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N.8
- 1 settembre 2015
rIVIstA FAmILIAre DeLLA sVIZZerA ItALIANA
oekom Rating 2015: La Migros: il commerciante al dettaglio piĂš sostenibile del mondo.
Una promessa è una promessa.
La nostra carne di pollo dall’estero soddisfa gli standard svizzeri sulla protezione degli animali. Da subito la nostra carne fresca di pollo proviene da allevamenti conformi alla specie. Ed entro il 2020 i severi standard svizzeri saranno applicati anche alla carne di tutti gli altri animali.
Di piĂš su generazione-m.ch
somm ario fondata nel 1931 12 edizioni annuali Tiratura 131.966 copie (REMP 2014) Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch Editore Illustrazione Ticinese SA 6908 Lugano Distribuzione Direct Mail Company SA Amministrazione e produzione Marco Werder Editore Matthias Werder Grafica Illustrazione Ticinese SA Gabriele Campeggio Inserzioni Ticino e Italia: Illustrazione Ticinese SA Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch Svizzera tedesca e romanda: Grütter Media Käsereistrasse, 21 4914 Roggwil Tel./Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito. In copertina: Luca Fazzini e Inti Pestoni Foto: Gabriele Campeggio Certificato Certificato PEFC PEFC Questo prodotto Questa rivista è realizzato stampata con su materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate PEFC/18-31-240
14 PORTIERE
DIFENSORI
Leonardo Genoni (Davos)
Alessandro Chiesa (Lugano)
Colin Fontana (Lugano)
Michael Fora (Ambrì-Piotta)
John Gobbi (Losanna)
Samuel Guerra (Davos)
Matteo Nodari (Losanna)
Massimo Ronchetti (Langnau Tigers)
Riccardo Sartori (Lugano)
Lukas Balmelli (Lugano)
Giacomo Dal Pian (Lugano)
Luca Fazzini (Lugano)
Raffaele Sannitz (Lugano)
Alessio Bertaggia (Lugano)
Paolo Duca (Ambrì-Piotta)
Inti Pestoni (Ambrì-Piotta)
Gregory Sciaroni (Davos)
Elias Bianchi (Ambrì-Piotta)
Daniele Grassi (Ambrì-Piotta)
Matteo Romanenghi (Lugano)
Dario Simion (Davos)
ATTACCANTI
Età media della squadra: 24 Partite complessive in NL: 6029
Partite complessive in Nazionale: 286 Media partite in Nazionale: 13 Top Scorer: Paolo Duca, 366 punti (159 reti e 207 assist) Giocatore più penalizzato: John Gobbi, 956 minuti
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La nocciola gioello Penne, pennelli e… segnalibro
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58 scattanti
professione
reporter
www.pefc.it
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Christian Stucki (Ambrì-Piotta)
Media partite in NL: 274
Gianluca Grossi, un uomo, un giornalista, un fotografo attivo sui fronti “caldi” del Pianeta, ha documentato il viaggio compiuto dai migranti che scelgono la “rotta dei Balcani” per giungere in Europa. a cura di Marco Ortelli e Gianluca Grossi - foto 2015 Weast Productions
I
l viaggio compiuto da Gianluca Grossi, lo ha portato dall’isola di Lesbo ad Atene, successivamente a Salonicco, e poi in Macedonia, Serbia, Ungheria e per
concludere in Austria, con arrivo a Vienna. Qui di seguito, alcune impressioni di una giornata trascorsa lungo il confine fra la Grecia e la Macedonia. v
1. A Idomeni, sulla linea di confine fra la Grecia e la Macedonia, la giornata inizia presto. Un bambino siriano dorme ancora. Gli altri, gli altri migranti, in fuga dalle guerre e dalla miseria, sono già svegli e in attesa di potere continuare il loro viaggio.
