La redazione del giornale porge ai lettori tanti auguri di Buone Feste!
l ’alpone
Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 31 - N. 4 - DICEMBRE 2016 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane
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Saluto del Presidente Il 2016 è ormai in dirittura d’arrivo e lo stiamo mandando in soffitta: ci aspettano infatti le attività, ormai consolidate, degli ultimi giorni dell’anno, che spesso accompagnano quelle delle parrocchie e quelle ben più “leggere” dei festeggiamenti intorno a capodanno. L’Alpone con i suoi 30 anni suonati sta diventando grande senza, speriamo, dare segni di invecchiamento: in questo numero vengono riportate esperienze di giovani che si sono dati da fare in campi diversissimi del sociale e del lavoro, senza dimenticare coloro che, più attempati, hanno ancora tante cose da raccontare della loro vita. In questo miscuglio di anzianità e di gioventù sta forse la giusta misura per affrontare bene il futuro che ci aspetta, consci che possiamo tutti, L’Alpone per primo, migliorare. Un caloroso augurio di Buone Feste, quindi, a tutti voi da parte della Pro Loco e della redazione del nostro giornale, nella speranza che il 2017 sia migliore dell’anno che sta per finire!
Anno 31 Nr. 4
Pro Loco | San Giovanni Ilarione
Dicembre 2016
VALENTINA ROCCA E I SUOI 4.500 CHILOMETRI IN BICICLETTA: UN INNO ALLA VITA! A Santiago de Compostela e ritorno con la maglia dell’AIDO addosso, in nome del fratello Omar, scomparso nel 2004 lanciare. Ce l'ha avuto scritto sulla maglia lungo tutti i suoi 4500 chilometri, perché la maglia era quella col logo dell'Aido, l'associazione dei donatori di organi. Valentina ci ha sempre creduto nella donazione e ha continuato a crederci anche quando, nel 2004, il midollo che aveva donato ad Omar, uno dei suoi fratelli, non era riuscito a salvargli la vita. Valentina ha deciso di far vivere ad Omar ogni sua avventura, e così ha appiccicato sul manubrio della bici la foto del fratello: è stato così soprattutto stavolta, perché il suo viaggio è stato anche quello di Omar. Ad attenderle, sotto il cartello che annuncia l'ingresso a San Giovanni Ilarione, lunedì pomeriggio c'era una piccola folla, in primis Sonia Biondaro, presidente dell'Aido
ilarionese, e Antonio Grassi, presidente dell'Aido provinciale di Verona. Merito delle due ragazze che per tutto il cammino, grazie alla forza dei social, hanno condiviso con centinaia di amici il loro diario di viaggio. «Donare è la cosa che nella vita ti dà di più: non si tratta solo di organi, come dice la maglia che ho indossato in questo viaggio, ma anche delle piccole cose»: è stato questo il souvenir di Valentina. La presidente Biondaro non ha trattenuto le lacrime, nell'abbracciare le ragazze: «Sono stata spettatrice di una cosa grande». Paola Dalli Cani (tratto da “L’Arena” del 18 novembre 2016)
Il Presidente Pro Loco Franco Cavazzola
A tutti i lettori auguri di Buon Natale e Felice anno nuovo!
La Pro Loco di San Giovanni Ilarione
«Donare è la cosa che nella vita ti dà di più»: ne era convinta alla partenza, ma dopo 41 tappe in sella alla sua bici e 4500 chilometri da San Giovanni Ilarione a Santiago de Compostela (e ritorno), Valentina Rocca ora ne è oltremodo certa. Ed è certa che questo viaggio sia stato l'occasione per conoscere davvero se stessa, far pace con le sue fragilità e scoprire la sua forza. Come lei ne è convinta Federica Piccoli, che ha accompagnato Valentina all'andata, è rientrata a Colognola ai Colli e poi l'ha ripresa a Barcellona per pedalare assieme fino in Val d'Alpone. Sono arrivate a San Giovanni Ilarione lunedì 14 novembre, nel pomeriggio, due delle tre protagoniste del viaggio iniziato il 26 ottobre e che, per un buon tratto di andata, è stato anche quello di Dimitri Avesani, rientrato a Sant'Anna d'Alfaedo in aereo. Il motore di questa avventura personale e collettiva al tempo stesso, di questo viaggio che è stato sport ma anche introspezione, è stata lei, Valentina: aveva tempo, quello lasciato libero dalla cassa integrazione, aveva energia, preparazione (come Federica e Dimitri è un'atleta del Team Todesco di Rivoli Veronese) e soprattutto un messaggio da
“L’Alpone” osservato speciale su “L’Arena” In nome di Alessandro Pandian, fondatore del quotidiano veronese L’Arena, in giornale di Verona che ha festeggiato i suoi 150 anni di vita, si è occupato del nostro giornale, dedicando a L’Alpone un ampio articolo a firma di Paola Dalli Cani, attenta osservatrice della realtà della nostra vallata e non raramente collaboratrice preziosa anche del nostro trimestrale. Il tutto corredato da una significativa immagine in cui la nostra redazione al completo, guidata dal direttore Delio Vicentini, posa “a pagine spiegate” nella piazza antistante la chiesa.
NATALE 2016
È questione di memoria: necessaria e all’apparenza ingombrante. Come nella posta elettronica. Si accumulano troppe cose! Allora si clicca il tasto “cancel”. Anche se la informazioni da qualche parte della rete si conservano per essere utilizzate. [continua a pag. 4]
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MASSIMO BEVILACQUA
Riceviamo e pubblichiamo questa toccante lettera che Federico Gallo ha scritto in occasione della scomparsa della madre
"BACI dai SABBADORI"
Lettera a Terry – 27 Settembre 2016
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na. Si possiede pure una baita sul monte, per il ricovero delle mucche, ove si allevano polli, il bestiame può pascolare. E’ troppo giovane per la guerra, che imperversa in Europa e anche in paese si cominciano a vedere gli effetti, specialmente dopo l’8 settembre, seminando morte e distruzioni, ma non può sfuggire al lavoro coatto della TODT sotto i Tedeschi, a scavare gallerie e trincee sul Montemagro e dai Tessari. Questi ultimi erano severissimi, pagavano, ma erano molto pericolosi. Le camice nere poi approfittavano della situazione, con spoliazioni, minacce, percosse, ma in qualche occasione anche i partigiani non erano da meno. C’è la tessera per il pane e i generi di prima necessità. Si nasconde allora parte del frumento trebbiato, si A turno, di nascosto, vengono macellati animali e si vendono a pezzi, si ricorre ai vari sotterfugi per poter sopravvivere. Baci e altre famiglie della zona fanno la propria resistenza, una resistenza passiva che porta a mettere in pericolo la propria vita: infatti a turno ogni sera si porta da mangiare sul monte a tre inglesi fuggiti dal campo di concentramento dei Lauri a Montecchia e ricercati dai Tedeschi e fascisti. Una volta un Tedesco insospettito vuole controllare. Per fortuna tutto va bene. I tre inglesi, a fine guerra, rientrano in patria e uno di essi, di nome Silvio, si ricorderà del bene ricevuto, tornerà a trovare i benefattori, portando anche del denaro. L’Italia è uscita sconfitta e distrutta, non c’è possibilità di lavorare ed allora anche Baci prende la via dell’emigrazione in Francia, nel 1947. Qui lavora in un’azienda agricola, avena,segala,frumento, coltura a rotazione. Si fatica e si suda dalla mattina alla sera. Il padrone per i primi anni provvede al vitto, poi ongnuno si deve arrangiare. Baci è molto esigente sul mangiare, soprattutto in fatto di pulizia ed igiene. Preferisce il pane, il burro, la cioccolata e non riesce ad affrontare un alimento cotto in una pentola non perfettamente pulita. Lavora 8 anni da un padrone e 5 anni da un altro, spedisce i soldi a casa e si impadronisce bene della lingua francese. Anche adesso, infatti, legge correttamente i giornali francesi. Le ragazze francesi, al tempo più evolute e disinibite di quelle italiane, sono una continua tentazione, tuttavia non ha mai pensato seriamente a formarsi una famiglia, perché non ha mai trovato una ragazza che lo soddisfacesse appieno in fatto di serietà, onestà e rettitudine. Non ammette le mezze misure, il nostro Baci. Si è sempre comportato in maniera ineccepibile e non accetta situazioni diverse. Il fratello e le sorelle intanto si sposano, alcune in Piemonte, una in Francia,una a Tregnago. Gli anni passano, ma il nostro protagonista non si muove dalla sua casa ai Sabbadori, continua il lavoro nei campi, segue gli animali, guida il trattore, la macchina e frequenta la parrocchia. Non manca mai alle funzioni e alle fiere. E’ un po’ un lupo solitario che non viene mai a compromessi con le proprie idee e la propria coscienza. Da circa un anno si appoggia ad una badante ukraina, la Signora Lucia, che lo segue, lo accudisce nelle sue necessità. Vanno molto d’accordo e a detta sua Baci è un tipo molto buono, tranquillo e che non si lamenta mai. E’ bello vederli insieme nella tiepida casa , ove regna l’ordine e la pulizia, un bel quadretto familiare. Azzardiamo una domanda sulla politica. “E’ uno spettacolo assolutamente desolante, dove manca assolutamente l’onestà, l’impegno e la coerenza” è la risposta precisa di Baci e bisogna ammettere che ha le idee molto chiare in materia e mancanza di peli sulla lingua. Nel salutarlo lo ringraziamo per l’accoglienza e gli auguriamo ogni bene, a corollario della sua lunga ed intensa vita ricca di impegno, di lavoro e di valori. Gianni Sartori
Cara mamma ero indeciso se scrivere queste righe per poi poterle leggere alle persone che oggi sono qui a salutarti; non ero sicuro di riuscire a trattenere le lacrime… Ma volevo poter raccontare di te a chi ti conosce poco o conosce solo una parte di quello che eri, di quello che sei… Così ho chiesto che queste parole le leggesse una cara amica al posto mio… Eri giovane e già lavoravi, eri giovane e ti sei innamorata…e con quel grande uomo che è papà hai deciso di condividere una vita, lavoro, progetti, figli, tutto. Molte sfortune superate insieme, sempre avanti, con onestà e uniti sempre per mano… Non solo sfortune, anche molte gioie…Due figli che vi hanno dato da fare ma che vi hanno sempre amato tanto, un terzo figlio che ha deciso di lasciarci subito ma che noi abbiamo sempre ricordato… Sei stata una donna speciale, una moglie forte e dolce, capace di tenere sempre unita la famiglia, portando serenità e il tuo sorriso… Sempre!!! Non ti lamentavi mai, un aiuto a chiunque te lo chiedeva, amica di tutti. Ci hai insegnato che si deve prendere la vita così come viene, che bisogna rispettare tutti, che si deve credere nei valori e negli affetti. Hai scelto il tuo compagno ed è stato il tuo uomo per tutta la vita, eri fiera di dirlo… E lo amavi nei suoi pregi e difetti. Tutta la vita io ho visto la dolcezza tra di voi, la serietà nel lavoro e l’amore per me e Patrizia. Non vedevo l’ora di sapervi entrambi in pensione a godervi la casa, il tempo libero, il nipote che adorate e la serenità di una bella vecchiaia assieme… E invece c’era lei, questa terribile malattia che ti ha rubato muscoli ed elasticità ma che non è riuscita a portarti via l’ottimismo e la forza di andare avanti. Eri sempre serena, gentile e preoccupata per noi, per tutti prima che per te stessa… Ti bastava un caffè da bere insieme, stavi seduta a fare le parole crociate (che completavi leggendo le soluzioni nell’ultima pagina), giocavi a carte con papà. Poche cose che ti facevano stare bene, e soppor-
