Il Barlume A2 N8

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IL BARLUME Anno 2 numero - 8 Agosto 2008


EDITORIALE Lettera aperta alla Redazione del Barlume, luglio 2008: Dio Diploma in Geometria Astrale Laurea in Creazione di Universi Diploma di Specializzazione in Lingue Arabe Master in Comunicazione Interrazziale Master in Marketing Aziendale Fondatore di Chiesa Cattolica S.p.A. Cara Redazione del Barlume, sono stanco. Ero stanco anche quando ho creato l’uomo, figuratevi adesso. Però vi continuo a leggere con piacere, anche se so già in anticipo cosa scriverete e cosa fotograferete. Qualcuno dice che mi arrapo con i marines. Non è vero cari ragazzi, io mi arrapo con il Barlume. Dicevo che sono stanco, sempre a creare uomini. So cosa state pensando: qualcuno mi viene maluccio. Avete ragione, ma la catena di montaggio a volte si inceppa e i tecnici rumeni non sono poi così efficienti; in più, devo continuamente controllare l’operato dell’attuale Presidente di Chiesa Cattolica, il santone bavarese, che mi da un sacco di grane. Ho un gran bisogno di andare in vacanza. Per fortuna il Buongovernatore on. Silvio Berlusconi mi sta aiutando, Dio gliene renda merito. Sarò sincero con voi: ho un sacco di processi. Non potete immaginare quante se ne dicono di me, Dio santo: che sono un taccagno e faccio tante storie per un po’ di frutta, che sono misogino e omofobico, che sto dalla parte dei ricchi e dei potenti, che parteggio per gli ebrei (cosa storicamente controintuitiva), che non ho scritto di mio pugno la Bibbia (che d’altronde prova la mia esistenza, come la Bonelli prova l’esistenza di Tex e Dylan Dog), che i miei allievi fanno incetta di beni terreni, che fomento le guerre di religione. Dicevo del Buongovernatore on. Silvio Berlusconi. Quella legge sul rinvio dei processi, ad esempio, mi ha fatto un gran comodo; adesso posso liberamente andare in vacanza sulla costiera amalfitana. Mi servirebbe solo che estendessero il Lodo Alfano fino a garantirmi una totale immunità e poi potrei finalmente riposarmi per il resto dei miei infiniti giorni. Tornando al Barlume, devo dire che questo mese avete fatto le cose come si devono, Domineddio. Innanzitutto, cosa che non succedeva dal giorno della creazione, avete fatto tutto da soli, bravi. Si comincia con un pezzo di Denni Romoli, in fase di riappacificazione con la donna (Eva Longoria, Dio la conservi), la cultura, la gente di Sinistra. Si continua con Emidio Picariello, che ci racconta come sarà l'Italia fra qualche anno. Parola di Dio, sarà proprio così, grazie a quella cosa che ho io, come si chiama, ecco, l'onniscienza. Per finire, la sdraio estiva, più una nuova rubrica, “Siete solo degli spocchiosi di merda”, condotta da Denni e Costanza, che tratta delle loro personali superbie cultural-cinefile. Io mi arrapo con il Barlume Buona lettura DePiCo Il Barlume - Anno 2 - Numero 8 - Agosto 2008

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EVA LONGORIA MI AMMICCA CON IL GELATO IN MANO, O DELLA GENTE DI SINISTRA Denni Romoli

Le canzoni, più sono stupide e più hanno ragione

La maman et la putain, Jean Eustache (1973)

In macchina, passando, getto uno sguardo al cartellone pubblicitario che troneggia indisturbato nella periferia fiorentina. Eva Longoria mi ammicca con il gelato in mano, sorrido e penso: qui si inneggia fatalmente al pompino. E a me manca una donna, diavolo maledetto, una donna. Non Eva Longoria né il gelato, una donna intera. Ma Eva Longoria continua ad ammiccare, ripenso al pompino, sorrido, sorpasso.

Crazy, how it feels tonight… crazy, how you make it all alright love… Uscita Certosa, diavolo maledetto, e mi manca una donna. Stasera è la festa di Francesca, 29 anni, capelli biondo cenere, invitato, una conoscenza piacevole maturata nonostante le mie miserie, cena all’aperto e gente di sinistra. Dell’eleganza bertinottiana, del minimalismo post-quercia. Penso, così penso, e intanto rincorro Eva Longoria, il suo ammiccare, il pompino, lo stomaco che si stringe. No, non per il pompino. La donna, ricordate? Tutta intera.

