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PEOPLE&PROJECTS

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FOCUS ON

FOCUS ON

INTERVISTA A

GAMFRATESI

testo di Alessandra Bergamini

Il lungo lavoro di Stine Gam ed Enrico Fratesi, con uno studio fondato a Copenhagen nel 2006 e collaborazioni consolidate con numerosi marchi del design italiano e nordico, mostra quanto sia importante valorizzare le diversità e i punti di contatto fra storie del design, esperienze e approcci personali, percorsi creativi, sistemi di produzione. Per giungere a nuovi equilibri.

Il vostro lavoro “riflette una continua esplorazione della zona di confine tra armonia e disarmonia”. Potete spiegarci questo concetto?

S.G, E.F. L’equilibrio è un tema che ci ha sempre affascinato. Domande comuni ma complesse che continuamente ci ripetiamo, nella vita privata e lavorativa di ogni giorno. Un solo fattore può improvvisamente sbilanciare l’intera situazione. Ripensiamo con attenzione alle conseguenze e siamo consapevoli della sottile fragilità di questo equilibrio, intendiamo perciò enfatizzare e indagare questa tematica. Lavoriamo attentamente cercando una definizione nella forma e nei dettagli. Sono molti i parametri, come nella vita, ma talvolta basta semplicemente cambiare un elemento, la sue proporzioni e significati, modificare il suo equilibrio appunto, per dare una nuova connotazione all’oggetto. Serve solo un piccolo dettaglio per ottenere o al contrario rompere un’espressione , e questo ci incuriosisce molto. Lavoriamo intensamente sull’equilibrio tra armonia e disarmonia di tutti gli elementi di un progetto perché crediamo che da qualche parte nel mezzo ne derivi il riflesso. E’ come se potessimo conoscere un oggetto, ma qualcosa di differente lo contraddistingue. Non è una rivoluzione, ma piccoli passi in uno spazio sottile e delicato alla ricerca di nuovi equilibri.

Lavorate perfino in una zona di confine tra la storia e i tratti distintivi del design scandinavo e italiano. Quali sono i punti di connessione tra queste due aree e quali quelli di divergenza?

Certamente entrambe le culture hanno storie rilevanti e caratterizzate da un grande numero di prodotti tra i più interessanti al mondo. E ci sentiamo quindi molto fortunati di stare tra questi due universi. Qualità e tradizione sono componenti molto forti in entrambi i Paesi, che li connettono anche se il risultato è differente. La tradizione infatti in entrambi i casi è il punto di partenza e un importante riferimento da tenere in considerazione. Tuttavia nei Paesi scandinavi, la connessione tra il laboratorio e la selezione dei materiali – tradizionalmente naturali – ha guidato il processo attraverso la storia e perfino oggi questo collegamento è molto evidente; creare qualcosa di modesto con semplicità è sempre stato il valore progettuale da seguire e rispettare. Al contrario, nel design italiano l’industria ha un ruolo importante e l’innovazione nelle possibilità produttive ha sempre generato nuovi linguaggi, portato a sviluppare inesplorati territori, allo stesso modo è sempre stata molto aperta nel sostenere collaborazioni tra imprenditori italiani e designer internazionali.

Fare una distinzione tra le due tradizioni progettuali ha ancora senso oggigiorno?

Siamo soliti pensare che ogni cosa sia profondamente globalizzata e ciò in parte è vero, ma mentre lavoriamo ci rendiamo conto di quanto le nostre origini e tradizioni siano radicate nel nostro spirito e nel modo in cui riescono a far emergere la nostra specificità e diversità. Abbiamo avuto esperienze molto diverse, sia in termini familiari che di educazione, e perfino come architetti abbiamo metodi opposto, le nostre culture quindi ci hanno modellato differentemente. Le generazioni future probabilmente saranno più aperte e influenzate da uno spirito maggiormente globale, ma nel nostro caso siamo contenti di riscoprire continuamente le nostre diversità, che spesso sono il punto di partenza di nuovi progetti. E’ solo conoscendo le basi della nostra storia che è possibile evolverci. In fondo raggiungiamo una sincera fusione di due culture, un processo lavorativo che conduce a un ibrido quanto interessante risultato.

Quando vi commissionano nuovi prodotti, gli obiettivi e gli approcci dei brand sono differenti nei vari Paesi? Per esempio se ‘made in Italy’ o ‘made in Denmark’?

In realtà c’è una stimolante diversità, per questo motivo ci è sempre piaciuto lavorare in entrambi i Paesi e in particolare con le aziende italiane e danesi del settore arredo. Le aziende italiane sono molto legate a un approccio concettuale, in parte rivolto verso la comunicazione, il linguaggio o il dettaglio tecnico. L’innovazione diventa l’elemento che guida il processo e che attiva una catena di incredibili fornitori che gravitano attorno all’azienda, in grado di creare in breve tempo, con passione e dedizione, progetti veramente unici. Per i brand nordici il processo è differente: ricercano la semplicità formale, una strategia di produzione molto targettizzata per creare un prodotto altamente competitivo sul mercato, mantenendo contemporaneamente un livello di alta qualità. La storia ci ha mostrato come i progetti sono stati rispettivamente comunicati: per Hans Wegner e Poul Kjærholm si trattava di un semplice numero, quasi per registrare un nuovo traguardo e un sviluppo estetico comunque in modo discreto; per Magistretti e Castiglioni, è sufficiente il nome per poter immaginare il progetto, quasi fosse una traduzione metaforica che prendeva forma con l’expertise dell’azienda.

Dove risiedono quindi i punti di connessione del vostro approccio al design?

Lavoriamo a stretto contatto in tutti i differenti passaggi del processo e sviluppo creativo. Condividiamo molte delle medesime competenze e interessi, e apprezziamo molto questa capacità di lavorare in così stretta collaborazione. Possiamo dire che abbiamo gli stessi obiettivi e intenzioni, ma differenti metodi e sensibilità per affrontarli. Tutto questo porta a intavolare una discussione stimolante, interessante e vitale, ma spesso mossa da comuni principi e valori.

Il vostro product design integra storie: potete raccontarci l’ultima?

Ogni cosa prende forma dalle parole. Adoriamo avere intime e lunghe conversazioni per comprendere il progetto e come possiamo tradurre la storia in un design fisico. Talvolta è una questione più astratta, considerando i comportamenti delle persone e come impreviste tipologie possono interagire tra loro. Altre volte invece è tutto più diretto: materiali, dettagli possono suggerire una nuova direzione. L’importante è non avere pregiudizi, restare liberi nel raccontare una storia, dal momento che il processo sarà difficile, magari frustrante o ricco di soddisfazioni. Nel corso di questo viaggio dobbiamo preservare la storia che vogliamo trasmettere. Nei nostri progetti recenti ci siamo molto focalizzati su un comfort intimo grazie ai contrasti creati con differenti materiali; la pelle e il cuoio sono stati i protagonisti per raccontare storie di artigianalità e autenticità della materia.

Riguardo i nuovi prodotti che dovevano essere presentati a Milano in Aprile, come racconterete tali storie e le promuoverete insieme ai brand?

Eravamo praticamente pronti per l’evento di Milano, alle prese con gli ultimi dettagli e finiture dei prodotti. Ci piace essere coinvolti nel processo insieme alle aziende fino all’ultimo momento della selezione dei materiali e delle immagini. Alcuni prodotti sono stati in cantiere quasi per due anni ed eravamo perciò verso la fase finale del progetto. In altri casi abbiamo preferito posporre il lancio, in particolare per quei prodotti che non erano del tutto pronti per il mercato o dove era necessaria un’esperienza diretta. Una volta che i prodotti sono quasi ultimati, collaboriamo per creare contenuti digitali aggiuntivi così che il prodotto possa essere comunicato e presentato al suo meglio.

Con alcuni dei vostri clienti la collaborazione è lunga e duratura: come ci riuscite?

Quando diamo avvio a una nuova collaborazione, la speranza è sempre di non affacciarci semplicemente a un progetto e e spedire un prodotto, ma creare una relazione. Lavorare con gli stessi brand per un lungo periodo ci aiuta molto nel processo. nel conoscerci reciprocamente; Ci facciamo forza gli uni con gli altri e ci sproniamo ogni momento per creare un prodotto sempre migliore. E’ un vero piacere da un punto di vista personale e professionale: alla fine è importante lavorare con persone con cui sei in sintonia e condividere con loro i risultati ottenuti.

1. Il design compatto della poltrona Shelley, disegnata per Minotti, gioca sulla percezione di differenti materiali e morbidezze. La struttura in metallo, connessa dalla scocca in cuoio, da forma a un ampio nido che accoglie la cuscinatura. Frontalmente, si apre generosamente invitando alla seduta, mentre la parte posteriore accoglie il corpo creando intimità e comfort. 2. Nel divano Étiquette per DePadova, la struttura ispirata allo stile scandinavo dialoga con la manifattura tipicamente Made in Italy. La scocca in acciaio nero opaco è completata da cinghie in cuoio e una barra in frassino tinta in tonalità carbone. La costruzione atipica ne fa un’ottima soluzione per scandire gli spazi, anche grazie all’ottima retrospettiva. 3. L’interiors dell’Harlan+Holden Glasshouse Café, a Makati City (Filippine), è arricchito da una rigogliosa vegetazione, nonché dai divani Targa disegnati per Gebrüder Thonet Vienna. La collezione reinterpreta la tradizione del legno curvato e della paglia intrecciata attraverso un’estetica e proporzioni contemporanee. 4. “La poltroncina Romby, recentemente disegnata per Porro, è composta da due differenti elementi, in equilibrio tra loro: la seduta, realizzata con uno stampo ad iniezione e rivestita in tessuto o pelle, e la base inferiore in legno massello. Abbiamo studiato con cura l’effetto geometrico di queste due parti insieme”. 5. La forma minimale deal lampada Soffi per Poltrona Frau, cattura il momento esatto in cui la soffiatura dà forma al vetro ad opera maestri vetrai di Murano. Globi delicati e irregolari sembrano fuoriuscire da un sottile bracciale di cuoio, sospesi nello spazio per la forza di gravità. 6. Dalle lounge chair ai divani, fino a un comodo day bed con copertura: l’ampio range di prodotti che compone la collezione Rilly per Dedon si connota per gli intrecci paralleli verticali di corda marittima, una nuova Fibra “Touch” Il risultato è una collezione “trasparente” dalle forme conviviali, con un aspetto distintivo e qualità grafica. 7. La vetrina dello showroom Hermès Japan per l’Apple Watch Hermès trae ispirazione dalla Natura, come lo stesso tema di Hermès. Una composizione di fili metallici reinterpreta i disegni di animali di Robert Dallet, artista e naturalista che vanta una lunga collaborazione con la Maison.

CARE-LESS

C’è l’uomo al centro del tema care-LESS, una storia che punta l’attenzione sulla capacità empatica ed emotiva dell’uomo messa alla prova di fronte a fenomeni e informazioni negative dell’attualità. Se il timore è che tale capacità si stia affievolendo, la soluzione è nelle relazioni e negli affetti, e ancor più nel riscoprire (o imparare) come vivere felicemente. La palette cromatica che rispecchia questa tendenza è connotata da accenti forti: un verde intenso bilanciato dal verde menta soft, un giallo luminoso affiancato un rosso tenue, fino a un intenso azzurro ghiaccio.

Sensorial gate Full.Stop.

