Illustrazione Ticinese n. 2 - 2008

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illustrazione www.illustrazione.ch

TICINESE

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

N째 02 - 1 MARZO 2008

NATI PER LEGGERE ... e raccontare una storia ESCURSIONI La traversata della Greina MOTOR TIME Adrenalina in pista

MARCO BORRADORI Tutti i volti del futuro Presidente


Godersi il meritato riposo. Voi l’amate, noi lo rendiamo possibile. Con una soluzione previdenziale di AXA Winterthur. Chi programma in anticipo, può in seguito godersi una vita senza preoccupazioni. Una delle nostre soluzioni previdenziali flessibili è senz’altro adatta anche ai vostri obiettivi finanziari e ai vostri progetti per il futuro. Informatevi oggi stesso sulla vostra previdenza personalizzata su www.axa-winterthur.ch o allo 0800 809 809.


SOMMARIO

IN PRIMIS Da quest’anno e come novità assoluta, Illustrazione Ticinese ha deciso di diventare partner sostenitore di un progetto, Nati per leggere,

4 Fuorionda Benedette lacrime!

6 Ma tu lo sai? Una risposta ai tuoi perché

8 Scelti per voi La rubrica a misura di lettore

10 Scriv in dialètt “La méssa l’è finida: ‘nii via in pâs”

12 L’intervista Tutti i volti del Presidente

20 A tavola in Ticino Vent’anni di passione in Ticino

24 Internet

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Memorie e dintorni… (3ª e ultima parte) che ha come obiettivo la diffusione e il sostegno della lettura ad alta voce, fatta dagli adulti per i bambini. Un gesto di intimità e amore questo, troppo spesso sottovalutato. Ed è un vero peccato, perché oltre alle indubbie valenze emozionali ed emotive, raccontare una favola ai bambini fin dalla tenerissima età favorisce la loro futura capacità di lettura autonoma, oltre ad insegnare loro il valore dei libri e della lettura. Illustrazione Ticinese condivide pienamente questo progetto ed è per questo che ha deciso di sostenerlo. L’Associazione Nati per leggere propone ogni anno una selezione di libri adatti alle diverse fasce di età, presentati in un opuscolo e offerti nelle biblioteche e in alcuni studi pediatrici. Su Illustrazione Ticinese, a intervalli regolari nella rubrica “Scelti per voi”, troverete la presentazione di un nuovo libro, scelto e valutato da esperti. Da leggere, o meglio raccontare, ai vostri bambini. In questa edizione inoltre, a pagina 32 potrete approfondire l’importanza della lettura ad alta voce e scoprire come proporla ai bambini. Sul sito di Illustrazione Ticinese invece, potrete ascoltare il grande Vittorio de Sica raccontare delle bellissime fiabe. Buona lettura e… buon ascolto!

La redazione

26 Euro 08 eccoci Con Mauro Lustrinelli allo stadio

28 Viaggi Una bara a forma di aragosta La loro Africa, Ghana (2ª parte)

32 Nati per leggere Amore è... leggere per un bambino

35 Penne, pennelli e pasticci I sassulcini

36 Oggi parliamo di… “È difficile trattenersi dallo spettegolare”

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38 Parliamo di soldi Tra tassi, percentuali e una grande gioia

40 Sport Il lungo, il corto e… l’emozione

44 Salute Quel diavolo di forfora…

48 Escursioni Immagini non immaginate

51 Cani, gatti & Co. Gatto col collare

52 Sondaggio “Un ristorante? Ve lo consiglio io”

56 Motor Time Adrenalina in pista “Mototendenze” 2008

63 Oroscopo Le previsioni di Cloris

66 Cruciverba Caccia al personaggio

Troverete la prossima edizione di llustrazione Ticinese, nella vostra bucalettere a inizio aprile.

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IN COPERTINA: Marco Borradori (foto Rémy Steinegger)

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FUORIONDA

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rima di scoprire che fare il medico non era il mio mestiere, fui rapito dalla curiosità di conoscere i segreti del funzionamento del nostro corpo. Una delle tante cose interessanti che ho appreso dalle lezioni di fisiologia è che le lacrime contengono in buona sostanza gli

media da quattro a cinque volte più degli uomini; ma non perché siano più deboli: semplicemente perché producono più prolattina. La prolattina è un ormone ipofisario presente soprattutto nelle puerpere, ma stranamente si trova anche nelle donne che non hanno partorito e persino

BENEDETTE

LACRIME! “Se tu fossi una lacrima io non piangerei per paura di perderti” (Jim Morrison). testo Roberto Rizzato

stessi ingredienti del sangue, compresa l’uréa (lo stesso composto organico azotato da cui prende il nome la nostra... urina) e una percentuale salina dell’ordine dello 0.9% che conferisce alle lacrime quel proverbiale sapore “amaro”. Ma la composizione chimica delle lacrime varia a seconda del motivo del pianto: le lacrime di dolore contengono più proteine, mentre quelle che servono per “liquidare” un corpo estraneo dall’occhio sono molto più fluide. Benché desse importanza a tutt’altri “umori”, Ippocrate (il padre greco della Medicina) definiva molto suggestivamente le lacrime come “la rugiada del cervello”. Uno studio recente ha accertato che le donne piangono in

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nei maschi. Dico “stranamente”, perché la prolattina serve a promuovere l’allattamento al seno; ma si è visto appunto che stimola nel contempo anche la produzione di lacrime; tanto più che, sotto stress, questo ormone viene secreto in maggiori quantità. Si potrebbe quasi dire che il rapporto tra madre e figlio sia lubrificato dalle lacrime, tanto quanto il rapporto fra l’occhio e la sua palpebra. È stato infatti dimostrato che, dopo aver ascoltato per appena 15 secondi il pianto del proprio figlio, una madre è già in grado di riconoscerlo. Studi condotti da ricercatori finlandesi hanno poi accertato che esistono tre tipi di pianto infantile: il pianto della nascita (che è tra l’altro un indizio

fondamentale della capacità respiratoria del neonato), il pianto da fame e quello del dolore. Solo verso il settimo mese di vita compare anche una quarta forma di pianto: il pianto da paura. Gli psicologi infantili spiegano che, trattandosi di una prima forma di comunicazione, le risposte che una madre dà o non dà al pianto del neonato acquistano un rilievo particolare e possono senz’altro influire sul comportamento del bebè negli anni successivi. Se una mamma non lascia piangere a lungo il suo piccolo quando ha fame, ma lo allatta subito, il pianto cessa e il bambino impara a sviluppare altre modalità di comunicazione. Si è visto infatti che, se si risponde al pianto di un neonato con una ragionevole sollecitudine, il piccolo a un anno di vita tende a piangere molto meno di un bambino più trascurato. Ma il pianto gioca un ruolo fondamentale anche negli adulti. Si dice che le donne tendano a ricordare di più gli uomini che le hanno fatte ridere, mentre gli uomini invece le donne che li hanno fatti piangere. Di fatto in alcune forme di depressione, si verifica un vero e proprio blocco del pianto. Si parla in termini psichiatrici di “anestesia affettiva”: non si riesce a piangere, diventando apatici e insofferenti dinnanzi al dolore altrui. Ebbene, in questi casi uno dei primi sintomi della guarigione in atto e del ritrovato equilibrio psichico consiste proprio nel ricominciare a piangere! Come diceva più poeticamente il grande Hermann Hesse: “Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell’anima”. D’altra parte, come tutti sanno, ogni tanto capita di ridere così forte da ridursi in lacrime. Perché mai non potrebbe avvenire anche il processo inverso, in questa “valle di lacrime”?


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SAI PERCHÉ LE MELE FANNO MATURARE GLI ALTRI FRUTTI? La mela è un frutto climaterico, ossia che anche una volta raccolto produce etilene, un idrocarburo che funge da ormone vegetale e che induce nel frutto le reazioni chimiche della maturazione (produzione di zuccheri e aromi, intenerimento della polpa). Un frutto climaterico (albicocche, pesche, kiwi, avocado, banane e pomodori lo sono) accanto ad un altro frutto climaterico comincia a sua volta a produrre etilene maturando così velocemente. Gli agrumi e l’uva invece, che non sono climaterici, accanto alle mele ad esempio, non accelerano il processo di maturazione.

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1° Pica! di Davide Van De Sfroos 2° It’s time for a love revolution di Lenny Kravitz 3° Spirit di Leona Lewis Classifica dei CD più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con City Disc, Lugano.

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CORRERE COME UNA LIPPA?

SAI DA COSA DERIVA

CORNUTO?

Innanzi tutto va detto che se oggi, da noi, questo termine indica infedeltà coniugale, nell’antichità le corna simboleggiavano invece virilità e audacia ed erano bene auguranti. Non è chiaro il motivo per cui il significato sia così stravolto. Vi proponiamo le due interpretazioni più accreditate. La prima risale al periodo bizantino e all’imperatore Andronico Comneno. Proprio perché simbolo di virilità, si dice che egli lasciasse delle corna di cervo sulle porte delle donne da lui “visitate”. Ecco spiegato perché i mariti che avevano le corna sull’uscio di casa erano traditi. La seconda interpretazione invece considera il becco, il cornuto maschio della capra, che accetta senza battersi la… leggerezza della sua compagna.

L’Imperatore bizantino Andronico Comneno.

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1° L’uomo senza casa di Andrea Fazioli 2° La somma dei giorni di Isabel Allende 3° Giorni d’amore e inganno di Alicia Gimenez-Bartlett Classifica dei libri più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con la Libreria Segnalibro, Lugano.

SAI CHI HA INVENTATO

Questa espressione, usata per indicare grande velocità, è largamente usata soprattutto nell’Italia del nord, da dove trae origine. Deriva dal nome di un antichissimo gioco popolare del quale si sono trovati reperti risalenti agli antichi egizi. Il gioco prende il nome da un suo pezzo, la lippa appunto, un bastoncino dalle estremità appuntite. Si gioca a squadre: un battitore lancia la lippa in aria e la colpisce con un lungo bastone, cercando di farla volare più lontano possibile. I giocatori avversari la devono fermare prendendola al volo. I punti ottenuti dipendono dalla distanza che riesce a raggiungere la lippa senza essere fermata. Una sorta di baseball quindi.

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3 SAI COSA LEGGIAMO?

SAI PERCHÉ SI DICE

SAI COSA ASCOLTIAMO?

MA TU LO SAI?

LE LAMETTE PER RADERSI? King Camp Gillette, commesso viaggiatore, stufo di tagliarsi con la lama del rasoio, il cui uso richiedeva una certa perizia, nel 1903 inventò un sostegno nel quale infilare una sottilissima lametta con la quale era praticamente impossibile tagliarsi. Inizialmente non ebbe molto successo e riuscì a convincere solo 51 suoi colleghi ai quali vendette solo 168 lamette. Ma la voce si diffuse e un anno dopo Gillette aveva venduto 90’000 rasoi e due milioni di lamette, diventando multimiliardario. Per il rasoio usa e getta si King Camp Gillette dovette però aspet- (Wisconsin 1855tare fino al 1971. 1932).


Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei assunto delle responsabilitĂ .

La vita, a volte, non segue i nostri piani. Pensate alla previdenza con la numero uno. Chi pensa in tempo alla previdenza e investe con Swiss Life, è pronto ad affrontare gli imprevisti del futuro. Le soluzioni d’investimento e previdenza elaborate dai nostri esperti tengono conto della vostra etĂ , delle vostre esigenze e del vostro profilo di rischio. Rivolgetevi alla numero uno sul mercato. Tel. 0848 841 000. www.swisslife.ch


SCELTI PER VOI

Da avere Il curry tailandese

l’iPhone Le principali testate americane che si occupano di gadget tecnologici e l’inglese Telegraph hanno stabilito che l’oggetto più desiderato è sicuramente l’iPhone della Apple mentre al secondo posto c’è l’iPod Nano, sempre della Apple. E infatti il CEO di Apple Steve Jobs ha dichiarato di aver venduto in 200 giorni dalla presentazione, circa quattro milioni di iPhone, compresi quelli in Gran Bretagna, Francia e Germania, unici paesi dove è ottenibile (al momento della chiusura redazionale, ndr), anche se le vendite in UK sono inferiori a quanto previsto dagli analisti di mercato e dalla Apple stessa. Staremo a vedere cosa succederà da noi…

Thai Kitchen, Roter Curry Kit, Migros

Le ricette delle nonne

La signora Hilda di Lancashire prepara il parkin, una tipica torta inglese allo zenzero.

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L’ultimo inquisitore Film drammatico storico di Milos Forman con Javier Bardem, Stellan Skarsgård e Natalie Portman Benché la pellicola sia ambientata nella Spagna del 1792, parli di inquisizione e di Francisco Goya, non la si può ridurre né a biografia del grande artista, né a pellicola storica. Goya è stato un artista controverso eppure sensibile alle ingiustizie e alla soffenza come pochi. Pittore a corte pronto a soddisfare tutti i capricci, quando dipingeva sapeva mettere sulla tela la cruda verità. Ecco, questo film racconta la società spagnola di quel tempo e questo aspetto di Goya, e lo fa mettendo in scena le luci, i colori e lo stesso impatto scenico di Amadeus, diretto da Forman nel 1984.

Medicus Noah Gordon, Editore Bur, 650 pagine Siccome ora imperano i thriller scientifico-investigativi, infarciti di serial killer che più cruenti sono meglio è… questa volta siamo andati a ripescare un libro vecchio, pubblicato la prima volta quasi venti anni fa, e ci siamo concentrati sulla lettura di un testo davvero interessante, in grado di insegnarci qualcosa, e non di inorridirci. Medicus è la storia di un ragazzo londinese che nel 1021 decide di attraversare tutto il vecchio continente per imparare l’arte della medicina in Persia, dal grande medico Avicenna. È un libro bello, in grado di appassionare davvero. E se vi piacerà, e vi piacerà, leggete anche “Lo sciamano” e “L’eredità dello sciamano”, che sono gli altri due romanzi che compongono la trilogia, anche se a noi però è piaciuto di più “Il medico di Saragozza”, sempre di Gordon naturalmente.

Abbiamo letto

www.humanbeans.net/whatscookinggrandma Si sa, i piatti delle nonne sono i migliori, e molti di noi conservano gelosamente le ricette della propria. Ma se vi è già capitato di chiedervi cosa cucinano le nonne degli altri… andate a visitare questo sito. Troverete i filmati di nonne di tutto il mondo che cucinano le loro ricette tradizionali. Raccontano aneddoti e spiegano la preparazione passo passo, mentre la stanno preparando. Il problema è che parlano inglese e quindi è un po’ difficile seguire, ma già vederle all’opera è un piacere…

Abbiamo visto

Da vedere

Se vi piace la cucina tailandese, ma siete convinti che si possa mangiare solo al ristorante… beh allora cambierete idea. Abbiamo provato - con un po’ di scetticismo lo ammettiamo - a preparare un curry tailandese usando un kit già pronto. Nella confezione ci sono tutti gli ingredienti necessari. Dovrete solo aggiungere la carne o il pesce (noi abbiamo sminuzzato due petti di pollo) e la verdura (noi abbiamo affettato mezza melanzana), seguire le indicazioni riportate sulla confezione e il gioco è fatto. Semplice, rapido e buono come al ristorante. Anzi di più… volete mettere la soddisfazione?

Abbiamo assaggiato

L’iPhone della Apple


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SCRIV IN DIALÈTT

A

nca in dal Lüganés, adess, sa fà la méssa in latin, una volta al més, nala geséta da Massagn. I fiöö da la guèra (quii nassüd inturnu al 1939, un po’ prima e un po’ dopo) i sa regórdan benissim dal “Ite missa est” e dal “Sicuterat”, che pöö l’è anca un ul titol dal libar dal Gian Luigi Beccaria (1999, Garzanti Libri): fortünat quii che an stüdiat ul latin, ma anca quii che i nava a méssa in di ann Cinquanta: una quai

sintonia” con la celebrazion. Bòt lì. Ma i genovés i an insistüt, disendo che i vöran mia fà folclore a bon mercaa, fà spétacol, ma dàg a chi che créd “un momento molto sentito”. E se vii dénta in dal sito www.lamanosullaroccia.it ta lì ul don Antonio Maione, napoletan, che al predica anca in dal cyber-spazi dala “Second life” in dialètt. Al sa taca al don Milani e al dis che “predicà in gésa l’è domà na perdita da temp. L’è püssée interessant

(1997, in onor dal don Giuseppe Gallizia)”. Ta rèstat lì stracüntat quand che ta léngiat che “sacranon” al vöraress dì, in italian, “sacro nome”, ma anca nüm, come un po’ in gir par l’Italia, quand che dísom che vün l’è un “sacranon” intendom “individuo da poco, testardo”. A Milan ul “San Peder” l’è mia quel che pénsum, ma vün che “pesca” in dala casséta (büssula) di élemosin. E ul Lurati al ma dis che “l’è cumé la méssa

“LA MÉSSA L’È FINIDA:

‘NII VIA IN PÂS” Ul cardinal da Genova Angelo Bagnasco l’ha dii “basta” ala méssa in genovés: i saréssan stài cinc o sés volt a l’ann. scrivüt dal Pier Baron

parola sa la regórdan ammò. E in gésa i donn i cantava a spirit da testa: “Ave Mari stella, dei mater alma…”. Ma da méssa in dialètt, almen da nüm, a sa parlava gnanca. Se vörum crédig al “Corriere della Sera”, ta chi, ul cardinal piemontés Tarcisio Bertone l’avress autorizzat una associazion genovesa a dì (celebrà) la méssa in quii che sa ciàman “parti mobili” (létür, vangeli, salmi, preghiér e omelia) nal dialètt dal pòst. Inscì, tant par dinn na quai vüna, “Signù” (Signore), al vör dì “Gesù” e alura, par ciamà Dio, l’è necessari voltass indré e dì, in dialètt genovés, “Domine Dè”. Dal Vaticano è rivàt di órdin precis: al massim, in dala méssa, l’è possibil cantà un quai inno in dialètt, sémpar che al sia “in

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stà in mezz a la gént e pregà in dialètt: l’è méi che doprà ul latin”. Oh, la Pepa! Che al sia ben ciar: nüm gh’em nissüna competenza par div quel che al pò véss giüst o sbagliat. A gh’em mia gnanca la verve dal Totò, quand che in dala “Monaca di Monza” (1963) al diséva “Sursum corda!” e al tradüseva “Su con le corde” e in dal “San Giovanni decollato” (1940) al pregava “al priore” (al pòst di “a priori”) disendo “linoleum, colosseum, mortis tua e tu patris e tu nonnis”. In dal libar “Sicuterat” a gh’è denta una deséna da citazion di lavor dal nostar Ottavio Lurati: da “Appunti sulla settimana Santa e la Pasqua in Ticino” (196869) a “Lingua e religione. Due schegge: andare in visibilio e venia-vergna”

du venerdì sant”, par dì di ropp “senza costrutto, senza né capo né coda”. Latin e dialètt i sa mesc-cian: la gésa (al ma dis ammò ul “Sicuterat”) l’ha dopràt tanto i “messaggi” parlat e figürat. Anca in di gés da campagna quanti quadri e disegn sü pai mür! Ma ul popolino, che al capiva mia tant ul latin, l’ha “inversaat”, girat sota, almen indua al trövava la manéra da podée fall. In dal 1965 ul latin in gésa al mör üfficialment cunt ul Concilio Vaticano II. Adess al torna a gala, ma in dosi omeopatic. Ogni tant sa poderess provà anca cunt una predica in dialètt? La bütum là inscì, anca se semm mia autorizzat. Chissà se quaidün da gésa la cata sü? La “predica” l’è finida: nii pür via in pâs!”. Amen.


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L’INTERVISTA

TUTTI I VOLTI

DEL PRESIDENTE A partire dal 1. aprile 2008 e per 12 mesi Marco Borradori assumerà - per la terza volta in nove anni - la carica di Presidente del Governo del Cantone Ticino. In cosa consiste questa funzione? E quella di Consigliere di Stato? Quale uomo si nasconde sotto una veste ufficiale e quanto una veste ufficiale può modificare un uomo? Abbiamo incontrato Marco Borradori nel suo ufficio governativo di Bellinzona, per scoprire l’Onorevole e l’uomo… testo Marco Ortelli - foto Rémy Steinegger

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L’INTERVISTA

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«Mi sento più una persona pragmatica e d’azione che non di riflessione» 1 1.-2.-3. La giornata di un Onorevole si divide tra conferenze stampa, sedute in Governo e interventi di rappresentanza. 4. 1992: Delegazione della Lega dei Ticinesi a Berna composta da: Flavio Maspoli, Marco Borradori e Giorgio Morniroli.

