illustrazione www.illustrazione.ch
N.4
- 1 MAGGIO 2015
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA
TICINESE
CONCORSO
Fatti un selfie
A TAVOLA
Laura’s kitchen
TENDENZE
Tradizioni nostrane
somm ario fondata nel 1931 12 edizioni annuali Tiratura 131.966 copie (REMP 2014) Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch
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4 Fuorionda Nordisti contro sudisti
6 Sai che
Domande curiose e risposte sfiziose
8 Appunti
Spunti, idee e consigli in vetrina
11 In dialètt
Editore Illustrazione Ticinese SA 6908 Lugano
Fa mia ul bergum
12 Ritratto
Distribuzione Direct Mail Company SA Amministrazione e produzione Marco Werder Editore Matthias Werder Grafica Illustrazione Ticinese SA Gabriele Campeggio Inserzioni Ticino e Italia: Illustrazione Ticinese SA Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch
“Se la mia chitarra potesse parlare…” > ILLUSTRAZIONE TICINESE 04-15
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Ritorno nostrano
21 Concorso 100 di questi selfie!
22 Lavoretti Il fiore e la tisana
Naturale, spontanea, comunicativa
25 A tavola Laura’s Kitchen
28 Sport
Tra USA, Stati Uniti e USI > ILLUSTRAZIONE TICINESE 04-15
Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch
In copertina: Nina Dimitri Foto: Rémy Steinegger
18 Tendenze
23 Scattanti
Svizzera tedesca e romanda: Grütter Media Käsereistrasse, 21 4914 Roggwil Tel./Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch
Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito.
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33 Oroscopo
Le previsioni di Cloris per la 1. metà di maggio
Certificato Certificato PEFC PEFC Questo prodotto Questa rivista è realizzato stampata con su materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate PEFC/18-31-240
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Scarica l’app di Illustrazione Ticinese Potete leggere questa edizione anche su iPad, e se vi siete persi degli arretrati, li trovate nella sezione “archivio”. Buona lettura!
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fuor i ond a
nordisti contro
sudisti “Fino a quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi, ci sarà sempre la guerra” (Bob Marley). testo Roberto Rizzato - roberto.r@illustrazione.ch
N
el 150° anniversario della fine della Guerra di Secessione (o Guerra Civile) americana, è storicamente doveroso ricordare che si trattò di un sanguinoso conflitto fratricida davvero senza esclusione di colpi, in cui sia i nordisti (detti Yankee) sia i sudisti (o Reb) fecero comunque ampio ricorso anche ad armi nuove e piuttosto rivoluzionarie per l’epoca. Ad esempio le mongolfiere, usate dai nordisti per raccogliere informazioni sui movimenti delle truppe sudiste. Entrambe le parti inoltre inviavano spesso anche falsi telegrammi per depistare il nemico. Tutti ricordano le grandi battaglie terrestri; ma anche la marina militare fece la sua parte, schierando dei prototipi di corazzate: la Monitor, la prima nave Yankee fatta di ferro, la cui invenzione più gradita ai marinai fu averla dotata di bagni con acqua corrente. Si scontrò con l’unica nave di ferro dei Reb, la Virginia, in una battaglia durata quattro ore che si concluse con un pareggio: nessuna riusciva ad affondare l’altra e così decisero di ritirarsi entrambe. Ma ci furono anche le prime azioni sottomarine, quando il sommergibile sudista Hunley attraversò tutto il porto di Charleston attaccando la nave Housatonic con un siluro da 100 libbre. Il siluro esplose e la nave
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affondò. Ma, disgraziatamente, affondò anche il sottomarino. Pure i nordisti vararono un loro sommergibile, l’Alligator, curiosamente azionato da marinai che remavano al suo interno. Peccato che affondò ancor prima di poter attaccare una nave nemica! Dopo questa fine ingloriosa, Lincoln voleva che i nordisti costruissero un altro sommergibile. Il primo test coi siluri ebbe successo. Durante il secondo, il siluro affondò il Diana, che purtroppo era una delle migliori navi della loro stessa flotta! Sulla terraferma venne fatto ampio ricorso al trasporto ferroviario delle truppe, dando sollievo alla cavalleria. Ma, per certi versi, l’arma che si dimostrò tra le più devastanti, almeno a livello psicologico, fu la fotografia. Alcune delle prime foto storiche vennero scattate in battaglia; ma perlopiù si trattava di foto truccate. I primi fotografi di guerra ne scattarono alcune sul campo di battaglia di Antietam. Per rendere le immagini più drammatiche, disposero i cadaveri aggiustandone braccia, gambe e vestiti. Misero in posa anche un moschetto che si erano portati dietro e che, difatti, compare ingenuamente identico in parecchie foto. Ma, tutto sommato, non c’è di che stupirsi: come sempre la prima vittima della guerra è la verità! v
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s ai che
leggiamo
SAI
perché
LE INAUGURAZIONI SI CHIAMANO “VERNISSAGE”?
1.
Revival, di Stephen King
2. Perfidia, di James Ellroy
3. Il ragazzo in soffitta, di Pupi Avati
Il termine di origine francese vernissage nasce dall’abitudine ottocentesca di ritoccare i quadri il giorno precedente la loro esposizione per rinfrescarne i colori. Gli artisti erano soliti dare i ritocchi finali in compagnia degli amici più cari per trarne il sostegno necessario per affrontare pubblico e critica. Oggi non si ritocca più, ma la tradizione della “vernice” come inaugurazione per intimi permane.
SAI
chi
PRODUCE I BUCHI NEL TIPICO FORMAGGIO SVIZZERO?
ascoltiamo
1.
Tracker, di Mark Knopfler
2.
Chasing Yesterday, di Noel Gallagher’s High Flying Birds
3. Wallflower, di Diana Krall
guardiamo
1. Cenerentola, di Kenneth Branagh
2. Ida, di Pawel Pawlikowski 3. Il sale della terra, di Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado
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Sicuramente l’uomo, ma non perforandolo come fa Charlie Chaplin in Tempi Moderni per fare assomigliare quello in vendita nel ristorante al celebre for for-maggio svizzero, bensì grazie all’impiego di un batterio - il Propionibacterium freudenreichii - che provoca espansioni di gas formatrici dei caratteristici “occhi”. Il batterio in questione non solo forma i fori, ma contribuisce a far stagionare il formaggio e a conferirgli il suo inconfondibile aroma.
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SAI CHE
signore si nasce
da Il Libro delle Signore, di Jolanda, Marchesa Plattis Majocchi, 1921 Letture femminili Una signora che non abbia la conoscenza mo-rale e artistica d’un autore non dovrà sceglierne, quindi, l’opera senza averne chiesto prima infor informazioni, proprio come nell’ammettere in casa una persona nuova. Dovrà chiedere al marito, o se queque sti non è in grado di guidarla nella scelta, a qualche vecchio e colto amico di famiglia, a qualche insegnante dei suoi figliuoli. Poiché non è vero che una donna quando è maritata possa leggere tutto. Vi sono libri che non può leggere mai senza venir meno di rispetto a sé stessa: senza degradarsi intimamente, anche se nessuno lo sa. Solamente le letterate di professione, le scrittrici, sono costrette a legger tutto per ragione di mestiere, e non possono indietreggiare dinnanzi a nessuna ripugnanza. Ma esse diventano poi come i medici: nessuna procacità le impressiona più, giacché la vedono sotto tutt’altro punto di vista del comune. Per occupata che sia, una signora ha l’obbligo di trovare un’ora, una mezz’ora ogni giorno da dedicare alla lettura. Un po’ di tempo rubato allo specchio, un altro po’ alla sarta, un altro poco alle chiacchiere oziose, o alla dolce pigrizia del letto, o agli allettamenti dei negozi di novità. (continua)
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Insieme siamo energia
Azienda Elettrica Ticinese Da sempre produciamo elettricità in modo efficiente e responsabile, mettendovi al centro del nostro operato. Perché l’obiettivo che abbiamo è condividere con voi l’energia del nostro territorio.
