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N.1
- 1 FEBBRAIO 2018
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA
TICINESE
IN FAMIGLIA
La città risorta
IN NATURA
Il colore della neve
IN VIAGGIO
I colli lunghi
agni Esposizioni di cucine/b rolli nt co e: nz ina nelle sue vic ch st. fu w. su ww Tutte le offerte sono valide per ordini eseguiti entro il 18 marzo 2018
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somm ario fondata nel 1931 12 edizioni annuali Tiratura 132.016 copie (REMP 2017) Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch Editore Illustrazione Ticinese SA 6908 Lugano Distribuzione Direct Mail Company SA Amministrazione e produzione Marco Werder Editore Matthias Werder Grafica Illustrazione Ticinese SA Gabriele Campeggio Inserzioni Ticino e Italia: Illustrazione Ticinese SA Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch Svizzera tedesca e romanda: Rub Media AG Seftigenstrasse 310, Wabern 3001 Bern Tel. 031 380 14 94 nicole.haari@rubmedia.ch Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito. In copertina: Marco Tadé Foto: Gabriele Campeggio Certificato Certificato PEFC PEFC Questo prodotto Questa rivista è realizzato stampata con su materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate PEFC/18-31-240
www.pefc.it
Questa rivista è certificata PEFC™. Non sono certificati PEFC™ gli inserti pubblicitari.
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4 Spunti
Il tempo di un respiro
6 Sai che
Domande curiose e risposte sfiziose
7 Appunti
Spunti, idee e consigli in vetrina
9 Curiosità
A Carnevale ogni scherzo vale
10 Ritratto
L’acrobata delle nevi > ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-18
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16 In natura
Perché vediamo la neve bianca
18 Lavoretti I ciondoli riflettenti
19 Archivio
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Una pagina che ci riguarda
20 A tavola
La tradizione in tavola
24 In famiglia La città fenice
il pittore, mentre io non avrei mai potuto fare altro. È quello che ho sempre visto fare in casa e quello che volevo fare e che da sempre faccio con passione”.
GLI “STRASCINET” DI NONNA JOLANDA In occasione della nostra visita, però, Francesco non si presenta in veste di cuoco professionista,
27 In viaggio
I “colli lunghi”, ai confini della Birmania
30 Digitalizzati
La pianta mi ha scritto che… >
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33 Oroscopo
Le previsioni di Cloris per febbraio 2018
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sp unt i
il tempo
di un respiro Riflessioni in punta di piedi per prendersi in mano… testo Andrea Fazioli
M
i piace scrivere di lavoro. Amo guardare i gesti di chi è immerso in un’attività, seguirne i tentativi, le sconfitte, le soluzioni. Nei miei romanzi ho affrontato i temi del fallimento, della disoccupazione, del precariato. In genere, parto dalla mia personale esperienza; ma quando devo narrare la quotidianità di un lavoro, cerco anche di parlare con qualcuno del mestiere. Mi faccio raccontare le speranze, le delusioni, la routine. E ho scoperto che tutti, presto o tardi, ci troviamo di fronte a una domanda: a che cosa serve il mio lavoro? Ci pensavo l’altro ieri, quando sono andato a fare un giro in bicicletta dopo aver tenuto un laboratorio in un liceo. Per due ore avevamo parlato di storie, d’immaginazione, provando a buttare sulla carta le cose impalpabili che si aggirano dentro di noi. In fondo, era uscito l’aspetto piacevole della scrittura: l’intuizione, la creatività. Dopo aver salutato i ragazzi, mentre arrancavo in bicicletta, mi è venuto in mente anche l’altro aspetto. Perché scrivere assomiglia un po’ alle prime salite della stagione, quando le gambe sono ancora arrugginite e, a metà strada, non sai come riuscirai ad arrivare in cima. La via si arrampicava tra i vigneti, dolcemente,
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con il sole che si posava di traverso e allungava le ombre. Io avevo il fiato corto, i muscoli cigolanti. Perché tanta fatica? Che cosa ci trovo di bello, a che scopo? Ecco, forse la risposta si trova lassù, nella panchina in cui mi siedo sempre prima di scendere e tornare a casa. Non saprei spiegarmi meglio, ma credo che qualcosa di essenziale si nasconda in quel cielo così intimamente blu, in quei minuti di quiete. Nel gesto di bere un po’ d’acqua. O nel lasciare che i pensieri divaghino, mentre mi dedico alla prima fra tutte le occupazioni umane: respirare. In quel momento, mi è tornata in mente una poesia di Cesare Viviani. Tornato a casa, ho cercato il libro – “Credere all’invisibile” (Einaudi 2009) – e me la sono riletta: “Di tanti innumerevoli valori / fossimo tutti concordi nel credere / che il massimo è il respiro. / E gli altri fossero creduti inferiori. // Quando si pensa che il mondo sia uno / e s’immaginano relazioni con esso, / quale errore! Ogni particolare, ogni fiore / ha mondi diversi e quale errore / affermare il nostro fare, / il nostro dare, quando invece / è un continuo ricevere!”. Forse, per fare bene il nostro lavoro, qualunque esso sia, dobbiamo imparare a non dare per scontate le cose più semplici: la diversità, il respiro, l’arte di dare e quella di ricevere. v
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s ai che
leggiamo
SAI
perché
LE FORMICHE NON SI TAMPONANO MAI? Benché anche loro si muovano a milioni, a differenza nostra, le formiche non si intralciano e non si scontrano mai. Quando percorrono le loro pur trafficate “autostrade” situate tra il nido e le fonti di cibo, riescono a scegliere il cammino meno frequentato grazie alla capacità di fiutare le tracce chimiche lasciate da chi le precede, optando anche per una strada più lunga.
1.
Fiori sopra l’inferno, di Ilaria Tuti
2. Darker. Cinquanta sfumature di nero raccontate da Christian, di E. L. James
3. Origin, di Dan Brown
ascoltiamo
1.
Oronero, di Giorgia
2. No comment, di Nitro 3. ÷ Divide, di Ed Sheeran
SAI DA COSA CORIANDOLI?
I dischetti di carta colorata che ci si lancia in occasione del Carnevale hanno un’origine molto diversa e ben più nobile. Nel 1500 infatti, si usava inzuppare i semi di coriandolo nello zucchero per confetti, per poi lanciarli alla folla in occasione del carnevale. Da confetti quindi, presero il nome di coriandoli per specificarne l’ingrediente, e l’uso limitato al carnevale. In seguito, in alcune città italiane si cominciarono a sostituire i semi zuccherati, e quindi commestibili, con palline di gesso colorato o carta colorata. Nel 1875, l’ingegnere Enrico Mangili di Crescenzago (Milano), iniziò a commercializzare come coriandoli i dischetti di carta di risulta dalle carte traforate utilizzate per l’allevamento dei bachi da seta. L’invenzione dei coriandoli di carta è stata tuttavia rivendicata dall’ingegner Ettore Fenderl, che per festeggiare il Carnevale del 1876, non avendo i soldi per comprare i confetti di gesso, avrebbe ritagliato dei triangolini di carta.
SAI CHE
guardiamo
1.
Frontaliers Disaster, di Aberto Meroni
2. Jumanji: Benvenuti nella giungla, di Jake Kasdan
3. Coco, di Lee Unkrich
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deriva
signore si nasce
da Il Libro delle Signore, di Jolanda, Marchesa Plattis Majocchi, 1921 Discordie in famiglia Non c’è mare senza tempesta; non c’è famiglia senza burrasche. (...) E la mensa, il salotto da lavoro, si cambiano spesso in campi di battaglia dove s’incrociano ire, manacce, offese: dove qualche volta volano stoviglie, suppellettili e busse. I bambini assistono spesso a queste scene disgustose, perché gli adulti non si fanno riguardo di altercare in loro presenza non riflettendo all’esempio che dànno e alle conseguenze che ne possono derivare. Il rispetto per la famiglia dilegua e spesso anche quello per la vecchiaia: l’autorità paterna e materna si rimpicciolisce: il concetto che il bambino deve serbare d’una superiorità d’esperienza, di una somma maggiore di valore dell’età matura in confronto alla sua vacilla e scompare. Appena in età di discutere, farà valere le sue ragioni, buone e cattive, con l’arroganza, con la prepotenza, magari con la rivolta; e perché non dovrebbe farlo, visto che in casa sua tutti fan così?...
