RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E ARCHITETTONICA DI UN BORGO MONTANO IN SPAGNA ALBERGO DIFFUSO DI AYABARRENA
Candidato: Iker Olivera G贸mez
Relatore: Mario Grosso Co-relatore: Enrico Moncalvo
Tesi di Laurea Magistrale Politecnico di Torino
RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E ARCHITETTONICA DI UN BORGO MONTANO IN SPAGNA
Iker Olivera G贸mez [188890] Politecnico di Torino Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Relatore: Prof. Mario Grosso Co-relatore: Prof. Enrico Moncalvo Dicembre 2014, Torino
INDICE INTRODUZIONE 10 OBIETTIVI DELLA TESI 14 PARTE I- ANALISI STATO DI FATTO CAPITOLO 01// CONTESTO TERRITORIALE 1.1// ANALISI TERRITORIALE 1.1.1_LOCALIZZAZIONE DEL CASO STUDIO 18 1.1.2_CARATTERISTICHE CULTURAL-TURISTICHE 22 1.1.3_DESCRIZIONE DELLA VALLE DELL’OJA 25 1.2// ANALISI CLIMATICO-AMBIENTALE 30 1.3// ANALISI ARCHITETTONICO TRADIZIONALE 1.3.1_CONCEZIONE E CARATTERISTICHE 38 1.3.2_MATERIALI E TECNICHE COSTRUTTIVE 44 1.3.3_ASPETTI DISTRIBUTIVI-FUNZIONALI 53 CAPITOLO 02// [CASO STUDIO DEL BORGO DI AYABARRENA] 2.1// TIPOLOGIE E SISTEMI COSTRUTTIVI 58 2.2// RILIEVO DELLO STATO DI FATTO 2.2.1_PLANIMETRIA 62 2.2.2_SEZIONI 64 2.2.3_PIANTE E PROSPETTI 66 PARTE II- PROGETTO CAPITOLO 03// [ANALISI PRELIMINARE] 3.1// ANALISI SWOT
104
3.2// ANALISI PRELIMINARE DI SITO
3.2.1_DIAGRAMMI DEL SOLEGGIAMENTO E VENTOSITÀ
106
3.2.2_MATRICE MICROCLIMATICA
108
3.3// METAPROGETTO
3.3.1_DISTRIBUZIONE FUNZIONALE
112
3.3.2_TRASFORMAZIONE DELLE UNITÀ ABITATIVE
118
3.3.3_SOLUZIONI PROGETTUAL-RIFERIMENTI
120
CAPITOLO 04// [PROGETTAZIONE DEFINITIVA] 4.1//PROGETTO ARCHITETTONICO
4.1.1_PLANIMETRIA
128
4.1.2_SEZIONI
136
4.1.3_PIANTE E PROSPETTI
138
4.2//PROGETTO TECNOLOGICO
4.2.1_VERIFICA DELL PRESTAZIONI ENERGETICHE
162
4.2.2_DETAGLI COSTRUTTIVI
214
4.3//RAPPRESENTAZIONI 3D
218
PARTE III-ALLEGATO ELABORATI GRAFICI 232 BIBLIOGRAFIA 268
“L’ultima parola di un’epoca che scompare, della quale oggi restano solo alcune tracce negli angoli piú appartati delle nostre provincie e di cui domani rimarrà appena un ricordo confuso.” Gustavo Adolfo Bécquer
10
INTRODUZIONE Nel periodo di decisione della tesi cambiai molte volte argomento perchè non riuscivo a trovare quello che mi motivasse sufficientemente nella realizzazione di un processo che a parte essere una sfida personale fosse anche un’esperienza che mi potesse arricchire visto che la scelta rappresentava la prima e vera decisione fatta unicamente ed esclusivamente da me. Per andare a parlare con il coordinatore sapevo che sarei dovuto arrivare con una proposta definitiva e convincente su qualcosa che mi piacesse veramente e che fosse facilmente trasmettibile. Così, per alcune circostanze che mi sarebbero capitate nei mesi successivi, mi lascia trasportare dall’impulso e mi lanciai. Proposi (inconsapevole in che cosa mi stavo addentrando) un cambio del paesino dove son cresciuto per un breve periodo della mia vita e al quale mi son sempre sentito molto legato. La proposta fu convincente e il coordinatore sembrò d’accordo con il fatto di intervenire in un solo edificio e realizzare quindi uno studio più minuzioso della parte legata all’energia, per poter servire come modello in future ristrutturazioni di edifici rurali della zona. Per questa ragione si cercò un secondo coordinatore con il quale poter parlare della parte progettuale visto che la mia tesi stava prendendo quella direzione. Quando trasmisi il mio affanno per la realizzazione del progetto e le mie idee al secondo coordinatore, mi resi conto che quello che era nato con una concezione molto generale iniziava a concretizzarsi: visto il territorio in questione, la possibilità di sfruttamento di risorse naturali e osservando la quantità di case crollate nel paese, si arrivò alla conclusione che ciò che sembrava più appropriato era un intervento a livello globale, cioè non concentrarsi in un solo edificio visto che non aveva molto senso dato lo stato attuale del paesino, ma realizzare il progetto sulla totalità del paese e creare inoltre, al di fuori del limite edificabile secondo la norma stabilita, una parte aggiuntiva che aumentasse l’idea di insieme e permettesse di creare un’uniformità maggiore tra il progetto e la realtà attuale. Stabilità l’idea generale, andai nella zona in questione, con gli obbiettivi chiari e definiti già accordati con i coordinatori, per uno studio e per il raccoglimento dei dati necessari per poter lavorare a distanza una volta terminato il periodo iniziale di informazione.
11
Prima fase In questa fase è stato necessario realizzare un lavoro sul campo che grazie alla documentazione fornitami dal comune di Ezcaray (La Rioja, Spagna) e l’amabilità degli utenti, ho potuto misurare le case che erano ancora in piedi e in questo modo poter partire da un supporto affidabile sempre appoggiandomi sulla cartografia riepilogativa come base fondamentale per la localizzazione e delimitazione delle parti di edifici esistenti, di quelli in rovina così come di quegli edifici che con il tempo son stati sommersi dal bosco. Durante il periodo di permanenza ad Ayabarrena (nome del paese del progetto) ebbi il tempo di parlare con gli abitanti del paese di Posadas, un paesino limitrofo, per poter scoprire qualcosa in più della zona e così mi raccontarono di avvenimenti curiosi sulla gente che la popolava, sulle professioni alle quali si dedicavano, oltre a molti altri aneddoti che successero in quella zona anteriormente. Grazie agli abitanti e all’interesse che mostravano nel volermi aiutare, riuscii a mettermi in contatto con altre persone che mi diedero informazioni su libri che si son rivelati poi molto utili, così come riviste e altro che mi hanno aiutato nella comprensione dell’architettura tradizionale, per quanto riguarda la parte teorica per la realizzazione di un’analisi dettagliata e per la comprensione di aspetti fondamentali di questo tipo di costruzioni. In definitiva, ho cercato di ampliare la mia ricerca da differenti fonti. La testimonianza delle persone è stata molto utile per capire realmente come si svolgeva la vita in quell’epoca e capire quali erano le loro priorità. Inoltre grazie al loro interesse scoprii vari esempi che mi furono utili non solo per la realizzazione di questo progetto, ma anche per un approfondimento generale di forme di vita che sono ormai molto lontane dalla realtà attuale.
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Seconda fase Con i dati necessari, almeno fino a nuovo ordine, iniziai la seconda fase. Questa è la fase di progettazione che è sempre connessa con lo studio e la ricerca di progetti con caratteristiche simili su cui potersi appoggiare come ad esempio la Borgata di Rittana a Cuneo il cui progetto si basò sul riscatto della memoria della civiltà alpina che è sempre stata legata a questa zona. In questa fase, si realizzò l’idea sulla quale mi sarei basato per la realizzazione di questo progetto. Grazie al gran numero di precedenti storici, punti di interesse comunitari, offerte sportive e culturali che si trovano nella zona, cercai di creare un’area che permettesse ai visitatori di svolgere attività lontane dalla rutine cittadina realizzando percorsi nei distinti luoghi intorno alla Sierra. Tutto ciò partendo da una base culturale e disponendo di mezzi che facilitassero l’accesso a informazioni dettagliate delle distinte specie animali e vegetali presenti nella zona però pur sempre in contatto diretto con l’ambiente. Si è voluto rispettare al massimo lo schema di organizzazione unifamiliare adattandolo ai tempi moderni e creando un insieme di elementi che pur appartenendo a tempi differenti posano coesistere oggigiorno adattando soluzioni innovative sempre con un linguaggio comune tra edificio e paesaggio come fa l’architettura tradizionale. Tra le innovazioni apportate, emerge il recupero dell’immobile anticamente destinato a mulino, riconvertito in una piccola centrale idroelettrica capace di gestire in materia di energia elettrica tutto il borgo. In più si sono aggiunti delle tegole solari sui tetti degli edifici costruiti dal nuovo per rifornire il bisogno di acqua calda necessaria e per convertirlo così in un borgo autosufficiente. Pertanto, una volta definita l’idea globale del progetto e dopo la realizzazione di alcuni disegni su come stabilire un’organizzazione tra le distinte parti del tutto, si è seguito parallelamente uno studio sui diversi materiali presenti nei diversi edifici senza però approfondire troppo il concetto ma semplicemente tenendo in conto aspetti fondamentali come l’utilizzo di elementi portanti per la creazione di grandi spazi, così come l’interazione tra elementi già esistenti e le nuove adattazioni.
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Terza fase Nella terza fase ho sviluppato uno studio dettagliato delle parti da costruire, delle parti da restaurare e dell’ampliamento di abitazioni già esistenti approfondendo gli aspetti tecnici e indagando sulle soluzioni che meglio si adattassero agli spazi disponibili utilizzando materiali presenti nella zona come le pietre, raccolte dai fiumi nelle vicinanze e che oggi riposano su zone in rovina nei diversi paesi circostanti. Con il legno, elemento che abbonda nella zona e quindi facilmente accessibile e con una molteplicità di funzioni, che finora veniva utilizzato unicamente per la struttura portante degli edifici, si sono studiate una serie di soluzioni cercando di conservare lo stato veritiero degli edifici in modo da mantenere una relazione e un ricordo che leghi passato e presente. Tutto ciò facendo in modo che i materiali e le tecniche costruttive che si adottano oggi giorno si posano adattare anche alle tecniche tradizionali in modo da tener vivo un dialogo sempre basato sul rispetto e prendendo come riferimento la parte preesistente; come se si trattasse di esperienza, facendo si che l’adulto, in questo caso la parte già esistente, serva da guida e consigli il giovane sulla maniera di attuare in modo da essere il più possibile in linea con il contesto in cui si trova e ottenendo così un equilibrio completo. Quarta fase Nell’ultima fase, una volta definiti tutti gli aspetti tecnici di tutti gli edifici (ristrutturazione, recupero e nuova costruzione) e calcolate tutte le stratigrafie che formano i differenti parametri, si è realizzato uno studio di tre edifici di riferimento e nello specifico; una casa nello stato attuale, la stessa, ristrutturata e ampliata e la casa modello per accertarsi che le diverse soluzioni adottate rispondessero bene in materia di energia.
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OBIETTIVI Esiste una causa fondamentale per comprendere il deterioramento dell’architettura tradizionale ed é lo spostamento migratorio da tutte le zone rurali a livello globale. Si tratta di un’impossibilità, eccessivamente frequente, di non poter realizzare le proprie attività nel luogo d’origine, specialmente l’agricoltura e l’allevamento, per l’evoluzione che queste attività hanno sofferto negli ultimi anni e che in molti casi non le rendevano più redditizie. Tutto ciò come conseguenza di una mancanza di potenziamento delle stesse da parte degli organismi competenti o ancora, in molti casi, un consolidamento mal orientato e inadeguato rispetto le reali potenzialità del mezzo. Inoltre l’industrializzazione sperimentata nelle suddette attività, con il conseguente miglioramento delle tecnologie connesse a queste, non sono state coordinate per prestare aiuto nella stessa proporzione e per adeguare i mezzi e procedimenti in modo da ottenere il profitto necessario. L’obbiettivo della tesi è quello di adattarsi ai nuovi tempi e lontano dal non assecondare cambiamenti che non si adattino alla realtà odierna, prova a trovare una soluzione allo spopolamento delle zone rurali della penisola. Per combattere con questo fatto tanto diffuso, si è cercato di creare un modello di riferimento che servisse per poter comprendere più da vicino la quantità di possibilità esistenti in questi nuclei abbandonati. L’idea è la creazione di una serie di spazi interni ed esterni che aumentino l’unione degli abitanti e che siano convertibili, dove si posano svolgere diverse attività, scommettendo su aspetti a livello comunitario, creando zone per riunirsi e dove l’interazione tra gli abitanti sia forte e quindi le attività collettive diventino più importanti rispetto a quelle individuali. I tempi cambiano, anticamente le persone che vivevano in zone rurali distaccate dai nuclei cittadini, svolgevano una vita più intima, più concentrate sulla famiglia, il lavoro, e per questo è presente una certa tipologia di abitazioni, ora però sembra che si stia aprendo il cerchio. Si tratta di realizzare una riqualificazione della zona della Sierra, esattamente nel paese di Ayabarrena quindi riconvertire il paese in un albergo diffuso approfittando di una quantità immensa di opportunità che si possono offrire al visitatore, e stabilire un modello che si accordi con i tempi moderni, partendo da una base di conservazione dell’esistente in cui prima di tutto si apprenda e si conviva.
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16
#1. CONTESTO TERRITORIALE 1.1// ANALISI TERRITORIALE
1.1.1_LOCALIZZAZIONE DEL CASO STUDIO
1.1.2_CARATTERISTICHE CULTURAL-TURISTICHE
1.1.3_DESCRIZIONE DELLA VALLE DELL’OJA
1.2// ANALISI CLIMATICO-AMBIENTALE 1.3// ANALISI ARCHITETTONICO TRADIZIONALE
1.3.1_CONCEZIONE E CARATTERISTICHE
1.3.2_MATERIALI E TECNICHE COSTRUTTIVE
1.3.3_ASPETTI DISTRIBUTIVI-FUNZIONALI
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1.1// ANALISI TERRITORIALE 1.1.1_Localizzazione del caso studio
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La provincia di La Rioja si trova nella parte Nord della Spagna, a una latitudine approssimata di 41º 59’ 11’’; e da 0º 38’ a 1º 56’ da longitudine Est. La sua superficie è di 5.034 Km², che corrisponde a un 0,86% della superficie totale spagnola. Nel confine a nord si trovano le province di Alava e Navarra, a sud quella di Soria, ad est Navarra e Zaragozza, e ad ovest Burgos. La superficie della provincia; si riparte orograficamente da questo modo: Montagna 2,348.80 Colline 971,59 Pianure 1,713.60 Totale
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Foto: Sierra de la Demanda; Francisco G贸mez Montero
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abitanti1, questa attività turistica fa che passi dai 2.000 abitanti nei periodi di stagione bassa a più di 15.000 ad estate. La sua principale attività, inoltre al turismo, e la industria del legno, con le sue fabbriche di mobili, poltrone e altri articoli di questo genere. Ezcaray Appartiene alla comarca di Santo Domingo, e si localizza nell’estremo occidentale della Sierra de la Demanda, nel percorso del fiume Oja. La cima piú alta della zona è la cima di San Lorenzo, dove si ubica la stazione sciistica di Valdezcaray, costruita nel 1974. I suoi Nuclei di popolazione, anche chiamati quartieri o borghi, sono: Altuzarra, Ayabarrena, Azarrulla, Posadas, San Antón, Turza, Urdanta e Zaldierna. La progettazione è stata sviluppata nel borgo di Ayabarrena, a 2 km di distanza da Posadas e a 11,5 km di Ezcaray, situato a una altitudine di 1025 mt, lungo il percorso del torrente di las cenaticas, affluente del fiume Oja. Questo borgo è un paradiso selvaggio che si trova tra i monti Otero e Cenáticas. Come tanti altri nella zona, sono stati in un passato zone miniere, innanzitutto del minerale di ferro, tanto abbondante nella Sierra de la Demanda.
