Immobiliare

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Immobiliare globale rischia battuta d’arresto per il fattore “paura” 11 gennaio 2016, di Alberto Battaglia

MILANO (WSI) – La crescita del mercato immobiliare potrebbe presto subire una battuta d’arresto. Dopo il crollo del 2009 il mercato immobiliare residenziale globale ha registrato una costante espansione nei prezzi e delle transazioni; un fenomeno particolarmente visibile nel Regno Unito a partire dal 2012. Va aggiunto, anche, che questa scalata non si è verificata in Italia, il cui mercato del mattone è risultato spesso in controtendenza rispetto alla media dell’Eurozona e dell’Unione europea (si veda il grafico). In particolare, i prezzi in Italia hanno subìto un calo pronunciato in seguito alla crisi dell’euro nel 2011 e all’inasprimento della tassazione sulla casa, figlia di quella fase storica. H o u s e _ P r i c e _ I n d e x _ _Quarterly_and_annual_growth_rates2015Q2-ver2 Tuttavia ora secondo Savills Plc, analista globale del settore, l’immobiliare globale quest’anno potrebbe rallentare la sua ripresa.. La società comunica, in una nota, che, mentre i risultati delle transazioni nel 2015 sono stati superiori alle aspettative, alcuni perturbazioni potrebbero contaminare questo trend: “Alla luce di un aumento dell’incertezza sulle prospettive dell’economia globale e di tassi d’interesse in rialzo, ci aspettiamo un temperamento dei forti volumi

nelle transazioni [immobiliari] dei tempi recenti in alcuni mercati, pur rimanendo solidi i fondamentali. Pertanto manteniamo le nostre aspettative per il 2016. Dello stesso avviso era stata Knight Frank, che nel suo report di qualche giorno fa vedeva prezzi stabili nel mercato immobiliare delle proprietà commerciali in Europa. Per Salvills, il motivo del rallentamento è rappresentato dal fattore Cina, complice il crollo del mercato, che ha rinnovato le preoccupazioni sulla sostenibilità della crescita dell’economia, alimentando anche dubbi su altre economie emergenti. Incide inoltre il continuo tonfo del petrolio e la fine del denaro facile, con la decisione della Federal Reserve di alzare i tassi per la prima volta in nove anni. Tali fattori, secondo Savills, porteranno maggiore cautela sull’immobiliare e freneranno la propensione dei consumatori ad acquistare case e investire nel mattone. Savills precisa comunque che “i fondamentali del mercato rimangono solidi” e tiene a precisare che non ci sarà un crash dei prezzi, ma un rallentamento delle attività”. Nel mese di dicembre, la rivale Colliers aveva segnalato che gli investitori del mercato immobiliare a livello globale avevano ridotto in modo significativo l’appetito per il rischio rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il 44% si era detto ancora propenso ad assumere maggiori rischi nel 2016.


Mercato immobiliare: meno aste, più compravendite 11/01/2016 in “MutuiOnline informa”

immobili all’ asta

Sono confortanti i dati che emergono dall’ultimo rapporto semestrale del Centro studi Sogeea sulle aste immobiliari, ridottesi nel numero di 28.672, dalle 30.746 che erano state rilevate nel luglio scorso. Meno 6,7%, con una concentrazione nel nord dell’Italia che raccoglie più della metà degli immobili residenziali finiti all’asta, 16.391. Alla provincia di Vicenza il bollino nero di città con maggiori vendite all’incanto e 1.596 case, seguita da Bergamo a quota 1.324, Roma a 1.320, Torino a 1.238 e Brescia con 1.127 immobili all’asta. Più virtuosi il centro e il sud Italia, con rispettivamente 6.711 e 3.026 case in vendita negli ultimi sei mesi. La regione che registra maggiori vendite è ancora la Lombardia, con 5.411 unità, segue il Veneto con 4.348 unità, il Piemonte con 2.740 immobili, quindi il Lazio (2.299), la Sicilia (1.971), l’Emilia Romagna (1.879), la Toscana (1.713). In coda, con cifre meno significative, le case all'asta di Campania (1.267) e Liguria (1.057). Alla Valle d’Aosta il dato meno preoccupante, con solo 16 immobili residenziali all'incanto. Anche le Isole registrano dati abbastanza ottimistici, visto che le case vendute all’asta ammontano in questo momento ad appena 2.544. Secondo quanto rilevato da Sogeea, il 66% delle case in vendita ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro, percentuale che sale addirittura all'88% se prendiamo in esame anche gli immobili ap-

