IFDM | 2007-2017 | 10th Anniversary Exhibition Catalogue

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2007-2017

A DECADE OF EVOLUTION IN DESIGN CELEBRATING CREATIVITY AND CONTEMPORARY ART



A Evelina e Mario


in collaborazione con in cooperation with

con il supporto di with the support of

con il patrocinio di under the patronage of

CittĂ di Mariano Comense

partner


A DECADE OF EVOLUTION IN DESIGN CELEBRATING CREATIVITY AND CONTEMPORARY ART

Fondazione Stelline Milano, 16.06 - 25.06.2017

Progetto a cura di Project by

Mostra a cura di Curated by

Artisti Artists

Direttore editoriale Editor-in-chief

Andrea Del Guercio

Dario Baroli

Paolo Bleve

Organizzazione Organization

Maria Elena Borsato

Cura redazionale e testi Editing and texts

Francesca Adriana D’Anza

Veronica Orsi

Roberto De Pinto

Contributi critici Critical writings

Arianna De Stefani

Andrea Del Guercio

Gabriele Farina

Lino Longobardi

Sofia Feraboli

Veronica Orsi

Lorenzo Fioranelli

Traduzioni Translations

Alessia Interlandi Assistente coordinamento Coordination assistant Lorenzo Fioranelli Con la collaborazione di With the collaboration of Lino Longobardi Simona Marcora Allestimento Exhibition set up Martina Morazzi Riprese e Montaggio Video Shooting and video editing Andrea Sartori Ufficio Stampa Internazionale International Press Office Marta Ballabio Laboratorio creativo Creative Lab Villa Sormani, Mariano Comense Si ringrazia Thanks to Camerae.it

Petra Cecilia Borgomaneri Margherita Castoldi

Jacopo De Giuseppe Andrea De Simone Cinzia Defendi

PierCarla Delpiano

Erika Feraboli

Giovanni Marchisio

Arianna Ferreri

Vassilena Kirilova Tchalakova Mina Massaro

Chiara Melluso

Gianmaria Milani

Giacomo Montanelli Samuele Pagani

Aleksandra Santoemma Francesca Santoro Fabiana Sapia

Katarina Vukcevic An YuanYuan

Lucrezia Zaffarano

Trans-edit Group Progetto grafico Graphics Marco Parisi Crediti Fotografici Photo Copyright Andrea Sartori Si ringraziano tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto. Thanks to all those who made this project possible.



PierCarla Delpiano Presidente Fondazione Stelline President, Fondazione Stelline

Celebrare un anniversario importante con un progetto che coinvolge i giovani e ha come focus il design è un grande valore per la Fondazione Stelline. Essere teatro di una mostra che IFDM | Il Foglio del Mobile ha organizzato per celebrare i suoi primi dieci anni, non fa che sottolineare quanto la Fondazione che rappresento sia sempre di più al centro del panorama cittadino, soprattutto quando questo valorizza le ultime generazioni. Ed è con questi occhi che abbiamo osservato le opere esposte dal 16 al 25 giugno 2017 negli spazi della Fondazione Stelline in occasione della mostra “A decade of evolution in design”, scoprendo così modelli estetici contemporanei che vanno apprezzati, dal nostro punto di vista, non solo per la loro efficacia estetica e funzionale, ma anche e soprattutto perché sono il segno evidente di come si possa, e forse anche si debba, attualizzare l’arte attraverso l’impegno dei giovani artisti. Milano è la capitale mondiale indiscussa del design: ha, quindi, il dovere di tutelare questo suo grande primato e di farlo attraverso iniziative che parlino, come questa esposizione, ai giovani, in modo che possano farne tesoro e contribuire attivamente al futuro della propria città. Milano, quindi, come laboratorio di crescita, la Fondazione Stelline come teatro originale di ciò che in città accade e il design interpretato da IFDM e dall’Accademia di Belle Arti di Brera sono perfettamente racchiusi in “A decade of evolution in design”. Un’occasione espositiva alla quale non avremmo mai potuto sottrarci, perché è proprio nella sintesi tra arte, impresa e giovani che si racchiude la mission della Fondazione Stelline, realtà storica ma che negli ultimi anni si è mostrata sempre più attenta a far convivere questi temi, attraverso una visione contemporanea e aperta della cultura, che non dovrebbe mai essere chiusa in se stessa.

To celebrate an important anniversary with a project that involves young people and focuses on design has a great importance for the Fondazione Stelline. To be the stage of an exhibition organized by IFDM | Il Foglio del Mobile to celebrate its first ten years, highlights the position of the Foundation I represent at the centre of the city’s panorama, especially when the focus is on the latest generations. It is from this perspective that we have observed the works to be displayed from 16-25 June 2017 in the rooms of the Fondazione Stelline on the occasion of the exhibition “A decade of evolution in design”, discovering contemporary aesthetic models that should be appreciated, from our point of view, not only for their aesthetic and functional impact, but also and above all because they are a clear sign of how art can, and perhaps must, be realised through the engagement of the young artists. Milan is the undisputed world capital of design: it therefore has a duty to protect its great primacy and to do so through initiatives that, like this exhibition, speak to young people so that they may treasure and actively contribute to the future of their city. Milan, then, as a laboratory of growth, the Fondazione Stelline, as the traditional stage for everything that happens in the city, and the design interpreted by IFDM and the Brera Academy of Fine Arts are perfectly encapsulated in “A decade of evolution in design”. An opportunity for an exhibition that we could not miss, precisely because it is in the synthesis between art, business and young people that the mission of the Fondazione Stelline lies, a historic organisation that in recent years has been increasingly active in disseminating these issues, through an open and contemporary vision of culture that should never be closed within itself.

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Giovanni Marchisio Sindaco di Mariano Comense Mayor of Mariano Comense

Quando l’arte incontra l’arte. Abbiamo avuto la fortuna di ospitare per alcune settimane i laboratori creativi dell’Accademia di Brera – in occasione del decennale de IFDM | Il Foglio del Mobile – nelle stanze di Villa Sormani, piccolo gioiello architettonico in pieno centro a Mariano Comense. In tempi in cui gli eventi drammatici della nostra società ci portano al pessimismo e alla voglia di guardare indietro più che avanti, in cui sembra vincere la polemica più che la voglia di rimboccarsi le maniche, in cui viene più facile giocare in difesa che tentare soluzioni nuove, ecco il regalo che IFDM ci ha fatto animando la nostra Villa con questi laboratori. I politici sono i “custodi dei sogni della loro gente” ebbe a dire Bono Vox, il leader degli U2. Per un sindaco è una responsabilità enorme. Ogni giorno, vivere e lavorare per capire cosa sogna e di cosa ha bisogno la tua gente. E io trovo che nelle nostre comunità ci sia bisogno di bellezza, di creatività, di innovazione. Parole d’ordine che sono state di casa a Mariano anche con questi laboratori. Un grazie enorme a voi da parte mia e di tutta la comunità di Mariano.

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When art meets art. We were lucky enough to host the Brera Academy’s creative workshops for a few weeks – coinciding with the 10th anniversary of IFDM | Il Foglio del Mobile – in the rooms of Villa Sormani, a small architectural jewel in the center of Mariano Comense. At a time in which dramatic events in our society fill us with pessimism and make us want to look back rather than forward, in which controversy seems to overshadow the desire to take action and in which it is easier to defend old ideas than to attempt new solutions, IFDM has given us a gift by enlivening our Villa with these workshops. Politicians are “the guardians of their people’s dreams” Bono Vox, the lead singer of U2, once said. For a mayor, this is an enormous responsibility. Every day, you live and work to understand what your people dream of and need. And I find that in our communities there is a need for beauty, creativity and innovation. These key concepts were an important part of the workshops in Mariano. A heartfelt thanks from my side me and all the community of Mariano.


Lino Longobardi Narratore d’Impresa e Portavoce di Brianza Experience Business Narrator and Spokesman for Brianza Experience

Conosco Paolo Bleve e il trade magazine IFDM | Il Foglio del Mobile da diversi anni, da quando ero il Portavoce di Brianza Experience, l’aggregazione dei Comuni che hanno una radicata presenza di aziende e attività connesse al settore: Legno, Arredo e Design. Restai subito colpito dal fare pragmatico e fortemente operativo di questo team di giovani, tutti under 35, che con grande competenza e passione mi parlavano del loro lavoro editoriale, del design e delle industrie di arredamento, cuore di quel Made in Italy cha tanto prestigio e reputazione porta al nostro Paese. Quello che mi colpì fu scoprire come Paolo, a soli 22 anni, aveva trasformato un’idea e un’intuizione in un progetto d’impresa diventato poi Il Foglio del Mobile. Un segno tangibile che quando ci sono talento, inventiva, creatività e determinazione si può fare impresa, sempre. Quest’anno IFDM compie 10 anni. Un primo traguardo a doppia cifra, perciò il primo pensiero è quello di un augurio affinché l’impresa prosegua ancora per tanti decenni. La seconda riflessione viene dalla mia esperienza di narratore d’impresa e di studioso delle tematiche di sviluppo locale. Innanzitutto, qui c’è sostanza. Paolo Bleve e la sua squadra hanno saputo costruire un modello di business innovativo: portare per il mondo, con il loro magazine, le eccellenze italiane. Dopodiché, in un’epoca in cui tutto sembra dover essere solo digitale e virtuale, hanno dimostrato con i fatti che anche una rivista analogica – con una bella grafica, con ottimi contenuti, stampata bene – fa ancora la differenza. Quando qualche mese fa abbiamo parlato di come celebrare al meglio il decennale, ho trovato l’idea della collaborazione con i giovani studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera non solo geniale, ma portatrice sana di una visione innovativa. Ai giovani di questo Paese più di tante chiacchiere servono atti concreti di fiducia, occasioni per esprimere talento e creatività. Addentratevi nelle pagine che seguono e capirete come questo sia avvenuto. Una bella storia di nuove maestrie e creatività. Un incontro di valore fra imprese e talenti. L’arte è nelle cose e negli oggetti che questi ragazzi hanno concepito e poi trasformato. Bisogna solo ammirare e ringraziare per questo dono di grande bellezza.

I have been knowing Paolo Bleve and IFDM | Il Foglio del Mobile trade magazine for several years, from back when I was a Spokesman for Brianza Experience, the group of municipalities that have a long history of companies and activities connected to the sector: Wood, Furniture and Design. I was immediately struck by the pragmatic, highly effective approach of this young team, who are all under 35 and talked to me with great knowledge and passion about their editorial work, design and furniture industry, which is a key part of Italian manufacturing that brings great prestige and renown to our country. I was really astounded when I discovered that Paolo, at the age of 22, had transformed an idea, a hunch into a business venture that evolved to become Il Foglio del Mobile. A tangible sign of how talent, inventiveness, creativity and determination are essential to business, always. This year is IFDM’s 10th anniversary. It has now reached double figures, so my first wish is that the publication continues for many more decades. My second thought comes from my experience as a business narrator and as someone who has studied local development issues. First of all, there is a great deal of substance to the company. Paolo Bleve and his team have created an innovative business model: with their magazine, they have publicized outstanding Italian products throughout the world. Furthermore, at a time when everything seems to inevitably be only digital and virtual, they have demonstrated that a printed magazine – which boasts beautiful graphics, excellent content and is well printed – can also make an impact. When we spoke about how to best celebrate IFDM’s 10th anniversary, I thought that the ideal of collaborating with the young students of the Brera Academy of Fine Arts was brilliant and would convey the publication’s innovative vision. Young people in Italy need concrete acts of faith, not just talk. We need to give them opportunities to express their talent and creativity. As you immerse yourself in the following pages, you will find out how exactly this has happened. It is a beautiful story of new skills and creativity. An important meeting between companies and talents. Art is expressed in the things and objects that these young people have designed and transformed. We can only admire and thank them for this truly beautiful gift.

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Andrea Del Guercio Professore di Storia dell’Arte Contemporanea Professor of History of Contemporary Art

Nei duecento anni di storia dell’Accademia di Belle Arti di Brera il rapporto con la città di Milano e l’intero territorio della Lombardia è stato costantemente caratterizzato da forme di relazione con il settore dell’arredamento, attraverso le grandi abitazioni della nobiltà e dell’alta borghesia, dai Palazzi del Centro alle grandi Ville di campagna e sulle sponde dei laghi. Nell’Archivio di Brera conserviamo un patrimonio di fogli e progetti con i quali si testimonia dell’ampia produzione di opere d’arte e arredi, decori pittorici e scultorei, e ancora un’ampia documentazione di come, dai Maestri agli studi dell’Accademia, siano arrivate nelle case, nei salotti, negli ambienti privati milanesi e lombardi non solo quadri e sculture, ma anche l’estetica stessa della casa. Sulla base di questo fattore ampiamente documentato e studiato, si è inserito l’attuale progetto. Personalmente ricordo le testimonianze dei docenti dell’Accademia che hanno vissuto lo sviluppo dell’arte a cavallo della Seconda Guerra mondiale; da Raffaellino De Grada a Giancarlo Marchese raccontavano di come le crescenti industrie del mobile della Brianza facessero costantemente riferimento agli artisti dell’Accademia, in particolar modo nei settori delle arti decorative e della scultura. Sono molti infatti gli artisti soprattutto della prima metà del ‘900 ad aver collaborato con le piccole e grandi aziende del mobile della Brianza. Sulla base di questa storia anche gli anni ‘50 e soprattutto ’60-’70 hanno visto crescere questo percorso. È ben nota l’importanza di Marino Marini o di Lucio Fontana, Agenore Fabbri e di artisti che hanno instaurato relazioni e operato attivamente con il settore del design contemporaneo. Riprendere il filo di questa storia e del rapporto con la cultura del mobile e dell’arredo, è apparso all’Accademia di Brera un modo per rinsaldare queste esperienze e riprendere soluzioni di condivisioni. Così è nata l’idea che i nostri giovani artisti si impegnassero nella rivisitazione del più ampio caleidoscopio di segmenti della produzione industriale e artigianale della Brianza stessa. Le opere che qui abbiamo

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Over its two-hundred-year history, the Accademia di Belle Arti di Brera has had a relationship with the city of Milan and the entire Lombardy area that has been constantly characterized by its relations with the furniture industry, evidenced in the great houses of the nobility and bourgeoisie, from palaces in the center to large countryside and lakefront villas. In the Brera Archive, we conserve a heritage of papers and projects that testify to the vast production of artworks and furniture, pictorial and sculptural decorations, and extensive documentation about how, from the Masters to the Accademia’s studios, paintings and sculptures arrived in the houses, living rooms and private rooms of Milan and Lombardy, as well as the aesthetics of the home. The current project is based on this widely documented and studied subject. Personally, I remember the testimonies of teachers at the Accademia who experienced the development of art at the turn of the Second World War; from Raffaellino De Grada to Giancarlo Marchese, they spoke of how Brianza’s growing furniture industry constantly referred to the Accademia’s artists, particularly in the fields of decorative arts and sculpture. Indeed, many artists, especially in the first half of the 20th century, collaborated with small and large Brianza furniture companies. Following this tradition, these collaborations increased in the ’50s and especially the ’60s-’70. It is wellknown how important figures like Marino Marini, Lucio Fontana and Agenore Fabbri were, as well as artists who established relationships and actively worked with the contemporary design sector. Continuing this history and the relationship with furniture culture, the Accademia di Brera has shown a way to consolidate these experiences and to reclaim sharing solutions. Hence the idea that our youngest artists revisit the full array of Brianza’s industrial and artisan production. The works that we have published and displayed in the exhibition are the result of this encounters based on a free expressive re-examination. The collaboration with IFDM has been positively active – in the important context of the magazine’s 10th anniver-


pubblicato ed esposto nella mostra sono il risultato di questo incontro basato su una libera rivisitazione espressiva. La collaborazione con IFDM si è resa positivamente attiva – nell’importante quadro del decennale della rivista, al fine di radicare ulteriormente l’attenzione che essa rivolge al settore del design e dell’arredamento – attraverso un concorso per idee a cui hanno preso parte oltre 200 candidati: i diversi artisti hanno potuto scegliere tra un elenco di oggetti arredativi e predisporre dei bozzetti preparatori con tutte le tecniche del momento, dall’acquerello al collage, dalla fotografia al disegno. Sono state individuate delle coppie tra oggetto e nome del giovane artista e si è passati quindi al laboratorio, per allestire infine un’esposizione che conta 19 manufatti distinti. Accanto alle 11 tele che in un racconto per immagini rappresentano, anno dopo anno, la crescita della rivista. Ho aderito al progetto perché ho condiviso questo momento di incontro fra due mondi solo formalmente distanti, ma concettualmente molto vicini. In entrambi la ricerca del bello e l’impegno di alzarne il livello qualitativo attraverso l’estetica della quotidianità è un fatto primario. Ho trovato coraggioso che IFDM si sia posto a rischio di interferenza con l’azione creativa su un prodotto già confezionato, ossia già frutto di sperimentazione e ricerca sul mercato internazionale; d’altra parte il contributo del giovane artista non può che essere sperimentale. L’oggetto, che si tratti di un letto, di un divano o di una poltrona, è un elemento plastico fatto di forme, colori, dimensioni, superfici, configurandosi inevitabilmente nell’ambito privilegiato dell’azione della pittura. Ogni giovane artista ha visto il prodotto da lui scelto come luogo di scontro, come forma di colloquio, aggiunzione, sovrapposizione, ma anche devastazione, messa in discussione. Ne è risultato che un oggetto della vita quotidiana ha dimostrato, nelle mani di un giovane artista, di essere un oggetto nuovo, custodendo al suo interno tutte le potenzialità del rinnovarsi, del cambiare, del trasformarsi.

sary, in order to further strengthen its attention to the design and furniture sector – through an ideas competition involving over 200 candidates: the various artists chose from a list of decorative objects and did some preparatory sketches using all current techniques, from watercolor to collage, from photography to design. An object and the name of a young artist were paired together and they then went to the workshop, finally setting up an exhibition featuring 19 distinct creations, alongside 11 canvases that tell a story in images of the magazine’s growth, year after year. I joined the project because I shared this moment of encounter between two worlds that are formally distant, but conceptually very close. In both worlds, the pursuit of beauty and commitment to raising the quality level through the aesthetic of everyday life is a primary fact. I thought it was courageous that IFDM risked interfering with the creative action of a product that was already made, already the result of experimentation and research into the international market; on the other hand, the contribution of the young artist is necessarily experimental. The object, whether it be a bed, sofa or an armchair, is a plastic element made up of forms, colors, dimensions and surfaces, inevitably developing in the privileged context of painting. Every young artist sees the product that they have chosen as a meeting place, a form of interview, addition, overlaying, but also devastation, which they question. The result is an everyday object that reveals itself, in the hands of a young artist, to be a new object, holding within it all the potential of renewal, change and transformation.

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Paolo Bleve Direttore editoriale Editor-in-chief

È un grande piacere per me annunciare un importante traguardo, i primi dieci anni della rivista che nel 2007 ho personalmente fondato con ambizione, grande entusiasmo e passione. Valori che lungo tutti questi anni non hanno mai mutato di intensità. Generalmente i ringraziamenti si fanno alla fine, ma desidero esprimere fin dalle prime righe la mia riconoscenza a tutti quelli che hanno creduto in me e nel giornale, sostenendolo e contribuendo a una crescita sana e sempre più professionale della rivista. Più volte amici, clienti e colleghi hanno rivolto lusinghieri complimenti definendo IFDM | Il Foglio del Mobile uno “straordinario caso di successo” – Anna, forse esagerando, spesso ha azzardato nell’affermare che dovrei tenere delle lezioni in università. Credo che questo traguardo sia semplicemente la dimostrazione di come una giovane idea nata dall’istinto possa prendere vita, consolidarsi e affermarsi creando una rete e un sistema che funzionano. Sì, perché dieci anni fa quando mi presentai al mio primo incontro ufficiale per parlare dell’allora Il Foglio del Mobile, non bastò certamente l’abito elegante o la camicia bianca a catturare l’attenzione di quell’imprenditore seduto alla sua scrivania – mi riferisco a Rosario Messina, un uomo che possedeva certamente un’accorta lungimiranza – ma fu il fattore umano a dettare la differenza. Io ci credevo davvero. Non stavo vendendo nient’altro se non me stesso a un pubblico di professionisti che mi ha poi accolto e ‘adottato’ dandomi l’onore di imparare molto di questo meraviglioso settore. Sicuramente l’incoscienza da ventenne mi ha aiutato a non badare alle possibili difficoltà e ad approcciare le differenti personalità con la giusta disinvoltura. Come tutti ricorderete, dal 2008 è iniziato un periodo di flessione per il settore; questo non ha scoraggiato le nostre attività, ma – anzi – ha stimolato una nuova visione facendo crescere sempre più la credibilità di questo format editoriale.

It is with great pleasure that I announce an important milestone: the first ten years of the magazine I founded in 2007 with ambition, great enthusiasm and passion. Values that have never dimmed in intensity throughout those years. Usually, the thanks are expressed at the end but I wish to express my gratitude from the outset to all those who believed in me and in the journal, supporting it and contributing to the healthy and increasingly professional growth of the magazine. Many times, friends, clients and colleagues have heaped praise on the magazine, describing IFDM | Il Foglio del Mobile as an “extraordinary success” – Anna, perhaps exaggerating, often told me I should hold courses in universities. I believe that this milestone is simply the demonstration of how a youthful idea based on instinct can be brought to fruition, become consolidated and gain widespread recognition by creating a network and a system that work. Yes, because ten years ago when I turned up for my first official meeting to speak about Il Foglio del Mobile, I don’t think it was my well pressed suit or white shirt that caught the attention of the man sat behind the desk – I refer to Rosario Messina, a man who certainly had vision – but the human factor made the difference. Yes, I really believed that. I was selling nothing if not myself to an audience of professionals who accepted and ‘adopted’ me, giving me the honour of learning a great deal about this wonderful sector. The recklessness of youth certainly helped me to pay no attention to the potential difficulties and approach the different figures with confidence. As you will remember, a turbulent time for the sector began in 2008 but this did not deter our activities, on the contrary, it gave rise to a new vision that raised the credibility of this editorial format. I believed from the outset that celebrating the anniversary through contemporary art would be the best way of relating the fascinating story of IFDM| Il Foglio del Mobile. I am therefore proud that the content of this project has

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Fin da subito ho ritenuto che celebrare l’anniversario attraverso l’arte contemporanea fosse il modo migliore per raccontare l’affascinante storia de IFDM | Il Foglio del Mobile. Sono quindi fiero e orgoglioso che il contenuto di questo progetto sia stato accolto e inserito nel percorso didattico dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Durante l’incontro con il Professore Andrea Del Guercio (curatore della mostra) ho ritrovato nella collaborazione un’immediata connessione con il mio percorso. L’opportunità offerta a questi giovani artisti di mettersi in gioco con il proprio talento nel mondo del design – per loro nuovo – ricalcava la chance che mi è stata riconosciuta nel 2007. Non voglio svelare i molteplici dettagli della mostra, ma ho il piacere di introdurvi a ciò che scoprirete nelle prossime pagine. Lo sguardo vivace e internazionale del magazine e la stretta connessione tra i valori di tutte le parti coinvolte – Artigianalità, Sartorialità e Cultura del design – hanno ispirato gli artisti emergenti nella reinterpretazione di pezzi iconici dei brand d’arredo, creando un percorso poetico, sintesi della relazione tra la creatività e l’ingegno del design italiano con l’arte contemporanea. Una sinergia senza barriere che lascia spazio alla più ampia contaminazione espressiva. Il percorso espositivo valorizza le tappe raggiunte da IFDM negli anni attraverso 11 tele e 19 opere d’arte. Lasciatevi trasportare dalle visioni creative di questi 27 talenti e riscoprite i tratti salienti della storia che IFDM | Il Foglio del Mobile ha scritto fino a oggi. Assieme a tutti voi che ne siete protagonisti, un grazie finale va a tutto il team IFDM che quotidianamente lavora al mio fianco e che ha dimostrato negli anni un’ammirevole affezionamento alla rivista, dedicando grande impegno per la sua crescita.

been accepted and included in the educational course of the Brera Academy of Fine Arts. During a meeting with Professor Andrea Del Guercio (the curator of the exhibition) I rediscovered in the collaboration an immediate connection with my own background. The opportunity we offered to these young artists to display their talent in the world of design – for them new – brought to mind the chance I had been given in 2007. I do not wish to reveal the many details of the exhibition but I have the pleasure of introducing you to what you will discover in the following pages. The lively international focus of the magazine and the close connection between the values of all the parties involved – Craftsmanship, Tailoring and Design Culture – inspired the emerging artists in the reinterpretation of the iconic pieces of the furniture brand, creating a poetic pathway, a synthesis of the relationship between creativity and the genius of Italian design with contemporary art. A synergy without barriers that leaves space for the widest expressive contamination. The exhibition celebrates the milestone reached by IFDM in the years through 11 canvasses and 19 works of art. Allow yourselves to be transported by the creative vision of these 27 talented artists and rediscover the salient parts of the story that IFDM | Il Foglio del Mobile has written up to the present day. Together with all of you who have been part of this, a final thank you goes to the IFDM team that works at my side every day and that has demonstrated over the years an admirable affection for the magazine and devoted great commitment to its growth.

