@clustereditori.it

Associato a:

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Aderente al Sistema Confindustriale


A Vinitaly il vino italiano

incontra il digitale di quanto lo siano oggi, come conferma la recente analisi diffusa dall’Osservatorio Vino Digitale. Proprio per spingere in questa direzione, Vinitaly ha in agenda un incontro tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e Jack Ma, fondatore del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba. “La frontiera oggi è l’ecommerce e per far crescere ancora il vino italiano puntiamo sulla sfida digitale - ha dichiarato il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, promotore a Verona del ciclo di incontri World Wine Web -. L’istituzione nazionale e un grande soggetto internazionale proveranno a leggere le prospettive del sistema Italia dentro questa partita”. Inoltre il vino italiano che si riunirà a Verona ha un obiettivo ambizioso. Porre le basi per fare ancora meglio del record storico delle esportazioni del 2015, quando è stata raggiunta quota 5,39 miliardi di euro (+5,4% sul 2014). In questo quadro, sono ancora gli spumanti ad essere i grandi protagonisti (specialmente il Prosecco), con un valore di 985 milioni di euro (+17%). Restano gli Stati Uniti il mercato principe (+14% in valore), seguiti da Regno Unito (+13,3%) e Germania, seppur in lieve flessione. In supporto della promozione dei vini italiani all’estero è arrivato il nuovo decreto Ocm Vino promozione sui mercati dei Paesi Terzi che, nei prossimi 3 anni, stanzierà 300 milioni di euro a favore di progetti nazionali (30%) e regionali (70%). Il decreto, frutto di una non facile mediazione in sede di conferenza Stato Regioni, contempla importanti novità per snellire

le procedure e consentire al settore di sfruttare appieno tutte le risorse a disposizione. “Continuare a sostenere al meglio il nostro vino sui mercati internazionali – dice ancora il ministro Martina – è una priorità assoluta. Lo faremo con regole più semplici e vicine alle esigenze dei produttori. C’è molto lavoro ancora da fare, ma va anche detto che negli ultimi anni abbiamo dimezzato il divario dalla Francia”. “Ora l’obiettivo indicato dal premier Renzi è quello dei 7,5 miliardi di euro di export entro il 2020 – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Bene, quindi, i 300 milioni di euro messi in campo dal Governo con il decreto OCM per la promozione del nostro vino all’estero ma, alle aziende servono anche strumenti efficaci ed autorevoli come Vinitaly e il nuovo Osservatorio del Vino per sviluppare a livello internazionale il proprio business”. Insomma le risorse ci sono, gli strumenti anche. Vinitaly sarà l’occasione giusta per porre quelle indispensabili basi per mirare ad un 2016 da (nuovo) record. L’ultimo tema, ma non per importanza, è il Testo Unico della Vite e del Vino, strumento indispensabile per le aziende nello snellimento della burocrazia e nella diminuzione degli adempimenti. Qui ci auguriamo che le norme siano davvero efficaci e di facile applicazione nel quotidiano delle imprese vitivinicole, così da recuperare un tempo di gestazione politica che è stato piuttosto lungo.

Giovanni Pellicci Direttore Responsabile

EDITORIALE

I

l 50esimo Vinitaly sarà il più social della storia. O almeno questo è l’obiettivo. Da domenica 10 a mercoledì 13 aprile andranno in scena quattro giorni strategici per fare affari e porre basi importanti nelle partite chiave che il vino italiano è chiamato ad affrontare. L’export, con il continuo sostegno ad un trend mai così positivo come negli ultimi anni. Una nuova legislazione pensata per snellire la burocrazia quotidiana che assilla i produttori. E una concreta azione per far decollare le vendite online dei nostri vini, anche tramite gli incontri promossi dal Mipaaf a Verona, con i principali protagonisti del web, da Facebook a Twitter, da eBay ad Amazon fino a Google, così da dare alle aziende gli strumenti indispensabili per affrontare il mercato online. Partendo da quest’ultimo tema, le vendite via web oggi registrano transazioni per 30 milioni di bottiglie ed un giro di affari attorno ai 14 miliardi di euro. Per quanto in crescita, si può e si deve fare di più. E’ una cifra che rappresenta appena lo 0,3% del venduto, contro una media mondiale che sfiora il 2% e che vede i nostri rivali francesi totalizzare un +29%. Per questo, nelle prossime pagine, potrete leggere l’opinione e gli obiettivi a breve scadenza di Alessandro Olivieri, presidente di DesignWine, ovvero la società che coordina Vinitaly Wine Club e l’applicazione mobile Vino. Con oltre 1,5 miliardi di utenti nel mondo che ogni giorno utilizzano Facebook e 300 milioni che twittano, è indispensabile che le aziende italiane diventino sempre più web-oriented

Buon Vinitaly!•

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24

COVER STORY QUANDO LA TENSIONE È POSITIVA

30

L’INCHIESTA • DEREGULATION

CHEF • MATTEO LORENZINI

SOMMARIO 5

L’EDITORIALE

48 IL MASTER OF WINE IN TERRA PARTENOPEA

6

SOMMARIO

60 LIGURIA, PERCHÉ NON POTETE

8

LE ULTIME DAL MONDO DEL VINO

62 LOMBARDIA: OBIETTIVO “BONARDA PERFETTA”

14 FACCIA @ FACCIA CON…

68 PIEMONTE • NEL MONFERRATO CASALESE

ALESSANDRO OLIVIERI

CON LA STOFFA DEL PINOT NERO

16 LA POLITICA NEL VINO

74 LA SARDEGNA A VINITALY

18 THE WINE TROTTER • I PAESI EXTRA UE

80 TOSCANA • SPECIALE ANTEPRIME

20 L’INCHIESTA • DEREGULATION

106 AMARONE 2012: AD EMERGERE È IL TERROIR

23 AROUND FOOD • IL CIBO DEGLI DEI

120 IL FUTURO DEL MOLISE PROFUMA DI TINTILIA

24 CHEF • MATTEO LORENZINI

121 LA SVOLTA VITIVINICOLA DELLA VAL D’AOSTA

26 SPECIALE PROWEIN

122 FIERE IN CALENDARIO

28 CHEF ALFIO VISALLI

124 FOOD AND BEVERAGENDA

29 SICILIA EN PRIMEUR, 13^ EDIZIONE

127 PELLICOLE DI GUSTO

30 COVER STORY: ZÝMĒ

129 NEWS BIO & GREEN

QUANDO LA TENSIONE È POSITIVA 35 QUATTRO CHIACCHIERE CON LUCIANO BANDINI

131 BOLLICINE NEWS 132 DISTILLATI & CO 133 ELVIO BONOLLO E LE SFIDE DELLA GRAPPA

36 LE CITTÀ DEL VINO CHIAMANO LE AZIENDE

134 A TUTTA BIRRA

37 TIRRENO CT, MASSIMA SODDISFAZIONE

137 EXTRAVERGINE NEWS

DI AZIENDE E VISITATORI 38 GRANDE SUCCESSO DELLA VIII EDIZIONE DI GUSTO IN SCENA 40 ALTO ADIGE • HECCE VINUM 44 LA NUOVA FRONTIERA MALTESE DELLA BASILICATA

6

PERDERLA DI VISTA

13 PRODUTTORI IN PRIMO PIANO

138 APPUNTI DI VIAGGIO • SANGIOVESE DI ROMAGNA 140 VIGNA & CANTINA • PRODOTTI E MACCHINE PER IL VIGNETO 142 VIGNA & CANTINA • LA PAROLA ALL’ENOLOGO 169 NEWS TECNICHE DALLE AZIENDE


7


Ultime dal mondo del Vino • Speciale export

di Giovanni Pellicci

Sparkling

Export di vino dall’Italia 2015 (valori in Milioni di euro) Top Mercati

Sparkling

Fermi imbottigliati

Sfusi

Totale vino

(Milioni €)

Var. 2015/14

(Milioni €)

Var. 2015/14

(Milioni €)

Var. 2015/14

(Milioni €)

Var. 2015/14

Stati Uniti

194,93

28,2%

1.058,79

12,5%

10,55

-35,8%

1.264,27

13,9%

Germania

86,28

3,0%

754,95

1,6%

117,76

-19,6%

958,99

-1,4%

Regno Unito

274,75

50,9%

423,27

-2,2%

46,96

12,5%

744,97

13,5%

Svizzera

52,81

11,0%

244,57

-0,7%

25,45

5,1%

322,83

1,5%

Canada

21,79

19,4%

274,55

8,2%

2,80

-26,3%

299,14

8,5%

Giappone

29,69

4,5%

121,48

3,3%

5,11

-8,6%

156,28

3,1%

Svezia

24,10

15,4%

94,13

3,1%

30,86

-1,8%

149,09

3,8%

Danimarca

9,87

10,1%

119,12

1,6%

15,91

8,5%

144,89

2,8%

Francia

25,59

23,5%

95,83

6,6%

20,31

7,9%

141,73

9,5%

Cina

12,00

-1,8%

71,96

21,4%

3,03

-0,6%

86,98

16,7%

Russia

26,26

-34,7%

44,62

-27,0%

0,40

-63,0%

71,27

-30,4%

Totale Mondo

984,98

17,0%

4.009,20

4,3%

358,53

-9,7%

5.352,70

5,3%

Sta, Uni,

Germania

Regno Unito Svizzera

Canada

Giappone

Svezia

Francia

Cina

Russia

Danimarca

Fermi imbo)glia-

Suddivisione per area Ue

567,91

20,3%

1.926,06

1,4%

283,59

-10,3%

2.777,56

3,4%

Sta- Uni-

Germania

Regno Unito Svizzera

Extra Ue

417,07

12,8%

2.083,14

7,2%

74,94

-7,2%

2.575,14

7,6%

Canada

Giappone

Svezia

di cui BRICS

42,26

-25,6%

142,24

-4,1%

3,86

-16,2%

188,37

-10,2%

Francia

Cina

Russia

Danimarca

Fonte: elaborazioni Wine Monitor su dati Istat

Sfusi Sparkling per area Sparlking per area

Ue Ue

Extra Ue Extra Ue

di cui BRICS di cui BRICS

Fermi imbo;glia< per area

Ue

Extra Ue

Sfusi per area

di cui BRICS

Ue

Totale vino per area

Sta) Uni)

Germania

Regno Unito Svizzera

Canada

Giappone

Svezia

Francia

Cina

Russia

Extra Ue

di cui BRICS

Ue

Danimarca

Extra Ue

di cui BRICS

Totale vino

er area

Fermi imbo;glia< per area

di cui BRICS

8

Ue

Extra Ue

di cui BRICS

Sfusi per area

Ue

Extra Ue

di cui BRICS

Totale vino per area

Ue

Sta, Uni,

Germania

Regno Unito Svizzera

Canada

Giappone

Svezia

Francia Cina Extra Ue di cui BRICS

Russia

Danimarca


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Qualità

Velocità

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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

AGRI-CIFRE

ITALIAN SOUNDING

CONSORZI TUTELA E AICIG INSIEME CONTRO LE IMITAZIONI Controlli in difesa delle Dop e delle Igp italiane in tutta Europa

Le Dop e le Igp italiane uniscono le forze per combattere le falsificazioni e le imitazioni. Grazie ad un progetto di monitoraggio collettivo in Europa, promosso dall’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (Aicig) e da cinque delle realtà associate più importanti (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Aceto Balsamico di Modena, Prosciutto di Parma e Mozzarella di Bufala Campana), nasce un modo concreto per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding. Nel corso del 2015 sono stati effettuati in Europa circa 800 verifiche, da un minimo di 4 mila ad una stima di oltre 20 mila controlli, sulle Denominazioni Aceto Balsamico di Modena Igp, Grana Padano Dop, Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma

Dop, Prosciutto di San Daniele Dop in Danimarca, Germania, Inghilterra, Francia, Austria, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Polonia e Repubblica Ceca. “Solo facendo sistema in questo modo - spiega il Presidente di Aicig, Giuseppe Liberatore - ovvero sviluppando strategie trasversali e collettive si possono tutelare i prodotti di bandiera, anche e soprattutto fuori dai confini nazionali, dove il mercato cresce e si apre a nuove realtà. E a fare sistema dovranno essere non solo le aziende, ma tutti i diversi mondi produttivi attraverso i Consorzi e i soggetti istituzionali aventi tale scopo e, in primis, il Mipaaf, senza il quale tutto questo non sarebbe possibile”. “L’attività di contraffazione dei prodotti alimentari - aggiunge il Direttore del Consorzio

Grana Padano Dop, Stefano Berni - evidenzia un giro d’affari stimato solo in Europa di oltre 20 miliardi di euro, contro un export poco superiore ai 12 miliardi e la crisi ha favorito il commercio di prodotti alimentari low cost. Se il comparto agroalimentare vuole raggiungere l’obiettivo di 50 miliardi di esportazioni, indicato dal Ministro Martina, si rende necessario trovare nuove modalità di promozione e stabilizzazione della crescita del settore nel suo complesso. Una crescita che si deve accompagnare di pari passo con una accurata conoscenza del mercato, attività di formazione, di monitoraggio e tutela, per evitare che il “settore” delle imitazioni si avvantaggi del trend positivo”. Nel 2016 sono state pianificate verifiche su 5 denominazioni: Aceto Balsamico di Modena, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma in Francia, Inghilterra, Germania, Austria, Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera su circa 450 punti vendita da visitare, per un totale di minimo 2.500 controlli fino ad una stima di oltre 10.000 referenze.

L’Italia che vale

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805

Prodotti italiani iscritti nel registro UE

280

Food

523

Wine

569

Dop, 234 Igp

219

Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf

124

Per i prodotti agroalimentari certificati

95

Per i vini DOP e IGP

5,4

Miliardi quota export vino nel 2015 (+ 5,4% sul 2014)

48,9

Milioni di ettolitri la produzione di vino italiano nel 2015 (primato mondiale)

L’AGROALIMENTARE GUIDA LA RIPRESA. E MATTARELLA INAUGURA IL 50^ VINITALY Nel 2015 l’export agroalimentare ha sfiorato i 36,8 miliardi di euro. La nuova sfida ora è il digitale “Nel 2015 l’agricoltura ha fatto segnare il più alto aumento di valore aggiunto con un +3,8%, l’export agroalimentare ha toccato la soglia record di 36,8 miliardi di euro con +7,5%, l’occupazione giovanile è aumentata del 16% con oltre 20 mila nuovi posti di lavoro”. Il commento è del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina rispetto ai dati Istat sul 2015 dell’agroalimentare italiano, a conferma del trend che si è innescato dopo i 6 mesi di Expo a Milano. La sempre maggiore centralità della filiera agricola nel sistema Italia è inoltre confermata dalla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’inaugurazione di Vinitaly n° 50 (domenica 10 aprile), nonché il ritorno del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, atteso lunedì 11 aprile con, in agenda, anche un incontro con il fondatore di Alibaba, Jack Ma, sul futuro del vino. Inoltre, nei propri spazi, il Mipaaf organizza a Vinitaly incontri sul tema ‘World Wine Web’, con dieci appuntamenti con i principali protagonisti del web (da Facebook a Twitter, da eBay ad Amazon fino a Google) per dare alle aziende del settore interessate gli strumenti per affrontare le nuove sfide del mercato online. Inoltre, è in programma anche il Forum dei ministri dell’agricoltura dei principali Paesi europei produttori di vino, convocato proprio dal ministro Martina.


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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

MERCATO INTERNO

I CONSUMI VINICOLI AL SUPERMERCATO TORNANO A SALIRE Dal mercato interno del vino italiano arriva una notizia positiva. Finalmente. Dopo anni di stasi, infatti, si evidenzia una crescita più decisa delle vendite di vino sugli scaffali della grande distribuzione (Gdo), sia in volume che a valore. E’ quanto emerge dalle anticipazioni delle elaborazioni dell’istituto di ricerca IRI, in esclusiva per Veronafiere, sull’andamento di mercato nel 2015. Le vendite delle bottiglie da 75cl aumentano del 2,8% a volume rispetto al 2014, e le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine (Doc, Docg, Igt) del 1,9%. Rispettivamente le vendite a valore crescono del 4,0% e del 3,8%. Risultati

A proposito di fare squadra il Ministro degli Affari Esteri (Paolo Gentiloni), il Ministro delle Politiche Agricole (Maurizio Martina) e quello dell’Istruzione (Stefania Giannini) hanno firmato, assieme agli Ambasciatori dei Paesi del G20, il Protocollo d’Intesa per la Valorizzazione all’Estero della Cucina Italiana di Alta Qualità. Attraverso la rete diplomatica, consolare e culturale della Farnesina, saranno coordinati eventi promozionali all’estero per valorizzare il nostro gusto, la nostra cultura del cibo nonché prodotti enogastronomici. Al progetto,

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Il Lambrusco continua ad essere il campione dello scaffale

positivi anche per gli spumanti venduti in Gdo: + 7,8% a volume e +7,5% a valore, anche se il prezzo medio è leggermente ridimensionato rispetto al 2014. I vini biologici crescono a volume del 13,2% (a valore del 23%), ma i litri venduti sono ancora limitati: un milione e 630 mila. Il vino più venduto in assoluto nei supermercati italiani rimane il Lambrusco con 12 milioni e 771 mila litri venduti, sempre tallonato dal Chianti, che vince però la

classifica a valore. Al terzo posto sale lo Chardonnay, un bianco di vitigno internazionale, che cresce del 9% a volume. Si fanno notare le performance del Nero d’Avola (+4,6%), del Vermentino che cresce dell’8,5% e del Trebbiano (+5,6%). Tra i vini “emergenti”, cioè quelli che hanno fatto registrare nel 2015 un maggior tasso di crescita, il primo posto va alla Passerina marchigiana, con una progressione del 34,2% che va a bissare il successo registrato negli anni scorsi dal Pecorino (Marche e Abruzzo), classificatosi stavolta 3°. Due bianchi con prezzi medi a bottiglia di circa 4 euro. La ricerca completa verrà presentata nel corso della tavola rotonda su vino e grande distribuzione che si terrà a Vinitaly lunedì 11 aprile, alle ore 10,30 nella sala Vivaldi del PalaExpo, con la partecipazione di produttori e distributori.

IL GUSTO ALL’ESTERO

TRE MINISTERI UNITI PER PROMUOVERE LA CUCINA NEL MONDO Maeci, Mipaaf e Miur uniti per valorizzare la cultura del gusto made in Italy che vedrà una prima fondamentale tappa in occasione delle Olimpiadi di Rio in Brasile nella prossima estate, collaborano i migliori chef d’Italia, per favorire un processo di internazionalizzazione del gusto che punterà

anche a Stati Uniti, Cina, Giappone, Russia ed Emirati Arabi. In particolare sarà organizzata la Settimana della Cucina italiana nell’ultima decade di novembre; partiranno master class dirette a chef stranieri per diffondere i valori della Dieta Mediterranea e saranno conferite borse di studio per chef italiani under 30. Il piano di internazionalizzazione del Governo prevede di destinare 70 milioni di euro solo al settore agroalimentare. ,Insomma un modo concreto di fare sistema di cui si parlava da un po’ e che ora vede la luce. Buon lavoro!

UNIONE ITALIANA VINI

ANTONIO RALLO SALIRA’ AL VERTICE DI UIV A giugno l’attuale vice presidente raccoglierà il testimone da Domenico Zonin

Antonio Rallo a giugno sarà il nuovo presidente dell’Unione Italiana Vini. L’attuale vice presidente che, con la sorella Josè e il padre Giacomo è alla guida di Donnafugata in Sicilia nel ruolo di Amministratore delegato, sarà l’erede di Domenico Zonin, il cui mandato triennale è in scadenza e, da statuto, non è rinnovabile. Dopo alcune anticipazioni, I Grandi Vini ha avuto conferme sulla notizia già rimbalzata su alcuni siti di settore e battuta poi dall’Ansa. Sul nome di Rallo c’è il pieno consenso delle tre anime che compongono Uiv, la quale rappresenta aziende italiane per oltre il 70% dell’export italiano che nel 2015 ha toccato la quota record dei 5,4 miliardi di euro, in crescita di oltre il 5% rispetto al 2014. Rallo, nel corso dell’attuale mandato, ha seguito da vicino la partita che porterà, a fine marzo, al varo del nuovo decreto dedicato all’Ocm Promozione. Un tema fondamentale che è stato ridisegnato ascoltando il parere della filiera, specie su aspetti chiave come la definizione di “nuovi mercati” in cui agire (si supererà il concetto di Stato per introdurre quello di Regione, così che ad esempio si possa tornare in California dopo essere stati in Virginia) e nell’individuazione del criterio unico nazionale per valutare i bandi attraverso un’unica scala di valori che sovraintenda quella regionale. Sul decreto lo stesso Ministro Martina ha detto di voler accelerare, superando l’attuale empasse che si registra nel confronto con le Regioni. A giugno, quindi, Rallo sarà incoronato dopo la nomina del nuovo Consiglio nazionale che, nella prima seduta valida, esprimerà il nuovo presidente.


Produttori in primo piano di Claudia Cataldo

EXPO SINGOLO H

EXPO SINGOLO R TOP

BIOLOGICO

PODERE LA REGOLA: VINO, ARTE E TERRITORIO Grande è l’attenzione in vigna, con l’intento di esprimere al massimo un terroir d’eccezione

L’azienda vitivinicola Podere la Regola si trova sulla Costa Toscana, territorio vocato alla produzione di grandi cru, a pochi chilometri dal mare. Venti ettari di vigneto coltivati interamente con il metodo biologico:

grande è l’attenzione in vigna, con l’intento di esprimere al massimo un terroir d’eccezione, con un microclima temperato e forti escursioni termiche. Alla coltivazione di vitigni autoctoni come il Sangiovese ed il Vermentino si affianca quella di vitigni francesi a bacca bianca e rossa tra i quali spicca il Cabernet Franc, che con una piccola percentuale di uve di Merlot e Petit Verdot costituisce l’uvaggio del vino più importante: il Cru La Regola. Non solo: La Regola ha anche puntato sul Merlot in purezza, ottenendo numerosi riconoscimenti, e su uno spumante metodo classico

di particolare finezza e persistenza a base di Gros Manseng. Nel mese di giugno sarà disponibile la nuova cantina, completamente ecosostenibile: uno spazio polivalente pensato anche per accogliere eventi culturali e promuovere la vocazione enoturistica della zona. L’intento è proprio quello di creare un progetto integrato che sappia coniugare territorio, vino e arte. (c.c.)

PODERE LA REGOLA Loc. San Martino 56046 Riparbella (PI) Tel. 0588 81363 Fax 0588 90378 info@laregola.com www.laregola.com Facebook: La regola Twitter: @LRegola

INTERRATORE DI CONCIME

FUTURA ECO

FRUTTETO SINGOLO

ARIEGGIATORE MAXI

TRINCIAERBA SINGOLO disponibile anche in versione doppia EXPO DOPPIO FULL SPOL DOPPIA disponibile anche in versione singola

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ALESSANDRO OLIVIERI Presidente Design Wine

L’e-commerce del vino non decolla. Perché? Il mondo del vino deve innovarsi per avvicinare i Millenials. Vinitaly Wine Club prova a cambiare marcia con il coinvolgimento della piattaforma H-Farm

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initaly punta forte sull’ecommerce. Poco prima dell’apertura della 50esima edizione della fiera di Verona è infatti arrivata la notizia che H-Farm, piattaforma italiana di innovazione, nata nel 2005 e che oggi conta 550 collaboratori, è entrata al 36,5% nel

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capitale sociale di DesignWine, società partecipata anche da Veronafiere e che coordina Vinitaly Wine Club e l’applicazione mobile Vino. L’obiettivo è quello di unire le forze per far decollare le vendite online del vino italiano in Italia ed all’estero. Ma perché le vendite in rete di vino sono decisamente piatte?

Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Olivieri, presidente di DesignWine. @ L’Italia è un popolo di smanettoni social. Perchè l’e-commerce del vino fa fatica a decollare? “Essenzialmente, ci sono due ragioni principali: età del consumatore di vino e comportamento di acquisto. Il consumatore che acquista la bottiglia, non il calice nei locali, è tipicamente più maturo rispetto al popolo degli smanettoni social e il consumatore maturo in Italia non ha piena confidenza con l’e-commerce. Dall’altro lato, il comportamento d’acquisto del vino prevede da sempre un accompagnamento da parte di un esperto che normalmente si trova in enoteca o al ristorante. Noi di Vinitaly Wine Club abbiamo lavorato su questi due punti nella creazione del nostro servizio, cercando di offrire un’esperienza d’acquisto che andasse oltre le aspettative del consumatore. Da un lato offriamo contenuti creati ad hoc, per dare informazioni complete su tutti i vini, e dall’altro mettiamo a disposizione dei clienti un servizio di supporto all’acquisto con tutti gli strumenti oggi disponibili: email, chat, numero verde”. @ Cosa non deve mancare ad un


sito di e-commerce per essere capace di attrarre acquisti? In questo i social network quanto sono determinanti per attrarre click? “L’informazione sul prodotto vino, deve essere completa e attuale. Questo sia per favorire il posizionamento sui motori di ricerca, sia per catturare l’attenzione degli utenti che arrivano al sito. Poi come tutte le migliori piattaforme e-commerce, anche nel nostro settore bisogna fornire una User Experience attraverso la facilità di navigazione e il design delle pagine. I social sono il passaparola, il luogo dove le informazioni e la reputazione passa da un utente all’altro, creando viralmente la notorietà del marchio. Nel caso del vino, si tratta di un prodotto piacevole, su cui gli utenti amano parlare e scambiarsi opinioni; l’importante è gestire quest’onda per portare visite al sito”. @ Quali sono i mercati esteri nei quali l’Italia può penetrare in modo ancora più efficace attraverso le vendite online? “Legislazione fiscale sulle accise permettendo, in Europa ci sono mercati molto evoluti come Germania e Gran Bretagna su cui vale la pena investire. Poi ci potrebbe essere un’ottima opportunità nel nord Europa dove distanze e clima favoriscono la vendita a distanza. Fuori dal nostro continente, parliamo ovviamente di Cina e sud est asiatico, dove l’e-commerce ha volumi che noi ancora fatichiamo a quantificare. Non basta però avere un sito per fare ecommerce in quei paesi, sono necessari importanti investimenti e partner locali che garantiscano la catena distributiva. Come gruppo Vinitaly lavoriamo da anni per promuovere il vino italiano in Cina e contemporaneamente abbiamo

avviato valutazioni per progetti per affiancare anche la parte e-commerce”. @ Crede che una piattaforma innovativa e funzionale possa essere da stimolo anche per rilanciare i consumi interni nel nostro Paese? “Si certamente, il settore del vino ha bisogno di novità per avvicinare i Millenials (utenti tra i 20 e i 30 anni) ad un settore che è rimasto un po’ troppo tradizionale. E-commerce, App, Mobile sono temi caldissimi fra le giovani generazioni che ormai hanno comportamenti di acquisto digitali o multicanale; in Vinitaly Wine Club analizziamo questi trend ogni giorno, per fornire soluzioni che arrivino a coloro che ancora non conoscono i grandi vini italiani o che sono intimoriti dai classici luoghi del vino. Noi siamo presenti su ogni canale digital (sito, mobile, App) proprio per raggiungere il possibile acquirente in ogni luogo…digitale”. @ “Speriamo di instillare elementi di novità nel sistema di promozione del vino italiano” ha commentato in seguito all’accordo con Veronafiere e Vinitaly. Al di là di una maggiore presenza online, cosa si sente di suggerire al vino italiano? “Abbiamo uno dei sistemi produttivi migliori del mondo, una territorialità unica ma purtroppo spesso fatichiamo a trasmettere tutti questi valori oltre i confini della cantina. Produrre vino costa e spesso non ci sono margini per investire in comunicazione e marketing tradizionali, ma oggi grazie ai media digitali ogni cantina, dalla piccola alla grande, può arrivare direttamente al proprio cliente, in modo capillare e mirato, magari affiancata da chi fa questo ogni giorno. Noi siamo sì un’e-commerce, ma per come proponiamo i vini e per come parliamo di vino ai nostri utenti, circa 10 mila visitatori al I numeri giorno, siamo anche un ottimo modo per 2009 anno di nascita di Design Wine dare visibilità al vino 2013 nasce Vinitaly Wine Club con Verona Fiere italiano e ai produttori 1.000 aziende coinvolte ad oggi che lavorano con noi, 100.000 le bottiglie vendute online nel 2015 in modo trasparente e +60% il trend annuo delle vendite registrate negli ultimi tre anni 85% delle bottiglie è venduto in Italia al fianco del sistema 15% delle bottiglie è venduto all’estero vino italiano”.•

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Nasce A.vi.to e il vino toscano fa davvero squadra

di Giovanni Pellicci

Sedici consorzi riuniti in rappresentanza di oltre 5 mila aziende regionali. Lotta agli ungulati e azioni sinergiche di promozione le priorità. Ma sull’idea di Vinitaly “in salsa toscana” l’intesa è lontana

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consorzi del vino toscano fanno squadra. E’ questa volta non è uno slogan. Almeno nella lotta agli ungulati che devastano le vigne (il caso è approdato perfino sulla prima pagina dell’International New York Times lo scorso 9 marzo) e nelle attività promozionali all’estero. E’ nato così il “consorzione” A.vi. to (Associazione Vini Toscani) che associa ad oggi 16 dei consorzi (in totale sono 28) dei vini toscani Dop e Igp; mettendo insieme la forza di oltre 5.100 imprese, per una produzione annua di circa 200 milioni di bottiglie e un giro d’affari stimato in 1,2 miliardi di euro, di cui il 70% realizzato all’estero. Dentro ci sono tutti i big della viticoltura toscana, dal Brunello di Montalcino al Chianti Classico, dal Chianti al Nobile di Montepulciano, dalla Vernaccia di San Gimignano fino a Bolgheri, ma anche i più piccoli, come Orcia e Valdarno di Sopra. Presidente per il primo anno è Fabrizio Bindocci, attuale numero uno del Brunello, il cui suo mandato a Montal-

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cino scadrà a maggio e, dopo due mandati consecutivi, non sarà rinnovabile. Il vice è Luca Sanjust della Doc Valdarno di Sopra. “Dopo la positiva esperienza del 2014 in merito al Pit regionale – spiega Bindocci – abbiamo capito che c’erano davvero i presupposti per fare squadra. Dobbiamo fare come i nostri cugini francesi, affrontando insieme i mercati esteri, evitando qualsiasi distinzione tra consorzi di serie A e di serie B”. Infatti, con Avito sarà più facile intercettare i fondi messi a disposizione dalla Commissione Europea con il bando Ocm Vino, così da condividere azioni di promozione in mercati in chiave per l’export. Specie in Cina, dove i risultati raccolti finora sono stati decisamente deludenti. “In due tranche – ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – ci sono circa 200 milioni per la promozione sui mercati terzi messi a disposizione della Commissione Europea. Sono opportunità da cogliere”. Inol-

tre, Avito sarà il soggetto con il quale il vino toscano potrà avere più peso nei criteri applicativi della Legge Obiettivo sul contenimento degli ungulati, voluta dalla Regione Toscana per contrastare il dilagare di cinghiali e caprioli particolarmente golosi di uva. La nuova normativa estende le finestre di apertura della caccia oltre gli abituali 90 giorni, ma deve ancora fare chiarezza sulle aree vocate e non, quelle dove sarà cioè possibile sparare. Meno facile, invece, sarà trovare un’intesa comune sul tema di un evento unico che unisca a Firenze la formula delle Anteprime, oggi diffuse. “Ho proposto l’idea di un Vinitaly toscano – spiega il presidente del Consorzio Chianti, Giovanni Busi – ma in questa fase ho espresso un’idea personale che dovrà essere condivisa con tutti gli altri”. Intanto Busi ha incassato l’assist dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi. “E’ una proposta – ha detto Remaschi – che a me pare buona, una sfida, che deve essere approfondita e di

cui dobbiamo parlare insieme e confrontarci per capire se può portare un valore aggiunto”. Qui sarà più complesso mettere tutti d’accordo. “Quando la macchina va bene non si cambia”, ha subito chiarito Bindocci che interpreta anche il sentiment diffuso a Montepulciano e San Gimignano, dove gli eventi singoli dell’anteprima rappresentano uno strategico volano per l’economia del territorio, visto che in bassa stagione arrivano giornalisti stranieri, opinion leader e enoturisti capaci di lasciare un’impronta significativa. Nella terra dei campanili, intanto la notizia è che una logica di sistema si fa, finalmente, largo e per questo l’operazione Avito rappresenta una novità storica. Senza però trascurare che la partita più importante sarà quella delle risorse economiche che potrà mettere a disposizione la Regione Toscana nel tempo delle ristrettezze di bilancio. L’esperienza dell’agenzia Toscana Promozione sta infatti per concludersi – al suo posto nascerà un’agenzia dedicata esclusivamente al turismo - e un settore chiave per il Pil regionale come quello del vino dovrà trovare nuova linfa per dare gambe ai suoi progetti.•


NEBBIOLO

RIEDEL VERITAS

IL MIO VITIGNO PREFERITO IL MIO CALICE PREFERITO MAXIMILIAN J. RIEDEL 11. GENERAZIONE RIEDEL.COM

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T he Wine Trotter di Marina Ciancaglini

Il mappamondo del vino italiano Il mercato nei Paesi Extra UE appare composito e frastagliato. Per affrontarlo non servono solo i fondi comunitari ma anche molta strategia aziendale

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arlando di export del vino Italiano non si può, ormai, non parlare di OCM Vino Promozione che, con i suoi fondi, ha coadiuvato questo importante settore del Made in Italy. Tommaso Ranucci, titolare di Agritea, studio tecnico specializzato in questi progetti sin dal primo anno di applicazione, traccia delle linee guida nei Paesi Extra UE. Si può dire che i finanziamenti OCM abbiano modificato la geografia dell’export del vino italiano? “Più che altro hanno ampliato la distribuzione dei vini italiani nel mondo. Mercati maturi, ma con grandi prospettive di crescita, come USA, Canada e Cina, compreso Hong Kong sono sempre in cima tra i destinatari dei progetti presentati e alla continua conquista di nuove quote di mercato. In altri mercati maturi ma con potenziale minore, come la Svizzera e il Giappone, gli investimenti mirano essenzialmente a consolidare le posizioni. Negli anni poi sono cresciuti Paesi che prima non erano destinatari di attività promozionali; mi riferisco al Messico, all’India, all’Australia e addirittura ad alcuni Paesi africani. Altri, invece, hanno fortemente risentito delle situazioni geo politiche: la Russia, ha avuto un crollo vertiginoso a seguito dell’embargo di alcuni prodotti agroalimentari; il Brasile, dopo alcuni anni di boom, si è dimostrato un mercato non ancora pronto per il vino italiano su larga scala”. Per quanto riguarda i mercati extra UE quali sono i mercati sui quali secondo voi vale la pena investire e su quali invece sarebbe meglio aspettare?

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“Ovviamente ogni azienda ha i propri obiettivi che è necessario considerare. In generale, ci sono mercati come gli Stati Uniti il cui potenziale è enorme e dove il vino italiano è conosciuto e apprezzato, però per affrontarli ci vuole strategia e professionalità. Altri sono invece meno maturi, per esempio la Cina, in grado di dare soddisfazione ma di difficile gestione perché spesso mancano interlocutori affidabili; altri, come il Canada, richiedono grossi investimenti per entrare ma poi assicurano soddisfazioni nel lungo periodo; India o il Brasile al momento sono forse da lasciare alle grandi aziende che potranno esportare oltre al vino anche un “Italian style” che potrà successivamente essere da traino anche per le altre aziende. Una regola vale ovunque: improvvisare non serve a niente in nessun mercato, in certi casi, forse, meglio risparmiare i soldi”. Quali sono le azioni di promozione che vengono inseriti maggiormente nei progetti di promozione? “A grandi linee si può dire che per un’azienda, che per la prima volta affronta un mercato, attività come la partecipazione a fiere di settore, il sito internet e gli incontri B2B sono quelle da preferire. Cosa diversa è per un’azienda già presente sul mercato in cui si cercherà di agire sui contatti già presenti per consolidare le proprie quote di mercato e, nello stesso tempo, ampliarle, con attività di referenziamento prodotti, degustazioni, gadget ecc... C’è poi l’incoming, un’attività su cui puntare in tutte le occasioni, dato che l’esperienza diretta ben pianificata da vantaggi in termini di fidelizzazione del cliente e di promozione diretta”.•


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L’INCHIESTA

ALLARME DEREGULATION di Claudia Cataldo

Giù le mani dai nostri vitigni M

entre voi dormite sonni tranquilli, il mondo del vino italiano, in questi ultimi mesi è stato vicino ad imbracciare i forconi e scendere in strada, ovviamente in senso figurato (o forse no). Abbiamo iniziato a sentirne parlare intorno al 20 gennaio, subito dopo una tavola rotonda che ha visto prendersi per mano – uniti contro un comune nemico – tutte le associazioni e gli aggregati del comparto enoico del nostro Paese, come Federdoc, Uiv, Alleanza delle Cooperative italiane (settore vitivinicolo) e molti altri. Qual è questo nemico comune? Si tratta dell’ipotesi di liberalizzazione del nome dei vitigni che oggi sono tutelati come parte integrante di rinomate Dop e Ipg nostrane, paventata dalla Commissione Europea. Ovvero un vino prodotto in un qualsiasi Paese europeo, se questa modifica venisse approvata, potrebbe riportare in etichetta nomi quali Aglianico, Barbera, Brachetto, Cortese, Fiano, Lambrusco, Greco, Nebbiolo, Picolit, Primitivo, Rossese, Sangiovese, Teroldego, Verdicchio, Vermentino o Vernaccia. Concorde tutta la filiera, come riportato dall’Ansa lo scorso 25 gennaio: “Le denominazioni di origine sono parte integrante di rinomate denominazioni registrate già a partire dalla metà degli anni Settanta e che come tali vanno tutelate, anche contro fenomeni di

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Deregulation e semplificazione sull’uso dei vitigni identitari: l’Italia dice no e avanza coesa come non mai. Cosa stiamo rischiando? concorrenza sleale tra gli stessi produttori europei, non certo liberalizzate. Sono patrimonio indiscusso della nostra vitivinicoltura, del nostro enoturismo, della nostra identità enologica e culturale”. Mentre scriviamo la situazione non si è ancora risolta anche se il dietrofront – anche grazie all’intervento delle nostre istituzioni – sembra non solo auspicabile ma anche annunciato, sebbene non ci sia ancora stato niente di formalizzato. Il portavoce di Hogan, infatti, Daniel Rosario, ha annunciato che la questione dei vini italiani è stata riconosciuta e che nell’attuale esercizio di modifiche tecniche la Commissione non ha alcuna intenzione di andare contro la sensibilità del sistema vitivinicolo italiano. Ma lo spauracchio di una simile deregulation continua a far paura. RUENZA SANTANDREA - COORDINATRICE DEL SETTORE VITIVINICOLO DELL’ALLEANZA DELLE COOPERATIVE ITALIANE “Sarebbe una follia: verrebbe vanificato

tutto il lavoro fatto. E che fine farebbe tutta la nostra biodiversità?” “Il sistema vitivinicolo italiano non è come quello francese. Molte delle nostre Dop e Igp, alcune delle quali famosissime, sono legate tradizionalmente ad un vitigno. Il quale, a sua volta, si lega a stretto giro con un territorio caratteristico, che ne ha saputo valorizzare le peculiarità. Tutto questo è frutto di un patrimonio viticolo importantissimo, che deve in ogni modo essere protetto. Si può anche piantare Sangiovese in Spagna, ma il Sangiovese Doc rimane un prodotto tipico della Romagna e come tale merita di avere una sua identità e come lui gli altri vitigni che la modifica di cui si parla metterebbe a rischio. Sarebbe un danno incredibile per i nostri vini e andrebbe a vanificare gli sforzi che le nostre aziende hanno compiuto in questi anni per la promozione, anche e soprattutto all’estero. Andare adesso a puntare sul territorio, prima che sul vitigno, come fanno altri Paesi, sarebbe molto difficile in quanto uno stesso territorio esprime più vitigni. Inoltre


per farlo conoscere occorrerebbero forti investimenti economici e non meno di 30/40 anni perché divenisse di uso comune. Ovviamente il problema riguarda da vicino principalmente il nostro Paese: nella lista di vitigni oggetto di discussione – quelli dell’allegato B del regolamento 607 – ci sono una sessantina di nomi, ma quelli che commercialmente fanno più gola sono le varietà nostrane, che nel tempo hanno saputo guadagnarsi fette di mercato in tutto il mondo. Non possiamo pensare che le nostre varietà siano trattate alla stregua di un Sauvignon o di uno Chardonnay! Stiamo lottando con tutte le forze affinché questo non succeda: non vogliamo che avvenga quanto già avvenuto in passato ad esempio nel settore saccarifero. Per fortuna il settore del vino italiano è compatto, strutturato, forte e combattivo, la stampa sta smuovendo l’opinione pubblica e le nostre Istituzioni stanno lavorando al nostro fianco affinché l’Europa non porti avanti una simile misura”. ROBERTO MONCALVO COLDIRETTI “Un danno da circa 3 miliardi di euro se la deregulation andasse in porto” Valgono almeno 3 miliardi i vini made in Italy identificati da denominazioni che potrebbero essere messe a rischio con la tanto paventata deregulation sui vitigni identitari. A lanciare l’allarme “scippo” è Coldiretti, in riferimento all’avvio del processo di revisione delle norme che disciplinano l’etichettatura dei vini previste dal regolamento CE n. 607/2009, da parte delle competenti Istituzioni dell’Unione europea. Sempre Coldiretti parla di una pericolosa banalizzazione di alcune fra le denominazioni più importanti del nostro Paese, oggi ben affermate sullo scacchiere internazionale. E aggiunge che si tratta di una concorrenza sleale che farebbe molta gola ad alcuni competitor, come ad esempio la Spagna o alcuni Paesi emergenti, che vorrebbero equiparare l’uso di vitigni internazionali come Chardonnay e Merlot con gli autoctoni che caratterizzano il Vigneto Italia, il quale può contare su ben 500 varietà di uve da vino. “Il futuro dell’agricoltura italiana ed Europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione” ha affermato Roberto Moncalvo presidente della Coldiretti e vicepresidente degli agricoltori europei del Copa, sottolineando che “difendere la normativa comunitaria è la premessa per essere più forti nei difficili negoziati internazionali che ci attendono a partire dall’accordo di libero scambio con gli Usa”. 21


APPUNTAMENTI CRUCIALI

La tavola rotonda a Tipicità (Fermo) e la riunione dell’intergruppo vino a Strasburgo: tante rassicurazioni, ma ancora niente di ufficiale

La tavola rotonda che si è tenuta a Fermo – in seno a Tipicità 2016 e organizzata dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini – dal titolo “Liberalizzazione Ue nomi dei vitigni: denominazioni italiane a rischio. Il no della filiera”, ha voluto essere un momento di confronto sulla delicata questione, in presenza di numerosi rappresentanti del comparto, compreso Paolo De Castro in collegamento video. “Non c’è alcuna spinta da parte dell’Unione Europea a ridurre le tutele del nostro vino, anzi, con il Pacchetto qualità le garanzie si sono rafforzate. Il problema legato alla cosiddetta semplificazione in materia di vitigni identitari è invece commerciale e di interpretazione del regolamento sul legame dei vitigni con il territorio”, ha commentato De Castro, coordinatore S&D Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale dell’Europarlamento. “L’Ue - ha aggiunto - non sta assolutamente cambiando direzione, il problema è legato a logiche commerciali che vedono da una parte l’Italia e la Francia reclamare lo status quo, dall’altra Paesi come la Spagna e il Portogallo, che già producono vini identitari come ad esempio il Lambrusco, ma che in virtù di questa norma non possono dare il nome del vitigno. La promessa di ritiro dell’atto delegato da parte del Direttore Generale Agricoltura, Joost Korte ha concluso - significa aver vinto una battaglia ma non la guerra”. Ha aggiunto il Presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro: “Oggi per le nostre denominazioni è in corso una battaglia epocale a Bruxelles. Occorre far capire all’Europa che per l’Italia ci sono delle esigenze e delle storie di cui tener conto. Gli stessi accordi bilaterali con gli Stati Uniti hanno mostrato dei meccanismi difficili. Oggi la regola del trade mark non è la soluzione a cui puntiamo, miriamo piuttosto al riconoscimento pubblico della denominazione e non alla registrazione privata”. Veniamo invece alla riunione dell’Intergruppo vino del Parlamento europeo, che si è tenuta lo scorso 8 marzo: non sono mancati segnali positivi e rassicurazioni, da parte principalmente del commissario dell’Agricoltura Phil Hogan che ha ribadito la volontà di apportare delle semplificazioni che possano aiutare i produttori, ma senza stravolgere le regole attuali né danneggiare alcuni Paesi. Commenta Ruenza Santandrea, subito dopo l’incontro: “Riteniamo significativo il passaggio in cui il commissario, in risposta alla richiesta del settore di rigettare la mozione, ha precisato che non può essere ritirata una proposta mai formalizzata in un progetto di regolamento e che semplificazione non significa deregolamentazione. Si tratta di un segnale importante, frutto dell’azione compatta dell’intera filiera e del lavoro di squadra che le nostre istituzioni stanno portando avanti, segno che quando il nostro Paese si presenta coeso ai tavoli europei riesce a far valere quel peso economico e politico che ha”.•

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Il cibo degli Dei Che sia fondente o bianco, in tavolette o in praline, il cioccolato mette davvero d’accordo tutti. Ma giudicarne la qualità non è banale

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l cioccolato, oltre ad essere buono e un eccezionale antidepressivo, si può a tutti gli effetti considerare un prodotto di eccellenza, di cui anche l’Italia è tra i Paesi che primeggiano nella produzione. Come per il vino, esistono fiere, concorsi e anche scuole di degustazione che possono aprire anche degli sbocchi lavorativi. Monica Meschini, Co-Founder International Chocolate Awards e International Institute of Chocolate Tasting è una delle massime esperte a livello internazionale. Si sono di recente conclusi gli International Chocolat Awards, competizione mediterranea. Cosa ne è emerso come livello medio? “Siamo ormai al quinto anno degli “ICA” e da 3 anni ho voluto includere prodotti comuni all’aerea mediterranea, quale la frutta in guscio, frutti e agrumi, il vino, i distillati e un’infinita varietà di miele. Devo dire che l’Italia è padrona di questo round ma al tempo stesso posso dire che subito dopo Israele e Croazia volano alto. Tutti i Paesi hanno comunque presentato un livello medio alto”. Come valuta il livello qualitativo generale in Italia? Ci sono delle regioni che hanno delle punte di eccellenza? “Toscana e Piemonte sono i numeri uno, direi alla pari, per il cioccolato modicano ovviamente la

Sicilia vince su Toscana, Piemonte e Spagna, ma devo dire che tra tanti siciliani solo due produttori mirano ad un cioccolato di livello alto o hanno qualcosa da raccontare”. Quali sono le caratteristiche principali che deve avere il cioccolato per essere giudicato di qualità? “Colore mai nero, profumo intrigante senza note di altre contaminazioni o eccessiva vaniglia o peggio vaniglina, buona esecuzione e temperaggio. Direi in due parole: estetica e armonia”. Come si diventa un degustatore di cioccolato? “Esiste un unico Istituto completamente indipendente ed è l’International Intitute of Chocolate Tasting che ha sede a Londra, di cui sono fondatrice e Tutor, assieme a Martin Christy e Maricel Presilla, gli stessi fondatori degli International Chocolate Awards. I corsi sono su tre livelli che portano alla qualifica professionale di taster ed all’eventualità di sbocchi professionali che variano dalla classica attività di organizzazione eventi e degustazioni sul cioccolato a quella di consulenti per aziende di cioccolato e chocolate malke. Inoltre l’Institute cerca nuovi Tutor tra i suoi diplomati che saranno gli insegnanti dopo un ulteriore esame a Londra e una prova pratica di insegnamento del primo livello e del secondo livello”.•

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“Si può vivere bene il presente per costruire il futuro ma non si può cambiare il passato”

Chef

di Marina Ciancaglini

Matteo Lorenzini, ex enfant prodige, oggi è diventato una certezza del panorama della ristorazione nazionale. E di certo non c’è tempo per guardarsi indietro

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una storia bella quella di Matteo Lorenzini, che parla di una nuova rinascita. Circa un anno e mezzo fa, infatti, il suo nome, quello di Ilaria Di Marzio e di Tommaso Verni, circolavano come un tris d’assi della ristorazione, visto che in tempi assai rapidi riuscirono a far guadagnare alle Tre Lune, a Travalle nei pressi di Firenze, la prima stella Michelin, per poi chiudere subito dopo per cause da addursi a motivi personali tra i tre chef, anche soci del ristorante. Così, dopo un’esperienza alla corte di Antonio Guida al Mandarin Oriental Hotel di Milano, Matteo è tornato a Firenze a guidare la cucina del magnifico Se.Sto on Arno, all’interno del Westin Excelsior Hotel. Uno sguardo al passato con un bilancio per le Tre lune. “Posso dire che si può vivere bene il presente per costruire il futuro ma non si può cambiare il passato. Con una manciata di spiccioli, tanta volontà e un po’ di fortuna Le Tre Lune hanno raggiunto, nonostante la chiusura, risultati probabilmente mai visti in rapporto alla forza lavoro, l’investimento economico e i tempi nel quale sono stati raggiunti determinati traguardi. Questo è storia ormai. E’ molto triste chiudere un ristorante nel quale si è creduto profondamente e che le forti motivazioni strettamente personali, a malincuore non lasciavano spazio ad altre soluzioni”. Che cosa ha imparato da questa esperienza? “La gestione di un’impresa se pur piccolissima. È stato un elemento fondamentale per prendere coscienza di ciò che significa fare ristorazione al di là dei fornelli”. Racconti della nuova esperienza al Se.Sto?

