Illustrazione Ticinese n. 7 - 2009

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illustrazione www.illustrazione.ch

TICINESE

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

N° 7 - 15 GIUGNO 2009

CONCORSO Un’oasi nel deserto VIAGGI I colori del Mali

PIO NESA

L’arte della falconeria in Ticino


Per animali che amano stare all’aperto.

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SOMMARIO

IN PRIMIS

5 Fuorionda

Le origini della caccia col falcone si perdono nella notte dei tempi. Si pensa che l’uomo abbia iniziato ad addestrare uccelli da caccia in Cina e Mongolia già 2000 anni avanti Cristo, ma il

La rubrica a misura di lettore

Via col ventre

7 Scelti per voi 9 Ma tu lo sai? Una risposta ai tuoi perché

11 Scriv in dialètt

750 a.c.

Un’altra manéra da vedé ul Tesin

12 L’intervista

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Con un falco in volo

è la prima data certa alla quale far risalire la falconeria, grazie al ritratto di un falconiere con il suo falco, trovato su un bassorilievo risalente al regno del re assiro Sargon. In Europa, la falconeria giunse probabilmente nell’alto Medioevo, forse con le invasioni di Sciti e Sarmati, certamente con gli Unni di Attila. Ma la falconeria raggiunse il suo culmine nell’Europa cristiana e nell’Islam durante il periodo feudale medievale, quando i falchi erano il bene più prezioso dei nobili e il loro possesso era vincolato da complicate e rigide leggi. Negli araldi dei nobili spesso infatti figurava un falco e ogni gradino sociale poteva possederne un tipo specifico. L’aquila reale ad esempio era riservata all’imperatore, il girfalco al re, il falcone gentile al principe, il terzuolo al barone, e così via. Ma la falconeria esiste ancora oggi ed è possibile osservare questi magnifici uccelli in volo anche in Ticino. Abbiamo incontrato Pio Nesa, falconiere ticinese di professione, che ci ha raccontato del suo particolare e affascinante mondo. Nell’edizione online potrete inoltre scaricare un buono sconto per andare a vedere un suo spettacolo.

19 Moda Un pareo per ogni occasione

20 Azione lettori Pronti, partenza dieta!

22 Concorso Un’oasi nel deserto

24 Sport La palla in acqua

28 Viaggi I colori del Mali - Mali (9ª e ultima parte)

31 Oroscopo Le previsioni di Cloris per l’estate

34 Cruciverba Caccia al segno

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La redazione

IN COPERTINA: Pio Nesa (foto Rémy Steinegger)

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FUORIONDA

VIA COL

VENTRE

I

l cibo percorre, dalla bocca all’ano, una strada lunga mediamente 10 metri. Ciò che mangiamo resta da 3 a 5 ore nell’intestino, un tratto lungo 7 metri, dove per ogni centimetro quadrato di superficie interna si trova un migliaio di villi intestinali, protuberanze alte un millimetro che assorbono le sostanze nutritive. Ma i residui di cibo possono rimanere fi-

«Nel corpo umano ogni chilo di peso equivale a circa 7’000 calorie» no a 3 giorni nei due metri di lunghezza dell’intestino crasso. A conclusione del lungo processo digestivo, il corpo espelle oltre mezzo quintale di escrementi all’anno, equivalenti alla ragguardevole quantità di 4 tonnellate nel corso della vita. Curiosamente le donne ne fanno circa 3 quintali in più degli uomini… Noi mangiamo non solo per soddisfare la nostra golosità; ma soprattutto per assimilare l’energia necessaria a far funzionare il nostro organismo. Il corpo umano è di

un’efficienza incredibile nel trasformare il cibo in energia. Ad esempio: per andare in bicicletta per un’ora alla velocità di 15 chilometri orari il nostro corpo necessita di una quantità di energia ottenibile da meno di 100 grammi di carboidrati, ovvero approssimativamente l’equivalente di 35 grammi di benzina. In altre parole, se il nostro organismo andasse a benzina anziché a cibo, ci basterebbe un solo litro di carburante per fare 400 chilometri! Nel corpo umano mezzo chilo di burro produce una quantità di energia tre volte superiore a quella sprigionata dalla scoppio di mezzo chilo di tritolo! Nel corpo umano ogni chilo di peso equivale a circa 7’000 calorie. Se ogni giorno assumessimo 500 calorie in più di quelle che normalmente riusciamo a consumare compiendo una qualche attività fisica, nel giro di una settimana acquisteremmo mezzo chilo di peso, corrispondente a qualcosa come 26 chili nel solo giro(vita) di un anno. Questa è la ragione per cui una delle principali cause di sovrappeso è la sedentarietà: noi mangiamo più dei nostri antenati, ma ci muoviamo MOLTO meno di loro. I medici sostengono che un uomo sano e ben nutrito possa sopravvivere anche solo con acqua e zucchero per oltre un mese, senza che l’organismo ne risenta più di quel tanto. Ma Angus Barbieri nutrendosi con acqua, vitamine, tè e caffè è riuscito a stabilire il record del periodo più lungo di astinenza da cibi solidi: ben 382 giorni! C’è chi invece è riuscito a sopravvivere adottando una dieta indubbiamente molto più… solida. Nel 1927, una donna canadese si lamentava per il mal di pancia. Fu portata d’urgenza

Tutti noi vorremmo poter allungare la nostra vita; ma l'unica cosa che ci riesce senza forzi è di riuscire semmai ad allargare la vita; nel senso del... girovita!

testo Roberto Rizzato

«Se il nostro organismo andasse a benzina con un litro di carburante faremmo 400 km» in un ospedale dell’Ontario: i medici scoprirono che si era mangiata 2’533 oggetti, inclusi 947 spilli! Tuttavia il record per la dieta più indigesta va a Michel Lolito, un francese meglio noto come “Monsieur Mangetout”. Di solito costui ingoiava quasi un chilo di metallo al giorno e si calcola che in quasi quarant’anni avesse mangiato all’incirca 9 tonnellate di metallo, ossia tra le altre cose: un piccolo aeroplano, 18 biciclette, 15 carrelli del supermercato, 1 televisore, 1 computer, 2 letti, 1 paio di sci, 6 candelabri e persino le maniglie di una bara! È morto nel 2007 all’età di 57 anni. Non ha mai particolarmente sofferto per la sua assurda dieta, diceva che le cose che davvero non riusciva a digerire erano le banane e le uova sode. Preferiva papparsi il tegamino dentro cui erano state bollite!

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Non tutti hanno la fortuna di avere un giardino dotato di caminetto per le grigliate, e anche chi ce l’ha, spesso dipende dal meteo. Se piove, niente grigliata! Ma esiste una soluzione pratica e bella da vedere: il grill da tavola, perfetto su ogni balcone e anche in casa. Mona funziona come un fornelletto per la fondue, per cui niente scomodi cavi sul tavolo. Mona però non è grandissima, per cui secondo noi è meglio averne una ogni due persone. E se volete continuare ad usare Mona anche in inverno, nessun problema, con l’accessorio giusto si trasforma in pentolino per la fondue chinoise!

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Il grill da tavola

Da avere I calzari da gladia…trice Le ballerine, che ormai da un paio di stagioni sono il passpartout della bella stagione, ci saranno ancora, ma la vera novità sono i gladiator. Ultrapiatti e comodissimi o con vertiginosi tacchi a spillo, l’importante è che non manchino i laccetti tipici dei calzari indossati un tempo dai gladiatori romani. Da abbinare a mini short, abitini corti o lunghi abiti in leggero chiffon.

©Graceland di Dosenbach

©Elisabetta Franchi Celyn b.

CHISSÀ…

Di Marinella Barigazzi e Ursula Bucher, Kite Edizioni Quante emozioni può suscitare un viaggio in treno! Il piccolo Marco ci rende partecipi di quanto osserva dal finestrino, tra il curioso e il meravigliato. È un giorno speciale, perché il bambino da tempo sognava di poter salire a bordo di un treno “vero”. Marco vede gli uccelli: chissà se mentre volano parlano tra loro come fanno gli amici. Marco vede gli alberi: chissà se sono contenti di sentire il vento provocato dal treno che passa. Marco vede il fiume, gli spaventapasseri, il mare, il temporale… Questo libro è una parentesi di poesia. La traduzione in immagini dei pensieri di Marco è opera di Ursula Bucher, che con sensibilità e lungimiranza accentua la sorpresa, a volte in modo del tutto inaspettato, grazie ad una abilità che dimostra col tempo di saper affinare. Dai 4 anni.

VOGLIO PRENDERE LA LUNA

Jonathan Emmet e Vanessa Cabban, Nord-Sud (Salani) Edizioni (con DVD) Talpino pensa che la luna sia la cosa più bella che c’è e la vuole tutta per sé. Ma prendere la luna non è facile come crede! Persino Coniglietto, Porcospino e Scoiattolo cercano di fargli capire che “la luna non è così vicina come sembra” e che non riuscirà mai a catturarla. Ma Talpino per cercare di afferrare quel magnifico disco giallo che brilla alto nel cielo, non si dà per vinto e s’ingegna come può. Dapprima cerca di afferrarla con un lungo bastone, poi cerca di colpirla con delle ghiande, poi sale su un albero e stende le zampine… Non dirò come finisce l’avventura di Talpino, perché desidero lasciare intatta la sorpresa racchiusa in questo bellissimo album, perfetto in tutti i sensi per avviare i più piccoli nel mondo delle storie. Dai 3 anni.

LA BELLA ADDORMENTATA

Raccontata da Roberto Piumini, illustrata da Nicoletta Costa, Collana “C’era una fiaba”, Edizioni EL A un re e a una regina che per lungo tempo erano stati senza figli, nacque una bambina. Per la gran gioia fecero una festa magnifica. Furono invitate sette fate, che diedero alla piccola i loro doni… Chi non conosce questa fiaba? Ci sono versioni e interpretazioni infinite in tutto il mondo e decine e decine di pubblicazioni in tutte le lingue. Può quindi risultare difficile scegliere la più adatta a dei bambini molto piccoli: testo e illustrazioni devono infatti rispettare precisi codici relativi a capacità cognitive ancora limitate. Consiglio allora volentieri la collana “C’era una fiaba”, di cui questo libro fa parte. Vi collaborano autori e illustratori piuttosto noti, che hanno più volte dimostrato grande sensibilità e dimestichezza con i “principianti della lettura”. Dai 4 anni.

