I Grandi Vini - Settembre/Ottobre 2017

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Alto Adige TENUTA HANS ROTTENSTEINER PAG. 26

Lombardia MONSUPELLO EREDI PAG. 35

Campania IL VERRO PAG. 33

Basilicata CANTINA DI VENOSA PAG. 29 Basilicata Alto Adige CANTINA LAIMBURG PAG. 25

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LAGALA S.R.L. PAG. 30


Sardegna ARGEI LE FATTORIE RENOLIA SRL SOCIETÀ AGRICOLA PAG. 43 Molise CAMPI VALERIO PAG. 38-39

Veneto CANTINA DI CUSTOZA PAG. 49

Molise VINI FLOCCO PAG. 37

Piemonte SOC. AGR. TENUTA LA TENAGLIA S.R.L. PAG. 41

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Anno XIII • Numero 98 • Settembre Ottobre 2017 www.igrandivini.com In copertina Filippo Bartolotta

Editore Cluster Editori Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 Direzione e Redazione Strada Massetana Romana 58/b - 53100 Siena (Italia) Tel. 057745561 Fax 0577270774 - info@igrandivini.com Direttore Responsabile Giovanni Pellicci Direttore Editoriale Fabrizio Barbagli Traduzioni a cura di Mariavera Speciale Hanno collaborato a questo numero Stefania Abbattista, Barbara Amoroso, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Chiara Martinelli, Giulia Montemaggi, Tommaso Nutarelli, Enea Silvio Tafuro Art Director Linda Frosini Stampa Petruzzi – Via Venturelli, 7 Città di Castello (PG)

Concessionaria Pubblicità Cluster Editori Strada Massetana Romana 58/b 53100 Siena (Italia) Tel. 0577 45561 – Fax 0577 270774 info@clustereditori.it Account

Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@clustereditori.it Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Francesca Droghini – f.droghini@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Giulia Montemaggi - g.montemaggi@clustereditori.it Stefania Russo - s.russo@clustereditori.it Giulia Spolidoro - g.spolidoro@clustereditori.it

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L'operazione verità funzionerà?

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in Francia lo scenario è simile. In questo momento, a fronte di un innalzamento del grado zuccherino, riscontriamo comunque un’altissima acidità. E questo è molto anomalo”. Cotarella ha parlato chiaro, chiarissimo. Inutile illudersi. Beh, con l’estate che abbiamo vissuto era difficile immaginarsi il contrario. Ma la novità è, appunto, nelle parole. Cotarella è andato al sodo, senza tanti fronzoli, probabilmente per sollevare un problema che inevitabilmente è ora di affrontare, sia dal punto di vista politico/istituzionale che scientifico/produttivo. Il clima non sta cambiando. E’ cambiato. Con questo non siamo dei maghi e non possiamo dire con certezza che anche la prossima sarà un’estate torrida come la 2017 ma è evidente che le condizioni meteorologiche sono mutate in modo tale che è necessario correre ai ripari, individuare dei correttivi, stanziare delle risorse per approfondire studi e ricerche in grado di dare risposte e quindi applicare scelte utili a fronteggiare il problema. Se ne sono lette già alcune: porta innesti a minore consumo idrico; vitigni resistenti; nuove sistemi di irrigazione; ecc. Sicuramente ne leggeremo sempre di più, anche perché il tema fa notizia ovviamente, ma occorrerà farlo non per spot ma in modo sistemico. La mia riflessione nasce quindi dal fatto che numerosi addetti ai lavori, compresi quelli dediti alla comunicazione quindi noi compresi, si sono interrogati circa l’opportunità delle affermazioni di Riccardo Cotarella. Della se-

rie, fa bene questo catastrofismo al vino italiano? E’ il caso di diffondere tanto pessimismo su di un mercato che invece vive di ottimismo e che basa la logica del prezzo sulla qualità? Il mercato come la prenderà? Secondo me Cotarella ha fatto bene a parlare chiaro. Troppo spesso rifiutiamo la verità e la chiarezza in ogni ambito. Ed in questo caso, visto che parliamo di uno dei prodotti principi del made in Italy d’eccellenza nel mondo che da anni professa la qualità quale suo fiore all’occhiello, è stato giusto non nascondere sotto il tappeto i fatti. Detto questo il delinearsi dei prossimi scenari non dipenderanno tanto dal tono delle parole di Cotarella ma da altri fattori. Uno di questi è sicuramente il fattore prezzi – i quali sono destinati ad essere piuttosto alti rispetto al 2016 – e, successivamente, quello dell’export visto che l’Italia metterà in bottiglia poco meno di 40 milioni di ettolitri di vino, teoricamente pochi per placare la sete enoica mondiale. Senza dimenticare un altro elemento che, già in questo ultimo scorcio di 2017, rischia di avere ripercussioni sulle nostre esportazioni: ovvero l’Euro più forte del dollaro. Ciò significa i nostri competitor potrebbero essere favoriti quando determinati nostri clienti andranno a compilare ordini di acquisto. Staremo a vedere, intanto concentriamoci sul fondamentale lavoro in cantina che potrà contribuire a trarre comunque il massimo possibile da questa complicata annata 2017.•

Giovanni Pellicci Direttore Responsabile

EDITORIALE

N

ell’estate più calda di sempre che ci siamo lasciati, faticosamente, alle spalle ne abbiamo lette di ogni genere. Il tema della vendemmia e le sue previsioni hanno tenuto banco nelle settimane tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, con analisi, valutazioni, previsioni, commenti, dati e report di varia natura. Mai come quest’anno però il profilo è stato basso. E’ infatti su di un approccio comunicativo, probabilmente inedito o comunque raro a mia seppur breve memoria, che voglio riflettere e ragionare con voi. Quello di Riccardo Cotarella, numero uno di Assoenologi, il quale dopo una prima previsione dell’Associazione già piuttosto critica sul quantitativo di uva che l’Italia riuscirà a raccogliere nell’annata 2017, ha fatto discutere per le sue parole. “Parlare di questa stagione mi mette tanta tristezza. Ad oggi (era il 1° settembre 2017, nda) la vendemmia registra dati negativi in tutte le regioni e la situazione è ancora più pesante del -24% che abbiamo stimato qualche giorno fa (fine agosto 2017, nda). Aborro quando sento alcuni colleghi parlare di annata del secolo, è un’annata povera anche sul piano qualitativo: gli enologi non devono seguire logiche di mercato né cercare di indorare la pillola, non è utile per nessuno. Il mio non è un de profundis e sono tutto meno che catastrofista - ha aggiunto il presidente degli enologi italiani -, ma la situazione è questa e vi posso garantire che in Spagna e


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di Marina Ciancaglini

20

14 FACCIA @ FACCIA CON…FILIPPO BARTOLOTTA

56 NEWS BIO & GREEN I VINI NATURALI VERSO DELLE REGOLE COMUNI

CHEF • FULVIETTO PIERANGELINI

SOMMARIO 6 L’EDITORIALE 10 ULTIME DAL MONDO DEL VINO 12 LA POLITICA NEL VINO VENDEMMIA SCARSA, PREZZI ALTI 13 THE WINE TROTTER • L’OLANDA 14 FACCIA @ FACCIA CON…FILIPPO BARTOLOTTA 16 L’INCHIESTA • LE STRADE DELLA SOSTENIBILITÀ 20 CHEF • FULVIETTO PIERANGELINI 22 BEST PRACTICES PERCHÈ SCEGLIERE GLI AUTOCTONI 23 SOCIAL WINE • INFOGRAFICHE CHE PASSIONE! 24 ANCHE IN ALTO ADIGE È VENDEMMIA ANTICIPATA 25 CANTINA LAIMBURG ELYÒND, LA MAGIA DELL’ALTO ADIGE 26 VINI ROTTENSTEINER: L’ARTE DI FARE VINO 27 VALLE D’AOSTA: LA VALLE DELLA QUALITÀ E DELLA TIPICITÀ 28 VENDEMMIA BASILICATA: DANNI A MACCHIA DI LEOPARDO 29 CANTINA DI VENOSA • VITICOLTURA SOSTENIBILE 30 MARIO DE BERNARDI E L’AQUILA DEL VULTURE 32 ALFREDO BUONANNO • FENOMENO DI SOMMELIER 33 IL VERRO: PUNTIAMO SUGLI AUTOCTONI 34 COME SARÀ IL FRANCIACORTA NEL 2027? 35 METODO CLASSICO E I GERMOGLI MONSUPELLO 36 LA FIN TROPPO CALDA ESTATE MOLISANA 37 FLOCCO, QUANDO UN VINO SI CHIAMA PER NOME 38 CAMPI VALERIO • OPALIA, OLTRE 2.000 VENDEMMIE IN BOTTIGLIA

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40 LA BARBERA D’ASTI E IL BOCUSE D’OR, UNA SINERGIA DI INTENTI TRA CIBO E VINO 41 TENUTA LA TENAGLIA • TIPICITÀ PIEMONTESE, VISIONE INTERNAZIONALE 42 LA VENDEMMIA IN SARDEGNA 43 FATTORIE RENOLIA • VINI ARGEI, ECO DI TEMPI PASSATI 44 VENDEMMIA 2017: PARLA IL CONSORZIO DEL CHIANTI 48 LA VITICOLTURA EROICA DEL PROSECCO SUPERIORE 49 CANTINA DI CUSTOZA • COMPOSIZIONE VARIEGATA, QUALITÀ UNICA 51 PELLICOLE DI GUSTO 52 FIERE IN CALENDARIO 54 FOOD AND BEVERAGENDA 56 NEWS BIO & GREEN • I VINI NATURALI VERSO DELLE REGOLE COMUNI 57 TENDENZE SPARKLING 58 A TUTTA BIRRA 59 EXTRAVERGINE NEWS 60 DISTILLATI & CO. 62 VIGNA E CANTINA • PRECISIONE ED EFFICIENZA AL SERVIZIO DEL VIGNETO 67 CORDENONS A SIMEI-DRINKTEC 2017 69 LI CAUSI • DAL 1863 MASTRI BOTTAI 71 MEIKO ITALIA • LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA DEGUSTAZIONE 72 ORIGINE BY DIAM®, L’INNOVAZIONE AL SERVIZIO DELLA NATURA 73 NEWS TECNICHE DALLE AZIENDE


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VENDEMMIA/DATI

LA VENDEMMIA PIÙ COMPLICATA DEGLI ULTIMI ANNI Nonostante le difficoltà stagionali, l'Italia resta il primo Paese produttore di vino con circa 40 milioni di ettolitri E' uno scenario in continuo mutamento e soggetto ad oscillazioni che già in queste settimane e giorni si sono verificati. Il quadro definitivo potremo averlo solo ad operazioni definitivamente chiuse ma è doveroso pubblicare il riepilogo completo del (sempre più faticoso) lavoro previsionale, diffuso da Unione Italiana Vini e Ismea per l'Osservatorio del Vino ad inizio settembre. La fotografia evidenzia una netto calo quantitativo che dovrebbe attestare la vendemmia 2017 intorno ai 40 milioni di ettolitri, oltre il 25% rispetto al 2016. In attesa di un quadro definitivo, vediamo il report regione per regione ed il relativo confronto con l'anno passato.

Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Liguria

2016

2017*

Var. % 17*/16

2.549.079

1.849.357

-27,5%

20.700

13.973

-32,5%

1.473.021

1.067.940

-27,5%

69.402

52.052

-25,0%

.213.028

1.062.006

-12,5%

10.144.754

8.374.494

-17,5%

Friuli Venezia Giulia

1.856.412

1.643.482

-11,5%

Emilia Romagna

7.856.999

5.892.749

-25,0%

Toscana

3.025.044

2.041.905

-32,5%

741.000

481.650

-35,0%

Trentino Alto Adige Veneto

Umbria Marche

956.004

693.103

-27,5%

Lazio

1.543.406

1.041.799

-32,5%

Abruzzo

3.948.370

2.763.859

-30,0%

249.540

187.155

-25,0%

Campania

1.285.597

1.125.412

-12,5%

Puglia

9.635.925

6.745.244

-30,0%

86.189

58.609

-32,0%

638.211

478.658

-25,0%

6.041.976

3.927.284

-35,0%

803.730

522.425

-35,0%

54.140.403

40.023.154

-26,1%

Molise

Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA

*Stime ISMEA/UIV al 3/9/2017; la variazione è calcolata all’interno di una forbice che prevede un max e un minimo; 2016: elaborazioni Ismea su dato Istat

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VENDEMMIA/SCENARIO

IL CONSORZIO CHIANTI SCRIVE AL MINISTRO MARTINA Le richieste di sostegno dei produttori chiantigiani dopo un'annata molto complicata Siccità e sostegno al reddito per le imprese, sburocratizzazione, registro telematico e ex voucher. Il Consorzio Vino Chianti ha preso carta e penna per scrivere al Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e fare le sue richieste dopo un'annata molto complicata. “I viticoltori stanno lavorando con la grande difficoltà, come non accadeva da decenni. La qualità è garantita, ma in alcune zone abbiamo registrato cali di produzione del 50% - spiega Giovanni Busi, Presidente del Consorzio -. Abbiamo chiesto al Ministro di gestire questa situazione con interventi straordinari. A rischio ci sono gli investimenti delle imprese e i posti di lavoro. Abbiamo raccolto le richieste dei viticoltori, proponendo anche delle soluzioni. Il nostro vuole essere un contributo costruttivo, per risollevare un settore fondamentale per la nostra economia”. Come primo intervento per dare ossigeno alle aziende viene richiesta una moratoria sui pagamenti alle banche, Enti previdenziali e detassazione fiscale. “Data l’eccezionalità del fenomeno - si legge nella lettera - a nulla servono i normali strumenti oggi in essere, come l’assicurazione agevolata, ma occorre almeno una moratoria della situazione debitoria delle aziende nei confronti degli istituti bancari, degli enti previdenziali e la detassazione fiscale 2017 per riportare i bilanci aziendali alla normalità nel medio termine”. Affinché non si ripetano situazione di tale gravità si richiede anche una nuova gestione delle risorse idriche disponibili, sviluppando una rete di bacini strategica e incentivando aziende agricole o Enti a realizzarli.

PROGETTI

E' NATO IL MASI WINE DISCOVERY MUSEUM Il bellissimo spazio che valorizza la storia della famiglia Boscaini si trova a Lazise, sul lago di Garda Trasformare la cultura del vino in emozione ed esperienza sensoriale per il visitatore, attraverso un percorso narrativo che eleva la storia di un brand a paradigma della civiltà millenaria della vitivinicoltura italiana. È il Masi Wine Discovery Museum, il nuovo spazio espositivo tutto dedicato alla scoperta del vino, appena nato a Lazise, sul Lago di Garda e fortemente voluto da Sandro Boscaini. “Masi – ha spiegato Sandro Boscaini - si è sempre contraddistinta sul territorio, ma non solo, per il forte impegno nella divulgazione della cultura del vino italiano. E il Wine Discovery Museum chiude il cerchio arricchendo di ulteriori valori didattici ed emozionali Tenuta Canova, dove vino e cibo narrano l’arte antica del “saper fare qualità”. Si dà vita così a nuova forma di fruizione turistica emozionale e sensoriale. Il Museo trae origine dalla storia della famiglia Boscaini, giunta alla 7^ generazione, ma oggi viene consegnato alla memoria collettiva, come esempio tangibile della cultura della vite e del vino nelle nostre terre”. Nelle sale espositive del Masi Wine Discovery Museum sono tracciati tre percorsi: dalla terra all’uva, dall’uva al vino, dal vino alla tavola. Clima, terreno, varietà dell’uva sono i temi rappresentati con pannelli descrittivi e fotografici e con un viaggio satellitare dal cielo alla terra per scoprire dove Masi ha portato e diffuso le proprie competenze viticole, dalla Valpolicella al Lago di Garda; dal Trentino a Valdobbiadene (TV); dal Friuli alla Toscana fino all’Argentina, integrato con riprese dal drone dei vigneti più significativi.


BUROCRAZIA

HA VINTO LA FIVI: STOP ALLA DICHIARAZIONE DI GIACENZA CARTACEA con il Mipaaf e Icqrf, ha deliberato che otterrà il dato direttamente dal database del Sian, evitando così un inutile doppione. “Siamo molto soddisfatti di questo risultato - dichiara Matilde Poggi, presidente Fivi – e siamo grati al Direttore di Agea per aver voluto accogliere le nostre richieste. Ci tengo a sottolineare che questa è una vera semplificazione che va a vantaggio di tutti i produttori di vino italiani, piccoli, medi e grandi. Stupisce vedere come Fivi, che rappresen-

Della serie anche i piccoli si incavolano. Scongiurata da Agea la disobbedienza civile minacciata dalla Federazione presieduta da Matilde Poggi La Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) aveva alzato la voce. Minacciando plateali forme di protesta nel caso in cui la richiesta di rinunciare alla compilazione di giacenza in cartaceo non fosse stata accolta. Ma Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), d'intesa

ta i piccoli vignaioli indipendenti, sia stata l’unica ad avere il coraggio di muoversi in questo senso. Nessun'altra associazione di categoria ha ritenuto opportuno alzare la voce per chiedere di cancellare questo adempimento ormai inutile visto il passaggio al sistema telematico di tenuta dei registri”. La circolare di Agea prevede che la dichiarazione da inviare sul portale è considerata direttamente assolta se le imprese vitivinicole hanno effettuato la chiusura telematica del registro di cantina entro l’11 settembre 2017.

Produttori in primo piano SICILIA

PAXMENTIS, IL NUOVO SYRAH DI TENUTE ORESTIADI Un vino figlio della Valle del Belìce Cosa accade quando i quattro elementi naturali si incontrano a Gibellina? Ne nasce PaxMentis, un Syrah da uve leggermente appassite. PaxMentis di Tenute Orestiadi è un vino naturalmente frutto di una Terra custode del nutrimento della pianta che da essa trae linfa vitale per svilupparsi sana e rigogliosa; un rosso scaldato dal Fuoco del sole che accarezza i grappoli migliori dando vita al lento processo di appassimento; un nettare sfiorato dall’Acqua, che come una madre accompagna il figlio, lentamente evapora permettendo al bouquet floreale di esprimersi appieno; e infine sussurrato dall’Aria, fedele compagna di viaggio per la Sicilia, che con le sue brezze controllate, nel silenzio della fruttaia, conclude il delicato processo di appassimento delle uve. Quattro elementi per dare vita a un vino rosso intenso dalle tonalità purpuree accese e complesse. Un impenetrabile aspetto che si apre olfattivamente a una miscellanea di note di frutti rossi dolci appena raccolti, prugna, ciliegia sotto spirito, vaniglia. Austero in bocca dal finale intrigante. Un vino elegante grazie anche ai 12 mesi di affinamento in legno, che lo elevano in complessità e piacevolezza. TENUTE ORESTIADI Viale Santa Ninfa - 91024 Gibellina (TP) Tel: +39 092469124 - Fax: +39 0924 69765 enoturismo@tenuteorestiadi.it www.tenuteorestiadi.it

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Vendemmia scarsa,

prezzi alti

Con un raccolto intorno ai 40 milioni di ettolitri, inevitabili i rincari. Ma, senza allarmismi, converrà concentrarsi sulle contromisure da introdurre per fronteggiare un cambiamento climatico ormai evidente

A

l netto dei numeri esatti che la vendemmia 2017 porterà a casa, è indispensabile aprire una riflessione, senza allarmismi, sul rapporto tra il vino ed il clima che cambia. I circa 40 mila ettolitri di vino di questo raccolto diventeranno una consuetudine? La parola spetta agli esperti: gli scienziati hanno affermato che non dovrebbero essere le punte estreme del cambiamento climatico a preoccuparci quanto le medie. Annate disgraziate – come la 2017 evidentemente è - nel senso della siccità o dell’eccesso opposto, sono sempre accadute con cadenza lunga. Preoccupano di più quei due gradi di aumento delle temperature medie complessive. Senza tralasciare i violenti episodi atmosferici con cui stiamo purtroppo cominciando a convivere. Questo quindi è un punto di partenza che invita ad una riflessione che deve evidentemente andare

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ad affrontare anche il tema dei prezzi, perché quest’anno con poche uve in cantina, inevitabilmente saliranno. “Il nostro Paese è un insieme di realtà che hanno vissuto in modo completamente differente il bizzarro andamento stagionale di quest’annata – ha detto il Presidente di UIV Ernesto Abbona in occasione dell’appuntamento annuo con le previsioni vendemmiali di Uiv e Ismea-. I cambiamenti climatici su scala globale stanno incidendo in maniera determinante anche sulle pratiche viticole delle nostre aziende; alcuni parametri climatico-ambientali e produttivi si stanno modificando, mettendo in difficoltà i sistemi consolidati di misurazione previsionale dell’andamento produttivo. Nonostante un calo produttivo stimato del 26%, secondo le previsioni rimaniamo sopra i 40 mln di ettolitri, confermando il primato produttivo mondiale del nostro Paese davanti a Spagna (38,4 mln) e

Francia (37,2 mln)”. “Oggi più che mai siamo consapevoli che i cambiamenti climatici incidono in modo sempre più determinante sul settore agricolo e vitivinicolo in particolare - commenta il viceministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero di conseguenza l’innovazione e la cura professionale dei vigneti consentono una maggiore competitività, assicurando maggiori ricavi a tutti gli attori della filiera ed è in questa direzione che dobbiamo continuare ad operare. Il Governo farà la sua parte per sostenere le aziende: pensiamo al Fondo di Solidarietà Nazionale, e ad interventi specifici. In prospettiva la fluttuazione dei prezzi è un tema decisivo, e servono garanzie per le imprese”. “L’export del vino italiano commenta Raffaele Borriello, direttore generale Ismea – prefigura, ad oggi, la possibilità di raggiungere la soglia dei 6 miliardi di euro entro la fine del 2017. È necessario, tuttavia, non trascurare la

di Giovanni Pellicci

portata degli effetti dei cambiamenti climatici sui redditi degli agricoltori, proponendo anche per il settore del vino sperimentazioni e strumenti innovativi per la gestione dei rischi a tutela del ricavo aziendale”.    “La flessione produttiva – aggiunge Abbona - ci sprona a lavorare con maggior decisione per incrementare il valore del prodotto e delle nostre esportazioni. I primi mesi del 2017 segnano un recupero del prezzo medio a litro che, però, ancora non basta: dobbiamo cogliere il trend di ripresa di questi mesi per migliorarlo ulteriormente, anche per rispondere in maniera adeguata al generale aumento dei prezzi dei vini all’origine registrato nelle diverse aree del Paese, che aiuta a stabilizzare la sostenibilità economica di tutti gli anelli della filiera. È chiaramente presto per fare proclami, ma mantenendo questo ritmo di crescita a fine anno si potrebbe superare la soglia dei 21 milioni di ettolitri”. •


T he Wine Trotter di Marina Ciancaglini

L’Olanda

con il bicchiere in mano

Non più solo il prezzo ma anche una crescente attenzione per la storia e per la diversità del patrimonio enologico: ecco le principali tendenze

S

icuramente l’Olanda non si può annoverare tra i principali sbocchi del “vecchio mondo” per il vino ma la sua contiguità con il Belgio e la Germania lo rendono permeabile a stili e tendenze dei Paesi più maturi. Quindi, anche in quest’area dei Paesi Bassi si delineano usi e consumi del vino di un mercato in crescita e di interesse anche per i vini italiani. Fabio Zanzucchi, intermediario nel settore dell’export per molte aziende vinicole nazionali ne delinea le principali caratteristiche. Quali sono i principali trend sul gusto e sui consumi che riscontri in Olanda?