Lovely lady, I am at your feet… oh God, I want you so badly and I wonder this could tomorrow be so wondrous as you there sleeping… Specchietto retrovisore, occhi finemente cerchiati, rilegati in lattice e ombra. Sono agghindato alla

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meno peggio da dandy casalingo, una piacevole camicia a righe verticali bianca e blu, discretamente fasciante, i miei pantaloni migliori, per quanto un poco insozzati dalla pioggia, anfibi, così sembro più alto, un paio di centimetri guadagnati a fin di bene. Ho sempre avuto un bel fondoschiena. A metà strada ritrovo un altro cartellone di Eva Longoria, stavolta noto anche l’abito da sera arancione, ma è il gelato a farla da padrone. Penso: certo i pubblicitari, la seduzione, il gelato, con il fuori duro e il dentro morbido e cremoso, ingenuamente il fallo, il pompino. Potrei almanaccare ancora qualche minuto, anatomizzare, ipotizzare, scorporare, scomporre, approfondire, sviscerare, ma sostanzialmente mi fermo davanti ad una ben più spicciola analisi: il pompino. Anche perché, del resto, non so cosa farmene. Chiederò alla gente di sinistra. Sorrido, ma non riesco a farlo completamente. Come goccia sul vetro, vellica il viso, senza infiltrarsi. Mi manca una donna, diavolo maledetto.

Well drink some wine ‘til we get drunk, yes... Siena giunge, caput mundi per quanto mi riguarda. Esco e di nuovo ritrovo Eva Longoria col suo cazzo di gelato. Vai a fare in culo, Eva. Dammi una donna, di carne. Sorrido della mia malinconia da ciabattino, del mio gongolante vittimismo da bottegaio del dolore. Sorrido, per fortuna, e ripenso al pompino. Certo, mica poco, però poco. Ricontrollo il viso, il dandy qua e là, un poco introverso, quantunque divertente, a volte perfino arguto. Ah, che bellezza questa maschera. Stasera tre ore di maschera, forse quattro. Diavolo maledetto, il mio stomaco però conosce la verità. Né Eva Longoria, né il gelato, né il pompino, tantomeno la gente di sinistra. Una donna, buon dio, di carne.

Lovely lady, let me drink you please… I won’t spill a drop no, I promise you, lying under this spell you cast on me, each moment the more I love you… crush me, come on, oh yes… Parcheggio, ampio parcheggio. Tardo pomeriggio o prima serata, dipende dalla quota di imborghesimento. E qui, caro Signore, sono tutti anti-imborghesimento, anti-irregimentimento, anti-eroi.

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Antinori, adocchio subito una bottiglia di Antinori. Tra gli Anti, il preferito dagli italiani. Porco giuda, mi torna in mente Eva Longoria e il suo stramalefico pompino, no, no, gelato, mi confondo. Stacca il cervello, bastardo pubblicitario nevrotico. Antinori, dicevo. Prima però onori di casa: Francesca ci riceve, le rechiamo i nostri presenti, teneramente sorride prima, durante e dopo lo spacchettamento. Le ho fatto un regalo intellettuale, anche se le voglio bene e magari avrei preferito donarle una parola gentile. Fa niente, spero che le arrivi lo stesso. Onori di casa, presentazioni: lei è Claudia, professoressa di lettere. Lui è il dottor Mariotti, docente di qualcosa. Quello là forse lo conosci già, è il cavalier Barontini, della famosa casata di San Guidano, emerito “un sacco di attestati di benemerenza”-ologo. E altri volti, ma sapete com’è, stavo cercando l’Antinori, giusto il tempo di concedere alcuni minuti tra l’arrivo e la consumazione, appena sufficienti per evitare di fare la figura dell’ubriacone o dello scroccone, o entrambe. Sono passati quei minuti, arrivo a spallate all’Antinori. Le altre portate sono contorno. Da lontano noto che gli uomini e le donne di sinistra devono aver trafugato da qualche bar distratto il cartellone con i gelati, sapete, di quelli appesi fuori dai locali, con figura e costo di lì a presso. Diavolo maledetto, inquadro il gelato così ineluttabilmente tenuto in mano da Eva Longoria. Non c’è Eva Longoria, ma il gelato sì. Pompino, fallo, pubblicitari, delucidazioni dei pubblicitari, spiegazioni del fallo, ermeneutica della seduzione, esegesi del pompino. Trascino il mio stomaco verso l’Antinori, lo riempio e penso al diavolo maledetto, ho bisogno di una donna. Non interpretazioni, una donna. Di carne.