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4 Fuorionda Quando la meta è la metà 6 Sai che Domande curiose e risposte sfiziose 8 In dialètt Ul colonèl americàn 10 Appunti Spunti, idee e consigli in vetrina 12 Moda Che moda bestiale 14 Ritratto L’élite del Ticino hockeistico 22 In natura Torbiere, biotopi delicati 24 In viaggio Lo “suizo” non sono io 28 A tavola Convivialità, che piacere! 34 Lavoretti
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36 Occhio a A volte non si vede, ma c’è! 38 Archivio Tutti a scuola 39 In forma Il miracolo dell’equilibrio 42 Salute Malattie sessualmente trasmissibili 46 Motori Automobili elettroniche e autonome 50 Escursioni La sosta 52 Sport Aquiloni sulla cresta dell’onda 56 Arredare Tutto inizia dal bagno 58 Scattanti Professione reporter 60 Editi Il Ticino che racconta 63 Oroscopo Le previsioni di Cloris per settembre 2015 66 Cruciverba Canzoni d’autore
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fuor i ond a
quando la meta
è la metà “Tutti noi abbiamo un’anima gemella. Se riusciamo a evitarla, siamo salvi” (Woody Allen). testo Roberto Rizzato - roberto.r@illustrazione.ch
T
utti cercano il partner ideale con cui costruire il proprio futuro, la persona con cui legarsi per tutta la vita, volendosi bene e invecchiando insieme. La ricerca dell’anima gemella è sicuramente l’investimento più importante e cruciale per ciascuno di noi: una scelta davvero delicatissima, perché quella sarà la persona con cui dovremo avere a che fare per il resto dei nostri giorni, “nella buona e nella cattiva sorte”. In confronto, tutte le altre scelte che saremo chiamati a fare nella vita appaiono del tutto secondarie. Eppure quella della nostra metà è una scelta pressoché a scatola chiusa: non è come scegliere una casa o un’automobile. Non possiamo sentire il parere degli esperti, non possiamo consultare le caratteristiche tecniche o il manuale d’istruzione, non c’è modo di fare una prova diretta. La scelta del partner, in un modo o nell’altro, è sempre un salto nel buio, una forma di atto di fede. Non a caso si chiama così, fede, anche l’anello nuziale! Certo, prima di convolare a nozze, prudentemente si prova a convivere per un po’; ma di rado la persona che si è scelta si rivela subito per quella che è davvero. Spesso le sorprese arrivano dopo, quando magari ci sono già di mezzo i figli ed è ormai troppo tardi per reclamare incolumi
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il “diritto di recesso”. A volte, soprattutto all’inizio di una relazione, il partner inconsciamente tende a recitare una parte, nel disperato tentativo di incarnare appieno il nostro ideale amoroso. Ma, alla lunga, si trova costretto a gettare la maschera e casca l’asino! Eppure, teoricamente, l’anima gemella potrebbe esserci davvero da qualche parte per ciascuno di noi; solo che non sappiamo dov’è e non sempre abbiamo l’occasione e la fortuna di incontrarla. Oggigiorno i social media elettronici, come Facebook, hanno molto contribuito ad allargare la normale cerchia delle nostre conoscenze; però l’incontro giusto non sempre avviene. Perché magari troviamo anche la persona ideale; ma vive troppo distante. Non dimentichiamo che il computer avvicina le persone solo virtualmente; ma non è ancora in grado di annullare materialmente la lontananza geografica. Comunque, in ultima analisi, come scrive il sempre accattivante Piero Angela in un suo trattato sulla scienza dell’amore, molti di noi sono inesorabilmente destinati a restare single “perché non sono riusciti a trovare l’altra metà della mela. Perché le mele erano poche; o perché quelle giuste erano già impegnate; oppure perché quelle che rimanevano erano delle… pere”. v
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s ai che
leggiamo
SAI
perché
IL SOFFITTO DELLE AUTO A VOLTE È BUCHERELLATO?
1.
Era di maggio, di Antonio Manzini
2. La ragazza del treno, di Paula Hawkins
A volte l’interno del tetto di automobili e camion è dotato di piccole perforazioni. La superficie perforata del soffitto di solito è fatta di vinile o di cartone di fibra compressa e viene applicata su uno strato di gommapiuma. Perché? Per far penetrare i rumori provenienti dall’inter dall’interno della vettura e smorzarli mediante lo strato di gommapiuma, sì da rendere l’ambiente per i passeggeri più silenzioso. Se possedete un’automobile con l’interno del tetto non bucherellato, per ottenere un ambiente relativamente tranquillo potete invece tacere.
