Illustrazione Ticinese n. 6 - 2008

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illustrazione www.illustrazione.ch

TICINESE

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

N° 06 - 1. GIUGNO 2008

ESCURSIONI Lago del Starlarèsc REPORTAGE Il costruttore di telescopi MOTOR TIME Il percorso del sapere

SERGIO OSTINELLI L'uomo che ci fa vivere gli Europei da casa


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Porta sempre con te un pezzetto di natura‌


SOMMARIO

IN PRIMIS Se pensate che spegnendo il televisore o lo stereo interrompete il consumo elettrico, se siete convinti che la vostra macchina per il caffè consumi solo quando eroga il caffè e che il caricatore del telefonino attaccato alla presa consumi solo se collegato al telefonino, beh vi sbagliate! Tutti gli apparecchi elettrici e gli elettrodomestici attaccati alla corrente, muniti di accumulatore o in standby consumano comunque, poiché sono spenti solo apparentemente. Il televisore è l’esempio classico, ma la casa è piena di apparecchi così. È stato calcolato che il consumo di corrente elettrica di un’economia domestica è costituito per il 10% dagli apparecchi in standby. In Svizzera quindi questa percentuale corrisponde a

4 Fuorionda Quel ridicolo maschilismo

6 Scelti per voi La rubrica a misura di lettore

8 Scriv in dialètt Bèss: a vörum mia véss ul Bronx ticinés

10 Ma tu lo sai? Una risposta ai tuoi perché

12 L’intervista La mia vita con la Nazionale

21 Euro ‘08 eccoci Quando i sogni si avverano!

24 A tavola in Ticino Omaggio ai sapori della natura

28 Internet Informatica del futuro o futuro dell’informatica? (1ª parte)

30 Sondaggio Febbre da Europei?

32 Cani, gatti & Co.

2 miliardi di chilovattora* all’anno, che corrispondono al consumo elettrico di tutto il Canton Ticino! Per limitare il consumo inutile e per ridurre la bolletta, basta prendere cinque semplici provvedimenti: acquistare articoli verificando che siano a ridotto consumo energetico, usare prese multiple munite di interruttore, spegnere sempre l’interruttore principale, impostare le funzioni di riduzione energetica negli apparecchi che la prevedono, staccare i caricatori dalle prese dopo l’uso e spegnere. Le luci, lo stereo, il televisore, la macchina del caffè e tutti gli apparecchi non utilizzati. La redazione

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Attenzione quando miagolo!

33 Da non credere Notizie dal passato…

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34 Viaggi Curiosa ospitalità africana La loro Africa, Ghana (6ª parte)

38 Escursioni Pensare i sentieri

40 Salute Cellulite: la piaga dell’estate

42 Reportage Francesco Fumagalli: avvicino l’estremamente lontano

47 Penne, pennelli e pasticci La gabbiatrice

48 Oggi parliamo di… “Scusi, potrei avere le tre grandi P?”

51 Parliamo di soldi Nascita e gioventù

52 Sport *Fonte: Topten International Group

Dove regna il silenzio

56 Motor Time In viaggio nella magia del sapere Sgattaiolare con potenza nel traffico

63 Oroscopo Le previsioni di Cloris per la prima metà di giugno

66 Cruciverba Caccia al personaggio Troverete la prossima edizione di llustrazione Ticinese, nella vostra bucalettere a metà giugno.

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IN COPERTINA: Sergio Ostinelli (foto Ti-Press/Gabriele Putzu)

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FUORIONDA

QUEL RIDICOLO

MASCHILISMO “Come si intitola il libro più piccolo del mondo? Quello che gli uomini sanno delle donne”. testo Roberto Rizzato

S

i rimprovera spesso alla cultura cattolica di discriminare le donne, visto che la Chiesa si ostina ancora oggi a negare il sacerdozio femminile. Come se, ad esempio, il buddhismo (così tanto di moda fra gli occidentali che vogliono rifarsi una spiritualità) fosse meno maschilista: in parecchi testi buddhisti le donne vengono descritte come gelose, stupide e piene di passioni negative, a partire dalle figlie di Mara, personificazioni della Lussuria, dell’Avidità e dell’Invidia. Il corpo della donna viene considerato impuro e vergognoso e viene consigliato ai praticanti maschili che hanno preso la Via della Liberazione di tenere le donne a debita distanza! È anche vero che il buddhismo cinese ha cercato, almeno teoricamente, di promuovere una mag-

«Rimase nel

fondo solo la Speranza» giore uguaglianza tra maschi e femmine assimilando anche le istanze dell’ideologia comunista; tuttavia è ben nota la tradizione misogina della Cina dove uno dei più miti proverbi recita: “La Grande Muraglia è stata edificata dalla saggezza degli uomini e verrà distrutta dalla stupidità delle donne”. Ma come potremmo scandalizzarci di tutto ciò noialtri occi-

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dentali, permeati di cultura maschilista? Non dimentichiamo che il concetto stesso di “peccato originale”, tramandatoci dalla Bibbia, sembra scaricare gran parte della colpa proprio sulla donna: fu difatti Eva a convincere Adamo ad addentare il frutto proibito dell’Albero della Conoscenza, provocando la cacciata dell’umanità dal Paradiso verso questa “valle di lacrime”. È pur vero che la Bibbia annovera anche figure femminili virtuose: come la saggia Ester, la fedele Anna o la stessa Maria, madre di Gesù. Sono anche le leggende greche ad averci ribadito un’immagine della donna quantomai deteriore: nei miti ellenici troviamo infatti la personificazione femminile dei peggiori difetti dell’umanità. Molti di questi miti sono stati importati e perpetuati anche dagli antichi romani. Nel mondo greco le donne erano considerate delle specie di creature di serie B, appena un gradino sociale più in su degli schiavi. Perciò nelle leggende degli dei capita spesso che la causa di tutti i guai sia una donna. Mai sentito parlare, ad esempio, di Pandora? Questo nome letteralmente significa “piena di doni”. Il dio-fabbro Efesto (che i romani identificarono con Vulcano) l’aveva creata dalla creta e Zeus (Giove) l’aveva inviata nel mondo come punizione per gli uomini. Pandora era insomma la prima donna, l’Eva degli antichi greci, ed era stata donata a Epimeteo (il cui nome curiosamente significa “colui che riflette in ritardo”) insieme ad un vaso sigillato che non doveva essere aperto per nessuna ragione al mondo. Ma naturalmente Pandora non poté resi-

«Noialtri,

permeati di cultura maschilista» stere alla tentazione, tolse il coperchio e dal vaso fuoriuscirono tutti i mali del mondo. Rimase nel fondo solo la Speranza che, secondo una sagace definizione, è soltanto una forma rimandata di... disperazione. Ma, per quanto male gli uomini possano pensare e parlare delle donne, non c’è donna che non riesca a pensare e parlare degli uomini persino peggio. Proprio in questi giorni ho ricevuto per email una simpatica letterina con perle di battutismo femminista, tipo: “Cosa disse il Signore dopo aver creato l’uomo? Posso fare di meglio. E fu così che creò la donna”; “Non sono le donne a incretinire gli uomini: la maggior parte di loro si dedica al fai-da-te”; “Non lasciare che la mente del tuo uomo vaghi: è troppo piccola per stare là fuori tutta sola”; “Opta per gli uomini più giovani, tanto non maturano mai: o sono acerbi o diventano marci direttamente”. La mail si concludeva così: “Manda questo messaggio a 5 donne intelligenti che conosci e le divertirai; poi mandalo a 5 uomini con abbastanza senso dell’umorismo da trovarlo divertente... OK, almeno 5 donne intelligenti puoi riuscire a trovarle”:-)


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Da avere I tifosi più fortunati I fortunati tifosi che potranno seguire le partite con una maglia originale della nostra Nazionale autografata da Barnetta sono: Ilaria Fior di Bosco Luganese, Lorenzo Scalvedi di Ghirone e Francesca Debernardi di Minusio. Quelli che potranno cercare di riprodurre le prodezze viste in tivù con un pallone originale sono: Lea Realini di Giubiasco, Antonio De Andrade di Caslano e Leo Marti di Ascona. I dieci fortunati che invece tra una partita e l’altra potranno rifocillarsi con un Happy Meal di McDonald’s, verranno a avvisati personalmente.

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I semi nascosti Green Pan ™, Migros

Vi è già successo di seminare con entusiasmo carote e ravanelli, annaffiare e attendere con ansia i frutti e invece… niente? Vi è già successo di seminare un sacchetto di semini di basilico nel vasetto sul balcone e invece… niente? Allora: NON si semina un sacchetto intero in un vasetto, NON si seppelliscono i semi 30 cm sotto terra, NON si mettono i semi di carote e ravanelli a manciate. Per chi ha un pollice tutt’altro che verde, esistono ora i semini già distribuiti nel giusto quantitativo e alla giusta distanza tra loro, tra due strati di velina biodegradabile. Basta posare la cartina sulla terra, coprirla leggermente ed ecco fatto! E poi non è più necessario avvelenare tutte le povere formichine che vengono a far scorta di semini nel nostro orto, perché così nascosti tra due veli, i semini sono perfettamente protetti… Semplicemente geniale!

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http://illustrazioneticinese.blogspot.com Oppure passando da www.illustrazione.ch Beh era chiaro che prima o poi vi invitassimo a visitare il nostro blog! Perché vorremmo conoscevi e chiacchierare con voi. Vorremmo sapere cosa pensate di Illustrazione Ticinese, come la vorreste o come non la vorreste. Ci interessa la vostra opinione e le vostre idee. Ecco, venite a trovarci e raccontatevi, commentate, leggete. È un modo simpatico per comunicare in tempo reale, in modo semplice e informale. Vi aspettiamo!


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SCRIV IN DIALÈTT

BÈSS: A VÖRUM MIA

VÉSS UL BRONX TICINÉS Temp indré l’eva domà pal trafic in strada: adess a gh’è un altro génar da trafic che al gha fa pagüra ala gént. scrivüt dal Pier Baron

Un cünt a l’è riportà i ropp che ta sentat dì e un altro l’è véssig denta in dala sitüazion: inscì anca ul voss scriba (scrivàn, quel che scriv, insóma) che al ponda ul scheletro in via Bèss 25, l’è mia che al sia contentissim dala piega che i’an ciapàt i ropp, chi chiinscì, da un quai ann in scià. Na volta via Bèss a Lügan l’eva cognossüda come via Galli a Ciass e via Simen a Locarno par ul volüm dal trafic di machin: nient da particolar, ta sett visin ala bretèla dall’autostrada e tücc i santi dì da lavor, in di orari dal föra e denta, tai lì i colonn che ala matina i sa möv come lümàgh, cunt i semafori che i cerca da fà passà svèlt i autobus che porta giò la gént a lavorà in centro. Dai Cinc Vì (Cinque vie) al tünnel da Bèss una deséna fra ristorant e bétol i’évan in man a ticinés o italian. Giò di part dala stazion a gh’eva

«I’evan pess föra da l’acqua» anca un trafic da donett (donne di non difficili costumi) ma al distürbava mia püssée da quel tant. Pö i ticinés e i italian i’an molàt ul mazz, tegnì vèrt i “ritrovi” dala matina ai cinc fin a mezzanott, se ta sét mia in cinc o sés che giran denta (e che salta föra la pagnòta par tücc) ta sa cónsciat da bütà via nal gir da un quai ann. I’è rivàt i slavi e pö i türchi, devi dì brava gént in general, che i fann quel che nüm e i italian i vöran pü fà: prövee

voialtri, bona gént, a tegnì vèrt ul sit 1516 or sü 24 e pö dopo am discütum. Sü in scima ala via Bèss i’à pö verdüt ul sit dala Croce Rossa par i “asilanti”: gh’em mia fai tant cas, fin che pö anca vün come ul voss scrivan, che al và in gir sempar cunt la crapa par l’aria (“Nonno, non ci sei mai con la testa!” la gha dis la so nevodina) al s’è nincorgiüt che quaicoss a funzionava mia tant ben. Sü e giò da via Bèss un pelegrinagg da gént, disemm “mia propi bianc da pell” se vörum mia ris-scià una denüncia, cunt scià düü o trii telefonin in man: altri che sàltan sü e giò di bus, piazzàt giò in fond, anca lì sémpar adré a strüsà, parlass e telefonà. Giò ul soo l’è nocc, la gént da Bèss la cominciàt a mia véss tant tranquila se la vöreva nà giò in centro e pö tornaa sü a pè, a pesciàna. Scarpinà sóta al tünnel da Bèss l’eva mia (e forse anca incöö l’è mia) ul massim, quaidün i s’è anca trövàt lì cunt una “offerta” che püssée ciàra da quela… sa mör. Almen, sa pò anca tirà i aghett. Gha vöreva mia tant a capì che la magioranza da quela “brava” gént l’eva rivàda lì da l’autostrada o sül treno: un quaivün al podeva pogiass a un quai altro “in loco” (seràt ul centro dalla Croce Rossa, i asilanti i’ann metüt denta in di apartament), ma la magioranza i’evan “pess föra da l’acqua”, sü e giò dala via Bèss cunt la facia strälunada, come se i cercass quaicoss in un sit che i’ann mai nè vist nè cognossüd. Dopo al pò vèss anca vera che i’en stai obligàt da una quai “mafia”, füsil dadré da la schéna, a vegnì in Europaa a spacià. Ma nüm, orca cica, pòdum mia cargass süi spall tücc i maa dal mond. Tanto pü che nüm cunt l’Africa a gh’em propi nessün débit, em mai fai co-

«Pö i ticinés e

i italian i’an molàt ul mazz» me i nazion marinàr (Italia, Spagna, inglés, olandés e portoghés) che i’à colonizzàt da brütt: anzi, nüm em cercàt, in dal noss picol, da fà dal ben e adiritüra a gh’è nai giò dal Mendrisiott ul dotor Giüsep Maggi, che l’ha metüt sü tant da ospedai e ricover. Doprando benissim i noss danée. Em firmàt petizion, quaidün al s’è metüt a disposizion par la “ronda notturna”, in manéra da stàg püsséee tacàt ala prevenzion che la fà la polizia: ma a gh’em anca di lég (leggi) e di regolament strampalat, se l’è vera che ai “asilanti” a gha pàgum l’abunamént general dala ferovia e quel par girà süi bus dala città da Lügan. Se pö l’è vera quel che è stai dii in dala sirada püblica a Bèss, che dal 2010 quel che vegn fermàt al po’ adiritüra “ricüsà” ul poliziott (se gha piàs mia la so facia, la so manéra da fà) addio fichi e ta salüdi. Par intant, a livell svizer, cunt tütt ul “garantismo” che gira, ul sistema püssée pratic al somea quel da “spostà” ul problema: fö di ball da Bèss, via da Lügan e dopo? Ma quant che sa trövat chi gént che vegn dal canton Vaud e da quell da Zürig e pö, in tra da lor, i régola i cünt tirando föra ul curtell al parco Ciani, se che ta vegn vöia da dì e da fà? Sperém ben, bona gént, parché l’è propri mia voncia.

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SAI PERCHÉ LA PIPÌ ASSUME UN ODORE PARTICOLARE SE MANGI ASPARAGI? Gli asparagi hanno notevoli proprietà diuretiche e contengono asparagina o acido aspartico, responsabile del caratteristico odore che assume l’urina dopo averli mangiati. La comparsa dell’odore di asparagi nell’urina è associata all’efficienza del sistema renale: se il sistema è efficiente, l’odore si sente nella minzione immediatamente successiva all’ingestione di asparagi.

1 2 1° Il mondo che vorrei di Vasco Rossi 2° Back to black di Amy Winehouse 3° Safari di Jovanotti Classifica dei CD più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con City Disc, Lugano.

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ALLEVARE UNA SERPE IN SENO? Quest’espressione è un antico modo di dire per mettere in guardia chi vuol fare del bene a una persona malvagia. Deriva da una favoletta di Fedro che narra di un uomo che aveva raccolto una serpe intirizzita dal freddo e l’aveva scaldata in grembo. La serpe, ripresasi, non esitò a mordere lo sventurato uccidendolo con il suo mortale veleno.

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Incisione del 1844.

BASTARDO?

Classifica dei libri più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con la Libreria Segnalibro, Lugano.

SAI CHI HA INVENTATO

SAI DA COSA DERIVA

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1° La caccia di Carla Del Ponte/Chuck Sudetic 2° Il migliore amico dell'orso di Arto Paasilinna 3° Tutto per una ragazza di Nick Hornby

Fedro (20 a.C. – 50 d.C).

Questo termine, usato per indicare offensivamente un figlio illegittimo, è nato in Provenza. Era usanza all’epoca che i mulattieri utilizzassero la propria sella (o basto appunto) come letto improvvisato nelle osterie e che su questo giaciglio si intrattenessero con donne occasionali. Ecco quindi che i figli nati a seguito di questi incontri, e quindi senza legittimo padre, diventarono fils de bast.

