Illustrazione Ticinese n. 4 - 2014

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illustrazione www.illustrazione.ch

N.4

- 1 MAGGIO 2014

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

TICINESE

CONCORSO

La tua creatività in uno scatto

SPORT

MOTORI

Nel cuore dell’Europa

Puro volo libero



somm ario fondata nel 1931 12 edizioni annuali Tiratura 131.470 copie (REMP 2013) Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch

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4 Fuorionda Il futuro ha fretta

6 Sai che

Domande curiose e risposte sfiziose

9 In dialètt

Quand che pàrlan i sass

10 Appunti

Spunti, idee e consigli in vetrina

Editore Editrice Tredicom SA 6908 Lugano

14 Ritratto Il fascino della vita

Distribuzione Direct Mail Company SA

22 Concorso

Amministrazione e produzione Marco Werder

> ILLUSTRAZIONE TICINESE 04-14

15

Editore Matthias Werder

26 Lavoretti Il vaso di fiori

27 Salute

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Una pratica antica

30 Occhio a

Morbillo, un avversario da battere

32 A tavola

Svizzera tedesca e romanda: Grütter Media Mumenthalstrasse 50A 4912 Aarwangen Tel./Fax 062 929 00 74 marion.grtter@bluewin.ch gruetter-werbung@besonet.ch

Il gusto del riciclo

38 In viaggio

Nella bufera di neve e sabbia (quarta parte)

42 Sport

Puro volo libero

Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito.

24 Arredare Un posto… all’ombra

Grafica Tredicom SA Gabriele Campeggio Inserzioni Ticino e Italia: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch

Metti la tua creatività in un’immagine

46 Motori

Nel cuore dell’Europa > ILLUSTRAZIONE TICINESE 04-14

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49 Oroscopo

Le previsioni per la prima metà di maggio

In copertina: Claudia Canonica Foto: Gabriele Campeggio

Certificato Certificato PEFC PEFC Questo prodotto Questa rivista è realizzato stampata con su materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate PEFC/18-31-240

www.pefc.it

Questa rivista è certificata PEFC™. Non sono certificati PEFC™ gli inserti pubblicitari.

DISTRIBUZIONE DI STAMPATI PUBBLICITARI A TUTTE LE ECONOMIE DOMESTICHE La pubblicità che arriva direttamente al cuore delle famiglie. Direct Mail Company SA – Ufficio vendite Ticino, c/o AWIZETA SAGL Corso Elvezia 10 – CH-6901 Lugano – T +41 91 922 96 37 – F +41 91 921 36 50 info@direct-mail-company.com – www.direct-mail-company.com

ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-14

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fuor i ond a

il futuro

ha fretta L’unica cosa certa del futuro è che arriverà molto prima e in modo diverso da quanto siamo riusciti a prevedere. testo Roberto Rizzato - roberto.r@illustrazione.ch

I

l cosiddetto “progresso” ha messo in pochi decenni a confronto l’umanità intera con cambiamenti maggiori di quelli avvenuti tra la caduta dell’Impero Romano e l’inizio della Prima Guerra Mondiale, ovvero nel corso di decine di secoli! Lo sviluppo economico è strettamente condizionato dalla tecnologia: sono state proprio le invenzioni, molto più che le filosofie, le vere locomotive non solo del progresso, ma anche delle stesse rivoluzioni; creando quelle situazioni nuove che da sole hanno permesso il rovesciamento di antichi schemi socio-economici. Pensiamo anche solo all’impulso decisivo che gli elettrodomestici hanno dato all’emancipazione femminile… Ma le invenzioni da sole non bastano a risolvere i problemi. Il vero progresso dipende dalla capacità che ha una società di gestire al meglio il potenziale tecnologico a sua disposizione, utilizzandolo come una tastiera su cui esprimere le proprie scelte politiche. In passato gli uomini vivevano come su mondi differenti: nella sola isola della Nuova Guinea si parlavano ben 700 lingue diverse! Oggi siamo tutti interconnessi in tempo reale e su scala globale: basta un semplice tocco sullo schermo del telefonino o del tablet per avere accesso a informazioni un tempo contenute in sterminate biblioteche cartacee, o per intessere relazioni e scambi con gli angoli più remoti del pianeta.

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 04-14

Ci arrivano prodotti e contributi tecnologici da ogni parte del mondo; tuttavia subiamo contestualmente anche la concorrenza di merci e manodopera provenienti da paesi che fino a prima non sapevamo neanche indicare sulla cartina geografica! Sono gli effetti collaterali della globalizzazione. Purtroppo il dibattito culturale e politico non sempre si dimostra in grado di capire dall’interno la complessa interazione dei vari elementi, che determinano certe situazioni che tutti deploriamo: viviamo in un mare di dettagli, di cui ci sfugge la visione d’insieme. Dobbiamo sforzarci di analizzare i problemi in modo più globale, elaborando in proiezione le scelte più opportune, per capire quali decisioni sia più strategico prendere a livello locale, sul medio-lungo termine. Anche perché molte crisi di oggi sono già la conseguenza della leggerezza e della scarsa lungimiranza politica di ieri. Chi sta alla cloche di un aereo che va a velocità supersonica non può virare all’ultimo momento, come se fosse al volante di una bicicletta: deve imparare a impostare la virata molto tempo prima, se non vuole andare a schiantarsi contro il primo ostacolo. v

«Viviamo

in un mare di dettagli»

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s ai che

leggiamo

SAI

da cosa deriva

CHETICHELLA? Questa voce viene utilizzata esclusivamente nella locuzione avverbiale “alla chetichella”, e significa di nascosto, senza farsi vedere. Deriva dall’aggettivo popolare “cheto”, ossia silenzioso, tranquillo, a sua volta derivante da quieto.

1.

La sirena, di Camilla Läckberg

2. Inseguendo un’ombra, di Andrea Camilleri

3.

Dissolvenza, di Elena Rondi-Gay des Combes

ascoltiamo

1.

Lightning Bolt, di Pearl Jam

2. Racine Carree, di Stromae

3. Frankestein 2.0, di Enrico Ruggeri

guardiamo

SAI

perché

SI DICE CHE VENERDÌ 17 SIA SFORTUNATO? Prima di tutto va detto che solo in Italia e in alcuni Paesi di origine greco-latina si sostiene che venerdì 17 sia un giorno sfortunato, e questo perché è il giorno della presunta morte di Gesù (vener (venerdì Santo). Il numero 17 Diluvio Universale, Michelangelo Buonarroti, 1508-1510. invece, perché nell’Antico Testamento sta scritto che il giorno 17 del secondo mese iniziò il diluvio universale. Poi si fa un po’ di confusione, perché in molti temono il venerdì 13, unendo la credenza latina con quella anglosassone, che vede appunto nel numero 13 la sfortuna. E ancora, per Spagna, Grecia e Sudamerica, il giorno sfortunato è considerato invece martedì 13.

SAI

perché

SCEGLIERE DI STUDIARE GINECOLOGIA?

1.

Captain American – The winter soldier, di Anthony e Joe Russo

2. The Grand Budapest Hotel, di Wes Anderson

3. Storia di una ladra di libri, di Brian Percival

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Io incoraggio soprattutto i giovani uomini ad intraprendere questo tipo di for formazione. Oggi in Svizzera circa l’80 percento dei ginecologi in formazione è costituito da donne. Gli uomini si sentono quasi messi in disparte, e rinunciano proprio perché sembra essere diventata una formazione prettamente femminile e perché temono di non avere pazienti in futuro. Non è così. La ginecologia non è un mestiere da donna e anzi, se comprensivo della parte operatoria, non è neppure un mestiere leggero. Abbiamo bisogno anche di uomini che facciano i ginecologi. Molte ginecologhe donne decidono di dedicarsi esclusivamente all’attività ambulatoriale, mentre la parte operatoria viene affidata agli ospedali. In questo senso si crea una certa carenza di ginecologi con attività operatoria a livello ospedaliero. Incoraggerei qualsiasi giovane mostri interesse, perché è una professione bellissima e molto variata, con una grande potenzialità di sviluppo in svariate direzioni, dalla chirurgia alla robotica, a tutti gli aspetti legati alla ricerca oncologica, alla medicina della riproduzione e alla diagnostica prenatale (Claudia Canonica).

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in dialètt

quand che

pàrlan i sass Ul Tesín “del granito e del calcare” al gh’avress una storia da cüntà sü. testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch

F

emm paré che la storia dala tèra (dal mund, come al cugnossum) fin che l’omm l’è rivàt scià, la sia paragonàbil al Cervino, 4’478 métar. Süla sò scima a pòrtum sü un tàvul. La sò altezza (dal tàvul) la saress quela dala storia dal paesagg ticinés che al sa tira sü dala pianüra fin süi scimm püssée alt (sora ai 3 mila métar), che al scava denta in di vài (valli): fin che tütt al vegn querciàt püssée d’una volta dai giazzee (glaciazioni). E dopo cumpariss l’omm. Sül tàvul métum un líbar. La sò altezza (dal líbar) l’è ul temp che è passàt in Europa, da quand l’è rivàt scià l’homo sapiens, 30 mila ann fà. Sul líbar a métum un francoboll. L’è ul temp che a scàmpum, la nossa vita, più o men 80-90 ann. Se la va ben. Donca a sémm nàgot, microbi, in confront dal “temp géologich”. A dévum ringrazià un grand geologo, ul Bruno Campana dala Valcola, par capì un zichinin (cfr. “Un geologo parla del suo paese”, 1988, 451 pàgin) quel che sem adré a cercà da scriv. “Meglio oprando obliar, senza indagarlo/Questo enorme mister dell’universo!”, l’ha scrivüt ul Giosuè Carducci, 130 ann fa. Taiando giò da gross, podaressum cüntà sü che ul Tesín l’è “granít” da

sora e “calcàr” da sota dal Ceneri. Dopo l’è véra che la dolomia (ul sass farinós, màrsc) dai Dénc dala Végia o dal San Giorg la s’è anca inviàda via. E l’è rivàda sü anca in zona Lucomagno, indúa ta trövat i “Campanitt”, ma püssée ammò la “sacca di Piora”, che la ga fai vegnì ul südoo frécc, i sgrísol a quii dal tünnel da l’Alp-Transit. E alúra? Ul paesagg geologich ticinés l’ha imbibít (imbevuto, influenzato) i generazion da ticinés che iè passàt sül teritori. Quii cressüt sül calcàr in manéra diferenta rispett a quii dal granít? Se l’erba, i piant, i besti da Faid iè n’altra roba rispett a Novazzan, alúra l’è vera che leventinés e mendrisiott i sa soméan mia tant. E al sa véd. Ma l’è anca una “grande ricchezza” dal noss véss ticinés, mett inséma “istitüzionalment” i sass diferent: l’è un “unicum” sü tütt ul teritori alpin (arco delle Alpi). Par mia tirà lungh: portém tütt al teàter dialettàl, cunt dü protagonista, vün vestit da sass “màrsc” e l’alter da quel “gnücch” (calcare e granito) che i sa parlan da milion da ann. Come al disaréss ul Cervino slumando ul francoboll, sül libar pògiat sül tavol. “Tai lì i omitt ticinés, iè dal noss scépp, dala nossa suménza! Come sa fà a mia vörégh ben?”. v

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a p p unt i CAPO SCIROCCO Capo Scirocco, Emanuela E. Abbadessa, Rizzoli Le atmosfere calde e voluttuose di una Sicilia di fine Ottocento, descritte con garbo ed eleganza in questo romanzo che racconta come il demone dell’amore possa impossessarsi dell’anima di qualcuno contro la sua volontà e contro ogni tentativo di reprimerlo. Un libro che parla di amore romantico e di sentimenti, in controtendenza al filone tanto in voga, che riduce tutto al sesso e che francamente ormai è sovrastimato.

