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FOCUS ON
Combine Evolution Boffi: upgrade d’autore
PIERO LISSONI METTE IN LINEA LA “TRASFORMISTA” COMBINE INTEGRANDO ALLA SUA GEOMETRIA COMPATTA NUOVI ELEMENTI COMPOSITIVI. UNA “EVOLUZIONE” CHE CONFERISCE DINAMICITÀ ALL’INTERO PROGETTO
Combine Evolution è la nuova interprete dell’eleganza asciutta del suo disegnatore e l’evoluzione di un modello che, pur mantenendo la natura di sistema componibile basato sull’accostamento di monoblocchi con funzioni specifiche separate, si arricchisce di nuove soluzioni. La proposta di Piero Lissoni combina all’architettura lineare dei due blocchi monolitici – rigorosi nella loro nota espressione purista – la leggerezza estetica di vuoti funzionali descritti dai nuovi elementi metallici a giorno. Quelli della struttura completa di pratici cassettini in legno che collega le due stazioni compatte e accoglie il grande tavolo in legno massello di rovere a doghe, unendo la zona pranzo con la parte operativa della cucina a isola. Ma anche quelli della grande doppia mensola sospesa a soffitto verniciati di nero opaco, abbinati a comodi ripiani in legno massello; e l’asta sottostante appendi mestoli con barra LED integrata a illuminare tutta la zona di lavoro. Segni grafici forti che intervengono nella definizione di un progetto dinamico, da interpretare in modo vivo perché evocativi di una gestualità rituale legata alla preparazione del cibo. E l’operatività trova in questa cucina grandi vantaggi. Con le sue dimensioni Combine Evolution tiene infatti conto anche dei gesti di chi la utilizza quotidianamente. I due monoblocchi sono stazioni in sequenza: uno tecnico con lavaggio e cottura, l’altro complementare di preparazione. Il marmo Bianco Carrara utilizzato per le ante viene abbinato alla soluzione molto tecnica del piano di lavoro che prevede l’introduzione della nuova finitura Durinox nero, innovativo acciaio in un look opaco estremamente resistente ai graffi e meno ricettivo alle impronte. Le funzioni di grande stoccaggio, di refrigerazione e cottura (forno) sono completate con una elegante parete di colonne attrezzate, il cui schema compositivo restituisce un movimento arioso grazie al ritmico alternarsi dei volumi pieni e dei vani in trasparenza con ante in vetro.
Cucina COMBINE EVOLUTION
www.boffi.com
Glo si fa Maxi
SI ARRICCHISCE LA STORICA COLLEZIONE GLO NATA DALLA COLLABORAZIONE TRA PENTA E CARLO COLOMBO: ORA CON LA NUOVA SOSPENSIONE MAXI GLI AMBITI ARREDATIVI NON HANNO PIÙ CONFINI
Una bolla di sapone che fluttua eterea. Questa la suggestione ricreata da Carlo Colombo con il progetto di Glo per Penta, lampada diventata nel tempo un’icona aziendale. Alla collezione, già interpretata nelle versioni da terra, a sospensione e applique, si aggiunge ora l’opzione a sospensione Maxi, pronta a enfatizzare quell’atmosfera magica e rarefatta con i suoi 55 cm di diametro, continuando a dosare luce e riverbero. Risulta sempre di gran impatto il doppio diffusore in vetro borosilicato composto dall’elemento interno squadrato traslucido che racchiude la fonte luminosa, e da quello esterno sferico trasparente e colorato che prosegue avvolgendo parte del filo elettrico, il tutto completato dalla struttura in metallo cromato lucido. Per Glo Maxi resta la ricca palette di colori e finiture: trasparente, oro, argento, oro rosa, nero, iridescente, ‘4ever’ e ‘total white’, blu, verde e viola. Sono particolarmente scenografiche, per gli effetti cromatici cangianti, le varianti iridescenti e ambrate.
www.pentalight.com
Upgrade di carattere
Si lavora sui dettagli e sulle finiture per il restyling della cucina Carattere di Scavolini che si arricchisce di nuova gamma di laccati lucidi. L’anta impiallacciata propone inoltre quattro nuove nuance, mentre per il profilo più classico è stata introdotta la cornice cappello, insieme ai vetri piombati all’inglese. Si punta soprattutto sulla personalizzazione, come la rinnovata gamma di maniglie e lo schienale magnetico in laminato stratificato che può essere abbinato alla nuova collezione di accessori Magneto.
Cucina CARATTERE
L’eleganza del dettaglio
DA UNA PARTE LA RIGOROSITÀ DELLE FORME, DALL’ALTRA L’AMPIA POSSIBILITÀ DI PERSONALIZZAZIONE: JUNO È LA COLLEZIONE DI SCAVOLINI BAGNO CAPACE DI DIALOGARE CON OGNI SPAZIO A DISPOSIZIONE
Sono tanti i pregi del bagno Juno, ma se dovessimo pensare ai principali parleremmo dell’alta qualità estetica, della grande modularità e dell’attenta cura del dettaglio, come la presa maniglia a “J” che diventa cifra stilistica dell’intera collezione e che assicura ergonomia e semplicità. Grazie a un grande assortimento è possibile creare il proprio arredo bagno, scegliendo tra finiture laccate (lucide oppure opache) e decorativi, disponibili in diverse cromie. La libertà compositiva trova la sua espressione con il nuovo sistema di specchi e accessori Magneto tra cui pensili a giorno, mensole, porta sapone, bicchiere e portasalviette magnetici posizionabili a piacere sulla superficie della specchiera. A seconda delle proprie esigenze è possibile inoltre abbinare lavabi in appoggio o integrati, inserire sanitari sospesi o a terra, rubinetterie, piatti e box doccia, vasche, specchiere, accessori e un’ampia linea di sistemi di illuminazione oltre all’integrazione dei moduli bagno del Sistema Parete Fluida per un maggior spazio contenitivo.
Bagno JUNO
www.scavolini.com
Sintonie naturali
FLOU RICHIAMA A SÉ LA FORZA DELLA NATURA PER DISEGNARE LE NUOVE E INEDITE PROPOSTE DI INTERIOR, IN UNA CONNESSIONE ARMONIOSA FATTA DI FORMA E MATERIA, MOVIMENTO E SPAZIO
Èun omaggio alla natura la collezione 2020 firmata Flou. Valori, sensazioni, materiali attingono da questo mondo per essere poi declinati in prodotti d’arredo per la zona notte e la zona giorno, in grado di trasmettere la medesima armonia, autenticità, energia vitale e quindi permettere di vivere in completa sintonia con l’ambiente. Questo il concept – sintetizzato nel payoff “Come natura insegna” – da cui scaturiscono i nuovi prodotti, a partire dal letto matrimoniale Gaudí, firmato Matteo Nunziati. La calda matericità del legno massello sembra essere plasmata dalla forza modellante del vento: le sinuose forme della struttura emergono dall’avvolgente abbraccio del rivestimento tessile che culmina nella morbida imbottitura della testata. Purezza e leggerezza connotano il progetto, insieme alla ricercata attenzione per i dettagli: dalle cuciture a vista, alla disposizione del tessuto che appare semplicemente appoggiato ma è frutto di un complesso studio progettuale, dalla sagomatura del legno fino alla scelta delle finiture in rovere caffè o rovere tinto nero.
