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Edizione italiana
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Editoriale
Cari lettori, La luce ha una sua forma o dà forma alle cose? questo è un dilemma che da sempre viene discusso tra chi si occupa professionalmente di luce, senza tuttavia arrivare ad una conclusione univoca. Più che un dilemma si tratta infatti di diverse maniere di leggere la realtà. La questione tuttavia non è solo filosofica ma guida concretamente il lavoro di chi si occupa di definire le caratteristiche delle spazio architettonico. In questo numero di incontroluce ci sono esempi in cui la questione emerge evidente. Il lavoro di Dean Skira inequivocabilmente contribuisce con le sue linee di luce e colori ad attribuire allo spazio costruito una sua specifica immagine e dimensione, così come Satoshi Uchihara interviene nell’architettura per trasformarla: “l’architettura è quadrata e la luce la trasforma in rotonda”. Questi due diversi approcci: tra creare uno spazio o restituirne la forma, può assumer anche una dimensione maggiore, che va oltre l’architettura per diventare paesaggio. La collina su cui sorge Assisi racconta anche di notte l’imponente presenza della grande basilica dedicata a S. Francesco che grazie alla luce artificiale ribadisce la sua presenza non solo fisica, ma soprattutto storica e culturale nel paesaggio verticale umbro. Allo stesso modo l’architettura tardo barocca del complesso monumentale di Peterhof vuole emergere ancor più durante la notte e per questo lascia in ombra il grande giardino all’italiana che lo fronteggia. Ben diversamente l’impianto di incenerimento di Lynetten diviene grazie alla luce una scultura luminosa che trasforma il paesaggio portuale in cui sorge, quindi la luce qui assume una sua forma che prescinde dall’oggetto con cui interagisce. In altri casi la luce assume una sua forma fisica tangibile perché concreta, come nella Timber Wave, una scultura che non è altro che la solidificazione delle vibrazioni luminose proiettate oltre la facciata dal portale del Victoria and Albert Museum. E con un ardito passaggio arrivo a dire che, nel definire la forma architettonica della sede iGuzzini a Barcellona, l’architetto Josep Mias ha voluto dare forma alla luce sia attraverso l’intricato contrasto tra luce ed ombre delle strutture sia attraverso le trasparenze della facciata, creando una presenza importante anche nel paesaggio. A Recanati, invece, la luce modifica la forma del Light Laboratory: chiusa ed impermeabile di giorno, aperta e trasparente di notte. Forse l’esempio più evidente del dilemma da cui trae spunto questo scritto: la luce ha una sua forma o dà forma alle cose? Adolfo Guzzini
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Incontroluce
Sommario
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Editoriale
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Progettazione Il piacere di illuminare (Dean Skira)
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Intervista a Satoshi Uchihara Prima parte
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Progetti Una nuova sede per l’azienda Legendre
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La Cattedrale di Tarazona
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L’Esplanade di Dover: una nuova vita per il lungomare della città
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Centro commerciale di Rosenberg
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Luce per il complesso architettonico del Collegio Gesuita di Kutna Hora
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Nuova illuminazione esterna del Sacro Convento di Assisi
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Il complesso monumentale di Peterhof
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Impianto di incenerimento “Lynetten”
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Negozio Marttiini: il più bel negozio di “Puukko” al mondo
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Light Laboratory
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“Il Cielo” la nuova sede di iGuzzini España
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Design Italia AAA
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Cultura dell’azienda Timber Wave
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Concorso Pasajes - iGuzzini
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Archilede: tests ed applicazioni
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Progettazione
Il piacere di illuminare di Dean Skira
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La luce è la forma invisibile che rivela tutte le altre forme e ne crea un'altra che noi chiamiamo ombra. Comprendere queste relazioni ci aiuta a ricordare che la progettazione illuminotecnica non è puramente una questione di calcolo o specifiche; si tratta di immaginare lo spazio, i volumi e l'atmosfera ed è collegata all'architettura e al genius loci del luogo al fine di creare emozioni positive per coloro che abitano e svolgono attività diverse in quello spazio. La soddisfazione di tutti questi principi porta all'integrazione della progettazione illuminotecnica nell'architettura che presuppone una stretta collaborazione con architetti e interior designer. È una grande fortuna e un immenso piacere lavorare a progetti in cui si possono sperimentare l'ispirazione reciproca e realizzare installazioni illuminotecniche e strutturali nello spazio quando l'illuminazione diventa parte integrante dell'architettura, indipendentemente dal fatto che essa sia accesa. Queste soluzioni creative e l'uso di sistemi di controllo dell'illuminazione con un buon rendimento energetico per ottenere valori di esperienza visiva, biologica ed emozionale nel lungo termine sono probabilmente qualità importanti che trasferiamo nei nostri progetti. Al momento di scegliere le apparecchiature illuminotecniche generali per il policlinico di Novamed, la decisione è caduta principalmente su sorgenti luminose fluorescenti, mantenendo il focus sulla temperatura colore specifica di ogni ambiente e sulla performance degli apparecchi per soddisfare gli standard più rigorosi.
Hotel & Spa Novi, Novi Vinodolski, Croazia Questo resort di lusso richiedeva una progettazione illuminotecnica particolarmente oculata, in virtù della complessità e della varietà degli spazi che dovevano essere illuminati. La progettazione dell’illuminazione del tunnel corridoio che collega l’hotel alla spa è stata piuttosto impegnativa in quanto il tunnel non riceve mai luce diurna ed è abbastanza lungo; è stato deciso quindi di creare un’alternanza continua di colori e di optare per una trasformazione delle forme. Cliente: Hotels Novi Ltd. Architetto: Ante Nikša Bilić Progettazione illuminotecnica: Dean Skira, Dean Matika Foto: Sandro Lendler
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I progetti presentati dai Lighting Designers sono realizzati con apparecchi d’illuminazione di diversi produttori
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L’idea alla base di questo progetto consisteva nel creare uno spazio che fosse divertente e dinamico, pieno di colore e invitante, con una scenografia illuminotecnica in continua evoluzione dove il paziente non avvertisse la pressione e la formalità di un istituto medico. Nella zona della reception, un canale di forma organica si snoda nel soffitto in cartongesso e raggiunge la caffetteria dove confluisce con l’opposta parete semicircolare in vetro. Lungo questo canale è nascosta un’illuminazione RGB a LED lineare così come gli apparecchi downlight che sono incassati nel soffitto superiore. L’idea di questo intervento architettonico proveniva da un’immagine di cellule cerebrali pubblicata su un giornale locale. Trasformare l’immagine base di queste cellule in una forma organica curva illuminata costituiva una sfida non solo nel presentare l’idea ma anche nel concretizzarla. Era necessario trovare l’ubicazione precisa della curva continua poiché nel soffitto sono presenti numerose installazioni diverse. Al fine di ridurre il numero di elementi visibili, sarebbe stato necessario ricorrere ad alcune soluzioni esistenti come gli apparecchi multi-lampada ad incasso che supportano tre o quattro proiettori regolabili all’interno dell’alloggiamento. Grazie all’altezza ben progettata degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento è stato possibile integrare nel soffitto la lampada sotto forma di cupola di illuminazione che richiede una profondità di 350 mm e può fornire
Policlinico di Novamed (Zagabria, Croazia) Cliente: Policlinico di Novamed Architetti: Ante Nikša Bilić, Vanja Biščanić, Sunčica Mastelić-Ivić Progettisti illuminotecnici: Dean Skira, Maja Lipovčič Foto: Vjekoslav Skledar
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Progettazione
Il piacere di illuminare
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la quantità di luce necessaria, cablata per lampade fluorescenti e modulo RGB a LED. In questo modo si realizzava un’illuminazione tenue e diffusa con intensità controllabile e colori mutevoli. In diverse occasioni in fase di ricerca di implementazione in un progetto capita che semplicemente non si riesca a trovare ciò di cui si ha bisogno per realizzare l'idea nei minimi dettagli. Lun-Up è il risultato di requisiti specifici che non avrebbero potuto essere soddisfatti da nessun prodotto esistente. Il concetto è stato messo a punto partendo dalla necessità di illuminare una colonna e realizzare una luce lineare uniforme senza la solita smerlatura sul lato inferiore. L’idea alla base di Lun-Up consiste nell’annullare la consueta sorgente centrata e smontare la tipica lampada rotonda incassata in 4 parti della curva. Un quarto della circonferenza è la forma base da cui derivano numerose composizioni diverse. Il design della lampada è molto pratico e regolabile e, avendo portato nuove possibilità in termini di forma e funzione, la tecnologia LED può essere usata in numerose varianti in interni ed esterni. L'effetto visivo è completamente diverso da quello derivante dall'uso dei consueti incassi circolari. Non solo nella forma di luce emessa ma anche nel volume del corpo stesso che viene ridotto alle dimensioni reali della sorgente. Lun-Up è uno dei chiari esempi in cui “la forma segue la funzione” e ritengo che costituirà uno strumento di illuminazione estremamente utile in numerose diverse occasioni.
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Design del prodotto Lun-Up: Dean Skira Foto: Lumenart Ltd.
