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TICINESE
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA N° 2 - 1 MARZO 2009
TENDENZE TENDENZE Innocui Innocui peccati peccati di di gola gola POSTER POSTER Lara Lara Gut Gut ESCURSIONI ESCURSIONI La La via via del del bosco bosco
IN ALLEGATO Lo speciale vacanze www.illustrazione.ch
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA SPECIALE VACANZE 2009
TICINESI IN VACANZA
I loro racconti e tante proposte interessanti
GABRIELE GENDOTTI
Per un anno “sindaco del Ticino”
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pedale di fre nata
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SOMMARIO
IN PRIMIS
4 Fuorionda
In Ticino, nell’anno scolastico 2006/2007, hanno seguito una formazione, sia essa pubblica o privata, partendo dal primo anno di scuola dell’infanzia fino all’università
La rubrica a misura di lettore
L’uomo che anticipò il domani
6 Scelti per voi 8 Scriv in dialètt Nüm e quii che dall’Italia i vegnan sü a parlà
10 Ma tu lo sai? Una risposta ai tuoi perché
12 L’intervista
59’689 allievi.
Gabriele Gendotti: per un anno “sindaco del Canton Ticino”
20 Cani, gatti & Co. Quando un animale ci lascia
È interessante osservare che questo è il dato più alto mai registrato e che se si torna a ritroso negli anni scolastici, vi è stata una costante diminuzione fino all’anno 1991/1992, anno in cui si è registrato il numero più basso di allievi (47’893). Da quel momento in poi, andando sempre più indietro, si ritrova un nuovo aumento costante fino al 1978/1979, quando si registrarono 56’101 allievi. La formazione è un tema di fondamentale importanza per tutti noi. Per chi ai vertici la deve organizzare, per chi sul campo la deve impartire, rispettivamente assimilare, e per tutti coloro, oseremmo dire per ognuno di noi, che in qualche modo ne è toccato. Proprio di questo abbiamo parlato, ma non solo, con il nostro nuovo presidente del governo Gabriele Gendotti. E una volta chiuse le scuole… è ora di andare in vacanza! Ma prima occorre pianificare! Ecco allora che forse il nostro allegato speciale sulle vacanze potrebbe esservi utile! Buona lettura e buone ispirazioni!
La redazione
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22 A tavola in Ticino Mistral fresco e creativo sulla Capitale
26 Internet Informatica del futuro o futuro dell’informatica? (9ª parte)
28 Tendenze Innocui peccati di gola
32 Sondaggio Con il naso all’insù!
34 Poster Lara Gut
36 Viaggi
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Il “cricri” di Abdullahi - Mali (4ª parte)
40 Destinazione Famiglia A caccia di emozioni: il Tierpark di Goldau
43 Penne, pennelli e pasticci La nascondolfiera
44 Oggi parliamo di… Canta che ti passa!
46 Verso i Mondiali Thierry Paterlini, guerriero gentile
51 Parliamo di soldi Soluzioni previdenziali per diverse fasi di vita
52 Salute La menopausa: questa “sconosciuta”…
Fonti: Annuario statistico ticinese, 2008
56 Escursioni La via del bosco
58 Motor Time Parola d’ordine: economia nell’ecologia! Motociclette 2009 fatti e tendenze
63 Oroscopo Le previsioni di Cloris
66 Cruciverba Troverete la prossima edizione di llustrazione Ticinese, nella vostra bucalettere a inizio aprile.
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Caccia al personaggio IN COPERTINA: Gabriele Gendotti (foto Rémy Steinegger)
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FUORIONDA
L’UOMO CHE ANTICIPÒ
IL DOMANI “La scienza non esclude gli errori. Anzi, talora si arriva alla verità solo per sbaglio”. testo Roberto Rizzato
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ules Verne (1828 - 1905) è stato uno scrittore al quale siamo tutti ancora molto affezionati. Alcuni suoi libri inediti continuarono a uscire persino dopo che era morto e sepolto, fino al 1919: novant’anni esatti fa. L’eccezionale successo di Verne fu dovuto anche al suo editore, Pierre-Jules Hetzel, che gli consentì di smettere di fare l’agente di cambio per dedicarsi completamente alla scrittura. In quarantadue anni di attività letteraria, Jules Verne immaginò e scrisse i suoi “viaggi straordinari nel mondo
«Per la prima volta la macchina divenne così componente del sogno» conosciuto e sconosciuto”, armonizzando perfettamente la fantasia con la scienza esatta. Per la prima volta, la macchina divenne così componente del sogno; ma anche epicentro dell’invenzione romanzesca, che assurse al ruolo di “arte utile”, secondo il suo motto: “Ciò che oggi solo gli scrittori riescono ad immaginare, domani gli scienziati riusciranno a rea-
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lizzare”. D’altronde il periodo in cui operò questo padre della fantascienza fu tra i più inventivi dell’Ottocento, per cui non dovrebbero stupire la passione e l’interesse dei contemporanei per i suoi “romanzi di anticipazione scientifica”. Spesso si tenevano simposi e conferenze di scienziati e inventori sui suoi scritti! Di certo in tutti i romanzi di Verne -da L’Isola Misteriosa a Ventimila leghe sotto i mari, da Il giro del mondo in ottanta giorni a La città galleggiante - la fantasia creatrice superò di gran lunga la realtà scientifica. A conferma delle sue geniali intuizioni, Verne inventò sulla pagina un elicottero dotato di due eliche ruotanti in senso inverso, come solo Leonardo da Vinci era giunto a progettare e soltanto Corradino d’Ascanio (il celebre inventore della Vespa) sarebbe poi arrivato a realizzare, nei primi decenni del XX secolo. Ma il padre della fantascienza con il suo Albatros (aeronave a decollo verticale dotata di 74 eliche montate su 37 alberi) anticipò - pur con sensibili differenze tecniche - i moderni aerei militari a decollo verticale. Nella storia della marina e nella costruzione dei primi batiscafi vennero impiegate alcune soluzioni tecniche inconcepibili all’epoca di Verne; ma che lui già aveva adottato nel suo Nautilus, prototipo letterario di sommergibile a propulsione nucleare. Jules Verne rappresentò per un certo tempo il cantore umanista della tecnica liberatrice. Diceva: “Grazie alle macchine si otterrà il massimo del potenziamento umano, quindi l’emancipazione
«Inventò sulla pagina un elicottero dotato di due eliche ruotanti in senso inverso» e l’instaurazione di nuovi rapporti sociali”. Eppure in uno dei suoi scritti - che all’epoca fu respinto dal suo editore e che è stato pubblicato postumo solo in anni recenti - il padre della fantascienza preconizzò la rapida involuzione morale della società umana, repressa ed espropriata dalle macchine e dall’automazione. Dopo aver intuito l’ambiguo atteggiamento delle macchine verso il suo creatore umano, al termine dei suoi “viaggi straordinari” al centro della Terra (su cui è appena uscito l’ennesimo film, stavolta però girato interamente in digitale 3D), il grande futurologo stava forse cominciando un viaggio ancora più straordinario al centro dell’Uomo.
Il formaggio di montagna dei Grigioni prodotto da Peter Meisser di Splßgen è solo uno dei tanti prodotti genuini selezionati e provenienti dalle montagne svizzere. Per ogni prodotto acquistato, parte dell’importo viene devoluto al Padrinato Coop per le regioni di montagna che contribuisce alla conservazione del nostro paesaggio montano e al miglioramento delle condizioni di vita dei contadini di montagna. CosÏ avete la certezza che quello che avete comprato oggi sia effettivamente un prodotto di montagna con un futuro. Per le nostre montagne. Per i nostri contadini.
SCELTI PER VOI
www.swisscom.ch/tv
La monetina lanciata da Gaby Malacrida, responsabile di Hotelplan (in immagine) ha stabilito che tra le numerose cartoline postali ed e-mail giunte in redazione venissero scelte le e-mail. Una ‘cliccata’ a caso nel computer ha invece favorito la signora Luana Togni di Gordola, che potrà quindi vivere “una vacanza lunga un viaggio” in Kenya, al The Sands at Chale.
Il pasto shakerato Subito, Migros, da Fr. 3.30 Avete bisogno di un dessert, una merenda o un contorno da preparare… subito? Se avete in dispensa uno di questi shaker - ne esistono tre tipi: per falafel, tortilla e crêpe vi basterà aggiungere un po’ d’acqua, shakerare bene e versare in padella. Ideali da tenere come scorta poiché, nonostante non contengano conservanti, si conservano per nove mesi fuori dal frigorifero. Se avete dei dubbi di tipo ecologico niente paura. La bottiglia è in PP ecologico, innocuo al 100% e di facile smaltimento.
Working on a dream di Bruce Springsteen, Columbia, 2009 La copertina del 24esimo album dell’artista statunitense di Long Branch, New Jersey, ci mostra quello che… ascolteremo. Ad accompagnarci, infatti, ci saranno vibrazioni diurne e luci notturne, che Springsteen elabora in un modo che diremmo consono all’anagrafe. L’uomo che ha cantato “Born to run” per una vita, a 60 anni non è stanco di “lavorare a un sogno”. Quello di un’America diversa, come nelle intenzioni del nuovo Presidente Barak Obama, cui l’artista ha dedicato la canzone che dà titolo alla raccolta. Un Bruce Springsteen specchio delle contraddizioni dell’America e delle nostre, solare e lunare…
Pino Frisoli, 143 pagine, Edizioni Tracce
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Alzi la mano il calciofilo che ogni domenica, a partire dal 27 settembre 1970 e quasi in simultanea con la conclusione delle partite della Serie A italiana, non abbia atteso con trepidazione di assistere alla trasmissione “90esimo minuto”, prodotta dalla Rai e condotta per molti anni da Maurizio Barendson e Paolo Valenti. Noi, infatti, non l’alziamo. Ma non solo di calcio si tratta in questo agile libro dedicato allo sport in formato teleschermo della vicina Penisola: “Un piccolo viaggio in cinquant’anni e più di sport in televisione... Per evidenziare quanto sia stata grande l’importanza della programmazione sportiva sin dalla nascita di quell’elettrodomestico che stava per cambiare la vita degli italiani”. E degli svizzero italiani.
Abbiamo letto
La tv per sport
Dzemahili e Ronaldinho, al termine di Torino-Milan.
Abbiamo assaggiato
Per tutti gli appassionati di calcio, il finale di stagione 2008/2009 e la stagione 2009/2010 potranno essere vissuti in modo straordinario: assistendo in esclusiva e in diretta - con parenti o amici, a casa o nei ritrovi pubblici - anche alle partite più significative della Serie A italiana. Su Bluewin Tv, infatti, dal 14 febbraio scorso e per i prossimi weekend calcistici, trasmetterà, nella stagione 2008/2009, tre partite scelte tra 12 squadre (Inter, Milan, Juventus, Torino, Roma, Lazio, Fiorentina, Genoa, Bologna, Catania, Lecce e Cagliari), che diventeranno almeno cinque partite nella stagione 2009/2010, e questo a soli a Fr. 2.50 a partita grazie al servizio di ordine singolo “Teleclub Live Events”. I numerosi tifosi del calcio “azzurro” potranno così seguire le gesta dei numerosi campioni internazionali e nazionali che giostrano in Italia, senza dimenticare i ‘nostri’ rossocrociati, da Dzemahili a Senderos, da Lichtseiner a Ziegler, Padalino e Inler, che si stanno mettendo particolarmente in luce nelle loro rispettive squadre. Per gli ammiratori (e le ammiratrici) di Ibrahimovic, Kakà, Totti e Del Piero, i finesettimana comprenderanno almeno 90 minuti palpitanti da vivere e condividere con il cuore in gola, consentendo per un’ora e mezza di trasformarsi in implacabili esperti di calcio, tecnici competenti e arbitri e segnalinee immuni da sviste. Dopo Bundesliga, Premier League e Liga spagnola, con la Serie A italiana, Teleclub aggiunge al proprio palinsesto un’offerta da non perdere, anche se, da tifosi, ogni tanto toccherà… perdere.
La vincitrice del Concorso Hotelplan
Abbiamo estratto
Il campionato italiano di calcio a casa tua
Abbiamo ascoltato
Da vedere
Gilet in cotone
PROPOSTA
4990
DI LANCIO
Valida dal 2.3. al 7.3.2009
Giacca in maglia 49.90
25.--
Pullover girocollo
2990
Inizio stagione PROPOSTA DI LANCIO
Valida dal 2.3. al 7.3.2009
Pullover in cotone 49.90
25.--
SCRIV IN DIALÈTT
NÜM E QUII CHE DALL’ITALIA
I VEGNAN SÜ A PARLÀ A rívan scià di grand bei tèst, ma anca quii che ma la cüntan sü soave. scrivüt dal Pier Baron
S
cuprissum nagot da nöf se dísum che cunt i visin da cà gh’em sémpar avüt un contatt pitüràt in dó manér. La prima roba da dì: l’Italia l’è la nossa “patria culturale” e dunca la nossa “italianità”, nala manéra da esprímas, dévom nà a trövàla giò sota Ciàss. Ma dévom sübit tacà là: nüm semm svizer da quand che i sciuri da Milan i’han catàt na remenàda a Giorníc ul 28 da dicémbar dal 1478 e dala “rivolüzion da Lügan” dal 15 febràr dal 1798, quand che i lüganés i’han mandàt a cà i cisalpin. L’è anca véra che dal 1500 al 1800 o giò da lì i Confederati, cunt i cantoni sovrani (quii da serie A) i m’han fai cagnà la ghisa, i m’han tegnüt sota al talon: però quii pòc libertà che i m’han lassàt i’en stai assée par dì, al mumént bon, “Liberi e svizzeri”. E dunca, in di ültim düsent ann, em cercàt (in mezz a fortün e disgrazi) da trövà una manéra da vess fra ul nord e ul sud, in sto curiduu che và da Airöö (o da Olivón) fin a Ciàss. A l’Italia ga dévum, chi da nüm, ul regal da grand béi tèst, ul Carlo Cattaneo, i fradéi Ciani, fin a quii rivàt scià par tirass via dal fascismo, o inteletüài come ul Piero Chiara da Lüin. Ma anca giò ul capell a tücc i uperàri, che in temp differént, i m’ha iütàt a fà dal Tesin quel che l’è incöö: stràd, punt, cà, la galeria feroviaria e quela dall’autostrada, i böcc in dala muntagna par fà sü impiànt idroelettric. E tanti i’è mort, in incidént da lavúr. Spérum da véss stài ciàr, parché la riflession, l’“invito a pensare” che téntum da invià föra al riguarda una categoria particolàr da italiàn, che l’ha ciapàt forza in di ültim témp: taiàndo giò da gross, quii che végnan sü a parlà, a cüntà sü. Conferénz, üniversità, radio e televisión:
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cert che quand ta riva chi un dutúr come l’Umberto Veronesi o uno scritúr come ul Claudio Magris (anca lü un omm da frontiera, Trieste o giò da lì) a gh’è dumà da fa cito e da scultà. Ma un quai suspett al ta vegn sübit quand che riva scià quii che, in Tesin, i parla maa da l’Italia. Femm un esempi, par véss ciàr: ültimament gh’è stai chi ul Marco Travaglio e ul Gian Antonio Stella, dü giornalista-scritúr che praticamént i m’ha dii la stessa roba: “In
«Nüm sarem
malfidént, come ul Sant Tumàs» Italia i óman politic, da destra e da sinistra, i’è tücc barlafüs, dumà bon da ciciarà e da trövà la manéra par mett via soldi par la so botéga, da piazzà fiöö, nevód e parent cunt i “pè al cald””. Sü quel filon lì mia dumà lor, ma anca altri “comunicatori” i viàgian come süi binari dal trén: püblicando líbar e “facendo salotto” la sira tardi, quand che gira i trasmission televisiv dal Vespa o dal Santoro. Nüm sarem malfidént, come ul Sant Tumàs: ma quela generalizzazion lì la ma piàs mia tant, quela da bütà denta tücc in dal stess calderon. Pö ta scuprissat, par câs, che ul Gian Antonio Stella al dichiara 300 mila euro all’ann da tassazion. No, par piasé, l’è mia ul câs da véss invidiús, bon par lü se al porta a cà quasi mezz milion da franc svizer. Però magari al saress méi pensàg sü un atimin prima da nà, cunt argoment da moralista, a fâg i püres
ai politic italian. Che i gh’han, i óman politic (ma l’è anca chi la scoperta da l’acqua tévida), tücc i difett che sa ga ricognoss. Ma che ogni quàtar ann i dév portà föra la facia e se i végnan mia confermàt, i vann a cà. Quii che comünica, invece, i passa na vita senza dové “sottostare al giudizio pubblico”, anca se ul “referente”, come par i politic, l’è propi la gént. Anca parché a semm permetüt da dîg al Gian Antonio Stella un para da robett, sémpar cunt i bei manér, questo chi la ciapàt capell e in dal “Corriere della Sera”, cunt un titol a cinc colonn, al m’ha fai savé che ai tempi dal Schwarzenbach (quand ch’em votàt püssée d’una volta sulle “iniziative antistranieri”) in Svizera sa scundéva 30 mila fiöö da immigàt italiàn, parché i dovéva vegnì chi come clandestin. L’éva proibit ul “ricongiungimento familiare”. Sem nài a vedé la püblicazion che l’éva staia regordàda (“Vesteckte Kinder”, scrivüda in tudesch) e emm mia trovàt un riferimént a un nümer inscì importànt. Em cercàt da dígal al Stella, ma em ricevüt la porta in facia. Praticamént un “sü da doss, che dévi lavorà”. Sperém che ul Stella, süi sitüazion italiàn, al riferissa mia cunt la stessa imprecision che al dopra par i ropp svizzer. Bisognaress mai tirà la moral da questi e da altri “incidént” simil: ma magari quii che porta sü (e pàgan, anca cunt di bei franchitt) i “parlanti” dala visina Repüblica i podressan pensâg un atimin püssée. Anca parché, ogni tant, ta sa séntat, come sa dîs, “ciapàt pal cü”. In dal senso che quii che pàrlan i gh’han mia tant rispett da quii che sént. E i pensan che i pódan cüntà sü “n’importe quoi”, tant quisti chi (i ticinès) i manda giò e i digerissan tütt. Mah! Propi tütt, no da cert!
