illustrazione www.illustrazione.ch
N.8
- 1 SETTEMBRE 2010
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA
TICINESE
A TAVOLA
I piatti devono parlare
IMMERSIONI
Nelle acque di Bissone
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www.dosenbach.ch
sommario
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4 Fuorionda La rivincita della pubblicità
6 Appunti Spunti, idee e consigli in vetrina
8 In dialètt
fondata nel 1931 12 edizioni annuali
“Dracula”, tradòtt in milanés
Tiratura 130.752 copie (REMP 2009)
10 Sai che
Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch
Domande curiose e risposte sfiziose
14 Immersioni ILLUSTRAZIONE TICINESE 08-10
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Il lago Ceresio e i suoi abitanti
18 A tavola
Editore Editrice Tredicom SA 6908 Lugano
I piatti devono parlare
25 In cucina
Distribuzione AWZ - Lugano
La bontà in due ricette
Amministrazione e produzione Marco Werder
26 Animali
Editore Matthias Werder
Dominanza: un modello superato
27 Lavoretti
Grafica Tredicom SA Gabriele Campeggio
La tracolla da escursionista
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Ticino e Italia: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch Svizzera tedesca e romanda: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 Fax 062 929 27 82 Natel 079 415 87 88 gruetter-werbung@besonet.ch Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch
28 In classe “Mi aspetto un conoscimento più ampio”
30 Salute Quei malesseri femminili
38 in viaggio
bula, il saluto
alle figi
Mai capitato di pensare o di dire “quella passata è stata un giornata persa”? E se accadesse davvero di non vivere una giornata? Nella mia vita mancherà infatti per sempre quel fatidico martedì di ottobre. Assurdo? No, la macchina del tempo in natura esiste veramente… testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch
Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito.
In copertina: David Aebischer e Inti Pestoni Foto: Ti-Press/C. Reguzzi
U
n volo anomalo, che sa di incredibile, si riprende quello che mi regalò a suo tempo: un giorno della mia vita. Vi è infatti un aereo della Polinesian Airlines che decolla ogni lunedì sera dopo la mezzanotte dalle Isole Samoa ed atterra – passata un’ora di volo! – il mercoledì (sì ho detto il mercoledì!) mattino alle isole Figi. E’ proprio così: attraversando la linea del tempo la data cambia e si fa un salto al giorno successivo. Questo strano gioco mi permise molti anni or sono, percorrendo il medesimo tragitto in senso inverso, di vivere nella mia vita due volte il medesimo giorno. Oggi però il destino si riprende quello che mi aveva regalato allora. Le pratiche doganali sono semplici alle Figi, in onore dei 300'000 turisti che vi giungono quasi ogni anno per godere il mare turchese e le spiagge incontaminate, soggiornando in uno dei molti “resort” costruiti lungo le coste o su isole minori dell’arcipelago. Pochi di essi si avventurano nelle zone rurali, all’interno del paese, praticamente nessuno dove mi sto recando io: in una località remota nella vallata del Rewa River.
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 08-10
Vi dirò poi in seguito il perché. Intanto prendo posto su di un “Express bus” che porta da Nandi, la località a nord dell’isola principale dell’arcipelago, a Suva, il capoluogo del sud. La prima sensazione è che di “express” il mezzo abbia invero poco e purtroppo in seguito avrò conferma dei miei dubbi. Accanto a me si accomoda una signora figiana dal fisico decisamente corpulento, la pelle scura, i capelli crespi e due braccione, una delle quali invade parte del mio seggiolino. Davanti un indiano con la tipica tunica lunga e bianca. Sì un indiano, uno dei trecentomila che vivono alla Fiji e che ne hanno pure la nazionalità. Ma cosa ci fanno qui? Tutto ciò è forse uno dei giochi più curiosi della storia moderna. Ai primi coraggiosi missionari, la cui fine fu invero spesso poco gloriosa a confronto con quelli che allora erano considerati tra i più temibili cannibali dell’intero Oceano Pacifico, fecero seguito i colonizzatori inglesi i quali ben presto constatarono che pur essendo il terreno fertile e particolarmente adatto per la coltura della canna da zucchero, poco avrebbero potuto sperare dalla collaborazione
34 In forma Rinforza la cuffia dei rotatori con Taryn Sciarini
38 In viaggio Bula, il saluto alle Figi
42 Motori L’arte di un maestro designer Divertimento di guida
47 Oroscopo Uno sguardo tra stelle e pianeti
50 Cruciverba Caccia al pianeta termico
ILLUSTRAZIONE TICINESE 08-10
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fuorionda
ladella rivincita pubblicità “La pubblicità è la più grande forma d’arte del nostro tempo” (Marshall McLuhan). testo Roberto Rizzato - roberto.r@illustrazione.ch
S
ul finire degli anni ‘50 il famoso economista americano John Galbraith affermava: “Il consumatore può ancora pensare che le sue azioni corrispondano alle sue proprie idee su come spendere i soldi; ma si tratta di una convinzione superficiale e inesatta, risultato dell’illusione nata nel corso della manipolazione dei suoi bisogni. Ogni pubblicità non è altro che il tentativo di separare l’uomo dal proprio denaro”. Erano i tempi in cui Vance Packard definiva i pubblicitari “persuasori occulti”, il cui scopo “non è vendere prodotti ma comprare clienti”. Erano i tempi in cui dalle nostre parti intellettuali, giornalisti e anche docenti demonizzavano la pubblicità, caricandola di tutti i mali possibili della società organizzata. Agli occhi dei moralisti nostrani la pubblicità non pareva altro che il grimaldello dell’americanismo industriale e di una società edonista e materialista, votata al consumismo e all’individualismo più beceri. Nella vicina penisola si era arrivati persino a sospendere la pubblicità televisiva dei cibi per cani e per gatti, giacché pareva immorale reclamizzare cibarie per animali quando tanti bambini al mondo morivano (e, purtroppo, ancora muoiono!) di fame. Negli ultimi decenni inve-
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 08-10
ce stiamo assistendo ad una profonda legittimazione e rivalutazione di tutti quei ruoli professionali che sono, a vario titolo, collegati alla pubblicità: mentre altre professioni sono progressivamente decadute nell’immaginario giovanile, sembra che le aspirazioni delle nuove generazioni siano prepotentemente dirette verso il settore della comunicazione e della comunicazione commerciale. Forse l’immaginazione non è andata al potere, ma di certo ha ritrovato un enorme carisma: il pubblico vuole essere divertito e si lascia volentieri sedurre dalla pubblicità ironica e autoironica, ma soprattutto spettacolare. C’è un crescente apprezzamento nei confronti della pubblicità più (ri)creativa, che ormai si è attestata come una nuova forma d’arte, in quanto capace di interpretare e dunque di dare forma a uno dei moderni dogmi sociali: la felicità di consumare. La pubblicità oggigiorno è lo specchio delle brame e degli ideali di vita della gente e, se l’unica preoccupazione del consumatore una volta era il semplice possesso, la sua ambizione di oggi è il godimento del superfluo. Non serve a niente scandalizzarsi, le cose stanno così: “O così o Pomì”. Perché “che mondo sarebbe senza Nutella”? Insomma: “Toglietemi tutto; ma non…”. O
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sai che
leggiamo
SAI
perché
I MELONI TROPPO MATURI PUZZANO? Il melone è così profumato che l’aroma si percepisce anche attraverso la spessa buccia. Questo perché il suo aroma comprende 26 composti aromatici che però, a maturazione raggiunta, iniziano a deperire e la putrefazione microbica crea l’odore così sgradevole, soprattutto dalle fette tagliate e dalle bucce. A contatto con l’ossigeno il processo di putrefazione viene notevolmente accelerato.
1.
Finché sarà passata la tua ira, di Asa Larsson
2.
dere u i h c o i Megl acco s n u n to! ei i c b c u u s b o e l l r e butta
Acqua in bocca, di Andrea Camilleri/Carlo Lucarelli
3. La caccia al tesoro, di Andrea Camilleri
ascoltiamo SAI
1.
ESSERE IN BOLLETTA?
Je veux, di ZAZ
2. Long road home, di Sheryl Crow 3. Barricade, di Interpol
guardiamo
Questa espressione diffusa, utilizzata per indicare quando si è rimasti senza soldi, deriva dalla ceralacca. Gli atti ufficiali di re e papi venivano sempre sigillati con la ceralacca, chiamata bolla. Gli atti ed emanazioni degli uffici pubblici invece, meno importanti e quindi in genere privi di bolla in ceralacca, erano invece chiamati bollette. Un tempo si usava esporre pubblicamente una bolletta che indicava tutti i nomi di coloro che erano falliti o che erano privi di denaro.
SAI
1.
da cosa deriva
PETTEGOLA?
Prince of Persia e le sabbie del tempo, di Mike Newell
2. The Twilight Saga: Eclypse, di David Slade
3. Sex and the City 2, di Michael Patrick King
6
perché si dice
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Questo aggettivo, utilizzato per indicare chi fa chiacchiere e commenti su altri, deriva dal termine peto. In antico veneziano infatti, si usava dire “contàr tuti i peti” per descrivere in modo colorito proprio l’abitudine di raccontare i fatti privati e irrilevanti di qualcuno.
Gusto svizzero che incanta.
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Toni al lampone di Emmi.