Tavolo DEGAS
Un nuovo Rinascimento
“Sono entrato in questo settore due anni fa e me ne sono innamorato”. Da questo rapporto di profonda intesa e desiderio di crescere insieme, prende avvio il nuovo corso di Angelo Cappellini: a darne forma, il Direttore Generale Fabio Merli che in poco tempo ha messo in atto una vera e propria ristrutturazione aziendale, dalle fondamenta organizzative alla cornice prettamente creativa e progettuale. “Per l’azienda abbiamo in mente grandi obiettivi: abbiamo integrato tutte le professionalità più importanti, dal marketing alla direzione artistica, perché il progetto deve obbligatoriamente essere ambizioso e di rilancio, non solo nei numeri, sebbene nel 2019 siano stati molti buoni – racconta Fabio Merli – L’azienda sta transitando da una dimensione familiare a una manageriale, con la volontà di continuare a crescere”. In quest’ottica l’introduzione dello studio Bestetti Associati nella Direzione Artistica segna di per sé un profondo rinnovamento: con l’obiettivo di “consolidare la storicità dell’azienda, puntando sulle sue specifiche capacità sartoriali e di customizzazione”, lo studio sta dando nuova linfa vitale alla filosofia stilistica denominata “New Classic Interiors” di Angelo Cappellini. Filosofia che coniuga l’antico savoir faire artigianale dell’azienda con un’allure più fresco e moderno. Un esempio è dato dalla collezione Degas, una proposta per la zona dining che annovera un maestoso tavolo con piano intarsiato abbinato a eleganti sedute dai toni naturali, i profili delicatamente intagliati e gli schienali in paglia di Vienna. Altresì il tavolo Tassella (che vanta una nuova versione con piano rotondo e diametro 180cm), sintetizza la rinnovata visione estetica del brand, perfetto compendio di moderna eleganza e alta ebanisteria (data dal pattern geometrico con differenti essenze lignee). Il restyling dei prodotti in collezione è pertanto il tema 2020, in attesa delle grandi novità che faranno capolino il prossimo anno, quando Angelo Cappellini taglierà il traguardo dei 135 anni di fondazione. “Sarà un anno veramente importante per noi, pertanto le maggiori novità saranno svelate in concomitanza di tale anniversario – spiega il Direttore Generale – Nel frattempo abbiamo ripensato il 2020, anche a fronte dello spostamento del Salone del Mobile, puntando sulla riorganizzazione interna dell’azienda, sulla formazione attraverso webinar per clienti e agenti, e infine sulla comunicazione, per far sentire non solo la vicinanza ai nostri partner, ma per far percepire il cammino evolutivo che stiamo compiendo e che intende essere sempre più consistente”. (Quasi) 135 anni e ancora tanta voglia di fare, e dimostrare che il settore luxury non solo è ancora profondamente radicato e vivo, ma che è in grado di stare al passo con i tempi e modellarsi sulle più varie attitudini abitative grazie alle sue peculiarità altamente artigianali e di eccellenza qualitativa.
SEPPUR SI STIA AVVICINANDO AI 135 ANNI DI FONDAZIONE, ANGELO CAPPELLINI MOSTRA UNO SPIRITO SEMPRE PIÙ RINVIGORITO: ANCORA FEDELE AL SUO DNA, ABBRACCIA UN AMMODERNAMENTO INTERNO E DI STILE PER UNO SLANCIO VERSO IL FUTURO
Tavolo TESSELLA
Una scalata di successo a tutto tondo. Non solo nell’Olimpo della moda, inconfutabile icona di stile nel mondo. Ma anche nella scena dell’interior design. Versace Home parte nel ’92 con una collezione tessile per la casa e poi inizia a volare. La partnership con Rosenthal, con cui nascono collezioni tableware impresse nella memoria, l’approdo ai primi elementi d’arredo distinti dai temi decorativi neoclassici stilema della maison (The Vanitas Chair), il succedersi sempre di nuove collezioni rappresentative di un’abilità che sa combinare amore per antichità e modernità. Oggi quello di Versace Home è un universo creativo sempre in continua evoluzione trasmesso attraverso un’estetica unica e inconfondibile, fatto non solo di materiali preziosi, attenzione per i dettagli, forme avvolgenti, combinazioni cromatiche senza tempo, ma anche di un servizio di interior design grazie al team esperto di architetti e designer di interni diretto da Donatella Versace. Il suo mondo domestico abbraccia mobili, tessuti, porcellane, carte da parati, rivestimenti murali,
La casa è glamour
UNO STILE DI VITA QUELLO DELLA MAISON DI MODA CHE CONTAGIA L’AMBIENTE DOMESTICO CON SEGNO RICONOSCIBILE E ABILITÀ NEL COMBINARE CLASSICO E CONTEMPORANEO
piastrelle in ceramica e accessori per il bagno. Tra le novità, si rinnova la linea per la tavola Versace Jungle Animalier per Rosenthal meets Versace, collezione in porcellana finissima che mescola l’iconica stampa Jungle con motivi animalier e con elementi ispirati alla Medusa. Una selezione di piatti, servizi da thè e caffè, vasi e piccoli elementi decorativi realizzata in una palette dai colori vivaci attraverso alcune tra le più sofisticate tecniche di lavorazione della porcellana. E poi ancora, la linea Versace Wallpaper Versace IV si arricchisce delle collezioni: La Scala del Palazzo, che trae ispirazione dalle scenografiche scale di marmo
VERSACE JUNGLE ANIMALIER by Rosenthal meets Versace
Collezione LA SCALA DEL PALAZZO by Versace Wallpaper
dello storico Palazzo Versace di Via Gesù a Milano mixando elementi architettonici a colori sofisticati; Barocco Metallics contraddistinta dall’iconica stampa della collezione Autunno-Inverno 1991; Heritage, caratterizzata da motivi floreali barocchi e delicate tonalità; Découpage, serie di tecniche simil-decoupage con un eclettico mix di stampa d’archivio; Barocco Birds, fantasia tropicale raffigurante uccelli abbinati a elementi dorati Barocco; Eterno, che richiama la texture a spina pesce di legno e parquet. Infine, la collezione Textiles & Accessories 2020 include la linea Virtus, caratterizzata dalla stessa lettera ‘V’ barocca delle iconiche bag di Versace.
www.versace.com
Vietato alzarsi
BILANCIARE PERFETTAMENTE RIGIDITÀ ED ELASTICITÀ DI UNO SCHIENALE È LA SFIDA VINTA DALLA POLTRONA PER OUTDOOR FOLIO, NATA DALLA MATITA DEL DESIGNER RAFFAELLO GALIOTTO PER NARDI
Il nome deriva proprio dal processo di produzione che vede la scocca della poltrona, costituita da un unico foglio in resina fiberglass, traforato e decorato a quadri. Folio, adatta per l’outdoor, ha uno schienale collegato senza soluzione di continuità alla seduta ribassata e si presenta o su base fissa o nella versione a dondolo, per un relax davvero completo. Con un semplice click è possibile reclinare lo schienale senza scatto, questo grazie a braccioli cavi all’interno dei quali un meccanismo manuale è in grado di azionare lo scorrimento dei tiranti per permettere i due cambi di posizione. I cuscini, disponibili in quattro diversi tessuti e varie nuance aderiscono alla scocca grazie a un doppio fissaggio con larghe fettucce. Non può mancare il poggiapiedi/sgabello Poggio progettato con gli stessi materiali di Folio. Grazie alla capacità di Nardi di sfruttare la flessibilità e l’elasticità della resina, Folio si presenta come un progetto innovativo, facile da igienizzare, resistente agli agenti atmosferici, impilabile e completamente riciclabile.
Poltrone BLUME
Diversi, ma uniti
Sedia BLUME
Due approcci creativi distinti per indole quelli di Robin Rizzini e Sebastian Herkner, i nuovi sodalizi artistici e progettuali stretti dall’azienda Pedrali, vigile sulla scelta dei designer con cui collaborare e incline a valorizzarne le personalità a favore di una produzione ricca e diversificata. L’universo di Sebastian Herker – eletto “Designer of the year 2019” da Maison&Objet, “Guest of Honour” a imm Cologne 2016, e vincitore di numerosi premi – è guidato dalla passione per la realtà artigiana. Un’attrazione per il mondo della tradizione che dialoga però con le nuove tecnologie di produzione per ottenere pezzi di qualità che sappiano invecchiare bene. Il suo lavoro, guidato da una sensibilità e un’identità che esaltano dettagli e funzione, si è fuso perfettamente con l’entusiasmo e la concretezza di Monica e Giuseppe Pedrali, management aziendale, dando vita alla collezione Blume. Un omaggio alle origini tedesche del designer – Blume significa fiore, dato il rimando decorativo –, ma soprattutto un’espressione raffinata di momenti conviviali. La serie abbraccia sedia e poltrona lounge, e anche un set di tavolini in tre altezze e dimensioni, in cui il telaio sottile e l’imbottitura in schiumato poliuretanico si uniscono armoniosamente rendendo la seduta estremamente confortevole e soffice. Un elemento strutturale realizzato in acciaio e posto sotto il sedile dona resistenza e fissa le gambe, rendendo possibile il disassemblaggio e il corretto smaltimento dei componenti del prodotto a fine vita. Rivestimenti e finiture studiati con cura donano una versatilità eccezionale: l’alluminio anodizzato si esprime nelle nuance argento, nero, ottone o bronzo, il Marmo Breccia Aurora nelle tonalità fior di pesco o rosso levanto, il fenix nero negli effetti marmo arabescato bianco o marmo nero oppure stratificato. Agli antipodi Robin Rizzini, genovese e con una lunga esperienza nello studio di Antonio Citterio a Milano. Materiali innovativi e processi produttivi sono un chiodo fisso. Il suo obiettivo è ottenere oggetti il più possibile coerenti e pensati, rifiutando l’idea di un design ridondante, così come l’uso di materiali non necessari in termini di qualità, ma anche di quantità. Il risultato deve essere, per Rizzini, essenziale, funzionale, espressivo. «Ho sempre guardato Pedrali con molto interesse e atteso l’occasione di poter disegnare per loro – racconta – L’azienda possiede tutto ciò che caratterizza le grandi realtà italiane: creatività, umanità, organizzazione e precisione esecutiva. Sono molto soddisfatto di questo nostro primo passo insieme». Il “passo” si chama Toa, ed è un tavolo che anche questo rende omaggio alla città natale con la traduzione dialettale dell’oggetto. Esteticamente leggero, ha una struttura robusta in alluminio capace di sostenere anche ripiani di grandi dimensioni. Le gambe a ponte in pressofusione di alluminio, anche in colori a contrasto rispetto al piano, una modularità in larghezza e profondità e l’ampia gamma di finiture lo rendono adatto a destinazioni d’uso differenti: dal residenziale al contract, fino all’ufficio.