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LO STRACCIO DUE IN UNO Nodorsil, Colpax AG, www.nodorsil.ch, Interio e Manor Forse non tutti sanno che quando uno straccio puzza, è per colpa dei batteri. Usare uno straccio maleodorante significa quindi distribuire uniformemente i batteri sulla superficie che si sta “pulendo”! Ecco perché è importante sostituire spesso gli stracci e lavarli ad altissima temperatura. Per questo panno in tessuto di microfibra è stata utilizzata la tecnologia SilverStan TM, grazie alla quale la polvere d’argento viene lavorata nella fibra stessa di polyester che costituisce il panno. Le proprietà dell’argento sono efficaci contro i batteri e quindi i cattivi odori. La pezzuolina abrasiva cucita sul panno stesso non graffia, ma è efficace per rimuovere tracce di sporco più resistente. Un’ottima soluzione per aver sempre a portata di mano due stracci in uno solo!

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2Carat Cup, Invotis, Manor Aprendo la scatola compare un meraviglioso anello in oro bianco o giallo con uno sfavillante solitario. Ma sotto l’elegante imbottitura nera si nasconde una tazza. Non sarà proprio un anello di fidanzamento, ma bevendo il caffè con l’anulare infilato nel manico della tazza, l’effetto è comunque garantito!


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r i t r at t o

il fascino

della vita Primaria di ginecologia e ostetricia all’Ospedale Regionale di Bellinzona e Valli, la dottoressa Claudia Canonica ha anche specifiche competenze in chirurgia minimal-invasiva e robotica, in gestione di gravidanze ad alto rischio come pure in complicanze e urgenze in ostetricia. testo Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch foto Gabriele Campeggio

A

bbiamo appuntamento con la dottoressa Canonica, ma fino all’ultimo temiamo che non possa venire. Sappiamo bene che il suo lavoro è programmabile e pianificabile solo in parte, e che il suo intervento può essere richiesto in qualsiasi momento. Invece lei arriva, come previsto, al reparto di ostetricia dell’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, per ripercorrere con noi il miracolo della vita, partendo dalla fine, cioè da quando un nuovo piccolo essere umano viene alla luce. Il ginecologo è il primo medico nella vita di ognuno di noi, eppure raramente lo si vede ritratto con un bambino in braccio, perché, appena nato, il bambino passa alle cure del pediatra. Eppure noi la vogliamo ritrarre proprio con il meraviglioso e concreto risultato del suo lavoro tra le braccia. Perché ha deciso di studiare medicina? “Era l’unica cosa che mi immaginavo di poter fare, e ciò che più mi affascinava era il connubio

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tra la parte puramente scientifica e l’aspetto umano. All’inizio la mia scelta non è stata focalizzata sulla ginecologia, poi lungo il percorso ho capito che questa branca racchiude tutto quello che mi interessa. La ginecologia presuppone un’attività molto variata, con una parte prettamente pratica e manuale, propria della chirurgia, e una parte più intellettuale rappresentata dalle problematiche legate alla gravidanza e a tutte le patologie oncologiche e ginecologiche. In ginecologia poi, rispetto a tutte le altre branche della medicina, non si vedono solo malati. Tutto il lato legato alla gravidanza equilibra molto gli aspetti legati alla malattia, alla sofferenza e alla tristezza”. Uno dei suoi campi di specifica competenza è la chirurgia minimal-invasiva e robotica. Può spiegarci di cosa si tratta? “La particolarità della chirurgia robotica è quella di permettere di intervenire, con la precisione robotica, attraverso piccole incisioni, e non più tramite grandi tagli addominali. La robotica con-


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r i t r at t o sente un’imitazione molto simile alla mano, ed elimina molti dei limiti della laparoscopia. In più, la visione allo schermo del robot è tridimensionale, e questo facilita molto l’operare, rendendo possibili interventi molto precisi facilitando e abbreviando i tempi di procedure altrimenti molto complicate”. Fino a non molto tempo fa si riteneva che dal ginecologo si dovesse andare solo in caso di gravidanza. In questo senso l’approccio delle donne è cambiato molto. La ginecologia si presta molto bene ad un discorso di prevenzione, che al momento in Svizzera è molto ben instaurato su due livelli. Uno è quello legato alla prevenzione del carcinoma dell’utero, quindi tramite i PAP test che si consiglia di fare annualmente sin dalla giovane età. L’altro è legato al tumore del seno e quindi allo screening mammografico ed ecografico regolare a partire dai cinquant’anni. Questi sono sicuramente due solidi motivi per recarsi dal ginecologo, anche se sani, e anche se non si aspetta un bambino. Anche i futuri papà sono cambiati molto rispetto ad una generazione fa. Si certo. I papà, soprattutto per le pazienti in gravidanza, sono molto presenti. Vengono alle visite, forse anche per la curiosità di vedere l’ecografia, che una volta non c’era, ma anche al momento del parto. La maggior parte dei papà entra in sala parto ed è presente sia durante il travaglio, sia al momento del parto. Non è da tutti, perché alcuni ogni tanto devono uscire, ma certamente questo aspetto è cambiato molto rispetto a 20 anni fa. Un principio etico… Il rispetto per il prossimo. Il rispetto della persona, ma anche della libertà di pensiero. Si sente più medico della mamma o del nascituro? Questo è un aspetto molto interessante. La ginecologia è l’unica disciplina nella quale si “curano” due pazienti contemporaneamente. In una gravidanza senza complicazioni il focus è incen-

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 04-14

trato sul bambino. In una gravidanza che presenta dei fattori di rischio e che può diventare problematica per la mamma, il focus si sposta su di lei. Vi sono delle situazioni difficili nelle quali bisogna valutare quanto si può rischiare per la mamma senza rischiare troppo per il bambino. Si tratta di situazioni delicate, che si presentano ad esempio quando una mamma decide di affrontare una gravidanza nonostante una malattia congenita, come una cardiopatia. Aiuta molto la convinzione della mamma, si tratta in genere di donne molto motivate, determinate e coraggiose, che così ci aiutano molto nel prendere le decisioni necessarie al momento giusto.


SCHEDA

biografica

Nome: Claudia Cognome: Canonica Data di nascita: 14 luglio 1971 Hobby: fotografia e viaggi Un libro: un libro di fotografia, di Salgado ad esempio Un brano musicale: un po’ di tutto Un piatto: pasta Una bevanda: coca light Un motto: non chiedere agli altri quello che non saresti disposto a chiedere anche a te stesso (che vuole anche dire che ciò che puoi chiedere a te sesso, lo puoi chiedere anche agli altri).

La Dott.ssa Canonica, mentre controlla una ecografia in gravidanza.

Quando una giovane donna deve andare la prima volta da un ginecologo e perché? Una prima consulenza non deve essere per forza ginecologica. Dovrebbe essere piuttosto informativa ed orientativa, al momento dei primi rapporti sessuali, preferibilmente prima, in merito alla contraccezione. L’età è ovviamente molto variabile. Per quanto riguarda invece la visita ginecologica vera e propria con il primo controllo preventivo rappresentato dal PAP test, si indicano i 21 anni. Cosa pensa del vaccino contro il papilloma virus? È un’innovazione eccezionale poiché è di fatto una vaccinazione efficace contro un tumore. Bisogna spiegare bene di cosa si tratta, ma è una vaccinazione così efficace che non può non essere consigliata. Il vaccino comprende due dei virus maggiori responsabili del carcinoma del collo dell’utero e garantisce una copertura del 100% a questi virus. Rimane però un margine del 20% di insicurezza. Mi spiego meglio: la copertura del vaccino ai due virus che causano il carcinoma è del 100%, ma questo carcinoma per il 20% dei casi non dipende da questi virus. Ecco perché, anche le donne vaccinate, non sono completamente immuni al carcinoma del collo dell’utero ed ecco perché, anche se vaccinate, le donne devono comunque sottoporsi ai controlli preventivi. Il vaccino inoltre protegge anche dai condilomi, che pur non essendo

maligni, sono comunque un’affezione molto fastidiosa. Quando va fatto il vaccino dell’HPV? Inizialmente si consigliava di vaccinare le ragazze prima dell’inizio dei rapporti sessuali. Poiché questo virus è un’infezione sessualmente trasmissibile, dal punto di vista infettivologico è sensato fare il vaccino attorno ai 10/12 anni. Il problema si pone nelle ragazze che hanno già avuto rapporti e che quindi forse sono già venute in contatto con questi virus. In questi casi la vaccinazione sarebbe inutile. Le indicazioni però oggi sono cambiate e le casse malati coprono i costi del vaccino anche se ci sono già stati rapporti sessuali e fino ai 26 anni. Non è quindi più indispensabile vaccinarsi in età pediatrica, ma rimane più sensato e preferibile. Molte madri hanno paura che le loro figlie assumano la pillola anticoncezionale… Vedo quasi sempre giovani che vengono per una consultazione sulla pillola accompagnate dalla mamma e molto spesso le mamme, pur avendo preso loro stesse la pillola o assumendola ancora, sono più preoccupate delle figlie. Da un certo punto di vista si tratta di un paradosso. È noto che una contraccezione ormonale aumenta leggermente il rischio di trombosi ed embolia polmonare. Questo è un dato di fatto, dopo si può discutere sulla rilevanza della casistica. Io spiego sempre alle pazienti che ci sono comunque degli

