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Edizione italiana
II. 2010
Cari lettori, Le EXPO stanno diventando sempre di più una palestra in cui i migliori architetti propongono nuovi concetti per lo spazio architettonico e nuove tecnologie per realizzarli. La luce in questi anni ha assunto il ruolo di vero e proprio “materiale” in grado di creare gli spazi e le architetture, superando il semplice ruolo funzionale a cui era destinata in passato. L’EXPO di Shanghai ne è la dimostrazione evidente. Oggi la luce è da considerare un materiale in grado di creare l’architettura, come i mattoni, il cemento, il vetro, l’acciaio. In passato questo ruolo era limitato all’uso della luce naturale, dal Crystal Palace, palazzo in vetro e acciaio, di Paxton del 1851, alla cappella di Ronchamp di Le Courbusier. Tanto per citare degli esempi noti a tutti. Oggi le tecnologie della luce artificiale, le nuove lampade a scarica, i LED, gli OLED, i LASER controllati da sistemi computerizzati sempre più sofisticati hanno portato nella realtà tangibile effetti e situazioni che fino a qualche anno fa erano limitati al cinema. Tutto questo dovrebbe comunque essere sostenuto da una strategia precisa che abbiamo esplicitato da alcuni anni nella nostra campagna pubblicitaria “Better light for a better life”. Una frase che richiama il motto dell’EXPO 2010: “Better City, Better Life”.
Adolfo Guzzini
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Incontroluce
Sommario
II
Editoriale
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Progettazione Intervista con Georges Berne/Lao Bei
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Progetti Un’opera di musica e luce. Il Nessun dorma di Chen Yifei
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Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” Palazzo Italia
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Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” Padiglione francese
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Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” UBPA - Padiglioni B2 e C1
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Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” UBPA - Padiglione B3-2
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New Acropolis Museum
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Ristrutturazione della Corte dei Conti (Cour des Comptes)
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Caravaggio
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Darwin Exhibition
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Aeroporto Internazionale di Carrasco. Nuovo terminal passeggeri
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Il nuovo Teatro Condominio
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Il negozio Herren Globus dell’aeroporto di Zurigo
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Il Lyon Housemuseum
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Una nuova illuminazione per il negozio Manufactum
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Il Parco ed il ponte Kurilpa
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Wesley Church
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Il parco del Tibidabo
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Plaza Cervantes
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1001 alberi per Copenaghen
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Cultura dell’azienda iGuzzini illuminazione a New York
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La sede iGuzzini di Shanghai meta della delegazione Marche
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Nuovo catalogo on line
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Young Creative Poland
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La iGuzzini contribuisce al progetto LOW3
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La famiglia come valore imprenditoriale Luigi Moretti architetto. Dal razionalismo all’informale
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Georges Berne ospite della iGuzzini illuminazione IV Foro di dialogo Italo-Russo Guildford Design Awards
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Il Tesoro della Sindone Premio Abu Dhabi
II. 2010
Progettazione
Intervista con Georges Berne/Lao Bei
Com’è nata la collaborazione con Adam Yu, il committente dell’opera? Yu ha indetto una gara d’appalto o la conosceva già? La storia delle origini della nostra collaborazione è interessante. Adam Yu aveva naturalmente interpellato diverse persone prima di incontrare me: alcuni progettisti illuminotecnici, forse, anche se più probabilmente produttori di materiale per illuminazione. A priori, nessuna delle soluzioni che gli interpellati gli proponevano per l’illuminazione della “Laque” (la lacca è la tecnica utilizzata per l’opera “Nessun dorma”) lo soddisfaceva. È stata una giovane francese di nome Lina che segue le iniziative culturali per Adam Yu a rintracciarmi attraverso un amico che le aveva fornito il mio nominativo. Facendo una ricerca “online”, sono arrivati all’articolo di una giornalista, Carine Lenfant, che qualche anno fa aveva tracciato, illustrandolo, il mio percorso professionale. Le mie referenze l’hanno conquistato, soprattutto l’illuminazione di Monna Lisa (la Gioconda) nel 1993 e il confronto con opere monumentali come la Fée Electricité presso il Musée d'Art Moderne di Parigi. Per concludere la mia risposta a questa domanda, posso dire che mi sono stati favorevoli in questa circostanza una serie di fattori: per esempio il fatto di essere francese, di lavorare a Parigi e di essere legato a numerose iniziative culturali.
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Com’è nato il progetto di illuminazione? Il cliente aveva espresso un’idea personale? Ha spiegato quale tipo di luce desiderava? Ha posto limiti di spesa o di altro genere? Oppure ha richiesto che gli fossero proposte idee e soluzioni tra cui scegliere? Io ho chiesto di incontrarlo prima di iniziare il lavoro, per vedere “Nessun dorma”, per vedere l’ambiente, per comprendere bene la sua richiesta. Penso che il mio profilo atipico l’abbia sorpreso. Gli ho illustrato immediatamente la mia idea, una soluzione tecnica che nessun altro gli aveva proposto: illuminare “la Laque” evitando qualunque riflesso. Gliene ho dato una dimostrazione estemporanea con il materiale d’illuminazione scenica che avevo a disposizione, un proiettore di ultima generazione Vari Lite, un prodotto enormemente apprezzato in Europa, figuriamoci in Cina: il “top” delle illuminazioni sceniche motorizzate. Una volta terminata con successo la dimostrazione, gli ho suggerito l’idea che non fosse necessario sovraccaricare l’ambiente di luce, ma che bastasse in realtà poca luce per svelare “la Laque”, per stimolarne la percezione: servivano 200-300 lux e non migliaia come si sarebbe potuto pensare. Tutto qui: pochi minuti, un pasto consumato insieme a base di pietanze cinesi ben speziate, come piace a me… Nient’altro... Ciò nonostante, penso di avere impiegato circa due anni per comprendere a fondo cosa desiderava Adam Yu per quest’opera: voleva senz’altro evitare qualunque riflesso, ma oltre a ciò Yu cercava di rivivere, attraverso l’illuminazione artificiale, un’emozione vissuta in precedenza… Non abbiamo parlato di nient’altro, né di tecnologia né di denaro. Ho visto chi era Adam Yu, ho visto “Nessun dorma”. Lui mi ha accettato. Io ho accettato di lavorare per lui. La sola condizione era di raccogliere una sfida: progettare e realizzare l’opera in 6 mesi per essere pronti all’inaugurazione della Laque il 28 aprile 2008.
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Foto: Lv Hengzhong 1. L’opera “Nessun dorma” illuminata 2.3.4. Diverse fasi di accensione del prodotto speciale
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Qual è l’idea generale della regia luci che avete creato? Prima di parlare di regia luci, occorre parlare del progetto. L’opera Nessun dorma, per via della sua posizione nell’Atrium dell’immobile e delle strutture che l’attorniano, per essere ben apprezzata ed evitare qualunque riflesso richiede un’illuminazione molto localizzata, direi intensa e quindi suddivisa in ragione delle sue grandi dimensioni (40 m di lunghezza e 14 m di larghezza). Le parole non bastavano per spiegare la situazione e illustrare la nostra idea: sono stati i nostri disegni ad illustrare metodologicamente lo spirito, le esigenze, la soluzione…o meglio le soluzioni, poiché non c’era una soluzione unica. Lo spirito era arrivare a realizzare un impianto che lasciasse sempre e solo la parola all’opera. Per questo, l’unico mezzo risultava essere l’integrazione. Per le esigenze di parte si proponeva l’installazione di un numero da 300 a 500 proiettori in funzione della potenza voluta…ed è stato precisamente stabilito un numero di 300 + 5 proiettori. Le soluzioni prevedevano l’organizzazione spaziale su diverse installazioni del materiale d’illuminazione. Abbiamo proceduto per gradi…Adam Yu mi ha raccontato più e più volte la leggenda della principessa Turandot. Me l’ha raccontata come la racconta molto spesso, quasi quotidianamente, ad amici e conoscenti… Mi ha cantato l’Opera di Puccini… Adora cantarla. Mi ha accompagnato tra le « nuvole » che simboleggiano le scene successive che fanno da trama alla leggenda. Con il dito disegnava da 30 m di distanza. È da questo suo disegnare che è nata alquanto semplicemente l’idea che la luce potesse affiancarlo, se articolata scenograficamente, per accompagnare il suo discorso.
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Progettazione
Intervista con Georges Berne/Lao Bei
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5. Disegno tratto dal concept illuminotecnico 6. Particolare delle staffe d’aggancio del prodotto
Nel frattempo sono trascorsi due anni. L’apparecchio d’illuminazione, l’oggetto-luce, si è in un certo senso affermato involontariamente. E ho avvertito che Yu desiderava qualche cosa di unico, ha visto crescere la mia passione giorno dopo giorno, impercettibilmente…mi ha in definitiva chiesto un’interpretazione in luce dell’opera di Puccini. La Laque, luce-oggetto, è apparsa in un relativo splendore sotto la luce artificiale. C’è sempre stato un tormento, un timore che il riflesso non fosse controllato del tutto, fino in fondo. Ho letto molto sulla Laque, sul suo utilizzo, la sua fragilità, la sua brillantezza… Ho capito quasi alla fine che non dovevo contrastare, ma assecondare il riflesso. La brillantezza estrema della Laque ha le sue ragioni come quella di forzare lo sguardo ad andare oltre. “Nessun dorma” presenta d’altronde un doppio controllo del riflesso: la sua astrazione per poter scorgere Turandot e la sua materializzazione perché Turandot possa vedere noi, poiché i suoi occhi si animano solo se ravvivati dalla fiamma del riflesso. Tutto ciò è rimasto, molto semplicemente. In che modo il concetto è stato trasformato in effetti di illuminazione reali, in una vera e propria regia di luci? Potrebbero esserci più risposte e sceglierei forse quella che non vi attendete. La domanda di Adam Yu era diretta: illuminare bene “Nessun dorma”… nel rispetto, vale a dire nella qualità di un luogo. La scenografia-luce è stata proposta praticamente sin dall’inizio, dal nostro secondo incontro. Era per noi una logica evidenza. Non lo era per Adam Yu che tuttavia, fiducioso e rispettoso della nostra arte, non l’ha mai scartata. Si è convinto in seguito ed inaspettatamente, quando è stato dato l’ultimo tocco al progetto di illuminazione, con la programmazione della luce a grandezza naturale. Ha allora visto la luce artificiale tramutarsi in una sorta di fluido che percorre simbolo dopo simbolo “Nessun dorma”: 300 proiettori che si animano simultaneamente o in successione con intensità differenziate per raccontare una storia. Vincent Valère, l’uomo-luce dell’istituto francese «Caisse des Monuments et des Sites», ha visto il nostro progetto in corso di studio ed ha coniato la definizione «dragone di luce» perché immaginava i proiettori come un dragone a 300 teste, ognuna delle quali sputa la sua fiamma...
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Progettazione
Intervista con Georges Berne/Lao Bei
8’18’’ * È un nuovo studio fondato nel 2007 da François Migeon presidente di “Grandeur Nature” e da Georges Berne de L’Observatoire. L’associazione delle competenze di un ingegnere e di un designer della luce promuove, attraverso due firme diverse, l’alleanza fra il rigore tecnico e l’emozione artistica. 8’18’’ è un tocco francese in prospettiva mondiale. *Otto minuti 18 secondi è il tempo impiegato da un fotone per percorrere la distanza Sole-Terra Georges Berne Nato a Marsiglia nel 1956, unisce ad una preparazione tecnico-scientifica una di stampo artistico. Fra il 1980 ed il 1985 lavora per l’azienda Philips. Fra 1986 ed 1991 si dedica all’attività professionale di Lighting Designer. Nel 1992 fonda “L’Observatoire 1” seguito nel 1993 da “L'observatoire International”. Nel biennio 1994/95 è vicepresidente dell’ELDA (European Lighting Designer Association). Nel 2007 è cofondatore di 8’18’’. Nel 2009 è stato nominato “Chevalier in the Arts and Humanities Order”. I lavori più recenti a cui sta collaborando sono la sede del Louvre ad Abu Dabi con Jean Nouvel e il nuovo Arte Center Pompidou a Metz con Shigeru Ban.
