Illustrazione Ticinese n. 1 - 2010

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illustrazione www.illustrazione.ch

N.1

- 1 FEBBRAIO 2010

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

TICINESE

REPORTAGE

Groenlandia, l’innocenza perduta A TAVOLA

Non deve mancare il buonumore


Fondare un’impresa? Lavorare all’estero? Cambiare professione?

Qualunque via scegliate, la nostra previdenza f lessibile si adegua. La vita può avere vari risvolti. Le nostre soluzioni previdenziali con garanzie a libera scelta vi assistono in ogni situazione, adeguandosi a ogni decisione importante. E perché un nuovo progetto riserva già di per sé sorprese, Swiss Life, specialista leader in materia di previdenza, oltre a eccellenti opportunità di rendimento vi offre sempre un’elevata sicurezza. Spazio a un futuro finanziaria mente indipendente e protetto da un’assistenza ottimale. Affidatevi alla consulenza dei nostri esperti. www.swisslife.ch


sommario

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4 Ndr Anno nuovo veste nuova

6 Fuorionda Sogno o son desto?

10 Appunti

fondata nel 1931 12 edizioni annuali

Spunti, idee e consigli in vetrina

12 In dialètt

Tiratura 130.752 copie (REMP 2009)

L’altro dialètt dala ferovia

Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch Editore Editrice Tredicom SA 6908 Lugano Distribuzione AWZ - Lugano Amministrazione e produzione Marco Werder

14 Sai che Domande curiose e risposte sfiziose ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-10

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Impressioni e ricordi sul filo di lama

24 che continuo a fare con piacere e soddisfazione”, afferma Katia che ha realizzato entrambi i sogni di bambina: avere una grande famiglia e diventare una brava cuoca. “In cucina è puntigliosa, deve sempre trovare una variante alla ricetta”, aggiunge il marito Matyas che si definisce un “goloso onnivoro”. Michelangelo è invece considerato il “woofer” di casa perché divora di tutto; Angelica è la “buongustaia”, Maddalena la “finta vegetariana”, Sebastiano l’amante del pesce,

Editore Matthias Werder

24 A tavola In tavola non deve mancare il buonumore Gianandrea il “pasticcione”, Marcaurelio il “passerotto” e Geremia, per il momento, il “lattante”. Oggi, però, la “berneplatte” ha messo tutti d’accordo, nonostante siano le lasagne il menu preferito da tutta la famiglia che, recentemente, ha dovuto accettare una nuova regola a tavola: si beve acqua! Bandite, dunque, le bibite zuccherate, eccezion fatta nelle occasioni speciali dove, anche Katia e Matyas, si concedono un bicchiere di buon Merlot ticinese.

Grafica Tredicom SA Gabriele Campeggio

In copertina: Emanuela Gaggini Foto: Rémy Steinegger

35 Lavoretti Dopo un litigio si ha dentro un vuoto

38 Reportage Groenlandia, l’innocenza perduta ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-10

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43 Animali Il cane, questo sconosciuto

38 reportage

groenlandia l’innocenza perduta Il richiamo della terra bianca. Un viaggio parte dall’immaginazione, da aspettative, da desideri, da occasioni più o meno casuali. testo e foto Giosanna Crivelli - giosanna@illustrazione.ch

Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito.

Dal raffreddore alla sinusite

36 In classe

Ticino e Italia: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch

Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch

30 Salute La busta portaposate

Inserzioni

Svizzera tedesca e romanda: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 Fax 062 929 27 82 Natel 079 415 87 88 gruetter-werbung@besonet.ch

16 Ritratto

I

l richiamo è venuto dalla Groenlandia Kalaallit Nunaat, terra bianca - luogo mitico. Sulla carta geografica novantacinque percento della superficie è spazio bianco, vergine - la calotta glaciale, solo in periferia circondata da limitate terre emerse - rocce, montagne, piccole isole. È l’isola più grande al mondo, con la storia geologica più antica. Nel bianco qualche curva di livello, neve e ghiaccio stratificati fino ad un’altezza di oltre tremila metri. Pochi i nomi, quelli di reggenti e di esploratori artici. È l’immensità del bianco, quella parvenza di vuoto che da sempre ha attirato l’attenzione, la curiosità, il desiderio di conquista, di avventura. E di conoscenza di un universo misterioso, così diverso da ogni altro luogo sulla terra. Se le avventure del passato richiedevano una sovrumana capacità di adattamento all’ambiente, quelle odierne sono per lo più organizzate. In piccolo gruppo abbiamo pensato ad un viaggio nelle nevi della Groenlandia orientale. La nostra minispedizione è stata infine una passeggiata poco avventurosa: una quindicina di giorni spesso pas-

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sati in attesa - di mezzi di trasporto, di materiale sostitutivo. Prima notte in tenda, quindici sottozero, i fornellini non funzionano. Sci noleggiati al limite dell’inutilizzabile. E così via. Il nostro organizzatore si è rivelato inaffidabile, ma ormai eravamo lì, nel mezzo del quasi nulla. Lo spazio avventura dell’immaginario si è alquanto ridotto. Accompagnati da due guide, con slitte e cani abbiamo percorso un centinaio di chilometri con gli sci, le racchette e a piedi: da Tasiilaq, l’insediamento più grande sulla costa orientale, fino al villaggio di Tiniteqilaaq in due giorni; da Tiniteqilaaq alla baia di Sapulik, disabitata, andata e ritorno in tre giorni, in tutto tre pernottamenti in tenda. E il ritorno a Tasiilaq in un giorno. Questo breve riassunto per dare un contesto di spazio e tempo. Ma, superando piccole frustrazioni, sono stati rivelatori soprattutto i momenti di attesa. Avere tempo, per essere e osservare, e non avere traguardi. La luce velata ha contribuito al senso di mistero, che è l’essenza dell’esperienza. E la realtà artica ha cominciato a manifestarsi.

44 In forma Rinforza gli addominali con Christoph Bottoni

46 In viaggio Il ritorno ai Mari del Sud

50 Motori La metamorfosi della tecnica Novità su due ruote

55 Oroscopo Uno sguardo tra stelle e pianeti

58 Cruciverba Una donna di Moravia

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ndr

anno nuovo

veste

nuova Care lettrici, cari lettori, l’edizione che tenete in mano è la prima di questo nuovo anno e, come forse avrete già notato, ha una veste grafica completamente nuova. Nonostante gli ormai quasi 80 anni, Illustrazione Ticinese cerca di rimanere al passo con i tempi, seguendo le tendenze e le innovazioni del mondo editoriale e cercando di adattare costantemente forma e contenuti ai gusti dei ticinesi. Per quanto riguarda la nuova veste, abbiamo alleggerito la grafica aggiungendo più bianco e ingrandendo le foto. Delle parti di testo evidenziate e delle note scritte “a mano”, hanno lo scopo di attirare l’attenzione sulle frasi più incisive e di fornire qualche appunto personale della redazione. Per incuriosire e per stimolare il lettore a leggere ciò che a parer nostro è più importante, divertente o curioso. Le immagini esclusive, che da sempre accompagnano i nostri testi, avranno in futuro un ruolo ancora più importante. Vi proporremo le migliori e cercheremo di farle risaltare il più possibile, perché spesso delle belle immagini dicono più di mille parole. Naturalmente le vostre impressioni e i vostri suggerimenti sono i benvenuti, e per facilitarvi il contatto con noi, in apertura di ogni rubrica trovate l’indirizzo email del redattore o della redattrice che ha curato la pagina. Per quanto riguar-

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da invece la parte redazionale, abbiamo introdotto dei contenuti più pratici, come ad esempio nella rubrica “in forma”, che propone degli esercizi ginnici specifici mirati al miglioramento del tono muscolare. La rubrica di gastronomia, che per moltissimi anni vi ha presentato i ristoranti della Svizzera italiana, ha invece cambiato totalmente aspetto. Entreremo nelle vostre case, per chiacchierare di cucina e per rubacchiare le ricette preferite delle famiglie ticinesi. Una bella avventura, alla scoperta delle nostre radici culinarie, tutta da scoprire. Per finire, l’edizione online vi proporrà sempre più contenuti inediti e conterrà ciò che la carta, per evidenti limiti tecnici, non può supportare: filmati, interviste e gallerie fotografiche, a complemento dei servizi che troverete nell’edizione cartacea. Ci auguriamo che la nostra nuova Illustrazione Ticinese vi piaccia e che possa offrirvi momenti di piacevole, e perché no, anche utile relax.

nco, più bia i rand g ù i p foto tanti e ti u n e t n o nuovi c

Matthias e Marco Werder, editori


McDonald’s per me significa assumere da giovane un ruolo di responsabilità. – Denise Notter, 27, gerente di ristorante

© 2009 McDonald’s Corporation

Nel 2007, a soli 24 anni, Denise Notter è diventata gerente di un ristorante McDonald’s® Svizzera. Circa il 20 % dei nostri gerenti di ristorante ha meno di 30 anni e dirige un team di oltre 40 collaboratori. Da McDonald’s, i programmi interni di formazione e perfezionamento sostengono e formano i giovani collaboratori sin dall’inizio. Per saperne di più sulle diverse possibilità di carriera da noi e ciò che McDonald’s potrebbe significare per te, vai su www.mcdonalds.ch/significaperme.


fuorionda

sogno o son

desto? A volte succede tutto in una notte... testo Roberto Rizzato - roberto.r@illustrazione.ch

S

ono le tre e mi sveglio di soprassalto: il citofono dell’appartamento vicino sta suonando all’impazzata e, nel silenzio della notte, sembra quasi il mio. Mi rigiro nel letto, sto già quasi per riprendere sonno; ma ecco di nuovo quel citofono: sembra quasi un grido disperato e prolungato nella notte. Non smette più! Cerco, nonostante tutto, di riaddormentarmi; anche perché di lì a poco a suonare sarà la mia sveglia. Invece comincia a montarmi dentro la rabbia: ma chi diavolo è che disturba la quiete notturna del palazzo? Il suono del citofono continua, imperterrito e impertinente. Mi viene un dubbio: non sarà mica successo qualcosa? Magari è come in quello stabile dove era scoppiato un incendio nel cuore della notte: i primi ad accorgersene si erano attaccati ai citofoni, per cercare di avvertire quelli che ancora dormivano. Scendo a vedere e faccio giusto in tempo a scorgere una ragazza in minigonna che si allontana barcollando, in evidente stato di ebbrezza. Risalgo al mio piano e mi trovo davanti un’altra ragazza che se ne sta (alle tre e mezzo ormai del mattino!) seduta sui gradini del pianerottolo a fare pubblica conversazione con il suo telefonino. Le lancio un’occhia-

