I Grandi Vini Marzo/Aprile 2017

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VINI SENZA SOLFITI 1 WINEWAS SRL pag. 32-33

ABRUZZO 2 F.LLI BIAGI pag. 35

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ALTO ADIGE 3 SAN MICHELE APPIANO pag. 38-39 BASILICATA 4 CANTINA DI VENOSA pag. 41

EMILIA ROMAGNA 5 CANTINA FRANCO GALLI pag. 92 FRIULI 6 REGUTA pag. 55 LIGURIA 7 SOCIETÀ AGRARIA BURANCO pag. 45 LOMBARDIA 8 CASTELLO DI LUZZANO pag. 47

TOSCANA 14 CESANI pag. 70

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15 AZ. AGR. LA CERBAIOLA pag. 71

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16 AZ. AGR. LA FORTUNA pag. 72

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TOSCANA 31 GIORGIO MELETTI CAVALLARI pag. 87 32 METINELLA pag. 90

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UMBRIA 33 IL POGGIO pag. 110

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PIEMONTE 9 MONGIOIA pag. 57 PUGLIA 10 CANTINA DIOMEDE pag. 50 11 CANTINA SAN DONACI pag. 51 SARDEGNA 12 CANTINA LI SEDDI pag. 62-63 SICILIA 13 TENUTE ORESTIADI pag. 49

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TOSCANA 17 AZ. AGR. MASSIMO CIARCIA pag. 73 18 CANALICCHIO-FRANCO PACENTI pag. 74 19 CAGNANO AGRICOLA SRL pag. 75 20 CANTINA DEL DEL GIUSTO pag. 76 21 FATTORIA DI SAN QUINTINO pag. 77 22 TENUTE SAN FABIANO pag. 78 23 PODERE GHISONE pag. 13 24 SENSI VIGNE E VINI pag. 80-81 25 MONTE SOLAIO pag. 79 26 SOCIETÀ AGRICOLA SASSODISOLE pag. 82 27 FATTORIA DI STATIANO pag. 83 28 SOC. AGR. LE SODE DI SANT’ANGELO pag. 84 29 TENUTA DI CANNETO pag. 85 30 VILLA TRASQUA pag. 86

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VENETO

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34 AZIENDA AGRICOLA SCRIANI pag. 101 35 LA FARRA pag. 96 36 AZ. AGR. FLATIO pag. 97 37 FATTORIA MONTE FASOLO pag. 98 38 VALDELLÖVO pag. 99 39 TENUTE UGOLINI pag. 100 40 AZ. AGR. LE MANZANE pag. 102 41 AZ. AGR. PUNTO ZERO pag. 103 42 CANTINA COLLI DEL SOLIGO pag. 104 43 CANTINA DI SOAVE pag.105 44 FATTORIA EOLIA pag. 106 45 TINAZZI pag. 107 46 GERARDO CESARI pag. 108

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Editore Cluster Editori Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 Direzione e Redazione Strada Massetana Romana 58/b - 53100 Siena (Italia) Tel. 057745561 Fax 0577270774 - info@igrandivini.com Direttore Responsabile Giovanni Pellicci Direttore Editoriale Fabrizio Barbagli Traduzioni a cura di Mariavera Speciale Hanno collaborato a questo numero Stefania Abbattista, Barbara Amoroso, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Pamela Bralia, Alberto Brilli, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Pier Lorenzo Cicerchia, Chiara Martinelli, Giulia Montemaggi, Tommaso Nutarelli, Enea Silvio Tafuro, Myriam Zangari Art Director Linda Frosini Stampa Petruzzi – Via Venturelli, 7 Città di Castello (PG)

Concessionaria Pubblicità Cluster Editori Strada Massetana Romana 58/b 53100 Siena (Italia) Tel. 0577 45561 – Fax 0577 270774 info@clustereditori.it Account

Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@clustereditori.it Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Francesca Droghini – f.droghini@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Giulia Montemaggi - g.montemaggi@clustereditori.it Giulia Spolidoro - g.spolidoro@clustereditori.it

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Lo spinoso Vinitaly di Maurizio Martina

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EDITORIALE

Giovanni Pellicci Direttore Responsabile

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l mondo del vino è a Vinitaly e noi de I Grandi Vini festeggiamo la partecipazione numero 14 di fila! Dal 9 al 12 aprile a Verona ci saranno tutti i principali attori del sistema vitivinicolo nazionale per un’edizione, la n° 51, che si annuncia piena di sfide e di qualche, evitabile, strascico polemico. La fiera veronese avrà come obiettivo numero 1 l’export, grazie alla presenza di circa 30 mila buyer provenienti da svariati angoli del pianeta. Altre delicate tematiche, però, non potranno finire sotto il tappeto in questi giorni, anzi saranno affrontate tra un convegno ed un approfondimento ed anche, e soprattutto, lungo i corridoi dei padiglioni veronesi tra gli addetti ai lavori. Uno dei temi chiave rischia di essere il sostegno alle esportazioni per via del pasticcio sull’assegnazione dei fondi Ocm Vino. Tutti i protagonisti della filiera, dall’Unione Italiana Vini a Federvini, da Federdoc all’Istituto Grandi Marchi (che vale l’8% del nostro export), sono intervenuti nei giorni scorsi per dire la loro sull’argomento. In ballo ci sono ancora circa 13 milioni di euro (ovvero la metà del totale del bando). Il Mipaaf guidato dal Ministro Martina ha finora preferito optare per la via del silenzio sia mediatica che giuridica. Infatti è stato scelto di non presentare alcuna memoria difensiva in occasione della prima udienza al Tar del Lazio, restando in attesa di conoscere il parere definitivo che, però, difficilmente arriverà prima della fine del mese di maggio. Al di là dell’analisi dei tatticismi giuridici, il tema chiave è quello di sbloccare rapidamente risorse fondamentali per dare continuità

alle azioni di promozione all’estero. Specie se andiamo a rileggere i dati definitivi sulle esportazioni registrate nel 2016. Lo scorso anno il nostro export vinicolo ha toccato quota 5,6 miliardi di euro, registrando un incremento del 4,3% rispetto al 2015 (dati dell’Osservatorio del Vino di Uiv). Nonostante le preoccupazioni per i nuovi scenari internazionali, la tenuta dell’Italia c’è stata ma non può che balzare agli occhi quanto le bollicine siano state le assolute protagoniste. Gli sparkling made in Italy (con il Prosecco davanti a tutti) continuano a vivere stagioni così brillanti da aver convinto alcuni territori ad intraprendere nuove strade produttive per assecondare il mercato. Il riferimento è al Piemonte, come potrete approfondire nelle prossime pagine. Il rovescio della medaglia parla però di una maggiore stagnazione dei vini fermi in bottiglia, i quali hanno chiuso l’ultimo anno con un calo del 4,5% in quantità e dello 0,7% in valore. “Questi risultati ci devono servire da ulteriore stimolo – afferma Antonio Rallo – per migliorare le nostre performance, soprattutto in Paesi chiave come Usa, Gran Bretagna e Cina”. E qual è la parola magica che torna, puntualmente, di attualità? Ovviamente “fare sistema”, che vuol dire “definire nuove strategie e nuovi progetti di promozione e comunicazione – sempre secondo Rallo -. Solo così potremo sviluppare attività realmente efficaci nel valorizzare sia i nostri vini sia i territori ricchi e variegati che l’Italia esprime e che, purtroppo, sono ancora poco conosciuti all’estero”. Ben venga quindi il progetto “Vino Usa 2017-2019” con i 20 milioni di euro stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico per far crescere

ancora il vino italiano nel mercato statunitense, attraverso un progetto che coinvolge Ice, Unione Italiana Vini e Federvini. Ben vengano questi progetti ma è ovvio che tenere legati a ricorsi e contro ricorsi altri svariati milioni di euro, i quali servono come la manna dal cielo per pianificare attività promozionali, non è l’ideale. Sul fronte politico si annuncia quindi un Vinitaly decisamente diverso, rispetto a quelli degli annunci del ex Premier Matteo Renzi. Sarà probabilmente una Fiera più “sobria”, in cui gli addetti torneranno a lavorare un po’ più sotto traccia per stringere accordi strategici. Tra i più attesi c’è proprio il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina sarà chiamato ad esprimersi sui contenuti principali della quattro giorni veronese. Tra questi – come da lui stesso annunciato nella presentazione di Vinitaly - ci saranno i primi pacchetti attuativi del Testo Unico del Vino e poi il registro vinicolo digitale, sul quale i mugugni della filiera si fanno sentire. E poi, guardando a quella dimensione europea che si fa sempre più fatica ad immaginare, ci sarà la nuova Politica agricola comune, vista la presenza a Verona del commissario europeo per l’agricoltura, Phil Hogan. Alle aziende basterà? Sicuramente delle risposte concrete dovranno arrivare perché le criticità sono maggiori di quelli che crediamo e sui tanti tavoli aperti servirà fare rapidamente chiarezza. In attesa di capirne di più, viviamo i giorni veronesi come una grande festa (parcheggi, servizi igienici e connessione permettendo ovviamente) in cui mostrare al mondo il meglio che il Paese del vino possa offrire. Buon Vinitaly!


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ANTICHE TERRE VENETE

TENUTE ORESTIADI

AGRIPUNICA

SOMMARIO 6

L'EDITORIALE

10 ULTIME DAL MONDO DEL VINO

SI CHIAMA CANNONAU

13 PRODUTTORI IN PRIMO PIANO

65 IL TRASCINATORE DEL SISTEMA TOSCANA

14 LA POLITICA NEL VINO

94 ELEONORA CHARRERE,

16 FACCIA @ FACCIA CON...JEFFREY PORTER 18 THE WINE TROTTER • LA COREA 20 L'INCHIESTA• VINO E SOSTENIBILITÀ

DONNA DEL VINO IN VALLE D'AOSTA 95 VENETO • HA INIZIO L'ERA GREEN DEL PROSECCO DOC

24 CHEF • LUCIANO MONOSILIO

116 FIERE IN CALENDARIO

26 BEST PRACTICES • QUANDO L'UNIONE

118 FOOD AND BEVERAGENDA

FA LA FORZA

120 DISTILLATI & CO.

28 COVER STORY • ANTICHE TERRE VENETE

122 NEWS BIO & GREEN

37 ALTO ADIGE • È ORA DI UN SUMMIT!

123 BOLLICINE NEWS

40 LA BASILICATA PROMUOVE E COMUNICA

124 A TUTTA BIRRA

IN MODO INTEGRATO

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60 LA GRENACHE IN SARDEGNA

125 EXTRAVERGINE NEWS

43 CAMPANIA • UNIONE E COESIONE

126 PELLICOLE DI GUSTO

44 GRANACCIA LIGURE, QUALITÀ DI NICCHIA

128 VIGNA & CANTINA • IRRIGAZIONE

46 LA CARICA DELLE ENOTECHE LOMBARDE

130 VIGNA & CANTINA • RECINZIONI

53 MOLISE: THE SOUND OF WINE

132 VIGNA & CANTINA • ANCORAGGIO DEI FILARI

56 PIEMONTE: VIA LIBERA ALL'ASTI SECCO

153 NEWS TECNICHE DALLE AZIENDE


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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

DATI

EXPORT 2016: BENE MA NON BENISSIMO Il vino italiano ha chiuso l'anno con un totale di 5,6 miliardi di esportazioni. Determinanti gli spumanti meno bene i vini fermi Il vino italiano ha chiuso un altro anno da record. I dati definitivi – diffusi dall'Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini – sull'export 2016 hanno registrato quota 5,6 miliardi di euro con un confortante +4,3% rispetto a quanto fatto nel 2015. Sono dati oggettivamente molto positivi visti i tanti fattori sui quali, nel corso dell'ultimo anno, ci siamo chiesti se fossero in grado di rallentare la corsa del vino italiano all'estero. E' andata bene ma non benissimo. Leggendo più in profondità i dati, infatti, emerge un aspetto che non può passare inosservato: sono ancora una volta gli spumanti ad essere gli assoluti protagonisti di questi dati con una quota di 1,2 miliardi di euro, pari 3,3 milioni di ettolitri esportati (quasi il 20% rispetto all'anno precedente). Meno bene, invece, i vini fermi che sono in calo soprattutto in volume (-4,5%) e lievemente in valore (meno dell'1% di calo). Un altro aspetto conferma il ruolo determinante di Usa, Gran Bretagna e Germania che da soli assorbono oltre il 50% delle nostre esportazioni. “A preoccupare – spiega il presidente di Unione Italiana Vini Antonio Rallo – è soprattutto il dato relativo ai vini fermi in bottiglia. Il -4,5% fatto registrare dalle consegne, accompagnato da un lieve arretramento dei valori, deve far riflettere l’intero mondo produttivo”. C'è da augurarsi che il ripercussioni di carattere politico annunciate nel 2016 nel dopo Trump e Brexit non vadano a concretizzarsi nel corso di questo anno. Occorre quindi approfondire il tema e riflettere, magari a partire da un rapido sblocco della situazione Ocm Vino sulla quale il vino italiano non può permettersi di perdere tempo.

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PACKAGING

L'ETICHETTA DIVENTA SEMPRE PIU' STILOSA I risultati del 21° Concorso Internazionale Packaging di Vinitaly hanno evidenziato una tendenza sempre più netta all'innovazione Arriva dalla Toscana l'etichetta vincitrice del 21° Concorso Internazionale Packaging di Vinitaly. La giuria presieduta da Gilda Bojardi, direttore della rivista Interni, ha infatti premiato come

“Etichetta dell’anno 2017” il vino Toscana Igt Vermentino “Giallo Paglia” 2015, la cui etichetta è stata realizzata della Arkiline di Colle di Val d'Elsa, in provincia di Siena. Alla Citri Vini di Ortona, in provincia di Chieti è stato assegnato il premio speciale “Packaging 2017”, mentre la Carlo Pellegrino & C. Di Marsala, in provincia di Trapani, si è aggiudicato il premio speciale "Immagine Coordinata 2017". “Questa edizione del concorso – ha commentato la presidente di giuria Gilda Bojardi – è stata stimolante perché ha mostrato delle innovazioni nelle proposte. Pensando ai gusti estetici dei consu-

matori di fascia più giovane o al vino come oggetto di regalo, abbiamo chiesto a Veronafiere l’istituzione di un nuovo premio che, all’interno del Concorso Internazionale Packaging, dia coraggio e valorizzi chi prova a uscire dagli schemi”. La competizione, organizzata da Veronafiere-Vinitaly con l’obiettivo di mettere in luce il miglior 'abbigliaggio' dei vini, dei distillati, dei liquori e degli oli extra vergine d’oliva (prendendo in considerazione bottiglia, chiusura, capsula, etichetta e collarino), ha premiato lo sforzo di quelle aziende che più investono risorse e creatività nel migliorare estetica ed immagine del proprio prodotto. Al Concorso sono stati iscritti 192 campioni distribuiti nelle 11 categorie previste dal regolamento e provenienti da Francia, Italia e Spagna. Ad esaminarli una commissione di esperti di livello internazionale presieduta da Gilda Bojardi e composta da Riccardo Facci (art-director), Giacomo Mojoli (designer), Elvilino Zangrandi (designer) e Annibale Toffolo (giornalista).

CHIANTI CLASSICO

VALORITALIA, NOMINE E SORPRESE Giuseppe Liberatore lascia dopo 25 anni la direzione del Consorzio Chianti Classico Conferme e qualche sorprendente novità. Sono le nomine dei nuovi vertici di Valoritalia, la società fondata nel 2009 con lo scopo principale di svolgere un’attività di controllo sui vini a DO e IG e che oggi, con oltre 30 sedi regionali, è in grado di rispondere alle più svariate esigenze dei diversi player del settore. Confermato alla Presidenza Francesco Liantonio. Carica di Vice Presidente per Pietro Bonato e Stefano Zanette. Confermati nella veste di Consiglieri Riccardo Ricci Curbastro, Luigino Disegna, Rolando Manfredini, Pierluigi Sciolette, Innocente Nardi e Giuseppe Liberatore. Tra i neo eletti del nuovo CdA figurano, oltre al già citato Zanette, Giordano Zinzani, Giorgio Bosticco, Alberto Mazzoni e Bruno Bernardi. La principale novità è quella che riguarda la nomina dei

Consiglieri Delegati: Luigino Disegna con delega all’area dell’Amministrazione e Giuseppe Liberatore per il Dipartimento del Regolamentato e del gestionale. In particolare quest’ultimo lascia, dopo 25 anni, il Consorzio del Chianti Classico, di cui era Direttore. “Lascio un Consorzio in piena salute – ha dichiarato Liberatore – e una denominazione che gode di un’immagine internazionale di altissimo profilo, come testimoniano anche le vendite, al loro massimo storico. Sono grato a tutti i soci, al CdA e allo staff perché senza l’aiuto di tutti loro non sarei mai riuscito a dirigere con successo il Consorzio più antico d’Italia e uno tra i più importanti al mondo. E’ stata una decisione sofferta ma, dopo un quarto di secolo, ho avvertito la necessità di trovare nuovi stimoli professionali. E in tal senso Valoritalia, per il ruolo e l’importanza che riveste nell’ambito del nostro settore, rappresenta certamente una bellissima sfida che mi appresto a vivere con grande entusiasmo”.


Tecnologia di lavaggio professionale

The beauty of cleaning

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M-iClean – Esperienze di lavaggio superiori Fino a ieri il lavaggio era fatica per pochi – fumi di vapore caldo, ondate di esalazioni, clima umido. Ora non più, il vapore e scomparso grazie alla tecnologia innovativa di MEIKO che rivela gioia e felicita di un ambiente lavorativo piacevole, macchine dal design , funzionalità intuitiva – e con risultati di lavaggio perfettamente puliti e brillanti. Benvenuti nel mondo M-iClean. L’immagine di una nuova generazione di lavastoviglie progettata per soddisfare tutte le nostre esigenze: il senso per la tecnica ed economicità, il senso per l’ambiente ed il senso per la bellezza. Mai il lavaggio e stato tanto economico, cosi ecologico e cosi piacevole. 15 www.meiko.it


Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

FONDI

VIA LIBERA AI FONDI OCM VINO 2017-2018 Restano sospese le risorse del 2016-2017 ma intanto arrivano quelle del nuovo biennio In attesa di comprendere come andrà a finire la questione dei fondi Ocm 20162017, ancora bloccati per via dei ricorsi al Tar, sono state stabilite le risorse disponibili per le campagne 2017-2018. Nel dettaglio si tratta di 140 milioni per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti; 101,9 per la promozione nei Paesi esteri; 45 milioni per gli investimenti; 20 per la distillazione dei sottoprodotti, 20 per le assicurazioni del raccolto e 10 per la vendemmia verde. La somma totale ammonta a 336,9 milioni di euro che saranno distribuiti a favore del sistema vitivinicolo italiano per il biennio 2017-2018. A stabilirlo è stato il decreto 1715 del

CONVEGNO

GLI ENOLOGI D'ITALIA SI RADUNANO A FIRENZE Appuntamento alla Stazione Leopolda dal 17 al 19 novembre prossimi

20 marzo 2017 del Ministero delle Politiche Agricole. Risorse fondamentali, soprattutto se pensiamo che quelle del biennio precedente sono ancora ferme e comunque vada a finire il contenzioso rischieran-

no di perdere la loro efficacia, specie per le attività di promozione. Tra le regioni, la Sicilia con 51 milioni complessivi ha il maggior budget, poi il Veneto con 35 milioni e la Toscana con 27 milioni di euro.

La scelta di Firenze come sede dell'edizione 2017 del Congresso nazionale di Assoenologi imporrà uno slittamento temporale. Si terrà infatti a novembre, anziché in tarda primavera come di consueto, l'edizione numero 72 della tre giorni degli enologi presieduti da Riccardo Cotarella. Gli eventi si svolgeranno negli spazi della Stazione Leopolda, dal 17 al 19 novembre prossimi. Le scienze della sostenibilità del vino saranno al centro dei lavori e degli approfondimenti mentre il Paese ospite sarà il Portogallo.

NEGLI USA

MARILISA ALLEGRINI IN COPERTINA SU WINE SPECTATOR E' la prima donna italiana a conquistare la prima pagina della rivista di vino più influente al mondo Con il numero di aprile 2017 Marilisa Allegrini è la prima donna italiana a conquistare la copertina di Wine Spectator, la rivista del vino più diffusa e influente al mondo. E' infatti lei la protagonista della cover story intitolata “Italy’s Allegrini – A family saga

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leads to great wines”. Nell'articolo, Marilisa Allegrini ripercorre la storia della sua famiglia, che l’ha portata alla guida, con i fratelli Franco e Walter, di una delle aziende vitivinicole più importanti in Italia. Dalla Valpolicella, dove Allegrini affonda le proprie radici, per arrivare alla Toscana, con le tenute di Poggio al Tesoro a Bolgheri e San Polo a Montalcino. “La copertina di Wine Spectator – commenta la produttrice - rappresenta per me il coronamento di un sogno e il riconoscimento del

mio impegno e dedizione al mondo del vino, che ho amato fin da bambina. Quando è venuto il momento, mi sono rimboccata le maniche, non ho mai contato le ore di lavoro, anche a scapito del ruolo di madre, e ho promosso la mia azienda, ma anche la terra in cui sono nata. Ho cercato di essere prima di tutto vera ambasciatrice del nostro Paese. E questo formidabile riconoscimento testimonia che il messaggio è stato finalmente capito ed apprezzato per la sua forza e la sua semplicità”.


Produttori in primo piano di Giulia Montemaggi

BIO

PODERE GHISONE:

PURO AMORE PER LA NATURA L’azienda di Luca Nesi trasfonde nei suoi vini l’impegno verso un’agricoltura biologica

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l territorio di Montespertoli ospita nei pressi del Colle di Lucardo un’oasi di autentica naturalità. È Podere Ghisone, l’azienda che Luca Nesi gestisce dal 2006 portando avanti l’attività del padre Ferruccio e sviluppandola all’insegna del forte legame che dal 1797 intercorre tra questo appezzamento di terra e i suoi antenati. Un rapporto simbiotico, che ha visto i Nesi lavorare e valorizzare con sconfinata devozione il Ghisone, prima da mezzadri e poi da proprietari a partire dal 1927. Luca ha voluto dare continuità a questo sentimento nel 2009 traducendolo nel costante impegno di Podere Ghisone verso un'agricoltura di stampo bio. Estesa su una superficie che, oltre a 2.000 piante di olivo, conta 55 ettari, di cui 17 vitati, l’azienda vanta una produzione vinicola total green, segui-

ta in ogni sua tappa con estrema accuratezza. Dalla vigna, dove si prediligono prodotti a base di zolfo e di rame, sovesci e concimazioni organiche, alla cantina. È qui che, attraverso la vinificazione a temperatura controllata, la macrossigenazione in fermentazione, la lavorazione in ambienti inertizzati con azoto o anidride carbonica, si producono vini di qualità e con la minima presenza di solfiti aggiunti. • PODERE GHISONE Via Sodole 50/a, Ghisone Montespertoli (FI) Tel. 0571606062 - Cell. 3920542144 info@podereghisone.it www.podereghisone.it Vinitaly: Padiglione 9 Stand C12

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di Giovanni Pellicci

La disobbedienza vitivinicola dei piccoli produttori I “vignaioli uniti” protagonisti di un'accorata lettera aperta rivolta al Mipaaf contro le procedure burocratiche che continuano ad appesantire il settore

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ome se non bastassero i preoccupanti rallentamenti per la Ocm Vino. La buropatia affligge ancora il vino italiano. E questa volta i “vignaioli uniti d'Italia” (come ci piace chiamarli a noi de IGV) hanno deciso di alzare la voce e scrivere direttamente al Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina il quale, nel bel mezzo delle primarie del 'suo' Partito Democratico, si trova tra le mani un'altra questione spinosa. A marzo, infatti, 200 vignaioli hanno sottoscritto una lettera dedicata alla dematerializzazione dei registri vinicoli e alla burocrazia, indirizzandola al Mipaaf. Il numero degli adenti è in costante crescita e la minaccia, in caso di mancate risposte positive, è quella di “disobbedienza civile”. La protesta Andiamo con ordine. “Il vino buono – scrivono i produttori che rappresentano tutte le regioni d'Italia - non si fa con la burocrazia che uccide i piccoli produttori. Non accettiamo l'imposizione dei registri dematerializzati! E' necessaria una rivoluzione delle

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norme; dobbiamo dire forte e chiaro che bisogna interrompere questo stillicidio di procedure, obblighi, corsi, patentini, registri che stanno strangolando le nostre aziende”. I piccoli fanno la voce grossa “In Italia ci sono 52 mila produttori e di questi 48 mila imbottigliano meno di mille ettolitri, – dettaglia la lettera - il 53% della produzione è ottenuta dalle cantine cooperative, mentre la superficie media è di soli 1,6 ettari. Rappresentiamo quindi circa il 90% dei produttori e non più del 30% della produzione totale. Perché allora non pensare un sistema adatto alle esigenze del maggior numero di produttori? Siamo quelli che abitano e conservano i borghi rurali e i loro territori che, senza di noi, andrebbero irrimediabilmente in abbandono. La burocrazia sta uccidendo le nostre aziende e il nostro sistema agricolo, fatto esclusivamente di micro imprese. Crediamo che si debba rallentare questa corsa alla burocratizzazione estrema. In pratica, non vogliamo mantenere un’economia virtuale e parassitaria, spesso rappresentata dalle associazioni di cate-

goria, sindacati o società di consulenza. Il tutto col beneplacito di chi avrebbe dovuto difendere la nostra vita e il nostro lavoro: si chiamino associazioni di categoria, sindacati o altro ancora, di antica o recente costituzione”. In vigna non c'è campo I vignaioli, oltre a ricordare che nelle campagne italiane è molto complicato poter usufruire di una connessione Internet veloce, elencano gli Enti e gli organismi di controllo attivi in Italia, i quali arrivano a quota dieci chiedendo “sempre le stesse cose e di produrre sempre gli stessi documenti”. “E' urgente – proseguono - unificare quanto più possibile i vari Enti deputati al controllo: è auspicabile un unico organismo che esegua tutti i controlli. Per tutto ciò chiediamo innanzitutto l'abolizione dei registri di cantina”. Cosa succederebbe in caso di mancate risposte positive? “Se non otterremo quanto richiesto, avvieremo una campagna di disobbedienza civile, invitando tutti i vignaioli italiani a non ottemperare alle richieste di adeguamento ai registri telematici”.•


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JEFFREY PORTER Bevarage Operations Director di Batali&Bastianich

Tra Usa e Italia servono nuovi stimoli?

Con il sommelier statunitense Jeffrey Porter abbiamo analizzato quali sono le ragioni che spingono gli americani a scegliere un vino italiano. La ristorazione resta determinante ma qualcosa deve cambiare

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ome un rapporto maturo a cui, ad un certo punto, possono servire nuovi stimoli per dare vigore e slancio. Qualcosa sta cambiando tra i vini italiani e i consumatori statunitensi e, a parte il solito e determinante fenomeno delle bollicine, è necessario analizzare attentamente lo scenario per varare, rapidamente, delle contromisure. A dirlo sono i dati sull'andamento dell'export 2016 che, per quanto positivi, vanno letti attentamente specie perché l'andamento dei vini fermi è in frenata. E' inoltre interessante analizzare alcune interessanti analisi che vanno in profondità come, ad esempio, il sondaggio “Wine Opinions”, realizzato nell'ambito del progetto Vino 2017 Verona Fiere, sviluppato con il supporto dell'Agenzia Ice. Dai risultati emerge che sono ancora

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troppi gli stereotipi associati alle nostre etichette e che sono troppo pochi i territori davvero conosciuti del Belpaese. Parole chiave come eleganza, unicità e qualità sono ancora troppo poco associati ai nostri vini. Degli intervistati (il campione contava più di 1.400 consumatori) durante l'ultimo anno il 66% afferma di aver acquistato vini della California, il 30% provenienti dall'Italia e il 27% dalla Francia. Insomma, nessun allarme ma sicuramente c'è da migliorare soprattutto alla voce immagine. Il fenomeno Prosecco, infatti, non può bastare per trainare le esportazioni in un mercato fondamentale come quello a stelle e strisce, dove la concorrenza è sempre più alta e di qualità. Per capirne di più abbiamo approfondito il tema in compagnia di un qualificato addetto ai lavori statunitense. Jeffrey Porter è un esperto sommelier che lavora per Batali&Bastianich, uno dei colossi della ristorazione statunitense con 25 locali gestiti dal duo composto da Joe Bastianich (famoso in Italia per la trasmissione tv Masterchef) e dallo chef Mario Batali. Jeff è spesso in Italia per scegliere i vini che hanno le caratteristiche giuste per entrare a far parte della carta dei ristoranti della catena per cui lavora, la quale


Babbo • credit Kelly Campbell

Otto • credit Kelly Campbell

Del Posto • credit Kelly Campbell

ha sede a New York. Lo abbiamo incontrato a Firenze in occasione dell'ultima edizione delle Anteprime dei vini toscani e abbiamo scambiato due chiacchiere con lui. @ Cosa cerca un consumatore statunitense quando decide di stappare una bottiglia di vino italiana? “Gli americani desiderano bere un vino che comunichi l'immagine dell'Italia ideale che hanno in mente. Questo, ovviamente, si traduce in tanti modi diversi a seconda della persona, ma vanno forti soprattutto quei vini che riescono a far tornare alla mente le sensazioni, ad esempio, assaporate in occasione del primo viaggio in Italia, quando è stato possibile toccare

con mano la passione degli italiani. Detto questo è altrettanto fondamentale esaltare l'abbinamento ideale tra cibo e vino”. @ Quali sono le caratteristiche che un vino deve avere per entrare a far parte della carta dei vini dei vostri ristoranti? “Tutto dipende dal tipo di ristorante. La nostra catena ne conta numerosi e con caratteristiche diverse. Le parole chiave sono la qualità, la tipologia produttiva dell'azienda compreso il fatto se trattano bene la terra da cui nasce il vino e le persone con cui lavorano. Poi ovviamente il prezzo e la possibilità che un nostro cliente decida di stapparne una bottiglia”. @ Quali vini le sono rimasti in mente nel suo ultimo viaggio di lavoro in Italia? “I am in love with Chianti Classico! Preferisco gli esempi produttivi più tradizionali, quelli che utilizzano uve autoctone e con minore influenza di legni nuovi. Il Chianti Classico sta attraversando una fase molto positiva in cui i produttori riescono a fare al meglio il loro lavoro. Sono molto soddisfatto degli assaggi che ho potuto fare in Toscana”. @ Quali sono i principali competitor internazionali che l'Italia deve temere per mantenere intatta una quota export così alta negli Stati Uniti? “I principali rivali per i vini italiani continuano ad essere quelli provenienti da Usa, Francia e Spagna”.•

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T he Wine Trotter di Marina Ciancaglini

Che aria tira

in Corea?

Numeri e modalità di consumo del vino di un mercato asiatico in crescita e dove c’è ancora molto da costruire

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a Corea del Sud, come tutti i mercati dell’Oriente, ha una storia giovane ma anche complessa, non facile da approcciare soprattutto all’inizio. Yongbin Choi, direttore marketing e commerciale della Shindong Wine Co. Ltd., società di importazione specializzata, delinea le caratteristiche principali dei trend di consumo. Può descrivere il mercato del vino in Corea del Sud? “E’ un mercato che ha avuto una forte crescita dagli inizi del 2000 fino al 2008; adesso la competizione è molto forte e la crescita si è contratta. In questo momento, poi, la situazione politica qui è molto complessa e sicuramente influenza tutti i settori”. Quale tipologia di vino italiano ha più appeal? “L’80% dei consumi in Corea riguarda il vino rosso secco. Le regioni più famose sono la Toscana e il Piemonte, a seguire la Sicilia. Il volume totale delle importazioni dall’Italia ammonta a 6,4 milioni di bottiglie”. Dove si consuma principalmente? “Fino a qualche anno fa le uniche carte dei vini discrete che si trovavano era nei grandi alberghi internazionali ma adesso la situazione è cambiata e si trovano molti ristoranti con delle buone carte; allo stesso tempo è molto

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facile trovare molte offerte nei supermercati e grandi magazzini e questo canale sta prendendo molto piede”. Qual è il livello medio di cultura del vino? “A mio parere siamo ancora molto indietro, sia in termini di consumi che di comprensione. Nel 2016, il volume di vini importati era circa. 49,5 milioni di bottiglie, che è un numero identico a quello della popolazione del nostro Paese ma, facendo i conti con le persone che hanno l’età legale per bere, la media è di una bottiglia l’anno per persona. Per fare un confronto con altri Paesi, il Giappone è 2,5 volte più grande di noi ma il mercato del vino in Corea è circa 1/10 di quello giapponese”. Quali consigli darebbe a un’azienda vinicola che vuole iniziare a vendere in Italia? “Molti Paesi vogliono entrare e così ci sono molti eventi specialistici coordinati soprattutto dalle ambasciate o da altri enti. Qui abbiamo circa 200 importatori, specializzati sui vari canali; il problema è che non molti di questi hanno un piano nel lungo periodo e tendono a cambiare spessi i marchi. Chi vuole trovare un partner dovrà capire dove questo è più specializzato e la sua forza economica. Consiglierei, anche, di non partire con aspettative troppo alte”.•


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L’INCHIESTA

VINO E SOSTENIBILITÀ di Claudia Cataldo

Le mille facce della

sostenibilità

Come si fa a non parlare di sostenibilità oggi? Ma cosa significa esattamente? Come viene declinato questo concetto nel mondo del vino?

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l tema della sostenibilità in viticoltura è quanto mai attuale e variegato. Ci potremmo porre mille quesiti e dare altrettante risposte su quanto oggi la sostenibilità possa essere un valo-

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re aggiunto, quanto possa orientare nuovi modelli di business o semplicemente tradursi in operatività concreta per piccole e grandi realtà, anche e soprattutto vitivinicole. Dopo tutto anche Expo 2020 a Dubai parlerà di questo. Quel che è certo è che l’approccio al vigneto e alle lavorazioni in cantina è ben lontano da quello che era solo qualche anno fa e la sensibilità alle tematiche dell’ambiente, del territorio, del consumatore, del lavoratore e del network in cui la realtà aziendale è inserita è in crescita. Proprio il mese scorso sono state presentate a Piacenza, presso l’Università del Sacro Cuore, le attività di WOS, acronimo che sta per Wine

Observatory on Sustainability, ovvero il primo osservatorio internazionale sulla sostenibilità in viticoltura. Nato dal Prof. Ettore Capri e sviluppato in collaborazione con Unione Italiana Vini e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il WOS è una piattaforma no-profit creata con la finalità di condividere e coordinare esperienze, attività e progetti rilevanti e positivi sviluppati in tutto il mondo da associazioni, istituzioni e aziende. Un tema ampio – quello della sostenibilità – che sta al mondo del vino come l’etica sta all’intelletto umano. Ne raccontiamo alcune sfumature certi che il futuro andrà proprio in questa direzione.•


Alois Lageder

Stefano Zaninotti

e i 20 anni di Summa

“La conduzione biologica – biodinamica è il nostro futuro”, di questo Alois Lageder, quinta generazione dell’omonima azienda vitivinicola di Magrè (BZ) e dallo scorso settembre Presidente di Demeter Italia è più che convinto. Summa è un altro esempio di come il tema della sostenibilità sia sempre più un ottimo biglietto da visita e un argomento che appassiona, soprattutto quando c’è un simile vantaggio di tempo come nel caso dell’azienda Alois Lageder. Partiamo da Summa: “Summa nasce come conseguenza diretta del grande successo di Vinitaly. C’era molto affollamento, serviva più spazio: così abbiamo iniziato organizzando degli autobus che da Verona arrivavano da noi in cantina, affinché amici, clienti e giornalisti avessero la giusta considerazione, in un ambiente più confortevole. Poi il format è andato via via evolvendosi fino a quello che è oggi, più o meno. Le aziende che partecipano sono accomunate da una visione simile, ma non ci sono dei rigidi prerequisiti per essere accettati: nessun limite, solo idee condivise. Uno spazio è dedicato a Demeter e ai produttori biodinamici. In totale ci sono 83 produttori, alcuni presenti da più edizioni, altri invece new entries”. La cantina è nota per le sue scelte biodinamiche e di ispirazione olistica, chiediamo da quando sia così e cosa questo comporti: “ho la biodinamica e il biologico nel sangue – commenta Alois Lageder – mia madre aveva già quando ero piccolo due orti coltiva-

ti in modo biologico, era una vera pioniera considerato il periodo. Poi quando ho preso le redini dell’azienda, nel ’74, ho pensato fin da subito che fosse necessario trovare una simbiosi fra tecnica e natura, mentre nella moderna concezione spesso la tecnica va proprio nella direzione opposta della natura. Così ho puntato sulla biodinamica, il metodo ecologico più antico della storia risalente agli impulsi di Rudolf Steiner. C’è voluto tempo e solo nel 2007 abbiamo ricevuto la certificazione Demeter”. E i costi? “All’inizio aumentano, la gestione del vigneto nella fase iniziale costa un 20/30% in più rispetto a prima. Però poi le piante cambiano il loro atteggiamento, hanno una crescita più equilibrata e quindi un minor fabbisogno di manodopera. Inoltre si risparmia sui prodotti chimici, spesso molto costosi, con gli unici acquisti che riguardano un po’ di rame e zolfo, con costi irrisori. La biodinamica è un diverso approccio verso la natura: come un organismo, tutti gli organi devono essere sani affinché il corpo sia perfettamente funzionante. Così è in vigneto: ecco perché è assurdo continuare a pensare alle monocolture. Dobbiamo salvaguardare la biodiversità e lo possiamo fare solo con integrando piante e animali fra le vigne”.

Una nuova relazione con la fertilità del terreno

Sostenibilità significa anche partire dal terreno e soprattutto saperlo ascoltare. Di questo ci parla Stefano Zaninotti, di Vitenova Vine Wellness. La base di partenza per conoscere un terreno, ormai da decenni è sempre la stessa: l’analisi chimica e fisica. Ci sono tanti parametri, molti dei quali essenziali all’agronomo (pH, sostanza organica, quantità di azoto, potassio, fosforo, percentuale di argilla etc.). Sono tanti anche gli studi sulla microbiologia del terreno e sulla sua importanza. Fino ad un decennio fa i confini dell’analisi microbiologica erano le Università. Dall’incontro tra un agronomo, Stefano Zaninotti (Vitenova Vine Wellness) e la biologa Irene Franco Fernandez nasce invece la necessità di far dialogare due mondi separati. Dal 2009 a oggi, sono state fatte 231 analisi del terreno e 231 rispettive analisi della Biomassa, in modo rappresentativo su tutto il territorio italiano. “Quantificare i microrganismi del terreno (Biomassa) è possibile con un metodo analitico pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2006 (Fumigazione/estrazione con cloroformio) – spiega Zaninotti - . Questo metodo restituisce il peso in mg di Carbonio di origine microbiologica su kg di terreno. Contestualmente a questa analisi viene svolto anche il Quoziente Metabolico, che misura quanta CO2 gli stessi

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microrganismi emettono in un’ora di respirazione. È un indice qualitativo: i microrganismi possono respirare poco (sono latenti o in grave sofferenza), respirare bene, oppure respirare troppo (tendono quindi a “estinguersi” e/o “consumarsi”). Le novità in questo approccio sono numerose. La prima è conoscere veramente quanti microrganismi ci sono in un suolo, così da capirne lo stato di salute. La seconda, più importante, è che non basta conosce quanti microrganismi ci sono, bisogna rendersi conto che ogni suolo possiede caratteristiche diverse da un altro. Per esempio, i valori di riferimento di Biomassa di un suolo del Nord Piemonte (con pH = 3.8, Sostanza organica 1%, e 15 % di argilla) devono per forza essere diversi da un suolo della Valdobbiadene (con pH = 8.2, sostanza organica 4 %, 25 % di argilla). Ad oggi, in bibliografia, il valore di Biomassa considerato minimo per un terreno è 250 mg di Corg/kg di terreno. “ Ecco l’innovazione: un modello matematico (rete neurale) ha elaborato tutte le 231 analisi del terreno e 231 analisi della rispettiva Biomassa. Quello che ha prodotto è la possibilità di stimare la Biomassa che un nuovo campione di suolo dovrebbe avere. Lo fa utilizzando 5 semplici parametri: pH, sostanza organica, azoto totale, sodio e percentuale di argilla. Sapere qual è il valore riferimento di Biomassa e la sua misura effettiva orienta l’agronomo verso atteggiamenti conservatori del terreno nel caso di coincidenza tra stima e misura, oppure induce lo stesso a utilizzare tecniche adeguate a ripristinare su quel suolo la giusta fertilità”. Continua ancora Zaninotti: “È utile soffermarsi sull’importanza della vita nel terreno: valori di 500 mg Corg/ kg di terreno corrispondono a circa 35 pecore che pascolano nel sottosuolo! Un terreno con la giusta quantità di microrganismi, che respirano bene, è fondamentale per tutti i processi che riguardano la nutrizione, la salute e la produttività di qualsiasi coltivazione, in particolare per la vigna. Conoscere la realtà microbiologica permette all’agricoltore di essere veramente conservatore e promotore della Biodiversità e Fertilità del Suolo. Così si può veramente procedere con un’agricoltura sana e di precisione, fondamentale per l’avvenire della nostra civiltà e del nostro pianeta”.