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a ppunti
IL SALE BLU Blue Persian, Fine Food, Coop Tra i sali più rari e pregiati, il Blu di Persia proviene dalle montagne nella provincia di Semman, nel nord dell’Iran, e deve la sua colorazione bluastra alla silvite, un minerale salino. La particolarità di questo sale è data dal suo forte sapore salato, che però risulta poco persistente al palato, e dal suo gradevole retrogusto leggermente speziato. Caratteristiche che lo rendono molto indicato per i piatti a base di frutti di mare e tartufo, ma anche abbinato al dolce, in particolare nelle preparazioni a base di cioccolato e caramello.
IL DENTIFRICIO SBIANCANTE
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RE PRIMO
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Quest’anno si svolgerà la
155
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145 MILA Accessi al Rabadan nel 2017
Nel 1959 nascono
i “Ciod stonaa” la prima Guggen ticinese
REGNÒ PER
34 ANNI salì al trono nel 1954 ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-18
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r i t r at t o
l’acrobata
delle nevi Scia da quando… non era nato. Ora è un professionista del freestyle, disciplina sportiva che combina velocità, abilità tecnica e acrobazia. Lo abbiamo incontrato a Tenero, nell’imminenza dei Giochi Olimpici invernali che hanno luogo in Corea del Sud. testo Marco Ortelli - uti@illustrazione.ch foto Gabriele Campeggio, Fred Weiss
T
enero. Un pomeriggio invernale. I campi imbiancati del Centro sportivo nazionale della gioventù, la “seconda casa” del nostro interlocutore, fungono da scenografia ideale. L’ANTEFATTO Per provare a tratteggiare il profilo di Marco Tadé, professionista ticinese e svizzero della disciplina sportiva del freestyle, occorre prendere in considerazione due fatti che l’hanno preceduto. Il primo, i suoi genitori: “Lo sci è una questione di famiglia, tutti sciamo, in occasione di ogni vacanza, nel tempo libero. Il luogo privilegiato è sempre stato Airolo, dove abbiamo una casa. Penso di aver cominciato a muovermi sugli sci ancor prima di saper camminare”.
che nasce in Norvegia negli anni ‘30, quando degli sciatori cominciano a usare mosse acrobatiche durante gli allenamenti dello sci alpino e dello sci di fondo. Sarà poi negli anni tra il ‘60 e il ‘70 che la disciplina prenderà piede negli Stati Uniti. Il freestyle viene riconosciuto come uno sport dalla Federazione Internazionale Sci nel 1979. È disciplina olimpica da Albertville 1992.
«Ho iniziato
a sciare prima di camminare»
Quando è ancora in “gestazione”, i suoi genitori scattano una foto sulla neve, come dire, il percorso sembra già scritto.
I GIOCHI OLIMPICI Già, disciplina olimpica… Marco Tadé, infatti, difenderà (sta difendendo, a dipendenza di quando questo testo viene letto, ndr) i colori della Svizzera e della Svizzera italiana ai XXIII Giochi Olimpici invernali di Pyeongchang, nella Corea del Sud, che si svolgeranno tra il 9 e il 25 febbraio:
Il secondo fatto riguarda la storia del freestyle,
“Grazie a un podio ottenuto lo scorso mese di
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r i t r at t o marzo ai Mondiali in Sierra Nevada, da allora ho la qualifica in tasca per la partecipazione ai Giochi Olimpici, ho quindi finalizzato tutta la mia preparazione in prospettiva per questo evento. Tutto è filato liscio fino ad agosto, quando mi sono strappato il legamento crociato del ginocchio destro. Dopo un mese di riabilitazione ho potuto riprendere ad allenarmi”. Fiducia corroborata anche dai risultati ottenuti in questo abbrivo d’anno, in competizioni disputate in Cina e in Canada, durante le quali il ginocchio di Marco ha retto bene: “Sto sciando con il taping e una ginocchiera speciale realizzata su misura. Sta andando molto meglio di quanto m’aspettassi. Sono riuscito a gareggiare e l’aspetto positivo è che sono riuscito a fare tutto come prima dell’infortunio. Non sento dolore”. Per quanto riguarda le attese della competizione olimpica, il nostro giovane professionista, appare piuttosto tranquillo, “a detta di chi ha già partecipato ai Giochi Olimpici, osserva, le gare sono analoghe a quelle di Coppa del Mondo, certo, cambierà l’ambiente, ci sarà più seguito, ma non le immagino molto diverse”. LA COMPETIZIONE Durante l’intervista, lo sguardo per un attimo viene rivolto a un prato ricoperto di neve. Con l’immaginazione, per descrivere la disciplina del freestyle, trasformiamo il prato in un pendio, formato da gobbe (mogul) e trampolini: “Su una pista che va dai 190 ai 250 metri, vi è una prima parte formata da 15 gobbe superate le quali bisogna effettuare un salto. Tornati al suolo, vi è una parte centrale più lunga, con una cinquantina di gobbe che portano ad un secondo salto per poi raggiungere il traguardo. Veniamo valutati tenendo conto della velocità, dei salti, della tecnica. Per quello che riguarda i salti, occorre fare due evoluzioni differenti, che vanno dai mortali indietro avvitati a rotazioni fuori asse. Vi sono due tipi di gare, il singolo e il parallelo, dove l’arrivare per primo conta il 20% sulla valutazione complessiva”.
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Il giorno della gara, “si svolge una mezz’ora di allenamento per prepararsi e mettersi in moto; in seguito raggiungo il punto di partenza, mi concentro, visualizzo quello che devo fare - si tratta più che altro di trucchetti mentali, io visualizzo cosa fare durante il percorso, ripeto mentalmente i punti chiave della discesa”. Tutto accade in un attimo, 19-25 secondi di pura adrenalina. Tanto la gara è veloce, quanto lunga è la preparazione: “La stagione parte con l’inizio dell’estate, e si suddivide in preparazione fisica e trampolino elastico in palestra e rampe sugli sci con arrivo in acqua. Di solito facciamo anche dei campi di allenamento, ad esempio lo scorso mese di giugno siamo andati su un ghiacciaio in Francia e ad agosto ci siamo recati in Australia. A dipendenza dei periodi, generalmente mi alleno ogni giorno in palestra, qui a Tenero”.
Dalla Cina con... slancio. Marco ripreso durante le gare svoltesi a Thaiwoo.
di n o ec a s i Poch enalin dr ura! a i p d
IL FREESTYLE COME PROFESSIONE Siamo quotidianamente bombardati dal calciomercato, con giocatori che vanno e vengono a suon di milioni. Ci sono molti altri sport, tutti benemeriti, la cui… esistenza si palesa al grande pubblico grazie a grandi eventi come i Giochi Olimpici, nati all’insegna della correttezza e del fair play. Marco Tadé è interprete di una disciplina pressoché invisibile, non solo, da un paio d’anni vive con questo sport, ne è un professionista: “Cosa dire? Per ora funziona. Vivo questa esperienza non come un sacrificio, forse sarebbe stato tale se avessi proseguito gli studi senza provare questa esperienza. Anche se le soddisfazioni non sono magari tantissime, quelle che raccolgo ripagano il duro lavoro di preparazione”.
ESTREMO
oriente
Come ‘antipasto’ olimpico, nel mese di dicembre 2017 Marco Tadé, con la sua Nazionale si è recato in Cina, a Thaiwoo, per disputare alcune gare di Coppa del Mondo. Partenza la domenica, per gareggiare giovedì 21 e venerdì 22 dicembre. Un test importante, per saggiare le proprie condizioni fisiche. Gli abbiamo chiesto di inviarci qualche scatto in presa diretta, immagini acrobatiche che vedete in questo servizio. Per il campione svizzero e medaglia di bronzo ai Mondiali 2017, un’iniezione di fiducia - è giunto 16. nelle gobbe, disputando una delle due gare in programma - in vista dell’appuntamento più importante dell’anno e, a volte, di una carriera sportiva.
Per parlare di soldi, “pago una tassa annua di tremila franchi a Swiss Ski, grazie ad essa posso gareggiare, trasferirmi nelle diverse località intercontinentali di gara, soggiornare. Non ho uno stipendio fisso, per cui sta a noi trovare degli sponsor. Un grande sostegno è dato da Aiuto Sport Svizzero”, la fondazione che aiuta i giovani talenti a realizzare il sogno di diventare sportivi d’élite.
