Illustrazione Ticinese n. 5 - 2015

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illustrazione www.illustrazione.ch

N.5

- 15 MAGGIO 2015

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

TICINESE

IN NATURA

Quante formiche

IN FORMA

Cistifellea e calcoli


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4 Fuorionda Scarpe Diem

6 Appunti

Spunti, idee e consigli in vetrina

8 Sai che

Domande curiose e risposte sfiziose

10 In dialètt

L’Expo inscì doprum anca ul milanés

Editore Illustrazione Ticinese SA 6908 Lugano

11 Archivio

Distribuzione Direct Mail Company SA

12 Ritratto

Amministrazione e produzione Marco Werder Editore Matthias Werder Grafica Illustrazione Ticinese SA Gabriele Campeggio Inserzioni Ticino e Italia: Illustrazione Ticinese SA Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch

Svizzera tedesca e romanda: Grütter Media Käsereistrasse, 21 4914 Roggwil Tel./Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch

L’esposizione dell’anno 1937

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24 in forma

la cistifellea sa fare i calcoli Non si tratta però di un talento matematico, ma di sassolini che si formano a seguito della separazione della bile da alcune sostanze in essa contenute. testo Rachele Pozzi - rachele@illustrazione.ch

L

a cistifellea, o colecisti, è un piccolo organo atto a raccogliere la bile prodotta dagli epatociti e utilizzata nei processi digestivi. Si trova nella parte destra del torace, collegata al fegato. La cistifellea è presente in quasi tutti i vertebrati, comprese le specie più primitive, ma alcune ne sono del tutto prive, ad esempio i cavalli, le giraffe, i ratti, i piccioni, i pappagalli e molti squali.

Nome: cistifellea o colecisti Definizione: organo cavo Dimensioni: forma piriforme lungo 7-10 cm, di colore grigio/verde Peso: è una sorta di contenitore della capacità di 50 ml. Funzione: immagazzinare la bile Grado di importanza: secondario Sostituibile: no Indispensabile: no

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In copertina: Kathya Bonatti Foto: Gabriele Campeggio

Liberi e forti grazie alla consapevolezza

18 In natura Formiche sorprendenti

20 A tavola

Spadellare a 2’200 metri

24 In forma

La cistifellea sa fare i calcoli

27 Lavoretti Il cerchietto forato

28 In viaggio

Nella foresta con gli indios Uitoto

32 Oroscopo

Le previsioni di Cloris per la 2. metà di maggio 2015

34 Cruciverba Battaglie storiche

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Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito.

COME FUNZIONA? La bile prodotta nella cistifellea agevola le funzioni digestive dell’intestino, facendo in modo che il materiale alimentare ingerito aumenti di consistenza, e che rimanga più a lungo nel duodeno, affinché possa svolgersi l’emulsionamento dei grassi. Supporta inoltre i movimenti peristaltici dell’intestino. La patologia più comune, che colpisce circa il 15% della popolazione è la calcolosi biliare. Tra i fattori predisponenti vanno citati il sesso, le donne infatti sono doppiamente soggette rispetto agli uomini a causa degli estrogeni in eccesso in gravidanza, o in seguito a terapie ormonali contraccettive o sostitutive; il sovrappeso anche leggero o un forte dimagrimento improvviso; il diabete; una dieta scorretta, ricca di grassi e povera di fibre. Il colesterolo e il calcio

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Certificato Certificato PEFC PEFC Questo prodotto Questa rivista è realizzato stampata con su materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate PEFC/18-31-240

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Questa rivista è certificata PEFC™. Non sono certificati PEFC™ gli inserti pubblicitari.

Scarica l’app di Illustrazione Ticinese Potete leggere questa edizione anche su iPad, e se vi siete persi degli arretrati, li trovate nella sezione “archivio”. Buona lettura!

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fuor i ond a

scarpe

diem Ci sono due cose di cui non se ne ha mai abbastanza: buoni amici e buone scarpe! testo Roberto Rizzato - roberto.r@illustrazione.ch

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e scarpe sono sempre state un supplizio non solo per le donne che, per sembrare più belle e slanciate, si rovinano i piedi e la schiena camminando sui tacchi più assurdi; ma anche per i militari. Napoleone avrà pur detto che un esercito marcia in base alle condizioni della pancia ma, come sapevano bene i soldati americani dei cosiddetti “generali marciatori”, un buon paio di stivali poteva valere almeno quanto un buon fucile! Alcuni storici hanno addirittura ipotizzato che la sconfitta dei confederati, durante la Guerra di Secessione, dipese in gran parte dal fatto che le truppe sudiste non erano fornite di calzature adeguate. Nelle lunghe marce di affiancamento, tipiche della strategia del generale sudista Robert Lee, scarpe e stivali si consumavano rapidamente e, anche se ne vennero ordinati di nuovi persino in Europa, fin dalla prima battaglia di Bull Run, bastarono pochi mesi perché ne mancassero qualcosa come 40’000 paia. Erano molti i soldati confederati che non partecipavano alle marce o alle battaglie, semplicemente perché erano sprovvisti di calzature. Fu probabilmente anche questo il motivo che determinò ad Antietam, nel 1862, la sconfitta delle truppe sudiste del generale Lee: in un

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momento strategicamente cruciale, le autorità militari sudiste si videro, infatti, costrette a prelevare 2’000 uomini dall’esercito per metterli a fabbricare scarpe per i loro commilitoni! Vi fu un momento della Guerra di Secessione in cui il 25% dei soldati sudisti fu costretto a marciare a piedi nudi in mezzo al fango; e togliersi le scarpe prima di andare a dormire per far respirare un po’ i piedi significava non ritrovarle sicuramente più al risveglio. Da parte loro i nordisti, per semplificare e velocizzare i processi produttivi, si facevano fornire dai fabbricanti scarpe uguali per entrambi i piedi, che avrebbero dovuto prender la giusta forma a furia d’essere indossate: dolori e gonfiori ai piedi erano dunque all’ordine del giorno. Ma neppure durante la Seconda Guerra Mondiale il problema delle calzature militari trovò adeguata soluzione. Mentre gli stessi tedeschi constatarono che i loro stivali erano meno caldi di quelli russi, foderati all’interno di feltro, a ritrovarsi in una situazione ben più tragica furono i contingenti italiani che, nel ’41, affiancarono l’esercito nazista nell’Operazione Barbarossa: dovettero marciare nella neve con scarpe fatte di cartone! Anche per questo si disse che vennero sconfitti, più che dai russi, dal generale Inverno. v


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s ai che

leggiamo

SAI

perché

IL RUBINETTO DELL’ACQUA CALDA È A SINISTRA?

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Titoli di coda, di Petros Markaris

2. Momenti di trascurabile infelicità,

Tra le varie risposte, una plausibile è la seguente: quando ancora non esisteva il rubinetto dell’acqua calda, la manopola o la leva dei rubinetti dell’acqua fredda erano posti a destra (i mancini avevano scarsa considerazione…, ndr). Quando venne installata l’acqua calda, sembrò logico mantenere la fredda a destra e porre la calda a sinistra. Per una risposta esauriente, però, chiedete al vostro idraulico di fiducia.

di Francesco Piccolo

3. La giostra degli scambi, di Andrea Camilleri

ascoltiamo

1.

Giro del mondo, di Luciano Ligabue

2. Tortuga, di Antonello Venditti 3. Pezzi di vita, di Enrico Ruggeri

guardiamo

1. Samba, di Eric Toledano, Olivier Nakache

2. Adaline – L’eterna giovinezza, di Lee Toland Krieger

3. Addio al linguaggio, di Jean-Luc Godard

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SAI DA

cosa deriva

BRIGANTE?

Viaggiatori assaliti dai briganti, Bartolomeo Pinelli (1817).