3 SAI COSA LEGGIAMO?

SAI PERCHÉ SI DICE

SAI COSA ASCOLTIAMO?

MA TU LO SAI?

IL WEB? Probabilmente pochi sanno che il primo sito web è nato in Svizzera! Laureatosi ad Oxford nel 1976 dove costruì il suo primo computer, nel 1980 Tim BernersLee trascorse sei mesi al CERN di Ginevra dove realizzò, per uso privato, il primo programma per immagazzinare informazioni. Nel 1984 tornò al CERN e il 6 agosto 1991 mise online il primo sito per condividere le informazioni e le risorse del CERN. Il primo indirizzo in assoluto, allora più lungo, è stato così semplificato Tim Berners-Lee (Lonhttp://info.cern.ch. dra, 8 giugno 1955).



L’INTERVISTA

LA MIA VITA

CON LA NAZIONALE Pensavamo che Sergio Ostinelli fosse una presenza esclusivamente virtuale, televisiva, onirica. Invece è reale, e lo abbiamo incontrato nella sua casa di Morbio Inferiore, nella quale ci ha accolto con la sua numerosa famiglia. Ne è scaturita questa intervista, la storia di uno… sportivo che non pratica sport, ma lo commenta, con discrezione, perché sia soprattutto l’evento sportivo a parlarci. testo testo Marco Marco Ortelli Ortelli -- foto foto Ti-Press/Gabriele Ti-Press/Gabriele Putzu Putzu

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Sergio Ostinelli nel nuovissimo stadio Wembley di Londra.

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L’INTERVISTA

“G

entili lettrici e lettori buonasera dal mitico stadio della mente, dove davanti agli occhi vedo scorrere la Nazionale delle Nazionali, risultata da una selezione tra tutti i giocatori che nel corso della mia carriera giornalistica - dagli anni ’60 a oggi - ho visto giostrare con la casacca rossocrociata...”. Immagino si stia dicendo questo, Sergio Ostinelli, quando durante l’intervista gli chiedo di stilare per noi la sua Nazionale Svizzera Tipo. Davanti ai suoi occhi forse stanno affiorando le partite alle quali ha assistito, i giocatori che ha visto e intervistato, finché, dopo qualche attimo di riflessione, opta per la selezione che vediamo accanto. E stiamo parlando solo della Nazionale di calcio. Sì, perché fa impressione l’elenco di grandi eventi sportivi ai quali egli ci dice di 2. HOTTIGER aver preso parte in qualità di radio- e telecronista: “9 edizioni dei Campionati mondiali di calcio (dal 1974 al 2006) e 7 edizioni degli Europei (1980-2004), 9 edizioni estive (1972-2004) e 7 in6. HERMANN vernali (1976-1994) dei Giochi Olimpici, 10 edizioni dei Mondiali di ciclismo e 5 edizioni dei Mondiali di sci”. Senza dimenticare gli innumerevoli eventi sportivi di carattere nazionale, cantonale e regionale.

Che nasca anche da qui la sua propensione per la dimensione verbale?, mi domando, mentre l’incontro prosegue con la narrazione del percorso professionale, una volta compiuti gli 1. PROSPERI studi al Collegio Papio di Ascona. Apprendiamo così del suo ingresso in Radio nel 1964, avendo quali ‘maestri’ i già citati Rigassi e Albertini, unitamente ad Alberto Barberis, un “pioniere che si occupava di ciclismo” e Ti3. MAGNIN 4. P. MÜLLER 5. GEIGER ziano Colotti, “del quale inizialmente ero stato il secondo”. Risale poi al 1990 il suo passaggio in televisione, a caratterizzare una carriera professionale dedicata allo sport in generale e al calcio 7. A. SUTTER 8. ODERMATT 9. TURKYILMAZ in particolare.

10. BLÄTTLER Mediare tra spettatori a casa e avvenimento sportivo attraverso il mezzo di comunicazione radiofonico e televisivo, una passione che arriva… “da lontano. Il calcio è entrato molto presto nella mia vita perché mio padre mi portava sempre a vedere il Locarno. Allora le quattro squadre ticinesi che ora sono in Challenge League, giostravano in Serie A, c’erano i derby, al Lido arrivavano il Grasshopper, lo Young Boys, il Basilea, tutte partitone, e sicuramente in quegli anni mio padre mi ha trasmesso la passione per il calcio. Decisivo è stato poi il 1954, l’anno dei Mondiali in Svizzera, avevo 10 anni, e ricordo l’atmosfera che circondava la Nazionale. Si era agli albori della televisione, il giovedì sera, ad esempio, ci si trovava nei ristoranti per vedere Lascia o raddoppia; alcune partite dei Mondiali le ho viste proprio nei ritrovi pubblici. Ma era la radio a contare maggiormente, con la magica voce di Giuseppe Albertini e Vico Rigassi a raccontarci le imprese sportive. Una magia che mi ha catturato spingendomi poi a scegliere questa professione”.

La rievocazione degli anni Cinquanta mi porta a chiedere a Osti-

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nelli di raccontarci un poco del bambino Sergio: “nato e cresciuto a Locarno, sono stato un bambino del tutto normale, ho vissuto un’infanzia felice, con un ottimo equilibrio tra scuola e giochi. Con un aneddoto particolare, perché tutti i giochi e gli sport li praticavo con la mia parte sinistra, da mancino autentico, mentre a scuola ero obbligato a impiegare la destra per scrivere, e infatti ancora oggi non ho una grafia particolarmente bella”.

11. FREI

Una carriera che possiamo idealmente sbobinare su nastro, o ripercorrere alla moviola, focalizzando l’attenzione su personaggi, eventi, situazioni e luoghi che maggiormente hanno colpito la mente tanto del giovane radiocronista, quanto del navigato professionista.

I PERSONAGGI “Tra i personaggi che maggiormente mi hanno colpito citerei il nostro Clay Regazzoni e Reinhold Messner, che per motivi diversi si assomigliavano un po’. Regazzoni lo incontrai subito dopo il suo incidente di Long Beach, nel 1980, quando non si sapeva se avrebbe potuto ancora camminare o meno. A Basilea realizzammo un’intervista molto commovente in cui egli diceva di essere terrrorizzato dalla prospettiva di dover vivere su una sedia a rotelle e che avrebbe fatto di tutto per tornare a camminare. Di Messner potei scoprire la profondità del personaggio, si vedeva che davanti a me vi era un uomo che era passato attraverso molte sofferenze ed esperienze estreme”. IL CALCIATORE “Ricordo volentieri Ferenc Puskás, il capitano della Nazionale ungherese che nel ’54 perse i Mondiali a Berna, che molti anni dopo, di passaggio a Lugano come allenatore di una squadra egiziana, incontrai nell’arco di un pomeriggio, durante il quale,


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L’INTERVISTA

tra le altre cose gli domandai perché non fosse più tornato nel suo paese - era fuggito dall’Ungheria nel ’56 quando c’era stata l’invasione da parte dell’Unione Sovietica. “Sa cosa vuol dire per me tornare in Ungheria?”, mi aveva risposto, “significa che tutte le volte che cammino per strada la gente mi domanda perché abbiamo perso la finale del ’54”. Aveva preferito vivere all’estero che in un incubo permanente”. LE PARTITE DI CALCIO “Svizzera - Romania vinta dai nostri 4 a 1, ai Mondiali statunitensi del ’94 nello stadio Silverdome di Detroit; fu un match clamoroso, sia dal punto di vista della qualità, sia delle emozioni. E poi la sconfitta per 4 a 2 contro la Turchia a Istanbul, nello spareggio mondiale del 2005, dove mai prima di allora mi era capitato di vivere in un simile clima intimidatorio. Per quello che attiene al Ticino, mi è rimasta impressa la rete di Turkyilmaz, nel maggio del ’91 a Sofia, contro la Bulgaria,

SCHEDA BIOGRAFICA Nome: Sergio Cognome: Ostinelli Data di nascita: 9 agosto 1944 Domicilio: Morbio Inferiore Stato Civile: coniugato, con Alida Professione: giornalista TSI Esordio sportivo radiofonico: “Locarno-Zugo, partita di calcio di Prima divisione, un esordio difficilissimo”

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quando sotto di due reti nel primo tempo, si riuscì a pareggiare e poi al 90esimo Kubi si involò da metacampo inseguito invano dal difensore, fece uscire il portiere e lo infilò con un tiro all’incrocio dei pali”. GLI STADI “Ho visto praticamente tutti gli stadi più quotati del mondo, in assoluto, però, quello che più mi ha impressionato è il vecchio Wembley di Londra, ora demolito. Wembley ha scritto i capitoli fondamentali della storia del calcio, lì l’Ungheria sconfisse 63 un Inghilterra che fino a quel momento non aveva mai perso in casa, dove si sono giocate memorabili finali di coppa inglese. Quello nuovo è un impianto bellissimo, ma direi che è uno dei tanti stadi belli presenti attualmente, cui però manca il pathos. Personalmente avrei preferito che il vecchio stadio venisse conservato e ristrutturato, era una sorta di basilica del calcio”. GLI EVENTI SPORTIVI “La prima medaglia d’oro nei 100 metri stile libero vinta dal grande nuotatore americano Mark Spitz ai Giochi Olimpici del ’72 in Germania, e, nel ’76, a Montreal, il primo dieci nella storia della ginnastica artistica, colto dall’esile Nadia Comaneci, in un’atmosfera straordinaria”. L’EVENTO “La situazione più drammatica l’ho vissuta, sempre nel ’72, in Germania; ero ai miei primi Giochi, ed essi vennero sconvolti dal tragico assalto dei palestinesi alla palazzina degli israeliani.


Da giornalisti giunti sul posto per raccontare eventi sportivi ci trasformammo in testimoni di un evento politico”. LA CITTÀ “Ho molto apprezzato Sidney. Una città bellissima, forse quella in cui ho trovato più convergenze, penso alla bellezza paesaggistica e alla qualità della vita. Una città in cui chiunque potrebbe vivere senza fatica, perché è grande ma non opprimente come Tokyo o Pechino, c’è molto verde e una baia spettacolare”. Di fronte a tali e tanti personaggi incontrati, a bocca aperta mi sorge naturale chiedere a Ostinelli se il fatto di raccontare di protagonisti sportivi, senza… esserlo, possa generare nel commentatore una sorta di frustrazione: “direi che vale il contrario, c’è una sorta di partecipazione, di fierezza, vedendo una squadra o un atleta che vince. Forse questo può succedere a chi è stato uno sportivo ad alto livello, a lui piacerebbe tornare ad essere il risolutore di una partita. Io, che non ho mai fatto sport di competizione ad altissimo livello, questo sentimento non ce l’ho. Accade una sorta di trasposizione, quando le cose vanno bene si vive un momento di gratificazione, quando vanno male anche il nostro lavoro ne risente e viene penalizzato”. Eccoci così a parlare del suo lavoro, argomentando sulla differenza tra una cronaca radiofonica e una televisiva: “tra le due corre una sostanziale differenza. Nella radiocronaca occorre

«Da giornalisti sportivi ci trasformammo in testimoni di un evento politico» avere un ritmo molto battente, non fare pause e cercare di ricreare con le parole una determinata situazione, è necessario quindi sempre localizzare dove si trova ad esempio la palla, perché l’ascoltatore non vede e bisogna così dargli dei costanti punti di riferimento. In televisione bisogna essere un po’ più distaccati, mantenere un certo ritmo, e siccome molte cose si vedono bisogna orientarsi maggiormente sul commento specializzato e sull’interpretazione della situazione”. Come vede una partita un telecronista, diviso tra campo, linguaggio, cuffie, monitor e spettatori a casa? “Allo stadio bisogna essere effettivamente un po’ strabici, tenere un occhio sul monitor e uno sul campo. L’occhio sul campo è insostituibile perché ti dà la visione totale della situazione, men-

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RUBRICA

La famiglia Ostinelli in formazione “quasi tipo”: (da sinistra) Giovanna, la moglie Alida, la nipotina Chiara, Sergio, Luisa e Mattia. Mancano il figlio Nicola e la nipotina Alice.

«Regazzoni lo incontrai subito dopo il suo incidente» tre il monitor ti dà una visione ristretta, anche se bisogna sottolineare che il monitor inquadra ciò che il telespettatore vede a casa, e quindi rimane un punto di riferimento imprescindibile”. Come si prepara Sergio Ostinelli per un’attenta telecronaca? “Diverse settimane prima raccolgo materiale su giocatori e squadre, che poi seleziono per portare in postazione lo stretto necessario. Oggi il lavoro è più difficile, perché il pubblico è più smaliziato e competente rispetto a un tempo e occorre quindi una preparazione meticolosa e attenta. Per quello che concerne la memorizzazione dei giocatori, il pomeriggio che precede la gara studio i numeri e i volti dei giocatori, ciò mi permette di sentirmi più tranquillo, agevolando interpretazione e giudizio della partita. Il problema più grosso, secondo me, consiste proprio nel giudicare la partita mentre è in divenire, il rischio di essere smentiti è sempre in agguato”.

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Cronista e uomo sono due anime indissolubili. E l’uomo può anche essere un tifoso. Come si conciliano in lei queste anime? È bene che un giornalista esponga la propria eventuale ‘fede’ sportiva? “Come uomo, lo abbiamo visto, ho sempre avuto una simpatia per il FC Locarno, questo però non mi ha mai impedito di essere un professionista obiettivo. Col tempo poi, abituato per lavoro a vedere le cose… dall’alto, ho acquisito un certo distacco. Per quello che riguarda il dire apertamente per chi si parteggi, ritengo che qui in Ticino non si sia ancora pronti a compiere questo salto di qualità. Il nostro campanilismo è proverbiale”. Dopo 44 anni da commentatore sportivo, come definirebbe la sua professione? “Ritengo che il telecronista debba prendere per mano il telespettatore e condurlo per il mondo. Bisogna essere dei mediatori discreti, non troppo invadenti, capaci di interpretazione senza però mai dare l’impressione di essere i depositari della verità assoluta. È importante dire bene quello che la gente vede, tutto il resto è opinabile”. Cosa le ha dato questa vita… sportiva? “Lo sport è stato tutta la mia vita, e io sono cambiato insieme allo sport che è cambiato. Oggi sono un po’ disincantato. Quando sei giovane i giocatori appaiono come degli eroi e tutte le partite sono un evento. Oggi con il doping, la corruzione, la violenza, in me affiora non dico un po’ di stanchezza, ma forse un po’


ma non un super stratega» preparazione, e di avere tenuto comunque unita la squadra. Bisogna dargli atto di questo, e sperare che le qualità di psicologo servano di più di quelle di stratega”. Stretta di mano finale. L’incontro è finito. Sergio Ostinelli ci congeda con questa battuta finale, o di… semifinale: “in questi anni mi sono divertito”.

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EMOZIONE... MONDIALE!

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È il 16 novembre del 2005, quando dallo Stadio Sükrü Saraçoglu di Istanbul va in n .il lu str azio scena lo spareggio ‘mondiale’ tra Turchia e Svizzera. Con un semplice ‘clic’ rivivi l'emozione della rete decisiva dei Nostri commentata da Sergio Ostinelli.

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L’intervista volge al termine. In zona Cesarini, non posso non trattare l’argomento degli ‘imminentissimi’ Europei di calcio, ai quali Sergio Ostinelli parteciperà per l’ottava volta. Ineludibile un suo giudizio sulla nostra Nazionale e sul selezionatore Köbi Kuhn: “Abbiamo un numero limitato di giocatori di classe dai quali non possiamo prescindere. Dobbiamo augurarci che giungano tutti in forma e in buona salute, poiché non abbiamo una panchina lunga. In queste condizioni ce la possiamo anche giocare. Si ha un po’ l’impressione che la squadra sia evanescente, che non ci sia quella solidarietà presente in Germania. Molto dipenderà dalla prima partita con la Repubblica Ceca, senza dimenticare che Turchia e Portogallo qui in Svizzera hanno comunità molto folte, e quindi il nostro fattore campo sarà relativo. La speranza naturalmente è quella di superare il turno, anche per mantenere alto il livello emozionale e di interesse generale. Köbi Kuhn è un saggio ma non è un super stratega. Gli vedo qualche limite quando deve correggere la squadra in corsa, si vede che arriva a prendere decisioni in ritardo. La sua dote indiscussa è stata quella di essere riuscito a passare indenne attraverso le tensioni che hanno caratterizzato questi due anni di

«Kuhn è un saggio

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di delusione. E poi c’è ormai uno scollamento tale tra protagonisti e giornalisti, che il mestiere rischia di essere confinato in una… postazione. Il contatto umano sta diventando vieppiù carente. Tutto una volta era molto più famigliare”.