tare il dolore. Facevi le scale a fatica, ma volentieri per poter cenare davanti casa con Maria e Luciano, o per una chiacchierata con i vicini e gli amici che passavano a trovarti. Ascoltavi tutti e davi un consiglio a chi ne aveva bisogno. Era bello poter stare vicino a te, ti facevo una carezza e i tuoi occhi si illuminavano… Chi ti ha conosciuto non ricorda che la tua dolce semplicità. L’ultimo giorno l’abbiamo trascorso assieme, in ospedale ti vedevo stanca e spesso assente durante quelle lunghe ore. Il dolore si faceva sempre più forte, il tuo sguardo due volte mi ha cercato e hai detto: “Fede, non ce la faccio più…” Dio, in cui hai sempre creduto e che hai pregato ha di sicuro visto che non potevi più restare qui a soffrire, che era ora di portarti finalmente a far sorridere gli angeli raccontando le tue famose barzellette… A me, a tutti noi che ti abbiamo voluto bene resta il ricordo di ciò che hai lasciato…Tutto il tuo affetto! Si vede oggi, siamo in tanti qui ad accompagnarti in questo giorno triste ma sereno… Grazie mamma… E grazie da parte di Paolo, Patrizia, Federico e di tutta la famiglia a voi, grazie per i numerosi messaggi e le parole dolci che avete mandato… Ciao Terry, splendida moglie, mamma, cognata, zia, nonna e amica di tutti noi. Federico
Scuola Primaria "A. Stefani"
DUE NONNI A SCUOLA Sono tornati tra i banchi di scuola: non da studenti , ma come maestri degli alunni delle classi terze A e B della Scuola Primaria "A. Stefani". L’incontro , organizzato dalle insegnanti in collaborazione con l’Associazione ANTEAS di S.Giovanni Ilarione, si è svolto martedì 18 ottobre con lo scopo di far conoscere agli alunni una storia che sembra tanto lontana, ma che riguarda invece un passato vicino: quello di circa 70-80 anni fa. I due simpatici nonni, Rita Corradini
DODICIRIGHE
Sabbadori, una contrà posta a Sud-Ovest del paese che può sembrare una piccola frazione, con tante case, tante attività, tante storie da raccontare. I campi abbondano di vigne, ciliegi, olivi, tutto quello che serve per dare l’immagine del benessere e dell’abbondanza. All’ombra di una di queste case, quasi in forma anonima perché non vuole essere assolutamente un protagonista, vive Massimo Bevilacqua, una figura minuta, sorridente, dallo sguardo energico ed intelligente e dalle idee molto chiare e determinate. Ci accoglie in casa assieme alla badante ukraina Lucia, una casa tiepida e che contrasta con la nebbia al di fuori. Esprime subito la sua contentezza che qualcuno si sia ricordato di “metterlo sul giornale” e si inizia allora una conversazione impegnata, alla quale non si sottrae, dando un contributo importante per descrivere la vita e la storia del paese negli ultimi ottant’anni . E’ figlio di Francesco e di Isolina Danese, originaria da Montecchia. Papà Francesco è un contadino che ha del proprio, ma nella sua giovinezza deve subito scoprire la bruttezza della guerra, la Ia guerra mondiale. Arruolato nella fanteria, non partecipa alle battaglie sul Carso, sul Piave o sul Monte Grappa, viene invece inviato con la sua divisione sul suolo francese, nell’ambito degli aiuti reciproci interalleati , partecipa alla battaglia di Bligny, ove gli Italiani, lasciando sul suolo più di novemila morti, contribuiscono in maniera determinante a bloccare l’avanzata dei Tedeschi. Rientrato a casa, torna a coltivare i campi, scava la terra rossa ai Vandini, dalla ditta Paterno, a cui poi subentra la ditta Domenico Sartori (Menego Cinciolo). Francesco adocchia una ragazza di Montecchia, Isolina Danese, appunto, e la porta all’altare nel 1925 E’ una famiglia dove non manca il necessario,quando si sposa in casa c’è pure la domestica, la fame è un’illustre sconosciuta. Lavorando si va avanti e per la nuova famigliola si prospetta un roseo avvenire, anche perché il 04 gennaio 1928 viene alla luce il primogenito, chiamato Massimo,rinnovando così il nonno paterno .Per non confondere nonno e nipote, al piccolino viene affibbiato il soprannome di “Baci…” e questo appellativo se lo porterà per tutta la vita, ma l’interessato non si offende, anzi ne è orgoglioso. Dopo di lui arrivano a popolare la famiglia nell’ordine Sabrina,Caterina,Luigia, Eugenio, Ida, Adele e Graziella, una vera tribù alla quale bisogna garantire una vita dignitosa e un’educazione cristiana. Il capo famiglia deve combattere un’altra guerra quotidiana per garantire il pane e un vestito a tutti. Non si scoraggia e va avanti , con grande fiducia nell’avvenire. Per il piccolo “Baci” (e così , senza offesa, lo chiameremo anche noi), l’asilo rimane un sogno , il suo primo campo di azione è costituito dagli animali da seguire, dalla galline, dalla natura circostante come prima maestra diretta. A piedi, come tutti in quel tempo, si porta a San Giovanni ogni mattina per le scuole elementari e frequenta le cinque classi senza alcun tentennamento, con passione. Il suo maestro è Angelo Dignani, un tipo severo, serio, che non ammette disimpegno o deroghe. In questo modo il nostro protagonista si forma nel carattere. Si parte dalle “aste” per arrivare a risolvere i problemi di aritmetica, si impara la storia e la lingua italiana . E’ bravo a scuola e il maestro concorda sulle sue capacità, proponendogli di continuare gli studi. Purtroppo il suo sogno non può realizzarsi, è il maggiore in famiglia, nei pomeriggi liberi da scuola deve aiutare il papà nei piccoli lavori, ad arare i campi “ parando i bo’…”, guidando cioè i buoi, mentre papà sta all’aratro, nella semina e nella mietitura, nella stalla e al pascolo. Il lavoro del contadino non lo spaventa, ormai è cresciuto e non ha paura di niente. Vigne,ciliegi, olivi, grano, stalla sono il suo campo d’azione e non trascura nulla , con una meticolosità quasi certosi-
e Gino Zanderigo, hanno raccontato in modo chiaro e preciso com’ era la loro vita quando erano bambini: a scuola, in famiglia, in paese,… Gli alunni sono rimasti sorpresi nello scoprire quanto era semplice e difficile la vita di allora, priva di comodità, ma ricca di esperienze a contatto con la natura e di relazioni tra le persone. Un grazie speciale ai nonni Rita e Gino per la loro disponibilità e all’Ass.Anteas per la collaborazione. Alunni e Insegnanti
Che comune, San Giovanni Ilarione! Ma dove lo trovi un paese dove da secoli gli abitanti fanno fatica ad andare d’accordo fra di loro, che all’improvviso vuole mettersi insieme ad un altro comune?! Un paese in cui i campanilismi riemergono appena cambia il vento e che non riesce a far maturare (in campo religioso) un’unità pastorale prevista da anni, il quale pensa invece di allearsi, addirittura di fondersi con un comune che non è proprio dietro l’angolo. Diciamo la verità: siamo proprio complicati! Non sarebbe più semplice chiamare a raccolta tutti i comuni che stanno attorno e tentare di unirsi fra vicini? Sicuramente ci avranno pensato ma, si sa, quando c’è di mezzo la politica ciò che è semplice diventa complicato e viceversa. Come andrà a finire non si sa e non saranno certo queste dodici righe a dire chi ha ragione e chi no, ma almeno tentiamo di sdrammatizzare il tutto. Come? Ridendoci un po’ su con una proposta drastica ma definitiva: perché non proviamo a spianare la Calvarina? Tutto diventerebbe più semplice, saremmo tutti più vicini e chissà che anche al terzo comune, che sta lì in mezzo, non venga la voglia di aggregarsi al gruppo. Che ne dite, siamo proprio “fusi”, eh? D.B.
TRENT’ANNI DI AIDO A SAN GIOVANNI ILARIONE
Un traguardo importante per la sezione locale dei donatori di organi
Una grande festa per il gruppo A.I.D.O., da poco rinnovato ma subito attivo, per i trent’anni di attività che ha messo in mostra l’impegno e la passione del volontariato del nostro paese. Grazie al desiderio e all’intraprendenza di un gruppo di persone desiderose di fare volontariato e di dare voce all’associazione AIDO, convinte che sensibilizzare le persone alla donazione di organi possa dare la possibilità a tutti di poter fare qualcosa di buono, il 18 dicembre 1986 venne costituito il nostro gruppo comunale AIDOSan Giovanni Ilarione, che vedeva come presidente Rodolfo Creasi, segretario Lorenzo Galiotto, vicepresidente Giuseppe Panarotto ed amministratore Mirella Orbara. A queste persone va il merito della fondazione del gruppo. Da quel momento in poi il numero degli aderenti aumentò sempre più, a dimostrazione che in paese l’impegno nel sociale e nel volontariato coinvolge ancor oggi molti ilarionesi, soprattutto nell’ambito della donazione. Sono passati 30 anni da quel dicembre dell’‘86 ed è toccato a noi avere l’onore di festeggiare questo importante traguardo, infatti a giugno di quest’anno è stato eletto il direttivo attuale, costituito da Sonia Biondaro (presidente), Mirko Zandonà (vicepresidente vicario), Simone Confente (vicepresidente), Valentina Dusi (segretario) e Lino Zambon (amministratore). Siamo un gruppo molto giovane ma pieno di entusiasmo, attivo ed intenzionato a portare avanti gli obbiettivi dati dai nostri predecessori. Il 16 ottobre abbiamo festeggiato il trentesimo anniversario nella parrocchia di San Giovanni Battista, a Castello, per ringraziare le numerose persone associate con noi che da anni collaborano e ga-
rantiscono il loro appoggio alla nostra grande (ci piace chiamarla così) “famiglia”. L’emozione che ci ha accompagnati quel giorno era grande, non solo per la presenza della presidente regionale Bertilla Troietto e del presidente provinciale Antonio Grassi, ma per l’affetto che tutta la comunità ci ha dimostrato. La giornata è iniziata con il ritrovo nella piazza Caduti e Dispersi in Russia a Castello da dove, dopo aver dato omaggio con la deposizione dei fiori al monumento per la Pace, siamo partiti con il corteo accompagnato dalla banda Giuseppe Verdi di San Giovanni Ilarione e Montecchia di Crosara per arrivare alla chiesa, dove Don Domenico ha celebrato la S. Messa. Dopo la cerimonia abbiamo voluto premiare con una pergamena in segno di ringraziamento, quattro coppie per noi preziose per l’aiuto che hanno offerto al gruppo: Gabriella Micheletto con Giovanni Galiotto, Annamaria Pozza con Mario Beltrame, Ginevra Marchetto con Giuseppe Andriolo e Patrizia Zanchi con Flavio Marcazzan. A seguire c’è stato un breve incontro informativo, nel corso del quale i presidenti hanno parlato del nostro gruppo e dell’associazione AIDO. Era presente anche Antonella Pegoraro, una donna trapiantata che ci ha raccontato la sua esperienza. Una grossa sorpresa ce l’ha fatta Flavia Petrin presidente nazionale di AIDO, inviandoci una lettera con la quale ci incoraggia a stare uniti e ad andare avanti per promuovere la donazione di organi. La giornata si è conclusa con il pranzo sociale presso il ristorante Suan. Colgo l’occasione per ringraziare, a nome mio e di tutto il gruppo, le autorità presenti quel giorno e tutta la comunità che ci sostiene sempre. Sonia Biondaro
Sagra delle Castagne
TRA MARONI E IL BUON “TORBOLIN”
Anche quest’anno si è svolta la tradizionale Sagra delle Castagne, arrivata all’ottantunesimo compleanno, tra divertimento, chiacchiere e il buon gusto dei prodotti locali. Diventa sempre più difficile investire su questa manifestazione, quando i contributi per la sagra sono sempre più problematici da reperire, ma investire sul territorio è molto ormai un fatto irrinunciabile, soprattutto quando si tratta del proprio paese. Malgrado le molte difficoltà a cui far fronte, la manifestazione è stata apprezzata grazie all’impegno dei numerosi volontari che hanno collaborato perché tutto andasse a buon fine. Da ricordare in modo particolare la domenica pomeriggio, quando è stato premiato il presidente Franco Cavazzola della nostra Pro Loco, che con questa sagra inizia il suo decimo anno da presidente, un traguardo importante ed esemplare per tutte le associazioni. Il ringraziamento è inoltre d’obbligo verso tutti coloro che hanno sostenuto e partecipato alla manifestazione, in modo particolare ai gruppi e alle associazioni che ogni anno sono presenti e attivi nelle varie iniziative che hanno reso ancor più prestigiosa la nostra Sagra delle Castagne!