appunti
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UN FILM PER RIFLETTERE L’onda, film drammatico di Dannis Gansel, con Jßrgen Vogel e Frederick Lau In Germania, un insegnante di liceo propone alla sua classe un particolare esperimento didattico al fine di dimostrare concretamente il funzionamento di una dittatura. L’esperimento inizia e i giovani si sentono subito positivamente coinvolti, ma presto la situazione sfugge di mano al docente e agli stessi ragazzi. Un film, questo, particolare come solo i film europei sanno essere, ricco di spunti di riflessione interessanti ma anche di moniti‌
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#OME AGISCE LO 3HIATSU SUL CANCRO 3HIATSU À INTESO COME COMPLEMENTO ALLE MISURE MEDICHE %m UN METODO TERAPEUTICO CHE AIUTA A RILASSARSI FACILITA IL SONNO INCREMENTA CORAGGIO E SPERANZA 5NO STUDIO EFFETTUATO ALLmOSPEDALE DI 3AINTES & DIMOSTRA CHE I TRATTAMENTI DI 3HIATSU EFFETTUATI IMMEDIATAMENTE DOPO LA CHEMIOTERAPIA PORTANO A UN NOTEVOLE ALLEVIAMENTO DEGLI EFFETTI COLLATERALI ACCELERANO IL RISTABILIMENTO RINFORZANO LA PARTE SANA DEL CORPO E IL SISTEMA IMMUNITARIO ,mACCURATA ASSISTENZA TERAPEUTICA IN UN PERIODO DI ESTREMA INSICUREZZA D¸ SOSTEGNO E RIFERIMENTO DURANTE LA FASE DIAGNOSTICA DURANTE I PERIODI DI TRATTAMENTO DI CONTROLLO DI GUARIGIONE E QUANDO INGUARIBILE DURANTE LA FASE DI DECESSO ,A TERAPEUTA O IL TERAPEUTA DI 3HIATSU AIUTA E SOSTIENE CHI À COLPITO DA QUESTA MALATTIA A RENDERE LA SITUAZIONE COMPRENSIBILE A PRESTARE ATTENZIONE AI PROPRI BISOGNI A RICONCILIARSI CON IL PROPRIO CORPO E CON LA VITA A TROVARE Ú DUCIA ,A FORZA DI DECIDERE À RAVVIVATA #HE COSA À RILEVANTE $OVE HO BISOGNO DmAIUTO #OME REGGO UNA SITUAZIONE COSÄ GRAVE 5N ESEMPIO PRATICO ,A SIGNORA ! AMMALATA DI CANCRO AL SENO HA SUBITO UNlOPERAZIONE E DESIDERA DEI TRATTAMENTI DI 3HIATSU DURANTE IL PERIODO DELLA CHE MIOTERAPIA 0ROBLEMI ALLO STOMACO DISTURBI DEL SONNO TENSIONI MAL DI TESTA DISTURBI DEL CICLO MESTRUALE SONO GLI EFFETTI COLLATERALI CHE ACCOMPAGNANO LA SIGNORA ! DURANTE LA CURA ,A SIGNORA ! DESIDERA REGOLARE I SINTOMI DI MENOPAUSA CAUSATI DALLA CHEMIOTERAPIA E RAFFOR ZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO $URANTE I SEI CICLI DI TRATTAMENTI LO STATO DELLA SIGNORA ! À MIGLIORE DI QUANTO SPERATO 'RAZIE ALLE SEDUTE DI 3HIATSU SI SENTE RIPOSATA E TRANQUILLA )L SUO STATO PSICHICO À SEMPRE PIÑ STABILE (A FORZA SUFÚ CIENTE PER ORGANIZZARSI UN AIUTO DOMESTICO
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in dialètt
dracula tradòtt in milanés Ul Lorenz Banfi, nassüt a Soree (Milan), al stüdia la lengua milanésa: tal chì cunt ul líbar dal Bram Stoker. testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch
A
prövum a fà scià e là dal noss dialètt (dala ferovia o lì in gir) al milanés: par presentàv ul líbar scrivüt in inglés dal Bram Stoker e tradòtt in meneghin dal Lorenz Banfi, che l’ha anca giràt sóta “El Princip Piscinin”, quell dal SaintExupéry. Cert che l’ha dév véss stàia una fadigàscia, parché bisögnàva impienì 269 pàgin cunt ul “cont (conte) Dracula”, ul vampír dala Transilvania. A dì la verità l’éva mia nè vün nè l’àlter: al Vlad Tepes (1431-1476), príncip (principe) dala Valacchia i gha disévan “Dracula” domà da giúvin, come “fiöö dal Dracula”, ul Vlad Dracul (1390-1447) che l’era ul sò pà. Ma l’eva cognossüd come “Tepes”, cioè “Impaladór”, un mestée treméndu che l’éva imparàt di türchi. Ul Massimo Introvigne (che l’ha fài la presentazion) al ma diis anca che “i vampír ghe entren minga on granchè”. I salta föra da nocc, i sciüscia ul sàng di viv par nütriss: roba végia, i gh’évan già, i vampír, quand che giràvan i greci, i romàn, indiàn e cinés... prima manéra. “El Stoker al ciàma el sò vampír “Dracula” parchè l’è impressionaa de la nòmina solferina del feudatari impaladór, ma del personagg stòrich al ne sa pòcch”. Sarà anca inscì, ma ul Lorenz Banfi, in dala prefazion, al gha taca là che “a ògni pass che fasevi, me rendevi cunt che el milanes el ma permetteva, in dal fà la traduzion, de penetrà el romanz ben puseee a fond che a doprà l’italian.(...) Inscì
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 08-10
hoo poduu viv i avventur del Jonathan Harker in del Castell del Dracula, la soa pagura, el sò terror. Ma anca la passion perversa di trè donn vampir, la rabbia e la crudeltà del Dracula. (...) Che al ma fà vedée on spacaa de ona società, quela inglesa vittoriana. E de on’epoca, la fin de siècle”. Donca, come al dis ammò ul Banfi “dopo la traduzion del Piccolo Principe in milanes, m’era vegnuu in la ment de voltà in de la nòstra lengua on quicòss de noeuv, che nissun l’eva mai faa nagòtt da simil prima. Tanti avevan tradòtt vari classich, dai vangeli a la “Divina Commedia”, ma mì vorevi cimentamm in d’ona impresa differenta. Vorevi dimostrà che el milanes l’è nò domà una lengua par i poesii, ò par rid, ma che l’è anca bòn da descriv quasessia sentiment e situazion, comè la pagura, per esempi”. Una sensazion che prövum anca nüm quand che nemm a sföià “Farciàmm da Punt a Punt – Facezie dell’Alto Ticino” (edizioni Messaggi Brevi, 2000) dal Giovann Orell, là indova al scriv che “curéisgia du drèisc” (cintura del drago, donca l’arcobaleno) l’è una manéra da esprímas magica che l’è mia domà leventinésa, ma che la và dai Pirenei ai Carpazi. Un dialètt “che piàs, che al ma tira inséma al Svetonio e al Virgilio: mia domà, ma cunt un “legame spaziale” che al quercia tütt ul arco alpin e ammò püssée in là”. Ul Dracula e ul “serpente drago”: quaicoss da “paneuropeo”? Guardii pöö voialtri. O
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immersioni
il lago ceresio e i suoi
abitanti Immersione in un lembo di lago alla scoperta della vita che qui pullula in varie e colorate forme. testo e foto Franco Banfi - franco@illustrazione.ch
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issone si trova sul lago di Lugano nel bacino a sud del ponte diga di Melide, vicino al ponte diga. Questo bacino, il meno profondo, leggermente inferiore ai 100 metri, ha un fondale abbastanza melmoso. Molto più profondo il bacino nord, che raggiunge profondità di quasi 300 metri. Essendo più piccolo e meno profondo, il bacino meridionale ha problemi di ossigenazione, soprattutto nella seconda parte dell’anno, comunque grazie alle opere di risanamento adottate già da alcuni anni, il lago di Lugano chiamato anche Ceresio ha acque molto pescose; persici, trote, bottatrici (Lota Lota), anguille e lucci perca vengono regolarmente pescati. Sia che si arrivi da nord, sia che si giunga da sud, dobbiamo uscire dall’autostrada N2 Milano-Bellinzona in zona Melide, dove si trova il ponte-diga. Proseguiamo attraversando un paio di rotonde, nel punto in cui si trova la piscina comunale imbocchiamo la cantonale per Mendrisio-Chiasso. Ecco che siamo già nel paese di Bissone, impossibile sbagliare, le case del nucleo vecchio sulla sinistra, il lago a destra. Una fila di posteggi costeggiano il lago, il punto migliore per lasciare l’auto ed essere a pochi passi dall’acqua.
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PREPARAZIONE TECNICA Parcheggiata la macchina ci troviamo davanti il lago, sulla destra il ponte diga, sulla costa opposta il nucleo di Melide, sovrastato da Carona e dal Parco di San Grato. L’entrata in acqua è semplice, si può passare accanto ad uno dei piccoli pontili che entrano nel lago. Il fondale è pianeggiante, il fondo melmoso cosparso di cespugli di piante acquatiche. Come per la maggior parte dei nostri laghi, anche quello di Lugano offre le migliori condizioni di visibilità nei mesi invernali, quando purtroppo la temperatura è più fredda. L’area d’immersione è molto vasta, pianeggiante e degrada molto dolcemente. Sulla sinistra c’è più traffico di barche e battelli, bisogna dunque assolutamente evitare di andare in quella direzione, basterà entrare perpendicolari alla riva per poi dirigersi verso il ponte diga. Durante la nostra passeggiata subacquea incontreremo bidoni, lamiere, tronchi e biciclette. Tutti questi “rifiuti” ricoperti da alghe e sedimento sono diventati dei rifugi per i pesci che vivono nella zona, è dunque facile incontrarli nascosti sotto una lamiera che hanno adibito a tana. Arrivati al ponte diga possiamo invertire la rotta e ritornare costeggiando la riva
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reportage
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1. Persico reale (Perca fluviatilis) chiamato comunemente pesce persico ha carni pregiatissime e vive nei fondali sassosi.
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«Di notte il numero di pesci visibili è maggiore»
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2. Carpa comune (Cyprinus carpio) vive vicino a rive verticali e fondi rocciosi con vegetazione abbondante.
3. Luccio (Esox lucius) Predatore voracissimo dalla colorazione criptica, per confondersi con l’ambiente.
4. Un subacqueo osserva il fondale in cerca di animali nascosti negli anfratti.
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5. Gambero americano (Orconectes limosus) originario della costa orientale degli USA, si è diffuso rapidamente nei nostri laghi, prevalendo sulle specie autoctone.
6. Un residuo del traffico urbano può diventare una tana sicura.
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i si c non isa ovv uei! r p m i bacq su
alla nostra sinistra, rimanendo ad una profondità di una decina di metri il paesaggio subacqueo è animato da piccole rocce, possibili rifugi di bottatrici e carpe, ma anche di anguille che faranno capolino dalla loro tana, ma che rientreranno subito se illuminate con la torcia. La nostra passeggiata subacquea può terminare perlustrando la zona che ci separa dall’uscita, dove è possibile incontrare altri pesci e soprattutto i gamberi di lago, che sono ormai diventati numerosi nel Ceresio. L’equipaggiamento è quello completo per immersione: bombola con due erogatori separati (precauzione per malfunzionamenti), muta bagnata o asciutta a seconda della stagione, jacket equilibratore, computer subacqueo, lampada e bussola. GIUDIZIO PERSONALE Prima dell’immersione bisogna sempre osservare le condizioni dell’acqua e nel periodo estivo il traffico di natanti. Importante mettere la bandiera o la boa di segnalazione, che informa della
nostra presenza sotto la superficie. Attenzione a come ci si muove, le condizioni di visibilità possono essere seriamente compromesse se pinneggiamo troppo vicini al fondo, in questo caso basta spostarsi fuori dal nuvolone per ritrovarsi in migliori condizioni di visibilità. Il lago, con la sua scarsa visibilità e la sua temperatura, è un ambiente che richiede preparazione e allenamento. Un attrezzo sicuramente molto utile nelle immersioni al lago è la bussola. In immersione la bussola non serve per trovare il punto esatto dove ci troviamo, impossibile sott’acqua senza riferimenti ben precisi, ma se regolata prima d’immergerci ci indicherà l’uscita, come pure i punti cardinali che possono servirci da riferimento. Questo luogo d’immersione è adatto anche per delle immersioni notturne, in questo caso il numero dei pesci che incontreremo sarà maggiore. Vorrei ricordare, che essendo questo un posto pubblico, frequentato dagli abitanti locali, è doveroso rispettare l’ambiente e la quiete pubblica, prima durante e dopo l’immersione. O
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i piatti devono parlare L’invito a cena questa volta è arrivato dalla famiglia Pellegrino di Vezia. Qui il cibo gode di grande importanza, e non solo per una questione nutrizionale. I piatti devono essere un piacere per il palato, ma anche per gli occhi. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger
“C
he dici, mangeremo carne alla griglia?”, chiedo al fotografo, mentre parcheggiamo la macchina accanto ad un furgoncino la cui insegna recita “Da Gigi, polli allo spiedo, costine, stinchi…”. Lui, scopriamo in seguito, si chiama Luigi Pellegrino, ed è stato uno dei primi a girare il Ticino vendendo carni cotte ai bordi delle vie cantonali. “Amo questa professione antica di ambulante, mi piace vendere per strada perché mi ricorda che siamo solo di passaggio”. Luigi percorre settimanalmente tanti chilometri con il suo furgoncino e per ore sosta davanti ad una griglia, cucinando per chi, all’occasione, non ha tempo o voglia di mettersi ai fornelli. Una cosa che per lui, invece, è assolutamente prioritaria e passionale. “Io in cucina ci dormirei”, ci dice con la gestualità tipica degli italiani. Trent’anni orsono, dopo aver frequentato la Scuola alberghiera di Sorrento, lascia la penisola per la Svizzera. Qui lavora come cameriere nei grandi alberghi di alcune rinomate località elvetiche. “Un bravo cameriere non sa solo servi-
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re ai tavoli, ma impara ad osservare i cuochi, ai quali ruba il mestiere”, precisa spiegandoci che a lui piaceva fin da bambino stare in cucina con la sua mamma per carpire qualche segreto o trucco. Una cucina, quella salernitana, a base di ingredienti semplici come peperoncino, olio d’oliva, molti legumi, pesce. PER GLI OCCHI E PER IL PALATO Ancora oggi Luigi - Gigi per gli amici - applica gli insegnamenti di mamma, con incursioni nella cucina ticinese. “Non amo la nouvelle cuisine o comunque i cibi troppo elaborati. Mi piacciono i piatti semplici e di sostanza. Perché mangiare non deve essere unicamente un fatto nutritivo, ma soprattutto un piacere, e non solo per il palato, ma anche per gli occhi. Anche la semplice insalata io la voglio ben servita e ben colorata. I piatti devono sempre ‘parlare’. Amo riempirmi gli occhi, prima della pancia”. Buongustaia, ma non così appassionata di cucina come il marito, è invece Giovanna. Le piace cucinare quando ha tempo e ama acquistare libri di
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a tavola ricette. “Devo dire che è più brava di quel che pensa - precisa Luigi - si applica molto e raramente sbaglia un piatto. Riesce veramente ad amalgamare bene i prodotti. Ultimamente mi ha fatto un brasato che era la fine del mondo”. Interviene la figlia Giulia: “Ammetto, sono due bravi cuochi, anche se non eccelsi. La più brava secondo me è la nonna (la mamma di Giovanna, ndr). Potrei farti una lista infinita di cose superlative che prepara lei”. Giulia è sempre stata una buongustaia, al contrario della sorella Sara, per la quale sedersi a tavola è spesso un obbligo più che un piacere.