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Questa prima divisione fa vedere che il 47% della superficie del territorio è zona montagnosa, fatto che porta con se una serie di conseguenze facili di precisare nei condizionanti dell’architettura tradizionale. L’area di progetto è situata nel municipio di Ezcaray (La Rioja) che si trova nella parte alta della valle del Oja, al Sud-Ovest della comunità autonoma. Ezcaray è il primo comune d’interesse turistico per la sua offerta di attività all’aria aperta, per il patrimonio culturale e per le sue architetture tradizionali; con una popolazione di 2.098
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1.1.2_CARATTERISTICHE CULTURAL-TURISTICHE
La prima cosa che cattura l’attenzione della zona di La Rioja è il contrasto paesaggistico frutto di un’orografia molto particolare, infatti la provincia è stata marcata da due incidenti geografici che, in gran parte, modellano la sua fisionomia: il fiume Ebro che bagna tutto il nord della provincia e che funge come confine naturale con i Paesi Baschi, Navarra e la catena montagnosa della serra della Demanda - le punte di Urbión – che costeggiano tutto il sud di La Rioja. Questo confine marcato tra le serre e le valli sarà la principale caratteristica della regione e sarà continuamente citata perché è ciò che determinerà, in gran parte, i differenti modi e mezzi utilizzati che si rifletteranno in un paesaggio architettonico vario e di gran bellezza. Questa è una terra privilegiata, fertile come poche, che in principio non sarebbe dovuta esserlo per il suo clima continentale e la sua scarsità di piogge nel periodo estivo. La sua fortuna sono le serre del sud che grazie ai fiumi che scendono dalle montagne fertilizzando le zone basse della regione (per questo gli arabi la soprannominarono <<tierra de acequias>> cioè terra dei canali); ebbene questi ultimi permettono alla regione di La Rioja di essere una terra provvidenzialmente ricca.
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[LUOGHI DI IMPORTANZA COMUNITARIA]
Principali atrattivi che ofre la orografia della comunità di La Rioja
2 2 1
1 1 1
1
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1 1 5
3
1
Sponde dell’ebro
4
Roccia di Iregua
2
Catena di cantabria
5
Roccia di Arnedillo
3
Catena di alcarama
6
Catena de la Demanda
12 Km
Imagine: La Rioja; Fonte: www.iderioja.larioja.org
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[LUOGHI D‘INTERESSE TURISTICO]
Principali atrattivi che ofre il municipio di Ezcaray
EZCARAY AYABARRENA
ATTIVITÀ AEREE Avendo un’orografia irregolare sono anche presenti attività che spazziano della mongolfiera al parapendío, nelle zone di “Valles del Oja, San Millan, ,Leza”
NEVE La stazione sciistica di Valdezcaray, situata nella catena montuoso della Demanda (area di progetto),è una delle piu atrattive per gli amanti della neve
PATRIMONIO STORICO A parte dei monasteri di Suso (VI-XI) e Yuso (XVIXVII) sono tanti i segni storici sul territorio
NATURA Un territorio privilegiato sove convivono in pochi km di distanza, paesaggi e habitat sorprendenti
CAMINO DI SANTIAGO Primo itinerario culturale europeo patrimonio dell’UNESCO
NATURA Sono tante le strutture che ofrono un servizio di noleggio di attrezzature sportive
MONTAGNE Il rilievo della catena montuosa de La Rioja permette percorrere sentieri in piú di 120 cime, di cui 28 superano i 2000 mt di altitudine
AVVENTURA La Rioja si avvale anche di sport d’avventura per scoprire la provincia in un modo più particolare
ENOTURISMO Costruisce la base della sua ricchezza e un referente della cultura riojana per eccellenza
AGRITURISMO Si tratta di una delle regioni più popolari per agriturismo ed alberghi
Elaborato: Provincia di La Rioja - geoportale sistema informativo: territoriale integrato//www.iderioja.larioja.org/cartografia
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1.1.3_DESCRIZIONE DELLA VALLE DELL‘OJA [BACINI FLUVIALI DELLA PROVINCIA DI LA RIOJA]
Bacino del Najerilla
Bacino dell’Iregua
Bacino dell’Alhama
Bacino del Duero
Bacino dell’Oja
Bacino del Leza
Bacino del Cidacos
Valle dell’Ebro
12 Km
Imagine: La Rioja; Fonte: www.iderioja.larioja.org
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Foto: Ezcaray
L’itinerario di studio percorre la valle del fiume Oja, che nasce nella “Sierra de la Demanda” (zona di progetto) e attraversa i borghi di Ezcaray e questa popolazione. In quest’area si trovano alcuni borghi disabitati e diversi cammini forestali che conducono << a nessuna parte>>. Ayabarrena è uno dei tredici borghi del comune di Ezcaray, quattro di loro spariti, e altri abbandonati. Questi borghi sono: Ayabarrena, Posadas, Altuzarra, Azarrulla, San Anton, Lozalaya, Epurgaña, San Juan, Bonicaparra, Turza, Urdanta, Cilbarrena e Zaldierna. Il sistema d’habitat disperso che caratterizza la zona conclude nella zona di Santurde, luogo dove inizia un altro tipo di alloggio e dedicazione totalmente diversa. Il terzo borgo e zona di intervento è Ayabarrena. In questo, come in tutti gli altri della zona a parte che hanno una tipologia molto simile, sono caratteristici gli alloggi di tre piani. Il piano terra dedicato completamente a stalla, senza tramezzi e suolo di lastre che impedisce che gli animali razzolino con le zampe. Il primo piano dedicato ad alloggio e il terzo destinato a magazzino del grano. Tanti di questi granai sono privi di scale interne e per accedere si utilizza una scala di mano. In certi casi si è realizzato un vuoto che comunica il granaio con la stalla, tramite il quale si lascia cadere il cibo agli animali. Questo fatto risponde anche alla soluzione costruttiva, riferente alla assenza di scale interne, dato che tanti alloggi, situandosi in pendenza, hanno un ingresso alla stalla indipendente all’alloggio.
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Foto: Mulino restaurato (Urdanta)
I materiali sono semplici e nascono direttamente nel suolo locale e il più abbondante è la pietra, estratta direttamente dal torrente, che scorre a pochi metri della popolazione. Con questa pietra si costruiscono i muri portanti e la base dei pilastri centrali mentre nei solai e nel tetto si usa Il legno, nelle divisioni interne invece si utilizza l’adobe che poi s’intonaca di malta di calce. Gli edifici complementari sono molto scarsi, considerato che l’alloggio è pagliaio e cortile. D’altronde il forno domiciliare, tanto tradizionale in altre zone di montagna e sostituito per un forno unico in cui cuoce il pane tutto il borgo. L’altro edificio complementare è il mulino che attinge all’acqua del fiume per macinare gli scarsi grani che si raccolgono nella zona. La tipologia e i materiali sono molto comuni in tutti i borghi; solo si osservano piccole varianti rispetto all’utilizzo del legno soprattutto in Ojacastro, dove la struttura di trama del legno è l’elemento fondamentale; ripieno e chiusura con adobe. Ezcaray è il centro e comune di tutta la provincia. Con un passato industriale molto importante e con allevamento abbondante. Contrasta con un’attività turistica nell’attualità. Qua i materiali variano, dato che in Ezcaray la pietra utilizzata in murature è rossa di Santa Barbara (cava che si situa sopra la città) di consistenza arenaria. La tipologia di queste case a differenza dei borghi, nel piano terra si trova il luogo dedicato a tessere la lana, giacché questa località riunisce tutte le caratteristiche essenziali per quest’attività, siccome l’acqua è abbondante, come lo dimostra la presenza di diversi canali che attraversano la cittadina. Il legno viene utilizzato nell’elaborazione delle tinture, per alimentare grandi caldaie.
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Dovuto a questa dedicazione industriale, Si trovano a Ezcaray alloggi molto diversi rispetto altre zone di provincia. Sono case di tipo multifamiliare con scale centrali e distribuzione di piani stile urbano. A parte delle interessanti edificazioni, Ezcaray possiede una delle caratteristiche peculiari concedette per i suoi classici portici, questi si sostentano sopra appoggi in pietra, rappresentando un luogo di riunione che serve come protezione delle inclemenze del tempo. Altri borghi che riuniscono le stesse caratteristiche di Ezcaray sono Valgañon e Zorraquin, con la differenza che qua non si trovano case multifamiliare, sebbene si trovano, soprattutto in Valgañon, alloggi nobili realizzati con pietra di grezza. Ojacastro ripete le costanti della zona, osservando di caratteristico i grandi tetti che coprono l’alloggio ed edifici complementari, in questi, la grande gronda proteggeva i bestiame e gli operai in caso che ci fosse tormenta durante i lavori di trebbiatura. Fino qua una zona che possiede una certa unità, tanto nella distribuzione come nell’uso dei materiali. Questa unità contrasta soprattutto se si confronta con il successivo gruppo di alloggi analizzati, dato che sia i materiali come l’occupazione dei suoi abitanti è molto diversa. Il prossimo gruppo che si trova scendendo la valle, nella zona interiore del fiume Oja, sono Grañon e Villarta-Quintana. A Grañon si trovano alloggi stretti i quali si allargano nel primo piano tramite una piccola sporgente. La distribuzione in altezza è la tradizionale stalla-alloggio-granaio. I materiali più comuni sono il mattone e l’adobe, dato che a pochi kilometri di distanza in Santo Domingo, sono sempre esistiti tradizionalmente ceramiche. Ci sono ancora due aree di cui ogn’una individualmente possiede alcuni tratti comuni. Iniziando per la parte sinistra, dal fiume Oja fino il limite della provincia di Burgos si vedono tipologie che si differenziano rispetto quelle già dette. Cellorigo, borgo in cui il materiale più utilizzato è la pietra, essendo il legno quasi inesistente dovuto alla mancanza di boschi nei dintorni, si usa incluso la pietra nei pilastri dell’interno delle case. Continuando con il percorso, in tutti i borghi come viene essendo abituale la pietra è l’elemento fondamentale, com’è il caso di Treviana, Herramellurí o Casalareina. Situati nel margine destro del fiume Oja, in borghi come Ollaurí la pietra continua presente e il legno si vede in alcuni casi come trama verticale della facciata, un elemento che si evidenzia nella zona alta di La Rioja è il mattone a modo di protezione delle trame di legno delle facciate. A Rodezno o Bañares, situati già nelle vicinanze dei margini del fiume Ebro si osserva chiaramente la perdita dell’uso delle pietre grezze sostituite per adobe e mattone.
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Cellorigo Galbarruli Foncea
Fonzaleche
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Treviana
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San Millán de Yécora
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Casalareina Ollaurri
Cuzcurrita Zarratón Castañares de Rioja
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San Torcuato Bañares
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Ojacastro
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Ezcaray
Turza Cilbarrena
Zaldierna
Urdanta
San Antón Ayabarrena
Azzarrulla Posadas Altuzarra
Foto: Borghi della Valle dell’Oja; Iker olivera Gómez
Rodezno
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1.2// ANALISI CLIMATICO-AMBIENTALE
La Rioja Rappresenta circa il 1 % della superficie nazionale e si caratterizza per una gran varietà biologica dovuta alla complessità del suo rilievo assieme alla situazione biogeografica, fatto che è legato a tre influenze climatiche: 1. Mediterranea, che arriva dall’Est attraverso la valle dell’Ebro. 2. Continentale, dovuto alla vicinanza all’altopiano attraverso il Sud. 3. Atlantica, favorita dovuto al rilievo montuoso e le piogge dal mare Cantabrico. Altra caratteristica del rilievo di La Rioja è la sua pendenza, possedendo la terza parte del territorio regionale con pendenti superiori al 30%. Il territorio di La Rioja si struttura in tre unità geografiche chiaramente differenziate: 1. La valle del Ebro, a Nord, si estende sulla pianura del Ebro sotto gli 800 metri di altitudine, costituisce uno spazio caratterizzato per la presenza di lievi pendii siccome i tratti bassi dei fiumi nei quali si concentra la maggior parte della popolazione e la sua attività economica della regione. Il paesaggio à caratterizzato dall’attività agricola, mettendo da parte le foreste a quasi esclusivamente alle formazioni di sponda. 2. Le catene iberiche, a sud, formate per una serie di catene montuose alienate OvestEst che separano la depressione del Ebro dall’altopiano castigliano, diminuendo verso Est progressivamente in altitudine: Sierra de la demanda (2.270 m), Urbión (2.228 m), Cebollera (2.146 m), Montreal(1.758 m) y Alcarama (1.531 m). Gli usi dei suoli dominanti sono di allevamento e forestali: cespugli e foreste, che mantengono una popolazione molto scarsa, con gravi problemi di invecchiamento e spopolamento. 3. Il pedemonte, costituito per una serie di catene di mediana altitudine situate nei confini tra la depressione del Ebro e le catene iberiche. Geologicamente si associano a materiali duri (conglomerati e calcaree) che formano rocce di alto valore faunistico. Tra le unità geografiche che si trovano nel territorio di La Rioja, la zona che interessa analizzare è la zona di montagna, per studiare come influiscono gli aspetti geografici nel clima e vegetazione. Occorre analizzare il tipo di foreste, vegetazione, geologia, paesaggio e clima si trova nella zona di progetto per capire in un modo più dettagliato fattori che hanno influito nelle tipologie e nella distribuzione degli alloggi già presenti, siccome nella scelta dei materiali e della distribuzione esterna e interna del borgo progettato.
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Foto: Carlos Medino Tejada
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[ALTIMETRIA]
800-900 m
900-1000 m
1000-1100 m
1100-1200 m
1200-1300 m
1300-1400 m
1400-1500 m
1500-1600 m
1600-1700 m
1700-1800 m
1800-1900 m
1900-2000 m
12 Km
Sopra gli 800 m, il rilievo diventa ogni volta piÚ scosceso, le pendenze si accentuano e danno luogo a uno spazio montuoso della cui linea di cime si situa sopra i 2000 metri. Un altro fattore importante è la diversa esposizione delle scarpate (soleggiata-ombreggiata, levante-ponente), che permette la esistenza nello steso valle di due tipi diversi di foreste.
Imagine: La Rioja; Fonte: www.iderioja.larioja.org
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[GEOLOGIA]
Scisti e arenarie
Conglomerati scisti e arenarie
Ghiaia, limo e argille
Arenarie; sabbie e limo
Argille rosse, arenarie e limo
Argille e limonite
12 Km
12 Km
Da un punto di vista geologico, la “Sierra de la Demanda” dispone di materiali depositati lungo il Paleozoico e del secondario1. I primi sono generalmente duri e resistenti, occupando la maggior parte de La Sierra, essendo le quarzite le più abbondanti nelle valle dell’Oja.
1- Colchen, M. (1974): Geologie de la Sierra de la Demanda, Burgos-Logroño (Espagne). Mem. del Inst. Geol y Min de España, 85, 436 pp. Madrid. Imagine: La Rioja; Fonte: www.iderioja.larioja.org
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[FORESTE]
Pinus uncinata
Miscuglio e altre conifere
Quercus pyrenaica
Bosco misto di latifoglia
Pinus silvestris
Arbusti e piante basse
Miscuglio e altre latifoglia
Misto di latifoglia e conifere
Quercus ilex
Quercus faginea
Fagus sylvatica
Bosco di pioppi
12 Km
Il tipo di vegetazione che abbonda nel borgo di Ayabarrena sono arbusti e piante basse in collina, mentre nelle vicinanze del fiume si trova il bosco misto di latifoglia la cui caratteristica principale è che perdono le foglie durante lâ&#x20AC;&#x2122;autunno a differenza del bosco mediterraneo, che non cambia di aspetto, questo si presenta di modo diverso in ogni stagione dellâ&#x20AC;&#x2122;anno.
Imagine: La Rioja; Fonte: www.iderioja.larioja.org
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[ISOTERME]
Temperatura media/Anno
5ºC
6ºC
7ºC
8ºC
10ºC
11ºC
12ºC
13ºC
9ºC
12 Km
Come succede con le precipitazioni, le temperature di La Rioja, presentano gran diversità e notevoli punzoni. Dalle temperature moderate dei 12-13º di media annuale della pianura, fino il freddo che indicano i 5º in certe parti della Sierra della Demanda, si succedono una vasta gamma di valori termici che sono il risultato delle variazioni di altitudine, e le diverse influenze climatiche oceaniche.
Imagine: La Rioja; Fonte: www.iderioja.larioja.org
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[ISOIETE]
Precipitazioni annuali
1100 mm
1000 mm
900 mm
800 mm
600 mm
500 mm
400 mm
300 mm
In piena catena montuosa, l’effetto orografico, sia la nuvolosità di ristagno come la instabilità convettiva che provoca il rilievo, creano una cintura umida, con precipitazioni estense e abbondanti, come nel caso delle superficie esposte della Demanda raggiungono i 1200 mm; come lo dimostrano i 1203 mm dell’osservatorio di Posadas.
Imagine: La Rioja; Fonte: www.iderioja.larioja.org
700 mm
12 Km
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[PROBABILITÀ NEVICATE]
Rischio alto: Frequenza da 10 a 45 giorni neve/anno Rischio medio: Frequenza da 7 a 36 giorni neve/anno Rischio alto: Frequenza da 3 a 12 giorni neve/anno
12 Km
Aspetto importante della zona montuosa è che in determinate zone possono raggiungersi 0º ad estate. La massima frequenza si produce fra inizio Ottobre e inizio Maggio.
