I Grandi Vini Novembre/Dicembre 2016

Page 1

3


Piemonte

Puglia

CANTINA SAN DONACI

PAG. 27

SOCIETÀ AGRICOLA VITIVINICOLA D’AGOSTINO DIEGO MORRA

PAG. 24

4

PAG. 28 SOCIETÀ AGRICOLA ROSORETTO PAG. 25

VINI LAZZERETTI PAG. 34

AZIENDA MONTEM

PAG. 36-3


A AGRICOLA MERCURIO

37

Veneto

Toscana

RUFFINO WINES

AZIENDA AGRICOLA SCRIANI

PAG. 38

PAG. 43

5

FATTORIA MANTELLASSI LA REGOLA


scatole porta bottiglie

6

Tel. 0423 913300 www.scotton.it scotton@scotton.it


PALLET PER EXPORT INKA. IL MONDO È LA SUA DESTINAZIONE.

ECONOMICO ROBUSTO ECOLOGICO BASSISSIMO CONTRIBUTO DI SMALTIMENTO NESSUN COSTO DI TRATTAMENTO IMPILABILE PRONTA CONSEGNA

CORNO PALLETS SALUZZO (CN) • Tel. 0175 45.531 • Fax 0175 24.82.93

info@cornopallets.it • www.cornopallets.it 7

S.r.l.


Anno XII • Numero 93 • Novembre Dicembre 2016 www.igrandivini.com In copertina Jarno Trulli

Editore Cluster Editori Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 Direzione e Redazione Strada Massetana Romana 58/b - 53100 Siena (Italia) Tel. 057745561 Fax 0577270774 - info@igrandivini.com Direttore Responsabile Giovanni Pellicci Direttore Editoriale Fabrizio Barbagli Traduzioni a cura di Mariavera Speciale Hanno collaborato a questo numero Stefania Abbattista, Barbara Amoroso, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Pamela Bralia, Alberto Brilli, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Irene Graziotto, Chiara Martinelli, Giulia Montemaggi, Enea Silvio Tafuro, Francesco Totaro Art Director Linda Frosini Stampa Petruzzi – Via Venturelli, 7 Città di Castello (PG)

Concessionaria Pubblicità Cluster Editori Strada Massetana Romana 58/b 53100 Siena (Italia) Tel. 0577 45561 – Fax 0577 270774 info@clustereditori.it Account Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@clustereditori.it Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Francesca Droghini – f.droghini@igrandivini.com Carmela Malvinni - c.malvinni@clustereditori.it Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Giulia Spolidoro - g.spolidoro@clustereditori.it Donatella Traetta - d.traetta@clustereditori.it

Associato a:

8

Aderente al Sistema Confindustriale


La Cina (sembra) più vicina manager dello Shanghai Morning Post (Shanghai United Media). Insomma, i soggetti fondamentali con cui dialogare in modo sempre più costruttivo. “In Italia non abbiamo ancora compreso il fenomeno vino in un Paese che in 10 anni ha visto crescere le proprie importazioni da 75mln a oltre 2 miliardi di dollari - sottolinea la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta –. Lo vogliamo fare a wine2wine attraverso due player cinesi importanti sul fronte delle dinamiche di mercato e della percezione dell’immagine di un prodotto del made in Italy considerato ancora marginalmente rispetto ad altri”. Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Paesi terzi di Business Strategies e Nomisma Wine Monitor, è già arrivato a quota 90,2 milioni di euro il valore delle importazioni di vino italiano registrato da gennaio a settembre 2016. In tutto lo scorso anno l’Italia si è fermata a 90,6 milioni. A trascinare questo andamento sono i vini fermi imbottigliati (93% del mercato) italiani. Quindi, per una volta, il merito non è solo del fenomeno bollicine. Sul tema del mercato cinese è intervenuto anche Antonio Rallo, presidente dell’Unione Italiana Vini che, nei giorni scorsi, ha presenziato alla cerimonia conclusiva del progetto “Top Italian Wine & Spirit Course” a Pechino. A dimostrazione di come il fenomeno vada analizzato sotto plurimi punti di vista. “La Cina è un Paese che offre grandi opportunità per il comparto vitivinicolo italiano, in

quanto registra tassi tra i più alti nel mondo sia di incremento dei consumi che delle importazioni – spiega Rallo -. Da qui, l’impegno di Unione Italiana Vini, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, Ice ed Enoteca Italiana, nel progetto “Top Italian Wine & Spirit Course”, il cui obiettivo è stato quello di formare 80 operatori cinesi attraverso i quali promuovere la conoscenza del vino italiano in Cina. A tutti loro - sommelier, giornalisti ed influencer - i produttori italiani hanno affidato, simbolicamente, un messaggio di qualità e cultura territoriale, promuovendoli quali ambasciatori della nostra migliore tradizione produttiva”. Accordi diplomatici e strategici e formazione ad hoc saranno due leve fondamentali per consentire al vino italiano il definitivo decollo in Cina? Sono queste le strade da battere con insistenza nel corso del 2017 per consentire all’Italia di scalare la classifica dei paesi che importano con maggiore efficacia nel mercato cinese? Dobbiamo augurarsi di sì, perché il sostegno all’export passa inevitabilmente da una migliore capacità di fare affari con la Cina. Il tutto nella consapevolezza che il 2017 che si sta per aprire porterà nuovi scenari nelle storiche e consolidate relazioni con il mercato statunitense - vedi il fattore Donald Trump alla Casa Bianca - e con quello britannico vedi il fattore Brexit -, ovvero in due degli sbocchi tradizionalmente più importanti per le nostre esportazioni.

Giovanni Pellicci Direttore Responsabile

EDITORIALE

I

l 2016 che sta per andare in archivio difficilmente riuscirà a fare meglio dell’anno passato alla voce export. E’ quanto emerge dalla fotografia scattata qualche settimana fa sull’andamento dell’import di vino nei mercati chiave, pubblicata con puntualità da Wine Monitor. In questo numero de I Grandi Vini di fine anno, è soprattutto sul fenomeno Cina che ci vogliamo soffermare. Nei primi nove mesi del 2016 abbiamo venduto ai cinesi tanto vino quanto in tutto l’anno scorso. A settembre, infatti, il valore delle vendite di vino italiano ha superato quota 90 milioni di euro. Il trend è decisamente positivo e sono concrete le possibilità di concludere l’anno con un record di vendite sul mercato che, da tutti, è considerato chiave per il presente e per il futuro delle nostre esportazioni. “Ma la crescita del nostro prodotto (+28,1%) non basta – spiegano da Business Strategies in vista del convegno in programma al wine2wine di Veronafiere il 6 dicembre ‘Il mercato del vino in Cina: quali sviluppi?’, - la Cina è il quarto buyer globale di vino, è per l’Italia solo il decimo cliente con una quota di mercato che rimane ancorata al 5%”. A parlarne a Verona ci saranno anche Zuming Wang, vicesegretario generale del dipartimento governativo per la legislazione sugli alcolici in Cina, il Chinese Alcohol Bureau, e Tao Weng, divulgatore della cultura cinese del vino in tutto il mondo, capo della Shanghai Dawen Information Development Ltd. e vice general

Buon 2017! 9


ry

to er S

Cov

60

34

20

RTANT PERSON WINE IMPO

Jarno Trulli

MONTALCINO IN PUREZZA. VINI LAZZERETTI

WINE RESEARCH TEAM: L’ENOLOGIA DEL FUTURO

SOMMARIO 5 8 12 14 16 20 22 24 25 26 27 28 30 31 34 35 36 38 39 40 41 42 43 44 46 48 50 53

10

L’EDITORIALE ULTIME DAL MONDO DEL VINO FACCIA @ FACCIA CON...KERIN O’KEEFE THE WINE TROTTER • STATI UNITI L’INCHIESTA • LE NUOVE IDEE DEL VINO WIP • JARNO TRULLI CHEF • ENRICO MAZZARONI DIEGO MORRA • PICCOLI GRANDI SALTI DI QUALITÀ ROSORETTO, IL BAROLO DELLA TRADIZIONE PUGLIA, “NAZIONE DEL VINO” CANTINA SAN DONACI: QUALITÀ NEL TEMPO D’AGOSTINO, LA PUGLIA CHE GUARDA AL FUTURO CALABRIA, QUANDO LO ZUCCHERO...INASPRISCE I TONI SANGIOVESE PUROSANGUE: UN VITIGNO E I SUOI VOLTI MONTALCINO IN PUREZZA. VINI LAZZERETTI LA FAMIGLIA MANTELLASSI E LA MAREMMA MONTEMERCURIO: IL SAPORE ANTICO DEL PRESENTE RUFFINO E IL CHIANTI: UNA STORIA IN CONTINUO RINNOVO LA NUOVA CANTINA DEL PODERE LA REGOLA CASTELLO RAMETZ I VINI UNICI DI UNA TRADIZIONE SENZA TEMPO AUTOCHTONA 2016 PREMIA GLI ARTIGIANI DELLA TIPICITÀ VENETO: LET’S ROCK! SCRIANI, C’È ALTRO OLTRE L’AMARONE HOTEL WESTEND. I MERCATINI DIMERANO TI ASPETTANO VILLA EDEN: UN’ISOLA DI SALUTE, BELLEZZA E COMFORT FIERE IN CALENDARIO FOOD AND BEVERAGENDA BOLLICINE NEWS

55 56 57 59 60 62 65 67 69 70 71 73 74

DISTILLATI & CO. PELLICOLE DI GUSTO A TUTTA BIRRA EXTRAVERGINE NEWS VIGNA & CANTINA WINE RESEARCH TEAM: L’ENOLOGIA DEL FUTURO SPECIALE TAPPI DAI MOTORI AI VINI: L’INCONTRO FRA LAMBORGHINI E MARTIGNANI BIEMMEPI, RASCHIATURA ETICHETTE 2.0 BERTOLASO PARLA TEDESCO SCOTTON S.P.A. PRESENTA MATELASSÈ CUOIO AEB: PROROGATO AL 17 MARZO 2017 IL PREMIO LAURA MENOZZI BELBO SUGHERI, UN’AZIENDA ALL’AVANGUARDIA NEWS TECNICHE DALLE AZIENDE

Chef

di Marina Ciancaglini

Enrico Mazzaroni

22


11


Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

AFFARI IN VIGNA MERCATI

L'EXPORT 2016 CHIUDERÀ IN FRENATA Secondo le stime di Wine Monitor di Nomisma difficile ripetere il +10% in valore registrato nel 2015 Bene ma non benissimo. Lo scatto, ancora parziale, sui dati dell'import di vino mondiale nel corso 2016 non è scintillante come sperato. Dopo un 2015 che ha segnato un +10% in valore, difficilmente l'anno che sta per chiudersi riuscirà a portare a casa un risultato migliore. E' quanto prevedono le stime di Wine Monitor che ha fotografato 5 degli 8 principali mercati mondiali, ovvero i 2/3 dell'import mondiale, affermando che questi chiuderanno il 2016 con import di vino in calo. A pesare incognite internazionali come la Brexit prima e l'approdo di Donald Trump alla Casa Bianca poi. Come al solito – e questo è un bene per noi – sono le bollicine ad andare contro tendenza (Prosecco compreso), crescendo del 30% sia in Usa che nel Regno Unito. Nei nostri principali mercati di sbocco, la situazione dovrebbe essere la seguente. Gli Stati Uniti dovrebbero chiudere l'anno con un incremento inferiore al 2% rispetto al 2015, il Regno Unito importerà il -9% di vino e la Germania il -4%, mentre il Giappone chiuderà con una crescita vicina al 3% e solo la Cina continuerà a correre a ritmi sostenuti (quasi +20%). La diminuzione più preoccupante è quella delle importazioni di vini fermi imbottigliati (che rappresentano oltre il 70% degli scambi mondiali della categoria) in quasi tutti i principali mercati considerati, con cali superiori al 10% nel caso del Regno Unito. Continuano invece a crescere le importazioni di sparkling, con i vini made in Italy protagonisti di questo trend. A preoccupare per il futuro è sopratutto il fenomeno Trump negli Usa. E non solo per il "congelamento" del TTIP, quanto per quegli interventi di tagli fiscali, investimenti pubblici e ulteriore sviluppo della produzione nazionale di petrolio che, conducendo necessariamente ad una crescita dei tassi di interesse e ad una rivalutazione del dollaro potrebbero certamente favorire le importazioni di vino italiano negli Stati Uniti.

12

I FEUDI DI SAN GREGORIO APPRODANO A BOLGHERI L'azienda irpina ha rilevato la Tenuta Guicciardini Strozzi per 10 milioni di euro Un pezzo di Irpinia approda a Bolgheri, terra del Sassicaia e di altri grandi vini che hanno cambiato la percezione mondiale per i nettari made in Italy. Feudi di San Gregorio, azienda simbolo del rinascimento enologico del Sud, ha infatti acquistato la Tenuta Guicciardini Strozzi, comprensiva di 15 ettari, cantina e villa. Un investimento da 10 milioni di euro, ufficializzato, dopo varie indiscrezioni già uscite sulla stampa, dal presidente del gruppo Feudi Antonio Capaldo. Con 60 mila bottiglie prodotte, su un potenziale di 150mila, la cantina di Bolgheri prenderà il nome di Campo alle Comete. Nel progetto i in vigna, oltre ovviamente ai grandi rossi, troveranno spazio anche i bianchi che

hanno fatto la fortuna e la notorietà dei Feudi.

Nella foto Antonio Capaldo

IL TESTO UNICO DEL VINO È LEGGE Il via libera definitivo è arrivato lunedì 28 novembre: il Testo unico del vino è legge. "Un risultato al quale abbiamo lavorato molto in questi mesi insieme al Parlamento e che oggi è realtà - afferma il Ministro Maurizio Martina -. Finalmente diamo ai produttori una sola legge di riferimento con 90 articoli che riassume tutta la normativa precedente. Un'operazione di semplificazione che era attesa da anni e che consente di tagliare burocrazia, migliorare il sistema dei controlli, dare informazioni più trasparenti ai consumatori. Col Testo unico possiamo contribuire a rafforzare la crescita di un settore che già oggi vale più di 14 miliardi di euro e con un export che supera i 5,5 miliardi”.

DENOMINAZIONI

DOC SICILIA, PIU' TUTELA PER IL CONSUMATORE

siciliano. Tra le modifiche approvate anche l'aumento per la sola Igt della resa massima uva/vino dei vini rosati, (uniformata all'80%, in linea con Il Comitato Nazionale Vini dice stop alla quanto già previsto per i vini bianchi e produzione di vini Igt Grillo e Nero d'Avola rossi della stessa Igt) e la possibilità di Il Comitato Nazionale Vini ha dato il via libera alla produrre vini "abboccati" (cioè un po' più dolci) per modifica del disciplinare della Igt "Terre Siciliane" alcune tipologie di vino previste per la Igt. Modificato escludendo la possibilità, dalla vendemmia 2017, di anche il disciplinare della Doc Sicilia. Per chi produrrà produrre ed etichettare vini Igt Grillo e Igt Nero D'A- Doc Sicilia Grillo la resa massima sarà di 140 quintali vola, varietà che sarà possibile trovare esclusivamente ad ettaro (era 180 quintali per la Igt Grillo) e per la in bottiglie a Denominazione di Origine Controllata Doc Nero D'Avola la resa massima sarà di 140 quintali (Doc). La decisione del Mipaaf è stata presa a segui- per ettaro (era 160 quintali per la Igt Nero D'Avola). to della richiesta presentata da circa 3 mila viticoltori Il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia garantirà di più i della Igt "Terre Siciliane", riunitisi in associazione e consumatori grazie alla sua attività di vigilanza, svolta in collaborazione con gli uffici appartenenti a più di 15 cantine della Repressione frodi, sia in cooperative, e a tante aziende picItalia sia all'estero. cole e grandi del mondo del vino


STUDIOFABBRO.COM 11-2016

I RESISTENTI

SAUVIGNON KRETOS ®, SAUVIGNON NEPIS ® e SAUVIGNON RYTOS®

Vitigni resistenti alla peronospora ed oidio SAUVIGNON KRETOS®

MEDIA

VIGORIA

FRUTTATO TROPICALE GRADEVOLEZZA FRUTTATO (MELA-PERA) 10 STRUTTURA PRODUTTIVITÀ

BUONA

RESISTENZA OIDIO

ELEVATA

RESISTENZA PERONOSPORA

OTTIMA

SAPIDO MINERALE AMARO

9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

FLOREALE ROSA AGRUMI

ACIDITÀ

LIMONE

YOGURT

SPEZIATO

BURRO

ANICE-FINOCCHIO

MIELE

VEGETALE (PEPERONE)

MANDORLA

FIENO-TABACCO

Vitigno a bacca bianca ottenuto dall’Università di Udine incrociando il Sauvignon con il 20-3. Presenta ottima vigoria, produttività medio-elevata, germogliamento e maturazione precoci. Buona-ottima resistenza alla peronospora e discreta all’oidio. Dà vini di media acidità, dotati di fine corredo aromatico soprattutto come espressione dei composti liberi.

SAUVIGNON NEPIS® FRUTTATO TROPICALE GRADEVOLEZZA FRUTTATO (MELA-PERA) 10 SAPIDO MINERALE AMARO PRODUTTIVITÀ

MEDIA

STRUTTURA

VIGORIA

BUONA

RESISTENZA PERONOSPORA

ELEVATA

RESISTENZA OIDIO

OTTIMA

9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

FLOREALE ROSA AGRUMI

ACIDITÀ

LIMONE

YOGURT

SPEZIATO

BURRO

ANICE-FINOCCHIO

MIELE

VEGETALE (PEPERONE)

MANDORLA

FIENO-TABACCO

Vitigno a bacca bianca ottenuto dall’Università di Udine attraverso l’incrocio del Sauvignon con Bianca. Presenta buona vigoria, produttività medio-bassa, germogliamento precoce ed epoca di maturazione medio-precoce. Buona resistenza alla peronospora e ottima all’oidio. Dà vini di ottima acidità con complesso aromatico che ricorda il parentale Sauvignon R3.

MEDIA

STRUTTURA PRODUTTIVITÀ

BUONA

RESISTENZA PERONOSPORA

ELEVATA

FRUTTATO TROPICALE GRADEVOLEZZA FRUTTATO (MELA-PERA) 10 VIGORIA

OTTIMA

RESISTENZA OIDIO

SAUVIGNON RYTOS® SAPIDO MINERALE AMARO

9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

FLOREALE ROSA AGRUMI

ACIDITÀ

LIMONE

YOGURT

SPEZIATO

BURRO MIELE MANDORLA

ANICE-FINOCCHIO VEGETALE (PEPERONE) FIENO-TABACCO

Vitigno a bacca bianca ottenuto dall’Università di Udine incrociando il Sauvignon con Bianca. Presenta elevata vigoria, produttività medio-elevata, germogliamento medio-tardivo ed epoca di maturazione media. Buona resistenza alla peronospora e ottima all’oidio. Dà vini di buona acidità, dotati di un complesso aromatico molto positivo che esprime sentori di frutta tropicale associati ad una spiccata mineralità.

VIVAI COOPERATIVI RAUSCEDO: IL NUMERO 1 AL MONDO DEL VIVAISMO VITICOLO RAUSCEDO (PN) ITALIA – TEL. 0427.948811 – WWW.VIVAIRAUSCEDO.COM

13


Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

BILANCI

VENDEMMIA 2016 AL TOP PER QUANTITA’ NEGLI ULTIMI 10 ANNI Una vendemmia da 51,5 milioni di ettolitri di vino. E’ questo il risultato delle stime definitive di Assoenologi per la raccolta 2016. I dati non si discostano dalle prime stime (quantità sostanzialmente pari a quella dello scorso anno), ma l’andamento dei mesi di settembre e ottobre ha fatto la differenza nelle singole aree. Nelle zone più toccate dal maltempo (sud peninsulare) i successi sono stati garantiti da mirati interventi di soccorso. L’Abruzzo e la Puglia sono le regioni che hanno fatto registrare i maggiori

Secondo le stime definitive di Assoenologi il raccolto di uve 2016 sarà da 51,5 milioni di ettolitri

incrementi di produzione compresi fra il 10 e il 15%, segue con +7% il Veneto e con +3% il Piemonte e l’Emilia Romagna. Per contro la Campania ha prodotto ben il 20% in meno rispetto al 2015, seguita dal Trentino Alto Adige, dal Friuli V.G., dalla Toscana, dal Lazio/Umbria e dalla Sicilia con decrementi compresi tra il 5 e il 7%. Solo per le Marche e la Sardegna si stima

FESTE

LA VIE EN ROSE È A GONZAGA “Voir la vie en rose” è il motto degli ottimisti, di chi ama il futuro e le sfide che porta con sé. Per questo Cantina di Gonzaga propone per le festività natalizie la versione Magnum del proprio Manté Rosé. Édith Piaf scrisse e interpretò il brano con la volontà di trasmettere la sua incrollabile fede nell’amore: allo stesso modo Manté Rosé, con il suo colore rosa brillante e una schiuma persistente e piacevolmente cremosa, vuole trasmette un messaggio di forte ottimismo e spensieratezza. E quale periodo migliore, se non quello delle festività natalizie, per brindare a ciò che porterà il nuovo anno con fiducia e ottimismo? Manté Rosé nasce da uve del vitigno Lambrusco Ruberti e il suo caratteristico colore chiaro e brillante è dato dal bassissimo tempo di contatto pellicolare durante la ma-

14

cerazione. Si distingue altresì per la naturale effervescenza che stuzzica sensazioni fruttate di pesca bianca, pompelmo rosa e melograno. E se si tratta di “Vie en rose”, non potevano di certo mancare alcune note floreali di rose e fiori d’arancio. In bocca, Manté Rosé, risulta un vino morbido e armonico; l’acidità che caratterizza questo lambrusco frizzante, conferisce una piacevole freschezza e un approccio easy to drink. Rosé fa parte della linea di vini di pregio “Manté” proposto da Cantina di Gonzaga insieme alle bottiglie di Rosso ed Extra Dry. Si differenzia dagli altri lambruschi per il

una produzione pressoché uguale a quella della scorsa campagna. Una situazione, pertanto, piuttosto eterogenea caratterizzata da alti e bassi a seconda delle zone, influenzate alcune anche dall’entrata in piena produzione di nuovi vigneti. Un quantitativo che si pone al primo posto nella classifica degli ultimi dieci anni seguito dal 2015 (50,7) e dal 2006 (49,6).

suo carattere semplice e versatile: su consiglio dei nostri sommelier, potete apprezzarlo al meglio se accompagnato da piatti fingerfood a base di zucca fritta, o assaggi di formaggi di capra abbinati a confetture di pesca o albicocca. www.cantinagonzaga.it

DENOMINAZIONI

BRUNELLO E BAROLO PROTAGONISTI SU WINE ENTHUSIAST La Riserva 2010 di Biondi Santi conquista i 100/100 ed è protagonista in “Top 100 Cellar Selection”

Secondo la rivista americana Wine Enthusiast è un Brunello di Montalcino, la riserva 2010 di Biondi Santi, l’unico vino, insieme Krug a meritare i 100/100. I vini di Montalcino sono protagonisti nella classifica “Top 100 Cellar Selection” (oltre 20 mila vini recensiti da tutto il mondo, da acquistare e conservare) con altre 5 etichette: Costanti Riserva 2010; Baricci 2010 Riserva “Nello”, Ciacci Piccolomini d’Aragona con il 2010 Vigna di Pianrosso Santa Caterina d’Oro Riserva, Capanna con il Brunello 2011, Padelletti con la Riserva 2010. Gli altri vini italiani inseriti in classifica sono sei Barolo (Mascarello Giuseppe e Figlio, Cavallotto, Elvio Cogno, Rivetto, Fratelli Alessandria e G.D. Vajra), un Barbaresco (Sottimano) ed un Gattinara (Travaglini) per il Piemonte. Poi due Taurasi (Guastaferro e Motroberardino) e quattro vini siciliani (Passopisciaro, Tenuta delle Terre Ner, Duca di Salaparuta, Cos). “Questi risultati evidenziano il livello raggiunto dal vino italiano” ha commentato Kerin O'Keefe responsabile di Wine Entthusiast per l'Italia e protagonista nelle prossime pagine.