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L’UOMO E L’ISTITUZIONE SCUSI PRESIDENTE, COSA FARÀ A PARTIRE DAL 1. APRILE? “Tutto quello che ho sempre fatto con, in più, la responsabilità di dirigere l’attività del Consiglio di Stato e rappresentare il Governo verso l’esterno. Ogni Consigliere di Stato, indipendentemente dalla sua appartenenza partitica, è al servizio del Cantone e di tutta la popolazione. A maggior ragione il Presidente incarna questa unitarietà, rappresentando il Governo di fronte all’opinione pubblica, alle istituzioni, alla Confederazione e all’estero. Penso ad esempio alle visite agli altri Governi cantonali o all’accoglienza degli ambasciatori in Ticino. In realtà, in caso di necessità il Presidente può anche adottare provvedimenti d’urgenza, purché informi tempestivamente il Governo, ma non ricordo che questa eventualità si sia verificata”. RIMANE UN CONSIGLIERE DI STATO. COME SI CONFIGURA UNA SUA GIORNATA TIPO? “Due mattinate sono destinate alle sedute di Consiglio di Stato e una è dedicata all’incontro con i miei collaboratori più stretti, per tracciare l’attività della settimana e stilare un bilancio su quanto successo nei giorni precedenti. Per il resto, la giornata tipo non esiste, ogni incontro mette sul tavolo temi nuovi, preoccupazioni e vite diverse. Ci sono incontri tecnici con i servizi dipartimentali, altri con cittadini o con rappresentanti di associazioni e organizzazioni su temi di specifica competenza del mio Dipartimento, sopralluoghi, relazioni a convegni o cerimonie. Poi c’è il tempo dedicato alla riflessione politica, uno spazio che solitamente mi ritaglio nei momenti della giornata più tranquilli o durante il fine settimana. Giornate piene, ma con una varietà di stimoli sempre nuovi, a volte faticose, certo mai monotone. Quanto agli orari, non sono particolarmente mattiniero, di regola arrivo in ufficio verso le otto e mezza e poi, a parte una breve pausa sul mezzogiorno, proseguo fin verso le venti e trenta e anche oltre. Naturalmente vi sono anche sere in cui sono libero”. LEI È IN GOVERNO PERCHÉ È STATO ELETTO DAL POPOLO, CHE RAPPRESENTA. SE CI SPECCHIAMO IN LEI QUALE GOVERNO VEDIAMO? “La visione globale del Governo è data dall’azione di cinque persone, che cercano di muoversi in modo coerente e compatto per garantire efficacia all’azione politica. Ormai da anni, purtroppo, il Governo deve affrontare gli ostacoli determinati da una situazione finanziaria precaria. Dico ‘purtroppo’ perché sarebbe certo infinitamente più facile poter fare politica con le casse piene. I progetti, infatti, non mancano, anche se ci viene rimproverato di concentrarci troppo sulla contabilità e sui tagli al bilancio e di non avere sufficienti idee propulsive per il futuro. Accettiamo le critiche, ma credo che quanto realizzato fino a oggi e le nuove linee direttive per la legislatura in corso dimostrano, invece, che vi è progettualità. Oggi risanare le finanze è una delle nostre priorità, ma ciò non ci impedisce di mettere a frutto spazi di manovra interessanti”.

POSSIAMO QUINDI DORMIRE SONNI TRANQUILLI SAPENDOVI A GOVERNARCI… “Sono a Bellinzona da 13 anni e ho lavorato spalla a spalla con diversi colleghi: in tutti ho visto onestà, correttezza e il desiderio di operare per il bene del Cantone, di promuovere la consapevolezza che il Ticino ha degli atout e delle potenzialità importanti. La nostra collocazione geografica ci dà la possibilità di fungere da ponte tra due realtà culturalmente, economicamente e finanziariamente importanti come quella tedesca e quella latina. Ci battiamo per il nostro Cantone e agiamo in buona fede, impegnandoci sempre al massimo. Per questo mi indigno quando taluni con leggerezza dicono che lavoriamo “per le nostre tasche”, perché è una menzogna: la nostra cultura politica è sana, forse non perfetta ma seria nelle sue scelte e trasparente quando sbaglia. I Consiglieri di Stato operano, ognuno con la propria sensibilità, affinché il cittadino possa avere un presente e un futuro migliori”. COME VEDE IL TERRITORIO IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO? “Il nostro Cantone è splendido, e lo dico con cognizione di causa. La possibilità di conoscere il territorio palmo a palmo è stata per me un privilegio e un arricchimento interiore veramente molto importante. Il nostro territorio è composto di boschi e foreste per circa il 51%, ha vallate ampie e altre più selvagge, con nuclei abitati da cartolina, laghi e fiumi. Spesso si sente dire che il Ticino è rovinato dall’edificazione, ma il giudizio è parziale e va sfumato. È vero però che ci sono zone in cui negli ultimi decenni sono stati commessi degli sbagli, soprattutto nei fondovalle, che corrispondono al 15% circa della superficie cantonale. Qui si concentrano in pratica tutte le attività con incidenza territoriale: abitazioni, vie di comunicazione, industrie, centri commerciali, campi coltivati e serre, infrastrutture per il tempo libero. Ovvio che il territorio sia conteso e che la ricerca di equilibrio sia un’operazione delicatissima. Occorre intervenire su più livelli, seguire con attenzione lo sviluppo degli insediamenti, lavorare sul fronte della mobilità, promuovere gli spazi verdi. Abbiamo definito tutte le linee di sviluppo e d’intervento nel nuovo Piano direttore cantonale”.

SCHEDA BIOGRAFICA Nome: Marco Cognome: Borradori Data di nascita: 6 giugno 1959 Segno zodiacale: Gemelli ascendente Bilancia Ora di nascita: alle 15.00 Stato civile: celibe Professione: Consigliere di Stato (di formazione avvocato e notaio) Domicilio: Lugano Motto: “ogni problema è un’opportunità, da ogni difficoltà può nascere qualcosa di forte, che riprende la nota frase del filosofo Nietzsche, ‘ciò che non ci uccide ci rafforza’”

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L’INTERVISTA

COSA FA IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO? “Lo spettro dell’attività del Dipartimento è molto ampio, dalla protezione dell’ambiente e del paesaggio, alla mobilità, alla pianificazione del territorio, alla realizzazione di grandi opere… Abbiamo compiti precisi che ci sono affidati dalle leggi federali e cantonali, e progetti politici nei vari settori che ho citato, originati dalle esigenze del territorio e della popolazione. Ogni nuova opera deve rispondere ai criteri dello sviluppo sostenibile, in equilibrio tra esigenze economiche, ambientali e sociali. Quando riteniamo di aver raggiunto questo equilibrio, presentiamo il progetto in Consiglio di Stato, e qui comincia il percorso che lo porterà a essere accettato o respinto. Un progetto è dunque la somma di molteplici valutazioni e l’esito dell’elaborazione di molte informazioni. Compito del politico è tra l’altro di spiegare le ragioni di ogni decisione”.

UN UOMO DI MOVIMENTO VENIAMO ALLE SUE… ORIGINI POLITICHE. LA LEGA, AD ESEMPIO, QUALI SENSAZIONI LE EVOCA? “Quando è nata la Lega, all’inizio del 1991, l’obiettivo era quello di portare qualcosa di nuovo sulla scena politica del Cantone. L’effetto è stato deflagrante. Al botto iniziale sono seguiti un periodo di consolidamento, una flessione, e poi la ripresa. La Lega si è assestata su un risultato medio attorno al 15% e credo faccia ormai parte definitivamente del panorama politico cantonale. L’origine del fenomeno è sicuramente da ascrivere alle personalità dirompenti di Giuliano Bignasca e di Flavio Maspoli, ma il Movimento è anche venuto a riempire un vuoto di fiducia del cittadino nei confronti dei partiti storici. L’ha fatto in modo goliardico, a volte sopra le righe, ma con sincerità e spontaneità. Poi, ha dato fiducia a persone come me, interessate ma senza agganci politici, e questo non lo dimentico. Quanto al resto, il cittadino ticinese è maturo a sufficienza per cogliere gli aspetti positivi ed essere critico verso gli aspetti negativi della Lega, come di ogni altro partito”. CHI È LA LEGA? QUALE PROGETTO LA MUOVE? E LEI COME SI COLLOCA ALL’INTERNO DI QUESTO MOVIMENTO? “La Lega rimane fondamentalmente un movimento d’opposizione e di rottura, anche oggi che ha un Consigliere di Stato. Non è una contraddizione: altri partiti - a livello federale il PS e l’UDC - hanno sia una forte connotazione di opposizione, sia dei ministri in governo. Diciamo che sappiamo coniugare con una certa abilità la nostra anima oppositiva e la presenza nell’esecutivo. Personalmente mi auguro di avere contribuito a un dibattito costruttivo in Governo e in Parlamento, poiché la mia sensibilità è sicuramente più vicina al dialogo che non allo scontro, anche se quando occorre non mi tiro certo indietro: le tante battaglie che ho affrontato stanno a dimostrarlo. La forza

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della Lega è di non avere pregiudizi ideologici, ma di lavorare in modo concreto e pragmatico, facendo nostre le vere preoccupazioni del cittadino, dalla politica sociale, all’importanza della sicurezza. È vero, non abbiamo un’identità politica e culturale di riferimento come i partiti storici, ma questo per me è piuttosto un vantaggio, una spinta a rimettersi in discussione continuamente e a non escludere a priori chi non rientra negli schemi”. QUANDO SI SCATENA, ALLORA, LA SUA ANIMA… OPPOSITIVA? “Ho fatto parte di un esecutivo a partire dal ’92, quando entrai nel Municipio di Lugano, e dal ’95 siedo in Consiglio di Stato. Per me è stato sempre chiaro che governare significa rispettare le regole della concordanza, quindi confrontarsi anche duramente, ma poi trovare soluzioni condivise, consapevoli della responsabilità di fronte all’opinione pubblica. Un governo unito costituisce un elemento guida e di riferimento per il Paese. Diciamo allora che la mia anima oppositiva si manifesta piuttosto sui temi federali, nella forma di un marcato scetticismo, per non dire ostilità, verso l’adesione, che io chiamerei piuttosto omologazione, della Svizzera all’Unione Europea. La Svizzera costituisce un modello di integrazione culturale e confessionale, con un quadro istituzionale positivo, certo perfettibile ma comunque esemplare. So bene che il mondo non finisce a Chiasso o Basilea, ma credo che per poter guardare lontano dobbiamo mantenere le nostre peculiarità e rinsaldare le nostre radici”. IL SUO MOVIMENTO SI DICE ATTENTO A CHI FATICA AD ARRIVARE A FINE MESE. COME SI PONE DI FRONTE ALLE DISUGUAGLIANZE NEL NOSTRO CANTONE? “Ho uno stretto contatto con la realtà cantonale, ne apprezzo il positivo, ma vedo con chiarezza anche le difficoltà. La disoccupazione è sicuramente una delle condizioni più difficili da vivere, che rischia di portare a una spirale di disperazione. Senza lavoro perdi coraggio e identità, non puoi provvedere alla tua famiglia, ti chiedi a che cosa serve essere onesto e vivere con dignità... Queste sono situazioni che mi fanno davvero male, perché nonostante sia un Consigliere di Stato mi sento spesso impotente e inadeguato di fronte al bisogno del singolo. Credo che quello al lavoro sia un diritto ed è compito del Governo sostenere chi ha veramente bisogno e operare per ridurre le disparità sociali lavorando su più fronti, dalla formazione, alla promozione economica, al reinserimento sociale”. COME SI SPIEGA IL SUO SUCCESSO POLITICO? “Non credo stia a me farlo. Posso dire di avere sempre lavorato sodo e in modo serio, senza troppi fronzoli e senza concedere troppo alla demagogia o alle sparate di vario genere. Mi sono sempre posto di fronte all’opinione pubblica in modo corretto e trasparente. Non mi sono mai tirato indietro di fronte alle responsabilità personali e ai problemi politici di un dipartimento che per sua natura deve gestire temi sensibili. Poi, ho la fortuna, per adesso almeno, di avere molta energia, che mi consente di svolgere con passione ed entusiasmo il mio compito. Per me è

quindi sempre stato facile e piacevole lavorare e andare tra la gente”. QUANTO È CAMBIATO… MARCO BORRADORI DOPO IL SUO INGRESSO NELLA SCENA POLITICA? “È cambiato molto. Certo, il carattere di fondo rimane, però questo lavoro ti obbliga a tirare fuori il meglio dal tuo cuore e dalla tua testa. Non puoi viaggiare in seconda, devi spingere il motore sempre al massimo dei giri, il che fa emergere gli aspetti positivi, ma anche quelli negativi del carattere. Di base non sono particolarmente paziente, però se non sviluppi questa qualità in Governo resisti poco, perché ti devi adattare ai tempi lunghi che intercorrono tra l’elaborazione di un progetto e la sua realizzazione. Così sono diventato più tenace, si è alzata la mia soglia di sopportazione (in particolare alle critiche), ho imparato a relativizzare e sdrammatizzare. Ho sempre cercato di far politica senza pormi troppi limiti, andando fino al fondo delle cose, ma oggi il Marco di prima, più moderato e tranquillo, ha lasciato senz’altro il posto a un Marco molto più volitivo e determinato”.

UN UOMO DOVE E COME AMA TRASCORRERE LE PROPRIE GIORNATE? “Amo Lugano, la città dove sono nato e cresciuto. Lì mi rigenero grazie al contatto con gli amici e ad alcuni luoghi della città, per me speciali. Poi ho la fortuna, o la sfortuna, di essere talvolta un po’ sedentario, sicché questo mio aspetto mi porta a stare molto bene in Ticino. Quando ho voglia di cambiare orizzonte, faccio escursioni extra-territoriali e allora mi piace visitare le grandi metropoli, Londra, Roma, Parigi o Amsterdam. Con una caratteristica però, che non posso starci per più di tre o quattro giorni: la mia anima irrequieta, infatti, mi porta a non sostare, a non fermarmi troppo in una determinata situazione. Non è tanto la tranquillità che mi ricarica, bensì degli stimoli diversi da quelli che provo e vivo sul lavoro”. COME CARATTERIZZEREBBE SE STESSO? “In me convivono aspetti diversi, da un lato sono riservato, dall’altro estroverso. Sono intuitivo e istintivo ma anche analitico; pragmatico ma flessibile. Amo la compagnia, ma ho bisogno a volte di stare solo per riflettere, leggere, fare sport. Non sono spigoloso, cerco di trovare un accordo con le persone, ma sono fermo quando ho preso una decisione”. CHE BAMBINO È STATO? “Ho il bel ricordo di un’infanzia spensierata e discola, almeno fino ai 10-11 anni. A Lugano, e oggi pare incredibile, si poteva giocare tranquillamente a pallone o a biglie nelle strade. Non che poi la mia adolescenza sia stata meno bella, però in seguito è iniziato il momento degli impegni, di una maggiore consapevolezza e serietà. Sì, ero un bambino piuttosto vivace, mi ricordo di vetri rotti con la fionda e di fughe con gli amici per evitare i meritati scapaccioni…”.

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L’INTERVISTA

CHE BAMBINO È RIMASTO? “Il fatto di conservare un cuore un po’ fanciullesco, che non si prende troppo sul serio, per me è fondamentale. Molte volte penso che se non ho mai preso un impegno di vita definitivo, come può essere il matrimonio, è proprio perché non riesco a staccarmi da quella parte di me più ludica e spensierata. Sul lavoro sono estremamente serio e rigoroso, però al di fuori di questo si ritaglia un importante spazio l’altro aspetto”. COSA LA INDIGNA? “La disonestà morale e intellettuale, che va a braccetto con la scorrettezza, la cattiveria e l’invidia, con l’incapacità di assumersi le proprie responsabilità. Questo mi dà istintivamente molto fastidio. Mi piace lavorare con persone che ti guardano negli occhi senza pregiudizi, sincere e trasparenti. Non mi piace l’estremismo di chi non riesce a uscire dai propri schemi mentali e a confrontarsi con un punto di vista diverso. Amo, in-

vece, chi ha dentro di sé la libertà di rispettare l’opinione altrui e il coraggio di seguire la propria”. COSA LA COMMUOVE? “Provo profonda ammirazione per quelle persone che vivono un momento di difficoltà - come una malattia, un rovescio finanziario, una sconfitta sul lavoro o nella vita - e che malgrado ciò hanno la forza di andare avanti e ripartire, di buttarsi alle spalle un passato magari di agi e di fortuna per ricominciare da zero. Questo mi colpisce e mi tocca molto. Poi mi può commuovere il gesto spontaneo e gentile di una persona, uno sguardo…”. L’AMICO È… “Qualcosa di raro. Nel mio lavoro devi sviluppare delle antenne sensibilissime perché sono molti quelli che si dichiarano amici. La realtà è diversa. L’amico ti dice in faccia quello che pensa, quello che non gli va di te, di lui ti puoi fidare sempre, in un con-

«Ho sempre un’irrequietezza di fondo che non mi fa stare fermo»

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fronto corretto, leale e onesto. L’amico va fino in fondo e non ti giudica, qualunque cosa tu faccia ti resta accanto. Non confondo la conoscenza e la frequentazione con l’amicizia, che è scambio, luogo di incontro di sentimenti veri, duraturi nel tempo”. SULL’AMORE “Questa parola non mi evoca solo il rapporto di coppia. Certo, ammiro coloro che trovano l’anima gemella e ci vivono insieme tutta la vita, però, se mi guardo attorno, ne vedo poche di persone così. Quindi, credo che ci siano altre forme di amore, in grado di completare e appagare la vita: un lavoro appassionante, l’arte e la letteratura, la musica, il contatto con i nostri simili e con la natura, il dialogo profondo con sé stessi e con gli altri. Sono tutte cose che ti fanno crescere e ti riempiono il cuore ”. QUALI FRUTTI DEL TERRITORIO MANGIA? “Cibi semplici. Amo il nostro Merlot, soprattutto quello corpo-

so, pieno, barricato: faccio eccezione solo per i rossi piemontesi. Quanto al cibo, pasta, risotto, filetto di manzo, un po’ di frutta e verdura di stagione: possibilmente mangio pietanze non troppo elaborate. A dipendenza del momento e dell’umore varia anche la mia scelta del piatto”. È CONTENTO DI AVERE FATTO LA PROPRIA CONOSCENZA? “Non ci si conosce mai abbastanza. Certamente il fatto di vivere un’esperienza così intensa, sempre a stretto contatto con la gente, i suoi problemi e i suoi slanci, ha costituito una sorta di ponte, quasi un grimaldello per penetrare maggiormente in me stesso, per capirmi meglio, per essere più indulgente nei confronti dei miei difetti e dei miei errori. Ho imparato ad accettare e valorizzare la mia irrequietezza di fondo, quell’inquietudine a volte scomoda, ma che mi rende anche curioso e aperto all’altro. La strada è ancora lunga, ma oggi vivo la vita con maggiore consapevolezza”.

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A TAVOLA IN TICINO 1. Una delle insegne porta alla veranda dotata di vetri scorrevoli apribili, molto apprezzata per banchetti e matrimoni. 2. La cantina custodisce una vasta scelta di vini, dai piÚ accessibili ad alcune chicche per occasioni speciali. 3. I padroni di casa Tatiana e Mauro Pedrelli al centro di una delle due sale interne. 4. La facciata esterna del ristorante, situato sul Piano di Magadino. 5. Un vecchio torchio, in bellavista all’entrata della Bolla.