Imagine: La Rioja; Fonte: www.iderioja.larioja.org
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1.3// ANALISI ARCHITETTONICO TRADIZIONALE 1.3.1_CONCEZIONE E CARATTERISTICHE [CONCETTO] Nonostante la considerazione posa sembrare semplicistica, nella pratica, parlare di casa di paese, senza ulteriori chiarificazioni, esplicita sufficientemente a che tipo di architettura si riferisca, che normalmente, no verrà confusa con una casa di paese costruita più o meno recentemente e logicamente al di fuori di quelle ordinate che ingloba le vera essenza dell’architettura tradizionale, sostanzialmente diversa dalla nostra attuale architettura professionale. Dato il tipo di architettura di cui si discute nel seguente lavoro, sembra opportuno fare delle previe chiarificazioni, per stabilire il limite che diverse teorie hanno voluto porre tra architettura e costruzione. “L’architettura abbraccia la considerazione di tutto l’ambiente che circonda la vita umana, formando parte della civilizzazione non possiamo sottrarci ad essa, perchè l’architettura è l’insieme delle modifiche ed alterazioni introdotte nella superficie terrestre con l’obiettivo di soddisfare le necessità umane”. William Morris
Se si parte dalla base che l’intenzionalità -soddisfare le necessità umane- è prioritaria, si può ammettere che non c’è alcuna distinzione ed il risultato potrà essere migliore o peggiore, ma si tratterà sempre di architettura. Ammettere il contrario e considerare semplici costruzioni molti degli edifici complementari di architettura popolare come le capanne, significherebbe eludere una delle sfaccettature più importante in quanto a soddisfazione di necessità. Dopo tutto, e come si è lasciato intendere, ci sono costruzioni che per il livello mediocre della loro qualità formale o funzionale, o per la loro semplicità, raramente si considerano architettoniche, quando in realtà godono di tutte le proprietà per esserlo, nonostante nel primo caso si tratti di una cattiva architettura, e nel secondo del suo stadio più elementare, ma comunque architettura nel complesso.
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Foto: Architettura tradizionale (Ojacastro)
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[CARATTERISTICHE] Analizzando in concreto le caratteristiche generiche che fanno dell’architettura tradizionale un caso singolare, è opportuno citare in primo luogo la personalizzazione dell’usuario e la sua ubicazione. La capacità di risposta che il caso architettonico tradizionale possiede, lo è in base alla risoluzione dei problemi e agenti molto specifici, tanto di ordine intrinseco dell’usuario (tipo di vita ed abitudini) quanto di tipo esogeno e in generale dipendenti dall’elemento fisico (geografia, materiali locali e clima) che lo circonda. Questa personalizzazione differisce in alcuni casi con ciò che accade con l’architettura attuale per il mero fatto che, in questo caso, l’usuario forma parte del progetto in se, siccome è parte fondamentale nella presa di decisioni ed è un agente ulteriore che, come tale, interviene in un modo o in un altro nel processo di elaborazione. Anticamente quando un allevatore, artigiano, ecc. voleva edificare la propria dimora era impensabile che sollecitasse il lavoro di un professionista perchè questo stabilisse l’organizzazione della casa. Tra le infinite ragioni è opportuno sottolineare il fatto che nessuno meglio dello stesso abitante è capace di plasmare le proprie necessità e adottare variazioni strettamente necessarie, in questo modo si parla di co-autore della propria casa. D’altra parte è necessario sottolineare la grande capacità di risposta dell’architettura tradizionale a problemi concreti. Con ciò si riferisce a pagliai, forni a legna, stalle/cortili, capanne, etc., in cui questa capacità dimostra essere ampia, per ciascuna di quelle creazioni, è capace di produrre il modello preciso con quelle caratteristiche specifiche.
Foto: Joseva Koldovica
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Così si può rilevare che la detta risoluzione di problemi, si traduce in assenza di preoccupazioni che non siano solo quelle puramente funzionali, costituendo così un’altra delle caratteristiche ad essa più addebitate. Reiteratamente, quest’architettura è stata chiamata, architettura senza stile. L’impostazione è data in base alla sua stretta funzionalità, e se qualcuno dei dettagli può essere considerato puramente decorativo, esso è quasi sempre derivato dalla costruzione con una motivazione razionale che lo rinforza. Come esempio si può citare l’insieme di chiodi delle porte di acceso che a semplice vista, al margine del loro senso puramente pratico possono sembrare un elemento puramente estetico. Sembra essere che a partire da opinioni raccolte a rispetto la cui relazione diretta o indiretta con l’architettura popolare è affidabile, coincidono nell’affermare che quest’insieme di chiodi aveva la funzione di rafforzare le porte e rendere più difficile che le asce dei banditi potessero romperle. Non è possibile negare in ogni caso che non ci siano elementi la cui funzione sia unicamente estetica come per esempio gli elementi derivati da determinati lavori di forgiatura, pertanto si potrebbe considerare questi casi che effettivamente esistono come l’eccezione che conferma la regola. In ogni caso conviene anticipare che detta funzionalità non significa in alcun modo mancanza di sensibilità, giacché essa entrerebbe in gioco nel processo stesso di esecuzione, considerata come mezzo e non come prodotto finale.
Foto: Joseva Koldovica
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Si tratta di fare un’analisi complessiva, visto che a causa della ridotta disponibilità di strumenti e utensili per la sua costruzione si arrivi a soluzioni simili e pertanto si crei un’armonia all’interno del paesaggio, conseguendo così che formino parte della naturalezza senza essere semplicemente in essa introdotte. Si tratta, complessivamente, di un’architettura basata in elementi esistenti e scarsità di risorse, un’architettura per un clima, una luce e un paesaggio determinato. Un’altra caratteristica da tenere in considerazione è il fattore economico. L’architettura tradizionale si centra nella destinazione esatta, e precisa degli spazi, in base alla sua funzionalità degli stessi. In questo modo si traduce in generale in un risparmio di materiali e di lavoro personale che l’autore di questo tipo di architettura valorizza nel modo giusto, inoltre la riduzione delle risorse per portare avanti l’opera, così come il poco interesse che si mostra rispetto alla parte decorativa, sono fattori di grande ripercussione nella valutazione dei costi finali. Una volta analizzate le caratteristiche più rappresentative, la intenzione principale è che non esista alcun dubbio circa una sfaccettatura così importante dell’architettura tradizionale quale è la qualità della sua immagine formale, le cui peculiarità è considerata <<collettivo- varietà-spontaneità>>. Infine si può concludere affermando che l’architetto attua in un modo spontaneo nella ricerca di soluzioni sempre con un carattere semplicistico e prudente evitando l’armonia per contrasti e concentrandosi basicamente nell’armonia per affinità.
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Lo stile dellâ&#x20AC;&#x2122;architettura tradizionale viene elaborato molto lentamente, quando raggiunge la forma idonea per il suo ambiente circostante, si cristallizza in un prototipo che si ripete sempre, modificandosi a seconda di ciascuna situazione e ciascun fattore ecologico. Si tratta di insiemi volumetrici che, considerati globalmente costituiscono precise lezioni di buon fare architettonico il cui segreto si radica nella coerenza di ciascuno dei metodi, materiali e criteri di utilizzo.
Arch. J. Bassegoda
Foto: Turza
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1.3.2_MATERIALI E TECNICHE COSTRUTTIVE [MATERIALI] Come si è già detto, la casa è un prodotto della terra e i suoi materiali provengono direttamente dalla natura. La povertà genera semplicità e porta a utilizzare magnificamente materiali autoctoni in armonia con l’ambiente. D’altra parte questo si comprova analizzando quelle costruzioni che non utilizzano materiali propri della regione. Prendendo qualsiasi cittadina si trovano manufatti che si distaccano dall’insieme determinando una nota estranea nella sinfonia architettonica, per quanto riguarda i materiali, facendo una riflessione: quelli che avevano possibilità economiche facevano trasportare i materiali per la costruzione anche da molto lontano. Quest’utilizzazione di <<materiale esotico>> è un effetto del concetto di “status symbol” che occorre anche di questi tempi. Si presenta una sintesi dei materiali tratta da uno studio riguardo le diverse tipologie di questi che sono alla base di tutte le possibilità costruttive. Questi materiali sono << il legno, la terra e la pietra>>, formando la trilogia comune in tutte le costruzioni di La Rioja e indiscutibilmente di tanti altri esempi di architettura tradizionale. Legno Rispetto al legno bisogna fare due classificazioni: legno come elemento portante, o come materiale per perimetrale. Il legno utilizzato come elemento portante deve avere una caratteristica fondamentale, ovvero, essere forte e durevole, come per esempio la quercia. essendo utilizzata per realizzare travi, travetti e manufatti. L’uso della quercia si è diffuso in tutta la regione però non è l’unico applicato alla costruzione. In tante altre zone, è il pioppo l’albero utilizzato orizzontalmente per travicelli o listelli montanti di appoggio. Invece, è poco utilizzato come elemento verticale. Un altro legno che abbonda nella regione è l’elce, che in determinate zone sostituisce la quercia. Per quanto riguarda la preparazione del legno per costruzioni, ci sono diverse teorie utili da conoscere dal punto di vista etnografico. Per tagliare gli alberi che si devono successivamente utilizzare, si sceglie il mese di gennaio e durante la luna calante perchè è in questo periodo che il legno mantiene la sua compattezza. Al contrario durante la luna crescente il legno si apre e perde la sua consistenza.
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Foto: Pilastri e arcarecci (Ayabarrena)
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Per l’utilizzo della quercia questa deve essere tagliata un anno prima di essere messa in cantiere. Durante questo periodo, si conserva in un pozzo pieno d’acqua e in seguito si tiene al buio. In questo processo l’acqua fa pressione sul legno in modo da estrarre la linfa del tronco per evitare che questo marcisca, perdendo durezza e consistenza ma guadagnando in longevità. Il legno, come si è già detto serve come recinzione. Nella provincia di Logroño un elemento caratteristico è la grata, cioè un intreccio tra tavole di quercia in verticale e rami di cenere come elemento di unione. Questa grata serve per tamponare edifici complementari, come legnaie, fienili, stalle e così via, utilizzando solo elementi vegetali. Per edificare le case si utilizza lo stesso metodo aggiungendo però terra argillosa o calcina per favorire la compattezza e la solidità. In generale, si tratta di una tecnica costruttiva molto antica e localizzata soprattutto nelle zone montuose, dove c’è disponibilità di legno. L’utilizzo del legno diminuisce con l’avvicinarsi alle sponde del fiume Ebro, non avendo alberi di maggiore circonferenza le case sono costruite con travi di minore spessore con conseguente variazione dei volumi interni rispetto alle case di montagna, ad esempio disponendo di lunghi alberi, si possono ottenere ampi corridoi. Nella zona dell’Ebro, normalmente, la casa è di una sola campata, utilizzando il legno esclusivamente per i solai. Come elemento verticale non si utilizza perchè è sostituito dalla muratura di pietrame e di pietre grezze che sostengono così il peso della casa.
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Foto: Sergio Gonzalez Sierra
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Terra Elemento argilloso e modellabile, serve per la fabbricazione di adobe, <<il pisè>> (terra battuta), mattoni, tegole, ecc. Questo materiale ha un’ampia varietà di applicazione, essendo di uso universale. Dato il suo basso costo è stato impiegato dalla maggior parte delle culture, un chiaro esempio sono la case tradizionali marocchine, il “pisè” bretone, il “tapial” ispanico, o le costruzioni ispano-americane. Esaminando la fabbricazione e l’uso dei diversi elementi costruttivi che hanno come base principale la terra, Il più semplice è l’adobe. Si tratta di un pezzo avente facce rettangolari, le cui proporzioni variano a seconda della zona, e che una volta preparato si lascia seccare al sole. Normalmente le pareti di adobe sono rivestite e intonacate con gesso o malta di calce sull’esterno, dotandole di una maggiore consistenza. Siccome si tratta di un materiale esposto direttamente all’acqua e al vento, ha una breve durabilità, poiché come terra semplicemente asciugata al sole e non cotta in forni, quale può essere il mattone, la sua resistenza è minima. Il secondo elemento costruttivo è il pisè. Questa tecnica si trova in tutta la valle dell’Ebro e sulle sponde dei fiumi, nelle zone montane si osserva solo in pochi casi. Il pisè si fabbrica con altri materiali a parte la terra, come malte o calcine in cui si mischia gesso, fango, calce, pietre e così via. Il terzo elemento è il gruppo della terra cotta. A parte il laterizio esiste un elemento il cui utilizzo si estende a tutta la regione, perfino in zone di montagna: la tegola araba, che è recuperata addirittura quando l’edificio deve essere distrutto. L’utilizzo della terra ha origini molto antiche, dato che i materiali non hanno praticamente bisogno di trasformazioni. A parte il suo arcaismo, presenta altre caratteristiche che lo rendono molto adatto a essere utilizzato nella costruzione tradizionale, come per esempio, il suo basso valore economico, la resistenza dei suoi elementi una volta protetto da uno strato di malta di gesso, la sua incombustibilità, oltre al fatto di essere un perfetto isolante sia in caso di freddo che di caldo estremo.
Foto: Pisè; Muro a graticcio; Fonte: E. Pastor/R. Monosi. (1977) Arquitectura popular de La Rioja
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Pietra La prima classificazione che si può fare di questo materiale è la pietra trattata o no. La muratura di pietra si osserva in tutta la provincia, con diverse varianti riguardanti la classificazione e il trattamento. Tra le diverse varianti si distingue la muratura di pietra concentrata e alternata con conci ma sempre riempiendo i giunti con malta di calce. L’utilizzo delle murature di pietra a secco in edificazioni è poco comune nella zona, ma invece molto usata in murature di contenimento. In certi casi l’uso della pietra si trova nelle coperture dei tetti come per le lastre che collocate sopra uno strato di paglia possono fare da copertura. Perciò quando si parla di materiali autoctoni che sono stati usati durante i secoli con poche variazioni, si parla di architettura tradizionale. Rilevando le tante possibilità di combinazione che si hanno da elementi basici come il legno, la terra e la pietra che utilizzati insieme in modo armonico danno come risultato belli e funzionali alloggi tradizionali.
Foto: Ezcaray
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[TECNICHE COSTRUTTIVE] Si considerano tecniche costruttive tradizionali procedure che, ovviamente, utilizzano i materiali discussi in precedenza nel settore della costruzione. Si parte dalla base pratica che tutta costruzione si mantiene sulla pietra, questo spiega il fatto di mancanza di fondamenta in una gran parte della zona montuosa; in questa i muri nascono direttamente dalla roccia del suolo. Muratura di pietrame Muratura di pietre senza lavorazione tramite un attrezzo irregolare. Questa tecnica s’impiega nelle quattro facciate della casa e lungo tutta l’altezza a eccezione di possibili combinazioni con altri materiali e tecniche. Si tratta della tecnica più diffusa, dato che si osserva in tutta la provincia dove è usata unicamente la pietra oppure combinata. Si dispongono pietre per il lato adeguato mettendo tra i giunti malta di terra <<argilla>>(in altre zone si usa calcina, calce, idraulica o altri impasti). Se rimangono vuoti tra le pietre si mettono pietre di minori dimensioni. Par dare più solidità alla parete si inseriscono pietre che attraversano tutto lo spessore del muro dato che questo è formato da due facce, quella interna ed esterna. Come dato curioso a proposito del rendimento si dice << un bravo ufficiale sollevava, con aiuto del bracciante, ogni giorno circa sei metri quadri di parete, per continuare il giorno dopo, la parte già costruita doveva essere secca.>> Muratura di pietre grezze Tecnica costruttiva che utilizza la pietra lavorata e preparata regolarmente per la costruzione di edifici. In questa regione si osservano due modi ben marcati, dipendendo della classe di pietre utilizzate. La muratura di arenaria che copre tutto l’alto della valle dell’Ebro e il tipo di pietre grezze che si trova nella zona di Ezcaray. Nel resto della provincia questo tipo di pietra si è utilizzato in edificazioni come chiese, palazzi, erme, ecc.