37 Con il patrocinio di:

15


KERIN O’KEEFE Italian editor di Wine Enthusiast

Kerin O’Keefe,

la critica è autoctona “Produttori italiani smettetela di sentirvi inferiori ai francesi. L’Italia non deve invidiare nessuno”

I

n Italia dal 1991, profonda conoscitrice del vino italiano e dei suoi vitigni autoctoni, con Kerin O’Keefe, Italian Editor di Wine Enthusiast dal maggio 2013, parliamo del vino italiano al tramonto del 2016, mentre Trump sta per entrare alla Casa Bianca. O’Keefe è autrice di “Barolo and Barbaresco, The King and Queen of Italian Wine” (University of California Press, 2014), “Brunello di Montalcino, Understanding and Appreciating One of Italy’s Greatest Wines” (University of California Press, 2012), “Franco Biondi Santi, Il Gentleman del Brunello” (Veronelli Editore, 2004) e di svariati articoli capaci di tratteggiare le caratteristiche più profonde del vino italiano.

16

@ Quali sono, secondo Lei, il principale pregio e il peggior difetto dei produttori italiani? “La maggior parte dei produttori italiani oggi ha un enorme rispetto per la terra. Sono felice di vedere come molti stiano andando verso il biologico o il biodinamico. Anche tanti produttori che non sono certificati bio stanno cercando di eliminare i prodotti sistemici in vigna, scegliendo prodotti meno tossici per l’ambiente e per l’uomo. Il difetto che mi fa impazzire è che, in generale, i produttori italiani hanno un senso d’inferiorità, soprattutto nei confronti dei produttori francesi. Non ha senso: grazie al clima che ha l’Italia, alle uve autoctone stupende e grazie alla sapienza nel fare eccellenti vini territoriali, i produttori italiani non devono invidiare nessuno”. @ E dell’Italia vista da dentro? Qual è la cosa che non sopporta e quella che ama di più del nostro Paese? “Non supporto l’eccessiva burocrazia che oggi domina il settore vitivinicolo. Penalizza soprattutto le piccole aziende, che invece di andare in vigna o in cantina spesso devono stare alla scrivania a compilare tanta carta per soddisfare troppe

regole e troppi organi di controllo. Quello che amo di più invece è che in Italia c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire: nuovi vini fatti con antiche uve autoctone – spesso appena salvate dall’estinzione e zone vinicole emergenti. Così, non mi annoio mai – c’è sempre qualche novità che mi interessa”. @ Trump alla Casa Bianca. Tutti parlano di scenari apocalittici. Lei cosa ne pensa? “Sono ancora sotto shock per il fatto che Trump abbia vinto le elezioni grazie al sistema arcaico americano, dove un candidato, pur non avendo vinto il voto popolare, può finire alla Casa Bianca. Sicu-


ramente il popolo americano ha delle buone ragioni di avere paura. Non soltanto Trump ha finora dimostrato di non avere rispetto per le donne, gli immigrati e le minoranze, ma non ha mai avuto un ruolo nel governo, neanche a livello locale. Credo che il buon vino sarà un sollievo per tanti Americani per i prossimi quattro anni….”. @ C’è un vino e un produttore che più l’hanno colpita per la loro storia, prima ancora che per il risultato ottenuto nel bicchiere? “No. Nel senso che ci sono senz’altro tanti produttori che mi hanno colpito per le loro storia particolare, ma in ogni caso, ho sempre trovato i produttori tramite il loro vino. Sia per i miei libri, che per i miei tanti articoli sui vini italiani – per anni come free-lancer contribuendo alle riviste specializzate più importanti nel mondo e durante gli ultimi anni come Italian Editor di Wine Enthusiast - ho sempre fatto tanti assaggi dove mi concentro su una denominazione alla volta e dove tutti i produttori (ora con Wine Enthusiast solo quelli importati negli Usa) possono partecipare. Dopo che un vino mi colpisce, vado direttamente dal produttore per scoprire cosa c’è dietro questo vino che mi ha emozionato. In questa maniera, ho scoperto

e scritto su tanti produttori che prima erano sconosciuti”. @ C’è un territorio italiano sul quale scommetterebbe in termini qualitativi? “Alto Piemonte. Una zona che per decadi è stata quasi totalmente abbandonata e dimenticata, ma è una zona favolosa. I vini di Lessona, Gattinara, Ghemme, Boca e Bramaterra esprimono il lato elegantissimo del Nebbiolo: sono fragranti, intensi, vivaci, complessi, equilibrati e pieni di finezza. E possono invecchiare per anni. Sono ideali per i fine wine lovers americani che sono stufi dei vini pesanti, alcolici e muscolosi”. @ Il 2017 sarà l’anno di...? “Spero che il 2017 sarà l’anno in cui più denominazioni promuovono il loro territorio, facendo le zonazioni e delimitando le grande vigne”. @ Quali sono i cinque vini più importanti della sua vita? “Solo cinque è quasi impossibile! Ma ecco il mio elenco, dei vini che per varie ragioni sono fra i più importanti della mia vita: Brunello Riserva Biondi Santi; Barolo Bartolo Mascarello; Bolgheri Sassicaia; Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Riserva Villa Bucci; Soave Classico Pieropan Calvarino”.•

EXPO SINGOLO H

EXPO SINGOLO R TOP

INTERRATORE DI CONCIME

FUTURA ECO

FRUTTETO SINGOLO

ARIEGGIATORE MAXI

TRINCIAERBA SINGOLO disponibile anche in versione doppia EXPO DOPPIO FULL SPOL DOPPIA disponibile anche in versione singola

17


T he Wine Trotter di Marina Ciancaglini

Gli Stati Uniti

del vino italiano Un mercato variegato e grande anche se alcune variabili rendono difficoltoso far emergere un brand

Q

uello degli Stati Uniti è un mercato storico per il vino italiano che ancora oggi detta stili e influenza le politiche commerciali di una cantina. Lorenzo Scian è consulente per diverse aziende vinicole italiane e illustra le principali dinamiche. Quali sono gli Stati dove il vino italiano ha un mercato maggiore e, in generale, quali sono i maggiori competitors? “Gli Stati della costa est sono i più importanti per il vino italiano, con l’aggiunta del grande mercato californiano. In particolare, New York ha un numero importante di ristoranti italiani di qualità e il New Jersey, invece, è un gran mercato per la vendita al dettaglio dove, per motivi storici,

18

c’è una comunità importante di Italo-Americani. Come per altri settori merceologici il vino, unito al cibo italiano, è un must del vivere bene”. Quali sono le tipologie con più appeal? “In termini quantitativi prevalgono vino bianco e spumanti a prezzo premium, intorno a $8-$12 in scaffale. Continua il successo del Pinot Grigio come bianco, anche se non registra più le performance di alcuni anni fa e cresce il Prosecco. Il vino rosso Italiano è più differenziato, sia per fasce di prezzo che di tipologia. Restando sui vini premium, l’Abruzzo ha una buona quota di mercato ma la Toscana (Chianti) è sempre molto richiesta. Se parliamo invece di vini con alto valore aggiunto, cioè sopra ai $20 allo scaffale, troviamo Brunello di Montalcino, Piemonte e Amarone della Valpolicella. I consumatori di questi vini sono anche frequenti visitatori dell’Italia”. E’ cambiato e, se sì, come il mercato del vino negli ultimi anni? “La natura della distribuzione è cambiata tanto. Venti anni fa c’erano più di 700 distributori negli Usa, oggi sono meno di 70. La costosa e complessa catena distributiva - importatore, distributore, rivenditore - si è dovuta accorciare e molti importatori sono dovuti diventare anche distributori. Fortunatamente l’interesse per il made in Italy è aumentato, ma il canale della distribuzione è completamente costipato. Questo spiega la decisiva importanza di alcuni media

riconosciuti, ormai a livello mondiale, come i veri produttori di visibilità di un brand”. C’è curiosità sui vitigni autoctoni o si preferisce l’internazionale? “In Usa la domanda di vino autoctono viene principalmente dal canale della media ed alta ristorazione che, grazie al contatto personale che ha il ristoratore, spesso assiduo visitatore delle cantine italiane, con il cliente, rappresenta un vantaggio unico per il vino italiano. Mi sembra di poter dire, però, che in Usa non si sia ancora tradotto in modo decisivo nel canale del dettaglio o della Gdo”. I finanziamenti Ocm Promozione hanno aiutato questo mercato? “Sono fondamentali e sono di grande aiuto. Grazie ai fondi Ocm sono aumentati moltissimo i rapporti diretti tra le cantine ed i mercati esteri. Il vino Italiano ha bisogno di essere raccontato ed i fondi Ocm aiutano a farlo. Negli Usa, e non solo, il made in Italy da sempre ha rappresentato anche uno stile di vita, stile che passa anche per il vino Italiano”. In generale quali sono le azioni di promozione che hanno una maggiore incisività? “Per i vini italiani di alta qualità sicuramente i viaggi di promozione e di incoming nel nostro Paese degli addetti ai lavori americani. Per gli altri vini incide principalmente il prezzo, purtroppo”.•


Barbatelle di qualità per un prodotto di qualità In Trentino, in un territorio unico per posizione e clima, moltiplichiamo più di 120 varietà da vino e 20 varietà da tavola che danno origine con un’ampia gamma di selezioni clonali innestate sui principali portinnesti, ad oltre 500 combinazioni per ogni esigenza. Dall’impegno, dal lavoro e dalla grande esperienza dei soci dei Vivai Cooperativi di Padergnone vengono moltiplicate le barbatelle che contribuiscono alla nascita dei migliori vini italiani.

Soc. Coop. Agr.

Socio AFLOVIT Sezione AVIT

Via Barbazan, 19 - Padergnone, 38096 Vallelaghi (TN) Tel. 0461 864142 Fax 0461 864699 www.vicopad.it - info@vicopad.it

19


?

L’INCHIESTA

LE NUOVE IDEE DEL VINO di Claudia Cataldo

Le

nuove idee del VINO

Start up originali, nuove professioni e iniziative imprenditoriali che sono una ventata d’aria fresca per il mondo del vino

L

ento nei movimenti come un grosso dinosauro e quasi da overdose da concetto di tradizione, il mondo del vino non è però immune alle contaminazioni date dai continui e inarrestabili cambiamenti che coinvolgono la società, gli usi, i costumi e i consumi. Così anche da noi sbocciano come un campo fiorito a primavera startup e innovazioni, idee imprenditoriali e

20

ispirazioni, spesso per mano di giovani menti provenienti da altri settori che una volta venute in contatto con questo mondo si accorgono dell’esistenza di spazi vuoti e business ancora inesplorati. Pensiamo ad esempio all’e-commerce: compriamo di tutto online, dai mobili per la casa al nostro abbigliamento, eppure molti di noi non hanno mai fatto un acquisto virtuale se ci riferiamo a bottiglie di vino. Certo, il trend sta cambiando: ma con quali tassi di crescita rispetto alle altre categorie merceologiche che invadono il web? Ci sono dei comuni denominatori che aiutano a capire ciò che di nuovo sta succendendo online – ma non solo – rispetto al nostro settore. Il primo: l’approccio non è più enocentrico ma parte dal consumatore. Il secondo: non tutti coloro che comprano il vino sono necessariamente sommelier con un’esperienza pluriennale alle loro spalle, ma spesso sono persone comuni che nella vita fanno tutt’altro e che alla sera, dopo un’inten-

sa giornata di lavoro, vogliono una buona bottiglia di vino da accompagnare alla loro cena o dividere con qualche amico. Terzo punto, intrisecamente connesso con il secondo: non tutti, anzi quasi nessuno, parla il linguaggio del vino e quindi è necessario un nuovo approccio e una nuova terminologia. Il quarto: c’è poco tempo, sia per scegliere che per informarsi che per acquistare. Ci sarebbero altri aspetti ma per dovere di sintesi possiamo riassumere il concetto dicendo che il nuovo è anche smart: coinvolge un pubblico che non si incontra ai banchi d’assaggio di una degustazione e che non sfoglia necessariamente le guide del settore, ma che ha fame (o sete, forse più azzeccato) di strumenti che lo possano aiutare nella scelta di una bottiglia, nel pianificare un wine tour o nell’abbinare un prodotto ai piatti che porterà in tavola per una cena fra amici. La risposta arriva da loro, trentenni portatori sani delle nuove idee e dalle nuove professioni del vino. •


Vino à Porter

Un sommelier informatico a tua disposizione

V

ino à Porter nasce l’estate del 2015 per mano di tre amici, consulenti di grosse realtà aziendali, a cui poi si è aggiunto un quarto socio. Racconta Matto Parisi, cofounder di Taste, la società proprietaria del sito. “Ci siamo detti che mancava uno strumento per permettere a tutti di fare un’esperienza piena nel comparto vino. Come fare a scegliere il vino giusto? Come trovare la bottiglia che più si confà ai nostri gusti o che meglio si abbina ai nostri piatti? Così è nata l’idea di creare un algoritmo che potesse aiutare in questo”. Vino à Porter è un e-commerce personalizzato o un sommelier virtuale, come lo vogliamo definire. L’interfaccia è molto intuitiva e recita “il vino non è mai stato così semplice”: si può cliccare su “trova il vino per i tuoi gusti” oppure su “trova il vino per la tua cena” e dopo qualche semplice domanda, per un totale di 30 o 40 secondi al massimo, vedersi apparire sullo schermo le referenze consigliate. Non solo: si viene anche inclusi in una categoria, nel mio caso quella di #saggio. Spiega Parisi: “viene individuato un profilo gustativo e associato ad un carattere. A questo punto si può procedere all’acquisto: il box prevede due bottiglie di vino, alcune semplici informazioni per ogni referenza (cinque più cinque indicazioni), delle istruzioni per gli abbinamenti, il tutto in un packaging accattivante”. Ovviamente ormai sono cusiosissima: le proposte #saggio sono un Barolo Docg e un Taurasi Docg, costo della confezione 45 euro. Tutto sommato mi sembra che ci siamo. Ci sono poi altre proposte più in basso, alcune in effetti centrano piuttosto bene i miei gusti. E per la scelta delle cantine? “Cerchiamo cantine non mainstream – continua Parisi – e ogni settimana organizziamo una degustazione gratuita. Ci è molto utile per capire quali vini piacciono di più, come vengono percepiti dai potenziali consumatori e quanto attivano il dialogo. Di solito di una decina di bottiglie assaggiate, ne scegliamo 2 o 3 da inserire nel nostro assortimento. C’è da dire che stiamo dando moltissima importanza alla fase dei test, in questi mesi ne abbiamo fatti circa dieci mila. Stiamo testando che tutto funzioni in effetti al meglio: la logistica, l’algoritmo, la scelta dei prodotti. Vogliamo perfezionare il servizio per poi in futuro aprirci anche all’estero”. Le opportunità sembrano evidenti: intercettare un pubblico a cui il vino piace ma che non conosce necessariamente il settore in maniera approfondita. E a

21


Milano il servizio di consegna in 30 minuti, grazie alla partnership con Winelivery, è sicuramente un ulteriore plus. Eventuali difficoltà? “La difficoltà più grande è sicuramente quella di rendere semplice un

prodotto che semplice non è: essere seri e non banalizzare i prodotti ma offire un servizio fruibile e accessibile a tutti”, conclude Parisi. www.vinoaporter.com

Winelivery

Vino con consegna a domicilio in 30 minuti al massimo

Tutto nasce quasi per caso, dalla necessità di una sera – racconta Francesco Magro, co-founder di Winelivery. – Eravamo a casa e volevamo berci qualcosa: ci siamo detti, a Milano ci sarà qualcuno che fa consegne a domicilio di vino, ma ci siamo presto accorti che non esisteva niente di simile. Così abbiamo pensato di farlo noi”. Ovviamente la prima fase è stata quella di scouting per capire se inziative simili esistessero già in alti Paesi: qualcosa c’e, in America e in Europa, ma tutto sommato meno di quello che ci si potrebbe aspettare. Così a gennaio di quest’anno Winelivery è andato online. “Un aspetto importante su cui abbiamo lavorato fin da subito è stata la profondità dell’offerta: per catturare l’attenzione per pubblico si rendeva necessario un buon assortimento di etichette, sia che si trattasse di grandi nomi che di aziende più piccole, in generale un fil rouge è il tema del vitigno autoctono e dell’impronta territoriale. Allo stesso modo ci siamo concentrati sulla semplicità e immediziatezza di fruizione”. E infatti usare Winelivery – al momento attivo solo sulla città di Milano – è facilissimo: basta inserire il proprio indirizzo per capire quali etichette sono disponibili in zona. Si può fare dal sito oppure

22

dalla app che viene costantemente aggiornata e migliorata. Ordinato il vino, arriva a casa in pochissimo tempo e alla giusta temperatura. Insomma, what else? I Pony Express sono ragazzi in motorino o in bicicletta che raggiungono con grande rapidità i diversi angoli del capoluogo lombardo. Chiediamo quale sia il target: “un terzo è formato da giovani studenti, un terzo da giovani professionisti e un terzo da winelovers – commenta Magro -. Come fasce orarie invece abbiamo riscontrato un maggiore successo nell’orario dell’aperitivo e un secondo picco nel dopo cena”. Gli obiettivi per il futuro sono presto detti: tarare sempre meglio le diverse componenti di questo servizio, ovvero il mix di logistica, tecnologia e vino e allargare la copertura piano piano ad altre città italiane, scelte sulla base di parametri ben precisi. Ma quanto una simile inziativa ha bisogno di esperti di vino per ingranare? “Ne ha un bisogno estremo. Avevamo sottovalutato inizialmente questo aspetto ma poi ci siamo ricreduti. Ecco perché oggi ci avvaliamo della consulenza di esperti del settore che ci aiutano nel guidare le nostre scelte”. www.winelivery.com


Winedering

L’advisor dell’enoturismo su scala mondiale

W

inedering si origina dalla fusione di due parole: “wine” e “wandering”, passeggiare. Infatti si parla di tour enogastronomici e di enoturismo. Anche in questo caso l’idea è neonata, visto che risale all’estate del 2015 e che il sito è online solo dal 26 giugno di quest’anno. I fondatori sono Denis Seghetti, esperto di informatica e web, e Stefano Tulli, che viene dal settore del turismo. In che cosa consiste questo progetto? “Ero in California – racconta Tulli – e volevo visitare qualche cantina. Mi sono imbattuto in un altissimo numero di cantine, per dare un’idea della densità si tratta di circa 500 strutture in circa 100 chilometri. E non ho trovate nessuno strumento online che mi potesse dare una mano a selezionare le strutture migliori o più affini ai miei gusti”. Winedering è una sorta di Trip Advisor del vino: nasce con l’ispirazione di essere una piattaforma internazionale che possa guidare l’enoturista alla scopera dei territori e delle cantine, grazie proprio alle recensioni lasciate da altri utenti. Oltre al rating, l’altro filtro è l’around me, ovvero la geolocalizzazione. Questi per adesso i numeri: 600 iscritti e 3.400 cantine in tutto il mondo. Non male se si considera che non è stato fatto alcun investimento in comunicazione per il mo-

mento. Come funziona? “Le cantine possono registrarsi gratuitamente. Una volta registrati, avranno accesso alla loro area admin e a tutta una serie di tool di marketing. Tramite il nostro sito non solo possono ricevere feedback e recensioni ma anche vendere una degustazione o una visita in cantina. Il nostro incasso proviene proprio da una percentuale trattenuta su queste prenotazioni. Poi in futuro punteremo anche su altro: esempio su introiti provenienti dalla pubblicità targettizzata e da un database altamente profilato, oltre che sulla possibilità di fare consulenza alle aziende del vino”. Continua Tulli: “una cosa che mi ha molto sorpreso una volta entrato in contatto con il mondo dell’enoturismo è la percezione che c’è delle sue potenzialità e dei suoi numeri. Mi spiego meglio: le cantine sono coscienti di quanto si potrebbe fare sfruttando di più questo tipo di turismo ma il problema sono le risorse, ovvero non si sa come mettere in pratica ciò che sulla carta si capisce essere il trend del momento. Per questo siamo ben speranzosi per il futuro della nostra avventura: puntiamo a diventare nel giro di qualche anno un punto di riferimento per l’enoturismo mondiale, con l’obiettivo di 50 mila cantine nel nostro portfolio”. www.winedering.com

23


RTANT PERSON WINE IMPO

La velocità è il mio mestiere.

