ROMA P R O S P E T T I V E
Pasolini e Fellini
Ilaria Modesti
ROMA P R O S P E T T I V E
Pasolini e Fellini
Ilaria Modesti
01 PASOLINI Biografia
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Roma Malandrina
12-13
Ponte Nomentano
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Incompiuto Tra due panchine Via Pola
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Pannello pubblicitario
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Habana 125
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Perduto
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20-21
02 fellini Biografia Voglia di Roma
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Villino Bassorilievo
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Ponte Tazio
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Balconcino
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Nasone Panni stesi Chiuso
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quando mi capita, che Roma È la città più bella del mondo
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Dico sempre a tutti,
Pier Paolo Pasolini 1922-1975
01 PASOLINI Nato a Bologna, poeta, scrittore, saggista, regista, è narratore precoce, e tutta la sua attività testimonia un intenso desiderio di esistere attraverso la scrittura. Nel 1950 si trasferisce a Roma che offre, alla passione dell’autore, il suo popolo e la sua miseria. A Roma dedicherà la raccolta di poesie Le ceneri di Gramsci (1957), i romanzi Ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959). Pensieri e saggi sono riuniti in Storie della città di Dio (1995). Dei suoi film, che hanno segnato la storia del cinema italiano, ricordiamo: Accattone (1960), Mamma Roma (1962), Il vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1966), Il Decameron (1970), Salò o le 120 giornate di Sodoma (postumo, 1975). Muore ucciso a Ostia la notte del 2 novembre 1975. 9
ROMA MALANDRINA Dico sempre a tutti, quando mi capita, che Roma è la città più bella del mondo. Delle città che conosco, è quella dove preferisco vivere: anzi, ormai, non concepisco di vivere altrove. Gli incubi peggiori sono quelli in cui sogno di dover lasciare Roma per tornare nell’Italia del nord. La sua bellezza è naturalmente un mistero: possiamo pure ricorrere al barocco, all’atmosfera, alla composizione tutta depressioni e alture del terreno, che le dà continue inaspettate prospettive, al Tevere che la solca aprendole in cuori stupendi vuoti d’aria, e soprattutto alla stratificazione degli stili che a ogni angolo a cui si svolti offre la vista di una sezione diversa, che è un vero trauma per l’eccesso della bellezza. Ma Roma sarebbe la città più bella del mondo, se, contemporaneamente, non fosse la città più
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brutta del mondo? Naturalmente bellezza e bruttezza sono legate: la seconda rende patetica e umana la prima, la prima fa dimenticare la seconda. I punti della città solo belli, e i punti della città solo brutti sono rari. Quando la bellezza si isola ha qualcosa di archeologico nel miglior caso: ma più spesso è espressione di una storia non democratica, in cui il popolo è lì a far colore, come in una stampa del Pinelli. E così - al contrario - la bruttezza, quando si isola, e giunge fin quasi all’atroce, non è mai completamente depressiva e scostante: la fame, il dolore vi sono allegoria, la storia è la storia nostra, quella del fascismo, della guerra, del dopoguerra: tutta tragica, ma in atto, e per questo piena di vita. Tratto da: P.P. Pasolini, Storie dela città di Dio. Racconti e cronache romane 1950-1966. 11
Ponte Nomentano, II-I a.C, Quartiere Monte Sacro Roma.
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Incompiuto, 15/02/20, Fiume Aniene Roma.
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Tra due panchine, 15/02/20, Via Nomentana Nuova.
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Via Pola, 15/02/20, QuartiereTrieste, Roma.
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Pannello pubblicitario, 15/02/20, Via Nomentana Nuova.
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Habana 125, 15/02/20, Cinquina.
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Perduto, 15/02/20, Corso Sempione, Roma.