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Quali difficoltà tecniche avete incontrato? A questo punto possiamo parlare del materiale d’illuminazione. La prima difficoltà è stata di convincere il fornitore degli apparecchi, in questo caso iGuzzini che occorreva andare oltre un semplice impianto di illuminazione da catalogo. Ci serviva materiale altamente «professionale», nel senso che l’accesso alle lampade nell’ambito del “relamping” doveva avvenire senza modificare il puntamento dei proiettori, il che conduce al bloccaggio degli apparecchi ed estremamente «preciso»: ognuna delle 60 strutture che portano complessivamente i 300 proiettori doveva poter essere regolata a circa 1°... cioè regolate una accanto all’altra come le pieghe di un tessuto plissettato Fortuny. Tutti i proiettori poi sono gestiti con il protocollo DALI cioè un protocollo che non è nato per usi teatrali. Prima e ultima difficoltà in poche parole: regolazioni, programmazione, gestione e durata nel tempo.
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Contatti
7. L’apparecchio completo
Rue Smétana 2 92000 Nanterre - France Tel. + 33 6 08 92 68 10 Mail georges.berne@wanadoo.fr 8.18@orange.fr
Considerazioni e ringraziamenti Ringrazio Adam Yu. Ringrazio 8’18’’, Claire-Lise Bague progettista illuminotecnica e il suo assistente Anthony Perrot che mi hanno più che assistito. Ringrazio la nutrita équipe Winland che ha affiancato Adam Yu in questo progetto. Ringrazio Lina che mi ha individuato, interprete dall’inizio alla fine, più che intermediaria. Ringrazio le 3 unità iGuzzini Francia, Italia e Pechino che hanno avuto ciascuna un proprio ruolo: iGuzzini Francia per il loro supporto tecnico e relazionale, iGuzzini Italia per lo sviluppo e la messa a punto degli apparecchi di illuminazione e di comando; iGuzzini Pechino per la realizzazione... E la loro meraviglia di fronte alla realizzazione. Avrete capito che… cosa sarei stato io senza loro??? Avrete capito che… non è mai stato il lavoro di un solo individuo. Mi hanno chiamato Lao Bei dal momento in cui abbiamo iniziato a lavorare insieme. Per loro, laggiù sarò per sempre Lao Bei: Bei come Berne, Lao come “l’anziano, il saggio”.
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Un’opera di musica e luce. Il Nessun dorma di Chen Yifei
Progetti
Cliente Adam Yu Progettista illuminotecnico 8’18” - Georges Berne
Pechino, Cina
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Il miliardario cinese Adam Yu è un appassionato di lirica ed in modo particolare adora Giacomo Puccini. Nel 2008 ha voluto celebrare il 150° anniversario della nascita del Maestro toscano con un’opera d’arte grandiosa. Ha incaricato l’artista Chen Yifei, di realizzare un’immensa opera ispirata alla Turandot, l’opera incompiuta di Giacomo Puccini di cui l’aria “Nessun dorma” è stata interpretata dai più famosi tenori. L’opera è un dipinto realizzato secondo la tecnica tradizionale della lacca cinese.
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Delle tessere molto grandi formano un’opera alta 40 metri e larga 15 posta su tutta l’altezza di un lato dell’atrio centrale del Winland International Finance Center, edificio polifunzionale di proprietà di Adam Yu. Questo dipinto raccoglie 12 momenti significativi della Turandot. L’illuminazione è stata pensata sia per enfatizzare alcuni momenti, che per illuminare tutta l’opera nella sua totalità o svelarla pian piano. Vista la complessità dell’intervento si è resa necessaria la creazione di un prodotto speciale, sviluppato dalla
iGuzzini, che fosse in grado di mettere insieme sorgenti luminose ed ottiche in grado di integrarsi e sommarsi per arrivare ad avere l’illuminazione totale dell’opera. È stato creato quindi un apparecchio che utilizza sorgenti luminose dicroiche 50 W a basso voltaggio con coni di apertura di 4° e 8° e temperatura colore di 3000 K e tutte dimmerabili. L’apparecchio costruito appositamente è costituito da un insieme di strutture rettangolari, strette e lunghe che ospitano le sorgenti luminose.
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Foto: Lv Hengzhong 1.2.3.4. Diverse situazioni luminose create attraverso l’uso dell’apparecchio illuminante e del suo sistema di controllo
Ogni singola struttura rettangolare è installata su un braccio che ha la possibilità di inclinarsi verticalmente fino a 30° di un grado per volta. Il risultato è un’onda luminosa in cui però i puntamenti necessari per ottenere gli effetti finali sono garantiti anche in caso di manutenzione e pulizia dell’apparecchio da blocchi meccanici. Il tutto è gestito grazie ad un sistema di controllo. La definizione dell’apparecchio è stata fatta in stretta collaborazione fra la proprietà, Georges Berne, che è stato incaricato di progettare il concept illuminotecnico per questa opera, e la iGuzzini. Adam Yu, per il suo ruolo di mecenate, è stato insignito dalla Fondazione Festival Pucciniano, in collaborazione con il Governo italiano, del premio Gran Pucciniano, riconoscimento che la Fondazione ha istituito per premiare i melomani di tutto il mondo appassionati della musica di Puccini.
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Progetti
Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” Palazzo Italia
Design Studio Iodice & Associati Chief architect Giampaolo Imbrighi
Shanghai, Cina
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L’architetto Giampaolo Imbrighi ha progettato un edificio in grado di accogliere gli aspetti più innovativi dell’immenso patrimonio culturale italiano. L’edificio, un parallelepipedo frantumato e ricomposto, si estende per oltre 3600 mq., con un’altezza di 18 metri e si trova nell’area C dell’esposizione, circondato da acqua su tre lati. In perfetta adesione al tema dell’Expo il padiglione è stato studiato per comportarsi come una “creatura bioclimatica”, in cui esposizione, schermature ed accumuli termici sono basati sull’osservazione della natura più che
sulle tecnologie per riscaldare, rinfrescare ed illuminare. L’illuminazione artificiale è gestita da sistemi di Lighting Management che ottimizzano il consumo energetico. Proprio perché la luce è così importante ne è stato affidato il progetto ed il controllo ad uno scenografo come Giancarlo Basili che per l’illuminazione artificiale si è affidato alla iGuzzini. Il cuore del padiglione è la grande piazza, che rappresenta tutte le piazze italiane, visto che il progetto per l’interno del padiglione è ispirato alla struttura urbanistica delle città italiane.
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Contracting LVS Exhibition Service Co., Ltd. Shanghai Greenland Construction Group Project Management Bureau Veritas Greater China
Scenografia luci Giancarlo Basili Partners Assistance iGuzzini illuminazione iGuzzini China
Foto: Lv Hengzhong 1.2. Esterno. Nella foto notturna si osserva l’effetto creato dal cemento trasparente
Nel foyer gli effetti luminosi sono dovuti a Cestello applique posti in maniera perimetrale sulla sommità dei profili in acciaio che sorreggono le vetrate e che utilizzano sorgenti alogene PAR 30. Per la corte, cuore del progetto, è stato realizzato un vero e proprio cielo stellato realizzato con delle lampade PAR 30 mentre dei Cestello con lampade alogene QR 111 illuminano in maniera mirata le pareti su cui sono sistemate una simbolica orchestra e la rappresentazione della moda, con abiti e manichini allestite per la “Joy of living” con un gioco di coni di luce diversi. Al centro della corte si trova la riproduzione fedele della cupola del Brunelleschi all’interno della quale sale la scala mobile che porta al piano superiore. Al piano terra si trova poi la mostra permanente attraverso la quale l’Italia si racconta, curata da La Triennale di Milano che occupa 5 spazi espositivi ognuno con una propria tematica. Fra questi lo spazio “The making of” è la sala che racconta l’evoluzione industriale dall’artigianato alla produzione in serie. È la stanza del design in cui all’interno di teche sono esposti gli strumenti per realizzare degli oggetti che hanno fatto la storia del design, nati da quegli strumenti e che sono esposti invece all’esterno.
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Progetti
Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” Palazzo Italia
3. Hall con la riproduzione del Teatro di Vicenza 4. La parete della musica
La luce arriva in modo uniforme sulle teche, mentre sugli oggetti esposti all’esterno, su dei totem o a terra, arriva in modo zenitale, creando delle isole di luce circoscritte e creando quindi un ritmo luce/ombra. Tutto ciò è ottenuto grazie a proiettori Tecnica su binario e controllati da sistema DALI. Nella sala “I-Tech” sono esposti oggetti a rappresentare la tecnologia italiana: la Vespa, la 500, gli attrezzi Tecnogym. La luce è data da reglette con lampade fluorescenti T16 dimmerabili e gestibili con sistema DALI. La stanza “A bite of Italy” è dedicata a ciò che nell’immaginario collettivo identifica l’Italia e cioè il buon cibo: dal soffitto scendono miriadi di spighe di grano e papaveri rossi illuminati in maniera indiretta da Reglette T16 poste sopra le teche e da proiettori i24, mentre alcuni Le Perroquet con luce d’accento sottolineano il movimento delle spighe mosse da ventilatori. Dal pavimento di legno emerge invece un maestoso ulivo le cui nodosità sono sottolineate da Le Perroquet. Tutta la sala è illuminata da luce fluorescente calda a 2700 K proveniente dalla retroilluminazione delle teche in cui sono esposti pasta e vino.
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Progetti
Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” Palazzo Italia
Le aree servizi del primo piano sono state illuminate a seconda dei loro scopi: per la zona eventi sono stati utilizzati proiettori Tecnica su binario e con tecnologia DALI per poter ottenere la necessaria flessibilità. Il Caffè ed il Ristorante sono illuminati dalle sospensioni Le Perroquet. Per tutte le zone di passaggio sono stati creati dei tagli di luce con il prodotto iN100 (regolabile nell’emissione grazie a sensori di luce naturale) che ripropongono negli interni l’aspetto esterno del padiglione. Al secondo piano si trovano prevalentemente uffici che sono stati illuminati con apparecchi i88, mentre le zone di passaggio sono state illuminate da incassi Reflex e iN100. Per l’Auditorium si sono scelti incassi Reflex con lampada QR 111 per assicurare il massimo confort visivo e Ledplus inseriti come segna passo sui gradini. L’illuminazione è gestita dal Lighting Management System Master Pro.
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5. La parete della moda 6. L’area I-Tech
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Progetti
Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” Padiglione francese
Committenza Cofres SAS Impresa generale CCEED Direzione lavori e scenografia Jacques Ferrier Architectures
Shanghai, Cina
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Jacques Ferrier ha scelto di trattare attraverso l’evocazione della "città sensoriale/sensuale”, intesa come il “riprendere contatto con il piacere e il desiderio di vivere in città”, il tema dell’Expo di Shanghai, “Better City, Better Life”. Secondo l’architetto, la tecnica ha dominato l’esistenza dell’umanità nel secolo scorso, ma oggi la sfida è ricollocare l’uomo al centro del nucleo urbano attraverso i suoi cinque sensi, ai quali i Cinesi aggiungono l’equilibrio e il movimento." Il padiglione è un ampio cubo sovrastante uno specchio d’acqua ed è rivestito da una rete d’acciaio a sua volta ricoperta di calcestruzzo rinforzato con fibra di vetro color pietra come richiamo al castello di Chambord, ma anche alle realizzazioni dell’ingegnere Eugène Freyssinet l’inventore del cemento precompresso.