QUANDO LO SPORT DIVENTA PROFESSIONE
Intervista a Dario Panarotto, dal hobby del fitness alla professione di formatore e personal trainer Una figura che merita di essere segnalata sul nostro trimestrale è Dario Panarotto, trentatreenne nato a San Giovanni Ilarione
e oggi presente sui social network delle principali pagine di sport. Tutto è partito nel 1997 con una semplice collaborazione presso l’allora palestra “Athena 2000”, collocata in zona Industriale di San Giovanni Ilarione, che gli aprì le porte alla conoscenza del benessere dato dal fitness sportivo. Dario aveva solo 14 anni, ma già allora la volontà di affrontare il tema dello sport si manifesta in maniera intensa. Ben presto la passione diventa un lavoro. Nel 2001 prende il Diploma di Istruttore di Fitness, poi nel 2003 lavora presso la palestra di Montebello e dal 2004 ad Arzignano, in una delle palestre più conosciute, “Sporting Life”, dove con impegno e studio si qualifica Personal Trainer. Ma è ancora la passione a condurlo, negli ultimi anni, a cambiare pensiero sul fitness, passando dalla classica palestra composta di strumenti e attrezzi a libero professionista “Freelance”, portando lo sport a domicilio. Infatti dal 2014 la sua professione è quella di seguire i propri clienti (anche se a lui non piace chiamarli così) direttamente nelle loro case, offrendo una gamma di attività con particolari attrezzi (kettlebells), per la fascia d’età dai 17 ai 76 anni, con l’obiettivo ben chiaro di raggiungere un risultato soddisfacente senza per-
dere troppo tempo. La maggior parte delle persone chiedono di perdere peso, molti ragazzi invece chiedono di allenarsi per la muscolatura, chi infine per fare una semplice attività fisica per il benessere del corpo. L’impegno di Dario è quello di studiare attentamente il proprio frequentatore, iniziando con un’attenta analisi antropometrica, preparando un piano di lavoro con obiettivi ravvicinati, in cui l’attività intensa si armonizza con un piano alimentare sano e corretto. La filosofia che lo sostiene si basa su pochi ma importanti elementi, con cui i clienti migliorano la propria attività: avere obbiettivi chiari e concreti, eliminare le scuse, circondarsi di persone positive e di abitudini sane, allenarsi intensamente. Gli “strumenti di lavoro” per l’attività fisica vengono portati da Dario, si stila un progetto riguardante l’attività fisica, che sarà attuato inizialmente nelle palestre tradizionali. “Sta di fatto” racconta Dario “che il futuro dello sport del fitness sarà senza l’ausilio delle macchine che si trovano nelle attuarli palestre, e si spingerà sempre più nello sport a corpo libero con semplici strumenti”. Il livello di studio e di preparazione ha condotto Dario Panarotto ad acquisire diversi titoli in Italia e all’estero, oggi è anche formatore per una delle Federazioni più importanti del settore, “FISPAL” oltre ad essere consulente tecnico per la ven-
dita di attrezzature sportive sul territorio italiano con “Fitness Profile”. Molti sono gli appuntamenti fissi a cui partecipa ogni anno, “IHRSA”, la più grande fiera a livello mondiale; a marzo “Funzioni in azioni”; ad aprile “FIBO” la fiera europea e, nella prima settimana di giugno, la grande manifestazione dello sport, “Rimini Wellness”. “Non dimentico San Giovanni Ilarione, me lo porto sempre nel cuore”, così dice Dario, “soprattutto le persone e i quei luoghi dove andavo in vacanza d’estate dai nonni, sul Monte Magro. Sorrido se penso a mia mamma che, ogni volta che le racconto cosa faccio o cosa sono diventato, mi risponde sempre nella stessa maniera: “Sta tranquillo che te si nessuno”, facendomi così ricordare che l’umiltà è la prima arma della propria carriera”. Un pensiero va ai giovani, ai quali vorrebbe dire di aver imparato molte cose dalla propria esperienza, e che malgrado le moltissime porte chiuse in faccia, l’importante è ricordare che la tenacia insegnata dai nonni e l’umiltà appresa dai genitori sono il connubio perfetto per trovare un equilibrio e la strada del tuo lavoro. Oggi il suo futuro è orientato verso un nuovo campo di studio, l’anti-aging (antinvecchiamento), soprattutto riguardo alla prevenzione per la fascia d’età cosiddetta di quarto livello, cioè dopo la terza età, in un settore ancora tutto da esplorare ma sempre più richiesto dal mercato di settore. Lorenzo Gecchele
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San Giovanni Ilarione e Vestenanova In tiepida giornata di fine estate e più una precisamente la seconda domenica di settembre, i molti donatori e simpatizzanti presenti hanno fatto da corolla alla oramai tradizionale Festa del Donatore. La nostra Avis Comunale comprende i due Comuni di San Giovanni Ilarione e Vestenanova. Quindi, nel segno dell’alternanza, quest’anno si è svolta a San Giovanni Ilarione. Con la gradita presenza del Sindaco di San Giovanni Ilarione Ellen Cavazza, del Sindaco di Vestenanova Edo Dalla Verde, del Presidente dell’Avis Provinciale Alessandro Vialli, e del Presidente Provinciale dell’ADMOR Giovanni Cacciatori; I Donatori, le autorità, le Avis comunali ospiti e amici sostenitori, dopo aver usufruito del lauto rinfresco preparato dal Gruppo Alpini e deposto un omaggio floreale al monumento al Donatore, preceduti dalla Banda Musicale di Gambellara, si sono avviati poi verso la chiesa, non senza aver prima sostato presso il Monumento ai Caduti per un pensiero a chi ha dato la vita per la patria e ai i Donatori che non ci sono più. Quest’anno si è voluto porre l’accento sul fatto che diventare Donatori di sangue è anche un percorso culturale verso l’educazione ad un sano e corretto stile di vita. Chi dona il sangue migliora anche la qualità della propria esistenza. Prima di tutto perché è nozione comune che la donanzione induce a una disciplina nei controlli sanitari e nell’igiene della vita, ma anche perché è un gesto che fa “sentire migliori” e accresce l’autostima. Il progresso scientifico, che aumenta in modo notevole l’attesa di vita anche in presenza di patologie gravi, richiede una quantità sempre maggiore di sangue. Ecco quindi la necessità del reperimento di nuovi donatori, per sostituire chi lascia, ma soprattutto per aumentarne il loro numero. Qualche mese fa si è verificato quel terribile terremoto nell’Italia centrale. “Quando ac-
[continuazione articolo "Natale 2016"]
cadono eventi come questi – ha dichiarato il Presidente di AVIS Nazionale, Vincenzo Saturni - la spinta emotiva a donare subito è fortissima, ma non bisogna dimenticare che la necessità di sangue ed emoderivati continua anche nei giorni e nei mesi successivi e che ogni giorno in Italia vengono fatte 8.600 trasfusioni”. Rinnovo quindi l’invito a tutti i Donatori di essere attenti alla scadenza e recarsi a compiere il proprio gesto di altruismo e a quelli che non lo sono ancora, ma soprattutto ai giovani, ad entrate nell’Avis e li esorto ad avere coraggio e sprigionare quella che rappresenta la linfa vitale del volontariato. In vista del rinnovo del Consiglio Direttivo che ci sarà con la prossima Assemblea dei Soci del prossimo 11 febbraio, mi rivolgo a tutti i Donatori ma in particolar modo ai giovani, per dire loro quanto ci si sente fieri e orgogliosi dopo aver donato una parte di se a delle persone che in questo momento ne hanno bisogno. L’energia e l’attrazione che voi riuscite a trasmettere ai vostri coetanei è molto più efficace di quella che possono infondere i soliti volti dell’Associazione. Inoltre, entrare nel Consiglio Direttivo, è un modo per stare insieme per costruire qualcosa di importante nella nostra società, ponendo le proprie capacità e un po’ del proprio tempo al servizio della collettività facendo del bene a se stessi e agli altri, anche divertendosi portando l’energia e la vitalità che vi contraddistingue, contribuendo così, con nuove idee, programmi e strategie a dare nuovo impulso all’Associazione. Al termine della Santa Messa celebrata da don Maurizio e con la partecipazione del Coro Parrocchiale che l’ha resa ancora più solenne, hanno avuto luogo le premiazioni per i Donatori Benemeriti. Poi, come da buona usanza, la festa si è conclusa con il pranzo sociale presso il Ristorante Zoccante.
Ecco i donatori premiati:
Distintivo in rame per 8 donazioni Agresti Aldo Agresti Sara Andriolo Walter Anselmi Panato Nadia I. Belgi Annalisa Beschin Nicola Bevilacqua Michele Camponogara Valentino Carradore Adriano Confente Nicola
Cristofari Ilaria Dusi Flaviano Dusi Valentina Dusi Veronica Fattori Alessandra Filipozzi Massimiliano Gaiga Damiano Lupatini Paola Mainente Adamo Maporti Elia
Distintivo in argento per 16 donazioni
Baldo Luca Fochesato Rudi Ciman Dario Galiotto Nicola Confente Vincenzo C. Gambaretto Giovanni Dal Dosso Antonella Lovato Vittorio Dalla Benetta Francesco Mella Innocenza
Marcazzan Erica Marcazzan Flavio Marcazzan Giorgia Marcazzan Mattia Marchetto Laura Marchetto Massimo Martinelli Martina Menghin Enrico Panarotto Adriano Policante Nicola
Righetto Anna Maria Rossetto Chiara Sartori Anna Sartori Daniela Soprana Debora Zandonà Nicola Zordan Ferruccio Santo
Monchelato Alessio Vandin Mirko Munaretti Elena Zandonà Valentina Pressi Manuel Rivato Fabio Vandin Fabio
La nostra memoria, quella reale, ci serve ancora di più. Senza di essa manca un ordine al presente, non c’è più quella luce per capirne quello che succede. Usiamo allora un poca di memoria: alziamo lo sguardo dal solo presente e partiamo pure da lontano. Ci facciamo aiutare dalla Bibbia, dove non è mai stato cancellato nulla, neanche le parti più brutte. Fra le prime pagine c’è Abramo errante, che si sposta da una regione ad un’altra. Non se ne sa il motivo pratico. È il Signore che lo invita ad andare: “Esci dalla tua terra!”. Più avanti è Giacobbe a spostarsi, sospinto da una carestia, in Egitto. Proprio in questo paese sarà Gesù a scappare dal tiranno Erode. La Natività del Salvatore è anche questo: fuggire via. Il vento che porta da un paese ad un altro, da una sponda all’altra del mare soffia da sempre, tormentando l’umanità. È soffiato per noi ed ora sulle nostre giovani
generazioni. Ha coinvolto anche la Santa Famiglia. Fare Natale davanti al Presepe è commuoversi perché Gesù “che è del mondo il Creatore, per Lui non ci sono panni e fuoco. Quanta povertà! Più m’innamora, giacché ti fece amor povero ancora”, come recita la più struggente melodia natalizia, “Tu scendi dalle stelle” di S. Alfonso Maria de Liguori. La povertà del Bambino Gesù ci innamora ogni volta. E ci porta a commuoverci anche per chi è povero ed è fuggiasco, ai nostri giorni, come Lui. È Gesù che non ha voluto prendere le distanze dagli sventurati che in ogni epoca si ripresentano da luoghi e con volti diversi. Non possiamo cancellare dalla storia dell’umanità drammi e travagli che purtroppo di epoca in epoca si ripresentano. Gesù è nato in povertà perché non voltiamo lo sguardo da un’altra parte e perché non cancelliamo dal cuore quello che Egli vi ha seminato: l’amore, come Lui ci ha insegnato, verso ogni prossimo. Don Maurizio
CENTRO AIUTO VITA Esperienze di vita È vero, ho 44 anni. Non 20 o 30, sono 44. Ma non sono poi così vecchio! Sono sano, forte. Posso dare ancora tanto, in tanti modi… Ma a chi? Come? Nessuno mi vuole. Cresciuto in una famiglia normale, ho studiato e ho trovato un lavoro. Anche un buon lavoro. Ero felice e avevo fiducia nella vita. Mi sentivo arrivato quando ho incontrato Anna e il suo dolce sorriso. Arrivato? Fortunato! E poi Serena e Luca. Avevo tutto. Poi qualcuno, all'improvviso, si è preso tutti i raggi del sole. La ditta ha chiuso e io sono rimasto in mezzo alla strada, nel buio che, un rifiuto dopo l'altro, si faceva sempre più pesante, denso, soffocante. 44 anni sono troppi per trovare un lavoro? Uno qualunque a questo punto! Anna, Serena e Luca si stanno spegnendo. Io sono spento. Passo e ripasso. Busso, chiedo e poi torno a chiedere. Quante indicazioni, generose ma inutili! Soffro ma, che vuoi che sia… Soffrirei volentieri il doppio se solo potessi risparmiarlo ai miei figli! Anna sta perdendo il latte.. Le preoccupazioni? Forse. Ma per Luca è una questione di vita, è ancora troppo piccolo. Mi hanno detto “prova al CAV”. Duro. Pesante. Non riuscivo a decidermi. Un amico mi ha accompagnato. Accidenti, hanno anche la porta stretta e quando entri un po' di fatica la devi proprio fare. Quando esco c'è ancora il sole. Tutto sommato non è stato difficile. Sembrava proprio che capissero il mio terrore, che riconoscessero la mia fatica. Adesso torno a casa con un po' di tutto. Ma in mano ho il latte per Luca. E anche dei pannolini! Un lusso. Oggi mi sembra di respirare meglio. a cura di Franca
GIUSTINA DALLA FINA 3^ Classificata al XXI° Concorso Nazionale di Poesia e Letteratura "Enrico Sambruni", Città di Seregno, Milano, 18 Novembre 2015
MUSICA... Musica è la carezzevole intensa policromia del prato, la voce magica e stupita del bosco, l'impercettibile sinfonia dei cieli.
E' l'amore traboccante che germoglia nel vaso della vita; o sosta mano nella mano negli ultimi istanti del giorno.
E' lo splendore di una roccia nell'infocato tramonto che raccoglie il tocco di una campana nella valle, come nelle arcate di una cattedrale.
Ma la musica più inesplorata e intensa è il cuore dimora di voci silenzi e luce, dove l'Eterno ha porto variegate sinfonie per germogliare speranze e illuminare sentieri.