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2007-2017

UN RACCONTO SU TELA a tale on canvas

Undici tele per narrare, anno dopo anno, la nascita e l’evoluzione de IFDM. Filtrati attraverso l’estro creativo dei giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, gli eventi e le tappe fondamentali che hanno costellato la storia del magazine sono stati interpretati in fantasiose quanto concettuali raffigurazioni, avvalendosi delle più varie tecniche pittoriche. Dalla prima apparizione della rivista al Salone del Mobile di Milano all’espansione nei mercati internazionali, fino alla crescita editoriale con nuove edizioni e innovativi restyling grafici, la cronistoria de IFDM è qui presentata in un racconto per immagini, da ammirare e contemplare con l’occhio critico dell’Arte e del Design.

Eleven canvas to recount, year after year, the birth and evolution of IFDM. Filtered by the creative flair of the artists from Brera Academy of Fine Arts, the events and fundamental stages that dazzled the story of the magazine have been interpreted in imaginative and conceptual depictions, using the most varied painting techniques. From the first appearance of the magazine at Salone del Mobile in Milan to its expansion into international markets, till the editorial growth with new editions and innovative graphic restyling, IFDM decade is here presented in a tale through images to be admired and contemplated with a keen eye of Art and Design.


2007

The Beginning È il 18 Aprile 2007. Gli ingressi del palco fieristico di Rho si spalancano, la trepidante fiumana di persone varca la soglia e prende posto tra i piazzali, i corridoi, i padiglioni. Inizia lo spettacolo che ogni anno da oltre cinque decadi è conosciuto nel mondo con il nome di Salone del Mobile di Milano. Tra le centinaia e centinaia di spettatori, pardon, visitatori, si fanno largo dei giovani in divisa, instancabili “strilloni” che brandiscono tra le mani qualcosa di inedito, di inaspettato: è una rivista, un nuovo prodotto editoriale in formato tabloid. La testata recita “Il Foglio del Mobile”. 32 pagine raccontano “Il Salone delle Meraviglie” attraverso i suoi protagonisti – aziende, designer, prodotti. È il debutto del primo tabloid freepress italiano in rotocalcografica dedicato al design, bilingue, in italiano e inglese. L’opera immortala il momento esatto dell’ingresso de Il Foglio del Mobile nel mondo del design, la sua epifania e ragion d’essere nell’istante in cui viene consegnato tra le mani del pubblico specializzato che al Salone ricerca ispirazioni e tendenze. 12 fogli di formato quadrato, ognuno dei quali rappresenta un tassello, uno scatto di questa grande folla in cui si scorgono, per la prima volta, i lettori de Il Foglio del Mobile. Segni e colori prendono forma man mano che lo spettatore si accosta all’opera: a lui si chiede di avvicinarsi e perdersi in questa stessa moltitudine; ogni riquadro costituisce un’opera a sé stante e allo stesso tempo una parte dell’insieme, in cui la moltiplicazione dell’immagine del lettore mette in risalto la diffusione del tabloid le cui pagine sono fisicamente presenti in piccoli frammenti sotto la superfice pittorica. La struttura rimanda al mosaico di fotografie realizzabile attraverso Instagram, a cui l’artista si è ispirata a partire dal profilo social del magazine. Convivono passato e presente, elementi caratterizzanti l’esordio quanto lo sviluppo contemporaneo.

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It is 18 April 2009. The doors of the Rho trade fair are thrown open, an excited river of people crosses the threshold and pours into the enclosures, corridors and pavilions. The spectacular exhibition known around the world as the Salone di Mobile of Milan begins, as it has every year for more than five decades. Among the hundreds of spectators, visitors make space for young people in uniform, tireless “news vendors” who brandish something unusual, something unexpected in their hands: it’s a magazine, a new editorial product in tabloid format. The masthead reads “Il Foglio del Mobile”. The story of the “The Show of Wonders” is told in its 32 pages through its participants – companies, designers and products. It’s the debut of the first rotogravure Italian free sheet dedicated to design, published in both Italian and English. The artistic work captures the exact moment that Il Foglio del Mobile made its entrance into the world of design, its epiphany and raison d’être at the moment it was delivered into the hands of the specialist public seeking inspiration and the latest trends at the Salone. Twelve, square format sheets, each of which represents an element, a snapshot of this huge crowd in which the readers of Il Foglio del Mobile are glimpsed for the first time. Signs and colours gradually take shape as the spectator studies the work: the observer is drawn in and invited to become lost amidst this multitude; each picture is a standalone work and, at the same time, part of the whole, in which the multiplication of the image of the reader emphasises the circulation of the tabloid, the pages of which are physically present in small fragments under the painting’s surface. The structure recalls those mosaics of photographs created with Instagram, which inspired the artist. Past and present, elements as typical of the early days as much as the contemporary development, join together.

The Beginning, 2017 Erika Feraboli Acrilico su carta Acrylic on paper 140 x 100 cm


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2008

Rasvitie Invade l’intero spazio della tela, cattura lo sguardo con forza magnetica e potere immaginifico. Quanti significati un semplice cuore è in grado di evocare! Amore, emozione, spiritualità, legame, memoria. Ma qui fatica a contenere tutta la passione e la dedizione che hanno portato alla creazione della rivista da parte del suo ideatore e direttore, Paolo Bleve. Il cuore del suo artefice è il cuore di una realtà editoriale che trova nei valori sopracitati l’ossigeno necessario per continuare a battere. Nel suo incessante pulsare, ritma il percorso vitale de IFDM, straripante di una linfa vitale impalpabile nella sua fisicità, ma percepibile nell’energia vorticosa che genera. Questa forza centripeta nell’elaborazione artistica attrae a sé una costellazione di segni grafici, che altro non sono che parole in carattere cirillico, rappresentanti il mercato russo che IFDM ha conquistato dal 2008 e che, da allora, non ha mai abbandonato presenziando alla manifestazione iSaloni WorldWide Moscow con un’edizione dedicata, in lingua russa. IFDM, Paolo, Design, Sviluppo, Cuore sono i termini chiave per interpretare i campi semantici che gravitano nell’orbita del progetto editoriale, in un universo cromatico che richiama direttamente i colori tipici dell’iconografia imperiale russa. Il rosso e il giallo emergono preponderanti sullo sfondo della tela, omaggio allo stemma della Federazione Russa raffigurante l’aquila bicipite dorata che si relaziona con il manto scarlatto sullo sfondo in un rapporto di simbiotica energia.

It occupies the whole canvas and captures the gaze with magnetic force and the power of the imagination. A simple heart can convey such meaning! Love, emotion, spirituality, bonds, memory. But here it struggles to contain all the passion and the dedication that went into the launch of the magazine by its creator and editor, Paolo Bleve. His heart is the heart of a publishing company for which the afore-mentioned values are the oxygen it needs to continue to beat. In its incessant beating, it marks the life cycle of IFDM, overflowing with vital sap, physically intangible but seen in the vortex of energy it creates. This centripetal force in the artistic process draws in a constellation of graphic signs, which are actually words in Cyrillic characters, representing the Russian market, conquered by IFDM in 2008 and never abandoned since, with the presentation of the exhibition iSaloni WorldWide Moscow and a dedicated edition in the Russian language. IFDM, Paolo, Design, Development, Heart are keywords for interpreting the semantic fields that gravitate in the orbit of the editorial project, in a chromatic universe that makes direct reference to the typical colours of the iconography of Imperial Russia. Red and yellow predominate in the background of the canvas, a tribute to the coat-of-arms of the Russian Federation depicting the double-headed golden eagle set against a scarlet mantle in the background in a relationship of symbiotic energy.

Rasvitie, 2017 Vassilena Kirilova Tchalakova Tecnica mista Mixed technique 100 x 70 cm

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2009

Informa dentro fuori 2009 Una colata giallo intenso inonda la tela catturando lo sguardo. È il colore dell’energia e della vitalità, a evocare i medesimi valori che hanno guidato IFDM quando nel 2009, con lungimirante determinazione, ha raddoppiato le sue edizioni (da due a quattro), in totale controtendenza rispetto al mercato editoriale italiano e al comparto del settore arredo e design ostacolato dalla crisi internazionale. Un manto di forza che avvolge gli oggetti, le persone, i luoghi di destinazione della rivista che emergono attraverso la forma, e che diventa spinta propulsiva per spostarsi da Milano a Mosca, fino a Parigi e Dubai in occasione degli eventi espositivi Maison&Objet e Index con le nuove creazioni editoriali di Gennaio e Novembre. Ecco allora una stilizzata Tour Eiffel emergere tra le increspature del vento o plissettature del tessuto che incorniciano il quadro alle estremità, sotto la quale frammenti del magazine si distribuiscono per lasciare traccia di sé, come impronte di un cammino. Frammenti che fluttuano sospesi su dei fili che descrivono traiettorie immaginarie di un percorso originato da uno spazio definito: una busta? Una borsa? No. A uno sguardo più attento apparirà una camera d’albergo che richiama l’iniziativa Room Service che IFDM promuove dal 2009 nei luxury hotel di Milano in occasione del Salone del Mobile. Tutt’attorno si muovono liberi elementi che circondano la quotidianità e che nella ricerca dell’artista si configurano come forme di accoglienza. Condizioni interiori o esteriori alla fisicità dell’uomo, gli oggetti ci raccontano e ci accompagnano; punti di raccolta personali o comunitari che creano un continuum tra l’uomo e l’ambiente in cui vive: il piatto che nutre, il tavolo che ospita, la sedia che dona conforto, l’architettura domestica che accoglie e ora la rivista che culla l’immaginazione.

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An intense swathe of yellow inundates the canvas and captures the attention. It is the colour of energy and vitality, evoking the same values that guided IFDM when, in 2009, with farsighted determination, it doubled the number of its editions (from two to four), completely against the tide in the Italian publishing market and at a time when the furniture and design sector was engulfed in the international crisis. A powerful cloak enveloping the objects, people and places of the magazine that emerge through the form and become the driving force for moving from Milan to Moscow, Paris and Dubai, on the occasion of the exhibitions Maison&Objet and Index, with the new editorial creations of January and November. Here is a stylised Eiffel Tower emerging between the ripples of the wind, or pleats of fabric framing the edge of the picture, under which fragments of the magazine are distributed in order to leave a trace of itself, like the footprints of a walk. Fragments floating suspended on wires that draw imaginary trajectories of a path that originated in a well-defined space: an envelope? A bag? No, on closer inspection, a hotel room appears that recalls the Room Service initiative that IFDM promoted in 2009 in the luxury hotels of Milan during the Salone del Mobile. All around, free forms and elements move and surround the ordinary, the everyday, and that in the artist’s quest are turned into forms of welcome. Conditions internal or external to the physicality of man, the objects inform and accompany us; points of personal or social gathering that create a continuum between man and the environment in which we live: the dish that nurtures, the table that accommodates, the chair that gives comfort, the domestic architecture that welcomes, and now the magazine that cradles the imagination.

Informa dentro fuori 2009, 2017 Arianna Ferreri Tecnica mista su tela, carta, cartone, gesso, colla, legno, acrilico Mixed technique on canvas, paper, cardboard, gesso, glue, wood, acrylic 100 x 70 cm


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2010

Forme libere si affermano nello spazio Tre accenni variopinti sono l’unica variazione sul tema presente nell’opera. Differenti colorazioni che identificano le rispettive edizioni de IFDM edite ad Aprile, dedicate ai tre principali settori che caratterizzano il Salone del Mobile – Design, Classico, Biennali. Una suddivisione editoriale che dal 2010 scandisce le pubblicazioni dedicate alla Milano Design Week. Come un vessillo che sbandiera al di sopra di un orizzonte uniforme, dall’alto della sua molteplicità contenutistica racconta le nuove tendenze del comparto. Tra queste, la maggiore pulizia e leggerezza estetica ricercata dalle aziende dell’arredo in stile per conquistare nuovi mercati, emerse preponderanti proprio in occasione della kermesse milanese di quell’anno. La stessa delicatezza formale che pur rappresentando lo sfondo dell’opera ne è invece soggetto principale. Una pagina bianca libera di essere scritta. Si riflette quindi sulla soavità, sulla leggerezza, sull’intimità quali valori centrali dell’habitat domestico. Con discrezione appaiono, incisi sulla superficie di questa trama monotono, oggetti caratteristici del panorama abitativo: una lampada, uno chandelier, dei miscelatori dell’ambiente bagno e cucina, a indicare come dal tessuto della casa prenda forma un microcosmo personale, che è rifugio della nostra esistenza. Gli oggetti fluttuano sospesi nello spazio, alla ricerca della loro specifica collocazione e funzione, andando a concretizzare e definire l’idea stessa di innovazione e progettualità. Da questi criteri prende le mosse il nuovo piano editoriale del numero de Il Foglio del Mobile di Novembre, che a partire dal 2010 inizia ad affrontare la tematica Contract.

Three colourful allusions are the only variation on the theme of the work. Different colour schemes that identify the respective editions of IFDM published in April, dedicated to the three main sectors of the Salone del Mobile – Design, Classic, Biennial. An editorial partitioning that marks the issues dedicated to the Milan Design Week since 2010. Like a flag fluttering above a uniform horizon, from the height of its multiplicity of content, it reports on the latest trends in the sector. Among them, great emphasis is given to the clean, light aesthetic after by furniture companies to conquer new markets that came to the fore during the Milan furniture fair that year. The same formal elegance that, rather than representing the backdrop of the work, is actually the main subject. A white page to be written. It reflects gentleness, lightness and intimacy as the central values of the domestic habitat. Typical objects of the residential scene discreetly appear, carved on this monotonous surface: a lamp, a chandelier, pieces that merge the bathroom and the kitchen, indicating how the fabric of the home becomes a personal microcosm, the haven of our existences. The objects drift, suspended in the space, in search of their specific location and function, realizing and defining the very idea of innovation and design. These criteria gave rise to the new editorial layout of the November issue of Il Foglio del Mobile, which, since 2010, introduces Contract projects. Forme libere si affermano nello spazio, 2017 Francesca Santoro Tecnica mista su tela Mixed technique on canvas 100 x 70 cm

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2011

Sotto le stelle di altri Paesi Si celebra l’internazionalità, si omaggia la vocazione cosmopolita della rivista, si rievocano le tappe del suo percorso intorno al mondo. L’opera tratteggia uno dei maggiori episodi che hanno contraddistinto il quinto anniversario de IFDM, ossia il prestigioso accordo di media partnership con la rivista di luxury e lifestyle Qatar Today. Al numero di ottobre della nota e stimata pubblicazione araba, fu infatti allegata l’edizione de Il Foglio del Mobile dedicata al settore Contract. Una collaborazione che ha sancito in maniera indissolubile il rapporto di profonda sinergia e crescente interscambio culturale con il Medio Oriente. Il fascino del mondo arabo prende quindi forma sulla superficie della tela attraverso i suoi toni caldi, gli elementi e i pattern caratterizzanti questo esotico immaginario, ricco di suggestioni evocative ed emozionali. Nel paradosso di dover rappresentare una realtà dove la libertà espressiva e iconografica è fortemente limitata, l’artista risolve puntando sull’arte Naïf, passando quindi attraverso un linguaggio che giustifica l’immagine stessa e che ne accresce contemporaneamente l’espressività. Ecco allora dei cammelli ambiare su un ‘tappeto’ arabesco – diretta citazione della copertina dell’edizione speciale de IFDM Dubai on Design, edita per la prima volta nell’ottobre 2016, interamente dedicata alla Dubai Design Week – ma al di sotto di un manto di stelle, un cielo cosparso di lampade dal design tipicamente occidentale, a simboleggiare i numerosi Paesi e le nuove destinazioni – quali Stoccolma, New York, Verona, Londra, Kiev – raggiunte da Il Foglio del Mobile nel 2011, e destinate a moltiplicarsi negli anni a seguire. Come uno sciame di comete che illuminano e guidano il cammino attraverso le lande inesplorate del design internazionale.

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Internationalism is celebrated, a tribute to the cosmopolitan approach of the magazine, recalling the stages of its journey around the world. The work deals with one of the major episodes that marked IFDM fifth anniversary, that is the prestigious media partnership agreement with the luxury and lifestyle magazine Qatar Today. Indeed, the edition of Il Foglio del Mobile dedicated to the Contract sector was attached to the October issue of the wellknown and esteemed Arab publication. A collaboration that irrevocably sealed the relationship of profound synergy and growing cultural interchange with the Middle East. The fascination of the Arab world takes form on the surface of the canvas through its warm tones, the elements and patterns characterising this exotic imagery, steeped in evocative and emotional suggestions. In the paradox of having to represent a reality where the expressive and iconographic freedom is firmly limited, the artist put the emphasis on Naïf art, adopting a language that justifies the image and at the same time increases its expressivity. Here, then, are camels ambling on an Arabesque “carpet” – a direct reference to the cover of the special edition of IFDM Dubai on Design, published for the first time in October 2016, entirely dedicated to Dubai Design Week – but under a mantle of stars, a sky dotted with lamps in a typically western style to symbolize the numerous countries and new destinations – such as Stockholm, New York, Verona, London and Kiev – reached by Il Foglio del Mobile in 2011, destined to multiply in the following years. Like a swarm of comets that illuminate and guide the path to the unexplored lands of international design.

Sotto le stelle di altri Paesi, 2017 Roberto De Pinto Tecnica mista su tela Mixed technique on canvas 70 x 100 cm


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2012

​The side of the line “Il caso IFDM” si potrebbe ribattezzare. Un caso editoriale, per la sua natura singolare e la sua indole controcorrente. Il magazine cresce in popolarità e risultati, in un momento di congiuntura economica negativa per il comparto arredo e il settore della stampa specializzata; consolida le sue posizioni, aumenta foliazione, tiratura e diffusione. Ci si ferma. Si riflette. Si contempla lo status quo. Il Foglio del Mobile viene attratto nella sfera di ricerca dell’artista, basata sul concetto di Assoluto – dal latino absolutus, sciolto, ossia indipendente e incondizionato, libero da qualsiasi vincolo, pertanto nel pensiero filosofico greco inteso come sottratto alle vicende del divenire, per se stesso compiuto e perfetto. La ricerca è sviluppata attraverso un uso limitato del colore e la raffigurazione, pura ed essenziale, di linee che condensano in un segno la vicenda dell’uomo, in questo percorso esperienziale tra la terra e il nulla, tra il concreto e l’immateriale, tra il finito e l’universale. In questa stessa polarità si posizionano frammenti cartacei della rivista che divenendo Arte attraverso tale rielaborazione, perde i suoi confini esistenziali per immergersi nell’Infinito. È l’Infinito leopardesco, dove l’immaginazione può innalzarsi e vagare in “interminati spazi” e lasciarsi sorprendere dall’immensità.

“The IFDM case” could be renamed. An ‘editorial phenomenon’, for its singular and counter-current nature. The magazine is growing in popularity and results, at a time of severe economic crisis for the furniture division and the specialist press sector; it is consolidating its position, increasing its pages, circulation and readership. Stop there. Reflect. Consider the status quo. Il Foglio del Mobile is attracted to the sphere of artistic research, based on the concept of Absolute – from the Latin Absolutus, unbound; that is, independent and unconstrained, free of any limitation and therefore, in Greek philosophic thought, understood as removed from the business of becoming, complete and perfect in itself. The research is developed through the limited use of colour and depiction, pure and simple, lines that reduce to a sign the affairs of man in this experience between the earth and the void, between the concrete and the intangible, between the finite and the universal. Amidst this polarity are paper fragments of the magazine that, becoming art through this treatment, loses its existential constraints to become immersed in the Infinite. It is the Infinite of Leopardi, where the imagination can rise up to roam the “interminable spaces” and be stunned by the immensity.

The side of the line, 2017 Dario Baroli Tecnica mista su tela Mixed technique on canvas 100 x 70 cm

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2013

Verba manent scripta volant “Verba volant, scripta manent” recitava un antico proverbio latino. L’artista ribalta questo concetto nella sua opera, tanto nel titolo così nell’interpretazione pittorica. La scrittura si leva in volo, si innalza libera e senza confine alcuno, in un cielo dalle sfumature blu, sotto forma di tondeggianti nuvole sospinte dal vento: altro non sono che parole chiave tratte dalle pagine della rivista, cariche di concetto e significato, che si fanno strada all’interno di un tragitto fatto di etere, di pensieri, di comunicazione. Il cielo, immutabile e immenso, è lo spazio delle idee, dove lasciar proliferare e accrescere la creatività, che qui può dar vita a ogni forma espressiva. Attraverso un’immediata immagine metaforica, l’artista racconta lo sviluppo della rivista che in breve tempo ha spiccato il volo verso nuove destinazioni – geografiche e progettuali – espandendo anno dopo anno con fluidità e discrezione la sua concezione di stile e informazione, generando un modello che nel vasto panorama editoriale non ha eguali. È infatti nel 2013 che la rivista attua il suo primo restyling grafico, dopo aver consolidato la sua presenza a livello internazionale e il suo allure così affine ai mercati esteri. Le radici italiane non vengono meno, ma riassunte nell’acronimo della testata: Il Foglio del Mobile diventa IFDM. Entrambe le identità, passato e presente, convivono nell’accumulo nebuloso a indicare la sua costante propensione all’innovazione e al cambiamento positivo che non dimentica mai le solide origini da cui prende vita. Non solo. L’artista ha colto l’anima e l’indole de IFDM, che nel suo espandersi verso nuovi confini ha portato i valori e i protagonisti del Made in Italy nel mondo, trovando nella rappresentazione del viaggio, del volo e del vettore (in questo caso del design) una simbologia calzante per la sua promozione comunicativa.