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VENT ANNI ’ DI PASSIONE IN CUCINA La gastronomia contemporanea tende a puntare sempre più su delle proposte elaborate e ricercate, dimenticando a volte quegli ingredienti, ora ritenuti poveri, che un tempo erano invece considerati una parte integrante dell’alimentazione contadina. Al ristorante La Bolla di Camorino, sul Piano di Magadino, Mauro Pedrelli dà nuovo lustro a frattaglie e affini, dimostrando che anche i cibi dimenticati, come ad esempio le sue gustose e croccanti cervella impanate, possono allettare il palato dei buongustai. testo Alda Viviani - foto Rémy Steinegger

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CURIOSITÀ IN

A CIN CU

Una n viaggio d’andata e ritorno, dal di Pully, ha avuto il privilegio d’inproposta per rallegrare la Piano di Magadino alla Svizzera contrare sul suo cammino una cucina viene dalla linea The Chin tedesca e romanda affinando figura d’eccezione: Giovanni Family, nata dalla collaborazione tra Alessi e esperienza e creatività culinaria. Piccioni, per lungo tempo il National Palace Museum Tappa fondamentale di questo una delle figure di spicco di Taiwan. I divertenti persopercorso: l’Albergo della Posta, della gastronomia d’alto naggi-oggetto che la compona Biasca. Il giovane apprendilivello in Ticino. “Da lui gono, come il contaminuti, il sta, che quasi trent’anni fa, si ho imparato molto, sia dal servizio per sale e pepe, il maciavvicinava ai segreti del punto di vista professionaspezie o il portauovo con spargimestiere nelle cucine del prenale sia da quello esistensale e cucchiaino, portano nella vita di tutti i giorni i colori, le forme e i stigioso locale del borgo rivieziale. Era un uomo carisimboli della tradizione cinese. rasco, ne ha fatta di strada. smatico, un artista, un Disegnati da Stefano GiovanMauro Pedrelli, da due decenni poeta, un perfezionista. Un noni e Rumiko Takeda, tutti gli padrone di casa del ristorante La vero maestro. Severo, esielementi, coloratissimi, diverBolla di Magadino - rilevata dopo gente e rigoroso. Capace però tenti e funzionali, sono realizzati in resina teraver arricchito il suo bagaglio con di trasmettere la sua passione moplastica dipinta a mano. In vendita nei varie esperienze lavorative oltralpe, al per la buona tavola con grande negozi specializzati. Parkhotel Waldhaus di Flims, allo umiltà. Ricordarlo mi emoziona Schweizerhof di Zermatt e presso la Clergère molto”. In segno di gratitudine nei con> pagina 22

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A TAVOLA IN TICINO

fronti di chi l’ha guidato sulla via dei piaceri culinari, Mauro ne fatto vibrare anche le papille gustative dei critici delle guide conserva una foto esposta sulla credenza del ristorante. Ma non Veronelli e Michelin. solo. Le due sale interne, arredate in modo rustico e in cui domina il Anche la carta proposta dalla Bolla rende omaggio agli inse- legno scuro, possono accogliere 50 persone. La veranda, più gnamenti del maestro, promotore di una cucina povera, ripropo- luminosa, dotata di vetri scorrevoli apribili, dispone di 100 sta in chiave creativa, con dignità. Come le cervella impanate, posti ed è molto richiesta per banchetti e matrimoni. Le numedal cuore morbido e dal manto croccante, rose padelle in rame di varie forme e misuuna pietanza ormai difficile da trovare sulle re, che colpiscono lo sguardo rivolto alla INFO tavole ticinesi. Così come il carpaccio di cucina a vista, non sono utilizzate per cuciluccio marinato, proveniente dal Lago nare ma per garantire l’apprezzato servizio 6528 Camorino-Comelina Maggiore, tagliato in modo sottile e aromaai tavoli - assicurato dalla graziosa presentel. 091 857 65 95 tizzato con rucola e aceto balsamico. Altre za della moglie Tatiana, che da anni affianwww.labolla.ch specialità della casa sono gli gnocchi e le ca Mauro nella vita e nel lavoro. MENU DEL MEZZOGIORNO paste fatte in casa, ripiene secondo stagioQuest’anno la Bolla festeggia i vent’anni di 3 portate, fr. 30.ne, la tartare di manzo o il branzino in crovita. Il giovane apprendista è riuscito a reasta di sale. Il punto forte è rappresentato lizzare il sogno di aprire un locale tutto suo, dalla sella di capriolo alla Baden Baden, contando, soprattutto all’inizio, anche sul che attira anche clienti provenienti da oltre confine. Non avven- prezioso appoggio della madre Carla. Un bel pezzo di strada. tori di passaggio ma quelli che fanno fiducia al passapoarola di Una sfida vinta grazie all’impegno, l’esperienza e la creatività chi c’è già stato. La particolare ubicazione della Bolla, discosta dimostrata nel tempo. Parlando con Mauro Pedrelli del suo futudalle usuali vie di transito e non facilmente raggiungibile da chi ro e di quello della sua famiglia, abbiamo l’impressione che non ha dimestichezza con il Piano di Magadino, ne fa uno di intenda continuare sul cammino che ha dato prestigio al ristoranquei locali la cui soglia si varca intenzionalmente e non per te. Il figlio Michele è già all’opera in cucina. Chissà se il padre caso. Questo dà ai suoi gestori la conferma che chi ci torna lo Mauro, nei suoi confronti, è altrettanto severo di quanto lo fu con fa per scelta. Chi riesce a districarsi tra le vie del Piano, assai lui il maestro Giovanni Piccioni. Di sicuro è riuscito a trasmettescombussolato dai continui cambiamenti provocati dai lavori re al figlio la passione per questo lavoro. Un buon auspicio perdell’Alptransit, è premiato dal godimento del palato, che ha ché anche Michele continui a tenere alto il nome della Bolla! ECCOVI TRE RICETTE PROPOSTE DAL RISTORANTE LA BOLLA

A N T I PA S T O CARPACCIO DI LUCCIO MARINATO Ingredienti: 4 persone • 600 g di filetto di luccio fresco • 1/2 cipolla • 1 pomodoro • 1 mazzetto di rucola fresca • 2 cl d’aceto balsamico • 1/2 limone • 1 dl d’olio d’oliva extra vergine • sale, pepe DECORAZIONE: • 4 pomodorini cherry • 4 foglioline di rucola • 1 limone Preparazione Con un coltello ben affilato, ta-

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gliare finemente il pesce, a carpaccio, e disporlo su 4 piatti ampi. Preparare la marinata nel modo seguente: in una scodella mettere la cipolla tritata finemente, il pomodoro privato di buccia e semi, tritato grossolanamente, e la rucola tritata in crema. Salare e pepare. Aggiungere l’aceto balsamico, il succo di limone e l’olio d’oliva. Mescolare bene il tutto con una frusta. Adagiare questo composto sul pesce tagliato a carpaccio. Lasciare marinare in frigorifero per 1 ora. Al momento di servire, decorare con pomodorini cherry e il limone tagliato a fettine sottili, ravvivare il colore con le foglie di rucola rimaste. Servire con del pan carrè tostato e burro fresco.


P R I M OP I AT T O CERVELLA DI VITELLO IMPANATE

FRAGOLE GRATINATE • 4 uova intere • 3 cucchiai di zucchero • 1 cucchiaio di farina bianca • 1 bustina di zucchero vanigliato • 5 dl di latte • 400 g di fragole fresche mature • 3 dl di panna intera • 1 cl di maraschino • 4 palline di gelato alla vaniglia

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Preparazione Preparare la crema pasticcera nel modo seguente: preparare un composto mescolando le uova, lo

zucchero, la farina e lo zucchero vanigliato. Portare ad ebollizione il latte e incorporare il composto. Lasciare raffreddare la crema pasticcera, incorporare la panna montata e profumare con il maraschino. Pulire bene le fragole, tagliarle a fettine e disporle in 4 teglie resistenti al calore. Ricoprire di crema e fare gratinare in forno, azionando la funzione grill, per un paio di minuti. Servire con una pallina di gelato alla vaniglia.

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Ingredienti: 4 persone

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• 600 g di cervella di vitello freschissime • 30 g di farina bianca • 2 uova intere • 100 g di pane grattugiato • sale, pepe • 30 g di burro • olio • rosmarino fresco

Preparazione Pulire bene le cervella. Tagliarle ricavandone dei medaglioni dello spessore di 2 cm l’uno. Salare e pepare. Passarle dapprima nella farina bianca, poi nell’uovo sbattuto e infine, senza attendere, nel pane grattugiato. Riscaldare il burro e l’olio in una padella e farvi rosolare i medaglioni. Aggiungere abbondante rosmarino e dorarli da ambo le parti per 5 minuti. Servire i medaglioni di cervella accompagnandoli con patatine fritte e verdure.

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Ingredienti: 4 persone

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3ª E ULTIMA PARTE

INTERNET

MEMORIE E DINTORNI Le schede di memoria, conosciute e popolarmente utilizzate, sono piccoli dispositivi rimuovibili per l’immagazzinaggio di da-

ti elettronici, potendoli facilmente paragonare ai più classici dischetti (floppy disk), anche se molto più capienti e ridotti nelle loro dimensioni.

testo Elio del Biaggio

MEMORIE PER PC, MEMORY STICK O “PENNE”? Accanto alle diverse tipologie di memorie - che la volta scorsa abbiamo avuto modo di descrivere dettagliatamente - sul mercato si possono trovare altri supporti di memorizzazione. Tra questi ci sono gli ormai classici e comuni “pen drive”, le penne di memoria, dette anche solo e semplicemente “penne”, come spesso e comunemente vengono chiamate. Tali memorie sono principalmente utilizzate come supporto per il trasferimento di dati da un PC ad un altro. Di conseguenza, stanno occupando il posto dei quasi obsoleti floppy disk. L’utilizzo delle “penne USB” è veramente facile e possibile su ogni computer, grazie alla comoda connessione USB. Le loro dimensioni vanno da un minimo di pochi MB fino ad alcuni GB e sono molto resistenti e affidabili. Alcuni modelli più evoluti consentono la lettura di file musicali in formati diversi ed è per tale ragione che queste memorie USB vengono anche considerate dei veri e propri lettori MP3. In questo momento, sul mercato e in commercio, esistono modelli di varie dimensioni, capacità e caratteristiche tecniche, le più capienti per ora raggiungono 8 GB, ma non sono ancora molto diffuse per via del loro costo, mentre i modelli da 1 o 2 GB sono invece diventati di uso molto comune, a prezzi assai contenuti e ridotti. IL FUTURO DELL’USB O L’USB DEL FUTURO? Presentato pochi mesi fa a San Francisco da Intel, è nato il nuovo USB 3.0 per computer. Il colosso tecnologico Intel ha reso note le principali caratteristiche del nuovo standard di trasferimento dati USB 3.0, durante l’ultima edizione dell’Intel Forum Developer, un incontro annuale durante il quale la multinazio-

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http://it.wikipedia.org/wiki/ Universal_Serial_Bus Il mondo USB e ogni suo segreto, visto dagli utenti, su Wikipedia, a portata di click.

www.usb.org Il sito web interamente dedicato alla normativa USB (Universal Serial Bus), un “must” per conoscerne standard, caratteristiche ed evoluzione.

www.intel.com È dal lontano 1968 che Intel si impegna nel trasformare il mondo tramite la tecnologia, con innovazioni, progressi e successi continui, accanto allo sviluppo di prodotti ormai entrati in ogni ambito della nostra vita quotidiana per una tecnologia delle comunicazioni sempre all’avanguardia.


QUANDO I MICRO HARD DISK SFIDANO LE MEMORY STICK Gli hard disk esterni stanno ormai diventando molto diffusi basta solo guardare le pubblicità che ci giungono a casa e quanto esposto nei reparti dei negozi informatici - e sono veramente utili qualora si vogliano eseguire delle copie di sicurezza dei dati importanti presenti sul nostro PC (Back-Up di sicurezza), per memorizzare grandi quantitativi di dati (musica, fotografie, filmati, ecc.), per disporre sempre ed ovunque dei nostri dati più importanti e maggiormente utili, indipendentemente dal nostro computer. I modelli oggi in commercio offrono prestazioni di qualità sia mediante connessioni USB sia attraverso collegamenti FireWire. Sicuramente, l’odierna offerta del mercato è in grado di soddisfare ogni esigenza, in fatto di capacità e di dimensione, dai modelli più comuni e tradizionali da 80, 120, 160, 320 GB, a quelli più capienti, da 500 GB e oltre, fino a 1 TB, portatili o meno, a prezzi sempre più abbordabili.

... possono essere provocati dalla carenza di biotina.

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nale americana anticipa i prodotti futuri. In commercio da quest’anno, il nuovo standard è naturalmente compatibile con le versioni precedenti ed è in grado di trasferire grandi quantità di dati con una velocità massima pari a 4.8 Gb/s. Quale confronto, teniamo presente che l’attuale USB 2.0 raggiunge infatti “solo” i 480 Mb/s. Grazie ad una tale ampiezza e velocità, sarà possibile scaricare i 600 MB di un film in un solo secondo! Le periferiche di ultima generazione, come videocamere, hard disk, macchine fotografiche digitali e schede di memoria, richiedono elevate prestazioni e affidabilità per spostare l’enorme mole di contenuti digitali e l’USB 3.0 mantiene queste promesse pur tenendo fede alla semplicità d’utilizzo tipica di questa tecnologia. Inoltre, e non da ultimo, il lavoro di sviluppo della Intel, oltre a migliorare le performance legate alla velocità di trasmissione, permette e garantisce un consumo ridotto di corrente elettrica con una maggiore efficienza nel trasferimento dei dati.

Caduta dei capelli… Capelli deboli… Unghie fragili…


EURO ’08 ECCOCI

CON MAURO LUSTRINELLI

ALLO STADIO In 16 anni di carriera ha disputato 364 partite realizzando 191 reti (dato calcolato al 17.2.08). Sette volte in Nazionale, lo abbiamo incontrato per introdurci negli stadi svizzeri che ospiteranno gli Europei ‘08, perché se l’ambiente influenza l’uomo, allora anche un giocatore vive in modo particolare il proprio rapporto con uno stadio… testo Marco Ortelli - foto Ti-Press/Gabriele Putzu e Toto Marti

MAURO, QUANTO UNO STADIO PUÒ INFLUIRE SULLA PRESTAZIONE DI UN GIOCATORE? “L’aspetto mentale è influenzato dallo stadio già a partire dal tuo arrivo nello spogliatoio. Più in generale direi che il fatto che in Svizzera siano stati costruiti nuovi impianti belli e funzionali non potrà che favorire un innalzamento del livello del gioco, sia perché giocatori stranieri di un certo valore potrebbero essere interessati a venire a giocare qui, sia perché i giocatori svizzeri ora trovano ambienti molto stimolanti. Al di là di questo, mi piace sottolineare l’aspetto emotivo molto forte legato all’entrata delle squadre in campo, varchi la soglia e davanti a te si apre uno stadio festante… un’emozione molto bella”.

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PRESTAZIONE E… SELEZIONE IN NAZIONALE. QUALI SONO LE TUE SENSAZIONI IN QUESTO MOMENTO? “Pierluigi Tami ha il compito di seguire alcuni giocatori, tra cui me. Raccoglie informazioni sul mio stato di forma e sulle mie prestazioni e poi consegna i suoi rapporti al selezionatore Köbi Kuhn. Bisogna poi vedere quanto queste informazioni vengano prese in considerazione. In questo momento ho la sensazione che una mia convocazione sarà molto difficile. Nel calcio, però, le cose possono cambiare velocemente, e quindi io lotterò fino all’ultimo e ci crederò fino in fondo. Se verrò selezionato sarà meraviglioso, se non ce la farò sarò consapevole di avere dato il massimo”.


ST. JAKOB-PARK, BASILEA

STADE DE SUISSE, BERNA

Capienza Euro ‘08: 42’500 spettatori Capienza normale (dopo Euro ‘08): 38’500

Capienza: 32’000 spettatori

Le Partite 07.06.08 11.06.08 15.06.08 19.06.08 21.06.08 25.06.08

18.00 20.45 20.45 20.45 20.45 20.45

Svizzera - Cechia Svizzera - Turchia Svizzera - Portogallo 1ª gruppo A - 2ª gruppo B (1/4) 1ª gruppo C - 2ª gruppo D (1/4) Semifinale tra le prime degli scontri incrociati A e B

Iniziamo con Mauro Lustrinelli il nostro percorso ideale partendo dal St. Jakob-Park… “La prima cosa da dire è che per gli Europei è diventato ancora più grande! Pieno non l’ho ancora visto, ma farà sicuramente un grande effetto. Penso che questo di Basilea sia lo stadio ideale per accogliere le partite della Svizzera, perché qui si crea un’atmosfera particolare che sa trasmettere una grande carica”.

Le Partite 09.06.08 20.45 Olanda - Italia 13.06.08 20.45 Olanda - Francia 17.06.08 20.45 Olanda – Romania Spostiamoci a Berna, allo Stade de Suisse “Con questo stadio ho un rapporto particolare. Qui ho vissuto momenti magnifici in Champion’s League col Thun, mentre con la Nazionale abbiamo affrontato la Turchia nello spareggio di andata per partecipare ai Mondiali del 2006 in Germania. Serate fantastiche, ricordi immensi e unici. Trovo che Berna e Basilea siano stadi molto simili, in entrambi senti il pubblico vicino, cosa che personalmente prediligo”.

STADE DE GENÈVE, GINEVRA

LETZIGRUND, ZURIGO

Capienza: 30’000 spettatori

Capienza Euro ’08: 30’930 spettatori Capienza normale: 25’000 (calcio), 30’000 (atletica leggera)

Le partite 7.06.08 20.45 Portogallo - Turchia 11.06.08 18.00 Cechia - Portogallo 15.06.08 20.45 Cechia - Turchia E dello Stade de Genève che ne dici? “È strutturato in modo strano e l’assenza o la presenza di pubblico ti fa cambiare completamente il modo di viverlo. L’infrastruttura, penso in questo caso agli spogliatoi, mi lascia un po’ freddo. Per quello che riguarda il terreno di gioco, invece, è spettacolare, senz’altro uno dei migliori in Svizzera”.

Le partite 9.06.08 18.00 Romania - Francia 13.06.08 18.00 Italia - Romania 17.06.08 20.45 Italia – Francia Concludiamo il breve percorso al Letzigrund di Zurigo “Uno stadio con la pista d’atletica, come il Letzigrund, cambia molto la tua percezione della partita, perché mutano notevolmente i tuoi punti di riferimento. La tribuna vicina indica immediatamente dove si trovi la linea laterale, mentre la pista d’atletica può impedire di riconoscere con immediatezza dove finisca il campo”.

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2a PARTE

VIAGGI

UNA BARA A FORMA

DI ARAGOSTA Accra, la capitale del Ghana, è una metropoli caotica e polverosa, costantemente attanagliata da uno smog che pare voler-

la asfissiare. Solo nelle vicinanze del porto, nei pressi della città vecchia ormai completamente decadente, la brezza del mare porta un poco di sollievo ai polmoni. Qui incontro Otu, barman in un localino, giovane loquace e simpatico ma purtroppo balbuziente. La conversazione si rivela decisamente ardua anche perchè non mi sono ancora abituato alla strana cadenza dell’inglese locale. A lui chiedo comunque indicazioni su come trovare un’officina di costruttori di bare locali… testo e foto Roberto Schneider

DALLA BARA AL TRONO Nelle strade di Accra può capitare di incrociare strani cortei. Gruppi di persone abbigliate elegantemente che seguono curiose riproduzioni in legno: gigantografie di comuni oggetti, di animali, ma a volte pure piccoli velivoli o automobili. La sorpresa è grande quando si viene a sapere che si tratta di cerimonie funebri e che quelle strane realizzazioni artistiche sono delle bare. Ci si è imbattuti nell’ultimo viaggio del defunto che intende, così facendo, simboleggiare ciò che è stato nella sua vita terrena o forse ciò che avrebbe voluto essere. Magari una piccola rivincita nei confronti di un destino avverso e di una vita trascorsa nella

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Scorcio di un vecchio quartiere di Accra. Le case hanno vissuto in passato tempi decisamente migliori, come testimonia l’insegna di quello che anni or sono doveva essere un albergo di prestigio.


Finalmente, dopo ore di ricerca, scorgo la balconata sulla quale sono esposti dei modelli di bare tradizionali.

povertà e senza prospettive. Artigiani dalle mani abili e geniali sono in grado di accontentare ogni desiderio. Creano raffinate bare dalle forme più incredibili quali aragoste, leoni, ma pure bottiglie di Coca-Cola. Dopo una spossante e forse testarda ricerca, riesco finalmente a scovare un’officina in un sobborgo di Accra. Una città che appare infinita e che ho percorso - ma nel contempo pure scoperto -, per ore, con la sensazione di girare costantemente in cerchio, inseguendo indicazioni casuali e vaghi indirizzi che si rivelavano sempre errati. Magari a causa del caotico dedalo di viuzze che contraddistingue la metropoli, oppure semplicemente per la scarsa attendibilità delle informazioni ricevute inizialmente dal balbuziente amico Otu. Nel cortile di

una modesta abitazione, dove vive con tutta la sua grande famiglia, finalmente trovo Ben, un giovane che mi mostra con orgoglio la sua ultima creazione: una bara a forma di apparecchio fotografico, della quale mi spiega con dovizia le caratteristiche, dove la salma verrà deposta, dove il capo, le gambe, ecc. Con altrettanta soddisfazione, mi rende quindi attento ad un altro lavoro in corso: il trono per un re locale. La società ghanese è infatti contraddistinta dalla sovrapposizione di strutture politiche, simili a quelle europee, ad altre tipicamente africane, fatte di capi locali, re e regine, il cui potere a volte supera di gran lunga quello formalmente riconosciuto dalle autorità statali. In questo strano mondo africano mi immergerò nelle settimane

successive, ma per il momento, ancora ignaro di quello che mi attende, vivo le ultime ore di una domenica cittadina afosa e tranquilla che consiglia alla maggior parte delle persone di restarsene inerte all’ombra, sdraiata per terra o su improvvisati supporti, addormentata in ogni possibile posizione e luogo. CURIOSI SALUTI E GAS DI SCARICO Su di una panca noto un giovane, la testa penzolante nel vuoto, le lunghe trecce sfiorano il terreno, pare morto, ma dorme soltanto, serenamente, in barba alla miriade di altoparlanti che con le loro musiche, senza successo, sembrano voler dare un poco di mondanità e vita alle strade della città. Il lunedì mattina successivo mi riporterà però alla realtà di > pagina 31 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-08

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VIAGGI

che devo contendere l’ultimo biglietto disponibile a un uomo d’affari locale dall’aria un poco arrogante, le scarpe in pelle di coccodrillo e il telefonino costantemente funzionante.

Un discreto bus mi trasporta lungo la costa, l’ambiente è suggestivo, il prezzo irrisorio, ma per tre ore dovrò sopportare una decina di canti religiosi ripetuti costantemente, sempre gli stessi e senza pausa.

una città caotica, rumorosa, attanagliata da un caldo umido già dalle prime ore del mattino e intasata dal traffico di vecchi e asfittici veicoli. Mi congedo da Goldwin, l’inserviente della pensione che insiste assolutamente nell’accompagnarmi e portarmi lo zaino fino allo stradone principale, dove a fatica trovo un taxi disposto a incolonnarsi verso il centro. Saluto il mio amico con quella strana stretta di mano tipica del luogo, che ancora non padroneggio perfettamente. Un intreccio di palmi e dita in tre fasi che si conclude con la congiunzione delle falangi di dito medio e pollice che prima di lasciarsi vengono afferrate e schioccate a vicenda. Mi ritrovo presto nel bel mezzo di infinite e angoscianti colonne di precari automezzi che non di rado si arrestano fumanti in mezzo alle corsie, contribuendo così ancor di più al caos stradale. La lamiera del taxi è rovente, l’interno della vettura una sauna. Osservo con pietà gli occupanti di un mezzo pubblico incolonnato a fianco, con decine di persone ivi ammassate all’inverosimile. Ad ogni piccolo movimento della vecchia camionetta dal tubo di scappamento fuoriesce un nero gas di scarico che invade l’abitacolo del taxi sul quale viaggio - o meglio attendo -, tanto denso che per un momento perdo il contatto visivo con l’autista. Ci si protegge come si può con panni umidi davanti alla bocca e agli occhi, che in un batter d’occhio si fanno neri. La visibilità sulla strada è di poche decine di metri e il tutto appare come l’immagine

del preludio di un piccolo inferno terrestre. Ben presto i polmoni faticano a respirare e gli occhi bruciano, ma il supplizio prosegue per quasi un’ora. Il tempo necessario per percorrere pochi chilometri fino alla stazione dei bus, oltrepassati i cancelli della quale ritrovo quasi per incanto un poco di pace. Tutto pare tranquillo e ordinato, se non fosse

Otu, il cordiale barista che solo a fatica, a causa della sua forte balbuzie, mi dà le prime indicazioni per trovare un produttore di bare locali.