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Dean Skira Dean Skira è un lighting designer con sede in Croazia che vanta un’esperienza più che ventennale nel progettare soluzioni illuminotecniche innovative per progetti istituzionali, pubblici, aziendali, residenziali e di spazi destinati all'ospitalità. Nel 1986 si è recato negli USA per studiare design d’interni e illuminotecnica presso il Fashion Institute of Technologies (FIT) di New York. Da quando ha fondato il suo studio di design illuminotecnico nel 1990, è diventato membro della IES, The Illuminating engineering society of North America, sezione di New York, specializzandosi in illuminazione urbana e commerciale all’interno di Philips Corp., New Jersey. Nel 1995 ha continuato il suo lavoro in Croazia insieme al suo team professionale di progettisti e ingegneri tramite gli studi di design illuminotecnico Lumenart Ltd. e Skira Ltd. conseguendo, ad oggi, numerosi riconoscimenti per i progetti realizzati. Dean Skira è anche membro dell'associazione croata dei progettisti (HDD) e vice-presidente dell'associazione croata dell'illuminazione.
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Per ulteriori informazioni: www.skira.hr
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Dean Skira crede nel lavoro di gruppo. Ogni anno i componenti dello studio raccolgono, tutti insieme, le olive degli ulivi che circondano la House of Light. L’olio che si ottiene viene poi regalato ai clienti.
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The House of Light, Pula, Croazia La sede principale degli studi di progettazione illuminotecnica Lumenart Ltd. e Skira Ltd. ha incontrato il consenso di architetti e progettisti famosi, diventando un punto di riferimento indispensabile per le informazioni e le conoscenze relative alla tecnologia dell'illuminazione, forse unico in tutta Europa. Cliente: Lumenart Ltd. Architetti: Andrija Rusan, Ljerka Kabelka Foto: Lumenart Ltd.
Progettazione
Intervista a Satoshi Uchihara Prima parte
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Cosa pensa delle relazioni tra luce e architettura e tra luce e spazio? È opinione diffusa che lo spazio esista in architettura anche se ciò non è del tutto vero. L’architettura è una struttura volta a rendere confortevole la vita delle persone e la forma quadrata deriva dalla ragionevolezza strutturale. Per un progettista illuminotecnico, il primo passo consiste nel riconoscere che lo spazio non è quadrato. Gettare luce in uno spazio dove prima non esisteva nulla rende lo spazio rotondo. Poi creando una parete in quel punto, la luce illuminerà quella parete. La gente percepisce soltanto l’area divisa come spazio quadrato. Tuttavia, la forma naturale dello spazio creato dalla luce dovrebbe essere la sensazione di una sfera o di una forma rotonda. Partendo da questo concetto, non concepisco lo spazio come un quadrato ma come la distribuzione o il layout di energia arrotondata. Esiste un punto di contatto con l’architettura nel volume della luce; punto scuro e punto chiaro creano uno strato. Credo che la relazione tra l’architettura e la luce consista nell’attribuire all’architettura un senso di spazio.
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I progetti presentati dai Lighting Designers sono realizzati con apparecchi d’illuminazione di diversi produttori
Foto: Kanji Nakayama, Toshio Kaneko, Nakasa&Partners Inc., / ©2010 Tokyo International Air Terminal Corporation 1. Beautiful Fukushima Future Expo. 2. Omotesando Hills
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Che funzione svolge la luce artificiale in architettura? Pensando all’illuminazione artificiale, credo che in architettura dovrebbe essere fondamentale progettare tenendo conto di parametri umani realistici. Pensiamo ad esempio ad un tavolo in uno spazio cubico. L’illuminazione che si vorrà installare dipenderà dall’attività umana o dalle sensazioni delle persone in quella circostanza. Per quanto riguarda la progettazione a misura d’uomo, psicologicamente è difficile realizzare un approccio partendo da un modulo architettonico. Ad esempio, nel caso di un incasso in un corridoio non è sufficiente pensare di realizzare un’illuminazione uniforme. Si deve pensare anche alla velocità o alla distanza tra le persone che lo attraversano e questi fattori scandiranno un ritmo. Nello spazio architettonico, la progettazione illuminotecnica deve essere effettuata in base al numero e alla tipologia di persone che lo frequenteranno. In uno spazio quadrato, il design illuminotecnico dovrebbe progettare l’energia umana o in altre parole la progettazione dovrebbe essere effettuata a misura d’uomo. In un teatro, gli indicatori sono montati in base alla distanza tra le file delle poltrone. Nonostante ciò venga effettuato principalmente per motivi di sicurezza, tenendo conto della distanza tra una persona e l'altra si realizza anche un certo livello di confort. Personalmente, trovo particolarmente interessante progettare spazi enormi (stazioni, padiglioni, stadi). Anche in un aeroporto è importante usare l’uomo come unità di misura.
Progettazione
Intervista a Satoshi Uchihara Prima parte
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Cosa significa per lei il concetto di “cultura della luce”? Sento spesso parlare di ‘cultura’, soprattutto in Cina. Nonostante la gente parli spesso di cultura della luce, non esiste una definizione chiara di questo concetto. Credo che il settore dell’illuminazione sia sempre stato contraddistinto da una tecnologia all’avanguardia. Pertanto, la cultura dell’illuminazione deve essere modificata di conseguenza. Dovrebbe tener conto anche dell’identità del singolo paese o regione e della nazionalità. Nella cultura giapponese esiste un’idea originale della luce e per i giapponesi è importante tramandare la cultura attraverso l’illuminazione. La cultura comprende la nostra vita, le nostre sensazioni e il nostro modo di pensare. La luce produce molteplici effetti su di noi. Pertanto, andando alla loro ricerca, possiamo creare la luce come cultura. Da quando ho creato il mio studio, mi ispiro al tema della luce come metodo di comunicazione. Cerco sempre di esprimere la comunicazione tramite il design.
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3. Tokyo International Airport International Passenger Terminal Building. 4. Roppongi Hills Hills Arena
Satoshi Uchihara Nato a Kyoto nel 1958 Laureato presso il Dipartimento di Progettazione della Tama Art University nel 1982. Dopo aver lavorato per alcuni anni presso Motoko Ishii Lighting Design, Inc., ha creato Uchihara Creative Lighting Design, Inc. nel n 1994. Il portfolio di Uchihara include la progettazione dell’Omotesando Hills’ Bright-up Wall, della Roppongi Hills Arena e della Hirakawacho Mori Tower.
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Ovviamente questo tipo di comunicazione non è chiara e non è in grado di fornire concetti definiti in modo diretto. Tuttavia, credo che l’aspetto importante della comunicazione umana consista nel percepire qualcosa al di là delle parole e la luce è uno strumento meraviglioso in tal senso. Pensiamo alla luce come lo scopo del design della comunicazione. Dovrebbe tener conto della personalità, dell’identità e della nazionalità in modo tale da consentirci di creare la cultura dell’illuminazione tramite il design della comunicazione. Soprattutto i giapponesi hanno difficoltà a manifestare i loro sentimenti e a parlare in modo chiaro. Si tratta evidentemente di una mancanza di capacità comunicativa. Tuttavia, parlare in modo chiaro non rappresenta una comunicazione vera e proprio, ma consiste soltanto nell’esprimere un proprio parere in modo unilaterale. In giapponese, è un continuo chiedere, dare conferme, ottenere ed esprimere consensi e la conversazione bilaterale si svolge in condizioni paritarie. Si tratta di un modo particolare di comunicare, ma il progettista illuminotecnico giapponese ha originariamente questo tipo di sensazione. Anch’esso è un tipo di comunicazione e fa parte della nostra cultura.
Progetti
Una nuova sede per l’azienda Legendre Rennes, Francia
Cliente SCI Parc de la Courrouze Gruppo Legendre Progetto architettonico Agence Unité - Anthony Rio e Jean-Charles Colliot Jean-Claude Pondevie
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In occasione del suo 60° anniversario, nel novembre 2011, il gruppo Legendre ha inaugurato la sua nuova sede sociale. Costruita a La Courrouze, di fronte alla sede della banca Crédit Agricole, la nuova ammiraglia del gruppo Legendre trasmette un’impressione di grande robustezza, che richiama la lunga storia consolidata del gruppo francese. Alta otto piani e lunga 100 metri, la struttura gioca con il calcestruzzo a vista all’esterno
e il vetro, che lascia penetrare la luce naturale di giorno e fa filtrare la luce artificiale di notte. Attraverso questo edificio a basso consumo energetico, il gruppo esprime i suoi obiettivi: mantenere una presenza forte nel “grande ovest” e impegnarsi fortemente a livello ambientale. Situato nell’eco-quartiere Les Dominos, nella zona industriale, l’edificio ha numeri rilevanti: ampio 10.000 mq, occupati per metà dai dipendenti dell’azienda e per
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Paesaggisti Agence Phytolab
Foto: Phillipe Ruault, Marc Domage
Partners Assistance iGuzzini illuminazione France
2. Hall
1. Facciata in cui vetro e cemento si alternano 3. Uno degli uffici
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metà da locatari, l’edificio utilizza soltanto 40 kW/mq/anno, mentre la norma ecologica ne prevede 50. Oltre a questo edificio, nello stesso luogo saranno costruiti 64 alloggi e un asilo nido inter-aziendale, il tutto nel rispetto di norme ecologiche rigorosissime. Tutti gli edifici saranno riscaldati tramite una caldaia a legna, che verrà usata anche per il riscaldamento dell’acqua per i servizi. Lo studio di architettura Unité ha ideato un edificio estremamente spoglio: nessuna «pelle», soltanto il calcestruzzo a vista: la materia grigia del gruppo. Questa stessa logica è stata applicata anche alla luce. I 400 apparecchi Action utilizzati negli uffici divengono un oggetto minimalista, purificato e scenografico, sospeso sopra le postazioni di lavoro. Lo stesso architetto Anthony Rio sottolinea: «Abbiamo messo la luce dove ce n’era bisogno». Inoltre visto che lo studio incaricato del progetto lavora molto con gli artisti, nell’ingresso immerso nella luce, i Le Perroquet illuminano le piramidi dell’artista Nicolas Milhé, mentre i proiettori iPro guidano i visitatori verso gli ascensori.