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“Verba volant, scripta manent” as the ancient Latin saying goes. The artist upturns this concept in the work, in the title as well as in the pictorial interpretation. Writing takes flight, it rises free and unbounded in a blue shaded sky in the form of rounded clouds pushed by the wind: these are the keywords taken from the pages of the magazine, full of concept and meaning, that proceed along a path made of ether, thoughts and communication. The sky, unchanging and immense, is the space of ideas, where creativity grows and proliferates, and any expressive form can be given life. Through an immediate, metaphorical image, the artist tells of the development of the magazine that, in a short time, took the flight to new destinations – geographically and in term of projects – expanding its concept of style and information year after year with fluidity and discretion, generating an unrivalled paragon in the vast publishing panorama. It was in 2013 that the magazine implemented its first graphic restyling, after consolidating its presence in the international scene and its sophisticated allure on foreign markets. The Italian roots remained just as important but were summarised in the acronym of the title: Il Foglio del Mobile became IFDM. Both identities, past and present, come together in the accumulation of clouds to indicate the constant propensity for innovation and positive change while never forgetting the solid origins that gave it life. Furthermore. The artist has captured the soul and nature of IFDM, which, while expanding to new horizons, has taken the values and major figures of Made in Italy to the world, finding a fitting symbolism for its promotion of communication in depictions of the voyage, the flight and the carrier (in this case for design).

Verba manent scripta volant, 2017 Gianmaria Milani Acrilico e collage su tela Acrylic and collage on canvas 100 x 70 cm


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2014

​D esign addicted Come locandine di uno spettacolo, manifesti di uno show, le opere preannunciano il grande spettacolo del Design che va in scena sullo skyline di una metropoli internazionale. Ancor meglio, come copertine d’artista che custodiscono, suddivisa in tre volumi, la storia della progettualità narrata negli anni, capitolo dopo capitolo, evento dopo evento, da IFDM. La pulizia formale, l’eleganza del tratto nelle illustrazioni – moderne e vintage allo stesso tempo – simboleggiano l’essere classicamente attuale del magazine. Intramontabile e senza tempo come lo stile iconograficamente narrato. Protagoniste uniche della rappresentazione, le illustrazioni dialogano con gli oggetti d’arredo che talora diventano parte integrante del personaggio, in un atto di personificazione e totale simbiosi; altre volte trovano nuova identità mutando la loro natura da elementi arredativi ad accessori fashion mostrando le “Molteplici facce del design”; oppure diventando strumenti tecnologici, quando un’icona dell’arredo come la lampada Pipistrello di Martinelli Luce viene brandita nella realtà artistica come un megafono, in un tripudio di “Collisioni multidisciplinari”. Lo spirito amabile e frizzante dell’opera, che fa sorridere ed emozionare nella sua genuinità, è rivelatrice dello spirito che muove la rivista – che nel 2014 rafforza la sua presenza a Singapore, Dubai, Londra e New York, città il cui skyline domina la tela, nella sua vastità architettonica e carica suggestiva, senza mai oscurare, bensì, spalancando le porte alla bellezza del “Panorama italiano” rappresentato dal design Made in Italy.

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Like flyers announcing a performance, or posters for a show, the works herald the great Design show that is to be staged on the skyline of an international metropolis. Or even better, like the artworks for covers that preserve, in three volumes, the history of design told over the years, chapter after chapter, event after event, by IFDM. The formal cleanliness, the elegance of the strokes in the illustrations – modern and vintage at the same time – symbolize the classically topical essence of the magazine. Ageless and timeless like the style narrated through iconography. Unique protagonists of the representation, the illustrations dialogue with the furniture articles that become an integral part of the character, in an act of personification and total symbiosis; at other times, they find new identities by changing their nature as furniture elements and fashion accessories to display the “Many faces of design”; or in becoming technological instruments, when an icon of furniture like Martinelli Luce’s Pipistrello lamp is wielded in the artistic reality like a megaphone, in an exultation of “Multidisciplinary collisions” The amiable and sparkling spirit of the work, the authenticity of which elicits smiles and emotions, reveals the spirit that moves the magazine – which, in 2014, reinforced its presence in Singapore, Dubai, London and New York, the skylines of which dominate the canvas, in its architectural immensity and suggestive charge, never obscuring but, on the contrary, flinging open the doors on the beauty of the “Italian panorama” represented by Made in Italy design.

Design addicted, 2017 Sofia Feraboli Acrilico, china e collage su carta applicata su tela​ ​Acrylic, china and collage on paper applied on canvas​ 70 x 100 cm


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2015 Senza titolo Untitled Un flusso. Cronologico, concettuale, materico. L’incontenibilità di tale raffigurazione varca gli argini dei tradizionali spazi della tela per raddoppiare la sua portata espressiva. Lungo un’immaginaria linea del tempo, l’artista inserisce l’evoluzione grafica de IFDM, che nel 2015 assume i connotati veri e propri di magazine – nel formato extra large patinato –, perdendo la sua originaria assimilazione al modello tabloid. Il cammino che ha condotto a tale risultato è contrassegnato, anno dopo anno, dall’uso di carte e inchiostri sempre più vicini alle esigenze d’immagine.

A flow. Chronological, conceptual, material. The limitlessness of this depiction goes beyond the barriers of the traditional space of the canvas to double its expressive reach. Along an imaginary timeline, the artist includes the graphical evolution of IFDM, which took on the features of a real magazine in 2015 – the extra large glossy format – abandoning its original similarities with the tabloid model. The path to this result was marked, year after year, by the use of papers and inks increasingly suitable for the needs of the image. These are the papers that


Le stesse carte che (incollate sulla tela) costituiscono il letto in cui il flusso scorre e si muta: dalla materia ormai ingiallita dal sole delle prime, storiche edizioni, che viene brunita quindi col fuoco per marcarne la precedente, caduca natura; attraversando poi una carta intermedia, che segna il passaggio a un editing più esteta e ricercato anche nella forma e quindi più soggetto all’opera dell’inchiostro che ne pervade la superficie; fino alla patinata, via via meno soggetta alla densità della colata blu, in prospettiva di un’apertura al mondo virtuale e intangibile del web. Lo stesso anno infatti, nel 2015, IFDM inaugura la nuova piattaforma online IFDM.it, che non intende sostituire, bensì integrare e supportare il formato cartaceo.

(glued on the canvas) form the bed on which the flow runs and changes: from the material, by now yellowed by the sun, of the first, historic editions, burnished with the flame to mark its previous, fallen nature; then moving to an intermediate paper, that marked the passage to a more aesthetic and sought-after publication, including the form, and so more subject to the work of the ink that pervades its surface; finally, to the glossy version, gradually less subject to the density of the blue flow, in the prospect of opening up to the virtual and intangible world of the web. Indeed, in the same year, 2015, IFDM inaugurated the new online platform IFDM.it, intended not to replace but the supplement and support the paper format.

Senza titolo, 2017 Francesca Adriana D’Anza Collage di carta delle riviste IFDM, bruciature, inchiostro e colori a olio Paper collage of IFDM magazines, burns, ink and oil colors 70 x 200 cm


2016

Senza titolo Untitled L’opera è un delicato intento d’elogio. Una celebrazione implicita dell’anniversario de IFDM da parte dell’artista, che vuole così omaggiare il traguardo raggiunto dal magazine; e lo fa utilizzando i tratti distintivi della nuova creazione editoriale targata IFDM che ha visto la vita e l’immediato successo lo scorso anno, il Contract&Hospitality Book. Una collezione di volumi semestrali che racchiudono i maggiori progetti internazionali nel segmento contract e hospitality, uno strumento che intende mantenere una relazione forte e dinamica tra i professionisti del progetto e le aziende del settore arredo e design che nutrono una forte specializzazione nel comparto. La tela – opera concettuale – cita direttamente la copertina monocromatica del Book, che a ogni edizione presenta il colore di tendenza dell’anno successivo, individuato attraverso un’esclusiva partnership con ColorWorks. Copertina che si mimetizza con il gesto pittorico, ma sottilmente percepibile nei rilievi della pittura che delimitano lo spazio. L’artista infatti, in linea con la sua ricerca concettuale, attua un’operazione di ribaltamento, dopo aver individuato la copertina e i suoi colori. Ecco allora il Book essere delimitato da una cornice ‘bucolica’, nel cuore della creazione artistica. Ma dall’elemento minimale, dal verde pastello, dalla cornice decorata giocosamente deriva unicamente una delicatezza ironica, che emerge anche dalla visione del Book qui interpretato come specchio del mondo e finestra sull’ignoto che attende di essere scoperto.

The work is a delicate pursuit of eulogy. An implicit celebration of IFDM anniversary by the artist, who seeks to pay homage to the goal reached by the magazine; and this is achieved by using distinctive features of the new editorial creation bearing the IFDM name that was launched and met with immediate success last year, that is, the Contract&Hospitality Book. A collection of biannual volumes that cover the major international projects in the contract and hospitality segment, a tool for maintaining a strong, dynamic relationship between design professionals and the companies in the furniture and design sector that are driving a strong specialisation in the division. The canvas – a conceptual work – refers directly to the monochrome cover of the Book, each edition of which displays the colour that will set the trend in the following year, identified through an exclusive partnership with ColorWorks. A cover reproduced through the painter’s art but subtly perceptible in the reliefs of the painting that mark out the space. Indeed, the artist, in the conceptual research, after identifying the cover and its colours, performs a work of disruption. And so the Book is constrained by a “bucolic” frame, in the heart of the artistic creation. But only a delicate irony derives from the minimalist element, from the pastel green, from the playfully decorated frame, which also emerges from the vision of the Book, interpreted here as a mirror on the world and window on the unknown waiting to be discovered.

Senza titolo, 2017 Giacomo Montanelli Acrilico su tela di cotone Acrylic on cotton canvas 100 x 70 cm

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2017 Una linea, tanti orizzonti Testi, date, parole e cifre, che diventano altro e prendono forma, definendo un orizzonte naturale. L’interpretazione dell’artista rientra nella cultura della “poesia visiva”, movimento che include la parola come facente parte dell’arte. Le parole si inseriscono quindi tra linee e forme, attraverso una ricerca che intende superare la forma stessa e con essa la coscienza razionale. Il dato cromatico si trasfigura in una proprietà poetica espressiva legata al bianco, alle trasparenze o caratterizzata da toni robusti dai forti valori simbolici.

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Texts, dates and figures become something different and take shape while defining a natural horizon. The artist’s own interpretation is part of the “visual poetry” culture, an arrangement of linguistic elements which become art. The words are inserted between lines and shapes, through a research aiming to overcome the form itself and the rational conscience. The chromatic appearance has been transformed into an expressive and poetical vocation for white, transparencies or it is characterized by strong shades rich in symbolic values. Visually the result is a path, a shape of a mountain


Ne deriva visivamente il tracciato di un percorso, la sagoma di una montagna – si ricordi che la ricerca sul paesaggio è da qualche anno anche legata al coinvolgente legame dell’artista con la natura, e i lavori che nascono dopo ogni sua immersione sono la risultanza del potere che la natura ha nell’attivare vigorose esperienze sensoriali. È un viaggio in itinere, simbolicamente l’avventura finora intrapresa da IFDM, tracciata su un percorso ormai consolidato, ma l’esito non è ancora stato sancito. La parola “fine” non è ancora stata scritta. Non si conoscono i passi futuri, né i percorsi che verranno, ma le parole che seguiranno saranno “futuro”, “speranza”, “innovazione”, “valori”. Le stesse che da dieci anni a questa parte hanno costellato le pagine della storia de IFDM.

– note that the landscape research has been linked for years to the artist’s close connection with nature, and the works that arise after each immersion are the consequence of the power of nature in activating vigorous sensory experiences. It is an ongoing journey, symbolically the adventure so far undertaken by IFDM, traced on a well established route, but with an outcome to be defined. The word “end” hasn’t been written yet. Nobody knows the future steps or the paths to embark, but the words that will surely flow will be “future”, “hope”, “innovation”, “values”. The same ones which have featured IFDM story for ten years.

Una linea, tanti orizzonti, 2017 Maria Elena Borsato Tecnica mista su tela Mixed technique on canvas 70 x 200 cm

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Erika Feraboli nasce a Cremona nel 1994. Si specializza nella tecnica della pittura a olio presso lo studio d’arte del pittore iperrealista Stefano Magnani. Trasferitasi a Verona, frequenta l’Accademia di Belle Arti Cignaroli e successivamente, a Milano, la scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2012 realizza in Valpolicella, a San Pietro in Cariano, etichette d’artista dal vivo in occasione dell’inaugurazione delle Tenute Ugolini. Nel 2015 è illustratrice presso l’evento Market in Store per il concept store 4Design di Verona. Attualmente lavora a un intervento site specific per la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Ivrea. Erika Feraboli was born in Cremona in 1994. She specialised in the oil painting technique at the art studios of the hyperrealist painter Stefano Magnani. On moving to Verona, she attended the Cignaroli Academy of Fine Arts before attending the painting school at the Brera Academy of Fine Arts. In 2012 in Valpolicella, she created artists’ labels live during the inauguration of the Tenute Ugolini in San Pietro in Cariano. In 2015, she was guest illustrator at the Market in Store event for the 4Design concept store in Verona. Currently, she is working on a site specific intervention for the Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Ivrea.

Vassilena Kirilova Tchalakova nasce a Dupnitsa (Bulgaria) nel 1990. Vive in Italia dal ‘98. Dopo aver conseguito il diploma al Liceo artistico di Brera, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera. Svolge un’intensa produzione artistica quotidiana, ispirandosi soprattutto al nuovo espressionismo. Vassilena Kirilova Tchalakova was born in Dupnitsa (Bulgaria) in 1990. She lives in Italy since 1998. After graduating from the Liceo Artistico of Brera (artistic school of Brera), she enrolled at the Brera Academy of Fine Arts. She performs an intense artistic production, mainly inspired by new expressionism.

Arianna Ferreri nasce a Bergamo nel 1994. Si diploma al Liceo Artistico Statale di Bergamo per poi accedere nel 2012 all’Accademia di Belle Arti di Brera dove studia Scultura. La formazione artistica trova sviluppo anche in ambito lavorativo: tra il 2015 e il 2017 inizia a collaborare con Stefano Butti allo svolgimento di laboratori di creazione del gioiello. Negli stessi anni lavora in collaborazione con lo studio di architettura ISI+ per la realizzazione di decorazioni in residence. Durante gli anni 2016-2017 svolge interventi nelle scuole, primaria e secondaria di primo grado, in qualità di esperta sulla modellazione dell’argilla. Arianna Ferreri was born in Bergamo in 1994. She graduated from the Liceo Artistico Statale di Bergamo (artistic school of Bergamo) and later entered the Brera Academy of Fine Arts where she studies Sculpture since 2012. The artistic education is also developed in the working life: between 2015 and 2017 she collaborates with Stefano Butti organizing jewelry making workshops. In the meantime she also works with the architecture firm ISI+ creating custom made art works. During 2016-2017 she visits primary and secondary schools as an expert on clay modeling.

Francesca Santoro nasce a Caserta nel 1994. Dopo essersi diplomata, nel 2013, al Liceo Artistico Paolo Toschi di Parma, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera. Si laurea in Pittura nel 2017 e attualmente frequenta il corso di laurea specialistica in Arti Visive. Ha partecipato a molteplici mostre collettive. Nel 2014 vince la seconda Edizione del Premio Ione Zobbi e realizza un’installazione in acciaio corten e ceramica dal titolo “Olea”. Nel 2016, le viene commissionata un’opera per la collezione privata della Bellco Srl, e realizza “Rito della Purificazione”. Francesca Santoro was born in Caserta in 1994. After graduating from the Liceo Artistico Paolo Toschi in Parma in 2013 she started attending lessons at the Brera Academy of Fine Arts. She graduated in Painting in 2017 and currently attends the 2° level degree program inVisual Arts. She has taken part to several collective art exhibitions. In 2014 she won the second edition of the Ione Zobbi award and assembled an installation in corten steel and ceramic, named “Olea”. In 2016 she was commisioned to create a piece for the private collection of Bellco Srl, “Rito della Purificazione”.

Roberto de Pinto nasce a Molfetta (BA) nel 1996. Dopo il diploma presso il liceo O.S.A. di Molfetta, si iscrive al dipartimento di pittura dell’Accademia di Belle arti di Brera. Si interessa alla rappresentazione gestuale di figure, molto spesso dai caratteri arcaici e primitivi. Nel 2016 ha partecipato alla collettiva “Ich bin hier” presso la fondazione Mudima, e nel 2017 alla collettiva “osservatorio 9” presso palazzo Mandelli ad Arena Po (PV). Roberto de Pinto was born in Molfetta (Bari) in 1996. After graduating from the O.S.A. high school of Molfetta, he enrolled in the painting department of the Brera Academy of Fine Arts. He is amused by the gestural representation of figures, often with archaic and primitive characters. In 2016 he took part to the collective art exhibtion “Ich bin hier” at the Fondazione Mudima, and in 2017 was among the artists presented by “Osservatorio 9” at Palazzo Mandelli in Arena Po (Pavia).

Dario Baroli nasce a Magenta nel 1993. Diplomatosi presso l’Istituto Luigi Einaudi nel 2012, dal 2014 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera dove attualmente è iscritto all’ultimo anno del triennio. Ha partecipato a numerose mostre collettive: nel 2016, “Nel Disegno”, Collettiva di giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, a cura di Gianluigi Rocca e Alessandro Togni; nel 2017, “Progetto Atelier Galliani” e “Mostra collettiva Ex Macello Comunale” a Montecchio Emilia, e “Osservatorio 9” presso palazzo Mandelli ad Arena Po (Pavia). Dario Baroli was born in Magenta in 1993. He graduated from the Istituto Luigi Einaudi in 2012, and since 2014 he attends the Brera Academy of fine arts, where he is currently enrolled in the last year of the first level degree program. He has participated to numerous collective exhibitions: in 2016, “Nel Disegno”, a collective art exhibition of young artists from the Brera Academy of fine arts, curated by Gianluigi Rocca and Alessandro Togni; in 2017, “Progetto Atelier Galliani” and “Mostra collettiva Ex Macello Comunale” in Montecchio Emilia, and “Osservatorio 9” at Palazzo Mandelli in Arena Po (Pavia).

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Gianmaria Milani nasce a Savigliano (CN) nel 1995. Vive a Milano, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha realizzato due mostre personali: “Lungo le scale del pensiero e dell’immagine”, presso la Galleria Offbrera, Milano (2015), a cura di Andrea Del Guercio; e “Con i piedi in terra e la luce tra le nuvole”, presso l’Ex Studio di Piero Manzoni, Milano (2015), a cura di Pier Luigi Buglioni. Tra le numerose mostre collettive a cui ha preso parte, si segnalano nel 2017 “Peel”, presso Palazzo Sabbadino a Reggio Emila, e “Devi cambiare la tua vita”, negli spazi dell’Hangar Ex Macello (Macao) di Milano. Gianmaria Milani was born in Savigliano (Cuneo) in 1995. He lives in Milan where he attends the Brera Academy of Fine Arts. He has made two personal exhibitions: “Lungo le scale del pensiero e dell’immagine”, at the Galleria Offbrera, in Milan (2015), curated by Andrea Del Guercio; and “Con i piedi in terra e la luce tra le nuvole” at the Ex Studio of Piero Manzoni, Milan (2015), curated by Pier Luigi Buglioni. Among the several collective art exhibitions he has taken part to, must be noticed “Peel” in 2017, at Palazzo Sabbadino in Reggio Emila, and “Devi cambiare la tua vita”, at the Hangar Ex Macello (Macao) in Milan.

Sofia Feraboli nasce a Cremona nel 1994. Frequenta il liceo artistico a Parma e si specializza nella tecnica della pittura a olio presso lo studio d’arte del pittore iperrealista Stefano Magnani. Trasferitasi a Verona, frequenta l’Accademia di Belle Arti Cignaroli per poi giungere a Milano dove si iscrive alla scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2012 realizza in Valpolicella, a San Pietro in Cariano, etichette d’artista dal vivo in occasione dell’inaugurazione delle Tenute Ugolini. Nel 2016 partecipa alla mostra collettiva “Disseminazioni” al Museo Diocesano di Milano. Sofia Feraboli was born in Cremona in 1994. She attended artistic high school in Parma and specialized in oil painting at hyper-realist painter Stefano Magnani’s art studio. She moved to Verona, where she attended the Cignaroli Fine Arts Academy, and then to Milan, where she enrolled to the Brera Academy of Fine Arts painting school. In 2012, she created artistic labels live at the opening of the Tenute Ugolini in Valpolicella, San Pietro in Cariano. In 2016, she participated in the collective “Disseminazioni” exhibition at the Museo Diocesano in Milan.

Francesca Adriana D’Anza nasce a Polla (SA) nel 1996. Diplomata al Liceo Artistico del Pomponio Leto di Teggiano (SA), studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. La sua ricerca artistica si sviluppa su “opposti coesistenti che uniti con equilibrio e armonia ricongiungono a un Tutto”. Numerose le collettive a cui ha preso parte, l’ultima delle quali è “Osservatorio 9” presso palazzo Mandelli ad Arena Po (Pavia). Tra i concorsi e workshop a cui ha partecipato, “Iqbal Masich” di Baggio (MI) con l’Accademia di Belle Arti di Brera e Mediafriend, oltre alla realizzazione di un’opera pittorica esposta al Barriques Museum. Francesca Adriana D’Anza was born in 1996. She graduated at the Liceo Artistico del Pomponio Leto of Teggiano (Salerno), and is currently studying painting at the Brera Academy of Fine Arts. Her artistic research is based on “coexisting opposites that united with balance and harmony rejoin in the Whole.” She has taken part to several collective exhibitions, the most recent is “Osservatorio 9” at Palazzo Mandelli in Arena Po (Pavia). Among the competitions and workshops she attended, there is “Iqbal Masich” of Baggio (MI) with the Brera Academy of Fine Arts and Mediafriend, as well as the creation of a painting exhibited at the Barriques Museum.

Giacomo Montanelli nasce a San Miniato (PI) nel 1996. Vive e lavora a Milano. Studia all’Accademia di belle arti di Brera dove frequenta il corso di Pittura. Nell’ultimo anno ha partecipato alle mostre collettive “Peel”, in concomitanza di Fotografia Europea, presso Palazzo Sabbadino a Reggio Emilia, “Devi cambiare la tua vita” a cura di Bianca Frasso, negli spazi dell’Hangar Ex Macello (Macao) di Milano e “Baretto” in occasione dello Studi Festival #3 a Milano. Tra le personali, si segnala “Adesso” presso Casa Toesca a Rivarolo Canavese (TO). Giacomo Montanelli was born in San Miniato (Pisa) in 1996. He lives and works in Milan. He studies at the Brera Academy of Fine Arts where he attends the Painting course. During the last year he participated to the collective exhibitions: “Peel” concurrently with the Fotografia Europea at Palazzo Sabbadino in Reggio Emilia, “ Devi cambiare la tua vita “ by Bianca Frasso, in the Hangar Ex Macello (Macao) of Milano and “Baretto” during the Studi Festival #3 in Milan. Among his solo art exhibitions, “Adesso” at Casa Toesca in Rivarolo Canavese (TO).

