Illustrazione Ticinese n. 2 - 2016

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illustrazione illustrazione.ch

N.2

- 1 MARZO 2016

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

TICINESE

IN VIAGGIO

La Colombia nel cuore

A TAVOLA

Creatività e colori

IN NATURA

Gemme preziose


Per momenti davvero speciali. Concedetevi momenti di assoluto piacere per il palato con le delizie Fine Food, provenienti da ogni angolo della Terra. Come il PavĂŠ du Parc Fine Food, un formaggio a pasta molle morbido e delicato, prodotto con maestria nel pittoresco paesino di Rougemont. Il segreto del suo gusto unico? Il latte delle mucche vodesi, che trascorrono le estati tra i pascoli verdeggianti ricchi di erbe aromatiche e le prealpi friborghesi. www.coop.ch/finefood


somm ario fondata nel 1931 12 edizioni annuali Tiratura 131.905 copie (REMP 2015) Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch

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4 Spunti

Ridere sul serio

6 Sai che

Domande curiose e risposte sfiziose

8 Appunti

Spunti, idee e consigli in vetrina

9 In dialètt

Italian e dialètt inséma

Editore Illustrazione Ticinese SA 6908 Lugano

10 In natura

Gemme, gioielli vegetali

Distribuzione Direct Mail Company SA Amministrazione e produzione Marco Werder Editore Matthias Werder Grafica Illustrazione Ticinese SA Gabriele Campeggio Inserzioni Ticino e Italia: Illustrazione Ticinese SA Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch

12 Ritratto > ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-16

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18 Occhio a

Forse potresti salvare una vita

19 Lavoretti Il gioco del tris

20 In viaggio 24 Salute

L’allenamento funzionale

28 A tavola

Come ai tempi di Tex Willer

32 Oroscopo

Le previsioni di Cloris per marzo 2016 >

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Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch

In copertina: Cristina Zamboni Foto: Gabriele Campeggio

Il mio invito al viaggio

Valledupar, la Colombia più tradizionale

Svizzera tedesca e romanda: Grütter Media Käsereistrasse, 21 4914 Roggwil Tel./Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch

Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito.

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34 Cruciverba Film e attori

Certificato Certificato PEFC PEFC Questo prodotto Questa rivista è realizzato stampata con su materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate PEFC/18-31-240

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Questa rivista è certificata PEFC™. Non sono certificati PEFC™ gli inserti pubblicitari.

Scarica l’app di Illustrazione Ticinese Potete leggere questa edizione anche su iPad, e se vi siete persi degli arretrati, li trovate nella sezione “archivio”. Buona lettura!

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sp unt i

ridere

sul serio Riflessioni in punta di piedi per prendersi in mano… testo Andrea Fazioli

L’

umorismo è un po’ la giovane, simpatica canaglia della famiglia e tutti giurano che è un buono a nulla: ma, quando manca, o quando è ammalato, tutti sono tristi, a disagio, perché sentono che manca loro qualcosa. Così disse l’autore Giovannino Guareschi (il creatore di Don Camillo e Peppone) in una conferenza del 1938. Appena ho letto queste parole, mi sono posto una domanda: non sarà che in mezzo a tante disgrazie che ci rimbalzano in casa dai giornali o dalla tivù, oggi siamo colpiti anche da una carenza di umorismo? Qualcuno potrebbe obiettare che la nostra è un’epoca di grandi sghignazzate: mai come in questo periodo siamo circondati da comici, da intrattenitori che sanno come farci ridere. Ecco, forse è questo il problema: sono tutti comici. Non mi si fraintenda, trovare della buona comicità non è poi tanto facile. Ancora più difficile però è scovare l’umorismo, che lavora sui dettagli, che si nutre di sfumature e autoironia. Se la satira o il sarcasmo sono corrosivi, l’ironia è spesso segno d’amore. Si pensi alle celebri barzellette ebraiche, che toccano volentieri il tema del senso religioso e arrivano perfino a scomodare Dio. Proprio perché vivevano visceralmente il rapporto con la divinità, i grandi umoristi ebrei

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erano capaci pure di scherzarci sopra: si può ridere di ciò che si ama, nella misura in cui si sta ridendo anche di se stessi. Stiamo attraversando un’epoca di integralismi, di violenza cieca, di posizioni politiche sempre più dure e intransigenti. Non dico che la fiammella dell’umorismo possa illuminare tutta l’oscurità, però di sicuro una cosa che manca ai fanatici è l’autoironia. La cura contro l’integralismo passa per la ragione e per la convivenza civile, senza dubbio, ma forse anche leggere e diffondere i testi dei grandi umoristi può essere un incentivo. A cominciare da Giovannino Guareschi, che non solo ha fatto sorridere e riflettere milioni di lettori, ma ha direttamente sperimentato la violenza del fanatismo. Chiuso dai tedeschi in un campo di prigionia, durante la seconda guerra mondiale, seppe resistere e conservare sia la pelle, sia l’umorismo: non muoio, diceva, neanche se mi ammazzano. La frase che ho citato all’inizio si trova nel volume L’umorismo, che raccoglie alcune conferenze dell’autore emiliano. Pubblicato di recente dalle edizioni L’ora d’oro di Poschiavo, a cura di Andrea Paganini, è una preziosa guida alla leggerezza profonda (sembra un paradosso, ma non lo è). Diventiamo più seri: impariamo a ridere… così ci esorta lo stesso Guareschi. Quale miglior consiglio? v

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s ai che

leggiamo

SAI

che

PUOI VINCERE?

1.

La scala di ferro, di Georges Simenon

2. Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, di Antonio Manzini

3. Adesso, di Chiara Gamberale

ascoltiamo

Concorso fotografico, www.montesansalvatore.ch Alcune edizioni fa vi avevamo presentato il concorso fotografico con il quale abbiamo voluto festeggiare insieme a voi il 125esimo della funicolare del San Salvatore. Per partecipare vi basta scattare un’immagine che comprenda il San Salvatore, da qualsiasi punto e angolazione pre- Una delle foto già pervenute. Eva Reese, Cureglia. feriate. In palio fantastici premi, tra i quali un pranzo o una cena romantica in vetta o una festa di compleanno in vetta per 15 bambini. Trovate i dettagli del concorso sul sito del Monte San Salvatore e nel nostro archivio online, nell’edizione n. 9 del 2015. Trovate invece gli scatti già arrivati in redazione sul nostro profilo di Facebook, nell’album “Concorso San Salvatore”. Forza, cosa aspettate, mandateci i vostri scatti!

pa, o i c e Part i temp ha l o a ggio! n i f ma 31

1.

The 12th Room, di Ezio Bosso

2. White Light, di The Corrs 3. Capitani coraggiosi. Il Live,

di Claudio Baglioni, Gianni Morandi

guardiamo

1.

Zoolander 2, di Ben Stiller

2. The Hateful Eight, di Quentin Tarantino

3. Joy, di Mark Osborne

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SAI CHE

signore si nasce

da Il Libro delle Signore, di Jolanda, Marchesa Plattis Majocchi, 1921 Gelosia maschile e femminile Se la malasorte diede un marito geloso, non c’è altro che trattarlo come i cavalli ombrosi che si vogliono correggere: persuaderlo poco a poco che le ombre che lo impaurano e lo imbizzaimbizza riscono non sono che ombre: raddoppiare con lui di tenerezze, di cure, e vigilare severamente perfino sull’apparenza dei nostri rapporti con gli altri. Se poi esistesse un motivo vero di gelosia s’intende che bisogna rimuoverlo ad ogni costo. – Quando la malattia esiste nella moglie, è necessario impiegare tutta la volontà di che siamo capaci per guarirne. Persuadiamoci che l’uomo è per sua natura avido di libertà e che anche le catene del più tenero e ardente amore, possono divenirgli intollerabili se le sentirà pesare ai suoi polsi. E se, purtroppo, molte volte l’uomo abusa della libertà e della nostra buona fede, ancor più spesso punisce la tirannia e la sfiducia con la sazietà, l’abbandono, il sotterfugio o l’aperta sfida che oltre tutto ci attirano il ridicolo.



a p p unt i

GLI GNOCCHI SOLIDALI Gnocchi di patate, laboratorio “a Tavola”, Fondazione Diamante, maggiori filiali Migros Secondo antiche tradizioni, nella città di Roma si usa mangiare gnocchi il giovedì, dacché il proverbio “Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa”, mentre a Verona si mangiano di venerdì dall’usanza legata al carnevale e alla sfilata dei carri, che ha luogo venerdì e nella quale sfila re Gnocco. Per onorare le diverse tradizioni, nelle maggiori filiali Migros, giovedì, venerdì e sabato troverete gli gnocchi prodotti all’interno del laboratorio “aTavola” di Mendrisio, struttura appartenente alla Fondazione Diamante. Questi gnocchi vengono prodotti con ingredienti provenienti perlopiù da aziende agricole locali, sono privi di conservanti e la loro preparazione favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disabilità.