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EURO ‘08 ECCOCI

QUANDO I SOGNI

SI AVVERANO D

Sono oltre 6’000 i bambini in Svizzera che si sono candidati per diventare McDonald’s Player Escort agli Euro 2008. Solo 256 sono stati selezionati e tra questi 14 ticinesi. Siamo andati a conoscere Manuele Ren di Ponte Capriasca. testo Antonella Broggi - foto Gabriele Campeggio

urante lo scorso mese di novembre, in tutti i McDonald’s della Svizzera, i bambini tra i 6 e i 10 anni potevano candidarsi per diventare Player Escort e scendere in campo mano nella mano con i migliori calciatori d’Europa, in occasione degli Euro UEFA 2008. Siamo andati a Ponte Capriasca, dove vive uno dei bambini ticinesi selezionati, e ci siamo fatti raccontare da lui come si sta preparando per questa grande avventura…

“No, è perché con i falli il gioco si ferma e non ci si fa male!” risponde risoluto, e allora capisco che alludeva alle regole che puniscono il gioco poco sportivo!

Abbiamo incontrato Manuele un pomeriggio dopo la scuola, al campo di calcio ovviamente. È arrivato con la sua mamma, Cristina, e con una grossa sacca nella quale aveva la sua tenuta da calcio. Sì perché Manuele è anche un allievo della scuola calcio Ponte Capriasca. Anche, perché lui ama tutti gli sport e se fosse per lui, farebbe di tutto. Per ora però si diverte con la corsa d’orientamento, che frequenta con i suoi genitori e con il fratellino. Mentre si cambiava gli abbiamo fatto qualche domanda…

Andrai allo stadio con mamma o papà? “Con papà, a lui il calcio piace moltissimo e poi la mamma deve stare a casa con la mia sorellina e il mio fratellino”.

Con quale giocatore vorresti scendere in campo? Lui subito si illumina, perché scenderà in campo per l’incontro Italia-Romania del 13 giugno al Letzigrund di Zurigo. E allora vorrebbe accompagnare “Buffon, Toni o Camoranesi”.

In bocca al lupo Manuele e arrivederci al 13 giugno, alla tivù!

E se potessi scegliere un giocatore della nazionale svizzera? Si gira e mi mostra la maglia di Barnetta… Cosa ti piace di più del calcio? “Mi piacciono i falli” risponde, e io rimango un po’ perplessa. Gli chiedo ancora “In che senso? Ti piace commettere falli?”

Come hai fatto a candidarti per diventare un McDonald’s Player Escort? “Ho mandato una mia foto mentre faccio corsa di orientamento”.

Ma lo sai che ti vedranno milioni di spettatori alla tivù? Sorride e si gira verso la sua mamma imbarazzato. Lo capisco benissimo, vivrà un’esperienza emozionantissima, per la quale ci vorrà anche un po’ di coraggio!

UNO DEI NOSTRI MCDONALD’S PLAYER ESCORT Si chiama Manuele Ren, abita a Ponte Capriasca, ha 6 anni ed è uno dei 14 ticinesi ad essere stati selezionati per l’ambito posto di McDonald’s Player Escort. Questa è l’immagine con la quale si è candidato.

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A TAVOLA IN TICINO

1. L’insegna dell’albergo, ristorante e pizzeria Cristallina. 2. Marco e Tamara Kälin con due dei loro tre figli nella sala del ristorante. 3. La facciata del Cristallina, che spicca tra il verde del paesaggio. 4. L’indicatore dell’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici situati sul tetto dell’edificio.

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OMAGGIO AI SAPORI

DELLA NATURA Circondato da campi e boschi che si arrampicano sulle vicine montagne, il Cristallina di Coglio, in Valle Maggia, non è solo un albergo gestito secondo principi ecologici, ma anche un ristorante apprezzato per la sua cucina naturale, prevalentemente vegetariana, a base di prodotti di stagione provenienti dalla regione. Il punto forte della carta è rappresentato dalle paste fatte in casa, preparate con cereali integrali macinati sul momento.

testo Alda Viviani - foto Rémy Steinegger

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Per celebrare i 140 anni di vita, KUSMI TEA ha creato quattro eleganti scatole design dedicate alle capitali della sua lunga stoto centrale funziona a trucioria: San Pietroburgo, Londra, li di legno, l’acqua sanitaria Berlino e Parigi. La confeè prodotta da un impianto zione azzurra contiene un tè solare sul tetto, dove sono nero di Cina che profuma d’agrumi, frutti rossi e caramello. stati installati anche quaQuella rosa accoglie una misceranta pannelli fotovoltaici la di tè neri alle essenze naturaper la produzione di enerli di bergamotto, limone e fiore gia elettrica. Una scelta d’arancio. La scatola arancione sprigiona sentori di bergaecologica che è valsa motto, agrumi e fiori, quella all’albergo i riconoscimenti verde brillante racchiude Il sole sul tetto 2005, da parte l’irresistibile Prince Wladidel WWF Ticino, Svizzera mir, mélange di tè neri di Cina pura 2006, assegnato da alle essenze naturali d’agrumi, vaniglia e spezie, una vera magia. www.arSvizzera Turismo 2006 e il Premio tedericevere.com. solare svizzero 2005, nella categoria

ercorrendo la strada che scorre lungo la Valle Maggia, all’altezza di Coglio, ad una ventina di chilometri da Locarno, volgendo lo sguardo a destra, tra il verde dei campi, s’intravede una chiazza di colore acceso. Si tratta dell’albergo-ristorante Cristallina. Il colore che colpisce è il rosso, simbolo d’amore e d’energia vitale. Due tratti che cerca di sviluppare Marco Kälin, l’estroverso proprietario che affronta la vita con entusiasmo e nel rispetto della natura. Una visione del mondo che condivide con la moglie Tamara Kälin-Medici e che ha trasmesso anche ai loro figli. Attraverso il Cristallina - gestito secondo principi ecologici per la qualità dell’ambiente e il rispetto delle risorse naturali - la famiglia Kälin è riuscita a dare un contributo concreto ad una tematica che a Marco stava a cuore già da ragazzo: l’ecologia. Aperto nel 2003, dopo una ristrutturazione curata dagli architetti Michele e Francesco Bardelli, l’albergo-ristorante si distingue per le forme lineari ed essenziali, l’arredamento sobrio e la scelta dei materiali. Parte del mobilio è stato realizzato con legname proveniente da foreste certificate FSC. Il riscaldamen-

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CURIOSITÀ

risanamenti. Anche Tamara - moglie di Marco, dal cui matrimonio sono nati Mattia, Selene e Veronica - nutre una forte passione per l’ecologia e contribuisce a promuovere una visione del mondo in sintonia con la natura. Ultimamente ha organizzato un ciclo d’interessanti conferenze, che si concluderanno il 17 giugno e riprenderanno in autunno, attorno al tema dell’acqua, un bene prezioso per l’umanità. Tra i progetti nati dal suo impegno per l’ambiente e per avvicinare anche i più piccoli alla natura, figura pure un orto biologico didattico, che comprende piante da frutta e bacche, prodotti della ProSpecieRara, piante medicinali, per tisane ed erbe aromatiche. > pagina 26 ILLUSTRAZIONE TICINESE 06-08

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A TAVOLA IN TICINO L’amore che la famiglia nutre verso la natura si esprime anche carciofi freschi. Tra i dolci, spicca il tiramisù alla frutta, prepaattraverso le proposte culinarie, che puntano su una cucina rato con lo yogurt al posto delle uova, una versione più fresca e naturale d’impronta mediterranea con incursioni etniche. I piat- leggera del classico dessert italiano. Anche i gelati sono fatti in ti sono preparati con prodotti di stagione provenienti dalla casa. Accanto a gusti tradizionali, quali fior di panna, cioccolaregione. Al Cristallina viene dato ampio spazio alla cucina to o nocciola, figurano scelte insolite, come ad esempio il gelavegetariana, ma la carta comprende anche pietanze per gli to alle spezie o quello al limone e zenzero. amanti della carne e del pesce, come, tra i Artefice dei piatti proposti a Coglio è Beat secondi, i saltimbocca di maiale con risotEgli, un tempo cuoco alla Locanda del INFO to allo zafferano, l’ossobuco di vitello con Cigno di Roveredo Capriasca. Originario 6678 COGLIO polenta rossa nostrana o il pesce persico della regione dell’Emmental, ma da anni tel. 091 753 11 41 alla mugnaia e patate al naturale. Il tutto residente in Ticino, è uno strenuo fautore www.hotel-cristallina.ch accompagnato da verdure di stagione. Tra i della cucina naturale. Non è quindi difficiPIATTI DEL MEZZOGIORNO sapori più freschi, il tris di crespelle all’ale immaginare che tra i fornelli del Da fr. 19.- a fr. 28.glio orsino con formaggio di capra fresco, Cristallina si trovi a suo agio. Il ristorante salmone e carne secca, l’insalatina di spipropone anche la pizza, preparata da naci freschi con vinaigrette al ravanello e il tris di carpacci di Barbara Persio, che, su richiesta, la realizza anche con pasta verdure. integrale. Una variante molto apprezzata per il profumo partiIl punto forte della carta è rappresentato dalle paste fatte in colarmente marcato dell’impasto. Varcando la soglia del casa, fresche, essiccate e ripiene, preparate con cereali integra- Cristallina, ci si sente più vicini alla natura. Grazie alla genuili macinati sul momento. Profumatissimi i tagliolini integrali al nità della cucina e alla sensibilità di chi vi lavora. Scelte di vita pesto d’aglio orsino. Delicati i ravioli integrali ripieni di ricotta che scaldano il cuore. e asparagi con burro imbrunito e pinoli o le linguine integrali ai

ECCOVI TRE RICETTE PROPOSTE DAL RISTORANTE ECO-HOTEL CRISTALLINA

A N T I PA S T O TRIS DI CARPACCI DI VERDURA Ingredienti: 4 persone • 1 cavolo rapa piccolo • 1 carota media • 1 zucchina piccola • sbrinz a scaglie • prezzemolo tritato fine • rucola tagliata a strisce SALSA PER IL CAVOLO • 1 cucchiaio d’aceto di mele • 2 cucchiai d’olio d’oliva • 1 cucchiaino di senape grossa • 5-6 foglie di basilico a striscioline • Trocomare • pepe dal macinapepe SALSA PER LA CAROTA • 1 cucchiaio d’olio di nocciola • 1 cucchiaino di succo di limone • sale e pepe

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SALSA PER LA ZUCCHINA • 1 cucchiaino d’aceto balsamico • 1 cucchiaio d’olio d’oliva • sale alle erbe Preparazione Tagliare a fettine sottili, con l’affettatrice o il pelapatate, il cavolo rapa e, per il lungo, la carota e la zucchina. Preparare le 3 salse e lasciare marinare le verdure nelle relative salse per mezza giornata. Al momento di servire, adagiare le verdure su un piatto ampio; completare il carpaccio di cavolo rapa con lo sbrinz, il carpaccio di carote con il prezzemolo e il carpaccio di zucchina con la rucola.


P R I M OP I AT T O RAVIOLINI INTEGRALI RIPIENI AGLI ASPARAGI

nale, togliere le punte e metterle da parte.Tagliare a rondelle la parte di gambo rimanente e lessarle in acqua salata. Frullarle grossolanamente in un mixer. Aggiungere il sale, il pepe, la ricotta e il parmigiano e mescolare bene. Lessare le punte, mantenendole al dente. Stendere la pasta ad uno spessore di pochi millimetri e ricavarne dei dischi del diametro di ca. 7 cm con un coppapasta o un bicchiere. Sbattere un uovo e spennellare il bordo dei dischi di pasta, mettere al centro un cucchiaino di ripieno e chiudere a metà formando una mezzaluna. Premere leggermente la pasta in modo che i due lembi si saldino. Cuocere i ravioli in abbondante acqua salata mescolandoli con delicatezza. Nel frattempo fare imbrunire il burro, aggiungere le rondelle e le punte d’asparagi, unire i ravioli cotti al dente e mescolare delicatamente. Impiattare i ravioli e cospargerli con i pinoli tostati precedentemente.

TIRAMISÙ DI FRUTTA Ingredienti: 4 persone CREMA • 200 g di mascarpone • 200 g di yogurt al naturale • 90 g di zucchero • 300 g di frutta • 50 g di zucchero • 2 dl di moscato • 100 g di savoiardi Preparazione Mescolare il mascarpone con lo yogurt e lo zucchero fino ad otte-

nere una crema omogenea. Tagliare la frutta a pezzetti piccoli, aggiungere lo zucchero, il moscato e mescolare bene. Lasciare riposare. Disporre i savoiardi sul fondo di una teglia o in 4 coppe da dessert. Cospargerli con la frutta e il suo succo. Ricoprire il tutto con uno strato di crema aiutandosi con una spatola e porre in frigo per almeno 1 ora. Prima di servire cospargere il tiramisù con dei savoiardi sbriciolati (o amaretti).

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Ingredienti: 4 persone PASTA • 250 g di farina di frumento integrale • 250 g di semola di grano duro • 2 uova • 1 dl d’acqua • 1 cucchiaio d’olio d’oliva • 1 cucchiaino di sale RIPIENO • 500 g d’asparagi • 50 g di parmigiano o sbrinz • 100 g di ricotta italiana • sale e pepe • 1 uovo • 60 g di burro • una manciata di pinoli Preparazione Mischiare le due farine con il sale, disporle a fontana su di un ripiano; unire 2 uova, l’acqua, l’olio e impastare bene. Coprire l’impasto con un canovaccio umido e lasciare riposare per ca. 30 minuti. Pelare gli asparagi per 3/4 della lunghezza, eliminare la parte dura fi-

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1ª PARTE

INTERNET

INFORMATICA DEL FUTURO

O FUTURO DELL’INFORMATICA? Quale futuro ci riserva un mondo tanto informatizzato, tecnologico e in evoluzione, come quello odierno? E quali sono le possibilità tecniche oggi disponibili e le soluzioni offerte dal mondo tecnologico e informatico? Andiamo con ordine e affrontiamo progressivamente questo nuovo argomento. testo Elio del Biaggio

CASA, DOLCE CASA… Le nuove tecnologie, l’informatica e le telecomunicazioni, hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere quotidiano e di abitare. In ogni economia domestica, e in tutte le abitazioni, è sempre più in crescita l’automazione, la programmazione, l’integrazione, dal frigorifero alla cucina, dalla lavatrice all’impianto audiovisivo, dal telefono al computer. Un ambizioso obiettivo, quello dell’integrazione, per rendere la casa più intelligente e più vivibile, a condizione di riuscire a districarsi fra le tante possibilità offerte dalla continua e rapida innovazione tecnica e tecnologica. Tutti noi, almeno una volta, abbiamo visto film futuristici, e sicuramente abbiamo tutti letto qualche classico romanzo di fantascienza, da Giulio Verne a Isaac Asimov. Il sogno della casa automatizzata - definita con il termine di “domotica” - non è poi così nuovo ed è dagli Anni Settanta che fabbricanti di elettrodomestici e di apparecchi e utensili per la casa ci parlano degli enormi vantaggi offerti da una casa intelligente, dove la gestione del sistema di riscaldamento e la climatizzazione sono completamente automatizzate, la cucina quasi si accende secondo il nostro appetito, l’apertura e la chiusura delle tapparelle e delle finestre avviene con un semplice schiocco di dita, l’illuminazione e i sistemi elettronici, come radio, televisione e impianto audio vengono messi in marcia e sono comandati dalla voce. Tutto semplice, ma più da dire che da fare, anche perché tutte queste comodità hanno un loro prezzo. Costi elevati, accanto alle paure e ai freni dei consumatori, da tempo abituati altrimenti, in maniera assai più convenzionale e tradizionale. Fra gli aspetti più inquietanti, la delega delle responsabilità individuali alle macchine e i problemi in caso di guasti e malfunzionamenti. Tuttavia, piano piano la domotica giunge a maturità, e la casa intelligente non è più appannaggio esclusivo della fantascienza. Le nuove generazioni di apparecchi elettrodomestici,

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www.igh.ch IGH è un gruppo impegnato nello sviluppo e nel promovimento della tecnica nelle abitazioni, fondato nei primi Anni Novanta da alcune ditte fornitrici di materiali per impianti di riscaldamento. Attualmente, l’IGH conta 74 membri, di cui 72 ditte leader nella fornitura di materiali per impianti di riscaldamento, ventilazione, elettricità e sanitari, oltre l’Associazione Svizzera e del Liechtenstein della tecnica della costruzione (suissetec) e l’Unione Svizzera degli installatori elettricisti. www.conrad.ch Fra i leader del mercato europeo del fatelo da voi per corrispondenza e online, per tutti i gusti, con una sezione interamente dedicata all’automazione della casa. Naturalmente, solo per chi si sa destreggiare con apparecchi elettrici e informatici, cavi, pinze e cacciaviti.

