Illustrazione Ticinese n. 4 - 2017

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illustrazione illustrazione.ch

N.4

- 1 MAGGIO 2017

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

TICINESE

MOTORI

Moto e scooter digitalizzati

IN NATURA

Gli abitanti della Selvasecca

IN VIAGGIO

A casa dei Red Aud


PAROLE CHE SI SCIOLGONO IN BOCCA.

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somm ario fondata nel 1931 12 edizioni annuali Tiratura 131.958 copie (REMP 2016) Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch

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4 Spunti

L’erbaccia della resistenza

6 In dialètt

Milan l’è on grand Milan

9 Appunti

Spunti, idee e consigli in vetrina

10 Ritratto

Volevo fare il pompiere

Editore Illustrazione Ticinese SA 6908 Lugano

16 Digitalizzati

Il caffè ora si fa con lo smartphone

Distribuzione Direct Mail Company SA Amministrazione e produzione Marco Werder Editore Matthias Werder Grafica Illustrazione Ticinese SA Gabriele Campeggio Inserzioni Ticino e Italia: Illustrazione Ticinese SA Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch

Svizzera tedesca e romanda: Grütter Media Käsereistrasse, 21 4914 Roggwil Tel./Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch

18 Salute

In uniforme di gala nel cortile del Quartiere svizzero dove le guardie pontificie vivono.

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28 in viaggio

a casa dei

red dau I Red Dau sono etnie delle montagne del nord del Vietnam. Nel corso dei secoli hanno costruito terrazzi incredibili che coltivano prevalentemente a riso. Da poco si è concluso il raccolto, ma vi è sempre da fare. testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch

SAPA UN CROGIOLO DI ETNIE Si chiama Bau, è una signora di etnia Hmong, come mostrano i suoi tipici abiti color indaco. Mi invita nel suo villaggio, dicendomi che potrò dormire a casa sua. Io però sono alla ricerca di un’altra persona e per il momento preferisco non seguirla anche se passeggio con lei un poco per le vie di Sapa fino a raggiungere il pittoresco laghetto. Bau è molto gentile, la comunicazione non è facile, ci arrangiamo comunque con i suoi cinquanta vocaboli di un inglese di non sempre facile interpretazione e con le mie dieci parole di vietnamita, che invero servono ben poco. Ci congediamo dopo un’ora, con la promessa di incontrarci i giorni successivi. Mi lascia il numero di un telefono mobile che non so nemmeno se sia il suo. Mi domando inoltre come riusciremo a comprenderci telefonicamente, se già di persona non ci riusciamo. Sono inoltre ancora ignaro di un altro fatto col quale mi dovrò confrontare in futuro: Bau non sa né leggere né scrivere! Pur sovente analfabete, nella cultura di queste genti sono le donne la forza intellettuale trainante, gli uomini si occupano della terra e degli animali, ma la gestione vera e propria, non solo della famiglia, pare essere affidata al gentil sesso. Sottolineo che dico “gentile” e non “sesso debole”, poiché qui

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Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito. In copertina: Lorenzo Merga Foto: Rémy Steinegger

In linea senza fatica

20 A tavola La carne fa sangue

24 Occhio a

Ipoteche offerte dalle assicurazioni

25 Lavoretti Il ciondolo stampato

26 In natura

I grandi abitanti della Selvasecca

28 In viaggio A casa dei Red Dau

30 Motori

Moto e scooter sempre più digit

33 Oroscopo

Le previsioni di Cloris per metà maggio 2017

ILLUSTRAZIONE TICINESE 04-17

Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch

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Certificato Certificato PEFC PEFC Questo prodotto Questa rivista è realizzato stampata con su materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate PEFC/18-31-240

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Scarica l’app di Illustrazione Ticinese Puoi leggere questa edizione anche su iPad, e se ti sei perso degli arretrati, li trova nella sezione “archivio”. Buona lettura!

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sp unt i

l’erbaccia della resistenza Riflessioni in punta di piedi per prendersi in mano… testo Andrea Fazioli

C

i sono mattine in cui, dopo aver ascoltato le notizie alla radio, sento cadermi addosso come un velo, una cappa scura. La voce stentorea del giornalista annuncia stragi o azioni di guerra che - dietro l’esito militare, qualunque esso sia - significano famiglie lacerate, solitudini, case e speranze distrutte. Le notizie si susseguono, giorno dopo giorno, tanto da causare in me due reazioni distinte. Da un lato, sento insinuarsi il pericolo dell’assuefazione: un altro attentato, un altro eccidio. Dall’altro, percepisco la vanità del mio lavoro. A che serve raccontare una storia in più, quando dilagano la violenza e la disperazione? Mi sembra che questi fatti esigano il mio dolore, la mia solidarietà. Ma a parte inviare dei soldi, come posso esprimere la mia vicinanza? Il mio lavoro mi porta su sentieri distanti, mi conduce a trovare e a raccontare storie che non hanno niente a che vedere con queste tragedie. Cercando una risposta, mi sono imbattuto in un testo dello scrittore Dany Laferrière, nel libro L’arte ormai perduta del dolce far niente (edizioni 66thand2nd). “Mi capita di chiedermi come faccia a reggersi questo strano mondo. Sì, perché a volte sembra attaccato a un filo sottilissimo. Che cosa ci impedisce di precipitare nell’orrore

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più assoluto? Sappiamo bene che gli orrori si accumulano senza cancellarsi a vicenda. Il terrore dell’uno non annulla la violenza dell’altro. Le due cose si sommano. E un bambino appena nato riceve in eredità questo smisurato patrimonio di ferocia”. La manifestazione del male avviene ovunque: dove c’è la guerra ma anche qui, dove tutto sembra scorrere liscio. “In genere continua Laferrière - la gente pensa che sia un fenomeno contemporaneo, mentre invece si tratta di una delle più antiche pratiche umane: terrorizzare l’altro. Ma è anche vero che la resistenza è antica quanto il terrore. E per sopravvivere ha imparato a nascondersi dappertutto: in un breve silenzio come in una risata. E anche a spuntare dappertutto appena può, come le erbacce”. Mi piace l’immagine della resistenza come un’erbaccia. Non è per forza qualcosa di appariscente, non è sempre un’azione eroica. Laferrière racconta una testimonianza della giornalista irachena Inaam Kachachi. Dopo uno dei vari bombardamenti su Baghdad, lei era riuscita a raggiungere sua madre di ottantaquattro anni, che sembrava dispiaciutissima perché non trovava più i suoi trucchi, perduti in mezzo a tutto quel trambusto. Commenta Laferrière: “La frivolezza è forse la più commovente forma di coraggio”. v


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i n d i al èt t

milan l’è on

grand milan Anca ul Papa l’ha salüdat i milanès “col coer in man”. testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch

A

l semm tücc che ul dialètt ticinès l’è mezz imparentat cunt ul milanès, ma gh’è manèr différent da scritüra e d’espression. Nal parlà, nal cüntala sü. Ul Roberto Brivio, cabaretista, a so témp “Cantamacabro dei Gufi”, l’eva già püblicat in dal 1974 ul libar di parolasc milanès. Adess a tegn bòta, cunt i sò riflession, su “Il Giorno”. “No ai parolasc” al scriv, ma “sì ai paroll grass”. L’ultima l’è “l’elaborasion popolar” da Donald Trump, ul président USA. “Incoeu ho faa na Trumpada!”, “Sa faa sempar in temp a Trumpà”, “Và a da via el Trump!”. In dialètt sa pò tirà fö dal mazz di espression che in “lingua alta” i saressan molto “irrispettose e offensive”. Ma ul Brivio al tira scià “modi di dire” che cognossum anca nüm: “Ma và a Bagg a sonà l’orghen (in gesa, a Baggio, l’orghen l’è domà una pitüra), porco sciampin: e cifola l’Aida”. In conclusion “el vantagg de tücc qui che g’han ul cüü bass/l’è che i fan prima di alter a setass”. E ta chi, ammò una citazion da l’articol dal Roberto Brivio che la vegn lassada al proverbi. Quii che gha piasevan anca al Piero Chiara e al Piero Mazzarella, come “Quel ch’el dà quel poch ch’el ga/quel ch’el fa quel poch ch’el poch ch’el po’/ quel ch’el dis quel poch ch’el sa/a l’è on omm da rispetà”. Par tegnì sü viscor ul dialètt l’è necesari mia vég

