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RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA N° 04 - 1 MAGGIO 2008
REPORTAGE Dalla mia finestra CONCORSO Vinci la maglia di Barnetta SPACCA...TI Il Forte di Airolo
PAOLO MENEGUZZI Il cantante ticinese è diventato… Grande
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SOMMARIO
IN PRIMIS Vero lo abbiamo intervistato vero che gioca a calcio vero che è un calciatore falso è nato a Stabio vero che ci ha ingannati falso credeteci è vero in questa edizione lo scriviamo su questa rivista lo scriviamo nero su bianco che è in copertina che è in copertina Non è stato in silenzio Ci ha dedicato il suo tempo pronto a qualsiasi domanda chiedi quello che vuoi dicci quello che senti però ricorda
6 Fuorionda Il papà di Don Camillo
8 Ma tu lo sai? Una risposta ai tuoi perché
10 Scriv in dialètt Nüm e quii da là dal San Gotàrd
12 Scelti per voi La rubrica a misura di lettore
14 L’intervista Il ragazzo si è fatto… Grande
22 Buon appetito Calcio e fingerfood
24 A tavola in Ticino Sapori raffinati, cultura e buon gusto
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30 Cani, gatti & Co. Movimenti notturni
32 Internet Lavoro o telelavoro? (2ª parte)
34 Parliamo di soldi La linea della vita, problemi finanziari e soluzioni
36 Viaggi Aneddoti africani La loro Africa, Ghana (4ª parte)
43 Abitare Vero lo abbiamo intervistato vero che gioca a calcio vero che è un calciatore falso è nato a Stabio vero che ci ha ingannati falso credeteci è vero
È… vero, abbiamo storpiato il suo brano, ma probabilmente avrete comunque scoperto che abbiamo intervistato proprio lui, il rappresentante per la Svizzera a Eurovision Song Contest 2008, Paolo Meneguzzi. Trovate l’intervista a pagina 14. Vero!
Nel nome delle rose
44 Salute Un vaccino contro il tumore del collo dell’utero
48 Bellezza
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Prepararsi per l’estate
53 Penne, pennelli e pasticci Il flaconasetto
54 Oggi parliamo di… “Chi cammina è in… gamba”
56 Collezione per passione Daniele Marcis, collezionista di scacchi
58 Sport Nuota, pedala e corri
64 Concorso Euro ‘08 La tua risposta al richiamo degli Europei
66 Euro ‘08 eccoci Febbre Euro ‘08
La redazione
70 Spacca… TI Il Forte Airolo
72 Reportage Dalla mia finestra
79 Sondaggio Ponti festivi: che fate?
84 Motor Time 1’200 metri di emozioni Dove vai se lo scooter non ce l’hai?
Troverete la prossima edizione di llustrazione Ticinese, nella vostra bucalettere a metà maggio.
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 04-08
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95 Oroscopo Le previsioni di Cloris fino al 15 maggio
98 Cruciverba Caccia al personaggio
IN COPERTINA: Paolo Meneguzzi (foto Ti-Press/Francesca Agosta)
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uesto mese ricorre il centenario della nascita di uno dei più popolari scrittori italiani dello scorso secolo, Giovanni Guareschi. In realtà all’anagrafe era registrato come... Giovannino, nome esilarante per un pezzo d’uomo come lui. È anche vero che quando fu deportato nei lager nazisti
alla storia della letteratura, del cinema e del costume. E il suo Gran Diario? Finì nella stufa, perché: “Certe volte è bene ricordare; altre volte è meglio che i nostri ricordi vadano in fumo”. Tuttavia come dimenticare quello che Guareschi dovette subire ancora anni dopo? Quando fu processato e condannato per
IL PAPÀ DI DON CAMILLO “Chi non trova un biografo deve inventare la sua vita da solo” (Guareschi). testo Roberto Rizzato
pesava quasi un quintale; ma ne uscì un paio d’anni dopo con 49 chili di pelle e ossa e altri 20 di appunti: la bozza di quello che avrebbe dovuto essere il suo Gran Diario, la storia del detenuto numero 6865 e dei suoi compagni di prigionia. Una volta a casa, Guareschi si mise a scrivere come un forsennato: quell’esperienza gli bruciava ancora dentro. Erano gli anni in cui Primo Levi, ebreo scampato ai campi di sterminio, mandava alle stampe la sua sconvolgente testimonianza: Se questo è un uomo. Da parte sua Guareschi pubblicò un libro che fece altrettanto clamore. Era però un romanzo umoristico ambientato nel dopoguerra e raccontava della simpatica rivalità tra il sindaco comunista, Peppone, e il prete del paese, Don Camillo. Un capolavoro che lo consegnò
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vilipendio al presidente della Repubblica italiana, avendo osato ironizzare sul fatto che la casa vinicola di Luigi Einaudi sfruttasse la sua carica istituzionale per meglio vendere il suo “Nebiolo del Presidente”? E come dimenticare i guai che ebbe con il presidente del Consiglio, De Gasperi, quando dovette farsi altri 420 giorni di carcere, più 6 mesi di libertà vigilata? Ma non aspettò che venissero a prenderlo a casa i carabinieri: si presentò da solo al cancello del penitenziario con la sua vecchia sacca di prigioniero volontario. Suonò e disse alla guardia all’ingresso: “Sono Giovannino Guareschi, devo scontare un po’ di galera. Mi faccia entrare, per favore”! Perché lui era un uomo tutto d’un pezzo (“Non muoio neanche se m’ammazzano!”), uno che non scendeva a patti con
la sua coscienza. Preferiva essere “condannato dalla giustizia e assolto dalla sua coscienza; anziché essere condannato dalla sua coscienza e assolto dalla giustizia”. Voleva potersi guardare ancora con orgoglio allo specchio e poter restare “amico di se stesso”, ben consapevole del fatto che “per rimanere liberi, a un bel momento, bisogna prendere senza esitare la via della prigione”. L’aveva già fatto nel ’43, dopo l’armistizio, rifiutandosi di disconoscere il re. Si dice che sopra la sua branda nel lager tenesse una mezza banconota da 5 lire come un santino, perché c’era impressa l’effigie di Vittorio Emanuele III. Anche se poi aiutò indirettamente i democristiani ad arginare il “pericolo rosso” con il famoso slogan: “Nel segreto dell’urna Dio vi vede, Stalin no”, Guareschi sino all’ultimo continuò a professarsi monarchico. Un giorno infine chiarì la sua posizione politica: “Perché sono monarchico? Perché in Italia non c’è più il re!”. Negli ultimi tempi, afflitto da un’ulcera cronica e da problemi polmonari, venne a curarsi anche in Ticino, a Cademario, e con la sua proverbiale arguzia sentenziò: “I medici non hanno fantasia: studiano, si specializzano, sco-
«Guareschi venne a curarsi anche in Ticino»
prono la penicillina, inventano persino la bomba al cobalto poi, quando ti visitano, sanno dirti semplicemente che devi smettere di fumare; e te lo dicono come se fosse una cosa semplice da fare!”. E, altrettanto argutamente, concluse: “I dottori per guarirvi devono per forza trovare qualcosa da proibire: l’astuzia sta nel farsi proibire soltanto le cose a cui si tiene di meno”.
Non avrei mai pensato di vedere mio figlio andare in pensione.
La vita, a volte, non segue i nostri piani. Pensate alla previdenza con la numero uno. Chi pensa in tempo alla previdenza e investe con Swiss Life, è pronto ad affrontare gli imprevisti del futuro. Le soluzioni d’investimento e previdenza elaborate dai nostri esperti tengono conto della vostra età , delle vostre esigenze e del vostro profilo di rischio. Rivolgetevi alla numero uno sul mercato. Tel. 0848 841 000. www.swisslife.ch
SAI PERCHÉ
ROMA È IL CENTRO DELLA CRISTIANITÀ?
Il bronzo di San Pietro, nella navata centrale della Basilica di San Pietro a Roma, di Arnolfo di Cambio (1245-1302).
Dopo la morte di Gesù Cristo, i suoi insegnamenti continuarono a diffondersi grazie all’opera dei suoi apostoli. Il più importante fra loro era Pietro, al quale Gesù affidò la giurisdizione su tutta la Chiesa. Pietro si recò a Roma, allora capitale dell’Impero e centro di cultura e civiltà dove intendeva iniziare la sua missione. Nel 67 d.C. Pietro venne giustiziato e solo nel 326 d.C. l’Imperatore Costantino fece edificare una basilica, a lui dedicata, nel punto in cui fu giustiziato. Da allora Roma, a parte brevi parentesi, è sempre stata sede del papato e della cristianità.
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1° Il mondo che vorrei di Vasco Rossi 2° Safari di Jovanotti 3° Back to black di Amy Winehouse Classifica dei CD più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con City Disc, Lugano.
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A SPRON BATTUTO? Locuzione, questa, ampiamente utilizzata per indicare un’azione compiuta a tutta velocità, deriva dal periodo medievale, quando il cavallo era il mezzo di trasporto più veloce. Quando il cavaliere voleva accelerare la corsa batteva gli sproni, pezzi di metallo fissati al tallone e muniti di una o più punte, sui fianchi dell’animale. Dagli sproni, o speroni, deriva anche il verbo “spronare”.
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1° La caccia di Carla Del Ponte 2° Il campo del vasaio di Andrea Camilleri 3° Diario di scuola di Daniel Pennac
SAI COSA LEGGIAMO?
SAI PERCHÉ SI DICE
SAI COSA ASCOLTIAMO?
MA TU LO SAI?
SAI DA COSA DERIVA Questo termine, che nel gergo comune viene utilizzato per indicare un periodo di pausa in generale, in realtà sarebbe da riferirsi solamente ai docenti universitari ai quali viene concesso un anno di pausa dall’insegnamento. Deriva dall’ebraico shabb¯ath (sabato), il giorno in cui gli ebrei cessano ogni tipo di attività lavorativa, apparecchiano la tavola secondo un rito speciale e leggono la Torah. Sempre presso gli ebrei poi, un anno su sette ci si asteneva dai lavori campestri e dalla riscossione dei crediti.
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SABBATICO?
Un’antica Torah.
SAI CHI HA INVENTATO
Classifica dei libri più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con la Libreria Segnalibro, Lugano.
LE SCALE MOBILI? Fu l'impresario statunitense Jesse Reno ad inventare e a realizzare la prima scala mobile, sul molo di Coney Island nel 1894. Due anni dopo venne istallata la prima scala mobile interna, ai grandi magazzini Siegel Cooper di New York. In breve i grandi magazzini in tutto il mondo imitarono l’idea. In seguito, con la realizzazione delle metropolitane, le scale mobili scesero anche sotto terra. La prima volta nel 1900, nella stazione della 3° Avenue, sempre a New York. Reno cedette poi i diritti all'indu- Jesse Reno (Kansas 1861-1947). striale Otis.
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SCRIV IN DIALÈTT
NÜM E QUII DA LÀ DAL SAN GOTÀRD La bügada di Oficin da Bellinzona l’ha ma òbliga a riflett ammò sul “tö e dà” dal Tesin cunt ul rest dala Svizera. scrivüt dal Pier Baron
G
h’è mia tant piasüt a un quai noss “confederato” che tütt ul Tesin, da destra a mancina, al sa sia tiràt in pée per la question di Oficin da Bellinzona. Intant che scrivum, al semm mia ammò ben come la narà a finì, ma l’è mia süla conclüsion dal “caso Oficin” che vörum riflett, fa sü una pensada (giüsta o sbagliada che la sia). Ma süi noss contatt, da ticinés, cunt ul rest dala Svizera, cunt i svizzer tedesch, che ien quii püssée visin. Metemm sübit in ciàr: nüm semm svizer tant come lòr (forse ammò püssée: in da l’ültima guèra gnanca un ticinés l’ha voltàt la schéna ala patria) e vörum mia
«Nüm semm svizer tant come lòr»
fà ul “weinendes Kind”, ul fiöö che al fà ul piangina. A gh’emm una dignità, anca se tàcum a lît un po’ tropp da spess in cà nossa, fra da nüm: a semm mia nè méi nè pésc di àlter svizer, ma da sicür a semm diferent. L’è quel che al fà fadiga (hat Mühe) a capì ul René Lenzin, che da Lügan al scriv par ul “Tages Anzeiger”. Tal chì, l’è quand che la reména ammò cunt la storia che ul Tesin a l’è in testa ala clasifica svizera da chi che dopra la machina
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par nà in gir (602 Personenwagen auf 1’000 Einwohner, gegen 516 da media svizera). Al ma dîs ammò, ul Lenzin, da mia tirà scià la scüsa dal “canton da montagna”, perché ul Grison al g’ha una media da 492 sü 1’000 e Uri da 467. Questo par fà capì che i ticinés i sa contradiss, quand che i difénd i pòst da lavor in ferovia e pö, invece da doprà i “mezzi pubblici”, i pògia ul dadré süla so machina. Ul soci dal “Tages Anzeiger”, che ga la discanta giò ala Tante Ida von Oberhorgen e al Bauführer von Rafz, al podaress fà un minim sforz: e ciapà in man la carta geografica, Alura al vedaress che ul Tesin l’è un “Grenzkanton” cunt una ünica spina dorsal (la linea dal Gotàrd) e che föra da lì, se ta ghét mia un birocc tò, ta salüdi cunt i “mezzi pubblici” e cunt ul “Postauto” che i fann (come al scriveva ul Max Frisch, in “Der Mensch erscheint im Oelozen”, L’uomo nell’Olocene) al massim trii viacc al dì. L’ültim che riva a Berzona (Onsernon) ai sés e mezza da sira, e dopo tà po’ tant nà a pesciàna o domandàg un strepp al prim che passa. I grisonés? Ma i gh’an la Rätische Bahn che l’è comè una metropolitana; e anca quii da Uri, che i pòdan nà a quasi tücc i orari anca fin sü a Andermatt, cunt ul trenin. A tirà sü la “media ticinésa” di machin in circolazion a ga pénsan, caro ul mè Lenzin, i tò confederati, quii che i’en vegnüt da nüm par la “Lebensabend”. Un esercit, sü da là par ul Locarnes. E quasi tücc cun scià ul so birocc. Che i’en anca quii che i’ha mai pagàt un ghell par i noss ospedaa (e che i ma occüpan i stanzi e i
«Po’ dass che ul
“federalismo” l’è pü quel d’una volta» sal operatori). Dopo l’è anca vera che nüm ticinés, cunt ul cinc par cent dala popolazion svizera, a pòrtum via ul 23,5 par cent dal buget dala radiotelevision. Ma i türbìn dala Maggia e dala Bleniowerke i manda là elettricità par fà sperlüsì i vedrin dala Bahnhofstrasse da Zürig. Se femm par dì? Femm par dì che se métum in discüssion ul federalismo (e questo chi l’è ul punto, bisögnaress dìgal anca al prof. René L. Frey, che sa la tira, cunt la globalizzazion, süla NZZ am Sonntag, sota al titol: “I FFS i dévan mia fà politica regional”) alura a femm un bel “contenzioso” e dopo védum chi che a dà püssé e . E c h i c h e d à m e n . Va b e n l a globalizzazion, ma bisögna mia lassàgala in man (senza un minim da controll) a “manager” che i strüsa, i tàia e i medéga e pö i mòla ul mazz cunt scià di “buone uscite”, roba da végh vergogna e da nà a scùndas in un praa segàt, quant che ta pénsat ai pagh di operari. Po’ dass che ul “federalismo” l’è pü quel d’una volta, che al deva vess agiornàt: ma alura sa fà una “pensàda global”, anca sül destin dala periferia. Se tìrum tütt inséma a Berna e Zürig, che Svizera gh’avrem scià?
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Dai croccanti BISCOTTI AL BURRO CON MANDORLE ai raffinati dolcetti al Marc de Champagne fino ad arrivare agli squisiti kipferl alla vaniglia: le 16 varietà di biscotti Créa d’Or sono una vera delizia per il palato.
SCELTI PER VOI
Da avere
Da vedere Le invenzioni pazzesche
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Con questo biscotto la casa Wernli ha voluto dimostrare che i gusti degli uomini non sono uguali a quelli delle donne e così ha creato “Guara, only for man”. Ma una donna come può resistere alla tentazione di comprarli, foss’anche solo per trasgressione? Beh, portata a casa la… refurtiva e aperta la scatola, ci trova tanti piccoli pacchettini neri con decorazioni color bronzo. Design maschile, non c’è che dire. Aperto il pacchettino ecco un biscotto scuro (scopriamo poi che contiene scaglie di cioccolato fondente) ricoperto con una cialda di cioccolato nero (che contiene guaranà). Alla prova assaggio, il biscotto si rivela croccante, poco dolce, anzi con una punta amarognola. Decisamente buono questo Guara. In una cosa la Wernli ha sbagliato… i gusti delle donne non sono poi così diversi da quelli degli uomini… che sono avvisati!
La parola liberata Donatella Gilardoni, Casagrande
Questo libro è una sorta di diario scritto da Donatella Gilardoni, logopedista nel Servizio di sostegno pedagogico per la scuola dell’infanzia ed elementare. Sulle pagine scorrono le vite, le difficoltà, i dolori e i trionfi di Sara, Luca e Giacomo, ma anche dell’autrice, che attraverso l’esperienza con i suoi piccoli pazienti valuta anche sé stessa. Un linguaggio semplice e diretto per queste pagine che si leggono tutte d’un fiato e aiutano a capire che a volte imparare a comunicare può rivelarsi un lungo e difficile viaggio.
Il set per panbiscotto Betty Bossi
L’idea è semplicissima, eppure evita di avere scarti, consente di cuocere un pan biscotto perfetto e di tagliarlo in diversi formati. Con un clic si “erigono le balaustre” nelle quali versare l’impasto e con la spatola si livella. Una volta cotto il biscotto, lo si può usare intero, per realizzare il classico rotolo, ma aiutandosi con le tacche sulle “balaustre”, si possono tagliare diversi formati in modo preciso. Nel libricino allegato poi ci sono un sacco di idee interessanti per realizzare aperitivi, stuzzichini e tanti dolci.
Abbiamo provato
http://www.ideerandage.com/Idee%20divertenti/giapponesi/invenzioni_giapponesi.htm Che i giapponesi siano in grado di inventare, e soprattutto di usare, le cose più pazzesche ormai si sa, ma forse queste chicche ancora non le avete viste… Ecco allora una carrellata di oggetti tanto assurdi da essere decisamente esilaranti. Qualche esempio? L’ombrello pieghevole inserito nella cravatta, la mascherina per spalmare il rossetto sulle labbra senza sbavature, il poggia braccia da passeggio, il raffredda spaghetti o il copricapo di carta igienica in caso di raffreddore… Vedere per credere!
Guara, Wernli
Abbiamo letto
PhotoBook, www.ifolor.ch Avete in qualche cassetto una montagna di buste piene di fotografie, delle quali non ricordate più né dove né quando sono state scattate? No. Forse avete un sacco di cartelle sparse nel computer, piene di immagini che “un giorno o l’altro devo davvero farle stampare!”. Beh, non è proprio una novità, ma forse non tutti sanno che è possibile far stampare un libro con le proprie immagini, la copertina rigida e la carta patinata, proprio come quelli che si comprano in libreria. Le possibilità sono davvero tante, dal formato al tipo di impaginazione. Un modo geniale per fare finalmente ordine, o per fare un regalo davvero speciale.
Il biscotto per soli uomini!
Abbiamo assaggiato
Il libro personale
Prima mondiale
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L’INTERVISTA
Abbiamo trascorso una giornata con Paolo Meneguzzi, rappresentante per la Svizzera, il 20 maggio all’Eurovision Song Contest di Belgrado, incontrando i suoi luoghi d’infanzia, alcune insospettabili fans, l’ambiente di lavoro, il suo mondo, e abbiamo provato a trasferirli, nel limite del possibile, su queste pagine, per tutti noi...
IL RAGAZZO SI È FATTO
GRANDE
testo Marco Ortelli - foto Ti-Press/Francesca Agosta
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L’INTERVISTA
L’
appuntamento con Paolo Meneguzzi è fissato a Stabio per le 10 del mattino. Qualche giorno prima l’ho visto in televisione, al Festival di Sanremo, e tra pochi minuti me lo troverò davanti in carne ed ossa: quale sarà l’impatto? Arriva con mezz’ora d’anticipo, accompagnato dal suo addetto stampa. L’approccio è spontaneo. Prima di entrare in un bar per raccogliere la prima parte dell’intervista, ci dice se possiamo attendere un attimo, si infila nella sua automobile e si cambia i vestiti… Il bar è occupato da avventori in età da pensione, le gerenti del locale e una giovane donna al bancone. La reazione è immediata, tutti lo riconoscono e si congratulano con lui. Ci sediamo. La giovane donna al bancone non gli toglie gli occhi di dosso, finché, dopo molte esitazioni, prende coraggio e gli scatta di nascosto una foto col proprio cellulare… UN SOGNO NELLE MANI UN BAMBINO “Mia mamma mi racconta che ero un birichino, che non mangiavo mai a tavola, che nei ristoranti andavo a disturbare le persone e che a volte cercavo di mangiare al loro tavolo piuttosto che al nostro. Ero molto sveglio, a quanto pare. Se volevo qualcosa facevo di tutto per averla”. UN ADOLESCENTE “Che si è trovato nella compagnia giusta e che non è caduto nelle trappole che possono caratterizzare le cattive compagnie, anche grazie allo sport, perché comunque mi allenavo 5/6 volte la settimana”. CON IL CALCIO… “Ho giocato a calcio negli allievi dello Stabio, poi ho fatto un anno a Mendrisio e per finire sono stato nelle giovanili del Chiasso. Ho giocato un po’ in tutti i ruoli, ma prediligo quello di attaccante”. UN LAVORO… SICURO… IN BANCA “Compiute le scuole elementari e le medie a Stabio, ho cominciato a seguire una scuola bancaria e a lavorare presso un grande istituto bancario a Chiasso. Lavoravo, ma cominciavo ad avere le idee un po’ più chiare, volevo cioè a tutti i costi provare a cantare. Ricordo di non essere stato uno studente molto applicato. Una volta, ad esempio, invece di scrivere un tema di italiano ho consegnato il testo di una canzone. In banca, poi, continuavano a dirmi, ‘smettila di sognare, pensa a lavorare’”.