3. Il libraio di Kabul, di Åsne Seierstad
ascoltiamo
SAI DA
cosa deriva TAPPARELLA? Questo termine è una voce popolare per la persiana avvolgibile, nata a Milano e diffusasi in tutta Italia, e in Ticino, tramite le pubblicità. L’origine è il termine francone tappo e la trasposizione è quella di un ausilio che tappa la finestra, da qui “tapparella”.
1.
Perfetto, di Eros Ramazzotti
2. Rattle That Lock, di David Gilmour 3. Astronave Max, di Max Pezzali
guardiamo
1. Ant-Man, di Peyton Reed
2. Mission: Impossible – Rogue Nation, di Christopher McQuarrie
3. Minions, di Pierre Coffin, Kyle Balda
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SAI CHE
signore si nasce
da Il Libro delle Signore, di Jolanda, Marchesa Plattis Majocchi, 1921 Sui monti La vita che si fa in montagna è più faticosa di quella che si fa sulla spiaggia del mare: ma le persone attive, vivaci, nervose, quelle che amano gli esercizi del corpo, si trovano meglio sui monmon ti che in cospetto dell’oceano. Le gite più o meno lunghe, più o meno ardue, in lieta compagnia: i giugiu ochi inglesi nei giardini delle pensioni e degli Hôtels dove i forestieri formano una sola famiglia: le gaie merende nei boschi o le passeggiate con qualche compagnia preferita, costituiscono un fondo di esistenza viva, sana, all’aria purissima, che sperde molti vapori di malinconia e molti languori, e per cui non si possono dettar regole fisse. Vi sono delle signore, lo so, che trascinano abiti di merletto, da migliaia di lire, per i boschi dell’Abetone e le viottole di Salsomaggiore, e nemmeno nella solitudine dei ghiacciai delle Alpi rinunzierebbero a sfoggiare quattro toilettes al giorno; ma in generale, insomma, la vita di montagna porta seco la semplicità assoluta, tanto nel vestire che nelle relazioni sociali. (continua)
Con Adora fare il bucato diventa un piacere. V-ZUG vi facilita la vita con soluzioni semplici e individuali, ad esempio per prendervi cura della biancheria. Adora SLQ WP è silenziosissima quando lava e in più è la prima a poter vantare la tecnologia a pompa di calore ecologica e la novità mondiale della lisciatura a vapore, grazie alla quale stirare ormai è praticamente superfluo. Così prendersi cura della biancheria è un vero passatempo: vzug.com
La perfezione svizzera a casa vostra
i n d i al èt t
ul colonèl
americàn
In dal 1945 al s’è presentàt al Consigliér Federàl Enrico Celio: “Anca mì ma ciami Celio” al g’ha dii, in inglés. testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch
U
l líbar “Les Colonies Tessinoises en Californie” (edizión Libreria da l’Università da Losanna, 1950, 310 pagin) l’è stai scrivüt dal Maurice Edmond Perret, stòrich (ricercatore) dala Svizera francesa. Ul Dadò l’ha fai fà la tradüzión in italiàn, introdüzión dal prof. Giorgio Cheda. Al vegnarà püblicàt in di prossim témp. Lì, sül líbar, la prefazión la faia ul Enrico Celio, come Consigliér Federàl vèrs la fin da l’ültima guèra mondiàl. Al scriv che in dal 1945 ul minister USA, Harrison, al g’ha presentàt un colonèl americàn. “I am Celio too” al g’ha dii, in inglés. Tacàndoch là che ul sò nono e ul sò pà i’évan mort in di Stati Uniti. Ma lü al vöreva vedé ul paés d’origin. Inscì l’Enrico Celio l’ha portàt sü in Leventina, a Quinto. E l’è staia un grand emozión par ul colonèl. Nal guardà i cà e i tómb di Celio, al cimiteri. Semm nài a vedé d’indúa al podeva vegnì. Emm trövàt sü internet che ul Carlo Giuseppe Celio e ul sò fradèl i’évan emigràt da Quinto a Placerville e al Lake Tahoe (in California) in dal 1857. A cercà l’or. E in California l’è pö rivàda anca la dona dal Carlo Giuseppe, la Maria. Cunt 5 fiöö. Or (oro), gnanca una pepita. Ma i’è stài, i Celio, di grand pionieri. I’ha lavoràt i camp e tirà scià bestiàm, scavàt strad e métüt sü ul prim impiant eletrich. Ul Tom e la Chris Celio i’ha festegiàt i centcinqant’ann dal Celio Ranch in dal 2007.