Maria Elena Borsato nasce a Milano nel 1966. Si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera in Milano. Il suo percorso artistico è caratterizzato da una costante ricerca e sperimentazione in ambito pittorico, scultoreo e fotografico. I suoi lavori hanno avuto nel tempo numerose occasioni espositive in gallerie private e spazi pubblici. È stata finalista e vincitrice di numerosi concorsi nazionali e internazionali. Maria Elena Borsato was born in Milan in 1966. She graduated in Painting at the Brera Academy of Fine Arts in Milan. Her artistic path is characterized by constant research and experimentation in pictorial, sculptural and photographic area. During the years her artworks have been exhibited in private galleries and public spaces. She has been finalist and winner of many national and international art contests.

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IL DESIGN INCONTRA L’ARTE design meets art

Da icone del design e dell’arredo classico a opere d’arte. Sono 19 i prodotti di 17 aziende italiane che trovano nuovo senso d’essere nella rielaborazione artistica eseguita da altrettanti giovani artisti di Brera, che hanno fatto collidere la sfera della progettualità con la più fervida fantasia creativa. Il risultato è qualcosa di sorprendentemente inedito.

From design and classic furniture icons to art works. A total of 19 products from 17 Italian companies gains a new sense of existence through the artistic reworking carried out by as many young artists from Brera that have blended the creative approach and the most fervid design inventive. The result is something of entirely new and different.


Intervista a | Interview with

Andrea Del Guercio Il mondo dell’Arte e quello del Design hanno da sempre vissuto di contaminazioni e interazioni. Come si è sviluppata e concretizzata tale relazione nella sua esperienza curatoriale? Nella mia storia professionale mi sono sempre occupato di questo rapporto tra Arte e Design, in particolar modo creando due linee di pensiero parallele: Interni d’Artista e le Case dell’Arte. Nel primo caso si osserva la contaminazione espositiva e la frequentazione da parte del fruitore sia dell’arredamento che dell’arte; si cerca cioè un equilibrio estetico e un arricchimento reciproco in grado di infondere energia allo spazio. Nel secondo percorso l’azione artistica ridisegna completamente lo spazio abitativo, sostituendosi al sistema del design. Attraverso diverse soluzioni espositive ho potuto fornire al fruitore percorsi esperienziali partecipati e percepibili; ma ho anche sottolineato come l’applicazione della funzione d’uso e di quella estetica permettano di vedere contemporaneamente una sedia diventare una scultura e una scultura diventare una sedia; dove il piano di un tavolo può essere un quadro se appeso al muro, mentre un quadro su due cavalletti si trasforma in un piano d’appoggio. Come convivono i due percorsi con le case di oggi? Sicuramente sono due progetti diversi che nella realtà di tutti i giorni tendono a riunificarsi. La tendenza più diffusa vede soluzioni di integrazione tra arte e design, dove cioè si mantiene un rispettoso spazio di autonomia tra un oggetto di arredo ed un manufatto artistico. In quest’ottica valga la soluzione assunta da alcuni Art Hotel in cui il design e l’arte interagiscono rimanendo scissi, attraverso l’installazione di opere d’arte. Rispetto a questo processo di normalizzazione, in cui il fruitore diventa nel rapporto con l’arte collezionista e committente, può essere intrapresa una soluzione più sperimentale in cui in fase di progettazione e installazione le due distinte figure, l’architetto e l’artista, l’arredo e l’opera, si contaminano e si integrano attraverso scambio di ruoli e di funzioni.

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The art and design worlds have always had a symbiotic relationship. How has this relationship developed and manifested itself in your experience as a curator? In my professional career, I have always focused on this relationship between art and design, in particular by creating two parallel ways of thinking: Interni d’Artista (Artist Interiors) and the Case dell’Arte (Houses of Art). In the first case, we can observe exhibition contamination and the attendance of the user of both furniture and art. We therefore look for an aesthetic balance and mutual enrichment that can infuse a space with energy. In the second case, artistic action completely redefines and characterizes the living space, replacing the design system. Through various exhibition solutions, thanks to the participation of artists and designers; I substituted the museum route with active attendance and sensory use, while also emphasizing how the application of practical and aesthetic functions allow us to simultaneously see a chair become a sculpture and a sculpture become a chair; a table top can be painting hanging on a wall, while a painting on two stands transforms into a countertop. How do these two approaches coexist with contemporary houses? They are certainly two different projects that in everyday reality tend to be reunited. The most widespread trend involves integration solutions between art and design, in which there is respectful autonomous space between a furniture object and an artistic creation. In this regard, one effective solution is the approach adopted by several Art Hotels, in which design and art interact while remaining divided. In contrast to this normalization process, in which the user’s relationship with art is that of both collector and buyer, a more experimental solution can be adopted in which, during the design and installation stage, two distinct figures, the architect and the artist, the furniture and the work, influence each other and integrate through the exchange of roles and functions. The latter, more risky approach underlies the project that results from the contamination between Brera and IFDM,


Lungo quest’ultimo indirizzo “rischioso” si pone anche il progetto nato dalla contaminazione tra Brera e IFDM, tra i giovani artisti e l’industri del mobile e dell’arredo della Brianza. Abbiamo fatto convivere questi due mondi facendoli incontrare, suggerendo una convivenza ed ottenendo un arricchimento sperimentale. Qual è quindi la differenza tra un oggetto del design e un oggetto dell’arte? L’oggetto del design è un oggetto che nasce per rispondere a una funzione d’uso (una sedia ad esempio è progettata per sedersi), ma si arricchisce della funzione estetica (deve essere anche bella). L’oggetto dell’arte scaturisce da una funzione estetica (l’essere bello), ma può prevedere al suo interno anche la funzione d’uso. Sappiamo che per tutti gli ipovedenti non risulta immediata la differenza tra opera d’arte e oggetto di design ed inizialmente i due valori si contaminano richiedendo conoscenza tattile e informazione e descrizione dall’esterno; colui che non vede è contemporaneamente immerso in un mondo di oggetti e di opere, trattandosi in entrambi i casi di ‘volumi’. Questa notazione ci insegna che azzerando le abitudini e i preconcetti possiamo vivere nuove esperienze anche in relazione alla personalizzazione della casa. Se i prodotti di design rispondono alle leggi di produzione e di mercato, a quali leggi risponde invece il sistema dell’arte? Ogni oggetto d’arredo si caratterizza attraverso la forma, ma si impone alla fruizione attraverso il materiale prescelto dalla produzione; si tratta di un manufatto caratterizzato dalle complesse leggi della progettazione e della produzione in vista della funzione d’uso. Queste leggi sfuggono all’atto creativo e al fare dell’arte, cosi che i materiali di supporto (supporto alla creatività) rispondono direttamente alla sensibilità estetica, all’emozione per la bellezza. Il sistema linguistico dell’arte non si basa su un sistema rigido ma fluido, in cui casualità e occasionalità portano il loro inedito contributo: se si guardano gli oggetti esposti nella mostra de IFDM, come erano a come oggi sono, troverete che sono stati caratterizzati dall’uso di materiali molto diversi e quasi del tutto inadatti: la poltrona di Moroso rivestita di frammenti di specchi; alla comoda dormeuse di Jumbo Collection si sostituisce il principio simbolico di una ‘lingua umana’ plasticizzata; alla poltrona monocroma di Natuzzi si sostituisce una proiezione schizofrenica di immagini. Gli oggetti perdono la loro unicità per entrare dentro i processi della creatività, seguono un processo che non ne nasconde l’identità, bensì dimostra di essere in grado di svelarne e/o di acquisirne tante altre: perché ogni opera ha una sua intelligenza che dobbiamo ascoltare e capire con uno sforzo di sensibilità.

between young artists and the Brianza furniture industry. We have made these two worlds coexist by bringing them together, suggesting coexistence and obtaining experimental enrichment. What is the difference between a design object and an art object? A design object is an object that is created for a practical purpose (for example a chair is designed for sitting on), but is enhanced by its aesthetic function (it must also be beautiful). An art object has an aesthetic purpose (being beautiful), but it can also have a practical function. We know that visually impaired people cannot immediately discern the difference between an artwork and a design object and initially the two values are contaminated since they require tactile knowledge and information and description from the outside; someone who cannot see is simultaneously immersed in a world of objects and artworks, which in both cases consist of ‘volumes’. This teaches us that by eliminating our habits and preconceptions, we can have new experiences in relation to the personalization of the home. If design products respond to the laws of production and the market, what laws does the art system respond to? Every piece of furniture is characterized by its shape, but its use requires the material chosen by the production; it is a product characterized by the complex laws of design and of production with regard to its functional purpose. These laws elude the creative act and the formation of art, so the support materials (support to creativity) respond directly to aesthetic sensibility and to emotion for beauty. The language system of art is not based on a rigid system, but a fluid one, in which randomness and occasionality add an original contribution. If you look at the objects on display in IFDM’s exhibition, how they were and how they are today, you will find that they have been characterized by the use of very different materials that are almost completely unsuitable: Moroso’s armchair, which is covered with fragments of mirrors; the comfortable daybed by Jumbo Collection is replaced by the symbolic principle of a plasticized ‘human language’; Natuzzi’s monochrome armchair is replaced by a schizophrenic projection of images above it. Objects lose their uniqueness in order to follow a process that do not conceal their identity, but demonstrate that they can reveal and/or acquire many others: every work has its own intelligence that we must listen to and understand with sensitive effort.

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Angelo Cappellini

Oltre un secolo di storia. Oltre un secolo di tradizioni, lavorazioni, esperienza, che fanno della Angelo Cappellini & C un baluardo nel panorama dell’arredo in stile Made in Italy. Nata nel 1886 nel cuore della Brianza comasca, fu originariamente fondata da Enrico Cappellini che ha saputo trasmettere il gusto e la preziosità della lavorazione del legno alle generazioni seguenti, entrate a far parte della storia dell’azienda stessa. Specializzata nella riproduzione dei modelli autentici dei maggiori stili europei Luigi XV, Luigi XVI, Impero e Biedermeier, l’azienda ha affrontato le evoluzioni di mercati e tendenze d’arredo restando ancorata ai canoni originali della sua impronta stilistica. Ha così conquistato epoche e mercati. Con un volume d’affari di circa il 90% destinato all’export, Angelo Cappellini è infatti presente in particolare nell’Est Europa, Medio Oriente ed Estremo Oriente, grazie a una vasta e consolidata rete commerciale e distributiva. Ma ben più ampia è la sua presenza anche attraverso la collaborazione con importanti studi di architettura e interior design internazionali per realizzazioni contract e residenziali: l’approccio artigianale dell’azienda infatti consente lo sviluppo di progetti completi per il panorama domestico e non solo, completamente su misura e personalizzati. Meticolosa scelta dei materiali, cura per i dettagli sartoriali, intagli, intarsi, decori, tessuti di prima qualità, rendono ogni prodotto un unicum irripetibile, la cui accurata realizzazione e finitura a mano ne fanno un opera d’arte. Dalle radici e dai valori della tradizione di Angelo Cappellini, nasce nel 2010 il brand Opera Contemporary dall’impronta stilistica elegante e contemporanea, seguito nel 2012 dalla collezione Mediterraneo, legata ai canoni romantici e delicati dello stile provenzale.

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More than a century of history. More than a century of traditions, processes and experiences that make Angelo Cappellini & C a bulwark in the panorama of Made in Italy style furniture. Established in 1886 in the heart of Brianza it was originally founded by Enrico Cappellini, who knew how to convey the flair and great value of working wood to the future generations who joined the company. Specialising in the reproduction of the authentic models of the major European styles, Louis XV, Louis XVI, Empire and Biedermeier, the company navigated the market developments and trends in furniture while remaining anchored to the original canons of its stylistic hallmark and, in doing so, conquered epochs and markets. With around 90% of its turnover intended for export, Angelo Cappellini is present in Eastern Europe, the Middle East and the Far East, thanks to a vast and consolidated sales and distribution network. Its reach is ever greater through its collaboration with major architectural and international interior design studios in the contract and residential sectors: the company’s artisan approach has enabled the development of complete projects for the domestic panorama and beyond, completely made to measure and personalised. The meticulous choice of materials, care over the details, the engravings, inlays, decorations and top quality fabrics make every product unique and unrepeatable, a work of art in its painstaking creation and hand finishing. From the traditional roots and values of Angelo Cappellini, in 2010 is launched Opera Contemporary, a brand with an elegant personality and a contemporary style, in 2012 is followed in 2012 by Mediterraneo, bound to the romantic and delicate traits of provencal style.

Poltrona | Armchair Corfù - Art.2122 (2008) design by R&D Angelo Cappellini


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Giardino di rame La bergère si spoglia di tutti i suoi elementi accessori per rivelare unicamente la sua anima, materica, solida, autentica. Discretamente lascia intravedere la sua intrinseca natura classica, manifestatasi nei raffinati intagli che mani di abili artigiani hanno lavorato e fatto emergere dalla materia lignea nella forma di delicati decori floreali. Una cornice bucolica, terreno fertile da cui germoglia una rinvigorita naturalità: un florido giardino ramato, dove figure antropomorfe, fiori, rampicanti, piccoli mughetti e felci prendono vita e si contendono lo spazio di questo Eden immaginifico, che solo la forte struttura portante sembra in grado di contenere. La bergère perde la sua primigenia finalità, accomodante e riposante per il corpo, per diventare luogo di pace e introspezione per l’anima, un quadro di trasparenze, un invito a perdersi nei suoi mille riflessi.

The armchair, stripped of all its accessory elements to reveal only its soul, material, solid and authentic. Discreetly offering glimpses of its intrinsic classical nature, displayed in the sophisticated engravings created by the hands of skilful artisans and made to emerge from the wood in the form of delicate floral decorations. A bucolic setting, fertile ground from which rejuvenated naturalness springs: a flourishing copper garden, where anthropomorphic figures, flowers, climbers and little lilies bloom and compete for space in this imaginary Eden, which only the strong load-bearing structure seems able to contain. The armchair loses its primary purpose, accommodating and giving repose for the body, to become a place of peace and introspection for the soul, a picture of transparency, an invitation to lose oneself in its countless reflections.

Erika Feraboli nasce a Cremona nel 1994. Si specializza nella tecnica della pittura a olio presso lo studio d’arte del pittore iperrealista Stefano Magnani. Trasferitasi a Verona, frequenta l’Accademia di Belle Arti Cignaroli e successivamente, a Milano, la scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2012 realizza in Valpolicella, a San Pietro in Cariano, etichette d’artista dal vivo in occasione dell’inaugurazione delle Tenute Ugolini. Nel 2015 è illustratrice presso l’evento Market in Store per il concept store 4Design di Verona. Attualmente lavora a un intervento site specific per la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Ivrea. Erika Feraboli was born in Cremona in 1994. She specialised in the oil painting technique at the art studios of the hyperrealist painter Stefano Magnani. On moving to Verona, she attended the Cignaroli Academy of Fine Arts before attending the painting school at the Brera Academy of Fine Arts. In 2012 in Valpolicella, she created artists’ labels live during the inauguration of the Tenute Ugolini in San Pietro in Cariano. In 2015, she was guest illustrator at the Market in Store event for the 4Design concept store in Verona. Currently, she is working on a site specific intervention for the Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Ivrea.

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Giardino di rame, 2017 Erika Feraboli per/for Angelo Cappellini Filo di rame intrecciato e ramoscelli Woven copper wire and twigs


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Il posto di Anastasia L’artista indaga con straordinaria delicatezza e profondità d’animo il tema della “Sacralità del Posto” inteso nella duplice accezione di luogo fisico e spirituale: quel posto che riserviamo alle persone dentro i nostri cuori, in quella parte più recondita dell’animo che sono i ricordi. O, più genericamente, ma non meno importante, la definizione del proprio posto nella società. Ecco dunque, creata una sedia emblema di questi valori. Il lavoro nasce dall’esigenza di mettere in luce e porre l’accento sull’usanza di sacralizzare lo spazio di chi non vi è più. Da qui la seduta come un “reliquiario”, a occupare materialmente e concretamente il posto della piccola Anastasia mai potuta diventare Zarina. Così avviene la magia: quella dell’assenza in cui il ricordo permea una presenza. I mobili non sono semplici complementi d’arredo, sono oggetti che portano inscritti in sé idee, metafore di civiltà e tradizioni. Si pensi al nostro disporci attorno alla tavola, spesso così ben definito e prescelto. Perfino in questo uso così umano si può definire una sacra ritualità, dove ogni “stanza” ha il suo posto, e ogni “posto” ha la sua persona. Ecco cos’è la Sacralità del posto, il proprio.

The artist investigates with extraordinary delicacy and depth the theme of “sacred place” as a physical and spiritual site: that piece of heart anyone reserves to beloved people, where memories are treasured. Or more generically the definition of anyone’s place within the society. This work arises from the need to highlight and emphasize the concept of glorifying the space of those who are no longer with us. The chair is conceived as a “reliquary” that materially and concretely occupies the place of the little Anastasia who never became tsarina. And here comes the magic: the absence turns into presence by memories. Furnishings are not just pieces of furniture, they are objects that carry ideas, metaphors of civilization and traditions. To name but one, the one of sitting around a dining table, where everything is well defined. Even in this human habit is hidden a sacred ritual, where every “room” has its place, and every “place” has its person. That’s the inner meaning of sacred place.

Gaia Lucrezia Zaffarano nasce a Milano nel 1991. Nel 2010 si diploma al Liceo Artistico Caravaggio a Milano, per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Brera dove si laurea nel 2016 alla Specialistica di Pittura con una tesi in russo e italiano sulla ricerca dell’autenticità dal titolo “Ja Pishu Kartini” – “ Io scrivo Quadri”, con relatori di tesi: Cristina Muccioli, Paola Salvi e Italo Bressan. Attualmente vive e lavora a Milano. Gaia Lucrezia Zaffarano was born in Milano in 1991. After graduating from the Liceo Artistico Caravaggio in 2010 she started attending lessons at the Brera Academy of Fine Arts. She graduated in Painting in 2016 with a thesis both in Russian and Italian on the research of authenticity titled “Ja Pishu Kartini” – “ Io scrivo Quadri”. Mentors: Cristina Muccioli, Paola Salvi and Italo Bressan. Currently she lives and works in Milano.

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Il posto di Anastasia, 2017 Lucrezia Zaffarano per/for Angelo Cappellini Tecnica mista, lamierino sbalzato, ex voto, passamanerie, velluto, pizzo, rose secche Mixed technique, embossed steel, ex voto, trimming, velvet, lace, dried roses


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Asnaghi Interiors

Superata la soglia dei cento anni di attività, Asnaghi Interiors conferma la sua posizione rinomata all’interno del panorama dell’arredo classico. L’azienda, dal carattere familiare e dalla forte impronta identitaria legata alla migliore artigianalità Made in Brianza, ha saputo evolversi negli anni parallelamente alle evoluzioni di mercati e tendenze dell’arredo in stile. Ma produzione, relazione con il territorio e il suo tessuto di piccole imprese, qualità delle materie prime e accuratezza di lavorazioni realizzate ancora a mano, sono rimaste immutate. Asnaghi Interiors nasce nel 1916, quando Giuseppe Asnaghi avvia un’impresa artigiana a Meda, cuore della Brianza mobiliera. Con il supporto dei figli, fonda verso la metà del secolo scorso l’azienda Asnaghi Giuseppe & C, dando avvio anche all’export in alcuni Paesi del mondo, Est Europa in primis, fornendo arredamenti anche per il Cremlino. È con la terza generazione della famiglia che, nel 1993, prende forma completa la realtà dell’Asnaghi Interiors, solida, dinamica, sempre più internazionale. Cifra progettuale è la capacità di rielaborare lo stile tradizionale in collezioni complete per l’intero panorama abitativo, mantenendo inalterato il suo antico fascino, coniugando l’esperienza di artigiani specializzati alle tecnologie più avanzate. Le lavorazioni di intagli, intarsi, finiture realizzate a mano, sono sinonimo di garanzia e qualità; un patrimonio di inestimabile valore che si tramanda attraverso iconici prodotti d’arredo. La produzione di arredi custom made e personalizzati, rendono l’azienda un interlocutore privilegiato nei grandi progetti contract e residenziali a livello internazionale. Asnaghi Interiors è così presente nelle maggiori città del mondo, la cui maestria è testimoniata anche attraverso un’ampia rete distributiva di negozi e showroom, tra Dubai, Miami, Mosca fino ad arrivare in Cina e negli Stati Uniti.

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With a hundred years in the business it, Asnaghi Interiors confirms its acknowledged position in the panorama of classical furniture. The family-style company, with its strong identity linked to the best Made in Brianza craftsmanship, has evolved in step with the evolution in the markets and stylistic trends in furniture. But the production, the relationship with the territory and its range of small business, the quality of the raw materials and the care over the processes, still conducted by hand, have all remained unchanged. Asnaghi Interiors was established in 1916, when Giuseppe Asnaghi started an artisan business in Meda, in the heart of the Brianza furniture industry. With the help of his sons, around the middle of the last century, he founded the company Asnaghi Giuseppe & C, also starting to export to a number of countries, primarily eastern Europe, even supplying furniture to the Kremlin. In 1993 the third generation of the family developed the current company of Asnaghi Interiors, solid, dynamic and increasingly international. The hallmark is its capacity for reworking the traditional style in complete collections for the entire residential panorama, leaving its antique charm unaltered and combining specialist artisan experience with the most advanced technologies. The work of engraving, inlays and hand finishing are synonymous with the guarantee of quality; a heritage of inestimable value conveyed through iconic furniture products. The production of custom made, personalised furniture make the company a favoured partner for major contract and residential projects at the international level. Asnaghi Interiors is present in the major cities of the world, displaying its mastery through a broad distribution network of stores and showrooms, including Dubai, Miami, Moscow and cities in China and the United States.

Letto | Bed Easy (2016) design by R&D Asnaghi Interiors


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Vertical dream Il grande telaio del letto Easy sviluppa un percorso di analisi e introspezione riguardante le diverse percezioni dei sogni attraverso le età della vita, dalla culla al lettino del bambino, al grande talamo matrimoniale. “To die, to sleep. To sleep, perchance to dream. Ay, there’s the rub; For in that sleep of death what dreams may come” recitava William Shakespeare nell’Hamlet. La composizione è ordinata e geometrica: in principio, lo spazio che separa il materasso dal pavimento, spazio che divide il palco dei sogni dal terreno della realtà quotidiana. Poi, l’elemento protettivo della rete, che permette di vedere oltre il letto senza possibilità di contatto con ciò che sta dietro. Se la rete alla base del giaciglio protegge dalle paure inconsce dell’infanzia, il grande velo posto al di sopra ci rincuora dalle paure dell’età adulta. L’invecchiamento, la perdita, la morte. Un filo rosso attraversa questo bianco reticolo, quale ulteriore elemento di difesa da quei timori che non sono più irreali e irrazionali: la linea rossa conduce lo sguardo verso l’alto, lontano dalle paure terrene, verso il cielo, calmando l’incertezza dell’aldilà. “Il sonno della ragione produce mostri”. La ragione del sonno calma gli animi e guida verso la pace interiore.

The large frame of the Easy bed develops a course of analysis and introspection on the diverse perceptions of dreams in the various stages of life, from the cradle to the child’s cot and the nuptial bed. “To die, to sleep. To sleep, perchance to dream. Ay, there’s the rub; For in that sleep of death what dreams may come” William Shakespeare wrote in Hamlet. The composition is ordered and geometric: firstly, the space that separates the mattress from the floor, the space that divides the stage of dreams from the ground of everyday reality. Then, the protective element of the net, enabling what is beyond the bed to be seen without the possibility of contact with what is behind. If the net at the bottom of the bed protects from the unconscious fears of childhood, the great veil above is what emboldens us against the fears of adulthood. Ageing, loss, death. A red thread through this white net, a further element of defence against those fears that are no longer unreal and irrational: the red line leads the gaze upwards and raises the head towards the sky, calming uncertainty over the hereafter. “The sleep of reason produces monsters”. But the reason of sleep calms our souls and guides us towards an interior peace.