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SAI PERCHÉ

IN ESTATE LA STRADA SEMBRA BAGNATA? Questo dipende dalla propagazione della luce nell’ambiente, che avviene in quattro modi, diffusione, rifrazione, assorbimento e riflessione. I raggi luminosi, quando passano da uno strato di aria meno calda a uno strato di Miraggio. aria più calda, e meno densa, come quella vicino all’asfalto nei momenti di grande calura, cambiano direzione. Viaggiando su una strada in queste condizioni l’asfalto appare bagnato perché i raggi provenienti ad esempio dagli alberi o dalle auto che ci precedono, nell’avvicinarsi al suolo vengono rifratti dall’aria calda e curvati verso l’alto nella nostra direzione. L’immagine che il nostro occhio riceve è indistinguibile da quella che avrebbe di fronte a una superficie riflettente come uno specchio d’acqua.

Salute e benessere

SAI PERCHÉ SI DICE

ANDARE PER LA MAGGIORE? Questa espressione, utilizzata per indicare un locale, un attività o un prodotto molto amato e di moda, ha origini addirittura medievali. A quell’epoca infatti, a Firenze esistevano due corporazioni delle arti e mestieri dette “Arti maggiori” e “Arti minori”. Appartenere alla corporazione delle Arti maggiori significava svolgere un mestiere più prestigioso, meglio remunerato e riconosciuto nella società. Le Arti maggiori erano sette: dei Giudici e Notai, dei Mercanti, del Stemma dell’Arte maggiore delCambio, della Lana, della Seta, dei Medici e la Lana. Speziali, dei Vaiai e Pellicciai. Le Arti minori erano invece 14: dei Beccai, dei Calzolai, dei Fabbri, dei Maestri di Pietra e Legname, dei Linaioli e Rigattieri, dei Vinattieri, degli Albergatori, degli Oliandoli e Pizzicagnoli, dei Cuoiai e Galigai, dei Corazzai e Spadai, dei Correggiai, dei Lagnaioli, dei Chiavaioli, dei Fornai.

SAI DA COSA DERIVA

MARZAPANE?

La pasta dolce di mandorle, bianco d’uovo e zucchero, deve il suo nome alla città indiana di Martaban. Gli arabi chiamarono martaban un tipo di giara in porcellana proveniente da quella città. In seguito, la curia romana medievale usò il termine latino massapanus per definire lo stesso vaso, che divenne marzapani in alcuni inventari siciliani del 1487 e 1490. Nel 1574, in una sua lettera, un mercante veneziano chiamò martabana la confettura di zucchero e spezie solitamente contenuta in questo tipo di vaso. Giara Martaban.

L’acqua, indispensabile alla vita, è anche una preziosa fonte di benessere. Solo l’acqua sa regalarci momenti di distensione profondi, rilassanti e rigeneranti. Viviamo in un luogo dove l’acqua non manca: prendiamocene cura!



SCRIV IN DIALÈTT

UN’ALTRA MANÉRA

DA VEDÉ UL TESIN Prövém a guardà quel che sü da nüm e sül noss teritori i’han scrivüt ul Hermann Hesse, ul Max Frisch e ul Georg Kreis. scrivüt dal Pier Baron

S

a dîs che se ta guàrdat cunt i öcc “da föra” (se ta sett mia tropp ciapàt denta economicament, politicament e via andare) ta riéssat a vedé méi in dal compartiment teritorial. Ul Tesin, tant par din vüna. Tanti béi tèst (nal senso da “teste pensanti”) i’è passàt da nüm o adiritüra i‘ha metüt giò radîs chichinscì. Ul Hermann Hesse (1877-1962), sü in dala Colina d’Or, adiritüra par una vita e inscì pòdum anca dì che a gh’emm un premio Nobel (dala leteratüra) ticinés. “Ticino” l’è ul so líbar da riferiment. E quand che al scriv che “l’è sémpar bell traversà ul Gotard” al gha taca là anca che “la fài ul viagg centén da vòlt (…) e l’è sémpar bell nà sü süla Colina visin a Lügan, ricognoss ogni pianta o ogni camp, la stala dal Felice, ul prat dala végia Nina”. Al Hermann gha piàs men quand che gh’è scià Pasqua, quand che rívan giò vagonàt da nordici “che un ann dopo l’alter i trasforma un paradis in mezz all’Europa in un quartier dala periferia da Berlin”. Anca chichinscì (da nüm) vegn sü cà e palazz e denta in mezz la gént, che i trövan i stess bétol pien e la stessa müsica “idiota” che gh’eva in di quartier che i’han lassàt par nà in vacanza. “Strano mond, al capissarò mai”. Sü par l’Onsernon ul Max Frisch (19111991) l’ha ciapàt i distanz da tütt ul viavai, al s’è seràt denta in una vall indova “l’autopostal la riva tre volt al dì, un laghett artificial par fa nà i türbin l’è mia previst, cercà l’or in di riaa l’è mai varüü la pena, in agost e in setembar, da nòcc, sa védan i stell che a bürlan giò e sa scolta una sciguéta”. Inscì al finiss vün di líbar püssée béi che i’è mai stài scrivüt in sül Tesin. Ul titol “L’uomo nell’Oloce-

ne”, che pö (sto Olocene) l’è quel moment dal “Quaternario” (un milion da ann fa) quand che i prim óman i’en comparít süla tèra. Alura, in dal líbar dal Frisch, l’Onsernon (la so cà l’è a Berzona) al diventa un laboratori, una specie da “macchina del tempo”. A métela in fünzion gha pensa ul scior Geiser, setanta-

«Tanti béi tèst i’è passàt da nüm o i‘ha metüt giò radîs chichinscì» quàter ann, ex diretor d’una ditta a Basilea, catàt denta in dal’alüvion che gh’è rivàt adoss al Locarnés in dal 1978. La genialità dala pensàda dal Frisch l’è che piöv, la vegn giò a sedell, dala prima a l’ültima pagina: ul scior Geiser al cerca da scapà, fasendo ul pass dala Garina par nà giò da l’altra part, fin a Aurigeno, ciapà la posta par nà a Locarno e pö saltà sü sul tren che va in denta. Gha la fa mia. Alura al dev tornà indré e al sa rend cünt che par tegnì víscora la memoria al dev marcà giò tütt, süi biglietin, come a càpita a quasi tücc quii che invégia. E la memoria la va indré, mia domà fin ai prim gént che i’è rivàt a mett giò radís in dal Tesin (i’eva dala Liguria), ma fin all’Olocene: pö rivaràn i màchin dal Canton a

liberà la strada, e dadré la so tosa. Par fâg savé che l’alüvion l’è passàt e che adess al pò occüpà ul teston cunt di altri pensee. Visin ala ramina l’è nài a stà ul scritor e stòric basilés che sa ciama Goerg Kreis (nassüt il dal 1943). L’ha scrivüt un bel líbar cunt ul titol che tradüssum dal tedesch: “Una cà a Pedrinà”, riferida apunto a Pedrinate. Lì sül confin, indova la Svizera la finiss, ul Kreis l’ha passàt i vacanz da quand che l’eva un bagài. Come l’ha fài ul Hesse in Colina, anca ul Kreis al va a vedé ul teritori, dal parco dala Breggia al San Giorgio, fin sü al Lema e al Tàmar: ma al sa interessa anca dala gént che stà lì, di frontalieri. E al riflett anca sü i ann che passan (“Jedes Ding hat seine Zeit - Ogni roba la g’ha ul so temp”) e sül moment che vegnerà da voltà sü i sciavatt: “G’ho mia pagüra da mörì, ma ma piasaress da mia stà lì a vegetà par setiman e més in una cà par anzian”. E al cor adré a quisti pensée intant che da Scüdelà al và vers a Erbonne e pö sü a sgarampà par ul Generos. Al guarda i capelett, i statüett dal Cristo e dala Madona. Al sa sént rinfrancàt anca par l’ültim viagg: “Ich bin bereit”. A som pront. A pòdum dì, come ticinés, che quisti trii scritor “lieben”, i gha vöran ben al Tesin, ma mia domà (come i fann mia pôc da quii che végnan giò da nüm) ai belezz che vann dai lagh fin sü in scima al Gotard: i g’ha stima di ticinés e i a ciàpan come che i’en, cunt ul bon e ul gram che ta trövat dapartütt. Nüm pòdum dîg “grazie”, parché semm anca gént complicada, ma se ta gràtat sota, ta lì, semm mia nè méi nè pésc di àlter. Semm diferent, l’è questo ul bell dala storia.

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L’INTERVISTA

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CON UN FALCO

IN VOLO Non avevo mai davvero incontrato da vicino dei rapaci. E nemmeno un falconiere, retaggi di antiche favole. Che hanno resistito alle trasformazioni del mondo per trovare una nuova materializzazione in Ticino, grazie a Pio Nesa e ai suoi collaboratori, mossi da un battito d’ali… testo Marco Ortelli - foto Rémy Steinegger

NASCITA DI UN FALCONIERE Pio Nesa cresce, fino all’età di cinque anni, fra Germania, Svizzera e Toscana, poi la sua famiglia si stabilisce in Ticino, prima a Lugano e poi a Lugaggia, dove vi rimane fino all’età di 17 anni, frequentando le scuole elementari, le medie e la scuola Steiner di Origlio. Attivo da oramai ben 11 anni nel mondo della falconeria, all’età di 12 rimane folgorato dai rapaci: “Mi trovavo a Siena quando ho incontrato un falconiere che mi disse: “vieni, ti faccio vedere qualcosa di bello”; ha quindi preso un falco pellegrino e l’ha fatto volare alto alto nel cielo fino a diventare un puntino… finché è ridisceso in picchiata. Il momento racchiuso tra partenza e arrivo mi ha provocato un’emozione fortissima. Il legame invisibile che esiste tra l’uomo e l’animale, che potendo partire invece sceglie di ritornare, mi ha catturato”.

striaco, in visita in Baviera, che vedendomi mi chiese se fossi interessato a lavorare per lui allo Schloss Rosenburg a Vienna e alla Fortezza Hohenwerfen a Salisburgo. Per due anni sono stato al suo servizio, imparando moltissimo. L’ho sempre visto come un maestro, perché riusciva a spiegare la falconeria sia da un punto di vista storico, sia da un punto di vista didattico. Le sue rappresentazioni non avevano nulla a che vedere con uno show, ma erano l’occasione per illustrare le caratteristiche di tutti i rapaci presenti”.

