Illustrazione Ticinese n. 2 - 2018

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illustrazione illustrazione.ch

N.2

- 1 MARZO 2018

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

TICINESE

IN VIAGGIO

I canti della foresta

IN NATURA

CURIOSITÀ

Sciando si impara

L’animale dell’anno


Cucine per individualisti

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somm ario fondata nel 1931 12 edizioni annuali Tiratura 132.016 copie (REMP 2017) Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch

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4 Spunti

Conversazione con una statua

6 Sai che

ritratto

Domande curiose e risposte sfiziose

7 Appunti

Spunti, idee e consigli in vetrina

9 Curiosità

Editore Illustrazione Ticinese SA 6908 Lugano

Sciando si impara

10 Ritratto

Distribuzione Direct Mail Company SA Amministrazione e produzione Marco Werder Editore Matthias Werder Grafica Illustrazione Ticinese SA Gabriele Campeggio Inserzioni Ticino e Italia: Illustrazione Ticinese SA Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch

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L’animale dell’anno

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18 Lavoretti Gli animali di carta

19 Archivio

Non è uno scherzo, forse

20 A tavola

Metri e metri di cicitt

24 Salute Aiuto una zecca!

28 In viaggio

I canti della foresta di Machiang >

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-18

Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch

In copertina: Marina Masoni Foto: Gabriele Campeggio

16 In natura

ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-18

Svizzera tedesca e romanda: Rub Media AG Seftigenstrasse 310, 3084 Wabern 3001 Bern Tel. 031 380 14 94 nicole.haari@rubmedia.ch

Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito.

La moda è costume

Marina Masoni indossa la giacca realizzata dalla studentessa Martina Spinedi (2. TMP), per il progetto “Collezione AI 2018/2019” in collaborazione con Riri.

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33 Oroscopo

Le previsioni di Cloris per marzo 2018

Certificato Certificato PEFC PEFC Questo prodotto Questa rivista è realizzato stampata con su materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate PEFC/18-31-240

www.pefc.it

Questa rivista è certificata PEFC™. Non sono certificati PEFC™ gli inserti pubblicitari.

Scarica l’app di Illustrazione Ticinese Puoi leggere questa edizione anche su iPad, e se ti sei perso degli arretrati, li trovi nella sezione “archivio”. Buona lettura!

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sp unt i

conversazione

con una statua Riflessioni in punta di piedi per prendersi in mano… testo Andrea Fazioli

O

gni tanto bisognerebbe prendersi il tempo di sedersi ai piedi di una statua. Quando mi fermo su una panchina o sopra un muretto in una piazza, tutto è più semplice. Sotto una statua, invece, sono costretto a fare i conti con una duplice realtà: le persone che si muovono e parlano intorno a me; la figura di bronzo che sta muta appena sopra di me. All’inizio pare una cosa inoffensiva ma poi, con il passare dei minuti, comincio a sentirmi preso in mezzo. La gente chiacchiera, mi restano appiccicati pezzi di conversazione: “Le giornate diventano più lunghe”; “Ma se è stato lui a dirmi di farlo!”; “E c’è anche la cucina abitabile?”. Nel frattempo la statua tace, come sanno fare solo le statue, e quel silenzio mi rimane addosso, mi entra sotto la pelle. Di recente ero di passaggio a Berna e ho scambiato due parole in silenzio con la statua di Adrian von Bubenberg in Hirschengrabenplatz. Davanti a me transitavano uomini e donne in bicicletta (con giubbotto catarifrangente), bambini al ritorno da scuola, tram dal colore rosso squillante. Adrian stendeva la sua mano su di me. In un primo tempo, intento nel trambusto della piazza, non mi sono accorto di niente. Poi mi è parso di capire che la statua mi stesse tacitamente dicendo qualcosa. Ho alzato lo sguardo. “…” ha detto Adrian.

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Dopo un secondo di esitazione, gli ho risposto. “…” Allora lui ha sentito il bisogno di aggiungere: “…” Come non essere d’accordo? Abbiamo parlato ancora un po’. “…” “…” In quel momento non avevo idea di chi fosse Adrian von Bubenberg. Sapevo soltanto che era nato nel 1424 e che era morto nel 1479. Comunque poi sono andato sul sito dell’Archivio storico svizzero e ho scoperto che alla fine del XIX secolo ci fu un’aspra controversia in occasione della costruzione del monumento a Berna. Si discuteva se la statua dovesse raffigurarlo quale prode cavaliere o piuttosto quale uomo di Stato a piedi (versione infine realizzata, inaugurata nel 1897). Alla fine dunque venne scartata l’idea di una statua a cavallo, forse per una riflessione simile a quella che esprime Elias Canetti in un suo aforisma: “Il più bel monumento equestre sarebbe un cavallo che avesse sbalzato l’uomo di sella”. Adrian invece è ben saldo sulle sue gambe, ed è sempre disposto a (non) fare due chiacchiere con i passanti. Dopo tanti anni e tanta storia, in fondo è anche bello che i grandi statisti vengano un po’ dimenticati, e che - sia pure in qualità di statue - osservino il fluire della vita quotidiana… v


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s ai che

leggiamo

SAI

che

CI SARÀ ANCHE UN TICINESE AI XII GIOCHI PARALIMPICI INVERNALI DI PYEONGCHANG?

1.

Fuoco e furia. Dentro la Casa Bianca di Trump, di Michael Wolff

2. Il morso della reclusa,

L’atleta Murat Pelit rappresenterà il Ticino, e la Svizzera, insieme ad altri 12 atleti rossocrociati. Murat, parteciperà nella disciplina dello sci alpino, nonostante la recente frattura al polso. L’atleta di Stabio è sponsorizzato dalla VF International, con sede anch’essa a Stabio, ma anche noi potremo sostenerlo tifando per lui dalle nostre case, tra il 9 e il 18 marzo.

di Fred Vargas

3. Sorprendimi!, di Sophie Kinsella

ascoltiamo

SAI DA COSA

deriva

PIMPANTE? Oggi utilizziamo questo termine per indicare una persona sveglia, attiva ed esuberante, ma fino ad un secolo fa, veniva utilizzato piuttosto per indicaindica re qualcosa di sgargiante e vistoso, soprattutto riferito a un capo di abbigliamento. L’etimologia è francese e riconduce al termine pimpant, che nel 1500 veniva tradotto “che attira, che seduce i sensi e lo spirito”. Della stessa famiglia il verbo pimper, che indicava un modo di vestire ridicolo.

1.

Non abbiamo armi, di Ermal Meta

2. Man of the woods, di Justin Timberlake

3. Walk between worlds, di Simple Minds

guardiamo

1.

Cinquanta sfumature di rosso, di James Foley

2. The Post, di Steven Spielberg 3. Black Panther, di Ryan Coogler

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SAI CHE

signore si nasce

da Il Libro delle Signore, di Jolanda, Marchesa Plattis Majocchi, 1921 Il martirio degli innocenti Io so d’infanzie ch’ebbero ogni sorriso avvele-nato da questi conflitti continui fra due nature opposte, fra due passioni, fra due egoismi che non seppero avere pietà di esse! (…) E se il vostro cattivo destino, o la vostra cattiva volontà, vi obbliga a spiegazioni penose, a urti di carattere, a lotte, fate almeno che i vostri figlioli non vi assistano, fate che non sappiano che avete cessato di amarvi, di comprendervi, di compatirvi: e se anche vi odiaste, fingete in presenza loro, per loro, di stimarvi, di volervi bene. Non li mescolate mai nelle vostre questioni, non confidate loro i torti dell’altro, non li fate arbitri, né ambasciatori, né complici. Dominatevi in modo che la santità della casa dov’essi sono nati, dove si preparano alla vita, non abbia a subire profanazioni…


a ppunti LE PRALINE SVIZZERE Schweizer Momente, nobile, nobile-cioccolato.ch Se volete fare un regalo davvero speciale, scegliete di offrire, e offrirvi, un delizioso giro della Svizzera, quella dell’eccellenza del cioccolato. In una scatola di “Schweizer Momente” troverete 12, 20 o 32 praline realizzate da maître chocolatier di tutto il Paese, fatte con ingredienti regionali, dalla doppia panna della Valle dell’Emmen, alla grappa ticinese, fino allo zafferano coltivato a Lucerna. Piccole delizie che racchiudono ingredienti pregiatissimi e ricercati, assemblati con maestria.