porto a casa quando mia moglie mi chiama dicendomi che non ha voglia di cucinare”. Ma c’è un trucco per grigliare bene la carne? “L’importante è non esagerare con i condimenti. Ma se venite ad acquistare da me, non sbagliate!”. Gigi è molto forte nei primi: “La pasta condita con un buon sugo, che sia a base di carne, pesce o verdure è un ottimo piatto. E poi, con i sughi, ci si può davvero sbizzarrire e divertire. Ce ne sono migliaia più uno”. Difatti, il piatto preferito di Gigi è pasta e fagioli e di Giovanna pasta al ragù. E le figlie? Risponde Giulia: “Io preferisco tutto, Sara niente”.
POLLO DUE VOLTE A SETTIMANA Chiediamo a Gigi, vista la sua attività, se in casa sua si mangia anche il pollo oppure è bandito. “Almeno due volte a settimana”, ci dice senza esitazione. “Una volta me lo mangio a mezzogiorno, quando sono per strada. E un’altra lo
CARCIOFI E CUCINA MOLECOLARE Mentre chiacchieriamo, sorseggiando un prosecco, Luigi si ricorda di una ricetta di famiglia per la quale lui andava matto: i carciofi ripieni di un impasto a base di mollica di pane, uova, prezzemolo, aglio e uva passa. Li faceva la sua mamma
Molluschi, pomodori, aglio e crostacei per un sugo perfetto.
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Nella versione online trovate le ricette proposte da Luigi Pellegrino.
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giare è un’altra cosa”. Ce ne siamo accorti quando sul tavolo sono arrivati gli spaghetti allo scoglio e il branzino alla salernitana (vedi ricette online). Un autentico piacere per gli occhi e per il palato. Alla faccia delle molecole! O
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e lui, tempo fa, ha voluto riproporli alla sua famiglia. Purtroppo il piatto non ha riscosso un grande successo. Che dire, anche i grandi chef non riescono sempre ad accontentare tutti! E il pensiero corre a quella volta che i coniugi Pellegrino sono capitati per caso in un ristorante nella provincia di Bergamo, famoso per la cucina molecolare. “Abbiamo pagato salato e mangiato delle schiume: schiuma di baccalà, schiuma di zucca… La cucina innovativa non fa per noi. Man-
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LA RICETTA
LA RICETTA
Omelette con ripieno di zucchine
Tortini di patate con pomodori all’aceto balsamico
Per 4 persone Pastella: • 2 dl di latte • 1 dl di acqua • 1 C di passata di pomodoro • 1 c di paprica macinata • sale, pepe • 150 g di farina • 3 uova • burro per arrostire
Per 4 persone • 800 g di patate farinose • sale • 150 g di • 30 g di olive nere • 6 C di olio d‘oliva snocciolate • 3 uova • noce moscata, pepe • burro per imburrare le formine • 3 C di pane grattugiato • 750 g di pomodori cherry • 4 spicchi d‘aglio • 2 rametti di rosmarino • 2 C di aceto balsamico di buona qualità o di crema di aceto balsamico
Ripieno: • 250 g di • 250 g di ricotta • 100 g di gorgonzola • 600 g di zucchine • 2 spicchi d‘aglio • 1 mazzetto di prezzemolo
Salsa al pomodoro: • 1 cipolla • 1 C di olio d‘oliva • 1 scatola grande di pomodori pelati (800 g) Preparazione: Mescolare il latte con l’acqua, la passata di pomodoro, la paprica, il sale e il pepe. Aggiungere la farina e mescolare fino ad ottenere una pastella liscia. Rompere le uova in una ciotola, mescolarle e aggiungerle alla pastella. Lasciar riposare per 30 minuti. Far sciogliere un po‘ di burro in una padella e con la pastella cuocere 8 omelette. Grattugiare finemente l‘Emmental AOC. Mescolare 200 g con la ricotta e il gorgonzola. Aggiungervi le zucchine tagliate con la grattugia da rösti l’aglio schiacciato. Sminuzzare finemente il prezzemolo e aggiungerne la metà al ripieno. Aggiustare di sale e pepe. Distribuire la farcia sulle omelette e arrotolarle. Disporle in una forma da gratin cospargendole con il formaggio e il prezzemolo rimasti. Cuocere in forno preriscaldato a 200° C per circa 20 minuti. Sminuzzare finemente la cipolla e arrostirla nell’olio caldo. Aggiungere i pomodori pelati e far cuocere a fuoco lento per 15 minuti. Aggiustare di sale e pepe e servire la salsa con le omelette.
Preparazione: Pelare le patate e cuocerle in acqua salata fino a che siano molto morbide. Scolarle, rimetterle nella pentola per fare evaporare l’acqua in eccesso assorbita durante la cottura. Passarle ancora calde nel passaverdura e far raffreddare brevemente. Grattugiare finemente il formaggio e sminuzzare le olive. Aggiungere il tutto al puré di patate con 4 cucchiai di olio d’oliva e i tuorli. Insaporire con la noce moscata, il sale e il pepe. Montare a neve ferma gli albumi con una presa di sale e incorporare delicatamente alla massa di patate. Imburrare delle formine da gratin (da 2 dl ca.) e cospargerle con il pane grattugiato. Riempirle con la massa di patate e cuocere in forno preriscaldato a 180° C per 30-40 minuti. Disporre i pomodori cherry in una forma da gratin con aglio e rosmarino. Condirli con 2 cucchiai di olio d’oliva e aggiustare di sale e pepe. Cuocere in forno accanto alle tortine di patate per una ventina di minuti. Togliere le tortine di patate dalle formine e disporle sui piatti. Aggiungere i pomodori cherry cosparsi con alcune gocce di aceto balsamico.
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animali
dominanza un modello superato
Perché utilizzare il concetto di “dominanza” per spiegare il comportamento del cane non è corretto? testo Elena Stern-Balestra - elena@illustrazione.ch
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l cane è un animale sociale che ha bisogno di vivere in gruppo e relazionarsi con altri individui. Per decenni si è posto l’accento su come i gruppi di cani, o branchi, siano retti da una struttura gerarchica allo scopo di permettere la convivenza pacifica. Non vi è appassionato di cani che non abbia mai sentito parlare (o parlato) di cani dominanti e sottomessi. Il concetto di dominanza è stato in effetti molto popolare come modello per capire e spiegare il comportamento sociale del cane, in particolare il comportamento di aggressione. Molto spesso, quando un cane morde un consimile o una persona, ci si sente dire che probabilmente si tratta di un soggetto dominante spinto dalla necessità di imporre il proprio status.
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L’idea che il cane aspiri a prendere controllo del gruppo sociale in cui vive ha portato alla diffusione di tecniche educative “repressive”, nelle quali il padrone assume il ruolo di capo-branco, ovvero individuo alfa, che impone la propria “dominanza” con metodi coercitivi e dimostra “chi comanda”. L’esperienza pratica e recenti studi scientifici dimostrano che ciò non è corretto: i ruoli sociali all’interno del branco sono determinati più dall’esperienza dei singoli individui che non dalla pulsione di affermarsi come leader. Le aggressioni nei confronti di altri cani o di persone sono frequentemente dovute ad una carenza di competenze sociali e/o ad una gestione scorretta da parte del proprietario. Il concetto di dominanza non aiuta dunque a capire e spiegare queste dinamiche, né tantomeno a prevenirle. Applicare la teoria della dominanza imponendosi sul cane e fare uso di metodi coercitivi è controproducente, compromette il rapporto di fiducia verso il proprietario e, nel caso di comportamenti aggressivi, può portare a pericolose “escalation”.O
Per saperne di più: www.bris.ac.uk/news/2009/6361.html
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La stagione hockeistica 2010/2011, come ogni inizio di stagione, si presenta portatrice di rinnovamento, o almeno così sperano tutti gli appassionati di questa disciplina sportiva incarnata dalle due compagini che fungono da locomotiva dell’intero movimento cantonale: HC Ambrì-Piotta e HC Lugano. In questo speciale dedicato all’hockey vi proponiamo tre modi diversi di illustrare questo evento sportivo. Un’intervista col presidente della Federazione Ticinese Mauro Osenda; un reportage particolare con Benoît Laporte e Philippe Bozon, i due allenatori francofoni alla guida di Ambrì e Lugano; un’elezione, a carattere giocoso, da parte di una giuria composta da tre competenti figure femminili. Speriamo con questo di stuzzicarvi l’appetito e di indurvi a seguire con partecipazione una stagione che in ogni caso ci farà vivere grandi emozioni.
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IL TICINO, UNA FORZA DELL’HOCKEY NAZIONALE Con Mauro Osenda, da maggio 2010 presidente della Federazione Ticinese di Hockey su Ghiaccio, ci siamo intrattenuti per tastare il polso dell’hockey cantonale. Abbiamo scoperto come il Ticino, a livello di selezioni giovanili Under 13 e Under 14, sia la seconda forza nazionale. Tra gli obiettivi del nuovo presidente per l’imminente stagione e per il futuro, una ridefinizione dei ruoli a tutti i livelli federativi e rendere l’hockey su ghiaccio il più popolare e accessibile possibile per le famiglie ticinesi.