SAI CHE

Questo termine, utilizzato oggi per definire un malvivente, in origine aveva una connotazione molto meno negativa. Deriva infatti dal verbo brigare, che significa praticare, trovarsi insieme, dal quale deriva anche il comune sbrigare, una faccenda ad esempio. La connotazione negativa ha iniziato a prendere piede verso il 1400.

signore si nasce

da Il Libro delle Signore, di Jolanda, Marchesa Plattis Majocchi, 1921 Letture femminili Vi sono intanto due libri da cui una donna prati-ca non dovrà mai fare a meno, e sono: un piccolo trattato d’igiene e d’economia domestica e un buon manuale di cucina. Questi le son necessari come la bussola al pilota. Tra i libri utili, può entrare anche qualche moderno galateo che la diriga e sciolga i suoi dubbi quando le si presenta un’occasione di agire. La sua bibliotechina dovrà inoltre essere fornita di un vocabolario e di una piccola enciclopedia da consultare all’occorrenza. Dia poi il posto d’onore ai quattro poeti classici Dante, Ariosto, Petrarca, Tasso, e vi aggiunga quegli autori di cui una donna, anche mediocremente colta, non può ignorare almeno le opere principali: Parini, Foscolo, Manzoni, Leopardi, Alfieri. (…) Tra i libri moderni preferisca quelli che dànno alla sua mente idee nobili, propositi virtuosi, che afforzano l’anima e la forniscano di più agili ali. (continua)


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i n d i al èt t

l’expo inscì doprum anca ul milanés Visin a nümm e sota ala Madunina gh’è anca da vedé ul padiglion svizzer, cunt i canton alpin. testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch

L’

Expo a Milan la tegnarà bota fin al 31 da otobar 2015. Sem chì a un tir da sciopp. E donca mia pòch da nümm ticinés narem a vedé. Ghè anca ul padiglión svizer (4 mila e passa metri quadri) che al tegn denta anca quel dal Tesin, Uri, Grison e Valés, cantón alpin. Ocasión, almen par nümm, da regordass dala manéra da fass capì in meneghin, la parlàda milanesa. Visin ala nossa, ma na quai volta anca un po’ tant distanta. Ul Carlo Porta, ul Delio Tessa e àlter scritór milanés. Grandissim, come sa fà a mia regordass? Propi dal Tessa (1886-1939) ghè stai dii che l’è “un Charlot molto ambrosiano e un po’ luganese” e ul Casagrande l’ha apena püblicàt ”Delio Tessa - La rava e la fava. 50 prose disperse”. Ma prövum anca a tirà scià “La parlata milanese detti e proverbi meneghini” dala Federica Sacchetti (edizioni Selecta) par fà vedé che “sem mia andaa a scoeul de giovedì”. Sa diseva inscì anca da nümm, quand che al giovedì sa stava a cà, sa faseva vacanza. E donca, in manéra eleganta, sa gha dava al soci dall’ignorant, in milanés “quajott” o anca “dal ciolla”. A difénd ul milanés, da püssée d’un sécol, gha pensa “Oh mia bela Madunina”. Milan adess l’è l’Expo, ma ul Dómm (duomo) l’è sémpar lì cunt la “Madunina, che te brilet de luntan, tüta d’ora e psicinina, ti te dominet Milan (...) inscì che “sperem che vegna minga la mania/de metes a cantà Malàno mia” (ul rifereriment l’è giò da là... sa capiss) e “canten

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tücc luntan de Napoli se mör/ma pö vegnan chì a Milan”. Ul Walter Valdi l’è stai ammò püssée pessimista sul destin dal dialètt milanés: “Lü el cercava de parlà,/ma nessuno lo capiva./Dopo un poo l’ha lassaa stà”. In gir baresi, calabresi, venezian “gh’era finna uno Zulù/e vun de la Polinesia”, un turco, un australian “ma nessuno che parlasse/il dialetto de Milan”. “Fabbricà el fumm de ras” al vöraress dì vantass (métela giò düra) da fà di ropp speciài e “voré el fumm de ras” pretend l’impossibil. “Doprà l’oli da gombed” al disom anca nümm, ma pussée giüst al somearess “doprà l’oli e el gombed”, parché ul trücch l’è quel da dagh sota a lüstrà come Dio comanda. Quaidün a dis che l’Expo al sarà un “rebellòtt”, milanesizzàda dal francés “rebellion”. E quand che i ropp i sa métan maa sa dis che “narà tusscòss a rebellòtt”. Ma tanti milanés i disan che rivaran scià vint milion da visitador e al sarà un grand sücèss. Inscì i milanés, che iè bon anca da ciapass mia tant sül seri, propi quand che sa sara sü botega (l’Expo), ul 1. da november i podarà regordass dala poesia dal Tessa “L’è el dì di Mort, alegher!”, inscì che “Torni da vial Certosa,/torni di Cimiteri/in mezz a un someneri/de cioccatee che vosa,/De baracchee che canta/e che giubbiana in santa/pas con de brasc da tosa” (di festaioli che cantano e che scherzano in santa pace a braccetto della ragazza). Vedarém donca se al sarà inscì, quand che l’Expo la tirerà giò la serranda (saracinesca). v


a rc hivio

l’esposizione

dell’anno 1937 Immagini dell’expo svoltasi a Parigi 78 anni or sono. a cura Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch

L’

Esposizione Internazionale intitolata “Arte e tecnica nella vita moderna” ebbe luogo a Parigi dal 25 maggio al 25 novembre del 1937, in un periodo storico di grandi tensioni tra i paesi europei. L’intento degli organizzatori, creare un clima più disteso tra le nazioni, durò il tempo di un’esposizione, e forse neanche quello. Qui vi proponiamo la pagina apparsa nell’ottobre del 1937 su Illustrazione Ticinese, che sigilla il momento raccogliendo alcune immagini di festa che i fotografi presenti all’evento parigino si erano dilettati a realizzare. v SCARICAMI Online la pagina del 1937. http://www.illustrazione.ch/archivio_05_15.tif

Cantine Aperte Tage der offenen Weinkeller Journées des Caves Ouvertes

30-31 maggio 2015 Canton Ticino Apertura dalle 10.00 alle 18.00

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r i t r at t o

liberi e forti grazie alla consapevolezza Abbiamo incontrato Kathya Bonatti per parlare con lei dei rapporti interpersonali e di sessualità. testo Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch foto Gabriele Campeggio

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erché, sebbene di allusioni più o meno esplicite al sesso la nostra società ne sia quasi satura, parlarne apertamente in modo chiaro e professionale sembra ancora un tabu. Noi lo abbiamo fatto con un’esperta, autrice tra le altre cose di sei libri che trattano di questo tema e della manipolazione dei rapporti umani. Chi si rivolge a lei e perché? “Si può rivolgere a me chiunque abbia una problematica legata alla poca chiarezza degli obiettivi da raggiungere. Le persone consapevoli e intelligenti vogliono ottenere di più, quindi io fungo da mental trainer per aiutarle a diventare padrone della propria mente. Se siamo padroni della nostra mente, possiamo raggiungere qualsiasi obiettivo”. Quando la sessualità da risorsa si trasforma in problema? “Quando le persone non sono consapevoli dei loro orientamenti, gusti e desideri, e quando le perversioni, che sono delle compulsioni di cui le persone non riescono a fare a meno, diventano ingombranti e non sono in armonia con la per personalità. All’interno della coppia, quando il sesso non è più elemento di coesione, quando c’è un calo del desiderio”.

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Quanto conta la sessualità all’interno di una coppia? “Quando la coppia ha una grandissima affinità intellettuale, l’intesa sessuale può ricoprire un ruolo meno protagonista, ma in genere la salute sessuale della coppia è indicativa anche di quanto una coppia è forte, e quindi durerà”.