Ma in vigna cambia tutto Dalla Formula Uno alla vigna. Il pilota Jarno Trulli ha riscoperto il gusto di andare piano.

U

n campione di Formula Uno prestato all'enologia. Come nasce la sua avventura nel vino? “Nasce dalla passione per la mia terra e dalla storia della mia famiglia. Abbiamo iniziato questo percorso nel 1999, con i miei soci abbiamo voluto piantare delle piccole radici in Abruzzo, visto che allora eravamo sempre in giro per il mondo. Oggi le radici sono scese molto in profondità: siamo arrivati a 16 vendemmie”. Quanto si sente effettivamente “produttore” nel progetto di Podere Castorani? “Credo che il mio contributo nella tecnica di produzione sia marginale. Io non ho le competenze per indicare soluzioni, però in questi anni ho

24

indicato desideri. Alcuni vini sono nati dalle mie richieste, dal mio gusto e dalle mie sensazioni”. Quale etichetta la rappresenta di più e perché? “Direi Jarno, un vino che produciamo dal 2002 e che è cambiato insieme a me. Nasce dal mio desiderio di importare in Abruzzo la tecnica di produzione dell'Amarone. Le uve di Montepulciano vengono appassite in una speciale fruttaia e vinificate in vasche di cemento. L'invecchiamento è in botti di rovere e bottiglia. Annata dopo annata la fisionomia di Jarno Rosso è cambiata, oggi questo vino continua a cercare la perfezione: rappresenta un po' il mio percorso di vita. E poi è buono!”. Vita da Formula Uno e vita da vigna, la prima col piede sull'acceleratore, la seconda con un piede nella terra; un'analogia e una differenza tra i due mondi? “La grande differenza è nella velocità. In vigna il tempo scorre lento, al ritmo del sole e delle stagioni. Su una pista di Formula Uno c'è tantissima adrenalina e i ritmi dentro il box sono frenetici. L'analogia? È nel lavoro di squadra. Sia in pista che in vigna, per raggiungere armonia e successo c'è bisogno di lavorare insieme”. Anche a nome dei suoi colleghi abruzzesi, ha l'opportunità di rivolgere un'osservazione al Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. Quale? “Piuttosto che voler fare i primi della classe in Europa per quello che riguarda la telematizzazione della burocrazia di cantina, rivolgerei molta più attenzione alla promozione dei nostri territori viticoli nel mondo. Di certo l'informatizzazione di alcune pratiche amministrative è un passo importante e positivo, ma non comprendiamo l'eccessiva fretta, soprattutto perché ci sembra che l'architettura del sistema non sia perfettamente pronta. Ritengo

invece cruciale la promozione dei nostri vini, dei territori e del “ristorante italiano”. Ad ogni viaggio all'estero penso che la vera ristorazione italiana vada protetta, a New York come a Kuala Lumpur, a Montréal come a Melbourne. Negli ultimi vent'anni ho visto cambiare molto la fisionomia dei ristoranti, sempre più spesso gestiti da improvvisati italiani che non conoscono minimamente la lingua di Dante e che offrono menù con prodotti ambigui e falsamente italiani. Il solito paradosso per cui il made in Italy diventa un marchio sfruttato dagli stranieri. Magari il Ministero potrebbe vigilare in merito e creare un marchio che tuteli e distingua la vera ristorazione italiana”. C'è altro che chiederebbe? “Si, vorrei rimarcare che noi produttori siamo impegnati a vendere i nostri vini e le nostre singole storie per garantire la sostenibilità delle aziende. Forse il Ministero potrebbe farsi carico di rendere sinergico il lavoro di tutti i produttori italiani. Lo chiamano sistema, ma noi fatichiamo a praticarlo, anche se non ci tiriamo indietro. Un coordinamento dall'alto sarebbe lungimirante e contribuirebbe a garantire a tutto il comparto agroalimentare il futuro che merita”. Un aspetto per cui le sembra che il mondo della politica non ascolti ancora abbastanza quello del vino? “Qualche anno fa abbiamo scritto al Presidente della nostra provincia (Pescara, n.d.a.) per chiedere un percorso condiviso, volto al riconoscimento della Docg Casauria (nell'omonima sottozona si trova il nostro podere). Il risultato? Non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Nessuna. Incredibile. Oggi io e altri pochi produttori stiamo percorrendo da soli la strada per il riconoscimento della Docg da parte del Ministero. Un episodio, questo, che secondo me la dice lunga su quanto alcuni politici italiani siano distanti, sordi, ciechi e muti rispetto al mondo reale. Se però poi dovessimo avere successo ed ottenere il riconoscimento della Docg, scommetto che tutti sarebbero pronti a salire sul carro del vincitore...Flaiano docet”.•


Jarno Trulli, nato a Pescara il 13 luglio 1974, è un pilota automobilistico, team founder e produttore di vini. In carriera ha corso con Renault, Toyota, Lotus. Nel vino la sua avventura è tutta abruzzese e si chiama Podere Castorani.

25


Chef

di Marina Ciancaglini foto di Mauro Corinti

Parla Enrico Mazzaroni, chef del Tiglio, la cui vita è stata cambiata dall’oggi al domani. Ma si guarda avanti e la sua cucina diventa itinerante

Il terremoto

che ha stravolto tutto

L

a lunga scia sismica che, negli ultimi mesi, ha devastato il centro Italia ha avuto come primo bilancio più grave quello delle vite umane e dei milioni di persone che, non avendo più una casa, vivono da sfollati. Poi ci sono tutti i danni collaterali che continueranno ad avere ripercussioni non solo nel presente ma anche nel lungo periodo; soprattutto se parliamo di zone che avevano dall’indotto turistico ed enogastronomico un tassello fondamentale per l’economia. Per l’indu-

26

stria alimentare locale, fatta di prodotto di grande eccellenza conosciuti in tutto il mondo, esiste come sfogo il mercato nazionale e internazionale ma sicuramente per le strutture che fornivano servizi in loco le difficoltà sono tante. E’ il caso di Enrico Mazzaroni chef de Il Tiglio, ristorante gourmet di Montemonaco (Ascoli Piceno), che era diventato un nome assai noto grazie al fatto di avere portato l’alta cucina tra i Monti Sibillini. Purtroppo, a oggi, il ristorante è chiuso e rimarrà tale ancora per un lungo periodo.

Enrico, com’è la situazione al suo ristorante? “Con il terremoto del 24 agosto non avevamo subito nessun danno ma, putrtroppo, quello del 30 ottobre, con epicentro tra Norcia e Preci, dai cui siamo distanti poche decine di chilometri, ci ha danneggiato strutturalmente. I successivi sopralluoghi dei tecnici non hanno lasciato dubbi: bisogna buttare giù tutto e ricostruire da capo. La nostra è una struttura storica della quale non rimarrà traccia”. Quali saranno le tempistiche per ricostruire? “Chi può dirlo, probabilmente degli anni”. I danni non sono solo strutturali ma anche relativi alla vostra produzione di materie prime con cui fornivate il ristorante, giusto? “Si esatto, nell’agriturismo avevamo sia l’orto che gli animali. E’ rimasto mio padre ad accudirli ma è tutto molto difficile”. Altre problematiche? “Molte, soprattutto legate al fatto che abbiamo dei dipendenti. Poi chiaramente di ordine economico, bisogna capire se e quando ci saranno degli aiuti”. Cosa vuol dire trasformare un semplice agriturismo di campa-


gna, nel mezzo dei Monti Sibillini, in una meta ricercata dagli appassionati di cucina? “Sono tornato nella mia terra e nell’agriturismo dalla mia famiglia nel 2002, lasciando Bologna dove facevo il ricercatore, perché la vita che conducevo non mi dava più soddisfazioni.

Volevo far crescere il territorio e far conoscere i nostri prodotti”. Come ha imparato a cucinare? “Sono stato un autodidatta, ho imparato studiando anche se ringrazio mia madre per quello che mi ha trasmesso fin da quando ero un bambino; con lei è stata la gavetta più importante. Ho

anche viaggiato molto, conoscendo altre culture e cucine. Diciamo che ho trasferito il mio approccio da ricercatore anche in cucina”. Che tipo di cucina è la sua? “Basati sugli ingredienti del territorio, di ispirazione classica anche se con influssi contemporanei; insomma direi uno stile molto personale”. Adesso cosa sta facendo? “Per fortuna la solidarietà di amici e colleghi è stata molta, per cui sto andando a cucinare ospite in altri ristoranti in giro per l’Italia, portandomi dietro le mie materie prime. Questo nell’immediato è un grande aiuto anche se poi mi ricordo che non ho un posto dove tornare”. Ristorante Il Tiglio Localita’ Isola Di San Biagio Montemonaco (AP) www.enricodeltiglio.it

27


Little important improvements

The new cellar is another step forward in Diego Morra’s project

Piccoli grandi salti di qualità “ Ciò che tutti mi chiedono è perché imbottigliamo solo 20 mila unità, vista la qualità dei vini e il potenziale che abbiamo”. Sono queste le parole che usa Diego Morra per descrivere la realtà di famiglia, che ha ereditato dal nonno Domenico e dal padre Antonio, e alla quale Diego oggi ha dato una svolta importante: il passaggio da produttori d’uva a imbottigliatori. È vero, siamo in una zona storica di produzione che però, lungi dall’essere statica, rivela una dinamicità importante. Diego Morra ne è un esempio. Saranno avviati a gennaio 2017 i lavori di ampliamento della cantina, che si doterà di una vera e propria barricaia e di un’ampia sala degustazione nel rispetto dei vincoli paesaggistici che, dopo la nomina a patrimonio Unesco, tutelano ancora di più le Langhe. Diego, con i

suoi 30 ettari, punta sia sul Barolo che sugli altri rossi della zona, il Langhe Nebbiolo, la Barbera ma anche il Verduno Pelaverga, per la cui promozione è stato fondato un apposito consorzio di cui Diego è oggi Presidente. Si tratta di un’uva autoctona, che dà vita ad un vino molto fruttato e versatile, apprezzabile sia in estate, leggermente freddo, che in autunno, a temperatura ambiente, in abbinamento alla carni rosse o alla locale salsiccia di Bra. Quanto al Barolo, l’azienda propone una versione più immediata, con un profilo aromatico speziato, floreale e un tannino più morbido, e una versione più elaborata, il “Monvigliero”, che proviene da vecchie vigne di 50-60 anni che crescono nell’omonimo cru: struttura,fragranza e sorso che si esprimono al meglio con qualche anno di invecchiamento. •

DIEGO MORRA Cascina Mosca 37 - 12060 Verduno (CN) Tel. +39 328 462 3209 Fax + 39 0172 470170 info@morrawines.com - www.morrawines.com - Facebook: Diego Cantina Morra

28

Una nuova cantina. È solo un ulteriore passo di un importante progetto: quello della giovane azienda Diego Morra

“What everyone asks me is why we produce only 20 thousand bottles per year, in spite of our potential and of the quality of our wine”. With these words, Diego Morra describes the family winery he inherited from his grandfather Domenico and his father Antonio. Diego has given an important drive to the winery, starting to bottle his wine. We are in Langhe, a famous production area, characterized by a lively dynamism. Diego Morra is a good example of it. In January 2017, the restyling work of the cellar will start and it will include the creation of a new barrique area and of a tasting room. All these works are managed respecting the landscape and the environmental restriction of Langhe, an area appointed by the Unesco as patrimony of mankind. In his 30 hectares of vineyards, Diego Morra bets on Barolo and on the other important red wines of this area: Langhe Nebbiolo, Barbera but also Verduno Pelaverga. To protect this last wine, it has been created a Consorzio of which Diego is the current president. Verduno Pelaverga is an autochthonous grape variety that give life to a fruity and versatile wine, which is pleasant both served cool in the summer and at room temperature in autumn, with red meat or the local sausage of Bra. The winery proposes also two versions of Barolo, an easy one, with soft tannins and a spicy and flowery flavor profile, and a more complex one, “Monvigliero”, made with the grapes from 50-60 years-old vines that grow in the homonymous cru: a structured, fragrant wine that expresses all its potential in the ageing.


Rosoretto,

il Barolo della tradizione Un progetto giovane che può contare su un’eredità importante, quella di una delle più antiche Cascine di Castiglione Falletto

L

’azienda Rosoretto nasce nel 2010 e coniuga un approccio e una tecnologia moderna con un’eredità di lunga data e vigneti che risalgono a fine anni Cinquanta. Otto gli ettari vitati di cui oltre quattro dedicati unicamente alla produzione del grande rosso piemontese in località Parussi, toponimo del vino prodotto, fra i più antichi cru della zona e oggi condiviso da poche altre cantine. L’azienda è in conversione biologica, un passo che Davide Arcuri, enologo ed amministratore delegato di Rosoretto, definisce una “tappa naturale di un modus agendi in atto da tempo”. La fortunata esposizione a sud dei vigneti è infatti in grado di prevenire fenomeni quali oidio e peronospora e ha permesso di limitare i trattamenti a rame e zolfo. Rosoretto produce sette vini di cui due Barolo: il Barolo Parussi e il Barolo Parussi Riserva. Il Barolo Parussi nasce da una resa di circa 55 quintali per ettaro, vinifica in acciaio e in tini di legno, mentre l’affinamento dura per 30 mesi e viene realizzato parte in botticelle da 12 Hl e

parte in tonneau. La permanenza in bottiglia dà il tocco finale ad un vino di spessore, contraddistinto da un profilo naturalmente elegante. Il Barolo Parussi Riserva è di livello ancora superiore e nasce solo nelle annate migliori, come la 2005 e la 2008, attualmente in commercio. Sei anni di invecchiamento totali e una lavorazione realizzata esclusivamente in legno permettono di ottenere un prodotto di grande pregio: ampio ventaglio aromatico dove il fiore passito si affianca alla frutta e alla nota balsamica e sorso intenso e pieno che racchiude oltre 70 anni di savoir faire. •

Rosoretto traditional Barolo A young project that count on the important heritage of one of the most ancient realities of Castiglione Falletto

Rosoretto has been founded in 2010 and combines a modern approach and technology with an ancient heritage and more than 50 years old vineyards. Four of the eight hectares are addressed to the production of Parussi: a great red wine that takes its name from the area of Piedmont where the grapes grow. This wine is one of the most ancient crus of this area and nowadays few vineries only produce it. Rosoretto is becoming an organic reality and Davide Arcuri, oenologist and chief executive officer of Rosoretto, calls it “a natural step of a modus agendi began much time ago”. In fact, the favorable south exposure of the vineyards prevents the risk of diseases, such as powdery or downy mildew, and allows to reduce the treatments with sulphus and copper. Rosoretto proposes seven labels, among which two versions of Barolo: Barolo Parussi and Barolo Parussi Riserva. Barolo Parussi has a yield of about 55 quintals per hectare; it ages in steel and in oak barrels, and is refined for 30 months, part in 12 hl barrels and part in tonneaux. A further refining in bottle give to this structured wine a final touch of elegance. Barolo Parussi Riserva is even more intriguing and is produced in the best years only, such as 2005 and 2008, the years now on the market. Six years of ageing and a careful processing let to create a prestigious wine: an ample bouquet with dried flowers aromas combined with sweet fruity inkling and balsamic notes; and an intense and full taste that encloses a more than 70 years savoir faire. •

SOCIETÀ AGRICOLA ROSORETTO Via Alba Monteforte 76 - 12060 Castiglione Falletto (CN) - Tel. +39 0173 462105 Fax +39 0173 462105 - info@rosoretto.com - www.rosoretto.com Facebook: Rosoretto.srl

29


PUGLIA DI STEFANIA ABBATTISTA

La canna da zucchero

Puglia,

converte la luce solare in saccarosio. E i cinici in credenti.

“nazione del vino” Il riscatto della regione e i motivi del suo successo secondo l’enologo Riccardo Cotarella

E Prima le chiusure alternative non erano considerate valide come il sughero naturale. Rappresentavano il compromesso che si doveva accettare per la carenza di sughero naturale. Ora però puoi finalmente avere il meglio. La Green Line di Nomacorc è una nuova gamma di chiusure ricavate dalla canna da zucchero. Ti offre l‘immagine e la qualità di cui hai bisogno per i vini più longevi garantendo le performance che ti aspetti da Nomacorc: totale controllo del trasferimento di ossigeno senza riduzione o deterioramento. Sono le chiusure più „dolci“ che tu abbia mai visto.

30

Closer to Nature

’ florida la stagione per il vigneto-Puglia. Il tacco d’Italia, con i suoi 88mila ettari di vigneto e una media di 7,5-8 milioni di ettolitri, ha portato a casa un’ottima vendemmia 2016 e un aumento del 10% in quantità di uve. La qualità – confermano gli addetti ai lavori – è altrettanto alta. Oltre ai “soliti noti” Primitivo e Negroamaro, anche i vitigni a bacca bianca come Bombino bianco, Fiano, Malvasia bianca, Bianco d’Alessano e Verdeca, quest’anno hanno dato risultati eccellenti. Secondo Gianni Cantele, prima produttore e poi Presidente di Coldiretti Puglia, le aziende possono “sperare in un risultato economico importante, confermando un momento di grande dinamicità”. Negli ultimi dieci anni la

politica locale ha investito molto in tecnologia e promozione, il terroir e le varietà autoctone hanno beneficiato di questo cambio di passo, anche se “ci sono ancor grandi margini di crescita, sia in termini di qualità che di esportazione del nostro prodotto all’estero”, aggiuge Cantele. A decantare il vigneto-Puglia c’è un altro estimatore illustre, l’enologo umbro più famoso del Belpaese: Riccardo Cotarella, che ha definito la Puglia

non solo una regione ma una “nazione del vino”, perché “ha caratteristiche uniche, aiutata dal clima e dalla tipologia dei terreni”. Il Salento, ad esempio, è bagnato da Adriatico e Ionio, gode di venti marini e i suoi vitigni riescono a dare performance eccezionali. “Se portassimo il Primitivo in Toscana – ipotizza Cotarella – il risultato potrebbe essere comico. Portare invece il Sangiovese il Puglia non sarà il massimo, ma potrà comunque dare risultati discreti”. Il plauso, dall’enologo di fama mondiale, è per i suoi colleghi pugliesi, che con applicazione tecnologica e consapevolezza sono riusciti finalmente a valorizzare una terra così ricca e vocata, rendendola apripista per le regioni vicine e con storie enologiche tutto sommato simili. “Penso ad Abruzzo, Sicilia e Campania, che proprio sulla scorta dell’esperienza pugliese hanno iniziato a valorizzare i propri vini”, conclude Cotarella. •


Cantina San Donaci: qualità nel tempo Ecco i tre motivi di un successo che si conferma anno dopo anno

L

a storia del successo enologico di Cantina San Donaci passa per almeno tre capisaldi. Il primo: è una cooperativa che funziona, oggi annovera 280 soci conferitori che mantengono standard di qualità elevati, anno dopo anno, coltivando un grande attaccamento alla propria terra. Il secondo: i suoi 80 anni di storia, il valore di avere radici profonde, proprio come succede ad una vigna. Sullo sfondo, un Salento da sempre generoso ma che nel tempo ha saputo evolversi, affinarsi, arrivando finalmente a basse rese e ad una viticoltura d’eccellenza. Il terzo: l’alberello, le viti storiche che – per conformazione – non ammettono meccanizzazione ma solo una paziente manodopera ma-

nuale. Le viti ad alberello sono un patrimonio in via d’estinzione: da lì arriva uno dei gioielli della Cantina San Donaci, l’Anticaia Riserva Dop Salice Salentino. Circa 40 ettari di vigneto danno origine a questa etichetta pluripremiata, che racchiude in sé l’essenza del Salento: vigoria e potenza, una speziatura piccante, un frutto rosso che matura al sole. Quest’anno a Vinitaly in assaggio l’annata 2013. (s.a.)• CANTINA SAN DONACI Via Mesagne, 62 72025 San Donaci (BR) Tel. + 39 0831 681085 Fax + 39 0831 681839 info@cantinasandonaci.eu www.cantinasandonaci.eu

Cantina San Donaci: quality in time

Here the three reasons of a success confirmed year after year The story of the oenological success of Cantina San Donaci is based on at least three points. One: it’s a cooperative that works; nowadays it counts 280 partners which keep their quality standards high, year after year, with a profound love for their land. Two: its 80-year history, its deep and worthy roots, as much important as for a vine. On the back, an always generous Salento that has been able to evolve and refine itself to achieve low yields and excellent products. Three: the small tree shape and consequently the careful manual harvest and pruning. The small tree vineyards are a patrimony in danger of extinction: these vines produce one of the jewels of Cantina San Donaci, Anticaia Riserva Dop Salice Salentino. About 40 hectares give life to this award-winning label that encloses all the essence of Salento: its power and strength, its spicy taste and the character of a sun-ripened red fruit. This year at Vinitaly we’ll taste year 2013.