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a p p unt i L’ALBUM POLIEDRICO
GLI ANELLINI DI BISCOTTO
La natura che avventura, Coop Un album per raccogliere carte da gioco, e non figurine. Ogni carta e stampata sui due lati e, oltre a contenere interessanti informazioni sulla flora e la fauna presenti sul nostro territorio, si presta per diversi giochi. Alcune carte poi sono profumate, brillano al buio o reagiscono al calore. Grazie alla App gratuita inoltre, è possibile collezionare le carte anche virtualmente scoprendo filmati interattivi, i versi degli animali o proposte di bricolage. Le carte sono acquistabili presso Coop, ma ogni 20.- di spesa si riceve un pacchetto in omaggio.
Wallisauer Ringli au Chocolat, Hug Hanno già 165 anni gli anellini di biscotto che fanno ormai parte a pieno titolo della tradizione svizzera. Famosi per essere i biscotti più duri della Svizzera, vanno gustati spezzandoli in quattro parti con un colpo di gomito, per poi lasciarli fondere sulla lingua, un pezzetto alla volta. Ma in 165 anni gli svizzeri hanno sviluppato molti modi personali per gustare appieno il loro aroma di limone e miele: intinti nel caffè, o nel tè ad esempio. Per festeggiare questo importante giubileo, è nata la versione meno dura dell’originale, e al gusto cioccolato, una gustosissima e più delicata variante. Noi vi suggeriamo che, infilati in nastri o spaghi colorati ad esempio, questi biscottini si prestano perfettamente per piccoli omaggi.
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re
usta g r e p o c ruc C’è un ti biscotti! quest
IL PESTICIDA SELETTIVO
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Insetticida Oecoplan, Coop Coop ha ritirato dal suo assortimento 19 pesticidi contenenti sostanze indicate da Greenpeace come nocive per le api sostituendoli con questi nuovi prodotti, che consentono di contrastare i parassiti in modo naturale, con la certezza di non danneggiare le api, già seriamente minacciate in Svizzera. Gli insetticidi Oecoplan, approvati dall’Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica (FiBL), a differenza dei prodotti fitosanitari contenenti sostanze chimico-sintetiche, contengono componenti naturali il cui effetto è inoltre, e a differenza dei primi, durevole nel tempo. Quindi, i pidocchi vengono contrastati con sali di potassio e saponi, le formiche con farina di roccia e lievito in polvere e le zanzare tenute lontane solo grazie a sostanze odoranti.
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TANGO... CLASSICO
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Intimamente Tango, di Maristella Patuzzi, Floraleda Sacchi, Decca Il CD comprende 17 musiche di Astor Piazzolla, arrangiate dalla violinista Maristella Patuzzi e dall’arpista Floraleda Sacchi: “Ecco perché intimamente”, osserva Maristella, che ci svela l’origine del progetto; “ho conosciuto Floraleda nel 1998, in un concorso internazionale. Il destino ci ha fatto rincontrare nel 2013, in occasione della registrazione da soliste dei concerti di Manuel de Sica per la Brilliant Classics. Siamo diventate grandissime amiche e abbiamo deciso di suonare insieme. Nel marzo 2014 abbiamo registrato le musiche di Astor Piazzolla, pubblicate il 20 gennaio 2015 dalla casa discografica Decca”. Da allora hanno suonato insieme a Carthagine, Ascona, Milano, Roma, Firenze, Bologna, Torino e Parigi. Quest’anno terranno concerti a New York City, Boston e Toronto. Grazie a Ceresio Estate, potrete ascoltarle dal vivo nella Chiesa Santa Maria Assunta di Sorengo, il 15 agosto 2015 alle 20.30. (www.intimamentetango.com).
Fatti, non parole n. 157
Da noi sono tutti i benvenuti, anche chi è un po’ fuori dalle righe. Per lungo tempo la frutta e la verdura con forme non propriamente standard veniva esclusa dalla vendita nei supermercati. Con Ünique, abbiamo deciso di voltare pagina. I nostri clienti hanno preso a cuore questi piccoli individualisti, perché, a parte l’aspetto fuori dalle righe, sono ineccepibili da un punto di vista qualitativo. Anche per quanto riguarda l’apporto nutritivo non hanno nulla da invidiare ai loro corrispettivi dalla bellezza più classica. E ciò dimostra ancora una volta che non bisogna mai fermarsi alle apparenze.
Tutti i dettagli dell’impegno Coop per uno sviluppo sostenibile su fatti-non-parole.ch
i n d i al èt t
fa mia
ul bergum Quand che segadóo, falsciadóo e boradóo i rivàva scià dala Bergamasca: un docümentari dala TSI.