Per spuntini, delizie e stuzzichini.
SAI PERCHÉ SE FILMIAMO IN MOVIMENTO L’IMMAGINE TRABALLA MENTRE A OCCHIO NUDO NO? Il fatto che l’occhio umano riesca a trasmettere immagini nitide anche in movimento lo dobbiamo alle nostre orecchie. O meglio, ai cinque ricettori vestibolari presenti in ogni orecchio, che avvertono ogni spostamento della testa e mandano il segnale affinché i movimenti oculari di riflesso compensino immediatamente. Ossia, ad ogni movimento della testa, senza che noi ce ne rendiamo conto, gli occhi effettuano lo stesso movimento ma opposto, permettendoci di conservare un’immagine ferma.
SAI COSA ASCOLTIAMO?
MA TU LO SAI?
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1° Soul. di Seal 2° Un'altra direzione di Nek 3° Working on a dream di Bruce Springsteen Classifica dei CD più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con City Disc, Lugano.
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TIRARE GLI ORECCHI?
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1° La regina dei castelli di carta di Stieg Larsson 2° Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson 3° La ragazza che giocava con il fuoco di Stieg Larsson
SAI DA COSA DERIVA EMO?
Questo termine si riferisce a un genere musicale di tipo punk rock, nato a Washington DC attorno alla fine degli Anni 80. A metà degli Anni 90 cominciò ad indicare un genere più pop rock/indie, più melodico e meno caotico. Oggi il termine indica un ampio genere musicale più difficile da definire, ma caratteristico per quel che riguarda l’abbigliamento, da jeans attillati, magliette di tonalità vivaci, scarpe da ginnastica nere e pettinature con lunghe frange asimmetriche e occhi truccati di nero.
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SAI CHI HA INVENTATO
Classifica dei libri più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con la Libreria Segnalibro, Lugano.
SAI COSA LEGGIAMO?
SAI PERCHÉ SI DICE
Questa locuzione si usa col significato di riprendere o ammonire qualcuno. Deriva dall’espressione “vellere aurem”. Secondo i romani infatti, l’orecchio era la sede della memoria. Toccarlo significava quindi cercare di ricordare qualcosa.
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IL TOSTAPANE? Il primo tostapane elettrico è stato inventato nel 1905 da Frank Shailor della General Electric ed era in sostanza simile alla parte interna di quelli attuali, ma senza la scatola attorno. Nel 1919 invece, Charles Strite brevettò il tostapane automatico munito di timer, che si spegneva automaticamente prima che le fette di pane bruIl modello D-12 della GE ciassero.
FINALMENTE: LA SERIE A IN DIRETTA E IN ESCLUSIVA!
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Le partite della massima serie italiana di calcio. Con Teleclub i fan del calcio italiano saranno più che mai soddisfatti. Ogni settimana potrete emozionarvi con i campioni italiani come Buffon, Del Piero, Totti e Gattuso dal vivo e in esclusiva in Svizzera – anche con il commento originale in italiano. Solo con Teleclub, inoltre, riceverete l’esclusivo pass TV stagionale per i migliori eventi calcistici internazionali in diretta: l’intera Bundesliga, tutti gli incontri della UEFA Champions League, oltre alle partite clou del campionato spagnolo e inglese. Ricevibile nella Svizzera tedesca in abbonamento con la rete via cavo e ordinabile singolarmente tramite Bluewin TV. Nel Canton Ticino e nella Svizzera Occidentale ordinabile singolarmente tramite Bluewin TV. Registratevi adesso: 044 947 87 87 www.teleclub.ch o presso i rivenditori specializzati
L’INTERVISTA
GABRIELE GENDOTTI PER UN ANNO “SINDACO DEL CANTON TICINO” Il mese prossimo, e per un anno, il consigliere di Stato Gabriele Gendotti assumerà per la seconda volta la carica di presidente del Governo cantonale, subentrando a Marco Borradori. Per tutto il 2009 sarà un po’ il “sindaco del Canton Ticino”, secondo una definizione da lui stesso coniata. Abbiamo approfittato dell’avvenimento per avvicinarlo e porgergli qualche domanda sulla sua attività, la sua funzione e la sua persona. Ne esce il ritratto di un uomo politico con molti interessi e curiosità, confrontato con un compito non facile, ma sereno e soddisfatto di poter servire il Paese. Ecco l’intervista. testo Carlo Manzoni - foto Rémy Steinegger
CULTURA E SCUOLA: I PROBLEMI On. Gendotti, lei è ministro della cultura in un Cantone che offre molto dal profilo culturale. Non possiamo proprio lamentarci. Ma cosa dire della qualità di queste offerte? Non c’è il rischio che resti un concetto svuotato di significato, da usare quando serve come alibi? “Certo che non possiamo lamentarci. Vi sono moltissimi eventi culturali organizzati nel Ticino, dai grandi eventi a proposte più minute e discoste. La qualità? Il Ticino investe per la cultura una dozzina di milioni, sottoforma di aiuti al teatro, alla cinematografia, alle associazioni musicali, alle pubblicazioni e così via. Questi contributi sono elargiti cum grano salis, ossia sentito il parere di commissioni che esigono contenuti di qualità secondo diverse scale di valori: vi sono eventi di altissima qualità scientifica il cui obiettivo è quello di promuovere la conoscenza (seminari, convegni, testi scientifici) e vi sono eventi il cui intento è la divulgazione, la stimolazione di realtà periferiche o l’integrazione fra culture. Sussistendo i requisiti di valore, lo Stato ha il dovere dell’aiuto sussidiario per agevolare le buone manifestazioni senza condizionarne i contenuti. A cosa serve la cultura? Per me il discorso è chiaro. C’è un ruolo civile, legato alla cittadinanza, che in uno Stato liberale come il nostro non si può dimenticare. Il ruolo primario della cultura in una società multietnica, multiculturale e multireligiosa come la nostra è la valorizzazione della memoria storica e delle diversità. Promuovere la cultura significa promuovere il confronto, esaltare le differenze come valore irrinunciabile, abbattere le intolleranze e le chiusure attraverso il dialogo. Significa promuovere le appartenenze identitarie diverse come un progetto di convivenza. E che qualcuno, come dice lei, la cultura la usi come alibi può darsi, ma non è il nostro caso certamente”. Come vede la creazione a Lugano di un polo culturale? “Lugano ha un grande progetto e tutti dobbiamo auspicare che vada in porto. Il Cantone guarda al Polo culturale come ad
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un’opportunità di collaborazione intensa fra il Museo cantonale d’arte e gli altri istituti del Cantone, con i musei e gli istituti cittadini. È in fase di approvazione una convenzione fra Cantone e Città. Parliamo quindi di istituti in rete, di progetti comuni, di una saggia calibratura delle risorse disponibili. Per quanto concerne il Cantone, negli ultimi tempi stiamo sviluppando un concetto di strategia culturale che suppone una stretta collaborazione con gli enti cittadini e locali. Un polo culturale assai dinamico, per esempio, si sta costruendo a Bellinzona, fra la Città e il Cantone: insieme si stanno organizzando eventi, ci si interroga sulle strategie di valorizzazione dei castelli. Ma un discorso di polo culturale lo si sta facendo anche altrove. E non è casuale che il DECS stia sviluppando due progetti: quello dell’Osservatorio culturale che sta coinvolgendo un numero sempre maggiore di istituti e quello di convegni periodici che si interrogano sui grandi temi della cultura”. Veniamo alla scuola: una realtà in continua trasformazione, dove ogni riforma provoca vivaci discussioni tra favorevoli e contrari, spesso divisi da visioni inconciliabili. Non è faticoso dirigere un dipartimento in cui si scontrano così tante idee? “È sì faticoso, ma è soprattutto stimolante. La scuola pubblica ticinese è un bene che il nostro Cantone, forte degli insegnamenti di Stefano Franscini, difende e sostiene con tutte le risorse disponibili. Rappresenta altresì un patrimonio che appartiene a tutta la popolazione, poiché riguarda l’istruzione e l’educazione dei nostri figli, ovvero delle giovani generazioni che domani saranno chiamate ad assumere delle responsabilità. È dunque normale che la scuola sia in continua trasformazione e che ogni riforma susciti una viva partecipazione di pareri anche contrastanti. Talvolta i cambiamenti vengono vissuti come un rischio, come la perdita di prerogative acquisite, e ci si dispone a combatterli prima ancora di conoscerli in dettaglio. Io preferisco pensare che si tratti sempre o quasi sempre di nuove opportunità da cogliere per migliorare ulteriormente la qualità della nostra scuola”.
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L’INTERVISTA
Si rimprovera spesso la scuola di essere eccessivamente selettiva, addirittura classista, ma anche di portare a un livellamento verso il basso, visto che si vogliono integrare tutti gli allievi. Lei come risponde? “La nostra scuola non è né classista né di basso livello. Tiene piuttosto a mantenere contenuto lo scarto tra gli allievi migliori e quelli meno bravi, dando a tutti dei validi strumenti di studio e di maturazione intellettuale. L’obiettivo della scuola dell’obbligo è infatti quello di portare tutte le allieve e tutti gli allievi a poter conseguire una licenza che dia loro una vera opportunità di formazione scolastica o professionale. Non bisognerebbe infatti dimenticare che è compito della scuola anche quello di formare dei cittadini liberi e consapevoli, che non dovranno ricorrere agli aiuti dello Stato per stare in piedi sulle proprie gambe”. Si dice anche che c’è troppo buonismo verso gli allievi problematici (ma anche verso i docenti con carenze), troppi comportamenti violenti, troppi compiti a casa. Che cosa risponde il “ministro” della scuola? “Il buonismo non va bene da nessuna parte. Buonista è chi, non volendo vedere la realtà di un problema, non ha il coraggio di applicare la soluzione adatta perché la ritiene troppo “cattiva”. Invece ci vuole rigore anche nella scuola. Verso determinati comportamenti non accettabili, abbiamo ad esempio inasprito recentemente le misure disciplinari. Resta comunque ferma la volontà di non escludere nessuno. La scuola deve anche insegnare ad assumersi delle responsabilità e a stringere i denti, cosa che non vuol fare più nessuno. I compiti assegnati a casa, che poi non sono così insopportabili, vanno anche in questa direzione. Bisogna anche imparare ad imparare”.
«Per la violenza nella scuola alcune risposte sono già state date» Perché così tanti docenti stanchi e demotivati? La professione non è più ambita, gli insegnanti si sentono con le mani legate di fronte alle situazioni problematiche, agli allievi difficili, alle pressioni dei genitori? La funzione sociale della scuola è cambiata ma gli insegnanti ne pagano il prezzo più alto, con poche gratificazioni e anche con retribuzioni non troppo stimolanti. “Non esageriamo: la situazione non è così drammatica come qualcuno la vuol descrivere. La professione del docente resta sempre attrattiva nelle scuole del nostro Cantone. Non abbiamo mai avuto così tanti iscritti all’ASP. Questo non significa non riconoscere che esistono qua e là dei problemi di affaticamento o di motivazione. Il Dipartimento valuta con attenzione questi aspetti e, nel limite del possibile, cerca di adottare dei correttivi.
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Va detto che la funzione della scuola è cambiata molto negli ultimi anni, anche perché la società ha chiesto alla scuola di assumere nuovi compiti al di là della funzione principale che è quella dell’insegnamento. Si tratta di oneri che hanno richiesto particolare impegno al corpo docente. In questo senso il Dipartimento è disponibile, non appena ci saranno gli spazi finanziari necessari, anche a discutere di un adeguamento delle retribuzioni”. Secondo l’ultimo studio PISA la scuola ticinese è migliorata tra il 2003 e il 2006, ma nel confronto svizzero rimane agli ultimi posti. Come legge questo dato? “Ritengo che il miglioramento nei risultati che abbiamo ottenuto nell’indagine PISA non sia affatto trascurabile. Nel 2003 oscillavamo tra l’ultimo e il penultimo posto, ora siamo migliorati di quattro posizioni in lettura e scienze e di una posizione in matematica. E sul piano internazionale siamo comunque sopra e nella media. Quindi mi sembra che i risultati debbano essere salutati con ottimismo, pur ammettendo che c’è ancora molto lavoro da fare per aumentare il numero degli allievi che raggiungono i livelli di competenza richiesti”. Il Ticino vanta la minor differenza tra gli allievi più brillanti e quelli meno bravi. Ma questa peculiarità non finisce per penalizzare il rendimento scolastico globale? “Questa dell’inconciliabilità tra eccellenza ed equità è un’opinione che non trova riscontro nella realtà dei fatti. Basta uscire dai nostri confini nazionali - a volte un po’ stretti - e guardare ai risultati internazionali. I Paesi in vetta alle classifiche, come Canada e Finlandia, sono anche tra i più equi, cioè quelli in cui le differenze tra i migliori allievi e i più deboli sono inferiori. È vero che in Svizzera i risultati sono diversi, ma la situazione internazionale mostra che è possibile ottenere dei buoni risultati in un sistema equo. Quindi, non solo senza nessun livellamento verso il basso, ma anche con dei risultati medi eccellenti. Se in Ticino non abbiamo ancora raggiunto questo risultato, significa che dobbiamo cominciare a studiare seriamente le modalità per attuarlo e mettere in campo i mezzi necessari per raggiungerlo”. La nostra società è confrontata con fenomeni nuovi, come la violenza nella scuola, e molti pensano che non si faccia abbastanza per arginare il fenomeno. Lei cosa risponde? “Ogni atteggiamento di violenza o di sopruso nella scuola è sicuramente un atteggiamento di troppo. Per questa ragione il DECS, nell’ambito di un programma di intervento che coinvolge anche i dipartimenti delle Istituzioni e della Sanità e socialità, si è attivato da tempo per dare risposte puntuali a un fenomeno che non può essere tollerato, anche se interessa pochi casi rispetto alla stragrande maggioranza degli allievi che si comporta educatamente e segue le lezioni con profitto. Alcune di queste risposte sono già state date. Mi riferisco alla creazione di “zone cuscinetto” per gli allievi ingestibili di scuola media, con l’introduzione, ancora a titolo sperimentale, della figura dell’educatore nelle sedi di Mendrisio, Bellinzona e Viganello; all’inasprimento delle misure disciplinari, con il termine di sospensione che è stato portato da 3 a 10 giorni e la possibilità di asse-
«Sono un liberale
gnare gli interessati a lavori di pubblica utilità; alla creazione di una rete di collaborazioni con istanze esterne alla scuola (in particolare di aziende) e al progetto di “case management” che coinvolge soggetti a rischio della scuola media e della formazione professionale. Non possiamo comunque escludere tout court dalla scuola - o ancor peggio dalla società - giovani di 13, 14 o 15 anni. Verremmo meno al nostro compito educativo e all’importante funzione di integrazione di tutti gli allievi, indipendentemente dalla loro provenienza geografica, dalla lingua o credenza religiosa, che la scuola assolve nella nostra società”.
che attribuisce allo Stato, che deve essere forte e laico, un ruolo fondamentale»
E che cosa si prospetta nel campo delle sinergie tra l’Università e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. Ci sono dei ritardi nei piani di sviluppo? “USI e SUPSI, nate quasi contemporaneamente (la prima nel 1996, la seconda nel 1997), hanno conosciuto una forte e importante crescita in questi anni. Oggi sono due splendide realtà che danno al Ticino un ruolo estremamente qualificato nel contesto accademico nazionale e internazionale. Si è sempre insistito e si continua a insistere molto sulla necessità di creare collaborazioni tra le due istituzioni universitarie, verificando costantemente ciò che è vantaggioso unire e ciò che è opportuno separare, anche per evitare concorrenze inopportune difficilmente giustificabili in un bacino ristretto quale è quello della Svizzera italia-
na. In questo senso vi sono delle collaborazioni nell’ambito dell’insegnamento (per esempio con il Master USI-SUPSI in informatica dal settembre 2007) e della ricerca (soprattutto in quelle discipline dove non vi è distinzione tra ricerca di base e ricerca applicata), ma anche a livello logistico, con il prospettato campus unico universitario previsto a Lugano. Sia l’USI che la SUPSI proseguono poi i rispettivi piani di sviluppo sia in termini quantitativi che qualitativi. All’Università ha preso avvio l’Istituto di scienze computazionali presso la Facoltà di scienze informatiche, con interessanti sinergie con il nuovo e potenziato Centro Svizzero di Calcolo Scientifico previsto a LuganoCornaredo; la SUPSI si prepara ad integrare l’Alta scuola pedagogica di Locarno con l’istituzione di un nuovo dipartimento”.
Con la famiglia...
...sul ghiacciaio...