31


L’azienda, che risale a metà Ottocento, testimonia la consapevolezza enologica raggiunta dalla Puglia D’Agostino: Apuliae looks towards the future A winery dated back to the XIX century testify the oenological awareness achieved by Apuliae

D’Agostino, I

la Puglia che guarda al futuro

l panorama enologico italiano ha subito negli ultimi dieci anni cambiamenti epocali. La Puglia è fra le zone che hanno letteralmente rivoluzionato il proprio modo di fare vino tanto da essere oggi considerata una regione di grandissimo interesse. Ci sono infatti realtà che hanno saputo intraprendere la sfida odierna senza rinnegare il proprio passato. D’Agostino è fra queste. I quasi 170 anni di storia come azienda produttrice d’uve hanno permesso di affinare in maniera certosina la conoscenza del territorio e delle diverse varietà, dei periodi di raccolta e della gestione in vigna. Una premessa importante che ha consentito alla D’Agostino di conquistare – al suo terzo anno di vita dopo il passaggio di 32

testimone a Nicola d’Agostino e Susanna Macchia – la medaglia d’oro al concorso Città del Vino col suo Salice Dop “Li Fai”. “Li Fai”, come tutti gli altri prodotti aziendali, è ottenuto da una vinificazione separata di ogni vigna, o come si dice qui, campagna. “Li Fai” nasce da viti di oltre 40 anni, allevate ad alberello, di uve Negroamaro e Malvasia Nera di Lecce, la cui resa ad ettaro non supera i 60 quintali. Colore rosso profondo con riflessi granai, bouquet dai profumi delicati con sentori di vaniglia e legno, da abbinare con tagli nobili di carni rosse alla brace. Negramaro e Malvasia sono alla base anche del profumato rosato “Le Fascine della Focara” mentre l’ultima novità in cantina è un rosato da uve Aleatico in purezza. •

The Italian oenological survey has seen radical changes in the last ten years. Apuliae is one of the areas that has literally revolutionized its winemaking becoming a very interesting case. In fact, this region can boast many realities that have been able to undertake the challenge of modernity without forgetting their past. D’Agostino is one of them. During its 170-year story, it has been able to refine its knowledge of the territory with its different grape varieties, and its know-how about harvest periods and management of the vineyards. This important precondition has let D’Agostino to gain – in its third year after the baton changing between Nicola d’Agostino and Susanna Macchia – the gold medal at the contest Città del Vino with its Salice Dop “Li Fai”. “Li Fai”, as well as the other products of the winery, is the result of a separate vinification. “Li Fai” is the fruit of 40 years-old vines of Negroamaro and Malvasia Nera di Lecce, grown as small tree with a yield less than 60 quintals. This wine has a deep red color with garnet reflexes, a delicate bouquet with vanilla and wood inklings, ideal with noble braised red meat. Negramaro and Malvasia are the base ingredients of the perfumed rosé “Le Fascine della Focara”, while the last born at D’Agostino’s is a rosé single variety vinification of Aleatico.

SOCIETÀ AGRICOLA VITIVINICOLA D’AGOSTINO Via Roma 30 73051 Novoli (LE) Tel. +39 333 7400843 vitivinicoladagostino@gmail.com vitivicoladagostino.it


SERBATOI STOCCAGGIO A PIÙ SCOMPARTI

FERMENTINI A DUE FASCE TERMOCONDIZIONANATI

dal 1968 in continua evoluzione

COSTRUZIONE SERBATOI E ACCESSORI ENOLOGICI - OLEARI - FARMACEUTICI - IDRICI - PETROLCHIMICI SERBATOI TERMO CONDIZIONATI FOLLONATORI AUTOMATICI ESTRATTORI DELLE VINACCE STABILIZZAZIONE TARTARICA TRASPORTO PALLETTIZZABILI TRASPORTO SU PIANALE GASOLIO OMOLOGATI POZZETTI E CANALINE CON GRIGLIATI TUTTO INOX RIEMPITRICI

info@zeusinox.it www.zeusinox.it

Azienda certificata UNI EN ISO 9001

CAPACITÀ HL 280 E HL 300

ACCESSORI PER CANTINE DIRASPA-PIGIATRICE PRESSE IMPIANTI FRIGORIFERI PIASTRE SCAMBIO TERMICO IMPIANTI COLMATURA AZOTO FILTRI IMBOTTIGLIATRICI TAPPATRICI CAPSULATRICI ETICHETTATRICI PRESSA IDRAULICA

ZEUS S.N.C. Loc. Pianacci, 13 - 52021 Bucine (Ar) Tel. 055 9911144 - Fax 055 9911849

PERISTALTICA

DIRASPA-PIGIATRICE POMPA MONOVITE

FERMENTINI 2B A PIANO INCLINATO

IMPIANTI FRIGORIFERI

SERBATOI STOCCAGGIO CON TUBAZIONE CENTRALIZZATA DI CARICO E PRELIEVO

PALLETTIZZABILI PER TRASPORTO

SEMPREPIENI

33


CALABRIA DI BARBARA AMOROSO

Bersanvanga mod. Terminator con piede di stazionamento

Cimatrice a barra mod. Potel Bil Eco

Quando lo zucchero... Cimatrice a coltelli veloci mod. Speedy Rotor Laterale

Cimatrice a coltelli veloci mod. Speedy Rotor Tunnel

inasprisce i toni

L Defogliatrice a rulli controrotanti mod. Solaris

Trivella idraulica anteriore con punta fresatrice

Porta-attrezzi reversibile per sollevatori idraulici, Prepotatrice a dischi su doppie colonne motorizzate mod. Coloklin con lama interceppi mod. “RapidLam 13”

Gruppo spollonante idraulico mod. Rotoflex su telaio anteriore

34

Muletto Brentone

Un provvedimento della Regione divide il mondo del vino calabrese

a vendemmia 2016 in Calabria è stata nel complesso positiva, anche se le piogge di agosto hanno influenzato alcune zone, determinando un lieve calo delle quantità di uva. Non della qualità però, la quale è risultata superiore al 2015. Aspetto, sul quale, i produttori calabresi lavorano da anni per ritagliarsi il proprio spazio sul mercato. Ed è proprio a fronte di questa sfida che la Coldiretti regionale ha apertamente biasimato la decisione della Regione di autorizzare un’aggiunta di zucchero ai nuovi vini. “In Calabria - ha dichiarato Pietro Molinaro, presidente Coldiretti Calabria - non si sono verificate condizioni climatiche avverse che abbiano compromesso la qualità delle uve. Il Dipartimento, con questo provvedimento, danneggia i viticoltori attenti alla qualità che nasce nei vigneti e dopo anni di sacrifici ed investimenti stanno raccogliendo i frutti che hanno portato i vini calabresi alla ribalta nazionale ed internazionale. Davanti a questo la Re-

gione non trova di meglio che consentire lo zuccheraggio, con un decreto “burocratese” di cui non si sentiva proprio il bisogno”. Un commento dalla viva voce dei protagonisti ci sembrava d’obbligo a fronte di parole che non danno adito a interpretazione. Giovanni Cipolla, Responsabile aeree economiche Coldiretti Calabria, ha risposto a IGV. “Non condividiamo questa pratica – spiega Cipolla –, perché si tratta di un’operazione non necessaria rispetto al nostro territorio. Gli stessi viticoltori evidenziano che i gradi zuccherini non lo avrebbero reso necessario. In quanto all’operazione, la Regione ha guardato alla correttezza amministrativa utilizzando i dati che ha raccolto. É una pratica non vietata, ma è stata chiesta dalle cantine e non dai viticoltori”. Parole chiare che la Regione, da noi interpellata in merito, non ci ha dato la possibilità di confutare. Perciò rimane la domanda: il vino calabrese 2016 sarà figlio della burocrazia?•


TOSCANA DI CLAUDIA CATALDO

SANGIOVESE PUROSANGUE: un vitigno e i suoi volti Davide Bonucci, ideatore della manifestazione, racconta la versatilità e le tipicità del vitigno principe del centro Italia

I

l secondo weekend di novembre Siena ha ospitato l’appuntamento con “Sangiovese Purosangue”: un format ormai consolidato che ha scelto come sua sede per questa edizione gli spazi di Enoteca Italiana, un’area molto bella, all’interno della Fortezza, che “necessità di essere riscoperta, sia operativamente che spiritualmente, come spazio culturale”, specifica Davide Bonucci, mente-

cuore-braccia della manifestazione. Facciamo un bilancio di questa edizione 2016: com’è andata? “Direi che è andata bene, è stata un’edizione molto partecipata. Quello che mi fa piacere è vedere che anno dopo anno cresce l’attenzione da parte del pubblico, degli operatori e degli stessi produttori e che i vari momenti che scandiscono la tre giorni registrano un buon seguito. Quest’anno avevamo

35


un’ottantina di produttori e due gruppi di aziende – una della zona di Predappio e una dell’area di Volterra – che si sono presentati con uno stand collettivo. Si tratta di un evento molto specifico, completamente incentrato sul vitigno Sangiovese: è un progetto interessante che mette insieme un gruppo di sostenitori che è il nostro zoccolo duro”. Qual è la tua idea del Sangiovese? “Si tratta di un vitigno straordinario: lo si può interpretare in modi diversi, ad esempio banalmente il primo step è scegliere se lavorarlo in purezza o come uvaggio. Quello che noto è che in moltissimi, oggi scelgono di avere almeno un prodotto che è 100% Sangiovese. Inoltre – soprattutto nelle aree tradizionali, ovvero Toscana e Romagna - vedo che c’è un ritorno agli autoctoni, a discapito del vitigno internazionale. Non esistono territori di seria A e B ma esistono sicuramente produttori più fortunati di altri, questo sì, anche se ci sono esempi di

36

territori meno vocati in cui si riesce comunque ad ottenere prodotti eccellenti”. Sangiovese toscano e Sangiovese di Romagna: gemelli diversi? “Diversissimi. Quello che cambia non è la qualità ma il diverso livello di comprensione di questi vini. C’è da premettere che in Romagna si registrano netti miglioramenti, soprattutto delle aziende di maggior prestigio. Le differenze ci sono e un degustatore le trova alla cieca. In Romagna il Sangiovese è vigoroso, più immediato; in Toscana talvolta è quasi autistico, tende a chiudersi, più difficile da capire. Si può dire che la comprensibilità dei vini romagnoli ricorda la comprensibilità del Brunello, per provare a fare un accostamento. Quello che dobbiamo fare è proseguire nella costruzione di una comunicazione non banale e dettagliata, che valorizzi i territori e le note di tipicità delle numerose declinazioni esistenti di questo meraviglioso vitigno”. •


37


Montalcino in purezza.

M

arco Lazzeretti rappresenta la Montalcino delle aziende familiari: pochi ettari, un vincolo storico col territorio, vigne di proprietà che hanno visto il passaggio di nonni, padri, figli, nipoti. Cinque ettari e mezzo a nord est di Montalcino che Marco ha avuto in lascito dal nonno Pietro divenuto ormai troppo anziano per occuparsi da solo di vigne e ulivi. Nel 1998 Marco fa sua la sfida, aiutato poi dal 2004 dalla sorella Lucia, e dopo gli studi classici diventa viticoltore: anche qui un lavoro fatto di pazienza e di frutti che maturano solo col tempo. Parte delle vigne, le più vecchie, vengono reimpiantate, un po’ alla volta perché in quanto azienda familiare la forza lavoro è limitata a due braccia: quelle di Marco. Le prime barbatelle vengono messe a dimora nel 2011, le altre

Montalcino in purity: Vini Lazzeretti

Coherence and integrity, respect for the product and for the consumer Marco Lazzeretti represents the family wineries of Montalcino: few hectares, a historical bond with its territory, vineyards handed down from father to son, for many generations. Marco has inherited five hectares in the northeast of Montalcino from his grandfather Pietro, who had become too old to manage vineyards and olive trees. In 1998, Marco starts his adventure, helped by his sister Lucia since 2004, and after his classical studies, he becomes a winemaker. He replants part of the vineyards, the older ones: a careful and pa-

38

nel 2013 e nel frattempo si fa affidamento su quelle impiantate da Marco già nel 1998, che grazie alla lunga interazione col suolo fanno da portavoce qualitativo. La vendemmia viene conclusa in pochi giorni grazie al lavoro di team che vede coinvolta anche la famiglia: in tal modo si può aspettare il momento migliore garantendo la coerenza organolettica delle uve. La produzione si concentra su Rosso – che nasce da un declassamento del Brunello e quindi parte da un livello di spicco – Brunello e Brunello Riserva prodotto solo nelle annate a 5 stelle. Il Rosso 2014 si contraddistingue per il frutto rosso croccante accompagnato dalla nota balsamica e il sorso succulento e secco mentre il Brunello 2011 si mantiene in equilibrio fra note scure e carnose e ventate eteree con una bocca che punta alla mora e al lampone.• tient work, managed by Marco’s two arms only. The first vine cuttings are planted in 2011, the other ones in 2013. In the meantime, the vines planted by Marco in 1998 starts their production and, thanks to a long interaction with the soil, offer a high quality. Harvest is completed in few days, thanks to a family teamwork, in order to preserve the organoleptic quality of the grapes. The production is based on Rosso – a downgrade of Brunello, that is, a high level red wine – Brunello and Brunello Riserva, produced only in the best years. Rosso 2014 has a crusty red fruit perfume combined with a balsamic inkling and a dry and pulpy taste, while Brunello 2011 offers well-balanced dark, pulpy and ethereal inkling with a fruity blackberry and raspberry taste. •

foto: Vanessa Rusci

Vini Lazzeretti

Coerenza e integrità, nel rispetto del prodotto e del consumatore finale, sia per il vino che l’olio

VINI LAZZERETTI AZIENDA: Podere Canchi 84 - 53024 Montalcino VENDITA DIRETTA: Via Ricasoli 14 - 53024 Montalcino Tel. +39 0577 849317

Fax +39 0577 849317 info@vinilazzeretti.it www.vinilazzeretti.com Facebook: Azienda Vini Lazzeretti Twitter: @ViniLazzeretti Instagram: ViniLazzeretti


La famiglia Mantellassi

L

e la Maremma

a prima vendemmia risale al 1963 e in questi sessant’anni la storia della famiglia e della produzione enologica locale si sono sviluppate di pari passo, come racconta Giuseppe Mantellassi, attuale Presidente del Consorzio Morellino di Scansano oltre che titolare dell’azienda assieme al fratello Aleardo. La famiglia Mantellassi a Magliano: a cosa ha dato vita questo connubio? “L’interazione fra la mia famiglia e il territorio è andata rafforzandosi creando un’importante sinergia. Mio padre Ezio è stato infatti tra i fautori della creazione della Doc Morellino di Scansano, posando la prima pietra per la crescita enologica della regione e il futuro passaggio a Docg avvenuto nel 2007”. Il Morellino di Scansano ovvero la declinazione massima del Sangiovese in Maremma. Che caratteri presenta? “Il clima caldo, secco e ventilato dà vita ad un vino di grande intensità organolettica, dove la frutta rossa regna sovrana. Importante ma non serioso, il Morellino ha un grande potenziale ancora parzialmente inespresso, soprattutto all’estero, e gode di un ottimo rapporto qualitàprezzo”. Il vostro Morellino di Scansano San Giuseppe 2013? “Si tratta di una selezione delle migliori partite

di vino, che effettua 6 mesi in barrique, in parte nuove, raggiungendo un profilo organolettico dove alla mora si affianca la spezia dolce e il sorso si rivela intenso e di corpo”. Su che progetti state lavorando? “Abbiamo deciso di investire nuovamente nel passito, l’Alì Alè da uve Alicante e Aleatico: un vino rosso da abbinare ai dolci. Sul fronte della sperimentazione stiamo invece lavorando ad un Morellino di Scansano senza solfiti”.•

FATTORIA MANTELLASSI di Aleardo & Giuseppe Mantellassi Località Banditaccia 58051 MAGLIANO IN TOSCANA (GR) Tel. +39 0564 592037 Fax +39 0564 592127 info@fattoriamantellassi.it www.fattoriamantellassi.it Facebook: Fattoria Mantellassi Twitter: @FattMantellassi Instagram: Fattoria Mantellassi

Originari di Pistoia, i Mantellassi arrivano a Magliano a metà Novecento, dove faranno storia

The Mantellassi family and Maremma

The Mantellassi arrived in Magliano from Pistoia in the second half of the XX century and made the history of that place Their first harvest is dated back to 1963 and in these 60 years the story of the family and the development of the local oenological production has gone at the same pace, as says Giuseppe Mantellassi, current president of Consorzio Morellino di Scansano and owner of the winery, together with his brother Aleardo. The Mantellassi family and Magliano: how this story began? “The interaction between my family and this territory has grown in time giving life to an important

synergy. My father Ezio has been one of the creators of the Doc Morellino di Scansano, contributing to the oenological development of the whole region and laying the groundwork for the passage to Docg in 2007”. Morellino di Scansano is the highest expression of Sangiovese in Maremma. What are its main characteristics? “The warm, dry and airy climate give life to a wine with rich organoleptic qualities, with predominant red fruit inklings. An important but not severe wine, with a great but still unexpressed potential

and an excellent quality/price ratio. And what about your Morellino di Scansano San Giuseppe 2013? “It’s a selection of the best grapes, aged in barrique for 6 months to get a very interesting organoleptic profile, with blackberry and sweet spices inklings and an intense full-bodied taste”. What projects are you working on? “We decided to invest on passito again. Alì Alè made of Alicante and Aleatico is a dessert red wine. Also, we are experimenting a Morellino di Scansano without sulphites”.•

39


Quando i vecchi tempi risplendono con l’entusiasmo delle nuove generazioni AZIENDA AGRICOLA MONTEMERCURIO Via di Totona 25/a - 53045, Montepulciano (SI) Tel. +39 0578 716610 Fax. +39 0578 716610 vini@montemercurio.com - www.montemercurio.com

Montemercurio:

il sapore antico del presente

N

on capita spesso che i figli seguano le orme dei padri, tantomeno quelle dei nonni. Per questo, quando si conosce la storia dell’azienda Montemercurio di Montepulciano, non si può che restare piacevolmente sorpresi. Una piccola e giovane realtà nata nel 2007, ma con una storia che parte da molto prima. In principio ci fu Nonno Damo che, in un lontano e quasi immaginifico scenario di inizio anni ‘60, piantò il primo tralcio di vite, probabilmente inconsapevole del peso e degli effetti a lungo termine di quel semplice gesto. Sì, perché il suo lavoro ha avuto un seguito dopo la sua scomparsa, rivivendo

40

nell’opera del nipote Marco e nei vini di Montemercurio, in un continuum di passione e sapori tra passato e presente. Ai 3 ettari del piccolo vigneto si sono, infatti, aggiunti i 7 impiantati nei primi anni del 2000, coltivati per gran parte a Sangiovese e Merlot a fondovalle e, in minor quantità, a Canaiolo. Una distesa di vigne dalle uve pregiate, che impreziosisce ed adorna un territorio dalle caratteristiche climatiche e fisiche estremamente favorevoli, cogliendone appieno l’essenza e trasfondendola nei vini che origina. Dal bianco Caduceo ai rossi Tedicciolo, Petaso, Messaggero e Damo, passando per il Rosato e la Grappa di Vino Nobile di Montepulciano, fino

ai preziosi Vin Santi ereditati da Nonno Damo, “1986”, la prima annata dell’azienda e “1990”, quella in commercio, emerge un affresco chiaro e deciso dei sapori e degli aromi tipici delle terre Poliziane. Come il celeberrimo messaggero dai calzari alati dal quale prende il nome, Montemercurio si propone di recapitare nel bicchiere di chi si accinge a gustarne i prodotti le peculiarità qualitative di un luogo suggestivo. Un inno alla terra che, unitamente all’amore per la tradizione, permea anche le tecniche di lavorazione e di produzione, convertendole in un profondo omaggio alla memoria, alla cura per i dettagli ed alla sostenibilità. (g.m.)•


Montemercurio: the ancient taste of the present

When the olden days shine with the enthusiasm of the new generations Not often children follow their father’s or grandfather’s path. For this reason, the story Montemercurio in Montepulciano is a surprising one. This small and young reality, founded in 2007, has a long story at its back. Granpa Damo planted his fist vine at the beginning of the 60s, but probably he was unconscious of the long-term effects of his

gesture. In fact, after his death, it lives again in his nephew’s wines. Montemercurio combines past and present in a continuum of passion and tastes. Beside the 3 hectares of the ancient vine, new 7 hectares have been planted in the first years of 2000. Here grow Sangiovese and Merlot in the valley floor, and a small quantity of Canaiolo.