CONDENSANO LINGUAGGIO TECNICO-INDUSTRIALE L’UNO, AMORE PER L’ARTIGIANATO L’ALTRO: ROBIN RIZZINI E SEBASTIAN HERKNER SONO LE NUOVE E TALENTUOSE PARTNERSHIP CHE COSTELLANO LA STRADA CREATIVA DI PEDRALI
Tavolo TOA
www.pedrali.it
Taba: precisione in forma libera
UN DIGITAL LAUNCH E UN DESTINO DI OPPORTUNITÀ PER TABA, LA FAMIGLIA DI SEDUTE DISEGNATA DA ALFREDO HÄBERLI PER MOROSO. PENSATA PER SPAZI PUBBLICI E PRIVATI IN UN INTRECCIO DI FORME, ERGONOMIA E POESIA
Taba gioca di precisione per vivere molte opportunità: di sedute, di incastri e di interazione. È formata da otto pezzi: un divano, due poltrone, cinque pouf, pensati dal designer svizzeroargentino Alfredo Häberli per adattarsi, grazie alla sovrapposizione di diverse linee organiche, a una multifunzionalità esistenziale. Come sedersi, conversare o lavorare. Il rigore della geometria si fonde con la poesia
Collezione TABA
delle forme naturali disegnando elementi asimmetrici, morbidi, che alternano superfici piane a zone curve rispondendo agli svariati usi quotidiani. «Il gioco che mi interessava sviluppare con Taba» precisa Häberli «è l’intreccio tra forma e poesia. Tra ciò che è lineare e ciò che sfugge». E «in un’azienda come Moroso coltivare lo spunto dell’idea che sfugge alla regola mi viene facile». Così nasce questa liaison fortunata con l’azienda italiana che – in tempo di pandemia – ha lanciato online e sui social la collezione raccontando il proces-
Collezione TABA
so creativo attraverso un documentario di quasi tre minuti. Nella presentazione non manca la giustificazione di un nome che trova origine e ispirazione nella biografia del designer. Si chiamava così un vecchio gioco di abilità diffuso tra i campesinos argentini: Taba era l’osso di mucca da lanciare in modo che cadesse sul terreno umido con la parte vincente rivolta verso l’alto. Un ricordo d’infanzia di cui il progetto trattiene sicuramente anche la parte più emozionale.
www.moroso.it
Un’azienda, Talenti, capace di creare con la materia puntando, anche grazie alla collaborazione di designer di fama internazionale, sulla ricerca di forme e di combinazioni materiche differenti e polivalenti. Cruise Collection, con le sue infinite combinazioni, crea una vera zona living dalle linee sofisticate ed eleganti grazie a divani fissi o modulari, tavoli, pouf, panche, poltrone living e poltroncine da pranzo. L’ispirazione al mondo nautico è enfatizzata dall’utilizzo di materiali pregiati come il legno in Cruise Teak e l’alluminio in Cruise Alu per le strutture, oltre a corde intrecciate e rivestimenti d’ultima generazione (con una selezione di tessuti dai colori sobri e luminosi per le sedie). L’idea è quella di combinare una lega come l’alluminio, inattaccabile dalla ruggine, o il legno teak, estremamente resistente ai cambiamenti di temperatura, all’acqua, all’umidità e alla salsedine con l’imbottito e con la corda, impermeabile e resistente ai raggi UV. Per la collezione Cruise Alu, il divano modulare ha una struttura in alluminio, realizzata secondo la tecnica della pressofusione e si abbina alle comode e ampie sedute realizzate in quick dry foam (materiale che garantisce lo scivolamento dell’acqua e un’asciugatura molto veloce) e al rivestimento in tessuto resistente agli agenti atmosferici. Impossibile non notare il piede che, realizzato grazie alla tecnica della pressofusione, diventa un elemento distintivo della collezione con grande impatto estetico.
CRUISE ALU collection
Sinergie tra materiali
CRUISE COLLECTION, LA NUOVA COLLEZIONE 2020 DISEGNATA DA PALOMBA SERAFINI ASSOCIATI, PRENDE ISPIRAZIONE DAL MONDO DELLA NAUTICA E ABBINA LA CORDA CON IL TEAK E L’ALLUMINIO
All’altezza dell’eccellenza
COMFORT, ELEGANZA E RICERCATEZZA SONO SOLO ALCUNE DELLE QUALITÀ CHE IL DIVANO GREGORY, DISEGNATO DA ANTONIO CITTERIO PER FLEXFORM, REGALA MENTRE SI CHIACCHIERA, CI SI RILASSA O SI ASSAPORA UN LIBRO, CIRCONDATI DAI SUOI SOFFICI CUSCINI
Quando si fa scorrere lo sguardo su questo divano, è inevitabile che ci si soffermi sui numerosi dettagli che lo rendono assoluto protagonista dello spazio in cui viene collocato. Ovviamente la linea elegante del disegno, la forma, la dimensione perfetta sono tutti elementi che trasmettono armonia a chi lo osserva, ma c’è di più. Ci sono particolari, come l’elegante piede in alluminio, le cinghie elastiche che sembrano una vera decorazione per la base, i profili ricercati in gros grain dei cuscini, che sanno trasformare Gregory in un oggetto dalla personalità spiccata, oltre a dimostrare il saper fare che è proprio del patrimonio genetico dell’azienda. Progettato da Antonio Citterio per la collezione Flexform Indoor 2020, è un divano che alterna materiali più freddi e rigorosi (come il metallo della base) ad altri più caldi e raffinati (come il cuoio con il quale sono fatte le parti a vista delle cinghie elastiche sulle quali appoggiano i cuscini di seduta). La personalizzazione è un altro aspetto di questo divano che permette di soddisfare tutte le esigenze: infatti la struttura in metallo e i piedi in alluminio pressofuso sono disponibili in una grande varietà di finiture per permettere sofisticati abbinamenti con il cuoio delle cinghie proposto nei colori tabacco, testa di moro e nero. L’attenzione non è pero solo rivolta all’estetica. I cuscini dello schienale con rullo, imbottiti in piuma d’oca sono pensati per una postura corretta e per offrire un alto livello di comfort. Gregory consente inoltre di realizzare innumerevoli configurazioni grazie alla sua ampia componibilità.
Divano GREGORY
www.flexform.it
Come quando si alzano gli occhi al cielo, cercando di trovare disegni e immagini nella forma irregolare e mutevole delle nuvole, con i raggi del sole che vi filtrano attraverso, lo stesso si può fare accendendo una delle lampade della serie Nubola. Sono composte da sfere irregolari dai colori metallici (rame, cromo nero e oro) che ricordano la morbidezza e la consistenza delle nubi. La stessa magia la troviamo nel procedimento di produzione realizzato dagli artigiani che soffiando nella canna, portano aria nella massa vitrea incandescente. In seguito, usando la canna come asse di rotazione, la fanno rotolare su una lastra di ferro e con l’aiuto di utensili le danno la forma desiderata, ritoccandola e creando dettagli che fanno di ogni pezzo un elemento unico, irrepetibile, come un’opera d’arte. La collezione Nubola comprende lampade da terra e da tavolo, mentre si sta lavorando per le versioni applique e chandelier che verranno presentate prossimamente. La versione da tavolo è composta da una base che ricorda una bottiglia che sostiene il corpo illuminante vero e proprio, somigliante appunto a una nuvola. La piantana è invece strutturata con una base circolare da cui partono tre aste metalliche verticali alle quail vengono agganciate le tre sfere in vetro soffiato, di dimensioni differenti. Per le finiture delle sfere si può scegliere tra rame, cromo nero e oro, mentre la struttura di base di piantane e lampade da tavolo sono disponibili in grafite o in altre finiture.