Chiara Melluso nasce a Milano nel 1995. Da sempre appassionata di cultura artistica, si diploma al Liceo artistico di Brera nel 2015. Prosegue il suo percorso teorico e pratico nel campo dell’Arte iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Brera. Attualmente è impegnata al secondo anno del triennio del percorso in Pittura. Oltre all’attività prettamente accademica ad oggi ha concorso in svariati progetti in collaborazione con l’Accademia e alcuni progetti privati. Chiara Melluso was born in Milan in 1995. With a passion for artistic culture, she graduated from the art college of Brera in 2015. She continued her theoretical and practical studies in the field of art by attending the Brera Academy of Fine Arts. Currently, she is engaged in the second year of a three-year course in painting. As well as her strictly academic activities, she has taken part in various projects in collaboration with the Academy and a number of private projects.

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Vertical dream, 2017 Chiara Melluso per/for Asnaghi Interiors Tecnica mista Mixed technique


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DL Decor

“Saper far bene, perché la qualità nasce dai gesti di ognuno di noi”. Un monito che è allo stesso tempo espressione della filosofia dell’azienda. DL Decor si afferma fin dagli esordi, nella metà del secolo scorso, quale brand tra le più rinomate nell’arredamento in stile. Fondata nel 1955 dalla famiglia Dell’Occa, la mission aziendale ha sempre mirato all’equilibrata combinazione tra qualità artigianale e materica per le proprie collezioni: dai legnami pregiati come l’ebano Macassar al palissandro; dai tradizionali intagli ai raffinati intarsi in madre perla o con legni policromi, agli elementi imbottiti rivestiti da eccentrici tessuti, fino alle decorazioni e patine esclusive eseguite a mano, a testimonianza di una continuità col passato ancora attuale. Collezioni quindi che nascono dalla capacità di rappresentare la cultura del mobile in stile coniugando tradizione e innovazione, moderne tecniche di produzione ed esperienza umana per creazioni senza tempo. Percorrendo questa strada, l’azienda ha saputo mantenere una dimensione familiare e una vitalità imprenditoriale che le hanno consentito di imporsi sulla scena internazionale. Ogni progetto di arredo è concepito come interpretazione di habitat diversi, da personalizzare con stile, lifestyle esclusivi come le lavorazioni dei prodotti. Grandi hotel, ambasciate, residenze di lusso nel mondo portano questo carattere distintivo accanto alla firma di DL Decor, che nei progetti “on demand” offre soluzioni complete di arredamento accanto a un approccio altamente flessibile. Nel rivisitare l’elegante mondo del mobile classico, negli ultimi anni alla proposta DL Decor si sono affiancate le creazioni della linea Étoile, dall’identità fortemente eclettica e art decò.

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“Learn how to do things well, because quality comes from the actions of all of us.” This advice fully expresses the company’s philosophy. Since its launch in the ’50s, DL Decor has established itself as one of the most renowned period furniture companies. Founded in 1955 by the Dell’Occa family, the company’s mission has always focused on a balanced combination between artisan and material quality in its own collections: from precious woods such as Macassar ebony and rosewood, to traditional engravings and refined mother-of-pearl or polychrome wood inlays, to exclusive handmade decorations and patinas, continuing past traditions with a current style. The brand’s collections are geared around its ability to represent the culture of period furniture by combining tradition and innovation, as well as modern production techniques and human experience to make timeless creations. Following this path, the company has maintained a family character and an entrepreneurial vitality that has enabled it to establish itself on the international market. Every furniture project is conceived as an interpretation of different habitats, which are customized with style for lifestyles as exclusive as the product workmanship. Large hotels, embassies and luxury residences around the world boast this distinctive character alongside the signature of DL Decor, which, in its “on demand” projects, offers complete furniture solutions and a highly flexible approach. DL Décor has revisited the elegant world of classic furniture and in recent years its range has been complemented by the creations in the Étoile line, which has a distinctly eclectic and Art Déco identity.

Consolle | Console table CL5053 (2015) design by R&D DL Decor


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Conseguenze del minimale Annerita dal fuoco la consolle perde il suo sfarzo elitario, la sua ricchezza originaria. Ma ne acquista una nuova, scolpita dalla sacra forza del fuoco. Il gesto dell’uomo si nasconde sotto il pesante trucco nero del minimale, come il viso di una donna che troppo mascherato si recide dalla realtà delle cose. L’artigianalità intrinseca del prodotto – la raffinata arte dell’intaglio tramandata per secoli, la sontuosa finitura in foglia oro che riveste la matericità lignea, l’ebanisteria che è matrice identitaria della realtà produttiva – viene sopraffatta da una altrettanto storica tradizione artistica, proveniente dall’Oriente, la lavorazione Shou-Sugi-Ban con cui in Giappone si carbonizzava il legno per la sua conservazione. Il metodo attribuisce così all’opera un inedito effetto artistico, riportandola a uno stato più naturale ed essenziale. Il piano con i suoi giochi di riflessi non nasconde nulla, e si sistema sulla superficie in un ritmo costruttivo anch’esso ispirato a quello orientale.

Blackened by flame the console loses its exclusive glory and original wealth whilst getting a new one, carved by the power of the sacred fire. Human gesture is hidden under a black cover of minimalism, as the face of a woman with a heavy makeup that shuns the true state of things. The sophisticated craftsmanship of the furnishing – which embraces the refined art of carving, the sumptuous gold leaf finish and the traditional cabinetmaking, all wisely handed down over centuries – is overwhelmed by another historic tradition borrowed from Japan, the Shou-Sugi-Ban tecnhique of charring the wood to make it durable. This process confers an unprecedented artistic effect upon the console, bringing it back to a more natural and essential. The shelf with its game of reflexes doesn’t hide anything while laying over the surface with a sort of architectural rhythm, inspired to the Far East as well.

Jacopo De Giuseppe nasce a Genova nel 1997. Frequenta il primo anno dell’accademia di Belle Arti di Brera, nel corso di Nuove Tecnologie dell’Arte. Jacopo De Giuseppe was born in Genova in 1997. He currently attends the first year of Brera Academy of Fine Arts, New Media Art at Brera Academy of Fine Arts.

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Conseguenze del minimale, 2017 Jacopo De Giuseppe per/for DL Decor Legno trattato con la tecnica giapponese Shou-Sugi-Ban, piano in plexiglass Wood treated with the Japanese Shou-Sugi-Ban tecnique, plexiglass top


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Giorgio Collection

La raffinatezza dell’art decò: un concetto che da solo concentra la filosofia stilistica di Giorgio Collection e motiva il suo diffuso apprezzamento nei mercati internazionali. Coniugando le tendenze dell’interior contemporanee con un gusto sempre sofisticato e ricercato nei dettagli, dal sapore glamour, il brand si è fatto strada in oltre 40 Paesi, con oltre 50 showroom e gallerie nel mondo. Le radici dell’azienda risalgono al 1956, ad opera del primo nucleo della famiglia Masolo; nel corso degli anni l’azienda si è consolidata fino a raggiungere all’attuale configurazione, riunendo sotto di sé 40 piccole realtà del polo brianzolo. La svolta avviene nel 1982, quando i fratelli Masolo tracciano un percorso di cambiamento all’insegna di una riforma estetica dell’ambiente moderno. L’ispirazione art decò, con le sue forme geometriche e le sue linee essenziali ed eleganti, vengono attualizzate attraverso i canoni della contemporaneità e del più raffinato design d’avanguardia. Nasce così il marchio Giorgio Collection. Alla terza generazione – Fabio, Roberto ed Elisabetta Masolo – giudano l’azienda verso collaborazioni con architetti internazionali, nella creazione di collezioni sempre più complete, composte da arredi per tutti gli ambienti della casa, oltre a un’ampia gamma di complementi ed elementi per l’home decoration. L’attenzione al dettaglio, ai materiali, alle lavorazioni sempre artigianali, fanno sì che ogni mobile racchiuda lo spirito di Giorgio Collection. Oggi, la direzione artistica è nelle mani del designer Giorgio Soressi, che accompagna l’azienda nella scoperta di nuove forme ed espressioni estetiche, pur nel rispetto dei canoni di eleganza e stile che da sempre distinguono il marchio.

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The sophistication of art deco: a concept that alone is the focus of the stylistic philosophy of Giorgio Collection and the reason for its widespread popularity on international markets. Combining the trends in contemporary interiors with sophisticated and sought-after taste in the details with a hint of glamour, the brand has made inroads in more than 40 countries, with more than 50 showrooms and galleries around the world. The roots of the company date back to 1956, the work of the original core of the Masolo family; in the course of the years, the company has consolidated to the point of its current configuration, bringing together 40 small businesses in the Brianza hub under its name. The breakthrough came in 1982, when the Masolo brothers pursued a strategy of change to bring a new aesthetic to the modern environment. The art deco inspiration, with its geometric shapes and basic, elegant lines, was brought to fruition through contemporary canons and the most sophisticated, avant-garde design. The Giorgio Collection brand was born. The third generation – Fabio, Roberto and Elisabetta Masolo – has steered the company towards collaboration with international architects, in the creations of increasingly complete collections, made up of furniture for all the rooms of the home in addition to a wide range of complements and accessories for home decoration. The attention to detail, the materials and the artisan processes ensure that every article of furniture incorporates the spirit of Giorgio Collection. Today, artistic direction is in the hands of the designer Giorgio Soressi, who is guiding the company in the discovery of new aesthetical forms and expressions, always in line with the canons of elegance and style that have always been the hallmarks of the brand.

Sedia | Chair Saint Tropez (2007) design by Rick Lee


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Bluexplosion Un’esplosione di colore e stupore, una nuvola che si adorna di bellezza e mistero avvolge l’opera, composta da due elementi speculari che nella loro unità rafforzano, amplificandola esponenzialmente, la carica emotiva e scenografica dell’installazione. Un materiale semplice e delicato, morbido e malleabile quanto un velo di tulle colorato, diviene lo strumento di trasformazione e passaggio verso una dimensione altra, irreale, fantastica. Il prodotto originale ha perso la sua geometrica linearità, la sua comune utilità, la sua apparenza statica e inerte. È la metamorfosi del design. Da progetto d’arredo ideato per rispondere a una specifica funzione, si sublima attraverso l’arte in un elemento soprannaturale, dalla forma mutevole, quasi onirica e perciò impalpabile. Appare come un fuoco fatuo, che conserva al suo interno il ricordo dell’anima precedente e conduce alla ricerca di un nuovo destino.

An explosion of colour and astonishment, a cloud adorned with beauty and mystery envelopes the work, made up of two specular elements that, in their unity, reinforce the emotional and scenographic charge of the installation, amplifying it exponentially. A simple, delicate material, soft and malleable, yet a coloured tulle veil becomes an instrument of transformation and passage to another dimension, unreal and fantastical. The original product has lost its geometric linearity, its common utility, its static, inert appearance. It is the metamorphosis of design. From a furniture design aimed at meeting a specific function, it is sublimated through art into a supernatural element, with a changing shape, almost dreamlike and therefore intangible. It appears like a frivolous flame that holds within it the memory of the previous soul and leads to the search for a new destiny.

Petra Cecilia Borgomaneri nasce a Milano nel 1989, risiede a Monza. Diplomata in grafica pubblicitaria presso l’Istituto d’arte della Villa Reale di Monza, si laurea in Progettazione artistica per l’Impresa nel 2013 presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Designer industriale, di interni e grafica di professione con la grande passione per la pittura. Attualmente è laureanda nel biennio specialistico di Product Design presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha preso parte a concorsi ed esposizioni d’arte a Milano; una delle sue opere è stata scelta e pubblicata all’interno del libro “Brera ecosostenibile”. Petra Cecilia Borgomaneri was born in Milan in 1989 and today lives in Monza. Awarded a diploma in advertising graphics at the Institute of Art of Villa Reale in Monza, she graduated in Artistic Design for Business in 2013 at the Brera Academy of Fine Arts. She is an industrial designer, interior designer and professional graphics artist with a great passion for painting. Currently, she is undertaking a two-year specialist course in Product Design at the Brera Academy of Fine Arts. She has taken part in competitions and art exhibitions in Milan; one of her works was chosen for publication in the book “Environmentally sustainable Brera”.

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Bluexplosion, 2017 Petra Cecilia Borgomaneri per/for Giorgio Collection Veli di tulle colorato apposti a uno scheletro di sostegno in fil di ferro Coloured tulle veils attached to an iron-wire supporting frame


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Jumbo Collection

La mission di offrire esperienze d’arredo suggestive, di proporre un gusto identitario ed elegantemente definito, di creare uno stile completo per l’intero panorama d’arredo dove gli elementi creassero un dialogo univoco e accorato, ha scandito le tappe evolutive di Jumbo Collection. Evoluzione che in soli trent’anni ha condotto l’azienda nella rosa dei brand più rinomati a livello internazionale nel settore dell’arredo classico e luxury. Jumbo Collection infatti nasce nel 1985 specializzandosi nella creazione di imbottiti in stile. Una caratteristica progettuale che l’accompagna nei primi anni del suo consolidamento sul mercato, dove l’azienda si distingue anche e soprattutto per l’alta qualità dei tessuti di rivestimento. La svolta avviene nel ’94 con la creazione della prima collezione di arredi che completa l’offerta produttiva, e ancora, nel 2000 quando – perseguendo il desiderio di creare uno stile e un gusto completo e caratterizzante ogni ambiente della casa – il brand introduce una linea di oggetti complementari per l’home decoration (dai chandelier ai tappeti). L’atmosfera Jumbo Collection conquista così Paesi e nazionalità, dalla Russia al Medio Oriente, alla Cina ed Estremo Oriente, forte del suo raffinato ma mai scontato allure – più improntato a linee essenziali e contemporanee nelle ultime collezioni, in sintonia con le rinnovate tendenze dell’arredo. Il passo verso l’ambito del progetto e del contract è breve, anticipato unicamente dalla creazione della Kitchen Division nel 2006, prima dell’ufficiale lancio della Contract Division tre anni dopo. Degna di nota, è l’affinità tra Jumbo Collection e l’arte: dalla creazione di pezzi in edizione limitata per la Masterpieces Collection ispirati ad icone del passato, al supporto e promozione di artisti come la visual artist Cheryl Pope e la pittrice Ester Maria Negretti.

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The mission to offer evocative furniture experiences, to present an identifiable and elegantly defined taste, to create a complete style for the entire furniture panorama, where the elements create a unique, heartfelt dialogue, has marked out the stages of the development of Jumbo Collection. Development that has, in just thirty years, positioned the company among the most renowned brands at the international level in the classic and luxury furniture sector. Jumbo Collection was founded in 1985 and specialised in the creation of stylish upholstery. The early years saw its consolidation on the market, where the company stood out for the high quality of its fabrics. The breakthrough came in ’94 with the creation of the first furniture collection that completed the range of products and, in 2000, when – pursuing the aim of creating a coherent style and taste typifying every room in the house – the brand introduced a line of accessories for home decoration (from chandeliers to carpets). The Jumbo Collection ambience captivated countries and nationalities, from Russia and the Middle East to China and the Far East, extremely refined but never without dynamism – more focused on simple, contemporary lines in the latest collections, in harmony with the most recent trends in furniture. It was a short step to the field of project and contract work, uniquely anticipated by the creation of the Kitchen Division in 2006, before the official launch of the Contract Division three years later. The affinity between Jumbo Collection and art is worthy of note: from the creation of limited edition pieces for the Masterpieces Collection, inspired by icons from the past, to the support and promotion of artists, such as the visual artist Cheryl Pope and the painter Ester Maria Negretti.

Dormeuse Jupiter (2016) design by Arch. Livio Ballabio


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Chaise tongue Gioca con la semantica e la retorica visiva, Chaise Tongue. A partire dal nome, che ricalca, distorcendola, la sua originaria natura di confortevole chaise longue. Le sue linee morbide ispirate alle sinuosità tipiche dello Jugendstil del Nord Europa, la seduta pronunciata e allungata, conducono a un’immediata analogia: nel mondo artistico la dormeuse è trasfigurata in un’enorme lingua, a rappresentare metaforicamente l’internazionalità e il plurilinguismo distintivi della storia e dell’identità de IFDM. Ma la simbologia attinge anche dai valori di passione e di trasgressione che a livello sociale e culturale la nuova valenza trasmette, in apparente opposizione con la delicatezza e discrezione formale che l’elemento d’arredo – pur nel suo sensuale appeal – figurava nel contesto domestico. Non viene forse in mente il celebre logo dei Rolling Stones, simbolo per antonomasia del rock, dell’antiautoritarismo, dell’irriverenza di un’epoca e una generazione, dove una bocca spalancata (quella di Mike Jagger) faceva la linguaccia (ispirata alla dea Kali) al mondo? Curioso che fu proprio un giovane studente del Royal College of Art di Londra, John Pasche, a disegnare quella che divenne un’icona universale.

Chaise Tongue is both visual rhetoric and a play on words. The pun on the name deliberately distorts its original nature as a comfortable chaise longue. Its soft lines, inspired by the typical sinuosity of the Jugendstil of northern Europe, the pronounced and elongated seat, lead to an instant analogy: in the artistic world, the dormeuse is turned into an enormous tongue, to represent metaphorically the internationalism and multilingualism that marks the history and identity of IFDM. But the symbolism also refers to the values of passion and transgression that the new style transmits at the social and cultural level, in apparent opposition to the delicacy and formal discretion that the article of furniture – with its sensual appeal – stood for in the domestic context. Perhaps the famous logo of the Rolling Stones comes to mind, the quintessential symbol of rock and antiauthoritarianism, the irreverence of those times and that generation, where an open mouth (Mick Jagger’s) stuck out its tongue (inspired by the Indian god Kali) to the world? Indeed it was a young student at the Royal College of Art in London, John Pasche, who designed what became an universal icon.

Andrea De Simone, in arte Daca, nasce a Pieve Emanuele (MI) nel 1997. Si avvicina all’arte creativa del fumetto e successivamente ai graffiti e alla street art. Consegue il diploma presso il liceo scientifico Italo Calvino di Rozzano. Attualmente frequenta l’indirizzo di Grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Andrea De Simone, pseudonym Daca, was born in Pieve Emanuele (MI) in 1997. He became involved in the creative art of cartoons and later graffiti and street art. He was awarded a diploma at the Italo Calvino science college of Rozzano. He is currently attending a Graphics course at Brera Academy of Fine Arts.

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Chaise tongue, 2017 Andrea De Simone per/for Jumbo Collection Acrilico su tessuto Acrylic on fabric


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La Murrina

Il cuore della laguna veneziana custodisce un’arte che si tramanda da secoli, le cui radici si rintracciano nel lontano XI secolo. Qui lo scorrere del tempo sembra rallentare per lasciar fluire l’eco di un passato lontano. Oggi, come allora, nell’isola di Murano i fuochi delle fornaci e l’artigianalità dei maestri vetrai forgiano opere d’arte modellando la materia, nel preciso istante in cui il vetro diventa malleabile, nello stato intermedio tra liquido e solido. Sulla scia di questa memoria si innesta la storia di una di queste fornaci, che negli anni ’60 ha dato origine a quella che è oggi conosciuta con il nome di La Murrina Spa. Nel 1974 la proprietà della piccola fornace viene trasferita a una famiglia milanese, già produttrice di articoli per illuminazione in vetro e metallo. Dalla creazione di piccoli e prestigiosi oggetti in vetro soffiato, l’azienda acquisisce così una maggiore specializzazione nel campo lighting, oltre a un carattere più imprenditoriale e internazionale. L’arte tanto amata e preservata dalla Serenissima varca i confini originari: sono gli anni ’80, anni di forte espansione del brand, che apre i primi punti vendita a Roma e Milano. Il nuovo millennio dà inizio a collaborazioni con importanti designer e architetti – che arricchiscono la produzione con collezioni di design contemporaneo, pur sempre fedeli nella produzione alle antiche tecniche della soffiatura –, anche nel settore contract di lusso (tanto residenziale, quanto alberghiero e navale, fino alle forniture personalizzate). Collaborazioni che si sono ampliate fino ad abbracciare le più famose maison della moda, con cui La Murrina ha stretto sinergici rapporti. L’azienda rappresenta un’eccellenza “Made in Murano”, un perfetto binomio tra passato e contemporaneità, tra design e tradizione.

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The heart of the Venetian lagoon preserves an art that has been handed down over the centuries and can be dated back as far as the 11th century. Here, the passage of time seems to slow down, permeated with the echo of a distant past. Today, as before, the furnace flames and master glassmakers on the island of Murano shape glass at the exact moment when it becomes malleable, in an intermediate state between liquid and solid. This tradition gave rise to a furnace that became what is now known as La Murrina Spa in the ’60s. In 1974, ownership of the small furnace was transferred to a Milanese family that already produced glass and metal lighting items. The company, which began by creating small, valuable blown glass objects, has gradually specialized in the lighting field, while also becoming more entrepreneurial and international. The art that has historically been appreciated and preserved in Venice is now going beyond its original boundaries: this process began in the ’80s, a period of great expansion for the brand through the opening of its first stores in Rome and Milan. The new millennium saw the start of collaborations with important designers and architects – who enriched the company’s production with contemporary design collections, while always incorporating ancient glass blowing techniques –, including in the luxury contract sector (residential, hospitality and naval, as well as customized supplies). These collaborations expanded to embrace the most famous fashion houses, with which La Murrina has forged synergistic relationships. The company represents outstanding “Made in Murano” quality, a perfect combination between the past and present, design and tradition.

Lampada a sospensione | Suspension lamp Medusa (2006) design by Lab La Murrina


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Come pendoli nel tempo Impalpabile ed eterea, Medusa sembra librare nell’aria rifulgendo di luce propria. Un bagliore candido che prende vita da un nucleo originario e si diffonde in sinuosi fasci tentacolari. La fragilità della materia trova corrispondenza nella tenue delicatezza dei decori floreali che germogliano da queste ramificazioni di energia e luce. Così la sospensione progettuale rivive analogamente nella leggerezza estetica della nuova opera. I fiori, attraverso le braccia della Medusa, si propagano nello spazio, vivendolo in completa armonia, estendendosi ambiziosamente verso l’infinito, in un parallelismo concettuale che rimanda alla natura del magazine, altrettanto affine all’idea di dinamismo e di apertura verso nuovi orizzonti.

With an ethereal and impalpable veil, Medusa seems to hover in the air shining on its own. A pure glow comes to life from an original core and spreads in sinuous sprawling beams. The fragility of the matter matches the soft elegance of floral decorations, which sprout from these branches of energy and light. Thus, the design suspension similarly relives in the aesthetic lightness of the new work of art. Flowers, through the arms of Medusa, reach the space and experience it in perfect harmony while ambitiously extending towards infinity: a conceptual analogy connected to the soul of the magazine, very near to the idea of dynamism and openness to new horizons just as well.