Andrea Natalini

esempi virtuosi di sostenibilità di squadra Andrea Natalini è il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. “Sostenibilità a Montepulciano vuol dire molte cose. Già negli anni ’90 siamo stati tra i primi consorzi a sperimentare la lotta integrata in vigna. Sostenibilità però ha voluto dire anche investire nel patrimonio artistico architettonico del paese, come abbiamo fatto con il Pozzo dei Grifi e dei Leoni in Piazza Grande e con il restauro del Palazzo del Capitano. Oggi la Fortezza di Montepulciano, simbolo storico della città, rivive grazie al forte impegno dei produttori di Vino Nobile. Sostenibilità infine vuol dire per noi un progetto che sarà tra i primi in Italia a certificare l’impatto zero di una denominazione”. Continua Natalini: “si tratta un progetto che porterà la certificazione di ogni bottiglia per dimostrare l’impatto zero della produzione sul territorio d’origine. Un percorso che ha preso il via qualche anno fa e che ha come presupposto la riduzione delle emissioni dei gas-serra e la promozione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica e si pone come obiettivo la riduzione o la compensazione delle emissioni di CO2 derivanti dalle tre fasi su cui si articola la produzione del vino. Al termine la Docg Vino Nobile sarà il primo distretto vitivinicolo in Italia a poter certificare l’impatto zero sull’atmosfera della propria produzione vinicola. Il fine è giungere entro il 2020 (scadenza indicata anche dal Patto europeo dei Sindaci, a cui Montepulcia-

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no aderisce) alla neutralità delle emissioni di gas clima – alteranti grazie all’utilizzo da parte degli Enti pubblici o di privati di buone pratiche quali rimboschimenti, impiego di pannelli fotovoltaici, produzione di energia da centrali alimentate a biomasse”. Questo ha richiesto ingenti investimenti: perché andare in questa direzione? “ A Montepulciano oltre il 70% delle imprese ha già investito in progetti sostenibili, mentre il 90% ha in corso progetti di realizzazione di impianti. Entrando nel dettaglio, delle 76 aziende consorziate, oltre il 70% ha un impianto fotovoltaico e il 35% si è dotato di solare termico per la produzione di calore. Il 20% ha sistemi di recupero delle acque reflue, mentre un 10% delle imprese ha investito nella geotermia. Negli ultimi anni circa la metà delle aziende ha sviluppato pratiche naturali, come la fertilizzazione, l’inerbimento, l’utilizzo di metodi di coltivazione meno impattanti. Le cantine investono in questa direzione perché credono nel territorio e lo sostengono inevitabilmente. Inoltre le risposte del mercato sono assolutamente positive”.


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Chef

di Marina Ciancaglini foto di Andrea Moretti

Pipero cambia casa Si è da poco inaugurata la nuova sede di Pipero a Roma, tante le novità ma squadra che vince non si cambia

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l ristorante Pipero è ormai un’istituzione che di recente ha cambiato casa, non più all’interno dell’Hotel Rex ma in una nuova scenografica sede nel cuore di Roma. Quindi muta anche il nome: da Pipero al Rex a, semplicemente, Pipero Roma. A non cambiare è il cuore del progetto: Alessandro Pipero, carismatico volto del ristorante e istrionico uomo di sala; Luciano Monosilio, giovane ex promessa, che ora è una certezza della ristorazione italiana; Davide Puleio secondo chef e Achille Sardiello che affianca Pipero in sala. Il menù introduce delle novità anche se rimangono alcuni classici che hanno fatto la storia, con un obiettivo ambizioso: la seconda stella Michelin.

LUCIANO MONOSILIO (chef) ALESSANDRO PIPERO (patron) Cos’è per lei la sala e come definisce il suo modo di fare il padrone di casa? “Sono una mosca bianca in questo ambiente e faccio sempre come voglio. Il cliente è come se fosse un ospite a casa mia, do del tu per metterlo a suo agio pur non mancando mai il rispetto. Chi viene da me deve sentirsi accolto e rilassato, questo è il vero lusso”. Quali sono gli errori più comuni che vede fare dai maître dei ristoranti, anche di livello? “Più o meno sono sempre gli stessi. Manca una propria identità, spesso c’è un servizio troppo freddo e ingessato o addirittura invadente, questo perché si vuole copiare un modello senza farlo proprio. Mancano le scuole che formino in modo adeguato le persone che andranno a lavorare in sala. Io ho imparato solo con l’esperienza ed è quello che consiglio ai ragazzi che vogliono fare questo lavoro”. Pipero ha cambiato casa. E’ solo un cambio di location o c’è dell’altro? “E’ un insieme di cose, è cambiata anche l’ambizione e ho una squadra molto motivata. Rispetto al vecchio locale abbiamo dello spazio in più, adesso abbiamo 45 coperti, c’è anche la possibilità di accomodarsi al bancone del bar o organizzare per una cena nella cantina. La voglia è di fare sempre meglio”.

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In 3 parole come definisce la sua cucina? “Istinto, tecnica, sapore”. Lavora da diversi anni da Pipero. Com’è cambiato lo stile negli anni? “Ormai sono nove anni che sono qui. Sicuramente ho acquisito più maturità e riconoscibilità nei sapori”. Con la nuova location le aspettative e l’attenzione aumentano. Quanta pressione sente? “La pressione la sento ma nel modo giusto; tutto deve funzionare alla perfezione, la componente mediatica legata a questo cambiamento passa in secondo piano. All’interno della brigata, ampliata ma già integrata da tempo, si punta alla seconda stella Michelin ma con il sorriso e con grande serenità”. Dal nuovo menù alla carta è stata tolta la mitica carbonara, che comunque rimane in un percorso del menù degustazione. C’era voglia di nuovi classici? “Inserire al Pipero, anni fa, la carbonara, è stata una decisione di rottura: portare in un locale con ambizioni di alta cucina un piatto della tradizione che si trova in tutte le trattorie romane. Gli è stata data un’ulteriore visibilità, tutti mi chiedevano la ricetta. Adesso i classici rimangono nel menù Radici, mentre quello che è il presente di Pipero si ritrova nel menù Rami.” M

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Best Practices di Claudia Cataldo

Quando l'unione

fa la forza

Un esempio virtuoso è quello di Istituto Marchigiano di Tutela vini. Così è cresciuta la qualità media dei vini, si sono perfezionate le tecnologie, le opportunità per l'export sono sbocciate e l'identità collettiva ha dato maggiore visibilità a tutti

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are squadra” è ormai diventato un mantra. Eppure non è sempre così facile. Ma gli esempi virtuosi non mancano, uno su tutti quello delle Marche e dell'IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vini) che negli anni ha saputo fare da aggregatore di realtà diverse e rappresentare, anno dopo anno, una fetta sempre più grande della viticoltura regionale. Alberto Mazzoni è memoria storica dell'IMT oltre che suo Direttore, voce narrante, allenatore e

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timoniere dei successi raccolti in questi anni da tutta la squadra. Cosa significa per lei fare squadra? “È molto semplice: significa arrivare insieme in posti dove da soli non saremmo mai arrivati. Mettere a segno dei traguardi che come singoli non avremmo potuto conseguire e vincere delle battaglie che altrimenti non sarebbe stato possibile vincere”. È questo è il vostro caso? “Beh, direi proprio di sì. L'Istituto nasce nel 1999 per volontà di 19 illuminati viticoltori delle denominazioni marchigiane: già allora per accedere ai fondi legati ad Ocm e Psr c'era la necessità di presentarsi con una forma consortile. Da lì di strada ne è stata fatta tanta. Oggi rappresentiamo 16 Doc e siamo un Consorzio volontario con il 90% di rappresentatività. La qualità media dei prodotti è salita tantissimo, basti pensare che guardando ai risultati delle ultime edizioni delle principali guide enologiche i nostri vini sono quelli che la spuntano come riconoscimenti e come incremento di premi rispetto allo scorso anno. Ad esempio su 98 aziende che producono Verdicchio, 68 sono state premiate. In più c'è l'estero, una conquista che si è resa possibile proprio grazie al lavoro di squadra e che oggi è linfa vitale per i produttori. E ancora: il miglioramento

tecnico in vigna come in cantina. E poi tutto il lavoro che è stato fatto sul brand Marche, che dà i suoi frutti: basti pensare che prima le famiglie erano 'metalmezzadri', ovvero il marito era in fabbrica e la moglie coltivava la terra. Oggi invece il settore vitivinicolo brilla di luce propria: il numero delle bottiglie prodotte è raddoppiato e ogni anno si rinnovano circa 400 ettari di vigneto”. Ci sono gelosie? Oppure discrepanze fra grandi e piccoli, ad esempio? “Mettiamola così: è come fare una gara di corsa, si parte tutti dallo start, poi ognuno corre per quanto fiato ha, ovvero in questo caso in base alla disponibilità economica. Questo significa che ognuno fa quello che può o vuole fare ma i benefici ci sono per tutti. I grandi sono ovviamente la locomotiva ma non per questo gli altri sono solo comparse, anzi. Grazie al lavoro collettivo siamo

arrivati oggi ad investire 4 milioni e mezzo di euro in promozione: ripeto, il beneficio va sicuramente a tutti”. Ci sono regole o best practices per fare una rete che funziona in armonia? “Ci vogliono poche regole ma buone. Esempio: conti per quanto paghi e paghi per quanto produci. Inoltre credo che non ci voglia fretta, soprattutto nel mondo agricolo: pochi movimenti, lenti, ma ben assestati. Infine mantenere dei buoni rapporti di vicinato con il mondo circostante, esempio i sindacati, gli altri consorzi o le associazioni di categoria”. Quali sono i benefici? “Strategie condivise, confronto, maggiori risorse a disposizione, un'identità collettiva sempre più forte, un maggiore peso – anche politico – e in generale maggiori possibilità di raggiungere gli obiettivi, anche nel vasto e competitivo panorama internazionale”.•


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Antiche Terre Venete,

cartolina (enoica) della Valpantena

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ntiche Terre Venete è prima di tutto amore per la terra e passione per la vigna. La cantina si trova in Valpantena e ha come pilastro la fusione di tradizione e innovazione, oltre all’impegno costante nella continua ricerca della qualità. La storia di Antiche Terre Venete affonda le sue radici agli inizi del ‘900 con il lavoro di Vittorio Sancassani. Negli anni poi la passione e il know how si sono tramandati prima al figlio Sergio e poi al nipote Luciano, oggi alla

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Amarone, Ripasso e Valpolicella, vini che sono frutto di passione, lunga storia e un terroir unico per bellezza e potenzialità vitivinicole

guida della cantina, che dopo un eclettico percorso di vita, tornerà dalla Cina dopo diverse esperienze commerciali seguendo il richiamo della sua terra. E’ di questi anni l’incontro con la famiglia Degani: la sinergia tra l’entusiasmo di Riccardo Degani e l’esperienza e la conoscenza di Luciano Sancassani hanno dato vita a una realtà che fa del vino non un business, ma una passione di vita. Oggi l’azienda conta 50 ettari di vigneto in Valpantena, ad est della città di Verona, parte del territorio del

vino Valpolicella: 15 di questi sono abbracciati dall’anfiteatro naturale di Sezano, dove l’opera di terrazzamento ha dato un contesto geomorfologico unico, con un’esposizione ideale per la maturazione delle uve. Merita spendere due parole sulla Valpantena, la Valle che da Verona sale verso i monti Lessini: il nome in greco significa “Valle degli Dei”, ma nella tradizione veronese ha assunto il significato di “Valle di tutti i vini”, è un’area meno nota della vicina Valpolicella, ma fa’ parte dello


di sostenibilità energetica. Così nascono Ripasso, Amarone e Valpolicella, ma anche la Corvina in purezza, il Soave, il Lessini Durello. La gamma è ampia e dà voce alla tipicità ma offre anche soluzioni meno convenzionali. Il re è sicuramente l’Amarone della Valpolicella Docg, prodotto con i migliori grappoli fatti appassire per 3 o 4 mesi. Un vino morbido, vellutato, profondo. La versione Mezzo Monte è sempre un Amarone ma biologico: sempre un vino di grande spessore e persistenza, ma in versione green. • stesso comprensorio enologico. Le varietà prodotte da Antiche Terre Venete sono quelle tipiche del territorio, quali Corvina, Corvinone e Rondinella, alle quali si uniscono vitigni internazionali come il Cabernet. La Antiche Terre Venete, a (wine) postcard from Valpantena Amarone, Ripasso and Valpolicella: wines fruit of passion, of a long story and of a unique terroir both in terms of beauty and winemaking potential Antiche Terre Venete means love for the land and passion for vine growing. This winery rises in Valpantena and its corporate philosophy combines tradition and innovation, in a continuous commitment to offer the highest quality to its customers. The story of Antiche Terre Venete plunges its roots in Vittorio Sancassani’s work at the beginning of the XXI century. In time, his passion and know how have been inherited by his son Sergio and his nephew Luciano, who nowadays manages the family winery, after eclectic experiences and many business activities in China. In the last years, the combination of Riccardo Degani’s enthusiasm and Lu-

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vendemmia viene effettuata interamente a mano secondo la tradizione, per garantire il minimo stress alle piante e mantenere intatta la qualità dell’uva; le uve poi vengono messe a riposo in ambienti a temperatura

controllata. La vinificazione in cantina, fiore all’occhiello dell’Azienda, ricavata dalla ristrutturazione di edifici della seconda metà del ‘900, circondata da vigneti e dotata delle più moderne tecnologie produttive e

VINITALY: Pad. 5 | Stand C4

ciano Sancassani’s knowledge has give life to a reality where winemaking is a passion before than a business. The winery counts now 50 hectares of vineyards in Valpantena, east of Verona, a part of the Valpolicella area: 15 of them are embraced by the natural amphitheater of Sezano, where terracing give to the landscape a unique geomorphology and an ideal exposure for the grape ripening. It is worth to talk a little about Valpantena, the valley that from Verona goes up to the mounts Lessini: its Greek name means the “valley of gods” but in the tradition of Verona means “the valley

of all the wines”. It’s an area less known than Valpolicella, but it is part of the same oenological area. Antiche Terre Venete produces the typical grape varieties of this territory, such as Corvina, Corvinone and Rondinella, together with international ones like Cabernet. Harvest is rigorously manual, according to the tradition, to protect the vines from any stress and preserve the quality of the grapes. After the harvest, the grapes are let resting in thermo-controlled rooms. The wonderful cellar is a reason for pride for his winery: it’s a XXI century restored buildings surrounded by vineyards and

equipped with the utmost modern technologies according to energy sustainability principles. Ripasso, Amarone and Valpolicella, but also a Corvina in purity, Soave, Lessini Durello come to life here. The range is wide and give a voice to the typical labels of this land but it offers unconventional wines too. The buttonhole is Amarone della Valpolicella Docg, made with the best grapes that are let drying for 3-4 months, it’s a soft, velvety and profound wine. Its version Mezzo Monte is an organic Amarone: an important wine with great structure and persistence, but “green”. •

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Le Ville di Antanè, un’avventura giovane in una terra antica

Tutto nasce dall’incontro tra tre giovani e dal sogno di tornare all’essenziale. Oggi la cantina coniuga tradizione e la modernità e guarda al futuro

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e Ville di Antanè è un’avventura giovane in una terra che parla di vino da sempre, quella del veronese. I protagonisti sono tre ragazzi – Roberta, Davide e Matteo che hanno deciso di tornare al lavoro agricolo, per costruire la loro strada con passione ed entusiasmo, così nasce Le Ville di Antanè. Una realtà dallo spirito moderno e smart e con l’obiettivo di dare vita a vini d’eccellenza. In meno di cinque anni si co-

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minciano a raccogliere i primi frutti, con una produzione in continuo aumento per qualità e numero di bottiglie. Le vigne si estendono per 20 ettari nel cuore della Valpantena, sotto il comprensorio della Valpolicella. Al centro dei vigneti, nella contrada di Antanè, sorge la cantina: una struttura rurale completamente ristrutturata che ospita impianti all’avanguardia ed che è il trait d’union tra modernità e storia. Le Ville di Antanè fa dell’innovazio-

ne e della tecnologia il proprio carattere distintivo, con l’obiettivo di trovare il punto d’incontro tra la modernità e il ritorno a una dimensione concreta del lavoro, scandita dal ritmo naturale della terra, delle stagioni e dei tempi del vino.• VINITALY: PAD. 5 – STAND C4

Le Ville di Antanè, a young winery in an ancient land Everything started when three young people met sharing the dream to go back to the essential. Nowadays their winery combines tradition and modernity looking towards the future Le Ville di Antanè is a young reality that rises on a land with an ancient relationship with winemaking: the hills around Verona. The main characters of this story are three young people – Roberta, Davide and Matteo – who decided to go back to the land in order to build their life with enthusiasm and passion. Le Ville di Antanè is a winery with a modern and smart spirit and the aim of giving life to excellence wines. In less than five years, they have started to enjoy the first fruits of their hard work and the production is growing in terms of both quality and quantity. Their vineyards spread over 20 hectares in the heart of Valpantena, under the Valpolicella area. At the center of the vineyards, in a resort called Antanè, there is their cellar. It’s a restored country farm, equipped with cutting-edge machineries, that combines modernity and history. Ville di Antanè has made innovation and technology its distinguishing characteristics, in order to combine modernity with an ancient idea of work, in harmony with nature and land, and respectful for the cycle of seasons and the times of wine. •


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Buono e senza solfiti? Con Wine Was è realtà La vera innovazione nasce dal non accontentarsi

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as© è un certificato di qualità che garantisce il consumatore sull’effettiva assenza di solforosa in bottiglia. Un metodo produttivo che plasma vini senza solfiti, non solo in base alle percentuali indicate dalle normative vigenti, bensì con una quantità di solforosa talvolta così bassa da non essere rilevabile in laboratorio. Qual’è la prima caratteristica che stupisce un neofita che degusta un vino Wine Was prodotto con tale metodo? I vini senza solfiti prodotti con il metodo Was© lasciano apprezzare tutte le qualità organolettiche olfattive e gustoolfattive, senza che la solforosa alteri le caratteristche del vino stesso: oltre ad apprezzarne sapori e piaceri particolari, ne viene esaltato il terroir. Il vino è espressione del suo territorio e del suo produttore: il nostro metodo esalta questa qualità. Tutti i nostri test ‘al buio’ hanno confermato che tra due vini prodotti con e senza solforosa, nella stessa cantina e con lo stesso vitigno, sono più

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apprezzati quelli senza, con qualsiasi tipologia di vino. È naturale: la solforosa interferisce soprattutto sul palato. Cosa spinge un’azienda a intraprendere un percorso produttivo senza solfiti? Wine was non demonizza chi usa la solforosa, bensì vuole diffondere l’idea che c’è un’altro modo di apprezzare il vino. Il nostro metodo è applicabile alla vinificazione di qualsiasi vino, e le aziende che partecipano al nostro progetto puntano a differenziarsi. Il metodo Was© rappresenta una nuova possibilità, una nicchia di mercato. L’attenzione è rivolta ai consumatori sempre più attenti alla qualità e alla trasparenza della comunicazione, in particolare a coloro che hanno sensibilità allergica alla solforosa: tali consumatori potranno così degustare un grande vino senza il fastidio del classico mal di testa post bevuta. Il metodo Was© prevede certificazioni e disciplinari rigorosi. Questi possono scoraggiare le aziende che desiderano adottarlo? Abbiamo scelto la strada della certificazione del prodotto per-

chè il consumatore deve avere la certezza che il vino che sta gustando rispetta quanto prescritto dalle normative vigenti. A tale fine abbiamo inserito il controllo del lotto di produzione: un test, effettuato presso centri altamente qualificati, verifica la presenza della solforosa totale e libera. La normativa consente di non inserire in etichetta “contiene Solfiti” quando la quantità di solforosa totale è inferiore ai 10 Mg/lt. I vini Wine Was vanno oltre: il nostro Franciacorta, ad esempio, ha una solforosa totale inferiore a 6 mg/lt, la maggior parte dei nostri vini inferiore a 4 mg/lt e in alcuni casi è certificata come pari a 0 mg/lt (‘non misurabile’). Per chi volesse degustare dei vini Wine Was quali consiglierebbe? Per i Bianchi: Müller Thurgau e Pinot Grigio, due Igt prodotti in Friuli in purezza. Grande freschezza, piacevoli al gusto, particolari e persistenti. I colori e gli aromi ricordano quelli dei loro vitigni. Ancora più apprezzabili dopo l’ossige-

nazione. Per i rossi Nerospino e Bottenera, imbottigliati rispettivamente in Sicilia e in Friuli. il Nerospino è un Nero d’Avola Igt del 2012. È uno dei vini che ha dimostrato che il nostro metodo funziona come antiossidante e antibatterico naturale anche su prodotti invecchiati. Nonostante l’invecchiamento ha un colore brillante: un rosso porpora pieno, senza sfumature granate o arancio. Dopo i cinque anni denota ancora una freschezza invidiabile per vini più giovani. Il Bottenera infine, è un Refosco Igt del 2015. Un vino con sensazioni di freschezza, aromatico e fruttato, dal rosso rubino intenso, particolarmente piacevole al palato. Lascia in bocca una sensazione che invita ad assaporare ancora. (b.a) • WINEWAS S.R.L. Via Clitunno, 2 - 00198 Roma info@winewas.com - www.winewas.com

Pad. Regione Lazio | Stand 32


Good taste without sulphites? With Wine Was it’s possible The true innovation is the fruit of a continuous research Was© is a quality certification that guarantees to the consumer the effective absence of sulphur dioxide in a wine. It’s a productive method that creates wines without sulphites, not only according to the percentages provided by the law, but with such a low content that sometimes it cannot be detected by the laboratory tests too. What’s the first thing that surprises a taster for the first time when he approaches to a Wine Was wine, that is a wine produced with this method? Wine without sulphites, produced with the Was© method, preserve all the organoleptic qualities of the wine, both in term of perfumes and tastes. The terroir is exalted by this method

because no peculiarity is altered and wine is the expression of its producer and its land only. Our method exalts quality. Our “blind” tests have confirmed that two wines from the same cellar, produced with the same grape variety, are very different if produced with our method or not. Tasters appreciate the wines without sulphites best, and it’s natural, because sulphur dioxide interfere on taste. What lead a winery to start a production without sulphites? Wine Was do not blame who uses sulphites, but aims to spread the idea that there’s another way to appreciate wine. Our method is suitable to any kind of winemaking and the wineries that take part to our project wish to diversify their products / production. The Was© method represents a new possibility, a niche market. Our first care is towards the consumers, who are

more and more attentive to the quality of what they choose and to the transparence of communication, in particular those who suffer from allergies, who now can enjoy a glass of wine avoiding annoying headaches. The Was© method provides rigorous certifications and disciplinaries. Should it discourage the producers? We have chosen the way of the certification of the product to give to the consumers the guarantee that the wine they are tasting respects what is provided by the regulations. For this reason, we added the control of production batches: a test, performed by qualified centers that verify the eventual presence of sulphites. The law let to avoid to put on the label the words “it contains sulphites” when the quantity is less than 10 mg/lt. The wines Wine Was go beyond: our Franciacorta, for instance, has a total sulphur dioxide content less than 6 mg/l, and most of our wines less than 4 mg/l, in some cases it has been certificated as 0 mg/l (“not measur-

able”). Which wines Wine Was would you suggest for a taste? Among the white wines: Müller Thurgau and Pinot Grigio, two Igt made in Friuli in purity. Fresh, pleasant, peculiar and persistent. Colour and aromas recall varietal ones, and they are even more appreciable after oxygenation. Among the red wines: Nerospino and Bottenera, bottled in Sicily, the first one, and in Friuli, the second. Nerospino is a Nero d’Avola Igt 2012. It’s one of the wines that has proved that our method works as natural antioxidant and antibacterial even on aged products. In spite of its ageing, it has a bright color, a full purple red without any garnet or orange nuance. After five years, it reveals an enviable freshness. Bottenera is a Refosco Igt 2015. It’s a fresh, aromatic and fruity wine, with a ruby red color, a pleasant taste and an ending that invites to another sip. •

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Elegante collezione realizzata con tecnologie uniche e innovative. Design raffinato ad alta resa sensoriale: il vino si evolve nel calice con piacevoli profili aromatici attenuando le componenti alcoliche. SUPREMO, Ambasciatore dello Stile Italiano nel Mondo.

ACCADEMIA 38 ÂŽ Modelli Depositati

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azienda agricola

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CORNO PALLETS 40

S.r.l.


ALTO ADIGE DI ELISA BERTI

Alto Adige:

è ora di un summit!

U

n budget di 2,5 milioni di euro da investire, un ottimismo che deriva da buoni giudizi di pubblico e di critica ed il primo summit enologico da or-

ganizzare. Così il Consorzio dei Vini Alto Adige si prepara ad un 2017 ricco di eventi, tra cui spicca la prima edizione di Wine Summit, dal 22 al 23 Settembre. E lo fa con la consapevolezza di chi vede un netto miglioramento del proprio prodotto e incassando ben 173 volte il punteggio massimo nel totale delle guide più affermate, con 10 punti in più rispetto allo scorso anno e quasi il doppio rispetto al 2011. E' probabilmente il momento migliore per farsi largo nel mercato, portando il vino altoatesino al centro dell'attenzione a livello locale, nazionale ed internazionale. Durante la manifestazione saranno organizzati eventi rivolti sia ad appassionati che ad addetti ai lavori, nonchè un numero di giornalisti e partner provenienti da Italia, Germania, Stati Uniti, Svizzera, Russia, Giappone, Inghilterra,

Olanda e Lussemburgo. Il tutto arricchito dalla presentazione di alcune chicche enologiche emergenti sul mercato e da degustazioni libere nelle suggestive location dei rifugi della Val di Siusi. " La differenza con altre nostre manifestazioni è da un lato che il target non è il consumatore altoatesino, ma la manifestazione si rivolge soprattutto a giornalisti internazionali di tutto il mondo" ha spiegato Werner Waldboth, resposabile marketing del Consorzio in un'intervista al Consorzio dell'Alto Adige. Ci saranno circa 100 giornalisti provenienti dai nostri mercati più importanti che parteciperanno ai diversi eventi. Per quanto riguarda la manifestazione aperta al pubblico cerchiamo di dare un accesso un po’ diverso mettendo al centro non solo il vino e le sue caratteristiche, ma la storia del vino e della cantina. Per questo ogni cantina può presentare solo un singolo vino con il quale la cantina si identifica raccontando poi anche la storia di questo vino. Così il visitatore alla fine non conosce solo i vini, ma attraverso le differenti storie conosce anche le cantine e la zona".•

Premiati dalle guide enologiche, per i vini dell'Alto Adige si prospetta un anno ricco, in tutti i sensi L'ALTO ADIGE IN CIFRE 5414 ettari destinati al vigneto 3317 a uve bianche 2097 a uve rosse 61% dei vini prodotti sono bianchi, ma ci sono diversi parodossi: a Bolzano i rossi rappresentano il 70%, a Merano il 63% ed in Val Venosta il 51% 798 ettari di vigneto sono per la Schiava 629 ettari per il Pinot Grigio

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La linea Sanct Valentin

San Michele-Appiano compie 30 anni E si regala un nuovo vino: il Cabernet-Merlot

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Q

uando parli della Cantina San Michele Appiano parli di 110 anni di storia della produzione vitivinicola nell’oltradige alle porte di Bolzano (1907-2017). E parli anche dei 340 i viticoltori che ne fanno parte. Se chiediamo al suo kellermeister, Hans Terzer, come si arriva a tagliare un traguardo del genere la risposta è: «Senza compromessi». Il riferimento è alla qualità produttiva che porta a selezionare e selezionare di nuovo i propri frutti, una scelta fatta 40 anni fa in modo quasi anacronistico da Terzer quando assunse la guida di questa realtà vitivinicola. Quattro decenni sono un arco di tempo sufficiente per fare dei bilanci, e il 30° compleanno della linea Sanct Valentin dice che sono positivi. La linea Sanct Valentin ha visto la luce per la prima volta nel 1986 e oggi è costituita da nove vini: Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Pinot Nero, Lagrein, il passito Comtess e la nuova cuvèe Cabernet-Merlot 2013. Questo blend in stile bordolese targato Sanct Valentin nasce dall’incontro di tre vini (Cabernet Sauvignon 45%, Cabernet Franc 15%, Merlot 40%) apprezzati in tutto il mondo e provenienti dalla zona di Bordeaux, madre dei vini più costosi al mondo. Per la sua produzione sono state utilizzate uve provenienti da appezzamenti soleggiati, con

rese basse e una vinificazione individuale. Il risultato è un vino rosso d’eccellenza, complesso e dai tannini fini. Nel suo aroma si riconoscono note di cassis, menta, cuoio, cacao e mora. Al palato il risultato è vellutato, corposo, complesso. Un vino che ben rappresenta le caratteristiche della linea Sanct Valentine costruite nel tempo con duro lavoro: «Oggi dico con un certo orgoglio che la mia convinzione di allora di produrre qualità, dettata dall’esperienza e dalla conoscenza, aveva un senso» racconta Terzer. «Non è stato semplice far capire ai soci che per produrre un vino superiore bisognava abbassare le rese e aumentare la qualità. Con Sanct Valentin abbiamo dimostrato che anche una cooperativa è in grado di produrre “vini di un’altra cilindrata” capaci di competere a livello internazionale». E nella competizione San Michele-Appiano può dire la sua, visto che nel 2000 è stata premiata dal Gambero Rosso come “Miglior Cantina d’Italia”. I suoi anni 30 Sanct Valentin li racconta anche attraverso i numeri: ad oggi vengono prodotte oltre 400.000 bottiglie, per un totale di 5.500.000 in tutto il mondo dal 1986. Ma quali fattori hanno contribuito a portare alla ribalta i suoi vini? «Nei vigneti abbiamo dato importanza alla zonazione, ovvero impiantare determinati vitigni nelle zone più vocate. Un altro passo importante è stato

il cambiamento del sistema di allevamento. Non è stato facile abbandonare la tradizionale pergola e puntare al sistema di allevamento Guyot. Anche in cantina si è sperimentato e sono stati creati nuovi metodi di vinificazione: l’uso della barrique 35 anni fa in Alto Adige, per esempio era sconosciuto. In più negli ultimi anni abbiamo puntato molto alla vinificazione in botte grande». Oltre alle scelte oculate anche il cambio delle tendenze dei winelovers hanno contribuito: «Nel tempo è cambiato il modo di bere. In passato il consumatore era disposto a pagare prezzi generosi per dei rossi della Toscana e del Piemonte. Poi ha cominciato ad apprezzare anche le qualità dei nostri vini bianchi e quindi a investire nei grandi bianchi di San Michele Appiano». Per l’occasione le bottiglie della linea Sanct Valentin di quest’anno si vestono di un nuovo design e un’etichetta con timbro celebrativo che sarà possibile vedere in anteprima al Vinitaly 2017. Troverete La Cantina San MicheleAppiano presso il Padiglione 6, Stand D1. (b.a.)• SAN MICHELE APPIANO Cantina produttori San Michele Appiano Via circonvallazione, 17-19 39057 Appiano sulla Strada del Vino (BZ) Tel. 0471 664666 Fax 0471 660764 www.stmichael.it – office@stmichael.it VINITALY: Pad. 6 | Stand D1


Sanct Valentin celebrates its 30th anniversary with a new label It‘s Cabernet-Merlot. Cantina San Michele Appiano (1907-2017) means an oenological production with a 110-year story in the province of di Bolzano. And its name represent 340 winegrowers that compose it. We ask kellermeister Hans Terzer how is possible to achieve such a success and he answers: «Doing no compromises». He refers tot he quality of the production and their careful selection oft he grapes. It’s a choice Terzer made 40 years ago when he took over the leadership of this winery. After four decades, he can draw up some balances and they are all positive. Nowadays Sanct Valentin celebrates ist 30th anniversary. Created in 1986, this line

now includes nine wines: Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Pinot Nero, Lagrein, passito Comtess and the new cuvèe Cabernet-Merlot 2013. Quthis last one is a Bordeaux blend made of three wines (Cabernet Sauvignon 45%, Cabernet Franc 15%, Merlot 40%) well appreciated worldwide. To produce this wine the winery uses grapes from sunny vineyards with low yields vinified separately. The result is an excellence red wine, complex and with fine tannins. Cassis, mint, leather, cacao and blackberry aromas characterize its bouquet. Its taste is velvety, full-bodied, and complex. It’s a wine that represent very well the line Sanct Valentine: «Nawadays I can say with pride that my choice for quality, suggested by my experience and knowledge, was the right one » says Terzer. «It has been not

an easy work to explain to the partners that to make a superior wine we needed to low the yields and increase the quality. With Sanct Valentin we have demonstrated that a cooperative too con make high-quality wines, which can be competitive at an international level». And even about competitions San Michele-Appiano have something to say: in 2000 it has been awarded by Gambero Rosso as best winery in Italy (Miglior Cantina d’Italia). Sanct Valentin talks about its story through its numbers too: nowadays it produces more than 400,000 bottles - that is, 5,500,000 since 1986. What are the factors that contributes to bring the winery into the limelight? «In the vineyards we emphasized the zoning, planting peculiar grape varieties in the most suited areas. Another important step has been the training system. We

abandoned the traditional pergola and chose guyot. In the cellar too, we experimented new vinification methods: the use of barrique was unknown in Alto Adige 35 years ago. Also, in the last years, we have been betting on vinification in big barrels». The changing trend among wine lovers contributed too: «In time, the way of drinking has changed. Once, a consumer was willing to spend generously only for a great wine from Tuscany or Piedmont. Then tasters have started to appreciate our white wines too and consequently to invest on them». To celebrate this anniversary, the bottles of the line Sanct Valentin will have a new image and a special label with a celebrative mark that will be presented at Vinitaly 2017. Cantina di San Michele Appiano will be at pavilion 6, stand D1.•

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BASILICATA DI BARBARA AMOROSO

La Basilicata

promuove e comunica in modo integrato

I

l Vinitaly 2016 per la Regione Basilicata si era concluso con un bilancio di circa 3 mila presenze tra operatori, buyer e visitatori, 1.500 finger food distribuiti, 200 contatti di potenziali acquirenti, 23 espositori vitivinicoli lucani, 3 convegni, uno stand di 320 mq, 1 visita di un Vice Ministro (Andrea Olivero). E 3 mila visualizzazioni di dirette streaming sul sito basilicatainfiera.com. Un'esperienza positiva che ha spinto la regione a riproporre il medesimo format per l'edizione 2017. Quest'anno però gli espositori

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A Vinitaly 2017 con un mega stand, 28 aziende e tanta voglia di raccontarsi

sono saliti a 28, a cui si aggiungono due Consorzi (Qui Vulture e Viticoltori Associati del Vulture) e l'Enoteca Regionale Lucana. L'obbiettivo è chiaro: promuovere il Sistema Basilicata come produzione vitivinicola e prodotti tipici. Ad esempio le fragole che ben si sposano con le caratteristiche dei suoi vini e che l'Associa-

zione Regionale Cuochi Lucani proporrà tra gli abbinamenti per esaltare profumi e sapori di questa terra. Oltre allo spazio istituzionale per le degustazioni enogastronomiche, la Regione ha pensato a luoghi dedicati a seminari sulla promozione territoriale e alle presentazioni aziendali. Un lavoro integrato in termini di fiera

e comunicativi, visto il successo dello scorso anno. Infatti la collettiva regionale, Come To Basilicata, sarà presente sui Social per raccontare il Vinitaly 2017 in diretta dalla voce dei protagonisti (Facebook: Come To Basilicata; Twitter: @ComeToBas; Instagram: @ComeToBasilicata), un approccio innovativo che lo scorso anno ha dato risonanza alla piccola regione e ai suoi produttori. Questo Vinitaly sarà l'occasione per rafforzare i legami instaurati lo scorso anno, interni alla regione stessa e verso il resto del mondo del vino.•


Viticoltura sostenibile

nella terra del poeta latino Orazio

L

a sostenibilità ambientale, oggi così importante a livello globale, è un tema a cui anche il settore agricolo e vitivinicolo in particolare si dimostra molto sensibile. Negli ultimi anni sia i viticoltori sia i consumatori sono diventati consapevoli dell’impatto che la produzione enoica ha sul territorio e hanno mostrato sempre più interesse per i vini sostenibili. Modello esemplare di azienda attenta alla tematica è la Cantina di Venosa, in Lucania, che, nata nel 1957, ormai ha scelto di improntare la sua produzione a criteri di sostenibilità ambientale, in modo da produrre vini di altissima qualità e al contempo garantire alle nuove generazioni una terra ancora piena di risorse, sottratta allo sfruttamento intensivo e all’ impoverimento che ne conseguirebbe. Questo approccio è stato fortemente voluto dal presidente Francesco Perillo per valorizzare un territorio dall’antica tradizione enoica: proprio Venosa infatti diede i natali al celebre poeta latino Orazio, che fu anche un esperto di tecniche vinicole, oltre che un appassionato conoscitore di vini. Il progetto green adottato dalla Cantina di Venosa riguarda tutte le fasi produttive, dai vigneti alla cantina: fra i filari viene praticata la lotta integrata contro i parassiti, mentre nei locali dell’azienda l’impianto fotovoltaico di 200 kw

Tra le aziende più rinomate del mezzogiorno, la Cantina di Venosa ha scelto un approccio totalmente green

permette di azzerare le emissioni di anidride carbonica. Viene utilizzato vetro riciclato al 70% e, grazie a un moderno sistema di imbottigliamento, si limitano al massimo gli sprechi. L’uso di colle vegetali per il confezionamento finale chiude il percorso di salvaguardia ambientale. Vini come il Carato Venusio, Terre di Orazio – Aglianico e Terre di Orazio – Dry Muscat, apprezzatissimi dalla nascente classe di bevitori sostenibili, sono il prezioso frutto degli investimenti realizzati dall’azienda per far sì che la terra venosina, ricca di oltre 2000 anni di storia, possa essere ereditata intatta dai figli delle 500 famiglie che attualmente fanno parte della Cantina di Venosa. (m.z).•

Sustainable winemaking in the land of the Latin poet Oracio Among the most renowned of the Southren Italy, Cantina di Venosa has chosen a green approach

Environmental sustainability is a very important issue worldwide. Agriculture too has to face with it. In the last years, both winegrowers and consumers have become more and more aware of the impact on the territory of the production of wine. For this reason, interest on the sustainable productions has increased. Cantina di Venosa is a model in this field. Founded in Lucania, in 1957, it has chosen to base its production on environmental sustainability criteria, producing high quality wines and at the same time guaranteeing to the young generations a still rich land, protected from intensive agriculture and the consequent impoverishment. This approach is due to President Francesco Perillo, who aims to protect this territory and its ancient winemaking tradition: in fact, Venosa is the homeland of the famous poet Oratio, who was an expert in winemaking too and an enthusiastic connoisseur of wine. The green project of Cantina di Venosa involves the whole productive chain, from the vineyards to the cellar: that is, integrated pest management in the vineyards, a 200 kw photovoltaic system in the seat of the winery, to reduce the CO2 emissions. The winery uses 70% recycled glass and thanks to a modern bottling system, can reduce the waste to a minimum rate. Vegetal glues in the final packaging is the last step of a virtuous chain that protect the environment and guarantees quality. Carato Venusio, Terre di Orazio – Aglianico and Terre di Orazio – Dry Muscat are the well-appreciated labels of Cantina di Venosa: the precious fruits of important investments made to preserve the land of Venosa. A more than 2000-year story that Cantina di Venosa wants to preserve for the children of the 500 families that are part of its great reality. • CANTINA DI VENOSA Via Appia, 86 – 85029 Venosa Tel. +39 0972 36702 - Fax: +39 0972 35891 info@cantinadivenosa.it - www.cantinadivenosa.it Vinitaly: Pad. 8 | Stand G1

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CAMPANIA DI ENEA SILVIO TAFURO

Unione e coesione: è il Vinitaly dei produttori

campani

“Tutti insieme, forti di un'immagine coordinata, condivisa e progettata”

È

un approccio totalmente rinnovato quello con cui la Regione Campania si affaccia all'edizione n° 51 di Vinitaly. Rispetto alle precedenti edizioni, i produttori di vino campani promuoveranno e comunicheranno le loro denominazioni insieme, senza alcuna divisione, all’interno di uno stesso padiglione e con un’unica immagine scenica. Una strategia voluta fortemente dalla Regione, in accordo con Unioncamere Campania, che punta all’associare la bellezza e la storicità di

un territorio noto universalmente, alla bontà e alla genuinità dei suoi prodotti enologici. Evocare il fascino dei luoghi di provenienza, per far emergere la qualità del vino made in Campania. E’ ciò che si evince anche dalle parole del consigliere regionale Franco Alfieri. “Vinitaly vedrà la partecipazione della Regione Campania, delle aziende e dei consorzi di tutela del comparto vitivinicolo, insieme a tutto il sistema camerale all'interno dello stesso padiglione, il quale sarà caratterizzato da un allestimento unico, basato su un'immagine coordinata, condivisa e progettata, che sfrutta l'attrattività del brand Campania per poter catturare l'interesse del pubblico e degli operatori del comparto. Cuore pulsante del padiglione sarà l'area comune 'Piazza Campania', all'interno della quale si svolgeranno momenti di animazione istituzionale ed eventi tematici. La Regione Campania, tra l'altro, coordinerà tutte le attività di comunicazione interna ed esterna nonché l'elaborazione del programma degli eventi collaterali, che sarà comunque condiviso con Unioncamere Campania, ma anche con il coinvolgimento attivo dei consorzi di tutela e degli altri stakeholder privati coinvolti".•

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LIGURIA DI GIULIA MONTEMAGGI

Granaccia ligure: qualità di nicchia

dal carattere cosmopolita La storia e le peculiarità del vitigno più diffuso al mondo ma che trova in Liguria la sua massima espressione enoica

T

ra i tanti vitigni che contribuiscono a rendere l’Italia terra di eccellenze enoiche, ce n’è uno con una storia particolarmente interessante. Parliamo del Grenache, viti-

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gno originario della Spagna che, con i suoi 200 mila ettari, è il più diffuso al mondo. Oltre alla sua terra madre è, infatti, coltivato in molteplici Paesi, tra cui la Francia e la nostra penisola, dove, esteso per 7 mila e 800 ettari, è noto sotto i più disparati pseudonimi: Cannonau in Sardegna, Gamay perugino in Umbria, Tai rosso in Veneto, mentre in Liguria si presenta come Granaccia. Ed è proprio in terra ligure che questo vitigno, arrivato nella valle di Quiliano nel XVIII secolo grazie agli scambi commerciali con la Spagna, gode di una tradizione vitivinicola

volta a valorizzare al meglio le sue qualità. Lo dimostrano i recenti riconoscimenti ottenuti in occasione della quinta edizione di “Grenaches du Monde” in Sardegna, dove i comuni di Quiliano e di Ortovero hanno portato la Granaccia ligure a distinguersi tra i 213 vini in gara, a loro volta, selezionati da 684 campioni da tutto il mondo. Un successo più che meritato per un vino di grande pregio e dalla produzione limitata che, celebrato dalla rassegna “Granaccia e dintorni”, organizzata dal Comune di Quiliano, raccoglie sempre ampi consensi. Di un rosso

intenso che tende al rubino carico a seguito di 3-4 anni di invecchiamento, la Granaccia presenta una spiccata complessità aromatica, con un odore vinoso e persistente nelle fasi iniziali ed intensamente fruttato se sottoposto ad affinamento. Al palato è ruvido e asciutto da giovane, mentre si fa caldo, sapido e morbido con una maturazione ottimale. Da servire ad una temperatura di 18 gradi e in calici leggermente panciuti con stelo medio, accompagna egregiamente i piatti di carne rossa, soprattutto cacciagione, ma anche i formaggi erborinati. •