IL FONDOTINTA ULTRACOPRENTE Forever Undercover 24H full coverage, Diorskin Sul mercato esistono moltissimi fondotinta ultra coprenti ma, soprattutto quelli più economici, creano il temuto effetto cerone, davvero poco estetico. Questo prodotto invece ha una formula unica a base d’acqua che, pur essendo estremamente leggera e piacevole, consente una totale copertura delle imperfezioni e delle discromie, possibile grazie alla percentuale di pigmenti due volte superiore ai fondotinta convenzionali. La tenuta è eccellente e non è necessario fissare il prodotto con cipria. Sono inoltre disponibili 26 diverse tonalità, per cui ognuna riuscirà a trovare il colore perfetto per il proprio viso.

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I COSMETICI REALI Night Cream, Burt’s Bees La pappa reale si chiama così perché è il pasto speciale che le api operaie producono esclusivamente per nutrire la loro regina. Non c’è da stupirsi quindi che si tratti di uno dei prodotti naturali più nutrienti in assoluto. Ricca di antiossidanti, vitamine B1, B2 e B6, minerali e aminoacidi essenziali, è il prezioso ingrediente di questa linea di prodotti naturali per la cura del viso.

LE TORTE DI MELE

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Torte di mele, Maria Teresa Di Marco e Marie Cécile Ferré, Guido Tommasi Editore Non c’è nulla come il profumo di torta di mele appena sformata in grado di catapultarci nella cucina della mamma, o della nonna e di risvegliare in noi ricordi d’infanzia. Fare una torta di mele in casa significa viaggiare nel tempo, viziarci e viziare le persone che amiamo, e tramandare una tradizione preziosa. E se questa tradizione non l’avete, potreste essere proprio voi a iniziarla. In questo manuale ci sono ventotto ricette per preparare deliziose torte classiche o nuove, morbide o croccanti, ma sempre deliziose, perché si sa, una (torta di) mela al giorno leva il medico di torno!

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c urios ità

sciando

❄ si impara

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Nel 2003

Una rubrica fatta insieme a voi, che rispondendo su Facebook alle nostre domande, ci aiutate a conoscervi meglio! SCI, SNOWBOARD O FONDO? (Fonte Sport Svizzera 2014, Ufficio federale dello sport UFSPO)

chiude definitivamente la stazione sciistica del Tamaro, inaugurata negli Anni 60

Sci

Altro

56.3%

ALLA NEVICATA DEL

NEVICATE STORICHE IN TICINO 1966 1978 1985 1986 2006

1985 battezzata nevicata del secolo, sono state dedicate 2 canzoni, 2 romanzi, un pezzo teatrale e una band musicale.

IL

23,1% di chi non pratica sport, in vacanza scia (Fonte Sport Svizzera 2014, Ufficio federale dello sport UFSPO)

34.5% 5.1%

4.1%

Snowboard

Sci di fondo

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LE STAZIONI SCIISTICHE IN TICINO

-15 °C la temperatura necessaria affinché i cristalli di neve assumano la caratteristica forma a 6 bracci

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r i t r at t o

Marina Masoni indossa la giacca realizzata dalla studentessa Martina Spinedi (2. TMP), per il progetto “Collezione AI 2018/2019� in collaborazione con Riri.

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la moda

è costume Avvocato, già Consigliera di Stato del Canton Ticino, presidente di Ticinomoda, donna e mamma. Il profilo perfetto, quello di Marina Masoni, per affrontare con noi il tema della moda in Ticino. testo Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch foto Gabriele Campeggio

A

bbiamo incontrato Marina Masoni alla STA, la Scuola specializzata superiore di abbigliamento e design della moda di Lugano, per parlare proprio di questo affascinante mondo. Prima però, non potevamo non ricordare che l’Avvocato era già stata sulla nostra copertina… Diciannove anni fa era sulla copertina di IT con il piccolo Giacomo fra le braccia. Come sono trascorsi questi anni? “Sorride (ndr) Oh, è cambiato tutto! Nel frattempo il bebè è diventato un giovanotto che presto andrà a militare. In questi anni è cambiato tutto il mondo. Il mio e quello attorno. Sono cambiati il nostro Paese, l’economia, il costume. Alcune cose in meglio, ma non tutte”. Cosa si sente di dire alle donne che lavorano e che sono anche mogli e madri? “È molto impegnativo, perché alle donne si chiede un po’ tutto. Il lavoro di mamma è un’occupazione a tempo pieno, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Conciliare bimbi, famiglia, casa con un altro lavoro è davvero difficile. Chi ha la fortuna di avere un compagno che collabo-

ra ha più chance, e chi ha la fortuna di lavorare in un’azienda che concede una certa flessibilità pure. Comunque, chi lavora e ha famiglia deve riuscire a combinare moltissime cose”. Oggi le ragazze spesso seguono percorsi formativi specializzati, ed è quindi logico che poi trovino occupazioni anche molto interessanti. Far combaciare questa realtà con la maternità è difficile e a volte implica delle rinunce anche importanti. “Sì, è un tema questo molto delicato. L’univer L’universo femminile rappresenta un grandissimo capitale umano e dal mondo della formazione escono grandi talenti che poi, dopo la maternità, rischiano di perdere il contatto con il mondo del lavoro. Oggi come mai, reinserirsi dopo una pausa non è facile. Occuparsi dei bambini è meraviglioso e per molte di noi rappresenta un’attrazione innata, istintiva e forte. L’esperienza della maternità tende a essere totalizzante, ma non bisogna dimenticare che il

«L’universo

femminile rappresenta un grandissimo capitale»

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r i t r at t o periodo in cui il bambino ha bisogno della costante presenza della mamma è relativamente breve, rispetto all’arco di un’intera vita. Si tratta di scelte personali ma, se possibile, durante la maternità è utile riuscire a non uscire del tutto dal mondo del lavoro, in modo da poter riprendere con meno difficoltà quando i bimbi saranno grandi. Con la formazione si potrebbe fare di più in questo senso, per esempio offrendo corsi di aggiornamento e di riqualifica per agevolare il rientro delle donne nel mondo del lavoro, ma è molto difficile arrivare a coprire tutti i profili professionali. Va detto comunque e sottolineato che moltissime donne riescono ad abbinare famiglia e vita professionale, e ci riescono anche molto bene!” Lei è presidente di Ticinomoda. Cosa significa per lei la moda? “Prima di tutto ricerca del bello, creatività e libertà. E di questo mondo mi ha sempre attratta la combinazione del lato glamour con la fatica. Come per la danza, lo spettacolo, il teatro, c’è una parte che appare, spesso bellissima e di forte impatto, e un lavoro enorme che invece non si vede e che non necessariamente porterà ai risultati sperati. Quando però il successo viene raggiunto, lascia il segno e rimane. Un aspetto che trovo estremamente affascinante”.