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ritratto

Nella nursery con la piccola Giada.

stati normali di vita, come la gravidanza, il parto, il post parto ad esempio, dove il rischio di trombosi è dieci volte superiore a quello rappresentato dall’assunzione della pillola. È chiaro che nessuno è obbligato ad assumere la pillola, e vi sono altri metodi di contraccezione. Va comunque specificato che se sono presenti fattori di rischio aggiuntivi, quali fumo, obesità, malattie famigliari di coagulopatie, ne sconsigliamo l’assunzione. Si può identificare un’età biologica ideale per diventare mamma? Se consideriamo solo l’aspetto puramente biologico, probabilmente l’età ideale si aggira intorno ai 20/25 anni. Negli ultimi vent’anni l’età delle donne in gravidanza si è alzata notevolmente e oggi abbiamo una media attorno ai 28 anni, con un aumento delle mamme che partoriscono il primo figlio all’età di 35/40 anni. Da un lato perché è cambiata completamente la posizione socio culturale della donna, ma anche perché oggi una donna di 35 anni è più sana, grazie a

uno stile di vita e a un’alimentazione migliori. Quindi, se è vero che l’età biologica ideale è attorno ai 22 anni, è altrettanto vero che un’età psicologica e sociale altrettanto ideale è di una decina di anni in più. Il parto è uno dei momenti più intensi e intimi nella vita di una coppia e lei è presente… È un ruolo particolare perché bisogna rimanere un po’ in disparte. Bisogna esserci, ma senza dare l’impressione di voler controllare, lasciando il parto alla coppia. Il momento del parto è sempre eccezionale, anche per un medico, che ne ha visti migliaia. Ogni parto è unico e l’emozione è sempre la stessa. Non ci si abitua mai. È arricchente e premiante. Sa dire quanti bambini ha aiutato a venire al mondo? Non lo so con esattezza, migliaia suppongo… Solo per diventare ginecologi bisogna aver fatto almeno 450 parti e ci vogliono circa 5/6 anni. L’o-

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r i t r at t o

stetricia è un’attività dove le cose vanno spesso nel migliore dei modi, con un tasso di complicanze molto basso. Certo è che la situazione può cambiare improvvisamente e quando si presenta una complicazione, questa esige un intervento mirato e tempestivo, altrimenti tutto può rapidamente avere un esito catastrofico. Per questo motivo è necessario avere una grande esperienza, che permetta al ginecologo di aver visto e gestito il maggior numero di complicazioni possibile. Quando sono importanti le visite preventive? Premesso che io non sono una grande sostenitrice dei controlli esagerati, è vero che i controlli di prevenzione, ossia al collo dell’utero e mammografico, vanno fatti regolarmente. Se sono risultati sempre normali, con il tempo è poi possibile allungare gli intervalli di controllo. In questi casi, le linee guida indicano tre anni tra un PAP test e l’altro, e due anni per la mammografia. I controlli di prevenzione regolari ogni due anni sono quindi importanti fino al 69esimo anno di età. Poi non vanno sottovalutati i disturbi. Spesso vediamo pazienti, anche giovani, che prima

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di recarsi dal ginecologo sopportano un distur disturbo troppo a lungo, vuoi per imbarazzo vuoi per paura. Le donne sane non devono esagerare con i controlli, ma è importante conoscere il proprio corpo, osservarne i cambiamenti e non esitare in caso di disturbi. Ginecologo donna o ginecologo uomo? Le pazienti scelgono il medico anche per questo motivo? Sì. Sorprendentemente soprattutto le donne mature, che magari sono state in cura per una vita da un ginecologo uomo e che, sopraggiunta le menopausa, scelgono una ginecologa perché preferiscono relazionarsi con una donna. Altre pazienti invece preferiscono il ginecologo uomo. Cosa pensa della terapia ormonale sostitutiva per affrontare la menopausa? Questo tipo di terapia è stata molto propagata negli anni passati e resa quasi indispensabile. Poi, a seguito di alcune pubblicazioni che la mettevano in relazione con un possibile aumento di tumori al seno, è stata drasticamente ridotta. In


menopausa, un terzo delle pazienti non ha nessun disturbo, un terzo delle pazienti all’inizio presenta i classici disturbi, ossia sudorazione, vampate di caldo, insonnia e leggera depressione, che però nell’arco di qualche mese si risolvono. Queste pazienti non hanno bisogno di una sostituzione ormonale. Il rimanente terzo invece presenta disturbi che permangono. In questi casi, il primo passo è sempre quello di provare rimedi alternativi. Se i disturbi persistono o divengono invalidizzanti, allora è consigliabile affidarsi alla terapia ormonale sostitutiva, premesso che non vi siano fattori di rischio particolari. Gli studi hanno comunque dimostrato che l’incidenza di aumento di rischio di tumore al seno inizia dopo i primi cinque anni di assunzione. Direi quindi che, ancora una vol-

«Non ci si abitua mai al miracolo di una nuova vita»

ta, è importante una consulenza competente. Per concludere le faccio una domanda provocatoria. Nel best seller di Dan Brown Inferno, è esposta la teoria secondo la quale la crescita demografica della specie umana è fuori controllo, ha già superato di gran lunga i limiti di sostenibilità e ne causerà l’estinzione molto prima di quanto siamo disposti ad immaginare… Il pianeta non ha risorse illimitate, ma c’è un grande margine di miglioramento per quanto riguarda lo sfruttamento. Ho molta fiducia nella tecnologia per trovare nuove risorse e, perché no, anche se può sembrare un po’ fantascientifico, di espandersi anche fuori dal pianeta Terra. Sono fiduciosa nel futuro. v LEGGI ANCHE A pagina 6, Claudia Canonica spiega perchè un giovane dovrebbe studiare ginecologia.

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n collaborazione con BancaStato, Illustrazione Ticinese lancia un concorso all’insegna della creatività. Non ci sono limiti, potete fotografare qualcosa che collegate direttamente alla banca oppure no. Siamo certi che la vostra fantasia ci sorprenderà! COME PARTECIPARE A fianco trovate i loghi di BancaStato. Ritagliatene uno o tutti, contestualizzateli e scattate l’immagine. Inviate la vostra immagine in un messaggio al nostro profilo Illustrazione Ticinese di Facebook con oggetto “Concorso fotografico BancaStato” completando con il vostro nome, cognome, indirizzo e numero di telefono. REGOLAMENTO

COME VOTARE La redazione pubblicherà le immagini per pervenute sul proprio profilo di Facebook all’interno dell’album “Concorso fotografico BancaStato”. Le tre immagini che otterranno il maggior numero di “mi piace” si aggiudicheranno i tre premi in palio (verranno conteggiati solo i “mi piace” all’interno dell’album sul profilo di Illustrazione Ticinese. Non verranno calcolati i “mi piace” nelle condivisioni esterne e in album personali). Non vi resta che invitare il maggior numero possibile di amici a votare per voi! Gli autori delle foto che otterranno il maggior numero di “mi piace” si aggiudicheranno i premi in palio.

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Inizio: 01.05.2014 - Termine: 31.05.2014 La partecipazione al concorso è del tutto gratuita e aperta a tutti i lettori di Illustrazione Ticinese, fatta eccezione per i collaboratori di BancaStato e della redazione di Illustrazione Ticinese. È ammessa una sola foto a partecipante. Con la sottoscrizione al concorso, si autorizza BancaStato ad utilizzare i dati personali per scopi promozionali e di vendita, conformemente alla Legge Federale sulla protezione dei dati. Con l’invio dell’immagine si accettano le condizioni del presente concorso. Le immagini potranno essere utilizzate da BancaStato senza limitazioni e senza pretese alcune. I vincitori verranno contattati attraverso il profilo Facebook di Illustrazione Ticinese. La consegna dei premi avverrà tramite posta al domicilio dei vincitori. http://www.bancastato.ch/concorsofoto



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all’ombra Se ai primi tepori cerchiamo il sole per poter stare all’aperto, con l’avanzare della stagione calda è l’ombra ad essere importante. a cura Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch

L

’ombra protegge dal caldo ovviamente, ma anche dai raggi UV, che come ormai tutti sappiamo bene, soprattutto nelle ore più calde vanno evitati. Se non è possibile stare sotto la fresca ombra delle piante, che non ha paragoni, dobbiamo ricorrere a tende e ombrelloni. I nuovi tessuti possono essere micro traforati per far uscire il caldo,

ed essere a protezione UV, oltre che resistenti alle intemperie, all’usura e agli strappi. Non tutti sanno inoltre che il classico parasole, un po’ scomodo, ingombrante e a volte anche brutto, può diventare una vera e propria scultura, un pezzo di arredamento in grado di rendere speciale e ricercata la zona giardino, rendendola protagonista dell’estate a tutti gli effetti. v OMBRA SCULTURA

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1. Lava bene la bottiglietta di plastica e leva l’etichetta. Lasciala asciugare. 2. Taglia i fili di ferro a diverse altezze. 3. Metti un punto di colla bianca su ogni pon pon e dove c’è la colla infila il filo di ferro. 4. Taglia un pezzo di filo colorato, giralo intorno al collo della bottiglietta e appendici un’etichetun’etichet ta bianca sulla quale puoi scrivere il nome della tua mamma, la sua iniziale, un cuore, o quello che più ti piace.