di congegni elettrici e utensili elettronici, hanno avuto degli sviluppi notevoli in questi ultimi anni e stanno entrando in maniera più delicata e discreta nelle nostre case, fondendosi con i locali di ogni economia domestica. A fungere da traino, anche in


questo ambito, è sicuramente stato il massiccio e capillare dilagare dell’informatica e di Internet, che hanno invaso ogni angolo del pianeta ritrovandosi in ogni aspetto delle nostre vite. Un fattore determinante, questo, che ha eliminato ogni barriera psicologica all’automatizzazione dell’abitazione. DALL’AUTOMAZIONE DELLA CASA ALLA DOMOTICA L’automazione della casa, altro non è che quanto definiamo oggi con il termine di “domotica”, coniato in realtà per la prima volta dai francesi e costituito dalla combinazione di “domus” (casa, in latino) e “informatique” (informatica, in francese). Una disciplina piuttosto recente, che si occupa dell’integrazione di tutti i dispositivi elettronici della casa con i sistemi di comunicazione e di controllo oggi in uso e che, con la sua evoluzione tecnologica, entra sempre più a far parte del nostro vivere quotidiano, rivoluzionandone abitudini e stili di vita. Una casa di abitazione moderna, equipaggiata correttamente secondo le odierne possibilità offerte dall’automatizzazione, dovrebbe facilitare il nostro vivere quotidiano, almeno fra le mura domestiche, incaricandosi autonomamente di svariati aspetti ed operazioni per la gestione tecnica della costruzione, regolando i diversi flussi energetici e relativi consumi, l’illuminazione, il sistema di riscaldamento e di raffreddamento, l’acqua potabile per il sistema di irrigazione del giardino, la ventilazione e l’aerazione dei locali, la sicurezza con la gestione dell’impianto di allarme e del sistema antincendio, senza dimenticare l’apertura

«La cucina che si accende secondo il nostro appetito» automatica della porta del garage o della porta di entrata disponendo del necessario sistema di riconoscimento elettronico, così come l’accesso a distanza delle principali funzioni della casa a partire da un telefono mobile o da una connessione Internet, potendo in questo modo controllarne e gestirne le principali operazioni, costituite dall’accensione del riscaldamento, dalla preparazione dell’acqua calda, dal controllo visivo attraverso telecamere, pur trovandosi magari nel proprio luogo di villeggiatura o anche solo sul proprio luogo di lavoro. Naturalmente, la casa del futuro, accanto a tutte queste operazioni di gestione della costruzione e dell’abitazione, si presta particolarmente anche agli aspetti più ludici legati al divertimento, con una gestione globale delle applicazioni multimediali, come l’audio e il video, rendendole disponibili in ogni angolo della casa, a dipendenza delle nostre necessità e dei nostri desideri, a condizione che tutto sia stato appropriatamente progettato, predisposto e installato. In questo modo, non vi è più alcun limite all’accesso al mondo dell’informazione, dal telefono a Internet, dalla radio alla televisione.

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SONDAGGIO

Gina La Mantia, 45 anni, microimprenditrice, Olivone - “Visto che non mi interessa il calcio e guardo comunque poco la TV, la mia quotidianità non subirà alcun cambiamento”.

Erica Buccella, 54 anni, telefonista, Stabio - “Sono tifosa della nostra Nazionale e perciò spero di stare con i miei cari davanti alla TV”.

Jonathan Rezzonico, 28 anni, impiegato, Cureglia - “In linea di massima cercherò di vedere le partite più interessanti a casa con amici o in piazza sui grandi schermi. Un consiglio a Kuhn: Lustrinelli capitano e Turkyilmaz seconda punta”.

FEBBRE DA EUROPEI? Manca meno di una settimana al fischio d’inizio della prima partita degli Euro’08 che si svolgeranno in Svizzera e Austria. La nazionale rossocrociata inaugurerà i Campionati europei il 7 giugno alle 18 giocando contro la Repubblica Ceca al St. JakobPark di Basilea. Noi abbiamo voluto “misurare” quanto è alta la febbre da Europei, chiedendo alla gente se seguirà o meno questo avvenimento sportivo. testo Lorenza Storni - foto Stefano Ember

Luca Zanini, 19 anni, studente, Rancate - “Spero di riuscire ad organizzarmi con gli amici per vedere qualche partita dal vivo. Se la missione non andasse in porto, seguirò più partite da casa”.

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Walter Morotti, 45 anni, ottico, Ruvigliana - “Sarà un periodo di serate all’aperto con televisori portatili per poter tifare in compagnia”.

Gianluca Donataccio, 20 anni, studente, Pura - “Seguirò sicuramente le partite più importanti in un qualche bar con gli amici; le altre le guarderò a casa”.


Michela Stempfel, 29 anni, imp. postale, Taverne - “Non sono una patita di calcio, ma seguirò sicuramente la Svizzera. Quando giocherà l’Italia vedrò di barricarmi su qualche montagna”.

Giada Barel, 17 anni, studentessa, Gravesano - “Guarderò sicuramente le partite alla tele con gli amici sperando di poter festeggiare alla grande”.

Silvia Cazzaniga, 17 anni, imp. di commercio, Sala Capriasca - “Non sono una grande appassionata di calcio, ma se la Svizzera dovesse cominciare a vincere, mi lascerò contagiare anch’io”.

José Carlos Lopez, 54 anni, macellaio, Lugano - “Cercherò di guardare tutte le partite possibili, comodamente a casa mia”.

Sergio Ticozzelli, 62 anni, installatore, Figino - “Visto l’entusiasmo che ci sarà all’inizio, mi guarderò le partite in casa per poi discuterne al bar con gli amici”.

Elidia Bianchi-Alliata, 34 anni, ass. sociale, Sala Capriasca - “Visto che non mi interessa il calcio e che proprio in quel periodo arriverà il secondo figlio, avrò tutt’altro da fare”.

Barbara Zanetti, 39 anni, casalinga, Sessa - “Avendo tre figli, ci gusteremo le partite alla TV comodamente seduti in salotto”.

Sabrina Romelli, 44 anni, economista, Collina d’Oro - “Cercherò di seguire con la mia famiglia il maggior numero di partite della Svizzera così da poterle poi commentare”.

Pier Luigi Dozio, 62 anni, gerente, Montagnola - “Spero di vedere tutte le partite importanti nel giardino del mio ristorante”.

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CANI, GATTI & CO.

ATTENZIONE QUANDO

MIAGOLO MIAGOLANDO MIAGOLANDO Gentile dottoressa, il nostro gatto, un maschio di 4 anni, ogni volta che entra in casa, o che noi entriamo nel locale dove lui si trova, o ancora, quando ci raggiunge in giardino da una sua escursione, miagola. Un miagolio lungo e un po’stridulo. A noi piace pensare che ci saluti, ma da attenti lettori della sua rubrica, sappiamo che probabilmente umanizziamo un atteggiamento che ha tutt’altro significato. Lei può spiegarci quale? E ancora, abbiamo osservato che il nostro gatto emette miagolii moto diversi a seconda della circostanza. I gatti quindi modulano il loro miagolio in funzione di quello che vo-

Tanti miagolii quanti gli stati d’animo e le necessità che accompagnano la vita di un gatto. Quando il gatto miagola, prestategli attenzione. a cura di Elena Stern-Balestra

gliono comunicare? E quindi, vogliono comunicare con l’essere umano? Luca, Vacallo I miagolii del vostro micio quando vi ritrovate sono probabilmente delle richieste di attenzione. È vero che i gatti emettono miagolii in diverse modulazioni in funzione del loro stato d’animo, delle loro necessità e di ciò che intendono comunicare sia ad altri gatti sia nei confronti degli esseri umani. La comunicazione con gli esseri umani è una conseguenza del processo di domesticazione ed è da considerarsi più un fatto indotto dall’uomo che non l’espressione della volontà del gatto a voler comunicare con noi. Per le vostre domande: Illustrazione Ticinese, “Cani, gatti & Co.”, C.P. 418, 6908 Lugano, oppure via - e-mail: info@illustrazione.ch, indicando come soggetto “Cani, gatti & Co.”

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IL PRIMO Il primo corso di esperanto si tenne alla bellinzonese Casa del Popolo il 5 dicembre 1921. BAGNI Alla Clinica Privata di Lugano-Paradiso, diretta dal dottor Hermann, si potevano fare, nel 1912, i “bagni di luce elettrica”.

SPETTACOLARE Il 25 novembre 1907 si esibì al ristorante bellinzonese Unione Turrita il maestro Jacques Baumann che sapeva suonare 27 strumenti. PER AMANTI Sul “Dovere” del 14 maggio 1938 apparve questo annuncio: “Amanti, volete scrivervi segretamente? Chiedete l’inchiostro magico Saphir Occulta alla casella postale 238 B. Prezzo franchi 1,45”.

ANCHE PER DONNE Il “garage” luganese dei fratelli Foglia vendeva, nel 1920, la “Vettura Universale”, la “semplicità dei cui meccanismi permetteva anche alle signore e signorine di condurre questa automobile ideale”. DI TUTTO La ditta giubiaschese dei fratelli Berta vendeva, nel 1901, “dinamite, carta godronata, letti in ferro, coloniali, sapone, ingrassi chimici, granaglie, candele e scarpe d’ogni genere”.

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LA FIRMA Benito Mussolini scrisse, in “nitido carattere”, il suo nome, aggiungendovi “muratore”, nel libro dei forestieri passati da San Bernardino il 10 agosto 1910. CARATTERISTICHE Il 10 ottobre 1946 si poté leggere questo annuncio: “Fuggito un cane bassotto con gambe lunghe”. A SCELTA La Manifattura Tabacchi e Sigari di Carlo Pereda, a Chiasso, era specializzata, nel 1906, in “tabacchi da fuma, da naso e da cica”. CINESIA Su “Il Ginnasta”, che si stampava a Locarno e di cui era redattore Rinaldo Simen, fu fatta la pubblicità, nel 1870, del trattato di Giuseppe Franchi intitolato “La Ginnastica o Cinesia nei suoi rapporti colla fisiologia e l’igiene”.

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6a PARTE

VIAGGI

CURIOSA OSPITALITÀ

AFRICANA Prima di partire chiedo di poter scattare una fotografia ricordo con alcuni amici e conoscenti del luogo. Da ogni casa accorrono persone, altre gridano di attendere, poi mi attorniano divertiti facendo gran festa, ballando e cantando. I pochi giorni trascorsi nella piccola località rurale della terra degli Ashanti sono stati contraddistinti da diversi e curiosi aneddoti, dal confronto con pratiche feticce, all’incontro con una strana regina madre, dal passato di donna di servizio in un ospedale germanico. Ma soprattutto in quel luogo lascio un amico sincero che mi ha fatto partecipe dei suoi sogni e coinvolto con semplicità nella vita della sua famiglia… testo e foto Roberto Schneider

IL SOGNO DI ELDER Ero giunto in quel luogo perso nell’entroterra del Ghana accompagnato inizialmente da un giovane maestro incontrato in un sovraffollato “trotro”. Lasciato al capolinea il vetusto camioncino di trasporto pubblico, mi ero incamminato su un lungo stradone sterrato alla ricerca di un luogo per trascorrere la notte. Un percorso che mi sarebbe divenuto familiare nei giorni successivi. Due chilometri più avanti avrei infatti trovato una stanza e un letto in una piccola e curiosa pensione. Molto tempo lo avrei però trascorso all’ombra della veranda di un ristoro tipico del luogo: una semplice tettoia, un grande bancone a pochi passi dalla strada e pochi tavoli malfermi di plastica. Alla prima visita Elder, il proprietario, non mi aveva nemmeno lasciato il tempo di bere una bibita fresca, invitandomi subito alla sua tavola. La moglie Marcy stava preparando

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uno dei cibi più tradizionali della regione: yam con salsa di pomodoro piccante, accompagnato da kenke - un impasto di mais molto acido. Sin dal primo giorno era così nata una simpatica amicizia che mi avrebbe portato a godere in seguito di una splendida ospitalità. Quella casa sarebbe divenuta il mio punto di riferimento. Lì vi avrei incontrato e conosciuto la gente del luogo, avuto preziose informazioni e trovato rifugio in una notte buia, quando un violento temporale mi aveva sorpreso. Per ironia della sorte proprio quella sera tutto era piombato nel buio perché ogni sei giorni viene tagliata la corrente, razionata a causa della siccità (!) persistente. Elder vorrebbe emigrare, trovare un lavoro in Europa. “Solo per un paio d’anni, quanto basta per risparmiare qualche soldo, far studiare i miei figli e dare una dimora più dignitosa a mia moglie. Mi


piacerebbe andare in un piccolo villaggio, non in una grande città. Voglio lavorare duro nei campi, magari custodire animali, curare maiali e trasportare mercanzie, perché sono ancora forte. Io posso lavorare molto, molto di più dei bianchi”. È il sogno di una persona che mi mostra con tutta sincerità una faccia meno nota dell’emigrazione, ma pure tutto l’amore che prova per sua moglie e i suoi figli.

PER UNA BOTTIGLIA DI “SCHNAPPS” OLANDESE Molto diverso invece si era rivelato il rapporto con le genti di un altro villaggio della regione nel quale mi ero ritrovato per caso chiedendo un occasionale passaggio ad una vettura. Vi ero giunto proprio nel giorno di un funerale, anche se invero non avevo notato nessun segno di tristezza o di cordoglio, ma piuttosto ero rimasto colpito dagli eleganti abiti neri e rossi vestiti per l’occasione. Ero stato accolto inizialmente con simpatia e soprattutto con una certa ufficialità, condotto al cospetto dei

«Veste un abito di stoffa scura finemente ricamato e il copricapo tradizionale»

La figlioletta di Elder, un viso dolce e candido che racchiude le speranze di un affettuoso padre, ma pure di tutto un continente.

membri del consiglio degli anziani, i quali si scusavano per l’assenza del re del luogo, quel giorno impegnato altrove. Un buon inizio, ma le sorprese sarebbero giunte poco dopo. In una sorta di messinscena contraddistinta da toni molto formali, mi propongono di visitare la casa del re e i luoghi dove vengono eseguiti i riti propiziatori tradizionali e le pratiche feticce. Ma il tutto ha un prezzo: una bottiglia di “schnapps” olandese! Osservandoli perplesso mi dico “sì, perché ogni viaggiatore in Africa si porta sempre appresso una bottiglia di alcol, per lo più olandese!”. Mostrandosi sorpresi per l’assenza di alcol nel mio bagaglio, mi propongono di ovviare alla mancanza offrendomi gentilmente di acquistare una bottiglia da loro… naturalmente ad un prezzo da usuraio. Ecco - mi dico - perché gli Ashanti sono divenuti una delle popolazioni dominatrici dei commerci

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VIAGGI

I dignitari del villaggio si riuniscono per dare il benvenuto all’inatteso ospite… poi inizierà una sorta di recita forse tipica delle culture locali.

Nei piccoli stand, lungo lo stradone principale del villaggio, si trova un po’ di tutto, una buona banana fritta, ma anche un sorriso.

dell’Africa occidentale. Ma anche gli svizzeri hanno una certa tradizione in merito. Inizia quindi una contrattazione nel corso della quale ognuno esibisce il suo talento commerciale e teatrale. Curiosamente, proprio nel corso della discussione, si crea pure una relazione di reciproca simpatia e di rispetto, che in seguito mi aprirà le porte del villaggio, dei suoi riti feticci, delle sue case nelle quali mi inviteranno a sostare e consumare il pasto.

ALLA CORTE DELLA REGINA MADRE Se già non avrò modo di incontrare il re, devo però assolutamente fare visita alla regina, al cospetto della quale vengo scortato dal corteo di nobili del luogo, ognuno desideroso di rendermi attento di particolari usi e costumi del villaggio, ma soprattutto di approfondire la conoscenza con un raro visitatore. Anche la casa della regnante è decadente, ma appare decisamente più dignitosa delle altre che la circondano. In un piccolo cortile

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alcuni bimbi sporchi giocano con dei legni, le madri siedono per terra poco lontano, apparentemente annoiate. Mi aprono una pesante porta di legno e mi invitano a entrare, il tutto con rispetto, proferendo parole a bassa voce. Oltre l’uscio trovo un locale disordinato. Vi è un grande letto con molti cuscini, una vecchissima credenza e un divano in stoffa molto lisa sul quale siede pesantemente una signora di mezza età dall’aria molto sostenuta, per non dire supponente. Veste un abito di stoffa scura finemente ricamato, il copricapo tradizionale, anch’esso nero, e porta alcuni vistosi anelli d’oro. Mi osserva senza lasciar trasparire alcun sentimento poi mi domanda: “Hai dei problemi?”. La osservo per un momento molto sorpreso, poi rispondo a mia volta con un domanda: “perché, tutti quelli che le rendono visita hanno dei problemi?”. Appare compiaciuta della mia risposta e rubandomi la parola comincia a raccontarmi della sua vita, senza che io possa più chiederle altro. Mi spiega che nel villaggio vi è un re e una regina madre, ma che non sono della medesima famiglia. Mi sorprende dicendomi che ha vissuto per 17 anni in Germania, dove era impiegata quale donna delle pulizie in un grande ospedale, indubbiamente uno strano destino per una nobile del luogo. Con molta meno nobiltà d’animo, al termine della visita anche lei mi chiede comunque un contributo finanziario… perché questa è l’usanza! CONTINUA.

