L'Alpone numero 2 2017

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l ’alpone

Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 32 - N. 2 - GIUGNO 2017 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane

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Saluto del Presidente Mentre scrivo questo articolo non si conosce ancora l’esito delle elezioni, per cui il mio saluto va alla nuova Amministrazione e al nuovo sindaco augurando un proficuo lavoro e una attiva e reciproca collaborazione, come è sempre avvenuto da parte della Pro Loco da quando è sorta. Il nostro giornale si è sempre posto come punto di riferimento per la gente di San Giovanni Ilarione e, secondo le proprie capacità e possibilità (anche economiche…) intende continuare a farlo. Per questo esprimo il mio grazie più sincero a quanti, singoli cittadini e lontani emigrati, in questi ultimi mesi ci hanno inviato il proprio contributo a sostegno de L’Alpone. E’ grazie a loro e ai nostri inserzionisti che la Pro Loco si sente in dovere di portare avanti la pubblicazione trimestrale del giornale, cercando di fare il nostro meglio e confidando, naturalmente, sulla comprensione di quanti ci leggono. Con l’arrivo di giugno siamo ormai giunti nel cuore della stagione delle sagre e delle feste: un augurio spontaneo a tutti voi che, lavorando con passione e forza di volontà (ce ne vuole tanta!), mantenete in piedi le tante e belle manifestazioni che allieteranno l’estate e l’autunno della nostra gente!

Pro Loco | San Giovanni Ilarione

MARCIA GRANFONDO TRA I CILIEGI DEL DURELLO 2017

Il Presidente Franco Cavazzola

All'interno del giornale:

SAGRA CATTIGNANO

7-8-9 LUGLIO 2017 Programma a pag. 3

SAGRA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

39a Mostra delle ciliegie

24-25 Giugno 2017 Programma a pag. 3

Anno 32 Nr. 2

Giugno 2017

Lunedì 17 aprile 2017. Anche quest’anno la pasquetta è arrivata puntuale e sempre molto attesa. Le settimane di bel tempo che l’hanno anticipata hanno fatto fiorire i ciliegi regalandoci quello straordinario spettacolo della Valdalpone in fiore, costellata di gemme bianche che risaltavano ancora di più sullo sfondo verde vivo di una primavera inoltrata. Quest’anno, le prime luci dell’alba, lasciavano presagire una giornata piuttosto grigia ma, a ridosso della partenza, il cielo sembrava rasserenarsi e spesso lo sguardo degli organizzatori si alzava per tentare di carpire qualche segnale positivo per la giornata. Il timore era che tale situazione d’instabilità meteorologica fosse un deterrente per la partecipazione. Nonostante tutto, sia la partecipazione dei gruppi che delle persone di San Giovanni e dei paesi vicini è stata straordinaria e questo ci ha permesso di superare il numero degli iscritti alla marcia rispetto alle precedenti edizioni. Gli iscritti della marcia sono stati 2483, ben 120 unità in più rispetto alla scorsa edizione. Una buona fetta tra questi sono come di consueto i gruppi podistici organizzati, ma molti sono stati i partecipanti singoli, le famiglie, gruppi di amici ritrovatisi per l’occasione. Ormai la “Marcia tra i ciliegi in fiore”non è più una novità ma rimane un appuntamento fisso per tanti podisti appassionati che non perdono l’occasione di ritornare sulle nostre belle colline per un bagno in mezzo alla natura e per gustare, a detta loro, uno dei più piacevoli percorsi dei vari circuiti provinciali, buoni sicuramente per le gambe ma non solo. Partendo dalla piazza, dopo un breve tratto di strada che attraversa il centro del paese, ci si addentra subito in mezzo ai prati e ci si immerge nel verde delle viti, passeggiando tra gli ulivi rigogliosi e i ciliegi ormai privi dei fiori. I tre percorsi previsti, 7, 13 e 21 chilometri, si snodano seguendo il profilo di queste dolci colline e attraversano valli e contrade facendo scoprire scorci particolarmente belli e suggestivi: vecchie stalle vuote, forni rimessi in funzione dove alcune famiglie ancora oggi cuociono il pane e la pizza, antiche fontane e capitelli votivi. Naturalmente è una scoperta soprattutto per chi arriva per la prima volta su queste colline ma anche per coloro che sono “di queste parti” è sempre un piacere vivere l’ambiente in allegra compagnia. Di tanto in tanto, lungo i percorsi si trovano i ristori che accolgono i marciatori e arricchiscono le consuete fette biscottate e il solito tè con altre “specialità” locali che la fantasia dei gruppi, gestori dei ristori, sapeva offrire. Spesso, si coglie in chi rientra la soddisfazione e quel senso di incantevole bellezza che questi luoghi hanno lasciato, un ricordo che attraverso lo sguardo arriva dritto al cuore. Tirando le somme possiamo dire che che la marcia targata 2017 è