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r i t r at t o Duro allenamento quotidiano in palestra: fondamentale per giungere preparati alla stagione agonistica.
LA BELLEZZA DI QUESTO SPORT Con gli sci ai piedi ancor prima di nascere, la pratica del freestyle è la conseguenza di una grande passione che Marco prova per le acrobazie: “Mi è sempre piaciuto fare salti - ho praticato
SCHEDA
biografica
Nome: e cognome: Marco Tadé Nato il: 3 dicembre 1995 Domicilio: Tenero Sci Club: Airolo Pista preferita: “Deer Valley, UTAH, Stati Uniti, si gareggia sempre davanti a moltissimi spettatori, fino a 10’000, è forse… LA pista. Là ho anche ottenuto il mio primo podio in Coppa del Mondo. Sogno nel cassetto: “una medaglia ai Giochi sarebbe il meglio del meglio”. Lo sciatore di riferimento: “sicuramente tutto è cominciato seguendo le… orme di mio fratello Athos, anche lui appassionato freestyler”. Hobby: bicicletta Musica preferita: rock Genere cinematografico: commedia
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anche ginnastica attrezzistica, e quindi i balzi e le capriole mi vengono naturali - mi colpisce poi sia tutto quello che riguarda il ‘volo,’ sia la combinazione tra l’acrobatica e lo sci, per fare freestyle occorre essere anche dei buoni sciatori”. Per i balzi, ce ne siamo accorti, assistendo a un assaggio di allenamento in palestra, dove per lui, compiere balzi da fermo su un cassone alto oltre un metro è come salire su un marciapiede. GLI OBIETTIVI “Naturalmente ora tutta la mia attenzione è focalizzata sui Giochi Olimpici, sarebbe bello ottenere un diploma olimpico, ossia entrare tra i primi otto, poi certo vincere una medaglia sarebbe il massimo. Sono consapevole che dipenderà da molti fattori, lo stato di forma, la situazione del momento. In ogni caso, la mia stagione si concluderà dopo i Giochi, perché dovrò sottopormi a un’operazione al ginocchio. Seguirà la riabilitazione che spero potrà portarmi a disputare una stagione 2018/19 completa”.
L’aleatorietà accompagna la vita degli sportivi. Un pensiero oltre lo sport? “Ho terminato il liceo due anni fa presso il Collegio Papio di Ascona, una scuola che mi ha permesso di coltivare la mia passione sportiva al 100%. Non so quanto durerà la mia carriera, ma per il futuro, sicuramente tornerò a studiare, la materia che mi interessa è “osteopatia”, con applicazioni nell’ambito dello sport”.
«Attenzione
focalizzata sulla prossima gobba»
Marco Tadé, dice di sé di essere un ragazzo schivo, che ama stare in disparte e trascorrere il tempo con i compagni di squadra della Nazionale di gobbe, tutti ticinesi: Giacomo Papa, Deborah Scanzio (qualificatasi a sua volta per i Giochi Olimpici) e Nicole Gasparini. Sotto la guida di Andrea Rinaldi, allenatore capo della squadra svizzera, di Frédéric Weiss, preparatore tecnico, Juan Domeniconi, allena-
tore dei salti e Giona Morinini, psicologo dello sport e preparatore mentale, unitamente a tutti gli altri membri dello staff della Federazione. Un team che trascorre i giorni in palestra sulle nevi, nei diversi continenti del mondo: “Mi piace viaggiare, e questo sport sinora mi ha permesso di visitare luoghi spettacolari; certo, non abbiamo molto tempo per fare i turisti, perché l’attenzione è focalizzata sulla prossima gobba, sul prossimo salto”. Allora non lasciamoci ‘ingannare’ dalla sua riservatezza, perché essa è pronta a trasformarsi in un’esplosione di energia in occasione della prossima gara, il 9 febbraio 2018 dalle ore 2 del mattino (ora svizzera, ndr), nelle qualifiche per le finali, ai Giochi Olimpici in Corea del Sud. v SCARICAMI Online potete vedere il video del bronzo Mondiale di Marco Tadé.
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i n nat ur a
perché vediamo
la neve bianca La neve, fondamentale riserva d’acqua la cui presenza tende purtroppo a diminuire, si forma nelle nuvole quando la temperatura scende sotto lo zero e quando le gocce d’acqua contenute nelle nubi si cristallizzano attorno ad un granello di polvere. Quando il cristallo formato diventa troppo pesante, inizia a cadere. testo e foto Christian Bernasconi
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erché la neve è bianca? La neve caduta dal cielo si accumula in strati, formata da una miriade di cristalli, che grazie alla loro forma assorbono
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pochissima luce solare. La luce che raggiunge la neve è quindi riflessa una moltitudine di volte e in varie direzioni dai cristalli e dalle ramificazioni dei fiocchi. Più la neve è fresca, più i cristalli Paesaggio innevato. I cambiamenti climatici potrebbero rendere quella immagine meno frequente.
DI MOLTI
colori
Oltre al bianco, la neve può anche assumere altri colori, soprattutto alla sua superficie, perché può contenere sabbie, polveri o rifiuti emessi da impianti industriali che possono modificarne la colorazione. Esiste anche la neve rossa. In inverno e in primavera questa colorazione particolare è dovuta alle sabbie e polveri di origine sahariana, portate sulle Alpi da un forte flusso di correnti sud-occidentali. In estate, il colore rosso sangue dei nevai in montagna è dovuto a un’alga unicellulare, la Chlamydomonas nivalis, che si riproduce sulla neve stessa. La loro colorazione permette a queste alghe di proteggersi dai raggi UV, particolarmente intensi ad alta quota.
sono fini e più rinviano la luce. I cristalli di neve possono avere molte forme diverse ed è la temperatura nel cuore delle nuvole che influenza la forma del fiocco. A temperature comprese tra 0 e -4°C e tra -10 e -12°C si formano delle lamelle piatte, tra -5 e -10°C avremo piuttosto degli aghi, mentre a -15°C dalla fabbrica della neve usciranno delle belle stelle a sei bracci. Questa particolare fabbrica naturale ha pure molta fantasia, dal momento che si ritiene che non ci siano mai due fiocchi di neve uguali. In linguaggio scientifico, il potere riflettente di un corpo viene detto albedo e quello della neve fresca è uno dei più elevati: la neve riflette infatti tra l’80% e il 90% della luce ricevuta. Questa proprietà della neve, e in minor misura del ghiaccio, può influenzare il clima terrestre. In effetti, più la superficie della Terra ricoperta di neve o di ghiaccio è importante, più l’energia solare è riflessa. In maniera inversa, una diminuzione delle superfici innevate, scopre delle superfici più scure che possono assorbire meglio il calore, contribuendo all’aumento della temperatura terrestre. v
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MADE
Con la ricetta originale del 1850 solo ingredienti di base selezionati, come glicerina vegetale, succo di frutta naturale e alga rossa Agar-Agar, vengono lavorati con delicatezza e tanta cura. Dopo tre mesi di maturazione le pastiglie sviluppano il loro aroma intenso, la loro morbidezza e il loro effetto benefico. Grether’s Pastilles sono disponibili in quattro deliziose varietà alla frutta.
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-18 Ciò che matura a lungo fa anche bene. Dal 1850.
archi vi o
una pagina
che ci riguarda L’archivio di Illustrazione Ticinese comprende tutti gli articoli e le immagini apparse dal 1931 a oggi. Sfogliandolo, come in un film si può vedere la trasformazione di questo territorio, riaffiorano immagini che tornano alla luce e ci guardano, ci raccontano. a cura Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch
SCARICAMI Online la pagina dell’edizione di febbraio del 1938.