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I Celio i g’ha terén che, par métar quadràt, i’é püssée ammò che tütt ul Sottoceneri. In dala famiglia a gh’è denta anca di militàr da cariera. Ul colonèl l’eva probabilment vün da quii. I terén i sa trövan in dala El Dorado Country, un nom che dîs quaicoss. Donca l’è bastanza probàbil che ul colonèl al vegna via da sto scépp chì (ceppo famigliare). E al saress ammò püssée bell riprénd i contatt. Se a nii in Normandia, ai “Places de débarquement” a trövuf tómb (tombe) cunt di nomm ticinés. Donca anca i nòss, come soldàt e gradüàt americàn, i’è sbarcàt e i’è stài mazzàt par liberamm dai nazifascista. L’emozión la manca mia, inütil dì parché. Ul Benjamin C. Celio l’ha fai una scölà rüral ala fin dal Vottcent, l’è stai omm polítich e presidént dala Placerville National Bank. L’eva spusàt la Camilla J. Giamboni (nassüda a Oakland). Ul fiöö, Charles Louis Celio, l’è stai presidént dal Shakespeare Club de Placerville. Püssée innanz l’è staia metüda sü la “family businnes”. Cosa i’ha fai i ticinés in California? Quii che ann fai fortüna, i’ha cercàt da fà stüdià i fiöö, fin al livell üniversitari. Ul pass sémpar segund la gamba, atenzión ai témp che cambiavan. Incöö i fiöö di fiöö di fiöö i’è américàn. In tütt e par tütt. Un nümar importànt l’ha perdüt i contatt cunt ul Tesín. Ma ai giúvin d’oltremare ga interessa sémpar püssée savé da indúa rivavan là i bisnoni. v
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he Perfetti anc adulti! per gli
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C’ERA UNA VOLTA L’AMERICA
American Tabloid, James Ellroy, Mondadori L’autore di Perfidia (Einaudi, 2014), vent’anni fa iniziò a raccontare l’America degli Anni 60 mostrando un intreccio tra politica, malavita e servizi segreti da lasciare storditi e increduli. Per Ellroy, che nel 1958, all’età di dieci anni, perse la madre, assassinata, e il cui delitto rimane irrisolto, il sogno americano si trasforma così nella copertura di un incubo. Un romanzo brutale, scritto con periodi brevi, nel quale personaggi reali – John Fitzgerald Kennedy, Robert Kennedy, Marilyn Monroe e Fidel Castro, ad esempio – interagiscono con figure d’invenzione, dando vita ad un vorticoso succedersi di eventi che culminano nell’assassinio del presidente JFK. Se questo romanzo dovesse appassionarvi, vi segnaliamo anche “Sei pezzi da mille” e “Il sangue è randagio” che completano la “trilogia americana” di questo singolare scrittore.
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GLI OMOGENEIZZATI GENUINI
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LA GUIDA GENUINA Scoprire a piedi i territori Pro Montagna, Coop, www.coop.ch/promontagnacamminare Una guida che raccoglie 24 escursioni tra le Alpi Svizzere per scoprire il nostro meraviglioso paesaggio, ma anche chi produce i prodotti Pro Montagna, come e dove lo fa. Gli itinerari sono descritti in modo dettagliato e sono indicate le fattorie, i caseifici e le aziende produttrici, ma anche i luoghi dove degustare i prodotti o dove gustare i veri piatti genuini e tradizionali. Per ogni guida venduta, Coop devolverà un Frs. a favore delle popolazioni delle Alpi.
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Pubbliredazionale
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Per avere le spalle coperte, qualunque cosa accada «È andato tutto bene», legge Lucia con sollievo su WhatsApp. Sua madre, Rosa, è appena stata operata per un’ernia del disco.