La luce in un soffio
UN NOME PERFETTAMENTE CALZANTE, QUELLO DI NUBOLA, PER LA SERIE DI LAMPADE PRESENTATE DA RIFLESSI. LE FORME IRREGOLARI, IN VETRO SOFFIATO, SONO SAPIENTEMENTE CREATE DALLE MANI DI ARTIGIANI
Noi? Mai fermi
È LA SETE DI SCOPERTA A MUOVERE IL PROCESSO PRODUTTIVO E CREATIVO DEL BRAND, FATTO DI CURIOSITÀ PER LE TECNOLOGIE E DI COLLABORAZIONI CON DESIGNER SEMPRE NUOVI. IN UN MOTO IN CONTINUO DIVENIRE
“Versatili come la materia, in continuo cambiamento”. Si raccontano così in Desalto, l’azienda che da 30 anni incarna perfettamente i valori del Made in Italy unendo conduzione familiare e territorio. La curiosità è di casa, di conseguenza la costante ricerca tecnologica e creativa si muove istintivamente, specie negli ultimi anni, verso collaborazioni con volti sempre nuovi del progetto. Una freschezza di pensiero capace di legare insieme giovani talenti diversi tra loro con una flessibilità produttiva sartoriale e artigianale. Nelle recenti novità di prodotto, specchio di questa rara linfa, c’è dunque una grande capacità di lavorazione ad alto contenuto tecnico e innovativo miscelata indissolubilmente a nuove idee. Quella del designer Gordon Guillaumier – Art Director dell’azienda – è davvero una sfida progettuale (vinta) che lavora sul difficile equilibrio tra funzionamento tecnico e aspetto formale del tavolo allungabile. Obiettivo raggiunto grazie a un gesto semplice del meccanismo che mantiene la proporzione del tavolo sia nella versione chiusa che allungata, ed ecco che, come suggerisce il nome, in Fourmore l’allunga consente di aggiungere quattro posti a tavola per entrambe le misure del prodotto. L’innesto di materiali arricchisce poi la sua estetica: il top in rovere chiaro o scuro di legno impiallacciato fresato a controllo numerico contrasta con il telaio in lamiera di acciaio 10 mm tagliata al laser, sottolineando leggerezza ed eleganza della forma. Ancora un tavolo dall’estro questa volta di Guglielmo Poletti, che racchiude in un unico dettaglio lo sviluppo di L45. Il giunto tra la gamba e il top è ottenuto tramite la combinazione di due profili a L tagliati a 45° per essere uniti a 90°, formando così la gamba e il relativo traverso. Quest’ultimo, a sua volta ruotato di 45° rispetto alla superficie piana che lo sormonta, delinea uno spicchio di vuoto che sottolinea la relazione tra il top e gli spigoli posizionati in corrispondenza. Cambia tipologia invece Giacomo Moor, che si dedica alla famiglia di contenitori Stac dotata di funzioni diverse grazie alla sovrapposizione di elementi modulari impilabili. Quasi un gioco di costruzioni che vede volumi monolitici in legno sorretti da una sottile lamiera in metallo di 3 mm, piegata in folding, quale congiunzione a incastro e senza saldature. Un escamotage che genera contemporaneamente vani a giorno. Previste le variabili a sviluppo orizzontale e verticale, ciascuna delle quali con moduli di due altezze diverse. Minimizzare il più possibile il segno e uniformare i componenti per ottimizzare i processi è stato l’obiettivo produttivo insieme alla volontà di dotare di autonomia i vari moduli in modo da permettere al mobile di essere spedito montato, senza occupare molto volume. In tutti si legge chiaramente una profonda cultura del progetto affinata nel tempo da Desalto.
FOURMORE, design Gordon Guillaumier
STAC, design Giacomo Moor
www.desalto.it
Divano COSMO
Contemporary revolution
FESTEGGIA DIECI ANNI OPERA CONTEMPORARY, E LO FA CON I MASSIMI ONORI: UNA NUOVA DIREZIONE ARTISTICA, UNA PIÙ AMPIA STRATEGIA MARKETING E RETAIL, MA SOPRATTUTTO LA DECISA VOLONTÀ DI DIVENIRE UN MARCHIO SOLIDO E STRUTTURATO DALL’APPEAL INTERNAZIONALE
Dieci anni e non sentirli. Sono passati in un soffio da quando Opera Contemporary fece la sua apparizione sulla scena progettuale, nel 2010, grazie alla dedizione di una famiglia visionaria legata alla storia dell’artigianalità e lavorazione del legno fin dal 1886. Sebbene ispirata da questo heritage tradizionale, il nuovo brand ha sviluppato una propria identità nel lusso contemporaneo. Un carattere e un’ambizione che il nuovo management alla guida dell’azienda intende cavalcare e sviluppare con grande energia, “affinché Opera Contemporary possa vivere di vita propria e affermare il suo posizionamento nel mercato”. Queste le parole del Direttore Generale Fabio Merli, che sintetizzano un lungimirante obiettivo avviato fin dal suo ingresso in azienda, due anni fa. Importante passo di questa evoluzione, la nomina dello studio Bestetti Associati per la Direzione Artistica. “Per Opera Contemporary stiamo costruendo un inedito linguaggio stilistico in grado di far dialogare prodotto e architettura – raccontano dallo studio – Un modo di vivere elegante e discreto esaltato da dettagli materici essenziali”. Le proposte presentate quest’anno si muovono pertanto sul filo di questa rinnovata espressione formale. Ne è un esempio calzante il divano Cosmo firmato dallo studio Castello Lagravinese, tra i più apprezzati prodotti del catalogo Opera Contemporary: nel nuovo restyling mostra una fascia strutturale in legno massello (dal profilo a sezione triangolare) che non solo funge da marcato tratto estetico, ma al contempo enfatizza la maestria del brand nella lavorazione del materiale. Medesima vocazione per il letto Sheila (design Castello Lagravinese), rivisitato nella testata che perde l’imbottitura per mostrare l’anima lignea arricchita nella sua leggerezza da cordini in cuoio distesi verticalmente. L’affinità interior-spazio architettonico ricercata dallo studio Bestetti emerge evidente da un nuovo prodotto in collezione, la libreria Taylor (disegnata da DL studio): caratterizzata da una struttura metallica che accoglie ripiani in legno, marmo e pelle rappresenta agilmente l’anima del brand
fatta di raffinata eleganza e accostamenti materici arditi quanto armoniosi. Se il rinnovamento stilistico e di immagine è già in corso d’opera, simultaneamente si lavora sul riposizionamento del brand sul mercato; processo che vedrà il suo culmine nell’apertura di uno showroom monomarca a Milano questo autunno (e il prossimo anno nei mercati esteri a partire da USA e Middle East). L’inaugurazione del flagship sarà parte dei festeggiamenti per i dieci anni del brand: “Quest’anno
Libreria TAYLOR
avevamo in programma numerose attività per celebrare il decennale di Opera Contemporary durante tutto l’anno – spiega Fabio Merli – Nonostante il lockdown e lo spostamento del Salone del Mobile, abbiamo intenzione di mantenere fede alle iniziative previste. C’è molto da fare, ma credo che il brand sia pronto per affermarsi e continuare a crescere nei prossimi anni”.
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Superare la perfezione
A 50 ANNI DI DISTANZA, MARIO BELLINI E B&B ITALIA COLLABORANO ALLA RIEDIZIONE DI CAMALEONDA, IL DIVANO MODULARE, PERFETTA SINTESI TRA DESIGN E ARCHITETTURA, CHE OGGI FA UN PASSO AVANTI DIVENTANDO ANCHE SOSTENIBILE
Divano CAMALEONDA
Si può migliorare ciò che è già perfetto? La risposta affermativa nasce dal lavoro portato avanti dal Centro Ricerche & Sviluppo di B&B Italia e dall’architetto Mario Bellini che nel 1970 ha disegnato il divano Camaleonda. L’arredo conserva – identici – estetica, dimensioni, proporzioni e sistema d’uso, con il modulo di seduta di 90x90 cm, con lo stesso schienale e bracciolo del progetto passato, del quale sono state recuperate le dime originali per il taglio del rivestimento. Una delle caratteristiche fondamentali di Camaleonda è la sua modularità: agganciando e sganciando infatti sedute, schienali e braccioli si possono creare configurazioni infinite. Se nulla nella forma è stato cambiato – è stato mantenuto perfino lo stesso capitonnè –, l’innovazione riguarda i materiali. La struttura a sandwich si compone di materiali riciclati o riciclabili, la base è costituita da pannelli lignei e i piedini sferici sono in legno di faggio certificato FSC. Le imbottiture sono realizzate in poliuretano a densità e portanza diversificate, protette da un rivestimento removibile in dacron, tessuto sintetico ottenuto da PET riciclato. Camaleonda si completa con Gli Scacchi, la serie di tavolini o sedute extra disegnate da Bellini nel 1971, i cui pezzi sono ispirati al gioco degli scacchi, precisamente alla Regina, Cavallo e Torre. Nella versione originale del 1971 l’innovazione di Scacchi era il rivestimento in poliuretano autopellante, una soluzione utilizzata soltanto per l’industria automobilistica; oggi sono proposti con morbidi rivestimenti in cuoio e cavallino con cuciture a vista.