“Al Se.Sto mi trovo bene, il ristorante è in continua crescita ed ho la fortuna di essere circondato da professionisti. Il direttore Bertolini ha un’esperienza formidabile nel campo del food and beverage; la sua collaborazione è preziosa. Tutti i ragazzi in cucina sono davvero in gamba; stiamo facendo un buon lavoro”. Da un piccolo ristorante fucina di sperimentazione a un importante hotel internazionale, cosa cambia nell’approccio alla cucina? “In realtà la novità stava nel piccolo ristorante. Tutte le mie esperienze precedenti gravitano intorno a grandi ristoranti di hotel internazionali. In Italia, a differenza di altri Paesi, si fa ancora fatica a cenare in un ristorante di un hotel. Molto spesso i mezzi che offre e una struttura ricettiva importante sono di gran lunga superiori a quelli del ristorante a se. Basti pensare che gran parte dei ristoranti più blasonati al mondo sono proprio all’interno di un albergo; non in Italia per il momento, anche se qualcosa sta cambiando”. Da una parte non essere più imprenditore ma “solo” chef permette di concentrarsi più serenamente sul lavoro? “Gli impegni fuori dalla cucina in hotel non mancano, anzi! La differenza rispetto alla piccola realtà sta nel numero dei collaboratori di gran lunga superiore che permettono di gestire i vari impegni”. Negli ultimi anni com’è cambiato il suo stile? “Ho 31 anni, il mio stile è in evoluzione, le basi classiche influenzano molto le mie scelte in cucina. Ultimamente cerco molta freschezza nei piatti mi aiuto con erbe e spezie orientali”. Tre ingredienti di cui non può fare a meno “Lime, sedano, frutti di mare”.•

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ProWein conquista la leadership mondiale del “Wine Business” DI ENEA TAFURO

6200 espositori da 59 Paesi, 55 mila visitatori professionali da 123 nazioni del mondo: sono le dimensioni raggiunte dalla 23° edizione della fiera del vino di Düsseldorf

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l dato più interessante dell’ultima edizione di ProWein. è offerto dal numero delle aziende vitivinicole italiane partecipanti: 1.500, un valore che porta l’Italia ad essere leader tra gli espositori, davanti a Francia, Germania, Spagna, Austria e Portogallo. Ma non solo: California, Australia, Cina, Nuova Zelanda, Siria, Israele, Libano, Moldavia, Lettonia, Kosovo, Ungheria e tanti altri ancora. Come dire, tutto ma proprio tutto il mondo del vino in rappresentanza di ogni latitudine, per tre intensi giorni, è andato in scena tra i moderni padiglioni della Messe di Düsseldorf. Ovviamente I Grandi Vini non poteva mancare, presente nel Press Stand posto dinanzi l’ingresso nord della fiera. E’ stata l’occasione di confronto e analisi su tendenze e scenari commerciali, con i convegni sul tema della certificazione bio affrontato dalla “Organic Loung” a cura di Demeter, Bioland ed Ecovin; e gli incontri promossi da

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Wine Intelligence sul “Glocal consumer trends and the wine category 2016” e il “Future wine consumer in the Us Market”. Le impressioni post evento confermano le aspettative: sono tante le aziende pienamente soddisfatte della loro partecipazione. In aereo, rientrando in Italia, il giovane produttore piemontese Matteo Pola di Fontanabianca sottolinea:” E’ il quarto anno che partecipo con i miei vini, la vocazione al business di questa fiera aumenta in modo esponenziale. Ad Aprile sarò al Vinitaly, ma sono sempre più convinto che dal prossimo anno mi concentrerò solo sulla ProWein. Qui arrivano tutti gli operatori del Nord Europa, il target più interessante per il mio Barbaresco”. L’unica nota di demerito arriva dai servizi collaterali: la Wi-Fi nei padiglioni disponibile solo a pagamento, anche per gli espositori, è davvero improponibile nell’era della digital communication e della connessione libera.•


INCONTRI al ProWein

La fiera tedesca premia il debutto del Consorzio della Maremma Otto aziende presenti, vini di 23 aziende in degustazione, un’etichetta premiata

DI BARBARA AMOROSO

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41 aziende affiliate, prima partecipazione al ProWein, una medaglia d’oro nell’ambito del Concours Mondial du Sauvignon (assegnata a ENOS I 2014 dell’azienda Montauto di Manciano - Grosseto-). Edoardo Donato, Presidente del Consorzio commenta così il battesimo alla fiera di Düsseldorf: «Siamo contenti di aver partecipato al ProWein con una piccola - ma significativa - collettiva di nostri produttori. La fiera tedesca è stata indubbia-

mente un palcoscenico prestigioso per promuovere i nostri vini e le nostre aziende a livello internazionale». Nato con l’intento di tutelare i vini di questa parte della Toscana e valorizzarne il territorio, il consorzio abbraccia un’ampia zona produttiva, dall’Amiata all’Isola del Giglio. Vini eleganti, raffinati e con personalità che il presidente Donato, Luca Pollini, Direttore del Consorzio, e le aziende affiliate, vogliono promuovere oltre i confini della penisola natia. •

La genuinità si fa strada tra l’élite del vino

R

obert Parker non risparmia parole di apprezzamento per i vini di questa tenuta della Maremma, cullati dalla passione di Julia e Georg Weber. Un team giovane e internazionale che punta a una produzione unica, raffinata e selettiva, specchio di un amore per la terra ancora prima che per il nettare rubino. Vermentino, Verruzzo, Chardonnay, Tinata Monteverro e Terra di Monteverro, sono alcuni dei vini che l’azienda Monteverro dà alla luce ai piedi del villaggio di Capalbio. Il tutto completato dalla sua grappa ottenuta dalle selezionate vinacce di Merlot, Cabernet Sauvignon e

Franc e dall’immancabile olio extra vergine d’oliva toscano, frutto delle piante che, come in un romantico dipinto toscano, si ergono al centro del vigneto della tenuta. I dettagli fanno la differenza e questi collocano i vini di Julia e Georg Weber tra i più prestigiosi della teatro vinicolo. Dalla cura e dalla competenza nasce l’autentico e l’inimitabile, per cui Monteverro pare avere un innato talento. •

Al ProWein anche i raffinati vini di Monteverro 27


Chef Alfio Visalli DI ANTONIO IACONA

Le strade del mare alle pendici dell’Etna

È

uno dei più attenti interpreti di ricette a base di pesce ed è oggi considerato tra i più esperti conoscitori del mondo ittico in Sicilia. Catanese Doc, classe 1971, lo Chef Alfio Visalli è in grado di accompagnare chi degusta i suoi piatti lungo un percorso emozionante alla scoperta del territorio etneo. Già, proprio così, perché le “strade” sensoriali create da Visalli per la vista, per il naso, per il palato, partono dal vulcano attivo più alto d’Europa e giungono fino allo Jonio. “Le strade del mare alle pendici dell’Etna” è infatti il tema dell’escursione gastronomica che il cuoco catanese propone ai commensali e, a giudicare dagli eventi e dalle manifestazioni nazionali a cui è chiamato a partecipare (Cibo Nostrum, Expo Food & Wine, Casa Sanremo), il suo è un percorso che piace. E tanto. Succede così che colori, profumi, sapori di Sicilia si sprigionano in piatti ricchi già nel titolo, come: “Petali di stoccafisso con succo di fichidindia e lamelle di tartufo”; “Crostatina di pesce spada farcita con caponatina”; “Maccheroncini freschi alla catanese sabbiati con mollica atturrata con alici e finocchietto selvatico”; “Cubotto di baccalà gaspé all’eoliana, con capperi, pomodorini ed erbette aromatiche”. Ed ancora, “Gaspé ai sapori antichi, con crema di ceci, fagioli neri, aria

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di mosto cotto”; “Gambero rosso cuore profumato alla colatura di alici e sabbiato con polvere di soia”; o il “Cubotto di ombrina Bocca d’Oro in salsa bianca di melanzane al latticello di capra e croccante frisé di pesce azzurro”. Molte di queste ricette sono state proposte in eventi anche fuori dalla Sicilia, come il Festival di Sanremo, dove lo Chef Alfio Visalli è stato protagonista nel padiglione che presentava le eccellenze enogastronomiche dell’Isola. Dopo lunghe esperienze in Italia e all’estero, oggi Visalli lavora come responsabile di produzione di una grande azienda siciliana da tempo consolidata nel mercato del pesce e nella lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici freschi e surgelati. Impegnato attivamente nell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei, il suo progetto più ambizioso è stato quello di realizzare “Blu Lab Academy”, una vera Accademia con scopi didattici e formativi per altri chef nel cuore stesso del territorio catanese, con un calendario ricco di incontri e cooking show, per fare chiarezza, come spiega lo stesso Visalli, e per fare conoscere la vera qualità di un prodotto: questa la filosofia di “Blu Lab Academy” (Mail: blulabstampa@ gmail.com). Uno dei pesci più rappresentativi per lui? Il tonno, sicuramente, con le cui uova realizza una bot-

targa che racchiude tutto il gusto della Sicilia. “Un mare di bontà” è invece l’evento che ogni estate, nella notte di San Lorenzo il 10 agosto, riempie le strade della costa jonica, nella magica frazione acese di Santa Tecla, dove migliaia di

partecipanti degustano i piatti di pesce del territorio, firmati dallo Chef Alfio Visalli. Una esaltazione del mare in tutte le sue forme più belle e affascinanti, divenuta ormai una tradizione in grado di richiamare turisti italiani e stranieri. •


Sicilia en Primeur,

13^ edizione

DI ANTONIO IACONA

S

arà questa volta l’incantevole scenario della provincia agrigentina, nel Sud dell’Isola, ad ospitare la nuova edizione di “Sicilia en Primeur©”, la rassegna internazionale che Assovini Sicilia dedica ogni anno alle anteprime dei vini siciliani, presentandoli alla stampa estera. La 13^ edizione, infatti, si svolgerà a Sciacca, dal 19 al 23 aprile prossimi, e già si parla, ancora una volta, di centinaia di accrediti da parte di firme prestigiose del giornalismo enoico internazionale. L’anteprima assoluta dei vini del millesimo 2015 sarà così illustrata, assieme ai territori di appartenenza, a giornalisti ed esperti di oltre 20 Paesi nel mondo, tra cui Usa, Canada, Svezia, Giappone, Svizzera, Gran Bretagna, Germania, Cina, Corea, Danimarca, Finlandia, Svezia, Russia, Polonia, Austria, Olanda, Francia, Lituania, Estonia, Belgio.

“Le degustazioni dell’anteprima – ha detto Francesco Ferreri, presidente di Assovini Sicilia, presentando questa nuova edizione dell’evento - metteranno nella giusta luce il livello qualitativo, una aromaticità e un perfetto equilibrio tra acidità e freschezza. Le condizioni climatiche dello scorso anno sono state molto felici. È stata una vendemmia eccezionale non solo per l’espressività dei terroir ma anche per i tempi in cui si realizza la raccolta delle uve: ben quattro mesi, dalla fine di luglio agli ultimi giorni di ottobre”. Un appuntamento ancora più intrigante, se si pensa che comunque la Sicilia è ricca, nei suoi territori e nelle sue province, di vere e proprie “isole nell’isola”: basti pensare, ad esempio, ai vini dell’Etna e alle loro caratteristiche peculiari che derivano dal terreno, dall’altitudine, dalle differenze specifiche tra un vigneto e l’altro, seppure a poche centinaia di metri di distanza

l’uno dall’altro; o basta guardare ai vini di Alcamo, o di Menfi, nella Sicilia occidentale, e a quei vigneti che sorgono a pochi metri dalle coste, donando al sangue di Bacco sentori e sapori unici al mondo. “Impossibile – sottolineano infatti gli organizzatori dell’evento - misurare il grado di biodiversità di un’isola che spazia dalle nere rocce circondate dal Mar d’Africa, Pantelleria, alla rigida austerità dell’Etna, appunto, un vulcano alto più di tremila metri. Equilibri ed armonie che non hanno pari in alcun luogo al mondo. Oltre al patrimonio enologico, durante Sicilia en Primeur saranno rivelate le attrattive paesaggistiche e culturali che fanno di questa regione una delle mete più conosciute del pianeta”. Anche per questo, la 13^ edizione di Sicilia en Primeur si presenta ancora più accattivante. E “I Grandi Vini” la racconterà ai suoi lettori. •

In anteprima tutto il fascino dei vini dell’Isola

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na tensione continua fra passato e futuro, fra tradizione e innovazione: va ricercata in questo binomio la chiave di lettura di Zýmē. L’azienda, guidata da Celestino Gaspari che si avvale oggi anche del prezioso contributo della figlia Marta, si trova in una delle zone più vocate d’Italia, la Valpolicella, dove fare vino è tradizione e, al contempo, stimolo quotidiano a reinventarsi, in maniera sostenibile. Un compito non facile in un contesto dove l’Amarone vale oltre 300 milioni di euro e rischia di monopolizzare mercato e produzione locale. Ma Celestino non è nuovo alle sfide, attento sempre alle radici e proiettato a nuovi tralci. Qual è l’obiettivo di Zýmē? “Sicuramente un obiettivo non quantitativo ma qualitativo. La nostra intenzione è quella di far crescere il valore dell’azienda in quanto a rappresentatività territoriale: aumentare il dettaglio, la risoluzione organolettica del prodotto per arrivare a catturare

ZÝME quando la tensione è

positiva DI IRENE GRAZIOTTO FOTO DI STEFANO GASPARATO

– e quindi proporre – i momenti migliori scanditi nel tempo”. In che modo porti avanti Zýmē? “Facendo dell’azienda un’espressione concreta della mia personalità, così che il vino diventi la trasposizione fisica di una filosofia, di un modo di ve-

Il Classico

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dere le cose: la vite, l’uva, il terroir. Una passione-missione, se vogliamo”. Avete tradotto il binomio fra tradizione e innovazione in due linee distinte. Ce le illustri? “Da una parte abbiamo le denominazioni storiche: la Valpo-

licella giovane, la Valpolicella Superiore Ripasso, l’Amarone Classico, l’Amarone Riserva, che ci ancorano al passato. Dall’altra ci sono i vini di ricerca che si proiettano verso il futuro, che sperimentano: l’Oseleta che valorizza in purezza questo vitigno autoctono, il From Black To White che è un bianco prodotto con uve da mutazione albina. E poi il Kairos e l’Harlequin che fotografano la viticoltura veronese attraverso le varie uve, sia rosse che bianche”. Qual è il messaggio che volete trasmettere con queste due linee? “I prodotti più tradizionali sono, in una certa maniera, una risposta al consumatore che chiede vini riconoscibili, che appartengano al mondo organolettico cui è abituato. Con i vini più sperimentali cambia invece la direzione del dialogo: siamo noi in questo caso che chiediamo al consumatore di mettersi in gioco. Da un lato accontentiamo, dall’altro educhiamo”.•

La Ricerca


Radici e nuovi tralci, vini storici e sperimentazioni, guardare a ieri per vedere il domani

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Zýmē, when tension is a positive drive

Roots and new shoots, storic wines and experimentation, looking towards the past to see the future Zýmē, when tension is a positive drive Roots and new shoots, storic wines and experimentation, looking towards the past to see the future A continuous tension between the past and the future, tradition and innovation: in these couples lie the keys of the success of Zýmē. The winery, managed by Celestino Gaspari with the precious contribution of his daughter Marta, rises in one of the most fertile areas of Italy, Valpolicella, where winemaking is tradition but also the everyday incentive to create a sustainable production. A difficult task in a contest where Amarone is worth more than 300 million Euros and risk to monopolize market and local productions, but Celestino doesn’t fear the challenge.

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What is the target of Zýmē? “Certainly it’s not a quantitative but a qualitative one. Our aim is to let the winery grow as a territorial reality: exploiting the peculiarities, the organoleptic qualities of our products to catch – and propose – the best moments in time”. How do you lead Zýmē? “This winery is a concrete expression of my personality; so, my wine is the physical concretization of a philosophy, a way to see life, the vines, the grape, the terroir: a passion/mission, in some way”. You have converted the couple tradition/innovation in two lines, can you talk about them? “On one hand, we have the historical denominations: the young Valpolicella, Valpolicella Superiore Ri-

passo, Amarone Classico, Amarone Riserva; all these labels anchor us to the past. And then there are the experimental wines that project us into the future: Oseleta, an autochthonous vinified in purity; From Black To White, a white wine made with albino grapes; then Kairos and Harlequin that represent the oenological survey of Verona, its red and white grape varieties”. What is the message you want to give with these lines? “The most traditional products are, in some way, an answer to the tasters who look for the recognizable wines they are used to. The experimental labels look for a dialogue, we ask to our consumers to take a challenge. On one hand we please them, on the other we educate”. •

AZIENDA AGRICOLA ZÝMĒ SAS DI CELESTINO GASPARI Via Ca’ del Pipa 1 37029 San Pietro in Cariano (VR) Tel. +39 045 7701108 Fax +39 045 6831477 info@zyme.it - www.zyme.it Facebook: zymewines Twitter: @zymewines Instagram: zyme_winery Vinitaly: Spazio FIVI Pad. 8 Stand E8-E9 Desk 7


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MODULAR WINE PACKAGING

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4 chiacchiere

LUCIANO BANDINI

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con

DI ELISA BERTI FOTO DI LINDA FROSINI

Enologo dal 1992, è anche l’ideatore del concorso Enolions, oltre che prezioso collaboratore di varie realtà toscane. Gli abbiamo chiesto qual è il ruolo dell’enologo e com’è cambiato nel tempo.

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uciano, andiamo dritto al punto: cosa fa esattamente un enologo oggi? “Fare il vino è una tra le cose più naturali, ma al tempo stesso più rischiosa se si vuole ottenere una grande qualità. Un enologo deve fare in modo che tutti i processi si svolgano nel modo più corretto possibile: perciò c’è bisogno del lavoro di molte persone ed il successo dipende dal lavoro di squadra. Il vino lo fa la vigna, la squadra lo accompagna sulla giusta strada”. Meglio stare in vigna o in cantina? “Bisogna passare molto tempo in vigna se non vogliamo avere troppi problemi in cantina. Quindi fare vigneti nel posto giusto, e averne cura, è di importanza primordiale per ottenere un prodotto di alta qualità”. A quali cambiamenti hai assistito nel corso della tua ventennale esperienza?

“Quando ho iniziato a lavorare c’era meno attenzione al lavoro in vigna. Fino alla fine degli anni 90 i vigneti erano impostati per fare quantità più che qualità. Ed anche il lavoro in cantina era più indirizzato a rimediare che a prevenire. Oggi i vigneti sono quasi tutti rinnovati, c’è una attenzione crescente verso la sostenibilità ed il biologico. In cantina la tecnologia è migliorata notevolmente, possiamo controllare ogni processo in modo efficace e del tutto naturale, senza intaccare la salubrità e l’originalità della materia prima”. E la solforosa? “Per alcuni tipi di vino, soprattutto quelli che non richiedono un lungo invecchiamento, e con le dovute attenzioni, è possibile farne a meno. In ogni caso, è obbiettivo di ogni bravo enologo quello di lavorare in modo da ridurne al minimo l’utilizzo”. Cosa ci dobbiamo aspettare per il futu-

ro, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici? “Negli anni recenti c’è stato un aumento del grado zuccherino delle uve, non solo a causa dei cambiamenti climatici, ma anche dei nuovi vigneti che hanno una minor produzione a pianta. Dobbiamo perciò aiutare le viti a mantenere il giusto equilibrio vegetoproduttivo. Inoltre dobbiamo salvaguardare la grande biodiversità del patrimonio viticolo Italiano”. Cosa ti ha insegnato il mondo del vino? “Che non si può improvvisare niente, ci vogliono pazienza, professionalità, studio e applicazione. Non si ottengono risultati dall’oggi al domani, si deve conoscere bene la realtà in cui si lavora, e poi provare, sperimentare. I risultati li possiamo valutare solo una volta all’anno, ed ogni territorio ha le sue caratteristiche, per questo è un lavoro meraviglioso dove non ci si può annoiare”.• 35


Le Città del Vino chiamano le aziende Q uando un Sindaco presenta i vini del suo territorio lo fa con orgoglio: sa che questo è il miglior biglietto da visita. Da questa consapevolezza trae ispirazione il Concorso enologico internazionale “La Selezione del Sindaco”, un nome che, infatti, vuol idealmente rappresentare la figura del “primo cittadino” che, attraverso i vini partecipanti al concorso, promuove il suo territorio. È questo l’unico concorso enologico internazionale – organizzato dall’Associazione Nazionale Città del Vino – che fa propria la collaborazione fra Comune e Azienda, dove il Sindaco si unisce ai viticoltori per fare da testimonial ai vini del proprio territorio. Per l’edizione 2016 l’Associazione ha individuato la città de L’Aquila come sede del con-

Ecco il concorso enologico che valorizza il territorio

corso, che si svolgerà dal 26 al 28 maggio. Le commissioni internazionali (un centinaio di commissari, tra enologi, giornalisti, esperti che provengono da varie parti del mondo, oltre che dall’Italia) si riuniranno per le degustazioni presso il capoluogo abruzzese al centro di un territorio storicamente a forte vocazione vitivinicola. Con il Concorso, l’Associazione Città del Vino intende contribuire alla promozione dei grandi vini di pregio che mantengono viva l’attenzione sulle qualità dei territori rurali; il vino, infatti, è il frutto di una straordinaria combinazione di ingredienti: uva, certo, ma anche storia, cultura, paesaggio, ambiente,

saperi dei produttori. Il Concorso ha l’autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole e il patrocinio tecnico/ scientifico dell’O.I.V. Organisation Internazionale de la Vigne e du Vin, ed è riservato ai vini

Docg, Doc e Igt suddivisi in 11 categorie. Sezioni speciali sono dedicate ai vini biologici, con il premio BioDiVino realizzato in collaborazione con l’Associazione Città del Bio, e premi agli spumanti, in collaborazione con il Forum Spumanti promosso dal Comune di Valdobbiadene. Le Aziende che intendono iscrivere i loro vini a “La Selezione del Sindaco” hanno tempo fino al 23 maggio 2016, seguendo la procedura “on line” sul sito www.cittadelvino.it: per ogni campione il costo è di € 75,00 (+ IVA 22%). In base al punteggio ottenuto, saranno premiati i vini con la Gran Medaglia d’Oro (punteggio oltre 92/100), Medaglia d’Oro (punteggio oltre 87/100), Medaglia d’Argento (Punteggio oltre 82/100), Medaglia di Bronzo (punteggio minimo 80).•

Informazioni, iscrizioni e modalità invio dei campioni di vino: www.cittadelvino.it - info@cittadelvino.com - tel. 0577 353144.

For further information, to register and to know how to send the bottle: www.cittadelvino.it - info@cittadelvino.com - tel. 0577 353144.

Città del Vino: an oenological contest for the Major’s wine

Now, as well as beer and soft drinks, wine has a single dose cup too, in Pet, ready to drink, thanks to Italian Wine Cup and Espresso Wine When a Major presents the wines of his territory, he makes it with proud: he knows that this is the best visiting card. From this awareness takes its inspiration the contest called Concorso enologico internazionale “La Selezione del Sindaco”, a name that aim to represent the figure of the First Citizen who through “his” wines promotes his territory. This is the only oenological contest – organized by Associazione Nazionale Città del Vino – that see the cooperation between municipalities and wineries, and in which the Major

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seat side by side with winemakers to promote wines and territories. For the 2016 edition, the association has chosen L’Aquila as the seat of the contest, that will take place from May 26th to 28th. The international commissions (about a hundred commissioners among journalists, oenologists, experts from all around the world) will meet for tasting in a place always suited for winemaking, Abruzzi. With this contest, Associazione Città del Vino wish to contribute to the promotion of the great wines, which keep the attention on

the rural communities alive. In fact, wine is the fruit of an extraordinary combination of many ingredients: grape, history, culture, landscape, environment, knowledge and manwork. The contest is authorized by the Ministry of Agricultural, Food and Forestry Policy and has the technical/scientific patronage of O.I.V. Organisation Internazionale de la Vigne e du Vin. It is addressed to Docg, Doc and Igt wines only, divided into 11 categories. Special sections are addressed to organic productions, with the prize BioDi-

Vino created in partnership with Associazione Città del Bio, and to the sparkling wines, in partnership with Forum Spumanti promoted by the municipality of Valdobbiadene. The wineries that wish to register their wines to the contest can do it until May 23rd 2016, following the procedure “on line” on the website www.cittadelvino.it: the cost for each label is € 75.00 (+ VAT 22%). According to the score gained, the wines will receive the Gran Medaglia d’Oro (more than 92/100 points), Medaglia d’Oro (more than 87/100 points), Medaglia d’Argento (more than 82/100 points), Medaglia di Bronzo (minimum score 80 points).•


TIRRENO CT massima soddisfazione di aziende e visitatori 386 espositori di 13 regioni italiane: aumentano il numero delle aziende che, soddisfatte, prendono parte alla manifestazione

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uccesso per la 36ª edizione di Tirreno CT, mostra nazionale dedicata all’ospitalità e alla ristorazione. Quattro giorni di apertura al pubblico molto intensi, con generale soddisfazione di espositori, visitatori e società organizzatrice. Tirreno CT si caratterizza, da sempre, per essere un ambito dove l’incontro tra domanda e offerta non si limita all’esposizione, ma si concretizza con ordinativi e affari reali. Questa particolarità non ha mancato di dare ottimi frutti anche quest’anno: l’edizione

2016 ha visto il raggiungimento di un nuovo record del numero di espositori, che ha raggiunto quota 386 (+15,9%), e dalla conferma del numero di visitatori, oltre 55mila. Aziende soddisfatte quindi, ma anche per i visitatori è stata un’edizione notevole: alla tradizionale completezza del panorama dell’offerta ha contribuito una notevole crescita di tutto il comparto del food & beverage, data la presenza delle eccellenze italiane del settore. In crescita anche gli espositori dall’estero: quest’anno erano

presenti 5 aziende provenienti da Belgio, Bulgaria, Francia, Germania e Repubblica Ceca, a dimostrazione della crescente importanza della Tirreno CT nel panorama fieristico non soltanto nazionale. Espositori provenienti da 56 province di 13 Regioni italiane, con la Toscana al primo posto, che contribuisce con il 39% degli stand, seguita dal Veneto con il 17% e dall’Emilia Romagna con il 14%. Quarto posto per la Lombardia, con il 12,5%, quinto per la Liguria, che contribuisce con

il 7,5 % delle aziende espositrici, seguita dal Piemonte, dal Trentino, dalla Campania, dal Lazio, per chiudere con il Friuli Venezia Giulia, la Puglia, la Sicilia e l’Umbria: tutto il Paese rappresentato, dalle Alpi al mar Ionio. Fra le province, in testa quella di Lucca, con l’11% della aziende presenti, seguita da Massa Carrara con il 9,5%, e da Treviso, con il 6%. A seguire Pisa, La Spezia, Milano, Livorno, Genova, Pistoia, Torino e tutte le altre. Chiudono la panoramica le 20 associazioni nazionali di categoria, che hanno animato la Tirreno CT con 4 giorni di concorsi, convegni, seminari e dimostrazioni. Successo registrato anche dai numerosi concorsi promossi dalle varie associazioni presenti in fiera. A partire dalla Federazione italiana pasticceri (Fip), che con le selezioni ha creato a Tirreno C.T. la squadra che parteciperà ai prossimi mondiali. Anche la Federazione italiana barman ha registrato numerose presenze durante le attività proposte. In generale Tirreno C.T. si conferma come un momento di promozione di grande importanza per il settore del food and beverage.•

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Grande successo della VIII edizione di GUSTO IN SCENA

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i è chiusa con grande successo l’VIII^ edizione di Gusto in Scena, manifestazione enogastronomica che per due giorni ha trasformato Venezia nella capitale internazionale del gusto. Sono stati 4000 i visitatori che domenica 28 e lunedì 29 febbraio 2016 hanno partecipato all’evento ideato e curato da Lucia e Marcello Coronini, tenuto alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista. Quattro eventi in contemporanea: I Magnifici Vini e Seduzioni di Gola eccellenze gastronomiche, accuratamente selezionate dai curatori, il Congresso di Alta Cucina e Fuori di Gusto, il fuori salone di Gusto in Scena. Chef stellati e maestri pasticceri sono stati invitati da Coronini a proporre La Cucina del Senzasenza grassi o senza sale o dessert senza zuccheri aggiunti– vi-

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sta attraverso le cotture a bassa temperatura. La presenza di Bruno Vespa che ha ricevuto il premio “Leone di Venezia” come produttore di vino con la seguente motivazione “essere riuscito a trasformare la sua passione per il vino al punto di essere diventato un produttore” ha catalizzato l’attenzione di molti. I vini della sua cantina hanno incuriosito i visitatori ma soprattutto il dialogo tra Vespa e Coronini sul palco del congresso la domenica mattina ha suscitato interesse. Coronini ha pensato di avviare un dialogo con Vespa basato su un concetto espresso da Carlo Petrini “è eccessiva la presenza di cuochi in tv? Ha ricordato, tra lo stupore di tutti, una notizia sentita da un collega in radio che nell’anno di Expo ci sono stati 70 programmi televisivi e 500 i libri di cucina pubblicati. Bruno un grande esperto

nel campo delle TV e è stato al centro di un dialogo interessante in cui si è arrivati a concludere che questo eccesso rischia di diventare una grande bolla. Negli anni il concetto de La Cucina del Senza® si è ampliato e approfondito diventando una sfida che stimola i cuochi stellati e i grandi pasticceri ed il tema centrale del congresso è: “La Cucina del Senza® vista attraverso le cotture a bassa temperatura” In 17 Masterclass si è parlato del concetto di bassa temperatura in relazione a La Cucina del Senza® che richiede prodotti che esprimono al massimo le proprie caratteristiche che sono accentuate da questa tipologia di cottura. A Chef e Pasticceri relatori al congresso, oltre a proporre due piatti su come utilizzare al meglio la bassa temperatura, si è chiesto di discutere con il giorna-

lista che li presenta su un fatto: si sta esagerando ad utilizzare il sottovuoto nelle cotture a bassa temperatura arrivando a sfibrare a volte il prodotto? Sono stati presentati studi di piatti molto diversi e particolari dai diversi relatori: chi in modo tradizionale riscoprendo tecniche antiche, chi spingendo sulla tecnologia, chi utilizzando il sottovuoto e la vaso cottura. Il pensiero dei relatori è unanime: la cucina è una materia in continua evoluzione e partecipare a Gusto in Scena, grazie ai temi sempre inediti e anticipatori di future tendenze, significa dare e ricevere stimoli per sperimentare, riflettere e provare strade nuove. Sono state proposte cotture nella cenere o in pentole particolari di pietra ollare modernizzando tecniche del passato in cui la pentola di coccio veniva messa nel punto giusto vicino al focolare.


4000 visitatori, chef stellati e ospiti d’eccezione: questo il bilancio della 2 giorni dedicata all’alta cucina

Ha dichiarato Massimo Spigaroli <<ringrazio Marcello Coronini che invitandomi mi costringe a pensare e a studiare la risposta ai temi che propone, e mi stimola a continuare ad approfondirli poi per l’anno a seguire>>. La metà degli chef convolti utilizza nel proprio ristorante la tecnica del sottovuoto e la considerano, per alcuni ingredienti, una grande risorsa tecnica e un esaltatore di sapori e aromi perfetto per La Cucina del Senza®. L’altra metà non è interessata, pur comprendendone la validità, ma preferisce cotture a bassa temperatura utilizzando tecniche e strumenti tradizionali addirittura cuocendo dentro una crosta di argilla. Sono tutti d’accordo nel definire il sottovuoto un’ottima tecnica se si è preparati e si utilizzano correttamente le temperature e i relativi tempi di cottura, altrimenti si rischia di ottenere risultati negativi

quali carni sfibrate che sono sì molto tenere, ma hanno perso le loro caratteristiche. Dichiara Marcello Coronini << “La Cucina del Senza® sta avendo grandi sviluppi e suscitando molto interesse, vedesi Feltrinelli Gribaudo che uscirà a maggio con un libro di 160 pagine dal titolo “La Cucina del Senza”. E’ diventata ormai un secondo marchio molto forte e attuale perché ha anticipato di qualche anno le nuove tendenze che rendono il consumatore attento non solo al piacere ma anche alla salute. Ho constatato che in questo congresso aver presentato un ulteriore interpretazione di questa cucina ha stimolato in modo notevole i diversi relatori. Lo spazio dato ai pasticceri è stato voluto proprio per far conoscere che la cottura a bassa temperatura è utilizzata anche nel mondo del dolce soprattutto per dolci a base di frutta.>>

All’edizione 2016 di Gusto in Scena hanno preso parte anche circa 200 tra giornalisti italiani e stranieri, opinion leader e blogger. Tutti hanno avuto la possibilità di prendere parte, oltre al congresso di alta cucina, alla selezione de “I Magnifici Vini” con la possibilità di assaggiare più di 150 vini di 50 cantine provenienti da tutta Italia, dalla Palestina, dall’Istria oltre a due meravigliosi champagne. A “Seduzioni di Gola” assaggi di prodotti particolari e sfiziosi selezionati da Lucia e Marcello Coronini che hanno fatto tutte le loro scelte non solo in funzione della qualità, ma delle persone e della particolarità dei prodotti. Si è spaziato da un tartufo istriano a succhi calabresi senza conservanti, da dolci e torroni al culatello tradizionale di Parma e al suino nero della Calabria, da prosciutti di tre aree diverse all’aceto balsamico tradizionale, dalle creme di

lumaca alla frutta disidratata. I visitatori hanno apprezzato particolarmente il Parmigiano Reggiano proposto in diverse stagionature tra i 26 e i 144 mesi. La Venezia del Mangiar Bene è stata coinvolta nel Fuori di Gusto e i visitatori hanno avuto la possibilità di scegliere tra 17 ristoranti, dal bacaro al ristorante stellato per le loro serate provando assaggi de La Cucina del Senza® Ancora una volta Gusto in Scena ha aperto le porte alla ristorazione del futuro, coinvolgendo gli studenti di tre istituti alberghieri e ospitandoli al Congresso. <<Abbiamo voluto dare ai ragazzi un’opportunità di formazione, facendo capire da vicino cosa significhi essere un grande cuoco e un grande pasticcere>>, spiega Coronini. I ragazzi hanno apprezzato e manifestato con fragorosi applausi un grande entusiasmo. www.gustoinscena.it•

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Alto Adige

Hecce Vinum,

l’Alto Adige si presenta in modo nuovo DI ALBERTO BRILLI

Dolovino on Snow, Wine Skisafari, e poi a Milano, passando prima per Mosca e Vinitaly

I

migliori vini dell’Alto Adige, in questo primo scorcio di 2016, stanno intraprendendo un percorso a tappe in cui ogni stazione è un’opportunità, una sfida, un centro di irradiazione da sfruttare appieno. L’Alto Adige vinicolo è uscito da un’annata, quella 2015, accolta con note entusiastiche dagli addetti ai lavori. Una congiuntura di ottimo clima e di una pressoché totale assenza di malattie che merita di essere sfruttata appieno puntando sulla migliore promozione a supporto dei vini altoatesini, La linea rossa che il Consorzio Vini Alto Adige in collaborazione con l’IDM Südtirol-Alto Adige (neonata azienda specia-

le della Provincia e della Camera di Commercio) hanno deciso di seguire è quella del binomio vino-territorio, che in pochi altri casi come in questa regione dà risultati davvero unici. Con le manifestazioni itineranti Dolovino e Wine Skisafari si è scelto di portare per due weekend consecutivi il vino direttamente nelle baite e nei rifugi delle Dolomiti, con degustazioni guidate dai sommelier dell’Alto Adige di decine e decine di produzioni altoatesine. Vino e territorio presenti anche

nelle degustazioni tematiche proposte al Vinitaly e nel viaggio fra i terroir altoatesini presentati a Mosca all’hotel Ritz-Carlton. In programma il 16 maggio è invece l’evento Alto Adige: storie di piccoli produttori e grandi vini, che si terrà all’Hotel The

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Westin Palace a Milano. Sul banco delle degustazioni, 50 vini fra i più rappresentativi della realtà altoatesina, ma anche la possibilità di attraversare le grandi storie di piccoli produttori e rintracciarne le identità nei calici migliori.•

- ETICHETTE AUTOADESIVE - SLEEVES - WRAP AROUND


Ritornano, per farsi ricordare

Dopo sedici mesi, pi첫 intense, pi첫 eleganti di sempre. Le nuove suadenti sinfonie olfattive della Linea Selezione di Cantina Tramin.

Cantina Tramin | Strada del Vino, 144 - 39040 Termeno (BZ) | www.CantinaTramin.it

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Alto Adige

Alto Adige

ST. MICHAEL EPPAN,

ambiziosi dal 1907

Una cantina storica, un enologo che investe nei bianchi, infine l’Appius: cronaca di un rilancio

O

ggi quando si pensa all’Alto Adige, la bontà dei vini è data per scontata. Ma non è sempre stato così: ci sono stati anni in cui la gente si è chiesta se non convenisse piantare frutteti invece di vigne o puntare sui rossi, più redditizi. La qualità odierna non è quindi naturale, ma frutto delle scelte lungimiranti, a volte controcorrente, di alcuni enologi. Fra questi Hans Terzer, dal 1977 il kellermeister della Cantina San Michele Appiano, la mente e la mano che ha dato voce alla grande potenzialità enoica della zona.

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Terzer arriva qui nel 1977: a neanche 22 anni fronteggia 200 ettari - 85% a bacca rossa e 15% bianca - e i contadini che vogliono espiantare le viti perché non rendono economicamente. Terzer allora investe sui bianchi, cerca il dialogo con i soci, punta su zonazione e basse rese per avere materia prima eccelsa. Una scelta di successo confermata dai numeri odierni: 385 ettari, 70% a bacca bianca e 30% rossa, 2,5 milioni di bottiglie, di cui il 70% per il mercato locale e il 30% esportato in 38 Paesi. Non pago del traguardo raggiunto con la linea Sanct

Valentin, nel 2010 Terzer si pone l’obiettivo di un bianco rivoluzionario: Appius. Come nasce questo vino? “Non volevamo interpretare un singolo vigneto o un singolo vitigno, anche di altissima qualità, ma dar voce con questo vino alla singola annata, usando quindi diversi vitigni, di diverse zone”. Appius 2010: ce lo racconti? “È una cuvée di Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Sauvignon che nasce da viti di 25-35 anni, basse rese e uve completamente mature, un lavoro meticoloso in vigna e

in cantina. Un vino dalla brillante eleganza e complessità al naso, frutta gialla matura e tropicale e note di vaniglia, sorso minerale e cremoso”. E l’Appius 2011? “Qui abbiamo Sauvignon, Chardonnay e Pinot Grigio, giallo di bella lucentezza, sentori di uva spina e bacche di sambuco, vaniglia tostata. Il sorso è fresco e complesso, di grande impatto”. Vendemmia 2015: come è andata? “L’andamento climatico quasi perfetto - forse con temperature fin troppo alte in autunno ci ha regalato uve sane e molto


mature ideali per bianchi e rossi importanti. Abbiamo quindi bianchi di grande profumo e volume e rossi dai colori intensi, aromi spiccati e bel corpo. Unico rammarico la quantità al di sotto della media”.

Quali gli obiettivi futuri? “Stiamo andando molto bene su tutti mercati e sono convinto che la qualità migliorerà ancora in futuro perché abbiamo tanti vigneti giovani, che invecchiando regaleranno

St. Michael Eppan, ambitious since 1907

An historical winery, an oenologist who bets on white wines and then Appius: story of a relaunch Nowadays when one talks about Alto Adige, the quality of wine is taken for granted. But it hasn’t always been like that: there had been a time when people wondered if they should have planted fruit trees instead of vines. Current quality is not spontaneous but the result of some oenologists’ forward-thinking choices. Among them, there’s Hans Terzer, kellermeister of Cantina San Michele Appiano since 1977, the mind and hand who give voice to the great oenological potential of the area. In 1977, when he

was only 22, Terzer faced 200 hectares 85% red grape varieties and 15% white grape varieties – and the peasants who wanted to uproot the vines because not much profitable. Terzer decided to invest on the white ones, looking for a dialogue with the partners, and bet on zoning and low yields to obtain top range grapes. A successful choice, according to current numbers: 385 hectares, 70% white grape varieties and 30% red grape varieties, 2,5 million bottles, 70% addressed to the local market and

grandi risultati. Inoltre, stiamo investendo non solo nell’export ma anche nel mercato nazionale, che per noi rimane sempre quello più importante”.• Vinitaly: Pad 6 Stand D1

30% exported in 38 countries. Not yet satisfied by the line Sanct Valentin, in 2010 Terzer had the idea of revolutionary white wine: Appius. How was created this wine? “We didn’t want to interpret a single grape variety or a single vineyard, even if a top range one, but we wanted to give life to a complete expression of a single year, using different grape varieties from different areas”. Appius 2010: can you tell something about it? “It’s a cuvée of Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio and Sauvignon that springs from 25-35 years-old vines, low yields and ripe grapes, a careful work in the vineyard and in the cellar. It’s a wine with a brilliant elegant and complex bouquet, ripe yellow and tropical fruit and vanilla aromas, and a mineral and creamy taste”. And Appius 2011?