Francesca Santoro nasce a Caserta nel 1994. Dopo essersi diplomata, nel 2013, al Liceo Artistico Paolo Toschi di Parma, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera. Si laurea in Pittura nel 2017 e attualmente frequenta il corso di laurea specialistica in Arti Visive. Ha partecipato a molteplici mostre collettive. Nel 2014 vince la seconda Edizione del Premio Ione Zobbi e realizza un’installazione in acciaio corten e ceramica dal titolo “Olea”. Nel 2016, le viene commissionata un’opera per la collezione privata della Bellco Srl, e realizza “Rito della Purificazione”. Francesca Santoro was born in Caserta in 1994. After graduating from the Liceo Artistico Paolo Toschi di Parma in 2013 she started attending lessons at the Brera Academy of Fine Arts. She graduated in Painting in 2017 and currently attends the 2° level degree program inVisual Arts. She has taken part to several collective art exhibitions. In 2014 she won the second edition of the Ione Zobbi award and assembled an installation in weathering steel and ceramic, named “Olea”. In 2016 she was commisioned to create a piece for the private collection of Belco Srl, “Rito della Purificazione”.

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Come pendoli nel tempo, 2017 Francesca Santoro per/for La Murrina Vernice trasparente su vetro Transparent lacquer on glass


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Lapalma

Inossidabile, come il metallo che da oltre 30 anni l’azienda lavora sapientemente, è la passione che muove la storia di Lapalma; una storia di famiglia, lavoro, rispetto per l’ambiente. È il 1980 quando i fratelli Dario e Romano Marcato si mettono in proprio per creare a Cadoneghe, vicino a Padova, un’azienda che da subito predilige materiali naturali e riciclabili. La specializzazione nel segmento contract accompagna la produzione di elementi d’arredo che si configurano come un binomio perfetto tra progettazione ed estetica, grazie anche alla firma di designer di fama internazionale: sedute, tavoli, poltroncine e sgabelli – come l’iconico Lem firmato nel 2000 da Shin + Tomoko Azumi – portano l’azienda nei grandi progetti internazionali e a ottenere diversi riconoscimenti (dal Good Design Award al FX International Interior Design Award, al Design Plus, cui si aggiungono nel 2016 il Red Dot e la Special Mention Compasso d’Oro). Ogni prodotto è il risultato di serialità e unicità, ossia produzione industriale e cura sartoriale garantita da rifinitura, assemblaggio e finissaggio eseguiti a mano. Valori questi consolidati sempre più nella produzione, che accresce il suo carattere prettamente italiano: così l’azienda guarda al futuro, sotto la guida di Francesco Rota quale Art Director del brand dal 2013. Distintiva della realtà Lapalma è inoltre l’attenzione costante alla sostenibilità: essenze certificate FSC, materie prime e materiali totalmente riciclabili quali legno, acciaio, multistrato e tessuto, riduzione al minimo delle materie plastiche. Ogni prodotto, disassemblato e riciclato, può tornare quindi materia prima. La stessa sede dell’azienda – sviluppata su una superficie di 13.600 mq – è stata progettata per assicurare autonomia energetica. Ridurre l’impatto ambientale e continuare a investire nell’innovazione: questa è la sfida di Lapalma.

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The passion underlying Lapalma’s history is stainless, just like the metal that the company has skilfully processed for over 30 years. Lapalma’s evolution is a story of family, work and respect for the environment. In 1980, brothers Dario and Romano Marcato decided to set up a company in Cadoneghe, near Padua, with a focus on natural, recyclable materials. Specialization in the contract sector accompanies the production of furniture elements that are a perfect combination of design and aesthetics, partly thanks to collaborations with internationally renowned designers: the company has supplied chairs, tables, armchairs and stools – such as the iconic Lem designed in 2000 by Shin + Tomoko Azumi – for major international projects and has won various awards (from the Good Design Award to the FX International Interior Design Award, to Design Plus, as well as the Red Dot and Compasso d’Oro Special Mention in 2016). Every product is the result of seriality and uniqueness, of industrial production and tailored workmanship in which finishing and assembly are carried out by hand. These values are increasingly consolidated in the production, which enhances its purely Italian character: thus the company, under the guidance of its Art Director Francesco Rota, has been looking towards the future since 2013. One of Lapalma’s hallmarks is its constant attention to sustainability: FSC-certified wood and raw materials and materials that can be reused, such as wood, steel, plywood and fabric, as well as reduction of plastic materials. Every product, when disassembled and recycled, can be turned back to raw material. Even the company’s headquarters, which extends over an area of 13,600 sq m, was designed to be energy independent. Reducing environmental impact and continuing to invest in innovation: this is Lapalma’s challenge.

Sgabello | Stool Lem (2000) design by Shin & Tomoko Azumi


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Waist up “Stairway to heaven” canterebbero i Led Zeppelin, una scala che conduce al paradiso. Ma anche una confortevole seduta per il Grande Gigante Gentile di Roald Dahl. La forza simbolica di questa rielaborazione non trova confini, come sconfinato è la fantasia creativa che ha guidato il duo di artisti. Le immagini evocative si susseguono in un gioco di rimandi e richiami con i più disparati campi culturali grazie al forte impatto visivo dell’opera e alla sua sorprendente configurazione, che lascia solo labile traccia dell’originario sgabello Lem. La seduta è stata fissata a 1,90 metri cosicché il poggia piedi si prolunga altrettanto verso il basso, mentre, di contro, lo schienale si innalza a diventare una scala a pioli. Inaccessibile per la sua portata mastodontica, lo sgabello rappresenta simbolicamente l’esortazione al superamento dell’ostacolo umano, l’aspirazione. Al raggiungimento della seduta corrisponde il punto di arrivo, la conquista morale, perciò la motivazione per il conseguimento di obiettivi sempre più alti a cui la scala può condurre.

“Stairway to heaven” would sing the Led Zeppelin, a staircase that leads to paradise. But also a comfortable sitting for the Big Friendly Giant by Roald Dahl. The symbolic power of this reworked piece cannot be confined, as boundless is the creative excitement that led the artist duo. The evocative images follow in a play of remarks and recalls with the most diverse cultural fields, thanks to the strong visual impact of the work and its amazing configuration, which leaves only a labile trace of the original Lem stool. The seat is fixed at 1.90 meters so that the footrest protrudes as far down as the backrest rises to become a staircase. Inaccessible because of its height, the stool symbolically represents the exhortation to overcome the human obstruction. The reach of the seat corresponds to the point of arrival, the moral conquest, and therefore the motivation for achieving ever higher goals to which the staircase leads.

Arianna De Stefani nasce a Crema (CR) nel 1996. Si diploma presso il Liceo Artistico B. Munari (CR) e frequenta attualmente il secondo anno della Scuola di Pittura del Dipartimento di Arti Visive presso L’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

Gabriele Farina nasce a Milano nel 1995. Si diploma presso il Liceo Scientifico Enrico Fermi di Milano ed attualmente frequenta il secondo anno della Scuola di Pittura del Dipartimento di Arti Visive presso L’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

Arianna De Stefani was born in Crema in 1996. After graduating from Liceo Artistico B. Munari she enrolled at the Brera Academy of Fine Arts where she currently attends the second year of Painting school in the department of Visual Arts.

Gabriele Farina was born in Milano in 1995. He graduated from Liceo Scientifico Enrico Fermi and currently attends the second year of Painting school in the department of Visual Arts at the Brera Academy of Fine Arts.

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Waist up, 2017 Arianna De Stefani & Gabriele Farina per/for Lapalma Ferro, alluminio, plexiglas pressato Iron, aluminum, pressed plexiglas


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MDF Italia

MDF Italia, che nasce con una dinamica strategia d’impresa e di prodotto, ha sempre puntato al design e alla purezza delle forme come valori guida nella scelta di progetti e progettisti. Fondata nel 1992 e rilevata definitivamente nel 2013 dalla holding della famiglia Cassina, MDF Italia ha plasmato la sua identità sul concetto di semplicità intesa come filosofia di vita, approccio culturale, modo di affrontare il cambiamento, contemporaneità, che si traduce in leggerezza, innovazione, emozione e significato. Concetti che trovano concretizzazione nelle creazioni artistiche di designer affermati quali Claudio Bellini, Francesco Bettoni, Rodolfo Dordoni, Bruno Fattorini, Jehs+Laub, Xavier Lust, Nendo, Jean-Marie Massaud, Piergiorgio e Michele Cazzaniga, Francesco Rota, 967Arch, e molti altri che condividono con il brand un concept di essenzialità formale ottenuta attraverso la rimozione del superfluo e il superamento degli schemi consolidati. Ne derivano prodotti – per il living e l’office – silenziosi, eppur sorprendenti nel loro appeal creativo e nell’approccio tecnologico innovativo. MDF Italia ha basato il proprio successo sulla capacità di rappresentare la cultura contemporanea, rispondendo alle trasformazioni del gusto e delle moderne esigenze abitative. L’azienda è attualmente presente in oltre 50 Paesi ed il 75% del suo fatturato è realizzato all’estero. Rilevante il peso della distribuzione sul territorio nazionale e dello showroom, nel centro di Milano, per la funzione di rappresentanza e di sperimentazione delle novità.

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MDF Italia, which was established with a dynamic business and product strategy, has always upheld design and pure forms as its guiding principles when choosing projects and designers. Founded in 1992 and definitively acquired in 2013 by the Cassina family’s holding company, MDF Italia has shaped its identity around the concept of simplicity, understood as a life philosophy, cultural approach and way of dealing with change and the contemporary world, which is translated into lightness, innovation, emotion and meaning. These concepts are embodied in artistic creations by renowned designers such as Claudio Bellini, Francesco Bettoni, Rodolfo Dordoni, Bruno Fattorini, Jehs+Laub, Xavier Lust, Nendo, Jean-Marie Massaud, Piergiorgio and Michele Cazzaniga, Francesco Rota, 967Arch and many others who share the brand’s concept of formal simplicity obtained by removing the superfluous and overcoming established methods. The result is products for the living room and office that are silent, yet surprising in their creative appeal and innovative technological approach. MDF Italia based its success on its ability to represent contemporary culture, responding to changes in taste and modern housing needs. The company is currently present in over 50 countries and 75% of its turnover is generated abroad. It distributes widely in Italy and its showroom in the center of Milan is notable for its representation and experimentation with new products.

Sedia | Chair Flow Slim Padded (2009-2014) design by Jean Marie Massaud


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Guardando lontano per vedere vicino La vocazione internazionale del magazine IFDM, la capacità di connessione e comunicazione culturale che esso riveste, sono alle radici di questo progetto di rivisitazione artistica. Sono proprio i concetti di viaggio, movimento e dinamicità che ispirano quest’opera, che prende stilisticamente spunto dalla traccia grafica dei percorsi stradali, con il loro aggregarsi nei grandi centri e disgregarsi nelle periferie, declinata nel risultato finale in un manto marmoreo, minerale e sfaccettato. Il reticolo urbano dorato viene affrontato e realizzato in maniera non dissimile dalla tradizionale tecnica giapponese kintsugi che si pone di riunire – appunto con l’utilizzo dell’oro – i cocci di un elemento andato in pezzi, non per modificarlo, ma per accrescerne i valori. Culmine di questo percorso è il solido geometrico dorato, nato dai prolungamenti e dalle proiezioni delle linee determinanti la seduta. Ideale simbolo dell’individuo, o meglio, del viaggiatore che allo stesso tempo causa e viene plasmato dagli eventi del viaggio stesso. Il solido e la sedia, così come l’individuo e il mezzo del viaggio, convivono sia unitamente che separati, mantenendo la loro funzione e specificità reciproche.

IFDM magazine’s international vocation, ability to connect and cultural communication are the foundation of this artistic redesign project. This work is inspired by the concepts of travel, movement and dynamism. Its style is inspired by the design of roads, namely the way in which they congregate in large cities and disintegrate in the suburbs, and features a marble, mineral and multifaceted cover. The golden urban grid is dealt with and constructed in a manner that is not unlike the traditional Japanese kintsugi technique, which aims to combine – using gold – the pieces of a broken item, adding to its value without changing it. The culmination of this approach is the solid gold geometric element, created from extensions and projections of the chair’s design. It is an ideal symbol of the individual, or rather of the traveller who simultaneously causes and is changed by the events of a journey. The solid element and the chair, like an individual and the travel, coexist together and separately, maintaining their reciprocal function and specificity.

Lorenzo Fioranelli was born in Modena in 1991. He has always been devoted to the world of arts and everything involving their application. He studied and experimented with drawing, painting – his favorite artistic medium and the one that he most excels in – architectural design and music. He describes himself as being «close to the most Neo-impressionist school of thought», intrigued by the many «facets of the human body and its conscious and often unconscious gestures, which, despite their silent nature, make up an inexhaustible “image park”». Lorenzo Fioranelli nasce a Modena nel 1991. Da sempre dedicatosi al mondo delle arti e tutto ciò che comporta un’applicazione delle stesse, ha studiato e sperimentato orizzontalmente il disegno, la pittura – sua favorita e maggiormente acquisita espressione artistica –, la progettazione architettonica e la musica. Si definisce «affine alla scuola di pensiero più neoimpressionista», incuriosito dalle molteplici «sfaccettate sfumature del corpo umano e dei gesti, consci o spesso inconsci, che nonostante la loro silenziosa natura vanno a definire un “parco immagini” inesauribile».

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Guardando lontano per vedere vicino, 2017 Lorenzo Fioranelli per/for MDF Italia Foglio d’oro, acrilico e PVC su policarbonato Gold leaf, acrylic and PVC on polycarbonate


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MisuraEmme

La cura per i dettagli è un imperativo di MisuraEmme. Essa si evince non solo dalla scelta di materiali di eccellente qualità, ma anche dal ricorso a lavorazioni speciali e di impronta artigianale che conferiscono valore aggiunto ai complementi d’arredo. Ne sono testimoni autorevoli, l’abile sagomatura dei piedi dei letti in massello di rovere, le pieghe sinuose delle testate imbottite, la fattura “gioiello” delle maniglie, la minuziosa realizzazione di pezzi storici come l’ineguagliabile carrello di Alfred Roth; e ancora, le cuciture a vista, la finitura interna di vani e cassetti, identica all’esterno. Tutto questo e molto altro rende i prodotti MisuraEmme una mirabile commistione tra ricercatezza formale e innovazione tecnologica. Trasmesso attraverso tre generazioni, il know-how dell’azienda è l’esito di una sapienza consolidata nel tempo – che trova origine nel 1902 quando Giovanni, padre di Giuseppe e Luigi Mascheroni, pose le basi del primo stabilimento produttivo, oggi sviluppato su una superficie di 35mila mq. La crescita all’insegna dell’internazionalizzazione, di una progettazione sempre più completa per l’area giorno e l’area notte declinatasi anche nell’ambito contract, è stata accompagnata da una costante ricerca ingegneristica, spesso “nascosta”, dall’alto valore estetico: il sistema Crossing con tripla anima in listellare di pioppo, il sistema a telaio passacavi per l’aggancio dei pannelli tv e pensili o gli schienali avanzati a incastro con contenitori, sono solo alcune delle virtù non percepibili a prima vista progettate da MisuraEmme. Non da ultimo, il rispetto dell’ambiente si pone tra i valori primari: l’azienda dispone di un rivoluzionario impianto di verniciatura ad acqua che le ha consentito di ottenere per prima nel settore dell’arredamento il prestigioso marchio Acquaver e il premio GranDesignEtico 2014.

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For MisuraEmme, attention to detail is crucial. This is evident not only in its choice of high-quality materials, but also in its use of special processes and craftsmanship that enhance its furniture accessories. Its outstanding workmanship can be seen in the skilful shaping of the feet of the solid oak beds, the sinuous folds of the padded headboards, the “jewel” design of the handles, the meticulous construction of historical pieces like the Alfred Roth’s incomparable bar trolley, the visible stitching and the interior finish of compartments and drawers, which is identical to the outside. All this and much more makes MisuraEmme’s products a wonderful combination of formal refinement and technological innovation. Passed down through three generations, the company’s expertise is the result of knowledge consolidated over time, dating back to 1902 when Giovanni, father of Giuseppe and Luigi Mascheroni, laid the foundations of the first production plant, which now extends over an area of 35,000 sq m. The company’s growth, both in terms of internationalization and of an increasingly complete collection for the living and sleeping areas, including for the contract sector, has been accompanied by constant engineering research, which is often “hidden” with high aesthetic value: the Crossing system, with its triple structure made of poplar wood, the frame system for mounting TV blockboards panels and wall units and the advanced interlocking backrests with containers are just some of the invisible benefits designed by MisuraEmme. Last but not least, respect for the environment is one of its primary values: the company has a revolutionary water paint system that allowed it to obtain for the first time in the furniture industry the prestigious Acquaver trademark and the GranDesignEtico 2014 award.

Tavolino | Small table Taoino (2002) design by Mauro Lipparini


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Mico L’opera si rifà ai valori propri della rivista IFDM, trasposti in una rappresentazione simbolica. Il concetto di contaminazione è il termine chiave per indagare e interpretare il risultato della creazione artistica. Come una rete di funghi (Trametes versicolor) cresce e si diffonde su un buon pezzo di legno, la rivista IFDM viaggiando nel mondo e portando testimonianza del miglior design italiano a livello internazionale, genera scambio culturale e contaminazione nell’ambito in cui eccelle. In origine, lo stesso tavolino Taoino, italiano ma di ispirazione orientale, si pone quale concreto esempio di come culture opposte possano armoniosamente amalgamarsi. Estremizzato nella sua valenza rappresentativa, il prodotto si presta a raccontare questo percorso di interazione della rivista IFDM nell’incontro con gli oltre 26 mercati in cui è diffuso. Sono le pagine del magazine stesso (scolpite accuratamente per definire la sagomatura) a essere utilizzate per generare quella rete di funghi che contamina positivamente la superficie lignea.

The work is inspired by the values of IFDM magazine, transposed into a symbolic representation. The concept of contamination is the key term for investigating and interpreting the result of artistic creation. Just as a network of mushrooms (Trametes versicolor) grows and spreads over a good piece of wood, IFDM, traveling around the world and bearing witness to the best of Italian design, generates a cultural exchange and contamination in the field in which it excels. Originally, the Taoino table, which is Italian but inspired by the East, was a concrete example of how opposing cultures can harmoniously blend together. Due to its extreme representative value, the product lends itself to communicating IFDM journey of interaction with the over 26 markets in which it is distributed. The pages of the magazine (carefully sculpted to define shape) are used to generate the network the of mushrooms that positively contaminates the wooden surface.

Aleksandra Santoemma nasce a Czestochowa (PL) nel 1993 e vive a Desio. Ha lavorato per dieci anni come videomaker, attività che la ha consentito di viaggiare molto. nel 2014 si laurea in Design all’Accademia di Belle Arti di Brera. Attualmente sta concludendo il biennio specialistico in scultura nella medesima università. Il suo lavoro si basa sugli studi di empatia estetica e indaga il rapporto esistente tra la forma delle cose e le emozioni che essa riesce a suscitare nelle persone. Aleksandra Santoemma was born in Czestochowa (Poland) in 1993 and now lives in Desio. She worked for ten years as a videomaker, which allowed her to travel a lot. In 2014, she graduated in design from the Brera Academy of Fine Arts. She is currently finishing a two-year specialization in sculpture at the Academy. Her work is based on studies of aesthetic empathy and investigates the relationship between the form of things and the emotions that it arouses in people.

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Mico, 2017 Aleksandra Santoemma per/for MisuraEmme Scultura della carta, utilizzando le pagine della rivista IFDM Paper sculpture, using pages from the IFDM magazine


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Lo spirito di Tao È un gioco di rimandi, oltre che un ritorno alle origini: tanto al nome originale del prodotto, Taoino, quanto alla cultura orientale primigenia che plasma e permea l’artista. Da questi elementi, prende forma un’opera che omaggia l’eterna, fondamentale forza che in movimento perenne attraversa l’Universo, principio del cosmo e che lo governa, il Tao. Sulla superficie piana del prodotto prende forma l’espressione filosofica della nostra vita, nella sua dualità di Yin e Yang, il principio negativo e il principio positivo in contrasto costante tra loro. L’opera mira a essere un monito alla validità di entrambi gli aspetti, il bene e il male che compongono il nostro essere e che muovono l’esistenza, ricordando come nelle difficoltà si possa scovare la parte più luminosa di sé – a rappresentarne i valori positivi – così si può apprezzare la felicità poiché si è sperimentata anche la tristezza.

An interplay of references as well as a return to origins: both to the product’s original name, Taoino, and to the oriental culture that molds and permeates the artist. From these elements, a work takes shape that pays tribute to the eternal, a fundamental force in perpetual motion between the universe, the principal of the cosmos and what governs it, Tao. The philosophical expression of our life takes shape on the flat surface of the product, in its Yin and Yang duality, the negative and positive principles that constantly contrast with each other. The work aims to be a warning about the validity of both aspects – the good and evil that make up our being and guide our existence – remembering that in difficulties we can find the brightest part of ourselves – representing positive values –, so you can experience happiness because you have experienced sadness.

An Yuanyuan nasce in Cina nel 1990. Nel 2009 si iscrive all’università di Huazhong dove si laurea nel 2013 in pittura. Frequenta il biennio specialistico di pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera laureandosi nel 2017. È stata seleziona per diversi progetti promossi dall’Accademia di Belle Arti di Brera in collaborazione con varie multinazionali (come Barter, Smart in the City, Istituto Ganassini). Nei suoi lavori emergono i caratteri della cultura orientale, che vanno a fondersi con quella occidentale. Secondo An, «L’arte racconta la nostra vita e nel lavoro di ciascun artista è presenta la sua personale esperienza». An Yuanyuan was born in China in 1990. In 2009, she enrolled at Huazhong university, where she graduated in painting in 2013. She attended the two-year specialization in painting at the Brera Academy of Fine Arts, graduating in 2017. She has been selected for various projects promoted by the Brera Academy of Fine Arts in collaboration with various multinationals (such as Barter, Smart in the City and Istituto Ganassini). Her works feature characteristics of both Eastern and Western culture. An believes that «Art portrays our lives and personal experience and every artist’s work contains their own background».

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Lo spirito di Tao, 2017 An Yuanyuan per/for MisuraEmme Tecnica mista Mixed technique


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Moroso

Un forte impulso creativo muove la progettualità firmata Moroso fin dalle origini. Ossia quando, nel 1952, Agostino Moroso insieme alla moglie Diana, fondò l’azienda con l’intento di produrre e realizzare divani, poltrone e complementi. Impulso ampiamente coltivato dalla seconda generazione – Roberto, Amministratore Delegato e Patrizia, Art Director – che dagli anni ‘80 guida l’azienda. Lungo questo approfondito percorso di ricerca nell’ambito del design d’autore, Moroso ha sposato il genio creativo di firme internazionali quali Ron Arad, Patricia Urquiola, Ross Lovegrove, Konstantin Grcic, Alfredo Häberli, Toshiyuki Kita, Marcel Wanders, Tokujin Yoshioka, Enrico Franzolini, Doshi & Levien, Tord Boontje, Nendo, Front, tra i tanti. Da questi incontri sono nati prodotti iconici, molti dei quali ospitati da istituzioni come il MoMa di New York, il Palais de Tokyo e il Grand Palais a Parigi, La Biennale di Venezia.

Moroso’s design has always been guided by a strong creative impulse. In 1952, Agostino Moroso and his wife Diana founded the company with the aim of producing and making sofas, armchairs and accessories. This impulse was further cultivated by the second generation – Managing Director Roberto and Art Director Patrizia – who have headed the company since the ’80s. In the course of its development, Moroso has embraced the creative genius of international designers such as Ron Arad, Patricia Urquiola, Ross Lovegrove, Konstantin Grcic, Alfredo Häberli, Toshiyuki Kita, Marcel Wanders, Tokujin Yoshioka, Enrico Franzolini, Doshi & Levien, Tord Boontje, Nendo and Front, just to name a few. These collaborations have resulted in iconic products, many of which have been exhibited in institutions such as MoMa in New York, the Palais de Tokyo and Grand Palais in Paris and the Biennale in Venice.