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pagüra da guardà la realta d’incöö (incoeu in dialètt meneghin), cunt “el smartfon compagn da viagg”. Tütt vera, anca da nümm. Su pai treni, tram e bus sa smaneta da brütt, sa gha fà védé al visin da poscht ul fotofamily. Anca se sa capiss che ul soci al gha mia tant voia da scultà e da vedé. Ien in poch chi che lég ammò un libar o un giornal. “Sul smart della mia regiora (moglie) al scriv ammò ul Brivio - ho leggiù incoeu dela dona arestada a Roma. La gh’aveva vinticinc nom, noef (nove) fioeu e vun in panscia. L’è andada denter (in prigione) cont contentessa. Almen lì mangeran tutti e vündas (undici) senza vess costretta a robà”. “Grazie e ancamò grazie Francesc / püssè Papa da inscì sa po’ no vess” e “al saria sta béll se te fudesset restà un po’ da temp par capì da visin i Meneghin”. La sortida dal Papa (“Milan col coer in man”) la lassat ul segn e ammò ul Brivio la tirat scià ul dialètt e la Madonina. “Mi disaria Madonnon. L’è alta 8 meter e mezz. Ona gigantessa”. Ecco, scüsem ul misch-masch fra dialètt ticinès e quell méneghin. E i dò manèr da scriv che sa incontra e scontra. Spérem da vess stai bon a fass capì (capire). Se va interesa, legì adasi e ad alta vòs. Provare per credere. v

«Ien in poch chi che lég»


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LA APP

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Zecca, App Store o Google play Primavera e autunno, clima umido e temperature attorno ai 20 gradi, sono le condizioni ideali per le zecche, piccoli parassiti che vivono nei nostri boschi e che, di tanto in tanto, necessitano di sangue per mutare e per deporre le uova. Ecco perché si attaccano agli animali, ma anche agli esseri umani. Finito di nutrirsi, dopo tre fino a dieci giorni a seconda dello stadio della zecca, si staccano da sole. Non sono difficili da debellare come i pidocchi quindi, ma purtroppo sono potenzialmente pericolose. Gli esemplari presenti in Ticino non trasmettono la meningite, ma possono veicolare la borelliosi, malattia pericolosa se non curata per tempo. Questa app consente di verificare quali sono le zone a rischio, aggiornate in tempo reale, consente di tenere un diario delle morsicature e di segnalare gli avvistamenti. Contiene inoltre tutte le informazioni utili per affrontare una morsicatura nel modo giusto.

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Cannucce magiche, M-Quick, Migros Nella tazza ci va solo il latte, perché la cioccolata è nella cannuccia, in piccole palline! Bevendo, il latte passa attraverso la cannuccia sciogliendo lentamente le palline di cioccolato, prendendone il sapore. Un divertimento assicurato per i più piccoli, e una soluzione praticissima per portarsi la cioccolata in vacanza.


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r i t r at t o

volevo fare

il pompiere Lorenzo Merga ricopre una delle più alte cariche della Guardia Svizzera Pontificia. Il ticinese è infatti maggiore del più piccolo, più longevo e anche più famoso esercito al mondo. Lo incontriamo in Vaticano, dove opera da quasi 22 anni. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrzione.ch foto Rémy Steinegger

M

entre una moltitudine di fedeli si avvicina ai varchi che portano in Piazza San Pietro all’Udienza generale del mercoledì di Papa Francesco, il maggiore Lorenzo Merga esce dall’Armeria del Quartiere svizzero con l’unifor l’uniforme di velluto rossa, riservata agli ufficiali della Guardia Svizzera Pontificia (GSP) nelle occasioni di gala: Natale, Pasqua e il 6 maggio, giorno del giuramento solenne annuale delle nuove reclute. Sono le 7.30 e lui ha già svolto una ronda dalle 4.15 alle 6 ed è in seguito passato in ufficio per “smaltire” un po’ di lavoro amministrativo. Alle 9.15 lo aspettano per l’Udienza nel ruolo di responsabile della sicurezza della GSP. Non ci andrà in rosso, ma con un meno appariscente abito scuro. L’uniforme l’ha indossata per per permetterci di scattare quelle belle e famose foto che tutto il mondo conosce. Con lui e il sergente Breitenmoser visitiamo l’Armeria dove vengono custodite uniformi, armi e corazze, tra le quali le più antiche risalgono a 450 anni fa. Tutte le divise vengono confezionate interamente e su

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misura dal sarto ufficiale che impiega circa 30 ore per cucire insieme i 156 pezzi di tessuto. “Le uniformi sono personali e alla fine del servizio vengono distrutte. Chi è in punizione viene mandato ad ‘hacken’, cioè a sminuzzarle”, ci spiega Merga, aggiungendo che solo le guardie che raggiungono i cinque anni di servizio hanno diritto di portarsi a casa la divisa, segno distintivo e d’or d’orgoglio dell’esercito più piccolo, più famoso e più longevo della storia con i suoi 511 anni. FORMAZIONE IN TICINO Per la formazione in Ticino, debuttata lo scor scorso autunno, è stata creata una tenuta operativa monocolore più consona, moderna e meno ingombrante: “Le reclute svolgono ora parte della loro istruzione alla Piazza d’armi di Isone, grazie a un accordo siglato tra Vaticano e Polizia Cantonale ticinese”, precisa Merga, che è anche responsabile per la formazione del Corpo. È grazie alla sua mediazione e per dare alle guardie svizzere la possibilità di esercitarsi all’uso delle armi (questione da sempre delicata nei poligoni


In uniforme di gala nel cortile del Quartiere svizzero dove le guardie pontificie vivono.

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r i t r at t o italiani), che si è trovato questo accordo. E pensare che fino al 1959, nei regolamenti della GSP c’era espressamente scritto che i ticinesi non vi potevano fare parte poiché “pare che la possibilità di interagire con gli italiani fosse vista con timore”. Oggi, invece, le cose sono radicalmente cambiate: la formazione in Ticino ha anche lo scopo di allenare le reclute confederate e romande alla lingua di Dante. Così, ciò che fino a 70 anni fa era impossibile, ora è una bella realtà: nella GSP prestano servizio mediamente anche dagli otto ai dieci giovani della Svizzera italiana. UNA LUNGA CARRIERA Merga di strada ne ha fatta: “Frequentavo la seconda commercio a Bellinzona ed ero attivo nel gruppo giovani della parrocchia di Monte Carasso. Fu il parroco di allora, don Janusz Bialek, a mettermi la pulce nell’orecchio: ‘Non hai mai pensato di fare la guardia svizzera?’ L’idea mi piacque, nonostante fossi ben intenzionato a iscrivermi alla facoltà di economia di Friborgo.