POLVERE E CHIESA Parto dunque da Accra senza troppi rimpianti, anche se il poco tempo ivi trascorso mi ha comunque permesso di trovare le giuste sensazioni per proseguire il viaggio. Lasciati alle spalle gli infiniti sobborghi della città, ritrovo finalmente paesaggi verdeggianti e un’aria più pulita. Il fondo stradale, inizialmente catramato, lascia presto il posto a vie sterrate, rosse e tanto polverose da trasformare le piantagioni di banani e i palmeti che costeggiano la carreggiata in insignificanti alberi marroni. Il medesimo destino è riservato alle casupole di lamiera e argilla, i tetti spesso di paglia, dei pochi villaggi attraversati. In ognuno di essi, immancabilmente, si distingue una moderna pompa di benzina, dai colori sgargianti, che contrasta con la desolante povertà che l’attornia. Siedo vicino a una gentile signora africana con la quale scambio solo poche parole, il resto del tempo la osservo con curiosità e fors’anche sgomento. Per tutto il viaggio mostrerà infatti un estremo compiacimento per la musica religiosa che senza sosta propongono gli altoparlanti del veicolo; la medesima cassetta viene costantemente girata e rigirata ad oltranza per oltre tre ore! Come non accettare, a una stazione di sosta, l’offerta di un taxista che mi prospetta per pochi soldi di condurmi ad Elmina, la mia meta finale, più rapidamente del bus e soprattutto senza nessuna imposizione musicale? Mi fido e il seguito mi darà ragione. Il viaggio si fa decisamente più comodo e piacevole e la conversazione con Mohammed è simpatica. Gli chiedo se sia musulmano e lui annuisce, ma subito precisa che i suoi correligiosi in Ghana non fanno nulla di cattivo, che convivono pacificamente, quasi volesse premunirsi da un’immagine negativa che teme di portarsi appresso. Ma in Ghana il connubio di religioni diverse non sembra effettivamente porre alcun problema. CONTINUA.

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NATI PER LEGGERE

AMORE È... LEGGERE PER UN BAMBINO Nati per leggere è il nome di un progetto, tutto ticinese, nato dalla collaborazione dell’Associazione Tigri, che ha lo scopo, tra le altre cose, di promuovere e sostenere la lettura tra i giovani, e Bibilomedia, la Fondazione svizzera per la lettura e le biblioteche. Illustrazione Ticinese ha deciso di diventare partner sostenitore di questo progetto, che condivide pienamente. testo Antonella Broggi

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he leggere sia importante, istruttivo e culturalmente arricchente è un chiaro dato di fatto. Spesso però viene sottovalutata l’importanza della lettura ai bambini piccolissimi, che non sanno ancora leggere da soli, ma che grazie all’ascolto degli adulti che raccontano, possono consolidare legami affettivi importanti e imparare ad amare e apprezzare il mondo della fantasia e dell’immaginazione, passando poi alla lettura autonoma in modo più naturale. Il progetto Nati per leggere, ha lo scopo di sensibilizzare i genitori dei bambini in età prescolare, stimolandoli a scegliere letture adatte alla fascia di età dei loro bambini e a leggere per loro. Recenti studi hanno dimostrato che la lettura ad alta voce al bambino in età precoce aumenta le probabilità che questi rimanga un lettore anche in futuro. Ma leggere ad alta voce ad un bambino è soprattutto un atto d’amore. L’adulto che legge a un bambino compie un atto comunicativo molto particolare, un vero e proprio dialogo che comprende anche lo stare in braccio, il sorridersi, il guardarsi, il vocalizzare del bambino, l’osservare insieme un’immagine. Tutte queste piccole grandi azioni infondono nel bambino la certezza di vivere un momento privilegiato insieme all’adulto, che gli dedica tutta la sua attenzione. Un altro studio sullo sviluppo del linguaggio dimostra come la lettura precoce in famiglia, produca i migliori risultati sul linguaggio ricettivo ai fini della comprensione di un testo. L’acquisizione della capacità di leggere è un processo che inizia assai precocemente nella vita del bambino. Molto prima della scolarizzazione. Semplificando, si può dire che leggendo ad alta voce al proprio bambino dai primi mesi di vita, si rafforza il suo sviluppo emotivo, si facilita il suo sviluppo cognitivo e gli si semplifica molto l’apprendimento della lettura autonoma. Abbiamo incontrato Antonella Castelli, responsabile dell’associazione Tigri, e Orazio Dotta, direttore di Bibliomedia, ai quali abbiamo posto alcune domande. SIGNOR DOTTA, I BAMBINI DI OGGI LEGGONO MENO DEI LORO GENITORI O DEI LORO NONNI? “Direi di no, anzi, sembrerebbe il contrario. Oggi le opportunità offerte ai bambini in questo campo sono nettamente migliorate rispetto ad alcuni decenni fa. Sul territorio sono sorte numerose biblioteche per ragazzi, nelle scuole sono state create delle biblioteche di sede, l’editoria ha incrementato notevolmente la produzione destinata ai piccoli, curando le edizioni non solo da un punto di vista del contenuto ma anche da quello grafico, le iniziative finalizzate a sensibilizzare i giovani alla lettura si sono moltiplicate. Tutto questo ha sicuramente favorito la lettura nei nostri giovani e facilitato loro l’accesso al libro. Ciò che risulta importante, in un contesto di questo tipo, è vegliare affinché questa propensione alla lettura duri negli anni. Gli adulti, in questo, giocano un ruolo davvero importante”. GLI AUDIOLIBRI, DA ASCOLTARE AD ESEMPIO DURANTE UN VIAGGIO, SONO UNA BUONA ALTERNATIVA AL LIBRO TRADIZIONALE? “Gli audiolibri, soprattutto quelli ben fatti e curati, possono es-

«Leggere ad alta voce per un bambino è soprattutto un atto d'amore» sere un utile strumento per avvicinare i bambini alla lettura in determinati contesti come, ad esempio, quando il genitore proprio non può assumersi l’incarico della lettura, ma non devono sostituire in tutto e per tutto il libro “tradizionale”. Uno dei cardini principali su cui si basa il progetto Nati per leggere è la “lettura dialogica”; ovvero quella lettura fatta a stretto contatto tra lettore adulto e bambino; quella lettura che permette il dialogo e lo scambio di emozioni. Nessun altro mezzo può sostituire i benefici derivanti da questa pratica”. Come si insegna ai bambini ad amare i libri? “L’amore per i libri nasce sin dalla prima infanzia dai primi contatti tattili con l’oggetto libro e prosegue attraverso un costante e curato percorso di crescita che deve passare dalla mediazione dell’adulto. Per far sì che questo amore possa perdurare nel tempo occorre molto impegno e soprattutto costanza. I genitori, in genere, sanno che la lettura è importante e mettono a disposizione dei loro figli i libri. Ciò, però, non basta. Occorre pure prendersi il tempo da dedicare alla lettura condivisa e, ancora di più, dare il buon esempio. In una casa in cui non ci sono libri, e in cui gli adulti non leggono, il messaggio che passa è che la lettura è un affare per soli bambini”. SIGNORA CASTELLI, COME SI SCEGLIE UN BUON LIBRO? “Bisogna innanzitutto tener presente la capacità di comprensione del bambino riferita all’età, quindi al suo sviluppo cognitivo, alle sue competenze linguistiche, alle sue conoscenze, ai suoi interessi specifici. I primi libri devono essere maneggevoli, proporre storie semplici o riproporre le azioni che il bambino compie quotidianamente (mangiare la pappa, giocare, andare all’asilo), in grado cioè di suscitare emozioni. Solo così si può instaurare un

«L'amore per i libri nasce sin dalla prima infanzia» intimo dialogo tra chi legge e chi ascolta. Il libro scelto deve in ogni caso piacere non solo al bambino, ma anche all’adulto! È molto importante, affinché si possa condividerne il piacere”.

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NATI PER LEGGERE

SIGNOR DOTTA, PROPORRE LIBRI SEMPRE NUOVI AI PROPRI BAMBINI PUÒ DIVENIRE PIUTTOSTO ONEROSO. COME FARE? “È vero, i bambini che si appassionano alla lettura chiedono spesso e volentieri nuove storie, nuove avventure, pur non disdegnando di ritornare più volte su libri già letti, apprezzati e conosciuti. Acquistare i libri può essere oneroso dal punto di vista finanziario. In questi casi il consiglio è quello di affidarsi alle numerose biblioteche che nella Svizzera italiana lavorano molto bene. In questi luoghi, oltre ad avere facile accesso ai libri, si possono incontrare persone qualificate pronte ad aiutare i genitori nella scelta delle letture e che, attraverso le animazioni da loro organizzate, sono in grado di aiutare l’adulto nel difficile ma affascinante compito di accompagnare i bambini nella meravigliosa avventura della lettura”.

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COME SI RACCONTA UNA FAVOLA? “Una favola si racconta con amore. Quando si legge a un bambino occorre farlo con convinzione e con piacere. Ogni genitore è in grado di far passare il piacere della lettura. I bambini capiscono la differenza tra una lettura svogliata e una lettura fatta con partecipazione. Inoltre è importante leggere senza fretta, lasciando spazio alle domande dei bambini, facendo in modo che possano assaporare le immagini che accompagnano i testi. Leggere ad un bambino piccolissimo significa anche indicare le figure e ripetere più volte un suono. L’odierno mercato editoriale offre ai lettori più piccoli una scelta di libri davvero straordinaria: libri ricchi di geniali soluzioni cartotecniche, con inserti morbidi o ruvidi, con alette che si alzano misteriosamente, con buchi per guardarci dentro e fare cucù…”.

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«Ogni genitore è in grado di far passare l’amore per la lettura»

E SE I BAMBINI DI LIBRI NON NE VOGLIONO SAPERE? “È una questione di abitudine: se si inizia molto presto, come è negli intenti di Nati per leggere, ciò non dovrebbe succedere. Decisivo è infatti l’approccio precoce. La lettura ad alta voce contiene modelli di comunicazione assai positivi che influiscono in modo rilevante sullo sviluppo emotivo del bambino, che per sempre abbinerà il libro ad un momento particolarmente importante, intimo e bello, vissuto con il proprio genitore il quale, per l’occasione, è completamente a sua disposizione per raccontargli una storia”.

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Per ascoltare una storia raccontata nel 1961 per la RAI dal grande Vittorio De Sica, andate sul nostro sito, sfogliate la rivista fino a pagina 34, dove troverete il bollino “scaricami”. Cliccandoci sopra si aprirà direttamente una schermata sulla quale scegliere quale favola farsi raccontare. Buon ascolto!

NATI PER LEGGERE… ILLUSTRAZIONE TICINESE Illustrazione Ticinese condivide pienamente il progetto Nati per leggere, ed è per questo che ha deciso di sostenerlo. L'Associazione Nati per leggere propone ogni anno una selezione di libri adatti alle diverse fasce di età, presentati in un opuscolo e offerti nelle biblioteche e in alcuni studi pediatrici. Su Illustrazione Ticinese, a intervalli regolari nella rubrica “Scelti per voi”, troverete la presentazione di un nuovo libro, scelto e valutato da esperti, da leggere, o meglio raccontare, ai vostri bambini.

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Sulla tavola pasquale, chi meglio di un pulcino può indicarvi il vostro posto? Bastano alcuni sassolini per realizzare questi semplicissimi segnaposto!

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Cosa ti occorre:

un sassolino ovale, con un lato piatto, per ogni ospite, tempera bianca e nera, un pennello fine, cartoncino giallo, un pennarello nero, colla bianca, riga, matita e forbici dalla punta arrotondata. 1. Usando riga e matita, prepara dei rettangoli di 10 x 16 cm, piegandoli poi ogni 5 cm. Rimarrà una strisciolina da 1 cm, che servirà per incollare i segnaposto.

2. Per fare gli occhi dei pulcini, con la tempera bianca colora un cerchietto su ogni sassolino, quindi con il nero fai un puntino al centro del bianco.

3. Appoggia un sassolino su ogni cartoncino, sul rettangolo centrale, e con la matita disegna gambette e becco. Togli i sassolini e ripassa con il pennarello nero. Scrivi il nome su ogni cartoncino.

4. Metti un po’ di colla bianca sul retro di ogni sassolino e incolla ognuno al suo posto.

5. Lascia asciugare la colla per almeno un’ora, quindi piega i cartoncini e chiudili incollando la linguetta.

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OGGI PARLIAMO DI...

Alessandro

Christian B.

Alessio

Christian D.

Andrea

Dyar

Andrijana

Elena

Anna

Ena

Eva

È DIFFICILE TRATTENERSI DALLO

SPETTEGOLARE Per pettegolo intendiamo di massima uno che ha il piacere di parlare e sparlare di tutto e tutti, ingigantendo e rendendo sensazionali le voci e le informazioni che circolano. Spettegolare è un passatempo che piace ai più. E allora, perché non parlarne? Abbiamo affrontato questo tema con la IV elementare delle Scuole Lambertenghi di Lugano, classe sotto la responsabilità del maestro Marco Carattini. testo Lorenza Storni - foto Rémy Steinegger

COSA SONO I PETTEGOLEZZI? Serafina: è quando qualcuno parla di qualcun altro e dice: “Tu ami lui, e tu ami lei”. Paola: è qualcosa che si dice bella o brutta. Mattia: io penso che un pettegolezzo sia un’offesa per qualcun altro. Sara: per me un pettegolezzo è un commento malizioso. CHI È CONSIDERATO UN PETTEGOLO IN QUESTA CLASSE E COME MAI? Andrea: la Serafina dice che io sono un pettegolo, perché a volte racconto in giro delle cose su di lei. Sara: anche di me dicono così perché se qualcuno mi racconta un segreto io lo

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trovo subito buffo e non resisto alla tentazione di raccontarlo. Mattia: i miei genitori dicono che sono un pettegolo. Ena: a me lo dicono tutti, perché non so tenermi un segreto. Alessandro: io non sono per niente pettegolo. Mai e poi mai rivelerei un segreto. Andrijana: io preferisco non sapere le cose perché se me le dicono poi io le racconto agli altri. Lisa: io ero pettegola quando andavo alla scuola Steiner. Ora, in questa scuola, non lo sono più. Sabina: siccome so di non riuscire a trattenere i segreti, anch’io come l’Andrijana

preferisco non sapere. Dyar: io non sono un pettegolo e non mi interessa. Samuel: ogni tanto lo sono anch’io e spettegolando offendo un mio amico. Ma non volevo… PERCHÉ SI SPETTEGOLA? Simone: perché se una cosa è interessante per l’altra persona, gliela si racconta. Joyce: perché è difficile trattenersi dal raccontare certe cose, sia belle, sia brutte. Eva: perché si ha tantissima voglia di far sapere una certa cosa, forse brutta, a qualcun altro. Maria: secondo me a volte è per far del


Giada

Joyce

Lisa

Maria

Mattia

Michelle

Paola

Sabina

Samuel

Sara

Serafina

Simone

male a qualcuno. Elena: certe volte per vendetta. Dyar: io non ho nessuna idea del perché lo si faccia. Paola: perché a volte una tua amica ti dice: “Per favore, dai, dimmi quel segreto!”. E allora tu lo racconti. Michelle: perché ci sono anche delle cose buffe che fanno tanto ridere. Andrea: perché sono cose nuove da raccontare. DI COSA SPETTEGOLATE TRA DI VOI? Elena: per esempio se uno si è innamorato dell’altro… oppure di quelli che si credono chissà chi. Christian B.: di quelli che in un determinato momento non ci stanno simpatici. Simone: di qualcosa che è capitato o che qualcuno ha fatto per sbaglio. Sabina: di storie d’amore. Maria: di quelli che parlano male di noi. QUANDO SPETTEGOLATE? Christian D.: dopo la scuola. Andrea: a volte al parco. C’è una panchina e ci mettiamo lì. Alessandro: fuori dalla scuola, facendo una passeggiata con gli amici o quando ci annoiamo. Simone: quando siamo in gita, anche in gita scolastica, ma a bassa voce.

Alessio: durante i momenti di ricreazione. Eva: di solito si spettegola a casa propria. Paola: quando non si ha niente da fare, ma in un luogo da soli. Anna: dopo scuola qui in cortile, soprattutto se giochiamo a nascondino. Mattia: ho fatto un pettegolezzo al parco. Samuel: mio fratello gemello Christian ed io spettegoliamo a casa o dove lavora nostro padre. Andrijana: io a casa spettegolo di nascosto con le mie amiche. Elena: in prima elementare facevamo le furbe e andavamo a spettegolare in bagno. Lisa: nella vecchia scuola si spettegolava tantissimo. Ena: con una mia amica una volta a casa abbiamo ascoltato di nascosto i pettegolezzi delle mamme. SI DICE CHE LE FEMMINE SIANO PIÚ PETTEGOLE DEI MASCHI. È VERO? Dyar: io penso che le femmine siano più pettegole dei maschi ma non so spiegare perché. Mattia: sì, è vero perché le femmine stanno al telefono per ore. Maria: sì, perché noi femmine abbiamo più cose da raccontare, mentre i maschi si interessano solo di calcio e di figurine. Alessio: io credo che dipende, ci sono uomini più pettegoli e donne più pettegole.

Simone: io penso che le femmine sono più pettegole, ma sono anche migliori dei maschi e quindi vanno rispettate. Alessandro: credo i maschi, perché discutono sempre per tutto, sono indecisi, non si mettono mai d’accordo. Andrea: sì, è vero, le femmine sono più pettegole perché vanno in giro a spettegolare. Joyce: io credo che tutti sono pettegoli: le donne parlano tantissimo in casa, i maschi invece al bar. Michelle: sono più pettegole le donne anche perché i maschi tante volte non sanno nemmeno cosa dire! Eva: io penso che le donne sono più pettegole perché sono casalinghe e quindi hanno tempo di andare al bar a prendere un caffé. Serafina: la maggior parte delle volte a ricreazione i maschi giocano a calcio, mentre le femmine vanno a parlare e spettegolare. Sabina: io penso che le donne hanno più tempo per i pettegolezzi. Samuel: sì, è vero perché le femmine chiacchierano tantissimo, anche a scuola invece di lavorare parlano tutto il tempo. Le classi elementari del Cantone interessate a collaborare alla realizzazione di uno di questi servizi possono scrivere a: Lorenza Storni, CP 247, 6906 Lugano o inviare una e-mail a: lorenza.storni@bluewin.ch.

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PARLIAMO DI SOLDI

TRA TASSI, PERCENTUALI E

UNA GRANDE GIOIA Abbiamo incontrato Donato Barbuscia, direttore di BancaStato, per parlare di soldi, ma anche per conoscere meglio chi ci farà da guida in questa nuova rubrica sui problemi relativi ai “soldi”. Gli articoli seguiranno, quindi, un’ipotetica linea della vita di una persona e per ogni principale tappa descriveremo brevemente le problematiche che bisogna considerare e le possibili soluzioni offerte dalle banche. testo Antonella Broggi

CHI È DONATO BARBUSCIA, OLTRE AD ESSERE DIRETTORE DI BANCASTATO? “Bella domanda! Sono una persona che vive un periodo particolarmente felice, anche perché ho un bambino di un anno e quattro mesi che mi dà una gioia particolare”.

CHE RAPPORTO HANNO I TICINESI CON I SOLDI? “Mi sembra che il rapporto dei ticinesi con i soldi sia un rapporto naturale. I ticinesi sono anche un popolo di risparmiatori, e questo è sicuramente un fattore positivo”.

PASSARE TUTTA LA GIORNATA TRA IMPORTI, TASSI E PERCENTUALI DEVE ESSERE STRESSANTE. COME SI RICARICA? “Tutti i giorni tento di pulire un po’ la mente facendo sport. Mi riservo durante la giornata un’oretta, nonostante gli impegni, per andare a fare un po’ di movimento. Vado in bicicletta o faccio un po’ di fitness. E ci vuole”.

QUALE DELLE FRASI CITATE A FIANCO LE PIACE DI PIÙ? “Mi sembra interessante quella di Edouard Bourdet, il quale dice ‘Bisogna scegliere nella vita tra il guadagnare denaro e lo spenderlo. Non si ha il tempo per fare tutte e due le cose’. La citazione mi sembra particolarmente realisitica in quanto, spesso, per tutti noi, il tempo disponibile nelle nostre giornate è abbastanza ridotto e sovente si è confrontati, volenti o nolenti, con questa scelta”.

SECONDO LEI PARLARE DI SOLDI È ANCORA UN TABÙ? “Mah, secondo me al giorno d’oggi non è più considerato tabù parlare di soldi. Forse una volta lo era, ma oggi non più”.

CI PUÒ SPIEGARE QUAL È LA DIFFERENZA TRA UNA BANCA PRIVATA E BANCASTATO? “La diversità è costituita principalmente dal mandato pubblico.