ST. MICHAEL EPPAN CANTINA PRODUTTORI SAN MICHELE APPIANO Via Circonvallazione, 17-19 39057 Appiano sulla Strada del Vino (BZ) Tel. 0471/664466 Fax 0471/660764 www.stmichael.it - office@stmichael.it

“Sauvignon, Chardonnay and Pinot Grigio, bright yellow color, perfumes of gooseberry and elder berries, toast vanilla aromas. A fresh and complex, strong effect taste”. Harvest 2015: how did it go? “An almost perfect climate range – maybe too hot in autumn – has given us healthy grapes and an ideal ripening both for white and red important wines. That means perfumed white wines and intense red wines, with good structure and body. The only regret is a quantity under the average”. What are your future plans? “We are satisfied and sure that our quality will improve even more in the future, because we have many young vineyards that in time will give great results. Also, we are investing on export but on national markets too, because we think that this last one is the most important”.•

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La nuova frontiera maltese della Basilicata DI BARBARA AMOROSO

C’è chi non vede potenziale sull’isola mediterranea e chi invece confida sulla sua economia turistica: voce a tre produttori in missione sull’isola

A

l Vivanda Taste the Med 2016, che si è svolto a Malta tra il 18 e il 22 febbraio, era presente anche la Regione Basilicata. Uno stand di circa 50 metri quadri in cui i produttori dell’agroalimentare della regione hanno presentato, davanti ad un pubblico internazionale, miele, olio, pasta, formaggi, confetture, frutta, verdura, lumache e ovviamente vino. Matteo Trabacca, titolare della Tenuta Parco Monaci di Matera, a Malta con il suo Matera Doc, racconta che la loro presenza ha dato voce al suo territorio. Ma, nonostante eventi collaterali in cui è stato degustato il loro vino, non si sono aperti i canali commerciali sperati. Un riscontro molto sotto le aspettative: pochi buyer internazionali e una realtà maltese, forse, non così pronta ad eventi di questo tipo. Francesco Bonifacio, titolare dell’Azienda Vitivinicola Bonifacio Francesco di Venosa, a Vivanda con il suo Aglianico di Vulture Doc, fa eco alla delusione di 44

Trabacca. Anche loro presenti a eventi ufficiali con il loro vino in degustazione, non hanno trovato il ponte commerciale sperato. “Per una piccola azienda familiare - spiega Bonifacio - il sostegno delle istituzioni è cruciale, soprattutto in ambito internazionale. E invece, nonostante la collaborazione tra Regione Basilicata e Camera di Commercio italomaltese, abbiamo riscontrato poco interesse da parte dei compratori maltesi, e poco contatto con quelli di altri paesi”. Fuori dal coro la voce di Vito Cifarelli, titolare delle Cantine Cifarelli di Montescaglioso che, da una parte conferma la scarsità di buyer internazionali alla fiera, dall’altra parla del potenziale del mercato maltese. Secondo Cifarelli l’isola del Mediterraneo è una realtà interessante per il vino italiano: il flusso turistico stagionale, le strutture turistiche e la ristorazione possono offrire degli sviluppi interessanti. I prossimi mesi daranno un feedback concreto su questo mercato dell’area mediterranea. •


Basilicata A rappresentare le scelte dell’azienda è il Carato Venusio, l’Aglianico del Vulture Docg CANTINA DI VENOSA Via Appia, 86 85029 Venosa (PZ) Tel. +39 0972 36702 Fax +39 0972 35891 www.cantinadivenosa.it Facebook: Cantina di Venosa Twiitter: @cantinadivenosa Vinitaly Pad 8 Stand H1

CANTINA VENOSA investimenti sostenibili

S

iamo in Lucania, dove dal 1957 la Cantina di Venosa rappresenta la tradizione vitivinicola di oltre 500 soci. Un legame col territorio che la cantina ha deciso di valorizzare grazie ad importanti investimenti: dall’impianto fotovoltaico di 200 kw - che permette all’azienda di azzerare le emissioni di anidride carbonica all’uso di vetro riciclato al 70%, dalla lotta integrata in campo alle colle vegetali per il confezionamento sino al moderno sistema di imbottigliamento che garantisce la massima efficienza. L’approccio sostenibile sia in vigna che in cantina risponde ad un progetto di ammodernamento voluto dal presidente Francesco Perillo nell’ottica di un ulteriore balzo

qualitativo. Il Carato Venusio, punta di diamante dell’azienda, ha infatti già mostrato di avere le giuste potenzialità, ottenendo importanti menzioni fra cui quella del Merano. Si tratta di una selezione di uve Aglianico in purezza che crescono su viti di 15-30 anni a 400 metri di altitudine e che vengono vinificate in piccoli fermentini. La fermentazione alcolica e la malolattica vengono poi completate in serbatoi inox mentre per l’affinamento si usano botti di rovere che arricchiscono con profumi terziari il profilo fruttato del Carato Venusio. Buona struttura, tenore alcolico importante ma ben equilibrato, freschezza e nota sapida guidano il sorso che chiude armonico sul frutto scuro.•

Cantina Venosa: sustainable investments

Carato Venusio, Aglianico del Vulture Docg represents the corporate choices In Lucania, since 1957 Cantina di Venosa represents the oenological tradition of more than 500 winegrowers. The winery has bet on its territory with important investments: a 200 kW photovoltaic system - that means zero CO2 emissions -, the employment of 70% recycled glass, integrated pest management, resins for packaging and a modern bottling system that guarantees a perfect effective-

ness. Sustainable approach both in vineyards and cellar mirrors a modernizing project promoted by President Francesco Perillo to increase quality. Carato Venusio, the buttonhole label of this winery, has shown its potential already, gaining important acknowledgments such as the one of Merano. This wine is a selection of Aglianico grapes from 15-30 years-old vines that grow 400 meters above the

sea level, vinified in purity in small barrels. Alcoholic and malolactic fermentations are completed in stainless steel vats, while refining in oak barrels enrich the typical fruity character of this wine with complex aromas. The result is a wine with a good structure, an important alcohol content, an excellent balance, freshness and a savory taste that lead the taste to an harmonic fruity ending. •

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Basilicata

A

d Elena le si strinse il cuore. Quando nel 2000 arrivò la scelta cruciale: vendere o non vendere i bellissimi 6 ettari di vigneto di proprietà della famiglia Fucci, fra i più antichi di tutto del Vulture, una parte anche di 70 anni; gli stessi che circondano la casa dove è cresciuta, tra i quali giocava da bambina insieme alle sorelle... La risposta fu no. Si risvegliò in lei un senso di appartenenza alla propria terra che non ha avuto eguali. Cambiò i programmi di studio, proiettati all’estero, scegliendo Viticoltura ed Enologia a Pisa, per curarsi in prima persona della vigna di famiglia, situata prorio nel punto più in alto, circa 600 metri s.l.m, a ridosso delle pendici del vul-

UN VINO UNICO,

un unico vino cano del Vulture, a Barile (PZ). Sarà per il terroir vulcanico che dona mineralità; sarà per il vitigno, l’ Aglianico, già vocato alla qualità; sarà per la scelta di correre dei rischi e aspettare la fine di ottobre per vendemmiare, per ottenere la giusta maturità fenolica, ma l’azienda agricola Elena Fucci produce un unico vino, sapiente, importante, strutturato, che porta con sé la storia della terra e delle persone che l’hanno coltivata, ma anche la modernità, di una donna del

profondo sud che non ha rinunciato a credere nel potenziale della sua terra. Nasce così Titolo Aglianico del Vulture Doc, apprezzato in Italia e all’estero, che oggi festeggia per la 10ª volta i

tre bicchieri del Gambero Rosso oltre ai punteggi più alti di sempre dalla critica internazionale per l’Aglianico del Vulture. Un sogno realizzato, una storia appena cominciata. (m.o.)•

cellent. Elena Fucci produces a unique wine, a wise, important, structured wine that expresses the story of its land and of the people who has always cultivated it. But this wine expresses also the modernity of the lady who did not give up to believe in the potential of her land. Titolo Aglianico del Vulture Doc,

is well-appreciated both in Italy and abroad, and nowadays is celebrates for the 10th time the three glasses appointed by Gambero Rosso, beside high scores at international contests dedicate to Aglianico del Vulture. Her dream has become true, and the story is only at its beginning. •

Dalla terra del Vulture l’eccellenza italiana di Elena Fucci One wine. A number one wine

From Vulture the Italian excellence by Elena Fucci In 2000 Elena had to make her crucial choice: to sell or not to sell her beautiful 6-hectare family vineyard, one of the most ancient of Vulture, with more than 70-year vines. These vineyards surrounded her childhood home and among the rows her sisters and she used to play joyfully. Her answer was no. She changed her plans and started to study winemaking and oenology in Pisa, to manage personally the family vineyard that grow on the highest pick of Vulture, about 600 meters above the se level, in Barile (PZ). Maybe it is due to the volcanic soil rich of minerals, to the high quality local grape variety, Aglianico, or to her wise choice to wait October before starting the harvest to get the ideal ripening, the result is ex-

AZIENDA AGRICOLA FUCCI ELENA - Contrada Solagna del Titolo - 85022 Barile (PZ) - tel. 320 4879945 info@elenafuccivini.com - www.elenafuccivini.com

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The London Wine Fair is a trade tasting event like no other. THE 36TH

3 R D – 5 T H M AY 2 0 1 6

Some 13,000 wines from 35 countries, with over 75 seminars, masterclass tastings and industry briefings, make it the perfect place for you to explore, discover and immerse yourself in the trade.

www.londonwinefair.com 47


Campania

Il Master of Wine in terra partenopea DI CHIARA MARTINELLI

Export in positivo, si accende l’interesse internazionale per i vitigni autoctoni del Sud: l’opinione di Piero Mastroberardino

L

a quinta edizione del Master of Wine si è svolta quest’anno nella Cantina Mastroberardino ad Atripalda, in provincia di Avellino. Una collaborazione con l’Istituto Grandi Marchi che ha avuto inizio nel 2009, rivolta alla valorizzazione del brand “Italia” attraverso corsi di educazione e formazione. Il presidente, Piero Mastroberardino che ha accolto l’evento nella sua tenuta in Irpinia, ha sottolineato l’importanza della partecipazione italiana al “concept formativo” londinese. Che valore ha un wine master per l’Italia? “Intanto è un buon messaggio, sia per gli allievi sia per il contesto che vi ruota attorno. L’approccio tecnico al vino è poliedrico e fondamentale: oggi ci sono dinamiche di mercato che è indispensabile conoscere. E’ fondamentale focalizzare l’attenzione sul consumatore e capire

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per quale motivo dovrebbe ordinare un vino piuttosto che un altro. E’ utile non rimanere legati all’ambito italiano ma imparare ad intercettare i bisogni di chi acquista anche all’estero. I corsi sono itineranti e degustare un vino sul territorio ha un altro valore: gli studenti e i docenti possono visitare le cantine, capire le storicità dei territori e l’innovazione. Quest’anno

è toccato all’Irpinia: d’obbligo un focus sul Taurasi, sulla sua capacità di invecchiare e il privilegio di toccare con mano bottiglie centenarie che hanno girato il mondo. Insieme il Greco di Tufo e le annate precedenti, nel complesso la longevità dei bianchi”. Qual è il futuro dei vini del Mezzogiorno? “Si assiste a una crescita di attenzione da parte dei wine lovers per la viticoltura autoctona in generale: la ricerca sulle diversità sta giocando a favore della diffusione delle varietà del sud. Le aziende quindi hanno margine per crescere e si sviluppano, ampliando le proprie prospettive geografiche. Tutto ciò aiuta la visibilità di

questi vini. In Irpinia si esporta vino dalla fine dell’800, l’unico momento di stasi è stato nell’ultimo dopoguerra. Ad Hong Kong un cliente mi ha portato una bottiglia del ’68 e ne sono rimasto entusiasta. E’ un riconoscimento di ciò che è avvenuto in passato e la conferma di ciò che è oggi”. Un exploit estero per i vini indigeni dunque? “Direi di sì. Stiamo vivendo un momento di legittimazione delle radici del Taurasi, che riceve riconoscimenti a livello internazionale. Era già celebre sul mercato italiano, ma adesso la barriera che non permetteva di riconoscere i circuiti autoctoni si sta affievolendo. Finalmente assistiamo ad un’apertura a ventaglio sulle origini indigene del vino. Si aprono spazi di mercato, in Australia e in California abbiamo già avuto richieste per impiantare questi vitigni”.•


Campania San Salvatore 1988: la Campania felix è qui

AZIENDA AGRICOLA SAN SALVATORE Via Dioniso, snc 84050 Giungano (Sa) Tel +39 0828 19 90 900 Fax +39 0828 19 90 901 info@sansalvatore1988.it www.sansalvatore1988.it Presenti al Vinitaly padiglione Campania, Area B, Zona Salerno

PAESTUM e il Cilento “ Ho visto un bufalo tra le vigne ed ho bevuto vino. Ho visto un bufalo e lui ha visto me”. Questa la frase che sottolinea il profondo legame tra l’uomo e la natura, che rende la San Salvatore un progetto unico e ambi-

zioso. Circa tremila anni fa i Greci stanziati a Paestum impiantarono l’Aglianico, il Fiano, la Falanghina e il Greco: vitigni che poi si diffusero in tutta la regione. È proprio da qui che Peppino

Paestum and Cilento

San Salvatore 1988: felix Campania is here “I’ve seen a buffalo through the grapevines and I’ve drank wine. I’ve seen a buffalo and it has seen me”. This sentence underlines the profound bond between man and nature that makes San Salvatore a unique and ambitious project. 30,000 years ago, the Greeks settled

in Paestum and planted Aglianico, Fiano, Falanghina and Greco, the grape varieties that soon spread out around the whole region. Peppino Pagano took his inspiration here. A lover of art and beauty, he dedicated one of his most important wines to his friend and artist

Pagano ha preso ispirazione. Uomo amante dell’arte e delle cose belle, ha voluto persino dedicare al suo amico e artista Gillo Dorfles una delle sue etichette più importanti. L’azienda, biologica e biodinamica, rappresenta l’emblema del futuro in termini di innovazioni tecnologiche ma soprattutto per la sostenibilità che genera sul territorio. San Salvatore vanta oltre 13 referenze, tutte ispirate ai piccoli

paesi del Parco Nazionale del Cilento. Da Jungano, Aglianico 100%, al metodo classico Joi; non ultimi, quest’anno anche Palinuro e Ceraso. Tutte le etichette saranno presenti al Vinitaly con le nuove annate. A due passi da Paestum, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, San Salvatore è un paradigma in cui il vino si fa artefice di miglioramento, etico e paesaggistico. Il Cilento è il luogo dove ancora oggi l’uomo vive a contatto con la natura e la rispetta: insieme viaggiano con passo sicuro verso il futuro. •

Gillo Dorfles. Peppino’s organic and biodynamic winery represents the emblem of future, due to its technological innovations and to its sustainable approach on the territory. San Salvatore can boast more than 13 references, all inspired to the small villages of the Cilento Natioanl Park. Jungano, Aglianico 100%, Joi classic method, and then Palinuro and Ceraso: the new years

of these labels will be presented at Vinitaly. Two steps far from Paestum, in the heart of the Cilento National Park, San Salvatore is a reality that demonstrates how wine can improve both human life and the environment. Cilento is the place where man can still live in very close contact with nature, respecting it and walking towards the future with secure step. •

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Campania

Una storia in divenire Viticoltori De Conciliis il legame leggero tra passato e presente

VITICOLTORI DE CONCILIIS S.S. - Loc. Querce, 1 - 84060 Prignano Cilento (SA) - tel. 0974 831090 - info@viticoltorideconciliis.it - www.viticoltorideconciliis.it

P

aola Bruno e Luigi. Lei agronoma sul campo e “governante della casa”. Bruno, artista e girovago, un passato al Dams di Bologna. Luigi, amministratore, concreto, da sempre presente in azienda. Tre fratelli, una sola passione: l’amore per il vino e per la loro terra, il Cilento. Qui, a Prignano Cilento (SA), ci sono i loro vigneti, tra i monti e il

mare, dove la memoria si perde nella storia di antichi uomini e antica sapienza. La stessa che ritroviamo nella dedizione che i fratelli De Conciliis, fin dal ‘96, impiegano nel fare buon vino, con l’unico obiettivo di proporre qualità. Le etichette storiche del Donnaluna Fiano e del Donnaluna Aglianico, con la linea Bacioilcielo, i passiti, e le bollicine inusuali del Selim, sono la gam-

ma di un’azienda competente e poliedrica. Da pochi anni, la scelta del biologico. In primavera si imbottiglia il Donnaluna Fiano Bio 2015 e nel 2017 in commercio anche il Donnaluna Aglianico Bio 2015. La menzione speciale però va al Naima IGP Paestum Aglianico, annata 2008, premiata con i 93 punti su Wine Advocate. Un vino che non è solo un Agliani-

co invecchiato, ma è interpretazione del territorio, che quando si degusta manifesta tutto il suo essere, con una gradazione alcolica importante e un bouquet complesso, speziato con sentori di marasca e cioccolato, che riannodano il legame leggero tra passato e presente, tra tradizione e innovazione, come solo i Viticoltori De Conciliis sanno fare. (m.o.)•

A developing story

has always been part of the winery. Three siblings with a common passion: winemaking and Cilento. Here in Prignano Cilento (SA), they grow their vineyards between the sea and the mountains, where memory tells the story of ancient men and knowledge. The same knowledge is the basis of the three siblings’ devotion to winemaking: since 1996 they have been working hard to make a high qual-

ity wine. The labels they propose are Donnaluna Fiano and Donnaluna Aglianico, from the line Bacioilcielo, but also passito and an unusual sparkling wine, Selim. All these wines mirrors a versatile and competent reality. Few years ago, they have converted the winery to organic farming. Next spring they will bottle Donnaluna Fiano Bio 2015 and in 2017 Donnaluna Aglianico Bio 2015. Naima

IGP Paestum Aglianico 2008 is worth a special mention: awarded with 93 points on Wine Advocate. This wine is not simply a vintage Aglianico but it’s the purest expression of its territory. It reveals an important alcohol content, a complex, spicy bouquet with perfumes of morel cherry and chocolate that combines past and present, tradition and innovation, as Viticoltori De Conciliis only can do. •

Viticoltori De Conciliis: the light bond between past and present Paola, Bruno and Luigi. She is agronomist and the “ruler” of the house. Bruno is an artist, a globetrotter and his past is at Dams in Bologna. Luigi is the manager, a concrete man who

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dei vini autoctoni casertani

S

ono tutti figli della terra casertana i vini dell’azienda agricola Il Verro, cantina fondata nel 2003 da Cesare Avenia con 4 compagni di liceo, animati dalla volontà di raccontare il proprio paese d’origine attraverso il vino. Pallagrello bianco e nero, Casavecchia e l’antico vitigno autoctono Coda di Pecora danno vita a vini dai caratteri ben diversi tra loro, ma con un unico denominatore comune, reso ancor più riconoscibile dalla naturalità con cui i vitigni sono trattati. All’azienda Il Verro, infatti, tutti i vini nascono rispettando i principi del biologico, con concimazioni organiche

Un’azienda giovane, nata dal sogno di Cesare Avenia di produrre vini che siano specchio della propria terra ed antiparassitari naturali. Vincenzo Mercurio, enologo della cantina, evita da sempre qualunque apporto che possa in qualche modo intaccare la vera testimonianza

della natura del vino. Caratteri unici per questi vini, le cui particolarità sono ancor più apprezzabili nella sala di degustazione dell’azienda, ambientata nella can-

tinetta storica, che aggiunge spessore ed emozione e favorisce la conoscenza del luogo in cui il ciclo produttivo si compie. •

The different souls of the autochthonous wines of Caserta

A young winery, created by Cesare Avenia’s dream to produce wines that could mirror their land The wines of Il Verro are all products of the lands of Caserta. The winery was founded in 2003 by Cesare Avenia and four of his high school classmates, with the wish to promote their territory through winemaking. Pallagrello Bianco and Nero, Casavecchia and the ancient autochthonous grape variety Coda di Pecora give life to very different wines which have a single but recognizable characteristic

Campania

I caratteri diversi

in common: their origin and a natural approach in winegrowing. At Il Verro, in fact, all wines are produced following the principles of organic farming, employing organic manure and natural pesticides. Vincenzo Mercurio, the oenologist of Il Verro, avoids any intervention that could in some way alter the true expression of each wine. The unique qualities of these wines can be appreciated also in the tasting room of

Il Verro, a historical place that enriches the experience with charm and emotion, and helps to understand better how the production cycle is conducted. AZIENDA AGRICOLA IL VERRO S.R.L. Località Acquavalle, Lautoni - 81040 Formicola - Caserta Cell. 345 64 16 200 www.ilverro.it - info@ilverro.it Presente a Vinitaly 2016, Area D, Stand D-4

La produzione dell’azienda si aggira sulle 20.000 bottiglie e i vini vengono proposti solo nelle migliori annate. Ogni singola bottiglia dei 5 vini, Montemaggiore, Lautonis, Pallagrello nero, Verginiano e Sheep, sintetizza il carattere del proprio vitigno.

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Campania

DL Wine,

giovani produttori con ambiziose prospettive

S

ono Daniele Carpinelli e Luca Cataldo, due giovani produttori di Giffoni Valle Piana, cittadina posta sulle colline circostanti la Piana del Sele e proiettata ai Monti Picentini, nella soleggiata provincia di Salerno. Il loro progetto vinicolo prende forma nel 2011: DL

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Wine fonda le sue radici nella sincera amicizia che lega i due soci, consolidata negli anni grazie alla comune passione per il mondo del vino. La mission è chiara: produrre grandi vini, espressioni autentiche e identitarie dei terroir della Campania, dotati di caratteristiche adatte a soddisfare gusti internaziona-

li. Puntano in alto e lo fanno scegliendo un giovane tecnico, capace di concretizzare le loro aspirazioni: Giacomo Sensi ex enologo di Bibi Graetz, un senese con importanti esperienze internazionali. Oggi l’azienda conta quattro ettari divisi tra più appezzamenti, uno dei quali sito nel prestigio-

so comune di Taurasi in provincia di Avellino. Dopo solo il primo anno di attività, l’etichetta di punta di DL Wine, il Disfida Colli di Salerno Igt raggiunge il “Bollino Rosso” dalla giuria del Merano Wine Festival e viene inserito nella sezione “New Entry” della kermesse altoatesina. Il Disfida è un blend interna-


Interpreti della Campania del Vino, dalle colline che portano ai Monti Picentini ai mercati vinicoli del mondo

zionale “Made in Campania”, abile a fondere la vivace personalità dell’Aglianico Irpino, alla morbidezza del Merlot e all’intensità del Cabernet Sauvignon. La gamma dei vini dell’azienda si compone, inoltre, di un vino bianco, il Mia Campania Igp, blend di Falanghina, Trebbiano e Greco; un vino rosé, il Malestro Cam-

pania Igp, Aglianico in purezza. Infine, in dirittura di arrivo sul mercato da Novembre 2016, un Cabernet Sauvignon in purezza rappresentante il cru dell’azienda: è prodotto in edizione limita, 600 le bottiglie disponibili, con affinamento in barrique di rovere francese per circa 24 mesi. Daniele e Luca, descrivendo i loro vini

allo stand della ProWein 2016, sottolineano:” L’obiettivo è quello di migliorare ogni giorno e trasmettere a chi degusta i nostri vini la stessa passione e lo stesso amore che proviamo noi nel produrli. Vogliamo crescere ed abbiamo le giuste abilità per farlo, inoltre, ad Aprile saremo anche alla 50° edizione di Vinitaly”. (e. t.)•

DL Wine, young winemakers with ambitious projects

From the hills that take to Monti Piacentini to the markets of the whole world: the interpreters of wine of Campania Daniele Carpinelli and Luca Cataldo are two young producers from Giffoni Valle Piana, a small village on the hills around Piana del Sele overlooking Monti Picentini, in the sunny province of Salerno. Their project took its shape in 2011: DL Wine plunges its roots in the sincere friendship between the two partners, strengthened in time thanks to their common passion for the world of wine. Their mission is simple: to make great wines that could express the terroir of Campania in a definite way and satisfy the international taste. The two friends aim high and

choose a young technician who can make their wish true: Giacomo Sensi ex oenologist of Bibi Graetz, from Siena and with important international experiences. Nowadays the winery owns four hectares, divided into different plots, one of which in the prestigious municipality of Taurasi in the province of Avellino. After their first year of activity, the buttonhole label of DL Wine, Disfida Colli di Salerno Igt, has received the “Bollino Rosso” (red mark) by the jury of Merano Wine Festival and has been included in the “New Entry” section. Disfida

is an international blend “Made in Campania” that combines the lively personality of Aglianico Irpino with the softness of Merlot and the intense taste of Cabernet Sauvignon. The range of wines by Dl Wine includes also a white wine, Mia Campania Igp, a blend of Falanghina, Trebbiano and Greco, and a rosé wine, Malestro Campania Igp, a single variety vinification of Aglianico. Last but not least, in November 2016, the winery will propose its cru, a single variety vinification of Cabernet Sauvignon: a limited edition, only 600 bottles, refined in French oak barrique for

24 months. Daniele and Luca, talking about their wines at ProWein 2016, say: “Our aim is to improve every day and to communicate to the tasters our passion and love for winemaking. We would like to grow and we know we have the qualities to do it. Also, in April, we will be at the 50th edition of Vinitaly”.• DL WINE SRLS Piazza F.lli Lumiere 4 84095 Giffoni Valle Piana (Sa) www.dlwine.it - info@dlwine.it Vinitaly: Hall 9 Stand C13

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Emilia Romagna

Alla ricerca dell’autentico

Sangiovese di Predappio

15 anni di storia che affondano le radici nella lunga tradizione della zona

D

ifficile immaginare come Francesco Condello abbia potuto abbandonare il mondo dell’alta finanza, dove lavorava da tempo come broker, per seguire un sogno.

Un sogno chiamato Condè. Un sogno che, dal momento della sua creazione parla il dialetto di Predappio, con lo scopo primario di far conoscere al resto del mondo la lunghissima tradizione vinicola della zona.

Looking for the authentic Sangiovese di Predappio A 15-years story that plunges its roots in the ancient tradition of this area It is difficult to imagine why Francesco Condello has abandoned the world of high finance to follow a dream. His dream is called Condè and since it foundation it talks the dialect of Predappio and its main purpose is to promote in the world the age-old oenological tradition of this area. A

constant pursuit of improvement is the basis of the corporate philosophy: since the very beginning, it has been trying to follow the rhythms of nature to preserve the organoleptic qualities of every product. Francesco Condello and his young daughter Chiara divide their life between the vineyards and the

Una ricerca costante di miglioramento è la filosofia alla base dell’azienda, dove da sempre si cercano di assecondare i ritmi della natura, vivendola ogni giorno, per mantenere inalterate le qualità organolettiche di trips abroad to promote their wines and their land. Nowadays, Chiara and Francesco follow a communal dream with resolution. They confront each other like only a father and a daughter can do, animated by the same profound desire: to relaunch the production of a true Sangiovese di Predappio, the grape variety that on these hills has its physical and historical roots and from here is ready to be known and appreciated all around the world. Condè

ogni prodotto. Non si fa sconti Francesco Condello e non se ne fa neppure la giovane figlia Chiara che si divide tra la vita in vigna ed i viaggi all’estero per far conoscere i suoi vini, ma soprattutto la terra che permette di produrli. Oggi Chiara e Francesco perseguono un comune obiettivo con determinazione, scontrandosi e confrontandosi come solo un padre ed una figlia possono fare, animati entrambi dal forte desiderio di rilanciare la produzione di un autentico Sangiovese di Predappio, che su queste colline affonda le proprie radici, sia fisiche che storiche, e che da qui parte per essere apprezzato e condiviso in tutto il mondo. Condè è Sangiovese di Predappio, ma Condè è anche Merlot, con il famoso Massera che con il suo gusto complesso e balsamico, tanti premi ha saputo conquistarsi nel tempo, collocando l’azienda nell’Olimpo dei grandi produttori italiani. (e.b.)• is Sangiovese di Predappio, but also Merlot, with the famous Massera, a complex and balsamic award-winning wine that has let the winery to conquer its place in the Olympus of the Italian oenology. • CONDÉ AZIENDA VITIVINICOLA Via Lucchina, 27 47016 Fiumana di Predappio (FC) Tel. 0543 940860 - Fax 0543 940843 info@conde.it - www.conde.it L’azienda sarà a Vinitaly dal 10 al 13 Aprile Padiglione 8 Stand F1

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Emilia Romagna

F

ranco Galli si definisce viticoltore e agronomo, con l’orgoglio tipico di chi non si è trovato a contatto col vino dall’oggi al domani, ma vede nell’uva e nel rispetto della terra un “affare di famiglia” lungo tre generazioni. Torre del Poggio nasce nei primi del ‘900 e oggi continua ad essere un’azienda a conduzione familiare, con valori solidi e una peculiarità: tutti i vini che produce sono Doc, tranne uno. La Denominazione è la Doc Colli di Rimini, Franco Galli è stato uno dei primi a crederci e a farsi attivo interprete del Disciplinare. Tra i vini più interessanti: il

Il vino Doc dei

COLLI DI RIMINI Biancame Doc Colli di Rimini, il più giovane e meno impegnativo, da Trebbiano toscano in purezza; il Cabernet Sauvignon monovitigno, pieno e di bella persistenza; la Rebola, da vitigno Grechetto gentile, che nel riminese dà bassa produttività ed alta qualità e viene vinificato dall’azienda in tre tipologie: secco, affinato in bar-

rique e passito. Nella tipologia secca, il naso esalta l’aroma varietale spiccatamente fruttato, di mela cotogna, evoluta e matura. Armonico e di bella morbidezza, merito dell’affinamento “sur lies”, sulle fecce dei lieviti, per tre mesi. Abbinatelo con orata al cartoccio oppure con il pesce azzurro dell’Adriatico. (s.a.)•

Torre del Poggio: interprete in prima linea di una tradizione enologica tutta da scoprire

TORRE DEL POGGIO E LA SUA REBOLA 2015 SARANNO PRESENTI AL VINITALY 2016, PAD. Emilia Romagna STAND Consorzio Strada dei Vini e Sapori Colli di Rimini.

The Doc wines from Colli di Rimini

Torre del Poggio: the first line interpret of an oenological tradition to know Franco Galli defines himself as winegrower and agronomist, with the typical pride of a man who has always been dealing with the world of wine and interprets his work as a three generations long “family business”. Torre del Poggio was founded at the beginning of the XX century and it’s

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still a family run winery, based on solid values. It’s peculiarity? It produces Doc wines only, except one label. Its denomination is Doc Colli di Rimini. Franco Galli has been one of the first winemakers who believed in this denomination. Among the most interesting labels, there are Biancame

Doc Colli di Rimini, the younger and less demanding one, made of Trebbiano Toscano in purity and Cabernet Sauvignon monovariety, a full-bodied persistent wine. Also, Rebola, made of Grechetto gentile, a grape variety that in the area of Rimini has low yields but high quality, is proposed in three versions: dry, refined in barrique and passito. The dry version has typical fruity perfumes of ripe quince. It’s harmonious and soft, thanks to the refin-

ing “sur lies”, on the yearns marc, for three months. To taste with seabream or with the green fish from the Adriatic Sea. • AZIENDA AGRICOLA TORRE DEL POGGIO Via Pianventena, 681 47842 San Giovanni In Marignano (RN) Tel. 0541 955195 info@torredelpoggio.it www.torredelpoggio.it


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Friuli

REGUTA,

non solo Prosecco

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rigine veronese e adozione friulana, un’attività iniziata negli anni Trenta che nel 1987 si perfeziona con l’imbottigliamento e oggi copre 250 ettari: è questa per sommi capi la storia dell’azienda Reguta di Anselmi Giuseppe e Luigi. A rappresentare la produzione aziendale è il Prosecco, nel quale i fratelli Giuseppe e Luigi hanno creduto già venti anni fa, ben prima del boom. Un investimento fortemente sentito non solo per motivi territoriali – il borgo di Prosecco si trova a pochi chilometri da qui – ma anche

di Anselmi Giuseppe e Luigi Via Bassi 16 33050 Pocenia (UD) Tel. 0039 0432 779157 Fax 0039 0432 779157 info@reguta.it - www.reguta.it

L’azienda friulana lancia il rosso “Altropasso”, un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot qualitativi, perché suolo e ventilazione permettono di ottenere uve dall’importante corredo aromatico. A questi si aggiunge una lavorazione che non risparmia tempo e sforzi: il Prosecco Millesimato Extra Dry trascorre in autoclave ben 180 giorni a fronte dei 30 previsti dal disciplinare. Il che si traduce in un perlage fine, sapore intenso e cremoso ma anche schietto grazie al basso contenuto zucche-

rino. Il Prosecco Extra Dry possiede invece sorso più morbido, sentori di mela e pera e solleticante freschezza. Oltre alle soddisfazioni che dà Prosecco, il Prodexpo di Mosca ha da poco premiato con l’oro e l’argento il Pinot Grigio Igt Venezie e il rosso “Altropasso”, un taglio di Cabernet Sauvignon e Merlot dall’ottimo rapporto qualità prezzo che verrà lanciato a Vinitaly. Infine, a chi cerca un calice fruttato e brioso i fratelli Giuseppe e Luigi propongono il Moscato Rosa Spumante.• Vinitaly Padiglione 6 – Stand B5

Reguta, Prosecco and much more

The Friulan winery presents its red wine “Altropasso”, a blend of Cabernet Sauvignon and Merlot

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Veronese origins and adopted by Friuli, founded in the 30s and developed in 1987 when it started to bottle its wine: in short, it’s the story of Reguta, Giuseppe and Luigi Anselmi’s winery with its 250-hectare winery. The buttonhole of its production is Prosecco, a wine Giuseppe and Luigi bet on twenty years ago already, than means before the boom. They invested on it not only to promote this territory – the village Prosecco il few kilometres far from here – but also because the composition of

the soil and ventilation let to produce grapes with unique aromatic contents. Beside these natural qualities, this winery can count on careful processing methods: Prosecco Millesimato Extra Dry ages 180 days in vats, much more than the 30 days provided by the disciplinary. The result is a fine perlage, a creamy and intense taste and low sugar content. Prosecco Extra Dry has a softer taste with apple and pear aromas and a sparkling freshness. Beside Prosecco, the Prodexpo in Mosca has recently awarded with gold and silver Pinot Grigio Igt Venezie and “Altropasso”, a red blend of Cabernet Sauvignon and Merlot with an excellent quality/price ratio, which will be launched at Vinitaly. Last but not least, Giuseppe and Luigi propose Moscato Rosa Spumante, a wine for tasters who like fruity and sparkling wines. •


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Liguria,

SELECT BIO È REALIZZATO CON MATERIALI BIOPLASTICIDERIVANTI DALLA CANNA DA ZUCCHERO

perché non potete perderla di vista DI IRENE GRAZIOTTO

Golfo del Tigullio– Portofino Doc, Cinqueterre e Vermentino Colli di Luni: tre buoni motivi per il Levante. E a Ponente?

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Membre de

U

na regione defilata, stretta fra i monti e il mare, che oltre al celeberrimo e rarissimo Sciacchetrà si sta facendo conoscere per tanti altri piccoli gioielli enoici. Parola di Sergio Circella, titolare de la storica trattoria “La Brinca di Ne” la cui cantina testimonia un’evoluzione importante. Enologia ligure: com’è cambiata in quest’ultimo decennio? “Abbiamo assistito ad una notevole evoluzione: le aziende sono cresciute di numero - pur rimanendo di piccole dimensioni e a carattere familiare - e hanno razionalizzato e specializzato i vigneti anche se non esistono territori interamente dedicati alla viticultura come in Toscana o Piemonte: qui la vite rimane frammista a uliveti, boschi e persino macchia mediterranea. Si sono inoltre ammodernate le cantine, alzando così il livello qualitativo”. Biologico: quanto si è sviluppato? “Sono rarissime le aziende biologiche o biodinamiche: è molto difficile lavorare terre così impervie, e il clima sempre più variabile rende assai rischioso attuare un’agricoltura del tutto priva di sintesi e con costi decisamente più alti”. Ci sono state differenze importanti nell’evoluzione delle due Riviere? “Direi di sì. La Riviera di Ponente ha da tempo una sua storicità: la prima Doc ligure risale agli

anni Sessanta col Rossese di Dolceacqua e vini bianchi come il Vermentino e il Pigato sono già conosciuti da tempo anche grazie a nomi storici. Forse però proprio i bianchi di Ponente si sono adagiati sugli allori: ad emergere davvero sono sempre in pochi e la forte richiesta di vini bianchi data dal turismo interno fa sì che le aziende non si sforzino più di tanto di migliorare”. E a Levante? “Qui si è registrato un nettissimo miglioramento rispetto al passato: i Colli di Luni, grazie al traino di produttori storici, hanno valorizzato tantissimo il Vermentino che ora è riconosciuto come uno dei migliori d’Italia. Nelle Cinqueterre sono fiorite tante piccolissime cantine che hanno affiancato lo storico lavoro della Cooperativa e propongono vini bianchi sempre più interessanti. La crescita maggiore l’abbiamo vista qui nel Tigullio, dove solo una quindicina di anni fa era impensabile prevedere una crescita qualitativa di questo tipo: restano sempre pochissimi i produttori, ma la valorizzazione dei vitigni autoctoni come la Bianchetta Genovese e lo Cimixa, e il coraggio di alcuni ardimentosi sperimentatori, fa pensare ad un futuro molto interessante”.•

Fior d’Albenga Un intero mese dedicato ai fiori, con uno speciale “Cip & Vip” – Cuochi in Piazza e Verdure in Piazza – che andrà in scena ogni fine settimana ad Albenga (SV) dal 26 marzo al 25 aprile. Un’occasione per celebrare la tradizione florovivaistica di Ponente e i “celebri quattro d’Albenga”: il carciofo spinoso, l’asparago violetto, la zucchina trombetta e il pomodoro cuore di bue. La novità di quest’anno saranno “Fiori in Tavola”, menù particolari incentrati sull’utilizzo di sapori e colori, petali e boccioli spesso usati solo come corredo e raramente concepiti come materia determinante del piatto.


l’oro liquido delle Cinque Terre Un vino passito, portavoce di una regione dove fare viticoltura è una sfida. Ecco come la vive l’Azienda Buranco

I

l vino buono sta nella botte piccola. Mai proverbio fu più azzeccato per descrivere l’enologia ligure, fatta di vigneti contesi da un lato al mare e alla montagna dall’altro, viticoltura eroica su terrazzamenti, piccoli numeri e grandi risultati. La famiglia Grillo con i suoi vigneti a Monterosso rappresenta parte

di questa preziosa viticoltura. Siamo in quella che potremmo considerare la “capitale” delle Cinque Terre, dove l’azienda Buranco possiede cinque ettari di varietà autoctone, ulivi e piante di limone. Qui infatti se la terra è parca, la natura provvede d’altra parte con una luce intensa, mare e brezze che permettono alle uve di raggiungere un’intensa complessità aromatica fatta di perfetta maturazione e sapidità. Bosco, Vermentino e Albarola: ecco le tre uve che compongono lo Sciacchetrà di Buranco e che vengono fatte appassire fino a raggiungere un’intensa gradazione zuccherina. Questo processo darà vita ad un vino dove dolcezza, freschezza e note minerali si fondono in un riverbero oro-ambrato, da abbinare ai dolci della tradizione

Liguria

SCIACCHETRÀ, locale ma anche a formaggi di intensa struttura. Oltre allo Sciacchetrà, l’azienda Buranco produce anche i due bianchi Cinque Terre Doc e Magiöa Doc Cinque Terre, ideali per i piatti di pesce, dalla frittura alle alici, e il Rosso Buranco che coniuga la speziatura del Syrah con le note saline delle Cinque Terre. (i.g.)•

Sciacchetrà, the gold of Cinque Terre

A passito that represents a whole region where winemaking is a challenge. Here’s Azienda Buranco’s way Good wine ages in small barrels tells an old saying. But here in Liguria, where vineyards grow between the sea and the mountains on terraces, it’s a reality. Winemaking is a heroic activity, made of little numbers but great results. The Grillo family, with its vineyards in Monterosso is part of this precious oenological patrimony. We are in the main resort of “Cinque Terre”, where Buranco owns five hectares of autochthonous vineyards, olive trees and lemon trees. Here land is not very generous but light is intense and the sea with its breeze let the grape to get intense aromas, perfect ripening and savory flavors. Bosco, Vermen-

tino and Albarola are the grape varieties that compose Sciacchetrà by Buranco. The grapes are let drying to get an important sugar content. This process give to the wine a natural sweetness, freshness and mineral inklings that merges into an ambergold color. This wine is ideal with the local desserts but also with seasoned cheese. Beside Sciacchetrà, Buranco produces two white wines, Cinque Terre Doc and Magiöa Doc Cinque Terre, the ideal companions for fish dishes, fried fish and anchovy, and a red wine Rosso Buranco that combines the spicy inklings of Syrah with the sapid taste of Cinque Terre.•

SOCIETÀ AGRARIA BURANCO Via Buranco 72 19016 Monterosso al Mare (Sp) Tel. 0039 0187 817677 Fax 0039 0187 802084 Cell. 0039 349 4348046 info@buranco.it www.burancocinqueterre.it Vinitaly: Assieme al Parco Cinque Terre

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Lombardia

Obiettivo

“Bonarda perfetta” DI CLAUDIA CATALDO

In Oltrepò Pavese 19 produttori lanciano un progetto per ridare valore ad uno dei vini storici dell’enologia lombarda

S

i parla di Oltrepò Pavese ma questa volta dando voce ai “meno famosi”, se così si può dire. Il progetto si chiama la “Bonarda perfetta” e mira a riportare la giusta attenzione su un vino che ha fatto la storia dell’enologia lombarda, nella sua forma più

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autentica e genuina, e che purtroppo negli ultimi anni, complici anche logiche di mercato e prezzi bassissimi, ha puntato tutto sui volumi trascurando però la qualità. Un vino che fa della sua schiettezza un punto di forza, di semplice (ma mai banale) consumo, frizzante e allegro. Sono 19 i produttori che portano avanti questa iniziativa, tutti appartenenti al Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese. Ma perché questa Bonarda è diversa? Per sei motivi diversi. Per prima cosa, perché viene interamente prodotta e imbottigliata dalle aziende di riferimento, così che sia garantita la tracciabilità di filiera. Secondo punto: perché quasi tutte vinificano la Croatina in purezza, o per un 85% minimo. Le rese ad etta-

ro sono ben definite e non superano i 110 quintali, contro i 135 consentiti dalla normativa. Al terzo posto troviamo l’inconfondibile schiuma porpora, vivace, prodotta naturalmente e senza aggiunta di anidride carbonica. Questa schiuma, che sfuma nel bicchiere in due secondi netti, regala alla Bonarda la sua piacevolissima beva, che invita ad un nuovo sorso. Quarto motivo: la Bonarda perfetta rispetta un elevato standard organolettico perché i produttori si attengono ad un regolamento di produzione vincolante e più restrittivo rispetto al disciplinare stabilito per la Doc, con controlli sui campioni di vasca eseguiti dal laboratorio enologico B-Lab di Alba. Inoltre, e siamo al punto numero cinque, viene imbottigliata solo nella Marasca, una

bottiglia realizzata per l’occasione, ben riconoscibile e che richiama alla mente questo tipo di ciliegia, ovvero uno dei profumi tipici di questo vino. Infine sono ben definite le caratteristiche organolettiche: bel naso intenso, con un profumo di ciliegie, di fragole e melograno maturo; al palato è secca, abboccata, amabile con un retrogusto persistente e equilibrato tra sapidità e struttura. A tutto questo si aggiunge che il prezzo di vendita non può mai essere inferiore a 5 euro a bottiglia. Il concetto di “Bonarda perfetta”, forse un po’ ambizioso, ha il sapore di una grande e coinvolgente sfida per restituire a questo “pezzo di Oltrepò” il ruolo centrale che si merita, accanto a protagonisti ben più blasonati come il Pinot Nero.•


Lombardia

le “altre uve”

Q

uesta è una storia di vino, ma anche di famiglia, amore e radici. Giovannella Fugazza, anima del Castello di Luzzano, vive in un’oasi di natura, prezioso ecosistema che è reso possibile dal profondo rispetto dei luoghi e della loro storia. Qui, nei 110 ettari dell’Azienda, le viti sono accanto al bosco, dove le volpi, i tassi, gli scoiattoli, i gufi, le upupe, vivono indisturbati. Un luogo magico, fatto di panorami incontaminati, dove i vigneti disegnano le loro linee da sempre. L’azienda, in una posizione di esatto confine tra Emilia e Lombardia, nei quasi 80 ettari dedicati alla vite coltiva le qualità tipiche dell’Oltrepo’ Pavese e del Piacentino: Barbera, Bonarda, Pinot Nero, Malvasia di Candia aroma-

tica, Ortrugo, ma anche Merlot e Chardonnay, licenze poetiche presenti da oltre 30 anni. A Piacenza appartiene l’Ortrugo (dal dialettale “ ortrug”, altre uve), vitigno riscoperto da qualche tempo con ottimi risultati, che dal 2010 ha anche un proprio disciplinare. Il Castello di Luzzano presenta quest’anno per la prima volta il suo “Ortrug”, raccolto nel vigneto “Solia”, con esposizione a sud. All’assaggio si apre con delicati profumi, complessi e speziati, al palato esprime freschezza accompagnata da piacevole salinità. Viene prodotto nella tipologia frizzante, che ne esalta le caratteristiche e lo rende perfetto come aperitivo, grazie anche alla sua moderata alcolicità . Da provare al Vinitaly in un’ annata, la 2015, che svelerà i segreti della perfezione. (s.a.)•

Ortrugo, the “other grapes”

Castello di Luzzano presents another oenological face of Colli piacentini This is the story of a wine, but also of a family, its love and roots. Giovannella Fugazza, soul of Castello di Luzzano, lives in a natural oasis, a precious ecosystem protected by her profound respect for these places and their history. Here, in the 110 hectares of her winery, the vines grow next to the wood, where foxes, badgers, squirrels, owls and hoopoes lives undisturbed. It’s a magical, untouched place, where vineyards have always drawn the landscape. The winery rises in the boundary line between Emilia and Lombardia. In its 80-hectare vineyard grow the typical grape varieties of Oltrepo’ Pavese and of Piacenza: Barbera, Bonarda, Pinot Nero, Malvasia di Candia aromatica,

Ortrugo, but also the international grape varieties Merlot and Chardonnay, here for more than 30 years. A typical grape variety from Piacenza, Ortrugo (from the local dialect “ortrug”, other grapes), is giving excellent results and since 2010 it has its own disciplinary too. This year, Castello di Luzzano presents its “Ortrug”, harvested in the vineyard facing south called “Solia”. This wine reveals delicate, complex and spicy perfumes, a fresh and pleasant taste, and savory inklings. The winery proposes a sparkling version ideal for aperitifs, due to its low alcohol content. At Vinitaly, do not miss harvest 2015 that will reveal the secrets of perfection. •

Castello di Luzzano presenta un’ altra sfaccettatura enologica dei Colli piacentini

CASTELLO DI LUZZANO Via Luzzano, 5 27040 Rovescala (PV) Tel. 0523 863277 Fax: 0523 865909 info@castelloluzzano.it www.castelloluzzano.it PRESENTI AL PALAEXPO LOMBARDIA, ZONA OLTREPò PAVESE, STAND B4

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Lombardia

CANTINA SOCIALE

di GONZAGA:

le mille facce del Lambrusco Quando i vini tradizionali sono solo un punto di partenza…

U

na crescita in numero di soci e di produzione, quella della Cantina Sociale di Gonzaga, una realtà fondata nel 1928 da un piccolo gruppo di viticoltori che lavorava 2000 quintali di uve. Oggi conta circa 100 membri che di quintali di uve ne coltivano 30000. Fiducia e tenacia le chiavi del loro successo, seguiti da un gruppo di esperti che da anni lavorano secondo i criteri della Lotta Integrata per garantire la massima qualità dei vini nel rispetto dell’ambiente. La Cantina si è dotata, nel tempo, di tutte le attrezzature necessarie per la lavorazione delle uve, la vinificazione e l’imbottigliamento, con l’obiettivo di mantenere la tipicità dei vini. Con le medesime uve, oltre ai prodotti tradizionali, si ottengono vini nuovi, che interpretano il

prezioso frutto del territorio. Se il principe della produzione è ancora il Lambrusco Mantovano Doc, occorre ricordare che dalle uve Lambrusco Salamino, Viadanese, Lambrusco Ruberti, Ancellotta e dalle altre varietà autoctone nasce anche il Lambrusco Vinificato in Bianco, un vino fresco e fruttato, unico nel suo genere. Accanto a questi, si posiziona il pluripremiato Lambrusco Doc della Signoria, un vino frizzante secco, dalla schiuma rossa vivace, di colore rosso rubino, con un profumo intenso ed un sapore pieno ed armonico e rotondo. Il vino, risultato di un’accurata selezione delle uve Lambrusco Salamino e Ruberti, è l’accompagnatore ideale dei cibi della cucina tradizionale, dai bolliti agli arrosti di pollo e maiale e ottimo con le grigliate di carne. (e.b.)•

Cantina Sociale di Gonzaga: the many faces of Lambrusco When traditional wines are only a starting point Cantina Sociale di Gonzaga is a growing reality, both for what concerns the number of partners and for its production. Founded in 1928 by a group of winegrowers, who worked about 2000 quintals of grapes, nowadays the group counts about 100 partners that grow about 30,000 quintals of grapes. Trust and tenaciousness are the keys of its success. The cooperative is a team of experts that works following the principles of integrated pest management, to guarantee the highest quality in respect of the environment. The cooperative cellar is equipped with cutting-edge technologies for the processing of the grapes, for vinification and bottling, in order to protect the typicalness of the wines. The same grapes, beside the traditional products, give

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life to new wines that interpret the fruits of this territory in original ways. The buttonhole label is always Lambrusco Mantovano Doc, but with grapes of Lambrusco Salamino, Viadanese, Lambrusco Ruberti, Ancellotta and with the other autochthonous grape varieties the cooperative produces also a white Lambrusco, fresh and fruity, a unique wine. Beside these labels, the award-winning Lambrusco Doc della Signoria stands out: a dry sparkling wine, with a lively red foam, a ruby red color, an intense perfume and a harmonic and round taste. This wine is the result of a careful selection of grapes Lambrusca Salamino and Ruberti, and is the ideal companion with traditional food, stewed meat, roast chicken, pork and grilled meat.•

CANTINA SOCIALE DI GONZAGA Viale della Stazione, 39 46023 Gonzaga (MN) Tel. 037658051 Fax 0376528038 info@cantinagonzaga.it www.cantinagonzaga.it


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Marche

Dieci tappe alla scoperta del territorio marchigiano

CANTINA DEI COLLI RIPANI: una nuova linea, un nuovo viaggio

C

i sono cooperative e cooperative. Poi c’è la Cantina dei Colli Ripani che già da qualche anno investe sul biologico – il Rosso Piceno Doc 2014 biologico è stato premiato dalla guida “I Migliori Vini d’Italia” 2016 – e punta sulla comunicazione del territorio vincendo anche il premio “Etichetta dell’anno 2015” al 19° Concorso “International Packaging Competition” di Vinitaly. Un lavoro di successo perché riesce a trasmettere lo sforzo dei 300 produttori che ogni giorno concretizzano l’impegno qualitativo della Cantina. L’ultimo progetto è

la Linea Colli Ripani: dieci capitoli per dieci vini che raccontano ognuno un piccolo pezzo del mosaico marchigiano, sia dal punto di vista varietale che pedoclimatico. Due le caratteristiche che contraddistinguono la nuova Linea: la prima è rappresentata dalla forma delle etichette che, se affiancate, disegnano il profilo frastagliato dei colli; la seconda riguarda il contenuto: su ogni etichetta è stampata una frase emozionale che descrive l’essenza dei colli enfatizzandone le sue caratteristiche, tra pianure e dolci pendenze. La presentazione ufficiale avverrà durante la 50° edizione di

Cantina dei Colli Ripani: a new line, a new trip

Ten steps to the discovery of the Marche

Vinitaly: Padiglione 7 - Stand B4

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There are different kinds of cooperatives. And then, there’s Cantina dei Colli Ripani. It has been investing on organic farming for some years – Rosso Piceno Doc 2014 organic has been awarded by “I Migliori Vini d’Italia” 2016 guidebook – and it bets on the promotion of its territory successfully. In fact, it has won the prize “Label of the year 2015” at 19th “International Packaging Competition” of Vinitaly. This work personifies the efforts of 300 producers that every day do their best to improve

Vinitaly. Un’edizione che, quest’anno, segna una svolta fondamentale per la Cantina, che parteciperà per la prima volta alla fiera con un suo proprio stand grazie al quale poter mostrare e comunicare in modo efficace i propri prodotti e la propria filosofia di produzione. LA CANTINA DEI COLLI RIPANI Contrada Tosciano 28 - 63065 Ripatransone (AP) Tel. +39 0735 9505 - Fax +39 0735 99334 info@colliripani.it - www.colliripani.com Facebook: lacantinadeicolliripani Instagram: #cantinadeicolliripani

the quality of their wine. The last project is Colli Ripani Collection: ten wines that compose the varietal and pedoclimatic mosaic of Marche. Two peculiarities characterize this line: the first one is the shape of the labels that draw the jagged profile of the hills; the second one is the emotional phrase printed on every label to describe the essence of this territory, its sweet hills and plains. The Colli Ripani Collection will be presented at the 50th edition of Vinitaly. This year the cooperative will take part to the fair for the first time with a private stand to show and communicate its corporate philosophy through its products. •


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Piemonte

Nel Monferrato Casalese

con la stoffa del Pinot Nero DI STEFANIA ABBATTISTA

Focus sul Grignolino, vitigno da (ri) scoprire

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orse non tutti lo sanno, ma in Piemonte c’è un Pinot Nero incompreso. E si chiama Gri-

gnolino. La sua è riscoperta molto recente, dopo un periodo di “buio” in cui di questo rosso dal carattere bizzarro e dal colore di un rosato non si è più sentito parlare. Oggi alcuni pionieri lo hanno riportato alla luce nel Monferrato Casalese, in provincia di Alessandria. Tra loro c’è Franco Angelini. In passato alla corte dei Re il Grignolino era il vino delle grandi occasioni, con Barolo e Barbaresco. Spuntava quotazioni più alte della Barbera. Poi cosa è successo? “Con l’avvento e la crescita del consumo vinicolo ha preso piede il Barolo, la cui richiesta era superiore. Pian piano nelle Langhe il Grignolino è stato estirpato per fare posto in primis al Nebbiolo e poi alla Barbera; è rimasto solo nell’Astigiano e nel Monferrato Casa-

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lese, altrove è stato dimenticato”. Non è paragonabile a nessun altro vino. Perché? “Innanzitutto non è un vitigno facile da lavorare. Ha rese molto basse, 70 quintali per ettaro, è di difficile bevuta e interpretazione. Ha note di pepe, acidità e tannicità. Anche il colore è particolare: un rosso molto scarico, sembra quasi un rosato. Da qualche anno è stato riscoperto un Grignolino “storico”, come si produceva nel’800, ovvero con un passaggio in legno, botte grande o tonneaux, per circa tre anni o più. Per noi abituati a fare solo il Grignolino “fresco”, con affinamento in acciaio e bottiglia, è stata una ri-

velazione. Abbiamo trovato un vino eccezionale, maturo senza perdere la sua grande freschezza, incredibilmente longevo. Oggi penso che la strada da intraprendere sia questa”. C’è rivalità con i grandi rossi classici del Piemonte? “No e non avrebbe nemmeno senso. Noi punteremo tantissimo sul Grignolino storico, ma l’obiettivo non è rubare il mercato ai vari Barolo, Barbaresco, Amarone, Brunello. Il nostro è un vino diverso, può coesistere in un pasto accompagnando gli altri rossi senza disturbarli. Ha una sua decisa peculiarità”. Cos’è la vostra Compagnia dei Vignaioli del Monferrato?