Precious grape varieties spread all over the valley enjoying the favourable climatic conditions and shaping the territory. Grandpa Damo’s heritage is now a white wine Caduceo, the red wines Tedicciolo, Petaso, Messaggero and Damo, a Rosato and the spirits Grappa di Vino Nobile di Montepulciano and Vin Santo “1986” (the first year of

the winery) and “1990” (now on the market). All these wines offer a neat and clear fresco of the typical aromas of this land. As well as the famous winged messenger, Montemercurio pours in the glass of its tasters all the character of its suggestive land. Its wines are a hymn to the land and its traditions, and even its processing methods pay homage to its memory through a peculiar care for the details and to sustainability. •

41


Ruffino e il Chianti: una storia in continuo rinnovo

Già nell’Ottocento Ruffino seppe farsi portavoce della qualità enologica italiana nel mondo

L

e strade del Chianti Classico e della famiglia Ruffino si sono intrecciate in un’epoca ormai storica. Il fortunato sodalizio inizia nel 1877 quando i cugini Ilario e Leopoldo Ruffino realizzano una piccola cantina a Pontassieve. Col tempo la piccola realtà cresce a tal punto da raggiungere prima il mercato francese e poi le sponde d’oltreoceano facendo conoscere al mondo intero quella che sarebbe poi diventata un’icona: il fiasco di Chianti. Ruffino, orgogliosa di questo prodotto che aprì la via ai vini italiani,

ha voluto omaggiare con una nuova edizione il Chianti Superiore riproponendolo nella versione fiasco: un memento del passato e un augurio per le imprese future. Bouquet intenso e caratteristico, note fruttate di prugna, ciliegia nera, pepe e spezie e sorso di buon corpo, con tannini decisi ed eleganti: ecco il profilo di questo vino conviviale ideale per la cucina toscana o la cacciagione. La Riserva Ducale Oro Gran

Selezione DOCG è invece il portavoce del Chianti Classico; prodotta solo nelle migliori annate e dai vigneti dedicati di Gretole e Santedame, questa Gran Selezione testimonia lo longevità del Chianti grazie ad una materia prima ineccepibile e una grande cura in cantina. Il SuperTuscan Modus, dal latino “modo, misura”, è l’espressione contemporanea della Toscana vinicola. Prodotto per la prima volta nel 1997, Modus ha

Ruffino and Chianti: a story of continuous renewal Since XIX century, Ruffino is a symbol of the Italian oenological quality in the world The story of Chianti and of the Ruffino family weaved together centuries ago. In 1877, two cousins, Ilario and Leopoldo Ruffino founded a small winery in Pontassieve. In time, this small reality grew and reached the French market and the overseas countries with its iconic bottle: the typical wicker wine bottle of Chianti. Ruffino, proud of its product, has decided to pay homage to it, proposing a new edition of Chianti Superiore in the ancient

42

wicked wine bottle: a memory of the past and a wish of future successes. With its intense and typical bouquet, with fruity plum, black cherry, pepper and spices inklings and its structured taste with sweet and elegant tannins, this wine is ideal with the Tuscan cuisine or game. Riserva Ducale Oro is the buttonhole of Chianti Classico Gran Selezione Docg; produced in the best years only and with the grapes of peculiar vineyards in Gretole and Santedame.

saputo da subito conquistarsi importanti riconoscimenti grazie al connubio di Sangiovese, Merlot e Cabernet che unisce succulenza, rotondità e freschezza, struttura ed eleganza.• RUFFINO WINES 50065 Pontassieve (FI) P.le Ruffino 1 Tel. +39 055 83605 Fax. + 39 055 8313677 www.ruffino.it info@ruffino.it Facebook: Ruffino Wines Instagram: Ruffino Wines Twitter: @Ruffino Wines

Gran Selezione proofs the longevity of Chianti, fruit of an excellent raw material and a careful work in the cellar. SuperTuscan Modus, from Latin “measure”, is a more contemporary expression of the oenological Tuscany. Its first production is dated 1997 and it has immediately gained many acknowledgments, thanks to its precious combination of Sangiovese, Merlot and Cabernet that combines tastiness, roundness and freshness, structure and elegance. •


L

La nuova cantina ha ricevuto di recente un premio speciale per la partecipazione al concorso internazionale La fabbrica nel Paesaggio istituito dalla FICLU (Federazione Italiana Centri e Clubs per l’UNESCO). Ci spiega quali sono stati i principi progettuali e costruttivi della vostra nuova casa? “La cantina, totalmente ecosostenibile e alimentata con energia pulita, osserva i principi della coltivazione biologica a cui l’azienda si è convertita dal 2015 ed è inserita in un territorio, quello del Comune di Riparbella, a pochi chilometri dal mare tirreno, in Val di Cecina, dove le produzioni di vini prevalentemente ad uvaggio Bordolese (cabernet-merlot) stanno destando l’ interesse della critica ed e ricevendo premi di eccellenza, seppur all’interno di un comparto vitivinicolo costiero già di grande prestigio come la vicina Bolgheri. Da subito abbiamo investito sulla nuova struttura avendo in testa due obiettivi ben precisi: realizzare una cantina che valorizzasse le nostre produzioni e, allo stesso tempo, regalare al territorio un nuovo spazio di incontro, di stimolo culturale e sociale, oltre che artistico. Nel progetto della cantina abbiamo lavorato al costante equilibrio tra paesaggio e produzione, una integrazione cercata fin dall'inizio dei lavori.”

The new cellar of Podere La Regola A unique project and a versatile function: we talk about it with Flavio and Luca Nuti, the owners of the winery

Your new cellar has won the special prize of the contest La fabbrica nel Paesaggio created by Federazione Italiana Centri e Clubs for UNESCO. What are the architectural principles of your new “house”? “Our winery is completely ecosustainable: we use green energy only and, since 2015, we follows the principles

La nuova cantina del Podere La Regola Un progetto unico ed una destinazione poliedrica: ne parliamo con i titolari Flavio e Luca Nuti E poi c’è anche tanta arte: l’artista Stefano Tonelli ha trasportato una semplice barriccaia in una dimensione fra lo storico e l’onirico. Le chiedo perché avete scelto l’arte per impreziosire il vostro vino? “Abbinare l'arte al vino è sempre più di moda. La nostra originalità è partita dal fatto che abbiamo ricreato in barriccaia quella che è la storia di queste colline. La presenza degli Etruschi in particolare ha ispirato il maestro Tonelli, con un’idea nasce dal “sogno del vino”, dalla sua “gestazione”; è così che Tonelli affresca una danza cosmica, viva, vibrante, allegra, fecondatrice.”

Tanti progetti ed eventi per fare del Podere La Regola un luogo di incontro e di scambio. Cosa c’è in programma nel 2017? “Il 2017 sarà un anno davvero importante per La Regola. Abbiamo in cascina già moltissime idee e iniziative. Sarà la cultura, nel senso più ampio del termine, la bussola del nostro calendario: presenteremo il libro La Regola degli Chef, progetto editoriale a cura del giornalista enogastronomico Claudio Mollo che unisce le eccellenze della cucina del territorio toscano ai vini della nostra azienda, attraverso un percorso fotografico e descrittivo dei vini e delle ricette

PODERE LA REGOLA Loc. San Martino - 56046 Riparbella (PI) Tel. 0588 81363 -Fax 0588 90378 info@laregola.com - www.laregola.com Facebook: La regola Twitter: @LRegola

of organic farming. We invested on the new structure following two clear aims: we wanted to create a cellar that could enhance the value of our productions and, at the same time, give to this territory a new meeting place that promote cultural, social and artistic stimuli.” And then much art… The artist Stefano Tonelli has converted a barrique cellar into a new dimension between history

and dream. Why did you choose art to communicate your wine? “To combine wine and art is fashion but we tried to recreate in our barrique cellar the history of our hills. The presence of the ancient Etrurians has inspired master Tonelli, who has abandoned himself into this oneiric vision of a fruitful dance that accompanies wine in it ripening. This idea springs from the “dream of wine”, its “gestation”. Tonelli paints a cosmic dance which is living, vibrant, merry and fertilizing.” What about the projects to make a meet-

ing point of Podere La Regola in 2017? “2017 will be a very important year for La Regola. We have many ideas and projects. Culture, in the widest sense, will be the key point of our calendar: we will present the book La Regola degli Chef, an editorial project that combines the excellences of local Tuscan cuisine and the wines of our winery. We have the desire to involve prof. Giuliano Volpe, archeologist and academic of cultural heritage, with his new book Patrimonio Italiano. We will debate about “Tuscan identity” with the book Toscanità that has joined 150 authors who talks about our region from different points of view, from A of art to Z of zootechnics.”•

realizzate da alcuni fra i migliori e più conosciuti chef della Toscana, alcuni dei quali stellati. Abbiamo intenzione di coinvolgere il prof. Giuliano Volpe, archeologo e studioso dei beni culturali, attuale presidente del Consiglio Superiore dei beni culturali a presentare il suo ultimo libro "Patrimonio Italiano: Beni culturali, paesaggio e cittadini”. (a.b.)•

43


CASTELLO RAMETZ i vini unici di una tradizione

senza tempo

Un suggestivo tour in uno dei luoghi più importanti della viticoltura altoatesina

G

ewürztraminer, Sauvignon Blanc, Riesling, Pinot nero e Lagrein. Uve pregiate da cui si ricavano vini dall’eccelso bouquet aromatico. Note impareggiabili di gusto, dunque, figlie del generoso terreno su cui nascono i vigneti di Castello Rametz, un antico maniero situato sulle colline di Merano. La meravigliosa valle in cui sorge la località altoatesina gode di un rinomato microclima che, grazie anche all’impiego del sistema Guyot, favorisce la coltura della vite. Sin dal 1980, Castello Rametz ospita al suo interno uno dei più importanti musei della viticoltura

della regione: tra degustazioni di vini e speck nella bellissima cantina settecentesca, una guida conduce i visitatori attraverso i vigneti illustrando il lavoro e la passione di un mestiere unico e affascinante. Il tour, infine, si conclude con la visita alla splendida enoteca. All’interno della costruzione medievale, inoltre, è presente un ristorante dallo stile tipicamente alpino. Nell’atmosfera calda e placida della stube, la mano sapiente degli chef conduce i palati più fini verso nuove dimensioni di piacere enogastronomico, attraverso pietanze e vini di celestiale qualità. Raffinatezza, sapore e storia: questo è Castello Rametz.•

CASTELLO RAMETZ: the unique wines of a timeless tradition A suggestive tour in one of the most important of the winemaking of Alto Adige Rametz Gewürztraminer, Sauvignon Blanc, Riesling, Pinot nero and Lagrein are precious grape varieties, the basis of excellent wines with rich aromatic bouquet. These incomparable tastes are the fruit of the generous land where the vineyards of Castello Rametz grow. The winery is an ancient estate on the hills of Merano. The wonderful valley enjoys a favorable microclimate and, thanks to the guyot training system too, facilitate the vine growing. Since 1980, Castello Rametz houses one of the most important museums of winemaking in the region: in the beautiful XVIII-century cellar, a guide offers tasting of wines and typical salami, and then leads the guests through the vineyards, describing the work and the passion of a unique and charming work. In the Medieval building there is a typical alpine-style restaurant too. In the warm and familiar atmosphere of a stube, the chefs’ wise hand lead the finest tasters in a journey of pleasures, through excellent dishes and wines. Refinement, knowledge and history: it’s Castello Rametz.•

CASTELLO RAMETZ Via Labers 4 - 39012 Merano (BZ) - Tel. 0473 235856 www.ristorantealcastellorametz.com

44


AUTOCHTONA 2016 premia gli artigiani della tipicità

S

i chiudono in positivo le giornate del vino di Fiera Bolzano, anche quest’anno punto di riferimento per centinaia di addetti ai lavori. Autochtona – il tredicesimo Forum nazionale dei vini autoctoni che si è svolto il 24 e 25 ottobre – ha registrato ben 1.300 presenze, con 80 produttori provenienti da 16 diverse regioni italiane, per un totale di 320 etichette autoctone in degustazione. Ad arricchire la manifestazione sono state le numerose varietà autoctone presenti in degustazione, come ad esempio l’Invernenga, lo Sciaglin, l’Ucelùt, il Cjanòrie, o ancora il Forgiarin,

AUTOCHTONA 2016 13° Forum dei vini autoctoni Bolzano, 24 – 25 ottobre 2016 il Mornasca e l’Incrocio Bruni. Come ogni anno, una giuria di wine journalist ed esperti del settore, presieduta dal capo redattore di Doctor Wine Stefania Vinciguerra, ha assegnato gli Autochtona Awards premiando le 6 migliori etichette tra le oltre 70 finaliste della rassegna “Autoctoni che passione!”. Gli appuntamenti del vino sono stati impreziositi anche da “Vinea Tirolensis”, la manifestazione dedicata ai Vignaioli

dell’Alto Adige che ha registrato oltre 900 presenze e da “Tasting Lagrein” – rassegna dedicata al vitigno autoctono a bacca rossa più rappresentativo della regione, organizzata in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige – la cui giuria è stata presieduta da Giuseppe Carrus, giornalista del Gambero Rosso e vicecuratore della guida Vini d’Italia. Un trend più che positivo dunque quello della 13^ edizione

di Autochtona che trova conferma anche nelle parole degli espositori presenti. “È stata per noi la prima edizione e si è rivelata la più bella alla quale abbiamo mai partecipato: organizzazione ottima e incontri commerciali di altissimo livello” commenta così - Alessandro Marcorin dell’azienda Lis Fadis. È stato il primo anno anche per Cascina Gilli e Paolo Vergnano conferma la sua partecipazione anche per la prossima edizione “Ci siamo trovati molto bene, abbiamo stretto contatti positivi e ottenuto diversi feedback. Il pubblico era piuttosto eterogeneo composto da wine lover ma soprattutto professionisti del settore e giornalisti.” “Da espositore storico quale sono - afferma invece Alario Claudio dell’omonima azienda - ho potuto incontrare negli anni ad Autochtona una clientela interessante. Rinnoviamo la nostra presenza ogni edizione, il pubblico è sempre più vasto e più attento alla qualità dei vini”. L’appuntamento con la prossima edizione di Autochtona è il 16 e 17 ottobre 2017, come sempre a Fiera Bolzano. •

Per maggiori informazioni: www.autochtona.it www.facebook.com/Autochtona www.twitter.com/Autochtona https://www.youtube.com/user/autochtonatv

45


VENETO DI IRENE GRAZIOTTO

I Colli Berici rivelano la propria anima di pietra bianca dove crescono Tai Rosso e tagli bordolesi

È

un’anima bianca quella che contraddistingue i Colli Berici e ne caratterizza la produzione enologica. Si tratta della pietra bianca friabile tipica dei suoli del vicentino, a lungo usata per l’edilizia e oggi tratto tipico del territorio a livello visivo. Tuttavia, i Colli Berici sono legati anche al cromatismo rosso: quello dei tagli bordolese da uve Cabernet e Merlot che qui, come nel resto del Veneto, si sono diffusi negli anni Settanta-Ottanta. L’uva storica di queste terre è però il Tai Rosso, conosciuto un tempo come Tocai Rosso. Questa varietà

Let’s rock! appartiene alla famiglia dei Grenache e presenta colore leggermente scarico, naso che vira sulla frutta croccante e frutti di bosco e grande freschezza al palato. Il Tai Rosso non è né un’uva facile né remunerativa a fronte dei tagli bordolesi, ma i produttori hanno finalmente iniziato a riscontrare interesse per la stessa soprattutto in mercati già consolidati e alla ricerca di novità, magari autoctone, come succede in USA. Tra il 2002 e il 2005 il Consorzio ha realizzato un programma di zonazio-

ne che assieme ad altre iniziative sta promuovendo la conoscenza di questa denominazione sia fra la critica che nel grande pubblico. La partecipazione ai Grenache du Monde sta permettendo di mettere a fuoco l’identità della zona, grazie ad un confronto fra il Tai Rosso con gli altri Grenache, dalla Garnacha spagnola al Cannonau sardo. Nel frattempo, l’appuntamento di Gustus consente anno dopo anno di avvicinare il consumatore, soprattutto locale, grazie ad un banco d’assaggio con

21-22 gennaio 2017

Wine&siena Merano Award Selection

Rocca e Piazza Salimbeni, Grand Hotel Continental

Tuscan Wine Food Art Culture Fare rete e lanciare la Toscana quale territorio storicamente vocato www.wineandsiena.it

46

oltre 100 etichette e degustazioni ad hoc. A questo percorso geografico, che avvicina i Colli Berici ad una dimensione glocal, si affianca anche un percorso di tipo temporale che andando indietro con le annate dimostra la longevità di questi prodotti, talvolta sottovalutata dai produttori stessi. È quanto emerso anche durante BericRock, l’evento dedicato alla stampa, dove si sono stappati Merlot del 2007 e persino del 2003 con profili organolettici di grande spessore e interesse.•


Scriani, Amarone and much more…

A pioneer of Corvina in purity, Scriani is ready to launch its sparkling wine, fruit of a remarkable year

La vendemmia più bella degli ultimi 20 anni in Valpolicella Classica”. Sono queste le parole usate da Stefano Cottini, titolare di Scriani, per descrivere un’annata che si prepara a diventare memorabile. È non è la solita solfa delle annate che ogni anno si rivelano “eccezionali”. Il 2016, che ha lasciato i segni su Champagne e Rioja, qui per la grandine lì per la siccità, ha invece benedetto gran parte dell’Italia. “Non potevamo chiedere di meglio: sole e pioggia sono arrivati con un tempismo da copione, il che ha consentito di ottenere qualità e persino quantità di tutto rispetto”. A fare la differenza sono stati settembre e ottobre che hanno permesso di preservare la freschezza dei bianchi precoci e di lasciare in pianta fino a perfetta maturazione le uve rosse tardive. E se, come ha anticipato Stefano, “il Valpolicella è rappresentativo della qualità media dei vini di quest’anno, abbiamo solo da festeggiare!” Nel frattempo le scuse per fe-

Scriani, c’è altro oltre

l’Amarone steggiare non mancano grazie ai tanti riconoscimenti: le quattro stelle della Guida Vini Buoni d’Italia per il Lugana Doc 2015 e il Recioto della Valpolicella Docg Classico “Maddalena” 2012 e le tre stelle per l’Amarone della Valpolicella Docg Classico 2011, il Valpolicella Doc Classico Superiore 2014 e il Valpolicella “Ripasso” Doc Classico Superiore 2014. A confermare la dinamicità di quest’azienda, sempre pronta a mettersi in gioco, come già era capitato per la Corvina in purezza, arriva ora anche una bollicina. To be continued...•

Fra le prime aziende a proporre la Corvina in purezza, Scriani si appresta ora a lanciare la bollicina, complice un’annata memorabile

“The best year in the last 20 years of Valpolicella Classica”. With these words, Stefano Cottini, the owner of Scriani, describes this memorable year. And it’s not the same old story of “extraordinary” years. 2016 – a terrible year for Champagne e Rioja due to hail and drought – has blessed the vineyards of Italy. “We could no task for more. Sun and rain have interchanged in the right way, offering us an excellent quality and a considerable quantity. September and October have made the difference: the climatic conditions have let to preserve the freshness of the early white grapes and it has allowed us to leave the red grapes on the vine until their perfect ripening. As Stefano says, “If Valpolicella is representative of the average quality of the wines of this year, we can only celebrate!”. In the meantime, Scriani has many reasons to be happy: Gabmero Rosso has appointed four stars to Lugana Doc 2015 and Recioto della Valpolicella Docg Classico “Maddalena” 2012, and three stars to Amarone della Valpolicella Docg Classico 2011, Valpolicella Doc Classico Superiore 2014 and Valpolicella “Ripasso” Doc Classico Superiore 2014. To confirm the dynamic character of this winery, a sparkling wine will be launched soon… To be continued! • AZIENDA AGRICOLA SCRIANI DI COTTINI STEFANO & C. S.S. Via Ponte Scrivan 7 37022 Fumane (VR) Tel. +39 045 6839251 Fax +39 045 6801071 info@scriani.it www.scriani.it Facebook: SCRIANI VINICOLA Twitter: @scriani

47


Hotel Westend.

I Mercatini di Merano ti aspettano Dal 25 Novembre al 6 Gennaio Merano si accende della tipica atmosfera natalizia con il suo ormai noto Mercatino di Natale.

L

e casette di legno colorate, i canti natalizi, gli alberi addobbati e gli artigiani che lavorano i loro prodotti animano il centrodella città dando un tocco di magia allo splendido scenario altoatesino. Tra innovazione e tradizione il Mercatino di Natale costituisce l'incontro di gastronomia e artigianato artistico e offre molte iniziative di intrattenimento adatte a tutta la famiglia: si può pattinare in piazza Terme sullo sfondo degli addobbi dell'Avvento, andare alla ricerca di suggestivi angoli nascosti della città a lume

48

di lanterna o assistere ai concerti natalizi. Inoltre, per i più piccoli sono previsti giri con i pony e laboratori di bricolage. Così è possibile passare un piacevole soggiorno e godersi tutta la tranquillità dei giorni feriali, facendo shopping, rilassandosi a fine giornata alle terme ed evitando, così, il grande flusso del fine settimana. Con l'arrivo dell'inverno e del Natale si inaugura anche la stagione sciistica: Merano 2000 è il comprensorio di piste, per un totale di 40 chilometri, ideale per gli appassionati di sport e per le famiglie.•

Per godersi appieno le meraviglie offerte da Merano, dal suo paesaggio ai suoi mercati, si consiglia di visitare la città nei giorni feriali quando il flusso turistico è ridotto al minimo e si possono evitare inutili code To enjoy Merano and its beauties, its landscape and markets, it is better to visit it in the weekdays when the tourism flow is low and it is possible to avoid queues.


e r i m r e do

Dov

HOTEL WESTEND *** Il Westend è una bella villa d'epoca circondata da parchi e giardini meravigliosi e situata a pochi passi dal centro cittadino. Le camere sono luminose e accoglienti, dotate di ogni tipo di comfort. L'abbondate buffet della prima colazione è ideale per iniziare la giornata e prodotti sempre freschi sono alla base di deliziosi piatti tradizionali e internazionali. La posizione centrale dell'Hotel permette di poter visitare le maggiori attrazioni e le piÚ affascinanti bellezze storico-artistiche di Merano e d'intorni come le Terme o il Museo Archeologico di Bolzano. La scelta ottimale per chi cerca benessere, buona cucina e relax e per rendere la propria vacanza un soggiorno indimenticabile. Il tutto a prezzi concorrenziali sia nel pacchetto solo pernottamento che nell'opzione mezza pensione.

Where to sleep:

HOTEL WESTEND *** Westend is a beautiful historic house surrounded bywonderful parks and gardens that rise few steps far from the town center. Roomsare wide and welcoming, equipped with all comforts. The rich breakfast buffet is the ideal way to start your day. The hotel rises in a central position that let its guests to visit easilythe most interesting beauties of Merano and its surroundings, such as the thermal baths or the Archeological Museum of Bolzano. This hotel is the best choice for those who look for wellness, excellent cuisine and relax, and for an unforgettable stay. Prices are very competitive, both for B&B and for half board accommodation.