partenenti alla fascia tra i 100.000 e i 200.000 euro. Il presidente Sandro Simoncini spiega così il nuovo dato che emerge dall’ultimo rapporto: “ negli ultimi sei mesi le vendite all’incanto andate a buon fine sono state compensate dall’arrivo sul mercato di altrettante case, segno che le persone che si trovano in difficoltà economico-finanziaria stanno fortunatamente diminuendo e che gli istituti di credito sono meno aggressivi nei confronti di chi è in sofferenza. Le banche sono infatti consapevoli che il valore degli immobili è drasticamente calato negli ultimi anni e, di conseguenza, un'asta non le farebbe comunque rientrare dei capitali erogati”. Riguardo alle vendite all’asta, è bene ricordare la recente modifica dell’articolo 571 del codice di procedura civile introdotta con il decreto n.83 del 27 giugno scorso, che ha cambiato in modo sostanziale le regole di presentazione delle offerte di acquisto alle aste giudiziarie dei beni immobili pignorati. Per tutte le aste disposte a partire da questa data e in alcuni casi anche per procedure dichiarate precedentemente, la novità introdotta nell'art. 571 riguarda la possibilità di offrire un prezzo inferiore (fino ad un quarto) al prezzo stabilito nell'ordinanza di vendita e tale offerta viene dichiarata inefficace solo se è inferiore di oltre un quarto al prezzo stabilito nell'ordinanza. Intanto, sul fronte del mercato immobiliare delle compravendite arrivano i dati ancora positivi dell’ultima indagine Istat relativa al terzo trimestre dell’anno appena chiuso: le convenzioni notarili di


compravendita per unitĂ immobiliari complessivamente considerate sono 144.487, +8,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Una ripresa che riguarda tutti i comparti del mercato, con 135.580 trasferimenti di immobili a uso abitazione e accessori, +8,9% e 8.100 trasferimenti di proprietĂ immobiliari a uso economico,

+5,6%. I trasferimenti di unitĂ immobiliari a uso speciale e multiproprietĂ sono invece 807, +1,6%. Sia gli Archivi notarili distrettuali con sede nelle cittĂ metropolitane che quelli situati nei piccoli centri manifestano una ripresa immobiliare, facendo rilevare rispettivamente un +9,2% e un +8,7% sull'anno precedente.


Gli immobili dello Stato vanno online

12 gen 2016, pubblicato da Vittoria Giannuzzi in: Economia Primo piano

Gli appassionati di numeri e statistiche non potranno che gioirne: nelle scorse ore l’Agenzia del Demanio ha reso disponibili online i dati principali e la geolocalizzazione di tutti gli immobili di proprietà dello Stato. Un’operazione trasparenza che mette, per la prima volta, sotto gli occhi di tutti in maniera semplice la consistenza del patrimonio immobiliare italiano: parliamo, in numeri, di oltre 32 mila immobili e 14 mila terreni che, complessivamente, hanno un valore stimato davvero incredibile, che supera i 59 miliardi di euro.

OpenDemanio: cos’è L’Agenzia del Demanio ha presentato ufficialmente la nuova piattaforma web, “OpenDemanio”, che consente di navigare e consultare tantissimi dati, organizzati in tre sezioni: già da luglio 2015 erano online i dati riferiti al Conto Patrimoniale dello Stato, che verranno aggiornati al 31 dicembre di ogni anno (oggi abbiamo quelli di fine 2014); dal 7 gennaio, invece, sono state rese pubbliche la sezione dedicata alla georeferenziazione dei fabbricati e quella in cui sono depositati, in formato aperto, i dati sui fabbricati e le aree.

I cittadini sono liberi, quindi, di navigare alla scoperta della geolocalizzazione del patrimonio immobiliare dello stato (con Streetview di Google) e di averne l’esatta contezza: dalla categoria catastale allo stato di occupazione, dalla superficie complessiva all’indirizzo esatto.

Tutto, come detto, nel segno della trasparenza e della valorizzazione di quello che è il “nostro” patrimonio immobiliare. A breve, inoltre, il database verrà arricchito con i dati sui cantieri aperti e sugli immobili inseriti in percorsi di valorizzazione.

Alcune curiosità: la regione in cui sono stati localizzati più immobili di proprietà demaniale è il Lazio (3.931 immobili, quasi il 14% del totale); a seguire troviamo il Veneto (2.881) e la Sicilia (2.388). In termini di valore economico, è sempre la regione Lazio, comprensibilmente, a contenere gli immobili più costosi: da soli questi rappresentano oltre il 30% del totale. A seguire, in questa classifica, la Campania e la Toscana.