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L’INTERVISTA
GABRIELE GENDOTTI, LA POLITICA On. Gendotti, assumendo la presidenza del Governo ticinese lei avrà maggior visibilità e anche più impegni di rappresentanza. La circostanza è propizia per migliorare la sua conoscenza come cittadino privato. “Sono onorato di assumere ancora una volta questa carica che mi piace definire di “sindaco del Canton Ticino”. Proprio perché amo questo Paese e la sua gente, soprattutto quella semplice e attaccata ai valori che hanno radici nel territorio e nella tradizione”. La sua carriera politica è molto ricca. È stato anche in Consiglio nazionale. Ha dei rimpianti per la sua attività politica a Berna? “No, non mi sono mai pentito della decisione, una vera scelta di vita, presa nel 2000 nello spazio di pochi giorni. L’attività di consigliere di Stato mi entusiasma sempre ancora, mi permette di acquisire, in Ticino e a Berna, esperienze incredibili, di conoscere persone interessanti, di capire e cercare di risolvere i problemi delle cittadine e dei cittadini e anzitutto di prendere decisioni molto importanti. A Berna, in Consiglio nazionale, si è uno fra duecento, in Consiglio di Stato si hanno responsabilità di governo che vanno assunte collegialmente in cinque”. In Consiglio di Stato lei è subentrato nel 2000 a Giuseppe Buffi, scomparso improvvisamente, e di Buffi ha ereditato il DECS. Se dovesse scegliere un altro dipartimento, ha qualche preferenza? “Mi sono ormai innamorato della politica legata alla formazione, da quella scolastica a quella professionale e accademica. Dopo molti anni credo anche di aver potuto approfondire, anche come vice-presidente della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) e membro della Conferenza universitaria, molti aspetti dell’organizzazione scolastica, della pedagogia, della didattica, del mondo della conoscenza e della ricerca. Se dovessi cambiare Dipartimento? Perché non quello della Sanità e della socialità (DSS), con l’obiettivo, per esempio nel campo della socialità, di far assumere una mentalità liberale che punti maggiormente sul principio della responsabilità individuale?”. Lei parla di responsabilità individuale, ma c’è chi le rimprovera di avere una visione politica troppo statalista per essere un liberale. Cosa risponde? “Sono un liberale che attribuisce allo Stato, che deve essere forte e laico, un ruolo fondamentale. Dopo anni passati a contrapporre pubblico e privato come se fossero nemici giurati, si è creata una certa confusione sul ruolo dello Stato. Bisogna ricominciare a pensare allo Stato e alle sue istituzioni in termini positivi. Bisogna tornare a capire che l’azione dello Stato non è contro i cittadini o contro le aziende, ma esattamente il contrario. Lo Stato dovrebbe cioè migliorare per quanto possibile le condizioni quadro per gli uni e le altre. Occorre però che tutti rispettino le medesime regole del gioco, anche il mercato, quello delle merci o quello sempre più importante delle conoscenze,
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che non può porsi in antitesi con le regole della democrazia a garanzia della pari dignità o con gli obblighi di salvaguardia del patrimonio ambientale. Questo “senso dello Stato” di cui oggi dobbiamo riappropriarci non ha nulla a che vedere con lo stata-
IL RITRATTINO SECONDO PROUST La cosa che mi piace di più di me stesso “La determinazione e la forza di saper resistere alla tentazione di seguire il branco”. La cosa che detesto di me stesso “Se detestassi qualcosa l’avrei già cambiato”. Cosa ci vuole per diventarmi amico “Lealtà e umiltà, le virtù di chi non ha bisogno di esibirsi”. La volta che sono stato più felice “La nascita dei miei figli Tosca e Giacomo”. La volta che sono stato più infelice “La morte di mio nonno Jakob (da lui, ma anche da mia mamma, ho imparato i valori della laicità e della tolleranza)”. L’errore che non rifarei “Fidarmi di persone che non se lo meritano”. La persona che ammiro di più “Mio papà che a 87 anni si dedica con tanto amore alla cura di mia mamma. E in politica, di questi tempi, la signora Widmer Schlumpf, che dimostra a tutti che la politica è anzitutto lavoro, equilibrio e buon senso”. La persona che ringrazio Dio di non essere “Un liberista sfegatato dell’ultimo decennio che ha contribuito ad imbrogliare il mondo con teorie assurde fondate sul consumismo, la rincorsa ad oltranza a utili spesso solo virtuali e la scarsa considerazione per la tutela della dignità dell’uomo”. Il capriccio che non mi sono mai tolto “Scalare un ottomila (e sono oramai troppo vecchio…)”. Tre libri da portare sull’isola deserta “Le contrat social di Jean Jacques Rousseau, I miserabili di Victor Hugo e se l’isola fosse priva di montagne, per lo spirito una voluminosa raccolta di barzellette sui carabinieri”. La volta che mi sono sentito fiero di essere ticinese “Lo sono sempre”. La volta che mi sono vergognato di essere ticinese “Qualche volta alla domenica, quando prendo atto di manipolazioni della verità, denigrazioni dell’avversario e intimidazioni di stampo fascista”. Come vorrei morire “Serenamente in cima a una montagna (possibilmente non prima del 2044)”.
lismo, con richieste di prestazioni e promesse di ogni genere, impossibili da mantenere e che per di più sviliscono e disincentivano ogni forma di responsabilità individuale. Lo Stato, attraverso risorse finanziarie adeguate, deve essere in grado di garantire libertà e giustizia, di attuare il diritto del singolo alla proprietà, di favorire la parità delle condizioni di partenza mediante un sistema scolastico e di formazione aperto a tutti, tutelando i più deboli e le minoranze con aiuti mirati ed equilibrati”. Lei è avvocato, come si vede nella veste di ministro della cultura? Non ha qualche volta la sensazione che i problemi della scuola, della formazione, della ricerca, della cultura in questo periodo così convulso e pieno di contrasti siano un onere eccessivo per una sola persona? “Non credo proprio, anche perché ho la fortuna di potermi avvalere di validi collaboratori, veri specialisti e conoscitori dei settori che sono chiamati a dirigere. Il Consigliere di Stato ha responsabilità politiche, non deve essere un tuttologo, a lui sono chieste capacità manageriali, conoscenza del territorio e sensibilità politica. Qualcuno, qualche volta anche con un po’ di supponenza, storce il naso per il fatto che sia un avvocato a dirigere il DECS: sbaglia, perché ad esempio certe importanti riforme sono state possibili solo grazie all’indipendenza di giudizio di chi ha un distacco maggiore da logiche
«Il clima all’interno del Consiglio di Stato è davvero molto buono» ingessate che frenano chi ha vissuto per troppi anni in un certo contesto, del resto molto corporativo, del mondo scolastico”. Nella direzione del Dipartimento e nei rapporti con i suoi collaboratori si sente sempre a suoi agio? Molti sostengono che gli alti funzionari riescono spesso a imporre le loro soluzioni ai problemi e che il politico si limita a mediare e difendere le loro tesi verso l’esterno. C’è qualcosa di vero in questo? “C’è qualcosa di vero in questa affermazione. Anche nei miei collaboratori, con i quali ho davvero ottimi rapporti, subentra con il tempo una tendenza alla conservazione dell’esistente, senza più grossi entusiasmi per le riforme che qualche volta stravolgono progetti da loro sostenuti e realizzati. È per questo
...fra il pubblico...
...con la pialla...
...assistendo Couchepin...
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L’INTERVISTA
estate ed inverno, lo passo quasi tutto a Carì» GABRIELE GENDOTTI, LA FAMIGLIA
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L’INTERVISTA INTEGRALE
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Qual è il tratto dominante del suo carattere? Quali difetti si riconosce? E quali qualità? “Ho forse un carattere un po’ chiuso, ma mi riconosco una certa capacità al dialogo, sano pragmatismo nella ricerca di soluzioni, ma anche una buona dose di caparbietà e di ambizione alla coerenza. I difetti, chiedete a mia moglie e l’elenco sarà lunghissimo: qualche volta sono un po’ duro con gli altri e ancora di più con me stesso. Le qualità? Spero almeno quelle della coerenza e della consapevolezza del valore delle parole. Oggi, complice la velocità della comunicazione, molti, anche CAM I RI fra i politici, nemmeno si accorgono di A contraddirsi clamorosamente, persino su questioni di principio, entro lo spazio di poco tempo”. • ww
E quali sono i suoi passatempi preferiti? Sappiamo che è tifoso dell’Ambrì, ma personalmente pratica qualche sport? Dove trascorre le vacanze di solito, in estate e a Natale? “Il mio tempo libero, estate ed inverno, lo passo quasi tutto a Carì. Lì riesco a staccare e ad essere in tutto e per tutto me stesso praticando lavori di artigianato e di giardinaggio, spaccando legna, curando i prodotti della mia mazza casalinga (un’altra mia
E in fatto di cibi che cosa le piace? È capace di cucinare? “Mangio di tutto, sono un goloso che non sa dire no alle tentazioni della buona cucina e a un buon bicchiere di vino rosso. Amo cucinare e, passo dopo passo, cerco di migliorarmi nel preparare soprattutto pietanze nostrane e semplici come i risotti, gli stufati, le minestre con i prodotti dell’orto: la mia soupe aux oignons gratinée o il mio purè di patate, secondo la ricetta di mia mamma, sono particolarmente apprezzati dai miei ospiti”.
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Ci parli per favore della sua famiglia, moglie e figli. Riesce a conciliare i suoi impegni di lavoro con la presenza in casa e, soprattutto, con i figli? Come trascorre il tempo libero con loro? “La mia è una famiglia felice, del tutto normale, con un padre molto occupato e mia moglie che deve “cantare e portare la croce” per sopperire alle mie assenze. Ma proprio per questo i nostri rapporti sono molto intensi e soprattutto buoni. I miei figli Tosca (21 anni) e Giacomo (quasi 18 anni) hanno sì bisogno della presenza, delle raccomandazioni e dei consigli di papà e mamma, ma hanno ora quell’età in cui si ambisce più a conquistarsi spazi di libertà che a chiedere la presenza di genitori qualche volta vissuti come gendarmi. In famiglia si discute di tutto, si litiga spesso e volentieri, ma soprattutto si ride e si scherza. Con Giacomo pratico molto sport: nello sci, anche per la sua spericolatezza, è oramai irraggiungibile; nel tennis invece continua a disperarsi perché non riesce a battermi. Il gusto dell’andare a piedi e del salire è per lui ancora affievolito dal fatto che si parte troppo presto il mattino…”.
E le sue preferenze in fatto di musica? Di spettacoli? “Non sono un grande conoscitore, mi piace la musica Jazz, il Blues, mi concedo qualche concerto di musica classica, riascolto con nostalgia le canzoni dei cantautori degli anni della mia gioventù, quelle che ci facevano sognare da Fabrizio De André a Jacques Brel, ma anche Guccini”.
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«Il mio tempo libero,
Quali sono le sue letture preferite, quelle, per intenderci, del tempo libero? “Leggo un po’ di tutto, ma proprio perché il tempo libero è poco, leggo libri che fanno bene allo spirito, che fanno riflettere sui veri valori della vita. Mi piacciono anche le riflessioni filosofiche sull’evoluzione della società. Dahrendorf, Bobbio, Popper e qualche altro”.
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Come sono i rapporti coi suoi colleghi di Governo sul piano umano, siete solo colleghi o anche amici? “Il clima all’interno del Consiglio di Stato, anche se ciò sembra dare fastidio a chi prima lo rimproverava di essere troppo litigioso, è davvero molto buono. Soprattutto perché c’è il rispetto delle idee diverse e la volontà di cercare soluzioni condivise. Dopo alcuni anni di intenso lavoro a stretto contatto si diventa qualcosa di più di semplici colleghi”.
grande passione) e soprattutto sfruttando i 1’650 metri di altezza come punto di partenza per le mie escursioni in montagna a piedi e con gli sci. Con la montagna ho un rapporto ancestrale che con il passare del tempo diventa sempre più profondo, quasi morboso, perché mi fa provare sensazioni forti al limite della spiritualità. La montagna, per dirla con Carlo Grande, “è fatta di bellezza, di fatica, di solitudine e silenzio”, valori che mi permettono di “trovare una strada che ci riporti al centro di noi stessi””.
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che quando si presenta l’occasione di sostituzioni con giovani quadri dirigenti questi poi portano con sé idee nuove e progetti innovativi che, anche se trovano molte resistenze, fanno bene a un sistema scolastico comunque chiamato a dare risposte puntuali alle mutate esigenze e aspettative di allievi e genitori”.
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SENSO DI COLPA Nel giugno del 1995 ho adottato un piccolo micetto nero. L’ho subito “battezzato” Pinin, tanto era piccolo. Ho trascorso con lui, da single, 10 anni. L’ho curato come un figlio e lui stava solo in appartamento. Certamente ho fatto con lui tutto quello che dovevo, dal veterinario. Poi, mi sono fidanzato e sposato. Nel
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2006 mia moglie è venuta a vivere con me e andava benissimo, poi è nata nostra figlia. Nel 2007, a 12 anni, il gatto si è ammalato. Vomito, diarrea e disorientamento psichico. Specialmente quando la bambina camminava e correva. La bambina alzava le mani, i piedi e oggetti contundenti contro di lui, che già aveva qualcosa “di non ben definito” allo stomaco, per un anno!
Casa, veterinario. Veterinario, casa. Una via crucis, per lui. Io lo proteggevo come potevo, ma lui era allo stremo. Infine parlai con la veterinaria, e cercai una soluzione. Nel marzo del 2008, lo portai per l’ultima volta dalla veterinaria. Aveva 13 anni. Perché lo portai? Anche perché dovevamo per forza di cose traslocare. E lui ha sempre sofferto le uscite dalla “sua” casa. Ora vivo con dei tremendi sensi di colpa. Ricordo vivamente le sue lacrime, dopo le punture della veterinaria. Ma neanche un verso, neanche un miao. Cosa devo pensare? C’è chi dice che ho fatto bene, e chi dice che ho fatto male. I miei più cordiali saluti. Andreas Küng Non posso dire se abbia fatto bene o male. Quello dell’eutanasia è un tema delicato e soggettivo. Le motivazioni che possono portare a questa scelta sono sia di ordine medico sia etico. Dalle sue righe traspaiono affetto e dedizione per il micio che non c’è più e, se al momento della decisione, questa è parsa la via da seguire, mi sembra che questa scelta sia stata presa per il bene di Pinin e non per egoismo. La sofferenza psichica, alla pari di una malattia fisica, può compromettere la qualità di vita dell’animale e, in alcuni casi, può giustificare il ricorso all’eutanasia. Se il suo gatto ha sofferto di ansia, e i sintomi gastrointestinali ne erano l’espressione organica, non posso garantire che con una terapia adeguata non avrebbe potuto godere di una qualità
«La sofferenza psichica può compromettere la qualità della vita»
di vita sufficiente ancora per qualche anno. D’altro canto la collega che l’ha assistita e accompagnata in quel momento non l’ha certo fatto con superficialità e deve aver avuto dei criteri oggettivi per ritenere che l’eutanasia fosse necessaria. Nel caso in cui lei leggesse volentieri anche testi in lingua francese, mi permetto di consigliarle una pubblicazione che riguarda questo tema e che potrebbe aiutarla a trovare ulteriori risposte alla sua domanda: si tratta del libricino scritto da Marina von Allmen-Balmelli intitolato “Quand l’animal s’en va …”, edito da Jouvence. Per le vostre domande: Illustrazione Ticinese, “Cani, gatti & Co.”, C.P. 418, 6908 Lugano, oppure via e-mail: info@illustrazione.ch, indicando come soggetto “Cani, gatti & Co.”
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A TAVOLA IN TICINO
Lo chef Luca Brughelli nell sala della sua osteria.
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MISTRAL FRESCO E CREATIVO SULLA CAPITALE Bellinzona si è arricchita di un nuovo ritrovo per gli amanti della buona tavola. All’Osteria Mistral, Luca Brughelli, già apprezzato cuoco del Ristorante Froda di Gerra Verzasca, delizia il palato dei suoi ospiti con menu a sorpresa, composti privilegiando il ritmo delle stagioni, che brillano per freschezza e creatività. Viaggi gastronomici alla riscoperta delle tradizioni e dei sapori antichi, reinterpretati in chiave moderna. testo Alda Viviani - foto Rémy Steinegger
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CURIOSITÀ
IN
A CIN CU
a alcuni mesi all’Osteria Mistral, dall’estro di chi sta ai fornelli, Un gustoso omaggio all’olio vicino a Piazza Governo, soffia che preferisce cucinare “i d’oliva, simbolo per eccellenza della cucina mediterranea. Un viaggio alla scoperta un vento creativo. L’artefice è migliori prodotti di giornata, delle regioni italiane per lasciarsi conquistare dalla Luca Brughelli, lo chef che molti pochi piatti ma freschi e delicatezza degli oli liguri, apprezzavano già all’Osteria della preparati lasciandosi ispil’intensità fruttata di quelli Posta di Agarone e al Ristorante rare dalla spontaneità del umbri e toscani e la robustezza Froda di Gerra Verzasca. Il nuomomento”. La sua cucina degli oli pugliesi. Le deliziose ricette presentate comprendono vo inizio al Mistral rappresenta si declina in tre tipologie anche sorprendenti dessert, tra per lui un’ulteriore avventura di menu. Per pranzo lo cui il gelato all’olio extravergine professionale. Dalla sua ha sicuchef propone il Petit con passata di pomodoro e basiramente l’entusiasmo, la curioMistral, semplice e leggelico o lo sformato di cioccolato sità, la voglia di sperimentare e la ro, con antipasto, piatto con cuore all’extravergine. Una gustosa occasione per assapovasta esperienza accumulata: del giorno e dolce. Con rare pregi e virtù dell’oro “Sebbene sia ai fornelli da parecchi alternative vegetariane. Le verde che ha saputo conquistare il mondo intero. anni, cucino sempre con entusiasmo proposte serali – il Délicieux e passione. Ho avuto la fortuna di opeMistral, composto di quattro Pia Passalacqua e Carlo Vischi, Olio in cucina, Edizioni Gribaudo, ISBN rare a fianco di cuochi che hanno fatto e degustazioni e il Mistral 88-7906-059-7 stanno facendo la storia della gastronomia Gourmand, per i più ghiotti, che presvizzera contemporanea, acquisendo un’attitudivede una panoramica di sei degustazioni ne professionale innovativa, rivolta alla sperimenta– sono invece più elaborate. Su prenotazione zione di nuove applicazioni e di nuovi piatti”. Dopo l’apprendi- Luca Brughelli cucina anche menu a tema, ad esempio di pesce stato di cuoco all’Hotel Reber au Lac di Muralto, approda in o vegetariano e, in determinati periodi dell’anno, a base di selluoghi di spicco quali Le Pont de Brent, vicino a Montreux e, vaggina o di capra. prima ancora, Chez Max, a Zollikon, uno dei templi della ga- La capra merita un discorso a sé, perché è uno di quegli ingrestronomia svizzera, di cui ricorda che “l’impatto con l’imposta- dienti che il cuoco verzaschese vuole rivalutare, ridando dignità zione della cucina fu davvero folgorante. Nulla veniva prepara- ad un animale sano, che solo un secolo fa era considerato un to in anticipo, si faceva tutto sul momento. Gli ingredienti, sem- bene nella società contadina ma che in seguito è stato apprezzapre freschissimi e di primissima scelta, davano vita a nuove to solamente come capretto o per i formaggini: “Guardo con creazioni pensate al momento, in base alla disponibilità dei pro- simpatia ai prodotti locali, prestando attenzione alla riscoperdotti e servite in modo creativo”. ta delle tradizioni e dei sapori antichi. L’applicazione dei conLuca Brughelli ha fatto suoi questi insegnamenti, dirigendosi cetti e delle tecniche culinarie più innovative mi permette di verso una cucina che punta su ingredienti freschi e pietanze pre- presentare questi piatti in versione decisamente moderna”. parate sul momento. Nel suo locale la carta non esiste, perché Come la capra, una carne povera che richiede molto lavoro ma, la ritiene una scelta statica, che limita la creatività. Al Mistral è puntando sull’ottima qualità del prodotto, come la capra Nera bello entrare con la voglia di lasciarsi sorprendere e condurre Verzasca, e sulla corretta lavorazione, permette di ottenere un
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A TAVOLA IN TICINO
risultato eccellente, ad esempio l’insalata re il filetto di trota della Val Verzasca, INFO preparata con il collo dell’animale o lo cotto con il vapore del fieno, frullare i Via Orico 2 spezzatino, ricavato dalla spalla. piselli per farne un passato, sformare il tor6500 Bellinzona Altro fiore all’occhiello del Mistral è il fortino al cioccolato fondente, comporre il tel. 091 825 60 12 maggino di capra che, da Pasqua a settemmosaico di scampi, servito con una finta (si consiglia di riservare) bre, viene proposto in diverse preparazioni maionese o il salmone accompagnato dal Mezzogiorno: dolci e salate, come la terrina di caprino e caprino al wasabi, abbinando sapori, Menu Petit Mistral, fr. 34.– verdure, lo yogurt di caprino profumato al forme e colori - esprime tutta la passione Sera: Menu Délicieux Mistral, fr. 68.–; limone verde e il caprino al wasabi. Un riucon cui si pone di fronte all’arte culinaria. Menu Mistral Gourmand, fr. 98.– scito connubio tra prodotti locali e sapori A tratti Luca Brughelli sembra un folletto lontani, che si esprime anche attraverso il capace d’incanto. Chi varca la soglia del goloso burro aromatizzato con zenzero, mostarda di arance e Mistral pronto a lasciarsi sorprendere, sarà ricompensato con sale grosso, da spalmare sul pane tra una portata e l’altra. magie culinarie che invogliano a farvi ritorno per scoprire altre Quando lo chef si destreggia nel suo regno - intento a prepara- creazioni del cuoco verzaschese. ECCOVI TRE RICETTE PROPOSTE DALL’OSTERIA MISTRAL DA LUCA BRUGHELLI
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Preparazione Sgusciare i piselli; versarli nel brodo bollente. Lasciarli cuocere finché sono teneri. Aggiungere la panna liquida e trasferire il tutto nel frullatore. Unire l’olio d’oliva e 4 foglie di menta. Frullare fino ad ottenere un passato cremoso. Aggiustare di sale e pepe e aggiungere la panna montata. Versare nelle fondine calde. Guarnire infine con le rimanenti foglie di menta.