Hotel Westend: the Christmas markets of Merano are waiting for you From November 25 to January 6, Merano turns on its typical Christmasatmosphere with its famous Christmas market Colored wood little homes, Christmas carols,decorated trees and handmade products animate the town center and give a touch of magic to the wonderful landscape of Alto Adige. Between innovation and tradition, the Chritmas market represents a moment to combine culinary arts and artistic craftsmanship, and it offers many entertainment possibilities to families: iceskate in piazza Terme, with theChristmas decorations on the back, suggestive and hidden corners of the city in the light of a lantern,concerts. Also, kids can ride ponies and enjoy workshops of bricolage. Everyone can enjoy a pleasant

stay in Merano, shopping in tranquility in the weekdays, relaxing in the thermal baths at the end of the day, and escape the weekend flow. In winter and in particular during the Cristmas time, Merano inaugurates its ski season: Merano 2000 is a 40 km ski areaideal for sport lovers and families.

HOTEL WESTEND Via Speckbacher 9 - 39012 Merano (BZ) Tel. +39 0473 447 654 - Fax +39 0473 222 726 info@westend.it - www.westend.it

49


Villa Eden: un’isola di salute, bellezza e comfort

S

ono 34 anni di storia. Di percorsi di cura attraverso i quali ritrovare la salute, un’immagine migliore e un ideale estetico che sia prima di tutto espressione di armonia interiore. Sono 34 anni di Villa Eden, uno degli Health Retreat più famosi d’Europa, luogo elettivo in cui la professionalità di un’équipe medica specializzata nella diagnostica segue gli ospiti quotidianamente predisponendo, tramite check-up, visite e colloqui, programmi individuali volti al completo recupero da patologie che coinvolgono sia l’organismo

50

che la psiche. Circondato dalla quiete di un meraviglioso parco secolare situato sulle colline di Merano, questo Retreat è un’oasi di silente pace per chi intende avvalersi non solo delle comprovate competenze dell’équipe di medici e professionisti, ma anche dell’esperienza di un reparto beauty all’avanguardia che offre i migliori trattamenti contro gli inestetismi del corpo e del viso, conferendo nuovo splendore alla pelle e profondo benessere alla mente. Una sana remise en forme, però, non può

trascendere da un regime alimentare oculato: le speciali tabelle nutrizionali approntate dai dietologi e nutrizionisti, unite ad efficaci metodi di disintossicazione, garantiscono risultati immediati e visibili. Tutto questo, senza rinunciare all’eccellenza della cucina gourmet che crea pietanze salutari dal gusto sopraffino. La filosofia del Retreat meranese, dunque, è quella di intervenire a 360° su tutto ciò che può minacciare la salute dell’ospite ed offrirgli un’alternativa positiva, un miglioramento effettivo della qualità della vita. Villa Eden, inoltre, è anche “un’isola” di comfort in stile liberty: gli ambienti trasmettono un’idea di eleganza che traspare dalle tre sale da pranzo e dal terrazzo – luogo ideale dove poter godere dei pasti durante la bella stagione – e ne rappresentano la perfetta testimonianza. Un soggiorno a Villa Eden The Leading Park Retreat equivale a scoprire una nuova concezione di bellezza e del benessere; una filosofia che si discosta da modelli d’intervento che coinvolgono unicamente l’organismo, per valorizzare anche l’aspetto interiore: lì, dove effettivamente nasce la scintilla di ogni cambiamento. •


VILLA EDEN HOTEL & SPA Via Winkel, 68-70, 39012 Merano BZ - Tel. 0473 236583 - www.villa-eden.com - info@villa-eden.com

VILLA EDEN: an island of wellness, beauty and comfort

34 years of history, of care through which we can find again our wealth, a better image of ourselves, and an esthetical ideal that expresses our interior harmony. Villa Eden is one of the most famous Health Retreat in Europe, an elective place where a professional medical team specialized in diagnostics follows the guests every day, organizing check-up, examinations and interviews to guarantee a complete recovery from physical and psychological pathologies. Surrounded by a quiet wonderful secular park on the hills of Merano, this Retreat is an oasis of silence for those who wish to take advantage of proved medical competences combined with a cutting-edge beauty center that offers the best treatments

against body and face beauty problems, to give new splendor to the skin and a deep wellbeing of mind. A healthy remise en forme, anyway, cannot be separated from a balanced diet: the special nutritional tables completed by the dietitian and nutritionists, combined with effective detoxification methods, guarantee immediate and visible results. All this, without renouncing the excellence of a gourmet cuisine that creates healthy but tasty dishes. The philosophy of the Retreat of Merano is to intervene on everything that could represent a risk for the health of its guests and to offer them a positive alternative, an effective improvement of the quality of their life. Villa Eden is also an Art Nove-

au island. The rooms transmit an idea of elegance: the three dining room, the terrace – the ideal place to enjoy a meal in the good season – are a perfect symbol of it. Staying at Villa Eden The Leading Park Retreat one can experiment a new concept of beauty and wellness, a philosophy that moves away from the models that involve organic realities only, but exploits the interior aspects too: it’s the place where it springs the spark of every change.

51


FIERE

IN CALENDARIO 2016•2017

Dicembre 2016

29-30-31 GENNAIO

2-4 DICEMBRE

2

30 GENNAIO- 1 FEBBRAIO

VINISUD Montpellier www.vinisud.com

LOVEAT Venezia www.loveat2016.it

Gennaio 2017

21

MILLÈSIME BIO Marseille - Chanot www.millesime-bio.com

30

29

21-22 GENNAIO WINE & SIENA Siena www.wineandsiena.it

3-5 FEBBRAIO

3

Febbraio 2017

25-28 FEBBRAIO

18-21 FEBBRAIO

ENOLIEXPO Fermo www.enoliexpo.com

GOLOSITALIA Montichiari www.golositalia.it

BEER ATTRACTION Rimini www.beerattraction.it

15-18 FEBBRAIO BIOFACH Norimberga www.biofach.de 11

18

19

11-14 FEBBRAIO

19-22 FEBBRAIO

CUCINARE Pordenone www.cucinare.pn

TIRRENO CT Carrara www.tirrenoct.it

electronics

cet

15

w w w. c e t- e l e c t r o n i c s. c o m

25

Riduci i tra amen . Controlla l’umidità del terreno. Migliora la qualità del risultato.

AURORA WEB

Il sistema più efficace per mantenere so o controllo il rischio fitosanitario e automa zzare l’irrigazione.

52


FIERE

Marzo 2017

3

IN CALENDARIO 2017 Maggio 2017

19

3-5 MARZO BUONVIVERE Piacenza www.buonvivere.info

19-21 Marzo PROWEIN Dusseldorf www.prowein.it

21-23 Maggio

21

VITIGNO ITALIA Napoli www.vitignoitalia.it

Aprile 2017

22

TUTTOFOOD Milano www.tuttofood.it/it

22-24 Maggio LONDON INTERNATIONAL WINE FAIR Olympia www.londonwinefair.com/content

9-12 Aprile 9

8-11 Maggio

8

VINITALY/ENOLITECH Verona www.vinitaly.com www.enolitech.it 12

12-14 Aprile WINE & GOURMET Tokyo www.wineandgourmetjapan.com

22

22-23 Aprile ONLY WINE FESTIVAL Città di Castello www.onlywinefestival.it

53


Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

WINE2WINE Verona, 6 – 7 dicembre 2016 Torna wine2wine, il forum sul business del vino. Speed dating con buyer e produttori, soluzioni innovative, seminari formativi che spaziano dal marketing al web, dagli scenari di mercato all’export, dal management agli aspetti normativi, per creare networking e nuove opportunità, confronto e analisi dei trend e delle tendenze. L’evento è organizzato da Veronafiere e Vinitaly con la collaborazione di Federvini ed Unione Italiana Vini. www.wine2wine.net

WINE&SIENA Siena, 21 e 22 gennaio 2017 Dopo il successo della prima edizione, il 21 e 22 gennaio prossimi torna per il secondo anno l’evento che ha l’obiettivo di valorizzare il territorio e le sue eccellenze attraverso l’attivazione di sinergie tra attori locali, con un percorso enogastronomico e culturale che si snoda attraverso il centro storico della città del Palio. Il progetto vede la partecipazione di Gourmet’s International, firma del Merano WineFestival. Location d’eccezione che normalmente non sono aperte al pubblico, ottimi vini con un centinaio di cantine presenti e tanti artigiani del gusto, per un appuntamento di sicuro interesse. www.wineandsiena.it

Giappone, terra di opportunità per il vino italiano: appuntamento ad aprile 2017 alla fiera annuale Wine & Gourmet Japan.

WINE & GOURMET JAPAN Tokyo, 12 – 14 aprile 2017 Nonostante il Giappone sia tra i più grandi importatori di vino al mondo, l’attenzione degli esportatori è rivolta alla Cina e al suo vasto mercato. Stando ad uno studio del 2014 condotto dal Wine Intelligence, metà della popolazione adulta giapponese beve regolarmente vino. Ad oggi, il consumo di vino nell’arcipelago asiatico continua a crescere, tant’è che si prevede raggiungerà i 5l pro capite nel 2020 (contro l’1.5l della Cina). I giapponesi, infatti, hanno fatto del vino una vera e propria passione, impegnandosi ad accrescere le proprie conoscenze sull’argomento e a trovare i giusti abbinamenti con il cibo.

54

Insomma, per l’Italia il Giappone rappresenta un mondo di nuove possibilità. Le cantine italiane avranno occasione di catturare l’attenzione di questo mercato sottovalutato alla fiera annuale Wine & Gourmet Japan, che verrà organizzata a Tokyo dal 12 al 14 Aprile 2017. Quest’ottava edizione comprenderà seminari, corsi di approfondimento, vari contest e degustazioni, nonché una vasta offerta di prodotti tipici locali. L’Italia avrà un padiglione tutto suo dal design esclusivo e comprensivo di uno stand da degustazione. Si stima che all’evento saranno presenti oltre 75000 visitatori tra importatori, distributori, sommelier e appassionati che avranno l’occasione di incontrare operatori del settore provenienti da tutto il mondo. www.wineandgourmetjapan.com


Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

GOLOSITALIA & ALIMENT Montichiari, 25 – 28 febbraio 2017

Golositalia & Aliment, la fiera dedicata al mondo del food e delle attrezzature professionali torna al centro Fiera del Garda di Montichiari (Brescia) dal 25 al 28 febbraio 2016. Giunta alla sesta edizione, Golositalia & Aliment, che nasce dal sodalizio delle fiere Golositalia e Aliment Attrezzature, presenta un format unico nel suo genere, che coniuga le ultime novità del professional equipment ai prodotti tipici del made in Italy ed esteri, interessando tanto il pubblico professionale quanto gli appassionati di enogastronomia che possono qui conoscere, degustare ed acquistare prodotti spesso introvabili. L'edizione 2017 vedrà un'ulteriore crescita rispetto all'anno precedente, non solo nelle dimensioni ma anche nella qualità dell'offerta. 640 espositori suddivisi in sei padiglioni, di cui tre dedicati al mondo professionale dell'horeca. Sei aree tematiche: food, wine, beer, biovegan-gluten free, professional technology & restaurant e franchising; 78.000

i visitatori attesi nei quattro giorni di apertura che si divideranno tra appassionati di food e operatori professionali, con una fitta presenza di ristoratori, gestori di bar, birrerie e gelaterie, catering e grossisti specializzati, ma anche buyer e operatori della GDO. Il layout della manifestazione è stato già ideato e sarà in grado di offrire un percorso ottimale al visitatore. Un'area sarà interamente dedicata agli eventi con un ricchissimo calendario: corsi di cucina, convegni, concorsi, seminari e dimostrazioni, rivolti sia all’operatore del settore che vuole aggiornarsi in ambito professionale, sia all'appassionato che intende mettersi alla prova. Molto varie le tematiche affrontate: dai corsi di pasticceria pensati per i più golosi a quelli per chi convive con intolleranze o allergie, dai concreti consigli per avviare un bar o un'altra attività nel campo dell'enogastronomia a showcoocking con grandi chef.. Gli orari di apertura sono differenziati per le aree destinate al food e quelle per le attrezzature professionali. I padiglioni 6, 7 e 8 sono aperti sabato, domenica e lunedì dalle 9 alle 22, martedì dalle 9 alle 19. I Padiglioni 1 e 5 sono aperti tutti i giorni dalle 9 alle 19. Ingresso: € 8. Ingresso gratuito per disabili e bambini fino ai 10 anni, biglietto ridotto ad € 5 per le scolaresche. www.golositalia.it

CUCINARE Pordenone, 11 – 14 febbraio 2017 In arrivo la quinta edizione di CUCINARE, per Piacere, per Mestiere, l’evento fieristico gastronomico del Nordest, in programma alla Fiera di Pordenone dall’11 al 14 febbraio 2017. Oltre 150 espositori in rappresentanza dei due macro-settori presenti alla kermesse: da una parte le eccellenze agroalimentari, rappresentate da cantine, birrifici, salumifici, caseifici del Bel Paese, dall’altra le tecnologie per la cucina. Quattro giornate ricche di degustazioni, appuntamenti, mini corsi di cucina, show cooking e molto altro. Nelle varie sezioni, si segnala Beer&Co. dedicata all’affascinante universo dei birrifici artigianali e Vinum, la nuova area interamente dedicata alle cantine, con momenti di apprendimento e degustazioni guidate a cura di esperti del settore. www.cucinare.pn

ENOLIEXPO Fermo, 3 – 5 febbraio 2017 EnoliExpo Adriatica è l’unica fiera in Italia nel 2017 per il settore viticoltura-olivicoltura (nel 2017 non si svolge Fieragricola di Verona) e per l’enologia ed industria olearia (il Simei nel 2017 sarà a Monaco). Oltre all’area espositiva, non mancherà l’attività convegnistica e i numerosi workshop al servizio del visitatore. Gli incontri andranno a snocciolare di volta in volta aspetti specifici e concreti legati ai diversi settori, toccando argomenti legati alle procedure in campo, alla normativa, fino all’export e al marketing. Le filiere del Vino e dell’Olio, insomma, si danno appuntamento a Fermo. www.enoliexpo.com

55


Mytik Diam è l’unico tappo in sughero che consente una perfetta omogeneità da una bottiglia ad un’altra ed un’ottima qualità di tappatura. Grazie al procedimento DIAMANT® assicura inoltre una neutralità sensoriale*. Preservando la finezza delle bollicine e degli aromi del vino durante tutto il suo periodo di conservazione, Mytik Diam è il garante di una degustazione riuscita ad ogni occasione ! www.diam-cork.com

Il garante degli aromi 56

PAOLO ARALDO SRL · Regione San Vito 88 · 14042 Calamandrana. At. Italia · tel. 0141/769153 · fax 0141/727496 · info@paoloaraldo.com

©Photo : Richard Sprang.

…la garanzia Mytik Diam !

* TCA liberabile ≤ al limite di quantificazione di 0,3 ng/l.

Il momento della verità...


Bollicine News

STRATEGIE

di Giovanni Pellicci

PROSECCO E TRIENNALE D'ARTE, L'INTESA FUNZIONA L'arte diventa un ulteriore e virtuoso canale di diffusione delle bollicine made in Italy

FORMAZIONE

L'ACADÉMIE DU CHAMPAGNE IN TOUR IN ITALIA Formazione adeguata per i professionisti dello Champagne. Circa 180 professionisti del vino, provenienti da tutta Italia, si sono riuniti a Milano per la prima tappa dell’Académie du Champagne, l'evento promosso dal Bureau du Champagne in Italia con una serie di seminari rivolti al grande pubblico degli appassionati che, dopo Milano (2 dicembre), saranno anche a Firenze (6 dicembre), Reggio Calabria (14 dicembre), Perugia (15 dicembre), di nuovo Milano (16 dicembre) e poi Campobasso e L’Aquila. Il programma prevede due ore di full immersion sullo Champagne guidate dagli Ambasciatori dello Champagne, professionisti della formazione selezionati dal Comité Champagne. Gli incontri includono la degustazione guidata di 4 cuvée rappresentative delle diverse anime della regione viticola francese. I partecipanti impareranno a riconoscere le diverse tipologie di Champagne, ripercorreranno le principali tappe della storia di questo vino, scopriranno quali sono le fasi di elaborazione del “méthode champenoise” e metteranno

Quello italiano è il settimo mercato mondiale delle bollicine francesi: da Milano fino a Reggio Calabria appuntamenti per i professionisti

Arte e Prosecco vanno d'accordo. Sempre di più. E' infatti sempre più ricca di occasioni, l’intensa collaborazione del Consorzio di tutela del Prosecco Doc con la Triennale di Milano. Dopo l’accordo di collaborazione siglato nel 2013 con il Museo Statale Ermitage col quale le bollicine di Prosecco Doc sono state elette ‘vin d’honneur dell’Ermitage’, il Consorzio da San Pietroburgo è approdato a Venezia dove nel 2015 ha stretto un accordo con lo Iuav sulla valorizzazione del paesaggio, passando per la Triennale di Milano per formalizzare un rapporto di partnership con un impegno crescente che va dalla brandizzazione del centralissimo Design Cafè, cuore pulsante della TdM, a diverse forme di supporto alle varie iniziative organizzate in sede. “Triennale di Milano ci sta regalando molte occasioni di collaborazione anche con le molteplici realtà con le quali essa dialoga, intesse rapporti, avvia le iniziative più diverse. Tutte in uno scenario di rilievo internazionale - spiega Stefano Zanette, presidente del Consorzio di tutela del Prosecco Doc – E internazionale è anche il contesto nel quale si muove il Prosecco che vede il 70% della sua produzione (400 milioni di bottiglie) destinato agli oltre 100 Paesi che ne compongono la quota export, con il Regno Unito al primo posto, seguito a debita distanza da Stati Uniti e Germania. Un consenso mondiale che negli ultimi anni continua a crescere a doppia cifra e vede quest’anno l’Italia riconfermarsi come primo mercato, capace di assorbire il 30% dell’intera produzione”.

alla prova i loro sensi con l’assaggio. “Un evento come l’Académie è una ulteriore conferma della passione degli italiani per lo Champagne – spiega Thibaut Le Mailloux, Direttore della comunicazione del Comité Champagne -. L’Italia, con la sua ricchissima cultura enogastromica, ha un pubblico esigente, desideroso di conoscere sempre meglio l’unicità del terroir champenois e i suoi vini”. L’Italia è il settimo mercato al mondo per lo Champagne (Francia esclusa), dove nel solo 2015 sono giunte 6,3 milioni di bottiglie che per l’8,5% erano costituite da cuvée speciali e millesimati. Il programma completo è consultabile sul sito www.champagne.it.

57


58


Distillati & Co

EVENTI

di Giovanni Pellicci

TORNA LA NOTTE DEGLI ALAMBICCHI ACCESI Evento suggestivo nl piccolo borgo trentino di Santa Massenza lungo il ponte dell'Immacolata

Torna, da giovedì 8 a sabato 10 dicembre, La notte degli alambicchi accesi nel piccolo borgo di Santa Massenza, culla della grappa artigianale trentina. Un appuntamento ormai irrinunciabile che ogni anno attrae centinaia di visitatori grazie al suo irresistibile fascino. Nel corso della tre giorni le vie del paese si impreziosiscono di luci e colori che contribuiscono a ricreare una magica atmosfera natalizia facendo da cornice allo spettacolo itinerante interpretato dalla compagnia teatrale Koinè per illustrare gli aspetti storici e antropologici dell'arte della

distillazione della grappa. Le performance live, in programma giovedì 8 alle ore 18.00 e alle 21.00, venerdì 9 dicembre alle ore 18.00 e sabato 10 dicembre alle ore 18.00 e alle 21.00, sono riservate ad un massimo di 250 persone per turno (per questo è fortemente consigliata la prenotazione), suddivise in 5 gruppi. Il pubblico, coadiuvato da un'audioguida, sarà coinvolto in un percorso a tappe lungo le 5 distillerie del paese. Nei giorni dell'iniziativa, inoltre, i visitatori potranno scoprire le eccellenze artigiane ed enogastronomiche, gli spettacoli in

strada e l'intrattenimento per bambini proposti dal mercatino Vite di luce, in programma anche nei weekend del 3 e 4 dicembre e del 17 e 18 dicembre, ed esplorare la Centrale idroelettrica di Santa Massenza che, grazie al

Progetto Hydrotour del Gruppo Dolomiti Energia, aprirà le sue porte al pubblico con nuovi allestimenti per mostrare a grandi e bambini come la forza dell'acqua viene trasformata in energia pulita.