Musica è la tenerezza complice Pizzeria dal 1972 di un bambino sul cuore della mamma; la gioia profonda dell'uomo che scopre Sartori Andrea Bacco Loredana Dal Zovo Luca Lovato Claudio un'edera insperata sui dirupi bagnati di Bellaria Fabrizio Filipozzi Enrico Marcazzan Nicola Sartori Franco fatica. da oggi anche specialità pesce di mare Stopazzola Matteo Burato Benedetto Gambaretto Diego Marcigaglia Stefano Pizzeria dal 1972 Cattazzo Domenico Gambaretto Gabriele Panarotto Ivan Denis Zandonà Daniele Pizzeria dal 1972 Confente Antonella Povato Paolo Panato Bernardo
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Distintivo in argento dorato per 25 donazioni
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Distintivo in oro per 50 donazioni
Allegri Alessandro Lovatin Ivano Panarotto Cesare Gazzo Carlo Domenico Mainente Massimo Rivato Marco Gazzo Severino Marcazzan Lino Sartori Patrizio
Distintivo in oro con rubino per 75 donazioni Bruni Dario
Lovato Mario
Presa Rina Amalia
Sartori Silvino Tezza Claudio
Zanchi Danilo
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Giustina
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da oggi anche specialità pesce di mare
da oggi oggianche anche specialità pesce di mare specialità pesce di mare Via Pietro Niselli, 51 - S. Giovanni Ilarione (VR) - Tel. 045 7465118 PRANZO CENA martedì aperto su prenotazione mercoledì aperto su prenotazione Via Pietro Niselli, 51 - S. Giovanni Ilarione (VR) - Tel. 045 7465118 giovedì aperto su prenotazione
PRANZO martedì aperto mercoledì aperto giovedì aperto
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PRANZO venerdì aperto sabato su prenotazione domenica aperto
PRANZO venerdì aperto sabato su prenotazione domenica aperto
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CENA aperto aperto aperto
Via Pietro Niselli, 51 - S. Giovanni Ilarione (VR) - Tel. 045 7465118 PRANZO martedì aperto mercoledì aperto giovedì aperto
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Piazza Colonna, 2 - 37035 San Giovanni Ilarione (VR) Tel./Fax 045 6550671 - Cell. 348 3549869 stefano.marcigaglia@consultinvest.it Piazza Grande, 33 - 41100 Modena Via Giorgio Giulini, 3 - 20123 Milano
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Valente e Rosa Posenato festeggiano a sorpresa con parenti ed amici 50 anni di matrimonio (10 settembre 1966-2016)
In località Panarotti LA “MADONNA DELLA STRADA”
Lo scorso novembre, lungo la vecchia strada provinciale per Vestenanova in località Panarotti, in una nicchia scavata in un grande blocco di pietra, è stata collocata una Madonnina. A realizzare l'opera è stato Bruno Mella, classe 1944, nostro conosciutissimo concittadino, che da circa vent'anni si dedica per diletto ad eseguire qualche lavoretto in pietra, e he ha raccolto i suggerimenti di alcune donne che si spingono fino a quel luogo, fuori dai pericoli di quella strada trafficata che è la Provinciale per Vestenanova, ormai divenuto come il giro di boa della loro passeggiata quotidiana. In verità, in quel luogo già da qualche anno qualcuno aveva messo una piccola statua della Madonna, presso la quale qualche mano devota portava sempre un fiore od accendeva un lumicino. Bruno ci racconta: “Nell'autunno dello scorso anno, una donna mi ha suggerito l'idea e mi ha dato una Madonnina di circa 60 cm di altezza da fissare stabilmente in quel luogo”. Prima di installare la statua nella nicchia, ha ritenuto utile rinnovare i suoi colori per darle delle tonalità che si adattassero ai colori dei sassi di quel luogo. Per dare una degna sistemazione alla statuetta della Vergine al riparo del sole e delle intemperie, il nostro scultore ha subito pensato di ricavare una nicchia in un grosso sasso messo li anni fa, a sostegno della scarpata della strada, una pietra sufficientemente grande che gli avrebbe consentito di scavare la nicchia. Il lavoro è stato molto lungo, complicato dal fatto che non c'era la possibilità di avere sempre a disposizione una fonte di energia elettrica che avrebbe reso più agevole il lavoro di scavo in una pietra rivelatasi molto più dura del previsto. Lo scavo della nicchia, quindi, è stato fatto quasi tutto a mano con l'impiego di martello e scalpello, avendo potuto disporre poche volte di un gruppo elettrogeno
per effettuare la sgrossatura ed i tagli più impegnativi e profondi. Il lavoro, quindi, è stato fatto quasi sempre a mano a causa del poco spazio a disposizione, lavorando con calma per non rovinare gli spigoli della nicchia. Uno degli inconvenienti maggiori incontrati segnalati da Bruno nei sette mesi che è durato lo scavo della nicchia, è stata la polvere: gli entrava nelle narici e negli occhi. La pietra era durissima e gli ha rovinato molte punte; ma nonostante le difficoltà non si è arreso, ed ha portato a termine un'opera che gli è costata molte ore di lavoro. Bruno che per sua natura è scrupoloso, preciso e sempre molto critico verso se stesso; si dichiara comunque soddisfatto della sua opera, anche se non è proprio venuta secondo le sue aspettative. Ha fatto comunque del suo meglio per trovare una sede degna di accogliere la Santa Vergine, ed ha voluto realizzare anche una mensolina davanti alla nicchia, su cui i viandanti potranno continuare a porre un fiore o un lumicino. Chiediamo a Bruno la motivazione che lo ha spinto a cimentarsi in questa impegnativa opera. Ci dice: ”Ho accettato di fare questo lavoro per portare in quel luogo la presenza, il richiamo visivo della Madonna ai viandanti che passano in quel luogo; voglio dedicare il mio sacrificio alla Madonna e tramite Lei alla speranza in un mondo migliore”. E continua: “Ho potuto soddisfare il desiderio di quella donna che ha visto così realizzato il suo desiderio di vedere l'effige della Madonna in quel posto molto frequentato dai molti viandanti che transitano in quel luogo; e visto il luogo in cui è stata posta, la voglio chiamare MADONNA DELLA STRADA, con la speranza che possa dare protezione a tutti coloro che passano di la”! Dalle pagine del nostro giornale, Bruno desidera ringraziare tutti coloro che lo hanno in vari modi incoraggiato, e Lino Mainente che con i suoi figli hanno collaborato concretamente alla realizzazione dell'opera. Anche noi lo vogliamo ringraziare e complimentarci con lui per la sua pregevole opera. Angelo Pandolfo
Con la nostra famiglia riunita in un giorno di festa, abbiamo voluto festeggiare il cinquantaduesimo compleanno di nostra sorella Loreta, che abbiamo riportato a casa in un pomeriggio di sole. Un momento di gioia vera e profonda che crediamo abbia dato ancora più vigore a mamma Margherita che nell'ultimo difficile anno, non ha mai smesso di preoccuparsi, voler bene e seguire amorevolmente sua figlia anche se non direttamente. Buon compleanno Loreta! Sante, Maria Grazia, Lucia, Lorenzo
Dal gruppo Alpini San Giov. Ilarione Anche il nostro Gruppo Alpini, piano piano, si sta avvicinando al compimento del suo centesimo anno che, come risulta in una foto presente in baita, è stato fondato il 24 maggio 1925. L' anno di fondazione è ricordato anche da un articolo riportato su “L' Alpino” del 15 marzo 1925 in cui testualmente si legge: “Il colonnello Marchiori, papà degli alpini veronesi e presidente instancabile dell' A.N.A. Sezione locale, è raggiante ancora oggi, per il successo scarponissimo ottenuto domenica fra i suoi “veci” di San Giovanni Ilarione” ed alla fine riporta: “... San Giovanni Ilarione sventolerà tra giorni il nuovo gagliardetto, altra fiamma verde della nostra provincia”. E visto che siamo in tema di centenari è doveroso ricordare il centinaio di caduti della Prima Guerra Mondiale i cui nomi sono scolpiti sulla lapide del Monumento ai Caduti. Fra tutti questi nostri compaesani caduti, quasi 40 erano gli arruolati nei reggimenti alpini: 2 nel 3°, 1 nel 4°, 1 nell' 8°, 1 nel 2° rgt. art. montagna e ben 33 nel 6°! Tra i deceduti, oltre che in combattimento o negli ospedali da campo o civili, si contano anche 11 morti in prigionia e tutti appartenenti al 6°. Vi è, per esempio, chi è morto a Soupir (F), a Jindrichovice (attuale Repubblica Ceca), Mauthausen, Graz Eggenberg e Monaco e lì sepolti. Tra i nominativi riportati sulla lapide vi sono anche 3 decorati di Medaglia d'argento al valore militare: • GAMBARETTO Cesare di Luigi deceduto il 15.01.1918 sul Monte Grappa (Monte Valderoa) della 235a Cmp., Btg Val Cenischia 3° Rgt.; • NISELLI Pietro di Massimino deceduto il 25.10.1918 sul Monte Grappa (Monte Solarolo) Caporal maggiore della 281a Cmp. Btg. Val Toce 4° Rgt.; • POZZA Giovanni Giacomo di Egidio deceduto il 09.10.1916 sul Monte Pasubio della 143a Cmp. Btg. Monte Berico del 6° Rgt. Apparteneva agli alpini del 6° anche BALDO Giuseppe che risulta disperso a
seguito di combattimento sull'Ortigara il 17.06.1916. Faceva parte del 6° pure BORDON Pietro, deceduto però nella guerra di Libia nel 1911. Tutte queste informazioni sono ricavate dall'Albo d'oro dei Caduti della 1a Guerra Mondiale del Ministero, dai fogli matricolari e da altre pubblicazioni. Altro decorato di Medaglia d'argento al valore militare che non compare sulla lapide perchè deceduto il 21.06.1963 è BEVILACQUA Pietro Marco, nato il 28.06.1881 del 4° Rgt., decorazione ottenuta sul Sasso Rosso (Altipiano di Asiago) a seguito dei combattimenti del 28/31 gennaio 1918. Anche quest'anno il Gruppo alpini, con una decina di soci, è stato impegnato lo scorso 26 novembre nella colletta alimentare, gestita dal Banco alimentare di Verona, presso il supermercato LIDL. In questa giornata sono stati raccolti 792 kg. di generi alimentari, quali alimenti per l'infanzia, riso, pasta, olio, legumi, sughi e pelati, tonno in scatola, biscotti e altro; una quantità in costante aumento rispetto ai kg. 592 del 2014 e kg. 668 del 2015. Tra le prossime attività del Gruppo ricordiamo: • 18 dicembre S. Messa degli Alpini nella Basilica di San Zeno a Verona; • nelle Parrocchie dopo le S. Messe di Natale vin brulè e cioccolata; • minestrone e frittelle il 6 gennaio (Epifania); • Festa del Tesseramento il 15 gennaio; • Adunata di Zona a Prova il 21 maggio; • Adunata nazionale a TREVISO il 12,13 e 14 maggio 2017; • Raduno Triveneto domenica 17 settembre 2017 in Val del CHIAMPO; • Gli annuali Pellegrinaggi Nazionali e Sezionali, come da calendario. Sono a disposizione i bollini per il tesseramento dei soci alpini per il 2017.
Gli alpini augurano a tutti BUONE FESTE!
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' A M M I N I S T R A Z I O N La fusione dei Comuni di San Giovanni Ilarione e Roncà: un’opportunità per i cittadini
Carissimi concittadini come ben sapete stiamo lavorando per raggiungere un importante obiettivo: la fusione. Qualcuno quando sente questa parola resta un attimo in sospeso perché risulta essere una novità per le nostre zone, ma vi assicuro che non è nulla di terrificante. L' idea nasce 2 anni fa con l' Amministrazione di Roncà coinvolgendo altri Comuni come Vestenanova, Montecchia di Crosara e Monteforte d'Alpone. Oggi questi Comuni non fanno parte di questo progetto perché non hanno voluto aderire. La fusione tra San Giovanni ilarione e Roncà è la creazione di un Comune unico che verrà chiamato VALDALPONE. Un Comune nuovo di quasi 9000 abitanti che sarebbe il primo Comune più grosso della vallata, più di Monteforte che ne vanta 8000 di abitanti.Quali sono i vantaggi? I contributi importanti che arriverebbero da parte dello Stato, 740.000 € per 10 anni e 200.000 € per 3 anni dalla Regione Veneto. Oggi il Comune di San Giovanni Ilarione non ha alcuna entrata importante ed è sempre più difficile gestire un bilancio quando le risorse non ci sono. C'è la gente che si lamenta delle strade in pessime condizioni, dei lampioni che sono vecchi, delle telecamere di sorveglianza che non sono mai state accese e, comprendo perfettamente le aspettative deluse del cittadino comune che paga le tasse e che vorrebbe vedere anche adeguati servizi. Oggi i Comuni però non hanno risorse economiche sufficienti, a mala pena hanno la capacità di gestire l'ordinaria amministrazione e sempre con maggiore difficoltà. Per rendervi edotti di quel che succede, posso portarvi un esempio; in Giunta Comunale
abbiamo approvato un progetto e stimato che per sistemare tutte le strade del paese ci vorrebbero circa 900.000 €. Una cifra importante che riusciamo a quantificare solo sulla carta ma che oggi non abbiamo la potenzialità economica di sostenere. Dal 2012, quando mi sono insediata e sino al 2014 compreso, non ho potuto assumere alcun tipo di mutuo perché il Comune ne aveva già acceso degli altri ben 80. A dicembre del 2014, se ne sono estinti 35 mutui e quindi solo nel 2015 abbiamo potuto iniziare accedere a dei piccoli mutui. La capacità di contrarre mutui del nostro Comune è di una somma modesta ammontante ad 280.000 €. Nel 2016 abbiamo fatto un mutuo di 280.000 € esclusivamente per le strade valutando quelle che erano le priorità.Tante altre strade ancora necessitano di questo intervento, ma le risorse si limitano alle attuali disponibilità. Quello che dico sempre durante gli incontri nelle varie contrade per parlare della fusione è che se un Sindaco volesse sistemare tutte le strade del paese, nelle condizioni attuali impiegherebbe 4 anni del suo mandato solo per la sistemazione delle strade. Questo era un esempio, se ne possono fare tanti altri. Il paese necessita anche di tante altre cose come un nuovo impianto di illuminazione con nuove luci a led con le quali si avrebbe subito un risparmio immediato. Ci sono 700 punti luce in paese e si spende 100.000 € all'anno per l'illuminazione pubblica. Con una nuova illuminazione a led se ne risparmierebbero già 50.000 € che sono soldi che resterebbero in cassa e magari potrebbero essere investiti per aiutare maggiormente altri enti quali la scuola materna che ne ha sempre più bi-
LA PAROLA ALLA MINORANZA
NO ALLA FUSIONE
dei Comuni di San Giovanni Ilarione e Roncà
NO
PERCHE’ :
• Manca la vicinanza e la continuità fisica del territorio che invece si realizzerebbe comprendendo L’INTERO FONDO VALLE DELL’ALPONE, includendo quindi almeno i Comuni di Montecchia di Crosara e di Vestenanova, non essendo sufficienti a giustificare la scelta votata dal Consiglio Comunale, i pochi metri di confine fra i due Comuni, nel bosco in Calvarina • La fusione così come proposta si presenta miope ed irrazionale, senza respiro, poiché NON CONSIDERA LA DISTRIBUZIONE ABITATIVA DELLE REALTA’ COMUNALI, suddivise in numerose frazioni, contrade, e borgate di case sparse. Non tiene conto delle necessità dei cittadini che abitano in questi luoghi e che non godranno di alcun beneficio; non è difficile del resto capire che dalla sommatoria di due realtà, territorialmente parcellizzate, potranno derivare solo minori servizi e minori risposte ai problemi esistenti : quindi maggiori problemi….. • Lo studio di fattibilità per la fusione dei Comuni, così come proposto dall’Amministrazione comunale, dimostra tutta la sua aridità politica, poiché manca di motivazioni condivise da e con i cittadini, con le organizzazioni di categoria ,con le associazioni e col volontariato che non sono stati precedentemente coinvolti ed interessati. L’INTERA CITTADINANZA E’ STATA ESCLUSA DAL PROCESSO COSTITUTIVO di una nuova istituzione che ci vedrà tutti coinvolti !!! E non si venga a dire che i cittadini si esprimeranno col referendum. Non basta. In una materia tanto impegnativa, la partecipazione attiva e propositiva dei cittadini singoli ed associati ha titolo e diritto di manifestarsi liberamente prima del voto referendario • Non ci è stato minimamente illustrato il progetto sull’annunciata riduzione delle tasse…….che si farà dopo ???? Non solo….IL PROBLEMA PATRIMONIO ED INDEBITAMENTO dei due Comuni, come verrà affrontato ??? Dovremmo mettere tutto insieme dividendo crediti e debiti ???? Saremmo certamente svantaggiati !!!!!!!!!