Aesthetics

Color Stories

DALL’ESCLUSIVA COLLABORAZIONE CON COLORWORKS® SCOPRIAMO LE TENDENZE COLORE 2020. LO STUDIO CONDOTTO DAL CENTRO DESIGN & TECHNOLOGY DELLA BUSINESS UNIT MASTERBATCHES DI CLARIANT PARTE DALLE MACROTENDENZE COMPORTAMENTALI E SOCIALI, ORIENTAMENTI DELLA SOCIETÀ, MOVIMENTI EMERGENTI A LIVELLO GLOBALE PER DELINEARE QUATTRO ‘STORIE’ A CUI CORRISPONDE UNA PALETTE DI 5 CROMIE. ABBIAMO RINTRACCIATO LE SFUMATURE DI QUESTO ARCOBALENO ALL’INTERNO DELLE PROPOSTE DI ARREDO TRA LE NOVITÀ 2020. UN UNIVERSO DI COLORE DA CUI LASCIARSI ISPIRARE!

testo di Cristina Ferrari

Unshockable SQUIRREL! Hug me not

1. INKIOSTRO BIANCO | GOLDENWALL Si amplia la collezione Goldenwall - dedicata ai supporti dorati in gold leaf e oro rosa - con le nuove carte da parati 2020. Ben rappresentativo è il modello Brave, che mantiene il carattere distintivo della linea, volta all’esplorazione del colore sui supporti a effetto metallico che, a seconda delle tinte e delle combinazioni, miscelati alla lucentezza dei metalli preziosi, illuminano di riflessi e sfumature inaspettate.

2. KETTAL | BAND Patricia Urquiola ha disegnato la collezione Band sfidando volutamente le linee classiche per dar vita a un progeto concettuale: alla base c’è infatti l’idea di una seduta intesa come assemblaggio di pezzi, con una struttura formata da ripetitive geometrie angolari. La collezione, composta da dining chair e club armchair, può essere realizzata interamente in alluminio o legno di tek, o in Terrain Fabrics.

3. DECASTELLI | FORMA Forma si declina in 7 formati, dal rettangolare al quadrato, fino all’esagono. La grande varietà di formati e di finiture è il tratto distintivo di una linea di moduli compositivi adatti sia a piccoli che grandi spazi. Curati in ogni dettaglio, i moduli sono tagliati e rifiniti a mano, per conferire a ogni pezzo un’inconsueta morbidezza ai bordi e agli angoli. 1

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5 6 4. GERVASONI | JEKO Tra le 12 collezioni della nuova linea Gervasoni Outdoor, inedita è la collezione Jeko, composta da sedute, divani – anche a baldacchino – tavoli e tavolini con struttura in ECOTeak. La sua allure esotica è accentuata dalla componente materica: il teak è infatti proveniente dalla demolizione controllata e autorizzata delle tradizionali case in legno dell’isola di Java. Design Paola Navone.

5. LISTONE GIORDANO | PERIGAL Dalla collaborazione tra l’azienda e Paola Lenti, brand di riferimento per l’outoor, nascono le nuove varianti della collezione Perigal, nelle accese tonalità Acqua, Grafite, Olio e Ottanio che creano sulla superfice pennellate di colore sorprendenti. Ispirandosi a un teorema matematico ottocentesco, Perigal si compone di moduli geometrici che ora possono essere anche montati a parete, come boiserie, oltre che naturalmente a pavimento.

6. MUTAFORMA | ANTHEMION Anthemion è la prima collezione concepita dal floral designer Dylan Tripp per Mutaforma, un progetto che omaggia il fascino aristocratico delle visioni planimetriche dei fiori, trasmutandone la bellezza su superfici in micro mosaico in vetro (le picotessere TILLA® ) grazie al know-how e alle tecnologie dell’azienda.

7. AGAPE | IN-OUT Si inserisce nella gamma di vasche del programma InOut (design Benedini Associati) una nuova soluzione realizzata in marmo. Spicca il modello in verde Alpi, ma sono altresì disponibili le versioni in marmo bianco di Carrara, nero Marquina ed Emperador dark. I profili di acciaio che funzionalmente consentono di unire più pezzi per realizzare singoli prodotti di notevoli dimensioni, assumono contestualmente un ruolo decorativo.

8. ANDREU WORLD | DADO CURVE Dado Curve è il risultato di una profonda evoluzione di una serie di sofa disegnata da Alfredo Häberli. Connotato da una grande modularità, grazie ai nuovi elementi che ampliano la possibilità compositiva - curvati, angolari, pouf – Dado diventa un sistema completo in grado di inserirsi in spazi privati o collettivi, per offrire momenti di relax.

GENEVOLUTION

La dimensione personale è invece stravolta in Genevolution, un focus che fa emergere il tema della biochimica e delle mutazioni genetiche permesse dalle nuove tecnologie scientifiche, sempre più di primissimo piano. Se da sempre l’umanità ha studiato, modificato, replicato qualunque materiale e processo chimico a livello elementare, ora la medesima passione è applicata allo studio degli organismi viventi. La biochimica guida quindi i progressi a livello molecolare e genetico, alla scoperta di ciò che definisce il codice della vita, ovvero il DNA. Ecco allora i colori che identificano questo trend emergente: un ‘bug green’ poco naturale, un viola acceso, un grigio cemento, rosso dalle scure tonalità e un rosa ‘sporcato’ con del nero.

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Breathing Matter Chez in vitro Pick and choose

1. TRUSSARDI CASA | OVAL Una collezione ricca e sofisticata per interpretare il living nel perfetto stile della Maison. La famiglia Oval (disegnata da Carlo Colombo) si compone di poltrona, pouf, sedia, coffee e side table, contraddistinti da un segno grafico unitario, l’ovale in metallo, nonché profilo del logo Trussardi, presentato in una nuova finitura galvanica.

2. MOLTENI&C | OCTAVE Progettato da Vincent Van Duysen, Octave è un sistema di sedute modulari dalle forme rigorose. Il progetto rimanda direttamente al distintivo design anni ’60 “Made in USA”, ossia firmato da architetti e designer di primo piano come Mies van der Rohe, George Nelson, Charles e Ray Eames. Un approccio connotato da linee geometriche, basato sul “mix and match” di elementi modulari che si uniscono in composizioni lineari o angolari, con l’aggiunta di pezzi trapezoidali o rettangolari.

3. GALLOTTI&RADICE | LIVRE Pensata per gli spazi di attesa e conversazione, Livre è un esempio di alta artigianalità italiana, completamente realizzata in legno massello di frassino. La sua sezione ovoidale dona un tocco aggraziato al basamento che acquisisce un aspetto poetico e disegnato con una grafica dall’ispirazione giapponese. Un importante cuscino si adagia al basamento donando alla seduta una delicata sensazione avvolgente. Design Federica Biasi.

4. FAST | RIA New entry nella grande famiglia di sedute del brand, Ria nasce dalla creatività di Alberto Lievore. Leggera, impilabile, disponibile in 14 colori, è ideale per gli spazi outdoor: è infatti realizzata in pressofusione di alluminio (accessoriata con cuscini in tessuto o ecopelle) che garantisce massima resistenza nel tempo. 2

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7 6 5. ANTONIOLUPI | RAINDROP Progettato dallo studio Calvi Brambilla, Raindrop è un soffione integrato a soffitto (realizzato in Flumood) che riproduce l’immagine dell’effetto generato da una goccia di pioggia che colpisce la superficie dell’acqua. I delicati cerchi concentrici che si sviluppano con un’intensità sempre minore allontanandosi dal centro, descrivono un segno sofisticato sul soffitto, un decoro naturale che avvolge e protegge il soffione da incasso. L’integrazione si sviluppa anche dal punto di vista cromatico.

6. TACCHINI | FIVE TO NINE Si ispira agli arredi che tradizionalmente componevano gli atelier degli artisti del primo ‘900, la dormeuse nello specifico. Il daybed Five to Nine, firmato dal duo creativo milanese Studiopepe, reinterpreta questo classico attraverso la contemporaneità dei cuscini a rullo lungo tutta la sua longitudine (con rivestimento in pelle o velluto mohair); la struttura è in in legno naturale o verniciato, arricchita da cuscini a rullo, bracciolo o tavolino tondo.

7. RIMADESIO | SELF BOLD La collezione Self Bold si arricchisce nel 2020 con una versione caratterizzata da una finitura platino per la struttura in alluminio, combinata con vetro platino lucido e top in marmo Calacatta. Disegnata da Giuseppe Bavuso, la madia Self Bold è pura geometria. Il suo design è basato su differenti livelli ortogonali e dettagli complanari.

8. WALLPEPPER® | MACRO MIAMI Natura, colore, arte, design: è un connubio di ispirazioni e suggestioni la nuova collezione di WallPepper® Group. Appartiene a questa dimensione anche la proposta Macro Miami, dagli evidenti richiami floreali, quanto più variopinti. Prodotte su misura e personalizzabili, le carte da parati della collezione sono realizzate solo con materiali naturali, eco-compatibili e privi di PVC.

9. PROMEMORIA | CHELSEA È un concentrato di moderno comfort, la poltroncina Chelsea disegnata da Romeo Sozzi. A partire dalla struttura, rivestita di velluto nero con dettagli in bronzo. Distintivo il rivestimento della seduta in seta agugliata con cachemire della collezione “Botanica e la Notte”, un progetto di upcycling ispirato alla botanica, sviluppato da Promemoria in collaborazione con Sergio Perrero, designer e artista del tessuto.

EYE AM WATCHED

Digital addicted! Questo l’atteggiamento predominante nella quotidianità, fino a diventare invasivo e condizionante nei sistemi di rating comportamentali (come già in Cina sta accadendo e come perfino una puntata della serie tv Black Mirror aveva sorprendentemente anticipato). L’affidabilità delle persone passa quindi attraverso i social e le valutazioni digitali. La storia punta l’attenzione su questa tendenza e ne identifica le cromie in una palette equilibrata, che mira alla trasparenza (metaforicamente e concretamente): un lilla chiaro, una trasparenza che rivela i toni dell’arcobaleno, un rosso acceso quasi fluorescente, azzurro cielo e verde militare.

1. NOVACOLOR | FLORENZIA Si chiama Joy Revolution il nuovo concept di cromie 2020 che accompagna le finiture decorative e pitture del brand, e di cui il modello Florenzia qui presentato è testimone. Un approccio green attraverso prodotti performanti e salubri. L’applicazione di Florenzia (stucco minerale per interni, a base di puro grassello di calce stagionata) permette di realizzare decorazioni di grande pregio, effetto lucido, dai toni morbidi e vibranti.

2. FIAM ITALIA | ECHO Echo prende forma dall’idea di creare una superficie in grado di estendersi fisicamente verso l’osservatore coinvolgendolo e sorprendendolo. Per creare questa vetrina, Marcel Wanders approfondisce nuove tecniche di modellazione del vetro, nelle quali artigianato e tecnologia si incontrano: la superficie è infatti composta da forme geometriche tridimensionali, triangoli, quadrati e rettangoli, e ottenuta grazie all’iconica tecnica di piegatura del vetro del brand.

3. SLAMP | HUGO FLOOR Solida eppure fluida: una magia data dall’utilizzo di un’ossatura invisibile in acciaio avvolta da una muscolatura in Lentiflex®, l’innovativo materiale di Slamp che fluidifica l’illuminazione a LED rendendo la luce morbida e uniforme, al punto che i moduli sembrano galleggiare nello spazio. Vi presentiamo Hugo Floor, la versione da terra dell’omonima famiglia di lampade, novità 2020. 1

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Aesthetics

Shèhuì xìnyòng tǐxì

(社会信用体系) Catch me if you can

In Heather we trust Eye in the sky Yes, Sir!

Photo © G. Cisternino

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7 6 4. CASSINA | SENGU SOFA Un design delicato con volumi generosi, declinato in composizioni diverse. È Sengu Sofa, l’ultima proposta di Patricia Urquiola per la Collezione Cassina I Contemporanei. La sua base rimanda a un immaginario nipponico, ma l’aspetto più innovativo sta nei materiali impiegati: una fibra riciclata al 100% è introdotta nell’imbottitura dei cuscini, frutto di una collaborazione con Poli.design del Politecnico di Milano.

5. FERMOB | BEBOP Cresce la famiglia Bebop! Per una lounge in terrazza o un soggiorno indoor, questo tavolino minimale si adatta perfettamente a ogni contesto, variando la sua funzione di tavolino di supporto, di poggiapiedi o comodino. Accanto alle molteplici performance, la sua cifra distintiva è nella leggerezza: è realizzato in alluminio 100% ultraleggero. Design Tristan Lohner.