SCHEDA BIOGRAFICA Nome: Pablo (in arte Paolo) Cognome: Meneguzzo (Meneguzzi) Data di nascita: 6 dicembre 1976 Professione: cantante (di formazione impiegato di commercio) Stato civile: “spirito libero” Domicilio: San Pietro di Stabio
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… E IL SOGNO DELLA MUSICA “Ho fatto le mie prime apparizioni musicali all’oratorio di Stabio, ogni anno i bambini delle scuole che volevano potevano cantare in concorsi che si chiamavano “Sirenetta”; ho ancora a casa diversi piatti con la scritta ‘terzo rango’ o ‘primo rango’. Prestissimo, a cinque o sei anni, si è notata la mia inclinazione per il can-
«Mi piacerebbe un giorno tornare a cantare all’Oratorio di Stabio» to. Ho imparato a suonare la chitarra verso gli otto anni, anche se a dire il vero mio nonno me l’aveva già regalata un anno prima, ma siccome con le mani non arrivavo all’impugnatura ho dovuto attendere di crescere. Evidentemente, da piccolo non pensavo di intraprendere una carriera musicale, anzi, quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande rispondevo ‘l’astronauta’. Sì, le mie più grandi passioni sono sempre state il calcio e la musica, ho continuato a dividermi tra partite e concorsi musicali, finché, in occasione di una di queste gare, ho avuto la fortuna di conoscere il mio attuale produttore, Massimo Scolari, col quale è iniziata la mia avventura artistico-professionale. Poi c’è stato un evento inatteso che ha cambiato il corso della mia vita”. FAVOLA “UN COLPO DI FORTUNA” “Per due anni di seguito, nel 1995 e nel ’96, mi sono presentato a Sanremo, senza essere selezionato. Sempre nel ’96 abbiamo spedito la stessa canzone pensata per Sanremo al festival di Viña del Mar, in Cile. Siamo stati accettati quali rappresentanti per l’Italia e... abbiamo vinto il concorso, la canzone Arià Ariò in Sudamerica è diventata un hit, e noi siamo diventati un ‘caso’. Ho cominciato così a fare avanti e indietro dall’America Latina, partecipando a concerti, promozioni, realizzando video. Ricordo in particolare i Colombia Awards, quando in qualità di ospite mi sono trovato a premiare un’artista debuttante, Shakira... (oggi star mondiale della musica pop, ndr). Il primo anno, non conoscendo la lingua spagnola, avevo un traduttore, poi l’ho appresa cantando. Dopo l’euforia dei primi anni ho vissuto un momento di crisi, non capivo cosa dovessi fare, se trasferirmi in Sudamerica - ma questo voleva dire lasciare la famiglia, gli amici - o rimanere. Mi sentivo diviso, mentre da un punto di vista musicale, se è vero che laggiù avevo riscosso un notevole successo, in Italia le case discografiche mi dicevano che la mia musica non era adatta per il mercato europeo. Forse era anche vero, capivo che
2 1. Il primo teatro in cui si è esibito Paolo, e nel quale vorrebbe tornare a cantare… 2. All’Oratorio di Stabio, dove Paolo ha trascorso la sua infanzia. 3. Fan insospettabili, le signore incontrate all’interno dell’Oratorio, intente a realizzare (e poi a offrire) i tortelli per la Festa di San Giuseppe. 1 3
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L’INTERVISTA
il mio poteva benissimo essere stato un caso, un colpo di fortuna. Ne ho un po’ sofferto, finché nel 2001 ho potuto prendere parte al Festival di Sanremo e farmi conoscere in Italia”. Realizzo questa parte d’intervista sull’autostrada che collega Stabio a Pollegio. Un occhio al volante, uno a me e il… terzo ai suoi pensieri, Paolo si racconta in modo sciolto e spontaneo. “Sto parlando molto”, mi dice. Di regola realizzo le interviste con un dittafono. Penso che ci vorrebbe uno strumento per registrare anche le emozioni e i pensieri non detti per poi trasferirli sulla pagina. LEI È LE TUE CANZONI HANNO QUALE TEMA DOMINANTE I SENTIMENTI. COSA CI PUOI DIRE A PROPOSITO DELLA TUA DIMENSIONE AFFETTIVA? “È il mio punto debole. Non riesco a pensare a una relazione come a quella definitiva, e quindi, in passato, ho vissuto incontri che, se nella fase iniziale, da innamorato, mi parevano quelli della vita, poi finivano per illanguidire, per motivi diversi, ma anche per noia, sono infatti soggetto ad annoiarmi facilmente delle cose, ho bisogno di continuo movimento, e quindi mi rendo conto di aver potuto anche comportarmi male. Ho quindi molti spunti di cui... cantare, sono stato tradito, ho tradito, però, la cosa principale è che quando ho amato l’ho fatto perché in quel momento ci credevo veramente, e l’ho fatto in modo sincero, vivendo la vicenda fino in fondo”.
HAI UNA FIGURA FEMMINILE DI RIFERIMENTO? “Di una donna mi piace la dolcezza, certo la bellezza esteriore all’inizio ti può colpire, però la combinazione tra malinconia e sofferenza mi colpisce in modo particolare. A volte, poi, ti innamori di una situazione e allora vuoi assumere il ruolo di chi giunge a liberare l’altra persona dalla sua situazione difficile per portarla in una condizione migliore”. MUSICA HAI PARTECIPATO PER CINQUE VOLTE AL FESTIVAL DI SANREMO; COME RIASSUMERESTI QUESTA TUA ESPERIENZA? “È un passaggio importante, perché ti permette di avere molta visibilità e di diventare ‘famoso’. Sanremo rimane il palco più importante d’Italia, e quando vi ho partecipato non l’ho mai fatto pensando alla vittoria, bensì come a una grande opportunità per promuovere le mie canzoni. In una settimana fai quello che faresti in sei mesi di promozione”. CERTO, PROMOZIONE, MA ANCHE EMOZIONE DELL’ESIBIZIONE... “L’emozione c’è sempre, però la paura di salire sul palco, di stonare o di rimanere ingessato se n’è andata. Sai che arrivi nella casa di milioni di persone e senti che la tua musica in tre minuti si espande. Rispetto ai primi due anni, in cui la paura mi prendeva la voce, nell’ultima mia esibizione credo di aver reso all’80/90% delle mie possibilità, e ritengo che questo sia stato un grosso passo avanti”. 1
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SEI ALLORA PRONTO PER L’EUROVISION SONG CONTEST DI BELGRADO… “Ancora prima di sapere che avremmo partecipato a Sanremo, il nostro obiettivo principale era questo. È già da un anno che ci lavoriamo e il fatto che la Svizzera abbia scelto me per l’Eurosong mi onora e inorgoglisce. Quando ero bambino ripetevo sempre che un giorno avrei voluto essere il cantante per la Svizzera, e ora che ci sono… è stupendo”.
giunge un altro giro armonico e canto una canzone più veloce; è un succedersi piuttosto casuale, e quando sento che qualcosa è interessante comincio a sviluppare il tema. Una mia canzone nasce comunque da un lavoro di squadra, sia a livello di testo, sia a livello di melodia. Sono dell’idea che più menti collaborano alla realizzazione di album e più farai la cosa giusta. Grande, ad esempio, è stata una canzone magica, l’ho composta al pianoforte e cantata di getto in studio”.
STUPENDO, COME LA CANZONE SCELTA PER L’EUROVISION… “Era stupendo trovo sia ancora più adatta alle mie caratteristiche rispetto a Grande, interpretata a Sanremo. Sarà un passaggio importante, da un lato perché potrò onorare la Svizzera che… canta, dall’altro, più personale, perché non sono conosciuto nel bacino del Nordeuropa, e quindi la prospettiva di poter allargare il numero dei miei possibili ascoltatori è allettante. Era stupendo, infatti, sarà registrata anche in inglese. A proposito di Svizzera, con la mia selezione ad Eurosong ho riscontrato un favore generale da tutte le tre regioni linguistiche, tutti sono molto cordiali nei miei confronti, mi sostengono e questo è molto bello”.
ABBIAMO DETTO COME LA GENTE PER STRADA TI RICONOSCA: SEI UNA STAR. CHE EFFETTO TI FA, E COSA PENSI DEL FENOMENO DEL ‘DIVISMO’? “Cerco di essere il meno ‘divo’ possibile, comportandomi con la gente in modo spontaneo. Non mi sento una star, ma un ami-
ABBIAMO CITATO ALCUNE TUE CANZONI, COME NASCE UNA CANZONE? “Dipende da quello che capita quando mi trovo al pianoforte o con la chitarra, molte volte mi parte una cosa lenta, poi si ag4
«Ho giocato un po’ in tutti i ruoli, ma prediligo quello di attaccante»
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6 1. In un caffè di Stabio, dove è partita la… grande avventura di un bambino che sognava la musica. 2. Ritratto di un artista a Pollegio; qui vengono registrati i successi di Paolo. 3. Frammento di intervista; una giornata di Paolo comprende incontri frequenti con la stampa. 4. Non solo canzoni. Il calcio è sempre stata una grande passione di Paolo. 5. Nelle giovanili del FC Chiasso, dopo avere indossato le casacche degli allievi del Mendrisio e dello Stabio. 6. “Sono un realizzatore, alla Pippo Inzaghi”, ci ha confidato, ridendo, l’attaccante dell’US Azzurri.
L’INTERVISTA
co delle persone che incontro. Le signore che abbiamo incontrato prima all’Oratorio di Stabio, ad esempio, le ho viste come le può vedere un bambino che è cresciuto in quel posto, né del resto mi piace frequentare i cosiddetti luoghi mondani, dove i personaggi si fanno fotografare per poi apparire sulle riviste patinate. Quando avevo 14 anni ero un fan di Eros Ramazzotti e di Vasco Rossi, così credo di capire cosa possano provare le persone nei confronti di un cantante. Un artista ti rende partecipe di un mondo, attraverso una canzone avviene un processo di identificazione che unisce le persone, e questo senso di partecipazione trasmette forza ed emozione. Credo che quelli che mi seguono intravvedano attraverso di me la possibilità di un percorso di crescita personale”. COME TRASCORRE ALLORA LA GIORNATA UN UOMO GIOVANE, CHE NON È UNA STAR MA UN CREATORE DI EMOZIONI? “Sono passato dalle otto ore in banca a quelle indefinite di adesso. Una mia giornata lavorativa può durare anche 16 ore, svolgersi il sabato e la domenica senza che mi pesi, semplicemente perché quello che faccio mi appaga. Il mio rimane comunque un lavoro metodico, mi alzo presto il mattino, quando devo registrare un album passo giornate intere in studio di registrazione.
«Fuggo dalla noia e la musica può essere considerata la mia isola felice» Poi, certo, ci sono giorni in cui posso gestire le mie ore, mi piace anche… vivere, arredare la casa, andare a far la spesa, cucinare o uscire con gli amici, cose, queste, che mi consentono di mantenere i piedi per terra”. A Pollegio varchiamo il cancello che conduce a una grande casa la cui porta è aperta. Incontriamo il proprietario della stessa, il produttore di Paolo, e altri componenti del suo staff. Io e Francesca, la fotografa che mi accompagna, veniamo invitati a rimanere a pranzo. Esitiamo: “Grazie”. In una tavolata composta da 10 commensali, Paolo mangia e nello stesso tempo legge sul suo computer portatile le mail ricevute dai suoi fans. In questa casa egli soggiorna, immagina e crea musica, che registra nello studio situato a 300 metri da qui. Durante l’ultima parte dell’intervista siamo colpiti dal viavai di persone che entrano ed escono dall’abitazione.
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Per i lettori di Illustrazione Ticinese, con un semplice ‘clic’, l’opportunità di vedere scorrere una galleria d’immagini inedite di Paolo Meneguzzi.
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SE L’ARTE È NATA PER ALLEGGERIRE IL PESO DELLA VITA, TI SOLLEVA QUESTA TUA VITA ARTISTICA? “Quando canto e faccio musica non penso ai miei problemi, come ad esempio al fatto che i miei genitori si siano separati. Can-
L’incontro è giunto al termine. Congedandoci gli chiedo qualche autografo, ci salutiamo cordialmente, varchiamo il cancello della casa. Alle nostre spalle, Paolo e il suo mondo, nel quale siamo entrati per un giorno, con l’emozione a fare da sottofondo…
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DA COSA STAI FUGGENDO? “Dalla noia, da un mondo che non mi piace. Pur facendo un lavoro che mi appaga, ed essendo fortunato perché riesco a vivere di questo, probabilmente la mia fuga è una specie di ribellione verso ciò che mi circonda, e la musica può essere considerata la mia isola felice”.
tando mi isolo e sto bene, certo ci penso, ma questo mi aiuta sicuramente ad andare avanti. Auguro a tutti i ragazzi di trovare un lavoro che li soddisfi, perché aiuta ad affrontare la giornata in maniera diversa, soprattutto da noi, in cui tutto è schematizzato. A mio avviso bisognerebbe osare, ricercare la propria felicità, uscire dagli schemi. Certamente si rischia un po’, ma poi, alla fine, si ha magari vissuto una vita felice”.
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CORRO VIA CORRO VIA È IL TITOLO DEL TUO ULTIMO CD… “Negli ultimi anni mi sento molto più rock, sia come atteggiamento, sia come musicista, più ribelle e aggressivo, e questo si riflette ad esempio nelle chitarre. Tutto il cd ha quale motivo conduttore la fuga e la ricerca di qualcosa che manca. Mi sento parte di una generazione che molte volte si sente in difficoltà ed entra in crisi, perché trovare un lavoro non è facile, fare quello che ti realizza nella vita non è facile, scoprire la propria identità è complesso, e allora, una possibilità è quella di fuggire verso un mondo diverso da quello attuale, in una continua ricerca di una luce che ti faccia stare bene, una fuga che è anche un atto creativo, quindi”.
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BUON APPETITO
CALCIO E FINGERFOOD testo Brigitte Aeberhard - foto bildlich.ch
TRIANGOLI DI TORTILLAS Ingredienti: per 32 pezzi • 1 limone • 1 scatola di ceci, 400 g • 1/2 cucchiaino di cumino macinato • sale, pepe • 200 g di AOC • 1 pomodoro • 1 peperone • 2 cipollotti • 8 tortillas di frumento • 1 mazzetto di coriandolo o di prezzemolo • 1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere
Grattuggiare l’Emmentaler con la grattugia per rösti. Ridurre il pomodoro a piccoli dadini. Tagliare i peperoni a listarelle. Tagliare ad anelli i cipollotti, compresa la parte verde. Macinare grossolanamente il coriandolo. Disporre 4 tortillas su due teglie ricoperte con carta da forno. Spalmarvi il purè di ceci e distribuirvi il resto degli ingredienti. Spolverizzare con il peperoncino in polvere. Ricoprire con le tortillas rimanenti. Cuocere nel forno preriscaldato a 200° C per 15 minuti circa. Lasciare raffreddare leggermente. Tagliare in 8 pezzi. Servire tiepide o fredde.
Preparazione Spremere il limone. Mescolarlo ai Consiglio: le tortillas possono essececi e frullare il tutto. Salare e pe- re preparate con 1-2 ore d’anticipo. pare, aggiungere il cumino.
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CROSTINI DI POLENTA CON POMODORI sarvi la massa di polenta e far raffreddare per circa 1-2 ore. Staccare la polenta dai bicchieri con l’aiuto di un coltello e farla scivolare su un tagliere. Tagliare a fette di 1 cm circa e disporle su una teglia ricoperta con carta da forno. Spennellarle con un po’ di olio. Grigliare per circa 5 minuti PER LA VERDURA: nel forno fino a che i lati siano leg• 3 pomodori germente marroncini. • 50 g di olive nere Tagliare i pomodori a cubetti. • 1 peperoncino Snocciolare le olive e sminuzzarle • alcune foglie di rucola finemente. Tagliare il peperoncino, • 2 C di capperi al quale avrete tolto gli eventuali • 1 C di aceto balsamico semi, in piccoli anelli. Tagliare • 1 1/2 C di olio di oliva grossolanamente la rucola. Me• sale, pepe scolare aceto balsamico, olio di Portare a bollore il brodo e versar- oliva, sale e pepe e aggiungere gli vi la farina di mais. Cuocere per altri ingredienti. circa 5 minuti continuando a mescolare fino a quando si ottiene un Distribuire le verdure sui crostini purè compatto. Aggiungere l’Em- raffreddati. mentaler, eventualmente aggiustare di sale. Sciacquare 2-3 bic- Consiglio: preparare 1-2 ore in chieri alti a forma cilindrica, ver- anticipo. PER I CROSTINI: • 6 dl di brodo di verdura • 150 g di farina di mais fine • 100 g di AOC, grattuggiato • sale, pepe • 2 C di olio di oliva
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3COPRIÌILÌPIACEREÌDIÌCABRIOLETTAREÌqÌCONÌLAÌCABRIOÌPI�ÌCONVENIENTEÌDELLAÌ3VIZZERA ÌTHINKÌSMART #ONÌnMYÌFIRSTÌCABRIOoÌVIAGGIAREÌINÌCABRIOÌÀÌUNOÌSPASSOÌPI�ÌACCESSIBILEÌCHEÌMAI Ì%ÌQUESTOÌNONOSTANTEÌSENSAZIONALIÌDOTAZIONIÌDIÌSERIEÌCOMEÌLmIMPIANTOÌAUDIOÌ b2ADIOÌ nÌCONÌLETTOREÌ#$ÌOÌIÌCERCHIÌINÌLEGAÌSPORTIVI Ì!TTENZIONE ÌCOMUNQUE ÌPERCHà ÌGUIDAREÌSENZAÌTETTOÌHAÌLEÌSUEÌREGOLE Ì#OLPIÌDIÌSOLEÌOÌIMPROVVISIÌROVESCIÌSONOÌ SEMPREÌINÌAGGUATO Ì$IÌPI�ÌSUÌnMYÌFIRSTÌCABRIOoÌDURANTEÌUNÌTESTÌDRIVEÌSENZAÌIMPEGNOÌOÌALÌSITOÌWWW SMART CH ÌANNIÌDIÌSERVIZIÌGRATUITIÌEÌ ÌANNIÌDIÌGARANZIA ÌENTRAMBIÌFINOÌAÌ ÌKM
0REZZOĂŚCONSIGLIATOĂŚSENZAĂŚIMPEGNOĂŚDALĂŚCOSTRUTTOREĂŚPERĂŚVETTUREĂŚNUOVE ĂŚSMARTĂŚFORTWOĂŚCABRIO ĂŚMODELLOĂŚSPECIALEĂŚbMYĂŚFIRSTĂŚCABRIOn ĂŚ ĂŚPORTE ĂŚPREZZOĂŚDlACQUISTOĂŚ#(&ĂŚ q ĂŚSITUAZIONEĂŚFEBBRAIOĂŚ ĂŚ ĂŚK7 ĂŚ#6 ĂŚ ĂŚCM ĂŚ CATEGORIAĂŚDmEFFICIENZAĂŚENERGETICAĂŚ! ĂŚEMISSIONIĂŚDIĂŚ#/ ĂŚ ĂŚG KMĂŚ ĂŚG KM ĂŚMEDIAĂŚDIĂŚTUTTEĂŚLEĂŚVETTUREĂŚNUOVEĂŚINĂŚCOMMERCIO ĂŚCONSUMOĂŚINĂŚCICLOĂŚCOMBINATO ĂŚ ĂŚL ĂŚKM
A TAVOLA IN TICINO
1. La preziosa insegna che indica l’entrata del ristorante. 2. Una scultura dell’artista Nigel Richie. 3. Una panoramica della sala da pranzo, con la signora Pia Cafiero, padrona di casa, e lo chef Stefano Caccia. 4. L’edificio principale, una delle quattro costruzioni che compongono il complesso alberghiero. 5. Un’opera di Maurizio Galimberti, considerato uno dei più autorevoli esponenti della fotografia italiana.