L’interno è privo di partizioni e la rete d’acciaio esterna contribuisce allo scarico delle forze orizzontali grazie a delle bielle metalliche. La scenografia ha come nucleo centrale una rampa discendente di 250 metri di lunghezza che si sviluppa attorno al giardino alla francese. Un esteso “affresco video” formato da una trentina di schermi, oltre ad un certo numero di capolavori impressionisti presi in prestito dal museo d'Orsay, servono ad illustrare l’equilibrio tra tecnica e sensualità, creazione e permanenza, città e territorio. La iGuzzini ha sviluppato per questo progetto un prodotto speciale per l’illuminazione della facciata. Lo Studio Sexton ha ipotizzato insieme all’architetto Ferrier un concept molto semplice che consiste nel posizionare delle “candele” in ogni vano
della maglia reticolare che ricopre il padiglione. Il prodotto doveva essere semplice, economico e doveva svolgere due funzioni principali: se visto dall’esterno il prodotto doveva brillare come una candela, verso l’interno invece doveva illuminare la struttura principale dell’edificio, in modo da rendere visibile la struttura reticolare per contrasto. Per questo il team formato da architetto e lighiting designer ha ipotizzato una semplice lampada fluorescente con attacco a vite, facile da sostituire, economica, inserita all’interno di uno schermo diffondente (per 180° verso l’esterno) di lamiera forata. In alcuni casi la lamiera forata ricopre invece il prodotto per 360° per evitare abbagliamento nelle zone dove l’edificio principale ha finestre o aperture.
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Progettazione illuminotecnica Georges Sexton Associates
Foto: Lv Hengzhong 1.2. Visione notturna
Direttore di progetto Pauline Marchetti Partners Assistance iGuzzini China
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Progetti
Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” UBPA - Padiglioni B2 e C1
Cliente Shanghai World Expo Land Holding Progetto Architettonico mOa - marioOcchiuto architetture
Shanghai, Cina
Per l’Expo di Shanghai è stato indetto un concorso per premiare il progetto migliore per il recupero di alcuni padiglioni industriali all’interno dell’area riservata all’Expo. Quest’area è stata definita UBPA - Urban Best Practise Area ed i nuovi padiglioni realizzati, B2 e B3-2, ospitano una mostra dei progetti delle migliori pratiche urbane di varie città del mondo. Il vincitore del concorso è risultato lo studio mOa - marioOcchiuto architetture. Mario Occhiuto, che da anni si occupa di sostenibilità architettonica ed è già presente in Cina con importanti progetti, ha elaborato, per il con-
corso, un intervento in chiave tecnologica ed eco-compatibile esportando know-how italiano. L’elemento principale del progetto è infatti la parete ventilata composta da grandi lastre traforate di cotto che riveste come una seconda pelle i vecchi padiglioni industriali. Questo rivestimento ha una duplice funzione: scherma i padiglioni e ne migliora le prestazioni termiche, inoltre è un elemento decorativo che caratterizza l’edificio. Le lastre sono composte da un cotto speciale che in realtà è il risultato di cotto frantumato ed impastato e legato con resine e quarzi naturali. I decori sono ispirati alle ceramiche vietresi. Il progetto illuminotecnico per l’edificio B2 è stato affidato a Francesca Storaro e alla consulenza e ai prodotti iGuzzini. L’idea alla base del progetto è incentrata sul risparmio energetico ed utilizza le tecnologie di illuminazione a LED ad alto rendimento dell’apparecchio ad incasso Linealuce RGB e del sistema di controllo Colour Equalizer. La variazione di colore è ispirata al valore simbolico che i colori hanno all’interno delle opere d’arte italiane, soprattutto del Cinquecento. Agli edifici da recuperare, si affianca un edificio progettato ex-novo (C1 Building) che fornisce i servizi di accoglienza per tutta l’aerea della UBPA.
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Capo-progetto Massimo Baragli Alessandro Izzo Progetto strutturale ed impianti Favero & Milan Ingegneria
Ingegnerizzazione Tonji University
Foto: Lv Hengzhong 1. Facciata del padiglione B2
Progetto illuminotecnico per edificio B2 Francesca Storaro
2. Effetti creati dalla luce attraverso il cotto
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Progetti
Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” UBPA - Padiglioni B2 e C1
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3. Lato dell’edificio B2 con il collegamento al C1 4. Piazza interna del padiglione C1
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Progetti
Expo Shanghai 2010 “Better City, Better Life” UBPA - Padiglione B3-2
Committente World Expo Shanghai 2010 Holding Company Progetto Architettonico Archea Associati
Shanghai, Cina
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Archea Associati ha progettato su richiesta della committenza, un semplice contenitore rettangolare di 78 per 28 metri, completamente libero al suo interno in modo da realizzare uno spazio neutro in grado di accogliere gli allestimenti delle città che partecipano all’evento Urban Best Practise Area. Poiché l'opera rientra nel programma di cooperazione tra l’Expo e il Ministero dell’ambiente italiano, il progetto ha trasformato l’ipotesi dell’involucro di derivazione industriale in un meccanismo di diffusione della luce naturale; lo spazio è così illuminato e irradiato, durante il giorno, senza necessità di consumo di energia. La copertura è concepita come una struttura a shed, solcata da travi con struttura in acciaio rivestite in modo da costituire una sequenza di
superfici riflettenti che diffondono zenitalmente la luce. Durante la notte l’illuminazione artificiale mira a ricreare l’effetto diurno. Per questo sono stati installati dei proiettori Platea a scarica con ottica stradale, molto allungata, all’interno degli shed. Sulla superficie visibile degli shed sono invece posizionati degli incassi Frame con due lampade a scarica ed una alogena per garantire l’illuminazione d’emergenza. Le pareti esterne sono in struttura metallica, rivestite da pannelli in tessuto siliconico che trasformano la scatola edilizia in una superficie morbida e vibratile. L’illuminazione variabile e colorata enfatizza l’irregolarità della superficie creando delle macchie di colore grazie ad incassi Light Up RGB.
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Strutture ed impianti Favero & Milan ingegneria Impresa costruttrice Shanghai Construction Company
Partners Assistant iGuzzini illuminazione iGuzzini China
Foto: Lv Hengzhong 1. Esterno con luce colorata e variabile 2. Le gole luminose del soffitto
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Progetti
New Acropolis Museum
Committente Organization for the Construction of the New Acropolis Museum (OANMA) Progetto architettonico Bernard Tschumi Architects
Atene, Grecia
Il Museo dell’Acropoli è stato costruito per esporre i più importanti e significativi reperti provenienti dall’Acropoli e dalle sue pendici. Progettato dall’architetto Bernard Tschumi con Michael Photiadis è stato inaugurato nell’estate 2009. Il Museo dell’Acropoli copre una superficie totale di 25.000 mq. con uno spazio espositivo che supera i 14.000 mq. La forma architettonica del Museo è stata dettata da tre principali esigenze: era infatti necessario mantenere il contatto visivo con i monumenti dell’Acropoli, esporre le sculture del Partenone nella loro interezza e adattare l’edificio agli scavi archeologici che si estendono tra le fondamenta. Il collegamento visivo tra le sculture del Partenone esposte nel Museo e il monumento da cui esse hanno avuto origine è stato ottenuto attraverso le pareti esterne in vetro della Galleria del Partenone. Da questa Galleria, il visitatore gode di una vista mozzafiato sull’Acropoli, sulle colline storiche circostanti e sulla città moderna di Atene. All’interno della Galleria del Partenone, il nucleo è costituito da uno spazio rettangolare in calcestruzzo delle stesse dimensioni e orientamento del Partenone, appositamente progettato per accogliere ed esibire l’intero fregio del tempio. Alla sua base, il Museo sembra “galleggiare” sugli oltre 100 pilastri in calcestruzzo che fanno da straordinaria dimora agli scavi archeologici del sito. Il Museo ospita le sue collezioni su tre livelli, oltreché negli scavi archeologi che giacciono nelle sue fondamenta.
Situata al piano terra, la ‘Galleria delle pendici dell’Acropoli’ accoglie i reperti provenienti dai santuari ritrovati sulle pendici dell’Acropoli, oltre ad oggetti utilizzati nella vita quotidiana dagli Ateniesi nei diversi periodi storici. Al primo piano del Museo, i visitatori possono seguire le tracce dell’evoluzione dell’Acropoli. Le sezioni est e sud del primo piano ospitano la ‘Galleria Arcaica’, alta nove metri e illuminata naturalmente, in cui si ammirano le magnifiche sculture che decoravano i primi templi sull’Acropoli. Nella galleria sono esposte anche le offerte votive dei devoti, tra cui splendide Korai arcaiche (raffigurazioni di giovani donne), Hippeis (cavalieri), statue della Dea Athena, sculture di figure maschili, rilievi su marmo e doni votivi in bronzo e argilla più piccoli. L’esposizione del Museo culmina al terzo piano nel volume vetrato che ospita la ‘Galleria del Partenone’. Le sculture in rilievo del fregio del Partenone che raffigurano la processione Panatenaica sono esposte in sequenza continua lungo il perimetro esterno dello spazio rettangolare che ospita la Galleria. Le metopi, lastre di marmo con rappresentazioni in rilievo della mitologia Greca, sono esposte tra le colonne in acciaio del Partenone. Le figure colossali dei due frontoni (elementi triangolari che coronano le facciate) sono state posizionate su piedistalli ai lati est e ovest della Galleria, nelle stesse posizioni che avrebbero occupato nel Partenone. Il frontone est raffigura la nascita della Dea Atena dalla testa del padre Giove, mentre il frontone ovest raffigura la battaglia tra Atena e Poseidone sulla terra di Attica.
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Personale chiave Joel Rutten, Adam Dayem, Jane Kim, Aristotelis Dimitrakopoulos, Eva Sopeoglou, Kim Starr, Anne Save de Beaurecueil, Joel Aviles, Valentin Bontjes van Beek, Jonathan Chace, Allis Chee, Thomas Goodwill, Robert Holton, Liz Kim, Daniel Holguin, Michaela Metcalfe, Justin Moore, Georgia Papadavid, Kriti
Siderakis, Véronique Descharrères, Cristina DeVizzi, Kate Linker.
Progetto illuminotecnico Arup Lighting - Florence Lam
Foto: Nikos Daniilidis per gentile concessione dell’ Acropolis Museum e Nikos Pilos
Architetto associato Michael Photiadis, ARSY
Partners Assistance Diathlasis S.A.
1. Visione notturna dell’edificio
Ingegneria Stutturale e meccanica Arup
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Progetti
New Acropolis Museum
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Il programma espositivo del Museo è arricchito anche da un gran numero di reperti provenienti dalla città Ateniese antica e rinvenuti durante gli scavi archeologici che hanno avuto luogo prima della costruzione del Museo. Gli scavi sono visibili da diversi punti a piano terra e ai piani superiori del Museo attraverso una serie di ampie aperture a vetri oculatamente posizionate. Il progetto illuminotecnico realizzato da Arup
Lighting è stato premiato (Excellence and Sustainability) nella 27a edizione degli International Association of Lighting Designers (IALD) Awards. La motivazione recita: “L’approccio olistico alla progettazione del New Acropolis Museum crea una coreografia dei giochi di luce ed ombre sia per la luce naturale che per la luce architetturale”. Il brief progettuale per il museo è stato quello di usare la luce naturale come un tema per
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2. Fregio del Partenone 3. Metopi e grandi figure ospitate nella Galleria del Partenone
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aggiungere una quarta dimensione sia alla collezione che all’architettura. La luce d’accento, fornita da proiettori Tecnica, sottolinea il carattere dei rilievi marmorei ed aiuta a distinguere i pezzi originali dai pezzi ricreati ed integrati ed è bilanciata con la luce naturale diffusa che arriva sia dall’alto che dalle vetrate laterali. Il progetto ricrea il senso delle condizioni esterne nelle quali le sculture si potevano originariamente vedere.