“ Basandomi sulla mia esperienza mi pare che gli Olandesi privilegino vini non eccessivamente pesanti o strutturati, dal tatto vellutato o setoso e dotati di sufficiente freschezza. Va detto comunque che il grosso del mercato del vino si muove nel canale della grande distribuzione - circa il 75% in volume -, su una fascia di prezzo medio al dettaglio di circa 3-4: il consumatore che si rifornisce in GD a questi prezzi è difficile da profilare in base a dei criteri che riguardino il gusto”. Per quanto riguarda il vino italiano, che spazio ha e quali sono le regioni con più appeal? “Sicuramente Piemonte e Toscana continuano a esercitare un grande interesse, ma negli ultimi anni gli appassionati stanno scoprendo i vini delle altre regioni e le denominazioni meno celebrate. Credo che il marketing territoriale che si è sviluppato nell'ultimo decennio in Italia, che ha spostato i flussi turistici in zone meno note, abbia anche contribuito a far conoscere la diversità del patrimonio viticolo della penisola. Per quanto riguarda lo spazio e le opportunità di sviluppo, credo che l'Olanda sia un mercato molto interessante, perchè al momento il vino italiano ha una

quota di mercato dell'8% che è piccola se confrontata con le quote che in altri Paesi” C’è interesse sui vini naturali? “ Si; le città si sono popolate anche di enoteche e wine bar specializzati. Il problema è che si sta diffondendo un grande equivoco per cui per essere considerati naturali i vini debbano avere, diciamo, un profilo “estremo”, con una grande tolleranza per i difetti. Per assurdo, se un vino naturale si presenta corretto ed equilibrato non viene percepito come tale.”. Qual è il livello di cultura medio tra i wine lovers? “In Olanda ho trovato persone molto competenti, che hanno voglia di scoprire denominazioni e vitigni meno noti, purché abbiano radici solide, distinzione e riconoscibilità e che non siano una pura invenzione di marketing. Questo naturalmente per quanto riguarda il pubblico con cui mi confronto, che è costituito per lo più da appassionati molto attenti, desiderosi di conoscere tutte le aree viticole e che, soprattutto, non si spaventano della fascia di prezzo medio-alta, quindi certamente una nicchia di mercato. Su alcuni luoghi comuni bisogna ancora lavorare, come, per esempio, che i vini bianchi del centro-sud Italia non siano capaci di invecchiare”. Dove si concentrano i maggiori consumi? “Ovviamente nelle grandi città. La ristorazione ha perso un po' di quota a causa dei ricarichi troppo alti, mentre è aumentato il consumo casalingo.” •

Nella foto Fabio Zanzucchi

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di Barbara Amoroso

FILIPPO BARTOLOTTA Wine Educator

Annata difficile: prezzi, branding e possibili sorprese Meno produzione, qualitĂ eterogenea, il modello francese e la promozione internazionale

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a stagione è stata impegnativa e la raccolta si è diversificata da zona a zona. C’è chi ha anticipato la vendemmia di tre settimane, e chi ha procrastinato sfidando il clima. Quasi tutti parlano però di ottima qualità. Abbiamo chiesto a Filippo Bartolotta, Wine Educator, giornalista e presto blogger (filippobartolotta.com) che idea si è fatto dei vini italiani nati in questa stagione anomala. @Che cosa si aspetta da questo 2017? "È stata una stagione complessa: in media si parla di un calo quantitativo del 30%, ma ci sono zone, come quelle del Barbaresco, dove 10 minuti di grandine hanno compromesso il 90% dell’uva. E poi siccità, gelate… mi ricorda il 2003. Quell’anno vennero fuori rossi con una forte astringenza, tannino verde e alcolicità altissima. Ma da allora il nostro sistema vigna si è evoluto, grazie anche alla maggiore esperienza di molti produttori". @Raccolta scarsa con ottime prospettive organolettiche. Questo inciderà sui prezzi? "I vini che costano meno non possono costare di più: il consumatore non lo capirebbe. Discorso diverso per i vini di fascia più alta come Barolo e Brunello, dove un

incremento sarebbe accettato dal suo target di riferimento". @Discorso a parte va fatto per il mercato internazionale: i produttori italiani devono preoccuparsi della concorrenza estera? Questo calo potrebbe costargli future quote di mercato? "No. Il nostro concorrente principale è la Francia dove hanno avuto gli stessi problemi. Può spaventare qualche mercato emergente, come Australia e Cile, ma la loro produzione è molto più scarsa quantitavamente: basti pensare che la Puglia da sola produce la metà di tutta l’Australia". @Molte aziende stanno premendo l’acceleratore sul branding per inserirsi in mercati come quello americano e asiatico: su cosa può migliorare l’Italia per emergere all’estero? "Quando parliamo di brand collettivi come Chianti Classico e Brunello, parliamo di brand potenti che si vendono da soli. Ma quando parliamo delle diverse denominazioni, serve un ambasciatore, un organismo addetto alla promozione dei nostri vini. Abbiamo prodotti buoni spesso sminuiti da prezzi bassi che ne compromettono il posizionamento e, oltre a ciò, occorre una rete di distribuzione solida: per la Francia ha fatto la differenza in

Cina la presenza di numerosi punti vendita Carrefour. Altro aspetto da migliorare il fatto che parliamo molto del vino italiano ma poco di vino italiano all’estero. Dovremmo farlo in modo macro, come fa la Francia con lo Champagne e solo in seguito dedicarci ai carotaggi e all’identificazione di una zona o di un vitigno minore". @C’è un vino che terrà particolarmente d’occhio nel 2018? "I vini Campani: nelle zone alte e interne non hanno avuto problemi, ho visto foto di uve bellissime. Interessanti anche quelli siciliani e trentini, e grazie a questo settembre favoloso, mi aspetto sorprese da qualche vitigno tardivo, come il Nebbiolo. In generale terrò d’occhio i vitigni autoctoni: sono quelli che rispondono meglio alle annate difficili". •

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L’INCHIESTA SOSTENIBILITÀ di Claudia Cataldo

Le strade della sostenibilità Percorsi diversi, standard e certificazioni, con un unico obiettivo: la sostenibilità, come percorso virtuoso in vigna e in cantina e valore aggiunto sul mercato

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l tema della sostenibilità è quanto mai attuale. Fa da fil rouge a diversi settori, compreso quello del vino. Chiamiamola sensibilità, presa di coscienza, marketing: ad ogni modo il mondo – il mondo del vino incluso – va indubbiamente in questa direzione. Quale sia poi la strada da percorrere, la preferenza spetta alle cantine: ci sono iter talvolta anche molto lunghi, per taluni aspetti impegnativi, ad ogni modo virtuosi, che si propongono di monitorare e certificare che i

Rispondono: Fiamma Valentino, PHDCoordinatore progetto VIVA-Ministero dell’Ambiente, AT Sogesid Stefania Grillo, MScEsperto progetto VIVAMinistero dell’Ambiente, AT Sogesid

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processi aziendali e i prodotti rispettino una serie di standard e di parametri. Affinché l’impatto sull’ambiente sia ridotto e affin-

In che cosa consiste il progetto VIVA e come nasce? “VIVA - La Sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia è il progetto del Ministero dell’Ambiente che dal 2011 mira a misurare e migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola italiana. VIVA nasce come progetto nazionale pilota a partire dalla sperimentazione su nove grandi produttori italiani scelti sulla base di criteri geografici e di prodotto, con la collaborazione dell’Università

ché si vada a generare del valore senza ledere su persone, risorse naturali e territori. Ma anche per evitare che si parli di sostenibi-

Cattolica del Sacro Cuore. Grazie all’individuazione di quattro indicatori (Aria, Acqua, Territorio e Vigneto), accompagnati dai relativi disciplinari, le aziende possono misurare le proprie prestazioni di sostenibilità ed intraprendere in tal modo, su base volontaria, un percorso di miglioramento. I risultati ottenuti, validati da parte di un ente terzo indipendente, sono accessibili al pubblico grazie all’etichetta VIVA, rilasciata dal Ministero, che rimanda con il suo QRco-

lità a sproposito, generando un sistema di controlli e certificazioni che racconti al consumatore cosa sta acquistando.•

de ad una pagina web dedicata. L’etichetta offre dunque al consumatore uno strumento di trasparenza sulle prestazioni di sostenibilità dell’azienda e dà conto del percorso e dei miglioramenti compiuti”. Come sono stati sviluppati i 4 indicatori di sostenibilità? “Gli indicatori VIVA, sviluppati sulla base dei principali standard e norme internazionali di settore e scientificamente riconosciuti, sono puntualmente descritti nei disciplinari di proget-


to. L’applicazione degli indicatori consente ai produttori di elaborare effettive strategie per la riduzione degli impatti generati dalle attività aziendali e di valutarne i miglioramenti nel tempo. ARIA misura l’impatto che la produzione di uno specifico prodotto e/o l’insieme delle attività aziendali hanno sul cambiamento climatico. ACQUA misura il consumo di acqua dolce connesso alla produzione di vino. VIGNETO misura l’impatto che le tecniche agronomiche di vigneto (in particolare difesa e fertilizzazione) hanno sull’ambiente; analizza inoltre gli aspetti legati alla biodiversità, alla gestione del suolo e alla fertilità. TERRITORIO esprime il legame fra il vino e il suo territorio inteso come: comunità, ambiente, cultura”. Quali sono state le evoluzioni del progetto? “La fase pilota iniziata nel 2011 ha portato alla definizione del disciplinare VIVA 1.0 relativo all’analisi di prodotto. Da giugno 2014 il progetto è stato aperto a tutte le aziende del vino nazionali e il numero di adesioni è in continua crescita (attualmente le aziende/prodotti già certificati VIVA sono più di 40). Nel 2016 il disciplinare è stato aggiornato (disciplinare VIVA 2.0/2016) tenendo conto dell’evoluzione delle norme e degli standard di settore ed è stato esteso anche all’analisi di organizzazione. Per supportare le aziende nel calcolo e ridurre le spese legate all’applicazione dello schema e ai costi di certificazione sono stati elaborati, in collaborazione con UNICATT, manuali tecnici e software online. Considerando che il panorama vitivinicolo italiano è molto variegato, per caratteristi-

che territoriali e climatiche, il Ministero dell’Ambiente supporta iniziative regionali per la sostenibilità nel settore vitivinicolo, che coniugano le esperienze acquisite in VIVA con buone pratiche elaborate a livello territoriale, come ad esempio SOStain, elaborato dall’Alleanza per lo sviluppo sostenibile in viticoltura. C’è poi il tema della promozione a livello internazionale: ad esempio recentemente è stata avviata una collaborazione con l’associazione di imprese Foreign Trade Association (FTA) che gestisce un’iniziativa denominata Business Social Compliance Initiative (BSCI) con un focus sul Vino (Sustainable Wine Program), per monitorare la prestazione sociale e ambientale dei produttori vitivinicoli al fine di favorirne l’inserimento in canali di mercato attenti a questa tematica”. Quali sono i requisiti richiesti ad un’azienda per prendere parte a VIVA? “Il progetto VIVA è aperto a tutte le aziende vitivinicole, vinicole, imbottigliatrici, cantine sociali, cooperative e consorzi presenti sul territorio. Per si richiede la firma di un Accordo Volontario che sancisce l’adesione al progetto stesso e contiene un dettagliato Piano di Lavoro. Con questo Accordo l’azienda si impegna ad eseguire le analisi sui quattro indicatori in modo autonomo, in conformità con quanto contenuto nei disciplinari tecnici e a far verificare i risultati ottenuti da un ente terzo indipendente. Alla fine del processo di certificazione, il Ministero dell’Ambiente rilascia l’etichetta VIVA, che ha una durata di due anni e che può essere rinnovata. Non ci sono costi, se non quelli legati alle spese di elaborazione e certificazione dei risultati”.

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EQUALITAS – Vino Sostenibile Rispondono: il Presidente Riccardo Ricci Curbastro e il Direttore Stefano Stefanucci

In che cosa consiste il progetto EQUALITAS e come nasce? “EQUALITAS nasce nel 2015 da una iniziativa guidata da Federdoc, raccogliendo l’eredità di un movimento per la sostenibilità del vino iniziato già da tempo. La compagine sociale si completa e rafforza con la partecipazione di CSQA Certificazioni, Valoritalia, Gambero Rosso e 3AVino. Lo standard è frutto dell’esigenza di condividere - per il settore vitivinicolo - una visione ed un approccio omogeneo alla sostenibilità. Proprio per rispondere a questa esigenza e alla complessa organizzazione della filiera vitivinicola lo standard prevede l’opzione di certificare l’impresa sostenibile attraverso l’adozione di un sistema conforme al modulo Organizzazioni Sostenibili (OS), i prodotti attraverso un sistema di gestione che permetta di assicurare la conformità di uva, mosto, vino e anche i “territori”. Così è nato uno degli standard certificabili di sostenibilità fra i più completi al mondo, che si pone da un lato l’obiettivo di rendere più virtuosa l’operatività delle nostre cantine e dall’altro di rispondere a requisiti dettati del mercato. L’approccio è diverso da altre iniziative simili. Quando si parla di sostenibilità si intende garantire oggi senza compromettere domani. Ecco, nella maggior parte dei casi si punta l’attenzione solo sulla riduzione degli “impatti”:

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nel nostro approccio invece anche l’oggi ha un peso rilevante, la genuinità del prodotto e la tutela delle persone sono fra le nostre priorità”. Quali sono i cardini di questo standard? “Questo standard utilizza l’approccio alla sostenibilità secondo i tre pilastri. Economico, ovvero la capacità di generare reddito e lavoro. Ambientale, cioè la capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali. Sociale, che significa la capacità di garantire condizioni di benessere umano. Lo standard pertanto prevede requisiti oggettivi e verificabili per ciascuno dei tre pilastri attraverso la definizione di buone pratiche e di indicatori, definiti attraverso un percorso di confronto e collaborazione con l’intera filiera volto ad includere tutte le migliori iniziative in materia di sostenibilità, in Italia e all’estero. Le buone pratiche sono state definite per ciascuna tipologia di operatore della filiera e per ciascun pilastro: buone pratiche di lavorazioni agricole, di cantina, di imbottigliamento, buone pratiche sociali, economiche e ambientali. Gli indicatori quali Impronta Idrica, Impronta Carbonica e Biodiversità sono il risultato di tutte le buone pratiche ambientali applicate dalle imprese che aderiscono a questo standard. Questi valori non hanno lo scopo di confronto fra aziende

o prodotti bensì di rappresentare un parametro interno che permetta di monitorare la propria realtà, definire gli ambiti di miglioramento e valutare i risultati. Lo standard si prefigge obblighi di risultato senza imporre l’adozione di metodologie specifiche; lascia all’impresa la facoltà di scegliere rispetto agli strumenti attualmente disponibili (Bio, produzione integrata, ISO 14067, ISO 14064, ISO 14046, ISO 22005, Sistema di rintracciabilità delle Denominazioni di Origine) riconoscendone la validità”. Quali sono i diversi livelli di certificazione? “Sono tre le potenziali certificazioni: corporate, prodotto e territorio. Nel primo caso si parla di organizzazioni, andando ad affermare che i processi operativi interni all’azienda sono sostenibili. Nel secondo caso è il prodotto ad essere certificato. Nel terzo caso, invece, un territorio (ad esempio una denominazione). In quest’ottica, per i soli Consorzi di Tutela riconosciuti, è prevista la possibilità di vantare una certificazione territoriale quando almeno il 60% della superficie agricola della Denominazione è certificata (Denominazione Di Origine Per La Sostenibilità). Fra tutte, quella sul prodotto è la certificazione più omnicomprensiva e probabilmente anche quella più facilmente comunicabile sul mercato. Nel corso dei lavori ci siamo trovati spesso a dover riflettere su alcuni aspetti legati alle pratiche di lavoro. Ad esempio, ci siamo chiesti se sostenere o meno di default il biologico. La domanda era: il biologico è un fine oppure un mezzo? Ci siamo risposti che dovrebbe essere un mezzo. Ci sono zone dove fare agricoltura biologica non è necessariamente la scelta più sostenibile. Insomma, il focus per noi va alla consapevolezza: fare le scelte più virtuose, consapevoli del proprio

ambiente e contesto di lavoro. L’obiettivo ultimo dello standard è infatti quello di aumentare il livello di consapevolezza in materia di sostenibilità degli operatori e quindi di avviare un percorso di miglioramento. Non si vuole affermare che una scelta possa essere più sostenibile di un’altra in termini assoluti, ma si tende ad accettare qualsiasi scelta (con dei paletti, ad esempio in vigneto, nell’interfila non sono ammessi interventi diserbanti), purché giustificata da elementi oggettivi”. Quali sono i punti forti di questo standard? “Per prima cosa si basa su di un Sistema di Gestione: l’impresa è quindi portata ad integrare la sostenibilità nelle sue dinamiche gestionali, operando in ambito di autovalutazione in primis. Inoltre impone la certificazione di parte terza, che dà garanzia al consumatore circa la trasparenza nella gestione degli obiettivi di sostenibilità, ma stimola anche le imprese ad un lavoro continuativo. Tutto questo si somma ad un marchio collettivo che permette di comunicare con il consumatore finale e il mercato, affinché prodotti e aziende virtuosi siano così ben riconoscibili. C’è poi il dialogo su scala internazionale, per ottenere in futuro una riconoscibilità sempre più estesa. A tal proposito lo standard è già conosciuto e un punto di riferimento per FTA (Foreign Trade Association), TSC (The Sustainability Consortium), AICIG, molti aspetti sono sovrapponibili a quelli richiesti dagli standard di responsible sourcing più diffusi (es: BSCI)”. •