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La Cattedrale di Tarazona
Progetti
Tarazona, Spagna
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Ente promotore Ministero della Cultura e Governo di Aragona Progetto architettonico Fernando Aguerri y Jose Ignacio Aguerri
La fase di test della illuminazione per la Cattedrale di Tarazona fu avviata nel lontano 2004 e l'illuminazione architettonica era realizzata prevalentemente con proiettori con lampada a scarica ad alogenuri metallici. In anni recenti il processo di trasformazione che ha interessato le sorgenti luminose, con l’affermazione del LED, ha avuto inevitabili conseguenze anche per la tematica, già complessa della illuminazione dei luoghi sacri. Il LED presenta molti vantaggi, sia dal punto di vista dei consumi energetici che della manutenzione, ma in questo caso, la temperatura colore estremamente fredda rendeva i progettisti titubanti. Una serie di prove e di verifiche in situ li ha poi portati a scegliere proiettori Miniwoody a LED. I proiettori sono stati scelti in base a quella che doveva essere la loro ubicazione e alla manutenzione. Le dimensioni non dovevano superare certi limiti e, infine, dal punto di vista illuminotecnico dovevano poter disporre di ottiche differenti e di accessori per il controllo dell'abbagliamento. Il sistema di illuminazione messo a punto dagli architetti in collaborazione con Soluciones Luminotecnicas, è volto a enfatizzare gli elementi principali della cattedrale, e, contemporaneamente soddisfare le esigenze di utilizzo religioso dello spazio. Le volte a crociera del gotico che chiudono le navate, il presbiterio con il retablo maggiore, il transetto e il tiburio costituiscono gli elementi di spicco. Per quanto riguarda la zona inferiore delle navate e del transetto, si è voluta una luce diffusa per le necessità degli assistenti e per questo motivo sono stati scelte delle sospensioni. Per quanto riguarda l'insieme del presbiterio, la regia luminosa è stata realizzata per potere avere un’illuminazione più enfatica che sottolinea l’importanza delle cerimonie che all’interno del presbiterio si svolgono. Per il progetto illuminotecnico per la navata principale e transetto si sono definiti, pertanto, 3 livelli di illuminazione. Il livello delle volte è risolto con illuminazione diretta appoggiando i proiettori sui capitelli all’inizio delle nervature.
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Progetto illuminotecnico Aguerri Arquitectos y Proyectar Soluciones Luminotécnicas Partners Assistance iGuzzini illuminazione España
Foto: 274 Km 1. L’illuminazione integrata delle volte 2. L’illuminazione del Tiburio
Ogni campata è illuminata da 4 Miniwoody a LED 3x1W con ottica da 10º, più 8 unità con ottica da 24º. Il secondo livello, inferiore, riguarda la zona con i finestroni ogivali. In questo caso i proiettori sono appoggiati all'imposta di volta. Un Miniwoody a LED 3x1W provvisto di lente fresnel illumina il finestrone ogivale di fronte ad esso. Per illuminare il pubblico si sono utilizzate invece delle sospensioni che utilizzano sorgenti luminose fluorescenti compatte da 2x26 e che integrano l’illuminazione fornita dai proiettori. Nelle navate laterali si distinguono 2 livelli: l'illuminazione architettonica, definita in modo analogo alla navata principale e al transetto, ossia appoggiando sui capitelli, 8 Miniwoody a LED de 3x1W con ottica da 24º per ogni campata e l'illuminazione di circolazione data da applique nel retro-coro attrezzate con lampade fluorescenti compatte di nuova generazione da 7W. Nel deambulatorio viene esteso il criterio applicato alle navate laterali, ma riducendo della metà i proiettori presenti nelle campate e quindi le 9 campate dispongono ognuna di 4 Miniwoody a LED da 3x1W con ottiche da 24º. Anche per il tiburio sono stati stabiliti livelli differenti: un primo livello, situato al principio dei pennacchi sferici, viene illuminato mediante 8 proiettori a Led 3x1W ottiche da 10º; un secondo livello corrisponde al tamburo ottagonale con 16 unità di proiettori a Led 3x1W ottiche da 24º per l'illuminazione della volta, più 8 unità di proiettori a Led 3x1W ottiche da 10º e lente fresnel per la nicchia opposta. Tutti i proiettori sono collocati ai piedi delle nicchie di ogni lato dell'ottagono; infine un terzo livello per la lanterna con quattro proiettori a Led 3x1W ottiche da 24º. L’illuminazione architettonica della cattedrale, la quale dovrà sempre rimanere accesa negli orari di apertura al pubblico, fatte salve le funzioni religiose, si attesta su una potenza installata totale inferiore ai 1.000W.
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L’Esplanade di Dover: una nuova vita per il lungomare della città
Progetti
Dover, Gran Bretagna
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Clienti co-finanziatori Sea Change - Ministero britannico per la Cultura, i Media e lo Sport Commissione del governo inglese per l’architettura e le costruzioni (CABE) programma di finanziamento Sea Change Consiglio della Contea di Kent (KCC)
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Le caratteristiche dell’intervento di rivalutazione del lungomare di Dover sono state definite da una partnership comprendente il Consiglio della Contea di Kent, il Comitato Portuale di Dover, il Consiglio del Distretto di Dover, SEEDA ed English Heritage. La gara indetta per la ristrutturazione e valorizzazione del lungomare è stata gestita dal Landscape Institute. Il progetto è stato finanziato per metà da Sea Change, un’iniziativa governativa diretta da CABE, e per metà dai restanti partner del progetto. Il progetto, da due milioni di sterline, ha creato una passeggiata nuova che collega il porto orientale a quello occidentale. Ad ovest dell’Esplanade vi è un nuovo centro sportivo marino, a est un incrocio collegato a un tunnel che mette in comunicazione il lungomare con la piazza centrale. Sullo sfondo dell’Esplanade si erge la Waterloo Mansions, una terrazza di 5 piani che risale al 1834. Oltre a essere il biglietto da visita che la città offre ai numerosi traghetti e ai passeggeri delle crociere, l’attuale Esplanade è stata pensata anche come luogo di ritrovo per i residenti di Dover.
Tonkin Liu ha sottoposto il lungomare di Dover ad una riqualificazione radicale. Il progetto, che si chiama “Lifting Wave, Resting Wave, Lighting Wave”, è stato concepito come l’insieme di tre opere d’arte nate dal loro contesto sociale e ambientale poiché Tonkin Liu è sempre alla ricerca di soluzioni specifiche per il luogo, le persone e l’epoca. Attraverso una metodologia di progettazione denominata ‘chiedere, guardare, giocare, fare’ lo studio di architettura Tonkin Liu indaga il carattere e le potenzialità del luogo e avanza proposte specifiche per quel luogo e per le persone che lo vivranno. L'Esplanade si ricollega al linguaggio architettonico dell’identità di Dover: la natura delicata delle onde sulla spiaggia, il ritmo della terrazza georgiana sul lungomare e la topografia ondulata delle bianche scogliere di Dover. Per la parte “Lifting Wave” del progetto, una forma ripetuta di rampe e scale scultoree in calcestruzzo bianco prefabbricato sale e scende per collegare l’Esplanade alla spiaggia di ciottoli. La “Resting Wave”, che include una serie di panche in rovere stagionato, trattate in modo tale da assomigliare a legno oceanico,
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Dave Hughes, sponsor del progetto Dover Harbour Board Dover District Council Arte, Architettura, Paesaggio Tonkin Liu - Mike Tonkin e Anna Liu
Ingegnere strutturale Rodrigues Associates con Jacob’s Engineering
Progettazione illuminotecnica Tonkin Liu - Mike Tonkin
Foto: Mike Tonkin, Robbie Polley
Ingegnere civile, servizi, Supervisore quantità & Project Manager Jacob’s -Ron Newport
Imprenditore edile Ringway Infrastructure Services Limited Ken Buncher
2. Vista dall’alto dell’area interessata dal progetto
Soft Landscaping Jacob’s - Lindis Danson
Partners Assistance iGuzzini illuminazione UK
1. Particolare della colonna con gli anelli 3. Aspetto notturno
rappresenta un muro di sostegno scultoreo che corre lungo l’intera Esplanade ed è progettata per evitare l’affissione abusiva di manifesti e altro. La “Lighting Wave” invece è un’onda scultorea di colonne bianche. Lungo l’Esplanade le colonne si innalzano e cadono come la spuma della cresta di un’onda, decorate con una struttura ad anelli che vuole proprio ricordare la schiuma delle onde. Le colonne sorreggono tutti i proiettori Woody che illuminano l’area: sia la “Lifting Wave” e che la “Resting Wave”. Proiettori Miniwoody illuminano invece la “spuma” decorativa della “Lighting Wave”. Tutte le sorgenti di illuminazione sono programmate per realizzare una regia luminosa che segna il trascorrere del tempo generando una sequenza di illuminazione ogni ora e una sequenza semplificata al quarto d’ora. Il progetto ha ricevuto il Premio Riba Award nella serata del primo ottobre 2011, come migliore progetto realizzato nel Sud – Est della Gran Bretagna.
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Centro commerciale di Rosenberg
Progetti
Cliente Genossenschaft Migros Ostschweiz Progetto architettonico atelier ww Architekten SIA AG
Wintherthur, Svizzera
Progettazione illuminotecnica Reflexion AG
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Il complesso di Rosenberg è caratterizzato dalla compresenza di locali destinati ad uso commerciale ed altri destinati ad uso abitativo. Il centro commerciale presenta un aspetto gradevole, inondato di luce e realizzato secondo i canoni dell’architettura contemporanea. Elementi selezionati con cura nel campo dell’illuminazione e dei colori, abbinati ad un’oculata scelta dei materiali hanno consentito di realizzare un'atmosfera calda e piacevole nonostante dimensioni imponenti.