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Ricordo che qualche mese prima della maturità, dopo essermi documentato, presi la mia decisione: sarei andato a Roma a fare la guardia svizzera per due anni. Era il 1995 e da bambino volevo fare il pompiere o il manovratore di ruspe…”. Alla scadenza dei due fatidici anni e già iscritto all’ateneo friborghese, il comandante di allora Buchs, un po’ a corto di effettivi, chiese a Merga di restare un anno in più e lo promosse a sottouf sottoufficiale. Ma la tragedia che si consumò in Vaticano qualche tempo dopo e che vide una guardia svizzera uccidere il nuovo comandante Estermann e sua moglie, spinse Merga a proseguire il servizio. “Quel fatto di sangue pose il nostro piccolo eser esercito sotto i riflettori e si temette per la sopravvivenza del Corpo. Invece, da quel momento, il reclutamento diventò più facile. Alla testa della GSP fu nominato il comandante Segmüller, il quale mi chiese di entrare a far parte del team dell’istruzione. Mi piaceva e perciò mi posi l’obiettivo dei cinque anni. Nel 1999 fui promosso caporale, diventando istruttore del corpo e poi

In azione durante il servizio di sicurezza e protezione del Papa nel corso di un’Udienza generale.


Nell’Armeria, una sorta di piccolo museo con reperti storici come le corazze di 450 anni fa.

sergente istruttore. Avevo 26 anni e ne erano già passati sette da quando ero arrivato a Roma”. SERVIZIO, NON LAVORO Gli piace raccontare del suo lavoro, ma non ama chiamarlo così: “Il nostro non è un lavoro, ma un servizio”. E ciò che paga è l’esperienza straordinaria che si può vivere e non certo il compenso finanziario. Chi va a Roma, non lo fa per soldi. ll salario delle GSP infatti si aggira sui 1’800 franchi mensili, più vitto e alloggio “perché le ragioni per cui un cittadino svizzero decide di diventare guardia del Papa devono essere altre”. C’è chi ha voglia di fare un’esperienza diversa e di vita, chi sente appieno le affinità con la tradizione militare svizzera, chi è attratto dal nobile privilegio di poter servire il Papa e chi vuole vivere e coltivare la sua fede cattolica. “Il bello è che nella GSP convivono persone con background

«Ciò che paga

è l’esperienza straordinaria»

diversi: dal falegname al giurista, dallo studente al cuoco, dall’avvocato al candidato agente di polizia”. In totale 110 svizzeri al servizio del Papa, impegnati a volte fino a 250 ore al mese. La gavetta è dura, la sentinella fa paura. “Si impara a stare fermi per ore, impassibili. Non è difficile, basta non lasciarsi contagiare da pensieri tipo: speriamo che non mi pruda la testa o che non debba andare in bagno. Durante le sentinelle io, per far passare il tempo e distrarmi, pregavo anche in tedesco o in latino”, mi svela Merga e aggiunge che i quadri arrivano a prestare fino a 13 ore al giorno di servizio. All’interno del Vaticano, le GSP alloggiano nel cosiddetto Quartiere svizzero, una caserma. Vi sono camere per gli alabardieri e per i sottoufficiali e gli appartamenti per chi ha famiglia, come il maggiore Merga che qui ci vive con moglie e figlio. Il 3 aprile 2005, nel decimo anno di servizio, Lorenzo Merga ed Erika – conosciuta durante un corso di diritto internazionale alla Pontificia Università Lateranense - convolano a nozze. Il matrimonio coincide però con un evento tristissimo: 12 ore prima muore Giovanni Paolo II.

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DIVENTARE UNA

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La GSP è composta da 110 membri, con un ricambio di circa un terzo del Corpo ogni anno. L’intento futuro è quello di aumentare gli effettivi. Da circa 15 anni non ci sono particolari problemi di reclutamento. I requisiti per diventare GSP sono i seguenti: – essere maschio e di età compresa tra i 18 e i 30 anni – essere cattolico praticante – avere cittadinanza svizzera – godere di buona salute (i candidati vengono sottoposti a test fisici e psicologici) – aver svolto la scuola reclute nell’esercito svizzero (la scuola reclute della GSP ha una durata di otto settimane e la ferma obbligatoria dura 26 mesi) – avere una reputazione irreprensibile – avere un attestato di capacità professionale o una maturità di studio.

“La data delle nostre nozze era decisa da tempo e quindi non fu una giornata particolarmente gioiosa”. Nel 2008 la nascita di Leonardo allieta la coppia. In caserma vivono attualmente diciotto bambini e quelli in età scolastica frequentano tutti la Scuola svizzera di Roma.

Parte del suo tempo di servizio, che a volte arriva a 13 ore al giorno, il maggiore Merga lo trascorre anche in ufficio.

AL SERVIZIO DI TRE PAPI Il maggiore Merga in questi 22 anni è stato al servizio di ben tre Papi, con i quali ha avuto relazioni molto diverse: “Wojtyla è stato il primo pontefice che ho salutato, insieme ai miei genitori, quando giurai fedeltà al Papa e alla GSP. Perciò ho di lui un ricordo emozionante. Era un

uomo molto aperto e simpatico. Papa Benedetto era visto un po’ come il nonno di noi tutti, colto e fine, sapeva scherzare. Papa Francesco è esattamente come lo si vede: semplice ed estroverso”. Mentre ci incamminiamo nella zona riservata alla stampa per l’Udienza generale, intravvediamo il maggiore Merga già in azione: si muove sicuro, dà ordini ai suoi subalterni via radio, è perfettamente a suo agio nel ruolo di guardia pontificia. Fa parte della “ravvicinata”, il gruppo di guardie che accompagna e protegge il Papa da vicino. Ci passano accanto, Francesco sulla “papamobile”, Lorenzo al fianco della vettura, insieme alle altre guardie. È una grande emozione. Il prossimo novembre Merga festeggerà 22 anni di servizio nella GSP. Una carriera che l’ha portato a rivestire uno dei gradi più alti del Corpo. Ambizioni di diventare comandante? “Assolutamente no! Ho in programma di tornare finalmente in Svizzera nel 2018 e cercarmi un lavoro. Chissà se lo troverò, alla mia età, visto che non ne ho mai imparato uno!”. v SCARICAMI Se sei interessato alla Guardia Svizzera Pontificia, nella versione online di IT puoi scaricare il tagliando per ottenere più informazioni o fare un viaggio esplorativo a Roma.

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digitalizzati

il caffè ora si fa

con lo smartphone Nell’epoca dell’internet delle cose, qualcuno ha pensato di rendere un oggetto connesso anche la macchina del caffé. Comodo, ma è anche sicuro? testo Gerardo Bramati

G

li ultimi decenni sono stati testimoni di una tendenza di digitalizzazione sempre più rapida e intensa, che ha portato gli smartphone nelle nostre tasche ad essere sempre più strumenti universali, in grado di risolvere problemi e soddisfare esigenze pratiche, interagendo virtualmente con qualsiasi oggetto quotidiano. Un trend che ha sconfinato anche nelle nostre cucine. Trovandosi per la prima volta davanti ad una macchina del caffè connessa al web (e gestita

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via app), qualcuno si sarà chiesto quali vantaggi possa presentare rispetto ad una versione tradizionale, e quali potenzialità porti il mondo digitale in un oggetto così comune e concettualmente semplice. In realtà, le funzioni di connettività aprono la strada a nuove modalità di utilizzo, che le grandi aziende del settore hanno colto al volo. TUTTO SOTTO CONTROLLO La maggior parte delle macchine in commercio sfrutta la connettività per rendere più semplici


alcune attività quotidiane: la manutenzione e la pulizia, la gestione (e il ri-ordino) delle capsule così come la pianificazione della preparazione del caffé all’orario preferito sono funzioni standard, ma che acquisiscono uno stile unico, ad esempio, nel modello Prodigio realizzato da Nespresso. Tutto ciò ci consente, ad esempio, di svegliarci ogni mattino già avvolti dall’aroma della nostra miscela preferita.