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C’è chi considera la moda un aspetto frivolo, poco serio, poco importante… “La moda è fatta per passare di moda, per essere superata. Però è l’approccio cha fa la differenza: si può desiderare un capo di tendenza da cambiare subito, o si può ricercare un capo con la consapevolezza del lavoro che ci sta dietro e della relazione profonda con il costume di una società che cambia. La relazione tra moda, comportamenti, usanze è molto stretta, così come la relazione tra moda, architettura e arte che cambiano, evolvono e si influenzano l’un l’altra trasformandosi vicendevolmente. La moda è e rimane un fatto culturale importantissimo e molto interessante. Ciò però non esclude un approccio momentaneamente frivolo, che tutti noi a volte abbiamo”. Cosa rappresenta la moda per il Ticino, e cosa il Ticino per la moda? “La moda è uno dei motori di crescita del Ticino e offre oltre seimila posti di lavoro, se si considera l’intero settore (o, tecnicamente, meta-settore). La crescita però, come in molti altri settori attualmente, è a macchia di leopardo: ci sono piccole e medie aziende che fanno molta fatica, e grandi e piccoli marchi in crescita continua. Il settore in Ticino è molto diversificato, sia come dimensione delle aziende, sia come tipo di lavo-


Marina Masoni in un’aula della STA.

ro: dalla produzione al design, dalla logistica alla gestione dei marchi”. Nel nostro cantone hanno sede grossi mar marchi della moda, come Hugo Boss, Gucci, VF International, Philipp Plein. Perché hanno scelto il Ticino? “L’hanno scelto sicuramente per motivi di buona logistica, buoni servizi, buona apertura del mercato del lavoro e ottimo accesso a capitale umano di grande qualità, che non è tutto radicato qui, ma stiamo cercando di formare e perfezionare come regione. Fondamentale è stata la vicinanza con Milano, che è una capitale della moda, coniugata con il sistema svizzero, che garantisce sicurezza giuridica e buone condizioni quadro in generale. Poi si crea un circolo virtuoso: più aziende di un settore si insediano e sono attive nella nostra regione, e più il nostro territorio diventa interessante per imprese e attività di quel settore. Purtroppo da qualche tempo il clima politico è meno favorevole

«La moda è

un fatto culturale importantissimo»

all’impresa: nei confronti dell’attività economica prevalgono sentimenti di diffidenza o addirittura negativi. Ma questo settore è potuto nascere e crescere in Ticino perché vi era la consapevolezza che le aziende portano benessere. È importante ora continuare a lavorare: migliorare la formazione, migliorare la fiscalità, i collegamenti, la sicurezza e la certezza del diritto. Questo è un aspetto fondamentale per la Svizzera: se un’azienda viene da noi, sa quali sono le regole da rispettare e può presumere che rimarranno invariate anche per anni. Analogo discorso vale per i trasporti, e naturalmente contano molto la sicurezza e la qualità di vita, da noi migliori rispetto a quelle offerte da molti altri Paesi. Siamo stati e siamo ancora un territorio che offre buone condizioni, e dobbiamo continuare a migliorarle per radicare maggiormente qui queste belle realtà aziendali, anche grazie a forza lavoro ben qualificata”. La STA forma professionisti nel campo della moda. Perché un giovane dovrebbe per percorrere questa via formativa? “Se vogliamo considerare l’aspetto meramente utilitaristico, perché è un settore che offre molte possibilità di lavoro. Ma anche perché è un

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r i t r at t o Marina Masoni davanti ad alcuni modelli realizzati dagli allievi STA per il progetto in collaborazione con Riri.

mondo che lascia spazio e che anzi valorizza la creatività e la libertà. Certo, richiede molta fatica, perché è un ambito molto competitivo, ma è anche in grado di offrire grandi opportunità e può dare molte soddisfazioni”. Un capo che non indosserebbe mai “Tantissimi! In città? Sicuramente i leggins (ride,

SCHEDA

biografica

Nome e Cognome: Marina Masoni Nata a: Lugano il 25 luglio 1958 Un piatto: la pasta al sugo, che deve essere fatta bene, cosa non evidente. Poi il salmì, con una polenta fatta a regola d’arte. Un libro: La Recherche (ndr: À la recherche du temps perdu, di Marcel Proust): il mio libro preferito in assoluto, quello che prendo in mano con più piacere, e che ripongo sul comodino con più difficoltà. Un film: Inception, di Christopher Nolan. Il mio preferito è sempre stato Via col vento, ma Inception è riuscito a superarlo. Un motto: Chi bene incomincia è a metà dell’opera.

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ndr.). Quanto ai colori invece, trovo che si possano indossare tutti, e Yves Saint Laurent ce lo ha insegnato in modo meraviglioso”. Un capo che non può mancare nel guardaroba di ogni donna “Un completo nero o uno smoking. In qualunque occasione, quando proprio non sai cosa mettere, giacca e pantalone nero sono sempre perfetti”. Un’icona della moda “Yves Saint Laurent. Ha permesso alle donne di indossare i pantaloni anche nelle occasioni più eleganti e ha abbinato i colori in modo coraggioso e armonioso come nessun altro, dimostrandoci che si può fare tutto”. Cos’è l’eleganza “Una cosa molto diversa dalla moda. Per me è molto difficile da definire. Quel delicato equilibrio tra l’adeguarsi alle mode pur mantenendo il proprio stile, e sentirsi a proprio agio in ogni situazione. Uno stato d’animo profondo, che chiunque può trovare o avere, ma va anche col-


e Anch chi t r a m i os low c capi ono imi! r f f o ss belli

tivato. E la moda da sola non può offrirlo, anche perché spesso la tendenza persegue altri obiettivi, come la visibilità, la novità, la stravaganza o la sensualità. Tocca poi al gusto di ognuno di noi ricercare la propria eleganza e combinarla con questi elementi. Esiste un’eleganza sensuale come esiste un’eleganza stravagante. Va detto che oggi c’è una ampia libertà di scelta, di giudizio e anche di prezzo. I marchi low cost offrono capi bellissimi, quindi ognuno può ricercare con molta libertà il proprio stile”.

© Inter IKEA Systems B.V. 2018 W

La moda low cost quindi ha un grande potenziale… “Certo. Ha soprattutto un potenziale sociale enorme. Fino alla fine dell’800, l’abito distingueva classe sociale e potere economico. Questo oggi non esiste più, ed è una conquista gigantesca. Già negli Anni 20, Ortega y Gasset (filosofo e saggista spagnolo, ndr), parlando di un grande magazzino spagnolo, diceva che avesse fatto di più per la democrazia di un mucchio di politici…”.

Un sogno nel cassetto “Tanti, e di solito cerco di tirarli fuori dai cassetti! Per il settore ticinese della moda, abbiamo progetti di formazione importanti; poi vorrei vedere un Ticino più agguerrito, più sicuro delle sue capacità, meno timoroso. Percepisco e capisco le paure delle persone, perché il mondo è cambiato radicalmente, e tante cose di cui eravamo sicuri non ci sono più, eppure sono veramente convinta che il Ticino abbia le carte per poter giocare con più sicurezza in sè stesso. A livello professionale invece, sto lavorando con l’azienda che presiedo a una proposta importante per riqualificare un comparto di Stabio, dalla stazione al Punto franco, rendendolo un quartiere misto di qualità che possa diventare polo di sviluppo per la regione. A livello personale, vorrei vedere mio figlio avviato sulla sua strada e felice di quello che fa. Infine, prima o poi ridurrò il mio impegno lavorativo per godermi la casa e mio marito, ma questo è un sogno ancora nel cassetto…”. v

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i n nat ur a

l’animale

dell’anno Pro Natura ha eletto l’ermellino animale dell’anno 2018, uno dei predatori più piccoli della Svizzera che diventa una facile preda se nel suo territorio non trova un numero sufficiente di rifugi. Con questa scelta si lancia un appello a favore di paesaggi rurali ben diversificati e ricchi di piccole strutture come cataste di legna, mucchi di pietre, piccoli ruscelli o siepi. testo Martina Bernasconi, Pro Natura Ticino - foto ©Blickwinkel/Stefan Gerth, ©Adolf Durrer

L

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ungo tra i 20 e i 30 centimetri e con una coda che raggiunge i 1013 centimetri, l’ermellino è uno dei predatori più piccoli del mondo.

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Slanciato, dal peso di circa 350 grammi per il maschio e 235 grammi per la femmina, si intrufola agilmente nei mucchi di legna o sterpaglie e nelle gallerie scavate dai piccoli roditori. L’ermellino (Mustela erminea), l’animale dell’anno 2018 di Pro Natura.