L
a sera dopo, Lucia fa visita alla madre in ospedale e la trova di ottimo umore. «Per forza che l’intervento è andato bene e senza complicazioni», spiega Rosa e aggiunge: «Ho scelto il dottor Bianchi, e avevano ragione di consigliarmelo quei miei amici». «E sai che come assicurata per il reparto semiprivato ho ordinato pranzo e cena à la carte?», racconta Rosa alla figlia. «Beh, ti è andata meglio che a casa», commenta Lucia. Quasi con un pizzico di invidia, la figlia pensa al frigorifero semivuoto che, senza la mamma, aveva ben poco da offrire. Una volta a casa, Lucia riflette. Anche a lei piacerebbe poter scegliere liberamente il medico
e godersi qualche comfort in più in ospedale, quando avrà una certa età. Siccome ha appena iniziato a lavorare, preferirebbe evitare di pagare i premi per il reparto semiprivato già adesso. Ma come fare, se poi fra dieci anni non potrà più sottoscrivere un’assicurazione complementare per il reparto semiprivato? La soluzione c’è: Sicuranta, la garanzia di affiliazione più conveniente. Lucia stipula oggi un’assicurazione complementare, dopo un normale accertamento dello stato di salute, optando per una durata contrattuale di dieci anni. E soddisfatta può dirsi: «Qualunque cosa accada, avrò le spalle coperte». www.sicuranta.ch
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bestiale Non si tratta di stampe animalier, quindi tigrato, zebrato, pitonato ecc. La nuova tendenza vede accessori e capi d’abbigliamento colonizzati da animali interi, singoli o riprodotti come motivo decorativo. testo Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch
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r i t r at t o
l’élite del ticino
hockeistico Hockey estivo. Nasce l’idea, nella redazione di Illustrazione Ticinese, di costruire una squadra di soli ticinesi. Realizzabile? Sì. Una rosa completa. Abbiamo incontrato due giocatori, gli allenatori e i direttori sportivi di Ambrì-Piotta e Lugano per sentire il loro parere in merito a questa inedita formazione. testo Marco Ortelli - uti@illustrazione.ch foto Gabriele Campeggio
LA FORMAZIONE DELLA SQUADRA Abbiamo allestito la squadra chiamata ipoteticamente “Ticino” utilizzando quale criterio l’origine (Leonardi Genoni ad esempio, è originario di Semione), la formazione hockeistica e la presenza dei diversi giocatori nelle rose di Lega Nazionale A per la stagione 2015/16. Una squadra competitiva? Crediamo di sì, a dimostrazione del buon lavoro svolto a livello di formazione. IL COMMENTO DEI GIOCATORI Che effetto vi farebbe giocare in una squadra formata da soli ticinesi? Inti Pestoni (Ambrì-Piotta): “Sarebbe una figata, bellissimo”. Luca Fazzini (Lugano): “Sarebbe bello perché di giocatori ticinesi non ve ne sono molti in circolazione e vederli riuniti tutti in una sola squadra sarebbe divetente, considerando anche che tra noi andiamo tutti d’accordo”. Inti Pestoni: “E potremmo anche essere competitivi! Con Genoni in porta, il 50% della squa-
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dra l’abbiamo. Mancano un po’ di centri…”; Luca Fazzini: “E sì, con qualche ritocco, magari tre centri stranieri e un difensore, saremmo forti”; Inti Pestoni: “Con un difensore alla Noreau, vinciamo il campionato!”. Voi naturalmente giochereste insieme… Inti e Luca: “Certamente, insieme a un centro difensivo; Raffaele Sannitz sarebbe il nostro centro perfetto, o pensando a uno straniero, diremmo Adam Hall o Tony Martensson”. Con quali caratteristiche… Luca Fazzini: “Inti offensivamente è fortissimo; poi lo sa anche lui che a livello difensivo non è il migliore della sua squadra, però dalla linea rossa in su è uno degli attaccanti più forti in Svizzera”. Inti Pestoni: “Siamo giocatori piuttosto simili, abbiamo la stessa idea di gioco, offensivamente e tecnicamente Luca non ha da invidiare niente a nessuno; in futuro avrà certamente lo spazio per mostrare tutto il suo valore”.