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sa lute

una pratica

antica Una pratica fisica, respiratoria e mentale che rafforza l’organismo stimolando la circolazione dell’energia vitale: oggi vi presento il Qi Gong! testo Stéphanie Castiglioni Scatizza - stephanie@illustrazione.ch

C

ontinuo il mio percorso esplorativo tra le tecniche “naturali” che si propongono di migliorare il nostro benessere fisico, ma anche mentale e spirituale. Ne sento parlare da anni ma, mai, mi sono avvicinata a questa pratica che discende dall’antica tradizione cinese. Come prima cosa mi metto alla ricerca di un centro che insegni il Qi Gong e lo pratichi in maniera professionale. Ne trovo uno a Chiasso con tutti i requisiti e dopo un primo colloquio telefonico prendo appuntamento. Parteciperò a una lezione di gruppo! Nel frattempo mi documento un po’ per non arrivare totalmente sprovvista di conoscenze sull’argomento. Come sempre mi af affido a Wikipedia per una “infarinatura” generale e leggo: “Il termine Qì Gong si riferisce a una serie di pratiche e di esercizi collegati alla medicina tradizionale cinese e in parte alle arti marziali che prevedono la meditazione, la concentrazione mentale, il controllo della respirazione e particolari movimenti di esercizio fisico. Il Qi Gong si pratica generalmente per il mantenimento della buona salute e del benessere sia fisici sia psicologici, tramite la cura e l’accrescimento della propria energia interna (il Qi)”. La cosa si fa interessante e mi accingo a raggiungere il gruppo con

cui farò la mia prima lezione di Qi Gong. Arrivo in ritardo accidenti, la lezione è già iniziata. Il gruppo sta eseguendo tutta una serie di movimenti molto lenti e controllati. C’è un’atmosfera serena e gli allievi paiono molto rilassati, concentratissimi nella coordinazione della successione dei vari movimenti del corpo. M’intrufolo e cerco di assumere la posizione di Alber Alberto, l’insegnante. Provo a memorizzare la sequenza ma non è per nulla facile. Sono proprio una novellina! La maggior parte dei medici occidentali, una parte dei dottori della medicina tradizionale cinese considerano il Qi Gong essenzialmente dal punto di vista dell’esercizio fisico, vedendolo come una pratica congiunta di tecniche di controllo di respirazione e del movimento che può contribuire a mantenere la forma e il benessere fisico. Altri si pongono da un punto di vista più metafisico, ar arrivando a sostenere che la respirazione e gli eser esercizi di movimento avrebbero un’importante influenza sulle forze dell’universo. L’insegnante si ferma per una pausa e gentilmente viene in mio soccorso. Inizio col chiedergli qualche cenno su

«Il Qi Gong

allena anche la mente»

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s al ut e

questa antica disciplina. “Il Qi Gong (chi gung o ch’i kung) è un sistema unico sviluppato per promuovere la salute e adattare l’individuo all’ambiente sociale, storico e culturale in cui vive; inoltre, è in grado di attingere alle potenzialità latenti dell’essere umano. La profonda differendifferen za dagli altri sistemi di allenamento è il coinvolgimento della mente per regolare le prestazioni degli organi, produrre un alto grado di armonia tra mente e corpo e favorire complessivamente il miglioramento della salute e della longevità”. Alberto mi spiega anche che il termine Qi Gong è composto da due ideogrammi, Qi e Gong. Qi indica l’energia vitale. Gong significa “esercizio”, “lavoro”. Quindi Qi Gong significa lavoro sull’energia vitale. Il Qi Gong che insegna Alberto si pratica in piedi nella naturalezza della posizione eretta: tengo i piedi paralleli e divaricati quanto la larghezza delle anche, le piante dei piedi ben aderenti al terreno, la testa alta e il torace mor morbido in posizione naturale. La schiena è eretta, il corpo rilassato, le ginocchia leggermente flesse, la respirazione è naturale. Si mette in primo piano la necessità di entrare in uno stato di tranquillità. Tale stato è fortemente collegato con i tre principi fondamentali: regolare la mente, regolare il respiro, regolare la postura del corpo. Nella posizione base indicata da Alberto inizio ad eseguire una sequenza di movimenti. Dopo qualche ripetizione riesco, con non poca soddisfazione, a terminarne una. L’insegnante mostra al gruppo nuove sequenze che cerco di imitare.

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Ma ci vuole tempo per riuscire a eseguirle cor correttamente e in maniera fluida e rilassata. A un tratto un’allieva dice di avvertire un giramento di testa: Alberto ci spiega che alcune sequenze non vanno ripetute troppe volte perché l’energia che mettiamo in circolo nel nostro corpo è molta e va dosata. Questa ginnastica infatti stimola i livelli di energia del corpo attraverso esercizi posturali e sequenze precise di movimenti lenti e gentili, che attivano la circolazione del sangue lungo le arterie e le vene, stimolando il flusso di energia vitale lungo i meridiani. Esistono molti stili di Qi Gong ma tutti partono da due esercizi di base. Nel primo il corpo non si muove in modo visibile: si lavora sulla mente e sulla postura, riallineando le parti del corpo per facilitare il flusso di Qi. Il secondo, quello che sto cercando di praticare io, si basa invece sui movimenti: mira a mobilitare le articolazioni, a rinforzare i muscoli e, in generale, a migliorare equilibrio e coordinazione. È richiesto controllo muscolare senza eccessivo sforzo, ma buona memoria e allenamento costante! Scopro inoltre che questi sono i movimenti di base delle arti marziali. Chiedo ad Alberto quali siano i benefici tangibili del Qi Gong: “Questa pratica allena le articolazioni senza stressarle o dannegiarle, i tendini e i muscoli senza affaticarli ecces-

«Si tratta

di allenare senza affaticare»


A lezione di Qi Gong a Chiasso.

Guida

per i

pazie

nti

Meg lio in fo sulle lesion rmati i da s port

sivamente. Contemporaneamente il Qi Gong insegna anche a usare la mente per indirizzare il Qi verso le parti del corpo che si intende rinforzare e guarire. Essendo per lo più dolci e non violenti, gli esercizi sono adatti a persone assai diverse per età e stato di salute; infatti sono praticati anche da anziani e da malati che ne traggono particolare beneficio e giovamento. Il Qi Gong, se insegnato in maniera professionale e praticato con costanza, garantisce mobilità nella vecchiaia, tonicità e flessibilità muscolare ed equilibrio psico-fisico”. Nel corso di questi ultimi anni, sembra che gli effetti benefici della pratica di quest’arte siano stati riconosciuti e confermati dalla pratica e dalle ricerche cliniche. Effetti sul sistema nervoso, sull’apparato respiratorio, circolatorio e digerente, nonché sul sistema endocrino. Inoltre, è stato documentato il valore del Qi Gong nel rafforzare il sistema immunitario. È stato scoperto che la

pratica del Qi Gong può far aumentare la densità di prolattina nel plasma, producendo così il rilassamento; può far abbassare il livello dell’ormone corticale nel plasma, alleviando la depressione e la tensione; può far diminuire il tasso di ricambio proteico, che ritarda l’invecchiamento. Insomma, un vero e proprio toccasana. Per quanto mi concerne sono arrivata alla lezione trafelata, in ritardo e nervosa. Devo dire che quest’atmosfera di tranquillità mi ha subito trasmesso un senso di pace interiore. La respirazione regolare e il fatto di dovermi concentrare sui movimenti mi ha estraniata per un’oretta dal mondo esterno e da tutti i suoi problemi e l’esercizio, non faticoso, mi ha portata ad un buon livello di rilassamento. Secondo il mio modesto parere, una pratica seria e costante, supervisionata da insegnanti professionisti, va sicuramente a vantaggio del benessere fisico ma anche psicologico dell’essere umano. v

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oc chi o a

morbillo un avversario da battere Spesso sottovalutiamo l’importanza di un vaccino, dando per scontato che le malattie infettive siano ormai debellate, o che comunque ci si può sempre curare. Questo è vero, ma solo in parte. Alcune malattie infettive hanno a volte gravi conseguenze.

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olti pensano che il morbillo sia una normale malattia infettiva infantile, simile alla varicella. Si tratta invece di una malattia con un tasso di mortalità troppo alto per essere sottovalutata. Un malato su dieci ha delle complicazioni e uno su 3’000 muore. E non esistono medicamenti per curare questa malattia. Ogni anno nel mondo muoiono in media 122’000 per-

sone a causa del morbillo e in Svizzera questa malattia non è ancora stata debellata. Un rapporto dell’OMS afferma che dal 2000 ad oggi sono stati 13,8 milioni i decessi evitati grazie al vaccino e grazie alle campagne di vaccinazione iniziate dal 2000, la mortalità è calata del 78%. L’OMS ha fissato l’obiettivo di debellare il morbillo nel mondo entro il 2020. L’America ad esempio ci è già riuscita, ma in Svizzera, il morbillo rimane una minaccia che però possiamo e dobbiamo sconfiggere. Come? Basta far vaccinare i bambini e verificare che gli adulti lo siano stati. In Svizzera il vaccino è disponibile dal 1970 per cui, tutti i nati dal 1964 in poi che non sono certi di aver contratto il morbillo o di essere stati vaccinati, possono fare la vaccinazione a carico della cassa malati e esente da franchigia fino al 2015. In caso di mancata copertura o di dubbio, quindi, basta vaccinarsi per essere sicuri di non doversi più preoccupare di questa malattia. E se invece fossimo già stati vaccinati? Nessun problema. Gli anticorpi già presenti nell’organismo elimineranno le eventuali dosi in eccesso.