AL

riparo

Per i suoi spostamenti, questo agile predatore necessita infatti di corridoi costellati di strutture in cui nascondersi dai nemici, come la volpe, i rapaci, la cicogna o l’airone cenerino. L’ermellino si trova pertanto solo dove siepi, ruscelli, cataste di legna e mucchi di pietre possono offrirgli un riparo. Eleggendolo animale dell’anno 2018, Pro Natura mette in guardia dall’imporre un ordine eccessivo ai paesaggi e lancia un appello a favore di corridoi faunistici indisturbati, indispensabili per la sopravvivenza di tutti gli animali selvatici, anche di quelli di taglia minuta. Maggiori informazioni: www. pronatura.ch

La sua preda preferita è l’arvicola terrestre, un paffuto roditore che vive e scava cunicoli nei prati. Questo mustelide, presente quasi ovunque dai fondovalle fino ai 3’000 metri di quota, è dunque anche un prezioso alleato per gli agricoltori, poiché cattura in media un’arvicola al giorno. Se il suo cibo preferito scarseggia, l’ermellino può nutrirsi anche di altre specie di roditori, uccelli, insetti o persino di qualche spuntino vegetariano. Essere snelli, agili e scattanti ha il suo prezzo. Per disporre dell’energia necessaria a mantenersi caldo e in forma, l’ermellino deve mangiare ogni giorno l’equivalente della metà del suo peso. Per questo motivo, il numero di ermellini fluttua molto in funzione dell’offerta di cibo. Anche se non è considerato minacciato, quando le arvicole scarseggiano, l’ermellino può persino estinguersi localmente. Soltanto se esistono vie di collegamento con siepi, muri in pietra, torrenti o fasce inerbite gli individui delle popolazioni sopravvissute riescono a tornare nei luoghi in cui erano presenti in precedenza. v

Il lavoro temporaneo. Chiaro e tondo. Lavoro temporaneo non è un nome collettivo per qualsiasi occupazione flessibile e a tempo determinato, ma è una forma di lavoro chiaramente regolata per legge con piena copertura sociale. il-lavoro-temporaneo.ch

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archi vi o

non è uno scherzo

forse

A firma “Osservatore”, l’edizione del 15 aprile 1931 di Illustrazione Ticinese ci racconta la storia della nascita dell’usanza di realizzare burle in occasione del primo giorno del mese di aprile e… osserva come questa pratica sia apparentemente sempre più in disuso rispetto ai primi decenni del XX secolo. a cura Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch

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i seguito un frammento dell’articolo che potete leggere online in versione integrale: “Adesso le burle del primo d’aprile, le quali hanno nientemeno che quel po’ po’ di storia che s’è visto, sono in ribasso: almeno quelle giocate in grande. Resiste ancora il pesce minuto, per le piccole fritture familiari. Ma il pesce classico s’è intorpidito. E trovate subito della gente la quale ne conclude che non c’è più spirito, che non esistono più bur burloni impertinenti, che non c’è più allegria, che non c’è più voglia di divertirsi. Non credete: l’allegria, lo spirito, i burloni esistono ancòra. Ma sono meno organizzati, meno in vista di quanto fossero una volta. E poi c’è questo: che se qualcuno vuol burlare il prossimo, e ridere, e divertirsi, non aspetta una scadenza fissa: il primo d’aprile non arriva soltanto il primo giorno del mese di aprile, ma può capitare in qualunque giorno dell’anno, senza riguardo al calendario”. v

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le schede da collezionare su: www.illustrazione.ch idea, disegni e realizzazione Anto antonella@illustrazione.ch

Cosa ti occorre: rotoli di cartone, car carta colorata, colla bianca, 1 pennello e una ciotolina, matita e pennarello nero.

1 1. Sul rotolo di cartone disegna i contorni dell’animaletto che vuoi realizzare, ad esempio un panda o un pappagallo, e segna con una lettera il colore che dovrà avere ogni zona. 2. Nella ciotolina versa un po’ di colla bianca, diluiscila con poca acqua e mescola bene. 3. Strappa la carta dei colori che ti servono formando dei pezzetti grandi circa come un’unghia. Partendo dal basso del rotolo, con il pen-

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nello spalma un po’ di colla su una piccola zona e inizia a ricoprire la superficie sovrapponendo i pezzetti di carta come fossero le tegole di un tetto e seguendo i contorni che hai disegnato. 4. Quando avrai ricoperto tutto il cartoncino, con il pennarello segna il naso, gli occhi, oppure aggiungi i dettagli come ad esempio il becco o le orecchie.

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a t avol a

metri e metri

di cicitt A cena a Maggia da Fabio Lafranchi e Simòne Tress. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

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hi conosce Fabio Lafranchi sa per certo che ama almeno tre cose: la “sua” Vallemaggia, il blues e i cicitt. E c’è un periodo dell’anno, quello situato tra la metà di ottobre e la fine di novembre, dove queste tre passioni uniscono e riuniscono amici di lunga data invitati da Fabio alle sue ormai “note cene dei cicitt”. Ad una di queste ho partecipato anch’io e per la prima volta nella mia vita ho assaggiato le famose salsicce di capra. Devo dire che ero scettica perché mi era stato detto - e Fabio non ha fatto che confermarmelo - “che i cicitt o li ami o li odi, non esiste una via di mezzo”. Io li ho amati e per lo stupore del padrone di casa ne ho mangiato circa 60 centimetri! Vi fa sorridere? Sembra che sia questo, infatti, il “metro” per quantificare quanti cicitt si riescano a mangiare. Molto simili alla luganighetta e venduti nelle macellerie della valle e in qualche supermercato solo in autunno - vengono prodotti in pezzi lunghissimi, addirittura fino a qualche metro”. Io nella mia vita ne avrò sicuramente digerito alcune centinaia di metri!”, mi dice sorridendo Fabio, direttore di Vallemaggia Turismo, promotore del Vallemaggia Magic Blues e cronico goloso fin dall’infanzia di cicitt. “Ne mangerei una volta a settimana e di norma ne gusto almeno 80 cm, ma molto spesso supero il metro...”.

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CICITT O BRATWURST? Da circa una decina d’anni Fabio organizza queste cene: “Nacquero con l’intento di far conoscere e gustare ai miei amici del Magic Blues questa nostra specialità tradizionale di valle. Da allora queste serate sono diventate una vera e propria tradizione e, durante l’autunno, ne organizzo tre con dieci invitati ciascuna. Va osservato che, in generale, fra i miei amici, sono gli uomini a mangiare con gusto i cicitt che, invece, non sembrano trovare grandi consensi fra le donne”. Perciò la compagna di Fabio, Simòne, prepara in alternativa per il gentil sesso alcuni bratwurst. Anche il compianto Hannes Anrig, organizzatore del Magic Blues e grande amico di Fabio, non ha mai amato i cicitt, nonostante siano decisamente “roots” come la musica blues (definita musica delle radici) che Hannes amava tanto.

«I cicitt,

o li ami o li odi!»

DALLA MAZZA ALLA BRACE La storia di questi insaccati è strettamente legata alle valli del Locarnese dove, un tempo, le capre erano diffusissime ed erano considerate le “vacche dei poveri”. Perciò in quasi tutte le case, a novembre, si organizzava la cosiddetta


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a t avol a

LE

ricette CICITT

Non c’è ricetta, ma solo alcuni semplici consigli: acquistate la quantità desiderata di cicitt e tagliateli in pezzi di circa 30 cm. Grigliateli su una bella brace senza fiamma per almeno una ventina di minuti. Una volta cotti devono aver perso il grasso e avere una pelle ben arrostita. Da accompagnare a un’insalata di formentino e a un buon pane della Vallemaggia.

INSALATA DI PATATE DI SIMÒNE Ingredienti • 1kg di patate • 200 ml brodo vegetale • 1/2 cipolla • 2 C di senape • 1 C di aceto di mele • 3 C di olio di girasole • sale e pepe qb Preparazione Lessare le patate con la buccia. Lasciarle raffreddare, pelarle e tagliarle a fette sottili. Mettere le patate in una ciotola e unire le cipolle tagliate fini, sale e pepe, senape, brodo, olio di girasole e aceto di mele. Rimestare. Se le patate asciugano troppo aggiungere ancora un po’ di brodo. Da gustare a temperatura ambiente.