6. ARPER | ASTON CLUB Si evolve il design di Aston per offrire ancora più comfort. Nasce così Aston Club con la firma di Jean-Marie Massaud, una seduta dalla straordinaria, al contempo discreta, eleganza. Un occhio di riguardo è dato alla sostenibilità: i componenti interni della seduta sono realizzati in plastica riciclata post-industriale; a fine vita Aston Club – prodotta senza l’utilizzo di colle – può essere completamente disassemblata e tutti i materiali di cui è composta possono essere riciclati o riutilizzati.

7. STELLAR WORKS | KITE Tre collezioni segnano il debutto della collaborazione del brand con Nendo. Accanto agli sgabelli Blend, alla linea di complementi in acciaio Frame, da segnalare è la linea di sedute Kite: una poltrona compatta pensata per gli spazi commerciali e di ospitalità grazie alla sua struttura ridotta e compatta. Caratteristico è infatti lo schienale (a due altezze) che abbraccia l’intera poltrona creando un guscio protettivo di grande privacy.

Aesthetics Find your Karman The junky Zone

BE RIGHT THERE

Riflettori puntati sulle grandi scoperte tecnologiche e scientifiche che rivoluzioneranno (già sta accadendo) la conquista dello spazio, con il supporto dei grandi tycoon internazionali, da Elon Musk a Jeff Bezos e Richard Branson. Questa Storia racconta il desiderio connaturato nell’uomo di varcare i limiti conosciuti, quelli di spazio e velocità in primis; desiderio che stiamo vedendo realizzarsi grazie alle visioni futuristiche di grandi visionari, riflesso in intensi blu e toni energetici, a evocare l’astratto e l’immaginario allo stesso tempo. Ecco quindi nella palette l’arancio in una sfumatura ‘vibrante’, un blu scuro e il grigio antracite, un verde sintetico e infine un lilla argenteo.

1. PAOLA LENTI | TELAR Appartiene ad Aqua Collection, la serie Telar, disegnata da Lina Obregón. Composta da sedia (con e senza braccioli), poltroncina, chaise longue e pouf, si connota per una leggera struttura in acciaio inox verniciato lucido e rivestita a mano intrecciando cinghie elastiche di diverse dimensioni rivestite in Rope, un filato esclusivo studiato e prodotto da Paola Lenti per l’arredamento outdoor.

2. CC-TAPIS | SUPER FAKE HOT Perfettamente rappresentativa della Storia, Super Fake Hot è la nuova combinazione di colori creata da Bethan Laura Wood per la sua già nota collezione Super Fake. Una palette di colori dai toni caldi e vibranti per i tappeti Super Rock e Super Round lanciati lo scorso giugno.

3. GEBRÜDER THONET VIENNA | NYNY Dall’animo totemico, NYNY si definisce nella sovrapposizione asimmetrica di volumi geometrici sospesi grazie al sostegno della struttura in metallo a parete. Ad ogni volume corrisponde una funzione specifica: sotto, due cassetti, uno alto e uno basso; sopra, due vani con ante, quello inferiore utilizzabile anche come desk. Distintivo del brand. l’accostamento con la paglia di Vienna. Un progetto firmato Storagemilano, dalla personalità poliedrica espressa in un’interdipendenza di design, architettura, arte, e dichiarata anche nel nome NYNY, come New York, New York.

4. IRIS CERAMICA WITH DIESEL LIVING

CEMENT MEXICAN In Cement Mexican la purezza e la solidità del cemento sposano la potenza cromatica del paesaggio messicano. Le tinte delle tierras calientes, il sole, i colori vivaci delle case, le mille sfumature dell’oceano e il verde degli ulivi: ogni colore è amplificato, pieno, vissuto. Un mondo che entra e colora lo spazio, donando personalità e vita.

Blastoff Paradise this The swooossh commuter

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5 6 4. JANUS ET CIE | ANATRA L’iconico design di Patricia Urquiola introduce una seduta modulare alla premiata collezione Anatra accanto alle due nuove lounge chair. I nuovi elementi sono connotati dalla medesima lavorazione intrecciata e soft della linea, che abbraccia la struttura per creare un’armoniosa onda.

5. LAPALMA | AARON Due prodotti in uno: sgabello e tavolino. Questa la quintessenza di Aaron. Pio&Tito Toso hanno indagato gesti e necessità quotidiane, fino all’oggetto sgabello e ai suoi differenti utilizzi: è derivato un prodotto che fonde due elementi (nella sua anima in metallo) dando vita a una nuova tipologia progettuale: da un lato un confortevole sedile imbottito, dall’altro un piano girevole utile come appoggio.

6. ETHIMO | KNIT Knit, la collezione nata dalla collaborazione con Patrick Norguet nel 2015, si arricchisce di due nuovi elementi: un comodo divano e un’avvolgente poltrona. Le due nuove creazioni outdoor rispettano la caratteristica ‘matrice genetica’ della più ampia collezione, definita dall’unione tra il teak, naturale o decapato, della struttura con la corda intrecciata della seduta.

7. LUALDI | COMPASS 55 Appartenente alla sezione Rasomuro 55 System – evoluzione dello storico Rasomuro dell’azienda – il modello della porta a bilico Compass 55 rappresenta un avanzato sistema mobile integrato alla parete. Compass 55 è infatti dotata di anta pivotante e autochiusura controllata; perfettamente allineata ha l’aspetto di una quinta silenziosa. La sua ampiezza accentua l’aspetto scenico di divisorio spaziale integrato alla struttura architettonica.

8. TXXNTY BRAND DESIGN | CRYROCK Insieme a un filamento LED che illumina ed esalta il cristallo, CryRock è un pezzo unico creato dalla designer Nunzia Acquaviva dello Studio Inproject (lo studio di design di Euroluce - Light of Italy a cui il brand appartiene). CryRock è un sasso in cristallo Made in Toscana, racchiuso da un gabbia in metallo.

Damiani sta alla gioielleria come Venini all’arte del vetro. Qual è il risultato questo rapporto?

C’è una profonda sinergia tra questi due marchi. Per entrambi si parla di eccellenza artigianale (l’una nel vetro, l’altra nella gioielleria), si parla di maestri - orafi e vetrai – che ne tramandano l’arte, parliamo di due aziende della medesima storicità, fondate a pochi anni di distanza (nel 1924 Damiani, nel 1921 Venini). Ci sono numerosi punti di contatto quindi tra le due aziende, in termini di filosofia di prodotto, di italianità, di altissima qualità, ma perfino nel target, perché chi ricerca la bellezza per la propria casa, allo stesso modo la desidera per la propria persona indossando gioielli e pietre preziose. Questo ci ha dato la possibilità di presentare, all’interno dei negozi, i prodotti Venini ai clienti Damiani e viceversa. Ne è risultato quindi che anche dal punto di vista commerciale i due brand si supportano, ampliando reciprocamente il loro giro d’affari.

Da febbraio il Gruppo Damiani è diventato proprietario unico di Venini: quali progetti avete in serbo per il brand?

Io e i miei fratelli abbiamo creduto fin da subito in Venini. Dopo l’acquisizione nel 2016 della maggioranza, di recente abbiamo rilevato il 100% delle quote, scommettendo sulla forte intesa del brand con il Gruppo. Intesa che stiamo cercando di sviluppare nelle filiali estere del Gruppo Damiani: a partire dal mercato US che è, ed è sempre stato, importante per Venini; abbiamo fatto recenti investimenti in Corea e Giappone, dove abbiamo filiali dirette, e in Cina. Il fatto di avere delle filiali Damiani già avviate offre la possibilità a Venini di garantire un supporto diretto agli acquirenti di quei Paesi.

Silvia Damiani

PRESIDENTE di VENINI

testo di Veronica Orsi

IL RISPETTO DELL’HERITAGE È CIÒ CHE DENOTA VENINI DA BEN UN SECOLO; RISPETTO DI UNA TRADIZIONE, DI UN’ARTE, DI UN MESTIERE CHE SI TRAMANDA SEGRETAMENTE NELL’ISOLA DI MURANO E CHE DÀ VITA A OPERE SEMPRE NUOVE, GRAZIE ALLA VISIONE AVANGUARDISTICA DI CHI, DALLE ORIGINI A OGGI, GUIDA IL BRAND. E OGGI, IL MERITO VA ALLA FAMIGLIA DAMIANI E ALLA SUA TERZA GENERAZIONE, CHE ATTRAVERSO UNA STRATEGIA DI FORTE INTERNAZIONALIZZAZIONE E VALORIZZAZIONE PRODUTTIVA STA RIDANDO LINFA VITALE A VENINI, “PERCHÉ IL NOSTRO COMPITO È MIGLIORARE, IMPLEMENTARE, AUMENTARE, TRAMANDARE IL PRESTIGIO DEL BRAND CHE ABBIAMO EREDITATO E LASCIARE QUANTO DI MEGLIO PER IL FUTURO”. PAROLA DEL PRESIDENTE VENINI, SILVIA DAMIANI

La crescita del brand passa anche per uno sviluppo in campo contract e progetto?

Assolutamente. Il contract rappresenta per noi un settore molto importante, in particolare riguardante la produzione di oggetti artistici per l’illuminazione che hanno la possibilità di entrare in grandi opere, anche architettoniche. Stanno per avviarsi diversi progetti e collaborazioni interessanti, riprendendo proprio la storicità del brand che già negli anni ‘60 e ‘70 aveva avviato una grande produzione rivolta al contract. Ci dedichiamo all’ospitalità a 360gradi, con clienti prestigiosi come Bulgari e Louis Vuitton che scelgono Venini per i loro store nel mondo. Vorremmo su questo tema essere sempre più propositivi: oltre ai pezzi unici e alle personalizzazioni a cui già ci dedichiamo, stiamo progettando elementi modulari che possono essere facilmente rivisitati o cambiati a seconda dell’esigenza, ma che trasmettano un’immediata riconoscibilità di Venini.

Un altro traguardo che taglierete insieme a Venini sarà il suo centenario, il prossimo anno. Qual è il suo segreto di ‘eterna giovinezza’?

Innovare nella tradizione. Io e i miei fratelli rappresentiamo una terza generazione, quindi per forma mentis sposiamo questo concetto. Abbiamo sempre ritenuto che i diktat di Paolo Venini dovessero essere un caposaldo, così come chiaramente la tecnica che costituisce un patrimonio italiano che deve mantenere la sua unicità; è poi nel design che cerchiamo di portare elementi di innovazione continua. Un percorso poi non così difficile perché è sempre stato nel DNA del brand. Venini è infatti nata in un momento in cui le forme pulitissime che proponeva (come quelle disegnate da Carlo Scarpa) erano fuori dall’ordinario. I festeggiamenti del centenario si svilupperanno tra il 2021 e 2022, puntando certamente anche sul digitale a cui perfino un’azienda storica come Venini sta guardando con interesse; e l’apertura del canale e-commerce ne è un esempio. Innovarsi significa anche questo.

Photo © courtesy of Bvlgari

BVLGARI, Roma Chi è oggi l’acquirente Venini?

Negli anni Venini ha acquisito nuovi affezionati tra i giovani. Ma in generale Venini ha due tipi di consumatori: chi ama il brand per la decorazione della casa e che vede i suoi prodotti anche come prezioso regalo per occasioni importanti; e, dall’altra parte, il collezionista Venini, dal momento che negli anni abbiamo introdotto nella nostra produzione collezioni di designer o artisti italiani e internazionali in edizioni limitate. Abbiamo sempre lavorato per dare un valore al design quale espressione dell’oggi, che resta anche per il domani. Venini è il marchio che alle aste ha battuto prodotti dal valore più alto: appartiene a Venini, infatti, l’opera in vetro di Murano tra le più pagate della storia: “La Sentinella di Venezia” firmata da Thomas Stearns nel 1962 ha raggiunto ben 737mila dollari.

La collaborazione con Peter Marino è invece tra le più recenti, ma ha fornito esiti sorprendenti...