P R I M OP I AT T O SALMONE AL VAPORE CON CAPRINO AL WASABI E SALSA ALL’ERBA CIPOLLINA
SALSA ALL’ERBA CIPOLLINA: mettere il vino e la panna a bollire, lasciando ridurre circa a metà del volume iniziale. Aggiungere l’erba cipollina tritata e frullare. Aggiustare di sale e pepe. PRESENTAZIONE: ricavare dei dischi interi, dei semicerchi o dei cubi di caprino al wasabi e collocarli a fianco del trancio di salmone e della salsa. Guarnire a piacere con due cristalli di sale e servire.
FRAGOLE IN GELATINA DI PROSECCO Ingredienti: 10 persone • 500 g di fragole GELATINA • 5,5 dl di Prosecco • 100 g di zucchero • 12 g di gelatina
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Preparazione GELATINA: scaldare 0,5 dl di Prosecco e lo zucchero. Aggiungere i fogli di gelatina precedentemente ammorbiditi in acqua fredda e lasciarli sciogliere. Mischiare que-
sto sciroppo gelatinato con 5 dl di Prosecco. FRAGOLE: distribuire le fragole in dieci coppette. Versare lo sciroppo gelatinato nelle coppette fino a coprire tutta la frutta. Mettere a raffreddare per alcune ore in frigorifero. Sformare le fragole CAM I RI in gelatina A e servirle.
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Preparazione SALMONE: salare leggermente i filetti di salmone. Adagiarli in una pirofila imburrata e metterli a cuocere nel forno a vapore riscaldato a 60°C. La cottura del salmone deve avvenire a temperatura bassa e non deve prolungarsi troppo, per fare in modo che la
CAPRINO AL WASABI: mettere il caprino nel frullatore con 0,5 dl di latte e la pasta di wasabi. Sciogliere l’agar agar nel restante latte freddo e riscaldare fino ad ebollizione, rimestando per tutto il tempo con la frusta. Versare nel frullatore con il caprino e ricavarne un composto liscio e omogeneo. Aggiustare di sale e pepe. Trasferire nello stampo desiderato e mettere in frigo a rassodarsi.
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SALMONE • 4 scaloppine di salmone • sale q. b. • burro q. b. per ungere la teglia CAPRINO AL WASABI • 150 g di caprino fresco • 1,5 dl di latte • 5 g di pasta di wasabi • 1 g di agar agar • sale e pepe SALSA ALL’ERBA CIPOLLINA • 1 dl di vino bianco • 1 dl di panna • 1 mazzetto di erba cipollina • sale e pepe
polpa rimanga trasparente, tenera e sugosa.
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Ingredienti: 4 persone
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9ª PARTE
INTERNET
INFORMATICA DEL FUTURO
O FUTURO DELL’INFORMATICA? In questa edizione trattiamo lo Stato e la sua organizzazione. La modernizzazione dello Stato e dell’amministrazione pubblica presenta però un obiettivo più generale, rivolto ad una maggior efficacia e ad una migliore efficienza dei poteri pubblici con il minor investimento possibile, affinché ogni cittadino possa usufruire e beneficiare di servizi adeguati e sempre migliori. testo Elio del Biaggio
LO STATO E L’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA DEL FUTURO Lo Stato del futuro è stato per la prima volta evocato da George Orwell con il suo celebre libro “1984” - da cui deriva il termine “Grande Fratello” - visto e percepito sì come un incubo, ma anche come una grande opportunità. Opportunità anche per lo Stato, che si coniugano con il guadagno della produttività e nella forma di nuovi servizi, impossibili senza l’ausilio delle tecnologie di comunicazione odierne. Ogni cittadino può così beneficiare delle competenze e dei compiti dell’amministrazione pubblica, di nuovi servizi, ma anche di servizi tradizionali radicalmente modificati, in ogni ambito e in ogni settore, dalla vita privata a quella professionale. DALL’IDENTITÀ NUMERICA ALL’INCARTO MEDICO PERSONALE Fra i ruoli essenziali dello Stato, troviamo la garanzia e l’organizzazione dell’identità delle persone. La carta di identità, un tempo cartacea, è oggi sostituita da una moderna carta di identità nella forma più classica delle carte di credito, che contiene tutte le necessarie informazioni legate alla persona e registrate in un sistema centrale. Addirittura, in certi Stati europei è possibile provare a ricorrere alla propria identità attraverso Internet, facendo ricorso alla firma elettronica, che acquisisce il suo valore legale solo se fornita dai servizi dello Stato in severe condizioni di sicurezza. Altri Stati vanno addirittura oltre, con la firma elettronica memorizzata nel microchip della propria carta d’identità elettronica plastificata. L’integrazione di questo sistema di identificazione, con i sistemi informatici e di comunicazione potrebbe facilmente consentire la firma di formulari di ogni genere direttamente online. Un sistema che, per completarsi nel migliore dei modi, potrebbe spingersi addirittura anche nel settore della
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salute, con la memorizzazione dell’intero incarto medico, con la conseguente razionalizzazione della spesa sanitaria e ospedaliera a livello organizzativo e informativo. DALLA COMUNICAZIONE AMMINISTRATIVA AGLI STRUMENTI DI DECISIONE POLITICA La comunicazione fra amministrazioni attraverso un sistema
http://it.wikipedia.org/wiki/ E-government Da Wikipedia, in italiano, la definizione del termine inglese “e-government”. La traduzione più fedele di “e-government” sarebbe piuttosto “amministrazione elettronica”, anziché “governo elettronico”, come più comunemente viene definito.
www.ega.ee Estonia, Paese primo in classifica, sicuramente innovativo e all’avanguardia in tema di voto elettronico, con la sua accademia “eGovernance Academy” (eGA), organizzazione non di carattere governativo e nonprofit.
smaterializzato e informatico ha dimostrato e dimostra tutto il suo potenziale e la sua efficacia. Se dal punto di vista tecnico e tecnologico, le difficoltà sono senza dubbio ridotte e limitate, è l’aspetto organizzativo - o meglio sarebbe dire riorganizzativo - che pone i maggiori problemi, senza tralasciare gli aspetti giuridici e politici. In questo modo, sarebbe semplice la trasmissione di richieste fra uffici tecnici locali e regionali, cosÏ come la gestione di offerte e di delibere dei lavori, ad ogni livello dell’amministrazione pubblica. Unica necessità , una firma elettronica convalidata e una rete di trasmissione sicura. D’altra parte, pensiamo anche agli innumerevoli vantaggi che ne potrebbe trarre il cittadino nelle relazioni con l’amministrazione. Non tralasciamo, poi, che l’arricchimento dei dati disponibili, una loro centralizzazione e un loro trattamento, secondo necessità ed esigenze specifiche, possiede e presenta una grande utilità per le decisioni prese dai diversi attori amministrativi e politici. In effetti, i dati e le informazioni contenuti in un unico sistema di raccolta e di gestione, consentirebbero di poter essere utilizzati per analisi e statistiche, da cui una semplificata presa di decisione, non solo a livello organizzativo ma anche a livello politico. DALLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA ALL’INFRASTRUTTURA PUBBLICA DI COMUNICAZIONE Altro aspetto, quello della democrazia partecipativa, con solu-
zioni inimmaginabili solo fino a pochi anni fa. Pensiamo alla possibilità di avere una vista virtuale di un luogo specifico che, aggiungendovi strumenti multimediali e con l’abilità creativa, può essere modificato in modo tale da poterlo presentare non solo a pochi eletti, ma aprendolo ad ogni singolo e semplice cittadino. Dai musei agli archivi, dalle pinacoteche ai monumenti storici. Inoltre, grazie alla modellizzazione tridimensionale informatica, pensiamo alla possibilità di organizzare presentazioni - anche online - di soluzioni e di proposte, senza troppi e inutili investimenti rispetto ai modi piÚ tradizionali solitamente utilizzati. La volontà di partecipare e di poter gestire il piÚ direttamente possibile, si sta sviluppando nell’intero mondo occidentale. Indubbiamente, lo sviluppo nella circolazione dell’informazione attraverso Internet aumenta l’interesse del cittadino per la cosa pubblica e favorisce la partecipazione, a livello virtuale. In quest’ambito, non va dimenticato l’enorme vantaggio che forse ne potrebbe trarre la partecipazione alle urne dal voto elettronico. Impiego di servizi, partecipazione a dibattiti online, uso di strumenti informatici e sistemi di riconoscimento richiedono però connessioni sempre piÚ capaci, veloci e con ottime prestazioni. Per questo motivo, per una collettività - tanto locale quanto regionale - risulta fattore determinante offrire ai propri amministrati un’infrastruttura di telecomunicazioni adeguata per rispondere a questi bisogni.
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TENDENZE
INNOCUI PECCATI DI GOLA Eternamente a dieta, soprattutto ora che si avvicina la bella stagione e la prova bikini. Ma come resistere alle dolci tentazioni? Cedendo! Ma solo se le tentazioni sono innocue…
CASSATA AL CIOCCOLATO?
testo Antonella Broggi
CHEESCAKE ALLA FRAGOLA? www.schneider-online.com No. Asciugamano di cotone! Fornito in una confezione regalo come si conviene per una torta di pasticceria, questo piccolo asciugamano per gli ospiti è il presente perfetto per sostituire un dolce vero.
www.lush.com No. Sapone da doccia al cioccolato! È molliccio e marrone, profuma decisamente di cioccolato, ma va spalmato sulla pelle dopo la doccia, e a differenza dei dolci veri, contiene ingredienti che fanno molto bene alla pelle. Dal fango marocchino detergente al burro di cacao, ovviamente!
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COTOLET
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M
ATA? N PA
www.haba.de No. Pelosa bistecchina di peluche con patatine e limone di pannolenci e una spruzzatina di ketchup. Morbidi, bellissimi e assolutamente sicuri, sono gli alimenti giocattolo di Haba. Per giocare al negozietto, divertirsi e avvicinarsi al mondo dell’alimentazione, sana se possibile!
COPPA GELATO CON BABBÀ?
Beat Schlatter si impegna per sensibilizzare il maggior numero possibile di persone sul problema del colesterolo e sostiene la Fondazione Svizzera di Cardiologia.
«Date battaglia al colesterolo.» www.dittabruno.com No. Candela! In una coppa di vetro il gelato alla vaniglia, la panna montata, il cioccolato fuso e i babbà al rum sono di cera. Per un dessert senza rimorsi!
PIRAMIDE DI CIOCCOLATINI?
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www.lush.com No. Olio per massaggi! In forma solida, da spalmare sulla pelle umida. Al burro sì, ma di cacao e karitè. Con olio extravergine, ma di cocco. E poi con rosa, lavanda e finocchio. Sufficiente per due massaggi completi!
LINO AL BURR L O? RO
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PAN DI SPAGNA AI FRUTTI DI BOSCO? www.lush.com No. Bagnoschiuma profumato! Una deliziosa pallottola al profumo di ribes nero da buttare nella vasca da bagno per godersi una morbidissima schiuma idratante.
Beat Schlatter lo sa: praticare regolarmente attività fisica può influenzare positivamente il livello del colesterolo. Ma potete fare ancora di più. Con un Benecol al giorno. Questa bevanda a base di yogurt contiene stanoli vegetali che – è scientificamente provato – riducono l’assorbimento del colesterolo nel corpo. Più informazioni al sito www.emmi-benecol.ch o al numero 0080 0090 00100
PUBBLIREDAZIONALE
DIMAGRIRE
FUNZIONA DAVVERO!
Il Dr. med. Martin Zogg, medicina generale, svela come sia possibile dimagrire facilmente e con un minimo sforzo DA 11 ANNI LEI OFFRE CON SUCCESSO IL PROGRAMMA PRECON NEL SUO STUDIO MEDICO. TRA 1000 DIETE CHE NON FUNZIONANO, EVIDENTEMENTE C’È UN METODO CHE OTTIENE DAVVERO DEI RISULTATI: QUAL È IL SEGRETO DEL SUCCESSO DELLA DIETA PRECON? “In primo luogo sono gli innovativi pasti sostitutivi, che rendono facile il dimagrire. I pasti PreCon, sotto forma di frappé o di barrette, contengono circa 200 calorie, forniscono tutte le sostanze nutrienti importanti e saziano a lungo. Sostituendo uno o due pasti con un pasto PreCon è possibile perdere da 1/2 a 1 kg di grasso a settimana, senza patire la fame. I pratici pasti pronti si conciliano perfettamente con lo stile di vita attuale, dal momento che rimane sempre meno tempo per fare la spesa e per cucinare”.
ma PreCon è la sintesi tra la dieta equilibrata (per mantenere il peso raggiunto) e una dieta basata su pasti dietetici pronti (per dimagrire più facilmente e mantenere la massa muscolare). Il valore aggiunto è chiaramente la consulenza medica con l’analisi BIA. Ecco perché il Programma PreCon è da consigliare se si desidera dimagrire in modo sano e duraturo”. COME SI PUÒ RAGGIUNGERE LA CONSULENZA PRECON IN SVIZZERA? “Gli indirizzi dei medici specialisti si trovano sul sito della ditta PreCon, www.precon.ch (Studi di consulenza), oppure possono essere richiesti telefonando al seguente numero: 041 798 01 32”.
… E TUTTAVIA CIÒ NECESSITA DI UN CAMBIAMENTO NEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE? “Esatto. Il secondo elemento importante che determina il successo del Programma PreCon è una solida consulenza personalizzata da parte di uno dei 400 medici specializzati in Svizzera. Per avere successo in realtà non c’è bisogno di contare né calorie né punti. La cosa più importante è consumare tre pasti equilibrati al giorno, ma non mangiare fuori pasto. Ciò ha a che fare con il tasso dell’ormone insulina che fa ingrassare e che aumenta sempre dopo ogni spuntino. I pasti PreCon, clinicamente testati, non causano praticamente alcun innalzamento dell’insulina, accelerando quindi la perdita di grasso”. IN COSA CONSISTE LA DIFFERENZA PRINCIPALE RISPETTO ALLE ALTRE DIETE? “Una dieta ha successo solo quando si perdono i chili giusti, quindi il grasso superfluo e non la massa muscolare. È risaputo cosa succede nelle cosiddette “diete lampo” o “diete crash”: si perdono soprattutto acqua o muscoli e poco grasso. Si è appena smesso di patire la fame ed ecco che i chili ritornano. Con il Programma PreCon non è così: grazie all’alimentazione equilibrata, la massa muscolare viene mantenuta. Al contrario di molte diete, con il Programma PreCon il corpo “non tira la cinghia”. Il buon esito si può verificare con l’analisi BIA effettuata dai medici specializzati. Questa analisi misura la composizione del corpo, ovvero il grasso, l’acqua e la massa muscolare prima e durante la dieta. Inoltre viene calcolato il fabbisogno energetico e alimentare individuale, definendo quindi la composizione del pasto equilibrato (carboidrati, proteine, grassi). Tutto sommato il Program-
Il Dr. med. Martin Zogg è specializzato in Medicina generale ed è consulente PreCon a Cadro.