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I SENTIERI

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“Una volta, la strada era uno dei primi segni di civiltà. Ma domani il sentiero sarà il segno di un’altra civiltà, quella che salva le oasi dello spirito. Le strade saranno, se possibile, anche più larghe e imperiose, ma il sentiero vorrà dire: qui è il rifugio di chi ha voluto serbare individualità e libertà contro ogni massificazione”. Anna Gnesa, “Questa valle”. Notte in tenda. Risveglio: il sole spunta proprio accanto al Poncione d’Alnasca, scuro e imponente nel mare di luce. Il Lago del Starlarèsc da Sgiof riflette il Passo Deva, il valico che porta al lago del desiderio, il Lago Pianca. Scelgo una variante: il sentiero che con ampio semicerchio conduce alla Cima del Masnee. Conversando con l’amica Verena subito ne perdiamo

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la traccia, per ritrovare un sentiero perfetto, largo, a tratti lastricato. Ci rallegriamo della facilità del percorso, ma improvvisamente ci sorprende un passaggio poco invitante, seguito da un ripido versante invaso da ontani. Impossibile proseguire, qualcosa non quadra. Il GPS mostra la nostra posizione, siamo fuori rotta. Torniamo sui nostri passi, e a fatica troviamo tra l’erba il percorso prescelto, esistente solo ancora a tratti. Si fa ripido, sempre più ripido, fino allo stretto passaggio che porta in cresta, superato a fatica. Sempre di nuovo, dopo anni di esperienza, sbaglio a tradurre nella realtà la rappresentazione topografica. Conosco i segni, conosco le modalità, so leggere la cartina, ma ugualmente la mia rappresentazione mentale è quella di una realtà ideale, trasformata in metafora. Mi aveva attratto quel


percorso a semicerchio perfetto, come un segno calligrafico, risultato di un gesto che esprime un pensiero. Una metafora faticosa. Proseguiamo sul versante valmaggese, e poco oltre intravediamo il Lago Pianca, duecento metri di dislivello più in basso, d’un blu profondo, opaco, muto. Vorrei essere lì e assorbire quella tranquillità. Un rapido calcolo - peso del sacco, smontaggio della tenda, risalita - mi fa capire che all’indomani il tempo per il ritorno sarebbe stretto. Una volta ancora rinuncio alla meta. Prima del Pizzo Costisc prendiamo la diramazione che porta alle cascine superiori di Scimarmota, una lunga traversata tra pascoli e pietraie. L’intenzione è quella di fermarci, ma non c’è acqua. La sete ci spinge a scendere, più in basso vi è il Lago del Starlarèsc da Scimarmota. A metà strada troviamo una sorgente con acqua fredda e limpida che scorre tra i muschi, quasi un miraggio. Tutto in questo luogo è predisposto per accoglierci: un’ampia roccia orizzontale è tavola, cucina, soggiorno. Sulla roccia è stato amorevolmente preparato un fuoco, una piramide di rametti secchi protetti da una raggiera di pietre, pronto per essere acceso. Giusto giusto troviamo uno spiazzo per la tenda. Il panorama è grandioso. Cosa volere di più? Ci sembra di essere capitati nel paese delle meraviglie. Ci lasciamo avvolgere dalla morbida luce violacea della sera, lasciando vagare i pensieri. Tra me e Verena vi sono dei detti che trovano sempre di nuovo conferma: non è mai come si immagina. E: c’è sempre tutto quello che serve. È proprio così. Le nostre conversazioni mettono l’escursione in un contesto: l’escursione è sempre anche metafora. E fatica. Corpo e mente. Guardo la carta topografica, immagino la discesa. Appare senza tregua, quasi verticale. Invece è inaspettatamente bella, ha ritmo, tratti di discesa ripida si alternano a brevi traverse per superare i valloncelli che strutturano il versante. Il sentiero veste la montagna come un guanto. L’immaginazione va a chi questi sentieri li ha pensati e costruiti. Immagino la montagna ancora vergine, e l’intuizione che ci vuole per scoprire il percorso più agevole e meno pericoloso. È un arte. Mai come in questa discesa ho provato la sensazione della perfezione di un percorso che non poteva essere che quello che è. Più in basso è bosco, selvaggio, fiabesco: rocce ricoperte da licheni giallo fosforescente, tappeti di aghi di larice secchi da cui spuntano surreali ciuffi d’erba verde vivo, nuova vita. Da dentro a fuori, dal bosco alla radura di Sparvé. Cascine come persone assorte. Il tempo pietrificato. La calma assoluta, religiosa, commovente. Un’ultima visione di solitudine prima del fondovalle. Il silenzio da portare con sé. Cartografia Dislivello Tempo

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SALUTE

CELLULITE LA PIAGA DELL’ESTATE

La parola d’ordine è “anticellulite”: creme, fiale, pillole, tisane, il più delle volte decantate come prodigiosi rimedi. Ma la cellulite è un osso duro e, nonostante le tante promesse, il miracolo nessuna donna l’ha ancora visto.

testo Stéphanie Scatizza - illustrazioni Ivan Artucovich

S

i calcola che soffra di “pelle a buccia d’arancio” oltre l’80% delle donne. Fino a qualche tempo fa la cellulite veniva considerata uno degli elementi caratterizzanti della femminilità. Contro di essa non c’era perciò niente da dire. Poi qualcosa è cambiato. Anzi, qualcuno: la donna. La moda le ha imposto misure sempre più lontane da quelle care a Rubens e a Botticelli, donando a quest’inestetismo la nomea di piaga femminile del nuovo secolo. E così si ricorre a qualunque rimedio. Ma come sentiremo dal Dr. Francesco Pelloni, specialista in dermatologia e venereologia, la cellulite che tanto assilla le donne, è un problema veramente difficile da debellare. LE CAUSE “Le donne sono colpite molto più degli uomini a causa della diversa forma anatomica dei setti fibrotici del tessuto adiposo e della diversa disposizione del grasso, che si determina soprattutto durante e dopo la pubertà. La distribuzione del grasso è legata agli ormoni sessuali, che vengono prodotti a partire dalla pubertà, ma può anche essere dovuta ad altri disturbi ormonali e a fattori ereditari. La cellulite, o ipertrofia pannicolo-lobulare, è localizzata solo in determinate zone (distrettuali) e non va assolutamente confusa con l’obesità (diffusa invece a tutto l’organismo, con accentuazioni locali), con la quale però naturalmente può coesistere. Non è raro però riscontrarla anche in soggetti magri”. LE CURE “Bisogna innanzitutto premettere che i trattamenti sono limitati dal fatto che la cellulite è sensibile a stimoli ormonali/neuroendocrinologici e colpisce persone predisposte. Di per sé non è una vera e propria malattia, ma una variante fisiologica, il cui sintomo principale è di natura estetica”.

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TRATTAMENTI LOCALI “In commercio esistono numerosi trattamenti locali che promettono molto, ma che in realtà non ottengono tanto perché il prodotto non riesce a raggiungere il tessuto adiposo. Da un punto di vista scientifico i trattamenti locali non hanno quindi motivo d’essere. Possono però aiutare, come effetto placebo, associati ad altri trattamenti e modifiche del regime alimentare”. TRATTAMENTI FISICI NON INVASIVI “Si dividono in due tipi, quelli con un effetto momentaneo non duraturo, quali laserterapia esterna, linfodrenaggio meccanico e manuale, elettroterapia e quelli con un trattamento potenzialmente duraturo: tra questi segnaliamo gli ultrasuoni con attività profonda, che aiutano sì a diminuire la massa dei lipociti, ma non funzionano bene come si poteva sperare. Molto più interessante è invece la terapia a radiofrequenza (Thermage), che permette di rassodare il tessuto connettivo “impacchettando” meglio il tessuto adiposo. È una possibilità terapeutica adatta a chi soffre di cellulite senza obesità e si hanno buoni risultati nell’80% dei casi. Non presenta praticamente effetti collaterali, ma è piuttosto costoso”. TRATTAMENTI FISICI INVASIVI “Quello principale è sicuramente la liposuzione, che consiste nell’asportazione meccanica dell’ipertrofia del pannicolo lobulare. È particolarmente efficace per le ipertrofie pannicololobulari ben delimitate, soprattutto in giovani donne con p e l l e so d a . C o n particolare interesse viene oggi guardata la lipolisi tramite laser (laser anti-grasso). Permette di “rimodellare” addome, fianchi, natiche e cosce (e doppio mento). I risultati sono simili a quelli di una liposuzione di precisione,


ma la tecnica risparmia in parte lividi ed edemi. Vi è inoltre una nuova tecnica chiamata fotomologia che permette di ridurre e rimodellare perlomeno in parte il grasso contenuto negli strati sotto la pelle e di ridurre in questo modo i cuscinetti di cellulite. Il rischio di effetti collaterali però ha sempre limitato l’uso di queste terapie”. TRATTAMENTI FISICO-FARMACOLOGICI INVASIVI “Raccolgono pareri discordanti e consistono nell’iniezione singola o multipla nella zona da trattare di sostanze che svolgono un’azione di distruzione sul tessuto adiposo. Le più importanti sono le xantine (teofillina, metilixantina), la tiroxina (ormone tiroideo), la gonadotropina corionica. Sono utilizzate anche sostanze di origine vegetale ad azione vascolare quale l’estratto di ippocastano, la centella asiatica, i flavonoidi. Il difetto di questa

I SINTOMI “Questo fenomeno, detto anche pelle a buccia d’arancio è più visibile se si pinza grossolanamente la pelle. Le zone più toccate sono l’addome, i glutei, i fianchi in corrispondenza delle anche, ma anche la faccia interna del ginocchio, la zona ascellare e la parte interna delle caviglie. La cellulite può essere molle o flaccida, pastosa e gelatinosa, con movimento “a budino” della pelle, oppure dura e compatta, fibrotica, senza ondeggiamento. Il danno estetico è evidente: altera la linea del corpo. Il disturbo è ancora più visibile nel soggetto magro poiché l’inestetismo dei cuscinetti e della pelle trapuntata emerge maggiormente rispetto alla linea sinuosa del corpo muscoloso”.

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LE 8 REGOLE FONDAMENTALI

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Controllare e regolare la dieta per evitare di fare la “fisarmonica”. Rassodare con attività fisica la muscolatura e i tessuti sottostanti. Controllare l’apporto esterno di ormoni (es. pillola anticoncezionale). Considerare l’eventualità di una patologia ormonale.

Evitare il fumo.

Attenzione a determinati medicamenti che potrebbero favorire la ritenzione idrica. Evitare troppe esposizioni solari perché rendono meno tonici i tessuti cutanei. Mantenere un buon indice di criticità di fronte alle “soluzioni facili e miracolose”.

tecnica è che i medicamenti restano per poco tempo a contatto con il tessuto adiposo, dal quale vengono rapidamente assorbiti (meno di 15 minuti) e convogliati nel circolo sanguigno. Da qui possono avere effetto su tutto l’organismo”.

In collaborazione con il Dr. Francesco Pelloni, specialista in Dermatologia e Venerologia.

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AVVICINO L’ESTREMAMENTE LONTANO

FRANCESCO FUMAGALLI

REPORTAGE

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Un incontro illuminante avvenuto da bambino, è stata la molla scatenante che ha condotto Francesco Fumagalli a diventare un costruttore di telescopi. Breve viaggio nel mondo di chi guarda lontano per capire quello che ha vicino. testo e foto Benedetto Galli/Ti-Press

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REPORTAGE

QUANDO HAI SCOPERTO LA PASSIONE PER L’ASTRONOMIA? “Nel 1970, a 12 anni, quando mio padre portò a casa un piccolo telescopio amatoriale. L’osservazione della Luna mi lasciò letteralmente di stucco e caddi immediatamente innamorato di questo spettacolo. Nel 1974 fondai con altri appassionati il GEOS (Gruppo Europeo d’Osservazione Stellare), gruppo che compie quest’anno i 34 anni di attività. Invece, mentre ancora ero studente liceale nel ’76 - ’77, grazie anche ai preziosi consigli di Sergio Cortesi dell’Osservatorio di Locarno Monti, costruii il mio primo telescopio con diametro di 20 cm”. COME HAI COMINCIATO L’ATTIVITÀ DI COSTRUTTORE DI TELESCOPI? “Quasi per caso. Negli anni Ottanta, pur avendo abbracciato la professione di fotografo, tenevo dei corsi di astronomia in diversi licei del Cantone e alcuni allievi mi esposero la volontà di voler acquistare dei telescopi amatoriali in vendita nei negozi. Conscio del fatto che spesso i prezzi di questi oggetti non erano adeguati alle effettive prestazioni, proposi invece di costruirli con loro, è così che assemblai i primi quattro esemplari. Siccome a quel tempo risiedevo ancora in Italia, per non avere problemi doganali nel trasportare i vari pezzi in montaggio, aggiornai la mia tessera professionale in “Fotografo/Costruttore Telescopi”: questo si rivelò fondamentale, in quanto tale iscri-

Monte Generoso, interno del telescopio con il grande riflettore con diametro di 61 cm.

«L’osservazione della Luna mi lasciò di stucco»

servatorio del Monte Generoso, seguirono poi il restauro dei telescopi di Locarno Monti e del Calina a Carona (con il rifacimento della parte elettronica e meccanica) e la costruzione di quello del Monte Lema, nel 2002 (cfr. quadretta). Dal punto di vista ottico meccanico, nella loro “classe”, non esistono apparecchi migliori”.

zione alla Camera di Commercio mi permise di venir notato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, quando emanò un bando di concorso per telescopi speciali dedicati all’osservazione dell’interazione fra particelle cosmiche ad elevata energia e la nostra atmosfera a Campo Imperatore e legati ai Laboratori del Gran Sasso. Fu la prima vera importante realizzazione che mi portò a fare un decisivo salto professionale”.

QUANTO POSSONO COSTARE TELESCOPI DI QUESTO TIPO? “I costi sono dettati da diversi fattori, in primis dal diametro dell’ottica principale. Per quanto mi concerne mi occupo della realizzazione di telescopi che vanno dai 40 cm di diametro in avanti. Le ottiche sono costruite dalla Lomo di San Pietroburgo in Russia, si tratta di lavorazioni di incredibile precisione e purezza. Vi è poi la parte meccanica, quella elettronica e infine la costruzione della cupola di osservazione. Parliamo di cifre che vanno dagli ottantamila a vari milioni di franchi, con tempi di realizzazione che possono oscillare dai sei mesi ai due anni, in rapporto alla complessità dell’esecuzione”.

IN SEGUITO SI CONCRETIZZARONO ALTRI PROGETTI IMPEGNATIVI ANCHE NEL NOSTRO CANTONE... “Nell’agosto del 1996 portai a termine la costruzione dell’Os-

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Telescopio: riflettore Ritchey-Chretien, diametro 61 cm, focale 5 m. Si tratta del più potente strumento del genere nella Svizzera Italiana. Sono organizzate periodicamente serate di osservazione aperte al pubblico, in collaborazione con la Ferrovia del Monte Generoso. Per informazioni: www.montegeneroso.ch oppure chiamare lo 091 630 51 11.

Telescopio: riflettore da 30 cm F / 5 Vengono tenuti corsi di astronomia anche per principianti da parte dei Corsi per Adulti. Per informazioni: F. Delucchi, responsabile SAT, Tel.: 079 389 19 11.

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È VIVO L’INTERESSE PER L’OSSERVAZIONE IN TICINO? “Si tratta sicuramente di un interesse molto forte, sia da parte di singoli, sia di radicate realtà associative come la SAT (Società Astronomica Ticinese, www.astroticino.ch ) o le Pleiadi (www.lepleiadi.ch). Nel nostro Cantone è attivo anche l’IRSOL, Istituto Ricerche Solari di Locarno-Orselina, legato a livello di ricerca al Politecnico di Zurigo”.

Nella sequenza il montaggio meccanico di un supporto per un test ottico, presso il telescopio di un metro di diametro, in costruzione all’Osservatorio di Campo dei Fiori.

IL PROBLEMA DELL’INQUINAMENTO LUMINOSO È SENTITO ANCHE ALLE NOSTRE LATITUDINI? “Purtroppo sì, e parecchio. I cieli del Sottoceneri ne sono particolarmente colpiti, sopratutto a causa del vicino nord Italia. In Ticino i cieli più “puri” rimangono sopra il Passo del Lucomagno e della Novena. Si tratta peraltro di un inquinamento davvero stupido, un vero e proprio spreco di energia elettrica e conseguentemente di denaro: per fortuna è attiva “Dark Sky” (www.darksky.ch/TI), un’associazione che si sta concretamente adoperando per sensibilizzare a proposito di questa problematica. E in Ticino alcuni comuni si stanno già muovendo nella giusta direzione”.