Tutto il fascino dello

SCIACCHETRÀ

A

rrivando da Monterosso, Buranco si presenta con tutto il suo semplice ma prezioso fascino: siamo nel cuore delle Cinque Terre, dichiarate patrimonio dell' Unesco, incastonate in un anfiteatro naturale che coniuga perfettamente bellezza e funzionalità. La viticoltura ligure, si sa, si gioca su terreni strappati da una parte al mare e dall’altra alla montagna e da tanta difficoltà nascono delle vere e proprie perle enologiche. Così è anche per la famiglia Grillo che qua possiede cinque ettari coltivati a varietà autoctone di viti, ulivi e piante di agrumi: e se la terra è parca, altrettanto non si può dire di sole e brezze che permettono alle uve di maturare nel migliore dei modi, sviluppando un’intensa complessità aromatica e mantenen-

do vivo il carattere sapido che ricorda la salinità delle acque del mare. Le uve di Bosco, Vermentino e Albarola compongono lo Sciacchetrà di Buranco: sono lasciate ad appassire fino a raggiungere un’intensa gradazione zuccherina e danno vita ad un vino dove dolcezza, freschezza e note minerali trovano una virtuosa armonia, fondendosi in un nettare ambrato da abbinare ai dolci della tradizione locale ma anche a formaggi di intensa struttura. L’azienda Buranco produce anche due bianchi, il Cinque Terre Doc e il Magiöa Doc Cinque Terre, ideali per piatti a base di pesce, e il rosso Buranco, dove il riverbero salino delle Cinque Terre favorisce l’incontro tra un uvaggio australiano (Sirah) e un uvaggio bordolese mediterraneo (Cabernet Sauvignon). (c.c.) •

Buranco, a Monterosso, nel cuore delle Cinque Terre, produce vini che sono figli di mare, sole, montagna e…duro lavoro

The charm of Schiacchetrà

A passito that represents a whole region where winemaking is a challenge. Here’s Azienda Buranco’s way Coming from Monterosso, Buranco appears in all its simple but precious charm: we are in the heart of Cinque Terre, UNESCO heritage site, plunged into a natural amphitheater that combines beauty and functionality. Winemaking in Liguria is a hard work: land is have been reclaimed from the sea and the mountain but produce true oenological pearls. The Grillo family owns here five hectares where they grow autochthonous grape varieties, olive trees and lemon trees. Even if land

is not generous, the sun and the sea breeze let the grapes to get an ideal ripening, developing intense and complex aromas and a savory taste that reminds the sea. Bosco, Vermentino and Albarola make the Sciacchetrà by Buranco: the grapes are let drying to gain an intense sugar content and give life to a sweet, fresh amber-color wine with mineral inklings and a harmonious taste ideal with the traditional desserts but also with structured cheeses. Buranco produces also two white wines, Cinque Terre

Doc and Mogiöia Doc Cinque Terre, ideal with dishes based on fish, and a red wine, o Buranco, a blend of an Australian grape variety (Sirah) and a Bordeaux Mediterranean one, with the savory inklings of Cinque Terre. SOCIETÀ AGRARIA BURANCO Via Buranco, 72 19016 Monterosso al Mare (Sp) Tel. +39 0187 817677 Fax +39 0187 802084 Cell. +39 349 4348046 info@buranco.it - www.buranco.it

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LOMBARDIA DI GIULIA MONTEMAGGI

Un’indagine della Coldiretti regionale rivela l’incredibile aumento di enoteche in Lombardia negli ultimi sette anni

S

embra proprio che in Lombardia la realtà commerciale delle enoteche non conosca crisi. Le “oasi del buon bere” rappresentano, sempre più, una tappa obbligata per chi preferisce farsi guidare nella ricerca della qualità. Si può parlare di un vero e proprio status symbol che, negli ultimi tempi, ha conosciuto una crescita considerevole in termini numerici. Stando, infatti, ad un’analisi condotta dalla Coldiretti regionale sui dati della Camera di Commercio di Milano, il numero di enoteche è passato da 757 a poco meno di mille dal 2009 al 2016, con un aumento del 30%. Nello specifico, a livello provinciale, l’area con una maggiore concentrazione è quella milanese, a quota 261. Seguono a ruota le provincie di Brescia (175), Bergamo (109), Varese (99), Monza e Brianza (82), Como (63), Pavia (59), Mantova (47), Cremona (34), Lecco (31), Sondrio (25), e Lodi (9). Circoscrivendo poi il campo ai contesti cittadini, proprio nel capoluogo lombardo si registra la presenza di ben 133 locali, con un aumen-

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La carica

enoteche lombarde

delle

to del 59% nel giro di sette anni. Ai grandi numeri di Milano fanno da contraltare quelli più modesti di Bergamo (20), Brescia (18), Monza (13), Pavia (11), Cremona e Lecco (10), Mantova e Como (7), Varese (6) e Sondrio (4). Una rete capillare e solida, chiaro manifesto dello stato

di salute dell’intera filiera enologica lombarda. Merito, senza dubbio, dell’intuizione di aziende ed enoteche che hanno realmente compreso il valore di operare congiuntamente per creare brand internazionalmente riconosciuti e, ovviamente, opportunità lavorative. Ad

arricchire il quadro subentrano, infatti, le stime relative ai posti di lavoro: solo in Lombardia la filiera conta 30 mila addetti e 3 mila imprese vitivinicole, per un totale di oltre 20mila ettari a vigneto di cui 17mila e 500 destinati alle produzioni di qualità Doc, Docg e Igt. •


Castello di Luzzano

I

l Castello di Luzzano è una delle prime alture che dalla valle Padana si innalzano verso la Valtidone; si staglia nell’Oltrepo’ Pavese, culla di elezione per un gioiello come il Pinot Nero. Qui il terreno è una marna calcarea ricca di sali, e mostra ancora piccoli gusci di conchiglie miste a sabbie, traccia tangibile di un mare oggi scomparso. L’azienda, guidata con estro, personalità e inconfondibile tocco artistico da Giovannella Fugazza, si sviluppa su oltre 70 ettari di vigneti; di questi, 6,5 sono dedicati interamente al Pinot Nero. “Un vitigno difficile da coltivare”, racconta Giovannella: mostra i piccoli grappoli chiusi a pugno, come a dirti «Combattiamo questa guerra sul campo, vediamo chi vince». La sfida, a Luzzano l’hanno accettata con passione

dall’inizio degli anni ‘80. L’Umore Nero è il Pinot – vinificato in rosso - che l’azienda produce da oltre trent’anni e al quale, dal 2005, si è aggiunta una novità assoluta: da nuovi cloni e con una particolare vinificazione in bianco, il MAGOT è uno spumante metodo Charmat (tipo di spumantizazione scelto appositamente per fare in modo che l’uva concluda il suo ciclo di maturazione in pianta, senza temere cadute di acidità). Originale fin dal nome, una suggestiva fusione di “magia” e Pinot”. I profumi sono intensi dentro un corpo muscoloso ed elegante. Magot è per Giovannella il simbolo di una lotta – quella tra il vino e l’uomo citando Baudelaire – che è stata vinta, non senza un pizzico di magia. E con il vinto che abbraccia sempre il vincitore. •

CASTELLO DI LUZZANO Loc. Luzzano, 5 - 27040 Rovescala (Pv) Tel. 0523 863277 - Fax 0523 865909 info@castelloluzzano.it - www.castelloluzzano.it

guerra e pace nei vigneti di Pinot Nero

Vince chi usa anche un po’ di magia

Castello di Luzzano: war and peace in the vineyards of Pinot Nero Those who use a bit of magic win Castello di Luzzano is one of the first hills that one can see coming from the Po valley and moving towards Valtidone; it rises in the Oltrepo’ Pavese, the elective cradle of a jewel like Pinot Nero. Here the soil is calcareous and rich of minerals, and it shows some fossils mixed with sand, a visible trace of the sea, now disappeared. Giovannella Fugazza manages the winery with fantasy, character and an unmistakable personal touch. Vineyards spreads over more than 70 hectares and in 6.5 hectares grow Pinot Nero. “It’s a difficult grape variety to grow”, says Giovannella, showing the little grapes, closed as a fist. It’s a hard challenge but good things come to those who wait. Luzzano started its adventure in

the 80s. Umore Nero is its Pinot vinified as a red wine, a label the winery has been profucing for more than 30 years. Since 2005, beside this label, the winery proposes a new wine with new clones and a peculiar vinification as a white wine. MAGOT is a Charmat method sparkling wine (this method has been chosen in order to let the grape to end its ripening cycle in the vine, avoiding a fall of the acid content). It’s an original label, whose name suggest a combination of magic and Pinot. Perfumes are intense, in a body structured and elegant. Magot is for Giovannella the symbol of a war – the war of man against wine, says Baudelaire – she won with a little bit of magic.•

VINITALY: PALAEXPO LOMBARDIA, Zona OLTREPO PAVESE Stand B4

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Montagna di sale - Mimmo Paladino - Fondazione Orestiadi

Un progetto che avvicina l’arte alla cantina valorizzandone storia e valori

Destinazione Gibellina:

quando il vino narra una terra

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uando si parla dei vini di Tenute Orestiadi, si parla di venti caldi di Scirocco, di vitigni monovarietali autoctoni (Grillo, Catarratto, Zibibbo, Nero d’Avola, Frappato e Perricone e Pacènzia), di Ludovico, vino rosso (90% Nero d’Avola e 10% Cabernet Sauvignon) dedicato a Ludovico Corrao, storico sindaco di Gibellina. Si parla del filo che unisce gli abitanti di una stessa terra. Tenute Orestiadi è infatti tra i promotori di Destinazione Gibellina, un progetto nato per potenziare le sinergie del luogo attraverso collaborazioni artistiche (come quella con l’Accademia di Brera per il recupero di alcune opere d’arte contemporanee del museo en plein air, che la città rappresenta), e con le attività della sua valle (per guidare l’adozione di politiche green). Tra le iniziative di Destinazione Gibellina c’è

Scirocco Wine Fest, un forum tra i protagonisti del Mediterraneo la cui cultura è influenzata da questo vento caldo - si terrà tra fine luglio e agosto - e Barriques Museum, una mostra permanente ad opera dell’Accademia di Brera, allestita nella barricaia di Tenute Orestiadi, dove il vino potrà amplificare la grammatica dell’arte. I suoi vini avranno molto da raccontare nel 2017 e l’azienda siciliana presenterà l’intero progetto al Vinitaly 2017 (Padiglione 2, Stand G121) con l’obiettivo di far sbocciare il potenziale della sua amata Valle del Bèlice. (b.a.)• VINITALY: Pad. 2 | Stand G121 TENUTE ORESTIADI Viale Santa Ninfa 91024 Gibellina (TP) Tel. +39 0924 69124 Fax + 39 0924 69765 info@orestiadivini.it www.tenuteorestiadi.it

Destinazione Gibellina: when wines describes a territory

A project that combines art and wine, promoting ist history and values When we talk about the wines produced by Tenute Orestiadi, we cannot but think about the war wind Scirocco, autochthonous grape varieties (Grillo, Catarratto, Zibibbo, Nero d’Avola, Frappato, Perricone and Pacènzia), and Ludovico, a red wine (90% Nero d’Avola, 10% Cabernet Sauvignon) that takes ist name from Ludovico Corrao, the famous major of Gibellina. A red

lace joins the inhabitants of a land. Tenute Orestiadi is one of the promoters of Destinazione Gibellina, a project that aims to enhance the local synergies through art. In fact, it cooperates with the Academy of Brera to recover some contemporary works of art in the museum en plein air that the city of Gibellina has become. Also, it aims to drive the activities of the valley to a more green management of the land. Among the initiatives of Destinazione Gibellina there is Scirocco Wine Fest (in July and August), a forum between the protagonists of the Mediterranean Sea, whose culture have always been influenced by this warm wind, and Barriques Museum, a permanent exposition organized by the Academy of Brera, in the barrique room of Tenute Orestiadi. The wines of Tenute Orestiadi and all these projects will be at Vinitaly 2017 (pavilion 2, stand G121) to promote the potential of its beloved Valley of Bèlice.•

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Cantina Diomede: quando il vino è vita L’azienda delle famiglie Lenoci e Masciulli intona con i suoi vini un perpetuo inno d’amore alla terra

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ra le tante realtà che contribuiscono ad impreziosire ulteriormente il già incantevole territorio di Canosa di Puglia troviamo un’azienda dove i valori di un tempo e la sacralità del vino la fanno da padrone: Cantina Diomede. Fondata nel 1903 e rilevata nel 2000 dalle famiglie Lenoci e Masciulli, ancora oggi ai suoi vertici, la Cantina

produce vini di indiscussa rappresentatività pugliese. Prodotti di grande personalità che, esibendo una profonda devozione verso la terra che li ha generati, raccontano storie di lavoro, fatica ed immensa soddisfazione. Dispiegati intorno a Castel del Monte, nell’Alta Murgia, i vigneti dell’azienda trovano, infatti, la loro massima espressione grazie alla meticolosità e alla dedizione con cui vengono lavorati. Dalla raccolta in vigna fino alla vinificazione in cantina, ogni passaggio è controllato nel dettaglio ed eseguito al meglio con l’ausilio delle tecniche più all’avanguardia. Un lavoro decisivo e puntuale, permeato dall’imprescindibile intento di preservare ed omaggiare l’autenticità della tradizione enologica

Cantina Diomede: when wine is life

The Lenoci and Masciulli’s family winery is a perpetual hymn of love for land Among the many realities that contribute to enrich the enchanting territory of Canosa di Puglia there’s a winery where ancient values and the sacredness of winemaking are still alive. It’s Cantina Diomede. Founded in 1903 and bought in 2000 by the Lenoci and Masciulli families, who still manage it, the winery produces the typical Apulian wines, products with

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a strong character that reveal a profound love for the land, a hard work at their back, and the great satisfaction of their producers. The vineyards of Cantina Diomede grow surrounding Castel del Monte, in Alta Murgia. Here they find their highest expression thanks to the meticulous work and care of the vinegrowers. From the harvest to the processing in the cel-

locale. Questo obiettivo è pienamente realizzato con l’affinamento dei vini all’interno di una grotta in tufo risalente alla metà dell’800 e ad una temperatura costante di 12 gradi. Ed è qui che raggiunge il suo compimento l’intero processo di creazione dei pregiati nettari firmati Cantina Diomede: Canace, Toppicello, Lama di Pietra, nelle sue varianti rossa e bianca, ed History. •

CANTINA DIOMEDE Corso Garibaldi 254 76012 Canosa di Puglia (Ba) Tel. +39 0883 664871 Fax. +39 0883 664805 info@cantinadiomede.it www.cantinadiomede.it VINITALY: Pad. 11 | Stand B6-54

lar, every phase is followed with the utmost care, thanks to cutting-edge technologies too. This attentive work is the key to preserve the quality of the grapes and pay homage to the authentic local oenological tradition. This aim is achieved through the wine ageing in a XIX century tuff cave at a constant temperature of 12°C. Here the whole productive process reach its fulfillment, creating precious wines such as Canace, Toppicello, Lama di Pietra, red and white, and History.•


Anticaia,

Anticaia, synonym of quality The buttonhole line of Cantina San Donaci goes back to Vinitaly after a beautiful victory

sinonimo di qualità La linea di punta di Cantina San Donaci torna a Vinitaly fresca di podio

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al 1933 ad oggi, la storia di Cantina San Donaci è un filo ininterrotto che attraversa il Salento. Un progetto di partenza che nasceva da 12 agricoltori e oggi tocca i 300 soci. La cooperativa continua a dare un contributo fondamentale alla storia del Salice Salentino, tenendo alto il nome di questa Doc e del tacco d’Italia. Cantina San Donaci gestisce quantità importanti coniugando alta qualità e un prezzo competitivo. Uno dei motti: “Solo uva sana e di pregio può dare un vino di qualità”. I vigneti, coltivati in modo scrupoloso, si trovano tutti nella zona storica del Salice; oggi totalizzano circa 500 ettari, caratterizzati da notevole varietà di terreni e microclima. Un plauso particolare va al grande impegno che la Cantina mette nella salvaguardia dell’Alberello pugliese, vero e proprio simbolo di qualità autoctona e insieme di assoluta dedizione in vigna. Il palmares è sempre molto ricco, e il 2017 è stato appena inaugurato con un invidiabile “tris”. È dello scorso febbraio, infatti, l’ottimo piazzamento al “Berliner Weine Trophy”, con due medaglie d’oro (all’Anticaia Negroamaro 2015 e all’Anticaia Salice Salentino 2014) e una d’argento (all’Anticaia Riserva 2013). Le tre etichette fresche di podio saranno in assaggio a Dusseldorf e a Verona, durante le prossime edizioni del ProWein e del Vinitaly.•

CANTINA SAN DONACI Via Mesagne, 62 - 72025 San Donaci (BR) Tel. +39 0831 681085 - Fax +39 0831 681839 info@cantinasandonaci.eu www.cantinasandonaci.eu

Since 1933 until today, the story of Cantina San Donaci is an unbroken yarn that crosses Salento. The starting project involved 12 winegrowers and nowadays it counts 300 partners. The cooperative is still giving a fundamental contribute to the history of Salice Salentino, keeping high the name of this Doc and of the whole region. Cantina San Donaci manages important quantities, combining high quality and a competitive price. One of its motto: “Only healthy and precious grapes can give quality wines”. The vineyards are managed with great care and grow in the historical area of Salice. Nowadays they are about 500 hectares and are characterized by a great variety of microclimates and soils. It is worth to mention the great care of this cooperative in the protection of the typical Apulian small tree, a symbol of commitment and autochthonous quality. Among the many acknowledgments and prizes received, the cooperative can boast an enviable “trio” that has inaugurated its 2017. Last February it has won two gold medals (Anticaia Negroamaro 2015 and Anticaia Salice Salentino 2014) and a silver medal (Anticaia Riserva 2013) at “Berliner Weine Trophy”. These three labels will be available for a taste in Dusseldorf and Verona, at ProWein and Vinitaly. •

VINITALY: Pad. 11 | Stand C3/C4

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MODULAR WINE DESIGN

56 ModusFacit by Jolly design via A. Canova,9 2013 Gallarate (Va) - tel +39 0331781570 fax 0331 77 26 55 - info@modusfacit.com - www.modusfacit.com


MOLISE DI CHIARA MARTINELLI

Molise, the sound of wine Un viaggio alla scoperta della terra del Tintilia

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a regione Molise rinnova la sua partecipazione a Vinitaly 2107. Novità, progetti e sviluppo economico: ne abbiamo parlato con l’Assessore alle Politiche Agricole Vittorino Facciolla. Come si presenta il Molise all’edizione 2017 e quali le novità rispetto al passato? “Il Vinitaly di Verona è un evento dal forte impatto in termini di visibilità, una vetrina d’eccezione per i produttori vitivinicoli del Molise. Sono ben 22 le aziende molisane che quest’anno hanno preso parte all’evento nazionale dedicato al mondo del vino e dei distillati. In termini di immagine, il Molise si presenta con un look completamente rinnovato, fresco e moderno, come lo slogan che abbiamo scelto: Molise, the sound of wine, alludendo al suono del vino, della convivialità, del processo di produzione”. Il Molise guarda oltre i confini nazionali. Che ruolo ha l’export nell’economia del settore vitivinicolo della vostra regione? “Anche sull’export dei vini, il Molise continua la sua crescita dando prova di coraggio e determinazione. Uno sviluppo certificato dal rapporto ISMEA - SVIMEZ, presentato a febbraio 2017, che ha registrato un aumento del fatturato relativo all’export dei prodotti DOP pari al 18,8% e del 31% per i vini IGT dal 2013 al 2015”.

La Tintilia, vitigno autoctono antico, sta riscuotendo un rinato interesse nella sua produzione? “Il Molise ha quattro DOC (Tintilia del Molise DOC e Molise o del Molise DOC, Biferno e Pentro d’Isernia) e due IGT (la Osco o Terra degli Osci e la Rotae IGT), ma è proprio la Tintilia DOC a suscitare maggiore curiosità tra gli operatori del settore. Si tratta di un antico vitigno a bacca nera, autoctono, simbolo del nostro territorio, oggi in costante crescita. Investire su questo vitigno significa salvaguardare un prezioso patrimonio dell’enologia molisana”. Quali sono le azioni che la Regione Molise svolge per incrementare lo sviluppo del settore vitivinicolo? “Quest’anno le cantine vitivinicole hanno potuto contare per la prima volta su un importante aiuto economico, derivante dal Programma di Sviluppo Rurale 20142020, in particolare dalla sottomisura 3.2 “Sostegno per le attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno”. Abbiamo dato ai produttori vitivinicoli la possibilità di fare richiesta di autorizzazione per la creazione di nuovi impianti e il sostegno per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti. Un impegno continuo, quello della Regione Molise e dell’Assessorato che rappresento, in costante dialogo con i produttori vitivinicoli”.•

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Reguta,

non solo Prosecco

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rigine veronese ed adozione friulana, un’attività iniziata nel 1928 che nel corso degli anni si perfeziona con l’imbottigliamento e che oggi copre 250 ettari di vigneto, ventilati dalle brezze marine: è questa per sommi capi il profilo dell’azienda Reguta di Anselmi Giuseppe e Luigi. Un secolo di storia alle spalle, molta esperienza, grandi tradizioni ma anche lo sguardo rivolto sempre al futuro: la cantina prosegue con orgoglio il suo cammino, incentrato prima di tutto sul Prosecco ma anche sui monovarietali – da uve autoctone o internazionali – come il Pinot Grigio, il Sauvignon, lo Chardonnay, il Verduzzo Friulano, ma anche il Tazzelenghe, il Refosco dal Peduncolo Rosso ed il Pignolo. Insomma se il Prosecco è una passione – vista anche la vicinanza al paese di Prosecco – non è da meno l’impegno profuso per gli altri vini della famiglia. Come nel caso del Pinot Grigio: un vino che si caratterizza per un bel colore paglierino con riflessi verdognoli, un naso fruttato ed intenso con piacevolissime note floreali, e un sorso vellutato e armonico, perfetto come aperitivo o per accompagnare piatti a base di pesce e crostacei, nella primavera ormai alle porte. (c.c.)•

Reguta, not only Prosecco

The winery is a testimonial of the excellence of Friuli: Prosecco but also the grape varieties that represents this territory and its many faces, such as Pinot Grigio From Verona but living in Friuli, its adventure started in 1928 and in time, the winery has grown, perfecting its production with a bottling system. Nowadays it is made of 250 hectares of vineyards that grow caressed by the sea breeze. Reguta di Anselmi Giuseppe e Luigi: a century old story at its back, experience, tradition, but a foresighted look. The winery continues proudly on its path, producing Prosecco and monovarietal labels – made of autochthonous and international grape varieties such as Pinot Grigio, Sauvignon, Chardonnay, Verduzzo Friulano, but also Tazzelenghe, Refosco dal Peduncolo Rosso and Pignolo. If Prosecco is passion – due to the closeness to the village of Prosecco – the family put as much commitment in the production of the other labels. Pinot Grigio is a proof of this: a straw yellow color with greenish reflexes, intense fruity and flowery perfumes, and a harmonious, velvety taste; it’s ideal as aperitif or with dishes based on fish and shellfish.

La cantina si fa portavoce delle eccellenze friulane. Prosecco ma anche monovarietali che raccontano il territorio e le sue sfaccettature, come il Pinot Grigio REGUTA di Anselmi Giuseppe e Luigi Soc.Agr.s.s. Via Bassi 16 33050 Pocenia (UD) Tel. 0039 0432 779157 Fax 0039 0432 779157 info@reguta.it - www.reguta.it Vinitaly: Pad. 6 | Stand B5

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PIEMONTE DI ENEA SILVIO TAFURO

E' arrivato il sì

del Comitato

Nazionale Vini: via libera all’Asti Secco

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hi tace acconsente: è il concetto previsto dall’ultima fase dell’iter di modifica del disciplinare di produzione della nuova tipologia di vino spumante Asti Docg. Nelle scorse settimane, infatti, il Comitato Nazionale Vini ha espresso parere favorevole alla richiesta presentata dal Consorzio astigiano. Ora, come da regolamento, tocca attendere sessanta giorni, superati i quali, se non verrà fatta alcuna opposizione, prenderà via definitivamente quella che risulta essere la principale strategia pensata dall’organizzazione di produttori di Asti per arginare la profonda crisi commerciale che, negli ultimi anni, ha colpito le storiche bollicine legate ai momenti di festa degli italiani. Dunque, una nuova tipologia di vino spumante, l’Asti Secco, che dovrà essere dichiarata in etichetta con modi e regole ben precise; e proprio su questo aspetto sono sorte le prime polemiche. Il nome, o meglio, il modo in cui verrà scritto in etichetta, per i produttori veneti del-

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Senza opposizioni, la nuova tipologia di vino spumante potrebbe essere offerta già dalla prossima estate la denominazione Prosecco è determinante. L’assonanza tra le parole Prosecco e Asti Secco, secondo gli addetti ai lavori del Nord-Est, potrebbe causare un problema in ottica commerciale, andando a generare confusione nella scelta d’acquisto dei consumatori. Dal Consorzio piemontese, intanto, sono arrivate dichiarazioni concilianti espresse dal direttore Giorgio Bosticco: “Per evitare problemi di associazione di prodotto, abbiamo deciso che i termini consentiti per la nuova tipologia, saranno anche Dry, Demi-sec, Extra Dry e, quindi, non solo Secco. In più, non potranno essere scritti in etichetta attaccati ad Asti, ne sulla stessa riga, e comunque in una dimensione minima di tre millimetri di altezza, fino al massimo della dicitura Asti. A ogni modo, l’Asti e il Moscato d’Asti, che sono dolci, continueranno a essere

la nostra priorità in termini di strategie, investimenti e promozione. Questa nuova tipologia vuole essere una integrazione, una opportunità in più per i produttori. Magari diventerà importante anche nei numeri, ma le quantità oggi non sono sicuramente

una priorità”. La medesima situazione si osserva in casa Brachetto d’Asti, dove il Consorzio di Tutela, guidato dal presidente Paolo Ricagno, ha ottenuto l’approvazione alla modifica del disciplinare di produzione del Brachetto d’Acqui Docg, un passo che consentirà la nascita di una versione non dolce del vino e dello spumante, in arrivo probabilmente sul mercato dalla prossima vendemmia con il nome Acqui Dry. •


Meramentae, il metodo classico di moscato che non ti aspetti è brut nature! Una produzione limitata sottolinea il pregio di questo vino

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bbiamo sperimentato e sperimentato ancora per dieci anni. La prima annata sul mercato è stata il 2011, alla quale ne sono susseguite altre tre prima di arrivare al nostro nuovo Metodo Classico Brut Nature Millesimato, un vero brut nature: zero zuccheri aggiunti per la seconda fermentazione che avviene in bottiglia con lieviti indigeni». A parlare è Riccardo Bianco, titolare di Mongioia. «Approfondiremo al Vinitaly, ma le prime 999 bottiglie del Meramentae 2015 intitolate Primo Tempo, saranno sul mercato all'inizio di maggio. Andremo in scena con il primo moscato secco ottenuto con metodo classico». La creatività enologica unita alla perseveranza è un tratto distintivo per Mongioia: «L'obiettivo era creare una bollicina accattivante. Il nome nasce da “mer”, un termine piemontese che vuol dire amaro, e “menta” per i suoi sentori freschi che ricordano la menta e la salvia. Nell'evoluzione produttiva l’amarezza è scomparsa del tutto. Adottare un nuovo metodo è stato un rischio, come tutte le volte in cui si batte una strada per la prima volta, ma questo è ciò che ci caratterizza: fino a qualche anno fa perfino un moscato invecchiato sembrava qualcosa di impossibile, eppure lo abbiamo fatto». Chi sono i winelover ideali di un vino così ricercato? «I nostri vini sono apprezzati soprattutto da intenditori, stellati, alta ristorazione ed enoteche, anche per l'esiguo numero di bottiglie prodotte. E se azzardassimo un abbinamento culinario che sublimi questo metodo classico moscato brut nature? «Ostriche». Un matrimonio eloquente per il nuovo vino di lusso Mongioia. (b.a.) •

Meramentae, the unexpected moscato brut classic method A limited production for a precious wine «We have been experimenting for ten years. The first year on the market has been 2011, and other three years have passed before we could present our new Metodo Classico Brut Nature Millesimato. It’s a pure brut: no added sugar in the second fermentation in bottle with autochthonous yearns ». It is Riccardo Bianco, the owner of Mongioia, talking. «We will reveal more at Vinitaly, but the first 999 bottles of Meramentae 2015 called Primo Tempo, will be on the market at the beginning of May. We will propose the first dry moscato produced with the classic method». Oenological creativity combined with stubbornness is the distinguishing mark of Mongioia: «Our aim was to create an intriguing

sparkling wine. The name comes from “mer”, a Piedmontese word to say bitter, and “menta” (mint), for its fresh inklings that recalls mint and sage. In the development of the production, the bitterish inklings disappear. Experimenting a new method represent a great challenge, as well as every new project, but this is our distinguishing mark: few years ago, an aged moscato seemed impossible too but we made it». Who are the ideal wine lovers of such a wine? «Our wine are appreciated by connoisseurs, starred restaurants and wine bars, due to the limited production». The ideal matching for this natural brut? «Oysters». An eloquent marriage for the new luxury wine by Mongioia.•

Fraz. Valdivilla, 40 - Santo Stefano Belbo - 12058 CN - Tel. 0141 847301 - Fax 0141 847909 info@mongioia.com-www.mongioia.com

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uando un vino come il Gavi Docg ha successo in patria e all’estero, e fonda le sue radici in una filiera sana e forte, può permettersi di diventare capofila e invitare alla moltiplicazione di ‘buone pratiche’ per valorizzare la bellezza e la bontà dell’Italia. Così sta facendo il Consorzio Tutela del Gavi: forte dei trend positivi che riguardano la denominazione, si fa promotore di uno sviluppo per le filiere dell’agroalimentare che si basa sulle tipicità territoriali e si integra con il turismo. “L’esperienza vissuta direttamente sulle nostre colline trasforma il turista in ambasciatore di un territorio dove si è trovato bene, dove ha assaggiato un vino che gli è piaciuto e ha incontrato gente

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Gavi Docg: un’equazione per l’eccellenza italiana accogliente – dice Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio Tutela del Gavi - in particolare, nel 2017 la denominazione del Gavi si candida a diventare un vera meta prediletta dai food & wine lo-

vers, a promuovere il proprio paesaggio agrario e - grazie al nuovo rapporto nazionale redatto con l’Università dell’Insubria - a mappare le realtà italiane dove vino e arte convergono in turismo”.

Continua Montobbio: “Abbiamo in effetti preceduto quanto indicato nelle linee guida del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che parlano di enogastronomia come veicolo di cono-


Il Consorzio del grande bianco piemontese somma vino e arte, moltiplica per turismo e indica la formula della Buona Italia scenza. Vogliamo esplorare i vari modi in cui la volontà dei viaggiatori di ‘assaporare’ la nostra terra diventa opportunità di crescita per tutta la denominazione: comuni, enti, produttori, operatori e quindi tutta la popolazione in modo da diventare destinazione turistica per visitatori vicini e internazionali”. Ecco il motivo per cui quest’anno il Premio Gavi a maggio - dal 19 al 21 – approfondisce questo

argomento, affermando il proprio ruolo di laboratorio, che studia le realtà nazionali che si sono distinte per la loro capacità di integrare produzione agroalimentare, arte e cultura, turismo. Le esperienze wine & food, infatti, diventano punti di incontro tra l’autenticità di un territorio motivato a farsi conoscere e a valorizzare le proprie peculiarità, anche produttive, e il turista desideroso di proposte genuine, partecipative e strettamente collegate alle specificità del luogo che visita. Il vino come prodotto di eccellenza e il territorio come destinazione saranno i due asset su cui si concentrerà l’attività di comunicazione e promozione del Consorzio Tutela del Gavi: dall’evento di Vinitaly - dove in collaborazione con Verona Fiere si propongono le anticipazioni del Rapporto (Wine + Arts) x Tourism = La Buona Italia e si indicano le aziende in short list per il Premio Gavi la Buona Italia - a Di Gavi in Gavi l’ultima dome-

nica di agosto. Questo evento è il tradizionale appuntamento del Consorzio che apre le corti del borgo medioevale per accogliere le migliaia di persone che vengono ad assaggiare il Gavi Docg in abbinamento ai prodotti tipici del territorio, durante una giornata in cui tutto il borgo è coinvolto nell’accoglienza dei visitatori. Vanno in questo senso anche il sito internet del Consorzio Tutela del Gavi, online completamente rinnovato da questa edizione del Vinitaly, e la collaborazione con Musement: il portale di esperienze turistiche culturali costruite

intorno alle esigenze del viaggiatore, prenotabili da qualsiasi device in diretta, in cui il Gavi è presente come destinazione turistica complessiva all’interno del quale sperimentare più occasione e temi di viaggio. Intanto a Vinitaly si assaggia la nuova vendemmia 2016 presentata dalle aziende associate: nel calice si ritrova un’ottima annata per il grande bianco piemontese. Al naso profumi sono intensi e eleganti, in bocca c’è un grande equilibrio tra acidità e mineralità e la tempra di una struttura ben sostenuta dall’alcol. •

Il Consorzio Tutela del Gavi a Vinitaly: Padiglione 10 | Stand G 3-2 Per maggiori informazioni: www.consorziogavi.com

DATI DELLA DENOMINAZIONE ULTIMI 10 ANNI + 37% di superficie vitata - da 1076 ettari a 1517 + 47% di bottiglie prodotte – da 8 a 13.000.000 + del 85% della produzione destinato all’export

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SARDEGNA DI CLAUDIA CATALDO

La Grenache in Sardegna si chiama

Cannonau Si è tenuto lo scorso febbraio il concorso Grenache du Monde. Tante le cantine sarde salite sul podio, con le loro medaglie oro, argento o bronzo

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annonau. Ma anche Tai Rosso, se ci troviamo in Veneto. O Gamay Trasimeno, in Umbria. Sono i diversi nomi del vitigno Grenache (rosso, bianco o rosato), che oggi con una superfice vitata di 200.000 ettari è il vitigno più diffuso al mondo. Si trova in Spagna con il nome di Garnacha, sua terra d'origine, nel nord del paese, in Aragona, in Castiglia, nel paese basco ed in Catalogna. È anche

fortemente impiantato in Francia (Roussillon, Languedoc, valle del Rodano, Provenza), in Portogallo, in Italia (specialmente in Sardegna), in Grecia, in Messico, in Sudafrica, in California (regione di Chaparral), in Cile (a sud di Santiago), in Australia (zona di Perth) e in molte altre aree del globo. Proprio per valorizzare, confrontare e premiare quest’uva si è tenuto anche quest’anno il concorso Grenaches du Monde, che in questa edizione ha scelto come sua sede la Sardegna, patria del Cannonau. Un concorso non-solo-concorso che non vuole esaurirsi con un medagliere di ori e argenti ma ha come scopo quello di proseguire nella promozione di questi vini con degustazioni e appuntamenti in occasione delle principali manifestazioni internazionali, come Vinitaly e Vinexpo. Quello che è interessante di questo vitigno è la sua versatilità, le diverse personalità che il vino assume in base ai

territori e alle lavorazioni. In particolare il grenache noir dà vini ricchi in alcool, con una scarsa acidità e una piacevole rotondità, una bella intensità aromatica ma soprattutto una bella struttura. Si pensi ai Cannonau: profumati di fragole, prugne secche e liquirizia, un sorso goloso e fruttato, di medio corpo, una bella longevità. I risultati dell’edizione 2017 vedono l’Italia premiata con ben 21 medaglie d’oro, 24 medaglie d’argento e 6 medagli di bronzo. Al primo gradino del podio troviamo ad esempio i Cannonau di Tenute Sella&Mosca, Argei Le Fattorie Renolia, Vitivinicola Antichi Poderi Jerzu, Argiolas, Cantina Lilliu, Cantina Sociale Di Dolianova, Società Agricola Pranu Tuvara, Cantina Sociale Oliena, Meloni Vini, Cantine Di Orgosolo, Cantina Di Monserrato, Tenute Delogu Agricola, Cantina Sociale Il Nuraghe, Vigne Rada Alghero Di Cardin Nadia e Cantine di Dorgali.•


Agripunica: international prestige, Italian quality An important presence in the international wine world, the Tuscan-Sardinian winery produces wines with an undisputed value

Agripunica

prestigio internazionale,

qualità italiana

Realtà di spicco del panorama enologico mondiale, l’azienda tosco-sarda produce vini di indiscusso valore

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orreva l’anno 2002 quando, da una geniale intuizione dei vertici della Tenuta di San Guido e di quelli della Cantina Santadi, Toscana e Sardegna decisero di convogliare le proprie risorse in un progetto che avrebbe dato ulteriore lustro alla produzione vinicola italiana: Agripunica. Situata a Santadi, nel centro del Basso Sulcis, Agripunica si pone come tangibile rappresentazione dell’obiettivo di produrre vini di indubbio pregio da uve di Carignano. Un intento perseguito grazie all’inestimabile contributo di Giacomo Tachis, enologo della Cantina Santadi e principale fautore del rilancio del vino italiano nel mondo, che ha condotto alla creazione dei due gioielli scarlatti di Agripunica: Barrua e Montessu. Vino di punta dell’azienda, il pluripremiato Barrua è un blend a base di Carignano con aggiunta di Cabernet Sauvignon e Merlot. Rosso rubino intenso, presenta una spiccata complessità olfattiva, elegantemente connotata da note di spezie, frutti rossi maturi ed erbe aromati-

che. Con una produzione di 120 mila bottiglie l’anno, questo vino accompagna egregiamente carni rosse e formaggi stagionati. La qualità di Agripunica si ritrova nel Montessu, annoverato da Wine Spectator tra i migliori 100 vini al mondo per il 2016. Nato dall’incontro delle uve di Carignano con quelle di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah e Merlot, questo rosso di buon corpo regala all’olfatto sentori di frutti rossi ed erbe aromatiche mediterranee. L’aroma inconfondibile ed il gusto vivace permettono accostamenti con piatti di complessa fattura e dai sapori spiccati. All’intensità dei rossi si aggiunge la delicatezza di Samas, bianco creato dal “discepolo” di Tachis nonché nuovo enologo della cantina, Umberto Trombelli, composto per l’80% da Vermentino e per il restante 20% da Chardonnay. Fresco e moderatamente alcolico, è ottimo come aperitivo e, grazie alla sua mineralità fruttata, costituisce un eccellente abbinamento per primi piatti in genere e pietanze a base di pesce. (g.m.)•

In 2002 the top management of Tenuta di San Guido and of Cantina Santadi, Tuscany and Sardinia, had the intuition to join their experience in an unusual and winning project: Agripunica. The winery rises in Santadi, in the heart of Basso Sulcis, and its principal aim is to produce prestigious wines from the grape variety Carignano. The two jewels of Agripunica Barrua and Montessu have been created thanks to the invaluable contribution of Giacomo Tachis, the oenologist of Cantina Santadi and main responsible of the relaunch of the Italian wine in the world. The award-winning Barrua is the buttonhole of Agripunica: it’s a Carignano based blend with Cabernet Sauvignon and Merlot. This wine shows an intense ruby red color, a complex and elegant bouquet, with spicy inklings and perfumes of ripe red fruit and aromatic herbs. A production of 120,000 bottles per year, this wine is ideal with red meat and seasoned cheese. The quality of Agripunica mirrors in Montessu too. It has been mentioned by Wine Spectator among the best 100 wines of the world in 2016. It’s a combination of Carignano with Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah and Merlot. This structured red wine gives perfumes of red fruits and Mediterranean aromatic herbs. Its unmistakable aroma and its lively taste make it the ideal companion for complex dishes and sharp tastes. Beside these intense red wines, Agripunica proposes the delicate Samas, a white wine created by Tachis’ disciple, Umberto Trombelli, the new oenologist of the winery, 80% Vermentino, 20% Chardonnay, it’s a fresh and light wine, ideal as aperitif and excellent with first courses and fish, due to its fruity mineral inklings.• AGRICOLA PUNICA SPA Loc. Barrua 09010 Santadi (CA) Tel. +39 0781 941012 Fax. +39 0781 953149 info@agripunica.it www.agripunica.it VINITALY: PAD. 8 – STAND M2

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Cantina Li Seddi,

la Sardegna nel calice

L

a Sardegna è una terra incontaminata e di antiche tradizioni conservate orgogliosamente dai suoi abitanti. A Badesi, un piccolo centro in Gallura, affacciate sul mare, nella splendida cornice della macchia mediterranea, sorgono con esposizione a sud le vigne della Cantina Li Seddi, dove il tempo si è fermato. Qui infatti tutti vitigni di lunga tradizione possono ancora essere coltivati con la tecnica