My love, my love, well beat back the pain we’ve found... Mi guardo intorno e trovo gente simpatica, completamente di sinistra. Due sinistre maschili e una sinistra femminile. Alla sinistra maschile abbiamo la categoria uno, bellocci ma inconsistenti: uno di questi ha stivali da cow-boy, jeans e maglietta bianca, con cappello in linea con gli stivali. Si allena nell’attirare sguardi: si butta a terra, urla, si divincola, gesticola. Con mio disdoro noto che è più bello di me. La categoria due, bruttini ma intelligenti, nella quale annoveriamo il dottor Mariotti e il cavalieri Barontini. Meno belli di me, ma più intelligenti. Cazzo, dovrei trafugare un po’ dell’uno e dell’altro. Sottoporrò loro Eva Longoria. La sinistra femminile è composta da donne che si travestono da donne di sinistra, pantaloni sempre troppo larghi, seno sempre troppo in defaillance, capelli sempre troppo trascurati. Devono avere l’intimo di Tezenis, come dice Costanza. Insomma, il trionfo dell’informale. Costanza dice che certe cose non sono importanti. Parla bene, lei è una donna, non comprende che pantaloni larghi e seni decadenti allontanano Eva Longoria, il fallo, il gelato cremoso, la seduzione. Ma tutto questo è escamotage. Lo stomaco, nonostante l’Antinori, reclama una donna, diavolo maledetto.

With each moment the more I love you... crush me, come on, baby… Vediamo cosa posso prendere. Mi rivolgo alla categoria uno dei maschi di sinistra, mi avvicino al cow-boy maccheronico, gli riempio il bicchiere e chiedo: hai visto il cartellone di Eva Longoria, quello della pubblicità del gelato? I suoi occhi si illuminano, neanche avesse parlato il Santo Padre, e mi dice qualcosa che potreste trovare scritto sui bagni dell’autogrill. Sorrido, ripenso al gelato, al pompino. Intanto il cow-boy mi guarda comprensivo, mi riempie il bicchiere e brindiamo a Eva Longoria, grande mucca da mungere sull’altare dei gelati pre-confezionati. Per il resto della serata il cow-boy mi saluterà inneggiando a Eva Longoria, dio la benedica, lei e il suo gelato. Passo alla categoria due, il dottore e il cavaliere parlano fittamente dell’ultima enciclica di Maurizio Costanzo, dello strutturalismo in linguistica, di teatro sociale, della rivoluzione copernicana rappresentata dalle nano-tecnologie, della filosofia di Lacan. Potrei spiluccare qualche rilucente preziosità culturale ritrovata sulle nobili pagine della Settimana Enigmistica, ma preferisco sottoporre loro il mio quesito, aiutato dalla seconda bottiglia di Antinori: cosa ne pensate della pubblicità con Eva Longoria? Il dottor Mariotti si inarca da demiurgo e il cavalier Barontini sorride come Gatto-Che-Sorride, alla Apache. Ad ogni buon conto, si intesse una fitta ragnatela, si dice così, di scambi epistolari tra i due, con me come giudice d’infimo rango, ma quantunque additato come tale. Scelgo il miglior viso per apparire intelligente, difficilissimo dopo la morbida scioglievolezza del vino rosso. Inopportuna scioglievolezza pubblicitaria, mi riporta alla mente il gelato, proprio ora che avevo donato il mio mal di stomaco alla coppia di duellanti. Diavolo maledetto, una donna di carne. Il Barlume - Anno 2 - Numero 8 - Agosto 2008