Tutto è nato quando Peter Marino ha scelto Venini per arredare i negozi di Louis Vuitton che stava progettando. Così gli abbiamo proposto di disegnarli lui stesso e noi li avremmo realizzati. È così seguita la collezione di vasi Black Belt, dove al suo stile creativo ha aggiunto anche un fattore che secondo lui mancava, ossia la funzione d’uso: non voleva che fossero solo oggetti da mostrare, ma vasi dove i fiori dovessero esserci sempre! Le forme sono semplici, ma di grande eleganza, connotate dall’elemento a lui così caro, la cintura, ricavata dalla tecnica antica del “sommerso”. Proseguiremo certamente la collaborazione con lui, già dalle novità 2020.

INTERVISTA A

DAVID LOPEZ QUINCOCES

testo di Francesca Gugliotta

Da Madrid a Milano, dove consegue un master al Politecnico e inizia a lavorare con Piero Lissoni, per poi aprire il suo studio. A tu per tu con lo spagnolo David Lopez Quincoces, uno dei giovani talenti che sta contribuendo a plasmare l’immagine di Living Divani (e di tanti altri marchi) con uno stile puro ed essenziale, ma mai scontato.

È sempre al telefono, parla con i suoi collaboratori, attento al dettaglio e al millimetro. David Lopez Quincoces, il designer spagnolo classe 1980 – dall’italiano perfetto – è un vulcano di idee. Ma il suo lavoro più riuscito è sicuramente uno, ed è datato maggio 2019, “quando sono diventato papà, il mio progetto più bello”. Ama dire che disegna in purezza, “mi piace arrivare a un punto in cui all’oggetto non puoi né togliere né aggiungere, è quell’equilibro tra essere sintetici, puri, essenziali, e allo stesso tempo avere la capacità di arrivare a un prodotto valido, finito e atemporale, non legato alle mode, durevole, che va bene adesso ma anche fra trent’anni”. Con il suo stile minimale e delicato, ma mai scontato, e la passione per la ricerca e per i materiali, sta contribuendo a plasmare l’immagine contemporanea di Living Divani e di tanti altri marchi, ed è molto richiesto per la realizzazione di interni residenziali privati, negozi e hotel, “con progetti personalizzati in base ai desideri dei clienti, con un profondo rispetto e valorizzazione del luogo e sempre in coerenza con il nostro stile”.

Partiamo dall’inizio: da Madrid, dove si laurea nel 2004 in arte all’università Complutense, a Milano, capitale del design.

Sono arrivato a Milano per fare un master in Interior Design al Politecnico. Affascinato dallo stile di Piero Lissoni, mi candido per fare pratica nel suo studio. La sua risposta è stata: “Sì, cominci la settimana prossima”. Pensavo di fare un’esperienza breve di un anno al massimo, e invece è finita che ho lavorato per Piero per 13 anni, di cui gli ultimi 6 anni come socio della divisione Lissoni Architettura e responsabile insieme a Miguel Casal Ribeiro della parte di interior e architettura. In parallelo, nel 2008, ho aperto il mio studio, prima singolarmente, poi, quando ho conosciuto la mia partner, è diventato un “affare” di coppia.

Il suo studio, Quincoces-Dragò&Partners, ha sede a Madrid e a Milano, si occupa di architettura, grafica, interni, disegno industriale. Ma anche della curatela di una galleria.

Sì, la Six Gallery di Milano, uno spazio nato in modo organico e naturale. Era un progetto che stavamo seguendo per un nostro cliente, che aveva preso questo spazio in via Scaldasole 7, con uffici, bistrot e fiorista. Poi, man mano l’idea è diventa sempre più bella e completa e così abbiamo pensato di fare questa galleria, che è per noi un laboratorio dove facciamo ricerca e sperimentiamo. Per la galleria selezioniamo prodotti storici del design e parallelamente proponiamo anche nostri pezzi su richiesta, un po’ più artigianali e fuori dal mondo industriale.

Quali sono le sue fonti di ispirazione?

Nella parte del design mi faccio guidare dal brief e dal DNA dell’azienda, nel rispetto della tradizione e dell’anima della realtà manifatturiera con cui lavoro, pur sempre in modo coerente con il mio stile. Cerco di essere molto mirato per rispondere alle richieste dei brand: studio la loro storia, i valori, l’estetica, le collezioni, per poter proporre delle soluzioni specifiche per completare e arricchire le loro linee e soddisfare le richieste del mercato. È importante proporre progetti non solo belli e funzionali, ma anche commercialmente validi e realizzabili a costi ragionevoli; si deve spingere sull’innovazione e sulla bellezza, ma cercare di accontentare anche la parte commerciale, e non è sempre facile.

Ama affermare che disegna in purezza.

Mi piace arrivare a un punto in cui all’oggetto non puoi né togliere né aggiungere, per cui il pezzo nella sua essenza è bilanciato in modo tale che se aggiungi non porti un valore in più, mentre se togli vai a ridurne la sua bellezza. È quell’equilibro tra essere sintetici, puri, essenziali, e allo stesso tempo avere la capacità di arrivare a un prodotto valido, finito e atemporale, non legato alle mode, durevole, che va bene adesso ma anche tra trent’anni. O almeno ci proviamo.

Ne sono esempio i prodotti realizzati per Living Divani. Come e quando l’hanno scoperta?

Mi hanno conosciuto all’inizio nell’ambito contract, durante la mia esperienza da Piero Lissoni nella parte interior e architettura. Poi, nel 2013, abbiamo realizzato la panca Track, il mio primo progetto per Living Divani, essenziale nel disegno, una struttura in ferro di 8 millimetri con tre lame e una cuscinatura sottile ma super confortevole. Sono arrivato in azienda con un mio prototipo, che poi abbiamo sviluppato e migliorato insieme, fino a giungere al prodotto definitivo.

Ci racconta il suo processo creativo?

Di solito disegno a mano, produco tanti schizzi durante l’anno, poi verso luglio-agosto li raccolgo, faccio una pre-selezione e porto avanti le idee che mi piacciono. A volte ricevo dei brief dalle aziende, altre volte invece propongo ai marchi dei progetti già finiti, dei render molto specifici.

Quali progetti ha in serbo quest’anno?

Il 2019 è stato un anno un po’ speciale perché sono diventato papà a maggio, il mio più bel progetto, quindi i tempi si sono contratti. Nonostante ciò, presento una serie di proposte interessanti per Living Divani, come l’evoluzione della libreria Sailor, implementata con dei contenitori di diverse misure, singoli e doppi, e con nuove finiture. Introduciamo nella famiglia Era un nuovo scrittoio, molto compatto, trasversale, leggero e pulito, che riprende i dettagli e gli snodi dell’omonima linea.

E per gli altri marchi?

Con Francesco Meda, un mio caro amico, sto lavorando a quattro mani a un’intera collezione outdoor per Gandia Blasco. Per Zucchetti presento una linea di rubinetti minimal pensata per l’architettura e il contract, la prima avventura tutta in acciaio del brand; è la mia prima collaborazione nel settore bagno: è stato molto entusiasmante lavorare con una realtà così competente.

Vi occupate molto anche di interior.

Di recente abbiamo ultimato lo showroom di Spotti a Milano, per il quale prevediamo di realizzare anche il piano basso e porteremo delle novità sull’allestimento. Stiamo lavorando tanto nel settore residenziale privato, con in cantiere 6 appartamenti a Milano, uno a Londra in zona Chelsea, una casa grandissima di circa 2mila metri quadrati a Merano, una villa in Marocco, a Casablanca, due abitazioni importanti a Venezia, una dimora a Ginevra, una proprietà a Miami che ha battuto il record di vendita per quanto è costata al metro quadrato. Nel settore hospitality, stiamo facendo un albergo speciale sopra Como, sembra una farm ricavata in un ex convento di monaci, in una posizione unica a 1300 metri di altezza con una veduta mozzafiato su Milano e sul lago, sulla pianura Padana e sulla Svizzera, con un edificio centrale e delle singole unità immerse nel bosco. Quando si lavora nell’interior si dialoga molto con il privato per capire le esigenze, la personalità, i gusti e lo stile. L’approccio per gli interni è più complesso rispetto al singolo prodotto: si pensa tridimensionalmente, con gli spazi, le funzioni, gli oggetti, ci occupiamo di tutto, offriamo un pacchetto all-inclusive, dalle fondamenta alle finiture fino all’arredamento total look, includendo diversi brand, e alle opere d’arte. L’aspetto interessante nell’interior è che si realizzano molte forniture custom-made, con progetti personalizzati in base ai desideri dei clienti e agli spazi. Per noi è molto importante il rispetto di chi abiterà la casa, ma anche del luogo in cui si trova l’edificio e della sua storia, un patrimonio da valorizzare e ripristinare nella sua intera bellezza. E, ovviamente, sempre in modo coerente con il nostro stile.

Infine, un sogno nel cassetto?

Sono sempre aperto a ricevere nuove proposte, mi piacerebbe fare un po’ di tutto, da un museo a una cucina, ai sistemi di porte. Bisogna avere lo spirito avventuriero per affrontare ogni sfida e imparare. L’aspetto che in assoluto mi appassiona è il processo, non il risultato. Mi piace guardare avanti, con un occhio verso il passato, per crescere e percorrere nuove ed entusiasmanti strade.

1. Dall’omonima famiglia lanciata nel 2017 ed ampliata l’anno successivo, lo scrittoio Era per Living Divani presenta linee grafiche e scrupolose combinazioni di materiali e colori: il top in legno, i lati colorati, i cassetti frontali, la struttura in acciaio verniciato cane di fucile e piedini in ottone a contrasto. 2. Il sistema giorno modulare LT40 progettato da David Lopez Quincoces per Lema, personalizzabile per dimensioni, colori e accessori, disponibile con cornice LT Frame da appendere a parete, in due misure e sei configurazioni predefinite, e luce interna a led che ne esalta il perimetro. 3/4. L’area living dello showroom Spotti a Milano. Lo studio Quincoces-Drago ha collaborato con i fondatori di Spotti per il rinnovamento dei locali del loro storico negozio di via Piave 27, a due passi da Porta Venezia e dal quadrilatero della moda. 5. Appartamento privato a Milano, curato dallo studio Quincoces-Drago. Affacciato sul Bosco Verticale e sul quartiere Isola, è caratterizzato da una zona living con paravento in noce e paglia di Vienna di Six Gallery, e dalla libreria Sailor di David Lopez Quincoces per Living Divani. 6. Un altro residenziale privato a Milano. Tra gli arredi, il divano Agra di David Lopez Quincoces per Living Divani; al centro della stanza, una Superleggera di Gio Ponti per Cassina. Sulla terrazza, stuoia di Altai del primo 1900 e tavolino in noce massello di Six Gallery. 7. Lo studio Quincoces-Dragò&Partners, con sede a Milano e Madrid, si occupa di architettura, grafica, interni, disegno industriale, ma anche della curatela della galleria Six Gallery di Milano. In foto, un allestimento realizzato in occasione del Salone del Mobile 2019. 8. “La Six Gallery è per noi un laboratorio dove facciamo ricerca e sperimentiamo”, racconta il designer. “Per la galleria selezioniamo prodotti storici del design e proponiamo anche nostri pezzi su richiesta, più artigianali e non di serie”. Qui l’allestimento per il Salone del Mobile 2018.