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ta di disappunto; ma non le dico niente perché, dopotutto, ad avermi svegliato di soprassalto non era stata lei; ma quell’altra sciroccata che si era attaccata nottetempo al citofono. Il problema è che a quel punto comincia a darmi fastidio anche il suo parlottare là fuori. Ma quanto dura ‘sta telefonata? E, soprattutto, perché questa qui si è piazzata proprio davanti alla mia porta? Comincio a chiedermi se sogno o sono desto, quando finalmente torna il silenzio sul pianerottolo. Ma non è finita qui, perché la sciagurata, rientrando nella propria abitazione, si mette a percorrere ripetutamente e rumorosamente avanti e indietro tutto il suo appartamento (che sta proprio sopra il mio), senza nemmeno pensare di togliersi le scarpe con il tacco! È l’ultimo attentato al mio sonno, dopodiché scatta anche l’allarme del mio telefonino: è ora di andare alla Rete Uno a “radiosvegliare” voi. Mentre cerco di guadagnare la posizione verticale, mi chiedo se certi ragazzi invece di mandarli all’università a studiare filosofia, psicologia, sociologia o scienze della comunicazione, non dovremmo prima iscriverli ad un corso obbligatorio e accelerato di quella che mia nonna chiamava “buona creanza”. ❖


G Nature e la NOVITÀ, il chili delle Alpi svizzere. Da spalmare, per cucinare o per l’aperitivo.


appunti

LO PSYCOTHRILLER Il ladro di anime, Sebastian Fitzek, Elliot Edizioni Un romanzo, questo, che inaugura un genere apprezzatissimo in Germania, patria dell’autore. Un nuovo genere, dove i classici assassini lasciano il posto a raffinati manipolatori della mente umana. E quando fra le pagine della vostra copia troverete un post-it giallo con un indirizzo email, scrivete. Riceverete un codice d’accesso con il quale continuare le sconvolgenti avventure dei protagonisti del libro…

ee coltivat Ticino in e t a r o v la

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LE CARAMELLE TICINESI

Caramelle alle erbe, Nostrani del Ticino, Migros Menta citrata e piperita, melissa officinalis, lippia citriodora e salvia officinalis. Queste le cinque erbe coltivante nel nostro Cantone, lavorate a Dangio e racchiuse in queste deliziose caramelle dall’azione calmante e digestiva. Un prodotto che ci piace perché è buono, e perché e davvero nostrano.

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ABBIAMO ESTRATTO Tra le migliaia di cartoline ed e-mail pervenuteci in redazione, la mano fatata di Gaby Malacrida, responsabile Hotelplan ha sorteggiato la cartolina con le risposte esatte della sig.ra Gabriella Rinaudo di Locarno, che si aggiudica così il favoloso viaggio alle Maldive, presso il TClub Resort Vakarrufhali, trasformando così le immagini apparse sull’edizione dello scorso dicembre in incantevole realtà.

ella d a e D la ha a n u t r Fo lei! scelto

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in dialètt

l’altro dialètt

dala

ferovia Quii da Zürig i’è stài bon da fass varé dal lagh da Costanza fin süi spond dala Sarina: va racomàndom pöö bernés e valesàn… testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch

L’

è lü, ul “Züritüüttsch”, ul dialètt zürighés, che al g’ha in man ul balin. Dal lagh da Costanza fin süi spond dala Sarina, indua sa scoménza a parlà francés, ul dialètt che gira l’è ul sò. E mia par nagot è vegnüt föra poc temp fà ul “Zürichdeutsches Wörterbuch” (NZZ Verlag, 695 pagin) scrivüt dal Heinz Gallmann, profesor üniversitari, che al s’éva già occüpàt dal dialètt da Sciaffusa. Ul “Züritüüttsch” l’è donca come ul noss dialètt “dala ferovia”, anca se bernés e basilés i sarann mia tant d’acordi. “Vil Uusdrück gönd verloore/vil Import chunt derzue” l’ha scrivüt un poeta dialettàl: ma l’è come scoprì l’acqua tévida, al var par tücc, tanti manér da cüntala sü i van a fass benedì e i végnan sostitüit cunt roba da importazion. E alura? I fan fadiga anca i tudesch (qui dala Germania) se gha sa comünica che a sa dovress nà da repeton “go poschte”. Al vör mia dì che sa porta i sciavatt e i pachitt in posta (ufficio postale) ma che l’è necessari fà i comission, nà a töö ul pan, ul lacc e tütt ul quantemai par rifornì la credenza, che l’è pöö l’armadi da cüsina.

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Par dì che vün a l’è un po’ indré da comprendonio, che al capiss roma par toma, quel che in tudesch al sa ciama “Dummkopf”, nal dialètt da Zürig è l’è un “Lööli”, un “Trottel” o una “Halbschue”, una mezza scarpa. Cunt i noss ticinés che i’en nai a lavorà anca a Oberhorgen o Bümplitz e i svizzer-tudesch che i’è vegnüt giò cunt la Gotthardbahn e pöö a fà ul servizi militar, anca i noss dialètt i’ha ciapàt püsséee d’una manéra da cüntala sü, da quel zürighés: em già dii, temp fa, dal “stossa” e “bewega” sü par la stazion merci da Belinzona. E se ta capissat mia, quand che sa spostan i vagon, la diferenza fra “pontaa” e “möv”, ta risc-ciat da brütt da restà schisciàt in mezz ai respingent. Anca se ta sett bon da parlà come un profesor üniversitari ul “bon tudesch”, se l’è tanta la fadiga da stàg sota a quii che parla ul “Züritüütsch” (o lì adré) ta pòdat, ala fin, cifolà l’Aida. Se i ta invidan all’“Arena”, quela trasmission televisiva indua sa gha drizza i gamb ala politica federal, l’è obligatori savé parlà ul “Züritüüsch”, altrimenti i ta tàian föra. E dopo cùrig adré cunt i scarp da vernìs. ❖


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sai che

leggiamo

SAI

che

MIRIADE EQUIVALE A UN NUMERO PRECISO? Utilizzato oggi per indicare una grande quantità non ben definita, per gli antichi greci questo termine indicava invece 10’000 unità. I greci indicavano miriade con il simbolo M ed era il numero più grande che conoscevano.

1.

Il simbolo perduto, di Dan Brown

2. Vola bass e schiva i sass, di Sergio Savoia con Christian De Marta

3. Il tempo che vorrei, di Fabio Volo

SAI

perché si dice

ANDARE IN BRODO DI GIUGGIOLE?

ascoltiamo

1.

Reality killed the video star, di Robbie Williams

2. Fotografie, di Giusy Ferreri 3. Rated R, di Rihanna

In questa espressione, le giuggiole hanno sostituito le succiole, ma il senso non cambia. Entrambi i frutti un tempo erano particolarmente apprezzati per la loro bontà. Il brodo di succiole era quindi il liquido in cui si cuocevano le castagne rendendole così buone (venivano chiamate succiole perché si mangiavano succhiandole direttamente dalla buccia).

con Clooney nell’inconsu eta veste di soldato dell’ese rcito statunitense

guardiamo SAI

da cosa deriva

ASSASSINO?

1.

Io & Marley, di David Frankel

2. Basta che funzioni, di Woody Allen 3. L'uomo che fissa le capre, di Grant Heslov

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Deriverebbe dall’arabo haššašin, letteralmente mangiatore di erba. Il termine indicava gli adepti del gruppo ismailita dei Nizariti, attivo tra l’VIII e il XIV secolo in Medio Oriente e fondato da Hasan-i Sabbah. I suoi adepti commettevano omicidi di personaggi importanti e si narra che fumassero cospicue quantità di hashish: da qui la denominazione di hashishiyya che fu loro attribuita.


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ritratto

impressioni e ricordi

sul filo

di lama

Prima che partisse alla volta dei Giochi Olimpici di Vancouver, abbiamo incontrato Emanuela Gaggini, che ci ha parlato di lei e della sua rocambolesca vita, del mondo del pattinaggio artistico e di cosa si aspetta dai nostri rappresentanti rossocrociati. testo Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

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ove parlare di Giochi Olimpici e di pattinaggio artistico, se non a una pista di ghiaccio? Ed è proprio alla Resega di Lugano che abbiamo fatto calzare i pattini a Emanuela Gaggini. Tra una piroetta e uno scatto, le abbiamo chiesto di parlarci di lei e dell’affascinante mondo del pattinaggio artistico. Cosa sognavi di fare da grande? “Sognavo di fare la pilota di Formula Uno. Mio papà era collaudatore di aerei e mi ha trasmesso la sua passione per i motori. Invece di giocare con le bambole, curiosavo quello che faceva lui, tra l’odore della benzina e il grasso. E poi volare, diventare una cantante, un’attrice, ... Però mia mamma mi ha sempre rimproverato il fatto di essere un po’ dispersiva, di voler fare troppe cose”. E oggi chi è Emanuela Gaggini? “Una persona che vuole sempre fare e imparare cose nuove. Quando ho appreso una cosa, sento

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la necessità fisica di imparare qualcos’altro, di allargare i miei orizzonti. E questo è proprio il bello della mia professione”. Come è iniziata l’avventura nel mondo del giornalismo sportivo? “Sono partita con l’idea di fare l’insegnante di educazione fisica, visto che praticavo tutti gli sport possibili, poi però ho fatto la scuola di commercio e ho iniziato a lavorare in banca come consulente finanziaria. È stato un periodo bellissimo, ma poi ho scelto la famiglia e ho fatto la mamma. Il lavoro però mi mancava troppo, e ho iniziato a disegnare una collezione di abiti per bambini insieme a un amico stilista. Quando mia figlia ha cominciato ad andare all’asilo, io ho iniziato a scrivere un romanzo giallo ambientato in televisione. Per conoscere meglio quel mondo, ho chiamato a Comano chiedendo di fare uno stage. Lì trovarono che avessi una bella voce, e mi proposero di lavorare per la neonata Rete 3. Partecipai al concorso, feci un provino sullo sport


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ritratto

e mi scelsero. Rete 3 è stata una fucina di talenti, una forza travolgente di energia e creatività. Poi mi hanno chiamata in televisione per presentare lo spettacolo di fine Anno del 1988. Superata l’agitazione iniziale, mi sono trovata nel mio elemento. Gli impegni in televisione diventarono così tanti che lasciai la radio. Dopo un iniziale periodo di intrattenimento, mi proposero di condurre la domenica sportiva e fu una rivelazione”. Come si trova una donna in un mondo, quello del giornalismo sportivo, prevalentemente maschile? “Il Direttore, allora, riteneva dovessi occuparmi di intrattenimento e non vide di buon occhio il mio passaggio allo sport. Fu una sfida dimostrare il contrario. A sostenermi furono Fazioli e Canetta, che mi proposero la conduzione della Domenica sportiva. Fui la prima donna in un mondo maschile che inizialmente mi guardò con sospetto. C’è anche chi si arrabbiò molto quando, ai Giochi Olimpici del ’94, mi vennero affidate le telecronache del pattinaggio. A Lillehammer fu una commentatrice austriaca, ex pattinatrice, che mi sostenne e mi aiutò molto, perché prima di me aveva vissuto le stesse difficoltà. Fu bellis-

simo però quando, anni dopo, la stessa persona che si era molto arrabbiata si scusò e riconobbe la mia serietà professionale. La base di tutto per me è sempre stato il saper riconoscere la grande competenza dei colleghi, ai quali non esitavo a chiedere insegnamenti preziosi che mi aiutassero a crescere. Forse anche così ho conquistato la loro stima e il loro affetto. E poi lavorando, lavorando, lavorando molto. Perché sì, come donna, devi sempre ancora dimostrare qualcosa in più”. Il pattinaggio artistico è una disciplina molto difficile da commentare. Come hai acquisito le conoscenze tecniche necessarie? “Prima di tutto perché l’ho praticato, poi però non c’erano i soldi per continuare, ma l’ho sempre seguito, acquisendo sempre più conoscenze tecniche. In televisione non voglio sporcare l’esercizio con troppe parole, preferisco commentare i rallentatori, descrivendo gli esercizi e gli errori. La fruizione dell’esercizio deve essere libera, perché un continuo commento è opprimente. Oggigiorno poi ho un validissimo aiuto: il mio co-commentatore Massimo Colombi è Technical specialist ISU (ed è bravissimo Fed. Internaz. pattinaggio artistico)”.