Mi perdo metà della disputa, e l’altra la impegno nel rincorrere le loro argomentazioni. Si parla di società maschilista, di matriarcato, Bachofen (preziosissima citazione ritrovata su un dizionario prezzolato di antropologia, ma dal sicuro impatto), di sessualità post-femminismo, del/la clitoride (non per offendere le femministe, perbacco), di pornografia occidentale, di filosofia dell’eros, Fromm, Porci con le ali, con una rapida sbirciatina sotto la gonnella di Melissa Panarello, ovviamente bistrattata per il suo semplicistico libretto sui cento colpi di spazzola. La mia anima operaia avrebbe sostituito la parola spazzola con altra non decisamente sinonima, ma quantunque di garantita ilarità popolare. Alla fine della disputa non sono ancora riuscito a decifrare il loro messaggio ultimo. Oramai accovacciato tra i caldi abbracci dell’Antinori, ribadisco: secondo me ammicca al pompino. I due sorridono, mi guardano comprensivi, come il cow-boy di cui sopra, e dicono: beh, questo è ovvio, lo abbiamo detto anche noi. Parlano in coro come quelle di Non è la rai. Mi piace, conduce la mia memoria verso le appassionanti gare di masturbazione collettiva di fronte alle simpatiche giovinette multicolore dei primi anni Novanta. Mi avvicino, stringo caldamente la mano del dottor Mariotti, bacio la guancia del cavalier Barontini, bevo alla loro salute e mi accomiato, come s’usa dir tra gli altolocati membri dell’intellighenzia. Sorrido, ripenso al pompino. Eva Longoria, dai, prendi il gelato. Lo stomaco, però, non sa che farsene.

So much you have given love, that I would give you back again and again… Le donne di sinistra, dio le abbia in gloria. La professoressa Claudia ci propone giochi di gruppo, partecipo con insulsa dabbenaggine, e mi buttano fuori dopo pochi giri. Sto al palo, in attesa del mio turno. Ecco, le donne di sinistra sono raccolte, mi avvicino marzialmente, sono in fase simbiotica con l’Antinori. Signore di sinistra, cosa ne pensate della pubblicità di Eva Longoria? Le donne di sinistra, come saprete, non guardano la tv. Nessuna intromissione mondana per queste falcidianti carnefici delle nostre bieche erezioni da programmi serali condotti dal brioso Smaila. Rimembro loro, ravviso, si ravvedono, riconoscono. Ed ecco dalla fiamma del camino nasce un incendio femminista, dallo sdegno programmato e dal contenuto misandrico: la società degli uomini, il fallocentrismo, i sacrifici della Achmatova, le peripezie in

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autonomia della Lempicka, la figura della Madonna, il complesso di Elettra, la rivalutazione di Freud alla luce del femminismo, la riduzione zoomorfa dell’agire sessuale. Mentre mi diletto di aver sollevato tale calderone di uterine riprovazioni verso la bassezza maschile, ribadisco loro: secondo me Eva Longoria ammicca al pompino. I loro sguardi diventano improvvisamente materni, indulgenti nella comprensione verso le mie minori facoltà sensibili, e mi accolgono tra loro come un aficionados ingenuo e tenerello. Mi sento un piccolo orfano coccolato da tanti seni generosi. Ristorato, mi profondo in baciamano multipli e saluto le pulzelle di buona lena. Si è fatto tardi, è ora di ritornare alla cuccia. Prima di andarmene adocchio il residuo alcolico della serata, una bottiglia di Antinori si è salvata dallo sterminio. Mi avvicino, la seduco col mio apribottiglie e lei ci sta, si apre, posso delibarla, da amante esperto la bacio dove vuol essere baciata, un lento orgasmo che precede il momento in cui la distendo teneramente sul talamo e la saluto promettendole di rivederci presto, prestissimo.

Oh the love, many now hold you but please, please, just let me always… Salgo in macchina e stavolta non cerco di schivare i miei fantasmi, Eva Longoria in testa. La riconosco sui cartelloni pubblicitari: Eva, ho fatto pace con il fallo, gli uomini di sinistra, le donne di sinistra, la cultura, i cow-boy, il dandy. Mi piace il gelato, cara Eva. Solo il mio stomaco non mi dà tregua. Ho bisogno di una donna, di carne, tutta intera. Sorrido, penso al pompino. Eccomi Eva.