• E’ un sacrosanto diritto conoscere il nostro futuro prima di decidere !!!
• SI ALL’UNIONE DI TUTTI I QUATTRO COMUNI PER I SERVIZI E LO SVILUPPO; • NO ALLA FUSIONE DI DUE, SOLO PER INTERESSI PARTITICI. I Consiglieri Comunali Luciano Marcazzan Nadia Bevilacqua
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sogno. Senza risorse però le buone idee restano sempre solo buone idee e non progetti realizzati. In questo modo purtroppo, non si va da nessuna parte. È facile lamentasi in giro delle buche sulle strade o sulle frane, attraverso la tastiera del pc, ma la situazione oggi è questa e non cambierà di sicuro se non ci si aiuterà tutti assieme ad uscire da questa impasse. Oggi il Sindaco non fa più il Sindaco, ma bensì l'esattore delle tasse per conto dello Stato in quanto il sistema non gli permette di fare diversamente. L'opportunità della fusione è l'unica strada percorribile per il nostro futuro. Qualcuno pensa che con la fusione si perde la nostra identità. L identità di un paese si perde quando non si hanno risorse per migliorarlo, quando non si hanno più servizi per i cittadini, quando si lasciano le strade in deterioramento, quando non si riesce più a fare nulla per mantenerlo in vita. Questo è perdere l'identità di un paese, non certo il nome nuovo di un Comune. Noi amministratori abbiamo portato avanti questo progetto ma è compito della gente durante il referendum di gennaio decidere se è meglio restare nell'attuale situazione, male, e
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quindi votare no alla fusione, oppure avere il coraggio di cambiare in meglio il futuro di questo paese votando si alla fusione. Io sono convinta che si debba fare ed è importante non perdere questo treno perché oggi abbiamo questa opportunità di ricevere importanti contributi, magari tra un anno o due, quando tanti altri Comuni decideranno di fondersi, i contributi non ci saranno più. Penso inoltre che oggi tutti i Comuni hanno gli stessi problemi del nostro, per cui smettiamola di guardare i colori politici. Siamo tutti sulla stessa barca e questa sta affondando. Qualcuno diceva "da soli si fa prima, ma insieme si va lontano". Colgo l'occasione di farvi i migliori auguri di buon Natale e buon anno a tutti voi a alle vostre famiglie. Un caloroso e cordiale abbraccio dal vostro Sindaco. Ellen Cavazza
MERCATO CERASICOLO VALDALPONE
Il mercato Cerasicolo Valdalpone è nato nel 2015 su richiesta e per volere del mondo agricolo della vallata che sentiva la necessità di poter contare su un’alternativa rispetto al già esistente mercato di Montecchia di Crosara. Tale richiesta era arrivata fino alle Amministrazioni Comunali di Roncà, San Giovanni Ilarione e Vestenanova che attente ai bisogni del territorio, hanno deciso di sostenerne questa iniziativa utile a promuovere uno dei più importati prodotti che caratterizzano la nostra terra.Un gruppo di agricoltori della Valle si è quindi riunito in un Comitato che di fatto si è occupato e tuttora gestisce il mercato fin dai suoi primi passi. La risposta dei cerasicoltori della valle, ma anche di quelli delle valli vicine non si è fatta attendere ed è andata, fin dal principio, oltre ogni più rosea aspettativa. Nella stagione 2015 dell’apertura infatti, le ciliegie trattate hanno raggiunto circa i 2.500 quintali! Questo ottimo risultato è riconducibile sicuramente alla buona organizzazione ma anche all’immobile utilizzato: molto ampio e logisticamente adatto a quel tipo di impiego.Purtroppo non è stato possibile mantenere questa locazione così strategica nella trascorsa stagione; si è dovuto ripiegare su un altro capannone di dimensioni più ridotte ed i numeri ne hanno sensibilmente risentito. A due anni dalla sua nascita, possiamo comunque dire che, salvo la spesa per l’occupazione del capannone, il mercato riesce di fatto ad autofinanziarsi. Quest’anno l’unica spesa a carico delle amministrazioni co-
munali coinvolte (solo San Giovanni Ilarione e Roncà, in quanto Vestenanova per problemi di bilancio non ha partecipato) è stata pari a € 5.000,00 ciascuna, somma corrispondente all’importo dovuto per l’affitto dell’immobile. Nell’anno precedente la spesa era stata maggiore perché oltre all’affitto del capannone, si rendevano necessarie altre ovvie spese per l’avvio dell’attività (ad esempio: l’acquisto delle pese, imballaggi, ecc.). In ogni caso, tali cifre sono molto lontane da quelle riportate, con grande utilizzo di fantasia, da alcuni. Vorrei infine servirmi di queste pagine per chiarire ulteriormente la totale estraneità del mercato cerasicolo in merito alla triste vicenda della truffa messa in atto l’anno scorso da alcuni commercianti ai danni di diversi produttori. Il mercato stesso è stato vittima di detti raggiri. Purtroppo le frodi accadono. Seppure paia cosa ovvia, esprimo la mia assoluta condanna al fatto e mi sento di rassicurare gli agricoltori che, dopo questa esperienza, saremo ancora più attenti e guardinghi allo scopo di garantire la più assoluta tutela. Anche in questo caso, comunque i numeri fatti circolare da qualcuno, sono assolutamente lontani dalla realtà! Del resto è scientificamente dimostrato come il passa parola, anche il meno malizioso, modifichi di fatto il messaggio originario. Figuriamoci quindi, se l’obiettivo consapevole è quello di screditare: alle cifre originarie possono essere aggiunti vari zeri. Comitato Cerasicolo Valdalpone Il Presidente Sergio Cavazza
Un Grazie sentito al gruppo volontari di Cattignano per la pulizia della strada e del cimitero durante lo scorso 28 Ottobre !!!
Il Sindaco e l'Amministrazione comunale
augurano a tutti Buone Feste!
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PROGETTO CICERONI AL NASTRO DI PARTENZA!!! Ancora nel 2015, in collaborazione con European Project Consulting SRL ed i comuni di Zimella, San Bonifacio, Monteforte d’Alpone, Cologna Veneta e la fondazione AIDA, abbiamo aderito ad un progetto mirato per giovani dai 15 ai 30 anni per la valorizzazione del patrimonio architettonico-culturale dei comuni coinvolti, offrendo delle nuove opportunità di formazione professionalizzanti e di espressione delle loro capacità e potenzialità in ambito culturale/creativo, attraverso corsi e laboratori. La nostra concittadina Giulia Dal Grande che ha aderito a questo progetto assieme ad altri cinque coetanei (rispettivi rappresentanti dei propri Comuni) e seguiti da Stefania Carlesso (addetta alla formazione e gestione del gruppo di lavoro), stà ora lavorando per l' individualizzazione di percorsi culturali, artistici ed eno-gastronomici per la promozione del territorio di cui facciamo parte e delle sue risorse paesaggistiche e folcloristiche. Tutto cio' è appena all’inizio e la impegnerà per diversi mesi. A lei un augurio di buon lavoro, e che possa essere un unteriore passo avanti nella promozione del nostro paese.
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PREMIATI GLI STUDENTI DELLA SCUOLA MEDIA MARCAZZAN CON UN TESTIMONIAL D'ECCEZIONE MEDAGLIA D'ARGENTO ALLE PARALIMPIADI DI RIO 2016
Sono ben 6 gli studenti premiati al merito scolastico, alla settima edizione del Premio Marcazzan all’Istituto comprensivo di San Giovanni Ilarione e Vestenanova dello scorso 8 Ottobre, e tutti Ilarionesi: Alberto Rivato, Elena Micheletto, Gabriele Pozza, Roberta Vicentini, Sara Trestini, Sveva Marcazzan. Quest’anno oltre alla presenza della Famiglia Marcazzan con Maria Luisa Marcazzan (figlia di Mario) accompagnata dalla figlia Benedetta Cavalloni che ha consegnato il premio, il Dirigente scolastico Ugo Carnevali ed il Presidente del Consiglio d’Istituto Stefano Gaiga, cercavo un testimonial che potesse lasciare un messaggio importante ed efficace, come esempio sull’importanza dell’impegno e di porsi obbiettivi. Ho così invitato Michele Ferrarin di San Martino Buon Albergo, campione alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016 e medaglia d’Argento in una delle specialità più difficili e faticose: il Triathlon. Michele ha accettato con entusiasmo l’invito e con la divisa olimpica e la medaglia d’argento al collo (nella foto a dx con la moglie ed il figlio Edoardo) ci ha portato la sua esperienza e raccontato la sua storia di uomo e di atleta: «Nuoterò con un braccio solo, mi sono detto, e su questo ho cominciato a lavorare conquistandomi la sicurezza che avrei raggiunto il risultato. Negli ultimi quattro anni ho partecipato ad una ventina di manifestazioni, tra europei e mondiali, finendo sempre sul podio, ma Rio era il mio sogno», «Vincere da disabile è una sfida con te stesso. Questa medaglia è mia, ma anche della squadra e cioè di tutti quelli che hanno creduto e lavorato attorno al mio sogno che è diventato un obiettivo condiviso. L’inizio della malattia aveva fatto spegnere un po’ i sogni ma mi ha costretto a ripensare a come potevo raggiungere lo stesso il mio obiettivo. È fondamentale, per tutti, darsi sempre un obiettivo da raggiungere: la passione fa il resto» Ed ancora «Nessuno ha ostacolato il mio sogno, anche se il mio era un sogno difficile e pieno di ostacoli: se vai avanti, è perchè il sogno è più grande». I 300 ragazzi fra San Giovanni Ilarione e Vestenanova hanno seguito con molta attenzione Ferrarin, come il video della gara che è stato proiettato subito dopo (che vi suggerisco di vedere su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=tZDtp5-wpbs) con la cronaca di Michele che ha spiegato le regole di questo sport, gli allenamenti e la costanza necessari per ambire ai primi posti. Sono seguite molte domande da parte degli studenti ed alla fine è stato consegnato loro un cartoncino con i simboli Olimpici e Paralimpici e la firma autografata di Michele Ferrarin con uno slogan “Vinci anche tu la tua Olimpiade!” Un momento significativo ed emozionante che ha arricchito questa settima edizione. Claudio Lovato
INAUGURATA LA CASA DELL’ACQUA
GIOVANI E AGRICOLTURA
Martedì 22 Ottobre 2016 si è tenuto un incontro presso la sala civica Comunale inerente un approfondimento sulla «Misura 6» del PSR 2014-2020 (Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese a favore del primo insediamento dei giovani agricoltori tra i 18 e i40 anni) e sulla «Misura 16» (Cooperazione) con la presenza del Sindaco Ellen Cavazza e l’Assessore Marco Beltrame e con diverse testimonianze ed esperienze: Giada Perazzolo, che alleva Golden retriever, Samuele Bacco sulla viticoltura, sull’esperienza avicola di Alberto Lovato, mentre da Vestenanova Giovanni Rugolotto, che ha scelto i piccoli frutti e ha dato vita ad una fattoria didattica, e Mirco Cerato che fa impresa con le fragole. Federico Zambon, a Roncà, guida invece una cantina con annessa fattoria didattica. Una interessante serata che fà ben sperare per il futuro.
Sabato 26 Novembre alle ore 15:00 è stata inaugurata la nuova casa dell’acqua (la prima in Valdalpone) dove sono state regalate ai presenti delle tessere utili per agevolare il prelievo a 0,05 EU al litro sia per l’acqua liscia che gassata, ed una degustazione che ha soddisfatto tutti. Un servizio in più verso i cittadini ed un importante soluzione per eliminare rifiuti di plastica, inquinamento dovuto alla produzione delle bottiglie ed al trasporto delle stesse, oltre ad eliminare camion per il trasporto dalle strade e dulcis in fundo : risparmio per le famiglie ! Buona acqua a tutti !!!