Foto: Muratura di pietre grezze (Ojacastro)
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Pietre e adobe Partendo dalla pietra come elemento portante, sia di pietre grezze o muratura di pietra convenzionale, si osservano diverse soluzioni nelle chiusure dei piani superiori. Non si può stabilire con precisione l’altezza dei muri di pietra dato che dipendendo dal municipio, si trovano casi in cui il secondo piano è in adobe e in altri casi nella seconda e terza. Queste pareti di adobe non si possono terminare in una sola giornata dato che nel seccare del gesso che unisce gli adobe, la parete varia la grandezza, per cui si deve completare in un’altra giornata una volta asciutto. Succede lo stesso nell’applicazione della malta di gesso che si deve fare in due faccia per volta, altrimenti possono verificarsi fenomeni di curvatura dovute all’umidità. Sono piccoli appunti che in genere hanno contribuito alla durabilità delle edificazioni dell’architettura tradizionale. Pietra e muri a graticcio Partendo dai muri portanti di pietra, si possono stabilire muri superiori, con funzione di chiusure e di carico formati per impalcature di legno. Queste impalcature di legno, generalmente di quercia, sono composte di legno disposto in verticale, inclinato in modo che appoggia sull’altro. Questo tipo di sistema è molto usato in diverse zone della provincia; tra queste è degno di nota il paese di Ezcaray, qui si osserva l’uso dell’impalcatura con adobe per la chiusura dei muri, oppure la combinazione d’impalcatura di legno con muratura di pietra sia secca che con malta. Si vede come questa tecnica costruttiva si moltiplica in diverse varietà, adeguandosi ai materiali più comuni nella zona e ai bisogni di ogni epoca, dando un carattere proprio all’architettura tradizionale. Il laterizio Questo tipo di costruzione si trova nelle zone, dove inizia a sparire il muro a graticcio, combinando al posto del legno, il laterizio con l’adobe. Trovandosi murature di pietra nel primo piano e mattone e adobe nel secondo e terzo. In alcuni casi si vedono murature di pietre e laterizio simultaneamente, essendo il laterizio materiale portante e la pietra l’elemento di tamponamento tra pilastri.
Foto: Muro a graticio(Urdanta)
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Pisè o terra battuta La tecnica costruttiva del pisè si basa sulla realizzazione di mura con argilla umida (per evitare fessurazioni in fase di essiccazione) compattata con appositi strumenti, dentro casseforme lignee di limitata altezza e smontabili, per consentirne lo spostamento. Talvolta la massa di argilla può essere alleggerita con l’aggiunta di paglia tritata ed erba secca. Si tratta di un sistema immune al vento, la pioggia e il fuoco. Grate L’ultima tecnica costruttiva è intimamente legata a quella del muro a graticcio giacché quest’ultima ne è alla base. Normalmente si tratta di un muro di carica di pietra e sopra un muro a graticcio. Questo muro a graticcio si divide in due o tre vani mediante legname posto orizzontalmente a cui si uniscono altri legnami verticali. Tramite questi s’intrecciano delle pertiche di nocciolo, realizzando un perfetto assemblaggio che in seguito s’intonaca con calcina o gesso. Per edificare una casa, il proprietario normalmente contattava il maestro che la dirigesse, e tutta la famiglia dava una mano nella costruzione di questa. Il proprietario sapeva solo che doveva fare una casa, il terreno e il denaro di cui disponeva. La distribuzione della casa la realizzavano il proprietario e il maestro dipendendo dalla possibilità dei materiali. In tanti casi il muratore svolgeva funzioni di falegname, realizzando porte e finestre. Tante volte da un punto di vista tecnico esiste un’ignoranza delle teorie e tecniche specializzate che implica soluzioni più complicate da parte dei costruttori, ma allo stesso tempo valide, quindi si può affermare che la casa tradizionale la costruisce il popolo dalle regole e modelli tradizionali, senza aspirazioni estetiche, orientata a soddisfare i bisogni basilari del proprietario. D’altra parte, il costruttore risiede e abita nel suo ambiente quindi, le soluzioni che programma sono quelle che vede intorno a sé, dato che in questo tipo di opere le influenze esterne sono minime. La casa vicina è il modello per il costruttore tradizionale.
Foto: Pisè; grate; Fonte: E. Pastor/R. Monosi. (1977) Arquitectura popular de La Rioja
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1.3.3_ASPETTI DISTRIBUTIVI-FUNZIONALI Dopo aver visto i diversi materiali di cui è composto l’alloggio, si deve analizzare la disposizione interna. Com’è logico i materiali influiscono nella distribuzione interna, visto che, in zone di montagna l’utilizzo del legno permette un’illuminazione maggiore. L’alloggio mantiene tre funzioni fondamentali: la casa come stanza di persone e animali, la casa come granaio, e la casa come spazio sociale. A queste tre, in certi casi si potrebbe aggiungere la casa come spazio di lavoro, poiché in certi posti come Ezcaray, una parte della casa é destinata a laboratorio. A queste funzioni basilari si deve adeguare la distribuzione interna dell’alloggio. Alcune persone raccontano che non esisteva una tipologia concreta, dipende tutto dal mestiere che svolgono i proprietari. Si distinguono alloggi dentro la classica distribuzione com’è il caso della casa del professore, del prete o in zone agricole, la casa del pastore. Così si può dire che la forma è rigorosamente il risultato della funzione e viene esclusivamente a soddisfare i bisogni pratici, una realtà empirica che si è formata grazie all’intelligenza intuitiva del costruttore. Se si parte dalla funzione esclusivamente agricola e di allevamento, la casa è composta di tre grandi gruppi. In primo luogo le stalle, poi un granaio e infine la cucina-stanza. In genere tutte le stalle sono situate al piano terra. In questo piano si trova la porta d’ingresso che da accesso alle stalle. Dipendendo dalla superficie della casa la stalla era destinata a un tipo di bestiame, potendo ospitare anche l’allevamento bovino in superfici superiori ai 120 m². Il granaio o magazzino di tanti prodotti ha anche una localizzazione spaziale costante. Questo si situa nella parte alta dell’alloggio, essendo l’ultimo piano la parte meno umida della casa e inoltre quella con meno rischio di accessibilità per i roditori. Peraltro il piano intermedio, in alloggi di tre piani, è destinato a camere e cucina, che corrisponde al piano più protetto dal maltempo. Generalmente, la cucina è il centro della vita rurale, dove si prepara e si consuma il cibo, luogo di lavoro domestico, luogo caldo e accogliente.
Foto: Ayabarrena
54
#2. CASO STUDIO DEL BORGO DI AYABARENA 2.1// TIPOLOGIE E SISTEMI COSTRUTTIVI 2.2// RILIEVO DELLO STATO DI FATTO
2.2.1_PLANIMETRIA
2.2.2_SEZIONI
2.2.3_PIANTE E PROSPETTI
56
Qual è la situazione attuale dell’architettura tradizionale? Si è sempre parlato di campagna e città come due ambienti diversi rispetto al contesto. Perfetto, se una volta c’era questa netta distinzione tra campagna e città, tra ambiente rurale e ambiente urbano, oggigiorno si sono incorporati elementi rurali nella città e al contrario, elementi urbani nei paesini. Per ciò che riguarda l’ambiente rurale, in linee generali a un progressivo deterioramento e trasformazione delle metodologie costruttive tradizionali: da una parte la trasformazione o sostituzione con altre con un taglio più moderno riprodotte come quelle che normalmente si potrebbero trovare in un ambiente periferico e dall’altra quelle che son state abbandonate o che non vengono riparate e così il tempo le sta distruggendo. Questo fatto è palese soprattutto nelle zone dove la crescita urbana rende difficile effettuare una distinzione tra due ambienti che una volta erano così netti come la campagna e la città. Nei posti dove il nucleo della popolazione rurale non si è fatto assorbire o influenzare dalla città, le nuove abitudini di vita son state la causa e il fattore decisivo per cui l’architettura tradizionale si è trasformata. Definire appropriatamente qual è lo stato conservativo di una determinata architettura popolare è realmente relativo. Possono esistere cento edifici ben conservati fisicamente, ma tuttavia, il numero in relazione alla quantità di edifici preesistenti può essere ridotto e la diversità con l’ambiente primitivo è così grande che non si può parlare di una buona conservazione dell’architettura popolare. Il borgo di Ayabarrena è situato a 1025 mt di altitudine nella parte soleggiata della valle, il torrente che la percorre si trova a Sud di questa, con una deviazione che permetteva negli anni cinquanta il funzionamento del mulino, che macinava il grano degli abitanti e posteriormente si traslocava al forno, dove si faceva il pane senza la necessità di scendere alla città, essendo questi due edifici di uso comunitario. Nella attualità sono parte delle rovine che bagnano l’intero borgo con tante altre case che sono cadute in disuso. Lo stato attuale del borgo è formato per sette case in piede delle quali, una è un alloggio costruito come rifugio e un altro di piccole dimensioni che è stato utilizzato come magazzino; cinque sono quindi gli alloggi abitabili, usandosi come prima residenza soltanto due di loro, avendo il borgo tre abitanti durante tutto l’anno.
31% ALLOGGI IN PIEDE
83% ABITABILI
17% NON ABITABILI
+ + RECUPERABILI
NON RECUPERABILI
+ 69% ALLOGGI CROLLATI
38% RECUPERABILI
62% ALLOGGI CROLLATI
57
Foto: Ayabarrena, 2012; Francisco G贸mez Montero
58
2.1// TIPOLOGIE E SISTEMI COSTRUTTIVI [COPERTURE] C.1 Tetto a doppio spiovente, struttura lignea alla lombarda poggiante sui muri trasversali, manto di copertura in tegola araba, impianto smaltimento acque in pvc, torrino in mattoni e malta. • Struttura: Discontinua a due falde • Componenti: Struttura in legno • Orditura primaria: Dormiente/radice Colmo Puntone/pilastro Arcarecci • Orditura secondaria: Travicelli montanti • Impalcato: Tavolato/listelli • Manto di copertura: Tegola araba • Sottogronda: legno/tegola araba • Gronda/pluviale: pvc, non esistente • Torrino: Mattoni e malta
[MURATURE] M.1 Muratura tradizionale in pietra con legante in malta di calce e sabbia • • • • •
Materiale: Pietra locale (arenaria) Lavorazione: A spacco Uso: Strutturale Tessitura: Disomogenea (Blocchi di medie dimensioni) Impiego: Con legante di malta di calce e sabbia
M.2 Muratura in pietra con intonaco in malta di calce • • • • •
Materiale: Pietra locale (arenaria) Lavorazione: A spacco Uso: Strutturale Tessitura: Disomogenea (Blocchi di medie dimensioni) Impiego: Intonacata con malta di calce
M.3 Muratura in calcestruzzo con rivestimento in pietra con legante in malta di calce e sabbia • • • • •
Materiale: Pietra non locale Lavorazione: A spacco Uso: Rivestimento Tessitura: Omogenea (Blocchi di dimensioni ridotte) Impiego: Con legante di malta di calce e sabbia
59
Foto: Ayabarrena
60
[SOLAI E PASSAGGI COMUNI] S.1 Solaio in legno e malta a vista, composto per trave e travetti tra i cui viene inserito uno strato di gesso. • • •
Struttura: In legno Componenti: Travi in legno a vista Lavorazione e finitura: squadrati ad ascia e piallati
[AMBITI DI PROBLEMATICITA] AP.1 Agiunta e/o integrazioni di elementi non storici L’utilizzo di materiali non conformi alla tradizione costruttiva storica locale influiscono negativamente sull’edificio storico e ne cancella la memoria della preesistenza, sia per le forme utilizzate che per i materiali e le colorazioni. AP.2 Integrazione muratura storica con tamponamento in mattoni o intonacata Oltre a scomporre il blocco edilizio con tagli di superficie e volumi estranei alla sobrietà della tradizione costruttiva locale, annula gli effetti di colore e di tessitura dalla trama muraria, depurando l’edificio di gran parte del suo interesse in quando l’elementarietà di volumi non viene più compensata dall’espressione del materiale con cui sono realizzati. AP.3 Rappezzi discontinui di malta cementizia Vengono aggiunti su tipologie edilizie, annullando gli effetti di colore e di tessitura della trama muraria storica. AP.4 Manomissione e/o sostituzione totale o parziale di manto di copertura I cambi di pendenza, le porzioni coperte con materiali diversi dalle tipologie, quali cementegole, marsigliesi e lamiere, determinano una radicale rottura dell’equilibrio preesistente, che si evidenzia particolarmente nel confronto inevitabile con gli edifici circostanti. Canne fumarie e comignoli di forme e materiali inappropriati invadono le superficie di copertura e le falde dei tetti turbando l’equilibrio generale della composizione. AP.5 Incoerenza degli impanti Montanti e impianti tecnologici, di smaltimento delle acque, ecc. Spesso non si adeguano all’edificio e lo deturpano. AP.6 Aggiunta di pertinenze tettoie e baracche a Realizzate in blocchi, cemento, lamiera e con materiali di recupero, influisce negativamente sulla percezione dell’edificio. Cosi come nuove tettoie lignee o in materiali estranei alla tradizione storica locale invade i fronti degli edifici storici turbando l’equilibrio storico compositivo. AP.7 Interventi incoerenti sull’intorno del manufatto Il rifacimento viene eseguito, nella maggior parte dei casi, con materiali differenti da quelli tradizionali dando vita ad una incontrollabile proliferazione di esempi ad elevato grado di dequalificazione estetico-ambientale.
61
Foto: Ayabarrena
62
2.2//RILIEVO DELLO STATO DI FATTO 2.2.1_PLANIMETRIA
63
10 m
64
2.2.2_SEZIONI
65
10 m
66
2.2.3_PIANTE E PROSPETTI (Alloggio 1) Pianta piano terra Scala 1:100 +1,50 m (1011,50 m s.l.m)
1,00 m
67
Pianta piano primo Scala 1:100
+4,15 m (1014,15 m s.l.m)
1,00 m
68
Pianta piano sottotetto Scala 1:100 +7,00 m (1017,00 m s.l.m)
1,00 m
69
Pianta piano copertura Scala 1:100
+8,50 m (1018,50 m s.l.m)
1,00 m
70
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
71
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
72
(Alloggio 2)
Pianta piano terra Scala 1:100
+1,50 m (1009,35 m s.l.m)
1,00 m
73
Pianta piano primo Scala 1:100
+4,20 m (1012,05 m s.l.m)
1,00 m
74
Pianta piano sottotetto Scala 1:100
+6,90 m (1014,75 m s.l.m)
1,00 m
75
Pianta piano copertura Scala 1:100
+8,50 m (1016,15 m s.l.m)
1,00 m
76
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
77
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
78
(Alloggio 3)
Pianta piano terra Scala 1:100
+1,00 m (1012,00 m s.l.m)
1,00 m
79
Pianta piano primo Scala 1:100 +3,70 m (1014,70 m s.l.m)
1,00 m
80
Pianta piano sottotetto Scala 1:100
+6,30 m (1017,30 m s.l.m)
1,00 m
81
Pianta piano copertura Scala 1:100
+8,00 m (1019,00 m s.l.m)
1,00 m
82
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
83
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
84
(Alloggio 4)
Pianta piano terra Scala 1:100
+1,50 m (1017,75 m s.l.m)
1,00 m
85
Pianta piano primo Scala 1:100
+3,65 m (1019,90 m s.l.m)
1,00 m
86
Pianta piano sottotetto Scala 1:100
+5,55 m (1021,80 m s.l.m)
1,00 m
87
Pianta piano copertura Scala 1:100 +7,50 m (1023,80 m s.l.m)
1,00 m
88
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
89
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
90
(Alloggio 5)
Pianta piano terra Scala 1:100
+1,50 m (1011,30 m s.l.m)
1,00 m
91
Pianta piano copertura Scala 1:100
+3,50 m (1013,30 m s.l.m)
1,00 m
92
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
93
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
94
(Alloggio 6) Pianta piano terra Scala 1:100
+1,50 m (1010,50 m s.l.m)
1,00 m
Pianta piano copertura Scala 1:100
+3,50 m (1012,50 m s.l.m)
1,00 m
95
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
96
(Alloggio 7)
Pianta piano terra Scala 1:100
+1,50 m (1010,65 m s.l.m)
1,00 m
97
Pianta piano primo Scala 1:100
+3,85 m (1013,00 m s.l.m)
1,00 m
98
Pianta piano sottotetto Scala 1:100
+6,15 m (1015,30 m s.l.m)
1,00 m
99
Pianta piano copertura Scala 1:100
+8,50 m (1016,80 m s.l.m)
1,00 m
100
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
101
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
102
#3. ANALISI PRELIMINARE 3.1// ANALISI SWOT 3.2// ANALISI PRELIMINARE DEL SITO
3.2.1_DIAGRAMMI DEL SOLEGGIAMENTO E VENTOSITÀ
3.2.2_MATRICE MICROCLIMATICA
3.3// METAPROGETTO
3.3.1_DISTRIBUZIONE FUNZIONALE
3.3.2_TRASFORMAZIONE DELLE UNITÀ ABITATIVE
3.3.3_SOLUZIONI PROGETTUALI-RIFERIMENTI
104
3.1// ANALISI SWOT L’analisi SWOT (Strengths/Weaknesses/Opportunities/Threats) definisce la situazione interna al territorio in termini di punti di forza e di debolezza e i fattori esterni come opportunità o minacce; i punti di forza sono i pilastri sui quali costruire un solido vantaggio competitivo, mentre i punti di debolezza posso ostacolarlo; le opportunità rappresentano occasioni da sfruttare e le minacce sono pericoli che richiedono spesso prese di posizione rapide per scongiurarle. Per effettuare un analisi di questo tipo è necessario conoscere a fondo il territorio in questione, valutare quali sono le caratteristiche che rappresentano punti di forza e debolezza e riflettere sugli aspetti esterni al territorio che possono rappresentare opportunità o minacce. Ciò consente di avere una fotografia molto puntuale ed attendibile del territorio e delle sue potenzialità1.