A
dèss sa parla domà da “frontalieri” e “padroncini”, ma ul Bruno Bergomi, cunt ul sò docümentari ala TSI l’ha fài bén, pòch temp fà, a ná indré in di ann, fin a sübit dopo la guèra. Par regordá i “bergum” che rivàva scià chí, da nüm. Segadóo, falsciadóo e boradóo dala Bergamasca. Sa diséva “Fa mia ul bergum”. Ma l’eva quasi un complimént, parché ga sa ricognoséva una gran vöia da fá e da lavorá, roba da tiràgh giò tant da capell. Cert che i caràter di bergamasch i’évan mia sémpar “di facile negozio”. Vün di bergum l’ha dii adiritüra che se al sentiva espression mia tant rispetós l’eva sübit ladín (manesco). E al sparava via un quai cazzott, inscí da repetón. Anca in quii temp là quaidün di nòss al diséva che i bergamasch i portava via ul lavór ai ticinés. E magari anca una quai dòna... Ma a rangiá i ropp pruvedéva i dialètt, ul noss e quel di bergamasch, che i sa soméan mia maa. E anca chí da nüm sa cantava “Nòter de Bèrghem...de súra e de sóta”. Sa podéva dí anca “birgum”, ma l’eva püssée par quii che stàvan a Bergamo-city. E, come i noss ticinés föra via, anca i bergamasch i mandàva in gîr un giurnalett, par tegní i contatt: fra da lór e cunt i paés da dova i vegniva (Adrada San Martino, Adrada San Rocco, Viadanica, Foresto Spar Sparso e Villongo). I rivàva scià in dal Mendrisiott e in dal Malcantón, ul sögn l’eva quel da risparmiá un quai ghell e métal via “par fa sü la cà”. Come del
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testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch
rest i fasévan i noss, quand che i nàvan “in denta” o “via pal múnd”. Mi ma regórdi che sü par Sessa i tiràvan sü pai bosch ul fil a sbalz, par fá ní gió la legna, fermàda pö cunt un gran fracass dala “batüda”. E ogni tant i sa tacàvan là anca lór, par vegní bass pussée svèlt, risc-ciando gross. Ul Claudio Origoni e l’Alberto Nessi iè stai bón da fâgh vedé denta, in una emigrazión da poch püssée da cent chilometri. Gh’eva anca, ammò indré in dal témp, la “müda” o “müdada” (transumanza, l’emigrazión stagionàl dal bestiàm) e anca lí i bergamasch i s’è dài da fá. E già che ga sem, pòdom mia dismentigá un gran campión, ul Felice Gimondi (da Sedrina, in dala Bergamasca), che in dal Mendrisiott i la regórdan ammò incöö par ul segónd pòst, dadré dal Merckx, ai “mondiài” dal 1971. E par vess stài vün di sés campión che l’ha vingiüt i trii gîr (Italia, Francia e Spagna). I bergamasch i s’è fài onór anca in Alta Leventina. Ul Mauro Chinotti l’è stài síndic da Airöö e l’ha dài tantissim ala comünità. Adess, da chí e da là dala ramina, tanti ropp iè cambiàt. Anca ad Adrara, una volta paés da emigrazión, su 2100 ànim püssée che 300 iè senegalés. L’è stài metüt in ciàr ul lavór da integrazión, parché anca in di valàt dala bergamasca la globalizzazión l’ha cambiàt i manér da vîv. Quii che i’évan nài innanz par centenn da ann, sémpar istess. Ma l’è ütil fa memoria, anca con un’ögiàda ai cimiteri. E a quel che gh’è sü scrivüt, süi làpid. v
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r i t r at t o
se la mia chitarra
potesse parlare Incontro al volo, tra un palcoscenico e l’altro, con Nina Dimitri: musicista, cantante e ultimogenita di una famosa famiglia di artisti, il cui capostipite è il grande Dimitri. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger
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hissà quante volte si sarà sentita dire: “È tutta suo padre”! In effetti la somiglianza somatica è impressionante, lo stesso sorriso, lo stesso naso… Poi la conosci e scopri che ha ereditato anche quei modi gentili, quel grande cuore, quella visione della vita non convenzionale e, soprattutto, l’amore per il palcoscenico. Anche lei, come il suo papà, avrebbe voluto diventare clown, ma alla fine ha scelto la musica. E a lei si è data anima e corpo. Con chitarra e charango da oltre 30 anni canta per le strade e le piazze e sui palcoscenici svizzeri ed europei. Quando è in Ticino vive nel comune di Centovalli. Nella sua casa d’artista, abita insieme ad Inti, un cane di razza basenji che non abbaia e che, come lei, ama passeggiare nei boschi. Cominciamo dalla famiglia. Com’è stato crescere all’interno di un nucleo così fuori dagli schemi? “Crescere in una famiglia non convenzionale come la mia ha avuto lati positivi e negativi. Alla scuola elementare di Intragna ero poco integrata perché ero figlia di genitori svizzero tedeschi che
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esercitavano un mestiere “strano” e perché ero una bambina non comune a cui interessavano la musica, l’arte, la Bolivia. I compagni mi scher scherzavano chiamandomi Dimitra, perché il papà tagliava i capelli a scodella a tutti noi figli esattamente come li aveva lui. Probabilmente è stato l’essere parte di una famiglia all’epoca considerata diversa, che mi ha un po’ penalizzata nelle relazioni sociali con i miei coetanei, sia durante l’infanzia, sia nell’adolescenza. La vita all’interno della famiglia, invece, era bella, non inquadrata, ad ampio respiro artistico e culturale. Noi bambini siamo cresciuti con diverse bambinaie perché i nostri genitori erano spesso via in tournée. Con una di queste bambinaie, in particolare, si è creato nel tempo un legame molto forte. Maja (Büchel) è stata come una mamma, oggi è una grande amica e con lei canto canzoni ticinesi in giro per la Svizzera”. Allora da bambina, non eri tanto felice di avere un papà clown? “Al contrario! Sono sempre stata orgogliosa di lui. Per me era un esempio, un modello. Da bambina anch’io volevo diventare clown, era il
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r i t r at t o
mio sogno. Purtroppo ho tentato due volte - a 16 e 17 anni - l’esame di ammissione alla Scuola Teatro Dimitri, ma senza successo”. Da non credere... “Invece è vero. Questo ha dimostrato che nemmeno per una Dimitri la scuola ha fatto eccezione. Forse non ero ancora matura, pronta per questo curriculum”. Come l’ha presa tuo papà? “Era molto triste perché lui credeva in me e mi aveva aiutata a prepararmi per questo esame, ritenendo che avessi le qualità per essere ammessa. Così non fu e quindi decisi di puntare tutto sulla musica. In teatro ci sono comunque entrata più tardi con la Compagnia Teatro Dimitri e con la Famiglia Dimitri. E oggi, sul palcoscenico, faccio anche un po’ il clown”. La tua vita da artista è iniziata prestissimo, sulla pista del Circo Knie… “È vero, con Dimitri e i miei fratelli abbiamo
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fatto due tournée. La prima volta avevo 4 anni e la seconda 7. Per me era come una favola: quello che tanti bambini sognavano, io lo potevo vivere. Amavo quella grande famiglia e mi piaceva quando il circo partiva da un luogo per raggiungerne un altro. Noi bambini salivamo sul carrozzone di legno dove dormivamo e attendavamo che il trattore lo trainasse sul treno. Era così divertente! Però c’erano anche dei momenti in cui andavo in crisi perché la tournée era faticosa: capitava che in un giorno si facessero due spettacoli. E allora mi lamentavo e dicevo che non volevo più andare in pista... Mio papà mi rispondeva: “Vai e dillo al direttore!”. A quel punto non avevo ovviamente il coraggio e quindi la questione si chiudeva lì”. Ti disturba assomigliare così tanto a tuo padre? “Il sorriso mi va bene, ma se avessi potuto scegliere un altro naso...! Ho pensato più volte di fargli dare un ritocchino, ma poi gli amici riescono sempre a dissuadermi. E forse è bene così”.
Nina con la chitarra regalatale a 18 anni da suo papà.