PreCon (Prevention Concepts) Dal 1986 la ditta è l’antesignana europea in materia di riduzione di peso e di prevenzione. ll Programma dietetico nutrizionale PreCon è stato sviluppato da scienziati dell’alimentazione e da medici; esso viene applicato con successo da 400 medici in Svizzera su più di 20’000 partecipanti all’anno. Efficacia dimostrata Lo studio MIRA (Prof. Schulz) e lo studio Lean Habits (Prof. J. Westernhöfer) documentano in modo efficace, con più di 8’000 partecipanti, il successo sul lungo periodo del Programma PreCon.
LA SIGNORA AGNESE INTRAINA DI CASLANO, OLTRE AD AVER PERSO 35 KG GRAZIE AL PROGRAMMA PRECON, HA RISOLTO I SUOI PROBLEMI DI SALUTE.
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gnese Intraina: “A causa di problemi alla vescica avevo consultato un medico, con l’idea di dover essere operata. A quel tempo pesavo 106 kg e, dopo numerosi tentativi di diete senza successo, mi ero ormai rassegnata. Il mio medico mi consigliò, tuttavia, di perdere inizialmente 20 kg, prima di prescrivermi una visita urologica. Nel febbraio 2007 iniziai la dieta PreCon, con la quale dimagrii senza fatica, sentendomi bene ed in forma; dopo poco tempo, inoltre, non avevo più disturbi alla vescica. La cosa più bella di tutte era per me la veloce e pratica preparazione dei pasti, che mi ha fatto risparmiare molto tempo. Pertanto anche adesso continuo a sostituire, di tanto in tanto, il pasto serale con un pasto PreCon; in questo modo ho mantenuto fino ad oggi il mio peso, nonostante le occasioni d’invito, nelle quali si mangia di più. Tutti i giorni passeggio con il mio cane per 6-8 km senza fatica e senza trovarmi priva di fiato, come invece mi succedeva un tempo.
Con PreCon ho riacquistato come minimo 10 anni di vita e mi sento nuovamente energica ed in piena forma”. Riceverete gli indirizzi dei medici PreCon in Ticino telefonando al numero 041 798 01 32 oppure consultando il sito www.precon.ch
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cioccolato
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cappuccino
I
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SONDAGGIO
Claudio Rossi, 45 anni, direttore d’azienda, Pollegio - “Per me il cielo è sinonimo di relax e pace”.
Verena Gerosa, 45 anni, casalinga, con Nina, Ligornetto - “Visto che sono sempre sulle nuvole ho un rapporto divino…”.
Alba Nait, 60 anni, astrologa, Carona “Il legame che esiste tra me e il cielo è di tipo ombelicale e materno”.
CON IL NASO
ALL’INSÙ! Il 2009 è stato proclamato dall’ONU Anno internazionale dell’Astronomia. E voi, che rapporto avete con il cielo? Guardate il firmamento? testo Lorenza Storni - foto Stefano Ember
Harry Buffenoir, 51 anni, autista, Mezzovico-Vira - “Io, in particolare, sono molto sensibile alla luna piena”.
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Janaina Leal, 33 anni, domestica, Campione d’Italia - “Ho spesso sbalzi d’umore a causa della luna piena”.
Federica Grotto, 18 anni, studentessa, Mairengo - “A volte, quando guardo il cielo, vedo il Piccolo Principe sulla luna…”.
Roberto Milan, 71 anni, pittore, Chiasso - “Amo osservare la via lattea quando mi trovo in montagna: provo un senso di immensità e di mistero”.
Daniele Ticò, 35 anni, consulente, Osogna - “Avendo il tempo, solo in alta montagna si trova la libertà di fermarsi ad ammirare il cielo”.
Simona Gnecchi, 35 anni, assistente di cura, Montagnola - “Quando vedo una bella stella luminosa penso ad una mia cara amica che non c’è più e che so che mi guarda da lassù”.
Roberto Mangili, 60 anni, impiegato, Rancate - “Guardando il cielo mi chiedo come è possibile che da ‘una palla di fuoco’ sia nata la vita come la concepiamo noi”.
Angela Caverzasio, 48 anni, venditrice, Balerna - “Il mistero del cielo può far paura. Ma com’è romantica una bella stellata!”.
Giacomo Chiesa, 20 anni, studente, Manno - “Il mio rapporto con il cielo non è astronomico, ma piuttosto aerodinamico visto che voglio diventare un pilota professionista!”.
Maria Giannini, 54 anni, segretaria, Lodrino - “Il firmamento per me è una cava di stelle”.
Claudio Bettosini, 46 anni, impiegato, Agra - “Il firmamento è uno spazio sconosciuto pieno di stelle e sogni”.
Manuela Angelini, 44 anni, impiegata, Pambio Noranco - “Mi piace guardare il cielo: provo una sensazione di relax”.
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la discesa libera e nella super-combinata.
Val d'Isère.Campionati del mondo di sci alpino 2009 Lara Gut conquista due medaglie d’argento ne
4a PARTE
VIAGGI
IL “CRICRI” DI ABDULLAHI Teli è il secondo villaggio Dogon nel quale decido di fermarmi. Un tipico e suggestivo insieme di casupole di argilla percorso da un labirinto di vicoli polverosi. I Dogon, etnie del Mali nord orientale, vivono in villaggi costruiti ai piedi della gigantesca falesia di Badiangara, che si eleva nel bel mezzo dell’immensa savana africana. L’impressionante scarpata di diverse centinaia di metri si erge a strapiombo come un anfiteatro poco oltre i confini del villaggio. Levando lo sguardo si scorgono ancora, incredibilmente aggrappati alle rocce e oggi irraggiungibili, i vecchi tuguri dei pigmei Tellem... testo e foto Roberto Schneider
NOTTI SOTTO LE STELLE, MA… Nella notte il ragliare isterico e disgraziato degli asini del villaggio aveva preceduto l’incredibile babilonia di suoni che alle prime luci risveglia ogni giorno il villaggio Dogon. Agli stridenti canti dei grilli si sovrappongono man mano il cinguettio di una moltitudine di uccelli, quindi i “chicchirichi” prepotenti dei galli, l’abbaiare dei cani innervositi, il vigoroso belare delle capre e infine il vociare dei bimbi, lo scoppiettio dei bracieri e i sordi battiti ritmati della battitura del miglio. Una splendida cacofonia che inneggia di primo mattino alla vita che riprende come di consueto, sempre uguale da secoli. Il mio corpo è intirizzito, la schiena provata dal duro suolo del
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L’accesso al tetto non è così semplice.
tetto della tipica abitazione di argilla dove mi sono coricato per fuggire il caldo e farmi ritemprare dal vento della savana. Lì mi ero addormentato dopo che anche l’ultimo tenue lume della lampada a petrolio si era spento portandosi con sé le ultime note melodiose di “connu”, un semplice strumento a due corde, che avevano accompagnato la tranquilla serata nel villaggio. Sotto un cielo stellato quasi irreale avevo ripercorso con la mente le esperienze di una giornata intensa, della quale mi erano rimasti tanti ricordi ed un ciondolo al collo che avrebbe dovuto portarmi fortuna nel seguito del viaggio. Un “cricri”: un monile dai poteri magici donatomi da un ragazzino appena dodicenne nel villaggio che avevo lasciato
con un briciolo di tristezza nel pomeriggio. Abdullahi è il figlio più piccolo della famiglia in cui avevo soggiornato. Non mi aveva domandato nulla, né caramelle, né soldi. Gli era bastata la compagnia dell’occasionale “toubab” (così sono chiamati gli uomini bianchi), che con orgoglio aveva accompagnato alla scoperta dei vicoli più stretti del villaggio e delle antiche grotte nascoste in alto, sul grande costone. Le ore trascorse assieme gli avevano permesso di fare un po’ di pratica del suo francese scolastico, invero già discretamente buono, e di evadere dai ritmi della vita tradizionale che, malgrado la sua giovane età, già comprendono diversi duri lavori.
Le vecchie abitazioni dei Dogon e dei loro predecessori, i pigmei Tellem.
BERE, BERE PER SOPRAVVIVERE Prima di partire, lo avevo invano cercato
«I dogon bevono pochissimo e masticano noci di cola per resistere alle fatiche» per un ultimo saluto. I familiari mi avevano detto che era dovuto andare al dispensario per acquistare poche cose e che sarebbe presto tornato. Lo avevo atteso a lungo, poi nel tardo pomeriggio, quando i raggi del sole erano divenuti meno perfidi, mi ero incamminato con la guida Alpha, perché volevamo raggiungere Teli prima di sera. Abdullahi mi aveva però rincorso, raggiungendomi ansimante con una vecchia bicicletta che solo lui riusciva a mantenere in equilibrio sulle piste sabbiose. Voleva regalarmi un ultimo grande sorriso e un abbraccio che forse solo un padre avrebbe meritato. Discendo ora con prudenza l’insicura scala, costituita da un unico tronco intagliato quanto basta per permettere di
inserivi la punta del piede, che collega il tetto del tugurio alla corte interna. Osservo affascinato tutt’attorno quello strano e suggestivo villaggio arroccato ai piedi della scarpata che gli fa da splendido anfiteatro. Soffermo lo sguardo per l’ennesima volta con curiosità e ammirazione verso l’alto, dove le rovine dei vecchi villaggi Dogon, aggrappate alle rocce sulle quali un tempo queste etnie vivevano, paiono ancora fare da sentinella alla comunità sottostante. Presto arriveranno i primi raggi di sole, poi il caldo, secco e impietoso, che rende i movimenti diffi-
coltosi sulle piste che collegano i villaggi, spesso invase da finissima sabbia. I trasferimenti avvengono di primo mattino o nel tardo pomeriggio, quando le temperature sono più sopportabili, ma l’acqua rimane vitale per l’uomo bianco. Sono necessari uno, anche due litri ogni ora quando si marcia, altrimenti la gola diviene secca, brucia e la lingua s’ingrossa. Bere, bere sempre, ma curiosamente non vi è mai la necessità di urinare, il corpo trattiene infatti quasi tutti i liquidi, il resto te lo ruba il sole. I Dogon al contrario bevono pochissimo, masticano
Il giaciglio nel quale ho trascorso la notte è un osservatorio privilegiato.
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Una nuova interpretazione dello stile british
Il capo cult degli anni '60 in nuova versione: LADY's MOTORBIKER
La nuova generazione di giacche cerate di Wachsjacke24 La storia dell’abbigliamento in cotone cerato è cominciata nel XVI secolo, quando poveri marinai hanno improvvisato, con le vele impregnate di catrame e olio di pesce, le prime forme di giacche cerate per proteggersi dal rigido clima marittimo. Circa cent’anni fa, uno scozzese riprese l’idea di questi marinai, e cosĂŹ si sono sviluppati nel corso degli ultimi decenni gli attuali prodotti in cotone cerato, che spiccano non solo per i materiali di prima qualitĂ con cui sono realizzati, ma anche per i loro particolari vantaggi come l‘impermeabilitĂ alla pioggia, la traspirabilitĂ , la protezione dal vento e la tollerabilitĂ cutanea. Ugualmente: il design semplice ma nobile dell’abbigliamento in cotone cerato rispecchia la tradizione anglosassone e la resistenza nello stile di vita e corrisponde quindi perfettamente allo spirito del giorno d’oggi, che si ricorda sempre piĂš delle qualitĂ della natura. La giacca cerata inglese originale è un capo d’abbigliamento di stile, resistente agli agenti atmosferici e di alta qualitĂ , nonchĂŠ di lunga tradizione. Con questo retroscena e con l’aspirazione di attrezzare gli amanti della natura e i piĂš trendy con il giusto abbigliamento outdoor, www. wachsjacke.ch presenta una propria collezione di giacche cerate di massimo livello ai giusti prezzi. Tradizionali o moderni, gli stili sono sempre funzionali e diffondono lo charme della cultura tessile britannica. Offriamo esclusivamente articoli buoni in tutti i sensi, e cioè
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VIAGGI
noci di cola per resistere alle fatiche, ma nulla di più. Ho seguito per ore l’incedere regolare ed un po’ dinoccolato delle mia guida Alpha. Lui è sempre tranquillo, non suda e non mostra segni di fatica. Solo una volta l’ho visto accelerare e allungare il passo. Eravamo giunti nei pressi del suo villaggio natale, dove avrebbe ritrovato i suoi amici e la sua famiglia che ormai da diverse settimane aveva lasciato.
miglio, sorretto da otto pilastri intarsiati, che riproducono le effigi degli antenati. Il Togu-na è la “casa delle parole” - un termine che trovo splendido e suggestivo. Gli anziani vi trascorrono tranquilli le calde giornate, i più giovani vi si soffermano più occasionalmente, a volte è pure concesso l’accesso alle donne. Oggi il luogo di ritrovo è però deserto, sono tutti al mercato. Sono fortunato perché non è facile giungere in un villaggio pro-
LA “CASA DELLE PAROLE” La bigamia è molto diffusa tra i Dogon, così come in tutto il Mali. “No, no, ho una sola moglie ed è più che sufficiente. Due mogli significano due problemi e la metà dei soldi!”. La simpatia che mi lega ad Alpha e la confidenza reciproca, mi permettono di affrontare con lui anche temi delicati e mi facilitano la conoscenza di persone e di luoghi Dogon. Quando entro nella sua casa, l’accoglienza è cordiale ma nel contempo discreta, tranquilla. Malgrado la lunga assenza, nemmeno ad Alpha sono riservati saluti particolari: un sorriso della moglie, un abbraccio dello zio, una stretta di mano di alcuni conoscenti, poi ci sediamo per raccontare quello che è accaduto nelle settimane appena trascorse. La comunicazione orale riveste un ruolo centrale nella cultura Dogon. Il cuore di ogni villaggio è il Togu-na, una costruzione bassa, con uno spesso tetto di fascine di gambi di
Abdullahi: “Ciao toubab, vieni che ti faccio conoscere il mio villaggio”.
«Anche questo mondo sta rapidamente mutando»
prio nel momento giusto. I calendari dei mercati, che riuniscono le genti di villaggi anche distanti ore di cammino, sono invero precisi. Il problema per uno straniero consiste nel fatto che la settimana Dogon è di soli cinque giorni e di conseguenza i calcoli delle scadenze sono alquanto macchinosi. Ma anche questo mondo sta rapidamente mutando, presto lascerò le terre dei Dogon, ancora a bordo di un calesse che a fatica percorrerà le piste della savana con le ruote che affondano nella sabbia e il cavallo spossato dal grande caldo. Non molto lontano sulla sabbia vi sono però le impronte dei pneumatici di un grande 4x4. Forse è il veicolo di un’organizzazione umanitaria oppure quello di ricchi turisti che a volte si accampano in tende ai margini dei villaggi. Il tempo necessario per consumare un pasto, per scattare delle fotografie e regalare caramelle e penne biro. CONTINUA.
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DESTINAZIONE FAMIGLIA
A CACCIA
D’EMOZIONI 40
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Ad un paio d’ore dal Ticino, nella Svizzera Centrale, esiste una piccola oasi di natura dove si possono ammirare da vicino una novantina di specie indigene o europee tra cui orsi, linci e cervi. testo Coralie Nativel - foto Stefano Ember
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l “Tierpark” di Goldau non ha le caratteristiche di uno zoo tradizionale. Niente leoni o giraffe, gli animali provengono soprattutto dall’Europa. Appena entrati ci si dimentica quasi di essere in uno zoo, tanti sono gli animali selvatici che circolano liberi e che possono essere accarezzati e nutriti con cibo comprato all’entrata o nei vari automatici disposti nel parco (una piccola scatola costa un franco). Immersi nella foresta, a contatto diretto con gli animali, non mancano le emozioni - come un po’ d’ansia, forse, all’approccio col muflone e i suoi impressionanti palchi -, ma soprattutto la gioia e la sorpresa, quando ad esempio daini, cervi e caprioli si avvicinano per prendere il cibo dalla mano dei visitatori, lasciandosi anche coccolare. Basta vedere gli occhi e i sorrisi di bambini e adulti per capire quanto speciale sia l’esperienza. Orsi, linci, cinghiali, allocchi e tanti altri animali si possono invece ammirare nei loro recinti, costruiti per rispettare al massimo le loro esigenze. Nel corso della giornata vengono fissati diversi appuntamenti con i visitatori, affinché possano condividere informazioni preziose con il personale del Parco, intenti a nutrire gli animali. Oltre allo spettacolo meraviglioso della natura, vi sono molti giochi per bambini disseminati lungo i sentieri, e piacevoli luoghi in cui è possibile cucinare alla griglia o gustare il proprio pranzo al sacco. In prossimità del parco giochi vi è anche un ristorante con tavoli all’interno e all’esterno. Il parco si estende su 17 ettari tra foresta e rocce. Un paesaggio naturale sagomato dai 40 milioni di metri cubi di massi che scivolarono a valle 200 anni fa e sotterrarono il paese di Goldau, uccidendo centinaia di persone. Le monumentali rocce si trovano ancora oggi nello stesso punto in cui caddero, tracce tangibili della forza della natura e del suo potere di rigenerazione. Il “Tierpark” è in continua crescita. Raddoppierà infatti la sua superficie grazie a un grande recinto comune per orsi e lupi, in corso di costruzione. Il parco può essere visitato tutto l’anno. Primavera ed estate offrono molte possibilità di svago e di divertimento, ma anche le stagioni fredde hanno il loro fasci-
no. Quando il paesaggio si copre di neve tutto diventa magico e silenzioso. La natura rallenta il ritmo e i visitatori possono osservare come vivono gli animali in inverno. Il parco è accessibile con passeggini e sedie a rotelle, anche se in certe zone il percorso può risultare un po’ più faticoso a causa del rilievo collinare del parco e dei piccoli sassi presenti. 1
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1. Gli animali selvatici circolano liberi e possono essere accarezzati e nutriti. 2. L’entrata del “Tierpark” si trova a soli 400 m dalla stazione ferroviaria. 3-4. I tre orsi del “Tierpark” attirano i visitatori. 5. In diverse zone dello Zoo vi sono zone di ristoro con giochi per bambini. Nel corso della giornata vengono fissati appuntamenti con i visitatori.