«Un falconiere mi disse vieni, ti faccio vedere qualcosa di bello»

Da quel momento carico di incanto, il bambino Pio comincia a leggere libri che riguardano i rapaci, a documentarsi, finché all’età di 17 anni, gli spuntano le ali, prende le valigie ed emigra in Germania, in Baviera, a Burg Rabenstein, dove per un anno e mezzo incomincia il lungo percorso per apprendere l’arte della falconeria. È in questo periodo che un giorno, all’orizzonte, si staglia la figura di “Josef Hiebeler, il più grande falconiere au-

Passano due anni e arriva il momento di una nuova migrazione. Pio prende… ali e bagagli e torna in Germania, ad Aschbach, presso il falconiere e barone Nicolaus von Pölnitz, che si occupa di allevamento di falchi destinati all’Arabia Saudita. Qui egli apprende tutto sulla nutrizione, riproduzione e cura dei falchi. “È stato un periodo di duro lavoro, si cominciava alle cinque di mattina per finire anche tardi alla sera, si passavano lunghe ore all’esterno a osservare i falchi. È stato durante questo periodo che ho ottenuto la licenza di caccia (necessaria per poter praticare il mestiere di falconiere, ndr), e la licenza di falconeria”. Trascorre un anno ed è la volta di passare sotto l’ala di Michael Holzfeind, che divide la sua arte tra Venezia e l’Arena austriaca di Landskron. “Qui l’ho anche aiutato nella costruzione dell’im-

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L’INTERVISTA

La karakara è originaria del Perù.

Il piumaggio bianco dell’aquila americana indica la raggiunta maturità riproduttiva.

pianto e ho imparato come questo mestiere comprenda diversi tipi di attività, che vanno dalla manutenzione al giardinaggio, dal rapporto col pubblico alla conoscenza delle lingue”. UN FILO INVISIBILE COL TICINO L’incontro con il mondo dei falconieri lavora nell’immaginazione di Pio Nesa. Cresciuto per così dire sotto ‘le ali protettrici’ di grandi falconieri continentali, come natura comanda, pare inevitabile che egli si stacchi da loro per cercare di volare da solo: “Il sogno di aprire una falconeria mi è sempre balenato nella testa; il grande sogno sarebbe stato quello di aprirla a Castel del Monte, in Puglia, nel castello ottagonale di Federico II di Svevia, che essendo però un patrimonio dell’Unesco poneva molti

SCHEDA BIOGRAFICA Nome: Pio Cognome: Nesa Data di nascita: 17 agosto 1981 Stato civile: coniugato con Anna, un figlio Elia (17 mesi) Professione: falconiere Animale preferito: “il falco pellegrino, per l’espressione, la maschera attorno all’occhio, le zampe gialle; ha dei lineamenti particolari, e poi impressiona la sua picchiata, che può raggiungere i 352 chilometri orari, un fenomeno naturale di aerodinamica”

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Un magnifico esemplare di grifone.

problemi burocratici. Ho cercato anche di trovare collocazione ai castelli di Bellinzona, dove avrei potuto fare rappresentazioni ma non costruire infrastrutture, che io volevo, per essere un po’ indipendente e non dover sempre montare e smontare le tende”. Trova infine un luogo in Ticino, a Carona, dove soggiorna una stagione, prima di dover effettuare una nuova migrazione, a causa di difficoltà burocratiche e non solo: “A Carona avevo un permesso stagionale, dopodiché ho avuto qualche difficoltà a trovare un nuovo luogo in cui insediarmi, perché vi erano molte richieste da soddisfare; ho pensato ad un terreno agricolo, ma non andava bene, perché su di esso non era consentita la costruzione di un edificio. Era quindi necessario un terreno da costruzione, che spesso però si trova vicino ad altre abitazioni, creando problemi di convivenza. Certo, a Carona ero immerso nel verde, era ideale, ma fattori indipendenti da me non mi hanno permesso di restarvi”. Grazie al sostegno delle autorità cantonali e comunali si riesce a trovare un terreno adeguato a Locarno, dove, dopo un cantiere durato un anno e mezzo, Pio Nesa costruisce la falconeria: una struttura con voliere per ospitare i rapaci, un parco con tante diverse varietà di bambù e uno spazio destinato alle rappresentazioni per il pubblico.


Un gufo reale europeo.

La civetta delle nevi ha un’apertura alare di 1 m e 30.

Con forte vento l’aquila americana sale anche in quota.

UN GIORNO DA FALCONIERE “Per prima cosa si controllano le voliere, per vedere se tutto è a posto. Poi, la giornata è lunga. Ci sono i cavalli da accudire, le voliere da pulire, gli animali da nutrire. Bisogna poi prepararsi per le due rappresentazioni pubbliche, e a quelle per le scolaresche che richiedono un mio accompagnamento didattico. Naturalmente ci sono anche da allenare i falchi, o accudire i piccoli se vi sono delle nascite; in questi casi i giovani falchi devono venire curati e addestrati in modo tale che possano crescere abituandosi all’uomo, affinché lo vedano come un fattore positivo, da non temere ma dal quale sentirsi custoditi e protetti”. GLI ANIMALI CHE CARATTERIZZANO UNA FALCONERIA “La falconeria comprende sia rapaci adatti alla caccia, come il

I RAPACI IN TICINO “Qui a Locarno vedo aggirarsi l’astore, lo sparviero, il falco pellegrino che arriva dalla Valle Maggia, le aquile reali sulle montagne, le poiane sul piano di Magadino, i nibbi che sono al lago e in agosto migrano. Nei nostri boschi si possono vedere l’allocco, il barbagianni, il gufo. Per chi volesse seguire i rapaci presenti sul nostro territorio segnalo anche l’associazione Ficedula, (www.ficedula.ch), che organizza escursioni alla loro scoperta”.

Il girfalco è bianco per mimetizzarsi tra la neve.

La Falconeria Locarno: Anna, Elia e Pio Nesa; dietro, da sinistra, Sandra e Susan.

falco sacro, il falco pellegrino, l’astore, l’aquila reale e il girfalco, un esemplare molto grande, forte e bello e che solo il re poteva far volare, come pure altre specie, ad esempio l’aquila americana, l’avvoltoio e la karakara, che ci aiutano a cogliere le differenze nelle tecniche di volo. Non dimentichiamo che nel medioevo i falchi erano investiti di un grande valore simbolico, solo il re poteva fregiarsi di possedere un girfalco, il falco pellegrino era il compagno del principe, il falco sacro era appannaggio dei cavalieri, mentre lo smeriglio, meno pericoloso e mansueto, accompagnava la regina o le dame di corte. Qui in falconeria vivono i pellegrini, i sacri, gli avvoltoi, la karakara peruviana, le aquile reali, americane e imperiali, il gufo europeo, la civetta delle nevi e il gufo africano. Ci vuole tempo ed esperienza prima di poter avere questi uccelli; il primo che ho allevato è stato un falco pellegrino maschio, cui è seguita un’aquila delle steppe, una americana, fino a formare a poco poco un gruppo per poter fare le rappresentazioni”. COME MAI I RAPACI RITORNANO “Si può illustrare questo fatto prendendo ad esempio altre situazioni del regno animale, come quella del pesce pulitore o dell’uccellino appollaiato sul rinoceronte: ognuno di questi animali trae un vantaggio dal vivere in simbiosi con l’altro. Cosa succede, allora, tra falconiere e falco? Si crea un rappor-

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L’INTERVISTA

FRAMMENTO DI SPETTACOLO... “La falconeria, antica arte della caccia, nacque sugli altopiani delle steppe asiatiche circa 4’000 anni fa. Gli uomini falconieri, che localmente vengono chiamati Berkuci, andavano a cavallo con le loro aquile e cacciavano volpi, conigli e persino lupi. Andare a caccia nella vastità delle steppe senza armi da fuoco non era certamente facile e l’aquila diventò il miglior alleato dell’uomo aiutandolo a procurarsi la carne necessaria per la sopravvivenza. L’arte della falconeria viaggiò con le carovane dalla Persia fino in Arabia, dove venne perfezionata la tecnica della caccia col falcone la quale viene praticata ancora oggi. Successivamente Federico II di Hohenstaufen, imperatore di Germania, Italia e Gerusalemme, portò in Europa le conoscenze sulla falconeria che aveva acquisito durante i suoi lunghi viaggi in Arabia. L’imperatore fu anche un fine letterato e il suo spirito scientifico si manifestò nel trattato “De arte venandi cum avibus” (“L’arte di cacciare con gli uccelli”) che ancora oggi è considerato il testo fondamentale nel campo dell’osservazione e studio dei rapaci. Durante il Rinascimento si usava tenere delle rappresentazioni di falconeria nei castelli, dove re, principi e baroni esibivano i loro falconi. Con l’arrivo dell’arma da fuoco, l’uomo non ebbe più grande interesse a cacciare coi rapaci, il fucile era più facile da usare e richiedeva meno impegno. Per il mondo della falconeria cominciò il declino. Oggi la falconeria è rimasta un’arte, una tradizione, grazie alla quale uomo e rapace hanno la possibilità di imparare a conoscersi meglio e più da vicino”.