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IL FUTURO NON È PIÙ QUELLO DI UNA VOLTA1 Emidio Picariello Il blip del mio Goosky2 mi avvisa che qualcuno ha chiesto di chattare con mio figlio. Ritengo che BadBear281 non sia un buon nick per una persona da aggiungere alla whitelist3 di un bambino di 8 anni, e clicco su Rifiuta. Immediatamente arriva il blip successivo, è lui. Chiede perché non ho permesso a BadBear281 di chattare con lui. Gli chiedo se lo conosca. Mi risponde di no. Ah, bambini, beata innocenza. Sono un padre giovane, ho solo sessant'anni ma, buon dio, so riconoscere un pedofilo quando tenta di chattare con mio figlio. Poi oggi ho problemi ben più gravi da risolvere, e non posso perder tempo a cercare di capire chi fosse costui. Il death-counter4 che ho installato come add-on5 sul mio Mozilla6 ha appena segnato quota 14, questo mese. Per quest'anno il Buongovernatore Craxi III ha impostato la franchigia a 1 al mese ogni 1000 dipendenti. Se questo mese ci muore un altro operaio in un cantiere ci tocca pagare una cazzo di multa salatissima. Meno male che siamo al 25 del mese e fra qualche giorno ripartiamo da zero. Chissà se il death-counter si azzera in automatico. Penso di sì, di solito questi add-on funzionano benino. Alzo il telefono e mi faccio passare il responsabile del cantiere dove è morto l'ultimo. Scopro che è uno di Milano Sud emigrato qui da noi in cerca di lavoro. Senza permesso di soggiorno. Accedo alla mia pagina su www.loggiapidue.com, inserisco il mio user e la mia pass, entro e clicco su: Contatta il tuo consulente. Dopo qualche minuto squilla il mio softphone7. Come al solito è sempre molto disponibile e mi manda subito la mail con l'indirizzo della discarica dove posso andare a scaricare il clandestino. Se si può evitare qualche morto, perché non farlo. Tanto i clandestini non li cerca mai nessuno. Il consulente della Loggia serve solo per evitare che li scarichiamo tutti nello stesso posto. Giro la mail al capocantiere e mi assicuro che esegua. Il mio death-counter torna a 13 e mi sento più tranquillo. *

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Non mi ricordo da quanto tempo si lavora per il 25 di aprile. Ricordo però con esattezza che trent'anni fa non si lavorava. Un anno passai il 25 aprile a scrivere un racconto su come sarebbe stato il futuro. Che storia. Era per qualche motivo la festa di qualcosa, ma su Wikipedia8 non riesco a trovare niente. Anche Wikipedia, una volta, era diversa. Ci potevano scrivere tutti. Mi pesano gli occhiali, me li levo. Il mio ufficio è davvero squallido quando non lo guardo attraverso l'arredamento virtuale che l'ordinatore proietta sui miei occhiali9. La porta si apre di scatto, entra un tizio con la divisa del Governo. E' strana la divisa, il logo, soprattutto, da una parte una specie di scatola quadrata, dall'altra lo scudo crociato. Da quando è morto Benedetto XVI e lo Stato Vaticano è stato annesso, e l'allora Presidente del Consiglio si è dichiarato Buongovernatore - una specie di papa-re - con nome di Craxi II, le cose sono rapidamente cambiate. Sono cambiate così in fretta che le opposizioni, troppo impegnate a fare a gara su chi fosse più influenzabile da parte della Chiesa e sulla necessità di non abbandonare falce e martello, non hanno fatto in tempo neanche a protestare. La repressione è stata fulminea. Ad ognuno è stato imposto di mandare via web, fin dal primo giorno, un riassunto della puntata quotidiana di Amici10. Questo ci ha completamente disorientati. Passavamo le ore a guardare Amici e non capivamo cosa stesse accadendo fuori. Alla fine della prima settimana la cosa più importante del mondo era avere un account su MySpace. Per tutti, vecchi, giovani, grilliani. I grilliani furono i primi a cedere. Gli bastò che tutti potessero avere internet, per schierarsi saldamente con il nuovo Governo. Anzi, con il nuovo Buongoverno. Si organizzarono sacche di resistenza, ma la polizia postale cancellava i blog mano a mano che nascevano. Poi si accorsero che nessuno li visitava, comunque. Ogni resistente era talmente impegnato a curare il suo blog che non visitava mai quello degli altri. Morirono tutti di fame e stenti nel primo mese. La maggior parte non trovava un tema11 che li soddisfacesse, e così passavano troppo tempo all'ordinatore e non facevano pause per bere o mangiare. Il Barlume - Anno 2 - Numero 8 - Agosto 2008