La Granfondo del Durello, nonostante quest’anno si sia presentata ai bikers con un tracciato completamente rivoluzionato rispetto a quello delle passate edizioni, ha una costante fissa: il gradino più alto del podio pare che debba per forza essere assegnato ad un top rider del team Trek Selle San Marco. Ci era riuscito Johnny Cattaneo nel 2014 e 2015, aveva proseguito la serie Alexey Medvedev l’anno scorso e quest’anno ad imporsi ci ha pensato Damiano Ferraro che arricchisce il suo palmares con una nuova corsa. Per l’edizione 2017, la quindicesima, l’ASD Basalti guidato da Davide Creasi, con il suo Staff (il Team Basalti), ha perso tantissimo tempo questo inverno per cercare di proporre un tracciato completamente rinnovato, rispetto a quello delle passate edizioni, riuscendo a raggiungere la località Pesciara di Bolca. Ma in sintesi, per chi non vi ha partecipato, ecco com’era il percorso: 44 chilometri di lunghezza e 1.437 metri di dislivello positivo, il tutto disegnato tra ciliegi e vigneti (Durello). Ai nastri di partenza della Granfondo del Durello, che quest’anno era valida come tappa sia del Lessinia Tour che della BikeWorld Zerowind Cup, si sono presentati circa in 800 e lo start è stato dato alle 9:30, nel contesto di una bellissima ultima giornata del mese di aprile. Quest’anno la Granfondo del Durello si era avviata come sperava alla vigilia il team Trek Selle San Marco, cioè con Alexey Medvedev che, dopo essersi portato al comando insieme a Vito Buono, riusciva poi a staccarsi portandosi da solo al comando. Dietro, ad inseguire, c’era un quintetto formato da Damiano Ferraro e Fabian Rabensteiner, compagni di squadra del fuggitivo, il colombiano Diego Arias Cuervo (Giant -Liv), Pietro Sarai (Polimedical FRM) e Giacomo Antonello (Silmax X-Bionic). La corsa si decide nella parte finale, quando un taglio netto di un copertone mette KO Medvedev, negandogli la possibilità di fare il bis; da dietro lo sorpassa Vito Buono che sembra lanciato verso una facile vittoria. L’inconveniente è però dietro l’angolo: proprio quando meno te lo aspetti, il lucano rompe la vite della tacchetta di una scarpa che lo attarda notevolmente, in quanto non gli permette di tenere il piede sul pedale. A questo punto, che cosa succede ce lo racconta Damiano Ferraro: “Quando abbiamo visto Alexey fermo, ho preso in mano la situazione e, rischiando il tutto nelle ultime discese, sono riuscito a riprendere e passare Buono. Ho guadagnato qualche secondo che è bastato per andare a vincere. Dopo le fatiche di ieri a Riva oggi volevo solo essere di supporto ai miei compagni, ma alla fine ne è uscita una grande corsa”. Sul podio lo hanno affiancato lo sfortunato Vito Buono e il colombiano Diego Arias Cuervo. “Anche oggi non si festeggia come avrei voluto - commenta Buono dopo l’arrivo - Medvedev avrebbe meritato la vittoria perché ha dimostrato in salita di avere una marcia in più. Io a quel punto ho controllato la posizione per evitare inconvenienti e sorprese, che però non si sono fatte attendere. Vedendo Alexey in difficoltà ho iniziato a pensare che fosse arrivato il mio turno ed invece la tacchetta della scarpa mi ha tradito sul più bello. Da dietro Damiano è rientrato forte, lui queste discese le fa ad occhi chiusi, e [l’articolo continua a pag. 10]

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