te r a ’ L a t fat casa! in
Da qualche mese sei in tournée con lo spettacolo DimiTRIgenerations con tuo papà, tua sorella, Silvana Gargiulo, e per la prima volta, con tuo figlio. Com’è lavorare con lui? “Una grande emozione. È veramente bello, un sogno che si è realizzato. Sono molto orgogliosa di Samuel perché è davvero un bravo attore e acrobata. Lui, a differenza della sua mamma, si è diplomato a pieni voti alla Scuola Dimitri e ha ottenuto anche un master. Inoltre sono felice di essere sul palco con Silvana Gargiulo, che è una bravissima attrice comica e donna clown. Con lei lavoro già da diversi anni e insieme mettiamo in scena anche altri due spettacoli: Concerto Rumoristico e Buon Appetito”. Nascendo in una famiglia come la vostra è quasi scontato diventare un artista? “Mio figlio Samuel ha fatto ciò che desiderava. Come mamma non mi sarei opposta se mi avesse detto che voleva fare altro. È però vero che per i Dimitri è abbastanza naturale diventare artisti. Si cresce con loro, questi ultimi frequen-
tano le nostre case, si vive molto a contatto con l’ambiente dello spettacolo, del teatro, dell’arte. Infatti Masha, David ed io abbiamo seguito le orme paterne. Mio fratello maggiore, Ivan, lavora invece per la Croce Rossa. Anche lui, da piccolo, aveva lavorato con noi al Circo Knie, ma poi ha scelto una strada diversa”. Invece tu a 19 anni sei partita per la Bolivia. Come mai? “A 5 anni mi sono innamorata di un gruppo boliviano che era venuto a Verscio. Ero rimasta affascinatissima dal charango, uno strumento a corde che assomiglia a un mandolino. I suoni
SCHEDA
biografica
Nome: Nina Cognome: Müller in arte Dimitri Data di nascita: 27 marzo 1966 Figli: Samuel, 28 anni Domicilio: Centovalli Professione: cantante e musicista Motto: Pensare positivo
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ritratto che emanava mi avevano incantata. Così, accanto all’acrobatica e al jonglage, già da piccola mi sono dedicata all’apprendimento della musica. Finalmente a 19 anni sono potuta partire per la Bolivia per imparare e approfondire quelle sonorità locali. Là ho conosciuto quello che è poi diventato il mio compagno e il papà di mio figlio. Julio Lavayen era un famoso maestro di charango, ma era povero. Insieme abbiamo vissuto con molto poco in una casa di argilla, ma da lui ho imparato moltissimo sulla musica e sulla vita. È scomparso nel 2013”. Musicista di strada, attrice di teatro o artista circense? “Sicuramente musicista di strada, dove ho iniziato e dove ogni tanto torno. Sulla strada c’è il miglior pubblico, quello che si ferma perché è attratto dalla tua voce e vuole ascoltarti senza conoscerti. L’ultima volta che ho cantato per strada era qualche mese fa a Berna. Maja, la mia ex bambinaia ed io, abbiamo suonato e cantato canzoni ticinesi, anche in dialetto. Agli svizzeri tedeschi questo piace moltissimo! A Lucerna, nel ’91 ho vinto il primo premio al Festival internazionale dei musicisti di strada. Un riconoscimento che mi ha davvero riempita di orgoglio”.
Una famiglia incredibile, un lavoro non comune, un figlio. Sei una donna realizzata o hai ancora un sogno nel cassetto? “Vorrei sfruttare di più la mia musica per aiutare le persone in difficoltà. Non ho molti soldi, ma con la musica posso fare beneficienza. E poi ho un desiderio: sentire una volta una mia canzone alla radio. Questo sì che sarebbe una grande soddisfazione per me!”. v
SCARICAMI Online potete trovare il programma degli eventi e ascoltare Nina Dimitri in “Remedios”. http://www.illustrazione.ch/ritratto_04_15.pdf
Cosa saresti senza chitarra o charango? “Sarei persa. Sono le mie compagne di vita. La chitarra è ancora quella che mi ha regalato mio papà per i miei 18 anni. Una chitarra flamenca con un suono incredibile. Se potesse parlare racconterebbe tutti gli alti e bassi della mia vita. Il charango, invece, me lo costruì Julio. In tutti questi anni è caduto ed è stato riparato. Porta i segni del tempo, ha le rughe come me e anche lui è un po’ la mappa della mia esistenza”. Per lavoro sei nomade, ma dove sono le tue radici? “Sono dove c’è la gente che mi vuole bene, che è calorosa. In Ticino sono nata ed è il luogo che più di altri amo. Qui c’è un odore speciale, il profumo del bosco mi fa sentire a casa”.
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t end enze
ritorno
nostrano Dopo anni in cui ha prevalso la scoperta di sapori, oggetti e arredi provenienti dai paesi più lontani, torniamo a riscoprire le tradizioni nostrane.
L
a cucina cinese è stata tra le prime scoperte gastronomice esotiche. In Ticino il primo ristorante cinese è arrivato circa venti anni fa. Poi è stato il periodo delle serate messicane. Più recentemente sono arrivati i ristoranti giapponesi, indiani e infine le proposte fusion, dove vari tipi di cucina si fondono. Il fascino dell’esotico inizialmente è nato come scoperta di mondi lontani, quando ancora viaggiare costava tanto da essere proibitivo, e allora i ristoranti offrivano l’opportunità di assaggiare qualcosa di nuovo. Da quando viaggiare è alla portata di tutti, i locali si sono moltiplicati, ma i frequentatori vi cercano soprattutto l’atmosfera vissuta durante le vacanze. Di pari passo con il mondo della ristorazione, anche i supermercati hanno iniziato a proporre un numero sempre maggiore di ingredienti o piatti pronti della cucina cinese prima, messicana poi, quindi giapponese, indiana ecc. Anche l’industria dell’arredamento ha proposto per anni accessori, tessili e pezzi di arredo di ispirazione etnica. Ma oggi si nota una chiara tendenza verso il nostrano, il tradizionale. Si sta tornando a dare maggior valore alla stagionalità dei prodotti e agli ingredienti a chilometri zero. Alla riscoperta dei sapori classici della propria infanzia, ma anche con una migliore coscienza ecologica ed economica. v
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testo Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch foto Mendrisiotto Turismo
Idromele, nettare degli Dei, Apis Sagl, www.idromele.ch L’idromele è una bevanda alcolica a base di miele. Bevanda dei Celti, si ritiene possa essere il fermentato più antico del mondo. Questo è prodotto in Valle di Muggio, con acquavite da uve nostrane, miele di fiori misti della valle, acqua e spezie. Riso Nostrano ticinese da risotto, Terreni della Maggia, www.terreniallamaggia.ch Un riso da risotti della varietà Loto, coltivato dall’azienda agricola Terreni della Maggia ad Ascona.
Tisana della sera, Fondazione San Gottardo, www.fsangottardo.ch La melissa, il basilico, la verbena e la monarda contenute in questa tisana sono state seminate, coltivate ed essiccate a Melano, presso il laboratorio agricolo Orto il Gelso, dove si trova il più grande essiccatoio attivo in Ticino. Tutti i lavori vengono eseguiti dal personale educativo e dagli ospiti della struttura, persone beneficiarie o in attesa di prestazioni AI, con disabilità fisiche, psichiche, mentali, sensoriali e da dipendenze.
Tofu fresco ticinese, lati e Tigusto 100% vegetale e privo di lattosio, questo tofu nasce in Ticino dalla collaborazione di lati e Tigusto, l’unica azienda ticinese a produrre tofu.
IL SITO DEI
nostrani
Un sito, promosso dall’Unione contadini ticinesi, che contiene la lista delle aziende agricole, dei prodotti e dei punti vendita in Ticino. Su cibyo.ch trovate oltre 700 prodotti (dai latticini alla zucca passando per vini e distillati alla frutta e verdura fresche) e oltre 200 tra aziende agricole e trasformatori di prodotti locali. Basta cercare il prodotto desiderato o i produttori presenti nella zona più vicina, e lo potrete acquistare direttamente in azienda agricola, al mercato cittadino o al supermercato.
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Con citrato di magnesio proprio come quello presente nell’organismo sotto forma di elemento strutturale. • BIO-COMPATIBILE e quindi ad azione particolarmente rapida. • AD ALTO DOSAGGIO con 375 mg di magnesio, solo 1 volta al giorno. • EXTRA RAPIDO si scioglie in bocca senza acqua. In vendita nelle farmacie e nelle drogherie.
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Disponibile in compresse effervescenti e come granulato da bere. www.diasporal.ch ILLUSTRAZIONE TICINESE 04-15
c onc ors o
100 di questi
selfie Mettete alla prova la vostra creatività con un selfie a tema e inviatecelo. In palio un iPhone 6 e altri fantastici premi!