PORTIERE
DIFENSORI
Leonardo Genoni (Davos)
Alessandro Chiesa (Lugano)
Colin Fontana (Lugano)
Michael Fora (Ambrì-Piotta)
John Gobbi (Losanna)
Samuel Guerra (Davos)
Matteo Nodari (Losanna)
Massimo Ronchetti (Langnau Tigers)
Riccardo Sartori (Lugano)
Lukas Balmelli (Lugano)
Giacomo Dal Pian (Lugano)
Luca Fazzini (Lugano)
Raffaele Sannitz (Lugano)
Alessio Bertaggia (Lugano)
Paolo Duca (Ambrì-Piotta)
Inti Pestoni (Ambrì-Piotta)
Gregory Sciaroni (Davos)
Elias Bianchi (Ambrì-Piotta)
Daniele Grassi (Ambrì-Piotta)
Matteo Romanenghi (Lugano)
Dario Simion (Davos)
ATTACCANTI
Età media della squadra: 24 Partite complessive in NL: 6029
Christian Stucki (Ambrì-Piotta)
Media partite in NL: 274 Partite complessive in Nazionale: 286 Media partite in Nazionale: 13 Top Scorer: Paolo Duca, 366 punti (159 reti e 207 assist) Giocatore più penalizzato: John Gobbi, 956 minuti
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r i t r at t o Cresciuti nei settori giovanili di Chiasso, Lugano e Ambrì-Piotta, avete raggiunto l’élite dell’hockey. Quali caratteristiche bisogna avere per fare il salto dalle giovanili a una squadra di NLA? Luca Fazzini: “Innanzitutto ci devi essere fisicamente, perché gli scontri di gioco cambiano moltissimo; occorre poi carattere per riuscire subito a farti rispettare”. Inti Pestoni: “Anche la fortuna ti può aiutare, poi dipende da che tipo di giocatore sei; se sei un
«Potremmo
essere molto competitivi» attaccante offensivo come noi, quando ti chiamano in prima squadra devi essere in grado di dimostrarlo, altrimenti è presto fatto non trovare il posto in squadra”. DERBY INFINITO Inti Pestoni e Luca Fazzini, un’amicizia nata grazie all’hockey su ghiaccio e che va oltre l’aspetto sportivo. In questa stagione vi saranno almeno sei derby, che effetto vi farà giocare l’uno contro l’altro? Inti Pestoni: “Si dice che sul ghiaccio l’amicizia non conti più, ma per me non è così, se dovessi trovarmi a fare un ingaggio contro Luca, mi verrebbe sicuramente da ridere”. Luca Fazzini: “Come già lo scorso anno, ci scambieremo senz’altro qualche battutina prima della partita, durante il riscaldamento, e anche durante il derby”. IL COMMENTO DEGLI ALLENATORI Accettereste di allenare una squadra simile? Serge Pelletier (Ambrì-Piotta): “Accetterei senz’altro, potrebbe essere una bella sfida vedere una squadra ticinese giocare in serie A; avrebbe un sapore molto nostrano, potrebbe essere una bella cosa, sì”.
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L’HOCKEY
a scuola
Dal 20 ottobre 2015 a Lugano, al 16 gennaio 2016, le scolaresche della Svizzera possono giocare a hockey grazie al PostFinance Trophy. PostFinance sostiene le giovani leve non solo mediante il programma PostFinance Top Scorer che monetizza i punti dei migliori realizzatori di NLA e NLB, ma anche organizzando un torneo il PostFinance Trophy, quest’anno alla sua nona edizione - destinato agli scolari delle scuole elementari e medie di tutta la Svizzera. Strutturato in tornei regionali, la squadra che si aggiudica una delle fasi di qualificazione si qualifica per le semifinali, che si giocano contro squadre provenienti da altre regioni, alle quali succederanno le finali. Quest’anno, per la regione della Svizzera italiana, le qualificazioni avranno luogo alla pista della Resega a Lugano, martedì 20 ottobre 2015. Create la vostra squadra e iscrivetevi subito! Chi può partecipare? Bambini e bambine dal 3. anno scolastico - e più giovani - fino all’8. anno scolastico (sistema scolastico Harmos). Come? È possibile iscriversi online tramite il formulario d’iscrizione entro 15 giorni prima dell’inizio del torneo di qualificazione (5 ottobre 2015). Il formulario d’iscrizione è scaricabile al seguente indirizzo: www.sihf.ch/media/3708/4-postfinancetrophy_15_flyer_a5_it_v2.pdf ed è da spedire a: Swiss Ice Hockey Federation, Flughofstrasse 50, Casella postale, 8152 Glattbrugg.
