L'Alpone numero 4 2015

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l ’alpone

Autorizzazione del Tribunale di Verona del 3 luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50% - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 28 - Nr. 4 - Dicembre 2013 - Recapito a cura dell’Ente Poste Italiane

Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 28 - N. 4 - DICEMBRE 2013 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane

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Saluto del Presidente Siamo sul finire del 2015 ed è tempo di bilanci. Abbiamo tutti ancora negli occhi la Sagra delle Castagne, la folla che ha invaso le piazze e le vie del centro nel momento di festa più importante per San Giovanni Ilarione: un momento in cui tutto il paese si riconosce e si ritrova a riscoprire il fascino dell’amicizia e della bella compagnia. Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito a rendere indimenticabile questa festa: le associazioni, la Parrocchia, i tanti collaboratori che hanno lavorato dentro i chioschi, nei capannoni ad allestire le mostre, la Banda G. Verdi, i giovani che hanno animato le serate e tanti altri che, magari in maniera anonima e dietro le quinte, si son dati da fare. A tutti indistintamente, dalle pagine del nostro Alpone, voglio porgere il mio grazie sincero e invitare tutti coloro che vogliono bene al paese a farsi avanti per proporre nuove iniziative, perché senza la forza dei singoli anche i tanti progetti che si hanno in mente restano sulla carta e non diventano realtà. Un augurio di Buon 2016, infine, visto che stanno arrivando le vacanze natalizie e, subito dopo, il nuovo anno: che sia un anno di serenità e di pace, e che certe immagini di morte e di guerra possano diventare solo un ricordo da leggere sui libri di storia, ma che rimangano lontani dalla cronaca dei giornali e della televisione.

Anno 30 Nr. 4

Pro Loco | San Giovanni Ilarione

Dicembre 2015

ASSOCIAZIONISMO E VOLONTARIATO

L'Alpone e le associazioni: un'intesa di antica data e dalle grandi prospettive. Un censimento effettuato recentemente della Pro loco, ha individuato ben 43 associazioni, molte delle quali sono tuttora operative, mentre alcune hanno cessato l’attività. Al fine di aumentare la visibilità di tutti coloro che operano con gratuità all’interno della nostra comunità tramite le varie associazioni, il nostro periodico intende realizzare una serie di interviste e pubblicarne i relativi articoli nei quali raccontare la storia, l’organizzazione e le attività svolte e programmate per il futuro da queste associazioni. Chiediamo perciò alle associazioni di collaborare fornendo la propria disponibilità ad essere contattati per un’intervista scrivendo alla redazione del giornale (via mail o tramite lettera) o al presidente della Pro loco Franco Cavazzola. Le interviste alle associazioni che verranno realizzate saranno pubblicate a partire dal prossimo numero de L’Alpone seguendo l’ordine cronologico delle richieste che ci perverranno. Angelo Pandolfo

NATALE, UN PRESEPE DI PACE

Presidente Pro Loco Franco Cavazzola

Il Presepe si fa coi pastori, le pecore, gli angeli che cantano il Gloria, la cometa. Poi prepariamo i Magi che a tempo debito porteranno i doni. Al centro la sacra Famiglia. Così rappresentiamo la nascita di Gesù proprio nel bel mezzo del nostro mondo. Fin qui il Presepe. Ma appena dopo quel Bambino dovrà scappare dalla furia di Erode. Maria e Giuseppe pieni di angoscia e paura, nella notte, fuggiranno in Egitto. Ecco, anche noi quest’anno facciamo i conti con le preoccupazioni e le paure dopo le stragi degli innocenti in Francia. Quello che si sta vivendo nelle grandi città tocca anche noi. Certo che questo Gesù ha voluto provare ogni stato d’animo del cuore dell’uomo. Ogni nostra situazione, Lui l’ha vissuta sulla Sua pelle. Quest’anno oltre della dolcezza, della luce

e della tenerezza del Natale, abbiamo bisogno di pace e di speranza. Ogni generazione ricomincia da capo a costruire il suo Presepe attorno a Gesù Bambino. Noi vorremmo che tutta la storia terminasse coi Magi. Invece in ogni epoca c’è il capitolo di Erode dai vari volti. Anche quest’anno quello che facciamo è ripartire da capo. Accogliere ancora quell’invito portato dagli angeli che vuol raggiungere il cuore di tutti: “Pace in terra agli uomini di buona volontà, che Egli ama!”. Un invito accolto ancora troppo poco. Incominciamo noi, con costanza, con tenacia, con fede, ad accogliere nel nostro cuore questo Divino Ospite che porta pace ed è capace di farci diventare costruttori di un mondo nuovo. Auguri di serenità e di pace a tutti. Buon Natale. Don Maurizio

L'ALPONE FA 120! L’abitudine di vederlo sempre sotto gli occhi fa passare quasi del tutto inosservato il fatto che quello che stiamo leggendo è il numero 120 de L’Alpone: che è come dire, fatti i debiti conteggi, che il nostro giornale ha 30 anni di vita sulle spalle, che festeggeremo fra tre mesi, ricordando quel fatidico marzo 1986, quando appunto faceva la sua comparsa per la prima volta sulla scena del nostro paese il neonato giornale della Pro Loco di San Giovanni Ilarione. Il titolo, sbocciato quasi come una scommessa, preludeva ad un ampliamento di visuale, visto che l’Alpone lambisce il territorio comunale di tutti i comuni della vallata. E non è detto che non sia il preludio perché ciò avvenga: con i suoi 30 anni di esperienza ben portati sulle spalle, forse è proprio l’ora di pensare ad allargare lo sguardo oltre i confini, fattisi sempre meno appariscenti, del territorio comunale, per avere un respiro più ampio e maggiormente in sintonia con le nuove esigenze sociali ed amministrative richieste dal presente e, più ancora, dal futuro a cui andiamo incontro.

La Pro Loco e la Redazione del giornale porgono ai lettori un Augurio di Buone Feste!

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LA SCOMPARSA DI MONS. GIUSEPPE MARCAZZAN

Ilarionese di nascita, era da 37 anni alla guida della parrocchia di Tonezza

4 NOVEMBRE FESTA DELLE FORZE ARMATE, UN INNO ALLA PACE

Sembra una contraddizione voler coniugare il ricordo della fine della 1a guerra mondiale, la festa delle forze armate e il richiamo alla pace e alla concordia, eppure non è così. Ricordare la fine di una guerra, il cui ricordo è ormai relegato ai libri di storia e ai racconti dei nonni, è dovere morale e civico sul quale non si può soprassedere. Il 4 novembre deve ritornare ad essere un tassello di democrazia e ridivenire, con il 25 aprile e il 2 giugno, data fondante della comune identità italiana. Nella giornata dell’8 novembre a San Giovanni Ilarione si è ricordato tutto questo e una rappresentanza di tutte le armi in paese, insieme a numerosa popolazione, ha voluto testimoniare tutto questo. Alfiere della bandiera dei combattenti il neo presidente Piero Pandian, classe 1926, l’ultima chiamata alle armi, giusto in tempo per essere deportato in Germania. Durante questa cerimonia è avvenuto

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il commovente abbraccio di Piero con un commilitone del servizio militare degli alpini, nel battaglione Trento, tale Mario Lucchini di Spiazzi, classe 1924 dopo 67 anni e rintracciato grazie ad una foto pubblicata dal giornale “L’Alpino”. Quanti ricordi, quante emozioni, il rivivere insieme la scalata sul Cevedale, le serate sotto la tenda. Era forse allora un’altra Italia, un’Italia che stentava a ritrovare se stessa, ma che aveva voglia di fare, di dimenticare e di ricostruire. E questi due vecchi alpini sono l’esempio della ripresa, l’esempio della forza trainante che non si ferma davanti agli ostacoli, che con la testardaggine tipica del montanaro porta avanti le giuste aspirazioni. L’immagine di questo incontro, di questo abbraccio vuole essere l’emblema dell’Italia che crede nelle proprie aspirazioni e che vuole camminare sicura verso i propri destini. Gianni Sartori

non appariva per nulla isolato malgrado la collocazione geografica della sua parrocchia, facendo trasparire le sue opinioni attraverso gli articoli sul bollettino e nelle diverse pubblicazioni che curò di sua mano: significativa in tal senso è soprattutto la sua autobiografia, che ha voluto intitolare “Una piccola storia”, rivendicando con orgoglio le sue origini contadine, ma anche la grande passione di vivere nel solco degli insegnamenti di Gesù. Quando è stata l’ora di salutare e di voltare l’ultima pagina della sua vita, ha ripreso in mano la penna, condensando, com’era sua abitudine, in poche righe sobrie e dense

di affetto il messaggio di un’intera esistenza: “Prima o poi me ne andò da questa vita. Quando sarà mi auguro di essere in pace con tutti. Ho sempre cercato di essere generoso con tutti e anche giusto… In questa vita ne ho passate tante! Come sacerdote sono stato felice di esserlo. Chiedo perdono del male che posso aver fatto… Ringrazio Dio di tutto il bene ricevuto e ai Tonezzani raccomando di volersi bene come io l’ho voluto per loro. Se dall’aldilà potrò farlo, non dimenticherò chi mi ha variamente aiutato. Ciao a tutti! Mons. Giuseppe Marcazzan”. Dario Bruni

Un ancor giovane don Giuseppe, buon pastore con il suo bel gregge di pecorelle accanto.

VALENTINO ROSSETTO

Salesiano coadiutore, è scomparso il 24 maggio 2015

Il nostro confratello coadiutore Valentino Rossetto ha voluto andare a festeggiare Pentecoste e Maria Ausiliatrice direttamente alla fonte, spegnendosi dopo lunga malattia nella serata del 24 maggio. Era nato a San Giovanni Ilarione il 13 febbraio 1940 da papà Erminio e mamma Caterina. Gli anni che oggi corrispondono alla scuo-

DODICIRIGHE

Don Giuseppe Marcazzan, da 37 anni parroco di Tonezza del Cimone, è tornato alla casa del Padre lo scorso 9 ottobre. Era nato a Castello di San Giovanni Ilarione, contrada Marcazzani, il 23 luglio 1929 da Antonio e Amelia Belluzzo, in una famiglia che possiamo dire ampiamente “benedetta” dalla mano di Dio, potendo annoverare, oltre a don Giuseppe, un altro fratello sacerdote, don Federico, e quattro sorelle suore Figlie di San Paolo.