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Serie GLI SCACCHI
In&Out
GIOCA SUL FILO DELL’EQUILIBRIO TRA DENTRO E FUORI, LA COLLEZIONE OPEN AIR 2020 DISEGNATA DA ANDREA PARISIO PER MERIDIANI. NATA PER ESTERNI, ORA ANCHE INDOOR
Cambiare angolo d’osservazione permette di vedere lo stesso oggetto con occhi nuovi, si sa. Magari scoprendo anche particolari che in precedenza sfuggivano. È quanto ha fatto Meridiani con la collezione Open Air 2020, il living all’aria aperta sintesi di bellezza e funzionalità d’uso, proposta ora anche in versione per interni. La scelta di Andrea Parisio, designer e Art Director, è quella di mantenere un’idea di arredo coerente e riconoscibile, di riflettere una visione del design di interni rassicurante attraverso pezzi dalle linee minimali, dettagli sinuosi e volumi morbidi che fanno dell’abitare la casa un vero piacere. Non solo, l’azione di Meridiani conferma anche la versatilità della propria produzione, 100% Made in Italy, senza tempo e lontana da mode e tendenze. Stesso design, dunque, ma finiture diverse. Si fa grigio chiaro il cemento Ductal®, di altissima qualità e tecnologia, formato da finissimi componenti minerali naturali e fibre organiche che lo rendono resistente e flessibile; diventa laccato lucido oppure opaco, in diverse colorazioni, il legno massello di Iroko; il cuoio, sapientemente lavorato a mano, è protagonista con cuciture sartoriali o intrecci; e l’alluminio verniciato prevede quattro colorazioni – Chalk, Petrol, Elephant e Black – per abbinamenti creativi. Tra i vari pezzi della collezione, si fanno notare: Claud, divano modulare, poltrona e lettino realizzati in legno laccato opaco in diverse varianti di colore, dotati di imbottiture soft per un’oasi di relax; e Zoe, serie di poltrone dall’ampia seduta imbottita che accosta elegantemente alluminio e cuoio intrecciato, mettendo a disposizione due cuscini di schienale opzionali.
Divano indoor CLAUD
L’armonia è tutto
CRESCONO DI PARI PASSO LIVING DIVANI E LE SUE COLLEZIONI, INSIEME A IDEE CHE SI ESPANDONO E A UNA VISIONE DI BELLEZZA SEMPRE PIÙ RAFFINATA. TRA GLI ULTIMI NATI, FLOYD-HI 2 SUGGELLA LA FELICE COLLABORAZIONE TRA PIERO LISSONI E L’AZIENDA
Divano FLOYD-HI 2
Cinquant’anni dalla fondazione, 30 anni di forte sinergia con Piero Lissoni alla direzione artistica. Un libro, una grande mostra, la seconda generazione al comando quale riferimento per un talent scouting che contraddistingue il brand. L’espansione di Living Divani non è separata dalle sue collezioni, che, partendo dagli imbottiti, abbracciano ora in modo omogeneo tutto l’ambiente living. Creazioni rigorosamente essenziali ma impeccabili nell’esecuzione, che hanno saputo conquistare il pubblico mondiale più sofisticato. Non fa eccezione Floyd-Hi 2, sistema di imbottiti firmato ancora una volta da Piero Lissoni, che, nella nuova versione con piedino metallico, diventa componibile per svilupparsi nello spazio con le sue forme fluide e rassicuranti. Il segno distintivo dato dal bracciolo incastonato tra schienale e seduta, estremamente generosa, personalizza gli interni sia di case contemporanee che di dimore storiche, ma anche di spazi contract. I tessuti pregiati abbinati a lavorazioni sartoriali fanno la loro parte insieme ai materiali d’alta qualità, come i multistrati di pioppo e abete tamburato che compongono la struttura di schienali e braccioli, l’acciaio verniciato con polveri epossidiche del telaio del sedile, la piuma d’oca lavata e sterilizzata racchiusa in settori separati con inserto di poliuretano espanso, la lamiera in acciaio tagliata al laser del piedino, molleggi a nastri elastici in caucciù. Perché l’armonia è tutto.
www.livingdivani.it
Visioni cosmiche
CATTURA LO SGUARDO LA FANTASIA IPNOTICA DEL TAPPETO DISTORTION, DELLA LINEA LIMITED EDITION, DISEGNATO DA MARCO PIVA PER ILLULIAN. INTERAMENTE REALIZZATO A MANO, LA SUA TRAMA È FATTA DI GEOMETRIA ORA SINUOSE, ORA PIÙ RETICOLARI CHE ORIGINANO FORME INASPETTATE
Ifili della trama e quelli dell’ordito si incrociano per formare un tessuto che origina man mano un disegno, in un processo che ricorda quello dell’universo che tesse vite e destini. Ogni tappeto della linea Limited Edition rappresenta una storia che narra la personalità e la vita del suo autore e nasce con l’idea di porre domande, cercare risposte o interpretazioni tra le geometrie. Distortion, realizzato a mano con lana himalayana, pura seta e colori a base vegetale che conferiscono a ogni pezzo un particolare fascino cromatico, è caratterizzato da motivi sinuosi. Si crea una sorta di architettura immaginaria, che si riesce a percepire, ma non a concretizzare in forme elementari, con colori che sfumano in varie gradazioni. Tutti i tappeti della Limited Edition sono annodati e cardati a mano e sono disponibili in due qualità, Platinum 120 e Gold 100. La prima è la linea più esclusiva, caratterizzata dall’uso di lana e seta di altissima qualità, filate a mano e da un processo di fabbricazione estremamente complesso. Gold 100 propone tappeti realizzati in lana e seta, sempre di grande fascino, ma con una densità nodi al metro quadrato inferiore. Illulian, grazie al servizio Custom Made, offre la possibilità di creare un tappeto su misura scegliendo colori, disegni e dimensioni. In questo modo si ottiene il modello perfetto, adatto a spazi residenziali o ambienti contract come musei, showroom, hotel, ristoranti o per il settore nautico.
www.illulian.com
Vivere open air
COME IN UNA BOLLA PROTETTA, L’OASI OUTDOOR MINOTTI ACCOGLIE E CREA UN LIVING PERFETTO, TRA IL RASSICURANTE AMBIENTE DOMESTICO E LA LIBERTÀ DEL MONDO ESTERNO. NUOVE FINITURE 2020 PER LE SEDUTE TAPE CORD OUTDOOR DI NENDO DESIGN
Tape Cord Outdoor, la versione da esterno della famiglia Tape di Nendo si presenta con nuove finiture e cromie che possono essere scelte in una tavolozza di colori caldi che vanno dal grigio al ruggine, abbinati con i rivestimenti dell’esclusiva collezione tessile. Il sistema, composto da numerosi elementi, si adatta a ogni tipo di spazio all’aperto: le poltrone, il divano, la Paolina, il divano open aperto sul retro, le sedie, i tavolini e gli sgabelli in due altezze (102 e 115 cm) sono capaci di arredare anche ambienti dalle dimensioni contenute o terrazze di attici metropolitani. Le sedute con una profondità generosa sanno regalare relax e un senso di protezione che nasce dallo schienale composto da una struttura più rigida fatta di corde che come uno schermo avvolge e abbraccia. Con forme e volumi impeccabili, la collezione si distingue per un dettaglio sartoriale: il nastro che trattiene il piede, realizzato attraverso una piattina di metallo. Quest’ultimo, come le strutture in metallo delle sedute, è proposto nei colori Ruggine e Warm Grey. Le corde effetto midollino possono essere scelte anche nel Grigio Tortora, oltre alle tonalità già esistenti. Il nastro, leitmotiv della collezione, è il protagonista anche dei tavolini in metallo e collega la gamba alla corona, dove è inserito il piano in pietra o in Corian®.