IL GLOSS VOLUMIZZANTE Ultra Gloss, Dior Addict, Christian Dior Un gloss di nuova generazione, che contiene un’alta concentrazione di micro sfere di acido hyaluronico in grado di catturare e trattenere l’acqua per conferire alle labbra un aspetto più pieno. L’effetto hydra-plumping ristruttura l’aspetto delle labbra mantenendole anche idratate, e la formulazione esclusiva elaborata dai laboratori Dior contiene pigmenti sotto forma di cristalli colorati che creano l’effetto brillante e luminoso, pur rimanendo leggera e gradevolissima.

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ég h c r e pe edì? t e p Sa i giov od n a i ng

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GLI SMALTI “CARINI”

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I SACCHETTI DEODORANTI Swirl, www.swirl.ch Le cucine di concezione moderna, posate al centro del salotto in grandi open space sono bellissime, ma anche se perfettamente ordinate e pulite, possono avere un grande difetto: il sacco dei rifiuti che contiene scarti di cucina, anche se tenuto in un armadio ben chiuso, può rappresentare una fonte di cattivi odori anche molto sgradevole. Questi nuovi sacchi contengono una sostanza attiva che si lega alle molecole che causano i cattivi odori impedendo che si liberino nell’aria. La plastica con la quale sono realizzati è anche delicatamente profumata, anti lacerazione e ha una base a tenuta di liquidi molto resistente.

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Hello Kitty Collection, OPI La gattina più famosa del mondo è nata nel 1974, dalla penna della designer giapponese Yuko Shimizu. Ha accompagnato l’infanzia delle bambine che oggi sono mamme, e con gli anni è diventata prima icona della cultura kawaii, che in giapponese significa carino, grazioso, poi di quella pop, contagiando cantanti famose e naturalmente anche le figlie di quelle bambine che la amavano 40 anni prima. È ispirata al suo mondo incantato questa collezione di smalti, che comprende i rosa più tenui, decisamente kawaii, fino ai colori pop, forti e decisi.


in dialètt

italian e dialètt inséma Quarant’ann dal “Dialetto e italiano regionale nella Svizzera Italiana”, ul libar scrivüt dal Ottavio Lurati. testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch

A

quarant’ann dala püblicazión da “Dialetto e italiano regionale nella Svizzera Italiana” (edizión Banca Solari e Blum SA Lugano in dal 1976, par i cinquant’ann dala banca, 220 pàgin) vararess la pena da ri-guardàgh adré a quell che “mett in piazza” la part püssée interesanta. Ul professór Ottavio Lurati l’è stai bravissim a interesà la gent che, come quell che scriv chichinscì, la g’ha mia una “competenza specifica”, ma la cerca da rangiass cunt ul “dialètt dala ferovia”. Mia par càs ai “Grappoli” da Sessa, ala fin dal més d’april 2016, conferénz, cinema, teàtar e cüsina regionàl i vann da sicür a tocà anca l’italian dialettizzàt e ul dialètt italianizzàt. Ul prof. Lurati al ma dìs da mia mett “lingua contro dialetto” ma “italiano e dialetto” inséma. Cèrt che in di ültim quarant’ann, da libar (libri) sü l’argomént n’è stai püblicàt un barlazz, par esempi “Lingue nel Ticino” dal prof. Sandro Bianconi (edizión Dadò, l994) e donca a gh’em domà ul tremendo imbarazz dala scelta, in dialètt “catà föra”. Anca a voialtri, da sicür, va scapa da rid quand che ala radio e/o televisión (1976) sa sent che “in diversi casi di cui ne elenchiamo alcuni (...)

La Municipalità di Linescio avverte che presso un suo comunista trovasi un montone d’ignoto padrone”. Ul “comunista” al saress pö quaidün che al stà da cà in dal comün, donca compaesano. Cunt i lanfogti dal 1500 al 1800 la parlada todesca la riva denta da repetón cunt licenziare un “messaggio” (...) al pòst da “proposta” come i disan quii che sa taca a l’Accademia della Crusca par ul vero italian. Ma vörum mia véss anca tropp fiscài (sa podarà scriv e dill inscì?) e nà indré tropp in di ann. Come ul prof. Lurati a femm mia i dificil e disom che “accettiamo postulato, trattande, giornaliera, prospetto, sovvenzionamento”. Ma ammò incöö, cunt un Tesin che l’è nai da 180 a 330 mila anim (abitanti), a cércum da stà in giornada (aggiornare) italian e dialètt. Mia facil, dopo che ghè rivàt scià computer, twitter, motór da ricerca e tütt ul ambaradam di ültim quarant’ann. I gióvin i “mesaggia” da brütt anca quand che ié lì in pée sül filobus, impignàt come sardin (sardine). Sa podarà dì mesaggià? Va servissum una poesia dal Giorgio Orelli, dal titol “Incontro con un veneziano”: “Paron, tra sinquant’ani/mi e lu/no ghe saremo più/xe mèio profitar”/ “Si ben, fin che no son un’ombra/bevemo un’ombra al bar”. v

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i n nat ur a

gemme gioielli vegetali Le gemme sono organi complessi e delicati che assicurano la crescita della pianta. Contengono il progetto per affrontare la nuova stagione vegetativa e la pianta si affida a loro per riattivarsi in primavera con il massimo della vitalità. testo Christian Bernasconi - foto Andrea Persico

L

e gemme degli alberi sono quei misteriosi rigonfiamenti da cui sbocciano foglie, rami e fiori variopinti. Hanno colori, forme e posizioni diverse. Alcune sono lisce, altre vellutate. Alcune si aprono a velocità impressionante, altre riposano diversi anni prima di sbocciare. Sono in pratica delle miniature non ancora sviluppate di quel che crescerà, generalmente, con l’arrivo della primavera. Motore della gemma è

una cellula apicale, in grado di creare qualsiasi altro tipo di cellula della pianta. Questa si divide continuamente per dare origine a piccoli ammassi cellulari che si organizzeranno poi, dividendosi a loro volta, in minuscoli rami e foglie. Le gemme si formano già durante l’estate e sono già presenti, seppur piccole e discrete, ben prima. Continueranno poi a crescere durante tutto l’autunno e anche in inverno. Durante i giorni caldi di queste stagioni, le gemme aumentano il Sapete riconoscere quale pianta diverrà ognuna di queste gemme?

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GEMME

rivelatrici

Quando gli alberi sono spogli e non identificabili con foglie, fiori o frutti, le diverse specie vegetali possono essere riconosciute grazie alla loro struttura, alla corteccia o, appunto, alle gemme, osservandone forma, colore, dimensione, posizione e ornamenti. Per saperne di più sulle gemme e testare le vostre conoscenze sulla loro identità visitate il sito di Pro Natura www.pronatura-ti.ch/test.

loro metabolismo per prepararsi e farsi trovare pronte a sbocciare in primavera. Il gelo rappresenta un pericolo e i germogli lo affrontano con diverse strategie. Da una parte producono sostanze che agiscono come antigelo e, dall’altra, creano cuscinetti d’aria isolanti tra le loro strutture. Cere e resine permettono inoltre di sigillare la gemma evitando che i tessuti al suo interno si secchino e limitando la pericolosa entrata di funghi e insetti. In genere, la gemma è protetta esternamente da foglie trasformate in scaglie rigide, dette perule. Le perule sono spesso ricoperte da una cuticola cerosa molto spessa e ricca di resine e altre sostanze, come ad esempio i flavonoidi. Queste sostanze vengono raccolte dalle api domestiche, che le usano per produrre la propoli. Impiegata nell’alveare per tappezzare le celle di allevamento, per eseguire piccole riparazioni o ancora isolare animali morti, la propoli ha proprietà antimicrobiche e antisettiche, che si rivelano molto importanti anche per la pianta. v

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r i t r at t o

il mio invito

al viaggio Voce e gesti. Cristina Zamboni, attrice di teatro, voce della radio e della televisione, racconta la sua attività all’insegna della ricerca e della condivisione della bellezza. testo Marco Ortelli - uti@illustrazione.ch foto Gabriele Campeggio