“Oggi conta 22 produttori (a produrre Grignolino però sono circa 15) ed è una sorta di preconsorzio. Moltissimo è ancora da fare, ma crediamo che questo vino possa diventare una leva straordinaria per il territorio. Il Monferrato Casalese è poco conosciuto per il vino ma i turisti che passano da qui se ne innamorano: oltre alle vigne ci sono i campi di grano e il bosco. Una zona di grande fascino, con le colline e il tufo”. Viene da chiedersi: se il Pinot Nero ce l’ha fatta, diventando riconosciuto e riconoscibile in tutto il mondo, cosa manca al Grignolino per seguirne le orme? Forse i tempi sono quasi maturi.•


Piemonte

Riserva Carlo Alberto, il ritorno del Vermouth

“È una sintesi. Di cultura e di architettura. Di genio locale e di spirito globale”

L

’Italia non era ancora stata fondata, in Piemonte regnavano i Savoia e il Vermouth Riserva Carlo Alberto già veniva prodotto con una ricetta del cuoco di corte. Oggi nulla è cambiato… almeno non per questo liquoroso aromatizzato che viene preparato con la stessa cura e dedizione di un tempo. 27 erbe, 178 anni di esperienza, 3 tipologie – rosso, bianco e dry – e una nuova bottiglia sono gli ingredienti del Vermouth Riserva Carlo Alberto. Proprio alla nuova veste grafica – che riprende l’iconografia di alcuni monumenti simbolo di Torino, da Palazzo Madama alla Gran Madre – è stata dedicata la serata di inizio marzo dove a Palazzo Carignano si sono ri-

uniti alcuni dei 20 mila estimatori di questo Vermouth. Una location non casuale, sede del primo Parlamento italiano e simbolo della grandezza di Torino e dei suoi prodotti, Vermouth in primis. La serata, organizzata come percorso sensoriale in grado di mostrare la complessità aromatica di questo alcolico, ne ha dimostrato una volta ancora la sua modernità e attualità. A sancire il successo di un prodotto è infatti non solo la sua qualità ma anche la versatilità, due doti che non mancano alla Riserva Carlo Alberto. E se un tempo veniva servito liscio, oggi il Vermouth può diventare la base di cocktail e drink da aperitivo, oltre che un elegante e impareggiabile compagno del dopocena. •

Riserva Carlo Alberto: Vermouth is back

“It’s a synthesis of culture and architecture, of local genius and global spirit Italy was not yet a State and the Savoia family reigned when the court chef produced Vermouth Riserva Carlo Alberto. Nowadays, nothing has changed… at least as regards this aromatic liquor prepared with the same care and dedication of times ago. 27 herbs, a 178-year experience, 3 versions – red, white and dry – and a new bottle are the ingredients of Vermouth Riserva Carlo Alberto. The new label

– that represents the iconography of some symbolic moments of Torino, from Palazzo Madama to the Gran Madre – has been presented at the beginning of March at Palazzo Carignano to some of the 20,000 followers of this Vermouth. The location has not been chosen for chance, it was the seat of the first Italian Parliament, a symbol of the prestige of Turin and of its products, Vermouth in primis. The event has been

conceived as a sensorial path to show the aromatic complexity of this liquor and its timeless modernity. The success of this product is due to its quality but also to its versatile character, two virtues that Riserva Carlo Alberto shows too. And if once ago they used to drink it plain, nowadays Vermouth can also be the basis of cocktails and drinks, an excellent aperitif, or an elegant and unique after-dinner.•

COMPAGNIA DEI CARAIBI Via Saler 3 10080 Vidracco (To) Tel. +39 0125 791104 Fax +39 0125 1901129 info@riservacarloalberto.com www.riservacarloalberto.com Facebook: RiservaCarloAlberto Instagram: RCA1837 Twitter: riservacarloalberto

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Piemonte

I^ edizione Premio Gavi La Buona Italia, Agosto 2015. Roberta Schira, Alessandro Cattelan, Antonella Imborgia, Cantine Settesoli (AG), Federico Quaranta e il Presidente del Consorzio Tutela del Gavi Maurizio Montobbio

S

Valore Forte, GAVI FOR ARTS

i sente sempre più spesso parlare di Gavi, il grande bianco piemontese da uve 100% Cortese, vitigno autoctono in questa terra di confine, in mezzo a grandi denominazioni in rosso, che si estende dalla Pianura Padana fino all’Appennino Ligure. Un vino che ha alle sue spalle una lunga storia che si dispiega fra leggende, antiche testimonianze – la primissima risale al 972 - e il successo di un prodotto di grande piacevolezza da sempre apprezzato all’estero. A rappresen-

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tare la denominazione compresa in undici comuni della Provincia di Alessandria c’è il Consorzio

più fronti inseguendo obiettivi di promozione, marketing e valorizzazione territoriale.

A maggio, il Gavi Docg si degusta con eventi di Arte, Archeologia e Cultura. Nel nome della sinergia e della valorizzazione del territorio Tutela del Gavi che, spente nel 2014 le sue venti candeline, ha avuto il riconoscimento Erga Omnes e lavora attivamente su

Il Consorzio si impegna soprattutto nel rendere più stretto il legame con il suo territorio di origine: “una denominazione af-

fermata ha bisogno di stringere solidi rapporti con il suo contesto sociale, culturale, geografico, enogastronomico – spiega il Presidente del Consorzio Maurizio Montobbio – affinché ci sia una reale valorizzazione territoriale e del prodotto. Proprio in tal senso nel 2014 il Consorzio ha istituito il Laboratorio Gavi, un momento di studio e riflessione coadiuvato da esperti di settore per dare delle priorità e trovare i giusti strumenti. “Eravamo convinti che il Gavi potesse giocare un ruolo da protagonista nello scenario della


comunicazione e del marketing nazionale definendo i meccanismi vincenti per raccontare e promuovere nel mondo i territori della ‘Buona Italia’ – continua Montobbio –. Dopo il riscontro nazionale ottenuto dal Laboratorio Gavi, nel 2015 abbiamo istituito il Premio Gavi La Buona Italia proprio per premiare le realtà nazionali che si sono contraddistinte per le loro ‘buone pratiche’ nella valorizzazione delle filiere enogastronomiche italiane, integrando la produzione con la storia, la cultura e l’ambiente dei propri territori. L’iniziativa continua quest’anno con il progetto Valore Forte, che è parte del più ampio disegno Gavi For Arts con cui il Consorzio ha scelto di adottare l’arte come mezzo di comunicazione privilegiato per raccontarsi”. Ecco così che dal 27 al 29 maggio il Forte di Gavi si trasformerà in un crocevia di linguaggi, in una narrazione del Gavi nuova e antica allo stesso tempo, con numerosi momenti di approfondimento. Sono infatti previsti: il Convegno ‘Vigne e vini nell’archeologia dell’Italia settentrionale’ con la partecipazione di Attilio Scienza a cura della So-

printendenza Archeologia Piemonte e l’Associazione Culturale Libarna Arteventi, una Mostra di Giovani Artisti che fa seguito a una call nazionale per portare al Forte di Gavi opere dedicate al rapporto tra la Terra e l’Uomo; un incontro dedicato ai Festival culturali italiani come promotori dei valori dei propri territori; la seconda edizione del Premio GAVI La Buona Italia, che quest’anno valorizza i progetti di promozione internazionale attuati dalle filiere agroalimentari

italiane in sinergia con le Arti e la Cultura locali e la presentazione ufficiale della nuova Annata del Gavi Docg. “Lo stato di salute della denominazione è buono: l’export va forte, basti pensare che l’85% dei nostri prodotti viene venduto all’estero. I principali paesi in cui esportiamo sono Inghilterra, Germania, Giappone e Stati Uniti, ma il Gavi è presente in oltre 60 nazioni nel mondo. Il Consorzio oggi è quindi impegnato sul fronte interno, nello

stimolare il mercato nazionale del Gavi. Puntiamo sull’incoming, approfittando dell’unicità della nostra posizione: ci troviamo a un’ora da Milano e Torino, ancora meno da Genova; abbiamo campi da golf, un outlet fra i più famosi d’Europa, arte, archeologia, cultura, sport, natura e tante cantine. Proprio per questo, la parola chiave, deve essere collaborazione e sinergia, per valorizzare – tutti insieme – l’eccezionalità del nostro territorio”. • CONSORZIO TUTELA DEL GAVI Tel. 0143 645068 – Fax 0143 1975184 info@consorziogavi.com www.gavi972.it Facebook.com/gavisince972 Twitter: @gavi972

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Puglia

Fulgeo e Contrada del Falco,

le due perle di Puglia Cantina San Donaci punta forte sulle sue “Selezioni”: da viti ad alberello e nient’altro Presenti al Vinitaly, Padiglione 11 Stand C3/C4

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ra le aziende che rappresentano la Puglia, per varietà di vitigni e attaccamento alla tradizione, c’è senza dubbio Cantina San Donaci. La realtà cooperativa del brindisino è quanto mai solida, ha oltre 80 anni (ma non li sente) e 380 soci che conferiscono le uve, maturate con equilibrio ed armonia al sole del Salento. I prodotti di pregio arrivano quasi tutti dalle viti ad alberello: una rarità, un filo ininterrotto con l’idea di qualità senza compromessi. Piante che di media hanno 45 anni, con rese di 60 quintali per ettaro, non di più. Prendono vita da lì due dei vini di punta della gamma “Selezione”. Fulgeo è il Negroamaro, tipico e intenso come deve essere, con dei sentori ampi che passano dalla frutta

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rossa matura agli accenni speziati e tostati dell’affinamento in barrique. Contrada del Falco è invece un blend, davvero interessante, di uve Negroamaro, Primitivo e Malvasia Nera. Dopo la confettura e le ciliegie sotto spirito arriva una nota balsamica, che racchiude tutta l’intensità della macchia mediterranea. Il passaggio in legno non è invasivo, in modo che prevalgano freschezza, immediatezza, frutto. Al Vinitaly, la nuova annata in degustazione è la 2014. (s.a.)• CANTINA SAN DONACI Via Mesagne, 62 72025 San Donaci (BR) Tel. + 39 0831 681085 Fax + 39 0831 681839 info@cantinasandonaci.eu www.cantinasandonaci.eu

Fulgeo and Contrada del Falco: the two pearls of Apuliae

Cantina San Donaci bets on its two “Selezione”: from small tree vines and nothing more Cantina San Donaci is one of the most representative wineries of Apuliae, both for the variety of its cultivations and for its close bond with the territory. The cooperative of Brindisi has an eighty-year story and 380 partners who grow their vines in perfect harmony under the sun of Salerno. Its precious products springs from vines trained as small trees, a traditional method that guarantees an excellent quality. These vines are about 45 years old and a yield of 60 quintals per hectare. The buttonhole labels “Selezione”are two. Fulgeo is a typical and intense Negroamaro, with ample perfumes of ripe red fruit, spicy and toast aromas due to a long refining in barrique. Contrada del Falco is a very interesting blend of Negroamaro, Primitivo and Malvasia Nera, with marmalade and cherry preserved in alcohol aromas, a balsamic inkling, and all the perfumes of the Mediterranean maquis. A not invasive passage in wood let to preserve freshness and spontaneity to this wine. At Vinitaly, it will be possible to taste for the first time 2014 harvest.•


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La Sardegna a Vinitaly DI ALBERTO BRILLI

Tra premi e riconoscimenti internazionali, 80 aziende sarde presenti a Verona ma con alcuni punti da rivedere

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l periodo è uno dei migliori, per la vitivinicoltura della Sardegna. I più grandi, i vini portabandiera Cannonau e Vermentino hanno ottenuto, in questi primi mesi del 2016, una quantità di medaglie da far invidia alla migliore delle squadre olimpiche. Due Cannonau premiati con medaglia d’oro e un Vermentino con medaglia d’argento al Berliner Wein Trophy; un oro e tre argenti per tre Vermentini Docg di Gallura al Mundus Vini. E

Barbatelle di qualità per un prodotto di qualità

soprattutto, al Grenache du Monde, i Cannonau sardi hanno ottenuto due ori, quattro argenti e tre bronzi. Eppure, nel palazzo dell’enologia sarda c’è ancora qualcosa che scricchiola, una piccola crepa che dev’essere sanata al più presto. L’assessore all’Agricoltura Elisabetta Falchi ha infatti richiamato a raccolta i produttori medio-piccoli, risorsa preziosissima, ma da sempre restia all’innovazione, alla promozione e alla coopera-

zione. A proposito del programma di finanziamenti comunitari Ocm Vino, “nel 2013 e nel 2014 – spiega Elisabetta Falchi nel corso dell’incontro “Sostegno alle imprese alimentari vitivinicole” tenutosi a Dorgali (NU) – le somme pagate ai beneficiari sono state inferiori a quanto assegnato alla Regione Sardegna, per mancanza di domande presentate dai soggetti interessati: viticoltori, cantine e consorzi di tutela. Bisogna mettere le aziende nelle condizioni

di spendere”. A lamentare una certa mancanza di collegamento fra piani alti e piani bassi è anche il presidente del Consorzio di Tutela Vini di Sardegna, Gigi Picciau, il quale – interpellato da I Grandi Vini – ritiene buona la partecipazione dei produttori al Vinitaly di quest’anno (circa 80 le aziende presenti), ma sottolinea come la Regione stessa abbia però manifestato una maggiore sensibilità nei confronti delle realtà aziendali più grandi. Il Consorzio di Tutela Vini di Sardegna è stato, peraltro, escluso dagli stand espositivi assegnati al Vinitaly, un chiaro sintomo – conclude Gigi Picciau – della mancanza di un dialogo costruttivo fra Regione e realtà territoriali.•

In Trentino, in un territorio unico per posizione e clima, moltiplichiamo più di 120 varietà da vino e 20 varietà da tavola che danno origine con un’ampia gamma di selezioni clonali innestate sui principali portinnesti, ad oltre 500 combinazioni per ogni esigenza. Dall’impegno, dal lavoro e dalla grande esperienza dei soci dei Vivai Cooperativi di Padergnone vengono moltiplicate le barbatelle che contribuiscono alla nascita dei migliori vini italiani. Soc. Coop. Agr.

Socio AFLOVIT Sezione AVIT

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Via Barbazan, 13 - 38070 Padergnone (TN) Tel. 0461 864142 Fax 0461 864699 www.vicopad.it - info@vicopad.it


Sardegna Bresca Dorada, the renaissance of the Italian bitter

Mirth and local aromatic herbs are the ingredients of a Sardinian infusion that represents a great Italian tradition Italy has always excelled in the tradition of bitter. Then, cocktails have clouded this precious heritage. But nowadays, thanks to some solid reality that have invested in quality (and not “trendy”) projects, bitter is coming back. Bresca Dorada is one of these companies that has proved itself on ancient tastes and knowledge, giving life to Mirtamaro, a bitter drink based on mirth, roots and wild herbs from Gennargentu and from the Sardinian coasts. Bitter inklings, balsamic notes, spicy and citrus typical aromas of medical herbs give to this infusion the qualities that makes it the ideal after-meal companion. Mirtamaro is the fruit of Paolo Melis and Enrico Diana’s more than 20-year experience. They founded Bresca Dorada in 1985, working on honey first and then starting with liquors, marmalades and aromatic salts: a production that aim to employ every part of the fruit without wasting anything. So, Mirto Rosso is made with the berries and the intense Mirto Verde with the leaves, combined with honey and sugar. Bresca Dorada produces an organic line too, beside Limoncino di Muravera and Aràngiu, that exalts the taste of the Sardinian lemons and oranges, then Figu Morisca and Matafalua, made of prickly pear and pfennig. •

BRESCA DORADA Località Cann’e Frau 09043 Muravera (CA) Tel. +39 070 9949163 Fax +39 070 9949219 commerciale@brescadorada.it www.brescadorada.it L’azienda sarà presente al Vinitaly nel Collettivo Sardegna Pad 8 Stand 20

BRESCA DORADA la rinascita dell’amaro italiano Mirto ed erbe locali per un infuso sardo che rappresenta la grande tradizione italiana

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na tradizione, quella dell’amaro, dove l’Italia ha primeggiato a lungo incontrastata. Poi è arrivato il cocktail e questa preziosa eredità si è andata via via affievolendo. Oggi, grazie ad alcune serie realtà che hanno voluto investire in progetti non di moda ma di qualità, l’amaro sta tornando. Bresca Dorada è una di queste aziende che memore di saperi e sapori regionali si è messa alla prova, dando vita al Mirtamaro, un amaro a base di mirto, radici, cortecce ed erbe selvatiche che

crescono sulle montagne del Gennargentu e delle coste sarde. Note amaricanti, balsamiche, speziate e agrumate tipiche delle piante officinali isolane danno a questo amaro la tempra necessaria per farne un ottimo compagno da servire fresco dopo i pasti. Il Mirtamaro nasce dalla ultra ventennale esperienza di Paolo Melis ed Enrico Diana, fondatori di Bresca Dorada nel 1985. L’azienda lavora inizialmente sul miele e poi si cimenta con i liquori fino ad arrivare alle marmellate e ai sali aromatizzati, nell’ottica di una

produzione che utilizzi il frutto in tutte le sue parti, senza spreco. Ecco allora il Mirto rosso, fatto con le bacche e il Mirto verde che lascia invece assaporare la pungente intensità delle foglie in soluzione idroalcolica con miele e zucchero. Bresca Dorada produce inoltre una linea di liquori biologici, oltre al Limoncino di Muravera e all’Aràngiu che esaltano la succulenza dei limoni e delle arance sarde mentre Figu Morisca e Matafalua nascono rispettivamente dai fichi d’india e dal finocchio. (i.g.)•

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Sicilia

Tenute Orestiadi:

6 monovarietali per raccontarsi Sarà presentato a Vinitaly il restyling grafico delle etichette. L’obiettivo è quello di promuovere sempre meglio il territorio, la sua storia e i suoi vini

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enute Orestiadi è un progetto vitivinicolo relativamente giovane che si inserisce in un contesto fatto di eccellenza – quello dei vini siciliani – e che racconta una liason fra storia e arte che prende avvio nel passato. Gibellina, infatti, culla di Tenute Orestiadi, nel cuore della Valle del Belice, è un luogo che porta ancora le ferite del terremoto del ’68: un evento devastante da cui è scaturito un

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movimento culturale unico che, grazie a un personaggio di spicco come Ludovico Corrao, ha portato nella nuova città un numero altissimo di artisti contemporanei, pronti a curare con le loro opere quei solchi di dolore. Solo così si può capire bene cos’è oggi Tenute Orestiadi e perché la cantina si lega a doppio filo alla Fondazione Orestiadi, un’istituzione culturale fra le più importanti del Mediterraneo, in una narrazione che

è arte, vino e territorio. Veniamo al vino, ambasciatore privilegiato del progetto. L’obiettivo è quello di puntare sulla tipicità e sulla qualità di questo angolo di Sicilia: proprio in questo senso si è realizzato un progetto di zonazione che negli ultimi 8 anni ha portato alla creazione di una selezione di monovarietali, da uve prodotte in determinati appezzamenti, con un suolo particolare e un microclima diverso. Sono stati individuati,

nello specifico, tre tipi di terreni: la terra rossa, di composizione sciolta e ricca microelementi ferrosi, la terra nera ovvero limosaargillosa e quella bianca, con presenza di calcare e gesso. I sei vini in purezza, prodotti da uve autoctone quali Grillo, Catarratto, Perricone, Frappato, Zibibbo e Nero d’Avola, vogliono raccontare l’eccellenza e la ricchezza del patrimonio vitivinicolo siciliano, trasmettere la passione e la de-


dizione dei 1200 vignaioli che lavorano la terra, farsi da volano di un’economia e di una comunicazione legate al territorio. In occasione del prossimo Vinitaly, inoltre, sarà presentato il nuovo packaging della linea Tenute Orestiadi, il cui restyling ha avuto come obiettivi: dare più identità e valore aggiunto al brand;

comunicare meglio lo stretto legame con il territorio. Resta invece invariata la veste del Ludovico, il vino di punta di Tenute Orestiadi, un blend di Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon che si contraddistingue per la ricchezza di profumi, come amarena, mirtillo, spezie, tabacco e liquirizia, la grande morbidezza e persistenza. (c.c.)•

TENUTE ORESTIADI Viale Santa Ninfa - 91024 Gibellina (TP) Tel. +39 0924 69124 - Fax + 39 0924 69765 info@orestiadivini.it - www.tenuteorestiadi.it Presenti a Vinitaly. Pad.2 Sicilia - Stand C40

Tenute Orestiadi: 6 monovarietal wines tell its story

Ready to present its new image at Vinitaly to promote its territory, its story and its wines at best Tenute Orestiadi is a quite young winery that has grown in an excellence background – the Sicilian wines’ one – and tells about a long-lasting liaison between history and art. In fact, Gibellina, the craddle of Tenute Orestiadi, in the heart of Valle del Belice, is a place that still shows the damages of the 1968 heartquache: but this tragic event gave life to a unique cultural movement that thanks to Ludovico Corrao, has seen many contemporary artists giving their contribution to fill up those holes of grief with their work of art. This story helps to understand fully what Tenute Orestiadi is, because the winery has a strong relationship with Fondazione Orestiadi, one of the most important cultural institutions in the Mediterranean Sea. Wine is the privileged ambassador of a project that bets on typicalness and quality: in the last 8 years a project of zoning has lead to the creation of a selection of monovarietal wines from specific plots of land, with different soils and microclimates. In

particular, three are the different kinds of soil: the red soil, rich of ferrous microelements, the black loam-clayey soil and the white one, with limestone and gypsum. The result are six single-variety vinification wines: Grillo, Catarratto, Perricone, Frappato, Zibibbo and Nero d’Avola. These wines represent the excellence and richness of the oenological patrimony of Sicily and embody the devotion and passion of 1200 winemakers who promote the economy and protection of their land. During the next edition of Vinitaly, Tenute Orestiadi will present its new packaging, whose restyling has two aims: to give a stronger identity and an added value to the brand and to communicate better the close bond with its territory. The packaging of Ludovico, the buttonhole of Tenute Orestiadi, is instead unchanged. This wine is a blend of Nero d’Avola and Cabernet Sauvignon that reveals rich perfumes of sour black cherry, blueberry, spices, tobacco and liquorices, and a very soft and persistent taste. •

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Sicilia

PIETRACAVA Wines Terroir, senza compromessi Chiudiamo per un momento il Manuale del Sommelier: la voce Terroir ce la spiegano gli Ortoleva Butera, Caltanissetta. Sul versante sinistro del torrente Comunelli, 12 ettari e mezzo coltivati a vigna, 400 metri s.l.m. Il terreno è di medio impasto, tendente al calcareo. Poi, subito vicino alla vigna, una cantina. È PietraCava, azienda agricola dal 1977, vinicola dal 2004, di proprietà della famiglia Ortoleva e sotto la conduzione di Domenico dal 1994. Domenico Ortoleva muove dai

ricordi giovanili, vuole un vino «vecchia maniera» e con caparbietà porta avanti la sua visione di terroir: vigna, territorio e uomo, in un legame strettissimo e dalle radici antiche, e visto che siamo in Sicilia, diciamo pure classiche. L’obiettivo, oggi, è quello di riversare in bottiglia ciò che la natura produce a livello micro-ambientale, l’uomo deve assecondarne le influenze morfologiche e climatiche, la vinificazione dev’essere non invasiva, le caratteristiche del vigneto devono essere esaltate da interventi minimi, la lievitazione naturale. Ricercare dunque l’eccellenza del vino nel territorio, l’eccellenza del territorio nel vino. L’uomo sta in mezzo, osserva, guida e si sposa con la natura. PietraCava legge e interpreta così il concetto di terroir, Manaar è il suo Nero

d’Avola IGP Terre Siciliane, un vino barriquato con un bouquet dalla complessità d’eccezione, forte nel carattere e dal colore intenso.

Ricchezza, forza e intensità: sembra quasi di raccontare la Sicilia stessa. E quindi – confermiamo – la missione di PietraCava è compiuta.•

PietraCava Wines Terroir without compromises

Let’s close the handbook of Sommelier for a moment: the explaining of the voice “Terroir” comes from the Ortolevas Butera, Caltanissetta. On the left bank of the brook Comunelli, grows a twelve and a half-hectare vineyard, 400 meters above the sea level. The soil is an average mixture tending to calcareous. Next to the vineyard, it rises a winery. It’s PietraCava, a farm since 1977 and a winery since 2004, a property of the Ortoleva family, managed by Domenico since 1994. Domenico Ortoleva starts from his youth memories, he makes an “old way” wine, and carries out his vision with stubbornness. He wants his wine to be a pure expression of this terroir: vines, land, man, live in harmony sharing an ancient bond. And considering we are in Sicily, we can say it’s a classical one. Nowadays his target is to pour

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in a bottle what the nature produces in terms of microenvironment. Man has only to support the morphologic and climatic qualities: winemaking has to be noninvasive to exalt the peculiarities of the vineyard and fermentation has to be natural. The research of excellence starts from the land and touches the wine and vice-versa. Man stands between, he observes, guide, and helps only if it’s necessary. PietraCava interprets in this way the concept of terroir. Manaar is its Nero d’Avola IGP Terre Siciliane, a wine aged in barrique with a complex bouquet, a strong character and an intense color. Rich, strong and intense, this wine talks about Sicily. The mission of PietraCava is accomplished.•

AZIENDA AGRICOLA DOMENICO ORTOLEVA Via Luigi Sturzo, 16 - 93011 Butera (CL) Tel: 3392410117 info@pietracavawines.it www.pietracavawines.it Vinitaly: Pad. 2, Stand 107G


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SPECIALE ANTEPRIME

CHIANTI CLASSICO: 300 ANNI E OBIETTIVO UNESCO foto di Chiara Daniele

DI CLAUDIA CATALDO

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l Gallo Nero celebra i suoi 300 anni: tanti ne sono infatti passati dal bando che Cosimo III de’ Medici emise nel 1716 (il 24 settembre) a tutela dei vini toscani più virtuosi, tracciando quelli che sono i confini più o meno dell’attuale Chianti Classico. E l’Anteprima non poteva che incentrarsi su questo, in vista delle celebrazioni e degli eventi previsti per il prossimo settembre. La Chianti Classico Collection, che come da rito si è svolta alla Leopolda di Firenze, ha visto quasi 600 etichette in degustazione, fra anteprime di botte dell’annata 2015, altre vendemmie, Riserve e Gran Selezioni. Una due giorni che è un viaggio fra i territori del Chianti Classico, alla scoperta delle diverse interpretazioni delle aziende e delle espressioni dei diversi terroir e aree di produzione, che sempre più stanno cercando di emergere come aggregati con simili caratteristiche stilistiche e qualitative (basti pensare ai produttori della zona di Castelnuovo Berardenga o a quelli di Panzano). Veniamo alle annate

in degustazione: la 2015 è stata un’annata perfetta per il Sangiovese, dopo una 2014 molto particolare (e difficile) che ha dato vini dal carattere non convenzionale. La 2013 invece, un po’ più contenuta in quantità, ha dato dei Chianti Classico ben equilibrati e bilanciati; la 2012 vini morbidi, con un grande frutto e un contenuto alcolico meno spinto. Fra progetti, celebrazioni e candidature Unesco (il Chianti Classico ha infatti avviato l’iter per essere inserito nella lista del patrimonio mondiale), le belle sorprese e le conferme non sono certo mancate. I migliori assaggi: Monteraponi Baron’Ugo (Chianti Classico 2014), Monterotondo (Chianti Classico 2014), I Fabbri (Chianti Classico Riserva 2012), Querciabella (Chianti Classico 2013), Castell’in villa (Chianti Classico Riserva 2010).

BRUNELLO 2011 DA AFFINARE E 5 STELLE PER LA 2015

L

’unico rammarico del Brunello 2011 è quello di essere arrivato dopo la memorabile 2010 e all’annuncio delle 5 stelle per l’annata 2015. Premesso questo, l’anteprima della 2011 mostra un’ottima gestione di quella che era stata un’annata calda e fin troppo secca, con assaggi che si rivelano di buona

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DI IRENE GRAZIOTTO freschezza e tannini morbidi. A risentire delle alte temperature sono prevalentemente i nasi, con aromi un po’ attutiti e talora cotti. Nel complesso si hanno però vini estremamente godibili che forse abbisognano solo di un po’ più di tempo per esprimersi, essendo meno pronti di quanto lo fosse la 2010 - e dopo cinque anni possiamo ben aspettare


qualche semestre in più! 127 le aziende presenti all’Anteprima dove si è festeggiato il cinquantesimo della Doc ed è stato annunciato il massimo dei voti per il 2015. “L’annata per eccellenza che tutti i produttori aspettavano da lungo tempo” ha detto Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio. Entusiastici anche i pareri di Carlo Ferrini, Paolo Caciorgna e Vittorio Fiore, i tre enologi che seguono la Docg e che hanno parlato di equilibrio e potenzialità sul lungo tempo che non si vedevano da trent’anni. Molto meno fortunata invece l’annata 2014 di cui era in assaggio il

Rosso: una sfida che ha messo davvero alla prova i produttori, caduti in piedi soprattutto in presenza di vigneti situati nell’area a sud di Montalcino. Bella succulenza e alcuni grandi interpretazioni per la Riserva 2010 qualora interpretata in chiave territoriale invece che di sviluppo dei terziari. I migliori assaggi: Caparzo (Brunello 2011), Podere Le Ripi (Rosso 2011), Poggio di Sotto (Brunello 2011), Salvioni (Brunello 2011), Sassodisole (Brunello 2011), Terre Nere (Brunello di Montalcino Riserva 2010)

50 ANNI VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO

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DI GIOVANNI PELLICCI

a Vernaccia di San Gimignano che quest’anno festeggia i 50 anni quale prima Doc italiana è oggettivamente in gran forma. L’ultima edizione dell’Anteprima lo ha confermato per la qualità costantemente presente nel calice; l’attenzione da parte del pubblico presente alle due giornate organizzate nella città turrita e il crescente andamento delle vendite all’estero. Intanto l’annata 2015 ha confermato le ottime aspettative emerse dalla vendemmia. Le uve sane e perfettamente mature hanno prodotto una Vernaccia di San Gimignano profumata, equilibrata e con una bella struttura. Elementi questi che ne fanno una delle annate più interessanti delle ultime. In calo, ma era annunciata, la quantità:

sono stati 41.056 gli ettolitri di Vernaccia prodotti dai 730 ettari di vigneto. Si tratta del 9% in meno rispetto all’annata 2014. Il buon andamento della denominazione è confermato anche dall’analisi dei dati economici. Nel 2015 il giro di affari è stimato in 41,5 milioni di euro, di cui 16,5 dalla commercializzazione della sola Vernaccia. L’export è pari al 52% del fatturato e il principale mercato europeo si conferma la Germania, poi Svizzera, Inghilterra, Olanda e Belgio. Ma il mercato più importante in assoluto si conferma quello americano, dove è andato oltre un milione delle 5,5 milioni di bottiglie prodotte. Sul fronte del mercato interno, il 19,2% della produzione totale del 2015 è stato venduto direttamente dalle aziende ai consumatori finali, mentre il 16,5% è andato agli esercizi commerciali di San Gimignano. Questo significa che il 35,7% della produzione è stato assorbito dal commercio locale e che poco più del 12% è stato destinato al territorio nazionale. E’ anche in questo caso la Vernaccia conferma di andare, positivamente, controtendenza. I migliori assaggi: Montenidoli (Vernaccia Fiore 2008), Cappella Sant’Andrea (Vernaccia 2013), La Lastra (Vernaccia Riserva 2009)

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SPECIALE ANTEPRIME

TUTTI DICONO “I LOVE CHIANTI” DI STEFANIA ABBATTISTA

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’Anteprima “di tutti i Chianti” ha giocato sul connubio vinoamore. L’evento ha messo insieme tutte le sottozone del Chianti, una superficie di 15 mila ettari: Colli Fiorentini, Colline Pisane, Montespertoli, Colli Aretini, Colli Senesi, Montalbano e Rufina, ciascuna con le diverse peculiarità organolettiche che ci si aspetterebbe. Dai Colli Aretini, per esempio, più freschezza e snellezza, dai Rufina più forza e persistenza. Per l’Anteprima numero 5, 115 le aziende presenti, in degustazione le annate 2015 e 2013 Riserva. In totale oltre 450 vini. Circa 3 mila i “Chianti Lovers” arrivati a Firenze e 350 gli operatori del settore. La location, la ex Manifattura Tabacchi alle Cascine, ha grandissime potenzialità. È un suggestivo esempio di archeologia industriale anni ’40 (è anche tra i “luoghi del cuore” FAI). Plauso per la formula mista: l’Anteprima è stata accessibile sia agli operatori che agli appassionati della domenica pomeriggio. E se qualcuno storce il naso conviene ricordare che al

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nostro vino servono l’uno e l’altro. Girovagando e catturando impressioni dai produttori, l’esportazione si è confermata una volta di più il punto fermo. Il Chianti è una roccaforte per l’export, dove continua a muoversi per il 70% (su tutti Usa, Germania e Giappone). Non a caso, anche hashtag e slogan dilaganti sono per lo più inglesismi, da “Tutti dicono I love Chianti” a #chianticool e “Chianti Lovers”. I migliori assaggi: Agricola Tamburini (Chianti Docg “Italo” Riserva 2012), Tenuta San Vito (Chianti Colli Fiorentini, Anteprima 2015), Fattoria Selvapiana (Chianti Rufina, Anteprima 2014), Marchesi De’ Frescobaldi (Chianti Rufina Riserva 2013), Campo del Monte (Chianti Colli Aretini, Anteprima 2015 e Riserva 2013), Castel di Pugna (Chianti Colli Senesi, Anteprima 2015 e Riserva 2008), Campochiarenti (Chianti Colli Senesi, Anteprima 2015 e Vin Santo 2003).


SPECIALE ANTEPRIME

IL VENTO DEL NOBILE SOFFIA NOVITÀ DI IRENE GRAZIOTTO

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empo di cambiamenti per la denominazione toscana, che sposta la sede del Consorzio dentro la Fortezza - da anni sede dell’Anteprima - e sottopone il proprio logo ad un restyling importante. L’occasione per il rinnovo grafico è il 50esimo anniversario della Doc, ottenuto nel 1966, ma parte da “una volontà di rendersi più visibili anche sullo scaffale, con un logo più incisivo ed iconico, oltre che più leggibile” spiega Andrea Natalini, presidente del Consorzio. Corona e grifone i due fulcri della modifica, con un’abbreviazione della dicitura, il profilo dell’animale alato che viene reso più lineare e ancorato al bordo e il passaggio alla monocromia rossa – che aiuta a differenziarlo dal celebre fratello fiorentino. Fra i progetti realizzati dal Consorzio anche la mappatura creata in collaborazione con Alessandro Masnaghetti e consultabile sia in versione cartacea che ebook. A festeggiare le novità arrivano anche le cinque stelle – e non poteva essere diversamente – attribuite

all’annata 2015, che si presenta di vivido color porpora, naso dalle note importanti di frutta scura e tannino intenso. Sono invece quattro le stelle del Nobile 2013, 42 i campioni assaggiati di cui quasi metà da botte. Gli effetti dell’annata umida si percepiscono soprattutto in alcuni nasi, un po’ chiusi, e in qualche sorso dal tannino verde; ma in generale troviamo sentori di frutta matura, talvolta in confettura e con dei legni ben dosati, e sorsi pieni. La Riserva 2012 – 14 campioni di cui 5 da botte – zoppica invece per una certa pesantezza, priva della necessaria vena fresca e sapida. La denominazione si rivela comunque in crescita qualitativa e si sta stabilizzando anche l’identità organolettica del Nobile, probabilmente grazie ad un progressivo abbandono delle uve internazionali a favore del Sangiovese. I migliori assaggi (Nobile di Montepulciano 2013): Croce di Febo, Fanetti, Gattavecchi, Il Macchione, Montemercurio, Poliziano, Salcheto.

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SPECIALE ANTEPRIME

divertiti con i colori

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LA TOSCANA CHE NON TI ASPETTI

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DI ALBERTO BRILLI

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ull’onda dell’incremento dell’export, il vino toscano che si è esibito sabato 13 febbraio allo Star Hotel Michelangelo di Firenze è stato quello delle denominazioni emergenti, ovvero Morellino di Scansano, Montecucco, Vini Cortona, Carmignano, Valdarno di Sopra, Bianco di Pitigliano e Savona, Colline Lucchesi e Maremma Toscana. Sotto i riflettori dunque, otto Consorzi di tutela che – collettivamente – hanno saputo esprimere una qualità enoica di tutto rispetto. Un valore aggiunto, in vista di un mercato dagli ampi margini di crescita. Il 2015 è stato infatti un anno d’oro per le denominazioni toscane che hanno conosciuto un incremento dell’export del 21,9% nei primi 9 mesi. Di chi il merito? Noi rispondiamo: di chi promuove le eccellenze territoriali, se è vero – come rivela l’Osservatorio Business Strategies Paesi Terzi di Wine Monitor Nomisma – che in Usa la Toscana è la regione vinicola italiana ad oggi più conosciuta. La parola d’ordine che circola da un paio di anni a questa parte nella promozione delle eccellenze toscane è “fare sistema”: Regione, Toscana Promozione e Consorzi hanno agito in sinergia anche in questa occasione, con il risultato che il sapore più buono che ha animato gli assaggi della prima pièce delle Anteprime è stato quello del suo spirito. Anche a realtà molto piccole infatti, in primis Montecucco, Valdarno di Sopra, Pitigliano e Savona, è stata data l’opportunità di presentare i loro calici migliori ad una platea dal carattere marcatamente internazionale. I migliori assaggi Barco Reale di Carmignano 2014: Le Farnete, Capezzana, Il Sassolo. Morellino di Scansano 2014: Col di Bacche, Terenzi, Fattoria dei Barbi.

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Toscana

VILLANOVIANA

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i chiamano Imeneo, Sant’Uberto, Teia ed Erubesco e sono loro a concretizzare il sogno di una vita di Barbara, proprietaria della cantina Villanoviana, che da sempre custodiva nel cassetto il sogno di produrre vino. Oggi i vigneti dell’azienda si estendono tra Sant’Uberto e Le Ferrugini, curati con la massima artigianalità sia in vigna che in cantina, al fine di mantenere inalterata la personalità di ogni prodotto. Personalità che rispecchiano in pieno le caratteristiche del terroir di Bolgheri, dal momento che tutti i

Villanoviana: a life-long passion to go back to the origins Four wines tells about their territory

Their names are Imeneo, Sant’Uberto, Teia and Erubesco: these labels are the result of a life-long dream become true. Barbara, the owner of Villanoviana, has always had the dream of winemaking. Nowadays her vineyards grow in the heart of the Bolgheri Doc area, betewen Sant’Uberto and Le Ferrugini, and are managed with the utmost care. Both in the vineyards and in the cellar she works to preserve the personality of each product. The result of such a careful work is four labels that mirror the terroir of Bolgheri. Thanks to ancient processing methods that respect the natural cycles and the surrounding environment, Villanoviana produces wines with a definite character and the peculiar tastes of these lands. Eachlabel reveals different qualities: Imeneo Bolgheri Doc is soft and fresh; Sant’Uberto Bolgheri Superiore is a sincere wine, the highest expression of the Cabernet Franc, Merlot and Petit Verdot grapes that grow in this area; then Erubesco Toscano Igt

la passione di una vita per tornare alle radici vigneti nascono proprio nel cuore della denominazione Bolgheri Doc. Il recupero di antiche metodologie di coltivazione ed il rispetto dei cicli naturali dell’ecosistema permettono di far emergere le peculiarità di ciascun vitigno, riscontrabili nelle qualità organolettiche dei vini di Villanoviana. Per questo ogni vino ha un caratte-

re così diverso dagli altri: dal morbido e fresco Imeneo Bolgheri Doc allo schietto Sant’Uberto Bolgheri Superiore, massima interpretazione dei vitigni della zona Cabernet Franc, di Merlot e di Petit Verdot, dal complesso e penetrante Erubesco Toscano Igt al bianco Teia, Vermentino di Bolgheri, dal carattere vivace e fresco come la dea di cui porta il nome.•

Dalla passione di una vita, 4 vini che sono la massima espressione del loro territorio

AZIENDA AGRICOLA VILLANOVIANA Loc. Sant’Uberto, Bolgheri - Castagneto Carducci, LI Tel. 0536 807308 - Cell. 348 8937296 info@villanoviana.it www.villanoviana.it

is complex and piercing,while Teia, a Vermentino di Bolgheri, is a lively and fresh white wine, as well as the goddess from which it has taken its name. •

L’azienda Villanoviana, dopo il grande successo riscosso alla scorsa edizione di Prowein a Dusseldorf, sarà presente dal 10 al 13 Aprile a Vinitaly presso gli spazi del Consorzio Bolgheri Doc (pad. 9 stand C13) per farvi conoscere le migliori annate dei suoi vini

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Toscana

LE PIANACCE fra le colline e il mare toscano

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Suvereto, tra il mare che guarda l’Elba e le dolci colline della Val di Cornia, si trova l’azienda agricola Le Pianacce. Dal 1985 l’azienda dei fratelli Camberini ne ha fatta di strada, rimanendo però sempre legata ai valori fondamentali che l’hanno fatta nascere. Così la qualità ambientale di questo fantastico territorio viene valorizzata dall’impegno diretto e dalla passione della famiglia Camberini, poiché se fare il vino è prima di tutto una soddisfazione, tradizione ed innovazione si fonda-

no e diventano il marchio stesso di questa vocazione antica e insieme modernissima. Oggi i vini prodotti da questa azienda sono tre: Le Pianacce Igt, un vino a tutto pasto 70% Sangiovese e 30% Merlot, il Diavolino Rosso Igt, prodotto di punta 50% Sangiovese, 25% Cabernet Sauvignon e 25% Merlot, un vino corposo, affinato 12 mesi in barriques, che si sposa benissimo con carni rosse e cacciagione. Ed infine il bianco, un Vermentino in purezza che a breve sarà presentato sul mercato con un nome e un’etichetta completamente rinnovati, il Selico. (i.b.)•

Quando fare il vino è prima di tutto una grande soddisfazione

Tradition and innovation between the Tuscan hills and sea

Le Pianacce: when making wine is a great satisfaction first of all

AZIENDA AGRICOLA LE PIANACCE FRATELLI CAMBERINI Loc. Pianacce, 198 57028 Suvereto (Li) Tel. 0565 828027 Cel. 338 6563437 info@camberini.it

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Le Pianacce rises in Suvereto, between the sea overlooking the Elba Island and the sweet hills of Val di Cornia. Since 1985 the brothers’ Camberini winery has grown but never forgetting the basic values it has been founded on. In fact, the environmental quality of this territory is exploited by the family’s commitment and passion. When making wine is a great satisfaction first of

all, tradition and innovation merge and becomes the distinguishing mark of such an ancient and modern vocation. Nowadays Le Pinacce proposes

three labels: Le Pianacce Igt, a wine suitable for teh whole meal, 70% Sangiovese and 30% Merlot; Diavolino Rosso Igt, the buttonhole label, 50% Sangiovese, 25% Cabernet Sauvignon and 25% Merlot, is a full-bodied wine, refined 12 months in barrique, ideal with red meat and game; and a single variety vinification of Vermentino, that will be launched on the market with a new name and label, Selico.•


Toscana

autoctoni e internazionali

si prendono per mano

Produzioni vitivinicole artigianali e di nicchia per interpretare un territorio in modo genuino e tradizionale, con un ottimo rapporto qualità - prezzo

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ra Siena e Firenze, lungo la via Cassia e non molto distante dalle vecchie mura di Staggia Senese, si trova l’azienda agricola Montalpruno. Fu la famiglia Tosi ad acquistare il casolare ottocentesco sulla fine degli anni ’80: Franco Tosi e la moglie Tina portarono avanti le importanti ristrutturazioni che il tempo aveva reso necessarie e costruirono una moderna cantina, riportando alla luce questo luogo così suggestivo e dal

sapore squisitamente toscano. Oggi Montalpruno è agriturismo e cantina. Dieci ettari coltivati a vigneto, soprattutto con varietà autoctone ma anche con piccole porzioni di vitigni internazionali, che qui hanno trovato un suolo e un microclima favorevoli. Il vino più rappresentativo dell’azienda è il Chianti Colli Senesi, Sangiovese in purezza che, come anche gli altri prodotti aziendali, si distingue per un uso del legno ben dosato. La Riserva, Il Canto del Leccio, è invece un blend di

Sangiovese (80%), Canaiolo, Colorino e Ciliegiolo, prodotto solo nelle migliori annate. Veniamo agli internazionali: il Secolare è un Merlot e Ciliegiolo, affinato per 18 mesi in barrique usate mentre l’ultimo arrivato in famiglia è un Cabernet Sauvignon in purezza, con note di frutti di bosco, liquirizia, pieno e strutturato, prodotto solo in 1200 bottiglie numerate. Senza dimenticare il Vin Santo del Chianti Doc, che tanto piaceva anche a Giulio Gambelli. (c.c.)•

Montalpruno: autochthonous and international grape varieties hand in hand

Craftsmanlike niche oenological productions interprets a territory in a genuine and traditional way, with an excellent quality/price ratio Between Siena and Florence, along the Via Cassia, not too far from the ancient walls of Staggia Senese, rises Montalpruno. The Tosi family bought the XVII century building at the end of the 80s: Franco Tosi and his wife Tina restored the estate and built a modern cellar, giving new life to this ancient suggestive place. Nowadays Montalpruno is an agritourism and a winery: a ten-hectare vineyard where grow autochthonous and international grape varieties that here have found a favorable soil and microclimate. The most representative label of this winery is Chianti Colli Senesi, a Sangiovese in purity characterized by well-balanced wood inklings. Il Canto del Leccio Riserva is a blend of Sangiovese (80%), Canaiolo, Colorino and Ciliegiolo, produced in the best years only. The international wines are: il Secolare a blend of Merlot and Ciliegiolo, refined 18 months in second passage barrique, and the last born a Cabernet Sauvignon in purity, with wild berries and liquorices perfumes and a full-bodied, structured taste, 1,200 numbered bottles only. Last but not least Vin Santo del Chianti Doc, the wine loved by Giulio Gambelli.•

AZIENDA AGRICOLA MONTALPRUNO Loc. Montalpruno 1/2 53036 Poggibonsi (SI) Tel. 0577 930468 - Fax 0577 905628 montalpruno@montalpruno.com www.montalpruno.com

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Toscana

Il Vermentino biologico di MASSIMO CIARCIA Una scelta di qualità a 360° che promuove il territorio grazie ad un approccio sostenibile in vigneto e cantina