«In Svizzera

il morbillo è ancora una minaccia»

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Abbiamo incontrato i capitani dell’HC AmbrìPiotta e dell’HC Lugano, Paolo Duca e Steve Hir Hirschi, nati dopo il 1970 e oggi genitori, per sapere cosa ne pensano di questo caparbio avversario… Sei stato vaccinato contro il morbillo? PD: “Sì, lo siamo stati tutti in famiglia”. SH: “Sì da bambino. Tutta la mia famiglia lo è. Per noi era una cosa normale”. Hai già perso partite importanti per una malattia infettiva? PD: “No”. SH: “Sì è successo, per esempio a causa di influenze intestinali. È scocciante, ma è normale che nel corso della vita capiti di ammalarsi”. Lo sapevi che il morbillo è potenzialmente mortale? PD: “Sì”. SH: “Sì, credo con un’incidenza di una persona su tremila”. I tuoi figli sono vaccinati? PD: “Sì”. SH: “Sì, tutti”. Perché? PD: “Diciamo che a mio modo di vedere è giusto vaccinare. L’alternativa alla vaccinazione è la mortalità infantile al 30% come 150 anni fa. Grazie alle vaccinazioni è stata debellata tutta una serie di malattie molto gravi che oggi non circolano più. Chi non vaccina oggi, per le sue ragioni, magari anche valide, sfrutta il fatto che la stragrande maggioranza dei bambini è stata vaccinata. Non vaccinarsi oggi è a mio modo di vedere un atto egoistico. Non ho le competenze per affermare che il vaccino non abbia lati negativi o eventuali conseguenze, però l’alternativa è peggiore. La mia prima figlia, ad esempio, ha fatto la vaccinazione per gli orecchioni pur essendo femmina e quindi non a rischio in caso di malattia. Abbiamo deciso di vaccinarla comunque per solidarietà”. SH: “Si tratta di malattie che non rinforzano il sistema immunitario per cui non ha senso che i bambini le contraggano andando incontro a ri-

schi anche molto gravi. È un modo per proteggerli”. Le vaccinazioni sono un tema all’interno della squadra? PD: “Ci chiedono regolarmente se vogliamo fare il vaccino antinfluenzale, ma sono pochissimi quelli che lo fanno. Quest’anno mi sembra un paio”. SH: “No, direi di no. Possiamo fare il vaccino antinfluenzale una volta all’anno ma è una libera scelta di ogni singolo giocatore”. Consiglieresti il vaccino contro il morbillo? PD: “Non sono nella posizione di poter consigliare nessuno, poiché non sono né medico né farmacista. Io personalmente però lo faccio e non capisco chi non lo fa. I motivi a favore del vaccino sono di gran lunga maggiori rispetto a quelli a sfavore”. SH: “Sì certo. Io sono stato vaccinato e lo sono stati i miei figli. È sicuramente una buona cosa”. v

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il gusto

del riciclo A cena a casa di Lily Penelope Storelli di Bellinzona. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

L

a nonna paterna cucinava ricette tramandate di generazione in generazione. Il papà, buona forchetta, buongustaio e presidente del Cazzöla club, ha cresciuto sua figlia raccontandole di tutto e di più sulla storia di piatti e ingredienti. Cucinare e mangiare per gli Storelli è sempre stato un piacere da condividere in famiglia. Banditi i pasti pronti e tabù i fast-food. Con tal eredità, Lily Penelope non poteva che diventare una brava cuoca e una buongustaia. IN CUCINA COME IN CANTIERE “Ho iniziato a cucinare quando, per i miei studi di architettura, mi sono recata a Los Angeles dove sono rimasta dal 1994 fino a fine 2001. Ero diventata l’idolo di tutti i miei amici e compagni perché, ovviamente, preparavo piatti della cucina mediterranea, che loro amavano tantissimo. Ad esempio ho cucinato chili di ragù, di cui erano ghiottissimi. A mia volta, essendo l’università di Los Angeles un crocevia di studenti provenienti dalle parti più disparate del globo, ho conosciuto e gustato cibi di tutto il mondo perché il venerdì sera, a turno, uno di noi doveva mettersi ai fornelli. In quegli anni ho anche imparato a non gettare il cibo. Nei ristoranti ti davano una

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busta o un contenitore per portarti a casa ciò che avevi avanzato. Da lì ho capito il valore del cibo e l’importanza del riciclo. Oggi per me buttare qualcosa non esiste. Vivo da sola, ma cucino tutti i giorni, soprattutto la sera. Amo stare ai fornelli perché in cucina divento l’architetto del cibo. Mi piace sporcarmi, come quando vado in cantiere, e creare, strato dopo strato, taglio dopo taglio, un’opera gustosa da assaporare con grande soddisfazione e totale appagamento!”. Lily - che mi svela essere “una carnivora da paura, tanto che se non assumo la mia dose di carne quotidiana sto male. Mangerei tutti i giorni il fantastico gigot di agnello che fa la mia mamma” - mi dice che il piatto che più corrisponde al suo modo di progettare è quello che cucinerà stasera, vegetariano e di origine asiatica. “Il Korma è colorato, profumato, gustoso. Io me lo preparo almeno una decina di volte al mese”.

«In cucina divento architetto del cibo»

FISSE ALIMENTARI Oltre alla carne, che non può assolutamente mancare nella dieta di Lily, vi sono lo zenzero fresco “che metto dappertutto”, il coriandolo e il tè verde: ”Ne bevo almeno tre tazze prima di andare a dormire e d’estate me lo preparo freddo”. Infine il peperoncino “perché quel tocco di piccante nella vita ci vuole”. Nonostante sia snella, mi dice che mangia moltissimo, in quantità industriali e mi svela il suo “segreto”: “Da quando cucino secondo gli insegnamenti di un mio amico cuoco, che sfrutta molto le cotture in umido, ho addirittura perso peso. È una cucina molto sana, con pochi grassi e pochissime calorie”. Sono incuriosita e chiedo lumi. “Da tanti anni la mia famiglia frequenta l’Osteria all’Angolo di Pallanza, il cui proprietario, nonché chef è diventato un amico. Mi conosce da quando sono nata e m’invita senza problemi a entrare nella sua cucina. Lì osservo, imparo e spesso assaggio. Mi ha insegnato soprattutto la

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tempistica e quei piccoli trucchi che in cucina fanno la differenza”. RICICLARE SECONDO JAMIE OLIVER! Da qualche tempo, però, nella sua vita, è entrato anche un altro cuoco: Jamie Oliver, il

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famoso chef inglese, conduttore televisivo e scrittore di libri di cucina. Lui, attraverso Channel 4, le ha insegnato a organizzare la propria dispensa, a fare in modo intelligente la spesa, a non buttare via nulla e avere sempre quello che serve per cucinare. Uno dei ricettari di Oliver è diventato per Lily il libro da consul-

Lily con il ricettario di Jamie Oliver.


TA G L I A N D O

A TAVOLA… CON VOI Voi ci invitate da… voi quando a casa c’è tutta la famiglia. Una nostra redattrice e un fotografo verranno a casa vostra per scattarvi qualche fotografia e per chiacchierare di ricette, cibo, ricordi e alimentazione. Vi chiederanno la ricetta di una pietanza, magari quella della vostra “specialità”, nel limite del possibile, sarebbe bello poter fotografare anche il piatto pronto. Per partecipare basta inviare in redazione il tagliando-invito che trovate su questa pagina. Prenderemo contatto con voi direttamente. Grazie e a presto!

Gentile redattrice, caro fotografo, desideriamo invitarvi a casa nostra per raccontarvi cosa significa per noi il cibo, per svelarvi una ricetta di famiglia e per farvi assaggiare il nostro piatto preferito. Famiglia (nome e cognome): ___________________________________________________________ Numero componenti: _____________________________________________________________________ Via: _____________________________________________________________________________________________ Località: _______________________________________________________________________________________ Tel.: _____________________________________________________________________________________________ _____________________________ Tra tutti i tagliandi pervenuti in redazione ne estrarremo uno per edizione. È quindi possibile che la vostra candidatura venga conservata per un’altra edizione e che veniate contattati in un secondo tempo.

http://www.illustrazione.ch/tagliando_04_14.pdf

tare spesso alla ricerca di nuove idee. La padrona di casa ha così scoperto un nuovo modo di cucinare, divertente, più economico, meno rigido. “Con gli avanzi, grazie a piccoli stratagemmi, si possono preparare davvero gustosi manicaretti. E questo è importante, soprattutto per chi, come me, vive sola e a volte è costret-

ta ad acquistare più di quanto le servirebbe. Basta avere qualche dritta - e qui Oliver è un mago -, un po’ di passione e buona volontà e il gioco è fatto. Ad esempio, questa sera, ho deciso di trasformare un pezzo di arrosto avanzato da ieri in un piatto asiatico, il Rendang. Con le coste che ho in frigo da qualche giorno

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Noi il formaggio lo produciamo ancora come i nostri bisnonni. Un bel trend. Si lasci guidare dal suo buon gusto se volete gustare anche oggi il meglio di ieri. Per esempio, ricette centenarie e conoscenze trasmesse da generazioni. In due parole: formaggio svizzero.

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a t avol a

e un cespo d’insalata, preparerò come detto, il Korma, a parer mio uno squisito piatto indiano. Infine utilizzerò un paio di banane - congelate perché ne avevo acquistate troppe - per stupirvi con un finto gelato”. Lily sostiene che con semplicità e senza tanti fronzoli si possano creare piatti a effetto. Perché trasformare in modo gustoso e creativo gli scarti vegetali e gli avanzi alimentari è meno difficile di quanto si creda. In fondo una volta era normale usare gli avanzi per cucinare altre pietanze. Non si buttava via

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quasi nulla e tutti gli alimenti venivano utilizzati in modi alternativi. Una filosofia che Lily ha fatto sua cucinando una cena a dir poco deliziosa, servita con quel tocco di classe che non guasta mai. v

SCARICAMI Sul nostro sito www.illustrazione.ch potete trovate le gustose ricette di Lily Penelope Storelli. http://www.illustrazione.ch/atavola_04_14.pdf


ia g r e n e a n o u B . a r r e t a t e n a i d al p


i n vi aggi o

nella bufera di neve e sabbia In una vallata della Mongolia tanto splendida quanto isolata, nei pressi della piccola ger dove presto passeranno la notte, nove giovani monaci e una maestrina giapponese cantano un inconsueto “happy birthday” in mio onore. testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch

SUL SUOLO CALPESTATO DA GENGIS KHAN Al risveglio nulla faceva presagire che quel giorno avrebbe lasciato tanti ricordi nella mia memoria ma nemmeno che mi avrebbe riservato dei momenti molto difficili. Tutto era iniziato un freddo mattino del mese di maggio a Kharkhorin (Karakorum), una volta capitale del grande impero di Gengis Khan, ma oggi piccola e dimenticata località persa nell’immensità della steppa mongola. Un anonimo villaggio situato tra alcuni monti e il fiume Orkhon e caratterizzato da poche vie polverose e da una moltitudine di casupole di legno dai tetti spioventi e colorati. La notte mi aveva regalato un cielo stellato che avevo potuto osservare attraverso l’apertura nella ger - la tenda tradizionale mongola - nella quale per caso avevo trovato alloggio il giorno precedente, grazie al fatto di aver incontrato in paese, non lontano dalla fermata del bus, una signora che mi aveva offerto ospitalità. La mia nuova dimora è costituita da tre ger tradizionali poste in un recinto ai limiti del paese, subito dietro l’immensità e il silenzio

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della steppa, deserta, dove solo verso sera alcuni pastori portano le loro mandrie al pascolo. Al momento dell’arrivo il luogo mi era apparso subito magico e mi aveva regalato una forte emozione. Suvd, la padrona di casa, vive nella prima ger con i tre figli e con l’anziano padre, decorato della guerra di Russia, che con orgoglio appunta ancora oggi le medaglie sulla giubba della sua veste tradizionale mongola. A destra vi è una seconda ger, un poco più piccola, che ospita un’altra signora mongola col figlio, per finire, in mezzo vi è la mia tenda, una “ger” tutta per me! L’arredamento è semplice e spartano, come quello che si trova in ogni tenda nomade, poche suppellettili, alcune dispense, dei letti - assi di legno sui quali sono poste delle trapunte - e al centro il forno che sciaguratamente la prima notte avevo lasciato spento, non immaginando quanto freddo potesse divenire quando fa buio. Fortunatamente, la cena della sera precedente - una minestra di nudeln con carne essiccata - e il tè mongolo con latte offertomi il mattino, mi avevano dato energie sufficienti per superare il difficile momento.