Un giovanile viaggio a Parigi sigla il ‘debutto’ di Cristina Zamboni su un palcoscenico. “Ricordo l’ingresso al “Bouffes du Nord”, il teatro diretto da Peter Brook, meraviglioso, un po’ decadente. Avevo 19 anni e non avevo mai assistito a uno spettacolo teatrale, e tutto a un tratto mi ritrovavo davanti l’allestimento de “La Tempesta” di Shakespeare, seduta per terra, a stretto contatto con gli attori, a occhi sgranati con il mio compagno di allora, artefice di quel viaggio a Parigi. Solo anni più tardi, tuttavia, ho intrapreso la carriera teatrale, memore sicuramente dell’emozione vissuta in quel momento”. Formazione e incontri speciali. “Mi sono formata alla scuola di teatro “Quelli di Grock” a Milano, dove ho avuto insegnanti fantastici, primo fra tutti, mi viene da dire, Maurizio Salvalalio, che mi ha insegnato la pulizia linguistica, la dizione e il rigore della parola; poi è stato un susseguirsi di seminari e laboratori durante i quali ho avuto la fortuna di vivere incontri belli e profondi, fare teatro è un privilegio, perché ti mette in contatto con la bellezza. Il mio ritorno in Ticino è coinciso con l’incontro col “Teatro Agorà” di Magliaso, cui sono molto riconoscente. È stato lì che ho mosso i miei primi passi di

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attrice, in spettacoli che hanno riscosso un bel successo di pubblico e di critica e che mi hanno dato la spinta a proseguire”. Un’attività teatrale su più… palchi “Nella mia decennale attività in Ticino ho potuto dare vita a forme diverse nell’ambito della recitazione; con enti cantonali e festival locali, da anni collaboro con interventi di letture e cicli di narrazioni - i “Miti greci”, “Le mille e una notte”, le fiabe dei fratelli Grimm - durante i quali mi trovo confrontata con un pubblico eterogeneo, che va dai bambini agli adulti più navigati, su un otto volante di emozioni. Nello stesso tempo, ho preso parte a diverse produzioni teatrali, ho creato una mia compagnia teatrale - Hamelin Teatro - che nel 2013 ha debuttato con una prima produzione indipendente, “300 grammi di cuore”, che è stata pure scelta per rappresentare la creativitàà teatrale ticinese al primo Incontro del Teatro svizzero di Winterthur. Lo scorso dicembre, al Teatro Foce di Lugano è invece andata in scena “La Voce umana”, per la regia di Andrea Novicov, uno spettacolo in cui abbiamo scelto di far parlare la voce umana, la voce del nostro essere umani, al di là di ogni difficoltà. Per poter risplendere, rinascere, risorgere, rivivere”.


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r i t r at t o Il sagrato della chiesa dei S. Giorgio e Maria Immacolata di Origlio: luogo ideale per studio e contemplazione.

Il rapporto col pubblico “Fondamentale, meraviglioso, emozionante. Fintanto che vedrò negli occhi del pubblico, quello sguardo di chi si lascia portare in un viaggio in altri mondi, di chi stacca la mente e i pensieri per farsi condurre in un altro mondo, nel mondo dell’immaginifico, della parola, del gesto, finché sentirò che chi ho davanti ha il desiderio di stare proprio lì, in quella sala, in quel momento, continuerò a recitare. Abbiamo bisogno di poesia e bellezza e quella desidero portare. Se la magia avviene, è un’emozione ogni volta”. Indossare i panni… scomodi di un altro “Ho interpretato parti in cui facevo la cattiva della situazione e mi sono molto divertita, perché mettere in scena le ombre, che inevitabilmente

SCHEDA

biografica

Nome e Cognome: Cristina Zamboni Nata: il 10 aprile 1971 Professione: attrice Il testo teatrale preferito: adora Cechov, Shakespeare, Brecht; negli ultimi anni ha scoperto il drammaturgo spagnolo Juan Mayorga e il norvegese Jon Fosse, che riflettono sulle difficoltà di comunicazione contemporanee.

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abbiamo, è anche un atto liberatorio. Ricordo ad esempio lo spettacolo “I parenti terribili” con Cambusateatro, in cui io ero la manipolatrice della situazione, un personaggio esilarante da inter interpretare, benché non mi corrisponda per niente. Cerco semplicemente di mettere al servizio di un personaggio la mia umanità, senza giudicarlo”. Luci e ombre del fare teatro in Ticino “Lavoriamo duramente per poche repliche. Il Ticino è una terra piccola. Se per esempio debutti al Teatro Foce, in seguito avrai forse la fortuna di replicare in altri due teatri, ma poi? Mancano inoltre i contatti con la Svizzera interna e francese e la figura di un distributore che possa coordinare il tutto. Facendo una battuta, se sei un indipendente, devi occuparti a tal punto di tutto quello che riguarda l’organizzazione e la promozione di uno spettacolo, che recitare diventa quasi secondario. Sbocchi in Italia, poi, non ce ne sono, il mercato è saturo e i festival accolgono solo compagnie note. Insomma, ci si arrangia; penso ad esempio a quello che sta succedendo in Olanda e in Italia, con i primi riscontri anche in Ticino, dove attori e musicisti vengono invitati da privati nelle loro case per intrattenere gli invitati di serata. Le luci? La volontà, la passione di creare e proporre spettacoli, che rimane viva”.


Il teatro come uno specchio; quale la sua funzione? “Sublimare il quotidiano, trovare le metafore e le forme per ridarlo con il giusto distacco al pubblico, alimentare la bellezza, la grazia e la poesia. Fare teatro è linfa di vita, salute di corpo e mente, strumento di riflessione sulla contemporaneità, è occasione preziosa di studio di se stessi e dell’umano”.

La radio, oggi, ha ancora un proprio fascino? “Certamente. La radio fa compagnia, con i suoi ritmi scandisce le giornate delle persone. Ho sempre presente che da qualche parte a casa, in auto, in un negozio, c’è qualcuno che sta ascoltando, per cui cerco di modulare velocità di lettura diverse per creare una dinamica e avere un buon impatto sull’ascoltatore”.

Cristina Zamboni utilizza la propria voce anche in forma, per così dire… eterea “Terminata la scuola di teatro a Milano, nel 2006 ho fatto un provino all’informazione della Radio Svizzera di lingua italiana, superato il quale ho iniziato la mia attività in radio, dove negli anni ho prestato la mia voce quale lettrice dei notiziari, per diverse trasmissioni di carattere culturale, come Cult TV, per Radio Svizzera Classica e Rete 2. Ricordo anche due stagioni televisive passate con “Gli esserini”, una trasmissione televisiva per bambini che mi ha regalato molti sorrisi”.

Dieci minuti prima di leggere il notiziario in diretta, le lettrici ricevono il testo. Pochi minuti di preparazione e si è “on air”. Emozione? E come ci si rapporta con le notizie da leggere, spesso cupe? “Le prime volte in cui andavo in onda, per affrontare la paura della diretta e cercare di stare tranquilla pensavo alla mia mamma a casa con la radiolina accesa, e leggevo per lei. Poi negli anni è diventata la normalità. Non c’è veramente un coinvolgimento emotivo, è una lettura il più possibile neutrale, ma non nego che in certi giorni, in cui ci sono state davvero solo notizie pesanti,

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“Sono le 16.00; le notizie. In studio Cristina Zamboni”.

alla sera ti senti svuotato e sfinito. Ognuno di noi ha il proprio stile di lettura, io cerco di trasmettere sicurezza e tranquillità, restando “umana””.