24 hours in MILAN

La città che non dorme mai

IN UNA COMBINAZIONE TRA VIRTUALE E REALE, MILANO SI RIMETTE IN MOTO, SOSTENUTA DAL MONDO DEL PROGETTO CHE NON PERDE TEMPO A PROMUOVERE INIZIATIVE PER MANTENERNE VIVA L’ENERGIA

text by Cristina Ferrari

No, non parliamo di New York, anche se l’appellativo è solitamente accostato alla metropoli americana. L’abbiamo preso in prestito per associarlo alla capitale del design, perché la città meneghina non smette mai di stupire e di far parlare di sè. Anche dopo le turbolenze causate dal lockdown, anche dopo l’annullamento dell’edizione annuale del Salone del Mobile e della Milano Design Week. Nonostante i tentennamenti dei mesi primaverili, attività, progetti, manifestazioni si sono ritrovati in un accorato scalpitare in attesa della ripartenza. Con giugno si è dato il ‘la’ a un nuovo capitolo, un avvio discreto e a bassa voce, ma non meno carico di energia e voglia di fare. Ecco quindi le prime aperture di nuovi showroom nel centro città, i cantieri dei grandi progetti che si sono rimessi in moto, mostre ed eventi che hanno definito un nuovo palinsesto, attività di ricerca condivise nel mondo dell’architettura e del progetto per ripensare un’era post-Covid e come il design può essere d’aiuto. Un contesto, questo, che si è lasciato supportare dal digitale, diventato un canale parallelo e complementare all’esperienza fisica - si pensi agli opening che spesso hanno optato per inaugurazioni in streaming, alla presentazione delle nuove collezioni da parte dei brand dell’arredo avvenute in anteprima con iniziative online e che attendono settembre e l’autunno per l’ufficializzazione condivisa nei loro spazi milanesi. Emblematica è la proposta di Fuorisalone.it, che ha creato nuovi format di comunicazione online e una programmazione tra giugno e settembre, per dare continuità al loro progetto: sarà poi la cornice della Fall Design Week e i Brera Design Days a fare da contraltare fisico a questo inedito panel di iniziative virtuali. Milano riparte e con essa il mondo del progetto che ne è parte integrante e imprescindibile. Molte le destinazioni e gli appuntamenti da tenere d’occhio, in attesa di rivedere la città in tutta la sua forma splendente nella Design Week 2021 e il contestuale Salone del Mobile, che festeggerà i 60 anni di attività.

UNA CURVA NEL CIELO Le Residenze Zaha Hadid, creati dall’archistar irachena insieme a Patrik Schumacher, spiccano nel la cornice di City Life a Milano. Il complesso consta di sette edifici a pianta curva per un totale di 230 appartamenti di lusso. Il design della facciata genera continuità e fluidità seguendo il movimento curvilineo dei balconi e il profilo dei tetti. In linea con l’approccio ecologico del distretto di City Life, il complesso utilizza energie unicamente da fonti rinnovabili.

 DESIGNTECH HUB MIND Milano Innovation District Pensare al futuro del design attraverso l’innovazione tecnologica, rilanciandone l’economia. L’iniziativa parte da Milano con il progetto DesignTech, primo Hub che sorgerà nell’ambito di MIND Milano Innovation District, in fase di sviluppo nell’ex area Expo dal developer Lendlease. Un grande Living Lab integrato con spazi di co-working, co-living e co-factory sarà l’humus in cui sviluppare la prototipazione rapida di nuovi prodotti, favorire lo sviluppo di programmi di innovazione aperta, stimolare la diffusione di tecnologie digitali nel settore del mobile, ma anche creare un ecosistema sostenibile in grado di far emergere una nuova comunità. Con un’inaugurazione prevista per ottobre 2020, nella prima fase l’hub sarà ospitato all’interno del MIND Village, nel padiglione Intesa Sanpaolo progettato da Michele De Lucchi.

Photo © Gianluca Di Ioia

 TRIENNALE Viale Emilio Alemagna, 6 La Triennale si reinventa a propone un palinsesto di iniziative e manifestazioni che vi terrà compagnia fino al 30 settembre, sotto il titolo di “Triennale Estate”: quattro mesi di programmazione, un ricco calendario di incontri, proiezioni, lecture, cabaret, eventi live, festival, laboratori. Da non perdere, i cicli di incontri a cura di Joseph Grima The Unveiled Collection (alcuni grandi designer italiani “svelano” gli oggetti da loro scelti tra i 1.600 della collezione di design di Triennale Milano); e Domino Design, appuntamenti dedicati ai designer emergenti e alle loro ricerche.

 PALERMOUNO Via Palermo 1 “L’idea è nata dall’appartamento! Abitavo e lavoravo in via Palermo 1, a Milano, in uno spazio molto bello dal punto di vista architettonico e mi venne l’idea di organizzarlo in modo che ogni singolo pezzo di arredo fosse acquistabile”, ci racconta Sophie Wannenes, fondatrice e Art Director di PalermoUno: un appartamento, una galleria e un negozio in costante evoluzione. Situato in via Santa Maria alla Porta, PalermoUno nasce con la finalità di creare una design community attraverso un luogo eclettico, capace di accogliere professionisti del settore, appassionati e curiosi. “L’obiettivo era quello di creare un contenitore dove complementi d’arredo di diversi designers, nazionali e internazionali, fossero collocati nel posto giusto, seguendo una mia personale selezione estetica volta, nel concreto, a trasformare lo spazio in una scenografia armoniosa”.

Photo © Andrea Pedretti

Photo © Chiara Venegoni

 BRERA DESIGN DISTRICT

Riflettori puntati nuovamente su Brera e sul distretto del design meneghino per eccellenza. L’occasione è quella della Fall Design Week, a fine settembre, momento in cui (situazione sanitaria permettendo) si vivrà il quartiere e i suoi innumerevoli showroom attraverso un palinsesto di eventi dedicato. Sarà l’occasione per scoprire i prodotti novità 2020 dei brand che popolano il distretto, ricreando una relazione con gli addetti ai lavori e il pubblico della Design Week legato al brand Brera Design District e Fuorisalone.it. Nel frattempo, sarà possibile averne già un assaggio sul digitale (nel sito di Brera Design District) con il progetto Brera Experience. “NOI SIAMO ABITUATI A VEDERE E A VIVERE UNA MILANO SEMPRE AL TOP DELLE SUE PRESTAZIONI, SFAVILLANTE NEI GRATTACIELI DI PORTA NUOVA E CITY LIFE, MAESTOSA NELLE ARCHITETTURE DEL SUO CENTRO STORICO, UNA MILANO SEMPRE PRONTA AD ACCOGLIERE NUOVE SFIDE E A PORTARLE A TERMINE, CON SUCCESSO. IL LOCKDOWN È STATO UN MOMENTO DI PAUSA, MA ADESSO SIAMO PRONTI A SCHIACCIARE DI NUOVO IL TASTO ‘PLAY’ E A FAR RIPARTIRE IL RITMO INCALZANTE, DIROMPENTE, ROCK DELLA NOSTRA CITTÀ: MILANO È UN CROCEVIA DI PENSIERI, CULTURE, PERSONE, EVENTI, È UN LUOGO DI SPERIMENTAZIONE ARCHITETTONICA E DI DESIGN, E NON VEDIAMO L’ORA CHE TORNI A PULSARE ED EMOZIONARE!

 POLIFORM Piazza Cavour 2 Nuovo layout, nuovo allure. Lo spazio Poliform nel cuore della città è stato completamente riprogettato per offrire una nuova esperienza, stimolante e ispirazionale, della Casa Poliform nella sua completezza. Ospitato al piano terra del Palazzo dell’Informazione, lo showroom è suddiviso in due aree, una è dedicata alle cucine, l’altra agli ambienti giorno e notte, in un susseguirsi fluido e omogeneo di concept abitativi.

 ALL AROUND WORK 6/8 Ottobre 2020 | Megawatt Court Rinviato da Maggio a Ottobre, il debutto di questo inedito evento espositivo organizzato da Events Factory, branch del Gruppo BolognaFiere. All Around Work si configura come manifestazione biennale della durata di soli tre giorni e ospitata sorprendentemente in centro città, nello spazio Megawatt Court (zona Naviglio Grande).Focus tematico sugli spazi di lavoro e tutto ciò che vi ruota attorno, compresi i più vari operatori della filiera e le professionalità che contribuiscono alla sua evoluzione: studi di architettura e ingegneria, general contractor, produttori di arredamento per uffici e high tech che coinvolgeranno addetti ai lavori e pubblico nel processo conoscitivo di un mercato in continua trasformazione.  ADI DESIGN MUSEUM Via Ceresio, 7 Sorgerà negli spazi ex area Enel di Porta Volta, al centro dell’area ristrutturata tra le vie Ceresio e Procaccini, su una superficie espositiva di 2.400 metri quadrati (oltre agli spazi per magazzini, uffici e gli uffici ADI). È il nuovo ADI design Museum – Compasso d’Oro (opening previsto per giugno/settembre 2020). “Sarà un museo empatico. Un luogo dinamico dove avere voglia di tornare, essere coinvolti e poter toccare quello che si vede. Il futuro del design è la condivisione”, parola di Ico Migliore, autore insieme a Mara Servetto (Migliore+Servetto Architects) dell’allestimento. L’obiettivo del polo culturale è proprio quello di presentare il design al grande pubblico mettendo in luce gli oggetti premiati con il Compasso d’Oro, ma contemporaneamente lo spazio vuole fortemente essere punto di incontro e scambio con mostre a tema.

Conference of presentation

SHERATON

 MILAN SAN SIRO Via Caldera, 3 Si lascia contaminare dall’area verde che lo incornicia, ma anche dall’appeal della città e dai suoi colori. Parliamo dell’hotel Sheraton Milan San Siro progettato dallo studio CaberlonCaroppi Italian Touch a seguito di una ristrutturazione di 60 milioni di euro del preesistente Grand Hotel Brun. Un’architettura modernista curva caratterizza la struttura principale dell’edificio, riflessa negli spazi interni pubblici e privati che sono stati trasformati (per un totale di 310 camere distribuite su 6 piani, tra cui 24 suite e una suite presidenziale). Protagonisti dell’interior design brand testimonial del Made in Italy come Pedrali, Ethimo, Fornasarig.

 WEWORK

Se ne parlava da tempo, ora è realtà. WeWork è sbarcato a Milano con un full di aperture: in via San Marco 21 e in via Turati 4 (appena inaugurata), a cui seguiranno in via Pisani 15, in Piazza San Fedele 4, in via Mazzini 9 (da ultimo in via Meravigli 2 prevista per maggio 2021). Milano come prima destinazione italiana del colosso del ‘lavoro collaborativo’: spazi e uffici condivisi, creazione di una community partecipativa e interelazionale. E proprio dalla sede di Milano è promossa l’iniziativa 4hours4ours che permette ad aziende e professionisti di scambiarsi competenze e conoscenze in modo volontario per rilanciare le realtà italiane.

Photo © Andrea Martiradonna

 TOURING CLUB Corso Italia 10 La storica sede del Touring Club Italiano a Palazzo Bertarelli è oggetto di un’importante opera di restyling in termini di interior design ad opera dello Studio Marco Piva. Pur restando patrimonio esclusivo dell’Associazione, diventerà un hotel di prestigio con la gestione di Radisson Hotel Group. “Abbiamo assunto come riferimenti le spazialità interne originali dei piani più nobili dell’edificio ed elementi di grande importanza storica e culturale – racconta l’architetto – tra i quali la Biblioteca del Touring, con la ricchissima collezione di guide e libri inerenti la storia del turismo e del viaggio, che potrà ancora essere visitata da tutti”.

Photo © Davide Corona

“MILANO È IL LUOGO PER ECCELLENZA, È UNA FORTUNA VIVERCI, CONTIENE TUTTO: STORIA, CULTURA, INNOVAZIONE, RELAZIONI INTERNAZIONALI, LIFE STYLE. MILANO È LA MIA INESAURIBILE FONTE DI ISPIRAZIONE. MILANO HA SAPUTO FERMARSI, SEPPUR SOLO “FISICAMENTE”, TRAENDO DALL’EMERGENZA INSEGNAMENTI E STIMOLI PER RINASCERE PIÙ DINAMICA DI PRIMA. QUI C’È VOGLIA DI FARE TANTO E BENE PER TUTTI, DI REINVENTARE OGNI GIORNO LA VITA.

Marco Piva

arChitetto

 ARMANI/CASA

Armani/Casa compie 20 anni e celebra l’anniversario con tutti gli onori. Il brand, nato dall’idea e dalla creatività di Giorgio Armani, si regala quest’anno una nuova collezione che riflette la purezza vibrante dell’estetica del suo autore; un delicato equilibrio di design essenziale e preziosità della materia esaltato dall’attento lavoro artigianale. Rappresentativa è la dormeuse di tessuto imbottito Pretty, che richiama le rarefatte atmosfere del cinema d’epoca. Le forme arrotondate sono enfatizzate dalla lacca platino che decora la base d’appoggio.