«La sessualità

Quindi cosa può fare la coppia affinché l’attrazione sessuale rimanga viva? “La sessualità si rinnova con la novità e il mistero. Bisogna mantenere sempre una distanza personale, una sfera dell’Io che rimane intima e personale, non condivisa con il partner. Occorre avere la capacità di cambiare insieme al partner, di cercare insieme nuove strade legate a pratiche differenti. La sessualità è uno strumento per provare piacere, ma anche per conoscere sé stessi ed è una porta ver verso la spiritualità, un balsamo benefico. Bisogna però avere la capacità di andare oltre lo stimolo del piacere. La sessualità io la definisco sempre come un aereo supersonico: lo si può utilizzare per fare la tratta Lugano-Zurigo tutta la vita, oppure si può scegliere di farci il giro del mondo, scoprendo nuovi territori inesplorati”.

si modifica nel tempo»


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r i t r at t o

Che influenza ha la rete sull’approccio dei giovanissimi alla sessualità? “Per molti versi negativa. I ragazzi hanno spesso una concezione della sessualità legata alla pornografia, e quindi le ragazze si lamentano perché i ragazzi da loro si aspettano comportamenti da pornodive, e questo non è all’altezza della preparazione e della competenze di chi non fa questo lavoro, ma soprattutto non corrisponde alle priorità e ai reali bisogni affettivi dei giovani. Anche la televisione oggi propone modelli di rapporti di coppia che tendono a distorcere le aspettative. Film e telefilm mostrano rapporti consumati immediatamente e rapidamente e questa è una visione maschile del rapporto. In questo modo la sessualità va verso l’impoverimento e, paradossalmente, il rischio è il calo del desiderio”. Cosa possono fare i genitori per accompagnare i figli senza invadere la loro sfera intima? “Questa è una bellissima domanda! Per prima cosa i genitori non devono parlare con i figli delle proprie esperienze sessuali. I problemi di

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coppia non devono essere tema di condivisione famigliare. Dico sempre ai genitori che un buon metodo per approcciare il tema della sessualità è farlo tramite buoni libri. l genitori dovrebbero scegliere un libro adatto alla fascia d’età del figlio, leggerlo e poi darlo al figlio dicendogli di averlo letto, e di essere disponibili a parlarne, se lo desiderano. In questo modo il bambino è

SCHEDA

biografica

Nome: Kathya Cognome: Bonatti Nata a: Castagnola il 24 giugno Professione: life coach e consulente in sessuologia in Ticino; psicologa, psicoterapeuta e sessuologa in Italia, docente di “Sessuologia Forense” nel master interfacoltà di II livello all’Univesrità la “Sapienza” di Roma. Un libro: I libri scritti dai discepoli di Osho. Un film: L’insostenibile leggerezza dell’essere Una canzone: Your song, di Elton John Un motto: La consapevolezza rende liberi e forti Un piatto: tutti, purché vegani Una bevanda: l’acqua. Contiene vibrazioni.


informato in modo adatto e corretto, sa che i genitori sono al corrente delle stesse cose, e che quindi non sono motivo di vergogna o di tabu, ma hanno la scelta di parlarne o meno, a seconda della personale sensibilità”. Pensando ai genitori amici e confidenti dei loro figli, dove dovrebbe situarsi il confine di rispetto della sfera intima e privata? “I figli hanno bisogno di una guida sicura, e devono sapere che il genitore li accompagna con una competenza maggiore della loro. Se il genitore si rapporta con il figlio alla pari, questo aspetto viene a cadere completamente. Il ruolo della madre, o del padre, deve essere di autorevolezza e non di amicizia. Sì all’essere amorevoli e accoglienti, ma no ad essere amicali e paritari!” Si può affermare che l’attuale società non ha più tabu nei confronti del sesso? “Direi di no. Nonostante l’accesso illimitato alla pornografia di ogni tipo, senza limiti e distinzioni, c’è molta confusione e banalizzazione e questo porta all’ignoranza. Sarebbe bene parlarne, ma dando alla sessualità una connotazione più ampia, che comprenda la sfera affettiva”.

La sovraesposizione mediatica della sessualità rappresenta un pericolo? “Sì, i genitori dei giovanissimi soprattutto dovrebbero fare davvero attenzione, limitando efficacemente l’accesso dei bambini alla rete. Il contatto con la pornografia in tenera età può davvero essere scioccante, oltre ad essere fuorviante su quello che dovrebbero rappresentare le relazioni umane”. Come affrontare il tema dell’omosessualità con i giovani? “Nella sessuologia moderna si parla di pansessualismo, dal greco pas pasa pan, ovvero che tutto è ricompreso. La cultura verbale cerca di essere più rispettosa delle diverse sfumature di orientamento sessuale, senza fare discriminazioni. Tra i giovani, il problema dell’omosessualità può creare grande disagio. Se si parlasse di pansessualismo, non ci si dovrebbe più classificare. In questo caso ci dovrebbe essere più apertura. La sessualità è sfumata e si modifica nel tempo, quindi ci possono essere delle variabili che devono essere rispettate, senza essere stigmatizzate. Allo stesso tempo però è necessario collegare la sessualità alle relazioni umane”.

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... e per raggiungere i propri obiettivi… “Credere nel proprio valore e che sia giusto affermarlo, quindi imparare a dire sì quando è sì e no quando è no. Legittimare la possibilità di sbagliare e accettare i propri sbagli come strumento di crescita. Quando però si arriva alla consapevolezza che l’errore non corrisponde più al sentire interiore, occorre anche avere il coraggio di cambiare strada, e questo vale anche per le relazioni”. v

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Un consiglio alle coppie… “Conoscere sé stessi e dirsi la verità, prima di giudicarsi. Parlare della sessualità con il partner. Mantenere una comunicazione tattile. Questo è molto importante perché solo il 7% della comunicazione passa attraverso le parole. Accarezzarsi, toccarsi e guardarsi è molto importante. E poi baciarsi in bocca, perché è così che si trasmettono desiderio e passione. Per fare tutto questo è necessario legittimare il proprio valore, il proprio diritto di far valere i propri diritti”.

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Quindi una sorta di passo indietro nell’emancipazione femminile? “Sì, è così. Le donne non devono ridursi a schiave per poter conquistare un principe azzurro, che poi in questo caso azzurro non è. Se questa donna avesse usato le sue energie per amare sé stessa, non avrebbe perso tempo con un uomo così disturbato, anche se è più facile aiutare il prossimo”.

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Perché milioni di donne sono impazzite per “50 sfumature di grigio”, nella quale la donna è sessualmente dominata dall’uomo? “I protagonisti vivono delle patologie, delle perversioni della relazione. Le donne che si identificano in questa figura prima di tutto sono attratte dal protagonista maschile bello e ricco. Si tratta di una favola quindi, che attrae le donne che non hanno piena consapevolezza di sé. Vi è anche la sindrome della crocerossina, e non da ultimo il fatto che molte donne non si sentono all’altezza di essere consorti regine e quindi si ritrovano in questa fragile figura femminile. È comunque una visione distorta del rapporto di coppia nella quale non ci si dovrebbe identificare. Non è necessario diventare schiave per farsi amare”.

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i n nat ur a

formiche sorprendenti In Ticino è presente una novantina delle 12’990 specie descritte nel mondo. Con un’infinità di stratagemmi hanno colonizzato gran parte della Terra e il loro peso totale supera quello di tutti gli esseri umani. testo e foto Christian Bernasconi

DIVERSITÀ DI COMPORTAMENTI Le formiche tessitrici costruiscono il loro nido sugli alberi. A centinaia, le operaie si dispongono sul bordo di due foglie vicine, afferrandone una con le zampe posteriori e l’altra con le mandibole o le zampe anteriori; in seguito tirano, avvicinando i due bordi. Se lo spazio tra due foglie è eccessivo, le operaie formano delle catene di più individui tra una foglia e l’altra e si mettono a tirare tutte assieme. Appena i due bordi sono vicini, altre

operaie accorrono trasportando tra le mandibole le giovani larve e le stimolano affinché producano della seta, poi queste operaie si muovono da una parte all’altra come se avessero un ago usando il filo di seta, per cucire assieme le due foglie. Le formiche legionarie delle foreste equatoriali, invece, formano colonie molto popolose e voraci: quando cacciano, avanzano su un largo fronte e catturano tutte le prede viventi che incontrano sul loro cammino. Consumano molto cibo e deRegina di formica dei boschi pronta a partire per il volo nuziale.