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DI STAZIONE IN STAGIONE Con gli allenatori di HC Ambrì-Piotta e HC Lugano Benoît Laporte e Philippe Bozon viene introdotta la stagione 2010-2011. Compiendo un viaggio in treno - e in autopostale - da Lugano ad Ambrì, abbiamo cercato di cogliere somiglianze e differenze tra i condottieri delle due società rivali. Si sono confrontati i punti di vista di chi quest’anno avrà la responsabilità di indirizzare le emozioni di tutti i tifosi dell’HC Ambrì-Piotta e dell’HC Lugano. Di seguito il resoconto di questo inedito viaggio on the… rails.
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I PIÙ BELLI DEL REAME In uno speciale dedicato al maschio gioco dell’hockey su ghiaccio, non poteva mancare una parte più frivola. Abbiamo così chiesto a tre donne vip ticinesi di scegliere il giocatore più bello dell’HC Ambrì-Piotta e dell’HC Lugano. Emanuela Gaggini, Sara Bellini e Greta Gysin hanno fatto la loro scelta e l’hanno motivata per noi. Per il più bello del Lugano non ci sono stati dubbi, mentre tra quelli dell’Ambrì abbiamo deciso di far pendere l’ago della bilancia verso la bellezza nostrana...
impressum
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SPECIALE HOCKEY - SETTEMBRE 2010 Tiratura 130.752 copie (tiratura controllata REMP 2009) Redazione CP 418, 6908 Lugano-Massagno via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Editrice Tredicom SA, 6908 Lugano-Massagno Amministrazione, produzione e inserzioni Marco Werder marco@illustrazione.ch Tel. 091 973 20 10 - Fax 091 972 45 65 Grafica Tredicom SA, Gabriele Campeggio Foto Copertina: Philippe Bozon e Benoît Laporte (foto Ti-Press/Samuel Golay)
Le FFS vi propongono la più vasta scelta di biglietti e offerte combinate RailAway FFS per eventi culturali e sportivi: basta rivolgersi alle circa 200 stazioni FFS o al Rail Service 0900 300 300 (CHF 1.19/min. da rete fissa svizzera). Tutti gli eventi su www.ffs.ch/events.
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in t er vi st a
Il Ticino una forza dell’hockey
nazionale 19 società, 3’000 praticanti circa, 170’000 franchi di impegno finanziario annuale, la Federazione Ticinese di Hockey su Ghiaccio (FTHG), dal maggio scorso è presieduta da Mauro Osenda, che abbiamo incontrato per sentire in quale stato si trovi l’hockey cantonale. testo Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch foto Gabriele Campeggio
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nnanzitutto, al Presidente di una Federazione hockeistica chiediamo se giochi o abbia giocato ad hockey, e come si sia avvicinato a questo sport. “A dire il vero non sono mai stato un giocatore attivo, tuttavia, dei 60 anni che ho vissuto fino ad ora, posso ben dire di averne trascorsi… 60 a contatto con l’hockey. Essendo leventinese, è praticamente impossibile non interessarsi a questo sport, mi riferisco in particolar modo ai tempi passati, quando in Valle c’era solo quello, si buttava acqua su un prato e la pista era fatta”. Quanti praticano in modo ufficiale l’hockey in Ticino? “È difficile quantificare i tesserati, i nuovi regolamenti della Federazione vogliono infatti che le categorie Piccolo e Bambino non vengano tesserate, questo perché ogni tesseramento costa, e la Lega intende così sostenere le società formatrici. Possiamo allora stimare che siano circa 3’000 le persone iscritte nelle diverse società e che disputano campionati regolari, alle quali ne vanno
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aggiunte almeno altre 1’000 che lo praticano regolarmente, partecipando ai cosiddetti tornei dei bar che si svolgono un po’ ovunque”. Quali sono i compiti della FTHG? “Da statuto, per prima cosa si tratta di difendere gli interessi dei nostri affiliati e di rappresentarli presso la Lega Svizzera. Inoltre, il nostro grande sforzo consiste nell’organizzare, promuovere e coordinare le squadre cantonali Under 13 e Under 14. Rispetto alle altre regioni della Svizzera, le cui selezioni sono un aggregato di cantoni diversi, in Ticino siamo un po’ privilegiati, perché abbiamo due selezioni interamente nostre. A tal proposito mi preme sottolineare l’aspetto sportivo di queste squadre, se guardiamo i risultati degli ultimi 5-6 anni, possiamo dire che il Ticino, per forza, sviluppo e potenziale si situa al secondo posto in Svizzera, dietro a Zurigo, che ha altri numeri”. Quali obiettivi si pone quest’anno la FTHG? “Abbiamo due ordini di obiettivi. Da un lato c’è quello sportivo, il più importante, che consiste
nel confermare ed eventualmente migliorare i risultati delle nostre due squadre Under 13 e Under 14. In quest’ottica stiamo organizzando un campo d’allenamento specifico in Svezia. Nella stessa direzione va inteso - e questa era una condizione che avevo posto per accettare il mandato di Presidente - il coinvolgimento materiale e decisionale che da quest’anno Ambrì e Lugano forniranno. Grazie alla presenza nel comitato di JJ Aeschlimann e di Jörg Eberle, contiamo di fare un ulteriore salto di qualità. Il secondo obiettivo è quello di ristrutturare e riattualizzare i meccanismi amministrativi della Federazione, si pensi che l’ultima revisione degli statuti era stata fatta nel 1981 e una rimessa del campanile al centro del villaggio si rende opportuna. Il lavoro è già iniziato, siamo a buon punto, proprio in questo mese avremo un’Assemblea straordinaria durante la quale verrà presentato quanto fatto e stabiliti gli obiettivi stagionali”. In veste di Presidente della FTHG, cosa si augura per la stagione entrante? “Due cose. La prima è un obiettivo che mi sono
sempre posto, fare in modo cioè che tutti riconoscano il loro giusto ruolo, e mi spiego: Ambrì e Lugano sono due entità con obiettivi enormemente diversi da quelli di tutte le altre società. Purtroppo, all’interno delle - tra virgolette - “società minori”, ci sono ancora troppi addetti ai lavori che vogliono prevaricare questo ruolo, che pensano di poter per così dire “scimmiottare” Lugano e Ambrì e concorrere con loro. Penso che a livello di queste società, la soddisfazione massima non consista tanto nel vincere, quanto nel riuscire a formare qualche giovane e permettergli di provare a giocare a livelli superiori. Penso ad esempio a Matteo Nodari, formatosi in una piccola società e che ora è professionista a Lugano. L’altra meta è quella di cercare di rendere questo sport il più popolare possibile. I problemi coi quali siamo principalmente confrontati sono di tipo strutturale ed economico. Da un lato in Ticino siamo carenti di piste di hockey su ghiaccio, dall’altro i costi di un equipaggiamento completo di hockey sono relativamente importanti, e questo può scoraggiare diverse famiglie”. Y
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di stazione
in stagione Abbiamo percorso in treno la distanza che separa Lugano e Ambrì-Piotta con Benoît Laporte e Philippe Bozon, i due allenatori francofoni chiamati a guidare le sorti di Ambrì e Lugano e gli umori delle loro tifoserie. Parole e immagini in movimento, in un viaggio on the… rail, in cui i destini individuali si sono ritrovati, incrociati e proiettati verso la nuova stagione… testo Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch foto Ti-Press/Samuel Golay
I
ncontriamo Philippe Bozon e Benoît Laporte alla stazione di Lugano. Per introdurre la nuova stagione hockeistica, percorreremo la distanza che separa Lugano e Ambrì-Piotta in treno. Quanto… distano tra loro le due società hockeistiche rivali? Quale rapporto intercorre tra i due condottieri? Sul treno in corsa, seduti, facciamo la conoscenza della loro… conoscenza… Benoît Laporte: “Conosco Philippe dal 1988, quando ci siamo trovati a giocare insieme nella nazionale francese. Prima avevamo solo giocato l’uno contro l’altro. Quando sono arrivato io, lui era già un pilastro della Nazionale”. Che ‘tipo’ è monsieur Laporte? Philippe Bozon: “(Sorride), ci scontravamo nel campionato francese, penso che abbiamo un po’ lo stesso carattere, sul ghiaccio tra noi potevano volare scintille, poi ci siamo ritrovati compagni di squadra. È stato un giocatore - e credo lo sia anche come persona - di carattere, un grande lavoratore, che ama vincere, e che ha portato questo suo modo di essere in tutte le squadre che ha allenato”.
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Che ‘tipo’ è monsieur Bozon? Benoît Laporte: “Philippe ha incarnato il tipo di giocatore che tutti vorrebbero avere in squadra. Aveva talento, molto più talento di me, al quale si aggiungeva il cuore e il desiderio di vincere e battersi in ogni partita. Ai nostri giorni se ne vedono sempre meno di giocatori così (Bozon sfodera un largo sorriso, ndr)”. Il finestrino del treno riflette le sagome dei due allenatori. Come caratterizzereste voi stessi? Benoît Laporte: “Sul ghiaccio sono stato un giocatore intenso, con le vecchie regole potevamo giocare in modo un po’ più duro, uno stile di gioco che si confaceva al mio carattere. Ora penso di portare la stessa intensità, sia nella mia vita sia nel mio lavoro, cui si aggiunge l’esperienza, che ha raffreddato un po’ la mia testa rispetto agli anni giovanili”. Philippe Bozon: “Sono nato a Chamonix, un montagnard quindi, con tutto quello che questo implica, ho la testa dura, un carattere non
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Benoît Laporte, leventinese a Lugano.
sempre facile, non sono uno che parla molto o si apre facilmente. Con Benoît, eravamo non dico dei vecchi guerrieri o combattenti, ma semplicemente credevamo e crediamo in certi valori che cerchiamo di trasmettere: il rispetto, il lavoro, l’identità”. Guardo Bozon stupito, un montanaro? Allora Ambrì sarebbe una buona destinazione... (Laporte ride divertito). “Quando hai giocato a Lugano o ad Ambrì ti rendi conto di cosa voglia dire indossare la maglia di queste due società. Passare da un club all’altro non è una scelta facile proprio per via di questa grande rivalità”. A Laporte, nato in una grande citta come Montréal, dico allora che Lugano potrebbe essere un luogo ideale per allenare… “La mia città è il Ticino, con le sue montagne e le sue cittadine…”. Risposte diplomatiche… Torniamo al carattere. Si riflette nelle squadre che allenate? Benoît Laporte: “È difficile per me avere una squadra passiva, sicuramente quando cerchiamo
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un giocatore vogliamo qualcuno di carattere”. Philippe Bozon: “Si vorrebbe una squadra su misura, ma non è possibile, bisogna quindi adattare la propria idea a dipendenza della squadra di cui si dispone. Quando poi si ha la possibilità di lavorare sul lungo termine, allora si è nelle condizioni di dare la propria impronta alla squadra. Per quello che mi concerne, non mi vedo a praticare un gioco difensivo alla svedese o finlandese”. Il treno corre veloce. Al di là del vetro, la distesa del Piano di Magadino. La vista panoramica offre lo spunto per chiedere ai due tecnici “stranieri” come si trovino a vivere in questa fettina di mondo… Benoît Laporte: “Arrivare in Ticino è stato un mio desiderio, mi piace la lingua italiana, ho vissuto tre anni in Italia, e anche quando abitavo a Briançon avevo un occhio di riguardo nei confronti della cultura italiana. La mentalità mi va bene, è gente cui piace vivere e mangiare bene. Qui in Ticino c’è la montagna, ci sono i laghi, per me è un paesaggio incredibile. Amo in modo particolare correre lungo le strade del Ticino, questo mi serve a svuotare la testa prima di preparare una partita”.