Photo © Matteo Guidetti

 AJI RESTAURANT Via Piero della Francesca 17 Si confronta e risponde perfettamente ai nuovi scenari e abitudini di consumo: è AJI, il marchio di asporto e consegna di cibo asiatico ideato da Claudio Liu, a cui Maurizio Lai ha dato forma nel cuore della città. La luce diventa elemento chiave del progetto: sul soffitto (creando una tela tridimensionale), sulla parete (allestita a tutta altezza, composta da ripiani e superfici in tessuto metallico retroilluminato), riflessa sull’unico grande tavolo. Ulteriore chicca, l’ampia ed elegante cucina su strada.  CASA MUTINA Via Cernaia 1 Nel cuore di Brera apre i battenti Casa Mutina, una vera e propria abitazione che non solo è vetrina espositiva per le collezioni del brand, ma si prefigura come spazio vivo, animato da un programma di incontri, eventi speciali e talk, nonché location per la consulenza ai professionisti grazie a un team dedicato. Riflesso dello spirito del brand, lo spazio di Casa Mutina è stato progettato dallo Studio Urquiola. L’inaugurazione ufficiale avverrà con un lancio virtuale a luglio, seguito in autunno da un programma di incontri ed eventi dedicati.

 SIGNATURE KITCHEN SUITE Piazza Cavour Si attende con fervore l’apertura – prevista per settembre – del primo showroom milanese nonché europeo di SKS, brand di elettrodomestici di alta gamma di LG. Nel cuore della città, tra via Manzoni e Piazza Cavour, lo store non passa inosservato con le sue 15 vetrine su strada, sviluppato su una superficie di 110mq su tre livelli. Il duo Calvi Brambilla ha incluso nel progetto di interior un vero omaggio alla città di Milano, ponendo un forte accento sul design, costellando lo spazio di icone della progettualità che dialogano con le collezioni SKS, enfatizzandole. Performance professionali di altissimo livello, design sofisticato, tecnologia all’avanguardia, ma soprattutto grande rispetto per il cibo e per tutta la filiera: questi i valori del brand che lo spazio intende evocare, racchiusi nella filosofia True to Food. Ne sono concreti tesimoni il frigorifero a incasso French Door con cassetto centrale convertibile in frigorifero, freezer o 0°, e la Vino Cantina dotata di tecnologia Knock Door che consente di attivare l’illuminazione interna bussando sul vetro. “MI TORNANO IN MENTE LE PAROLE DI ROBERTO VECCHIONI LETTE IN UN’INTERVISTA DI QUALCHE GIORNO FA (SOLE 24ORE) DOVE DICEVA CHE MILANO NON PUÒ FARE A MENO DELLA SUA VITA SOCIALE, DELLA SUA RETE DI RELAZIONI E DEL LAVORO, CHE È LA SUA CAPACITÀ ERGONOMICA, LA SUA CAPACITÀ DI CONFRONTO DAL VIVO. ED È QUESTO QUELLO CHE NONOSTANTE TUTTO NON HA FERMATO LA NOSTRA PROGETTUALITÀ E LA VOGLIA DI RISCHIARE, DI ANDARE AVANTI INVESTENDO IN UN NUOVO PROGETTO PER TENERE IN VITA IL FORMAT DEL FUORISALONE, CHE È UNA DELLE ANIME DELLA CITTÀ. DIMOSTRANDO COME LA FORZA DI MILANO STA NELLA VOLONTÀ DELLE PERSONE CHE LA VIVONO, DOVE PUOI FERMARE LE RELAZIONI FISICHE MA NON L’ENERGIA E LA FORZA CREATIVA E IMPRENDITORIALE CHE CI CONTRADDISTINGUE.”

Paolo Casati

fondatore di fuorisalone.it

 EUROMOBIL Corso Monforte 30/3 Ha inaugurato a giugno (con un evento in streaming) il primo flagshipstore italiano Euromobil. Il concept del progetto, che porta la firma del celebre studio Matteo Thun & Antonio Rodriguez, si sviluppa intorno all’ambiente da sempre considerato il cuore pulsante di ogni casa: la cucina. Quattro le ampie vetrine che catturano immediatamente l’attenzione dall’esterno. Dentro, un mood all’insegna della convivialità e del calore: due piani di 300 metri quadrati in totale ospitano una selezione delle migliori cucine del brand, ma si prestano a trasformarsi in luogo dinamico per proposte culturali, incontri e showcooking.  SICIS Via Fatebenefratelli 8 Brera è contesto ideale per Sicis che proprio qui apre il suo nuovo showroom, contribuendo ad accrescerne la nomea di distretto del design meneghino per eccellenza. Il nuovo spazio espositivo è un tributo all’universo merceologico del brand: in un susseguirsi di ambienti immersivi, tra i due piani dello store, si dispongono le collezioni Mosaico e Vetrite, arredi, luci, elementi tridimensionali e decorativi che intendono trasmettere tutto il savoir-faire Sicis.

POLTRONA FRAU LANCIA COLORSPHERE®, IL NUOVO SISTEMA COLORE CHE DA VITA ALL’ALTRETTANTO INEDITA PELLE FRAU® SC. SETTE INSIEMI CROMATICI, PER UN TOTALE DI 73 TONALITÀ, CHE CREANO UN PIÙ ARMONIOSO DIALOGO TRA SPAZIO E ARREDI

Color Revolution

Poltrona VANITY FAIR XC

90 anni di Vanity

Novant’anni e non sentirli. Risale infatti al lontano 1930 la messa in produzione del “modello 904”, conosciuto dal 1984 con il nome Vanity Fair. Con il passare degli anni, Vanity Fair è diventata una delle icone universalmente riconosciute del design italiano, emblema dell’azienda. Una storia che, arrivati al novantesimo anno, Poltrona Frau ha deciso di festeggiare lanciando la Vanity Fair XC. L’azienda ha chiesto al designer Roberto Lazzeroni di rivisitare Vanity Fair, adattandone le proporzioni agli stili di vita di oggi (con un’ampia seduta di 55x63 cm, una base di 100x100cm e un’altezza di 97cm). Inizia una nuova era per Poltrona Frau. Un’epoca luminosa e variegata, intensa e variopinta. Addio uniformità monotòno, benvenuto universo di sfumature! Si chiama ColorSphere® questo inedito progetto dedicato al colore che definisce il rinnovato DNA di Poltrona Frau; un progetto trasversale tanto nella sua concezione quanto nella finalità. ColorSphere® è infatti un viaggio nel tempo e nello spazio: attinge dalla storia e dall’heritage del brand per proiettarsi nel contemporaneo, altresì raggruppa latitudini cromatiche differenti, ispirazioni personali e uniformemente globali, traguardi abitativi e progettuali sempre più contaminati ed eclettici. Con ColorSphere® nasce una nuova interpretazione del colore valutato seguendo un percorso percettivo-emotivo più semplice e immediato. Se il punto di partenza è stata la gamma dei 96 colori dell’azienda, attualizzata e adattata alle nuove esigenze di interior, il punto di arrivo è una mappa cromatica che individua e riunisce sette gruppi di colore affini (73 tinte in totale), più facili da scegliere e accostare. Dalla considerazione che l’esigenza di oggigiorno è avere ambienti più trasversali e integrati, dove anche arredi e oggetti si completano e dialogano tra loro e con lo spazio in cui sono immersi, ne deriva che anche il sistema di catalogazione cromatico debba riflettere tali cambiamenti, così da esprimere l’esperienza contemporanea dell’abitare. ColorSphere® è quindi un sistema che – come il nome stesso suggerisce – è in grado di unire colori e atmosfere. L’innovazione sul tema del colore ha sempre accompagnato il percorso di crescita di Poltrona Frau. Nel 1912 l’azienda affiancò al tono naturale della pelle tinte come il rosso (emblematico nell’iconica poltrona Vanity Fair, che proprio quest’anno festeggia il suo 90esimo anniversario), il verde muschio e il blu oltremare; ampliando negli anni la varietà cromatica e innovando i processi di produzione e lavorazione delle pelli, l’azienda giunse nel 1986 a creare insieme al cromatologo Paolo Minoli il Color System Frau®, sistema (inizialmente di 73 colori ed esteso nel tempo a 96) che codifica l’universo materico e cromatico del brand. Nel 2020 ColorSphere® – creato in collaborazione con il cromatologo e textile designer Giulio Ridolfo – rivoluziona la tavolozza a disposizione concentrandosi sulla naturalezza e sulla radianza della pelle, ovvero la luminosità e l’intensità del colore, ma estende la sua influenza anche sulla materia stessa, divenendo parte integrante della pelle in accordo con la sua tonalità naturale: il risultato è la nuova Pelle Frau® SC. Sette famiglie principali compongono il nuovo sistema, ordinate secondo una logica cromatica digradante di toni e sotto-toni: Into the Black (grigi e neri), Milky Way (bianchi), Foundation (cipria e beige), Tierras (marroni), Red Memories (rossi), Winter Garden (blu e verdi), o seguendo un’ispirazione cromatica metropolitana e internazionale (Back in Town). Dei 73 colori finali, 26 sono le tonalità storiche ereditate dal catalogo Poltrona Frau, affiancate poi da 47 nuove tinte. Sono state le anime di Poltrona Frau – le divisioni Residenziale, Contract e Interiors in Motion – a fornire l’ispirazione per le new entries: come il mondo dell’hospitality ha suggerito la gamma di tortora, naturali e bruni, così l’ambito office ha fornito spunti per sfumature di grigi e di neri; fino all’automotive che ha contribuito a implementare la gamma dei beige, del cuoio, del blu avio e dei verdi. Per la sua natura e il concept che lo accompagna, ColorSphere® diventa uno strumento di progettazione funzionale e rivoluzionario. “Abbiamo voluto creare non una semplice cartella colori per uso interno – riflette Nicola Coropulis, AD Poltrona Frau – ma uno strumento che sia di supporto e di semplificazione per tutti i professionisti che operano nel settore dell’architettura e dell’interior design, come pure di aiuto per chi, semplicemente, vuole scegliere i propri arredi del colore giusto».

Le forme dell’acqua

LA COLLEZIONE DEEP PER NATUZZI ITALIA, NATA DALLA COLLABORAZIONE CON LA DESIGNER NIKA ZUPANC, SI ISPIRA AL CONCEPT THE CIRCLE OF HARMONY, LEITMOTIV DI TUTTE LE NOVITÀ 2020 DELL’AZIENDA

La richiesta di Natuzzi a otto designer differenti era quella di approfondire, nelle loro creazioni, il legame con la Puglia. Proprio il cerchio diventa la forma dell’Armonia, simbolo dell’equilibrio e della perfezione, ma anche un luogo di incontro per l’azienda Natuzzi. Deep, la proposta di Nika Zupanc (prima collaborazione con l’azienda), è una collezione pensata per la zona living e dining: divani, poltrone, pouf/portariviste, libreria, tavolo e sedie insieme ad accessori come lampade, specchi e tappeti. Prende ispirazione dalla bellezza del Mare Adriatico che dalla Slovenia arriva fino alla Puglia. La collezione comprende, tra i vari prota-

Divano WAVE

Pouf WAVE

gonisti, il divano Wave che con la sua sinuosità evoca il movimento delle onde del mare e regala una seduta intima e raccolta. Disponibile nelle versioni due, tre posti e poltroncina, il divano si solleva da terra grazie a piedini in metallo satinato in finitura light gold. A corredo, il pouf composto da due elementi a mezzaluna che possono essere uniti da un accessorio centrale portariviste, nella stessa finitura dei piedini. Tra gli elementi della collezione, la poltroncina Adore, una seduta monoscocca sorretta da un monopiede che le permette di girare su se stessa, la libreria Tide con mensole che ricordano l’andamento delle maree, il tavolo sinuoso Voyage, gli specchi ovali Mermaid e Sailor, i tappeti Vortex con la grafica optical e la lampada Joy, disponibile nella versione da terra, da tavolo e a sospensione, realizzata in vetro soffiato che emana una luce soffusa a ricordare quella delle serate in riva al mare.

www.natuzzi.it

Quello che conta

DUE LIBRERIE, 30MM E LAGOLINEA, SONO PIENA ESPRESSIONE DELLA PROGETTUALITÀ DINAMICA DI DANIELE LAGO E DELLA SUA AZIENDA. ANCORA UNA VOLTA, CREATIVITÀ E FUNZIONALITÀ PARLANO DI CENTRALITÀ DELL’INDIVIDUO.