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I vini dell’azienda, ottenuti con l’antica tecnica del piede franco, salvaguardano i sapori più autentici dell’isola

del piede franco, consentita dalla sabbiosità del terreno, e allevati ad alberello. La storia della Cantina Li Seddi risale agli anni ’60, quando il suo vino, destinato alla vendita in damigiana, raggiungeva ogni angolo dell’isola. Dal 2002, passando per quattro generazioni, quella realtà è diventata una moderna azienda a conduzione familiare che punta a valorizzare, proprio grazie al piede franco, la tipicità dei vitigni locali come

il cannonau, il muristeddu, il bovale, il monica, il girò e il vermentino. Questa filosofia ha condotto l'azienda ad essere parte attiva nella promozione e nella tutela dei vini badesani e ha come obiettivo principale di dare massima espressione alla terra sarda, ricercando solo le migliori varietà di uva, utilizzando le tecniche più avanzate e producendo vini di alta qualità. La cantina è all’avanguardia per l’adozione di attrezzatu-


re di ultima generazione che garantiscono di estrarre correttamente tutte le qualità organolettiche di un’uva che conserva gli intensi sapori della Sardegna. La lavorazione del prodotto avviene direttamente in vigna. Tra i vini Li Seddi di punta, c’è Rosamarina il Rosato Doc, 100% cannonau, dal colore rosa chiaro e dal profumo fruttato, ricco di iodio, con una spiccata acidità in equilibrio con il corpo del vino. Il suo gusto fresco è adatto ad accompagnare pranzi e aperitivi in riva al mare, servito a 9/12 gradi. Altro straordinario vino prodotto dalla cantina è il Lagrimedda, Vermentino di Gallura, un bianco ottenuto da uve di piccoli vigneti di proprietà situati nella bassa Gallura CANTINA LI SEDDI, Sardinia in a glass Wines that protect the most authentic tastes of the island Sardinia is an untouched land rich of tradition that its inhabitants protect jealously. In Badesi, a small village in Gallura overlooking the sea, in the wonderful setting of the Mediterranean maquis, grow the vines of Cantina Li Seddi. Here time has stopped: traditional un-grafted grape varieties grow on sandy soils, trained with the small tree pruning method. The story of Cantina Li Seddi beginns in the 60s, when its wine was marketed in jugs all around the island. Since 2002, after four generations, this family reality has become a modern winery that aim to promote, right through the un-grafted vineyard, autochthonous grape varieties, such as Cannonau, Muristeddu, Bovale, Monica, Girò and Vermentino. This philosophy has led the winery to become active in the promotion and protection of the wines of Badesi and Sardinian peculiarities. The winery employs

dove l’esposizione a sud, la brezza marina e l’escursione termica notturna esaltano i profumi del ginepro e di tutta la macchia mediterranea. Chi assapori i vini della cantina Li Seddi sarà pervaso dal profondo sentore degli aromi di questo territorio troppo spesso dimenticato ma che resta indelebile nella mente ad ogni sorso di Rosato Doc e Lagrimedda. Sarà possibile fare questa esperienza unica già al Vinitaly 2017 dove l’azienda è presente nel Padiglione 8 (Sardegna), Stand 41. • CANTINA LI SEDDI Via Mare, 29 07030 - Badesi - Olbia Tempio tel.079683052 / 3492467604 fax 079683247 amministrazione@cantinaliseddi.it www.cantinaliseddi.it

cutting-edge systems to extract the organoleptic qualities of the grapes and preserve the intense perfumes and tastes of Sardinia. For this reason, the processing of the grapes starts straight in the vineyard. Among the buttonhole labels of Li Seddi, there is Rosamarina Rosato Doc, 100% Cannonau: a light rose color and a fruity perfume, rich of

iodine, a good acidity well balanced with the body, a fresh taste ideal for a lunch at the sea if served at a temperature of 9-12°C. Another extraordinary label of this cellar is Lagrimedda, Vermentino di Gallura: a white wine made with the grapes of small vineyards that grow in Gallura, where the exposure, the sea breeze and the temperature range

exalt the perfumes of juniper and Mediterranean maquis. Who taste the wines by Li Seddi will be enveloped by the perfumes of this too often forgotten territory. Every drop of Rosato Doc and Lagrimedda is an unforgettable experience. Li seddi will be at Vinitaly 2017 (pavilion 8 stand 41) to offer its unique wine.•

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I N

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TOSCANA DI GIOVANNI PELLICCI CON GLI ASSAGGI DI MARINA CIANCAGLINI

I

l febbraio delle Anteprime toscane ha mostrato un settore vitivinicolo in salute. Lo dicono i numeri delle analisi economiche e, soprattutto se ragioniamo in prospettiva, gli assaggi dei vini made in Tuscany. La formula In circa dieci giorni di assaggi, da Firenze a Montalcino, la Toscana ha mostrato il meglio di sé in termini di produzione vitivinicola con la solita formula degli eventi diffusi sul territorio. Sembra infatti essersi placata, seppur non definitivamente, la velleità di organizzare un evento unico, all’interno di un’unica sede. L’unico ad insistere è il Presidente del Consorzio Chianti, Giovanni Busi, che prima o poi si aggregherà comunque alla formula “tutti insieme”. Ma resta molto difficile smontare una formula capace di portare nei singoli territori del vino (leggasi San Gimignano, Montepulciano e Montalcino), in un periodo di bassa stagione, centinaia tra giornalisti, addetti ai lavori e sempre più appassionati. “Non ho alcun dubbio nel dire che la formula che abbiamo messo in piedi sia quella vincente – ha

Il trascinatore

del

sistema Toscana

Dalle Anteprime la fotografia di un modello vitivinicolo in salute che sfonda nell'export e contribuisce al risveglio del mercato interno. Anche se c'è sempre da migliorare commentato in proposito il Direttore del Consorzio Vino Chianti Classico, Giuseppe Liberatore -. E’ impensabile immaginare un evento unico in cui siano proposti in assaggio migliaia di vini toscani. Dopo anni di lavoro, siamo arrivati oggi ad un evento che consente di avere un momento “Toscana” in tutte le agende dei principali operatori e giornalisti di settore”. Come dargli torto? Anche noi, su queste pagine, avevamo criticato la formula Anteprime qualche anno fa. Ma va oggettivamente riconosciuto uno sforzo organizzativo ed una qualità di tutti i contesti difficilmente trovabile altrove. In proposito sembra aver cambiato idea anche l’assessore regionale all’Agricoltura Mar-

co Remaschi, il quale, dopo aver inizialmente sostenuto l’idea di un evento unico, sembra averla (saggiamente) richiusa nel cassetto. Anche perché già a Firenze si svolge l’evento che dà inizio a tutto ed è strategico per l’intero il settore, compresi i Consorzi più piccoli. Ovvero il BuyWine che, anche quest’anno, ha visto arrivare 191 operatori del business (di cui 29 dagli Usa ma anche tante new entry, compresi Israele, Marocco e Arabia Saudita), protagonisti di oltre 5 mila incontri con le aziende. I numeri La salute del sistema vino toscano è certificata anche dai numeri. Supera infatti quota 1 miliardo il fatturato complessivo registrato nel 2016

dai sedici Consorzi del vino toscani che aderiscono ad Avito (+55% rispetto a dieci anni fa). L’export continua ad essere – come vedremo nei singoli approfondimenti – la voce trainante del settore. Ma qui c’è una frenata, come d’altronde è emerso dal totale dell’export del vino italiano nell’ultimo anno. Nel 2016, infatti, il totale con 586 milioni di euro ha segnato “solo” il +2% rispetto al 2015. Tra i Paesi che nel 2016 hanno acquistato più bottiglie di vini toscani restano al vertice gli Stati Uniti (139 milioni di euro di export), poi la Germania (62 milioni), il Canada (34 milioni), il Regno Unito (25 milioni) e la Svizzera con 21 milioni di euro. Ma ad essere protagonisti non sono solo i grandi ros-

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si. Infatti, l’export dei bianchi è aumento del 12% sull’anno precedente, con una domanda crescente dall’Asia, come dimostrano i casi di Hong Kong, diventato terzo mercato di destinazione con 1,7 milioni di euro, e del Giappone (0,8 milioni di euro). Questi dati vanno anche letti

in chiave economica di un sistema, quello regionale toscano, che ha nel vino una delle voci fondamentali del suo Pil. La filiera fornisce, infatti, lavoro a oltre 25mila addetti, con un incremento del 5% negli ultimi dieci anni. L’interesse globale per i vini toscani è evidente anche sui media

delle presenze complessive). Come sottolinea il lavoro condotto dall’Osservatorio della Stampa Estera di Klaus Davi, a giovarne è tutto il territorio toscano con i sui paesaggi noti in tutto il mondo che riescono perfino a fare concorrenza alla stessa Italia in termini di attrattività turistica.•

internazionali: solo considerando la grande stampa, sono stati 1.115 gli articoli dedicati a queste eccellenze (nel 30% dei casi si parla di Brunello), la maggior parte dei quali negli Stati Uniti (31%), in Germania (25%), nel Regno Unito (25%) e anche la “rivale” Francia è stata costretta a parlarne (5%

IL CHIANTI CLASSICO TORNA A CANTARE ANCHE IN ITALIA Cresce il mercato nazionale per il Gallo Nero e la qualità delle annate 2016 e 2015 fa ben sperare Per il Gallo Nero la notizia è che, dopo alcuni anni decisamente fiacchi, sono tornati a crescere anche i consumi interni. Il mercato nazionale nel 2016 è infatti tornato ad avere il segno + per il Consorzio Chianti Classico che ha chiuso l’edizione numero 24 della Collection con presenze in crescita. Sono state 185 le aziende protagoniste alla Stazione Leopolda di Firenze, con 676 etichette in degustazione, circa 1800 buyer internazionali ed oltre 200 giornalisti specializzati. “I numeri sono molto positivi – spiega Giuseppe Liberatore, Direttore del Consorzio Chianti

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Classico – ed in continuità da alcuni anni a questa parte. Per la prima volta abbiamo avuto una crescita costante e lunga che, per certi aspetti, è inaspettata per noi, vista la solita altalena che caratterizza i cicli economici. Questo deriva dal fatto che ormai il nostro prodotto ha un’identità ed una riconoscibilità ben precisa a livello globale”. Per il settimo anno consecutivo, infatti, le vendite del Gallo Nero sono in positivo e dal 2009 ad oggi la crescita è pari al 48,5%. Ed ecco uno dei fattori novità rispetto al trend degli ultimi anni: nel corso del 2016 il vino assorbito in Italia è stato pari al 22% del totale di

quello commercializzato (circa 285 mila ettolitri). L’Italia è quindi il secondo mercato per la denominazione, dopo gli Stati Uniti (32%, con un +1% rispetto al 2015). Il Consorzio ha ora davanti a sé sfide che potranno essere determinanti per il suo futuro: la costituzione del distretto rurale del Chianti; la candidatura a Patrimonio Unesco; l’accordo strategico e promozionale con il Comité Champagne e lo sbarco in Cina. Per quest’ultimo Paese, in cui quest’anno si celebra l’anno del gallo, è stato appositamente registrato “Chianti Classico” in caratteri cinesi. Potrà essere questa la svolta?…

I DATI Produzione 2016: 285.500 ettolitri Quota export: 78% Mercati chiave: Usa 32% - Germania 13% - Canada 8%

GLI ASSAGGI L’annata 2015 si presenta dopo una 2014 che ha dato problemi a molti produttori (pur avendo come freccia nel proprio arco una discreta eleganza ed immediatezza), rivelando subito un carattere solare e ricco di materia, pur rimanendo generalmente contenuta in estrazione, soprattutto nelle zone alte quali Radda in Chianti e Lamole. I migliori assaggi: Castello di Monsanto, Caparsa, Istine, Monteraponi, Isole e Olena, L’Erta di Radda, Monterotondo, Riecine e Badia a Coltibuono.


E IL CHIANTI CAMBIA IL DISCIPLINARE PER PIACERE IN ORIENTE Meno quantità e più qualità per il Consorzio che va nella direzione di un gusto più morbido Produrre meno ma sempre meglio. E’ questa la scelta del Consorzio Vino Chianti che, subito dopo un’edizione molto positiva di Chianti Lovers, ha deciso di modificare il suo disciplinare produttivo, diminuendo la quantità prodotta così da incentivare l’ammodernamento dei vigneti e incrementare la qualità di tutta la Denominazione. La variazione riguarda i circa tre mila produttori di Chianti, che interessano più di 15.500 ettari di vigneto per

800 mila ettolitri prodotti nelle varie zone e tipologie. I vignaioli hanno deciso di anticipare di un anno la scelta, riducendo le rese a ceppo da 5 a 3 chilogrammi per quanto riguarda la produzione dei vecchi vigneti che fino ad oggi godevano di un regime in deroga particolare. “Vogliamo riequilibrare la Denominazione – commenta Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – garantendo una migliore qualità dei nostri vini.

Vogliamo essere in condizione di competere a livello mondiale con gli altri vini”. Le novità contemplano anche un ulteriore ritocco che, in questo caso, guarda ai gusti dei consumatori orientali. Infatti, è stato modificato anche il limite massimo di 4 grammi di residuo zuccherino a litro per il vino Chianti Docg e per il vino di tutte le sotto zone. E’ stata così fatta propria la norma comunitaria che prevede che il contenuto massimo in zuccheri di un vino

secco possa essere di due punti superiore al grado di acidità totale del vino. Potranno essere queste le scelte più idonee per contrastare il preoccupante calo del prezzo dello sfuso e piacere ai palanti orientali?•

I DATI

Produzione 2016: 110 milioni di bottiglie prodotte all’anno Quota export: 65% Mercati chiave: Germani 30%; Usa 20%; Uk 8%.

IL NOBILE DI MONTEPULCIANO SARÀ AD EMISSIONI ZERO Consorzio e Amministrazione Comunale uniti per un futuro sempre più sostenibile Un Nobile di Montepulciano sempre più ad emissioni zero. Nell’ambito dell’edizione numero 24 dell’Anteprima dei vini di Montepulciano (in cui l’annata 2016 è stata valutata con le 4 stelle su 5), il focus è stato dedicato all’ambiente e a come la Docg si impegna nel contribuire alla salute e al benessere dei consumatori. L’impegno sinergico di Consorzio e Comune conta ad oggi 8 milioni di euro in investimenti effettuati dalle aziende negli

Barbatelle di qualità per un prodotto di qualità

ultimi dieci anni a favore della sostenibilità ambientale. Oltre il 70% delle imprese ha già investito in progetti sostenibili, mentre il 90% ha in corso progetti di realizzazione di impianti. Delle 76 aziende consorziate, oltre il 70% ha un impianto fotovoltaico e il 35% si è dotato di solare termico per la produzione di calore. Il 20% ha sistemi di recupero delle acque reflue, mentre un 10% delle imprese ha investito nella geotermia.

DATI Produzione 2016: 7 milioni di bottiglie prodotte all’anno Quota export: 78% Mercati chiave: Germania 48% Usa 21% - Svizzera 16%

In Trentino, in un territorio unico per posizione e clima, moltiplichiamo più di 120 varietà da vino e 20 varietà da tavola che danno origine con un’ampia gamma di selezioni clonali innestate sui principali portinnesti, ad oltre 500 combinazioni per ogni esigenza. Dall’impegno, dal lavoro e dalla grande esperienza dei soci dei Vivai Cooperativi di Padergnone vengono moltiplicate le barbatelle che contribuiscono alla nascita dei migliori vini italiani. Soc. Coop. Agr.

Socio AFLOVIT Sezione AVIT

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Negli ultimi anni circa la metà delle aziende ha sviluppato pratiche naturali, come la fertilizzazione, l’inerbimento, l’utilizzo di metodi di coltivazione meno impattanti. Il prossimo passo, condiviso con l’Amministrazione Comunale, sarà quello di certificare ogni bottiglia per dimostrare l’impatto zero della produzione sul territorio d’origine, quale primo distretto vitivinicolo in Italia a poter fregiarsi di questa importante “etichetta”, così da centrare l’obiettivo fissato al 2020 della neutralità delle emissioni di gas clima.•

A SAN GIMIGNANO NASCE LA VERNACCIA ACADEMY Il Consorzio guarda al futuro per proporre una wine experience completa al turista La Vernaccia di San Gimignano guarda al futuro. Lo fa delle sue medievali torri che, a differenza di altri colleghi vini, sono un asset fondamentale per portare i consumatori a casa propria più che andarli a cercare nel mondo. Partiamo dall’anteprima dell’annata 2016 che ha riscosso molto successo, in termini di presenze di pubblico nonché di buyers e giornalisti. I pareri sull’ultima vendemmia, quella che ha segnato il cinquantenario della prima Doc italiana, sono molto incoraggianti. Ovviamente i vini sono ancora in evoluzione, con davanti un indispensabile periodo di affinamento in bottiglia prima di potersi sbilanciare completamente, ma ci sono tutti i presupposti per esaltare le caratteristiche tipiche della Vernaccia. Il futuro appunto. L’obiettivo dichiarato del Consorzio è quello di continuare sulla strada della crescita, non solo di quella qualitativa nel calice ma anche di quella, altrettanto importante, della diffusione nel mondo. “In vista dei nostri prossimi cinquant’anni – spiega la Presidente del Consorzio, Letizia Cesani - non abbiamo fatto altro che seminare: una ricerca di mercato con l’Università La Sapienza che orienterà le attività di comunicazione e marketing per i prossimi anni, il libro di Armando Castagno, i seminari in giro per l’Italia e all’estero, riflessioni sulla Vernaccia di San Gimignano e il territorio di produzione. E proprio a San Gimignano abbiamo deciso di gettare le fondamenta dei prossimi cinquanta anni della Denominazione realizzando un progetto che partendo dal punto più alto della nostra città, la Rocca di Montestaffoli, ex sede del Consorzio, diffonda la Vernaccia di San Gimignano nel mondo”. Il Consorzio ha infatti vinto un bando pubblico che lo fa assegnatario del Centro Comunale di divulgazione e diffusione della

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Vernaccia di San Gimignano per i prossimi sedici anni. Si tratta di un investimento importante che vede uniti tutti i produttori per realizzare un luogo dove si possa conoscere a tutto tondo la Vernaccia. Nascerà così una sorta di Vernaccia Academy, un luogo di diffusione della cultura della Vernaccia, fatta non da analisi organolettiche ma di emozioni e di vere e proprie esperienze dei sensi grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie multimediali. I lavori di ristrutturazione della Rocca di Montestaffoli sono in corso, per il prossimo mese di aprile è prevista l’inaugurazione. La Vernaccia gioca dunque in casa scrutando, dalle sue torri, il mondo: non a caso tra Docg big della Toscana è quella ad avere una quota export più bassa ma perché sono gli stranieri ad andare a San Gimignano a stappare Vernaccia.•

I DATI

Produzione 2016: 5,3 milioni di bottiglie prodotte all’anno Quota export: 52% Mercati chiave: Unione Europea 27,5% Usa 18,8% - Svizzera 16%

GLI ASSAGGI

La forza di una qualità media decisamente buona. E’ quella che sta registrando, da qualche anno a questa parte, la Denominazione capace di confermare le aspettative in un’annata felice come la 2016. Si tratta di un’annata calda ma con un andamento più regolare rispetto alla 2015. Sembra anche trovare una maggiore identità con un ricorso a vitigni internazionali sempre inferiori. I migliori assaggi: Cappella Sant’Andrea, Cesani, Fattoria San Donato, Il Colombaio di Santa Chiara e Montenidoli.


IL BRUNELLO E’ ANCORA A 5 STELLE (E GRIFFATO MICHELIN) Sodalizio strategico e all’insegna dell’eccellenza tra il Consorzio e la prestigiosa guida gastronomica

Un’altra annata top. Il Brunello di Montalcino si lascia alle spalle l’edizione 2017 di Benvenuto Brunello (la numero 25, per la prima volta aperta anche ad un pubblico che ha fatto registrare numeri record) con la certezza di avere davanti anni altri radiosi. L’annata 2012, quella al centro della rassegna, entra sul mercato con le 5 stelle ma anche l’ultima nata, la 2016 che negli scaffali ci arriverà nel 2021, ha di nuovo conquistato il massimo del rating introdotto dal Consorzio. Prosegue la spirale positiva del Brunello. Dopo quella del 2015, anche la vendemmia 2016 è stata giudicata a 5 stelle, sebbene abbia messo a dura prova i produttori per via di una sta-

gione molto irregolare. “Siamo soddisfatti del risultato ottenuto e lo dobbiamo senza dubbio al saper fare dei nostri produttori – commenta il Presidente del Consorzio Patrizio Cencioni. Dopo una primavera piovosa, l’autunno è stato caratterizzato da molto caldo di giorno e fresco di notte, un’escursione che ha reso le uve particolarmente ricche di acidità, colore e profumi. Ci aspettiamo grandi cose da quest’annata”. Sicuramente l’annata 2016 sarà ricordata anche per la nuova piastrella celebrativa che, come tradizione, è stata apposta a Montalcino davanti al Teatro degli Astrusi. La firma è quella della prestigiosa Guida Rossa Michelin: la piastrella riprende infatti la copertina dell’ultima guida Italia, suggellando una partnership che ormai dura da alcuni anni. “Abbiamo accettato con molto entusiasmo l’invito – spiega il Responsabile della Comunicazione Michelin Italia, Marco Do perché crediamo che ci sia un forte legame tra i nostri due brand. La missione di entrambi è quella di garantire sempre e comunque il massimo della qualità perché la credibilità e la reputazione passano proprio dalla capacità di essere trasparenti e rigorosi adottando criteri e comportamenti condivisi e riconosciu-

ti in tutto il mondo”. I premi 2017 del Leccio d’Oro sono andati ai ristoranti Del Cambio di Torino ed Era Ora di Copenhagen. Per le enoteche invece il riconoscimento è andato a N’ Ombra de Vin di Milano e ad A. Litteri di Washington DC. Premi speciali per i 50 anni del Consorzio ai locali montalcinesi Bruno Dalmazio per la sezione enoteche e Il Giglio per la sezione ristoranti. •

I DATI

Produzione 2016: 13.932.000 (Brunello 9.100.000; Rosso 4.500.000; Sant’Antimo 300.000 e Moscadello 32.000) Quota export: 70% Mercati chiave: Usa (oltre 30%), Europa (20% con Uk, Germania e Svizzera in testa), Asia (15% con Cina, Giappone, Hong Kong), Canada (12%).

GLI ASSAGGI

La 2012 è un’annata già annunciata come molto buona, anche se non eccezionale come la 2010. Per quanto riguarda le Riserve 2011, com’era da aspettarsi, sono ancora un po’ chiuse e alcune con un grado alcolico e un tannino ancora non molto integrati. Il Rosso di Montalcino 2015 si presenta immediato e dall’approccio alla beva facile e piacevole. I migliori assaggi: Poggio di Sotto. Le Ragnaie, Le Potazzine, Tenuta di Sesta, Il Marroneto, Fattoria San Lorenzo, Canalicchio di Sopra, Tiezzi.

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Azienda Agricola Cesani A special Vernaccia from the clay: Clamys 2015

Azienda Agricola

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Cesani

l primo nucleo dell’azienda Cesani fu acquisito nel 1949 dai genitori di Vincenzo che all’epoca si trasferirono dalle Marche: oggi l’azienda si estende su una superficie di circa 30 ettari, di cui 22 a vigneto e il resto ad olio extravergine d’oliva e zafferano. Al timone ci sono le figlie, Marialuisa e Letizia Cesani. “La nostra missione aziendale è quella di produrre vini di grande personalità, che siano l’espressione più autentica della terra toscana. Con l’aiuto dell’enologo Paolo Caciorgna, abbiamo intrapreso un percorso di crescita al fine di ottenere vini sempre più complessi da vitigni tradizionali, in particolare Vernaccia di San Gimignano e Sangiovese” – spiega Letizia Cesani che dal 2009 è Presidente del Consorzio di Tutela della Vernaccia di San Gimignano. Ci sarà un’anteprima a Vinitaly 2017? “Quest’anno a Vinitaly presenteremo una nuova etichetta di Vernaccia di San Gimignano, CLAMYS, annata 2015. Si tratta di un cru ottenuto nelle vigne di San Quirico, acquistate nel 2010 e che si differenziano dal resto dei vigneti aziendali perché si trovano su un giacimento di argilla. Quest’ultima ha dato vita ad una Vernaccia intensa, ricca e molto sapida che ci rimanda al sale marino di quel mare preistorico che ricopriva queste terre, testimoniato tutt’oggi dai resti fossili: Clamys Latissima è il nome della più diffusa conchiglia fossile rinvenuta in questo vigneto

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Dalle terre d’argilla una Vernaccia speciale: Clamys 2015 risalente a più di 8 milioni di anni fa. Clamys invece è un vino elegante, complesso, strutturato; come tutti i vini Cesani è un vino austero, ma di grande carattere, opulento, ricco, ma sempre di grande equilibrio; tradizionalissimo con le sue note minerali, di gesso, pietra focaia, iodio”. La filosofia aziendale Cesani parla di rapporto stretto tra uomo, natura e ambente. “In una cornice di rispetto per l’uomo e la natura, conciliando la sostenibilità economica con il minimo impatto ambientale, si è evoluta la concezione consapevole dell’attività aziendale odierna: non è solo un centro produttivo mosso da logiche economiche, ma un luogo dove instaurare relazioni improntate sulla solidarietà, cooperazione e giustizia, in modo che i rapporti tra le persone siano sempre prevalenti sulle logiche di produzione, di scambio e di uso delle risorse. I nostri vini rispecchiano questa impostazione: vitigni autoctoni, autentici, tradizionali, nessun cedimento a scelte troppo commerciali. Sono vini austeri mai semplici al primo approccio, da bere anche con la mente”.•

The first nucleus of Cesani was bought in 1949 by Vincenzo’s parents, who moved here from Marche: nowadays the winery spreads over 30 hectares, 22 of which are vineyards and the rest olive trees and saffron fields. Marialuisa and Letizia Cesani, his daughters, manage the winery. “Our mission is to produce wines with a great personality that could represent the purest expression of the Tuscan land. With oenologist Paolo Caciorgna’s help, we took a growing path to get more complex wines from the traditional grape varieties, particularly Vernaccia di San Gimignano and Sangiovese” – says Letizia Cesani, who since 2009 is President of Consorzio di Tutela della Vernaccia di San Gimignano. Are you going to present a preview at Vinitaly 2017? “We will present a new Vernaccia di San Gimignano, CLAMYS, year 2015. It’s a cru from the vineyards of San Quirico that we bought in 2010. These vineyards are very different from our other ones because they grow on a clayey deposit. These soils have made Vernaccia very intense, rich and savory, recalling the seasalt that once covered these lands, as fossils prove. Clamys Latissima is the name of the most common fossil found here, dated back to more than 8 million years ago. Our Clamys is an elegant, complex, structured wine, a severe wine with a strong personality, rich but well-balanced, traditional in its mineral inklings and its gypsum, flint and iodine”. The corporate philosophy of Cesani is based on a strong relationship between man, nature and environment... “Respecting humans and nature, combining economic sustainability and the minimum environmental impact, the concept of conscious business has developed: it is not only a production center drove by economical reasons but a place where it is possible to create relationships based on solidarity, cooperation and justice. People come first. And our wines mirrors this philosophy: autochthonous grape varieties, no compromises and too commercial choices. Our wines are severe, not easy at a first taste. They have to be tasted with mind and soul”.• AZIENDA AGRICOLA CESANI Loc. Pancole, 82/D 53037 San Gimignano (Siena) Tel. +39 0577 955084 Fax: +39 0577 955084 info@cesani.it – www.cesani.it VINITALY: PAD. 9 – STAND C14


When uniqueness means quality: Brunello La Cerbaiola A winery, a land and a single wine – Brunello di Montalcino – for a masterful combination (year 2012 is now on the market)

Quando unicità

rima con qualità Un’azienda, un territorio, un unico vino – il Brunello di Montalcino – per una sintesi magistrale (in commercio con l’annata 2012)

U

na scelta forte quella della famiglia Salvioni: concentrare tutta la tensione qualitativa verso un unico obiettivo che sia emblema dell’intera azienda. I quattro ettari della tenuta si trovano su un piccolo altipiano esposto a sud-est, caratterizzato da suoli che vanno dal galestro al calcare al sasso e che assieme al microclima contribuiscono a far maturare in maniera ottimale le uve, donando al Sangiovese tratti distintivi. A ciò si aggiungono potature corte, tutte effettuate manualmente, che garantiscono rese bassissime, dai 25 ai 35 quintali per ettaro - quasi metà di quanto consentito dal disciplinare – così da vinificare solo uve sceltissime e in perfetto stato sanitario. Le uve raccolte vengono immediatamente portate in cantina dove fermentano in cisterne d’acciaio. Dopo la malolattica, che ne ammorbidisce il profilo, il vino viene invecchiato in botti di rovere da 20 ettolitri per arricchirne ulteriormente il corredo aromatico. Sono questi gli ingredienti del Brunello e non sarà forse un caso se le bottiglie vanno esaurite in tempi

da record. Rubino con sfumature granate, il Brunello de La Cerbaiola possiede un profumo intenso modulato sulla frutta matura, note speziate e tocchi aromatici, che in bocca rivela ottima struttura ed equilibrio, grazie a tannini morbidi e vellutati bilanciati da un’ottima sapidità che chiude con un ricordo fruttato dalla lunga persistenza. •

The Salvioni family has made a courageous choice: it concentrates all its efforts in the production of a single excellent label. The four-hectare estate rises on a small tableland facing southeast. Soils are calcareous, galestric and stony, and together with the favorable microclimate they contribute to the ideal ripening of the grapes, giving to Sangiovese a peculiar character. Beside nature, man also contribute to the quality of this wine, with short manual pruning that guarantees low yields (from 25 to 35 quintals per hectare, that is, almost half of the quantities allowed by the disciplinary) and selected healthy grapes. The harvested grapes are taken to the cellar immediately where they ferment in steel vats. After the malolactic fermentation that softens its profile, wine ages in 20hl oak barrels to enrich its aromatic profile. These are the secrets of Brunello and it is not a chance if the bottles of this wine run out very quickly. Brunello de La Cerbaiola has a ruby red color with garnet nuances, an intense perfume of ripe fruit, spicy inklings and rich aromas. Its taste reveals an excellent structure and balance, thanks to soft and velvety tannins, and to a good sapidity that ends in a persistent fruity aroma. • AZ. AGR. LA CERBAIOLA di Giulio Salvioni Piazza Cavour 19 - 53024 Montalcino (SI) Tel. +39 0577 848499 Fax +39 0577 848499 info@aziendasalvioni.com www.aziendasalvioni.com

VINITALY: PAD. 9 – STAND C10

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The fortune... of Montalcino The story of a winery who cofounded the Consorzio del Brunello

La Fortuna... di Montalcino

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l paese dista solo 3 chilometri: si vede perfettamente dall’azienda. La Fortuna è una delle realtà storiche di Montalcino essendo nata nel 1907. All’epoca aveva solo 1 ha di vigna e del bestiame. E non si chiamava La Fortuna. «I bisnonni e i nonni erano mezzadri - racconta Angelo Zannoni - finchè il proprietario decise di vendere. Abitavano qui due famiglie, ed essendo l’azienda piccola non potevano rimanere entrambe. Perciò si giocarono il podere a briscola». Indovinate chi vinse? La Fortuna non poteva essere nome più azzeccato per l’azienda di Montalcino che nel tempo non ha fatto che crescere, sia come terreno vitato (attualmente di circa 18 ha), sia come passione per il vino: «Nel tempo sono stati impiantati altri vigneti e nel 1967, Gino Zannoni (nonno di Angelo n.d.r) divenne uno dei fondatori del Consorzio del Brunello che oggi conta 250 aziende». Alla guida de La Fortuna c’è il padre Gioberto, sempre molto attivo, e insieme al figlio Angelo e la sorella Romina produce Brunello di Montalcino, Brunello di Montalcino Riserva Docg, Rosso di Montalcino Doc, Fortunello (rosso Igt), Magnus Sant’Antimo rosso Doc e Magnus

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Storia di un’azienda cofondatrice del Consorzio del Brunello Sant’Antimo bianco Doc. Non poteva mancare la grappa di Brunello di Montalcino (43%) e l’olio extravergine d’oliva. «Dal 2010 – prosegue Angelo – abbiamo anche Giobi, diminutivo di nostro padre Gioberto, una selezione di Brunello di Montalcino che produciamo solo nelle annate migliori. Al prossimo Vinitaly presenteremo in anteprima l’annata del 2012, di cui abbiamo prodotto solo 1.300 bottiglie». L’80% del vino La Fortuna va verso l’estero, ma potrete trovarla al Vinitaly tra le aziende del Consorzio del Brunello, Padiglione 9, Stand 51. (b.a.)•

Montalcino is 3 kilometers far from the winery and it’s perfectly visible from it. La Fortuna, founded in 1907, is one oft he historical reality of Montalcino. At the time of its constitution, it consisted of one-hectare vineyard and some cattle. And its name was not La Fortuna. «Our grand-grandfathers and grandfathers were sharecropper – says Angelo Zannoni – then, one day the landlord decided to sell. Two families lived here, and because the winery was too small for both families, they played briscola to decide who should leave it». There could not be any better name than La Fortuna for this winery from Montalcino. It time the winery has grown, both in terms of hectares (nowadays the vineyards spread over about 18 ha) and for what concern the passion for winemaking: «We planted more vineyards and in 1967, Gino Zannoni (Angelo’s grandfather) became one oft he founders of the Consorzio del Brunello that nowadays counts 250 partners». Now Gioberto manages La Fortuna. He is very active and, together with his children Angelo and Romina, he produces Brunello di Montalcino, Brunello di Montalcino Riserva Docg, Rosso di Montalcino Doc, Fortunello (rosso Igt), Magnus Sant’Antimo rosso Doc and Magnus Sant’Antimo bianco Doc. Also, he produces a grappa made of Brunello di Montalcino (43%) and an extra-virgin olive oil. «Since 2010 – says Angelo – we propose also Giobi, our father’s nickname, a selection of Brunello di Montalcino produced in the best years only. Next Vinitaly we will present a preview of year 2012, a limited production of 1,300 bottles». 80% oft he wine La Fortuna is marketed abroad but you can find it at Vinitaly in the pavilion of Consorzio del Brunello (pavilion 9, stand 51).• VINITALY: Pad. 9 | Stand 51 AZ. AG. LA FORTUNA Loc. La Fortuna, 83 53024 Montalcino (Si) Tel. +39 0577 848308 Fax +39 0577 846463 www.tenutalafortuna.it info@tenutalafortuna.it


Massimo Ciarcia tradizione e biologico Sulla costa Toscana, a Bibbona nasce il Poggio Regio: unMerlot che sa di sole e mare, longevo e suadente

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radizione familiare e tecniche di conduzione biologiche, sono queste le peculiarità di Massimo Ciarcia per comunicare ed esprimere il territorio attraverso i suoi vini. L’Azienda Agricola Massimo Ciarcia infatti è l’esempio concreto di come la tradizione agricola toscana con le moderne tecniche di lavorazione con il rispetto per l’ambiente possano fondersi in un tutt’uno a beneficio della qualità e del rispetto dell’ambiente. Siamo a Bibbona, a cinque chilometri dalla costa livornese dove, esposti alla luce del sole e ai venti del mare, su terreni di argilla mista a ciottoli, crescono i grappoli di Trebbiano,Vermentino, Ciliegiolo, Teroldego, Sangiovese, Cabernet e di Merlot. Proprio da quest’ultima varietà – in purezza – nasce il Poggio Regio, un vino prodotto solo nelle migliori annate, con uve selezionate e raccolte rigorosamente a mano. Alla macerazione sulle bucce per una ventina di giorni segue la fermentazione malolattica e poi la maturazione in barrique nuove di rovere francese per un anno, poi un affinamento di almeno 6 mesi in bottiglia. Il Poggio Regio si presenta di un bel colore rosso rubino intenso, luminoso. Al naso è complesso ed armonico con note di frutta matura rossa, spezie e vaniglia mentre all’assaggio si dimostra intenso, con un tannino levigato e una buona persistenza. Un vino longevo, di carattere. Che sa di sole e mare. (c.c.)•

Massimo Ciarcia: traditional and organic In Bibbona springs Poggio Regio: a long lasting and mellow Merlot with a taste of sea and sun Family tradition and organic growing are Massimo Ciarcia’s secrets to communicate and express his territory through his wines. Azienda Agricola Massimo Ciarcia is the tangible example of how the Tuscan peasant tradition can merge with modern processing techniques and with the respect for the environment for the benefit of quality. We are in Bibbona, five kilometers far from the coast of Livorno, where facing the sunlight and the sea breeze on clayey and pebbly soils grapes of Trebbiano, Vermentino, Ciliegiolo, Teroldego, Sangiovese, Cabernet and Merlot grow luxuriant. This last grape variety, vinified in purity, give life to Poggio Regio, a wine made in the best years only, with selected grapes harvested manually. After a maceration of the marc for 20 days, and malolactic fermentation, wine ages in new French oak barriques for one year and refines 6 months in bottle. Poggio Regio has a beautiful ruby red color, intense and bright. Its bouquet is complex and harmonic with ripe red fruits perfumes and spicy vanilla inklings. Its taste is intense, with a smooth tannin and a good persistence. A long-lasting wine with a strong character, with a taste of sea and sun. • AZIENDA AGRICOLA MASSIMO CIARCIA Via della Camminata est 18 57020 Bibbona (LI) Tel. e Fax + 39 0586 671953 info@massimociarcia.com www.massimociarcia.com VINITALYBIO: Pad. 8 | Stand 38

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Il restyling dell’azienda Canalicchio – Franco Pacenti è in mano ai giovani della famiglia

Nuova generazione, nuove etichette L

’azienda Canalicchio – Franco Pacenti, fondata negli anni ’60 dal padre Rosildo, prende l’attuale nome nel 1988, anno in cui Franco, che aveva contribuito allo sviluppo dell’azienda sin dai primi passi, ne è subentrato alla gestione. Oggi fanno parte di questa importante realtà anche Lisa, Serena e Lorenzo, terza generazione della famiglia Pacenti che, con la stessa passione e amore per la terra del padre e del nonno, rappresentano la linfa vitale di questa azienda in grado di coniugare alla tradizione il giusto tocco innovativo. Dall’incontro fra saperi tradizionali e moderne tecnologie, nascono i vini dell’azienda Canalicchio – Franco Pacenti, espressione del territorio e degli uomini che lo coltivano. Il Sangiovese, che trova qui terreno e clima ideali, si esprime nella sua forma più classica, dando vita a vini austeri che uniscono l’eleganza alla potenza.

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La nuova generazione Pacenti ha voluto sottolineare questo connubio rinnovando l’immagine aziendale con etichette che testimoniano un’evoluzione che fa tesoro della tradizione per esprimersi con eleganza contemporanea. L’azienda Canalicchio – Franco Pacenti vi aspetta per far degustare i propri vini a Vinitaly 2017 (padiglione Toscana - stand n. 15 area B5).•

CANALICCHIO – FRANCO PACENTI Loc. Canalicchio di Sopra, 6 53024, Montalcino (Si) Tel. +39 0577 849277 Fax: +39 0577 849277 info@canalicchiofrancopacenti.it www.canalicchiofrancopacenti.it VINITALY: Pad. Toscana Stand 15 area B5

New generation, new labels The restyling of Canalicchio - Franco Pacenti is in the hands of the youngest of the family

Canalicchio - Franco Pacenti, the winery founded in the 60s by Rosildo, has taken its current name in 1988, when his son Franco, who has been contributing to the development of the winery from its very first steps, took over the leadership. Nowadays, also Lisa, Serena and Lorenzo, the third generation of the Pacenti family, are part of this reality, and with their grandfather’s passion and love for the land are now taking new energies to their family tradition. The combination of ancient knowledge and modern technologies, give life to the wines of Canalicchio - Franco Pacenti, the expression of this land and the people who cultivate it. Sangiovese finds its ideal soil and climate and express itself in its more classical form, giving life to severe, powerful and elegant wines. The new generation of the Pacenti family has underlined its contribution renewing the image of the winery with new labels that represent an evolution based on the best of its tradition and a contemporary elegance. Canalicchio Franco Pacenti and its wines will be happy to meet you at Vinitaly 2017 (pavilion Regione Toscana stand n. 15 area B5).•


Poggio Cagnano: vinificazioni su misura, affinamenti gentili, un vigneto in conversione biologica e un terroir unico, quasi di montagna, nell’area della Maremma Toscana

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oggio Cagnano ha la stoffa delle avventure iniziate con il piede giusto. Una decina di anni fa Pietro Gobbetti – che oggi con il figlio Alessandro è alla guida dell’azienda – scelse la Maremma Toscana, dimostrando una lungimiranza e una fiducia che negli anni sono state ripagate. Una boutique winery, e mai nome fu più adatto, che conta tre ettari vitati che giacciono su un blocco di pietra arenaria foriero di spiccata mineralità e che si è dotata di una moderna cantina di produzione dove le vinificazioni e gli affinamenti vengono cuciti addosso ai vini, come un abito sartoriale. I vini, sintesi di Sangiovese, Merlot, Cabernet, Ciliegiolo e del bianco Vermentino, sono legati dal filo conduttore dell’eleganza e della freschezza, peculiarità che li contraddistingue nel panorama delle produzioni enologiche maremmane: questo è dovuto ad un’altitudine di 450 metri sul livello del mare, con forti escursioni termiche che contribuiscono allo sviluppo nell’uva di aromi fini e ben definiti. Altaripa, Arenario e Selvoso insomma non sono che i primi passi; gli obiettivi per il futuro sono tanti e ambiziosi: aumentare la produzione – senza mai però abbandonare il profilo qualitativo e artigianale – e cogliere le potenzialità enoturistiche di uno dei luoghi più suggestivi della Toscana. (c.c.)•

CAGNANO AGRICOLA SRL Manciano GR 58014 Toscana,ITALY Tel +39 346 1083534 www.poggiocagnano.it

Una boutique winery nel cuore della Maremma A boutique winery in the heart of Maremma Poggio Cagnano: specific vinification, gentle refining, an organic vineyard and a unique terroir that reminds the mountains, in the Tuscan Maremma Poggio Cagnano has the character of the adventures that start with the right step. About ten years ago, Pietro Gobbetti – who nowadays manages the winery together with his son Alessandro – chose the Tuscan Maremma, demonstrating a foresight and a trust that have been repaid. This boutique winery counts on a three-hectare vineyard that grow on a sandstone gaining peculiar mineral inklings. It is equipped with a modern cellar where vinification and refining are tailored on each wine as a sartorial dress. Its wines are a synthesis of Sangiovese, Merlot, Cabernet, Ciliegiolo and Vermentino, and reveal the same elegance and freshness, a peculiarity that distinguishes them in the oenological survey of Maremma. It’s due to the altitude of the vineyard, 450 meters above the sea level, and to the thermal excursion that contributes to the development of fine and well defined aromas. Altaripa, Arenario and Selvoso are only the first steps, and the future projects are many and ambitious: increase the production – without abandoning the craftsmanlike quality profile of the winery – and to exploit the oeno-touristic potential of one of the most charming and suggestive corners of Tuscany. VINITALY: Area D | Stand D3 PROWEIN: Halle 16 | E31

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Cantina del Giusto

quando il vino è una questione di famiglia Cantina del Giusto: when wine is a family matter Four generations of winegrowers that share a purpose: let Montalcino to talk through the quality of its wines

Quattro generazioni di viticoltori unite nel comune obiettivo di raccontare Montepulciano attraverso vini di qualità

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i sa, con la tenacia si può raggiungere qualunque obiettivo e, se si è veramente intenzionati a fare qualcosa, niente potrà intralciare il nostro cammino. È così che, ad Acquaviva di Montepulciano, Giulio Del Giusto ha posto le basi per quella che, negli anni a venire e con l’avvicendarsi di ben quattro generazioni di viticoltori, sarebbe diventata una realtà enologica di autentica rappresentatività poliziana: Cantina del Giusto. È, infatti, nel 1950 che Giulio, all’insegna di quel diffuso spirito di rinascita proprio del dopoguerra, decide di di

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creare il suo vino nel podere di famiglia dopo anni passati a lavorare nelle cantine dei signori del luogo. Un impegno portato avanti con passione e trasmesso al figlio Piero che, assieme alla moglie, inaugura ufficialmente la Cantina di famiglia nel 1995. Il progetto, nato per dare voce alla sua sconfinata dedizione per il vino, trova, in poco tempo, ampia evoluzione con l’apertura della cantina di invecchiamento nel 1997 e di quella di vinificazione nel 2005. Sette anni dopo, con il passaggio di consegne tra

Piero ed il nipote Niccolò Mariani, il bagaglio esperienziale del passato si lega indissolubilmente agli intenti innovatori del presente, perseguiti con mezzi all’avanguardia e rispetto dell’ambiente. Un connubio qualitativamente imprescindibile per la produzione di vini degni di nota. Che si tratti, infatti, di San Claudio II o Baradiero (Nobili di Montepulciano), di Fontedoccia (Rosso Toscano) o di Fontegrande (Rosso di Montepulciano), ogni bottiglia di Cantina del Giusto si presenta come sincero affresco di un territorio di incommensurabile bellezza e di un’azienda che, seppur proiettata al futuro, rimane saldamente ancorata alle proprie radici. (g.m.)•

Constancy achieve any goal and nothing can stop the true intention of doing something. With this belief, Giulio Del Giusto has laid the foundations for what in time has become an important reality in Acquaviva di Montepulciano, Cantina del Giusto, a family winery that has seen four generations of winegrowers working for the same purpose. In 1950, Giulio, transported by the spirit of rebirth of that time, decided to make his own wine in the family farm after a life spent working for the local nobles. He passed down his commitment and passion to his son Piero who, together with his wife inaugurated the family winery in 1995. Their project, born to give a voice to an endless devotion to winemaking, developed in a short time: in 1997, they opened their ageing cellar and in 2005, the vinification one. Seven years later, when the management passed to Piero’s nephew Niccolò Mariani, the experience of the past embraces the innovative spirit of the present days, combining new technologies with a profound respect for the environment. The range of wines proposed by this cellar shows a unique quality. San Claudio II, Baradiero (both Nobile di Montepulciano), Fontedoccia (Rosso Toscano) or Fontegrande (Rosso di Montepulciano), every bottle produced by Cantina del Giusto is a sincere painting of a land with an immense and invaluable beauty and of a winery that looks towards the future keeping its roots strong. • CANTINA DEL GIUSTO di Mariani Niccolò & C. Soc. Agr Via E. Gaci, 14 53045 Montepulciano (SI) Tel. +39 0578767229 www.cantinadelgiusto.it info@cantinadelgiusto.it VINITALY: Pad. 9 | Stand D12-D13


In quale veste preferite concedervi il Chianti della Fattoria di San Quintino?

