Alessandro Banda_Lamento insegnante_invito

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ALESSANDRO BANDA IL LAMENTO DELL’INSEGNANTE

UGO GUANDA EDITORE


Disegno e grafica di copertina di Guido Scarabottolo

Per essere informato sulle novitĂ del Gruppo editoriale Mauri Spagnol visita: www.illibraio.it

ISBN 978-88-235-0846-0 Š 2015 Ugo Guanda Editore S.r.l., Via Gherardini 10, Milano Gruppo editoriale Mauri Spagnol www.guanda.it


« Io non insegno, io racconto. » Montaigne


Premessa Dalle catacombe

Non sono solo. Ma non siamo nemmeno molti. In effetti siamo pochi. Pochissimi. Siamo un piccolo gruppo. Un gruppetto. Un gruppuscolo. Ci riuniamo in luoghi remoti, nascosti, vagamente catacombali. Fingiamo di temere delle persecuzioni, che non ci saranno, perché noi siamo semplicemente ignorati. Sommersi nell’indifferenza. Eppure ci piace sentirci minacciati, in pericolo, come gli ultimi depositari di un segreto. Apparteniamo a una setta. Siamo carbonari. Siamo i carbonari della letteratura. Siamo insegnanti, non molto ben visti da colleghi e superiori, nonché assessori e ispettori. O forse, è più probabile, scarsamente considerati da tutti loro. La letteratura viene vissuta come un lusso intollerabile, persino a scuola, dalle mie parti. E anche altrove. Si dice: ma insegnagli a parlare, a un alunno, a compicciare almeno un paio di frasi senza svarioni né solecismi; a infilare, in uno scritto pur che sia, 23


una subordinata dopo l’altra senza sbavature, se ti riesce. Insegnagli le cose elementari, che non ha ancora imparato, dopo tanti anni. Lascia perdere Dante, Leopardi o Manganelli. Concentrati sul necessario. Scordati il superfluo. Ma gli ultimi straccioni, nella loro miseria, hanno pur qualcosa di superfluo! Se si concede a un uomo nulla più dello stretto necessario, la sua vita diventa peggio di quella d’una bestia! È, ci pare, una giusta considerazione di Re Lear, Shakespeare. Infatti qualche studente, badando a non farsi scoprire troppo, si aggiunge a noi, al nostro sparuto gruppetto di temerari. Magari incespica in una consecutiva e non padroneggia le concessive, però, a volte, riesce a gustare la bellezza d’un impeccabile endecasillabo di D’Annunzio, senza sapere cosa sia, un endecasillabo. (Chi sia D’Annunzio lo apprende presto, era un tale porcello!) Sì, noi ci troviamo, nelle catacombe, a leggere. Testi letterari. Letteratura. Noi amiamo coltivare la conoscenza letteraria del mondo. E siccome la scuola, sempre di più, cerca di respingere la letteratura, noi ci rivolgiamo a essa proprio per capire la scuola. Nel corso di queste nostre riunioni ci siamo dedicati non tanto a testi specifici sulla scuola, quindi non a, che so, Il maestro di Vigevano o a Ricordi di scuola o Un anno di scuola e nemmeno a Cuore (li24


bro molto bello checché se ne dica o se ne sia detto). Ci siamo occupati di opere che parlano sì di scuola, ma parlando d’altro. Opere il cui contenuto principale non è la scuola. Scuola di qualunque tipo, di qualunque epoca e luogo. Come se fosse possibile trattare un simile argomento solo non affrontandolo direttamente, ma di striscio o di sguincio. Dev’essere anche una metafora. Ma di che, non so. Quanto segue è il risultato delle nostre letture e delle nostre ricerche. Siamo stati guidati unicamente dal piacere del testo e dal demone dell’analogia.

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Fotocomposizione: Macchia Nera di Andrea Bongiorni Milano Finito di stampare nel mese di agosto 2015 per conto della Ugo Guanda S.r.l. da ELCOGRAF S.p.A. Stabilimento di Cles (TN) Printed in Italy


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