Intanto io devo capire che cosa ci fa questo Ministro del Governo qui. Gli chiedo di mostrarmi il Passaporto. Chiunque potrebbe procurarsi una Divisa del Governo. Me lo inoltra. Le sue credenziali sembrano a posto. - Cosa vuole? - La sua azienda ha appena scaricato un morto nella discarica ad ovest di Bruzzano - Era solo un povero clandestino di Milano Sud. Cosa avrei dovuto fare? - La sua polizza Piddue è scaduta. Lo sa che i privilegi... -...non sono per tutti, lo so, lo so. Ma ci deve essere un errore. Ho rinnovato la mia polizza proprio due settimane fa. Gli inoltro il rinnovo. Armeggia con il suo ordinatore a cintura. Pare soddisfatto, se ne va. Io, invece, resto. Non vado mai da nessuna parte. Molti anni fa sono andato in Sicilia. Li dicono cose come Scrusciu di carta e cubaita nenti12. Io ci sono andato l'ultima volta cinque anni fa. Era imponente, il troncone di ponte che parte da Messina. In realtà sono solo pochi pilastri, ma sono costati davvero uno sproposito. Qualche mese dopo l'inizio dei lavori la Mafia aveva tanti soldi da permettersi di diventare una LDT. E comprarsi legalmente la Sicilia. Adesso pare che sia una specie di paradiso. Povero, sì, ma ci fanno dei sigari meravigliosi, e un rum… _________________________ 1. E' il titolo di una raccolta di poesie di Mark Strand. "Grazie Mario" per avermelo ricordato. 2. Google è il principale motore di ricerca del mondo. Skype è un popolare programma per la chat. Adesso sono due cose diverse, ma domani chissà. 3. La lista bianca è l'elenco degli autorizzati, la blacklist - o lista nera - è l'elenco di coloro ai quali è proibito l'accesso. 4. No, no, ad oggi non esiste nulla del genere. 5. Sono integrazioni ad un programma; per esempio, nel vostro browser potete aggiungere un add-on che vi fa vedere il clima dei prossimi giorni, in basso a destra, o cose del genere. 6. Mozilla è un produttore di browser web, programmi per la navigazione in internet. 7. E' un programma che simula un telefono virtuale sul computer. 8. Popolare sito di enciclopedia condivisa. Chiunque può scrivere una voce o correggerla. 9. Esiste in fase sperimentale un computer che non utilizza un monitor, ma proietta direttamente su specifici occhiali. 10. Reality show privo di qualunque ragione di esistere, se non quella di far lavorare i soliti protetti. 11. Il "tema" di un blog è l'insieme degli elementi grafici: i colori, i caratteri, le immagini, la posizione degli elementi nello schermo, e così via. 12. Rumore di carta e torrone niente.