NOHOI KORIO Un vento freddo spazza la steppa, tutt’attorno il silenzio. Nulla pare muoversi, ma il desiderio di esplorare quel luogo è tanto forte che decido di mettermi in marcia. Non so bene in che direzione, anche perché fatico ad avere informazioni; la limitatissima conoscenza della lingua mongola continua a essere una pesantissima ipoteca e poco serve alla reciproca comprensione il mio seppur fantasioso gesticolare. La frase più importante è indubbiamente “Nohoi Korio”, che tradotto letteralmente significa “trattenete i cani”, ma che in pratica coincide con la richiesta di potersi avvicinare alla ger. I cani mongoli sono estremamente aggressivi e difendono il territorio senza compromessi. Se già fatico a farmi comprendere dalle genti mongole, immaginarsi dai loro cani!

«Un luogo

che sembra magico» Kharkhorin, un tempo capitale dell’impero mongolo, oggi tranquillo villaggio della steppa.

Man mano che mi allontano, ho la percezione di un mondo sempre più selvaggio e nel contempo splendido, ma non immagino certo che i pericoli della giornata non si limiteranno solo ai cani. La curiosità mi porta di collina in collina e di pascolo in pascolo. Nell’immensità di vallate silenti ci s’imbatte in cavalli e greggi di pecore e occasionalmente pure in nomadi a cavallo e accampamenti di ger. Non ho una cartina e mi affido al mio senso dell’orientamento fino a quando, dopo un’ultima scalata su un monte sassoso e impervio, mi rendo conto che al di là non vi è il villaggio di Karkhorin, bensì solo montagne e poi ancora montagne. Nei pressi della vetta m’imbatto in un gregge di capre e poco dopo nel loro pastore che mi osserva amichevolmente e indubbiamente sorpreso. Lo saluto e senza dire nulla lo seguo nella discesa per poi lasciarlo in prossimità del fondovalle, dove ritrovo la pista. Sono nuovamente solo e comincio a sentire la stanchezza delle ore di marcia. Nuvoloni sempre più scuri mi seguono da qualche tempo e il

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i n vi aggi o

vento si fa sempre più forte. Finalmente scorgo in lontananza il villaggio di Kharkhorin, ma la gioia e il sollievo sono di breve durata. Infatti comincia a piovere, a tratti cadono anche fiocchi di neve, poi quasi all’improvviso m’investe un vento impetuoso, alla pioggia si sostituisce un’incredibile tempesta di sabbia, tanto forte da costringermi ad accovacciarmi attendendo che le folate più violente passino. Inutile tentare di proseguire, la visibilità è nulla e si respira solo sabbia. I LAMA CANTANO HAPPY BIRTHDAY! Solo a metà pomeriggio ritrovo il mio accampamento. L’unico desiderio è di bere un tè caldo e sdraiarmi sul mio letto di assi tanto inospitali. Mi accolgono scodinzolanti i cani di casa, oramai mi conoscono e non devo temere nulla. Ma il mio riposo sarà breve. Verso sera mi chiama la signora mongola della ger accanto indicandomi una vettura appena giunta. Non comprendo assolutamente nulla, ma nella sua animosità capisco le parole “monaco” e “montagne”. Che

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intenda portarmi a un monastero? Lungo il percorso ci accompagna un tiepido sole, quasi uno scherzo del destino, dopo le disavventure della giornata. Trascorsa un’ora ci fermiamo nei pressi di una piccola ger, attorno non vi è nulla, solo monti e pascoli, altro che convento! Da costoni sassosi circostanti scendono dei giovani monaci che in un primo tempo nemmeno avevo notato. Trascorrono in questa vallata isolata

Oltre il recinto del mio alloggio la tranquilla e infinita steppa mongola.

Simpatici incontri con i nomadi mongoli.


e bucolica alcuni giorni di ritiro spirituale che invero, tanto sono gioiosi, mi appare piuttosto una sorta di passeggiata scolastica. Nelle loro sacche hanno erbe medicinali che mi mostrano appena superata la grande sorpresa per l’incontro con lo straniero. Con loro vi è pure una giovane donna, che scopro essere giapponese e loro maestra… d’inglese. Sì, proprio una giapponese che insegna inglese a dei mongoli! Beviamo del tè e mangiamo dei biscotti e tutto diviene ben presto una sorta di goliardica festicciola, sdraiati allegramente sull’erba l’uno accanto all’altro, sennonché a un tratto l’attenzione sembra concentrarsi sulla mia persona. Poi tutti prendono i loro calici, ciotole e bicchieri e levandoli cominciano a intonare in mio onore “happy birthday”, un canto decisamente anomalo per dei monaci buddisti, forse frutto degli immensi sforzi della maestrina giapponese. Ricordo solo in quel momento che il mattino avevo confidato alla mia “vicina di casa” che oggi era il giorno del mio compleanno… ma da come mi aveva guardato non avevo capito che avesse capito. Continua v

PHOTO BY IVO PERVAN

Un luogo magico, la mia famiglia vive in tre ger ai confini del paese.

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s p or t

puro volo

libero “Il parapendio è il modo di volare più puro, semplice, diretto ed economico, quello più vicino al volo degli uccelli”. Nel cielo con un pilota di parapendio d’eccezione, il primatista mondiale Claudio Cattaneo. testo Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch foto Ti-Press/Gabriele Putzu

H

ai già volato col parapendio? Gabriele, il fotografo che ci accompagna mi risponde “no”, mostrandosi del tutto tranquillo. A parte tuffarmi da bambino da un’impalcatura di due metri con un sacchetto di plastica, io non ho esperienza di volo… libero. Raggiungiamo il Delta di Locarno, luogo di partenza della spedizione, dove ad attenderci per il volo in tandem che da Cardada-Cimetta (1671 metri) ci riporterà al delta della Maggia troviamo Claudio Cattaneo, che nel giugno 2013 ha stabilito il record del mondo di distanza su percorso triangolare con parapendio multiposto, e Marco Zoppi, tra i pionieri in Ticino della disciplina. “Rassicurante”, penso. Quel volo di 116.7 km, omologato dalla Federazione Aeronautica Internazionale, ha portato Claudio Cattaneo ad affiancare negli annali il suo nome accanto a quelli dei leggendari Charles Lindberg, Yuri Gagarin, Neil Armstrong e Bertrand Piccard, per citarne solo alcuni. Ma lui ci scherza sopra e minimizza: “Almeno avrò anch’io qualcosa da raccontare ai

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miei nipotini. Invero non si tratta di un’impresa epocale: è bastata un po’ di esperienza, una certa pazienza e molta tenacia”. La vita di Claudio Cattaneo è caratterizzata dalla passione per il volo nelle sue diverse manifestazioni. Di professione controllore di volo presso l’aeroporto di Lugano-Agno, da adolescente rimane colpito dai primi deltaplani che dal Monte Lema atterrano proprio nel suo paese d’origine, Novaggio. Da qui scaturisce il suo desiderio di volare: “A 18 anni, con il sostegno dei miei genitori, mi sono recato negli Stati Uniti con l’intento di ottenere il brevetto di volo a motore, perfezionare l’inglese e realizzare il mio sogno giovanile di diventare pilota”. Raggiungiamo Cimetta, lo sguardo spazia da Locarno situata… lì sotto, alle vette innevate circostanti; Osserviamo altri parapendisti prepararsi al lancio, un deltaplanista aspetta il momento buono per decollare, mentre la ‘nostra vela’, stesa sulla neve, sembra non attendere altro che il momento di dispiegarsi nell’aria.


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s p or t

Ottenuto il brevetto di pilota e rientrato in Svizzera, nella mente di Claudio Cattaneo ricomincia a insinuarsi l’idea del volo libero, grazie all’entrata in scena, nei primi anni Ottanta, del parapendio: “Erano gli albori, con aeromobili non testati e non omologati e non ancora sicuri. Per questo motivo ho atteso l’inizio degli anni Novanta, quando sono stati fatti passi da gigante per quanto riguarda l’attrezzatura e la sicurezza”. Anche la nostra attesa si dilegua. Claudio esegue 15 punti di controllo pre-volo inerenti all’equipaggiamento, una misura di sicurezza che egli compie ogni qualvolta si lancia in tandem, e mi ripete la procedura da mettere in atto per decollare - correre e poi... correre fino al decollo. Spero di non scivolare a faccia in giù nella neve. “Abbiamo la fortuna di vivere in un tempo che ha inventato un oggetto che può stare in uno zaino e che possiamo portare in spalla su una cima per lanciarci e stare in volo dalle 10 di mattina alle 7 di sera”, osserva l’esperto parapendista; “possiamo percorrere centinaia di chilometri senza il benché minimo consumo di energia, senza produrre il minimo rumore, senza spar-

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gere nell’ambiente un microgrammo di sostanza inquinante. Dopo 18 anni di esperienza di volo libero, ancora adesso stento a credere che sia possibile volare così a lungo senza mezzi di propulsione, sfruttando semplicemente le correnti,

PER

Lassù tra le montagne. La cima più alta è il Gridone.

volare Volete provare l’esperienza del volo libero e capire perché gli uccelli cantano quando volano? Tutte le informazioni sul sito www.parapendio.ch o scrivendo a info@parapendio.ch.

Un’esperienza mozzafiato.