Philippe Bozon: “Come detto, provengo dalla montagna, ma trascorro anche dei periodi in Costa Azzurra… qui in Ticino ritrovo allora una combinazione degli elementi che hanno contraddistinto la mia vita. Un luogo ideale. Non amo le folle, le grandi città. Poter vivere in un luogo tranquillo si addice al mio carattere”. L’ombra del treno che corre sopra il Piano sembra tracciare una linea di demarcazione tra le due società guidate dai due compagni di viaggio… Mister Laporte, sembra che ad Ambrì non conti tanto vincere quanto partecipare… “Come allenatore vuoi sempre vincere, e quando sono giunto ad Ambrì ho pensato che questa squadra è un po’ come il Ticino, la piccola società che si batte contro le grandi. Credo che l’Ambri abbia l’opportunità di vincere se seguiamo un progetto. Quando ci siamo incontrati la stagione scorsa, la società mi ha sottoposto un progetto di cinque anni durante i quali vi è la volontà di investire sui giovani. Benché disponiamo di un budget più ridotto rispetto ad altre società,
sono convinto che lavorando sul lungo termine ce la possiamo fare. Lo scorso hanno, malgrado le sole dieci vittorie in campionato, la società ha confermato la fiducia nei miei confronti, che nei playout ha dato un primo frutto. Quest’anno speriamo dunque di crescere”. Mister Bozon, a Lugano, invece, sembra che conti di più vincere che esserci… “Lugano ha un budget più importante, è vero, ha vinto titoli e tutti si attendono che lotti sempre per la vittoria finale. Oggi però la società si trova in una fase di completa ristrutturazione. Dobbiamo costruire qualcosa di nuovo, una nuova mentalità, una nuova filosofia, toglierci di dosso giusta o sbagliata che fosse - l’immagine dei “milionari”. Vogliamo orientarci sul lavoro, abbiamo dei giovani che avanzano sempre meglio, anche noi vogliamo fare affidamento su di loro senza dover andare costantemente alla ricerca di grandi giocatori all’estero. Siamo contenti di esserci e di ricostruire per tornare a vincere”. A Bellinzona si cambia. Raggiungiamo la coinci-
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denza che ci porterà a Faido, dove ad attenderci ci sarà un’altra coincidenza, l’autopostale che ci condurrà alla stazione di Ambrì-Piotta… Come è cambiata la vostra squadra rispetto alla stagione scorsa? È più forte? Benoît Laporte: “All’inizio ogni squadra pensa di essere più forte, noi dobbiamo migliorare al massimo delle nostre possibilità e credo che abbiamo raggiunto questo obiettivo. Abbiamo portato stranieri forse di alto livello, e con i giocatori svizzeri siamo stati fortunati, perché ne abbiamo trovati due motivati a venire da noi, come Reto Raffainer e Trevor Meier. Credo che davanti siamo più forti, in difesa abbiamo più talento puro ma meno esperienza”. Philippe Bozon: “Al momento attuale, (metà agosto, ndr), non siamo ancora al completo, spero che arrivi ancora qualcuno. Abbiamo perso per me un grande giocatore come Romano Lemm, stimo quindi che al momento sulla carta non siamo più forti dello scorso anno, garantisco però che la squadra lavorerà più duramente rispetto alla passata stagione”.
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Puntuali come un treno svizzero, per almeno sei volte in stagione giungeranno i derby… Quali strategie adotterete per battervi? Benoît Laporte: “Se il Lugano giocherà con la mentalità di Philippe, allora bisognerà lottare ancora più duramente per batterlo. Se fino ad ora il maggior talento del Lugano poteva essere sconfitto dal maggior lavoro dell’Ambrì, col suo arrivo bisognerà trovare delle nuove strategie”. Philippe Bozon: “È sempre molto difficile battere l’Ambrì. Conosco bene i giovani che militano nella squadra di Benoît, vedo un buon potenziale, una maggiore profondità nel gioco. Sarà più difficile da domare rispetto allo scorso anno. Il lavoro a lungo termine si rivelerà pagante”. E ai tifosi che verranno a vedervi, cosa vi sentite di dire loro? Benoît Laporte: “Lo scorso anno mi è piaciuta molto l’atmosfera che regnava nei derby. Non ci sono stati incidenti, tutto si è limitato a qualche schermaglia verbale, ma questo ci sta, una giusta rivalità fa bene al Ticino”.
Philippe Bozon: “È un bene per il Ticino, ci sono dei limiti che non vanno oltrepassati, il derby deve rimanere una festa e non un combattimento aggressivo. Possiamo mostrare le nostre emozioni, ma poi essere in grado di ricomporci e saper relativizzare”. Del resto si tratta di sport, parola forse derivante dal termine francese “desport”, divertimento. Cos’è per voi lo sport? Philippe Bozon: “Lo sport, l’hockey in particolare, mi ha dato tutto. Mi ha fatto diventare l’uomo che sono, grazie a tutte le esperienze che ho potuto vivere. È stato una formidabile scuola di vita, e ora vorrei trasmettere quei valori che oggi sembrano un po’ smarriti. Lo sport non è un mezzo per fare soldi, comprare belle macchine, conquistare veline…”. Benoît Laporte: “Grazie all’hockey, che ho iniziato a giocare tardi, a 15 anni, ho imparato la disciplina e sono forse diventato una persona migliore. Quando ero giovane nessuno mi ha mai detto cosa fare, e se l’avessi appresa prima, forse
la mia carriera di giocatore avrebbe potuto essere migliore. Quando mi ritrovo una squadra con molti giovani, ripenso a me stesso, e allora cerco di trasmettere quei valori che permettono di disciplinare il talento”. Da Faido ad Ambri la tratta con l’autopostale è breve… Se dico HC Ambrì-Piotta, cosa le viene in mente? Benoît Laporte: “Cuore e volontà”. Se dico HC Lugano… Philippe Bozon: “Lavoro e umiltà”.
Il viaggio verso la nuova stagione di HC AmbrìPiotta e HC Lugano si conclude qui. Siamo partiti col sole, siamo arrivati con la pioggia, quasi per ricordare che nel corso della stagione le gioie si alterneranno alle frustrazioni. Philippe Bozon e Benoît Laporte si stringono la mano, augurandosi “Bonne chance”. Y
Philippe Bozon, un bianconero ad Ambrì-Piotta.
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aebischer Tra i giocatori del Lugano, David Aebischer si aggiudica la corona del più bello, seguito però da Dario... testo Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch foto Ti-Press/Carlo Reguzzi
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N.1
- 1 FEBBRAIO 2010
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA
TICINESE
REPORTAGE
Groenlandia, l’innocenza perduta A TAVOLA
Non deve mancare il buonumore
«Io scelgo Dario Kostovic, perché
ci ritrovo qualcosa del mio papi Aldo da giovanissimo e lui era BELLISSIMO: bello sguardo, occhi sorridenti,viso aperto e volitivo, una persona positiva, ricca di risorse. Dario mi ispira tutto ciò.
»
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N.5
- 15 MAGGIO 2010
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA
TICINESE
IN VERDE
Giardini d’oriente
IN FORMA
Con Ruby Belge
IN CLASSE
Parlando di capelli
«David Aebischer, perché è bravo,
carino e pure gentile! Ne sa qualcosa il mio bimbetto Elia che quando era piccolo ha ricevuto dal portierone un puck che conserva come il più prezioso dei tesori! Appello a David: ci manca un bastone...
»
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TICINESE
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA
N° 11 - 1 NOVEMBRE 2007
CONCORSO Con Baloo vinci anche tu! SPORT Chiacchierata nordica
GRETA GYSIN Una giovane ticinese e il suo impegno per l’ambiente
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«David Aebischer, per il suo viso
fine e i suoi occhi scuri con quello sguardo furbo. Probabilmente nella scelta ha influito anche la mia simpatia per i portieri e per il loro ruolo così essenziale nella squadra.
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pestoni Per decidere quale è il giocatore più bello dell’Ambrì, abbiamo dovuto privilegiare la bellezza nostrana! testo Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch foto Ti-Press/Carlo Reguzzi
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N.1
- 1 FEBBRAIO 2010
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA
TICINESE
REPORTAGE
Groenlandia, l’innocenza perduta A TAVOLA
Non deve mancare il buonumore
«
Martin Kariya, perché sin da piccola sono attratta dalla bellezza dei tratti asiatici. I suoi occhi poi trasmettono positività, forza e sono autenticamente sorridenti, il mix è perfetto!
»
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N.5
- 15 MAGGIO 2010
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA
TICINESE
IN VERDE
Giardini d’oriente
IN FORMA
Con Ruby Belge
IN CLASSE
Parlando di capelli
«Giovanissimo... mi vergogno!
Inti è un talento e un ragazzo che di sicuro fa girare la testa a tante donzelle... Eppoi mi sa che siamo pure parenti “alla lontana”... Anche io ho dei Pestoni in famiglia! Inti: magari scopro che sono tua pro-bis-arci-cugina!
»
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TICINESE
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA
N° 11 - 1 NOVEMBRE 2007
CONCORSO Con Baloo vinci anche tu! SPORT Chiacchierata nordica
GRETA GYSIN Una giovane ticinese e il suo impegno per l’ambiente
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«Nell’Ambrì-Piotta Yanick Lehoux.
Per il sorriso sincero e i capelli leggermente scompigliati, che ispirano simpatia. Mi piacciono la luce nei suoi occhi e pure le orecchie che saltano all’occhio, simili a quelle dell’uomo che amo! ;)
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3. Rigira di nuovo il tessuto e chiudi il fondo con un’altra cucitura. 4. Su un lato della tasca ottenuta fissa i due gancetti delle bretelle, indossa la tracolla sul fianco e fissa l’altro gancetto alla tasca girandotelo attorno ai fianchi.
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in classe
mi aspetto
un conoscimento
più ampio Lo scorso mese di giugno ha visto le classi di V elementare chiudere il loro ciclo. Come vedevano gli scolari il “salto” verso le scuole medie? Ne avevamo parlato con la ormai “ex” V elementare di Lamone-Cadempino, gestita a metà tempo da Angela Soldini-Fasola e Antonio Fasola. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger
A settembre per voi inizierà un nuovo un capitolo scolastico. Che sentimenti provate? Luca R.: io sono teso perché sarà più difficile. Danilo: io sono contento perché le medie mi piaceranno. Arianna V.: io sono emozionata perché è una cosa nuova. Valentina: io ho un po’ paura, soprattutto della severità dei maestri. Luca S.: io sono contento perché ci saranno più difficoltà e sono preoccupato per l’italiano. Giorgio: io sono un po’ preoccupato perché torneremo ad essere i più piccoli. Andrea, Arianna D.: sono felice di imparare cose nuove e nuove lingue. Samuele: anch’io sono contento perché troverò nuovi amici e magari anche qualche ragazza. Sandro: io ho un po’ paura perché si inizia l’inglese ed è difficile. Giulia N.: ho paura delle verifiche e delle lingue perché devi usare una pronuncia diversa dalle altre.
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Heron: io non sono tanto contento che ogni sera bisognerà portare a casa tutto il materiale. Arianna D.: sono contenta di imparare nuove lingue. Quale sarà il più bel ricordo che vi lascerà la scuola elementare? Giulia D.: le scuole montane di Airolo e Campo Blenio. Sandro: le uova di girini che abbiamo avuto in terza e che abbiamo potuto fare crescere e portare a casa. Valentina: i maestri. Luca S.: io soprattutto l’Angela e l’Antonio e i pulcini che stanno nascendo. Dorotea: tutti i maestri che ho avuto. Heron: soprattutto l’aiuto che ho ricevuto dalla maestra Angela in italiano. Gea: io ricorderò sempre la nascita del pulcino Vancouver, il primo giorno delle Olimpiadi. Giulia N.: i maestri Theo, Mara, Antonio e Angela.