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Progetti
Ristrutturazione della Corte dei Conti (Cour des Comptes) Parigi, Francia
Nel 1898 l’architetto Constant Moyaux viene incaricato della progettazione e dell’edificazione dei locali per l’archivio della Corte dei Conti ed impiegherà dieci anni per terminarli. L’edificio dell’archivio è un omaggio alla Scuola di Chicago per la modanatura in mattoni delle sue facciate sul cortile e il suo funzionale pragmatismo strutturale: destinato al deposito dei fascicoli di documenti dei conti di gestione, l’edificio era concepito come un colossale scaffale in muratura. Perpendicolari alle circolazioni periferiche, i corridoi che servivano gli scaffali godevano della luce naturale, grazie alle finestre realizzate sulla facciata del cortile che separa l’archivio dal Palais Cambon che ospita invece le sale delle udienze, la biblioteca e altri luoghi importanti per i magistrati. Attorno allo zoccolo pietroso, coperto da una vetrata si sviluppavano gli otto piani in un elegante intarsio di terracotta ritmato dall’acciaio dei cabochon e da croci con testate di tiranti e dal calcare delle chiavi di volta e dei cornicioni, piatti o merlati. Tra il 1976 e il 1978, un silo centrale, strutturalmente indipendente, venne ad occultare l’atrio su cinque piani per offrire un indispensabile complemento del magazzino. Nel 2000, dovendo potenziare il suo personale per occuparsi anche della certificazione del bilancio dello Stato, l'istituzione ha deciso di esternalizzare il suo archivio, liberando così l’edificio che lo ospitava per sistemarvi invece i nuovi arrivati e raggruppare le diverse sedi distaccate sparse fino ad allora nel quartiere. La ristrutturazione è stata particolarmente complessa, a causa di vincoli molteplici, fra cui l’iscrizione nell’Inventaire Supplémentaire des Monuments Historiques delle facciate e della copertura del cortile. Dopo un audit tecnico si è proceduto alla decostruzione totale del silo centrale e alla ristrutturazione del resto dell’edificio allo scopo di trasformare ogni piano in una zona uffici. Questo mutamento di destinazione è stata una vera e propria sfida, poiché l’indispensabile ripresa strutturale non doveva diminuire l’altezza sotto il soffitto che era già molto ridotta.
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Direzione dei lavori Ministero dell’Economia, delle Finanze e dell’Industria Progetto architettonico Goudchaux Architecte et Associés Daufresnes, Le Carrée & Associés
Economista J.P.Tohier & Associés
BET Fluides BETHAC
Studio d’impatto acustico AVEL Acoustique
Partners Assistance iGuzzini illuminazione France S.A.
Foto: Didier Boy de la Tour 1. Vano centrale posto sopra il cortile 2. Cortile con la panca che copre gli apparati tecnici 3. Vista da un corridoio sugli uffici
BET Structure SCYNA 4
Nel cortile, spazio strategico che serve gli uffici presenti al pianoterra, su un tappeto centrale di parquet che copre in parte l’originale zoccolo roccioso, si allunga un grande podio di legno che serve da seduta gigante, ma nasconde anche con eleganza il sistema di riscaldamento centrale ed i sistemi di ventilazione e di climatizzazione. In questa grande sala sono stati utilizzati delle applique iRoll 65 con emissione Up-down che creano degli effetti di luce per sottolineare la scansione delle pareti murarie con le grandi finestrature. Le tre facciate che si innalzano dalla copertura del cortile sono state accuratamente ricreate in muratura come erano originariamente, così come sono stati restaurati i serramenti metallici originali.
La texture creata dal mattoncino è sottolineata grazie alla luce radente dei Linealuce LED disposti attorno al soffitto vetrato dell’atrio. All’interno, pareti in quattro tinte e porte in otto colori distinguono i piani, le circolazioni e gli uffici, dove le postazioni di lavoro sono protette ed isolate da pannelli di diversa altezza o da tramezze dal doppio vetro acustico oscurate da una veneziana bianca. Gli uffici sono stati illuminati con il sistema Action utilizzando i moduli con schermo Dark light nelle zone deputate al lavoro ai videoterminali, mentre nelle zone di passaggio sono stati utilizzati moduli con luce d’accento. Lungo i corridoi interni sono stati utilizzati invece Plafoni 44, in quelli esterni gli incassi Sistema 44.
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Caravaggio
Progetti
Roma, Scuderie del Quirinale, 20 Febbraio - 13 Giugno 2010
La mostra ideata da Claudio Strinati e curata da Rossella Vodret e Francesco Buranelli, è incentrata su una scelta filologica ben precisa: sono esposte solo opere storicamente ed indiscutibilmente riconosciute come opere di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Per questo in mostra ci sono solo 24 tele a cui si aggiungono altri 15 capolavori dispersi fra le chiese e le case principesche della capitale. Per la prima volta, si potrà visitare il Gabinetto scientifico del Cardinale Del Monte, unico affresco del Merisi, all'interno dell'attuale residenza dei principi Boncompagni Ludovisi. Lo spazio delle Scuderie ospita le tele con un allestimento progettato dallo studio di Michele De Lucchi e illuminato da apparecchi iGuzzini, sponsor tecnico della mostra.
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Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Allestimento aMDL - Michele De Lucchi
Promotori Comune di Roma - Assessorato alle politiche Culturali e della Comunicazione Azienda Speciale PalaExpo Fondazione Roma
Sponsor tecnico iGuzzini illuminazione
Foto: Alfredo Cacciani 1.2. Due sale dell’allestimento
Michele De Lucchi ha scelto come colore prevalente dell’allestimento il rosso, in alcuni casi un azzurro-grigio molto scuro. La luce per tutta la mostra è puntuale, d’accento ed è realizzata con dicroiche da 35 e 50 W, con fasci da 24° e 38°. I proiettori Tecnica dimmerabili sono installati su binario. In alcuni casi sono neri e nascosti all’interno di gole sul soffitto ed illuminano le opere ed i pannelli didascalici; in altri casi sono invece bianchi ed applicati su apposite strutture a vista.
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Progetti
Darwin Exhibition
Cliente Natural History Museum Progetto dell’allestimento e progettista illuminotecnico Sutton Vane Associates Partners Assistance iGuzzini illuminazione UK
Londra, Inghilterra
Nella primavera del 2009, il Natural History Museum di Londra ha dedicato una mostra a Charles Darwin e al suo viaggio sul brigantino Beagle verso le isole Galapagos, viaggio da cui sarebbero derivate le teorie evoluzionistiche alla base del trattato “Sull’origine della specie”. Il Museo è un centro mondiale d’eccellenza per lo studio del mondo naturale e contiene un gran numero di esposizioni con reperti che vanno da fossili di dinosauri al modello in scala
naturale della Balena Blu, lo straordinario mammifero che tutti gli alunni britannici prima o poi “incontrano” nello studio delle scienze o della biologia. Lo studio londinese Sutton Vane Associates ha progettato l’allestimento e l’illuminazione per la nuova e prestigiosa Darwin Exhibition presso il Natural History Museum. L’illuminazione necessaria per l’esposizione doveva mettere in luce e valorizzare gli elementi esposti, risultando nel contempo funzionale e discreta.
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Foto: Sutton Vane Associates 1.2. Diverse zone dell’allestimento
La scelta del Tecnica, nella versione nera, con lampada QR CBC 51 ha permesso una illuminazione estremamente flessibile. Sono stati utilizzati oltre 120 proiettori Tecnica su binari speciali neri. Sono stati inoltre forniti più di 50 apparecchi Pixel Plus con lampade a basso voltaggio e lampade ad alogenuri metallici. Il design illuminotecnico dell’esposizione è stato inserito nella categoria Public Building Lighting al concorso Lighting Design Awards di Londra.
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Progetti
Aeroporto Internazionale di Carrasco. Nuovo terminal passeggeri
Progetto Architettonico Rafael Viñoly Architects Progetto illuminotecnico Studio Ricardo Hofstadter Ricardo Hofstadter Joel Fregosi
Montevideo, Uruguay
Le principali linee di progetto per l’illuminazione sono state: valorizzare i maggiori elementi architettonici, soddisfare i requisiti del Capitolato della Concessione e garantire un’alta efficienza energetica (seppure non esistano standard locali al riguardo). Il principale elemento architettonico da valorizzare era il tetto di 350 metri di lunghezza (150 metri dei quali sono interni) e quasi 80 metri di larghezza nella parte centrale. Sotto il suddetto tetto si trovano la Hall Partenze e la Terrazza
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Cliente Puerta del Sur SA
dell’aeroporto, dalla quale gli accompagnatori possono osservare le partenze degli aerei. In termini di requisiti, il capitolato stabiliva livelli di illuminamento molto più alti rispetto agli standard internazionali, aspetto che ha obbligato a cercare sorgenti luminose molto efficienti, prevalentemente fluorescenti e lampade a scarica con una resa cromatica molto buona oltre ai ballast elettronici e riuscire a non aumentare i consumi energetici. Le tipologie di illuminazione sono state individuate in base alle funzioni svolte nelle diverse aree dell’aeroporto: hall partenze, check in e terrazza oltre all’illuminazione del tetto; tutte le aree destinate a imbarco e preimbarco: controllo immigrazione, sala di imbarco, ritiro bagagli, dogana, livello arrivi; aree commerciali. L’illuminazione della Hall Partenze e della Terrazza, ubicate entrambe sotto il grande tetto dell’edificio, è stata realizzata indirettamente per riflesso sullo stesso tetto. Il capitolato richiedeva per queste aree un livello di illuminamento pari a 300 lux e si sono utilizzati pertanto circa 280 proiettori asimmetrici, non iGuzzini
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Partners Assistance Proyecto Illuminacion
Foto: Francisco Nocito e Archivio iGuzzini 1. La linea curva che caratterizza il progetto di Viñoly 2.3. L’aeroporto ed il contesto naturalistico in cui si trova 4. Aspetto notturno
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con lampade ad alogenuri metallici da 400 W, montati sulla struttura che sostiene il tetto. Se si considera che l’area interna dell’edificio illuminata con questi proiettori misura circa 10.000 mq. e che la potenza utilizzata per esso è di 136 kW (comprese le perdite nei ballast), abbiamo una densità di 14 W/mq. che, sebbene si tratti di un’illuminazione totalmente indiretta, rientra in valori accettabili di efficienza energetica.
Il resto del tetto (zone esterne dell’edificio) è stato illuminato con lo stesso tipo di proiettori, sebbene in numero inferiore, arrivando a un totale di 370 lampade per l’illuminazione di tutto il tetto. Una parte di queste aree esterne è costituita dagli accessi al livello Partenze che vengono illuminati solo per riflesso del tetto e per le quali si è progettato e ottenuto un livello medio di 80 lux.