Bordolese, Fiasco o Magnum

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l Chianti D.o.c.g. della Fattoria di San Quintino è fedele alle sue origini: un nettare dall’acidità medio-alta e un contenuto tanninico medio che lo rendono il compagno ideale per piatti della tradizione toscana a base di legumi, formaggi e pomodoro. Per natura il Chianti è un vino da compagnia, dall’inconfondibile aroma di frutti rossi avvolti in un nettare corposo dal tipico colore rosso rubino intenso. Il Chianti D.o.c.g. della Fattoria di San Quintino vanta una gradazione tra i 13° e i 14° e le annate del 2012, del 2013 e del 2014 sono di particolare orgoglio per l’azienda pisana: le prime sono infatti state premiate dal Gillerd & Gaillard International e dal Decanter World Wine Awards con la medaglia d’oro; la terza, con l’argento sia da Gillerd & Gaillard Internatio-

nal che da Mundus Vini. Per un vino di qualità indiscussa e rinomato in tutto il mondo, il tocco di originalità della fattoria viene dalla possibilità di portarlo a tavola, o regalarlo, in formati diversi e personalizzati. Dalla classica bottiglia bordolese, al fiasco rifinito in vimini che, da essere la versione più popolare del Chianti (era la bottiglia prediletta dai contadini), oggi è un packaging di pregio per il lavoro artigianale che comporta la sua realizzazione. Oppure, molto di effetto è il formato Magnum, dove la splendida confezione in legno con logo aziendale raccoglie la bottiglia dal formato extra-large, stupenda sia per arredare uno spazio, sia per un omaggio dal valore aggiunto. Oltre che ottima soluzione per stappare una bottiglia e appagare molti calici. (b.a.)•

Bordolese, Fiasco or Magnum

Choose your version of Chianti Fattoria di San Quintino The Chianti Docg by Fattoria di San Quintino is loyal to its origins: average-high acidity and a tannic content that makes it the ideal wine with the traditional Tuscan cuisine based on legumes, cheese and tomato. Chianti is a companion wine with an unmistakable red fruits aroma and a full-bodied taste enveloped in the typical intense ruby red color. Chianti Docg by Fattoria di San Quintino boasts an alcohol content round 13° and 14° by vol. Year 2012, 2013 and 2014 are a source of pride for the winery from Pisa. In fact, the first twos have been awarded with the gold medal at Gillerd & Gaillard International and at the Decanter World Wine Awards, and the third one has won the silver medal at Gillerd & Gaillard International and at Mundus Vini. Such a famous wine receive a personal touch at Fattoria di San Quintino with different versions: from the classical Bordeaux bottle to the wicker wine bottle, the most popular bottle of Chianti (the typical peasants’ bottle), which is nowadays the result of a valuable artisan work. Also, the winery proposes its Chianti in a Magnum bottle with an elegant wood box: it’s the ideal version for an important present or to decorate a place, or an excellent solution to share and enjoy this wine with a group of friends. •

FATTORIA DI SAN QUINTINO Via San Quintino, 3 - 56028 San Miniato (Pi) Tel./fax 0571 408005 info@fattoriasanquintino.it - www.fattoriasanquintino.it Facebook: Fattoria di San Quintino

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Dimmi da dove vieni,

ti dirò che vino scegli Geografia dei vini delle Tenute San Fabiano Conti Borghini Baldovinetti de’ Bacci

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a alcuni anni la cultura del vino mondiale sta conoscendo una rapida diffusione, e i diversi paesi iniziano a profilarsi sul mercato anche in base ai propri gusti. Abbiamo indagato come ciò stia accadendo attraverso i vini dei Conti Borghini Baldovinetti de' Bacci. Ad esempio, pare che in America amino i vini dalla facile beva con gradazione alcolica contenuta, tipica di un Chianti fresco. Infatti è il Chianti Putto San Fabiano quello più richiesto dal mercato d'oltreoceano. In nord Europa e sul mercato asiatico prediligono invece i profumi di frutta rossa, morbidezza, la buona persistenza e le note speziate, come quella pepata conferita dalla presenza del Syrah del Chianti Superiore Etichetta Nera. Il mercato britannico invece gradisce vini di grande eleganza e finezza come il Poggio Uliveto Vino Nobile di

Montepulciano, espressione di livello del Sangiovese che ha vinto numerosi premi internazionali. Ma a dirla tutta, oltre alla Gran Bretagna, tra i suoi estimatori si aggiungono quelli del mercato più evoluto di Nord Europa e Asia. Armaiolo invece 'viaggia' in modo più trasversale: considerato fra i migliori 50 Gran Cru d’Italia (vino di punta dell’azienda, frutto della selezione più accurata di uve Sangiovese – Cabernet Sauvignon) è un vino esclusivo prodotto solo nelle annate migliori. E l'Italia? Per lei l'azienda aretina ha in serbo qualcosa di speciale che potrete scoprire al Vinitaly: una nuova etichetta, un Chianti Riserva delle Tenute di San Fabiano. (b.a)•

Tell me where you are from and I’ll tell which is your wine Geography of the wines by Tenute San Fabiano In the last years, the culture of wine in the world is developing quickly, and many countries outline on the market according to their own taste. We investigated about it, through the wines of Conti Borghini Baldovinetti de' Bacci. It seems, for instance, that the Americans prefer the “easy-to-drink” wines, with low alcohol content, such as a fresh Chianti. In fact, Chianti Putto San Fabiano is the most demanded label overseas. North European and Asian tasters prefer the perfumes of red fruit, the softer persistent and spicy wines, such as the pepper aroma of Syrah in Chianti Superiore Etichetta Nera. British people appreciate the elegant and fine wines, such as Poggio Uliveto Vino Nobile di Montepulciano, a high-level expression of Sangiovese that has won many international prizes. But to be honest, North Europe and Asia appreciate it too. Armaiolo, instead, has a more variegated public: it has been included among the best 50 Gran Cru d’Italia (it’s the buttonhole label of this winery, fruit of a careful selection of Sangiovese and Cabernet Sauvignon), an exclusive wine produced only in the best years. And what about Italy? The winery from Arezzo has a special gift for its homeland, a new label: Chianti Riserva delle Tenute di San Fabiano. Discover it at Vinitaly!•

TENUTE SAN FABIANO Conti Borghini Baldovinetti de' Bacci Via San Fabiano 33 – 52100 Arezzo Tel. +39 0575 24566 Fax +39 0575 370368 info@fattoriasanfabiano.it www.fattoriasanfabiano.it VINITALY: Pad. 10 | Stand N3

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Monte Solaio perla

dell’alta maremma Dove mare e terra si incontrano in un connubio paesaggistico e di sapori

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onte Solaio è una tenuta di 178 ettari che si estende tra le colline e la pianura di Campiglia Marittima. L’area ospita la struttura di Salvapiano Holiday Ranch ed il Castello Bonaria, le cui torri dominano la Val di Cornia. I vigneti, che su 8 ettari di terreno disegnano geometrie irregolari e al tempo stesso armoniche, sono allevati con il sistema del cordone speronato e tutta la produzione è seguita con passione e competenza. La cantina si integra con il pendio terrazzato circostante ed è stata costruita con materiali reperiti in loco. Semplicità, rispetto del paesaggio,

praticità e funzionalità sono i pilastri della filosofia aziendale. La produzione vinicola di Monte Solaio spazia dai bianchi Allegro e Boccasanta, al rosso Tino Rosso, simbolo di tradizione, professionalità e dedizione di un produttore che crede in questo prezioso territorio. Le Riserve monovitigno Collevato (Cabernet Sauvignon), Sassinoro (Syrah) e Re Del Castello (Merlot) sono la punta di diamante della tenuta, espressione dei vitigni tipici d’Oltralpe, coltivati nel caratteristico territorio della costa Toscana. Presso la sala degustazione con terrazza panoramica è possibile intraprendere un viaggio emozionale alla scoperta dei vini della tenuta, lasciandosi cullare dal mare, dai boschi e dagli ulivi. (m.z.)•

Monte Solaio the pearl of Maremma A place where the sea and the land meet in a combination of tastes and perfumes Monte Solaio is a 178-hectare estate that spread among the hills and the plain of Campiglia Marittima. The area includes the Salvapiano Holiday Ranch and the castle of Bonaria, whose towers dominate Val di Cornia. The vineyards, that draw 8 hectares of irregular and harmonious geometries, are trained with the spurred cordon system. The whole production is followed with passion and care. The buildings of this winery integrates with the terraced hills and have been constructed with local materials. Simplicity, respect for the environment, practicality and functionality are the base of the corporate philosophy. The production of Monte Solaio includes the white wines Allegro and Boccasanta, the red wine Tino Rosso, symbol of the tradition, professionalism and devotion of a winemakers who believe in this precious territory. The single-variety vinification vintage wines Collevato (Cabernet Sauvignon), Sassinoro (Syrah) and Re Del Castello (Merlot) are the buttonhole of the estate, the expression of the typical grape varieties from the other side of the Alps that grow on the Tuscan coast. In the panoramic tasting room, it is possible to enjoy an emotional journey to the discovery of these wines, lulled by the sea, the woods and the olive trees. • MONTE SOLAIO Via di Venturina, 17 57021 Campiglia Marittima (Livorno) Tel. +39 0565 843291 Mobile +39 333 3708626 info@montesolaio.com www.montesolaio.com

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Sensi: una famiglia

di viticoltori, dal 1890 La storica azienda è oggi un’importante realtà enologica su scala internazionale, attenta alla qualità e alle tendenze del mercato

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ensi è una di quelle cantine che non ha bisogno di molte presentazioni. La storia parte dal 1890: in quegli anni nasce l’azienda di famiglia, con Pietro Sensi che vendeva il vino dei suoi vigneti nei mercati di zona. Da allora di

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tempo ne è passato e Sensi è diventata una delle più importanti realtà enologiche della Toscana, dell’Italia e perfino del mondo, con una rete di vigneti nelle aree più strategiche della regione (e non solo), 20 milioni di bottiglie prodotte (vendute per un 70% all’estero) e un fatturato di 35 milioni di euro. Il prodotto più importante del marchio è il Chianti, vino principe della gamma “Classic”, che l’azienda ha da tempo eletto a suo portabandiera; a questo si aggiungono altre etichette provenienti dalle collaborazioni con fattorie produttrici di Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Bolgheri, Morellino di Scansano e Vernaccia di S.Gimignano, così da disporre di un ventaglio

completo delle denominazioni toscane. L’Azienda ha inoltre creato la gamma “Collezione”, composta da vini che si caratterizzano per uno stile easy to drink, immediati e piacevoli, e che strizzano l’occhio a consumatori giovani e curiosi. Completano l’offerta le linee “Dolci” e “Spumanti”. Oltre a questo Sensi ha avviato da qualche anno anche dei progetti innovativi che si ispirano ad una visione etica e sostenibile dell’enologia. Da questi principi produttivi nascono ad esempio il Chianti Bio Docg “Campoluce” e il Sangiovese in purezza “Ninfato” senza solfiti aggiunti, oltre al Vegante, Chianti Superiore Docg ottenuto secondo i dettami della filosofia vegana, confezionato con prodotti a basso impatto ambientale. Sensi si conferma

così una realtà storica e moderna allo stesso tempo, capace di rispondere alle richieste di un mercato sempre più esigente, sia in termini di qualità che di etica dei prodotti, e che riesce a fare tesoro della sua lunga tradizione creando modelli di business performanti e guardando al futuro con obiettivi sempre più ambiziosi. (c.c.)•


Sensi: a family of winegrowers since 1890 The historical winery is now an important oenological reality at international level attentive to quality and market trends Sensi is a winery that does not need any presentation. Its story starts in 1890, when Pietro Sensi, who used to sell his wine to the local markets, founded the family winery. Time has passed since that time,

and nowadays Sensi is one of the most important reality in Tuscany, in Italy and worldwide too, with its net of vineyards in the most interesting areas of the region (and not only), its production of 20 million bottles (70% of which are marketed abroad) and a turnover of 35 million Euros. The buttonhole product is obviously Chianti, the prince wine of the “Classic” line that the winery has elected as its “flagship”; beside it, the winery proposes other labels fruit of the

cooperation with other producers of Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Bolgheri, Morellino di Scansano and Vernaccia di S.Gimignano. The winery has also created “Collezione”, a range of easy to drink pleasant wines, for young and curious consumers. Last but not least, the lines “Dolci” and “Spumanti”. Also, Sensi has started innovative projects inspired by a ethical and sustainable concept of oenology. This philosophy gives life to Chi-

anti Bio Docg “Campoluce” and Sangiovese “Ninfato” without sulphites added, but also to Vegante Chianti Superiore Docg, a vegan Chianti with a low environmental impact packaging. Sensi gives a further proof of being a historical and modern reality, able to satisfy the demand of a variegated market, exigent both in term of quality and in term of ethical productions. A winery with a long story at its back that can look towards the future with ambitious projects. •

SENSI VIGNE E VINI Via Cerbaia 107 51035 Lamporecchio Pistoia Tel. +39 0573.82910 Fax +39 0573.81751 www.sensivini.com sensi@sensivini.com VINITALY: Hall 9 | Stand C5

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SassodiSole, un sorso di Val d’Orcia

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Un credo, quello della tradizione, che non si mostra solo in vigna ma traspare anche al sorso, genuino e schietto

i sono oneri e onori e spesso l’uno va a braccetto con l’altro. Nel caso di SassodiSole l’onore è quello di avere i vigneti in una delle zone più belle d’Italia, quella della Val d’Orcia, Patrimonio Unesco. L’onere sta invece nell’essere custodi di tanta generosità paesaggistica e per questo scegliere di impegnarsi concretamente per il rispetto dell’ambiente, con pratiche vitivinicole sostenibili e un lavoro condotto interamente a mano. Sulle colline assolate a nord-est di Montalcino, su terreni a medio impasto, cresce il Sangiovese della famiglia Terzuoli: nove ettari a conduzione biologica curati da Bruno prima e oggi dal figlio Roberto. I vini firmati SassodiSole sono il Brunello, il Brunello Riserva, il Rosso di Montalcino

e l’Orcia Rosso. Annata da cinque stelle, il Brunello 2012 è rosso rubino con riflessi granati, avvolgente al naso, bouquet fine e frutta rossa, ha un sorso secco e morbido, con una bella vena di freschezza e un’ammaliante chiusura sulla spezia dolce. Un affinamento di 12 mesi in acciaio e 36 mesi in botte grande di rovere di Slavonia accompagna il profilo armonico del vino senza stravolgerlo, rendendolo godibile già da adesso ma con un lungo potenziale di invecchiamento. (c.c.)•

SOCIETÀ AGRICOLA SASSODISOLE S.S. Pod. Sasso di Sole 85 - 53024 Montalcino (SI) Tel. +39 0577 834303 - Fax +39 0577 1959505 info@sassodisole.it - www.sassodisole.it VINITALY: Pad. 9 | Stand B17

SassodiSole, a drop of Val d’Orcia

Its belief is tradition, shown in the vineyards and through genuine and sincere wines Honors and responsibilities go often arm in arm. SassodiSole can boast vineyards that grow in one of the most beautiful areas in Italy, Val d’Orcia, a World Heritage Site. On the other hand, its responsibility is to preserve such a generous land and its commitment to-

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wards the environment takes shape in sustainable winemaking and manual work. On the sunny hills of Montalcino, on average mixture soils, the Terzuoli family’s Sangiovese grow luxuriant: a nine-hectare organic vineyard, under the watchful eye of Bruno, first, and

his son Roberto, now. SassodiSole proposes Brunello, Brunello Riserva, Rosso di Montalcino and Orcia Rosso. A five stars year, Brunello 2012 has a ruby red color with garnet reflexes, an enveloping fine bouquet with red fruits perfumes, a dry and soft taste and a fresh, en-

chanting ending with sweet spices inklings. A 12 months refining in steel and other 36 months in Slavonia big barrels completes its aromatic profile, without distorting it, but making it a pleasant wine if tasted now, but also suited of long ageing. •


Statiano conferma il valore

del territorio della Val di Cecina

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icevano che dalla Val di Cecina non poteva venire il vino e noi li abbiamo smentiti». Esordisce così Tina Castaldi quando racconta dell’azienda a pochi passi dalla splendida Volterra. Tina la conduce insieme a Paolo Germano, direttore tecnico e di vigna, che grazie alla sua esperienza nel biologico, ha portato il knownhow necessario per produrre vini bio. «Sapevamo che qui era possibile produrre vino: al museo di Volterra ci sono anfore etrusche che lo testimoniano». Dalla voce di Tina trapela gentilezza e sicurezza, quella di chi ha chiari i valori su cui fonda il proprio lavoro. «Inoltre - prosegue - Paolo ha avuto l’intuizione di piantare la vigna a nord-est anzichè a sud come il resto dei filari. Grazie a questo l’uva ha una maturazione lenta, che dona al nettare un aroma ricco e peculiare. A questo si aggiunge la scelta di non barricare e di utilizzare le vecchie botti di cemento già presenti nella cantina di famiglia. I nostri vini sono Montecastelli Igp, una denominazione giovane (2006 n.d.r.), ma per noi ciò che conta è il legame col territorio. Il lavoro parte dalla vigna, a cura di Paolo, e prosegue in cantina

Una Igp giovane e poco conosciuta, tanta passione e valori saldi con la supervisione di Vincenza Folgheretti, la nostra enologa». Con un tono di voce sorridente racconta che per questo le piace immaginare i vini Statiano con note un po’ maschili e un po’ femminili. Vini che nonostante la giovane età della pianta da cui provengono (13 anni) sono già stati premiati: lo Statiano 2013 (Sangiovese in purezza) ha infatti ricevuto l’argento all’International Wine Challenge 2017. L’azienda è inoltre associata alla FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) «Per ribadire che le uve che utilizziamo provengono solo dalle nostre vigne» (b.a).• FATTORIA DI STATIANO 56045 Micciano, Pomarance (PI) Tel. 0588.61153 Cel. 338.5057879 Fax 0588.61153 info@agriturismostatiano.com www.agriturismostatiano.com

Statiano confirms the value of the territory of Val di Cecina A young and not yet well-known Igp, a great passion and strong values

«They used to say that from Val di Cecina couldn’t come any wine and we proved they were wrong». With these words, Tina Castaldi starts to tell the story of her winery near the wonderful Volterra. Tina manages it with Paolo Germano, technical and vineyard manager who, thanks to his experience in the field of organic farming, has taken tot he winery the needed known-how to start an organic production. «We knew that we could make wine here: there are Etrurian amphorae at the museum of Volterra that proves it ». Tina’s voice transmits gentleness and confidence: she knows well the basis of her work, her strong values. «Also – she says – Paolo had the intuition to plant the vineyard facing northeast instead of south like the other vines. Thanks to this, the grapes can ripen slowly, gaining a rich and peculiar aroma. Beside all this, their choice to avoid barrique but use the old cement vats oft he family winery give to the wine a very personal character. Our wines are Montecastelli Igp, a young denomination (2006) but with a strong tie with its territory. Our work starts in the vineyard with Paolo’s cares, and continues in the cellar with the supervision of our oenologist, Vincenza Folgheretti ». Smiling, she says that she likes to imagine her wine with both feminine and masculine peculiarities. In spite of the young age of the vines, these wines have received already many prizes. Statiano 2013 (Sangiovese in purity) has gained the silver medal at the International Wine Challenge 2017. The winery is also member of FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) «Because the grape we use comes from our vineyards only». •

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Le Sode di Sant’Angelo:

qualità “Dautore”

Le Sode di Sant’Angelo: the quality of “Dautore” Dautore 2015 makes its debut at Vinitaly 2017 in a renewed guise that reveals the strong tie between wine and art

SOC. AGR. LE SODE DI SANT’ANGELO Loc. Montebamboli 58024 Massa Marittima (GR) info@sodesantangelo.com www.sodesantangelo.com Vinitaly: Pad. 3 | Stand C5

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Il Dautore 2015 esordisce a Vinitaly in una veste del tutto rinnovata, chiaro manifesto del forte legame tra vino e arte

’intervento salvifico di un angelo su una terra in crisi, l’ incontro perfetto tra cielo e mare in un luogo da sogno, la tradizione che rivive nell’opera congiunta di uomo e natura. Questo e molto altro contraddistingue quel mosaico di colori, profumi e sapori che è Le Sode di Sant’Angelo, realtà vitivinicola maremmana dai tratti elegantemente autentici. Situata nel borgo medievale di Montebamboli e con una proprietà che si estende per 40 ettari in zona Doc Maremma, l’azienda di Luca Purgatorio vanta una produzione dal fascino innegabile, riservando alla sua terra un tributo che va al di là di ogni semplicistico concetto di omaggio. Vini unici ed inconfondibili, che costituiscono tangibile rappresentazione di un profondo processo emozionale ed artistico. Come il Dautore (Igt Toscana Rosso), ottenuto da un’attenta selezione di uve Sangiovese, Merlot ed Alicante che, vinificate in acciaio in purezza, vengono poi affinate in barriques

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di rovere per 12mesi. Punta di diamante dell’azienda, si caratterizza per una composizione che cambia di anno in anno, in nome di una costante ricerca dell’eccellenza. La variabilità qualitativa del Dautore trova riscontro nell’estetica stessa delle sue bottiglie, ornate da un’etichetta unica ed irripetibile per ogni annata. Un valore aggiunto che, frutto della grande amicizia tra Luca Purgatorio e il pittore Paolo Golinelli, vede l’abbinamento di un particolare dipinto a questo rosso dall’aroma fruttato e dall’intensa complessità gustativa. E se a vestire il Dautore del 2014 era un’etichetta che ritraeva un energico graffio rosso a significare un’incisiva volontà di rinascita, l’outfit della bottiglia del 2015, presentata proprio a Vinitaly, è un trionfo di colori amalgamati in una spirale ipnotica. Un turbinio di emozioni dal quale farsi trasportare, abbandonando il proprio spirito all’incessante divenire della vita e della vite. (g.m.)•

The redeeming intervention of an angel on a land in crisis, the perfect meeting of the sky and the sea in a dreamland, the tradition that lives again in the united work of man and nature. This and much more characterizes the mosaic of colors, perfumes and tastes of Le Sode di Sant’Angelo, the authentic winery of Maremma. It rises in the medieval village of Montebamboli and the property spreads over 40 hectares in the Doc Maremma area. Luca Purgatorio’s winery boasts a production with an undeniable charm that pay homage to its land: unique and unmistakable wines that express a profound emotional and artistic process. It’s the case of Dautore (Igt Toscana Rosso): the result of a careful selection of Sangiovese, Merlot and Alicante vinified in steel in purity and refined in oak barrique for 12 months. The buttonhole of the winery is characterized by a composition that changes every year, in the name of a constant research of excellence. The variability of Dautore is mirrored by the esthetic of its bottles, decorated with a unique label every year. An added value that, due to the friendship between Luca Purgatorio and the painter Paolo Golinelli, exploits the combination of a peculiar painting and this red wine with a fruity aroma and an intense complex taste. And if on the label of Dautore 2014 it was painted a red scratch, symbol of a resolute will of rebirth, the outfit of year 2015, presented at Vinitaly, is a triumph of colors combined in an hypnotic spiral: a whirlwind of emotions. •


Tenuta di Canneto Paradiso di vini eccellenti frutto di un terroir unico

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a Tenuta di Canneto sorge tra le valli del fiume Sterza e del Cornia, posizionata sulle colline sopra Bolgheri a 300 slm, gode di una spettacolare vista: da una parte l’azzurro del mare, dall’altra un paesaggio unico sia per tipologia di terreni che per esposizione. La filosofia aziendale prevede l’utilizzo dell’agricoltura integrata, nel rispetto dell’ambiente e del lavoro dell’uomo che ha mantenuto la sua importanza e le sue radici. La cantina dà lustro a tutta la Tenuta: sempre aggiornata, dispone di

una linea di cernita delle uve che seleziona solo l’eccellenza della vigna. Tra i tesori in essa custoditi menzioni speciali vanno al Lillatro Garbato, il “particolare” ottenuto da sangiovese vinificato in bianco; al Pian di Contessa, l’eleganza, merlot in purezza di autentica tipicità; al Santabarbara, punta di diamante, taglio bordolese fresco ed elegante, di ottima struttura, espressione del territorio e dello spirito aziendale. Antiche tradizioni si rispecchiano nella cura dei vigneti offrendo vini di alta qualità che sono l’anima della Tenuta di Canneto, un paradiso per chi sa apprezzare il meglio che questa terra può darci, assecondando i ritmi della natura. Un terroir unico che vale la pena, almeno una volta, di scoprire.•

TENUTA DI CANNETO A paradise of excellent wines fruit of a unique terroir Tenuta di Canneto rises among the valleys of the rivers Sterza and Cornia, on the hills over Bolgheri, 300 meters above the sea level. From here, the view is enchanting: the sea on one side, and a unique countryside on the other. The philosophy of this winery is based on integrated pest management in order to protect both the surrounding environment and the human work. The cellar is a reason of pride for the estate and is equipped with a system that select only the best grapes for the processing. Among its treasures, it is worth to mention Lillatro Garbato, the “peculiar wine” made with Sangiovese vinified as a white wine; Pian di Contessa, the elegance, a single-variety vinification of Merlot; Santabarbara, the buttonhole, an elegant and fresh Bordeaux blend with an excellent structure, expression of the territory and of the corporate mindset. Ancient traditions mirrors in the management of the vineyards, offering high quality wines that enclose the soul of Tenuta di Canneto. The estate is a paradise for those who can appreciate the pleasures of life and of the land, according to the rhythms of nature: a unique terroir that is worth to discover, at least once in our life. • TENUTA DI CANNETO SOC.AGR.AR.L. Loc.Capannelle 50640 Monteverdi Marittimo Pisa Tel. e Fax: +39 0565 784927 info@tenutacanneto.com www.tenutacanneto.it VINITALY: Pad. D | Stand D4

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Villa Trasqua

il biologico è rispetto per la terra 120 ettari tra vigne, uliveti e aree boschive, nella splendida località di Castellina in Chianti

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’esperienza e le radici solide nel cuore della Toscana, in corrispondenza del Chianti Classico, permettono a Villa Trasqua di coniugare la tradizione di questo antico territorio con l’innovazione e la modernità. La tenuta si occupa di produzione e vinificazione biologica. Le uve vengono coltivate in un ambiente completamente naturale, curato con amore e consapevolezza, preservato secondo la miglior definizione di sostenibilità. Nei vigneti di Villa Trasqua si trovano terreni profondi e fertili, di buona tessitura e struttura, ricchi di humus e di sostanze minerali, capaci di conservare un alto grado di permeabilità. Le caratteristiche del suolo, combinate al clima temperato dovuto alla vicinanza con il Mar Tirreno, creano il giusto ambiente per la crescita di uve dalla qualità e dal sapore unici. La filosofia aziendale presta grande attenzione al legame con la terra, con l’obiettivo di trovare un perfetto equilibrio fra tradizione e modernità,

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per valorizzare una storia antica come quella del Chianti Classico. Da questa ricerca nasce il Nerento Chianti Classico Gran Selezione D.O.C.G., dal colore rosso rubino con riflessi leggermente granati con l’invecchiamento, un profumo complesso fatto di frutti di bosco, mirtillo, prugna, marasca, tostatura di caffè e pepe nero. Al palato risulta elegante, avvolgente e piacevole.•

Villa Trasqua, organic growing means respect for the land 120 hectares of vineyards, olive trees and woods in the wonderful Castellina in Chianti Experience and solid roots in the heart of Tuscany, in Chianti Classico, has let Villa Trasqua to combine the ancient tradition of this land with innovation and modernity. In fact, the estate has chosen organic farming. The grapes grow in a natural environment, cultivated with love and awareness and protected according to the best principles of sustainable farming. In the vineyards of Villa Trasqua, soils are deep and fertile, with a good structure, rich of humus and minerals, and with a good rate of permeability. These peculiarities together with a mild climate, due to the near Tirrenian Sea, creates the ideal environment for the grapes to grow and develop a unique taste. The corporate philosophy is based on its strong bond with this land, and its aim is to find the perfect balance between tradition and modernity, to exploit the ancient history of Chianti Classico. From these principles springs Nerento Chianti Classico Gran Selezione D.O.C.G., a ruby red wine with light garnet reflexes, a complex perfume of wild berries, blueberry, morel black cherry and plum perfumes and coffee and black pepper aromas. Its taste is elegant, enveloping and pleasant.•

TENUTA VILLA TRASQUA SRL Località Trasqua, 53011, Castellina in Chianti (SI) Tel: +39 0577 74 30 75 Fax: +39 0577 74 30 25 Email: info@villatrasqua.it Web: www.villatrasqua.it VINITALY: Pad. 9 | Stand D2-D4


Vini Meletti Cavallari. L’impronta del Bolgheri Vini Meletti Cavallari. The sign of Bolgheri Since 2002 with four versions of a wine, between history and moder-

Dal 2002 con quattro declinazioni di un vino fra storia e modernità

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iorgio Meletti Cavallari si porta dietro la passione del vino da tempo. Apprende l’arte grazie al padre Piermario, tra i filari del podere Grattamacco, e decide di intraprendere un percorso educativo con un chiaro esito: il vino. Istituto Tecnico Agrario a Siena e poi esperienze nelle zone vinicole più importanti del mondo, il Chianti era a due passi, ma Meletti Cavallari tocca anche la Franciacorta e poi la California. Al suo ritorno, ancora giovane, fonda l’omonima Azienda Giorgio Meletti Cavallari. Otto ettari in corrispondenza dell’area della Doc Bolgheri. Una zona che di per sé ti dà una mano in termini di notorietà, ma che poi ti investe anche di una grande responsabilità. I vigneti sono dislocati in aree diverse rispetto alla cantina: quello di punta dell’azienda, il Vigneto Piastraia, è collocato a 300 metri di altitudine, in prossimità della costa tirrenica, su un terreno con un’elevata presenza di

scheletro e scisti galestrosi. Il Vigneto Vallone è invece nella tenuta di Villa Borgeri, presso la quale sorge il relativo agriturismo. Il terreno franco-argilloso mediamente calcareo ospita i vigneti destinati alle produzioni dei bianchi e dei rosati dell’azienda. Impronte è il vino di punta. È un Bolgheri Rosso Doc Superiore che impressiona per la perfetta sintesi che riesce a raggiungere tra la forza e l’eleganza tipiche dei vini Bolgheri. La Guida Veronelli 2015 l’ha premiato con la Super Tre Stelle, all’occhio si presenta con un colore rubino intenso, i profumi sono composti da frutti rossi, menta e liquirizia. In bocca è complesso e corposo, forte – come dicevamo – ma anche elegante con tannini morbidi e aromatici.•

GIORGIO MELETTI CAVALLARI Castagneto Carducci – 57022 Livorno (LI) Tel/Fax +39 0565.775620 info@giorgiomeletticavallari.it

Giorgio Meletti Cavallari has a long story of passion for wine at its back. He learnt the art of winemaking from his father Piermario, among the vineyards of Grattamacco, and decided to continue his education at the Agrarian Institute of Siena. Then, his experience grew, first in Chianti, then in Franciacorta and California. When he comes back, he is still a young man and creates his homonymous winery: Azienda Giorgio Meletti Cavallari, eight hectares in the Doc Bolgheri area, an already famous area that means a great responsibility. His vineyards grow in different areas separated from the cellar: the buttonhole vineyards is Vigneto Piastraia, and it grows 300 meters above the sea level, near the Tirrenian coast, on steep soils rich of skeleton and galestro. Vigneto Vallone grows instead near Villa Borgeri, where Giorgio manages an agritourims. Here soils are clayey and average calcareous, and is addressed to the production of white wines and rosé. Impronte is the buttonhole label of this winery. It’s a Bolgheri Rosso Doc Superiore that surprises due to its perfect combination of strength and elegance, a typical characteristic of the wines Bolgheri. In 2015 Veronelli’s guidebook (Guida Veronelli 2015) has awarded it with its super three stars (Super Tre Stelle). It’s color is intense and ruby red, its perfumes recalls red fruits, mint and liquorice. Its taste is complex and full-bodied, strong but elegant, with soft tannins and aromatic. •

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Consorzio Tutela Vini della Maremma: l’altra Toscana

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vini. C’è un altro aspetto che unisce i consorziati ed è la sostenibilità ambientale: si usano pratiche biologiche, integrate, biodinamiche, valorizzare il territorio è per noi una priorità assoluta”. I progetti sono tanti: riguardano l’export, la promozione, la tipicità. Ad esempio si sta puntando molto sul Vermentino, un’uva che qua si coltiva per 700 ettari, con interpretazioni anche molto diverse. Insomma, un Consorzio e una Doc giovani ma con tutte le carte in regola per guardare lontano. (c.c.) VINITALY: Pad. 9 | Stand B16 10 aprile: “10 sfumature di Vermentino”, ore 15/17 – Sala Tulipano 11 aprile: “Le aziende della Maremma si raccontano”, ore 15/17 – Sala C, Pad. 10

La qualità non è solo organolettica: è anche attenzione per l’ambiente, valorizzazione del territorio e un’offerta variegata con prodotti e cantine con profili molto diversi

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Consorzio Tutela Vini della Maremma: the other Tuscany Quality is not only a matter of senses; it means care for the environment, promotion of the territory and a variegated offer of labels and wines Tuscany is the homeland of important denomination but it’s not only this. Consorzio Tutela Vini della Maremma, and President Edoardo Donato, reminds that the Tuscan Maremma is a charming and wild land, which can be generous with its guests and give excellent wines. Since 2014, a Consorzio has been giving a voice to its denomination. Numbers talks about a growing reality that is imposing itself in the national and international markets with its variegated offer. 1700 hectares – and a potential of 8.500 – 5 million bottles and 241 partners, most of which are vine-growers, give an idea of this important project of collective identity. “We want to be known – says Donato – through the quality of our wines. There is another important aspect that unites us and is the environmental sustainability: we use pest integrated management, organic and biodynamic farming, in order to protect our territory, which is a priority aspect for us”. Projects are many and include export, promotion and typicalness. For instance, they are betting on Vermentino, a grape variety that here grow along 700 hectares, with different interpretations. In short, a young Consorzio for a young Doc but with the potential to look far ahead.