IL SOGNO

di marilyn

I sogni e gli incubi di una diva Cristina Zamboni: “È stato l’incontro con la fragilità di Marilyn Monroe, che traspare dalle lettere e poesie private raccolte nel libro “Fragments”, pubblicato a 50 anni dalla morte della diva, a spingermi a realizzare lo spettacolo “300 grammi di cuore”. Sulla scena, scarna e cruda, un letto e un baule. Un’attrice e una danzatrice (Elisabetta di Terlizzi) raccontano l’ultima ora di vita di Marilyn, nella sua stanza popolata di sogni, fragilità, ricordi, fantasmi e mostri del passato”. (www.hamelinteatro.com)

L’incontro con Cristina si conclude con un colpo di scena, recitare la parte di se stessa. “Scrivere un copione su di me? Bella domanda, e anche un dilemma, per me che nella vita sono una chiacchierona mentre a livello teatrale ho lavorato e lavoro anche sulla sottrazione della parola! Vediamo… forse scriverei la parte di una Cristina inquieta, che mette tutto in discussione, che dice basta perché non ha più niente da raccontare, ma che poi sente ritornare l’urgenza di dire e allora… Quale Cristina… Quella che si domanda in quale direzione sta andando? Non lo so. La verità è che non so quanto possa essere interessante parlare della mia vita, paradossalmente, quella che può sembrare una difficoltà enorme, salire su un palco per entrare nei panni di un altro, si rivela assai più semplice che recitare la parte di se stessi. Comunque… Lo spettacolo potrebbe iniziare con un respiro profondo, un silenzio; poi cercherei di stabilire un contatto visivo col pubblico, senza artifici, per rimanere il più possibile aderente alla mia verità”. v SCARICAMI Online una esclusiva lettura di Cristina Zamboni per i lettori di Illustrazione Ticinese. http://www.illustrazione.ch/poesia_gualtieri.mp3

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oc chi o a

forse potresti

salvare una vita Gli atti di altruismo e l’amore per il prossimo, l’empatia e la solidarietà sono i grandissimi sentimenti che rendono l’essere umano meraviglioso. E c’è un modo per renderli concreti e reali. testo Antonella Broggi, antonella@illustrazione.ch

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a donazione di organi è un tema conosciuto, che però purtroppo spesso rimane tabu perché va a toccare il delicato approccio che ognuno di noi ha con la morte, con la fede e con ciò che ci si aspetta dall’aldilà. C’è però un altro tipo di donazione, ai più sconosciuta, eppure importantissima e paradossalmente semplice: la donazione di cellule staminali. Di cosa si tratta? Ogni anno in Svizzera la leucemia o altre malattie del sistema ematopoietico nel midollo osseo mettono a repentaglio la vita di circa 1000 bambini e adulti. La chemioterapia e la radioterapia possono portare alla guarigione alcuni pazienti, ma per molti malati il trapianto di cellule staminali del sangue è l’unica speranza di guarigione. Grazie a cellule staminali estranee provenienti da un donatore, il midollo osseo può recuperare la sua funzione di produttore di nuove cellule ematiche e portare alla guarigione. La ricerca di donatori compatibili però è molto difficile, poiché per la compatibilità delle caratteristiche tessutali del donatore e del ricevente ci sono miliardi di diverse combinazioni. La possibilità di trovare un donatore compatibile all’interno della stessa famiglia (principalmente tra fratelli e sorelle) è del 20-30%. In tutti gli altri casi gli interessati dipendono dall’eventualità che, in una qualsiasi parte del mondo, esista un donatore compatibile non apparentato. Più persone sono disposte a donare, maggiore è la possibilità

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di poter aiutare un paziente per tempo. Forse proprio tu, con le tue specifiche caratteristiche tissutali, sei il donatore compatibile per una per persona malata e puoi donarle una nuova vita! Come diventare donatore Esistono due tipi di donazione, quella di cellule staminali del sangue e quella di midollo osseo. La prima è paragonabile a un prelievo di sangue, la seconda è un po’ più invasiva e richiede una degenza in ospedale, ma entrambe non hanno conseguenze se non lievi e passeggere per il donatore, mentre possono salvare la vita al ricevente. Pensateci, e approfondite il tema sul www.blutspende.ch, potreste salvare una vita, e questa è un’esperienza che non si scorda mai! v

Per registrare il proprio codice genetico nella banca dati dei donatori, basta eseguire un semplice test a casa propria.


la voretti SCARICAMI Segui la rubrica anche su: www.facebook.com/lacasadegliantuche

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il gioco http://www.illustrazione.ch/lavoretti_02_16.pdf

del tris

Con le scatole per le uova puoi realizzare le tue personalissime pedine per giocare a tris! idea, disegni e realizzazione Anto - antonella@illustrazione.ch

Cosa ti occorre: 8 coni di cartone (si trovano nelle scatole per le uova), car cartone da imballaggio (quello usato per i pacchi), 8 palline di ovatta compressa, tempere colorate, colla bianca o a caldo, pennelli, taglierino, cartoncino bianco, nastro biadesivo, pennarello nero.

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3

3. Decora le faccine quindi incollale sui coni e completa ognuna con un cappello, a croce o anello, ma fai attenzione ad abbinare correttamente i colori. 4. Ritaglia il cartoncino bianco della stessa misura di quello di cartone, quindi incollalo sopra con il nastro adesivo. Per disegnare la griglia di gioco, lascia 2 cm di bordo sui quattro lati e tira una linea ogni 4 cm.

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2 cm 4 cm

4 cm

4 cm 2 cm

4 cm 2 cm

2. Dal cartone ritaglia un quadrato di 18 cm per lato. Poi ritaglia 4 croci e 4 anelli larghi entrambi

ca. 2 cm. Colora croci e anelli come hai fatto con i coni: un colore per le croci, un altro per gli anelli.

4 cm

1. Ritaglia i coni eliminando la prima parte in basso in modo che siano alti ca. 4 cm. Aggiusta il taglio in modo che posandoli non traballino e schiaccia leggermente la punta in modo che si formi una conca. Colorali come pi첫 ti piace, ma scegli due fantasie, devi colorarne 4 in un modo, 4 in un altro.

2 cm 4 cm

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i n vi aggi o

valledupar la colombia più tradizionale La ragazza del bar mi prende per un braccio e mi dice “No, non ti lascio uscire, devi capire che qui siamo in Colombia, qui è diverso. Ti chiamo un taxi perché altrimenti rischi di non arrivare all’ostello”. testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch

A fianco: Piccolo bar del centro… il tempo passa lentamente. Nella pagina seguente: Jorge, il primo incontro con un indio Arahuaco.

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Arauhaco, contraddistinti da alti copricapo bianchi e conici, i Kogui e i Kankuano. Tutti vestono lunghe tuniche bianche. Già col loro particolare abbigliamento paiono figure mistiche religiose. I loro leader spirituali sono chiamati “mamo” e professano una forte spiritualità e una profonda relazione con la natura. A Valledupar, cittadina rurale del nord della Colombia ai piedi della Sierra Nevada, mi imbatto nel primo indiano. Siedo da un paio di minuti sul marciapiede accanto a lui, mi dirà in seguito di chiamarsi Jorge, è un indios di etnia Arauahco. Mi osserva, ma non mi dice nulla. Gli mostro l’apparecchio fotografico, sembra interessato alle fotografie che ho scattato in precedenza. Poi a sorpresa mi allunga il suo telefonino portatile e mi indica il suo numero. Non comprendo bene il significato di tutto ciò, ma quei pochi gesti sembrano allontanare un reciproco imbarazzo e cominciamo a parlare. Mentre discutiamo Jorge cerca nella sua sacca - una “mochila” tradizionale - il sacchetto con le foglie di coca

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IL CUORE DEL MONDO DEGLI INDIOS Gli indiani della Sierra Nevada sono convinti di vivere nel cuore del mondo e di possedere una saggezza e delle capacità superiori a quelle degli altri uomini, che definiscono “fratelli minori”. A loro, i “fratelli maggiori”, compete la responsabilità dell’equilibrio dell’universo. Per loro, siccità o alluvioni sono dovute unicamente all’incapacità dell’uomo di gestire la natura. Le montagne incarnano gli dei, mentre tutta la natura è parte di loro. Danni alla natura si ripercuotono di conseguenza direttamente sul benessere dell’uomo, causando malattie fisiche e spirituali. Gli indigeni portano a tutti un messaggio di pace, anche se nel corso dei secoli hanno subito conquiste e sono stati vittime di eserciti e gruppi armati. Molti indiani sono morti, addirittura piuttosto di cadere prigionieri si sono suicidati gettandosi dai dirupi, altri, come in particolare gli indiani Kogui, si sono ritirati nelle regioni più remote della Sierra Nevada, dove i visitatori sono sovente mal visti e addirittura temuti. Vi sono tre gruppi di indiani imparentati tra loro, gli

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i n vi aggi o

e il contenitore di zucca - detto poporo - con la farina di conchiglie frantumate. Con un bastoncino preleva un pizzico di farina che mescola in bocca con le foglie di coca. Un gesto che gli indiani fanno in continuazione. Cerco di avere informazioni sul suo villaggio e su dove viva, ma sembra non mi comprenda. Pare comunque che al momento viva in città, credo a causa di un’infermità che l’ha costretto a visitare l’ospedale locale. Ci lasciamo dopo una mezz’ora con una stretta di mano, che non capisco nemmeno se sia adeguata, e con un sorriso. Mi rendo sempre più conto di quanto sarà difficile conoscere meglio queste genti. TRA NARCOTRAFFICANTI E ALLEVATORI È il desiderio di meglio conoscere la cultura degli indios della Sierra Nevada - la sacra montagna - che mi ha portato in queste regioni, anche se sono cosciente che non sarà facile raggiungere i villaggi delle montagne. Ho alle spalle un lungo viaggio da Bogota, la capitale della Colombia, fino alle regioni caraibiche nel nord del paese. Un bus locale in una decina di ore mi ha infine condotto da Cartagena fino a Valledupar,