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itigni autoctoni e pratica biologica: sono queste le scelte fatte da Massimo Ciarcia per comunicare il territorio attraverso i suoi vini. Siamo a Bibbona, a cinque chilometri dalla costa livornese dove, esposti alla luce del sole e ai venti del mare, su terreni di argilla mista a ciottoli, crescono i grappoli di Vermentino. Quest’uva gode di una lunga familiarità con la zona, che negli scorsi anni è stata però minata dalla bacca rossa per ragioni di mercato. Massimo, invece, nel Vermentino ci ha sempre creduto e non ha mai smesso di farlo, proponendolo per quello che è: un bianco elegante e fruttato, di grande bevibilità grazie alla freschezza e alla nota salina che ne fanno un ottimo compa-

Vinitaly: Padiglione 8 Area Vinitaly Bio Desk 41

AZIENDA AGRICOLA MASSIMO CIARCIA Via della Camminata est 18 57020 Bibbona (LI) Tel. e Fax + 39 0586 671953 info@massimociarcia.com www.massimociarcia.com Google Maps: Ciarcia Massimo Azienda Agricola Facebook: Massimo Ciarcia Azienda Agricola

gno a tavola. L’obiettivo è creare un vino che lasci trasparire l’annata grazie a interventi non chimici ma ecocompatibili in vigneto e in cantina, ed è proprio grazie a questa comunione d’intenti di pratica biologica che Massimo dal 2009 conduce interamente nella sua azienda. Il Vermentino “Le

Carraie” Doc “Terratico di Bibbona” nasce in vigneti di proprietà, le cui uve, raccolte a mano, subiscono una spremitura soffice che mantiene intatti profumi e qualità organolettiche. La fermentazione avviene in moderne vasche inox con temperatura controllata fino al completo esaurimento degli

zuccheri, dopodiché si attende una naturale decantazione prima dell’imbottigliamento. Colore giallo paglierino con riflessi dorati, al naso ampio bouquet di profumi floreali e fruttati e sorso secco, di buona persistenza, ideale per accompagnare piatti di pesce o carne bianca. •

Massimo Ciarcia’s organic Vermentino

A complete quality that promotes its territory through a sustainable approach both in the vineyard and in the cellar Autochthonous grape varieties and organic farming are Massimo Ciarcia’s choices to promote his territory through his wines. We are in Bibbona, five kilometers far from the coast of Livorno, where Vermentino grow on clayey and stony soils enjoying the sunlight and the sea breeze. In the last years this grape variety has been clouded by the red-berry varieties for commercial reasons, even if it has an

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ancient relationship with this territory. Massimo, instead, has always believed in Vermentino and its qualities: an elegant fruity white wine, easy to drink and fresh, with a savory inkling that make it an excellent companion for every dish. He wants to create a wine that reveal a peculiar character every year thanks to an environmental friendly winemaking. According to this philosophy, since 2009 Massimo

manages his winery following the principles of organic farming. His Vermentino “Le Carraie” Doc “Terratico di Bibbona” springs in his own vineyards, where the grapes are harvested manually and, after a soft pressing that preserves perfumes and organoleptic qualities, ferments in modern stainless steel vats at controlled temperature. Then, wine is bottled after a slow natural settling. The result is a straw yellow wine with golden reflexes, an ample flowery and fruity bouquet and a dry, persistent taste: the ideal wine to taste with fish or white meat. •


Toscana

ARTIMINO, 300 anni di Carmignano

A fare da scenario ai festeggiamenti sarà Villa La Ferdinanda, patrimonio Unesco Nella foto: Annabella Pascale

On September 24th 1716 Cosimo III de’ Medici promulgated the first disciplinary in the history of wine: it was an edict that protected the excellence areas of winemaking in Tuscany – Chianti, Pomino, Carmignano and Valdarno Superiore – providing severe sanctions against merchants of counterfeit products. This year we celebrate the 300 anniversary of this date and Artimino, in partnership with the Consorzio of the Docg, is preparing a calendar of events, commemorations and a 1716 magnum ad hoc: Carmignano Docg 2012 Riserva with a special label painted by Wessel Huisman. The label will represent Villa “La Ferdinanda” – built by the de’ Medici family and declared World Heritage Site in 2013 – and the project of patronage of the contemporary arts that Artimino has undertaken in partnership with the Venice Biennale. “We will put on auction for charity ten bottles painted by the author” says Annabella Pascale, the young lady of wine who has been managing the family estate for the last years. “The world of wine is a versatile one – tells Annabella – “a challenging one, a world that evolves continually but slowly. Following Artimino I feel I’m continuing my grandfather’s strong relationship with this territory. In some way, I feel I’m a Carmignano Riserva too!”.•

Vinitaly: Padiglione 9 Stand D14

To host the celebration will be Villa La Ferdinanda, a Unesco World Heritage site

ra il 24 settembre del 1716 e Cosimo III de’ Medici promulgava il primo disciplinare di tutela della storia: un editto che proteggeva le aree vinicole toscane di eccellenza – Chianti, Pomino, Carmignano e Valdarno Superiore – comminando pesanti sanzioni per chi fosse stato trovato a mercanteggiare prodotto contraffatto. Quest’anno ricorre il 300 anniversario di tale data e la Tenuta di Artimino, in collaborazione col Consorzio della Docg, si prepara a festeggiarlo con un calendario ricco di eventi – tra cui una rievocazione storica – e 1716 magnum ad hoc. Si tratterà di un Carmignano Docg 2012 Riserva con un etichetta ideata dal pittore Wessel Huisman: un disegno che coniugherà l’immagine di Villa “La Ferdinanda” – costruita appunto dalla famiglia de’ Medici e dichiarata Patrimonio Unesco nel 2013 – e il progetto di mecenatismo artistico contemporaneo che Artimino ha intrapreso da alcuni anni con la Biennale di Firenze. “Metteremo all’asta per scopi benefici le dieci bottiglie parzialmente dipinte dall’autore stesso” spiega Annabella Pascale, la giovane Donna del Vino che da qualche anno

guida la tenuta di famiglia. “Un mondo poliedrico quello del vino” – racconta Annabella – “pieno di sfide, che evolve continuamente ma in maniera lenta, quasi impercettibile. Per me seguire Artimino significa continuare qualcosa che ha iniziato mio nonno e costruire col territorio un legame forte. Inizio quasi a sentirmi un Carmignano Riserva!” (i.g.)•

Villa La Ferdinanda, costruita nel 1596 e patrimonio Unesco

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Artimino, 300 years at Carmignano

TENUTA DI ARTIMINO Viale Papa Giovanni XXIII, 1 - 59015 CARMIGNANO tel. 0039 055 8751424 - fax 0039 055 8751480 marketing@artimino.com - www.artimino.com Facebook: Artimino Resort Instagram: #artimino @artimino

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Toscana

UN TASSELLO DI STORIA del Nobile di Montepulciano Tenuta di Gracciano della Seta è una delle aziende storiche di Montepulciano, sita in uno dei cru più rinomati della denominazione

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orge sui colli di Gracciano, uno dei cru storici dell’area di produzione vitivinicola del Nobile di Montepulciano, la Tenuta di proprietà della famiglia della Seta Ferrari Corbelli. Gracciano della Seta è una delle aziende storiche del

comprensorio: ereditata nel 1950 dalla famiglia Svetoni, oggi lavora un totale di 18 ettari di vigneto, in un regime di conversione biologica. Grande attenzione ricade sulla ricerca di uno stile elegante e tradizionale, con la scelta di legni grandi per l’invecchiamento e

una grande affezione al Prugnolo Gentile: così nel bicchiere ritroviamo anni di tradizione e storia, uno stile consolidato, una passione tramandata di generazioni in generazioni, un territorio generoso. La Tenuta, dopo essere stata guidata per lungo tempo dalla Sig.ra Piera Mazzucchelli, è oggi condotta da Marco, Vannozza e Galdina della Seta, con il supporto del padre Giorgio. La nuova generazione, impugnato il timone, ha portato una ventata di novità, come la cantina di recente costruzione progettata

dall’architetto Agata Torricelli, che coniuga alla perfezione funzionalità ed estetica. Per gli appassionati, la Tenuta custodisce anche una biblioteca storica del vino, con bottiglie anche degli anni ’40 e tutte le annate dal 1968 ad oggi. (c.c.)•

TENUTA DI GRACCIANO DELLA SETA Via Umbria, 59 53045 Montepulciano (SI) Tel. +39 0578 708340 Fax +39 0578 708340 graccianodellaseta@alice.it www.graccianodellaseta.com

Presenti a Vinitaly: padiglione 9 - stand D12-D13 nello spazio del Consorzio del Nobile di Montepulciano

A piece of the history of Nobile di Montepulciano

Tenuta di Gracciano della Seta is one of the historical wineries of Montepulciano and rises in one of the most renowed cru of the denomination On the hills of Gracciano, one of the most importsant historical cru of the Nobile di Montepulciano production area, rises the della Seta Ferrari Corbelli’s winery. Gracciano della Seta is one of the historical estates of this area: inherited in 1950 by the Svetoni family, nowadays the winery owns 18 hectares of vineyards that will become organic soon. A special care is addressed to the pursuit

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of an elegant and traditional style in winemaking, with big oak barrels for ageing and a predilection for Prugnolo Gentile. These wines are the result of an age-old tradition and history, a strengthened style, a handed-down passion and a generous land. After Piera Mazzucchelli’s long management, the estate is now leaded by Marco, Vannozza and Galdina della Seta, with their fa-

ther’s support. The last generation has given a new fresh drive to the winery, as proved by the recently built cellar designed by Agata Torricelli, a perfect combination of beauty and functionality. Also, the estate encloses an historical wine museum that preserves bottles from the 40s and all the years by Tenuta Gracciano della Seta from 1968 to these days. •


Toscana

TENUTA DELLE RIPALTE:

Aleatico, mare, cantina d’autore

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enuta delle Ripalte si trova all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, su un promontorio nella parte più a sud dell’isola d’Elba, circondata da spiagge, suggestive calette ricavate nelle insenature dell’impervia scogliera e fra due vecchie miniere oggi dismesse, in un gioco di cromie che va dal blu del mare al verde dei pini fino al color ferruginoso del terreno. Si tratta di un luogo in cui vocazione enologica si sposa con la bellezza dei panorami: come se non bastasse, la cantina – dotata delle più moderne tecnologie di produzione – è stata progettata dall’architetto Tobia Scarpa, perfettamente integrata nel contesto paesaggistico circostante, e rientra nel circuito delle cantine d’autore

Da tenere ben in mente per la prossima estate: un luogo da visitare (la cantina di Scarpa e tutta la Tenuta) e un vino per brindare (Brut Rosato delle Ripalte) della Toscana. Nata nel 1896 su iniziativa del Conte Tobler, oggi la Tenuta vede l’attuale proprietà affiancata da Piermario Meletti Cavallari, ex patron della bolgherese Grattamacco: 15 ettari vitati, su un totale di 450, condotti secondo i prin-

cipi di un’agricoltura sostenibile, da cui nascono il Bianco (90% Vermentino, 10% Petit Manseng) e il Rosso delle Ripalte (85% Alicante). Grande protagonista è ovviamente l’Aleatico, letto in chiave tradizionale – ovvero l’Aleatico Passi-

Tenuta delle Ripalte: Aleatico, the sea and an author cellar

If you are planning your holidays do not miss to visit Scarpa’s estate and to taste Brut Rosato delle Ripalte Tenuta delle Ripalte rises inside the Arcipelago Toscano National Park on a hill of the southern side of the Elba Island. Surrounded by beaches, suggestive bays dig into the arduous reefs and among two old abandoned mines, the vines grow coloring the blue landscape of green and iron-brown. It’s a place where winemaking merges with wonderful landscapes. Also, the cellar – equipped with the most modern technologies – has been designed by architect Tobia Scarpa to harmonize with the surrounding landscape and is one of the Tuscan art cellars. The winery was founded in 1896 by Count Tobler. Nowadays, the owners cooperates with Piermario Meletti Cavallari, ex patron of Grattamacco: the estate consists of 450 hectares

to dell’Elba Docg – ma anche reintepretato in “rosè”, con il Rosato delle Ripalte in cui ritroviamo la complessità aromatica di quest’uva e il il Brut, rosato da Alatico spumantizzato, che porta con sé tutta l’allegria dell’ormai prossima estate. •

of land, 15 of which are vineyards, cultivated according to the principles of the sustainable agriculture. From these lands spring a white wine (90% Vermentino, 10% Petit Manseng) and Rosso delle Ripalte (85% Alicante). The true protagonist is Aleatico, a traditional version – that is Aleatico Passito dell’Elba Docg – and an original rosé interpretation, Rosato delle Ripalte, a complex aromatic wine, and a Brut, a sparkling Aleatico rosé, that reminds a promising summer. • Presenti a Vinitaly - HALL 7 stand C1 TENUTA DELLE RIPALTE Fattoria delle Ripalte Soc. Agr. Srl Unipersonale Loc. Ripalte-57031 Capoliveri ( LI) -Isola d’Elba Tel 0565/94211 - Fax 0565/935233 Info@fattoriadelleripalte.it - www.tenutadelleripalte.it

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Toscana

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FATTORIA LA LECCIAIA,

a oltre 30 anni alla guida della Fattoria La Lecciaia, ubicata nel cuore della zona di produzione del Brunello, Mauro Pacini si dedica con passione al suo lavoro, dividendosi tra le due tenute dell’azienda: i 16 ettari di vigneti in Montalcino e i 16 ettari nella zona della Doc Montecucco in Campagnatico, nel cuore della Maremma, impiantati dal 2003. Attrezzature all’avanguardia in una cantina moderna che si sviluppa su una superficie di 6 mila

non solo Brunello metri quadrati, armonizzandosi con il territorio circostante grazie all’architettura che richiama lo stile rustico di Montalcino, nel massimo rispetto dell’ambiente circostante, dal momento che in

cantina vengono osservate tutte le principali norme antinquinamento per ridurre l’impatto ambientale. Buona parte della produzione annua è rappresentate dal Brunello con 90 mila bottiglie delle quali, nelle annate migliori, 3040 mila sono classificate a Riserva. L’ampia gamma di vini rossi

FATTORIA LA LECCIAIA Loc. Vallafrico 53024 Montalcino (SI) Tel. +39 0577 849287 Fax +39 0577 849287 lecciaia@pacinimauro.com www.lecciaia.it

include i vini della Doc Montecucco, prodotti di grande struttura, nella tradizione dei rossi toscani di qualità. Tra i prodotti più apprezzati della Lecciaia, si rileva il cru Brunello Manapetra, che, dopo i Tre bicchieri® nella guida Vini d’Italia 2015 con il 2009, ha ottenuto ottimi punteggi da James Suckling - 96 punti per il Riserva 2010 e 92 per il 2011 - e da Antonio Galloni, che ha attribuito rispettivamente 91 e 92 punti. Mentre si stanno attendendo le recensioni delle altre riviste specializzate, gli appassionati americani, principalmente in Florida e New York, stanno offrendo un ottimo riscontro al prodotto. •

Una produzione toscana che copre sia la prestigiosa Docg di Montalcino che la Doc Montecucco

Vinitaly: Pad. 9 Stand B4

Fattoria La Lecciaia, much more than Brunello

A Tuscan production that include both the prestigious Docg of Montalcino and the Doc Montecucco Mauro Pacini has been managing Fattoria La Lecciaia for more than 30 years. The winery rises in the heart of the production area of Brunello. Mauro Pacini devotes himself to his work with passion, dividing his time between his two estates: 16 hectares in Montalcino

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and 16 hectares in the area of the Doc Montecucco in Campagnatico, in the heart of Maremma, planted in 2003. Cutting-edge technologies and a 6,000 square meters cellar harmonically nestled in the surrounding environment thanks to its Tuscan-style architecture. The cel-

lar works carefully following all the antipollution norms to reduce the environmental impact. The greatest part of the production is represented by Brunello with 90,000 bottles, 3040,000 of which becomes Riserva. The wide range of red wines proposed by La Leccaia includes Doc Montecucco, structured Tuscan quality wines. Among the most appreciated labels of La Leccaia, there is the cru Brunello Manapetra, a label that

after the three glasses acknowledged by the guidebook Vini d’Italia 2015 with 2009 harvest, has gained an excellent score by James Suckling – 96 points for Riserva 2010 and 92 for 2011 – and by Antonio Galloni, who has awarded these wines with 91 and 92 points respectively. Waiting for other reviews, these wines can be satisfied due to an increasing attention by the American tasters, both in Florida and New York.•


Toscana

Presenti a Vinitaly – Spazio FIVI Pad. 8 stand B8/B9, desk 10 Presenti a Anteprima Vini della Costa Toscana, a Lucca (7-8 maggio 2016)

Il Ciliegiolo di Simona Ceccherini

S

imona e suo marito Adriano hanno avviato la “rinascita” de Il Sassone nel 2003: l’antica tenuta maremmana di proprietà della famiglia Ceccherini, con i suoi 200 ettari fra boschi e campi e alcuni edifici, era inutilizzata da decen-

ni. Un luogo incontaminato che si trova nel comprensorio della Maremma Toscana, una terra enologicamente parlando piuttosto giovane ma che dà vini di grande interesse, franchi, robusti, con tessiture di spessore, eleganza e longevità. Si è scelto di puntare

Simona Ceccherini’s Il Ciliegiolo

Poggiocurzio is one of the wines produced by this winery from Maremma: an organic family management respect the characteristics of the terroir Simona and her husband Adriano have given life to the renaissance of Il Sassone in 2003: the ancient estate in Maremma, owned by the Ceccherini family, with its 200 hectares of woods and fields, and its buildings, has been left unused for years. This uncontaminated corner of the Tuscan Maremma

is a young land from the oenological point of view but it offers interesting, sincere and structured wines with good texture, that reveal elegance and longlastingness. The Ceccherinis’ choice has been the autochthonous grape varieties, grown without chemicals and following the principles of organic farming.

principalmente sui vitigni autoctoni, di condurre i vigneti senza fare ricorso alla chimica e in regime biologico ed è stata realizzata la cantina, dove la vinificazione avviene in modo estremamente naturale e nel rispetto dei caratteri conferiti dal terroir. Fra i vini si segnalano il Terigi 1876, Pugnitello in purezza prodotto in bassissime quantità, e il Poggiocurzio, da uve Ciliegiolo. Un vino dal colore rosso rubino pieno, sentori di vaniglia e frutti rossi freschi, con note tipiche del vitigno. Ben equilibrato e rotondo, si caratterizza per le nuance golose di ciliegia e per la bella spina acida. Un prodotto accattivante, di grande piacevolezza. (c.c.)• In the cellar, vinification is natural and respects the peculiarities of the terroir. The wineries proposes Terigi 1876, a single-variety vinification of Pugnitello produced in very small quantity, and Poggiocurzio, made of Ciliegiolo. It’s a ruby red wine, with vanilla aromas and red fruit perfumes, with the typical inklings of this grape variety. A well-balanced and round taste, it is characterized by a good freshness and nuances of crisp cherry. It’s a charming and pleasant wine. •

Si chiama Poggiocurzio ed è uno dei vini prodotti da questa cantina maremmana: la conduzione è biologica e rispettosa delle caratteristiche conferite dal terroir

SIMONA CECCHERINI Costa Sassone, 23 58024 Massa Marittima (GR) www.simonaceccherini.it info@simonaceccherini.it

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Toscana

AnnaMa,

quando il carattere

diventa vino

La nuova bottiglia di Podere San Luigi porta il nome dell’energica Annamaria Toni che seppe trasformare l’azienda

C

apita a volte che decisioni minori diventino poi vere e proprie linee guida. È stato così anche per la famiglia Toni dove la produzione di vino si è trasformata da attività secondaria, collaterale all’osteria gestita dal nonno Fidenzio, in un’azienda vinicola vera e propria: Podere San Luigi. A guidare la trasformazione è stata Annamaria Toni, cui la figlia Silvia dedica oggi il nuovo vino AnnaMa, da uve Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon cresciute nei cinque ettari in Val di Cornia. Una piccola realtà che ha saputo tuttavia conquistarsi premi e spazio nelle guide sia italiane che estere grazie al Fidenzio – Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon

e Merlot - e al Sangioveto, con quest’ultimo che ora cede il posto all’AnnaMa annata 2009. “Il cambio di testimone è un omaggio alla donna che ha saputo dare un’impronta veramente personale all’azienda” spiega Silvia “e il nome AnnaMa significa sia Annamaria che Anna mamma, ovvero tutto quello che lei era per me”. Lavorazioni manuali, in vigneto solo rame e zolfo e poi cura, potature verdi e attente vendemmie. Affinamento in legno piccolo francese ma senza coprire la personalità naturale delle uve, la fragranza del frutto, la freschezza del sorso, grazie a cui l’AnnaMa ha saputo conquistarsi uno spazio fra i migliori vini esordienti di Veronelli con 96 punti.•

PODERE SAN LUIGI Loc. Campo all’Omo 15 - 57025 Piombino (LI) Tel. 0039 329 3809378 - poderesanluigi.li@gmail.com

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AnnaMa, when character becomes wine

The new bottle of Podere San Luigi takes its name from the dynamic Annamaria Toni who gave a new mark to the winery Sometimes it happens that less important decisions convert into guidelines. So it was for the Toni family, when winemaking became, from a collateral activity of grandpa Fidenzio’s tavern, a true business and a winery: Podere San Luigi. The leading soul of this transformation has been Annamaria Toni, whose daughter Silvia nowadays dedicates her new wine to. AnnaMa, is made of Cabernet Franc and Cabernet Sauvignon grapes grown in the five-hectare vineyard of Val di Cornia. A little reality that has been able to conquer important prizes and a place in the Italian and international guidebooks, thanks to Fidenzio – Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon and Merlot – and Sangioveto, the label that now leaves its place to AnnaMa 2009. “This label is a homage to a lady who gave her personal mark to the winery” says Silvia “this name, AnnaMa means both Annamaria and Anna mummy, in other words, all that she was for me”. Manual processing, in the vineyard copper and sulphur only, green pruning and careful harvest, refining in small French oak barrels but a peculiar care to preserve the natural fragrance of the fruit and a fresh taste: these are the secrets of AnnaMa that has let this label to conquer its place among the best debuting wines in Veronelli’s guidebooks with 96 points.• Vinitaly Pad. 9 Stand B3


C’è un grande potere nelle piccole cose

C

onosciamo Enzo Schiano e Claire Beliard e ci viene in mente un atomo. Quanta energia sia possibile ricavare da quell’atomo lo sapeva bene il nostro Enrico Fermi; Enzo e Claire – fondatori nel 2000 dell’azienda Poggio la Noce – sanno anche loro che dai minimi gesti, dal singolo chicco, dal nucleo più elementare provie-

ne una grande energia. La stessa energia che ritroviamo poi nei vini prodotti dall’Azienda. Anzi, diciamo creati, poiché “prodotti” richiama già una dimensione industriale che è estranea alla filosofia aziendale: il progetto è tutto vòlto alla più alta qualità ed al rigore biologico, perché: «Alla fin fine – spiega Enzo – la vinificazione è un processo scientifico, ma

Gigò, Gigetto, Gigino e Pinko Pallino: la famiglia di vini di Poggio la Noce, in attesa di un nuovo arrivo. Si chiamerà Paonazzo

Toscana

POGGIO LA NOCE

il lato creativo viene dalla natura stessa». Il vigneto conta due ettari di Sangiovese con una minima percentuale di Teroldego, le dimensioni ridotte permettono una cura dei dettagli attentissima che passa per ispezioni dei filari, selezione dei grappoli, e poi esame dei singoli chicchi. Il tutto portato avanti sotto la guida dell’enologo Valentino Ciarla. Poggio la Noce presenta qui il suo vino di punta, Gigiò, 95% Sangiovese e 5% Teroldego, un vino IGT Toscana che esprime al meglio il suo terroir. Gigiò ha un colore intenso, un palato elaborato e un naso fatto di note di frutti di bosco con sfumature speziate. Rivela però la sua caratteristica migliore nella longevità: l’invecchiamento avviene per 24 mesi in barriques di rovere, seguito da altri 24 mesi di affinamento in bottiglia prima di essere commercializzato. (a.b.)•

Poggio la Noce There’s a great power in little things

Gigò, Gigetto, Gigino and Pinko Pallino: the family of wines by Poggio la Noce, waiting for a new label that will be called Paonazzo When we meet Enzo Schiano and Claire Beliard we immediately think about an atom. Our Enrico Fermi knew well how much energy it is possible to get from it. Enzo and Claire – founders of Poggio la Noce in 2000 – know too that from every

little gesture, every single grape, every elementary nucleolus can spread a great energy. We find the same energy in the wines created by Poggio La Noce, and we say “created”, not “produced”, because the second word evokes an industrial dimen-

sion alien to this estate’s philosophy. The project of Poggio La Noce is directed towards quality and to the organic rigor, because, as Enzo says, “At the end of the day, vinification is a chemical process but the creative side comes from nature itself”. The vineyard counts two hectares of Sangiovese and a minimum percentage of Teroldego: the small size allows for attention to details, including, inspections of the rows, selection of the clusters, and examination of the single berries. All is managed by the oenologist Valentino Ciarla. Poggio la Noce introduces its flagship wine: it’s Gigiò, 95% Sangiovese and 5% Teroldego, a Tuscan IGT that best expresses its terroir. Gigiò has an intense color, a complex taste, a bouquet with wild berry perfumes and spicy inklings. But it reveals its best qualities in the age-worthiness: 24 months in oak barriques and an additional 24 months in bottle before being released.•

POGGIO LA NOCE Via Paiatici 29, Fiesole (FI) Tel. +39 055 654 91 13 info@poggiolanoce.com www.poggiolanoce.com Vinitaly: Pad. 9, Stand E16-D17

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Toscana

SENSI

vini bio, vegan e senza solfiti La storica azienda toscana – viticoltori dal 1890, recita lo slogan – è oggi un’importante realtà enologica su scala internazionale, attenta alla qualità e alle tendenze del mercato

S

ensi è una di quelle cantine che non ha bisogno di molte presentazioni. La storia parte dal 1890: in quegli anni nasce l’azienda di famiglia, con Pietro Sensi che vendeva il vino dei suoi vigneti nei mercati di zona. Da allora di tempo ne è passato e Sensi è diventata una delle più importanti realtà enologiche della Toscana, dell’Italia e perfino del mondo, con una rete di vigneti nelle aree più strategiche della regione (e non solo), 20 milioni di bottiglie prodotte (vendute per un 70% all’estero) e un fatturato di 35 milioni di euro. Oltre alle quattro linee – Classica, Collezione, vini dolci e vini spumanti – l’azienda ha avviato anche dei progetti “innovativi” che guardano ad

una visione etica e sostenibile dell’enologia. Da questi principi produttivi, nascono il Chianti Bio Docg “Campoluce” e il Sangiovese in purezza “Ninfato” senza solfiti aggiunti che riconducono ad un’esistenza più sana ed equilibrata per il nostro corpo nel rispetto della natura del luogo. Inoltre recentemente è stato immesso sul mercato anche il Vegante, Chianti Superiore Docg ottenuto secondo i dettami della filosofia vegana, confezionato con prodotti a basso impatto ambientale. Sensi si conferma così una realtà storica e moderna allo stesso tempo, capace di rispondere alle richieste di un mercato sempre più esigente, sia in termini di qualità che di etica dei prodotti. (c.c.)•

Sensi: organic and vegan wines without sulphites

The historical Tuscan winery, founded in 1890 as the slogan says, is now an important international oenological reality very attentive to quality and to the trends of the market Sensi is one of those wineries that does not need any presentation. Its story begins in 1890, when Pietro Sensi founded his family winery and started to sell his wine in the local markets. Since then time has passed and Sensi has become one of the most important oenological realities of Tuscany, of Italy and of the whole world, with vineyards in the most

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interesting oenological areas, 20 million bottles produced every year (70% marketed abroad) and a sales volume of 35 million Euros. Beside the four traditional lines – Classica, Collezione, sweet wines and sparkling wines – the winery has started innovative new projects that aims to promote an ethical and sustainable approach to winemaking.

SENSI VIGNE E VINI Via Cerbaia 107 - 51035 Lamporecchio - Pistoia Tel. +39 0573.82910 - Fax +39 0573.81751 www.sensivini.com - sensi@sensivini.com Presenti a Vinitaly: Pad. 9 - Stand C5

The result is Chianti Bio Docg “Campoluce” and a single vinification of Sangiovese, “Ninfato” without sulphites: a wine that proposes a healthy way of life in harmony with nature. Recently, Sensi has launched a vegan wine too: it’s Vegante, Chianti Superiore Docg, with a

packaging that guarantees a low environmental impact. Sensi confirms itself a historical and modern reality able to satisfy the demand of a more and more exacting market, both in terms of quality and for what concerns the ethical production of its wines. •


Toscana

SASSODISOLE,

il Brunello tradizionale Un credo, quello della tradizione, che non si mostra solo in vigna ma traspare anche nel sorso, genuino e schietto

È

un sorso della Val d’Orcia firmata Unesco quello di SassodiSole, realtà familiare che ha la fortuna di avere i propri vigneti situati all’interno del Parco

dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Un onore e un impegno che si traduce in pratiche sostenibili e lavoro interamente manuale sulle colline assolate a nord-est di Montalcino. Qui, su terreni a

medio impasto cresce il Sangiovese della famiglia Terzuoli che vanta una presenza nella zona sin dal 17° secolo. A questa familiarità con il territorio si aggiunge una comprovata esperienza in vigna e in cantina che ha permesso prima a Bruno e oggi al figlio Roberto di intraprendere un percorso esigente come quello biologico, che limita i trattamenti in vigneto e richiede un lavoro constante e certosino. Otto gli ettari vitati da cui nascono il Brunello 2011, la versione Riserva ma anche il Rosso di Montalcino e l’Orcia Rosso.

SassodiSole, the traditional Brunello

One belief, tradition, revealed both through the work and by a genuine and sincere taste A drop of Val d’Orcia signed by the Unesco. SassodiSole is a family winery that has the privilege to own its vineyards in a territory declared World Heritage Site. It’s a honor but an important responsibility too, that translates into sustainable agriculture and manual work. We are on the north-east sunny hills of Montalcino, where on average mixture soils grow Sangiovese. The Terzuoli family can boasts a presence in this area since the XVII century and an experience in winemaking

that has let Bruno, first, and his son Roberto, now, to undertake a demanding path: organic farming, a practice that reduces the treatments in the vineyards and needs a careful and constant

work. In eight hectares spring Brunello 2011, Riserva, Rosso di Montalcino and Orcia Rosso. Brunello 2011 is a four star label, a ruby red wine with garnet reflexes, enveloping, with a fine

Annata da quattro stelle quella del Brunello 2011, rosso rubino con riflessi granati, avvolgente al naso, bouquet fine e frutta rossa, che teme la competizione solo con l’eccezionale 2010. Il sorso è secco e morbido, con un tannino duttile e una bella vena fresca e la chiusura sulla spezia dolce. Merito di un affinamento di 12 mesi in acciaio e 36 mesi in botte grande di rovere di Slavonia che accompagna il profilo armonico del vino ma senza stravolgerlo, rendendolo godibile già ora ma con un lungo potenziale di invecchiamento. • Vinitaly: Padiglione 9 Toscana area B17 SOCIETÀ AGRICOLA SASSODISOLE S.S. Pod. Sasso di Sole 85 53024 Montalcino (SI) Tel. +39 0577 834303 Fax +39 0577 834238 info@sassodisole.it www.sassodisole.it

and fruity bouquet that can compete only with the exceptional year 2010. A dry and soft taste, with versatile tannins and a fresh inkling with a light spicy ending. It’s due to a 12 months refining in steel and 36 months in big Slavonia oak barrels that accompany the profile of the wine without distorting it, making it pleasant and suitable for a long ageing. •

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Toscana

Novità fra

le sabbie

SOCIETÀ AGRICOLA USIGLIAN DEL VESCOVO SRL Via Usigliano 26 56036 Palaia (PI) Tel. +39 0587 622138 Fax +39 0587 629795 info@usigliandelvescovo.it www.usigliandelvescovo.it

Tre nuovi prodotti che coniugano uve locali e lavorazioni innovative, passato e futuro

U

n’azienda toscana ben radicata nel suolo e nei secoli che grazie ad una nuova conduzione si è aperta ad un rinnovamento stilistico e produttivo. Siamo nell’entroterra pisano dove le uve di Usiglian del Vescovo crescono in un contesto particolarissimo, per non dire unico: colline di sabbia e fossili situate a 250 metri sul livello del mare che permettono di coniugare brezze giornaliere a suoli di spiccata sapidità. Ne nascono vini dalla vibrata eleganza, tannini sottili e calibrati e una bella nota minerale. La nuova gestione ha, da un lato, rafforzato queste premesse qualitative e, dall’altro, si è cimentata in nuove avventure che guardano verso il futuro con

Vinitaly: Padiglione 9 stand E2

prodotti come il Bruvé, un Metodo Classico da Sangiovese in purezza, un Brut rosato dal sapore fresco e fruttato, che interpreta il vitigno principe toscano in chiave moderna e fresca, con un bouquet intenso di frutti rossi e fiori, soprattutto viola. Sorso elegante e complesso, con spiccata mineralità e piacevole freschezza da abbinare agli antipasti o servire come aperitivo. Strizzano invece l’occhiolino al passato la Grappa Riserva Il Barbiglione, dal profilo caldo e fragrante, dove prugna e ciliegia sono sorrette da note di vaniglia, caffè, cacao e pistacchio, e il Vin Santo Del Chianti Occhio di Pernice, il passito per le grandi occasioni o un semplice fine pasto di aromatica intensità. •

New products among the sands

Three new products combine local grape varieties and innovative processing: past and future meet each other A rooted Tuscan winery opens up to a productive and stylistic renewal, thanks to its new management. We are in the inland of Pisa, where the grapes of Usiglian del Vescovo grow in a peculiar environment: sandy hills 250 meters above the sea level that enjoy daily breeze and mineral soils. These grapes produce elegant wines with fine well-balanced tannins and a mineral inkling. The new management

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has reinforced these qualitative preconditions and launched itself into new challenges with labels like Bruvé, a Classic Method made of Sangiovese in purity, a rosè Brut sparkling wine with a fresh and fruity taste and an intense fruity and flowery violet bouquet, a modern interpretation of the typical Tuscan grape variety. Its elegant and complex taste reveals sharp mineral inklings and a pleasant fresh-

ness. It’s the ideal wine with appetizers or as aperitif. Other labels have a more classic personality: Grappa Riserva Il Barbiglione has a warm and fragrant taste, with plum and cherry inklings combined with vanilla, coffee, cacao and pistachio aromas; and Vin Santo Del Chianti Occhio di Pernice, is a great passito for important occasions or to end a meal with an intense aroma. •


VILLA TRASQUA E CHIANTI CLASSICO

Un legame di sangue

L

ega il padre al figlio, il fedele al suo dio, e secondo la filosofia della famiglia svizzera Nüesch, che dal 1989 è alla guida di Tenuta Villa Trasqua, lega anche l’uomo al suo territorio. È infatti un legame talmente forte da essere considerato sanguigno, quello che il team dell’Azienda posta sull’altopiano di Trasqua, nel comune di Castellina in Chianti, porta avanti con il suo territorio. I 56 ettari di vigneti, di cui più di

30 di nuova piantagione, vengono coltivati con una passione che proviene direttamente dal cuore, ogni arteria ne è inondata, i vini che ne risultano esprimono le forze primordiali del Chianti Classico: terreno, vento e luce. L’effetto del microclima dell’altopiano di Trasqua sul vino è sfruttato al massimo. L’azienda si è di recente convertita al biologico senza mezze misure e i Chianti Classico Docg e Igt che ne scaturiscono sono la testimonianza

Toscana

Con il 2016 Tenuta Villa Trasqua completa la sua conversione al biologico. Il Chianti – ci dicono – è l’emozione di un territorio esclusivo perfetta di questo grande terroir: «facciamo il vino in vigna e non in cantina, perché la sua anima è legata alle viti». I vitigni impiantati nella tenuta comprendono, oltre al Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Alicante Bouschet, Colorino e Malvasia Nera. I vini di punta sono i Chianti Classico Docg Riserva “Fanatico” e “Nerento”, e l’Igt Toscana Trasgaia. Non è raro imbattersi in premi e riconoscimenti internazionali quando si ricerchi informazioni sui vini di Villa Trasqua. (a.b.) • Vinitaly: Pad. 9 – Stand D2-D3-D4

Villa Trasqua and Chianti Classico. A blood bond

In 2016 Tenuta Villa Trasqua completes its conversion to organic farming. Chianti – they say – is the emotion of an exclusive territory It bonds a father with his son, a faithful with its god, and according to the Nüesch family, it bonds a man with its land. The Swiss Nüesch family manages Tenuta Villa Trasqua since 1989 its bond with Chianti is so strong that one could call it a blood one. The winery rises on the tableland of Trasqua, in the municipality of Castellina in Chianti. The family grow its 56-hectare vineyard (plus 30 hectares recently plant-

ed) with a hearty passion and the result of this work is a wine that expresses the primordial forces of Chianti Classico: land, wind and light. Wine enjoys at best the positive effect of the microclimate of Trasqua. The winery has recently converted to organic farming and its Chianti Classico Docg and Igt wines mirrors this great terroir perfectly: «We make our wines in the vineyards and not in the cellar, because its soul is connected with the

vines». The grape varieties that grow in the estate includes, beside Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Alicante Bouschet, Colorino and Malvasia Nera. The buttonhole labels produced at Villa Trasqua are Chianti Classico Docg Riserva “Fanatico” and “Nerento”, and Igt Toscana Trasgaia. The wines by Villa Trasqua have been awarded with many international acknowledgments. •

TENUTA VILLA TRASQUA Località Trasqua, 53011 - Castellina in Chianti (SI) - Tel: +39 0577 74 30 75 - Fax: +39 0577 74 30 25 - info@villatrasqua.it - www.villatrasqua.it

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Toscana

ETICHETTA NERA un sorso lungo una storia

dei Conti Borghini Baldovinetti de’ Bacci

I

l mondo del vino, già affascinante di per sé, nasconde talvolta veri e propri tesori. Come nel caso della famiglia Borghini Baldovinetti de’ Bacci, il cui primo legame con l’enologia risale al 1470 e lega a sé uno dei più spettacolari cicli pittorici dell’arte rinascimentale italiana: le Storie della Vera Croce dipinte da Piero della Francesca nella Basilica di Arezzo. Il documento del 1470 tratta infatti della vendita di un vigneto da parte di Francesco Bacci – antenato da parte di padre dell’attuale titolare,

Ci sono vini che raccontano molto di più di quello che vi aspettate: come questo Chianti Superiore il Conte Gianluigi – per finanziare la decorazione della cappella aretina. Un affresco che è tuttora presenza vivida nel panorama locale così come lo sono i vigneti della famiglia Bacci, che si estendono oggi alla vista su oltre 300 ettari. Le Tenute San Fabiano da decenni svolgono un ruolo di traino nei confronti della valorizzazione della tradizione enologica di

queste colline, compiendo un continuo sforzo per mantenere purezza e personalità nei vini prodotti, coniugando al tempo stesso queste doti con l’eleganza e la raffinatezza dei vini d’eccellenza. Le uve Sangiovese sono sempre state al centro del progetto enologico aziendale, affiancate da varietà autoctone, quali il Canaiolo e Colorino e da varietà inter-

nazionali in primis Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Il vino Chianti Superiore Etichetta Nera, blend di uve Sangiovese e Syrah, vuole esprimere con le sue peculiarità organolettiche tradizione e modernità. Di colore rubino carico si caratterizza per sentori di ciliegia matura, fusa a spezie dolci e piccanti, con leggeri sentori floreali di viola ed un tocco di erbe aromatiche; in bocca è splendidamente equilibrato, con tannini eleganti e continui ritorni delle sensazioni fruttate; finale lungo e gradevolissimo.• Vinitaly: Pad.10 Stand N3

TENUTE SAN FABIANO Conti Borghini Baldovinetti de’ Bacci Via San Fabiano 33 - 52100 Arezzo

Tel. +39 0575 24566 - Fax +39 0575 370368 info@fattoriasanfabiano.it www.fattoriasanfabiano.it

Etichetta Nera: a taste as long as a story

Some wines tells much more than what you expect: so is this Chianti Superiore of Trieste The world of wine is a charming one and sometimes it holds true treasures. It’s the case of the Borghini Baldovinetti de’ Bacci family, whose bondage with oenology is dated back to 1470 and connected with one of the most spectacular pictorial cycles of the Italian Reinassence art: the Storie della Vera Croce painted by Piero della

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Francesca in the Basilica of Arezzo. The document dated 1470 tells about Francesco Bacci’s sale of a vineyard to finance the painting of the chapel of Arezzo. He was an ancestor of the current owner, Count Gianluigi. The fresco is still an important presence in the local artistic survey, as well as the Bacci family’s vineyards that spread on more than 300 hectares. For many years, Tenute San Fabiano has been the driving force of the promotion of the oenological tradition of these hills, making a continuous effort to preserve the genuineness and personality of its wines and combining these qualities with elegance and re-

finement. Sangiovese has always been the center of the oenological project of this winery, beside other autochthonous grape varieties such as Canaiolo and Colorino and international ones like Cabernet Sauvignon, Merlot and Syrah. Chianti Superiore Etichetta Nera, a blend of Sangiovese and Syrah, reveals through its organoleptic qualities tradition and modernity. A bright ruby red color, ripe cherry perfumes combined with sweet and hot spices, light flowery violet perfumes and a hint of aromatic herbs; a well-balanced taste, elegant tannins and continuous fruity aromas; a long-lasting and pleasant ending. •


Toscana

Numeri da record per Vecchia Cantina di Montepulciano

N

umeri da record nel 2015 per la Vecchia Cantina di Montepulciano. Oltre 400 soci, 40 dipendenti (più 25 stagionali per la vendemmia), 4 milioni e 580 mila bottiglie prodotte ed un bilancio 2015

approvato con un fatturato di quasi 15 milioni di euro (+14% rispetto all’anno precedente): questi alcuni dei dati che caratterizzato l’operato della cooperativa nata nel 1937 nella cittadina poliziana, che ha eletto da poco il nuovo Cda per

il triennio 2016 – 2018, con la conferma alla presidenza di Adriano Ciofini. “Obiettivo dei prossimi anni – sottolinea Ciofini – è consolidare i mercati esteri e riuscire ad abbattere ulteriormente i costi di produzione, sempre valorizzando la

La cooperativa poliziana vi aspetta a Vinitaly, con i suoi vini insigniti di numerosi riconoscimenti internazionali

remunerazione dei nostri soci e permettendo a tutti, anche ai più piccoli, di avere un reddito equo, in un’ottica di sviluppo economico del territorio”. Numeri importanti che vanno a braccetto con gli importanti riconoscimenti internazionali, a confermare la bontà del lavoro portato avanti e la qualità in continua crescita dei prodotti. Per dirne alcuni, la medaglia d’oro al Mundus Vini 2016 per il Nobile di Montepulciano Docg Redi 2012 e i 92 punti di Wine Spectator per il Nobile di Montepulciano Docg 2011. L’occasione per conoscere questa realtà enologica e i suoi vini sarà il prossimo Vinitaly, a Verona dal 10 al 13 aprile. (c.c.)•

VECCHIA CANTINA DI MONTEPULCIANO Via Provinciale, 7 - 53045 Montepulciano - Siena - Tel. +39 0578 716092 - Fax +39 0578 716051 www.vecchiacantinadimontepulciano.com - info@vecchiacantinadimontepulciano.com

Record numbers for Vecchia Cantina di Montepulciano

The cooperative from Montalcino is ready to meet you at Vinitaly, to present you its awardwinning labels Record numbers in 2015 for Vecchia Cantina di Montepulciano: more than 400 partners, 40 employers (and 25 seasonal workers for the harvest), 4,580,000 bottles and an ap-

proved final balance with a turnover of 15,000,000 Euros (+14% than the previous year). The cooperative was founded in 1937 and recently it has elected the board of directors for the 3-year period 2016-2018, and confirmed its president Adriano Ciofini. “Our target for the next years is to strengthen our position in the foreign markets and to reduce the production costs, always protecting our partners guaranteeing them an equal income, in order to promote the development of the territory”.