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BancaStato si differenzia dagli altri istituti perché deve ossequiare appunto il mandato pubblico derivante dalla legge, le cui norme prescrivono che dobbiamo aiutare l’economia cantonale”. QUALI SONO LE ORIGINI DI BANCASTATO? “La Banca dello Stato del Cantone Ticino fu fondata nel 1915 con la stessa missione che la caratterizza tutt’ora. Nel 1914, la situazione economica e finanziaria del nostro Cantone era molto critica. Alcuni istituti bancari fallirono causando una profonda crisi e la perdita di molti soldi dei risparmiatori ticinesi. Sul solco degli altri Cantoni, anche il Cantone Ticino decise di creare una banca pubblica per sostenere l’economia cantonale e garantire la possibilità d’investire in modo sicuro i propri risparmi”. COSA S’INTENDE PER SOSTEGNO DELL’ECONOMIA CANTONALE? “Per sostegno all’economia cantonale s’intende la promozione di uno sviluppo sostenibile del nostro Cantone. La principale attività della Banca nell’ambito del sostegno all’economia consiste nel fornire capitali a condizioni favorevoli all’economia produttiva del Cantone. I capitali sono forniti sia direttamente tramite i crediti alle imprese, soprattutto alle piccole e medie, e agli enti pubblici sia indirettamente tramite i crediti ipotecari per le costruzioni di stabili abitativi o a reddito. Nel corso della sua storia la Banca si è specializzata nell’erogazione di crediti alle imprese, ai privati e agli enti pubblici e ricopre oggi un ruolo importante nell’economia cantonale. È importante rilevare che l’attività di concessione dei crediti deve essere svolta con la dovuta prudenza, anche perché essa è parzialmente finanziata dai risparmi dei ticinesi che, come dicevo in precedenza, devono essere investiti in modo sicuro. L’Istituto punta anche da sempre allo sviluppo di un contatto diretto e ravvicinato con la clientela e s’impegna costantemente per migliorarsi alfine di poter offrire un servizio sempre più veloce, competente e di qualità. I valori alla base della nostra strategia sono proprio la conoscenza del cliente, la velocità decisionale, la competenza e la qualità dei

HANNO DETTO Il denaro e gli stupidi, prima o poi, prendono strade separate? (Winston Churchill,1874 - 1965, primo ministro inglese). Naturalmente nella vita ci sono un mucchio di cose più importanti del denaro. Ma costano un sacco di soldi! (Groucho Marx, 1895 - 1977, attore e comico statunitense). Bisogna scegliere nella vita tra il guadagnare denaro e lo spenderlo. Non si ha il tempo per fare tutte e due le cose (Edouard Bourdet, 1887 - 1945, attore drammatico e giornalista). Si può ragionevolmente ritenere che chi pensa che il denaro possa tutto sia egli stesso disposto a tutto per il denaro (Benjamin Franklin,1706 - 1790, scienziato e politico statunitense). Col denaro l’infelicità si sopporta meglio? (Francoise Sagan, 1935 - 2004, scrittore francese). Per denaro sarei disposto a fare qualunque cosa, persino una buona azione (Antoine de Rivarol, 1753 - 1801, scrittore francese).

SCHEDA BIOGRAFICA Nome: Donato Cognome: Barbuscia Nato: il 20 febbraio 1957 a Viganello Stato civile: coniugato con Simona Figli: Alessandro Abita a: Vico Morcote Prima esperienza professionale: “A Londra, nell’ambito dei nuovi prodotti finanziari derivati, allora nuovi. Con il passare degli anni, gli stessi si sono affermati anche in ambito bancario e finanziario e questo mi ha permesso di iniziare la carriera nel settore bancario operando sui dei soggetti nuovi e sconosciuti alla maggior parte degli operatori.” Piatto preferito: risotto allo zafferano Un rimpianto: “non avere avuto un figlio prima” Una soddisfazione: “beh, è chiaro, avere avuto Alessandro!” Un sogno nel cassetto: “ho fatto qualche anno fa un giro del mondo. Mi piacerebbe rifarlo in maniera più tranquilla e rilassata. E con la mia famiglia!”

prodotti e servizi. Inoltre, la Banca supporta attivamente società e associazioni sportive, culturali e di beneficenza. L’Istituto collabora anche con le principali associazioni economiche, industriali, commerciali ed artigianali del Cantone”. È FORSE IN QUEST’OTTICA CHE AVETE DECISO DI PUBBLICARE UN BILANCIO SOCIALE AMBIENTALE? “Abbiamo deciso di pubblicare un bilancio sociale ambientale allo scopo di offrire delle indicazioni sia qualitative sia quantitative sugli impatti sociali e ambientali dell’attività dell’Istituto. I rapporti finanziari annuali considerano l’evoluzione delle cifre di bilancio e di conto economico. Comunicare in modo trasparente tale evoluzione è sicuramente importante, ma non è sufficiente”. PERCHÉ UNA COLLABORAZIONE CON L’ILLUSTRAZIONE TICINESE? “Abbiamo deciso di collaborare con l’Illustrazione Ticinese, perché è una rivista ticinese storica ad ampia diffusione ed è letta e molto apprezzata da molti ticinesi. La Banca dello Stato del Cantone Ticino è dei ticinesi ed è molto presente sul territorio cantonale. Questi punti in comune ci sembravano già una buona ragione per iniziare una collaborazione. Inoltre, nel nostro lavoro quotidiano, abbiamo potuto costatare che vi è un’esigenza, espressa da più clienti, di avere delle spiegazioni semplici e sintetiche delle problematiche che sorgono nel corso della vita attorno ai “soldi”. Molte di queste problematiche legate ai soldi coinvolgono direttamente o indirettamente anche le banche”.

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SPORT

IL LUNGO, IL CORTO E...

L’EMOZIONE Si prenda una superficie ghiacciata e ci si cammini sopra. Si scivola. Si indossino allora delle scarpe dotate di lama. Non è detto che su questa superficie si cominci a pattinare. Per farlo occorrono ore e ore di prove, cadute, sbilanciamenti, appoggi. Se poi al pattinaggio si aggiunge anche la danza, beh, fermiamoci qui. Meglio dare subito voce a chi sa pattinare e danzare sul ghiaccio con risultati eccellenti, come Farah Beltrami, vice campionessa svizzera 2008 nella categoria Cadetti. testo Marco Ortelli - foto Rémy Steinegger

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VICE CAMPIONESSA SVIZZERA, QUALI LE TUE SENSAZIONI? “È una bellissima sensazione… sto lavorando molto e ringrazio le persone che mi seguono e mi aiutano. Sono veramente felice!”. MA TORNIAMO AL PUNTO DI PARTENZA. COME È NATA LA TUA PASSIONE PER IL PATTINAGGIO ARTISTICO? “Ho iniziato a sei anni, dopo aver ammirato alla televisione delle gare che mi hanno subito appassionato, mia mamma ha cominciato a portarmi a pattinare alla Resega di Lugano, ho seguito i primi corsi e… ora eccomi qua”. COME DEFINIRESTI QUESTO SPORT… “È una disciplina in cui devi abbinare coreografia, musica, tecnica e preparazione atletica, bisogna quindi lavorare su molte cose contemporaneamente, cercando di armonizzarle. Anche il porsi ogni volta un obiettivo - ad esempio nell’esecuzione di un nuovo salto il cercare di acquisirlo - è un aspetto che mi attrae molto”. APPROFONDIAMO; IN COSA CONSISTE L’ALLENAMENTO ATLETICO? “Il preparatore atletico che mi cura settimanalmente è Igor Maggini; con lui trattiamo nel dettaglio l’equilibrio e la resistenza atletica, stimolandomi a lavorare tutti i giorni un po’, con piacere”. HAI PARLATO DI TECNICA… “L’allenamento tecnico si svolge a secco dapprima e sul ghiaccio poi: è composto da una prima fase di riscaldamento, cui segue una fase dedicata ai salti. Dopodiché mi dedico all’esecuzione dei programmi. Sono ben seguita dagli allenatori Andrea Savorgnano e Daniel D’Incà, in allenamenti che da quest’anno sono collettivi, in gruppi di quattro, cinque ragazze. Loro ci osservano e ci indicano come correggerci e migliorarci”. MA IL PATTINAGGIO È… ARTISTICO… “Gli elementi da eseguire, la loro disposizione e i movimenti associati, vengono predefiniti. Poi, in pista, la mia coreografa Mi-Yung Manfrini mi suggerisce quali movimenti eseguire. Per quello che riguarda la musica dei programmi, scelgo prevalentemente colonne sonore di film, anche perché è obbligatorio che non siano cantate”. NÉ SI PUÒ TRASCURARE L’ALLENAMENTO MENTALE… “Questo è più un lavoro individuale. Ho seguito corsi di training autogeno, lo scorso anno, offerti dalla Selezione Ticino, incentrati molto sull’aspetto mentale, su ciò che bisogna pensare prima di una gara, sulle sensazioni corporee, sulla capacità di sentirsi in modo globale, perché, ad esempio, puoi trovarti a pensare solo a dirigere i pattini ma a dimenticare la coreografia, oppure ti concentri sulle braccia e dimentichi le gambe, e agisci così in modo non armonico. Penso comunque che ognuno debba trovare la sua strada per sapere gestire al meglio tutto quanto”. TUTTO QUESTO LAVORO HA QUALE META FINALE LA GARA… “Sì, una competizione comprende due programmi, quello

‘corto’, della durata di due minuti e trenta, che comprende tre salti, due piroette e una sequenza di passi, e quello ‘lungo’, di tre minuti, comprendente sei salti, tre piroette e due sequenze di passi. I salti da compiere possono essere scelti liberamente”. I SALTI, APPUNTO, MICA FACILE… “Succede tutto in una frazione di secondo, sono le sensazioni automatiche che ti portano a riuscire a compiere il salto. Ogni salto è diverso, ma si possono classificare in due categorie: l’Axel, il Salchow e il Rittberger partono dal filo della lama del pattino, mentre il Toe-loop, il Flip e il Lutz sono salti puntati, lanciati con la punta”. TORNIAMO ALLA COMPETIZIONE, COME LA VIVI? “Le settimane che la precedono lavoro molto sui programmi. L’ultima settimana è un po’ più soft e rifinisco i dettagli; nell’imminenza della gara comincio a sentire un po’ la pressione che comincia a sciogliersi solo nel momento in cui entro in pista, nella fase del riscaldamento. Senza competizione però, non si riesce ad evolvere, grazie ad essa ti confronti con te stessa e le altre ragazze, puoi renderti conto a che punto ti trovi e puoi migliorare sempre”. COME TI PONI NEI CONFRONTI DEGLI SPETTATORI - GIUDICI E PUBBLICO - CHE OSSERVANO LE TUE EVOLUZIONI SUL GHIACCIO? “Le prime gare fanno sempre un po’ paura. Entri in pista, ti ritrovi da sola, coi giudici che ti guardano e ti guardano e ti guardano… Poi si riesce a diventare più sciolte. Io cerco di trasmettere emozione per riuscire a farmi ricordare dal pubblico che mi osserva”. HAI DEI MODELLI DI RIFERIMENTO? “Tra le donne mi piacciono molto Carolina Kostner e Yu-Na Kim, mentre le vedo pattinare mi danno proprio emozioni, sono speciali. Tra gli uomini Stéphane Lambiel e Tomas Verner, che ho avuto la fortuna di incontrare a Obersdorf, durante un campo di allenamento estivo. Vederli in allenamento è stato bellissimo. Mi ha impressionato il loro impegno quotidiano unito alla loro semplicità”. LORO SONO PROFESSIONISTI, E TU? “Io sono una studentessa con la passione per il pattinaggio. Penso che non lascerò mai la scuola: praticherò sempre il pattinaggio, cercando di abbinare le due cose in modo complementare”. SPORT E SCUOLA. TRA LEZIONI, ALLENAMENTI, GARE ED ESPERIMENTI, UN IMPEGNO NOTEVOLE DA SOSTENERE… “Quando frequentavo la scuola a Barbengo, pattinando a mezzogiorno, ero costretta a mangiare in macchina, senza contare i 25 minuti di macchina, sia all’andata sia al ritorno, che mi facevano così arrivare a scuola stanca morta. All’inizio dell’anno scolastico allora, dopo una lunga discussione coi miei genitori, ho deciso di trasferirmi alle Scuole medie di Pregassona, per essere più vicina alla pista. Questo mi permette di allenarmi con

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SPORT

più tranquillità. È un po’ difficile, la scuola occupa molto tempo ed è impegnativa, però ce la si può fare”. COME TRATTEGGERESTI QUESTI TUOI PRIMI OTTO ANNI DI PATTINAGGIO ARTISTICO? “Ripenso a una delle mie prime gare a livello nazionale. Quando mi sono accorta che le altre ragazze erano molto più avanti di me, mi sono sentita inadeguata e col mio carattere… a disagio; da quel momento ho cominciato a temere le competizioni e non volevo mai gareggiare. In seguito, i miei genitori mi hanno molto aiutata, mi hanno motivata e spronata a credere in me stessa e ad essere tenace. Grazie a questo approccio mentale, ora affronto con maggiore sicurezza le gare con le loro insidie”. COME VEDI IL TUO FUTURO? “Sento che è una strada difficile, che ci vorranno molto tempo e tanti allenamenti, però voglio provarci. Cambiando scuola mi sono offerta delle possibilità supplementari per dare il massimo e non avere eventuali rimpianti in futuro. Nei prossimi mesi, con la mia famiglia, dovremo prendere un’ulteriore decisione importante riguardante il mio futuro sportivo e scolastico, per poter continuare a pattinare e a studiare nelle migliori condizioni”.

A partire da questa edizione, e per l’intero anno 2008, potremo avvalerci della preziosa collaborazione del team medico-sportivo del Centro di Medicina e Chirurgia dello Sport di Locarno. L’intento è quello di coniugare lo sguardo dell’atleta con quello di chi, quotidianamente, agisce in modo che chiunque decida di praticare sport, lo possa fare al meglio, nel limite delle proprie possibilità. Per la disciplina del pattinaggio artistico, si è messo a disposizione il Dott. Patrick Siragusa, specialista in medicina interna e medicina dello sport e responsabile del Centro di Medicina e Chirurgia dello Sport, che ci ha fornito alcune preziose considerazioni. DOTTOR SIRAGUSA, COME… VEDE IL PATTINAGGIO ARTISTICO? “Il pattinaggio artistico è una disciplina caratterizzata dalla simbiosi tra arte e sport. Non per questo va sottovalutato come disciplina sportiva, ciò che visivamente è molto elegante e leggiadro, in realtà è tecnicamente molto difficile e fisicamente molto duro”.

Nome: Farah Cognome: Beltrami Data di nascita: 29 aprile 1993 Professione: studentessa di IV Media Domicilio: Figino Società sportiva: Club Pattinaggio Lugano Categoria: Cadetti USP (Unione Svizzera di Pattinaggio) Palmarès: “2006: 1. rango nella Finale Swiss Cup a Lugano, catego-

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ria Speranze USP; 1. rango ai Campionati ticinesi. 2007/2008: vice-campionessa svizzera nella categoria Cadetti Svizzeri USP” e detentrice 3. rango della classifica Personal Best. 1. rango ai Campionati Ticinesi Prossimo obiettivo: “Superare il Test Oro, chiave d’entrata alle gare élite” Tempo dedicato al pattinaggio: “circa 11 allenamenti alla settimana per più di 15 ore”

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL PATTINAGGIO ARTISTICO? “Difficile rispondere a questa domanda. Una pattinatrice, o un pattinatore, deve possedere un giusto equilibro di varie capacità: deve avere grazia ed eleganza, forza pura, resistenza fisica e forza esplosiva, capacità coordinative e tecnica al di sopra della media. La durata di un esercizio varia, a dipendenza delle categorie, da un paio di minuti a poco meno di 5 minuti. La sollecitazione cardiovascolare è quindi molto importante. Per questo motivo la resistenza aerobica gioca un ruolo importante. Il VO2max (massimo consumo di ossigeno) di una pattinatrice d’élite si aggira attorno ai 60 ml/kg/min. Valore che alcuni podisti amatoriali ambiziosi non raggiungono. L’allenamento della forza muscolare, soprattutto a livello delle gambe e del tronco, è diventato una condizione indispensabile per poter effettuare i salti previsti. Basti pensare che per poter effettuare, per esempio, un salto con tre avvitamenti, l’atleta dovrebbe essere in grado di elevare nel salto il proprio baricentro di circa 30 cm”.


CENTRO DI MEDICINA E CHIRURGIA DELLO SPORT, OSPEDALE LA CARITÀ, LOCARNO Swiss Olympic Medical Center www.cmcs.ch, Tel.: 091 811 48 48 Il CMCS si rivolge a tutte le persone, giovani e anziani, che già praticano o intendono iniziare un’attività sportiva, all’atleta (o squadra) che fa competizione e desidera essere seguito in modo competente e a tutte quelle persone che desiderano praticare uno sport, anche a livello amatoriale, in tutta sicurezza e sotto controllo medico. Il CMCS offre, nell’ambito dell’Ospedale Regionale di Locarno e con centri di fisioterapia specializzati, la diagnostica e il trattamento di lesioni traumatiche o da sovraccarico legate alla pratica sportiva.

DR. MED. PATRICK SIRAGUSA SPECIALISTA IN MEDICINA INTERNA E MEDICINA DELLO SPORT Attualmente conduce uno studio medico privato a Massagno ed è il responsabile del Centro di Medicina e Chirurgia dello Sport di Locarno. Quest’ultimo è uno dei 10 Swiss Olympic Medical Center della Svizzera. Ha praticato la ginnastica artistica a livello agonistico in giovane età. Continua a praticare sport per hobby e per il piacere del movimento. Le discipline sportive che più segue dal punto di vista medico sono: ginnastica artistica, pattinaggio, hockey su ghiaccio, calcio, atletica, balletto, nuoto, pallanuoto e nuoto sincronizzato.

QUALI SONO LE PATOLOGIE PIÙ FREQUENTI? “Sicuramente un ruolo importante lo giocano le cadute, 40-50% degli infortuni, che possono avere anche conseguenze dolorose.

Per questo motivo è consigliato in allenamento indossare delle protezioni imbottite per i fianchi. Le lesioni da sovraccarico in realtà sono ancora più frequenti e con potenzialmente conseguenze a lungo termine maggiori. In questa categoria sono predominanti le varie patologie della caviglia: tendiniti, borsiti, instabilità legamentarie croniche, compressioni di nervi periferici. Un ruolo centrale lo gioca evidentemente il pattino, di cui ogni pattinatrice è molto gelosa. Non deve essere né troppo pesante, né troppo rigido o troppo duro. Infatti le patologie alle caviglie sono solo in parte dovute ai traumi, in parte sono causate dal pattino stesso, soprattutto se non scelto e adattato al singolo atleta. Dopo le caviglie, una zona molto sensibile è la colonna lombare, a causa delle frequenti reclinazioni della colonna in determinate figure artistiche e in particolare a causa delle sollecitazioni dovute ai continui salti su una superficie dura come il ghiaccio”. QUAL È L’ETÀ GIUSTA PER INIZIARE QUESTO SPORT? “Viste le importanti difficoltà tecniche e la complessità degli elementi acrobatici da imparare, è molto importante iniziare la pratica del pattinaggio in giovane età, eventualmente già in età prescolastica. In questo modo è possibile, tramite un’accurata programmazione e un aumento graduale dei carichi di allenamento, progredire con il minimo rischio di infortunio aumentando le possibilità di successo. Questo non significa che non si possa iniziare anche più tardi a praticare il pattinaggio artistico. Importante è adattare le sollecitazioni al grado di preparazione atletica e fissarsi obiettivi realistici”.

Farah Beltrami in versione piroetta sit.

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SALUTE

QUEL DIAVOLO

DI FORFORA... COS’È LA FORFORA

La forfora consiste in una fine desquamazione del cuoio capelluto e può rappresentare una vera e propria patologia. Non si tratta più del quotidiano ricambio fisiologico che interessa le cellule superficiali dello strato corneo, bensì di manifestazioni che possono andare dalla classica ”forfora secca”, alle squame untuose e più aderenti alla cute della cosiddetta “forfora grassa”.

LE CAUSE

Molti studi hanno dimostrato che, nei soggetti affetti da questa problematica, esiste un processo infiammatorio del cuoio capelluto che presenta una facile irritabilità: il prurito che ne consegue induce spesso l’individuo a grattare la cute, evidenziando maggiormente la comparsa delle squamette. Una delle cause principali di questi piccoli focolai infiammatori sarebbe dovuta alla presenza di un fungo, il Pityrosporum ovale, sempre presente sulla superficie del cuoio capelluto ma che aumenta in modo considerevole in presenza di forfora. Altri ricercatori attribuiscono invece la patogenesi della forfora ad un’alterazione degli acidi grassi polinsaturi della cute ed essendo stata riscontrata una prevalenza nel sesso maschile si è pensato anche ad un collegamento con la produzione di ormoni androgeni. Lo stile di vita può influire in modo più o meno diretto sulla formazione della forfora: lo stress, in particolar modo, agendo su processi qu a l i d i gestione e secrezione sebacea cutanea, può notevolmente peggiorarla. Ma anche le tensioni psicoaff ett i v e e d un’alimentazione scorretta possono essere fat-

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Ne soffre circa il 7% della popolazione svizzera e colpisce soprattutto gli uomini. Ma la forfora si può sconfiggere. Ecco tutto quello che dovete sapere… testo Stéphanie Scatizza - foto Gabriele Campeggio illustrazioni Ivan Artucovich

I SINTOMI

La manifestazione macroscopica della forfora è la formazione di squame solitamente secche, biancastre, ben visibili tra i capelli ma che poi tendono ad accumularsi poco elegantemente sui vestiti, soprattutto a livello delle spalle. Talvolta può essere accompagnata da prurito ma va distinta dalla psoriasi o dall’eczema seborroico, situazioni patologiche in cui è pure presente una desquamazione, ma con aspetti e caratteristiche diversi che il vostro dermatologo saprà indicarvi. Il problema della forfora affligge circa il 7% della popolazione svizzera, nella maggior parte dei casi sono soggetti di sesso maschile di età compresa tra i 18 e i 40 anni.

tori aggravanti, così come un’eccessiva sudorazione e un clima molto secco.