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tipica cittadina di coltivatori e allevatori dell’entroterra, capitale nazionale della tradizionale musica di “Vallenalto”, ma che più che la gioia della musica, negli anni passati ha conosciuto i dolori e la crudeltà dei movimenti rivoluzionari e dei narcotrafficanti. Cinque anni or sono, la regione era ancora controllata da gruppi paramilitari che si sono man mano ritirati sulle montagne dove si dice vi siano ancora oggi diverse sacche di resistenza. Invero oggi le strade del luogo paiono molto tranquille, addirittura assonnate. Piccoli bar nelle stradine del centro accolgono avventori alla ricerca di un poco di sollievo e refrigerio dall’opprimente calura delle ore pomeridiane. Molti appaiono annoiati e osservano distrattamente i passanti, mentre altri sono particolarmente loquaci e si lasciano coinvolgere da animate discussioni i cui toni sono a volte molto accesi. Giocano a carte e bevono tè, ma soprattutto birra, tanta birra. Non di rado i piccoli tavolini sono completamente occupati da bottigliette vuote. Non ho ancora capito se a causa del servizio molto lento o per facilitare la conta finale. A Valledupar ho l’impressione di vivere la Colombia più genuina, forse disincantata e sicuramente non turistica.

Valledupar, Plaza Alfonso Lopez, luogo d’incontro dei locali. Strade deserte e forse pericolose nella notte.


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VALLEDUPAR, LA CAPITALE DEL “VALLENALTO” Non c’è molto da fare a Valledupar, la cosa migliore è lasciarsi prendere dal ritmo lento, lentissimo del tempo. Passeggiare lentamente, perché fa molto caldo, nei quartieri di case tradizionali intonacate di bianco, frequentare i mercati dove mi imbatto con grande sorpresa in un giovane che vende magliette della nazionale svizzera di calcio. La sera i locali si ritrovano sulla piazza centrale dedicata ad Alfonso Lopez. Vi si trova un poco di tutto, qualche tendina per mangiare, giochi per i bambini, fiori per la fidanzata, ma presto tutti si stancano e la città diviene deserta e pare cadere nell’oblio. Rimangono aperte solo alcune sale da ballo di Vallenalto e pochi bar trasandati e un poco ambigui. Una sera nella quale mi ero attardato in un locale del centro città, la ragazza del bar mi ferma al momento di lasciare il ristoro. Mi trattiene con decisione il braccio e mice dice: “Non ti lascio uscire”. Mentre la osservo con occhi interlocutori e sicuramente sorpresi, prosegue: “è troppo pericoloso, se vuoi chiamo un taxi. Qui non sei nel tuo Paese, qui sei in Colombia”. Non è nemmeno troppo tardi, ma pare che col calare del buio in questa parte della città non sia consigliato avventurarsi a piedi. È l’eredità lasciata da narcotrafficanti, guerriglia e paramilitari, esercito e polizia. Una consuetudine ad armi e violenza che Valledupar fatica ancora a eliminare. O forse è solo la paura che accada qualche cosa allo straniero, uno dei pochi giunti a Valledupar. Il senso dell’ospitalità rimane, in barba a un passato oscuro, sempre un valore molto forte in Colombia. Ciò vale anche per una giovane barista di un localino del centro. Il tassista in seguito insisterà per portarmi fino a pochi metri dall’entrata della pensione, anche se nella strada deserta non vi era nemmeno l’ombra di altre persone. v

«Mi imbatto

in un giovane che vende magliette della nazionale svizzera di calcio»

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s al ut e

l’allenamento

funzionale Sbrigare le noiose faccende domestiche può diventare l’occasione ideale per fare un benefico esercizio fisico. Un modo divertente e diverso di restare in forma svolgendo le normali attività quotidiane in casa. testo Stéphanie Castiglioni Scatizza - stephanie@illustrazione.ch

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l trucco per rimanere attivi è considerare un esercizio fisico come un’attività del tutto normale, non qualcosa di straordinario da fare in un momento o in un luogo particolare come può essere la palestra. L’allenamento funzionale è una buona opportunità per rendere più attiva la giornata pur restando in casa, perché le “azioni” che si compiono quotidianamente sono veramente moltissime e alcune di assoluta routine: salire e scendere le scale, pulire i pavimenti o lavarsi i denti possono infatti trasformarsi in puro esercizio fisico “personalizzabile” a seconda della propria condizione. Ma per saperne di più abbiamo interpellato Francesca Cusin Marletta, Formatrice Body Asset a Chiasso. “L’idea di questo lavoro nasce per andare incontro alle esigenze dei clienti che sono molto impegnati, tra famiglia e lavoro, e non trovano il tempo di poter svolgere un’attività fisica ad esempio in una palestra o in un centro specializzato. In realtà di movimento nella vita, nel nostro quotidiano, ne facciamo moltissimo. Quello che ci manca, che ci siamo scordati, travolti dalle

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cattive abitudini posturali, è la qualità del movimento che dobbiamo assolutamente recuperare per non incorrere, nel tempo, in seri danni specialmente alla colonna vertebrale. La cosa fondamentale quindi, per tutti, è rieducare il corpo a compiere correttamente qualsiasi movimento, anche il più semplice e banale, dal sedersi su una sedia a lavarsi i denti, lavare i pavimenti o rifare il letto. È così che la nostra giornata diventa la nostra palestra. Ovviamente non si tratta di un allenamento intenso per il fiato o per dimagrire, bensì di una serie di movimenti che ci consenta di mantenere in forma il nostro corpo per la quotidianità. In questo senso parliamo di “lavoro funzionale”, perché diventa funzionale per la vita di ogni persona. Nelle palestre vanno parecchio di moda i corsi di allenamento funzionale, il Functional Training ma è tutt’altra cosa. Si tratta infatti di un tipo di allenamento molto intenso in cui vengono eseguiti esercizi a corpo libero con classici attrezzi da palestra, in cui vengono eseguiti molti addominali e flessioni con alte pressioni per il sistema muscolo-scheletrico. Fonda-


CORRETTO

SCORRETTO

mentalmente insegno esercizi sulla base di azioni che facciamo tutti, ma se una persona svolge un lavoro particolare, gli esercizi vengono studiati e personalizzati per far sì che parte dell’attività si

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trasformi in buon esercizio fisico”. Francesca mi accompagna in un locale dove è stata ricreata una parte di casa e dove potrò testare questo tipo di allenamento. Primo ambiente,

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s al ut e

CORRETTO la cucina: “Quando lavo i piatti ad esempio, posso approfittare per fare dei movimenti di squat e di stretching per alcuni muscoli delle gambe. Quindi, anziché prendere quella terribile postura con la gobba riversa sul lavello, ci mettiamo nella classica posizione di squat, divaricando leggermente le gambe mantenendo le ginocchia allineate alle spalle e la schiena eretta e ben protesa verso l’alto. Il movimento è molto semplice, fletto ed estendo le ginocchia spostando il baricentro in basso e in alto per permettere alla muscolatura sia anteriore sia posteriore delle gambe (glutei e quadricipiti per intenderci) di risvegliarsi. Continuando a lavare i bicchieri, l’altra posizione che propongo è con le gambe un po’ più divaricate e con i piedi leggermente extra ruotati verso l’esterno: in questa posizione possiamo fare il passaggio del peso da una gamba all’altra con un ottimo beneficio in più dovuto allo stretching, che in questa posizione viene del tutto naturale”. Quando andiamo invece a rifare il letto, tendiamo tutti ad assumere la stessa, inguardabile, posizione: ginocchia bloccate e schiena ricurva sul letto. “Una postura deleteria per la colonna vertebrale con altissimo rischio di incorrere nel classico colpo della strega e, a lungo andare a causa dell’inversione della curva lombare, a danni più o meno importanti alle strutture vertebro-discali.