• • • • •
Poca distanza da Ezcaray Risorse naturali Soleggiamento Tranquilità e sicurezza Contatto con la Natura •••
• • • •
•••
•••
Utilizzo delle risorse naturali (Sole, vento, acqua..) Gran numero di spazi da reconstruire Sfrutamento delle attività degli dintorni Conoscere la identità locale •••
•••
•••
• • • • • •
Ridotto numero di abitanti Assenza di servizi Assenza di strutture di accoglienza Assenza della rete idrica e gas Assenza di pavimentazione esterna Gran numero di edifici abbandonati •••
•••
•••
•••
•••
• Ambiente rurale vs Instalazione tecnologica • Snaturamento • Ampli flussi di persone e riduzione della fauna selvatica • Perdita di libertà dei allevatori nel territorio •••
•••
•••
•••
•••
1 P.Rizzi e A. Scaccheri, Promuovere il territorio, guida al marketing territoriale e strategie di sviluppo locale. FrancoAngeli, 2006
105
Snaturamento e danneggiamento dell’insediamento e della natura circostante
ITIES UN RT
ITIES UN RT
OPPO
ES TI NI U T
AKNES WE SE S
ST RE
THREATS
Ristrutturazione con tecniche troppo moderne che potrebbero mutare l’aspetto formale degli edifici
OPPO
HS GT N
Assenza di strutture di accoglienza
RICETTIVITÀ TURISTICA
ITIES UN RT
Costruzione di edifici destinati all’accoglienza
Riscaldamento a legna e manutenzione dei boschi. Possibile installazione delle reti mancanti con uso di fonti rinnovabili
AKNES WE SE S
Assenza della rete fognaria, idrica, e del gas
IMPIANTI TECNOLOGICI
THREATS
Afflusso sporadico di visitatori
AKNES WE SE S
ST RE
OPPO THREATS
Alta frequenza di nevicate nei periodi invernali che implica difficolta negli spostamenti
HS GT EN R T
Presenza della rete elettrica e telefonica
Clima molto freddo e abbondanti pioggie e neve nei mesi invernali
CLIMA E SOLEGGIAMENTO
inserimento di collettori solari nelle coperture, coltivazioni tradizionali locali
S
di attività che contribuiscano a recuperare edifici abbandonati e attività compatibili con i caratteri del luogo
THREATS
Installazione delle reti tecnologiche poco rispettosa dell’ambiente costruito. Costi esorbitanti
OPPO
THREATS
Recupero e riutilizzo degli edifici esistenti. Utilizzo di incentivi per rispettare le strutture esistenti. Sviluppo della conoscenza e dell’identità culturale locale
AKNES WE SE S
Si trova nella valle, lungo il versante soleggiato della montagna
Assenza di pavimentazione nelle strade interne della borgata e intorno agli edifici stessi.
PERCORSI E ACCESSIBILITÀ INTERNA ALLA BORGATA
HS GT EN R T
OPPO
S
OPPO
OPPO
OPPO TS EA
Sistemazione del sentiero di accesso e zona parcheggio
Ripopolamento della borgata attraverso il recupero e la rifunzionalizzazione degli edifici abbandonati
ATTIVITÀ PRODUTTIVE E COMMERCIALI
ITIES UN RT Insediamento
Quasi tutti gli edifici sono abbandonati. Vincoli sulla trasformazione e sull’adeguamento degli edifici
PATRIMONIO ARCHITETTONICO E CULTURALE
ITIES UN RT
Assenza di attività commerciali ed esercizi pubblici
AKNES WE SE S
Ristrutturazione del mulino
CONSISTENZIA EDILIZIA
ITIES UN RT
AKNES WE SE S
Vicinanza alla strada che collega al capoluogo
Il 70% dei lotti edificabili sono ruderi
TH R
HS GT EN R T
TH R
Zona per riflettere in contatto con la natura
S
OPPO
S SE ES N
VIVIBILITÀ E SICUREZZA
ITIES UN RT
ITIES UN RT
Case unifamiliari in alcuni casi con terreno annesso
W EA K
THS NG RE T S
AKNES WE SE S
Nei dintorni grande tradizione nel settore dell’allevamento
Assenza di ogni tipo di servizio nella borgata
SERVIZI E STRUTTURE AD USO COLLETTIVO
AKNES WE SE S
TS EA
TS EA
Luogo tranquilo, passaggio sporadico di mezzi a motore
HS GT EN
S
HS GT EN R T
TH R
R ST
AKNES WE SE S
TH R
THS NG RE
HS GT EN R T
Tutti i servizi sono nel capoluogo
TH R
ST
TH R
Rete di sentieri interessanti da percorrere per raggiungere le borgate circostanti
OPPO
POSIZIONE ACCESIBILITÀ COLLEGAMENTI
ITIES UN RT
S
Grande presenza di verde e di alberature Sentieri non facilmente importanti a parte del percorribili. Abbandono notevole torrente che percorre dei lotti costruiti negli anni la valle e nasce cinquanta circa tre chilometri più in alto RISORSE NATUES I RALI E USO DEL T I N U RT SUOLO Rete di sentieri interessanti da percorrere per raggiungere le borgate circostanti TS EA
OPPO
Percorso d’ingresso carrabile di larghezza ridotta
AKNES WE SE S
OP PO R
A poca distanza da Ezcaray: 11,5 km
S
HS GT EN R T
TS EA
AKNES WE SE S
TS EA
S
HS GT EN R T
ITIES UN RT
HS GT N
Tre abitanti durante tutto l’anno
POPOLAZIONE
Ripopolamento della borgata attraverso il recupero e la rifunzionalizzazione degli edifici abbandonati
THREATS
Abbandono della borgata
106
3.2// ANALISI PRELIMINARE DEL SITO 3.2.1_DIAGRAMMI DI SOLEGGIAMENTO E VENTOSITÀ Percorso solare Scala 1:200
Vento prevalente Scala 1:2000
VENTO INVERNALE O-N-O (Cierzo)
VENTO ESTIVO S-E (Bochorno)
107
Edificio/clima
TERRAZZA (ALTO COLLINA)
LUCERNARI SERVIZI (ALTO COLLINA)
LUCERNARI EDIFICIO RESTAURATO
VEGETAZIONE AREA PORTICATA PIAZZA
TERRAZZA EX-NOVO
LUCERNARI EX-NOVO
LUCERNARIO STUDIO
108
3.2.2_MATRICE MICROCLIMATICA Metodo Sincronico 21 Dicembre ore 10:00 vento prevalente ONO
SOLE-VENTO OMBRA-VENTO SOLE-SCIA OMBRA-SCIA
Ore 12:00
SOLE-VENTO OMBRA-VENTO SOLE-SCIA OMBRA-SCIA
Ore 14:00
SOLE-VENTO OMBRA-VENTO SOLE-SCIA OMBRA-SCIA
109
21 Giugno ore 08:00 vento prevalente SE
SOLE-VENTO OMBRA-VENTO SOLE-SCIA OMBRA-SCIA
Ore 10:00
SOLE-VENTO OMBRA-VENTO SOLE-SCIA OMBRA-SCIA
Ore 16:00
SOLE-VENTO OMBRA-VENTO SOLE-SCIA OMBRA-SCIA
110
Metodo Diacronico
111
Metodo Manuale
Realizzato il grafico della maschera d’ombra si puo affermare che, a causa del sistema montuoso arrotondato che circonda la zona di progetto, si dospone di soleggiamento durante tutto l’anno mentre nei mesi di Gennaio, Novembre e Dicembre è pi’u ridotto.
112
3.3// METAPROGETTO 3.3.1_DISTRIBUZIONE FUNZIONALE Assonometrico generale Scala 1:1500
01 03 02
06
05
01
08
04
07
05
09
04
04
14
10
11 04
13 12
01. RESIDENZA TIPOLOGIA A (Ex-novo) 02. RESIDENZA TIPOLOGIA B (Ex-novo) 03. SERVIZI PUBBLICI (Ex-novo) 04. RESIDENZA ESISTENTE (Restauro) 05. RESIDENZA TIPOLOGIA C (Ex-novo) 06. RESIDENZA ESISTENTE (Ampliazione-Restauro) 07. RESIDENZA TIPOLOGIA D (Ex-novo) 08. RESIDENZA TIPOLOGIA E (Ex-novo) 09. CENTRALE IDROELETTRICA (Restauro) 10. CENTRO TECNOLOGICO (Ex-novo) 11. SALA ESPOSITIVA (Recupero) 12. MAGAZZINO (Recupero) 13. CENTRO INFORMAZIONE (Recupero) 14. SERVIZI PUBBLICI (Ampliazione-Restauro)
113
Assonometrico piano terra Scala 1:1500
ZONA SOGGIORNO-CUCINA ZONA BOTTEGA ESISTENTE (Non modificato) ZONA CAMERA DA LETTO (Ampliato) ZONA BIKE SHARING ZONA STUDIO-SALA ESPOSITIVA ZONA MULTIMEDIA ZONA BILBLIOTECA ZONA IMPIANTO IDROELETTRICO ZONA BAR-CAFFETTERIA ZONA LAVANDERIA ZONA INFOPOINT ZONA MAGAZZINO ZONA PARCHEGGIO ZONA PUBBLICA
114
Assonometrico piano primo Scala 1:1500
ZONA NOTTE ZONA ABITABILE ESISTENTE (Non modificato) ZONA ZONA ZONA ZONA ZONA
SOGGIORNO-CUCINA ESISTENTE (Ampliato) LETTURA STUDIO-SALA ESPOSITIVA CONFERENZE LABORATORIO
ZONA IMPIANTO IDROELETTRICO ZONA BAR-CAFFETTERIA
115
Assonometrico piano sottotetto Scala 1:1500
ZONA NOTTE (grandi dimensioni) ZONA SOTTOTETTO ESISTENTE (Non modificato) ZONA NOTTE PIANO ESISTENTE (Ampliato) ZONA LETTURA ZONA TERRAZZA
116
Vista generale del progetto di ayabarrena Fuori scala
117
NUOVA COSTRUZIONE
118
3.3.2_TRASFORMAZIONE DELLE UNITÀ ABITATIVE Alloggi esistenti
Piano sottotetto Il piano sottotetto degli alloggi esistenti non modificati consiste in uno spazio aperto non abitabile con una altezza media di 1,50 metri. Una volta questo piano era destinato a granaio essendo lo spazio piú in alto e lontano dall’umidita. Piano primo Il piano primo è sempre stato destinato ad alloggio di persone essendo lo spazio piu caldo e protetto dall’interperie. A questo piano si trovano le camere da letto, il bagno, il soggiorno e la cucina. I tramezzi solo essitono in questo piano. Piano terra Il piano terra è uno spazio aperto analogo al piano sottotetto, questo piano nel passato era destinato alla stalla con il pavimento realizzato in lose per evitare che gli animali scavassero, ora è destinato ad uso laboratorio.
granaio
zona abitabile
stalla-laboratorio
119
Alloggi progetto
Zona notte amplia
Zona notte
Zona giorno comune
Piano sottotetto Questo piano è destinato a zona notte creando uno spazio unico in alloggi di dimensioni ridotte (Tipologia A,D,E) e due spazi divisi da tramezzi negli alloggi di pianta rettangolare (Tipologia B,C), aumentando l’altezza media a 2,50 metri e creando aperture maggiori. Piano primo Questo piano, a differenza degli alloggi esistenti è destinato unicamente a zona camere da letto e bagni, mantenendo però la caratteristica di zona tramezzata. Piano terra Nel piano terra si è voluta mantenere la tipologia di pianta degli alloggi esistenti sfruttando però le tecnologgie moderne, evitando l’inserimento di pilastri e raggiungendo le altezze prestabilite tramite travi in legno lamellare.
120
3.3.3_SOLUZION PROGETTUALI-RIFERIMENTI Ampliamento e restauro
I lavori di restauro effettuati negli alloggi che hanno una parte crollata sono stati realizzati mantenendo sempre la tipologia esistente e aggiungendo la parte mancante rispettando in linea di massima lo stato attuale. In una linea conservativa dello stato attuale si è optato di utilizzare (una volta consolidata la muratura) una struttura in legno lamellare con rivestimento esterno in legno di abete. Questo intervento permette il mantenimento nel tempo dello stato attuale adottando un linguaggio tra passato e presente e tra edificio e contesto.
121
Riferimenti
Borgata Paraloup(Rittana, Cuneo, Italia)/Fondazione Nuto Revelli Onlus Palheiro Joรฃo(Cortegaรงa, Mortรกgua, Portugal)/Mendes Ribeiro
122
Inserimento di moduli prefabbricati
Il recupero nel secondo caso parte dallâ&#x20AC;&#x2122;idea di realizzare nei lotti isolati (che non formano parte degli alloggi esistenti) uno spazio individuale che posa avere una funzionalitĂ adeguata alle caratteristiche del borgo. Avendo il legno e la pietra che rammentano il passato agricolo e di allevamento nellâ&#x20AC;&#x2122;area di progetto, si è optato per la realizzazione di un modulo prefabbricato in acciaio corten dovuto alle alte percentuali di efficenza energetica, evocando cosi il ricordo di un passato industriale e minerario
123
Riferimenti
Dovecote studio(Snape, Suffolk, UK)/http://www.haworthtompkins.com
124
Nuova costruzione Scala 1:500
TIPOLOGIA A
Scala 1:500 Sup.max: 111,48 m² Cap.za max: 9 persone
TIPOLOGIA B
Scala 1:500 Sup.max: 136,19 m² Cap.za max: 12 persone
TIPOLOGIA E
Scala 1:500 Sup.max: 93,68 m² Cap.za max: 7 persone
125
Riferimenti
Rehabilitaci贸n(Noutigos,Galicia, Espa帽a)/http://www.dom-arquitectura.com
126
#4. PROGETTAZIONE DEFINITIVA 4.1// PROGETTO ARCHITETTONICO 4.1.1_PLANIMETRIA 4.1.2_SEZIONI
4.1.3_PIANTE E PROSPETTI
4.2// PROGETTO TECNOLOGICO
4.2.1_VERIFICA DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE
4.2.2_DETAGLI COSTRUTTIVI
4.3// RAPPRESENTAZIONI 3D
128
4.1//PROGETTO ARCHITETTONICO 4.1.1_PLANIMETRIA
Piano terra
Scala 1:400
129
10 m
130
Piano primo Scala 1:400
131
10 m
132
Piano sottotetto Scala 1:400
133
10 m
134
Piano coperture Scala 1:400
135
10 m
136
4.1.2_SEZIONI
137
10 m
138
4.1.3_PIANTE E PROSPETTI Pianta piano terra
I Proposta: restauro-ampliazione
Scala 1:100
+2,05 m (1011,05 m s.l.m)
1,00 m
139
Pianta piano primo Scala 1:100
+3,75 m (1012,75 m s.l.m)
1,00 m
140
Pianta piano sottotetto Scala 1:100
+6,50 m (1015,50 m s.l.m)
1,00 m
141
Pianta piano copertura Scala 1:100
+8,50 m (1017,50 m s.l.m)
1,00 m
142
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
143
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
144
II Proposta: recupero modulare Pianta piano terra
Scala 1:100
+1,50 m (1009,35 m s.l.m)
1,00 m
145
+4,20 m (1012,05 m s.l.m)
Pianta piano primo Scala 1:100
1,00 m
146
Pianta piano sottotetto Scala 1:100
+6,20 m (1014,05 m s.l.m)
1,00 m
147
Pianta piano copertura Scala 1:100
+8,20 m (1016,05 m s.l.m)
1,00 m
148
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
149
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
150
III Proposta: restauro Pianta piano terra
Scala 1:100 +1,80 m (1011,80 m s.l.m)
1,00 m
151
Pianta piano primo Scala 1:100 +3,80 m (1013,80 m s.l.m)
1,00 m
152
Pianta piano sottotetto Scala 1:100
+5,80 m (1015,80 m s.l.m)
1,00 m
153
Pianta piano copertura Scala 1:100 +7,30 m (1017,30 m s.l.m)
1,00 m
154
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
155
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
156
IV Proposta: ex-novo Pianta piano terra
Scala 1:100
+1,50 m (1022,50 m s.l.m)
1,00 m
157
Pianta piano primo Scala 1:100
+4,20 m (1025,20 m s.l.m)
1,00 m
158
Pianta piano sottotetto Scala 1:100
+6,90 m (1027,90 m s.l.m)
1,00 m
159
Pianta piano copertura Scala 1:100 +9,40 m (1030,40 m s.l.m)
1,00 m
160
Prospetto Est Scala 1:100
Prospetto Ovest Scala 1:100
161
Prospetto Nord Scala 1:100
Prospetto Sud Scala 1:100
162
4.2// PROGETTO TECNOLOGICO 4.2.1_VERIFICA DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE
In questa analisi l’obbiettivo fondamentale è sostenere tecnicamente le decisioni prese in considerazione riguardanti la parte della progettazione. Si pretende in questo modo di spiegare la parte tecnologica di riferimento utilizzata per portare avanti le diverse parti che formano il progetto. Dai primi schizzi, disegni, materiali utilizzati, riferimenti, distribuzione e qualsiasi decisione è stata sempre legata a uno studio dettagliato delle diverse tecniche che sono state utilizzate. Per conoscere gli edifici e verificare se i materiali che sono stati scelti rispondono alle attese in materia energetica è stato necessario realizzare uno studio di tre casi pratici della zona, per fare una comparazione e poter confrontare le loro caratteristiche tecnologiche e i risultati che a livello energetico ognuno di loro possiede. Questa analisi è di grande utilità, dato che si calcola un risultato dell’edificio esistente con lo scopo di comprenderne le sue scarse prestazioni a livello tecnologico ed i sistemi impiantistici in esso contenuti. Nel secondo caso pratico si intende dimostrare come l’edificio esistente è stato modificato, i sistemi usati al fine di migliore il fabbisogno energetico, così come l’integrazione delle parti aggiunte con le preesistenti e avere un’idea concreta dell’evoluzione tramite programmi di calcolo (Lider/Calener vyp) utili a capire in modo matematico le proposte e risolvendo così possibili dubbi sorti nella parte progettuale. Per terminare questa sezione, è necessario analizzare l’edificio modello creato, per una miglior comprensione di tutte le parti che integrano il progetto e per capire la linea di continuità che si è voluta dare a tutta la sua realizzazione.