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Progettazione elettrotecnica HEFTI.HESS.MARTIGNONI. AG
Foto: Günter Laznia
Partners Assistance iGuzzini illuminazione Schweiz AG
2.3. Spazi comuni del centro commerciale
1. Esterno notte dell’edificio
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Una valenza particolare è stata attribuita a principi di costruzione ecologici e a procedimenti innovativi, come ad esempio lo sfruttamento del calore disperso. In questo modo, il nuovo complesso consuma una quantità di energia sostanzialmente inferiore rispetto al vecchio centro commerciale, nonostante abbia dimensioni maggiori.
L’atmosfera architettonica particolare è sottolineata da un concetto di illuminotecnica che ha soddisfatto le diverse esigenze legate sia all’uso abitativo che a quello commerciale, nonché alle peculiarità dell’illuminazione esterna. Nell’intera area del centro commerciale, che presenta un’altezza utile interna massima di 15 metri, è stato utilizzato l’incasso
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Progetti
Centro commerciale di Rosenberg
4. Particolare del soffitto 5. Illuminazione d’accento per il primo piano
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Reflex Professional che consente di ottenere l’elevata intensità luminosa necessaria, evitando al contempo effetti di abbagliamento. In questo modo si garantisce un ottimo confort visivo per clienti e dipendenti. Nelle strade vicine e nei piazzali antistanti è stato utilizzato il proiettore a palo MaxiWoody che, grazie alla sua flessibilità, rappresenta un
sistema di illuminazione ideale per le aree pubbliche. Le strutture esterne come balaustre, ringhiere e corrimano, che cingono la zona abitativa, sono illuminate da apparecchi del modello Walky. Gli incassi a parete producono una calda illuminazione di accento che fa da sottofondo armonico al design estremamente sobrio.
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Progetti
Luce per il complesso architettonico del Collegio Gesuita di Kutna Hora Kutna Hora, Repubblica Ceca
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Insieme alla Cattedrale di Santa Barbara, il Collegio Gesuita di Kutna Hora dà vita a un complesso imponente che domina maestosamente la vallata del fiume Vrchlice. La sua costruzione, su progetto di Domenico Orsi, famoso architetto di edifici gesuiti, è iniziata nel 1667 e si è conclusa a metà del 18° secolo.L’ edificio è piuttosto austero e soltanto la facciata anteriore richiama i palazzi italiani del primo periodo barocco. Il Collegio Gesuita è stato utilizzato come deposito militare prima di diventare di proprietà del Museo Ceco delle Belle Arti nel 1998. Dal 2010 questa sede ospita la Galleria della Boemia Centrale (GASK). La nuova illuminazione del Collegio Gesuita rientra nel progetto di rivitalizzazione delle zone circostanti la Cattedrale di Santa Barbara e la Cappella del Corpus Christi e si ispira al concetto di illuminazione dei monumenti storici principali di Kutna Hora creato dall’architetto Ladislav Monzer. Il progetto è stato realizzato nel 1995 e includeva, oltre alla Cattedrale di Santa Barbara, la Cappella del Corpus Christi, il Collegio Gesuita, Hradek, l’edificio dell’arcidiaconato, la Chiesa di San Giacomo e Vlassky dvur (l’antica sede della Zecca). Le visuali migliori del Collegio Gesuita si hanno dalla breve o media distanza; distanze da cui la facciata anteriore e le torri gemelle diventano le parti visivamente predominanti. Per le visuali da una media distanza, è importante che l’illuminazione del Collegio Gesuita segua il modello di illuminazione della Cattedrale di Santa Barbara per la luminanza della facciata e per temperatura colore della luce. Oltre alla facciata, anche il tetto dell’edificio e le due torri devono essere illuminate per realizzare la percezione generale dell’edificio nel contesto dell’intero panorama. Una problematica da risolvere è stata quella relativa all’integrazione con l’effetto luminoso della illuminazione pubblica di via Barborska, lungo il Collegio Gesuita.
Progetto per l’illuminazione dei monumenti storici di Kutna Hora Ladislav Monzer Progetto per l’illuminazione del Collegio Gesuita Apis s.r.o. - Jan Hasenohrl
È costituita da riproduzioni di lanterne storiche su pali in ghisa con lampade a scarica di sodio ad alta pressione da 70 W. Osservando l’edificio da una media distanza, di notte, queste luci pubbliche influenzano la percezione visiva del Collegio Gesuita: creano punti luce alquanto intrusivi nella parte inferiore della facciata. Il progetto illuminotecnico per l’illuminazione esterna del Collegio Gesuita si compone di tre parti: la prima parte illumina la base della facciata. Gli incassi da terra Light Up Walk professional per lampade a ioduri metallici da 35 W sono usati qui ad una distanza di 1 metro dalla facciata sull’asse dei pilastri. La seconda parte riguarda l’illuminazione della parte superiore della facciata ottenuta grazie a proiettori Maxiwoody montati su sei pali alti 5 metri in un’area verde dietro il muro con le statue. Un proiettore è dotato di un rifrattore per ottenere un fascio ellittico che illumina la parte più vicina della facciata. La terza parte del progetto riguarda l’illuminazione dei tetti e delle torri laterali con Maxiwoody con ottica spot e due proiettori con ottica medium per lampade a ioduri metallici da 150 W. Tutti i proiettori sono provvisti di schermi laterali che riducono l’intrusività della luce e minimizzano la probabilità di abbagliamento dei passanti. La gestione dell’impianto è stata concepita in modo tale che l’attivazione dell’illuminazione pubblica è accesa, l’illuminazione architettonica sia spenta e viceversa. Le sorgenti luminose utilizzate hanno temperature colore comprese tra 3000 K e 4000 K. L’illuminazione architettonica presenta due modalità operative. Nella prima, sono accesi soltanto gli incassi da terra. L’illuminazione è discreta ed è indicata per visuali dalla breve distanza. Questa modalità è progettata per il funzionamento durante i giorni feriali. Nella seconda modalità, sono accesi sia gli incassi da terra sia tutti i proiettori. L’illuminazione architettonica resta accesa fino a mezzanotte. Poi si spegne e si accende l’illuminazione pubblica.
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Installazione THK Elektropráce Partners Assistance Etna s.r.o.
Foto: Tomáš Bogner 1.2.3. Effetto sulla facciata delle accensioni della sola illuminazione pubblica; dell’illuminazione pubblica e Light Up; dei Light Up e proiettori 4. Facciata del collegio con illuminazione totale
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Progetti
Nuova illuminazione esterna del Sacro Convento di Assisi
Cliente Sacro Convento di Assisi
Assisi, Perugia
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Il nuovo impianto è stato acceso alla presenza del Papa, in occasione del 25° anniversario della giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace, il 27 ottobre 2011. Le richieste da parte del Sacro Convento sono state fondamentalmente di due tipologie: la prima ridurre il consumo energetico del vecchio impianto che utilizzava proiettori con lampada alogena da 1000 W per illuminare le pareti verticali del Sacro Convento, mentre i portici erano illuminati sempre da proiettori alogeni da 150 W; l’altra richiesta è stata invece ottenere una illuminazione omogenea di tutto il complesso che lo evidenziasse e riuscisse a raccontare, anche durante la notte, l’aspetto diurno del complesso. Tutto ciò è stato ottenuto con 85 proiettori Maxiwoody con potenze tra 150 e 250 W e 90 Miniwoody 20 W HIT per l’illuminazione dei portici.
Due iPro sono stati invece utilizzati per illuminare l’ingresso della Basilica inferiore, posizionandoli sulle colonne più esterne dell’atrio rinascimentale. L’apparecchio Maxiwoody è stato scelto perché estremamente versatile: è disponibile con molte potenze ed ottiche oltre a poter montare moltissimi accessori con cui il flusso luminoso può essere indirizzato, schermato, ampliato. Le difficoltà maggiori affrontate sono state legate alla altezza delle superfici da illuminare e alla distanza limitata a cui, in alcuni casi dovevano essere posizionati i proiettori. Sulle mura del lato Ovest si doveva illuminare una altezza di 50 metri: l’uniformità è stata ottenuta grazie all’utilizzo delle ottiche medium per illuminare la parte più alta e dell’ottica wide flood per la parte più in basso. Gli stessi proiettori illuminano poi tutta l’estensione della mura che comprendono il Palazzo Sud, sia il Refettorio Grande che
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Foto: Luca Petrucci 1. Impatto notturno della nuova illuminazione 2. Il complesso dal livello della Basilica inferiore
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il Dormitorio dei Frati, collegato alla Basilica Inferiore. Lungo questa grande superficie è stato utilizzata solo un'unica volta un’ottica superspot puntata sulla scultura che rappresenta il papa Sisto IV. Per l’illuminazione delle mura sono state utilizzate le potenze maggiori, i 250 W, per la Chiesa 150 W. Anche per la facciata della Basilica Superiore si voleva una illuminazione uniforme e si è deciso di attenuare le ombre nelle arcate del piccolo corridoio laterale alla facciata oltre che le ombre delle bifore e trifore del Campanile. Per l’illuminazione del campanile i proiettori con sorgenti luminose a ioduri metallici da 150 W sono posizionati sopra il tetto del cortile interno. La sorgente utilizzata è la Mastercolor con temperatura colore di 3000 K. Questa sorgente luminosa è stata utilizzata anche sostituendola nei vecchi proiettori che in alcune posizioni particolari non sono stati sostituiti.