È
il 5 febbraio del 1938. Illustrazione Ticinese, al suo settimo anno di apparizione, continua a pubblicare una pagina per i propri abbonati. Ha chiamato la rubrica “Vita Nostra”, nella quale raffigura frammenti di vita contadina, in ogni angolo della Svizzera italiana. In questa edizione di 80 anni fa, pubblica le “fotografie degli abbonati raffiguranti gruppi o rivestenti un interesse generale”. Qualcuno di voi si riconosce o ha parenti illustrati in questa pagina? Si va dalla “cena dei cinquantenni Airolesi”, svoltasi al ristorante Borelli, ai coniugi Romano e Fontana, celebrati a Mendrisio per il 25 anniversario di matrimonio; per passare a “4 generazioni di Forni” a Ronco e alla “forte compagine del foot-ball club Comologno”, vincitrice della coppa Onsernonese; per finire, “la corale mista della Pro Ticino di Losanna”. v
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la voretti
i ciondoli
riflettenti
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la rubrica sul profilo fb: incantodianto
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il video tutorial sul canale youtube: illustrazione ticinese
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le schede da collezionare su: www.illustrazione.ch idea, disegni e realizzazione Anto antonella@illustrazione.ch
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Cosa ti occorre: resti di stoffa, imbottitura, nastro riflettente (si trova su kreando.ch), un pezzetto di fettuccia o di cordino, colla stick, un anello da portachiavi, forbici dalla punta arrotondata, ago e filo, meglio una macchina da cucire. 1. Taglia due quadrati di stoffa grandi ca. 15 x 15 cm. Sul rovescio di uno dei due tessuti disegna la forma che vuoi realizzare: un cuore, una stella, … Gira il tessuto su cui hai disegnato, e sulla parte dritta incolla dei pezzetti di nastro riflettente creando un tessuto a righe. Ora cuci le strisce al centro, in modo che non si stacchino. A macchina farai più in fretta e le cuciture risulteranno più precise. 2. Sovrapponi i due pezzi di tessuto tenendo i lati riflettenti all’interno. Annoda un pezzettino di fettuccia formando un anello e infilalo tra i due tessuti, tenendo il nodo all’esterno dei tessuti. Cuci il contorno della forma che hai disegnato, lasciando però un’apertura in modo da poter infilare l’imbottitura.
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3. Taglia il tessuto in eccesso seguendo il contorno della cucitura, ma lasciando ca. 5 mm di tessuto. Negli angoli, taglia il tessuto come da illustrazione. Risvolta il lavoro, imbottisci e chiudi l’apertura con ago e filo. 4. Infila l’anello nell’occhiello formato con la fettuccia e appendi il tuo ciondolo alla cartella, oppure a una tasca della tua giacca, al sacchetto per la ginnastica, al borsone per lo sport…
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a t avol a
la tradizione
in tavola A pranzo a Gordevio a casa di Simona e Francesco Perrone. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger
C’
è aria di festa in casa Perrone, perché oggi non è un giorno come un altro e non sarà un pranzo come un altro. Il piccolo Giacomo si chiede perché tra la cucina e il salotto si aggirino due sconosciuti, uno dei quali con un apparecchio fotografico tra le mani. E come mai la tavola è così ben apparecchiata? E perché nonna Anna è arrivata con una torta di mele? E mamma Simona ha fatto quei biscottini al cioccolato di cui è così goloso? Ne prende un paio e si scorda di tutto il resto. Eleonora, la sorella maggiore, invece, sa che Rémy ed io siamo stati invitati dal suo papà, Francesco, per un pranzo all’insegna dei ricordi e dei sapori dell’infanzia. Quei sapori legati a nonna Jolanda, di origini pugliesi e più precisamente tarantine, che in cucina ci sapeva fare e che spadellava con naturalezza e maestria grazie ad anni di esperienza. PANINO CON L’IMPANATA E NERO DI SEPPIA “Nella mia famiglia c’è sempre stata la cultura del cucinare. Ricordo, ai tempi della scuola, che i miei compagni ricevevano la merendina pronta, io il panino con l’impanata. Quanto mi vergognavo per questo! Solo più tardi ho scoperto quanto i miei amici invidiassero il mio panino e quanto
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io fossi fortunato. Fortunato perché mio padre ci saltava in padella il nero di seppia da mettere sui crostini o ci preparava l’insalata di polipo, ad esempio. Lavorava nella guardia di finanza, era figlio di un pescatore ed era così bravo a cucinare, che era a lui che veniva chiesto di occuparsi dei pranzi degli ufficiali”, mi racconta Francesco Perrone. CUOCO PER MESTIERE E PASSIONE Il padrone di casa mi spiega che è nato sul Lago Maggiore, ma che a causa del lavoro di suo papà, la sua famiglia ha vissuto molti traslochi, trasferimenti e anche momenti difficili. Dal nord al sud dell’Italia, la vita non è sempre stata facile per i Perrone, “ma il buon cibo non è mai mancato ed è sempre stato importante per la mia famiglia. Così quando si è trattato di scegliere la mia professione non ho avuto dubbi. In terza media ho preso la mia decisione: sarei diventato cuoco. Anche mio fratello minore ha seguito le mie orme. Ci siamo addirittura ritrovati a lavorare insieme al Palace di Gstaad. Ma lui, ad un certo punto, ha mollato questo lavoro e ora fa
«Il letto di nonna ricoperto di orecchiette»
il pittore, mentre io non avrei mai potuto fare altro. È quello che ho sempre visto fare in casa e quello che volevo fare e che da sempre faccio con passione”.
GLI “STRASCINET” DI NONNA JOLANDA In occasione della nostra visita, però, Francesco non si presenta in veste di cuoco professionista,
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a t avol a Nonna Anna aiuta Francesco a preparare gli strascinati, delle orecchiette più ovali e piatte.
TA G L I A N D O
ma semplicemente di discendente di una famiglia che, grazie alle origini e alla passione, ha sempre portato in tavola solo piatti cucinati con cura e amore. Come, ad esempio, le orecchiette della tradizione tarantina. “Uno dei primi ricordi che ho è proprio quello della nonna materna, Jolanda, che le prepara e che le stende sul letto, ad una ad una, ben separate fino a ricoprire tutto il giaciglio. Le orecchiette si mangiavano per le feste e la nonna ne preparava anche da regalare al postino, all’amica, ecc.”. Ed è proprio in memoria di Jolanda, che Francesco ha voluto cucinarci gli strascinati o “strascinet” che non sono altro
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A TAVOLA… CON VOI Voi ci invitate da… voi quando a casa c’è tutta la famiglia. Una nostra redattrice e un fotografo verranno a casa vostra per scattarvi qualche fotografia e per chiacchierare di ricette, cibo, ricordi e alimentazione. Vi chiederanno la ricetta di una pietanza, magari quella della vostra “specialità”, nel limite del possibile, sarebbe bello poter fotografare anche il piatto pronto.
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che orecchiette più ovali e piatte, a differenza delle altre più concave e tonde. Rispettando la ricetta tarantina ha realizzato quella piccola pasta fatta a mano - che come la assaggi capisci la differenza tra il “fatta in casa” e acquistata al supermercato - e l’ha condita con un sugo di pomodoro e polpette di pane. Una vera delizia! TORTA DI MELE E PURÉ DI FAVE Anche la torta di mele, realizzata da Anna e portata in tavola quest’oggi, è una ricetta di nonna Jolanda. “Una dolce fantastico che mia mamma prepara spessissimo e che regala pure ad amici e
Desideriamo invitarvi a casa nostra per raccontarvi cosa significa per noi il cibo, per svelarvi una ricetta di famiglia e per farvi assaggiare il nostro piatto preferito. Famiglia (nome e cognome): ___________________________________________________________ Via: ______________________________________________ Località: __________________________________ Tel.: _____________________________________________________________________________________________ Tra tutti i tagliandi pervenuti in redazione ne estrarremo uno per edizione. È quindi possibile che la vostra candidatura venga conservata per un’altra edizione e che veniate contattati in un secondo tempo.