VINO E EBRAISMO

NON ESISTE GIOIA SENZA VINO Il Rabbino Jacov Di Segni, direttore dell'ufficio rabbinico della Sinagoga di Roma, racconta l'antico legame tra vino ed ebraismo che il Talmud ritiene elemento fondante nelle celebrazioni La Kasherùt stabilisce i criteri per la preparazione dei cibi (detti Kosher) idonei al consumo da parte di ebrei osservanti, tra cui il vino, prodotto principalmente in Israele, di cui Francia e America sono i maggiori consumatori (300 mila francesi e 2,5 milioni di newyorkesi sono di origine ebrea). Si calcola che il consumo pro-capite sia pari a circa 3 litri, a fronte di prezzi più alti del 30% rispetto agli stessi vini non Kosher. @ Rabbino Di Segni, i dati dicono che c'è un aumento del consumo di vini Kosher; secondo lei perché? “I vini Kosher sono ormai prodotti ampiamente, anche in Italia, e se da una parte è per effetto del ritorno all'ortodossia religiosa all'interno della comunità ebraica, dall'altra c'è

apprezzamento da parte dei consumatori per un prodotto certificato e con un'alta gradazione (14°/15°), soprattutto quelli provenienti dalla Galilea”. @ Qual è la caratteristica produttiva di questi vini? “I vini Kosher si dividono in Mevushal (cotti, cioè pastorizzati a circa 75°) e non Mevushal (non cotti). La differenza è che quest'ultimi, dalla spremitura al bicchiere, devono essere maneggiati da ebrei ortodossi, mentre i Mevushal no: "rovinati" dalla pastorizzazione non sono però idonei per essere offerti al Tempio e usati durante le liturgie. I criteri di produzione sono visionati da un rabbino e certificati dalla Ortodox Union”. @ Quando nasce il legame tra vino ed ebraismo? “E' una relazione molto antica. Secon-

do alcune interpretazioni l'Albero della Conoscenza era una vite e Noè alla fine del Diluvio Universale ne avrebbe piantata una, bevendone in seguito i frutti. Il Talmud afferma che non esiste gioia nella vita senza vino e carne, perciò il nettare di Bacco è elemento essenziale delle celebrazioni”. @ Ci può fare qualche esempio? “Lo Shabbat, tanto per cominciare, che prevede benedizioni, uso di profumi e vino. Nel Pesach invece il vino è simbolo di nobiltà e libertà, poiché celebra la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana: se ne bevono quattro bicchieri, perché quat-

tro sono i passaggi nell'Esodo in cui è usata l'espressione “liberazione”. Nei matrimoni era tradizione rompere un bicchiere pieno di vino (oggi si usa vuoto), per ricordare il Tempio di Israele non ancora ricostruito. Il Purim poi, ricorda la salvezza degli ebrei dal decreto di stermino dell'impero persiano: mentre il re assuero è ubriaco, la moglie Esther si rivela come ebrea e salva il suo popolo. Il Talmud parla di bere in occasione del Purim fino a non distinguere il “benedetto Mardocheo dal maledetto Amman”; quanto vino bere è una scelta personale. Il Capodanno degli alberi, prevede infine una cena a base di frutta tipica di Israele (come datteri e uva) e quattro bicchieri di vino: uno bianco, uno bianco con una goccia di rosso, uno metà bianco e metà rosso e uno rosso”. Liturgia o no, toglietevi la curiosità di degustare un vino Kosher, ma attenti ai gradi: quelli fanno gioire... molto rapidamente. (b.a.)•

59


PELLICOLE DI GUSTO ( di Lorenzo Bianciardi - lorenzo@igrandivini.com )

Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d'Europa

e la comicità saporita

«I

o sono quello che sono esattamente perché ho mangiato fino allo spasimo. Io sono un’opera d’arte creata dai migliori cuochi del mondo. Ogni mia curva è una pennellata, ogni escrescenza un sonetto, ogni mia grinza una melodia. Insomma, nel mio attuale aspetto, io sono un capolavoro». È questo l’autoritratto in parole e immagini con cui si presenta allo spettatore il protagonista di un film spassoso come Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d'Europa. Opera d’altri tempi del regista americano Ted Kotcheff (Who Is Killing the Great Chefs of Europe?, 1978), che, al di là degli “anni”, mostra però la sua incredibile attualità. La storia è quella di un eccentrico direttore di una rivista gastronomica, Max Vandeveer, che ama superare tutti i limiti. Non solo alimentari, con pratiche al confine dell’indigestione, ma anche caratteriali, con sfuriate autoritarie e a volte addirittura grottesche nei confronti di tutti coloro che popolano la sua vita quotidiana. Il personaggio, manco a dirlo, è «disastrosamente grasso» e rifiuta con stizza tutti i consigli del medico (che lo dà per morto in pochi mesi, se non inverte le sue abitudini eccessive). Fin qui una sceneggiatura lineare che porterebbe solo a risvolti ironici. E invece, dopo mezz’ora di pellicola in salsa comica, ecco che il film sembra virare verso il giallo, e una musica “da delitto” introduce suspense e colpi di scena a non finire. In effetti, veniamo a scoprire che il nostro Max (l’attore Robert Morley) aveva scritto un articolo sulla sua

60

rivista, individuando «il più favoloso menù del mondo»: in buona sostanza, quattro piatti cucinati dai più famosi cuochi in circolazione. La svolta a tinte nere la darà l’omicidio, uno dopo l’altro, di tutti gli chef citati nell’articolo, che troveranno la morte secondo il loro piatto preferito, cucinati, cioè, come le loro specialità. E così lo svizzero Louis Kohner sarà bruciato nel forno come il suo capolavoro, il piccione arrosto. Mentre il cuoco italiano Fausto Zoppi annegherà dentro l’acquario, nella vasca delle “sue” aragoste predilette. Invece il francese Jean-Claude Moulineau (Philippe Noiret) verrà fatto fuori come la sua speciale anatra, e quindi dentro la pressa. Chi sarà il prossimo? Tra finti suicidi e indizi disseminati qua e là, sarà certamente la bellissima Jacquelin Bisset, nei panni di Natasha, ad attirare le mire dell’assassino, per il suo dolce che è una “bomba” esplosiva. Dicevamo all’inizio: perché siamo di fronte a un’opera “attuale”, nonostante l’età anagrafica e un intreccio piuttosto datato? Perché il film di Ted Kotcheff può essere considerato un “antesignano” rispetto alle pellicole contemporanee che hanno per protagonisti i cuochi, per la sua parodia lucida di “vezzi” e “manie” di grandezza degli chef, descritti con grande ironia. Resta ancora da scoprire chi sarà mai l’oscuro omicida. Se vi siete appassionati, cercate anche il romanzo da cui la storia è tratta: Cadaveri su piatti di classe di Nan e Ivan Lyons. Noi qui non vi sveleremo certo l’epilogo, anche se di una cosa potete star certi: che Max, dall’inizio alla fine, non resterà mai a bocca asciutta…•


A tutta Birra

PROGRESSI

LUPPOLO AUTOCTONO

di Chiara Martinelli

Hibu intraprende la strada della ricerca per una produzione tutta italiana

CHEF BIZZARRI

BIRRA DEL BORGO INCONTRA GLI CHEF STELLATI ITALIANI L’obiettivo? Raccontare una nuova idea di Birra

Birra del Borgo si è interrogata sul binomio birra e cucina di qualità. Lo ha fatto organizzando una se-

rie di incontri su territorio nazionale, coinvolgendo chef e ristoratori pronti a raccogliere la sfida. Dodici birre “BIZZARRE”, una per ogni mese dell'anno, che hanno fatto convivere gusti e profumi inediti. L’evento di chiusura del progetto sarà a Roma, affidato allo chef Niko Romito. Il filo conduttore tra le produzioni è la creatività, spaziando dalle ostriche alla frutta, dalle anfore alle spezie, dai luppoli alle botti. Sorprendere e sperimentare sono le parole

d'ordine di questa originale “collana” e da cui è nato il progetto “Chef Bizzarri”. Le birre protagoniste, le bizzarre che cercheranno un connubio felice con versioni dolci e salate della famosa “bomba” di Niko Romito, saranno tre: L’equilibrista, in equilibrio tra il mondo del vino e quello della birra, la Sedicigradi, con i suoi sedici gradi alcolici e sedici mesi di maturazione ed invecchiamento in barrique e l’Etrusca, ispirata alle antiche bevande fermentate.

Dopo aver sperimentato la coltivazione di cereali nei terreni di Basilicata e Lombardia, Hibu, birrificio brianzolo, si è lanciato in una nuova coltura: l’utilizzo di luppoli autoctoni autoprodotti. Per questo motivo, circa un anno fa ha commissionato un progetto di filiera al Dipartimento di Scienze Alimentari dell’Università di Parma allo scopo di coltivare direttamente gli ingredienti della birra che produce. L’intento è quello di costruire una filiera integrata che possa fornire a clienti e consumatori garanzia di qualità e unicità di gusto. Il progetto di ricerca e coltivazione di luppolo autoctono lombardo avrà a disposizione un luppoleto ricavato da una parte dei circa 23 ettari di terreno adiacenti lo stabilimento di Burago di Molgora (Mb). “La novità assoluta del progetto è quella di recuperare luppoli geneticamente nati in Lombardia – spiega Raimondo Cetani di Hibu– il luppolo è una pianta che cresce spontaneamente in quasi tutta la penisola italiana, la cui varietà genetica potrebbe presentare caratteristiche uniche e di pregio, requisiti particolarmente interessanti nell’ottica di una tipicizzazione delle birre”.

61


62


ExtravergineNews di Chiara Martinelli

PRODUZIONE 2016

FOCUS XYLELLA

LE STIME DI ISMEA E UNAPROL

ALLARME XYLELLA

Segnali negativi e prezzi al rialzo per l’annata in corso

Con i frantoi in piena attività si concretizzano le aspettative negative degli operatori rispetto alla produzione di olio 2016. Dopo l’ottima produzione dello scorso anno che in alcune aree del Sud ha toccato livelli record, si sono purtroppo sommati gli effetti negativi di un clima avverso con aggressive alternanze di caldo e freddo e piogge fuori stagione. Ismea e Unaprol infatti, hanno ulteriormente ridotto le previsioni produttive 2016 che, secondo i dati più recenti, si attestano a 243 mila tonnellate, circa la metà rispetto al dato dello scorso anno (474.620 tonnellate la produzione del 2015). Al Sud si stima un -50% che potrebbe però anche avere risultati positivi: in calo i territori più importanti come Puglia (-50%), Calabria (-53%)

e Sicilia (-52%). Al Centro la flessione è di poco superiore al 40% :Toscana -35%, Umbria -38%. Una controtendenza si palesa al Nord, rispetto allo scorso anno, con un aumento dovuto alle favorevoli condizioni climatiche (rispetto al Sud) e a un controllo più semplice nella difesa dalle malattie grazie a bacini produttivi più limitati. La Liguria in questo

scenario però scende ad un -50%. La reazione dei mercati non si è fatta attendere con tendenze rialziste dei prezzi che hanno portato in media gli extravergine a 5,52 euro al chilo già alla metà di novembre. L’esempio più lampante è quello della piazza di Bari che viaggia a 5,70 euro al chilo, quando a settembre le trattative erano su valori attorno a 3,80 euro al chilo.

OLIVO DAY

UNA PIANTA NAZIONALE Una giornata dedicata all’olivo, all’olio e al suo territorio Dalla Toscana un incontro sulla valorizzazione nazionale dei prodotti. E’ stato questo il tema della tavola rotonda svoltasi lo scorso sabato 19 novembre a Firenze, organizzata dal Comune di Firenze, dal Corpo Forestale dello Stato e da Slow Food Firenze, in occasione della giornata nazionale degli alberi. “ E’ stato un momento di confronto molto importante – afferma Filippo Ninci,

consigliere nazionale dei Periti Agrari l’olivo è il simbolo della Toscana, è l’albero per eccellenza in questa regione, è la pianta da cui ricaviamo produzioni di assoluta qualità, uno dei portabandiera dell’agroalimentare regionale”. Una reunion importante per cercare di approfondire il tema della promozione e della valorizzazione attraverso le norme in vigore; discutere del miglio-

ramento qualitativo anche nell’ottica agronomica. Ninci nei mesi scorsi ha promosso un progetto di olivocoltura innovativa che si è svolto a San Donato in Poggio, in provincia di Firenze, area particolarmente vocata per la produzione di extravergine d’oliva: il primo corso per tecnici dell’olio d’oliva. Grazie agli interventi e relazioni degli addetti ai lavori, sono stati approfondite i temi che riguardano l’innovazione e la sostenibilità in campo olivicolo, in Toscana ed in Italia.

Non c’è contraddizione tra abbattimenti, ricerca e trattamenti dei privati

Il ritrovato focolaio di Xylella fastidiosa anche in provincia di Taranto, nell’agro di Martina Franca, quasi al confine con la provincia di Brindisi, ha riaperto l’allarme nel mondo agricolo pugliese, proprio nel momento in cui gli ispettori comunitari sono in visita per verificare il rispetto della volontà di Bruxelles nella lotta al batterio. Sono importanti, a parere della Confagricoltura, le conclusioni dell’ avvocato generale della Corte Ue Yves Bot sulla validità delle misure Ue anti-Xylella che l’Italia ha applicato in Puglia, inclusa l’eradicazione delle piante. Le conclusioni dell’avvocato generale vanno nella direzione sostenuta da Confagricoltura, ovvero che “non c’è infatti nessuna contraddizione tra l’abbattimento e le ulteriori ricerche scientifiche ed i trattamenti fitosanitari preventivi”. Mentre, sebbene Bruxelles non lo specifichi, c’è il diritto all’indennizzo per chi perde le piante, a cui deve però provvedere l’Italia. “L’emergenza Xylella deve essere risolta e tutti i protagonisti devono responsabilmente svolgere la propria parte, non è più il tempo di ipotesi alternative – afferma l’Organizzazione degli imprenditori agricoli –. Occorre andare nella direzione dell’eradicazione di questo parassita per tutelare la nostra olivicoltura e la nostra agricoltura; venir meno agli obblighi della normativa danneggia tutti, favorisce l’espandersi della fitopatia, come già accaduto con l’allargamento della zona infetta”.

63


di Irene Graziotto

Con Riccardo Cotarella al timone, il WRT adotta in maniera sistematica e consistente la scienza applicata

Wine Research Team: Riccardo Cotarella

l’enologia del futuro

64


W

ine Research Team: ecco le tre parole che sintetizzano l’identità e gli obiettivi di questo gruppo di ricerca tutto italiano che ad oggi riunisce oltre una trentina di aziende lungo la Penisola. Per “Wine” si intende non solo la parte di cantina ma anche e soprattutto quella in vigna, che oggi, viste le mutate condizioni climatiche, risulta sempre più centrale e non più accantonabile: nuovi parassiti, periodi di siccità, andamenti meteorologici inusuali sono solo alcune delle sfide della viticoltura moderna. “Research” perché oggi più mai la ricerca è indispensabile per rendere l’Italia competitiva. L’ascesa di Paesi produttori come il Sud America dove vige un rapporto qualità-prezzo spesso imbattibile grazie al basso costo della manodopera rende necessario per l’Italia intraprendere una strada che punta ad una fascia premium. Infine, “Team”, una tattica troppo spesso sottovalutata in Italia che permetterebbe invece una migliore gestione delle risorse, una più rapida soluzione dei problemi e una maggiore resilienza in uno sport di squadra come è l’enologia. Capitanata da Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, la squadra del Wine Research Team annovera fra le sue fila figure del calibro di Attilio Scienza, Fabio Mencarelli, Riccardo Valentini e vede Nicola Biasi in qualità di coordinatore del progetto. Contrariamente a quanto succede spesso in Italia, avete da subito deciso di lavorare in team, adottando tale approccio collettivo

non solo nel gruppo di ricerca ma anche nelle realtà vitivinicole che seguite. Perché lavorare in Team Presidente Cotarella? “La risposta è semplicissima: l’unione fa la forza. E nel nostro caso spesso la forza è sinonimo di velocità nei risultati. Ad esempio una sperimentazione su un diradamento fatta i 35 aziende con 35 situazioni meteo e ambientali diversi ci permette di ottenere un elevato numero di risultati che, in un’azienda singola, necessiterebbero di svariate vendemmie prima di annullare i fattori esterni e capire se le tecnica è valida o meno”. Quante e quali aziende “rappresentate”? “Ad oggi le aziende sono 35: 33 italiane e due straniere, una francese e una addirittura giapponese. Sono aziende di tutte le tipologie, dalla piccola “boutique winery” di pochi ettari alla grande cooperativa sociale che produce milioni di bottiglie. Ma lo spirito è lo stesso. Crescere grazie alla scienza applicata”. Wine Research Team: quando nasce e quale è il vostro Obiettivo? “Il progetto WRT nasce nel 2012 con l’obbiettivo di riunire diverse aziende vitivinicole con un’idea e un credo comune: la ricerca come unica strada per alzare il livello qualitativo e di sostenibilità dei propri vini”. Il vostro lavoro mette al primo posto la vigna con lavori su vari fronti, primo fra tutti quello sugli induttori di resistenza. Nel dettaglio, di cosa si tratta? “Uve di qualità sono la base

di vini di qualità. Dobbiamo però anche avere un approccio migliore degli ultimi anni e quindi ridurre il più possibile gli interventi in vigneto. Gli induttori di resistenza non sono altro che sostanze naturali specifiche che riescono a stimolare le difese naturali delle viti aumentando così la soglia di resistenza alle malattie”. Vi siete concentrati anche su varietà resistenti non solo alle malattie ma anche alla siccità. Come portate avanti questo progetto? “Il progetto è basato su dei nuovi portainnesti resistenti al calcare e alla siccità. Nella prossima primavera pianteremo circa 15 ettari dal Piemonte alla Puglia con i portainnesti della serie M selezionati dal Professor Scienza. Tutto naturalmente in coppia con un identico impianto su piedi tradizionali. Solo così capiremo la reale efficacia di questa evoluzione. Il mondo dei portainnesti è fermo da cinquant’anni durante i quali ci siamo concentrati sui cloni dei vitigni dimenticandoci che sono le radici che mettono in relazione le viti con il suolo”.

che ha visto nascere il WRT. Ormai dall’annata 2012 molte delle nostre aziende hanno una linea di vini senza solfiti aggiunti. L’importanza di questo traguardo non è solo dal punto di vista salutistico ma anche da quello qualitativo. Spesso i vini lavorati con questo nostro protocollo risultano superiori a quelli tradizionali”. La ricerca è uno dei vostri punti fissi. Come riuscite a portarla avanti, anche a livello economico? “Il nostro gruppo si autofinanzia al 99%. Le aziende socie credo talmente tanto nella ricerca scientifiche che si autotassano pur di continuare a crescere ed essere sempre un passo avanti”. Quali i progetti futuri? “Il 2017 sarà un grande anno per il WRT. Un progetto molto importante è già iniziato e durante il prossimo anno inizieremo ad avere i primi risultati. L’obbiettivo, ambizioso lo sappiamo, è quello di riuscire a migliorare la longevità dei vini italiani”.•

State lavorando anche sulla riduzione dei solfiti in bottiglia. Che traguardi avete raggiunto sinora? “Questo progetto è quello Nicola Biasi

65


di Irene Graziotto

Tappi: una scelta libera,

senza compromessi T ra i settori enologici che più si sono trasformati negli ultimi anni vi è sicuramente il comparto delle chiusure. Tale panorama appare tuttavia diverso da come lo si poteva immaginare solo qualche decennio fa: se da un lato si è infatti assistito alla controffensiva del sughero, dall’altro lato, da metà anni Novanta in poi, si sono sviluppate le cosiddette chiusure alternative.

66

Sughero che elimina il sentore di tappo, canna da zucchero ma anche tecnopolimeri. Se la qualità è ormai un dato di fatto, a fare la differenza è il tipo di vino che si vuole produrre e l’estetica

L’evoluzione del sughero Lungi dall’essere in via di estinzione, il tradizionale tappo di sughero è tornato in auge grazie a tecniche innovative che l’hanno trasformato in un prodotto totalmente diverso da come era tradi-

zionalmente conosciuto. Processi innovativi e controlli sempre più serrati e precisi sono riusciti a ridurre, laddove non eliminare in maniera vera e propria, il principale problema di questa chiusura: il 2,4,6-tricloroanisolo altri-

menti conosciuto come sentore di tappo. Fra le nuove frontiere dell’avanguardia rientrano tecnologie che purificano il sughero usando la CO2 ad uno stato supercritico, a metà tra il liquido e il gassoso, e che portano alla


realizzazione di nuove chiusure tecniche in sughero microgranulo. Solitamente questi tappi contengono colle ma alcune aziende sono riuscite ad oltrepassare anche questa barriera realizzando tappi in microgranulo privi di colle come nel caso dell’azienda Supercap Srl che col proprio Supercap Nature ha creato un tappo composto da microgranulo di sughero sanificato miscelato con materiali termoplastici, la cui struttura, rispetto alle tradizionali chiusure non contiene, appunto, colle. Tanti i vantaggi di questo tipo di prodotto: nessun problema di sentore di tappo, nessuno sgretolamento al momento della stappatura, limitata permeabilità dell’ossigeno che preserva aromi e profumi del prodotto. E se i mercati esteri – America e Giappone in particolare, ma an-

che Australia e Paesi del Nord – sembrano preferire le chiusure sintetiche e a vite per i propri prodotti, per la bottiglia importata, soprattutto se italiana le cose cambiano. Infatti, come accade per gli US, il folklore rimane un fattore chiave soprattutto quando si parla di prodotto italiano; in questo caso, il tappo di sughero fa parte dell’aspettativa: se, infatti, un vino australiano con un tappo a vite è normale, quasi familiare, per un vino italiano tale chiusura potrebbe creare un certo spiazzamento, portando persino alla scelta di un’altra bottiglia. Le chiusure alternative in Italia Attualmente, nonostante le chiusure in alluminio nel mondo siano oltre sei miliardi, la percentuale di produttori italiani che le utilizzano si aggira sul 17%,

come emerso durante l’ultimo SIMEI nel workshop dell’European Aluminium Foil Association. Tuttavia il trend dell’alluminio è nettamente in crescita anche nel Belpaese, approvato grazie all’adeguamento di alcuni disciplinari e avvallato soprattutto dai millennials – la nuova generazione di consumatori nati fra gli anni ’80 e il 2000 meno soggetti al fascino dell’estetica e della tradizione. L’alluminio ha peraltro anche il vantaggi della riciclabilità, fattore sempre più importante nella decisione del consumatore, soprattutto di quello che vive nel Nord Europa e in Canada, come dimostrato anche dal successo di alcuni tappi a impronta carbonica zero immessi da poco sul mercato. Fra le tipologie più dinamiche di tappi vi sono quelle sintetiche, che arrivano a

utilizzare stampaggi a iniezione e, nelle parti a contatto col vino, materiali inerti di altissima tecnologia usati in medicina. Permeabilità all’ossigeno Tuttavia, la vera sfida per un buon tappo rimane la sua permeabilità all’ossigeno e, quindi, la sua influenza decisiva sul vino. A guidare la scelta della chiusura è quindi oggi non tanto la sua affidabilità, ormai garantita, bensì la quantità di ossigeno e le modalità con cui lo lascia passare e, solo in ultima analisi, il fattore estetico. A consentire questa libertà d’azione è anche l’estrema modernità delle linee di imbottigliamento, sempre più performanti, dotate di sensori ottici precisissimi, in grado di gestire più chiusure e adattarvisi in maniera automatica e in tempi velocissimi. •

67


The real low volume pioneer SINCE 1958

Martignani S.r.l. via Fermi, 63 Zona industriale lugo 1 48020 - S. agata sul Santerno (ra) italy T +39 0545 230 77 F +39 0545 306 64 martignani@martignani.com 68

Il vero pioniere del basso volume

A Unique Experience and Environment-Friendly Technology that pay off. Un’Esperienza Unica e una Tecnologia amica dell’ambiente che ti ripagano.