CONSORZIO TUTELA VINI DELLA MAREMMA TOSCANA Via Uranio, 70 - 58100 Grosseto - www.consorziovinimaremma.it

a Toscana è patria di importanti denominazioni ma non è solo questo. A ricordarcelo è il Consorzio Tutela Vini della Maremma, nella persona del suo Presidente Edoardo Donato. La Maremma Toscana - una terra affascinante, a tratti selvaggia, generosa sia da un punto di vista turistico che vitivinicolo – ha dal 2014 un Consorzio che dà voce alla sua Denominazione. I numeri ci parlano di una realtà in crescita che sempre più riesce ad affermarsi sulla scena nazionale e internazionale, distinguendosi per un’offerta variegata: 1700 ettari – con un potenziale di 8.500 – 5 milioni di bottiglie e 241 soci, dei quali la maggior parte viticoltori, danno la misura di questo importante progetto di identità collettiva. “Vogliamo farci conoscere – racconta Donato –, a parlare per noi è prima di tutto la qualità dei nostri


Consorzio Montecucco:

export e attitudine green Consorzio Montecucco: export and green attitude Consorzio Montecucco will be at Vinitaly with its Doc and its Docg

Il Consorzio Montecucco è presente a Vinitaly con la sua Doc e la sua Docg

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l Consorzio Montecucco ha un calendario ricco di attività, non per ultimo l’appuntamento con Vinitaly. Una compagine di 64 aziende che porta avanti la promozione di due denominazioni: la Doc Montecucco e la Docg Montecucco Sangiovese, dal 2011, che è il segnale forte di un impegno concreto nel valorizzare questo vitigno e puntare sempre più alla qualità dei vini. Siamo di fronte a Montalcino, nella Maremma To-

scana, e quella del Montecucco è una realtà interessante formata da aziende per lo più di piccole dimensioni e a conduzione familiare, impegnate su più fronti, da quello enoturistico all’export, dimostrando una spiccata propensione al biologico (che riguarda il 66% della produzione). Per alcune aziende, circa l’80% dei vini prodotti vengono distribuiti sul mercato internazionale – Usa e nord Europa in primis – e col passare del tempo la riconoscibilità della denominazione, del territorio e delle tipicità si va sempre più affermando. Che ci siano enormi potenzialità e un alto valore lo testimoniano sia percorsi di valorizzazione delle singole aziende che gli investimenti che questa terra è stata capace di attrarre negli ultimi anni. Il futuro? Continuare a puntare sul Sangiovese, sulla qualità dei vini e sull’aspetto green.•

CONSORZIO MONTECUCCO via Montecucco, Poggi del Sasso 58044 Cinigiano (GR) Tel/Fax: +39 0564 990424 www.consorziomontecucco.it info@consorziomontecucco.it VINITALY: Pad. D | Stand E2

Consorzio Montecucco has a calendar rich of events, last but not least its participation at Vinitaly 2017. The cooperative counts 64 wineries that has been carrying on since 2011the promotion of two denomination: Doc Montecucco and Docg Montecucco Sangiovese. Its commitment in the promotion of this grape variety take shape in the production of high quality wines. We are in front of Montalcino, in the Tuscan Maremma, and Montecucco represents an interesting reality composed by small family wineries that operates on several fronts, from oenotourism to export, giving proof of a peculiar attention to organic farming (66% of the production). Some of them distribute about 80% of its production abroad – Usa and North Europe above all – and in time, the denomination has become well-known and acknowledged. The proof of the great potential of this area is both the important investments that this land has been able to attract, and the growing path of many local wineries. Its future? Betting on Sangiovese, on the Doc, on quality and on its green face.•

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Metinella,

il regno del Burberosso

La giovane cantina di Montepulciano produce un Nobile che sa coniugare la tradizione del territorio e un design innovativo

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ra i vigneti del Nobile di Montepulciano, dalla fusione di due realtà, nasce nel 2015 l’azienda agricola Metinella. La giovane cantina ha alle radici l’essenza genuina del territorio che trasmette dalla vite e ai suoi frutti, escludendo ogni forzatura e utilizzo di prodotti chimici. La coltivazione è seguita quotidianamente e ogni intervento avviene nel rispetto della natura, mettendo in primo piano la qualità dei prodotti. Il progetto di Metinella è iniziato con un grande lavoro di riqualificazione: i 18 ettari di vigneto sono stati sistemati per garantire la migliore coltura delle uve destinate al Nobile; la cantina è stata completamente rinnovata e, per ospitare il prezioso vino,

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sono state scelte solo botti in rovere. Qui prendono vita vini come il Rossodisera, Rosso Montepulciano Doc (Prugnolo Gentile – Canaiolo); il Rossorosso, Cabernet Toscana Rosso IGT (100% Cabernet); il Rossoardente, Toscana Rosso IGT (100% Sangiovese) e il Burberosso, Vino Nobile di Montepulciano Docg (Prugnolo Gentile – Canaiolo – Mammolo), il re della cantina, gentile e burbero il giusto, come solo un vero Nobile sa essere. Metinella fonda la sua filosofia sulla tradizione ma anche sulla contemporaneità. I suoi vini sono custoditi in moderne bottiglie troncoconiche, con etichetta bianca ed essenziale, ma al palato rispecchiano tutta la tradizione enoica poliziana. (m.z.)•

AZIENDA AGRICOLA METINELLA di Stefano Sorlini Via Fontelellera 21/A 53045 – Montepulciano (SI) Tel. +39 0578 799139 Fax: +39 0578 799 672 info@metinella.it www.metinella.it

VINITALY: Pad. 9 | Stand D16

Metinella, the kingdom of Burberosso The young winery from Montepulciano produces a Nobile that combines tradition with an innovative design Among the vineyards of Nobile di Montepulciano, in 2015 a young winery was created by merging two realities. Metinella plunges its roots in the genuine essence of its territory, which passes from the vine to its fruits in a natural way, without any chemical sophistication. The development of the vine is followed with care every day, and every intervention is managed in order to pursuit quality as the prime aim. The project of Metinella started with an important work of requalification: 18 hectares of vineyards have been recovered to gain the best grapes for Nobile; the cellar has been renewed and oak barrels only have been selected to enclose the precious wine. Here spring wines such as Rossodisera, Rosso Montepulciano Doc (Prugnolo Gentile – Canaiolo); Rossorosso, Cabernet Toscana Rosso IGT (100% Cabernet); Rossoardente, Toscana Rosso IGT (100% Sangiovese) and Burberosso, Vino Nobile di Montepulciano Docg (Prugnolo Gentile – Canaiolo – Mammolo), the buttonhole of the winery, gentle and severe, as a true Nobile can be. Metinella bases its philosophy on tradition but also on modernity. Its wines are proposed in modern truncated conical bottles, with white essential labels, but their taste mirrors all the tradition of Montepulciano.•


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Cantina Franco Galli T

ra le rigogliose colline della Valconca nel comune di San Giovanni in Marignano (RN) sorge la Cantina Franco Galli, una realtà nella quale sopravvive l’antica armonia tra la natura e il lavoro dell’uomo. L’azienda vinicola gode di uno spettacolare panorama che si estende alla vista fino al mare di Cattolica. La storia della Cantina Franco Galli inizia nei primi del Novecento e attraversa tre generazioni: dal fondatore, nonno Galli, al figlio Elio e infine al nipote Franco, attuale proprietario, che continua con la stessa passione dei

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suoi avi a produrre vino. L'azienda ha i suoi punti di forza proprio nelle dimensioni ridotte e soprattutto nella gestione familiare. Nel 1992, un monastero settecentesco situato accanto ai vigneti di Saludecio a pochi chilometri dalla cantina, è stato convertito in agriturismo. Gli ospiti possono ristorarsi nella natura circostante e degustare i piatti tipici della cucina romagnola abbinati ai vini della Cantina Franco Galli, come il Leàl 2015, 100% Rebola, secco affinato in barrique, ottenuto dal vitigno Grechetto gentile, dalla grande struttura e fresca acidità,

I genuini sapori romagnoli dei vini Rivalis e Leàl o il Rivalis 2015, rosso strutturato e con buona gradazione che nasce da un uvaggio aziendale (Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Syrah). Una visita alla Cantina Franco Galli vi farà scoprire quanta tradizione e genuinità ancora esista in questo meraviglioso angolo di Romagna. (m.z.)• CANTINA FRANCO GALLI Via Pianventena, 681, Angolo Via Cà Garuffi 47842, SAN GIOVANNI IN MARIGNANO (RN) Tel – Fax: 0541 955195 Cell. 347 4305989 info@cantinafrancogalli.it www.cantinafrancogalli.it

CANTINA FRANCO GALLI The genuine tastes of Romagna in the wines Rivalis and Leàl Cantina Franco Galli rises among the luxuriant hills of Valconca in the municipality of San Giovanni in Marignano (RN). It’s a reality where the ancient harmony between man and nature survives. The winery enjoys a wonderful panorama and a view that extends to the sea of Cattolica. The story of Cantina Franco Galli starts at the beginning of the XX century and continues with the third generation of the Galli family: from Grandfather Franco to his son Elio and his nephew Franco, who now manages the family winery with the same passion of his ancestors. The small dimension of the winery is one of its strength points. In 1992, a XVIII century monastery that rises few kilometers far from the cellar has been converted into an agritourism to welcome the guests who wish to taste the wines of Cantina Franco Galli, surrounded by a wonderful landscape. Among its labels, there are Leàl 2015, 100% Rebola, a dry wine refined in barrique, well structured and fresh; or Rivalis 2015, a well structured red wine with an important alcohol content made of Sangiovese, Cabernet Sauvignon and Syrah. Visit Cantina Franco Galli and you’ll discover how tradition and genuineness are still alive in this wonderful corner of Romagna.•


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VALLE D'AOSTA DI STEFANIA ABBATTISTA

Delegata Regionale dell'associazione e figlia d'arte: questa è Eleonora Charrere

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ignaiola “di nascita”, Eleonora Charrere ha la giusta umiltà e l'ispirazione per onorare il lavoro di papà Costantino, che affianca nella parte produttiva e tecnica nell'azienda Les Crêtes. Della vita e del vino (anche al femminile) ha capito ancora di più, da quando è diventata mamma. È di nuovo Vinitaly: Les Crêtes ha scelto, per il terzo anno consecutivo, di non essere presente con uno stand. Come mai? “Vista la crescita della manifestazione, stava diventando sempre più difficile soddisfare le richieste di contatto da parte degli operatori e dei privati: rischiavamo di non accontentare clienti e importatori. Les Crêtes è una piccola azienda, vogliamo arrivare ai consumatori e così abbiamo scelto di organizzarci diversamente, con l'accoglienza direttamente in cantina. Il

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Eleonora Charrere

Io, donna del vino in Valle D'Aosta

visitatore può vivere e capire il territorio e per noi è una forma di comunicazione immediata”. Qual è stato il momento più significativo da quando è Delegata Regionale delle Donne del Vino? “Il 9 marzo 2007, giorno in cui è nata la delegazione valdostana. Nei dieci anni successivi molte cose mi hanno fatta crescere: sono diventata madre di due bambini, ho capito quanto è impegnativo conciliare famiglia e lavoro. Grazie al contatto con le donne del vino di ogni età e regione ho compreso che il confronto è costruttivo e c’è da imparare ogni giorno”. Diamo i voti alla viticoltura della sua regione, in termini produttivi e qualitativi. Da una a cinque stelle. “Cinque stelle alla qua-

lità globale: il nostro terroir richiede sacrificio ma dà vini unici. In totale la Valle ha 300 ettari di vigneto, con difficili condizioni morfologiche (terrazzamenti e forte pendenza). La quantità delle produzioni ne risente, non consentendo di progettare grandi investimenti. In compenso abbiamo vini unici per mineralità, freschezza, intensità aromatica e persistenza. Tutto questo va comunicato al consumatore: ecco l'obiettivo dei produttori valdostani che, ogni giorno come noi, si confrontano con le stesse difficoltà. Siamo tutti sul-

la stessa barca...”. Il suo vino e il suo abbinamento del cuore: “Il nostro Chardonnay Cuvée Bois e una fonduta valdostana con Fontina d’Alpeggio. Per una pausa, magari davanti al camino”. L'obiettivo che si è prefissa entro l'anno: “Dare nuovo respiro alle Donne del Vino valdostane (la delegazione compie 10 anni), con l’ingresso di socie sommelier, enotecarie e ristoratrici, per rappresentare tutte le categorie. Per ora il nostro piccolo gruppo è composto da 6 produttrici e una giornalista: nuovi ingressi darebbero più energia e più idee da realizzare”.• Nella foto la famiglia Charrere


VENETO DI GIULIA MONTEMAGGI

Ha inizio l’era green del Prosecco Doc I n un mondo sempre più votato alla sostenibilità, anche il Prosecco Doc ha deciso di cambiare rotta. Un impegno che ha trovato piena e concreta espressione nel “Progetto DPS” (Denominazione per la Sostenibilità), manifesto della volontà della Denominazione di conseguire con i suoi prodotti la certificazione di sostenibilità. L’obiettivo è chiaro, come del resto i mezzi, identificabili in un sistema di gestione che, oltre a quelle agricole, contempli anche le buone pratiche socio-economiche. Il tutto all’insegna del confronto diretto con le comunità locali. Un primo passo in tal senso si è registrato con la promessa

di eliminare dal “Vademecum Viticolo 2017” la possibilità di utilizzare Glifosate, Folpet e Mancozeb, principi attivi di alcuni fitofarmaci ultimamente molto discussi. Sebbene, infatti, non osteggiato dalla normativa italiana, l’impiego di queste molecole in agricoltura ha ingenerato non poca preoccupazione sia tra i consumatori che tra i residenti per via dei potenziali effetti negativi sulla salute. Ragion per cui non si è fatta certamente attendere la risposta del Consorzio che ha espresso empatia e comprensione verso i disagi della comunità, puntando ad imporre a tutti i produttori il divieto assoluto di utilizzare le sostanze incriminate. Una

Con la “Denominazione per la Sostenibilità” il Consorzio Prosecco Doc bandisce dal Vademecum Viticolo 2017 l’utilizzo di Glifosate, Folpet e Mancozeb

misura cui farebbe seguito l’impossibilità per i trasgressori di fregiare il proprio vino del marchio Prosecco, accontentandosi della semplice indicazione del vitigno di riferimento, il Glera. Cambiamenti importanti, che si inseriscono in un contesto povero di spinte bio, dove su circa 3 mila produttori solo poche decine hanno optato per la sostenibilità. Si tratta dunque di una

svolta storica, diretta a rilanciare l’immagine della denominazione tra quella, seppur ridotta, fetta di popolazione che, trascurandone le potenzialità, vede nella viticoltura un pericolo. Soprattutto a fronte dei propositi espansionistici del Consorzio, che, dall’alto dei suoi 23 mila ettari di superficie vitata, prevede per i prossimi tre anni di acquisirne altri 3 mila.•

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LA FARRA la cultura delle Rive Vinitaly: Pad. 4 Stand C8

LA FARRA: the culture of the Rive

La Farra celebrates its 20th anniversary and confirms its strong bond with its territory, that is the exploitation of the Rive and a sustainable farming Adamaria, Innocente and Guido, three brothers who believed in a dream on the steep slopes of the hills of Farra di Soligo: this is how the adventure of La Farra has started and now it celebrates its 20th anniversary. However, this story is longer than this. Since the very beginning, the winery has bet on its close bond with its territory and on the exploitation of the Rive, true crù that stands out for their peculiar gradient, for their exposure and for the required manual work. In this corner of Veneto between Conegliano and Valdobbiadene, the hills of Prosecco Superiore DOCG, the bond with the territory is confirmed every day, thanks to a sustainable productive philosophy expressed both in the vineyards and in the cellar, avoiding the use of any chemicals and applying modern techniques of integrated pest management. Among its products it is worth to mention: Valdobbiadene Docg Rive di Farra di Soligo Brut, a wine that springs from the vineyards of “Riva dei Nardi” and is characterized by a long refining that makes it “the wine of wait”; and Valdobbiadene Docg Rive di Farra di Soligo Extra Dry, made of a single variety vinification of Glera, that expresses all the perfumes of the grapes and the flowers of these hills. •

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La Farra compie 20 anni e conferma il suo forte legame con il territorio, che si traduce nella valorizzazione delle Rive e in un’agricoltura sostenibile

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damaria, Innocente e Guido, tre fratelli che hanno creduto con tenacia nei ripidi pendii delle colline di Farra di Soligo: così è nata l’avventura de La Farra, che festeggia quest’anno 20 anni, anche se la sua storia comincia ancora prima. Molto si è puntato, fin da subito, sul forte legame con il territorio e sulla valorizzazione delle Rive, veri e propri crù che si distinguono per pendenza, esposizione e per il “fatto a mano”. Il forte radicamento territoriale – in questo angolo di Veneto fra Conegliano e Valdobbiadene, colline del Prosecco Superiore DOCG – viene confermato di giorno in giorno grazie ad una filosofia produttiva sostenibile sia in vigna che in cantina che esclude l’uso di diserbanti chimici ed applica moderne tecniche di lotta integrata avanzata. Fra i prodotti spiccano il Valdobbiadene Docg Rive di Farra di Soligo Brut, che nasce dai vigneti familiari della “Riva dei Nardi” e si distingue per il suo affinamento che lo porta ad essere considerato il vino “dell’attesa” ed il Valdobbiadene Docg Rive di Farra di Soligo Extra Dry, da Glera in purezza, che esprime i profumi dell’uva, dei fiori e della terra di queste colline. •

LA FARRA Via San Francesco 44 31010 Farra di Soligo (TV) Tel. +39 0438 801242 Fax +39 0438 801504 info@lafarra.it www.lafarra.it


FLATIO,

classici veronesi

per natura Da 200 anni in Valpolicella, da oltre mezzo secolo produttori, dal 2010 FlaTio

FlaTio, classic wines from Verona

For 200 years in Valpolicella, producers for more than half a century, FlaTio since 2010 This story starts two centuries ago, when the Fraccaroli family arrives in the lands of Amarone. We are in San Pietro in Cariano, one of the five municipalities of Valpolicella Classica, the historical production area of the great red wines from Verona. And this winery concentrates its production right on the typical red wines of this area. Founded by grandfather Giovanni and grown with Mario, it has been renamed FlaTio six years ago. This name combines the tradition of the “Matio” – a nickname of the family – with the innovative trend introduced by Flavio. Amarone, Valpolicella Classico Superiore, Valpolicella Ripasso and Recioto are the products of this winery made with autochthonous grape varieties such as Corvina, Corvinone and Rondinella, which together with the rare Terodola compose Amarone. A ruby red color, sweet perfumes of marmalade and fruit, a perfume of violet and a soft taste are the peculiarities of this Amarone, well balanced by the freshness of Terodola that give acid inklings and tannins. Amarone by FlaTio – taste it at Vinitaly or visiting the cellar – thanks to a refining in steel and barrique, combines the typical organoleptic qualities of Valpolicella with the spicy inklings but not prevailing, of the wood. •

Vinitaly Presso Consorzio Tutela Vini Valpolicella Pad. 8 Stand H2-H3

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na storia che inizia due secoli fa, quando la famiglia Fraccaroli arriva nelle terre di elezione dell’Amarone. Siamo a San Pietro in Cariano, uno dei cinque comuni della Valpolicella Classica ovvero la zona dove storicamente si producono i grandi rossi veronesi. Ed è proprio sulla produzione tipica che si concentra anche oggi l’azienda, fondata dal nonno Giovanni, cresciuta con Mario e ribattezzata FlaTio sei anni fa: un termine che unisce la tradizione dei “Matio” – soprannome della famiglia – con il taglio innovativo introdotto da Flavio. Amarone, Valpolicella Classico Superiore e Valpolicella Ripasso e, infine, il Recioto: ecco i prodotti che nascono da vecchi vigneti e varietà autoctone come Corvina, Corvinone e Rondinella che assieme alla rara Terodola compon-

gono le basi dell’Amarone. Rubino pieno, profumi dolci di confettura, fruttato intenso e note di violetta al naso mentre al palato la morbidezza di quest’Amarone è bilanciata dalla freschezza della Terodola che apporta acidità e carica tannica. Un Amarone, quello di FlaTio - da provare durante una visita in cantina o a Vinitaly - che grazie all’affinamento in acciaio e barrique, affianca la riconoscibilità organolettica della Valpolicella ai sentori speziati ma mai predominanti del legno. •

AZIENDA AGRICOLA FLATIO di Flavio Fraccaroli Via Cariano 20 37029 San Pietro in Cariano (VR) Tel. +39 045 7702230 Fax +39 045 7703920 fraccawine@libero.it – www.flatiowine.it Facebook: Vini FlaTio di Flavio Fraccaroli

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Milante: una bianca espressione del terroir

Dal cuore dei Colli Euganei, Fattoria Monte Fasolo presenta il suo riuscitissimo blend

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n vino prodotto per la prima volta nella vendemmia 2004, il cui nome designa una zona vocata al Sauvignon. “Così - racconta la proprietaria Gabriella Mazzucato - insieme al nostro enologo Andrea Boaretti abbiamo creato un vino che fosse espressione delle uve a bacca bianca coltivate in azienda. Un blend nuovo, mai usato prima, che racchiudesse i sapori e i profumi dei vitigni coltivati da oltre 30 anni su queste colline”. Milante nasce così: un IGT Veneto Bianco interessantissimo: 15%

Pinot Bianco, 30% Chardonnay, 5% Moscato, 30% Sauvignon, 20% incrocio Manzoni. Il vino coniuga in modo accattivante la freschezza e l’acidità di uve coltivate a Nord, come il Sauvignon e il Pinot Bianco, con la rotondità di altre coltivate nei versanti più assolati e aridi. Il Moscato completa il bouquet con sentori di frutta esotica. Anche grazie alla vinificazione, che prevede una sosta su fecce nobili per cinque mesi, siamo davanti ad un vino fine e intenso, con note fruttate, di pompelmo e bosso. Avvolgente e pieno in bocca, ricco d’estratto e con una bella persistenza. Particolarmente apprezzato negli Stati Uniti, questo vino è uno dei fiori all’occhiello dell’azienda: a dimostrarlo, negli ultimi anni, i tanti premi vinti nei diversi concorsi internazionali. (s.a.)•

Milante: a white expression of the terroir

From the heart of Colli Euganei, Fattoria Monte Fasolo presents its excellent blend This wine has been produced for the first time in 2004 and its name recols an area suited for Sauvignon. “In this way – says Gabriella Mazzucato, the owner of Fattoria Monte Fasolo – together with our oenologist Andrea Boaretti we have created a wine that is the purest expression of the white grape varieties that grow here. A new, unusual blend that encloses the tastes and perfumes of the vineyards that have been growing on these hills for more than 30 years “. It’s Milante, a very interesting IGT Veneto Bianco: 15% Pinot Bianco, 30% Chardonnay, 5% Moscato, 30% Sauvignon, 20% hybridize Manzoni. This wine

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combines the freshness and the acidity of the grape varieties of the North, such as Sauvignon and Pinot Bianco, with the roundness of other varieties that grow on more sunny and arid slopes. Moscato completes the bouquet with exotic fruits aromas. Due to the vinification that provides a five months rest on noble marc, the wine has fine and intense aromas with fruity inklings of grapefruit and boxwood. Enveloping and full-bodied, rich and persistent, this wine is well appreciated in the US. It’s the buttonhole label of this winery and a proof of it is the collection of prizes won at many international contests.•

FATTORIA MONTE FASOLO Via Monte Fasolo, 2 35030 Cinto Euganeo (PD) Tel. + 39 0429 634030 Fax + 39 0429 634800 info@montefasolo.com www.montefasolo.com


Valdellövo

Non Filtrato Valdellövo, tutto il fascino del sur-lie

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Valdellövo

Unfiltered Valdellövo, the charm of a sur-lie The won challenge of Valdellövo is a sparkling white wine made of Glera with an ancient production method: a natural and spontaneous secondary fermentation in bottle. Non Filtrato is a wine created to be different. And it is really. Its naturalness is its main characteristics. Benedetto’s idea was born together with his winery and it combines the potential of the ancient method of secondary fermentation in bottle to the pleasure of tasting a wine that preserves its natural peculiarities. A soft pressing of the grapes, Glera in purity, and a static cold clarification make the productive process start. A two steps fermentation: the first one in steel with selected yeasts at controlled temperature for 5 months on noble marc; the second one in bottle, where wine complete its fermentation transforming sugar in alcohol and CO2. This wine can be distributed few months after a short resting in bottle and give its best after some years too. A pleasant turbidity, due to the deposit of yearns in the bottom, characterizes the aspect of a wine that changes and develop day by day, revealing in time an interesting organoleptic complexity. Its bouquet combines fruity perfumes with the classic aroma of crust and its taste offers a discrete and well-balanced body and a pleasant acidity. •

n bianco frizzante ottenuto da uve Glera, frutto di antiche tecniche di produzione: scommessa vinta per Valdellövo che propone il suo vino a rifermentazione naturale e spontanea in bottiglia. Il Non Filtrato nasce per differenziarsi. E ci riesce bene, facendo della sua naturalezza la caratteristica che maggiormente lo contraddistingue. L' idea di Benedetto di Valdellövo nasce in contemporanea alla sua azienda nel 2000 ed unisce le potenzialità del metodo di rifermentazione in bottiglia al piacere di assaporare un vino che sappia mantenere al meglio le sue naturali caratteristiche. Una soffice pressatura delle uve, Glera in purezza, ed una chiarificazione statica a freddo dà inizio al lento processo di produzione. Due step di fermentazione: la prima in acciaio con lieviti selezionati a temperatura controllata e riposo per 5 mesi su feccia nobile, fino a

primavera, la seconda direttamente in bottiglia, dove il vino termina la sua fermentazione trasformando gli zuccheri residui in alcol e anidride carbonica. Un prodotto che può essere messo in distribuzione già dopo qualche mese di riposo in bottiglia e che saprà dare il meglio di sè anche a distanza di diversi anni dall’imbottigliamento. Una piacevole torbidezza, frutto dei lieviti depositati sul fondo, contraddistingue l'aspetto di un vino che muta ed evolve giorno per giorno, sprigionando nel tempo un' interessante complessità organolettica: al naso unisce note fruttate al classico profumo della crosta di pane imputabile ai lieviti, per risolversi al palato in un corpo discreto e sempre equilibrato dalla piacevole acidità.• La cantina Valdellövo si estende per circa 10 ettari sulle colline di Collalto; i vini dell'azienda sono prodotti con le uve di viti Glera, Bianchetta e Verdiso, di antica provenienza o reimpiantati usando gli stessi cloni delle piante originarie. Vinitaly: Pad. 3 | Stand B5

SOCIETÀ AGRICOLA VALDELLÖVO S.S. di Ricci Benedetto & C. Sede legale e vigneti: Collato di Susegana (Treviso)

Ufficio e deposito: Susegana (Treviso) Tel. 0438 981232 Fax 0438 738619 clotilde.camerotto@valdellovo.it www.valdellovo.it

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Tenute Ugolini Dalla Valle di Fumane, anima potente e silenziosa del nostro sogno l’eco della Terra che arriva al cuore

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na storia che parte dal 1679 a Vienna. Una famiglia di viticoltori che per fuggire alla peste nera attraversa l’Europa fino a raggiungere la Valpolicella. Un viaggio che percorre la storia, e che continua oggi con mamma Ada e i suoi tre figli Giambattista, Davide e Tiziano Ugolini alla guida dell’azienda. Un vino buono non può che venire da uve sane, che nascono

e crescono in una ambiente altrettanto salubre. Per questo c’è una massima attenzione ad una conduzione agronomica in armonia con la natura e con il paesaggio. Grazie all’eliminazione di tutti i prodotti chimici si è creato un ambiente equilibrato che ha permesso il ritorno di tanti insetti e uccelli utili all’uva che negli ultimi anni erano scomparsi. Proteggere ed esaltare la biodiversità non fa bene solo all’ambiente ma anche all’uva e quindi al vino. I vini delle Tenute Ugolini vengono creati nella vallata di Fumane, una vallata di origine fluviale in cui due vulcani (Fumana e Santa Maria Valverde) hanno generato terreni ricchi di minerali. Qui, in pochi metri, si determinano caratteristiche geologiche e morfologiche diverse che si ripercuotono sugli stili e le espressioni organolettiche dei vini. Ventidue ettari che si estendono dalla valle e arrivano

fino alle alture del Monte Solane, a 650 metri d’altitudine. Il Pozzetto Valpolicella Classico Doc proviene infatti unicamente dall’omonima Vigna del Pozzetto, i cui vitigni contengono la Corvina gentile, la Corvina grossa, la Rondinella, la Molinara, la croatina e l’Ancellotta. •

TENUTE UGOLINI Strada di Bonamico 11 37029 San Pietro In Cariano (VR) Tel. +39 045 770 3830 - Fax +39 045 7701680 info@tenuteugolini.it www.tenuteugolini.it Facebook: Tenute Ugolini - Vini della Valpolicella Vinitaly: Pad. 8 | Stand M3

Tenute Ugolini

From the Valley of Fumane, the powerful and still soul of our dream, the echo of the Land that comes from the heart This story starts in 1679 in Wien. A family of winegrowers crossed the Europe to escape from the black plague and arrived in Valpolicella. Their journey continues with Ada and her children Giambattista, Davide and Tiziano Ugolini, who manages the family winery. A good wine comes from healthy grapes that grow in a likewise healthy environment. For this reason, at Tenute Ugolini the care for the nature and the landscape is the greatest. Avoiding chemicals, they have been able to create a harmonious environment where useful insects and birds cooperate to the work of man. To protect and to promote biodiversity is good for the environment but also for the grapes and for wine. The wines by Tenute Ugolini are made in the Valley of Fumane, a fluvial valley where two volcanos (Fumana and Santa Maria Valverde) have enriched the soil with precious minerals. Here, in few meters, geological characteristics change and give life to peculiar wines. The winery owns 22 hectares of vineyards that spread over the valley and reach the Mount Solane, 650 meters above the sea level. Pozzetto Valpolicella Classico Doc comes from the homonymous vineyard, Vigna del Pozzetto, where grow Corvina gentile, Corvina grossa, Rondinella, Molinara, Croatina and Ancellotta. •

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Scriani evoluzione di un successo

Fotografia dei vini Scriani e delle novità che la famiglia Cottini ha in serbo per l’immediato futuro

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a Valpolicella Classica dischiude al suo interno una fresca e scoppiettante realtà che, in costante ascesa, non smette di raccogliere consensi e di reinventarsi. È Scriani, l’azienda agricola della famiglia Cottini, che con i suoi vini sta contribuendo a scrivere pagine importanti dell’enologia veneta ed italiana. Animata da un’intraprendenza comune a pochi, l’azienda è riuscita nel tempo ad innovarsi, rimanendo fedelmente ancorata alle solide basi da cui è partita. Come i rossi che, punte di diamante di Scriani, hanno ottenuto non pochi riconoscimenti. A cominciare dal Carpanè che, medaglia oro al Mundus Vini, racchiude in sé le diversità della Valpolicella, costituendone sincera ed armoniosa rappresentazione. Prodotto con uve di Corvina al 100%, offre all’olfatto un bouquet fiorito e fruttato cui fanno eco piacevoli sapori speziati al palato. Altro risultato degno di nota al Mundus Vini è quello dell’Amarone, insignito della medaglia argento. Composto da Corvina, Corvinon e Rondinella, l’Amarone è contraddistinto da profumi molto puliti di bacche, seguiti al palato da sensazioni spiccate di liquirizia e di vaniglia. È d’obbligo, inoltre, citare il Ripasso, medaglia argento con 81 punti al Femmes et Vins du

Monde Concours International - Women and Wines of the World International Competition di Monaco. Dal corpo robusto e complesso, richiama al naso sentori di sottobosco. Ma ogni buon rosso necessita della sua controparte bianca. È così che, nel 2014, ha avuto inizio la produzione dei bianchi Scriani: Pinot Grigio, Custoza, Lugana e Soave sono le dorate perle in bottiglia dell’azienda. A completare un quadro produttivo di indubbio pregio i progetti relativi alla bollicina, introdotta sul mercato dopo il Vinitaly di quest’anno. Un Vinitaly ricco di novità per Scriani che, con una postazione nuova e più ampia, presenterà la sua nuova linea di etichette. (g.m.)• AZ. AGR. SCRIANI Via Ponte Scrivan, 7- 37022 Fumane (VR) Tel. +39045/6839251- Fax. +39045/6801071 info@scriani.it - www.scriani.it Vinitaly: Pad. 5 Stand D7

SCRIANI: the development of a success A picture of the wines by Scriani and of the new projects that the Cottini family holds for the future Valpolicella Classica encloses a fresh, growing and lively reality that gain more and more acknowledgments and is always preparing new surprises. Scriani is the young winery created by the Cottini family. With its wines, it is contributing to the story of the Italian oenology. Moved by an uncommon entrepreneurial spirit, the winery in time has been able to renew preserving its solid roots. The buttonhols of this winery are the red wines: Carpanè has won the gold medal at Mundus Vini and it encloses the many faces of Valpolicella, becoming its sincere and harmonious representation. Made of Corvina 100%, it offers a flowery and fruity bouquet, echoed by pleasant spicy inklings. Another important result at Mundus Vini is the one of Amarone that has won the silver medal. Made of Corvina, Corvinon and Rondinella, Amarone is characterized by neat perfumes of berries followed by liquorice and vanilla inklings. Also, it is worth to mention Ripasso, silver medal with 81 points at Femmes et Vins du Monde Concours International - Women and Wines of the World International Competition in Monaco. A structured and complex body and perfumes of underbrush. Great red wines need a white counterpart: so in 2014 Scriani started its production of white wines: Pinot Grigio, Custoza, Lugana and Soave are the golden pearls of the winery. The range of precious labels by Scriani is completed by the sparkling wines that will be on the market after Vinitaly 2017. This year Vinitaly will be rich of news for Scriani: a new and bigger stand to present its new labels.

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Le Manzane

e il vino “di Mozart”

La cantina presenterà i prossimi appuntamenti enologici il nuovo passito da uve Marzemino: un vino che è storia, eleganza e dolcezza, in edizione limitata AZ. AGR. LE MANZANE di E. Balbinot Via Maset 47/b 31020 San Pietro di Feletto (TV) Tel. 0438 486606 Fax 0438 787881 info@lemanzane.it www.lemanzane.com

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antina Le Manzane si trova a San Pietro di Feletto, a metà strada tra le Dolomiti e Venezia, nel cuore delle terre del Prosecco Superiore, candidate per il riconoscimento come Patrimonio Unesco. Una cantina incastonata dentro la collina che oggi esporta con successo i suoi vini in tutto il mondo, riscuotendo numerosi consensi da parte di critica e consumatori: questo è possibile grazie alla passione e all’esperienza della famiglia Balbinot – alla guida dell’azienda da oltre trent’anni - ma anche ad un territorio unico per caratteristiche geologiche e microclimatiche. In occasione dei prossimi appuntamenti enoici internazionali, come Prowein, Vinitaly e Vinexpo, Le Manzane presenterà il suo nuovo passito, prodotto in edizione limitata: un rosso antico da uve Marzemino che trasuda storia ed incarna la tradizione centenaria del territorio tanto da essere citato nel Don Giovanni di Mozart da Lorenzo da Ponte, celebre librettista nato a Ceneda, a pochi chilometri da San Pietro di Feletto. Nel bicchiere si presenta di colore rosso cupo; al naso profuma di ciliegia e frutti di bosco, mentre in bocca è caloroso e avvolgente, dolce e bilanciato da un finale gradevolmente amarognolo, perfetto per accompagnare formaggi erborinati, piccola pasticceria, scaglie di cioccolato e dolci in generale. •

Le Manzane and Mozart’s wine The winery will introduce at Prowein and Vinitaly its new passito made with Marzemino grapes: a wine that combines history, elegance and sweetness, in a limited edition Cantina Le Manzane rises in San Pietro di Feletto, halfway between Dolomites and Venice, in the heart of the lands of Prosecco Superiore, candidate for World Heritage Sites. The winery is inset into a hill and now it exports its wines all around the world successfully, gaining the approval of consumers and critics. It’s due to the passion and experience of the Balbinot family – who has been managing the winery for more than 30 years – but also to a territory with unique geological and microclimatic peculiarities. At Prowein and Vinitaly, Le Manzane will launch its new passito, a limited edition: an ancient red wine made with Marzemino grapes, full of history and tradition, which has been mentioned in Mozart’s Don Giovanni by Lorenzo da Ponte, the famous librettist born in Ceneda, few kilometers far from San Pietro di Feletto. This wine has a dark red color, perfumes of cherry and wild berries, a warm and enveloping taste, sweet and well balanced by a light bitterish ending. It’s ideal with marbled cheese, dry confectionery, chocolate and cakes.

Prowein: Pad. 16 | Stand H12 Vinitaly: Pad. 4 | Stand F7 Presenti a Vinexpo Bordeaux


I Colli Berici

futura Bolgheri veneta? Una qualità che promette sorprese

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a passione» è la risposta di Marcella Toffano, alla guida di Puntozero insieme alle figlie e al marito, alla domanda «Che cosa la stupisce di più del mondo del vino?». Una giovane azienda sui Colli Berici che punta sulla cura della terra per portare alla luce vini degni di nota: Punto (100% Merlot), Virgola (100% Syrah), Trasparenza (100% Pinot Bianco), Idea (100% Cabernet Sauvignon) e Dimezzo (50% Cabernet Sauvignon, 20% Cabernet Franc, 30% Merlot). Vini che sullo scaffale ti soffermi a guardare per l’eleganza delle loro etichette: «L’obbiettivo era trasmettere qualcosa di minimale, puli-

to, semplice, perchè è così che ci sentiamo». A dicembre alla presentazione di Milano dell’azienda ai giornalisti, i vini sono stati illustrati dall’enologo e consulente Celestino Gaspari, e Marcella ha lanciato una “provocazione”: «I Colli Berici oggi si trovano in una situazione non molto diversa da quella di Bolgheri nei primi anni Ottanta, quando è passata da terra sconosciuta a protagonista assoluta dell’enologia italiana. Potrebbe bastare poco per farli decollare e vorremmo essere noi a dare questa spinta».

L’azienda di Vicenza ha deciso negli ultimi anni di passare da una produzione di 80 quintali a una di 60, per selezionare ulteriormente il frutto del proprio duro lavoro. E i risultati arrivano: Punto, Virgola, Idea, Di Mezzo e Trasparenza hanno ricevuto diversi premi: solo Virgola nel 2016 è stato selezionato per l’Annuario dei migliori vini italiani 2017 (Luca Maroni), per la guida del Gambero Rosso 2017, e ha ricevuto il certificato di eccellenza The Wine Hunter al Merano Wine Award. (b.a.)•

Will Colli Berici become the new Bolgheri of Veneto? A promising quality «Passion» is Marcella Toffano’s answer to the question «What do you find surprising in the world of wine?». She manages Punto Zero together with her daughters and her husband. Her winery is a young reality that rises on the Colli Berici and bets on the protection of the land to give life to precious wines: Punto (100% Merlot), Virgola (100% Syrah), Trasparenza (100% Pinot Bianco), Idea (100% Cabernet Sauvignon) and Di Mezzo (50% Cabernet Sauvignon, 20% Cabernet Franc, 30% Marlot). These wines are surprising for their image too: «Our aim was to communicate cleanness and minimalist elegance through our labels because it’s our philosophy». In December, during the presentation of the winery to the press in Milan, the oenologist Celestino Gaspari has introduced the wines, while Marcella launched a provocation: «Colli Berici are living a condition not too different from the one of Bolgheri in the 80s, when this almost unknown land has become a protagonist in the Italian oenological survey. It may be sufficient a little incentive and we hope to be that drive». This winery from Vicenza has decided to reduce its production from 80 quintals to 60, in order to select further the precious fruit of its work. Results arrive: Punto, Virgola, Idea, Di Mezzo and Trasparenza have gained many acknowledgments in the last years. Virgola in 2016 has been selected for Luca Maroni’s guidebook “Annuario dei migliori vini italiani” 2017, for the Gambero Rosso guidebook 2017, and has received the excellence certificate The Wine Hunter at Merano Wine Award.• AZ. AGRICOLA PUNTO ZERO S.S. Via Monte Palù 1 - Lonigo (VI) - Italy Tel: +39 049.659881 www.puntozerowine.it info@puntozerowine.it Vinitaly: Pad. 8/E8-E9 | Desk 03 con Fivi

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I vestiti nuovi...

di Col de Mez Il vino di Colli del Soligo rilancia la sua immagine ed espande il suo mercato

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uando una relazione è ormai consolidata, ci si può concedere una ‘variazione sul tema’. Ecco perchè per Col de Mez, Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg della Cantina Colli del Soligo, è giunto il momento del restyling. La cuvée di punta dell’azienda trevigiana nel 2017 abbandona la classica bottiglia collio e l’etichetta con l’onda così familiare a tutti i suoi estimatori. Il restyling della gamma prodotti Soligo se l’era concesso tra il 2012 e il 2013, ad esclusione proprio del suo Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg in virtù dell’ottimo rapporto con i winelover che ne riconfermavano la preferenza di volta in volta. Ma un vino si sceglie anche con gli occhi, soprattutto quando rappresenta una nuova esperienza. E oggi che il mercato della Cantina Colli del Soligo, che vede Italia e Germania tra le piazze più importanti, si sta ampliando, è giunto il momento di ammaliare il pubblico grazie a forme e materiali innova-

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tivi: una nuova bottiglia, una capsula lavorata che richiami l’idea del collarino e un’etichetta in soft touch su cui spicca il nome Col de Mez. Tutto rigorosamente Made in Italy, dal progetto alla realizzazione, il battesimo del nuovo Col de Mez avverà al ProWein, passando da Vinitaly, Vinitaly International, affacciandosi sui mercati del nord America con tappe a Vancouver ed Edmond. I nuovi estimatori la prima volta forse lo sceglieranno per il nome in bella vista, per la bottiglia personalizzata o per il raffinato fregio Soligo sul vetro, mentre la seconda per la sua eleganza all’olfatto e al palato, frutto della selezione delle migliori uve provenienti dalle colline trevigiane del Conegliano-Valdobbiadene. (b.a.)•

The new dresses of Col de Mez The wine of Colli del Soligo relaunches its image and expand its market When a relationship is strong, it is possible to imagine some changes. That’s why it’s time for a restyling for Col de Mez, Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg by Cantina Colli del Soligo. The buttonhole cuvée of the winery from Treviso, is now abandoning its classic bottle and its well-known label with a wave. Soligo had already allowed itself a restyling between 2012 and 2013, with the exception of its Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, due to the excellent relationship with the wine-lovers, who confirmed year by year their preference for this label. Image is important too and a wine ready for a new experience needs a new image. In face, Cantina Colli del Soligo, that exports in Italy and Germany most of its production, is expanding its markets and now it’s time for its buttonhole label to enchant its public with innovative forms and materials. A new bottle, a decorated seal that recalls a collar and a soft touch label where the name Col de Mez stands out. Both the project and the creation is rigorously made-in-Italy. The presentation of the new Col de Mez will be at ProWein, passing through Vinitaly, Vinitaly International, and to the North American markets, with stages in Vancouver and Edmond. The new estimators, at a first sight, may choose it for its name, for its bottle or for the refined decoration. But after a taste they will acknowledge its elegance, fruit of the best selection of the excellent grapes that grow on the hills of Conegliano-Valdobbiadene.• CANTINA COLLI DEL SOLIGO Via L. Toffolin, 6 - Fr. Solighetto 31053 Pieve di Soligo (Tv) Tel. +39 0438 840092 Fax. +39 0438 82630 info@collisoligo.com www.collisoligo.com VINITALY: Pad. 4 | Stand B5


Cantina di Soave. Obiettivo: una filiera produttiva completa A tu per tu con il direttore della Cantina di Soave Bruno Trentini che ci racconta le ultime novità e gli investimenti in corso

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he novità porterete al Vinitaly? Al Vinitaly presenteremo Settecento33, una nuova bollicina, oltre alle nostre di gamma. Un metodo classico che fa riferimento alla denominazione Durello, cioè una tipologia di uva autoctona su cui puntiamo molto per la vocazione che tale uva imprime alla produzione di bollicine. Quali progetti avente in cantiere? Al momento siamo concentrati su un progetto molto importante: quello di triplicare la nostra struttura produttiva; ci vorranno circa tre anni e sarà uno degli interventi più importanti fatti nel settore negli ultimi venti anni. Il progetto al suo completamento permetterà di imbottigliare dai 70 agli 80 milioni di bottiglie l’anno, circa la metà di quanto la nostra azienda produce in uva. Quali sono i benefici di tale ampliamento? Negli ultimi quindici anni abbiamo più che raddoppiato il quantitativo di uva prodotta, incorporando altre cantine del territorio. Questo ampliamento della base produttiva ha portato a un’inevitabile inadeguatezza nella fase di imbottigliamento. Attualmen-

te realizziamo circa 30 milioni di bottiglie l’anno, vale a dire il 20% del vino totale prodotto. Il nuovo impianto, una volta realizzato, ci permetterà di realizzare circa 80 milioni di bottiglie l’anno, vale a dire tra il 50 e il 60% dell’intero conferito dei soci. I lavori di ampliamento rispecchiano anche una nuova ottica aziendale? Sì. Quello che ci proponiamo di creare è un’azienda a tutta filiera, che garantisca i propri prodotti in maniera completa dall’uva fino alla fase di imbottigliamento; un’ azienda in grado di far conoscere i prodotti a livello internazionale e quindi di competere sul mercato dove sono sempre più presenti players di dimensioni elevate. (p.l.c.) • CANTINA DI SOAVE S.A.C. Viale Vittoria, 100 37038 Soave (VR) tel+39 045 6139811 fax +39 045 7681203 cantina@cantinasoave.it VINITALY: Pad. 4 | Stand F4

Cantina di Soave. Target: a complete production chain Face to face with the manager of Cantina di Soave Bruno Trentini to talk about the new projects and investments of his winery What are you going to present at Vinitaly? At Vinitaly we will present Settecento33, a new sparkling wine, beside our range of wines. This new label is a classic method that refers to the denomination Durello, an autochthonous grape variety we are betting on, due to its suitability for the production of sparkling wines. What projects are you working on? Now, we are devoting ourselves to a very important project: triple our productive structure. It will takes about three years and it will be one of the most important intervention in the last 20 years. When we will complete our project, we will be able to bottle 70-80 million bottles per year that is about half our production of grapes. What are the benefits of this enlargement? In the last 15 years, we have almost doubled our production of grapes in term of quantity, absorbing other wineries of the territory. This enlargement of our production base has lead us to an inevitable inappropriateness of our bottling systems. Nowadays we bottle 30 million pieces every year, that is, a 20% only of our production. The new system will let us to bottle about 80 million pieces every year, that is, about 50-60% of the whole. Does this project mirrors a new corporate philosophy too? Yes. We aim to create a winery that manages personally the entire production chain, from the vineyard to the bottling; a winery able to promote its product at an international level and competitive in a market where big players are more and more influential. •

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FATTORIA EOLIA:

il meglio dei Colli Euganei Cura, attenzione, poche quantità e un regime biologico: ecco l’azienda di Giovanni Zini