Sul ghiaccio con Sofia Bellini, una speranza del Club pattinaggio di Lugano.

Le tessere di identificazione fanno parte dei ricordi.

La cucina è una delle passioni di Emanuela Gaggini.

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Cosa c’è dietro un’esibizione di pochi minuti? “Andando a seguire gli allenamenti alle sei di mattina scopri cos’è davvero questo sport e sono i momenti più belli, dove vedi cosa ha dentro un pattinatore, la grande fatica che fa. Ho visto Marina Anissina Peizerat lavarsi i pattini con i piedi sanguinanti, ho visto le liti tra le coppie di pattinatori, le iniezioni antidolorifiche per poter continuare ad allenarsi. Questo è quello che sta dietro pochi minuti di esibizione e vedendolo, ti rendi conto che se anche un esercizio non è perfetto, non si può distruggere un pattinatore con un commento lapidario, come fanno certi colleghi. Un esercizio può anche non essere eccellente, ma io so che quel pattinatore lo sa fare benissimo. Lambiel, ad esempio, sa fare perfettamente un triplo axel, e quando in allenamento è libero da certi condizionamenti mentali, fa delle cose da brivido. Lui è forse l’unico vero artista sul ghiaccio, ma paradossalmente, a volte lo vedi meglio in allenamento”. Qual è stata la più grande delusione professionale? “Che alcune persone non abbiano capito il potenziale che avevo dentro e abbiano voluto annientarmi. Per un po’ ci sono riusciti, poi per fortuna è riemersa la mia personalità positiva. Il fatto che non venisse accettato che una donna, in un mondo prettamente maschile, potesse avere una certa forza, mi ha portata ad avere momenti di crisi, di profonda delusione, che ho superato grazie alla forza che ho dentro e alle persone che mi vogliono bene e che mi sono state vicine”. E quale il momento più emozionante? “Credo sia stato il primo titolo di campione del mondo di Lambiel, a Mosca. È stato incredibile, perché tutti credevano che avrebbe vinto Plushenko. Stéphane ha fatto un esercizio fantastico e guardarlo è stato quasi come vivere con lui quel momento emozionantissimo, un momento di arte allo stato puro. Ma anche quando, sempre Lambiel ha proposto il Flamenco ai Campionati Svizzeri del 2007. Quel Flamenco era qualcosa di trascendentale. Sembrava che, tramite la musica e la gestua-

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intervista ritratto

lità, ti portasse in un’altra dimensione. Poi ricordo i record di Bolt, il Lambiel dell’atletica…”. Commenterai i Giochi Olimpici invernali di Vancouver. Cosa ti aspetti? “Mi aspetto tanto dai nostri. Mi aspetto tanto da Lambiel. Spero che lui sia veramente tornato. Lui l’arte ce l’ha dentro, ma ci sono anche i punteggi, i salti e quel benedetto triplo axel, che magari non riesce proprio nel momento sbagliato. Lui però sopperisce a tutto questo con la magia che riesce a creare e a trasmettere. Questa è la sua grande forza. Sia Joubert sia Plushenko sono tecnicamente eccellenti, ma non trasmettono quello che sa trasmettere Stéphane. Tornando indietro nel passato, c’era una coppia nella danza, Pasha Grishuk e Evgeny Platov, loro sì, trasmettevano le stesse emozioni di Lambiel, ma altri non ci sono mai riusciti. Mi aspetto però tanto anche da Morand - Dorsaz. Nel pattinaggio di coppia abbiamo finalmente due pattinatori, secondo me bravissimi, che hanno le doti e le qualità per farcela”. E Sarah Meier (7 volte campionessa svizzera e 2 volte vice campionessa europea, ndr)? “Sarah è migliorata tantissimo, dal punto di vista non soltanto tecnico. Anche lei è riuscita a dare di più, ad andare oltre il gesto tecnico, a liberarsi della timidezza che la bloccava e ad andare nella direzione di Stéphane. Deve però fare i conti con tutti i ferimenti e i problemi fisici che, purtroppo, ci sono”.

SCHEDA

biografica

Nome: Emanuela Cognome: Gaggini Soprannome: Manu o Ema Nata: a Cunardo il 6 giugno 1957 Domicilio: Caslano Stato civile: divorziata Figli: Clarissa, 27 anni Professione: giornalista, telecronista, produttrice Hobby: cucina, pittura, musica, scrittura Segno Zodiacale: gemelli, ascendente cancro Motto: “non mollare mai”

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La Svizzera si è candidata per i Giochi Olimpici invernali con Sion nel 2006, ma è stata scelta Torino. Abbiamo le prerogative per ritentare una candidatura? “Ero inviata a Sion ed è stato un momento tristissimo. Secondo me avremmo le prerogative e l’entusiasmo per poter ospitare un evento di questa portata, ma purtroppo contano anche il peso politico di altri Paesi e le Federazioni più importanti. Io ritenterei, perché con la volontà e la forza delle idee si possono raggiungere grandi traguardi”. I giovani che si stanno formando ora in sport esigenti come il pattinaggio e l’atletica, hanno a disposizione strutture sufficienti affinché possano abbinare studio e sport? “No, per il momento è ancora molto difficile, perché non si riescono ancora a coniugare sport e scuola al meglio. Si fanno dei tentativi, lodevoli, come a Tenero o con le classi sportive, ma non funzionano in modo ottimale. È un progetto difficile da portare avanti. C’è però molta buona volontà! Lara Gut ad esempio è una grande messaggera in questo senso, e sono convinta che ci sono altri ragazzi come lei, ma non hanno ancora a disposizione tutti gli strumenti per crescere. Lo sport è ancora visto come un ripiego che può e deve venire solo dopo lo studio, non accanto”.

«Poter comunicare ovunque ti trovi è la cosa più bella»

È giusto che i bambini investano ore in allenamenti, facendo dei compromessi con la scuola e la vita sociale, pur avendo una prospettiva di successo davvero minima? “Lo sport prima di tutto va preso come un gioco, che può diventare una cosa importante, ed è una scuola di vita. Forgia il carattere e le qualità interiori, comunque. Poi però troppi allenamenti, sin da piccolini, possono essere un’esagerazione. Devono arrivarci i bambini da soli, per gradi. È sbagliato che i genitori li spingano, magari anche


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ritratto

contro la loro volontà, per realizzare attraverso i figli ciò che loro, per diversi motivi, non sono riusciti a raggiungere”. Che ruolo hanno i genitori sui figli, nel mondo del pattinaggio artistico? “Fondamentale come in tutti gli altri sport. Conosco molti genitori che si impegnano e seguono sempre di più i figli, perché riconoscono la grande importanza dello sport nella vita dei loro ragazzi. Però poi è difficile aiutare i propri figli senza le necessarie strutture”. Che ruolo ha oggi lo sport nella società? “Lo sport è fondamentale. Per fortuna nelle nostre scuole trova lo spazio che merita”. Che consiglio daresti a una bambina che sta muovendo i primi passi nel mondo del pattinaggio artistico? “Il pattinaggio artistico è uno sport che ha biso-

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E tu, cosa farai da grande? “Siccome a 52 anni ho ancora la curiosità di una bambina, dopo aver fatto tante cose, non so ancora cosa vorrò fare da grande. Vorrei imparare il cinese e il giapponese, mi piacerebbe cantare, vorrei suonare il piano, fare una trasmissione per gli over 50 di oggi. E poi chissà, magari finirò il mio libro giallo…”. ❖

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a tavola

in tavola non deve mancare

il buonumore A tenere a battesimo questa nuova rubrica è la famiglia Cavadini di Vacallo, che ci ha invitati a pranzo per gustare un’ottima “Bernerplatte” e, naturalmente, per chiacchierare di cucina, alimentazione, ricette, ricordi e aneddoti sul tema. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

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i respira un’atmosfera prettamente natalizia quando varchiamo la soglia di casa Cavadini a Vacallo. Manca poco a mezzogiorno e il profumo di ciò che si gusterà a pranzo, dalla grande e moderna cucina aperta, si è ormai diffuso anche al salone. Il tavolo quadrato è apparecchiato a festa: tovaglia rossa e sedie “vestite” da Babbo Natale. I ragazzi - ci spiega la padrona di casa - hanno voluto così in nostro onore. Il primo a farsi conoscere è Marcaurelio (3) che, senza il minimo imbarazzo, comincia subito a chiacchierare e a porre domande. Il piccolo Geremia (4 mesi), invece, continua a dormire placidamente nella sua carrozzina. Ha un po’ più da fare Katia (41), “super mamma”, moglie e casalinga a tempo pienissimo. E non tardiamo molto a capire perché. Alla spicciolata arrivano da scuola Michelangelo (15), Angelica (13), Maddalena (11), Sebastiano (10) e Gianandrea (6). Da ultimo fa capolino anche il padrone di casa, Matyas (43), direttore di banca.