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SCORRETTO È importantissimo quindi allenarsi piano piano a mettersi in una posizione di squat con la schiena ben dritta, spostandosi “a ragno” lungo il bordo del letto”. Vi assicuro che è faticoso ma efficace! Lavare i pavimenti o passare l’aspirapolvere: il movimento è lo stesso e anche qui si tende a bloccare le ginocchia, portando in avanti la schiena ingobbendosi. “Il concetto è lo stesso del letto, anche se questa posizione è addirittura peggiore perché siamo ancora più in sospensione rispetto al letto su cui ci possiamo appoggiare. Anche in questo caso non perdiamo l’occasione! Possiamo andare a mettere un movimento di squat con un movimento alternato da una gamba all’altra andando a flettere il ginocchio dal lato in cui sta spingendo l’aspirapolvere. Per spostarsi sull’altra gamba si torna allo squat centrale e si mette in seguito il peso sull’altro arto, facendo un paio di passettini in avanti, dato che il pavimento non si può pulire solo in quel punto”. L’allenamento funzionale si può fare anche seduti alla scrivania. Qui più che mai, come potrete vedere dalle immagini, la tendenza è quella di sprofondare sulla sedia e collassare sulla tastiera Risultato? Importante inversione delle curve della colonna vertebrale, in cui si accentua in maniera spesso deleteria la parte dorsale della schiena creando la classica gobba. “Quello che

Ogni ne situazioica domest per è ideale e praticar ento m l’allena ale funzion


possiamo fare, mentre si lavora, è contrarre ritmicamente la muscolatura addominale “compattandola” verso il centro, come se si indossasse un corsetto, che prende dalle costole fino ai fianchi. Durante l’espirazione “compatto”, nella fase dell’inspirazione rilasso, sfruttando il lavoro del diaframma. L’idea è quella di crescere, di alzarsi verso il soffitto con la sommità del capo. In questo modo il lavoro che facciamo non è solo addominale, ma andiamo a riattivare anche i muscoli profondi della colonna vertebrale che non siamo più abituati a utilizzare”. E se il buongiorno si vede dal mattino, attiviamo subito la nostra muscolatura nei primissimi gesti quotidiani! Mentre ti lavi i denti, che raccomandano di spazzolare dall’alto verso il basso, esegui lo stesso movimento con lo squat delle gambe. “Suggerisco di farlo con i piedi paralleli. La

«Cominciare con calma e per gradi»

schiena deve essere sempre ben allungata verso il soffitto e mentre spazzolo i denti salgo e scendo ritmicamente flettendo e distendendo le ginocchia”. La postura, la posizione allungata ver verso l’alto della colonna vertebrale è fondamentale perché se si auto-sostiene, il tronco è più leggero e pesa meno sulle gambe, provate e sentirete che la sensazione di maggiore leggerezza è reale. A questo punto mi chiedo se questo tipo di training sia un allenamento adatto a tutti… “Come tutte le cose si comincia con calma e per gradi. Decido magari, per una settimana, di abbinare gli squat solo quando mi lavo i denti poi, progressivamente aggiungo gli squat quando pulisco il pavimento e così via, aumentando anche il numero di ripetizioni. Prima di eseguire questo genere di allenamento, ma anche al termine dei lavori domestici, è buona regola dedicare qualche minuto allo stretching muscolare”. D’altronde il corpo è nostro, deve durare il più a lungo possibile e dobbiamo imparare a prender prendercene cura, ogni giorno con amore. v

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a t avol a

come ai tempi

di tex willer A cena ad Aquila da Davide Buzzi. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

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avide Buzzi è un eclettico e un curioso con tante passioni: in primis la musica, il grande amore nato nell’adolescenza; poi la fotografia, che l’ha spinto a fare un apprendistato nel campo; infine, la cucina. Una passione, quest’ultima, sviluppata soprattutto negli ultimi anni, ma nata grazie anche alla lettura dei fumetti di Ken Par Parker e Tex Willer in età giovanile. La rivelazione mi spiazza. Se non ricordo male Tex non era cer certo un buongustaio: mangiava enormi bistecche accompagnate da patatine fritte e beveva birra e caffè. Davide mi spiega allora che quei fumetti l’hanno motivato a interessarsi agli indiani d’America e quindi anche a voler scoprire come si nutrivano. Quella della cucina di Apache, Cheyenne e altre tribù - che lui considera una passione “balzana” - mi incuriosisce molto. LA DIETA DEI NATIVI AMERICANI Voglio saperne di più e mi viene in aiuto il blogger, scrittore e giornalista Ferruccio Gianola di Lecco: “… la più importante coltura alimentare degli Indiani d’America era il granturco (noto anche come mais). La maggior parte delle tribù indiane d’America è cresciuta grazie al mais e perfino le tribù che non lo coltivavano erano soli-

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te scambiare il prezioso alimento con quello che potevano offrire in cambio. Altre importanti coltivazioni sono i fagioli, la zucca, i girasoli, il riso selvatico, le patate, le patate dolci, i pomodori, i peperoni, le arachidi, avocado, papaia, e il cacao. Molto importante era la dieta a base di carne. Le preferite erano quelle del bufalo, dell’alce, del caribù, del cervo, del coniglio, del salmone e degli altri pesci, dell’anatra, dell’oca, del tacchino e altri volatili. Per le tribù costiere invece erano le vongole, i frutti di mare e altri molluschi a farla da padrone, ma anche i mammiferi marini come le foche e le balene potevano essere serviti a tavola. Altri alimenti che potevano essere trovati in maniera del tutto naturale in America e che sono stati spesso fonte di sostentamento dei nativi sono le uova, il miele, lo sciroppo d’acero e lo zucchero di canna, il sale, la frutta secca (arachidi, pinoli, anacardi, noci e ghiande,) la frutta di stagione (mirtilli, fragole, lamponi, prugne selvatiche e uva fragola), e naturalmente una grande varietà di fagioli, radici e verdure selvatiche”. Lo sapevate che il menu per la Festa del RingraRingra ziamento, negli USA, è un’eredità degli indiani? Anche se oggi i cuochi americani moderni farciscono i loro tacchini e non usano la carne di cer cervo, il resto del menu tradizionale non è cambiato


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a t avol a

molto negli ultimi trecento anni. Nessuna tavola sarebbe completamente imbandita senza la salsa di mirtilli, la torta di zucca o il pane di granturco, tutti cibi indigeni che i nativi americani insegnarono a preparare e ad apprezzare ai primi coloni. RICETTE ORIGINALI E MUSICA La cultura degli indiani d’America non ha “contagiato” solo la cucina di Davide, ma anche la musica: “Da diversi anni, con alcuni amici, organizziamo un evento musicale che si chiama “Apache Moon” e che si tiene al castello di Serravalle di Semione. Una manifestazione dedicata alle musiche e ai canti tradizionali e contemporanei originali del popolo dei nativi americani, ma anche alle loro pietanze, che, a tutti gli effetti, fanno parte degli eventi con una serata gastronomica. Spesso gli artisti ospiti mi regalano delle ricette. Ad esempio quella della “poya” - una specie di polpettone di cervo considerato piatto sacro dai Cherokee - me l’ha consegnata Jackie Tice, la cantautrice cherokee ospite nel 2011. La ricetta del doppio filetto con le mele, che cucino questa sera, mi è invece stata data anni fa da Yo-

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landa Martinez, cantante nativa americana della nazione Apache Mescalero. L’originale prevede l’uso della carne di bufalo, non facile da trovare dalle nostre parti. Perciò io ho deciso di preparare il piatto con carne di maiale e cervo”. Davide - che per questa sera ha “chiesto in prestito i fornelli” di suo fratello Giuseppe e della moglie Katja perché la sua “cucina da single” non è stata ritenuta adatta per invitarci - mi racconta che nel 2010, in concomitanza con il festival musicale, era stata addirittura organizzata una rassegna gastronomica di una settimana ai Grappoli di Sessa con una cuoca nativa americana che aveva cucinato numerose specialità. CURIOSITÀ SULLA ZUCCA Il nostro cuoco, che è un cantautore e che presto uscirà con il suo nuovo CD, fa musica da quando aveva 15 anni, suona la chitarra e probabilmente in tanti si ricorderanno la sua partecipazione alle selezioni per Sanremo nel 1994 e il nono posto conquistato nel 1996 nella finalissima “Sanremo nuovi talenti”. Negli ultimi anni Davide ha scelto di farsi accompagnare da una band di validi e ap-

Una zucca per un’occasione speciale.