These numbers together with important international acknowledgments prove the quality of the cooperative work. Here some of them: gold medal at Mundus Vini 2016 for Nobile di Montepulciano Docg Redi 2012 and 92 points in Wine Spectator for Nobile di Montepulciano Docg 2011. The cooperative will show its labels at Vinitaly, in Verona from April 10 to 13.•

Presenti a Vinitaly: Padiglione 9 – Stand C10

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Toscana Le Sode di Sant’Angelo e il suo Dautore, destinato a cambiare ogni anno nella composizione del blend e nella sua etichetta, firmata dall’artista Golinelli

Arte, vino e paesaggio

si incontrano… in Maremma

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e Sode di Sant’Angelo è un progetto molto ambizioso che strizza l’occhio al territorio, all’arte, alla qualità del prodotto, alla bellezza del paesaggio, all’enoturismo. Siamo nella Maremma Toscana, a Montebamboli per la precisione, una zona che per molto tempo è vissuta nell’ombra delle grandi protagoniste dell’enologia regionale: eppure si tratta di una terra generosa, genuina, dotata di grande fascino e calore, come lo sono i suoi vini. Al timone della tenuta troviamo Luca Purgatorio, classe 1976, un grande entusiasmo e la lucidità del buon imprenditore, che ha

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DI CLAUDIA CATALDO FOTO DI LINDA FROSINI numerose aspettative sulla sua cantina maremmana, quasi fosse un cavallo di razza che sta già regalando grandi promesse. La zona collinare in cui soggiacciono i terreni dell’azienda - 40 ettari nella Doc Maremma - è ricca di ferro, rame, piombo, zinco e giacimenti di gesso, ma anche silicio, argilla e sali minerali: tutto questo si traduce in una complessità di aromi e profumi che fa da tratto distintivo dei vini della cantina, come il vermentino in purezza “Le Gessaie” e il “Sassidautore”. Sapido, minerale, dalla trama interessante il primo, morbido, avvolgente e di carattere il secondo, che pre-

senta nel suo blend un 80% di Sangiovese. Ovviamente non finisce qui: Le Sode di Sant’Angelo si lega anche ad un intento artistico e a fare da trait d’union è soprattutto il “Dautore”, un vino prodotto da un’accurata selezione di uve Sangiovese, Merlot e Alicante, la cui composizione varia di anno in anno per esprimere al meglio i risultati ottenuti in vigna in base alla stagione. Racconta Luca Purgatorio: “il progetto nasce da una profonda amicizia con il pittore Paolo Golinelli, artista e grande appassionato di vini. Insieme abbiamo deciso di associare al nostro prodotto di punta una sua creazio-


nitore): sulla bottiglia è presente, oltre al bollino di riconoscimento, anche un microchip che a differenza di altri marcatori permette di personalizzare il contenuto del messaggio per ogni singolo prodotto. Ecco che ancora una volta il mondo del vino ci insegna quanto tradizione e innovazione siano alleate, e non nemiche. • Presenti a Vinitaly Pad. 3 - Stand C5

SOC. AGR. LE SODE DI SANT’ANGELO Loc. Montebamboli 58024 Massa Marittima (GR) info@sodesantangelo.com www.sodesantangelo.com

ne che cambierà anno dopo anno come anche questo vino. Così anche il quadro riportato in etichetta sarà sempre diverso e unico, come il blend da noi scelto, e le bottiglie saranno esse stesse delle piccole – e irripetibili – opere d’arte”. Il “Dautore” ha anche il marchio di certificazione Orev, che attesta la provenienza tutta italiana del prodotto (contenuto e conte-

Art, wine and landscape meet… in Maremma

Le Sode di Sant’Angelo and its Dautore, a wine that every year change its blend and its label, painted by Golinelli Le Sode di Sant’Angelo is a very ambitious project that bets on territory, on art, on the quality of the production, on the beauty of its landscape and on oenotourism. We are in the Tuscan Maremma, in Montebamboli to be precise, an area whose qualities have been clouded by the protagonists of the Tuscan oenology for many years. Actually, it’s a generous, warm

and charming land, as well as its wines. The winery is managed by Luca Purgatorio, class 1976, a man with a great enthusiasm and the clarity of mind of a good enterpreneur. He has great expectations about his winery, as it was a promising thoroughbred. The hilly area where the winery has its properties - 40 hectares in the Maremma Doc area - is rich of iron, copper, lead,

zinc and gypsum deposits, but also silicon, clay and minerals: all this give to the wine complex aromas and perfumes, the distinguishing mark of these labels. The winery proposes a Vermentino in purity, “Le Gessaie” and “Sassidautore”. The first one is sapid, mineral and with an interesting texture; the other is soft, enveloping and full of character, with 80% of Sangiovese. But it’s not enough: Le Sode di Sant’Angelo has an artistic project represented by “Dautore”. This wine is made through a careful selection of the grapes, Sangiovese, Merlot and Alicante, and its composition changes every year, due to the results gained in the vineyards. Luca Purgatorio says: “Our project is the result of a strong friendship with the painter Paolo Golinelli, an artist and a wine lover. Together with him, we decided to combine our buttonhole label with one of his creations, every year a different one, as well as our wine is every year different. In fact, the painting on the label is unique and different every year, as well as our blend, and our bottles will be little works of art”. “Dautore” has also the certification Orev, which guarantees the Italian origin of the whole product (both container and contents): also, on the glass there is an identification mark and a microchip that let to personalize the message on every product. Once again, the world of wine teaches us how tradition and innovation are alleys and not enemies. •

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Toscana

PODERE GIOCOLI

vini naturali, ante litteram La cantina, nel Valdarno di Sopra, vi aspetta a VinNatur con i suoi vini, come il Fottio, un Sangiovese in purezza da vecchie viti, e il Cabernet delle Balze

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n Toscana, nel Valdarno aretino, si collocano i sette ettari di Podere Giocoli: “sette ettari, sette cru”, ci spiega Marco Cannoni che, raccogliendo un’eredità che la famiglia si passa da cinque generazioni, è oggi al timone dell’azienda. “Da ogni vigna viene un vino diverso, perché diversi sono il suolo, il microclima e l’esposizione – continua Canno-

ni – e lavoriamo molto con vecchie viti, piantate negli anni ’60 e ’70”. Il vino di Podere Giocoli è naturale ante litteram: niente chimica in campo e in cantina, solo un minimo di bisolfito per la conservazione del prodotto. Tra i vini si annoverano: un Pugnitello in purezza (il Saeppolo), un cento per cento Sangiovese da una vigna del 1962 (il Fottio), un Chianti Superiore Docg

(l’Alione) e un bianco (il Baturlo) da uve Malvasia, Trebbiano e San Colombano leggermente surmature, provenienti sempre da vecchi vigneti. Più una chicca, il Cabernet delle Balze (100 Staja), vino naturalmente fruttato dal sapore spiccatamente femminile, sintesi estrema di un territorio - le Balze - dalla singolare unicità, della quale si era accorto anche Leonardo da Vin-

Podere Giocoli: natural wines, ante litteram

The winery in Valdarno di Sopra is ready to presents its wines at VinNatur: Fottio, a singlevariety vinification of old vines of Sangiovese and Cabernet delle Balze In Tuscany, in Valdarno di Sopra (Arezzo), grows the seven-hectare vineyard of Podere Giocoli: “seven hectares, seven cru”, says Marco Cannoni who has gathered an heritage that his family has been handing on from five generations, and now man-

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ages the winery. “Each vineyard give life to a different wine, because soil, microclimate and exposure are different. We work with old vines, planted in the 60s-70s. Our wine is natural, ante litteram: no chemicals both in the vineyards and in the cellar, only a

little biosulfur to conserve the product. Among our wines there are a singlevariety vinification of Pugnitello (Saeppolo), a 100% Sangiovese from a vineyard planted in 1962 (Fottio), a Chianti Superiore Docg (Alione) and a white wine (Baturlo) made of over-

ci che lo scelse come sfondo per molte delle sue Madonne, tra cui la Monna Lisa. (c.c.)• PODERE GIOCOLI Via Penna Alta 127/C 52028 - Terranuova Bracciolini (AR) www.giocoli.wine shop@giocoli.net Presente a Villa Favorita VinNatur (9/11 aprile)

Gicoli la coglie matura

ripe grapes of Malvasia, Trebbiano and San Colombano, from old vineyards too. Last but not lest, our gem is Cabernet delle Balze (100 Staja), a naturally fruity wine with a womanly taste, a unique wine that represents its territory and these lands – le Balze – a landscape that Leonardo da Vinci chose as background for his Madonnas and for Monna Lisa.•


Produttori di cavatappi Corkscrews manufacturer MADE IN ITALY

10-13 Aprile 2016 PADIGLIONE ENOLITECH - area F STAND L3

PATRICK s.r.l. è un’azienda che produce cavatappi professionali a doppia leva per cameriere, interamente progettati e realizzati in Italia. Potete scegliere il vostro cavatappi promozionale tra una vasta gamma di articoli e colori, personalizzarlo con una stampa a caldo o con tampografia ed abbinare una particolare confezione regalo, la scatolina PROMO, che può essere interamente personalizzata con foto e testi della vostra azienda. Contattateci per un preventivo o visitate il nostro stand ad Enolitech.

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Veneto

Amarone 2012:

ad emergere è il terroir DI IRENE GRAZIOTTO

L’influenza del territorio ha superato l’effetto dell’annata”. Sono le parole usate da Diego Tomasi direttore del Cravit – il Centro di Ricerca per la

4 stelle per l’annata 2012 dove il terroir ha veramente fatto la differenza in termini organolettici

Viticoltura – per descrivere l’Amarone 2012 presentato lo scorso gennaio al Palazzo della Gran Guardia a Verona. I vini sono risultati maturi e già con un alto grado di morbidezza, intense note di frutta matura, sapidità e persistenza aromatica. A contraddistinguere quest’annata è la netta differenziazione tra vallate, legata a valori ambientali quali suolo, altitudine, esposizione e forma di allevamento, con quest’ultima che diviene cruciale per proteggere gli acini dal sole quando l’andamento climatico è insolito come nel 2012. 74 aziende, 4 stelle, 3 mila visitatori, 210 giornalisti: sono questi i numeri della 13° edizione di Anteprima Amarone, che ha confermato il ruolo di questo vino “icona”, come lo ha definito Christian Marchesini, presidente del Consorzio Vini Valpolicella. L’Amarone gode infatti di ottima salute, in patria come all’estero, con un fatturato che nel 2015 ha

toccato i 310 milioni di euro, +6% in valore sull’anno precedente. Si è parlato di mercati ed economia, forza del brand, cambiamento climatico, riscoperta di antichi varietali e rilancio del Recioto. Alla base dell’Amarone emerge il binomio locale-globale, con una proporzione di 4 a 6 fra le bottiglie vendute in Italia e quelle destinate all’estero - soprattutto Stati Uniti e Canada, Nord Europa e Scandinavia, Cina e Russia - dove 1 produttore su 5 afferma di riuscire ad ottenere un prezzo maggiore del 10%. L’Amarone si rivela così un volano per l’economia locale, incentivando l’enoturismo e di conseguenza le visite e gli acquisti in cantina che, se si aggirano sul 12% a livello medio, aumentano di valore fino al 20% nel caso dei produttori più piccoli meno presenti sulla grande distribuzione. All’assaggio solo 33 dei 77 campioni risultano già in bottiglia e emerge notevole anche la differenza stilistica. Tra le sfide per il futuro del Consorzio Valpolicella il rilancio del Recioto e la conservazione dell’importante risultato raggiunto. I Migliori Assaggi: Valentina Cubi, Zyme, Secondo Marco, Villa Crine, Scriani•

News QUANDO IL DURELLO SFIDA FRANCIACORTA E CHAMPAGNE Il Durello Metodo Classico sta facendo passi importanti. A confermarlo è stata la degustazione “Durello Mon Amour” dello scorso febbraio che ha visto gareggiare il Lessini Durello di Marcato “contro” Franciacorta e Champagne. Da una parte il piccolo autoctono vicentino-veronese – 22 aziende che producono 650 mila bottiglie, di cui un terzo Metodo Classico e due terzi Charmat – , dall’altra il metodo classico italiano più in voga al momento e la Bollicina per eccellenza. Un confronto per nulla facile, di cui lo stesso Nicola Frasson – alla guida della serata – era in principio scettico e che poi lo ha invece convinto perché una disfida con le grandi denominazioni non è solo importante, ma necessaria se si vuole dimostrare le qualità del Durello. Tre i Lessini Durello dell’azienda di Gianni Tessari in degustazione, il Lessini Durello 36 mesi, l’AR 2006 e il 2008 che hanno saputo fronteggiare in maniera notevole pesi massimi del calibro di Philiponnat e Pol Roger.

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Veneto

RIVE:

quattro lettere che fanno la differenza Le menzione Rive indica l’apice nella scala qualitativa del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Vinitaly: Pad. 4 Stand C8

Rive: four words that make the difference

Rive is the top range Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Rive represents the highest expression of Adamaria, Innocente and Guido Nardi’s oenological project. In 1997 they decided to give their voice to the grapes that grow on the hills of Farra di Soligo. The name of this winery is an acknowledgment to its close bond with this territory, strengthened by a daily sustainable work both in the vineyards and in the cellar. In fact the winery avoids chemicals and applies the production protocol of Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene. “With Rive Brut and Extra Dry we have created a superior interpretation of Prosecco” says Guido “that let us to discover in a glass the perfumes and tastes of this unique territory”. Rive di Farra di Soligo Millesimato Brut springs from the family’s vineyards in “Riva dei Nardi”; it has a complex bouquet that combines freshness and flavor due to its calcareous soil and to a low sugar content: the first foaming for six months contributes to create a very fine perlage that exalts perfumes and elegance. For tasters who prefer a sweeter taste, La Farra proposes Rive di Farra di Soligo Millesimato Extra Dry made of Glera in purity: a bright straw yellow color with a fine and persistent perlage, an elegant and fresh perfume of peach, apple and acacia flowers, and an harmonic and velvety taste with dry and savory inklings.

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l Rive rappresenta la massima espressione del progetto enologico di Adamaria, Innocente e Guido Nardi che nel 1997 decidono di dar voce alle uve prodotte sui ventilati pendii delle colline di Farra di Soligo. Il nome stesso dell’azienda vuole essere un riconoscimento dello stretto legame col territorio, valorizzato di giorno in giorno grazie ad una filosofia produttiva sostenibile sia in vigna che in cantina che esclude l’uso di diserbanti chimici, applica il Protocollo viticolo del Consorzio di Tutela della Docg e si affida al solo lavoro manuale. “Con il Rive nelle versioni Brut ed Extra Dry abbiamo realizzato un’interpretazione naturalmente superiore e fortemente tipica del Prosecco” dichiara Guido “che ci permette di ritrovare nel bicchiere profumi e sapori di questo suolo e microclima”. Il Rive di Farra di Soligo

Millesimato Brut nasce dai vigneti familiari della “Riva dei Nardi”, ha un profilo sensoriale complesso che si traduce in freschezza e sapidità derivanti dal suolo calcareo e un basso contenuto zuccherino che lo rende verace ma mai scontato: la presa di spuma di sei mesi contribuisce infatti a creare un perlage sottilissimo che ne esalta profumi ed eleganza. Per chi invece preferisce un sapore più abboccato La Farra propone il Rive di Farra di Soligo Millesimato Extra Dry da Glera in purezza, giallo paglierino brillante con bollicine finissime e persistenti, il profumo fresco ed elegante con note di pesca, mela e fiori d’acacia e il sorso armonico e vellutato, di buona sapidità e finale asciutto.

LA FARRA Via San Francesco 44 31010 Farra di Soligo (TV) Tel. +39 0438 801242 Fax +39 0438 801504 info@lafarra.it www.lafarra.it

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Veneto

SCRIANI, non solo

Amarone L’azienda è stata fra le prime a proporre la Corvina in purezza senza mai perdere gli altri emblemi della Valpolicella

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a Valpolicella non è solo Amarone, nonostante questo rosso ne sia divenuto il portabandiera, sia per popolarità che per fatturato. Non vanno però dimenticate le produzioni storiche del territorio veronese, fra cui il Val-

policella Classico. Un vino base che, come la pasta al sugo per un ristorante, è la carta al tornasole di un’azienda. Oltre all’appetibilità del rapporto qualità-prezzo, il Valpolicella 2015 annovera un altro valore aggiunto: quello di un’annata che Stefano Cotti-

AZIENDA AGRICOLA SCRIANI DI COTTINI STEFANO & C. S.S. Via Ponte Scrivan 7 37022 Fumane (VR) Tel. +39 045 6839251 Fax +39 045 6801071 info@scriani.it www.scriani.it Facebook: SCRIANI VINICOLA Twitter: @scriani Vinitaly PAD. 7 STAND C 11

ni, titolare di Scriani, non esita a definire “una delle migliori negli ultimi dieci anni”. Rubino luminoso, al naso carattere esuberante dove emerge abbondante la frutta rossa, ciliegia e frutti di bosco, e il sorso pieno e succulento. Merito di un clima generoso e di pratiche di vigna che hanno preservato la freschezza delle uve, prevenendo eventuali scottature grazie al vecchio sistema della pergola, che sta tornando a rivelarsi un ottimo alleato in caso di meteo incostante. A contribuire a questo successo è anche la locazione delle vigne a Fumane, nella zona classica del Valpolicella, e l’intraprendenza di Stefano che ha permesso di portare a casa numerosi riconoscimenti, dalla medaglia oro di Wine Selection all’Amarone 2011 e al Carpané 2012, agli 89 punti della guida Gilbert & Gaillard e le tre stelle Veronelli all’Amarone 2010. Infine, anche quest’anno Scriani è fra le Eccellenze Italiane anticontraffazione n. 2108 e per la prima volta al Vinitaly avrà un proprio stand.•

Scriani, not only Amarone

The winery has been among the first ones that have proposed single vinification of Corvina, never forgetting the typical labels of Valpolicella Valpolicella is not Amarone only. Even if this red wine has become the symbol of this area, there are other historical productions in this territory, as Valpolicella Classico, for instance. This wine is a basic one, as a tomato pasta, and the litmus paper of a winery. Beside the interesting price/quality ratio, Valpolicella 2015 has an added value: a year that Stefano Cottini, the owner of Scriani, defines “one

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of the best in the last ten years”. A bright ruby red color, an exuberant perfume with red fruit, cherry and wild berries perfumes, and a full and juicy taste. It’s due to a generous climate and to a wise work in the vineyard that preserve the freshness of the grapes, preventing possible burnings, thanks to the ancient pergola training system, an excellent alley in case of changing climate. Also, the position

of the vineyard contributes to this success: Fumane, the classic area od Valpolicella. Stefano’s entrepreneurial spirit has let the winery to achieve important results: from the gold medal of Wine Selection for Amarone 2011 and Carpané 2012, to the 89 points on the Gilbert & Gaillard guidebook and the three stars Veronelli for Amarone 2010. Last but not least, this year too Scriani is among the Italian excellences against sophistications n. 2108 and for the first time it will have a personal stand at Vinitaly. •


Veneto

FLATIO,

classici veronesi

per natura Da 200 anni in Valpolicella, da oltre mezzo secolo produttori, dal 2010 FlaTio

FlaTio, classic wines from Verona

For 200 years in Valpolicella, producers for more than half a century, FlaTio since 2010 This story begins two centuries ago, when the Fraccaroli family arrives in the lands of Amarone. We are in San Pietro in Cariano, one of the five municipalities of Valpolicella Classica, the production area of great red wines. This winery, founded by grandfather Giovanni and grown with Mario, bets on the typical production of this area. Six years ago the winery has been renamed FlaTio: a word that combines the tradition of “Matio” – nickname of the family – with the innovative blend created by Flavio. Amarone, Valpolicella Classico Superiore and Valpolicella Ripasso and then Recioto: these are the products that spring from old vineyards of autochthonous grape varieties, such as Corvina, Corvinone and Rondinella, that, together with Terodola, compose the basis of Amarone 2009. A warm year has let the grapes to get the ideal ripening, thanks to the typical pergola that guarantees a correct exposure to the sun but avoids potential sunburns. The result is a ruby red color, sweet perfumes of marmalade, intense fruity and violet inklings, and a soft taste well-balanced with the freshness of Terodola that give acid and tannic inklings. The Amarone by FlaTio – taste it during a visit at FlaTio or at Vinitaly! –, thanks to a refining in steel and barrique, offers the typical taste of Valpolicella combined with spicy but not overwhelming wood inklings. •

Vinitaly Presso Consorzio Tutela Vini Valpolicella Pad. 8 Stand H2-H3

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na storia che inizia due secoli fa, quando la famiglia Fraccaroli arriva nelle terre di elezione dell’Amarone. Siamo a San Pietro in Cariano, uno dei cinque comuni della Valpolicella Classica ovvero la zona dove storicamente si producono i grandi rossi veronesi. Ed è proprio sulla produzione tipica che si concentra anche oggi l’azienda, fondata dal nonno Giovanni, cresciuta con Mario e ribattezzata FlaTio sei anni fa: un termine che unisce la tradizione dei “Matio” – soprannome della famiglia – con il taglio innovativo introdotto da Flavio. Amarone, Valpolicella Classico Superiore e Valpolicella Ripasso e, infine, il Recioto: ecco i prodotti che nascono da vecchi vigneti e varietà autoctone come Corvina, Corvinone e Rondinella che assieme alla rara Terodola compongono le basi dell’Amarone 2009. Un’annata calda che ha permesso ai grappoli di matu-

rare in maniera ottimale, anche grazie all’allevamento a pergola che garantisce la giusta insolazione ma evita le scottature dell’uva. Rubino pieno, profumi dolci di confettura, fruttato intenso e note di violetta al naso mentre al palato la morbidezza di quest’Amarone è bilanciata dalla freschezza della Terodola che apporta acidità e carica tannica. Un Amarone, quello di FlaTio - da provare durante una visita in cantina o a Vinitaly - che grazie all’affinamento in acciaio e barrique, affianca la riconoscibilità organolettica della Valpolicella ai sentori speziati ma mai soverchianti del legno.• AZIENDA AGRICOLA FLATIO di Flavio Fraccaroli Via Cariano 20 37029 San Pietro in Cariano (VR) Tel. +39 045 7702230 Fax +39 045 7703920 fraccawine@libero.it Facebook: Vini FlaTio di Flavio Fraccaroli

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Veneto

ANTICHE TERRE VENETE Vinitaly Padiglione 5 Stand D7

di

Dalla Valpantena l’Amarone ANTICHE TERRE VENETE Via Laghetto Squarà 8B 37141 Montorio (VR) Tel. +39 045 8840588 Cell. +39 348 2701750 info@anticheterrevenete.it www.anticheterrevenete.it

From Valpantena, the Amarone by Antiche Terre Venete

In the land of gods – that’s the meaning of “Valpantena” – a winery stands out for its local production and its respect for nature

Nella terra degli dei – questo il significato di Valpantena – la cantina si fa notare per la produzione locale e il rispetto del territorio

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orgono in Valpantena le vigne dell’azienda Antiche Terre Venete, che affonda le proprie radici a inizio ‘900. È in quegli anni che Vittorio Sancassani, innamorato della sua terra natia, decide di dedicarsi al mondo del vino con passione e dedizione quotidiana. Doti che ha trasmesso al figlio Sergio e al nipote Luciano Sancassani che oggi guida l’azienda assieme a Riccardo Degani. Antiche Terre Venete è impegnata ogni giorno nella lavorazione

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attenta dei vigneti per garantire una costante ed eccellente qualità del vino. La cantina è stata realizzata con il massimo rispetto del territorio e con accorgimenti che consentono l’uso di energie alternative, in un’ottica di tutela del territorio pensata anche per le generazioni future. La linea di Antiche Terre Venete comprende tutta la gamma tipica di queste vallate, dal classico Amarone al richiesto Valpolicella Ripasso, e Valpolicella Superiore. A fare da portavoce ai vini aziendali

l’Amarone, un vino dal colore rosso carico tendente al granato con l’invecchiamento, profumo di fiori – viola e rosa – e frutta – mora, amarena e prugna – aromi empireumatici e balsamici, tabacco e spezie, soprattutto pepe e chiodo di garofano. Sapore intenso, caldo e vellutato con ricordi al palato che hanno permesso all’Amarone 2012 Antiche Terre Venete di conquistare, dopo solo sei anni di attività produttiva, 90 punti nella prestigiosa Wine Spectator. •

The vineyards of Antiche Terre Venete grow in Valpantena since the beginning of the XIX century, when Vittorio Sancassani, with a profound love for his homeland, decided to devote his life to winemaking with passion and commitment. Nowadays his son Sergio and his grandson Luciano Sancassani, manage the family winery with the same spirit, helped by Riccardo Degani. Every day, Antiche Terre Venete grow with the utmost care its vines to guarantee the high quality of its wines. The cellar has been built with the utmost respect for the territory and with devices that allow employing renewable energies. Their efforts aim to protect the environment in order to leave a healthier world to the future generations. Antiche Terre Venete proposes the typical labels of this area, from the classical Amarone to the demanded Valpolicella Ripasso and Valpolicella Superiore. The buttonhole label is Amarone, a bright ruby red wine tending to garnet in the ageing, with a flowery– violet and rose – and fruity – blackberry, sour black cherry and plum – bouquet, balsamic and spicy aromas, tobacco, pepper and clove inklings. Its intense, velvety and warm taste has let Amarone 2012 Antiche Terre Venete to conquer 90 points on Wine Spectator, after a six-year activity only.•


Asolo Prosecco Superiore Docg and the first Extra Brut “Celěber” Asolo is the centre of an important oenological tradition that plunges its roots in the age of the Most Serene Republic of Venice. Here rises Dal Bello, with its cellar and its 30-hectare vineyard. The winery was founded in the 50s by Vittorio, and nowadays it is managed by his sons Antonio and Mario who combine their father’s ancient knowledge with the technological innovation that has made Veneto the most important Italian oenological region. “We practice sustainable agriculture with organic manure and fair agronomic practices, we cultivate the soil mechanically only in the under the row, preserving the lawn in the middle to guarantee a perfect balance between the vines and the surrounding environment” says Antonio Dal Bello. “In the cellar too we work according to this philosophy, creating a genuine and good product and thanks to the modern technologies we preserve the integrity of the product without using chemicals”. The most representative labels of this winery are Asolo Prosecco Superiore Docg and “Celěber”, the first Extra Brut produced in the area of Prosecco, awarded with the silver medal at Concours Mondial of Bruxelles. In time, the winery has increased its exportation and nowadays it represents 55% of the whole production, addressed to the European markets, Switzerland, Ucraina and England and to the American one USA and Canada.• AZIENDA AGRICOLA DAL BELLO Via Belli 2 31010 Fonte (TV) Tel. +39 0423 949015 www.dalbellovini.it info@dalbellovini.it Facebook: Azienda Agricola Dal Bello

Veneto

Dal Bello: history and innovation among the vines

DAL BELLO: lungo i filari storia e innovazione

Vinitaly: Padiglione 5, Stand A1/A2

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solo è il centro di una grande tradizione vinicola che affonda le sue radici già all’epoca della Serenissima. Qui sorgono la cantina e i trenta ettari di vigneto dell’azienda Dal Bello cui diede inizio negli anni ’50 Vittorio, guidata oggi dai figli Antonio e Mario che mescolano la saggezza di un tempo con l’innovazione tecnologica che ha reso il Veneto la prima regione vitivinicola d’Italia. “Pratichiamo una viticoltura sostenibile a base di concimi biologici e corrette pratiche agronomiche e lavoriamo il terreno in modo meccanico solo sotto fila tenendo l’interfila a prato per garantire un perfetto equilibrio tra la vite e l’ambiente circostante” spiega Antonio Dal Bello. “Anche in cantina ci ispiriamo a questa filosofia cercando di realizzare un prodotto salubre e buono, e grazie alle moderne tecnologie salvaguar-

Asolo Prosecco Superiore Docg e il primo Extra Brut “Celěber” diamo l’integrità del prodotto con mezzi fisici senza l’utilizzo d’integratori chimici”. A rappresentare l’azienda sono l’Asolo Prosecco Superiore Docg e il “Celěber”, il primo Extra Brut prodotto nell’area del Prosecco che ha vinto al suo primo anno la medaglia d’argento al Concours Mondial di Bruxelles. Negli anni l’azienda ha aumentato le esportazioni che oggi rappresentano il 55% dell’intera produzione, rivolgendosi al mercato europeo, Svizzera, Ucraina e Inghilterra, e a quello americano: Stati Uniti e Canada.• 111


una zona, la vite, la vita

Veneto

COLESEL E CARTIZZE:

Colesel and Cartizze: an area, a vine, a life

La terra che ospita il lavoro dell’uomo, che dà nome e origine ad un legame storico iniziato nel 1865

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na tradizione di famiglia che di generazione in generazione garantisce l’identità dello spumante. Questo è Colesel, marchio che affonda le sue radici agli albori della spumantistica del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. La sua unicità è il punto cardinale nella geografia irripetibile che descrive la terra in cui nasce grazie ad una combinazione di fenomeni fisici, biologici, umani che determinano le azioni del suo aspetto più pratico: la produzione della vite. E che disegnano anche i contorni del suo aspetto più estetico: il paesaggio della natura. Un pentagono di vigne e colline strette dentro cinque lati: due rivolti in alto, alle protettive Prealpi Trevigiane, altri due che guardano alla più vi-

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cina Valdobbiadene a ovest e alla più lontana Conegliano a est e, infine, l’ultimo lato che si affaccia verso il basso, sulla pianura. Cartizze è una repubblica naturale fondata sulla spumantizzazione. Qui, la lingua ufficiale è la bollicina. Il cru Cartizze si estende su una superficie di 106 ettari, con una popolazione di vigneti ad alta densità viticola. Il territorio è a prevalenza collinare e Colesel è tra le cime più alte. L’altitudine ne influenza il clima temperato dai venti mentre la fitta rete di corsi d’acqua scorre nel sottosuolo seguendo le pendenze e si ferma là dove il terreno è capace di trattenerla. Cartizze è tra i più ospitali importatori di visitatori, enoturisti, sommelier e ristoratori ed esporta milioni di bottiglie di bollicine in tutto il mondo.•

The land that hosts man’s work give life and name to a historic bond dated back to 1865 Generation after generation, a family tradition guarantees the identity of this sparking wine. We are talking about Colesel, a brand that plunges its roots in the origins of the production of Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Its unique taste is the cardinal point of the unique geography of a land where a combination of physics, biology and man’s work create an unmistakable product and draw the landscape. Here vineyards and hills form a pentagon: two sides overlook the protective Prealpi Trevigiane, other two sides overlook Valdobbiadene on the west and Conegliano on the east, while the last one overlooks the plains. Cartizze is a natural republic founded on sparkling wine. Here the official language is sparkling. The Cru Cartizze spreads over 106 hectares, the area is hilly and Colesel is one of its highest peaks. Altitude influences the mild climate while a net of streams flow underground following the slopes and stop where the soil can detain it. Cartizze is one of the most welcoming realities, every year it hosts many visitors, oenotourists, sommeliers and restaurateurs, and exports millions bottles across the world. COLESEL SPUMANTI S.R.L. Via Vettorazzi e Bisol, 4 31040 S. Stefano Valdobbiadene TV Tel. 0423 901055 Fax 0423 901066 info@colesel.it www.colesel.com Vinitaly: Padiglione 5 (VENETO) stand A5


Tinazzi

A Ripasso and a Primitivo di Manduria, different regions but same principles: territoriality, expertise, initiative Veneto and Apuliae, very different areas but quite similar from different point of views: a strong relationship between people and land, an important peasant tradtion, a story of big numbers converted into high quality productions. For all these reasons Tinazzi – the winery founded in the 60s in Cavaion Veronese by Eugenio Tinazzi, helped by his son Gian Andrea, who nowadays manages the group together with his children, Francesca and Giorgio – has invested in Apuliae too, with Cantine San Giorgio and Feudo di Santa Croce. Recently Tinazzi has enlarged his properties in Veneto, beside Le Valleselle in Bardolino, with Poderi Campopian in the classic area of Sant’Ambrogio di Valpolicella. The oenological tradition of Verona is represented by Valpolicella Superiore Ripasso Dop “Monterè”, a selection from vineyards of Corvina, Rondinella and Molinara manually harvested. After 10-day maceration on its marc, the must is placed on marc of Amarone and then refines in oak barrels. Bright ruby red, red pulp, definite and soft taste, for a classic Italian wine wellappreciated abroad. Its counterbalance is another soft wine: Primitivo di Manduria Dop “LXXIV” produced from the traditional alberello vineyards. It has a warm personality, a single-variety vinification of Primitivo, with a complex fruity bouquet, sweet spices, cacao aromas and balsamic inklings, and a taste characterized by important tannins, ideal with structured meat dishes. • TINAZZI Via delle Torbiere 13 - 37017 Lazise (VR) Tel. 0039 045 6470697 Fax 0039 045 6471117 info@tinazzi.it - www.tinazzi.it Presenti a Vinitaly VENETO: TINAZZI Padiglione 04 Stand E7 PUGLIA: CANTINE SAN GIORGIO Padiglione 11 area E1/F1/G1 Stand 6

Veneto

TINAZZI Un Ripasso e un Primitivo di Manduria, regioni diverse ma stessi principi: territorialità, expertise, intraprendenza

V

eneto e Puglia, nulla di così distante eppure simili per molti aspetti: il forte legame della gente con la terra, la tradizione contadina, l’essere state regioni di grande quantità che hanno saputo prendersi importanti rivincite qualitative. È per questo che l’azienda Tinazzi - nata negli anni ’60 a Cavaion Veronese grazie all’impegno di Eugenio Tinazzi affiancato fin da subito dal figlio Gian Andrea, oggi alla guida del gruppo insieme ai figli Francesca e Giorgio - ha investito anche in Puglia con le Cantine San Gior-

gio e il Feudo di Santa Croce. Recentemente Tinazzi ha inoltre allargato il portfolio veneto, che includeva già Le Valleselle a Bardolino, con i Poderi Campopian nella zona classica di Sant’Ambrogio di Valpolicella. A rappresentare la tradizione enologica veronese ci pensa il Valpolicella Superiore Ripasso Dop “Monterè”, che nasce da una selezione di vigneti vocati, con uve Corvina, Rondinella e Molinara. Dopo l’iniziale macerazione di dieci giorni sulle bucce, il mosto viene ripassato sulle vinacce dell’Amarone e affina poi in botti di rovere.

Rubino luminoso, polpa rossa, sorso deciso e di grande morbidezza per un classico dell’enologia italiana, oggi sempre più apprezzato anche all’estero. A fargli da contraltare è un altro vino dal sorso morbido: il Primitivo di Manduria Dop “LXXIV” con la sua personalità calda che nasce da grappoli di Primitivo in purezza da tradizionali vigneti ad alberello, naso complesso declinato sulla frutta e le spezie dolci, ricordi di cacao e sentori balsamici e in bocca tannini importanti da abbinare ad un robusto piatto di carne.•

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Contri: from Veneto to the whole world

Veneto

Not only sparking wines, but also high quality still wines

CONTRI

dal Veneto in tutto il mondo

C

ontri Spumanti è una delle realtà più significative del panorama vinicolo italiano e internazionale a partire dal ‘53, anno in cui Luciano Contri la fondò, con grande attenzione alla produzione di vini frizzanti e spumanti. Oggi è arrivata a produrre più di 72 milioni di bottiglie all’anno ma il figlio Paolo mantiene l’impronta familiare in azienda con continuità

e solidità. L’azienda gestisce rigorosamente l’intero ciclo produttivo utilizzando controlli automatici. La cantina ha vasche e serbatoi per lo stoccaggio per un totale di 70 mila ettolitri, e vanta ben quattro linee di imbottigliamento automatiche (gestendo dalle 10 mila alle 18 mila bottiglie all’ora). Contri è anche disponibile a realizzare nuovi progetti di packaging e restyling personalizzati, nell’ot-

CONTRI HA APERTO UN SECONDO SITO PRODUTTIVO A CAMPOGALLIANO, MODENA, PER LA PRODUZIONE DEL LAMBRUSCO IGT E DOC.

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Non solo spumanti, ma anche vini fermi che puntano decisi alla qualità tica della massima soddisfazione dei clienti. Da qualche tempo la produzione è stata allargata anche ai vini fermi delle aree italiane più vocate e l’offerta spazia dal vino di pronta beva per la tavola (con un rapporto qualità-prezzo quasi imbattibile) al vino per aperitivo, fino al prodotto selezionato e di livello, come - nella linea Corterosso Supremo: Primitivo di Manduria Doc Riserva 2010. Vino di alta classe, importante e strutturato, che celebra i 63 anni di successi dell’azienda nel vino italiano. (s.a.) •

Contri Spumanti is one of the most interesting realities in the Italian and international oenological survey. Founded in 1953 by Luciano Contri it concentrates its efforts in the production of sparkling wines: nowadays it produces about 72 million bottles per year, and in spite of these numbers, thanks to Luciano’s son, Paolo, the winery preserves a family business solid character. The winery manages the entire productive cycle employing automatic controls. The cellar is equipped with vats and tanks that can store 70,000 hectoliters and boast four automatic bottling systems that manage from 10,000 to 18,000 bottles per hour. Contri is also available to realize new projects of personalized packaging and restyling, to satisfy his customers at best. Nowadays the production includes a line of still wines from the most interesting Italian oenological areas. The offer spreads from easy-to-drink table wines (with an excellent price/ quality ratio) to aperitif wines, up to selected high quality products, such as the line Corterosso Supremo with Primitivo di Manduria Doc Riserva 2010. A high-class structured wine that celebrates the 63th anniversary of the winery. • CONTRI SPUMANTI S.P.A. Via Legnaghi Corradini, 30/A 37030 Cazzano di Tramigna (VR) Tel. +39 045 7820516 Fax +39 045 7820 828 www.contrispumanti.com www.contedicampiano.it mail:info@contri.eu Presenti al Vinitaly nel Padiglione 5 Stand F2


Veneto

Voglia di un bicchiere di vino? I talian Wine Cup, il progetto del gruppo DeAngeli, prosegue spedito sul suo cammino di conquista di nuovi mercati grazie a un’altra acquisizione, quella del brand Espresso Wine. In questo modo il gruppo si conferma l’unico produttore del vino in bicchiere in Pet: si tratta di vini di qualità proposti in una soluzione monodose (da 187 ml), igienica, comoda, pronti da bere, facile da trasportare e rispettosa dell’ambiente. L’obiettivo non è fare concorrenza alla bottiglia di vino bensì dare al consumatore la possibilità di degustare un vino di qualità in ogni

Ora, come birra e bibite, anche il vino è in formato monodose in Pet pronto da bere, con Italian Wine Cup ed Espresso Wine

momento della giornata tramite il “bicchierino” monoporzione, alla stregua di altri prodotti del comparto beverage. Il tutto in maniera ecologica: infatti le emissioni di Co2 in fase di produzione sono state abbattute del 75% e la confezione è riciclabile al 100%. Il particolare processo

di chiusura ermetica e termosaldata e la tecnologia di sottovuoto all’interno del bicchiere attraverso l’atmosfera modificata (tecnologia tutelata e brevettata a livello mondiale) mantengono inoltre invariate le qualità organolettiche del vino. Le tre tipologie proposte sono Merlot, Rosé

Would you like a glass of wine?

Now, as well as beer and soft drinks, wine has a single dose cup too, in Pet, ready to drink, thanks to Italian Wine Cup and Espresso Wine Italian Wine Cup, the project of the DeAngeli group, continues to conquer new markets thanks to another acquisition: the brand Espresso Wine. In this way the group confirms its leadership as only producer of wine in Pet glasses: high quality wines proposed in single dose cup (187 ml), a hygenical,

handy, ready-to-drink, easy to carry and respectful of the environment version. It is not in competition with the traditional bottle but wishes to offer to the consumers the opportunity to taste high quality wines at any time of the day, as well as other beverage products. It is an ecological solution too: in

fact, Co2 emissions in the production has been reduced of a 75% and the packaging is 100% recyclable. The particular heat-sealed hermetic closure and the vacuumsealed content through the modified atmosphere (a technology protected by an international patent) preserves the organoleptic qualities

Sede Legale Via Longhin 1 31100 Treviso (Tv) Stabilimento di Produzione: Via Verdi 50 31047 - Ponte di Piave (TV) Tel. +39 0422 841081 info@vinideangeli.com www.italianwinecup.com www.espressowine.com

e Chardonnay, ma in futuro è previsto un ampliamento dell’offerta. Realizzata in collaborazione con la Scuola enologica di Conegliano e la cantina Viticoltori Ponte, l’Italian Wine Cup si inserisce nel segmento dei prodotti monodose e strizza l’occhio a nicchie di mercato e occasioni di consumo come stadi, concerti, manifestazioni, cinema, parchi divertimento e altre dove l’uso del vetro è proibito.• Presenti al Vinitaly nel Padiglione 8 Stand L2 (Italian Wine Cup) e nel Padiglione 4 Stand D5 (Viticoltori Ponte) .

of wine. The wines proposed are Merlot, Rosé and Chardonnay, but in the future, the range will be enriched by other typologies. Created in partnership with the oenological school of Conegliano and Cantina Viticoltori Ponte, Italian Wine Cup winks at niche markets and mass events and great turnout places like stadiums, concerts, cinemas, funfairs, and other places where glass is forbidden. •

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Veneto

FATTORIA EOLIA: un vento di novità U

Fattoria Eolia: a wind of innovation A new label beside the new years of Fiore del Vento, Dragone and Serprino: Rosa d’Aria

Giovanni Zini’s winery, Fattoria Eolia, rises in the effervescent Colli Euganei denomination area. This area has become very popular thanks to Fior d’Arancio, a Moscato giallo, and to the quality of the autochthonous and international grape varieties that grow on Giovanni’s 13-hectare vineyard. In fact, the marine soils give them a peculiar savory flavor that combined with high temperature ranges and a careful work make extraordinary wines. Here some acknowledgments that proof this success: silver medal at Concours Mondial de Bruxelles and Gran Menzione at Vinitaly for Fior d’Arancio “Fiore del vento”, first prize for “Dragone” in the category Rosso Colli Euganei Doc “young wines” at the contest reserved to Colli Euganei Doc wines. Fragrance, perfumes, citrus aromas, and a sweet, creamy and sparkling taste are the strength points of “Fiore del vento” 2015, while “Dragone” 2014, made of Cabernet Sauvignon and Merlot, is appreciated for its texture that combines spicy inklings and crunchy fruit perfumes. “Livium” has all the vivaciousness of Serprino, the local variety of Glera, while acidity and citrus aromas, red fruit and smoked spices are the peculiarities of “Rosa d’Aria”, the new sparkling wine made of Barbera only, ideal as aperitif but also with a first course based on fish. •

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na denominazione ricca di fermento quella dei Colli Euganei, dove si trova Fattoria Eolia, l’azienda di Giovanni Zini. La zona è infatti sempre più presente sulle tavole grazie alla recente fortuna del Fior d’Arancio, ottenuto da Moscato giallo, e alla qualità delle uve rosse sia autoctone che internazionali. Merito dei terreni di antica origine marina, che donano un particolare corredo sapido, cui vanno aggiunte le escursioni termiche tipiche di queste colline e l’attento lavoro manuale di Giovanni sui 13 ettari di vigneto. Si spiegano così i numerosi riconoscimenti ottenuti da Fattoria Eolia, dalla medaglia d’Argento del Concours Mondial de Bruxelles e la Gran Menzione di Vinitaly per il Fior d’Arancio “Fiore del vento” al primo premio nella categoria Rosso Colli Euganei Doc “annate giovani” al Concorso dei vini Doc dei Colli Euganei andato al “Dragone”. Fragranza, sentori aromatici e agrumati e sorso dolce, cremoso, solleticato dalle bollicine, sono i punti di forza del “Fiore del vento” 2015, mentre il “Dragone” 2014 a base di Cabernet Sauvignon e Merlot si apprezza per l’abile fattura che mescola note speziate e croccantezza del frutto. Il “Livium” possiede invece tutto il brio del Serprino, la varietà di Glera qui diffusa, mentre acidità e agrume, frutta rossa e spezie con un tono quasi affumicato- minerale contraddistinguono il “Rosa d’Aria”,

il nuovo spumante rosato metodo Charmat lungo ottenuto da sole uve Barbera, con una presa di spuma di circa 9 mesi, ideale per l’aperitivo ma anche per un primo piatto di pesce. (i.g.)•

Le nuove annate di Fiore del Vento, Dragone e Serprino saranno affiancate da una new entry: il Rosa d’Aria

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wine NETWORK Le aziende che operano nel mondo del vino sentono un crescente bisogno di comunicare con i loro potenziali clienti ma non tutte hanno il tempo e le competenze per farlo. Spesso non si avvalgono di una figura dedicata esclusivamente alla comunicazione.

Per questo, di fatto, non raggiungono il proprio target.

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Il futuro del Molise profuma di Tintilia DI CHIARA MARTINELLI

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Muletto Brentone

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opo molti anni il Molise è riuscito ad affermare una propria identità nel panorama vitivinicolo italiano, sganciandosi finalmente dalle altre realtà limitrofe alle quali spesso è stato associato. L’assessore regionale alle Politiche Agricole, Vittorino Facciolla, sottolinea come nel corso degli anni, la qualità vitivinicola si sia fatta conoscere in lungo ed in largo in vari contesti, guadagnando spesso riconoscimenti pregiati ed ambiti. Come si presenta la Regione Molise a Vinitaly 2016? “La presenza della nostra Regione alla cinquantesima edizione del Vinitaly fa parte di un progetto complessivo, condiviso e vantaggioso in termini di visibilità e di riconoscibilità, per la qualità dei suoi prodotti e come veicolo di promozione del territorio. Un percorso, organizzato assieme alla collaborazione di Unioncamere Molise, che vede nella parola aggregazione e nello stare insieme, anche per gli operatori vitivinicoli, la vera forza propulsiva che ci permetterà di accedere a mercati più ampi, come già sperimentato, solo per citare alcuni esempi a Expo Milano, Bellavita Amsterdam, Prowein, Merano Wine Festival e Outgoing Dublino”. I vitigni autoctoni stanno riscuotendo molta attenzione, vale anche per il Molise?

“Fiore all’occhiello della nostra produzione è la Tintilia, vitigno autoctono che riscuote consensi nei maggiori eventi enologici internazionali. Un prodotto tutto made in Molise, simbolo del suo territorio, vocato alla qualità. In più occasioni, gli esperti ed i consumatori sapienti, dopo averlo degustato, si sono rivelate le persone più entusiaste di questo nostro grande vino. Chi ancora non lo conosce, può scoprire la sua bontà in occasione di questa nuova edizione del Vinitaly. Investire sulla Tintilia equivale ad investire sul Molise, sulla sua immagine e sul suo futuro”. Focus group, laboratori di ricerca, quali sono le attività presso lo stand? “Oltre alle proiezioni video del nostro territorio, delle cantine e del lavoro presso le aziende, per l’intera durata dell’evento vi sono degustazioni gratuite dei nostri vini, secondo un calendario giornaliero. La prima giornata fieristica si apre con un focus sulla Tintilia e sul territorio molisano, mediante un convegno appositamente organizzato assieme alla collaborazione dell’Onav nazionale. Gli ospiti compilando una sorta di modulo, hanno l’opportunità di essere ricontattati dalle cantine ed invitati dalle stesse a delle degustazioni gratuite, cogliendo così l’occasione di visitare la nostra fantastica terra”.•


La svolta vitivinicola della Valle DI TOMMASO NUTARELLI

Il Consiglio Regionale valdostano punta a recuperare terreni incolti o abbandonati per destinarli alla viticoltura

R

ecupero, valorizzazione e potenziamento della produzione vinicola. È questo il cuore della proposta di legge che riguarda le “Disposizioni in materia di recupero alla viticoltura di appezzamenti incolti, abbandonati o non sufficientemente coltivati”, presentata da alcuni membri del Consiglio Regionale della Valle d’Aosta, il 22 febbraio scorso. Una strada che non può essere battuta puntando sulla quantità, data la particolare conformazione orografica del territorio, ma su una gamma di prodotti di alta qualità. La tradizione enoica di questa regione infatti, è stata sempre contrassegnata da forti contraddizioni. All’esigua ampiezza degli ettari vitati, ha fatto

da contrappeso una realtà ampelografica ricca e diversificata. L’aspro e impervio territorio montano ha reso letteralmente “eroico” il lavoro dei vignaioli che, da vitigni terrazzati, hanno saputo dare vita a vini di inestimabile valore, come i rossi Doc, il Nus Rouge, il Chambave Rouge, l’Enfer Arvier o il Donnas, e i bianchi, il Blanc de Morgex et de La Salle, il Nus Malvoise o il Chambave Muscat. Vitigni autoctoni, come il Petit Rouge, il Mayolet e il Fumin, e alloctoni, Chardonnay e Nebbiolo, convivono in un clima che consente un’ottima maturazione delle uve, con un bassissimo uso di agrofarmaci. Un patrimonio che oggi sembra essere a rischio, vista la progressiva diminuzione delle terre vitate, o l’abbandono di alcune di esse. La proposta di legge vuole essere una spinta al lavoro delle aziende storiche, e un incentivo a quello di nuovi e giovani produttori, anche con l’aiuto dei fondi europei stanziati nel Programma di Sviluppo Rurale della Valle d’Aosta 2014-2020. L’obiettivo è sia quello di dare ossigeno ad un settore e ad un indotto, che sono una voce importante nell’economia della regione, sia far conoscere i prodotti e le particolarità della produzione vinicola valdostana ad un pubblico sempre più ampio.