A
nche quest’anno vi proponiamo un concorso fotografico in collaborazione con BancaStato, in occasione dei festeggiamenti per il suo Centenario. Un giubileo che BancaStato vuole festeggiare insieme a voi offrendovi dei bellissimi premi. Per partecipare basta inviarci un selfie
che nell’immagine comprenda anche il numero 100. Potrebbe essere una scritta col rossetto sullo specchio del bagno, una banconota, o… A voi trovare l’idea vincente! Noi posteremo tutte le foto in un album sul nostro profilo di Facebook, affinché da casa possano essere votate. Tutti i selfie verranno anche giudicati da una giu-
ria di BancaStato e di Illustrazione Ticinese. La somma dei tre voti, ossia pubblico, giuria BancaStato e giuria Illustrazione Ticinese designerà i vincitori. Il primo premio in palio è un iPhone 6, scopri gli altri fantastici premi su www.bancastato.ch/selfie. Allora forza, cosa aspettate? 1…2…100… cheeeeese! v
100 momenti di emozioni!
La nostra redazione al numero 100...
100 cm di bimbo.
REGOLAMENTO Inizio: 01.05.2015 - Termine: 31.05.2015 - La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti i lettori di Illustrazione Ticinese, fatta eccezione per i collaboratori di BancaStato e della redazione di Illustrazione Ticinese. È ammessa una sola foto a partecipante. Con la sottoscrizione al concorso, si autorizza BancaStato ad utilizzare i dati personali per scopi promozionali e di vendita, conformemente alla Legge Federale sulla protezione dei dati. Con l’invio dell’immagine si accettano le condizioni del presente concorso. Le immagini potranno essere utilizzate da BancaStato senza limitazioni e senza pretese alcune. I vincitori verranno contattati attraverso il profilo Facebook di Illustrazione Ticinese. I premi verranno consegnati da un rappresentante BancaStato, in una delle proprie agenzie, a scelta. Non è ammesso il ricorso alle vie legali.
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l av or et t i
il fiore
SCARICAMI Sul nostro sito www.illustrazione.ch http://www.illustrazione.ch/lavoretti_04_15.pdf
e la tisana
Trasforma delle normali bustine di tè in un regalo floreale per la festa della mamma.
Segui la rubrica anche su: www.facebook.com/pennepennelliepasticci
idea, disegni e realizzazione Anto - antonella@illustrazione.ch
Cosa ti occorre: alcune bustine del tè o della tisana preferita dalla mamma, carta o carta velina rossa, rosa, gialla o bianca e verde, forbici dalla punta arrotondata, colla a caldo, un ago da lana, un tappo di sughero o una gomma per cancellare.
1. Dalla carta rosa ritaglia cinque cerchietti del diametro di ca. 5 cm e uno verde. Piega tutti i cerchi come da disegno. 2. Taglia i cerchietti piegati come da disegno. Riaprili.
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3. Partendo da quella verde, che deve essere la base, sovrapponi le 5 parti di fiore alternandone la direzione delle foglie. Togli l’etichetta all’estremità del filo della bustina da tè e infilalo nell’ago. Bucando tutti gli strati di carta attraversali con il filo e annodalo sul retro del fiore. Puoi usare una gomma o un tappo di sughero
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come base per appoggiarci il fiore prima di bucarlo con l’ago. 4. Puoi sorprendere la mamma servendole un tè fiorito, oppure prepararne diverse bustine, con carta di diversi colori e regalarle una confezione completa e coloratissima.
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sc a ttanti
naturale spontanea, comunicativa Una giornata… scattante nella vita di Christa Rigozzi, figura poliedrica nel panorama del mondo dello spettacolo elvetico. a cura della redazione - info@illustrazione.ch
M
odella, conduttrice televisiva, opinionista, entertainer, la vita di Christa Rigozzi, dall’elezione a Miss Svizzera nel 2007, ha re-
gistrato una straordinaria accelerazione, che con questi scatti fotografici siamo riusciti a fissare, ma per un istante soltanto, perché “ho sempre nuovi progetti nella testa, non mi fermo mai!”. v
6.50 Pronta per cominciare una lunga ma interessante giornata.
9.00 Sempre al trucco “hair & make up” con la mia truccatrice Julia!
12.15 Making of fotoshooting, di una potente moto di cui sono testimonial.
15.30 Sul set di una trasmissione.
18.40 Selfie di tutta la crew durante le riprese di uno spot televisivo.
20.30 Backstage, prima di cominciare la presentazione dell’evento e un selfie con il regista.
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i. l l e n s o n o d n e r e h g i r Le
a ta v ola
laura’s kitchen A cena a Bellinzona a casa di Laura Duchini e Valentino Pujatti. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger
“L
a cucina per me non è solo una passione, è una vera e propria malattia!”, esordisce sorridendo. Impossibile non crederle perché mi accoglie con la casacca da cuoca e una voglia matta di mettersi ai fornelli. Laura Duchini, in Facebook e in arte Laura’s Kitchen, ama così tanto spadellare che sogna ricette, tiene un taccuino accanto al letto dove annotarsi idee che le nascono lì per lì, cucina quotidianamente menu gourmet di tre, quattro portate, sogna di aprire un suo piccolo take-away, custodisce oltre 300 libri di cucina e si metterebbe in gioco par partecipando anche ad un talent show. UOVA STRAPPAZZATE “Ricordo che un giorno ho sentito la mia mamma dire alle sue amiche: “Le uova strapazzate come le fa Laura non le ho mai mangiate in vita mia”. Avevo solo cinque anni e avevo già scoper scoperto questa mia passione, che, forse, è insita nel mio DNA e che è come una febbre che da sempre mi tiene incollata ai fornelli a sperimentare e realizzare nuovi piatti”. Eppure, al momento di decidere cosa fare da grande, Laura si forma quale venditrice. Oggi, a 40 anni, le piacerebbe
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a t avol a concretizzare il sogno a lungo cullato di trasfor trasformarsi da cuoca dilettante a professionista. RICETTARIO PREZIOSO I requisiti non le mancano: oltre alla grandissima passione, Laura conosce bene numerosissimi ingredienti e sa come lavorarli, ha dimestichezza con varie tecniche di cucina, possiede un palato allenato a riconoscere gusti e ingredienti, anche alla cieca e ha la capacità di ricreare sapori senza conoscerne la ricetta. Tranne che per la pasticceria, con i dosaggi va a memoria, avendo acquisito negli anni un’esperienza di tutto rispetto. In casa conserva circa 300 libri di cucina che consulta “solo” per prendere qualche spunto. Ma il più prezioso è il suo ricettario, frutto di ore e ore di lavoro, di tentativi, di ricerche: è un classatore ordinatissimo con un centinaio di ricette, ognuna titolata, descritta e accompagnata da una bella foto del piatto finito. Mi mostra anche un libro, di quelli che oggi si possono confezionare online, che raccoglie una cinquantina di sue ricette elaborate, rivisitate, modificate, scomposte e ricomposte per ottenere piatti che abbiano quel tocco di originalità in più.