TA G L I A N D O

“mazza minore”, ovvero la macellazione dei capi più vecchi e non più produttivi. Le salsicce erano realizzate per sfruttare anche le parti meno nobili degli animali. Le prime testimonianze sulla commercializzazione dei cicitt risalgono alla fine dell’Ottocento, a Cavergno, per opera di un

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A TAVOLA… CON VOI Voi ci invitate da… voi quando a casa c’è tutta la famiglia. Una nostra redattrice e un fotografo verranno a casa vostra per scattarvi qualche fotografia e per chiacchierare di ricette, cibo, ricordi e alimentazione. Vi chiederanno la ricetta di una pietanza, magari quella della vostra “specialità”, nel limite del possibile, sarebbe bello poter fotografare anche il piatto pronto.

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certo Giovanni Dadò, si legge nel Patrimonio Culinario Svizzero. Nel frattempo i cicitt sono diventati uno dei presidi Slow Food del Ticino. Ed è grazie a ciò, se oggi questi insaccati sono conosciuti e richiesti anche fuori i confini del Locarnese. Costituiti da carne di capra mista, che una volta finemente macinata viene condita con sale, pepe, aglio, spezie varie e buon vino rosso, l’impasto viene poi insaccato in un lunghissimo budello di capra nella tipica forma sottile e allungata. I cicitt vengono infine posti su assi di legno e lasciati asciugare per alcuni giorni. Per tradizione vanno infilzati su un forchettone o grigliati direttamente sulla brace. Essendo sottili bisogna girarli spesso per evitare che brucino. Sono pronti quando hanno lasciato “cadere” il loro grasso e la pelle è diventata croccante. “Poi va a gusti: a me piacciono quando hanno raggiunto la consistenza della luganighetta, ma c’è chi li ama più morbidi e chi più secchi. In ogni caso vanno unicamente cotti alla brace!”, precisa Fabio.

Simòne prepara l’aperitivo a base di carne secca, patè e formaggio di capra.

Desideriamo invitarvi a casa nostra per raccontarvi cosa significa per noi il cibo, per svelarvi una ricetta di famiglia e per farvi assaggiare il nostro piatto preferito. Famiglia (nome e cognome): ___________________________________________________________ Via: ______________________________________________ Località: __________________________________ Tel.: _____________________________________________________________________________________________ _______________________________________________ Tra tutti i tagliandi pervenuti in redazione ne estrarremo uno per edizione. È quindi possibile che la vostra candidatura venga conservata per un’altra edizione e che veniate contattati in un secondo tempo.


Fabio segue con cura la cottura dei cicitt.

PANE E CICITT “Per noi valmaggesi mangiarli è un’antica consuetudine. Mi ricordo che da bambino non vedevo l’ora che fosse novembre per infilzarli sul for forchettone, seduto al camino accanto al mio papà”. Ma con cosa si accompagnano? “Nella tradizione, visto che era considerato un cibo povero, si accompagnavano semplicemente a del pane.

Noi, in famiglia, li abbiamo sempre mangiati anche con dell’insalata di formentino. Ma pane e cicitt è un abbinamento buonissimo e perfetto!”, mi spiega ancora il padrone di casa. Chi li vuole assaggiare li può acquistare in autunno nelle macellerie della Vallemaggia oppure partecipare alla “Serata dei cicitt” che alcuni ristoranti della valle propongono durante la rassegna gastronomica promossa dalla Fondazione Centro Capra (www.fondazionecapra.ch). Anche la cena organizzata da Fabio e Simòne ha voluto essere un tributo alla capra: “Oltre ai cicitt, l’aperitivo sarà a base di carne secca, paté e formaggio di capra”. Unica “straniera” l’insalata di patate di Simòne, ricetta dei dintorni di Stoccarda, luogo di provenienza della compagna di Fabio. Nel frattempo gli amici sono arrivati e i cicitt sfrigolano allegramente sul camino. In sottofondo un po’ di blues. Un brindisi, un pensiero ad Hannes e poi tutti a tavola a mangiare qualche metro della specialità valmaggese! v

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s al ut e

aiuto una zecca Siete tornati da una bella passeggiata nel bosco e vi ritrovate addosso un ospite indesiderato con otto zampe che sta succhiando il vostro sangue. Aiuto! Di cosa si tratta? Cosa fare? Leggete questo articolo per scoprire tutto sulle zecche. testo Simona Casati Pagani e Giorgio Merlani - foto Fotolia

C

ome ogni anno, con l’arrivo della bella stagione si ripresenta il problema delle zecche. Tante sono le domande e le credenze popolari su questi acari, infatti le zecche non sono insetti, bensì parenti stretti di ragni e scorpioni. Non volano, non saltano e non cadono dagli alberi! Nel mondo sono state recensite oltre 800 specie di zecche, mentre in Svizzera ne sono state descritte una ventina. La più frequente alle nostre latitudini è la Ixodes ricinus, la possiamo trovare nei nostri boschi se sono presenti le condizioni ideali: umidità relativa >80%, temperatura tra 7°C e 25°C, vegetazione (felci, erba, cespugli) e animali di diversa taglia. Le zecche sono dei parassiti ematofagi, si nutrono del sangue di mammiferi, uccelli, rettili e casualmente anche dell’uomo. Nel corso della loro vita passano attraverso tre stadi - larva, ninfa e adulto – e si nutrono solo tre volte nella vita: una per ogni stadio. Il pasto di sangue dura qualche giorno e una volta terminato, la zecca si lascia cadere a terra dove nel corso dei mesi seguenti

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si trasformerà nello stadio successivo oppure, se si tratta di un adulto femmina, deporrà migliaia di uova per poi morire. Il ciclo di vita della I. ricinus può durare fino a sei anni. Questo perché la zecca non va a caccia dell’animale sul quale si nutrirà, ma resta in attesa del suo passaggio sulla bassa vegetazione. Quando la zecca riesce finalmente a salire su un animale oppure sull’uomo, prima di tutto cerca il posto migliore da mordere, dove la pelle è più fine, e poi con il suo apparato boccale si ancora saldamente e inizia a succhiare il sangue, iniettando a sua volta la saliva contenente anticoagulanti, antiinfiammatori e analgesici. Per questo molto spesso la morsicatura di una zecca passa inosservata in quanto non sentiamo nessun fastidio. Le zecche sono anche dei vettori perché possono trasmettere delle malattie durante il pasto di sangue. Il processo di preparazione al pasto

«Le zecche si

nutrono solo tre volte nella vita»


La Ixodes ricinus è la specie più diffusa alle nostre latitudini.

di sangue richiede diverse ore, per cui si consiglia di togliere la zecca il prima possibile, meglio entro 12 ore, per diminuire la possibilità di trasmissione di un’eventuale malattia. La probabilità di essere vittima di una morsicatura di una zecca non è poi così remota, se si pensa che ogni anno in Svizzera ca. 25’000 persone si rivolgono al medico per questo motivo. La zecca I. ricinus può trasmettere diverse malattie, ma le più frequenti sono la borreliosi di Lyme causata dal batterio Borrelia burgdorferi e la meningoencefalite verno-estivale da zecca (MEVE) provocata da un virus. In Svizzera, a seconda della zona, tra il 5% e il 30% delle zecche sono portatrici della Borrelia, (26% per il Ticino). L’Ufficio federale di sanità pubblica stima che in Svizzera ogni anno ci siano almeno 10’000 casi di borreliosi di Lyme. Non esiste alcun vaccino per questa malattia, che generalmente si sviluppa in tre fasi consecutive toccando articolazioni, cuore, pelle, nervi e provocando anche disturbi a carattere cronico. La terapia antibiotica è molto efficace soprattutto nella fase iniziale della ma-

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credenze

• Se togliendo una zecca rimane nella pelle il suo apparato boccale (testa) non allarmatevi perché sarà eliminato con la normale ricrescita della pelle. Non è vero che la zecca ricresce e non è vero che la zecca entra nel corpo. • Non usate liquidi come benzina, olio, colla, ecc. per togliere una zecca. Questa pratica è controproducente in quanto induce la zecca a rigurgitare, cosa che aumenta il rischio di trasmissione di agenti patogeni. • Se una zecca si sta nutrendo, non si stacca fino a quando ha terminato il suo pasto, poi si lascia cadere a terra per fare la muta. Non passa da una persona all’altra. • Le zecche non volano, non saltano, non cadono dagli alberi. Il loro spostamento è minimo e si riduce ad arrampicarsi sulla bassa vegetazione in attesa del passaggio di un animale (larve 20 cm, ninfe 50 cm, adulti 80 cm). • Non serve “svitare” la zecca per estrarla. • Non c’è bisogno di rivolgersi al medico per togliere una zecca.