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Chef

di Marina Ciancaglini

Con i piedi per terra e lo sguardo al mare

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ulvietto Pierangelini è un po’ un “anti-chef”, pur avendo respirato l’aria della cucina sin dall’infanzia, grazie a suo padre Fulvio Pierangelini che in quegli anni era al timone del Gambero Rosso, a San Vincenzo, uno dei ristoranti più famosi e più premiati in Italia. Eppure lui, di una genuinità e schiettezza disarmante, sembra che la sua professione la usi come tramite verso il mare, la sua grande passione. Allora pesca e cucina si fondono, insieme ad altre materie prime della Val di Cornia, ne Il Bucaniere, un ristorante che sembra una palafitta sulla spiaggia, disegnato da Massimiliano Fuksas. Quali sono i primi ricordi dell’infanzia legati alla cucina? “Risalgono a quando ero un bambino, quando vedi tutto con occhi diversi e pieni di stupore. Finita la scuola, raggiungevo mio padre al ristorante e in qualche modo assorbivo tutto quello che era il suo mondo . Mi ricordo di un pentolino rosso, con il quale facevo i primi esperimenti sotto forma di

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gioco e ogni tanto, per sbaglio, qualcosa di buono veniva fuori”! Quando ha capito che da grande avresti fatto il cuoco? “In realtà, all’inizio c’è stato un sentimento di ostilità verso questo mestiere, per il quale portavo un grande rispetto ma mi ero

ripromesso che non sarebbe stata la mia strada. Poi con l’apertura della nuova sede del Bucaniere, nel 2011, mi ci sono trovato quasi costretto: mio padre aveva altri progetti e in qualche modo dovevo far quadrare i conti. La mia filosofia è che ogni cosa che faccio la devo fare bene per cui metto una


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Fulvietto Pierangelini, dai ricordi in cucina con suo padre Fulvio a Il Bucaniere, in un mestiere che non aveva messo in conto grande dedizione anche tra i fornelli. Non riesco a definirmi un cuoco. Ho la fortuna di avere un grande senso del gusto, grazie a un palato che si è formato mangiando bene da sempre. Un piatto deve piacere sia al bambino che al vecchio; la cucina adesso è vista come uno show ma in realtà serve a far star bene la gente”. Essere figli d’arte rende più facili o più difficili le cose? “Non saprei, ho cercato di distaccarmi e di prendere una mia strada, non è una sfida”. Come definiresti la sua cucina? “Credo che sia sincera, con piatti riconoscibili e digeribili”. E’ cambiato il suo stile negli anni? “Lo stile è sempre in evoluzione anche se non cambia il gusto che hai. Quando provo un piatto nuovo parto dal sapore che voglio ottenere; se quando l’assaggio sorrido allora

vuol dire che va bene”. Si sente più cuoco o pescatore? “Più pescatore. Questo mi ha aiutato anche in cucina e nella selezione delle materie prime anche se molti fornitori mi odiano! Il pesce per me ha pochi segreti”. Ha mai pensato di trasferirti con il ristorante da San Vincenzo a una grande città? “A volte ci penso, forse guadagnerei di più! Poi, però, penso al posto in cui sto e alla qualità della vita e resto qui”. A parte il pesce, quali sono le materie prime per lei indispensabili? “Sicuramente l’olio extravergine di oliva e i funghi, un’altra mia grande passione”. Quando ha aperto il Bucaniere ha affermato che doveva essere un posto per mangiare e non per fare i critici enogastronomici. Qual è il tuo rapporto con la critica? “Per me la cucina non è finalizzata alla raccolta dei premi, quindi di fatto non me ne curo”. E con la televisione? “Mi hanno cercato ma non ho ceduto”. M

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Il Bucaniere Viale Guglielmo Marconi, 9 San Vincenzo (Livorno) www.ristoranteilbucaniere.com

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Best Practices di Claudia Cataldo

Perché scegliere gli autoctoni Non solo il mercato: adesso anche il clima sembra avvalorare questa scelta

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erché scegliere gli autoctoni? Perché reagiscono meglio ai cambiamenti climatici. A dirlo sono Attilio Scienza e Donato Lanati, importanti ed affermati studiosi di viticoltura ed enologia, in vista della prossima edizione di Autochona. Questo è tanto più importante – è cogente – se guardiamo quello che è successo in questa campagna vendemmiale, che ha visto gelate primaverili, un’estate siccitosa, violente grandinate. Quella che sta per chiudersi, insomma, è stata un’annata sicuramente molto complicata e difficile in tutta Italia: e a far seguito alla raccolta delle uve sono anche le riflessioni. Ne emerge è che i vitigni autoctoni, più di altri, si prestano

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ad adattarsi ai cambiamenti del clima e alle avversità. “I vitigni autoctoni stanno reagendo sicuramente meglio rispetto al resto delle varietà presenti nel nostro Paese” afferma Attilio Scienza, uno dei più importanti studiosi di viticoltura a livello internazionale. “I vitigni autoctoni sono frutto di un ciclo di selezione di alcune migliaia di anni, attraversano fasi climatiche estreme e per questo hanno accumulato nel loro DNA, per effetto di incroci spontanei e mutazioni, dei tratti genetici che consentono loro di superare condizioni climatiche davvero difficili. Questi geni sono però conservati al loro interno senza aver mai avuto la possibilità di esprimersi, possibilità che è resa fattibile solo dall’incrocio con i processi di ricombinazione e con la successiva selezione. Rappresentano solo una punta dell’iceberg, sotto nascondono un Dna molto più complesso che si adatta ai cambiamenti climatici. Hanno, quindi, ancora molto da dare e da dirci”. Secondo Scienza anche osservando le prime stime produttive che Assoenolgi ha pubblicato qualche tempo fa, è possibile scorgere sagnali chiari di come i vitigni autoctoni siano riusciti a sopportare meglio le condizioni estreme che si sono verificate quest’anno. “Penso alla Campania, alla Puglia o alla Sardegna, dove la percentuale di vitigni autoctoni è molto importante, se non proprio predominante: qui la situazione è sicuramente meno severa

rispetto ad altri areali”. Sulla stessa linea anche Donato Lanati: “gli autoctoni selezionati, cresciuti in zone vocate, sono quelli che reagiscono meglio alle mutate condizioni climatiche”. Secondo Lanati, basta osservare anche il comportamento di alcuni vitigni autoctoni proprio quest’anno: “nel

nord-ovest il vitigno che ha sofferto di meno è il Nebbiolo, sia nelle Langhe che nell’Alto Piemonte. Spostandoci in Toscana stessa situazione con il Sangiovese che si sta comportando bene, ancor meglio nelle sue zone di maggiore vocazione come a Montalcino o in Val d’Orcia”. •


Infografiche che passione! Da qualche anno si è assistito ad una vera e propia invasione di grafiche esplicative con informazioni e dati, meglio note come infografiche. La rete ne è inondata, grazie soprattutto ai social network.

wine di Elisa Berti

Amate e condivise, soprattutto per la loro immediatezza, possono rappresentare un’arma a doppio taglio se non adeguatamente compilate Ecco alcuni consigli per creare un’infografica perfetta nel mondo del vino: • utilizza un titolo accattivante, chiaro e diretto • prediligi la parte grafica rispetto a quella testuale • per la parte testuale scegli un font chiaro e lineare • attenzione alle dimensioni, soprattutto se vuoi postarla sui social in posizioni strategiche (foto di copertina o profilo, in primo luogo) • non confondere le idee cedendo alla tentazione di inserire troppi dati che alla fine potrebbero risultare fuorvianti • presta molta attenzione alla scelta dei simboli Infografica sbagliata: i simboli utilizzati sono davvero fuorvianti; va bene cercare di associare Italia al prosecco e Francia allo Champagna, ma la Torre di Pisa e la Torre Eiffel hanno una geolocalizzazione ben precisa, che si discosta molto dai territori di produzione dei vini in questione.

Infografica accattivante: pochi dettagli ed una divisione su due piani della grafica, la rendono intuitiva e facilmente utilizzabile

Occhio all'hashtag!

Nè troppo, nè troppo poco popolari: il trucco sta tutto qua!

infografica con troppe info- eccedendo con i dettagli, soprattutto testuali, si rischia di non far arrivare il messaggio a destinazione

Scegliere un hashtag utilizzato n milioni di volte rischia di ridurre drasticamente le possibilità che i contenuti multimediali vengano scoperti attraverso i social network! Meglio puntare su quelli che in automatico il social network suggerisce come agganciati al più popolare, ma che non siano stati utilizzati oltre le 200 mila volte!

Le cantine più seguite su Twitter 1

@Mionetto_

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@MrAmaroneMasi

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@AntinoriFamily

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ALTO ADIGE DI ELISA BERTI

Anche in Alto Adige

è vendemmia anticipata Freddo, grandine, estate siccitosa e spauracchio drosophila suzukii: nonostante tutto, il bilancio altoatesino è positivo, soprattutto per i vitigni autoctoni.

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n calo importante, seppur meno negativo rispetto alla maggior parte delle aree vitivinicole italiane: così è stata la vendemmia in Alto Adige, partita con un anticipo di circa 14 giorni rispetto agli anni passati. La precoce germogliazione delle uve ha fatto i conti con un clima che non ha risparmiato nessuna area e nessuna stagione. A fine Aprile la temperatura in Valle d'Isarco e Oltradige è scesa al di sotto dei -4° con danni irrepara-

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bili alle coltivazioni. A danneggiare ciò che aveva resistito al freddo fuori stagione una violenta grandinata nel mese di Agosto che ha colpito i vigneti della Bassa Atesina, da Salorno in su. A Settembre poi, a causa delle piogge di fine Agosto, è tornata anche la paura drosophila suzukii, la cui presenza ha fornito un' ulteriore motivazione per anticipare e velocizzare la raccolta delle uve. Il calo registrato, in perfetta linea con le previsioni vendemmiali, si

è assestato attorno ad un -15% di prodotto a vantaggio, però, di un'elevata qualità delle uve. Sono in perfetta sintonia, infatti, le dichiarazioni di Stephan Filippi, Presidente degli enologi dell'Alto Adige e di Max Niedermayr, Presidente del Consorzio Vini Alto Adige, che afferma: “Il lavoro instancabile e l’elevata professionalità dei viticoltori garantirà comunque un vino di grande qualità". A tollerare meglio i capricci del tempo sono stati, in Alto Adige

come nel resto d'Italia, i vitigni autoctoni che, stando alle dichiarazioni di Attilio Scienza, professore dell'Università Statale di Milano, "sono frutto di un ciclo di selezione di alcune migliaia di anni, attraversano fasi climatiche estreme e per questo hanno accumulato nel loro DNA, per effetto di incroci spontanei e mutazioni, dei tratti genetici che consentono loro di superare condizioni climatiche davvero difficili".•


Elyònd, la magia dell’Alto Adige

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raminer in purezza, 8 mesi di affinamento sui lieviti e 1 anno in bottiglia: Elyònd si presenta affascinante sin dal colore brillante, dorato e luminoso che richiama alla mente la chioma bionda della principessa della montagna da cui prende il nome. Armonico ed equilibrato, Elyònd presenta al naso eleganti note di rosa, lavanda e fichi secchi, che si risolvono al palato in una spiccata rotondità ed in un’elegante persistenza. L’acidtà e l’opulenza che ben si riscontrano nel bicchiere, lo rendono perfetto in accompagnamento a piatti di pesce poco elaborati, ma anche a delicati piatti della cucina orientale.

Elyònd rappresenta la massima espressione del Traminer: la Cantina Laimburg, infatti, ha fondato la propria filosofia produttiva sul concetto che vini di grande pregio possano essere prodotti soltanto con un’attenta viticoltura ed una rigorosa selezione dei migliori terreni di coltivazione, che variano in base alle caratteristiche del vigneto. Per esprimere al meglio le proprie potenzialità, infatti, la vite ha bisogno di legare al meglio con il proprio habitat; ecco perchè tra i compiti del Centro Sperimentazione di Laimburg, che lavora a stretto contatto con la cantina, annovera anche quello di determinare la migliore posizione microclimatica per ogni vitigno. (e.b.) •

Opulento, equilibrato e secco, il Gewürztraminer Riserva di Laimburg è massima espressione del territorio altoatesino. CANTINA LAIMBURG Laimburg 6 39040 Ora/Vadena Tel. 0471 969500 Fax 0471 969599 guenther.pertoll@laimburg.it www.laimburg.bz.it

Elyònd, the charm of Alto Adige

Opulent, well-balanced and dry, the Gewürztraminer Riserva di Laimburg is the highest expression of its territory A single-variety vinification of Traminer, refined 8 months on the yeasts and 1 year in bottle, has a charming bright golden color that reminds the blonde hair of the princess of the mountain that gives it its name. Harmonic and well-balanced, Elyònd has an elegant bouquet with rose, lavender and dry figs perfumes, that evolves into a round persistent taste. Its opulence and acidity makes it the ideal companion for not too complx fish dishes and delicate dishes of the Asian cuisine.

Elyònd represents the highest expression of Traminer: Cantina Laimburg’s philosophy is that high-quality wines can be produced only with a careful viticulture and a careful selection of the best cultivation soils, that vary according to the peculiarities of the different grape varieties. In fact, to express at best their potential every vine needs to interact perfectly with its environment. That’s why the research center of Laimburg, works in close contact with the winery, to determine the best microclimatic position for every grape variety. •

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Vini Rottensteiner: l’arte di fare vino Una famiglia, tre generazioni e tre linee

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o studiato musica classica, e lavorando nell’azienda di famiglia ho scoperto che anche produrre vino è un’arte, poiché ti dà altrettanto modo di trasmettere te stesso”. A parlare è Judith Rottensteiner, responsabile vendite e marketing della Tenuta Hans Rottensteiner, moglie di Hannes Rottensteiner con cui rappresenta la terza generazione alla guida dell’azienda di Bolzano. Qual’è il valore ag-

giunto di una gestione familiare? “Ti dà l’opportunità di infondere la tua filosofia al prodotto. Diamo molto valore alle nostre tradizioni e i nostri vini rispecchiano i valori della famiglia: onestà, eleganza, umiltà”. Sono tre le linee della Cantina (Classic, Select e Cru), a cui si aggiungono una Cuvée e un Passito, tutte con la comune volontà di regalare emozione a chi le degusta, senza essere urlanti, pur ben identificabili. “Come nuova generazione porteremo sicuramente innovazione al modello produttivo in una prospettiva qualitativa; lo faremo con cautela e soprattutto rispetto nei confronti di chi ci sceglie e di chi lavora con noi da sempre”.•

Vini Rottensteiner: the art of winemaking A family, three generations and three lines “I studied classical music and working in my family winery I have discovered that winemaking is an art too, because it gives you the opportunity to express yourself”. With these words Judith Rottensteiner, sales and marketing manager of Tenuta Hans Rottensteiner, talks about her work. Together with her husband Hannes Rottensteiner, she represents the third generation leading the winery of Bolzano. What is the added value of a family management? “It gives you the opportunity to instill your philosophy in your

TENUTA HANS ROTTENSTEINER Via Sarentino 1a - 39100 Bolzano - Italia Tel. +39 0471 282015 - Fax +39 0471 407154 www.rottensteiner-weine.com - info@rottensteiner-weine.com

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product. We give shape to our traditions and our wines mirrors our family’s values: honesty, elegance, humility”. Beside the three lines proposed by the winery (Classic, Select e Cru), there are a Cuvée and a Passito: all these labels have the sole aim to give emotions to their tasters, being not intrusive but intensely recognizable. “As the new generation, we will improve the production method in order to perfect our quality. We will do it prudently and respecting who has always worked with us and chosen our wines”.•


VALLE D’AOSTA DI TOMMASO NUTARELLI

La Valle della qualità e della tipicità

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ella botte piccola c’è il vino buono. È questo il detto popolare che potrebbe calzare a pennello per la Val d’Aosta vitivinicola edizione 2017. Nonostante una superficie vitata di soli 286 ettari, e una produzione di 20mila ettolitri di vino, la viticoltura valdostana, soprattutto quella eroica di montagna e la produzione di distillati, stanno riscuotendo un consenso crescente, come apprezzamento del lavoro e della qualità messa in campo dai viticoltori della valle. Durante l’ultima edizione del “Mondial des vins extrêmes”, il concorso internazionale organizzato dal Cervim, il Centro di ricerca e valorizzazione per la viticoltura di montagna, la regione più piccola dello Stivale ha fat-to incetta di premi. Alla premiazione di questa 25° edizione, che si terrà il 25

Dalle medaglie ottenute al “Mondial des vins extrêmes”, fino al riconoscimento di Indicazione geo-grafica per la tipica grappa. Un 2017 da incorniciare per la produzione enoica valdostana e il 26 novembre, le etichette “eroiche” valdostane riceveranno 11 medaglie d’oro e 18 d’argento. In testa, come nu-mero di premi, ci sono le due coope-

rative Cave des Onze Communes di Aymavilles e Crotta de Vegneron di Chambave. Ma, al di là dei singoli riconoscimenti, è l’intera regione ad essere premiata per lo sforzo messo in campo nel dar vita ad una viticoltura di qualità. Il cambio di passo è evidente, e questi riconoscimenti sono il frutto di un percorso che sta puntando sull'eccellenza e l’esaltazione della tipicità locale, segno che la viticoltura eroica è ormai diventata, a pieno titolo, un vero e proprio marchio di fabbrica della regione. Questo riconoscimento avviene in contesto dove, anche al livello nazionale, la viticoltura eroica è oggetto di un’attenzione crescente, grazie anche all’entrata in vigore del Testo Unico del Vino, che ha posto delle norme delle norme più stringenti a tutela sia dei vitigni che dei consumatori. Spo-

standoci sul fronte dei distillati, la produzione valdostana ha recentemente messe a segno un importante colpo. Infatti, la tradizionale grappa della Val d’Aosta, di cui si ha traccia già dal XIX° secolo, ha ottenuto, dal Ministero delle Politiche Agricole, il riconoscimento di Indicazione geografica. L’iter è stato promosso dall’Istituto di Tutela Grappa della Valle d’Aosta. Le materie prime, come si legge nella scheda tecnica, dovranno essere ottenute da vitigni la cui coltivazione sia autorizzata nella Valle. Inoltre le altitudini elevate, unite all’escursione termica, favoriscono un'elevata sintesi ed accumulo di aromi varietali nelle bucce dell’uva. Un 2017 da incorniciare per la Val d’Aosta vinicola, con premi e riconoscimenti che la consacrano sia sul panorama nazionale che internazionale.•

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BASILICATA DI BARBARA AMOROSO

Vendemmia Basilicata: danni Bersanvanga mod. Terminator con piede di stazionamento

a macchia di leopardo

Cimatrice a barra mod. Potel Bil Eco

Ma il trend positivo dell’export nazionale incoraggia i produttori Cimatrice a coltelli veloci mod. Speedy Rotor Laterale

Cimatrice a coltelli veloci mod. Speedy Rotor Tunnel

Defogliatrice a rulli controrotanti mod. Solaris

Trivella idraulica anteriore con punta fresatrice

Porta-attrezzi reversibile per sollevatori idraulici, Prepotatrice a dischi su doppie colonne motorizzate mod. Coloklin con lama interceppi mod. “RapidLam 13”

Gruppo spollonante idraulico mod. Rotoflex su telaio anteriore

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Muletto Brentone

T

ra il 2015 e il 2016 la Basilicata ha raggiunto gli 87 mila ettolitri di vino prodotti (dati Istat), con l’83% rappresentato dai vini rossi, in crescita del 3% rispetto alle precedenti annate. Purtroppo gli effetti di gelate, grandine e siccità non hanno risparmiato nemmeno le sue uve e il calo medio registrato è del 30 %, per una perdita totale di circa 25 ettolitri di vino (dati Cia). “Per lo più si parla di perdite a macchia di leopardo, ma puntiamo sull’alta qualità dei vini” dice Michele Rondinella di Coldiretti Basilicata. Una qualità tutelata anche da interventi d’irrigazione di soccorso. Il binomio poca quantità – alta qualità è il filo conduttore di molte zone italiane, e

qui sembra essere prospettato dai profumi e dai colori del Moscato e dall’Aglianico, in particolare nella zona del Vulture Melfese dove il calo registrato si è affermato intorno al 25%. Un’annata complessa in cui è solo lo sguardo ai consumi regionali a ridare un po’ di fiducia: +3% trainati da Doc, Igt, spumanti e un maggiore apprezzamento delle produzioni locali, a fronte di un calo dei vini comuni (- 4%). La speranza della Basilicata, come di molte zone, è di cavalcare il trend positivo dell’export nazionale enologico (+ 8% rispetto al 2016 con un giro d’affari di 5,6 miliardi di euro), ormai prima voce dell’export agroalimentare italiano (dati Coldiretti riferiti al primo semestre dell’anno). •