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Progetti
Aeroporto Internazionale di Carrasco. Nuovo terminal passeggeri
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Le zone controllo immigrazione, sale di imbarco, ritiro bagagli, dogana e i livelli di accesso sono stati illuminati utilizzando linee continue di tubi fluorescenti Lineup e Sistema Hub. Sono stati impiegati tubi T8 da 36 e 58 W con ballast elettronici. Nell’area del check in i Lineup sono stati utilizzati per illuminare la parete e l’area che circonda il nastro trasportatore dei bagagli. I livelli di illuminamento medi richiesti nel capitolato per queste zone erano molto alti (600 e 300 lux) e si sono ottenuti in modo molto efficiente con soli 15 W/mq. e 7.5 W/mq. Le aree commerciali sono state allestite con una combinazione di downlight più due
proiettori incassati nel soffitto con lampade ad alogenuri metallici da 35, 70 e 150 W (in base all’altezza). In queste aree si sono utilizzati The Reflex e Frame. Le aree verdi sono state evidenziate grazie a Woody con lampada alogena. Le aree esterne per accedere al livello delle partenze e la terrazza del livello superiore sono illuminate in modo indiretto con MaxiWoody da 150 W e ottica superspot e lenti per la distribuzione ellittica. L’area d’accesso alle salette Vip è illuminata da apparecchi Balisage a LED. La zona per la sosta Presidenziale è illuminata con proiettori Lingotto, diretti ed indiretti e Platea da 250 W.
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5. Hall con le linee luminose sul soffitto 6. Una delle aree per l'attesa nella zona degli imbarchi
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Progetti
Il nuovo Teatro Condominio
Progettazione architettonica Studio Amati - Alfredo Amati Federica Finanzieri (progettazione) Romina Sambucci (direzione lavori) Maria Luisa Gioffredi Rendering Christopher Stack
Gallarate, Italia
Nel contesto più generale di rinnovamento culturale della città, l’Amministrazione comunale di Gallarate ha acquisito lo storico “Teatro Condominio”, stabile di rilevante importanza architettonica, progettato nel 1862 e oggetto nel secondo dopoguerra di radicali modifiche interne. Il progetto di recupero del corpo ottocentesco e l’adeguamento alle moderne funzionalità è stato affidato allo studio Amati di Roma. Conservata in parte l’originaria interrelazione degli spazi interni, l’elemento di principale caratterizzazione del progetto è il recupero del rapporto di stretta correlazione tra la sala ed il foyer, ovvero il rapporto tra il momento dello spettacolo con quello della socialità. L’obbiettivo di restituire al foyer le sue funzioni originarie è stato centrato conformando la platea su un piano inclinato e spostando più in alto la Galleria. Il progetto prevede inoltre la presenza di due sale: quella principale capace di ospitare 647 spettatori ed una sala di dimensioni minori con 132 posti a sedere. Le caratteristiche tecniche degli ambienti ne consentono una fruizione in contemporanea.
La sala minore è anche attrezzata per trasmettere in differita un evento che si svolge nella sala principale, conferendo a quest’ultima una ulteriore capienza. Un altro elemento di caratterizzazione del progetto risiede nella scelta dei materiali per i prospetti esterni. L’ingresso principale è stato sottolineato con l’inserimento di una pensilina con struttura leggera in acciaio e vetro. L’elemento di congiunzione tra il corpo antico e quello rinnovato è costituito da una fascia verticale in vetro all’interno della quale si snodano i percorsi verticali di distribuzione alle sale. Lungo la Via Verdi un volume leggermente sporgente, dalla caratteristica forma curva, denuncia con la sua geometria la funzione a sala di spettacolo dello spazio interno. Il volume della torre scenica è trattato con una nuova pelle metallica iridescente così da costituire, con la sua emergenza architettonica, una torresegnale. Particolarmente accurato lo studio dell’acustica della sala affidato alla MateriAcustica s.r.l. compagnia di Spin off della Facoltà di Ingegneria di Ferrara, Dipartimento di ingegneria.
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Coordinamento generale: Studio Amati s.r.l.
Impianti Paolo Torelli
Strutture Sergio Tremi Proietti Alfredo Morgante Domenico di Berardino
Acustica MateriAcustica s.r.l. Roberto Pompoli Nicola Prodi Giampietro Ricci
Collaboratori Giulio Baiocco Alessandro Balasso Annabella Bucci Alessandra Zenga Gianluca Abbati
Foto: Luigi Filetici 1.2. Esterno. Visione diurna e notturna 3. Platea
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Il materiale prevalentemente utilizzato è il legno sia per il pavimento che per il rivestimento; un buon rendimento è stato ottenuto alternando pannelli in multistrato lisci e pannelli forati e con la scelta di una geometria articolata dei pannelli di parete (curvi, lisci, a cassettoni). L’impianto di illuminazione interno del teatro è stato studiato in relazione al fabbisogno delle attività svolte, con la scelta di apparecchi che si armonizzano e nello stesso tempo esaltano le caratteristiche architettoniche degli ambienti. Nella sala convegni sono stati utilizzati incassi The Reflex, con lampada alogena dicroica, in corrispondenza della platea, dotati di ottica professionale a bassa luminanza, per avere una illuminazione diffusa; l’incassi fissi Quasar sono
disposti in corrispondenza delle postazioni degli oratori per consentire di illuminare il piano di lavoro. Nella sala teatro è stata realizzata, sempre grazie a The Reflex, un’illuminazione diffusa. Per l’atrio al piano terra sono stati posizionati su alcune paraste dei proiettori Kriss, che generano lame di luci verticali esaltando le volte. Un’ulteriore fonte di illuminazione è data da tubi fluorescenti posti sui capitelli delle colonne e dietro al rivestimento della parete esterna della sala che, per la sua finitura traslucida, funge da diffusore. Negli spazi comuni, per consentire un buon livello di illuminazione sono stati inseriti nel controsoffitto incassi fluorescenti Easy con schermo decorativo. In esterni sono stati utilizzati incassi Light Up Walk Professional.
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Progetti
Il negozio Herren Globus dell’aeroporto di Zurigo
Committente Herren Globus Progetto architettonico Bauabteilung Magazine zum Globus AG Michele D'Ambrosio Rico Schmid
Zurigo, Svizzera
Il noto marchio svizzero Herren Globus, che vanta una lunga tradizione nel settore dell‘abbigliamento maschile, è presente con 23 punti vendita in tutte le regioni della Confederazione Elvetica. L’assortimento si rivolge a uomini di tutte le età, accomunati da un occhio attento alla moda e allo stile, dal business al casual. iGuzzini si è occupata della consulenza per creare la regia luminosa per il punto vendita presso l’aeroporto di Zurigo. L’utilizzo di vividi contrasti chiaro-scuro crea un’atmosfera teatrale per dare il giusto risalto agli articoli esposti. L’architettura degli interni e la progettazione illuminotecnica sottolineano la suddivisione dell’assortimento nei settori “business“ e “moda giovane“, grazie all’impiego di colori e materiali diversi. Il reparto “business“ è sobrio e luminoso, e ciò si rispecchia nel colore bianco delle pareti e dei rivestimenti a soffitto, mentre il reparto per la moda giovane è realizzato in nero e antracite. Per Herren Globus iGuzzini ha utilizzato il proiettore su binario e l’incasso downlight della serie Express. La stessa regia luminosa è già stata realizzata in altri punti vendita. Attualmente è in fase di costruzione un’altra sede, mentre altre due sono in via di progettazione, e tutte saranno realizzate in base al nuovo concetto illuminotecnico.
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Progettazione impianti elettrici Hefti. Hess. Martignoni. Zürich AG Christoph Köchli
Partners Assistance iGuzzini illuminazione Schweiz AG
Foto: Günther Laznia 1.2. Diverse zone del negozio
Gestione dei lavori edili Sulzer + Buzzi Baumanagement AG Urs Bleuer
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Progetti
Il Lyon Housemuseum
Committente e progettista architettonico Corbett Lyon Partners Assistance E.C.C. Lighting
Melbourne, Australia
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Il Lyon Housemuseum è un progetto culturale a finanziamento privato promosso dalla famiglia Lyon per sostenere e divulgare l’arte, l’architettura e la musica contemporanea. Nel 2002 i Lyon hanno avuto l’idea di progettare un nuovo edificio che fungesse sia da abitazione che da museo, per ospitare un’importantissima collezione di arte contemporanea australiana. L’intento era quello di consentire alla collezione di essere visitata pubblicamente, con il supporto di una serie di programmi educativi ed eventi culturali pubblici. L’obiettivo non era quello di creare un’abitazio-
ne di grandi dimensioni né un museo pubblico, bensì un nuovo tipo ibrido che avrebbe unito arte e abitare, ossia ‘casa’ e ‘museo’, miscelando concetti pubblici e privati in un unico edificio nuovo che avrebbe assunto il nome di ‘housemuseum’, ossia ‘casa museo’. Ubicato nel sobborgo di Melbourne denominato Kew, il design dell’Housemuseum tiene conto dell’intrecciarsi delle esigenze domestiche famigliari e delle esigenze funzionali ed operative di un museo pubblico. In particolare, l’edificio si ispira a musei privati e collezioni d’arte private esposte in ambientazioni domestiche, i cui
albori risalgono al rinascimento, che comprende la ‘wunderkammer’ del XVIII secolo e i musei domestici del XIX e XX secolo realizzati da Frick, Guggenheim, Soane e molti altri. L’edificio è strutturato intorno a due grandi spazi ‘museo’: un cubo bianco a doppia altezza nella parte anteriore dell’edificio e una ‘scatola nera’ a doppia altezza sul retro. Questi elementi ancorano le due estremità dell’edificio e sono usati per esporre video arte e importanti opere scultoree, dipinti e installazioni. Gli spazi privati della famiglia sono articolati in una serie di forme a scatola rivestite di legno distribuite sui
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Foto: Dianna Snape per gentile concessione del Lyon Housemuseum e della famiglia Lyon 1.2. Articolazione di diversi spazi della Lyon Housemuseum
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due livelli dell’edificio che contengono gli spazi privati della famiglia: camere da letto, stanze da bagno, armadi, studi e soggiorni. Quando queste ‘scatole’ sono chiuse, le zone private dell’edificio sfuggono alla vista del pubblico di visitatori. Gli spazi sono intenzionalmente ambigui nella loro lettura tipologica: la cucina funge anche da caffè del museo, la scatola nera che mostra video arte sul retro dell’edificio funge anche da home cinema e spazio di pernottamento per i membri della famiglia e lo studio svolge anche la funzione di biblioteca di ricerca e archivio per gli studenti e gli accademici in visita.
Al centro dell’edificio si trova una sala della musica a doppia altezza, caratterizzata da un murale di grandi dimensioni dipinto dall’artista Brook Andrew. Questa sala viene utilizzata per concerti e dibattiti in tema di arte e architettura e include anche un organo a canne dal design personalizzato che viene suonato dai membri della famiglia e nell’ambito di concerti pubblici. A pianterreno, gli spazi dell’Housemuseum fluiscono all’esterno in giardini utilizzati dalla famiglia e come spazi esterni per l’esposizione di sculture del museo. Calcestruzzo bianco, pietra blu e zone erbose distribuite nelle aree paesag-
gistiche esterne realizzano le iniziali della casa museo, LHM, caratterizzando la nuova visuale del mondo offerta da Google Earth l’Housemuseum visto dallo spazio - e cercando di collegare questo nuovo piccolo museo australiano alla rete mondiale di musei d’arte e istituzioni culturali. Per rispondere alle molteplici funzioni che la luce deve svolgere in un ambito complesso ed articolato come questo sono stati scelti prevalentemente proiettori a basso voltaggio su binari: per cui sono stati usati Trimmer Parallel, Laser oltre ad incassi come Pixel Plus e Quasar.