Progetti
Il complesso monumentale di Peterhof
Cliente Complesso Museale di Peterhof direttrice Elena Kalnitskaya Installazione Candela
San Pietroburgo, Russia
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Nel settembre 2011, in occasione delle manifestazione dedicate alla cultura italiana, a San Pietroburgo, per la prima volta i cittadini della città hanno potuto vedere l’illuminazione completa e permanente del complesso urbanistico monumentale - il Peterhof - dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, costruito come residenza estiva dello Zar Pietro il Grande nel XVIII secolo dall’architetto Francesco Bartolomeo Rastrelli. L’illuminazione de “iGuzzini” ha riguardato l’intero complesso, com-
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Partners Assistance iGuzzini Finland & Baltic Oy RO
Foto: Sergey Timoschuck 1. La facciata del Peterhof prospiciente il Parco Inferiore 2. Particolare di una delle chiese del complesso
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prese le chiese ortodosse caratterizzate dalle straordinarie cupole dorate. Per illuminare la maggior parte dell’edificio, circa l’80% della lunghissima facciata, sono stati utilizzati Light Up Walk professional a ioduri metallici con temperatura colore 3000 K, posizionati a coppie. I Light Up sono stati posizionati in questo modo per ottenere un’illuminazione a tutta altezza ed anzi leggermente accentuata sulla parte alta dell’edificio che è quella visibile al di sopra degli alberi dalle strade circostanti.
Solo nella parte centrale, per la presenza di un ampio terrazzo, l’illuminazione della parte alta è stata risolta con proiettori Maxiwoody posizionati di fronte all’edificio su un terrapieno pre-esistente. Proiettori Maxiwoody sono stati utilizzati ugualmente per l’illuminazione delle cupole delle due chiese. Le potenze utilizzate sono state di 70 W e 150 W. Il progetto si è aggiudicato il secondo posto, fra 35 progetti, nel concorso per l’Interlight Moscow Award.
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Impianto di incenerimento “Lynetten”
Progetti
Cliente Lynettefællesskabet I/S Progetto architettonico Creo Arkitekter A/S
Copenaghen, Danimarca
L’impianto di incenerimento fanghi di “Lynetten” è ubicato sul lungomare orientale del porto interno di Copenaghen. L’ubicazione rende l’impianto chiaramente visibile a coloro che visitano il lungomare occidentale della città e a coloro che entrano nel porto su uno yacht o una nave da crociera. Lynetten depura le acque di scarico di Copenaghen e produce in parte energia, ed è uno degli impianti di questo tipo più efficienti dal punto di vista energetico al mondo. Il cliente desiderava che la bellezza del carattere industriale di Lynetten venisse messa in risalto da un’illuminazione adeguata durante le ore notturne. Rambøll Lighting di Copenaghen è stata incaricata di occuparsi della progettazione illuminotecnica.
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Progettazione tecnica e illuminotecnica Rambøll Lighting
Foto: Ole Ziegler 1.2. L’impianto nel contesto portuale ed abitativo
Partners Assistance iGuzzini illuminazione Denmark
I requisiti principali definiti dal cliente erano: il rispetto delle caratteristiche architettoniche uniche di Lynetten e la garanzia di una soluzione a basso consumo energetico. Questi due requisiti sono stati realizzati grazie al progetto illuminotecnico per il quale si sono utilizzati apparecchi a LED Maxiwoody e Woody. Rambøll Lighting ha presentato un concetto che pone il focus visivo su cinque grandi silos di forma cilindrica, verniciati di colori diversi e collocati all’interno dell’edificio, subito dietro il rivestimento della facciata. Proiettori Maxiwoody con LED metà ambra e metà bianco caldo, sono posizionati nel soffitto e illuminano il silo dall’alto; poi proiettori Woody con LED metà ambra e metà bianco
caldo sono posizionati sul pavimento e illuminano il silo dal basso. Con un concetto di questo tipo, dove la luce è irraggiata dall’interno dell’edificio, si riesce ad esaltare la trasparenza dell’architettura. La facciata non è pertanto una barriera visiva di notte, ma una superficie trasparente che svela l’interno e la funzione della costruzione. Inoltre, la nuova ciminiera, che fa parte integrante dell’impianto, è illuminata come accento verticale nello spazio, grazie ad un altro proiettore Maxiwoody. Con il nuovo progetto di illuminazione, Lynetten “risplende” di notte come un nuovo punto di riferimento urbano nel porto interno di Copenaghen.
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Progetti
Negozio Marttiini: il più bel negozio di “Puukko” al mondo Helsinki, Finlandia
Cliente Marttiini Oy Allestimento Amerikka Oy Partners Assistance iGuzzini Finland & Baltic Oy RO
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Il "Puukko" è un coltello tradizionale finlandese, considerato sia un oggetto artigianale sia un utensile d'uso quotidiano. Marttiini produce coltelli in Lapponia, nella Finlandia Settentrionale, dal 1928. Il nuovo negozio Marttiini è situato nel cuore di Helsinki, e la sua vetrina offre una stupenda visuale della Cattedrale e della Piazza del Senato. Il nuovo negozio abbina la storia
e la lunga tradizione di Marttiini al design contemporaneo. I materiali utilizzati nel negozio, ossia legno, metallo e pelle, sono gli stessi impiegati per costruire i coltelli. Tutti i dettagli sono stati progettati tenendo ben presente l’aspetto funzionale, nell'ottica di consentire a questo piccolo spazio di esporre oltre 200 prodotti diversi.
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Foto: Per gentile concessione Amerikka Oy 1.2. Immagini dell’allestimento interno 3.4. Particolari
La sfida consisteva nel progettare una soluzione che permettesse di esporre un’ampia varietà di prodotti. Infatti, per poter trovare il prodotto giusto, il cliente deve essere in grado di vedere da vicino ogni singolo articolo. Le pareti mostrano i prodotti fissati ad un blocchetto di legno leggermente inclinato mediante potenti calamite. I designer hanno impiegato molto tempo per trovare una combinazione sufficientemente semplice che funzionasse con tutti i 'puukko', esposti con e senza fodero. L’uso di calamite rende anche facilmente modificabile la disposizione, in modo tale che il personale possa cambiare i prodotti esposti ogni volta che ciò risulta necessario. Poiché il negozio esigeva anche la presenza di una sorta di deposito vicino ai prodotti per l’uso quotidiano, è stato creato un piccolo spazio dietro ad ogni prodotto in modo tale che il personale possa trovare facilmente il prodotto richiesto. I dettagli funzionali sono fortemente correlati all‘estetica e all’atmosfera del luogo e svolgono un ruolo importante nella promozione delle vendite. L’illuminazione è data da incassi Pixel a ioduri metallici con potenze diverse: 20 e 35 W che utilizzano anche schermi wall washer. Questo piccolo negozio ha ricevuto il WAN Awards 2011 nella categoria per i negozi con area minore di 200 mq.
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Progetti
Light Laboratory
Committente iGuzzini Illuminazione s.p.a. Progetto Architettonico Maurizio Varratta architetto
Recanati, Italia
Light Laboratory, è un edificio di circa 6000 mq progettato come ampliamento del quartier generale della sede di Recanati della iGuzzini Illuminazione, che dopo un lungo periodo di gestazione ed elaborazione è stato completato nel 2010. L’edificio, nel suo complesso, è costituito da 4 piani fuori terra, di cui tre dedicati agli uffici destinati alla progettazione dei nuovi prodotti ed alla ricerca, mentre il piano terra accoglie le salette di formazione - riunione e la zona catering. Dal piano terreno si ha anche accesso alla sala riunioni istituzionali, uno spazio a doppia altezza in grado di ospitare circa 300 persone, ultimato nel 2011.
Al piano interrato, attorno alla grande sala riunioni si sviluppa lo show-room, uno spazio appositamente studiato per mostrare la luce ed i suoi effetti attraverso i prodotti realizzati dall’azienda. Sempre al piano interrato, localizzato all’esterno dalla sagoma dell’edificio, si sviluppano i locali tecnici, cuore pulsante del nuovo sistema. La iGuzzini illuminazione aveva richiesto un edificio multifunzione, con una morfologia non sofisticata, un “cubo” capace di inserirsi ed integrarsi con il complesso industriale esistente e che nel contempo fosse concepito nel rispetto dei più moderni requisiti di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale. Dati Impianto fotovoltaico L’impianto è stato realizzato da Energy Resources Potenza totale installata
1599,61 kWp
Numero sezioni di impianto
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Moduli fotovoltaici installati
n° 6529 moduli da 245 kWp tipo monocristallino GEEG
Superficie totale moduli
10577 m²
Produzione annua attesa
1.935.500 kWh
Consumo totale medio annuo aziendale energia elettrica
8.000.000 kWh
Potenza totale richiesta al fornitore di energia elettrica
1932 Kw
Orientamento dei pannelli
19° rispetto al nord
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Design team Maurizio Varratta, Luca Massone (responsabile progetto) Valentina Noli, Stefano Russo Valentina Fenoglio
Progetto Impiantistico Manens Intertecnica S.r.l. Progetto Acustico Müller BBM
Foto: Gabriele Basilico, Giuseppe Saluzzi, Daniele Domenicali e per gentile concessione di Energy Resources 1. Impianto fotovoltaico integrato 2. Vista frontale degli edifici di Maurizio Varratta (a sinistra) e di Mario Cucinella (a destra)
Progetto Strutturale Favero & Milan Ingegneria
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Il progetto del complesso sistema di architettura ed impianti messo a punto ha permesso di ottenere una efficienza energetica del 30% inferiore rispetto a quella di un edificio simile che impiegasse una tecnologia tradizionale. L’architetto Varratta ha adottato una metodologia di progettazione integrata dove tutti gli aspetti che concorrono a criteri di sostenibilità ambientale sono stati affrontati in parallelo e le scelte progettuali sono state valutate nell’intento
di massimizzare il livello di sostenibilità ambientale definito dal sistema di certificazione Sustainable Building Challenge certificato dall’istituto iiSBE (international initiative for Sustainable Built Environment). Tale sistema permette di valutare in modo oggettivo e misurabile le prestazioni energetico - ambientali degli edifici assegnando un punteggio finale al livello di sostenibilità raggiunto dall’edificio.