CREATIVA E GOLOSA “Sì, penso che il mio punto forte sia proprio la creatività”, mi dice Laura con convinzione. E mi spiega che la sua passione la spinge a cimentar cimentarsi anche con la cucina molecolare o nell’arte dei pancake con le facce dei personaggi famosi (vedi lauraskitchen1975.blogspot.ch). A volte organizza cene tematiche o cromatiche e, in genere, i suoi ospiti trovano il menu scritto e la possibilità di valutare i piatti con delle stelline. Ma come nascono tutte queste idee, le chiedo? “Non ho vergogna a dire che vado a letto con un taccuino perché sono sempre connessa sul ‘canale’ cucina. Perciò anche di notte, se sogno o mi viene in mente un’idea, me la devo annotare. È proprio una fissa, una malattia...”. Insomma la mente di Laura lavora continuamente su piatti, ingredienti, prodotti, ricette, composizioni, decorazioni. “E se non cucino, mangio”, mi dice sorridendo. Già perché Laura, magra com’è, è anche una golosa impunita. In vacanza, mi racconta, “riesco a fare anche tre cene in una sera. Con me porto sempre un trolley vuoto che mi riporto a casa pieno di caramelle. Quelle mou sono le mie preferite”. Laura con le... mani in pasta.
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FACEBOOK, UNA SORPRESA Lo scorso settembre, la nostra cuoca decide di aprire in Facebook - spinta da amici, colleghi e conoscenti - la sua pagina di cucina, ovvero Laura’s Kitchen. In pochi mesi totalizza 1’300 follower. “Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere! Io ero già contenta dei primi 70... Nonostante le mie reticenze iniziali, ora sono convinta che se voglio raggiungere i miei obiettivi, mi devo esporre. Almeno ogni due giorni pubblico la foto di un mio piatto, con il titolo. Poi, se qualcuno mi chiede la ricetta, la fornisco molto volentieri, ma solo via sms privato”. IL SOGNO DI UN TAKE AWAY Laura spera che facendosi conoscere online, le si apra qualche porta professionale. “Mi piacerebbe molto essere la prioprietaria/cuoca di un take away dove vendere settimanalmente specialità regionali e di stagione, ma anche cucina etnica”. Per il momento pensiamo a stasera: cosa gusteremo, le chiedo curiosa e anche con discrete aspettative? “Naturalmente un menu gourmet, che è quello che rappresenta bene il mio amore per la cucina e l’abitudine che ho a preparare piatti con una mia impronta creativa e originale”. Dalla Laura’s kitchen sono uscite quattro portate: una tartare asiatica di tonno e avocado alla soia, agrumi e zenzero, dei ravioli fatti in casa con ripieno di filetti di limanda, dei gamberoni profumati ai semi di finocchio su salsa di peperoni gialli al curry e, infine, delle quenelle alla farina bona e ricotta su crema di marroni. Il tutto impiattato con grande cura. Ma soprattutto buono, molto buono! Laura, che i tuoi sogni si avverino: hai tutte le carte in regola! v
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s p or t
tra usa,
stati uniti e usi Unione Sportiva Ascona, Stati Uniti e Università della Svizzera italiana segnano le tappe della carriera sportiva e professionale di Michele Arnaboldi, “enfant prodige” dell’artistica a… cavallo degli anni Anni ’60 e ’70 e oggi apprezzato architetto e urbanista nonché docente di progettazione e professore all’Accademia di Architettura di Mendrisio. testo Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch foto Ti-Press/Pablo Gianinazzi
U
na ricerca nell’archivio digitalizzato di Illustrazione Ticinese fa riemergere dal passato un articolo realizzato nel 1973 dedicato a Michele Arnaboldi, definito dall’articolista “Una sicurezza” della ginnastica artistica cantonale ed elvetica. Da qui è nata la spinta a contattare lo sportivo d’élite di allora per rievocarne la sua carriera con… volteggi anche sulla sua attuale attività professionale. Lo incontriamo nel suo studio di architettura, aperto nel 1985 a Locarno. Senza indugiare oltre, gli mostriamo il reperto giornalistico che funge da motore della nostra conversazione. Che effetto fa rivedere sé stesso a vent’anni? “Vedo riaffiorare un frammento di vita quasi dimenticata. Da quando ho chiuso con lo sport, a metà degli Anni ’80, poco prima di diplomarmi al Politecnico federale di Zurigo, ho smesso di frequentare le palestre e anzi, a volte mi chiedo come abbia potuto dedicare così tanto tempo a questo sport”.
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Studio e attività sportiva formano un intreccio indissolubile nella vita di Michele Arnaboldi. Per ottenere la maturità liceale rinuncia alle selezioni nazionali per partecipare ai Giochi Olimpici di Monaco 1972, mentre per ottenere il diploma d’architettura a Zurigo, dice addio alla carriera sportiva: “In entrambi i casi, le scelte sono state dettate dalla volontà di non voler prolungare oltre gli studi. Per quello che riguarda l’abbandono dell’attività sportiva, hanno giocato due fattori; da un lato ho smesso quando ho capito che non avevo più possibilità di progredire. Nello stesso tempo, sentivo che le eventuali possibilità di progredire erano ostacolate, a livello di quadri nazionali, da sistemi di allenamento rigidamente strutturati che non davano spazio a una preparazione più individuale e mirata”. Rimpiange qualcosa? “No, mi dispiace di non aver potuto partecipare attivamente ai Giochi Olimpici, avendovi preso parte nel 1976 a Montréal, ma solo quale riserva e malgrado avessi risultati da titolare”.
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s p or t Torniamo alle… origini. Com’era nata la scelta di praticare questo sport? “Sono nato e cresciuto ad Ascona e negli Anni ’50, a parte l’hockey su ghiaccio non vi erano praticamente altre attività, se non il calcio, ma a Locarno. Così, avevo nove anni, una volta ho seguito mio fratello Fabio, che già praticava la ginnastica artistica, nella palestra dell’Unione Sportiva Ascona (USA). Ho trovato un ambiente carino e ho continuato”. A quattordici anni il giovanissimo Michele entra nei quadri della Nazionale e negli Anni ’70, con la squadra dell’USA primeggia in ambito nazionale e alle Feste Federali; e poi partecipazioni a campionati mondiali, europei e universiadi... Entriamo nel dettaglio della disciplina che comprende sei attrezzi chiedendo a Michele Arnaboldi di commentarli. “Corpo libero: ho iniziato giovanissimo, ai campionati svizzeri di squadra; in pedana (un quadrato di 12 x 12 metri, circondato da un metro di sicurezza, ndr) mi sono subito trovato a mio agio; Cavallo con maniglie: un attrezzo ‘tosto’, non tra i miei preferiti, su questo attrezzo è molto facile sbagliare; Anelli: contrariamente a quello che si pensa, non occorre tanta forza ma molta tecnica per creare un bel movimento; Volteggio: con questo attrezzo negli ultimi anni ho ottenuto i risultati più importanti grazie a un preparatore di origini giapponesi che mi aveva insegnato lo “Tsukahara” (un salto inventato dal ginnasta giapponese Mitsuo Tsukahara, da cui prende il nome, ndr). In Europa ero uno dei migliori a praticarlo;
SCHEDA
biografica
Nome e cognome: Michele Arnaboldi Data di nascita: 1 luglio 1953 Stato civile: coniugato, tre figli Domicilio: Minusio Professione: architetto, professore universitario Attività sportiva: ginnastica artistica
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Parallele simmetriche: un bell’attrezzo, di respiro; Sbarra: con questo attrezzo ho sempre incontrato delle difficoltà, poiché da giovane non mi ero costruito una buona base tecnica. Per quanto riguardava le competizioni internazionali, esse erano suddivise in due giornate; il primo giorno era dedicato agli esercizi obbligatori, il secondo agli esercizi liberi. Per giungere pronto alle gare, mi allenavo 5-6 ore al giorno con esercizi che vertevano su una rotazione di tutti gli attrezzi”.