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L’UNIVERSO IN CASA

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QUALI I PROGETTI IN CANTIERE ATTUALMENTE ? “Il prossimo passo consiste nel poter attrezzare i nostri osservatori affinché possano funzionare anche in modalità remota, ossia guidati dal computer di casa. Si tratta di un’esigenza che, per chi si occupa di sviluppare studi e ricerche complesse, sarebbe particolarmente utile, ma che certo non può del tutto soppiantare l’osservazione diretta. All’estero, invece, ho in costruzione osservatori nei pressi di Fatima in Portogallo, a Campo dei Fiori nei pressi di Varese e sulle pendici italiane del Monte Lema a Monte Viasco”. ICAM

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Contatto: Officina Ottico Meccanica Insubrica,di Francesco Fumagalli via alle Fornaci 12a, 6828 Balerna. Tel.: 091 683 15 23, e-mail: oomi@hotmail.com

OSSERVATORIO MONTE LEMA Telescopio: riflettore da 40 cm F / 10 Per informazioni: www.lepleiadi.ch, oppure Ristorante - Ostello Vetta Monte Lema Telefono: 091 967 13 53, www.montelema.ch.

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Cosa ti occorre:

un cartoncino grosso A4, forbici dalla punta arrotondata, un taglierino, colla stick, colori a tempera, un pennello e una matita.

1. Su metà del cartoncino disegna la sagoma di un gabbiano accovacciato e traccia un rettangolo in mezzo alla pancia. Ritagliala. Per ritagliare il rettangolo è più facile usare il taglierino, ma è meglio se ti fai aiutare da un adulto.

2. Appoggia la sagoma che hai ottenuto sulla metà di cartoncino rimasta e tracciane il contorno (ma non del rettangolo). Ritaglia la seconda sagoma stando un po’ all’interno della riga tracciata.

3. Con le tempere colora la sagoma con il rettangolo e lascia bianca l’altra.

4. Metti la fotografia tra le due sagome che poi puoi incollare insieme. Applica un gancetto per cornici sul retro del gabbiano.

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OGGI PARLIAMO DI...

SCUSI, POTREI AVERE

LE TRE GRANDI P? Ci siamo chiesti se andare al ristorante, per i bambini, sia un divertimento o uno stress. La maggior parte dei locali, infatti, è perlopiù destinata ad una clientela adulta che, a volte, non vede di buon occhio i piccoli, soprattutto se un po’ vivaci. Abbiamo quindi sondato come vivono questa esperienza gli allievi della III elementare di Comano, classe affidata alla maestra Martha De Boeck. testo Lorenza Storni - foto Rémy Steinegger

PERCHÉ SI VA FUORI A CENA O A PRANZO? Nicolò: per incontrare persone che abitano in altri posti del Ticino. Melanie: per mangiare o per fare delle feste. Elias: per non cucinare perché è più bello stare una volta fuori a mangiare. Elisa: per festeggiare dei compleanni o fare dei battesimi. Atena: per mangiare le pizze. Robin: perché di solito mia mamma e mio papà non hanno voglia di cucinare. Luca: per incontrare i miei zii ogni domenica. Se piove, però non ci andiamo. Laura: per incontrarmi con una mia amica il sabato a pranzo. ANDARE A MANGIARE FUORI È SEMPRE DIVERTENTE? Luca: sì, soprattutto se c’è mio cugino, i miei amici e i camerieri simpatici. Nicolò: dipende, a volte è noioso andare sempre con le stesse persone. Melanie: a volte non mi va perché preferirei restare a giocare con la mia amica, ma i miei genitori mi obbligano. Elias: sì, anche se non riesco mai a decidere cosa mangiare. Elisa: sì, perché cambiamo ristorante e ci andiamo con dei miei amici.

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Robin: è divertente perché così posso invitare degli amici e possiamo giocare. Laura: anche a me piace perché si mangia bene. Atena: se i camerieri sono gentili e mi danno da colorare mi piace. QUALI RACCOMANDAZIONI VI FANNO I VOSTRI GENITORI PRIMA DI USCIRE? Laura: state ferme, non muovetevi! Robin: non colorare che pitturi anche il tavolo! Luca: i miei genitori dicono sempre mmh, mmh, mmh… Atena: mia mamma dice: “Non muoverti, non alzarti”. Allora per non annoiarmi porto un libro da leggere. Nicolò: a me dicono che non devo ruttare, perché mio fratello lo fa sempre. Melanie: mia mamma mi dice “finché non hai finito di mangiare stai ferma e seduta!”. Elias: a me dicono di stare composto sennò si va casa! Elisa: mia mamma mi dice di non uscire dal ristorante che fa freddo. AVETE GIÀ FATTO UNA FIGURACCIA AL RISTORANTE? Nicolò: in una cabina del telefono di una pizzeria io e il Luca abbiamo fatto crolla-

re dei pezzi di legno e ci hanno sentito tutti. Melanie: una volta mio fratello ha rovesciato un bicchiere. Io l’ho raccolto, mi è caduto ed è andato in mille pezzi. Elisa: una volta avevo bevuto la coca e mi sono scappati tantissimi rutti. Robin: una volta senza accorgermi ho continuato a versare la gazzosa nel bicchiere già pieno e quindi ne è andata dappertutto. Luca: stavo bevendo l’acqua, mio papà mi ha tirato una gomitata e l’acqua è finita tutta sulla testa del mio cane. NON AVETE MAI L’IMPRESSIONE CHE AL RISTORANTE AD ALCUNI ADULTI LA PRESENZA DEI BAMBINI DIA FASTIDIO? Laura: sì, io lo capisco da certi sguardi. Luca: anch’io, dallo sguardo da becchino di certa gente. Io provo vergogna. Melanie: a me un signore mi ha fatto un gesto con la mano. Elisa: anche a me è capitato che un signore mi ha fatto una faccia brutta perché giocavo con mio fratello. Atena: sì è brutto, ci si sente offesi. Robin: sì, quello sguardo ti fa capire che non sei accettato e non è bello. Ma il problema è che noi bambini a volte facciamo delle cose senza rendercene conto.


Atena

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Elisa

Laura

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Melanie

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SE POTESTE SCEGLIERE, IN CHE TIPO DI RISTORANTE ANDRESTE? Luca: in un ristorante piccolo, accogliente, con i camerieri gentili e la gente che non ti guarda con lo sguardo da… becchino. Atena: io sicuramente in pizzeria dove prendo o la margherita o la pizza ai quattro formaggi. Nicolò: io preferisco quei ristoranti dove il cibo arriva velocemente e dove si può anche mangiare fuori. Melanie: a me piacciono quei ristoranti/ pizzeria con l’angolo giochi per bambini. Elias: io preferisco i ristoranti normali dove puoi mangiare di tutto, perché nelle pizzerie le altre cose non sono così buone come nei ristoranti normali. Elisa: anche a me piacciono i ristoranti/ pizzeria. Laura: io amo andare in pizzeria perché sono gentili i camerieri. Robin: io nel ristorante normale.

fritte e carne impanata. Elias: le tre grandi P: pizza, pasta, pommes frites! Elisa: calzone e pasta al ragù.

COSA ORDINATE AL RISTORANTE? Laura: io la pizza. Robin: anch’io la pizza margherita. Luca: a me piace mangiare patate fritte e pasta. Atena: pizza Nicolò: calzone Melanie: se vado in pizzeria mangio la pizza prosciutto crudo e mascarpone, ma se non ho tanta fame prendo un piatto di pasta. Al ristorante, invece, ordino patate

COSA PENSATE DEI FAST FOOD? Elias: sono dei ristoranti un po’ speciali, perché mangi delle cose che non fanno tanto bene. Nicolò: sono dei posti dove si mangiano delle cose non normali, perché non è che un hamburger lo mangi tutti i giorni! Laura: io ci vado spesso e mi piace perché si mangia bene anche se non fanno bene. Robin: penso che c’è sempre la stessa

POTETE SEMPRE DECIDERE VOI COSA ORDINARE? Robin: sì, perché lo stomaco è mio! Atena: anch’io posso decidere. Luca: io credo che il Robin abbia ragione e i miei genitori mi lasciano quasi sempre prendere quello che ho scelto. Laura: dipende dai costi o dalla grandezza del piatto. Melanie: se quella cosa che desidero, l’ho già mangiata il giorno prima, non me la lasciano mangiare due volte di fila. Nicolò: prima mi lasciavano decidere, ma adesso prendo sempre il calzone! Elias: a me lasciano decidere, ma mi danno i consigli. Elisa: a volte mi fanno assaggiare delle cose nuove.

Robin

cosa da mangiare: hamburger, hamburger, sempre hamburger… Elisa: il problema è che si mangia subito se non c’è gente o mai quando le code alla cassa sono lunghe. Melanie: a me piace perché ti servono subito!

SECONDO VOI ESISTONO DEI RISTORANTI SOLO PER BAMBINI? Elias: ad esempio il McDonald’s può essere un ristorante per bambini. Nicolò: in Inghilterra sono andato in un ristorante chiamato “Sticki Fingers”, dove si poteva mangiare tutto con le mani. Mentre nel “Blue Cangaroo” c’era uno schermo gigante e i pasti erano piccoli e adatti ai bambini. Atena: io non ho mai visto un ristorante solo per bambini, ma me lo immagino con tantissimi giochi e dove si mangia bene. Nicolò: qui da noi c’è anche il Play Planet, una pizzeria con sala giochi! Melanie: in un ristorante per bambini dovrebbero servirti subito e quello che vuoi.

Le classi elementari del Cantone interessate a collaborare alla realizzazione di uno di questi servizi possono scrivere a: Lorenza Storni, CP 247, 6906 Lugano o inviare una e-mail a: lorenza.storni@bluewin.ch.

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PARLIAMO DI SOLDI

NASCITA E GIOVENTÙ Gestire bene i propri soldi ad ogni età. Il bisogno di sicurezza cresce insieme a voi e alla vostra famiglia. E cambia con il passare del tempo così come cambiano le esigenze e la disponibilità finanziaria. Come prepararsi per tempo alle nuove sfide? a cura di BancaStato

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apersi orientare nella vasta gamma dei prodotti e servizi offerti dagli istituti di credito non è facile, perché la varietà di forme e prodotti d’investimento aumenta sempre più. Anche le esigenze e le possibilità finanziarie di ognuno cambiano con il passare degli anni. Un primo passo è quello di visualizzare gli obiettivi a cui si aspira, il periodo che si sta vivendo, le proprie disponibilità economiche presenti e future e la situazione dei mercati finanziari. Un buon consulente è in grado di suggerirvi le soluzioni di risparmio e d’investimento più adatte alle vostre esigenze. Uno strumento che può servire in tale riflessione è la linea della vita che, come detto, è composta da più tappe. Cominceremo quindi ad analizzare la prima fase, nascita e gioventù. Avere un figlio è un’esperienza che comporta nuove responsabilità: sicurezza e pianificazione a lungo termine assumono un’importanza maggiore. Chi non vorrebbe assicurare un futuro sereno ai propri figli, anche dal punto di vista finanziario? O educarli a gestire in modo intelligente la propria paghetta? Iniziare a creare una buona base spesso è compito dei genitori e delle persone vicine al giovane risparmiatore. Un versamento regolare per le festività o per occasioni particolari permette al giovane, non appena ne avrà facoltà, di poter contare su un capitale iniziale. Le banche offrono interessanti e vantaggiosi prodotti di risparmio, per tutte le esigenze e disponibilità. Il più conosciuto è il classico libretto di risparmio, regalo ideale da parte di parenti, madrine e padrini. Ma c’è di più. Le varie forme di conto rispar-

mio giovane offrono tassi d’interesse preferenziali ai ragazzi generalmente fino ai 25 anni, molto apprezzati soprattutto dagli studenti fuori domicilio, e di regola prevedono dei tassi supplementari per coloro che riescono con costanza a risparmiare una determinata cifra all’anno. Oppure ancora, i conti destinati ai giovani, per esempio dai 14 ai 17 anni (studenti o apprendisti),

«Educare i figli a gestire in modo intelligente la propria paghetta» che permettono una gestione autonoma della paghetta o dello stipendio, senza dover sempre chiedere ai genitori i soldi per le spese quotidiane. All’apertura del conto possono ricevere dei regali di vario tipo che spaziano dai biglietti per i concerti e le partite, a un piccolo contributo finanziario per i trasporti pubblici mostrando l’abbonamento e la conferma dello statuto di persona in formazione, alla carta Maestro. Ai giovani inoltre è consigliato l’utilizzo delle carte di credito prepagate che permettono di tenere le spese sempre sotto controllo. Per la tranquillità anche dei genitori!

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SPORT

DOVE REGNA

IL SILENZIO Immersione, apnea, rugby subacqueo, nuoto pinnato, e chi più ne ha più si immerga, direbbe forse il Presidente di una Federazione di Sport Subacquei, teoria, pratica e certificato medico permettendo. Di seguito, il racconto di un singolare incontro, un mattino, a Minusio, con ospiti d’eccezione, per introdurci nel magico e silenzioso mondo delle immersioni subacquee. testo Marco Ortelli - foto Franco Banfi

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lessandro Mazzoleni, avvocato e Presidente regionale della Federazione Svizzera di Sport Subacquei (www.fsss.ch), avrebbe dovuto immergersi nel Lago Maggiore con Franco Banfi, fotografo subacqueo (www.banfi.ch) già campione del mondo, per poi riemergere e raccontarci l’esperienza. Un… contrattempo dentale, glielo ha impedito, così il nostro incontro è partito proprio da qui, dal senso di responsabilità che contraddistingue chi pratica questa attività: “Innanzitutto la subacquea non va sottovalutata. È un’attività che richiede coscienza. Bisogna essere fisicamente controllati. Ad esempio, un semplice raffreddore può causare delle difficoltà nella compensazione e portare dei danni fisici. Se non si è al 100% bisogna essere responsabili e dire ‘non posso’”. Per immergersi con il nostro fotografo d’eccezione si è messo allora gentilmente a disposizione Maurizio Salmina, agente immobiliare con la passione per le immersioni e presidente della Sub Minusio (www.subminusio.ch).

In un accogliente spogliatoio della società assistiamo alla vestizione, lenta e meticolosa, dei due uomini, con i quali, a passo… pinnato, ci dirigiamo poi in prossimità del lago. Dopo gli ultimi preparativi… blub, blub, blub… i due spariscono nel mondo di sotto… mentre da Mazzoleni apprendo che “ad immergersi si è sempre in due, non è consentito farlo da soli”. Di sopra sfrutto il momento per conoscere un appassionato di una disciplina che in Ticino comprende 18 società annesse alla Federazione Svizzera di Sport Subacquei: “Sono nato e cresciuto qui a Minusio”, dice Mazzoleni, “tra barche a vela, motoscafi e club di salvataggio, ho quindi sempre avuto un forte legame con

l’acqua. Nel 2000, l’ingegner Carlo Martinoni, uno dei fondatori della Sub Minusio, mi ha chiesto se avrebbe potuto interessarmi sviluppare questo contatto con l’acqua. Da quel momento è cominciata la mia esperienza con le immersioni, con un entusiasmo per la disciplina che è progressivamente cresciuto. Abbastanza velocemente sono entrato nel comitato della società, per poi passare un anno più tardi, su invito di Graziano Martinoni e di Ralph Sauer (già presidente della Sub Minusio il primo e della Federazione Svizzera di Sport Subacquei il secondo), in seno alla Federazione Svizzera di Sport Subacquei”.