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SAPORI RAFFINATI, CULTURA E
BUON GUSTO L’hotel ristorante Al Cacciatore si trova nel cuore di Soazza, il ridente villaggio arroccato su un fianco di montagna dell’Alta Mesolcina. Da due anni Pia Cafiero-Ullmann, padrona di casa garbata e decisa, contribuisce ad animare la vita locale, offrendo ai suoi ospiti una cucina raffinata, un ambiente elegante e proposte culturali di rilievo, creando un’isola felice che appaga gli amanti del buon gusto. testo Alda Viviani - foto Rémy Steinegger
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el cuore del paese, in cui si snodano romantiche stradine ricoperte di ciotoli di fiume, si scorge un agglomerato di costruzioni ristrutturate e conservate con grande cura: siamo alla locanda Al Cacciatore. Accanto alle sedici camere arredate con gusto ed eleganza, ripartite in quattro case diverse, il complesso comprende anche un ristorante che propone una cucina raffinata, in grado di allettare vista e palato. Il tutto ruota attorno alla figura di Pia Cafiero-Ullmann, donna intrigante, garbata e riservata ma che, quando inizia a raccontarsi, diventa un fiume in piena. Cosmopolita, nata a Basilea e cresciuta in Ticino, ha viaggiato molto, raccogliendo esperienze di vita che ama condividere con chi le sta di fronte. Nel suo bagaglio si porta anche anni vissuti nella frenesia di New York e Milano. Ma questo appartiene al suo passato. Il suo presente - da quando, nel 2006, fidandosi dell’intuito di chi, come lei, è nato sotto il segno del Toro, ha deciso di prendere le redini del Cacciatore - lo vive nella calma di Soazza. “Milano iniziava a starmi stretta. La città che conobbi al mio arrivo non esiste ormai più. Non rimpiango di essermi trasferita a Soazza. Qui il tempo sembra essersi fermato, i ritmi sono diversi e si ha il tempo per pensare. Immersi nella calma, si capisce che non sono le grandi cose che rendono felici, ma quelle piccole e inaspettate. Ciò che conta davvero non sono i beni materiali ma la ricchezza che ci portiamo dentro”. Ascoltandola, si ha la sensazione che abbia vissuto una metamorfosi. Un cambiamento interiore che l’ha portata alla serenità. Questo stato d’animo si riflette nel modo in cui conduce la locanda. Le sta infatti molto a cuore che l’ospite si senta a proprio agio e riparta da Soazza con il sorriso. Molto attenta alla scelta di chi vi lavora, ha affidato la cucina a Stefano CacINFO cia, originario di Bor6562 SOAZZA - tel. 091 831 18 20 gomanero, che propowww.hotel-cacciatore.com ne una gastronomia tradizionale rivista e Piatti del mezzogiorno corretta in chiave moAntipasti e primi, da fr. 16.- a fr. 24.derna. Uno chef capaSecondi, da fr. 34.- a fr. 48.ce di mise en place ar-
tistiche, che, oltre al palato, allettano la vista. Caccia, che si esprime al meglio soprattutto negli antipasti e nei dessert, ha scelto una professione che, sin da piccolo, viveva come una passione. Illuminandosi, confida che muoversi tra i fornelli e creare nuovi piatti lo rende felice. “Questo mestiere permette di trasmettere delle emozioni. Non lo cambierei per nulla al mondo!”. Recentemente è stato ospite di Juan María Arzak, a San Sebastian, considerato il padre della nuova cucina spagnola. Un’occasione ghiotta per chi, come lui, ama rinnovarsi, confrontarsi > pagina 26
in palio
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A TAVOLA IN TICINO
CURIOSITÀ
con i colleghi e tenersi aggiornato sulle tendenze ta o i teneri guancialini di vitello con verdure di staattuali. Tra le sue predilezioni, quella per la gione e schiacciata di patate all’olio d’oliva. cucina giapponese, a cui rende omagTra i dessert, spiccano la mousse cotta alla Vo l e t e gio proponendo i gamberoni serviti mela con gelato al caramello e mele cadare un tocco divertente e con una nuvola di vermicelli di riramellate allo zafferano, i sigari di originale alla vostra so fritti, che creano un alone di nocciola con crema al tabacco e cucina? Ecco il ceppo poesia. Anche il suo modo di crème brûlée all’arancia o il goloporta coltelli Vodoo, nato creare nuovi accostamenti so semifreddo al cioccolato e dalla creatività del desidenota una sensibilità articocco. gner italiano Raffaele Ianstica e ispirata. “Attraverso Gli interessi di Pia Cafiero non nello e disponibile in vari ciò che preparo, do corpo a si limitano all’arte dell’accocolori. Un oggetto che ha riuna visione. Un piatto naglienza e della buona cucina. scosso un notevole successo, tanto da essere recensito sce sì dalla testa, per quanDalla sua intraprendenza e la sulle rubriche di lifestyle di to riguarda ad esempio le sua sensibilità verso la cultura noti quotidiani, come il The tecniche di cottura, ma an- testimoniata anche dalle diTimes o il Corriere della Sera. Se che dal cuore, che esprime verse opere, di Stefania Beretta, avete voglia di scaricare la intuito, ispirazione e creatiFlavio Paolucci, Daniel Spörri, vostra rabbia, questo è vità. Quando penso alla nuova Maurizio Galimberti e Nigel Risicuramente un mecarta, vedo già il piatto, magari chie, ospitate tra le mura del Cacciatodo innocuo e simin modo sfocato, ma riesco a visuatore - nascono anche le Serate concerpatico! In vendita nei lizzarlo. A volte mi capita di sognarlo. tistiche di Soazza, rese possibili grazie al negozi specializzati. Poi lo realizzo”. prezioso lavoro di Marianne Burri, FranceDalle visioni di Stefano Caccia nascono comsca Dellea e Walter Zagato. Dopo aver accolto noposizioni quali il saporito polipo arrostito allo zenzero mi di spicco, tra cui, nel 2007, il violoncellista italiano con insalata novella, il fresco branzino marinato all’arancia con Enrico Dindo o, il mese scorso, il clown Dimitri, anche quegelato al basilico, gli spumeggianti raviolotti di pecorino e st’anno la rassegna propone diversi appuntamenti per gli amanspeck con vellutata di zafferano e tartufo nero, l’orzotto mante- ti della musica classica e operistica. Un’occasione per vivere cato con crema di zucca e scampi arrostiti con lardo di Colonna- una serata all’insegna della cultura e della buona tavola!
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ECCOVI TRE RICETTE PROPOSTE DAL RISTORANTE AL CACCIATORE
A N T I PA S T O POLIPO ARROSTITO AI PROFUMI D’ORIENTE Ingredienti: 4 persone • olio d’oliva • sale e pepe • 400 g di polipo lavorato • 10 g di zenzero grattugiato • sale e pepe • insalatina novella GELATINA DI CAROTE • 300 g di succo di carota fresco • 10 g di agar-agar • poco sale Preparazione In un tegame, scaldare l’olio d’oliva. Rosolarvi il polipo. Aggiungere lo zenzero grattugiato. Salare e pepare.
Gelatina di carote: frullare le carote e separate la parte solida da quella liquida fino a ottenere 300 g di succo. Incorporare l’agar-agar al succo di carota. Aggiungere poco sale (non troppo, altrimenti la gelatina si ossida) e frullare il tutto per dissolvere la gelatina. Scaldare la massa fino a una temperatura di 60 °C. Stendere la gelatina su una placca e metterla in frigo a solidificare. Una volta raffreddata e solidificata, tagliarla a strisce di ca. 8 cm di larghezza. Finitura: mettere in uno stampo il polipo e l’insalatina novella. Togliere lo stampo e bordare il tutto con la gelatina di carote. Decorare il piatto a piacere. > pagina 28
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P R I M OP I AT T O GUANCIALINI CON SALSA AL VINO ROSSO, VERDURE DI STAGIONE E SCHIACCIATA DI PATATE Ingredienti: 4 persone GUANCIALINI • 1 kg di guancialini di vitello • olio d’oliva • 1 carota • 1 porro • 1 sedano rapa • 1 l di vino rosso VERDURE DI STAGIONE • 1 carota • 1 gambo di sedano • 1 zucchina • 1 cipolla • olio d’oliva • sale e pepe SCHIACCIATA DI PATATE • 200 g di patate novelle cotte • 10 g d’olio d’oliva • 20 g di brodo vegetale • sale e pepe
Preparazione Guancialini: eliminare il nervo e il grasso superfluo. Brasare la carne con l’olio d’oliva e le verdure tagliate grossolanamente. Bagnare con il vino. Lasciare cuocere a fuoco lento per circa 2 ore. Togliere i guancialini dalla salsa. Frullare la salsa per renderla omogenea. Verdure: tagliare la carota e il sedano a listarelle, la zucchina a rondelle e la cipolla a spicchi. Sbollentare le verdure in acqua e sale. Al momento di usarle, saltarle con olio d’oliva. Salare e pepare. Schiacciata di patate: mettere in una pentola le patate tagliate a pezzetti, l’olio e il brodo. Quando sobbollono, schiacciare con una forchetta fino ad ottenere una massa omogenea. Salare e pepare.
SEMIFREDDO A DUE COLORI
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SEMIFREDDO AL COCCO • 100 g di panna montata • 50 g di meringa italiana • 10 g di pasta al cocco • 10 g di cocco fresco grattugiato
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SEMIFREDDO AL CIOCCOLATO • 40 g di crema di cacao (crema pasticcera con aggiunta di cacao) • 2 g di rum • 75 g di meringa italiana • 150 g di panna montata
Preparazione Per il semifreddo al cioccolato, stemperare la crema di cacao con il rum. Incorporare la meringa e la panna montata. Per il semifreddo al cocco, mescolare la pasta al cocco con il cocco fresco. Incorporare la meringa e la panna montata. Servire alternando uno strato di semifreddo al cioccolato e uno al cocco. Decorare a piacere.
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Ingredienti: 4 persone
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NOTTURNI Elena Stern-Balestra: tutto quello che vorreste sapere sul comportamento di cani, gatti & Co. … e sul loro rapporto con noi umani.
Gentile dottoressa, le scrivo per la nostra gatta che vive con mia mamma e che quest’anno farà 18 anni. È in buona salute: i denti e il pelo sono sani, esce in giardino e mangia bene. Da qualche tempo però manifesta dei problemi con il dormire. Durante la notte è infatti
«La nostra gatta di notte si aggira per casa miagolando!» completamente sveglia e si aggira per casa emettendo dei suoni simili a quelli del calore. Inutile tentare di farla uscire, continua a miagolare per rientrare. Abbiamo anche il sospetto che non veda più bene. Ci siamo rivolti al veterinario e lui dice che si tratta di arterisclerosi. Ci ha dato le gocce Killitam (ogni giorno 3 o 4 gocce). Mia mamma ha provato a dargliele e la gatta non solo non dormiva ma è rimasta molto indebolita e intontita. Così non gliele ha più date. Abbiamo provato con l’omeopatia per 15 giorni (Baryta 356 1/2 pastiglia 2 volte al giorno, alternata con Anacardium 185 e Avena Sativa 187 e Rescue dei Fiori di Bach). In un primo momento sembrava essere migliorata, ma poi tutto è tornato come prima. Ora stiamo riprovando con il Killitam una goccia al mattino, una al pomeriggio e una alla notte con un po’ di latte, ma ancora non sappiamo se funzionerà. Questo problema sta compromettendo anche il sonno di mia mamma. Cerchiamo pertanto una soluzione: è meglio continuare con l’omeopatia? Ci sono altri prodotti che lei ci può consigliare? Nella speranza che ci possa aiutare, la ringraziamo e la salutiamo cordialmente. Katia, Breganzona Non è raro constatare una riduzione delle ore di sonno durante la notte nei gatti anziani: si tratta di un fenomeno che accompagna il naturale invecchiamento dell’animale. In alcuni gatti può essere accompagnata da un aumento delle vocalizzazioni.
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Prima di concludere, però, che la sua micia sia normale e il disturbo sia dovuto all’inesorabile passare del tempo, sarebbe bene verificare che non vi sia un disturbo organico in corso, una desincronizzazione del ritmo sonno-veglia o un disturbo dell’umore. Per quanto riguarda i disturbi organici, in una gatta di 18 anni è bene pensare ad eventuali disendocrinie, in particolare ad un’eccessiva attività della ghiandola tiroide: le consiglio di escludere con il suo veterinario questa possibilità. Se un disturbo organico può essere escluso e, al di fuori dell’insonnia e delle vocalizzazioni eccessive, la micia non presenta altri sintomi, può trattarsi di un caso di desincronizzazione del ritmo sonno-veglia. Il gatto è per sua natura un animale maggiormente attivo al crepuscolo, all’alba e durante la notte, mentre dorme prevalentemente di giorno. L’adattamento alla vita con noi ha portato in molti gatti ad una sincronizzazione del loro ritmo sonno-veglia con il nostro. Se questo equilibrio si fosse rotto, è possibile aiutare la micia aumentando le sue attività durante il giorno, somministrandole una porzione di alimento prima di dormire ed eventualmente con un medicamento sedativo da dare unicamente alla sera, ma non durante il giorno. Nel caso in cui avesse osservato altri sintomi o comportamenti anomali che possano far pensare ad un disturbo dell’umore (p.es. ansia o depressione) sarebbe opportuno che la micia venisse visitata da un veterinario specializzato in medicina comportamentale per la diagnosi e l’eventuale terapia.
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Elena, la nostra veterinaria comportamentalista, consiglia spesso a chi possiede gatti che non hanno la possibilità di uscire di occuparli durante il giorno con attività adatte a loro. Abbiamo pensato che per molti di voi potrebbe essere molto utile, oltre che più economico e anche divertente, realizzare un grattatoio su misura. Sul nostro sito, se sfogliate la nuova edizione fino a pagina 31, troverete il bollino “scaricami”. Cliccateci sopra e vi si aprirà una scheda con le istruzioni illustrate. Buon lavoro!
Per le vostre domande: Illustrazione Ticinese, “Cani, gatti & Co.”, C.P. 418, 6908 Lugano, oppure via e-mail: info@illustrazione.ch, indicando come soggetto “Cani, gatti & Co.”
2ª PARTE
INTERNET
LAVORO O TELELAVORO? Telelavorare significa svolgere un’attività stando lontani dal luogo di lavoro abituale, dal datore di lavoro, dal cliente, dall’ufficio, in poche parole, dal luogo dove solitamente si svolgono le proprie funzioni e dove si sbrigano le proprie mansioni, grazie all’impiego di sistemi informatici e di telecomunicazione. Riducendo all’essenziale questa definizione, telelavorare potrebbe anche solo significare lavorare da casa, in modo saltuario, periodico o anche costante e abituale. Una questione, quella del telelavoro, che diventa più intricata e complessa se osserviamo questa attività telematica sotto l’aspetto economico e ambientale, poiché consente razionalizzazioni e risparmi non indifferenti. testo Elio del Biaggio
Per convenzione, il telelavoro è classificato in base al luogo dal quale viene svolto.Troviamo varianti come il telelavoro “officeto-office”, dove si opera da un ufficio tradizionale e nello stesso tempo si partecipa ad un “team” geograficamente sparso sul territorio, anche per il mondo, che lavora insieme soprattutto tramite Internet. Programmi per computer (software), progetti di ricerca, ma non solo, nascono, si sviluppano e sono realizzati in questo modo da esperti, tecnici e studiosi. Potremmo, inoltre, ancora citare l’azienda virtuale, basata sulle tecnologie dell’informazione e organizzata per l’offerta di beni e di servizi. Un modo di lavorare in cui la produzione e la fornitura di pro-
«Riduzione dei costi fissi e organizzazione più flessibile» dotti avviene mediante una rete di comunicazione che mette in contatto funzioni aziendali e persone che non necessariamente hanno una sede fissa e stabile. Condizioni, queste, grazie alle quali l’impresa assume un vantaggio innegabile sui concorrenti, con la riduzione dei costi fissi e un’organizzazione più flessibile, permettendo così l’accesso ad un mercato allargato, senza alcuna frontiera e favorendo persino lo sviluppo dell’occupazione in aree geografiche discoste e meno fortunate. In definitiva, rimane però da sottolineare come in pratica, assai difficilmente, si ritrovano queste forme pure e distinte di telelavoro ed è sicuramente più facile riscontrare modalità miste fra loro, con la combinazione e l’integrazione di soluzioni organiz-
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www.telelavoro.rassegna.it /links.htm Una serie di indirizzi utili per saperne di più sul telelavoro, con informazioni su questa realtà lavorativa in Europa e nel mondo, indicazioni e risorse concernenti questo nuovo modo di lavorare, caratteristiche dell’insegnamento a distanza.
http://it.wikipedia.org/wiki/ E-learning L’e-learning, è un nuovo modo di studiare a distanza grazie alle tecnologie multimediali e informatiche, che contribuisce ad arricchire i contenuti d’apprendimento mettendo a disposizione risorse e servizi di comunicazione e di collaborazione a distanza, come e-mail, forum e chat.
www.manuali.it Un sito web utile e interessante, con una serie di manuali e di risorse informative e didattiche completamente gratuite in ogni ambito della vita quotidiana e lavorativa, suddiviso in categorie tematiche, dall’arte all’informatica, dalla casa alla salute, dal tempo libero allo sport.
zative diverse, così come luoghi diversi in cui lavorare, dall’ufficio a casa propria, dal cliente fino al telecentro, in base non solo al genere, ma anche alle esigenze dell’attività svolta di volta in volta, con l’obiettivo di massimizzare e ottimizzare convenienza e produttività. LAVORO A DISTANZA O DISTANZA DAL LAVORO? Il telelavoro è una soluzione che tende a rivoluzionare profondamente le abitudini e i principi più classici di organizzazione delle attività lavorative. Infatti, al sistema di lavoro dove l’azione si svolge con unità di tempo e di spazio, all’interno di una struttura stabile di relazioni e di comunicazioni tra il lavoratore e il sistema aziendale di riferimento, come colleghi, collaboratori, superiori e clienti, il telelavoro contrappone una filosofia fondata sulla dislocazione fisica del lavoratore rispetto alla struttura aziendale. Una modalità, dunque, che concepisce il lavoro in modo assolutamente indipendente dal luogo dove invece si trova il lavoratore. Nel telelavoro, in effetti, il lavoratore opera all’interno di quanto potremmo chiamare “stazione di lavoro”, un sistema tecnologico che, oltre i limiti spaziali e temporali, consente di svolgere i propri compiti attraverso l’uso di computer, programmi per il trattamento e la gestione dei dati e delle informazioni, dispositivi di archiviazione e di memorizzazione, sistemi per l’interazione con l’ambiente operativo e per la comunicazione telematica, rendendo costantemente “visibili” i risultati della prestazione lavorativa. Il telelavoro non è però
«Il telelavoro consente la collaborazione tra persone geograficamente molto distanti» tanto omogeneo, presentandosi in una varietà di possibili forme organizzative, dalle applicazioni di informatica distribuita come per il telelavoro mobile, a quelle di lavoro da casa, più caratterizzate dal trattamento di informazioni anziché di beni materiali. La varietà di queste possibili soluzioni organizzative dipende quindi dalla combinazione di alcuni aspetti, come gli obiettivi da raggiungere, i problemi e le esigenze da soddisfare, le soluzioni tecniche ed operative adottate, la struttura tecnologica disponibile, senza dimenticare abitudini, tradizioni e mentalità.
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PARLIAMO DI SOLDI
LA LINEA DELLA VITA
PROBLEMI FINANZIARI E SOLUZIONI La collaborazione tra Illustrazione Ticinese e Banca dello Stato del Cantone Ticino è volta a presentare, nel modo più semplice e sintetico possibile, le soluzioni elaborate dagli istituti finanziari per rispondere alle principali esigenze finanziarie che ciascuno di noi incontra nel corso della propria vita. a cura di BancaStato
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gnuno di noi si preoccupa di gestire nella maniera più intelligente e previdente possibile i propri soldi. Come affrontare gli aspetti, a volte delicati e tortuosi, legati alla propria gestione finanziaria? Quali sono le possibili soluzioni da adottare? Chi può orientarmi nella scelta? Chi può consigliarmi? Per fare un po’ di chiarezza, abbiamo ritenuto opportuno considerare un’ipotetica “linea della vita”. La linea della vita illustra le principali fasi o tappe della vita di una persona. Nei prossimi articoli analizzeremo le seguenti fasi principali: la nascita, la gioventù caratterizzata dagli studi, l’indipendenza finanziaria e il tempo libero, i primi passi nel mondo del lavoro, la fase di maturità con l’eventuale costituzione di una famiglia, l’acquisto di un’abitazione, lo sviluppo del patrimonio, la ricerca della sicurezza e la costituzione dei piani previdenziali, la pensione e, infine, le problematiche legate alla trasmissione del patrimonio. Per ogni fase della vita è indispensabile conoscere i problemi che si pongono dal punto di vista finanziario e trovare le migliori soluzioni per affrontarli, così da migliorare la qualità della propria vita. In un mondo sempre più globalizzato, complesso e incerto diventa essenziale analizzare e affrontare per tempo le problematiche finanziarie. Si tratta, in particolare, non solo di confrontarsi con i problemi e i bisogni che sorgono al momento,
ma anche di prevedere e anticipare, nel limite del possibile, quelli che possono nascere in futuro. Infatti, alcuni aspetti, quali ad esempio quello di assicurare il proprio tenore di vita in età del pensionamento e quello di costruire la propria abitazione primaria, devono essere affrontati già nelle fasi iniziali della propria vita lavorativa. La vastità di prodotti e servizi offerti dagli istituti finanziari può sicuramente rispondere alla maggior parte di tali esigenze, ma ha anche lo svantaggio di rendere difficile la ricerca delle soluzioni più adatte. Gli istituti finanziari hanno, infatti, elaborato dei prodotti sempre più complessi, difficili da capire per i non addetti ai lavori. La miglior soluzione è sicuramente quella di rivolgersi ai propri istituti e discutere in modo approfondito con i consulenti. Il vero valore aggiunto che offrono gli istituti finanziari è, infatti, la consulenza finanziaria personalizzata. Per quel che ci concerne, nei prossimi articoli, ci limiteremo a descrivere nel modo più chiaro e breve possibile i principali problemi e a elencare le possibili soluzioni.
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4a PARTE
VIAGGI
ANEDDOTI AFRICANI Nella mia stanza non vi sono finestre e per vedere la luce del sole devo uscire nel corridoio, da dove, attraverso una grata, scorgo l’andirivieni di colorati barconi sul canale. I plafoni sono alti e sorretti da vecchie e imponenti travi. Nel lontano passato la massiccia costruzione di sasso era adibita ad alloggio delle guarnigioni olandesi del forte di Elmina. La località, che si affaccia sull’Oceano Atlantico, fu allora testimone delle crudeltà e dei soprusi della tratta degli schiavi, dell’arroganza dei conquistatori e della loro connivenza con alcuni regnanti locali. Ma tutto questo sembra poco importare alle persone che incontro oggi per le strade… testo e foto Roberto Schneider
Il viaggio nel Ghana è contraddistinto da piccoli aneddoti e da incontri casuali con pescatori intenti a ripristinare le reti…
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“OBRONI”, FESTEGGIA CON NOI Oggi la nazionale di calcio del Ghana ha sconfitto in un incontro memorabile i grandi rivali della Nigeria e tutta la popolazione di Elmina è scesa nelle strade per festeggiare un trionfo tanto inatteso quanto gioioso. I colori della bandiera nazionale sono ovunque, mentre grandi e piccini, uomini e donne ballano per le strade. L’Africa vive con tutta la sua musicalità e la sua spontaneità lo splendido momento. Tutto sfumerà a notte fonda, quando anche le poche luci delle strade principali si spengono e il buio si impossessa del luogo. Mi ritrovo improvvisamente circondato da ombre che mi salutano e mi invitano a bere un caffè e a trascorrere la notte sotto una tettoia sdraiato su di un materasso disteso ai bordi della strada. La vita prosegue così nelle notti calde africane, con le genti che dormono dove mangiano o dove fanno i loro commerci. Ognuno si corica dove meglio crede, entra ed esce da ogni casupola senza alcun problema. Tutti paiono conoscersi e in tale promiscuità, tutti sono un poco parenti o amici. Il cielo è stellato. Attorno al tenue lume di una lampada a petrolio si crea un capannello di persone: nel bel mezzo della notte qualcuno ha deciso di dare l’ennesima lezione di lingua fanti a quello strano personaggio dalla pelle più chiara e dai capelli lisci che poco prima aveva festeggiato come uno di loro la vittoria sportiva della nazionale di calcio locale. Sono un “obroni”, così chiamano gli uomini bianchi nella lingua locale. Quando l’obroni diviene amico
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gli si insegna la lingua, la “drum dance”, i virtuosi balli africani ritmati da tamburi, e ci si sente in dovere di offrirgli i piatti tipici locali. Ma l’obroni, si sa, è pure ricco. Quando ricambierò i giorni successivi un piacere e inviterò a mia volta una persona alla mia tavola al ristorantino sulla spiaggia, mi ritroverò mio malgrado a dover pagare il pasto ad altre dieci persone, naturalmente sono tutti fratelli, sorelle o cugini! LA VOGLIA DI PRENDERLA A SCHIAFFI? Ha le treccine fitte fitte, un bel vestitino colorato, un viso elegante… ma mi viene voglia di prenderla a schiaffi! È l’impiegata della stazione dei bus di Cape Coast, altra località storica delle tratta degli schiavi della costa del Ghana. A lei mi ero già rivolto il giorno precedente con la speranza, divenuta ben presto una pia illusione, di poter acquistare un biglietto, o per lo meno riservare un posto sul prossimo torpedone in partenza per Kumasi, la capitale del regno Ashanti situata nell’entroterra del paese. Con arroganza mi aveva rimandato da dove venivo - una pensione a mezz’ora di distanza con i mezzi pubblici locali. Mostrandomi un foglio incollato sul bancone con gli orari ufficiali del trasporto, mi aveva detto di tornare il mattino seguente verso le cinque! Garanzie di un posto? Nessuna naturalmente! Era ancora buio quando è dunque iniziata la mia lunga attesa. Assieme a molti ghanesi ho inutilmente atteso per ore che giungesse un segnale positivo da oltre la grata arrugginita della biglietteria. Lei, la ragazza antipatica, era sempre lì, a far nulla tutto il tempo, se non rimandare scocciata ogni aspirante passeggero al proprio posto… lei cosa ne sapeva di quando sarebbe arrivato il veicolo? Il bus è giunto in effetti ben oltre mezzogiorno e naturalmente tutti si sono precipitati contempora… e con donne che preparano i cibi locali.