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s al ut e lattia. Il primo segnale della presenza di questa malattia è l’apparizione, dopo qualche giorno, di una macchia rossa attorno al punto della morsicatura che si espande progressivamente prendendo la forma di un anello per poi scomparire. Si consiglia di controllare il punto della morsicatura per 30 giorni. A differenza della borreliosi che troviamo in tutta la Svizzera, la MEVE è distribuita in modo discontinuo “a macchie di leopardo” e le zone endemiche sono chiamate “focolai naturali” nei quali dallo 0.5% al 3% delle zecche sono portatrici del virus. In Svizzera, questi focolai sono distribuiti soprattutto sull’altopiano e al momento non ve ne sono in Ticino. Nel 2017 sono stati riportati 272 casi, il numero più alto mai registrato dal 2000 a oggi. Molto spesso questa malattia passa inosservata, ma quando si sviluppa può essere molto grave, perché il virus si propaga al sistema nervoso centrale provocandone l’infiammazione, potenzialmente con danni anche gravi e permanenti. Non esiste alcun trattamento specifico, ma fortunatamente è disponibile un vaccino molto efficace raccomandato alle persone che abitano o che frequentano le zone a rischio. Uno studio condotto col Medico cantonale in Ticino ha confermato la diffusione della Borrelia e

per la prima volta la presenza puntuale del virus MEVE in Alta Valle Maggia, in natura in piccoli focolai in luoghi discosti, senza però tradursi in casi di malattia nell’uomo. Al momento, la Valle Maggia rimane quindi una zona non a rischio MEVE. Dobbiamo essere consapevoli della loro presenza nei nostri boschi per poterle affrontare in modo efficace indossando abiti lunghi, usando un repellente e soprattutto al rientro a casa controllando i vestiti e tutto il corpo al fine di identificare eventuali zecche e toglierle rapidamente. Adesso sapete come comportarvi con le zecche, quindi godetevi la natura e i nostri boschi. Buone passeggiate! v

TOGLIERE

una zecca

1. Afferrare delicatamente la zecca il più vicino possibile alla pelle con una pinzetta. 2. Eseguire una trazione lenta e decisa fino a staccare la zecca. 3. Disinfettare il punto della morsicatura. 4. Annotare sul calendario la data della morsicatura. 5. Tenere sotto controllo il punto della morsicatura e in caso di sintomi consultare il medico (es. eritema, sintomi di tipo influenzali).

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Diffusione dei focolai di meningoencefalite verno-estiviale in Svizzera. In basso: tipica macchia attorno alla morsicatura di zecca, indice di borreliosi.


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i n vi aggi o

i canti della foresta

di machiang Nel buio le note della chitarra tradizionale di legno a quattro corde, tutta fatta in casa, assumono delle sonorità magiche, mentre i suoi canti in una lingua che non comprendo sono di una dolcezza impareggiabile. testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch

CINQUE FIGLI ED UN VISO DA BAMBINA Gli anelli dorati attorno al collo brillano occasionalmente quando incontrano i bagliori della fiamma tremolante della candela accesa sul tavolo, l’unico lume in questa notte del villaggio Kayang senza luna. Non è la prima volta che visito Machiang la sera, attratto dai suoi canti della foresta. È una donna molto particolare, 43 anni, cinque figli e un viso ancora da bambina, un sorriso accattivante, tanta dolcezza nei suoi occhi, ma pure allegra e ospitale. L’ultimo giorno prima di partire mi fermerà sulla viuzza del villaggio mettendomi al collo una sciarpa colorata fatta con le sue mani. Un ricordo e un cenno di amicizia, forse un addio con un poco di tristezza. I Kayang sono noti quale minoranza etnica per la particolarità delle donne di portare dei collari attorno al collo, più passano gli anni, più anelli vengono aggiunti e la testa si allontana sempre più dalle spalle. Il portamento è sempre più eretto, un po’ rigido, ma l’incedere delle donne è elegante e con i loro abiti coloratissimi sono splendide. Volgarmente, queste genti sono chiamate “longneck”, colli lunghi, e sono sovente fonte di curiosità. Vivendo con loro mi sono abituato a questa particolarità estetica alla quale le donne paiono tenere ancora molto, anche le più giovani. Col passare dei giorni ho appreso

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molto della cultura e delle usanze di queste genti, così come della loro tormentata storia. Non è stato facile, perché praticamente nessuno parla una lingua che non sia quella dell’etnia o meglio delle etnie locali. Nel villaggio convive infatti pure un altro gruppo etnico, i Kayo, imparentato con i Kayang. Sono detti “grandi orecchi”, perché loro non portano anelli al collo, bensì nelle orecchie. Gli anelli sono pure posti alle braccia e sui polpacci e paiono imporre una sorta di malformazione ai muscoli, schiacciati come sono da quella costrizione. Curiosamente parlano però una lingua molto differente, tanto che a volte i due gruppi faticano a comprendersi. Per non parlare del sottoscritto, che per giorni si è sforzato di apprendere le principali parole in una sorta di lezioni di bilinguismo. Invero, la vita può essere anche molto complessa nel bel mezzo di una foresta pluviale.

«Più gli anni

passano, e più sono gli anelli»

KANKUAN, I PALI DEGLI SPIRITI I Kayang preservano molti usi e costumi tradizionali, e mentre la piccola e modesta chiesa cristiana costruita nel villaggio è poco frequentata, lo


Machiang, un’amica veramente speciale.

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i n vi aggi o Un lavoro paziente: bastoncini sui quali infilzare le foglie per il tetto. Le donne Kayang passano lunghe ore a tessere.

sono di più gli altari e i luoghi di culto poco fuori le cinta che delimitano la comunità. I Kankuan, i pali degli spiriti, appaiono come lunghe lance conficcate nel terreno. Poco lontano, una sorta di piccolo altare. La luna piena e la luna scura dettano il ritmo delle celebrazioni. Nelle case però si trovano sovente dei piccoli templi buddisti con le offerte del giorno. Sono culti che hanno le loro origini secolari in luoghi lontani, quando queste genti abitavano alcune remote regioni della Mongolia, prima ancora di emigrare in Birmania e quindi fuggire di recente in Tailandia. Secondo i Kayang, il mondo è stato creato dal dio Phu Kabukathin, assistito da Pakahao e Kabikabane e da quattro cosiddetti messaggeri, Mann - creatore del cielo -, Ti - creatore della terra - La Taon - creatore delle piante - e La Nan (creatore degli uomini e degli animali). Vivendo il tranquillo trascorrere del tempo del villaggio, posso immaginare che il loro sia un credo di pace e reciproca comprensione. Trascorro le giornate osservando le piccole gesta e le abitudini di queste genti ospitali, tranquille, a volte quasi timide. Mi siedo vicino a loro mentre accudiscono i bimbi, tessono o, in un lavoro di lunghe ore,