Il progetto Valore Paese Dei 32mila immobili messi sotto la lente degli italiani ve ne sono, rileva il Corriere della Sera, ci sono 208 beni dal grande valore storico, paesaggistico o artistico che sono stati inseriti nel progetto “Valore Paese” – di cui vi abbiamo parlato diverso tempo fa. Si tratta di un’iniziativa che vede coinvolti, oltre all’Agenzia del Demanio stesso, numerosi altri operatori del settore: Invitalia, Anci, i ministeri dei Beni culturali e dello Sviluppo Economico. Tutti insieme questi enti stanno lavorando per ridare lustro a immobili di pregio in stato di abbandono o di sotto-utilizzo: da ville ad ex caserme, dai castelli ai conventi, fino ad arrivare ad intere isole o borghi. Il progetto è quello di indire dei bandi pubblici di affitto e gestione di questi immobili per una durata non superiore ai 50 anni. Conditio sine qua non per la locazione è la volontà di trasformarli in “contenitori dell’eccellenza italiana” in tutti i suoi aspetti: arte, musica, storia, artigianato, moda, design ed enogastronomia. Ecco che quindi il contributo dei cittadini diventa indispensabile, perché senza il


supporto dei privati è impossibile che questa opera di valorizzazione immobiliare (ma anche di crescita economica, sociale e culturale) possa andare in porto.

stico-ricettive, il Castello Aragonese di Otranto (in provincia di Lecce) che già ospita il Museo Civico ma è pronto ad accogliere un centro polifunzionale culturale, l’ex aeroporto Eleuteri, sito a Castiglione del Lago (in provincia di Andando a scorrere tra gli immobili di- Perugia), che diventerà parte integrante sponibili per questo progetto si nota dell’Ecomuseo del Trasimeno e il Grand come sia coinvolto tutto il territorio na- Hotel a San Pellegrino Terme (Berzionale: tra i più interessanti segna- gamo): un albergo liberty chiuso da liamo l’ex carcere Nuovo di Procida (in oltre trent’anni, che si punta a riaffittare provincia Napoli) che si vorrebbe tra- per riaprirlo nuovamente. sformare in uno spazio per attività turi-


UK: prezzi immobiliari in salita. Si teme la bolla

11 gen 2016, pubblicato da Andrea Polo in: Acquisto, vendita, affitto Casa all'estero Comprare immobile Mercato immobiliare Primo piano Varie Il mercato immobiliare del Regno Unito è, ormai da molti anni, sotto i riflettori degli investitori internazionali oltre che dei sudditi di Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Acquistare casa a Londra e in moltissime altre città della Gran Bretagna è ormai uno di quegli investimenti che ha provato la sua redditività, ma qualcosa a breve potrebbe cambiare.

Secondo i numeri resi noti nelle scorse ore da Halifax, uno dei principali operatori britannici del mercato dei mutui, il 2015 si è concluso con un nuovo incremento dei prezzi degli immobili pari, nel confronto mensile, all’1,7%.

La notizia riveste ulteriore importanza perché a novembre si era registrata una sia pur minima flessione (era stata dello 0,2%) che aveva fatto sperare in un allontanamento del rischio bolla che oggi, alla luce dei nuovi dati, si ripresenta più cupa che mai.

Come sottolineato dalla stampa inglese, il costo medio di un immobile nel Regno Unito è ormai diventato altissimo, segnando il nuovo record di 210.000 sterline, equivalenti a 280.000 euro, quando a gennaio era pari a 190.000 sterline. Per avere un parametro, secondo i dati dell’Ufficio Studi di Immobiliare.it, in Italia il valore medio oscilla attorno ai 180.000 euro. A far salire a questi livelli i prezzi è, come facilmente comprensibile, il mercato di Londra. La City ha raggiunto costi ormai difficilmente abbordabili, ma la parte negativa di ciò è che il mercato immobiliare è diventato un pilastro talmente fondante dell’intera economia della nazione che una sua eventuale contrazione avrebbe effetti devastanti non solo su questo settore, ma in moltissimi altri.


Il mercato immobiliare al tempo dei saldi: lo studio di Tecnocasa 08 gennaio 2016 18:26