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FORMICHE

in casa

Primavera e le formiche rientrano nelle nostre case, perché alle nostre latitudini esse ibernano digiunando: dopo il lungo riposo hanno quindi bisogno di cibo e, non trovandone abbastanza all’esterno, lo cercano in casa. In genere, l’intrusione dura solo alcune settimane ed esse se ne andranno non appena troveranno cibo a sufficienza all’esterno. Come allontanarle senza ricorrere ai classici spray? Nutrirle all’esterno con miele liquido, oppure depositare una traccia di burro o margarina sul loro percorso casalingo; quando il burro diventa rancido, esala un odore simile a quello delle formiche morte, allarmando e allontanando quelle vive.

Formicaio di formiche dei boschi nel Lucomagno.

vono dislocarsi spesso per accedere a nuovi territori di caccia. Così, invece di costruire un vero e proprio nido, creano accampamenti temporanei formati dal corpo di moltissime operaie (fino a 750 mila) unite tra loro, rendendo più veloci gli spostamenti di tutta la colonia. Le nostre formiche dei boschi, che prediligono le foreste di conifere di montagna, hanno pure una grande abilità. Riconoscibili dai loro nidi a forma di monticello, costruiti con aghi di pino, abete o altro materiale vegetale, esse climatizzano il proprio formicaio a una temperatura costante di circa 25°C nella stagione d’attività, anche quando fuori fa freddo o più caldo. In questo modo il nido diventa un’efficace incubatrice che assicura alle lar larve uno sviluppo più rapido e quindi un vantaggio concorrenziale rispetto alle specie che non sono in grado di regolare la temperatura del nido. Per saperne di più sulla vita delle formiche, par partecipate alla gita guidata in programma il prossimo 21 giugno 2015 presso il Centro Pro Natura. www.pronatura-lucomagno.ch/programma v

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a t avol a

spadellare a 2’200 metri A cena a Davesco, a casa di Ornella ed Emilio Schneidt. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

E

cco una delle tante “chicche” per gli appassionati di arte culinaria. Sul Journal of Agricultural and Food Chemistry è stata pubblicata recentemente una ricerca che svela come il cibo, cucinato in alta quota a bassa pressione, guadagni in gusto e in freschezza. Per Ornella ed Emilio Schneidt, guardiani della capanna Michela/Motterascio in Greina, questa non è di certo una sorpresa. Da ormai 18 anni avvezzi a cucinare a circa 2’200 metri di altezza, sanno sicuramente che l’aria di montagna non è solo un toccasana per le vie respiratorie, ma anche per le papille gustative. E chi li ha raggiunti nell’alta Valle di Blenio, ha senz’altro capito il concetto dopo il primo boccone! TEAM AFFIATATO Colgo quindi con immenso piacere l’invito a cena della coppia perché un’escursione nella cucina di alta quota, mancava alla rubrica “a tavola” che ormai curo da qualche tempo con passione e interesse, anche personale, perché amo cucinare e mangiare bene. L’appuntamento è a casa loro a Davesco, alla vigilia della nuova stagione in capanna che debutterà il 15 giugno. La loro intesa nella vita, nella professione e nelle passioni condivise è invidiabile. Sono un team

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Ornella si occupa di antipasti, insalate e dolci.

affiatato, ognuno con il suo ruolo ben preciso. In cucina le regole sono chiare: Ornella si occupa prevalentemente di aperitivi, antipasti, insalate, dessert e torte. Se siete passati dalla “Michela” e non avete gustato una delle sue torte del giorno, vi siete certamente persi qualcosa! Emilio, per gli amici Mimo, è soprattutto lo specialista delle carni. E non solo carni “qualunque”. Il nostro chef per passione sa cucinare la marmotta in salmì, le palle di toro, la selvaggina, i rognoni, il coniglio in salmì, lo stinco e via dicendo. PREPARATIVI PER L’APERTURA Ma come vengono fatti i rifornimenti in una capanna che si raggiunge unicamente a piedi e,

nella migliore delle ipotesi, in un paio d’ore dal Lago del Luzzone? “A inizio stagione ci avvaliamo di un elicottero che ci trasporta in quota la scorta di base che, tra cibi e bevande, è di circa sette tonnellate. Per la carne, che compriamo fresca, abbiamo a disposizione un congelatore. Nel corso della stagione, poi, ogni dieci giorni possiamo fare rifornimento, in particolare di frutta e verdura, grazie a una piccola teleferica per il trasporto delle merci. Sappiamo bene che questa è una grande fortuna perché tanti nostri colleghi guardiani devono invece servire perlopiù frutta e verdura in scatola. Per quanto riguarda il pane, lo facciamo fresco ogni due giorni e una volta alla settimana ci arriva via filo

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a t avol a a sbalzo dal panettiere della valle”, mi spiegano Mimo e Ornella. IN GREINA COME A DAVESCO Non sono moltissimi anni che la capanna Michela può fregiarsi di una cucina moderna e attrezzata. In effetti i lavori di ristrutturazione risalgono al 2006. “Fino ad allora avevamo a disposizione una cucina economica a legna e un piccolo réchaud. Eppure si spadellava, e anche tanto, visto che in quegli anni abbiamo toccato il record della capanna con 4’000 pernottamenti stagionali”. Oggi come allora l’obiettivo è comunque sempre uno: dare il meglio per soddisfare l’escursionista che non deve solo essere saziato, ma deve gustare e stupirsi di ciò che trova nel piatto ad alta quota. Come ci si riesce? La formula è semplice: “Noi cuciniamo in capanna per 70 persone esattamente come cuciniamo a casa per noi due. E questo perché non sappiamo fare in altro modo. Dalla nostra cucina d’alta quota escono piatti realizzati con prodotti di qualità sulla base di ricette collaudate e apprezzate. Abbiamo un occhio di riguardo per chi è vegetariano e anche per coloro che soffrono di intolleranze alimentari. Inoltre ci informiamo sempre su cosa ha mangiato nel rifugio precedente chi fa un trekking di alcuni giorni per evitare di servirgli la stessa pietanza”. QUASI À LA CARTE E come si confeziona un menù a oltre 2’000 metri di altitudine? “In genere stiliamo un programma settimanale, in modo da poterci or organizzare al meglio. In linea di massima nelle nostre capanne - e qui parlo per chi si ferma a dormire e quindi paga la mezza pensione, vale a dire cena, pernottamento e colazione - la sera si mangia un primo a base di minestra, da noi sempre con verdure fresche. Poi segue un’insalata e un secondo e infine un dessert. Magari ci sta anche un assaggio di formaggi. Naturalmente bisogna essere molto elastici perché le variabili sono diverse: in primis la meteo, ma anche ospiti esigenti, poco avvezzi alle abitudini in capanna o con pretese che non siamo in grado di soddisfare. Ad ogni modo, anche se non siamo

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un ristorante, e questo per alcuni non è ancora chiaro, a mezzogiorno possiamo cucinare quasi à la carte e, su riservazione, anche piatti speciali”, mi dice Mimo. E Ornella aggiunge: “Inoltre in cucina cerchiamo di sfruttare anche ciò che ci offre la natura. Per brevi periodi nei pressi della capanna possiamo trovare le ortiche, gli spinaci selvatici, il timo selvatico, l’erba cipollina e alcuni fiori commestibili come la mutellina, che metto nelle insalate”. Ma qual è la specialità per la quale siete conosciuti in capanna? Risponde Ornella: “Sicuramente ci siamo fatti una fama con le torte, da quella di pane alle crostate con la marmellata, dalla torta di pere e cioccolato allo strudel di mele, dalla torta di carote a quella di mele. Con il tempo, anche alcuni nostri piatti sono diventati famosi. Come ad esempio il risotto con i porri che questa sera cucinerò io e i rognoni trifolati che preparerà Mimo”. CAPANNA, B&B E CASA Ora mi è chiaro che, oltre alla passione per la montagna, per essere i gerenti di una capanna bisogna avere passione per la cucina, ingegno, pazienza, fantasia. Ornella mi racconta di essere “cresciuta in una famiglia contadina, primogenita di sei figli. In casa, tra i compiti, vi era anche quello di cucinare. La maggior parte di quello che so fare l’ho imparato da sola. Cerco di non usare prodotti in scatola, precotti o preconfezionati e con gli anni

ete o v a e S iatt i p n u arc n i c da cuivete scr ostra n alla zione! reda

Mimo durante la preparazione dei rognoni trifolati.