Ordinato presbitero il 24 giugno 1956, nel suo lungo ministero pastorale era stato anche cappellano a Piana di Valdagno, Marano Vicentino, Tezze sul Brenta e a Valli del Pasubio, quindi parroco a Casotto di Pedemonte e infine a Tonezza. Nel presentare la sua figura nella quarta di copertina del libro che aveva dedicato alla sua parrocchia, intitolato “Tonezza mia”, si era autodefinito con poche ma significative parole, che ben delineano il suo carattere: “E’ tipo estroverso che non ha bisogno di molto per sentirsi felice.” E’ praticamente impossibile sintetizzare in poche righe l’ardente personalità di uomo e di prete di don Giuseppe: lo dimostrano le tante manifestazioni di affetto che si sono susseguite al suo funerale, così come gli articoli spontanei e calorosi riportati nell’ultimo numero del bollettino parrocchiale, che lui aveva fondato e curato per tanti anni, fino all’ultimo giorno della sua vita. Innamorato del suo essere prete “per” e “con” le persone più umili che la Provvidenza gli faceva incontrare lungo il suo apostolato, dimostrava una sensibilità particolare per il mondo delle missioni, riuscendo a coinvolgere le varie comunità – Tonezza in particolar modo – in progetti concreti di sostegno ad attività di promozione umana e sociale, soprattutto nei paesi asiatici e africani, dove lo legava l’affetto per le amatissime sorelle missionarie. Attento osservatore della realtà attuale,

la media li spese a Mirabello e a Cumiana, per poi approdare al Noviziato di Villa Moglia nell'anno 1957/58. Al termine di questo primo anno di formazione emise la sua professione religiosa come salesiano coadiutore il 16 agosto 1958, per poi rinnovarla al termine del triennio, a Cumiana nel 1961. Nel 1964, il 14 agosto consegna la sua vita al Signore nella Congregazione Salesiana in modo definitivo con la professione perpetua. Nel frattempo è stato a Roma San Tarcisio come addetto alla campagna e dal 1963 al 1972 e Leuman come aiutante in magazzino alla Elledici. Nel settore della nostra editrice salesiana spenderà ancora ancora gli anni dal 1972 al 1996 nella libreria di Ancona, Bologna e di nuovo e Leuman. Tra il 1996 e il 2005 ha l'incarico presso la comunità di Caselette di Addetto al Centro Giovanile, biblioteca e accoglienza. Approda nel 2005 al Cagliero, impegnato nella biblioteca e in tanti altri servizi comunitari. La malattia lo costringe in una struttura di assistenza a Nizza Monferrato nel 2013, da dove ha intrapreso il suo ultimo viaggio verso il premio dell'uomo giusto domenica sera.

Campanilismo? No, grazie! Non se ne può più. Basta un niente, una parola fuori posto e subito riemerge il vecchio campanilismo di sempre. Che poi nessuno sa cosa veramente sia (provate a trovare uno che ammette di esserlo: campanilisti son sempre gli altri!). Ora, tutti sappiamo che è un’idea balzana pensare che uno sia migliore o peggiore a seconda del posto in cui abita, eppure basta dire “quelli là” e subito tutti hanno un giudizio (di solito negativo) da dare. Però attenti: non esiste solo il campanilismo legato ai luoghi, oggi ha un campanile da difendere ogni associazione (ognuno pensa alla propria), ogni parte politica (possibile che non riescano mai ad andare d’accordo?!), ogni sagra o festa, gruppo sportivo o di volontariato, ogni scuola o capitello o contrada. Insomma, basta un motivo qualsiasi e riemerge la cultura del noi “contro” voi. Ma il campanilismo che più “stona” – diciamocelo – è quello fra parrocchie, anche perché da queste parti è una stonatura ormai secolare. Chi ha cominciato per primo? “Voi!”, naturalmente, “No, Siete stati voi!” E le campane ricominciano a suonare sui campanili… D.B.


Centro Aiuto Vita

Dal Gruppo Alpini Terminato l'impegno della Sagra delle castagne, sono iniziati gli annuali Tesseramenti dei vari Gruppi della Zona Valdalpone e le altre attività che sono proprie del nostro Gruppo. La prima che si presenta è la preparazione della cioccolata e vin brulé che sarà offerta alla cittadinanza dopo la Santa Messa della notte di Natale, che sarà celebrata nelle tre Parrocchie. A seguire vi saranno gli altri appuntamenti: il 6 gennaio 2016 sarà offerto il classico minestrone con frittelle presso la baita, il 17 gennaio la Festa di Tesseramento del Gruppo, il 17 aprile l'Adunata di Zona a Monteforte d'Alpone, la collaborazione per la Gran Fondo del durello del prossimo 24 aprile, il 14 e 15 maggio l'Adunata Nazionale di Asti, il 18 e 19 giugno l'Adunata del Triveneto a Gorizia. E poi non mancheranno i tradizionali Pellegrinaggi nazionali e sezionali a fine giugno, nel mese di luglio, l'ultima domenica di agosto e la prima di settembre. Il 15 e 16 ottobre a Verona sarà celebrato il 144° Anniversario delle Truppe Alpine e quindi si chiuderà con la Santa Messa di Natale celebrata a Verona nella Basilica di San Zeno. Per chi ancora non lo sapesse l'Adunata Nazionale 2017 si terrà a TREVISO.

Il Movimento per la Vita – Centro di Aiuto alla Vita è una associazione di volontariato presente in San Giovanni Ilarione dal 1998 ed ha come missione quella di aiutare la vita nascente e valorizzare ed assistere la persona umana. In particolare opera, anche attraverso la rete e risorse dei Centri Aiuto Vita nazionali, dando supporto psicologico e concreto alle donne in gravidanza a rischio aborto e famiglie in difficoltà con bimbi fino ai 3 anni, e distribuendo generi di prima necessità (cibo e indumenti innanzitutto) a persone adulte e famiglie indigenti dei comuni veronesi di San Giovanni Ilarione, Montecchia di Crosara, Roncà, Vestenanova, Costalunga e Brognoligo. In occasione della recente Sagra delle Castagne 2015 il Centro ha partecipato con una propria area espositiva all’interno di Casa Trevisan con l’intento di far conoscere i servizi resi alla comunità di S. Giovanni Ilarione e paesi limitrofi. E’ stato un successo di pubblico insperato vista la natura dei propri servizi in un ambito “giocoso” come una sagra di paese. Molte persone infatti hanno fatto visita all’area. Ciò non solo grazie ai propri volontari che si sono prodigati nell’allestimento di un’accogliente e formativa area sui propri temi coi pochi mezzi disponibili, ma anche grazie alla presenza ed offerta gratuita ai visitatori di bevande e cibi etnici sopraffini preparati da alcuni amici del Centro di origine indiana, marocchina, ghanese ed italiana. Una bella festa in onore della Vita! Un grazie sincero a tutti gli intervenuti, volontari ed amici partecipanti di ogni dove. P.S. Il Centro Aiuto Vita si trova in piazza dei Martiri, nr 1 in San Giovanni Ilarione (VR), tel. 349-5376803 ed è aperto ogni martedì dalle 9-11.

Per commemorare il Centenario dell'inizio della Grande Guerra per l'Italia, si rivolge un invito a chi ha avuto il nonno, il bisnonno, un fratello (naturalmente in questo caso l'invito vale per i più anziani) o altri parenti caduti in guerra o negli anni successivi per causa di guerra, per poter avere delle informazioni o altre notizie idonee, al fine magari di poter fare anche una piccola pubblicazione. Meglio ancora se fossero disponibili delle fotografie del periodo dove siano ritratti degli alpini in zone di guerra od in gruppo. Chi ritiene di voler aderire è pregato di contattare il Gruppo Alpini. G.G.

A TUTTI I MIGLIORI AUGURI DI BUONE FESTE 2016 / 2016

Daniele Pasquino, Presidente del CAV S. Giovanni Il.

UN MONUMENTO PER LA PACE In questi giorni la sezione Fanti di San Giovanni Ilarione ha dato inizio ai lavori per costruire in "Piazza dell'Osto" un nuovo e significativo monumento intitolato "Per la Pace, in ricordo dei caduti del nostro paese nella I° Guerra Mondiale". In questa guerra sono stati molti i fanti caduti, e a loro e a tutti i soldati che hanno ato la vita per la patria va il nostro tributo: un monumento che li ricordi ma soprattutto che ci trasmetta un chiaro messaggio di pace, che ci inviti a operare affinchè in un futuro prossimo, cessino tutti i conflitti, vicini e lontani. La pace è una grande conquista, un dono che i nostri cari nonni ci hanno lasciato e noi non lo dobbiamo dissipare con facili egoismi e ottusità. Tutti i loro nomi saranno incisi a perenne ricordo e a monito... A tal fine si chiede la collaborazione dei familiari dei Suddetti Caduti per avere informazioni precise sui loro cari (luogo e data di morte. Es.: Nome Cognome - Ortigiana, 4 maggio 1917). Ogni notizia si può comunicare al numero di telefono 348-8001821. Si è pensato di realizzare quest'opera,

per le celebrazioni del centenario della "Grande Guerra", dedicandolo, appunto, alla pace. Il monumento sarà inaugurato il 20 marzo 2016, Domenica delle Palme, quando la locale sezione dei fanti organizzerà la 40° Festa della Pace, con un'adunata interregionale dei fanti. Molti associati del Triveneto e della vicina Lombardia giungeranno nel nostro paese perchè il valore della pace è assai sentito e condiviso. La costruzione di tale monumento costituisce un impegno economico oltre che morale per il nostro gruppo ma tutti concordiamo sul suo importante significato. Dopo l'inaugurazione l'opera sarà ceduta al Comune di San Giovanni Ilarione, sicuri di una sua giusta valorizzazione. Altri particolari sul proseguimento dei lavori e sulla festa di inaugurazione saranno comunicati sul prossimo numero de "L'Alpone" e sui manifesti che verranno esposti in tutti i locali del paese. Gruppo Fanti di S. Giov. Il. Il gruppo Fanti augura Buon Natale e Felice Anno nuovo

I coscritti 1965 che hanno festeggiato i 50 anni in gita a Borghetto

DONARE SANGUE:

SEMPLICEMENTE IMPORTANTE! Con il tuo piccolo gesto salverai una vita

San Giovanni Ilarione e Vestenanova avis-vestena@libero.it avis-sgiovanni@libero.it www.avisveneto.it/san_giovanni_ilarione_vestenanova

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80a SAGRA DELLE CASTAGNE Dopo le vacanze estive, con le ultime tiepide giornate di autunno, arriva la seconda domenica di ottobre e con essa la sagra delle Castagne, che quest’anno ha festeggiato l’ottantesima edizione, con il suo ormai tradizionale bagno di folla che inonda le piazze di San Giovanni Ilarione e con spettacoli e bancarelle di ogni genere. Le serate iniziali sono state dedicate, rispettivamente, all’agricoltura (il giovedì) con una conferenza organizzata dalla

Coldiretti, alla musica giovanile con la discoteca in piazza (il venerdì e il sabato sera). Ma l’acme della manifestazione rimane la domenica pomeriggio, con un numero di persone notevole che si riversa lungo le vie del paese, attirato anche dagli “Sbandieratori e Musicisti di San Bonifacio” e dalla tradizionale sfilata delle contadinelle in vestiti tipici. Sempre attesa è poi la battitura del bosco, con i rami carichi di ricci e, in accordo con quanto predica la tradizione,

sempre al centro dei nostri interessi culturali la degustazione della “polenta e scopeton” cucinato al momento dalle stesse contadinelle. Per i più piccoli, poi, ecco “Radio Criceto” che ha animato con molta simpatia la piazza rendendo un pomeriggio divertente per ogni fascia d’età. Sempre interessante l’immancabile capannone della piazza Aldo Moro, divenuto ormai una vetrina dei prodotti migliori di artigiani e commercianti del territorio. Significativa si è rivelata, infine, l’esposizione dei

libri del paese in via IV Novembre, dove si poteva scambiare qualche opinione con gli autori e, ovviamente, acquistare i libri. Un ringraziamento a nome della Pro Loco di San Giovanni Ilarione va a tutte le associazioni attive durante la sagra, per la preziosa collaborazione che ogni anno offrono per valorizzare i nostri prodotti locali, e a tutti gli organi di vigilanza che garantiscono al meglio lo svolgimento della manifestazione in sicurezza. L.G.