LE
ricette ORECCHIETTE DELLA TRADIZIONE TARANTINA
Ingredienti per le orecchiette (per 6 persone) • 500 g semola di grano duro • 2 dl acqua tiepida • 20 g evo Ingredienti per le polpette di pane: • 500 g pane raffermo • 2 spicchi di aglio tritato • 3 uova intere • qb sale e pepe
• • • •
150 g pecorino romano 30 g prezzemolo liscio tritato 1 presa bicarbonato 1 l olio per friggere
Ingredienti per il sugo: • 1 spicchio di aglio • 1 cipolla tritata finemente • 100 g cotenna di maiale sbollentata • 750 g passata di pomodoro • qb evo • qb sale e pepe
conoscenti”, precisa Francesco. I ricordi dei sapori pugliesi si rincorrono. Dai “porcellini”, dolcetti natalizi ricoperti di miele, al puré di fave che “quando la nonna passava le fave c’era puzza di zolfo ma il sapore era ed è eccezionale”. E poi il profumo del basilico: “Ogni volta che lo sento, mi ricordo del fantastico minestrone della nonna al quale lei, a fine cottura, aggiungeva appunto del basilico fresco”. Oggi niente basilico, ma i profumi provenienti dalla cucina non ci lasciano certo indifferenti. È il momento, finalmente, di gustare questo pranzo della memoria dai sapori sinceri, semplici e veri, così amati da nonna Jolanda. v
Preparazione: Per le orecchiette: lavorare tutti gli ingredienti e far riposare 30 minuti a temperatura ambiente. Creare dei rotolini di pasta, tagliare uno dopo l’altro dei pezzettini di circa ½ cm schiacciandoli tenendoli con l’indice e tirandoli con il coltello creando una forma ovale (a questo indirizzo trovate in un breve filmato la tecnica di esecuzione: https://www.youtube.com/watch?v=O8EYQzWp3aY). Lasciare asciugare su un asse di legno leggermente infarinato. Cuocerle al momento per circa 8 minuti in acqua salata. Per le polpette di pane: lasciare il pane raffermo a mollo in acqua fredda per 3-4 ore. Strizzarlo e lavorarlo con il resto degli ingredienti. Formare delle polpette e friggere in olio a 170°. Per il sugo: stufare l’aglio intero, la cipolla tritata e la cotenna. Aggiungere la passata di pomodoro e portare a bollore. Adagiare le polpette nel sugo e lasciar sobbollire per 45 minuti circa. Aggiungere le orecchiette cotte, tirare la salsa a piacere e condire a crudo con dell’olio extravergine d’oliva, possibilmente pugliese.
TORTA DI MELE DI NONNA ANNA Ingredienti: • 250 g farina bianca • 125 g margarina light • 3 uova intere • ½ bustina di lievito per dolci • 1 baccello di vaniglia
• • • • •
110 g burro 80 g latte intero 1 presa di sale 1 limone (scorza) 4 di media grandezza
Preparazione: Pelare e tagliare le mele. Lavorare tutti gli ingredienti e versare il composto ottenuto in una tortiera. Adagiare le mele a fette. Infornare a 180° per circa 40 minuti. Togliere la torta dal forno e lasciarla raffreddare. Cospargere di zucchero a velo e servire.
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in famiglia
la città
fenice Rinata dalle sue ceneri dopo un incendio che la distrusse completamente, oggi La Chaux-de-Fonds è un importante polo dell’industria orologiera. testo Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch
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ondata nel 1656, nel 1794 venne distrutta quasi completamente da un incendio. Fu Charles-Henri Junod a ideare e pianificare lo schema a
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scacchiera ispirato alle città americane e unico in Svizzera, sulla base del quale la città venne interamente ricostruita. E proprio questo piano è stato dichiarato di valore universale dall’UNE-
Il mercato del sabato, nella centralinissima Place du Marché.
DOVE
mangiare
In una fattoria medievale http://www.fermedesbrandt.ch A pochi minuti dalla città, una fattoria del 1600 immersa nel verde, conservata e non trasformata, dove in un ambiente affascinante e suggestivo è possibile gustare i piatti dell’antica tradizione culinaria rurale, preparati con ottime materie prime e presentati in chiave contemporanea.
Una capretta dello zoo du Bois du Petit-Château, il piccolo zoo cittadino.
SCO. Ma La Chaux-de-Fonds è anche considerata la roccaforte svizzera dell’Art Nouveau, poiché sin dalla sua rinascita, un particolare stile architettonico, denominato “Style Sapin” ha contraddistinto una grande varietà di edifici e elementi urbani in stile Art Nouveau. In questa città non poteva che crescere e svilupparsi un grandissimo pioniere dell’architettura moderna. Nel 1887 nacque proprio a La Chaux-deFonds Le Corbusier. Nella sua città natale si possono vedere alcune sue opere giovanili come la “Maison Blanche”, che costruì nel 1912 per i suoi genitori, o la “Villa Turque” (1916/1917), molto all’avanguardia per l’epoca, che oggi fa parte del patrimonio culturale dell’umanità e che dal 1987 è divenuta il centro di Relazioni Pubbliche del produttore di orologi Ebel. Un’altra particolarità di La Chauxde-Fonds è che, a differenza della maggior parte delle città, non è attorniata da una zona industriale e periferica. È invece adagiata nel mezzo
«Lo schema della
DOVE
dormire
In una fattoria con vista sulle Alpi http://www.legroscret.ch Salendo in collina, dopo aver attraversato un bosco, si apre una radura tra i campi. Questo b&b si trova in una fattoria ristrutturata come fosse un boutique hotel. La padrona di casa, nata in Ticino, è cordiale e sorridente e nel suo b&b ci si trova accolti e a proprio agio come a casa propria.
città è un bene dell’UNESCO»
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in famiglia della verdissima regione del Giura, che inizia subito alle sue porte. Così dal centro, in un attimo ci si trova nella quiete e nel verde, tra campi e boschi. Oppure al piccolo ma grazioso zoo cittadino, un parco didattico, dall’accesso gratuito, dove osservare diverse specie di mammiferi e uccelli, e un vivaio con serpenti, ragni e insetti. È quindi la destinazione perfetta per chi desidera abbinare le due cose. LE CELEBRITÀ DELLA CITTÀ La Chaux de-Fonds ha dato i natali a diversi personaggi molto influenti, come Daniel Jeanrichard (1665-1741), pioniere dell’orologeria svizzera. Ancora giovanissimo, Jeanrichard ricevette in dono un orologio inglese non più funzionante. Nonostante la sua totale inesperienza, lo riparò e ne studiò accuratamente il meccanismo per poi, nel 1681 produrne uno suo, il primo nella regione, e aprire il suo atelier di orologiaio; o a Pierre Jaquet-Droz (1721-179), orologiaio meccanico,
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noto per le sue bambole automatiche. Pochi invece sanno che a La Chaux-de-Fonds nacque anche Louis Chevrolet (1878-1941), proprio quello Chevrolet che, da venditore di biciclette in una cittadina francese, dove si trasferì la sua famiglia, partì per New York dove divenne meccanico prima e pilota automobilistico poi. Raggiunse la fama nel 1905, quando vinse la sua prima gara a bordo di una Fiat. A causa di gravi incidenti rimase fermo a letto per complessivi tre anni, incidenti che non gli impedirono di diventare pilota ufficiale della Buick prima e fondatore, nel 1911, di una nuova casa automobilistica: la Chevrolet! A La Chaux-de Fonds nacque anche Charles-Edouard JeanneretGris, noto con lo pseudonimo di Le Corbusier (1887-1965), e nel 1902 Adrienne von Speyr, tra le prime donne svizzere ammesse alla facoltà di medicina; come pure due ex presidenti della Confederazione: Pierre Graber (1908-2003) e Pierre Aubert (1927). v
in via ggio
i colli lunghi ai confini della birmania Confini politici sono tracciati nelle terre remote e montagnose ai piedi del massiccio himalaiano tra Vietnam, Laos, Tailandia, Birmania e Cina, Paesi nei quali vivono minoranze etniche quali i Dau, Hmong, Hani o gli incredibili “Longneck”. testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch
BELLEZZA O COSTRIZIONE? Li chiamano “longneck” (colli lunghi) a causa dei molti anelli di ottone che si pongono attorno al collo e che allungano la distanza tra spalle e testa. Per me ora sono diventati Kayang, la vera denominazione di questa etnia. Sono genti originarie della Birmania del nord - l’attuale Myanmar -. Sono fuggite dalle persecuzioni del regime centrale di Rangoon e oggi hanno trovato ospitalità al nord ovest della Tailandia, in regioni remote, difficilmente accessibili e loro malgrado isolate dal resto del mondo. Genti pacifiche che hanno semplicemente avuto la sfortuna di abitare in terre contese per le loro ricchezze. Dapprima hanno subito i soprusi di trafficanti di droga che hanno trasformato le regioni a cavallo tra Birmania, Tailandia e Laos nel cosiddetto “triangolo d’oro”, zone impervie, al di fuori di controlli politici statali dove sono nate e si sono sviluppate coltivazioni illegali di oppio. Confronti armati e maggiore rigore da parte degli eserciti regolari hanno oggi ridimensionato tali commerci, ma nel contempo è cresciuta l’attenzione per le risorse minerarie del terreno. I Kayang, ma pure molte altre minoranze etniche di queste regio-