«La storia di Moroso è la storia delle relazioni con i designer, gente che il mondo sta cercando di cambiarlo positivamente, con intelligenza e con quella febbre che muove sempre gli artisti davanti alla bellezza. Chiedo loro di immaginare un mondo, non solo un oggetto, e di metterlo in relazione con il futuro».

«The history of Moroso is the history of relationships with designers, people who the world is trying to positively change, with intelligence and with that fever that always moves artists when faced with beauty. I ask them to imagine a world, not just an object, and to place it in relation to the future».

Nelle parole di Patrizia Moroso si concentra l’intensa attività di un’azienda che con equilibrio e passione sa unire bellezza, emozione, design e arte in un unicum creativo. Attraverso una forte struttura manageriale affiancatasi alla cultura familiare, Moroso si è consolidata anche nei mercati internazionali dove è presente con filiali negli Stati Uniti e Gran Bretagna, esportando i suoi prodotti in 70 Paesi.

Patrizia Moroso’s words encapsulate the intense activity of a company which, with balance and passion, has united beauty, emotion, design and art into a creative whole. Thanks to its strong managerial structure and family culture, Moroso has also consolidated its presence on the international market: it has branches in the US and UK and exports its products to 70 countries.

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Poltrona | Armchair Shadowy (2009) design by Tord Boontje


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Senza titolo Untitled Una cascata di specchi, frammenti irregolari che si stagliano sulla superficie sinuosa e curvilinea della poltrona, in un armonico contrasto di forme. Dei pattern originariamente ideati da Tord Boontje e ottenuti dall’intreccio di fibre plastiche a richiamare le antiche lavorazioni artigianali africane, rimane una variopinta traccia sotto l’ipnotico manto che riveste la poltrona Shadowy. La realtà, riflettendosi in esso, si scompone attraverso tale frammentarietà, quanto coloro che si accostano all’opera smarriscono la loro integrità formale. Ma non è forse questa la valenza provocatoria dell’Arte? Allo stesso modo la poltrona, forte del suo nuovo essere, si distacca dalla funzione naturale che le appartiene, di avvolgente comfort, per diventare oggetto di esponenziale forza attrattiva e contemporaneamente respingente nella sua impossibilità di accogliere l’altro.

A cascade of mirrors: irregular fragments that stand out on the curved, sinuous surface of the armchair, forming harmonious, contrasting shapes. Beneath the hypnotic cover of the Shadowy armchair, there is still a colorful trace of the original patterns designed by Tord Boontje and created from intertwining plastic fibers to evoke African artisan techniques. Reality, when reflected in it, breaks down through this fragmentation, and people who approach the work lose their formal integrity. But isn’t this the provocative value of Art? Similarly, the armchair, strengthened by its new appearance, is detached from the natural function to which it belongs – enveloping comfort – and becomes an object of exponential attractiveness while also repelling, since it cannot be sat on.

Palma Massaro nasce a Benevento nel 1992. Due le sue più grandi passioni: il nuoto e l’arte. Grazie alla prima acquisisce il rigore e la determinazione necessari a perseguire gli obiettivi prefissati; grazie alla seconda si trasferisce a Milano nel 2013, per culminare – tre anni dopo – all’Accademia di Belle Arti dove dà avvio al suo percorso artistico/formativo. Palma Massaro was born in Benevento in 1992. He has two great passions: swimming and art. The first has given her the necessary discipline and determination to pursue his goals; the second led her to move to Milan in 2013, where, three years later, she began her artistic/formative journey at the Academy of Fine Arts.

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Senza titolo, 2017 Palma Massaro per/for Moroso Applicazione specchi su supporto Mirrors applied on a support


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Natuzzi Italia

Etica e responsabilità sociale, continua ricerca stilistica, creatività, innovazione, solido know-how artigianale e industriale, controllo e gestione integrata dell’intera filiera produttiva rappresentano i punti di forza del Gruppo Natuzzi, fondato nel 1959 da Pasquale Natuzzi. Posizionatosi tra i principali global player nel mercato dell’arredo, il Gruppo annovera 387 punti vendita, di cui 66 di proprietà in 123 stati, stabilimenti produttivi (in Italia, Cina, Brasile, Romania) e 11 uffici commerciali nel mondo. Natuzzi S.p.A. è quotata al New York Stock Exchange dal 13 maggio 1993. Due le linee di prodotto in cui Natuzzi differenzia la sua offerta: Natuzzi Italia e Natuzzi Editions. Se quest’ultima propone una vasta gamma di divani e poltrone in pelle all’insegna del comfort, Natuzzi Italia si rappresenta perfettamente nel claim “Harmony Maker”, creatore di spazi dove regna l’equilibrio, l’eleganza, la bellezza; una filosofia abitativa che si ispira alle radici dell’azienda e alla sua terra madre, la Puglia. Natuzzi Italia firma collezioni per la zona giorno, notte e dining realizzate in collaborazione con designer di fama internazionale – come Maurizio Manzoni e Roberto Tapinassi di Studio Memo, Victor Vasilev, Claudio Bellini, Mauro Lipparini, Bernhardt & Vella, Jamie Durie – o nel Centro Stile Natuzzi, coordinato personalmente da Pasquale Natuzzi nell’Headquarter di Santeramo in Colle (BA). L’armonia diventa così uno stile di vita, un approccio che unisce il mondo Natuzzi Italia e chi lo sceglie – tanto nell’interior quanto nella quotidianità – sublimato dal messaggio United for Harmony che crea una relazione diretta tra coloro che partecipano e condividono gli ideali di questo esclusivo Harmony Club.

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Ethics and social responsibility, continuous stylistic research, creativity, innovation, substantial artisan and industrial expertise, control and integrated management of the entire production chain: these are the strengths of the Natuzzi Group, founded in 1959 by Pasquale Natuzzi. The Group, which is one of the leading global furniture companies, has 387 stores, of which it owns 66, in 123 countries, manufacturing facilities (in Italy, China, Brazil and Romania) and 11 commercial offices worldwide. Natuzzi S.p.A. has been listed on the York Stock Exchange since 13 May 1993. Natuzzi boasts two different product lines: Natuzzi Italia and Natuzzi Editions. The latter encompasses a vast range of leather sofas and armchairs that are focused on comfort, while Natuzzi Italia, perfectly represented by the “Harmony Maker” slogan, creates spaces where balance, elegance and beauty reign supreme. The company’s living philosophy is inspired by its origins and motherland, Puglia. Natuzzi Italia designs collections for the living, sleeping and dining areas, developed in collaboration with internationally renowned designers – such as Maurizio Manzoni and Roberto Tapinassi of Studio Memo, Victor Vasilev, Claudio Bellini, Mauro Lipparini, Bernhardt & Vella and Jamie Durie – or in the Natuzzi Style Center, which is personally managed by Pasquale Natuzzi at the company’s headquarters in Santeramo in Colle (BA). Harmony thus becomes a lifestyle, an approach that unites the Natuzzi Italia world and those who choose it – both in interior design and in daily life – sublimated by the United for Harmony message, which creates a direct relationship with those who share the ideals of this exclusive Harmony Club.

Poltrona | Armchair Re-vive Quilted (2015) design by Kent Parker


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Videopoltrona Come una tela bianca, il morbido rivestimento in pelle si presta ad accogliere un nuovo linguaggio creativo, fatto non di materica pittura bensì dell’impalpabile forma espressiva del videomapping. Proiezioni astratte prendono vita tra gli elementi strutturali della poltrona, in perfetto allineamento con le cuciture dell’imbottitura, così valorizzate da giochi di geometrie e illusioni ottiche generati dalla mano virtuale dell’artista. Un susseguirsi di composizioni digitali in movimento continuo ritma l’esistenza dell’opera, che torna al suo essere originario allo spegnersi della tecnologia. Punti di contatto tra le due identità sono quindi i valori di sensorialità e dinamicità, ispirati dalla cifra progettuale di Re-vive di adattarsi al corpo e reagire in modo fluido ai suoi movimenti.

Like a white canvas, soft leather upholstery lends itself to a new creative language, which consists not of painting material, but of the impalpable expressive medium of video mapping. Abstract projections come to life among the structural elements of the armchair. They are perfectly aligned with the seams of the padding, which are enhanced by geometric games and optical illusions generated by the artist’s virtual hand. A succession of constantly moving digital compositions gives rhythm to the existence of the work, which returns to its original state when the technology is switched off. The points of contact between the two identities are thus the values of sensoriality and dynamism, inspired by Re-vive’s distinctive ability to adapt itself to the body and to react fluidly to its movements.

Samuele Pagani nasce a Segrate nel 1991, nel distretto della Brianza. L’affinità con il mondo artistico si mostra fin dalla sua giovane età, quando a dieci anni si dilettava nei primi tentativi di ritratti e disegni stilizzati. Attitudine che lo ha portato a frequentare l’istituto d’arte a indirizzo grafico, prima, e la scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, poi. Si definisce così la sua estetica in favore di forme geometriche semplici e prevalentemente astratte, sviluppate tramite l’uso della computer grafica. Samuele Pagani was born in Segrate, Brianza, in 1991. His artistic tendencies were evident from an early age: from the age of ten, he began to create portraits and stylized drawings. This led him to attend the Art Institute, where he specialized in graphic design, before going on to study at the Brera Academy of Fine Arts in the department of New Technologies of Art. During this period, he defined his aesthetic, which is characterized by simple and largely abstract geometric shapes developed using computer graphics.

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Videopoltrona, 2017 Samuele Pagani per/for Natuzzi Video mapping


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Nube

Il percorso di Nube nella storia del design italiano inizia in qualità di terzista per la produzione di telai in metallo per i divani di aziende note ancor’oggi. Un’expertise e un legame con il materiale che permane e ne è tuttora qualità distintiva. Era il 1958. In poco tempo Antonio Nicoli trasforma quel piccolo laboratorio in una realtà consolidata e autorevole, Nube, realtà specializzata nella produzione di imbottiti il cui nome diventa già di per sé evocativo della sua cifra stilistica, improntata sul massimo comfort. Dalla massima espansione negli anni ’70 sul territorio nazionale, segue un periodo di conseguente internazionalizzazione, soprattutto verso i mercati del Medio Oriente, adeguando parte della produzione a prodotti in stile; con il rinnovo delle collezioni negli anni ’90 Nube conquista anche Stati Uniti, Europa ed Estremo Oriente. Parallelamente alla crescita nei mercati esteri, anche l’azienda vede nuovi ingressi nel suo management con la seconda generazione, Simona e Corrado Nicoli. È il momento della svolta verso il design. Gli anni 2000 sanciscono l’inizio di collaborazione con Carlo Colombo, Marco Corti e – da quest’anno – con lo studio Giuseppe Viganò, autore di una nuova immagine aziendale, fresca e attuale, e di nuove collezioni di impronta contemporanea. Oltre 50 anni di esperienza hanno permesso a Nube di raggiungere standard qualitativi elevati, anche nel custom made, avvalendosi di firme prestigiose come Riccardo Bello Dias, Philippe Nigro, Maurizio Salvato, Mario Ferrarini tra i tanti; ma soprattutto tenendo fede a un’identità e una capacità progettuale distintive: l’uso di strutture in metallo e legno che garantiscono una maggiore durata dei prodotti, la capacità di offrire il fuori misura, la creazione di meccanismi di seduta che trasformano molti divani in comode dormeuse.

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Nube’s progress in the history of Italian design began in the role of a contractor for the production of metal frames for the sofas of companies that are still wellknown today. Expertise and one bond with that material remain its distinctive qualities today. It was 1958. Before long, Antonio Nicoli had transformed that little workshop into an established, authoritative business, Nube, a company specializing in the production of upholstery whose name, of itself, is evocative of its stylistic hallmark of maximum comfort. After expanding to the maximum on Italian territory in the 1970s, a period of internationalisation followed, especially with regard to the markets of the Middle East, when it turned over part of its production to style pieces; with the renewal of the collections in the 1990s, Nube also conquered the United States, Europe and the Far East. In parallel with the growth on foreign markets, the company also saw the entry of the second generation in its management, Simona and Corrado Nicoli. It was a time when the emphasis was placed on design. The noughties saw the start of collaboration with Carlo Colombo, Marco Corti and – from this year – with the Giuseppe Viganò studio, the creator of a new corporate image, fresh and current, and new collections with a contemporary stamp. More than 50 years’ experience has enabled Nube to reach very high quality standards, including in custom made products, taking advantage of prestigious names like Riccardo Bello Dias, Philippe Nigro, Maurizio Salvato, Mario Ferrarini among many; but, above all, keeping faith with an identity and a distinctive design capacity: the use of metal and wood structures that ensures the products last longer, the ability to offer large sizes, the creation of seating mechanisms that convert many sofas into comfortable beds.

Poltrona | Armchair Sir (2007) design by Carlo Colombo


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Multiuniversal for new interconnections Il concept da cui il lavoro artistico prende le mosse si riassume nel sintagma “L’habitat privato come centro del nostro universo”. La riflessione si propaga quindi su terreni più ampi che coinvolgono l’attuale sistema domestico e la cultura dell’abitare, dove nuove abitudini, funzioni, emozioni emergono nel confronto con la contemporaneità. Spunti e riferimenti letterari si sono insinuati nell’elaborazione del progetto, generando impreviste fonti di ispirazione per l’artista: dalle volte celesti e i nove cieli narrati nel Paradiso dantesco, alla Lettera Enciclica “Laudato si” del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune, dove cita “In questo universo, composto da sistemi aperti che entrano in comunicazione gli uni con gli altri, possiamo scoprire innumerevoli forme di relazione e partecipazione”; o nelle indicazioni de IFDM per il progetto, quando identifica l’habitat come “luogo privilegiato di un confronto attivo tra le funzioni d’uso e le funzioni estetiche”. Se la casa diventa il cuore del nostro personale universo, ecco allora un elemento di arredo, baluardo di questa intima domesticità, concentrare su di sé gli spazi infiniti del cielo.

The concept behind the artistic work can be summed up in the phrase “The private habitat as the centre of our universe”. The reflection extends to broader fields that involve the current domestic system and the culture of living, where new customs, functions and emotions emerge in engagement with the contemporary. Prompts and literary references are embedded in the unfolding design, generating unexpected sources of inspiration for the artist: from the celestial vaults and nine heavens of Dante’s Paradiso, to the “Laudato si” Encyclical Letter of Pope Francis on the care for the shared home, where he says “In this universe, composed of open systems that engage in communication, we can discover countless forms of relationship and participation”; or in IFDM’s invitation to the project, when it identifies the habitat as “a privileged place where the functions of use meet the functions of aesthetics.” If the home becomes the heart of our personal universe, here then is an article of furniture acting as the bulwark of this domestic intimacy, focusing upon itself the infinite spaces of the sky.

Cinzia Defendi nasce a Milano nel 1962, figlia di Attilio, pittore milanese. Ha conseguito il Diploma di Maturità all’Istituto Magistrale Virgilio di Milano e ha insegnato per anni nel ruolo di maestra elementare. Da sempre ha coltivato l’amore per la pittura, specializzandosi poi nell’Arte del Fuoco, Pittura a Terzo Fuoco su porcellana, in varie tecniche, dalla tradizionale, a pennino, alla scandinava, e soprattutto nella tecnica Square Shaders. Ha esposto in varie personali e collettive, tra le quali “Arte a cielo aperto” a Milano. Frequenta attualmente in terzo anno all’Accademia di Belle Arti di Brera, Arti Visive, Corso di Pittura. Cinzia Defendi was born in Milan in 1962, the daughter of Attilio, a Milan painter. She was awarded her High School Diploma at the Istituto Magistrale Virgilio of Milan and for many years worked as an elementary school teacher. Always pursuing her love for painting, she later specialised in Ceramic Arts, third-firing painting on porcelain, using various techniques, from the traditional to nib and Scandinavian style and, above all, the Square Shaders technique. She has held various personal and joint exhibitions, including MIlan’s “Open air art”. She is currently attending the third year of Visual Arts and Painting courses at the Brera Academy of Fine Arts.

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Multiuniversal for new interconnections, 2017 Cinzia Defendi per/for Nube Bombolette spray all’acqua Water-based spray cans


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Opera Contemporary

Dal 1886 sapiente interprete di un classico essenziale e senza tempo, Angelo Cappellini ha messo a frutto la sua grande esperienza per creare nel 2010 Opera Contemporary, il nuovo marchio dall’inclinazione più contemporanea che và ad affiancare e completare l’offerta in stile dell’azienda di Cabiate. Traendo linfa dai valori della tradizione, Opera Contemporary si rivolge a un pubblico raffinato, offrendo un prodotto di alta qualità, arricchito da materiali e lavorazioni tipici del Made in Italy più qualificato. Il risultato è una collezione elegante, dai dettagli raffinati e dalle forme che guardano al passato, con l’intento di soddisfare le esigenze dell’interior decoration di alta gamma per spazi pubblici, di rappresentanza e privati. Opera Contemporary offre una collezione completa dai letti alle madie, dagli imbottiti alle sedie, tavoli e sale da pranzo. La direzione artistica di Opera Contemporary è affidata allo Studio Castello Lagravinese che, affiancato da un team aziendale molto competente, ha saputo miscelare tradizione e innovazione creando una collezione dalla forte personalità. Il soggiorno, la sala da pranzo, la zona notte: tutto è armonizzato attraverso l’uso attento di legni, trame, tessuti, cromie e materiali diversi in accordo tra loro, creando così un’atmosfera vellutata e confortevole, vestita con una palette di colori neutri e sofisticati. L’obiettivo è quello di “vestire” la casa con il sapiente accostamento di pezzi eleganti e senza tempo, in perfetto equilibrio tra passato e presente, scegliendo tra un’ampia varietà di essenze, finiture e tessuti della più pregiata tessitura italiana. L’eleganza si coniuga alla funzionalità, personalizzando ogni ambiente con gusto e ricercatezza.

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Angelo Cappellini has been an expert interpreter of essential and timeless classic furniture, since 1886. It has leveraged its extensive experience to create Opera Contemporary in 2010, the new brand with more contemporary inclinations that will complement and complete the offer, while remaining true to the style of the Cabiate company. Opera Contemporary draws its energy from the values of tradition and it is aimed at a sophisticated audience by offering a high quality product that is enriched by materials and craftsmanship that are typical of the most qualified Made in Italy products. The result is an elegant collection with refined details and forms that hint at the past. Its goal is that of satisfying the needs of high-end interior decoration for public, representative, and private spaces. Opera Contemporary offers a full collection complete with everything from beds, cabinets, and sofas, to chairs, tables, and dining rooms. Opera Contemporary’s artistic direction is entrusted to Studio Castello Lagravinese which, with the support of a very competent business team, has been able to blend tradition and innovation by creating a collection with strong personality. The living room, dining room, and bedroom are harmonized through the careful use of wood, textures, fabrics, colors, and materials that are in accordance with each other. It creates an atmosphere that is very smooth and comfortable. The environment is dressed in a palette of sophisticated neutral colors. The objective here is to “dress” the house with the skilful combination of elegant and timeless pieces that are perfectly balanced between the past and present. This is done by choosing from a wide variety of woods, finishes, and fabrics of the highest Italian textile quality. Elegance combines with functionality, customizing each environment with taste and refinement.

Tavolino | Small table Ludmilla (2010) design by Studio Castello Lagravinese


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Trasformazione in loto La ricerca di purezza nella contemporaneità operata costantemente dall’artista non poteva essere meglio raffigurata dall’elemento floreale che per antonomasia è simbolo di candore spirituale, ossia il fiore di loto. Associato nelle religioni induista e buddista e nella cultura egizia rispettivamente alla bellezza, alla purezza e alla rinascita, il fiore di loto è infatti in grado di nascere nel suo bianco splendore pur nelle acque più scure. La struttura del tavolino Ludmilla, giocata su una geometricità curvilinea – non si dimentichi che il cerchio è in campo artistico il simbolo della perfezione e dell’omogeneità – ha favorito l’accostamento concettuale verso tale rielaborazione. Dalle solide radici germogliano due bianchi fiori, delicatamente adagiati sulla superficie d’acqua, l’uno un bocciolo, l’altro in piena fioritura (realizzati a mano dall’artista lavorando l’argilla). Il legame tra realtà materiale e spirituale rispecchia nell’opera il medesimo che si sviluppa tra mondo del design e dell’arte, la cui epifania è data dalla Trasformazione in loto.

The artist’s constant pursuit of purity in the contemporary world could not be better represented than by the floral element that is by definition a symbol of spiritual purity, namely the lotus flower. In the Hindu and Buddhist religions and in Egyptian culture, the lotus flower is respectively associated with beauty, purity and rebirth: it can bloom in all its white splendor in even the darkest waters. The curved geometric structure of the Ludmilla table – we must remember that in art the circle is the symbol of perfection and uniformity – was suitable for the conceptual approach to this redesign. Two white flowers sprout from the solid roots, gently lying on the surface of the water: one is a bud and the other is in full bloom (handmade in clay by the artist). The link between material and spiritual reality in the work reflects the link between the art and design world, whose epiphany is the Transformation into a lotus.

Margherita Castoldi nasce a Varese nel 1997. È attualmente studentessa alla facoltà di grafica dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Il legame con l’arte si è manifestato fin dall’infanzia, quando si approcciava già al disegno, e sebbene sia solo agli esordi del suo percorso accademico, sono già emersi i temi chiave della sua concezione artistica: la ricerca di spontaneità e della purezza nella realtà contemporanea, la rappresentazione di immagini che siano portali per altre dimensioni immaginifiche o simboli di emozioni e messaggi introspettivi. Concetti che si concretizzano in soggetti botanici o faunistici. Margherita Castoldi was born in Varese in 1997. She is currently a student at the graphic design faculty at the Brera Academy of Fine Arts. Her connection with art was evident from a young age, when she began to draw, and although she is only at the beginning of her academic career, her artistic vision is already characterized by key themes: the pursuit of spontaneity and purity in contemporary reality and the representation of images that are portals to other imaginary dimensions or emotional symbols and introspective messages. Concepts that come to life in botanical or wildlife subjects.

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Trasformazione in loto, 2017 Margherita Castoldi per/for Opera Contemporary Argilla e acrilico Clay and acrylic


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Poliform

Il ritratto aziendale di Poliform è quello di un’impresa che, pur raggiungendo una dimensione internazionale, ha saputo mantenere la propria realtà familiare. Fondata nel 1970, evoluzione di un’impresa artigiana nata nel 1942 quale parte della rete di piccole imprese caratterizzanti la struttura produttiva del distretto della Brianza, ha investito sulle nuove tecnologie produttive evolvendo la propria proposta verso i sistemi modulari componibili. Così Poliform diventa un’industria. Fautori del cambiamento, Alberto Spinelli, Aldo Spinelli e Giovanni Anzani, tuttora alla guida dell’azienda, affiancati oggi dalla terza generazione progressivamente inserita nel tessuto aziendale. Nel corso degli anni, la gamma delle proposte Poliform mantiene come elemento distintivo lo stretto legame con l’attualità, la mission di interpretare sempre al meglio gli stili di vita e i trend più contemporanei, attraverso sistemi e complementi di arredo per ogni zona della casa. Tappe cronologicamente essenziali nella crescita produttiva dell’azienda sono il 1996, quando si aggiunge alla struttura aziendale il marchio Varenna dedicato esclusivamente alla produzione di cucine; il 2006, l’anno della presentazione della prima collezione di imbottiti; mentre i primi anni del nuovo millennio vedono la nascita e l’affermazione di Poliform Contract, divisione destinata alle grandi forniture internazionali con servizi di massima customizzazione e chiavi in mano. Alla base di ogni proposta vi è sempre la ricerca della qualità dell’abitare come componente fondamentale della vita quotidiana: da qui l’headline “My Life” che caratterizza la comunicazione Poliform. “My Life” suggerisce l’idea che la casa e lo stile in cui è arredata siano in grado di rappresentare la personalità di chi la abita; esprime quindi la capacità di Poliform di interpretare uno stile di vita sempre più individuale, e proprio per questo sempre diverso.