Viticoltura sostenibile

nella terra del poeta latino Orazio

L

a sostenibilità ambientale, oggi così importante a livello globale, è un tema a cui anche il settore agricolo e vitivinicolo in particolare si dimostra molto sensibile. Negli ultimi anni sia i viticoltori sia i consumatori sono diventati consapevoli dell’impatto che la produzione enoica ha sul territorio e hanno mostrato sempre più interesse per i vini sostenibili. Modello esemplare di azienda attenta alla tematica è la Cantina di Venosa, in Lucania, che, nata nel 1957, ormai ha scelto di improntare la sua produzione a criteri di sostenibilità ambientale, in modo da produrre vini di altissima qualità e al contempo garantire alle nuove generazioni una terra ancora piena di risorse, sottratta allo sfruttamento intensivo e all’ impoverimento che ne conseguirebbe. Questo approccio è stato fortemente voluto dal presidente Francesco Perillo per valorizzare un territorio dall’antica tradizione enoica: proprio Venosa infatti diede i natali al celebre poeta latino Orazio, che fu anche un esperto di tecniche vinicole, oltre che un appassionato conoscitore di vini. Il progetto green adottato dalla Cantina di Venosa riguarda tutte le fasi produttive, dai vigneti alla cantina: fra i filari viene praticata la lotta integrata contro i parassiti, mentre nei locali dell’azienda l’impianto fotovoltaico di 200 kw

Tra le aziende più rinomate del mezzogiorno, la Cantina di Venosa ha scelto un approccio totalmente green

permette di azzerare le emissioni di anidride carbonica. Viene utilizzato vetro riciclato al 70% e, grazie a un moderno sistema di imbottigliamento, si limitano al massimo gli sprechi. L’uso di colle vegetali per il confezionamento finale chiude il percorso di salvaguardia ambientale. Vini come il Carato Venusio, Terre di Orazio – Aglianico e Terre di Orazio – Dry Muscat, apprezzatissimi dalla nascente classe di bevitori sostenibili, sono il prezioso frutto degli investimenti realizzati dall’azienda per far sì che la terra venosina, ricca di oltre 2000 anni di storia, possa essere ereditata intatta dai figli delle 500 famiglie che attualmente fanno parte della Cantina di Venosa. (m.z).•

Sustainable winemaking in the land of the Latin poet Oracio Among the most renowned of the Southren Italy, Cantina di Venosa has chosen a green approach

Environmental sustainability is a very important issue worldwide. Agriculture too has to face with it. In the last years, both winegrowers and consumers have become more and more aware of the impact on the territory of the production of wine. For this reason, interest on the sustainable productions has increased. Cantina di Venosa is a model in this field. Founded in Lucania, in 1957, it has chosen to base its production on environmental sustainability criteria, producing high quality wines and at the same time guaranteeing to the young generations a still rich land, protected from intensive agriculture and the consequent impoverishment. This approach is due to President Francesco Perillo, who aims to protect this territory and its ancient winemaking tradition: in fact, Venosa is the homeland of the famous poet Oratio, who was an expert in winemaking too and an enthusiastic connoisseur of wine. The green project of Cantina di Venosa involves the whole productive chain, from the vineyards to the cellar: that is, integrated pest management in the vineyards, a 200 kw photovoltaic system in the seat of the winery, to reduce the CO2 emissions. The winery uses 70% recycled glass and thanks to a modern bottling system, can reduce the waste to a minimum rate. Vegetal glues in the final packaging is the last step of a virtuous chain that protect the environment and guarantees quality. Carato Venusio, Terre di Orazio – Aglianico and Terre di Orazio – Dry Muscat are the well-appreciated labels of Cantina di Venosa: the precious fruits of important investments made to preserve the land of Venosa. A more than 2000-year story that Cantina di Venosa wants to preserve for the children of the 500 families that are part of its great reality. •

CANTINA DI VENOSA Via Appia, 86 – 85029 Venosa Tel. +39 0972 36702 - Fax: +39 0972 35891 info@cantinadivenosa.it - www.cantinadivenosa.it

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LAGALA S.R.L. Venosa (PZ) Tel. 0972 32735 / 392 1113372 info@lagala.it - www.lagala.it

Mario de Bernardi

e l’Aquila del Vulture Un Aglianico Doc dedicato all’aviatore dei record

O

gni produttore ha un vino a cui tiene in modo particolare, e Angelica ed Arnaldo ci parlano del loro Aquila del Vulture Doc 2011. Un Aglianico le cui radici affondano in un terreno vulcanico che regala un vino solare, caldo, speziato e tannico, con un carattere che rispecchia fedelmente il terri-

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torio in cui nasce, potente ed elegante allo stesso tempo. Un rosso attentamente selezionato, affinato 10-12 mesi in barriques e lasciato maturare in serbatoi di acciaio inox prima di essere imbottigliato. “Vedi l’etichetta? Ha sopra un idrocorsa perché questo vino è dedicato a un famoso aviatore di Venosa: il Maggiore Mario De Bernardi, pilota della Prima Guerra Mondiale, primo al mondo a superare la velocità di 500 km/ora e a vincere la coppa Schneider, si è guadagnato così il nome di Aquila del Vulture. Abbiamo sentito che la sua passione per il volo era come la nostra per il vino, perciò abbiamo scelto di dedicargli un’ etichetta”.•

Mario de Bernardi and Aquila del Vulture

An Aglianico Doc dedicated to the record aviator Every producer has a wine he cares particularly. Angelica and Arnaldo talks about their Aquila del Vulture Doc 2011, an Aglianico that plunges its roots in a volcanic soil that makes it a warm, spicy and tannic wine with a character such powerful and elegant as its territory. It’s a carefully selected red wine, refined in barriques for 10-12 months and aged in stainless steel vats before being bottled. “Have you seen the label?

This is a seaplane because this wine is dedicated to a famous aviator from Venosa: Major Mario De Bernardi, pilot of the First World War, the first one who overtook the speed of 500 km/hour and won the cup Schneider, deserving the appointment of Eagle of Vulture (Aquila del Vulture). We have felt that his passion for flying was like our passion for winemaking and so we decided to dedicate him this label”.•


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12-13-14 Dicembre 2017 - FIera di Pordenone cosa troverai in fiera: L’UNICA RASSEGNA DI FILIERA IN ITALIA Dalla vite alla bottiglia: in Italia nel 2017, l’intera filiera sarà presente all'interno dei padiglioni della fiera di Pordenone. LE MIGLIORI AZIENDE DEL SETTORE IN MOSTRA Le grandi aziende esporranno a Rive, in un percorso di visita agevole, veloce e completo. UNA LOCATION

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CAMPANIA DI TOMMASO NUTARELLI

Alfredo Buonanno, giovanissimo sommelier del ristorante Kresios, è stato premiato dalla Guida ai Ristoranti d’Italia 2018 de l’Espresso

Fenomeno

A

lfredo Buonanno è sicuramente uno dei talenti più promettenti che il panorama italiano dei sommelier è in grado di esprimere. Campano di origine, lavora tutt’ora nella propria terra. Una testimonianza eccellente per scoprire l’anima autentica della Campania enoica, tra eccellenze locali e grandi vitigni apprezzati al livello internazionale. Un riconoscimento importante, considerata la sua giovane età, che valore ha per la sua carriera professionale? “Sicuramente c’è una grande soddisfazione che deve tradursi nella voglia di ripagare chi mi ha dato tanta fiducia, mettendo in campo dedizione e professionalità. In questo lavoro ciò che conta è la passione e la volontà di migliorarsi. Chi pratica la mia professione sa benissimo che non esiste un punto di arrivo, e che non si è mai i più bravi in assoluto. Ci sono naturalmente i grandi nomi che, prima di me, sono stati insigniti dalla Guida, ai quali guardo, come esempio di professionalità e competenza. Ma c’è tantissimo da imparare anche dai colleghi più giovani, che magari

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hanno fatto esperienze diverse dalle mie”. Lei è originario del Sannio, una zona molto importante dal punto di vista vitivinicolo, per la Campania. Quali sono, secondo lei, gli elementi che contraddistingue l’anima enoica della regione? “Il primo è la riconoscibilità della produzione enoica campana, grazie a tre grandi bianchi che caratterizzano il nostro territorio, Falanghina, Greco e Fiano, con i quali ben pochi altri vitigni a bacca bianca possono competere. Il secondo aspetto risiede nella grande varietà di vitigni autoctoni. Possiamo trovare, in ogni paese, una varietà di uva diversa. Molto spesso si tratta di produzioni che stanno emergendo sul panorama nazionale, come la Barbara del Sannio, il Coda di Volpe, il Casavecchia o il Pallagrello. Tutte eccellenze locali che hanno fatto e faranno la storia della Campania enoica. Abbiamo poi nella nostra regione, e non solo, l’Aglianico, che veramente può dire la sua anche con gli altri grandi rossi italiani”. Qual è il vino che meglio di altri è capace di raccontare la Campania? “Non è una domanda alla quale poter dare una

Foto di Fabrizio Varioli

di sommelier facile risposta. Può essere si l’Aglianico, ma anche la Falanghina o il Fiano. La Falanghina è stata oggetto, ultimamente, di una crescente attenzione, anche nei mercati mondiali, grazie ad un forte boom delle esportazioni. Anche il Fiano, dal punto di vista emozionale, credo che possa dare una grande risposta. Si tratta di un vino che ritengo possa benissimo competere con in grandi Borgogna bianchi”. Che cosa significano tradizione e innovazione nel mondo del vino, e qual’è il punto d’incontro ideale tra questi due aspetti? “Tradizione è primo di tutto studio e preparazione, l’innovazione consiste nel modo in cui un vino viene servito, ma anche le soluzioni che si possono presentare nell’abbinamento con i piatti. Un’innovazione che deve essere messa in campo anche nel modo di relazionarsi al cliente. Oggi il sommelier ha davanti un pubblico sempre più informato, anche grazie a internet, ma che molto spesso è vittima di false notizie. Il sommelier ha il compito di guidare al meglio proprio questi clienti”.•


Il Verro: puntiamo

sugli autoctoni

I

n un mondo del vino sempre più complesso e globale parlare di autoctoni è la chiave di volta, soprattutto in un Paese – come il nostro – dove la biodiversità è una ricchezza inestimabile. Questo è il pensiero anche di Cesare Avenia, che nel 2003 ha fondato l’azienda agricola Il Verro, nell’alto Casertano, dove si coltivano Casavecchia, Pallagrello e Coda di Pecora. “La nostra zona è molto particolare – racconta Avenia – ci troviamo ad un’altitudine di 330 metri, in una vallata racchiusa fra montagne rocciose, dove le precipitazioni vulcaniche hanno avuto un forte impatto sulla mineralità dei terreni”. E proprio la mi-

neralità è infatti la grande protagonista all’assaggio, come nel caso del Verginiano, Pallagrello bianco in purezza. “Pensiamo sempre che i bianchi debbano essere d’annata invece il nostro Verginiano è un vino che si apprezza dopo qualche anno: si arricchisce in complessità ma mantiene inalterata la sua freschezza”, continua Avenia. Partecipare ad una verticale in azienda – o acquistare una vecchia annata – potrebbe essere un ottimo modo per averne una riprova. “I nostri vitigni hanno bisogno di essere conosciuti: sono poco noti, si tratta spesso di piccole produzioni, ma sono i veri ambasciatori del nostro territorio”. (c.c.)•

Il Verginiano è un Pallagrello bianco in purezza: un vino spiccatamente minerale, da tenere qualche anno in cantina

IL VERRO Località Acquavalle, Lautoni 81040 Formicola – Caserta Tel. 335 1223462 www.ilverro.it info@ilverro.it

Il Verro: let’s bet on autochthonous grape varieties

Verginiano is a single-variety vinification of Pallagrello Bianco: a mineral wine that is worth some years of ageing In a more and more complex world of wine, to talk about autochthonous grape varieties is a turning point, most of all in a country such as Italy where bio-diversity is an inestimable value. That’s Cesare Avenia’s belief. In 2003 he founded Il Verro, the winery in the province of Caserta where he grows Casavecchia, Pallagrello and Coda di Pecora. “Our area is a very peculiar one – he says – we are at 330 meters above the sea level, in a valley surrounded by rocky mountains, where volcanic eruptions have played an important role in the composition of the soil”. In fact, the

mineral inklings are the true protagonists of every taste. Verginiano, for instance, is a single variety vinification of Pallagrello. “We use to think that white wines should be tasted in a year, while our Verginiano is a wine that reveals its best qualities after some years of ageing. It increases its complexity but preserves its freshness”, continues Avenia. The best way to experience it is to take part in a tasting at the winery or buy a vintage bottle. “Our vineyards needs to be promoted. Often, it concerns little productions but they are the ambassadors of our territory”.•

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LOMBARDIA DI BARBARA AMOROSO

Come sarà

il Franciacorta nel 2027?

U

na conferenza con ospiti illustri per guardare al futuro insieme, è stata la celebrazione che il Consorzio di Tutela del Franciacorta si è regalato per i 50 anni della sua Doc. “Questo territorio pensa ai prossimi 10 anni quando il sistema Italia non lo fa” ha osservato la giornalista Maria Latella, moderatrice dell’incontro, facendo eco alle parole del presidente del Consorzio Vittorio Moretti: “Non puntiamo al guadagno immediato, bensì a investire sul futuro”. Un futuro fatto anche di America che la giornalista Kareen O’Keefe ritiene ancora non interessata al Franciacorta: “Sugli scaffali delle grandi enoteche trovi lo Champagne, solo ristoranti e sommelier possono far conoscere lo Spumante italiano. È importante promuovere il territorio e valorizzare il microclima: puntate al Metodo Zero, in America interessa molto”. Cruciale anche la conversione Bio in atto da alcuni anni che, secondo Oscar Farinetti fondatore di Eataly, nel 2027 riguarderà tutta la produzione italiana. Inderogabile poi un enoturismo ispirato a modelli

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Ipotesi e proiezioni in occasione del 50° della Doc vincenti, come quello delle ciclovie della Loira: “L’enogastronomia non è più un settore complementare - ha detto

Andrea Rea professore della Bocconi - nel mondo il 40% delle persone si muovono per ragioni enogastronomiche. Il 60% di chi segue questo tipo di turismo vuole fare almeno 3 esperienze enogastronomiche diverse”. La collega Roberta Garibaldi dell’Università di Bergamo ha parlato di ‘artigiani globali’ nati dal contatto diretto col consumatore attraverso Social e Web, che rende

fondamentale il diventare memorabili. Ma una domanda vince su tutte: perché scegliere l’Italia? “I cinesi hanno in testa il nostro lifestyle – ha concluso Andrea Illy - é festoso, lieve, elegante. Il Prosecco ha preso il mercato dell’aperitivo, lo Champagne le celebrazioni. Il Franciacorta ha tutto il potenziale per prendersi il suo spazio”.•


e I Germogli Monsupello

“L

a nostra punta di diamante è lo Spumante Metodo Classico che rappresenta il 50% della produzione. Negli anni ‘80 abbiamo aggiunto I Germogli, un vino frizzante fatto con le medesime uve dello Spumante, ottenuto da una spremitura superiore al 50%. É molto apprezzato, essendo un vino altrettanto suadente a un prezzo più accessibile rispetto al Metodo Classico; un bianco adatto sia all’aperitivo sia ad accompagnare l’intero pasto”. É l’enologo di Monsupello, Marco Bertelegni, a introdurci all’azienda di Pavia. “A questi si affiancano vino rosè, rosso, vini da dolci e grappe”. La domanda

MONSUPELLO EREDI di Boatti Carlo Via San Lazzaro, 5 - 27050 Torricella Verzate (PV) Tel. 0383 896043 www.monsupello.it - monsupello@monsupello.it

Metodo Classico di rito in questa stagione anomala è: Com’è andata la vendemmia? “È un’annata difficile. Per noi la perdita si aggira intorno al 15%, facendo una media tra zone rimaste integre, che talvolta hanno dato perfino qualcosa in più come lo Chardonnay, e altre vigne dove abbiamo perso fino all’80% di uva. Puntiamo comunque a portare in bottiglia un prodotto di livello che continui a contraddistinguerci sul mercato”.•

Vini diversi per due esperienze di qualità

Traditional Method and Germogli Monsupello Different wines for two high quality experiences “Our buttonhole is our Traditional method Sparkling wine (Spumante Metodo Classico) that represents 50% of our production. In the 80s, we added I Germogli, a sparkling wine made with the same grape varieties of our Spumante. It has been very well appreciated, being a likewise pleasant wine with a more accessible price: a white wine suitable for an aperitif or for a whole meal”. The oenologist of Monsupello, Marco Bertelegni, introduces

us the winery of Pavia. “Beside these two labels we propose rosé, red wine, sweet wines and grappa”. We cannot but ask about the last harvest: “It’s a very difficult year. We have lost 15% of the production. But it’s an average number between intact areas and other ones such as the Chardonnay vineyards and other areas where we have lost about 80%. Anyway, we aim to bottle a high quality product that will let us to stand out on the market”.•

Nella foto Carla Dallera Boatti

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MOLISE DI GIULIA MONTEMAGGI

Anche il Molise si aggiunge alla lista delle regioni duramente provate dalla siccità: vendemmia in calo del 25% rispetto al 2016

La fin troppo calda

estate molisana

I

n quest’annata bizzarra che, tra deboli aspettative e funeste previsioni, ha visto il lavoro dei vignaioli italiani gravato da un costante senso di incertezza, una cosa è ormai assodata: la vendemmia 2017 dello Stivale sarà una delle più difficili degli ultimi anni. Una raccolta che, stando alle valutazioni di Coldiretti ed Assoenologi, si classifica come “la più precoce dell’ultimo decennio” e “tra le più scarse del dopoguerra”, con un calo di produzione pari al 25% o più per regione. Nello specifico, il clima impietoso e la siccità hanno inferto anche al Molise un duro colpo sul fronte quantitativo. Se, in-

fatti, la vendemmia 2015 registrava un aumento produttivo da record del 20% rispetto al 2014 e un recente studio di Unioncamere Molise sui dati della Camera di Commercio regionale parla di “comparto in crescita” nel 2016, l’anno corrente sembra invertire questa tendenza, preannunciando ingenti perdite. È così che, per ciò che concerne la resa vinicola molisana, un imponente meno 25% si staglia nelle tabelle delle previsioni vendemmiali fornite da Ismea e Unione Italiana Vini per l’Osservatorio del Vino. Dati non positivi, che vedono la produzione di vini e mosti passare dai 249.540 ettolitri

dell’anno passato ai ben più contenuti 187.155. Poca uva e terreni aridi, conseguenza inevitabile di un’estate siccitosa che, intervallata da episodiche grandinate, ha fortemente colpito la regione. Un territorio con una tradizione vitivinicola di indubbio valore e dal grande potenziale che, negli ultimi tempi, ha visto crescere le esportazioni ed ha dato forma ad importanti progetti. Come l’istituzione del Consorzio di Tutela Tintilia Doc, inaugurato all’inizio dell'estate 2017 con l'obiettivo, attraverso le sue 7 aziende, di promuovere il vitigno molisano per eccellenza e quell’identità territoriale che tanto incarna. •

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Quando un vino si chiama per nome I Vini Flocco tra passato, presente e futuro

C

i sono aziende per cui il vino è una tradizione di famiglia: avviata dai nonni, alimentata dai figli, destinata alla continuità: “Mio nonno, vendeva vino a New York già nel 1927. Noi siamo viticoltori da allora e stiamo trasmettendo la medesima passione ai nostri figli”, spiega Salvatore Flocco alla guida della Vinicola Flocco. Qual è il plus valore dei vostri vini? “Il terroir, come

dice sempre Paolo Peira, nostro enologo ed amico. I terreni di origine vulcanica su cui sorgono le nostre vigne, donano ai nettari caratteristiche uniche. Prendete il nostro Cabernet Sauvignon: non ha note erbacee, offrendo un’esperienza delicata e morbida. A questo va aggiunta la capacità di captare il gusto degli appassionati: a Milano apprezzano molto le Cuvèe, e noi abbiamo il piacere di offrire sia la versione Blanc che Rouge. E poi c’è la Falanghina, che molti clienti identificano direttamente con il nostro nome”. Un ulteriore conferma per questa azienda del Molise che continua ad investire nel futuro, certa della qualità di ciò che porta fino alla bottiglia.•

When a wine is called by its name

Flocco: wines between past, present and future For some wineries, winemaking is a family tradition: started by the grandfathers, grown with their children and destined to continuity. “My grandfather used to sell wine in New York in 1927 already. We are winegrowers since then and we are passing it down to our children”, says Salvatore Flocco, manager of Vinicola Flocco. What is the plus value of your wines? “The terroir, as Paolo Peira, our oenologist and friend, has always said. Our vineyards grow on volcanic soils that give to the wine unique

characteristics. Our Cabernet Sauvignon, for instance, has not herbaceous inklings and offers a delicate and soft experience. Also, we are able to understand the tastes of wine-lovers. In Milan, they appreciate the Cuvèe and we propose both the Blanc and the Rouge versions. And then, there is Falanghina, a grape variety that many tasters identify with our name”. Another acknowledgment for this winery from Molise that continues to invest on the future, confident of the quality of its wines. •