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to di alleanza e di reciproca fiducia; il falco sa di essere custodito, protetto e curato, inoltre riceve il nutrimento. È indipendente e dipendente nello stesso tempo. Il falconiere dal canto suo, gode della vista del rapace in volo e del legame che si instaura con esso. I rapaci non volano via, da un lato perché sono animali territoriali, dall’altro perché vedono nell’uomo un’alleato, dal quale ricevono sempre anche una ricompensa”. ADDESTRATORE E ADDESTRATO “L’espressione dei rapaci mi ha sempre attirato. La loro vicinanza mi dà la possibilità di conoscerli sempre meglio, di capirli e quindi di imparare, osservandoli, sempre nuove cose riguardanti il loro modo di vivere”. LA FALCONERIA COME RAPPRESENTAZIONE “Lo spettacolo che presento è un’occasione per fare conoscere il mondo dei rapaci a chi, di regola, non ne ha la possibilità. I rapaci che si trovano nel parco sono un po’ degli ambasciatori del mondo della natura. Il loro scopo qui, - ma non voglio parlare per loro -, credo possa essere quello di farli conoscere più da vicino per capirli e rispettarli, per abbattere quindi i pregiudizi creati dall’uomo nei loro confronti. Nessun documentario può procurare l’emozione di trovarsi a tu per tu con un’aquila o una civetta. Praticamente, la rappresentazione comprende una parte storica, nella quale spiego il mondo della falconeria, le sue origini e perché oggi venga ancora praticata, e una parte in cui illustro le caratteristiche dei singoli rapaci. Le origini della falconeria sono legate letteralmente alla sopravvivenza. I popoli asiatici avevano capito che l’aquila reale, come cacciatrice, era la migliore e ne hanno fatto la loro alleata di caccia per po-


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FASCINO FINALE “Come detto all’inizio di questo incontro, il volo dei rapaci e il loro essere predatori mi hanno subito affascinato. Di recente ho provato l’esperienza del volo in caduta libera, è come se scendendo in picchiata ad alta velocitĂ ci si connettesse con la propria animaâ€?.

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LEGGENDE NON METROPOLITANE PerchĂŠ il mondo degli animali abbia ispirato l’immaginazione umana - e continui a farlo - è questione complessa. A Pio Nesa accenno allora solo alcuni modi di dire noti, dal classico “ta set propi un urocâ€? (“sei proprio un alloccoâ€?), a “quell’uomo non è un aquilaâ€?, dal “sei troppo un barbagianniâ€?, al “gufare contro qualcunoâ€?, per sentire da un esperto in rapaci quale sia la sua opinione al riguardo di queste espressioni troppo umane‌ “In questo momento mi vengono in mente due tradizioni legate all’allocco e all’aquila. Quella sull’allocco parte dal modo di dire che quando senti cantare l’allocco, qualcuno è morto. Succedeva infatti ai tempi, che quando qualcuno stava per morire, nella sua stanza venisse acceso l’ultimo lume che veniva messo vicino a una finestra. Durante la notte, questa luce attirava farfalle e insetti notturni, che a loro volta attiravano l’allocco per mangiarli. Il morente, e chi con lui, fuori dalla finestra vedeva cosĂŹ apparire il rapace. In tedesco, poi, il verso dell’allocco suona come un “kumit, kumitâ€?, “vieni con me, vieni con meâ€?,

ecco che allora il detto ha una sua ragion d’essere. Un’altra storia riguarda l’aquila, il cui sguardo, attentissimo, ti penetra nell’anima. L’aquila vola alta nel cielo, come a dominare il territorio. Per i nativi americani era l’animale piĂš sacro, che utilizzavano quale rito di iniziazione. Essi dovevano catturarla per strapparle la piuma centrale, o powwaw. L’aquila non veniva uccisa, ma si scavava una fossa, ricoperta con rami e con un pezzo di carne, nella quale si nascondeva l’iniziando. Quando l’aquila sopraggiungeva, con un guizzo egli doveva catturare l’aquila tenendola per gli artigli, la parte piĂš pericolosa, strapparle la piuma e poi lasciarla volar via. Poteva cosĂŹ tornare al villaggio nel nuovo ruolo di “spiritual leaderâ€?, di guida spiritualeâ€?.

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ter sopravvivere ai rigidi inverni. L’aquila era, ed è piĂš efficace rispetto ad arco e freccia; ovviamente l’avvento delle armi da fuoco ha rivoluzionato le tecniche di caccia. Nel corso della rappresentazione compare anche un cavallo, proprio quale elemento fondamentale dell’antica arte della caccia. Quando il falco parte dal pugno e cattura la preda, spetta infatti al falconiere a cavallo raggiungerlo per fare lo scambioâ€?.

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l pareo è un indumento tipico delle isole del Pacifico, ma viene usato anche in Africa e Asia. Cambiano però il nome e alcuni dettagli. In Africa, e in modo particolare in Kenya si chiama Kanga ed è caratterizzato da una bordura decorativa e una scritta, solitamente un detto o un aforisma. Nel sud-est Asiatico invece si chiama Sarong, non ha la caratteristica

cornice dei Kanga e neppure la scritta ed è spesso frangiato. I modi per annodare un pareo sono tantissimi. Noi ve ne proponiamo tre, tratti da un bellissimo libretto acquistato in occasione di una vacanza in Kenya, che ne propone 101. Una volta familiarizzato con le figure base, non vi s ar à diff i c i l e i n v e n t a r e n u o v i indumenti!

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AZIONE LETTORI

PRONTI, PARTENZA

DIETA! Dieci nostri lettori hanno iniziato una dieta della durata di tre mesi. Ci hanno raccontato cosa sperano e cosa invece li preoccupa.

NATASCHA BERTOLOTTI Età: 26 anni - Statura: 166 cm - Peso: 108 kg

candidati che affronteranno i tre mesi di dieta PreCon ci hanno stupiti per la loro simpatia, il loro ottimismo e la loro voglia di mettersi in gioco. Dimagrire è un desiderio di molti, ma sono pochi quelli che riescono davvero, con costanza e coerenza, a portare a termine una dieta. Tra le moltissime candidature pervenuteci in redazione per partecipare a questo concorsotestimonianza, abbiamo estratto dieci fortunati vincitori che con impegno seguiranno tre mesi di dieta PreCon offerti. Li ab-

biamo incontrati e abbiamo chiesto loro cosa si aspettano da questa dieta e cosa invece li preoccupa. Tra tre mesi, a dieta finita, li rivedremo e ci faremo raccontare come è andata. Il nostro intento però non è quello di mostrare incredibili immagini del prima e del dopo. Desideriamo solo riportare le testimonianze, le difficoltà, le speranze e i successi di chi affronta una dieta. A titolo di incoraggiamento per tutti coloro che si ripetono da tempo… “Da domani mi metto a dieta!”.

Natascha ha inviato la sua candidatura per curiosità. Si definisce una scettica che non crede a ciò che non vede. Ha fatto tante diete e nessuna ha mai dato buoni risultati. Ora è molto curiosa di vedere cosa succede con una dieta vera, seguita da un medico. Cosa si aspetta da questa dieta? “Scendere di qualche chilo. La professionalità di questa dieta mi fa ben sperare. Se questa dieta funzionerà penso che continuerò anche dopo i tre mesi offerti. Mi sono informata, e il costo di questi prodotti non è affatto eccessivo. Se mangio fuori tutti i giorni spendo molto di più e non mangio certo in modo sano e dietetico!”. Cosa la preoccupa di questa dieta? “Durante la settimana lavoro e ho poco tempo, per cui la dieta non mi preoccupa, anzi, disporre di pasti già pronti sarà pratico. Più difficile sarà nel fine settimana, quando tendo a spizzicare, ma se non compro più nulla, non avrò più tentazioni!”.

SANDRA FONTANA

TIZIANA FONTANA

DORIS VICARI

Età: 59 anni - Statura: 155 cm - Peso: 80 kg

Età: 36 anni - Statura: 152 cm - Peso: 65 kg

Età: 43 anni - Statura: 168 cm - Peso: 75 kg

Sandra è la mamma di Tiziana. Ha iniziato tante diete, ma sempre di sua iniziativa e non ha mai ottenuto grandi risultati. La figlia Tiziana l’ha incoraggiata a provare per una volta una dieta pianificata e seguita da un medico. Cosa si aspetta da questa dieta? “Vorrei diminuire un po’ di peso, ma senza esagerare. Diciamo che dovrei perdere tra 10 e 15 chili!”. Cosa la preoccupa di questa dieta? “Spero che bevendo solo frappé non mi vengano a mancare i cibi tradizionali…”.

Figlia di Sandra, Tiziana ci ha inviato la sua candidatura insieme a quella di sua mamma. Ha iniziato tante volte a mettersi a dieta, ma sempre da sola e con scarsi risultati. “Iniziavo il lunedì con le verdure, e finivo la domenica con la grigliata…!”. Cosa si aspetta da questa dieta? “Dovrei perdere una decina di chili per essere pronta per la prova costume!”. Cosa la preoccupa di questa dieta? “Niente, perché ho sempre sentito parlare bene della dieta PreCon. Spero solo che non mi manchi la sensazione di poter masticare”.

Doris pensa da tempo che vorrebbe perdere qualche chilo, ma non con una dieta fai da te, senza un controllo medico. Non è una mangiona e cede raramente alle tentazioni, anche se il marito e il figlio sono entrambi cuochi! Cosa si aspetta da questa dieta? “Vorrei che questa dieta funzionasse davvero e non vorrei dover fare troppa fatica. Ho dei bei vestiti che non mi vanno più e che vorrei poter indossare di nuovo!”. Cosa la preoccupa di questa dieta? “Niente. Non ho dubbi o preoccupazioni perché ho sempre sentito parlare bene di questa dieta. Spero solo di riuscire poi a mantenere il risultato”.

testo Antonella Broggi - foto Gabriele Campeggio

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PAOLA TONOLLA

DAMIANO ALBERT

NIVES CRAMERI

Età: 40 anni - Statura: 170 cm - Peso: 78 kg

Età: 49 anni - Statura: 178 cm - Peso: 96 kg

Età: 59 anni - Statura: 160 cm - Peso: 85 kg

Paola si è candidata quasi per gioco e non immaginava che poi sarebbe stata scelta davvero. Ora però le cose si fanno serie. Il fatto di essersi messa in gioco pubblicamente è una sfida che non vuole perdere! Cosa si aspetta da questa dieta? “Sicuramente di perdere peso. Il fatto di essere seguita da un medico e di dover raccontare la mia esperienza ad altri, sarà lo stimolo per non mollare e per raggiungere l’obiettivo”. Cosa la preoccupa di questa dieta? “Niente, perché conosco i prodotti PreCon e so che sono una cosa seria. Mi piace soprattutto il fatto di non dover pesare gli alimenti. Spero di riuscire a integrare nella dieta i pranzi di lavoro che comunque ogni tanto devo fare”.