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ANTEAS festeggia 20 anni di volontariato
(Associazione Nazionale Tutte le età Attive nella Solidarietà)
Grande serata sabato 17 settembre per l’ANTEAS di San Giovanni Ilarione, che ha festeggiato nella propria sede i vent’anni di fondazione con una riuscitissima serata di canti e recite di poesie dal titolo significativo: “La polenta quotidiana: voci di donne da un tempo coraggioso”. Erano presenti esponenti dell’Associazione e del sindacato, e molti simpatizzanti, che hanno concluso l’incontro in allegria, con un assaggio di polenta e scopeton. Molte le iniziative realizzate negli ultimi tempi dal gruppo di volontari, fra cui la tinteggiatura di pareti e soffitto della sede, mettendo a disposizione tempo e denaro
per ottenere un risultato che è sotto gli occhi di tutti. Nello spirito di armonia che caratterizza l’associazione, molto apprezzata è anche l’esperienza, che continua tuttora, del ballo liscio e di gruppo, con un coinvolgimento sempre maggiore. L'anno prossimo, dopo il tesseramento, è già tempo di nuove elezioni, da cui uscirà il nuovo direttivo: tutti i tesserati saranno invitati non solo a votare, ma anche di mettersi a disposizione per poter essere eletti. Abbiamo infatti bisogno di nuovi volontari perché di cose da fare ce ne sono tante! Il Presidente Augusto Gambaretto
ASSOCIAZIONE FANTI SAN GIOVANNI ILARIONE
SEMPRE PIÙ IN ALTO
PUBBLICATO AD ARZIGNANO IL DIARIO INEDITO DI NICK COLEMAN
Le vicende di 4 prigionieri inglesi nascosti e salvati nel 1944 da Bepi Mella, fotografo di professione e fratello di Amelio Mella 2016 Giubileo della Misericordia. Coincidenza singolare, ma non casuale, in quest’anno viene pubblicato il Diario di Nick Coleman, un testo, rimasto “sepolto” in qualche cassetto per oltre 70 anni, che racconta uno straordinario episodio di solidarietà umana, avvenuto durante il secondo conflitto mondiale. L’autore del diario è uno dei quattro soldati inglesi caduti prigionieri in Africa e internati in campi di detenzione in Italia. L’8 settembre del ‘43 riescono ad evadere e attraverso numerose peripezie giungono nella nostra zona. Ospitati e nascosti da alcuni coraggiosi, nel momento del pericolo estremo trovano proprio nella famiglia Mella un rifugio sicuro. Con l’aiuto e la collaborazione di altri straordinari cittadini riusciranno a sfuggire a vari rastrellamenti, dal dicembre del ‘43 fino alla fine di maggio del ‘44. E’ in questo periodo che il soldato Coleman scrive il suo diario che, alla fine, lascerà proprio a Bepi Mella, per far conoscere ai suoi famigliari le esperienze da lui vissute e al tempo stesso rendere il dovuto omaggio a quanti lo hanno aiutato a sopravvivere in quei lunghi mesi. E questi quattro non furono i soli che vennero aiutati, dalla famiglia Mella e da altri nostri concittadini, a sfuggire all’arresto e ad una sorte orribile. Nelle note e in appendice al Diario infatti sono riportati altri episodi significativi. Lo stesso Bepi Mella, dopo i 4 inglesi, offrì sicuramente rifugio a 2 ebrei e ad alcuni antifascisti, tanto da essere arrestato per 2 volte. Ma nel corso delle ricerche fatte per la pubblicazione sono numerosi gli episodi di cui i curatori, Antonio Lora e Elisa Stocchetti, sono
venuti a conoscenza e dai quali traspare l’impegno civile, la generosità e il coraggio della popolazione di Arzignano e di altri paesi della Valle. Ebrei, prigionieri di guerra, aviatori paracadutati per incidente aereo hanno trovato tra gli Arzignanesi rifugio e spesso salvezza, grazie ad una rete di aiuti messa in atto con il passaparola. Alcuni sono ancora poco noti o addirittura inediti. Le vicende narrate nel Diario sono un esempio paradigmatico del diffuso senso di umanità, giustizia e pace della nostra gente. La pubblicazione, fortemente voluta dal figlio di Bepi Mella, è stata resa possibile grazie al lavoro accurato e minuzioso del dottor Antonio Lora e allo sforzo di Elisa Stocchetti che si è impegnata nella difficile traduzione di un testo scritto a mano, con inchiostro in parte sbiadito e con alcune pagine a matita. Va infine sottolineato come la professione di fotografo di Bepi Mella abbia permesso di documentare con numerose foto, di grande qualità, gli episodi narrati, nonché altri episodi di cronaca, ora lieti ora dolorosi. A integrazione delle notizie relative ai 4 soldati inglesi, è uscito solo ora dal cassetto, dove la modestia di Bepi stesso l'aveva relegato, un documento davvero eccezionale e cioè il riconoscimento rilasciato dal generale H.R. Alexander, Comandante Supremo delle Forze Alleate del Mediterraneo. In esso si sottolinea la gratitudine e il riconoscimento per l'aiuto dato ai membri delle Forze Armate degli Alleati che li ha messi in grado di evadere e di evitare di essere catturati dal nemico. Mariuccia Pegoraro
SI È SPENTA LETIZIA GUGOLE
Maestra di una generazione nella meta’ del ‘900
Ormai il Bianco monumento che parla di Pace, progettato dalla Dottoressa Roberta Marcazzan e realizzato dal Gruppo Fanti di S.Giovanni Ilarione con il contributo di vari Cittadini, è entrato a pieno titolo nella nostra Comunità e fa armoniosamente parte dell’arredo urbano del nostro paese. E’ impossibile non lanciargli uno sguardo passando a piedi o in auto da via Roma o da piazza dell’Osto: le cime delle Colonne s’innalzano verso il cielo come le vette delle montagne che rappresentano ….Pasubio, Ortigara……… Sono lì perché non dimentichiamo i nostri Compaesani, i cui nomi sono scolpiti nelle candide pietre, morti sui loro pendii per la Pace, per l’Unione, per la Libertà. Ecco le parole magiche che evocano appena il nostro sguardo si posa su di Loro: “Mai più guerre ma Pace, Fratellanza, Solidarietà, Sereno Confronto…”.
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E’ dal giorno delle Palme che il Monumento è stato inaugurato con significative Cerimonie Religiose e Civili ed è da quel giorno che con orgoglio e dedizione ci alterniamo per conservarlo nel migliore dei modi, bello e imponente com’è nato. Ci occupiamo anche dell’area verde che lo circonda tagliando l’erba, curando gli ulivi, anche loro simboli di Pace. Speriamo di trovarci sempre numerosi a questo appuntamento, sicuramente sarà così, perché crediamo profondamente al Messaggio che lo anima. Questo progetto ci ha richiesto tempo, fatica, impegno economico, ma certamente non ha esaurito le nostre idee; per il momento, però, godiamoci la nostra meravigliosa e significativa realizzazione. Ass. Fanti San Giovanni Ilarione
A Vestenanova il 17 novembre 2016 si è spenta, all’età di 97 anni, la maestra Letizia Scarabello Gugole. A partire dal 1939, per quasi quarant’anni ha insegnato nelle scuole elementari del paese, durante gli anni della guerra e del dopoguerra, fino agli anni ’70. Con lei un’intera generazione ha imparato a “leggere, scrivere, far di conto” … come ha ricordato durante le esequie nella chiesa di Vestenanova Silvia Lovatin Pandian (sua alunna dal 1941 al 1945) “… ed era esperta non solo in grammatica, ma anche di amore per il Signore, attraverso la preghiera insegnata con affetto ai suoi giovani alunni” in un’epoca in cui il credo cattolico era parte integrante della didattica. “In quegli anni – era solita raccontare la maestra Letizia – l’insegnamento andava ben oltre i libri e i quaderni. I bambini in prima non sapevano tenere una matita in mano; arrivavano a scuola direttamente dal pascolo o dalla stalla, assonnati d’estate e infreddoliti d’inverno. Nelle case non c’era l’acqua corrente e l’igiene non era tenuta in nessun conto. Le classi potevano contare anche 40 alunni, con un sacco di ripetenti, e non si poteva certo contare sull’aiuto a casa”. Della maestra Letizia si ricorda anche l’impegno nel Patronato Scolastico (istituito con una legge della Repubblica nel 1958 fino al 1977) che aveva l’obiettivo di superare le difficili condizioni di na-
tura socio-economica degli alunni iscritti alle scuole elementari, al fine di assicurarne l’istruzione, incentivando la frequenza scolastica per debellare la piaga dell’analfabetismo. Un bicchiere di latte caldo al mattino e la refezione con pasti caldi a mezzogiorno per i bambini provenienti dalle contrade lontane (allora non c’erano gli scuolabus) sono ricordi indimenticabili per chi li ha vissuti; come pure l’organizzazione del doposcuola: una manna per trattenere più a lungo i bimbi in un contesto educativo. Chi ha conosciuto la maestra Letizia ne ricorda la tenacia e il coraggio di guardare oltre le difficoltà poste sul suo cammino, sempre pronta a sorridere alla vita.
PROF. GIUSEPPE BESCHIN - UN PROFESSORE EMERITO Mio zio Giuseppe è venuto alla luce in casa, come si usava una volta, in contrada Confenti, primo di tre figli, nel giorno dell’Assunzione della Vergine, il 15 agosto 1932. Mia nonna era solita raccontare che a farlo nascere era stata l’ ostetrica del paese che, essendo al suo primo caso, era tesa e questa sua tensione aumentò quando vide che il piccolo, appena nato, non dava segni di vita. Per fortuna, dopo qualche immersione alternata in acqua calda e acqua fredda il piccolo diede prova di quanto fossero potenti le sue corde vocali tranquilizzando così i genitori preoccupati e l’ostetrica alle sue prime armi. A quel tempo la famiglia, economicamente, non passava un bel momento, anzi. Fu così che Giuseppe, finita la quinta elementare (frequentata a San Giovanni, andando tutti i giorni a piedi da casa fino al paese con le sgalmare), viste le sue capacità fu mandato in collegio a Bassano dove portò a termine gli studi. Quando la famiglia si trasferì in Piemonte per motivi di lavoro mio zio, dopo essersi laureato in filosofia teoretica, per qualche anno insegnò filosofia presso il Liceo dei Fratelli delle scuole cristiane. Intanto aveva iniziato a frequentare il Professore M.F.Sciacca, dell’Università di Genova, che diventò, ben presto, il suo Maestro e che, vedendo e apprezzando la sua ampiezza di pensiero, lo incoraggiò ad intraprendere la carriera accademica. Da allora ha insegnato in varie università: l’Università di Macerata, l’Università di Chieti per poi approdare all’Università di Trento dove ha concluso la sua carriera ed è stato Preside della facoltà di Lettere per otto anni. Avrebbe avuto la possibilità di insegnare anche presso l’Università di Verona ma lui si è sempre rifiutato perché era solito dire: «Nemo profeta in patria».... La Produzione scientifica di mio zio è vasta. Ha spaziato dalla Filosofia di Michele Federico Sciacca per poi toccare le tematiche centrali di filosofi come Heidegger, Sartre, Rosmini, Rebora, San Bonaventura, Guglielmo di Saint-Thierry, Bernardo di Chiaravalle, Bonhoeffer, S. Bernardo, Socrate, Lutero e S.Agostino, solo per citarne alcuni. Tra tutte queste opere quella alla quale ha dedicato maggior tempo e impegno è stata la traduzione del De trinitate di S.Agostino. Un aneddotto simpatico che mi torna alla mente nel ricordare il periodo in cui lui lavorava all’opera di S.Agostino e che mostra il suo carattere è questo. Per lavorare lui si alzava il mattino presto e andava avanti fino a quando io, che all’epoca ero piccolina, immancabilmente ogni giorno, alla stessa ora, cioè verso le 11.30, saltavo sulle sue ginocchia e in maniera categorica chiudevo libri, mettevo via fogli e penne perché volevo giocare con lui. Mai una volta che
mi abbia sgridato...smetteva di lavorare e prendendomi per mano, seguendo i miei passi ancora incerti, si prestava a diventare il protagonista dei miei giochi. Questo la dice lunga su che persona fosse perché solo le grandi persone sanno abbassarsi al livello dei bambini e, conservando il fanciullo che è in loro, gioire della vita. Un altro testo alla traduzione del quale ha collaborato è stato Alle fonti del rinnovamento di Papa Giovanni Paolo II. Ha sempre conservato gelosamente una copia di questo libro con Apostolica Benedizione e firma autografa del Pontefice. Infatti, negli anni in cui studiava a Roma, durante la settimana soggiornava presso il convento delle suore polacche di via del Casaleto.