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Although Poliform operates on an international scale, the company has managed to preserve its family identity. The company, which was founded in 1970, developed from an artisan business established in 1942, which was part of the small network of businesses that characterized the productive structure of the Brianza district. It has gradually invested in new production technology and its products have increasingly focused on modular systems. Poliform has thus become an industry. Its evolution was driven by Alberto Spinelli, Aldo Spinelli and Giovanni Anzani, who still manage the company, supported by the third generation, who have steadily been integrated into the business. Over the years, the hallmark of Poliform’s product range has been its close link to current style, its mission to always interpret the most contemporary lifestyles and trends through systems and furniture for every area in the house. Certain years have been key to the company’s production growth: in 1996, the Varenna brand, which is exclusively dedicated to kitchen products, was incorporated in the company; in 2006, it presented its first collection of padded furniture; the early years of the new millennium saw the establishment and success of Poliform Contract, the company’s division dedicated to large international supplies, which offers turnkey services and a high degree of customization. Every product is always designed based on research into living environment quality as a fundamental part of daily life: hence the headline “My Life”, which characterizes every moment of Poliform’s communication. “My Life” suggests the idea that the home and the style in which it is furnished can represent the personality of the people who live there and it therefore expresses Poliform’s ability to interpret an increasingly individual, and thus always different, lifestyle.

Chaise longue Mad (2016) design by Marcel Wanders


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Invasioni incoscienti “Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava. Ma mi risposero: “Spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?”. Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa. Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi.” L’elegante asimmetria compositiva della Mad Chaise Longue, con le sue linee ondulate dello schienale a determinare la gerarchia dei volumi, hanno immediatamente richiamato alla memoria dell’artista questo passo tratto da Il Piccolo Principe. L’aneddoto scaturito dalla penna di Antoine de Saint-Exupéry trova perfetta rappresentazione nell’opera progettuale di Marcel Wanders, le cui sinuosità ricalcano metaforicamente il disegno realizzato dal Principe. Sinuosità accentuate da quell’intreccio di fili che, dipanandosi da una matassa, avvolgono e inglobano il prodotto, a rappresentare la creatività artistica che tutto può pervadere e trasformare.

“I showed my masterpiece to the grown-ups and asked them if my drawing frightened them. They answered: “Why should anyone be frightened by a hat?” My drawing did not represent a hat. It was supposed to be a boa constrictor digesting an elephant. So I made another drawing of the inside of the boa constrictor to enable the grown-ups to understand. They always need explanations.” Mad Chaise Longue’s stylish asymmetrical composition, which features a curved backrest that determines the hierarchy of the volumes, immediately reminded the artist of this passage take from The Little Prince. Antoine de Saint-Exupéry’s anecdote is perfectly represented in Marcel Wanders’ design, whose sinuousness metaphorically recalls the Prince’s drawing. This sinuous design is accentuated by the interwoven wires that, unravelling from a knot, envelop and subsume the product, representing how artistic creativity can pervade and transform everything.

Katarina Vukcevic nasce in Montenegro nel 1993. Consegue la laurea in scenografia nel 2014, e nel 2017 la laurea specialistica in costume per lo spettacolo, entrambe presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Vincitrice di due Premi nazionali, tra cui il primo premio “Claudio Abbado” in Italia nel 2015 per “costume per il cinema” e nel 2016 il primo premio per “giovane scenografo” in Montenegro. Katarina Vukcevic was born in Montenegro in 1993. She graduated in stage design in 2014 from the Brera Academy of Fine Arts and went on to complete a specialist degree in costume design at the Academy in 2017. She has won two national awards, including the “Claudio Abbado” first prize in Italy in 2015 for “costume for cinema” and the first prize for “young stage designer” in Montenegro in 2016.

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Invasioni incoscienti, 2017 Katarina Vukcevic per/for Poliform Corde tinte e intrecciate, incollate su tessuto Painted and woven ropes, glued on fabric


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Porada

“Tutto nasce dall’amore per il legno”. Così inizia la storia di Porada, un racconto dove il legno massello è protagonista, e l’abilità di trasformarlo in opere d’arte la sua trama. L’incipit non è dissimile da molte realtà del territorio della Brianza, da realtà artigianale a impresa internazionale. Porada viene fondata infatti nel 1968 da Luigi Allievi con l’intento di proseguire la produzione di sedie intrapresa nel 1948. A sostenerlo, i quattro figli, che ne hanno condiviso la visione verso l’eccellenza qualitativa e la professionalità. L’azienda evolve negli anni nella direzione di un consistente ampliamento della produzione che oggi vanta un universo di complementi ed elementi d’arredo; ma univoca e ben definita è sempre stata la sua identità, volta alla realizzazione di prodotti dall’impronta stilistica elegante e sofisticata, unita a un design puro e lineare, impreziosito dalla calda matericità del legno massello. In ogni oggetto si concretizza il giusto equilibrio tra forma e funzione, gusto moderno ed essenzialità, affinché ogni creazione possa permanere nel tempo. La sperimentazione di Porada si attua tanto nel prodotto (che accosta sempre più al legno materiali diversi, come acciaio, vetro, marmi, pelle) quanto nella progettazione, con la collaborazione di grandi designer come Tarcisio Colzani, Marconato&Zappa, Garbin&Dell’Orto, Marelli&Molteni, Giuseppe Viganò, Emmanuel Gallina, David Dolcini e Stefano Bigi. La sua cifra stilistica, che guarda a valori universali di raffinatezza, eleganza e misurata sobrietà, ha consentito all’azienda di conquistare i mercati internazionali, divenuti terreno fecondo per lo sviluppo nell’ambito contract di alto livello: con la fornitura e realizzazione di arredi per l’hospitality, il residenziale e il retail, Porada ha trasmesso nel mondo quello stesso amore per il legno che anni fa ha guidato il suo fondatore.

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“Everything is born out of love for wood”. So begins the story of Porada, a tale whose protagonist is solid wood and whose plot is the ability to transform it into works of art. The company’s beginning is similar to that of many companies in the Brianza area, which have grown from artisan ventures into international businesses. Porada was founded in 1968 by Luigi Allievi, who aimed to continue the chair production business that he set up in 1948. He was supported by his four children. Over the years, the company has significantly expanded its production and now boasts a wide range of complements and furniture; it has always had a unique and well-defined identity, focused on the creation of products with an elegant and sophisticated style, combined with pure, linear design and embellished with the warm solidity of solid wood. Every object embodies the right balance between form and function, modern taste and simplicity, and every creation is designed to last over time. Porada’s experimentation is evident both in its products (increasingly coupling wood with different materials, such as steel, glass, marble and leather) and in its design, which has involved collaborations with major designers such as Tarcisio Colzani, Marconato&Zappa, Garbin&Dell’Orto, Marelli&Molteni, Giuseppe Viganò, Emmanuel Gallina, David Dolcini and Stefano Bigi. Its signature style is geared around the universal values of sophisticated elegance and restrained sobriety. This has enabled the company to conquer international markets, which have become a fertile ground for development in the high-end contract sector. With the supply and construction of furniture for the hospitality, residential and retail sectors, Porada has communicated the same love for wood that originally inspired its founder.

Tavolo da pranzo | Dining table Infinity (2013) design by Stefano Bigi


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Mangrovia Mangrovia si lascia ispirare dalle radici della pianta dalla quale trae il nome: gli intricati elementi arborei rivivono nel morbido nastro ligneo in massello che un tempo costituiva la base del tavolo Infinity. A modellare e avvolgere questa nuova espressione naturale, il movimento vorticoso del fiume e dei sassi che si stagliano in esso e che generano, lanciati sulla superficie dell’acqua, una successione di cerchi concentrici. Dal cuore di questa creazione fiorisce la visione concettuale dell’artista in un flusso di pensieri poeticamente rappresentato: “Infinito è il movimento di un’armonica mangrovia, che lenta emerge per raggiungere il sole. In essa dimorano le vite di sassi, che sull’acqua più volte rimbalzan gioiosi, per poi trovar riposo negli abissi ombrosi. Infinito è il movimento di questa mangrovia, che mi porta con sé in ricordi limpidi. E il rumore delle gocce che dolci infrangon il pensiero, mette in moto il cuor mio che comincia a galleggiar sereno.”

Mangrovia (Mangrove) is inspired by the roots of the plant from which it takes its name: intricate arboreal elements are revived in the soft solid wood strip that once formed the base of the Infinity table. This new natural expression is shaped and enveloped by the swirling motion of the river and stones that lie in it and generate a succession of concentric circles on the surface of the water. The conceptual vision of the artist flourishes at the heart of this creation in a flow of poetically represented thoughts: “Infinity is the movement of a harmonious mangrove, which slowly emerges to reach the sun. The lives of stones dwell within it, stones that joyfully skip along the water and then come to rest in the shadowy depths. Infinity is the movement of this mangrove, which carries me with it in clear memories. And the noise of drops that sweetly interrupt my thoughts sets my heart in motion, making it float serenely”.

Fabiana Sapia nasce a Garbagnate Milanese (MI) nel 1991. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, indirizzo scenografia. Dopo la laurea nel 2015, inizia un tirocinio presso Atir Teatro Ringhiera come assistente della scenografa Maria Spazzi, lavorando per diverse produzioni, come “Utoya” e “Nudi e crudi” per la regia di S. Senigaglia. Inizia in parallelo un percorso come operatrice teatrale che le permette di partecipare per diversi anni alla Rassegna del teatro educazione a Serra San Quirico (AN) e ai campus estivi del Piccolo Teatro di Milano. Attualmente lavora in campo teatrale. Fabiana Sapia was born in Garbagnate Milanese (MI) in 1991. She attended the Brera Accademy of Fine Arts, where she specialized in stage design. After graduating in 2015, she began an internship at Atir Teatro Ringhiera as an assistant to stage designer Maria Spazzi, where she worked on various productions, such as “Utoya” and “Nudi e crudi” directed by S. Senigaglia. At the same time, she began a career as a theater worker, which allowed her to participate for several years at the Theater Education Festival in Serra San Quirico (AN) and the summer camps of the Piccolo Teatro in Milan. She currently works in theater.

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Mangrovia, 2017 Fabiana Sapia per/for Porada Legno, filo di ferro, sassi, specchio Wood, iron wire, stones, mirror


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Riva 1920

La storia di Riva 1920 è indissolubilmente intrecciata a quella di un territorio, la Brianza, dove l’azienda è nata e si è sviluppata; a quella di un materiale, il legno nella sua più pura naturalità; e a un’etica, di salvaguardia dell’ambiente e rispetto per la natura. La lavorazione del legno massello definisce fin da subito le origini e il percorso evolutivo del brand, fin da quando nel 1920, a Cantù, Nino Romano fonda una piccola bottega artigiana a conduzione familiare, che negli anni ’40 vede l’ingresso di Mario Riva a portare avanti l’impresa del suocero e, dagli anni ’70, dei fratelli Maurizio e Davide Riva che seguono le orme del padre e del nonno dedicandosi all’arredamento su misura. Nel 1987 si inaugura la prima unità produttiva con 30 collaboratori, e contemporaneamente fa il suo ingresso in azienda anche la sorella Anna. La chiave di volta nella definizione dell’identità e della filosofia di Riva 1920 è rappresentata da un viaggio a New York di Maurizio Riva, occasione in cui viene introdotto alla cultura nordamericana del legno di riforestazione: così si dà inizio alla produzione di mobili in massello di ciliegio. Inevitabile il processo di industrializzazione e di internazionalizzazione, l’affermazione nel mondo del design con la collaborazione di oltre cento firme del settore, l’apertura verso nuovi mercati e orizzonti favorita anche dall’ingresso in azienda della quarta generazione. Accanto ai legni di riforestazione americana, l’azienda introduce i legni di riuso quali il Kauri millenario della Nuova Zelanda, le Briccole della Laguna di Venezia e il Cedro del Libano. L’universo Riva 1920 accresce con l’aggiunta di due unità produttive e la costruzione del Riva Center progettato dallo studio Renzo Piano Building Workshop, che ospita lo showroom aziendale, il Museo del Legno con oltre 4000 pezzi in esposizione, e dal 2017 una xiloteca e lo spazio didattico Pangea Lab.

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Riva 1920’s history is inextricably interwoven with the history of Brianza, where the company was founded and developed, as well as with the history of wood, in its purest natural state, and that of an ethic, namely to safeguard the environment and respect nature. Solid wood workmanship has defined the brand’s origins and evolution since 1920, when Nino Romano founded a small family-run workshop in Cantù. In the ’40s, Mario Riva joined the business to continue his father-in-law’s work, and in the ’70s, brothers Maurizio and Davide Riva followed in the footsteps of their father and grandfather, devoting themselves to custom made furniture. In 1987, the first production unit was opened with 30 employees and at the same time the sister Anna entered the company. Riva 1920’s identity and philosophy was strongly influenced by a trip that Maurizio Riva made to New York, during which he was introduced to the North American reforested wood tradition: this led to the production of cherry wood furniture. The company’s evolution has been inevitable: it has undergone a process of industrialization and internationalization, established itself in the design world through collaborations with over one hundred industry players, and opened up to new markets and horizons, partly thanks to the entry of the fourth generation. In addition to American reforested wood, the company has introduced reclaimed wood such as ancient kauri wood from New Zealand, ‘Briccole’ from the Venice lagoon and Lebanese cedar. The Riva 1920 universe has been enhanced with the addition of two production units and the construction of the Riva Center designed by the Renzo Piano Building Workshop, which hosts the company’s showroom, the Wood Museum with over 4000 pieces on display and, since 2017, a wood library and the Pangea Lab educational space.

Poltrona | Armchair Maui (2007) design by Terry Dwan


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Horizon Era il 2007 quando Terry Dwan progettò la poltrona Maui: un monolite scultoreo lavorato da un blocco unico di massello di cedro. In armonico parallelismo con il decennale de IFDM, l’iconicità del prodotto viene celebrata dall’artista attraverso l’esaltazione del suo design curvilineo, della sua calda naturalezza, in cui le apparenti imperfezioni della materia ne sono invece punto di forza e valenza qualitativa. La Maui si lascia avvolgere quindi da isole di colore e ramificazioni sinuose che assecondano la sua forma unica, scivolano sulle venature del legno, si stagliano tra le naturali crepe, diventando un paesaggio astratto che dà vita all’esperienza di un orizzonte circolare.

In 2007, Terry Dwan designed the Maui armchair: a sculptural monolith carved from a single block of cedar wood. Harmoniously coinciding with IFDM’s 10th anniversary, the iconic product is celebrated by the artist, who enhances its curvilinear design and natural warmth, in which the apparent imperfections of the material testify to its quality. The Maui armchair is enveloped in islands of color and sinuous branches that follow its unique shape, slide on the wood grain and stand out among the natural cracks, forming an abstract landscape that enlivens the experience of a circular horizon.

Sofia Feraboli nasce a Cremona nel 1994. Frequenta il liceo artistico a Parma e si specializza nella tecnica della pittura e olio presso lo studio d’Arte del pittore iperrealista Stefano Magnani. Trasferitasi a Verona, frequenta l’Accademia di Belle Arti Cignaroli per poi giungere a Milano dove si iscrive alla scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2012 realizza in Valpolicella, a San Pietro in Cariano, etichette d’artista dal vivo in occasione dell’inaugurazione delle Tenute Ugolini. Nel 2016 partecipa alla mostra collettiva “Disseminazioni” al Museo Diocesano di Milano. Sofia Feraboli was born in Cremona in 1994. She attended artistic high school in Parma and specialized in oil painting at the art studio of the hyper-realist painter Stefano Magnani. She moved to Verona, where she attended the Cignaroli Academy of Fine Arts, and then to Milan, where she enrolled to the Brera Academy of Fine Arts, school of painting. In 2012, she created artistic labels live at the opening of the Tenute Ugolini in Valpolicella, San Pietro in Cariano. In 2016, she participated in the collective “Disseminazioni” (Disseminations) exhibition at the Museo Diocesano in Milan.

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Horizon, 2017 Sofia Feraboli per/for Riva 1920 Acrilico su legno di cedro Acrylic on cedar wood


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Visionnaire

Visionnaire è sinonimo di luxury design. Un concetto non più inteso come mero progetto di arredamento, ma tradotto in una proposta di “total look” prezioso e customizzato nel dettaglio. Con questa intuizione, nel 2004 Luigi Cavalli insieme ai figli Leopold ed Eleonore – oggi rispettivamente Brand Ambassador e Art Director & Communication Manager – fondano Visionnaire, marchio della storica azienda bolognese IPE Srl. Già IPE, fondata nel 1959 dai fratelli Pompeo e Vittorio Cavalli, si distinse per l’utilizzo del poliuretano nell’arredamento, fino ad allora destinato unicamente alle imbottiture dei sedili delle automobili Lancia. Così Visionnaire, anni dopo, guidata dalla seconda e terza generazione della famiglia Cavalli, è divenuta un exemplum nel panorama dell’arredo di lusso per la proposta di una nuova concezione dell’interior più orientata alla moda. Il brand ha ottenuto in breve tempo una leadership internazionale grazie alla sua capacità di rappresentare una vera e propria filosofia di vita, in una parola, un lifestyle. Un processo di crescita condiviso con il Gruppo Ergon Capital Partners III del barone belga Albert Frère, nella cui orbita di investimento si è posizionata Visionnaire nel 2014. Il concetto di luxury design trova espressione in differenti forme, in primis negli oltre 1850 articoli firmati da un team di designer esperti, eclettici e ‘visionari’, per tutte le aree abitative. Prodotti che nella loro capacità di dialogare con l’intero panorama d’interior diventano proposte complete per importanti progetti di Contract Design. Lusso quindi inteso come ricerca del bello e di un lifestyle unico che trae ispirazione anche dall’arte in tutte le sue forme: arte e design che sono binomio imprescindibile del brand, concretizzatosi sei anni fa nella Wunderkammer Visionnarie all’interno del flagship store milanese di Piazza Cavour.

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Visionnaire is synonymous with luxury design. Its concept is no longer intended as a mere furniture project, but is translated into a precious “total look” proposal with customized details. Based on this vision, in 2004, Luigi Cavalli and his children Leopold and Eleonore – who are now respectively Brand Ambassador and Art Director & Communication Manager – founded the brand of the historic Bologna company IPE Srl. IPE, founded in 1959 by brothers Pompeo and Vittorio Cavalli, was already distinguished by its use of polyurethane in furniture, which up to that point had only been used for the padding of Lancia car seats. Years later, Visionnaire, headed by the second and third generations of the Cavalli family, has become a benchmark in the luxury furniture sector due to its proposal of a new conception of interior design that is more focused around fashion. The brand quickly achieved international leadership thanks to its ability to represent a true life philosophy, in a word, a lifestyle. It has grown alongside the Ergon Capital Partners III Group belonging to Belgian baron Albert Frère, which invested in Visionnaire in 2014. The luxury design concept promoted by Visionnaire is expressed in different forms and above all in the over 1850 products, developed by a team of skilled, eclectic and ‘visionary’ designers, for all the living areas. Due to their ability to dialog with interiors, these products become complete proposals for major Contract Design. Projects luxury understood as pursuit of beauty and of a unique lifestyle that draws inspiration from art in all its forms: for the brand six years ago, art and design are now inseparable, as evidenced in the Wunderkammer Visionnaire within the flagship store located in Milan, Piazza Cavour.

Pouff Klipper (2013) design by Samuele Mazza


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Bluedog Dalla dimensione animale alla realtà marina. La trasfigurazione del prodotto passa sempre attraverso la Natura. La morbida superficie originaria nel suo candore si presta ad accogliere il flusso perpetuo del mare, con le sue rifrangenze e sfumature. I colori, la lucentezza, i volumi creati nella rielaborazione dell’opera rimandano alle profondità del pianeta blu e alla forza evocativa che è in grado di suscitare. Le onde – create dall’applicazione del colore sul manto – si infrangono sulla morbida superficie, lasciata in differenti punti nella sua purezza originaria per trasmettere il biancore della schiuma che il movimento ondulatorio genera. La staticità formale del prodotto d’arredo, già superata dalla giocosità intrinseca del design, rivela un rinvigorito dinamismo esistenziale.

From animal dimension to marine world. The transfiguration of the product always passes through nature. The soft original surface hosts in its purity the perpetual flow of the sea, with its surges and shades. Colors, gloss, and volume created in the rework of the piece relate to the depths of the blue planet and its evocative power. Waves – originated by the use of color on the fur – break on the soft surface, left in some points with its real tone, in order to depict the whiteness of the foam generated by the surge. The formal immobility of the furnishing, already overcome by the intrinsic playfulness of design, reveals a reinvigorated existential dynamism.

Francesca Adriana D’Anza nasce a Polla (SA) nel 1996. Diplomata al Liceo Artistico del Pomponio Leto di Teggiano (SA), studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. La sua ricerca artistica si sviluppa su “opposti coesistenti che uniti con equilibrio e armonia ricongiungono a un Tutto”. Numerose le collettive a cui ha preso parte, l’ultima delle quali è “Osservatorio 9” presso palazzo Mandelli ad Arena Po (Pavia). Tra i concorsi e workshop a cui ha partecipato, “Iqbal Masich” di Baggio (MI) con l’Accademia di Belle Arti di Brera e Mediafriend, oltre alla realizzazione di un’opera pittorica esposta al Barriques Musuem. Francesca Adriana D’Anza was born in 1996. She graduated at the Liceo Artistico del Pomponio Leto of Teggiano (in Salerno), and is currently studying painting at the Brera Academy of Fine Arts. His artistic research is based on “coexisting opposites that united with balance and harmony rejoin in the Whole.” He has taken part to several collections, the most recent is “Osservatorio 9” at Palazzo Mandelli in Arena Po (in Pavia). Among the competitions and workshops he attended there is “Iqbal Masich” of Baggio (MI) with the Brera Academy of Fine Arts and Mediafriend, as well as the creation of a painting exhibited at the Barriques Musuem.

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Bluedog, 2017 Francesca Adriana D’Anza per/for Visionnaire Modellazione del pelo con colore e gel acrilico Fur modeling with color and acrylic gel


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© 2017 by Marble Studio Prima edizione First edition Giugno 2017 June 2017

Stampato da Printed by Industrie Grafiche Pacini Editore Pisa, Italy

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, archiviata in un sistema di ricerca o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico, fotocopia o altro senza l’autorizzazione scritta del proprietario dei diritti. Una copia digitale d’archivio è disponibile in Marble Studio. All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system or transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording or otherwise, without the prior written permission of the copyright owner. A record and picture file is available at Marble Studio’s.




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