Economia e Lavoro Firenze Il mercato immo-

biliare nelle zone centrali di Firenze è molto dinamico. Nella zona di Santa Croce continuano gli acquisti ad uso investimento che si indirizzano soprattutto su bilocali e trilocali. In genere investono cifre medie di 200-250 mila €. Si indirizzano soprattutto nella zona intorno a piazza Santa Croce dove per un appartamento in buono stato si spendono mediamente intorno a 4000-5000 € al mq. Tipologie particolarmente signorili sono disponibili in piazza S. Croce, piazza del Duomo, Lungarno. Le dimensioni di un appartamento prestigioso sono in genere comprese tra 200 e 300 mq. Per queste tipologie i valori sono compresi tra 5000 e 6000 € al mq. Quotazioni di 5000 € al mq si incontrano in piazza d’Azeglio, dove gli appartamenti sono ricercati per le ampie metrature e i soffitti alti. Sul Lungarno i valori sono rimasti invariati: 5500 € al mq per appartamenti con vista e 4000 € al mq per quelli senza affaccio. In centro sono presenti anche appartamenti più popolari che hanno quotazioni intorno a 2700 € al mq (da ristrutturare). Nella zona di San Gallo si muovono sia acquirenti di prima casa sia investitori (per fare casa vacanza, per i figli studenti e altro). Sul mercato residenziale sono molte le giovani coppie (30-40 anni) che optano per trilocali o quadrilocali prediligendo appartamenti già ristrutturati. Tra le zone più richieste si segnalano quelle più vicine a San Lorenzo e quella che si sviluppa da piazza S. Marco verso il Duomo. La riqualificazione di San Lorenzo e del Mercato Centrale, con la creazione di bar e ristoranti al primo piano, ha riqualificato molto l’area. Di ciò hanno beneficiato anche le abitazioni, di stampo popolare che infatti in buono stato costano 3000-3500 € al mq e possono raggiungere 40004500 € al mq se dotate di vista sui monumenti. Gli immobili di pregio si concentrano prevalentemente intorno a piazza del Duomo dove ci sono palazzi del ‘600 e del ‘700, con ampie metrature, affreschi, travi a vista e a volte terrazzo, quest’ultimo elemento può far rivalutare l’immobile anche del 20% in più. Le quotazioni degli immobili di particolare pregio si aggira intorno a 4800 € al mq con punte di 6000 € al mq per gli attici particolarmente lussuosi. Fonte: Ufficio Stampa Gruppo Tecnocasa

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Immobiliare in ripresa: nel terzo trimestre balzo del mattone dell'8,9%

Scambi record sul mercato immobiliare. Secondo i dati Istat, il rialzo tendenziale delle compravendite registrato nel terzo trimestre del 2015 (+8,4% se si considerano tutti gli immobili, +8,9% solo le abitazioni) è il più alto dal 2008, ovvero da quando è partita la serie statistica Invia per email Stampa 30 dicembre 2015

Immobiliare in ripresa: nel terzo trimestre balzo del mattone dell'8,9%MILANO Accelera la ripresa del 'mattone' in Italia: nel terzo trimestre del 2015, le convenzioni notarili di compravendita per unità immobiliari complessivamente considerate (144.487) crescono dell'8,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: è la crescita top dal 2008. Lo certifica l'Istat, che rafforza così i dati Abi sulla crescita dei mutui (che sono raddoppiati, ma anche grazie alle surroghe di contratti già esistenti). Guardando alle sole abitazioni, il rialzo è dell'8,9%, mentre per gli immobili a uso economico il rialzo è più modesto (+1,6%).

Il progresso complessivo è alto anche perché nella stragrande maggioranza dei casi si tratta proprio di atti notarili relativi a immobili ad uso abitativo (93,8%), mentre nel restante 5,6% si tratta di unità immobiliari ad uso economico e per lo 0,6% di uso speciale e multiproprietà. "La crescita coinvolge tutte le ripartizioni, sia per il complesso delle compravendite di unità immobiliari sia per i trasferimenti ad uso abitativo ed accessori. Tuttavia, per entrambe le tipologie immobiliari, valori sopra la media nazionale si osservano nel Nord-Est (rispettivamente +10,7% e +10,9%) e nel Nord-Ovest (+10,1% e +10,8%)", spiega l'Istat. Nel settore dei trasferimenti ad uso economico le variazioni sono positive nel NordEst (+5,7%), nelle isole (+2,5%) e nel Nord-Ovest (+1,8%) e negative al Sud (1,3%) e al Centro (-0,8%).

Sia gli archivi notarili distrettuali con sede nelle città metropolitane che gli archivi dei piccoli centri - prosegue la nota dell'Istat - beneficiano della ripresa immobiliare nel settore dell'abitativo (+9,2% sull'anno precedente nei grandi centri e +8,7% nelle piccole città). In quello economico, invece, i grandi centri chiudono il trimestre in negativo (-0,6% contro +3,1% nei piccoli centri).

Variazioni molto positive sullo stesso trimestre dell'anno precedente (+29,2%) si registrano per le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti ed altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche. Si ricorda, sul punto, che rispetto all'Abi (che ragiona per


valori), nel caso dell'Istat si parla di numero di atti. La crescita di mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca è

forte in tutte le ripartizioni geografiche, con percentuali sopra la media al Sud (+37,5%), Isole (+30,3%) e Centro (+29,9%). Mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca chiudono i primi nove mesi del 2015 con un aumento del 20,4%, per un totale di 242.039 convenzioni.


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