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r i t r at t o Patrick Fischer (Lugano): “Sarebbe una sfida sicuramente interessante, conosco un po’ la mentalità dei ticinesi; in generale ogni tanto i giovani hanno bisogno di essere trattati con polso, ma hanno tanto talento e sono forti tecnicamente. Sarebbe divertente, e potrei imparare ancora meglio a parlare in italiano”. Quali caratteristiche avrebbe la squadra? Serge Pelletier: “Di sicuro sarebbe una squadra divertente da allenare (sorride, ndr)”. E come gestirla in modo vincente? Patrick Fischer: “Per far rendere al meglio una squadra così, metterei una griglia nello spogliatoio, con luganighette e costine (sorride, ndr)”. Con i direttori sportivi, potete scegliere quattro stranieri. In quali reparti li acquistereste? Serge Pelletier: “Direi che si potrebbero acquistare un difensore e tre attaccanti, come è il caso dell’Ambrì di questa stagione”. Patrick Fischer: “Vedo una squadra piuttosto giovane, con Paolo Duca a fungere da ‘vecchia’ volpe. Prenderei stranieri maturi, con una buona etica del lavoro e che possano essere un esempio per i giovani”.
Vi sono differenze tra allenare giocatori ticinesi e giocatori delle diverse regioni linguistiche della Svizzera? Serge Pelletier: “Riscontro alcune differenze di attitudine tra i giocatori delle diverse regioni della Svizzera, ma non così marcate. Il ticinese è sovente un giocatore molto solare, di solito è lui a fare ambiente nello spogliatoio. Tecnicamente, invece, non vi sono differenze tra i giocatori provenienti dalle diverse regioni”. Patrick Fischer: “La mentalità tedesca, si sa, è un po’ più portata alla disciplina e al lavoro duro, mentre quella latina è più propensa al gioco. Entrambe hanno i loro punti forti e deboli al loro interno. Io sono cresciuto a Zugo, in un ambiente competitivo, serio, e forse ogni tanto mi è mancato il divertimento. Il ticinese si sa divertire, ma i giovani oggi sanno che per raggiungere un alto livello sportivo è necessaria la disciplina”.
«Il ticinese
è sovente un giocatore molto solare»
IL COMMENTO DEI DIRETTORI SPORTIVI Potete rinforzare la squadra con quattro straIvano Zanatta e Serge Pelletier studiano la composizione delle linee.
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r i t r at t o Patrick Fischer e Roland Habisreutinger scrutano l’orizzonte hockeistico ticinese.
nieri. Quali giocatori importereste in Ticino? Ivano Zanatta (Ambrì-Piotta): “Guardando il potenziale realizzativo della squadra, probabilmente sceglierei quattro stranieri in attacco, proprio per risolvere il problema dei gol. Martin Thörnberg (HV71, Svezia) e Justin Azevedo (Ak Bars Kazan, Russia) potrebbero, ad esempio, essere due attaccanti risolutori. Penso anche al blocco che gioca in Russia nel Metallurg Magnitogorsk, composto da Sergei Mozyakin, Danis Zaripov e Jan Kovar, in grado da soli di farti vincere un campionato. Gli stessi Alexandre Giroux (HCAP) e Fredrik Pettersson (HCL) non scher scherzano in fatto di punti”. Roland Habisreutinger (Lugano): “Rivedrei volentieri in Ticino il centro canadese Patrice Bergeron (Boston, USA), un esempio per tutto il movimento hockeistico. Guardando la rosa, bisognerebbe trovare anche un secondo portiere di valore, in questo caso cercherei di fare avere un passaporto ticinese a un giovane come Elvis Merzlikins, cresciuto nelle nostre fila (sorride, ndr). A livello di stranieri, vedrei bene due difensori, di cui uno playmaker, e due centri in grado di gestire le ali”. Specialisti nell’allestimento di squadre professionistiche, con quali criteri operate af af-
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finché una squadra sia la più competitiva possibile? Ivano Zanatta: “Per me, sono molto importanti l’attitudine, il sacrificio e la voglia di migliorare. Quando hai lo spirito della lotta, puoi affrontare qualsiasi avversario con la chance di superarlo, il talento serve ma non è sufficiente. Se devo pensare di creare una squadra competitiva, cercherei a tutti i costi chi ti fa i gol, giocatori difficili da trovare sia sul mercato interno - forse i nostri giocatori crescono troppo altruisti, non si assumono la responsabilità di curare questo aspetto – sia all’estero, perché l’intera Europa soffre della mancanza di realizzatori”. Roland Habisreutinger: “Penso sia molto importante costruire una squadra equilibrata, for formata da diversi tipi di giocatore, i soli artisti non bastano. Per me è fondamentale disporre di due linee e mezzo di alto livello, in grado di fungere da traino per i giovani. Il carattere, la voglia di ogni singolo giocatore sono poi fondamentali almeno quanto la giusta combinazione tra giocatori esperti e giovani”. v