LE CURE TRADIZIONALI

Non è semplice proporre un unico approccio terapeutico per il trattamento della forfora anche perché, se per combattere quella secca potrebbe bastare l’uso di uno shampoo adeguato, per le forme più complesse è strettamente necessario l’intervento dello specialista dermatologo. Nell’identikit di uno shampoo o di una lozione antiforfora dovrebbe essere sempre presente un composto ad azione germicida ed antimicotica (come il ketoconazolo, climbazolo o lo zinco piritione), antinfiammatoria (corticosteroidi) e antiproliferativa (solfuro di selenio). In caso di eccessiva desquamazione, accanto all’azione di normale detersione degli shampoo, può sicuramente essere utile l’impiego di composti ad azione cheratolitica (acido salicilico e acido retinoico). Se invece il cuoio capelluto risulta irritato, è consigliabile l’utilizzo dell’olioshampoo, anche se talvolta poco gradito per il suo scarso potere schiumogeno.


LE CURE ALTERNATIVE

Poiché alcuni ricercatori attribuiscono ad un’alterazione degli acidi grassi polinsaturi della cute il meccanismo fondamentale nella genesi della forfora (con aumento percentuale degli acidi grassi saturi), potrebbe sicuramente essere d’aiuto compensare questo squilibrio integrando, nella dieta quotidiana, alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi come il pesce azzurro, il salmone, l’olio extravergine d’oliva e i pomodori. Per gli amanti dei rimedi naturali, ecco invece due “ricette” della nonna:

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Polverizzare degli aghi seccati di rosmarino usando un frullatore, mescolare la stessa quantità di polvere ottenuta con del sale fino e frizionare il cuoio capelluto due o tre volte alla settimana. Prima dello shampoo, applicare delicatamente un impacco di olio di radice di bardana, lasciar agire per almeno mezz’ora, meglio se tutta la notte.

Medicamento ÀWRWHUDSLFR aiuta. Se soffre di stitichezza sporadica, che si manifesta, per esempio, in viaggio, un medicamento fitoterapico puòaiutare:VALVERDE®stitichezzaconfettiesciroppo* – contiene principi attivi di fichi e senna in frutti e con l’ulteriore aggiunta di farfaraccio nei confetti.

LE 10 REGOLE FONDAMENTALI 1. Limitare fumo e alcol e aggiungere alla propria dieta cibi ricchi di vitamina E (antiossidante), come frutta e verdura. 2. Scegliere shampoo molto delicati come l’olioshampoo e in caso di capelli particolarmente grassi, anche per quelli a base di catrame e zolfo. 3. Alla prima manifestazione di forfora sospendere l’uso di gel, lacche, shampoo a base di tensiottivi troppo forti, permanenti, colorazioni e trattamenti chimici di ogni sorta. 4. Nella scelta di tutti i prodotti per i capelli, valutare con cura la composizione e effettuare, nel dubbio, test da contatto per evidenziare una reazione d’intolleranza. 5. Frizionare delicatamente il cuoio capelluto con lozioni contenenti acido salicilico o retinoico può aiutare a rimuovere le squame. 6. Non pettinare troppo i capelli per rimuovere le squame: pettini e spazzole irritano ancora di più la pelle e possono peggiorare lo stato infiammatorio. 7. Evitare l’uso di cappelli, specie d’estate: l’eccessiva sudorazione può accentuare l’infiammazione. 8. Sì a sole e mare: i raggi ultravioletti rallentano il ricambio epidermico e hanno un’azione benefica sulla forfora, che tende a recidivare nel periodo invernale. 9. In caso d’intolleranza agli shampoo, usare le nuove mousse termosensibili. 10. Resistere alla tentazione di lavare i capelli tutti i giorni.

In farmacia o drogheria si faccia consigliare. *VALVERDE® stitichezza sciroppo contiene 4% vol. d‘alcol.

In collaborazione con il Dr. Emilio Lavezzari, specialista in dermatologia e chirurgia della calvizie presso la Clinica Sant’Anna di Sorengo.

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PERDERE PESO! Le più recenti conoscenze scientifiche.

Le piante che fanno dimagrire Efficacia dimostrata: chi le ha provate ha perso peso. nutrizionisti della medicina naturale Itunamente hanno scoperto 11 piante che, opporcombinate, modificano l’immagazzinamento delle calorie producendo una perdita di peso. Anche mangiando come si è sempre fatto è possibile perdere i chili in eccesso. Scoprite qui sotto di quali piante si tratta e perché fanno dimagrire.

Domanda: Com’è possibile che alcune piante facciano dimagrire anche mangiando come si è sempre fatto? Risposta: Le più recenti ricerche dimostrano che queste 11 piante, particolarmente benefiche e totalmente naturali, se opportunamente combinate modificano l’effetto delle calorie. Queste ultime non vengono trasformate in grasso, bensì vengono bruciate ed eliminate in modo naturale, oppure convertite in energia. La mescolanza di queste piante costituisce la base di un nuovo preparato vegetale sottoforma di sciroppo che produce la perdita dei chili in eccesso, probabilmente la più rapida mai ottenuta con metodi naturali. Domanda: Per chi è stato studiato questo metodo? Risposta: Questo metodo è adatto a tutte le donne e gli uomini in sovrappeso (di 5 kg o più) che hanno già provato di tutto senza ottenere risultati. Domanda: In quanto tempo si perde peso?

Risposta: Molto rapidamente. Fin dalla prima settimana si possono perdere fino a 6 kg. In media si perdono ogni settimana circa 3,5 kg nelle persone con oltre 10 kg di sovrappeso.

Domanda: Questo metodo ha un qualche legame con la cura delle 5 piante già apparsa sui giornali e grazie alla quale in tutta Europa oltre 600’000 persone sono dimagrite? Risposta: Questo metodo contiene in effetti queste 5 piante che hanno fatto sì che oltre 60.000 persone negli ultimi 12 mesi siano dimagrite. Con questa nuova cura gli scienziati hanno aggiunto altre 5 piante e 1 alga, che accelera la perdita dei chili in eccesso quasi del doppio. Questo nuovo metodo contiene quindi 11 piante che consentono la massima perdita di peso mai rilevata con l’utilizzo di un prodotto interamente naturale e privo di effetti collaterali. Domanda: Come funziona? Si deve avere una grande forza di volontà? Risposta: Non si tratta di una dieta. Si può continuare a mangiare normalmente, come si è abituati, tutto ciò che si desidera: pasta, piatti con salse, burro, dolci, ecc. È sufficiente diluire 1,5 misurini di sciroppo in 1 litro d’acqua e berlo nel corso della giornata. A differenza della maggior parte delle cure e delle diete che avete probabilmente già provato, in questo caso non ci sono limiti. Proprio per questo motivo gli insuccessi sono praticamente esclusi. Inoltre, questo metodo non richiede né sacrifici, né una grande forza di volontà, nessuna dieta e nessun esercizio fisico. Domanda: E che sicurezza ho di mantenere il

mio peso ideale una volta raggiunto? Risposta: Come probabilmente vi sarete accorti in passato, quando si dimagrisce, il peso si riprende poi molto rapidamente. Ciò accade perché il metabolismo non è cambiato. Con questo metodo, invece, viene completamente trasformato. Non si deve quindi temere di riprendere peso. Il processo di eliminazione e trasformazione delle calorie avviene esattamente come accade per le persone che mangiano sempre ciò che vogliono senza ingrassare. Domanda: Ho già provato di tutto, diete, pillole, anche tisane, ma niente ha funzionato. Perché questa volta dovrebbe essere diverso? Risposta: Perché questo processo di eliminazione e trasformazione delle calorie avviene in modo naturale, modificando il vostro metabolismo in modo tale che brucerete più calorie di quelle che assumete. Perché la maggior parte delle donne che ha provato questo metodo è dimagrita e non c’è quindi motivo di temere che con voi possa non funzionare. E infine perché noi siamo così sicuri del nostro prodotto che vi offriamo la garanzia «soddisfatti o rimborsati»: riceverete una cura completa, senza dover decidere subito di comperare.

Domanda: Devo perdere più di 20 chili. Questa cura è adatta anche per me? Risposta: Non importa se dovete perdere 5, 10, 15 o 20 chili (o anche di più), lo sciroppo con le 11 piante vi permette di raggiun-


gere il peso ideale e ottenere una linea armonica e bella … e al tempo stesso gioia di vivere! In caso contrario non pagherete nulla.

Domanda: Ci sono davvero delle prove che dimostrano l’efficacia del metodo? Risposta: Tutti coloro che l’hanno usato sono dimagriti, talvolta anche in modo spettacolare. Domanda: Ho letto in un reportage che queste piante non hanno solo un effetto dimagrante, ma sono anche benefiche per la nostra salute. È vero? Risposta: Sì. Queste 11 piante sono state scoperte da nutrizionisti durante la messa a punto di procedimenti più sani per l'eliminazione delle tossine e di altri veleni che si trovano negli alimenti di oggi. Bevendo lo sciroppo con gli estratti di 11 piante non solo si perde peso, ma si rimuovono anche efficacemente i veleni dall'organismo. Domanda: Come posso provare questo metodo velocemente e senza impegno? Risposta: Potete provarlo nelle prossime 3 settimane senza rischiare nulla. Ecco la prova dell’efficacia delle 11 piante che fanno dimagrire Estratti delle lettere che abbiamo ricevuto. Avevo già provato di tutto. «Sono ingrassata di 16 kg. Per tutta la vita ho sofferto di obesità. Per dimagrire ho provato di tutto. La cura delle 11 piante è stata l'unica con la quale ho avuto successo. Mi sento una persona nuova. Anche mio marito ha perso 10 kg e abbiamo ritrovato una gioia di vivere che non conoscevamo più.» Silvia P. Per 15 anni ho seguito delle diete senza successo. «Ne avevo abbastanza ed ero disperata, finché ho scoperto il nuovo prodigio della cura dalle 11 piante. Ho perso facilmente e in modo permanente tutto il peso in eccesso, proprio nei punti in cui ne avevo bisogno. Adesso ho di nuovo la linea che desideravo, quella che avevo a 20 anni.» Nadja O.

Ho perso 28 chili «Da quando ho perso 28 chili, grazie alla cura dimagrante delle 11 piante, la mia vita è cambiata. Mio marito mi ha riempita di orgoglio quando mi ha chiesto di posare per una foto con un nuovo costume da bagno. Adesso ho l’impressione di essere immune dal prendere peso e dall’effetto yo-yo. Il mio peso si è stabilizzato, da oltre un anno peso sempre 63 chili. Sono orgogliosa della mia linea e di me stessa.» Cécile L.

Se avete deciso di non accettare questa proposta, leggete qui La formula vincente si chiama «cura dimagrante delle 11 piante». Una dieta ha successo se non costringe a fare la fame. Con la cura dimagrante delle 11 piante, ora questo è possibile. Potrete perdere peso con piacere. Non esiste un modo più semplice per ottenere il peso ideale.

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Potrete mangiare quasi tutto quello che volete. È sufficiente diluire 1,5 misurini di sciroppo in un litro d’acqua e berlo nel corso della giornata. Vi farà bruciare il grasso in eccesso, facendovi dimagrire.

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Ora avete la possibilità di ottenere la linea ideale cambiando radicalmente la vostra vita senza grandi limitazioni. Tutti coloro che hanno provato la cura dimagrante delle 11 piante sono dimagriti.

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Abbiamo eseguito un test con 20 persone. Tutti, senza eccezioni, hanno perso i chili che volevano. Questa è la prova che la cura dimagrante alle 11 piante funziona davvero.

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Anche voi adesso potete raggiungere il vostro peso ideale. Fate una prova campione. Ne sarete sorpresi.

Queste 11 piane particolarmente benefiche, se opportunamente combinate modificano l’effetto delle calorie. Queste ultime non vengono trasformate in grasso, ma vengono bruciate ed eliminate in modo naturale, oppure convertite in energia. La mescolanza di queste piante costituisce la base del nuovo preparato vegetale, altamente digeribile, sottoforma di sciroppo, che produce la perdita dei chili in eccesso, probabilmente la più rapida mai ottenuta con metodi naturali.

Domanda: Quali sono le 11 piante che mi fanno dimagrire? Risposta: La cura dimagrante delle 11 piante è composta dalle seguenti sostanze attive: 5 piante hanno un forte potere dimagrante, sono disintossicanti e depurative. Una pianta riduce l’appetito, 2 piante aumentano la resistenza alle infezioni, un’ultima pianta ha un potente effetto antiossidante e antispastico, favorisce la digestione ed è estremamente stimolante. 2 piante rinforzano le vene e una pianta è efficace contro la cellulite, l’arteriosclerosi e l’obesità. Domanda: Quanto peso può perdere chi non ha ottenuto nessun risultato con altri metodi dimagranti? Risposta: Con il corretto utilizzo della cura dimagrante delle 11 piante potrete perdere 1–2 chili al giorno, vale a dire 4–6 chili a settimana. Il principio dell’eliminazione dei grassi agisce rapidamente. Domanda: Qual è il modo più rapido per avere la cura dimagrante dalle 11 piante? Risposta: Tutti i lettori nelle prossime 3 settimane potranno provare una volta questa cura senza rischiare nulla.

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con la cura dimagrante delle 11 piante. Inviatemi la cura indicata: K Desidero perdere 7 chili K Desidero perdere 14 chili K Desidero perdere 20 chili*

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ESCURSIONI

IMMAGINI NON IMMAGINATE

Escursione con gli sci: Ghirone-capanna Scaletta-capanna Motterascio, la traversata della Greina. testo e foto Giosanna Crivelli

L

a Greina d’inverno è un mito, un desiderio latente in attesa di esaudimento. L’attrazione non sono solo le vette, ma quel vasto spazio, in cui perdersi, in cui ritrovarsi. Immagino il vuoto bianco prima di andarci, e lo immagino come vorrei che fosse: senza confini, materia per una camminata infinita. Quasi senza fisicità, leggero. Immagini immaginate, pensieri che traducono la realtà in filosofia e poesia. La realtà poi è diversa, spesso più faticosa del pensiero, in altro modo forte. L’arrivare in Greina ha un suo prezzo, ed è la salita in Val Camadra, che appare lunga, forse perché la mente è già su, nell’ambiente del desiderio. Salendo, ancora si sente profumo d’alpe e di terra, ed emergono ultime macchie di colore.

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L’atmosfera di Greina inizia a manifestarsi alla capanna Scaletta, come se si superasse un confine invisibile. Un’ultima ripida salita porta al Passo della Greina. Lo sguardo è teso in avanti, con la curiosità della scoperta. In primo piano è il bianco assoluto, modulato e disegnato dal vento in sottili sfumature. In lontananza emergono nere le pareti rocciose più ripide. E, più vicini, alcuni pinnacoli di roccia calcare, naturali sculture. I compagni risalgono il versante nord del Pizzo Coroi. Salire per scendere. In genere è questa l’ebbrezza dell’andare in montagna con gli sci. Per vivere il luogo in dimensione diversa decido per la lentezza, per quella sensazione di annullamento dello spazio e del tempo dato dal camminare in linea retta nel bian-


co. L’andare nella neve per lunghi tratti in pianura è una sensazione particolare. Non vi è la fatica della salita, né l’ansia dell’arrivare in vetta, né la promessa di eventi straordinari. A volte sembra di camminare sul posto, il cambiamento di prospettiva è lento. La monotonia acuisce lo sguardo. Il ritmo regolare del respiro fa sentire il profumo della neve. La giornata è di quelle che dal punto di vista fotografico non amo: cielo blu, senza una nuvola. Il sole di mezzogiorno toglie profondità al paesaggio, le ombre sono minime. L’esperienza mi ha insegnato che ogni situazione ha una propria intensità: è il qui ed ora. Il bagliore della distesa innevata sembra cancellare ogni forma e togliere significato. Cerco elementi grafici nel paesaggio. Li trovo qua e là, un formalismo troppo cercato, sterile. L’immagine non immaginata si presenta, delicata. È un tratto del Rein da Sumvitg. Così poca è la parte d’acqua visibile che il nome sembra una presunzione. L’acqua, scura per contrasto, divide due spazi di neve. Due spazi estremamente vicini, ma dalla superficie molto differente. Descrivere questa immagine la renderebbe banale. Lasciandola agire si penetra nel mistero della sua realtà fatta di materia, di un prima, di un dopo, di un oltre. Di un frammento che racconta l’universo. Come l’immagine successiva, un’onda di neve sospesa, fragilità congelata. Vedo nel pendio opposto le tracce di discesa con gli sci. È l’incontro tra l’emozione dello sguardo e l’emozione del movimento perfetto, che hanno radici simboliche dentro di noi. Di immagine in immagine, ognuna una breve meditazione, arrivo alla meta, la capanna Motterascio. Il giorno successivo al ritorno porta altre immagi-

ni: quelle rosso-dorate dell’alba, quelle di ombre lunghe che raccontano il paesaggio in profondità. E quasi rimpiango la piattezza banale, ma forse più sottile del mezzogiorno. Fino al momento in cui, inquadrato il versante in penombra del Pizzo Coroi modellato da luce radente, vedo spuntare dal nulla un gruppo di camminatori con le racchette. Lo spazio acquista una dimensione, il racconto diventa quello di un catalogo d’avventure, immagini già viste, forse, non resisto allo scatto, è troppo bello quel momento vissuto. Una delle innumerevoli rappresentazioni del nostro essere nel mondo.

Cartografia : Greina 1:25’000 Distanza : ca. 15 Km, Ghirone - Capanna Motterascio Dislivello : salita ca. 1000m, discesa ca. 200m Tempo : 6-7 ore Capanne : www.capanneti.ch Si segue il percorso della strada e dei sentieri estivi, con libertà di interpretazione dove non si presentano pericoli. Attenzione alla nebbia, cartina e GPS sono consigliati. La Val Camadra va percorsa solo con neve assestata.

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GATTO COL COLLARE Elena Stern-Balestra: tutto quello che vorreste sapere sul comportamento di cani, gatti & Co. … e sul loro rapporto con noi umani.

UN FORMIDABILE PREDATORE… Gentile dottoressa, mi permetto di presentarle il mio gatto “Othello” che mi fu regalato. È bellissimo, completamente nero, castrato, ha circa un anno e mezzo, è molto selvaggio ma si è subito affezionato a me e alla casa (con la sua porticina per uscire). Ha un grande giardino a disposizione dove sino alla sua apparizione c’erano scoiattoli e tanti uccelli. Adesso, dopo alcuni mesi, è riuscito ad ammazzare tutti (non solo, ma anche a portarmeli in casa morti, interi o a pezzi). Sono veramente disperata perché voglio bene anche agli altri animali. D’altra parte è talmente affettuoso: mi abbraccia, mi aspetta come un cane quando rientro con la macchina, una cosa mai vista coi miei precedenti gatti. Del resto l’ultimo ha vissuto 21 anni, e solo una volta ha portato un topo lasciandolo davanti all’ingresso. Cosa fare? Mi hanno consigliato di mettergli un collare con una piccola campana. La mia domanda è: si può fare? Quali sarebbero le conseguenze per lui, gli altri e per me? Grazie per il suo prezioso consiglio e cordiali saluti, Waltraut Brunelli, Purasca Malgrado i gatti domestici ricevano cibo a sufficienza dai loro proprietari, la caccia per loro resta un’attività molto importante,

che li può tenere occupati anche per diverse ore al giorno. Nella scelta delle prede si adattano a ciò che offre loro l’ambiente nel quale vivono. Anche se la presenza di molti uccelli e scoiattoli nel suo giardino era gradevole, non deve temere per la sopravvivenza delle loro popolazioni: con tutta probabilità non sono state sterminate, bensì si sono semplicemente spostate in un luogo dove sono meno disturbate! L’idea di mettergli un collare con la campanella è ottima. Questo provvedimento non impedisce del tutto che altre prede vengano uccise, ma fa sì che gli uccelli vengano allertati in tempo prima dell’attacco e può ridurre significativamente la quantità di catture. Normalmente questo tipo di collarino è ben tollerato dai gatti. L’unico inconveniente è il pericolo che il micio resti impigliato da qualche parte (p.es. su un albero) e per questo sarà bene sceglierne uno che abbia un inserto elastico. In questo modo in caso di necessità il gatto potrà sfilarselo.

Per le vostre domande: Illustrazione Ticinese, “Cani, gatti & Co.”, C.P. 418, 6908 Lugano, oppure via e-mail: info@illustrazione.ch, indicando come soggetto “Cani, gatti & Co.”

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SONDAGGIO

Sandra Mocchi, 35 anni, dimostratrice, Melano - “Consiglio il ristorante Romitaggio a Monte Carasso. I proprietari sono molto gentili e si mangia divinamente”.