«Ho imparato
a vincere, ma soprattutto a perdere»
Come caratterizzerebbe il suo periodo vissuto con dedizione completa allo sport? “È stata una bella lezione di vita, la ginnastica artistica richiede disciplina e organizzazione. Ho imparato a vincere, ma soprattutto a perdere e a essere versatile”. Come detto, lo sport ha poi lasciato spazio alla carriera professionale. Come è arrivato all’architettura? “Ho scelto di studiare architettura per… esclusione. Ricordo che in occasione di un evento dedicato alla presentazione delle diverse materie che si sarebbero potute studiare all’Università, l’unica a non essere stata proposta era stata proprio l’architettura; incuriosito, ho reso visita alla facoltà presso il Politecnico federale di Zurigo che mi ha colpito e convinto a scegliere questo ciclo di studi”.
Versatile sia sportivamente, sia professionalmente, la vita di Michele Arnaboldi è stata per così dire guidata dagli incontri… “Incontri spesso nati casualmente, ma che poi possono incidere in modo importante sul tuo percorso. Con riferimento all’architettura, sicuramente importante è stato l’incontro a Zurigo col professor Dolf Schnebli, con cui ho lavorato molti anni e tramite il quale ho avuto l’opportunità di insegnare negli Stati Uniti, all’Università di St. Louis; citerei inoltre l’incontro con Luigi Snozzi, grazie al quale ho potuto iniziare a lavorare in Ticino”. La ricerca del movimento plastico in ginnastica. La realizzazione di plastici architettonici in miniatura da… materializzare sul territorio. Come vive la sua attività di architetto e docente? “Anche l’architettura è una disciplina che richiede costanza; insegnando imparo, sono in costante movimento, coinvolto totalmente dalla professione che richiede sensibilità per agire in modo
responsabile sul territorio, perché il pericolo di fargli male è sempre presente, come purtroppo possiamo riscontrare ogni giorno. L’architetto è un po’ come un regista cinematografico, il momento creativo non può prescindere dal coinvolgimento di molte persone e discipline diverse”. Abbiamo realizzato gli scatti fotografici che illustrano questo testo a Tenero, presso la Scuola professionale per sportivi d’élite. La sua carriera sportiva sarebbe stata più proficua se allora avesse potuto allenarsi regolarmente in questa struttura? “Durante la fase degli studi, allenarmi in un centro simile mi avrebbe facilitato il compito. Allora, abbinare sport e studi non incontrava il favore di tutti i professori. Ma va bene così, in fondo, mi sono sempre sentito un corpo libero”. v SCARICAMI Online l’articolo su Michele Arnaboldi apparso su IT nel 1973. http://www.illustrazione.ch/sport_04_15.ch
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g ARIETE 21/3 - 20/4
h TORO 21/4 - 20/5
i GEMELLI 21/5 - 21/6
j CANCRO 22/6 - 22/7
PREVISIONI PER LA PRIMA METÀ DI MAGGIO 2015
La prima settimana si presenta molto interessante con Mercurio e Venere favorevoli che dai Gemelli regaleranno benessere e incontri fortunati, stimoleranno la curiosità, così come un acuto fiuto per cogliere al volo (come vuole Urano) opportunità di lavoro o collaborazioni vantaggiose, adatte alla vostra natura creativa e inventiva. Anche Marte si sposterà nella stessa angolatura il 12.5, ma vi renderà più impazienti e irrequieti. Possibili entrate extra ma anche spese impreviste. L’amore sarà piuttosto vivace e avventuroso per voi mama schi, mentre le donne richiederanno più attenzione. Salute: rispettate il bioritmo e fate una dieta depurativa.
Un Marte dinamico nel vostro segno fino all’11.5 vi renderà più determinati nell’affer nell’affermarvi e pretendere ciò che vi spetta. E con Mercurio e Venere in 2. campo avrete qualche soddisfazione materiale. Comunque, con Giove sempre dissonante dovrete agire con circospezione. Molto critici i giorni attorno al Plenilunio: 3-4-5 maggio, che potrebbe farvi fare delle imprudenze. Meglio rimandare un viaggio e riposare. Anche le relazioni interper interpersonali e l’amore saranno messi a dura prova in quei giorni. Sebbene anche il 10 e l’11.5 siano difficili, il positivo passaggio di Venere in Cancro vi porterà più serenità. Un riscatto a vostro favore.
Il mese si apre con la Luna in Bilancia e Mer Mercurio che entra nel vostro segno, dove c’è ancora Venere fino al 6.5. A favore ancora il benefico Giove e l’innovativo Urano. Questi buoni influssi astrali regaleranno parecchie soddisfazioni. Favoriti voi giovani alle prese con esami, concorsi vari, specializzazioni e contatti con l’estero. L’arte, la scrittura e l’el’e conomia faranno per voi. La fortuna sarà proporzionale alla vostra abilità mentale, per cui troverete anche i sostegni necessari. Chi fra voi ha superato la quarantina dovrà rinnovarsi. In amore ci potrebbe essere qualche azione imprevista. Salute: giorni critici 5, 7, 12 e 13. Non strafate.
L’inizio sarà un po’ così, con una Luna critica, ma nei giorni 3, 4 e 5 vi riscatterete e vivrete momenti intensi, grazie a un plenilunio scor scorpionico. Prestate attenzione ai sogni. Sole e Marte dal Toro vi infonderanno coraggio, energia e passione. Voi uomini, solitamente timidi e introversi, diverrete molto intraprendenti e farete anche delle dichiarazioni d’amore importanti. Venere passa poi nel vostro segno il 7.5, donando fascino a voi donne e chissà che non penserete anche ai fiori d’arancio. Valorizzate la vostra immagine e il vostro io, ne trarrete beneficio ovunque. Salute: non esponetevi a rischi nei giorni 1, 2, 8, 9 e 14-15 maggio.
k LEONE 23/7 - 23/8
l VERGINE 24/8 - 22/9
a BILANCIA 23/9 - 22/10
b SCORPIONE 23/10 - 22/11
Il mese inizia con una luna favorevole nei primi due giorni, da sfruttare al massimo per aumentare il vostro fascino e fare colpo su chi vi interessa. Più critici i giorni attorno al plenilunio tra il 3 e il 5 probabilmente a causa di qualche preoccupazione in casa. Molto migliore il giorno 6.5. Prudenza nei giorni 10 e 11.5 con luna in opposizione. E poi c’è Marte in aspetto insidioso fino all’11.5 che mina la vita di coppia. Tuttavia a favore avrete un ottimo Mercurio e una bella Venere (quest’ultima fino al 6.5) che regala benessere e denaro. CreCre atività e ingegno vi procureranno successo. Ottimi i giorni 14 e 15.5. Salute: controllate la pressione.
Per la prima parte del mese potrete contare sulla forza di Sole e Marte, che dal Toro vi regaleranno energia e intraprendenza. E l’amore sarà passionale. Giorni magnetici quelli attorno al plenilunio tra il 3 e il 5 maggio, più critici i giorni 6-7 dove sarete particolarmente nervosi e ansiosi, a causa forse allo stress sul lavoro, che proseguirà anche tra il 10 e il 13.5. A proposito, aggiungiamo che Mercurio sarà dissonante al vostro segno per un po’ rendendovi più suscettibili alle critiche del solito. Non createvi complicazioni con colleghi e amici. Attenzione alle spese fino al 6.5. Salute: passeggiate nella natura per rigenerarvi.