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E con lui sono in nove! Ora che la famiglia è al gran completo, Katia avverte che il pranzo è pronto e può essere servito. I ragazzi più grandi danno una mano a portare in tavola i vari piatti di portata che compongono la Bernerplatte. “Questo è il menu che solitamente propongo quando abbiamo ospiti amici cari, come i vari padrini e madrine dei ragazzi. È variato, ma semplice da preparare, piace a tutti e mi ricorda la mia infanzia nella Svizzera tedesca”, ci spiega la padrona di casa. Dal “woofer” al lattante La famiglia Cavadini ha deciso di aderire alla nostra iniziativa e di invitarci a pranzo per diversi motivi. Primo fra tutti il piacere di condividere il pasto “che per noi è sempre il momento clou. Inoltre a me piace moltissimo cucinare anche perché, avendo un padre cuoco, sono cresciuta tra i fornelli delle cucine di svariati ristoranti. E oggi, con una famiglia così numerosa, è quello

Katia Cavadini porta in tavola la sua Bernerplatte.


che continuo a fare con piacere e soddisfazione”, afferma Katia che ha realizzato entrambi i sogni di bambina: avere una grande famiglia e diventare una brava cuoca. “In cucina è puntigliosa, deve sempre trovare una variante alla ricetta”, aggiunge il marito Matyas che si definisce un “goloso onnivoro”. Michelangelo è invece considerato il “woofer” di casa perché divora di tutto; Angelica è la “buongustaia”, Maddalena la “finta vegetariana”, Sebastiano l’“amante del pesce”,

Gianandrea il “pasticcione”, Marcaurelio il “passerotto” e Geremia, per il momento, il “lattante”. Oggi, però, la “Berneplatte” ha messo tutti d’accordo, nonostante siano le lasagne il menu preferito da tutta la famiglia che, recentemente, ha dovuto accettare una nuova regola a tavola: si beve acqua! Bandite, dunque, le bibite zuccherate, eccezion fatta nelle occasioni speciali dove, anche Katia e Matyas, si concedono un bicchiere di buon Merlot ticinese.

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a tavola

Figlia d’arte Il papà e la mamma di Katia hanno sempre gestito ristoranti. Perciò fin da piccola, Katia è cresciuta osservando il papà cuoco alle prese con i fornelli e la mamma che si occupava del servizio e della “mise en place”. “Ho ereditato da mio padre la passione per la cucina e dalla mamma il piacere di apparecchiare una bella tavola con l’intento di far sentire a proprio agio l’ospite in un ambiente accogliente. Ma, soprattutto, sono stata sempre abituata a mangiare bene”. Ed è anche per questo che Katia ama seguire alla televisione i programmi dedicati alla cucina in particolare la trasmissione “I cucinatori” sulla TSI - e spesso consulta il suo libro di ricette per trarre ispirazione quando è a corto di idee : “Solitamente la ricetta base mi serve da spunto per poi fare le mie variazioni sul tema”. Cinque anni fa la cucina di casa Cavadini è stata rimessa a nuovo. Si è voluto prima di tutto creare uno spazio aperto sul salone in modo che mamma Katia potesse vedere e seguire i figli mentre stava ai fornelli. Nonostante sia un locale grande e funzionale, Katia ha un rimpianto: “Avendo una famiglia così numerosa, forse avrei dovuto acquistare gli elettrodomestici industriali. Infatti, basta che arrivino alcuni ospiti e mi

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trovo un po’ in difficoltà”. La padrona di casa è comunque soddisfatta del… suo regno e, soprattutto, di aver deciso l’acquisto di due forni, uno dei quali a vapore: “Per cuocere le verdure è fantastico”. Ritiene che la sua cucina sia molto ben attrezzata e che non le manchi nulla: “Ho addirittura l’utensile per tagliare le bucce d’arancia a julienne… e sono molto orgogliosa dei miei coltelli da cuoco!”. Eppure da anni culla un sogno: possedere uno scaldapiatti come quelli che si vedono negli alberghi o nei ristoranti. In frigo e in dispensa Come si fa la spesa per una famiglia di nove persone? La risposta sembra ovvia: si acquista in grandi quantità. Eppure, da qualche tempo, i carrelli della signora Cavadini al supermercato non sono più straripanti: “Ho cominciato a fare la spesa on line ed è davvero comodo ricevere a casa una volta alla settimana le cose più pesanti. Poi, per completarla, mi reco al negozietto di paese o al centro commerciale”. Non ha l’abitudine di fare troppe scorte: “In genere compro e uso. Come potete vedere il frigo non è più pieno di tanti altri”. Non è una fan del bio, ma dà preferenza a prodotti svizzeri, meglio ancora se ticinesi. Katia ha

La famiglia Cavadini di Vacallo in cucina.

La cucina, di Elena Spagnol


però preso l’abitudine di acquistare secondo stagione: “Così facendo ci si garantisce un’alimentazione variata, soprattutto per quanto riguarda la frutta e la verdura, che noi consumiamo in grandi quantità”. Già, perché le dosi, in casa Ca-

vadini, non sono proprio quelle di una famiglia media. Ecco qualche esempio: quotidianamente vengono consumati circa 2 kg di pane, 5 litri di latte, 250 gr. di burro, 2 scatole di biscotti, una valanga di yogurt e, in estate, 2 kg di gelato.

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Non importa se siete single, coppia o una famiglia numerosa. Invitateci quando a casa c’è tutta la famiglia. Una nostra redattrice e un fotografo verranno a casa vostra per scattarvi qualche foto e per chiacchierare di ricette, cibo, ricordi e alimentazione. Vi chiederanno una ricetta, magari quella della vostra “specialità”, e nel limite del possibile, sarebbe bello poter fotografare anche il piatto pronto. Per partecipare basta inviare in redazione il tagliando-invito che trovate su questa pagina. Prenderemo contatto con voi direttamente. Grazie e a presto!

Nella versione online trovate la ricetta per la Bernerplatte della famiglia Cavadini.

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Ma queste quantità non devono trarre in inganno. Nella famiglia Cavadini vige un sano principio: “Da noi si mangia, non ci si abbuffa”. E il primo ingrediente da portare in tavola, forse il più importante, è il buonumore! ❖

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salute

dal raffreddore

alla sinusite Naso chiuso, dolore alla testa, alla fronte o alle guance che peggiora se ci si sdraia, ci si china o si sosta in un ambiente freddo. Non è un semplice raffreddore, né il classico mal di testa. È qualcosa di più serio, una patologia che non va mai trascurata: la sinusite. testo Stéphanie Scatizza - stephanie@illustrazione.ch

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ffligge gran parte della popolazione e non è solo un male di stagione. Ma cos’è esattamente? Come si manifesta? Quali invece le cure? Per capirne di più abbiamo interpellato la dottoressa Elena Scotti, specialista F.M.H. in otorinolaringoiatria a Lugano. “La sinusite, che molti credono un semplice raffreddore prolungato, in realtà è qualcosa di più. Si tratta infatti di un’infiammazione dei seni paranasali (frontali, mascellari, etmoidali e sfenoidali), le cavità piene d’aria che comunicano con il naso. Il dolore è quindi spesso localizzato in corrispondenza della fronte, delle arcate sopraciliari, degli occhi, degli zigomi spesso anche dei denti. A questi sintomi si possono associare cefalea, febbricola, lacrimazione, tosse soprattutto notturna, congestione nasale con secrezione di muco denso e giallastro, talvolta alito cattivo. La sinusite può presentarsi sotto tre forme: quella acuta, quella cronica e quella ricorrente. La sinusite acuta dura al massimo tre settimane, quella cronica, quando la sintomatologia si prolunga

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oltre i tre mesi, può continuare anche per anni per resistenza alla terapia antibiotica, mentre quella ricorrente presenta attacchi variabili ma non continui di sinusite durante l’anno. Rappresenta spesso una complicanza del raffreddore, causata dall’estensione dell’infezione ai seni: le membrane che li rivestono si infiammano e si gonfiano, tanto da ostruire i piccoli passaggi che li collegano al naso e da provocare dolore e infiammazione, dovuti alle modifiche della pressione al loro interno. Prima causa della sinusite è sicuramente un attacco batterico, fungino o virale. I virus, tra questi, sono responsabili di un attacco di sinusite nella maggioranza dei casi. Spesso la sinusite è conseguenza di un raffreddore, poiché il ristagno di muco è un ambiente estremamente favorevole per la proliferazione dei microrganismi e rischia di sviluppare un’infezione molto più grave e problematica. Inoltre, per chi è immunodepresso, c’è il rischio che la flora batterica, che comunemente si ritrova nelle mucose, possa diventare patogena, permettendo così lo sviluppo di una sinusite micotica.


Le allergie sono un’altra causa molto comune di insorgenza di sinusite: in questi casi il sistema respiratorio è in continuo stress, poiché l’allergia causa un’infiammazione persistente e un gonfiore delle mucose che ostruiscono gli orifizi naturali dei seni con conseguente ristagno del muco, che si accumula al loro interno e che può infettarsi. Altre cause possono essere delle malformazioni, come ad esempio la deviazione del setto nasale, la presenza di eventuali polipi nasali, di una conca bullosa o di una stenosi della regione del complesso osteo-meatale, regione del naso dove drenano i seni paranasali. Ma si può anche attribuire a problemi dentali: un premolare (o molare) superiore con radici che arrivano all’in-

«Le allergie sono un’altra causa molto comune di insorgenza di sinusite»

terno del seno mascellare può generare una sinusite ‘odontogena’. La diagnosi è innanzitutto clinica e si avvale principalmente della anamnesi e di una vista specialistica, generalmente comprensiva di una endoscopia nasale. Si tratta dell’utilizzo di piccole fibre ottiche che con l’ausilio di una telecamera permettono di visionare ed ispezionare l’interno delle fosse nasali, evidenziando quelle anomalie anatomiche che predispongono alla sinusite, oltre all’eventuale scolo mucoso patologico. La visita, grazie all’applicazione di un anestetico locale, è pressoché indolore. Solo se esiste il sospetto di una complicazione della sinusite (orbitaria o peggio cerebrale) è necessario eseguire subito una Tomografia Computerizzata (TC) del massiccio facciale. Quest’ultimo esame è inoltre necessario per confermare il sospetto clinico di una rinosinusite cronica ed è indispensabile per procedere ad un intervento chirurgico endoscopico mirato”.

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salute

Di cosa ci si deve preoccupare se affetti da sinusite? “Raramente la rinosinusite comporta complicazioni gravi, ma la presenza di un gonfiore palpebrale o comunque della regione orbitaria deve essere valutato prontamente, soprattutto se ad esserne colpito, è un bambino. Anche alterazioni della vista, quali visione doppia o alterazione dei colori, eccessiva sonnolenza sono segni da non sottovalutare perché possono far sospettare l’estensione dell’infezione al nervo ottico o l’insorgenza di complicanze cerebrali. Non necessariamente queste affezioni comportano febbre elevata, nonostante la presenza di un processo infettivo che si sta estendendo oltre i seni paranasali”. Ma cosa fare in caso di sinusite? “Poiché le forme sono diverse, c’è bisogno di uno specialista che accerti il tipo di sinusite e prescriva la cura più appropriata. La cura della sinusite si basa sull’uso di un farmaco decongestionante,

generalmente per via locale, associata o meno a terapia antibiotica. Per alleviare il dolore possono essere utili degli analgesici. Le forme infiammatorie e allergiche rispondono al trattamento con corticosteroide topico nasale. Nei casi resistenti alla terapia, nelle forme croniche o recidivanti e, in caso di complicazioni, può essere necessario un intervento chirurgico che miri a modificare le situazioni anatomiche predisponenti di cui si parlava sopra, riducendo drasticamente il rischio di sinusite. L’intervento chirurgico richiesto è la cosiddetta FESS (chirurgia endoscopica funzionale dei seni paranasali) e si avvale dell’utilizzo di telecamera, endoscopi e ferri chirurgici specifici, utilizzando quale via di accesso le ‘aperture naturali’ del naso, quindi senza cicatrici esterne”. ❖

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3. Appoggia il righello sul rettangolo su cui hai disegnato le posate e incidi la carta più o meno a metà, lasciando però ca. 2 cm a sinistra e a destra.