Collezione NEW TAPE CORD OUTDOOR
www.minotti.com
Collezione TAPE CORD OUTDOOR
Tavolo MATRIX
FIL ROUGE DEI NUOVI PRODOTTI FRANKLIN, MATRIX E PHOENIX DI GIANFRANCO FERRÉ HOME SONO SICURAMENTE I DETTAGLI SARTORIALI CHE, RICHIAMANDO LO STILE DELLA MAISON DI MODA, TRASFORMANO GLI ARREDI IN CREAZIONI DI DESIGN ELEGANTI ED ESCLUSIVE Ciascuno dei nuovi arredi è dotato di una forte personalità, capace di creare solo, o accompagnato agli altri, un ambiente sofisticato ed eclettico. La ricercatezza dei materiali e il prestigio delle lavorazioni artigianali rendono ogni prodotto del marchio ben riconoscibile. La palette cromatica di tutte le ultime creazioni, nate dalla matita del design team Gianfranco Ferré Home, va dal grigio fumo, al bronzo, dal colore cuoio naturale al marrone o nero e crea atmosfere calde e accoglienti, dove il minimalismo moderno si alterna al patrimonio creativo di Gianfranco Ferré. Il mondo della moda si mescola a quello del design, proponendo geometrie e tessuti maschili, come quello che riveste la poltrona Franklin, un pied de poule color bronzo che ben si abbina alla struttura in legno di faggio, tinto grigio fumo di Londra. L’altra poltrona Phoenix, con vistosi braccioli cilindrici, si veste in tessuto Principe di Galles marrone e nero e bilancia un corpo imponente a piedini snelli, con una base in metallo. Stesse linee per il divano che si distingue però per il rivestimento in cuoio naturale con impunture sui bordi. Forme pulite e design minimale per i tavolini Matrix che sono composti da ripiani movibili in legno, rivestiti in cuoio naturale in entrambi le due versioni centrale e laterale. Gli ultimi nati confermano l’evoluzione del marchio verso uno stile essenziale e meno decorativo, capace di creare soluzioni abitative ambiziose dallo stile esclusivo.
Vestire il design
Poltrona FRANKLIN
www.gianfrancoferrehome.it
NEW COSMO sofa CALLAS armchair CYRANO small tables PELLEAS small tables TAYLOR library
designer Castello Lagravinese -
www.operacontemporary.com
Dal classico al contemporaneo, una storia tutto sommato non lunga, ma una migrazione coraggiosa e lungimirante. Quando è avvenuto questo cambiamento e perché?
La storia di Baxter nasce nel 1990 da un grande sogno imprenditoriale. Trent’anni fa, all’inizio della sua avventura, Baxter si presentava con imbottiti classici dal mood tipicamente inglese, ma con dettagli di un’eleganza studiata con attenzione che ha contribuito a distinguere la qualità e l’affidabilità del marchio. Uno dei simboli del cambiamento decisivo che ha segnato la nostra storia è senza dubbio il divano Alfred soprattutto nella sua versione vintage, dove la speciale tecnica di anticatura contraddistingue il suo aspetto per la sua unicità. Non si pensava più all’imbottito in maniera canonica, ma a un progetto con un’anima e con un vissuto da raccontare. Ed è proprio grazie a questo divano che si è passati dal classico al vintage. Un altro pezzo molto importante per la nostra storia è il divano Budapest, divenuto una sorta di icona: esprime l’impostazione formale del design, mantenendo comunque la materialità tipica di Baxter. Così siamo passati dal vintage al design.
Paolo Bestetti
CEO di BAXTER
testo di Rachele Frigerio
VANTA UNA CASE HISTORY ESEMPLARE, CHE AFFONDA LE RADICI NELLO STILE CLASSICO PER POI TROVARE ESPRESSIONE COMPIUTA IN UN DESIGN SOFISTICATO, VICINO AL CONCETTO CHE IL LUXURY SUGGERISCE OGGI. NON MENO IMPORTANTE QUELLA RICERCA DELL’UNICITÀ RISERVATA A OGNI PRODOTTO, CHE STRIZZA L’OCCHIO AL MONDO DELL’ARTE. INSOMMA, BAXTER SFUGGE DA OGNI CLASSIFICAZIONE E CATEGORIZZAZIONE, PER AFFERMARE UN’IDENTITÀ FORTE E AUTONOMA FRUTTO DI UN EQUILIBRIO MISURATO E SOPRATTUTTO, DI UN’ATTENZIONE MANIACALE PER LA MATERIA NATURALE. NE ABBIAMO PARLATO CON PAOLO BESTETTI, CEO DI BAXTER
In tempi altrettanto non sospetti avete lanciato le special edition, tra texture serigrafate a mano e complementi con finiture altrettanto hand made, trasformando prodotti di design in pezzi di volta in volta unici. C’è affinità con il mondo dell’arte?
È proprio questa la direzione delle Special Edition che abbiamo lanciato. Ci piaceva l’idea di raccontare una casa che fosse anche espressione di quello che piace a noi, mostrando quindi una vicinanza con il mondo dell’arte. Non siamo degli artisti, ma vogliamo raccontare case che esprimono il piacere nel collezionare oggetti unici e proprio Baxter, che ha un’anima industriale, ma fortemente legata all’unicità del prodotto, in cui le logiche della serialità a volte sono marginali rispetto alla voglia di fare prodotti nuovi, poteva percorrere questa strada. All’interno delle nostre collezioni le pelli stesse sono esasperatamente naturali tanto che per noi “ogni divano è sempre un po’ diverso dall’altro”. Anche i nostri clienti sono entrati in questo spirito, per cui avere un pezzo unico è sicuramente un valore aggiunto, perché ogni cliente lo sente proprio.
Il vostro stile è assolutamente ricercato, ma leggero e delicato… Possiamo dire in equilibrio tra luxury e design contemporaneo?
Negli ultimi anni c’è stata una trasformazione fondamentale nel concetto di “luxury” e forse possiamo dire anche di design. Il luxury si è mutato in valori sulla qualità dei materiali, un lusso rigoroso e mai sfacciato. Così come il design contemporaneo ha riscoperto le proprie radici. In questo lavoro di rilettura questi due mondi ci appartengono da sempre; per noi i materiali devono essere naturali e rappresentano un valore fondamentale. Altrettanto importante è come vengono trattati: un diktat di Baxter è che i materiali devono essere veritieri; non ci deve essere mai qualcosa che simula qualcos’altro. Secondo noi la materia, la capacità di lavorare la materia naturale e di portare alla luce i difetti, sono parte del valore del progetto ed è anche ciò che conferisce unicità. In questa direzione c’è un concetto di lusso, più sofisticato, un lusso che deve essere colto da occhi attenti.
Progetti come il Baxter Bar a Milano (e il temporary di Parigi a Gennaio), o il Baxter Cinema (che lo scorso Salone è diventato un vero e proprio jazz club) trasmettono un identificavo modo di vivere e di intendere la filosofia Baxter. Siete fautori di un design esperienziale?
Certo, il design è anche esperienza. Noi la chiamiamo Baxter Experience, che può essere una visita in azienda, una visita nel nostro showroom, un evento che noi facciamo… Un’esperienza che deve suscitare delle emozioni. L’esperienza che vivi è fatta di volumi, materie, profumi, sensazioni e riteniamo che chi si avvicina al mondo di Baxter o chi fa parte di questo club di Baxter, abbia questa grande voglia di vivere esperienze non in forma asettica. Non è un’autocelebrazione di se stessi, ma riguarda la capacità e lo scopo di poter creare dei momenti e di vivere delle esperienze che possono essere ricordate dalle persone con cui vieni a contatto. Ci interessa l’empatia che creiamo nel nostro club.
A quali modalità invece affiderete il racconto delle novità 2020, in un momento in cui il contatto diretto è limitato?
Abbiamo cambiato le regole del gioco: abbiamo fatto delle presentazioni private, mentre la presentazione worldwide sarà il 25 di settembre. Abbiamo coinvolto in questo progetto i nostri migliori partner e quindi abbiamo duplicato il progetto di Milano nel mondo. È stato difficile coniugare quelle che sono le nuove tecnologie con quella che noi chiamiamo l’“Esperienza di Baxter”. Questa è stata la vera sfida, ma i nostri partner ci conoscono e si sono affidati a questo “projet blind”: non possono oggi toccare i prodotti, ma hanno visto digitalmente la nuova collezione e hanno capito anche il progetto, che non è soltanto un progetto di ricerca, ma anche di presentazione, di comunicazione, di collaborazione con loro proprio perché gli sforzi che facevamo solitamente durante il Salone, li abbiamo trasferiti sul mercato. Ci siamo quindi affidati ai nostri 11 top dealers che costruiscono l’asse della struttura dei vari eventi che diventano itineranti. Non ci sono novità in termini di collaborazioni con nuovi designers, queste sono state spostate al 2021, mentre a fine anno sarà svelato il progetto Outdoor. Però abbiamo lavorato molto su quelli che sentivamo come concetti importanti: comodità, comfort, morbidezza.
BAXTER BAR, Milano
Oak
Photo © FabrizioCicconi
INTERVISTA A
D R A G A &AUREL
testo di Veronica Orsi
Artisti, designer, editori: sono tutto questo e oltre. Draga Obradovic e Aurel K. Basedow sconfinano dai limiti della rigida classificazione lasciandosi guidare solo dalla libera creatività, che per loro significa emozione e visione. La loro anima poliglotta si riflette in uno studio altrettanto multidisciplinare che spazia dal design product all’interior, a laboratorio artistico. Il loro modo di vedere “out of the box” li ha condotti, in tempi ancora non sospetti, verso quell’ambito miscellaneo etichettato come art design; da lì ha preso avvio la loro carriera, costellata da importanti collaborazioni come Baxter, Anthropologie, Wall&decò, Visionnaire (che debutta quest’anno), per poi riassumere il loro pensiero nella personale collezione Transparency Matters.