Lì viveva anche la suora che ha tradotto il testo dal polacco all’italiano, suor Magdalena Franciszka Kujawska. Lei traduceva il testo in italiano ma, poiché l’italiano non era la sua lingua madre, lo zio, poi rivedeva il tutto. Avendo lui anche una laurea in teologia conseguita presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, dove aveva avuto modo di conoscere e instaurare un rapporto di reciproca amicizia e stima con l’illustre filosofo salesiano, don Luigi Bogliolo, non aveva molta difficoltà a tradurre. Quante volte mi ha raccontato di sere passate assieme alle suore per cercare di mettere in parole comprensibili i concetti più ostici. Lui ha sempre molto amato il suo lavoro, in tutte le sue sfumature. Ha amato la ricerca scientifica che aveva come frutti autentici valori umani e cristiani ma ha ancora più amato insegnare, stare tra i giovani, ascoltarli. Tematica quanto mai attuale ai nostri giorni. Ne ha parlato anche Papa Francesco nella omelia del 17 luglio sostenendo che « Per accogliere l’altro non sono necessarie molte cose; anzi, necessaria è una cosa sola: ascoltarlo, dimostrargli un atteggiamento fraterno. Nell’ascolto c’è la radice
della pace». Ascoltarsi significa provare gioia...gioia nell’incontro, nel non sentirsi soli, nel sentirsi Amati. Nella 1Gv 1,1-4 per primo c’è il verbo “ascoltare” che nella lettera compare 14 volte. Sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento l’ascolto è importantissimo è il modo principale che ha l’uomo di rapportarsi a Dio e e viceversa. Lui diceva che stare in mezzo ai suoi studenti lo faceva sentire sempre giovane. Questa sua propensione all’ascolto non l’ha mai messa da parte e lo ha dimostrato soprattutto negli anni in cui è stato preside di Facoltà, in occasione dell’occupazione fatta dai suoi studenti (come era solito chiamarli) quando è rimasto lì con loro fino alla fine, passando la notte assieme, ascoltando le loro ri- chieste e cercando di fare da tramite tra loro, il Rettore e le forze dell’ordine. Oppure quando metteva un orario di ricevimento ma bastava che uno scolaro lo incontrasse nei corridoi dell’Università e chiedesse di parlargli perché lui si fermasse per ascoltarlo senza mai farlo sentire fuori posto. Questo suo modo di fare lo ha sempre contraddistinto anche tra le mura domestiche. Avrebbe potuto farsi una famiglia ma ha scelto di stare accanto a me e mia madre allevandomi meglio di un padre. Nei giorni successivi alla sua morte ho ricevuto tanti messaggi di cordoglio, vicinanza e stima da parte dei suoi colleghi e uno in particolare, il Prof.re Umberto Galeazzi, mi ha commossa, facendomi tornare indietro nel tempo, quando mi ha detto che ai tempi in cui mio zio insegnava a Macerata «L’amico Beschin ci parlava con affetto della sua cara nipotina -allora piccola- a cui non mancava di riportare, tornando a casa qualche regalino». Questo suo desiderio di condividere è sempre stata un’altra sua caratteristica. Quando tornava da un viaggio o anche da una semplice capatina in città non mancava mai di ritornare con un dolce o un cibo tipico del luogo per assaporarlo e gustarlo assieme alla sua famiglia. Era innamorato del suo paese, orgoglioso delle sue radici contadine. Diceva sempre che se non fosse vissuto tra la pace delle sue colline non avrebbe mai potuto scrivere i suoi libri. Mi è sempre stato vicino nei momenti importanti ascoltandomi e prendendomi per mano se la strada si faceva dura. Negli ultimi anni è stato un ascoltarsi reciproco, un prendersi per mano reciproco che mi fa tornare alla mente i versi di una poesia di Montale: ...Ho sceso milioni di scale dandoti il/braccio/non già 2 perché con quattr’occhi forse si vede di più./Con te le ho scese perché sapevo che/di noi due/le sole,vere pupille,sebbene tanto/offuscate,/ erano le tue. Grazie zio! Cinzia Posenato
Capitello di via Menegoli costruito da Attilio Menegolo per suo voto dopo la fine della guerra nell’anno 1953 Restaurato nel mese di settembre 2016 da Giuseppe Menegolo Il giorno 8 settembre festa di tutta la contrada con santa messa celebrata da don Cesare La Madonna del Capitello è dedicata alla Madonna di MONTEBERICO.
DALLA SCUOLA PRIMARIA "A. STEFANI" - Aspettando l'alba Il buio di dolci sogni popolato un fragore assordante durato un istante della terra che ha tremato ha drammaticamente infranto distruggendo ogni certezza tra lutto e pianto senza pietà , con tanta durezza. Tutto il mondo è rabbrividito mentre molti angeli son volati lassù, senza aver nemmeno capito, nell' immenso cielo blu. Noi sappiamo che non è solo il passar del tempo che lenisce il dolore più intenso ma gesti concreti di solidarietà per dare sollievo a chi più nulla ha, parole e pensieri di vicinanza per ridare conforto e un pò di speranza. Per questo vi diciamo con tanto amore che siete sempre nel nostro cuore.
L'angolo della poesia
LE SARESE Caro Giugno te si on bel mese parchè te mauri le sarese. Erba tagliata col cespugliatore che senti rudare a tutte le ore; dai Moretti al Dosso pronti per la raccolta di questo frutto rosso. Però stano ghè na sorpresa che la pol colpire ogni saresa, le se sbusa, le se bagna le deventa moli non le compra nè Ceccato gnanca Groli. Pompa ancò e ancora fra tri di; le se sbusa sempre de pi. Però se te ghe cordial senza danni se vende meio da Giovanni Tra na cassetta e un bauletto la panda la impinemo fin sotto al tetto. Per l'ano che vien na cosa faremo: tutte le giorgia cavemo e altre cordial piantemo; e dove ghe ramne longhe scursemo. Se te vo sarese belle de vecio stampo l'è meio che te passi dai frati de Ciampo na benedizion na novena a San Rocco e le sarese le resta sane on bel tocco. Speremo che stano che vien la suzucki la ne voea ben grazie Giugno per questo frutto dolce allegro e delicato che accontenta ogni palato! Adelino
Alunni e insegnanti della scuola primaria di San Giovanni Ilarione
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INSALATA RUSSA
Ex compagni di scuola si sono incontrati al Don Bosco di Verona dopo 45 anni. Da sinistra vediamo Don LucianoCostalunga anni 77, Don Boscaini anni 96, Don Giuseppe Modena anni 77, Don Maino Antonio anni 83
VESTENASTOCK CONTRO LO SHOCK 25/09/2016
Il terremoto che ha colpito il centro Italia pochi mesi fa ha dato il via ad una vera e propria gara di solidarietà, mobilitando tanta gente che ha voluto portare il proprio contributo, un aiuto ai nostri fratelli di Amatrice e dei paesi limitrofi. Noi del gruppo Vestenastock abbiamo voluto fare la nostra parte, così come avevamo fatto quattro anni fa in seguito al terribile terremoto che aveva colpito l'Emilia Romagna, e che ci aveva permesso di donare quattro gazebi da posizionare in un parco allestito a Finale Emilia; dopo l'evento Sismici pro Sisma del 2012, abbiamo così deciso, senza pensarci neanche un momento, di attivarci per organizzare una giornata da dedicare interamente ad aiutare queste popolazioni. Il gruppo storico, nelle persone di Fulvio Rossi ed Andrea Pasqualini, si è attivato e mobilitato subito per gettare le basi di questa giornata: Fulvio ha messo a disposizione i locali della sua azienda, di fianco alla strada provinciale che attraversa San Giovanni Ilarione, ed ha contattato la pro Loco per collaborare alla riuscita della manifestazione. Andrea si è invece occupato, da par suo, del lato “artistico”, coinvolgendo gruppi di band che hanno aderito con entusiasmo alla causa, offrendo a titolo completamente gratuito le loro esibizioni. Gli ingredienti della giornata sono stati quelli che mettiamo in tutte le manifestazioni che organizziamo: un mix di buon cibo, una birra o uno spritz, e tanta buona musica per stare insieme in compagnia; il tutto, però, dedicato ad un progetto specifico, perché per noi è fondamentale che i soldi non finiscano nel calderone, ma vogliamo essere trasparenti al 200% e dare conto di come vengono utilizzati. Il ricavato della giornata infatti è stato devoluto ad una ragazza di Amatrice, Martina Ciancaglioni, una ragazza come noi, una giovane studentessa che in quella notte ha visto sconvolta la sua esistenza; Martina ha infatti perso la madre, il padre e la sorella ( che era incinta e si era da poco sposata ), mentre si trovava a Roma per
studiare e preparare la sessione di esami universitari per il mese di Settembre. Il nome di Martina ci è stato segnalato da Elisa, la fidanzata di uno dei ragazzi che fa parte del nostro gruppo e che, in quanto volontaria della Croce Rossa Italiana di Senigallia, si è recata sul posto fin dai primissimi momenti successivi al terremoto per prestare soccorso a chi ne avesse bisogno. Sul palco, realizzato di fronte al bar Dolce Vita, si sono così esibiti, in successione: dj Mirko beat, che ha allietato l'aperitivo ed il pranzo, Frank & Ciba con la partecipazione di Bob & Paolo Ferrante, The Grapevine, Beyond the River, #On/Off devil, Zona Sismica e West Coast Band; ognuno di loro ha offerto la propria esibizione, e a tutti va un enorme ringraziamento. I contributi di solidarietà che ci sono arrivati sono stati numerosi, e ci hanno consentito di raccogliere una somma importante, di 2760 euro, che abbiamo destinato immediatamente a Martina, che ci ha contattati per ringraziare di questo gesto, che sarà probabilmente utile per aiutarla nel suo percorso di studi, che sta proseguendo con successo. Il gruppo Vestenastock, nei limiti delle proprie possibilità, ha messo anima e corpo in questa giornata, che fortunatamente è stata baciata dal sole, e ci ha consentito di raccogliere una somma importante per dare questo aiuto ad una ragazza segnata da questa esperienza tremenda. I ringraziamenti vanno a tutti i gruppi ed associazioni che hanno collaborato per la riuscita della manifestazione: la Pro Loco di San Giovanni, l'U.S. San Giovanni Ilarione che ha contribuito, e tutte le attività commerciali ed i privati che hanno portato il loro contributo. E' stata una bellissima giornata, e vogliamo ringraziare davvero tutti i partecipanti per la loro presenza e generosità, anche a nome di Martina; l'appuntamento è per il 2017, per nuovi eventi. Alla prossima!
Augura
alla gentile clientela un Buon Natale
e un Buon Anno 2017
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Luca Dal Fitto
Sembra che que-sto piatto sia stato inventato da Lucien Olivier, chef di origine belga di uno dei più celebri ristoranti di Mosca. In Italia cominciò a diffondersi verso la fine dell’ottocento. E’ un antipasto freddo preparato di solito per le occasioni speciali, come il Natale. Nel tempo la ricetta originale si è modificata e ne esistono diverse varianti a seconda delle tradizioni locali e familiari .La ricetta che vi propongo prevede l’aggiunta di sottaceti alla ricetta base.
Ingredienti per 6 persone: Carote 200 gr Piselli freschi o congelati 250 gr Patate 500 gr Sale fino q.b. Olio extravergine di oliva 30 gr Aceto di mele 10 gr Sottaceti sgocciolati 150 gr Maionese 200 gr Uova medie 2 ( per guarnire) Cetriolini sottaceto ( per guarnire)
LA SINDROME DI TIETZE Questa patologia prende il nome da Alexander Tietze, un chirurgo tedesco che la descrisse per la prima volta nel 1921. Si tratta di una infiammazione che colpisce individui di entrambi i sessi dopo i 40 anni ed è localizzata nella parte anteriore del torace ed in particolare nei punti dove le costole si uniscono all’osso centrale del torce ossia lo sterno. In questa zona il tessuto osseo viene sostituito da cartilagine, che è un tessuto particolarmente elastico e sprovvisto di vasi sanguigni. Questa situazione assicura fissità alla struttura della gabbia toracica e nel contempo permette la mobilità delle coste richiesta per gli atti respiratori. In questo punto si localizza la malattia di cui stiamo parlando. La causa certa non è ancora stata identificata anche se talvolta sono riferiti precedenti traumi al torace ed intense attività fisiche che interessano braccia e spalle. Il disturbo si manifesta in forma subacuta con la comparsa di dolore e gonfiore alla base del collo, nel punto in cui la clavicola si articola con lo sterno o anche un po' più in basso, all’altezza delle prime due o tre