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legano e infilzano grandi foglie che diverranno poi i tetti delle loro capanne. Porto sempre con me un foglio, una penna e gli appunti nei quali annoto tutte le parole della lingua che riesco a comprendere. Il mattino o nel tardo pomeriggio, quando è un po’ meno caldo, mi avventuro nei dintorni seguendo indigeni che vanno nella foresta a cercare legna o fogliame o coltivare piccoli e ingrati campi. Pochi metri rubati alla foresta che forniscono loro qualche ortaggio e alcune patate. Vi sono altri villaggi Kayang ad alcune ore di marcia spesso faticosa nella foresta. Qui non vi sono sentieri e rare sono le piste, si cammina sovente nei letti dei torrenti, che in questa stagione sono fortunatamente quasi secchi, poi si scalano le colline attaccandosi a piante e radici. La discesa è ancora più difficile. Terreni paludosi si alternano ad altri sassosi e poi fa caldo, molto caldo anche quando si è all’ombra di una fitta vegetazione tropicale. “TAREIBANA” AMICI MIEI Ailo ha una trentina d’anni, mi pare imbarazzato, non sa rispondere alla mia domanda. Eppure gli ho solo chiesto il nome di famiglia. Così scopro


che non conosce il suo cognome, sarà comunque felice e quasi riconoscente quando saprà di chiamarsi Mambacha, così gli dicono infatti i genitori. In precedenza avevo sempre chiesto alle genti “seberia?” - il tuo nome? - senza mai preoccuparmi se la loro risposta fosse riferita al nome o al cognome. Ho usato spesso il vocabolo “abatarore” - il saluto e “tareibana” - grazie. Perché a queste genti devo veramente molto, ben più di una squisita ospitalità. Mi invitano a mangiare e mi offrono piatti variati a base di riso, verdure, bocconcini di maiale o pollo, uova, patate. Quasi tutte le pietanze sono piuttosto piccanti. Il padre di Ailo è sempre molto felice di condividere la sua mensa con me, soprattutto perché mi piacciono delle piccole salsicce che lui adora. Sono molto gustose e piccanti in modo terrificante e non rimane in seguito che cercare rimedio in un bicchier d’acqua fresca o nel “siru”, un distillato a fortissima gradazione, le due alternative di bevanda non potrebbero invero essere più estreme.

In questi giorni mi sono veramente avvicinato a queste genti e spesso mi domando quale futuro abbiano. Gli adulti sono nati in Birmania e lì hanno ancora le radici, i giovani parlano oramai il tailandese e dicono di voler emigrare a sud, magari a Bangkok, quando riceveranno un passaporto. Alcuni sono anche già fidanzati con ragazze tailandesi. Matew, una giovane donna di 36 anni, è fuggita dal suo paese quando ne aveva 14, ma mi confida di volervi tornare un giorno. Ha lasciato nel villaggio oltre le montagne la madre, mentre il padre mi dice che è morto molti anni fa. Ma non crede che i figli la seguiranno per perché loro sono nati in Tailandia e vanno a scuola a Mae Hong Son. Intanto i Kayang chiamano la patria ancora Birmania, non Myanmar, il nome ufficiale di oggi e grazie alla loro vita isolata nelle foreste del nord della Tailandia preservano or orgogliosamente le loro tradizioni. Anche i pesanti cerchi di ottone che si pongono attorno al collo paiono essere un ultimo cordone ombelicale con la terra e le credenze dei loro padri. v

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oroscop o PREVISIONI PER IL MESE DI MARZO 2018

g ARIETE 21/3 - 20/4

h TORO 21/4 - 20/5

i GEMELLI 21/5 - 21/6

j CANCRO 22/6 - 22/7

Il mese inizierà con un bel trigono nell’elemento fuoco che alimenterà la vostra passione e la vostra creatività, grazie a un bel passaggio di Venere nel segno dal 6.3. Ma non è tutto, potrebbe anche regalare nuovi incontri, collaborazioni vantaggiose e nuovi incarichi, con eventuale trasferimento. Mercurio nel segno dal 16.3 porterà novità, ma dal 23.3 in poi, con il moto retrogrado, anche ritardi. Satur Saturno, sempre in posizione critica, potrà essere faticoso. Più responsabilità richiede pazienza e impegno, anche nella vita privata. In amore vi sarà complicità e sostegno reciproco, nei nuovi incontri meglio essere cauti. Salute: Marte dissonante dal 17.3 in poi inviterà alla prudenza ovunque. Anche questo mese, come a gennaio, ci saranno tre fasi lunari importanti, ma più favorevoli al vostro segno. In effetti, il 1. plenilunio avverrà il giorno 2 in Vergine. Sarà nella vita quotidiana, nel lavoro, che le energie si concentreranno di più, ben sostenuti da Saturno e Plutone e da Marte dal 17.3 in poi, giorno del novilunio. Sebbene molto impegnati professionalmente o con altri doveri, gli influssi dai Pesci aumenteranno il desiderio di evasione, di maggiore leggerezza, pertanto inserite qualche weekend di coccole e relax. Venere passerà in Ariete dal giorno 6 stimolando il bisogno di attenzioni, così come la creatività. Sarà nell’amore, nell’arte e nella musica che troverete benessere. Prima metà del mese ancora un po’ faticosa, con momenti di agitazione e confusione, ma anche di svogliatezza. E questo in particolare nei giorni attorno alle fasi lunari del 2 e del 17.3. Vi ricordo che Marte sarà in opposizione fino al 16.3 come pure dissonante è Mer Mercurio, ragione per cui si raccomanda prudenza alla guida e negli spostamenti in genere. Non siate impulsivi e polemici volendo difendere le vostre idee ad ogni costo. A volte è meglio tacere o fare un passo indietro. Evitate sforzi eccessivi se fate sport. Nelle questioni amorose cercate di essere più onesti con voi stessi evitando di farvi trascinare in situazioni complicate. Dal 21.3, grazie a buoni influssi astrali, sboccerete come la primavera. In questo mese vi saranno di nuovo tre lune. I primi 16 giorni saranno decisamente i migliori grazie al sostegno del Sole, di Nettuno e Mer Mercurio, in ottimo aspetto a Giove. Approfittate di questo periodo favorevole per promuovere le vostre idee, fare colloqui di lavoro e stabilire accordi importanti. Saranno possibili nuovi ruoli e maggiori responsabilità professionali. Siete pronti ad accogliere la sfida? Marte (dal 17.3) e Saturno opposti indicano impegno e forse qualche sacrificio, per cui valutate bene questa possibilità. L’amore sarà romantico nei primi sei giorni, poi più passionale. Possibili discussioni con i figli per motivi di denaro nella seconda metà del mese. Salute: riguardatevi dal 19.3 in poi.