UN APPARECCHIO ACUSTICO come gli uccelli. E oggigiorno, le ali che abbiamo a disposizione sono così sicure che sono certo di mettere più a repentaglio la mia incolumità andando al lavoro con lo scooter che non volando”. Stiamo volando. Rimango senza fiato, si scende sopra gli alberi, poi si risale a circa 4 m/s, si volta a sinistra, poi a destra, accompagnati dal silenzio e dal suono del vento che gonfia la vela. Le parole dell’istruttore spiegano ciò che sta succedendo: “Dopo il decollo ci siamo subito indirizzati su una zona in cui pensavamo ci sarebbe stata un’ascendenza termica, che si forma grazie al riscaldamento della superficie terrestre a opera del sole, che porta alla formazione di una bolla d’aria più leggera rispetto a quella sovrastante, che si stacca dal suolo e comincia a salire. Lo scopo è arrivare sul punto giusto al momento giusto, prendere la bolla, girarci dentro e salire con lei fino a quando raggiunge il suo livello di saturazione e si scioglie. Si tratta, quindi, di valutare in continuazione il tipo d’aria che avrai in un determinato punto, di come saranno le termiche, dove staccheranno meglio, dove saranno più intense e come saranno orientate”. Dopo mezzoretta di volo, planando dolcemente sopra Locarno alla velocità di circa 1,5 m/s tocchiamo terra. Un’esperienza forte, che ti lavora dentro. Se il volo vi attira, provatela. v SCARICAMI Online i video del primato mondiale di Claudio Cattaneo e il volo da Cardada. http://www.illustrazione.ch/sport_04_14.pdf

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m ot or i

nel cuore

dell’europa Partenza Mosca, destinazione Francoforte; 2’456 chilometri tra illuminanti esperienze culturali e il desiderio di vivere con entusiasmo l’avventura delle curiosità. testo Stefano Pescia - stefano@illustrazione.ch

I

l nostro particolare viaggio inizia da Mosca dove arriviamo in prima serata, graziati dalla fortuna di poter partecipare a un’esperienza veramente unica. La nostra missione è chiara: completare una sfida internazionale, iniziata dai colleghi trenta giorni prima a Hiroshima. La carovana delle otto nuove Mazda 3 attraverserà complessivamente cinque paesi, due continenti, oltre trenta città e percorrerà oltre 16’000 chilometri attraverso nove fusi orari, prima di raggiungere Francoforte. Uno sguardo alla cartina con i nostri compagni di viaggio, Giuseppe Lofredo responsabile comunicazione di Mazda Svizzera e il giovane collega Andreas Engel è d’obbligo. Fino a Francoforte mancano esattamente 2’456 chilometri che dobbiamo percorrere in sei giorni attraverso la Russia, la Bielorussia, la Polonia e la Germania. Per la prima tappa la Route3 ci porterà da Mosca a Minsk, lungo l’autostrada M1, dove le curve sono un’opzione dimenticata dall’infinità del suo territorio pianeggiante. Ci aspettano 750 chilometri con le strade che si allungano tra un paesaggio che si combatte tra la monotonia e il

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desiderio di regalarti una sorpresa. La prima è quella che la comodità della nuova Mazda 3, con il suo assetto morbido e i comodi sedili, è a prova di mal di schiena. Le strade sono sorprendentemente meno trafficate e disastrate di quanto si può immaginare già nei primi chilometri che ci allontanano dalla capitale russa. Lo spazio delle strade del centro di Mosca a sette corsie inghiotte la mobilità. I limiti di velocità sono regolati dal “fai da te” e molte automobili sono legalmente equipaggiate del dispositivo antiradar. A Minsk, nella città più antica del centro Europa e capitale della Bielorussia, qualcuno ci indica che nella via dello shopping si trova anche il quartier generale del KGB. Una città ferita dalla perdita di 400’000 abitanti durante la guerra ma che non ha perso la fierezza. Come si può interpretare, non nasconde la forza della ricostruzione, con la maggior parte degli edifici realizzati dopo la di fine del secondo conflitto mondiale. La sera ci accoglie in un tipico locale del centro città con una ricca offerta di specialità gastronomiche mentre per il giorno successivo abbiamo il pregio di visitare il castello di MIR, monumento


nazionale UNESCO, sul percorso che ci porta a Brest. In quei 410 chilometri, il paesaggio, e anche il locale che ci ospita per il pranzo, sono una fedele cartolina dell’ambiente della ex Repubblica Sovietica. Nella cittadina, tra le 11 “Città Eroiche” dell’URSS, i segni delle diverse occupazioni e della guerra si presentano anche attraverso l’esposizione, in differenti piazze, di elicotteri, aeroplani e carri armati. In questa giornata uggiosa e grigia non vogliamo perdere l’occasione di una breve vista alla Fortezza di Brest. L’aria gelida che soffia mentre cammini si attacca nella tristezza di un luogo della memoria. La forza delle sue gigantesche statue per non dimenticare, trasforma il significato delle chiese circostanti in semplici monumenti di culto. Siamo a meno di 200 chi-

«Una sfida

attraverso cinque nazioni»

In partenza da Mosca.

lometri da Varsavia, al confine con la Polonia. Come in tutte le città di frontiera, c’è un’atmosfera estremamente frenetica. Ci mettiamo in colonna interpretando i volti pazienti e rassegnati di chi quel confine lo attraversa spesso, attirato dal desiderio di andare a effettuare acquisti in Polonia. Consegnati i documenti, ci prepariamo silenziosi al confronto con la burocrazia. Il tempo passa, ispirato dalla noia della circostanza, ma si risveglia con un botto imprevisto! Due vetture della nostra carovana non sodddifsano le aspettative dei doganieri. Gli attenti organizzatori, discutono e ridiscutono, con il tempo che si allunga come un elastico. Nella lunga attesa abbiamo il tempo di effetture anche qualche valutazione della nostra numero 3. Una Mazda 3 che merita di essere scoperta come i tesori delle località del nostro appassionante viaggio. Un nuovo modello con un’ottima qualità a bordo, che ha mantenuto la sua lunghezza di 4,46 m, ha ridotto il peso di un centinaio di chili e ha aumentato di 6 cm, a 2,7 m, il suo passo. Maneggevole e pratica, la

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m ot or i nuova vettura è in grado di offrire uno spazio superiore per le gambe degli occupanti e il vano bagagli. Quest’ultimo vanta un volume di carico di 350 litri, che aumenta fino a 1’250, abbattendo gli schienali posteriori. Sono passate oltre cinque ore e finalmente possiamo partire, ma orfani di due veicoli che rimangono fermi nella montagna di documenti e nella cieca burocrazia. Finalmente superiamo la frontiera e ci lasciamo rapire da un mondo che, chilometro dopo chilometro, si trasforma riempendosi di vitalità e di colori. La signorile e ospitale Varsavia si lascia scoprire per due giorni a piedi e in torpedone, offrendoci un’esperienza di una capitale internazionale (oltre 1,7 milioni di abitanti) pronta a stupirvi. Infatti, la sera è il turno di una parata tra le vie delle città chiuse al traffico per lasciarci passare e festeggiare il nostro arrivo e il lancio della Mazda 3 su un palcoscenico, con una folla di entusiaste persone che ci ha accolto nell’aera addobbata a festa. Il quarto giorno si riparte anche con il divertente ricordo di aver visitato la casa più stretta del mondo e la curiosità di vedere, a Swiebodzin, ancora su suolo polacco, la statua di Cristo più alta al mondo (52,5 m). Percorriamo oltre 500 chilometri di autostrada, con il piacere di lasciare correre l’auto liberi dai limiti

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di velocità. L’attrattiva Berlino ci accoglie per una passeggiata a piedi da farti girare la testa. In ogni angolo si ritrova un pezzo di storia raccontata da suggestive piazze, immobili, musei, esposizioni all’aperto e l’allegria di un’invitante città dominata dai giovani. Prima di partire è d’obbligo una colazione al Reichtsag, il palazzo del governo immerso nel verde. Fino al Centro di design di Mazda a Oberursel mancano ancora più di 450 chilometri. Entrando siamo stati accolti tra gli applausi di oltre un centinaio di persone dello staff, appassionati, amici e familiari. Nell’ultimo tratto in torpedone per raggiungere Francoforte cerco di riavvolgere, come la pellicola di un film, i pensieri che si sono rincorsi nel piacere delle emozioni. Uno sguardo al consumo di carburante che segna una media di poco oltre i 7 litri ogni 100 chilometri. Un’avventura indimenticabile al volante di un’automobile che non mancherà di appassionare. La nuova Mazda 3 è disponibile, in quattro avanzati propulsori SKYACTIV con un isolamento acustico efficace: benzina a iniezione diretta 1.5l da 100 CV e 2.0l da 120 e 165 CV e il diesel 2.2 da 150 CV, già omologato Euro 6. A richiesta è disponibile il cambio automatico per la 2.0l benzina e la 2.2 diesel. Per il prezzo si parte da franchi 19’950 franchi. v

Accoglienza festosa al nostro arrivo.


oroscop o testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch

g ARIETE 21/3 - 20/4

h TORO 21/4 - 20/5

i GEMELLI 21/5 - 21/6

j CANCRO 22/6 - 22/7

PREVISIONI PER LA PRIMA METÀ DI MAGGIO 2014 I pianeti veloci sembra vogliano accelerare i ritmi già abbastanza frenetici, ma possono anche spingere a prendere rapide decisioni, senza troppo riflettere. Il 7.5 Mercurio entrerà in Gemelli e farà coppia con Venere nel vostro segno, fatto che potrebbe apportare novità inattese, sia per il lavoro sia per quanto riguarda l’amore. Spira un gran vento di libertà per alcuni, mentre per altri una voglia di maggiore complicità e coinvolgimento affettivo. Se siete ancora single, la freccia di Cupido vi colpirà dritti al cuore. Sappiate guardare alla vita con gli occhi di un bambino, con spontaneità e allegria. Salute: con Marte insidioso è bene non esporsi a rischi inutili.

Questo per voi è un mese significativo: siete di fronte a scelte importanti e non è detto che siano facili, anzi, con quel Saturno critico, alcune vorreste proprio evitarle. Comunque avrete a supporto un bel trigono tra Sole e Plutone, che vi renderà più determinati nel perseguire i vostri obiettivi. Inoltre Mercurio, dal giorno 7.5, vi aiuterà ad aguzzare l’ingegno per trovare soluzioni intelligenti in ogni circostanza, mentre Venere stimola la creatività. Bene, dunque, il contatto con il pubblico. In campo amoroso tutto può succedere, visti i transiti planetari in Ariete. Evviva l’indipendenza. Salute: dieta e acqua per liberarsi dalle tossine.