1ª fila seduti da sinistra: Arianna V., Dorotea, Elisa, Andrea, Heron, Alessandro, Valentina. 2ª fila da sinistra: Diana, Luca S., Samuele, Danilo, Patrick, Mélanie, Sandro. 3ª fila da sinistra: Luca R., Giorgio, Giulia D., Gea, Eleonora, Giulia N., Arianna D.
Elisa: non dimenticherò mai i miei compagni e i maestri. Giorgio: quando ad Airolo ci siamo messi tutti a rotolare in un pratone e ci siamo sporcati di verde. Alessandro: il CD sulla storia di Cenerentola che ho fatto con il maestro Theo. Luca S.: io non dimenticherò mai quando da Massagno ho cambiato scuola e sono arrivato qui. Come vivrete il fatto di tornare ad essere i piccoli di una scuola? Patrick: sono preoccupato perché i grandi mi fanno paura. Mélanie: anch’io perché i più grandi mi mettono in soggezione. Eleonora: io non ho paura perché mio cugino fa la quarta media. Arianna V.: io sono un po’ spaventata da quelli più grandi di noi perché ci prendono in giro. Valentina: io ho paura di quelli di quarta media perché può capitare che mi picchiano. Luca S.: mio fratello fa la quarta media e mi racconta che i suoi compagni picchiano i piccoli. Alessandro: io non ho paura perché un po’ li conosco quelli di quarta media e con me sono bravi.
Heron: faccio karate e quindi ho più o meno paura. Giulia: siccome alle medie c’è mia sorella, a me disturba il fatto che lei verrà a difendermi. Non mi va. Cosa vi aspettate dalla scuola media? Samuele: di imparare qualche materia nuova. Alessandro: nuove gite scolastiche. Giulia N.: aiuto in classe per avere a casa più tempo libero. Andrea: che i maestri siano gentili come in questa scuola. Gea, Mélanie: di imparare nuove cose. Heron: spero di andare di nuovo alla scuola montana. Danilo: pare ci sia uno stagnetto e questo mi interessa. Giorgio: io mi aspetto un conoscimento più ampio di quello che ho conosciuto fino adesso. Valentina: spero di essere abbastanza brava. Luca R.: io sono contento che ci saranno le verifiche perché a me piacciono. Dorotea: io spero di essere brava nelle materie. Diana: spero di migliorare alle medie perché qua ho qualche difficoltà.
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salute
quei malesseri
femminili Molte donne, durante i giorni che precedono le mestruazioni, soffrono di una serie di sturbi, più o meno intensi, che i medici definiscono “sindrome premestruale”. Cerchiamo di capire di cosa si tratta e quali possono essere i rimedi. testo Stéphanie Scatizza - stephanie@illustrazione.ch
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er un’alta percentuale di donne i giorni che precedono le mestruazioni sono spesso difficili perché caratterizzati da tensione, nervosismo, ansia, insonnia, depressione, mal di testa, gonfiori ecc. Il complesso di sintomi, sia fisici, sia psicologici, che compaiono ciclicamente e ripetutamente prima della mestruazione e scompaiono quando il flusso finisce, viene definito appunto sindrome premestruale (SPM o PMS PreMestrual Syndrome). Abbiamo chiesto qualche chiarimento al Dr. Andrea Scatizza, spec. FMH in ginecologia ed ostetricia a Lugano. “Mentre molte donne, prima del ciclo mestruale, non presentano alcun disturbo rilevante, alcune invece (circa il 2030%), soffrono di SPM, con sintomi più o meno importanti”. Quali sono i sintomi dunque? “Da un punto di vista fisico mal di testa, dolori pelvici e alla schiena, sensazione di gonfiore, ritenzione idrica con conseguente aumento di peso, dolore al seno, vampate di calore, comparsa di foruncoli. A livello psicologico e comportamentale riscontriamo irritabilità ed inquietudi-
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ne, aggressività e facile perdita dell’autocontrollo, variazioni del tono dell’umore e perdita d’interesse per le attività quotidiane, ansia, crisi di pianto immotivate, depressione, stanchezza, difficoltà di concentrazione, modificazioni dell’appetito e “voglia di dolce”, perdita della libido, disturbi del sonno. I sintomi si manifestano diversamente da donna a donna, sia per l’intensità sia per la presenza contemporanea di più disturbi. La sintomatologia può essere in alcuni casi talmente accentuata da interferire seriamente con le normali attività domestiche, lavorative e nelle relazioni interpersonali”.
«Non esiste una cura risolutiva»
Quali sono le cause della SPM? “Le cause non sono del tutto note e alcune ipotesi non sono state ancora ampiamente dimostrate. Una parte della responsabilità è probabilmente da imputare ad una variazione dell’equilibrio ormonale, ma sembra comunque ipotizzabile che si tratti del risultato dell’azione simultanea di fattori diversi. Alcune donne, ad esempio, producono in quel periodo una quantità eccessiva dell’ormone prolattina, che causa ritenzione idrica e dolore al seno. E ancora, la diminuzione della vitamina B6 (che interviene nell’elaborazione della serotonina) e che spesso si riscontra nella donna prima della mestruazione, potrebbe spiegare la comparsa di un disturbo come la depressione”.
Diagnosi e trattamento “Per poter fare diagnosi di SPM deve essere presente un intervallo temporale e sintomatologico di almeno sette giorni o più, senza i disturbi tipici, tra la fine della fase sintomatologica in un ciclo e l’inizio dei nuovi sintomi nel ciclo immediatamente successivo. Inoltre, devono essere presenti alcuni disturbi, considerati maggiori tra quelli dell’area psicologico comportamentale, quali irritabilità, profondo stato ansioso e depressivo, facile perdita dell’autocontrollo. Non esistono test di laboratorio in grado di diagnosticare la SPM. La formulazione della diagnosi si basa sulla scadenza mensile della comparsa dei sintomi. Non esiste neanche una cura risolutiva, in quanto i disturbi si annullano unicamente con l’arrivo della menopausa. A volte però, per attenuare l’entità dei sintomi, può rivelarsi utile seguire alcuni accorgimenti durante la seconda metà del ciclo: ridurre il consumo di alcol, caffeina, teina e tabacco, diminuire il consumo di sale (per limitare la ritenzione di acqua) e di grassi saturi (burro, panna). È importante bere a sufficienza, curare l’alimentazione inserendo nella dieta i nutrienti necessari a produrre la serotonina e introducendo il giusto apporto di carboidrati complessi (pasta, pane, riso e patate), così da mantenere più stabili i livelli glicemici e di sali minerali, in particolare calcio (latte e derivati) e magnesio (banane, verdure a foglia verde e crusca)”. Come intervenire invece nei casi più gravi? “Il trattamento non prevede un unico rimedio efficace. Poiché si tratta di una malattia multifat-
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salute
toriale e con livelli di intensità della sintomatologia molto diversi, anche il trattamento deve prevedere più strategie terapeutiche da scegliere sulla base del tipo di problema maggiormente lamentato e che andranno dalla cura dello stile di vita e dell’alimentazione, al ricorso agli integratori alimentari. Tali preparati prevedono un apporto bilanciato di vitamine, minerali ed estratti di erbe dalle proprietà sedative contro i sintomi tipici della SPM. I sali di magnesio ne attenuano la sintomatologia, grazie al loro intervento su alcune reazioni enzimatiche a livello cerebrale, riducono l’eccitabilità neuromuscolare e nervosa centrale. Tra le terapie farmacologiche adottate invece, si possono utilizzare gli anticoncezionali ormonali, in quanto mantengono un equilibrio ormonale. Nei casi particolarmente gravi e con
prevalenza dei disturbi di tipo psicologico ed emotivo, il medico potrà consigliare il ricorso ai farmaci antidepressivi SSRI o ad ansiolitici. Ci sono poi alcuni metodi che possono essere associati ad un eventuale trattamento o essere adottati in alternativa, a seconda della gravità della sindrome, ad esempio alcune tecniche di rilassamento (stretching, yoga o attività fisica). Infine, ma non per la sua importanza, va sottolineato l’effetto benefico del movimento fisico. Un’attività motoria regolare, infatti, non soltanto allenta la tensione accumulata e riduce gli effetti dello stress, in grado di peggiorare il quadro sintomatologico premestruale, ma stimola anche la produzione di endorfine, sostanze capaci di dare un senso di euforia e benessere e di generare un effetto antalgico naturale”.O
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rinforza la cuffia dei rotatori con taryn sciarini
A volte basta una semplice alzata di spalle per scrollarsi di dosso le fatiche quotidiane. Per farlo però, occorre avere delle spalle… larghe. Taryn Sciarini ci invita a rinforzarle. foto Ti-Press/Gabriele Putzu - in collaborazione con allezhop.ch e Ilario Sartor
CUFFIA DEI ROTATORI Intra-rotazione del braccio In piedi, gomito appoggiato al tronco e avambraccio a 90°. Fissare un elastico ad un punto fisso ed intraruotare il braccio verso la parete addominale. Espirare quando intraruoto, espirare al ritorno (3 serie da 20 ripetizioni, 1 minuto di recupero).
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Extrarotazione del braccio In piedi, gomito appoggiato al tronco e avambraccio contro la parete addominale (angolo al gomito di 90)°. Fissare un elastico ad un punto fisso, ed extraruotare il braccio. Espirare quando extraruoto, espirare al ritorno (3 serie da 20 ripetizioni, 1 minuto di recupero).
Rotazione braccio 90° In piedi, braccio abdotto a 90°, avambraccio parallelo al terreno. Dalla posizione di partenza (avambraccio parallelo al terreno), portare l’avambraccio perpendicolare al terreno routando il braccio. Espirare sollevando il braccio ed espirare nel ritorno (3 serie da 20 ripetizioni, 1 minuto di recupero).
SCHEDA
biografica
Nome: Taryn Cognome: Sciarini Data di nascita: 11.5.1988 Domicilio: Monte Carasso Professione: studentessa DFA (Dipartimento della formazione e dell’apprendimento) Attività sportiva: pallavolo, beach volley Palmarès: promozione in serie A con la pallavolo, campionessa svizzera e quarto posto ai mondiali di categoria nel beach volley. Obiettivi stagionali: “Ho inziato il campionato in LNA col Bellinzona, per proseguire in prima lega col Lugano, mentre la prossima stagione giocarò in A col Franches Montagnes. Per il beach volley ho partecipato a tutti i tornei svizzeri più importanti A1 e a vari tornei internazionali”.
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in forma
Esercizi in diagonale con partenza di braccio in estensione In piedi, braccio in alto fuori. Dalla posizione di partenza, portare la mano verso l’anca opposta in basso. Espirare in discesa ed inspirare nel ritorno (3 serie da 20 ripetizioni, 1 minuto di recupero).
Esercizi in diagonale con partenza di braccio in flessione In piedi, braccio a contatto dell’anca opposta. Dalla posizione di partenza, portare la mano verso l’alto fuori. Espirare in salita ed inspirare nel ritorno (3 serie da 20 ripetizioni consigliate, 1 minuto di recupero).