«Il rapporto

perfetto tra latte e caffè»

temperatura sulla base dei nostri gusti. Per cappuccino e latte macchiato, si arriva addirittura a definire il rapporto perfetto tra latte e caffè. E LA SICUREZZA? Il rovescio della medaglia, come spesso accade ai prodotti che vivono questa fase di apertura al web, è però la protezione dagli attacchi informatici. I primi test condotti hanno dimostrato come sia relativamente semplice, per un hacker, accedere direttamente alla macchina del caffé intelligente. E, attraverso questa via, a tutta la rete Wi-Fi di casa. v

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s al ut e

in linea

senza fatica È il sogno di tutti, rimettersi in forma in poco tempo e senza grossi sforzi. Ma esiste una pozione, una formula segreta in grado di realizzarlo? Forse siamo sulla buona strada... testo Stéphanie Castiglioni Scatizza - stephanie@illustrazione.ch

C

ome d’abitudine sono andata a spulciare paginate online su vari argomenti e trattamenti alla ricerca di qualcosa di nuovo che promettesse un simile miraggio. Creme, diete, tisane, trattamenti e programmi fitness di ogni genere e macchinari all’avanguardia che promettono miracoli. Soprattutto con l’arrivo della bella stagione siamo bombardati quotidianamente da proposte per la rimessa a nuovo della nostra silhouette. Ma dietro alla maggior parte di tante novità, lo sappiamo bene, c’è solo business con scarsi o piuttosto scarsissimi risultati. In realtà, la vera ricetta vincente rimane sempre, ahimè, la fatica coadiuvata da un assoluto rigore alimentare. In questa ricerca parto quindi un po’ prevenuta per non dire scettica, ma la curiosità mi spinge comunque a provare, chissà, mai dire mai. Mi imbatto in un nuovo apparecchio che lavora sull’elettrostimolazione muscolare: Ton Up 31, un sistema che, riporto parole testuali, “Scolpisce il corpo in poco tempo e senza fatica”. Magari! Proviamo... Prenoto una seduta presso un centro estetico a Chiasso dove vengo gentilmente accolta da Claudia, che mi farà testare questo nuovo trattamento. Mi fa accomodare in una stanza e inizia a

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illustrarmi scopo e funzionamento dell’apparecchio: “Con il passare degli anni inevitabilmente la muscolatura e di conseguenza la cute sovrastante, perdono tonicità ed elasticità ed assumono un’antiestetica flaccidezza che colpisce tutte le aree corporee, in particolare il tronco, le braccia e le cosce. L’unico modo davvero efficace per contrastare questo fastidioso processo sarebbe l’esercizio muscolare ma, per la maggior parte delle persone è faticoso e, soprattutto, impegnativo in termini di tempo: oggigiorno non è semplice trovare un paio d’ore 3-4 volte a settimana da dedicare a se stessi tra impegni familiari e lavorativi. Tutti sappiamo quanto faccia bene fare attività fisica per ritrovare energia, tonicità e soprattutto la linea, ma quanto sia difficile mettere in pratica con costanza i buoni propositi”. Mentre par parla, Claudia inizia a bagnare con dell’acqua calda una tutina che presto mi farà indossare. Sopra la tuta, un giubbotto e fasce elasticizzate per glutei, gambe e braccia, sempre precedentemente inumidite per aumentare la conduzione elettrica, su

«La vera ricetta

vincente rimane la fatica»


L’apparecchio Ton Up 31 per l’elettrostimolazione muscolare.

cui vengono posizionati gli elettrodi collegati alla piattaforma. “I programmi di Ton Up 31 sono due, ben differenziati: “Fit” che si concentra sulla tonificazione e “Slim”, per il contrasto del grasso localizzato e della cellulite”. Valutata la mia costituzione magra, Claudia opta per quello Fit. “Si tratta di un allenamento senza sudore e senza affaticamento rivolto a tutti, salvo i portatori di pacemaker e placche metalliche”, spiega Claudia, “una volta indossati gli indumenti collegati all’apparecchio si eseguono semplici esercizi per una durata totale di soli 20 minuti”. Prima di iniziare il trattamento, Claudia regola l’intensità del flusso elettrico sul mio corpo. La sensazione è quella classica dell’elettrostimolazione, un pizzicorìo più o meno percettibile a seconda dell’intensità desiderata e impostata. I programmi sono personalizzabili in base a necessità ed esigenze personali. Nel mio caso decido di potenziare adad dominali, glutei e gambe, i punti più critici! Inizio la mia seduta con una camminata sul posto per riscaldare i muscoli. In seguito, Claudia mi mostra la prima sequenza di esercizi per le gambe: dapprima frontali e in seguito laterali, semplici, non faticosi e facilmente eseguibili da chiunque. Passiamo poi a tronco e braccia: anche in questo caso gli esercizi sono facili e vengono svolti

impugnando un piccolo peso da 500 gr. Claudia mi spiega che la piattaforma a disposizione del centro è quella “demo”, così come la tutina. Nei prossimi giorni infatti arriverà l’attrezzatura definitiva che permetterà ai clienti di svolgere gli esercizi, riportati nelle giuste sequenze ritmiche sul display della piattaforma da un trainer virtuale, in maniera perfettamente autonoma. In tutto ciò mi rendo conto che i 20 minuti di esercizio sono volati e già terminati. Incredibile. Nessuna fatica, nessuna goccia di sudore: Claudia aveva ragione. Ma i risultati? L’unica sensazione che provo è quella di una piacevole leggerezza. Ma resto molto scettica sull’effettivo lavoro muscolare tanto decantato. La frequenza consigliata del training è di una seduta di 20 minuti alla settimana e può essere abbinata e alternata al programma Slim perché “lavora” in maniera diversa. Esco dal centro un po’ perplessa sulla reale efficacia di questo trattamento. E invece... la sera e l’indomani, inaspettatamente, la sorpresa: i muscoli che hanno “lavorato” mi fanno male! Soprattutto quelli delle braccia e gli addominali... La stessa sensazione che provo dopo aver fatto decine di ripetizioni dei tradizionali faticosi esercizi in palestra. Le promesse di Claudia sono state mantenute! v

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a t avol a

la carne

fa sangue A cena a Lugaggia a casa della famiglia Mascali-Nasca. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

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ella cucina della famiglia Mascali-Nasca ci sono ingredienti che spiccano su tutti gli altri: la tolleranza, il compromesso e la capacità di adattamento. Perché? Perché i quattro componenti di questa gentile, aperta e simpatica famiglia di origini siciliane, seguono regimi alimentari diversi e che ben riflettono le moderne tendenze e correnti di pensiero della nostra società. Francesco, il capo famiglia, è un carnivoro; sua moglie Santina, Santy per gli amici, è vegana; le loro figlie gemelle Martina e Marzia sono vegetariane. I quattro convivono pacificamente e armoniosamente, perché hanno trovato il giusto compromesso tra cibo, convinzioni e gola: in casa si mangia vegano, e la cosa sta bene a tutti. A scuola, invece, le ragazze mangiano vegetariano anche perché nelle mense scolastiche è più semplice trovare questo tipo di dieta, mentre Francesco, che per lavoro pranza fuori casa, ha l’occasione, quando lo desidera, di concedersi un bel pezzo di carne. BIANCHINA Santy ricorda bene la cucina della mamma, brava cuoca e siciliana verace, abituata a cucinare tutto in casa e in grandi quantità per la sua numerosa famiglia. “Spadellava cose che allora non apprezzavo, come la parmigiana o i broccoli. Mangiavo piangendo, soprattutto la carne. Ma mi obbliga-