2. Appoggia una forchetta, un coltello e un cucchiaio sul rettangolo e tracciane il contorno a matita, così se sbagli puoi cancellare, poi ripassa con il pennarello e colora.

4. Passa la colla su tutti i lati del rettangolo bianco, quindi sovrapponi quello su cui hai disegnato le posate e premi bene. Ora devi solo infilare le posate, quelle vere, nella busta!

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in classe

dopo un litigio

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Le maestre Michela Rosa e Paola Rolli ci hanno accolto a Brusino Arsizio nella loro piccola pluriclasse. Gli 11 allievi dalla prima alla quinta elementare hanno discusso con noi di litigi. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

Cos’è un litigio? Tiberio: è quando due persone discutono perché hanno un’opinione diversa. Sébastien: secondo me è quando due non sono d’accordo su cosa vogliono fare. Perché si litiga? Sacha: ad esempio si litiga per le ragazze. Io ho sentito che due si sono picchiati a morte. Sébastien: perché non sono d’accordo se giocare a calcio o a tennis. Tiberio: di solito un litigio viene fuori quando due persone sono indecise su una cosa. Natan: si litiga anche per un gioco e a volte ci si picchia. Qual è stata l’ultima volta che avete litigato e con chi? Tiberio: io ho litigato con mia mamma perché tra noi c’è stato un malinteso. Olivier: io litigo sempre con la mia sorellina perché le rubo i giochi e lei va su tutte le furie.

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Alex: ho litigato con Sébastien perché mi ha fatto credere che invece del tè nel sacchetto c’era cioccolato. Io ci sono cascato e mi sono arrabbiato tantissimo. Sébastien: io ho litigato con la mia mamma perché non volevo andare ai lupetti e lei mi ha obbligato. Ho dovuto andarci e non mi è proprio piaciuto. Eleonora: giocavamo a calcio e il Sacha ha tirato e ha fatto palo, ma diceva che era goal. Così abbiamo litigato. Simone: io volevo giocare a calcio con mio fratello, ma lui non vuole mai perché gli piace ballare l’hip-hop e allora ci siamo picchiati. Sacha: ho litigato con mia sorella perché continuava a dirmi “sfigato”. Natan: ieri ho litigato con mio fratello perché mi ha preso il game-boy. Allora io ho preso il suo castello dei Lego e gliel’ho buttato in testa. Céline: ho litigato con mia sorella perché si fa sempre comandare da nostra cugina e io non lo sopporto.


1° fila davanti: Camilla, Sébastien, Alex, Olivier. Fila di mezzo: Natan, Sacha, Michael. 3° fila: Eleonora, Céline, Tiberio, Simone.

Le classi elementari del Cantone interessate a collaborare alla realizzazione di uno di questi servizi possono contattare la nostra redazione.

Camilla: volevo giocare con mio fratello, ma lui non mi lasciava e allora abbiamo litigato. Michael: io litigo sempre con mio fratello per il computer o i video giochi e arriviamo anche spesso a picchiarci. Come ci si sente dopo un litigio? Michael: a volte mi sento male, ma se la spunto bene. Tiberio: dopo un litigio hai dentro come un vuoto, vorresti far pace ma non ne hai voglia. Céline: da una parte mi sento bene perché mi sono sfogata; dall’altra sono preoccupata perché spero di non aver ferito la persona. Natan: io mi sento sempre male perché faccio fatica ad accettare le scuse. Eleonora: sono triste perché per un po’ quell’a-

mico non ti sta più vicino. Alex: mi sento malissimo perché divento rosso dalla rabbia e sono uno di quelli che tiene il muso. Olivier: io sono arrabbiato e mi tiro i palloncini in testa. Camilla: io sto male perché faccio fatica a chiedere scusa. Come fate a fare pace dopo un litigio? Tiberio: di solito discuto un po’, cerco di capire chi dei due ha ragione e poi faccio pace. Eleonora: mi avvicino alla persona senza parlare, aspetto e poi le do la mano. Sacha: io chiedo semplicemente di fare pace. Michael: io sento nei miei sentimenti quando è il momento di chiedere scusa.

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reportage

groenlandia l’innocenza perduta Il richiamo della terra bianca. Un viaggio parte dall’immaginazione, da aspettative, da desideri, da occasioni più o meno casuali. testo e foto Giosanna Crivelli - giosanna@illustrazione.ch

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l richiamo è venuto dalla Groenlandia Kalaallit Nunaat, terra bianca - luogo mitico. Sulla carta geografica novantacinque percento della superficie è spazio bianco, vergine - la calotta glaciale, solo in periferia circondata da limitate terre emerse - rocce, montagne, piccole isole. È l’isola più grande al mondo, con la storia geologica più antica. Nel bianco qualche curva di livello, neve e ghiaccio stratificati fino ad un’altezza di oltre tremila metri. Pochi i nomi, quelli di reggenti e di esploratori artici. È l’immensità del bianco, quella parvenza di vuoto che da sempre ha attirato l’attenzione, la curiosità, il desiderio di conquista, di avventura. E di conoscenza di un universo misterioso, così diverso da ogni altro luogo sulla terra. Se le avventure del passato richiedevano una sovrumana capacità di adattamento all’ambiente, quelle odierne sono per lo più organizzate. In piccolo gruppo abbiamo pensato ad un viaggio nelle nevi della Groenlandia orientale. La nostra minispedizione è stata infine una passeggiata poco avventurosa: una quindicina di giorni spesso pas-

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sati in attesa - di mezzi di trasporto, di materiale sostitutivo. Prima notte in tenda, quindici sottozero, i fornellini non funzionano. Sci noleggiati al limite dell’inutilizzabile. E così via. Il nostro organizzatore si è rivelato inaffidabile, ma ormai eravamo lì, nel mezzo del quasi nulla. Lo spazio avventura dell’immaginario si è alquanto ridotto. Accompagnati da due guide, con slitte e cani abbiamo percorso un centinaio di chilometri con gli sci, le racchette e a piedi: da Tasiilaq, l’insediamento più grande sulla costa orientale, fino al villaggio di Tiniteqilaaq in due giorni; da Tiniteqilaaq alla baia di Sapulik, disabitata, andata e ritorno in tre giorni, in tutto tre pernottamenti in tenda. E il ritorno a Tasiilaq in un giorno. Questo breve riassunto per dare un contesto di spazio e tempo. Ma, superando piccole frustrazioni, sono stati rivelatori soprattutto i momenti di attesa. Avere tempo, per essere e osservare, e non avere traguardi. La luce velata ha contribuito al senso di mistero, che è l’essenza dell’esperienza. E la realtà artica ha cominciato a manifestarsi.


Il popolo felice Gli inuit sono stati i primi esploratori artici e hanno avuto la capacità di vivere e svilupparsi nel clima più rigido al mondo, guidati dal desiderio di vedere luoghi nuovi e dalla necessità di cibo. È stato l’esploratore Knud Rasmussen a trasmetterci approfondite conoscenze sulla loro vita, con la sua tenacia e con l’amore per questo popolo. In uno dei suoi viaggi epici con slitta e cani, in oltre tre anni ha seguito il percorso di migrazione degli eschimesi dalla Siberia alla Groenlandia, raccogliendo le testimonianze di tutte le persone incontrate. È il racconto di una cultura di sussistenza, retaggio dell’era glaciale, rimasta immutata nel tempo fino a pochi decenni or sono. Un popolo forte e allo stesso tempo fragile, un popolo felice, così è raccontato con realismo e poesia nel film esemplare di Robert Flaherty “Nanook of the nord“. Un mondo in mutazione. Il passaggio dal nomadismo ad una vita sedentaria ha portato con sé una perdita di identità e di conoscenze.

Caccia e pesca non bastano più a coprire le spese, per il supermarket, per i nuovi mezzi di trasporto e di comunicazione. Gli scopi del vivere sono da ridefinire. L’auspicio è che gli inuit riescano a trovare analoghe strategie di sopravvivenza a quelle ancestrali anche in questo altro mondo. Cosa è stato? Il significato di un viaggio spesso si rivela al ritorno, ed è personale. Ripensandoci, alla nostra impresa ben si addice il titolo di un libro di Andy Warhol - “From A to B and Back Again” - un suo percorso filosofico, quello della banalità del quotidiano. Per Andy-A B è quel qualsiasi Altro di cui necessita per l’incapacità di essere solo. Lo specchio, il riflesso di sé, dato da chi sta attorno e che capita di incontrare. Il mondo così diverso di Andy, sciamano moderno, creatore di rituali del nostro tempo, per quelle vie sotterranee che accomunano gli esseri umani, trova dei paralleli con il vivere inuit, popolazione che funziona in grup-

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reportage Iceberg: metafora di mondi esteriori e di mondi sommersi.

Iceberg: soliditĂ apparente, isola destinata a scomparire.

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Il fascino del ghiaccio in continua trasformazione.

lunga notte artica con giornate senza tempo. Da percorsi d’acqua a percorsi di neve. Dal bianco al nero. Dalla luce all’ombra. Dicono gli inuit: sono il buio e il freddo che ci fanno maggiormente pensare, il buio rivela le cose.

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Nell’edizione online, trovate la galleria fotografica di Giosanna Crivelli raffigurante la Groenlandia.