ni, sono stati spettatori, purtroppo tristemente coinvolti, di guerre territoriali. Hanno perso le loro terre e soprattutto la loro pace. Per molti di essi non è rimasta che la fuga. La loro condizione di rifugiati politici in Tailandia limita ogni movimento e possibilità di lavoro, addirittura le terre loro concesse per coltivazioni sono limitatissime, ragione di più forse per attaccarsi fortemente alle loro tradizioni e mantenere vivi usanze e costumi secolari. Il più caratteristico è senza dubbio quello di porsi anelli attorno al collo - ma solo le donne - dalla prima infanzia e anno dopo anno allungare il collo. C’è chi parla di costrizione a scopo turistico, di zoo umano per pochi visitatori alla ricerca di fotografie esotiche, forse in alcuni luoghi è anche vero, ma io ho pure trovato, vivendo con queste genti, un desiderio intatto di mantenere le tradizioni. Ho incontrato giovani donne che decidono spontaneamente di proseguire con la forse discutibile usanza dei collari, certamente scomoda e probabilmente non
«La sfortuna
di abitare in terre contese»
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i n vi aggi o in sintonia con la salute delle vertebre del collo. Per molte donne ciò è normale e così si sentono anche molto belle. Ma nei villaggi Kayang ho trovato molto di più, oltre ad una squisita ospitalità vi ho scoperto affascinanti usi e costumi, culti, particolarità alimentari, musica e un desiderio di guardare al futuro. UNA STRADA PRECARIA E 800 CURVE Il mio viaggio alla ricerca delle genti Kayang era iniziato alcuni giorni prima a Chiang Mai, il principale centro del nord della Tailandia. Una volta meta privilegiata dai viaggiatori zaino in spalla, oggi una sorta di centro turistico non di rado preda di foschie causate dal fumo dei fuochi con i quali vengono tradizionalmente puliti i campi di riso, ma pure sempre più spesso anche dallo smog dovuto alla crescente motorizzazione. Da Chiang Mai un lungo viaggio di un giorno intero mi ha portato ai confini occidentali della Tailandia, a pochi chilometri dalla Birmania, percorrendo una strada di montagna tortuosa detta “delle 800 curve”. Non le ho contate, ma la sensazione è che siano molte di più. Ho per-
corso paesaggi sublimi, dapprima in un minibus decisamente sovraccarico di persone e mercanzie, e poi le ultime tre ore con un tradizionale “songtaw”, le camionette asiatiche aperte a due panche. Quella che mi ha dato un passaggio, ho scoperto in seguito fungere pure da sorta di collegamento postale. Si è fermata infatti regolarmente in tutti i villaggi, ma pure presso casupole isolate, per consegnare lettere e pacchi. Ho infine raggiunto il capolinea - Mae Hong Son - un villaggio cresciuto attorno ad una grande via principale, con uno splendido laghetto che di notte diviene magico grazie ad una bellissima pagoda dorata illuminata che risplende nel buio e che si riflette nelle acque. Qui la vita è fin troppo tranquilla, l’aria è fresca e non vi è molto da fare, anche il mercato è piccolo, ma forse è proprio questo il suo fascino. In seguito non è stato facile trovare le informazioni per raggiungere i villaggi Kayang a causa dei problemi di lingua, ma pure dell’imprevedibilità dei trasporti locali. Per finire trovo un’imbarcazione presso un porticciolo sul fiume a una mezz’ora di viaggio da Mae Hong Son. Mi ci è voluto quindi poco meno di un’ora di navigazione, attraversando regioni Finalmente arrivo alla meta: che accoglienza troverò?
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Dormo su delle stuoie nel locale principale della capanna.
incontaminate e foreste per ritrovarmi nei pressi di una comunità Kayang. Scoprirò poi i giorni seguenti che è pure possibile giungere in questi luoghi con motorette percorrendo vie sterrate che alla fine divengono piste piuttosto azzardate per i veicoli a due ruote. A CASA DEL CAPO VILLAGGIO? Mi rendo subito conto di come la mia visita sia
I primi incontri con le donne Kayang.
temeraria. Si tratta di un piccolo villaggio che di tanto in tanto vede arrivare visitatori, ma non vi sono di certo strutture ricettive e praticamente nessuno parla una lingua straniera, nemmeno il tailandese. Io vi giungo col mio zaino in spalla un mattino, dopo che le nebbie si sono dissolte, e forse il villaggio è ancora un po’ assonnato. I primi indigeni che incontro mi osservano perplessi, poi conosco quello che scopro essere il capo villaggio. Nong è un uomo piccolo ed esile, all’apparenza molto cordiale. Veste la tipica gonna lunga e stretta delle genti birmane e mi indica la via di casa sua. Qualsiasi conversazione è impossibile e posso solo farmi comprendere a gesti. Cerco di spiegare che vorrei soggiornare nel villaggio, vivere con loro e conoscere le loro tradizioni. Fortunatamente ci raggiunge un giovane della comunità che scopro essere il docente della scuola locale, lui almeno alcune parole d’inglese le parla e il capo villaggio conviene che forse è meglio sia proprio quest’ultimo ad ospitarmi. Ottenuto il benestare per rimanere nel villaggio, prendo dunque il mio zaino e mi trasferisco nella casupola del giovane. Un’abitazione modesta, su piloni, un locale unico delimitato da pareti di bambù e col tetto di foglie che tiene lontana la calura nelle ore del pomeriggio. Non vi passerò però nemmeno una notte, perché Ailo, questo il suo nome, mi dice che forse è meglio che io vada nella casa dei suoi genitori, più grande ed accogliente. Il padre e la madre parlano solo la lingua delle genti Kayang, ma mi accolgono con molta simpatia. La loro casa è più grande: una stanza dove dormire, la cui “privacy” è garantita da una tenda, uno scomparto più in basso con un braciere al centro che funge da cucina, una veranda sul retro e una verso la via principale. Il locale principale, il soggiorno, ha pochissime suppellettili, un tavolino basso, nessuna sedia, una mensola e un ripiano con un piccolo tempio con le offerte del giorno. Sulle assi del pavimento mi mettono una stuoia, e sarà quello il mio letto per i prossimi giorni. Non ho l’impressione di causare loro alcun problema, sembrano anzi contenti di avere un ospite. Vedrò di contraccambiare la loro cordialità acquistando delle provviste e alcuni utensili di cui necessitano. v
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digitalizzati
la pianta
mi ha scritto Dedicare tempo al giardinaggio o anche semplicemente prendersi cura di una pianta in salotto può avere effetti benefici che nemmeno immaginiamo. testo Gerardo Bramati
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ltre a ricollegarci al mondo della natura e ridurre lo stress, ci regala la piacevole sensazione di vedere crescere un prodotto che è opera
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delle nostre capacitĂ e della nostra dedizione. Ovviamente, se tutto va secondo i piani: in caso contrario, potrebbe insorgere in noi una certa frustrazione. Che fare, dunque, se non abbia-
CURIOSITÀ Madre Natura, in un clic I dispositivi per il giardinaggio di Parrot sono realizzati appositamente per essere in costante connessione con la sua applicazione (vedi articolo), che contiene una banca dati di oltre ottomila specie. Ogni pianta catalogata è correlata da indicazioni dettagliate sulle sue necessità: annaffiatura necessaria, esposizione al sole preferita, temperature in cui si sviluppa nel modo migliore e indicazioni utili dalla semina al raccolto. Grazie all’applicazione, possiamo ad esempio sapere che il nostro Solanum Lycopersicum ama il sole e dà il meglio di sé in un ambiente tra i 10 e i 30 gradi centigradi, in un terreno da normale a ricco di sostanze, ben drenato e che trattiene l’umidità in modo uniforme. E davanti a tale precisione scientifica, inizierete a prendere le distanze da chi, ancora, lo chiama semplicemente pomodoro.