Damiano ci ha mandato la sua candidatura quasi per gioco ed è rimasto molto sorpreso dalla nostra telefonata. Nuota tutti giorni, ma è spesso in viaggio a ama concedersi qualche aperitivo. Ritiene molto motivante il fatto di mettersi in gioco pubblicamente. Cosa si aspetta da questa dieta? “Starei benone con qualche chilo in meno. Diciamo che mi piacerebbe perdere 5/7 chili. Certo che iniziare una dieta nel periodo estivo, quando è bello star fuori e bersi un aperitivo con gli amici… Ma posso farcela!”. Cosa la preoccupa di questa dieta? “Niente, perché so che se una dieta la segui davvero funziona. Non sarà però facilissimo tralasciare alcuni aspetti della vita quotidiana”.

Nives ha già fatto la dieta PreCon due volte. La prima volta ha perso 12 kg, la seconda 11 kg. Sa che funziona, ma sa anche che poi, una volta concluso il periodo di dieta vera e propria, bisogna modificare la propria alimentazione abituale per poter mantenere il risultato raggiunto. Cosa si aspetta da questa dieta? “Molto, perché la conosco e so che funziona. Vorrei perdere 15 kg, ma so che sono tanti e spero di perderne circa 10”. Cosa la preoccupa di questa dieta? “Niente, perché so che durante la dieta si sta bene e non si soffre la fame. Le perplessità se mai sono per il dopo dieta, quando bisogna disciplinarsi e modificare le proprie abitudini alimentari per mantenere il risultato raggiunto!”.

LUANA TAMINELLI

FRANCA MCLENNON

MARK VANZULLI

Età: 29 anni - Statura: 170 cm - Peso: 85 kg

Età: 56 anni - Statura: 167 cm - Peso: 85 kg

Età: 33 anni - Statura: 173 cm - Peso: 90 kg

Luana ci ha inviato la sua candidatura perché pensa che questa sia l’occasione giusta per provarci davvero. Essere seguita da un medico e da noi è un forte incentivo. “È una vita che dico che devo dimagrire. Adesso voglio provarci!”. Cosa si aspetta da questa dieta? “Mi aspetto che abbia un risultato. Con il tempo vorrei perdere 10 chili e credo che questa dieta sia un buon modo per iniziare a provarci”. Cosa la preoccupa di questa dieta? “Spero di non dover soffrire la fame!”.

Franca mangia in modo equilibrato e sano: poco sale, olio d’oliva e niente grassi animali e carne di maiale. Ha preso peso dopo le tre gravidanze e soprattutto dopo aver smesso di fumare. Cosa si aspetta da questa dieta? “Vorrei perdere qualche chilo, ma non troppi però! Alla mia età se si dimagrisce troppo poi la pelle perde tonicità! Mi accorgo di essere sovrappeso quando vado in bici e quando compro i vestiti. Vorrei perdere una taglia e sentirmi più leggera”. Cosa la preoccupa di questa dieta? “Sono un toraccio, e quando mi metto in testa qualcosa non mollo!”.

La candidatura per Mark l’ha spedita la sua futura moglie con l’indicazione “Urge dimagrimento per matrimonio in vista!”. Lui sportivamente ha raccolto la sfida. Tempo fa, modificando le sue abitudini alimentari, riducendo pasta, pane e dolci, è riuscito da solo a perdere 10 chili. Cosa si aspetta da questa dieta? “Mi aspetto di poter entrare nel vestito per il matrimonio! Se riuscissi a perdere 10 chili sarei felice”. Cosa la preoccupa di questa dieta? “So che la dieta PreCon funziona, perché ho diversi amici che l’hanno fatta con successo. Spero solo di non dover patire la fame, perché sono un goloso…”.

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CONCORSO

UN’OASI NEL DESERTO I

mpossibile? No, affatto, ma bisogna spostarsi fino a Berenice, all’estremo sud della costa egiziana del Mar Rosso, vicino al Sudan, dove si trovano le aree più incontaminate e selvagge. Questa parte di costa è caratterizzata da spiagge aride e rocciose alternate a zone dove la vegetazione comincia inserirsi nel paesaggio, ad annunciare la savana africana. In questo mutevole paesaggio si trova Berenice, l’affascinante località emergente del turismo Egiziano. Una località splendida dal mare cristallino popolato da una

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ricchissima fauna marina, paradiso per tutti coloro che amano le immersioni. A distinguere nettamente questa regione dalle più note Hurgada e Marsa Alam è anche la fauna. Qui ad esempio si trovano i mangrovieti. Berenice ha origini antichissime. Si ritiene che 250 anni prima di Cristo fosse un porto che poi divenne una cittadina alla quale Tolomeo II diede il nome di sua madre, la regina Berenice d’Egitto. Niente a che vedere quindi con le spiagge affollate di Sharm el Sheikh, dei suoi mille bazar e turisti. Per raggiun-

L’Egitto e il Mar Rosso sono una destinazione ormai divenuta di massa, ma esiste un luogo, lontano dalla mondanità e dalle mete del grande turismo, dove godere del suo splendido mare e del fascino del deserto nella pace più assoluta. gere il TClub Resort Berenice partendo dall’aeroporto di Malpensa occorrono circa quattro ore di volo e altre tre di trasferimento, ma poi ci si trova sulla splendida baia di Lahami, un’oasi nel deserto e un paradiso per gli amanti del mare e delle sue meraviglie sommerse. Il TClub Berenice, una nuovissima struttura che verrà inaugurata a luglio 2009, si compone di 50 ville indipendenti, ciascuna disposta su due livelli. Un’oasi incantata tra il turchese del mare e l’ocra della sabbia del deserto. Un luogo immerso nella natura,


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REGOLAMENTO Il premio - calcolato sulla quota base - non è convertibile in contanti, né può essere cambiato con un’altra destinazione. Il buono è valido per un anno dalla data di emissione. Tenuto conto del numero di ville disponibili nel resort (48 ville standard e 2 ville deluxe) la conferma del periodo di soggiorno richiesto dal vincitore sarà soggetta a disponibilità da parte di TClub/Hotelplan Italia. Non sarà possibile garantire la disponibilità della villa in periodi di alta stagione.

lontano dai centri abitati e dalla vita frenetica. Per riposare e ricaricare le batterie, per immergersi nelle acque cristalline abitate da meravigliose e coloratissime creature, per regalarsi un massaggio, per leggere uno dei volumi proposti dalla biblioteca dell’albergo, per bere un drink sulla spiaggia. Un posto incantato dove protagonista è la natura, con i suoi splendidi paesaggi e le emozioni che solo lei è capace di regalarci. I cataloghi TClub Estate 2009 unitamente a quelli per ogni altra destinazione dei brand Hotelplan Italia, Turisanda e Italian Secrets e Secrets Line sono disponibili nelle filiali Hotelplan e nelle migliori agenzie di viaggio del Cantone e della Mesolcina.

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SPORT

Dicembre 2008: Svizzera - Austria. Mark Zumbühl (CH) a sinistra contrastato da Tobias Gutleb (A).

LA PALLA IN ACQUA LA PALLA IN ACQUA IERI Sfoglio Illustrazione Ticinese a partire dalla sua nascita, il 1931, con l’intento di reperire immagini dedicate allo sport in generale. Sfogliando sfogliando, giungo all’agosto del 1933, quando incontro una doppia pagina dedicata alla “Palla in acqua” che, con una composizione di testo e immagini, informa i lettori di allora sulla pratica di questo sport in Ticino. L’anonimo estensore dell’articolo, ci illustra così le regole del “giuoco” vigenti a quel tempo, dicendoci che “i giuocatori scendono in acqua e si mettono in linea dalla propria parte”, in un campo le cui dimensioni sono metri 27 x 18. “Larghezza costante e proporzionale alla lunghezza in rapporto di 3 a 2; Linea di mezzo e di rigore e dei due metri segnate chiaramente su entrambi i lati dei due campi. Linea di rigore 3.65 metri; Profondità dell’acqua: non inferiore a metri 0.90 in nessun punto; Porta al centro dei due campi, lunghezza metri 3. La traversa superiore a metri 0.90 sopra il pelo dell’acqua quando la profondità è al minimo metri 1.50 e metri 2.50 quando inferiore a metri 1.50. Le reti chiudono esattamente le porte e debbono prendere almeno 30 centimetri dalla linea della

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Il Ticino vanta una squadra in serie A e una in Serie B, con la Lugano Pallanuoto NPS, una in Prima Lega, con l’SP Bissone, una selezione femminile ticinese che gioca nella massima lega femminile, senza dimenticare i movimenti giovanili delle stesse società e quello presente a Muralto. I tesserati in Ticino sono un centinaio, mentre i praticanti attivi si aggirano sui 200. testo Marco Ortelli - foto Ti-Press, archivio IT

sbarra trasversale e stare sott’acqua. Il pallone di cuoio, gonfiato di centimetri 68 x 78, impermeabile e senza cuciture; non può essere ingrassato. Ogni squadra ha berretti di colori differenti. Giuria: 1 arbitro, 1 cronometrista, e giudici di porta”. Tra i compiti dell’arbitro figuravano “fare iniziare la partita; cessare ogni giuoco scorretto; decidere in qualunque caso di contestazione; segnare i falli e fare rispettare tutte le regole del giuoco; decidere per i punti, rimesse d’angolo e di porta, segnalate o no, dai guardia linea. I punti, i falli e le fermate sono segnalate da un colpo di fischietto. Le decisioni dell’arbitro sono inappellabili purché prese durante il giuoco”. I giudici di porta, “sorteggiato il campo, si mettono di fianco ed in linea colla porta. Quando giudicano che la palla sia entrata in porta o abbia oltrepassato la linea di fondo o di fianco segnalano con bandiera bianca agitata insieme, punto segnato. Il Cronometrista deve essere provvisto di cronografo ad arresto e di fischietto. Segnala con un colpo di fischietto la fine del primo tempo e della partita”.