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la mia cucina è diventata più elaborata, grazie anche ai numerosi libri di ricette di cui dispongo, oltre 200!”. Mimo, invece, ricorda che il suo primo contatto con i fornelli l’ha avuto a scuola reclute: “Le cucine delle caserme e, soprattutto quelle da campo, sono state da subito un mondo affascinante e tutto da scoprire. È lì che è nata la mia passione”. Una passione che li ha portati a decidere, 18 anni fa, di raccogliere la sfida in Greina e, solo un paio di anni or sono, di aprire in casa loro il Lugano’s B&B, un piccolo e grazioso appartamentino sottotetto dove viziare i turisti. È in effetti evidente che per i coniugi Schneidt avere ospiti è una collaudata abitudine e deliziarli con le loro specialità un valore aggiunto. La cena di questa sera, prevedeva piatti che Ornella e Mimo preparano anche in quota: da un’insalata molto speciale che faceva da corona a involtini di zucchine con salmone e formaggio, all’apprezzatissimo risotto ai porri, agli ottimi rognoni trifolati serviti con la barba di frate. Per chiudere un tiramisù alle fragole. Il tutto “annaffiato” dai vini che l’escursionista trova anche alla “Michela”. Insomma, questa volta la quota era di soli 450 m s.l.m., ma ciò che è uscito dalla cucina di casa Schneidt si è rivelato decisamente… all’altezza! v

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in f or m a

la cistifellea sa fare i calcoli Non si tratta però di un talento matematico, ma di sassolini che si formano a seguito della separazione della bile da alcune sostanze in essa contenute. testo Rachele Pozzi - rachele@illustrazione.ch

L

a cistifellea, o colecisti, è un piccolo organo atto a raccogliere la bile prodotta dagli epatociti e utilizzata nei processi digestivi. Si trova nella parte destra del torace, collegata al fegato. La cistifellea è presente in quasi tutti i vertebrati, comprese le specie più primitive, ma alcune ne sono del tutto prive, ad esempio i cavalli, le giraffe, i ratti, i piccioni, i pappagalli e molti squali.

Nome: cistifellea o colecisti Definizione: organo cavo Dimensioni: forma piriforme, lungo 7-10 cm, di colore grigio/verde Peso: è una sorta di contenitore della capacità di 50 ml. Funzione: immagazzinare la bile Grado di importanza: secondario Sostituibile: no Indispensabile: no

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COME FUNZIONA? La bile prodotta nella cistifellea agevola le funzioni digestive dell’intestino, facendo in modo che il materiale alimentare ingerito aumenti di consistenza, e che rimanga più a lungo nel duodeno, affinché possa svolgersi l’emulsionamento dei grassi. Supporta inoltre i movimenti peristaltici dell’intestino. La patologia più comune, che colpisce circa il 15% della popolazione, è la calcolosi biliare. Tra i fattori predisponenti vanno citati il sesso, le donne infatti sono doppiamente soggette rispetto agli uomini a causa degli estrogeni in eccesso in gravidanza, o in seguito a terapie ormonali contraccettive o sostitutive; il sovrappeso anche leggero o un forte dimagrimento improvviso; il diabete; una dieta scorretta, ricca di grassi e povera di fibre. Il colesterolo e il calcio


inorganico possono causare la formazione di calcoli all’interno della cistifellea, un problema che si può risolvere in modo relativamente semplice, ma che si può anche prevenire con una dieta equilibrata e ricca di frutta e verdura. Nella maggior parte dei casi comunque, i calcoli nella cistifellea passano del tutto inosservati perché non causano problemi e risultano asintomatici. Quando il calcolo migra attraverso le vie biliari, insorge la colica biliare, che causa dolore anche molto intenso, che può durare diverse ore, fino a qualche gior giorno, per poi cessare improvvisamente, quando il calcolo migrante arriva nell’intestino e viene quindi eliminato con le feci. Se si blocca nel dotto cistico può invece rendersi necessario l’intervento medico e chirurgico.

«I calcoli sono quasi sempre asintomatici»

UN PO’ DI STORIA La calcolosi biliare è conosciuta sin dall’antichità ed era nota anche nei mammiferi, soprattutto nei buoi. Vesalio la descrisse in seguito alle Il Giuramento di Ippocrate.

sue ricerche sul cadavere umano. La presenza di un calcolo era nota come “male della pietra” e la sua asportazione chirurgica, il “taglio della pietra”, era un intervento pericoloso, eseguito senza anestesia, che se non sfociava in un’emor un’emorragia letale, quasi sempre portava a gravissime complicanze, infezioni e all’impotenza. Proprio per questo motivo, già Ippocrate (460-370 a.C.) la comprese nel suo Giuramento con queste parole “Non opererò coloro che soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività”. Solo molto più tardi, Morgagni, Hoffmann e Boerhaave ne approfondirono lo studio anatomopatologico e clinico. L’analisi chimica dei calcoli segnò un notevole progresso con la scoperta della colesterina fatta da Chevreul nel 1815. L’asportazione chirurgica della cistifellea venne ideata da Zambeccari, che la eseguì su un cane nel 1630. Sull’uomo fu praticata la prima volta dal dottor K. Langenbuch nel 1881, e costituisce ancora oggi la cura chirurgica radicale di molte malattie, tra cui tumori benigni e maligni. Nella medicina tradizionale cinese, la bile prodotta dalla cistifellea è da sempre un ingrediente molto importante. Veniva estratta da orsi tibetani cacciati e uccisi per questo scopo. A partire dagli Anni 70, l’orso tibetano viene dichiarato specie protetta e non può più venire cacciato, nascono così le cosiddette “Fattorie della bile”, terribili luoghi dove gli orsi vengono tenuti barbaramente rinchiusi in gabbie strettissime e dove devono subire quotidianamente l’estrazione della bile tramite cateteri inseriti direttamente nella cistifellea. Nel 1998 l’inglese Jill Robinson fonda l’Animal Asia Foundation e successivamente il Centro di recupero per gli orsi salvati, ma la completa chiusura e abolizione di questi luoghi è ancora una trattativa aperta con il governo cinese. UN PO’ DI GOSSIP Oggi i vip postano sui social di tutto, anche i propri bollettini medici, così scopriamo che Pink non ha più la cistifellea. La cantante ha infatti postato su Twitter una sua foto a seguito dell’intervento con la didascalia “Mettetemi un

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in f or m a Pink dopo l’intervento di rimozione della cistifellea.

camice e una flebo al braccio e io sono una ragazza felice”. Anche il giovane dj e produttore discografico

IRE CON NOI. PERCHÈ COSTRU

svedese Avicii è stato operato d’urgenza a seguito di un’infiammazione alla cistifellea e ha subito una colecistectomia. v

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Un elastico e delle margheritine decorative si trasformano in un romantico cerchietto. idea, disegni e realizzazione Anto - antonella@illustrazione.ch

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1. Passa l’elastico intorno alla tua testa come fosse un cerchietto per prendere la misura giusta, quindi aggiungi 3 cm e taglia l’elastico. Con ago e filo bianco, ma meglio se un adulto può usare la macchina da cucire, sovrapponi un’estremità dell’elastico all’altra e cuci insieme le due parti. 2. Dal pannolenci verde ritaglia tante piccole foglioline. 3. Elimina il picciolo verde di plastica dura sul

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retro delle margherite. Si separerà la corolla bianca dal centro giallo. Taglia il gambetto sul retro del centro giallo in modo da ottenere un dischetto piatto. 4. A questo punto, usando la colla a caldo, fissa prima una fogliolina, poi la corolla e infine il dischetto giallo. Disponi in questo modo quante margherite vuoi, ma solo sulla parte centrale dell’elastico, il resto rimane nascosto sotto i capelli.