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vano a ingerirla perché avevo la pressione bassa ed ero soggetta a continui svenimenti. Sono cresciuta con il ritornello che la carne fa bene, fa sangue e ferro”. Santy è convinta di essere nata vegana e mi racconta un episodio legato alla sua infanzia che l’ha segnata per sempre: “Mio padre allevava le galgal line. Bianchina era la mia amica del cuore, era affettuosa come un cagnolino e con lei giocavo ogni giorno. Una domenica, mentre stavamo pranzando, chiesi a mio padre se avesse visto la mia gallina perché non la trovavo più. E lui mi rispose ‘la stai mangiando’. È stato un trauma e da allora ho rifiutato il pollo e il coniglio”. Ma sempre di malavoglia e perché così avevano deciso i genitori, Santy deve continuare a mangiare carne di manzo e maiale. LACRIME Gli anni passano, si sposa con Francesco e nascono le due gemelline. “Come avevano fatto con me, anch’io ho obbligato le mie figlie a mangiare la carne. E per loro è sempre stata una sofferenza. Si sedevano a tavola ed erano lacrime. Ogni volta una guerra, perché io avevo paura che non avessero il ferro sufficiente e quindi le forzavo ad inghiottire la carne. Finché quattro anni fa (avevano 14 anni, ndr) una delle due, non ricordo se Martina o Marzia, mi ha detto ‘sei proprio strana mamma: ami tanto gli animali eppure li mangi


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a t avol a La vegana Santy prepara un gustoso strudel con, tra gli altri ingredienti, farina semi-integrale, olio e latte vegetale.

e ci costringi a fare la stessa cosa’. Da quel momento ho lasciato libere le mie figlie di decidere e abbiamo smesso di mangiare carne. Una vera liberazione per tutte!”.

TA G L I A N D O

LIBERAZIONE Che sollievo poter adottare lo stile di vita e alimentare che sentivano mio! Una scelta, nel loro caso, motivata dall’amore per gli animali che, secondo loro, non sono più una fonte di cibo, ma essere viventi che hanno diritti e vanno rispettati. Santy, piano piano, ha preso una strada ancora più radicale: quella di diventar vegana. “È stato quasi automatico, perché la consapevolezza di certe realtà ti fa vedere le cose con altri occhi e

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A TAVOLA… CON VOI Voi ci invitate da… voi quando a casa c’è tutta la famiglia. Una nostra redattrice e un fotografo verranno a casa vostra per scattarvi qualche fotografia e per chiacchierare di ricette, cibo, ricordi e alimentazione. Vi chiederanno la ricetta di una pietanza, magari quella della vostra “specialità”, nel limite del possibile, sarebbe bello poter fotografare anche il piatto pronto.

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ti fa prendere decisioni conseguenti”. Perciò, a differenza di chi è vegetariano (cioè che ha tolto dalla sua alimentazione carne e pesce), la nostra padrona di casa assume oggi solo cibi di origine vegetale (perciò niente carne, pesce, latte e derivati, uova e miele). “Dal momento che ho iniziato a cucinare in modo diverso e a sperimentare, nella nostra famiglia è tornata la serenità. Le lacrime delle ragazze hanno lasciato il posto al sorriso e all’attitudine a mangiare con gusto”. Santy mi spiega che la scelta etica di diventare vegani è molto interessante ai fornelli: “È una bella sfida che ti obbliga a conoscere nuovi ingredienti, con i quali si deve imparare a cucinare. Ci vuole più fantasia in cucina ed è divertenDesideriamo invitarvi a casa nostra per raccontarvi cosa significa per noi il cibo, per svelarvi una ricetta di famiglia e per farvi assaggiare il nostro piatto preferito. Famiglia (nome e cognome): ___________________________________________________________ Via: ______________________________________________ Località: __________________________________ Tel.: _____________________________________________________________________________________________ _______________________________________________ Tra tutti i tagliandi pervenuti in redazione ne estrarremo uno per edizione. È quindi possibile che la vostra candidatura venga conservata per un’altra edizione e che veniate contattati in un secondo tempo.


Sembra una frittata, ma è una saporita torta di ceci con zucchine e cipolle di tropea.

te e interessante scoprire e assaporare gusti e consistenze nuove. Oggi cucinare mi appassiona perché devo azionare il cervello per variare l’alimentazione, cercando nuove ricette e idee vegane”.

PECORA NERA Le scelte di Santy hanno però avuto conseguenze inaspettate sulle relazioni familiari. “Praticamente le mie sorelle hanno smesso di parlarmi. Per loro è inconcepibile che io abbia scelto l’alimentazione vegana. Così sono diventata la pecora nera e perciò sono stata esclusa dalle riunioni familiari. Lo trovo triste, perché non si sta insieme solo per mangiare, ma anche per il piacere di stare insieme”. Il motto di Santy “vivi e lascia vivere” non sembra dunque essere condiviso dalle sue sorelle. Peccato. Se avessero assaporato la cena di questa sera, forse si sarebbero almeno in parte ricredute, perché sia l’insalata di quinoa, sia la torta di ceci e verdure, sia lo strudel erano davvero gustosi, colorati e profumati. Insomma, chi ha detto che, anche se carnivori, non si possa mangiare così ogni tanto? v SCARICAMI Potete scaricare online le ricette della famiglia Mascali-Nasca.

Per muscoli rilassati

Con citrato di magnesio proprio come quello presente nell’organismo sotto forma di elemento strutturale. • BIO-COMPATIBILE e quindi ad azione particolarmente rapida. • AD ALTO DOSAGGIO con 375 mg di magnesio, solo 1 volta al giorno. • EXTRA RAPIDO si scioglie in bocca senza acqua. In vendita nelle farmacie e nelle drogherie. Disponibile in compresse effervescentie come granulato da bere. www.diasporal.ch

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oc chi o a

ipoteche offerte

da assicurazioni Le ipoteche vendute dalle compagnie assicurative sono ancora poco usuali. Tuttavia, oltre a interessanti condizioni, esse offrono un’opportunità sicura e stabile per un finanziamento a lungo termine delle proprie quattro mura.

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PUBBLIREDAZIONALE

er stipulare un’ipoteca presso un’assicurazione non è necessario essere cliente della stessa. I clienti dell’Helvetia Assicurazioni beneficiano però di ulteriori agevolazioni. Il calcolo della sostenibilità segue le stesse regole adottate dalle banche. Supponendo un tasso ipotecario del 5%, un ammortamento dell’1%, costi accessori e di manutenzione pari a un altro 1% all’anno, l’onere finanziario non deve superare un terzo del reddito lordo. Chi acquista una proprietà abitativa ad uso proprio deve disporre almeno del 20% di capitale proprio, di cui almeno il 10% costituito dai propri risparmi. Anche con un’ipoteca di un’assicurazione l’ammortamento può essere indiretto, per esempio tramite un’assicurazione vita. Dove sono più convenienti le ipoteche? Spesso le assicurazioni offrono ipoteche più convenienti rispetto alle banche; le assicurazioni le finanziano con denaro proveniente dal versamento dei premi la cui durata corrisponde a quella dell’ipoteca. Il rischio di oscillazione dei tassi d’interesse è pressoché nullo e le spese legate alla copertura risultano nettamente inferiori. Le ipoteche sono interessanti anche per le assicurazioni, in quanto i premi versati dai loro clienti devono essere investiti in modo sicuro e fruttare necessariamente quel tanto di utili da consentire di versare l’interesse garantito.

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Assicurazioni meno sicure delle banche? No, esse soggiacciono alle stesse severe regole di vigilanza sui mercati finanziari cui devono attenersi le banche. Inoltre, visto che le assicurazioni devono garantire le prestazioni, specialmente le assicurazioni vita, sono tenute a osservare prescrizioni d’investimento piuttosto stringenti. Perché l’Helvetia? La Compagnia offre ai clienti una consulenza globale e personalizzata in loco. Per tutte le opzioni in merito, vogliate consultare il sito: www.helvetia.ch/ipoteche


la voretti

il ciondolo

stampato

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il video tutorial sul canale youtube: illustrazione ticinese

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le schede da collezionare su: www.illustrazione.ch

Cosa ti occorre: un panetto di Fimo del colore che preferisci, un piccolo mattarello per la plastilina, un pezzetto di pizzo oppure un sotto torta di carta traforata a pizzo, un coltello, uno stuzzistuzzi cadenti, piccoli accessori di bigiotteria.