I PRESEPI DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA "PAPA LUCIANI" Anche quest'anno alla scuola dell'infanzia "Papa Luciani" un gruppo numeroso di bravissimi genitori ha allestito per la gioia dei loro bambini un Presepe spettacolare in linea con il progetto didattico annuale sui 4 elementi "Acqua, Aria,

Terra e Fuoco"! Siete tutti invitati ad ammirarlo Domenica 13 Dicembre, dopo la Santa Messa delle 10.30 animata dai bambini. Le insegnanti e il comitato di gestione

Augura alla gentile clientela un Buon Natale e un Buon Anno 2016

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UNA DATA... UNA STORIA

Via Centro Cattignano, parte sud-est, fino a qualche decennio chiamata via Moccia di Cattignano, un toponimo che segue lo spostamento dei suoi antichi abitanti, è la naturale porta di entrata della piccola frazione. E’ abitata da un gruppo di

famiglie che rispondono al cognome di Sartori, ma la loro antica origine parte da più in basso, dall’attuale Via Moccia e proprio da qui, verso il 1730, si è staccato un ceppo che ha dato origine ai “Mocia de Categnan”. Ebbene, a supporto di quanto detto , durante i lavori di recupero e restauro di una antica abitazione verso la metà degli anni ’50, una stele è venuta alla luce riportante la data dell’antico manufatto e il nome degli artefici. Lì per lì nessuno dà peso a questo fatto, la guerra appena trascorsa ha lasciato disastri e lutti alle spalle e non ci si preoccupa di questo pezzo di sasso , che addirittura viene spezzato in due e che si disperde senza che nessuno se ne occupi. Una parte finisce nei campi , l’altra sepolta sotto le macerie. Al-

INCONTRO CON GIANCARLO PIUBELLI

cuni anni or sono, durante i lavori di scavo da parte dei f.lli Claudio,Patrizio e Stefano Sartori, torna alla luce la parte interrata e riunita all’altro pezzo messo da parte dai campi. Si tratta di una lastra rettangolare lunga circa 60 cm che attesta la data di posa in opera e riportante la scritta “ SARTORI FF. 1769”. E’ un ripercorrere la propria storia di circa 250 anni or sono, quando anche allora si riteneva la scrittura documento necessario per una datazione storica e questo torna a merito di quanti ebbero allora la brillante idea. Dopo un accurato lavoro di pulizia e di controllo, le due parti vengono incollate con resina nel lato combaciante ed ora, tornato pezzo unico, fanno bella mostra di sé incernierate in un muro portante, alla

pubblico presente in sala, particolarmente interessato a indagare e comprendere gli ideali di umiltà, libertà e autenticità che animano le scelte dell’autore. Si potrebbe affermare che la presentazione del libro sia stato il pretesto per avviare una discussione e riflessione sui reali valori della vita, la libertà personale, la gioia e il coraggio di saper compiere le proprie e scelte, e sugli insegnamenti che soltanto la solitudine riesce a trasmettere. Non bisogna però credere che Giancarlo viva completamente isolato dal mondo: lui per primo rifiuta l’epiteto di “eremita”. Fino al 1998, infatti, è stato accompagnatore nazionale di alpinismo giovanile del CAI, e anche adesso si offre volontario per accompagnare gruppi di bambini e ragazzi alla scoperta della natura montana. Inoltre, dal 1987 è impegnato in “Mountain Wilderness”, associazione nazionale di tutela dell’ambiente di montagna. Un bell’esempio, dunque, di come sia possibile conciliare il bisogno di libertà e appagamento personali con l’impegno e il desiderio di trasmettere questi valori anche alle altre persone, ricordando a proposito una riflessione che emerge nel finale di un film che, con la vita di Giancarlo, ha più di un punto in comune, ovvero Into the wild (2008, regia di Sean Penn): “La felicità è reale soltanto quando viene condivisa”. Ass. Culturale Cartabianca

G.S.

GIORGIO ZANCHI esperto di... bollicine!

L'INCANTO DELLA MONTAGNA E IL VALORE DELLA SOLITUDINE Venerdì 13 novembre, presso la sala civica del Comune di San Giovanni Ilarione, l’associazione culturale Cartabianca ha presentato L’albero delle ciliegie (2015, Oak Editions), libro di Giancarlo Piubelli, nostro compaesano di origine, ma piemontese d’adozione. Giancarlo, infatti, è nato a San Giovanni Ilarione nel 1942, ma ha lasciato il nostro paese nel 1953 per andare a vivere in Piemonte. Fondamentale momento di svolta nella sua vita è l’anno 1987, quando decide di lasciare la città per la montagna e di trasferirsi in una meisun nella Siteita, una borgata completamente disabitata nell’Alta Valle Po. Il libro, testimonianza di questa sorta di rinascita, raccoglie poesie, racconti, dipinti e scatti fotografici, tutti a opera dell’autore, che descrivono e celebrano la bellezza misteriosa e potente della montagna e il fascino splendido e terribile della natura selvaggia e incontaminata. La presentazione del libro è stata l’occasione per ascoltare le parole dell’autore stesso sulle dinamiche e i profondi motivi interiori che lo hanno spinto a un mutamento di vita così radicale, nato dall’esigenza di allontanarsi dall’insensatezza di ritmi di vita collettivi logoranti e incessanti, e da una società che spesso giudica l’importanza di un individuo in base a parametri superficiali e fittizi. L’iniziale intervista di rito si è presto trasformata in un partecipato confronto con il

vista della gente. E’ commovente osservare che il passato non è perduto o tanto lontano, è sempre presente ed attuale attraverso i documenti. E la storia continua grazie ai figli di Augusto Sartori,i fratelli sopra citati, discendenti diretti degli antichi F.lli Sartori del 1769, una famiglia dinamica e propositiva che vuol mettere in evidenza sì la strada del progresso, ma anche il legame della tradizione verso il passato. È bello riscoprire la propria origine, una famiglia che annota fra i suoi componenti nel primo Ottocento due sacerdoti, don Ludovico e don Gerolamo Sartori, è bello riscoprire le proprie radici, far tesoro del proprio passato per progettare un sicuro futuro.

Uomo quadrato, senza mezze misure, persona dagli interessi poliedrici che spaziano dalla calzatura alla meteorologia, dal canto alla caccia, dall’amore per lo sport all’agricoltura, ma la punta di diamante brilla soprattutto per la sua arte e passione per il vino. Questo è Giorgio Zanchi. Cultore di vini locali, decide di perfezionarsi nella scienza e tecnica in materia, diplomandosi Sommelier dopo aver superato i tre corsi regolari a Verona ed iscrivendosi all’AIS, associazione italiana sommelier. E’ un momento per lui difficile, gli è appena morta la moglie e deve accudire a due bambini piccoli e questo nuovo studio, tenendolo attivo ed impegnato, lo aiuta a superare le difficoltà. Quando si tratta di stappare una bottiglia il posto è assicurato a lui, all’esperto, guai sostituirlo. Per i non addetti al mestiere, che cosa è un sommelier? E’ una persona con una eccellente cultura del vino, che ne segue l’iter dal vigneto alla degustazione e al suo abbinamento con il cibo adatto. Perché questo interesse per il vino? Perché hai fatto il corso? E’ Giorgio stesso a farlo presente. E’ amore di gioventù, imparato direttamente dal nonno, che diceva che il nettare scoperto da Noè deve essere curato come una persona, è un elemento base della famiglia, asserendo che “ pito-

sto che spanderghene na gossa, mejo berghene na bota…”Da lì è partito l’input per il bere bene, bere genuino. Le proprie competenze Giorgio le mette a disposizione degli altri ed eccolo allora , in impeccabile divisa, partecipare al Vinitaly per 20 anni consecutivi ed in tal maniera viene a conoscenza di tutti i vini del mondo, li prova, li degusta, li misura e li classifica. Viene pure chiamato in qualità di esperto e garante nelle manifestazioni enologiche di prestigiosi ristoranti, nei banchetti di vario genere. Sorridente e sicuro, mette le persone a proprio agio, è l’ago della bilancia, l’asse di equilibrio tra vecchia a nuova tradizione, punto di riferimento per le nuove gene-razioni. Una domanda corrente, è giusto bere vino? Il vino deve essere sempre abbinato al cibo, bisogna sempre bere bene e bere genuino, nella giusta misura, fidandosi sempre dell’etichetta che ogni bottiglia dovrebbe avere. Un consiglio ai giovani e meno giovani? Evitare assolutamente le bibite gasate e liquori a base di coloranti, fidarsi del vino, del vero vino naturale, ma soprattutto testa sul collo, bere poco e bere bene sempre in abbinamento con del cibo. Il vino non fa male se degustato nella giusta quantità, anzi fa buon sangue e mette la giusta allegria. E noi ci fidiamo di questo e trasmettiamo il messaggio di Giorgio alla gente, un messaggio che deriva dalla competenza, dall’esperienza, dalla professionalità di un eccellente sommelier ed allora CIN… CIN… guardandosi sempre negli occhi, perché è un incontro non tra due bicchieri, ma tra due persone. G.S.

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L'Amministrazione

MARIO MARCAZZAN , UN PREMIO AL MERITO SCOLASTICO PER UN GRANDE PERSONAGGIO Sono ben quattro gli studenti premiati quest’anno, grazie al contributo della famiglia Marcazzan come riconoscimento al merito scolastico, e sono stati consegnati Sabato 10 Ottobre 2015 a : Desirè Bastianello, Giada Danese, Matteo Dal Cero, Sara Simoncello. COMPLIMENTI!