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i n vi aggi o

nella foresta con gli indios uitoto “Ma quanto manca ancora?”, domando a Ricardo. Mi dice “circa cinque minuti, siamo vicini”. La medesima risposta me l’aveva già data un’ora prima! Ora però odo anche il sordo suono dei tamtam nella foresta. testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch

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Rimandare di un mese il pagamento della rata in scadenza?

GLI ULTIMI INDIOS? Da alcuni giorni vivo in un piccolo villaggio situato lungo un braccio di fiume laterale del Rio delle Amazzoni. Frequento gli indigeni del luogo, condivido nel limite del possibile i loro usi e costumi. Mangio e dormo con loro. Mi inoltro spesso nella foresta percorrendo piste e sentieri cercando di vincere il calore opprimente e l’umidità che nelle ore pomeridiane diviene asfissiante. Lo faccio quasi sempre in compagnia di un indigeno. Incontro piccole comunità di indios Boras o Yagua, a volte trovo una “maloca” tradizionale deserta, sono grandi capanne, luoghi di culto degli indigeni. Con l’Amico Carlos ho risalito il Rio Ampiyacu in canoa a motore.

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Lui conosce ogni piccolo riale, ogni laguna e ci siamo addentrati in una foresta impenetrabile e sublime, dove i suoni delle giungla paiono vicini e dove ti senti incredibilmente piccolo. Gli indios dell’Amazzonia vivono in una delle zone più inospitali della terra. Un luogo tra i meno densamente popolati del mondo, caratterizzato da una foresta pluviale che è l’incredibile habitat di una biodiversità dal valore inestimabile di alberi, uccelli e mammiferi. La maggior parte degli indigeni conduce una vita primordiale in simbiosi con gli elementi naturali, suddivisi in piccoli gruppi e strutture tribali a volte molto differenti le une dalle altre per usi e costumi. Col passare dei secoli sono stati ANNUNCIO

Senza costi aggiuntivi.


La vita degli indigeni si svolge sempre vicino ai corsi d’acqua.

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Si può fare?

ciate linee fittizie che le dividono le une dalle altre. Gruppi etnici simili si trovano di conseguenza distribuiti a volte in più nazioni, Perù, Colombia, Ecuador, Brasile. Oggi sul Rio delle Amazzoni e sui suoi principali affluenti ci s’imbatte sovente in pattuglie militari. Uomini

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sempre più confrontati col mondo esterno, ma pare vi siano ancora comunità nella giungla che non hanno ancora avuto nessun contatto con la nostra civiltà. Il numero degli indios amazzonici si è ridotto sempre più. Oggi non sono più di 200’000, pochissimi se si pensa che nel XVI secolo si stima fossero cinque milioni. Sono stati decimati da malattie e da avventurieri senza scrupoli, ma anche da grandi compagnie minerarie o agricole che ne hanno distrutto l’habitat. Nel corso degli ultimi decenni, come non bastasse, vi è stato pure il confronto con i movimenti di guerriglia in vari paesi. Loro, gli indios, sino a qual momento non sapevano forse nemmeno che il mondo è suddiviso in nazioni e che nelle loro immense terre sono state trac-

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i n vi aggi o I tipici tamtam tradizionali delle “maloca”, per annunciare i riti nella foresta. La polvere di coca non può mancare in una cerimonia indios.

armati su barconi militarizzati che ti controllano passaporto e bagagli. Cercano droga e armi, oppure malviventi. Ho sovente osservato le facce degli indios con i quali ho viaggiato, i loro visi interlocutori e un poco persi. Non capivano cosa tutto ciò significasse. Perché mai, oggi, vi è qualcuno che vuole controllare tutto, in una giungla nella quale loro vivono da secoli e che per loro non aveva mai avuto limiti se non quelli della sua immensità, dei sui fiumi e magari delle rivalità di altri gruppi etnici concorrenti. GLI OCAINA IN FUGA Da un paio d’ore seguo il passo veloce di Ricardo, percorriamo una pista nella foresta, a volte ci imbattiamo in radure coltivate, poi guadiamo riali rinfrescanti, per poi nuovamente immergerci in una fitta selva. Gli domando per l’ennesima volta quanto manca e lui mi dice “poco, ci siamo quasi, non più di cinque minuti”, la medesima risposta di… un’ora prima. Ricardo è un mestizios, un mezzosangue. Ci siamo conosciuti sulla piazza del villaggio nella quale avevo mangiato un buon pollo con manioca presso la tendina di sua moglie. Mi aveva pure offerto del

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“juane”, una sorta di pallina di riso, pollo, olive e uova avvolti in foglie di banano. Di incontro in incontro, di conoscenza in conoscenza, ero venuto a sapere da Adriana, una signora di etnia Boras, che nella foresta gli indios Ocaina stavano organizzando una festa. Dell’etnia Ocaina non avevo mai sentito parlare sino a quel momento, sono in effetti una minoranza emigrata originariamente dalla Colombia. La gran parte di loro è fuggita ai tempi della corsa al caucciù, quando i cercatori, i “seringueros”, li reclutavano, o meglio li riducevano in schiavitù, obbligandoli a lavorare in maniera disumana per loro nella giungla. Vi furono sovente anche spedizioni punitive e i racconti storici parlano di macabri tiri a segno su bersagli umani. In anni più recenti sono invece fuggiti dai cercatori d’oro e quindi dai movimenti di guerriglia che usurpavano le loro terre e ne saccheggiavano i villaggi.

«Gli indios

non sanno che ci sono confini tra nazioni»


Indios Yagua mi salutano dalla capanna. La preparazione del pane di cassava con farina di manioca.

IL SUONO DEL TAMTAM NON SI ARRESTA MAI Finalmente odo in lontananza i sordi suoni dei tamtam e ben presto, quasi per incanto, mi ritrovo su di una piccola radura nella foresta, dove è costruita una “maloca” tradizionale, la casa delle cerimonie. È molto grande, le pareti fatte di piccoli tronchi fissati gli uni accanto agli altri, il tetto conico è di foglie. All’interno vi sono diversi bracieri e noto un lungo tronco la cui estremità è a forma di testa di serpente, simboleggia un’anaconda, mi dicono. Mi presento al “kuraka”, il capo villaggio e vengo accolto, dopo un primo momento di sorpresa, con molta simpatia. Tutti paiono desiderosi, per non dire orgogliosi, di coinvolgermi nei preparativi della festa che avrà luogo il giorno seguente. Ritrovo la tradizionale cassava, grattata, pressata, impastata e quindi cotta sul fuoco per ricavarne un pane piatto e circolare. Maucel Magone, il figlio del capo villaggio, mi offre un bicchiere di cavana, il succo del frutto dell’umari, un liquido tanto denso e nemmeno molto gustoso che fatico a bere, benché addolcito un poco da succo d’ana-

nas. Ogni momento è accompagnato dal suono dell’aron, il tamtam tradizionale costituito da due tronchi cavi simboleggianti l’uno il maschio e l’altro la femmina. Dal mattino le percussioni non si sono mai arrestate e col passare del tempo mi sembra quasi divengano parte di me stesso, ho la sensazione che pure il mio cuore batta al medesimo ritmo. Gli indigeni, inoltre, consumano in continuazione coca e succo di tabacco (ambil), li aiuta a sopportare la fatica e il grande caldo. Ma le droghe sono anche elementi fonfon damentali della cultura, delle relazioni sociali, delle celebrazioni e non da ultimo della comunicazione col mondo soprannaturale. Nel corso dei riti che seguiranno, mi dicono che così potranno sempre più avvicinarsi al mondo dei loro antenati. La cerimonia prosegue per un giorno e una notte senza interruzione e sono lieto che gli indios Ocaina, lontani e isolati nella selva, ritrovino i loro riti tradizionali. Presto, col buio, la foresta sarà loro ancora più vicina, con tutti i suoi suoni e i suoi spiriti. Io non sono che un semplice spettatore, che forse fatica a comprendere quello che accade.