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Progetti
Light Laboratory
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1) Facciata a doppia pelle. Per l'edificio de iGuzzini si è scelta una soluzione di involucro edilizio dinamica che si adatta non solo alle condizioni invernali ed estive ma anche alle singole condizioni di temperatura e di effettivo irraggiamento in un preciso istante. La pelle di vetro esterna è continua verticalmente ed è dotata di lamelle in vetro orientabili ed apribili in basso ed in alto. Queste lamelle rimangono chiuse in inverno per aumentare l'isolamento termico della facciata creando una camera d'aria nell'intercapedine, mentre si aprono d'estate e nelle mezze stagioni (quando abbiamo necessità di raffrescare gli ambienti) per favorire la ventilazione naturale dell'intercapedine. 2 )Tetto verde. L'utilizzo del tetto verde permette di ridurre l'effetto "isola di calore" e minimizza l'impatto sul microclima locale. I vantaggi del tetto verde sono infatti: - Riduzione dei consumi energetici per raffrescamento grazie all'effetto di evapo-traspirazione (evaporazione dell'acqua in eccesso della superficie a verde) - Riduzione dei carichi termici invernali grazie ad un effetto coibente elevato. - Riduzione del volume di acqua meteorica da scaricare nella rete dei pluviali.
3) Schermatura. Posizionata nell'intercapedine è costituita da un sistema di tende a rullo e si aziona automaticamente in modo da bloccare l'irraggiamento diretto del sole per assicurare il comfort agli occupanti e minimizzare i consumi per la climatizzazione estiva. In assenza di irraggiamento diretto del sole (al mattino per la facciata ovest e al pomeriggio per la facciata sud, oppure nel caso di cielo nuvoloso) la schermatura si ritrae in modo da massimizzare la luce naturale all'interno dell'edificio donando un maggior comfort visivo agli occupanti e risparmiando sui consumi elettrici per illuminazione artificiale. Il sistema di illuminazione artificiale prevede infatti un sistema di regolazione dell'intensità luminosa a seconda del livello di luce naturale all'interno degli uffici. In inverno con la schermatura su si sfrutta il calore gratuito del sole, quando questo non comporti discomfort termico e/o visivo agli occupanti.
11) Postazione predisposta con "colonnina" di ricarica per le autovetture elettriche.
4) Lamelle motorizzate che gestiscono l'uscita dell'aria dal sistema a “doppia pelle”.
12) Pensilina fotovoltaica a copertura delle aree di parcheggio esterne.
6) Cavedio impiantistico. 7) Vasca di accumulo acqua. 8) Pompa di calore. 9) Muro tecnico. 10) La produzione di acqua calda e fredda per la climatizzazione è effettuata con un impianto dotato di pompe di calore a scambio geotermico ad acqua di falda. Questo sistema utilizza energia elettrica ed acqua prelevata dalla falda sotterranea per lo scambio termico di condensazione, con un’efficienza energetica di molto superiore rispetto a macchine più tradizionali che scambiano calore con l’aria esterna.
5) Controsoffitto con pannelli radianti.
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3. Schema degli impianti 4. Esterno 5. Uno dei piani con gli uffici
Il punteggio globale di sostenibilità raggiunto dal quartier generale iGuzzini secondo il metodo di valutazione Sustainable Building Challenge è di 3,5 (in una scala da -1 a 5), che corrisponde al valore più alto registrato fino ad oggi per un edificio per uffici in Italia. In particolare Light Laboratory presenta consumi energetici talmente contenuti da raggiungere il massimo del punteggio (pari a 5) nei criteri di valutazione dei consumi energetici. Questo risultato si è ottenuto grazie ad aspetti quali: l’utilizzo di sistemi passivi per il controllo della temperatura e della luce naturale, l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia (è stato realizzato un impianto fotovoltaico integrato), l’efficienza energetica degli impianti, sia per climatizzazione che per illuminazione artificiale, il livello di confort degli occupanti, sia da un punto di vista termico, sia di qualità dell’aria che visivo.
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Progetti
“Il Cielo” la nuova sede di iGuzzini España
Committente iGuzzini Illuminazione España Progetto Architettonico Josep Miàs – MiAS Arquitectes Responsabile del progetto Silvia Brandi
Barcellona, Spagna
La nuova sede della iGuzzini illuminazione Spagna è stata inaugurata il 6 ottobre 2011 con un party molto vivace a cui hanno partecipato giornalisti, architetti, imprenditori locali e rappresentanti delle istituzioni fra cui Mercè Conesa, sindaco di Sant Cugat e il console italiano a Barcellona Federico Ciattaglia. L’edificio di Sant Cugat del Vallès è l’ultimo di una serie di costruzioni promosse da iGuzzini che hanno fatto della sostenibilità energetica e della gestione della luce, - sia naturale che artificiale – le fondamenta del proprio progetto.
L’edificio, all’interno del Parque de Actividades Empresariales Can Sant Joan è opera dell’architetto Josep Mias che ha battezzato questa sua opera “Il Cielo”, per il corpo centrale a forma di globo aerostatico che sembra sul punto di staccarsi da terra. L’architetto ha interpretato, nel senso che ha condiviso, le necessità dell’azienda per quanto riguarda la filiale in Spagna e il risultato é una formalizzazione di queste necessità in un edificio composto che si sviluppa per una superficie totale di 6.300 mq disposta su quattro livelli
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Design team Pablo Varesi, Adriana Porta, Fausto Raposo, Hélène Barbot, Andrés Dejanon, Mario Blanco, Horacio Arias, Anna Mañosa, Janine Woitoshek, Stefania Carboni, Margherita Corbetta,
Mannick Eigenheer, Isabelle Glenz, Diogo Henriques, Silvia Lai, Pier Francesco Lisci, Roberta Luna, Francisca Marzotto, Ines Reis, Diego Romero, Emanuela Scano, María Tapias
Progetto Strutturale BOMA
Foto: Adrià Goula, MiAS Arquitectes
Architetto tecnico Carles Bou
2. Da destra il sindaco di Sant Cugat Mercé Conesa, Paolo Guzzini, Miguel Chiva e Adolfo Guzzini
1.3. Aspetto diurno dell’edificio
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in cui si trovano uffici, laboratori, showroom e auditorium. L’area interrata ospita i magazzini, lo showroom degli apparecchi per interni, il parcheggio e gli impianti. La copertura dell’area underground è un pavimento tecnico ad altezza variabile, utilizzato come showroom per gli apparecchi da esterno. “Il fatto che un’azienda che si occupa di illuminazione artificiale considerasse così importante la luce naturale negli spazi di lavoro é stato il principale punto di incontro. Altri elementi sono stati la localizzazione dell’edificio in un incrocio di autostrade,
e la percezione che si ha dell’edificio stesso in movimento, oltre alla sua relazione con la topografia del luogo, che ci hanno suggerito un edificio senza facciate, sospeso fragilmente nel luogo. Il patio centrale definisce un microclima che permette di controllare climaticamente l’edificio. Le decisioni rispetto al tema del controllo solare delle radiazioni sulla superficie vetrata dell’edificio obbediscono a criteri assolutamente pratici e di ottimizzazione del consumo in quanto a climatizzazione, così che formalmente rappresentano questi propositi.
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Progetti
“Il Cielo” la nuova sede di iGuzzini España
4.5. Il Cielo diventa landmark nel paesaggio notturno 6. Particolare della struttura al centro dell’edificio 7. Sezione dell’intero edificio
In definitiva, l’edificio é energicamente efficiente e comunica senza retorica i propri obiettivi.” Durante le ore notturne, l’illuminazione artificiale si fonda su apparecchi a basso consumo e tecnologia LED, gestiti da un sistema di controllo che permette di ottimizzare l’uso della luce e con essa sottolineare i volumi architettonici. Le linee orizzontali sono ottenute attraverso apparecchi Linealuce e Ledstrip a LED. La struttura centrale è invece illuminata grazie a Maxiwoody LED 36W. Le luci lineari evidenziano i perimetri orizzontali, mentre i proiettori, utilizzati per ottenere un effetto di luce d’accento illuminano i piani verticali. Anche per gli uffici sono stati utilizzati apparecchi a LED.
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Italia AAA
Design
Il design è sempre stato, per noi di iGuzzini Illuminazione, un valore del nostro progettare, e numerosi sono i premi e le pubblicazioni che ne danno ragione. Tra queste, ultima in ordine di data, “Christmust 2011. 150% italiani”. Il volume, patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri, è stato curato da Danilo Premoli, di cui potete leggere in queste pagine l'editoriale, e Simona Lombardi per Ali SpA, e ha raccolto, tra prodotti e “storie di successo”, i 100 nomi più significativi del Made in Italy dello scorso anno. Tra questi, iGuzzini Illuminazione per la produzione della lampada Crown, progettata da Michele De Lucchi per gli spazi urbani. A sottolineare l'importanza del design nelle nostre proposte, in queste pagine pubblichiamo i disegni delle novità 2012 di iGuzzini Illuminazione, firmate in collaborazione con i più prestigiosi studi internazionali di progettazione. Ne riparleremo nei prossimi numeri di Incontroluce.