VINI FLOCCO Corso Vercelli, 42 Milano (MI) Tel. +39 3280095297 Salavatore Flocco www.vinicolaflocco.com vinicolaflocco@gmail.com

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Opalia, oltre 2.000

vendemmie in bottiglia

“S

ono oltre 2.000 anni che il Molise produce vino: la Stele di Calidio lo testimonia - racconta Antonio Valerio, titolare di Campi Valerio - nonostante una tradizione importante, siamo poco conosciuti: la conformazione orografica della regione non

La lunga tradizione molisana raccolta da Campi Valerio consente coltivazioni intensive e fino al secolo scorso il vino molisano veniva venduto ad altre regioni. In virtù della nostra esperienza millenaria, abbiamo però deciso di passare dall’autoconsumo all’export, valorizzando una produzione esclusiva per noi rappresentata in primis da Opalia, un Tintilia 100%. Questo vino era utilizzato dai contadini per dare colore ad altri vini

Opalia, more than 2.000 years in a bottle

The ancient oenological tradition of Molise according to Campi Valerio “Molise have been producing wine for more than 2.000 years: the Stele di Calidio proofs it – says Antonio Valerio, the owner of Campi Valerio – and in spite of this important tradition we are still not very well known. The geography of our region does not allow intensive cultivation. Until the last century, our wine was sold to other regions. But due to our age-old experience, we decided to bet on our production, in particular on Opalia, a Tintilia 100%. Originally, this wine was used to give color to other wines, and its name become the reason of a misunderstanding. In fact, for a long time it was believed that Tintilia came

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from the Spanish word “tinto”, that is “red”. Actually, it comes from a local word “titinge”, which means “to paint”. How did you decide to exploit this autochthonous grape variety? “Improving the wine-making techniques we managed to give life to a more interesting wine from an organoleptic point of view that represents accurately the production of the province of Isernia. Opalia is suitable for a long ageing, a peculiarity of the altitude fruits. In fact, our vines grow at more than 350 m above the sea level, in a very peculiar orographic piedmont setting. Our winery has been called

e da qui nasce l’equivoco sul nome. Per lungo tempo si è creduto che Tintilia venisse dallo spagnolo tinto, ovvero rosso. Invece viene da una parola del nostro dialetto, titinge, che vuol dire tingere.” Che cosa vi ha portato a nobilitare questo vigneto autoctono? “Migliorando le tecniche di vinificazione abbiamo dato corpo a un vino più risolto dal punto di vista organolettico che rappresenta in modo puntuale la produzione della provincia di Isernia. Opalia è perfetto per l’invecchiamento, caratteristica propria dei frutti di altitudine: qui le vigne si trovano dai 350 m s.l.m. in su, in un contesto orografico pedemontano singolare. La nostra azienda si chiama

Campi Valerio to recall the forced productive segmentation: we have very heterogeneous vineyards, from 1 to 10 hectares, all addressed to a quality production according to the French model. How would you describe Opalia’s taste? “A ruby red color introduces perfumes of wild berries, liquorice root and vanilla. It’s a wine with a rude tannin, that become softer in time. An exclusive product, the symbol of this area. It is well appreciated in Italy, where we market half of the production, and abroad, Switzerland, USA and Canada. But if someone wish to have a wider idea of the wines of Molise, I would suggest Sannazzaro, a wine with softer tannins but intense and enveloping”.•

Campi Valerio per richiamare la segmentazione produttiva obbligata: abbiamo vigneti molto eterogenei, che vanno da meno di 1 ha a 10 ha ma destinati tutti a una produzione di qualità che segue il modello francese”. Un vino come Opalia come si presenta al palato? “Il colore rosso rubino introduce i sentori i frutti di bosco, radice di liquirizia su un fondo di vaniglia. E’ un vino dal tannino ruvido, apprezzabile nel corso degli anni, un prodotto esclusivo, simbolo delle caratteristiche di questa zona. Piace molto, oltre che in Italia dove rimangono la metà delle bottiglie, in Svizzera, Stati Uniti e Canada. Ma se uno volesse farsi un’idea più generale dei vini molisani, consiglierei Sannazzaro, dai tannini più rotondi, deciso e avvolgente”.•


CAMPI VALERIO LocalitĂ Selvotta snc Monteroduni (Isernia) Tel. +39 0865 493043 info@valeriovini.it www.campi-valerio.it

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PIEMONTE DI ENEA SILVIO TAFURO

La Barbera d’Asti e il Bocuse d’Or,

una sinergia di intenti tra cibo e vino

D

omenica 1 ottobre si è tenuta, in Piazza Risorgimento ad Alba (CN), la Selezione Italiana del Bocuse d’Or, la più importante competizione delle Arti Gastronomiche a livello mondiale. Per l’ occasione, il Consorzio Barbera d’Asti Docg, partner della food accademy, ha incontrato l’eccellenza culinaria italiana, mettendo in mostra tutta la sua identità: un’orchestra di profumi e aromi, oltre a una versatilità con il cibo, che da sempre la contraddistinguono. Una giornata dedicata all’affascinante legame vino-cibo, che ha visto competere quattro grandi talenti della cucina italiana: Paolo Griffa, chef de partie del Restaurant Serge Vieirà, due stelle Michelin; Giuseppe Raciti, chef del Ristorante Zash-Country Boutique Hotel; Martino Ruggieri, chef de cuisine del tre stelle Michelin Pavillon Ledoyen; e Roberta Zulian, sous-chef dell’Alpen Suite. Una gara aperta al pubblico di oltre cinque ore, conclusa con il trionfo del giovane Martino Ruggieri: sarà lui a guidare il team Italia alla Selezione Europea di Torino 2018. Inoltre, il Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Filippo Mobrici, ha enfatizzato il momento di rinascita della produzione vinicola del territorio del Monferrato e il suo slancio verso produzioni di alta qualità: “La Selezione Italiana del Bocuse d’Or è un’importante iniziativa per la valorizzazione del talento e dell’eccellenza gastronomica

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del nostro paese, motivo per cui il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato si è impegnato a supportarlo. Ci troviamo in un momento di grande crescita vitivinicola del territorio, testimoniata anche dalla nascita di nuove importanti Docg come il Ruchè di Castagnole Monferrato e il Nizza, per cui è necessaria una comunicazione congiunta tra le diverse zone vitivinicole della regione, volta a comunicare e promuovere sotto la voce Piemonte tutte le sue eccellenze”.•

Un evento enogastronomico che ha unito i piatti dell’alta cucina a uno dei vini più rappresentativi del Piemonte


Tipicità piemontese,

visione internazionale

C

i sono connubi che, fin da subito, hanno le carte in regola per durare, dando vita a storie di successo. Questo è il caso della Tenuta Tenaglia, realtà del Monferrato, che coniuga passione e humus italiani con la rigorosa lungimiranza tedesca. Dal 2001, i 30 ettari complessivi (19 in provincia di Alessandria e 11 nell’astigiano) sono

Tenuta Tenaglia fonde tradizione e modernità. E si apre al mondo tutti i giorni dell’anno

gestiti dalla famiglia Ehrmann, arrivata in Italia dalla Baviera, grazie al coraggio visionario di papà Alois. Oggi l’azienda è condotta dalla figlia Sabine: per lei vita e vino formano un filo rosso ininterrotto, interpretato senza riserve e con dedizione assoluta. Nei vini, la Barbera d’Asti la fa da padrone. Delle 120mila bottiglie prodotte ogni anno, “Giorgio Tenaglia” ed “Emozioni” sono le etichette di punta; la prima, un Barbera D’Asti Docg, con l’annata 2011 ha vinto il Premio Marengo 2017: motivo di particolare fierezza, perché riconosce la grande qualità che l’azienda ha raggiunto. Oltre all’aspetto enologico c’è quello enoturistico: da queste parti è ancora raro trovare cantine aperte e visitabili, mentre,

Piedmontese typicalness, international point of view Tenuta Tenaglia combines tradition and modernity. And opens its doors to the world every day of the year Some marriages are born to last. That’s the case of Tenuta Tenaglia, the winery of Monferrato that combines Italian passion and humus with the German farsightedness. Since 2001, its 30 hectares (19 in the province of Alessandria and 11 in the province of Asti) have been managed by the Ehrmann family, who arrived in Italy from Bavaria thanks to daddy Alois’s visionary audacity. Nowadays, it is his daughter Sabine who manages the winery: for her, wine

and life are interlaced in an uninterrupted fil rouge. Among the wines produced by Tenuta Tenaglia, Barbera d’Asti is the true protagonist.

sottolinea Sabine, “a me piace che il turista arrivi da noi e visiti il posto: siamo aperti tutte le domenche, anche per la vendita al dettaglio. E siamo ai piedi del bellissimo Santuario

di Crea, che ha due cappelle nel bosco ed è patrimonio dell’Unesco”. Per portare avanti il sogno, c’è anche un piccolo agriturismo con due camere. Poche, ma buone. (s.a.) •

“Giorgio Tenaglia” and “Emozioni” are the buttonhole labels: the first one is a Barbera D’Asti Docg that with the year 2011 has won Premio Marengo 2017, an acknowledgment that confirms the high quality of this winery. The winery opens its doors to everyone who wish to know better its

oenological specialties. As Sabine says: “I like to offer the possibility to visit our winery to everyone who wish it, we are open every Sunday, also for retail. We rise at the foot of the wonderful sanctuary of Crea, with its two chapels in the wood, a one of the UNESCO World Heritage Sites”. And for those who are enchanted by this place and wish to stay there are two rooms available. • SOC. AGR. TENUTA LA TENAGLIA S.R.L. Strada Santuario di Crea, 5 15020 Serralunga di Crea (AL) Tel. +39 0142 940252 info@latenaglia.com www.tenutatenaglia.it

41


SARDEGNA DI CLAUDIA CATALDO

Il punto di vista di Francesca Argiolas sulla vendemmia e sulla viticoltura dell’isola

La vendemmia in Sardegna

F

rancesca Argiolas porta il nome di una delle grandi famiglie del vino della Sardegna. È entrata in azienda seguendo le orme del padre, ha imparato a conoscere il mondo del vino sul campo, “non ci sono università che ti possono insegnare le fatiche e il fascino di questo settore”. Oggi è anche vicepresidente del Consorzio Vini di Sardegna. Cosa possiamo dire di questa vendemmia? “Non amo fare stime, soprattutto quando si parla di vendemmia. I dati sono stati più che ampiamente diffusi dai tecnici e dagli organi di competenza. Quello che noto è che le previsioni sembrano essere effettivamente aderenti allo stato delle cose. L’inverno è stato

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mite, l’estate molto siccitosa e calda, in più c’è stato il problema delle gelate: il calo quantitativo c’è, ma allo stesso tempo c’è da dire che la maturazione è stata ottimale, le uve sono belle e sane e credo si possa parlare di una bella annata, sia per i bianchi che per i rossi, con le dovute differenze in base alle singole zone di produzione. Da noi un fattore molto positivo è il vento: una sorta di medicina, capace di lenire e prevenire eventuali problemi all’integrità dei frutti”. Qual è la fotografia attuale della viticoltura sarda? “Posso dare un mio punto di vista, alla luce dei mie 15 anni in cantina. Vedo una grande crescita nella viticoltura dell’isola. In molti si stanno avvicinando a questo lavoro, si tratta di

un’avventura difficile che richiede grandi sacrifici, ma al contempo di grande fascino. Stiamo investendo molto in tipicità, nelle specificità dei territori, negli autoctoni; inoltre anche le tecniche hanno avuto importanti evoluzioni negli ultimi anni, affinché la tradizione si sposi con uno sguardo sempre rivolto al futuro. La scelta degli autoctoni sta dando numerose conferme e soddisfazioni, anche in termini di vendite sul mercato internazionale”. Ci sono degli elementi da valorizzare e potenziare? “C’è il concetto di aggregazione: dobbiamo sempre più capire che da soli si va meno lontano e che invece dovremo lavorare in squadra per promuovere l’isola intesa anche come plus, come insieme di cultura, clima, ambiente e tradizioni. Ci sono poi i vitigni autoctoni, come già accennato: vitigni come Nuragus o Nasco, e altri, che meritano un posto di onore nelle nostre produzioni. Dobbiamo inoltre – noi come tutti i produttori – imparare a conoscere e capire la natura: serve molta ricerca e innovazione per accogliere le sfide che un clima sempre più imprevedibile potrebbe metterci davanti nei prossimi anni”. •


Vini Argei,

Q

uando Samuel Olianas, alla guida di Argei insieme al padre Renzo, racconta che la terra viene arata grazie al prezioso aiuto dei nobili cavalli, la mente fa un tuffo al passato evocato spesso da libri, film e racconti. “L’universo del vino è uno scenario recente per la nostra azienda: il vino è cultura e, grazie a sapori sofisticati, corposi ed equilibrati, volevamo nobilitare il nostro amore per la terra” racconta Samuel. “I nostri 15 ha di vigne sono isolati e protetti, lontano da realtà inquinanti: questo garantisce un prodotto di qualità che rappresenta appieno la genuinità della nostra terra, anche grazie alla conduzione familiare e alla

eco di tempi passati filiera corta che ci contraddistinguono. L’allevamento di capre, la lavorazione del latte e la produzione diretta dei nostri prodotti lattiero-caseari avvengono con la stessa cura con cui produciamo vino: Vermentino di Sardegna DOC, Cannonau di Sardegna DOC, Ruina Figu IGT e Pranu Mariga IGT. Lo conferma la medaglia d’oro

Argei, an eco of ancient times

In the southern province of Sardinia, someone still till the land with the horses When Samuel Olianas, who manages Argei together with his father Renzo, talks about how they till the land with noble horses our mind goes back to a past evoked by books, movies and stories. “The world of wine is a recent scenario for our winery: wine is culture and thanks to refined, full-bodied and well-balanced tastes we wanted to ennoble our love for the land” says Samuel. “Our 15-hectare vineyard is isolated and protected, far from

polluting elements. This guarantees a quality product that represents at best the genuineness of our land, characterized by a family management and a short production chain. We breed goats, process their milk and produce cheese with the same care. Our labels are Vermentino di Sardegna DOC, Cannonau di Sardegna DOC, Ruina Figu IGT and Pranu Mariga IGT. A proof of our devotion to winemaking is the gold medal won at Grenache du Monde

vinta al Grenache du Monde 2017 dal nostro Cannonau di Sardegna DOC annata 2015: un vino fresco, aromatico, rotondo e frutto di un’attenta selezione, che rispecchia la minuzia di un lavoro manuale molto attento”. I vini Argei saranno all’Artigiano in Fiera, a Milano dal 2 al 10 dicembre – Pad. 2 - Stand A118, zona Sardegna.•

Nella provincia sud della Sardegna c’è chi ara ancora con i cavalli

2017 by our Cannonau di Sardegna DOC 2015: a fresh, aromatic, round wine, fruit of a careful manual selection”. Argei will be at Artigiano in Fiera, in Milan form 2nd to 10th December (pav. 2 – stand A118), in the Sardinian area. • ARGEI LE FATTORIE RENOLIA SRL SOCIETÀ AGRICOLA Via Municipio, 16 08030 Gergei (CA) Tel. +39 0782 808022 +39 02 90967000 info@argei.it www.argei.it

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TOSCANA DI STEFANIA ABBATTISTA

Vendemmia 2017:

parla il Consorzio del Chianti

L

e operazioni di vendemmia, delicatissimo e cruciale momento che tiene tutto il mondo del vino con un occhio alla terra e uno fisso al cielo, sono concluse da poco. Anche in Toscana, la terra d’elezione del Sangiovese, il refrain è stato identico a quello di buonissima parte della nostra Penisola. Salvo casi isolati, c’è stata una perdita di produzione drastica e innegabile a livello quantitativo. Di contro, è salva invece la qualità, che si è assestata, per fortuna, su livelli elevati. A confermarlo, una volta di più, è una voce tecnica autorevole: Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti. Direttore, tracciamo il quadro dell’an-

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Il Direttore del Consorzio, Marco Alessandro Bani

Bani: “Qualità ottima, quantità compromessa, ma poteva andare peggio…” damento climatico che ha portato a questa vendemmia: “Diciamo subito che le cause di una riduzione così disastrosa sono da ascrivere alle avversità atmosferiche registrate ad aprile, con


gravi perdite per le brinate tardive che non hanno interessato solo i fondi valle, ma anche alcune zone collinari; subito dopo sono arrivate grandinate a macchia di leopardo quando i grappoli erano già formati. Inoltre, durante tutto il periodo estivo, salvo nei casi in cui erano presenti gli impianti di irrigazione, si sono verificati ingenti danni per carenza idrica, che ha portato ad un limitato sviluppo degli acini e uno scarso contenuto di succo”. Durante la vendemmia vera e propria, però, il quadro è un po’ cambiato? “Si: mentre raccoglievamo il nostro vitigno principe, il Sangiovese, il sopraggiungere di piogge copiose ha posto parziale rimedio alla situazione: le piante che ancora non erano andate in riposo vegetativo hanno immesso acqua negli acini, determinando un’importante ripresa in termini di peso e di riequilibrio del loro contenuto in zuccheri ed acidità. Così è stato possibile un recupero quantitativo delle uve rosse tradizionali toscane, mentre l’esito è stato disastroso per le uve bianche e per i rossi precoci come il Merlot”. Diamo una percentuale? “In generale c’è stata una perdita di produzione attorno al 30% circa, con punte che purtroppo si confermano al 50% ed oltre. Rispetto alle fasi iniziali, comunque, abbiamo avuto un parziale recupero del prodotto”. Cosa ha chiesto il vostro Consorzio

al Ministro dell’Agricoltura Martina e alla politica regionale? “Abbiamo chiesto di individuare strumenti e misure di emergenza per interventi immediati di natura fiscale, previdenziale e creditizia che permettano alle aziende di far fronte agli impegni immediati di tipo previdenziale, bancario e fiscale, e al contempo di mantenere le forze lavoro aziendali, frutto degli investimenti degli ultimi anni”. Poi c’è il problema della gestione delle acque… “Esatto. Ci sono interventi di medio periodo che non vanno più tralasciati: sono quelli finalizzati alla gestione ottimale delle acque meteoriche; ormai assistiamo ad un’alternanza di periodi di eccessi - con gravi danni - a periodi di carenza idrica. Servono misure che permettano di imbrigliare queste acque in bacini privati o pubblici, per regolarne l’utilizzo per scopi irrigui e di pubblica utilità. Riteniamo che il problema della gestione delle acque, e della realizzazione degli impianti per la loro regolamentazione, debba essere cofinanziato dallo Stato ed essenzialmente ci deve essere un sistema autorizzativo straordinario che scavalchi e ‘sburocratizzi’ i vari passaggi amministrativi. Oggi questi passaggi sono in mano a troppi enti e questo di fatto impedisce o allontana le imprese che sarebbero intenzionate a fare investimenti di questo tipo”. •

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LIGURIA DI GIULIA MONTEMAGGI

La Liguria tra buona uva e perdite produttive estivo, cui si sono aggiunte le grandinate di luglio in provincia di Imperia, hanno complicato il processo di maturazione”. Fortunatamente i condizionamenti climatici non hanno impattato sullo stato di salute delle uve che, come conclude il documento, “sono comunque sane e con una gradazione dai 3 ai 5 gradi superiore allo scorso anno”. Alle previsioni di Ismea e Unione Italiana Vini fa riscontro il bollettino diffuso dal Centro di Agrometeorologia Applicata Regionale della Regione Liguria sulla condizione delle viti. La maturazione precoce ha costretto ad una vendemmia anticipata, soprattutto in alcune zone e per certe varietà di uva, come la Bianchetta a Chiavari, il Ciliegiolo e la Granaccia a Sestri Levante. Inoltre, il documento riscontra su tutto il territorio un graduale aumento della quantità di zuccheri, superiori di circa 2,8° Brix, e una consistente diminuzione dell’acidità, con valori in media inferiori a 2,1 g/l rispetto all’annata precedente. •

Complice la tremenda siccità, la regione si appresta, secondo previsioni, a chiudere la vendemmia 2017 con un meno 25%

L

e recenti previsioni vendemmiali e i bollettini sullo stato di salute delle viti parlano chiaro: la persistente siccità che quest’estate ha attanagliato la Liguria (ad agosto Confagricoltura Liguria parlava di un meno 26% di piogge rispetto allo stesso periodo dell’anno passato) ha fortemente condizionato la maturazione delle uve inficiandone la resa produttiva. Stando ai