«Là sotto si prova un grande senso di leggerezza e di benessere» MAURIZIO SALMINA

Un’attrazione fulminante, quella per le immersioni. Come mai? Cosa capita quando ci si ritrova sott’acqua? “Nell’acqua il cambiamento è legato soprattutto al rumore, si passa cioè da un ambiente caratterizzato da molteplici suoni a un ambiente in cui regna il silenzio, ogni tanto si sente un’elica in lontananza,

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Nome: Alessandro Cognome: Mazzoleni Data di nascita: 2/11/1976 Professione: avvocato Domicilio: Minusio Società: Federazione Svizzera di Sport Subacquei (Vice presidente federale e Presidente regionale), Sub Mi-

nusio (Vice presidente) Prossimo obiettivo: “mi piacerebbe che la Federazione riuscisse a trovare il consenso di tutti i subacquei ticinesi e svizzeri” Tempo dedicato agli sport subacquei: “facendo quasi una battuta, 24 ore su 24”

«Più della metà del mondo è sommersa, sarebbe peccato non vederla» ALESSANDRO MAZZOLENI

altrimenti, silenzio. Un altro aspetto rilevante è quello relativo alla chiara percezione che si ha della tridimensionalità, se nella vita quotidiana siamo abituati a lavorare in modo bidimensionale su un piano, nell’immersione è importante guardare sì a destra e a sinistra, ma soprattutto sotto e sopra. La cosa più impressionante è il fatto di poter respirare sott’acqua. Personalmente ho avuto un po’ di difficoltà a fare lo scatto mentale di dire ‘posso respirare’, avevo la tendenza a scendere con la testa e trattenere il respiro, oppure a respirare come un matto, perché l’emozione ti spinge ad accelerare il ritmo della respirazione. Superato questo scalino, l’idea di vivere sott’acqua è affascinante”. Per poter entrare nel regno del silenzio occorrono, lo abbiamo visto, azioni ben precise. Dopo la prima, quella cioè di decidere di volersi immergere, chiedo quali siano i passi da intraprendere per diventare un sub: “È dapprima necessaria un’idoneità fisica, stabilita attraverso un apposito esame medico (a tal proposito si veda il sito della Società Svizzera di Medicina Subacquea e Iperbarica, www.suhms.org). Con in mano il cer-

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Nome: Maurizio Cognome: Salmina Data di nascita: 14/05/1959 Professione: impiegato in un’agenzia immobiliare Domicilio: Losone Società: Pres. Sub Minusio

Prossimo obiettivo: “fare molte belle immersioni senza incidenti con i soci che condividono la stessa passione” Tempo dedicato agli sport subacquei: “possibilmente un’immersione a settimana”

tificato medico, ci si può allora rivolgere a uno dei club presenti in Ticino e cominciare. Solitamente si segue una piccola teoria iniziale, ma in generale si cerca di andare a fare subito il ‘battesimo dell’acqua’. … blub, blub, blub… alcune bollicine ci segnalano il ritorno in superficie dei nostri due sommozzatori. Quando si levano le maschere il loro sguardo sembra euforico. Li lasciamo tornare definitivamente nel mondo di sopra, prima di chiedere a Maurizio Salmina un’impressione sull’esperienza appena vissuta. “L’impatto è stato abbastanza difficile, l’acqua era piuttosto fredda, ed io mi sono immerso con una ‘tuta bagnata’, perché quella ‘stagna’ è in riparazione. Onorato di essere accompagnato da Banfi, ci siamo avviati verso un grande albero, appoggiato sul fondale, per poi raggiungere una bicicletta e un pupazzo collocati dalla Sub Minusio quali punti di riferimento. La visibilità era piuttosto ridotta e non abbiamo incontrato alcun pesce. Dopo mezz’oretta siamo risaliti, perché il freddo ha cominciato ad essere pungente. Per risalire in modo corretto bisogna seguire scrupolosamente la decompressione pianificata in precedenza, in questo si è aiutati da un computer e dall’esperienza. Di sotto si prova un grande senso di leggerezza e di benessere, ci si sente pervasi da pace e tranquillità, e una volta trovata la giusta respirazione… benvenuti nel sesto continente!”. Fino alla prossima immersione… Blub, blub, blub… Per info: www.fsss.ch, www.subminusio.ch, ticino@fsss.ch


Swiss Olympic Medical Center - www.cmcs.ch, Tel.: 091 811 48 48

Per il 2008 possiamo avvalerci della preziosa collaborazione del Centro di Medicina e Chirurgia dello Sport di Locarno. Per la disciplina delle immersioni, si è messo a disposizione il Dott. Gian Antonio Romano. COME… VEDE L’IMMERSIONE? “Enzo Maiorca, pioniere della storia dell’uomo sott’acqua, ha detto che il mare è un maestro di vita che “ci inGian Antonio Romano. segna l’umiltà, il coraggio, la forza, la paura, la generosità, il rispetto verso se stessi e la vita che ci circonda”. Se da un lato non ci sono dubbi su questi effetti, dall’altro non bisogna dimenticare le necessarie conoscenze e controlli prima d’immergersi”. L’IMMERSIONE È RITENUTA UNO SPORT PERICOLOSO? “No, rispetto ad altri sport e tenuto conto del gran numero di praticanti, l’immersione è considerata uno sport relativamente sicuro. A patto evidentemente che si rispettino le regole di base. Ciò nonostante, un quarto degli incidenti mortali hanno avuto quali cause problematiche cardiache”.

CUORE ED IMMERSIONI “È bene che chi pratica immersione si sottoponga regolarmente a dei controlli medici d’idoneità (anche se non obbligatori). Durante questi esami verrà data particolare attenzione alla valutazione cardiaca e alla ricerca d’eventuali patologie. È consigliato, in casi specifici, eseguire un elettrocardiogramma a riposo. Il sospetto di una comunicazione tra i due atri del cuore (foramen ovale pervio) richiede, a dipendenza della gravità, un procedere e un monitoraggio specifico. La società svizzera di medicina subacquea ed iperbarica nel 2007 ha emanato delle raccomandazioni”. NITROX O BOMBOLE AD ARIA? QUAL È LA SUA OPINIONE? “Il discorso è lungo e non può essere esaurito in poche righe. L’idea d’usare aria più ricca d’ossigeno e meno d’azoto può essere accattivante, ma la realtà pratica pone sicuri limiti. Se con nitrox posso ridurre gli intervalli di superficie, posso avere tempi di fondo maggiori, posso ridurre il rischio in narcosi d’azoto, d’altra parte non devo dimenticare la ben nota possibile tossicità acuta, sul sistema nervoso centrale, di un eccesso d’ossigeno, con lo scatenamento di convulsioni. Vi sono poi anche precisi limiti di profondità che non vanno superati. Dunque l’uso di nitrox, solo in un determinato tipo d’immersione e con un addestramento specifico”. Il Dr. med. Gian Antonio Romano è specialista FMH medicina generale e medicina dello sport. Ha uno studio a Verscio e lavora al Centro di medicina e chirurgia dello sport, Ospedale La Carità di Locarno, di cui è stato co-fondatore. Predilige sport di resistenza quali il ciclismo, il triathlon e l’alpinismo, ma si diverte anche con lo sci alpino, la vela e ogni tanto con qualche… immersione.

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IN VIAGGIO NELLA MAGIA DEL SAPERE A Volketswil vi aspetta un paradiso ludico, didattico e scientifico visitato ogni anno da 250’000 persone. Una struttura, unica

in Svizzera, dove dalle ore 10:00 alle 18:00, i bambini tra i 2 e i 12 anni imparano divertendosi, nel piacere della magia di un gioco creativo e costruttivo. testo Stefano Pescia - foto Giorgio Keller

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1. Nella città dei bambini, per 363 giorni all’anno, il sapere si impara giocando. 2. Il negozio di giocattoli costruttivi ha rinunciato alla vendita di oggetti elettronici. 3. Sulla terrazza panoramica i bambini si divertono girando in trenino. 4. Un simbolico magico albero dei sogni si erige fiero all’interno della Kindercity.

Se siete indecisi su come animare con originalità una giornata in famiglia, accendete prima di tutto il vostro computer e digitate www.kindercity.ch. Scoprirete un paradiso per i vostri figli capace di stimolare anche le emozioni degli adulti, che permetterà, in particolare ai bambini tra i 2 e i 12 anni, di trascorrere una giornata di suggestive e divertenti scoperte. A Volketswil, a pochi chilometri da Zurigo, vi aspetta la geniale idea di Sandrine Gostanian-Nadler, nata durante un soggiorno di vacanza a Parigi con la figlia di tre anni, per la quale cercava la possibilità di trovare un divertimento costruttivo. La scintilla della città dei bambini si è concretizzata visitando un affascinante parco didattico come la “Cité des Sciences”. “Nell’ottobre 2008 festeggeremo i quattro anni di apertura e il milionesimo visi-

tatore”, ci conferma fiero il direttore Dany Kurmann. “Ci sono dei giorni durante i quali accogliamo anche 1’5002’000 visitatori”. Il successo di questo concetto è dato anche dal buon senso di

«Scoprirete un paradiso per i vostri figli» costruire una struttura di 6’000 m2 all’interno di un importante spazio dominato dai numerosi negozi di un grande centro commerciale e dalla praticità di disporre di facili vie d’accesso. Inoltre, è aperto

363 giorni all’anno, dalle ore 10:00 alle 18:00. I visitatori hanno la possibilità di costruirsi un programma personalizzato, pagando singolarmente ogni spazio che scelgono di frequentare. “Abbiamo anche degli abbonamenti annuali e delle offerte speciali con convenienti pacchetti combinati visita e viaggio”, precisa Kurmann. La flessibilità è un altro punto di forza della Kindercity che impiega 11 collaboratori a tempo pieno e una quarantina di ausiliari, di cui molti studenti, che parlano diverse lingue. “Ci sono degli atelier”, ci dice Nicole Eger, Event Managerin, “dove i bambini si recano da soli e altri in cui vanno in gruppo o con i genitori. Lo scopo è anche quello di coinvolgere tutta la famiglia o coloro che accompagnano i piccoli visitatori”. Nella città dei bambini non ci si annoia nemmeno se si trascorre

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5. La parete di arrampicata con dei simpatici pesci in gomma.

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6. Che gioia creare i propri oggetti in cioccolato. 7. Il fascino di scoprire il movimento del corpo umano. 8. Tutti in pista per applicare le regole della circolazione. 9. Tante risposte per scoprire le meraviglie della scienza. 10. Dany Kurmann e Nicole Egger animano le diverse attività e promozioni. 11. Le feste di compleanno non potevano mancare nella città dei bambini 10 11

al suo interno tutta la giornata. L’aspetto positivo è che da ognuno dei cinque atelier, il bambino esce con un ricordo che costruisce con le proprie mani e che può portare a casa. Tutto è vissuto con gioia, con un minimo di spiegazioni teoriche se il caso lo richiede, in particolare nelle visite di gruppo, in 3’500 m2 di spazio coperto e 2’000 m2 di superficie esterna all’insegna della didattica e dell’apprendimento costruttivo. Anche il negozio al piano terreno vende solo giocattoli e libri volti verso un positivo apprendimento; per i giochi elettronici non vi è spazio. Si passa dall’angolo della cucina, dove a dipendenza del periodo annuale si realizzano anche dei temi in cioccolato, alla fabbrica dell’automobile, in cui i bambini possono costruirsi la propria macchinina in plastica come in una catena di montaggio, vedere, salire e toccare le componen-

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ti di una vettura o giocare con uno studio radio e televisivo. Non manca un percorso del sapere dove il corpo umano, gli animali, la natura, gli oggetti scientifici e

«Per i giochi

elettronici non vi è spazio» ciò che emette suoni diversi sono pronti ad essere esplorati dai curiosi ed entusiasti visitatori. Quello che è interessante è che i bambini, per esempio in cucina, devono poi anche lavare, asciugare e, come

negli altri atelier, rimettere in ordine gli oggetti che adoperano. Un parco del divertimento al coperto unico nel suo genere in Svizzera, con un ristorante al primo piano, dove le parole d’ordine scambiano il valore dei principi dell’educazione con intelligenza e buon senso. Qui, vedere e toccare è obbligatorio per poter scoprire, imparare e capire. Tre piani dove “fare e disfare” si animano per creare e soddisfare delle stimolanti aspettative. Sul tetto vi aspetta una splendida terrazza, aperta ogni giorno dalle 13:00, regno di tre animazioni: un trenino che le gira intorno, uno spazio creato da Skoda per i bambini che, dopo alcuni minuti di istruzione come fosse una scuola guida, possono mettere alla prova il loro sapere, salendo su piccole automobili elettriche e affrontare semafori, segnaletiche, stradine con stop e traffico su due


corsie. Alla fine i bambini più attenti possono ricevere un certificato, una sorta di patente di guida. La terza possibilità è un infrastruttura per il bungy jumping. All’interno della Kindercity il tempo si trasforma e realizza sogni, in un’affascinante realtà dove le lancette dell’orologio degli adulti sono ritmate dalla gioia dei bambini che insieme, in piccoli gruppi, vivono la loro curiosità di scoprire un mondo nuovo che offre delle reali risposte anche ai loro interrogativi scientifici e biologici. La cosa bella di rifugiarsi nelle fantasie della Kindercity è quella di riuscire a vivere le esperienze di una favola dal lieto fine. “Un luogo ideale anche per organizzare degli eventi speciali a tema, che si possono trovare anche sul nostro sito internet e su misura per società e aziende diverse”, puntualizza il direttore Kurmann.

Benvenuto nel mondo del campione mondiale:

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“Spesso ospitiamo anche delle scuole, che approfittano delle nostre infrastrutture per valorizzare pedagogicamente le loro lezioni”, aggiunge Nicole Eger. Un grande contenitore dove i “come si fa” e “come funziona” vengono vissuti in prima persona dai bambini. E tra i diversi locali della città dei bambini, non manca naturalmente la possibilità di festeggiare il proprio compleanno o di visionare uno dei numerosi film, che vengono proiettati ogni giorno nel cinema al piano terra, che può ospitare fino a 200 persone. Quando poi la voce degli altoparlanti ricorda che tra pochi minuti la città dei bambini ritornerà ad essere avvolta da un ‘meritato’ silenzio, dopo un’animata giornata la mente di adulti e bambini si è colorata di stimolanti esperienze e di nuove conoscenze, e già si stà preparando per una nuova visita che riserverà altre nuove sorprese.

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SGATTAIOLARE CON POTENZA

NEL TRAFFICO Quando il traffico si fa congestionato - quasi sempre -, le due ruote ci appaiono come un bagliore di libertà. Ecco di seguito la presentazione di tre modi differenti con i quali destreggiarsi nel traffico quotidiano. testo Graziano Guerra

VESPA GTS 300 SUPER Appena la vedi, in quel suo nuovo vestito, lo sguardo corre alle gambe, pardon, alle ruote. Di quelle dimensioni giuste che permettono di srotolare chilometri con fluidità, ma ecco qualcosa che risveglia l’animo sportivo, quelle sospensioni con mollettoni rossi lanciano messaggi di fuoco, sportivi. E la sigla “300” completa il quadro: è la Vespa di maggior cilindrata mai prodotta dal 1946 ad oggi! La nuova GTS 300 porta nella classe “over 250” un’eleganza esclusiva. Lo fa con forme, dettagli e colori votati ad esprimere sportività e dinamismo. La scocca, anima metallica di Vespa, è stata modificata: spicca una griglia con feritoie orizzontali, richiamo evidente alle più belle Vespa del passato e che le dona un elegante tocco sportivo. È spinta da un moderno e potente motore a 4 valvole raffreddato a liquido e dotato di iniezione elettronica, omologato Euro 3. Rispetto alla GTS 250, si distingue per il più alto livello di coppia del nuovo motore (22,3 Nm contro 20,1) raggiunto ad un più basso regime (5’000 giri contro 6’500 della 250). Numeri che, tradotti su strada, significano un’elasticità di marcia e una ripresa dalle basse velocità che non ha eguali in questa classe di cilindrata. I nuovi cerchi in lega bicolore sono un richiamo a quelli scomponibili di un tempo e accentuano la sportività del 145° modello nella storia di Vespa. La strumentazione analogica accoglie nuove grafiche, con numeri bianchi su fondo nero. La sella si distingue per comodità e materiali di qualità. Due le colorazioni: Nero Lucido e Montebianco. Vespa è l’unico scooter al mondo con scocca portante in acciaio, un’esclusività costruttiva che la distingue da ogni altro veicolo a due ruote sin dal primo esemplare del 1946 e che assicura doti di rigidità superiori sino al 250% rispetto a scooter con telaio in tubi. A questa deve

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la grande precisione di guida e l’ormai leggendaria robustezza. Sotto la sella trova spazio il serbatoio che può contenere 9 litri di benzina, a tutto vantaggio dell’autonomia, senza compromettere spazio e un agevole accesso al motore, una volta sfilato (senza l’uso di attrezzi) il vano che può contenere due caschi demi-jet.

Vespa GTS 300 Super.


Harley Davidson XR 1200.

ALTE PRESTAZIONI CON DIVERTIMENTO L’avvio alla produzione della streetbike ad alte prestazioni, ispirata alle moto da dirt track e progettata per il mercato europeo, era stato dato circa un mese fa in quel di Kansas City, nel Missouri. I giornalisti d’Europa hanno cavalcato in terra spagnola, con qualche settimana d’anticipo, le prime moto prodotte, che hanno riscosso un notevole apprezzamento, corroborando le attese di Harley-Davidson di un vero e proprio boom di vendite. Inizialmente la produzione è destinata a coprire gli ordini in corso e a dotare tutte le concessionarie ufficiali Harley-Davidson di un modello dimostrativo per la prova su strada da parte di potenziali acquirenti. Gli oltre 600 clienti europei che l’hanno prenotata, in questi giorni vedranno premiata la loro pazienza. Sin dal primo progetto è stato coinvolto lo European Product Planning Team di Harley-Davidson e dei team Styling e Engi-

neering di Milwaukee in Wisconsin. Da questa cooperazione è nata una motocicletta dal look strepitoso, concepita appositamente per affrontare le tortuosità delle strade europee. In sede di presentazione, John Lewis, direttore vendite di H-D Europe ha affermato: “La XR 1200 appartiene a un nuova generazione di motociclette Harley-Davidson, frutto di una fertile collaborazione tra il team di progettazione europeo e la divisione Product Development di Milwaukee e siamo estremamente orgogliosi del risultato”. La XR 1200 è effettivamente una streetbike affascinante, molto maneggevole, dalle tipiche prestazioni HarleyDavidson e progettata per venire incontro alle esigenze del mercato europeo, ma soprattutto, divertentissima da guidare! Il motore dalla coppia elevata è montato su supporti elastici e verniciato a polvere argentata. L’Evolution® V-Twin da 1200 cc è raffreddato a liquido con iniezione elettronica (ESPFI) e sistema attivo di aspirazione dell’aria a controllo elettronico. Lo scarico cromato 2-1-2 con marmitta “Straight shot” le dona quel tocco in più. In Svizzera il prezzo consigliato al pubblico è di 15’000 franchi.