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idea, disegni e realizzazione Anto antonella@illustrazione.ch

1. Se trovi un vecchio centrino, tagliane una piccola parte che ti piace: una punta, un fiore. Se non trovi il centrino, usa un sotto torta di carta. 2. Apri il panetto di Fimo e tagliane una metĂ circa. Stendila fino a uno spessore di ca. 5 mm. Appoggiaci sopra il centrino e passaci sopra il mattarello, in modo che il centrino rimanga schiacciato nella pasta. 3. Togli il centrino e ritaglia la pasta in eccesso seguendo il disegno lasciato dal centrino e dando una forma al ciondolo. Con uno stuzzicadenti fai un foro in alto. Facendoti aiutare da un adulto, metti il ciondolo neI

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forno giĂ caldo a 110 gradi per 30 minuti. 4. Ora devi solo abbinare il tuo ciondolo a piccoli accessori di bigiotteria e a una lunga catena, e otterrai il regalo perfetto per la festa della mamma, per la tua maestra, per le tue amiche, o per te!

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i n nat ur a

i grandi abitanti

della selvasecca Con i suoi 76 ettari e grazie alle particolari condizioni topografiche e geologiche, la riserva forestale della Selvasecca custodisce uno dei boschi di conifere più suggestivi della Svizzera. testo Christian Bernasconi

L’

albero preponderante nella Selvasecca e in tutta la regione del Lucomagno è il pino cembro, che si distingue facilmente dai suoi parenti stretti grazie ai suoi aghi raggruppati in fascette di cinque. Si tratta di una pianta piuttosto resistente alle basse temperature, che cresce

fino al limite superiore del bosco e può resistere per secoli. Nella riserva forestale della Selvasecca la longevità di questi alberi è riuscita a esprimersi al meglio, con grandi esemplari che hanno messo radici oltre 300 anni fa. Alcuni di questi cembri centenari si trovano lungo il sentiero che attraversa la foresta. Pini cembri e pini mughi, caratteristici della Selvasecca e di tutto il Lucomagno, accompagnano il fiume Brenno all’inizio del suo cammino.

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Biotin-Biomed forte In caso di disturbi della crescita di capelli e unghie ®

Taluni sono caratterizzati da forme regolari e tronchi imponenti, altri invece sono segnati dalle rudi condizioni ambientali di queste altitudini. Tra le strutture più particolari troviamo i tronchi avvitati su sé stessi, quelli modellati da vento, neve e fulmini, ma anche quelli scolpiti dagli animali. Alcuni pini sono a forma di candelabro: non possiedono una cima principale - perché brucata dagli animali quando l’albero era ancora piccolo -, bensì diverse punte che ricordano la forma di un portacandele. Anche i cembri che sbucano orizzontali dalla fessura di una roccia per poi curvarsi e riprendere la loro crescita verticale sono particolari: devono la loro forma a una nocciolaia che nascose e dimenticò un loro seme proprio in quel punto. A far compagnia ai cembri della Selvasecca troviamo grandi abeti rossi, pini mughi e larici. Anche loro non scherzano in quanto a età e forme bizzarre. Lungo il sentiero, a circa metà salita, un grosso larice si fa notare per la sua tenacia. Possiede un grande tronco la cui crescita ver verticale è stata bloccata alcuni anni fa da un fulmine. La scalata è però ripartita: una decina di metri sotto il tronco spezzato, un grosso ramo ha ricominciato a conquistare il cielo. v

in seguito a carenza di biotina.

biotina.ch

1 compressa 1 volta al giorno GITA

forestale

La riserva forestale della Selvasecca, istituita nel 2004 con una convenzione tra il Patriziato di Olivone Campo e Largario e il Cantone Ticino, si trova nel mezzo della Zona Palustre Lucomagno-Dötra ed è una componente molto importante di questo ecosistema. Il Centro Pro Natura Lucomagno organizza regolarmente delle escursioni guidate alla scoperta di questa misteriosa riserva.

• Diminuisce la caduta dei capelli • Migliora la qualità di capelli e unghie • Aumenta lo spessore di capelli e unghie

Panoramica della regione del Lucomagno.

Si prega di leggere il foglietto illustrativo. Disponibile nelle farmacie e drogherie. Biomed AG, 8600 Dübendorf ILLUSTRAZIONE © Biomed AG. 03.2016. All rights reserved.

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i n vi aggi o

a casa dei

red dau I Red Dau sono etnie delle montagne del nord del Vietnam. Nel corso dei secoli hanno costruito terrazzi incredibili che coltivano prevalentemente a riso. Da poco si è concluso il raccolto, ma vi è sempre da fare. testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch

UN CROGIOLO DI ETNIE Si chiama Bau, è una signora di etnia Hmong, come mostrano i suoi tipici abiti color indaco. Mi invita nel suo villaggio, dicendomi che potrò dormire a casa sua. Io però sono alla ricerca di un’altra persona e per il momento preferisco non seguirla, anche se per un po’ passeggio con lei per le vie di Sapa, fino a raggiungere il pittoresco laghetto. Bau è molto gentile, la comunicazione non è facile, ci arrangiamo comunque con i suoi cinquanta vocaboli di un inglese di non sempre facile interpretazione e con le mie dieci parole di vietnamita, che invero servono ben poco. Ci congediamo dopo un’ora, con la promessa di incontrarci i giorni successivi. Mi lascia il numero di un telefono mobile che non so nemmeno se sia il suo. Mi domando inoltre come riusciremo a comprenderci telefonicamente, se già di persona non ci riusciamo. Sono ancora ignaro di un altro fatto col quale mi dovrò confrontare in futuro: Bau non sa né leggere né scrivere! Pur sovente analfabete, nella cultura di queste genti sono le donne la forza intellettuale trainante, gli uomini si occupano della terra e degli animali, ma la gestione vera e propria, non solo della famiglia, pare essere affidata al gentil sesso. Sottolineo che dico “gentile” e non “sesso debole”, poiché qui le

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I vicini di casa intenti nella pulitura del riso.

Nella pagina precedente: molti incontri sulle stradine del villaggio.

donne sono capaci di sforzi fisici incredibili, lavorano senza mai fermarsi, trasportano pesi impensabili, camminano moltissimo e questo per tutta una vita. Così è anche May, la persona che cer cercavo, una donna forte di una trentina d’anni, dal sorriso dolcissimo e con un viso che mi ispira dal primo momento amicizia e fiducia. Ci conosciamo sulla terrazza di un piccolo ristoro locale, il nome del quale era forse l’unica indicazione che ero sicuro di aver ben compreso. La vedo giungere sulla strada col suo abito tradizionale Red Dau e il caratteristico copricapo rosso (“red” significa

appunto rosso). Non ci siamo mai visti, ma curiosamente, quando i nostri occhi si incrociano, siamo entrambi certi di essere proprio l’uno alla ricerca dell’altro. Le stringo la mano, anche se ho quasi l’impressione che lei vorrebbe abbracciar abbracciarmi. Parliamo un po’, mentre io bevo un caffè e lei un tè. Il suo inglese è fortunatamente migliore di quello di Bau, ma non di rado dobbiamo ripeter ripeterci per essere sicuri di aver compreso quello che ci siamo detti. Quando ci alziamo però, non so ancora bene dove stiamo andando e come raggiungeremo il suo villaggio. v