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dati forniti da Ismea e Unione Italiana Vini per l’Osservatorio del Vino, la regione incasserà una perdita del 25% scendendo dai 69.402 ettolitri di vino e mosto prodotti nel 2016 a 52.052. E questo a causa delle elevate temperature che avrebbero intaccato un quadro inizialmente positivo: “Cacciata, fioritura e allegagione erano state ottime”- spiega il dossier – “ma la prolungata siccità e il caldo


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1977-2017


VENETO DI BARBARA AMOROSO

La viticoltura eroica del Prosecco Superiore

È

necessario cambiare prospettiva sul concetto di ettaro di vigna per immaginare le colline del Conegliano Valdobbiadene: una fitta trama di filari quasi ininterrotti lungo pendii impervi attraversabili solo a piedi. Un panorama unico candidato all’Unesco per lo stupore che suscita in chi vi posa gli occhi. Basti pensare che il Cartizze, espressione d’eccellenza della Docg Conegliano Valdobbiadene, si estende lungo soli 107 ha divisi tra oltre 100 produttori (1 ha può raggiungere un valore di 2 milioni di euro). Qui c’è solo un modo per coltivare l’uva, a mano, che tradotto significa 800 ore di lavoro/ha contro le circa 150 delle zone dove ci si può avvalere del supporto delle macchine. Pochi ettari, molto lavoro e un know how tramandato attraverso la Scuola Enologica di Conegliano (fondata nel 1876) per un prodotto rinomato nella versione Extra Dry che sta riscuotendo molti consensi in

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La Docg coltivata tra le impervie colline tra Conegliano e Valdobbiadene quella Brut (‘voci di corridoio’ parlano anche di un Extra Brut in attesa di essere inserito nel disciplinare). Ti porti a casa due cose quando incontri i produttori di questa zona: la sfida di una viticoltura totalmente artigianale, e che il Prosecco Superiore non è uno spumante solo da aperitivo o piatti di pesce. Ne sono un esempio La Grande Cuvèe Del Fondatore di Bortolomiol e la versione Brut di Drusian, storici produttori della zona a cui si affiancano cantine più piccole, come Miotto e Mongarda, ma non meno interessanti, in un ventaglio di produzioni di qualità dalle molteplici sfaccettature. •


Cantina di Custoza

la ricetta perfetta, da quasi 50 anni Fotografia di una realtà mossa da un amore incontrastato per le proprie radici

P

oche cose sono autentiche come l’affetto dei viticoltori per la loro terra. Un sentimento profondo che, in grado di ispirare gli animi, trova spesso amorevole realizzazione in progetti destinati a fare la storia di un territorio. Come la Cantina di Custoza, nata nel 1968 per iniziativa di 83 vignaioli e diventata, negli anni, una delle realtà più interessanti e rappresentative del panorama enoico veronese ed italiano. Composta ad oggi da oltre 200 soci, l’azienda coglie, infatti, appieno lo spirito dei luoghi del Custoza Doc esprimendone le peculiarità. Un’area viticola dai caratteri unici che, localizzata tra Vero-

na e il lago di Garda, fa capo all’anfiteatro morenico più vasto di tutto l’arco alpino e origina vini longevi, molto profumati e dalla fine mineralità. Pregiate etichette che, frutto della sapiente e misurata compenetrazione tra tradizione ed innovazione, declinano il potenziale qualitativo del Custoza in tutte le sue migliori forme espressive. Bianco dalla spiccata complessità aromatica, questo vino è ottenuto dal blend di tre uvaggi principali (Garganega, Trebbiano e Friuliano) arricchiti, a discrezione dei produttori, da una modesta percentuale di uve di vitigni autoctoni. È così che nasce una gamma di prodotti di alta qualità, originale e squisitamente personale. Come Val dei Molini, selezione dedicata ad una delle vallate più votate alla produzione di vino e dove a farla da padrone è il Bianco omonimo. Fruttato e dalle sfumature inconfondibili, è la punta di diamante e l’etichetta più cosmopolita della Cantina che, esportato in molteplici Paesi, si

Cantina di Custoza: the perferct recipe, for almost 50 years

A picture of a reality driven by a deep love for its roots Only few things are such authentic as the love of a winegrower for his land. It’s a deep feeling that inspires his soul and take shape into project that writes the history of a territory. Cantina di Custoza, was founded in 1968 by 83 winegrowers and in time it has become one of the most interesting realities of the Veronese and Italian oeno-

logical survey. Nowadays is counts more than 200 partners and expresses at best the spirit of the Custoza Doc area and its peculiarities. This area spreads between Verona and the Lake Garda, in the widest natural amphitheater of the Alps. Its wines are long-lasting and perfumed with fine mineral inklings. Tradition and innovation merge

fa manifesto della più genuina qualità veronese nel mondo. Unitamente al Bianco di Custoza, completano la linea Val Dei Molini altri prodotti tipici, quali il Bardolino Classico e Il Bardolino Chiaretto. Ad impreziosire un quadro, di per sé, già suggestivo spicca una selezione di stampo Bio, risultato del percorso di conversione all’agricoltura biologica intrapreso dalla Cantina nel 1994 e prova tangibile di quella continua ricerca dell’eccellenza che l’accompagna da tutti questi anni. (g.m.)•

CANTINA DI CUSTOZA SOCIETA' COOPERATIVA AGRICOLA Via Staffalo, 1 37066 Sommacampagna (VR) Tel. +39 045 516200 Fax +39 045 516255 info@cantinadicustoza.it www.cantinadicustoza.it

in these precious labels. Bianco di Custoza is a white wine complex and aromatic made of three grape varieties (Garganega, Trebbiano e Friuliano) enriched by the different producers with a small percentage of other autochthonous grape varieties. In this way, they can propose a range of high quality products with peculiar original characteristics. Val dei Molini, for instance, is a selection dedicated to one of the most suited areas for winemaking, where this Bianco is the undiscussed king. Fruity and

with unmistakable nuances, it’s the buttonhole label and the most international one of Cantina di Custoza, which exports it all around the world. Together with Bianco di Custoza, other typical product enrich the range of its products, such as Bardolino Classico and Bardolino Chiaretto. Moreover, an organic selection (fruit of a path started in 1994) enhance this production, demonstrating how Cantina di Custoza works to improve its quality to the pursuit of excellence.•

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CORNO PALLETS 50

S.r.l.


PELLICOLE DI GUSTO ( di Lorenzo Bianciardi - lorenzo@igrandivini.com )

Slow Food Story, alle origini del buono, pulito e giusto

«Contro coloro, e sono i più, che confondono l’efficienza con la frenesia, proponiamo il vaccino di un’adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato godimento. Iniziamo proprio a tavola, con lo Slow Food». Per chi non conoscesse ancora queste righe, consigliamo la visione di un documentario particolarmente “saporito”: Slow Food Story di Stefano Sardo (2013), che ripercorre le tappe principali che hanno portato all’avvento di uno dei più lungimiranti progetti culturali legati all’enogastronomia. Quello che abbiamo letto è solo uno dei passaggi principali del Manifesto, redatto nel 1989 dal “Movimento internazionale per la tutela e il diritto al piacere”. «Eroe europeo del nostro tempo», così lo ha definito niente di meno che Time Magazine: Carlo Petrini è il deus ex machina del movimento Slow Food e la sua voce è il fil rouge di tutto il documentario, grazie a video amatoriali e reperti d’archivio di Rai Teche. «Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo»: parafrasando una celebre canzone di Gino Paoli, tutto in effetti partì da un paese di 27 mila abitanti come Bra, nel Cuneese. Un gruppo di amici, tra cui il nostro “Carlìn”, Azio Citi e Giovanni Ravinale, pronti a rivoluzionare il mondo della gastronomia: dall’apertura della Radio Bra Onde Rosse (1975), passando per l’Osteria del Boccondivino (1984), fino alla fondazione dell’Arcigola (1986). E poi l’invenzione dei “Tre Bicchieri” della guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso e la nascita di Slow Food. Da lì ancora nuove intuizioni imprenditoriali come Terra Madre, il Salone del Gusto di Torino ed Eataly. Un crescendo di idee e di realizzazioni, che poi hanno dato vita alla prima Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, con sede

a Pollenzo. «Il modo in cui mangiamo sta uccidendo il nostro pianeta» afferma malinconica la voce narrante. E la colpa, lo sappiamo ormai tutti, è della produzione industriale del cibo che rende omogenea qualsiasi diversità. Un passo del documentario non può che rimanere impresso nella memoria: «Arriviamo all’assurdo che costa di più una mutanda, che non il cibo. Ma io se mangio il prosciutto, o il formaggio, o il pane buono, dopo pochi secondi diventa Carlo Petrini. La mutanda (firmata) è sempre fuori Carlo Petrini. Diamo più valore a noi, che non ai vestiti!». Parole “rubate” a un leader visionario, che equipara il fast food all’omologazione, definita «penosa». Un’ideologia che parte da lontano e affonda le sue radici in una “certa” politica vicina all’idea di un recupero “ecologico” e virtuoso dei beni, avversa alle procedure standardizzate e di massa, a favore della salvaguardia del singolo individuo e dei lavoratori, e al contempo convinta sostenitrice di un sano diritto al piacere. Piacere slow e non fast. Se ve lo siete persi, vi consigliamo davvero di ricercare un film come Slow Food Story, uscito nei cinema in pochissime sale. Un’opera che mischia privato (un gruppo goliardico e scanzonato di amici) e pubblico (la visita del principe Carlo d’Inghilterra al Salone del Gusto 2004); che raccoglie voci di provincia e testimonianze celebri di opinion leader internazionali. Un documentario che va visto, perché non è mai troppo tardi per imparare cosa sta alla base dell’ideologia del «buono, pulito e giusto». E che ha il pregio di raccontarci in modo schietto l’ingrediente segreto del progetto: quella forza contagiosa di chi nasce nel “piccolo” per pensare in “grande”.•

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FIERE IN CALENDARIO 2017

16-17 OTTOBRE

17-21 OTTOBRE

AUTOCHTONA Bolzano www.fierabolzano.it/autochtona

ITF-AGROFOOD Skopje (Macedonia) www.eragrupa.mkindex2.aspx

27-28 OTTOBRE

VITEFF 2017 Epernay (Francia) www.viteff.com/fr/rubrique1.html

WINE EXPO POLAND Varsavia (Polonia) www.wineexpopoland.pl

17

19

Ottobre 2017

17-20 OTTOBRE

27

14-16 Novembre 3

3-5 NOVEMBRE SALON VINS ET TERROIRS Toulouse www.salon-vins-terroirs-toulouse.com

Novembre 2017

9-11 Novembre HONG KONG INTERNATIONAL WINE & SPIRITS FAIR 2017 Vinitaly Hong Kong www.vinitalyinternational. com/events/hongkong2015

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4

PROWINE CHINA 2017 Shangai www.prowinechina.com

4-5 NOVEMBRE SANGIOVESE PUROSANGUE Siena www.sangiovesepurosangue.com

25-26 Novembre

15-17 Novembre

20-21 Novembre

ENOEXPO 2017 Cracovia enoexpo.krakow.pl

WORLD BULK WINE EXHIBITION 2017 Amsterdam www.worldbulkwine.com

7° MERCATO DEI VINI DELLA FIVI Piacenza www.mercatodeivini.it

9 10 11

14

15

17

20

10-14 Novembre

11-14 Novembre

17-19 Novembre

MERANO WINE FESTIVAL Merano meranowinefestival.com

COSMOFOOD Vicenza www.cosmofood.it

EXPO FOOD & WINE Catania www.expofoodandwine.it

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28-30 Novembre SITEVI Montpellier (Francia) www.sitevi.com


16-18 GENNAIO

2017

SIVAL Angers (Francia) www.sival-angers.com

1-2 DICEMBRE LE GRAND TASTING 2017 Parigi www.grandtasting.com

1

5-6 FEBBRAIO SALON DES VINS DE LOIRE 2018 Angers (Francia) www.salondesvinsdeloire.com

EXPO RIVE Pordenone www.exporive.com

Febbraio 2018 5

18

23-25 FEBBRAIO

16

18

12-14 DICEMBRE 12

23

SALON DES VINS DE LIMOGES 2018 Limoges (Francia) www.salon-vindefrance.com/ limoges/accueil.php

18 - 20 FEBBRAIO VINISUD Montpellier (Francia) www.vinisud.com/en

27 FEBBRAIO - 2 MARZO 27

VINEX INTERNATIONAL WINE FAIR 2018 Brno (Repubblica Ceca) www.bvv.cz/vinex

Gennaio 2018

29-31 GENNAIO

FIERE IN CALENDARIO 2017/18

Dicembre

18-20 GENNAIO TIERÄRZTEKONGRESS 2018 Lipsia (Germania) www.tieraerztekongress.de

29

MILLÉSIM BIO Montpellier (Francia) www.millesime-bio.com

31 GENNAIO - 3 FEBBRAIO

Marzo

2018

31

FIERAGRICOLA Verona www.fieragricola.it

3-4 MARZO

3

SALON DES VINS DE BRIVE GAILLARDE 2018 Brive la Gaillarde (Francia) www.salon-vindefrance.com/ brive-la-gaillarde/accueil.php

16-18 MARZO SALON DES VINS D'AUXERRE 2018 Auxerre (Francia) www.salon-vindefrance.com/auxerre/accueil

3-5 MARZO EXPOGUSTO 2018 Arezzo www.expogusto.it

16 18

18-20 MARZO PROWEIN 2018 Düsseldorf (Germania) www.prowein.it

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Food&Beveragenda

AUTOCHTONA Bolzano, 16 – 17 ottobre 2017

di Claudia Cataldo

2017

AUTOCHTONA DEI VINI AUTOCTON FORUM NAZIONALE 17 / BOLZANO 16 - 17 OTTOBRE 20

I

CON

HOTEL

LE AZIONA INTERN IE E FIERA R HOTELLERNE PE ORAZIO RIST OTTOBRE 9 -1 16

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O FRUTTO DELLAECOM 2017 È UN EVENT FRUIT BOLZANO E AUTOCHTONA IONE TRA FIERA COLLABORAZ

00 Lun-Mar: 11.00-18.

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Appuntamento con i vini autoctoni. Una vetrina in grado di esaltare le tipicità dei vini provenienti da vitigni unici o rari della ricca tradizione italiana. Nel cuore dell’Alto Adige, dove la cultura enologica è tra le più antiche d’Europa, Autochtona accende i riflettori sulle denominazioni più note così come su quelle meno conosciute del grande patrimonio vitivinicolo italiano. Autochtona, il Forum nazionale dei vini autoctoni che si svolgerà, come ogni anno, all’interno di Fiera Bolzano il 16 e 17 ottobre in concomitanza con Hotel, la fiera dedicata al settore dell’hotellerie e della ristorazione, sarà un’occasione ideale per parlare di vitigni e degustare un ventaglio molto rappresentativo di vini prodotti da vitigni autoctoni, varietà spesso uniche, legate a singoli e piccoli areali, custodite dal lavoro quotidiano di vignaioli che hanno deciso di essere testimoni in prima persona di questo grande patrimonio. Una manifestazione di qualità, giunta alla sua quattordicesima edizione, frequentata da qualificati operatori del settore italiani ed esteri, con un pizzico di eterogeneità, portato dalla significativa presenza di wine lovers: il contesto ideale per degustare, scambiarsi opinioni e riflettere sulla grande biodiversità che i vitigni autoctoni sono in grado di donare. www.fierabolzano.it/autochtona

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HOSTARIA Verona, 13 – 15 ottobre 2017 “Hostaria” nasce per esprimere il concetto popolare di ospitalità legata alla degustazione dei vini. Evoca luoghi di incontro, convivialità, divertimento e libertà comunicativa. Attraverso un percorso lungo 3 chilometri all’interno del centro storico di Verona il pubblico partecipante diventa il protagonista attivo della festa degustando i vini proposti dalle cantine presenti e fermandosi nelle “sbecolerie” delle eccellenze gastronomiche veronesi dislocate nell’itinerario della festa. Ad Hostaria aderiscono cento ristoranti e osterie del centro storico e della provincia di Verona che prepareranno speciali menù tipici ispirati all’idea del Festival. www.hostariaverona.com

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VINNATUR Genova, 21 e 22 gennaio 2018 VinNatur, Associazione Viticoltori Naturali, organizza per domenica 21 e lunedì 22 gennaio 2018, dalle 11 alle 19, la seconda edizione di VinNatur Genova, ospitata nei locali del Palazzo della Borsa, nella centrale Piazza de Ferrari. Un banco d'assaggio dove 70 vignaioli aderenti all'associazione presenteranno i loro vini e racconteranno il loro modo di intendere la viticoltura. Accanto ai vini troverà posto anche una selezione di produttori di gastronomia ligure che proporranno le loro specialità. Sabato 20 gennaio sarà invece dedicato all'anteprima della manifestazione. I vini dei produttori di VinNatur saranno infatti protagonisti di cene e abbinamenti in diversi locali del centro storico di Genova. www.vinnatur.org

BACK TO THE WINE Faenza, 12 e 13 novembre 2017 È un vero e proprio omaggio ai vignaioli artigiani Back to the Wine, la due giorni ospitata alla Fiera di Faenza in programma domenica 12 e lunedì 13 novembre 2017. Giunto alla seconda edizione Back to the Wine chiama a raccolta piccoli produttori da tutta Italia, quelli con una produzione limitata e di qualità, quelli con le mani intrise nella terra e l’artigianalità in cantina. A curare la manifestazione è Andrea Marchetti, ideatore della comunità di Vinessum, l’organizzazione è di Blu Nautilus. Biglietto per operatore, previa registrazione sul sito entro 3 novembre: 10 euro al giorno. Il biglietto di ingresso comprende: calice, degustazione libera dei vini. www.backtothewine.it


Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

BAROLOBRUNELLO Milano, 18 e 19 novembre 2017 Sabato 18 e domenica 19 novembre sono due date da segnare in agenda: barolobrunello approda nella città di Milano alle Officine del Volo con più di 50 produttori riconosciuti per la produzione di Barolo e Brunello di Montalcino. Le degustazioni aprono nel pomeriggio del sabato, dalle ore 14.00 alle ore 18.30, e domenica dalle ore 10.30 alle ore 17.00. La quarta edizione di barolobrunello ruota attorno al tema del gioco. Vino e gioco possono sembrare due mondi inconciliabili eppure trovano molti punti in comune: ad esempio si beve in compagnia così come si gioca in gruppo. È questo lo spirito di barolobrunello e dei suoi protagonisti. www.barolobrunello.it

ENOLOGICA Bologna, 18 - 20 novembre 2017 Enologica, il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna unirà il vino e il cibo della regione con quelle che sono le tradizioni, la cultura, l’identità dell’Emilia Romagna. Appuntamento a Bologna, dal 18 al 20 novembre nel centralissimo Palazzo Re Enzo con oltre 100 tra produttori, consorzi e cantine; seminari e degustazioni tematiche per raccontare il vino dell’Emilia Romagna, dai principali vitigni ad alcuni autoctoni tutti da scoprire; il “Teatro dei Cuochi” con gli chef che si racconteranno, anche attraverso le proprie creazioni gastronomica in abbinamento ai vini. E inoltre, la premiazione di “Carta Canta”, il premio rivolto a ristoranti, enoteche, bar, agriturismi e hotel situati in regione, in Italia o all’estero che propongono un assortimento qualificato di vini regionali, e il “Panino d’Autore” con lo chef Daniele Reponi, che realizzerà panini gourmet utilizzando esclusivamente prodotti Dop e Igp made in Emilia Romagna. www.enologica.org

SITEVI Montpellier, 28 – 30 novembre 2018

APPASSIMENTI APERTI Serrapetrona, 12 e 19 novembre 2017 Dopo lo stop dello scorso anno a causa del sisma, nelle due domeniche del 12 e del 19 novembre il borgo di Serrapetrona (Mc) torna mostrare i suoi tesori con “Appassimenti aperti”, evento organizzato dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini per valorizzare il vitigno autoctono Vernaccia Nera. Un’occasione unica per apprezzare grandi vini direttamente nei luoghi di produzione, dove si resta affascinati dalla bellezza degli appassimenti e dalle atmosfere di un mondo rurale ancora intatto. www.appassimentiaperti.it

La nuova edizione di SITEVI - salone delle attrezzature e dei know-how per le produzioni delle filiere vigna-vino, oliva, ortofrutta - si svolgerà dal 28 al 30 novembre 2017, presso il Parco delle Esposizioni di Montpellier. « A 40 anni dalla sua creazione, il salone SITEVI è diventato il più grande salone mondiale, organizzato intorno alle 3 filiere. L’annata 2017 si preannuncia inedita in quanto un padiglione temporaneo supplementare è previsto fin da ora per accogliere più di 100 nuovi espositori iscritti ad oggi. SITEVI si impone più che mai come l’appuntamento dedicato al business e all’innovazione di tutti i produttori» sottolinea Martine Dégremont, Direttrice del salone. Per i suoi 40 anni SITEVI aumenta lo spazio accordato all’innovazione e alle soluzioni di domani attraverso nuovi concept e nuove proposte. Ad esempio Il Villaggio Start-up, nuovo luogo di espressione e di confronto, un trampolino per le giovani start up innovative del settore agricolo; oppure l’area esterna di dimostrazioni "Spot Démo", dedicata alle macchine in funzionamento e in particolare alla robotica. Ci sarà poi il Polo Internazionale all’Ingresso B. Con 54.000 ingressi da parte di visitatori di 52 paesi registrati in occasione dell’ultima edizione, SITEVI completa per la prossima edizione l’offerta dei servizi riservati ai visitatori internazionali. Al « Club d’Affaires International » e al programma delle visite alle aziende agricole della regione si aggiungono l’area dei produttori internazionali con le degustazioni di prodotti del mondo, le occasioni di networking e molto altro. www.sitevi.com

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NewsBio & Green di Marina Ciancaglini

I vini naturali verso delle regole comuni

N

el proliferare di associazioni e fiere riguardanti i vini cosiddetti “naturali” – definizione che ancora non trova un suo ordinamento ufficiale - alcune voci di questo mondo si sono uniti e hanno deciso di darsi delle regole comuni. È il caso di Christine Cogez Marzani per Vini di Vignaioli , Gabriele da Prato per l'ass. Vi.Te - Vignaioli e territori (organizzatore ViViT) ed Emilio Falcione dell’ass. V.A.N. (Vignaioli Naturali Artigiani), i quali hanno stabilito di condividere informazioni e modi operativi. Tre gli obiettivi principali: - uniformare le schede di autocertificazione con cui i produttori descrivono il loro lavoro in vigna e in cantina, rendendole immediatamente e più facilmente confrontabili; - far analizzare, nell'arco temporale di un

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Tre fra le più importanti associazioni si sono riunite per dare vita a un modus operandi condiviso, che tuteli sia il vignaiolo che il consumatore anno, almeno un campione di vino per azienda per determinare la solforosa totale ed eventuali residui di fitofarmaci; - uniformare il processo di selezione alle rispettive associazioni.