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Sincronicità Mentre noi siamo qui in un mondo in evidente rapido e continuo cambiamento, lassù sembra che nulla succeda. In apparenza. Un universo congelato che sembra essere eternamente uguale. Ma che impercettibilmente sta cambiando. In aprile il fiordo dovrebbe essere territorio di caccia con i cani e le slitte, come da sempre è stato. Invece è acqua, la caccia è limitata alla parte navigabile, tra iceberg in lento movimento, che stanno sciogliendosi. I cambiamenti climatici influiscono drasticamente sulle attività umane e sul fragile habitat di questi luoghi. Groenlandia, isola specchio di cambiamenti globali, innocenza perduta. ❖ ICAMI • ww

po e che sente la solitudine come un fallimento. Per Andy, il villaggio igloo è diventata la Factory, luogo di incontro e di creatività, e di sopravvivenza nella complessità della metropoli. Il mio viaggio da A a B è stato quello della percezione della forza di un paesaggio ancestrale, quello artico, del suggerimento di salvezza che questo paesaggio trasmette, rispondendo ad un bisogno di vuoto e di simboli. Gli inuit hanno appreso dal ghiaccio: come la sua sola consistenza è il movimento, come la sua solidità mostra ciò che non può rimanere. La loro mente è resa acuta dalla vulnerabilità. È un acume che mostra loro dove andare e come vivere. Le immagini fugaci colte in questo percorso mi danno un orientamento, dalla superficie al profondo, dai ghiacci luminosi visti dall’elicottero come una costellazione lontana, persa in un firmamento caduto sulla terra, al ghiaccio nero, buco destinato alla pesca e in breve tempo richiuso dal gelo. Dal grande al piccolo, dal lontano al vicino, dal fuori al dentro. La sinfonia degli iceberg, realtà che pare un miraggio, in una giornata di calma assoluta è lo specchio perfetto per il pensiero. È primavera, stagione in cui giorno e notte sono in equilibrio, al centro di quel pendolo che va dall’estate con giornate senza fine, alla

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animali

il cane

questo

sconosciuto La buona convivenza è questione di conoscenza, comprensione e rispetto reciproco. testo Elena Stern-Balestra - elena@illustrazione.ch

L’

addomesticamento del cane risale almeno a 12’000 anni fa. Il millenario percorso comune di uomini e cani è considerato una forma di coevoluzione, che ha portato questi ultimi ad assumere compiti particolari al nostro fianco. L’essere animali sociali e la grande capacità di adattamento dei cani, hanno permesso loro di imparare a condividere, e a volte a sopportare, la vita con noi umani. Noi che non sempre li conosciamo, capiamo e rispettiamo. Un esempio per tutti è la storia del labrador giallo Marley, protagonista di un recente best seller: adottato e gestito senza cognizione di causa, Marley è fonte di problemi per i suoi padroni e per chi li circonda. Malgrado si tratti di una commedia, la realtà che essa mette in luce è seria e fa riflettere. La storia di Marley è la storia di migliaia di cani non

capiti ed è la testimonianza di quanto siamo insensibili alle necessità dei nostri compagni a quattro zampe, malgrado non ci stanchiamo di dire che essi sono i migliori amici dell’uomo. E allora, di fronte ai problemi che il cane ci pone, eccoci pronti ad affrontare veri e propri “corsi di sopravvivenza per neo-proprietari”, senza troppo senso critico riguardo ai metodi che ci vengono propinati per fa-

re del nostro amico un compagno modello. Sorprende che, dopo un percorso evolutivo comune, la buona convivenza tra uomini e cani non sia per nulla scontata. I problemi a cui mi riferisco sono svariati, fra i più frequenti abbiamo i comportamenti distruttivi, le aggressioni, gli abbaiamenti eccessivi e le eliminazioni improprie. In molti casi questi problemi non sorgerebbero se la scelta del cane fosse oculata e la sua gestione corretta. Per chi fosse interessato, l’Ufficio Federale di Veterinaria ha aperto un sito internet dedicato alle necessità e alla gestione degli animali domestici, fra i quali il cane. ❖

Per saperne di più: www.miprendocuradelmioanimale.ch

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in forma

rinforza gli

addominali con christoph bottoni “La vela sollecita gli addominali e presuppone che tu sia in forma, altrimenti non riesci a concentrarti su ciò che ti succede intorno”. Christoph Bottoni, ci invita ad allenare gli addominali, sostegno e protezione per la colonna vertebrale e fondamentali per il mantenimento di una corretta postura. foto Ti-Press/Gabriele Putzu - in collaborazione con allezhop.ch e Ilario Sartor

Stretching Lo stretching indica tutti i gesti di allungamento e autostiramento che è importante compiere per preparare la muscolatura all’attività fisica e anche per concluderla nel migliore dei modi. Mantenere la posizione per 20 secondi circa e aumentare l’intensità fin dove consente l’articolazione, mantenendo la posizione per ca. 30 secondi.

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Crunch Decubito supino, mani dietro la nuca e gambe flesse a 90 gradi. Sollevare il busto avvicinando la nuca alle ginocchia. Tornare alla posizione iniziale. Espirare sollevando il busto, inspirare nella fase di rilascio (3 serie da 20 ripetizioni, 1 minuto di recupero).


Crunch di gambe (inverso) Decubito supino, mani dietro la nuca o a terra* e gambe flesse a 90 gradi. Mantenendo le spalle a terra, sollevare bacino e gambe portando le ginocchia verso la nuca. Espirare completamente sollevando, inspirare nel rilascio. (3 serie da 20 ripetizioni, 1 minuto di recupero).

Crunch completo Decubito supino, mani dietro la nuca e gambe flesse a 90 gradi. Sollevare le gambe piegate e il busto cercando di raggiungere la massima chiusura. Espirare in fase di sollevamento, inspirare in fase di rilascio. (3 serie da 20 ripetizioni, 1 minuto di recupero).

Addominali Decubito supino, braccia aperte a terra, gambe flesse a 90 gradi, la caviglia esterna destra in appoggio sul ginocchio sinistro. Sollevare le spalle e avvicinare la mano sinistra al ginocchio destro. Espirare sollevandosi, inspirare nel rilascio. (3 serie da 20 ripetizioni alernate, 1 minuto di recupero).

biografica

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CAMI RI A

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Nome: Christoph Cognome: Bottoni Data di nascita: 21.9.1977 Domicilio: Castel San Pietro Professione: medico dentista Attività sportiva: vela olimpica Club di appartenenza: Circolo Velico Lago di Lugano, Manly Yacht Club Sydney Palmarès: regate di Coppa del mondo, Giochi Olimpici 2008 a Pechino, 2. rango Campionati australiani 2010. Obiettivi: staccare il biglietto per i Giochi Olimpici 2012 a Londra.

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SCHEDA

Addominali Decubito supino, piedi appoggiati a terra. Toccare a lato ginocchio e piede sollevando il bacino da terra. Espirare in fase di sollevamento, inspirare in fase di rilascio (3 serie da 20 ripetizioni, 1 minuto di recupero).

Trovate una tavola anato- l l u s t r a z i mica dei muscoli addominali nell’edizione online.

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Addominali Decubito supino, piedi appoggiati alti (sopra un qualsiasi ripiano stabile). Salire da terra a toccare in modo alternato a destra, sinistra e al centro. Espirare in fase di sollevamento, inspirare in fase di rilascio (3 serie da 20 ripetizioni, 1 minuto di recupero).

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* In caso di patologie alla colonna vertebrale, specie al tratto lombare, tenere le mani appoggiate a terra sotto i glutei.

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in viaggio

fa’a samoa doveri e

piaceri

Da due ore sto camminando sotto il sole, ripercorrendo a memoria stradine che mi paiono familiari, nell’infruttuosa ricerca di un indizio che mi possa far ritrovare i luoghi dove avevo vissuto e le persone che avevo conosciuto 25 anni or sono. Quando ormai sono sconsolato… testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch

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ncor prima di colazione la padrona della pensione mi chiede di saldare il conto. Su di un foglio scrive 85 Tala (l’unità di moneta locale) per la stanza, 10 Tala per la colazione, 5 Tala per la doccia. Quindi prende la calcolatrice ed esegue la somma, non una, ma tre volte. Fa in effetti 100 Tala. Mi osserva cercando consenso nel mio sguardo. Ma poi si scusa, non devo pagare la doccia, perché è inclusa nel costo della camera. Cancella il 5 Tala dal foglio e rifà la somma, 85 Tala più 10 Tala… con la calcolatrice. Sono giunto da poche ore alle Samoa, un piccolo arcipelago perso nell’immensità dell’Oceano Pacifico. Non senza timori mi sono finalmente deciso di ritornare in questi luoghi rincorrendo ricordi di un lontano passato. Nelle intenzioni dell’ignaro avventuriero di allora si sarebbe dovuto trattare solo di un breve scalo tra America e Australia. Ai Mari del

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sud non vi rimasi però alcuni giorni, bensì… diverse settimane. Come allora anche oggi, lasciato dietro di me il Continente europeo, sono volato da est a ovest, accompagnando il movimento del sole e con esso i relativi fusi orari per un giorno intero, fino a quando sole e tempo mi sono sfuggiti per lasciare spazio ad una notte che è durata non più di un paio d’ore. Ho attraversato mezzo globo fino alla simbolica linea del tempo la “date line” - che sfiora le Isole Samoa. Un passo più in là, oltre la “date line”, ed è gia il giorno seguente. Atterro come 25 anni prima all’aeroporto di Falealupo, che oggi non è più una sorta di piccola stazione tra le palme, ma è divenuta un’accogliente ed attrattiva costruzione, dotata di tutte le infrastrutture di un piccolo scalo. I voli, quelli internazionali, sono però rimasti pochi, solo una manciata la settimana, quanto basta per animare per poche ore il luogo che il resto del


Isole incontaminate perse nell’Oceano Pacifico.

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in viaggio

Famiglie intere si trasferiscono in Nuova Zelanda, Australia o Stati Uniti, alcuni ritornano, molti no, ma tutti mantengono un legame strettissimo con la propria terra. Non di rado accade che alcuni facciano visita alla propria famiglia e al proprio villaggio d’origine dieci o vent’anni dopo averli lasciati. Io curiosamente ho la sensazione di condividere proprio questo destino e come loro guardo dal finestrino cercando di scoprire ciò che è cambiato. Come loro sono forse preoccupato di quello che ritroverò e ancor di più di ciò che non ritroverò. Il primo sole del giorno illumina idilliaci villaggi nascosti nella vegetazione lussureggiante. Ritrovo le “fale”, tipiche abitazioni senza pareti, adornate con gusto da fioriture multicolori di buganvillee, hibiscus e frangipani. Giovani in divisa attendono come un tempo a bordo strada i loro “schoolbus” gialli, di legno e un poco sconquassati. I genitori sono svegli già da tempo - qui ci si alza al canto del gallo - ed ora, dopo aver diligentemente svolto i loro doveri di casa, sono sdraiati sull’erba dei giardini accuratamente tagliata quasi fosse un tappeto verde. Ma all’entrata di Apia, la capitale ed unica cittadina dell’arcipelago, il bel sogno e l’idillio sembra terminare: c’è un semaforo!

Tre poliziotti locali con la divisa e gonnellina.