Le partite duravano “due tempi di 7 minuti ciascuno, con tre minuti di riposo tra un tempo e l’altro”. Le squadre erano composte di “7 giuocatori che indossano un costume completo; non è permesso ingrassare il corpo”. Il giuoco comprendeva inoltre: – i punti: “un punto è fatto quando il pallone penetra completamente fra due pali laterali e sotto la traversa della porta”; – i falli ordinari, come ad esempio “toccare il pallone colle due mani nel medesimo tempo o mettere il piede a terra durante la partita”; – i falli volontari, come “spruzzare deliberatamente acqua in faccia agli avversari o colpire la palla col pugno”, falli che avevano quale conseguenza di “uscire immediatamente dall’acqua finché non sia stato fatto un punto”; – il tiro semplice, la punizione per ogni fallo, “è accordato al campo avversario ed effettuato dal punto dove il fallo fu commesso”; – il tiro libero di punizione: “un giocatore vittima di un fallo volontario entro la linea di rigore a metri 3.65 degli avversari ha diritto ad un tiro libero di punizione”. – Il portiere “può prendere piede per difendere la porta, ma non può lanciare la palla oltre la metà del campo. Il portiere deve rimanere entro la linea di rigore…”. – l’uscita dall’acqua: “un giuocatore che esce dall’acqua, si siede o si tiene diritto sull’orlo del bacino o sulla riva durante la partita, salvo il caso di malessere od accidente o col permesso dell’arbitro, non potrà riprendere il giuoco che dopo un punto segnato da una delle due squadre”. Poi, anche allora doveva essere splendido riporre da qualche parte la rivista e recarsi al lago per assistere dal vivo ad una partita di “palla in acqua”.

LA PALLANUOTO OGGI Lucas Bächtold, classe 1966, dai 14 ai 38 anni ha giocato a pallanuoto nel Lugano. A 17 anni l’esordio in prima squadra, per una carriera costellata dalla vittoria di sette campionati svizzeri. L’ottavo se lo è aggiudicato da presidente della Lugano Pallanuoto NPS (Nuoto Pallanuoto Sincro), che tra il 1970 e il 2006 ha conquistato 12 titoli svizzeri. Messogli a disposizione il testo del 1933, Bächtold ci accenna su alcuni cambiamenti occorsi nel tempo: “un regolamento per tanti versi ancora attuale, ma indubbiamente mutato nella sostanza. Oggi le partite durano quattro tempi di otto minuti ciascuno, è permesso nuotare durante il gioco fermo; le espulsioni non sono fino alla realizzazione di una rete, ma durano 20 secondi, le dimensioni del campo sono 30 x 20 (con eccezioni), il rigore si tira da 5 metri, il portiere può tirare la palla (che dagli anni Settanta non è più in cuoio) oltre la metà campo, ma non può superare la linea di metà campo, l’arbitro non segnala più i falli con una bandiera, ma indicando la direzione del gioco con le braccia, i giocatori in acqua sono sempre 7, ma in panchina ce ne sono altri 6, oltre la linea di 5 metri è possibile effettuare un tiro in

A LUGANO I CAMPIONATI EUROPEI DEL GRUPPO B Dal 5 al 13 settembre 2009, Lugano ospiterà un grande evento continentale, la terza edizione dei Campionati Europei B di pallanuoto uomini, con 12 squadre in competizione tra cui la nostra Nazionale, guidata da Gianfranco Salvati. Organizzato grazie a Swiss Waterpolo unitamente alla Città di Lugano, e soprattutto al Dicastero Sport ed a Lugano Turismo, il torneo sarà l’occasione per imparare a conoscere ancora più da vicino questa disciplina sportiva nata alla fine del 1800 e che ha resistito a tutte le vicende del tempo per riflettere di nuova luce anche nel terzo millennio. > pagina 27 ILLUSTRAZIONE TICINESE 07-09

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SPORT

La vacanza è servita! Bisogna inoltre ricordare che fino al 1952, anno in cui è stata costruita la piscina olimpionica di Lugano, “la pallanuoto veniva giocata nel lago. Vi sono infatti anche immagini del passato che raffigurano un arbitro dirigere la partita da una barca…”. Altre forme evolutive riguardano le caratteristiche del giocatore “che oggi deve avere un profilo a 360 gradi, sia fisicamente sia tecnicamente e tatticamente. Ai tempi, ad esempio, se eri un bravo palleggiatore eri già all’80%, oggi non dico che la pallanuoto sia una lotta libera in acqua, ma la forza fisica e il contatto con l’avversario sono diventati predominanti. Il gioco si è poi notevolmente accelerato e quindi la tattica si è molto evoluta, con schemi e contro schemi, e relativo aumento dell’importanza della figura dell’allenatore, che come un direttore d’orchestra deve sapere apportare le misure necessarie a cambiare il corso di una partita”.

«La pallanuoto veniva giocata nel lago» Se la pallanuoto è rimasta essenzialmente uno sport amatoriale, con l’innesto in squadra di un paio di professionisti al massimo, bisogna peraltro sottolineare come “oggi l’impegno richiesto sia notevole, gli allenamenti sono quotidiani, e chi pratica questo sport deve avere uno spirito di sacrificio notevole, che avvantaggerà poi gli sportivi anche nella vita quotidiana”. Oggi, a colpire il nostro interlocutore è il fatto che la pallanuoto sia “uno sport molto sano, che non comporta praticamente traumi fisici, in quanto la struttura corporea non è sollecitata da grandi movimenti. L’ambiente in cui si gioca è molto salutare, e poi, anche il legame che si crea tra praticanti è particolare. Se ad esempio mi reco all’estero ed entro in contatto con un club di pallanuoto, subito mi sento accolto come fossi un loro componente e tendenzialmente i contatti si mantengono nel tempo”. Al termine di questo breve viaggio nel tempo della pallanuoto, si può dire che in Ticino “non si intravvedono grandi margini di nascita di nuovi club, se non magari attraverso la creazione di nuovi spazi d’acqua”. Vi è peraltro da sottolineare come a Lugano, grazie al locale Dicastero dello sport, vi sia “la possibilità di avvicinare i bambini dai 7 anni alla pallanuoto, con spazi d’acqua messi a disposizione già alle cinque del pomeriggio”. Se il buongiorno si vede dal mattino…

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porta diretto senza dover passare la palla a un compagno, e il concetto di fallo volontario che comportava un’espulsione oggi è diviso in falli semplici, falli gravi e falli da rigore”.


VIAGGI

9a E ULTIMA PARTE

I COLORI DEL MALI I nomadi tuareg, all’età di dieci anni imparano ad andare sul cammello e ne memorizzano l’impronta per poterla sempre ritrovare sulle piste sabbiose. Quindi apprendono a leggere le stelle per potersi orientare nell’immensità del deserto, a conoscere la sabbia, che distinguono per consistenza, colore e odore. Vestono tradizionali tuniche e turbanti di colore blu e portano al collo monili che ne caratterizzano le diverse tribù. I tuareg sono una delle molteplici etnie che compongono il complesso crogiolo di razze del Mali, un paese povero, ai confini di un immenso deserto che ha forse un’unica ricchezza: il colore degli abiti, la bellezza e l’ospitalità delle sue genti. testo e foto Roberto Schneider

BUONA FORTUNA “PETIT TUAREG” Kiamaye mi sorride ed è bellissima. Veste abiti sgualciti mentre lava i panni in un secchio multicolore sull’uscio della sua minuscola casa di argilla. La bimba ha dodici anni, vive con la madre e altri tre fratelli, il padre non si sa dove sia. È allegra e sembra felice. Mi osserva, mentre sono assediato da una moltitudine di ragazzini che mi domandano un regalo, soldi, caramelle, penne. Kiamaye non mi chiede nulla, mi guarda solo con due grandi occhi dolci. Sono io a domandarle se desidera qualche cosa e lei mi risponde che le piacerebbe del pane fresco, perché la sua famiglia se lo può permettere solo raramente. Glielo porterò poco più tardi. Lei mi prenderà per mano, invitandomi sul piazzale delle scuole situato poco lontano, dove col simpatico e paziente allenatore Alhdj, apprende i rudimenti della pallacanestro su di un campo sportivo tanto sconnesso che ogni palleggio diviene aleatorio. Kiamaye è compagna di scuola di Abdoulahi, un giovane tuareg dall’aria sveglia e cordiale. Lui non viene da Timbuctu, è nato nel deserto in un vil-

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laggio lontano diversi giorni a dorso di cammello. Il “petit tuareg”, come molti lo chiamano, guarda forse ad un futuro diverso. Per pagarsi gli studi vende ai viaggiatori che visitano la città oggetti tradizionali della sua gente. Forse diverrà medico, o almeno questo è il suo desiderio, forse non vivrà nel deserto, dove ha lasciato sua madre e suo padre, ma con orgoglio mi dice di aver già appreso a leggere le stelle, la sabbia e ad andare con sicurezza a dorso di cammello. Mi invita nella sua dimora in città, dove incontro i cugini e i suoi zii che vorrebbero farmi visitare il grande Sahara e introdurmi ai segreti della loro cultura. A volte si tratta di espedienti per guadagnare soldi con i turisti, in altri casi segni di sincera ospitalità. Non saprò mai quanto sincera sia stata la loro proposta, perché ormai per me è giunto il momento del ritorno. Sono affaticato e gli imprevisti del lungo viaggio mi hanno “rubato” tempo prezioso. L’EPOPEA DELLE DONNE PEUL DI DJENNÈ Inseguo sempre i magnifici colori del

Mali anche a Mopti, città affacciata sul fiume Niger. I variopinti abiti delle genti locali contrastano con paesaggi monotoni. Lunghi e sgargianti veli s’illuminano ai raggi del sole, mentre scialli multicolori sfidano improvvise folate di vento e i turbanti rossi, verdi, gialli degli uomini competono in un immaginario concorso di bellezza. Ma pure un semplice carretto trainato da stanchi asini viene decorato con gusto, così come secchi d’acqua portati sul capo sembrano essere il risultato di ricercati abbinamenti cromatici. Le genti sono povere, i villaggi di terracotta, ma il tutto riesce a comporsi in un magnifico dipinto che solo madre natura e le etnie di questi luoghi sanno regalare. Intanto gli incontri si susseguono: un sarto intento a rimettere a nuovo il vestitino verde vivo di una civettuola ragazzina, un commerciante di banane che vende pure vecchi pneumatici, un calzolaio che rabbercia di tutto e il proprietario di uno spaccio dove tra bottiglie e biscotti si trovano pure corani e libri scolastici. Osservandomi con simpatia mi invita a sfogliare un curioso libro dal titolo “Fratellanza


tra corano e bibbia”. Da lui acquisterò però solo una buona riserva di acqua, che mi sarà indispensabile per il viaggio verso Djennè, la città della grande moschea di terracotta. La visione dell’imponente opera architettonica è ancora più affascinante nel giorno del mercato, quando sul piazzale antistante vengono allestite una miriade di tendine colorate. È un piacere perdersi tra i vari commerci e inseguire profumi e odori di ogni genere. Ma Djennè vive ben oltre la piazza del mercato: curioso così per ore nelle caratteristiche strette viuzze che si incuneano tra costruzioni di mattoni di fango, le cui facciate sono sovente decorate in stile tradizionale che però oggi hanno perso un poco dello splendore di un tempo. Inseguo saluti e veli fuggenti tra porticati e usci decorati con borchie di metallo, per ritrovarmi di fronte ad antiche “madrasse” - le scuole craniche - o alle tranquille acque del fiume. Da qui, donne incredibili trasportano per tutta la giornata sul proprio capo fino al mercato fascine pesantissime di legna, che le canoe del fiume Bani traghettano dalla terra ferma sull’isola dove sorge Djennè. Sono le rappresentanti delle caste più misere, ma anche i loro abiti sono splendidi. Avvicinandole noto sul loro volto i tipici disegni delle etnie Peul, le collane e gli ornamenti tradizionali, anelli nel naso, gioielli di conchiglie e palline di plastica sui quali scorre il sudore di immani fatiche.