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Le coste del Ghana sono belle e ancora selvagge, bagnarsi nelle acque è spesso pericoloso.
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UN BAGNO PERICOLOSO Dal rumoroso veicolo lanciato su sconnesse strade, che a tratti divengono piste polverose e sterrate, lancio un ultimo sguardo al bel mare. Osservo le fragorose onde che si sfogano su lembi di costa selvaggia dove bei palmeti si alternano ad ampie ed invitanti spiagge. Ma sono pochi gli indigeni che osano bagnarsi nel mare tanto splendido quanto infido. Mi è capitato di
«Lei, la ragazza
antipatica, era sempre lì a far nulla» immergermi sino alle ginocchia nelle acque quando una vigorosa onda, portandomi letteralmente via il terreno da sotto i piedi, mi ha risucchiato solo pochi metri, quanto basta per ritrovarti con i flussi all’altezza delle spalle! Ora però lascio definitivamente il Golfo di Guinea, proseguendo verso nord in direzione del grande territorio dello storico e prestigioso regno degli Ashanti. Lungo il tragitto scorgo le immagini di un’Africa povera ma operosa, caratterizzata da isolati e piccoli villaggi rurali, ognuno col suo pozzo per l’acqua, il forno a legna, le bancarelle di improvvisati mercatini di strada. Col passare del tempo il paesaggio diviene più verde, le capanne di argilla rossa si fanno meno frequenti, mentre aumentano le abitazioni in muratura. Le casupole vengono spesso colorate con sgargianti colori pastello, le più grandi, costruite su due piani, sono contraddistinte da porticati e balconate sorrette da colonne. Sono i primi segnali dell’opulenza del regno Ashanti, una terra fertile, dal clima tropicale e piovoso, ma soprattutto dove vi sono le miniere d’oro. Sono le miniere che hanno segnato la storia di questi luoghi e fatto la ricchezza delle caste più nobili. Una ricchezza tramandata per generazioni e che trova ancora oggi riscontro in pregiati tessuti e pesanti gioielli portati dai dignitari. Kumasi, la grande città del Ghana centrale, mi accoglierà con un violento temporale che ne trasforma le strade in ruscelli, ma in seguito mi riserverà ben altre sorprese. CONTINUA
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neamente allo sportello per l’acquisto dei biglietti. Ma non avrebbe potuto venderli prima? No - risponde - perché non sapeva quanti posti erano disponibili, come se sui mezzi di trasporto locali si rispettasse il numero di posti ufficiali! Ma ecco il colmo della storia: proprio al momento in cui inizia la calca, la “simpaticona” prende un sacchetto di plastica nel quale vi è una bacinella col suo pranzo, che inizia a consumare con tutta calma, allungando tra un boccone e l’altro i lasciapassare, non senza dare naturalmente un ultimo scocciato sguardo ad ogni cliente, reo probabilmente di chiederle un biglietto proprio nell’ora di pranzo!
Per l’uomo di casa.
ABITARE
NEL NOME DELLE ROSE Finalmente è arrivata la bella stagione. È ora di occuparsi di balconi e giardini, di lavorare nell’orto e di raccogliere i primi frutti! a cura di Rachele Pozzi
M
aggio è il preludio all’estate, è il mese in cui, salvo eccezioni davvero rare, la temperatura non scende più sotto lo zero e la natura è in piena attività. Questo è il periodo più bello per chi lavora in giardino. Non fa ancora troppo caldo e stare all’aperto è un vero piacere, il grosso dei lavori in giadino dovrebbe essere già stato fatto e ci si può riposare, godendo dei primi risultati. Non è questo il periodo in cui è fondamentale l’annaffiatura e l’irrigazione di piante, orto e tappeto erboso, anche se l’acqua ovviamente ci vuole, soprattutto per quelle piante stagionali che ancora non hanno radici profonde. Ma c’è qualcuno di cui invece bisogna occuparsi: i parassiti. Anche loro a maggio stanno benissimo, e adorano le giovani foglie, germogli e boccioli, soprattutto quelli delle rose, regine incontrastate di questo mese!
Cosa si fa a maggio SI POTANO ALBERI E ARBUSTI SFIORITI Per diradarle e svecchiarle, vanno potate tutte le piante che hanno terminato la fioritura. Ovviamente però non quelle che daranno frutta o bacche!
Il significato della rosa Si sa che ogni fiore ha un significato simbolico e quindi, per evitare spiacevoli malintesi, è bene verificare cosa rappresenta ciò che intendiamo regalare. Le rose, il fiore di questo mese, hanno un significato diverso in base al loro colore:
SI ANNAFFIA Soprattutto le piante appena messe a dimora e quelle in vaso.
ROSA GIALLA gelosia, infedeltà, fine dell’amore ROSA BIANCA amore puro e spirituale ROSA ROSA amicizia e affetto, ma se scura gratitudine e se pallida gioia
SI PIANTA Le piante annuali con fioritura estiva, come i gerani e i tagete, e gli ultimi bulbi.
SI CURANO LE ROSE Le rose sono piante forti e resistenti, ma vanno curate quotidianamente, soprattutto a maggio, annaffiandole spesso e concimandole con prodotti specifici. Poi è fondamentale tagliare i fiori sfioriti. Va fatto però sotto la terza o quarta foglia, in modo che la pianta possa rifiorire. È importante irrorare le piante con anticrittogamici specifici per fermare i parassiti, che possono ricoprire le gemme in poche ore.
ROSA ROSSA passione e amore E poi, la rosa arancio simboleggia fascino, la rosa corallo il desiderio, la rosa muschiata bellezza capricciosa, la rosa color pesca un amore segreto e la rosa di Natale pace e tranquillità.
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SALUTE
UN VACCINO CONTRO IL TUMORE
DEL COLLO DELL’UTERO Sono circa 15 le donne che ogni anno, in Ticino, si ammalano di tumore del collo dell’utero, più del 40% dei casi si manifesta sotto i 50 anni d’età, il numero medio di decessi è pari a 5. Grazie ad un nuovo vaccino però, oggi è possibile combattere il principale fattore d’insorgenza di questa patologia, il Papilloma Virus, trasmissibile sessualmente e subdolo, perché asintomatico. testo Stéphanie Scatizza - illustrazioni Ivan Artucovich
I
l tumore del collo dell’utero (cervice uterina) è la seconda neoplasia più frequente al mondo tra le donne e rappresenta circa il 10% del complesso delle diagnosi tumorali. L’infezione virale da Human Papilloma Virus, meglio conosciuto come HPV, è ritenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il fattore responsabile più importante del carcinoma della cervice, con un incidenza pari a circa il 7080% ma si ipotizza che, in maniera minore, anche il numero di partner sessuali e il tabagismo possano influire. Sulla base dei dati raccolti dai Registri dei Tumori presenti nel nostro Paese, si parla di circa 320 nuovi casi di carcinoma annui, con una media di 105 decessi. Un trend che sembra abbia preso un andamento decrescente negli ultimi anni grazie all’anticipazione diagnostica delle lesioni non invasive, alla maggior sensibilità degli strumenti diagnostici e sicuramente all’accresciuta attenzione delle donne per la propria salute. Per saperne di più abbiamo in-
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terpellato il Dr. Andrea Scatizza, specialista in ginecologia e ostetricia.
LE CAUSE
“La maggior parte dei casi di tumore della cervice sono causati da alcuni sottogruppi del Papilloma Virus. Dei 100 tipi di HPV conosciuti circa 15 sono catalogati come cancerogeni. Quelli più frequenti e aggressivi sono l’HPV 16 e l’HPV 18 e si riscontrano in circa il 70-80% delle donne affette da cancro del collo dell’utero. Gli HPV si trasmettono attraverso rapporti sessuali non protetti o con il contatto diretto con la pelle se si è in presenza di verruche (condilomi), e la virulenza è talmente importante che si presume che circa l’80% delle donne e degli uomini attivi sessualmente vengano contagiati almeno una volta nella vita, con un rischio massimo tra i 16 e i 25 anni, quando la frequenza dei rapporti sessuali è più elevata. Fortunatamente la maggior parte delle infezioni da HPV guariscono spontaneamente senza che si sviluppi alcuna malattia, né a breve, né a lungo termine. In alcuni casi possono insorgere verruche genitali, fastidiose ma
I SINTOMI
“Il Papilloma Virus è asintomatico sia nella donna sia nell’uomo, tranne quando si è in presenza di HPV 6 e 11, che possono far insorgere delle verruche a livello genitale, più comunemente conosciute come “creste di gallo” per la loro forma. Dato quindi che la maggior parte dei sottogruppi potenzialmente oncogeni non provocano sintomi, è assolutamente necessario che la donna (dal momento in cui inizia ad avere rapporti sessuali), si sottoponga regolarmente al controllo ginecologico annuale comprensivo della colposcopia e del Pap Test (striscio oncologico). Per l’uomo eventualmente è possibile prevedere dei controlli presso un dermatologo anche se, a tutt’ora, non ci sono esami di screening come per la donna. Per quanto concerne invece i sintomi del carcinoma della cervice, che è al quinto posto nelle varie fasi di evoluzione della patologia, possono verificarsi dei sanguinamenti vaginali (soprattutto dopo aver avuto rapporti), ma solo nel caso di stadi già abbastanza avanzati”.
non maligne, causate dall’HPV 6 e 11. I sottotipi HPV 16 e 18, invece, possono sopravvivere a lungo nelle cellule e causare, nel 20-25% delle donne contagiate, una lesione precancerosa o cancerosa (secondo quattro livelli di gravità) soprattutto al collo dell’utero, ma non sono da escludere patologie alla sfera genitale in generale e alla regione orofaringea”.
PREVENZIONE, DIAGNOSI PRECOCE E CURE
“Come già detto, sono importantissimi il Pap test e la colposcopia, in questo modo è possibile scoprire i quattro stadi precursori del carcinoma invasivo di cui i primi tre (ASCUS, CIN I e CIN II) in molti casi si risolvono spontaneamente nel giro di un anno o due, ma vanno tenuti sotto controllo ogni sei mesi. Il CIN III, ultimo stadio non ancora invasivo, può essere curato mediante un piccolo intervento chirurgico chiamato “conizzazione”, che consiste nell’asportazione, tramite incisione a forma di cono, della parte vaginale del collo dell’utero. La vaporizzazione mediante laser può invece venire utilizzata anche in casi di persistenza prolungata di lesioni lievi. In caso di diagnosi di carcinoma, le terapie sono invece invasive, diverse e differenziate a seconda dell’espansione tumorale che il medico curante valuterà con ulteriori metodi chirurgici e diagnostici. Da notare che, essendo un virus, non disponiamo di cure mediche efficaci per combattere il Papilloma. La speranza è che regredisca spontaneamente senza doverne curare le conseguenze. Con l’arrivo sul mercato del vaccino Gardasil da oggi sarà però possibile prevenire il contagio da HPV 6 e 11, ma soprattutto 16 e 18, e quindi l’insorgenza della maggior parte dei tumori della cervice dovuta, appunto, soprattutto a questi due ultimi agenti patogeni”.
LE 4 REGOLE FONDAMENTALI
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Avere rapporti sessuali protetti (preservativo), soprattutto se con partner occasionali.
Sottoporsi a regolari controlli ginecologici annuali. Optare, se in età indicata, per il vaccino contro il Papilloma Virus.
Evitare il fumo. > pagina 46
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SALUTE
CHI PUO’ VACCINARSI
“Se una donna è già stata contagiata da HPV 16 o 18 prima della vaccinazione, il suo rischio di contrarre il tumore non si riduce. Il vaccino Gardasil è omologato per la vaccinazione di ragazze e giovani donne di età compresa tra i 9 e i 26 anni, ma sono dell’avviso che dovrebbero essere vaccinate tra gli 11 e i 14 anni, ossia prima che inizino ad avere le prime esperienze sessuali. Non appena, infatti, una ragazza è sessualmente attiva, corre il rischio d’infettarsi con l’HPV, che è sempre più diffuso. Da notare che anche le donne vaccinate dovranno sempre sottoporsi regolarmente allo striscio oncologico poiché, come detto, il vaccino protegge solo dai tipi HPV 6, 11, 16, 18 e non da altri fattori patogeni (soprattutto da sottogruppi virali meno frequenti, ma comunque a rischio), che potrebbero ugualmente scatenare un tumore alla cervice. Attualmente si ritiene che la copertura del vaccino possa arrivare come minimo a 5 anni . Studi in corso ci diranno in futuro se sarà più duratura”.
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RISCHI
“Il Gardasil è ben tollerato anche se, come per qualunque altro genere di vaccino, possono insorgere effetti collaterali: reazioni locali (arrossamento, dolore, gonfiore) nel punto di iniezione sono relativamente frequenti (1-2 persone su 4), ma innocue. Mal di testa, stanchezza e/o febbre possono apparire in 1 persona su 10. Abbiamo avuto notizia di casi di gravi reazioni di tipo allergico/anafilattico ma, secondo le statistiche (sino ad oggi sono state somministrate più di 10 milioni di dosi), sono da ritenersi molto rare”.
COSTI
“Il vaccino è in commercio al prezzo di Fr. 236,85 per dose e comporta la somministrazione per via intramuscolare di tre dosi in sei mesi (la seconda iniezione a distanza di almeno un mese dalla prima, mentre la terza a tre mesi dall’ultima). Lo scorso novembre il Dipartimento federale degli interni ha deciso che la vaccinazione contro l’HPV fosse rimborsata dall’assicurazione malattia obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2008 a tutte le ragazze di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, purché ciò avvenga nel quadro di un programma cantonale strutturato di vaccinazione. Il Consiglio di Stato intende introdurre anche in Ticino (tramite il Servizio di medicina scolastica), un programma di vaccinazione contro il tumore del collo uterino e sta attualmente svolgendo i preparativi necessari - a livello normativo, tecnico, informativo, finanziario e logistico - con la collaborazione dei medici e delle assicurazioni malattia. Sappiamo che alcune casse malati si assumono già l’80% In collaborazione con: Dr. Andrea Scatizza, della spesa in presenza di una specialista F.M.H. ginecologia ed copertura complementare”. ostetricia a Lugano.
PUBBLIREDAZIONALE
MAL DI TESTA, MAL DI DENTI, MAL DI SCHIENA? COME COMPORTARSI IN CASO DI DOLORE ACUTO?
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l dolore acuto è il dolore che insorge inaspettatamente ed è di durata limitata. Mal di testa, mal di denti, dolori dorsali e articolari possono manifestarsi in dolore acuto. In questi casi oltre al buon senso, possono essere sicuramente d’aiuto i soliti piccoli accorgimenti che seppur banali, possono contribuire ad attenuare il dolore: come ad es. un sonno sufficiente, l’aria aperta, il movimento, ecc.
DOLO-SPEDIFEN ad esempio, è un medicamento che contiene come principio attivo l’arginato d’ibuprofene, sostanza che calma i dolori (analgesica), anti-infiammatoria e antipiretica (abbassa la febbre). Questa formulazione (associazione di arginato con il prinicipio attivo ibuprofene) consente al medicamento di agire rapidamente: infatti esso allevia il dolore già entro 30 minuti nella maggior parte dei casi e il suo effetto dura per circa 6 ore.
Spesso però il dolore, pensiamo per es. ad un attacco di mal di testa, ci coglie improvvisamente, nei momenti meno opportuni, in cui non si ha il tempo o la possibilità di provare i metodi “fai da te” citati e soprattutto non si ha la certezza che siano efficaci.
DOLO-SPEDIFEN è indicato nei casi seguenti: • mal di testa • mal di denti • mal di schiena • dolori mestruali • febbre dovuta a stati influenza • dolori in seguito a ferite • dolori alle articolazioni e ai legamenti
Ciò che ognuno di noi si augura in queste situazioni, è che il dolore sparisca il più presto possibile. Nessuno desidera soffrire inutilmente. In farmacia esistono vari medicamenti in vendita libera i cui principi attivi hanno dei tempi d’azione diversi.
A tal proposito chieda consiglio al suo specialista della salute e legga attentamente il foglietto illustrativo. Zambon Svizzera SA
Mal di testa? allevia rapidamente mal di testa, mal di denti e mal di schiena, entro 30 min. nella maggior parte dei casi. In farmacia senza ricetta medica. Chieda consiglio al suo specialista della salute e legga attentamente il foglietto illustrativo.
BELLEZZA
PREPARARSI PER L’ESTATE La temibile prova costume si sta avvicinando, ma niente paura. Con un po’ di movimento in più, pasti più leggeri, le ultime novità cosmetiche e qualche semplice esercizio, sarete pronti per affrontare l’estate. testo di Antonella Broggi
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ssere in forma e sentirsi bene nel proprio corpo non è una missione così impossibile, ma è una cosa davvero importante. Prima di tutto bisogna alimentarsi in modo sano, equilibrato e variato. Già, direte voi, facile a dirsi! Vero, però è solo una questione di abitudine, e le abitudini purtroppo sono la cosa più difficile da cambiare. La bella stagione, che offre tanta frutta e verdura fresche, e il clima più caldo, che invoglia a consumare pasti
«Ponetevi obiettivi realistici!» più leggeri, è il momento giusto per rivedere le proprie abitudini alimentari. Come? Beh, prima occorre valutare cosa, quanto e quando mangiamo. Obiettivamente e sinceramente. Non vi elenchiamo cosa è bene mangiare e cosa invece è meglio evitare, tanto lo sapete già! Il consiglio è però di porsi obiettivi realistici e poi di concentrarsi sulle piccole tappe di tutti i giorni, senza perdere di vista l’obiettivo finale. Se pianificate delle attività fisiche, fatelo con un amica o con il compagno. Prendere un impegno con qualcuno vi impedirà di rinunciarvi e qualunque cosa fatta in compagnia diventa più divertente. E poi, qualunque cosa decidiate di fare, fatela per voi stessi e per il vostro piacere. Dedicate un po’ di tempo a voi stessi, un po’ di sano egoismo qualche volta ci vuole!
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L’11 maggio è la festa della mamma. Per prepararle un bellissimo regalo, crea un bel vasetto, raccogli un mazzolino di fiori e falle un bel sorriso!
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Cosa ti occorre:
un flacone (ad es. di un detersivo, di un docciaschiuma o del ketchup), gomma e matita, pennarelli indelebili dalla punta fine.
1. Cerca un flacone vuoto, meglio se bianco, senza scritte. Lavalo bene e leva l’etichetta.
2. Con la matita disegna un soggetto che ti piace. Ad esempio dei fiori, ma puoi anche scrivere una dedica.
3. Ricalca i segni a matita con i pennarelli indelebili.
4. Raccogli dei bei fiori e mettili nel vasetto. Tanti auguri mamme!
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OGGI PARLIAMO DI...