Fatti, non parole n. 111 prezzati musicisti cunensi. Ed è anche grazie ai concerti tenuti in Italia, Svezia e Albania che ha continuato a sviluppare la sua passione per la cucina. Ad esempio, la crema di zucca aromatizzata all’erba salvia che mangeremo questa sera, è una ricetta “rubata” durante un soggiorno nella zona di Bra in Piemonte. Quando Davide ha voglia di zucca, va ad acquistarla nell’azienda agricola di un amico di Lodrino “che produce zucche che si possono cuocere senza dover togliere la buccia”, mi dice. Ricordo di aver già letto qualcosa al proposito e dunque internet mi viene nuovamente in aiuto. Trovo un sito dove danno “Suggerimenti di eco-cucina… antisprechi: potete cuocere i semi in forno a 180° fino a che risulteranno dorati e consumarli come snack spezza fame, conservandoli per alcuni giorni in un contenitore ermetico. Ma potete mangiarli anche crudi, avendo cura di scegliere i semi più integri e corposi. Si possono usare interi, tritati o macinati e aggiungono una nota croccante a insalate, pasta, salse e ortaggi. I semi di zucca essiccati sono molto nutrienti ed energetici. Sono un’eccellente fonte di ferro e fosforo e sono ricchi di potassio, magnesio e zinco. Si può poi mangiare anche la buccia di quasi tutti i tipi di zucca, purché non sia troppo spessa e coriacea. Cuocendola al forno o facendola bollire in acqua, la buccia diventa tenera e può essere protagonista dei vostri piatti insieme alla polpa”. A titolo informativo, sembra che la zucca fosse considerata sacra dai nativi americani e quindi consumata solo in occasioni speciali. Davide ha saputo regalarci un gustoso viaggio gastronomico che ci ha por portato tra gli indiani d’America, in Piemonte ed è terminato a casa nostra con la torta di pane preparata secondo una ricetta di famiglia, quella di nonna Lidia. Una sinfonia di sapori che è stata musica per il palato! v

«I semi di zucca sono molto energetici»

Il più grande marchio bio della Svizzera ha una marcia in più. Nel 1993 abbiamo lanciato sul mercato Naturaplan, il primo marchio di prodotti bio del commercio al dettaglio in Svizzera, e oggi un prodotto bio su due viene acquistato da Coop. Il nostro assortimento propone più di 1700 prodotti, dalla carne al pesce, passando per la frutta e la verdura fino al cioccolato e ai biscotti, per soddisfare tutte le esigenze dei nostri clienti dal cuore bio. E per restare in pole position anche in futuro, ci impegniamo a promuovere l’agricoltura biologica in collaborazione con i nostri partner.

fatti-non-parole.ch

SCARICAMI Potete scaricare anche online le ricette di Davide Buzzi. http://www.illustrazione.ch/atavola_02_16.pdf

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o r oscop o testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch

g ARIETE 21/3 - 20/4

h TORO 21/4 - 20/5

i GEMELLI 21/5 - 21/6

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PREVISIONI PER IL MESE DI MARZO 2016

Se il nuovo anno è iniziato in modo critico per qualcuno di voi, con notizie o eventi inattesi, tuttavia per altri potranno delinearsi sviluppi di progetti o collaborazioni di nuovo respiro, magari all’estero o con persone straniere, soprattutto se avete già superato la quarantina. Per l’amore si prevedono nuovi incontri stimolanti o un ritorno di una vecchia fiamma. Dal 5.3 Marte si sposterà in un segno di fuoco e stimolerà il vostro, ma al contempo formerà dissonanza con Mercurio che passerà nel XII. campo. Potrebbe significare una preoccupazione per un figlio/a o parente lontano. In ogni caso ci sarà un risvolto importante con l’equinozio di primavera. Salute: riposo nelle eclissi del 9.3 e 22.3. Marte lascerà finalmente la sua postazione negativa il giorno 5.3 regalandovi più libertà e respiro, ma dovrete fare i conti con Venere ostile fino all’11.3. Vuol dire che dovrete contenere le spese e stare attenti alle confidenze che fate alle amiche e sui social network. Dietro si possono nascondere rivalità e invidie. Per quanto attiene il lavoro, sarete partiparti colarmente ispirati fra il 10 e il 21.3, periodo da sfruttare per fare buoni affari, dare sfogo alla vostra fantasia e creatività. E con Giove e Plutone sempre favorevoli non mancherà il successo! Anche in amore in quei giorni l’atmosfera si farà magica. Che sia una primavera di benessere e rinnovamento per tutti voi. Ve lo meritate. Mese altalenante, sia per energia sia per concentrazione. I primi otto giorni potranno anche essere dinamici e piacevoli, ma poi ci sarà un’eclissi totale il giorno 9.3. che potrebbe destabilizzarvi un po’ rendendovi più stanchi del solito, cercate di riposare. Dal 12 al 21.3 vi saranno degli influssi planetari critici per voi, il che vi renderà a tratti confusi, dubbiosi o annoiati. Possibili preoccupazioni parentali o spese legali da affrontare? Anche l’amore non vi darà quelle soddisfazioni che volete. SeleSele zionate bene le amicizie e non confidatevi con chiunque. Inoltre Marte passerà nel vostro segno opposto dal giorno 5.3, per cui attenzione alla guida. Poi finalmente la Pasqua vi vedrà rinascere!

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j CANCRO 22/6 - 22/7

k LEONE 23/7 - 23/8

l VERGINE 24/8 - 22/9

Mese dinamico, datevi da fare fino al 21.3 perché sarete particolarmente ispirati per mettere a buon frutto i vostri progetti e le vostre idee. Gli ottimi influssi dai Pesci fra il 5.3 e il 21.3 acuiranno il vostro intuito, portando entrate extra e successo, magari lontano dal vostro ambiente. Giove sempre positivo potrebbe regalarvi visite piacevoli in arrivo. Le amicizie e l’amore riserveranno belle sorprese: chissà che certi incontri non risveglino antiche memorie! Periodo ideale anche per legalega mi importanti, per mettere su casa e pensare a una maternità. Salute: attenzione all’eclissi del 22.3, meglio ritirarsi un po’ nella quiete. Vacanze pasquali di riposo, dunque.

Il mese inizierà con una luna di fuoco. Inoltre Marte si disporrà in aspetto molto positivo a partire dal giorno 5.3, recuperando energia e ottimismo. Progetti importanti da realizzare dopo il 22.3! Possibile cambiamento di casa e novità in amore. Coppie in crisi ritroveranno un punto d’incontro anche nel caso di rottura. In quanto alle finanze queste saranno un po’ impreviste e fluttuanti a dipendenza di quello che avrete intenzione di fare. Siate selettivi come vuole Saturno e rinunciate al superfluo. Stanchezza e svogliatezza possibili durante l’eclissi del 9.3, riposate. Poi l’equinozio di primavera vi darà nuova linfa. La seconda eclissi del 27.3 vi regalerà una Pasqua a sorpresa.

Mese stressante e faticoso, inizialmente anche dispendioso, per cui dovrete dosare bene le vostre energie, in particolare durante l’eclissi del 9.3. Tenete presente che dal giorno 5.3. Marte si disporrà in moto dissonante e lo sarà per un po’ rendendovi nervosi e impazienti. Contemporaneamente, Mercurio sarà in posizione critica dal 5.3 al 21.3 e Venere dal 12.3 in poi, per cui dovrete muovervi con cautela, guidare con prudenza, limitare le spese e tenere sotto controllo i documenti. Sebbene Giove nel segno, sempre in ottimo aspetto a Plutone vi sosterra positivamente, non vi potrete permettere passi falsi. AttenAtten dete tempi migliori per decisioni importanti. Pasqua di rinnovamento.


PREVISIONI PER IL MESE DI MARZO 2016

a BILANCIA 23/9 - 22/10

b SCORPIONE 23/10 - 22/11

c SAGITTARIO 23/11 - 21/12

Il mese inizierà bene e proseguirà positivamente fino al 20.3, ma sarà meglio sfruttare subito i primi cinque giorni per i colloqui di lavoro, gli appuntamenti e i nuovi acquisti. Potreste anche lanciare una nuova idea, o rinnovare il vostro ambiente liberandovi di oggetti superflui. Dal 5.3 all’11.3 Marte e Venere in armonia al vostro segno stimoleranno la curiosità, l’avventura, il desiderio di libertà. Bene le espressioni corporee come la danza. Sor Sorprese in amore. Poi attenzione agli ultimi 10 giorni del mese che saranno più tesi e difficili, a causa di Sole, Mercurio e Urano opposti, con un picco il giorno 23.3 dovuto all’eclissi lunare nel vostro segno. In quei giorni dovrete muovervi con la massima prudenza! Dal giorno 5.3. Marte lascerà il vostro segno per un po’ e dal Sagittario vi regalerà più diplomazia e capacità di trattare con “fair-play” anche i rivali. Molto bene le attività sportive e giornalistiche. Interessanti contatti con l’estero. L’eclissi del giorno 9.3 porterà un po’ di nono stalgia e desiderio di maggiore coinvolgimento emotivo con il partner. Poi c’è da sottolineare lo stellium nel segno dei Pesci dal 12.3 al 21.3, che vi renderà più romantici, più ispirati e in grado di individuare le migliori opportunità di successo, con entrate extra. Favorite le attività terapeutiche, artistiche e alberghiere. Tentate nuove strade. Sogni e incontri di “dejà-vu”. Salute: bene le cure depurative e wellness.