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m ot or i

moto esempre scooter più digit La digitalizzazione si sta impossessando della nostra mobilità. testo Graziano Guerra - graziano@illustrazione.ch

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empre più moto e scooter dispongono di controllo di trazione, display TFT, illuminazione a LED, accesso via smartphone a numerosi dati del veicolo, e altro ancora. Lo testimoniano alcune novità da poco presentate. Dotazioni tecnologiche d’alto livello rese possibili da processori sempre più micro. Che bello! E se in futuro dovessimo aspettare uno “slot”, assegnato per via digitale, prima di poter partire? LO SCOOTER CROSSOVER Con il nuovo X-ADV, Honda lancia il segmento

degli enduro-scooter. Chi cerca l’avventura può trovarsi su mulattiere fangose e piene di buche, oppure sulla ghiaia di un viottolo o su spiagge sabbiose. X-ADV è perfetto per tali occasioni. A parte la sella e le due leve dei freni, è commisurabile a una motocicletta dall’eccellente maneggevolezza, su strada e off-road. Il cambio a doppia frizione (DCT) con le sue 4 modalità + “manual”, toglie lo stress al pilota. Il parabrezza regolabile in cinque posizioni è pratico come la “SmartKey”, che sblocca la serratura della sella, e l’accensione in un raggio di due metri. È bello che il tappo del serbatoio della benzina si apra

Nella pagina seguente: Honda X-ADV, strumentazione ben leggibile.

Il nuovo Honda X-ADV.

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www.kawasaki.ch

davanti e non sotto la sella, ne sa qualcosa chi a volte sistema il bagaglio sulla fetta dietro. La strumentazione è chiara, e tutte le funzioni sono bene in vista. L’esaltazione dello stile Dark Custom La nuova Harley-Davidson Street Rod è un bell’esemplare della classe media. Muscolosa, dal peso contenuto e con una posizione di guida aggressiva. Il nuovo motore High Output V-Twin Revolution X™ da 750 cc è studiato per erogare più coppia lungo un’ampia gamma di regimi.

www.yamaha-motor.ch

Il maxi-scooter più venduto Oltre 250’000 persone in Europa hanno scelto Yamaha TMAX. Esteticamente rinnovato, arriva ora con il bicilindrico 530cc dalla risposta più spontanea, Euro4, nelle versioni base, SX e DX. Con l’app «My TMAX Connect» si accede a numerosi dati del veicolo. Per la gioia dei neofiti Kawasaki Svizzera ha omologato la nuova Z900 da 35Kw. La nuova fiammante Kawasaki Z900 si distingue per la grande manovrabilità e il peso ridotto, qualità molto indicate per chi è alle prime esperienze con una moto grossa.

www.harley-davidson.ch

Nella storia delle enduro-tourer Da quindici anni significa versatilità, praticità e comfort. Best-seller è la Suzuki V-Strom 650, con oltre 175’000 unità dal 2004, mentre la capostipite V-Strom 1000 ne totalizza 70’000. La nuova generazione ha uno stile originale e una tecnologia raffinata. v

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www.hondamoto.ch

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oroscop o PREVISIONI PER LA PRIMA METÀ DI MAGGIO 2017

g ARIETE 21/3 - 20/4

h TORO 21/4 - 20/5

i GEMELLI 21/5 - 21/6

j CANCRO 22/6 - 22/7

Prima decade con il vento in poppa, grazie a Marte e Venere molto frizzanti, che done-ranno energia mentale, complicità in amore e incontri vantaggiosi, ma attenzione alle spese impulsive. Permane invece la dissonanza in segni cardinali, interessando voi della 2. decade, forse a causa di qualche preoccupazione domestica, o per nuove mansioni nel lavoro che richiederanno maggiore concentrazione e adattamento al nuovo ambiente. Voi donne impegnate professionalmente farete più fatica a trovare il giusto equilibrio fra lavoro, casa e famiglia. Chi è nato nella 3. decade, con un bel trigono di fuoco, godrà di una situazione vincente! Salute: Il tempo libero è prezioso e lo sport all’aria aperta rigenera mente e corpo. Maggio mese delle spose e delle rose. L’inizio appare romantico, ma poi si farà subito faticoso nei giorni 2 e 3 con una Luna conflittuale, che si ripeterà nei giorni 9-10 e 11 maggio. Possibili conflitti e discussioni in casa a causa del denaro. Marte in 2. campo chiede di fare attenzione alle spese e di evitare acquisti non necessari. Anche la vita di coppia potrà essere un’altalena di emozioni. La complicità passa dall’intelletto e nell’anticipare i desideri dell’altro. Importante plenilunio la notte del 10.5 che sprigionerà energie straordinarie. È la Festa della luce, detta Wesak. Nutritevi in modo leggero e unitevi a un gruppo di meditazione per connettervi con le vibrazioni dei maestri. Una grande combinazione astrale vi accompagna in questa primavera regalandovi momenti di intensa gioia ed eccitazione. Si apriranno molte opportunità interessanti per il lavoro, gli studi, le collaborazioni, i viaggi, gli incontri e potrete concludere affari importanti. La vostra mente creativa riuscirà a sbaragliare qualsiasi concorrente. I giorni migliori saranno il 2, 3, 7, 8, 14 e 15 maggio. E l’amore riserverà tante sorprese. Spira un’aria avventurosa e trasgressiva. Donne ancora in età fertile attenzione. Non dimenticando la parte spirituale, che pure va nutrita, sarebbe bello poteste partecipare a una meditazione di gruppo nel Plenilunio del Wesak, attorno al 10 maggio. Il mese inizia con la luna nel vostro segno, in aspetto armonico a Nettuno, ma opposta a Plutone, il che riporta a qualche situazione o memoria del passato, che ancora vi distur disturba. Soltanto il Sole in Toro vi sarà di sostesoste gno in questa prima parte del mese, perché purtroppo vi sono altre dissonanze planetarie che procurano tensione e incomprensione, a meno di un ascendente favorevole. Sarà quindi utile approfittare delle lune positive per dedicare del tempo a voi stessi, nei giorni 4, 5, 6, 9 e 10 maggio, giorno in cui avverrà proprio un plenilunio importante. Raddrizzate bene le vostre antenne e osservate le varie sincronicità e i messaggi misteriosi che certi incontri del tipo dejà-vu risveglieranno!