I primi sei giorni saranno dedicati al disbrigo di pratiche amministrative, mentre dal giorno 7.5 Mercurio entrerà nel vostro segno alimentando il vostro estro creativo e comunicativo. Venere lo supporta dall’Ariete, per cui avrete anche un certo successo. Vita mondana attiva e tra i tanti impegni potrà anche apparire una persona che vi prenderà il cuore. L’amore sarà una girandola di emozioni. Se non siete più giovanissimi, riscoprite qualche hobby che vi piace e partecipate alla vita culturale. Visite o novità inattese dalla parentela. Bene gli studi e la ricerca di lavoro per voi giovani. Le finanze richiedono più attenzione. Salute: liberatevi da vizi nocivi.

Sebbene maggio sia un mese favorevole al vostro segno, dovrete muovervi con più cautela nei primi 19 giorni, a causa di influssi planetari piuttosto critici. Attenzione dunque a usare saggiamente le vostre energie e a dire no, se necessario. Vale soprattutto per voi già negli “anta”. Importanti il sonno e l’alimentazione, che sia leggera, meno proteica. Qualche problema o discussione in casa per denaro o altro non è da escludere. Insegnate ai figli o ai nipoti a essere autonomi e indipendenti, se vogliono la libertà. Voi giovani sarete più interessati allo svago e all’amore anziché ai doveri, attenzione alla guida.

k LEONE 23/7 - 23/8

l VERGINE 24/8 - 22/9

a BILANCIA 23/9 - 22/10

b SCORPIONE 23/10 - 22/11

Benché Saturno dissonante procuri ancora qualche difficoltà nella prima metà del mese, ecco che il passaggio dei pianeti veloci tra Ariete e Gemelli dal giorno 7.5 vi solleverà e porterà anche qualche fortunata soluzione ai problemi, nuove prospettive di lavoro o di collaborazioni interessanti con l’estero. Creatività esuberante da assecondare. Voi giovani, alle prese con studi o esami, dovrete impegnarvi a fondo, anche se questo vi toglierà qualche svago e divertimento. Ne varrà la pena. Il campo amoroso sarà parecchio sollecitato, ma solo quando mente e cuore collaborano, tutto funziona bene. Salute: dieta leggera e più riposo.

Nella prima settimana potrete ancora godere dei benefici di Sole e Mercurio per gestire al meglio il lavoro e gli affari, sempre con quel senso pragmatico che vi contraddistingue. Un po’ più critica la situazione dopo il giorno 7.5, quando dovrete essere più cauti nel gestire il denaro vostro o altrui. Attenti a firmare contratti senza leggere bene i dettagli. Saranno possibili anche contrasti con colleghi o collaboratori. Le discussioni si allargheranno anche ai familiari, trovate dei compromessi che non lascino spazio a rancori. E l’amore? Anche qui dovrete essere in chiaro per non creare falsi bisogni e delusioni. Salute: rispettate il vostro bioritmo.

A dipendenza dell’età e del vostro vissuto, ognuno di voi vivrà le dissonanze planetarie a modo proprio. Vero è che la lunga permanenza di Marte nel segno, bersagliato da altri pianeti, ora si trova in moto retrogrado nei primi 19 giorni di maggio. Inoltre anche Venere si disporrà in opposizione dal giorno 3.5, per cui vi sarà un dispendio di energie notevole. Dovrete quindi fare il possibile per mettere delle priorità assolute e non assecondare chiunque vi chieda la disponibilità. Vale anche in famiglia. E per l’amore ci saranno tempi migliori. Soluzioni e aiuti provvidenziali vi saranno regalati comunque da un bel Mercurio a partire dal giorno 7.5.

Se i primi tre giorni saranno ancora relativamente tranquilli, in seguito dovrete affrontare un periodo più movimentato. Qualche lotta in più concernerà voi liberi professionisti, potrà darsi che qualcuno di voi penserà a imboccare una strada nuova o a modificare le priorità della vita. La famiglia inciderà sulle scelte che farete. Interessante il plenilunio del giorno 14.5. Per voi giovani si prospettano invece opportunità inattese, magari un nuovo contratto. L’amore vedrà alti e bassi con discussioni principali sul denaro. La felicità non si misura in base a quello che si ha, ma a quello che si è. Salute: inserite momenti di riposo ogni tanto.

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o r oscop o PREVISIONI PER LA PRIMA METÀ DI MAGGIO 2014

c 23/11 - 21/12

d CAPRICORNO 22/12 - 20/1

GUADAGNARE

e AQUARIO 21/1 - 19/2

Sebbene questo sia il mese del Toro, a voi favorevole, i pianeti veloci non lasceranno tranquilli nessuno. Approfittate della prima settimana per sbrigare le cose più importanti, perché poi il clima si farà più teso, specialmente per voi liberi professionisti. Forse i vostri dipendenti tendono a lamentarsi del vostro eccessivo rigore. Inoltre siete troppo interessati al lato materiale e questo potrebbe procurarvi parecchie antipatie. In quanto dipendenti, invece, vorrete maggiore autonomia e potere decisionale. Insomma, sembra che in ogni caso le vostre aspettative siano troppo alte. Lo stesso dicasi con gli affetti, dove tendete a imporvi. Salute: ritagliatevi molti spazi nei quali rilassarvi.

f PESCI 20/2 - 20/3

La prima settimana del mese potrà essere un po’ dura, con Sole, Mercurio e Saturno contrari. Possibili scontri con un superiore o un’autorità, che sarebbe meglio evitare. Anzi, ritiratevi un po’ nella natura e meditate. Siete liberi professionisti? Allora dovrete far fronte a una concorrenza spietata, ma dal giorno 7.5 vi sentirete più sollevati grazie agli aspetti positivi fra i pianeti veloci. Le difficoltà aguzzano l’ingegno e il coraggio premia gli audaci, si dice. Importante non voler superare i limiti. Curate con attenzione le finanze e l’impulso a spendere. Amore e amicizia viaggiano su binari uguali, valorizzateli. Salute: riposate di più.

n.4

Buona e proficua la prima settimana del mese ed è in questo periodo che capirete il valore di certe cose, di certe persone. Poi, con il passaggio di Mercurio in posizione più critica, che dovrà affrontare le insidie di Nettuno, sarete più esposti ad abbagli e confusione, condizionati da altri che hanno solo interessi personali da soddisfare, soprattutto in amore. Siate meno vulnerabili. Questo è il periodo in cui è bene ritirarsi un po’ nel silenzio, riflettere e capire chi siete veramente. Vi attendono cambiamenti repentini, più in là nel tempo anche relativi al lavoro. Per natura geniali e creativi, datevi da fare. Salute: evitate farmaci e alcol che intossicano.

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RISPARMIANDO

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Pulizie domestiche Pulizie di fine cantiere Pulizie di manutenzione Noleggio navicella aerea

lio g a t t e d l ra i

cu

SAGITTARIO

In questa prima metà del mese sarà bene concentrarsi sulle questioni pratiche e curare con attenzione le finanze. In effetti, con Venere e Mercurio veloci, la tentazione a spendere sarà abbastanza alta, ma anche le spese arriveranno impreviste, per cui sappiatevi regolare. Per contro potrete dare sfogo alla vostra creatività e vendere una vostra idea, partecipare a un concorso, perché potreste essere tra i prescelti. L’amore riserverà parecchie sorprese: un’amicizia che si trasforma in una storia importante, una delusione cancellata da un nuovo incontro, ecc. Donne attenzione agli “incidenti di percorso“. Salute: sport all’aria aperta e dieta leggera.

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rmai quasi tutti conoscono i Tarocchi e il loro uso per le divinazioni, non tutti però sanno che queste carte hanno origini antichissime e sono da sempre considerate tra i metodi più validi per predizioni e consulti al fine di aiutare le persone a trovare la giusta risposta alle domande più critiche. I Tarocchi sono forse tra i più completi se non addirittura il più completo strumento divinatorio, racchiudendo simbologie della Cabala, interpretazioni allegoriche e spirituali. Già dall’inizio del XIX secolo si scoperto che in queste carte sono riprodotti i simboli ideografici e geroglifici ricollegabili ai grandi sacerdoti di Gerusalemme con i quali interrogavano gli oracoli. Una delle teorie che confuta questa scoperta è che gli Arcani maggiori sono 22 esattamente come le lettere dell’alfabeto ebraico e anche come i sentieri indicati dall’albero della vita, si suppone addirittura che i tarocchi siano un’allegoria della religione egizia in simboli riproducendo tra l’altro parti del libro sulla creazione del mondo suggerita a partire dal dio Thoth. Libro perso, e in un secondo tempo reintrodotto da popolazioni nomadi che alcuni suppongono essere discendenti di antiche tribù egizie emigrate dalle loro terre proprio per proteggere gli antichi misteri. Nei tarocchi inoltre si sono riscontrate similitudini con antichissimi giochi provenienti dall’Oriente. Nel corso dei secoli si sono poi sviluppate numerose versioni dei libri sui tarocchi più o meno attendibili a seconda della provenienza. Risale invece alla fine del XVIII secolo una documentazione che parla di una strana figura di cartomante che fornisce un opuscolo con le regole per utilizzare i Tarocchi, naturalmente queste regole erano falsate dal fatto che seguivano solo teorie dettate da questo originale personaggio. Resta valido comunque il fatto che andando ad analizzare paesi, culture, tempi e contesti storici, l’uso dei tarocchi emerge sempre in maniera piuttosto evidente anche se ovviamente con alcune differenze. Rimane comunque il filo conduttore legato agli elementi naturali; aria, acqua, fuoco e terra. L’impronta più incisiva dei Tarocchi è data dai popoli del nord Europa; infatti dopo la quasi certa origine orientale, la loro più forte ripresa è stata nei paesi del nord, come Gallia, Scozia e Francia. Seguire il percorso storico e geografico di queste carte divinatorie è estremamente difficile, diventa però chiaro che la loro importanza è pressochè globale. Provate anche voi a chiedere a persone esperte in questa antica arte divinatoria un consulto su di voi e sulla vostra vita, scoprirete che saranno in grado di suggerirvi vie che non avevate considerato e potrebbero rivelarsi una piacevole scoperta per vivere un futuro più sereno e felice.

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