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Foto: Archivio iGuzzini illuminazione
4. Schizzo di Massimo Iosa Ghini per l’apparecchio ad incasso Pixel Pro
1. Schizzi di Piano Design per l’apparecchio Wow
5. Copertina del volume “Christmust 2011.150% italiani”
2. Schizzi di artec3Studio per il proiettore Palco
6. Schizzi di Mario Cucinella per i proiettori iPro Mini e Micro
3. Schizzi di Bruno Gecchelin per l’apparecchio Lightshine
“Con buona pace del rating di Standard & Poor’s, l’Italia continua ad essere classificata nel mondo “AAA”, cioè il meglio per quanto riguarda Abbigliamento, Alimentazione e Arredamento. Dunque l’eccellenza produttiva, ma prima ancora di progetto, di tante imprese italiane merita di essere valorizzata. Ed è quello che si propone, nel suo piccolo, la pubblicazione di Christmust, nella convinzione che la promozione dell’Italian Way non sia una divagazione di anime belle, ma la messa in rilievo di un possibile modello di sviluppo. Quali sono le chiavi di lettura dei prodotti e delle aziende di successo raccolti in questo volume? Si potrebbero sintetizzare in: onestà, estetica, innovazione, discrezione, coerenza, semplicità, etica. Che devono essere intese, rispettivamente, come: il prodotto corretto al giusto prezzo, con qualità formali piacevoli, risultato di una ricerca attenta e curiosa, non eccessivo né ingombrante, in sintonia con il mondo circostante, essenziale ma non banale o inutile, sensibile nell'uso delle risorse, prima, durante e dopo il suo essere parte del nostro intorno. È evidente che dietro ogni prodotto c’è un'azienda, cioè un imprenditore, ed ecco perché il volume racconta anche le loro storie, fatte di intuizioni, rischi, sogni, fortune, memorie, saperi, emozioni. Ci sono più cose nel design di quante non ne sogni la filosofia”.
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Danilo Premoli testo tratto dal volume “Christmust 2011”.
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Patrocinato da The American Hardwood Export Council
Timber Wave
Cultura dell’azienda
Victoria and Albert Museum London Design Festival 17-25 settembre 2011
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Progetto AL_A ( Amanda Levete _Architects)
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La grande entrata principale del V&A Museum è stata trasformata per tutta la durata del London Design Festival, da un’onda gigante in legno, creata da Amanda Levete_Architects. Costruito da Arup in quercia rossa americana trattata con olio, questo traliccio a spirale di 12 metri di altezza, è formato dall’assemblaggio di più parti in modo da creare una struttura che rotolasse dolcemente su Cromwell Street. SEAM design ha preso parte al progetto nel febbraio di quest'anno con il compito di creare un sistema di illuminazione adeguato per il progetto. La sfida che ha dovuto fronteggiare Marci Song, direttrice di SEAM, era legata al fatto di dover ottenere una forte identità iconografica con poco budget. SEAM ha creato un legame visivo molto forte tra l’arco e l’ingresso del V&A: la luce entra nella rete di legno di cui è costituito l’arco e crea segni sulla facciata: ne deriva una bella composizione unitaria e un'identità forte di notte, oltre ad una nuova esperienza per il visitatore. In questo modo i progettisti sono riusciti ad unire un intervento contempo-
raneo ad una facciata storica e a rendere l’idea di eleganza e dinamicità di questo gesto singolare voluto dall’architetto per portare il V&A in strada. L'arco è abbastanza complesso e Amanda Levete_Architects, ARUP e Cowley Timberwork hanno davvero sfidato le prestazioni, l'estetica e la resistenza del legno. Poichè questo arco scultoreo è stato realizzato grazie alle più recenti tecnologie di calcolo di progettazione generativa e metodi di fabbricazione, sarebbe stato naturale utilizzare le più recenti tecnologie di illuminazione (cioè tecnologia LED e sofisticati sistemi di controllo), tuttavia la scelta di Marci Song si è orientata verso una soluzione molto semplice. Scegliendo gli apparecchi luminosi dallo sponsor iGuzzini, SEAM ha utilizzato 15 proiettori Woody con ottica spot e 5 proiettori Miniwoody con ottica wide oltre a vari accessori per impedire l’abbagliamento e controllare ed indirizzare al meglio il fascio luminoso dalla base della struttura ad arco, posizione ottimale per ottenere sia l’illuminazione dell'arco sia le proiezioni sulla facciata.
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Ingegneria strutturale Arup
Progettazione illuminotecnica SEAM Design
Foto: Dennis Gilbert- V&A Images,Victoria and Albert Museum, Tom Lorton- Seam Design
Costruzione Cowley Timberwork
Sponsor Tecnico iGuzzini illuminazione UK
1.2. Ingresso de Victoria and Albert Musem 3. Particolare
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Concorso Pasajes - iGuzzini
Cultura dell’azienda
Giuria Amelia Vilaplana Architetto, vincitrice della quarta edizione del concorso e direttrice dello studio di architettura Atelier Paipái
Il concorso biennale promosso dalla rivista Pasajes e dalla iGuzzini, da sempre fondato sulla convinzione che tra i neolaureati si trovano le eccellenze dell'architettura dei prossimi decenni, è arrivato alla 5° edizione. La cerimonia di premiazione si è svolta il 29 novembre alle ore 20.00 presso il Colegio Oficial de Arquitectos de Madrid (COAM). La giuria si è riunita, presso la sede della iGuzzini illuminazione Espana il 13 ottobre 2011, iniziando a valutare ben 177 lavori di laurea pervenuti. Dopo un prima fase di valutazione individuale dei lavori, si è passati alla fase di confronto dei giudizi e si è arrivati alla individuazione di 30 progetti che vengono ulteriormente selezionati per arrivare al numero di 22 che faranno parte dell’esposizione itinerante del concorso Progetti di Architettura Pasajes – iGuzzini. Fra questi lavori ne vengono individuati solo 9 che riceveranno il primo e il secondo premio, due accesit e cinque menzioni.
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Manuel Ocaña, Architetto, Direttore dello Studio Architecture and Though Production Office Josep Miàs Architetto, responsabile dello studio MiAS Arquitectes di Barcellona
José Ballestero Pasajes Arquitectura Josep Masbernat iGuzzini illuminazione Silvia Carazo iGuzzini, segreteria
Foto: Archivio iGuzzini illuminazione 1. Tavola relativa al progetto vincitore 2. Premiati 3. Giuria al lavoro 4. Mole dei lavori presentati
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Progetti finalisti
Accessits
Menzioni
Primo Premio Gonzalo del Val, “Berlín NEU - Bahnhof Zoologischer Garten” (Berlino nuova stazione e giardino zoologico) Giudizio unanime: “un lavoro riconoscibile ma implacabile nella sua determinazione”.
Ricardo Morcillo Pérez “Luz artificial y espacio público. Recontextualización urbana a través de la luz”. (Luce artificiale e spazio pubblico. Ricontestualizzazione urbana attraverso la luce).
Laura Culiáñez Pina”Hay vida en el espacio interior?” (C'è vita nello spazio interno?).
Secondo Premio José Luis Susin Velilla, CICEC. Centro de Intercambio cultural España - China (Centro di Scambio culturale Spagna - Cina).
Ignacio de Teresa Fernández, “La cementera. Producción y exposición de arte” (Il cementificio. Produzione ed esposizione d'arte).
Rocio Pina Isla, “Efecto camping” bloque compacto de apartamentos en Mora (Suecia)” ("Effetto campeggio" blocco compatto di appartamenti a Mora (Svezia). David Cárdenas Lorenzo, “La Mancha, 6 reflexiones dibujan un presente.” (La Mancha, 6 riflessioni disegnano un presente). Adrià Escolano Ferrer, “Laboratorio periférico” (Laboratorio periferico). Laura Ros Martínez, “Centro de artes escénicas Impulstanz+Mercado_Viena” (Centro di arti sceniche Impulstanz+Mercato_Vienna).
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Cultura dell’azienda
La tecnologia LED ha avuto e continua ad avere uno sviluppo molto rapido. La iGuzzini ha iniziato a produrre apparecchi a LED recentemente, ma lo ha fatto ponendosi come obbiettivo la migliore qualità possibile. Vista la rapida evoluzione delle caratteristiche della sorgente luminosa a LED per garantire la massima qualità è necessaria una conoscenza approfondita di questo elemento e soprattutto la conoscenza di come gli apparecchi di illuminazione che si basano sul’uso del LED possono essere migliorati. Per questo la iGuzzini ha deciso di collaborare e di avvalersi di enti terzi e qualificati come università e centri di ricerca per approfondire queste tematiche e testare i propri apparecchi. Il prodotto Archilede per esempio è stato sottoposto a test per dimostrare come la sua efficienza possa essere influenzata o meno da condizioni esterne ai limiti, come temperature estremamente elevate, oltre a test di verifica dell’efficienza energetica, sia in Repubblica Ceca che in Finlandia. In Medio Oriente il Laboratorio che si occupa di illuminazione del dipartimento di Ingegneria
Archilede: tests ed applicazioni
Architetturale dell’Università degli Emirati Arabi è stato incaricato da iGuzzini di testare l’apparecchio di illuminazione stradale Archilede. Due apparecchi Archilede sono stati installati in una strada della città di Al Ain, negli Emirati Arabi. La strada è stata chiusa al traffico ed i livelli di illuminazione sono stati rilevati giornalmente ogni 10 minuti per tutta l’estate 2010. La temperatura e l’umidità relativa sono stati rilevati sia dentro gli apparecchi sia all’esterno. L’obbiettivo dell’esperimento era testare la stabilità, dal punto di vista dell’illuminazione, dell’apparecchio a LED in un ambiente con temperature elevate. Il termine di paragone era dato da un test condotto invece in laboratorio a condizioni di temperatura in interni. Il rilevatore di dati è stato installato nel vano ottico dell’Archilede ed è stato testato il 15 giugno. Il test è stato condotto dalle 9.15 alle 16,50. I dati dimostrano che la temperatura è salita da 24.8 a 41 gradi centigradi in meno di due ore. Il rilevatore di temperatura ha raccolto i dati fino alle 16.50 ora in cui si è raggiunta la temperatura massima di 42° all’interno dell’apparecchio.