mo il cosiddetto pollice verde? Chi si occupa di tecnologia ha pensato anche a questo, e grazie all’integrazione di sensori e mondo di internet, ha creato una soluzione che potrebbe risolvere il problema. Se le nostre piante hanno un aspetto sofferente e poco vitale, oppure se stiamo partendo per una meritata vacanza, l’azienda parigina Parrot viene in nostro soccorso con Parrot Pot, il vaso intelligente dotato di sensori che monitorano in tempo reale le esigenze della nostra piantina preferita. Studiando umidità del suolo, temperatura dell’aria, luce e stato del fertilizzante, il vaso connesso arriva a capirne le necessità e regola automaticamente il consumo d’acqua, innaffiando solo quando è necessario e nella giusta quantità. Tutti i dati, ovviamente, vengono trasmessi all’apposita applicazione (Parrot Flower Power, sugli store Apple e Android) che ci notifica in tempo reale lo stato di salute del nostro giardino intelligente. v
penne, pennelli e
pasticci
laccipeosrsoa na
da prin Difficoltà
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Cosa ti occ
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igiedi carta e di un rotolocarta per uso di carton ) o di L’anima una corona matita, forbici corone), nica (per oro e pen(per due tempera dedomestico arrotondata, adesive per dalla punta rello nero, pietre nello, penna elastico. filo corazioni,
Cosa dev
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la forma sul rotolo la for-
matita . Scegli 1 Con la dare alla tua coronado nei tuoi libri
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1
che vuoi più cercan esse. Con la ti piace di princip ato. ma che corone delle no che hai disegn di favole il contor forbice ritaglia . Non la corona nti ra oro colora altrime no 2 Con la tempeil colore con acqua ci vorran rente e ti diluire troppo troppo traspa re il cartone. Lascia diventerà da mano per ricopri mani e una secon perdivers bene e passail colore asciughi asciugare che . Aspetta di colore fettamente. nero pennarello la e con il Con pietre le piace. 3 Appliclaa corona come più tiago fai due fori re con un decora matita o . Fai passa la punta della base della corona misurando sotai lati della attraverso il foro o possa girare fino il filo elastic giusta perchéle orecchie, su lunghezza il filo mento, dietro testa. Annoda to il tuo rimarrà della tua nodo ità il così alla somm della corona all’interno sto. nasco tirti da per traves io prepauna corona 4 Puoi fare ma potresti ad esemp festa di alla tua principessa, ogni invitato per rarne una ! compleanno
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Nel manuale “Penne, pennelli e pasticci” sono raccolte 39 attività creative tratte dalla nostra rubrica per bambini, illustrate e descritte in modo chiaro e comprensibile. Lo potete trovare presso il negozio temporaneo della associazione “La Botéga da l’artigian”, nel centro Migros di Sant’Antonino oppure ordinarlo utilizzando il tagliando.
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Una botti colorato) glia grande di do o colla, una figurina PET trasparen te (non pennarello superforte di plastica, indelebile , un metro colla a calvetrata, da sarta , un tempera color oro,pezzettino di , un pennello. carta
Cosa
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1 Appoggi a l’est ta prop rio sotto remità del cm fai metr il collo un della bott o da sarl’operazio puntino con iglia. A ne in Prendi 8 diversi l’indelebile. un Ripeti bottiglia foglio di cartapunti della bott unendo e con un paio e appoggia iglia. il lo sulla di rai un pennarello traccia puntini per volta anello a 8 cm una linea Taglia la dal la linea bottiglia segu collo della . Otter, bottiglia. tagli via ma stai legg endo con prec la tracc erme ia di penn nte sopr isione a, così arello. 2 Svita il tapp bottiglie o, togli ta vetra nuove e riavv l’anello che ta carte ita il tapp sigilla cie del le tappo ggia leggerme o. Con la carper rend modo nte la la la figur colla terrà megerla porosa. superfiina sul In ques coperchio lio. Con la to colla fissa . 3 Colora tappo color e figur oro. prire bene Dovrai fare ina con la temp diverse i colo ta che mani per era la temp ri di tappo e figur cotra una era sia mano perfettam ina. Aspe e l’altr ente asciu ta. 4 Un piatt tta ino da per fare caffè ha la misu realizzarnda base alla ra perfe tua e tante cena, , una per campana. Ora tta a una ogni invita festa puoi e puoi scegliere di Natale, o di com to a una figurine plea e colo ri a tema nno .
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-18
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Salute Benessere Relax
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Angela cartomante
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Tutti i giorni dalle 10:00 alle 21:30
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oroscop o PREVISIONI PER IL MESE DI FEBBRAIO 2018
g ARIETE 21/3 - 20/4
h TORO 21/4 - 20/5
i GEMELLI 21/5 - 21/6
Nei primi 18 giorni del mese, con Mercurio positivo, saranno favoriti gli incontri-colloqui, offerte e proposte di lavoro, così come gli esami e la ricerca di sponsor. Marte sempre nell’elemento fuoco, positivo fino a inizio marzo, vi donerà una carica energetica importante, ottima per lo sport, senza strafare e per vivere bene la propria passionalità. In effetti, anche per l’amore ci sono buone prospettive, sia per chi è solo o chi è già in coppia. Venere vi sarà favorevole fino al 9.2 regalandovi momenti molto vivaci. Poi attenzione: un’eclissi parziale di Sole il 15.2, in aspetto al vostro Urano, parla di eventi imprevisti. Non esponetevi a rischi o sport estremi e guidate con prudenza.
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Inizio faticoso, perché potreste avvertire ancora gli effetti dell’eclissi del 31.1, che si trascineranno fino al 2.2, ma ve ne sarà un’altra il 15.2, per cui cercate di muovervi con prudenza e riposare. In questa prima metà del mese sarete più nervosi e impazienti del solito, gli impegni incomberanno e lasceranno poco spazio agli affetti e al tempo libero. Questo riguarda soprattutto voi donne, impegnate fra casa, famiglia e lavoro. Qualcuna di voi potrebbe voler buttare all’aria tutto, ma per far fronte a tante spese ci vogliono le finanze e si sa che voi siete molto legati/e alla sicurezza economica, altrimenti scatta l’ansia. L’amore vi ricompenserà con momenti romantici e coccole dal 10.2 fino a inizio marzo.
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Marte sempre in opposizione vi invita a muovervi con prudenza. Infatti Sole e Mercurio dall’Aquario, pur essendo favorevoli fino al 18.2, renderanno molti di voi trasgressivi, impazienti e insofferenti alle regole, ma molto svegli nel cogliere le buone opportunità al volo. Venere positiva fino al 9.2 aiuterà le finanze e gli affari come pure gli incontri amorosi. Date forma alle vostre idee creative. Poi dal 19.2 sarà bene essere più concentrati e presenti in quel che fate, perché i pianeti veloci si sposteranno in Pesci, arrecando confusione e distrazione. Negli affari amorosi sarà d’obbligo la prudenza, rischiate di cadere in tranelli da cui è difficile uscire. Salute: possibili virus o vecchi disturbi che emergono.
CANCRO 22/6 - 22/7
LEONE 23/7 - 23/8
l VERGINE 24/8 - 22/9
testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch
Scalpitate per una notizia o una risposta che tarda ad arrivare? Pazienza e diplomazia saranno le armi vincenti nella prima metà del mese, poi con il passaggio di Mercurio in ottimo trigono, dal 18.2 e con Venere che lo sostiene, allora qualcosa di bello arriverà. Nel lavoro sarà bene rinnovarsi, reinventarsi. Fidatevi della vostra intuizione, perché sarete molto ispirati grazie anche a Nettuno. Da sottolineare che anche Giove, sempre in ottimo trigono, vi aiuterà a realizzare i vostri progetti, sempre che siano realistici come vuole Saturno. Questa seconda parte sarà molto piacevole anche per l’amore e la maternità. Dal 21.2 tutto sarà a favore per un’unione, un incontro importante, un viaggio speciale.