Questo premio (100 EU per i 10 e 120 EU per il 10 con lode, ed un riconoscimento per il risultato ottenuto) indirizzato agli alunni di terza media che si distinguono per il conseguimento della licenza con il massimo dei voti, vuole mettere in risalto la figura di un grande letterato e critico letterario legato intensamente a San Giovanni Ilarione e che risponde al nome di Mario Marcazzan. Ma chi è Mario Marcazzan? Figlio di Giovanni Marcazzan dalle Boarie, professore di belle lettere e di “Nani” Bonafin, sposatisi a San Giovanni Ilarione nel 1901, nasce a Brescia nel 1902. Figura profonda ed austera, si laurea in Lettere e Filosofia e poi in Giurisprudenza. Dopo l’esperienza di professore di ruolo di Liceo a Belluno e a Brescia, è docente di lingua e Letteratura italiana all’università di Oslo dal 1934 al 1935, dal 1936 a 1940 ricopre la stessa cattedra di insegnamento presso la prestigiosa università di Sofia. L’intervallo della guerra lo vede rientrare in Italia operando sempre nel campo della scuola a Milano. Diviene provveditore agli studi dal 1945 al 1947 di Brescia liberata e a Milano dal 1947 al 1952 per nomina governativa. Successivamente dal 1952 al 1966 è titolare della cattedra di Lingua e Letteratura italiana all’Università di Venezia, Presidente della Biennale di Venezia dal 1962 al 1967, per poi rientrare a Milano nel 1966 in qualità di Preside nella cattedra di Lingua e Letteratura italiana alla prestigiosa università Bocconi di Milano. Qui la morte lo coglie improvvisamente nel 1967 all’età di 65 anni. Non a tutti è noto il suo impegno nella resistenza. Sceglie la resistenza e poi è membro del CLN perché considera la libertà come un bene irrinunciabile e moltissimi ragazzi sono stati da lui aiutati mediante la fornitura di un

LA PAROLA ALLA MINORANZA

MANUTENZIONI AL CIMITERO meno incuria e più sicurezza

Le foto mettono in evidenza lo stato in cui si trova la cella mortuaria del nostro cimitero dopo il furto delle grondaie in rame avvenuto oltre un anno fa!!! Anche se il bottino è stato scarso, il danno è pesante poiché la mancanza di manutenzione ha provocato seri danni alla struttura muraria che ora presenta profonde crepe e si sta sgretolando tutta. Per evitare futuri danni maggiori, è assolutamente indispensabile ripristinare le tubazioni rubate, magari sostituendole con grondaie di scarico in lamiera preverniciata e non in rame, riducendo così la spesa ad un costo

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ridottissimo ed accessibile di circa 300,00 euro compresa la posa in opera. La sicurezza è garantita anche dalla sorveglianza, ma purtroppo le 11 telecamere presenti su tutto il territorio del nostro Paese da più di un anno non sono in funzione !!! Chiediamo quindi che la Giunta Comunale si adoperi per studiare un piano di sorveglianza e di riorganizzazione del sistema di cui disponiamo, se necessario accedendo a finanziamenti Europei o Ministeriali, per garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini di San Giovanni Ilarione.

falso tesserino da studente da lui rilasciato, salvandoli così dall’inquadramento nelle camice nere e dal campo di concentramento. Ha frequentato personaggi famosi ed illustri, amico fraterno del cardinal Montini, poi Papa Paolo VI, collaboratore di don Gnocchi, in intimità culturale con Giuseppe Ungaretti, che vergherà il suo epitaffio: “La morte di Marcazzan costituisce una grave perdita per l’Università italiana: con Lui scompare un Maestro di prim’ordine, che con dottrina e generosità d’animo riusciva ad indicare ai discepoli la via del sapere”. Riposa, per sua espressa volontà, nel cimitero di San Giovanni Ilarione. Un personaggio, come si vede, dal forte spessore culturale ed umano. E proprio a questa figura devono far riferimento i nostri giovani studenti, con impegno e serietà, perché nella vita è necessario puntare sempre in alto, porsi traguardi prestigiosi, con carattere e voglia di fare. Durate la cerimonia, aperta dal Dirigente Scolastico Ugo Carnevali, la Sig.ra Gabriella Marcazzan ci ha ricordato la figura di Prof.re Mario Marcazzan, mentre l’Assessore Claudio Lovato si è rivolto agli studenti ricordando le responsabilità a cui siamo tutti tenuti ad osservare ed adempiere (studenti compresi) per ottenere il miglior risultato possibile a fronte degli sforzi profusi da parte di tutta la comunità verso l’istruzione scolastica. Il Prof. Mario Marcazzan con il futuro Papa Paolo VI. Ospite d’eccezione lo scorso 1° Ottobre, l’onorevole Veronique Salvi, eletta parlamentare e residente a Charleroi quarta città del Belgio, assieme a Fernando Morando, presidente dell'Associazione veronesi nel mondo e Gianni De Nardi Presidente della stessa associazione in Belgio. Un grazie ad Antoine Di Franco ed al gruppo promotore dell’evento.

Un sentito ringraziamento alla squadra dei volontari per lo sfalcio dell'erba e la pulizia fossati!

NOTE TECNICHE SULLA RACCOLTA RIFIUTI Sì raccomanda di posizionare i rifiuti nei punti di raccolta stabiliti, la domenica ed il mercoledì sera entro le ore 23, per garantire il ritiro da parte degli operatori.


Comunale

informa SAN GIOVANNI ILARIONE in mostra alla 117a FIERA CAVALLI A VERONA

Abbiamo scelto di essere presenti alla prima edizione del SALONE DEL TURISMO RURALE in Fiera Cavalli a Verona all’interno del padiglione PALAEXPO, assieme ad altri 2 comuni: San Bonifacio e Monteforte d’Alpone (come aggregazione di comuni denominata EST VERONESE PRODUCE, con uno stand di 12 m2 all’interno della più ampia esposizione del Consorzio tutela del vino Soave e Durello), per promuovere assieme la Val d’Alpone ed in particolar modo il nostro paese, le nostre eccellenze paesaggistiche, culturali, enogastronomiche, turistiche e sportive. Quattro i giorni intensi in fiera in cui ci siamo impegnati in prima linea per la promozione del nostro paese, e dove i nostri agriturismi: BERNARDI, LA FRASCA, LA PIETRA NERA e le aziende COFFELE e GUGOLE, hanno potuto mettere in mostra le loro eccellenze in termini di ospitalità e specialità alimentari, mentre l’associazione sportiva ASD BASALTI ha colto al volo l’opportunità per esporre una bici da competizione, ma soprattutto per presentare e dare il via al prossimo

importante appuntamento: la “GRAN FONDO DEL DURELLO 2016” che si terrà il prossimo 24 Aprile. I contatti in fiera sono stati molti, circa 400, di cui 118 persone e famiglie che da tutta Italia ci hanno lasciato i loro riferimenti, per poter ricevere news ed eventi dalla Val d’Alpone e dal nostro paese, che hanno potuto apprezzare dal materiale esposto (foto, video, cartoline, dépliant, flyer, l’enciclopedia Ilarionese, rollup con la Chiesa di San Zeno, targa “Città delle Ciliegie”, la Gran fondo del Durello, gadget e degustazioni del formaggio di Gugole con il miele di Coffele, la sopressa della Frasca, le ciliegie sotto spirito, i ciclamini dell'Az. Rivato, il vino del consorzio, ecc). Insomma una quattro giorni che ci ha permesso di presentare e far conoscere San Giovanni Ilarione e la Val d’Alpone, ed ancor di più conoscere meglio le necessità e le aspettative delle famiglie e delle persone presenti in fiera, alla ricerca di un luogo che possa piacevolmente sorprenderli e passare dei bei momenti di svago, su cui ora è necessario lavorare per incontrare al meglio queste necessità ed invitarli tutti qui, in Val d’Alpone !!!

Il Governatore del Veneto Luca Zaia nel nostro stand assieme (da sx) al Consigliere Regionale Federico Caner, Il Sindaco Ellen Cavazza, L'Assessore Claudio Lovato, la conduttrice televisiva Elenoire Casalegno e l'Assessore Regionale all'agricoltura, caccia e pesca Foto del nostro stand come EST VERONESE PRODUCE Giuseppe Pan

Presentazione ufficiale della nostra esposizione e della ricchezza del nostro territorio in fiera

Cooperiamo con il GAL per implementare il nuovo Programma di Sviluppo Locale del GAL Baldo-Lessinia per il periodo 2014-2020, assieme ad un gruppo di lavoro per l’incremento dei posti di lavoro e la crescita economica, in sinergia con altri gruppi che lavorano su turismo, tutela del territorio ed agricoltura. Da qui, verso la fine del 2016, nasceranno i nuovi bandi e relativi contributi per circa 9 milioni di euro destinati a progetti di sviluppo pubblico e privato. In foto il gruppo di studio con l’Assessore Claudio Lovato assieme ad alcuni Sindaci ed Assessori della Lessinia. Per approfondimenti: www.baldolessinia.it

Incontro del Sindaco con i nuovi diciottenni del paese per la consegna della scheda elettorale, e grazie alla collaborazione dell’Avis, un momento speciale per responsabilizzare i ragazzi sull’occasione ed il valore di diventare donatori di sangue.

Matteo Marzotto a San Giovanni Ilarione con il Sindaco Ellen Cavazza e l’Assessore Marco Beltrame, uniti per la promozione della vendita dei ciclamini per la raccolta fondi da destinare al progetto di ricerca sulla fibrosi cistica. Visitate il sito: www.fibrosicisticaricerca.it/sostieni-la-fondazione/

Tanti Auguri di ben venuto al nuovo parroco Don Maurizio ed a Don Efrem !!! Vi siamo vicini per assicurare alla comunità di San Giovanni Ilarione crescita e sviluppo, sia sociali che spirituali.

Il Sindaco e l'Amministrazione comunale

augurano a tutti Buone Feste!