Gabriele da Prato parla di questo nuovo progetto. Come è nata questa idea? “Quando ci siamo incontrati, qualche mese fa, ci siamo guardati negli occhi ed è nata spontanea questa idea di dare concretezza a un bisogno comune; l’autocertificazione non può più bastare, non tutela il consumatore. Chi vorrà stare dentro le nostre associazioni sarà importante che segua delle linee guida, centrate su l’assenza di pesticidi, microfiltrazioni e uso di lieviti selezionati ”. Quando sarete pronti con questa nuova linea operativa? “Presumibilmente tra fine anno e inizio 2018. Il primo tema sarà quello di cercare di dare una definizione al concetto di vignaiolo. Con un’unica domanda d’ammissione, condivisa, eliminiamo molta burocrazia, soprattutto per chi fa parte di

più associazioni e ci facciamo portavoce di un pensiero aggregativo che qui in Italia manca”. Anche Angiolino Maule, tramite Vinnatur, sta lavorando in questo senso. “Maule sta facendo moltissimo per il movimento dei vini naturali ma qui prevale la parte di dialogo tra le varie Associazioni”. Ci sarà anche una parte dedicata alla formazione? “Si, certamente”. Si parla anche della stesura di una bozza di regolamento europeo sui Vini Naturali. “Si esatto. L'appuntamento sarà per il prossimo 28 novembre presso il Parlamento Europeo di Bruxelles, dove abbiamo organizzato, con l’europarlamentare Curzio Maltese, un evento pubblico per discutere e presentare la nostra proposta”.•


Tendenze Sparkling di Barbara Amoroso

CHAMPAGNE

L’AMBASCIATORE ITALIANO DELLO CHAMPAGNE 2018 È PIETRO PALMA La 12° edizione del Comité Champagne ha individuato in Pietro Palma (42 anni di

Prato) l’Ambasciatore dello Champagne 2018. Un legame con il vino francese rafforzato nel 2014 con l’apertura della sua enoteca, dove conduce ogni anno 30 incontri, tra lezioni e degustazioni, su questo vino che definisce “unico e inimitabile, sinonimo di vita,

ingegno umano e creatività”. Palma rappresentarà il nostro paese l’8 novembre a Epernay, contendendosi il titolo di Ambasciatore europeo 2018. In finale anche Francia, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Austria, Germania, Svizzera.

L’enotecario si aggiudica il riconoscimento del Comité Champagne

foto di Luca Managlia

SPUMANTE DOC

LO SPUMANTE GARDA DIVENTA DOC Previste 20 milioni di bottiglie annue Sono 10 le denominazioni riunite nel progetto del Consorzio Garda Doc (Valtènesi, San Martino della Battaglia, Lugana, Colli Mantovani, Custoza, Bardolino, Valdadige, Valpolicella, Durello, Soave), per una superficie vitata totale della denominazione di 31.000 ettari (27.889 nella provincia di Verona e 3.211 tra Mantova e Brescia). Una sfida cominciata dalla modifica del disciplinare che adesso prevede uno spumante bianco con in etichetta il solo nome della denominazione Garda. Gli obiettivi sono chiari, spiega

Luciano Piona, presidente del Consorzio Garda Doc: “Prevediamo di toccare in breve tempo i 20 milioni di bottiglie, tante quante sono all’incirca le presenze turistiche nel bacino gardesano. Lo Spumante Garda Doc si propone come tipologia centrale della denominazione che va a riunire 7 milioni di bottiglie già spumantizzate in zona sotto vario nome, puntando a una crescita che ci permetta di essere

sempre più presenti sui mercati esteri, utilizzando come trampolino di lancio le sponde del Benaco, meta di turisti da tutto il mondo e in particolare dalla Germania”.

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A tutta Birra di Chiara Martinelli

TRACCIABILITA’

ETICHETTE: DIVENTA OBBLIGATORIO INDICARE LO STABILIMENTO DI PRODUZIONE Il Mipaaf ottiene l’approvazione definitiva dal Consiglio dei Ministri

Con il nuovo decreto legislativo, per tutti i prodotti alimentari italiani sarà obbligatorio appore in etichetta la sede di produzione, oltre a quella legale già

in vigore con il Regolamento Ue 1169/2011 del 2014 e poi abrogato. Ovviamente anche per le birre si compirà un passo in avanti che permetterà di avere una completa trasparenza nei confronti del consumatore finale. Se finora lo stabilimento di produzione poteva essere omesso a favore di quello legale, tra 180 giorni (il tempo necessario per mettere in regola

tutti i prodotti in circolazione prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) dovrà essere indicato anche l’impianto di produzione, migliorando così la tracciabilità delle birre. Un provvedimento che avalla e sostiene il processo produttivo di molti birrifici, in particolari quelli del settore craft beer, legati al territorio e all’utilizzo di materie prime locali.

ECO-FRIENDLY Accanto al provvedimento sopra citato, si colloca la “restituzione di bottiglie riutilizzabili ”. Un regolamento che mira ad abbattere lo smaltimento dei rifiuti ed ha come obiettivo quello di ridurre l’inquinamento ambientale. Ogni bottiglia che sia in vetro o plastica potrà essere riutilizzata fino a 10 volte. Il valore sarà commisurato alla capacità del contenitore: da 0,05 euro per le lattine da 20 cl fino a 0,3 euro per le bottiglie da un litro e mezzo.

BIRRE DELL’ALTRO MONDO

DOS EQUIS E MODELO Due messicana nella top list americana La Dos Equis è una delle birre di grande successo negli Usa e tra le più importate. Nata nel 1897 dal tedesco Wilhem Hasse, presso il birrificio Montezuma, ha un’etichetta con due X sul volto dell’imperatore azteco che fu abbattuto dal conquistadores spagnolo Cortes nel XIV secolo. Le due lettere rappresentano il passaggio storico da una cultura all’altra, e allo stesso tempo il vivo sincretismo che ha resistito nei secoli. Dos

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Equis è prodotta sia in versione Amber che in Lager: una pilsner dal gusto fresco e dissetante, molto bevibile, con un piacevole aroma di luppolo e malto. La Dos Equis Amber è invece una Vienna Style lager dal colore rosso ambrato e dal gusto pieno ed intenso, con un leggero aroma di malto tosta-

to. Entrambe hanno una gradazione alcolica di 4.5°. La Modelo Especial è l’altra messicana di successo: venne prodotta per la prima volta in Messico nel 1925, da allora questa straordinaria lager ha conquistato i consumatori per il suo gusto ricco con un aroma di malto pieno da assaporare in compagnia. E’ una lager dissetante di elevata intensità e finezza olfattiva, corpo rotondo, gusto e profumo raffinato. A bassa fermentazione, colore Giallo dorato, gradazione alcolica 4,5% vol.


ExtravergineNews di Barbara Amoroso

PAESAGGI RURALI STORICI

ALTRE 3 CITTÀ DEL’OLIO CANDIDATE AD ENTRARE NEL REGISTRO MIPAAF Entro l’anno l’esito definitivo Dopo l’inserimento degli Olivi Terrazzati di Vallecorsa, tocca al Parco Regionale dell'Olivo di Venafro, Trequanda e Fascia Olivata Assisi-Spoleto correre per il prestigioso riconoscimento ad alto potenziale

turistico del Mipaaf. "Ci auguriamo di poter festeggiare molto presto l’ingresso di altre 3 delle 15 Città dell’Olio candidate nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali del Mipaaf - spiega Enrico Lupi presidente dell’Associazione nazionale Città dell’Olio - Queste città, con i loro straordinari paesag-

gi, rappresentano l’eccellenza della nostra bella Italia e da parte nostra, come Associazione che riunisce oltre 330 territori olivetati, abbiamo scommesso su di loro perché crediamo che questo riconoscimento rappresenti un’occasione unica di sviluppo economico".

10-14 november 2017 www.meranowinefestival.com

Naturae et Purae - bio&dynamica

9 nov Gardens of Trauttsmandorf 10 nov Piazza della Rena/Sandplatz - Kurhaus

GourmetArena - The Official Selection 10-13 nov Promenade

Cooking Farm

10-13 nov Piazza della Rena - Sandplatz

MWF - The Official Selection 11-13 nov Kurhaus

Charity Wine Masterclasses 11-13 nov Hotel Therme

Catwalk Champagne 14 nov Kurhaus

OLIO TOSCANO

PRODUZIONE IN CALO DEL 60% Caldo e siccità non hanno risparmiato gli ulivi L’eco è il medesimo della maggior parte delle vendemmie: calo drastico della produzione a causa degli agenti atmosferici sfavorevoli degli scorsi mesi: "Si registrano notevoli difficoltà per le coltivazioni investite ad oliveto - dice il presidente di Confagricoltura Toscana,

Francesco Miari Fulcis - nelle zone interne della Toscana e nell’area del fiorentino sono previsti cali produttivi stimati mediamente nell’ordine di circa il 60% rispetto alla normale produzione. In alcune zone centrali collinari la situazione è anche più grave,

con perdite produttive stimate intorno al 70-80%. Anche sulla costa toscana, in alcune aree, non va di certo meglio”. Tra le varietà maggiormente colpite Moraiolo e Leccino. La buona notizia è che l’assenza di mosca olearia fa prevedere una qualità ottima.

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Distillati & Co di Barbara Amoroso

FORMAZIONE

PROFESSIONE DISTILLATORE: NASCE IL CORSO PER TECNICO SUPERIORE DELLE BEVANDE Con il Patrocinio della Provincia di Trento e il sostegno dall’Istituto Tutela Grappa del Trentino Produzione di bevande come distillati, sidro, birra, succhi di frutta, e non solo. Sarà questo il focus del primo corso italiano per Tecnico superiore delle bevande, figura destinata a gestire l’intera filiera, dalle materie prime alla trasformazione, dalla promozione alla valutazione dei prodotti. Parte integrante dell’Alta formazione professionale

della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, patrocinato dalla Provincia autonoma di Trento e sostenuto dall’Istituto Tutela Grappa del Trentino che ha contribuito alla pianificazione del programma di studio, alla selezione dei docenti e all’organizzazione dei praticantati post corso. Due anni per un totale di 3.000 ore di formazione.

MASTERCLASS

TENNESSEE CAMPUS: LA MASTERCLASS PER BARTENDER Proseguono gli appuntamenti a cura di Jack Daniel’s Dopo Roma e Bologna (2 e 9 ottobre) sarà la volta di Catania (16 ottobre), Napoli (30 ottobre) e Milano (9 novembre). È Jack Daniel’s a dare vita al Tennessee Campus, la Masterclass che unisce didattica e game, un workshop con degustazione e un Mixing Lab. Scopo del game, preparare un Lynchburg Lemonade e creare due cocktail dagli ingredienti segreti. Tutte le attività saranno guidate da Valentina Ricci, speaker di Radio Deejay, con il sostegno dei Master Bartender Stefano Righetti e Francesco Spenuso.

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EDUCATIONAL

LE MAGIE DELLA MIXABILITY A HOST 2017 Dal 20 al 24 ottobre torna Mixer Educational L’appuntamento con il Mixability prenderà vita a HOST 2017 e il filo rosso di quest’anno sarà l’uso di distillati di qualità e zero sostanze di sintesi. Nove incontri per approfondire il lato green dei cocktail: • • • • • • • • •

Il Profumo e l’olfatto, un viaggio che incontra i cocktail - Roberto Dario Spagiria, le conoscenze perdute - Michele Cassissa Non il solito Show - Julianna & Evelyn Dennis Zoppi Bio - Mixology Flair Show - Alexander Shtifanov Introduzione al Saké - Lorenzo Ferraboschi Piante da bere - Marco Sarandrea Nuovi distretti del cibo e atmosfere Costa Group - Franco Costa Dalla pianta al Fitoderivato - Marco Angarano


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di Tommaso Nutarelli Con la consulenza di NICOLA BIASI

Precisione ed efficienza al servizio del vigneto

L

a meccanizzazione del vigneto è un processo iniziato molti anni fa con le prime trattrici, ed oggi in continua evoluzione, nel quale efficienza e adattamento alle diverse esigenze convivono. I vantaggi risiedono nell’abbattimento dei costi, la riduzione dei tempi e l’eliminazione degli errori. Si tratta di un cammino che ha cercato di coniugare l’innovazione tecnologica con il rispetto della

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materia prima durante la lavorazione. Oggi questo settore sta vivendo un momento di grande fermento, dovuto a due fattori principali: la difficoltà nel reperire manodopera specializzata, e il bisogno di contenere i costi per restare competitivi con i produttori del nuovo mondo enologico. Al contempo è necessario che il livello qualitativo delle operazioni svolte sia superiore, o, quantomeno, resti inalterato.

Uno dei temi più caldi è quello di riuscire a mettere in campo un processo innovativo tale da permettere la creazione di macchine che possano replicare l’accuratezza, in determinate operazioni, della mano dell’uomo. Lo sviluppo di trattori, vendemmiatrici, e macchine per l’impianto sta, sempre di più, perseguendo questa meticolosità nelle attività svolte in vigna, sostituendo, in molte circostanze, degnamente il lavoro umano.

La vendemmia rappresenta sicuramente uno dei momenti e dei passaggi più importanti e delicati in tutto il ciclo di lavoro all’interno della vigna. Le vendemmiatrici, sulle quali forse si gioca l’effettiva efficienza della meccanizzazione, sono ormai arrivate a gestire la raccolta con livelli qualitativi insperabili 10-20 anni fa. Le migliori macchine permettono di portare le uve in cantina senza alcuna produzione di mosto, e sono dotate di


strumenti per eliminare tutti i corpi estranei raccolti assieme agli acini. Meccanizzazione non vuol dire tuttavia standardizzazione. Gli ultimi progressi si basano proprio sull’implementazione di una vera e propria viticoltura di precisione. Infatti trattori, vendemmiatrici, concimatrici riescono a modificare il loro lavoro in base alle caratteristiche del vigneto, della parete fogliare o dello stato di maturazione delle uve. Affinché questo sia possibile occorre, tuttavia, una fase iniziale dedicata ad una mappatura accurata dei vigneti, che tenga conto delle caratteristiche del terreno, e, principalmente, della vigoria delle piante. Questa fase è fondamentale perché, purtroppo, i vigneti, e anche i singoli appezzamenti, non sono quasi mai omogenei. È quanto mai opportuna la creazione di un data base che raggruppi tutte le peculiarità della vigna, consentendoci di individuare zone con caratteristiche simili. Una volta ottenuti tutti questi dati, il passo successivo è quello di in-

Barbatelle di qualità per un prodotto di qualità

serirli all’interno di un software, abbinato ad un GPS. Così facendo le macchine possono variare il proprio lavoro, a secondo delle caratteristiche del terreno che incontrano, in modo automatico e senza che la mano dell’uomo intervenga ogni volta. In questo modo sarà possibile con-

durre, contemporaneamente, una pluralità di operazioni, riducendo i tempi e abbattendo i costi. Le concimazioni, ad esempio, saranno più importanti nelle zone meno fertili, mentre, dove il terreno è più ricco, verranno ridotte o, addirittura, non avverranno. Allo stesso modo, sarà possibile procedere alla raccolta in

quelle parti di vigneto dove le uve sono mature, mentre nelle altre aree no. Oppure, in base al grado di maturazione, verranno trasferite in due contenitori diversi. Tutto questo in modo preciso e ripetibile, senza che venga influenzato dall’errore umano o dal cambio di operatore.•

In Trentino, in un territorio unico per posizione e clima, moltiplichiamo più di 120 varietà da vino e 20 varietà da tavola che danno origine con un’ampia gamma di selezioni clonali innestate sui principali portinnesti, ad oltre 500 combinazioni per ogni esigenza. Dall’impegno, dal lavoro e dalla grande esperienza dei soci dei Vivai Cooperativi di Padergnone vengono moltiplicate le barbatelle che contribuiscono alla nascita dei migliori vini italiani. Soc. Coop. Agr.

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Tutta una questione di tempo

10-14 november 2017 www.meranowinefestival.com

Naturae et Purae - bio&dynamica

9 nov Gardens of Trauttsmandorf 10 nov Piazza della Rena/Sandplatz - Kurhaus

GourmetArena - The Official Selection 10-13 nov Promenade

Per una corretta gestione fitosanitaria e irrigua del vigneto è fondamentale conoscere le esatte condizioni climatiche di ogni singolo appezzamento. A tal fine, si stanno sempre più diffondendo le centraline meteo, che, tramite una connessione dati, inviano, in tempo reale, le principali condizioni climatiche all’enologo. Tuttavia, il limite di questa tecnologia è costituito

dal costo elevato, e, di conseguenza, dall’impossibilità di “mappare” tutti i diversi microclimi presenti sul terreno di un’azienda. Quasi sempre un’impresa si avvale di una o due centraline che coprono diversi ettari di vigneto, ma non l’intera superficie. Questo, naturalmente, non ci permette di avere una campionatura esatta e completa, per poter intervenire nel modo più pre-

ciso possibile. Per ridurre sensibilmente i costi, sono in fase di sviluppo degli specifici microsensori, capaci di valutare determinati dati quali: umidità, temperatura, bagnatura fogliare, etc. Questa tecnologia innovativa comporterà dei costi contenuti, permettendo così alle aziende di scendere nel dettaglio di ogni loro singolo e specifico appezzamento o parcella.

Cooking Farm

10-13 nov Piazza della Rena - Sandplatz

MWF - The Official Selection

La sfogliatura non è mai stata così semplice

Charity Wine Masterclasses

La vendemmia rappresenta la fase clou per il viticoltore, il momento più importante, nel quale si raccolgono i frutti di un anno di lavoro. Un lavoro che, con maggior frequenza, deve fare i conti con un insieme sempre più ampio di variabili, che possono compromettere la resa finale. Si passa infatti dagli agenti atmosferici, fino alle varie malattie della vite. Per avere un prodotto di qualità, è indispensabile mantenere sempre alti i livelli di sanità del vigneto, attraverso tutta una serie di operazioni che possono essere svolte, in modo più efficace, grazie al supporto di macchine sempre più innovative. I macchinari adibiti alla sfogliatura consentono di raggiungere elevate performance, sempre nel rispetto del prodotto. In questo, le sfogliatrici prevendemmia stanno dando importanti risultati. La sfogliatura prima della raccolta è un’operazione di cura della pianta, che, tuttavia, richiede grande attenzione. Se condotta nel

11-13 nov Kurhaus

11-13 nov Hotel Therme

Catwalk Champagne 14 nov Kurhaus

migliore dei modi, è utile per raggiungere risultati ottimali durante la vendemmia, migliora lo stato di salute delle uve, e facilità sia la raccolta manuale sia quella meccanica. Queste nuove sfogliatrici automatiche si adattano perfettamente alla forma della pianta, operando in relazione degli ostacoli che incontrano lungo il filare, garantendo, allo stesso tempo tempo, efficenza, qualità e precisione.