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o r oscop o testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch

g ARIETE 21/3 - 20/4

h TORO 21/4 - 20/5

i GEMELLI 21/5 - 21/6

j CANCRO 22/6 - 22/7

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PREVISIONI PER LA SECONDA METÀ DI MAGGIO 2015

Questa seconda parte inizia con un bel trigono di fuoco e con il supporto di Marte e Mer Mercurio a indicare un periodo molto proficuo e dinamico dal profilo professionale. InteressanInteressan ti i settori dei media, radio e giornalismo e di chi si occupa di benessere. Non mancheranno le novità nell’ambiente di lavoro e qualcuno di voi sentirà forte il desiderio di cambiamenti radicali. Eventuali contratti da firmare entro il 19.5, così come acquisti e vendite. Buon feeling con bambini e giovani. Novità anche in campo amoroso. Venere dissonante dal Cancro porterà invece qualche conflitto in famiglia per questioni di denaro. Salute: moderate il vostro iperattivismo.

Fino al 20.5 avrete Sole nel segno in ottimo aspetto a Venere, ma anche Nettuno e Plutone vi sono sempre favorevoli. Questo sarà un buon periodo per dedicarsi alle cose piacevoli della vita, al vostro benessere, in particolare nei giorni 16-17-18 con la luna nel vostro segno! Giornate romantiche in amore. Prestate attenzione ai sogni. Potrà anche essere bebe nefico occuparsi di giardinaggio, fare l’orto o un po’ di pulizia negli armadi e liberare la casa da oggetti inutili. Notizie importanti in arrivo il 21.5 e il 26.5. Possibili entrate di denaro extra che però dovrete reinvestire subito. Il 23, 24 e 31.5 dovrete invece agire e muovervi con più prudenza.

Mercurio e Marte nel segno, iperstimolati da Urano e Giove accentuano il vostro dinamismo mentale, già superattivo per natura, rendendovi più impazienti e impulsivi del solito. Spirerà un forte vento di rinnovamento! La routine vi annoia per cui cercherete di metmettere in campo nuove idee, nuove strategie. Voi giovani, dallo spirito avventuroso, sarete i più favoriti. Interessanti contatti con l’estero. Attenzione però con chi vi metterete in affari, perché Mercurio dal giorno 19.5 inizierà la sua retrogradazione e invita alla prudenza. Evitate ogni decisione impulsiva, anche in amore. Tenete d’occhio i vostri documenti se viaggiate. Stressanti i giorni 25-26 e 27 maggio.

Venere è nel vostro segno ed è ben sostenuta dal Sole in Toro fino al giorno 20.5 che vi regala amore, piacere e benessere. Visite gradevoli in arrivo. Ottimi i giorni 16-17 e 18, magici per l’amore, ma anche interessanti per dedicarsi alla casa, alla famiglia e ai bambini. Favorite le maternità se siete ancora in età fertile, care donne. Potrà essere anche piapia cevole progettare una bella gita fuori città, e scoprire luoghi incantevoli. La retrogradaretrograda zione di Mercurio dal giorno 19.5 potrebbe rendervi invece meno esuberanti o portarvi a prediligere il silenzio, la quiete, ciò che favorirà l’ispirazione per eventuali progetti futuri o per scrivere.

ILLUSTRAZIONE TICINESE 05-15

k LEONE 23/7 - 23/8

l VERGINE 24/8 - 22/9

a BILANCIA 23/9 - 22/10

b SCORPIONE 23/10 - 22/11

Periodo stressante con il Sole in Toro fino al 20.5, per cui sarà bene limitare gli impegni, anche se Marte vi galvanizza e vi rende iperattivi, mentre Mercurio porta una ventata di freschezza e avventura. Non è escluso che vi venga proposto un nuovo incarico, come leader di un gruppo se siete attorno alla quaqua rantina. Ottimo feeling con giovani e bambini. Bene lo sport! In amore sarete attratti da per persone dalle idee aperte e dallo spirito giovanile. Non mancheranno dunque i flirt. Voi donne sentirete però il richiamo di serate romantiche e più intime. Molto piacevoli i giorni 28-29 e 30.5 per la vita sociale, dove potrete incontrare gente interessante.

Dal 21.5 inizia un periodo un po’ complicato, ma intanto avete il sostegno di Sole (ancora in Toro fino al 20.5) e di Venere che vi suppor supporteranno nei momenti di stress e nervosismo, dovuti al lungo transito di Mercurio in Gemelli, dove si è appena collocato anche Marte. Sarà probabile che dobbiate modificare qualche piano rispetto al vostro lavoro e ai vostri fifi gli, se ne avete. Difficoltà d’intesa con figure maschili. In amore sarà bene non buttarsi in avventure nuove, perché lasciano il tempo che trovano. Le finanze potranno migliorare, ma dovrete far fronte a uscite inaspettate. Salute: attenzione alle infezioni virali. Curatevi con l’omeopatia.

Questo è un periodo molto proficuo per voi, sia per il lavoro, lo studio e il tempo libero. Con Mercurio e Marte in trigono sarete particolarmente intraprendenti e finalmente capaci di affermarvi, quindi di accettare nuove sfide. Ottimi i settori a contatto con il pubblico, i giovani e i bambini, così come lo sport. La vostra vita sociale sarà piena di incontri intriganti e persino vantaggiosi. Amori passionali in vista. Non mancheranno i viaggi di piacere o di studio, dove unire l’utile al dilettevole. Trattate il settore delle finanze con intelligenza e praticità evitando le spese superflue. Salute: in netta ripresa, ma muovetevi di più. Bene la danza e la bicicletta.

Con il Sole in opposizione fino al giorno 20, sarete più stressati e affaticati, specie nei giorni 16-17 e 18.5 con la luna altrettanto critica. Limitate quindi i vostri impegni e cer cercate di riposare di più. Mercurio e Marte dai Gemelli non daranno tregua e siccome i soldi vi interessano molto, questi due pianeti stimoleranno il fiuto per gli affari che, grazie a una Venere superpositiva, potrà anche portare a un bel colpaccio. Qualunque sia la vostra atat tività, sarete molto svegli e ispirati. E anche in amore non mancheranno incontri intriganti. L’erotismo e il romanticismo si mescoleranno magicamente. Salute: bene lo sport di squadra. Curate l’alimentazione.