Paolo Casellini, 37 anni, postino, Lugano - “Suggerisco l’osteria popolare Il Molino presso il centro sociale CSOA a Lugano, per l’ambiente e perché è economicissima”.

Filippo Ris, 25 anni, studente, Ascona “Sicuramente il ristorante Al Cacciatore a Soazza: si gustano dessert spettacolari!”.

UN RISTORANTE?

VE LO CONSIGLIO IO Avete voglia di uscire e non sapete dove andare a pranzo o a cena? Niente paura! Alcuni cittadini della Svizzera Italiana vengono in vostro aiuto consigliandovi ristoranti, osterie, grotti e pizzerie. Loro garantiscono… testo Lorenza Storni - foto Stefano Ember

Laura Cortinovis, 33 anni, croupier, Coldrerio - “Consiglio il ristorante del Popolo a Breganzona per l’ottimo rapporto qualitàprezzo, amichevole e familiare”.

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Stefano Cingari, 17 anni, studente, Lugano - “Consiglierei il Mary di Lugano: la pizza è buona e costa poco”.

Antonina Granatiero, 27 anni, commessa, Stabio - “Suggerisco il Grotto Bundi di Mendrisio per l’ambiente caloroso e familiare e l’ottima cucina tipica”.


Uma Arnese-Pozzi, 40 anni, attrice-regista, Valcolla - “Io consiglio la locanda del Giglio a Roveredo (TI) perché è un posto bellissimo con vista lago e si può mangiare anche vegetariano”.

Mauro Coen, 40 anni, giardiniere-autista, Lugano - “Il grotto degli Amici di Figino. È divertente prepararsi il proprio spiedone di carne o pesce a volontà da far cuocere alla griglia. E il prezzo è onesto”.

Mariangela Balmelli, 59 anni, casalinga, Montagnola - “Suggerisco il grotto Monte Creda sopra Villa Luganese. È immerso nella natura, offre un’ottima cucina ticinese ed è ideale anche per le famiglie”.

Olimpio Panzera, 65 anni, pensionato, Bosco Luganese - “Il ristorante La Piodella perché si mangia bene e ci sono quattro belle ragazze”.

David Raveglia, 30 anni, elettronico multimediale, Roveredo (GR) - “Consiglio il ristorante Pedemonte di Bellinzona: si mangia bene, è discreto e poco affollato”.

Sonia Perucchini, 40 anni, casalinga, con Alex, Cadenazzo - “Io suggerisco l’osteria Paudese di Paudo perché offre una cucina particolare e curata”.

Davide Forni, 43 anni, ottico, Lavorgo “Come non consigliare il ristorante alla Stazione “da Ermanno” a Lavorgo? Si mangiano sia piatti semplici sia raffinati e i gusti non sono camuffati”.

Valentina Gaddi, 25 anni, infermiera, Bellinzona - “Consiglierei l’osteria Mistral di Bellinzona perché è accogliente e si mangia da Dio”.

Gian Buccella, 63 anni, resp. produzione, Vezia - “Non esito: il ristorante Grotto Tamé di Breganzona. La cucina è ottima e genuina, il rapporto qualità/prezzo è perfetto e la gentilezza dei signori Manna non si scorda”.

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LA STIMOLAZIONE BIO-ENERGETICA

PER L’AUTO-DISINTOSSICAZIONE CON IL SISTEMA «AQUA DETOX» AQUA DETOX™ è la macchina più all’avanguardia per la disintossicazione e la rigenerazione cellulare; un sistema di stimolazione bio-energetica che depura l’organismo IN TOTALE SICUREZZA e con effetti immediati e visibili. MENTRE I PIEDI SONO IMMERSI NELLA VASCA «AQUA DETOX™» AVVIENE QUALCOSA DI SPECIALE… Quando l’apparecchio è acceso e il dispositivo (immagini a lato) è immerso nell’acqua, si creano nell’acqua delle cariche sia positive che negative. Il nostro corpo attrae e accetta gli ioni carichi negativamente visto che ne è relativamente in difetto e li utilizza per riequilibrare gli ioni positivi creati dall’inquinamento, dalle tossine e dallo stress. Questo permette alle cellule di disintossicarsi e di assorbire i nutrienti più liberamente. La ricerca scientifica è venuta alla conclusione che gli ioni carichi negativamente hanno degli effetti positivi sugli organismi viventi. Le piante crescono più sane e più velocemente e le persone possono avere come risposta una maggiore vitalità e uno stato di rilassamento. Gli ioni negativi nel flusso sanguigno servono anche ad accelerare il trasporto di ossigeno alle cellule e ai tessuti. Durante il trattamento AQUA DETOX™ tutto il corpo si disintossica attraverso la pelle, il sistema linfatico, i reni, il fegato, gli intestini e i polmoni grazie al riequilibrio delle cariche positive e negative all’interno dell’organismo stesso. AQUA DETOX™ può aiutare il corpo ad autodepurarsi in modo più efficace e completo. Il processo avviene in modo visibile: l’acqua, infatti, generalmente assume una colorazione alterata, che va dal giallo, al verde, al marrone e persino al nero. In poche parole... con AQUA DETOX™ si vedono letteralmente le impurità uscire dal corpo! IL TRATTAMENTO AQUA DETOX™ è un trattamento bello e rilassante ed è efficace fin dalla prima seduta. Ci si siede comodamente su una sedia e si mettono i piedi nella vasca contenente acqua tiepida. Durante i trenta minuti del trattamento si vedrà l’acqua assumere una colorazione sempre più intensa. Il trattamento permette al corpo di riequilibrare i campi bio-energetici e stimola l’autodisintossicazione. Per aiutare il corpo a riequilibrarsi e a purificarsi si consiglia di bere un bicchiere d’acqua durante o dopo il trattamento.

I TRATTAMENTI E I VANTAGGI DI AQUA DETOX™ • Migliora i processi di autodisintossicazione. • Riduce indirettamente la quantità di tossine nel corpo • Rende la pelle più luminosa • Attiva le funzioni circolatorie del sangue e del sistema metabolico • Incrementa i livelli energetici delle cellule • Riduce una produzione eccessiva di sudore • Diminuisce la formazione di odori corporei • Non costa fatica • Non richiede esercizi • Non prevede bevande o diete speciali • È efficace fin dalla prima seduta • Può essere usato da persone di tutte le età bambini e anziani compresi. Il trattamento AQUA DETOX™ può aiutare e aumentare l’efficacia di altri metodi di cura come la metodologia Ayurveda Mekong, la riflessologia dorsale plantare, la torba...terapia e tutti trattamenti estetici. COSA È STATO TROVATO NELL’ACQUA? Studi scientifici sulle sostanze contenute nell’acqua dopo una seduta di AQUA DETOX™ hanno rilevato dati allarmanti: sono stati trovati non solo rifiuti organici, ma anche elementi chimici come metalli, ammoniaca, fosfati e nitrati. COME SI FORMANO LE IMPURITÀ? I rifiuti tossici accumulati nell’organismo anno dopo anno danno come risultato un malfunzionamento del corpo che si manifesta in diversi modi, ad esempio con la comparsa di allergie e intolleranze alimentari, con l’abbassamento delle difese immunitarie, ecc... Le impurità derivano da diversi fattori: stili di vita e dieta poco sani, stress, fumo e alcol, esposizione ad un’atmosfera inquinata e anche chemioterapie e interventi chirurgici.


AQUA DETOX™ È SCIENTIFICAMENTE TESTATO, ASSOLUTAMENTE SICURO E PRIVO DI RISCHI. AQUA DETOX™ è un metodo assolutamente sicuro, che non comporta alcun rischio e la cui efficacia è stata scientificamente provata. L’osservazione clinica, svolta con metodi scientifici in laboratori medici riconosciuti, ha prodotto una documentazione, ora disponibile, che dimostra come il trattamento di AQUA DETOX™ svolga una funzione positiva sul ripristino del livello di vitalità e di benessere generale, sul miglioramento dei livelli di energia degli organi. AQUA DETOX™ E... IL SIGNIFICATO DEI COLORI Durante il corso della sessione AQUA DETOX™, l’acqua dell’unità probabilmente cambierà colore e particelle estranee potranno apparire come sedimento (tossine rimosse con il bagno ionizzato al piede). Ciò è normale. Il cambiamento del colore dell’acqua nell’unità AQUA DETOX™, è causato da una reazione fra le tossine espulse dal corpo del cliente e le particelle presenti nell’acqua, sale aggiunto all’acqua, i metalli nell’elettrodo generatore, e l’acidità o l’alcalinità del cliente. I colori usati nella tabella sottostante sono rappresentativi del reale colore dell'acqua:

Colore o particella

Materiale o zona del corpo disintossicata

Nero, nero/verde

Reni, fegato

Macchie o granelli neri

Metalli pesanti

Marrone

Stomaco, detriti cellulari, tabacco

Verde scuro

Fegato-cistifellea

Arancione

Giunture

Screziature rosse

Sistema circolatorio

Particelle come formaggio bianco

Fermento, grassi

Schiuma bianca

Mucosa del sistema linfatico

Giallo, verde

Reni, vescica, tratto urinario, prostata

MEKONG

AYURVEDA E MASSAGGI ORIENTALI La finalità del metodo Mekong è la diffusione del benessere mentale, fisico e spirituale attraverso la filosofia ayurvedica. La cultura e la filosofia orientale danno grande importanza a tecniche di rilassamento e ai massaggi. Assieme alla cromologia e all’aromologia, vengono usate all’interno dello spazio Mekong a scopo riequilibrante, rilassante, muscolare, linfatico ed energetico per donare gioia e benessere alla mente, al corpo e allo spirito. L’operatore Mekong si pone come punto di riferimento in questa metodologia per chi desidera affidarsi nelle mani di professionisti altamente qualificati, utilizzando le delle erbe avvolte nel profumo di spezie e olii. Massaggio ayurvedico Kerala - Il massaggio ayurvedico appartiene alla tradizione dell’antica scienza indiana (ayurveda). È una pratica atta a promuovere il benessere psicofisico stabilendo un equilibrio tra le varie energie presenti nel corpo. Di grande chiarezza negli effetti il massaggio ayurvedico porta benessere, forza, energia, elasticità e armonia globale. Pindasweda - Il trattamento con i tamponi caldi, con polveri di erbe e spezie prepara il cliente ai trattamenti successivi, andando a riequilibrare la musculatura. Swedana - Il bagnio di vapore stimola le ghiandole sudorifere avvolgendo il corpo nei fanghi e nelle polveri (peeling) per una disintossicazione profonda. Fango di erbe - L’azione del fango ayurvedico (vata, pitta, kapha e neutro) porta notevole benessere psicofisico eliminando infiammazioni e dolori strutturali. Udwartana - Il trattamento «totalbody» si esegue con polveri micronizzate di piante e spezie con l’applicazione dell’olio. Il metodo prevede un avvolgimento completo del corpo con effetto «peeling».

PER INFORMAZIONI SU QUESTI TRATTAMENTI TELEFONATE A: Angela Estetica - Via G. Motta 13 - Bellinzona - 091 825 29 02 Istituto Lady di L. Finiletti - Piazza Collegiata 7 - Bellinzona - 091 825 98 68 Estetica Oceania di S. Salerno - Via Stazione - Bodio - 091 880 90 60 Estetica Sabrina - Via Dott. G. Polar 38 - Breganzona - 091 967 37 37 Istituto Venere di R. Laurenti - Ala Capelina - Cadenazzo - 091 858 39 92 Centro Benessere Bauer - Cadro - 091 943 41 39 Centro Le Ninfee - Via Molinazzo 2 - Cassarate - 091 971 37 77 Estetica Cleo Sagl - Via Bellinzona 31 - Giubiasco - 091 857 83 82 Estetica Silvia di S. Cidali - Piazza Grande 53 - Giubiasco - 091 857 77 87 Estetica & Nails Naty - Via Chiosso 3a - Gordola - 078 803 28 22

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IN PISTA

ADRENALINA testo Stefano Pescia foto Rémy Steinegger

Stefano Comini e Ronnie Kessel; due giovani che durante l’anno trascorrono la maggior parte dei loro fine settimana al volante di un bolide da corsa. Due talenti di indubbio successo, tra la realtà e lo stimolo di rincorrere i loro sogni.

«Ho concluso una corsa su tre ruote per un problema alle sospensioni posteriori» STEFANO STEFANO COMINI COMINI


«Sono il più giovane pilota al mondo ad aver guidato una Ferrari da corsa» RONNIE KESSEL

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L

e storie di Stefano Comini, 18 anni, e di Ronnie Kessel, 20 anni, sono diverse come le categorie delle competizioni che li vedono protagonisti. In entrambi però, la simpatia, la disponibilità, la grinta e la capacità di rimanere con i piedi per terra sono dei positivi aspetti che li accomunano e li rendono felici e vincenti anche prima di indossare la tuta e il casco e dopo la bandiera a scacchi. Le automobili e le emozioni legate a tutto quello che gira attorno al mondo dei motori sono un eccellente punto di partenza che contagia il gioco di molti bambini. Per Stefano le ruote e le vetture erano una passione che a sei anni si è fermata a Magadino. Su quella pista di go-kart, più per volontà della mamma che di papà Pietro, la grande prova. Pochi giri e l’occhio vigile di un esperto a bordo pista ha premuto il gas della carriera del giovane di Banco. Convinto il padre, che aveva alle spalle qualche partecipazione alle competizioni, si parte con l’inizio di un nuovo capitolo della vita di Stefano. La passione di Ronnie invece, cresciuto avvolto nel profumo delle competizioni di papà Loris, ha avuto una partenza più tranquilla. Il kart, bello ma… si può anche aspettare. In famiglia il corridore di successo non mancava e allora un bel patto ha messo tutti d’accordo. “Quando avrai l’altezza necessaria per riuscire a sederti al volante di una Ferrari della nostra scuderia e premere l’acceleratore, allora ti farò provare una vettura da corsa”, parola di Loris. E così è stato. A quattordici anni il dinamico Ronnie e il papà da corsa Loris vanno in Francia per soddisfare la promessa per il grande debutto. E nella patria dello Champagne l’adrenalina per le vetture da pista vince la sua sfida. Per alcuni anni Ronnie segue i corsi ed effettua i test per ottenere le dovute licenze, quella internazionale compresa. Pronto per seguire le orme di papà Loris, a 17 anni è mezzo conqui-

Per il 2008 Ronnie Kessel parteciperà ancora al Campionato Ferrari Challenge Trofeo Pirelli, che la scorsa stagione gli è sfuggito per pochi punti. L’obiettivo, quindi, è di portare a casa il titolo europeo. Lo farà salendo di categoria e affrontando una competitività più agguerrita.

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sta subito un invidiabile primato. È infatti il più giovane pilota a livello mondiale a guidare una Ferrari, una 350 Modena nel Ferrari Challenge. Anche Stefano in fatto di caratteristiche uniche non scherza. In 43 anni di storia è stato il pilota più giovane a vincere una gara del trofeo Cadetti. “Inoltre in Ticino”, ci conferma, “di concorrenti che gareggiano a ruote scoperte non ve ne sono”. La sua è una carriera che segue la tradizione; dopo il kart si passa logicamente alle ruote scoperte in particolare nella Formula Monza 1600. Tappe diverse e importanti che necessitano di un elemento fondamentale, i soldi per coprire gli elevati costi di questo sport. Un ostacolo non indifferente, anche per chi ha talento, che comunque non impedisce a Stefano di sognare di diventare un pilota professionista. “Alla Formula uno”, ci dice, “non ci penso, sono cosciente che trovare un sedile libero è molto difficile. Non ho mai effettuato una gara di rally, magari potrò provare la FIA GT, o spostarmi negli Stati Uniti o in altri continenti”. L’inizio quasi per gioco di Ronnie è diventato un impegno non indifferente, diviso tra gli studi universitari e le gare in pista. “In effetti”, ci conferma, “i sacrifici sono diversi anche se ho la fortuna di avere una scuderia in casa. Durante la stagione sono circa otto i giorni che ogni mese devi dedicare alle corse. Bisogna organizzarsi seriamente ma non mi pesa. La motivazione è certamente una vitamina che mi accompagna con costanza e soddisfazione”. “Proprio così, organizzarsi non è facile”, ci conferma Stefano, “anche perché in un anno i diversi test e le gare mi occupano una sessantina di giorni. Se poi il budget è limitato, oltre al tempo da investire per la ricerca di sponsor, devi sapere improvvisare anche all’ultimo minuto il tuo programma”. Tra tante gioie e preoccupazioni, a imporsi è quell’adrenalina


ALEX FONTANA PILOTA UFFICIALE PCR La scuderia PCR, che lanciò anche la carriera di Giancarlo Fisichella, ha rinnovato il contratto con il pilota ticinese Alex Fontana per la stagione 2008, con opzione per il 2009. La “Freccia gialla”, come è stato simpaticamente soprannominato il giovane Alex (15 anni), ha conquistato con PCR il titolo di Campione Svizzero 2007 nella Categoria KF3 e si è ripetutamente messo in luce a livello internazionale. Alex ha così riportato la vittoria nel Campionato Svizzero alla gloriosa scuderia di go-kart italiana dopo un digiuno di sette anni. Quest’anno Fontana correrà in qualità di pilota ufficiale PCR, categoria KF2 nell’International Open Masters e nelle principali classiche internazionali, oltre che nel Campionato Nazionale Svizzero e nella Bridgestone-Cup 2008. Non è escluso un suo impegno anche in alcune prove del Campionato di Spagna. Gigi Cavaciuti responsabile PCR: “Dopo l’eccellente stagione 2007 siamo tutti molto contenti di poter continuare a lavorare con Alex, pilota dalle indiscutibili doti velocistiche. La giovane età del pilota e le sue caratteristiche, tra le quali la grande determinazione e la facilità di adattamento ai nuovi materiali e ai circuiti” - aggiunge Cavaciuti -, “ci permettono di guardare con ottimismo alla stagione 2008”.

che ti accompagna dalla partenza all’arrivo e che sostiene con emozione la passione e soprattutto il piacere di ottenere degli invidiabili risultati. Nel cuore del ventenne Ronnie vi è Ronnie Peterson, amico di Loris che ha voluto ricordarlo dando il suo

nome al figlio. “Naturalmente”, ci dice, “tra i miei idoli vi è anche mio padre, al quale devo comunque la mia carriera”. Il pilota al quale vorrebbe assomigliare Stefano è invece Gilles Villeneuve. “Mi rappresento in lui”, ci spiega Stefano, “anche perché ho effettuato diverse imprese che sono state paragonate a quelle di Gilles, come quando ho concluso la corsa su tre ruote per un problema alle sospensioni posteriori, classificandomi ugualmente al quarto posto”.

VALENTINA NESSI, UNA TICINESE DA GUINNESS Ha solo dieci anni ma la grande passione per il go-kart, iniziata a sei anni, ha permesso alla brillante e simpatica ragazzina di Locarno di vincere una sfida senza precedenti. Valentina Nessi è stata selezionata per partecipare con altri tre compagni, uno svizzero e due rumeni, alla quarta edizione del Kids Karting Marathon tenutosi in settembre a Bucarest. Il prode quartetto ha affrontato un impegnativo compito: ha girato in pista per 24 ore consecutive, con turni di circa un’ora per pilota, percorrendo ben 1’250 chilometri! Un’originale prestazione che regalerà alla “tosta” Valentina la soddisfazione di iscrivere il proprio nome anche nell’edizione 2008 del libro dei Guinness dei primati. Complimenti!

Per Stefano Comini il 2008 si programma in funzione del sostegno dei possibili sponsor che ci auguriamo possa trovare, magari cambiando anche categoria. Se dovesse smettere sarebbe veramente un peccato per il giovane talento ticinese.