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Aprile 2016

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10-13 aprile 2016

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VINITALY Verona www.vinitaly.com

SICILIA EN PRIMEUR” 2016 Taormina www.vins-de-terroir.com

Aprile Maggio 6-8 maggio 2016

Maggio 2016

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29 aprile- 2 maggio 2016 SALONS DES VINS DE TERROIR ET PRODUITS REGIONAUX Francia -Seclin www.vins-de-terroir.com

14-15 maggio 2016

23-25 maggio 2016

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WINE PRAGUE Praga www.wineprague.com

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24-26 maggio 2016 8-13 maggio 2016

3-5 maggio 2016

NEBBIOLO PRIMA Alba www.albeisa.it

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Giugno 2016 7-13 Giugno 7

Settembre 2016

17-18 Giugno 2016

RADICI DEL SUD Triggiano (Bari) radicidelsud.com

ENOVITIS IN CAMPO Bari www.enovitisincampo.it 13

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EXPOGUSTO Arezzo expogusto.it

Ottobre 2016

24-25 Ottobre AUTOCHTONA Bolzano www.fierabolzano.it/autochtona

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Novembre 2016 8-10 Novembre

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BRAUBEVIALE Norimberga www.braubeviale.de

16-20 Ottobre SIAL Parigi www.sialparis.com

Giugno Settem b Ottobr re e Novem bre

30 Settembre 1-2 Ottobre

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EIMA Bologna www.eima.it

25-28 Novembre MONACO Monte-Carlo Gastronomie montecarlogastronomie.com

9-13 Novembre

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Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

VINITALY Verona, 10 – 13 aprile 2016 L’evento – il più importante del mondo del vino italiano e non solo – ha bisogno di poche presentazioni. Giunto alla sua cinquantesima edizione, però, annuncia una serie di novità, come la netta divisione fra le attività b2b e b2c. Un occhio di riguardo sarà dato al miglioramente delle infrastrutture e dei servizi, da sempre punto dolente della kermesse, al fine di rendere più fruibile la fiera per aziende e operatori del settore. 55.000 gli operatori stranieri della scorsa edizione, provenienti da 141 nazioni. Come anticipato dal direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, per il 2016 sono attesi 1.000 buyer selezionati in più provenienti dall’estero, soprattutto da Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito, Paesi Scandinavi, Polonia, Usa e Canada, Russia, Giappone e Cina. L’edizione 2016, inoltre, vedrà anche una più ampia partecipazione di espositori stranieri, sia nel padiglione Vininternational (con partecipazioni da Spagna, Georgia, Azerbaijan, Australia, Serbia, Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Cina, Portogallo e Argentina) sia nei saloni Vinitalybio e Vivit. Infine, per rendere l’evento sempre più di profilo business verranno introdotti nuovi sistemi di registrazione all’ingresso, mentre agli appassionati del settore saranno offerti quattro giorni di degustazioni ed eventi nel fuori salone Vinitaly and the City, dall’8 all’11 aprile. www.vinitaly.com

ROMAGNA WINE AND FESTIVAL Cesena, 15 – 17 aprile 2016 Quarta edizione del Romagna Wine Festival, dal 15 al 17 aprile a Cesena. Tre giorni del gusto con il Derby fra Sangiovese di Romagna e Morellino di Scansano, il Concorso sulla Tagliatella a “Chef per un giorno”, tante degustazioni a tema, lo spazio alle bollicine dell’Oltrepo’ Pavese, vetrine della città malatestiana a tema e tanto altro. www.romagnawinefestival.it

WINE&GOURMET JAPAN Tokyo (Giappone), 13 – 15 aprile 2016 Settima edizione di Wine & Gourmet Japan, che si appresta ad accogliere più di 75.000 visitatori: un’esposizione di vino, birra, spiriti e gastronomia provenienti da tutto il mondo. “I consumatori giapponesi continuano a richiedere cibo e servizi di alta qualità. La food industry giapponese ha un valore estimativo di 292 miliardi di dollari e il Giappone si conferma il più grande importatore di bevande alcoliche nel Sud – Est Asiatico”, afferma Mr. Michael Dreyer, Vice Presidente di Asia Pacific, Koelnmesse. La kermesse avrà 15 padiglioni: otto saranno dedicati a Paesi come Giorgia, Germania, Italia, Spagna, Portogallo, Thailandia, Sud Africa e Australia. Ci saranno inoltre spazi come il World Wine Pavillion, il World Beer Pavillion, Pro Sake Pavillion, Japan Wine Pavillion e Pro Caffè Pavillion, padiglioni tematizzati che vedranno collettive di prodotti ed espositori. Debutterà inoltre in questa edizione anche il padiglione dedicato al Vinho Verde, con 25 aziende provenienti dal nord del Portogallo. Spazio anche ai prodotti bio, vini e non solo, tanto apprezzati dai consumatori giapponesi, sempre attenti alle tematiche del benessere e della salute. Infine i visitatori avranno a disposizione un ricco calendario di appuntamenti, seminari e degustazioni, con l’intervento di professionisti e opinion leader: fra i vari eventi, si segnala l’imperdibile Night of Wine, ospitata dall’Hilton Tokyo Odaiba, dove si faranno affari allietati da una suggestiva vista dello skyline della città. www.wineandgourmetjapan.com

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Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

LONDON WINE FAIR Londra, 3 – 5 maggio 2016

ONLY WINE FESTIVAL Città di Castello, 23 – 25 aprile 2016 Ritorna dal 23 al 25 aprile prossimo, nel centro storico di Città di Castello Only Wine Festival, che quest’anno si amplia e, insieme al vino di qualità delle piccole cantine e dei giovani produttori, mette in mostra anche molte altre eccellenze enogastronomiche italiane. Aprirà infatti lo spazio Only Food, la speciale sezione dedicata alle eccellenze tipiche della tavola italiana, da abbinare agli ottimi vini proposti dalle 100 selezionate cantine presenti. Non cambierà la formula della mostra-mercato con degustazioni libere e tasting guidati a pagamento e sono confermati anche gli Speed Wine, i mini corsi di avvicinamento al vino tenuti dagli esperti sommelier Ais. Tanti appuntamenti, importanti volti del mondo del vino italiano e internazionale, gusto e momenti di incontro con i produttori: molti invitanti motivi per passare il weekend del 25 aprile nella bella cittadina umbra. www.onlywinefestival.it

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La London Wine Fair è l’opportunità per scoprire, per il trentaseiesimo anno, tutto ciò che ruota intorno al wine trade su scala globale. Tre giorni di business che vedono coinvolti circa 18 mila fra buyer, professionisti, produttori, importatori e sommelier: un momento di riflessione e incontro che coinvolgerà tutti i principali attori interessati nel commercio del vino, con oltre 13 mila vini previsti in degustazione. Quest’anno, inoltre, è stata annunciata la partnership con Bottlebooks e il lancio di una piattaforma unica per la piazza anglosassone per

la raccolta dei wine data. Si tratta di un wine data solution che è stato pensato per risolvere i problemi legati alla condivisione di dati relativi alla wine industry e che si propone di mettere in contatto tutti gli stakeholders del comparto. L’appuntamento è dal 3 al 5 maggio, all’Olympia London - Hammersmith Road – Kensington (London). Sul sito della manifestazione tutte le info per stampa, visitatori ed espositori. Orari: martedì 10.00/18.30, mercoledì 09.30/18.00 e giovedì 09.30/17.00. www.londonwinefair.com

CILIEGIOLO D’ITALIA Narni (TR), 14 – 15 maggio 2016 Dopo il successo della prima edizione torna a Narni Ciliegiolo d’Italia, manifestazione ispirata ad uno dei vitigni storici del territorio. La due giorni è nata infatti con l’intento di promuovere, grazie a degustazioni e seminari, tutte quelle etichette italiane che vedono nel ciliegiolo il loro unico protagonista: vini in purezza in rappresentanza di zone ad alta vocazione vitivinicola. La kermesse si svolgerà nell’Auditorium di San Domenico, chiesa sconsacrata e di rara bellezza, risalente al XII secolo, che si trova nel cuore del centro storico della caratteristica cittadina umbra. Saranno circa 40 i vignaioli chiamati a riunirsi a Narni per animare un confronto, offerto ad un pubblico formato sia da appassionati che da giornalisti ed operatori, che intende esaltare le differenze che intercorrono tra vini ottenuti in diverse località, con differenti climi, terreni ed idee produttive, ma da un unico vitigno: il ciliegiolo. www.ciliegioloditalia.it

VINI D’AUTORE – TERRE D’ITALIA Lido di Camaiore (LU), 15 – 16 maggio 2016 Dopo il successo delle prime tre edizioni Vini d’Autore - Terre d’Italia cambia sede ed amplia il suo parterre. L’attesissima kermesse si trasferirà infatti all’ hotel Una di Lido di Camaiore, a pochi passi dal mare. Qui si potranno degustare i vini di un’ottantina di cantine italiane, che porteranno nel bicchiere il meglio della produzione del Bel Paese, grazie ad una selezione prestigiosa, eclettica e non scontata. La manifestazione è ideata ed organizzata dal gruppo che dal 1999 si occupa della testata on line L’AcquaBuona. Ingresso: 25 euro intero - 20 euro ridotto www.acquabuona.it

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PELLICOLE DI GUSTO ( di Lorenzo Bianciardi - lorenzo@igrandivini.com )

Amore, cucina e curry: la memoria nelle spezie

U

n delizioso viaggio nel sogno: questo è Amore, cucina e curry (2014) dello svedese Lasse Hallström, che dopo Chocolat torna a raccontare un’altra favola di sapori. «Si cucina per creare fantasmi, spiriti che continuano a vivere in ogni ingrediente», insegna la madre al piccolo Hassan ai fornelli: ecco un punto di vista inedito sul gusto che ne svela il potere “fantastico”. Sì, perché le atmosfere magiche e i “fantasmi” dei sapori indiani impregnano la storia della famiglia Kadam, emigrata dall’India e in fuga da un paese come l’Inghilterra dove «le verdure non hanno un’anima, non hanno vita». Alla ricerca di un porto sicuro dove esportare gusti speziati e cotture tandoori, la famiglia col suo furgoncino si fermerà in panne in un paese nel sud della Francia. Ad incrociare la loro strada, come nel sabato del villaggio, sarà Marguerite, una “donzelletta che vien dalla campagna in sul calar del sole”. Quale indizio migliore per far arrestare quello che in Chocolat era il celebre «vento del Nord»? Anche la brezza che entra dalla finestra (“voce” della madre scomparsa in un tragico incendio a Mumbai) suggerisce che è giunto il momento di fermarsi; e il marito non può che assecondare il “vento”, buttando il cuore oltre ogni ostacolo. L’ostacolo più grande sembra chiamarsi Madame Mallory (l’attrice Helen Mirren) e il suo ristorante due stelle Michelin, che dista pochi metri dal nuovo locale dei Kadam, la “Maison Mumbai”. A fronteggiarsi due stili, due culture, due cucine: da una parte l’algida titolare de “Le Saule Pleureur”, legata ai piatti della tradizione francese («nel mio ristorante la cucina non è un vecchio e logoro matrimonio, è ancora un amore passionale», ama ripetere). Dall’altra l’estro e la simpatia di Papa,

il pater familias che vuole “lanciare” come chef provetto il figlio Hassan, forte delle sue fantasie culinarie indiane. Indimenticabile la scena in cui Madame Mallory accetterà di cucinare una omelette (in versione speziata) con il giovane “rivale”: un attimo in cui il gusto sembra fermare il tempo, in un ralenty dei movimenti in cucina che diventa quasi eterno. Un viaggio “lungo” pochi passi, per rifarsi al titolo inglese: The Hundred-Foot Journey è una storia d’integrazione culturale che passa “dalla bocca”, a conferma del fatto che il cibo è identità. Per questo la narrazione non poteva che chiudersi laddove si era aperta: su quei ricci di mare che ad inizio film ci avevano svelato la capacità del bambino Hassan di “saper” assaggiare, riconoscendo il sapere che è dentro ogni sapore («i ricci di mare sanno di vita», insegnava la madre). Ecco riaffiorare alla mente sentimenti a lungo sopiti, perché i piatti sono memoria; e il nostro protagonista, ormai diventato chef da prima pagina nel ristorante molecolare parigino, proprio nelle spezie scoprirà di nuovo le sue origini. D’altra parte, gli ingredienti vanno trovati «prima nel cuore» e dopo nella pentola. Così, assaggiando la cena indiana del collega (cucinata dalla moglie), ogni boccone lo riporterà a casa: troppo inebriante è l’emozione del ricordo nei profumi speziati; troppo forte è il richiamo delle verdure da accarezzare, dei barattoli della madre cui tuffare il naso. Se per aprirsi al mondo erano bastati cento piedi “avanti”, ora saranno pochi chilometri “indietro” a riportare Hassan al piccolo villaggio francese. Dove riassaporerà amori, ricordi ed emozioni, guardando finalmente “oltre” le stelle (non solo “Michelin”)…•

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NewsBio & Green di Marina Ciancaglini

Naturalmente aprile L’ideologia è alla base del movimento “naturale” enologico ma anche il business non può mancare. Nei giorni della fiera veronese le occasioni di assaggio non mancano

I

numeri parlano chiaro. Se l’Europa detiene l’83% della coltivazione di vite biologica del mondo, ben il 22% della superficie mondiale di vigneti bio si trova in Italia, che vanta 72.300 ettari coltivati da 10 mila aziende vocate e 1.300 cantine (Fonte Aiab). Visti i dati, non è da stupirsi se ormai nel nostro Paese le fiere sui vini naturali hanno un calendario ricco e spalmato su tutto l’anno, che vede il suo picco a inizio primavera, in concomitanza della fiera di settore più importante, il Vinitaly. Dopo anni di prove

“sul campo”, ecco un vademecum per orientarsi. VIVIT (10-13 APRILE - VINITALY, VERONA)

“ViViT riunisce produttori di tutto il mondo che vogliono esprimersi nella trasparenza, nell’autenticità e nell’individualità”. Così recita l’intento programmatico di questa fiera nella fiera, nata pochi anni fa in riposta alle altre due manifestazioni parallele, poco distanti da Verona. L’intento è riuscito, visto che riunisce aziende molto interessanti – più italiane che estere – in uno spazio un po’ ristretto all’interno

del Padiglione 8. Il problema è proprio questo: un’altissima affluenza in poco spazio che rende difficile degustare i vini e poter parlare con il produttore. C’è, però, tutta la comodità di essere dentro il Vinitaly. VINIVERI (8-10 APRILE – CEREA, VERONA)

Quest’anno la fiera, che riunisce “un centinaio di artigiani del vino indipendenti, italiani ed esteri, che presenteranno un assaggio autentico di cultura del territorio con ultime produzioni imbottigliate, assaggi in anteprima, vecchie annate”, parte un giorno in antici-

po rispetto al solito calendario, proprio per sovrapporsi agli altri eventi. La location è ricca di fascino in quanto è una ex fabbrica e particolarmente riuscita è l’idea di mettere un’enoteca all’uscita dove è possibile acquistare i vini presenti. VILLA FAVORITA (9-11 APRILE, MONTICELLO DI FARA,VICENZA)

La manifestazione del consorzio Vinnatur, riunisce circa 150 vignaioli da tutta Europa “che hanno il comune obiettivo di condividere le tecniche e le esperienze per produrre vino in maniera naturale, sia in vigna che in cantina, e di divulgare la cultura del terroir”. Il punto di forza, oltre al numero alto di produttori, con una buona presenza anche francese, è la bellezza della villa e del parco antistante: se è bel tempo pranzare sul prato non ha prezzo.•

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I n

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Bollicine News di Giovanni Pellicci

DATI

EVENTI

I CONSUMI DI SPUMANTI CONTINUANO A CRESCERE

BOLLICINE IN FESTA

I dati sul 2015 dell’Ovse fotografano un mercato interno in crescita nel 2015 rispetto al 2014. Le migliori performance sono di Prosecco e Franciacorta

Anche il 2015 si è chiuso in crescita per la voce “spumanti” del vino italiano. Perfino sul mercato interno, infatti, le bollicine hanno segnato una crescita in volume del 0,7% rispetto al 2014, concomitante a un aumento del prezzo medio al consumo del 0,5%, posizionato a 6,9 euro a bottiglia. Nel corso dell’ultimo anno sono state stappate 147,4 milioni di bottiglie, pari ad un fatturato di circa 1 miliardo di euro. I dati, rilanciati anche dall’Ansa, sono opera dell’Ovse-Osservatorio economico indipendente dei vini e spumanti di Giampietro Comolli. Sul mercato italiano e fra le etichette nazionali, il Prosecco Docg-Doc domina con una quota del 68%: l’aumento di prezzo, dal 2014 al 2015, sullo scaffale e in enoteca va da un minimo del 3-4% fino al 10-15% per alcune tipologie. Il Prosecco sul mercato interno cresce in volume e in fatturato, continua a rosicchiare spazi e mercato ad altri spumanti

generici. Il Prosecco Docg-Doc consumato in Italia vale alla produzione 240 milioni di euro, a fronte di un fatturato al consumo nazionale superiore al mezzo miliardo di euro. Mercato interno differenziato anche per il metodo tradizionale: il Franciacorta cresce nei consumi sia domestici che in horeca per il 7% con prezzi stabili al consumo, per un valore alla produzione che sfiora i 100 milioni di euro e un giro d’affari prossimo al traguardo dei 230 milioni di euro. Dati inversi invece per tutte le altre bollicine come Oltrepò Docg-Doc, TrentoDoc, Altalanga con volumi leggermente in calo o stabili e fatturato globale in crescita (+0,9%). Bene le bollicine sparse nelle varie Doc italiane (Gavi, Lugana, Soave, Trentino, Verdicchio) nei mercati prossimali e locali: in crescita volumi e valori al consumo, entrambi intorno all’0,9%. “Finalmente c’è il ritorno al segno più dopo anni di decrescita. Ma attenzione, può essere un dato occasionale se non si interviene con una politica nazionale specifica e coordinata pubblico-privato su promo-commercializzazione e promo-informazione nel mercato interno, come è stato fino al 2010 - commenta Giampietro Comolli, fondatore di Ovse -. Due terzi d’Italia consuma meno di 1/3 di bollicine stappate nelle regioni Nord-Italia: le cantine devono puntare a sviluppare il mercato interno, per dare peso specifico e valore aggiunto al prodotto. L’export fa bilancio d’impresa, ma la crescita economica viene dalla ampiezza e diffusione dei consumi interni”.

Con Vino in Villa Festival e Primavera del Prosecco Superiore appuntamenti diffusi in terra veneta Le bollicine fanno festa con una primavera ricca di eventi, rivolti al pubblico e agli appassionati. Fino al 12 giugno 2016 l’intera zona collinare del Prosecco Superiore la rassegna enoturistica la “Primavera del Prosecco Superiore” che, in unico cartellone, unisce le 17 mostre del vino che si sono sviluppate nel territorio come momenti di ritrovo in cui festeggiare la stagione enologica degustando i vini della recente vendemmia e i piatti della tradizione. Tanti spunti ed idee per i wine lovers che possono andare alla scoperta delle novità proposte dalle oltre 160 cantine della zona, nonché partecipare alle escursioni nel territorio alla scoperta di luoghi ricchi di storia e arte. “Natura e Cultura” è invece il titolo dell’edizione 2016 di Vino in Villa Festival: da giovedì 12 a sabato 14 maggio i borghi tra Conegliano e Valdobbiadene saranno animati dagli appuntamenti e dagli eventi culturali che compongono il calendario del Festival dedicato alla bollicine Docg del distretto di Conegliano Valdobbiadene. L’incantevole scenario delle colline che poco a nord diventano Prealpi sarà il palcoscenico di un evento in cui la cultura secolare del vino ospita le voci più significative e autorevoli della cultura italiana contemporanea. Dettagli e info dettagliate su: www.primaveradelprosecco.it www.vinoinvilla.it

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Distillati & Co di Giovanni Pellicci

CONCORSI

SELEZIONE CON NOVITÀ ‘SPIRITOSE’ PER IL 33° PREMIO ALAMBICCO D’ORO Sabato 16 aprile, primo giorno di selezione dei distillati in gara, degustazione aperta al pubblico di cocktails a base di grappa

Sarà una selezione con alcune novità ‘spiritose’ quella che giudicherà i distillati in gara per il 33esimo Premio Alambicco d’Oro promosso da Anag, Assaggiatori grappa e acquaviti e aperto a distillerie e aziende vitivinicole che producono ‘grappe di fattoria’. La due giorni di analisi e votazione, in programma sabato 16 e domenica 17 aprile all’Hotel Gambrinus di Bellaria Igea Marina (Rimini), sarà arricchita, per la prima volta, da un assaggio di cocktails a base di grappa preparati dall’Associazione Italiana Barmen, A.B.I. Professional. Per info: www.anag.it.

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Distillati & Co di Giovanni Pellicci

ELVIO BONOLLO e le sfide della grappa La tutela del distillato made in Italy al centro del secondo mandato da presidente. In agenda anche la nascita del Consorzio

L

’Istituto Nazionale Grappa prosegue all’insegna della continuità. Elvio Bonollo è stato infatti confermato alla presidenza dell’ente nato a Pavia nel 1996 e che oggi rappresenta circa il 70% del mondo della grappa italiano e circa 100 aziende. “Ringrazio per la fiducia che mi è stata rinnovata – si legge nel comunicato di commento – è un riconoscimento per il lavoro che insieme al Consiglio abbiamo portato avanti negli anni. Alcuni degli obiettivi che ho proposto e condiviso durante il mio primo mandato, sono ancora attuali e l’intenzione è quella di proseguire in questa direzione al fine porre le basi per la tutela e la promozione che la nostra acquavite di bandiera si merita”. Verso la Indicazione Geografica

“In merito all’Indicazione Geografica Grappa – spiega il presidente - grazie all’importante impegno profuso e alla collaborazione col Mipaaf, si è giunti dopo anni di lavoro alla pubblicazione del decreto 747 del 28/01/16, il quale, sostanzialmente, ci permette di fare importanti passi in avanti proprio nella tutela e nella valorizzazione della grappa”. Il Consorzio come forma di tutela Tutela e valorizzazione si confermano così le priorità dell’Istituto Nazionale Grappa, come la necessità di creare le condizioni per un piano di controllo efficace in Italia e all’estero. Questi, oltre alla tutela, gli obiettivi primari del secondo mandato di Bonollo “ma anche la mission del Consorzio di Tutela e Promozione – prosegue il presidente - nel quale abbiamo intenzione di tra-

sformare lo stesso Istituto, rimarcando ulteriormente quanto il mondo della grappa necessiti di unità di intenti per difendere l’autenticità del prodotto. Da agosto regole più rigide per l’imbottigliamento Bonollo, inoltre, ribadisce l’importanza dell’identità territoriale per il prodotto grappa e sulle ricadute positive che questo asset può fornire all’economia nazionale ma anche a quelle locali. “Il fatto di avere la produzione della grappa all’interno del territorio italiano, ci

permette di garantirne al consumatore l’autenticità del profilo organolettico, ovvero quell’elemento che rende unica la nostra acquavite dalle altre. Un aiuto in questa direzione potrebbe arrivare già con il citato decreto del Mipaaf che, di fatto, introduce dal 1° agosto 2016, regole più rigorose sull’imbottigliamento del prodotto grappa al di fuori della zona di produzione a tutela del consumatore che richiede autenticità del prodotto e quale strumento di contrasto alle contraffazioni”.•

DATI

FOCUS GRAPPA (dati 2015) Produzione 80.000 ha Vendite GDO -2,5% Vendite HoReCa -5% (fonte Istituto Nazionale Grappa)

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A tutta Birra

BLEND

di Chiara Martinelli

BIRRA E VINO: UN CONNUBIO TUTTO ITALIANO

CRAFT BEER

HABEMUS L’ARTIGIANALE Si chiama IGA, ed è una tipicità della tradizione tricolore

Approvata alla Camera dei Deputati in Commissione Agricoltura la proposta di legge “Si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione”.

La spiegazione del concetto di birra artigianale presentata in Parlamento dalla Commissione Agricoltura, prosegue aggiungendo che “la produzione annua non superi i 200

mila ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di prodotto per conto terzi”. Finalmente una legge che sia in grado di esplicitare e regolamentare un settore dell’agroalimentare, la birra artigianale appunto, con un riconoscimento a livello nazionale. Tra i punti chiave, il processo di produzione (no alla pastorizzazione e alla microfiltrazione); l’autonomia (ovvero l’indipendenza da qualsiasi altra impresa birraia); la produzione annua (non deve superare i 200 mila ettolitri); gli ingredienti (si alle materie prime di base – in primis malto d’orzo, frumento– no agli additivi chimici, conservanti etc..).

Nasce l’Italian Grape Ale, la denominazione tutta italiana per le birre prodotte con l’aggiunta di uva. Già da alcuni anni nel Belpaese si sperimentavano birre prodotte con uva, mosto e persino vino. L’Iga (Italian Grape Ale) è stata codificata dal Bjcp, organismo che si occupa di selezionare e catalogare le produzioni birraie nel mondo, ha sancito l’esistenza di tale stile come prettamente made in Italy. Un’accezione già seguita da alcuni birrifici nel lancio di nuovi blend ed etichette: l’esperienza più recente è rappresentata da “L’Equilibrista” di Birra del Borgo, vincitrice del premio “birra dell’anno 2016” (composta per il 50% da uve di sangiovese). La particolarità delle Iga è quella di annoverare tra gli ingredienti per così dire “extra”, proprio l’utilizzo di uva nelle molteplici modalità. Una versione, o variante di birra italiana che pare avere una buona apertura nel mercato Usa e una risposta interessante dalla ristorazione.

NEW ENTRY

IL GUFO PORTA FORTUNA AL GIAPPONE E IL 26 NERO “IPNOTIZZA” CON LE SUE NUOVE ETICHETTE TOSCANE Alle ultime catwalk milanesi ha fatto la sua prima comparsa “fashion” la singolare Hitachino Nest Beer. E’ una Japanese beer che ha sorpreso per le sue etichette accattivanti e un logo decisamente cool: un piccolo gufo stilizzato. Due le varianti in bottiglie formato 33cl che stanno spopolando nei beershop meneghini: la red Red Rice Ale a base di riso

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rosso, dai riflessi rosati, note di fragola, bubble-gum, vaniglia ed aroma liquoroso; e la White Ale, una blanche dai sentori di

arancia, ananas, coriandolo e fiori bianchi che ricordano gli amati ciliegi in fiore della sua terra. Nuova veste grafica invece per il Birrificio artigianale 26 Nero, la realtà produttiva toscana, che recentemente ha unito le forze con il Birrificio Arribal. Dopo un attento lavoro di studio e di ricerca sono nate le nuove vesti che avvolgono Ipnotica, la Double Ipa, birra doppio

malto con fiori di arancio e luppoli americani, e Rumata, Imperial Porter, birra nera doppio malto con l’aggiunta di un tocco di peperoncino. Le due nuove birre vanno quindi ad allargare il ventaglio produttivo del 26 Nero che già contempla Fedora, birra chiara speciale, Listra, birra bianca speciale, Guadagnata, birra rossa doppio malto, e Vortumna, american pale ale.

Arrivano Ipnotica e Rumata, soffia un vento fashion dalla Hitachino


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ExtravergineNews di Giovanni Pellicci

EXTRAVERGINE

verso le città d’identità L’Associazione Nazionale Città dell’Olio rinnova la sua Giunta mentre si fa strada l’ipotesi del riconoscimento legislativo utile per una promozione più efficace

L

’Associazione Nazionale Città dell’Olio rinnova la sua Giunta e lancia le sue nuove sfide. Tra queste l’inserimento di 12 regioni nel Registro dei Paesaggi Rurali Storici poi l’edizione 2016 di Girolio 2016, con i principi della Dieta Mediterranea al centro degli eventi e, soprattutto, il riconoscimento legislativo delle Città d’Identità quale leva per la programmazione promozionale dei territori. Quest’ultimo tema, in particolare, sembra decisamente ad un passo, come è emerso durante la decima edizione di Olio Capitale che si è svolta a Trieste. “L’onorevole Colomba Mongiello (prima firmataria della proposta di legge) e il vice ministro Andrea Olivero sono sempre stati al nostro fianco in questo percorso – afferma Enrico Lupi

presidente delle Città dell’Olio -. Se la legge andasse in porto, si tratterebbe di un traguardo storico per noi, che premia il lavoro che abbiamo fatto in tutti questi anni nella promozione del prodotto e del territorio. Ad oggi le Città di identità non hanno alcuna regolamentazione. Noi crediamo che un riconoscimento come questo possa tradursi in un sistema di regole condivise che non deve tradursi in una richiesta di risorse ma in una serie di opportunità concrete. Per esempio riteniamo possa essere propedeutico alla realizzazione di sinergie che nel nostro caso daranno un respiro più ampio alle attività che abbiamo portato avanti finora. Non dobbiamo mai dimenticare che l’olio rappresenta la colonna portante della Dieta Mediterranea ma per conquistare nuovi mercati produrre di

più non basta. Bisogna dare valore alle nostre radici e alle tante identità territoriali di cui le nostre cultivar e i nostri extra vergine sono l’espressione. Dobbiamo puntare, invece, a creare nuove alleanze prima di tutto quella con i consumatori partendo dall’educazione alimentare dei bambini. Leggi e risorse sono fondamentali ma abbiamo anche bisogno di più cultura dell’olio”. La nuova Giunta La nuova Giunta si compone di otto membri più il presidente, Enrico Lupi. Per la Toscana Marcello Bonechi, Sindaco di Castellina in Chianti (Siena), per la Puglia Domenico Incantalupo, assessore all’Agricoltura al Comune di

Bitonto (Bari), per la Basilicata Michele Sonnessa, Sindaco di Rapolla (Potenza), per il Molise Antonio Sorbo, Sindaco di Venafro (Isernia), per l’Umbria Stefania Moccoli, assessore con delega al Turismo, Ambiente, Territorio e Agricoltura al Comune di Trevi (Perugia), per l’Abruzzo Stefano Di Giulio, Consigliere Comunale di Tocco da Casauria (Pescara), per la Calabria Mario Albino Gagliardi, Sindaco di Saracena (Cosenza) e per la Sardegna Valentino Carta, assessore all’Agricoltura e Ambiente al Comune di Oliena (Nuoro). Di questi, cinque sono stati nominati vicepresidenti: Marcello Bonechi, Domenico Incantalupo, Michele Sonnessa, Antonio Sorbo e Valentino Carta. •

FLASH

IL MIPAAF LANCIA IL PIANO OLIVICOLO NAZIONALE Un piano da 32 milioni di euro per l’olio d’oliva italiano. E’ quanto previsto dal primo piano olivicolo nazionale approvato dalla Conferenza Stato Regioni con misure operative mirate a far crescere la produzione nazionale e migliorare la promozione. Il programma è sostenuto da risorse stanziate dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

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Appunti di viaggio di Irene Graziotto

Sangiovese,

quello di Romagna Una denominazione che può crescere, soprattutto se si libera del “complesso di inferiorità”col Grande Fratello toscano

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ici Sangiovese e pensi subito alla Toscana. In realtà il vitigno autoctono italiano è fra i più comuni nel Belpaese – presente dalla Lombardia alla Sardegna su 63 mila ettari, ma con una crescente diffusione anche altrove, soprattutto in California – e fra i più eleganti al mondo. Il primo riferimento, che risale al 1672, lo attesta in Romagna, dove è presente sin da allora. Frutto di incrocio fra il Ciliegiolo x Calabrese Montenuovo, il Sangiovese è fra le varietà più adattabili che risentono quindi maggiormente dell’influsso del

terroir. L’approfondimento fatto a Faenza, in occasione dell’11° edizione di Vini ad Arte, ha permesso di concentrarsi proprio sulle tipicità locali. In Romagna il suolo più argilloso consente di trattenere maggiormente l’acqua, evitando gli stress idrici e quindi certi blocchi di maturazione e ruvidità del tannino, cui va ad aggiungersi il connubio fra altezza – solitamente sui 200 metri – e vicinanza al mare. Nel complesso, la bocca dei migliori Romagna Sangiovese Doc appare più leggera, declinata su tannini meno irruenti, più docili. Proprio per valorizzare le sottozone, la denominazione romagnola ha recentemente portato a termine la relativa mappatura e avviato un progetto sperimentale di microvinificazione. In assaggio tre campioni da acciaio del 2009, da terreno gessoso, calcareo e argilloso che si declinano rispettivamente su sentori carnosi e mediterranei nel primo, freschezza di frutto e dolcezza nel secondo e timbri scuri e introversi per il terzo. La miniverticale di 2009, 2008 e 2007 da terreni argillosi ha permesso inoltre di confrontane l’evoluzione nel tempo, risultante in una bella freschezza anche nel campione più vecchio. Passi importanti per una zona enologica che può crescere ancora molto, soprattutto se si concentra sulle proprie potenzialità, punta sulla territorio in vigna e affina le tecniche di cantina, riducendo l’apporto del legno. L’anteprima del Romagna Sangiovese Doc Riserva 2013 a Vini ad Arte – 50 aziende, un Master AIS, retrospettiva sul 2008 e oltre 100 vini in assaggio inclusa l’Albana – è stata l’occasione per constatare i passi fatti e quelli da fare. Ad maiora, dunque!•


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di Irene Graziotto con la consulenza di Nicola Biasi

Prodotti e macchine per il vigneto

Monitoraggio e trattamento fitosanitario: verso supporti sempre più evoluti

U

no strumento, la macchina, che è cambiato molto in questi anni. Da ausilio per produzioni che puntavano alla quantità e che la usavano in un’ottica di taglio dei costi, ad alleato intelligente che consente interventi mirati e all’insegna della sostenibilità, sia ambientale che econo-

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mica. Perché oggi, in Europa, su 3 milioni e mezzo di ettari vitati vengono usate 60 mila tonnellate di fungicidi: oltre il 60% di quelli usati in agricoltura. Se, da un lato, a questo problema si sta cercando di sopperire con cisgenetica e genome editing – che dovrebbero rendere le piante più resistenti ai patogeni – dall’al-

tro, importanti passi avanti sono stati fatti grazie alle macchine di nuova tecnologia su cui le aziende produttrici stanno lavorando da circa una quindicina d’anni. Fra queste, la parte del leone è fatta dalle macchine di recupero. Si tratta di macchinari che permettono, per l’appunto, di recuperare il trattamento - tal-

volta con picchi fino all’80% che non viene captato dalla parete fogliare. In questo modo c’è meno dispersione nell’ambiente a vantaggio della salute degli stessi operatori agricoli, delle persone che abitano nei paraggi e della fauna che un tempo non molto lontano – e talvolta anche oggi – si è vista spruzzare


addosso dagli elicotteri nubi di trattamenti. Il risparmio riguarda non solo i prodotti anticrittogamici ma anche l’acqua necessaria, in quanto in buona parte viene recuperata soprattutto durante i primi trattamenti quando la vegetazione è ancora limitata. Di notevole interesse sono anche le nuove macchine per l’utilizzo dell’ozono: un gas naturalmente presente in natura che ha un’azione altamente devitalizzante sui patogeni. La caratteristica dell’ozono di trasformarsi in brevissimo tempo nuovamente in ossigeno permette di effettuare trattamenti ad impatto zero. Il ruolo delle macchine oggi si estende, tuttavia, ben oltre quello di somministratrici di prodotti fitosanitari: sono usate anche per monitorare la salute del vigneto, consentendo di reagire in tempo nei confronti del patogeno. Fra queste, l’ultimo progetto che promette la gestione del vigneto da smartphone si chiama “Vinerobot” e nasce dalla collaborazione fra diverse università ed enti

europei, fra cui Spagna, Francia, Germania e l’italiana Sivis. Il robot, in totale autonomia e con l’aiuto del GPS per localizzazioni di precisione e analisi di immagine, è progettato per effettuare un percorso programmato fra i filari analizzando, attraverso una serie di sensori molto sofisticati e senza toccare le piante, lo stato vegetativo, lo stress idrico, il colore delle uve e la loro quantità e qualità in modo da programmare anche il tempo di vendemmia. L’avanzata fase sperimentale è già avvenuta in Francia e in Spagna e proprio quest’anno verrà realizzato il prototipo finale. Spostando l’attenzione dalle macchine ai prodotti, anche qui si è registrato un cambio di focus: ci si è progressivamente concentrati su sostanze naturali che riescano ad aumentare l’efficacia dei principi attivi normalmente utilizzati e permettano, quindi, di ridurne i quantitativi. Questi prodotti, racchiusi sotto il nome di induttori di resistenza, sono sostanze naturali che stimolano le difese natu-

rali delle piante rendendole così meno sensibili agli attacchi delle crittogame. La decisione della tipologia di concimazione è un fattore fondamentale nella gestione di un vigneto. Le viti hanno due momenti fondamentali relativi alla loro attività radicale: l’autunno, dopo la vendemmia, e la primavera quando avviene il risveglio vegetativo. In queste due fasi è fondamentale ridare al terreno gli elementi che durante l’anno sono stati utilizzati dalle piante per produrre germogli, tralci e grappoli, sia a livello organico che minerale. Risulta troppo difficile stabilire a priori tipologia e dosaggi dei concimi che dipendono dalla vigoria del vigneto, dalla presenza o meno dell’inerbimento, dalla tipologia del terreno e dall’obiettivo enologico: ad esempio, se si intende produrre uve per basi spumante sarà importante somministrare fertilizzanti a basso titolo di potassio

onde evitare un’eccessiva perdita di acidità. Negli ultimi anni si è assistito ad uno sviluppo delle concimazioni fogliari da attuare durante il periodo vegetativo, che possono essere interessanti come aggiustamenti, in base all’annata, ma che non possono sostituire le concimazioni tradizionali. Molto tecniche e precise sono poi le fertirrigazioni per i vigneti dotati di irrigazione a goccia o ancor meglio di subirrigazione. •

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di Irene Graziotto con la consulenza di Nicola Biasi

LA PAROLA ALL’ENOLOGO

Impianti vigneto e cassette:

quando il dettaglio non è un dettaglio

E

lementi cosiddetti secondari eppure da non sottovalutare. Prima di tutto perché il loro peso economico nel tempo può diventare rilevante - e non poco - in caso di sostituzioni frequenti. Secondo, perché avere ausili validi serve a lavorare meno e meglio: meno manutenzione, maggiore tenuta nel tempo, migliori risultati qualitativi.

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PALI, FILI E RECINZIONI

OCCHIO AL PALO: LEGNO O ACCIAIO? All’inizio fu la vite maritata, prevalentemente ad alberi da frutta che erano in grado di sorreggerne i tralci. Poi fu il palo di legno, nelle più varie strutture elaborate nei secoli per garantire alla pianta la massima insolazione e al contempo proteggere i grappoli dalle intemperie: bellussera – ormai


scomparsa se non in qualche sparuta vigna veneta – casarsa, geneva double courtain, pergola trentina doppia e pergola veronese – che sta tornando in auge per la sua capacità di proteggere le uve dalle scottature causate da un meteo sempre più imprevedibile – fino ai tendoni diffusi soprattutto nel Sud Italia. Poi arrivarono gli anni Settanta e Ottanta, il boom economico, la logica quantitativa e il cemento che garantiva tenuta nel tempo a patto di sacrificare la resa estetica. Oggi si assiste, da un lato, al ritorno dei pali di legno e, dall’altro, al ricorso a quelli d’acciaio. E se i primi hanno il merito di integrarsi alla perfezione con l’ambiente naturale e di aver riportato ad antica bellezza alcuni scorci – uno fra tutti la strada del Prosecco – i secondi sono pali tecnici, di sicura durata e dotati di alloggi per i fili che eliminano la necessità di accessori per ancorare gli stessi. Fra i più diffusi figura il Corten, un palo in acciaio che si ossida nello strato più esterno autoproteggendosi e, allo stesso tempo, assumendo un colore bruno-ruggine in grado di mimetizzarsi alla vista – è proprio questo il materiale usato per la nuova cantina di Antinori a San Casciano Val di Pesa. Da un punto di vista economico, se il palo tecnico costa decisamente di più di quello in legno, dall’altro lato va considerato il fatto che non necessita di accessori per i fili e che non abbisogna quasi di manutenzione, essendo la sua durata paragonabile - se non persino superiore - a quella del vigneto.

SISTEMI DI IRRIGAZIONE

SU DI NOI NEMMENO UNA NUVOLA Il cambio climatico ha portato ad un notevole sviluppo delle tecniche di irrigazione nei vigneti rendendole ormai pratica diffusa – e ammessa dai disciplinari – e spesso fondamentale per l’ottenimento di uve di qualità. Se in passato l’irrigazione per aspersione sotto forma di pioggia era senz’altro la più diffusa per la sua semplicità e la possibilità di usare lo stesso impianto con scopi di antigelo e antibrina, ora ci si sta spostando verso la micro irrigazione che permette un notevole risparmio idrico. La micro irrigazione si divide in quattro diverse tipologie: a spruzzo, a manichetta, a goccia e a subirrigazione capillare. Le più interessanti sono senz’altro le ultime due per praticità di gestione e per risultato tecnico. Queste tecniche sono in grado di irrigare solo le piante e non tutto il suolo, riducendo così in modo consistente la necessità d’acqua. Inoltre, permettono la fertirrigazione e, grazie alla loro azione localizzata, non sono

di ostacolo all’ingresso delle macchine anche durante e subito dopo la bagnatura. In aggiunta a ciò, rendono possibile irrigare con acqua fredda anche durante il giorno e, non colpendo l’apparato fogliare, evitano il dilavamento dei trattamenti e la formazione di condizioni favorevoli allo sviluppo delle malattie. Naturalmente l’irrigazione è una tecnica che va studiata e gestita in modo razionale: è cosa nota che un leggero stress idrico, soprattutto in post invaiatura, può risultare positivo dal punto di vista qualitativo; d’altra parte l’utilizzo dell’irrigazione per ragioni quantitative appartiene ad una logica ormai passata.

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CASSETTE E CONTENTORI PER UVA

CHE SCATOLE! E dopo quasi un anno di lavoro in vigneto è giunto il momento della raccolta. Un’operazione in passato sottovalutata e che invece è di assoluta importanza nel processo viticolo, al pari della potatura, della selezione del germoglio o di altri fondamentali interventi effettuati in vigneto. Fondamentale perché una volta staccato il grappolo – stiamo parlando di raccolta manuale, su quella meccanica ci concentreremo nel mese di settembre-ottobre – dobbiamo riuscire a portarlo in cantina nel modo più integro possibile. Infatti, tutti gli aromi che, dall’invaiatura in poi, si sono formati all’interno di ogni singolo acino sono molto sensibili alle ossidazioni e si degradano facilmente. È per questo che, oltre ai trattamenti come raccolta notturna e ghiaccio secco, dobbiamo assolutamente evitare le rotture che spesso avvengono per schiacciamento a causa del peso eccessivo dei grappoli sovrastanti su quelli sottostanti. È per questo che si stanno diffondendo sempre di più contenitori bassi e stretti di plastica – materiale facilmente igienizzabile – sia nella forma di piccole cassettine da 15 kg o di più grandi bins da 150-200 kg l’uno. Il problema della fuoriuscita del mosto e della sua successiva ossidazione e perdita di profumi è dato sia dallo schiacciamento che dal passaggio dell’uva da un contenitore all’altro come, per esempio, nel caso di raccolta in secchi

e successivo svuotamento degli stessi nei carri vendemmia. Un problema, questo, che sia i bins che le cassettine riescono a minimizzare. Altro discorso va invece fatto per le cassette da appassimento, tecnica sempre più diffusa che oggi viene estesa anche a uve non destinate ai passiti o a vini quali l’Amarone o la meno conosciuta ma storica Vernaccia di Serrapetrona che subisce ben tre fermentazioni. I consumatori in questo periodo dimostrano infatti di apprezzare molto la tipologia di vini così ottenuti, fruttati, morbidi e con un leggero residuo zuccherino. E se il gusto è cambiato, non da meno è stata la tecnica di appassimento. Un tempo essa veniva realizzata su graticci di canna di bambù che se da un lato permettevano la circolazione dell’aria, dall’altra non consentivano una corretta sterilizzazione e rischiavano quindi di conservare nel tempo muffe e batteri. Adesso le uve vengono invece raccolte in piccoli contenitori bassi e forati, impilabili uno sopra l’altro. Queste cassettine in plastica permettono di stendere un solo strato di grappoli per un peso massimo di circa 5 chili d’uva garantendo la massima superficie di contatto con l’aria. In queste condizioni ideali, nessun grappolo tocca l’altro e le uve riescono ad appassire in fruttaio senza sviluppare muffe e preservando al massimo il potenziale aromatico.

[biografia]

NICOLA BIASI

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Nasce a Cormons nel 1981 in terra di vini e figlio di vignaioli. Si diploma all’Istituto Tecnico Agrario “Paolino d’Aquileia” di Cividale del Friuli lavorando al contempo presso l’azienda friulana Jermann. È per cinque anni assistente enologo nell’azienda del Collio Zuani, di proprietà della famiglia Felluga e nel 2006, dopo una vendemmia in Australia nella cantina Victorian Alps di Gapsted, si sposta a Castellina in Chianti nell’Azienda Marchesi Mazzei, avvicinandosi così alla vinificazione del Sangiovese. Nel 2007 è in Sudafrica e approfondisce la conoscenza di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc nella cantina Bouchard Finalyson di Walker Bay. Dal maggio 2007 è alla direzione tecnica di San Polo a Montalcino e di Poggio al Tesoro di Bolgheri, entrambe di proprietà della famiglia Allegrini. Dopo l’esperienza presso Allegrini, Biasi ha intrapreso la libera professione come consulente. L’ultima sfida, iniziata nel 2012, è il progetto “Vin del la NEU”, che punta al biologico d’avanguardia: un vigneto di Johanniter, un nuovo ibrido autorizzato, immerso nelle Dolomiti e allevato con metodi green. Proprio grazie a questo progetto ha vinto il concorso Next in Wine 2015, il premio per i nuovi talenti della Vigna Italia assegnato da Simonit&Sirch Preparatori d’Uva. Da inizio anno è coordinatore del Wine Research Team che, sotto la direzione di Cotarella e Scienza, coinvolge oltre 30 cantine italiane sul fronte della sostenibilità scientifica in ambito sia viticolo che enologico.