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RAGGIUNGE CON QUESTA SUA ANTICA MALIA, TUTTI I GIUDIZI NEGATIVI CHE PUOI AVERE DATO SU DI LEI SCOMPAGLIONO E
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QUANDO ROMA TI
SAI SOLO CHE È UNA FORTUNA ABITARCI
federico fellini 1920-1993
02 fellini Nato a Rimini e scomparso nell’amata Roma, è stato uno dei massimi registi cinematografici del secolo scorso, premio Oscar 1993 alla carriera. Fu attratto fin da giovane dal magico mondo del cinema, che riuscì sempre a rappresentare con affetto e acutezza intellettuale. Nei suoi film privilegia soprattutto la poesia della memoria, inserendosi in modo lirico nel solco di un neorealismo rivissuto e reinterpretato alla luce del proprio malinconico autobiografismo. Tra le opere indimenticabili si ricordano: La strada ( 1954), Le notti di Cabiria ( 1957), La dolce vita (1959), 8 e 1/2 (1963), Roma (1972), Amarcòrd (che vinse il premio Oscar 1974 come miglior film straniero), E la nave va ( 1983), Ginger e Fred (1986), La voce della luna ( 1990). 23
VOGLIA DI ROMA [1980] Ora mi domando spesso perché ho fatto un film su Roma. Qual è stata la mia ispirazione [...]. Sto bene qui, perciò la mia risposta potrebbe essere: faccio un film su Roma perché vivo a Roma e la città mi piace. Ma dietro questa causa diretta, c’è anche una causa remota […]. Per trecentosessantaquattro giorni all’anno puoi restare completamente estraneo a Roma come città, viverci senza vederla, o peggio, sopportarla con fastidio. Ma poi, ecco, sprofondato nei tuoi malumori dentro un taxi fermo a un semaforo, all’improvviso una strada che certamente conoscevi ti appare in una luce e di un colore come mai avevi visto; a volte invece, è una brezza delicata che ti fa alzare gli occhi e scopri altissimi cornicioni e terrazze contro un cielo di un azzurro da toglierti il fiato. Oppure è
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un’atmosfera sonora, una eco quasi musicale che ti vibra attorno magicamente in vasti spazi polverosi, disadorni, e tu avverti che si è d’incanto creato un contatto profondo, un sentimento di quiete che cancella ogni tensione; come in Africa, dove l’immobilità e la pace di tutto quello che ti è attorno non ti spegne nel sonno ma ti rende lucido e indifferente; è come un altro senso del tempo, della vita, di te stesso, e della fine della vita; non hai più ansia né angoscia. Quando Roma ti raggiunge con questa sua antica malia, tutti i giudizi negativi che puoi avere dato su di lei scompaiono e sai solo che è una fortuna abitarci […]. Nei miei film precedenti, quando ho finito, ho sentito il tema del film come esausto, logorato dal mio lavoro; dissanguato [...]. In questo film, invece, provo la strana
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sensazione di non avere neppure sfiorato l’argomento. La materia non solo non si è logorata, ma neppure è stata intaccata. Ho preparato il film con l’entusiasmo di sempre, ho scrutato la città, sono andato a frugare nei più riposti angoli, ma alla fine quei luoghi, quell’umanità, quei palazzi, quelle scenografie grandiose che pensavo di aver posseduto mi si sono rivelati del tutto vergini, intatti. Roma, insomma, è rimasta immacolata, totalmente estranea al mio film su di lei. Ho voglia di fare un altro film, altre storie su Roma. Tratto da: F.Fellini, Fare in film, Torino 1980.
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Villetta, 15/02/20, Quartiere Monte Sacro, Roma.
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Bassorilievo, 15/02/20, Viale Libia.
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Ponte Tazio, 15/02/20, Via Nomentana, Roma.
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Balconcino, 15/02/20, Via Cimone, Roma.
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Nasone, 15/02/20, Via Nomentana, Roma.
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Panni stesi, 15/02/20, Piazza Sempione, Roma.
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Chiuso,, 15/02/20, Via Nomentana, Roma.
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Impaginazione, fotografie e didascalie a cura di Ilaria Modesti. Interpretazione dei testi di Pier Paolo Pasolini “Roma Malandrina” e Federico Fellini “Voglia di Roma”. Stampato su carta fotografica opaca Canson. Copertina stampata su carta patinata opaca 300gr. Accademia di Belle Ar ti di Roma Graphic Design Prof. Niccolò Desii Scuola di Grafica Editoriale Numaro pagine 36 Finito di Stampare il 4/03/20
Ilaria Modesti nasce a Roma il 15 Novembre 1998. Fin dalla tenera età nutre, un interesse per le arti visive, decidendo così di intraprendere gli studi d’arte dopo le scuole medie, presso il liceo artistico di Via Sarandì a Roma. Qui inizia a sperimentare i primi approcci con il mondo della grafica e della comunicazione visiva che proseguirà, dopo essersi diplomata con ottimi voti, all’Accademia di Belle Arti di Roma nel Dipartimento di Progettazione e Arti Visive.