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SAVERIO POZZA, L'AMORE PER LA MUSICA Una indicazione direzionale lungo la strada che collega Castello a Chiampo ci indica quando svoltare per via Giannini, una contrada immersa nei campi adornati dai molti colori autunnali e che offre un panorama bellissimo. Qui , in una casetta calda e dignitosa, ci viene incontro Saverio Pozza, il decano del luogo. Statura media, occhi vigili e profondi e che rifiutano gli occhiali, un volto caratterizzato da due baffi tradizionali che esaltano un sorriso aperto e cordiale. Nasce il 31 gennaio 1926, giusto in tempo per prendersi tutto il freddo invernale, figlio di Leone e di Maria Panarotto. Papà fa il contadino, con pochi campicelli a disposizione, che sfrutta al massimo per poter sfamare i sei figli. Nell’ordine Leo, Mario, Bruno (morto dopo 20 giorni), Anna, Saverio, Francesco e Paolo. Tuttavia non si perde d’animo,e affronta battaglie ben più dure, si è fatto la prima guerra mondiale dal primo all’ultimo giorno, nel prestigioso corpo della cavalleria. Orgoglioso di questo, a chi lo fa presente risponde “… gerino tuti omeni scielti…”. Il conte Radicati, a guerra finita, lo vuole alle sue dipendenze a Brozolo, come esperto di cavalli e rappresentante della cavalleria. Vi rimane per qualche anno e quando la famiglia lo reclama, il figlio maggiore non lo chiama papà, bensì Leone, in quanto cresciuto senza la presenza del genitore. Saverio, cresce come tutti i coetanei del tempo, frequenta la scuola elementare a Lore, con le maestre Tilde Panarotto e Focchiati, due bravissime persone, ma si ferma qui, non prosegue fino alla classe Quinta. “…si partiva a piedi,con le sgalmare e con qualsiasi tempo, la merenda era un sogno. Allora era tutto diverso , si era felici lo stesso, si apprezzava la più piccola cosa, accontentandosi con pochissimo…” Erano tempi semplici e genuini, il sole stesso sembrava più splendente. Terminata la scuola ci sono le mucche e le pecore da portare al pascolo, ma Saverio nutre una passione diversa, quella del falegname. Va ad imparare da Berto Marchetto e comincia a costruire robusti mobili in legno massiccio, il tavolo stesso che anche adesso

utilizza in cucina è opera delle sue mani, un tavolo elegante e ben tornito in ciliegio che costituisce motivo di invidia per i collezionisti. Con pazienza e massima precisione dà vita a modelli, in piccolo volume, delle chiese di Castello e di San Zeno, riportando i più insignificanti particolari e questa sua pignoleria sarà molto utile più tardi quando don Adelio Maniero, parroco di Castello dal 1977 al 1989 restaurerà la chiesetta di San Zeno e non essendoci fotografie originali a cui risalire, ecco importantissimo il modello per la stesura del progetto di ricostruzione. Saverio frequenta molto la parrocchia, cresce in una famiglia di amanti della musica, papà e tutti i suoi fratelli suonano nella banda e anche lui viene attratto dal suono e dalla musica. Fa parte del coro parrocchiale di Castello, partecipa a tutte le attività inerenti la comunità e intanto arriva la guerra. Il fratello maggiore, classe 1917, parte nel 1940 e si fa tutti i cinque anni, ma è fortunato perché, essendo suonatore, fa parte della fanfara. Dopo l’8 settembre, tuttavia, le cose cambiano radicalmente, regna la più grande confusione. Papà viene preso come ostaggio e rischia la fucilazione. Saverio invece appartiene all’ultima classe chiamata alle armi dalla Repubblica di Salò. Non si presenta e diviene disertore, nascondendosi nella zona. Una volta è nella stalla quando si presenta in contrà una squadra di Georgiani, al seguito dei Tedeschi, per perquisizioni e in cerca dei renitenti la leva. Si nasconde nella “gripia” della vacche ed aspetta ansimante la partenza del gruppo indesiderato. Per fortuna la famiglia comprende a volo e dopo un attimo di smarrimento mette in tavola pane e salame e un ottimo fiasco di vino.

Lo Zibaldone di Cartabianca

INCONTRO CON MOZART Venerdì 27 novembre, presso il Teatro Parrocchiale di San Giovanni Ilarione, nell'ambito della rassegna culturale Lo Zibaldone dell'associazione Cartabianca, organizzata in collaborazione con la compagnia teatrale Sale & Pepe, Laura Panato (soprano), Piercarlo Fracasso (baritono) ed Ester Bruni (pianoforte), hanno fatto trascorrere al pubblico una magica serata in compagnia delle più belle arie tratte dalle opere di W. A. Mozart: un'ottima occasione per valorizzare gli straordinari talenti artistici presenti nella nostra vallata! Ass. Culturale Cartabianca

Foto di Alan De Simone

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La squadra si alza contenta e rientra alla base. Capisce però che non può andare sempre bene ed allora si nasconde scavando una buca sotto un letamaio e lì vi rimane per ben 110 giorni, rifornito giornalmente del vitto dalla famiglia. Una volta deve fuggire perché vede entrare nell’improvvisato rifugio un grosso serpente. Intanto esce l’amnistia anche per i renitenti, purchè si arruolino come lavoratori sotto la TODT ed allora si va dai Femi, in Brenton, dai Fassi. Poi passa alle dipendenze di “Gusto paludi” e in questo periodo viene catturato dai fascisti. Tagliando legnami insieme al suo gruppo a Nogarotto per le cave di “terra mora”, dopo un bisticcio da parte del capo con la milizia fascista, vengono tutti ammanettati in coppia e portati a Cellore di Illasi, accusati di tagliare i legnami per i partigiani. Da lì vengono condotti a Verona rimanendovi per 21 giorni e qui Saverio subisce per ben tre volte i bombardamenti degli alleati sulla città. Si pensa proprio di morire sotto le bombe. Per fortuna il comandante della piazza di San Giovanni Ilarione, un capitano tedesco che si era opposto all’arresto e al trasferimento a Verona, vuole andare fino in fondo alla questione e riesce a far tornare in paese gli arrestati. Finalmente arriva la liberazione ed allora è una festa per tutti, ci vuole qualche bicchiere per farsi coraggio, dimenticare e andare avanti. Si torna alla solita vita dei campi ed intanto adocchia una splendida ragazza che viene spesso in contrà a trovare uno zio, Adelina Rigodanzo di quattro anni più giovane e che abita ad un Km di distanza. E’ una ragazza semplice, di sani principi cristiani e con tanta volontà di fare. Si sposano dopo sette lunghi anni di fidanzamento,

anche perché non c’è casa dove andare e nella casa paterna risono già due spose. Don Lino Coffele, parroco di S.Bortolo di Arzignano, ha una casa cadente ai Marcazzani e propone a Saverio di riattarla ed andare ad abitarci e Saverio, grazie ad un prestito di Gelindo Coffele, la ristruttura e finalmente può coronare il suo sogno. E’ il 27/02/1954. “ Quella mattina non avevamo in casa neanche il caffè da bere , prima di andare a sposarci…” sospira la moglie, ma non fa niente Adelina, adesso siete in due ad affrontare la vita. Subito fanno fatica a tirar su una nidiata di figliben sei, Claudio ,Severino,Bertilla,Fernando,Leonida,Gian paolo, la bottega si paga una volta l’anno, ma intanto i figli crescono, cominciano i lavori in paese, è tutta un’altra cosa. Saverio entra a far parte della banda "Giuseppe Verdi", suona il genis e ne fa parte per ben 25 anni, ritirandosi poi per età, ma anche adesso quando sente suonare va in estasi. I figli si sposano tutti ma rimangono in zona e procurano ai genitori 12 bei nipoti che costituiscono la gioia dei nonni. Adesso Saverio continua il suo lavoro nei campi, fa quello che può, ma è sempre bello tornare a contatto con le piante, ti senti partecipe della natura, ti senti partecipe della vita. La cosa più bella in quasi 90 anni? – Certamente la musica- asserisce Saverio, “ e i figli” completa la moglie che gli sta accanto ed è commovente sentire ancora che la cosa più importante sono i figli. Adelina e Saverio rappresentano una coppia di sposi perfetta, di quelle “de na olta”, quando non contavano i divertimenti e quando i diritti individuali venivano dopo i doveri. Un augurio che questa coppia possa godere sempre ancora tanti anni di salute e serenità , perché portatrice di concordia, amore, pace. Gianni Sartori

LINO BELTRAME,

DA 61 ANNI IN CANADA Questa estate è tornato nella “sua” contrada Lore per qualche giorno di ferie Non è certo la prima volta che torna in Italia, ed ogni volta lo fa con enorme gioia: Lino Beltrame, da 61 anni emigrato in Canada, è sempre accolto con grande piacere dal fratello Ottavio, in contrada Lore, da dove è partito pochi giorni prima di compiere 20 anni, nel 1954, per cercare lavoro al di là dell’oceano. E in Canada, precisamente nell’Ontario, Lino ha veramente trovato l’America, visto che si è affermato grazie alle sue capacità lavorative, diventando ben presto caposquadra nel ramo delle costruzioni edili e stradali. Posto che ha tenuto per ben 46 anni, prima di andare in pensione e di godersi ora, com’è giusto che sia, le sue due figlie e i 5 nipoti, avendo sempre a fianco la moglie Mariolina Fusa, di contrada Zanchi, che aveva sposato nel 1960, e con la quale ha condiviso la sua lunga esperienza all’estero. “Non ho sofferto di nostalgia – ci confessa Lino – perché mi sono subito ben inserito in Canada e il lavoro mi ha dato grandi soddisfazioni. Qui in Italia allora non c’erano possibilità, come tutti i giovani avevo lavorato nei campi e avevo patito gli anni critici della guerra, con la paura dei tedeschi e dei partigiani, che requisivano le stalle e ti facevano vivere sempre con l’ansia addosso. Anche la scuola delle Lore

era occupata e chiusa”. A scuola Lino era andato fino alla terza elementare, poi riuscì a terminare andando a scuola serale. Insomma, una vita sobria e molto concreta, fatta di sacrifici e di tanto lavoro, ma anche di soddisfazioni nel vedere la famiglia crescere e lui stesso essere stimato come uomo e come lavoratore nel Paese che, più di sessant’anni fa, l’ha accolto a braccia aperte. Dario Bruni

Da sinistra: Giuseppe Beltrame, Mariolina Fusa e Lino Beltrame


UNA GIORNATA TUTTA FRANCESCANA...

PIANETA DONNA

Qualche nota critica: La poesia ci conduce attraverso i suoi versi liberi alla conoscenza dei diversi aspetti del mondo femminile. La donna è mistero e armonia, concilia in sé uragano e pace, energia su cui riposa la vita. In lei si compensano emozioni e realtà, limite e infinito. Pregevole per contenuto e tecnica poetica essa è in grado di affascinare il lettore. D.V.