163
Alloggio esistente (stato attuale)
[CASO STUDIO I] 1. Descrizione 2. Documentazione grafica 3. Superficie 4. Dati generali (Edificio/Impianti) 5. Input dell’edificio 6. Strattigrafie e trasmittanze 7. Conformità con il regolamento 8. Regolamento tecnico di appoggio 9. Risultato del fabbisogno energetico
1. Descrizione Il caso in oggetto consiste in un edificio esistente, ad uso residenziale, disposto su tre livelli. L’immobile oggetto di certificazione ha una pianta rettangolare e si trova seminterrato.L’edificio presenta nel piano terra due pareti in contatto con il terreno: la parete a nord e ad est; la parete a sud è la facciata con piu aperture e ha l’accesso dalla strada al piano terra. Il piano primo e sottotetto non hanno paramenti interrati e la facciata principale si trova a nord avendo accesso al piano primo (piano principale) dell’alloggio. Il tramezzo che divide la casa in due, separa l’immobile oggetto di studio dall’ambiente adiacente che si trova in uno stato abbandonato.
164
2. Documentazione grafica
Pianta piano terra Scala 1:100
1,00 m
165
Pianta piano primo Scala 1:100
1,00 m
166
Pianta piano sottotetto Scala 1:100
1,00 m
167
Pianta piano copertura Scala 1:100
1,00 m
168
3. Superficie
Pianta
P01
P02 P03
Stanza
Superficie
P01_S01
29,97 m²
P01_S02
15,21 m²
P01_S03
4,97 m²
P01_S04
9,82 m²
P01_S01
30,04 m²
P01_S01
14,47 m²
P01_S02
15,57 m²
S03 S01 contigua
S01 S04
S01
S02
4. Dati generali Edificio •
Comune: Ezcaray
•
Provincia: La Rioja
•
Zona Climatica: E1
•
Destinazione d’uso: Edifici residenziali
•
Anno di costruzione: prima del 1930
•
Anno del I restauro: 1988
Impianti •
Generazione termica: Sistema misto
•
Tipologia di generatore: EQ_Caldaia-Biomassa
•
Potenza considerata: 10 Kw
•
Rendimento: 0,75
•
Fonte di energia : Biomassa
•
Terminali di emissione del calore: Termosifoni
•
Contributo solare: 0%
S02
5. Input dell’edificio
169
6. Stratigrafie e trasmittanze
Chiusura verticale I
0,5
1
1. Pietra arenaria
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno I
Pietra arenaria
50
2400
50
1000
3 0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
6,106 W/(m²K)
0,72 h
Ammettenza termica interna (Yee)
12,907 W/(m²K)
1,56 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,465 W/(m²K)
-11,01 h
Capacità termica areica interna (κi)
90,3 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
183,8 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,337 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
2,970 W/(m²K)
Fattore di attenuazione (f) Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
Strato liminare esterno
Parametro
R (resistenza termica)
0,156 50,0 cm 1200 kg/m² 11,01 h
170
Chiusura verticale II
0,50
0,14
0,5
0,02
1. Terra compattta
3. Mattone perforato
2. Pietra arenaria
4. Malta di calce
1 2 3 4
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
II
Mattone perforato
14
770
10
1000
0,469
III
Pietra arenaria
50
2400
50
1000
3
IV
Terra compatta
50
1800
3
1840
0,52
Strato liminare esterno
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
3,337 W/(m²K)
1,82 h
Ammettenza termica interna (Yee)
8,265 W/(m²K)
2,10 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,000 W/(m²K)
4,73 h
Capacità termica areica interna (κi)
45,9 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
113,7 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
1,633 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,612 W/(m²K)
Fattore di attenuazione (f) Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Parametro
R (resistenza termica)
0,000 116,0 cm 2230 kg/m² 19,27 h
171
Chiusura verticale III
1. Pietra arenaria
3. Malta di calce 0,50
0,14
0,02
2. Mattone perforato 1 2 3
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
I
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
II
Mattone perforato
14
770
10
1000
0,469
III
Pietra arenaria
50
2400
50
1000
3 0,04
Strato liminare esterno
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
3,336 W/(m²K)
1,82 h
Ammettenza termica interna (Yee)
12,891 W/(m²K)
1,56 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,117 W/(m²K)
9,26 h
Capacità termica areica interna (κi)
46,5 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
178,0 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,672 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
1,489 W/(m²K)
Fattore di attenuazione (f) Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
Strato liminare interno
Parametro
R (resistenza termica)
0,079 66,0 cm 1330 kg/m² 14,74 h
172
Chiusura verticale II
0,50
0,50
1 2 1. Terra compatta 2. Pietra arenaria
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Pietra arenaria
50
2400
50
1000
3
II
Terra compatta
50
1800
3
1840
0,52
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
6,099 W/(m²K)
0,72 h
Ammettenza termica interna (Yee)
8,265 W/(m²K)
2,10 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,000 W/(m²K)
8,46 h
Capacità termica areica interna (κi)
83,9 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
113,7 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
1,298 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,770 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,000 100,0 cm 2100 kg/m² 15,54 h
173
Partizione verticale I
0,02 0,07 0,02
1 1. Mattone perforato
2
2. Malta di calce
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
I
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
II
Mattone perforato
7
770
10
1000
0,469
III
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55 0,13
Strato liminare esterno
Parametro
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
3,235 W/(m²K)
1,84
Ammettenza termica interna (Yee)
3,235 W/(m²K)
1,84 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
1,782 W/(m²K)
-2,82 h
Capacità termica areica interna (κi)
42,8 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
42,8 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,482 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
2,075 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
Strato liminare interno
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,859 11,0 cm 99 kg/m² 2,82 h
174
Partizione verticale II
0,14
0,02
1 2
1. Mattone perforato 2. Malta di calce
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
II
Mattone perforato
7
770
10
1000
0,469
Strato liminare esterno
Parametro
0,13
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
3,489 W/(m²K)
1,99 h
Ammettenza termica interna (Yee)
3,489 W/(m²K)
1,99 h
Trasmittanza termica periodica (Yie)
1,067 W/(m²K)
-4,89 h
Capacità termica areica interna (κi)
53,3 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
53,3 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,631 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
1,584 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,674 18,0 cm 153 kg/m² 4,89 h
175
Chiusura orizzontale inferiore
2
3
0,07 0,02
1 1. Terra compatta
3. Piastrella ceramica
0,50
2. Massetto di posa
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
I
Piastrella ceramica
2
200
30
800
1000
II
Massetto di posa
7
1300
10
1000
1000
III
Terra compatta
50
1800
3
1840
0,52 0,04
Strato liminare esterno
Parametro
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
3,708 W/(m²K)
0,97 h
Ammettenza termica interna (Yee)
8,265 W/(m²K)
2,10 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,002 W/(m²K)
-6,82 h
Capacità termica areica interna (κi)
51,0 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
113,7 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
1,262 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,793 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,17
Strato liminare interno
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,002 59,0 cm 995 kg/m² 6,82 h
176
Partizione orizzontale 1º piano
1. Gesso 2. Travetti in legno 3
2
4
3. Massetto di posa
0,02
1
0,05
0,03
4. Piastrella ceramica
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Piastrella ceramica
2
200
30
800
1000
II
Massetto di posa
3
1300
10
1000
1000
III
Strato di gesso
5
1400
4
1000
0,56
Strato liminare esterno
Parametro
0,13
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
4,05 W/(m²K)
1,59 h
Ammettenza termica interna (Yee)
3,819 W/(m²K)
1,46 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
2,296 W/(m²K)
-2,55 h
Capacità termica areica interna (κi)
49,5 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
45,9 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,369 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
2,708 W/(m²K)
Fattore di attenuazione (f)
0,848
Spessore (s)
10 cm
Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Massa superficiale (m)
R (resistenza termica)
113 kg/m² 2,55 h
177
Partizzione orizzontale 2º piano
1. Gesso 2. Travetti in legno 1
3
4
0,05
0,02
4. Parquet inchiodato
2
0,02
3. Isolante di fibra di vetro
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno I
2
500
50
1600
0,15
III
Isolante fibra di vetro
2
220
8
795
0,045
IV
Strato di gesso
5
1400
4
1000
0,56
Strato liminare esterno
Parametro
0,13
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,517 W/(m²K)
2,06 h
Ammettenza termica interna (Yee)
2,108 W/(m²K)
2,87 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
1,091 W/(m²K)
-1,78 h
Capacità termica areica interna (κi)
18,0 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
27,7 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,873 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
1,145 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
Parquet inchiodato
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,953 6,0 cm 42 kg/m² 1,78 h
178
Chiusura superiore I 1. Finitura in legno
4. Tavella in laterizio
2. Isolante di fibra di vetro
5. Manto di tegola
3. Arcareccio in legno
2
3
4
5
0,01 0,07 0,03
1
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Finitura in legno
1
600
100
1700
0,18
II
Isolante fibra di vetro
7
220
8
795
0,045
III
Tavella in laterizio
3
1800
10
1000
0,80
IV
Manto tegola
2
2000
30
800
1000
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,123 W/(m²K)
0,46 h
Ammettenza termica interna (Yee)
5,888 W/(m²K)
4,29 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,504 W/(m²K)
-2,97 h
Capacità termica areica interna (κi)
17,6 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
83,5 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
1,809 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,553 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,10
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,911 13,0 cm 115 kg/m² 2,97 h
179
Chiusura superiore II
1. Listellatura in legno
3. Arcareccio in legno
2. Tavella in laterizio
4. Manto di tegola
2
3
4
0,11
0,03
1
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Tavella in laterizio
3
1800
10
1000
0,80
I
Manto tegola
2
2000
30
800
1000
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
5,278 W/(m²K)
0,55 h
Ammettenza termica interna (Yee)
6,192 W/(m²K)
1,66 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
4,942 W/(m²K)
-1,02 h
Capacità termica areica interna (κi)
28,9 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
55,0 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,198 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
5,063 W/(m²K)
Fattore di attenuazione (f)
0,976
Spessore (s)
5,0 cm
Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,10
II
Massa superficiale (m)
R (resistenza termica)
94 kg/m² 1,02 h
180
7. Conformità con il regolamento
L’edificio descritto NON SODDISFA i rquisiti richiesti dal regolamento stabilito per il <<codigo técnico de la edificación (DB HE1)>>
Riscaldamento
Refrigerazione
% fabbisogno dell’edificio oggetto
146,8
% fabbisogno dell’edificio di riferimento
100,0
Il programma non fa riferimento al fabbisogno di refrigerazione sempre che non superi il 10% del fabbisogno di riscaldamento
160 140 120 100 80 60
% fabbisogno dell’edificio oggetto
40 20
% fabbisogno dell’edificio di riferimento
0
Riscaldamento
I seguenti elementi non soddisfano con i valori minimi (tabelle 1.1/1.2/1.3/1.4), appartato 8, regolamento di appoggio di trasmitanza termica secondo il <<código técnico de la edificación DB HE1>>. Chiusure opache
Chiusure trasparenti
Chiusure e partizioni verticali
Finestre
Umuri > Ulim (0,74 W/m²h)
Ufinestre > Ulim (3,10 W/m²h)
Chiusure e partizioni orizzontali
Permeabilità
Usolai > Ulim (0,62 W/m²h)
La permeabilità delle aperture e superiore alla permeabilità massima consentita
Uisolamento perimetrale > Ulim (0,74 W/m²h)
Paperture > Plim (27 m3/m²h)
Esiste rischio di condensazioni superficiali e interstiziali nelle chiusure verticali. FResistenza sup < FResistenza sup min (0,64)
181
8. Regolamento tecnico di appoggio
Tabella 1.1 (U in W/m²) Trasmittanza térmica massima dell’involucro
Chiusure e tramezzi interni
Zona E
Muri di facciata, tramezzi interni in contatto con spazi non abitabili, primo metro del perimetro dei suoli appoggiati sopra il terreno (1) e primo metro di muri in contatto con il terreno
0,74 W/m²k
Suoli (2)
0,62 W/m²k
Coperture (3)
0,46 W/m²k
Vetri e telai
3,10 W/m²
Murature confinanti
1,00 W/m²k
(1) Si includono le lastre o solai interrati ad una profondità maggior di 0,5 m. (2) le partizioni interne in contatto con spazi non abitabili, come solai areati ,si considerano come solai. (3) Le partizioni interne in contatto con spazi non abitabili, come soffitti non abitabili si considerano come coperture.
Tabella 1.2 (m3/hm²) Permeabilità dell’aria
Permeabilità dell’aria Zone climatiche C,D,E
27 m3/hm²
Tabella 1.3 (U in W/m²) Valori limiti dei parametri caratteristici medi
Zona climatica E1 Trasmittanza limite di muri di facciata e chiusure in contatto con il terreno
Um lim: 0,57 W/m²k
Trasmittanze limite dei solai
Us lim: 0,48 W/m²k
Trasmittanze limite delle coperture
Uc lim: 0,35 W/m²k
Fattore solare modificato limite dei lucernari
Ul lim: 0,36 W/m²k
Tabella 1.4 (U in W/m²) Trasmittanza térmica massima delle chiusure trasparenti
Zona climatica E1 3,10 W/m²k
182
9. Risultato del fabbisogno energetico
3
<16.9
A
16.9-25.9 25.9-38.7 38.7-57.9
B C 43.0
D
57.9-101.0
D
47.0
D
E
101.0-118.2 >118.2
F G
Edificio Oggetto
Edificio Riferimento
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Fabbisogno riscaldamento
E
182.2
16417.5
D
131.0
11798.8
Fabbisogno refrigerazione
-
-
-
-
-
-
Classe
KgCO2/m²
KgCO2/anno
Classe
KgCO2/m²
KgCO2/anno
Emissioni CO2 riscaldamento
D
43.0
3873.8
D
41.9
3774.7
Emissioni CO2 refrigerazione
-
-
-
-
-
-
Emissioni CO2 Acqua calda
A
0.0
0.0
D
5.1
456.5
Emissioni CO2 totali
D
43.0
3873.8
D
47.0
4231.2
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Consumo energia primaria riscaldamento
E
286.7
25829.6
D
189.9
17108.2
Consumo energia primaria refrigerazione
-
-
-
-
-
-
Consumo energia primaria acqua calda
D
25.4
2289.5
D
20.9
1886.1
Consumo energia primaria totale
E
312.1
28119.1
D
210.8
18994.3
183
Alloggio ampliato e restaurato (progetto) [CASO STUDIO II] 1. Descrizione 2. Documentazione grafica 3. Superficie 4. Dati generali (Edificio/Impianti) 5. Input dell’edificio 6. Stratigrafie e trasmittanze 7. Conformità con il regolamento 8. Risultato del fabbisogno energetico
9. Descrizione Il caso in oggetto consiste in una unità abitativa su tre piani e un locale e una camera da letto separata del resto nel piano terra. Tale unità abitativa dispone di un sistema misto a biomassa di riscaldamento e acqua calda che gestisce tutto l’edificio. L’immobile oggetto di certificazione è soggetto a restauro, rialzamento del piano sottotetto e ampliamento del caso studio I. L’edificio presenta il fronte principale a sud, con tre ingressi. L’ingresso sul locale, camera da letto e sulla unità abitativa. Nel piano terra sono interrate le facciate nord, est e ovest, quindi sul fronte nord si trova l’accesso al piano primo nel soggiorno-cucina. Nella unità abitativa è stata conservata la sua distribuzione nel piano terra e nel piano primo, mentre nel piano sottotetto lo spazio che occupavano due camere adesso lo occupa una matrimoniale.