Da questo test sono derivate le seguenti conclusioni: - Il flusso luminoso prodotto dell’apparecchio è stato abbastanza stabile durante tutto il periodo estivo. - Per gli apparecchi in esterni la temperatura notturna media dentro l’apparecchio è stata di 35-43 oC. Il flusso luminoso è rimasto pressochè costante, visto che le variazioni sono state di circa 10% - La luminanza media della strada era di 1.1 cd/m2, con un rapporto di Uniformità (definita dal rapporto tra Luminanza media su Luminanza Minima).
Per maggiori informazioni: Saraiji, R., Harb, A., Hamdan, M.O., “Performance of LED Street Lightings In Hot Environments”, Lighting In Engineering, Architecture and the Environment, WIT transactions on the Built Environment, Vol. 121, 2001. 2
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Foto: Archivio iGuzzini illuminazione 1. Schema che rappresenta i livelli di illuminamento e le temperature raggiunte dentro gli apparecchi testati a Dubai 2. Livelli di illuminamento prodotti dagli Archilede testati nel periodo Agosto-Settembre
3. A483 Trunk Road prima dell’intervento 4. Situazione attuale. Maggiore omogeneità e niente luce invasiva sulle facciate 5.6. Prove a cui viene sottoposto l’apparecchio presso il laboratorio iGuzzini
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Le cifre del progetto per la A483 Trunk Road Apparecchi utilizzati 13 Archilede 84x1W Risparmio energetico annuo 3172 kwh Riduzione CO2 annua 1,7 tonnellate L’utilizzo di questo apparecchio ha eliminato il problema della luce intrusiva per le abitazioni che si affacciano sulla strada.
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Cultura dell’azienda
Archilede: tests ed applicazioni
Le cifre del progetto Igis Committente Comune di Igis Progettista Leo Vetsch della ditta Leo Solutions AG Installazione Rhiienergie AG Consulenza tecnica per l’installazione René Wildhaber Foto Günter Laznia Apparecchi utilizzati Archilede e Cut-Off Delphi Distanze tra i pali. Visto che si sta facendo l’installazione su tutta l’area comunale le distanze fra i pali variano da 20 a 70 metri.
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In Finlandia invece l’apparecchio Archilede è stato valutato nell’ambito di una ricerca realizzata dalla Aalto University, composta da un questionario e da una verifica condotta dalla stessa università. Il questionario è stato sottoposto ad amministrazioni comunali che hanno iniziato, in modo più o meno estensivo, ad adeguare l’illuminazione pubblica con le nuove sorgenti luminose, dal semplice retrofit alla sostituzione in toto dei vecchi impianti ed è servito per una valutazione dei risultati ottenuti. La verifica della prestazione di alcuni apparecchi a LED dei maggiori produttori europei è stata fatta, invece, all’interno della stessa area dell’Università. Paragonando i risultati con la vecchia installazione i risultati sono stati i seguenti. L’apparecchio Archilede 84x1W si è dimostrato in grado di far risparmiare fino ad un 31% rispetto alla vecchia installazione contro rispar-
mi che vanno dal 7% al 24% di alcuni concorrenti. La verifica fatta con apparecchi Archilede 55x1W ha invece dimostrato come si possa realizzare un risparmio energetico pari al 38%, pur garantendo le stesse condizioni di illuminamento. In Europa alcuni paesi stanno iniziando a sostituire i vecchi impianti che utilizzavano lampade tradizionali con apparecchi a LED. Abbiamo scelto tre esempi che rappresentano diverse tipologie di intervento. La città di Igis in Svizzera ha deciso di rinnovare completamente il vecchio impianto e di sostituirlo con un impianto che utilizza esclusivamente apparecchi a LED. L’amministrazione comunale di Igis si era posta come obbiettivo la riduzione del consumo pubblico di energia elettrica del 10% entro il 2012. Il nuovo impianto è stato presentato ufficialmente con una conferenza stampa alla fine di novembre 2011.
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7. Igis, Piazza della stazione nella frazione Landquart 8.9. L’illuminazione stradale realizzata per la cittadina di Wolfschlugen
In Inghilterra il Consiglio della Contea di Powys in collaborazione con la Western Power Distribution ha realizzato nel 2011 una nuova illuminazione di un tratto della strada A483 a Builth Wells sostituendo i vecchi apparecchi d’illuminazione su palo che utilizzavano sorgenti luminose a vapori di sodio da 150W con gli apparecchi a LED Archilede 84x1W realizzando un risparmio energetico del 40%. In Germania nella cittadina di Wolfschlugen nel corso del 2011 si è evidenziata la necessità di rendere più efficiente dal punto di vista del rendimento energetico l’illuminazione stradale. Nella primavera del 2011 il consiglio comunale ha deliberato di passare dalle tradizionali lampade a vapori di mercurio alla tecnologia LED. Tra le alternative è stata presa in esame anche la sostituzione delle sorgenti luminose con lampade a vapori di sodio. Nell’ottobre 2011 più di 400 punti luce sono stati sostituiti dal sistema per l’illuminazione stradale Archilede a LED. Il progetto di risanamento si prefiggeva, oltre ad una maggiore efficienza dell’impianto di illuminazione, anche e soprattutto una riduzione dei costi. Rispetto alle lampade a vapori
Le cifre del progetto Wolfschlugen Cliente Comune di Wolfschlugen Progettazione illuminotecnica GA Energieanlagenbau Süd GmbH Andreas Mosel Installatore elettrico GA Energieanlagenbau Süd GmbH Fotografo GA Energieanlagenbau Süd GmbH 400 punti luce a LED fanno realizzare un risparmio di costi energetici pari a 12.000€/anno rispetto alla tecnologia al sodio e 35.026,80 € rispetto al vecchio impianto.
di sodio, con sorgenti LED il risparmio in termini di costi energetici e di manutenzione è incrementato del 35%. I maggiori costi di investimento iniziale legati alla soluzione a LED sono coperti da un incentivo. La soluzione adottata a Wolfschlugen per l’illuminazione stradale si contraddistingue per il fatto che in tutte le strade del comune è stato utilizzato un solo tipo di lampada. Tramite un comando intelligente integrato è possibile soddisfare i requisiti di illuminazione più diversificati; cicli diversi di regolazione dell’intensità luminosa consentono di realizzare i singoli livelli luminosi richiesti. La possibilità di diminuzione notturna consente di realizzare un ulteriore risparmio energetico. L’uso di apparecchi a LED ha portato al comune anche altri vantaggi: la luce bianca neutra dei LED assicura, rispetto alla luce gialla delle lampade al sodio, una maggiore sicurezza nel traffico stradale. Grazie all’ottica stradale altamente efficiente e brevettata di Archilede, le strade sono illuminate in modo omogeneo e a norma, evitando la dispersione del flusso luminoso e l’inquinamento luminoso.
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Incontroluce
I. 2012
Incontroluce Rivista internazionale, semestrale di cultura della luce anno XIV, 25 Redazione Centro Studi e Ricerca iGuzzini Fr.ne Sambucheto, 44/a 62019 Recanati MC +39.071.7588250 tel. +39.071.7588295 fax rc@iguzzini.it iGuzzini illuminazione spa 62019 Recanati, Italy via Mariano Guzzini, 37 +39.071.75881 tel. +39.071.7588295 fax iguzzini@iguzzini.it www.iguzzini.com 071-7588453 video Progetto grafico Studio Cerri & Associati Editore iGuzzini illuminazione spa Hanno collaborato a questo numero iGuzzini illuminazione Danmark iGuzzini illuminazione Finland & Baltic OY iGuzzini illuminazione France iGuzzini illuminazione Iberica S.A. iGuzzini illuminazione Schweiz AG iGuzzini illuminazione UK Etna S.r.o Foto di copertina Vjekoslav Skledar Finito di stampare: Aprile 2012 Tecnostampa, Recanati
La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori. Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo. III
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Dean Skira / Satoshi Huchihara / Agence Unité / Fernando Aguerri / Josè Ignacio Aguerri / Proyectar Soluciones Luminotécnicas / Tonkin Liu / atelier ww Architekten SIA AG / Reflexion AG / Ladislav Monzer / Apis s.r.o - Jan Hasenohrl / Creo Arkitekter A/S / Rambøll Lighting / Amerikka Oy / Maurizio Varratta Architetto / Mias Arquitectes - Josep Mias / AL_A / Arup / Leo Solutions AG - Leo Vetsch / GA Energieanlagenbau Süd GmbH - Andreas Mosel / Bruno Gecchelin / artec3Studio / Massimo Iosa Ghini / Piano Design