COME ARRIVARCI? Con la macchina: da Lugano prevedere 1 ora e 40 minuti: A2 fino a Flüelen, poi seguire la direzione Schwyz, e prendere di nuovo l’autostrada A4, si può uscire sia ad Arth sia a Goldau. Quindi seguire i cartelli fino al “Tierpark”. Numerosi i parcheggi - a pagamento - disponibili. In treno: 2 ore e mezza. La stazione di ArthGoldau si trova a 400 metri dell’entrata del parco. QUANDO ANDARCI? Il parco è aperto 365 giorni all’anno. Da aprile a fine ottobre dalle 9 alle 18; fino alle 19 il fine settimana. Durante la stagione invernale dalle 9 alle 17.
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QUANTO COSTA? Esiste una tariffa per le famiglie (coppie con i propri figli fino all’età di 16 anni): 45.franchi. L’entrata per adulto costa 16.- franchi. Pensionati e studenti pagano 14.- franchi, mentre dai 6 ai 16 anni l’entrata è di 10.- franchi.
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Se l’estate scorsa hai realizzato la lanternizzera, potresti riutilizzarla per realizzare questa nascondolfiera. Se invece non l’avevi fatta, puoi scaricare le istruzioni dall’edizione del 15.06.2008 che trovi nell’archivio del nostro sito. Potrai così realizzare una mongolfiera da appendere e nella quale nascondere i tuoi piccoli tesori…
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3. Facendoti aiutare da un adulto, con l’ago fai quattro fori equidistanti sia attorno all’apertura della lanternizzera, sia attorno al bordo del vasetto di yogurt.
4. Infila un pezzo di spago in ogni buco della lanternizzera e annodane un’estremità in modo che non esca dal foro, quindi infila l’altra estremità degli spaghi nei forni del vasetto e fissali con un altro nodo.
5. Fai un foro in cima alla mongolfiera e infilaci un altro pezzo di spago. Fissalo all’interno con un nodo.
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OGGI PARLIAMO DI...
CANTA CHE
TI PASSA!
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a maestra Belinda Arigoni ci accoglie nella sua classe dicendoci: “I bambini non vedevano l’ora che arrivaste!”. E in effetti, i 14 alunni della IV e V elementare di Pianezzo non tradiscono alcun imbarazzo o vergogna iniziale. Dai primi approcci capiamo subito che sono chiacchieroni e disinvolti. E quando sveliamo loro il tema - “cantare” - intonano spontaneamente uno dei tanti brani imparati a scuola. E così la nostra ora tra di loro si alterna tra domande, risposte, canzoni e discussioni su chi sia il più bravo o la più brava nel canto. Che dire: i bambini di Pianezzo ce le hanno proprio… cantate chiare!
Abbiamo incontrato un’entusiasta pluriclasse della Valle Morobbia, con la quale abbiamo parlato di musica e canzoni. Abbiamo ad esempio scoperto chi tra i bambini è più intonato, chi canta sotto la doccia e chi giocando, chi per noia e chi per passione. testo Lorenza Storni - foto Rémy Steinegger
Emma
Geo
Camilla
VI PIACE CANTARE? Sara: sì, mi piace molto e sto prendendo lezioni di canto. Renato: sì, ma dipende dalle canzoni.
Allegra
Angele Marika: anche a me piace, cantavo in un coro ma ho smesso perché dovevo fare catechismo. Giancarlo: sì, mi ispira. Joel: a me piace molto perché mi sento felice. Maraika: io trovo che cantare aiuta a tornare su di morale. Emma: a me piace cantare in modo spontaneo, senza regole. Angele: anche a me piace cantare, ma solo quando sono da sola perché sono timida. Camilla: io amo cantare le canzoni per bambini, non quelle dei grandi. Stefania: a me piace inventare le canzoni. Melissa: cantare mi rende allegra.
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COME MAI VI VIENE VOGLIA DI CANTARE? Maria: di solito mi viene voglia se sento una bella canzone. Allegra: io canto quando sono triste per rallegrarmi. Melissa: perché mi piace. Maraika, Joel: io canto quando sono da sola/o e non so cosa fare. Giancarlo: io canto quando sono sotto la doccia, almeno non mi annoio. Geo: io canto perché mi dà emozioni. Renato: io canto sottovoce quando non riesco a dormire. Sara: cantare mi distrae da tutto il resto. Camilla: quando non so cosa fare canto. Angele: a me improvvisamente mi viene una melodia in testa e canto. Emma: io canto se sento cantare qualcuno.
Giancarlo
Joel
Marika
Maraika
Maria: io sono stonata. Sara: io non dico di essere stonatissima, ma un pochino. Renato: io penso di essere una via di mezzo. Geo: io volevo dire che il Giancarlo è intonatissimo. Giancarlo: io mi ritengo abbastanza bravo. Joel: io sono stonatissimo, lo sento dalle mie registrazioni con il registratore. Camilla: io certe volte sono stonata, non vado nemmeno al ritmo della musica, mi perdo proprio. COME MAI NASCONO PERSONE INTONATE E ALTRE NO? Allegra: secondo me è una cosa ereditaria. Melissa: io penso che quelli intonati lo sono perché sono andati a scuola di canto.
Maria Stefania: mi piace cantare quando torno da scuola. Marika: quando sono arrabbiata con mia sorella canto. Geo: e io canto per togliermi la rabbia dalla testa. CI SONO LUOGHI E MOMENTI PRIVILEGIATI DOVE SI CANTA… Camilla: siccome fare la doccia non è tanto divertente, cantando diventa più bello. Stefania: io quando vado da mio nonno mi arrampico su un albero e canto. Emma: io di solito canto quando faccio il corso di hip-hop. Giancarlo: oltre a cantare in doccia, canto quando vinciamo a calcio. Maraika: in pubblico si ha vergogna a cantare, invece sotto la doccia… Allegra: la doccia secondo me stimola il canto.
Sara
Stefania
Joel: magari uno nasce stonato, ma balla benissimo! Giancarlo: io penso che dipenda dalle corde vocali più o meno sviluppate. Geo: con la crescita certi vanno avanti con il tono, altri restano lì. Renato: secondo me nascono tutti stonati e poi quelli a cui piace cantare diventano intonati.
Melissa
Renato Geo: io canto davanti alla tele, guardando i cartoni animati. Angele: e poi cantiamo a scuola, anche in inglese e in francese. Alla domanda qual è la tua canzone preferita, è partito un elenco di titoli di brani studiati a scuola. Fra questi, uno dei più gettonati è stato “A te” di Jovanotti che, senza chiedere nulla è stato intonato da tutti a gran voce. VOI PENSATE DI ESSERE TUTTI INTONATI? Emma, Angele, Allegra: secondo noi il Giancarlo: no, perché quando cantiamo si sente solo lui.
FINIAMO CON UNO SLOGAN: CANTARE È UN MODO PER… Stefania, Maria: togliersi la cattiveria ed essere più felici. Emma, Angele: divertirsi, anche in compagnia. Camilla: sfogarsi. Sara: farsi piacere. Geo: vivere una vita serena. Maraika: scacciare la solitudine. Allegra: stimolarsi a fare qualcosa. Marika: diventare più allegri. Melissa: imparare a cantare. Giancarlo: emozionarsi. Joel: tornare su di morale. Renato: imparare cose nuove. Le classi elementari del Cantone interessate a collaborare alla realizzazione di uno di questi servizi possono scrivere a: Lorenza Storni, CP 247, 6906 Lugano o inviare una e-mail a: lorenza.storni@bluewin.ch.
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VERSO I MONDIALI
THIERRY PATERLINI GUERRIERO GENTILE Otto partecipazioni ai Campionati del mondo, una ai Giochi Olimpici. Il selezionatore Ralph Krueger in lui vede un elemento completo, forte in ogni tipo di situazione di gioco. Una carriera ad alta intensità sportiva, la sua, con un invito alle giovani leve: “abbiate pazienza, non fermatevi alle prime difficoltà, credete in voi stessi. Il lavoro duro primo o poi porta a procurarsi almeno un’opportunità”. Nell’imminenza della fase più calda della stagione hockeistica, a poco meno di due mesi dai Campionati mondiali IIHF di Berna e Zurigo, lo abbiamo incontrato per dialogare di hockey, di sé, della Nazionale... testo Marco Ortelli - foto Ti-Press/Benedetto Galli, Carlo Reguzzi
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VERSO I MONDIALI
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Clicca qui. Appariranno le immagini di un inedito Thierry Paterlini.
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SCATTI DI GIOCATORE
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Meritevoli come Thierry Paterlini? “Difficile da dire, se fino ad ora ho avuto il privilegio di essere convocato, penso che questo
A poco a poco l’incontro con Paterlini volge al termine. In pieno svolgimento, invece, la fase conclusiva del campionato, preludio dell’evento mondiale del 24 aprile: “Per i tifosi sarà un Mondiale avvincente, e anche per i giocatori, giocare in casa e a Berna, davanti a un pubblico verosimilmente numeroso, sarà un’emozione grande. Se ci sarò o meno non posso dirlo, Krueger mi conosce. Se sarò fisicamente a posto, dovrei poterci essere”. Thierry Paterlini, l’uomo e il giocatore. Rude in pista, pacato e gentile in occasione dell’incontro… a secco. Infine, perché gioca a hockey? “Mi hanno sempre affascinato l’intensità di gioco, la velocità e lo spirito di squadra. Ogni giorno 25 persone si incontrano in uno spogliatoio per lavorare insieme, fornire prestazioni, attraversare situazioni difficiCAM li e anche impreviste per ottenere un coI RI A mune risultato. L’hockey è uno sport spettacolare e sono felice di averlo potuto praticare così a lungo”. • ww
Sfogliando l’album dei ricordi delle partite della Nazionale, Paterlini riaccende mentalmente il video dei Giochi Olimpici di Torino 2006, con la sua rete in inferiorità numerica contro la Repubblica Ceca e la vittoria per 2 a 0 contro le superstar del Canada. Spento il video, gli chiedo cosa significhi per lui rappresentare, con uno sport, la propria Nazione: “È sempre bellissimo poter disputare una competizione internazionale rappresentando la propria Patria; per uno sportivo d’élite, infatti, l’obiettivo massimo è quello di venire selezionato in Nazionale, indossare la maglia è quindi sempre un grande onore. A livello più personale, in occasione dei raduni della selezione, è anche bello poter ritrovare gli amici di tante battaglie, quelli con cui hai giocato insieme in altre squadre, è quasi un ritrovo di classe, ci si diverte molto in un ambiente che di solito ci rigenera”. Un ambiente nel quale, da 10 anni, ad attendere i giocatori vi è lo stesso selezionatore, Ralph Krueger; come si spiega una tale longevità alla guida di una squadra? “A mio avviso Krueger ha svolto un grande lavoro, portando nell’hockey svizzero grande professionalità. La Svizzera, da squadra quasi mai in grado di creare una sorpresa, è diventata un team dal rendimento costante. Anche il livello della National League è migliorato, molti sono i giocatori meritevoli di poter disputare un Campionato del mondo”.
sia dovuto al fatto di essere un giocatore affidabile, stabile sul piano difensivo e con una buona costituzione fisica. Posso giocare nelle situazioni di box play o in quelle in cui è necessario portare una spinta offensiva. Ho sempre svolto il mio lavoro in modo coscienzioso, forse è per questo che egli mi ha sempre convocato”. Detto di Paterlini, chiediamo al giocatore di caratterizzare a sua volta Ralph Krueger e il suo modo di interpretare il ruolo di selezionatore: “È un allenatore estremamente bene informato, penso che visioni ogni partita della Lega, separando bene i confini tra quelle che sono le esigenze di un club e quelle della Nazionale, non si intromette, quindi, ma fa sentire la sua presenza, con un paio di visite all’anno. Tatticamente, ci prepara sempre molto bene alle partite, mostrandoci con video i dettagli delle squadre che affronteremo. Sappiamo sempre molto bene in che modo giocano gli avversari. Per quello che riguarda la conduzione, durante la partita cerca di rimanere sempre tranquillo, non assume atteggiamenti che possono rendere la squadra ancora più nervosa. Nelle pause, con gli assistenti, indica gli errori che sono stati fatti, ma sempre in termini collettivi. Gli errori individuali li discute al termine della partita o il giorno successivo. È molto obiettivo nei suoi giudizi, no, non è proprio nel suo stile tuonare negli spogliatoi o in partita”.
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hierry Paterlini, 34 anni il prossimo 27 aprile, 185 centimetri d’altezza per 93 chilogrammi di peso, raggiunge il luogo del nostro appuntamento semivestito da hockey, come richiesto dalle esigenze fotografiche. Noto per essere un giocatore eufemisticamente ‘duro e roccioso’, non so bene come… affrontarlo. Nel corso dell’intervista emergerà il profilo di uno sportivo consapevole del suo ruolo e di un uomo molto pacato e gentile. Nel corso della sua carriera professionistica, Paterlini ha indossato le maglie di Berna, Davos, ZSC Lions e Lugano, mentre da otto stagioni fa ininterrottamente parte della Selezione nazionale svizzera allenata da Ralph Krueger. Dal suo esordio con la Nazionale U18 alla sua ultima apparizione lo scorso 7 febbraio contro la Slovacchia, il ragazzo Thierry che giocatore e uomo è diventato? Paterlini, sorride: “È sempre difficile giudicare se stessi, sono certamente maturato, oggi non faccio più certe stupidaggini che ho fatto da ragazzo… Come giocatore, da giovani si tende ad essere spavaldi e a voler strafare, in età maggiore si diventa più riflessivi, ci si muove in modo più mirato e consapevole, si controlla meglio il proprio corpo, curando con maggiore attenzione la propria forma; diciamo che tutto diventa un po’più preciso”.
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el corso della vita le priorità cambiano a dipendenza delle diverse situazioni famigliari. La nascita di un figlio, l’acquisto di una casa, la convivenza, il matrimonio, il divorzio, un infortunio o il pensionamento anticipato influiscono sulla situazione finanziaria privata. Come assicurare lo standard di vita a me e alla mia famiglia se dovesse succedermi qualcosa? Cosa succederebbe se il mio reddito venisse a mancare del tutto o in parte (decesso, invalidità)? Come si ripercuote sulle mie prestazioni un prelievo anticipato di fondi della cassa pensione? Quale sarà il mio reddito sottoforma di rendita che riceverò al momento del pensionamento? Per questo motivo è auspicabile crearsi una solida base di risparmio ricorrendo, per esempio, al terzo pilastro. Sì, perché forse non tutti sanno che le prestazioni del primo e del secondo pilastro spesso non sono sufficienti a garantire il mantenimento del tenore di vita abituale durante la vecchiaia. Il principio che caratterizza il sistema previdenziale svizzero è molto chiaro: ciò che poggia su più sostegni tiene meglio e anche più a lungo. Ricordiamo che in Svizzera la previdenza si fonda sul sistema dei tre pilastri fissato nella Costituzione federale. Secondo que-
sto sistema, la previdenza statale, professionale e individuale si completano a vicenda con diversi obiettivi di prestazione, sistemi di finanziamento e responsabilità. Il 1° pilastro, chiamato anche previdenza statale, ha lo scopo di garantire a tutta la popolazione residente in Svizzera il minimo esistenziale durante la vecchiaia nonché in caso di decesso o di invalidità. La previdenza professionale, che compone il 2° pilastro, consente agli assicurati un mantenimento adeguato dello standard di vita abituale. Infine il 3° pilastro, o previdenza individuale, ha la funzione di integrare le prestazioni del primo e del secondo pilastro in base alle esigenze individuali. Il 3° pilastro si suddivide in una previdenza vincolata (pilastro 3a caratterizzato da agevolazioni fiscali) e in una previdenza libera (pilastro 3b che spazia dai classici fondi di investimento alle soluzioni di tipo assicurativo). A seconda delle circostanze e delle esigenze, una persona può interessarsi più a un determinato aspetto della previdenza piuttosto che a un altro. L’importane è pianificare per tempo le scelte ed adeguarle in base alla situazione personale. Le soluzioni previdenziali sono molte, come sempre l’ideale è farsi consigliare da un esperto.