BAMAKO, GLI ULTIMI INCONTRI Anche la proprietaria della pensione di Bamako, la capitale del Mali dove si conclude il mio lungo viaggio, è di etnia Peul. Lo tradisce la decorazione facciale e il gusto particolare del suo abbigliamento, che contrasta con l’ambiente decadente del luogo. Tutto è vecchio e testimonia di un antico splendore ormai passato da lungo tempo. I soffitti sono alti ed

I magnifici colori del Mali negli abiti di questa ragazza della savana.

Djennè, il mercato del lunedì sul piazzale della grande moschea d’argilla.

«Bamako una volta era bella, le sue strade pulite e costeggiate da alberi tropicali» intarsiati, le scale consumate con grandi ragnatele, le pareti scrostate. Sull’antica mobilia dei corridoi sono apposti cartelli “a vendre”, mentre le tende, i copriletto e le tovaglie sono lise e non di rado bucate. Anche Traorè, il fedele ricezionista, pare adeguarsi a quello strano ambiente col suo stile d’altri tempi. Ma il suo sorriso,

la sua cordialità e la sua disponibilità sono genuini. Madame Savoya è pure lei una sorta di cimelio di un periodo storico ormai dimenticato. Mentre siedo a un piccolo tavolo rotondo del suo ristorante attendendo la cena, mi racconta la vita della famiglia. È libanese, i suoi genitori lasciarono il Medio Oriente a inizio del secolo passato, attraversarono tutto il nord Africa con l’intento di imbarcasi a Dakar per le Americhe. Ma qualche cosa non andò per il verso giusto e si ritrovarono nel Mali, dove a Bamako aprirono uno dei primi ristoranti della città, allora colonia francese. Le vecchie foto appese sulle pareti testimoniano la storia di tre generazioni di ristoratori che ospitarono le personalità più in vista del governo locale e dei ricchi visitatori. Ora vi sono io, unico e forse raro commensale. Ascolto con attenzione le storie dell’anziana proprietaria e la faccio felice. Bamako - mi dice - una volta era bella, le sue strade pulite e costeggiate da alberi tropicali che fiorivano tutta la stagione, erano i colori del Mali di un tempo. Di tutto ciò nulla sa Mohammed, lui non è così anziano. È nato e cresciuto a Bamako, mi dice di commerciare in automobili usate, ma la sera siede sul marciapiede di una stradina e vende tazzine di caffè ai passanti. Quando cala la notte rientra a casa o dorme lì dove si trova, nel buio che si prende e cancella anche gli ultimi colori del Mali. FINE.

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testo Cloris Sciaroni PREVISIONI DI CLORIS PER L’ESTATE Tre eclissi in estate (lunare il 7 luglio, solare totale il 22 luglio e lunare il 6 agosto) invitano ad essere prudenti e a spostarsi il meno possibile in quei giorni, non solo per il traffico intenso e per la folla che si muove, ma perché la natura e le persone sono più vulnerabili in questi periodi. In questa estate avremo un notevole influsso del segno dei Gemelli, che invita a una maggiore prudenza sulle strade, a scegliere vacanze alternative, meno dispendiose e più sane, senza andare troppo lontano. Molta attenzione è rivolta ai giovani, sempre più a rischio di eccessi, in tutti i campi. Anziché dedicarsi a sport estremi o di competizione, gli astri invitano a condividere momenti di sana allegria e di sostegno sociale a chi è meno fortunato: bambini handicappati, soli e poveri, giovani in difficoltà, anziani, ecc. Un’idea diversa potrebbe essere quella di pulire i sentieri, le spiagge libere, spesso sconce, fare gli animatori di colonie, provare una spedizione con gli Scout o con altre organizzazioni ambientali o ecologiche, come la biologia marina, ad esempio. Perché non fare parte di una spedizione al di fuori dei soliti itinerari da condividere poi con amici, colleghi, genitori, educatori e politici? Molto speciale il 15 agosto!

ARIETE 21/3 - 20/4

Mercurio positivo fino al 2.7. porta buone novelle a voi studenti. La fatica si farà invece sentire dal 3.7. al 16.7. per cui sarà bene riposare in quei giorni. Tenete presente che l’eclissi del giorno 7.7. non è favorevole agli spostamenti. Molto più positiva sarà invece la seconda metà di luglio. Venere e Marte dai Gemelli in ottimo aspetto a Giove promettono guadagni e viaggi stimolanti, incontri speciali e tanto divertimento. Sarà un periodo davvero elettrizzante, specialmente per voi giovani. Interessanti le vacanze-studio e le performance sportive. Scoprirete il piacere di divertirvi in gruppo. Sarete particolarmente utili come monitori e animatori. Portate con voi la chitarra per passare serate incantevoli nella natura. Per voi genitori si prospettano spese per i figli, che però vi daranno delle grandi soddisfazioni. Contenete le spese e risparmiate energia in agosto.

TORO 21/4 - 20/5

Che trionfo con Venere nel segno fino al 4 luglio e Marte fino all’11! Vivrete giorni dinamici e passionali in tutti i sensi! E con i favori di Mercurio, le sorprese possono anche arrivare da lontano mediante regali o visite inaspettate. Evitando stress, spostamenti e viaggi durante le 2 eclissi dei giorni 7 e 22 luglio, la 2. metà del mese si rivela comunque molto vivace con i pianeti in Gemelli. Concedetevi qualche sano passatempo con il vostro partner o con gli amici più cari, o regalate qualche momento divertente ai bambini con handicap o più bisognosi. Ottime le attività sociali e sportive. Operando in gruppo avrete più soddisfazione. Portate con voi una chitarra per rendere le serate più animate. Per altri di voi potrebbe entrare in considerazione una vacanza-studio o un trasferimento all’estero per aggiornamenti o specializzazioni. Agosto tutto per voi.

GEMELLI 21/5 - 21/6

Mercurio positivo fino al 2 luglio porta buone novelle. Ma l’interessante arriva con il passaggio di Venere e Marte nel segno, per cui da metà luglio a metà agosto l’atmosfera si farà più dinamica e ricca di colpi di scena. Se cercate nuove sfide lavorative o desiderate cambiare ambiente, questo è il momento per prendere decisioni importanti. Molto interessanti le vacanze-studio o aggiornamenti all’estero con Giove superpositivo. Potrete unire l’utile al dilettevole. Voi giovani vi divertirete in villaggi turistici o nelle colonie, dove potreste anche fungere da animatori. Anche in campo amoroso non mancheranno le novità e l’amore busserà alla porta dei single, pronti a vivere emozioni intense. Ma attenzione a non fare promesse che poi non potete mantenere e contenete le spese. Vale per tutti voi. Gite, inviti e movimento sano all’aperto anche per voi meno giovani.

CANCRO 22/6 - 22/7

Venere favorevole fino al 4 luglio e Marte fino all’11 luglio rendono l’ambiente familiare piuttosto movimentato e con Mercurio nel segno dal 3.7. al 16.7. non mancheranno le sorprese e le novità un po’ in tutti i campi. E con il supporto di Saturno acquistate più sicurezza in voi, per cui sarete più lucidi su quel che volete o meno. Cambiamenti inaspettati possono rivelarsi molto positivi. Accettate le sfide che ora vi si presentano. Inviti a concorsi vari, concerti, feste e gite di ogni genere possono aprirvi nuove prospettive oltre che regalarvi momenti piacevoli. Se avete passato un periodo stressante o non siete più molto giovani, rilassatevi ai bordi di un lago o un fiume, con un buon libro o il vostro animale preferito piuttosto che muovervi fra strade intasate e villaggi affollati. Questo vale in particolare durante le due eclissi del 7 e del 22 luglio e nel mese di agosto.

LEONE 23/7 - 23/8

Mercurio alleggerisce finalmente la tensione nella seconda metà di giugno e ispira nuove idee e soluzioni, grazie anche al supporto di Venere, che nel mese di luglio vi regala molte soddisfazioni. E dopo aver assolto tutti i vostri doveri, ecco che potete godere dei piaceri che l’estate vi offre. Importante il contatto con la natura, per cui programmate le vostre vacanze al di fuori degli itinerari affollati. Inoltre saranno favorite tutte quelle attività non competitive, ma che si fanno solo per stare in compagnia. Ve lo suggerisce il lungo transito di Marte in Gemelli, da metà luglio a metà agosto, periodo che regala avventure emozionanti. Provate qualcosa di diverso. Ci si può divertire anche con le cose semplici. Pensate alla caccia al tesoro, coinvolgendo bambini, giovani e meno giovani. E animate le serate con la musica. Giornata speciale quella del 15 agosto!