PREVISIONI PER LA PRIMA SECONDA DI MAGGIO 2015

c SAGITTARIO 23/11 - 21/12

d CAPRICORNO 22/12 - 20/1

Un Sole importante fino al giorno 20.5 vi renderà molto efficienti nel lavoro ma dovrete fare i conti con Mercurio e Marte opposti che procureranno parecchio stress e nervosismo, specie nei contatti con gli altri. Difficile anche l’intesa di coppia, che rischierà di sfasciarsi. Forse dovete analizzare meglio il vostro modo di fare e di porvi nelle relazioni con gli altri, sia che siate soci di lavoro, genitori o educatori. I figli adolescenti o i vostri allievi vi provocheranno parecchio: trovate nuove strategie per entrare in contatto con loro. Prudenza anche nella guida e negli sport. Ottimi i giorni 23-24 e 28-29-30 maggio per gli incontri sociali e per ritrovare l’equilibrio. Fino al giorno 20.5 potrete contare sulla forza del Sole che, dal Toro vi regalerà efficienza, pragmatismo e successo. Molto positivi i giorni 16-17-18.5, durante i quali sarete molto ispirati e chissà che qualcuno dei media non vi contatti. In effetti Marte e Mercurio dai Gemelli in 6. campo li favoriscono. La vostra visione non è superficiale come potrebbero indicare i due pianeti e neppure vi buttate a capofitto in imprese nuove e poco realistiche, bensì potreste fungere da guida per i giovani o per un team di lavoro, dove la vostra esperienza si mescola all’innovazione. L’amore riri serverà delle sorprese ai single. Salute: sport all’aria aperta.

Fino al giorno 20.5 il Sole si troverà in una posizione critica per voi, così come la Luna nei giorni 16-17-18.5, rendendovi insofferenti verso chi vi vuole controllare. Per fortuna Saturno dal Sagittario vi aiuterà nel gestire con saggezza i vari rapporti e le vostre energie prorompenti, frenando l’irruenza di Marte e Mercurio in Gemelli. La mente sarà iperstimoiperstimo lata e non troverà requie, presi come siete da mille interessi e dalla voglia di sperimentare e conoscere. Vale anche in amore. Inutile prepre tendere stabilità in questo momento. Poi, voi, difficilmente rinunciate alla vostra libertà! Salute: bene lo sport all’aperto ma trovate anche il tempo per riposare.

e AQUARIO 21/1 - 19/2

f PESCI 20/2 - 20/3

Il Sole fino al giorno 20.5 sarà il vostro protettore, così come Plutone, che terranno sotto controllo le dissonanze provenienti da Marte e Mercurio in Gemelli, che portano solo ner nervosismo, confusione e stress. Non lasciatevi influenzare e trasportare come foglie al vento di qua e di là, ma rimanete concentrati, per quanto possibile, su ciò che starete facendo. Dato che il lavoro, lo studio o le relazioni con i figli adolescenti (se ne avete) apparirano faticosi in questo periodo, il vero benessere e conforto lo troverete nell’amore, nelle amicizie vere, con cui trascorrere momenti piacevoli. Importanti aiuti da figure femminili. Salute: attenzione ai virus e alle intossicazioni.

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 05-15

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c ru ci ver b a

battaglie

storiche Chi sconfisse i Cartaginesi a Canne? Risolvete il cruciverba e le lettere nelle caselle contrassegnate dai numeri in rosso ve lo diranno. testo Daniela Sandrini - daniela@illustrazione.ch

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ORIZZONTALI: 1. Balocco 11. È ghiotto di miele 12. Nebulizzazione 14. Vocabolario 16. Possono essere mancini 17. Sta per “orecchio” 18. È simile alla lira 19. Fu ucciso a Roncisvalle 21. Spinta iniziale 23. Progetti 24. Consonanti in laurea 26. Proprio così! 27. Congiunzione eufonica 28. Edith, cantante francese 30. Due nullità 31. Cerimonie 33. Pronome per personale 35. Ribassare, saldare 38. Profondo, intimo 40. Il pronome dell’egoista 41. Si possono trapiantare 43. Le iniziali della Magnani 44. Calze dispari 46. Dittongo in piaga 47. Loi, noto regista 49. Intacca la vite 50. Un frutto.

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VERTICALI: 1. Insenatura del mare Arabico 2. Rabbie, furori 3. Comprende Domodossola 4. Sconfisse Massenzio al Ponte Milvio 5. Una sigla del radiologo 6. Il noto Teo 7. In mezzo al coro 8. Combattimento 9. La Wanda del varietà 10. Arti pennuti 13. Lo consulta chi parte 15. Atomi 20. Buffi, grotteschi 22. Risparmio, oculatezza 25. Teodorico vi sconfisse Odoacre 28. La capitale della Repubblica Ceca 29. Il Dario del teatro 32. I confini del Ticino 34. Due romani 36. Complessino canoro 37. Il dio egizio del sole 39. Thomas, scrittore 42. Diana nel cuore 45. Pari in tenda 48. Il sodio del chimico.


LLa voce del destino

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oce del destino, questo è il nome che veniva dato in passato alla Sibilla Sibilla, questa figura femminile, prescelta dagli uomini come essere superiore, interprete della volontà e dispensatrice dei suggerimenti divini. La Sibilla non era semplicemente una medium, una veggente o una sacerdotessa ma un filo conduttore che faceva da filtro tra il mondo spirituale e quello terreno. Le Sibille vivevano e profetizzavano in luoghi ameni e particolarmente adatti a favorire lo stato di trance che permetteva loro di entrare in contatto con le figure divine a cui chiedere consigli e aiuto. Nel corso dei secoli, questa capacità di fare da ponte tra il mondo materiale e quello sovrannaturale è andata via via scomparendo per lasciare spazio sempre più alla dimensione materiale. Nacque quindi l’esigenza di trovare una forma di divinazione che potesse sostituire la figura della Sibilla o chi praticava l’arte divinatoria come lei; in Oriente si sviluppò la divinazione attraverso l’ Ching o Libro dei mutamenti mutamenti, nel mondo celtico vennero a svilupparsi le Rune e nella zona mediterranea dell’Europa si utilizzarono i Tarocchi o, in secondo luogo nacquero le carte delle Sibille. Tutti questi metodi divinatori, in origine non erano diffusi a tutta la popolazione e solo nel tempo, dopo la fine dell’epoca delle Sibille divinatorie, nacque l’esigenza di dare una connotazione scritta e non più verbale a queste forme di divinazione permettendo di trasmettere ai posteri la capacità di mantenere in vita questa antichissima arte. Se le Sibille aiutavano gli uomini grazie alla loro capacità di connettersi con il mondo ultraterreno e ricevere le risposte che poi trasmettevano a voce, Ching, Tarocchi, Rune ecc… divennero la forma scritta di queste forze dispensatrici di consigli. Naturalmente, anche utilizzando questi mezzi più accessibili, non è da tutti la capacità di interpretare il simbolismo intrinseco nelle carte stesse, è necessario quindi rivolgersi a persone dotate di capacità e sensibilità molto affinate che saranno in grado di consigliare, indirizzare e suggerire le giuste risposte ad ogni quesito, grazie anche alla loro innata sensibilità che li mette in correlazione tra il moto astrale e la coscienza umana. Provate anche voi a rivolgervi ad esperti in materia e scoprirete che il contatto tra la materia e l’anima passa attraverso l’antica arte delle Sibille divinatorie, o se preferite, potete scegliere le profezie dei Druidi o dei profeti delle nostre terre. Ricordate che gli oracoli sono un mezzo per andare oltre le barriere del razionale facendoci vedere oltre il momento attuale portandoci a conoscenza di soluzioni a prima vista difficili e confuse.

DAIANA 0901 588 216 Medium sensitiva, opero nel campo della radioestesia e cartomanzia.

SIBILLE 0901 588 263 Ho sempre praticato con passione cartomanzia e divinazioni.

ANGELA 0901 588 215

L’unica veramente in grado di farvi conoscere in un modo meravigliosamente semplice il nome del vostro Angelo Custode.

ELENA 0901 588 251 Se cerchi professionalità, esperienza e correttezza, se hai bisogno di un’amica io ci sono.

SIRIA 0901 588 252

Cartomante con esperienza riconosciuta e consolidata da diversi anni.

AMBRA 0901 588 292

Possiedo doti extrasensoriali, a disposizione di chi ne ha bisogno.

GIADA 0901 588 218 Dall’amore per l’esoterico l’esperienza nelle carte delle Sibille.

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LARA 0901 593 821

Ho sempre pensato che nel mondo ci sia una forza motrice in grado di smuovere qualunque cosa.

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