[biografia]

NICOLA BIASI

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Nasce a Cormons nel 1981 in terra di vini e figlio di vignaioli. Si diploma all’Istituto Tecnico Agrario “Paolino d’Aquileia” di Cividale del Friuli lavorando al contempo presso l’azienda friulana Jermann. È per cinque anni assistente enologo nell’azienda del Collio Zuani, di proprietà della famiglia Felluga e nel 2006, dopo una vendemmia in Australia nella cantina Victorian Alps di Gapsted, si sposta a Castellina in Chianti nell’Azienda Marchesi Mazzei, avvicinandosi così alla vinificazione del Sangiovese. Nel 2007 è in Sudafrica e approfondisce la conoscenza di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc nella cantina Bouchard Finalyson di Walker Bay. Dal maggio 2007 è alla direzione tecnica di San Polo a Montalcino e di Poggio al Tesoro di Bolgheri, entrambe di proprietà della famiglia Allegrini. Dopo l’esperienza presso Allegrini, Biasi ha intrapreso la libera professione come consulente. L’ultima sfida, iniziata nel 2012, è il progetto “Vin del la NEU”, che punta al biologico


Impianti asciugatura bottiglie efficienti, progettati per risparmiare energia Le macchine per l’impianto: una realtà in continua evoluzione Gli ultimi quarant’anni sono stati forieri di grandi cambiamenti per quanto riguarda l’impianto del vigneto. Siamo infatti passati da un tipo di impianto svolto totalmente a mano, ad una gestione che fa affidamento sulla tecnologia satellitare. In questo percorso innovativo, il primo passo verso la meccanizzazione è stato rappresentato

dalle macchine a distributore rotativo, per poi continuare ad evolversi nel tempo. Il viticoltore può contare, infatti, su distributori lineari che posano contemporaneamente barbatella e tutore, trapiantatrici dotate di serbatoio d’acqua per irrigare immediatamente le piante messe a dimora, fino ad arrivare all’utilizzo del GPS. Precisione, velocità d’impianto e qualità del trapianto hanno raggiunto, nel corso del tempo, livelli altissimi. Gli ultimi sviluppi hanno portato, grazie alla viticoltura di precisione, ad adottare le mappe georeferenziate. Grazie al telerilevamento è possibile studiare in anticipo le caratteristiche del terreno, per poi variare, in fase d’impianto, portainnesti, cloni e, perché no, anche sesto d’impianto.

Una soluzione per più problemi Inutile ripetere che il clima sta cambiando, che sta diventato tropicale e che non ci sono più le stagioni di una volta. Si passa, infatti, da temporali violenti e forti grandinate, a lunghi periodi di siccità. Situazioni che possono, entrambe, compromettere sia la resa quantitativa che qualitativa della vigna. Una soluzio-

ne per fronteggiare questi eventi può essere quella di utilizzare diverse tipologie di reti. Per quanto riguarda le reti antigrandine, queste proteggono i grappoli da fenomeni meteorologici violenti, che potrebbero andare a compromettere la resa futura. Contestualmente altre tipologie possono aiutare il viticoltore e l’enologo a combattere gli insetti, sempre più presenti, e l’insolazione sempre più forte. È indubbio che negli ultimi anni abbiamo avuto un anticipo nella maturazione delle uve, a causa dei cambiamenti climatici.Questo anticipo può essere utile e interessante per alcune varietà e zone, dove prima era difficile raggiungere un adegua-

to livello di maturazione, ma, generalmente, non è mai un buon segno. Infatti una vendemmia troppo precoce può essere sinonimo di uve che poi non avranno un grande tenore qualitativo, con scompensi a livello aromatico e nel rapporto zuccheri/acidi. Proprio per prevenire queste problematiche, l’ombreggiamento, che le reti di copertura possono fornire, diventa fondamentale per ritardare la maturazione, e migliorare gli equilibri dei composti all’interno dell’acino. Diverse sperimentazioni, anche in Franciacorta, hanno già portato ad ottimi risultati che, probabilmente, verranno ripetute in futuro anche in altre zone.

M

agugliani distribuisce impianti di asciugatura bottiglie, lattine, barattoli, ecc. prodotti Il sistema Republic, grazie a soffi anti centrifughe tecnologicamente avanzate accoppiate a generatori di lama d’aria con sezione “a goccia” (forma che evita contro-pressione) garantisce un potente fl usso d’aria con risparmi energetici considerevoli, specialmente se gli impianti di asciugatura Republic vengono comparati ad impianti dotati di soffi anti a canale laterale, spesso utilizzate per i sistemi di asciugatura. Le soffi anti centrifughe Republic sono costruite con materiali di qualità per durare nel tempo come i cuscinetti della girante ibridi ceramici lubrifi cati a vita di durata fi no a 5 volte superiore rispetto i cuscinetti tradizionali. Le dimensioni compatte degli impianti Republic permettono e semplifi cano il posizionamento direttamente sulla linea di produzione. Per ulteriori informazioni: www.asciugatura.it • www.magugliani.it

[biografia]

NICOLA BIASI d’avanguardia: un vigneto di Johanniter, un nuovo ibrido autorizzato, immerso nelle Dolomiti e allevato con metodi green. Proprio grazie a questo progetto ha vinto il concorso Next in Wine 2015, il premio per i nuovi talenti della Vigna Italia assegnato da Simonit&Sirch Preparatori d’Uva. Da inizio anno è coordinatore del Wine Research Team che, sotto la direzione di Cotarella e Scienza coinvolge oltre 30 cantine italiane sul fronte della sostenibilità scientifica in ambito sia viticolo che enologico.

MAGUGLIANI s.r.l. 21052 Busto Arsizio (VA) - Italy distribuzione componenti ed attrezzature per l’industria Tel.+39 0331 380044-380028-381789 • Fax +39 0331 684344 www.asciugatura.it • www.magugliani.it • info@magugliani.it

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Cordenons

a Simei-Drinktec 2017 un successo internazionale ha permesso anche di verificare il buon livello di percezione del brand Cordenons nel settore enologico e del beverage a livello globale”. In primo piano allo stand della cartiera italiana la consolidata gamma di strati filtranti CKP dedicata al settore enologico. Concepita per offrire la massima resa e la migliore efficienza in tutte le fasi del processo, dalla sgrossatura alla chiarifica, dalla brillantatura fino alla sterilizzazione, questa linea ha riscosso particolare successo tra gli addetti ai lavori. A completamento dell’offerta dedicata al settore enologico erano esposti i dischi

pieghettati per la filtrazione dedicati ai laboratori di analisi e alle cantine, oltre ai cartoncini filtranti in pure fibre naturali dedicati alla filtrazione degli oli alimentari. Tutti prodotti certificati per il contatto alimentare secondo le normative nazionali e internazionali e progettati per salvaguardare l’integrità delle proprietà organolettiche degli alimenti. Molto apprezzate anche le confezioni per bottiglie esposte in fiera: i packaging hanno offerto un esempio delle possibili applicazioni realizzabili con le carte creative firmate Gruppo Cordenons.•

GRUPPO CORDENONS SPA Via N. Machiavelli 38 - 20145 Milano Tel. +39 02 467101 - Fax +39 02 4818507 filtro@gruppocordenons.com www.gruppocordenons.com Roberta Di Paolo e Fabio Muscolino, responsabili della divisione Filtro di Gruppo Cordenons durante la scorsa edizione di Simei-Drinktec

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l debutto all’edizione internazionale di Drinktec si è rivelato decisamente frizzante per Gruppo Cordenons: durante i cinque giorni di evento la Divisione Filtro dell’azienda ha potuto ampliare ulteriormente i propri contatti internazionali incontrando un pubblico selezionato di specialisti del settore provenienti dai diversi Paesi. “La platea di Drinktec si è rivelata molto preparata: gli

operatori ci hanno sottoposto richieste specifiche dimostrando di conoscere molto bene le caratteristiche tecniche dei nostri prodotti. – hanno commentato Fabio Muscolino e Roberta Di Paolo responsabili della divisione Filtro di Gruppo Cordenons – Abbiamo avuto numerose visite da aziende provenienti da Usa e anche da Paesi non tradizionalmente votati al settore enologico come Perù e Paesi Baltici. Questa vetrina internazionale ci Gli strati filtranti CKP di Gruppo Cordenons dedicati al settore enologico.

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Dal 1863 mastri bottai

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l vino è l’emblema illustre della cultura italiana: la sua storia si intreccia inevitabilmente con la storia del legno e della botte che anche nell’enologia moderna rivestono un ruolo insostituibile per la maturazione dei grandi vini. Nel territorio di Marsala la cultura e il culto del vino da millenni caratterizzano profondamente la storia e i costumi del luogo e attorno alla tradizione vitivinicola si sono sviluppati mestieri che hanno dato prestigio al all’artigiana-

to siciliano. Con l’inizio del successo commerciale dei vini di Marsala nel mondo – intorno alla metà dell’800 – cominciano a sorgere intorno alla città le prime botteghe artigiane per la costruzione di fusti in legno, destinati al trasporto e affinamento del vino. La storia di Marsalbotti affonda le sue radici in questi laboratori dell’operosa Marsala nella seconda metà dell’800: è mastro Francesco che dette inizio all’attività, da prima alle dipendenze delle famose cantine Ingham –

Woodhouse, poi proseguendo individualmente. Nel 2005 nasce Marsalbotti, che coniuga la maestria della famiglia Li Causi con l’esperienza tecnica dello staff di Tebaldi Srl di Soave, proponendo così la botte e il suo impiego in una veste rinnovata e al passo con le richieste moderne: il ruolo positivo assunto dall’ossigeno, l’evoluzione dei tannini e degli antociani, l’ulteriore conoscenza della composizione del legno e relative sostanze estraibili, o blend preziosi di legno come ciliegio, castagno e acacia. Oggi l’azienda è timonata da Girolamo Li Causi che ha scelto di perpetuare la tradizione di famiglia mettendo in ogni botte la passione e l'esperienza che da due secoli rendono celebre il lavoro di questi artisti-artigiani, con la figura del mastro bottaio che oggi come ieri mantiene un ruolo centrale. I prodotti

L’azienda siciliana vanta due secoli di storia: oggi realizza botti – per lo più di grandi dimensioni – cucite addosso alle richieste del cliente Marsalbotti sono garantiti da un sistema di gestione della qualità e dell’ambiente, in accordo con gli standard internazionali ISO. Le botti vengono prodotte ascoltando le specifiche esigenze del cliente, come fossero un abito sartoriale, in un perfetto mix fra tradizione e industria.

LI CAUSI Via Favara, Zona Industriale 91025 Marsala (Tp) Tel. +39 0923 721320 - Fax +39 0923 722098 Info@licausi.it - www.licausi.it - www.marsalbotti.com

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La tecnologia al servizio della degustazione

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uando degusti un vino i sensi si attivano già quando apri la bottiglia, preludendo profumi e sfumature al palato. Lo versi nel calice per vivere l’esperienza pregustata… ma quante volte ci si scontra con la delusione di un calice opaco, con odori di detersivo e pelucchi? Dettagli che rovinano anche il vino migliore. Meiko ha creato la tecnologia in grado di prevenire questi sgradevoli inconvenienti, ottimizzando inoltre tempo, lavoro e consumi energetici destinati al lavaggio. Da oltre 90 anni (1927-2017) l’azienda tedesca produce lavastoviglie professionali mirate al lavaggio dei bicchieri e stoviglie di ogni genere, ergonomiche e di facile utilizzo,

con interfaccia touch-screen adatte ai vari contesti. Per un ristorante, un servizio catering, un’enoteca, ovunque ci siano bicchieri, le operazioni di prelavaggio e asciugatura manuali sottraggono tempo al servizio e alla giornata di lavoro, aumentando la probabilità di rottura dei bicchieri e non garantendo una brillantezza ottimale. A tale proposito, è il modulo GiO MEIKO (basato sul trattamento dell’acqua a osmosi inversa) che ne garantisce la brillantezza rendendo l’acqua pura grazie a un sistema integrato. Bicchieri puliti, senza macchie di rossetto, calcare, odori e pelucchi. Tutto questo unito alla tutela di chi lavora vicino alle stesse: abbattimento delle fumane, niente residui chimici, ergonomia.

Meiko segue i suoi clienti al Vinitaly da anni, e la sua qualità è stata scelta dal Consorzio di Tutela del Franciacorta e dalla Spiegelau che la raccomanda per garantire lunga vita

ai propri bicchieri. Meiko sarà presente alla Host 2017 dal 20 al 24 ottobre a Milano, dove sarà possibile toccare con mano il funzionamento e l’eccellenza delle sue lavabicchieri presso il Padiglione 7, stand A29/A37/C30/ C38.•

Calici puliti, brillanti, igenici

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Origine by Diam , ®

l’innovazione al servizio della natura Diam Bouchage, azienda francese situata nei Pirenei Orientali, produce e commercializza annualmente più di 1,3 miliardi di tappi

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a oltre 10 anni costruisce il proprio successo grazie al procedimento brevettato Diamant® che permette di estrarre le molecole di TCA*, responsabili del gusto di tappo, ma anche altre molecole che possono alterare il gusto del vino.* Oggi, dodici anni dopo aver lanciato la tecnologia DIAMANT®, Diam Bouchage rivoluziona nuovamente il mondo del vino con un’importante progresso tecnologico: un tappo che concilia scienza e natura. «L'innovazione ci avvicina sempre più alla natura». Questa convinzione ha portato Diam

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Bouchage a proporre una novità che beneficia di tutti i vantaggi dei tappi Diam al servizio dello sviluppo sostenibile e del rispetto dell'ambiente. Grazie a un’ inedita formulazione per la produzione dei propri tappi, l'azienda offre al mondo del vino una soluzione di tappatura ancora più naturale, mantenendo intatta la nota affidabilità dei tappi Diam in termini di sicurezza, omogeneità e controllo dell’ossigeno. Un tappo di sughero a cui è stato dato il nome di Origine by Diam®, che contiene un’emulsione di cera d'api e un legante composto da polioli al 100% vegetali. Questa nuova tecnologia, frutto di importanti ricerche, associa la permeabilità (OTR) alla naturalezza rispondendo così all’esigenza dei clienti di fascia alta del marchio di disporre di tappi con una permeabilità più aperta, pur mantenendo la lunga durata adatta ai vini da invecchiamento. Per il momento tale tecnologia viene proposta per i tappi Diam 10 e Diam 30. Ecco quali sono gli ingredienti di Origine by Diam®: Il sughero è il principale materiale utilizzato per la produzione dei tappi Diam (il >95% sul volume totale degli elementi che compongono i tappi). Questo materiale apporta un’elastici-

tà straordinaria ai nostri prodotti e contrariamente alle soluzioni alternative di tappatura, il sistema di purificazione del sughero Diamant è a basso contenuto energetico. Il Legante Biologico di Origine by Diam, frutto di numerosi anni di ricerca, è composto da polioli biologici al 100% totalmente rinnovabili. Questo legante, ad origine esclusivamente vegetale, rappresenta una vera conquista enologica che unisce efficacia e rispetto dell’ambiente. La cera d’api utilizzata per i tappi Origine by Diam è naturale al 100%. Le sue proprietà idrorepellenti proteggono i tappi da eventuali risalite capillari e permettono di controllarne la durata di vita. L'uso della cera d'api rientra nell'approccio eco-responsabile dell’azienda. Diam Bouchage ha investito anche nel sostegno all'associazione “Un tetto per le api” sponsorizzando alveari in diverse regioni vinicole francesi. È anche a questo nuovo elemento che si deve il nome della gamma Origine by Diam. L'impollinazione effettuata dalle api infatti è alla base della biodiversità del nostro pianeta. Con l’ossigeno, è all'origine del ciclo di vita delle nostre querce da sughero e quindi dei nostri tappi! * TCA rilasciabile (≤ entro il limite di quantificazione di 0,3 ng/l)

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VIGNETO LIEVITI

LA TRIVELLA IDRAULICA DI COLOMBARDO Ecco i tanti vantaggi tecnici e le novità dell’ultimo aggiornamento Colombardo propone una trivella idraulica versatile indispensabile per le operazioni di manutenzione del vigneto e del frutteto, che può essere posizionata sia posteriormente sul sollevatore idraulico universale che anteriormente ad una trattrice, anche se sprovvista di sollevatore idraulico. Dispone di tre movimenti idraulici (escursione laterale, profondità ed inclinazione flottante dell’utensile), comandati da speciale distributore idraulico con divisore di flusso incorporato e leva di comando motore, e può essere dotata di punta elicoidale diametro 130 -150 -180 - 200 – 250 - 350 mm (altri diametri a richiesta); come optional, la stessa può essere corredata di punta speciale fresatrice per estirpo piante e preparazione del terreno per la successiva rimessa della barbatella (diametro di lavoro circa 0,45/0,50 m.). La trivella idraulica può inoltre essere dotata di accessorio pinza idraulica per l’estrazione dei pali di sostegno usurati o rotti e di speciale utensile utile per avvitare ancoraggi ad elica, per il sostegno della palizzata dei filari. La novità tecnica è sicuramente la versatilità dell’attrezzo, con possibilità di montaggio sulla parte anteriore della trattrice, che permette così all’operatore di procedere con estrema sicurezza e comodità, senza dover assumere posture scomode e faticose, e con notevole beneficio della visibilità. Quest’anno la novità consiste nell’averla dotata di una nuova ed originale connessione meccanica degli utensili: ciò permetterà di sostituire velocemente e in estrema sicurezza le varie punte che si possono avere in dotazione a seconda delle necessità; abbiamo introdotto un gruppo riduttore per lavorazioni gravose (estirpo piante vecchie e con forte radicazione). Viene inoltre prodotto il kit trivella per applicazione su scavatori. La trivella idraulica Colombardo è stata insignita della Menzione tecnica presso la 31^ Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola a Savigliano (Cuneo). COLOMBARDO Reg. Leiso, 30/31 14050 S. Marzano Oliveto (AT) Tel. 0141 856108 - Fax 0141 856103 www.colombardomauro.com www.colombardo.com info@colombardo.com

I LIEVITI IN CREMA RICONOSCIUTI DALL’OIV

Il progetto di Bioenologia 2.0 diventa realtà La recente approvazione da parte dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (v. risoluzioni OIV-ENO 576A-2017 e 576B-2017) descrive le forme con cui i lieviti Saccharomyces e non Saccharomyces possono essere utilizzati in cantina. Un chiarimento necessario su un argomento che lasciava adito a equivoci e malintesi. Non ci sono più dubbi: i lieviti freschi, tra cui i lieviti in crema, hanno una dignità propria e riconosciuta a livello europeo. Un traguardo che avvalora l’impegno di chi ha puntato su un progetto ardito e un prodotto rivoluzionario. “I nostri progetti di selezione dei lieviti autoctoni/aziendali - spiega Chiara Beraldo, amministratore unico di Bioenologia 2.0 - potranno trarre vantaggio dal recente pronunciamento dell’Organizzazione Internazionale perché viene di fatto riconosciuta la possibilità di riprodurre sia i lieviti Saccharomyces che i non Saccharomyces in forma fresca superando le problematiche legate al processo di essicazione. Per il settore enologico si tratta di una rivoluzione epocale”.

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PACKAGING IMBALLI

SCOTTON SPA PRESENTA LA COLLEZIONE NATALIZIA Scotton presenta la nuova collezione natalizia di scatole per bottiglie Crystal. Delicati cristalli di neve oro e argento su fondo goffrato chiaro. I classici modelli con maniglia per un comodo trasporto, oppure le eleganti cantinette per confezioni regalo prestigiose. La qualità made in Italy di Scotton per un Natale speciale all’insegna dell’eleganza.

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IL VINO SEMPRE E OVUNQUE ALLA GIUSTA TEMPERATURA

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Perbacco® tasting box è il primo kit professionale portatile dedicato agli amanti del vino, che permette di mantenere in temperatura le bottiglie per ore e ore. Pratico, leggero e efficace Perbacco® tasting box è dotato di piastre refrigeranti e di chiusure stopper per sigillare le bottiglie dopo l’apertura

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wine NETWORK Le aziende che operano nel mondo del vino sentono un crescente bisogno di comunicare con i loro potenziali clienti ma non tutte hanno il tempo e le competenze per farlo. Spesso non si avvalgono di una figura dedicata esclusivamente alla comunicazione.

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