k LEONE 23/7 - 23/8

l VERGINE 24/8 - 22/9

a BILANCIA 23/9 - 22/10

b SCORPIONE 23/10 - 22/11

testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch Questa prima metà del mese sarà molto intriintri gante e risveglierà in voi il desiderio di rinnovarsi, di amare, di divertirvi, di sperimentare nuove strade lavorative, anche se richiedono un cambiamento di ambiente o nuovi ruoli, con nuovi colleghi, nuovi amici. I settori a contatto con il pubblico saranno favoriti. Con Marte in Gemelli, voi giovani sarete molto intraprendenti. Bene anche lo sport perché il corpo richiede movimento. Trovate la via adatta a voi e specializzatevi! Potrà portare più entrate di denaro. Poi naturalmente c’è la parte ludica e ricreativa che va alimentata, perché avete un ottimo feeling con i bambini. Salute: rallentate i ritmi nei giorni 5, 6, 9,10 e 11 maggio e riposate. Questa primavera segna nuovi inizi per molti di voi, nuovi orientamenti professionali, nuovi studi o collaborazioni, magari in ambienti diversi da quelli abituali. Marte dai Gemelli vi invita a essere elastici e aperti, capaci di rimettervi in gioco. Per quanto attiene all’amore e agli affetti, vi sentirete un po’ spiazzati, perché certi incontri inaspettati possono disorientarvi. Ci sono novità anche per quanto riguarda figli, fratelli e cugini. Prudenza nei viaggi e negli spostamenti in genere. Guidate con prudenza e controllate il vostro mezzo di trasporto. Il 10.5 avverrà un plenilunio impor importante che potrà risvegliare memorie sopite o indurvi a un’autoanalisi delle vostre esperienze passate. Benché abbiate sempre Giove nel segno, dopo un inizio un po’ così, i giorni 2 e 3 regaleranno benessere. I giorni 7 e 8 saranno invece più bizzarri e imprevedibili. Permangono le diverse dissonanze planetarie, ma ora avrete in Marte un alleato importante per tutto il mese. Esso stimolerà la voglia di andare via, esploesplo rare nuove strade e incontrare gente nuova. E fate bene a scrollarvi di dosso la pigrizia, sia mentale che fisica. Fate dunque dello sport regolare nella natura e siate aperti a nuove esperienze. E l’amore? Voglia di leggerezza e complicità intellettuale più che di sesso! Importante plenilunio il 10.5. È la Festa della luce! Meditate. Con il Sole in opposizione potreste avvertire una certa stanchezza primaverile e probabilmente dovrete rallentare i ritmi o quantomeno darvi delle priorità. Non è possibile accontentare tutti, anche se voi disponete di risorse potenti con quel Plutone dominante! In queque sto periodo dovrete probabilmente sistemare molte questioni pratiche personali, come vuole Marte, che dai Gemelli potrà stimolare fra l’altro il bisogno di liberarsi di tanta zavor zavorra, vestiti e oggetti inutili, giusto per sentirsi più leggeri dentro e fuori. Anche in amore bisognerà trovare nuovi modi di relazionarsi. Importante evento per voi: la sera del 10.5 avverrà un plenilunio speciale nel vostro segno, simbolo di rinascita.

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o r oscop o testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch

c SAGITTARIO 23/11 - 21/12

d CAPRICORNO 22/12 - 20/1

PREVISIONI PER LA PRIMA METÀ DI MAGGIO 2017 Il desiderio di molti di voi, magari in situazioni non proprio soddisfacenti, sia dal punto di vista lavorativo sia privato, è quello di mollare tutto e andare. Sì, perché ora Marte si trova in opposizione al vostro segno e vi rende insofferenti, per cui non vi va più di sottostare a schemi e abitudini noiose! La vita di coppia potrà subire degli scossoni fino alla rottura definitiva. I single e i giovani potrebbero invece essere attratti da un’avventura insolita. Non c’è niente di male se entrambi siete chiari nei vostri intenti. Venere dall’Ariete scalderà i cuori solitari ma non solo! Per quanto riguar riguarda le finanze, attenti alle spese impulsive ed evitate i prestiti. Notte di plenilunio speciale il 10.5. Meditate. Inizio di mese difficile, che vede un’importante opposizione fra Luna e Plutone, al quadrato di Giove. Questo aspetto parla di conflitti di potere. Con Venere dissonante, non sarà facile spuntarla con un rivale o avversario che vi darà filo da torcere. In famiglia e in coppia, dovrete controllare il vostro bisogno di domidomi nare, di dirigere. Le discussioni verteranno principalmente sulle finanze, anche se si sa che siete spesso voi a tirare il carro. Marte si trova in una posizione importante e potrebbe aprirvi nuove strade, nuove collaborazioni lavorative. Per voi donne è importante l’indipendenza economica. Notte di plenilunio importante il 10.5. Meditate in gruppo.

e AQUARIO 21/1 - 19/2

f PESCI 20/2 - 20/3

Ed ecco arrivare finalmente una ventata di novità e leggerezza, grazie alla benefica posizione di Marte che, con Giove favorevole, vi regala entusiasmo, ingegno creativo e voglia di sperimentare nuovi percorsi. In questo vi stimolano anche i pianeti dall’Ariete. Possibile stiate pure programmando un bel viaggio a due. Venere positiva sostiene l’amore e riscalda i cuori. Se per qualcuno potrà voler dire avventura romantica, per altri la decisione di impegnarsi seriamente, grazie a Saturno fafa vorevole. Inoltre il Sole taurino evocherà desiderio di famiglia e stabilità. E per chi è attratto dalla spiritualità, il plenilunio del 10.5 inviterà ad una meditazione collettiva, per celebrare la Festa della luce. Inizio molto romantico con la Luna in Cancro. Sostenuti dalla forza del Sole taurino, che vi regala benessere e conforto, derivante dalla famiglia, in questo mese dovrete tuttavia affrontare le insidie di un Marte dissonante, che dai Gemelli provocherà distrazione e agitazione, oltre che rendervi piuttosto influenzabili. Siate perciò molto prudenti negli spostamenti e nella guida e non date troppa corda ai venditori ambulanti. Inoltre, usate con cautela anche lo shopping on-line, visto che i pianeti dall’Ariete invitano a spendere. Superfluo dirvi di evitare offerte suadenti e incontri via Internet. Se volete nutrire il vostro spirito, oltre al corpo, unitevi a un gruppo nel plenilunio del Wesak attorno al 10.5 per una meditazione collettiva.

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uante volte si usa la parola “destino” per dare una spiegazione a fatti non consueti e parpar ticolari; ma sapevate che questo era il nome che anticamente veniva dato alla Sibilla? La Sibilla era una figura femminile, prescelta dai saggi e considerata come essere superiore, e come interprete e tramite della volontà degli Dei e dispensatrice dei loro suggerimenti. La Sibilla non era semplicemente una medium come molti la considerano ancora oggi, oppure una sacerdotessa o una veggente; in realtà era il filo conduttore che faceva da tramite tra il mondo spirituale e quello terreno. Le Sibille, da quando venivano prescelte, vivevano e profetizprofetiz zavano nascoste agli occhi delle persone, trascorrendo la loro vita in luoghi ameni e particolarparticolar mente adatti a favorire lo stato di trance che permetteva loro di entrare in contatto con gli Dei a cui chiedere consigli e aiuto, infatti, nei pressi del luogo in cui vivevano spesso si trovavano fonti da cui esalavano gas inebrianti che favorivano la trance. Con il passare dei secoli, l’utilizzo di questa capacità di fare da ponte tra il mondo materiale e quello sovrannaturale è andata lentamente scomparendo a favore della dimensione materiale. Rimaneva comunque l’esigenza di una forma di divinazione seppur diversa dalla figura della Sibilla in quanto persona fisica; nei vari Paesi si svilupparono diversi tipi di divinazione: in Oriente, per citarne alcuni, attraverso

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l’Ching o Libro dei mutamenti, nel mondo celtico si utilizzarono sempre di più le Rune, mentre nella zona mediterranea si utilizzarono i Tarocchi, ed infine nacquero le carte delle Sibille. Questi metodi divinatori, in origine erano riservati solo a pochi eletti, mentre, con il passare dei secoli nacque l’esigenza di avere una forma scritta e non più verbale di queste forme di divinazione permettendo di tramandare ai posteri la capacità praticare questa antichissima arte. Naturalmente, anche se oggi i metodi divinatori sono più accessibili, non tutti hanno la capacità di interpretare il simbolismo delle carte divinatorie.

Rivolgetevi quindi a persone dotate di sensibilità e preparate nell’arte divinatoria, che saranno in grado di consigliare, indirizzare e suggerire le giuste risposte ad ogni quesito, grazie alla loro sensibilità che li mette in sintonia tra il moto astrale e quello umano. L’aiuto di questi esperti vi farà scoprire che il rapporto tra materia e anima può essere svelato attraverso l’interpretazione delle Sibille divinatorie, le profezie dei Druidi o profeti di altri popoli.

Ricordate che gli oracoli sono solo un mezzo per andare oltre le barriere del razionale portandoci a conoscenza di soluzioni a prima vista difficili e confuse.

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