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Progetti
Una nuova illuminazione per il negozio Manufactum
Cliente Manufactum GmbH Allestimento - Francoforte Landau + Kindelbacher Progettazione illuminotecnica Tropp Lighting Design
Francoforte, Germania
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Nel novembre 2009 presso l’edificio del Podium della nuova Opernturm di Francoforte, di fronte alla Alte Oper, ha avuto luogo l’inaugurazione dell’ottava sede dei Grandi Magazzini Manufactum e di un negozio di generi alimentari della consociata brot&butter. L’unicità dell’azienda, che vanta una storia ultra-ventennale, consiste da sempre nel suo assortimento: all’insegna del motto “Esistono ancora le cose buone” (ted. “Es gibt sie noch, die guten Dinge”), Manufactum propone articoli di alta qualità, tra cui oggetti usati, abbigliamento e generi alimentari. L’assortimento incredibilmente vasto è esposto a Francoforte su una superficie di oltre 1100 mq. con un sistema di espositori modulari sviluppato appositamente per Manufactum.
Disposto in modo lineare a tutta altezza, il sistema flessibile produce un effetto omogeneo e un ordine ben preciso, che intende conferire alla gamma di prodotti uno sfondo e un orientamento adeguati. Particolarmente affascinante è la scelta dei materiali del sistema di presentazione: con i mobili in legno di quercia, il negozio ricorda più una variante contemporanea del tradizionale ufficio commerciale che un grande magazzino. La proposta di progettazione dell’allestimento e dell’arredo degli interni della sede di Francoforte è stata redatta dallo studio di architettura di Monaco Landau + Kindelbacher, con il quale Manufactum ha già realizzato con successo le sedi di Monaco e Colonia. Responsabile della progettazione illuminotecnica della filiale di Francoforte è Tropp Lighting Design.
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Partners Assistance iGuzzini illuminazione Deutschland GmbH
Foto: Per gentile concessione di Manufactum 1.2. Alcuni scorci dell’allestimento del negozio di Francoforte.
Poiché il tema centrale del concetto di illuminazione è la presentazione della merce, due caratteristiche hanno assunto importanza fondamentale nel corso della realizzazione del concetto illuminotecnico: discrezione e massima funzionalità. L’illuminazione quindi deve essere discreta, ma al contempo deve conferire il giusto risalto alla merce esposta. Queste esigenze hanno portato alla scelta degli incassi High Performance Pixel Plus. Disposti a coppie e con la possibilità di scomparire a soffitto, questi apparecchi realizzano un’immagine discreta e unitaria, integrandosi con le lampade circolari appositamente progettate per Manufactum da pfarré lighting design ormai perfettamente riconoscibili da parte dei clienti. Grazie ad un rendimento elevato, i proiettori Pixel Plus illuminano la merce esposta, limitando il calore emesso e il consumo energetico. Grazie alle buona resa del colore e all’elevata brillanza, i prodotti esposti vengono valorizzati al massimo, e l’impiego di spill-ring evita il fenomeno dell’abbagliamento. Inoltre, gli architetti per interni Landau e Kindelbacher hanno attribuito notevole importanza alla flessibilità dell’illuminazione che è stata realizzata grazie alla possibilità di regolazione dei proiettori. Il concetto di illuminazione ha dovuto tener conto ovviamente anche della posizione centrale dei Grandi Magazzini Manufactum nel contesto dell’Opernturm: per sottolineare l’effetto verso l‘esterno, è stata creata un’elevata luminosità grazie a illuminamenti verticali di grande altezza.
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Progetti
Il Parco ed il ponte Kurilpa
Committente Queensland Department of Public Works Progetto architettonico Cox Rayner Design strutturale Arup
Brisbane, Australia
Il paesaggio urbano di Brisbane si è impreziosito di una nuova icona grazie alla realizzazione del ponte Kurilpa, collegamento ciclabile e pedonale della lunghezza di 470 m. tra Tank Street e il parco Kurilpa. Il design è il risultato di una collaborazione creativa tra Arup, Cox Rayner e Baulderstone Hornibrook, ispiratasi al concetto di “tensegrity”, un sistema in cui architettura ed inge-
gneria creano un sistema in cui la solidità strutturale è una sinergia tra componenti bilanciate di tensione e compressione. Il risultato è estremamente leggero ed incredibilmente robusto. Questo risultato è sottolineato da una illuminazione avveniristica. L’illuminazione del ponte Kurilpa è stata progettata da un team di specialisti di Arup ed in particolare da Paul Guger, che nel corso della pro-
gettazione ha giocato sul collegamento tangibile tra il ponte pedonale e la Galleria di Arte Moderna, illuminando il ponte come si trattasse di un’opera d’arte permanente ed esprimendo ognuno degli elementi strutturali con uno splendore complementare. Dal punto di vista del design dell’illuminazione, l’obiettivo da realizzare per quanto riguardava il paesaggio notturno era duplice: il primo consisteva nello svelare
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Lighting Design Arup
Foto: Michael Pickerill 1.2. Il ponte da angolazioni diverse
Costruzione Baulderstone Hornibrook Partners Assistance E.C.C. Lighting
la struttura in modo da mettere in evidenza le caratteristiche di assoluta unicità e robustezza di supporti verticali che si ergono verso la volta celeste, insieme a curiosi elementi sospesi ispirati al concetto di ‘tensegrity’. Il secondo obiettivo, altrettanto importante, consisteva nel trasformare l’attraversamento del ponte in un’esperienza divertente che invogliasse ad esplorarne le peculiarità progettuali.
Kurilpa è anche uno dei primi ponti pedonali su grande scala al mondo ad essere alimentato ad energia solare, con 84 pannelli fotovoltaici che forniscono il 75-100% dell’energia necessaria per l’illuminazione realizzata con gli incassi Linealuce da 28 W, con Bollard, Bliz e Light Up Walk Professional da 26 W con vetro antiscivolo.
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Progetti
Wesley Church
Cliente Chiesa Unitaria Australiana Sponsor Heritage Perth Città di Perth Progettazione illuminotecnica Wood & Grieve Engineers
Perth, Australia Occidentale
Heritage Perth sta gestendo il progetto intitolato ‘Light Up the City’ per la creazione di una illuminazione sostenibile per la facciata di alcuni edifici importanti della città di Perth. Utilizzando apparecchiature che hanno un contenuto consumo di energia, realizzerà un’illuminazione notturna spettacolare per gli edifici più rilevanti, confermando ulteriormente l’appellativo di Perth di ‘City of Light’. Il progetto si basa sull’invito, rivolto ai proprietari degli immobili a spegnere le luci interne, offrendo l’opportunità di ridurre i consumi elettrici da mega-watt a kilo-watt creando
però una scenografia luminosa alla Perth notturna, rianimando il centro cittadino e invitando un maggior numero di persone a viverlo anche nelle ore serali. La chiesa di Wesley Church è probabilmente uno degli edifici ecclesiastici di maggiore rilievo del centro di Perth. Costruita nel 1870 per la sempre più numerosa congregazione metodista presente in città, la chiesa è stata progettata da Richard Roach Jewell, Sovraintendente ai Lavori Pubblici dell’Australia Occidentale, nello stile gotico accademico vittoriano.
Per la finezza della sua architettura gotica e per la sua posizione su un importante crocevia stradale, Wesley Church è stato il primo edificio della città ad essere illuminato nel corso della campagna ‘Light up the City’ di Heritage Perth e la proposta è stata accolta con entusiasmo dalle autorità ecclesiastiche che hanno lavorato in collaborazione con l’associazione. Le disposizioni fornite da Heritage Perth attribuivano alla sostenibilità la caratteristica di requisito determinante per il progetto e prevedevano che il consumo correlato all’illuminazione non avrebbe dovuto superare 0,05 kWh per metro quadrato di facciata illuminata. Pertanto, abbracciando il concetto di efficienza energetica, lo schema illuminotecnico di Wesley Church è stato progettato con una varietà di apparecchi di illuminazione iGuzzini a LED, fluorescenti e ad alogenuri metallici delle serie Woody, Linealuce e Light Up in armonia con gli apparecchi di illuminazione iGuzzini utilizzati in tutti i viali pedonali di Perth. È stata prestata attenzione alla progettazione in modo tale che la facciata non fosse eccessivamente illuminata, scegliendo tutti i livelli di illuminazione in base all’illuminazione d’ambiente proveniente da strade ed edifici circostanti. Sono stati realizzati complessi modelli 3D, con accessori campione e test applicativi condotti in loco da Wood & Grieve Engineers con la consulenza illuminotecnica di Mondoluce. Per raggiungere i consumi previsti, l’intera illuminazione è controllata “a livelli” per tutta la notte. Nelle prime ore della serata è necessario l’intervento di tutte le sorgenti illuminanti per ottenere il massimo effetto, tenendo conto dei livelli di illuminazione ambientale proveniente dagli edifici circostanti.
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Consulente Heritage Ronald Bodycoat Architects
Foto: Ron Tan
Partners Assistance Mondoluce
1.2. Wesley Church ed il contesto urbanistico in cui si trova Imprese appaltatrici Mirvac (costruttore) Elder Electric (impresa elettrica)
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Nella seconda parte della serata, si abbassa il livello di illuminazione degli apparecchi per favorire il risparmio energetico, garantendo la longevità delle lampade ad alogenuri metallici. Gli apparecchi a LED e gli apparecchi fluorescenti a basso consumo energetico restano accesi per tutta la notte con un leggero effetto di riduzione legato ai livelli inferiori di illuminazione dell’ambiente circostante. La gamma di accessori ottici disponibili, compresi filtri a fascio ellittico e sagomatori, è stata utilizzata con discrezione per evitare che la luce potesse invadere edifici circostanti e infastidire
i passanti nei dintorni della Chiesa. La durata e la resistenza ad atti vandalici comprovata dei prodotti iGuzzini hanno costituito il secondo criterio di scelta. Anche se il progetto è stato finanziato grazie alla sponsorizzazione della Città di Perth e di Heritage Perth, la manutenzione dell’impianto resta di responsabilità della Chiesa Unitaria. Per questo motivo, tenendo conto del budget destinato alla manutenzione, la frequenza di sostituzione delle lampade e la resistenza a possibili atti vandalici hanno costituito criteri importanti nella scelta dei prodotti iGuzzini.
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Progetti
Il parco del Tibidabo
Cliente Parc d’Atraccions del Tibidabo SA BSM - Barcelona Serveis Municipals Amministrazione Rosa Ortiz Ingegneria e manutenzione Josep Mª Gaudés
Barcellona, Spagna
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Il Parco del Tibidabo sorge su una collina di circa 500 metri da cui si gode una vista di tutta la città fino al mare. Alla fine dell'Ottocento Salvador Andreu i Grau, dottore e farmacista, inventore delle pastiglie per la tosse Pastilles del Doctor Andreu, compra il parco che si trovava su questa collina e che era proprietà della famiglia Parés Cayrol e comincia a costruirvi. Sulla collina sorgono la Chiesa del Sacro Cuore, la Torre delle telecomunicazioni di Collserola, l’Osservatorio Fabra, l'Hotel Florida e l’odierno Luna Park del Tibidabo ed il parco è collegato alla città dalla tramvia che sale dal quartiere di Sant Gervasi con un tram azzurro
(la Tramvia Blau). Il parco passa di proprietà attraverso diverse famiglie e diverse società di gestione e solo alla fine del 1999 il Comune di Barcellona ne diventa proprietario. Inizia così una serie di interventi di riqualificazione: la ristrutturazione dell'edificio che ospita il “Marionetarium” ad opera dell’architetto Josep Miàs, la nascita della nuova “Plaça dels somnis”, la Piazza /belvedere dei sogni, il recupero e l’ampliamento dei sentieri che attraversano il parco e per i quali lo studio Varis Arquitectes firma un nuovo progetto di illuminazione utilizzando solo apparecchi a LED: Woody, MaxiWoody, Light Up light.