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LA SDRAIO Denni Romoli

Qualche anno fa toccò ai maestri omosessuali, da parte dell’attualmente ripulito Gianfranco Fini, attualmente Presidente della Camera, attualmente pagato dagli italiani, omosessuali compresi. Oggi è la volta dei professori meridionali da parte di Umberto Bossi, onorevole Ministro delle Riforme, onorevolmente pagato coi soldi degli italiani, onorevoli meridionali compresi, onorevoli meridionali votanti. Il nostro arguto Cacasenno, vero interprete dell’italianità più rozza, a metà strada tra la polemica fine a se stessa e il vociare gutturale, si ripropone come novello Torquemada, individuando negli insegnanti del Sud l’unicausale motivazione della debacle culturale nordista che, inspiegabilmente, nonostante eventi pedagogicamente stimolanti del calibro di Miss Padania, non trova ancora dignità su pagine usualmente intellettuali ed invero ostili tipo Micromega, tanto per intenderci. Il nostro Cacasenno ha ben inteso fomentare ulteriormente la già dilagante etnofobia additando i professori meridionali di giustizialismo verso i figli del Nord, questi ultimi iniquamente soverchiati da masnade di compiti con oggetto la storia di Roma, Verga, Pirandello e altri terroni della loro risma. Possiamo ipotizzare che la duplice bocciatura del figlio alla maturità scientifica ad un istituto privato, luogo dove notoriamente sono promossi cani e porci in virtù dell’ineffabile equazione denaro uguale cultura, abbia scosso il nostro Ministro delle Riforme. Eppure, niente di incomprensibile. Il DNA non è un’opinione, diceva qualcuno. Infatti, il Ministro delle Riforme non ha ancora capito che il Canto degli Italiani, che pretende di sbeffeggiare con il dito medio levato, gesto questo che ha reso celebri grandi ed umane intelligenze come i neo-nazisti e la Santanchè, il Canto degli Italiani dicevamo, scritto dal genovese Goffredo Mameli (padanissimo, verrebbe da dire), non si riferisce alla padania quando recita “Le porga la chioma che schiava di Roma Iddio la creò”, ma alla dea Vittoria. Probabilmente questo il suo professore meridionale deve essersi dimenticato di insegnarglielo. Per fortuna, adesso che è stato approvato il Lodo Alfano, il nostro Buongovernatore potrà lavorare anche di sabato (dando ripetizioni al suddetto Ministro delle Riforme?), come ha attualmente riferito, non dovendosi occupare più dei suoi processi. Ci chiediamo: in cinque giorni lavorativi (sabato finora escluso) è riuscito ad aggirare la costituzione italiana, ridicolizzare il diritto, redarguire la magistratura, zittire la Sinistra, (scusate, la sinistra), annullare la democrazia, proclamare ministri in base alle loro prestazioni sessuali. Cosa riuscirà a fare avendone a disposizione sei? La sinistra, dal canto suo, va in giro con il cappello in mano. Di domenica, quando il nostro Buongovernatore non lavora. Il Barlume - Anno 2 - Numero 8 - Agosto 2008

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SIETE SOLO DEGLI SPOCCHIOSI DI MERDA Denni Romoli e Costanza Maremmi A.B.C. Manhatthan (1997) 1997, New York. Regista Amir Naderi, iraniano impiantatosi negli Usa un ventennio fa, che non sembra essersi lasciato catturare dallo sguardo dolciastro del turista capitato nella grandissima metropoli. Film di donne, da non scambiarsi per quelle pellicole che si definiscono malamente "al femminile", che fa tanto quote rosa obbligatorie. Protagoniste Lucy Knight, Erin Norris, Sara Paul. Quest'ultima la potete ritrovare in Marathon, ultimo film del regista, del 2002. Prima di questi, Manhattan by Numbers, del 1993. Trilogia su New York. Una madre con la propria figlia, polaroid su polaroid di ricordi anticipatamente perduti. Una seconda donna, innocentemente dispersa, cerca un’abitazione per liberarsi dalle pastoie morbose e annichilenti del suo compagno. Una terza, sulle tracce del suo cane e della sua compagna. Microcosmo impotente, di volontà vanificate. Tre storie invischiate sullo sfondo di una città che deforma il concetto di umanità, o meglio ne definisce una parte, centrando lo sguardo sulla progressiva desertificazione dei rapporti umani, sulla disabilità di una comunità individualista e sorda, sulla minoranza visiva dei disperati. Come ricorda Saramago in Cecità, siamo metà indifferenza e metà cattiveria. Ciò che non vediamo non esiste. E ciò che lentamente vediamo e lasciamo esistere, a volte, può ferire. Però, sembra suggerire Naderi, esiste un approdo, ed è fatto dalle lacrime che portano alla solidarietà tra esistenze paralizzate. Le foto di questo numero sono state scattate da Costanza Maremmi

Il Barlume

info@barlumismo.org Anno 2 Numero 8 Agosto 2008

Il Barlume - Anno 2 - Numero 8 - Agosto 2008

Mensile fondato e diretto da Costanza Maremmi

c.maremmi@barlumismo.org Denni Romoli

d.romoli@barlumismo.org Emidio Picariello

e.picariello@barlumismo.org


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