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bula, il saluto
alle figi
Mai capitato di pensare o di dire “quella passata è stata una giornata persa”? E se accadesse davvero di non vivere una giornata? Nella mia vita mancherà infatti per sempre quel fatidico martedì di ottobre. Assurdo? No, la macchina del tempo in natura esiste veramente… testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch
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n volo anomalo, che sa di incredibile, si riprende quello che mi regalò a suo tempo: un giorno della mia vita. Vi è infatti un aereo della Polinesian Airlines che decolla ogni lunedì sera dopo la mezzanotte dalle Isole Samoa ed atterra – passata un’ora di volo! – il mercoledì (sì ho detto il mercoledì!) mattino alle isole Figi. È proprio così: attraversando la linea del tempo la data cambia e si fa un salto al giorno successivo. Questo strano gioco mi permise molti anni or sono, percorrendo il medesimo tragitto in senso inverso, di vivere nella mia vita due volte il medesimo giorno. Oggi però il destino si riprende quello che mi aveva regalato allora. Le pratiche doganali sono semplici alle Figi, in onore dei 300’000 turisti che vi giungono quasi ogni anno per godere il mare turchese e le spiagge incontaminate, soggiornando in uno dei molti “resort” costruiti lungo le coste o su isole minori dell’arcipelago. Pochi di essi si avventurano nelle zone rurali, all’interno del paese, praticamente nessuno dove mi sto recando io: in una località remota nella vallata del Rewa River.
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Vi dirò poi in seguito il perché. Intanto prendo posto su di un “Express bus” che porta da Nandi, la località a nord dell’isola principale dell’arcipelago, a Suva, il capoluogo del sud. La prima sensazione è che di “express” il mezzo abbia invero poco e purtroppo in seguito avrò conferma dei miei dubbi. Accanto a me si accomoda una signora figiana dal fisico decisamente corpulento, la pelle scura, i capelli crespi e due braccione, una delle quali invade parte del mio seggiolino. Davanti un indiano con la tipica tunica lunga e bianca. Sì un indiano, uno dei trecentomila che vivono alla Fiji e che ne hanno pure la nazionalità. Ma cosa ci fanno qui? Tutto ciò è forse uno dei giochi più curiosi della storia moderna. Ai primi coraggiosi missionari, la cui fine fu spesso poco gloriosa a confronto con quelli che allora erano considerati tra i più temibili cannibali dell’intero Oceano Pacifico, fecero seguito i colonizzatori inglesi, i quali ben presto constatarono che pur essendo il terreno fertile e particolarmente adatto per la coltura della canna da zucchero, poco avrebbero potuto sperare dalla collaborazione
Villaggi bucolici tra le palme.
con la manodopera locale. I figiani, oramai non più cannibali, erano infatti ben poco affidabili e poco propensi ad un impegno lavorativo coscienzioso. Venne dunque importata manodopera dalle colonie inglesi delle indie orientali. Gli indiani non solo si rivelarono ottimi lavoratori, e anche abili commercianti, ma pure si riprodussero in modo talmente rapido da divenire a metà del secolo scorso la stirpe più numerosa delle Figi. COLPI DI STATO A SCADENZE REGOLARI Nel piccolo stato del Pacifico si incontrano quindi veli indiani e “lavalava” fijani (tessuti colorati legati alla vita), capanne di paglia e templi induisti, commerci hitech e ritrovi tradizionali degli indigeni. Ne risulta un paese dalla vita pulsante, con molte contraddizioni e curiosità. Un paese che offre quindi molti spunti di interesse. I visitatori potrebbero essere di più, se non venissero dissuasi dalle notizie dei colpi di stato, purtroppo ricorrenti in questo luogo tanto paradisiaco quanto tribolato. Non sono proprio dei veri colpi
di stato, in pratica non succede molto, anche se vi sono pure state a volte delle vittime in passato. Accade che un gruppo di militari si impossessi dell’emittente televisiva e radiofonica e ne interrompa i programmi, quindi si rechi a palazzo governativo, arresti il presidente di turno democraticamente eletto e vi metta al suo posto una persona di fiducia. Questo avviene di solito ogni qual volta la stirpe di origine indiana acquisisce troppo potere. Un fatto inevitabile, in quanto gli “indiani” sono abili commercianti e di indole più smaliziata. I figiani invece sono fatalisti, legati alla loro terra e al mare. Sono però pure i discendenti di un popolo guerriero, fisicamente molto forte che costituisce la maggior parte delle forze militari dell’isola. Commercio e raziocinio da un lato, terra e forza dall’altra. Un connubio che appare impossibile, provato più volte con diversi accordi regolarmente falliti in seguito. IL BUS ESPLODE? Eppure i due popoli sono condannati a vivere fianco a fianco ed invero lo fanno nella vita quo-
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Perdi i capelli?
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Il motore è esploso. E ora?
tidiana senza alcun problema… o quasi. I matrimoni misti sono infatti ancora rari, i figiani acquistano la birra, se mai c’è uno spaccio gestito da un figiano, presso di lui, gli indiani per i lavori più delicati, quali il bigliettaio sui bus, preferiscono assumere indiani, ognuno continua a parlare la propria lingua, a vestire i propri abiti, ad ascoltare le proprie musiche tanto diverse. Finirà mai tutto ciò? L’ultima disillusione giunge proprio dalla corposa signora che mi siede a fianco quando le chiedo di poter usare il suo telefonino per contattare i miei amici figiani al villaggio. Accoglie naturalmente la mia richiesta
con un grande sorriso, addirittura si mostra divertita, compone il numero e poi mi guarda molto sorpresa, quasi imbarazzata e mi dice: “ma è un numero indiano!”. Scopro così che ora anche numeri e suonerie sono diverse alle Figi a dipendenza della stirpe alla quale sono riferiti. Divisione razziale o strumento di marketing? Il guaio maggiore sta comunque nel fatto che il recapito che mi porto appresso è errato. Non comincia decisamente bene il mio viaggio alle Figi! Dopo una notte a cavallo tra due giorni, di cui uno perso per sempre, un breve sonno su di una panca dell’aeroporto e la stanchezza incombente, ora mi trovo anche nell’impossibilità di avvisare il villaggio del mio arrivo. Ma ben presto la situazione peggiorerà ulteriormente. Ad un improvviso gran botto fa seguito un brusco arresto del veicolo, mentre un denso fumo invade l’abitacolo. Come non bastasse, uno spruzzo d’olio scuro investe i passeggeri seduti sui posti davanti. L’indiano di cui ho già detto, non può che constatare che il suo vestito bianco è irrimediabilmente rovinato, lo fa imprecando in modo molto contenuto, ma la rabbia sotto i grandi baffi è palese. Mi ritrovo così in mezzo alla strada in una sorta di terra di nessuno, mentre l’autista affonda la sua testa nel cofano anteriore… È forse l’unico che crede si possa ancora riparare il motore. Continua. O
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Traction Avant, 2CV, DS e AMI6 modellate dall’estro di Flaminio Bertoni cambiano radicalmente il modo di concepire e valorizzare l’automobile. testo Stefano Pescia - stefano@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger
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esigner, artista, architetto, progettista, scultore, pittore… Tante attività che attraverso schizzi e idee sintetizzano le capacità progettuali e l’eclettica personalità di un solo uomo, vissuto in Francia superando i confini della creatività. André Citroën e Flaminio Bertoni: un industriale all’avanguardia - che non si stupisce mai di nulla - incontra l’artista nato a Masnago di Varese che sa scolpire più velocemente che disegnare. Le automobili, che fino ad allora erano valorizzate principalmente per le loro componenti meccaniche, assumono nuove virtù attraverso un’estetica della carrozzeria che stimola le emozioni per il loro ricercato design. Nel 1932 l’idea di stilista di automobili intesa da Flaminio Bertoni era quella di svolgere il mestiere più completo, più arduo e appassionante che si estende dalla filosofia all’impastare il gesso. “Non vedo differenza tra scolpire e disegnare automobili”, sosteneva Bertoni, “cosciente che non si
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può separare la tecnica dalla forma, e che chi crea un modello deve sapere fin dove può arrivare”. La rivoluzione Traction Avant nasce da un’idea di Bertoni che in un fine settimana prepara un modellino assolutamente innovativo, paragonato alle vetture di quegli anni. Era più basso di tutti gli altri modelli della sua categoria, con curve morbide e affascinanti. Quando lo vide, André Citroën, che prima di dare l’avvio di una nuova produzione voleva sempre l’opinione di sua moglie, lo invitò la sera successiva a casa sua. Ammirando il modello, la signora Citroën accompagnò il suo entusiasmo con poche ma significative parole: con questa macchina vinceremo tutti i concorsi di bellezza! Ottenuto il via libera, in un solo giorno, Bertoni realizza il suo primo modello a grandezza naturale, accompagnando il 3 ottobre del 1934 la nascita della prima trazione anteriore proposta su una vettura di serie. Quattordici anni più tardi, la competenza tecnica e la creatività di Flaminio Bertoni agevolano la vita e la mobilità ai francesi e al mondo intero con il disegno della 2CV; leggera, robusta, spartana, economica e dai bassi consumi. Un modello che Citroën ha prodotto in oltre 5 milioni di unità fino al 1988. Spinta dal successo, la casa
«Quando il design sposa la meccanica»
francese invita Bertoni a centrare nuovamente il bersaglio. Il lungimirante italiano in terra straniera si ispira alla forma affusolata di un pesce dalla linea aerodinamica. L’automobile che rompe le tradizioni si chiama DS e tutti la vogliono vedere sfilare agli Champs Elysées. In soli 45 minuti dall’apertura del Salone di Parigi del 1955, ben 749 persone avevano effettuato la prenotazione per l’acquisto del modello e, in chiusura di giornata, erano addirittura 12’000. Le prime consegne vennero effettuate un anno dopo. Flaminio Bertoni entra nell’Olimpo degli stilisti. La stampa francese è unanime e scrive: “Un genio di questa portata non potrà avere, nel campo automobilistico, qualcuno che possa eguagliarlo”. Negli ultimi anni Bertoni lavora alla AMI6, realizzando il suo progetto preferito con quel lunotto inverso e il suo spirito barocco. Un’originale scultura immessa sul mercato nel 1961. “Non è stato solo bravo nell’inventiva, ma molto moderno anche nel design delle vetture. Infatti molte delle sue opere artistiche si riferiscono ai suoi progetti di automobile. Inoltre”, ci racconta la curatrice del museo, “abbiamo per esempio scoperto dei disegni che hanno anticipato praticamente di 30 anni la nascita del camper”. Il vulcanico Bertoni non pensava solo all’automobile. “Numerosi sono gli oggetti che ha disegnato, progettato e brevettato”, ci conferma il figlio
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Con la AMI6 l’automobile diventa scultura. DS la Citroën che rompe le tradizioni.