IL SISTEMA SVIZZERO DEI TRE PILASTRI 1° pilastro Previdenza statale
2° pilastro Previdenza professionale
3° pilastro Previdenza individuale
Garanzia del minimo vitale
Mantenimento dello standard di vita abituale
Esigenze previdenziali individuali
AVS, AI Prestazioni complementari
Cassa pensioni (LPP) Assicurazioni contro gli infortuni (LAINF)
Previdenza vincolata (Pilastro 3a) Previdenza libera (Pilastro 3b)
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SALUTE
LA MENOPAUSA
QUESTA “SCONOSCIUTA” La menopausa è un periodo fisiologico della vita di ogni donna, ma vi è spesso la tendenza ad affrontarla come se si trattasse di una malattia. In realtà i disturbi che possono accompagnarla sono di intensità molto variabile e nella maggior parte dei casi controllabili. testo Stéphanie Scatizza
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gli inizi del ’900 l’età media della popolazione femminile coincideva con la conclusione dell’età fertile e quelle poche donne che superavano la menopausa erano considerate una sorta di anomalia biologica. Oggi l’età media della donna, per lo meno nei paesi industrializzati, raggiunge in media gli 82 anni. In altri termini, più del 95% delle donne raggiunge la menopausa o climaterio e il 60% di queste vive più di 75 anni. Ma cos’è esattamente la menopausa? “Il termine “menopausa””, ci spiega il Dr. Andrea Scatizza, specialista F.M.H. in ginecologia ed ostetricia a Lugano, “deriva dal greco “ +d´ i +dik´ n ” (mese) e “/_pm¨ fn” (fine) e significa arresto delle mestruazioni. Per poter parlare di menopausa, per definizione è necessario che sia trascorso almeno un periodo di un anno in assenza di ciclo mestruale, in quanto non è raro che dopo i 45 anni, possano esserci dei ritardi di mestruazioni anche per qualche mese, per poi ritornare ad un ciclo più o meno regolare. È importante sapere che in realtà, però, la scomparsa delle mestruazioni è soltanto uno dei segni, dei sintomi più evidenti di
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questa condizione fisiologica, ma non il mutamento più importante che avviene nel corpo della donna”. Vediamo quindi più in dettaglio cause, sintomi e terapie consigliate in questa fase della vita di una donna. CAUSE Il processo fisiologico della menopausa inizia con la cessazione della funzione ormonale ovarica e quindi con l’arresto della fertilità. Il progressivo esaurirsi della produzione di ormoni femminili (estrogeni), altera un equilibrio che ha accompagnato la donna per tutta l’età fertile, provocando disturbi e malesseri ed attenuando, fino ad annullarlo, quel “privilegio biologico” (nei confronti del maschio), fatto di estrogeni e progesterone, che l’aveva protetta da una serie di patologie, come ad esempio le malattie cardiovascolari. Questi due ormoni, infatti, influiscono su tutto l’organismo e su numerosi processi ed organi vitali come il cervello, il cuore, la pelle, le ossa, il sistema nervoso, gli organi genitali, il metabolismo dei grassi. Ecco perché una loro carenza può dare origine a tutta una serie di disturbi pur-
troppo ormai ben noti. Studi statistici europei hanno dimostrato che le donne dei Paesi del Sud vanno incontro alla menopausa più in là con gli anni rispetto alle donne dei Paesi scandinavi, che invece tendono ad entrare in menopausa verso i 48 anni. Alle nostre latitudini possiamo dire che l’età media delle donne che entrano in menopausa è intorno ai 50 anni”.
un’atrofia delle cellule del trigono vescicale con conseguente facilità all’insorgenza di cistiti. I sintomi tardivi invece sono molto più subdoli e pericolosi, perché inizialmente non si manifestano in modo chiaro e quindi possono svilupparsi in tutta la loro gravità nel tempo, causando danni irreversibili. Con la cessazione della funzione ovarica, viene meno il ruolo protettivo degli estrogeni, fattore di rischio per malattie degenerative che spesso si accentuano dall’età della menopausa come ipertensione, ipercolesterolemia, iperglicemia e sovrappeso. Numerosi studi epidemiologici, inoltre, hanno dimostrato che la menopausa aumenta l’incidenza delle malattie cardiovascolari, che rappresentano la principale causa di morte e di invalidità per la donna. L’altro importante segno tardivo della menopausa è l’osteoporosi, caratterizzata da una riduzione quantitativa della densità ossea, cui si associano alterazioni microarchitetturali della struttura ossea. Questa patologia comporta una riduzione progressiva della resistenza dell’osso al carico meccanico, con conseguente aumento del rischio di frattura. La principale causa di questo problema è la massiccia riduzione della produzione dell’estradiolo da parte delle ovaie, che ha come risultato finale la perdita di calcio dalle ossa. Come prevenzione e terapia dell’osteoporosi, nei casi a rischio, si possono perciò utilizzare gli estrogeni ma risultano utili, ai fini della prevenzione, anche un’alimentazione equilibrata e ricca di calcio e un sufficiente esercizio fisico”.
«Alle nostre latitudini,
I SINTOMI “La sintomatologia è importante, ma varia da donna a donna. Circa metà delle donne non ha disturbi o li avverte in forma molto lieve e molte hanno solo sintomi già presenti prima della menopausa, ora forse più pronunciati. Talvolta durano anni, altre volte spariscono in poco tempo. In generale si possono riscontrare vampate di calore, sudorazioni notturne e insonnia. Solitamente i sintomi acuti compaiono all’inizio della menopausa e tendono a regredire dopo i primi 2-3 anni. Come detto, questi disturbi sono dovuti alla carenza di estrogeni, una condizione che altera i sistemi di termoregolazione (vampate e sudorazioni) e induce modificazioni del ritmo circadiale (insonnia). Ovviamente lo stress, l’assunzione di alcol, tè e caffè possono aumentarne l’intensità. A questi primi sintomi possiamo aggiungere anche l’irritabilità e in alcuni casi, se vi è una predisposizione, anche la depressione. Vi sono poi sintomi cosiddetti intermedi, che sono sostanzialmente quelli legati all’invecchiamento dei tessuti estrogeno-dipendenti come la cute, le mammelle e l’apparato urogenitale. La carenza di estrogeni infatti può causare secchezza generalizzata, desquamazione, rughe, perdita di turgore del seno, unghie fragili, capelli secchi, sindrome dell’occhio secco. Tutto dipende dalla diminuzione della produzione di collagene, che nei primi 5 anni dopo la menopausa diminuisce di circa il 30%. Per gli stessi motivi, anche l’apparato urogenitale subisce cambiamenti: la carenza di estrogeni col tempo può determinare secchezza vaginale e
le donne entrano in menopausa intorno ai 50 anni»
TERAPIA TRADIZIONALE “Oltre alla terapia ormonale sostitutiva (TOS) con estro-progestinici contro i sintomi della menopausa, oggi sono disponibili ormoni di sintesi, farmaci non ormonali che agiscono specificatamente su alcuni recettori e non su altri, molecole impiegate per contrastare l’osteoporosi. I trattamenti a base di estrogeni possono essere sotto forma di pillola giornaliera, di cerotti > pagina 55 ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-09
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settimanali o di creme. La TOS non va utilizzata per prevenire disturbi futuri della menopausa, visto che i rischi che comporta - tumore del seno, ictus e tromboembolie venose - superano i benefici che ne potrebbero derivare. Infatti il rischio dell’eventuale tumore al seno soprattutto in caso di trattamenti prolungati, anche se minimo, non è da sottovalutare. Vampate, sudorazioni notturne e disturbi del sonno vissuti come persistenti e importanti, e dunque una qualità di vita nettamente compromessa, sono le condizioni per cui si può suggerire la terapia ormonale sostitutiva. La donna va comunque informata che i sintomi sono transitori e benigni e che quando si sospende la terapia spesso ricompaiono. Inoltre, deve essere messa a conoscenza dei benefici e dei rischi della terapia. Discorso a parte merita la menopausa precoce, vera e propria malattia, che deve essere curata con la terapia ormonale, soprattutto per la prevenzione dell’osteoporosi�.
TERAPIE ALTERNATIVE “I fitoestrogeni sono sostanze naturali simili agli ormoni femminili, la cui attività è 1’000-10’000 volte piĂš bassa degli estrogeni prodotti dal nostro organismo. Si tratta di una nuova tendenza, molto diffusa fra le donne soprattutto nei Paesi occidentali, che sta destando l’interesse degli specialisti, al punto che si moltiplicano le ricerche per verificarne la reale efficacia. I fitoestrogeni si trovano anche in altri vegetali (alfa-alfa, ruta, scutellaria, trifoglio rosso, menta piperita, sassofrasso, palma nana, gingko biloba, cimicifuga), ma quelli di soia sono i piĂš studiati e meglio conosciuti nei loro effetti biologici e nella sicurezza d’impiego. Dobbiamo comunque dire che gli isoflavoni escono ridimensionati in seguito a recenti risultati espressi da uno studio specialistico americano. Per le donne che hanno raggiunto l’etĂ della menopausa, quindi, l’eventuale ausilio di un regime alimentare con cibi ricchi di soia non serve a modificare in maniera sufficiente i livelli ormonaliâ€?.
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ESCURSIONI
LA VIA
DEL BOSCO
Sci-escursionismo: Cimadera – Cima di Fojorina – Maglio di Colla. testo e foto Giosanna Crivelli
L
e vie dei boschi sono infinite. Ma in Val Colla, per gli amanti delle discese in neve vergine, la via del bosco è una sola, la mitica via Zanetti. Il nome, lo si può immaginare, riporta a una storia, e sulla carta topografica non lo si trova. La regione è quella della Cima di Fojorina, con i suoi sorprendenti versanti settentrionali, in cui la neve rimane anche quando tutt’attorno è scomparsa. Stavolta la neve c’è, ovunque. E dalle parti della Fojorina promette di essere polverosa. Si parte da Cimadera, passando dalla cappella e dall’acquedotto al limitare del bosco. Poi, appena dopo la congiunzione con il sentiero proveniente dalla capanna Pairolo, o si prosegue sul sentiero, o lo si lascia risalendo lungo il ripido pendio. La giornata è votata al bosco selvaggio, muovendosi in libertà. La via è suggerita dalla conformazione del terreno, da interpretare, da apprendere seguendo chi la conosce. Si prosegue in direzione delle rocce di Catelina,
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che si aggirano a destra. Poco oltre si raggiunge la cresta e si prosegue verso la Cima dell’Oress. La via diventa panoramica, con ampia visuale sui laghi prealpini e sulla catena delle Alpi. Seguendo ora il sentiero estivo si arriva al Passo di Pianca Bella. La Cima di Fojorina può essere raggiunta aggirando la quota 1725 o sul davanti o sul retro – via più lunga, meditativa. È bosco rado, pini mughi che d’inverno sembrano essere in preghiera, forme create dalla neve e dal vento. La discesa dalla vetta, nel ripido versante settentrionale, richiede prudenza. Si scende in direzione del cucuzzolo a quota 1645. Questa volta, invece di ritornare verso Cimadera lungo il sentiero, decidiamo per la direttissima, la via Zanetti, appunto. Discesa in direzione di Cima alla Pianca, e giù con indescrivibile godimento fino al limitare del bosco. Che da qui in poi si fa fitto e ripido, una discesa da affrontare con cautela. Si tende a sinistra, e poi giù per il
vallone, sempre più ripido, con un minimo di scelta del tracciato, né troppo in qua né troppo in là. Sulla carta topografica le denominazioni sono Costa del Martorino e più sotto Cugnolo delle Bedòle. Raggiunto il sentiero a metà vallone si tende di nuovo a sinistra. Qui il versante si fa meno ripido e più ampio. La via è data dalle aperture tra gli alberi, una piccola sfida che richiede una sciata di precisione. Una via scelta con lo sguardo, uno sguardo che anticipa l’emozione, mente e corpo seguono con celere reazione. La direzione è ora quella di Piancaccia, ed è lì che si trova la cascina del Zanetti, al culmine di un’ampia radura. E giù per il pendio, poi a sinistra e di nuovo subito giù fino al bosco, proseguendo nel labirinto tra gli alberi fino al ponticello di Marda, per infine raggiungere la strada che porta al Maglio di Colla. La storia della via Zanetti la scopro alcuni giorni dopo, proprio nella sua cascina, davanti a una tavola riccamente imbandita. Raccontano i pionieri di quella discesa, in dialetto, con colorite espressioni. “La prima volta è stato un primo di maggio, venticinque anni or sono. La neve era talmente bella che siamo scesi in linea diretta dalla Cima di Fojorina fino al bosco, con l’intenzione di risalire. Ma quel bosco era troppo invitante per non proseguire. Era anche pericoloso, dalla vetta era appena scesa la valanga. Non sapevamo bene dove eravamo, ma è capitato così, che siamo andati giù, a istinto - ‘ta séd, che su mia induva a sém’. E non sa-
pevamo dove saremmo arrivati. L’auto era al Maglio, così siamo andati in quella direzione. E, per caso, siamo arrivati alla cascina del Zanna. Naturalmente è stata festa grande. Mancava il pane, c’erano biscotti con prosciutto. ‘A ghem bevu tüta la grapa’ – è stato il battesimo della nostra via!” La descrizione del tracciato muta a dipendenza di chi racconta. E dalle successive esplorazioni, che portano a varianti là dove la conformazione del terreno lo permette. Appena l’innevamento è favorevole - e non succede spesso - l’avventura si ripete, con il desiderio di scendere per primi e di trovare neve vergine. A volte il Zanna lo si incontra, sempre ospitale, e la festa si ripete. Un’ultima aggiunta: “Devi scrivere qualcosa del bosco di faggio, della calma e del silenzio”. Cartografia: Tesserete e Porlezza 1:25'000 Dislivello: salita 729 m, discesa 960 m Tempo: salita 2 1/2 - 3 ore È consigliabile scendere per la prima volta con qualcuno che conosce il tracciato. Nella parte alta attenzione agli sbalzi rocciosi.
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La Honda Insight, una vettura ibrida funzionale con un favorevole rapporto prezzo-prestazioni.
Oltre a circolare a benzina la Opel Zafira dispone di un serbatoio per il gas naturale.
La Honda Insight propone un cruscotto attivo per favorire la guida ecologica.
Prima mondiale per la Opel Zafira con un motore a gas naturale e turbocompressore.
PAROLA D’ORDINE
ECONOMIA NELL’ECOLOGIA! L’automobile si prepara a fissare i nuovi parametri di una mobilità che si deve riposizionare per diventare più competitiva con la realtà congiunturale. Quale sarà la pozione magica? testo Stefano Pescia
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I
l mondo dell’automobile, come altri settori industriali, sta superando ogni limite di velocità per rincorrere il proprio futuro. Nel nebbione di dubbi e di incertezze, ogni costruttore è impegnato a cercare la via per rilanciare il successo del proprio marchio. Per una solida costruzione, le basi richiedono un prodotto finale con un nuovo DNA. Economia ed ecologia devono tenersi stretti e per mano per riuscire ad essere vincenti, dalla fase di progettazione, collaborazione con i fornitori e costruzione, fino al momento che il prodotto entra dal concessionario, viene scelto dal cliente e inizia la fase del dopo vendita. Una sfida complessa, che alcuni costruttori hanno sintetizzato nei modelli presentati nei primi mesi di questo nuovo anno. Al di là di un comprensibile successo delle vetture piccole e compatte, due esempi, provati recentemente, cercano di attirare l’attenzione dei consumatori e di segnare una nuova tendenza nella politica di commercializzazione della propria marca. Tra queste troviamo anche Honda, che mira a costruire, entro la metà del 2010, dei modelli ibridi che costituiranno il 10% delle vendite della marca. Per raggiungere questo obiettivo verrà introdotta nella gamma anche un’ibrida sportiva (CR-Z) e una Jazz ibrida. Dopo l’esperienza della Civic IMA, che rimane in produzione, il tutto riparte dalla Insight, che verrà commercializzata in Svizzera dal prossimo 20 marzo. Nello sviluppo della berlina Insight Hybrid, lunga 4,40 metri, con un passo di 2,55 metri e un bagagliaio dalla capacità variabile da 408 a 584 litri, gli obiettivi di Honda sono diversi. Con questa soluzione ibrida
I VEICOLI IBRIDI: UNA SOLUZIONE TRANSITORIA? Secondo il Prof. Dr. Martin Winterkorn, presidente del Consiglio di amministrazione del gruppo Volkswagen, i veicoli elettrici efficienti non sono da attendere prima del 2012-2013, mentre quelli ibridi sono una soluzione transitoria. “I motori a combustione tradizionali”, ci ha confermato Winterkorn, “hanno avuto e continueranno a seguire una interessante evoluzione per quanto riguarda costo, consumo/prestazioni e valore ecologico”. Dovremo quindi modificare il pensiero del prodotto automobile: grande vettura, motore di grossa cilindrata. “Oggi”, ha concluso Martin Winterkorn, “inserire un motore 4 cilindri biturbo da 220 cavalli in un’Audi A8 o un propulsore tre cilindri in una VW Golf non sarebbe affatto penalizzante”. E per chi fosse curioso di verificare tendenze a quattro ruote per quanto riguarda i veicoli alternativi e le prossime novità del mercato, la migliore proposta è quella di visitare il Salone dell’automobile di Ginevra che sarà aperto dal 5 al 15 marzo o almeno curiosare nel suo ricco sito Internet (www.salon-auto.ch).
«Economia ed ecologia devono tenersi stretti per mano per essere vincenti» la casa nipponica intende abbattere i costi di acquisto (che iniziano già da 28’900 franchi) e di manutenzione, con un efficiente consumo medio di carburante inferiore ai 5 litri e un ridotto tasso di emissioni di CO2: 101 g/km. Per ottenere questi risultati ha equipaggiato la vettura con un motore a benzina di 1,3 litri da 88 cavalli e uno elettrico con una potenza di 14 CV. Inoltre, nella modalità di arresto (Stop & GO) il motore a scoppio si spegne riavviandosi automaticamente quando si preme l’acceleratore. Per il cambio automatico è stata adottata un’evoluzione dell’unità CVT installata sulla Civic IMA. La Insight, prima tra le ibride di Honda, è pure dotata di levette di comando dietro al volante per velocizzare al massimo le cambiate, nel caso si decida di utilizzare l’unità CVT in modo sequenziale. La vettura raggiunge i 100 km/h in 12,6 secondi e una velocità massima di 186 km/h. Una nuova possibilità nel settore della mobilità alternativa è proposta da Opel, il secondo produttore di veicoli CNG in Europa e il leader del mercato delle vetture a gas naturale in Svizzera. Con la collaudata Zafira, il costruttore tedesco propone in prima mondiale un motore a gas naturale con turbocompressore, che sarà in vendita da primavera al prezzo base netto di 39’300.- franchi. Il nuovo motore 1600 turbo sviluppa 150 cavalli con una coppia massima di 210 Nm a 2’300 giri al minuto. È in grado di funzionare a gas naturale e a benzina. Le bombole con il gas naturale rimangono collocate nel sottoscocca e assicurano al veicolo un generoso spazio all’interno dell’abitacolo, tanto da poter ospitare fino a sette persone. Con una capienza di 21 chilogrammi, la Zafira CNG è in grado di percorrere circa 370 km. Svuotati i serbatoi del gas, il veicolo continua a circolare passando automaticamente a benzina. La capienza del serbatoio di 14 litri permette di percorrere mediamente altri 150 chilometri. I punti di forza di questo veicolo, con il cambio manuale a sei marce, sono il buon rapporto economia, ecologia e prestazioni. Anzitutto è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 11,5 secondi e raggiungere una velocità massima di 200 km. Al volante non si nota alcuna differenza quando si circola a gas naturale, tranne se effettuate il pieno. Al prezzo attuale del gas di circa 1,40 franchi/kg, il costo per percorrere 100 km è di 7,40 franchi per 5,3 kg di gas naturale. Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal valore di emissioni nocive di 144 g/km, che rientra nella categoria di efficienza energetica B.