Questa prima parte del mese sarà molto dinamica e vi donerà grande energia e creativicreativi tà. Ottima la posizione di Mercurio e Venere (quest’ultima almeno fino al 6.5), per le attività a contatto con il pubblico e con i giovani. Possibilità di maggiori entrate e offerte di lavoro interessanti, magari nell’insegnamento o nell’economia. Marte dall’8. campo vi spingerà a lottare per un progetto in cui credete, anche se sarà un po’ faticoso. Poi dal 12.5 si sposterà in Gemelli, ben supportato da Giove, per cui cercate di migliorare le vostre conoscenze delle lingue e della tecnologia. Amori passionali con buona intesa mentale. Salute: muovetevi e fate sport.
Sole e Marte in opposizione nella prima parte del mese vi renderanno piuttosto diffidenti e intolleranti. Attenzione ai giorni 3-4-5, con un Plenilunio nel segno, che vi suggerisce di evitare qualsiasi provocazione o scenate di gelosia verso il partner o la compagna. Allontanatevi un po’ per ritrovare la calma che Venere vi regalerà dal 7.5. Molta prudenza anche alla guida e nei contatti con le autorità, visto che Giove sarà sempre dissonante. Per contro Nettuno e Plutone saranno dalla vostra, regalandovi ispirazione e sogni premonitori. E siccome Mercurio sarà in una posizione favorevole per gli affari, aguzzate l’ingegno. Salute: curate le parti intime e la gola.
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o r oscop o PREVISIONI PER LA PRIMA METÀ DI MAGGIO 2015
c SAGITTARIO 23/11 - 21/12
d CAPRICORNO 22/12 - 20/1
Il mese inizierà in modo molto dinamico e richiederà molto impegno nel lavoro. Da notare l’opposizione di Mercurio e Venere (quest’ultima fino al 6.5) che vi renderanno distratti e poco oculati con il denaro. A tal proposito sarà possibile che avrete delle discussioni anche con i figli. Prima di dare dei soldi o firmare un contratto, fatevi consigliare da persone esperte, perché la vostra ingenuità vi giocherà brutti scherzi. Per fortuna Saturno sarà semsem pre presente a vegliare e a bloccare eventuali imprudenze. Attenzione alla guida e tenete d’occhio i vostri documenti negli spostamenti. In amore siate chiari e pretendete altrettanto. Salute: ritagliatevi degli spazi di silenzio. Un po’ critici i primi due giorni, ma comunque potrete contare sull’ottimo sostegno di Sole e Marte al vostro Plutone, che vi regaleranno energia e una grinta fuori dal comune. Siete determinati a raggiungere quel che volete e non conoscete ostacoli. Del resto voi siete tenaci e lungimiranti, per cui non vi buttate in avventure rischiose. Qualche imprevisto purtroppo ci sarà poiché Urano è sempre dissonante. Molto ispiranti i giorni attorno al plenilunio, tra il 3 e il 5.5: ascoltate i messaggi che vi arriveranno in sogno. Sono come una guida per voi. E l’amore? Allentate il controlcontrol lo sul partner o la compagna e mostrate più comprensione e calore.
e AQUARIO 21/1 - 19/2
f PESCI 20/2 - 20/3
Bene i primi due giorni del mese con una bella luna ariosa, sostenuta da Venere e Mercurio, che vi regalerà ispirazione e ottimi contatti con i media. Mercurio a lungo positivo regalerà una dialettica agile e intelligente. Se con i colleghi o compagni avete buoni rapporti, con i superiori e le autorità saranno più tesi a causa di Sole e Marte dissonanti. Da tenere presente che Giove sarà sempre opposto. I giorni attorno al plenilunio tra il 3 e il 5.5 saranno i più critici, meglio ritirarsi dal caos e purificare la mente da ombre e preoccupazioni. A sostegno avrete però un saggio Saturno che sarà presente a vegliare affinché non commettiate troppe imprudenze. Salute: limitate i peccati di gola. Da una parte avrete il potente sostegno di Sole e Marte dal Toro che donerà energia e determinazione nel voler raggiungere gli obiettivi. Sul lavoro sarà richiesto il massimo impegno con Mercurio e Venere dissonanti che vi renderanno distratti e svogliati. DiffiDiffi coltà per voi giovani studenti. Attenzione alle amicizie che frequentate e ai soldi. In amore si prospettano momenti intensi e magici con uno Scorpione o un Toro, specialmente attor attorno al plenilunio tra il 3 e il 5.5. I single potranno vivere momenti di malinconia e altri ancora essere alle prese con ricordi del passato. Prestazione attenzione ai sogni, hanno molto da dirvi. Salute: liberatevi da vizi nocivi.
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PIETRE, POSITIVITÀ ED ENERGIE NATURALI
N
el mondo di oggi, lo stile di vita, la frenesia e la competizione quotidiana, portano spesso ad un accumulo di energie negative nell’organismo; molto spesso non ci rendiamo nemmeno conto di quanti influssi negativi assorbiamo, con il risultato di lottare ogni giorno contro il tempo, gli impegni e gli obiettivi da raggiungere in modo aggressivo e sempre teso. Sicuramente è evidente a tutti noi di quanta aggressività ci sia oggi nel mondo, le pagine dei giornali e i telegiornali portano continuamente notizie di situazioni sempre più al limite, intolleranza, rabbia e violenza sono sempre più diffusi; purtroppo non ci si sofferma mai a domandarsi come mai si sia venuta a creare una situazione di questo tipo, eppure se ciascuno di noi, nel proprio piccolo iniziasse ad affrontare la propria vita in modo diverso, facendosi anche aiutare da supporti donati dalla natura, piano piano riusciremmo ad invertire questa spirale di eventi negativi e natura disastrosi per noi e per l’ambiente. Come? Piuttosto semplice; la natura natura, nella sua completezza ci offre gli strumenti adatti per “guarire”, le pietre. Ebbene si questi piccoli e semplici sassolini, più o meno preziosi non sono solo dei graziosi ninnoli; prendiamo esempio dai nostri antenati, in quasi tutte le culture e Paesi, si trovano documentazioni scritte e verbali di come le pietre venivano usate per predire, proteggere, guarire, o anche in modo negativo. Provate quindi a rivolgervi a persone esperte in cristallomanzia e chiedete aiuto, vedrete che sapranno indicarvi quali pietre usare per migliorare la vostra vita, per esempio, il quarzo rosa migliora la sfera affettiva e riduce gli effetti magnetici, il corallo può essere un antidepressivo e un antidolorifico, lo zaffiro migliora l’umore e combatte il raffreddore. Questi sono solo alcuni piccoli esempi, ma se approfondirete l’argomento scoprirescoprire te che anche se può sembrare strano, da questi piccoli cambiamenti, iniziando da noi stessi, si potrebbero cambiare molte cose anche nel mondo.
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Portare benessere e positività dentro di noi, permette di trasmettere ad altri influssi positivi; alle persone che ci stanno vicino o che frequentiamo abitualmente, e così via. Credete nella forza delle pietre; vi accorgerete che con un “sassolino” è possibile migliorare anche le sorti del mondo in cui viviamo.
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