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i chiama Fattoria Eolia, non a caso. L’azienda guidata da Giovanni Zini, proprio nel cuore dei Colli Euganei, specialmente nelle sere d’estate gode delle brezze estive che soffiano sui colli, e che rendono questo fazzoletto verde di vigneti e suoli vulcanici una meta privilegiata. Per la bellezza, per l’armonia, perché a un certo punto inizia a soffiare il Robolo. E ristora le fatiche del giorno, ristora le vigne e gli uomini. Fattoria Eolia è nata a fine 2008 e oggi, con i suoi 13 ettari, esprime l’essenza enologica del territorio, con tutte le principali Denominazioni dei Colli Euganei. In bianco, svetta sicuramente il piacevolissimo Fior D’Arancio Spumante “Fiore del Vento”, in versione sia secca che dolce. “Livio” è invece prodotto con uve Glera al 100% mentre “Rubinara” è un interessante blend di Garganega (in prevalenza) e Trebbiano. In rosso invece emerge un’ispirazione al tipico taglio bordolese, come vuole la Doc dei Colli: l’unione di Cabernet e Merlot dà vita al “Dragone”. Attualmente in conversione biologica, Fattoria Eolia dal prossimo anno potrà contare anche sulla certificazione ufficiale. Requisito, questo, che si somma al tratto caratteristico del terreno vulcanico: garanzia di mineralità e sapidità per tutti i vini, che risultano equilibrati anche nei vitigni più dolci e aromatici. (s.a.)•

FATTORIA EOLIA DI GIOVANNI ZINI & C. Via San Giorgio 7 35030 Rovolon (PD) Tel. +39 049 5226214 www.fattoriaeolia.com g.zini@fattoriaeolia.com Facebook: fattoria eolia Twitter: @fattoriaeolia

Fattoria Eolia, the best of Colli Euganei

Care, attention, low yields and organic farming: that’s Giovanni Zini’s winery Its name is Fattoria Eolia, and it is not a chance. The winery managed by Giovanni Zini, right in the heart of Colli Euganei, enjoys the breeze that blows on these hills and makes this piece of green land where vineyards grow on volcanic soils a very special place. Special for its beauty, for its harmony and for the wind Robolo, that blows at the end of the day to recover men and .vines. Fattoria Eolia was founded at the end of 2008 and nowadays, thanks to its 13 hectares, it expresses the oenological essence of this land and the denominations of Colli Euganei. The buttonhole white wine is Fior

D’Arancio Spumante “Fiore del Vento”, both in dry and sweet versions. “Livio” is made of Glera 100% while “Rubinara” is an interesting blend of Garganega (mostly) and Trebbiano. Among the red wines, it is worth to taste “Dragone” a Bordeaux blend, a combination of Cabernet and Merlot. Next year, Fattoria Eolia will finally boast the official organic certification, a needed condition to guarantee quality to the consumers. Together with the peculiarities of the volcanic soil, that is, mineral and savory inklings, and a perfect balance event in the sweeter and more balanced wines. www.fattoriaeolia.com•


Le origini, le conquiste e i progetti di un grande gruppo che unisce Nord e Sud

TINAZZI qualità estesa tra Veneto e Puglia TINAZZI Via delle Torbiere 13- 37017 Lazise (VR) Tel. 0039 045 6470697 - Fax. 0039 045 6471117 info@tinazzi.it – www.tinazzi.it

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na territorialità rappresentata al meglio attraverso le caratteristiche qualitative dei propri vini. Questo è l’obiettivo principale dell’azienda Tinazzi, intraprendente realtà enologica dalla duplice anima che, ripartendo il suo vasto potenziale tra Veneto e Puglia, offre un personalissimo omaggio a due diverse tradizioni vinicole. Fondata a Cavaion Veronese sul finire degli anni ’60, l’azienda ha beneficiato sin da subito del lavoro congiunto tra Eugenio Tinazzi e suo figlio Gian Andrea. Una collaborazione importante, portata avanti con successo e rinnovata da Gian Andrea con i suoi figli, Francesca e Giorgio, oggi assieme a lui alla guida dell’azienda. Questa sinergia ed un’inesauribile intraprendenza hanno permesso alla famiglia Tinazzi di creare un gruppo produttivo solido ed in continua espansione. Dalla sua sede a Lazise, sul Lago di Garda, e dalla cantina di pigiatura di Sant’Ambrogio

VINITALY: Veneto: Pad 4 | Stand E7 Puglia: Pad. 11 | Stand B6/C6/D6-47

in Valpolicella, l’azienda vanta, infatti, una produzione che spazia dalle aree del Bardolino e della Valpolicella, con Tenuta Valleselle e Ca’ de’ Rocchi, a quelle del Tarantino e del Salentino, dove si trovano Feudo Croce e Cantine San Giorgio. Diversità territoriali e qualitative dalle quali prende vita un’importante varietà di etichette, ad oggi diffuse in più di 35 Paesi. Amarone, Ripasso, Bardolino Classico e Chiaretto costituiscono le punte di diamante del versante veneto, mentre in quello pugliese si distingue il Primitivo di Manduria, in particolare l’Imperio LXXIV di Feudo Croce e il Diodoro di Cantine San Giorgio. A ciò si aggiungono i recenti progressi che hanno interessato la Valpolicella Classica: l’acquisizione di Poderi Campopian nella frazione Cavalo di Fumane, 12 ettari di vigneto situati a 600 metri s.l.m. dai quali ricavare in futuro una linea di nicchia, sinonimo di qualità ed esclusività. (g.m.)•

Tinazzi: quality spreads from Veneto to Apuliae The origins, the achievements and projects of a great group that connect the north and the south of Italy Territories represented at best through the qualitative peculiarities of its wines: it’s the main target of Tinazzi, a resourceful winery with a double soul, that, dividing its wide potential between Veneto and Apuliae, pays very personal homage to two different oenological traditions. Founded in Cavaion Veronese at the end of the 60s, the winery has been always taking advantage from the joined work of Eugenio Tinazzi and his son Gian Andrea. This important and successful cooperation has been continued and renewed by Gian Andrea and his children, Francesca and Giorgio, who nowadays manage the winery with their father. This synergy has let the Tinazzi family to create a solid and growing productive group. From its seat in Lazise, on the Lake of Garda, and from the pressing cellar of Sant’Ambrogio in Valpolicella, the winery boasts a production that includes the areas of Bardolino and Valpolicella, with Tenuta Valleselle and Ca’ de’ Rocchi, to the areas of Tarantino and Salentino, where Feudo Croce and Cantine San Giorgio rise. Territorial and qualitative differences that give life to an important range of wines, nowadays exported in more than 35 countries. Amarone, Ripasso, Bardolino Classico and Chiaretto are the buttonholes among the wines from Veneto, while Primitivo di Manduria, and in particular Imperio LXXIV by Feudo Croce and Diodoro by Cantine San Giorgio are the gems of Apulia. In addiction to that, recent progresses have concerned the Valpolicella Classica area: the acquisition of Poderi Campopian in Cavalo di Fumane, a 12-hectare vineyard 600 meters above the sea level, from which a new niche line will spring as synonymous of quality and exclusiveness. •

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Gerardo Cesari

l’eleganza dei vini veronesi nel mondo Gerardo Cesari: the elegance of the wines from Verona in the world A 80-year story of love for the wines of Valpolicella

Ottanta anni di storia d’amore per i vini della Valpolicella

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ondata nel 1936 grazie allo spirito imprenditoriale di Franco Cesari, la propensione all’export è subito manifesta: l’Amarone Cesari è tra i primi a raggiungere i cinque continenti. Con l’annata 1971 sono infatti cento le bottiglie di questo pregiato vino ad arrivare a New York. Oggi la Cesari esporta circa l’85% dei propri vini; vini che nella meticolosa filiera produttiva nascono da vigneti selezionati, direttamente coordinati e seguiti dal Direttore Enologico insieme all’Agronomo. Grazie alla sua esperienza, l’azienda ha selezionato quattro cru, ognuno con le sue caratteristiche specifiche. Nei vigneti Bosan, Il Bosco, Jèma e Centofilari vengono controllate tutte le fasi produttive, dalla potatura al diradamento, fino alla scelta dei grappoli, operazioni effettuate esclusivamente a mano. Ricerca della qualità e dell’eleganza enologica, accanto al lavoro in vigna e cantina: la filosofia di Gerardo Cesari è riconosciuta da diversi premi internazionali. Non ultima, la riconferma – con l’Amarone della Valpolicella Bosan 1997 – alla prestigiosa Kermesse

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vitivinicola di Opera Wine (realizzata da Veronafiere con Vinitaly International e Wine Spectator) in programma sabato 8 aprile 2017 a Verona.• GERARDO CESARI Cavaion Veronese (VR) - 37010 - Italia, Loc. Sorsei 3 Tel. +39 045 62 60 928 Fax. +39 045 62 68 771 e-mail: info@cesariverona.it VINITALY: Pad. 5 | Stand F5

Founded in 1936 due to Franco Cesari‘s entrepreneurial sprit the winery shows its international inclination since the very beginning: Amarone Cesari is one of the first wines to reach the five continents. In fact, 100 bottles of Year 1971 goes to New York. Nowadays Cesari exports about 85% of its production. Its wines are the fruit of a meticulous processing: selected vineyards coordinated personally by the enologist together with the agronomist. Thanks to their experience, the winery has selected four cru with very peculiar characteristics. In the vineyards Bosan, Il Bosco, Jèma and Centofilari the phases of the production are monitored with the utmost care, from the pruning to the thinning and the selection of the grapes: all the operations are rigorously manual. The pursuit of quality and of elegance both in the vineyard and in the cellar: these are Gerardo Cesari’s secrets. His precious work has been acknowledged at many international contests. Among them, the reconfirmation – with Amarone della Valpolicella Bosan 1997 – at Opera Wine (the prestigious contest organized by Veronafiere with Vinitaly International and Wine Spectator) planned for Saturday April 8, 2017 in Verona.•


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L’azienda di Anna Gattobigio e di suo marito Walter imbriglia l’essenza del Trasimeno in un rosso intenso e in un brut dal carattere fruttato

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pochi chilometri dalle rive del Lago Trasimeno c’è un luogo dove passione e ricerca dell’eccellenza si congiungono in un unicum di impareggiabile qualità. È Il Poggio, l’azienda vitivinicola di Anna Gattobigio e di suo marito Walter, che, dagli anni ’70, si premura di celebrare la terra che le ha dato i natali attraverso il carattere inconfondibile dei suoi vini. Una vera e propria opera di valorizzazione, perseguita e realizzata con dedizione e cura per i dettagli: dalla vigna, che vede l’esclusiva presenza di vitigni autoctoni, alla cantina, dove Anna segue personalmente l’intero processo produttivo. È così che i vini de Il Pog-

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gio costituiscono testimonianza e poetica narrazione di storie ed emozioni, siano essi etichette storiche o più recenti. Come Legamè e Raggio di Luna, le due novità dell’azienda. Rosso Doc, Legamè è ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve di Gamay, tipico vitigno del Trasimeno che, appartenente alla famiglia della Garnacha (Grenache), approdò su questa terra nel 1600 durante la dominazione spagnola. Dal colore pieno e luminoso, presenta una spiccata complessità aromatica cui fa armoniosamente seguito un’impronta gustativa calda, avvolgente e dai tratti speziati. Legamè costituisce l’abbinamento ideale per un’ampia varietà di pietanze, tra cui lasagne, arista, pesce di lago e filetto al pepe verde. Ai caratteri intensi di questo rosso fa da contraltare la delicata freschezza di Raggio di Luna, brut ricavato dalla spumantizzazione con metodo Charmat di uve di Chardonnay. Con la sua sfumatura dorata, Raggio di Luna regala al palato note fruttate e piacevolmente frizzantine. Ideale come aperitivo, accompagna egregiamente anche risotti, secondi a base di carni bianche o pesce, fritturine, formaggi freschi e salumi. •

IL POGGIO Via Petrarca 50 - 06060 Macchie – Castiglione del Lago (PG) - Tel. +39 075 9680381, +39 347 9229671 - info@vitivinicolailpoggio.com - www.vitivinicolailpoggio.com

Legamè e Raggio di Luna: i nuovi gioielli de Il Poggio Legamè and Raggio di Luna: the new jewels by Il Poggio Anna Gattobigio and her husband’s winery encloses the essence of the Lake Trasimeno in an intense red wine and in a fruity brut

Few kilometers far from the Lake Trasimeno there is a place where passion and search of excellence merges in a unicum with an incomparable quality. It’s Il Poggio, Anna Gattobigio and her husband Walter’s winery, who since the 70s have been celebrating this land with the unmistakable character of their wine. Their passion is expressed in through a great devotion and care for the details: from the vineyard, where grow autochthonous grape varieties, to the cellar, where Anna follows personally the whole productive process. That’s why the wines by Il Poggio, both the classical labels and the most recent ones, tells poetic stories about emotions. Such as Legamè and Raggio di Luna, the two new labels. Rosso Doc, Legamè is a single-variety vinification of Gamay, typical grape variety of the Lake Trasimeno from the family of Garnacha (Grenache) that arrived on this coast in the XVII century during the Spanish domination. It’s a wine with a bright and full-bodied color, with a complex bouquet followed by a warm and enveloping taste with spicy inklings. Legamè is the ideal wine with a wide range of dishes, such as lasagna, pork loin, lake fish and green pepper filet. Raggio di Luna is instead a delicate and fresh wine, a brut made with the Charmat method with Chardonnay grapes. With its golden reflexes, Raggio di Luna give to the palate fruity and sparkling pleasant inklings. It’s ideal as aperitif, with risotto, second dishes of white meat or fish, fresh cheese and salami. •


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Tutte le lingue de

La Selezione del Sindaco Anche i “buyer” al Concorso enologico internazionale delle Città del Vino in programma a Tramonti (Costa d’Amalfi) dal 25 al 28 maggio

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ortoghese, croato, rumeno, azero, sloveno, slovacco, greco, francese, inglese, spagnolo, tedesco, russo, cinese: sono le lingue parlate in occasione del Concorso enologico internazionale delle Città del Vino “La Selezione del Sindaco”, quelle degli 84 Commissari e dei buyer che faranno parte delle 12 commissioni di degustazione che dal 25 al 28 maggio giudicheranno i vini in rassegna alla Casa del Gusto di Tramonti, in Costa d’Amalfi. C’è tempo fino al 23 maggio (ultimo giorno utile per la consegna dei campioni di vino) per iscriversi ondine (www.cittadelvino.it) al concorso giunto alla XVI edizione.

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La novità di questa edizione consiste nella presenza di buyer internazionali durante i 4 giorni di lavori, a testimonianza di una evoluzione del concorso sottolineata anche dall’UIV, l’Unione Italiana Vini, che ha dato il suo patrocinio. “Ringraziamo Uiv per la disponibilità ad accompagnarci nella promozione del concorso; questa collaborazione apre una nuova prospettiva per entrare in contatto con le aziende, soprattutto con le piccole e medie cantine che hanno minori possibilità di entrare in contatto con operatori e compratori internazionali e che speriamo di coinvolgere proprio grazie alla presenza di buyer” commenta Floriano Zambon, sindaco di Conegliano

e presidente di Città del Vino. “La Selezione del Sindaco ha saputo valorizzare negli anni, e premiare, l’eccellenza qualitativa coniugata all’identità territoriale – dichiara Antonio Rallo, presidente di Unione Italiana Vini – un binomio che caratterizza la nostra vitivinicoltura, su cui abbiamo costruito il successo del vino italiano nel mondo. Ritrovando nel concorso enologico promosso dalle Città del Vino uno strumento efficace per rafforzare l’eccellenza identitaria dei vini italiani, abbiamo subito aderito all’idea di supportarlo con il nostro patrocinio. Il coinvolgimento di buyer stranieri apre alla Selezione una preziosa vetrina internazionale contribuendo a

diffondere la conoscenza della straordinaria ricchezza e varietà delle nostre produzioni. Da parte delle nostre imprese associate, un sincero grazie alle Città del Vino per la tenacia con la quale portano avanti questa importante iniziativa”. Per questa edizione del concorso l’Associazione si avvale della collaborazione degli studenti dell’Istituto statale alberghiero di Maiori “Pantaleone Comite”, per l’assistenza ai tavoli e durante i lavori delle commissioni di degustazione e per la fornitura dei pasti. Un’esperienza didattica che consentirà loro di accumulare crediti formativi; l’Associazione Città del Vino, infatti, ha stipulato con l’Istituto una specifica convenzione che prevede l’applicazione dei percorsi di alternanza scuolalavoro.


Il Concorso è patrocinato anche da Recevin (Rete europea delle Città del Vino), ha l’autorizzazione ufficiale del Ministero per le Politiche agricole, e vede la collaborazione con il Forum degli Spumanti di Valdobbiadene e Bio DiVino, rassegna dedicata ai vini biologici a cura di Città del Bio. Il supporto scientifico è dell’OIV, l’Organizzazione internazionale della vite e del vino. Confermata la collaborazione con il Movimento Turismo del Vino per promuovere La Selezione del Sindaco tra le cantine associate. “Produrre vini di qualità è importante ma non basta: bisogna farli conoscere ed apprezzare. Molti sono i mezzi per fare questo, e partecipare ai concorsi enologici è sicuramente uno strumento efficace e che può

dare ai produttori belle soddisfazioni – afferma il neo direttore tecnico del concorso, l’enologo Roberto Bruchi –. I vini sono esaminati da commissioni composte da enologi, esperti, giornalisti specializzati, provenienti da molti paesi del mondo. La scelta dei giudici avviene in modo rigoroso, privilegiando esperienza e curriculum, così da garantire la massima professionalità ed imparzialità nel giudizio sui vini”. “Le aziende sono garantite – continua Bruchi – e ottenere un riconoscimento in un concorso enologico come La Selezione del Sindaco può rappresentare un biglietto da visita significativo e spendibile, non solo dal punto di vista comunicativo, ma anche nei rapporti con il mercato e con la propria clientela”.

Analoghe le riflessioni di Vincenzo Gerbi, resposanbile del comitato tecnico scientifico del concorso: “Nell’era di internet, dei blog del vino, delle guide più o meno stellate, la visibilità delle aziende è ampia e potrebbero sembrare superflui i riconoscimenti ottenuti in un concorso enologico, seppure prestigioso e affermato, come La Selezione del Sindaco – afferma Gerbi, vicedirettore alla didattica del Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino – ma c’è un valore aggiunto in un concorso enologico: il confronto con i vini di tanti altri produttori, il giudizio di una commissione qualificata che assaggia campioni rigorosamente anonimi. Questi elementi sottraggono il giudizio dal rischio della soggettività e

l’ottenimento di un buon risultato è per il produttore, prima di tutto, un premio alla propria capacità”. La Selezione del Sindaco è realizzata grazie anche alla collaborazione della Comunità Montana dei Monti Lattari, della Strada del Vino Costa d’Amalfi, dei Comuni Città del Vino della Costa d’Amalfi: Furore, Ravello, Tramonti e Maiori. Ha ottenuto il patrocinio della Regione Campania, e della Provincia e della Camera di Commercio di Salerno.•

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VINITALY Verona, 9 – 12 aprile 2017 L’evento – il più importante del mondo del vino italiano e non solo – ha bisogno di poche presentazioni, ormai giunto alla sua cinquantunesima edizione. Riconferma quasi totale delle aziende singole e nuovi espositori, layout rivisto e ampliato per Piemonte, Toscana, Sardegna e Vininternational: sono queste alcune notizie che anticipano l’edizione del 2017. Grande attenzione, sulla scia dell’anno passato, sarà rivolta ai buyer e agli ospiti internazionali, affinché l’aspetto business della fiera venga sempre più potenziato, anche e soprattutto in chiave di vendite estere. www.vinitaly.com

WINE & GOURMET JAPAN Tokyo, 12 – 14 aprile 2017 Wine e Gourmet Japan giunge alla sua ottava edizione che si terrà a Tokyo – presso il Tokyo Big Sight Exhibition Center – dal 12 al 14 aprile. Una piattaforma esclusiva per rapporti B2B: una grande vetrina di vini, birre e alcolici provenienti da tutto il mondo, che richiama ogni anno numerosi buyer, importatori, distributori e rappresentanti dell’Online Trading and Retail. Wine & Gourmet Japan è l’unica trade fair in Giappone incentrata sulle bevande alcoliche e sulle numerose proposte gastronomiche presentata dai diversi Paesi: all’interno dell’evento sono previsti numerosi seminari, degustazioni, panel di discussione, concorsi e molto altro. www.wineandgourmetjapan.com

ONLY WINE FESTIVAL Città di Castello (PG), 22 - 23 aprile 2017 Torna per il quarto anno consecutivo a Città di Castello Only WIne Festival, il primo salone dedicato ai giovani produttori e alle piccole cantine, organizzato da Fiera Show in collaborazione con AIS Associazione Italiana Sommelier, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, la Regione dell’Umbria e del Comune di Città di Castello. Ad essere protagoniste dell’edizione 2017 di Only Wine saranno, ancora una volta, le migliori 100 piccole cantine e i produttori under 40 italiani, selezionati da AIS Associazione Italiana Sommelier. Nelle prestigiose location del centro storico troveranno spazio la Mostra mercato, le sessioni di degustazione guidata a cura dei sommelier AIS e le aree tematiche per abbinamenti e approfondimenti di gusto. Tra i temi novità di quest’anno ci sarà certamente la comunicazione del vino, con la presenza in evento di stampa e blogger di settore. L’ingresso del pubblico a tutte le aree di Only Wine Festival è libero. Per partecipare ai banchi d’assaggio invece è necessario acquistare gli appositi ticket, mentre le sessioni guidate dai sommelier AIS sono a pagamento e su prenotazione. www.golositalia.it

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FISH & CHEF 2017 Lago di Garda, 23 – 28 aprile 2017 Al via il conto alla rovescia per l’ottava edizione di Fish & Chef, la manifestazione che ogni anno dà appuntamento agli attori principali della cucina italiana sulle belle rive del lago di Garda per esplorare il rapporto tra la ristorazione gourmand e i prodotti del lago. La manifestazione, in programma dal 23 al 28 aprile 2017, si articolerà in sei cene che si svolgeranno in altrettanti esclusivi hotel delle tre sponde del Lago di Garda. La partnership con JRE Italia, ramo nazionale dell’associazione dei Jeunes Restaurateurs d’Europe e Michelin Italia, rimarca lo stretto legame della rassegna con l’alta cucina. www.fishandchef.it


Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

GOURMANDIA 2017 Santa Lucia di Piave (TV), 13 – 15 maggio 2017

Gourmandia – Le Terre Golose del Gastronauta – evento ideato da Davide Paolini - si prepara alla seconda edizione. E lo fa con l'intento preciso di mettere ancora una volta al centro la materia nel racconto dei tanti artigiani del gusto presenti e degli chef ospiti che ogni giorno la valorizzano nei loro piatti. L'appuntamento è da sabato 13 a lunedì 15 maggio 2017 all'Ex Filanda di Santa Lucia di Piave (Treviso). www.gourmandia.gastronauta.it

VINISSAGE 2017 Asti, 6 - 7 maggio 2017

ANTEPRIMA VINI DELLA COSTA TOSCANA Lucca, 6 - 7 maggio 2017

Vinissage, la mostra mercato di vini biologici, biodinamici e naturali che si tiene per l’undicesimo anno il 6 e 7 maggio nella nuova sede di Palazzo Ottolenghi nel cuore pulsante di Asti e del Monferrato, si è affermato come uno dei più importanti appuntamenti italiani dedicati al mondo della viticultura biologica, naturale e consapevole: un vero e proprio fiore all’occhiello dell’intensa primavera astigiana nella convinzione che la qualità dei vini nasca da una vendemmia sana e da un buon lavoro in vigna, seguito da un grande impegno in cantina, basato sul massimo rispetto per la naturalità dell’uva. www.vinissageasti.it

Sabato 6 e domenica 7 maggio le sale e i chiostri del Real Collegio di Lucca ospitano i vignaioli della Costa Toscana che illustreranno in prima persona le nuove annate dei propri vini. La sedicesima edizione conta sulla presenza di 100 produttori. Un risultato che conferma la crescita costante di una manifestazione che in

soli due giorni permette di scoprire, degustare, acquistare oltre 600 etichette, di partecipare a laboratori con verticali esclusive e masterclass uniche nonché di conoscere in presa diretta le storie di tanti produttori che hanno scelto la Costa Toscana per dar vita a vini di decisa tipicità territoriale. www.anteprimavinidellacosta.com

VINEXPO Bordeaux, 18 – 21 giugno 2017 In una delle capitali del vino più note al mondo, torna l’appuntamento con Vinexpo. Quattro giorni di incontri e appuntamenti dedicati ai vini e agli spirits provenienti da tutto il mondo. Un salone che è business ma anche stile, bello da visitare oltre che ricco di opportunità. Espositori da oltre 42 Paesi e buyer provenienti da tutto il mondo, con numeri davvero interessanti. www.vinexpobordeaux.com/en/

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Distillati & Co di Barbara Amoroso

INTERVISTA

UNA GUIDA PER DEGUSTARE IL WHISKY Viaggio tra i migliori distillati del mondo "Quando è il momento di parlare di whisky, è una delle persone più competenti che io abbia mai conosciuto, senza scendere in banalità o chiacchiere". Esordisce così Davic Wondrich nella prefazione di Degustare il Whisky parlando del suo autore, Lew Bryson. E quello che ne esce dalle pagine di questo libro pubblicato da Edizioni LSWR è qualcosa di ruvido, intenso e appassionato. Si parte dalla storia del distillato narrata in modo pittoresco: "Circa duecento anni fa, una ghianda è caduta a terra e ha fatto le radici, è diventata una quercia, è stata tagliata, stagionata, segata in ceppi e listelli e modellata a botte. Quella botte ha contenuto bourbon o sherry e poi è stata smontata e spedita in Scozia, riassemblata e riempita con un distillato che diventerà whisky". Il libro non

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è solo un modo per avvicinarsi all'identità di un distillato dalla forte personalità, bensì offre strumenti per poterlo degustare nel modo corretto, come spiegano i capitoli sulla diluizione (acqua, ghiaccio e cocktail) e sull'abbinamento (Cosa abbinare al whisky). C'è perfino un intero capitolo sul whisky italiano, curato e tradotto dal Whisky Club Italia, la più importante associazione della penisola di appassionati di questo distillato. Il libro è a tutti gli effetti un manuale per chi desidera approfondire la sua conoscenza e perfezionarsi come degustatore. L'autore e la sua penna hanno qualcosa da raccontare su questo mondo (Bryson scrive per la rivista americana Whisky Advocate) e già dalle prime righe, se non avete mai apprezzato il whisky, vi verrà voglia di ricredervi.


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NewsBio & Green di Marina Ciancaglini

I vini naturali

nella ristorazione Cosa vuol dire, per un ristoratore, scegliere di proporre alla propria clientela una filosofia specifica di produzione del vino?

N

ei tanti aspetti del vino naturale – agricoli, enologici ed etici – ce n’è anche uno sicuramente meno romantico ma fondamentale: come si inserisce, spiega e vende in una carta dei vini all’interno di un ristorante? Damiano Lunghi, appassionato titolare dell’Osteria Dodici Rondini a Foligno racconta la sua esperienza. Come mai la scelta di lavorare solo con vignaioli naturali? “E' una scelta dettata semplicemente dalla passione personale, funziona così anche per la cucina, pur non essendo un “talebano”; ci sono dei vini convenzionali buoni e dei naturali fatti male. Ma c’è una componente di questi vini che amo molto, ossia l'imprevedibilità e la non omologazione. Il vino è tridimensionale: dentro a una bottiglia

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c'è quello che beviamo, ma anche delle storie, dei luoghi, delle persone”. Com’è organizzata la carta dei vini? “Non ho una lista stampata ma le bottiglie sono tutte esposte, e il loro prezzo è scritto col pennarello sulle stesse. Preferisco avere con il vino un rapporto più diretto, frequento le fiere, compro molte cose lì, oppure direttamente nelle cantine. Questo fa sì che ci sia molta ricerca ma anche una certa imponderabilità negli approvvigionamenti”. Sono più difficili da proporre alla clientela? “Misurerei la cosa in termini di complessità, non di difficoltà. Normalmente ci sono due modi di approcciarsi al vino: quella della curiosità e quella della rassicurazione. Chi si sta accingendo a bere un vino naturale vive in molti casi il fascino della scoperta. Ed è piacevole il doversi spendere per contestualizzare, riportare ciò che già conosci di quel vino e di quel produttore. L'altro approccio è quello della rassicurazione: il cliente cerca un vino che già conosce. E allora propongo qualcosa comunque ben fatto, ma senza particolari "spigolature". Spesso si sente dire che i vini con una certificazione biologica o biodinamica sono mediamente più cari. E’ vero?

“In linea di massima può essere un luogo comune fondato: è chiaro che l'artigiano che vive di questo e produce 10 mila bottiglie l'anno, si misura in un mercato che è completamente diverso da quello della grande produzione. Una scarpa artigianale costa di più di una cinese. E' altrettanto vero però che alcuni produttori di vino naturale, poi tanto tanto piccoli non sono, e i prezzi dei loro vini sono un po' pompati dal blasone che sono riusciti a crearsi in questo mondo. Le dinamiche del mercato, alla fine, sono le stesse per tutti. Lo sforzo da fare è quello di trovare prodotti ben fatti a dei prezzi accessibili”. E’ cambiata la percezione di questi vini negli ultimi anni da parte del pubblico generico? “Penso di si, ma non come mi sarei aspettato. Forse perché al crescere dell'interesse verso questa tipologia di vino è aumentata anche la denigrazione dello stesso. E forse perché, in maniera inversa, molte grandi aziende, fiutando nuovi mercati, si sono buttate in maniera scomposta e improvvisata sul vino biologico, o naturale. Negli anni mi sarei aspettato il proliferare di più appassionati veri, e invece sono aumentati i clienti che vengono qui e si affidano, senza poi necessariamente approfondire questo mondo o senza che gli rimanga niente dell’esperienza”.•


Bollicine News

VIGNA

di Chiara Martinelli

CONEGLIANO DICE STOP AI FITOFARMACI Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg ha presentato il Protocollo Vinicolo 2017 "Nell'edizione 2017 del nostro Protocollo Viticolo non comparirà più la tabella dei prodotti dedicati al diserbo, perché la strada che vogliamo indicare per la gestione del vigneto è quella della lavorazione integrale del suolo". Queste parole sono di Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, alla luce del recente aggiornamento del Protocollo Vinicolo 2017. Il documento, oltre a eliminare completamente gli agenti chimici un tempo indicati, spiega nel dettaglio quali pratiche agronomiche si possono utilizzare in vigneto per ottenere risultati altrettanto soddisfacenti se non addirittura migliori. Il Protocollo Viticolo mette in atto e amplia la normativa europea sull’uso di fitofarmaci a salvaguardia e tutela della salute ambientale nazionale. "Quest'anno il tema dell'uso di sostanze chimiche, in particolare quelle a base di glifosate, è ineluttabile. L'Unione Europea li metterà definitivamente al bando entro il 2018 e i comuni dell'area di Conegliano ne vietano l'uso – aggiunge Nardi -. Il fatto che tredici su quindici Comuni della Denominazione, abbiano adottato le indicazioni date dal Protocollo rendendole regolamento comunale è un concreto segnale di già avvenuto cambiamento”.

INIZIATIVE

UN BRINDISI DI SOLIDARIETÀ Una sfida vinta grazie alla solidarietà, celebrata con una grande festa organizzata dalla cantina Le Manzane per la consegna di un assegno da 12.206 euro alla Fondazione Oltre il Labirinto, destinati a chi soffre di autismo. Quattro le Hugbike che si potranno acquistare con il ricavato della quinta “Vendemmia solidale” che ha permesso di mettere insieme le offerte, i contributi degli sponsor e parte del ricavato della vendita delle bottiglie di Prosecco Superiore Docg ottenuto con l’uva della #vendemmiadegliabbracci. Le Hugbike sono speciali tandem in cui il guidatore “abbraccia” da dietro il passeggero. “Sono molto contento del risultato ottenuto - spiega Ernesto Balbinot, titolare della cantina Le Manzane – un grazie infinito va agli sponsor che hanno permesso di realizzare questo straordinario risultato”. Le bici saranno battezzate alla Treviso Marathon e condotte a

La cantina Le Manzane aiuta chi soffre di autismo con il progetto #vendemmiadegliabbracci turno dai fuoriclasse Marzio Bruseghin e Murilo Fischer, per poi essere assegnate alle quattro associazioni destinatarie del progetto.

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PREMI

DALLE DOLOMITI ARRIVA BIONOC, VINCITORE ORO-ARGENTO DI BIRRA DELL’ANNO Doppia premiazione per il birrificio artigianale di Mezzano di Primiero Un oro e un argento coronano il sogno di Fabio Simoni e Nicola Simion, imprenditori del birrificio Bionoc, alla XII edizione di Birra dell’Anno, il concorso di Rimini più atteso, dedicato alle birre artigianali. I due trentini si portano a casa un premio per la categoria “birre acide” con la Impombera

(oro) e uno con la “Nociva” (argento) per la categoria delle birre ad ispirazione anglosassone. Una sfida combattuta tra 1367 birre e 257 produttori, in un contest popolato da 72 giurati di provenienza internazionale, guidati da Lorenzo Dabove, esperto nostrano di “artigianali”. Il rico-

noscimento è stato frutto di un lavoro di squadra: Impombera in dialetto significa lampone, frutto prodotto nella valle del Primiero dall’Agriturismo Dalaip dei Pape, che da qualche anno produce anche gran parte del luppolo trentino utilizzato dal birrificio. -“Il nostro territorio è la nostra ricchezza, valorizzarlo al meglio è per noi un obiettivo che abbiamo da sempre, perché crediamo nel valore e nell’unicità di quello che la nostra terra può offrire” così Fabio Simoni, responsabile commerciale del birrificio, sul palco della Beer Arena al ritiro del premio.

NORMATIVA UE

DA BRUXELLES UN DURO COLPO PER I MICROBIRRIFICI

A partire dal 2018 sarà obbligatoria l’etichetta nutrizionale per le birre alcoliche

L’Unione Europea ha deciso di imporre dal 2018 l’indicazione dell’Etichetta nutrizionale per tutti i prodotti alcolici, birra compresa. Si tratta nello specifico dell’obbligo di riportare in etichetta le caratteristiche nutrizionali della bevanda. Da qui all’inizio del 2018 i vari produttori potranno accordarsi per presentare una proposta di autoregolamentazione in cui vi sia un protocollo condiviso, in grado di comprendere tutte le modifiche introdotte dalla commissione europea. Se Bruxelles non dovesse avallare il progetto di etichettatura standard proposto, sarebbe la Commissione a redigere una valutazione complessiva per un disegno di regolamentazione valido e vincolante per tutti. Per i piccoli birrifici artigianali si prospetta un percorso oneroso non solo in termini di packaging dovuti alla ristampa di tutte le etichette, ma anche da un punto di vista tecnico produttivo nel caso di analisi e continue verifiche sul prodotto. Si parla già di vantaggio competitivo da parte della grande industria (che andrebbe così a rafforzare la credibilità del prodotto e la fidelizzazione del pubblico) e, un evidente criticità per i microbirrifici artigianali il cui “core businness” è tutto nella eterogeneità e sperimentazione delle materie prime, insieme alla fantasia alchimista e produttiva che ne ha fin qui decretato il successo.

LIBRI

IL LIBRO DELLA BIRRA Una guida per conoscere da vicino le grandi birre classiche e il successo delle artigianali Un libro che parla di birra non è una novità; ne sono usciti parecchi negli ultimi anni ma se di mezzo c’è il Movimento Birrario Italiano, la sua divulgazione non lascerà indifferenti. “Il libro della Birra” esce in seguito ad altri successi del MoBi, come “La tua birra fatta in casa”,

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bestseller curato da Davide Bertinotti e Massimo Faraggi, considerato dai beer lovers la Bibbia per la produzione di “cotta home made”. Ne Il libro della Birra c’è la mano di un esperto, Tim Hampson, il curatore principale. Giornalista e scrittore, Tim ha viaggiato in

tutto il mondo alla scoperta della “birra perfetta” cercando di carpirne ricette e segreti. Quest’ultimi sono infatti i temi ricorrenti nel volume, insieme ad un catalogo visuale di oltre 800 birrifici, intervallato da percorsi di degustazione e approfondimenti sulla tecnica di produzione birraria. Si parla di stili classici e dei maggiori paesi produttori di birra artigianale al mondo, sviscerandone caratteristiche e specialità.


ExtravergineNews di Barbara Amoroso

L'EVENTO

UN'IMPENNATA DI PRESENZE A OLIO CAPITALE 2017 Nuovi espositori e qualche ritorno di 'fiamma' Da 4 al 7 marzo si è tenuta, presso la stazione Marittima di Trieste, l'11° edizione di Olio Capitale, il Salone degli Oli Extra Vergini Tipici e di Qualità. Se il successo di un evento è decretato anche dai numeri, Olio Capitale ha chiuso l'edizione 2017 con un segno '+' grazie alle new entry (come le Camere di Commercio di Chieti, Pescara e Teramo) e al ritorno di vecchie conoscenze. Il primato per numero di espositori resta ancora alla regione Puglia, ma de-

terminante nel suo complesso è stata la partnership con Le Città dell'Olio di cui facevano parte il 25% degli espositori. Enrico Lupi, presidente dell'Associazione Città dell'Olio, ha sottolineato di sentirsi a casa a Olio Capitale e che il 2017 sarà ricordato anche per il ritorno dell’Umbria (assente dal 2012) e dalla presenza di CICIAA Riviere di Liguria e dei soci abruzzesi. Oltre a degustazioni, seminari, gastronomia e show cooking, ha avuto spazio anche il mo-

mento Social grazie al contest fotografico #OlioCapitale: gli olivicoltori italiani si sono raccontati attraverso le immagini dei luoghi e dei momenti per loro emozionanti. “L’esperienza maturata al fianco di Aries (Azienda Speciale della Camere di Commercio di Trieste) – commenta Antonio Ghersinich, consigliere nazionale per il Friuli Venezia Giulia - è un patrimonio importante che vogliamo mettere a sistema trovando sempre nuove forme di collaborazione per rendere Olio Capitale, l’evento attrattivo dedicato all’olio più importante d’Italia e una risorsa indispensabile al turismo locale”.

Due immagini dell'oliveto di Caparrina

IL PROGETTO

PLANETA PIANTA ULIVI PER PROTEGGERE IL SUO TERRITORIO E diventa uno degli uliveti più estesi della Sicilia Una collina ricoperta di alberi di ulivo affacciata sul mare di Sicilia protegge paesaggio, flora, fauna e tradizione. Sono 150 gli ettari totali di uliveto di proprietà dell'azienda Planeta di Caparrina (Menfi, provincia di Agrigento), di cui 50 (circa

13 mila alberi) piantati solo nel 2017. Numeri raggiunti nel tempo grazie a un progetto nato vent'anni fa: quella che per la tenuta è stata per secoli una produzione ad uso familiare, si converte nel 1998 in un progetto di recupero del paesaggio di grande valore, sia per la produzione di oro verde che oggi affianca quella del vino, sia per il paesaggio che

si affaccia tra Capo San Marco e Selinunte. Una distesa di ulivi tra le più grandi dell'isola che balza all'occhio per la sua bellezza e crea l'habitat favorevole per molte specie, come la palma nana, i gigli di mare, l'upupa, rapaci notturni e diurni e per le tartarughe di mare Caretta Caretta che quasi ogni anno passano da qui per deporre le loro preziose uova.

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The Duel of Wine e il sommelier “fantasma” Bersanvanga mod. Terminator con piede di stazionamento

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Muletto Brentone

C

hi gravita attorno all’universo del vino forse già conosce Charlie Arturaola, pluripremiato sommelier sudamericano. È lui il protagonista di una pellicola che sta girando i festival di mezzo mondo per raccontare una curiosa storia di vino: The Duel of Wine (2015) di Nicolás Carreras. Un film che si diverte a mischiare fiction e documentario, usando uno stile da “presa diretta” (macchina da presa instabile e raccordi sconnessi) per descrivere una storia inventata, che però ha molti contatti con la realtà. Sì, perché Charlie e molti attori sullo schermo recitano se stessi. Ecco allora in scena volti noti: il sommelier Luca Gardini, l’enologo Michel Rolland, chef del calibro di Gianfranco Vissani, Jean-Francois Rouquette e Carlos Arguinano, firme del vino come il patron del Sagrantino di Montefalco Marco Caprai, oltre che Nadia Zenato e Riccardo Illy. Lo spunto di partenza resta però di fantasia: Charlie è un vero sommelier, ma nel film ha perso il suo fine palato. Un’idea che ricorda le gesta dello chef di Mangiare bere uomo donna, anch’egli alle prese con un gusto da ritrovare. Dopo aver toccato il fondo, ormai ribattezzato dalla stampa “il sommelier senza palato” e lasciato anche dalla moglie Pandora, il nostro Charlie è costretto a rimboccarsi le maniche e ripartire da zero. E quale leva migliore per prendersi la rivincita, che quella di affidarsi alla sua prima passione? E così sarà il vino a fargli tornare il gusto della sfida… «O tu, invisibile spirito del vino, se proprio non hai alcun nome con cui ti si possa chiamare, lascia pur che ti chiami col nome del demonio!». Si cita l’Otello di Shakespeare nell’incipit del film; e sarà infatti una “diavoleria” escogitata dal protagonista a rimetterlo in gioco. Per uno scherzo del destino, durante una degustazione, farà passare il suo amico Lino Pujia per un grande sommelier argentino. Sarà lui stesso ad aiutarlo, collegato con un auricolareradio, in quello che potremmo definire il

primo esempio di ghost taster della storia (neologismo che strizza l’occhio al noto ghost writer, e che in italiano forse potrebbe suonare come “sommelier fantasma”). Attraverso i suggerimenti in tempo reale inviati via radio, Charlie renderà famoso il suo complice, portandolo all’iscrizione tra i migliori sommelier del concorso internazionale “The Duel of Wine”. Un po’ quello che succedeva in Ratatouille, dove il topino Remy guidava le mani di Linguini sotto il cappello da chef, così per analogia, Charlie “il sommelier fantasma” guiderà le performance di Lino. Il film viaggia veloce, attraversa gran parte dell’Italia, passa da Parigi, dai Paesi Baschi, per concludersi a New York, sede della grande sfida finale, quel “duello di-vino” su cui gioca il titolo. Non mancheranno i colpi di scena, fino all’ingresso in gioco di uno strano conte mascherato… Al limite della parodia, sferzante autocritica dei vezzi dei sommelier (Lino e le sue estrose degustazioni sembrano i celebri sketch del finto sommelier Antonio Albanese, con quella formula di rito iniziale ''è un vino rosso''), The Duel of Wine assume sapori diversi: ha il gusto leggero di Lino Pujia (a recitarlo l’eclettico produttore del film), ma anche la profondità e passione di Charlie Arturaola. Un’opera sui generis, che fa sorridere ma anche riflettere, in un epilogo che vede la rinascita di Charlie passare attraverso ciò che più conta: l’amore per Pandora, e ovviamente il vino, uno dei protagonisti indiscussi della storia. Chiudiamo allora anche noi come ci ha insegnato Lino in tutte le sue degustazioni: con l’inno benaugurante «viva il vino!».