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MOTOCICLETTE 2009
FATTI E TENDENZE Lo dicono i fatti, in questo caso le cifre che scaturiscono dalle statistiche riguardanti le immatricolazioni: negli ultimi anni il motociclista appartiene vieppiù alla classe media, ha più di 40 anni, è sposato con figli, possiede un‘automobile. testo Graziano Guerra
L
a moto è solo passione, che in molti casi sostituisce la macchina sul percorso casa-lavoro, e risolve tanti problemi di parcheggio! Molte persone ritornano al primo amore e sono parecchie le donne che scoprono la bellezza del viaggiare in motocicletta, o in scooter. Fatti che hanno risonanza e conseguenze concrete nello sviluppo e produzione di veicoli e accessori. Non solo, anche i concessionari devono fronteggiare questa nuova realtà. Massimo comfort, facilità d’uso per i neofiti e i più moderni sistemi di sicurezza hanno ora assoluta priorità e hanno sostituito, anche per via delle leggi, le prerogative tendenti alla velocità. In ogni caso, i sempre tanti che desiderano dare sfogo alle proprie attitudini sportive, frequentano oggi i circuiti, purtroppo disponibili solo all’estero (gli addetti ai lavori sanno quanto denaro prende quella direzione), cosa peraltro
Nuovo sistema ABS combinato.
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gradita agli organizzatori nazionali e stranieri di manifestazioni in pista, i sempre più amati “Racing for Fun”. Sulle strade pubbliche, in particolare in città, la scena è oggi dominata dalle cosiddette “Naked Bikes”. Le “nude” sono motociclette dall’aspetto prorompente, con il motore ben in vista. La potenza di coppia sin dai bassi regimi e la bruciante ripresa hanno sostituito nel cuore delle motocicliste e motociclisti il desiderio sfrenato dell’alta velocità. Altro aspetto vincente è la cura, a volte maniacale, delle rifiniture. In ogni caso, la gamma di modelli proposti per il 2009 è completa, dalle super potenti alle più mastodontiche, dalle sportive alle moto da competizione. Le giapponesi (Honda, Kawasaki, Suzuki, Yamaha) propongono svariate novità, ma anche le marche italiane, tedesche, austriache e inglesi (Aprilia, Benelli, BMW, Ducati, KTM, MotoGuzzi, Moto Morini, MV Agusta, Triumph) e Usa (Harley-Davidson, Buell), si sono date da fare. E tutte con un design moderno, tecnologie d’avanguardia e un rapporto prezzo-prestazioni qua-
«La gamma è completa, dalle super potenti alle più mastodontiche, dalle sportive alle moto da competizione» si sempre ragionevole. Se la corsa alle super prestazioni (moto da 300 all’ora con 200 CV) può dirsi finita, si comincia invece a discutere sulla guerra delle raffinatezze tecnologiche. Dalle sportive da competizione, o quasi, con ABS (leggi Honda CBR 600 e 1000 cc) alle moto con controllo elettronico della trazione, in grado di tenere a bada le sempre maggiori potenze motoristiche, oppure i sistemi di controllo del gas (Ryde-bye-wire), già conosciuti nel mondo automobilistico quali sistemi adattativi dello stile di guida, come pure la possibilità di variare la potenza a seconda della voglia, tramite la semplice pressione di un tasto. Il sistema anti bloccaggio dei freni (ABS) è oramai standardizzato in Svizzera, al contrario di altri Paesi, dove si continua a sottovalutare i vantaggi di questo portentoso sistema di sicurezza. Praticamente tutte le marche in Svizzera propongono l’intera gamma con ABS.
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OROSCOPO testo Cloris Sciaroni PREVISIONI DI CLORIS PER IL MESE DI MARZO Il mese si apre con uno “Stellium” planetario in Aquario, formando una forte dissonanza con l’Ascendente della Svizzera. Il nostro Paese continuerà ad essere oggetto di attenzione, discussioni, critiche, anche dure, non sempre giustificate. In questa nostra Era “aquariana” l’umanità tutta è invitata a collaborare per un mondo migliore perché i problemi di un paese, di un popolo, interessano tutti quanti. Sono parole sacrosante pronunciate anche dal nuovo Presidente americano, in perfetta sintonia con questo momento storico, che invita tutti all’autoresponsabilità. Sono i primi segnali del 2012! L’impegno per una giustizia sociale inizia con la ridistribuzione equa delle ricchezze accumulate nelle mani di pochi. Solo così ci sarà pace, pane e lavoro per tutti.
ARIETE 21/3 - 20/4
Mese molto eccitante con tutto quell’influsso “aquariano”, che appoggia favorevolmente la vostra Venere. E chi vi ferma più? Sarete superattivi, inventivi, ispirati e circondati da gente di ogni genere. La vita sociale assume grande importanza in questo momento, per cui mantenete le relazioni pubbliche, da cui nasceranno interessanti proposte, collaborazioni e nuove amicizie. Tra l’altro sarà grazie a loro e alle conoscenze occasionali che potrete vivere eventi fortunati. Ottimo periodo per osare, rischiare, farsi avanti. In amore soffia il vento della libertà e della trasgressione. Possibili colpi di fulmine per i single e non solo. Possibili nuove convivenze e forse anche un cambio di residenza. Attenzione a non fare spese avventate. Momento ideale per fare un figlio per le coppie innamorate. Salute: evitate gli eccessi!
TORO 21/4 - 20/5
La prima parte del mese si presenta piuttosto agitata con i pianeti in Aquario, segno poco affine al vostro. Spira aria di ribellione, voglia di libertà e cambiamento, specialmente per voi giovani. Può succedere di tutto e in modo imprevedibile. Periodo stressante e impegnativo su vari fronti. Tra lavoro, studio e pratiche amministrative da sistemare, resta poco tempo per il divertimento e l’amore, anche se qualcuno di voi rischia di cacciarsi nei guai. E se avete anche famiglia tutto diventa più complicato. Tenete sotto controllo un certo nervosismo che mina la quiete di casa. Probabili conflitti o preoccupazioni vanno gestiti con calma e lucidità come indicano Saturno e Urano. Inoltre guidate con la massima prudenza ed evitate sforzi inutili. Scaricate le tensioni nel nuoto e fatevi massaggiare da mani amorevoli.
GEMELLI 21/5 - 21/6
Mese molto dinamico e redditizio: il successo e la fortuna sono proporzionali all’attività che svolgete e all’impegno che mettete. E per chi ama mettersi in gioco, questo è il momento per rendersi indipendenti, dedicarsi a nuovi interessi, approfondire le lingue e le altre culture. Gli ottimi influssi “aquariani” vi rendono rapidi nell’apprendimento e nell’afferrare le buone opportunità al volo, specialmente nei primi nove giorni. Per alcuni di voi ci potrà essere anche un cambiamento improvviso, una proposta inaspettata o la soluzione di un problema che attendevate da tempo. E l’amore potrebbe portarvi lontano. Quante emozioni in vista per voi questo mese! E grazie a una bella Venere, potreste anche mettere in cantiere un figlio, care donne ancora in età fertile! Salute: tenete sotto controllo il sistema nervoso e curatevi con l’omeopatia.
CANCRO 22/6 - 22/7
Con Plutone in opposizione e Venere dissonante, la vita, più che piacere, per molti di voi è fatica e dovere. E la primavera non porterà grandi promesse, anzi, meglio non fidarsi troppo di chi vi fa proposte illusorie adesso, bensì continuare a fare quel che fate con impegno e contenere le spese. Non potete permettervi di fare passi rischiosi anche se il nervosismo e l’impazienza a volte potrebbero sopraffarvi. Anche in amore il clima non è dei più esaltanti. È piuttosto un tempo di attesa, di verifica e di analisi della situazione. Ricordo a voi giovani il proverbio “se sono rose fioriranno”, quindi non forzate la mano del destino. L’anno migliore per tutti voi sarà il prossimo. Questo è invece l’anno degli aggiustamenti. Molti di voi dovranno sistemare alcune problematiche familiari. Salute: curate stomaco e ansia con metodi alternativi. Possibili interventi in vista.
LEONE 23/7 - 23/8
I primi mesi dell’anno nuovo possono essere stati faticosi per la maggior parte di voi e lo saranno ancora per un po’. Infatti la prima metà risulterà abbastanza stressante e agitata, visto l’accumulo di pianeti nel vostro segno opposto. Preparatevi a vari imprevisti e a sbalzi d’umore, magari di un capo, partner o socio. Evitate gli scontri diretti, ma cercate la via diplomatica, anche se difficile. Mercurio contrario nei primi otto giorni può rendervi troppo polemici, controllatevi. La vita di coppia risulterà altrettanto critica e alcuni di voi potrebbero prendere delle solenni sbandate o voler forzare una convivenza con qualcuno conosciuto da poco. Non siate precipitosi. È possibile che nella 2. metà del mese dobbiate prendervi cura di qualcuno. Salute: è un buon periodo per nutrire anima e corpo con maggiore attenzione.
VERGINE 24/8 - 22/9
Gli influssi “aquariani” risultano piuttosto stressanti per voi, questo mese, per cui dovrete fare appello a tutta la vostra concentrazione e sforzarvi a mantenere la calma per non perdere il controllo della situazione, sia in casa sia fuori. L’ambiente di lavoro potrà risultare teso a causa di difficoltà varie, incidendo anche sulla vita affettiva, per cui apparirete più nervosi, “freddi”, meno disponibili con amici e partner. Non spazientitevi se le cose non funzionano come volete voi, ma cercate di essere più ragionevoli. Attenzione anche ai passi falsi, non coinvolgete i familiari nel vostro caos e non firmate contratti ora. Voi giovani del segno rischiate di essere troppo spregiudicati e incoscienti in questo periodo, non sottovalutate le conseguenze fisiche e materiali se superate certi limiti. Salute: ritagliatevi dei momenti di silenzio!
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OROSCOPO
BILANCIA 23/9 - 22/10
Gli ottimi influssi “aquariani” stimolano il vostro 5. campo, regalandovi dinamismo, energia e tempismo, come pure un pizzico di incoscienza, cosa insolita per voi, ma sono ottimi ingredienti per mostrare chi siete e quanto valete. L’immaginazione non vi manca, così come il carisma. Interessanti i settori dello spettacolo, dei media, dello sport, dell’arte e dell’educazione. Ideale sarebbe poter svolgere un’attività che appassioni e che lasci spazio anche al tempo libero. Non è detto che la buona occasione arrivi attraverso delle conoscenze o amicizie che fanno da tramite. Potrete così farvi conoscere per le vostre qualità anche al di fuori dell’ambiente abituale. Tuttavia, con Venere opposta, non sarete altrettanto retribuiti, per cui dovrete contenere le spese. E anche l’amore ne risente. Ballate che vi fa bene.
SCORPIONE 23/10 - 22/11
I primi 15 giorni appaiono assai agitati, in particolare se avete l’Ascendente Toro o Aquario. Le motivazioni possono essere diverse: dalle preoccupazioni familiari, alle discussioni per eventuali lasciti o divisione di beni, noiose pratiche legali da sbrigare, a dissapori con la parentela, spese per la casa e/o i figli, malintesi con i colleghi, ecc. Insomma le cose rischiano di prendere una piega difficile. Lasciate “decantare” il tutto come il buon vino, così dal giorno 21 in poi avrà un sapore migliore e voi sarete meno nervosi, più disponibili. Vale anche in amore. Non complicatevi la vita e se il “fil rouge” si è rotto, vuol dire che dovrete accettare la situazione e fare probabilmente un po’ di autocritica. In questo clima un po’ rovente sarebbe utile che vi dedicaste allo yoga. Se avete bisogno di muovervi fate delle sane nuotate.
SAGITTARIO 23/11 - 21/12
Molto dinamici e movimentati i primi sedici giorni, che seguono i cambiamenti e le scelte importanti avvenute per molti di voi a fine 2008. Ora tocca a voi della 3. decade prepararvi a grandi trasformazioni. Spesso i cambiamenti arrivano all’improvviso o causati da eventi inaspettati. Per alcuni di voi si tratta di assumere nuove responsabilità o di occuparvi di una persona bisognosa di assistenza. Sorprese anche in amore! Il buon Giove, sostenuto da una bella Venere, favorisce le unioni e le gravidanze e migliora anche l’economia. Offerte interessanti si profilano all’orizzonte, nel campo professionale, per chi è alla ricerca di nuove sfide, nelle quali potrete finalmente esprimere i vostri veri talenti. D’altro canto, questi astri positivi inducono a sostenere anche le buone cause in cui potete dare il vostro benemerito contributo. Salute: evitate gli eccessi.
CAPRICORNO 22/12 - 20/1
Mese all’insegna di trasformazioni importanti. Spira un vento di ribellione e libertà anche per voi. Stanchi della solita routine, ora siete in vena di ribaltare la situazione, magari trasformando l’ufficio, l’istituto, cambiando strategia di marketing, se siete indipendenti, o state cercando nuove collaborazioni che stimolino o sostengano nuovi progetti. Cosa non dovete comunque fare è prevaricare gli altri, visto che si ha bisogno di tutti per far funzionare bene un’azienda o portare avanti un’idea. Qualcuno di voi dovrà forse occuparsi dei beni patrimoniali della famiglia o sistemare situazioni legali o amministrative rimaste in sospeso. Insomma, fate ordine nei vostri affari e chiarite anche le vostre posizioni con i figli. Il settore più agitato potrebbe essere quello affettivo e l’amore non riceverà quegli impulsi positivi che merita. Salute: curate l’ansia con l’omeopatia.
AQUARIO 21/1 - 19/2
Il mese inizia con uno “stellium” di pianeti proprio nel vostro segno. Sarà difficile contenervi perché iperstimolati in ogni senso. Attenti a non diventare troppo irruenti e guidate con prudenza. Nei primi quindici giorni potrete realizzare molte cose e portare avanti quei cambiamenti importanti o quei progetti che avete già intrapreso a inizio anno, ma con la collaborazione di altre persone. Qualcuno di voi farà saltare un contratto o un’idea a favore di un’altra. Del resto voi siete imprevedibili. C’è grande fermento nel campo sociale, un settore molto interessante, dove il vostro contributo potrebbe essere determinante per produrre delle riforme salutari. E sarà grazie alla cerchia delle vostre amicizie che vi verrà fatta una proposta allettante. Valutatela con interesse. Anche in amore l’atmosfera sarà elettrizzante. Salute: non superate i vostri limiti.
PESCI 20/2 - 20/3
Con tutti quei potenti influssi planetari, provenienti dall’Aquario, anche voi ne verrete contagiati e sarete costretti a operare quei cambiamenti salutari, salvo subirli, che possono migliorare la vostra qualità di vita, la vostra azienda, il settore lavorativo e affettivo. Fuggire da voi stessi o dalle responsabilità (come molti di voi sono tentati di fare) non serve più, perché gli eventi si susseguono con un ritmo incalzante e voi non potrete fare altro che adattarvi e velocemente. Il settore economico sarà uno degli argomenti più discussi in questo mese, sia per questioni familiari o legate a recenti separazioni, sia per la possibile vendita o acquisto di un oggetto: casa, azienda, patrimonio. Saturno e Urano sempre opposti provocano tensioni e difficoltà nelle scelte, specialmente in quelle affettive. È un continuo tira-molla: fate chiarezza dentro di voi.
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-09
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Siete degli amanti della lirica? Allora, risolvete il cruciverba e con le lettere nelle caselle contrassegnate dai numeri in rosso potrete formare il nome di un personaggio verdiano. a cura di Daniela Sandrini
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illustrazione TICINESE
N° 2 - 1. MARZO 2009 Fondata nel 1931 - 12 edizioni annuali, tiratura 130.967 copie (tiratura controllata REMP 2008) REDAZIONE CP 418, 6908 Lugano-Massagno via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch EDITRICE Tredicom SA, 6908 Lugano-Massagno DISTRIBUZIONE AWZ - Lugano AMMINISTRAZIONE E PRODUZIONE Marco Werder INSERZIONI TICINO E ITALIA: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. - Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch SVIZZERA TEDESCA E ROMANDA: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 - Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch CAPO REDATTORE Matthias Werder GRAFICA Tredicom SA, Gabriele Campeggio
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-09
Marco Ortelli
Stefano Pescia
Roberto Rizzato
Stéphanie Scatizza
Roberto Schneider
Cloris Sciaroni
Lorenza Storni
Alda Viviani
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VERTICALI: 1. Opera buffa di Offenbach 2. Ha per capitale Teheran 3. Cuba e Spagna 4. Il box dell’aereo 5. Pena nel cuore 6. Pronome personale 7. Composizione strumentale 8. Jacques, regista francese 9. Il pupo dell’Iris 10. Gas luminoso 16. Ammiraglio in breve 18. Le Lipari 20. Il mitico aviatore 21. Ama Radames 24. La bevanda degli dei 26. Art. indeterminativo 28. Dramma lirico di Verdi 30. Scovata 31. È pieno di rancore 33. Fra due addendi 36. Lo Jacopo di Foscolo 38. Ha per capitale Lima 39. Quasi unica 42. Consonanti in notte 46. Illustrazione Ticinese 48. Radio Svizzera.
La soluzione del numero precedente era: EMILIO
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Graziano Guerra
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ORIZZONTALI: 1. Roy, pittore statunitense 11. Superficie 12. Tedio 13. Dittongo in poeta 14. Mezza base 15. I confini della Norvegia 17. Non frammezzato 19. Indovinello, rompicapo 22. Lo paga il reo 23. Ha la cappa 25. Lucerna sulle targhe 27. Il re di Shakespeare 29. Avorio 32. Carro centrale 33. Soffrire 34. Sta per “vino” 35. Il Chi, pittore cinese 36. La fine della Turandot 37. Una nota e un articolo 38. Bel paesino malcantonese 40. Reali 41. Il monogramma di Napoleone 43. La costruì Noè 44. I confini del Ticino 45. Imitare il verso del cavallo 47. Terna al poker 49. La indossa il meccanico 50. Pietra.
Stefano Ember
Elena SternRémy Balestra Steinegger
“Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito”. http://illustrazioneticinese.blogspot.com
www.illustrazione.ch 6908 Lugano-Massagno c.p. 418 tel. 091 972 26 20 Pubblicità moto: TuttoSprint Tel. 079 697.49.65
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