184
Pianta piano terra Scala 1:100
1,00 m
Pianta piano sottoetto Scala 1:100
1,00 m
185
Pianta piano primo Scala 1:100
1,00 m
Pianta piano coperture Scala 1:100
1,00 m
186
3. Superficie
Pianta
P01
P02
P03
S01
Stanza
Superficie
P01_S01
27.53 m²
P01_S02
7.55 m²
P01_S03
23.86 m²
P01_S04
15,21 m²
P01_S05
4,97 m²
P01_S06
9,82 m²
P01_S01
27.53 m²
P01_S02
8.81 m²
P01_S03
52.51 m²
P01_S01
20.02 m²
P01_S02
7.76 m²
P01_S03
13.68 m²
P01_S04
19.86 m²
S03
S05
S02 S03
S04
S06
S01
S02
4. Dati generali Edificio •
Comune: Ezcaray
•
Provincia: La Rioja
•
Zona Climatica: E1
•
Destinazione d’uso: Edifici residenziali
Impianti •
Generazione termica: Sistema misto
•
Tipologia di generatore: EQ_Caldaia-Biomassa
•
Potenza considerata: 10 Kw
•
Rendimento: 0,75
•
Fonte di energia : Biomassa
•
Terminali di emissione del calore: Riscaldamento a pavimento con regolazione zona
•
Contributo solare: 0%
S03
S01
S02
S04
5. Input dell’edificio
187
6. Stratigrafie e trasmittanze
1. Pietra arenaria
3. Isolante lana di roccia
2. Malta di calce
4. Pannello cartongesso
Chiusura verticale I
0,02 0,05 0,02
0,50
1 2 3 4
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
(ג conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21
II
Isolante lana di roccia
5
50
1
1030
0,032
III
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
IV
Pietra arenaria
50
2400
50
1000
3
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,089 W/(m²K)
3,43 h
Ammettenza termica interna (Yee)
12,877 W/(m²K)
1,56 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,04 W/(m²K)
11,34 h
Capacità termica areica interna (κi)
15,2 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
177,5 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
1,998 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,501 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,079 58,0 cm 1233 kg/m² 12,66 h
188
Chiusura verticale II
0,5
0,5
0,14
0,02 0,05 0,02
1
1. Terra compatta
4. Malta di calce
2. Pietra arenaria
5. Isolante lana di roccia
3. Mattone perforato 6. Pannello cartongesso
2 3 4 5 6
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21
II
Isolante lana d roccia
5
50
1
1030
0,032
III
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
IV
Mattone perforato
14
770
10
1000
0,469
V
Pietra arenaria
50
2400
50
1000
3
VI
Terra compatta
50
1800
3
1840
0,52
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,358 W/(m²K)
3,73 h
Ammettenza termica interna (Yee)
8,265 W/(m²K)
2,10 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,000 W/(m²K)
0,81 h
Capacità termica areica interna (κi)
18,7 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
113,7 kJ/(m²K)
Trasmittanza termica (U) Fattore di attenuazione (f) Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Resistenza termica (R)
R (resistenza termica)
3,475 0,288 W/(m²K) 0,000 123,0 cm 2251 kg/m² 23,19 h
189
Chiusura verticale III 1. Pietra arenaria 2. Mattone perforato
0,02 0,05 0,02
4. Isolante lana di roccia 0,50
5. Pannello cartongesso 1
3. Malta di calce
2 3 4 5
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (fattore resistenza al vapore)
c (calore specifico)
( גconduttivita termica)
R (resistenza termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
[m²°C/W] 0,13
Strato liminare interno I
Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21
II
Isolante lana di roccia
5
50
1
1030
0,032
III
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
IV
Mattone perforato
14
770
10
1000
0,469
V
Pietra arenaria
50
2400
50
1000
3 0,04
Strato liminare esterno
Parametro
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,358 W/(m²K)
3,73 h
Ammettenza termica interna (Yee)
12,890 W/(m²K)
1,56 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,013 W/(m²K)
5,35 h
Capacità termica areica interna (κi)
18,5 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
177,2 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
2,514 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,398 W/(m²K)
Fattore di attenuazione (f) Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
0,032 73,0 cm 1351 kg/m² 18,65 h
190
Chiusura verticale IV
0,04 0,03
0,05 0,12 0,12
0,02
1. Listellatura in legno 1
5
2. Intercapedine d’aria
2
6
3. Impermeabilizzante
3
7
4. Isolante lana di roccia 5. Barriera al vapore
4
6. Pannello sistema X-lam 7. Pannello cartongesso
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21
II
Isolante lana di roccia
5
50
1
1030
0,032
III
Pannello sistema x-lam
12
500
30
1600
0,11
IV
Barriera al vapore
0,1
500
182000
1800
0,05
V
Isolante lana di roccia
12
50
1
1030
0,032
VI
Impermeabilizzante
0,1
1200
20492
920
0,170
VII
Intercapedine d’aria
4
1
1
1000
0,026
VIII
Listellatura in legno
3
550
44,4
2700
0,15
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
2,790 W/(m²K)
2,62 h
Ammettenza termica interna (Yee)
3,627 W/(m²K)
3,97 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,017 W/(m²K)
8,75 h
Capacità termica areica interna (κi)
38,4 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
49,8 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
7,718 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,13 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,132 37,1 cm 123 kg/m² 15,25 h
191
Partizione verticale I
0,02
0,02 0,07
1 2 1. Pannello cartongesso 3
2. Malta di calce 3. Matone perforato
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
I
Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21
II
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
III
Mattone perforato
7
770
10
1000
0,469
IV
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
V
Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21 0,13
Strato liminare esterno
Parametro
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
2,955 W/(m²K)
1,96 h
Ammettenza termica interna (Yee)
2,955 W/(m²K)
1,96 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,844 W/(m²K)
-5,13 h
Capacità termica areica interna (κi)
45,3 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
45,3 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,765 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
1,308 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
Strato liminare interno
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,645 15,0 cm 135 kg/m² 5,13 h
192
Partizione verticale II
0,02 0,02
0,14
1 2 3 1. Pannello cartongesso 2. Malta di calce 3. Matone perforato
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
I
Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21
II
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
III
Mattone perforato
14
770
10
1000
0,469
IV
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
V
Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21 0,13
Strato liminare esterno
Parametro
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
3,016 W/(m²K)
1,92 h
Ammettenza termica interna (Yee)
3,016 W/(m²K)
1,92 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,426 W/(m²K)
-7,77 h
Capacità termica areica interna (κi)
46,4 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
46,4 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
1,006 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,994 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
Strato liminare interno
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,429 22,0 cm 189 kg/m² 7,77 h
193
Partizione verticale III
0,02 0,02
0,02 0,02
0,50
1 2 3 1. Pannello cartongesso 2. Malta di calce 3. Pietra arenaria
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
I
Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21
II
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
III
Pietra arenaria
50
2400
50
1000
3
IV
Malta di calce
2
1125
10
1000
0,55
V
Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21 0,13
Strato liminare esterno
Parametro
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
3,559 W/(m²K)
0,64 h
Ammettenza termica interna (Yee)
3,559 W/(m²K)
0,64 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,061 W/(m²K)
10,33 h
Capacità termica areica interna (κi)
49,6 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
49,6 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,690 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
1,450 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
Strato liminare interno
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,042 58,0 cm 1281 kg/m² 13,67 h
194
Chiusura orizzontale inferiore
3
4
5
6
7
0,02
2
1. Base di calcestruzzo
5. Massetto impianto
2. Igloo+camera d’aria
6. Massetto di posa
3. Barriera al vapore
7. Piastrelle in ceramica
,1
4. Isolante lana di roccia
0,60
0,40
0,01
0,05 0,08
0,04
1
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Piastrelle in ceramica
2,0
200
30,0
800
1,000
II
Massetto di posa
4,0
1300
10
1000
1,000
III
Massetto impianto
8,0
1300
10,0
1000
1,000
IV
Isolante lana di roccia
5,0
50
1,0
1030
0,032
V
Barriera al vapore
0,1
500
182000,0
1800
0,050
VI
Base di calcestruzzo
10,0
1800
60,0
1000
1,350
VII
Igloo+camera d’aria
40,0
1
1
1000
0,026
VIII
Base di calcestruzzo
60,0
1800
60,0
1000
1,350
Strato liminare esterno Parametro
0,04 Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
4,013 W/(m²K)
1,44 h
Ammettenza termica interna (Yee)
9,321 W/(m²K)
1,98 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,000 W/(m²K)
-5,14 h
Capacità termica areica interna (κi)
55,2 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
128,2 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
17,836 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,056 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,17
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,000 129,1 cm 1423 kg/m² 5,14 h
195
Partizione orizzontale 1º piano
1. Pannello cartongesso
4. Pannello OSB
2. Pannelo sistema X-lam
5. Pannello fibragesso
3. perlita
6. Parquet inchiodato 2
3
4
5
6
0,02 0,09
0,05
0,03 0,02 0,02
1
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
I
Parquet inchiodato
2
500
50
1600
0,15
II
Pannello fibragesso
2
600
11
840
0,29
III
Pannello OSB
3
650
35
2
0,13
IV
Perlita
5
70
200
837
0,05
V
Pannello sistema x-lam
9
500
30
1600
0,11
VI
Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21 0,04
Strato liminare esterno
Parametro
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,770 W/(m²K)
3,88 h
Ammettenza termica interna (Yee)
2,367 W/(m²K)
2,45 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,053 W/(m²K)
-11,40 h
Capacità termica areica interna (κi)
24,8 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
33,2 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
4,079 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,245 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,17
Strato liminare interno
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,217 32,0 cm 127 kg/m² 11,40 h
196
Partizione orizzontale 1º piano
3
2
3. Massetto di posa
2. Travetti in legno
4. Piastrella ceramica
4
0,05
0,03
0,02
1
1. Gesso
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Piastrella ceramica
2
200
30
800
1000
II
Massetto di posa
3
1300
10
1000
1000
III
Strato di gesso
5
1400
4
1000
0,56
Strato liminare esterno
Parametro
0,13
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
4,05 W/(m²K)
1,59 h
Ammettenza termica interna (Yee)
3,819 W/(m²K)
1,46 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
2,296 W/(m²K)
-2,55 h
Capacità termica areica interna (κi)
49,5 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
45,9 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,369 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
2,708 W/(m²K)
Fattore di attenuazione (f)
0,848
Spessore (s)
10 cm
Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Massa superficiale (m)
R (resistenza termica)
113 kg/m² 2,55 h
197
Partizione orizzontale 2º piano
1. Gesso
3. Isolante in fibra di vetro
2. Travetti in legno 4. Parquet inchiodato
2
3
4
0,05
0,02
0,02
1
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno I
2
500
50
1600
0,15
III
Isolante fibra di vetro
2
220
8
795
0,045
IV
Strato di gesso
5
1400
4
1000
0,56
Strato liminare esterno
Parametro
0,13
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,517 W/(m²K)
2,06 h
Ammettenza termica interna (Yee)
2,108 W/(m²K)
2,87 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
1,091 W/(m²K)
-1,78 h
Capacità termica areica interna (κi)
18,0 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
27,7 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
0,873 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
1,145 W/(m²K)
Fattore di attenuazione (f)
0,953
Spessore (s)
6,0 cm
Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
Parquet inchiodato
Massa superficiale (m)
R (resistenza termica)
42 kg/m² 1,78 h
198
Chiusura superiore
3
4
5
6
7
8
2. Pannello sistema X-lam
6. Impermeabilizzante
3. Barriera al vapore
7. Intercapedine d’aria
4. Isolante lana di roccia
8. Tegola araba
0,15 0,10
0,03
2
5. Tavolato in legno
0,02
0,01 0,02
1
1. Pannello cartongesso
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21
II
Pannello sistema x-lam
15
500
30,0
1600
0,110
III
Barriera al vapore
0,1
500
182000,0
1800
0,050
IV
Isolante lana di roccia
10
50
1
1030
0,032
V
Tavolato in legno
2
650
35
2
0,13
VI
Impermeabilizzante
0,1
1200
20492
920
0,170
VII
Intercapedine d'aria
5
1
1,0
1000
0,026
VIII
Tegola araba
2
2000
30,0
800
1,000
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
2,493 W/(m²K)
2,63 h
Ammettenza termica interna (Yee)
2,390 W/(m²K)
5,23 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,025 W/(m²K)
11,96 h
Capacità termica areica interna (κi)
34,6 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
32,9 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
6,824 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,147 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,10
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,171 33,2 cm 130 kg/m² 12,04 h
199
7. Conformità con il regolamento
L’edificio descritto SODDISFA i rquisiti richiesti dal regolamento stabilito per il <<codigo técnico de la edificación (DB HE1)>>
Riscaldamento
Refrigerazione
% fabbisogno dell’edificio oggetto
60,1
% fabbisogno dell’edificio di riferimento
99,3
Il programma non fa riferimento al fabbisogno di refrigeraznione sempre che non superi il 10% del fabbisogno di riscaldamento
Esiste rischio di condensazioni superficiali e interstiziali nelle chiusure verticali.
120 100 80 60 40
% fabbisogno dell’edificio oggetto
20
% fabbisogno dell’edificio di riferimento
0
Riscaldamento
Tutti gli elementi compiono con i valori minimi (tabelle 1.1/1.2/1.3/1.4 appartato 8, CASO STUDIO I) di trasmitanza termica secondo il<<código técnico de la edificación DB HE1>>.
200
8. Risultato del fabbisogno energetico
3
<16.9
12.3
A
16.9-25.9 25.9-38.7 38.7-57.9
A
B C 43.4
D
57.9-101.0
D
E
101.0-118.2 >118.2
F G
Edificio Oggetto
Edificio Riferimento
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Fabbisogno riscaldamento
B
68.5
16368.1
D
119.7
28604.1
Fabbisogno refrigerazione
-
-
-
-
-
-
Classe
KgCO2/m²
KgCO2/anno
Classe
KgCO2/m²
KgCO2/anno
Emissioni CO2 riscaldamento
A
6.9
1649.3
D
38.3
9155.0
Emissioni CO2 refrigerazione
-
-
-
-
-
-
Emissioni CO2 Acqua calda
D
5.2
1243.0
D
5.1
1211.3
Emissioni CO2 totali
A
12.3
2940.1
D
43.4
10366.2
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Consumo energia primaria riscaldamento
A
33.8
8068.4
D
173.5
41475.9
Consumo energia primaria refrigerazione
-
-
-
-
-
-
Consumo energia primaria acqua calda
E
25.7
6141.4
D
20.9
5004.4
Consumo energia primaria totale
A
60.2
14394.0
D
194.5
46480.3
201
Alloggio nuova costruzione (progetto) [CASO STUDIO III] 1. Descrizione 2. Documentazione grafica 3. Superficie 4. Dati generali (Edificio/Impianti) 5. Input dell’edificio 6. Strattigrafie e trasmittanze 7. Conformità con il regolamento 8. Risultato del fabbisogno energetico
1. Descrizione Il terzo caso studio consiste in un’unità abitativa su tre piani. Il piano terra è soggiorno-cucina in uno spazio aperto, nel piano primo si trovano le stanze da letto e i bagni mentre il piano sottotetto è composto da due stanze più ampie, bagno e magazzino. L’unità abitativa dispone di caldaia elettrica ed è dotato di un impianto termico e di uno fotovoltaico. L’immobile oggetto di certificazione ha una pianta rettangolare. L’unità abitativa presenta il fronte principale a sud, con l’affaccio diretto di soggiorno-cucina. Nel piano terra sono semi-interrate le facciate Est e Ovest, mentre la facciata Nord è interrata completamente. Oltre all’accesso della facciata sud sul piano terra, esiste un altro accesso nella facciata nord sul primo piano come i casi precedenti. Nel piano sottotetto le camere dispongono di due terrazzini esterni.