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di Tommaso Nutarelli

I vantaggi di un'irrigazione

di precisione in vigna

I

l global warming rappresenta una delle cause principali della maturazione precoce delle uve, della diffusione di malattie sempre più resistenti ai trattamenti, e l’impoverimento delle risorse idriche. Ecco che un uso razionale e mirato dell’acqua, attraverso i sistemi d’irrigazione, è un fatto sempre più presente in viticoltura. Un binomio, quello

I rapidi mutamenti climatici, insieme al progressivo impoverimento delle risorse idriche spingono i viticoltori verso l'adozione di sistemi ad alta precisione per l'irrigazione tra acqua e produzione vinicolo, pieno di ambiguità. Se è ormai assodato che in leggero stress

idrico, soprattutto in post invaiatura, può essere benefico per la qualità del vino, è altrettanto

vero che una mancanza prolungata d’acqua può agire, in negativo, sul prodotto finito. Studi recenti hanno infatti dimostrato come un apporto mirato di acqua sia fonte di grandi vantaggi per la vigna. Oggi l’irrigazione non è più un tabù, ma rappresenta una pratica sempre più diffusa, contemplata anche da diversi disciplinari. Bisogna tuttavia capire quale sia la stra-

La gestione dell’irrigazione del vigneto, ha oggi un’importanza strategica in risposta ai pressanti cambiamenti climatici che modificano le esigenze idriche della vite.

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Le soluzioni più innovative

U

na volta considerate tutte queste variabili, si passa alla scelta del sistema di irrigazione. Oggi, come in molti altri aspetti, anche nella gestione dell’acqua, la parola d’ordine è precisione, che si traduce in

interventi mirati e capillari, con la conseguente riduzione degli sprechi della materia prima, e un sensibile abbattimento dei costi. In questa strada si collocano sistemi ad alta efficienza, come l’irrigazione a goccia e la subirrigazione. Il vantaggio di

entrambe è che è possibile operare una gestione estremamente razionale dell’acqua, dal momento che non si va ad irrigare tutto il suolo, indistintamente, ma solo la pianta. Tutti e due i sistemi fanno uso di ali gocciolanti, naturalmente con delle

differenze. Nell’irrigazione a goccia, molto dipende dal terreno, per cui in quelli più sciolti si è soliti porre le ali ad una distanza comprese tra i 40-50 cm, che aumenta se abbiamo a che fare con un suolo argilloso, fino agli 80-100 cm. Per la subirri-

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Impianti asciugatura bottiglie efficienti, progettati per risparmiare energia

gazione, le ali vengono interrate a circa 30-40 cm. In questo modo l’acqua va a colpire la rizosfera, quella porzione del suolo nella quale si trovano le radici e dalla quale assorbono tutto il nutrimento necessario. I vantaggi derivati da questi due sistemi, che costituiscono le soluzioni più interessanti per l’irrigazione del vigneto, sono molteplici, a partire dal basso consumo delle risorse idriche, fino ad un uso mirato delle stesse. Quello che bisogna sottolineare è come l’irrigazione, nel contesto vitivinicolo, sia una pratica da usare con sapienza e attenzione, poiché il confine tra ottenere un vantaggio o no è molto labile.•

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ra i nemici più temuti dai viticoltori troviamo gli ungulati, che con veri e propri raid notturni, causano gravi danni al vigneto, intaccando in modo significativo anche il raccolto finale. Le recinzioni rappresentano il primo argine, la prima arma di difesa che può essere messa in campo per salvaguardare il terreno. Tra le varie tipologie di recinzioni che possiamo adottare, quella più comune e maggiormente utilizzata è rappresentata dall’uso di cavi elettrici. Affinché questa soluzione sia efficace, quando è prima di tutto necessario una manutenzione costante di tutto il perimetro, per evitare che siano presenti delle falle che gli animali possono sfruttare. Il secondo elemento dipende dal tipo di filo impiegato nella recinzione. Se la sua fattura è scadente, il filo potrebbe avere un’elevata resistenza, quindi la corrente elettrica trasmessa sarà bassa. Bisogna tenere presente come, nel caso dei cinghiali, ci troviamo davanti ad animali

Recinzioni.

Le migliori soluzioni contro gli ungulati

molto possenti, che cercano di trovare un varco nella parte bassa della recinzione, che possono anche rompere, se il voltaggio non dovessero essere sufficientemente alto. Inoltre l’installazione di reti elettrificate può rappresentare sia un ostacolo anche per altra fauna selvatica, quindi è bene porle lontanano dalle zone boschi e dai bacini idrici, sia anche un fattore di rischio per l’uomo, se il vigneto è limitrofo a sentieri usati per il passeggio. •


Le nuove frontiere delle recinzioni.

Confusione olfattiva e ultrasuoni

L

’innovazione mette tuttavia la servizio della viticoltura sistemi di perimetraggio dei filari che si basano sulla confusione olfattiva o sugli ultrasuoni. In questo modo si ha una recinzione non fisica, ma in grado di offrire un’azione mirata per tenere lontano gli ungulati. La prima soluzione fa uso di particolari dispensatori, messi lungo il perimetro del vigneto, che emanano un odore particolarmente sgradevole per gli animali, sfruttando anche la vaporizzazione dell’aria per far diffondere meglio la sostanza. Naturalmente l’applicazione di questi repellenti olfatti può essere inficiata dagli agenti atmosferici, come la pioggia, che invece di diffonderli possono disperderli. L’altra strada consiste nel far ricorso agli ultrasuoni. Con una frequenza tra i 20-27 Khz e con una

potenza di 120 decibel, gli ultrasuoni non avvertiti dall’uomo, ma per gli animali vuol dire percepire un rumore forte e assordante a pochi metri di distanza. I più moderni sistemi di recinzione a ultrasuoni hanno la possibilità di avere un controllo remoto, ad esempio attraverso un normalissimo smartphone, e si basano su una rete di sensori che permettono l’attivazione degli ultrasuoni solo quando percepiscono un copro di una certa massa. Sono misure di contenimento degli ungulati che potremmo definire poco “invasive”, poiché non hanno alcuni tipo effetto sull’uomo o sull’ambiente circostante, inoltre sono molto funzionali in terreni ampi o particolarmente scoscesi, nei quali l’uso della recinzione elettrica sarebbe pressoché impossibile, anche a causa dagli elevati costi di installazione.•

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Ancoraggio dei filari, tante soluzioni per tutti i terreni

L

a scelta di come fissare e ancorare i pali e i filari del vigneto al suolo non costituisce un aspetto secondario nel lavoro del viticoltore. Una struttura solida dell’intera vigna permette di prevenire i danni che, fenomeni naturali non prevedibili, possono arrecare. Naturalmente la scelta di un sistema di fissaggio rispetto ad un altro è influenzata prevalentemente dal tipo di suolo con il quale abbiamo a che fare e le dimensioni stesse del vigneto. Il sistema più semplice, pratico ed economico è rappresentato dalle ancora ad elica. Particolarmente adatto in vigneti con filari non particolarmente lunghi (250 m), l’ancoraggio ad elica risulta poco funzionale con un suolo estremamente sassoso.

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All’opposto, una valida soluzione è rappresentata dalle ancore a piastra di cemento, particolarmente adatta per filari di grandi dimensioni (400 m), e soprattutto le uniche applicabili ai terreni sassosi. Infine, un terzo modo estremamente innovativo, capace di coniugare versatilità e pratici insieme ad un applicabilità anche sui terreni più ostici e ricchi di scheletro, è rappresentato dall’ancoraggio a chiodo, dove l’inserimento di quest’ultimo non comporta un’eccessiva scomposizione del terreno. In un mercato estremamente competitivo, dove ogni singola tassello può essere determinante per realizzare un prodotto di alta qualità, anche la scelta del sistema di ancoraggio più idoneo per i filari, è un fattore da non sottovalutare. •


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Con PEFC l’etica entra in cantina

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cegliere legno di alta qualità per far maturare e invecchiare il proprio vino è una scelta obbligata per chi vuole ottenere un prodotto di eccellenza. Ma può essere al tempo stesso una scelta etica, che si trasforma in veicolo di comunicazione positivo per l’immagine di una cantina. Questa è la strada che hanno già intrapreso tanti viticoltori e produttori di vino che, in Italia e in Europa, hanno deciso di usare prodotti certificati PEFC nelle proprie aziende. Il legame tra la filiera forestale e il mondo vinicolo è più forte di quanto si possa pensare: botti, barrique ma anche tappi in sughero, packaging in cartone, cassette di

legno, pallet per il trasporto, paleria in vigna e molti altri strumenti usati quotidianamente in vigna e in cantina sono realizzati a partire proprio da materie prime legnose. Quello che fa la certificazione PEFC è assicurarsi che quel materiale provenga da foreste gestite in modo responsabile, ne traccia la provenienza e si adopera per la riforestazione degli alberi abbattuti. In questo modo gli investimenti in qualità si trasformano in scelte di sostenibilità che offrono un segnale importante al mercato e ai consumatori, sempre più disposti a premiare le imprese che dimostrano una concreta attenzione all’impatto sull’ambiente. •

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operativa la quarta struttura mobile di BF Imbottigliamento che garantirà una presenza sempre più forte su tutto il territorio nazionale dell’azienda, che tramite le sue unità mobili va incontro alle necessità dei piccoli e medi produttori vinicoli che hanno bisogno di imbottigliare i propri vini con garanzie e versatilità. Non solo: tutte le migliorie tecnologiche del quarto impianto sono state applicate anche alle altre macchine, per essere ancora più performanti. Inoltre è stato acquisito un misuratore combinato CO2 – O2 che è il nuovo misuratore di anidride carbonica e ossigeno. E fondamentale è sottolineare la versatilità di questo genere di impianti, capaci di soddisfare le esigenze più disparate, soprattutto riguardo i formati. Si possono infatti confezionare tutti i formati, dal piccolo 187 cc alle magnum da 1,5 litri, con riempimento fino a diametri molto vicini ai 110 mm e produzioni sull’ordine delle 3000 bottiglie/h. Il lavoro avviene su una struttura completamente chiusa ai lati, posta a 30 cm da terra ed è continuamente controllato da personale specializzato, che opera da oltre 10 anni all’interno di impianti di imbottigliamento mobile e che garantisce controlli periodici con attrezzatture da laboratorio autorizzate su: ossigeno disciolto nel vino e nella bottiglia confezionata, indice di filtrabilità del vino in cantina, purezza dell’azoto prodotto, pressione dello spazio di testa al di sotto dei tappi rasi per il controllo del vuoto, altezza calibrata dei livelli in funzione delle diverse bottiglie con correzioni dettate dalle differenti temperature attraverso una lampada a retroilluminazione, controllo del dosaggio dei coadiuvanti, controllo dello sforzo necessario per l’apertura dei tappi vite con torsiometro.• BF IMBOTTIGLIAMENTO S.R.L. Via Castagnole, 20/h - 31100 Treviso - Tel/Fax 049 9925681 Cel. 333 2986641/ 333 2986643 info@bfimbottigliamento.it - www.bfimbottigliamento.it


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è improntato alla massima eleganza ottenuta mediante essenzialità e discrezione: le unità sono disponibili nella variante compatta monoblocco oppure split con evaporatori a parete e utilizzano compressori ermetici così da essere silenziose e prive di vibrazioni. Con Wine Block, Zanotti pone il suo successo internazionale al servizio della cantina e della passione per il vino. La sua storia è quella della migliore

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Italia che avanza. Repubblica di Kabardino-Balcaria: la concorrenza tedesca è stata sbaragliata a suon di tecnologia e Zanotti progetta e realizza qui un impianto per la conservazione delle mele con fluidi atossici. Emirati Arabi: Zanotti è la prima scelta per la realizzazione di impianti frigoriferi destinati al catering in due aeroporti internazionali. Ma il Re del freddo non si è fermato qui: appena un anno fa

and vibrations. With Wine Block, Zanotti confirms its international success at the service of cellars and passion for wine. Its story is a symbol of the best forward-looking Italian style. Republic of Kabardino-Balcaria: German competitors have been beaten by Zanotti, who produces also system for the storage of apples with non-toxic fluids. Emirati Arabi: Zanotti is the first choice for refrigerator systems addressed to catering in two international airports. But the king of cold goes further: one year ago it has been chosen by the group Daikin as specialized company in food refrigeration. This partnership will increase the presence of Zanotti in the world. •

è stato scelto dal gruppo Daikin come azienda specialista nella refrigerazione alimentare. Una partnership che espanderà e renderà ancora più importante la presenza di Zanotti nel mondo. •

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asce nel 1968 con la lavorazione di serbatoi per carburanti a Montevarchi, per poi approdare alla lavorazione dell’acciaio inossidabile, a Bucine: la Zeus Snc è una realtà oggi in grado di soddisfare le richieste di svariati settori, tra i quali spiccano l’enologico e l’oleario. A disposizione dei clienti vi sono serbatoi di qualsiasi capacità e dimensioni, scale, ballatoi, passerelle e impiantistica varia; ma anche attrezzature enologiche quali pompe, filtri, diraspatrici, impianti frigo, presse, imbottigliatrici, tappatori ed etichettatrici; senza dimenticare l’accessoristica: tavoli, lavelli, misurini, secchi graduati, imbuti, piani di appoggio, pozzetti e canaline, ed infine le apprezzatissime bottiglie di acciaio inox specifiche per l’olio, da 250

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nomata azienda la consulenza, sia per quanto riguarda lo studio della cantina - con il dimensionamento di serbatoi ed attrezzature - sia per la scelta della tipologia dei prodotti, per un’offerta che, come sintetizza Massimiliano: “Possiede, dalla costruzione di un singolo prototipo alla realizzazione di lotti numerosi, la preziosa flessibilità dell’artigianato”. (m.b.)•


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on esiste una seconda occasione per fare una buona prima occasione”. Oscar Wilde. E a rilfletterci bene lo scrittore inglese la sapeva lunga. Quando si tratta di prodotti sugli scaffali, o a una degustazione, o su un bancone, che non si conoscono cosa influisce su una ‘prima buona impressione’ che induca alla scelta? Sicuramente una bella etichetta dall’impatto sia estetico che tattile contribuisce: trasmette cura, duro lavoro, dettagli mai lasciati al caso. Ispira e Materica sono le nuove linee di carte autoadesive di

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Due nuove collezioni di carte autoadesive di qualità superiore


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percepisce una sensazione unica che seduce il consumatore, stimolandone i sensi e valorizzando il brand di prodotti esclusivi e sofisticati. Grazie alla sinergia con la capogruppo Cartiere Fedrigoni, scegliendo le carte autoadesive Arconvert, un’azienda ha l’opportunità non solo di selezionare tra le migliori etichette sul mercato, bensì di poter creare per il proprio prodotto un packaging coordinato utilizzando la stessa tipologia di carta dell’etichetta Materica o Ispira (un astuccio, un foglietto per lo storytelling aziendale, shopper e brochure). Raccolte in due nuovi visual book contenenti cinque esempi di etichette ciascuno, le collezioni Materica e Ispira si

aggiungono alle molteplici possibilità creative già offerte dalla vasta gamma di carte autoadesive speciali prodotte da Arconvert. Il forte impatto sensoriale, la bellezza e duttilità dei frontali, nonché le elevate performances in termini di stampabilità, facilità di dispensazione e resistenza agli agenti esterni (come sbalzi termici e condensa) rendono Materica e Ispira soluzioni ottimali per affiancare la qualità di prodotti che si completano grazie a un design ricercato e che desiderano essere rappresentati da etichette originali e innovative. •

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La parola al territorio

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Vinea “Taste the difference”

F

ondata nel 1946 a Parma come azienda produttrice di vetro per cosmetici e profumi, la Bormioli Luigi ha acquisito nei trent’anni successivi una posizione di leadership sul mercato grazie all’alto livello tecnologico della sua produzione. Nel 1973 ha quindi ampliato la propria offerta, estendendo la sua attività alla produzione di bicchieri e calici, in vetro cristallino soffiato (il primo senza piombo in Italia e al mondo), realizzati secondo gli stessi standard qualitativi già perfettamente padroneggiati nel settore della profumeria di lusso. A quello sull’eleganza delle linee la Bormioli Luigi ha però affiancato un rigoroso lavoro di studio e di ricerca tecnica e scientifica, condotto con il supporto di una squadra di esperti in progettazione e marketing. Per lo sviluppo di calici destinati al mondo dell’enologia, la ricerca del team si è concentrata sull’obiettivo di abbinare a ciascun vino la geometria del recipiente più adatta a valorizzarlo. I sensi del gusto, dell’olfatto, della vista e del tatto sono stati presi in pari considerazione per creare calici e bicchieri in grado di massimizzare l’intensità delle percezioni gustative e aromatiche dei vini tramite studi delle leggi di diffusione del mezzo, e di esaltarne colori e sfumature


Taste the Difference

Solo aromi propri risultando, al contempo, robusti e maneggevoli. BORDO SOTTILE Con la linea Vinea Tagliato al laser e rinforzato per garantire lunga durata Luigi Bormioli, di servizio che reinterpreta le forme classiche con tratti moderni e funzionali, l’azienda dà vita oggi a un incontro fra personalità: quella dei calici che compongono la gamma e quella dei principali vitigni autoctoni italiani, a cui è COPPA MODELLATA dedicata. Studiati e testati, con ACCURATAMENTE il Big-Sensory Test® Avanzato e Resiliente per una migliore resistenza meccanica il Big Sensory Test® AnalogicoAffettivo del Centro Studi Assaggiatori (specialisti internazionali dell’analisi sensoriale del vino) e certificati dall’Istituto Eccellenze Italiane Certificate, i calici Vinea esprimono infatti in maniera ottimale le caratteristiche di ogni singolo vitigno, esaltandone le qualità organolettiche. Tutti i calici che la compongono sono soffiati a macchina in vetro Sonoro Superiore SON.hyx® senza piombo, che sposa a durevolezza e precisione caratteriGAMBO STIRATO stiche tipiche del vetro soffiato RINFORZATO AL TITANIO ® a bocca quali eleganza, finezza e • Senza segni di congiunzione stampo • Resistente alle rotture: Impatto e Torsione leggerezza; gli steli sono rinforza• Aumenta la durata di servizio ti al Titanio®. Sia la forma, sia le dimensioni dei diversi calici sono state concepite e realizzate per far parlare il territorio di provenienza dei vini italiani più rappresentativi: dai grandi rossi piemontesi, come il Barolo o il Nebbiolo, alle bollicine, come il Moscato o i FranGIUNZIONE Perfetta, elegante e rinforzata ciacorta, passando per i bianchi aromatici, come la Malvasia o l’Orvieto, solo per citarne alcuni. Le pareti dei calici Vinea, in particolare, minimizzano la componente alcolica dei vini, permettendo alla bontà del territorio di esplodere. Particolare attenzione scongiura il rischio di alterazione sione del calice con cui si beve: è stata dedicata anche all’equi- dei profumi durante la loro per- nella coppa dei calici Vinea, dunque, la diffusione degli aromi librio fra le sensazioni gustative manenza nel bicchiere. e tattili del vino, e all’intensità e I più recenti studi condotti dall’a- avviene ad “anello”. Ciò signifial bilanciamento della percezio- zienda sui calici Vinea, infatti, ca che l’alcool si concentra verso ne aromatica. A ciò si unisce la hanno confermato che il vino mo- l’esterno, mentre nella parte cendifica il proprio sapore ed aroma trale della coppa si diffondono capacità di conferire al vino un’aCatalogo 2017 Italiano.indd 121 reazione lenta e profonda, che in base alla forma e alla dimen- maggiormente gli aromi del vino.

del vino

Il camino riequilibra gli aromi, indirizza il vino al centro della lingua e diminuisce l’acidità

I vapori dell’alcool ricondensano sulla parete senza interferire con gli aromi del vino “effetto Anello”

EPICURE per apprezzare il colore reale del vino

BASE PIATTA geometria anti-rottura

In questo modo il gusto e i profumi del vino sono liberi di esprimersi senza la spiacevole interferenza dell’etanolo gassoso, che in parte condensa sulle pareti della coppa, e in parte fuoriesce verso il bordo del calice senza pregiudicare le sensazioni olfattive.•

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Cordenons:

qualità, sicurezza, ambiente Gruppo Cordenons opera secondo le più recenti normative internazionali e nel rispetto dell’ambiente circostante. Presenti a Simei@Drinktec

L

a Divisione Filtri di Gruppo Cordenons propone una serie di prodotti pensati per rispondere a pieno a tutte le esigenze del processo di filtrazione in campo alimentare, chimico-farmaceutico e industriale, dedicando da sempre grande attenzione al settore enologico. Gruppo Cordenons e la Divisione Filtri continuano oggi a confermarsi come realtà in costante crescita, nel fatturato e negli investimenti, così come nel quotidiano lavoro di ottimizzazione dei processi e di ricerca della soddisfazione delle esigenze del cliente attraverso una struttura commerciale sempre più versatile e performante, che offre il massimo della competenza e della rapidità. L’azienda pone sempre maggiore attenzione alle problematiche legate alla qualità ed all’ambiente, operando in regime di certificazione ISO 9001 e ISO 14001, garantendo così prodotti certificati secondo le più recenti normative nazionali ed internazionali. Il magazzino è monitorato in conformità alle normative europee e al metodo HACCP, inoltre è in via di conclusione l’iter per il raggiungimento della certificazione BRC-IoP. A questo si aggiunge un impegno costante nell’ottica del rispetto ambientale che si traduce nello sfruttamento sostenibile delle risorse rinnovabili e non, l’utilizzo di energia pulita, l’implementazione di un impianto di trattamento delle acque e di un sistema di recupero degli scarti. La Divisione Filtri di Gruppo Cordenons rinnova il proprio impegno in ambito enologico ed oleario confermando l’ormai storica presenza al Simei anche nella nuova veste internazionale nata dall’accordo con Drinktec, manifestazione di riferimento a livello mondiale per tutte le aziende che operano nel settore delle bevande.• GRUPPO CORDENONS SPA Via N. Machiavelli 38 - 20145 Milano Tel. +39 02 467101 - Fax +39 02 4818507 filtro@gruppocordenons.com - www.gruppocordenons.com

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SIMEI@DRINKTEC QUARTIERE FIERISTICO MONACO DI BAVIERA 11-15 SETTEMBRE PADIGLIONE C3 STAND 328


Un brevetto innovativo che coniuga funzionalità ed estetica, con una spiccata attenzione all’ambiente e all’igiene

Oops No Drops, niente più macchie

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ops No Drops è un salvagoccia innovativo, un brevetto che coniuga design e funzionalità e si distingue per essenzialità ed eleganza. Così in pochi secondi la bottiglia è più bella e la tavola è salva. L’avventura imprenditoriale è piuttosto giovane considerando che il lancio del prodotto è avvenuto in occasione del Vinitaly dello scorso anno. I punti forti del progetto sono ben nitidi e sono la spinta propulsiva che fa guardare con ottimismo al futuro. Andia-

mo per ordine. Il salvagoccia Oops è compostabile, ovvero una volta utilizzato può essere messo nei rifiuti umidi, affinché l’impatto con l’ambiente sia ridotto al minimo. Inoltre anche il packaging è ecosostenibile, realizzato in carta FSC e senza uso di colla. Questo testimonia un’attenzione e una sensibilità green che oggi sono fondamentali: niente sporco sulla tovaglia, niente macchie nell’ambiente. Secondo punto: stando sulla parte esterna del collo della bottiglia è igienico e non entra in contatto con il

vino che finisce nei bicchieri. E in questo si può dire che sia unico rispetto ad altre tipologie di salvagoccia. C’è poi la questione dei materiali. Oops infatti è realizzato con una carta particolare, in misto cotone, progettata appositamente per essere molto assorbente e allo stesso tempo resistente. Questa scelta permette di utilizzare più di una volta Oops, senza doverlo trattare come un oggetto usa e getta. Ad interessarsi ad un simile prodotto possono essere cantine, ristoranti, enoteche e hotel: il design inno-

vativo lo rende un accessorio bello da portare in sala, un gadget da personalizzare con il proprio logo o un oggetto da regalare insieme ad una bella bottiglia di vino. (c.c.)• OOPS è un marchio registrato e brevettato di proprietà della GRIX Srl Via Cavour 5, 12 55011 Altopascio (LU) www.oopsnodrops.com

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Escape Plus di Natech: una soluzione sostenibile

contro i danni provocati dagli ungulati Una start up innovativa toscana presenta un dispositivo ad ultrasuoni per la tutela dei vigneti e delle colture agricole

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no dei problemi attuali dell’agricoltura italiana ed europea è rappresentato indubbiamentedall’aumento demografico e dal crescente impatto della popolazione di ungulati selvatici sulle produzioni. Su tutte la viticoltura, che fortemente compromessa, ha risentito soprattutto della mancanza di soluzioni efficaci. Finora, infatti, ci si è affidati a rimedi temporanei, approssimativi e pressoché inutili. Per questo Natech, una start up toscana che ha la base di ricerca a Pisa, ha deciso di innovare rispetto ai tradizionali metodi di dissuasione realizzando, in collaborazione con il CNIT (UdRUniv. di Pisa - Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione), Escape Plus, un dispositivo che utilizza esclusivamente ultrasuoni di

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potenza. Una novità significativa, che costituisce la soluzione eco-friendly ai conflitti tra ungulati selvatici ed attività antropiche, bilanciando, al tempo stesso, le diverse esigenze di viticoltori, cacciatori e ambientalisti. Frutto di quasi tre anni di ricerche, l’Escape Plus consente di allontanare dalle coltivazioni cinghiali, daini e caprioli grazie all’emissione di una serie di impulsi altamente fastidiosi per gli animali ma privi di effetti negativi sulla loro salute. Una vera e propria barriera che, grazie ad un range di frequenza emesso esclusivamente nella banda ultrasonica, non è percepibile né dagli esseri umani né dagli altri animali. Il dispositivo ha mostrato risultati importanti che sono stati studiati durante le sperimentazioni condotte sia in “campo aperto”,

presso le aziende Barone Ricasoli a Brolio e Frescobaldi a San Donato in Perano, sia in “ambiente controllato”nel Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli a Pisa. I test hanno, infatti, rivelato l’efficacia degli ultrasuoni, che si attivano solo quando i sensori Pir del dispositivo intercettano la presenza di ungulati. Un dispositivo certamente funzionale che, se integrato con altri sistemi già utilizzati, potrebbe portare a risultati ancora maggiori. Concepito per la copertura di grandi superfici agricole e con una potenza di emissione di 120 dB, Escape Plus è dotato di una centralina di diagnostica e controllo remoto che, oltre a verificarne il funzionamento e la carica delle batterie, potrà gestire a breve, come opzione, un

sistema di antifurto con localizzatore GPS. Caratteristica peculiare della soluzione “di sistema” del prodotto di Natech è la sua capacità di cooperare con il Cloud Computing (per la memorizzazione e l’elaborazione dei dati) e con altri dispositivi che in scenari IoT per ambito agricolo potranno integrare componenti anche di costruttori eterogenei al fine di offrire ai propri clienti nuovi servizi ad elevato valore aggiunto (sia in ambito Agricoltura di precisione che per il monitoraggio ed il controllo della fauna selvatica).• NATECH S.R.L. Via Algero Rosi, 46/48 53100 Siena (SI) Tel. +39 055 7478584, +39 388 7979862 info@natechescape.com www.natechescape.com


Dal 1863 mastri bottai L’azienda siciliana vanta due secoli di storia: oggi realizza botti – per lo più di grandi dimensioni – cucite addosso alle richieste del cliente

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l vino è l’emblema illustre della cultura italiana, la sua storia si intreccia inevitabilmente con la storia del legno e della botte che anche nell’enologia moderna rivestono un ruolo insostituibile per la maturazione dei grandi vini. Nel territorio di Marsala la cultura e il culto del vino da millenni caratterizzano profondamente la storia e i costumi del luogo; attorno alla tradizione vitivinicola si sono sviluppati

arti e mestieri che hanno dato prestigio al mondo dell’artigianato siciliano. Con l’inizio del successo commerciale dei vini di Marsala nel mondo – intorno alla metà dell’800 – cominciano a sorgere intorno alla città le prime botteghe artigiane per la costruzione di fusti in legno, destinati al trasporto e affinamento del vino. La storia di Marsalbotti affonda le sue radici in questi laboratori dell’operosa Marsala nella seconda metà

dell’800: è mastro Francesco che dette inizio all’attività, da prima alle dipendenze delle famose cantine Ingham – Woodhouse, poi proseguendo individualmente. Nel 2005 nasce Marsalbotti, che coniuga la maestria della famiglia Li Causi con l’esperienza tecnica dello staff di Tebaldi Srl di Soave, proponendo così la botte e il suo impiego in una veste rinnovata e al passo con le richieste moderne: il ruolo positivo assunto dall’ossige-

no, l’evoluzione dei tannini e degli antociani, l’ulteriore conoscenza della composizione del legno e relative sostanze estraibili. Oggi l’azienda è timonata da Girolamo Li Causi che ha scelto di perpetuare la tradizione di famiglia mettendo in ogni botte la passione e l'esperienza che da due secoli rendono celebre il lavoro di questi artisti-artigiani, con la figura del mastro bottaio che oggi come ieri mantiene un ruolo centrale. I prodotti Marsalbotti sono garantiti da un sistema di gestione della qualità e dell’ambiente, in accordo con gli standard internazionali ISO. Le botti vengono prodotte ascoltando le specifiche esigenze del cliente, come fossero un abito sartoriale, in un perfetto mix fra tradizione e industria. • LI CAUSI Via Favara, Zona Industriale 91025 Marsala (Tp) Tel. +39 0923 721320 Fax +39 0923 722098 Info@licausi.it www.licausi.it - www.marsalbotti.com

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Palletways

al Vinitaly 2017 Leader nel settore del trasporto su pallet, Palletways nasce nel 1994 nel Regno Unito e arriva in Italia nel 2002. Oggi movimenta una media di 10.000 pallet a notte attraverso oltre 100 concessioni, solo nel nostro Paese, e copre una ventina di Paesi in Europa grazie al network internazionale

A

lbino Quaglia, Presidente di Palletways Italia, ci spiega come e perché il servizio stia conquistando sempre più mercato. Settore vino: quanto è importante per Palletways? Il vino e la birra rappresentano circa il 30% dei volumi che movimentiamo. I clienti del settore ci apprezzano per l’attenzione alla qualità che ci contraddistingue. Innanzitutto, i sistemi di movimentazione adottati da Palletways, come ad esempio il caricoscarico laterale, garantiscono l’integrità delle spedizioni,

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con statistiche addirittura migliori di quelle dei tradizionali corrieri espresso. Grazie a pochi passaggi, dal concessionario di origine a quello di destino attraverso uno dei nostri tre hub (Bologna, Milano ed Avellino, ndr), riduciamo al minimo soste e riposizionamenti della merce e garantiamo due livelli di servizio molto competitivi: Premium in 24/48 ore ed Economy in 72 ore. Inoltre, grazie a un network capillare su tutto il territorio nazionale, Palletways garantisce ai produttori di vino la qualità di un servizio uniforme, nelle zone remote come nei “difficili” centri storici. I Servizi GDO e GDO Timed, con consegna in una fascia oraria stabilita, soddisfano le esigenze della grande distribuzione. Infine, i nostri clienti possono sapere in tempo reale dove si trova la merce

attraverso il servizio online di track and trace. Partecipare al Vinitaly per noi è un’occasione per incontrare clienti vecchi e nuovi e restare aggiornati sulle esigenze in continua evoluzione del settore. Per noi questa fiera è talmente importante che è il decimo anno in cui vi prendiamo parte. Non solo vino. Da diversi anni l'azienda ha intrapreso una collaborazione con Baladin, uno dei più importanti produttori di birra artigianale italiana. Il nostro servizio è adatto per l’industria del food&beverage che ha bisogno di un servizio di qualità. Baladin è uno dei nostri clienti più importanti e ci fa davvero piacere che il nostro marchio sia associato ad un nome di prestigio come questo. Baladin aveva necessità di un partner in grado di garantire tempi di consegna certi, pena la compromissione delle caratteristiche organolettiche del prodotto. Inoltre, dovendo spedire prevalentemente a locali e piccoli negozi, doveva fare i conti con la necessità di far arrivare la merce in finestre orarie

ben precise in modo da non interferire con il servizio al pubblico. Quali saranno le novità per il 2017 Stiamo lavorando su un ulteriore sviluppo del portale in modo da migliorare il rapporto con il cliente: vogliamo arrivare a fornire quante più informazioni possibili, al fine di rendere il nostro servizio sempre più completo ed efficiente. Stiamo implementando e testando un nuovo sistema nel Regno Unito: attraverso stime che combinano il numero di consegne e i dati sul traffico, il programma calcola in automatico - in una finestra di 2 ore - l’orario previsto di consegna. In caso di rallentamenti, l'autista può modificare le informazioni in tempo reale, per evitare disagi ed avvisare il cliente di eventuali cambi di orario. • PALLETWAYS ITALIA Via Pradazzo, 7 40012 Calderara di Reno (BO) – Italia Tel. +39 051 3171311 Fax: +39 051 3171380 info_italia@palletways.com www.palletways.com VINITALY: Pad. F | Stand G3


Scotton sarà presente all’edizione 2017 del Vinitaly sempre con l’originalità del made in Italy Galleria 6/7 | Stand C1 Enolitech pad. F | Stand F3

Scotton presenta i nuovi

cestelli portabottiglie

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rodotti con cartone accoppiato della migliore qualità e molto pratici da montare, i cestelli portabottiglie di Scotton Spa sono disponibili nelle versioni da 2-4 e 6 bottiglie. I cestelli sono realizzati in 3 formati per poter inserire diverse tipologie di bottiglie : vino, olio, birra e liquori e sono ideali come prodotto da trasporto.

Nove diversi modelli per soddisfare qualunque necessità, prodotti nelle versioni Avana e Kraft Nero, completando così ulteriormente il già ricco assortimento di scatole e shoppers per bottiglie. Scotton spa: non solo splendide confezioni regalo, ma utili ed indispensabili articoli accessori. Sempre, rigorosamente, made in Italy.•

Pensati per inserire 2,4 e 6 bottiglie i cestelli sono frutto della professionalità di Scotton Spa. E rigorosamente Made in Italy

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Mytik Diam è l’unico tappo in sughero che consente una perfetta omogeneità da una bottiglia ad un’altra ed un’ottima qualità di tappatura. Grazie al procedimento DIAMANT® assicura inoltre una neutralità sensoriale*. Preservando la finezza delle bollicine e degli aromi del vino durante tutto il suo periodo di conservazione, Mytik Diam è il garante di una degustazione riuscita ad ogni occasione ! www.diam-cork.com

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©Photo : Richard Sprang.

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Il momento della verità...


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Saremo presenti a Vinitaly dal 9 al 12 Aprile 2017 Padiglione F Enolitech stand G6 e al Drinktec (Germania) dall’11 al 15 settembre 2017 Hall C2 stand 217 Export: Jeffrey Shelley mobile +39-3292142976 j.scottshell@gmail.com

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VDGlass vi aspetta

a Vinitaly È assodato che ‘il buon bere’ non può prescindere dal ‘bicchiere’ e gli esperti VDGlass si pongono l’obiettivo di trovare proposte innovative e funzionali, alternative e razionali per una clientela preparata ed esigente. Suite: La collezione Suite, creata da VDGlassLab, si distingue all’interno dell’odierna standardizzazione dei calici per la degustazione attraverso il design esclusivo. Per la produzione Suite è stato scelto il più pregiato vetro cristallino perché l’occhio possa percepire la più lieve sfumatura cromatica. Esperti mastri vetrai hanno dedicato la loro attenzione alla fattura perché ogni calice rispetti i precetti di un prodotto di pregio. Lo stelo è stirato, sottile, slanciato e robusto al contempo. Il taglio a freddo al bevante assottiglia il bordo per donare piacere alle labbra e conferire maggiore grazia al calice. Il fondo a spillo lascia percepire il vino contenuto come il disegno abbozzato da una mano sapiente all’interno delle generose coppe. Il calice SUITE 54 è stato scelto dal Consorzio per la

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tutela dei Vini Valpolicella quale calice istituzionale dell’evento “Anteprima Amarone” per le ottime performance dimostrate in più test di degustazione del grande Rosso. VDGlass presenta Job. Job nasce per fornire la risposta alle numerose richieste del mondo della ristorazione di avere un calice UNIVERSALE che rispetti tutti i criteri di VERSATILITA’ NELLA DEGUSTAZIONE. Numerosi gli studi e i progetti che hanno preceduto la versione esecutiva il cui disegno raccoglie le caratteristiche necessarie ad essere IL CALICE UNIVERSALE per la degustazione: dalle linee morbide che, chiudendo verso il bevante, esaltano i profumi dei vini, al fondo a spillo per valorizzare il perlage delle bollicine fino all’ampia coppa che agevola l’ossigenazione dei vini maturi e corposi. Job è funzionale e robusto, atto ad essere utilizzato ad ogni livello nella ristorazione: bordi rinforzati, pareti irrobustite per minimizzare i rischi di rottura e sbeccatura; gambo stirato per conferire slancio e resistenza alla torsione.•

VDGLASS VI ASPETTA A VINITALY, 09-12 APRILE PADIGLIONE ENOLITECH | STAND M2

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VDGlass sarà presente al consueto appuntamento con Vinitaly per presentare il nuovo catalogo, anche quest’anno ricco di nuovi spunti e idee dedicati al mondo della degustazione


SOFTWARE

SISTEMA ENOLOGIA: IL SOFTWARE INTEGRATO PER LA GESTIONE VITIVINICOLA Sviluppato e distribuito da Sistemi SpA, permette la gestione delle attività aziendali per l’intera filiera produttiva ENOLOGIA è il sistema gestionale completo e integrato per gestire le attività amministrative, produttive e distributive del settore vitivinicolo. Si rivolge a tutte le aziende del settore (vitivinicole, liquorifici e distillerie, birrifici, depositi fiscali di importatori e sdoganatori) che necessitano di una gestione integrata dei processi aziendali per l’intera filiera produttiva, dall’attività sul campo alla vendita, ed è utilizzato da centinaia di aziende vitivinicole su tutto il territorio italiano. I suoi punti di forza: competenza e solidità, aggiornamento normativo e completezza funzionale, gestione integrata delle attività e controllo di gestione, tracciabilità tecnica e normativa. Disponibile anche in cloud, ENOLOGIA è completato in modo imprescindibile da un insieme strutturato di servizi a supporto dell’attività quotidiana delle imprese del vino. SISTEMI SPA Via Magenta 31 - 10093 Collegno (TO) ENOLOGIA-I-Grandi-Vini-Vinitaly_78x280mm_stampa.pdf Tel. 011.40.19.650 www.sistemi.com

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Di’ pure addio al cavatappi La chiusura Vinolok è decisamente popolare tra gli amanti del vino, grazie alla facilità di apertura e chiusura delle bottiglie. Non è necessario l’uso di cavatappi. Inoltre, la bottiglia è facilmente richiudibile. Scopri di più su www.vinolok.com

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SPOLLONAMENTO

DA COLOMBARDO, LA SPOLLONATRICE ANTERIORE CON BRACCIO SNODATO ANTIURTO IMBALLI

PERBACCO ® TASTING BOX: IL PRIMO CONTENITORE TERMICO PORTATILE PER BOTTIGLIE MADE IN ITALY ERREVI srl, azienda da anni specializzata nella produzione di imballi in EPS idonei alla spedizione di bottiglie, in occasione della 51° edizione del Vinitaly di Verona presenta il primo contenitore termico portatile per bottiglie Made in Italy. Perbacco ® Tasting Box è realizzato in copolimero espanso e permette di mantenere il vino in temperatura per ore e ore . Efficace, pratico e leggero Perbacco ® Tasting Box è destinato agli operatori del settore e a tutti gli appassionati degustatori che potranno servire ovunque il prodotto sempre alla giusta temperatura. Perbacco ® Tasting Box è dotato di un Kit di piastre refrigeranti e di tappi in termoplastico per una chiusura ermetica. Vinitaly 2017 Area F – Stand F3

ERREVI SRL Via Biban , 41 31030 Carbonera (TV) www.errevisep.it perbacco@cartoplastica.it

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Ecco le caratteristiche tecniche del gruppo spollonante idraulico per la vigna Il gruppo spollonante idraulico per vigneto è ideale per l'asportazione delicata dei polloni dal ceppo della vite e dell'erba infestante sottofila. Questo gruppo è stato progettato per essere applicato sull'apposito telaio, sia sulla parte anteriore del trattore che su posizione ventrale in versione singola (o doppia) con apposita flangiatura, oppure sul sollevatore posteriore universale di qualsiasi trattore con telaio retro portato. Nella 36^ Fiera della Meccanizzazione Agricola di Savigliano, il gruppo è stato appena presentato in applicazione anteriore al braccio snodato idraulico. Un tipo di applicazione impiegabile su terreni con irregolarità, ad esempio in vigneti con forti pendenze trasversali. Lavora seguendo il profilo del terreno e previene qualsiasi problema arrecabile al ceppo della vite. Grazie ai diversi movimenti idraulici e agli snodi antiurto presenti sul braccio, è stata migliorata anche l'operabilità dell'utilizzatore che, senza dover assumere posture scomode e faticose, riesce a lavorare con notevole beneficio sia fisico sia della visibilità. Infine, da segnalare la progettazione di un particolare rullo che consente di sostituire i flagelli in gomma usurati con quelli nuovi in pochi secondi e senza l'ausilio di alcun utensile. COLOMBARDO MAURO Regione Leiso, 30-31 - 14050 San Marzano Oliveto (AT) Tel. 0141 856108 - Fax. 0141 856103 www.colombardomauro.com - www.colombardo.com info@colombardo.com

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VINITALY 2017

Verona 9-12 aprile

Pad. Enolitech - F

STAND G3


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