Come si sviluppa e si compensa il vostro lavoro a quattro mani?
Draga: Caratterialmente siamo diversi, lui da germanico e da artista non riesce a stare entro troppi paletti, ha una visione più “asciutta” delle cose; io sono invece esuberante, irrefrenabile, anche quando creo. Attingiamo da una stessa sorgente, ma poi ognuno ha le sue passioni. Così anche professionalmente ci esprimiamo in maniere diverse, io nel design, lui nell’arte. Ma quando rivediamo insieme un pezzo che abbiamo realizzato, che sia un’opera o un arredo c’è un interscambio di visioni. Altre volte, ognuno di noi ha le proprie intuizioni e questo non si può né frenare né cambiare.
Il vostro percorso inizia con il vintage. Come si è evoluto verso un concetto di art design?
Draga: Nella nostra storia ogni due anni c’è un ciclo che si chiude e uno che si apre. La nostra creatività è quindi estremamente dinamica, facciamo continuamente nuove cose, capitano nuove collaborazioni e dobbiamo inevitabilmente strutturarci anche internamente. Inizialmente lavoravamo insieme, eravamo conosciuti per mobili vintage e di recupero, pezzi unici che io realizzavo con sperimentazioni sul colore e tessuti dipinti a mano, mentre Aurel lavorava soprattutto con la resina. Il nostro primo atelier era quindi un vero laboratorio. Poi sono arrivate le prime collaborazioni con Baxter (ma anche Anthropologie) che ha visto in noi qualcosa di diverso; quando abbiamo iniziato ad avere richieste di pezzi in serie è subentrata una nuova sfida: come potevamo commercializzare l’unicità che proponevamo? Ne sono derivati i primi pensieri di progettazione, cercando soluzioni per mantenere il nostro tratto artistico, ma ora inserito in un contesto aziendale come quello di Baxter. Aurel: La finitura a mano è stata la risposta. Se inizialmente realizzavamo pezzo per pezzo una volta sola, dovendoci adeguare a produzioni più grosse abbiamo deciso di mantenere sempre un’ultima finitura a mano: ogni arredo cosiddetto riproducibile sarà comunque sempre diverso da un altro. Draga: Quando poi siamo cresciuti, Aurel ha passato molto tempo alla ricerca e alla scoperta delle professionalità artigianali della zona (tornitori, falegnami, fabbri…), un lavoro che oggi fa il nostro reparto di produzione. Ma si stava lentamente “spegnendo”, quindi dopo un anno sabbatico, ha deciso di dedicarsi solo alla pittura, e di nuovo Baxter nella figura di Paolo Bestetti ha visto il potenziale delle sue opere. Abbiamo così preso due indirizzi specifici, io nel design di prodotto, lui nell’arte.
Quale significato sottendono le sue opere?
Aurel: Sono sempre un’espressione intima di ciò che sto vivendo nel momento in cui dipingo; sono discorsi, dialoghi con me stesso mentre lavoro, in un certo senso occasioni di meditazione: questo è il massimo della felicità a cui potevo aspirare, perché non è più un lavoro. Non ho un’idea di un significato a priori che poi traduco sulla tela: ci sono intuizioni e visioni, emozioni che mi portano a esprimermi in una direzione. Sicuramente caratteristico della mia pittura è attingere da tanti stili e approcci diversi: talvolta più dall’astrattismo puro e meditativo, altre volte più legato all’action piainting. Un’atra caratteristica costante è la finitura lucida: lavorando per molti anni con la resina conosco bene questo materiale che oggi fa parte del mio bagaglio; non solo: esso si rifà alla sacralità della pittura, cosa che mi ha sempre interessato. Come i quadri antichi erano coperti con un vetro, per me la resina ha la medesima finalità, oltre a creare un gioco di riflessi che diventa un invito all’autoriflessione: quello che lo spettatore vede in realtà sono i suoi occhi, non i miei; il quadro creato inizialmente per me, diventa un po’ anche suo. Non tutti poi si saranno accorti che nei miei quadri c’è una base realizzata con un tappeto: sottende un’idea filosofica, in cui il tappeto simboleggia l’antichità, la memoria, senza la quale non ci sarebbe il presente.
La resina è il vostro marchio di fabbrica. Ci sono altre costanti?
Draga: Non abbiamo mai fatto nulla seguendo le mode, ma solo per passione; è il nostro modo di esprimere la creatività. Così come il vintage, di cui siamo stati precursori, poi è diventato un boom. Noi siamo prima di tutto artisti per formazione, avendo studiato pittura; non sapevamo di poter essere designer, lo siamo diventati. Abbiamo quindi le nostre visioni che ci guidano. Come nella collezione Transparency Matters, dal carattere molto sperimentale, che trasmette liberamente il nostro modo di vedere gli oggetti e il risultato delle nostre ricerche: vediamo le potenzialità in qualsiasi oggetto. Abbiamo poi per fortuna il nostro team che riesce a tramutare le nostre idee in progetti. Infine, siamo anche editori: ci occupiamo della progettazione e realizzazione, quindi il fatto di essere sempre nel territorio, interagire con i fornitori, imparare da loro, ci ha permesso di creare uno studio dove non solo si disegna, ma si può creare un progetto di interior completo.
Transparency Matters esprime la vostra creatività sperimentale. Quali gli elementi che la definiscono?
Draga: Mi piace battezzare i nostri progetti e prodotti. “Transparency” perché il materiale che definisce la collezione declinata in tavolini, illuminazione (che per noi è una novità) e complementi sono appunto in resina a spessore, quindi completamente trasparente. Questo materiale diventa anche uno statement per sostenere che la trasparenza conta: è il nostro essere noi stessi, saperci definire, come a dire “siamo quello che vedete”. C’è poi l’elemento del colore; nella creazione delle colorazioni mi sento un po’ alchimista: è come la musica, i colori sono le note che esprimono l’umore del momento. C’è infine, la forza dell’artigianalità e la ricerca della forma, dell’eleganza, che non vogliamo abbandonare. Non vogliamo ricercare l’eccesso, “gridare” il design, come va di moda ora nel collectible design: i prodotti per noi devono essere intriganti con un tocco sofisticato, deve esserci una ricerca di bellezza, nuova o recuperata attraverso la nostra interpretazione.
Art Design, Collectible design: c’è una grande contaminazione di settori. Cosa ne pensate?
Draga: Facciamo spesso discussioni sull’arte e sul design, dove sono i confini? La funzionalità non declassifica una creazione a “non-artistica”. Così un quadro non deve essere solo un oggetto museale, l’arte va vissuta! In realtà è più un problema di mercato: le gallerie mantengono forte questa distinzione tra arte pura e art design. In un momento dove si sfidano limiti e confini, noi a nostro modo portiamo avanti un progetto in cui ci rispecchiamo, ma senza categorizzazioni: a noi la definizione sta stretta! L’importante è mantenere una narrazione forte alla base di ogni progetto ed è quello che facciamo. Magari in futuro saremo riconosciuti come coloro che hanno anticipato questo movimento, che hanno tolto queste barriere tra settori, e hanno avvantaggiato la possibilità di trovare contesti dove le nostre opere vivono contemporaneamente con i nostri pezzi di arredo.
1. La consolle Maree della collezione Transparency Matters si connota per la base in ottone con top in resina, studiata per ottenere un effetto “liquido” sulla superficie. È rifinita con ulteriori pennellate di resina più consistenti, applicate con movimento fluido – come le onde, l’acqua, la marea. Realizzata a mano nell’Atelier di Draga & Aurel a Como. 2. Vertigo crea onde di trasparenza ed effetti ottici. Parte della collezione Transparency Matters, Vertigo è composto da barre modulari in acrilico solido. Ogni modulo può essere giustapposto a uno speciale tessuto dipinto a mano, all’interno dell’Atelier di Como del duo creativo, e personalizzato in dimensioni e background. 3. Colorati e divertenti! Sono i tavolini Agatha, disponibili con top singolo oppure in composizione di tre o cinque top. Questi raffinati coffee tables della collezione Transparency Matters nascono dalla fusione di resina e bronzo. Il processo di creazione dei top, trasparenti e colorati, richiede una speciale tecnica di fusione della resina all’interno della forma in tre strati di resina colorata. L’opera artistica AKB_19_21 firmata da Aurel domina il background. 4. Googie è una lampada da parete con illuminazione a LED derivante da un processo di termoformatura del metacrilato. La lampada mostra un’ottima performance tanto come elemento singolo quanto in composizione di unità multiple, diventando un’installazione emozionale per ampi spazi. Il setting è qui completato dal tavolo Woke (entrambi appartenenti alla Transparency Matters), caratterizzato da motivi geometrici astratti sulla superficie (in legno ricoperto da resina). 5. Jud arricchisce lo spazio con la sua luce e un ampio range di vibranti variazioni cromatiche. Testimone della collezione Transparency Matters, Jud è una lampada realizzata in vetro semitrasparente con struttura in ottone, illuminazione LED, filtri in resina colorata. Qui è il background perfetto per le sedute Marshmallow, isole di comfort e morbidezza. 6. Qui sono soliti creare e progettare. È il centro del loro “fare poetico” dove arte e artigianalità si incontrano. Questo è l’Atelier di Draga & Aurel a Como.