Per tutto il mese Marte vi sosterrà energicamente e vi renderà agguerriti, con la voglia di imporvi su tutto e questo creerà conflitti. Presi spesso dalla smania di potere e di guadagno, lavorate anche oltre i vostri limiti e questo potrebbe incidere sulla vostra salute. In effetti, il Sole sarà in opposizione fino al 18.2, come pure Mercurio. Venere lo sarà fino al 9.2. Inoltre vi sarà un’eclissi parziale di sole il 15.2. Attenzione. Possibili difficoltà nelle relazioni in genere. Non sarete troppo propensi all’ascolto dei segnali del corpo né dei bisogni degli altri e questo creerà scompensi. Giove sempre critico procurerà attriti con un socio o difficoltà a riscuotere denaro dai clienti. E se andaste un po’ in ritiro? Un mese non facile per via di vari pianeti in posizione sfavorevole, pensiamo a Marte, Mercurio, e Venere, che vi renderanno piuttosto nervosi e impazienti. Difficoltà d’intesa con figli o parenti o con membri di famiglia allargata. Non agite d’impulso. Per altri potrà trattarsi di più lavoro, più stress, incomprensioni con colleghi o superiori. Non si esclude che dobbiate sobbarcarvi maggiori oneri e le finanze vi procureranno ansia. Comunque Giove, Saturno e Plutone favorevoli vi sosterranno in ogni momento aiutandovi a trovare sempre la giusta soluzione. Siate fiduciosi e datevi delle priorità. Il riposo sarà indispensabile, soprattutto attorno all’eclissi del 15.2. L’amore sarà un po’ trascurato, vi rifarete più in là.
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-18
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o r oscop o testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch
a BILANCIA 23/9 - 22/10
b SCORPIONE 23/10 - 22/11
c SAGITTARIO 23/11 - 21/12
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PREVISIONI PER IL MESE DI FEBBRAIO 2018
Dopo un inizio d’anno faticoso a causa di aspetti astrali dissonanti, ora siete in fase di recupero e anzi vi sarà qualche accelerazione in corso. Marte super positivo aiuta a scrollarsi di dosso la pigrizia e vi invita ad agire, ad essere propositivi. Potreste riprendere un’attività sportiva o di movimento, iscrivervi a un corso di benessere. Buone probabilità nel campo della guarigione nella seconda metà del mese. Mercurio favorevole fino al 17.2 e Venere fino al 9.2 offriranno buone opportunità di guadagno, più clientela se siete indipendenti, amicizie che vi sostengono e incontri piacevoli che potranno anche sfociare in una storia intrigante. Godetevi anche qualche serata in musica o al cinema insieme. Inizio poco tranquillo con Luna-Sole-Venere e Mercurio dissonanti a cui si aggiunge un’eclissi il giorno 15.2. In effetti fino al 17.2 l’ambiente lavorativo sarà piuttosto stressante, se siete dipendenti, qualcosa non vi va proprio più, tanto che penserete seriamente a un cambiamento. Forse gli astri vi invitano a riflettere se non sia meglio puntare sulla qualità e fare ciò che vi è più congeniale piuttosto che stare in un posto solo per il guadagno o la pagnotta sicura. D’altro canto potreste sperimentare anche una via di guadagno inusuale grazie a un vostro talento ancora poco sfruttato. Gli affetti risentiranno un po’ del clima irrequieto, ma poi dal 10.2, con Venere-Giove e Nettuno positivi l’amore risplenderà. Il mese inizia bene grazie a un’ottima luna e a un energico Marte che vi accompagnerà ancora a lungo. Sembra esserci un’ottima ripresa per voi, che negli ultimi tempi avete incontrato parecchi ostacoli e difficoltà. Fino al 17.2, grazie a un Mercurio positivo, che vi invita a drizzare le antenne, saprete cogliere al volo le opportunità migliori di lavoro e di collaborazione. Fino al 10 anche Venere sarà positiva e sosterrà gli affari e l’armonia. Anche l’amore ne trarrà beneficio e a proposito non vi stupite se sarà proprio nell’ambiente lavorativo che potrebbe nascere una storia intrigante. Dal 19 in poi quando i pianeti si sposteranno in Pesci, potrebbero subentrare delle preoccupazioni in casa. Necessitate relax.
ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-18
d CAPRICORNO 22/12 - 20/1
e AQUARIO 21/1 - 19/2
f PESCI 20/2 - 20/3
State avanzando speditamente verso il traguardo e non ci pensate su due volte a cambiare ambiente e persone se non vi sentite più soddisfatti di chi vi circonda. Tuttavia, dovrete valutare attentamente le nuove proposte, le nuove collaborazioni e con chi vi alleate. Ricordate che Urano sarà ancora dissonante fino a primavera. Anche l’amore riserverà novità intriganti. Il periodo dal 10.2, con Venere e Nettuno in Pesci, regalerà momenti magici, anche se gli amori appena nati vivono in città diverse. E con Giove favorevole, non è detto che qualcuno di voi si stia preparando a un trasferimento o progetti un’unione, o un viaggio romantico. E con queste premesse anche la salute ne beneficierà. Una festa di compleanno speciale per molti di voi. Sole, Venere e Mercurio nel segno vi regaleranno energia, buonumore e novità importanti per il lavoro e gli affari. Voi siete degli innovatori. Urano risveglia il genio che è in voi. Date forma alle vostre idee creative. Buone le collaborazioni. Avete degli arretrati da riscuotere? Questo è il momento. Un po’ di denaro in più ora vi servirà per i nuovi progetti. Anche in amore vivrete una “nuova primavera” e le sorprese non mancheranno. Gli incontri potranno avvenire anche in luoghi diversi dal solito. Salute: un’eclissi importante avverrà nel vostro segno il 15.2. Riguardatevi poiché sarà dissonante a Giove.
Per molti di voi questo sarà il mese dei chiarimenti, sia nel lavoro sia nella vita privata. Sarete più esigenti e determinati nel voler perseguire i vostri obiettivi, pronti anche a dare un taglio netto e voltar pagina laddove necessario. Contratti e pratiche legali saranno favoriti dopo il 18.2, con Venere in ottimo aspetto a Giove. Buone prospettive per affari e finanze. Anche in amore sarà il periodo migliore per vivere la magia di un viaggio romantico, pensare a un’unione o a una maternità. Atmosfera serena anche in famiglia. Salute: volete liberarvi finalmente di un vizio nocivo, adottare un programma di salute e alimentazione sana? Questo è il momento.
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Energia e forza dei cristalli n questi anni sempre più frenetici e carichi di tensione, molte persone soffrono di stress e nevrosi con conseguenti di disturbi collegati al sistema nervoso, come ansia, depressione, o altri disagi fisici e mentali che rendono più scarsa la qualità della vita. Ormai è sempre più diffusa l’abitudine di ricorrere ai farmaci, ma non sempre è la soluzione migliore, infatti il farmaco cura il sintomo ma non la causa del malessere; una valida alternativa alla medicina classica è la cristalloterapia; la cristalloterapia consiste nell’uso di cristalli per curare sia i sintomi che la causa del problema.
L’uso terapeutico dei cristalli non è certo una scoperta dei nostri tempi, anzi in quest’epoca moderna e tecnologica, stiamo riscoprendo sistemi di cura che provengono da un lontano passato, infatti già millenni fa sciamani, druidi e alchimisti avevano capito che le pietre sprigionavano energie positive se utilizzate in modo corretto. Avvicinatevi a persone esperte in questo campo e con loro scoprirete un mondo variegato ed estremamente interessante che può aiutarvi a migliorare la qualità di vita senza per forza assumere sempre farmaci.
Poche parole non bastano per illustrare le molteplici funzioni di pietre e cristalli, le loro singole proprietà terapeutiche, come sceglierle, utilizzarle e come agiscono sul nostro organismo, ma con l’aiuto di un cristalloterapeuta esperto potrete trovare il giusto modo per affrontare parecchie difficoltà sia fisiche che mentali. Avvicinatevi al mondo dei cristalli chiedendo consiglio a persone esperte e preparate,
vi accorgerete molto presto che pietre e i cristalli non sono solo dei monili colorati più o meno preziosi con cui adornare il proprio corpo, ma guide preziose per l’aiuto che possono fornire al nostro benessere fisico e mentale.
Alessia
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Daiana
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Sibille
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Renate
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Tramite le carte (angeli, tarocchi, sibille e normanne), quarzi, feng shui e oniricomanzia troviamo insieme la positività nel tuo futuro
Medium sensitiva, opero nel campo della radioestesia e cartomanzia
Ho sempre praticato con passione cartomanzia e divinazioni
Da anni mi occupo di consulenza personale approfondendo le mie conoscenze nella cartomanzia e psicologia
Elena
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Se cerchi professionalità, esperienza e correttezza, se hai bisogno di un’amica Pin145 io ci sono Posso comprenderti, aiutarti e capirti, e insieme,mano nella mano andremo incontro al futuro…
Daniela
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Perché ciò che facciamo noi è più buono: il tè freddo del mio negozio. Yannick D., proprietario della Migros
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