k LEONE 23/7 - 23/8

l VERGINE 24/8 - 22/9

a BILANCIA 23/9 - 22/10

b SCORPIONE 23/10 - 22/11

testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch Il mese si aprirà proprio con la Luna nel vostro segno, in perfetto trigono a Marte e a Urano, poi dal 6 anche Venere si disporrà in aspetto positivo. Sono influssi molto dinamici che sostengono la creatività, la passione e il coraggio di cambiare, di rinnovarsi. Anche l’amore ne beneficerà. Poi dal 16.3, quando anche Mercurio raggiungerà Venere, potrete finalmente godere dei frutti delle vostre fafa tiche, anche in termini di denaro. Novità da parte dei figli. Giovani innamorati si preparano a cercare la casa dei loro sogni. Se invece vivete un amore a distanza, ora vorrete sentirvi più vicini e costruire un futuro insieme. Molto speciale per le coppie il plenilunio del 31.3. Pensate a un viaggio romantico. Interessante questo primo plenilunio nel vostro segno che cade a inizio mese, ossia il 2.3, mentre il 17.3 il novilunio cadrà nel vostro segno opposto, dove ora si trovano Sole, Nettuno, Mercurio e Venere (quest’ultima solo fino al 5.3), che potrebbero farvi sentire piuttosto stanchi e svogliati. Anche le preoccupazioni stancano. Liberate la testa andando nella natura ogni tanto e programmate una vacanza rigenerante per la seconda metà del mese. Intanto siate prudenti alla guida e non firmate contratti importanti senza averli sottoposti a verifica. Sul lavoro evitate le polemipolemi che. Poi dal 17.3 Marte superpositivo vi ridarà vigore e determinazione. E si risveglieranno la passione e l’amore. Quanto impegno questo mese con tre lunazioni! Alcuni di voi potranno sentirsi più confusi e stanchi, forse per l’arrivo della primavera, per cui sarà meglio non sobbarcarsi troppi impegni, ma darsi delle priorità. Imparate a selezionare e a dire dei no per il vostro bene, come vuole Venere in opposizione dal 6.3. Marte vi sosterrà ancora fino al 16.3, ma poi vi lascerà e ne avvertirete la stanchezza. Prevenire è meglio che curare giusto? Siete in cerca di lavoro? Non sarà facile trovare ciò che fa per voi, ma dovrete in qualche modo accontentarvi. E se pensate che basti appoggiarsi al partner? Eh no. L’amore vuole indipendenza ora. Siate cauti negli affari! Novità al plenilunio del 31.3! Interessanti le due Lune del giorno 2 e 17.3! Mese fecondo questo: sappiate sfruttare al meglio le vostre grandi capacità e intuizioni. Sono vari i settori dove potrete mostrare le vostre abilità: dai media, alla musica, all’arte, alla medicina, allo sport. E grazie alla tecnologia, anche voi giovani saprete promuovere le vostre idee geniali e renderle produttive. Cer Cercate le giuste collaborazioni. Dal 17.3 Marte stimolerà la vostra ambizione più che mai. E l’amore? Possibili sbandate per alcuni di voi, attenzione se non siete liberi. Per le coppie ben affiatate complicità e coccole renderanno magiche le vostre notti e voi donne sarete molto fertili. Unioni e viaggi romantici in vista. Che rinascita!

> ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-18

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o r oscop o testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch

c SAGITTARIO 23/11 - 21/12

d CAPRICORNO 22/12 - 20/1

PREVISIONI PER IL MESE DI MARZO 2018 Una bella luna focosa aprirà il mese alimentando positivamente il vostro Marte, per incoraggiare i nuovi inizi, magari un trasferimento salutare, molto favorito dopo il 20.3. Tuttavia, il periodo centrale del mese, tra il 2 e il 17.3 potrà risultare più faticoso per via di altri influssi critici. Questo soprattutto per chi fra voi sta “ricostruendo” la propria vita professionale o si deve assumere responsabilità familiari in più, o ha in corso delle cure per problemi di salute, che miglioreranno con il passaggio di Venere in Ariete dal giorno 6.3. E dal 17.3 anche Mercurio sarà favorevole, sebbene potranno esservi dei ritardi nelle risposte e negli affari. L’amore e l’amicizia hanno uguale valore, quando sono veri. Per voi due lunazioni importanti apriranno questo mese in cui dovrete decidere dove stare. Importanti le giornate del 2 e 17.3. Gli influssi positivi dai Pesci vi doneranno ispirazione e vi inviteranno ad un ascolto più profondo dentro di voi, visto che di solito amate istruire gli altri. D’altro canto, potranno ispirarvi verso un nuovo hobby, o un’attività secondaria. Del resto, Marte stimolerà parecchio la vostra ambizione, quando passerà nel vostro segno il 17.3, dove già si trovano Saturno e Plutone. Tuttavia transitando Mercurio in un segno meno affine al vostro, dove già si trova Venere dal giorno 6, dovrete essere più collabocollabo rativi e aperti anche alle idee e proposte degli altri. Varrà anche in amore.

Il mese si aprirà con la luna opposta al vostro segno, poi vi saranno due lunazioni importanti, il giorno 2 e il 17.3 che metteranno l’accento sul lavoro e sulla quotidianità. Questo sarà un periodo faticoso, per cui dovrete darvi delle priorità, per far fronte ai vari impegni. Ci sarà anche parecchia burocrazia da sistemare se siete liberi professionisti. A favore avrete ancora un bel Marte fino al 16.3, che donerà grande energia, poi sarà la volta di Mercurio. Venere sarà già favorevole a partire dal gior giorno 6.3. Sono ottimi influssi per garantirvi le migliori collaborazioni e vedere i frutti delle vostre fatiche, anche in termini di denaro. L’energia si rinnoverà con la primavera e favorirà anche l’amore. Novità piacevoli in vista.

e AQUARIO 21/1 - 19/2

Quanto movimento in vista per voi questo mese! Tanti impegni, tante le offerte e le proposte, tali da arrecare anche un po’ di confusione e stress, in particolare attorno alle due Lune, del 2 e del 17.3. Si apriranno tuttavia porte importanti per molti di voi, che non disdegnano le sfide, che sanno mettersi alla propro va. Non siete poi cosi deboli come apparite. Lo capirete e lo capiranno anche gli altri quando Marte, passando in Capricorno, dal giorno 17.3, vi vedrà più decisi e grintosi. Saturno e Plutone nello stesso segno premieranno chi fra voi si sarà impegnato seriamente, offrendo nuovi ruoli, anche se richiedono maggiori responsabilità. Voi giovani darete prova di ingegnosità. E in amore? Siate meno dipendenti.

f PESCI 20/2 - 20/3

penne, pennelli e

pasticci

ria la cancelle

a fumetti

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 02-18


IL VALORE DEI SOGNI

S

ognare è una delle principali attività mentali che non siamo in grado di controllare. A volte si dice anche sognare ad occhi aperti, ma in questo caso l’elemento principale che si attiva è la nostra fantasia. Quando si tratta invece di sogni veri e propri dobbiamo distinguere tra sogni onirici e sogni in cui il subconscio rielabora i fatti avvenuti durante la giornata. È scientificamente accertato che ciascuno di noi, durante il sonno sogna, e anche molto spesso, anche se poi al mattino non ci ricordiamo nulla. I sogni che rielaborano gli avvenimenti della giornata Pin120 sono solitamente una versione diversa di quanto abbiamo fatto o di quello che avremmo voluto fare, per cui in questo caso possiamo intuire anche da soli la spiegazione, cioè nei sogni viviamo la realtà che non siamo stati in grado, volutamente o meno, di portare a termine, scegliendo una strada diversa dettata da canoni morali, etici, o altro. In questo caso l’aiuto di un esperto nell’interpretazione Pin125 dei sogni può confermare o correggere quanto abbiamo intuito da soli. Un discorso completamente diverso riguarda l’interpretazione dei sogni cosiddetti onirici, in questo caso entra in discussione l’esoterismo intrinseco nei sogni stessi; spesso non ci ricordiamo quanto sognato, per questo motivo è consigliabile tenere sul comodino carta e Pin112 penna per imprimere appena svegli i ricordi del sogno fatto. Anche sul motivo per cui non si ricordano alcuni sogni, mentre altri rimangono impressi in modo vivido e quasi reale, oppure sul perché alcuni sogni vengono ripetuti più volte consecutivamente, sempre partendo dalla stessa situazione o rivivendola più notti sempre nelloPin101 stesso modo esistono molteplici spiegazioni. In questo caso però è consigliabile rivolgersi a persone esperte evitando congetture personali che potrebbero spaventare, illudere o comunque sviare Pin165 dal reale significato del sogno stesso. Solo così, considerando lo stato d’animo e il contesto degli eventi un esperto sarà in grado di darvi le giuste indicazioni per comprendere il reale messaggio contenuto nel sogno. Non va dimenticato inoltre che esistono anche i sogni premonitori, in questo caso a persone Pin145 particolarmente sensibili o che vivono in situazioni emotive estremamente delicate, può capitare di ricevere in sogno un messaggio, magari oscuro nell’immediato, ma, se correttamente interpretato da chi ha profonde conoscenze sulla sensibilità dell’animo umano, può permettere al soggetto in questione, di capire cosa potrebbe accadere nel prossimo futuri. 0901588 228i vostri sogni, Rivolgetevi anche voi ad annotare ricorrenti o meno, chiedendo + Pin a persone serie e preparate di accompagnarvi nella lettura di questi FR.2.73/MIN. vostri messaggi interiori.

Irma

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