Leonardo, “tra i quali nel 1957 anche un televisore con una nuova tecnologia ad alta definizione, la prima in Europa”. Negli ultimi 18 anni, grazie al grande lavoro di raccolta del figlio, alla volontà della provincia di Varese, alla collaborazione dell’Associazione Internazionale Flaminio Bertoni e al Liceo artistico Angelo Frattini, la ricca opera del padre (solo i disegni sono oltre 1’500) si ritrova al Museo Flaminio Bertoni, in via Valverde 2, a Varese (www.flaminiobertoni.it). Un’esposizione che permette anche alla “città giardino” il recupero di una figura prestigiosa per la sua storia, cultura e tradizioni. “Mi ricordo”, ci dice il signor Leonardo, “che quando ho frequentato la prima elementare a Parigi, per un anno ho visto mio papà solo per un quarto d’ora al giorno. Io lo aspetta-
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vo con mia nonna fuori dalla Citroën, lui usciva mi dava la mano, camminavamo insieme per un centinaio di metri, mi salutava e rientrava a lavorare nel suo laboratorio”. Un’affascinante storia, ottimo punto di partenza per visitare un concetto museale diverso (apertura giovedì, sabato e domenica dalle ore 14.30 alle 18.30 anche con visite guidate), inaugurato nel 2007 con la curiosità e l’attenzione per il piacere di scoprire trent’anni di stile Citroën, sculture, quadri, disegni e progetti architettonici realizzati nella brillante vita culturale, lavorativa e intellettuale di Flaminio Bertoni. Un percorso espositivo meritato e interessante, uno spazio di luce e di mistero che presenta il talento artistico di chi ha saputo anticipare il domani, oltrepassando i limiti con la forza del suo genio. O
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21/5 - 21/6
j CANCRO
22/6 - 22/7
Mese molto particolare e impegnativo per voi della 1. decade. Saturno si trova definitivamente nel vostro segno opposto e richiede sforzi maggiori in ogni campo. Ma voi siete tenaci e coraggiosi. Possibili preoccupazioni per un parente anziano. Nella stessa posizione si trovano inizialmente anche Marte e Venere, per cui saranno le vostre relazioni interpersonali ad essere toccate. In qualche caso si arriverà alla rottura definitiva. Insomma, volterete pagina. Possibili spese extra da preventivare. E con Mercurio in Vergine, la salute richiede più attenzione. Focalizzatevi sulle priorità e non superate i limiti.
Ottimo inizio con Sole, Mercurio e Plutone in segni di Terra. Importanti eventi in famiglia, una nuova attività o un cambiamento di ambiente vi fanno sentire decisamente meglio. Qualcuno di voi può aver tagliato i ponti con il passato ma attenzione, potrebbe riapparire una vecchia conoscenza a mettere alla prova i vostri sentimenti e le vostre certezze. Infatti, Venere passerà nel vostro segno opposto il giorno 8, seguito da Marte il 14. Non lasciatevi sedurre da falsi complimenti. Attenzione a un’amica o amico troppo invadente. Salute: abbiate cura delle parti intime e della circolazione se prendete la pillola, care donne.
Inizio interessante seppure impegnativo. Saturno è definitivamente in Bilancia e forma un trigono con il vostro segno. A sostenerlo ci sono anche Marte e Venere nella prima parte del mese, a loro volta in trigono a Nettuno. Novità importanti in famiglia e in amore. Se siete ancora single metterete radici solide, ora, o investirete in qualcosa che richiede un certo impegno economico. Mercurio sarà ancora in posizione critica questo mese, per cui muovetevi solo su terreni sicuri. Nel lavoro dovrete mostrare serietà e creatività uniti a pragmatismo. Possibili aumenti di stipendio nella 2. parte. Salute: adottate nuovi stili di vita, più sani e semplici.
Questa prima parte del mese porta l’attenzione su questioni affettive e famigliari. Ci sono anche alcune novità interessanti per voi giovani innamorati dopo la seconda metà del mese. Per i più attempati, Giove e Saturno possono suggerire pratiche legali riguardo a lasciti o altre questioni burocratiche. Non sono escluse riunioni famigliari per trattative che interessano vari membri. Possibili regali o spese per figli e/o nipoti. Nel lavoro alcuni di voi potrebbero ricevere incarichi di una certa responsabilità oppure farsi strada l’interesse per il volontariato o per le problematiche sociali. Salute: fate dello sport moderato nella prima metà.
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l VERGINE
24/8 - 22/9
a BILANCIA
23/9 - 22/10
b SCORPIONE 23/10 - 22/11
Impegni importanti vi attendono questo mese. La vostra agenda sarà piuttosto piena, tra riunioni, visite e spostamenti vari, almeno nella prima metà, periodo ideale per stabilire contatti vantaggiosi. Voi uomini dovete sapere che il successo o la realizzazione vera e propria avviene solo dopo i 40 anni! A voi donne si prospetta invece il dilemma: famiglia o carriera? E se voleste ritornare nel ciclo lavorativo dopo una pausa importante? Beh, aggiornatevi con Internet. In amore inizialmente tutto fila liscio, poi potrebbero subentrare delle turbolenze. Salute: mangiate leggero e sano e fate del movimento regolare per tenere in forma il cuore.
Questo è il vostro mese! Impegnatevi e focalizzatevi su ciò che vale davvero la pena e che dà risultati a lungo termine. Se siete indipendenti e attendete di riscuotere del denaro dovrete pazientare fino a dopo il giorno 12, quando Mercurio riprende il moto diretto. Contenete comunque le spese e non viziate figli e partner. Ciascuno deve fare degli sforzi per venire incontro all’altro e rendersi autonomo. Un parente anziano richiede la vostra attenzione. Siate disponibili. E se non siete più giovanissimi abbiate più cura di voi. Massaggi riequilibranti, riflessologia, passeggiate nella natura e yoga possono darvi di più di molte medicine.
Saturno definitivamente nel vostro segno è ancora in aspetto di tensione a Plutone. Per voi della 1. decade la fatica non è più qualcosa di sconosciuto. E per voi non più giovanissimi e sul cammino spirituale, questo significa “crescita”, evoluzione e premio. Sarete anche di esempio per altri che si lamentano di tutto. Marte e Venere, inizialmente nel segno, regalano qualche soddisfazione personale sia a livello professionale sia affettivo. Poi l’amore assumerà toni più forti risvegliando una passione insospettata. Più che le “performance erotiche” sarà la profondità dei sentimenti a unire le vostre anime nell’abbraccio amoroso. Salute: danza e yoga.
Con Sole, Mercurio e Plutone a favore voi della 1. e 2. decade sarete particolarmente stimolati a dare il meglio se non il massimo di voi in ogni campo, in particolare in quello professionale e dello sport. Inoltre il magnifico Giove vi regalerà quella capacità diplomatica e istintiva per stimolare anche gli altri a svegliarsi, a lavorare in squadra. Nel settore sociale potete apportare cambiamenti significativi. Possibili anche spostamenti all’estero o contatti con personalità straniere. E l’amore? Venere entrerà nel vostro segno il giorno 8, seguito da Marte il 14, mettendo in ebollizione i sensi. Evitate scenate di gelosia prediligendo il dialogo.
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Giada G iada 00901 901 5588 88 2218 18 Dall’amore per l’esotericoo l’esperienza carte delle Sibille nelle carte
VERGINE 24/08 - 22/09
Ambra A mbra 0901 0901 588 588 292 292 Possiedo dotii extrasensoriali, Possiedo extrasensoriali, a disposizione di chi ne ha bisogno. b gno. biso
SSimona imona 00901 901 5588 88 2279 79 Ti senti incompreso? Devi decidere su amore laavoro e affari? aff fari? f Devi amore,, lavoro
SSara ara 00901 901 588 588 226 226 Sensitiva e astrologa, Sensitiva asstrologa, pronta ad accompagnarti accompagnar rti verso verso un futuro più sereno. sereno. TTARIFFA ARIFF A A UNITARIA UNITARIA A PER LA A RETE RETE FISSA NUM MERO OGNI SINGOLO NUMERO
FFrr. 2.2.73/mi 3/min.
oroscopo
c SAGITTARIO 23/11 - 21/12
g CAPRICORNO 22/12 - 20/1
Con Mercurio retrogrado fino al giorno 12 è saggio non esporsi troppo perché potreste incorrere in errori di valutazione. Calcolate anche possibili contrattempi se dovete spostarvi per lavoro. Saturno dalla Bilancia esorta alla serietà e alla disciplina. A favore avete uno strepitoso Giove ma solo ancora nei primi nove giorni e questo vi aiuta a mantenervi fiduciosi e ottimisti. Molto vitali e significative le amicizie e gli incontri nella prima metà del mese. Poi dovrete essere più riservati. Siate attenti ai bisogni dell’altro. Se non siete più giovanissimi, offrite un po’ del vostro tempo ed energia al volontariato.
Plutone nel segno, Sole e Mercurio in trigono sostengono le vostre iniziative e la vostra ambizione. E con Marte, Venere e Saturno in decimo campo, cercherete di sfruttare a vostro vantaggio ogni opportunità che possa aumentare il vostro budget o conto in banca, senza guardare in faccia a nessuno. Ne risentiranno non poco la vita affettiva e le amicizie. Diverso è il discorso per chi fra voi è sul cammino spirituale. E l’amore? Da metà mese Venere e Marte, in posizione strategica, risvegliano l’eros e la fantasia. Date valore alla profondità dei sentimenti e non siate troppo opportunisti. Salute: curate l’ansia e lo stress con metodi naturali.
e AQUARIO
21/1 - 19/2
f PESCI
20/2 - 20/3
Molto dinamica la prima metà del mese con i pianeti in Bilancia, in trigono al vostro segno. Darete dunque più importanza alla vita sociale e mondana. Giove vi sostiene anche nei primi nove giorni, ma non sopravvalutatevi. Attenzione ai pettegolezzi e agli intrighi, specie nella seconda parte del mese con Venere e Marte critici. Mercurio dalla Vergine vi esorta inoltre ad essere sempre chiari nelle vostre esposizioni e nelle vostre azioni.Concentratevi sulle priorità. Impegnativi anche gli studi. Rispettate i ruoli e le gerarchie. Salute: esercizi di rilassamento nella 2. metà.
Mercurio e Sole in opposizione indicano di muoversi con prudenza e di riposare a sufficienza. E soprattutto non fate promesse che non potete mantenere. Plutone sostiene la carriera dei nativi della prima decade, che puntano in alto o sono a contatto con i media. D’altra parte spingono molti di voi a cambiare stile di vita, a prendere anche in considerazione tematiche inusuali come karma e spiritualità. Informatevi e leggete libri validi. Da metà mese godrete poi dei favori di Venere e Marte, pianeti stimolanti e gratificanti per le coppie che desiderano dare profondità alla loro relazione e programmare una maternità.
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1 La soluzione dell’edizione precedente era Ariete.
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ORIZZONTALI: 1. Profittatore 11. Quasi unici 12. Costellazione zodiacale 13. Né mio, né tuo 14. Costellazione equatoriale 16. Arbusto terapeutico 18. Danza 20. Via luganese 21. Dubitativa 22. Fa coppia con lui 23. Dei nordici 24. In coppia con Gian 26. Miniera 27. I confini di Gordevio 28. Tesa 30. Cuor di cane 31. La costellazione con Procione 33. Arrabbiata 35. Piume 36. Vi sosta la carovana 37. Il gonnellino dei tahitiani 39. Pari in artista 40. I... per caso della canzone 41. La memoria del computer 43. Titubare 44. Per nulla faceti. VERTICALI: 1. Costellazione del cielo boreale 2. Tale da far tremare 3. Preparati 4. Dittongo in Coira 5. Si detrae dal lordo 6. Cantone svizzero 7. La sposa di Anfione 8. La belva che ride 9. Brilla in cielo 10. La bevanda che si filtra 14. Piccolo strumento a fiato 15. Sono affini alle aquile 17. Istituto Tecnico 19. Togliere 21. Salvarsi 25. Rabbie 26. Quelle di bambù sono nodose 28. Jacques, regista francese 29. Aroldo, attore teatrale 31. Puri, illibati 32. Si rende al merito 34. Il capo della tonnara 37. Fra due fattori 38. Uncini da pesca 40. Il Sodio del chimico 42. In mezzo al mare.
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