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Per il Camì del Cel ed aree circostanti, la Nuova Piazza - Belvedere e l’illuminazione generale del Parco Architettura Varis Arquitectes SLP Ingegneria Tecnivallés
Per la ristrutturazione del “Marionetarium”
Lighting Designer Pablo Martínez
Progetto architettonico Miàs arquitectes
Partners Assistance iGuzzini illuminazione España
Foto: Josè Hevia 1. Alcuni dei sentieri del parco con l’illuminazione puntuale 2. Alcune attrazioni
Ingegneria Proisotec (Projectes i Solucions Tècniques)
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I proiettori MaxiWoody con LED monocromatico con temperatura colore di 3100 K e ottica spot individuano le aree di transito, collegano gli spazi, e non interferiscono con l’illuminazione delle singole attrazioni, né con l'ambiente naturale. I proiettori Woody da 12x1W, sempre con temperatura colore di 3100 K, con ottica flood, sono posizionati nelle zone boscose adiacenti i sentieri. Gli alberi più imponenti situati nelle zone pedonali vengono messi in risalto dagli incassi a terra Light Up a LED, 12x1W, con ottica orientabile. Il risultato finale è un progetto di illuminazione di grande efficacia dal punto di vista energetico: dei 172 punti luce esistenti si passa infatti a circa 600 senza aumentare il livello di potenza assorbita. L’inquinamento luminoso è nullo ed i costi di manutenzione drasticamente diminuiti.
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Progetti
Plaza Cervantes
Cliente Ajuntament de Lleida - Tomàs Ferré Architetto Francesc Oró Ingegnere Ramón Cortés
Lleida, Spagna
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Nella città di Lleida, al di là dell’asse commerciale (Eix Comercial), è l’insieme di vie costituito dall’Avinguda de Catalunya, la Ramla d’Aragò, l’Avinguda de Balmes e Alcade Rovira Roure ad ospitare le principali attività commerciali, culturali e politiche. Istituzioni quali il Museo di Lleida, la Biblioteca, il Vescovado, l’Università e servizi come la stazione degli autobus, la sede del Fisco, diverse organizzazioni sanitarie e professionali compongono un tessuto sociale che insieme a quello
commerciale danno vita al primo quartiere rappresentativo della città. Nel 2009 queste strade furono oggetto di un’importante opera di rinnovamento dei sistemi di illuminazione. Nella loro struttura originaria questi erano rivolti principalmente all’illuminazione del manto stradale ed impiegavano obsoleti lampioni dotati di lampade ai vapori di sodio HST 400 W che rischiaravano essenzialmente la strada e trascuravano quasi completamente l’illuminazione delle zone pedonali.
Il rinnovamento ha preso vita attraverso il sistema di illuminazione Lavinia, dotato di lampade ai vapori di sodio HST da 250 W che, grazie ad un’elevata performance nell’illuminazione viaria, ha permesso di migliorare le precedenti condizioni di illuminazione integrandosi con lampioni Lavinia e Delo, dotati di un’ottica di distribuzione della luce che utilizza la tecnologia a LED (da 39 W e 59 W a seconda dei casi). In questo modo non si è solo conseguita una migliore illuminazione in tutto l’asse conferendo
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Foto: Josè Hevia
Partners Assistance iGuzzini illuminazione España
1.2. Plaza Cervantes da angolazioni diverse
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a marciapiedi e zone pedonali il valore che meritano, ma si è anche riusciti a ridurre la potenza impiegata tra il 25% ed il 30% con conseguente risparmio energetico. Nel cuore di questo nuovo asse cittadino si trova la Plaza Cervantes, una piccola piazza che, da semplice piedistallo per un monumento e mezzo per la distribuzione del traffico, si è trasformata in un salotto cittadino. Per questa ragione è stata inglobata nella trama urbanistica contigua, è stata dotata di aree verdi ed è
stata corredata di un sistema di illuminazione idoneo al suo carattere e alla sua funzione globale. Il fattore definitivo del rinnovamento è stato dunque l’impiego della tecnologia a LED: mentre sul perimetro della piazza sono impiegati con continuità sia Lavinia LED che Argo, al centro si è optato per una soluzione personalizzata e differenziata che combina l’illuminazione a proiezione MaxiWoody LED con il comfort e l’atmosfera offerti dalla luce indiretta caratteristica invece di Nuvola.
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Progetti
1001 alberi per Copenaghen
Cliente Municipalità di Copenaghen
Copenaghen, Danimarca
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L’amministrazione comunale di Copenaghen ha indetto nel 2006 un concorso per la riqualificazione dell’area Nord-Ovest della città vinto dallo studio SLA. Il progetto “1001 alberi” permette la riqualificazione di questa area che presenta un'ampia diversità culturale, essendo un’area multi-etnica, e che ospita residenti di tutte le fasce di età. Il distretto è in fase di sviluppo e il parco viene considerato un simbolo, ma anche lo strumento di un cambiamento in direzione positiva. Il concept del progetto è nato da una serie di riunioni per raccogliere le opinioni degli abitanti e le loro idee circa l’utilizzo di questo spazio così il parco è risultato talmente vasto e offre talmente tante opportunità che ognuno potrà trovare lo spazio per svolgere la propria attività preferita. Ci sono attrezzature sportive utilizzabili sia dagli alunni della Scuola Frederikssundsvej sia dai residenti del vicinato, oltre alla possibilità di svolgere attività all’aperto che non sono presenti nel resto del distretto: griglie, scacchi e teatro sul prato. Le possibilità sono infinite e riflettono la vastità e la diversità culturale che caratterizzano il nord-ovest.
Il progetto di SLA è caratterizzato da quattro semplici elementi: alberi, sentieri, luci e collinette di forma conica. 63 specie diverse di alberi conferiscono tonalità di colore diverse al parco durante tutto l’anno. Tra le specie esotiche sono presenti il ciliegio giapponese, l’abete coreano e il cedro rosso americano dell’est, mentre le specie più tradizionali delle latitudini danesi comprendono il sorbo svedese, il biancospino e il pino silvestre. La presenza di pali della luce che svettano tra gli alberi rende sicuro il soggiornare nel parco anche nelle ore buie. Un dedalo di sentieri asfaltati attraversa tutto il parco, creando continuità tra le diverse sottosezioni da Piazza Hulegårds all’estremità settentrionale fino a Ørnevej al sud. Le tre collinette alte circa 15 metri contraddistinguono le tre sezioni del parco e rafforzano l’armonia totale del parco, offrendo al visitatore la sensazione di profondità e sono diventate anche dei punti di riferimento locali. L’illuminazione scenografica e colorata è stata creata grazie a 246 Multiwoody con diversi filtri colorati installati su pali anch’essi multicolore.
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Progetto architettonico SLA - Stig L. Andersson, Rasmus Astrup, Friedemann Rßter, Thomas Kock, Salka Kudsk, Signe Høyer Frederiksen, Michelle Nielsen-Dharmaratne, Cecilie Milsted Lind, Simone Maxl and Martin Søberg
Collaboratori Jan Sonnergaard Lemming & Eriksson 2+1
Foto: Per gentile concessione di SLA 1. Planimetria tratta dal progetto presentato 2. Luce colorata in diversi punti del parco
Partners Assistance iGuzzini illuminazione Danmark
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Cultura dell’azienda
iGuzzini illuminazione a New York
Con l’inaugurazione del 25 maggio 2010 anche a New York c’è un iGuzzini partner assistance. A Manhattan, uno spazio di circa 500 mq. posizionato al secondo piano di un elegante palazzo del Midtown è il luogo in cui saranno accolti quanti interessati alle tematiche illuminotecniche, siano essi architetti, designer, lighting designer. Come per tutti gli show room iGuzzini di ultima generazione, anche quello di NY si caratterizza per il suo “laboratorio della luce”: uno spazio all’interno del quale sono state riprodotte ambientazioni tipo: un museo, un negozio, una facciata in mattoni sulle quali sperimentare e valutare concretamente gli effetti di sorgenti e apparecchi diversi e comprendere così quanto la luce giochi un ruolo determinante nella percezione di forme e colori. Lo spazio è inoltre destinato ad ospitare eventi ed iniziative volti a sensibilizzare ad un utilizzo consapevole della luce. Una luce buona, che è davvero parte attiva dell’intero processo di progettazione di qualità.
iGuzzini Lighting NA, Ltd 60 Madison Avenue, 2nd floor New York, NY 10010 USA tel. +1 212 481 8188 www.iguzzini-na.com Da sinistra a destra: George M. Beylerian (presidente Material ConneXion), Adolfo Guzzini, Massimo Vignelli (architetto), Francesco Maria Talò (console generale). Foto: Peter Dressel
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Cultura dell’azienda
La sede iGuzzini di Shanghai meta della delegazione Marche
4 giugno 2010. La sede della iGuzzini illuminazione è inaugurata ufficialmente. L’occasione è la missione istituzionale ed economica di sistema che, organizzata dalla Regione Marche per la prima settimana di giugno, ha riunito personalità politiche ed imprenditoriali marchigiane all’interno di Palazzo Italia per l’inaugurazione di “Casa Marche”. In questo contesto il Presidente della Regione Gian Mario Spacca è stato inviato ad inaugurare ufficialmente la sede che dal 2006 vede attiva sul territorio cinese la iGuzzini illuminazione. La cerimonia ha visto il taglio del nastro e la tradizionale danza dei leoni e si è svolta alla presenza della delegazione marchigiana e di una serie di autorità cinesi: il Dr Tang Hailong Vice Sindaco del distretto del Fengxian, il Dr Li Zhen General Manager del Fengpu Industrial Park, il Dr Peter Jin Deputy General Manager del Fengpu Industrial Park, la Dr Sophie Ji Fenghua, Direttrice del Fengpu Industrial park Customer Services, e il Dr Wang Jian Head of Bank of Communication Fengxian Branch.
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Cultura dell’azienda
Nuovo catalogo on line
Da ottobre 2010 all’interno del sito www.iguzzini.com è attivo il nuovo catalogo online della iGuzzini. Il catalogo è stato migliorato arricchendo la quantità e la qualità dei dati presenti e rendendo molto intuitiva la navigazione. Inoltre è stata facilitata la gestione e la ricerca dei dati. La possibilità di ricerca degli apparecchi è agevolata secondo varie modalità: dalla ricerca secondo le caratteristiche prestazionali e tipologiche degli apparecchi, oppure attraverso le aree applicative. È stato facilitato il download dei dati fotometrici secondo i formati più diffusi ed utilizzati. Il nuovo catalogo sarà disponibile nelle 5 lingue del sito iGuzzini.
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Cultura dell’azienda
Young Creative Poland Milano, La Triennale di Milano 14 - 19 Aprile 2010
Un gruppo di giovani designer emergenti, Young Creative Poland ha esposto alla Triennale di Milano, in occasione del Salone del Mobile, progetti altamente innovativi in diversi settori: furniture design, industrial design, graphic design, fashion animation, architettura e engineering. Dopo il largo consenso ottenuto a Londra durante il London Design Festival, Young Creative Poland si propone sul palcoscenico milanese presentando, tra gli altri, i progetti di Oskar Zieta, Tomek Rygalik, Beton, Kompott, PuffBuff, Jaroslaw Kozakiewicz, Moomoo Architects e Maria Jeglinska. Si aggiungono i lavori di graphic design e animation di Monika Zawadzki, Tomasz Baginski, Fontarte, KIS, Truth, m-city. La Polonia è oggi in Europa una delle più vibranti scene del design emergente, naturale eredità del movimento impostosi tra gli anni ‘30 e ‘60 a cui è dedicata la mostra che ha affiancato sempre in Triennale Young Creative Poland.