Camminare fa bene, su questo non ci sono dubbi, ma sembra non piacere a tutti. In particolare si ha l’impressione che i bambini non amino molto spostarsi a piedi o fare passeggiate. Siamo andati a verificarlo nella IV elementare delle scuole del Bertaccio di Lugano, dove ci ha accolto la maestra Linda Barresi. testo Lorenza Storni - foto Rémy Steinegger
CHI CAMMINA È IN... GAMBA
Alessandro
Antonio
Alice
Brian
COME MAI INTORNO AL PRIMO ANNO I BAMBINI HANNO COSÌ VOGLIA DI CAMMINARE? Alice: semplicemente perché ne hanno voglia. Zilan: perché vogliono essere grandi e quindi, per farlo vedere, camminano. Antonio: perché vedono tutti camminare e quindi anche loro lo vogliono fare. Max: perché se per tutta la vita non camminano, come fanno ad andare in città? Milos: secondo me è il loro istinto che glielo dice. Pietro: perché si vogliono divertire con i loro amici. Enrico: perché quando crescono hanno più equilibrio per stare in piedi e quindi non devono più gattonare. Brian: perché vedono i loro fratelli più grandi camminare e dunque li imitano. MA POI, CON IL PASSARE DEL TEMPO SUCCEDE UNA COSA STRANA: ALLA MAGGIOR PARTE DEI BAMBINI CAMMINARE NON PIACE PIÙ. PERCHÉ? Dimal: perché sono pigri e stanchi. Alice: perché vogliono essere portati in braccio. Enrico: perché ci si stanca. Milos: io penso perché sono moderni e preferiscono lo scooter. Alessandro: perché preferiscono giocare e divertirsi invece di camminare. Zilan: perché se camminano tanto si
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Cecilia
annoiano e quindi preferiscono andare con la macchina. Cecilia: perché ci si stanca troppo e fanno male i polpacci. A CHI DI VOI, PIACE CAMMINARE? Alice: a me sì, perché mi piace stare all’aria aperta e nella natura. Dimal: perché camminando e correndo fai tanti sport e io negli sport mi diverto. Milos: a me piace perché ti alleni i muscoli e poi mi piace tanto giocare a prendersi. Riccardo: a me piace tanto correre, ma al massimo per 300/400 metri. Camminando anche un po’ di più. Max: a me piace camminare perché camminando scopri nuove cose e piccoli posti. Alessandro: a me piace fare tante passeggiate lunghe nei boschi. Antonio: a me piacciono le passeggiate lunghe perché c’è più tempo per parlare. TUTTI SONO CONCORDI NEL DIRE CHE CAMMINARE FA BENE. PERCHÉ? Milos: io penso che camminare fa bene a tutto. Enrico: fa bene alle gambe e a tutto il corpo. Alice: perché si allenano i muscoli e quando si torna da una passeggiata la testa è sulle nuvole. Joy: camminando si allenano braccia e gambe.
Dimal
Max
Enrico
Milos
Max: perché si lascia tutto il corpo molle e tranquillo. Dimal: perché camminando tanto ci si mantiene in forma. Francesca: perché fa bene ai muscoli e al cuore. Riccardo: camminando si allena la respirazione. IN FAMIGLIA AVETE L’ABITUDINE DI ANDARE A PASSEGGIO? Antonio: noi andiamo a Lugano o a spasso nei parchi. Max: noi nel weekend andiamo in città e camminiamo tanto. Brian: certe volte di domenica il mio papà ci porta al Monte Brè a fare una passeggiata. Riccardo: nella mia famiglia si cammina tanto. In città si va sempre a piedi, tranne quando andiamo a messa che è un po’ più lontano. E poi facciamo passeggiate nel bosco. Enrico: noi facciamo passeggiate lunghe nei boschi, soprattutto alla domenica. Cecilia: nella mia famiglia si cammina poco perché mia mamma nei weekend è sempre stanca e mio papà lavora quasi sempre. Alice: noi andiamo in città a piedi, soprattutto alla domenica. Anche con la maestra ci spostiamo spesso a piedi. E poi vengo sempre a scuola a piedi. Dimal: io cammino da quasi tutte le
Joy
Francesca
Pietro
Riccardo
parti, tranne a Grancia che vado in macchina. Zilan: con la mia famiglia nel weekend facciamo delle belle passeggiate lunghe più di 5 ore. Pietro: io al sabato e la domenica vado a Prato Leventina e lì mi sposto quasi sempre a piedi. Francesca: noi in famiglia camminiamo poco perché a mio papà e a mio fratello non piace. Max: io cammino molto in casa perché ho il corridoio lungo. Anzi, in verità corro. Milos: io già da anni vengo a scuola a piedi, quando posso. C’È UNA PASSEGGIATA CHE VI È PIACIUTA E CHE CONSIGLIERESTE AI LETTORI DI ILLUSTRAZIONE TICINESE? Joy: io consiglio di passeggiare nei boschi. Alice: sì, in particolare nei boschi di Comano. Dimal: io ho trovato bella la passeggiata che abbiamo fatto lungo la ex ferrovia Lugano-Dino. Enrico: a me piace camminare sui sentieri di montagna, per esempio sul Monte Lema. Max: anche a me è piaciuto tanto il Monte Lema. Ma a mia mamma piace di più andare in città a fare shopping. Antonio: quando siamo andati con la
Zilan
scuola a Breno mi è piaciuto molto scendere veloce dalla montagna e fare una specie di caccia al tesoro ritrovando dei posti. Pietro: io consiglio una passeggiata al Leit perché mi sono divertito tanto. Alessandro: io ho trovato bellissima una passeggiata da un posto che non mi ricordo più fino a Melide. COSA PENSATE DI TUTTE QUELLE PERSONE CHE REGOLARMENTE FANNO LUNGHE ESCURSIONI O ESCONO A CORRERE? Dimal: io penso che sono brave e che si mantengono tanto in forma. Alice: secondo me fanno bene. Riccardo: io penso che sono in gamba e hanno tanti muscoli. Cecilia: se a loro piace… Antonio: io penso che sono un po’ degli svitati perché fanno un sacco di fatica e sudano come pazzi. Brian: secondo me quelle persone sono pazze. Che senso ha tornare a casa stanchissimi? Milos: penso che sia il loro hobby, come uno che gioca a calcio o a basket. Dimal: contenti loro, contenti tutti! Le classi elementari del Cantone interessate a collaborare alla realizzazione di uno di questi servizi possono scrivere a: Lorenza Storni, CP 247, 6906 Lugano o inviare una e-mail a: lorenza.storni@bluewin.ch.
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COLLEZIONE PER PASSIONE
Daniele Marcis, collezionista di scacchi e Presidente dell’Associazione Scacchistica di Paradiso, con una scacchiera che riprende i personaggi dell’antico Egitto.
DANIELE MARCIS: COLLEZIONISTA DI SCACCHI
Un poderoso esercito di 4’064 pezzi fra pedoni, torri, alfieri, cavalli, re e regine pronti a sfidarsi tra le 64 caselle quadrettate delle sue 127 scacchiere. testo Benedetto Galli - foto Ti-Press
COLLEZIONISTA MA SOPRATUTTO GIOCATORE... “La passione è nata all’età di 14 anni, completamente autodidatta, erano i tempi dei famosi Open Scacchistici di Lugano. Degli scacchi amo sopratutto l’aspetto simbolico della contrapposizione fra il bene e il male, il bianco e il nero. In poche parole ri-
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specchiano i tratti del mio carattere, senza compromessi né sfumature, ma assoluto”. COME HA INIZIATO A COLLEZIONARE GLI SCACCHI? “Quasi per caso, anni fa mi trovavo a Varsavia per ragioni di
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2 1. Incas contro Conquistadores. 2. L’orchestra Jazz si contrappone ai musicisti Rock. 3. Daniele Marcis, con una delle tante e particolarissime scacchiere esposte durante la manifestazione Scacco alla Piazza di Lugano. 4. I due Re appartenenti alla serie che vede contrapposti i Templari ai Crociati. I particolari sono curati fin nel minimo dettaglio.
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lavoro, i pezzi mi furono intagliati da un abile artigiano proprio sotto i miei occhi. Da allora, nel corso dei miei frequenti spostamenti, ho pensato di portarmi a casa dei souvenir, e quale miglior souvenir per uno scacchista se non una scacchiera?”. NON SI TRATTA CERTO DI OGGETTI REPERIBILI OVUNQUE, COME RIESCE A SCOVARLI? “A volte per caso! Ad esempio quando a Roma, per le vie di un mercatino rionale, ho notato ad una bancarella uno strano fermacarte, mi sono avvicinato... era un alfiere! Ho chiesto al venditore che, sorpreso ed evidentemente a digiuno della materia, mi ha risposto, “Ma come fa a sapere che dovrei averne in giro altri 31?”. Lui in primis non si era accorto che si trattava di scacchi, per di più di valore, dato che erano in argento. Fu un ottimo affare per entrambi!”. COSA LE PIACEREBBE AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE? “Ho in cantiere, dato che mi diletto a volte anche in personali realizzazioni, una scacchiera che riproponga la sfida che ha contrapposto americani e russi per la conquista dello spazio. I pezzi saranno costituiti dalla riproduzione in scala dei satelliti e dei razzi portati in orbita dai due contendenti. Per quanto riguar-
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da invece quelle realizzate da terzi, si tratta più che altro di un sogno: avere un giorno una rarissima scacchiera artistica fiorentina, i cui pezzi sono tutti in oro massiccio, chiaramente il prezzo è proibitivo per le mie tasche!”.
CURIOSITÀ COLLEZIONISTICHE DAL MONDO SCACCHISTICO La scacchiera più preziosa è stata commissionata da Aristotele Onassis ad un gioielliere di New York: in oro e ornata di smeraldi è valutata oltre 60 mila dollari. Mentre la più piccola in assoluto è opera di un orologiaio svizzero. Non più grande dell’unghia di un dito. La miniscacchiera è in acciaio bianco e blu, con i lati lunghi dieci millimetri. Il Re è alto tre millimetri e mezzo, il pedone un millimetro e mezzo. (Fonte: www.italiascacchistica.com).
Per informazioni: Associazione Scacchistica Paradiso, via Geretta 6, 6900 Paradiso, www.scacchiparadiso.ch.
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SPORT
NUOTA, PEDALA
E CORRI Sulla scia di Paolo Bertarelli e Nicola Pfund, pionieri della disciplina del triathlon, abbiamo incontrato Michele Caverzasio, da oltre 10 anni attivo in questa singolare competizione, per introdurci in questo sport e capire, forse, cosa passa nella mente di chi regolarmente decide di nuotare per 3’800 metri, andare in bicicletta per 180 chilometri, e correre per 42… testo testo Marco Marco Ortelli Ortelli -- foto foto Rémy Rémy Steinegger Steinegger
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SPORT
DA SPORTIVO OCCASIONALE A TRIATLETA “Fino a 29 anni ho praticato sport per mantenermi semplicemente in forma, mai quindi a livello competitivo, anche perché il mio precedente lavoro di steward in una compagnia aerea non mi permetteva di allenarmi seriamente. La passione per l’ironman mi è stata trasmessa da un mio vicino di casa, appassionato triatleta, che mi ha contagiato”. TUTTAVIA IMMAGINO CHE SIA SCATTATA UNA MOLLA PARTICOLARE PER METTERSI A GAREGGIARE IN COMPETIZIONI, CHE COMPRENDONO 3’800 METRI A NUOTO, 180 KM IN BICICLETTA E 42 KM DI CORSA… “Ho iniziato con un triathlon olimpico (1’500 m di nuoto, 40 km in bicicletta, 10 km di corsa, ndr), la gara più semplice e più corta. Ho poi preso parte a qualche gara sulla distanzia media, (1’800 m, 90 km, 21 km), per poi passare agli ironman. Al termine del mio primo ‘super lungo’, la sensazione e la soddisfazione sono state tali che ho abbandonato le distanze corte. Per me l’ironman è come un viaggio, nel quale si sperimenta sofferenza, si fa prova di resistenza fisica e psichica e in cui si ha pure una grande occasione per… pensare. Un’esperienza che va oltre il puro gesto atletico”. SPIEGACI MEGLIO… “Durante una competizione, ricordo di aver incrociato un professionista, che vedendo un gruppetto di atleti piuttosto imbronciati ci disse: “sorridete ragazzi”. È stata quasi un’illuminazione, comprendere come una gara di 9-10 ore potesse essere il coronamento di un periodo di grandi fatiche vissute in allenamento, da correre quindi con piacere a prescindere dal tempo, e non da vivere come un tormento”. SULLE FATICHE DELL’ALLENAMENTO… “Direi che chi dispone di una buona preparazione fisica generale, in due mesi e mezzo, tre mesi può preparare un ironman.
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Nello specifico, la mia preparazione ad una gara è il risultato di un allenamento settimanale che comprende tre sedute di tre chilometri, due, tre uscite di due ore e mezza in bicicletta e quattro uscite di corsa che vanno dall’ora alle due ore e mezza per uscita. Bisogna sapersi organizzare, ma è senz’altro fattibile”. DEI VERI E PROPRI ‘UOMINI D’ACCIAO’ QUINDI… “Non mi piace parlare di uomini d’acciaio, mi suona un po’ come una forma di esaltazione. Scalare una montagna di 7’000 metri o fare una non stop di 200 km nel deserto è più faticoso. NUOTARE, CORRERE, ANDARE IN BICICLETTA, PER MOLTI METRI E NEL MINOR TEMPO POSSIBILE: A QUALE SCOPO? “Beh, come per tutte le competizioni in generale, chi arriva prima vince… Però, forse, molti perdono di vista come il bello sia anche
«Per me l’ironman è
un’esperienza che va oltre il puro gesto atletico» semplicemente concludere una gara, indipendentemente dalla prestazione sportiva. Vedo infatti molta gente per la quale l’ironman è il senso della vita, questa è per me un’esagerazione”. COME SI PERCEPISCE LA COMPETIZIONE ALLA PARTENZA? NON C’È IL PERICOLO DI AVERE IL MORALE A TERRA PENSANDO ALLA PRESTAZIONE CHE SI DOVRÀ FORNIRE? “Effettivamente è utile suddividere la gara in fasi, in obiettivi
parziali da raggiungere, per non vedere il traguardo come una montagna irraggiungibile. Personalmente, quando concludo col nuoto mi sento già piuttosto sollevato, questa disciplina crea problemi a molti triatleti. In bici, ad esempio, ci si concentra su blocchi di chilometri, nella corsa non si pensa tanto ad una maratona quanto a una mezza maratona... Inoltre, per quello che mi riguarda, alle gare mi segue la famiglia, per cui un mio obiettivo è anche quello di raggiungere i miei famigliari in un punto stabilito per salutarci al mio passaggio”. TI HA CAMBIATO, COMPIERE QUESTE COMPETIZIONI ESTREME? “È cambiata la percezione dei problemi, e anche il limite di sopportazione nella vita quotidiana è mutato, perché sono riuscito ad allenare la mente a sopportare un certo tipo di stress. Mi sono abituato a tener duro, a gestire le situazioni problematiche”. COME STA NUOTANDO, PEDALANDO, CORRENDO ATTUALMENTE LA DISCIPLINA DEL TRIATHLON? “In Ticino, negli ultimi due anni c’è stata una grande esplosione, una tendenza peraltro riscontrabile a livello mondiale. Da un lato penso che questa sia dovuta alla attuale maggiore mobilità, dall’altro che sia un fenomeno più psicologico, dato dall’esigenza delle persone di distinguersi dalla massa, dall’omologazione, dalla routine quotidiana attraverso la ricerca di nuovi stimoli che questa competizione indubbiamente sa dare. Aggiungerei che a livello professionistico l’ironman è diventato un vero e proprio business con un indotto di milioni di dollari. Gli americani hanno costruito una grande organizzazione attorno a questa gara, attratti come sono dal mito del supereroe”. QUALI SONO I TUOI PROGRAMMI FUTURI? “Quest’anno mi sono detto che sarà l’ultimo dedicato all’ironman, anche se mia moglie mi ripete che sono già tre anni che lo dico. Penso tuttavia che ogni cosa abbia il suo tempo. Ho deciso
«È utile suddividere la gara in fasi, in obiettivi parziali da raggiungere» di partecipare, il 24 maggio prossimo, all’ironman di Lanzarote, nelle Isole Canarie, perché voglio tornare sul luogo del mio incidente e concludere lì la mia ‘carriera’ di ironman. Lo scorso anno, infatti, durante quella gara, ho subito un grave infortunio, un auto della televisione mi ha tagliato la strada e in bicicletta le sono andato addosso. Mi è andata bene, perché ho perso un dito che mi è stato miracolosamente ricucito. Ci sarà poi la ciliegina sulla torta della maratona di New York, il novembre prossimo, alla quale sono stato accettato per meriti sportivi”.
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SPORT
Per l’anno 2008 possiamo avvalerci della preziosa collaborazione del team medico-sportivo del Centro di Medicina e Chirurgia dello Sport di Locarno. L’intento è quello di coniugare lo sguardo dell’atleta con quello di chi, quotidianamente, agisce in modo che chiunque decida di praticare sport, lo possa fare al meglio, nel limite delle proprie possibilità. Per la disciplina del triathlon, si è messo a disposizione il Dott. Reto Pezzoli. DOTTOR PEZZOLI, SI PUÒ PARLARE DI IRONMAN COME DI UNO SPORT “SANO”? COME SI PONE LA MEDICINA, NEI CONFRONTI DI UNO SFORZO LIMITE COME QUELLO DATO DA QUESTA COMPETIZIONE? “Per quanto possa sembrare strano, da un punto di vista medico il triathlon, anche nella versione più impegnativa dell’ironman, è uno sport con moltissimi risvolti positivi per la salute! Infatti non va dimenticato che la preparazione di un ironman
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dura 6-9 mesi, durante i quali l’atleta sottopone l’organismo a delle sollecitazioni aerobiche progressive ben equilibrate, che da un punto di vista della salute hanno quasi solo effetti benefici sull’organismo. I lati negativi vanno eventualmente ricercati nelle sindromi da sovraccarico (tendiniti, problemi muscolari), che nel triathlon sono molto più rare che in altri sport. Numerosi studi scienReto Pezzoli tifici hanno evidenziato come la gara stessa, pur rappresentando uno sforzo notevolissimo, non crea danni o problemi particolari all’organismo, in particolare all’apparato cardiocircolatorio. Si tratta comunque di sollecitazioni notevoli, alle quali bisogna prepararsi in modo puntiglioso!”. COME CI SI PREPARA ALLORA… PUNTIGLIOSAMENTE? “La preparazione di un ironman richiede un minimo di 12-15 ore settimanali, suddivise nelle tre discipline. Generalmente si tratta di allenamenti estensivi, a intensità medio-basse, dunque il rischio di lesioni acute è minimo. Un’attenzione particolare va posta al corretto recupero tra un allenamento e l’altro per
evitare il cosiddetto sovrallenamento. Ovviamente questi atleti sono molto attenti anche agli aspetti dell’alimentazione, fatto che si traduce in un ulteriore aspetto positivo per la salute”. COSA SUCCEDE AD UN ATLETA, DAL PUNTO DI VISTA CORPOREO, DURANTE LA COMPETIZIONE? “Il problema principale durante la gara è dato dal dover distribuire correttamente le energie sull’arco di 9-12 ore svolte senza soluzione di continuità. La frazione a nuoto, svolta in acque libere, presenta il problema della partenza in massa (svariate centinaia di nuotatori che si accalcano) e dell’orientamento. Questa frazione è però relativamente breve e in quella successiva è fondamentale gestire bene le energie e alimentarsi regolarmente. Non bisogna dimenticare infatti che il dispendio energetico per un ironman è stimato a 7-9’000 Kcal, che vanno assunte in gran parte sotto forma di bevande energetiche e barrette o gel. Ovviamente, la tratta più impegnativa è quella della maratona, corsa con un “riscaldamento” di 6-8 ore…”. IN COSA CONSISTE IL RECUPERO, DOPO UNO SFORZO SIMILE? “Da un punto di vista fisiologico, recuperare una nuotata di 4 km non pone problemi particolari all’organismo. Anche i 180 km in bici non presentano problemi (non va dimenticato che
«In Ticino, negli ultimi due anni c’è stata una grande esplosione della disciplina»
Nome: Michele Cognome: Caverzasio Data di nascita: 10 agosto 1968 Altezza: 169 cm Peso: 63 kg Professione: amministratore immobiliare Domicilio: Aldesago Categoria: 35-39 anni Palmarès: “aver concluso il mio primo ironman, nel 1999, a Zurigo” Prossimo obiettivo: “la maratona di New York, il 2 novembre
prossimo” Tempo dedicato al triathlon: “sempre meno, ogni cosa ha il suo tempo; in generale però ho dedicato alla disciplina dalle 20 alle 25 ore per settimana” Un’immagine, pensando al triathlon: “la partenza in acqua dell’ironman delle Hawaii, nella Baia di Kona, quando sorge il sole alle sette di mattina” Per info: cave@sunrise.ch
questi atleti percorrono 7-10’000 km all’anno e un’uscita di 6 ore non è uno sforzo così pesante). Il problema deriva dai 42 km della maratona, corsa come detto, dopo 6-8 ore di attività fisica. Il muscolo, già stanco, deve assorbire svariate decine di migliaia di impatti con il suolo (ogni passo “carica” sull’arto inferiore due volte il proprio peso corporeo) e questo lavoro crea un affaticamento estremo delle fibre muscolari. Il recupero va visto però in un’ottica generale: dopo un Ironman, insieme alla fatica c’è una sorta di appagamento che diminuisce per qualche tempo la motivazione all’allenamento. Va da sé che, passate alcune settimane, l’atleta ha già in vista qualche altro obiettivo e… via con gli allenamenti!”. Reto Pezzoli è nato a Locarno il 30 novembre 1959, vive a Minusio ed è felicemente sposato e padre di tre bimbi. Dal 1994 è titolare di di uno studio di medicina generale a Minusio, nel 1999 ha ottenuto l’attestato di perfezionamento complementare in medicina sportiva e il diploma internazionale di medicina di montagna. Nell’ambito della medicina sportiva è attivo quale divulgatore di temi di medicina sportiva nel contesto di federazioni, Gioventù e Sport, società locali, scuole, ecc. Medico responsabile di manifestazioni sportive in Ticino, dal settembre 2002 è collaboratore del Centro di Medicina e Chirurgia dello Sport di Locarno.