«Il primo sole

del giorno illumina idilliaci villaggi nascosti»

tempo continua a vivere, come in passato, il suo incantato oblio tra le palme. “Benvenuti in Paradiso” dice l’autista e proprietario del minibus che accoglie i viaggiatori. Chi oserebbe mettere in dubbio questa affermazione osservando la vegetazione lussureggiante che ci circonda. Veste un tradizionale “lavalava” colorato, con disegni di fiori d’hibiscus. No, non è un abbigliamento turistico o di facciata. Lo vestono infatti tutti, anziani e giovani, in attesa sul piazzale antistante l’aeroporto. La cultura tipica pare essere rimasta una componente importante della vita dei samoani. È per lo meno quello che spero. MA CHE CI FANNO I SEMAFORI IN PARADISO? I pochi passeggeri del minibus sono taciturni, tutti come me un poco rintronati dal lungo viaggio e dal drastico cambiamento di fuso orario. Vi sono alcuni occasionali ospiti, che per la prima volta si avventurano in questi arcipelaghi, e polinesiani in visita alle proprie famiglie. All’isolamento geografico di quest’isola, si contrappone infatti una forte propensione all’emigrazione.

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Il centro poco trafficato di Apia, il capoluogo.


Dopo 25 anni ripercorro le medesime strade.

CI SONO ANCORA I POLIZIOTTI IN GONNELLA Sì, alle Samoa sono arrivati i semafori. Non che uno svizzero si debba scandalizzare per questi marchingegni della tecnologia moderna, ma penso a dove possa essere rimasto il passo lento e tipico della vita delle genti del luogo. Quel fatalismo che si porta appresso ogni samoano e che si riassume così: “non correre, se non è oggi, sarà domani e se non fosse domani… andremo in chiesa a pregare”. Ohibò, e a queste genti si possono imporre semafori? Il traffico invero non è molto e ancor meno mi appare l’interesse dei cittadini samoani per i vari rossi e verdi che si alternano sui piloni dei semafori. Più effetto hanno indubbiamente i poliziotti locali, non per il fatto che vestono una curiosa e po’ austera “gonnellina blu”, ma perché qui un poco tutti si conoscono. La popolazione delle Samoa conta infatti solo poco più di 150’000 abitanti. Addirittura an-

ch’io avevo avuto l’impressione di essere già noto alla ricezionista della piccola pensione vicino al porto, alla quale mi ero presentato chiedendo una stanza. La giovane donna mi aveva salutato come se mi conoscesse da sempre, con allegria e grazia. Una bella decorazione floreale le ornava il capo e lunghissimi capelli neri le scorrevano lungo tutta la schiena. Sorridendo mi aveva detto che le poche stanze erano tutte occupate. Io invero non vi trovai nulla di divertente in quella risposta. Sempre con estrema gentilezza mi aveva però invitato a rimanere per la colazione, aggiungendo che non si sa mai, magari qualcuno avrebbe deciso di partire. Nel frattempo, se lo desideravo potevo pure fare una doccia, il giorno è ancora lungo... Nemmeno un quarto d’ora dopo ero già sdraiato sul letto della mia, tutto sommato, dignitosa nuova stanza! Sono le magie e le sorprese di questi luoghi, ma presto comincerà la grande paura. Continua. ❖

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la metamorfosi

della

tecnica L’auto più potente al mondo rivoluziona l’arte di creare l’eccellenza del tempo, per vivere e raccontare momenti indimenticabili. testo Stefano Pescia - stefano@illustrazione.ch

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ichel Parmigiani ci dice che per lui “l’orologio è un’opera d’arte meccanica che si porta al polso, nel taschino, si pone su un tavolo o come pendolo. L’orologeria deve rimanere un’arte applicata, un metodo per creare un valore aggiunto che permette di stabilire dei punti di riferimento”. Effettivamente sono dei punti di riferimento che si rincorrono senza pietà attraverso le lancette che personalizzano i momenti della vita di ognuno di noi. La storia di Michel Parmigiani è una poesia del movimento, quella di chi ha saputo rimanere se stesso apprezzando la passione artigianale attraverso la maestria del restauro. Una grande ammirazione per chi ha ridato la vita a numerosi pezzi antichi, importanti e addirittura unici al mondo, che hanno valorizzato la storia dell’orologeria da oltre 500 anni. Preziosi che hanno permesso a Parmigiani di immedesimarsi e capire il valore culturale e l’abilità manuale di coloro che hanno realizzato i capolavori del passato. “Chi sa guardare”, conferma

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sorridendo il nostro signorile interlocutore, “ruba l’arte”. Una sana filosofia dell’osservazione per apprezzare e stuzzicare la creatività fin nei suoi minimi dettagli. Un’ottima base anche per Bugatti che, per festeggiare i suoi 100 anni, cercava una marca orologera di cui esistesse ancora il fondatore, che realizza dei pezzi di raffinata manualità e di alto livello tecnico. “Vedendo il motore della Veyron, ho creato il concetto dell’orologio da polso Bugatti Centenarie Type 370. Mi hanno chiesto di realizzare un orologio atipico. Ho presentato un brevetto unico, mai creato, con il posizionamento trasversale del movimento”, ci conferma fiero Parmigiani, “che ha richiesto cinque anni di lavoro”. È un capolavoro della meccanica. Un blocco motore che si porta al polso. Una rarità e, non poteva essere diversamente, in soli 200 esemplari anche se gli ordini di ulteriori pezzi non mancano. Il successo merita indubbiamente una nuova sfida. Ancora una volta Bugatti lascia all’Atélier Parmigiani Fleurier carta bianca. Que-


sta volta l’orologio di lusso non vivrà unicamente inserito nel cruscotto della vettura. Finora nessuna marca automobilistica disponeva di un orologio di alta manifattura. Michel Parmigiani e i suoi artigiani concedono un incredibile bis, attraverso quattro interpretazioni del tempo. Per la prima volta al mondo nasce un orologio con l’innovativo concetto di poter essere tolto dal cruscotto e inserirsi in uno speciale braccialetto, capace di trasformarlo in un orologio da polso, in un grande classico orologio da taschino e ancora in un prezioso orologio da tavolo. “Essendo partiti da un movimento già esistente”, ci conferma Parmigiani, “abbiamo sviluppato il progetto in circa due anni. La maggiore difficoltà nel realizzare il Concept Tourbillon Bugatti è stata quella di trovare il sistema di poterlo portare al polso, con una riserva di carica di una settimana. Abbiamo dovuto realizzare un supporto, simile a una conchiglia, che si richiude

«Un blocco motore che si porta al polso»

La nuova Bugatti 16C Galibier concept.

e trattiene al suo interno l’orologio”. Un sistema girevole consente di far ruotare il supporto su un asse di 180° sin dall’accensione del motore. Il conducente può così nascondere l’orologio sotto il cruscotto a suo piacimento. Il sistema dell’orologio Bugatti Concept Tourbillon si ispira a un cofano motore che aprendosi svela la bellezza meccanica racchiusa al suo interno. Il gioiello di Parmigiani è riservato in esclusiva per la nuova 16C Galibier concept. Una supercar a quattro porte e altrettanti posti. Tra le sue particolarità estetiche vi sono i due tubi di scarico a quattro uscite ciascuno e la carrozzeria bicolore. La Bugatti Galibier è equipaggiata con lo stesso propulsore quadriturbo della Veyron, ma posizionato anteriormente. La velocità massima dovrebbe raggiungere i 350 km/h. Un’imponente vettura molto esclusiva, lunga 530 cm, ben 80 cm in più della Veyron. Il peso è stato contenuto sotto le due tonnellate grazie ad un uso massiccio della fibra di carbonio. I primi esemplari sono previsti per il 2012 con un prezzo attorno ai due milioni di franchi. Internamente, la 16C Galibier concept è foderata in pelle di vitello barenia e si ab-

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motori

Dal cruscotto al polso, l’innovativo orologio Concept Tourbillon Bugatti.

bina perfettamente agli interni della vettura “vestita“ da capo a piedi da Hermès, con cui la casa automobilistica condivide i valori di eleganza. Anche chi come Michel Parmigiani realizza i sogni per gli altri, non nasconde il desiderio di averne parecchi nel cassetto. “È il tempo che mi manca e non lo si può comperare”, ci dice. Una sensazione imbarazzante che dà fastidio soprattutto a chi non è superficiale. “Avrei voglia di realizzare”, continua Parmigiani, “un orologio molto elegante e semplice, molto preciso e con una finitura mai vista. Sarebbe per me un capolavoro”. Un’ennesima opera d’arte per chi ha saputo creare pezzi unici nati da una marcata e innata curiosità e una sana e modesta voglia di ricevere sempre nuovi e interessanti stimoli, rispettando i valori etici. ❖

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e BMW R 1200 GS e GS Adventure montano un propulsore dalla potenza incrementata (110 CV, coppia massima di ben 120 Nm a 6’000 giri/minuto), per grandi valori di accelerazione e ripresa; due alberi a camme in testa per cilindro e le valvole in configurazione radiale promettono una migliore dinamicità di marcia. Moto votate alla praticità e di grande ergonomia, per esempio il manubrio regolabile su due posizioni: arretrata per percorsi poco impegnativi e per le taglie S; avanzata per la guida in piedi sullo sterrato. Il quadrante della strumentazione è stato rivisto; la regolazione del parabrezza è più semplice. È disponibile in quattro colori: Alpinewhite, Magma Red, i metallizzati Ostra Grey e Nero Zaffiro mentre l’Adventure si presenta in Giallo Brillante o Smoke Grey. Prezzi: Fr. 19’850.-; Adventure Fr. 22’300.-. La confortevole moto da turismo BMW R 1200 RT, con il nuovo propulsore aumenta il piacere di guida, soprattutto nei viaggi lunghi. Guidatore e passeggero/a godono d’una posizione ideale, garantita dal triangolo di ergonomia pedane, sella e manubrio. La nuova edizione, fra l’altro, ha la leva del cambio regolabile. L’immagine della

BMW Motorrad ha recentemente presentato ai giornalisti del settore le edizioni 2010 delle icone enduro R 1200 GS e della R 1200 RT. testo Graziano Guerra - graziano@illustrazione.ch

RT resta inconfondibile e desta subito il desiderio di mettersi in viaggio. Una novità nel segmento motociclistico è costituita dal Multi-Controller, sistemato sul manubrio, come il mouse di un computer, girando e premendo la rotella di comando consente di selezionare la stazione radio, i brani musicali e regolare il volume. La nuova è dotata di una generazione completamente nuova di comandi e di leve; la strumentazione ha un quadro ridisegnato. Prezzo: Fr. 23’600.-. ❖

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d ARIETE 21/3 - 20/4

h TORO 21/4 - 20/5

i GEMELLI 21/5 - 21/6

j CANCRO 22/6 - 22/7

Periodo molto impegnativo per voi della 1. decade con Saturno opposto, ma il focoso Marte dal Leone garantisce resistenza anche se invita a riconoscere i propri limiti quando il corpo dà segnali di stanchezza e malessere. Bene il periodo dal 10 febbraio per proporre nuove idee e riforme, in particolare per voi della 2. decade, favoriti anche in amore. Buone anche le finanze. Successo nello sport e nella medicina. Nettuno favorevole spinge invece voi della 3. decade a prestare maggiore attenzione all’ambiente e agli emarginati e vi invita a dare una mano a un amico in difficoltà. Salute: ottimi gli esercizi di chi gong o il Pilates.