“Il design sei tu, noi formiamo l’alfabeto”. È uno degli undici punti racchiusi in un manifesto che tratteggia gli elementi chiave del pensiero Lago. Del resto Daniele Lago, che guida l’azienda, ha sempre creduto nel design come strumento di trasformazione sociale, utile per indagare e rispondere alle esigenze del vivere contemporaneo. Sia 30mm che Lagolinea, librerie disegnate entrambe dall’imprenditore, ne sono l’incarnazione, “libere” e personalizzabili per indole. È elevata da terra, 30mm, grazie alla sospensione dei fianchi e può essere scompo-

sta e ridisegnata in infinite configurazioni. La griglia originaria non ha più vincoli strutturali permettendo così di comporre e alternare a piacere volumi pieni e vuoti. Le pareti attrezzate di Lagolinea, invece, offrono varianti di forma, colore e materiali. La sua struttura, snella e flessibile, dialoga con il sistema 36e8 e permette di creare un gioco di dedali e nicchie che ne definisce i tratti stilistici. Connotano ulteriormente le due librerie un sistema di illuminazione

Libreria LAGOLINEA

integrato e dettagli in XGlass: la tecnologia digitale applicata al design che consente di trasferire immagini su vetro, reinterpretando i diversi materiali, dal marmo al legno, fino ai metalli e ai tessuti. Frutto questo, tra i più recenti, del percorso di ricerca materica che Lago è solito sperimentare orientato all’innovazione. “Mai fermi” è di fatto l’11esimo punto del manifesto.

www.lago.it

Getting stronger

TANTE LE INIZIATIVE MESSE IN CAMPO DA MISURAEMME PER CONSOLIDARE LE BASI AZIENDALI IN VISTA DELLA PIENA RIPARTENZA DI SETTEMBRE: DALLA COMUNICAZIONE AL RETAIL, PASSANDO PER LE COLLEZIONI, TRAINATE DALL’INNOVATIVO SISTEMA PALO ALTO I-BOX

Potremmo definirla una scossa di assestamento, quella causata dallo spostamento al 2021 del Salone del Mobile di Milano. Ciò che inizialmente era valutata come ipotesi inimmaginabile, si è necessariamente tramutata in un’opportunità per ripensare a dinamiche interne, metodi alternativi di comunicazione, differenti strategie retail. È esattamente quanto ha fatto MisuraEmme in questo contesto. Se il debutto delle novità di prodotto è lasciato al 2021, gli sforzi maggiori da parte dell’azienda sono ora rivolti a una valorizzazione estrema dei prodotti di punta della sua collezione. In primis, il programma Palo Alto I-Box, giunto lo scorso anno a compimento e via via aggiornato nelle innovazioni tecniche ed estetiche, che trasforma la zona notte in una quinta teatrale dedicata al sistema armadi in tutta la sua interezza e varietà. Nato dall’unificazione di due sistemi MisuraEmme (Palo Alto e I-Box), grazie alla creazione di un’esclusiva cerniera che permette l’inserimento dell’anta sia nella spalla legno che nella spalla telaio (con possibilità di apertura a 180°), permette di integrare armadiature e cabina armadio: una vera novità nel panorama progettuale. “È un valore, questo, di grande innovazione e originalità che intendiamo trasmettere e far percepire il più possibile – spiega Ottaviano Borgonovo, Co-owner dell’azienda – Le attività messe in campo in questo momento sono pertanto rivolte a tale obiettivo a lungo termine e sviluppate attraverso differenti ambiti: a partire dal restyling completo dello showroom aziendale che mira a creare una cornice ideale e innovativa per dare maggiore enfasi e forza ai nostri prodotti in vista di settembre, quando ripartiranno a pieno regime anche le attività commerciali e retail; così le attività e i servizi di comunicazione”. Parallele e complementari, infatti, sono le campagne pubblicitarie promozionali dedicate al sistema Palo Alto I-box, geolocalizzate in tutta Italia e realizzate in collaborazione con i partner nazionali che – dati i risultati già ottimali – proseguiranno fino a questo autunno. Sulla stessa scia, il rinnovamento sul piano della comunicazione digitale, B2B e B2C. A breve infatti sarà online il nuovo sito web dell’azienda, arricchito dalla nuova, importante funzionalità del configuratore 3D per le armadiature in collezione. “Questa situazione ha fatto emergere l’essenzialità del digitale e le sue potenzialità. Al configuratore affiancheremo presto un approccio e-commerce per la Collezione Atelier; mentre per i nostri partner nel mondo la piattaforma diventerà un valido strumento di formazione oltre che di informazione. Mai come oggi infatti abbiamo sentito la vicinanza dei nostri clienti da tutto il mondo, che si è tradotta in una grande voglia di fare e di partecipare attivamente alla vita aziendale, anche con sessioni traing e webinar”. Forte di questo atteggiamento proattivo e lungimirante, volto a consolidare le basi della struttura aziendale, MisuraEmme non si tira indietro neppure sul tema prodotto, lasciandosi stuzzicare dai nuovi interior trend che proprio il lockdown ha portato con sé: “Siamo stati partecipi di un vero ritorno al valore della casa, luogo dove sempre più sarà necessario conciliare intimità e lavoro. È un tema che stiamo affrontando in vista delle nuove collezioni e che, chissà, magari esploreremo concretamente con prodotti dedicati”.

Sistema PALO ALTO I-BOX

Collezione ÉTHER

Leggera come l’aria

SI CHIAMA ÉTHER (ETERE) LA NUOVA COLLEZIONE TABLEWARE DI RICHARD GINORI E PORTA LA FIRMA POETICA QUANTO ECLETTICA DELLA DESIGNER FRANCESE CONSTANCE GUISSET

Quell’atmosfera nebulosa, flusso d’aria invisibile di cui si può solo avvertire la parcellizzazione ora è tangibile. È Éther, la texture creata da Constance Guisset per la nuova collezione tableware – ispirata dalla linea Aria – di Richard Ginori. Un concetto sviluppato con poetica levità dalla designer francese attraverso una sfumatura che varia dal nero al blu, facilmente abbinabile a tutte le tonalità, lavorata su forme non regolari con vuoti e pieni, che dona profondità al piatto per accogliere le diverse creazioni gourmet. Il movimento figurativo accompagna quello formale: tutti gli elementi infatti, estremamente versatili, possono essere capovolti, impilati o uniti tra loro per creare diverse combinazioni adattabili a più funzioni e impiattamenti. Non solo esteticamente raffinata, Éther, interamente decorata a mano, sfoggia a pieno titolo il know-how dell’azienda fiorentina che dopo oltre due anni di studio ha realizzato nei suoi laboratori Hyper*P: porcellana di nuova formulazione altamente performante e resistente agli urti che, allo stesso tempo, conserva tutte le caratteristiche di pregio tipiche della materia.

www.richardginori1735.com

THE NEW ONE

Esigenze di convivialità

MAGGIOR VERSATILITÀ, COMPOSIZIONI FUNZIONALI E SOLUZIONI PER AMPLIARE LO SPAZIO SONO I PLUS CHE CARATTERIZZANO LA RIVISITAZIONE DEL MODELLO DI CUCINA ONE, FIRMATO ERNESTOMEDA

La cucina è vista come un luogo di incontro, da vivere con la famiglia, e proprio in quest’ottica nasce The New One che prevede composizioni diversificate, dove le varie soluzioni materiche creano numerosi gradi di percezione tattile. Il nuovo modello si compone di elementi a giorno attrezzati e di armadi monolitici capienti, con basi e schiena degli elementi a giorno effetto noce, piano di lavoro in granito con vasca integrata e possibilità di inserire mensole con luce led ed elementi a giorno. La dispensa, con ante in vetro riflettente fumè, ha ripiani attrezzati per portabottiglie. Per il massimo della convivialità, la struttura a isola crea un vero luogo di incontro per la famiglia, un ambiente ricercato anche grazie allo studio di cromatismi e di finiture di pregio, con il tavolo Woodset e le ampie colonne In Space. Per ampliare lo spazio R&D Ernestomeda ha pensato anche a una penisola con il piano Snack Twist con l’intento di creare un ambiente cucina che comunichi con la zona living.

www.ernestomeda.com

Questione di finitura

PRODOTTI RECENTI E BEST SELLER VIVONO NUOVA VITA CON LA FINITURA MATT MESSA A PUNTO DA KARTELL, CHE NON SMETTE DI SORPRENDERE E SORPRENDERSI.

Èsetosa al tatto e opaca alla vista. Attraente e glamour come Kartell sa essere. Con la finitura matt l’azienda mette in atto la sua proverbiale arte trasformista giocando irriverente con pezzi storici ed elementi più recenti. Una bacchetta magica dall’elegante effetto antiriflesso posata su Gastone e Battista, carrelli “servitori muti” nati 30 anni fa da una geniale intuizione che li ha voluti pieghevoli e allungabili, ora più belli che mai in bianco, panna, bordeaux. Su Mobil, la cassettiera su ruote Compasso d’Oro 1994 che, così interamente rivestita, esce dall’uso office e trova posto in tutti gli ambienti della casa. Anche Componibili, tra i prodotti più identitari dell’azienda, il più abituato a variazioni nel corso del tempo, è stato toccato dalla nuova superficie, scelta solo in due varianti: bianco e nero. È in esclusiva per la rete retail VIP la lampada simbolo di Ferruccio Laviani, in serie limitata nero opaco. Ma non è solo una questione di anni, perché il cambiamento coglie anche la “giovane” seduta Venice, omaggio di Philippe Starck alla città più amata nel mondo, e Aledin, lampada da tavolo di Alberto e Francesco Meda, che nella versione Tec alla tradizionale trasparenza affianca ora il pieno colore bianco e nero.

www.kartell.com

Collezione GENTLEMAN

Un mondo di comfort

SISTEMI DI SEDUTE E DIVANI MODULARI DIVENTANO ANGOLI CONVIVIALI E ISOLE DI ASSOLUTO RIPOSO. COSÌ LE PROPOSTE POLIFORM AMPLIANO IL CONCETTO DI IMBOTTITO A ELEMENTO CENTRALE DEL BENESSERE ABITATIVO La parola d’ordine è relax! Oggi più che mai, all’interior è richiesto un benessere abitativo che nel comfort vede la sua prerogativa primaria. A dare forma a un semplice vocabolo e alla sua gamma di sfumature ci pensa quindi Poliform. Se le maggiori novità di prodotto saranno svelate questo autunno, l’azienda nel frattempo punta i riflettori sulle sue ultime collezioni che raccontano il concept di Casa Poliform sintetizzandone filosofia e tratto stilistico. A partire dalla collezione Gentleman, risultato della collaborazione tra Poliform e Marcel Wanders che si ritrovano nuovamente fianco a fianco dopo l’innegabile successo della linea Mad con tutte le sue variegate declinazioni. In Gentleman il comfort si traduce in un nuovo senso di ospitalità e accoglienza, attraverso un sistema di sedute dall’appeal sofisticato, evocativo del nome stesso: i volumi sono leggiadri, le linee delicatamente sinuose; la base sollevata (in metallo verniciato brown nickel opaco o lucido) crea un accentuato senso di leggerezza e adattabilità, in grado di dialogare con i più vari elementi di arredo e contesti di interior. La collezione Gentleman è composta da diverse proposte, ognuna con la propria peculiarità, ma profondamente legate tra di loro tanto da trovare la perfetta armonia attraverso la combinazione di tutti gli elementi: Gentleman Relax, Gentleman Single, Gentleman Reserved e Gentleman’s Friends. Evoca una comodità e una vivibilità dell’area living completamente differente, il sistema Westside: Jean-Marie Massaud (che si conferma così una firma costante e imprescindibile del portfolio aziendale) ha racchiuso l’essenza della morbidezza in una composizione modulare che, tramite un agile gioco di combinazioni, si propone come piccola isola riservata, classica configurazione angolare o ampio divano modulare destrutturato. I cuscini della seduta adagiati su un sottile basamento in legno massello toulipier, l’alternanza tra schienali e braccioli in tessuto, cuoio e metallo, i complementi dai tratti fortemente distintivi e che arricchiscono gli imbottiti con un tocco di funzionalità, fanno di questo ampio sistema un emblema della sapiente alchimia tra Poliform e Massaud: un connubio infallibile tra comfort, eleganza e atemporalità.