Swiss Olympic Medical Center www.cmcs.ch, Tel.: 091 811 48 48
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CONCORSO EURO ‘08
RISPONDI AL RICHIAMO
DEGLI EUROPEI Sedici domande, come sedici sono le squadre che si contenderanno il titolo di Campione d’Europa nel torneo austro-svizzero che appassionerà milioni di persone dal 7 al 29 giugno prossimi. Con sedici risposte esatte hai l’opportunità di vincere premi da favola, che ti renderanno ancora più partecipe all’evento continentale…
1. CHI HA VINTO I PRIMI EUROPEI DELLA STORIA NEL 1960? C URSS D Germania B Italia 2. QUANTE PARTITE VERRANNO GIOCATE COMPLESSIVAMENTE AGLI EUROPEI DI CALCIO DEL 2008 IN AUSTRIA E SVIZZERA? K 32 A 31 H 33 3. CONTRO QUALE SQUADRA ESORDIRÀ LA SVIZZERA IL PROSSIMO 7 GIUGNO? N Turchia M Repubblica Ceca O Portogallo 4. QUANTI SPETTATORI POTRÀ ACCOGLIERE IL ST. JAKOB-PARK? T 38’500 R 58’000 P 42’500 5. CHI È IL PRESIDENTE DELL’UEFA? W Marco Van Basten I Michel Platini Z Joseph Blatter 64
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6. COME SI CHIAMANO LE MASCOTTE DI UEFA EURO 2008™? O Trix e Flix S Pixie e Dixie K Lazzi e Frizzi 7. IL 24 MAGGIO 2008, A LUGANO, NELLA PENULTIMA GARA AMICHEVOLE, LA SVIZZERA AFFRONTERÀ: L La Svezia Y Il Liechtenstein N La Slovacchia 8. QUAL È IL NUMERO DI MAGLIA DI VALON BEHRAMI? E 16 I 19 P 10 9. COSA MANGIA IL GIOCATORE DELLA NAZIONALE SVIZZERA TRANQUILLO BARNETTA QUANDO VA DA MCDONALD’S? D Il McChicken J I Chicken McNuggets X La Caesar Salad 10. CHI È STATO IL CAPOCANNONIERE DEGLI EUROPEI DISPUTATISI NEL 2004 IN PORTOGALLO? T Cristiano Ronaldo (Portogallo) con 6 reti H David Beckham (Inghilterra) con 4 reti E Milan Baro? (Repubblica Ceca) con 5 reti
11. IN QUALE SQUADRA MILITA IL ROCCIOSO DIFENSORE ELVETICO PHILIPPE SENDEROS? U Arsenal Z Chelsea O Tottenham
I PREMI
3 maglie
originali della nazionale svizzera di calcio autografate da Tranquillo Bar netta, ambasciatore dello sport di McDonald's Svizzera.
12. QUANTE VITTORIE HA OTTENUTO FINO AD ORA LA SVIZZERA IN PARTITE VALIDE PER I CAMPIONATI EUROPEI? B 42 R 29 C 16 13. IN QUALE CITTÀ VERRÀ DISPUTATA LA FINALISSIMA? U Basilea H Berna O Vienna
3 palloni
originali Uefa Euro 2008, per allenarti e arrivare pronto alla prima partita.
10 buoni
offerti da McDonald's Svizzera per altrettanti gustosi Happy Meal presso uno dei suoi 144 ristoranti.
14. CONTRO QUALE SQUADRA LA SVIZZERA HA DISPUTATO LA SUA PRIMA PARTITA INTERNAZIONALE, IL 12 FEBBRAIO 1905? P Francia V Italia S Germania 15. DOVE SI SVOLGERANNO GLI EUROPEI DI CALCIO DEL 2012? B Belgio e Olanda C Croazia e Slovenia A Polonia e Ucraina 16. PER QUALE ARBITRO GUARDANO LE LINEE I SEGNALINEE MATTHIAS ARNET E STÉPHANE CUHAT? ! Konrad Plautz ? Massimo Busacca @ Herbert Fandel
I premi non sono convertibili in denaro ed è escluso il ricorso a vie legali.
TUTTI GLI EUROPEI DI CALCIO RISPOSTA PER RISPOSTA… Non perderò neanche una partita, tantomeno l’opportunità di vincere un premio!
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Nome: Cognome: Via: Luogo:
HAI TROVATO LA SOLUZIONE? PERFETTO, NON TI RESTA CHE COMPILARE IL TAGLIANDO CON LA RISPOSTA E TUTTI I TUOI DATI E INVIARLO IN REDAZIONE ENTRO IL 16 MAGGIO 2008. BUONA FORTUNA!
Compila questo tagliando, incollalo su una cartolina postale e invialo alla redazione di Illustrazione Ticinese, “Concorso Euro ‘08”, casella postale 418, 6908 LuganoMassagno, entro il 16 maggio 2008, oppure invia un’ email con la soluzione e tutti i tuoi dati all’indirizzo concorso@illustrazione.ch
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EURO ‘08 ECCOCI
FEBBRE EURO ‘08 Gli Europei si stanno avvicinando a passi da gigante e i negozi sono pieni di gadget di ogni tipo. Noi siamo andati a scovare per voi quelli un po’ meno comuni… Per i più piccoli, un set da veri tifosi, con tanto di ciuccio, e fermaciuccio, biberon e bavag l i n o. Tu t t o rossocrociato naturalmente! (Fr. 19.90).
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IL FORTE AIROLO Testo, disegni e foto di Ti-Press
UN CAPOLAVORO DI ARCHITETTURA MILITARE Evidenti mire espansionistiche delle potenze europee confinanti misero in serio allarme nel 1885 le autorità elvetiche, che consce del ruolo strategico del San Gottardo e volte a salvaguardare la neutralità, decisero la costruzione di una complessa serie di fortificazioni di nuovo tipo di cui il Forte Airolo ne rappresentava, a sud, la massima espressione difensiva. I lavori, che richiesero un investimento di 3 milioni e mezzo di franchi dell’epoca, cominciarono nel 1886 e si protrassero fino al 1889, impegnando complessivamente 800 lavoratori prove-
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nienti dall’Italia e dall’Austria, mentre tutte le bocche da fuoco erano di costruzione tedesca. Non a caso, e non solo per necessità: intenzione dell’esercito era far conoscere ai possibili aggressori la potenza difensiva di questa fortificazione, e dunque una chiara manovra dissuasiva. Ora parzialemente trasformato in Museo (una parte è ancora attiva come caserma per la scuola reclute), il Forte Airolo fu declassato come infrastruttura militare nei primi anni sessanta, i volontari oltre ad aver assicurato il ripristino museale della struttura, ne curano tuttora le visite guidate.
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1. La corazzatura è costituita da 1’728 metri cubi di granito (allora non esisteva ancora il cemento armato). Il granito, proveniente dalle cave di Lavorgo, è stato tagliato secondo precisi piani dettagliati, tanto che non esistono in tutta la struttura due blocchi uguali.
2. Le camerate ospitavano i 200 militi che assicuravano il presidio del Forte. 3. Le cucine e l’annessa panetteria assicuravano ai militi la totale autosufficienza alimentare in caso di assedio. 4. Situata al secondo piano, la torretta centrale corazzata aveva un diametro di 5 metri, era dotata di due cannoni gemelli calibro 12 cm delle acciaierie Gruson di Magdeburgo. Con una gittata, per allora record, di 8 km, sparavano proiettili di 16,5 kg. La cupola, del peso di 15 tonnellate, era in grado di ruotare grazie a un apposito meccanismo mosso da 4 serventi.
5. Per coprire gli angoli morti del pendio antistante il Forte, in una posizione corazzata erano sistemati due mortai a sfera calibro 12, della portata dai 300 metri ai 3 km. 6. Al primo piano del forte si trovano 5 casematte corazzate protette con uno spessore di ben 20 cm di acciaio e 1,2 metri di granito. Sono poste lungo un corridoio circolare, dalle feritorie spuntavano cannoni Krupp, calibro 8,4 cm e sparanti proiettili da 6,7 kg. 7. In quattro distinte torrette, definite ad eclissi in quanto potevano “scomparire” nella struttura del Forte abbassandosi mediante dei contrappesi, erano posti cannoni a tiri rapido Gruson (fino a 40 colpi al minuto) calibro 5,3 cm. 8. Torretta di osservazione, utilizzata per la direzione del tiro d'artiglieria.
Info: Associazione amici del Forte Airolo c/o Alda Soldini, 6776 Piotta; Tel. 091 868 17 70, 091 881 10 30 079 785 91 12 041 888 81 11 (infocenter andermatt)
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REPORTAGE
DALLA MIA
FINESTRA
Alda Scaroni Comotti - Gordola
Territorio e vivibilità, un racconto collettivo della popolazione ticinese. introduzione e coordinazione Giosanna Crivelli
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l tema era ben definito: “Fotografo il paesaggio costruito dalla mia finestra ed esprimo ciò che mi piace e ciò che non mi piace”. Con curiosità abbiamo atteso l’arrivo delle fotografie. L’aspettativa era quella di una scansione del territorio ticinese, da innumerevoli finestre, da tutte le regioni del Ticino: un vero e proprio censimento visivo. Il risultato è stato diverso. Le fotografie inviate sono state 70, un numero non rappresentativo per un sondaggio. E inoltre la maggior parte dei partecipanti non ha rispettato né il tema né le regole: fotografie fatte altrove, non dalla propria finestra; fotografie che mostrano una natura incontaminata, senza il minimo segno di paesaggio costruito. Vari testi esprimono solo il “mi piace” e, tranne pochissime eccezioni, vi è una mancanza di senso critico propositivo.
Operazione non riuscita, almeno non nell’ottica auspicata. I risultati sono però rappresentativi di un modo di pensare e sentire il paesaggio, percepito in chiave essenzialmente romantica: luogo che in momenti d’atmosfera particolare suscita stati d’animo positivi o negativi. Luogo espressione di desideri, anelito di un paradiso perduto, indefinita nostalgia: quella Sehnsucht così ben espressa dalla lingua tedesca. La realtà però non è costituita solo da momenti eccezionali, e il racconto non da soli
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apici emotivi. Il primo mea culpa devo farlo io, con le fotografie scelte per lanciare il progetto: una fotografia con arcobaleno, una fotografia notturna, una fotografia con luce del tramonto, una con luce dell’alba, una con luce radente. Il modello è stato seguito alla lettera. Ma: per lo più tralasciando il paesaggio costruito. Ho capito che il linguaggio fotografico per raccontare queste tematiche deve essere anche un altro, più neutrale, maggiormente documentario, pur restando testimonianza soggettiva. Il tema è complesso, ci vogliono molti esempi per arrivare all’espressione di un sentimento collettivo. Occasione mancata, ma forse solo rinviata. Il numero limitato di immagini e l’unilateralità della rappresentazione ha portato con sé una certa ingenuità. La sensazione è quella della mancanza di una cultura e di un linguaggio che sappia esprimere l’ambiente abitato come un valore: non da subire, ma da inventare, da progettare, da trasformare. Con senso etico, non speculativo. Con idee personali, innovative, utopiche. La scelta delle immagini e dei testi è arbitraria: non vi sono né tutte le immagini né tutti i testi, e molti testi sono stati abbreviati, per ragioni di spazio, ma anche per rendere il racconto più intenso.
Michele Orcalli - Pura
Natalie Danzi Paces - Minusio
Natalie Danzi Paces - Minusio
Marcello Roccasalva - Sala Capriasca
Alessandro Ferretti - Ligornetto
Manuel Perez - Caslano
Michele Orcalli - Pura
Renato Ramazzina - Bellinzona
Chiara Piccaluga, Ravecchia
Marcello Roccasalva - Tesserete
Marcello Roccasalva - Tesserete
Heidi Delucchi - Mendrisio
Roberta Pedrinis - Gandria
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REPORTAGE
Luogo: Gordola, Via Centro Sportivo 17 Dalla finestra che si affaccia sul mio balcone osservo il cielo e faccio le mie previsioni. La mia finestra è la mia bussola. A est aspetto l’alba che sveglia i colori delle case assopite. A nord osservo i vigneti e indovino le antiche fatiche dei miei avi. A sud vedo le montagne e il lago e sogno di luoghi lontani e misteriosi. E quando, improvvisamente, succede che a ovest il cielo si spacca ai prepotenti raggi di sole, che picchiano contro nuvoloni di pioggia, allora accade che il mio ambiente è ancora più magico e colorato. E mi sento veramente a casa. La mia finestra è il mio oriente. Alda Scaroni Comotti
Luogo: Pura, Via Olcia Case volanti Una parete prefabbricata letteralmente vola, leggerissima e veloce, al suo posto, in una casa in costruzione. In qualche modo è un’immagine diametralmente opposta al più familiare concetto di parete come stabilità, protezione, radicamento al suolo, gravità. Non che questo contrasto non mi piaccia, e tantomeno mi faccia star male, ma comunica quel senso di fragilità e provvisorietà della nostra epoca che mette a disagio chi viaggia sul crinale della cinquantina (di anni). Michele Orcalli
Luogo: Montedato - Riazzino Camera con vista...(c)ostruita Karin Lerch
Luogo: Gandria Amo guardare da questo piccolo oblò della mia cucina e contemplare quello che ancora resta di intatto, vestigia di un tempo andato. I tempi qui sono rarefatti, scanditi soprattutto dai ritmi della natura, dall’alternarsi del giorno e della notte. Il silenzio è rotto di tanto in tanto dal gracchiare dei gabbiani. La civiltà del massacro riesce ancora poco a penetrare in questo luogo eretto sull’acqua, che permette il rinnovamento costante alla radice della vita in un gioco continuo di forma e dissoluzione. Non mi piace pensare che angoli come questo contrastino fortemente con la civiltà del cemento armato, delle rotonde e delle speculazioni dell’edilizia dove lo sguardo è costantemente violato. Roberta Pedrinis
Luogo: Locarno, Via d’Alberti … La mia città vuole diventare moderna e continuare a crescere, ma senza farsi bella. Edifici banali e speculativi proliferano, mentre poco valore si dà alla qualità estetica dell’urbanistica. Nel futuro sogno di vivere in un territorio urbano costruito da architetti lungimiranti, inventivi e un po’ poeti, che sappiano creare maggiore armonia tra l’opera dell’uomo e la splendida natura che ci circonda. Roberto Buzzini
Luogo: Bellinzona, Via Pratocarasso 30E Case e case: novità dal balcone Cresce e cresce la città, che la struttura urbana pronta ha. Cresce anche qualche perplessità: chi sarà e che farà chi arriverà? Tra chi conta e chi più vale, giovani e vecchi, belli e brutti, la risposta sta nel mondo globale: ci sarà posto per tutti? Renato Ramazzina 74
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Luogo: Giumaglio, Via al Canton Cielo e terra Mi piace perché: l’uomo è riuscito a portare sulla terra un po’ della brillantezza della luna. Gioele Cerini
Luogo: Melide, Via al Doyro 20 Territorio che offre, territorio che soffre Daniele Pasquillo
Luogo: Ruvigliana, Via Massago 21 … Se la forza e la bellezza dell’acqua e del cielo avvolgono la città in un vestito naturale, la terra rischia di essere invasa dalla cementificazione. Speriamo che non si espanda troppo; sarebbe come indossare un vestito troppo largo… Pierre Pellegrini
Luogo: Minusio, Via Brione 45 “Quando?”, Villa Elena, Locarno, via Luini 1: Guardando fuori dalla mia finestra vedo una gru che sta lavorando sul cantiere vicino, già ora so che tra qualche giorno non potrò più guardare da questa finestra decorata in stile floreale dalle mani di un abile artigiano locale, perché la finestra non ci sarà più, scomparirà per sempre insieme alla casa. “Rispecchiare il passato” Posta di Locarno, Piazza Grande: A volte sembra che l’unico compito di questi moderni palazzi sia quello di rispecchiare il passato… Natalie Danzi Paces
Luogo: Locarno Monti … L’uomo continua a sfigurare con grosse costruzioni il paesaggio ticinese. Viviamo bene, perché permettere a chi ha soldi di farne ancora di più sfregiando il nostro territorio? Andrea Persico
Regina Anderson - Pura
Marcello Roccasalva - Tesserete
Franco Cecchini - Carabietta
Regina Anderson - Pura
Claudia Canonica - Moleno
Alessandra Gabaglio - Minusio
Roberto Buzzini - Locarno
Andrea Persico - Locarno
Alfio Cerini - Giumaglio
Fabio Rezzonico - Porza
Pierre Pellegrini - Aldesago
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REPORTAGE
Luogo: Giumaglio Esilio di luce Lunghissime ragnatele di cavi elettrici imbrigliano le montagne, percorrono le valli più remote, e lasciano cicatrici indelebili nel paesaggio. Questa è forse la manifestazione più invasiva della presenza dell’uomo. Alfio Cerini
Luogo: Pura, vista su Neggio Per le mie figlie sembra il castello delle loro favole. Regina Anderson
Luogo: Arbedo, Via Ronchetto 18 Mi piace! Luce che illumina i vicoli bui, le strette vie e le strade deserte di paese. Luce che illumina il cammino nella notte che rende romantico e unico ogni luogo… Silvia Züger
Luogo: Pura, vista su Neggio Mi piace vedere la nebbia che nasce dalla Valle della Magliasina se poi lenta sale fino a dissolversi oltre il pallido sfondo delle colline piano scompare nel cielo che si tinge di piogge: quasi estive. Le case di Neggio là in fondo disegnano grigio un presagio di fortezza Adriana Rigamonti
Luogo: Cadro, Via Meer 13 … La notte nasconde l’attività diurna con il suo via-vai e i suoi cantieri, mi piace immaginare che questi nuclei si conservino ancora a lungo come isole di quiete attorno alla città. Olivia Crivelli
Luogo: Maglio di Colla Mi piace potermi affacciare alla finestra di casa e respirare la natura, il bosco, gli alberi. Vedere l’ambiente intorno a me pulito, parlare di quanto sia importante rispettarlo. Non mi piace scoprire quante persone ancora non ne comprendono l’importanza e l’arrivare a sera senza nemmeno aver guardato il cielo. Fedra Comensoli
Luogo: Mendrisio, Via Motta 22 Molte volte, guardando gli scempi che sopporta oggi la natura e l’ambiente, che di conseguenza fanno soffrire anche noi, dovendo assistere impotenti e increduli, ci si meraviglia quasi di un tramonto o del fiorire di una pianta. Nonostante tutto! Heidi Delucchi 76
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Luogo: Sala Capriasca Non mi piace l'orribile visione di palazzi stile “periferia industriale milanese”, che sfregiano l'ameno paesaggio della campagna capriaschese. Mi piace il panorama dei Denti della Vecchia, che consolerà gli inquilini delle palazzine. Marcello Roccasalva Luogo: Montagnola Mi chiedo se sia possibile costruire in un breve spazio parecchie abitazioni. Spero che si sia tenuto conto dei problemi che sorgeranno sulla strada, ecc. Franco Cecchini Luogo: Bellinzona-Ravecchia Non mi piace dover superare visivamente le case e altre costruzioni. Da un lato è bello che il processo di antropizzazione arrivi sino ai margini del bosco, ma d'altro canto si crea un vero e proprio agglomerato dove gli edifici sono troppo vicini e non vi è possibilità di vedere molto della natura “incontaminata” che ci circonda. Camini troppo visibili, lampioni con una pessima struttura e qualche edificio industriale rovinano il paesaggio e sfatano l'ambiente incontaminato, utopia per la maggior parte della gente. Chiara Piccaluga Luogo: Moleno Attraverso la nostra voluta grande finestra al pianoterra mi piace osservare i mutamenti del tempo. È come assistere alla realizzazione di un dipinto che non termina mai. Se c’è un’occhiata di sole che abbaglia, se passa una nuvola i colori si fanno cupi, se nevica si copre di bianco, se piove si trafigge di gocce trasparenti. E se spalanco i vetri, l’aria profuma di stagioni, rose sambuco camomilla castagno tiglio gelsomino gigli lavanda timo fico e clorodendro, mi sollecita i ricordi e mi invita a sognare. L’udito mi toglie l’incanto. Tra i richiami dei merli e il canto del gallo della Nunzia sento un ingombrante sottofondo continuo di rumore dei motori che mi distrae, mi sottrae dal dipinto, e mi fa chiudere la finestra Claudia Canonica
Luogo: Treciò, comune di Cimadera Il cuore della natura Ovviamente mi piace perché è una piccola parte del mio paradiso. “Anche la natura ha il suo cuore ... se noi esseri umani continuiamo a tartassarlo un giorno smetterà di battere! Perché non usare invece queste energie per batterci nella lotta per il rispetto del nostro mondo?!”. Simona Buri
Heidi Delucchi - Mendrisio
Pierre Pellegrini - Aldesago
Chiara Demarta - Brissago
Gioele Cerini - Giumaglio
Modis - Lugano
Silvia Z端ger - Arbedo
Daniele Pasquillo - Melide
Simona Buri - Cimadera
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Formula compreso tutto com
SONDAGGIO
Nasser Sadikovic, 46 anni, pittore, Biasca - “Approfitto volentieri per scoprire angoli della bella Svizzera sconosciuti a noi ticinesi”.
Milena Bonini, 19 anni, studentessa, Vacallo - “Resto a casa a dedicarmi ai miei hobby in attesa delle tranquille vacanze in montagna”.
Paride Lordi, 46 anni, gerente, Morbio Inferiore - “In genere, a dipendenza della stagione, nei ponti festivi vado in montagna o al mare”.
PONTI FESTIVI:
CHE FATE? Anche quest’anno è tempo di ponti festivi o weekend lunghi. Occasioni per pianificare una “gita fuori porta” o per restare a casa a riposare? testo Lorenza Storni - foto Stefano Ember
Gabi Keusch, 42 anni, barista, Canobbio - “Mi piace andare in montagna, in mezzo alla natura, per ricaricarmi le batterie con l’energia solare”.
Elia Bertossa, 30 anni, studente, Carabbia - “Amo immergermi nella natura delle nostre montagne per apprezzare le bellezze e la tranquillità che non trovo in città”.
Linda Sabbadin, 25 anni, impiegata, Brè - “Vado a trovare i miei parenti a Padova”.
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VISO Per combattere efficacemente i segni che il tempo lascia inesorabilmente sul viso, Linea sana ha messo a punto una serie di trattamenti che, associati alla innovativa tecnica di fotoringiovanimento mediante luce pulsata, aiutano a correggere il precoce invecchiamento della pelle stimolando la produzione naturale del collagene. Tale processo permetterà di avere rughe meno evidenti con una pelle piú liscia ed elastica.
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BELLINZONA Viale Portone, 5 Telefono 091 825.65.06
CHIASSO Corso S. Gottardo, 54 Telefono 091 682.77.09
LOCARNO Viale Verbano, 3 Telefono 091 743.92.18
SONDAGGIO
Giorgio Cassinelli, 20 anni, venditore, Grancia - “Se il tempo me lo consente, organizzo piccoli viaggi nei dintorni per staccare un po’ la spina dalla solita vita quotidiana. Altrimenti trovo qualche lavoretto da fare in casa”.
Maria Rosa Zürcher, 53 anni, impiegata, Brè - “Vado volentieri a trovare le amiche d’infanzia a La Chaux-de-Fonds”.
Emanuele Stanganello, 40 anni, venditore, Gentilino - “In genere, se mi muovo verso nord mi fermo a Berna. Se invece vado a sud la meta è Roma”.