Una splendida giornata di sole il 5 ottobre u.s., una giornata da dedicare allo spirito e al corpo ed è proprio questo che hanno voluto fare gli amici di San Francesco della vallata di Tregnago e dell’Alpone sotto la guida di Silvia Lovatin , meglio conosciuta come Silvia Pandiana, per aver sposato Pietro Pandian.Regolarmente trascorrono insieme in estate qualche periodo di riposo e di riflessione ogni anno in montagna, all’hotel Belvedere di Tonezza del Cimone, ove il ricordo e l’impatto con la prima guerra mondiale si tocca con mano, ove il silenzio aiuta a guardare dentro se stessi per una seria riflessione , dalla quale si attingono nuove idee e nuovi suggerimenti per il futuro, sotto la guida di alcuni frati francescani, tra i quali padre Fabio Longo e padre Luciano Baron. Ma l’esperienza non finisce qui, periodicamente si incontrano, si interrogano, festeggiano insieme. Eccoli allora a ritrovarsi, quasi una rimpatriata, il 5 ottobre appunto, a Vestenanova, nella splendida chiesa recentemente restaurata e che domina l’intera vallata. Qui vengono accolti dal parroco, il quale indirizza loro un saluto ed un augurio e dalla esperta guida locale, oramai portavoce ufficiale della storia del paese e che funge da guida del gruppo, la d.ssa Giancarla Gugole. Dalle sue parole sono scaturite le interessantissime notizie storiche circa le parrocchiali di Castelvero, Vestenavecchia, Vestenanova, la chiesetta di S.Antonio, sull’omonimo colle, notizie che nessuno conosceva, si dava per scontato l’esistenza delle chiese, ma l’origine, la storia, i sacrifici delle popolazioni, la loro fede erano completamente sconosciuti. Il pezzo forte, tuttavia, è stata la visita all’archivio parrocchiale. Qui la storia si tocca con mano. Vederti davanti documenti del 1200,

Anche quest’anno, in occasione della sagra delle castagne 2015 (8-12 ottobre) un gruppo di circa 60 genitori delle scuole elementari e medie di San Giovanni Ilarione e Castello hanno rinnovato l’impegno per concretizzare l’iniziativa "con una castagna la scuola ci guadagna". Un fine settimana straordinario sia per l’aspetto meteorologico ma soprattutto per lo spirito bello, caloroso che si respirava nelle persone che si avvicendavano nei fitti turni. Giorni impegnativi per tutti ma vissuti all’insegna del divertimento e del gusto di stare insieme per qualcosa di importante. Insomma, un bel clima di festa, di allegria che ci vedeva tutti insieme per un obiettivo comune: contribuire alla formazione dei nostri ragazzi a scuola, incidendo soprattutto sul completamento della parte tecnologica a servizio dei docenti per una maggiore efficacia della didattica. L’impegno maggiore era quello delle castagne e come in una manovia c’era chi le tagliava, chi le cucinava e chi le distribuiva e chi, con occhio vigile, si preoccupava che

non mancasse mai la legna per alimentare il fuoco. Nel chiosco, oltre alle caldarroste, la gente poteva trovare anche le “ciope”, il pane fatto nei forni sparsi per le contrade che alcune famiglie hanno messo a disposizione per l’occasione: proprio il pane come si faceva una volta. Non potevano mancare nemmeno i tortelloni con il ripieno a base di castagne, gentilmente offerti da Giovanni Rana per la scuola. Il frutto di questo impegno è stato di 5.757 euro, la maggior parte del quale andrà per l’acquisto di lavagne multimediali, per completare quanto iniziato alcuni anni fa, mentre una parte minore sarà investita per migliorare le attrezzature che ci permetteranno di essere efficienti anche i prossimi anni. Tutto ciò va ad aggiungersi agli acquisti fatti negli anni precedenti per le scuole elementari di San Giovanni e Castello: 2 stampanti a colori, 2 pc portatili, 2 casse acustiche professionali, 2 stereo portatili, attrezzature e specchi per la palestra, pallet di carta formato A4, 5 LIM/lavagne multimediali e relativi

E’ questo il titolo della lirica con cui Giustina Dalla Fina, insegnante elementare in pensione, ha vinto il premio speciale Associazione Montorfano Franciacorta, nell’abito del Concorso letterario nazionale indetto dalla Pro loco di Rescaldina (MI) e concluso le scorso 10 maggio 2015. Questo il testo della poesia: “Regione inesplorata, composito mistero di deserti e praterie che mano orchestrale può fondere in armonia assoluta. Capolavoro dell’amore, bacia e piange. Uragano e pace nel lucido ciglio, energia su cui la vita riposa. Nei difficili sentieri incontra passi intricati da dove sbocciano sempre nuovi fili d’erba, intrisi di acqua aria respiro, a ravvivare la terra in un ideale abbraccio Emozioni e realtà limite e infinito, ogni istante rinnovate creazioni di sé, perché lei è là dove germoglia il cuore e prendono forma i sogni”

un periodo storico che a stento la fantasia riesce solo ad immaginare, ti fa venire i brividi ; scorrerti davanti i nomi di coloro che hai solo sentito nominare da bambino, vederli lì fermati sulla carta, date di battesimi, cresime, dipartite dal pellegrinaggio terreno per ricongiungersi al proprio Creatore, scorrere con il dito il tuo nome sul registro dei battesimi, controllare chi sono stati i padrini, vederti protagonista all’interno di una comunità ti riempie di un’emozione unica, ti senti piccolo piccolo all’interno di un grande progetto di Dio. Un Grazie sincero a Giancarla per la sua disponibilità e la sua preparazione. Poi, a mezzogiorno, tutti al ristorante a ritemprare le forze e a riservare qualche momento per le confidenze e le ilarità. Si mangia, si ride, si scherza, si progetta.Il programma della giornata, tuttavia non si ferma qui; si parte e si raggiunge Campofontana. L’aria è pura e penetra nei polmoni portando un senso di serenità e spensieratezza, ma si è qui soprattutto per visitare la tomba di una suora che ha fatto e che farà certamente parlare tanto in futuro di sé, suor Pura Pagani, qui nata e che qui riposa nel cimitero locale. Questa suora, uno spirito mistico e trasparente che ben si accosta alla santità di

Francesco d’Assisi, un’anima cristallina proiettata al bene delle anime, attira intorno a sé migliaia di visitatori da ogni parte, per preghiere, intercessioni, grazie. Padre Luciano,il frate accompagnatore , con preghiere pratiche ed appropriate ha fatto presente che i profeti attuali sono i Santi, attraverso i quali Dio manda i suoi messaggi e anche suor Pura è una tramite per giungere a Dio. A lei ognuno ha affidato le proprie gioie, le proprie ansie, le proprie necessità. Non poteva naturalmente mancare una tappa a Bolca, alla casa di riposo, per concludere la giornata e portare la propria solidarietà ai degenti, coinvolgendoli nella celebrazione della Santa Messa. Padre Luciano è stato un interprete sublime dello spirito francescano, una persona dal carisma semplice e incisivo, un frate dall’anima “clarita et bella”. Ha fatto presente che nonostante la malattia, l’età, l’inerzia, Dio ci vuole bene, ha cura di tutti noi, non ci abbandona in nessun istante, tutti siamo importanti davanti ai Suoi occhi. E a noi, da parte nostra viene richiesto di avvalorare lo spirito di unione e di accettazione di quello che Egli vuole da noi adesso, di fare nostra la Sua volontà. Smessi i panni liturgici, padre Luciano ha abbracciato la fisarmonica e coinvolto tutti nella gioia di cantare, nella spensieratezza e nell’allegria. Si sono scambiati pareri, auguri, congratulazione, toccante l’episodio del saluto di Silvia alla sua vecchia insegnante elementare Letizia Scarabello, ospitata nella struttura. Nell’abbraccio si sono scambiate emozioni, muti ringraziamenti, qualche lacrima a corollario dei sentimenti provati. Poi tutti a casa, dopo i saluti e la promessa di rincontrarci. Anche San Francesco di sicuro è stato contento… G.S.

computer portatili, 8 lavagne da gesso. Pertanto, ci sentiamo di ringraziare tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato a questo progetto e per non dimenticare nessuno, non facciamo nomi. Un grazie a coloro che hanno cucinato il pane, a Giovanni Rana per avere offerto i tortelloni, ma soprattutto un grazie grande a tutti quelli che hanno contribuito acquistando i prodotti dimostrando che, anche con questo piccolo gesto, si può mettere insieme festa e solidarietà. Grazie a tutte quelle persone che si sono messe in gioco e si sono lasciate coinvolgere in questo impegno. Ci auguriamo sempre di più che questa iniziativa possa trovare la disponibilità di tanti altri genitori nei prossimi anni perché questo diventi uno spazio di relazione e di condivisione tra le persone, tra la scuola e la famiglia che insieme possono lavorare per raggiungere obiettivi comuni a beneficio dei ragazzi che, inutile a dirsi, sono il futuro della nostra comunità. Stefano Gaiga

PERAZZOLO LUCIANO Deceduto a 82 anni. Bigliettaio e verificatore APT e ATV è stato il primo bigliettaio di San Giovanni. Alessandro e Nadia ti ricordano. Grazie papà.

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San Giovanni Ilarione e Vestenanova

C’è un evento che nella nostra alta Val d’Alpone è oramai diventato una tradizione. La seconda domenica di settembre si svolge la Festa del Donatore. Quest’anno si è celebrata a Vestenanova il 13 settembre in una bella giornata di sole con la partecipazione di molti donatori di sangue animati dallo spirito di solidarietà e amore verso chi soffre che li contraddistingue. In questa bella celebrazione si è voluto porre l’accento su quanto sia difficile, per chi fa volontariato, scuotere, coinvolgere e trasmettere entusiasmo per la realizzazione di qualcosa a vantaggio di tutti e senza interesse per ciascuno. Tutti quanti siamo chiamati a impegnarci ad esercitare un ruolo di compartecipi alla vita sociale del territorio, per migliorarne la qualità, per lenire le situazioni di disagio, per divenire modelli di vera democrazia. Un’azione che svolge appieno a questi principi è la donazione del sangue per contribuire ad avere la certezza che in caso di necessità lo si

trova a disposizione. Quest’atto è un gesto di alto valore civico e morale, un gesto di vitale importanza verso chi ha bisogno di un po’ del nostro sangue, un gesto che fa guardare alla vita dell’ammalato con altri occhi e una speranza in più. Ciò che guida tutto il lavoro della nostra Associazione sul territorio locale, è la volontà di costruire un percorso di altruismo che sia sempre più qualificante. In quest’ottica si colloca, soprattutto tra le nuove generazioni, la promozione della donazione del sangue periodica, volontaria, anonima, non retribuita e associata per diffondere in maniera capillare la cultura della generosità, del volontariato e di uno stile di vita sano ed equilibrato, che stimoli un atteggiamento positivo verso la quotidianità e verso il futuro. Con la gradita presenza del Sindaco di San Giovanni Ilarione Ellen Cavazza, del Sindaco di Vestenanova Edo Dalla Verde, del Vice presidente dell’Avis Provinciale Alessandro Vialli, e del Presidente Provinciale

dell’ADMOR, Giovanni Cacciatori, i donatori, le autorità, le Avis comunali ospiti e amici sostenitori, dopo aver usufruito del lauto rinfresco preparato dal Gruppo Alpini, partendo da Piazza Pieropan sono sfilati per le vie del paese preceduti dalla “Banda Musicale G. Verdi”. Il corteo si è avviato poi verso la chiesa, non senza aver prima sostato presso il Monumento ai Caduti e presso il Monumento al Donatore per gli omaggi floreali e un pensiero per chi ha dato la vita per la patria e per i donatori che non ci sono più. Al termine della Santa Messa, resa ancora più solenne con la partecipazione del “Coro Giovani Note” che alla fine, quando ha cantato l’inno del Donatore facendo venire la pelle d’oca a più di qualcuno, subito dopo hanno avuto luogo le premiazioni per i Donatori Benemeriti. Poi, come da buona usanza, la festa si è conclusa con il pranzo sociale presso il Ristorante Zoccante. Luigi Pandolfo