Marte e Venere insidiosi rendono i primi 10 giorni molto tesi in amore. Attenzione alle scenate di gelosia, dettate per lo più dallo stress e da un eccessivo nervosismo. E se sul lavoro siete oggetto di invidia, passate oltre. L’atmosfera cambierà poi dal giorno 11, con il passaggio di Venere in Pesci che, con Giove, regalerà momenti dolcissimi a voi della 1. decade, rapiti dalla magia del momento e da una dichiarazione d’amore inaspettata, mentre Plutone porta attrazioni fatali anche a voi single. Possibili colpi di fortuna da cogliere al volo e sogni da realizzare. Salute: dite no quando siete stanchi e ritiratevi in un luogo piacevole e rilassante.

Molto proficui e vantaggiosi i primi 10 giorni del mese, ma dovrete rimanere ben concentrati e affrontare qualche concorrenza agguerrita. E l’amore? Corteggiati un po’ ovunque vi sentirete lusingati, ma farete fatica a decidere per un rapporto duraturo, anche perché ciò significa assumersi poi delle responsabilità. Novità interessanti in famiglia. Voi donne sarete al centro dell’attenzione e un po’ affaticate nella 2. metà del mese. Gestire casa e lavoro non sarà facile. Se la prima parte del mese appare abbastanza euforica, la seconda invita a una maggiore intimità, a farvi viziare e coccolare dai vostri cari. Inoltre, limitate le spese e proteggetevi dai virus.

La prima parte del mese appare un po’ troppo movimentata per i vostri gusti, rendendovi nervosi e impazienti. Il vostro settore finanziario appare il più interessato dai transiti planetari. Qualche problema da risolvere con un partner un po’ aggressivo. Molto più rilassata appare invece la seconda parte, con il passaggio di Venere in Pesci che, insieme a Giove, vi regalerà momenti magici, specialmente in amore. Tuttavia, la vostra aura misteriosa lascia l’altro a volte perplesso. Questo è anche il periodo ideale per difendere i vostri diritti e dare libero sfogo al vostro estro creativo. Salute: bene le cure estetiche e i bagni termali dopo il 20.

k LEONE 23/7 - 23/8

l VERGINE 24/8 - 22/9

a BILANCIA 23/9 - 22/10

b SCORPIONE 23/10 - 22/11

Prima decade interessata dalla presenza di Marte nel segno, che però è retrogrado e invita alla massima prudenza ovunque, anche voi della 2. decade. Qui la spontaneità e l’impulsività possono giocare brutti scherzi. Gli influssi dal segno opposto vi spingono anche a trasgredire, ma attenzione, perché potreste venir colti in fallo. Venere opposta vi esorta anche a contenere le spese e a non fare transazioni azzardate. Fortunatamente il saggio Saturno pone i giusti freni e induce a riflettere prima di agire. Ascoltate i saggi consigli di persone più esperte e mature. Dal giorno 20 l’atmosfera si farà magica e più intima. Date prova di empatia e generosità.

Questo non appare certo il mese più tranquillo per voi. Molti ambiti della vostra vita verranno messi sottosopra, o meglio gli astri misureranno la vostra capacità di adattamento e di rinnovamento. In ogni caso potete contare sulla forza di Plutone e sull’intelligenza di Mercurio (quest’ultimo solo nei primi 9 giorni), che vi donano un’eccellente capacità di giudizio per valutare ogni situazione con pragmatismo e trovare le debite soluzioni. In questo sarete degli abili strateghi e stupirete non poche persone. Nel secondo periodo, con Giove e Venere in opposizione, è bene prestare la massima attenzione all’economia. Possibili pratiche legali da sbrigare.

Mese molto stimolante questo, dove in certi giorni il ritmo si farà più veloce e al quale dovrete adattarvi rapidamente. Interessanti i settori dell’informatica, dell’arte, dell’estetica, delle terapie dolci e del turismo. Siate creativi e promuovetevi con sicurezza. Possibili gratificazioni ed entrate extra nei primi 10 giorni, ma anche spese impreviste. In amore inviti intriganti per alcuni e per altri momenti di intenso romanticismo nella 2. parte. Salute: Marte retrogrado invita alla prudenza sulle strade e negli sport ma incita a un sano movimento, senza strafare, per favorire la circolazione. Ideali anche l’arte e la musicoterapia per l’anima.

La prima parte del mese appare molto stressante per alcuni di voi, in particolare se avete l’Ascendente in Aquario o Leone, per cui le stelle vi invitano a muovervi con la massima prudenza ovunque e a trattare solo con persone serie e fidate. Maggiori responsabilità in famiglia per alcuni e momenti molto gioiosi e gratificanti per altri, specie dopo il giorno 20. Infatti Venere e Giove si uniranno in un abbraccio amoroso per portare fortuna, gioia, guarigione e armonia e farvi vivere momenti davvero intensi e romantici. Cogliete il meglio dalla vita e siate più altruisti verso chi è nel bisogno. Salute: massaggi e bagni termali per rigenerarvi.

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21/01 - 19/02 AMORE: i rapporti di lunga data ritroveranno complicità e nuova armonia grazie alla vostra serietà e senso del dovere; anche i single saranno stuzzicati dalla possibilità di legami duraturi. Passione ed eros alle stelle. LAVORO: i cambiamenti sono nel vostro dna e quindi potrete considerare anche le proposte più azzardate, naturalmente ogni decisione e svolta dovrà essere programmata e studiata con attenzione. DENARO: niente colpi di fortuna ma accurata amministrazione saranno la vostra carta vincente, perciò bando agli sprechi e investimenti cauti. SALUTE: attenzione agli stravizi e agli orari impossibili sia in ambito lavorativo che nel privato. Ponetevi dei limiti e il vostro benessere sarà assicurato.

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oroscopo

c SAGITTARIO 23/11 - 21/12

g CAPRICORNO 22/12 - 20/1

La prima parte del mese appare la più dinamica e proficua per voi, grazie agli influssi positivi dall’Aquario. Molti saranno gli impegni cui far fronte, ma riceverete in cambio tante soddisfazioni e riconoscimenti che vi riempiranno di orgoglio. Ottimo periodo per gli studi, gli affari e per chi è alla ricerca di un lavoro. Anche l’amore riserverà gradite sorprese. Grande importanza per voi rivestono anche le amicizie, ma quest’anno diverrete molto più selettivi e coltiverete solo quelle autentiche. Nel secondo periodo, con Venere e Giove nei Pesci, dovrete prestare più attenzione all’economia. Qualcuno di voi potrà infine godere della meritata quiescenza. C’è un gran movimento nel settore professionale ed economico per voi nei primi 20 giorni del mese, sia in entrata sia in uscita. Inoltre, Marte retrogrado in 8° campo potrebbe procurarvi qualche inimicizia e critica da parte di un superiore. Attenti a non abusare del vostro potere, che si manifesta anche in modo sottile con i familiari. Ascoltate i consigli di un’amicizia preziosa. Solo nella seconda parte del mese le cose si sistemeranno e, grazie alla buona posizione di Venere e Giove nei Pesci, riceverete inviti interessanti e l’amore vi rigenererà. Ascoltate la voce del cuore e sviluppate maggiore comprensione anche per le idee e i bisogni altrui.

Con Sole, Venere e Nettuno nel segno, questa prima parte del mese si rivela molto eccitante, tanto da sentire la primavera in anticipo. Molto vantaggiose risultano le relazioni pubbliche e le collaborazioni con donne. Potreste aumentare la clientela e raggiungere anche alti traguardi. Possibili entrate extra. E con Marte in opposizione aspettatevi che i vostri piani vengano scombinati all’ultimo minuto, specie nel privato, ma non irritatevi per questo, può essere salutare. Del resto vi attendono molte novità in amore. Nella seconda parte siate cauti con le spese e scegliete con cura l’obiettivo di beneficienza. Fate anche qualcosa per voi stessi.

e AQUARIO 21/1 - 19/2

f PESCI 20/2 - 20/3

Mese assai intrigante ed eccitante questo, almeno nella prima parte. I ritmi sono frenetici e voi dovrete mostrare uno spirito di adattamento non indifferente. Poi però i vostri sforzi verranno riconosciuti, anche in termini di denaro. Geniali ed estroversi, voi della 3. decade siete pronti a rinnovarvi e a partire per mete nuove. In amore ci saranno alcune turbolenze, ma dalla metà in poi, quando Venere passerà in Pesci, unendosi a Giove, potreste già ritrovarvi nelle braccia di qualcun altro, più tenero e coinvolgente. Successo per voi donne operanti nel settore pubblico o per chi lavora in campo psico-sociale o artistico, ma anche della scrittura.

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di moravia Siete degli amanti della lettura? Allora risolvete il cruciverba e con le lettere nelle caselle contrassegnate dai numeri in rosso potrete formare il nome di un personaggio de’ “La noia” di Alberto Moravia. testo Daniela Sandrini - daniela@illustrazione.ch

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ORIZZONTALI: 1. Libro dell’Antico Testamento 11. Il Ford dei fumetti 12. L’autore de’ “Le opere e i giorni” 13. L’ama il Petrarca 15. Privo di compagnia 17. Eretto 19. Motivetto 21. Una tonalità di giallo 22. Non hanno eguali 23. I confini di Arogno 25. Dittongo in Coira 26. I noti Zeppelin 27. Le iniz. della Magnani 28. Sta per “vino” 30. Il fiume di Bottego 32. Precede... cadabra 34. Il giorno trascorso 36. Pittore e scultore tedesco 38. Il Cellamare 39. Personaggio dei Promessi Sposi 42. Velivoli 43. Drammaturgo inglese 45. Italia e Austria 46. Olio inglese 47. Codice postale 49. Il vil metallo 50. Bibita dissetante. VERTICALI: 1. Noto romanzo di C. Pavese 2. Arto pennuto 3. Il nome del regista Bolognini 4. Il nome di Fermi 5. La bevanda che si filtra 6. Lo cela il baro 7. Un parente 8. La figlia del Corsaro Nero 9. Stuzzicano le nari 10. Negazione 14. Hall 16. Alligatore americano 18. Mezza tara 20. Il mitico aviatore 22. Unione Europea 24. Impegno gravoso 26. Noto romanzo di J. Conrad 29. Si fissa per l’appuntamento 31. Se è comune è mezzo gaudio 33. Piccola anfora 35. La dea della salute 37. Gradino di legno 40. Assicurazione Invalidità 41. New York 44. Pari in pesante 46. Ossigeno e Iodio 48. Mezza paga.

La soluzione dell’edizione numero 12 era Montale e i vincitori dei due set per chinoise sono Piera Genini di Castione e Patrizia Sala di Besazio.

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