Mattia Maffezzini, 18 anni, imp. di commercio, Faido - “Con i miei amici dell’unihockey ci troviamo per dei tornei nei Grigioni”.
Laura Giorgi, 26 anni, impiegata, Minusio - “Mi piace andare sul Monte San Bernardo a godere della tranquillità e della natura”.
Cecilia Marsadri, 63 anni, casalinga, Bodio - “Oggi viaggio con la fantasia; fino a qualche anno fa mi recavo sui monti di Val d’Ambra e sul Lago di Garda”.
Claudia Vanzetti, 40 anni, fisioterapista, con Alessandro, Olivone - “Per cambiare visuale mi piacerebbe andare al nord, in Scandinavia”.
Stefania Simone, 22 anni, studentessa, Giubiasco - “Prediligo fare dei viaggi culturali nelle città europee”.
Giuseppe Cavadini, 60 anni, pensionato, Morbio Inferiore - “Mi piace immergermi nella natura e pescare”.
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PERDERE PESO! Le più recenti conoscenze scientifiche.
Le piante che fanno dimagrire Efficacia dimostrata: chi le ha provate ha perso peso.
nutrizionisti della medicina naturale Itunamente hanno scoperto 11 piante che, opporcombinate, modificano l’immagazzinamento delle calorie producendo una perdita di peso. Anche mangiando come si è sempre fatto è possibile perdere i chili in eccesso. Scoprite qui sotto di quali piante si tratta e perché fanno dimagrire.
Domanda: Com’è possibile che alcune piante facciano dimagrire anche mangiando come si è sempre fatto? Risposta: Le più recenti ricerche dimostrano che queste 11 piante, particolarmente benefiche e totalmente naturali, se opportunamente combinate modificano l’effetto delle calorie. Queste ultime non vengono trasformate in grasso, bensì vengono bruciate ed eliminate in modo naturale, oppure convertite in energia. La mescolanza di queste piante costituisce la base di un nuovo preparato vegetale sottoforma di sciroppo che produce la perdita dei chili in eccesso, probabilmente la più rapida mai ottenuta con metodi naturali. Domanda: Per chi è stato studiato questo metodo? Risposta: Questo metodo è adatto a tutte le donne e gli uomini in sovrappeso (di 5 kg o più) che hanno già provato di tutto senza ottenere risultati. Domanda: In quanto tempo si perde peso?
Risposta: Molto rapidamente. Fin dalla prima settimana si possono perdere fino a 6 kg. In media si perdono ogni settimana circa 3,5 kg nelle persone con oltre 10 kg di sovrappeso.
Domanda: Questo metodo ha un qualche legame con la cura delle 5 piante già apparsa sui giornali e grazie alla quale in tutta Europa oltre 600’000 persone sono dimagrite? Risposta: Questo metodo contiene in effetti queste 5 piante che hanno fatto sì che oltre 60.000 persone negli ultimi 12 mesi siano dimagrite. Con questa nuova cura gli scienziati hanno aggiunto altre 5 piante e 1 alga, che accelera la perdita dei chili in eccesso quasi del doppio. Questo nuovo metodo contiene quindi 11 piante che consentono la massima perdita di peso mai rilevata con l’utilizzo di un prodotto interamente naturale e privo di effetti collaterali. Domanda: Come funziona? Si deve avere una grande forza di volontà? Risposta: Non si tratta di una dieta. Si può continuare a mangiare normalmente, come si è abituati, tutto ciò che si desidera: pasta, piatti con salse, burro, dolci, ecc. È sufficiente diluire 1,5 misurini di sciroppo in 1 litro d’acqua e berlo nel corso della giornata. A differenza della maggior parte delle cure e delle diete che avete probabilmente già provato, in questo caso non ci sono limiti. Proprio per questo motivo gli insuccessi sono praticamente esclusi. Inoltre, questo metodo non richiede né sacrifici, né una grande forza di volontà, nessuna dieta e nessun esercizio fisico. Domanda: E che sicurezza ho di mantenere il
mio peso ideale una volta raggiunto? Risposta: Come probabilmente vi sarete accorti in passato, quando si dimagrisce, il peso si riprende poi molto rapidamente. Ciò accade perché il metabolismo non è cambiato. Con questo metodo, invece, viene completamente trasformato. Non si deve quindi temere di riprendere peso. Il processo di eliminazione e trasformazione delle calorie avviene esattamente come accade per le persone che mangiano sempre ciò che vogliono senza ingrassare. Domanda: Ho già provato di tutto, diete, pillole, anche tisane, ma niente ha funzionato. Perché questa volta dovrebbe essere diverso? Risposta: Perché questo processo di eliminazione e trasformazione delle calorie avviene in modo naturale, modificando il vostro metabolismo in modo tale che brucerete più calorie di quelle che assumete. Perché la maggior parte delle donne che ha provato questo metodo è dimagrita e non c’è quindi motivo di temere che con voi possa non funzionare. E infine perché noi siamo così sicuri del nostro prodotto che vi offriamo la garanzia «soddisfatti o rimborsati»: riceverete una cura completa, senza dover decidere subito di comperare.
Domanda: Devo perdere più di 20 chili. Questa cura è adatta anche per me? Risposta: Non importa se dovete perdere 5, 10, 15 o 20 chili (o anche di più), lo sciroppo con le 11 piante vi permette di raggiun-
gere il peso ideale e ottenere una linea armonica e bella … e al tempo stesso gioia di vivere! In caso contrario non pagherete nulla.
Domanda: Ci sono davvero delle prove che dimostrano l’efficacia del metodo? Risposta: Tutti coloro che l’hanno usato sono dimagriti, talvolta anche in modo spettacolare. Domanda: Ho letto in un reportage che queste piante non hanno solo un effetto dimagrante, ma sono anche benefiche per la nostra salute. È vero? Risposta: Sì. Queste 11 piante sono state scoperte da nutrizionisti durante la messa a punto di procedimenti più sani per l'eliminazione delle tossine e di altri veleni che si trovano negli alimenti di oggi. Bevendo lo sciroppo con gli estratti di 11 piante non solo si perde peso, ma si rimuovono anche efficacemente i veleni dall'organismo. Domanda: Come posso provare questo metodo velocemente e senza impegno? Risposta: Potete provarlo nelle prossime 3 settimane senza rischiare nulla. Ecco la prova dell’efficacia delle 11 piante che fanno dimagrire Estratti delle lettere che abbiamo ricevuto. Avevo già provato di tutto. «Sono ingrassata di 16 kg. Per tutta la vita ho sofferto di obesità. Per dimagrire ho provato di tutto. La cura delle 11 piante è stata l'unica con la quale ho avuto successo. Mi sento una persona nuova. Anche mio marito ha perso 10 kg e abbiamo ritrovato una gioia di vivere che non conoscevamo più.» Silvia P. Per 15 anni ho seguito delle diete senza successo. «Ne avevo abbastanza ed ero disperata, finché ho scoperto il nuovo prodigio della cura dalle 11 piante. Ho perso facilmente e in modo permanente tutto il peso in eccesso, proprio nei punti in cui ne avevo bisogno. Adesso ho di nuovo la linea che desideravo, quella che avevo a 20 anni.» Nadja O.
Ho perso 28 chili «Da quando ho perso 28 chili, grazie alla cura dimagrante delle 11 piante, la mia vita è cambiata. Mio marito mi ha riempita di orgoglio quando mi ha chiesto di posare per una foto con un nuovo costume da bagno. Adesso ho l’impressione di essere immune dal prendere peso e dall’effetto yo-yo. Il mio peso si è stabilizzato, da oltre un anno peso sempre 63 chili. Sono orgogliosa della mia linea e di me stessa.» Cécile L.
Se avete deciso di non accettare questa proposta, leggete qui La formula vincente si chiama «cura dimagrante delle 11 piante». Una dieta ha successo se non costringe a fare la fame. Con la cura dimagrante delle 11 piante, ora questo è possibile. Potrete perdere peso con piacere. Non esiste un modo più semplice per ottenere il peso ideale.
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Potrete mangiare quasi tutto quello che volete. È sufficiente diluire 1,5 misurini di sciroppo in un litro d’acqua e berlo nel corso della giornata. Vi farà bruciare il grasso in eccesso, facendovi dimagrire.
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Ora avete la possibilità di ottenere la linea ideale cambiando radicalmente la vostra vita senza grandi limitazioni. Tutti coloro che hanno provato la cura dimagrante delle 11 piante sono dimagriti.
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Abbiamo eseguito un test con 20 persone. Tutti, senza eccezioni, hanno perso i chili che volevano. Questa è la prova che la cura dimagrante alle 11 piante funziona davvero.
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Anche voi adesso potete raggiungere il vostro peso ideale. Fate una prova campione. Ne sarete sorpresi.
Queste 11 piane particolarmente benefiche, se opportunamente combinate modificano l’effetto delle calorie. Queste ultime non vengono trasformate in grasso, ma vengono bruciate ed eliminate in modo naturale, oppure convertite in energia. La mescolanza di queste piante costituisce la base del nuovo preparato vegetale, altamente digeribile, sottoforma di sciroppo, che produce la perdita dei chili in eccesso, probabilmente la più rapida mai ottenuta con metodi naturali.
Domanda: Quali sono le 11 piante che mi fanno dimagrire? Risposta: La cura dimagrante delle 11 piante è composta dalle seguenti sostanze attive: 5 piante hanno un forte potere dimagrante, sono disintossicanti e depurative. Una pianta riduce l’appetito, 2 piante aumentano la resistenza alle infezioni, un’ultima pianta ha un potente effetto antiossidante e antispastico, favorisce la digestione ed è estremamente stimolante. 2 piante rinforzano le vene e una pianta è efficace contro la cellulite, l’arteriosclerosi e l’obesità. Domanda: Quanto peso può perdere chi non ha ottenuto nessun risultato con altri metodi dimagranti? Risposta: Con il corretto utilizzo della cura dimagrante delle 11 piante potrete perdere 1–2 chili al giorno, vale a dire 4–6 chili a settimana. Il principio dell’eliminazione dei grassi agisce rapidamente. Domanda: Qual è il modo più rapido per avere la cura dimagrante dalle 11 piante? Risposta: Tutti i lettori nelle prossime 3 settimane potranno provare una volta questa cura senza rischiare nulla.
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DI EMOZIONI ILLUSTRAZIONE TICINESE 04-08
“M
i è sempre piaciuto guidare e seguo con attenzione sia il Motomondiale, sia la Formula uno”, inizia a raccontarci Lorenzo; un ragazzino di 14 anni veramente in gamba, che sa quello che vuole. Ho saputo alcuni anni fa che vi erano due persone che stavano realizzando una macchina in legno. “Quando abbiamo costruito la nostra cassa di sapone per partecipare nel 2006 alla due giorni di Avegno e Gordevio, pensavamo che non ci fossero delle regole”. Così la vantaggiosa creatività che consolida i sani rapporti tra padre e figlio ha dovuto essere momentaneamente corretta. “In effetti”, continua Lorenzo, “ho dovuto correre con un’automobile che mi ha dato il comune di Avegno”. Un’esperienza piacevole e suggestiva che, come una miccia che si accende, ha subito appassionato anche papà Paolo.
«Grazie all’auto costruita con mio papà parteciperò a 14/15 gare del Campionato Svizzero»
Lorenzo e Paolo Moretti procedono con un lavoro di squadra per realizzare un grande e appassionante obiettivo comune, ricco di interessanti sinergie. Realizzare una cassa di sapone per vivere un sano spirito agonistico che consolida una valore aggiunto, quello del piacere di rinforzare i rapporti tra padre e figlio. testo Stefano Pescia - foto Rémy Steinegger
“In effetti, mi sono divertito e ho acquistato quella vettura con i miei risparmi facendo dei lavoretti in giardino e vendendo anche lo sciroppo di sambuco che prepariamo nella nostra casetta in montagna”, puntualizza con giustificato orgoglio Lorenzo. “Lo scorso anno”, continua, “ho partecipato a sette gare mentre per il 2008, grazie alla vettura nuova costruita con mio papà, mi impegnerò a correre 14/15 gare delle 21 valide per il Campionato svizzero. Quando parlo con i miei compagni di scuola di questo mio passatempo sono curiosi proprio perché in Ticino le corse con le casse di sapone sono poche”. In aggiunta, nel nostro cantone sono pochi coloro che posseggono una propria automobile. E così, nella testa dei nostri creativi locarnesi i pensieri corrono veloci e le idee per nuove iniziative non mancano. “Sarebbe interessante”, ci anticipa Paolo, “poter organizzare anche un campionato ticinese con tre o quattro gare”. Per il prossimo anno papà Moretti ha già preso i contatti con chi potrebbe sostenere questa sua interessante iniziativa. Per organizzare qualcosa di valido sono necessari un minimo di 40/50 concorrenti. È comunque indispensabile sviluppare un progetto e istituire un comitato d’organizzazione. L’iniziativa pensata da papà Paolo di organizzare una gara nel nostro Cantone è già una seria realtà. Si disputerà ad Ascona, su un percorso di un chilometro. Quello lungo il Monte Verità, compresa l’installazione del capannone della manifestazione in zona Parsifal. Diventerebbe il secondo più lungo dei tracciati iscritti al Campionato nazionale. “Peccato che dobbiamo aspettare il 2009”, interviene Paolo Moretti, “perché quest’anno la data scelta era già occupata da un’altra manifestazione del calendario nazionale delle gare di casse di sapone”.
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Intanto, nel garage di casa Moretti la prima parte di un sogno sta per avverarsi, grazie al montaggio delle componenti della nuova vettura. Il brillante Lorenzo ripercorre con i pensieri le gare alle quali ha partecipato nel 2007. “I più quotati concorrenti gareggiano con delle vetture costruite in fibra di vetro. La maggiore differenza rispetto a quelle costruite in legno”, spiega Lorenzo, “è certamente nella loro migliore aerodinamica. Naturalmente il costo di realizzazione è più alto. Credo comunque”,
«Mi è sempre piaciuto guidare e seguo con attenzione sia il Motomondiale, sia la Formula uno»
Una grande soddisfazione quella di Lorenzo e Paolo Moretti. Dopo tante ore di pazienza, di entusiasmo e di abilità manuale si vedono i primi risultati del loro impegnativo lavoro.
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puntualizza ancora Lorenzo, “che anche con una vettura in legno si possa vincere. La differenza di peso è praticamente minima. Il peso ideale è comunque tra i 40 e i 45 chilogrammi. La nostra vettura pesa, senza ruote, 39 chili e 45/46 chilogrammi con le ruote”. Secondo il regolamento, il peso del pilota più la macchina, non deve superare i 125 chilogrammi. Ogni chilogrammo in più comporta una penalità cronometrica, come è il caso quando si tocca un cono indicatore sul percorso o una palla di paglia utilizzata per le chicane. Tra le curiosità del nostro dinamico e giovane pilota di Locarno abbiamo scoperto una primizia svizzera. “In effetti”, ci dice soddisfatto il nostro Lorenzo, “lo scorso anno per tre o quattro gare, mio papà mi ha montato una camera car sul casco. In questo modo abbiamo potuto realizzare dei suggestivi filmati che possiamo far vedere anche agli avversari”. Un ricordo che permette pure di valutare il percorso e di evitare di ripetere gli errori commessi l’anno precedente. Come in ogni attività, l’esperienza aiuta a migliorare. Insistendo un pochino, Lorenzo ci svela un piccolo trucco. “Anche se ognuno mette in pratica delle proprie strategie, ho scoperto che è utile seguire una chiara e semplice indicazione. Sul tracciato sono infatti disegnate delle sagome di casse di sapone. Se si segue il loro orientamento si ottiene la traiettoria ideale e quindi si deve frenare molto meno”. Nella competizione, anche se l’importante è partecipare, l’antagonismo e la voglia di vincere sono alcune volte sinonimo di strategie per vincere a tutti costi. Si cerca di inventare qualsiasi stratagemma per aumentare la stabilità camuffando il maggior peso della vettura. E così qualche furbetto ha inserito una placca di ferro pesante sul fondo della vettura, ricoprendolo con una superficie in legno. Anche per questo problema Paolo Moretti ha la soluzione giusta che suggerisce volentieri al
commissario di gara. “Per scoprire l’inganno basta semplicemente porre una calamita sul fondo della vettura e si individua immediatamente lo stupido trucco”. Lorenzo è, almeno fino ad oggi, l’unico concorrente ticinese che partecipa alle gare del campionato svizzero. Le casse di sapone sono certamente una gustosa ricetta anche per consolidare i rapporti familiari. Genitori e figli, dagli otto ai sedici anni, si ritrovano insieme e se la vettura la si costruisce in casa, come nel caso dei Moretti, meglio ancora. “Bisogna fare qualche cosa anche da noi per calamitare l’attenzione dei nostri giovani”, aggiunge Paolo Moretti. Con le casse di sapone la passione si può trasformare in un costruttivo dialogo, che rinforza la comunicazione, il piacere di conoscere e trascorrere del tempo con i propri figli. Il tutto porta a un’indubbia e positiva educazione. “Quando ci trasferiamo per un appuntamento a quattro ruote, durante il fine settimana cerchiamo di vivere al meglio l’emozionale ambiente. Si creano delle belle simpatie anche tra gli adulti. Noi cerchiamo di dormire in alberghi, o ostelli in cui vi sono anche gli altri partecipanti. E’ bello perché si sta tutti insieme anche durante i pasti. Per sopportare meglio i costi”, ci dice papà Paolo, “abbiamo il simpatico e importante sostegno di alcuni sponsor locali”. Il costo di una stagione è di circa 8’000 franchi, pneumatici da gara compresi. Una spesa importante è proprio rappresentata dall’acquisto delle ruote. Infatti, le più efficienti costano fino a 120.franchi l’una. Il vantaggio di una ruota qualitativa si ripercuote favorevolmente anche sul piano della sicurezza. “Rispetto a quelle che costano la metà”, precisa Lorenzo, “quelle un po’ più care sono bullonate e impediscono alla gomma di uscire dal cerchio”. Come per tutti gli sport, anche nelle gare delle casse di sapone allenarsi è importante. Durante la stagione agonistica, Lorenzo si allena spesso, in particolare durante il fine settimana, mentre
«I miei compagni di scuola sono curiosi proprio perché in Ticino le corse con le casse di sapone sono poche»
Ruote con i bulloni per evitare alla gomme di uscire dal suo supporto, volante e pedali secondo le norme del regolamento: il tutto per garantire a Lorenzo un’eccellente sicurezza.
quando è in vacanza e si trova nella casetta famigliare di montagna si allena anche tutti i giorni. La febbre da casse di sapone ha contagiato un po’ tutta la famiglia, tanto che papà Paolo ha pure preparato la traduzione in lingua italiana dello speciale regolamento. Un prezioso aiuto per trasmettere con facilità a tutti gli interessati le direttive necessarie per partecipare alle competizioni del campionato. Una macchina in legno semplice può costare attorno ai 900 franchi. “Questa macchina è tutta un’altra cosa rispetto al modello con il quale ho corso in preceden-
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za”, racconta Lorenzo. “È più aerodinamica, meno alta e quindi anche il rischio di capottare è stato praticamente eliminato”, ci conferma. Le vetture sono solide, ma quando in curva raggiungono i 55/60 km/h ci vuole un minimo di sicurezza. Quella costruita in casa Moretti nasce anzitutto con il cuore, da un modellino dell’Alfa Romeo Brera. “È veramente bellissima”, precisa Lorenzo. “Abbiamo cercato di ricostruire il muso della nostra cassa di sapone imitando quello della Brera. E proprio la parte frontale è stata la componente più impegnativa, in particolare la mascherina e i fari”, commenta Paolo Moretti. “Per costruirli siamo stati impegnati circa un mese. Ma lo sforzo è valso la pena”. Un bel lavoro, effettuato durante il sabato e la domenica oppure la sera. “Ho iniziato a disegnare il muso della vettura a inizio dicembre”, ci spiega comprensibilmente fiero Lorenzo. “Prima di Natale abbiamo proceduto a tagliare le componenti e a metà gennaio abbiamo terminato il muso”. Nei mesi successivi i creativi artigiani hanno completato la vettura con le
«La febbre da casse di sapone ha contagiato un po’ tutta la famiglia»
Ci siamp. Paolo e Lorenzo Moretti hanno quasi terminato il lavoro di assemblaggio della loro cassa di sapone. Il modello è oramai pronto per la verniciatura finale in carrozzeria.
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componenti mancanti. Tra queste la ripresa di una chicca. Quella di montare, come nella vettura avuta in precedenza, dei diodi per ottenere dei fari con la luce. In questi giorni la cassa di sapone designed by Lorenzo e Paolo Moretti è stata terminata con la verniciatura. “Quella precedente”, ci dice papà Paolo, “l’ho dipinta io nel colore rosso lasciando, malauguratamente, dei visibili segni anche sul pavimento e sulle pareti del garage. Per questa ragione abbiamo deciso di introdurre un ulteriore passo all’insegna della qualità”. L’ultima tappa si realizza quindi in carrozzeria, dove la cassa di sapone verrà pitturata nel colore nero metallizzato per sfrecciare sui percorsi di tutta la Svizzera, portando la simpatia e la positività di un felice rapporto tra padre e figlio, nato in un garage di Locarno, all’ombra di un ulivo. ICAM
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Se vuoi provare l’en .il lu str azio mozione di una discesa sulla cassa di sapone, vai sul nostro sito, sfoglia la rivista fino a pagina 89, clicca sul bollino “scaricami” e guarda il filmato realizzato grazie alla videocamera montata sul casco di Lorenzo. Buona discesa!
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Gilera GP800, lo scooter più grosso del mondo.