ARCONVERT S.P.A. Strada del Linfano, 12 - 38062 - Arco (TN) - Tel. +39 (0)464-584443 - Fax +39 (0)464-532024 - www.arconvert.com

ARCONVERT,

per etichette preziose e performanti Parte del gruppo Fedrigoni Spa, l’azienda offre materiali autoadesivi di pregio e assistenza pre/post vendita a designer, stampatori, etichettifici ma anche ai produttori di vino

A

rconvert Spa – azienda del Gruppo Fedrigoni che opera in tutti e cinque i continenti - è un partner altamente qualificato per etichettifici e designer di etichette sempre alla ricerca dei migliori materiali e delle carte più pregiate. I punti forti sono tradizione da una lato e innovazione dall’altro. Ormai il

packaging, anche nel settore del vino, è un elemento fondamentale nella fase di vendita. “Se fino a qualche anno fa il prodotto poteva prescindere dal packaging, oggi è chiaro a tutti quanto il vestito della bottiglia sia importante per conferire al vino quel valore aggiunto che determina la scelta del consumatore davanti a uno scaffale carico di bottiglie

concorrenti. Sfruttando la preziosità dei frontali prodotti dalla capogruppo Fedrigoni, Arconvert sdogana il concetto di confezione coordinata offrendo una spettacolare selezione di texture e colori che eleva il packaging di lusso alla categoria di arte”, commenta l’Ingegnere Carlo Codermazzi, General Manager di Arconvert. E prosegue: “La scelta del materiale più adatto è spesso difficile perché l’etichetta autoadesiva nasconde non poche insidie nella sua applicazione finale. Condensa, ghiaccio, acqua, curvatura della bottiglia, ma anche progetti grafici che richiedono inchiostri o rese di stampa particolari possono trasformarsi in etichette da incu-

bo senza un’adeguata assistenza da parte di chi il materiale lo produce. Ecco perché Arconvert fornisce supporto tecnico pre e post vendita a chi l’etichetta la progetta, a chi la stampa, ma anche allo stesso produttore di vino per soddisfare al meglio le esigenze di tutti i protagonisti della filiera”. Sì, perché i materiali Arconvert non sono solo belli e pregiati, ma anche performanti: basti pensare alla gamma Ultra Wet Strength by Manter che rappresenta lo stato dell’arte della tecnologia autoadesiva per vestire le bottiglie che devono far fronte alla prova del secchiello. Il trattamento barrierante messo a punto dal settore Ricerca e Sviluppo di Arconvert previene la formazione di grinze e riduce l’assorbimento d’acqua: così la carta resiste parecchie ore in immersione senza rovinarsi. (c.c.)•

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SERBATOI

Zeus: la competenza

al servizio dell’acciaio inox Serbatoi e attrezzature per cantine ed oleifici, vendita e ritiro dell’usato, consulenza progettuale: questi i fiori all’occhiello dell’azienda toscana

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ZEUS S.N.C. Loc. Pianacci, 13 - 52021 Bucine (Ar) - Tel. 055 9911144 - Fax 055 9911849 - info@zeusinox.it - www.zeusinox.it

N

asce nel 1968 con la lavorazione di serbatoi per carburanti a Montevarchi, per poi approdare alla lavorazione dell’acciaio inossidabile, a Bucine: la Zeus Snc è una realtà oggi in grado di soddisfare le richieste di svariati settori, tra i quali spiccano l’enologico e l’oleario. A disposizione dei clienti vi sono serbatoi di qualsiasi capacità e dimensioni, scale, ballatoi, passerelle e impiantistica varia; ma anche attrezzature enologiche quali pompe, filtri, diraspatrici, impianti frigo, presse, imbottigliatrici, tappatori ed etichettatrici; senza dimenticare l’accessoristica: tavoli, lavelli, misurini, secchi graduati, imbuti, piani di appoggio, pozzetti e canaline, ed infine le apprezzatissime bottiglie di acciaio inox specifiche per l’olio, da 250

e 500 cc, con tappo di chiusura e gocciolatoio interno. Con grande esperienza nel territorio toscano e del centro-Italia, il punto forte della Zeus è la personalizzazione: “Ovvero saper interpretare l’esigenza del cliente realizzando un prodotto su misura per dimensioni, accessori e materiali” spiega Massimiliano, socio della Zeus. L’oggetto più richiesto, attualmente, è il fermentino termo-condizionato con fasce di scambio termico, per controllare la temperatura dei mosti; ma oltre alla regolare attività di produzione, la Zeus ha avviato anche un importante servizio di ritiro e vendita dell’usato: “Che sta funzionando e trova ampio campo di impiego in quanto, soprattutto in questi tempi di crisi, prima di fare il nuovo si cerca spesso un buon usato”. Chiude il quadro della ri-

nomata azienda la consulenza, sia per quanto riguarda lo studio della cantina - con il dimensionamento di serbatoi ed attrezzature - sia per la scelta della tipologia dei prodotti, per un’offerta che, come sintetizza Massimiliano: “Possiede, dalla costruzione di un singolo prototipo alla realizzazione di lotti numerosi, la preziosa flessibilità dell’artigianato”. (m.b.)•


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La carta che fa bene al vino e alla tovaglia 148

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ervire un buon bicchiere di vino è sempre una gioia. Per chi lo beve prima di tutto, poi per chi lo ha prodotto con tanta cura e passione, ma anche per chi lo mesce: per lavoro, nel suo locale o in un momento di relax con gli amici. Sono molti i professionisti dello sbicchieramento, mai un colpo andato a vuoto, mai una goccia sulla tovaglia. Ma non è così per tutti, e soprattutto, sul versante consumer, si è visto un po’ di tutto sul collo delle bottiglie come salvagoccia, a volte anche cose che entravano in contatto con il vino. Ci ha pensato un’azienda italiana a risolvere il problema e Oops è la sua risposta. Un salvagoccia di carta, una carta speciale prodotta nelle famose cartiere del gruppo Cordenons. un oggetto di design molto resistente e al tempo stesso molto assorbente. Si mette come un col-

letto di camicia, la sua forma elegante e discreta conferisce alla bottiglia un appeal e una sicurezza diversa, anche per le mani più esperte, come a dire: siamo pronti per versare. Oops rispetta il vino, non vi entra in contatto ed è il primo salvagoccia al mondo con queste caratteristiche, è per questo che è brevettato. Oops è attento all’ambiente, grazie alla sua particolare miscela di fibre di cellulosa, dopo l’utilizzo potrà essere messo insieme a rifuti organici della tavola. Il suo packaging, anch’esso di carta, non ha un punto di colla né un centimetro di plastica, così potrà essere facilmente riciclato. Oops è personalizzabile e porterà sulle tavole di tutto il mondo il marchio di chi avrà voluto pubblicizzare la sua azienda su un grande vino. Semplice, elegante, di carta, Oops.•


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ARTENOVA:

l’arte delle anfore per il vino DI CLAUDIA CATALDO FOTO DI LUCA BARBAGLI

Artenova: l’arte delle anfore per il vino La fornace imprunetina realizza contenitori in terracotta per la vinificazione e l’affinamento del vino, pezzi unici e artigianali

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uello fra il vino e la terracotta è un legame antico, che risale agli albori della produzione enologica. Com’è anche di vecchia data il legame fra questo materiale e il territorio dell’Impruneta, a sud di Firenze. Qua si trova Artenova, la fornace di Leonardo Parisi, che dal 2008 ha avuto la lungimiranza di mettere l’esperienza nella lavorazione artigianale dell’argilla al servizio del mondo del vino, complice una flessione della domanda di oggettistica e monili e l’interesse crescente di alcune cantine verso materiali naturali, che potessero esaltare le qualità del prodotto senza stravolgerne i profumi e gli aromi. Come ci racconta Parisi, la terracotta dell’Impruneta ha le caratteristiche

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ideali per la creazione di anfore e contenitori per la vinificazione e l’affinamento: si tratta di un materiale con una buona impermeabilità, proprietà di isolamento termico e la cui porosità lascia passare quel tanto di ossigeno che garantisce una buona maturazione del vino. Lavorarla però non è semplice e richiede grande maestria artigianale: “ci vogliono un paio di settimane per modellare una giara – spiega Parisi – e dobbiamo stare attenti che in fase di asciugatura non si abbiano rotture, soprattutto nella parte bassa, la più delicata durante la lavorazione”. Entrare nel laboratorio di Artenova è come aver messo in pausa lo scorrere del tempo. Gli artigiani lavorano a mano i diversi tipi di contenitori – giare o dolium,


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ma anche alcuni a forma di uovo destinati all’affinamento del vino – mentre altri già terminati riposano nell’essiccatoio o cuociono nel forno (per tre giorni a più di mille gradi, ma senza sbalzi di temperatura), colorandosi delle tonalità tipiche della terracotta imprunetina. Si adopera ancora l’antica arte chiamata “a colombino”, ovvero si realizzano tanti cilindri di argilla che poi vengono posti l’uno sull’altro e compressi, fino ad arrivare alla forma definitiva. La bellezza di questi contenitori si sposa perfettamente con l’efficienza tecnica, frutto della collaborazione portata avanti in questi anni con esperti ed enologi. Oggi Artenova ha clienti in tutto il mondo, dalla Toscana alla Nuova Zelanda, dall’Australia agli Stati Uniti. Nonostante Parisi abbia sempre prestato grande attenzione all’aspet-

to tecnico delle sue anfore, la volontà è quella di indagare sempre più sull’effettivo rapporto e sugli scambi fra la terracotta e il vino: proprio con questi propositi è iniziata di recente una collaborazione biennale con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze, affinché vengano studiati nel dettaglio i parametri chimico-fisici e organolettici di vini fermentati, affinati e conservati in questo materiale. I primi risultati saranno probabilmente presentati il 19 e 20 novembre in occasione di “La Terra Cotta e il Vino”, l’appuntamento organizzato già nel 2014 da Leonardo Parisi come momento di riflessione (e degustazione) dei vini in anfora: il programma è ancora in fase di definizione ma si prevedono già oltre quaranta aziende, provenienti da tutto il mondo. •

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Foto PEFC Francia

Scegliere prodotti certificati PEFC significa garantirsi prodotti di eccellenza senza dimenticare di dare valore all’ambiente

Con PEFC l’etica entra in cantina

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cegliere legno di alta qualità per far maturare e invecchiare il proprio vino è una scelta obbligata per chi vuole ottenere un prodotto di eccellenza. Ma può essere al tempo stesso una scelta etica, che si trasforma in veicolo di comunicazione positivo per l’immagine che una cantina offre ai propri clienti. Questa è la strada che hanno già intrapreso tanti viticoltori e produttori di vino che, in Italia e in Europa, hanno deciso di usare prodotti certificati PEFC nelle proprie aziende. Il legame tra la filiera forestale e il mondo vinicolo è più forte di quanto si possa

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pensare: botti, barrique ma anche tappi in sughero, packaging in cartone, cassette di legno, pallet per il trasporto, paleria in vigna e molti altri strumenti usati quotidianamente in vigna e in cantina sono realizzati a partire proprio da materie prime legnose. Quello che fa la certificazione PEFC è assicurarsi che quel materiale provenga da foreste gestite in modo sostenibile, ne traccia la provenienza e si adopera per la riforestazione degli alberi abbattuti. In questo modo gli investimenti in qualità si trasformano in scelte di sostenibilità che offrono un segnale importante al mercato e ai consumatori,

sempre più disposti a premiare le imprese che dimostrano una concreta attenzione all’impatto dei propri prodotti sull’ambiente. Già oggi nel nostro Paese, della certificazione PEFC possono fregiarsi centinaia di aziende del settore bosco-legno e molte realizzano prodotti al servizio del mondo vinicolo. Scegliere un fornitore di questo tipo è una forma di coerenza per chi vuole puntare alla qualità, per chi vuole valorizzare l’eccellenza del made in Italy e allo stesso tempo dimostrare che bere vino buono può essere un canale privilegiato e un alleato per avere un ambiente più sano. •


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Choose PEFC, make an ethical choice

Do you want to make quality wine and be an ethical and sustainable company? With PEFC certification you can: demonstrate your sensitivity to the environment from barrel to label

Credits: PEFC Italia

Choosing high quality wood to age your wine in the best way is crucial: it’s an obvious choice. To prove where that quality wood comes from, and give assurance that it comes from sustainably managed forests, choose PEFCcertified wood –an ethical choice and an added value that is un-

derstandable to all. Your consumers are increasingly looking to buy products that are environmentally friendly, with minimal impact on the environment and the world’s forests. With barrels made of PEFC-certified wood, you can demonstrate your commitment to environmental

sustainability and provide your customers with the assurance they need that the raw materials come from forests managed in a responsible way. You don’t need to stop with your barrels; you can also choose PEFC-certified cardboard for the packaging, paper for the labels, wood for the pallets and even cork for the bottles. Wine is as precious as the environment: that’s why considering quality both in and out of your bottles is a consistent choice. If you love the environment and want to let everyone know, use PEFC-certified barrels, cork and paper for your wine.•

COS’È PEFC Il PEFC Italia è un’associazione senza fini di lucro che costituisce l’organo di governo nazionale del sistema di certificazione PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), cioè il Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale. È un’iniziativa internazionale basata su una larga intesa delle parti interessate all’implementazione della gestione forestale sostenibile a livello nazionale e regionale. Partecipano allo sviluppo del PEFC i rappresentanti dei proprietari forestali e dei pioppeti, dei consumatori finali, degli utilizzatori, dei liberi professionisti, del mondo dell’industria del legno e dell’artigianato. Tra i suoi obiettivi si segnala quello di migliorare l’immagine della selvicoltura e della filiera foresta– legno, fornendo di fatto uno strumento di mercato che consenta di commercializzare legno e prodotti della foresta derivanti da boschi e impianti gestiti in modo sostenibile.

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Arte e scienza del vetro per apprezzare e valorizzare i vini

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noscere le varie leggi di diffusione nel mezzo ed orientare le traettorie delle molecole nella direzione delle papille gustative interessate, amplificando contemporaneamente l’intensità e la persistenza delle percezioni olfattive. Infatti sinergico al gusto è l’olfatto, come ben sperimentiamo quando siamo

Vinea “Taste the difference”

hiunque è in grado di apprezzare un buon bicchiere di vino,ma saper degustare davvero non è cosa da tutti : si tratta di un’arte difficile. La sofisticata sensibilità richiesta pretende infatti un’esperienza di lungo periodo sostenuta da una conoscenza tecnica specifica sia delle caratteristiche organolettiche del vino sia del fenomeno del bere. In questo contesto, non solo centrale ma addirittura decisiva risulta essere la funzione del calice, quale veicolo rispettoso e qualificante i segnali diffusi dal liquido. Numerose generazioni di esperti intenditori hanno ragionato ed espresso opinioni a proposito delle forme dei calici capaci di ottimizzare la trasmissione delle virtù dei vini. Il gruppo di ricerca della , ha studiato la fenomenologia in questione, applicando criteri e metodi scientifici, sia teorici che empirici, al fine di associare ad ogni singola tipologia di vino la geometria del recipiente più adatta. Allo scopo di tradurre queste conoscenze in contenitori di vetro, la ricerca si è poi avvalsa del prezioso contributo delle aree di progettazione industriale e di marketing. Sono stati misurati parametri e comparate analisi quantitative. In buona sintesi : l’obiettivo consisteva nel rico-

raffreddati o tappiamo il naso al bambino che prende una medicina amara. La vista è il primo dei sensi ad informare su stato, evoluzione, struttura e tipologia del vino: l’aspetto visivo preannuncia impressioni che verranno successivamente confermate ed integrate da odorato e gusto.

Nel “lavoro” di identificazione e percezione il naso segue l’occhio, esercitando un’attività tipicamente complessa. Forse questa capacità si è un po’ perduta nei millenni di civilizzazione (non per nulla i pochi grandi “nasi” sono molto ben pagati dall’industria profumiera)e tornerebbe utile un suo recupero


SUPREMO Wine Ambassador

nella prospettiva di una più alta qualità della vita. In successione temporale tocca poi all’esame gustativo valutare i sapori : essi possono essere dolci, salati, amari, acidi. Se i parametri vi sembrano pochi, riflettete sul fatto che la loro combinazione genera la casistica di un universo a quattro dimensioni! Molto numerose infine risultano essere le sensazioni tattili e gli aromi riconoscibili per via retronasale, quando il liquido è già in bocca o è stato appena deglutito. Immaginate a questo punto la varietà possibile di “gusti” originati dalla somma delle sensazioni sopra elencate! I calici da vino sono stati studiati per enfatizzare l’aroma, nobilitare il tatto, regolare il gusto ed apprezzare il colore e le relative sfumature. Oltre alle forme, un’altra eccellenza arricchisce il più prestigioso Made in Italy dei calici da vino per la degustazione : il vetro SON.hyx (High-Tech Crystal Glass). Questo vetro rispetta, preserva ed esalta le caratteristiche organolettiche, gli aromi ed i sapori del vino. SON.hyx non contiene piombo né metalli pesanti e viene prodotto a bassissimi livelli di emissioni in atmosfera. • Vetro Sonoro Superiore High-Tech • Ultra Clear perfettamente trasparente e eccezionalmente brillante • Robusto : Alta resistenza alla rottura • Trasparenza e brillantezza inalterate oltre 4000 lavaggi industriali • Altamente sonoro • Eco-Friendly Gli steli dei calici sono rinforzati al Titanio con un procedimento brevettato. Questo rinforzo permanente antiabrasione, non subisce alterazioni nel tempo e conferisce un’eccezionale robustezza agli steli durante l’utilizzo.•

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MANNOSAFE affina il tuo vino proteggendo la naturale freschezza

MANNOSAFE affina il tuo vino proteggendo la naturale freschezza

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innovazione in cantina Affina il tuo vino e proteggi la sua naturale freschezza con Mannosafe

M

annosafe è l’ultima novità della gamma prodotti Enobiotech. Si tratta di un derivato di lievito per l’affinamento dei vini da utilizzare in sostituzione o a integrazione della feccia fine di fermentazione. Mannosafe protegge la naturale freschezza del vino in quanto è ricco in fattori batteriostatici specifici in grado di prevenire la FML. In breve Mannosafe garantisce un affinamento sur lies sicuro e preciso per tutti i vini; migliora la grassezza e riduce gli eccessi tannici ed acidi; inibisce

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la fermentazione malolattica indesiderata; protegge la naturale freschezza del vino; ha un’origine 100% naturale e, infine, è privo di allergeni. Mannosafe è il risultato di una ricerca pluriennale sulla resistenza dei Saccharomyces ai batteri lattici. Il ceppo Selezione Italica CV03 di Enobiotech è molto reattivo perché produce alte concentrazioni di fattori batteriostatici specifici. L’esclusivo processo di inattivazione e purificazione di Mannosafe permette di mantenere inalterate tutte queste funzionalità. Un traguardo importante per

Enobiotech, azienda enologica attenta all’ambiente e specializzata nella produzione di biotecnologie che punta su ricerca e sostenibilità per elaborare prodotti in grado di aiutare l’enologo sia in vigna che in cantina rispettando al contempo l’ambiente. “Ricerca, positività, qualità, ecosostenibilità, servizio al cliente, flessibilità, collaborazione attiva e propositiva” ecco le linee guida di Enobiotech nelle parole di Andrea Bontempo, direttore commerciale, che commenta così l’ambiziosa realizzazione di Mannosafe. Mannosafe si utilizza

in fase di affinamento, dopo aver eliminato la feccia grossolana con travasi ripetuti, centrifugazione o filtrazione ed è in grado di garantire a tutti i vini un affinamento equilibrato, mirato e preciso nel massimo rispetto della matrice.• ENOBIOTECH Via Vigazzolo 112 36054 Montebello Vicentino (VI) Tel. +39 0444 832983 Fax +39 0444 439287 info@enobiotech.com www.enobiotech.com Facebook: Enobiotech srl Twitter: @enobiotech


RESISTENTE pratico e leggero Tre comuni aggettivi che sintetizzano in poche parole le qualità di PERBACCO ® wine box l’imballo dedicato alla spedizioni di bottiglie realizzato da ERREVI srl di Carbonera nella Marca Trevigiana.

U

na soluzione unica di packaging realizzata in EPS ( acronimo di Polistirene Espanso Sinterizzato) che non richiede l’utilizzo di altri materiali se non quelli per la sua chiusura. Tanti minuscoli cuscini d’aria uniti assieme rendono PERBACCO® wine box un imballo eccezionalmente resistente all’urto che protegge i prodotti al suo interno da forti sbalzi di temperatura. È proprio la particolare struttura a celle chiuse di questo materiale che conferisce al manufatto la sua particolare efficacia. Come dire l’unione fa la forza e il tutto usando aria per il 98 % del suo volume ! Proteggere adeguatamente olio, vino e birra durante le spedizioni è un’ aspetto fondamentale per le Cantine e gli Operatori di settore per non rischiare spiacevoli soprese al destinatario in primis ma anche per non vanificare il duro lavoro di coloro che dedicano amore e

passione per tutto l’anno. Cose preziose come lo sono per i caschi per ciclisti o le calotte dei caschi da moto sempre realizzati in EPS che proteggono certo un bene molto più importante. Sempre più aziende in Italia e all’Estero si affidano a PERBACCO® wine box per spedire bottiglie per soddisfare richieste di campionature , forniture, degustazioni e concorsi con destinazioni magari nella regione accanto o nell’oltreoceano sicure che il prodotto arriverà integro qualunque sia il destino finale. Sia le piccole realtà come le Aziende Agricole che le Cantine importanti con produzioni di qualche milione di bottiglie nel 2015 hanno spedito con PERBACCO® wine box oltre 1.400.000 bottiglie senza lamentare rotture. Molte aziende in Italia nel settore della vendita via WEB hanno adottato PERBACCO® wine box sia per la sua garanzia di prestazioni che per la praticità di confezionamento oltre

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alla possibilità di personalizzare il proprio imballo con stampa digitale in quadricromia direttamente sul box in EPS senza costi fissi di impianti stampa. “PLEASE USE ME AGAIN” appare in tutti i formati di PERBACCO® wine box perché l’imballo è stato realizzato per essere resistente ma anche per essere riutilizzato ancora sia per il trasporto che per essere utilizzato a casa come cantinetta. La prima fonte di rispetto dell’ambiente è il riutilizzo. EPS è un materiale plastico contraddistinto per legge da un codice che ne identifica la famiglia polimerica per facilitarne la separazione e quindi il riciclo. Come tutte le materie plastiche può e deve essere riciclato e lo smaltimento va nel bidone della plastica dove previsto o nel rifiuto secco.•

ERREVI SRL Via Biban, 41 31030 Carbonera (TV) - Italy Tel. 0422 690711 Fax 0422 690796 perbacco@cartoplastica.it www.errevieps.it L’azienda sarà presente al Vinitaly: area F stand D2

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EUROPIAVE, atomizzatori d’avanguardia

Viticoltura di precisione e sostenibilità ambientale, per una tecnologia al passo coi tempi e a portata di tutti

S

ono passati oltre trent’anni da quando Luciano Battistella fondò Europiave, trasformando la propria passione per l’innovazione agricola in un lavoro e avviando già nel 1990 la costruzione dei primi atomizzatori che sono oggi il fiore all’occhiello dell’azienda. Europiave, guidata oggi anche dai figli Fabio ed Elisa, continua ad essere un saldo punto di riferimento per i clienti con macchinari all’avan-

guardia nel recupero della deriva come Giuly2010 e il Portato, un atomizzatore a tunnel. Quali caratteristiche sono imprescindibili nel vostro settore? “Sicurezza, qualità ed innovazione.” Attenzione all’aspetto ecologico. Come si rapportato a questo i vostri macchinari? “Dal 2010 abbiamo costruito macchine che rispettano le esigenze

ecologiche dei viticoltori. C’è grande richiesta per i nostri atomizzatori con sistema di recupero e abbiamo inoltre brevettato il sistema di uscita dell’aria dagli atomizzatori, guadagnando così una marcia in più. Inoltre i nostri prodotti hanno un’efficacia garantita e un risparmio di deriva, ovvero di dispersione dei fitofarmaci, notevole”.

EUROPIAVE S.N.C. DI BATTISTELLA L. & C. Via Stabiuzzo, 26 31010 Cimadolmo (TV) Tel. 0422-743906 - Fax 0422-803784 www.europiave.it - info@europiave.it

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Qual è il vostro prodotto più richiesto? “Tutta la gamma di atomizzatori a recupero ha registrato una forte crescita lo scorso anno, ma anche gli atomizzatori con sistema normale e gruppo ventola lineare ci hanno dato buone soddisfazioni. Abbiamo atomizzatori bifilari e trifilari, omologati anche per la circolazione su strada mentre per i vigneti a raggiera è stata progettata la serie Ecoturbo, utilizzabile anche su trattori di piccola potenza. A ciò si aggiungono gli atomizzatori portati - disponibili nelle capacità da 3, 4, 5, 6 e 8 ettolitri e dotati di telaio zincato a caldo oltre ai gruppi diserbo che possono essere costruiti con barra diserbo o barra per disseccante a seconda dell’uso”. Quali novità in azienda? “Abbiamo apportato alcune modifiche sugli atomizzatori trainati, in modo che anche essi abbiano un sistema minimo garantito di recupero del prodotto, soddisfacendo così anche quei viticoltori che non si possono permettere una grossa spesa per gli atomizzatori a recupero”.•


L

a missione di Ghidi Metalli è quella di preservare la qualità dei liquidi alimentari, come olio, birra e soprattutto vino, lavorando fianco a fianco con le aziende produttrici. La famiglia Ghidi, da sempre operante nel settore della trasformazione della lamiera, si tramanda da quattro generazioni competenze e know how, al fine di mettere al servizio della sua clientela la massima professionalità e le migliori tecnologie. Il vasto catalogo aziendale si compone di serbatoi e contenitori per vino, olio, succhi di frutta, acqua, liquori, latte: le soluzioni sono numerose, pensate per le più svariate esigenze e al passo con le ultime tecnologie del settore. Il prodotto di punta della Ghidi Metalli si chiama Onda®. Si tratta di un serbatoio da vinificazione unico che per due anni (2011 e 2015) si è conquistato il premio Innovazione al Simei. Una grande novità è il sistema automatizzato di iniezione di gas tecnici (azoto,

Ghidi Metalli ® presenta Onda Ghidi Metalli è un punto di riferimento per la produzione di contenitori in acciaio inox performanti e versatili, di grande esperienza e professionalità argon, CO2, aria compressa o miscele) che opera in tre zone specifiche del serbatoio, ovvero nella parte bassa, al centro e in alto. Questo permette di compiere diverse azioni sulla massa vinosa, come mescolare delicatamente il mosto durante la fermentazione o la macerazione, portare in sospensione le fecce fini, saturare rapidamente il serbatoio con gas inerte per effettuare il travaso in

atmosfera protetta, ossigenare il mosto. Inoltre il sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio – senza l’ausilio di pompe, ma con un pistone pneumatico – massimizza l’estrazione fenolica riducendo allo stesso tempo lo stress per il mosto e la produzione di feccia. Onda®, proprio grazie a queste due innovazioni tecnologiche, si presenta come una soluzione versatile, au-

tomatizzata (si possono impostare il numero e la durata dei cicli di lavoro), semplice da usare, comoda da pulire, che permette di ottimizzare investimenti e tempo e di produrre vini con un uso ridotto uso (o addirittura senza) solfiti. (c.c.)• Presenti al Vinitaly. Padiglione Enolitech Stand N7

GHIDI METALLI – SERBATOI IN ACCIAIO INOX - Via Circonvallazione 64 - 51011 Borgo a Buggiano (PT) - Tel. 0572 32216 - sales@ghidimetalli.it - www.ghidimetalli.it

B

Sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio The automated system for moving and pumping over

A

Il sistema automatizzato di iniezione di gas tecnici The automated system of injection of technical gases

1

Saturazione Saturation

2

Ossigenazione Oxygenation

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insufflazione Insufflation

*Impiegando Onda® ed adottando misure di igiene appropriate, attrezzature enologiche idonee ed un protocollo specifico è stata dimostrata la possibilità di vinificare senza l’aggiunta di solfiti ed altri allergeni, si raccomanda tuttavia che le procedure vengano consigliate e approvate da un esperto enologo che è responsabile della qualità del prodotto finale.

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FOSS ITALIA S.r.l.

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OENOFOSS: L’analizzatore compatto di vini e mosti con FTIR

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Portabile e facile da utilizzare. Una soluzione per molteplici esigenze analitiche per tutte le matrici di tipo enologico Analisi istantanee e contemporanee su vini e mosti per piu’ di 10 parametri classici indispensabili per i processi in cantina. Interfaccia utente intuitiva Non e’ richiesto l’uso di reattivi o consumabili. Nessun costo di gestione.

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Con WINESCAN SO2 e’ possibile misurare anche l’ anidride solforosa Lib.& Tot. per via gassosa. Ora completo del modulo aggiuntivo dedicato all’analisi delle SO2 in DISTILLAZIONE micronizzata e lettura in FT IR. La versione dell’apprezzato analizzatore rapido. L’analizzatore multi parametrico WineScan permette l’analisi delle SOLFOROSE insieme a più di 20 parametri classici nel vino e nei mosti in poco piů di un minuto e contemporaneamente sullo stesso campione. Un laboratorio enologico in un unico sistema analitico compatto pronto 24 ore su 24. Grazie alla tecnologia FT IR l’anidride solforoso puo’essere determinata in fase gassosa mediante azione chimico-fisica combinata di acidi, calore e correnti di vapore.

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CORDENONS…

filtra solo la qualità Gruppo Cordenons opera secondo le più recenti normative internazionali e nel rispetto dell’ambiente circostante

L

a Divisione Filtri di Gruppo Cordenons opera ormai da decenni offrendo una serie di prodotti realizzati con i materiali più moderni e le tecnologie più performanti, pensati per rispondere a pieno a tutte le esigenze del processo di filtrazione in campo alimentare, chimico-farmaceutico e industriale. Il crescente successo di mercato della Divisione Filtri, sia a livello nazionale che internazionale, è frutto di una struttura commerciale sempre più versatile e performante, che offre al cliente il massimo del supporto con una competenza ed una rapidità che sono per il Gruppo un fondamentale plus. Gruppo Cordenons e la Divisione Filtri sono oggi realtà in costante crescita, nel fatturato e negli investimenti, così come nel quotidiano lavoro di ottimizzazione dei processi e di ricerca della soddisfazione delle esigenze

del cliente. L’azienda pone sempre maggiore attenzione alle problematiche legate alla qualità ed all’ambiente, operando in regime di certificazione ISO 9001, ISO 14001, e proponendo prodotti certificati secondo le più recenti normative nazionali ed internazionali. Il magazzino è monitorato in conformità alle normative europee e al metodo HACCP, inoltre è stato intrapreso l’iter per il raggiungimento della certificazione BRC-IoP. A questo si aggiunge un impegno costante nell’ottica del rispetto ambientale che si traduce in uno sfruttamento sostenibile delle risorse rinnovabili e non rinnovabili, con l’implementazione ad esempio di un impianto di trattamento delle acque, l’utilizzo di energia pulita e di un sistema di recupero degli scarti. La Divisione Filtri di Gruppo Cordenons rinnova il proprio impegno in ambito eno-

logico ed oleario, portando avanti collaborazioni, promozioni, studi e partecipazioni ad eventi collegati a questi comparti. Gruppo Cordenons inoltre produce e distribuisce a livello internazionale un’ampia gamma di carte speciali appositamente studiate per il packaging di lusso e per l’editoria e vanta un portafoglio prodotti che include carte classiche marcate, vergate e goffrate, carte più moderne metallizzate e iridescenti, e infine carte innovative con effetti tattili particolari.•

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PALLETWAYS:

tutte le novità di questo 2016 Buono l’inizio di questo 2016, che porterà molte novità a partire dalla seconda metà dell’anno

F

ondata nel 1994 nel Regno Unito, Palletways è il più grande network europeo di distribuzione di merci su pallet con oltre 400 concessionari e 20 paesi serviti. L’ingegner Roberto Rossi, Presidente della filiale italiana, ci parla dell’anno appena concluso. Il 2015. Quali valutazioni? “Direi che, in definitiva, il 2015 è stato un anno positivo, caratterizzato da una crescita costante. Abbiamo lavorato sul consolidamento del network, colpendo settori in cui non eravamo finora particolarmente competitivi. Mi riferisco ad una fetta del settore food. Grazie all’introduzione del pallet Ultralight, abbiamo risposto alle esigenze di chi deve spedire merce voluminosa ma molto leggera, come prodotti da forno, patatine ed il crescente settore del caffè in cialde che, a pochi mesi dalla sua introduzione, ha

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comportato una penetrazione di oltre il 10% nel mix delle nostre unità di carico, cioè delle diverse tipologia di pallet offerti. Expo ha contribuito in qualche modo ad un aumento del giro d’affari? “In tutta onestà ad Expo ci siamo più che altro divertiti. Abbiamo acquistato molto in termini di visibilità, questo sì. Certo che anche il nostro pallet gigante, posizionato nel centro di Milano, ha contribuito a farci notare. Qualche anticipazione in merito a questo Vinitaly? “Siamo arrivati al nostro nono anno di partecipazione. Per noi la presenza in fiera è più che altro questione di immagine nell’ambito di un settore su cui puntiamo molto. Vinitaly è un’ottima vetrina per studiare il settore. Il mondo del vino - così come quello dell’olio, e ora delle birre artigianali - ha delle esigenze perfettamente compatibili con il nostro modo di lavorare: parlo della consegna in orari stabiliti, ad esempio”. Com’è cominciato questo 2016, invece? “Il 2016 è partito pimpante, con numeri più alti, abbiamo avuto la fortuna di non avere neve e, dato non trascurabile, un giorno di più sul calendario. Sul momento siamo soddisfatti di

questo nuovo anno; stiamo focalizzando la nostra attenzione sui servizi timed e sull’ ulteriore riduzione delle rese. La forza del nostro Network, consiste infatti, in un continuo miglioramento del Servizio, al fine di rispondere alle esigenze in continua evoluzione del mercato”. (e.b.)•

PALLETWAYS ITALIA SRL Via Pradazzo, 7 - 40012 Calderara di Reno - BO www.palletways.com Enolitech - Padiglione F stand G3


SCOTTON SPA

presenta Matelassè grigio Perla

Troverete Scotton Spa a Vinitaly presso il padiglione Enolitech stand F3 / Galleria 6/7 stand C1

U

no straordinario assortimento di scatole regalo per ogni tipo di confezione: dalla classica valigetta alle forme più innovative: Scotton Spa è in grado di offrire oltre 150 varianti di forme, colori e lavorazioni per soddisfare qualunque esigenza di confezionamento per bottiglie di vino e olio. Prodotti standard sempre disponibili, caratterizzati da una qualità ed una robustezza che contraddistingue l’azienda da oltre 40 anni.

Ogni prodotto è, inoltre, personalizzabile per assecondare le richieste del cliente, con la possibilità di effettuare la stampa del prodotto attraverso l’ausilio di macchinari all’avanguardia. In occasione della 50° edizione di Vinitaly, Scotton Spa è lieta di presentare la nuova collezione di scatole regalo Matelassé Grigio Perla; una finitura rigorosa nelle sua perfezione, caratterizzata da un disegno geometrico di grande eleganza. La qualità di una materia prima lavorata

per garantire robustezza e praticità di montaggio, abbinata ad una finitura e ad un colore di grande impatto estetico, per un prodotto in grado di trasformare la confezione regalo in un’intensa emozione.•

SCOTTON SPA Via Vallina Orticella, 1 31030 Borso del Grappa- TV tel. 0423 913300 fax 0423 913399 www.scotton.it - info@scotton.it

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Il vero pioniere del basso volume

A Unique Experience and Environment-Friendly Technology that pay off. Un’Esperienza Unica e una Tecnologia amica dell’ambiente che ti ripagano.

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VINO VEGANO?

Certificalo!

C

osa si intende per vino vegano? Come si certifica? A spiegarcelo è Laura Amadi dell’ufficio certificazione Vegan di Suolo e Salute, un organismo di controllo e certificazione per l’agroalimentare e l’ambiente (certificazione di Prodotti Biologici, prodotti a Denominazione di Origine, Agricoltura Integrata, Biocosmesi, Vegan e altri). “La scelta vegana esclude l’uso di ingredienti, additivi e coadiuvanti di origine animale. Riguardo alla produzione del vino, a partire dalle pratiche agronomiche applicate al vigneto – tra queste la più interessata è la concimazione - e fino all’imbottigliamento si

usano sostanze alternative di origine vegetale oppure si adottano processi che permettono di eliminare l’uso di materie prime di origine animale”, spiega Amadi. Sono molti i momenti del processo di wine making in cui possono essere utilizzate sostanze di origine animale, come ad esempio l’uso del lisozima, derivante dall’albume, per l’inibizione della fermentazione malolattica oppure sostanze come la gelatina animale, la colla di pesce, l’ovoalbumina e la caseina in fase di chiarifica. Questi componenti possono però essere sostituiti da proteine di origine vegetale, come quelle estratte dalla patata, dal frumento e dal pisello. “Non esistendo, ad oggi, una normativa specifica il consumatore non può che decidere di privilegiare l’acquisto di prodotti alimentari che siano stati controllati e certificati da Enti di parte Terza in relazione al rispetto del requisito vegano. – continua Elena Ricci Maccarini, dell’ufficio qualità di Suolo e Salute, tecnico che ha curato la stesura del

Con Suolo e Salute, i vini vegani sono controllati e certificati, dal vigneto all’imbottigliamento. Una garanzia e uno strumento di riconoscibilità per il consumatore disciplinare Vegan Attitude. In tale contesto, con la certificazione Vegan Attitude, Suolo e Salute intende mettere a servizio delle aziende richiedenti l’affidabilità e l’efficienza della propria rete di controllo, a garanzia che il processo sia effettivamente esente da utilizzo di sostanze di origine animale. Per questo Suolo e Salute effettua minuziosi controlli sulla documentazione delle aziende, visite ispettive, prelievi e analisi dei campioni. Inoltre le aziende certificate potranno,

previa autorizzazione, utilizzare in etichetta il logo Vegan Attitude o BioVegan Attitude. Questo consente senz’altro una immediata individuazione da parte del consumatore delle referenze valorizzate da tale controllo”. (c.c.)•

SUOLO E SALUTE SRL Direzione Tecnica Schema Certificazione Vegan Attitude Via Galliera, 93 40121 Bologna Tel. +39 0516751265 www.suoloesalute.it cert.vegan@suoloesalute.it

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BOTTLE MAKE UP ARTIST MAKE UP perché l’Identità del Prodotto si estrinseca attraverso il Packaging. MAKE UP come veicolo essenziale di comunicazione.

N

on è casuale trovare le radici del packaging in vetro personalizzato nelle sfere del lusso, quali profumeria ed alta cosmetica, le quali hanno creato il precedente che ha ispirato i settori dello Chamapagne e della Distilleria di nicchia.

Vdglass offre la possibilità di nobilitare e rendere il PRODOTTO UNICO, veicolando la Sua storia nella maniera più originale rispetto anche all’etichetta più ricercata, decorando il vetro stesso perché PRODOTTO e MAKE UP diventino un TUTT’UNO.

Lo Spumante millesimato, la Birra speciale o artigianale, il Distillato ricercato, le Acque minerali: la Qualità del Prodotto non è che la conferma della Preziosità del contenitore. Vdglass è in grado, grazie a personale altamente specializzato e a una dotazione

tecnica di prim’ordine, di affiancare il Cliente in ogni fase dello sviluppo di un Progetto: dalla consulenza creativa, alla verifica in sede di campionatura, all’industrializzazione sulle linee produttive. MAKE UP ARTIST. Creatività e alta tecnologia.• VETRO DUE srl Via La Spezia n.158 | 43126 Parma | Italy Ph. +39.0521.99091 www.vdglass.it

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VINITALY 10-13 APRILE 2016 PAD. ENOLITECH STAND F2


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Sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio The automated system for moving and pumping over

A

Il sistema automatizzato di iniezione di gas tecnici The automated system of injection of technical gases

1

Saturazione Saturation

2

Ossigenazione Oxygenation

3

insufflazione Insufflation

Vantaggi 1. MULTIFUNZIONALITÀ

Onda® può essere utilizzato per la maggior parte di tipologie di vino e in tutte le fasi del processo di vinificazione: macerazione pre e post-fermentativa, fermentazione alcoolica e malolattica, affinamento sulle fecce fini e stoccaggio a lungo termine.

2. VERSATILITÀ

Il nuovo serbatoio multifunzionale Onda®, brevettato da GHIDI METALLI SRL, è disponibile con capacità variabili da 20 a 150hl. Le caratteristiche innovative di Onda® sono:

A

Il sistema automatizzato di iniezione di gas tecnici (aria compressa, azoto, argon, CO2 o miscele di questi gas) in tre zone specifiche del serbatoio. 1 Saturazione dall’alto per l’affinamento e la conservazione a lungo termine in atmosfera protetta. 2 Ossigenazione in zona mediana grazie alla candela porosa integrata. 3 Insufflazione dal basso: con gas inerte, per mescolare delicatamente il mosto/vino o portare in sospensione le fecce fini durante l’affinamento, oppure con aria compressa per la macro-ossigenazione del prodotto.

B

Il sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio del mosto o del vino senza l’ausilio di pompe massimizza l’estrazione fenolica riducendo allo stesso tempo lo stress per il mosto e la produzione di feccia. *Impiegando Onda® ed adottando misure di igiene appropriate, attrezzature enologiche idonee ed un protocollo specifico è stata dimostrata la possibilità di vinificare senza l’aggiunta di solfiti ed altri allergeni, si raccomanda tuttavia che le procedure vengano consigliate e approvate da un esperto enologo che è responsabile della qualità del prodotto finale.

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si adatta facilmente ai protocolli di vinificazione in uso e semplifica operazioni o problematiche normalmente complesse: rimontaggi, ossigenazioni, arresti o rallentamenti di fermentazione, messa in sospensione delle fecce fini, correzione dei sentori di ridotto, saturazione del serbatoio con gas inerte ecc..

3. ESTRAZIONE EFFICACE E DELICATA

il sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio agisce al di sopra e al di sotto del cappello delle vinacce e non direttamente su di esso, questo massimizza l’estrazione delle componenti fenoliche riducendo allo stesso tempo la produzione di feccia.

4. FACILE PULIZIA

Onda® è privo di intercapedini e tutte le componenti interne sono dotate di un sistema rapido di smontaggio e lavaggio che riduce i tempi di svinatura, di pulizia e di sanificazione del serbatoio.

5. POSSIBILITÀ DI VINIFICARE SENZA SOLFITI AGGIUNTI

grazie al sistema di rimontaggio senza uso di pompe ed al sistema di iniezione dei gas tecnici si ottiene all’interno di Onda® un’atmosfera modificata e controllata che ha permesso la produzione di vini senza aggiunta di solfiti o altri allergeni sia su scala sperimentale che produttiva*.

6. RISPARMIO

riduce notevolmente i costi di manodopera perché funziona senza l’ausilio di pompe e relative tubature che richiedono personale specializzato sia per il loro funzionamento che per la loro pulizia. Onda® è completamente automatizzato: un solo operatore, grazie all’intuitivo pannello di controllo, può programmare e gestire l’intero processo di vinificazione, affinamento e conservazione, anche di più serbatoi contemporaneamente.

GHIDI METALLI Srl Via Circonvallazione, 64 - 51011 Borgo a Buggiano (Pistoia) Italia Tel . +39 0572 32216 - Fax +39 0572 30887 - sales@ghidimetalli.it - www.ghidimetalli.it


PACKAGING

King of Cold ®

WINEBLOCK ZANOTTI PER LE MIGLIORI CANTINE

Refrigeration excellence since 1962

Le unità monoblocco sono pronte all’uso, direttamente installabili a parete o a soffitto ed alimentate anche a gas naturale

block

Zanotti è un nome presente da oltre 50 anni nel campo della refrigerazione industriale e del trattamento dell’aria. Ricerca e aggiornamenti tecnologici costanti, vicinanza al cliente in ogni fase del rapporto e filosofia green sono i punti fermi della mission azien-

dale. La gamma di prodotti Zanotti copre tutti gli aspetti della lavorazione di generi alimentari ed utilizza refrigeranti naturali come il propano R290, il propilene R1270 e l’anidride carbonica R744, gas naturali ed ecologici che riducono l’impatto ambientale contenendo le emissioni ad effetto serra. Zanotti è presente anche nelle migliori cantine vinicole con Wineblock, unità appositamente progettate per il vino. Adatte a locali

di media e piccola cubatura, conducono ad una gestione dettagliata della temperatura e dell’umidità della cantina al fine di garantire condizioni ottime per la conservazione e l’affinamento del vino. ZANOTTI SPA Via M. L. King 30 46020 Pegognaga (MN) Tel: +39 0376 5551 Fax: +39 0376 536554 Email: info@zanotti.com www.zanotti.com

IT | ENG

FILTRAZIONE

Modulo C-CUT a fibra cava con housing in acciaio inox

QUANDO LA FILTRAZIONE MIGLIORA LA QUALITÀ DEL VINO Bürkert Fluid Control Systems, multinazionale leader nel settore della misura e del controllo dei fluidi, ha acquisito nel 2013 CUT Membrane Technology, che vanta un’esperienza pluriennale nella produzione e nell’applicazione di soluzioni a membrana per la micro, ultra e nanofiltrazione. Per quanto riguarda il vino, il mercato richiede stabilità e assenza di impurità e di elementi che possano innescare fermentazioni o altri processi indesiderati. Sono preferiti i vini di colore limpido e brillante, senza depositi sul fondo della bottiglia. Attualmente sono utilizzati sistemi avanzati di filtrazione a membrana che rimuovono in sicurezza le fecce e i mi-

crorganismi tramite il processo di chiarificazione. Durante il processo di filtrazione la concentrazione dei solidi, trattenuti all’interno del sistema, può causare l’intasamento dei pori in relazione alla diversa tipologia di membrane. Per la filtrazione del vino è stato specificamente sviluppato il modulo C-CUT a fibra cava con membrane in grado di evitare questa ostruzione. Poiché le particelle più fini in sospensione (p.e. fenoli, proteine, ecc.) continuano ad essere presenti anche dopo la filtrazione, il vino viene anche chiarificato. La restante torbidità può essere eliminata attraverso accorgimenti alternativi come bentonite, gelatina o carbone attivo. Una successiva chiarificazione permette di rimuovere le fecce e i lieviti, impedendo la

fermentazione secondaria. Un’altra fase del processo prima dell’imbottigliamento del vino è costituita dalla prefiltrazione del prodotto pronto da imbottigliare (filtrazione preliminare). Questa fase serve a rimuovere in modo sicuro le particelle e i microrganismi per evitare

la fermentazione secondaria e l’attività dei microrganismi. Questi diversi step di filtrazione non solo assicurano la stabilità microbiologica del vino, ma migliorano anche la sua qualità e aspetto finale, senza variarne in alcun modo le caratteristiche organolettiche.

BÜRKERT CONTROMATIC ITALIANA S.P.A. Centro Dir. Colombirolo - Via Roma, 74 - 20060 Cassina De’ Pecchi (Mi) Telefono +39 02 95 90 71- Fax +39 02 95 90 7251 - info@buerkert.it - www.burkert.it

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VIGNETO

SOFTWARE

COLOMBARDO È AL TOP PER L’INNOVAZIONE L’azienda piemontese ha vinto il Premio per l’Innovazione Tecnica 2015 con la sua Spollonatrice Idraulica mod. Rotoflex. Conosciamola da vicino Il Gruppo Spollonante Idraulico per vigneto è ideale per l’asportazione delicata dei polloni dal ceppo della vite e dell’erba infestante sottofila. È stato progettato per essere applicato su apposito telaio, sia sulla parte anteriore del trattore, che su posizione ventrale in versione singola (o doppia) con apposita flangiatura oppure, sul sollevatore posteriore universale di qualsiasi trattore con telaio retro portato. Nell’immagine, ha un telaio specifico per l’applicazione anteriore su trattori sprovvisti di sollevatore. Sul telaio ventrale e retroverso è possibile inserire anche la Lama Interceppi mod. “RapidLam13” con l’impiego di vomere scalzatore o disco (scalzante e/o rincalzante). La novità più interessante è che il gruppo viene dotato di due alberi spollonanti, velocemente intercambiabili. Questo rende definitiva l’operazione di pulizia della pianta e del sottofila, senza l’impiego di erbicidi chimici. Uno degli alberi che è dotato di flagelli pesanti in gomma speciale – di forma piatta biforcuti e tondeggianti sull’estremità, con sistema rapido d’aggancio-sgancio “push&pull” – consentirà di ottimizzare l’intervento primaverile in presenza di erba tenera ma con importante quantità di polloni, mentre il secondo rullo in alluminio più piccolo, contenente flagelli in nylon tondi e di piccole dimensioni, sufficientemente aggressivi sull’erba, permetterà di gestire al meglio gli infestanti più intensivi durante tutta la stagione estiva e quei pochi polloni rimasti illesi dal primo passaggio. DATI TECNICI OLIO

25l’

TRE MOVIMENTI IDRAULICI

alzata, spostamento, inclinazione

ALTEZZA MINIMA DI LAVORO

h 0,25 mt

LARGHEZZA

da 0,20 mt a max 0,35 mt

LUNGHEZZA RULLO SPOLLONANTE

40 cm

VELOCITA’ DI LAVORO

4,5 km/h c.ca.

C.TA’ DI LAVORO

0,50 H/h c.ca.

COLOMBARDO Reg. Leiso, 30/31 14050 S. Marzano Oliveto (AT) Tel. 0141 856108 Fax 0141 856103 www.colombardomauro.com www.colombardo.com info@colombardo.com

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SISTEMA ENOLOGIA: IL SOFTWARE INTEGRATO PER LA GESTIONE VITIVINICOLA

Sviluppato da Sistemi SpA, il programma permette la gestione di tutte le attività aziendali per l’intera filiera produttiva Sistema Enologia - La soluzione, sviluppata e distribuita da Sistemi SpA, si distingue nel panorama delle soluzioni gestionali dedicate al settore per l’alto contenuto normativo e fiscale, la completa offerta di funzionalità e l’elevata integrazione, che garantisce la gestione di tutte le attività aziendali con un controllo immediato e totale delle informazioni e un controllo di gestione a “costo zero”. Sistema Enologia, disponibile anche in cloud, si rivolge a tutte le aziende del settore (vitivinicole, liquorifici e distillerie, birrifici, depositi fiscali di importatori e sdoganatori) che necessitano di una gestione integrata dei processi aziendali per l’intera filiera produttiva, dall’attività sul campo alla vendita. Il software permette di gestire gli adempimenti dell’Agenzia delle Dogane e il nuovo obbligo di comunicazione telematica dei registri MIPAAF, obbligatorio per il settore a partire dal prossimo 30 giugno. SISTEMI S.P.A. Via Magenta, 31 - 10093 Collegno (TO) Tel. 011.40.19.111 - Fax 011.40.19.777 www.sistemi.com

PACKAGING

NOMACORC: NUOVE STRADE PER GESTIRE I SOLFITI Non vi è progresso senza ricerca. Il recente esperimento realizzato da Nomacorc – leader mondiale nelle chiusure per vino – assieme a Cantine MezzaCorona e Fondazione Mach, ha permesso di capire meglio cosa succede ai composti antiossidanti del vino, quali l’anidride solforosa e il glutatione, qualora si trovino in presenza di O2. Adottando l’approccio metabolomico, sono stati analizzati in maniera globale i composti del vino di 12 tipologie di bianchi prodotti da sei differenti varietà di uva. Tutti i vini erano stati imbottigliati dalle Cantine MezzaCorona con arricchimento di O2 controllato a mezzo di un analizzatore di ossigeno NomaSense. In totale si sono analizzate 216 bottiglie separando nel campione fino a 8 mila composti e generando oltre 1,7 milioni di dati. Sono stati evidenziati 35 composti la cui concentrazione è stata fortemente influenzata dall’O2 e per 20 di essi è stata identificata una struttura chimica. “È così che abbiamo scoperto che la SO2 reagisce con altri antiossidanti presenti nel vino, come il glutatione, riducendo la loro capacità antiossidante complessiva” dice Panagiotis Arapitsas, ricercatore Mach. “Invece di avere un effetto additivo hanno reagito tra di loro, eliminandosi a vicenda e lasciando il vino meno protetto! La SO2 reagisce anche con alcuni derivati degli amminoacidi e delle vitamine, attraverso almeno due nuovi percorsi di reazione. In tutti i casi queste reazioni sono favorite dalla presenza di ossigeno.” Il controllo dell’ossigeno, su cui da anni si concentra Nomacorc con tappi come Select Bio o strumenti quali il NomaSense, assume così un ruolo sempre più cruciale. NOMACORC Via L. Dalla 3B Centro Direzionale Summano, torre A, p. 5° 36015 Schio (VI) Tel. +39 0445 1656521 - Fax +39 0445 1656136 info@nomacorc.be - it.nomacorc.com


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Non sarà un’ Avventura ma una Consegna Sicura.

Con Palletways il tuo vino viaggia a gonfie vele.

Spedisci le tue bottiglie con Palletways, l’unico Network di trasporto espresso di merce su pallet che offre per tutti i servizi Premium a livello nazionale il Servizio Garantito: il rimborso delle spese di trasporto in caso di consegna in ritardo* della spedizione grazie alle sue 90 Concessioni e 3 Hub in Italia. Il gruppo Palletways, con una copertura di oltre 400 Concessionari e 13 Hub, è il leader in Europa del trasporto espresso di merce pallettizzata. Palletways ti garantisce un servizio... diVino! *Unico obbligato e responsabile nei confronti del Cliente per l’adempimento del Servizio Garantito è il concessionario Palletways che ha stipulato il contratto di trasporto. Per maggiori informazioni concernenti le condizioni di applicazione del servizio, consultare le condizioni generali di contratto sul sito www.palletways.com.

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VINITALY 2016 Verona 10-13 aprile

Pad. Enolitech – F

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