MOTO MORINI E IL CONCETTO DI NUDA - CORSARO AVIO Brillante, grintosa e attraente. Con la sua livrea argento satinato su telaio blu, strizza l’occhio al motociclista che non vuole passare inosservato, che cerca la facilità di guida piuttosto che la prestazione assoluta e non vuole spendere cifre “iper”. È una naked di grande personalità, con l’ambizione di un posizionamento molto competitivo anche nel prezzo. Il bicilindrico bialbero Corsacorta da 1187 cc è stato ottimizzato per erogare 120 cv ed offrire una spinta corposa e fluida fin dai bassi regimi. Calza pneumatici Pirelli Diablo nelle canoniche misure di 120/70 all’anteriore e 180/55 al posteriore, per garantire sempre l’appoggio necessario per scaricare a terra l’enorme coppia del propulsore. Il cambio è a sei marce. All’opera in frenata vi sono impianti Brembo, per decelerazioni potenti e progressive. Lo stile è

curato da Marabese Design e la moto si presenta con un look molto sportivo. Il compatto telaio a traliccio non nasconde nulla del propulsore, vera sintesi del concetto di nuda. Le sovrastrutture: cupolino, serbatoio, sella e codino disegnano linee coerenti, che rivelano la ricercatezza di un’estetica italiana. L’impianto di scarico tiene conto della normativa antinquinamento Euro 3. Originale il giro di scarichi, con il catalizzatore volutamente ben in vista e con due spettacolari silenziatori sottosella di forma biconica. Corsaro Avio è disponibile in due versioni grafiche: blu/argento satinato; rosso/nero opaco. L’importazione generale per la Svizzera di Moto Morini è garantita dalla Mosport con sede in Ticino, a Manno.

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OROSCOPO testo Cloris Sciaroni PRIMA METÀ DI GIUGNO Il mese inizia con un bel trigono di Terra, che ci auguriamo possa proteggere il nostro Paese da eventuali “attacchi criminosi” e da menti che inducono all’insurrezione proprio negli eventi che raccolgono le masse. A livello astrologico bisogna dire che i transiti planetari non sono molto rassicuranti. Il nostro Paese è da tempo preso di mira da “Urano” che si mostra ribelle e imprevedibile. Il transito di Marte in Leone tocca la nostra 9. casa astrologica, quella preposta ai viaggi o discorsi “diplomatici”, quindi attenzione donne a non urtare la suscettibilità di certi uomini al potere! Marte mette in risalto lo sport e l’evento mediatico che questo crea. E con Mercurio retrogrado bisognerà aprire bene gli occhi e attivare al massimo i sistemi di sorveglianza.

ARIETE 21/3 - 20/4

Siete ancora ben sostenuti da Marte, che potrebbe anche regalarvi qualche successo sportivo o far partire un progetto a cui tenete. Gli influssi dai Gemelli stimolano positivamente la vostra mente e il 3. campo, che favorisce gli studi, gli esami, i colloqui e gli incontri in genere. Potreste dovervi spostare molto in questi tempi, essere inviati all’estero per un corso di aggiornamento o per la lingua. Ottimo feeling con giovani e bambini e quindi con l’insegnamento. Se volete anche cimentarvi con l’espressione creativa, come la scrittura o il teatro, potreste scoprire altri talenti nascosti o mettervi a disposizione come animatori di qualche colonia. Come sapete, Plutone è sempre dissonante e agisce sempre su voi nativi della 1. decade, mentre Giove su voi della 2. decade. In generale dovrete fare tesoro delle esperienze passate per non ripetere gli stessi errori.

TORO 21/4 - 20/5

Il mese inizia con la Luna nel vostro segno, che riceve i benefici influssi da Giove, quindi regala entusiasmo e successo ma porta anche agli eccessi. A ridimensionarvi, tuttavia ci pensa Saturno dalla Vergine. Per qualcuno può significare duro lavoro e bisogno di silenzio per riordinare le idee e portare a termine i lavori. Può essere un periodo molto faticoso per voi studenti, che ora preferireste un po’ di svago. Chissà che per voi studiare in coppia o con altri compagni sia meno pesante! Forse siete troppo perfezionisti e loro potrebbero darvi una mano per rendere tutto più leggero. A qualcun altro gli astri potrebbero regalare una vacanza-studio, una vacanza-benessere e tante altre novità. Quel che è interessante è che qualcosa si muove, mentre per rilassarvi è bene che facciate un po’ di bicicletta. Pedalare in due potrebbe essere più stimolante, no?

GEMELLI 21/5 - 21/6

Ben tre pianeti nel vostro segno animano questa prima parte del mese e con Giove in 8. campo potreste partecipare a qualche gara, concorso, lotteria o colloquio importante, perché rischiate di fare “centro” e ottenere un contratto vantaggioso. Si sa che sapete “vendervi” bene. Migliora infatti anche l’economia e in amore farete faville. Urano mira ai colpi di fulmine, all’avventura, al rischio, all’indipendenza e qualcuno di voi, magari già in coppia da tempo e sopra i 36 anni, potrebbe sentirsi un po’ troppo legato e cercare maggiore libertà. Sono gli effetti di Saturno, da non sottovalutare. Non lasciate il certo per l’incerto. Attenzione, dal giorno 14 Plutone retrocede nel vostro segno opposto per l’ultima volta, interessando voi nativi della 3. decade alle prese con cambiamenti radicali. Salute: analizzate i sogni e scrivete le vostre emozioni.

CANCRO 22/6 - 22/7

Questa prima parte del mese potrebbe incitare molti di voi a rivisitare luoghi della memoria per narrare o scrivere storie da tramandare ai nipoti, ma anche per fare ordine nel vostro “archivio interiore”. A volte vivete la vita come su un palcoscenico, dove si susseguono scene ed emozioni con vari personaggi del vostro inconscio, che potrebbero dar vita a qualcosa di concreto. Preparatevi con animo nuovo al solstizio d’estate. Marte risveglia la passione, non solo per l’amore ma anche per lo sport. Care donne, se non volete sentirvi trascurate dal partner trovate dei compromessi: o vi organizzate per accogliere gli amici in casa, oppure affidate i figli ai nonni e uscite per stare in allegra compagnia, tanto per evadere dalla routine. State comunque lontani da luoghi affollati con i bambini. Salute: curate l’ansia con l’omeopatia.

LEONE 23/7 - 23/8

Ritmi molto accelerati in questo primo periodo del mese, che è anche tempo di nuovi incontri, con possibili future collaborazioni vantaggiose. La vita sociale è importante per voi e, con gli avvenimenti sportivi, unirete l’utile al dilettevole e parteciperete con piacere anche a cene conviviali. Attenzione però agli eccessi. Con Marte nel segno, rischiate di esaltarvi troppo e di rendere i discorsi troppo animati, lasciando poco spazio agli altri. Ottimo feeling con i bambini e i giovani, che si sentono ben sostenuti e incoraggiati da voi. Del resto avete un talento naturale come educatori e animatori. Non dimenticate la chitarra durante le gite o le scampagnate. In amore sarete pure molto passionali e avventurosi ma tenderete forse più ai flirt. Le storie possono così essere brevi ma intensi. Salute: ridimensionatevi.

VERGINE 24/8 - 22/9

Gli influssi dai Gemelli rischiano di mandare in tilt il vostro bioritmo, che sarà particolarmente accelerato e messo sotto pressione nella prima parte del mese, rendendovi molto inquieti e nervosi. Dovrete avere molta pazienza, perché non potrete evitare né ritardi, né contrattempi nei vostri impegni, che solitamente cercate di assolvere con grande senso di responsabilità e disciplina. Malintesi e dubbi possono sorgere anche nei colloqui e nelle transazioni finanziarie, dove alle promesse verbali non seguono i fatti. Meglio non firmare contratti in questa prima parte del mese. Fatevi aiutare e consigliare da persone neutre ed esperte e prendetevi il vostro tempo per riflettere. Inoltre, tenete sotto controllo documenti e soldi viaggiate. Salute: in occasione degli eventi sportivi state alla larga da luoghi affollati.

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OROSCOPO

BILANCIA 23/9 - 22/10

Ottimo inizio per voi. Nonostante Plutone e Giove ostili, altri armoniosi influssi astrali positivi lasciano intravedere un periodo molto proficuo, sia a livello professionale sia economico nei primi 18 giorni. I raggi benefici vi regalano fascino, intelligenza, sensibilità e classe, molto apprezzati da chi vi avvicina. Nuovi amori per i single, ma anche piacevoli viaggi e nuove amicizie per altri. Se il lavoro nobilita, il tempo libero è ancor più stimolante, da vivere in allegra compagnia. Approfittate di questo bel momento per trasmettere il vostro sapere, ma anche la vostra bellezza interiore. Ora è il momento di creare collaborazioni, di stipulare importanti contratti. Ottimo feeling con bambini e giovani. L’insegnamento, la pedagogia o l’arte-terapia potrebbero essere per voi nuovi sbocchi, così come il teatro e la scrittura.

SCORPIONE 23/10 - 22/11

Acuti e pungenti saranno i vostri discorsi e le vostre parole nella prima parte del mese. Non che ci si debba stupire per questo, ma ora il vostro sarcasmo potrebbe anche creare reazioni poco piacevoli. Marte dissonante è provocatore, attenzione dunque con Leoni e Aquari! Ma anche con i Toro avrete pane per i vostri denti. Plutone e Giove sempre favorevoli sostengono Urano, per cui molti di voi si stanno preparando a veri e propri rinnovamenti, pronti anche ad accettare nuove sfide nel lavoro. Il vostro grande potenziale psicologico e analitico può essere di aiuto nella trasformazione delle persone, per cui potreste specializzarvi in terapia di “mediazione o coaching”. Se invece avete ancora da sistemare vecchie storie private, provate la “costellazione familiare”. L’amore vi riserva molte sorprese, ma evitate la gelosia distruttiva. Salute: analizzate i sogni.

SAGITTARIO 23/11 - 21/12

Confusione, dubbi e insicurezza regneranno nelle vostre menti e nel vostro ambiente nei primi 18 giorni del mese, procurati da un eccessivo stress. Figli, compagni o colleghi potrebbero procurarvi qualche preoccupazione in più, mentre i viaggi o gli impegni di lavoro potrebbero subire dei ritardi o dei contrattempi, indipendentemente da voi. Attenzione a non perdere documenti e denaro visto che non ne avrete in abbondanza. Anche l’amicizia sarà posta sul banco di prova, ma dovrete farvi anche un po’ di sana autocritica e non lanciare frecciatine a destra e a manca. Gli astri, insomma, vi mettono un po’ alla prova ovunque per misurare la vostra solidità morale e il vostro senso di disciplina, ma grazie a un Marte superpositivo, mostrerete un alto grado di resistenza e, con la sportività che vi contraddistingue, ne uscirete vincenti.

Meeting di lavoro e incontri di studio vi consentiranno di mostrare la vostra perspicacia e intelligenza pratica, ma sappiate anche che ogni piccolo o grande evento che vi si presenta è un’occasione di apprendimento. Maestro e allievo imparano a vicenda e nessuno è migliore dell’altro, questa è la lezione di Saturno, per voi nativi di dicembre. Per voi di gennaio si prospettano magnifiche opportunità di avanzamento, ma per tutti le stelle suggeriscono di ampliare le relazioni pubbliche e osare proporre nuove idee, di aprirsi anche a tematiche inusuali per scoprire verità diverse. E l’amore? Molti potrebbero coronare il loro sogno con un bel viaggio o con la maternità, altri incontrare una persona di età diversa o imparare a giocare e a ridere di più, lasciando da parte l’eccessiva serietà. Salute: curate l’ansia dedicandovi alla scrittura creativa.

AQUARIO 21/1 - 19/2

Positivi influssi planetari rendono la vita di voi nativi di gennaio meno agitata, mentre voi di febbraio sarete sottoposti a un vero “tour de force” nei primi 16 giorni, per riuscire ad adempiere ai mille impegni. Un 5. campo iperstimolato amplia il settore delle relazioni pubbliche e potrebbe anche procurarvi dei contatti con i media, magari utili. Un’idea originale potrebbe diventare produttiva. Favoriti i settori dell’insegnamento, dell’arte espressiva, del design e dell’arredamento. La vita di coppia, invece, potrebbe risultare turbolenta a causa di Marte sempre dissonante che vi rende gelosi e pungenti, più intolleranti del solito. Controllate questi istinti distruttivi. Se siete single, attenzione, perché un’eccessiva spavalderia disturba e darà di voi un’immagine sbagliata, pensateci. Salute: possibili dolori improvvisi. Curatevi con l’agopuntura.

PESCI 20/2 - 20/3

Aleggia nell’aria un’atmosfera disimpegnata e disincantata, molto volubile, nei primi 16 giorni del mese. Sotto stress e con la testa fra le nuvole, apparite meno affidabili e concentrati, inclini agli errori e ai malintesi. Attenti alla guida e nel maneggiare strumenti di precisione. E non ricorrete alle bugie per giustificare la vostra svogliatezza. Se siete studenti sarà dura! Con le amicizie dovrete avere gli occhi ancora più aperti, perché siete troppo influenzabili e vi fate trascinare in pericolose tentazioni. Signori uomini, in amore i pianeti ostili possono insinuare tormentosi dubbi sulla vostra capacità di conquista e di piacere alla compagna di turno, ma potreste anche venir attratti da novità e fantasie un po’ bizzarre. Salute: evitate farmaci chimici o altri surrogati per placare ansia e insonnia.

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illustrazione TICINESE

N° 6 - 1. GIUGNO 2008 Fondata nel 1931 - 12 edizioni annuali, tiratura 130.776 copie (tiratura controllata REMP 2007) REDAZIONE CP 418, 6908 Lugano-Massagno via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch EDITRICE Tredicom SA, 6908 Lugano-Massagno DISTRIBUZIONE AWZ - Lugano AMMINISTRAZIONE E PRODUZIONE Marco Werder INSERZIONI TICINO E ITALIA: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. - Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch SVIZZERA TEDESCA E ROMANDA: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 - Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch CAPO REDATTORE Matthias Werder GRAFICA Tredicom SA, Gabriele Campeggio

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COLLABORATORI REDAZIONALI

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Piergiorgio Antonella Broggi Baroni

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Stefano Ember

Graziano Guerra

Marco Ortelli

Stefano Pescia

Roberto Rizzato

Stéphanie Scatizza

Roberto Schneider

Cloris Sciaroni

Lorenza Storni

Alda Viviani

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Elio del Biaggio

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Giosanna Crivelli

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9 ORIZZONTALI: 1. Scervellarsi 11. Né tue, né sue 12. Bel paesino malcantonese 13. Uno detto a Zurigo 14. Sono affini ai Boscimani 17. Irruzione poliziesca 18. La bevanda che si filtra 19. Il Rame del chimico 20. Sta per “vino” 21. Impedimenti 24. L’aria per il poeta 26. Dittongo in giada 27. Superfici 28. Villaggi 30. Conto Corrente 32. Nel mezzo della lista 33. Cons. in stuoia 34. Profondi 36. Il faraone d’Egitto alleato di Creso 38. Sì detto a Londra (Y=I) 40. Scolpì Apollo e Dafne 42. Organizzazione internazionale 43. I confini di Arogno 44. Il nome della poetessa Negri 46. Hockey Club Lugano 48. Truce 50. Le iniz. di Muti 51. Dittongo in reità 52. Spocchia 53. In nessun tempo.

VERTICALI: 1. Fra le più famose sculture di Antonio Canova 2. Riprovate 3. Dirige l’università 4. Sconfitto 5. Nirvana 6. Il nome di Gullotta 7. Combattimento 8. Colpevoli 9. La nota degli sposi 10. Ansiosi, preoccupati 15. Spagna e Austria 16. Urna 19. Un orologio a sabbia 22. Una sigla del radiologo 23. Il nome della Fallaci 25. Dei nordici 29. Lo usa spesso l’oste 31. Antonio, scultore veneto 35. Dittongo in pietra 37. La terza nota 39. La nota più lunga 41. Quasi unici 45. Uncini da pesca 47. Concorso Internazionale 49. La fine di Belfagor.

La soluzione del numero precedente era: HOPP SUISSE

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