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MOTOTENDENZE 2008 Tra presente, futuro e futuribile. Passioni che vanno, passioni che tornano! testo Graziano Guerra

ENDURO! PICCOLE O GRANDI MA TUTTE FORTI Per la prossima stagione è stato annunciato il ritorno delle grandi Enduro giapponesi Honda Transalp e Yamaha Ténéré come pure della Moto Guzzi, che con la Stelvio rinverdisce il mito della Quota, nelle ottavo di litro colpisce la bella Derbi Terra Adventure. Questi nuovi modelli hanno in comune una grande versatilità d’uso. Vediamoli da vicino. DERBI TERRA ADVENTURE 125 È equipaggiata con il più avanzato e potente motore 125 4 tempi 4V esistente sul mercato, Derbi conferma con questa ottavo di litro la sua propensione all’innovazione nella categoria delle moto da rally e d’avventura. La Terra Adventure monta cerchi a raggi da 21” all’anteriore e da 17” al posteriore, pneumatici da enduro, forcella di grande diametro (41 mm) e protezione in alluminio per motore e telaio, tutti particolari che garantiscono alla piccola enduro 125 cc massima versatilità d’uso, maggior comfort e sicurezza anche sui tracciati più impervi. Le capienti borse rigide laterali in alluminio e il bauletto posteriore completano un assetto pensato per l’avventura. HONDA XL700V TRANSALP La nuova generazione Transalp ha un design moderno e avventuroso, accompagnato da brillanti prestazioni. La grafica si ispira al design moderno e Hi-Tech dei GPS: le coordinate indicate corrispondono a quelle della più alta strada accessibile alle moto in Europa: il Col de la Bonette, nelle alpi francesi. Il bicilindrico a V con tre valvole per cilindro e raffreddamento a liquido, giunto alla terza generazione di Transalp, è stato aggiornato Honda XL700V Transalp. profondamente, adeguate le prestazioni e la compatibilità ambientale. In opzione anche un kit di navigazione satellitare Honda in grado di scovare città, indirizzi, point of interest o concessionari Honda in tutta E ur opa. M a p p a su schermo in 2D e 3D, accompagnata da indicazioni vocali; bluetooth integrato. YAMAHA XT660Z TÉNÉRÉ La nuovissima monocilindrica di grossa cilindrata, robusta e affidabile, arriverà nel 2008. Fedele all’originale filosofia del design “senza confini”, è stata progettata per offrire ad una nuova

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generazione di motociclisti in cerca di avventura l’opportunità di esplorare un nuovo mondo di possibilità. La nuova è spinta da un monocilindrico a 4 tempi da 660 cc, Yamaha XT660Z Ténéré. raffreddato a liquido, messo a punto per offrire una potenza maggiore nei regimi di coppia medio-bassi. Grazie alla sua attitudine per tutti i percorsi, Ténéré è progettata per affrontare terreni difficili, e per poter essere all’altezza, anche in condizioni estreme, il nuovo modello è stato equipaggiato con una gamma di protezioni di materiali leggeri. Grande anche la scelta di accessori originali Yamaha prevista. MOTO GUZZI Presentata in prima mondiale a Eicma 2007, l’attesissima maxienduro del marchio dell’aquila Stelvio monta un nuovo propulsore 1200 cc “quattrovalvole”, configurato appositamente per lei. In grado di erogare ben oltre 100 cv di potenza forte di una coppia pachidermica. Grandi spazi si aprono davanti al cupolino regolabile e integrato col gruppo serbatoio. Il telaio completamente nuovo si accoppia al forcellone monobraccio, che integra la trasmissione finale a cardano Carc, e alla forcella a steli rovesciati da 50 mm con attacco radiale delle pinze freno. I cerchi ruota a raggi da 19” e 17”, anodizzati nero, che accolgono grandi pneumatici, il telaio già predisposto con gli attacchi per le borse, la sella regolabile su tre posizioni parlano di una moto pronta a viaggiare verso ogni destinazione. SUZUKI BIPLANE E CROSSCAGE BIPLANE Lo splendido prototipo “Biplano” esprime tutta la libertà evocativa delle due ruote grazie ad un design che si ispira in tutto all’idea del volo, una sensazione che i motociclisti conoscono molto da vicino. Benché si tratti di una moto moderna, questa concept - priva di parabrezza o altre coperture - desta l’impressione visiva tipica di un biplano, con il classico senso di apertura verso l’esterno, per un’immagine lineare che si rivela quanto mai semplice e familiare. È alimentata da un propulsore 1’000 cm3, V4, raffreddato a liquido. È lunga 2’166 mm; larga 645 mm e alta 906 mm. CROSSCAGE Una moto equipaggiata con un sistema leggero e compatto di


celle a combustione raffreddato ad aria che, unitamente a una batteria secondaria ad alte prestazioni, assicura un controllo ottimale della potenza generata. Il sistema di celle a combustione, realizzato dall’azienda britannica di settore Intelligent Energy, assicura un’attivazione istantanea e un basso consumo, mentre dal canto suo la batteria Biplane. agli ioni di litio combina sicurezza e basso impatto ambientale. La straordinaria semplicità, compattezza e leggerezza di queste tecnologie non solo rendono la Crosscage compatibile con l’ambiente circostante, ma realizzano anche uno styling sportivo che ben si adatta al marchio Suzuki.

Tesseract.

TESSERACT Sfuggendo per un attimo alla fedeltà alle due ruote, Yamaha propone Tesseract, un ATV con motore ibrido. L’invitante mezzo è mosso da un V2 raffreddato a liquido e da un motore elettrico. Un’interessante alternativa quindi, in più il veicolo è dotato di telaio “Dual-Scythe”, un sistema che consente di “piegare” come in sella ad una moto, mentre una volta fermi si può mantenere la stabilità sulle quattro ruote. Sulla commercializzazione e prezzi nulla è dato sapere, ma i giapponesi non sono avvezzi a fare aspettare molto a lungo.

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PROTOTIPI YAMAHA “The Art of Engineering“, è una frase sempre scritta a caratteri cubitali nella Casa dai tre diapason. Abbiamo messo gli occhi su due, tra i vari modelli, molto accattivanti per l’estetica e per la tecnologia adottata.

XS-V1 SAKURA La “XS-V1 Sakura“ è una motocicletta dotata di tecnica motoristica all’avanguardia, è mossa da un 1’000 cc V2. Questa moto in pieno “Japanese Style” ricorda molto le Yamaha anni ’70 ed è assurta a simbolo estetico della rinomata casa. È una sportiva che convince per la sua semplicità e funzionalità oltre che per la sua linea “retro-moderna”. Coniuga l’inconfondibile carattere del V2 con un telaio slanciato, e grazie alla sella bassa promette piacere di guida nella più classica delle posizioni.

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Perdi i capelli? Chiama L’Istituto Sanders Con una consultazione gratuita presso i centri Sanders potrai conoscere la verità sui tuoi capelli e le migliori tecniche per prevenire, combattere e sconfiggere la calvizie. Un aspetto gradevole e curato contribuisce in modo sostanziale ai successi nel campo del lavoro e della vita privata. Perdere i capelli a volte significa subire disagio, insicurezza, incrinare i nostri rapporti sociali e sentimentali. Per fortuna non siamo più impotenti nel combattere la calvizie, anzi, possiamo affermare che avere i capelli oggi è una scelta. L’Istituto Sanders, azienda leader del settore tricologico, vanta oltre venti anni di esperienza. È presente a Lugano, Chiasso, Bellinzona e Locarno. In questi quattro centri tutti potranno sottoporsi gratuitamente a un esame dei propri capelli e informarsi sulle tecniche più attuali per salvaguardarli. Segnali d’allarme. In presenza di perdita eccessiva di capelli, di diradamento, di diminuzione della loro densità, di prurito, di grasso eccessivo, di forfora e desquamazione, meglio subito farsi controllare perché prima si interviene con misure di prevenzione e maggiori sono le possibilità di successo. Analisi dei capelli. Metodi diagnostici di avanguardia consentono di stabilire con precisione le cause delle diverse anomalie dei capelli, di accertare l’eventuale mancanza di qualche elemento e di individuare anche piccolissime tracce di sostanze intossicanti. Esame tricologico, mineralogramma e tricogramma, sono le analisi dei capelli che possono essere ritenute necessarie per stabilire un trattamento specifico e personalizzato. E per la donna? Naturalmente il problema dei capelli si evidenzia maggiormente negli uomini con la conseguente calvizie più o meno pronunciata, ma è tra le donne che quando il diradamento si manifesta diventa intollerabile. In effetti la donna con pochi capelli non ha alcuna possibilità di passare inosservata senza suscitare curiosità e commenti. Una risposta convincente al problema femminile la dà ancora una volta l’Istituto Sanders, che ha creato un trattamento specifico e una tecnica di integrazione insuperabili.

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OROSCOPO testo Cloris Sciaroni Il mese inizia con ben quattro pianeti in Aquario, nella 3. casa natale del nostro cielo astrologico, in ottimo aspetto a Venere e Marte natali, per cui l’accento sarà puntato principalmente sui media e sull’uso di internet. Chissà che non ci sia un altro “scoop” in vista! Si parlerà sempre più delle problematiche giovanili che esprimono sempre più energia negativa e distruttiva. Sarebbe bene concedersi momenti di silenzio e ascolto delle proprie emozioni. Gli influssi aquariani parlano di solidarietà e fratellanza, per cui dovranno essere i giovani stessi a mobilitarsi con iniziative magari anche originali. Interessati anche i mezzi di trasporto: strade, ferrovie e aeroporti divenuti ormai crocevia di un traffico sempre più intenso, tanto più in prossimità delle vacanze pasquali, per cui meritano particolare attenzione. Speriamo che il buon Giove dal Capricorno renda tutti gli automobilisti più responsabili. L’equinozio di primavera inizia proprio con il plenilunio, che sia sinonimo di rinascita! Serena Pasqua a tutti.

ARIETE 21/3 - 20/4

I primi 12 giorni del mese saranno molto stimolanti ed eccitanti per voi che amate l’adrenalina e l’avventura, ma anche i cambiamente, le novità. Voi faticate a seguire la routine, ma attenzione: dal giorno 4, quando Marte ritornerà in Cancro e il giorno 7 formerà opposizione con Plutone, dovrete adottare un comportamento maggiormente prudente in tutti gli ambiti. Possibili scontri o conflitti di potere con superiori, autorità o partner. Rispettate le regole, anche quelle di buon vicinato e soprattutto evitate ogni sentimento di vendetta anche se vi sentite offesi. Ogni tanto è bene “scendere dal piedistallo”! Gestite con oculatezza anche l’economia. In amore cercate di vivere relazioni “sane” e non complicatevi la vita. Possibili attrazioni con persone di età diversa dalla vostra. Il 21.3 ci sarà un plenilunio importante. Buona rinascita!

TORO 21/4 - 20/5

Potete sempre contare sul potente supporto di Giove, Plutone e Saturno in ottimo aspetto, ma nei primi 14 giorni di marzo dovrete anche fare i conti con qualche altro pianeta che vi mette i bastoni fra le ruote, per cui non tutto filerà così liscio come vorreste. Se siete liberi professionisti, evitate atteggiamenti rigidi e conservatori. È tempo di rinnovamento. Anche per voi dipendenti o studenti, forse troppo stressati e attivi, si impone un riesame dei vostri impegni, anche fuori dal lavoro. Non sono da escludersi imprevisti e sorprese varie anche nella vita privata. Poi l’atmosfera si fa più leggera nella 2. metà del mese, con un intenso bisogno di cura per se stessi. Possibile un viaggio o un incontro importante e significativo, magari di ordine spirituale. La Pasqua sarà sinonimo di empatia e perdono, ma anche di rinascita grazie all’amore!

GEMELLI 21/5 - 21/6

Approfittate della 1. metà del mese per realizzare quanto vi sta a cuore, giacché gli ottimi influssi “aquariani” sostengono le vostre idee, i vostri progetti, purché realistici. Importanti aiuti da amici o personaggi influenti non esclusi. Abbiate il coraggio di rinnovarvi, di crescere professionalmente e spiritualmente. Ottimo periodo anche per voi studenti e giovani e per chi fra voi deve sostenere degli esami o dei colloqui di lavoro. Possibili collaborazioni vantaggiose dovute a incontri o circostanze fortunate. E se non siete più giovanissimi, osate intraprendere nuove vie, nuovi studi e frequentate ambienti nuovi. E l’amore? Anche qui si prevedono delle novità, chissà, magari anche un colpo di fulmine o una dichiarazione importante, complice il plenilunio del giorno 21. Vacanze pasquali all’insegna del “dolce far niente”, di coccole e bagni termali.

CANCRO 22/6 - 22/7

La prima metà del mese risulterà assai movimentata da un profilo finanziario, ma non solo. Voi che amate la pigrizia verrete scossi e risvegliati bruscamente dal letargo invernale a causa del ritorno di Marte nel segno il giorno 4. Molto teso potrebbe essere il giorno 7, muovetevi con prudenza. È importante programmare bene le proprie giornate ed evitare di farsi cogliere di sorpresa dagli eventi. Probabili spese legali in vista. Possibili novità da parte di parenti lontani e magari anche un viaggio imprevisto. Il plenilunio del giorno 21 potrebbe risultare un po’ perturbato per qualcuno di voi, ma non temete, la Pasqua porta con sé anche momenti di relax in qualche stazione termale e ritrovata serenità in famiglia. Nella seconda parte del mese non mancano le belle sorprese, magari una visita inaspettata. Momenti passionali e romantici in amore per voi giovani.

LEONE 23/7 - 23/8

La prima parte del mese risulterà assai dinamica e perturbata a causa degli influssi “aquariani”, per cui ne risentirà un po’ il sistema nervoso. Sia che siate indipendenti o in società con qualcuno, con il rischio di rompere la collaborazione, sia che viviate una relazione di coppia, ci saranno dei momenti critici da superare. A volte le cose succedono per farvi riflettere, altre per indurvi a una maggiore umiltà. Tuttavia, se c’è da cambiare qualcosa va fatto. Può anche darsi che dobbiate affrontare qualche spesa in più per sostituire apparecchiature o rinnovare la casa. Muovetevi con prudenza sulle strade nei primi 14 giorni e se praticate dello sport agonistico, premunitevi contro eventuali incidenti. Approfittate delle vacanze pasquali per rilassarvi in qualche luogo tranquillo o dedicarvi alla famiglia. È li che troverete il conforto di cui avete bisogno.

VERGINE 24/8 - 22/9

Vita movimentata e parecchio stressante per voi nei primi 15 giorni del mese. Cercate di non sobbarcarvi di troppi impegni che alla fine possono esaurirvi. Voi siete lavoratori infaticabili ma non esagerate. Non mancheranno i contrasti con qualche collega di lavoro, ma anche i rapporti tra fratelli non saranno dei più tranquilli. Siate preparati a qualche cambiamento che potrebbe anche cogliervi di sorpresa. A favore avete sempre Giove e Plutone, che comunque indicano enormi risorse nascoste a cui potrete attingere nei momenti critici. E dal giorno 4 anche Marte si ripropone in aspetto positivo. Forse è meglio coltivare l’amicizia, quella vera o rifugiarsi nell’amore. E che fare nelle vacanze pasquali? Godersi un po’ di “dolce far niente” o visitare qualche luogo sacro. Preparatevi a una rinascita.

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OROSCOPO

BILANCIA 23/9 - 22/10

Ecco un mese molto dinamico e ricco di novità per voi, specie nei primi 14 giorni, dove gli incontri possono risultare anche vantaggiosi. Anche l’amore riserva belle sorprese. Frequentate gallerie d’arte, fiere, concerti, artisti, scrittori e artigiani e fate dei vostri viaggi esperienze interessanti. Questa prima parte risulta ideale per le relazioni pubbliche, per la vita sociale, quindi non isolatevi. Non temete i contrasti di Plutone o Giove, a cui si aggiunge Marte dal giorno 4. Sono solo le vostre paure e le aspettative degli altri che vi frenano. Decidete di essere voi stessi e liberate tutta la creatività che è in voi. Ovunque andate portate un tocco di bellezza e piacere. E se avete deciso di intraprendere un percorso spirituale, incontrerete anime similari con cui condividere un cammino speciale. Il plenilunio del giorno 21 nel vostro segno indica un nuovo inizio per tutti.

SCORPIONE 23/10 - 22/11

Inizio piuttosto faticoso per voi, cercate di non superare i vostri limiti, specie nei primi 14 giorni con ben quattro pianeti dissonanti. Non è il periodo migliore per le trattative e i viaggi. Ma potrebbe essere l’atmosfera familiare o domestica a turbarvi maggiormente, oppure il tutto si riduce a qualche piccolo guasto in casa o a spese impreviste in genere. In amore c’è chi pretende dei chiarimenti da voi. In ogni caso non perdete la calma. A sostenervi con grande energia ci saranno Plutone e Saturno, per voi della 1. decade, e Sole, Giove e Urano per voi della 2a. Darete a tutti prova di grande resistenza anche nei momenti critici, ma la cosa non meraviglia più di tanto. La seconda parte del mese sarà migliore, più distesa e portatrice di momenti magici, romantici e passionali. Sarà una Pasqua speciale.

SAGITTARIO 23/11 - 21/12

Mese all’insegna del divertimento, dell’avventura e delle scoperte, almeno questo è quello che vi propongono gli influssi astrali dall’Aquario nei primi 14 giorni. La vostra vita si muoverà fra appuntamenti amorosi, lettere, chat e trattative varie. Insomma, quel che vi rende vivi è stabilire relazioni pubbliche ovunque siate. Ottimo feeling con i bambini e i giovani. E quel che conta è unire l’utile al dilettevole. Non mancheranno i vantaggi economici se saprete vendere bene le vostre idee, ma attenzione a controllare le spese, siete troppo impulsivi. Un consiglio, ammesso che con voi si possa: non siate troppo egocentrici e date spazio anche alle opinioni degli altri. Sappiate valorizzare l’amicizia, quella vera, magari più discreta e coltivate l’amore verso la natura e gli animali. Pasqua all’insegna della spiritualità.

CAPRICORNO 22/12 - 20/1

Con Giove e Plutone nel segno, sorretti da Saturno, Sole e Urano dai Pesci, probabilmente siete ben corazzati contro ogni imprevisto o ostacolo che vi si potrebbe parare davanti. Questo è un mese in cui potrete conquistare molti punti a vostro favore grazie alla vostra incrollabile fiducia in voi stessi, senso dell’organizzazione e della praticità. Troppo tradizionalisti e rigidi, dovreste tuttavia aprirvi a nuove possibilità, a nuove idee e accettare magari anche qualche proposta innovativa, lontana dalla vostra realtà. Saranno favoriti i settori della tecnologia, ingegneria, ambiente, ecologia, della ricerca scientifica alternativa e dei media. Un po’ di imprevisti nelle finanze. E l’amore? È una caccia al tesoro. Apprezzate gli affetti veri. Ma se siete single pensate a un viaggio speciale, chissà che non porti la sorpresa che vi manca!

AQUARIO 21/1 - 19/2

Il mese inizia con ben quattro pianeti nel vostro segno, indice di movimento, dinamismo, energia. Certo voi amate l’adrenalina, la routine vi annoia, ma forse sognate anche qualche momento di dolce evasione. Il lavoro non è tutto, desiderate anche coltivare le amicizie, le relazioni pubbliche, il tempo libero e l’amore! Sta a voi organizzarvi. Se tuttavia siete in cerca di nuove sfide professionali, ecco che vi sentirete particolarmente ispirati per proporre le vostre idee geniali, ma anche per cogliere le buone opportunità al volo come sapete fare voi. L’importante è specializzarsi in un settore a voi congeniale e così ci saranno anche i vantaggi economici. Voi donne del segno, poco inclini alla vita casalinga, potete sempre proporvi quale portavoce di un progetto educativo all’avanguardia. Pasqua all’insegna della rinascita spirituale!

PESCI 20/2 - 20/3

Sole e Urano nel segno ricevono il potente sostegno da Giove e Plutone, simbolo di successo e ambizione. Molti di voi potrebbero aspirare anche alla vita politica o entrare a far parte di un gruppo di sostegno a un progetto umanitario o rieducativo. In questo mese potreste essere particolarmente attivi su questo fronte e dare il vostro importante contributo grazie al forte influsso “aquariano”. Per essere più modesti ma efficaci, potreste anche scrivere o trasmettere la vostra esperienza tramite Internet. Da metà mese, Venere e Mercurio si sposteranno nel vostro segno, rinforzando l’interesse anche per le arti espressive: scrittura, pittura, canto, teatro e danza. Novità o visite impreviste in arrivo da lontano o dai figli. E l’amore? Potrebbe giungere via etere o tramite amici. La conoscete la canzone che parla di rinascita a primavera? Eh sì, Pasqua porta rinnovamento.

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TICINESE

N° 2 - 1. MARZO 2008 Fondata nel 1931 - 12 edizioni annuali, tiratura 130.776 copie (tiratura controllata REMP 2006) REDAZIONE CP 418, 6908 Lugano-Massagno via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch EDITRICE Tredicom SA, 6908 Lugano-Massagno DISTRIBUZIONE AWZ - Lugano AMMINISTRAZIONE E PRODUZIONE Marco Werder INSERZIONI TICINO E ITALIA: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. - Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch SVIZZERA TEDESCA E ROMANDA: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 - Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch CAPO REDATTORE Matthias Werder GRAFICA Tredicom SA, Gabriele Campeggio

PERSONAGGIO 1

illustrazione

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Piergiorgio Antonella Broggi Baroni

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Elio del Biaggio

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Giosanna Crivelli

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Graziano Guerra

Marco Ortelli

Stefano Pescia

Roberto Rizzato

Stéphanie Scatizza

Roberto Schneider

Cloris Sciaroni

Lorenza Storni

Alda Viviani

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ORIZZONTALI: 1. Previdente, perspicace 11. Priva di fede 12. Fu regina di Spagna 13. Il pupo dell’Iris 14. Spasso 17. Soffiare, respirare 18. Prep. semplice 19. La terza nota 20. Uncino da pesca 21. Incapace 23. Privi d’accento 25. Dubitativa 26. Nord-Est 27. Truffa al gioco 28. Ormai trascorse 30. Rabbia 31. Olio inglese 32. La sigla del Tritolo 33. Assicurazione Invalidità 34. Livore, rancore 36. Lo taglia la madrina 38. Adesso 40. Flagellano le coste 42. Dittongo in piuma 43. Ama Radames 44. Un velivolo leggero.

VERTICALI: 1. Opera comica in tre atti di F.A. Boieldieu 2. Una vettura da città 3. Al di sopra di una certa altitudine diventano perenni 4. Il nome di Donizetti 5. Misura di lunghezza 6. Delfini di fiume 7. La memoria del PC 8. Si canta ai neonati 9. Cifra imprecisata 10. Ordinò la strage degli Innocenti 15. Propaggini vegetali 16. Uno detto a Zurigo 21. Nel centro di Chiasso 22. Prive della tara 24. Scocca quella ics 25. Si contrappone al bene 28. Imbarcazione indiana 29. Regione austriaca 31. Giallo pallido 34. Oscura 35. Regali 37. Meridione 39. Numero pari 41. Il nome di Pacino 42. Illustrazione Ticinese.

La soluzione del numero precedente era: PILAR.

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