R

SINCE 1981

First in Europe / Primo in Europa

www.marTignani.com


Foto storica di uno dei primi nebulizzatori innovativi MARTIGNANI anni ’60 azionato da un trattore LAMBORGHINI 1R 26CV

Dai motori ai vini:

l’incontro fra Lamborghini e Martignani Era il 1984 quando Ferruccio Lamborghini incontrò Claudio Martignani

I

l 28 aprile 2016 sono iniziati i festeggiamenti per i 100 anni dalla nascita di Ferruccio Lamborghini. Claudio Martignani – fondatore e co-titolare col figlio Stefano della Martignani S.r.l., oggi protagonista internazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci – leggendo il libro “Ferruccio Lamborghini: la Sfida, l’Avventura, la Miura”, scritto dal figlio Tonino

Lamborghini, non ha potuto fare a meno di rivivere i momenti in cui incontrò l’Ingegnere Ferruccio Lamborghini. L’incontro avvenne nell’ultimo periodo della straordinaria vicenda imprenditoriale di Lamborghini, descritto nel capitolo “Dalla Terra alla Terra”, quando l’Ingegnere si ritirò per dedicarsi alla viticoltura e alla produzione di vini di alta qualità nell’azienda “La Fiorita” sul Lago Trasimeno. Era un pomeriggio del marzo 1984 quando Ferruccio giunse a Monte San Pietro (BO) per visitare l’azienda vitivinicola Tenuta Bissera di Bruno Negroni, titolare allora anche di un’impresa meccanica esecutrice di una speciale pompa polverizzatrice per i bruciatori Lamborghini. Ad un certo punto lo sguardo esperto di Ferruccio venne attratto dal nebulizzatore pneumaFoto del Nebulizzatore B612 1500 COMPACT ELECTROSTATIC anni 80 uguale a quelli forniti all’Azienda LA FIORITA

Ferruccio Lamborghini con la sua “MIURA” davanti al Vigneto LA FIORITA (Foto tratta dal Volume “Ferruccio Lamborghini, la Sfida, l’Avventura, la Miura”, di Tonino Lambo.jpg

tico a basso volume d’acqua che Martignani aveva fornito a Negroni già nel 1981. Colpito per la singolare conformazione della macchina, Ferruccio chiese informazioni all’amico Negroni e, saputone i vantaggi tecnici, economici ed ambientali, telefonò subito alla Martignani per un appuntamento. Arrivato a Lugo dopo meno di un’ora con la mitica Miura, venne accolto da Claudio Martignani e dopo soli 15 minuti di colloquio, firmò l’ordine di due Nebulizzatori B612 da 1500 lt con elettrostatico – l’ultimo sviluppo innovativo del periodo – capaci di trattare, ciascuno con un solo pieno di miscela concentrata, 15 ettari di Vigneto a 100 l/ha contro i 1,5 ettari trattati con un pieno dell’atomizzatore convenzionale a 1000 l/ha. Naturale giungere così presto alla conclusione dell’accordo con una persona del calibro di Ferruccio, vero talento della meccanica. Oggi,

è con un piccolo ma legittimo senso di orgoglio che Martignani può affermare di avere in parte contribuito con la tecnologia innovativa dei suoi nebulizzatori all’eccellenza e al successo anche dei vini Lamborghini tra cui il famoso rosso “Sangue di Miura” e i due nuovi vini “Centanni Rosso Umbria” e “Centanni Grechetto Umbria”.• MARTIGNANI ING. C. di Martignani Stefano & C. Srl Via Fermi 73 - Z. I. Lugo 1 48020 Sant'Agata sul Santerno (RA) Tel. 0545 23077 fax 0545 30664 www.martignani.com martignani@martignani.com

69


UNA LEZIONE DI DESIGN DALL'ACCADEMIA LUIGI BORMIOLI

70


Biemmepi,

raschiatura etichette 2.0 La macchina raschiatrice dell’azienda cuneese ha un brevetto d’avanguardia FOTO DI PAMELA BRALIA

C

ontenitore e contenuto. Ogni enologo sa bene quanto sia importante il primo per la qualità del secondo. Ercole Rivetto – il fondatore e titolare di Biemmepi Lavaggio Bottiglie – enologo lo è diventato nel 1991 ed ha deciso di reinvestire la sua esperienza al servizio del contenitore-bottiglia, dando vita alla sua azienda. Trattamento delle bottiglie e dei contenitori in genere per la vigna e la cantina; lavaggio e risciacquo con acqua osmotizzata; asciugatura e confezionatura in termopianali e termopacchi. E poi

un ampio magazzino che può funzionare anche come deposito temporaneo. Questi sono i servizi che Biemmepi offre. L’opera esclusiva che può vantare in campo internazionale è però quella della raschiatura delle etichette autoadesive. L’idea nasce direttamente in azienda. Dai primi prototipi artigianali, il progetto definitivo è maturato proprio in questo inizio 2016. La macchina per la raschiatura delle etichette utilizza una spazzolatura brevettata a getto di acqua fredda, evitan-

do qualsiasi intervento invasivo di tipo chimico o meccanico: non vengono impiegati né solventi, né tantomeno pressioni meccaniche, e la bassa temperatura di lavorazione rispetta il vino e la sua conservazione. Semplice riciclo oppure aggiornamento richiesto dall’export, l’esigenza di sostituire il biglietto da visita del vino può affacciarsi in ogni momento: Biemmepi è in grado di raschiare la vecchia etichetta con un processo automatizzato, veloce e preciso, su tutti i formati e su bottiglie vuote o piene.•

BIEMMEPI S.N.C. di Rievetto Ercole & C. Regione Pallareto, 1 12052 Neive (CN) Tel. 0173 677 575 Fax. 0173 677 575 info@lavaggiobottigliebiemmepi.com

Via Torino, 185 – 12063 Dogliani (CN) Tel. 0173 710 38 Fax. 0173 710 38 info@lavaggiobottigliebiemmepi.com

71


72


Bertolaso parla tedesco

Bertolaso parla tedesco Bertolaso parla ted

Il gruppo italiano di eccellenza tecnica e grande esperienza apre una sede operativa a Geisenheim in Germania, per garantire il migliore livello di servizioitaliano ai produttori tedeschi. tecnica e grande esperienza apre una Il gruppo di eccellenza I vantaggi dell’imbottigliamento misura non sono mai stati Il così vicini italiano di eccellenza tec sede operativa a Geisenheim insuGermania, per garantire ilgruppo migliore livello di operativa a Geisenheim in Germa servizio ai produttori tedeschi. servizio ai produttori tedeschi. I vantaggi dell’imbottigliamento su m La notizia: qualità Made in Italy e presenza locale I vantaggi dell’imbottigliamento su misura

non sono

mai statidelcosì vicini Il settore tedesco bottling si arricchisce di un riferimento internazionale. A partire da Novembre 2016 nasce Bertolaso GmbH, nuova società del Gruppo Bertolaso al servizio dei produttori locali di vino e distillati, La notizia: qualità Made succhi e craft beer. settore tedesco del bottlin La notizia: qualità Made in Italy e presenzaIl locale Attiva dal 1880 a Zimella (Verona), Bertolaso è un partner affermato perA partire da Novembre 2016 il progetto, la produzione e l’installazione di sistemi automatici per Gruppo Bertolaso al serviz imbottigliare. Impianti con del soluzioni su misura e di altalainnovazione, che cone proprie l settore tedesco gentina e Cina affermato per il progetto, succhi craft beer. si arricchisce società, il Gruppo consolida e l’installazione propongono bottling nel mondo le qualità produzione del migliore Made in Italy — più un riferimento inter- èdioggi di assistenza sistemi automatici per ora l’attività dell’80% dei di macchinari realizzati destinato all’export. Attiva dal 1880 a Zimella (V con una sede nazionale. A partire da imbottigliare. Impianti con in Germania il progetto, laaproduzione e l Novembre 2016 nasce Ber- soluzioni su misura e di alta Geisenheim, cuore della reGià operativo in Spagna, Argentina e Cina con proprie società, il Gruppo imbottigliare. Impianti co tolaso GmbH, nuova società innovazione, che propongono gione vitivinicola del Rheinconsolida ora l’attività di assistenza in Germania con una sede a prestigiosa nel mondo le q del Gruppo Bertolaso al ser- nel mondo le qualità del gau e centropropongono della Geisenheim, cuore della regione vitivinicola del Rheingau e centro della dei macchinari rea enologica Hochvizio dei produttori locali migliore Made in Italy — università dell’80% prestigiosa università enologica Geisenheim. più dell’80% dei macchinari schule Geisenheim. di vino e distillati, succhi eHochschule realizzati è oggi destinato Quale scelta Già craft beer. migliore di una lo-in Spagna, Arg operativo Attivamigliore dal 1880 adiZimella (Ve- all’export. calitàlanota anche come WeinQuale scelta una località nota anche come Weinstadt, “città del consolida ora l’attività d Già operativo in Spagna, Arrona), Bertolaso è un partner stadt, la “città del vino”?• vino”? Geisenheim, cuore della re prestigiosa università enolog

I

Bertolaso, perfezionisti della flessibilità Bertolaso, perfezionisti della

Bertolaso GmbH Chauvignystr 17 Geisenheim – 65366 Germany

flessibilità

Quale scelta migliore di una vino”?

Il marchio si concentra così sull’esigente mercato tedesco, ricco di produttori con Il marchio si concentra così sull’esigente mercato tedesco, ricco di produttori con dimensioni e esidimensioni esigenze differenti. Non—settore solo i vini —settore in cuiè la 4° genzee differenti. Non solo i vini in cui la Germania 4°Germania produttore èeuropeo— ma liquori, produttore europeo— ma liquori, bevande e birre artigianali: specialità di alto bevande e birre artigianali: specialità di alto valore commerciale, che rendono valore necessari metodi di Bertolaso, perfezionisti commerciale, che rendono necessari metodi di imbottigliamento capaci di preservare imbottigliamento capaci di preservare al meglio le qualità dei prodotti. al meglio le qualità dei prodotti. Grazie al livello di competenze raggiunto, Bertolaso può proporre ai diversi clienti soluzionisibasate Il marchio concentra così sul Grazie alsulle livello competenze raggiunto, può proporre ai diversi clienti lorodirichieste specifiche, anche Bertolaso le più speciali, offrendo impianti custom-made sviluppati a dimensioni e esigenze different soluzioni basate sulle loro richiestedispecifiche, anche lecreate più speciali, offrendo partire dalle tante tecnologie ultima generazione internamente. Proprio questa flessibilità produttore europeo— ma liquo impiantiprogettuale, custom-made sviluppati a partire dalle tante tecnologie ultimahanno portato Bertolaso a una continua spinta all’innovazione unita alla cura di tecnica, commerciale, che rendono nec generazione create internamente. Propriodell’ingegneria questa flessibilità progettuale, una eccellere in molti settori specialistici di precisione. al meglio le qualità dei prodott continua spinta all’innovazione unita alla cura tecnica, hanno portato Bertolaso a Grazie al livello di competenze eccellere in molti settori specialistici dell’ingegneria di precisione. soluzioni basate sulle loro richi impianti custom-made svilupp generazione create internamen continua spinta all’innovazione eccellere in molti settori specia T 06722-9192978 F 06722-9192976 info@bertolaso.com www.bertolaso.com

73 Bertolaso GmbH

T 06722-9192978


Scotton Spa

presenta Matelassè Cuoio

L

o straordinario assortimento di scatole per bottiglie della Scotton Spa, centinaia di modelli e formati in oltre 40 versioni fra colori e lavorazioni, si arricchisce di una nuova, meravigliosa collezione: Matelassé Cuoio. Scatole per ogni tipo di confezione regalo, nei formati standard per le bottiglie, sempre disponibili e perfette per le occasioni speciali. Un colore caldo ed elegante, una lavorazione esclusiva e inconfondibile,

74

sinonimo di ricercatezza e stile; queste le caratteristiche della nuova linea. Tutti i prodotti sono realizzati in Italia secondo la filosofia di un’azienda che fa della qualità ed unicità, il proprio marchio inconfondibile. Scotton Spa, da oltre quarant'anni, è leader nel campo del packaging: azienda in costante espansione, con crescenti affermazioni nei mercati italiani e esteri, sa coniugare esperienza, sperimentazione ed avanguardia tecnologica. L’intera filiera produttiva ri-

porta ad un processo di sviluppo del prodotto completamente interno all’azienda, che inizia con l’idea del disegno, per proseguire con la sperimentazione, seguita dalla stampa e dai diversi momenti di lavorazione, per arrivare allo stoccaggio e alla consegna. Un controllo totale della produzione che asseconda il raggiungimento dei più elevati standard qualitativi, celebrando Scotton come ambasciatore del valore e del prestigio del Made in Italy nel mondo.•

Una lavorazione esclusiva che va ad arricchire l'assortimento dell'azienda SCOTTON S.p.a Via Vallina Orticella, 1 31030 BORSO DEL GRAPPA TREVISO (TV) Tel. 0423 913300 Fax 0423 913399 www.scotton.it scotton@scotton.it


Prorogato al 17 marzo 2017 il premio Laura Menozzi

I

mportante novità sul Premio Laura Menozzi: in via eccezionale, al fine di estendere il più possibile l’opportunità di partecipare al concorso, è stato prorogato al 17 marzo 2017 il termine per l’invio dei progetti. Il concorso è stato istituito da AEB, azienda italiana leader nelle tecnologie e nelle biotecnologie per l’industria enologica, e premierà la migliore innovazione del settore conferendo al vincitore una somma di 10.000 euro. Il bando è intitolato a Laura Menozzi, una persona che ha dedicato la sua vita ad AEB, contribuendo a farla crescere fino a diventare un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. Tutti i progetti dovranno riguardare un’innovazione tecnologica o biotecnologica destinata all’utilizzo in ambito enologico. Il fine è quello di valorizzare l’operato dei professionisti, con particolare attenzione ai giovani e alle università. Si tratta an-

che di un’opportunità per fare importanti passi in avanti nella ricerca di settore. La partecipazione è gratuita ed è aperta ad aziende, liberi professionisti, istituti di ricerca, università e scuole superiori appartenenti all’ambito agrario-enologico e provenienti da qualsiasi Paese. È possibile candidarsi individualmente o in gruppo, ma in entrambi i casi è prevista la presentazione di una sola sperimentazione. Una giuria di esperti, composta da nomi di spicco nel campo dell’enologia e della tecnologia alimentare, selezionerà il progetto vincitore, che riceverà anche larga diffusione sugli organi di stampa a livello mondiale. La premiazione avverrà in occasione del Vinitaly, la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino, che si terrà a Verona dal 9 al 12 aprile 2017. Tutte le informazioni per partecipare al concorso sono disponibili sul sito ufficiale www.aeb-group.com.•

75


76


Belbo Sugheri,

un’azienda all’avanguardia Al via il nuovo progetto di ampliamento e automazione

M

igliorarsi costantemente per garantire la qualita’ finale del prodotto: e’ l’ ottica con cui si lavora alla Belbo Sugheri, azienda nata nel 1990 da un progetto di Paolo Araldo ed oggi guidata dal figlio Jacopo. Questo e’ il motivo per cui la Belbo Sugheri ha investito negli anni ed in modo costante molte risorse nello sviluppo e nel controllo delle varie fasi di lavorazione, ampliando e rinnovando costantemente lo

stabilimento, sito in Calamandrana, che oggi ospita macchinari di ultima generazione per la marcatura ad induzione e per il trattamento dei tappi. A meno di 10 anni dall’inaugurazione della sede in regione San Vito a Calamandrana, parte un nuovo e ambizioso progetto di ampliamento della stessa che raddoppierà entro un anno la superficie coperta dell’azienda. I nuovi capannoni ospiteranno nuova macchine timbratrici e il reparto completamente automatizzato per il conteggio ed imballaggio dei tappi. Uno sviluppo importante, reso possibile dall’ampliamento di mercato che la Belbo Sugheri è riuscita ad ottenere sul territorio italiano per tutta la gamma dei suoi tappi e per la gamma dei tappi Diam e Mytik.

Belbo Sugheri e’ infatti l’ unico centro di finitura in Italia dei tappi DIAM nonché distributrice degli stessi su tutto il territorio nazionale con il gruppo PAOLO ARALDO; dall’ inizio della sua attivi-

BELBO SUGHERI SRL Regionale San Vito 90 P Calamandrana (AT) Tel. 0141 75793 Fax 0141 75734 www.belbosugheri.it info@belbosugheri.it

ta’ ad oggi ha saputo essere all’altezza dell’ elevato standard qualitativo richiesto dalla Diam Bouchage, operando secondo rigidi protocolli di lavorazione e controllo imposti dalla casa madre.• Dal 2011 Belbo Sugheri ha intrapreso una partnership con un azienda sarda, con lo scopo di produrre tappi in sughero naturale, sperimentando nuove tecniche di purificazione/sterilizzazione del sughero. Questa iniziativa permette alla Belbo Sugheri di essere attiva in tutte le fasi della filiera assicurando una tracciabilita’ completa, controllata e garantita dei propri tappi. BELBO SUGHERI È CERTIFICATA

ISO 22000:2005

77


LEGGERE

STORIA MODERNA DEL VINO ITALIANO Appassionante viaggio all'interno del mondo enologico

TAPPI

LA CANNA DA ZUCCHERO CONVERTE LA LUCE IN SACCAROSIO. E I CINICI IN CREDENTI Forte della piccola grande rivoluzione attuata nel mondo delle chiusure, Nomacorc è pronta ora per la sua sfida più grande: convertire gli scettici. Green Line è un prodotto innovativo, in grado di tenere testa e persino superare le prestazioni delle chiusure tradizionali. Prima, infatti, le chiusure alternative non erano considerate valide come il sughero naturale e rappresentavano il compromesso che si doveva accettare per la carenza di sughero naturale. Ora lo scenario è però cambiato. Green Line di Nomacorc è una gamma di chiusure all’avanguardia, ricavate dalla canna da zucchero e in grado di offrire, sia dal punto di vista estetico che della performance, le garanzie di cui abbisognano i vini, anche i più longevi. Venature, colore e grana del tappo ricordano il sughero, mentre consistenza e struttura del coestruso, ricavato dai polimeri della canna da zucchero, permettono di avere un controllo totale del trasferimento di ossigeno che passa al vino. Questo consente di avere bottiglie della stessa partita con un profilo organolettico perfettamente coerente e di poter gestire, sempre con la stessa garanzia ed efficacia, lo sviluppo organolettico di un vino nel tempo.

NOMACORC- ITALIA Via L. Dalla 3B Centro Direzionale Summano, torre A, p. 5° - 36015 Schio (VI) Tel. +39 0445 1656521 - Fax +39 0445 1656136 info@nomacorc.be - it.nomacorc.com

78

Imperdibile per tutti gli appassionati ed amanti del vino il volume Storia moderna del vino italiano, a cura di Walter Filiputti. Dedicato ai viticoltori (in particolare a Luigi Veronelli, “il filosofo del vino italiano”), l'opera racconta per la prima volta l'affascinante storia, tutta italiana, del vino, che ha visto la trasformazione di semplici viticoltori in imprenditori di successo, evidenziandone, al tempo stesso, la capacità di innovazione: dall'enologia alla viticoltura, dal modello di gestione al marketing e alla comunicazione. Il volume è suddiviso in tre parti e propone un appassionante viaggio all'interno del mondo enologico, dagli anni Sessanta ai giorni nostri, arrivandone a toccare aspetti diversi e spesso sconosciuti: dal cosiddetto Rinascimento italiano del vino al paesaggio vitivinicolo, dalla cucina italiana nel mondo all'ingresso nei mercati internazionali, dalle bottiglie ed etichette d'autore alle cantine. Ad ogni azienda protagonista di questo racconto viene dedicata una scheda illustrata comprensiva della storia della casa vinicola e dei vini più rappresentativi. (f.t.)


79


80


81


LL Communication

Palletways: anche a Natale, un servizio di trasporto coi fiocchi. Palletways, l’unico Network di trasporto espresso di merce su pallet che offre per tutti i servizi Premium a livello nazionale il Servizio Garantito: il rimborso delle spese di trasporto in caso di consegna in ritardo* della spedizione grazie alle sue 95 Concessioni e 3 Hub in Italia. Il gruppo Palletways, con una copertura di 400 Concessionari e 12 Hub in 20 Nazioni, è il leader in Europa del trasporto espresso di merce pallettizzata. Palletways augura a tutti Buone Feste! *Unico obbligato e responsabile nei confronti del Cliente per l’adempimento del Servizio Garantito è il concessionario Palletways che ha stipulato il contratto di trasporto.

Il Network espresso per merce pallettizzata Trova il tuo Concessionario di zona su

82

© Palletways Europe GmbH

www.palletways.com


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.