Curator e exhibition design Miska Miller-Lovegrove Co-curator e producer Anna Pietrzyk-Simone e Monika Unger
www.youngcreativepoland.com
Graphic design Studio Fernando Gutierrez Sponsor tecnico per l’illuminazione iGuzzini illuminazione
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Cultura dell’azienda
La iGuzzini contribuisce al progetto LOW3 della Universitat Politecnica de Catalunya premiato al Concorso Solar Decathlon Europe
Con la casa solare LOW3 la Universitat Politècnica de Catalunya (UPC) ha ottenuto il massimo punteggio nell’ambito della prova di architettura del concorso internazionale Solar Decathlon Europe e si è così aggiudicata questo primo premio, insieme ad altre due università: la Aalto University Finland (Finlandia) ed il Virginia Polytechnic Institute & State University (Stati Uniti). Il premio di Architettura costituisce la prima delle due prove del Solar Decathlon Europe, concorso internazionale organizzato dal Ministero spagnolo per l’urbanistica con la collaborazione della Universidad Politècnica de Madrid e il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. La giuria per l’assegnazione di questo premio ha valutato la qualità del design architettonico delle case, la loro coerenza, la flessibilità degli spazi, l’applicazione di strategie bioclimatiche e l’integrazione dei sistemi tecnologici. La casa solare LOW3 (Low energy+Low impact+Low cost) della UPC, uno dei cinque progetti spagnoli che partecipa al concorso e l’unico ad aver vinto questa prima prova, è stata appositamente concepita per essere molto più di un’abitazione energeticamente autosufficiente nelle sue funzioni. E’ stata progettata a partire da un’esaustiva analisi del ciclo di vita dei suoi materiali e componenti, un’ottimizzazione del processo di costruzione ed un progetto versatile, che si adatta ai mutamenti d’uso (ampliamento, rinnovamento tecnologico, riutilizzo e riciclo). La casa integra tecnologia fotovoltaica
e sistemi solari termici, che garantiscono all’edificio l’autosufficienza dal punto di vista energetico. Il prototipo è inoltre realizzato con materiali sostenibili di basso costo, di origine locale e rinnovabili, semplici ed efficienti. In questo modo, oltre a conferire all’abitazione un’alta efficienza energetica, si raggiunge l’obiettivo di chiudere al massimo il ciclo dei materiali e dell’acqua. La squadra della LOW3 è costituita da 40 studenti della Escola Tècnica Superior d’Arquitectura del Vallès (ETSAV) della UPC, seguiti da professori dello stesso ateneo e diretti dal professor Torsten Masseck. Il progetto è supportato dal Dipartimento Macchine e Motori Termici e il Gruppo Archittettura e Sostenibilità (iPAUS) della UPC, dall’Istituto Catalano dell’Energia (ICAEN), dal Dipartimento per l’Ambiente della Generalità di Catalogna e dall’Adigsa. Il progetto è inoltre patrocinato da numerose imprese: Schneider Electric, Schott Solar, Rehau, iGuzzini, Aislux, Ininsa, Black&Decker, Finnforest, Fupicsa, Solarlux, Gutex, Homatherm, Stanley, Grundfos, Biohouse, ProClima e Junkers Gruppo Bosch. Altre aziende che hanno collaborato al progetto sono Biolan, Grupo JG, Zicla, Bioclim, Klein Iberica, Polysun, Unex, ABC, Armacell, Humiambiente, SI Capital, TFM, Espacio Solar, Viru, Bec, Siemens, Espais Domòtics, Espacio Solar, Fustilan, BEC, ElectroDH, Novallini, Giró, Schutz, Galindo e La Salle della Universitat Ramon Llull. Il 26 giugno la Virginia Polytechnic Institute & State University è stata proclamata vincitrice.
Concorso Solar Decathlon Europe http://www.sdeurope.org
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Cultura dell’azienda
La famiglia come valore imprenditoriale
Luigi Moretti architetto. Dal razionalismo all’informale
Nel 2009 la Fimag, finanziaria che controlla la iGuzzini illuminazione, in occasione della ricorrenza dei 50 anni di vita dell’azienda, ha promosso la pubblicazione di un volume dal titolo “La famiglia come valore imprenditoriale”. Il libro è prevalentemente un volume fotografico per raccontare attraverso le immagini la storia della iGuzzini e di tutti i personaggi che hanno contribuito alla costruzione del successo delle aziende della famiglia Guzzini. Il libro contiene alcune testimonianze preziose e sorprendenti come per esempio l’intervento di Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente della Repubblica Italiana, che ricorda come da giovane funzionario della Banca d’Italia, filiale di Macerata, potè conoscere lo spirito impenditoriale delle aziende allora agli albori. Altri interventi sono quelli del Cardinale Ersilio Tonini, Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, e l’attore marchigiano Neri Marcorè.
La mostra propone una lettura esaustiva dell’opera di Luigi Moretti, tra i maggiori protagonisti della cultura architettonica del Novecento. L’esposizione indaga l’attività sia progettuale che teorica di Moretti attraverso disegni, modelli, fotografie d’epoca. La iGuzzini illuminazione è sponsor tecnico della mostra che è stata allestita in occasione della inaugurazione del MAXXI. L’illuminazione delle foto, d’epoca e scattate recentemente da Gabriele Basilico, dei modelli e delle tempere di Moretti, sono illuminate da proiettori Tecnica, programmati e gestiti attraverso il sistema di controllo Master Pro.
Roma, MAXXI, 30 maggio - 28 novembre 2010
A cura di Bruno Reichlin Maristella Casciato Promossa da MAXXI- Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo Archivio del Moderno Università della Svizzera italiana Archivio Centrale dello Stato Foto Simone Cecchetti
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Cultura dell’azienda
Georges Berne ospite della iGuzzini illuminazione
IV Foro di dialogo Italo-Russo
Guildford Design Awards
Roma, 2 dicembre 2009
Guildford, Regno Unito
Il 23 luglio 2010 Georges Berne ha tenuto una lezione sulla sua esperienza di Lighting Desinger presso la nostra azienda. Questo incontro è una conseguenza della collaborazione nata per il progetto “Nessun dorma“ e si inserisce perfettamente nell’ambito della filosofia iGuzzini Partners for Better light: solo la collaborazione di tutti i professionisti coinvolti nel progetto può far ottenere risultato di qualità nel rapporto fra luce ed architettura.
Il 2 dicembre si è tenuto a Roma, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico il IV Foro di dialogo italo-russo, promosso dai governi dei due Paesi in occasione del Vertice bilaterale tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il Presidente della Federazione Russa Dmitri Medvedev. I lavori - aperti dal Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini e chiusi dall’allora Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola e dal Ministro russo dell'Industria e del Commercio, Victor Khristenko - si sono focalizzati sui rapporti bilaterali sia in ambito politico e culturale che economico. Hanno partecipato il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini e il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Sandro Bondi. Al dibattito hanno preso parte come sempre alti rappresentanti del mondo politico, economico e delle istituzioni di Italia e Russia, tra cui Emma Marcegaglia, Presidente Confindustria e Anatoly V. Torkunov, Rettore dell'Università di Mosca.
Il 21 ottobre 2009 si è tenuta la cerimonia di consegna dei Guildford Design Award. Il premio, che è coordinato ed organizzato dal Guildford Council fin dal 1987, vuole contribuire ad innalzare gli standard di qualità e l’attenzione alla tutela dell’ambiente all’interno del territorio comunale. La iGuzzini è stata premiata per la categoria “nuova costruzione”, nel settore commerciale per la nuova sede a Peasmarsh. La serata è stata condotta da Wayne Hemingway, il fondatore della linea d’abbigliamento “Red or Dead” ora presidente di Building for Life, a Commission for Architecture and the Built Environment (CABE), associazione che promuove l’eccellenza nella progettazione di nuove costruzioni.
Da sinistra a destra: Luisa Todini, Co-presidente del Foro di Dialogo Italo-Russo, Adolfo Guzzini, l’ex Ministro Claudio Scajola, Victor Khristenko, Ministro russo dell’Industria e del Commercio.
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Cultura dell’azienda
Il Tesoro della Sindone
Premio Abu Dhabi
Torino, Palazzo Reale, 17 aprile - 23 maggio 2010
In occasione dell’Ostensione della SS. Sindone, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino, Asti, Cuneo, Biella e Vercelli ha presentato un inedito percorso di visita per Palazzo Reale di Torino che ha visto esposto per la prima volta il Tesoro della Sindone e ha permesso di conoscere la preziosa Collezione Sindonica della Fondazione Umberto II e Maria Josè di Savoia, con di più di trenta incisioni raffiguranti le principali ostensioni svoltesi dal 1563 al 1931. Alla conferenza stampa ha partecipato Maria Gabriella di Savoia. La iGuzzini è stata sponsor tecnico della mostra “Dal Tesoro della Sindone alla Collezione Sindonica di Umberto II di Savoia” fornendo apparecchi Linealuce a LED per l’illuminazione.
Il sistema di illuminazione stradale a LED, Archilede, è stato premiato con il CityBuild Abu Dhabi Excellence in Construction Awards 2010. Il premio costituisce un riconoscimento prestigioso alle aziende che hanno contribuito significativamente al progresso in reparti chiave del settore edile in Medio Oriente. Archilede ha vinto nella categoria “Best Product Building and Construction” con la seguente motivazione: “Archilede dimostra innovazione nel design e permette un risparmio energetico fino al 40%”.
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Incontroluce
II. 2010
Incontroluce Rivista internazionale, semestrale di cultura della luce anno XII, 22 Redazione Centro Studi e Ricerca iGuzzini Fr.ne Sambucheto, 44/a 62019 Recanati MC +39.071.7588250 tel. +39.071.7588295 fax rc@iguzzini.it iGuzzini illuminazione spa 62019 Recanati, Italy via Mariano Guzzini, 37 +39.071.75881 tel. +39.071.7588295 fax iguzzini@iguzzini.it www.iguzzini.com 071-7588453 video Progetto grafico Studio Cerri & Associati Editore iGuzzini illuminazione spa Hanno collaborato a questo numero iGuzzini illuminazione China Ltd. iGuzzini illuminazione Danmark iGuzzini illuminazione Deutschland GmbH iGuzzini illuminazione España S.A. iGuzzini illuminazione France S.A. iGuzzini illuminazione Schweiz AG iGuzzini illuminazione UK Diathlasis S.A., Grecia E.C.C. Lighting LTD, Australia (tranne W.A.) Mondoluce, West Australia (W.A.) Proyecto Illuminaciòn, Argentina Foto di copertina Lv Hengzhong Finito di stampare: Ottobre 2010 Tecnostampa, Recanati
Errata Corrige Incontroluce n. 21 Pag. 21 Il progetto illuminotecnico è attribuito a “Studio Methis - Marinella Patetta. Il nome corretto dello Studio è: “Methis Lighting”. Pag. 31 Foto per Gentile concessione della “Fondazione Barbara Capocchin” Pagg 34, 35, 47 le foto sono di Paolo Carlini
La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori. Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo.
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Georges Berne / 8’18” / Studio Iodice e Associati / Giampaolo Imbrighi Jacques Ferrier Architectures / mOa - marioOcchiuto architetture Archea Associati / Bernard Tschumi Architects / Goudchaux Architecte et Associes / Daufresnes, Le Carrée & Associés / aMDL - Michele De Lucchi Sutton Vane Associates / Rafael Viñoly Architects / Studio Amati Bauabteilung Magazine zum Globus / Corbett Lyon / Landau + Kindelbacher / Cox Rayner / Varis Arquitectes SLP / Francesc Oró / SLA