Interessante il passaggio di Marte nel vostro segno dal giorno 5.3, dove sosterà fino al 26.5, regalandovi più energia e dinamismo per cercare nuove strade, nuove opportunità dove poter esprimere le vostre tante capacità. Favoriti i settori sportivi e riabilitativi. Una spinta a rinnovarvi avverrà proprio a primaveprimave ra, soprattutto con il passaggio di Sole (20.3) e Mercurio in Ariete il giorno 22.3 che, unitamente a Urano, stimoleranno il vostro Marte, ma anche Saturno, spingendovi a cambiare, a liberarvi delle zavorre che pesano inutilmente e bloccano la vostra evoluzione. Non è nella vostra natura vivere situazioni negative! Bene lo sport di squadra e un’alimentazione sana.

d CAPRICORNO 22/12 - 20/1

e AQUARIO 21/1 - 19/2

f PESCI 20/2 - 20/3

Mese a tratti movimentato e pieno di sorprese, ma voi solitamente non vi fate destabilizzare da eventi imprevisti. Plutone e Giove saranno sempre forti e vi sosterranno alla grande. Nei giorni tra il 5.3 e il 21.3 avrete buone opportunità per far passare le vostre idee geniali ma realistiche. Ora sarete particolarmente ispirati dai pianeti in Pesci. Non esitate, anche se c’è chi vorrebbe frenarvi. In amore tira aria di evasione, la primavera risveglia l’eros, la passione e le emozioni. Possibili viaggi brevi o visite da lontano. Momenti con più tensione sono in arrivo tra il 22.3 e il 26.3, con discussioni fra parenti per probabili lasciti o spese. Attenti al traffico. Pasqua di riposo.

Buona ripresa dopo le difficoltà dell’anno scorso e dei due mesi appena trascorsi. Già nei primi cinque giorni del mese potrebbe arrivare un’offerta di lavoro interessante o la firma di un contratto. E con Venere positiva fino al giorno 11.3. arriverà anche un po’ di denaro o un rimborso che attendavate da qualche tempo. Anche l’amore riserverà delle novità. Un’altra buona notizia è che, Marte il giorno 5.3, passerà in Sagittario e ci resterà per un po’ dandovi così un ampio respiro per muovervi con maggiore libertà. Favorite le attività sociali e terapeutico-riabilitative, tipo fisioterapia, osteopatia, così come le terapie orientali. Per chi è più propenso per la filosofia o la spiritualità andra molto bene lo yoga.

Mese pieno d’impegni e imprevisti, durante il quale dovrete muovervi con una certa prudenza, come vi suggerisce Saturno. Da sottolineare il passaggio di Marte in un’angolatura sfavorevole rispetto al vostro segno (a partire dal giorno 5.3), dove confluiranno parecchie energie, tra cui anche un’eclissi totale il giorno 9.3, interessando soprattutto voi della 2. decade. In quei giorni sarà meglio riposare. Per quanto riguarda la sfera affettiva e amorosa, sarete ancora voi a vivere momenti critici. Comunque tutto dipendipen derà dalla vostra situazione personale. Plutone sostiene positivamente quelle storie che ricer ricercano maggiore profondità nei sentimenti. Salute: la primavera vi invita a una cura depurativa.

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-16

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c ru ci ver b a

film e attori Siete degli amanti della settima arte? Allora, risolvete il cruciverba e con le lettere risultanti nelle caselle contrassegnate dai numeri in rosso potrete formare il nome di un protagonista de’ “Un borghese piccolo piccolo”. testo Daniela Sandrini - daniela@illustrazione.ch

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-16

ORIZZONTALI: 1. Tremare per il freddo o la paura 12. Il rifugio delle pecore 13. Il re degli Elfi e delle Fate 14. L’interprete de’ “La tigre e la neve” 16. Umberto, poeta triestino 17. La sacerdotessa di Afrodite 18. Dittongo in paese 19. Poste, situate 20. Lontano nel tempo 22. Località grigionese 24. La vicina Penisola 26. Sigla televisiva 27. Noto stilista 29. Sconfinato, smisurato 32. Pari in tenda 33. Oriente 35. Arti pennuti 36. Nobelio e Bario 38. Misure di capacità 40. Avverbio di luogo 41. La scritta sulla Croce 42. Un’insalata amarognola 44. La Silvia vestale 45. Privi di compagnia 46. Illustrazione Ticinese 47. Intacca la vite 48. Catapecchia. VERTICALI: 1. L’interprete de’ “Mi presenti i tuoi?” 2. Verbo ausiliare 3. È composto da due termini 4. Belli senza pari 5. Gara velica 6. Pronome personale 7. Italia e Belgio 8. Il desiderio poetico 9. Arrabbiati 10. La Julia di Notting Hill 11. Fu regina di Spagna 15. L’ultimo periodo dell’età della pietra 19. L’interprete de’ “Mio fratello è figlio unico” 21. Vaso panciuto 23. Il tormento del moribondo 25. Le iniziali di Montanelli 28. Adatti 30. Con le Storie Tese 31. Il Nichel del chimico 34. Consonanti in esilio 37. Il bel Pitt 39. Blocca il flipper 40. Diverbi 43. Cattiva 45. I confini di Sonvico.


FENG SHUI

I

tra arte e benessere

l Feng Shui è una filosofia di vita prima ancora che uno stile da seguire per una casa o una vita equilibrata. Nell’antico Oriente infatti i seguaci di quest’arte sapevano che se la mente è sana anche il corpo potrà essere sano e in forma. In occidente l’arte del Feng Shui per molti secoli non è stata riconosciuta, mentre al giorno d’oggi si cerca di affiancare alla medicina tradizionale anche la terapia del Feng Shui, per portare equilibrio nel corpo e nella mente, migliorando così sensibilmente la qualità della vita. Spiegare in poche righe il senso profondo del Feng Shui non è certamente possibile, anche perché è molto più frequente sentir parlare di quest’arte, applicata in ambito architettonico, infatti si vedono sempre più spesso architetti che creano giardini, terrazzi e interni seguendo i dettami del Feng Shui, per esempio in giardino si sostiene che creare delle zone circoscritte con sabbia e pietre tondeggianti e forme sinuose aiuta a rendere l’ambente sereno e positivo; anche tenere in casa piante con foglie tondeggianti attira energie positive, mentre quelle con foglie appuntite, se tenute fuori casa, bloccano le energie negative impedendo di entrare. In camera da letto, se avete il dubbio che il vostro letto si trovi sopra una falda acquifera, sarà sufficiente tenere uno specchio rivolto verso il pavimento per impedire alle energie turbolenti di salire ed entrare nel vostro corpo, rischiando di disturbare il vostro riposo notturno. Oppure anche tenere in casa un piccolo acquario con pesci rossi, meglio se vicino all’ingresso, favorisce il benessere economico e le entrate di denaro, non a caso infatti, nei ristoranti cinesi si trovano molto spesso acquari con pesci variopinti. Ma è importante sapere che il Feng Shui è anche usato per aiutare a chiarire ciò che il futuro ci prospetta in modo nebuloso, rendendo più facile il nostro approccio nei confronti della vita di ogni giorno; se infatti viviamo in modo concitato, teso e carico di stress, anche il nostro organismo risentirà di questa situazione reagendo con disturbi più o meno seri. Persone preparate in questo settore possono aiutarvi a capire meglio voi stessi, permettendovi di gestire le situazioni in modo positivo, incanalando le energie positive che ci vengono offerte, imparando inoltre a respingere quelle negative, che ci renderebbero vulnerabili alle avvrsità. Il feng shui si basa sull’importanza della natura e dei suoi elementi come fuoco, terra, legno, acqua e metallo. Ciascuno di questi elementi ha un’importanza fondamentale per equilibrare al meglio le nostre energie e solo creando la giusta combinazione di questi elementi potremo finalmente riuscire a vivere in perfetta armonia. Rivolgetevi allora con fiducia e serenità a persone serie e preparate in quest’arte antica ma attualissima.

DAIANA 0901 588 216 Medium sensitiva, opero nel campo della radioestesia e cartomanzia.

SIBILLE 0901 588 263 Ho sempre praticato con passione cartomanzia e divinazioni.

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L’unica veramente in grado di farvi conoscere in un modo meravigliosamente semplice il nome del vostro Angelo Custode.

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