202
Pianta piano terra Scala 1:100
1,00 m
Pianta piano sottoetto Scala 1:100
1,00 m
203
Pianta piano primo Scala 1:100
1,00 m
Pianta piano coperture Scala 1:100
1,00 m
204
3. Superficie
Pianta
Stanza
Superficie
P01
P01_S01
135.40 m²
P02
P03
S01
S03
S01
P01_S01
15.78 m²
P01_S02
18.02 m²
P01_S03
4.43 m²
P01_S04
25.73 m²
P01_S05
7.26 m²
P01_S06
9.87 m²
P01_S07
8.15 m²
P01_S08
20.24 m²
P01_S09
16.58 m²
P01_S10
9.34 m²
P01_S01
43.47 m²
P01_S02
7.80 m²
P01_S03
42.46 m²
P01_S04
9.58 m²
P01_S05
8.79 m²
P01_S06
7.55 m²
P01_S07
8.00 m²
P01_S08
7.58 m²
S10
S09
S04 S02
S05 S06 S07
Edificio Destinazione d’uso: Uso residenziale Impianti •
Generazione termica: Sistema misto
•
Tipologia di generatore: EQ_Caldaia convenzionale
•
Potenza considerata: 10 Kw
•
Rendimento: 0,85
•
Fonte di energia : Elettrica
•
Accumulatore: Accumulatore ACS
•
Capacità accumulatore: 100 l
•
Terminali di emissione del calore: Riscaldamento a pavimento con regolazione zona Contributo solare: 60%
S04 S05
S03
S06 S08
4. Dati generali
•
S01
S07
S02
5. Input dell’edificio
S08
205
6. Stratigrafie e trasmittanze
1. Terra compatta
4. Muro di calcestruzzo
2. Strato di ghiaia
5. Isolante lana di roccia
Chiusura verticale I
0,07 0,01 0,50
3. Impermeabilizzante 6. Pannello cartongesso
,3
0,3
0,02
1 2 3 4 5 6
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Pannello cartongesso
2,0
900
8,0
1000
0,210
II
Pannello fibrogesso
1,0
1300
4,0
1000
0,560
III
Isolante lana di roccia
7,0
50
1
1030
0,032
IV
Muro di calcestruzzo
30,0
1800
60
1000
1,350
V
Impermeabilizzante
0,1
1200
20492
920
0,17
VI
Strato di ghiaia
30,0
1800
5,0
1000
2,000
VII
Terra compatta
50,0
1800
3,0
1840
0,520
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,328 W/(m²K)
4,03 h
Ammettenza termica interna (Yee)
8,265 W/(m²K)
2,10 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,000 W/(m²K)
2,20 h
Capacità termica areica interna (κi)
18,3 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
113,7 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
3,792 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,264 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,00 119,1 cm 2003 kg/m² 21,80 h
206
Chiusura verticale II
0,04 0,03
0,12
0,05 0,22
0,02
1. Listellatura in legno 1
5
2
6
3
7
2. Intercapedine d’aria 3. Impermeabilizzante 4. Isolante lana di roccia
4
5. Barriera al vapore 6. Pannello sistema X-lam 7. Pannello cartongesso
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21
II
Isolante lana di roccia
5
50
1
1030
0,032
III
Pannello sistema x-lam
22
500
30
1600
0,11
IV
Barriera al vapore
0,1
500
182000
1800
0,05
V
Isolante lana di roccia
12
50
1
1030
0,032
VI
Impermeabilizzante
0,1
1200
20492
920
0,170
VII
Intercapedine d’aria
4
1
1
1000
0,026
VIII
Listellatura in legno
3
550
44,4
2700
0,15
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,402 W/(m²K)
3,83 h
Ammettenza termica interna (Yee)
3,629 W/(m²K)
3,93 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,001 W/(m²K)
1,14 h
Capacità termica areica interna (κi)
19,3 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
49,9 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
9,409 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,106 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,011 49,2 cm 164 kg/m² 22,86 h
207
Chiusura verticale III
0,01 0,01 0,2
0,01 0,07
0,2
0,02
1
1. Pietra arenaria
2
2. Barriera al vapore
3
3. Malta di calce 4. Blocchi di calcestruzzo 5. Isolante lana di roccia
4 5 6
6. Pannello cartongesso
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Pannello cartongesso
2,0
900
8,0
1000
0,210
II
Isolante lana di roccia
7,0
50
1
1030
0,032
III
Malta di calce
1,0
1125
10
1000
0,550
IV
Blocchi di calcestruzzo
20,0
600
60
1000
1,153
V
Malta di calce
1,0
1125
10
1000
0,550
VI
Barriera al vapore
0,1
500
182000,0
1800
0,050
VII
Pietra arenaria
20,0
2400
50,0
1000
3,000
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,335 W/(m²K)
4,06 h
Ammettenza termica interna (Yee)
13,718 W/(m²K)
1,70 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,078 W/(m²K)
-10,83 h
Capacità termica areica interna (κi)
19,2 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
189,7 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
2,749 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,364 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,213 51,1 cm 645 kg/m² 10,83 h
208
Partizione verticale I
0,04 0,02
0,1
1. Pannello cartongesso 1
2. Isolante lana di roccia
2
3. Pannello sistema X-lam
3
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Pannello cartongesso
2,0
900
8,0
1000
0,210
III
Isolante lana di roccia
4,0
75
1
1030
0,032
IV
Pannello sistema x-lam
10,0
500
30,0
1600
0,110
V
Isolante lana di roccia
4,0
75
1
1030
0,032
VII
Pannello cartongesso
2,0
900
8,0
1000
0,210
Strato liminare esterno
Parametro
0,13
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,421 W/(m²K)
3,62 h
Ammettenza termica interna (Yee)
1,421 W/(m²K)
3,62 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,045 W/(m²K)
-10,24 h
Capacità termica areica interna (κi)
20,1 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
20,1 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
3,860 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,259 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,172 22,0 cm 92 kg/m² 10,24 h
209
Chiusura orizzontale inferiore I
3. Barriera al vapore 4. Isolante lana di roccia
4
5
6
7
0,05 0,08
0,02
3
,1
0,01
2. Igloo + camera d’aria
2
0,40
1. Base di calcestruzzo
0,04
1
6. Massetto di posa
0,60
5. Massetto impianto
7. Piastrelle in ceramica
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (fattore resistenza al vapore)
c (calore specifico)
( גconduttivita termica)
R (resistenza termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
[m²°C/W]
Strato liminare interno
0,17
I
Piastrelle in ceramica
2,0
200
30,0
800
1,000
II
Massetto di posa
4,0
1300
10
1000
1,000
III
Massetto impianto
8,0
1300
10,0
1000
1,000
IV
Isolante lana di roccia
5,0
50
1,0
1030
0,032
V
Barriera al vapore
0,1
500
182000,0
1800
0,050
VI
Base di calcestruzzo
10,0
1800
60,0
1000
1,350
VII
Igloo+camera d’aria
40,0
1
1
1000
0,026
VIII
Base di calcestruzzo
60,0
1800
60,0
1000
1,350
Strato liminare esterno Parametro
0,04 Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
4,013 W/(m²K)
1,44 h
Ammettenza termica interna (Yee)
9,321 W/(m²K)
1,98 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,000 W/(m²K)
-5,14 h
Capacità termica areica interna (κi)
55,2 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
128,2 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
17,836 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,056 W/(m²K)
Fattore di attenuazione (f) Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
0,000 129,1 cm 1423 kg/m² 5,14 h
210
Partizione orizzontale
1. Pannello cartongesso 1
2
3
4
5
6
2. Pannello sistema X-lam
4. Pannelo OSB
0,12
5. Pannello fibrogesso 6. Parquet inchiodato
0,02
0,05
0,03 0,02 0,02
3. Perlita
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore specifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Parquet inchiodato
2
500
50
1600
0,15
II
Pannello fibragesso
2
600
11
840
0,29
III
Pannello OSB
3
650
35
2
0,13
IV
Perlita
5
70
200
837
0,05
V
Pannello sistema x-lam
12
500
30
1600
0,11
VI
Pannello cartongesso
2
900
8
1000
0,21
Strato liminare esterno
Parametro
0,13
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
1,732 W/(m²K)
3,54 h
Ammettenza termica interna (Yee)
2,372 W/(m²K)
2,46h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,092 W/(m²K)
-10,34 h
Capacità termica areica interna (κi)
24,9 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
33,8 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
2,879 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,347 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,13
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,264 26,0 cm 123 kg/m² 10,34 h
211
Chiusura superiore
1. Pannello sistema X-lam
1
2. Barriera al vapore
2
3
4
5
6
7
0,01 0,02
5. Impermeabilizzante 6. Intercapedine d’aria
0,15 0,10
4. Tavolato in legno
0,03
3. Isolante lana di roccia
7. Manto di tegola araba
Stratigrafia
s (spessore)
р (massa volumica)
µ (resistenza al vapore)
c (calore sp ecifico)
ג (conduttivita termica)
(int/est)
[cm]
[Kg/m³]
[-]
[J/Kg °C]
[W/m °C]
Strato liminare interno Pannello sistema x-lam
15,0
500
30,0
1600
0,110
II
Barriera al vapore
0,1
500
182000,0
1800
0,050
III
Isolante lana di roccia
10,0
50
1
1030
0,032
IV
Tavolato in legno
2
650
35
2
0,13
V
Impermeabilizzante
0,1
1200
20492
920
0,170
VI
Intercapedine d'aria
5,0
1
1,0
1000
0,026
VII
Tegola araba
2,0
2000
30,0
800
1,000
Strato liminare esterno
Parametro
0,04
Modulo
Sfasamento
Ammettenza termica interna (Yii)
2,115 W/(m²K)
2,39 h
Ammettenza termica interna (Yee)
2,382 W/(m²K)
5,23 h
Trasmittanza temrica periodica (Yie)
0,023 W/(m²K)
11,86 h
Capacità termica areica interna (κi)
29,3 kJ/(m²K)
Capacità termica areica esterna (κe)
32,8 kJ/(m²K)
Resistenza termica (R)
6,752 (m²K)/W
Trasmittanza termica (U)
0,148 W/(m²K)
Spessore (s) Massa superficiale (m) Sfasamento (φ)
[m²°C/W] 0,10
I
Fattore di attenuazione (f)
R (resistenza termica)
0,154 34,2 cm 134 kg/m² 12,14 h
212
7. Conformità con il regolamento
L’edificio descritto SODDISFA i rquisiti richiesti dal regolamento stabilito per il <<codigo técnico de la edificación (DB HE1)>>
Riscaldamento
Refrigerazione
% fabbisogno dell’edificio oggetto
61,7
% fabbisogno dell’edificio di riferimento
99,7
Il programma non fa riferimento al fabbisogno di refrigeraznione sempre che non superi il 10% del fabbisogno di riscaldamento
Esiste rischio di condensazioni superficiali e interstiziali nelle chiusure verticali.
120 100 80 60 40
% fabbisogno dell’edificio oggetto
20
% fabbisogno dell’edificio di riferimento
0
Riscaldamento
Tutti gli elementi compiono con i valori minimi (tabelle 1.1/1.2/1.3/1.4 appartato 8, CASO STUDIO I) di trasmitanza termica secondo il<<código técnico de la edificación DB HE1>>.
213
8. Risultato del fabbisogno energetico
3
<16.9
15.0
A
16.9-25.9 25.9-38.7 38.7-57.9
A
B C 40.8
D
57.9-101.0
D
E
101.0-118.2 >118.2
F G
Edificio Oggetto
Edificio Riferimento
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Fabbisogno riscaldamento
B
66.2
26884.4
D
111.6
45309.6
Fabbisogno refrigerazione
-
-
-
-
-
-
Classe
KgCO2/m²
KgCO2/anno
Classe
KgCO2/m²
KgCO2/anno
Emissioni CO2 riscaldamento
A
8.3
3370.1
D
35.7
14495.7
Emissioni CO2 refrigerazione
-
-
-
-
-
-
Emissioni CO2 Acqua calda
E
6.6
2679.9
D
5.1
2057.5
Emissioni CO2 totali
A
15.0
6090.6
D
40.8
16553.2
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Classe
kWh/m²
kWh/anno
Consumo energia primaria riscaldamento
A
32.5
13206.3
D
161.8
65698.8
Consumo energia primaria refrigerazione
-
-
-
-
-
-
Consumo energia primaria acqua calda
E
26.4
10705.1
D
20.9
8500.8
Consumo energia primaria totale
A
59.2
24038.7
D
182.7
74199.6
214
4.2.2_DETAGLI COSTRUTTIVI I Proposta: restauro-ampliazione Ampliazione
0,5 m
215
Restauro
0,5 m
216
II Proposta: recupero modulare Stralcio di facciata A SZ 1
SZ_2
SZ_1
0,5 m
217
III Proposta: ex-novo Stralcio di facciata B SZ 2
0,5 m
218
4.3// RAPPRESENTAZIONI 3D Vista Nord bar caffetteria
219
Vista Sud accesso alto collina
220
Vista generale
221
Vista Nord livelli alto collina
222
Vista piazza secondaria
223
Vista accesso Est piazza principale
224
Vista accesso borgo
225
Vista camino e impianto idraulico
226
Vista percorso principale
227
Vista collegamento piazze
228
Vista piazza secondaria
229
Vista percorso alto collina
230
Vista accesso piazza Ovest
231
Vista area porticata
232
ELABORATI GRAFICI
Tavola 1
233
234
Tavola 2
235
236
Tavola 3
237
238
Tavola 4
239
240
Tavola 5
241
242
Tavola 6
243
244
Tavola 7
245
246
Tavola 8
247
248
Tavola 9
249
250
Tavola 10
251
252
Tavola 11
253
254
Tavola 12
255
256
Tavola 13
257
258
Tavola 14
259
260
Tavola 15
261
262
Tavola 16
263
264
Tavola 17
265
266
Tavola 18
267
268
BIBLIOGRAFIA Libri Luis V. Elias Pastor, Ramón Moncosí de Borbón, 1978, Arquitectura popular de La Rioja, Madrid, ministerio de fomento Manuel Rincón, 1991, Andar por la Sierra de la Demanda, Castilla y León, Libros Pentalón Carlos Flores, 1973, Arquitectura popular española, Madrid, Aguilar Luis Martinez Feduchi, 1986, Itinerarios de la arquitctura popular española, Barcelona, Blume Mario Grosso, 2011, Il raffrescamento passivo degli edifici, Rimini, Maggioli Ernst Neufert, 2006, El arte de proyectar en arquitectura, Gustavo Gil Renato Maurino, Luiggi Dematteis, Giacomo Doglio, 2003 Recupero edilizio e qualità del progetto, Cuneo, Primalpe Antonio de Rossi, 2005, Architettura alpina moderna in Piemonte e Valle d’Aosta, Torino, Allemandi Gian P. Soardo, 2010, Architettura rurale in Valle d’Aosta, Torino, Priuli & Verlucca Gian M. Aspessi, Giancarlo Cataldi, 2013, Casa alpina in tronchi/blockbau. Varianti locali ed evoluzione tipologica, Torino, Priuli & Verlucca, Roberto Dini, Antonio de Rossi, 2012, Architettura alpina contemporanea, Torino, Priuli & Verlucca Paolo Marconi, 2002, Il restauro e l’architetto, Marsilio Francesco Giovanetti, 2000, Manuale del recupero del comune di Roma, Roma, Dei Paolo Marconi, 1977, Manuale del recupero del centro storico di Palermo, Flaccovio
Articoli su riviste Javier Eseban Torres, Tradicion arquitectonica en el valle alto del Oja Enrique Minguez Martinez, 2013, Claves para proyectar espacios publicos confortables, Murcia Massimo Rossetti, 2011, Architettura alpina contemporanea a Vinigo (IT), workshop IUAV Franco Alberti, Claudio Chiapparini, Andrea Bonato, 2011, Recupero di edifici tradizionali ed efficienza energetica negli insediamenti alpini
269
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270
271
“Agradecer en primer lugar a mi querida madre, el apoyoco constante e incondicional en todo momento, y a su apuesta por mi futuro. Sin ti, todo esto no hubiera ocurrido nunca. Agradecer a mi abuela por estar siempre ahí y por las tardes que hemos pasado durante el verano en las que me ha estado escuchando mis planes y ayudandome en la organización de mis planos. Agradecer a mis tios Paco y Marisa, por haber estado ahí en los momentos que he necesitado cualquier cosa. Agradecer a mis amigos/as que estando más o menos cerca, me han ayudado a adentrarme en esta experiencia. Agradecer a mis amigos/as Karen, Juan, Alberto, Maider, Carolina y Erika por haberme amenizado este periodo y haberme escuchado a pesar de mi continua verborrea monotemática. Agradecer a mis amigos Bogdan, Pasquale, Alessio, Fercho, Pietro, Jasmine, Alice e Irene por su aportación y haber hecho posible la realización de este trabajo. Agradecer al arquitecto Giuliano Gambino por haberme dado soporte técnico cuando más lo he necesitado. Agradecer también a mi profesor Fabián García de la universidad de Granada por haberme animado a realizar esta experiencia en Italia. Agradecer a todas las personas que sin conocerlas han contribuido en mayor o menor medida a que este trabajo exista ya sea facilitandome información, escuchandome, alentandome o dandome ideas.” Diciembre 2014
Tesi di Laurea Magistrale Politecnico di Torino
Iker Olivera G贸mez [188890] Politecnico di Torino Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Relatore: Prof. Mario Grosso Co-relatore: Prof. Enrico Moncalvo Dicembre 2014, Torino
Tesi di Laurea Magistrale Politecnico di Torino