I donatori premiati: Distintivo rame (8 donazioni) Anselmi Giuseppe Beschin Silvano Beschin Stefania Camponogara Diego Camponogara Veronica Cavazza Sergio 1964 Cerato Erminio Massimo Ciman Bruna Ciman Flavio Cracco Cristian Dalla Riva Gloria Dazzi Mara Di Carmine Calogero Faedo Walter Fedeli Anna Filipozzi Giuseppe Fracasso Marina

Fracasso Milena Gaiga Danilo Lovatin Anna Maria Lovato Alberto Maccadanza Davide Marcazzan Giuseppe Melchiori Michele Ottolini Nicola Panato Luca Pernigotto Michele Pozza Graziella Prando Dario Rigoni Sara Sgaggio Serena Tessari Saverio Zanchi Patrizia Distintivo argento (16 donazioni) Beltrame Manuel

Bosco Monica Camponogara Elia Gamponogara Thiago Casarotto Mirco Colognato Marco Confente Enrico Confente Laura Crotone Beatrice Dal Zovo Luca 1992 Drusi Mauro Faccio Filippo Fochesato Giorgio Gugole Remigio Marcazzan Fabio Melchiori Claudio Moschin Ivana Munaretti Lorenzo Ottolini Nadia Panarotto Donatella

Panarotto Stefano Pandolfo Giovanni Ramponi Mauro Rossetto Rosetta Trestini Denis Zandonà Daniele Zocca Valeria Zoccante Damiano Zoccante Stefania Distintivo argento dorato (25 donazioni) Camponogara Giuliano Consolaro Jessica Cunico Elena Grolli Jessica Panarotto Massimo Santi Giovanni Valentini Marco

Distintivo oro (50 donazioni) Camponogara Riccardo Carradore Silvano Dal Zovo Andrea Filipozzi Stefano Tomiozzo Patrizia Rigoni Pietro Distintivo oro con rubino (75 donazioni) Bacco Gianluca Camponogara Nicola Dal Zovo Giovanni Dal Zovo Graziella Danese Pia Governo Francesco Pozza Rosalina Quargentan Ivano Santi Vittorio

L’AVIS di San Giovanni Il. e Vestenanova augura a tutti Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

COLPO DI SONNO

Il colpo di sonno non è una malattia ma l'accentuazione di un fenomeno fisiologico che avviene in persone sane e che si verifica in particolari situazioni . Indipendentemente dalla nostra volontà il colpo di sonno ci può colpire quando ci si trova immobili ,in posizione comoda e giungono ai nostri sensi segnali costanti e monotoni. Può succedere a teatro, durante una rappresentazione non molto interessante o mentre si ascolta un oratore che espone argomenti che non destano il nostro interesse. Fino a qui nulla di male. Ma quando ghermisce in momenti che richiedono la massima attenzione sul lavoro o durante la guida può avere conseguenze drammatiche . Secondo le statistiche sarebbe la causa di circa mille morti ogni anno ; un incidente in auto su cinque sarebbe provocato dal colpo di sonno. Una condizione predisponente è la cosidetta " Sindrome delle apnee notturne". E' una malattia nella quale il sonno viene interrotto più volte durante la notte da frequenti momentanei arresti del respiro . Si tratta di un sonno che non è in grado di far riposare l'organismo, per cui rimane durante il giorno una sonnolenza che predispone a calo dell' attenzione e ad addormentamento durante la guida. Ma il fenomeno interessa anche persone perfettamente sane. Il viaggiare durante le ore notturne, dopo pasti abbondanti magari con consumo di alcolici e per lunghi tratti in autostrada sono situazioni fortemente a rischio. Spesso , e sopratutto nei giovani, c'è l' illusoria convinzione di essere in grado di controllare in qualunque momento lo stato di veglia e questa leggerezza può risultare fatale . Questo tipo di incidenti sono spesso molto gravi perche il conducente in completo stato di incoscienza non è in grado di percepire il pericolo ed abbandona a se stesso un mezzo che viaggia anche a velocità sostenuta. Tuttavia prima di staccare la spina il nostro cervello ci manda chiari segnali che dovrebbero metter in allerta: - sbadiglio frequente - senso di pesantezza alla fronte - bruciore agli occhi e rallentamento dei movimenti di ammiccamento alle palpebre - senso di irrequietezza con impulso a toccarsi il viso o le braccia o necessità di cambiare spesso la posizione del corpo - difficoltà a mantenere diritta la testa che tende a cadere in avanti - insorgenza di pensieri confusi simili ai sogni - difficoltà a mantenere una traiettoria diritta - difficoltà a riconoscere i segnali stradali e difficoltà a ricordare i tratti di strada percorsi - tempi di reazione rallentati Di fronte a questi segnali dobbiamo avere la consapevolezza che in qualunque momento e indipendentemente dalla nostra volontà può venire a mancarci lo stato di coscienza ed il mezzo che stiamo conducendo è abbandonato a se stesso. E' imperativo fermarsi e concedere al nostro organismo un breve periodo di sonno; quindici o venti minuti, non di più . Tutti gli altri rimedi, la tazza di caffè, la gomma da masticare , la sigaretta, il bagnarsi le palpebre o altro son dei palliativi che possono aver solo un effetto momentaneo. Si ricorda tuttavia, come viene da più parti consigliato ,che è importante ,se si deve affrontare un viaggio lungo in auto , di mettere in atto le adeguate misure di prevenzione. Partire riposati, pasti leggeri e possibilmente senza alcoolici, se possibile farsi accompagnare, fare delle soste ogni una o due ore di una decina di minuti ed evitare la guida durante le ore notturne sopratutto tra le ventiquattro e le sei quando maggiori sono le probailità di incappare nel killer silenzioso. Vincenzo Magnabosco

I ragazzi di terza media M.Marcazzan hanno inaugurato la mostra di Don Bosco” duecento anni dalla nascita” promossa dall'associazione ANTEAS. La mostra è rimasta aperta per tutto il periodo della sagra delle castagne assieme alla mostra “ la storia della musica “ giradischi e grammofoni del tempo passato.

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Gli appartenenti alla famiglia Confente, originari dalla contrada Paludi, si sono ritrovati lo scorso 18 agosto presso la loro contrada d’ origine


INTERVISTA

FALC – I veterani del rock Fulvio – chitarra ritmica, voce Andrea – chitarra solista, voce Lucio - basso Carlo – batteria Intervista con Andrea Come nasce il vostro gruppo? La nascita della band non ha una data precisa. Carlo ha iniziato i primi rudimenti della batteria quando suonavamo con la vecchia mescolanza della West Coast Band circa 12 anni fa e piano piano, quando il progetto West Coast Band è andato a morire, mettendo Carlo alla batteria, che è dotato di ottima capacità di improvvisazione e adattamento, coinvolgendo Lucio che aveva un po’ di tempo libero e sapeva già suonare, a questo aggiungi due amici, io e Fulvio, che si conoscono da molto tempo e suonavano già assieme, ecco che nascono i FALC. Qual è l’origine del vostro nome? E’ l’acronimo dei componenti. Essenziale e chiaro. Qual'è il vostro genere musicale? Noi facciamo solo cover, classici del rock americano, un po’ di country rock, con particolare attenzione a Bruce Springsteen, Crosby Still Nash,Neil Young…e quello che passa per la testa al nostro cantante. Il vostro rapporto coi socialnetwork? Non li usiamo, un po’ per pigrizia e poca sintonia coi social. Non siamo mai stati grandi promotori di noi stessi. Fortunatamente il passa parola funziona ancora bene! Avete difficoltà a trovare date? Questione un po’ strana questa. Rispetto a

15 anni fa ci sono più posti per suonare ma anche più gruppi. Questo è sicuramente positivo per la musica, ma comporta anche date in meno. Poi, sinceramente, siamo anche noi che non cerchiamo ingaggi. Un evento, una serata, un’esibizione che vi ha dato grande soddisfazione. Avere chiuso per un paio d’anni il Vestenastock. Essendo stati i promotori della 1a edizione è come avere chiuso in bellezza un evento da noi voluto, un sogno realizzato. Poi anche le serate al Jack che è un palco internazionale e di grande prestigio. Comunque la soddisfazione più grande è quando dal nulla nasce una grande festa. Permettetemi di tornare per un attimo al Vestenastock che considero l’evento clou della musica dal vivo sul nostro territorio. Avere realizzato questo sogno è qualcosa di meraviglioso, è la consapevolezza di avere dato spazio alle passioni, ai talenti, perché valorizzazione del territorio è anche questo. Consigli per i giovani che vogliono dar vita ad una band? Farlo solo per passione e non per competitività o per soldi. I componenti di una band dovrebbero, inoltre, essere legati da qualcosa che va oltre al suonare insieme. Suonare è mettere a nudo la propria anima e questo deve essere condiviso con persone speciali…come gli amici Progetti per il futuro? Il concerto migliore è sempre quello che deve ancora venire….. Lucia Burato

IL CHOCABECK

“Ciao Claudia, cosa dici se proviamo a rallegrare un po' le serate al Centro con qualche ballo di gruppo?” Così è nata l'avventura! Si pensava di trovarci una volta alla settimana nella casetta a disposizione del Centro ANTEAS. Si pensava ad una quindicina di persone. Ci siamo ritrovati invece a dover organizzare 4 turni settimanali gli aspiranti ballerini. Sono davvero tanti e di tutte le età come dice appunto lo spirito del Centro: A associazione, N nazionale, T tutte le, E età, A attive per la, S solidarietà. L'allegria, la voglia di stare insieme, l'amicizia, la solidarietà non hanno età. Ci sono persone che arrivano da Montecchia, da Chiampo, da San Bortolo, da Bolca, da Vestenanova oltre che da San Giovanni e il gruppo si amalgama, si organizza e diventa CHOCABECK dal titolo di una canzone di Zucchero che diventa il motivo portante del gruppo. Chocabeck che vuol dire becco che s-ciocca perché è vuoto. Così si va in giro ad esibirci, come la manifestazione di Verona a maggio che ci ha visto esordienti e pieni di emozione o la

sagra a San Bortolo ad agosto, con una marea di gente che ci applaudiva! E cosa dire dell'esibizione su un palco vero, con spettatori veri, in un teatro vero? La festa di Santa Cecilia, 21 e 22 novembre, ci ha visto sul palco a Montecchia. Ci tremavano le gambe! C’è qualcuno che prova a tirarsi indietro, ma c'è anche chi ha chiesto di essere del gruppo come new entry. E poi ci sono le feste del sabato sera dove ognuno si sente tra amici e allora porta dolci e bottiglie per festeggiare insieme agli altri la nascita di un nipotino, il matrimonio di un figlio, il compleanno... e così con l'aiuto di tutti si può bere il caffè, mangiare qualche dolcetto particolare, bere bibite e invitare gruppi musicali come Fiorella, Lisa e Gianfranco, Michela... Una cosa che non c'era adesso è una realtà. E il CHOCABECK continua, quelli che ne fanno già parte ne sono orgogliosi; ma c'è posto per tutti, per tutti quelli che vogliono e osano mettersi in gioco! AVANTI TUTTA CHOCABECK! L.M.