Procedimento: Lavate le verdure, sbucciatele con un pelaverdure. Tagliate le patate e le carote a dadini di 0,5 cm in modo uniforme e regolare. Sgranate i piselli. Fate cuocere a vapore le verdure separatamente: prima le patate per 7-10 minuti, poi le carote per 5–7 minuti ed infine i piselli per 10 minuti. Le verdure non vanno cotte troppo perché devono rimanere croccanti. Quando le verdure saranno pronte fatele intiepidire e tenetele da parte. Nel frattempo, in un pentolino, rassodate le uova, raffreddatele,sbucciatele e tagliatele a spicchi. Quando le verdure saranno tiepide, conditele con l’olio, l’aceto ed il sale. Inserite i sottaceti sgocciolati e tagliuzzate Unite la maionese ( senza esagerare nella quantità ) che serve per legare gli ingredienti. Amalgamate il tutto mescolando delicatamente. Servite su un piatto da portata decorandola con gli spicchi delle uova sode alternandole con i cetriolini. Mettere in frigo per almeno un’ora. L’insalata può essere conservata in un contenitore ermetico non più di due giorni. E’ importante utilizzare una buona maionese, meglio se fatta in casa. Il sapore e la qualità di un’insalata russa preparata in casa è incomparabile con qualunque preparazione che non sia artigianale ed il costo è sicuramente inferiore. Buon appetito e Buone Feste. Luciana Damini costole. Il dolore può essere accentuato dalla pressione o dai movimenti delle braccia e dai movimenti respiratori . Può essere presente anche formicolio e senso di intorpidimento, La diagnosi può essere confermata da esame radiologico e risonanza magnetica nucleare della zona colpita. Andrebbe sempre eseguito tuttavia anche un elettrocardiogramma per escludere che il dolore riferito non sia di origine coronarica. La sindrome di Tietze non è una malattia di particolare gravità. Nelle forme acute usualmente è autolimitante e tende a guarire spontaneamente dopo alcune settimane dall’insorgenza . In una certa percentuale di casi tuttavia tende a cronicizzare alternando periodi senza sintomi a periodi con dolore e andando incontro a formazione di un nodulo duro alla base del collo che talvolta viene evidenziato casualmente. Per quanto riguarda la terapia si consiglia nella fase acuta una certa limitazione dell’attività fisica, evitando sopratutto sforzi violenti ed attività sportive di un certo impegno. E’ utile anche la somministrazione di farmaci antiinfiammatori e, nei casi più gravi di un breve ciclo di terapia con cortisone. Non è infrequente, dopo la guarigione, la ricomparsa del disturbo anche a distanza di anni. Dott. Vincenzo Magnabosco
COM'ERA UNA VOLTA SAN GIOVANNI ILARIONE
PENSIERI E RICORDI LA FINE DELLA GUERRA CONSIGLI DI LETTURA Simone Fiorio, DONATO E I SEGRETI DI GIAZZA, 2015, Gianni Bussinelli editore La storia è ambientata a Giazza, la Ljètzan dei Cimbri, popolazione di origine germanica stanziatasi anticamente nel Veronese, che parla il taucàz garèida o cimbro. Le vicende di un giovane partigiano, imboscatosi sulle montagne negli anni difficili della Resistenza, si intrecciano con le affascinanti leggende del luogo, spesso raccontate nei filò dagli anziani. Sullo sfondo di una Lessinia teatro di lotta fra partigiani e nazifascisti, il protagonista compie un lungo percorso di introspezione, fino ad approdare alla più sconvolgente delle verità…
Elisa era premurosa e amorevole coi suoi figli e si dedicava interamente a loro, ma quando ritornò dal marito Mario a Torino mi lasciò dagli zii a San Giovanni. Per lei fu una decisione dolorosa ma saggia e colma d’amore verso di me che, lì in campagna, non avrei patito la fame come in città e sarei stato accudito come un figlio dagli zii Angelina e Doro. Così in quel piccolo paese tra le montagne della Lessinia trascorsi la mia felice infanzia. Primavera 1945... Lo zio Doro, nelle giornate assolate, per farmi divertire riempiva d’acqua una tinozza di lamiera e io, nell’acqua riscaldata dal calore del sole, giocavo ridendo tra gli spruzzi. Ma un giorno non mi lasciò giocare a lungo: venne, senza dire nulla mi prese in braccio e rapidamente mi portò in casa, salì la ripida scala che conduceva alla camera da letto e mi posò in terra. Sentivo lo zio respirare affannato, chiuse gli scuri alle finestre e la stanza divenne buia; si chinò abbracciandomi e mi coprì le mani con le orecchie. Nel silenzio inconsueto udii attutiti dei forti suoni: davanti a casa, nella Piazza della pesa, stavano fucilando tre
giovani partigiani, i loro nomi e i loro visi ora si trovano incisi sulla targa nel luogo dell’esecuzione. Perché sono stati uccisi? Volevano la libertà. Lo zio Doro pagò la sua generosità verso tutti: un giorno la zia Angelina, tenendomi per mano, a passo svelto scese giù oltre la piazza verso le “Ca’ Rosse” al fondo del paese, ed entrammo in un cortile chiuso da un cancello. La zia mi prese in braccio e si fermò davanti alle sbarre: in mezzo a tante persone vidi lo zio che si avvicinò al cancello e senza il suo solito sorriso mi prese le mani guardandomi con tristezza. Poco dopo ritornammo su dalla salita ma lo zio rimase là, oltre le sbarre. Durante la liberazione furono fermati tutti coloro che avevano collaborato con i fascisti o simpatizzato col regime, e tra loro anche lo zio che, generosamente, accoglieva nel suo negozio tutti, anche i tedeschi. Ma fu liberato presto; non aveva trattato male nessun partigiano e il parroco garantì per lui e per il suo disinteressato altruismo. Giancarlo "Lucio" Piubelli con la collaborazione del CORO
“LA GHENGA”
presentano
TUTTI I COLORI DEL
Harry Parker, ANATOMIA DI UN SOLDATO, 2016, Sur Tom Barnes è un giovane capitano dell’esercito britannico in Afghanistan, che durante una missione salta in aria su un ordigno improvvisato e perde le gambe; Latif è un ragazzo afghano che milita nelle file dei ribelli, mentre Faridun, suo amico d’infanzia, cerca di vivere pacificamente nel proprio villaggio; neanche loro saranno risparmiati dalla ferocia del conflitto. Anatomia di un soldato racconta la storia – tragicamente ordinaria – di questi tre personaggi in maniera straordinariamente originale, attraverso 45 capitoli ciascuno narrato da un oggetto testimone della vicenda: una scarpa da ginnastica di Latif, un ordigno costruito dai guerriglieri, lo zaino di Tom, la sega che gli amputa una gamba, la protesi che gliela rimpiazza... È un coro di voci prive di sentimentalismo, di ideologia, di riferimenti all’attualità: ciò che raccontano, dalla loro prospettiva ravvicinatissima, è solo il dramma eterno della guerra. Max Porter, IL DOLORE È UNA COSA CON LE PIUME, 2016, Guanda Una sofferenza indicibile che travolge e stordisce. Un uomo, studioso del poeta Ted Hughes, è rimasto solo con i due figli, nella loro casa di Londra, dopo la morte della moglie. I tre devono fare i conti con un tempo che si è fermato, con un dolore ingombrante come una presenza. Fino alla visita inaspettata di uno strano personaggio che ha le piume e l'aspetto di un corvo. Un corvo dotato di un feroce senso dell'umorismo, un po' babysitter, un po' terapeuta, ma soprattutto amico. E giorno dopo giorno il tempo ricomincia a scorrere. Martin Waddel, Patrick Benson, I TRE PICCOLI GUFI, 2013, Mondadori Tutti i gufi pensano molto, e anche i piccoli gufi come Sara, Bruno e Tobia. Specialmente di notte, nel bosco, mentre aspettano che la loro mamma torni a casa dopo la caccia. Amato da oltre due milioni di lettori nel mondo, la lettura a voce alta de "I tre piccoli gufi" permette di rivivere ed esprimere emozioni profonde come la paura e il timore dell’abbandono, ma anche la solidarietà tra fratelli o coetanei e i piccoli atti di coraggio che permettono di crescere. Età di lettura: da 3 anni.
A.S.D. BASALTI UNA NUOVA AVVENTURA PER LANCIARE IL MONDIALE NEL 2018
VENERDÌ 9 DICEMBRE ore 20.45 - film
IL DELITTO PERFETTO (1954, regia di Alfred Hitchcock)
MARTEDÌ 27 DICEMBRE
VENERDÌ 16 DICEMBRE
ore 16.00 - film
ore 20.45 - film
ZOOTROPOLIS
LA VERA STORIA DI JACK LO SQUARTATORE
(2016, regia di Byron Howard)
(2001, regia di Albert e Allen Hughes)
SAN GIOVANNI ILARIONE: Sarà il 30 aprile 2017 la data ufficiale della Granfondo del Durello. Spegnerà le sue quindici candeline nell'ultima domenica di aprile, data ormai conosciuta dai Bikers che potranno prenotare il proprio posto in griglia per questa imperdibile avventura delle ruote grasse. L' A.s.d Basalti ha messo in piedi un nuovo percorso dI 44 chilometri, che percorrerà tutte le vette della Val d' Alpone senza troppi cambi di pendenza, in modo da rimanere sempre in cresta e gustare i panorami offerti dall'Est Veronese e Ovest vicentino ad un passo dalle Piccole Dolomiti. La competizione inserita da 9 anni nel Lessinia Tour quest’anno entra nel circuito BikeWorld Zerowind, un insieme di competizioni dal Veneto al Trentino Alto Adige, che servirà a fare da trampolino di lancio per il Campionato del Mondo di Mtb 2018 che avrà luogo ad Auronzo di Cadore. Per ulteriori informazioni contattare via mail info@asbasalti.it o visitate il nostro sito www.asbasalti.it e la pagina facebook https://www.facebook.com/GFDURELLO L’A.S.D. BASALTI coglie l’occasione per augurare a tutti Buone Feste!!
VENERDÌ 23 DICEMBRE
ore 20.45
IL LATO OSCURO DEGLI AFFETTI Serata di musica dal vivo con Laura Panato (soprano), Piercarlo Fracasso (baritono) ed Ester Bruni (pianoforte)
presso il Teatro Parrocchiale di Castello (San Giovanni Ilarione - Vr) INGRESSO LIBERO
PER INFO: tel.3403824721 // e-mail: cartabianca.ac@gmail.com // facebook: Cartabianca
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U.S. CALCIO UN ANNO PIENO DI SODDISFAZIONI! Un altro anno si sta per concludere e il 2016 per il Calcio San Giovanni sarà un anno che verrà ricordato sempre molto volentieri, perché dopo due anni passati in Seconda Categoria, la Prima squadra è riuscita, dopo una stagione vissuta da protagonista, a tornare, dove quasi sempre ha militato, ovvero la Prima Categoria. La nuova stagione è iniziata come era finita la precedente, alla grande. In quanto la squadra, neopromossa si sta comportando benissimo, infatti si trova nelle prime posizioni della classifica, dimostrando a tutti che la Categoria è meritata e soprattutto mostrando sempre un bel gioco ai numerosi tifosi che con passione seguono sempre ogni domenica pomeriggio, in casa e in trasferta, la nostra amata biancoazzurra. Da ricordare in questo primo atto di stagione la prestigiosa e tanto ambita vittoria del
Derby per eccellenza della vallata, con i più quotati rivali del Valdalpone Roncà per 2 a 1 per una emozionante partita vinta in rimonta. Non ci resta che augurarci di continuare di questo passo per un 2017 uguale, se non migliore dell'anno che si sta per concludere. La Società US Calcio San Giovanni Ilarione approfitta di questo spazio per augurare a tutti i lettori de '' L'Alpone'' buone feste di Natale e un felice e sereno 2017!!.. FORZA SANGIO!!!
Luca Rossetto
2017
Presidente Marcazzan Lino
PRIMA CATEGORIA - Allenatore Omar Lovato Vice Allenatore Renato Ciman
JUNIORES - Allenatore Davide Dalla Riva Vice Allenatore Matteo Munaretti
ESORDIENTI A 11 - Allenatore Rami Bacha Vice Allenatore Nicolas Fochesato
ALLIEVI - Allenatore Gian Domenico Leaso Vice Allenatore Mauro Cacciero
ESORDIENTI A 9 - Allenatore Luca Dirupo Vice All.ri Andrea Camponogara / Mattia Panarotto
GIOVANISSIMI - Allenatore Gian Carlo Collineri Vice Allenatore Nicola Marchetto
PULCINI 2006 - Allenatore Matteo Munaretti V.All. Mattia Prestifilippo / Enrico Gambaretto / Federico Carradore
PULCINI 2007 - Allenatore Damiano Bevilacqua Vice Allenatore Andrea Ciman
.I.. .G.I S.G cio S alcio Cal .S.. C U.S U
PICCOLI AMICI - Allenatore Mariano Gambaretto Vice Allenatore Jacopo Marcazzan
PRIMI CALCI - Allenatore Nicola Confente Vice Allenatore Amedeo Dal Cortivo
Gli ALLORI
ESTER BRUNI – 15 Settembre 2016 - Conservatorio di musica "A. Pedrollo" di Vicenza Diploma in Pianoforte
CHIARA MAZZASETTE – 17 Ottobre 2016 - Scuola superiore per mediatori linguistici Laurea in Scienze della Mediazione Linguistica per la Pubblicità, il Marketing e le Relazioni Pubbliche
i Au gura a tutt tale un Buo n N a ov o! u N o n n A e e un Felic
Comune di SAN GIOVANNI ILARIONE Totale nati: Totale matrimoni: Totale morti:
TATIANA VANZO – 21 Novembre 2016 - Università degli studi di Verona Laurea in Scienze della formazione nelle organizzazioni: Scienze e Tecniche psicologiche Trimestrale di informazione e cultura c/c postale n. 15684376 Se vuoi inviare il tuo contributo all'Alpone utilizza c/c postale n. 15684376 intestato a: Pro Loco di San Giovanni Ilarione - Piazza Aldo Moro, 5. Coordinate bancarie Poste Italiane: IBAN IT23 T076 0111 7000 0001 5684 376 - Cod. Bic/Swift: BPPIITRRXXX Direttore responsabile: Delio Vicentini Redazione: Dario Bruni, Lucia Burato, Luciana Damini, Lorenzo Gecchele, Mario Gecchele, Angelo Pandolfo, Giovanni Sartori.
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Recapito: Franco Cavazzola - Presidente Pro Loco - Via Risorgimento 3/C - San Giovanni Ilarione (VR) - Cell. 347 2600161 - E-mail: cavazzola@utenti.ilarione.it Pubblicità: Franco Cavazzola (vedi contatti Recapito) Prestampa e Stampa: Grafica Alpone srl Via del Lavoro, 90 Tel. 045 6550833 - Fax. 045 6550221 E-mail: grafica@graficaalpone.com San Giovanni Ilarione (VR)
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Al 31/10/2016: Totale residenti maschi: Totale residenti femmine: Totale residenti: Totale famiglie:
2.617 2.482 5.099 1.843
OFFERTE per l'Alpone Apostole del S.C.Gesù Beschin Carmela Cambiolo Mario Cengia Mario Cisamolo Marcello Confente Anna Maria Confente Guerrino Confente Lorena Confente Marino Creasi Gabriella Creasi Mirella Fattori Zini Rita Filipozzi Pasquino Gambaretto Ennio-Enrico Gecchele Antonio Gecchele Emerenziana Gecchele Gabriella
Alessandria Cattignano S.Giov.Il. S.Giov.Il. Belgio America S.Giov.Il. Vicenza S.Giov.Il. Chiampo San Giov. Il. Milano Vestenanova S.Giov.Il. Montorio (VR) Torino S.Giov.Il.
Gecchele Giustina Lovatin Bertilla Mainente Benedetto Marcegaglia Patrizia Mazzasette Mario Micheletto Luigina Niero Maria Panarotto Attilio Panarotto Bertilla Panarotto Mario Parise Carlo Perazzolo Cesare Rossetto Mario Sabbadoro Anna Sartori Antonietta Vandin Pietro Zamichele Bruno
S.Giov.Il. S.Pietro Mussolino Cattignano S.Giov.Il. Legnago (VR) Arzignano S.Giov.Il. Francia Arzignano S.Giov.Il. Modena Torino Chiampo Belgio Torino S.Giov.Il. Montebello (VI)