Astri nascenti
Un design fresco, spesso sperimentale e tanto creativo da essere fuori dagli schemi. I talenti emergenti dimostrano quanto i confini della progettualità possano espandersi senza implodere, quanto l’omologazione non appartenga a questo settore e a chi ne è fautore, e quanto l’esplorazione di materiali e tecnologie possa far approdare a esiti inattesi e arricchenti. Chiamati a testimoniare nel mondo questo design thinking, le nuove generazioni di designer diventano protagonisti di eventi e manifestazioni di settore che non mancano di puntare i riflettori sui questi astri nascenti attraverso esposizioni e collettive dedicate, alla ricerca delle future archistar. Dal SaloneSatellite del Salone del Mobile. Milano ai Rising Talents di Maison&Objet, dai Pure Talents di imm Cologne a WantedDesign Launch Pad della NYCxDesign: vi facciamo incontrare i talenti emergenti che si sono distinti sulla scena internazionale.
FRANCIA
Adrien Garcia
Si definisce “un selvaggio socievole”, mentre per il membro della giuria Pierre Yovanovitch, che lo ha inserito tra i Rising Talents 2020 della kermesse parigina, è semplicemente un sognatore. Adrien Garcia divide il suo tempo tra Parigi e una grande dimora del XVII secolo nei pressi di Nantes, nell’ovest della Francia, da cui trae grande ispirazione. Non a caso molti degli arredi da lui progettati sono realizzati con legno di querce cadute nella sua proprietà. Questa affinità architetturale si rispecchia nella proposta d’arredo presentata a M&O: una sala da pranzo in abete dove le sedute “scompaiono” nel tavolo quando non utilizzate, creando un solido geometrico coerente, dalle linee semplici ma rigorose, come la sua filosofia vuole. Questo progetto racchiude poi un altro tema caldo per il giovane designer, ovvero la necessità di collaborare con gli artigiani francesi per produrre oggetti che possano essere tramandati alle generazioni future.
Photo portrait © Champoussin Photo product © Aethion
GERMANIA
Peter Otto Vosding
Giovane, ma già sulla cresta dell’onda. Classe 1990, nel 2017 fonda il suo studio VOSDING Industrial Design a Colonia dedicandosi all’arredo, lighting e consumer products. Peter Otto Vossding è stato tra i protagonisti della rassegna Pure Talents di imm cologne, dove ha presentato SoftShelf, un sistema di scaffalature caratterizzate da una struttura imbottita, dettaglio che non solo contribuisce a creare un’atmosfera avvolgente, ma diventa un pratico escamotage per la fonoassorbenza.
REGNO UNITO
Lewis Power
Designer britannico con alle spalle già diverse esposizioni tra Londra e l’Italia, Lewis Power è il vincitore del Rising Star Award alla Stockholm Furniture & Light Fair 2020. Specializzato nel campo illuminazione, ha presentato nella cornice della Greenhouse una collezione (interamente in ghisa) di oggetti e lampade dal carattere deciso e sculturale. La sua direzione creativa esplora infatti l’equilibrio tra gli archetipi tradizionali e il superamento degli stessi, l’esperienza d’uso e la forma estetica. Il tutto giocato attraverso una forte matericità. (In foto: Menaggio Lamp)
ITALIA
Francesco Forcellini
Lo abbiamo conosciuto lo scorso anno al SaloneSatellite di Milano, e ritrovato successivamente tra i designer selezionati dalla Rinascente per esporre (e vendere) i propri prodotti all’esclusivo Design Supermarket del Department Store milanese – nello specifico l’innovativo vaso Trace in porcellana feldspatica realizzata con tecnica mista stampa 3D e stampa artigianale. A pochi mesi di distanza, firma le novità 2020 di De Castelli, mantenendosi fedele all’elemento chiave del progetto, ossia la consistenza materica, esaltata da finiture, texture e geometrie che apportano sensazioni.
Tavolino THE SOURCE
FRANCIA
Julie Richoz
Vanta già importanti collaborazioni con prestigiose gallerie francesi e alcuni brand dell’arredo europeo. Ma la designer franco-svizzera Julie Richoz è agli inizi di una lunga parabola ascendente. Ultima vetrina che l’ha vista protagonista, i Rising Talents di M&O Paris. Ha una predilezione per le forme curve e ancor più per il vetro colorato, feeling concretizzato nei suoi vasi Oreilles. Dai pezzi unici alla scala industriale, è affascinata dal saper fare, dalla passione e precisione nel maneggiare e modellare materiali.
Photo portrait © ED - Photo product © Aethion
USA
A Space
Loro sono Anna Aristova e Roza Gazarian, alias A Space, studio newyorkese di design & art. Attive nel settore già dal 2016, hanno partecipato a molteplici esposizioni tra New York, Parigi, Yerevan (Armenia), Londra e Tokyo. Ma nel 2020 il loro nome spicca come Best Emerging Designer nel contest NYCxDesign Awards. Facile intuire la motivazione: il risultato di questo duo creativo è un lifestyle contemporaneo immerso nella bellezza senza tempo della natura, che si tratti di un arredo funzionale o un oggetto puramente decorativo. “Ogni oggetto è una creazione unica che invita a guardare oltre alla mera forma o materiale, e a connettersi alla natura primordiale degli elementi”, spiegano le designer. E così un tocco che sconfina liberamente nell’art design connota il loro tratto, permettendo alle idee, ai pensieri e alle sensazioni di ampliarsi ed evolvere. Novità 2020, la collezione Melt, che fa seguito alla collezione di successo Source (in foto).
USA
Erika Cross
Fondatrice dell’omonimo studio di design, Erika Cross è tra i progettisti nominati da WantedDesign per la collettiva – dedicata ai talenti emergenti – Launch Pad 2020. Guidata dal desiderio di “elevare oggetti del quotidiano e forme consuete, familiari in piaceri inaspettati”, la sua ricerca indaga la relazione tra oggetti, scala e uso. Un esempio? Il coffee table Step, costituito da due semplici elementi sovrapposti; prodotto nominato ‘Best in Show’ al NYCxDesign Awards 2020.
TAIWAN
Hsiang Han Hsu
Natura, bionica e tecnologia. Questi i campi di indagine di Hsiang Han Hsu, fondatore dello studio multidisciplinare di Taiwan Hsiang Han Design, distintosi in occasione dello scorso SaloneSatellite di Milano. Combina perfettamente una ricerca innovativa e tecnologica con un’attenzione alla sostenibilità e al riciclo di materiali, “al fine di creare un ciclo positivo fra consumatore, produttore e ambiente”. Noto è il prodotto Undefined Y, un sistema modulare i cui componenti possono essere liberamente assemblati per creare differenti soluzioni, dall’illuminazione ai tavoli.
Collezione TEN TABLES by Binchy and Binchy
EMIRATI ARABI UNITI
Neda Salmanpour
Selezionata come miglior candidata per il programma di internship internazionale IAESTE all’Università di Sharjah, è stata recentemente nominata “Young Talent of the Year” nel contest Design Middle-East Award ed è attualmente nel comitato consultivo dell’Architectural Engineering Department dell’Università di Sharjah. Vanta un curriculum notevole questo giovane talento della scena mediorientale. Neda Salmanpour, Junior Architect presso Binchy and Binchy Architecture (uno dei Top 20 Boutique Design Firms nel Middle East), studio che ha rapidamente raggiunto una popolarità internazionale dopo aver preso parte nel 2019 a Downtown Editions, con il debutto della collezione Ten Tables, alla cui realizzazione anche Neda ha collaborato. Recentemente la giovane designer è stata nominata per partecipare al Tanween Program di Tashkeel – l’organizzazione multidisciplinare di Dubai rivolta all’arte e al design, che annualmente seleziona un gruppo di artisti e designer per essere formati e guidati da rinomati professionisti della industry): il suo ultimo lavoro sarà esposto quest’anno a Downtown Editions unitamente alla classe di Tanween 2020.