SCOOTER TIME
DOVE VAI SE LO SCOOTER
NON CE L’HAI? In Svizzera, nel 1990, si contavano 12’370 scooter immatricolati. Alla fine del 2007, secondo i dati resi noti dall’ufficio svizzero specialistico per le due ruote (SFZ), erano state registrate ben 245’349 immatricolazioni. testo Graziano Guerra
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te fra 250 cc e 500 cc hanno fatto segnare un buon incremento, del 22,4% le prime e del 56,1% le seconde. La parte del leone spetta in ogni caso alla cilindrata 125 cc, categoria che con 9’679 nuovi modelli venduti ha sfiorato la magica soglia delle 10’000 immatricolazioni. Sul mondo degli scooter si sono addensate anche delle nubi, in particolare sui “50 cc”. Versioni che a causa di nuove regole speciali introdotte in Svizzera dal 1° gennaio 2008, conformi alle norme Euro 3, ma diverse da quelle europee in quanto senza limiti di velocità, molti vedevano vicine all’estinzione sul mercato svizzero. In alcuni casi delle soluzioni di marketing sono arrivate in soccorso di appassionati e addetti ai lavori, mentre per altri sono giunte soluzioni tecniche che
Il nuovo “cinquantino” Aprilia con motore a 2 tempi che rispetta le norme Euro 3.
hanno permesso ai motori in questione di rientrare nelle norme richieste in fatto di emissioni.
EICMA 2008 - IL SALONE DELLA MOTO DI MILANO Gli organizzatori del Salone milanese stanno già lavorando all’edizione EICMA 2008, in programma il prossimo autunno, dal 4 al 9 novembre. La fiera, con 68’833 mq di superficie espositiva netta, 1’515 marchi da 39 Paesi, 33’498 operatori italiani e 20’864 stranieri, 500’000 visitatori, ha consolidato nel 2007 il primato assoluto fra tutti gli eventi fieristici del settore passati, presenti e futuri, a livello mondiale. È divenuto ormai l’evento di riferimento per l’industria mondiale delle due ruote a motore: tutti i grandi espositori hanno già confermato la partecipazione, molti hanno chiesto un aumento degli spazi. Gli addetti hanno anche dichiarato di essersi attivati con Fiera Milano per evitare gli incresciosi episodi dell’anno scorso, quando l’enorme affluenza di visitatori venne frenata e delusa da ingorghi al traffico. Altri miglioramenti sono previsti all’interno, fra l’altro la raffinazione della ristorazione e aggiungere qualcosa a “Motolive“ (non sono escluse sorprese).
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l segreto del continuo successo di questi mezzi di trasporto individuale sta nel prezzo accessibile, nella poca manutenzione necessaria e nei bassi consumi. Rapidi nel traffico e facili da usare, sono dotati di avviamento elettrico e di cambio automatico. Quasi tutti dispongono del cambio a variazione continua (CVT), sistema che consente di viaggiare senza strappi, anche detto “variomatic”. Questi allegri veicoli a due ruote sono disponibili nelle cilindrate 50, 125, 250, 500, 650 e 800 cc, e da qualche anno sono in vendita modelli anche a tre ruote. Nel 2007 sono stati ben 23’310 i nuovi modelli comprati (superate le vendite di nuove motociclette: 22’744). Le cilindra-
X-City 250, il primo maxiscooter Yamaha a ruote alte.
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BMW S 1000 RR.
ALLA CONQUISTA DELLE SUPERBIKE Alla denominazione BMW Motorrad è stata aggiunta la “S”, che indica il termine Supersport, la nuova Serie di BMW. Il numero 1000 e le due“RR” definiscono cilindrata e tipo. testo Graziano Guerra
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elle dichiarazioni ufficiali, il direttore Hendrik von Kuenheim, ha dichiarato che i preparativi seguono appieno i piani prescritti dal regolamento corse, la motocicletta potrà essere acquistata a partire dal 2009 ed entro la fine del 2009 saranno prodotti 1’000 esemplari di serie. Nel primo anno di partecipazione al Campionato Mondiale Su-
perbike, BMW Motorrad intende raggiungere diverse volte uno dei primi 10 posti in classifica, diminuendo continuamente la distanza rispetto ai top-team. Dal secondo anno, l’obiettivo sarà raggiungere i top-team, conquistare i primi podi e a medio termine conquistare il titolo di Campione mondiale. Per motivi di “package”, la BMW Super-
A SCUOLA CON I PILOTI SVIZZERI DI KTM Partecipare a dei corsi di motociclismo con campioni della classe di Marcel Götz, Philippe Dupasquier o Celso Gorrara, non capita tutti i giorni. KTM Svizzera rende possibile partecipare a corsi di motocross, enduro e supermotard con questi esperti piloti, e a prezzi accessibili. Attenzione, posti limitati. I prezzi 2000/2009: supermotard con Marcel Götz (CHF 50.-); motocross con Philippe Dupasquier (Fr. 50.-); una settimana di trainingswoche con Philippe Dupasquier nel 2009, ma occorre riservare ora (Fr. 420.- pista e training). Enduro: con Celso Gorrara, la novità risiede nei corsi per piloti provvisti di licenza (Fr. 50.-). Una settimana di enduro con Celso Gorrara (Fr. 90.- escluso vitto e alloggio). Rally/Six Days: preparazione alla KTM Rally/Six Days con Celso Gorrara (Fr. 50.-). Dal 21 maggio a settembre, per ulteriori informazioni rivolgersi alla KTM FABAG, Zürcherstrasse 305, 8500 Frauenfeld, per fax: 052 / 725 08 80 e per e-mail: info@ktm.ch.
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bike rinuncia al Duolever: il maggiore ingombro di questa sospensione della ruota anteriore porterebbe svantaggi nella costruzione estremamente compatta che deve presentare la SBK. Ma le innovazioni non mancano, ad esempio il sistema speciale di controllo della trazione come pure il design, molto indipendente ma che, ovviamente, riflette il linguaggio formale del segmento di appartenenza come pure il marchio BMW. Le attività agonistiche avverranno in stretta cooperazione con il partner Alpha-Racing che gode di una lunga esperienza nel campo motoristico. La ditta con sede vicino a Monaco ha allestito un capannone dedicato al progetto. Von Kuenheim, in BMW da oltre 20 anni, periodo in cui ha raccolto numerose esperienze su scala internazionale nella vendita di automobili e di motociclette, dall’inizio dell’anno è Presidente di BMW Motorrad.
CASCO AXO GOBLIN Per la stagione 2008, AXO presenta il nuovo casco integrale Goblin dal ricercato design. La calotta, attuale e di grande stile, contraddistingue questo nuovo modello realizzato in materiale termoplastico che, pur mantenendo un peso contenuto, è fornito di specifici canali di ventilazione per un ottimo comfort interno. Particolare attenzione è stata riposta nello studio di un attuale sistema di visiere, il casco è equipaggiato con una visiera esterna chiara, realizzata in materiale antigraffio. In aggiunta è montato sul casco uno schermo parasole di tonalità più scura a scomparsa, azionabile tramite un meccanismo esterno. La visiera esterna è disponibile come ricambio in tre tonalità, fumé, scura e a specchio, mentre lo schermo solare è utile durante il giorno per limitare la filtrazione della luce. Morbido e confortevole, l’interno del casco è in vellutino anallergico, antibatterico, lavabile e interamente removibile per garantire la massima igiene e una corretta pulizia. Nero o grigio per chi ama il sobrio monocolore o con grafiche accattivanti nelle tonalità blu, rosso, grigio, bianco, nero o oro per chi vuole stupire! Le taglie disponibili vanno dalla XS alla XL. NUOVA VESTE WEB PER KAWASAKI La marca motociclistica famosa per il “verde veleno” ha rilanciato il suo sito web in 17 Paesi europei. Nuovo stile e nuova grafica per una homepage molto seguita. www.kawasaki.ch fa parte del nuovo progetto e si presenta quale finestra su prodotti, novità e rete concessionari di facile e veloce consultazione.
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La silhouette della nuovissima Monster 696 affascina. Come nel design originale, il serbatoio aderisce perfettamente al telaio tubolare a traliccio. Sperimenta la potenza del motore Desmo da 80 cv/59 kW (versione limitata anche a 34 cv/25 kW, guida consentita da 18 anni). Fin dalla prima curva sarai entusiasta dell’agilità della Monster 696, leggerissima con soli 161 kg di peso. E in frenata saggerai la forza e la sicurezza delle pinze radiali e dei dischi da 320. – La leggenda della Monster prosegue! Sperimenta la tecnologia del campionato mondiale MotoGP. Il 9 e 10 maggio presso tutti i concessionari Ducati. Ducati Store: 6928 Manno: Ducati Ticino, Via Vedeggio 1, Tel. 091 611 50 88 Concessionario ufficiale: 6594 Cotone: MotoKarlen, Via Cantonale, Tel. 091 840 11 60
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testo Cloris Sciaroni 11.-5 MAGGIO Il mese inizia con una delicata luna nei Pesci in ottimo aspetto a Sole e Giove in segni di Terra, per cui rivalutiamo le donne che hanno lottato contro le ingiustizie sociali. Il lungo transito di Plutone in Capricorno, rafforzato dal trigono di Saturno (potere e autorità) con Giove (legge) ben evidenzia la supremazia del potere maschile. Andando oltre, vediamo come questa antica struttura archetipica sia dura a morire, tant’è che ancora oggi si assiste a una forte ritorsione nei confronti del mondo femminile. Il settore sociale è rappresentato per lo più da donne e sono le più sacrificate. Si chiede loro efficienza, responsabilità, sensibilità, presenza e forza, come se il maschile e il femminile dovessero abitare solo nel corpo della donna! No, dobbiamo creare sinergie e non distanze!
ARIETE 21/3 - 20/4
Un ottimo Mercurio aiuta ad aguzzare l’ingegno per promuovere le proprie idee e i propri progetti in questa prima parte del mese. Agendo con arguzia e intelligenza, potrete anche fare buoni affari o ottenere un contratto vantaggioso. Sono molti i settori favorevoli: arte, commercio, comunicazione, insegnamento. E per molti di voi si aprono nuove porte, spesso anche favorite da incontri occasionali o parlando con gli amici. Possibili entrate extra o collaborazioni proficue. Programmate comunque attentamente la vostra economia perché possono subentrare spese extra per la casa. Pur essendo degli iperattivi, considerate l’importanza del tempo libero e delle esigenze del corpo e abbiatene cura. Rivalutate l’amicizia e gli affetti più cari. Per i single, l’amore riserva qualche avventura galante, ma evitate di attaccarvi a persone già impegnate sentimentalmente.
TORO 21/4 - 20/5
Questa prima parte del mese appare molto interessante, sia da un profilo promozionale, sia economico. Tentate la fortuna al gioco, ma siate anche propositivi. Offerte importanti in vista. Sole e Venere nel segno, in ottimo trigono a Plutone, Saturno e Giove, promettono grandi soddisfazioni, regalano dinamismo, fiducia e un magnetismo speciale. Marte stimola positivamente la mente, che sarà particolarmente efficiente, e molti saranno gli impegni e i contatti vantaggiosi. Spesso, però, dovrete fare delle selezioni mirate per non sovraccaricarvi. Vale anche per il tempo libero, specialmente per voi giovani. Se studiate saprete farvi apprezzare per le vostre acute osservazioni. Anche il campo affettivo riserva sorprese piacevoli: un’unione, un bebè, una casa o un viaggio importante. Soddisfazione e aiuti anche dalla famiglia. Salute: amatevi.
GEMELLI 21/5 - 21/6
Mercurio, il vostro astro-guida, entra nel segno il giorno 2, stimolando la comunicazione e l’apprendimento. Dall’elemento Terra, in cui ora si trova la maggior parte dei pianeti, potrete trarre la disciplina e la perseveranza necessarie per portare a termine lavori e compiti impegnativi e amministrare con rigore la vostra economia. Si profilano anche incontri e contratti vantaggiosi. E astuti come siete, saprete cogliere ogni buona opportunità al volo. Settori quali l’insegnamento, la scrittura, l’editoria, l’arte espressiva, la fotografia, il design, la grafica, ma anche il settore alberghiero e turistico sono tutti campi in cui potrete fare buoni affari o esprimere il meglio di voi. E gli affetti? C’è in voi un profondo desiderio di amore e stabilità, ma anche di evasione. Cercate di rimanere nella realtà. Salute: curate l’alimentazione!
CANCRO 22/6 - 22/7
Questa prima parte del mese porta una ventata di fiducia e ottimismo, ma anche tanto dinamismo, grazie a Marte in aspetto positivo ai pianeti in Toro, vostro segno amico. Amicizie e circostanze fortunate porteranno novità interessanti sulla vostra strada. Approfittate di quel che di buono la sorte vi mette sul cammino e siatene grati. Spesso si tende a lamentarsi di quel che ci manca piuttosto che esprimere la gratitudine per quel che si ha. Novità in famiglia. Un viaggio o una visita piacevole allieterà anche la vita di chi fra voi non è più giovanissimo. Organizzate o partecipate a party simpatici e divertenti e vivrete momenti speciali. Ottimo feeling con giovani e bambini che vi dimostrano grande affetto. L’amore riserva belle sorprese. Salute: sottoponetevi a massaggi di bellezza o riequilibrio energetico.
LEONE 23/7 - 23/8
Vita lavorativa intensa e particolarmente stressante per voi nella prima parte del mese, specialmente se siete liberi professionisti e magari anche attivi in politica o altro. Se invece siete alle prese con gli studi, dovrete impegnarvi molto per ottenere risultati soddisfacenti, visto che la stanchezza a volte potrebbe prendere il sopravvento. Inoltre, controllate attentamente le finanze e valutate bene i vostri bisogni, perché potranno esserci delle uscite extra. Prendetevi il tempo per sistemare tutta la burocrazia amministrativa, anche se fastidiosa. Vita affettiva un po’ turbata da eccessive aspettative o conflitti di interesse. Fate chiarezza nelle relazioni e confrontatevi anche con emozioni spiacevoli. È necessario fare un po’ di ‘pulizia psichica’. Salute: nutritevi in modo sano e leggero e pedalate all’aperto per sostenere il cuore e liberarvi dallo stress.
VERGINE 24/8 - 22/9
Positiva questa prima parte del mese, considerato l’ottimo supporto dai pianeti in segni di Terra. Mercurio un po’ fastidioso e stressante vi dice di essere più elastici mentalmente, meno critici e puntigliosi, ma attenti all’economia e ai consumi. I buoni influssi planetari regalano più soldi, ma forse anche qualche spesa extra per la casa o per questioni legali. Possibili cambi di residenza o di lavoro. Migliorano le relazioni affettive se riuscite a parlare dei vostri sentimenti veri, anziché chiudervi nel vittimismo. Novità in amore e in famiglia: convivenze o matrimoni, nascite, viaggi di piacere e/o visite di parenti lontani. Regali e feste in vista. Salute: ottima ripresa. Periodo ideale per interventi e cure estetiche e per studiare nuove terapie. Fate dello yoga per mantenervi in forma e liberarvi dall’ansia. Non costa niente, solo impegno.
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BILANCIA 23/9 - 22/10
Periodo molto proficuo, questo, da un punto di vista lavorativo ed economico, grazie ai pianeti nel vostro 8. campo. Favoriti i settori dell’arte, della salute, dell’estetica, dell’insegnamento e degli investimenti. Mercurio positivo provvede ad ampliare le proposte e offerte di lavoro anche all’estero, grazie ad amici e conoscenti che vi procurano contatti vantaggiosi. Tuttavia evitate di impegnarvi su più fronti per non finire esauriti. Vale anche per gli inviti a feste e party. Considerando Plutone, Giove e Marte dissonanti, ovviamente niente vi viene regalato, perché dovrete metterci molto impegno, quindi organizzate attentamente i vostri programmi. Vedrete i frutti del vostro operato anche in termini di denaro. E l’amore? Flirt per i single, ma anche la possibilità che un’amicizia si trasformi in qualcosa di più profondo. Salute: rilassatevi nel bosco.
SCORPIONE 23/10 - 22/11
In questa prima parte del mese dovrete affrontare le opposizioni di Sole e Venere, che sono fastidiose, e minano le relazioni interpersonali ma anche la salute vostra o del vostro partner. Nella vita di coppia possono subentrare delle crisi, e prima di fare delle scelte importanti, fate un’attenta analisi della situazione, potreste dover decidere per una psicoterapia o un periodo di solitudine per riflettere sul da farsi. Avete sufficienti altri supporti planetari per uscire vincenti e rinnovati da ogni situazione, per cui prendete ogni cosa che vi accade come una sfida positiva. Il lavoro va a gonfie vele per chi ama impegnarsi e mira in alto, ma anche chi non ce l’ha apra occhi e orecchie, non mancano le offerte interessanti. Per altri potrebbe prospettarsi un cambio d’ufficio o di orientamento professionale. Pratiche legali e tanta burocrazia da sbrigare, ma poi rilassatevi.
SAGITTARIO 23/11 - 21/12
Per voi si prospetta un periodo molto proficuo e gratificante nel settore lavorativo, forse perché gli impegni profusi in passato ora danno i loro frutti anche in termini di denaro. Anche chi è fuori dal giro si dia da fare: magari nel volontariato, perché poi da cosa nasce cosa. Unico ostacolo è Mercurio in opposizione, che provoca qualche malinteso con soci, colleghi o amici, ma anche con i figli, magari a causa di una parola maldestra, espressa nel momento sbagliato. Fatevi una sana autocritica di tanto in tanto. Vale anche per la vita affettiva, spesso un po’ disordinata o in cui assumete ruoli di comando. Un’amicizia potrebbe trasformarsi in qualcosa di più profondo. E se siete single, uscite, frequentate salotti culturali, conferenze, concerti o teatri, farete incontri piacevoli. Salute: limitate alcol, cibi grassi e dolci.
CAPRICORNO 22/12 - 20/1
Per voi si profila un periodo molto fortunato, grazie a Saturno, Sole e Venere in ottimo trigono. Esprimete i vostri talenti, la vostra creatività e la vostra capacità organizzativa ovunque siate operativi. Se poi siete insoddisfatti del lavoro che fate, orientatevi altrove. Le buone opportunità non mancano. Potreste anche rispolverare un vecchio hobby o un sogno che avete chiuso nel cassetto tanto tempo fa, per realizzarlo ora. Partecipate a concorsi di ogni genere, potreste essere fra i vincenti. Programmate una vacanza speciale, uscendo dai soliti itinerari. Inoltre rivalutate il tempo libero frequentando salotti culturali, concerti, teatri, ecc., per incontrare gente interessante. Novità in famiglia e in amore: matrimoni, nascite o doni in vista. Salute: in netta ripresa. Ottimo periodo per interventi curativi alternativi. La guarigione avviene da dentro!
AQUARIO 21/1 - 19/2
Non avete molti pianeti favorevoli su cui contare in questo primo periodo del mese, salvo Mercurio che vi dona l’ispirazione giusta per affrontare qualsiasi situazione con lucidità e pragmatismo, e non è poco. A volte le preoccupazioni familiari incidono anche sull’efficienza lavorativa, ma può darsi che non riusciate a soddisfare le loro richieste o che il vostro partner abbia poco tempo per voi e la famiglia. Cercate di non fare pressione su chi vi sta vicino. Considerate che dal giorno 9, Marte si oppone al vostro segno e quindi sarete più irrequieti e meno tolleranti del solito, per cui l’atmosfera si farà più pesante. La verità è che siete impazienti e impulsivi e non tollerate limiti alla vostra autorità e indipendenza. Forse è il caso di fare una pausa o prendervi una vacanza, che ne dite? Guidate con prudenza.
PESCI 20/2 - 20/3
Ci sono buone prospettive per voi, grazie agli ottimi influssi planetari dall’elemento terra. Sole e Venere vi rendono particolarmente amabili e affascinanti agli occhi degli altri, ma soprattutto dell’amato o dell’amata, verso cui in questo momento dimostrate attenzioni particolari. Sul lavoro e negli studi sarete un po’ distratti a causa di Mercurio disarmonico. Forse la vostra testa è altrove. A riportarvi bruscamente al presente ci penserà Marte, mentre Saturno impone maggiore ordine dentro e fuori di voi. Buon feeling con figure femminili, da cui trarrete sostegno e collaborazioni vantaggiose. Mostrate i vostri talenti e il vostro ingegno creativo verrà premiato. Vale anche per chi fra voi non si è mai cimentato con l’arte, la scrittura, la fotografia, la musica. E se vi piace viaggiare farete incontri interessanti. Salute: liberatevi da vizi nocivi!
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N° 4 - 1. MAGGIO 2008 Fondata nel 1931 - 12 edizioni annuali, tiratura 130.776 copie (tiratura controllata REMP 2007) REDAZIONE CP 418, 6908 Lugano-Massagno via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch EDITRICE Tredicom SA, 6908 Lugano-Massagno DISTRIBUZIONE AWZ - Lugano AMMINISTRAZIONE E PRODUZIONE Marco Werder INSERZIONI TICINO E ITALIA: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. - Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch SVIZZERA TEDESCA E ROMANDA: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 - Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch CAPO REDATTORE Matthias Werder GRAFICA Tredicom SA, Gabriele Campeggio COLLABORATORI REDAZIONALI
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ORIZZONTALI: 1. Li formano le classi operaie 12. Un trampoliere 13. Ha dipinto “Colazione sull’erba” 14. Sorregge... la vecchiaia 16. Una sigla del biologo 17. La fine della Turandot 18. Lo è la giornata piovosa 21. Cuor di foca 23. Il Rosai pittore 25. La nota degli sposi 26. Un amico di Tex 28. Parte di pagamento 29. Se abbaia non morde 30. È famosa quella dei famosi! 32. Frullano in testa 34. Pasto serale 35. Resti, rimanenze 36. Era in voga la Pop 37. Scivola sulla neve 39. Pallido 41. Colore 43. Società Anonima 44. Il nome di Fleming 45. Razza 46. Un mare del Mediterraneo 47. Dittongo in paese.
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VERTICALI: 1. Ha dipinto “Guernica” 2. Cattiva 3. È ghiotto di miele 4. Tombola 5. Sta per “vino” 6. Podere 7. Le iniz. di Muti 8. Misure di lunghezza britanniche 9. Il nome della Oxa 10. Una rosa pallida 11. Illustrazione Ticinese 15. Sensibili 19. Non idonee 20. La nota Mazzini 22. Vi risiedono i militi 24. Prep. semplice 25. Mezza sala 27. Stupidotto 29. Paul, pittore francese 31. Una nota e un articolo 33. Si valuta quella dei danni 35. Aureole 37. Il noto Laurel 38. Regione mineraria tedesca 40. Fiumiciattolo 42. Il Ticino sulle targhe.
La soluzione del numero precedente era: ANNA OXA.
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