VERGINE 24/8 - 22/9

Mercurio non si trova in una posizione favorevole nella 2. metà di giugno, che anzi vi vede piuttosto stressati, forse a causa dei vari impegni in corso cui dovete far fronte. È importante che vi concentriate sul lavoro e non disperdiate le energie in cose di minore importanza, perché è li che sarete vincenti. A favore avete Marte fino a metà luglio, che vi dona la carica necessaria, mentre Venere positiva favorisce le soluzioni che sembrano arrivare da sé, e porta anche qualche soldo in più. Il plenilunio del giorno 7 luglio porterà l’ispirazione giusta. Godetevi i momenti più importanti con la persona del cuore e i vostri bambini se ne avete. Rischio di decisioni avventate da metà luglio a metà agosto con Marte dissonante. Eliminate dalla vostra vita abitudini nocive e pensieri ossessivi e vi farete un bel regalo. E perché non rilassarsi in riva a un fiume o al lago?

Fa bene al clima: risparmiare energia con comfort. Un comando elettronico per tende della Schenker assicura un ambiente abitativo confortevole – e allo stesso tempo accresce l’efficienza energetica: Un comando Schenker può praticamente rilevare tutti i cambiamenti meteorologici. Vengono misurati e analizzati i dati relativi a temperatura interna ed esterna, precipitazioni, umidità dell’aria, posizione del sole, luminosità e intensità del vento. Una volta caricati questi dati, il

comando è in grado di mantenere il bilancio energetico dell’edificio in un equilibrio ottimale. L’investimento in un comando Schenker trova quindi il suo tornaconto non solo per la maggiore comodità, bensì anche per i minori costi che ne derivano – per voi e per l’ambiente! Inoltre, un comando Schenker non è solo comodo, bensì anche in grado di proteggere le vostre tende da danni, causati ad esempio da raffiche di vento eccessive.

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OROSCOPO

BILANCIA 23/9 - 22/10

Mercurio positivo dai Gemelli, nella 2. metà di giugno può portarvi buone notizie e ispirare nuove idee, mentre nella 1. metà di luglio porta stanchezza e contrattempi nei programmi. Attenzione alle due eclissi del 7 e 22 luglio! State tranquilli. A favore tuttavia, per tutto il mese di luglio, avrete Venere, che con il supporto del buon Giove, offre momenti di sana spensieratezza, in compagnia di amici o persone incontrate in un viaggio. E voi vi sentirete rifiorire. Possibile anche qualche entrata extra, giusto per affrontare le spese necessarie o per soddisfare un vostro capriccio. Inoltre, a darvi man forte dal 12 luglio al 24 agosto, ci sarà Marte, pure in Gemelli, che regalerà avventure emozionanti. PerchÊ non fare una vacanza insolita, magari in camper? O partecipare a una spedizione particolare? Animate le vostre serate con la musica.

SCORPIONE 23/10 - 22/11

Mercurio dai Gemelli ispira buoni affari fino al 2 luglio, ma anche Venere aiuta a trovare soluzioni interessanti in quel mese per migliorare la vostra situazione. Importante il plenilunio del giorno 7! Una persona che conta potrebbe darvi la spinta giusta o l’aiuto di cui avete bisogno. Per voi giovani si prospetta un periodo molto stimolante dalla metĂ di luglio a metĂ agosto. Marte dai Gemelli assicura emozioni nuove e vi aiuta ad affrontare nuove sfide. Le vacanze estive possono anche essere produttive se le abbinate al lavoro. Studio e sport di squadra si addicono bene. Potreste però tentare anche una spedizione fuori dai soliti itinerari. Armatevi di macchina fotografica e computer per sigillare le vostre memorie. In amore invece l’atmosfera sembra un po’ tesa fino all’11 luglio, forse a causa della gelosia. Controllate i vostri impulsi.

SAGITTARIO 23/11 - 21/12

Mercurio in opposizione nella seconda metĂ di giugno vi invita alla prudenza in ogni campo, specialmente alla guida. Non è un periodo adatto per viaggiare o firmare contratti. Poi sarĂ la volta di Venere, che si opporrĂ nel mese di luglio, a cui si affianca Marte, dalla metĂ di luglio fino al 24 agosto. Insomma voi sarete il segno piĂš turbolento in questa estate. Ogni contrattempo o ostacolo vi innervosirĂ ma se mantenete la calma e la necessaria luciditĂ , troverete sempre una soluzione, adatta per voi e per gli altri. Controllate documenti e mezzi di trasporto e attenzione ai furti. Prevenite le complicazioni stipulando una buona assicurazione-vacanze. Nella vita affettiva dovrete allenarvi a trovare l’equilibrio desiderato. Non siate nĂŠ troppo accondiscendenti nĂŠ troppo superficiali. E la salute va preservata anche in estate, evitando ogni eccesso.

CAPRICORNO 22/12 - 20/1

Mercurio assicura ora un vivace scambio di informazioni e opinioni via Internet ma anche con i figli e i colleghi, mentre Venere per tutto il mese di luglio vi aiuterĂ a fare buoni affari grazie alle collaborazioni vantaggiose che sapete intrecciare, spesso a vostro vantaggio. Molto interessante il Plenilunio del 7 luglio! D’altro canto gli stessi influssi planetari potrebbero indicare spese per i figli o i nipoti, ma è proprio necessario? E in amore non mancano le sorprese: possibili infatuazioni con persone piĂš giovani di voi e desiderio di evasione. Ma se siete in coppia, godetevi l’estate in modo spensierato. Salute: Marte pure in Gemelli, da metĂ luglio a metĂ agosto, indica un bisogno impellente di riposo, per cui sceglietevi delle vacanze tranquille in valle, al fresco, senza altri doveri, bambini da curare e quant’altro.

AQUARIO 21/1 - 19/2

Mercurio in ottimo aspetto a Giove nella seconda metĂ di giugno assicura benessere, gioia, entusiasmo e fiducia in sĂŠ, ottime prospettive per emergere nel sociale, nella politica o nel settore legale oltre che fare buoni affari. PossibilitĂ di allargare il vostro raggio d’azione e stabilire collaborazioni preziose anche all’estero. E con il bel trigono di Venere, luglio potrebbe anche portarvi qualche soldo in piĂš, oltre che significare piĂš spese per i vostri capricci. In quanto giovani, pensate a una vacanza-studio o lavoro, dove unire l’utile al dilettevole o partecipate a una spedizione. Saranno esperienze da ricordare. E con Marte pure positivo da metĂ luglio a metĂ agosto, vivrete un’estate amorosa frizzante ed emozionante, ma ci deve essere complicitĂ intellettuale. Possibili maternitĂ per chi è ancora in etĂ fertile.

PESCI 20/2 - 20/3

Questa seconda metà di giugno appare un po’ bizzarra, in quanto Mercurio dissonante causa contrattempi e fa prendere decisioni sbagliate, per cui non esponetevi troppo e non fidatevi delle promesse verbali. Nel mese di luglio sarà Venere a trovarsi in questa posizione e da metà luglio a metà agosto Marte, per cui la fatica si farà sentire, specialmente se le vacanze sono ancora lontane. Spesso la frustrazione e l’insoddisfazione derivano da stanchezza, demotivazione e una certa incapacità a sostenere i conflitti e lo stress. Per allentare le tensioni che si possono creare sia nell’ambiente di lavoro sia nel privato, potrebbe giovarvi una dieta leggera e vita all’aria aperta, per cui approfittate di ogni momento libero per distrarvi. Poi in agosto il passaggio di Venere in Cancro, vostro elemento, vi regalerà amore e una bella vacanza.

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 07-09

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Siete degli amanti dell’astrologia? Allora, risolvete il cruciverba e con le lettere nelle caselle contrassegnate dai numeri in rosso risulterà un segno zodiacale. a cura di Daniela Sandrini

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N° 7 - 15 GIUGNO 2009 Fondata nel 1931 - 12 edizioni annuali, tiratura 130.967 copie (tiratura controllata REMP 2008) REDAZIONE CP 418, 6908 Lugano-Massagno via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch EDITRICE Tredicom SA, 6908 Lugano-Massagno DISTRIBUZIONE AWZ - Lugano AMMINISTRAZIONE E PRODUZIONE Marco Werder INSERZIONI TICINO E ITALIA: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. - Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch SVIZZERA TEDESCA E ROMANDA: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 - Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch CAPO REDATTORE Matthias Werder GRAFICA Tredicom SA, Gabriele Campeggio

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COLLABORATORI REDAZIONALI

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Piergiorgio Antonella Broggi Baroni

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Giosanna Crivelli

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VERTICALI: 1. Il ruminante asiatico... dello zodiaco 2. Segno zodiacale 3. Priva di malattie 4. Piccole ferite 5. Il nome di Gullotta 6. Zingaro 7. Cervide nordico 8. Fu ammiraglio di Alessandro Magno 9. Preposizione semplice 10. Il nome di Olmi 15. Pari in mastro 16. Periodo storico 19. Grasso di maiale 22. Oscuri 25. Scomparse, decedute 27. Un’Antonella della TV 29. I confini di Tegna 30. Erbacea aromatica 33. Dittongo in poeta 34. Minerale amorfo 37. Terna al poker 39. La dea greca dell’aurora 40. Raganelle arboree 41. Articolo romanesco 43. Cuor di cane.

La soluzione del numero precedente era: ERACLE.

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 07-09

Marco Ortelli

Stefano Pescia

Roberto Rizzato

Stéphanie Scatizza

Roberto Schneider

Cloris Sciaroni

Lorenza Storni

Alda Viviani

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ORIZZONTALI: 1. Un castello bellinzonese 11. Pappagallo variopinto 12. Mezza dozzina 13. Il re di Shakespeare 14. Propone una raccolta di opere d’arte 17. Crimine 18. Uccello carnivoro dei Passeriformi 20. Illustrazione Ticinese 21. Città e porto dell’Algeria 23. Quel che abbaia non morde 24. Altra sigla per MEC 26. Andato in poesia 27. Il pop che si sgranocchia 28. Stella del cinema 30. Il nome di Pacino 31. La prima nota 32. Avvicendamento, turnover 35. Piccoli difetti 36. Frutto conico 38. Lattanti 40. Tiro centrale 41. Noto collegio inglese 42. Vani... abitabili 44. Dirige una scuola superiore 45. Agnese a Madrid.

Graziano Guerra

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Stefano Ember

Elena SternRémy Balestra Steinegger

“Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito”. http://illustrazioneticinese.blogspot.com

www.illustrazione.ch 6908 Lugano-Massagno c.p. 418 tel. 091 972 26 20 Pubblicità moto: TuttoSprint Tel. 079 697.49.65




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