Divano ABACUS

2020 reloaded LA NUOVA COLLEZIONE TWENTY CREA UN AMBIENTE LIVING ANCOR PIÙ ACCOGLIENTE, FUNZIONALE E CONVIVIALE. IN TOTALE STILE PORADA

Non si è risparmiata Porada in vista del lancio della nuova collezione. Tutt’altro. Le difficoltà che che il 2020 ha presentato sono state spunto per dare maggior vigore a una proposta d’arredo che vuole essere più di una scenografia abitativa, bensì un mezzo per vivere in modo ancor più profondo l’ambiente casa, dove riscoprire emozioni autentiche e valori duraturi. Con questo spirito Porada presenta la Collezione Twenty, amplificata nel concept ma perfettamente in continuità – in termini stilistici – con le linee precedenti. Focus centrale è, non a caso, l’ambiente living, cuore della casa Porada, spazio in cui si richiede – oggigiorno più che mai – una giusta combinazione di comfort e multifunzionalità, un carattere che sappia essere intimo e accogliente e contestualmente aperto alla condivisione. La risposta Porada è data immediatamente dal divano Abacus, che porta la firma di Gabriele e Oscar Buratti: un divano componibile dove tradizione ed eleganza sono interpretati in chiave contemporanea; ampie e profonde cuscinature sono magistralmente sorrette da una leggera base in noce canaletta, materiale distintivo del brand. Chiave di volta del progetto è una grande flessibilità compositiva garantita dagli elementi di seduta esagonali che possono essere utilizzati come terminali, angoli o chaise-longue. L’area living non può fare a meno della zona pranzo, rappresentata in collezione dalla famiglia di tavoli Alan, del duo Buratti. Elemento distintivo è la gamba dalla particolare sezione curva, che può essere composta accoppiata, a tre o quattro elementi, per formare basi centrali di tavoli rettangolari e tondi (in legno, marmo e in vetro trasparente); un tema, questo, che crea effetti di chiaroscuro e forme geometriche in continuo movimento. La combinazione tra ricerca materica e formale si ritrova a più scale. Spazio quindi ai complementi!

Marconato&Zappa firmano Smile, inedito pouf maneggevole dall’anima informale e raffinata, con una struttura di base in legno massello e una pratica impugnatura protesa a formare un appiglio che diventa un piccolo schienale per la seduta imbottita. E ancora, il coffee table Bayus, che arricchisce l’omonima collezione dei fratelli Buratti sempre connotata dalla delicata combinazione materica (noce canaletta, ottone e cuoio). Da annotare, a completamento della proposta, il primo lampadario a sospensione dell’azienda: Astra, disegnata da David Dolcini, una reinterpretazione del tradizionale chandelier attraverso l’utilizzo del legno massello, giocata sul contrasto tra leggerezza della luce e solidità del legno. Da questa panoramica deriva una prerogativa imprescindibile dell’azienda: la ricerca e la lavorazione dei materiali. Se il legno massello, noce canaletta e frassino, fanno da padrone, non meno importante il corollario materico che ne enfatizza le qualità e la maestria che lo modella: il mar-

mo, sempre più presente nelle recenti proposte, arricchito quest’anno dal nuovissimo grigio carnico; il vetro, che si tinge di due nuove tonalità, ruggine e blu inchiostro; i tessuti, selezionati con pattern a microgeometrie, affiancati dai velluti di ispirazione anni ’50 e ’60 e da un inedito bouclé; per finire con tre nuove linee di tappeti, che accrescono il senso di calore e raffinato lifestyle dell’intera casa Porada.

Coffee table BAYUS

Pouf SMILE Tavolo ALAN

www.porada.it

ANGELO CAPPELLINI & C. s.r.l. SHOWROOM via Turati, 4 22060 - CABIATE (CO) - ITALY tel. +39 031 769 2811

Come un’opera d’arte

SI AFFERMA L’ART DESIGN DI VISIONNAIRE, CELEBRATO DALLA NUOVA COLLEZIONE BEAUTY 2020 CHE NE DICHIARA L’UNICITÀ TIPICA DELLE OPERE ARTISTICHE

L’eccentrica capsule collection Il Pavone di Marc Ange, presentata in anteprima lo scorso dicembre in occasione di Miami Art Basel, ha inaugurato la nuova strada intrapresa da Visionnaire, il metaluxury lifestyle brand dai pezzi sempre ‘one of a kind’. La via è quella dell’Art Design, concept sviluppato seguendo appunto l’attitudine aziendale a realizzare progetti e oggetti di straordinaria singolarità, riuscendo a ottenere elementi d’arredo di forte identità, unici e irripetibili – seppur riproducibili – proprio come un’opera d’arte. Alle spalle c’è naturalmente una costante ricerca tecnologica, la sperimentazione sui materiali, la mano di artigiani a testare e perfezionare soluzioni che danno origine a mobili gioiello. “Presenze coerenti tra loro e in riferimento agli spazi che li ospitano – racconta Eleonore Cavalli, Art Director di Visionnaire – mai concepiti come pezzi isolati, piuttosto intesi come parte di un insieme, perché ogni singolo elemento è connotato da una notevole capacità di inserimento nel contesto, senza rinunciare a esprimere la propria precisa e decisa personalità”. Come quella della nuova Collezione Beauty, dal carattere scultoreo, che amplia la proposta Art Design cercando di contestualizzarla in un’ottica retail, e che coinvolge designer dall’eccezionale talento artistico. Primo fra tutti il duo Draga&Aurel, nuova ed esclusiva collaborazione, che combina materiali mettendoli a contrasto: il

Coffee table ADMETO

tavolo Amos è composto da due bracciali metallici lavorati mediante fusione in sabbia che si chiudono in un abbraccio intorno al basamento in cemento, versato in uno stampo armato e lavorato con un esclusivo trattamento di erosione; due anime trattate con finiture diverse, oro lucido del metallo e nero opaco del cemento, danno forma a consolle e

Lampada SPUTNIK

tavolo basso Lego; e gli origami romboidali in metallo delle illuminazioni Sputnik disegnano un motivo frattale che rifrange la luce. C’è poi Alessandro La Spada, sodalizio consolidato, che sceglie per il sottopiano del tavolo Arkady la lastra di pietra Crema Marfil lavorata a mano in bassorilievo, con bordi irregolari e posa di resine artistiche e sale dell’Himalaya: il tutto poggia sulle gambe in metallo lavorato con colata in sabbia, che crea una trama tridimensionale. E poi utilizza anche il nuovo velluto Bansky dall’effetto “pelouche” per rivestire la poltroncina imbottita semicircolare Petra che vede innesti metallici verticali. Mauro Lipparini disegna invece una suggestiva madia, Desmond, in cui una parte centrale in Eucalipto Frisè funge da pilastro ai volumi laterali in vetro sospesi. E l’architetto Marco Piva integra vetro fumè per il piano e marmo lavorato a “stripes” per le gambe del coffee table Admeto, dall’aspetto monumentale.

www.visionnaire-home.com

Tavolo ARKADY

Esperienza dell’abitare

NON PUÒ ESISTERE UNA COLLABORAZIONE TRA AZIENDA E DESIGNER SENZA CHE ALLA BASE CI SIANO DELLE AFFINITÀ ELETTIVE, COME NEL CASO DI CARLO COLOMBO E SETSU & SHINOBU ITO CHE PROGETTANO PER GIORGETTI IL TAVOLO AGO E IL MOBILE CONTENITORE KIRI

Mobile contenitore KIRI

Ivalori del Made in Italy, un pensiero progettuale condiviso e la capacità di realizzare sistemi di arredo senza tempo, questi sono solo alcuni temi cari ai diversi designer che progettano per Giorgetti. L’azienda riconferma per il 2020 collaborazioni già consolidate da tempo, come quella con Carlo Colombo, e ne avvia di nuove, come nel caso di Setsu & Shinobu Ito. Carlo Colombo arricchisce la collezione Ago con un tavolo che può definirsi una vera opera d’arte, per la cura dei dettagli e il design di grande eleganza. Guardando le gambe si comprende anche il significato del nome: richiamano infatti la forma dell’ago da cucito. La struttura in metallo è arricchita dalla placcatura con quattro coppie di masselli di noce canaletto. Per permettere la stabilità del tavolo, ogni massello ha un disegno e una lavorazione diversi, a seconda della posizione e dell’inclinazione. Per il piano ovale si può scegliere il legno (suddividendo la superficie in quattro parti, posizionate in modo che le venature restituiscano un effetto speculare) o il marmo, in una lastra unica. I designer Setsu & Shinobu Ito raccontano invece, tramite il loro progetto, di un’antica tradizione. In Oriente, alla nascita di ogni figlia femmina, veniva piantato un albero di Kiri, che dopo essere cresciuto, in occasione del matrimonio della figlia, veniva trasformato in una madia che avrebbe accompagnato la sposa nella nuova vita. Il bar cabinet Kiri, rivestito esternamente da listelli verticali in noce canaletto sagomati ad arte uno per uno, è un vero scrigno, con due ante attrezzate con vani portabottiglie e porta bicchieri e con led che illuminano una serie di cassetti e ripiani interni, rifiniti artigianalmente in pelle. Il piano superiore è realizzato in marmo scavato, mentre le maniglie sono in fusione di bronzo.

Tavolo AGO

www.giorgettimeda.com

La ricerca della bellezza

LE NUOVE COLLEZIONI DI JUMBO GROUP PERSEGUONO LA FILOSOFIA PROMOSSA DAL GRUPPO “OUR DREAM NEVER STOPS” CHE DIVENTA UN MANIFESTO DI VALORI E DI INTENTI, NEL SEGNO DELLA BELLEZZA

La ricerca stilistica del Jumbo Group ha preso la forma di una vera e propria filosofia, un mood espressivo che si identifica nel payoff “Our Dream Never Stops”. Con questo manifesto il Gruppo ha rilanciato i propri valori come motore essenziale per affrontare questo insolito 2020, attingendo ispirazione dal patrimonio artistico italiano di ogni epoca, trait d’union, la bellezza che “è nel nostro passato, nel nostro presente e nel nostro futuro, nonché ingrediente primario della visione di Jumbo Group”, citando l’Art Director Livio Ballabio. È da questa linfa vitale che prendono vita le nuove collezioni 2020 che nel brand Jumbo Collection si declinano in una scenografia living scaturita proprio dal più raffinato heritage artigianale. Eleganza e comfort, ricercatezza e matericità: un perfetto equilibrio di percezioni sensoriali connotano tanto la nuova poltrona Tulipe – avvolgente e scultorea nella sua base intagliata con finitura foglia oro e un’ampia imbottitura lavorata a capitonné – quanto nei complementi Lumière: entrambe le versioni consolle e low table (rispettivamente composte da due e tre elementi componibili) si inseriscono con leggerezza nello spazio grazie alla base quasi aerea in metallo che sostiene un sottile top in acero frisè.

Consolle LUMIÈRE

www.jumbo.it

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