OSSOBUCHI

ALLA MILANESE

Ingredienti :

Sessantacique ragagazzi di seconda media M.Marcazzan e una trentina di seconda media di Vestenanova accompagnati da componenti dell'associazione ANTEAS di San Giovanni Ilarione, hanno aderito con i loro insegnanti al progetto “ acqua come bene comune “. E' stata una esperienza di grande insegnamento con una lezione teorica in classe seguiti dalla dottoressa di Acque Veronesi, poi visita al mulino in via Cà Rosse dei fratelli Severino e Marcello Panarotto,e con i loro insegnanti poi si sono spostati sul torrente Alpone dove il professor Righetto ha illustrato ai ragazzi l'evoluzione del torrente, da Bolca dove nasce, fino al fiume Adige dove poi confluisce. Un ringraziamento particolare va a Acque Veronesi nella persona del presidente e alla Dottoressa Baldassarre, uniti al Dirigente scolastico Dott. Ugo Carnevali e agli insegnanti, che hanno creduto nel progetto.

- 4 ossobuchi da 250 gr. circa ciascuno di vitello o vitellone - 1 cipolla - 1 carota - Sedano 1 gambo - Salsa di pomodoro (4/5 cucchiai ) - Vino bianco - Olio di oliva - Sale e pepe - Aglio, salvia, rosmarino e buccia di limone Procedimento : Legate gli ossobuchi con uno spago sottile tutto attorno alla circonferenza per mante-

nerli in forma o fate dei tagli sulla guaina esterna. Scaldate in un tegame largo l'olio, passate nella farina gli ossobuchi, adagiateli nel tegame e fateli dorare rigirandoli ogni tanto .Salateli, pepateli e spruzzateli con il vino bianco che si fa evaporare. Nel frattempo tritate la cipolla, la carota ed il sedano. Unite le verdure agli ossosbuchi e fatele appassire. Aggiungete la salsa di pomodoro diluita con un pò di brodo o acqua. Coprite il recipiente e fate cuocere a fuoco basso rigirando delicatamente gli ossobuchi di tanto in tanto per almeno un'ora o fino a che la carne sarà diventata tenera.. Aggiungete allora quella che i milanesi chiamano "la gramolata (o gremolata )" che si prepara in questo modo: tritate finemente mezzo spicchio di aglio, salvia, rosmarino ed un pezzattino di buccia di limone (escludendo la parte bianca ). Fate proseguire la cottura per altri dieci minuti. Si servono con un contorno di purea di patate e polenta. Luciana Damini S. Giov. Il., 20 novembre 2015

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A.S.D. BASALTI

CONSIGLI DI LETTURA Sebastiano Vassalli, LA NOTTE DELLA COMETA, 2010, Einaudi. Un romanzo-verità sulla tormentata vita del poeta Dino Campana (Marradi 1885 - manicomio di Castel Pulci 1932). Frutto di un lungo e accurato lavoro di ricerca, l'appassionato libro di Vassalli illumina l'esemplarità di un destino tragico e ristabilisce alcune verità biografiche su un poeta maledetto la cui gloria postuma va crescendo. Questa vita di un reietto allucinato, in contrasto perenne con la cultura del suo tempo, diventa racconto e metafora di come il desiderio di purezza e libertà connaturati alla poesia possano venire calpestati dal protagonismo di critici letterari miopi e narcisistici, dai freddi meccanismi di una società votata al progresso e a un ipocrita perbenismo, e addirittura dalla stessa comunità paesana del poeta, che nel tacciare di follia e demenza il genio di Campana, altro in realtà non faceva che nascondere la propria mediocrità e la propria ignoranza. Cormac McCarthy, LA STRADA, 2014, Einaudi. Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è storia e non c'è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile... Yoshimoto Banana, ANDROMEDA HEIGHTS, 2014, Feltrinelli. Quando la nonna guaritrice decide di lasciare il Giappone, Shizukuishi si ritrova improvvisamente sola e deve abituarsi in fretta alla vita in città: uno spazio nuovo, incomprensibile e persino minaccioso. Porta sempre dentro di sé il ricordo della vita tra le sue amate montagne, in comunione perfetta con piante e animali, ripensa alle notti stellate e al verde brillante, alle mille manifestazioni della natura, agli sguardi delle persone che si avventuravano per quei sentieri impervi serbando nel cuore la speranza di una guarigione. Lontana dal suo ambiente, Shizukuishi cercherà una nuova famiglia, una casa in cui tornare, qualcuno da amare, una dimensione in cui poter essere se stessa. E un giardino pieno di cactus. Piccoli gesti, percezioni sottili, silenziosi linguaggi: un romanzo che invita a sospendere per qualche ora l'incredulità e a tornare alla gioia tranquilla delle cose semplici. Rosen Michael, Oxenbury Helen, A CACCIA DELL’ORSO, 2013, Mondadori. Una famiglia parte alla ricerca dell'orso ma, dopo aver attraversato un campo di erba frusciante (svish svush!), un fiume freddo e fondo (splash splosh!), una pozza di fango limaccioso (squelch squalch!), un bosco buio e fitto (scric scroc!) e una tempesta di neve che fischia (fìuuuu huuuuuu!), alla fine... sarà l'orso a trovare loro. Considerato un classico, "A caccia dell'Orso" è un piccolo capolavoro della letteratura per l'infanzia, dove immagini, testo e lettura ad alta voce danno vita a una grande avventura, per imparare ad affrontare insieme ogni paura. Età di lettura: da 3 anni.

Con l'augurio che il prossimo Natale esaudisca i Vostri desideri per un Anno Nuovo pieno di soddisfazioni. BUONE FESTE!

La caccia, antica quanto l’uomo, ha un nuovo adepto tra le sue fila. Dopo aver superato l’impegnativo esame per il conseguimento della richiesta licenza, ecco MASSIMO GAMBARETTO alla prima esperienza venatoria, accompagnato, come d’obbligo, dall’amico cacciatore anziano Renzo Gambaretto con gli ambiti trofei di beccacce. Se il buon giorno si vede dal mattino…. G.S.

GLI ALLORI:

CAMINITI ANNA - 18 novembre 2015 Università degli Studi di Verona, Laurea in Lingue e Letterature comparate europee ed extra-europee CONFENTE MIRCO - 26 novembre 2015 Università degli Studi di Verona, Laurea in Fisioterapia

Comune di SAN GIOVANNI ILARIONE Totale nati: Totale matrimoni: Totale morti:

16 5 7

Al 31/10/2015: Totale residenti maschi: Totale residenti femmine: Totale residenti: Totale famiglie:

2.624 2.503 5.127 1.837

OFFERTE per l'Alpone Bar Rist. Claudio Pozza Beltrame Faustino Beltrame Lino Burato Sandra Gian Carla Burinato maria Cavazza Nicola Ciman Bruno e Maria Cisamolo Marcello Da Ronco Maria Luisa Dalla Benetta Giovanni G.M. Galiotto Margherita Lovato Ermenegilda Marcigaglia Anna Marcigaglia Patrizia

Bolca anni ’70: foto del gruppo podistico “Same” in occasione di una marcia non competitiva. Qualcuno si riconosce?

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S.Giov.Il.Castello S.Giov.Il. Canada Montecchia Belgio S.Giov.Il. Sabbadori Belgio Merano BZ S.Giov.Il. Montecchia S.Bonifacio Chiampo (VI) S.Giov.Il. S.Giov.Il.

Trimestrale di informazione e cultura c/c postale n. 15684376 Se vuoi inviare il tuo contributo all'Alpone utilizza c/c postale n. 15684376 intestato a: Pro Loco di San Giovanni Ilarione - Piazza Aldo Moro, 5. Coordinate bancarie Poste Italiane: IBAN IT23 T076 0111 7000 0001 5684 376 - Cod. Bic/Swift: BPPIITRRXXX Direttore responsabile: Delio Vicentini Redazione: Dario Bruni, Luciana Damini, Mario Gecchele, Giovanni Sartori, Lucia Burato, Lorenzo Gecchele, Angelo Pandolfo

Mazzasette Mauro Panarotto Gabriella Panarotto Marcello Panarotto Mariano Perazzolo Cesare Perazzolo Maria Pernigotto Alberto Piccinin Agnese Pozza Bertilla Prando Luigino Schmuz Rampo Angelina Soprana Teresa Studio Casarotto Fabrizio Vanzo Luciano Zandonà Assunta

Legnago Monteforte Francia S.Giov.Il. Venaria R.(TO) S.Giov.Il. S.Bonifacio Nalinnes (Belgio) Vestenanova S.Giov.Il. Svizzera Svizzera S.Giov.Il. S.Giov.Il. S.Giov.Il.

Recapito: Franco Cavazzola - Presidente Pro Loco - Via Risorgimento 3/C - San Giovanni Ilarione (VR) - Cell. 347 2600161 - Email: cavazzola@utenti.ilarione.it Pubblicità: Franco Cavazzola (vedi contatti Recapito) Prestampa e Stampa: Grafica Alpone srl Via del Lavoro, 90 Tel. 045 6550833 - Fax. 045 6550221 E-mail: grafica@graficaalpone.com San Giovanni Ilarione (VR)


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