«I giovani sanno che occorre disciplina»
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i n nat ur a
torbiere
biotopi delicati Poco ossigeno, tanta acidità: è l’ambiente delle torbiere. Impossibile ricrearle, è necessario proteggerle. testo Christian Bernasconi - foto Andrea Persico
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e torbiere sono ambienti umidi nei quali i vegetali morti non si decompongono, ma si accumulano nel cor corso dei secoli sotto forma di torba. Vi regnano condizioni estreme tra cui poco ossigeno nel sottosuolo e una forte acidità, che impediscono la decomposizione della materia organica. Per questo motivo le parti morte delle piante che vi vivono si accumulano formando uno strato di torba ogni anno più spesso. I carici e soprattutto gli sfagni, dei muschi particolari, sono i principali
responsabili della produzione di torba che si deposita al ritmo di meno di un millimetro l’anno. Pensate alla torbiera della Bedrina di Dalpe, di proprietà di Pro Natura: la torba è spessa poco più di tre metri e ci sono voluti circa 11 mila anni per formarla. Punteggiate in estate dai caratteristici fiocchi bianchi dei Pennacchi guainati, le torbiere sono degli importanti archivi naturali. Oggi si possono identificare al microscopio i granelli di polline caduti nella torbiera in tempi lontani e riconoscere la composizione La torbiera della Bedrina di Dalpe.
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ZONE
palustri
Nell’inventario federale delle zone palustri di particolare bellezza e di importanza nazionale, il Ticino figura con 5 oggetti. La zona palustre denominata Lucomagno-Dötra è la più estesa con una superficie totale di 2’745 ettari. Una zona palustre è un bene unico nel suo genere, sia per le tante specie minacciate d’estinzione che essa ospita, sia perché si tratta di un ambiente di ristoro pregiato per l’uomo.
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della vegetazione in quel momento. Per la loro povertà di sostanze nutritive nel suolo, questi ambienti sono riservati a specialisti come gli sfagni, i tipici muschi di torbiera, o la rosolida, una discreta piantina che per soddisfare le sue necessità nutritive, ha sviluppato la capacità di catturare e digerire piccoli insetti grazie alle foglie provviste di peli viscosi. È una specie molto sensibile che vive unicamente nelle torbiere. Due torbiere d’importanza nazionale su tre e tre paludi su cinque del Cantone sono presenti nel Bellinzonese e nelle sue Valli. Il tipo di suolo, il clima e la configurazione del terreno, tutti favorevoli, ne hanno favorito la formazione in passato. La conservazione di questi ambienti è invece dovuta soprattutto all’elevato grado di naturalità della regione, meno sottoposta di altre alla pressione delle attività umane. Oltre ad essere una regione turisticamente pregiata, il Bellinzonese e le sue valli presentano dei contenuti scientifici di grande interesse e sono frequentate ogni anno da numerosi ricercatori. v
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i n vi aggi o
lo “suizo” non sono io A Leticia, una piccola e affascinante località amazzonica, incontro per caso Hervé, uno svizzero francese cordiale e simpatico, un giovane come tanti, non fosse per il fatto che è stato protagonista di una delle avventure più incredibili mai sentite. testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch
PERÙ, COLOMBIA O BRASILE? La piccola località di Leticia è un luogo anomalo. Isolata e circondata dalla foresta amazzonica, la regione è una sorta di ultima frontiera della nostra civiltà e nel contempo pure un avamposto militare della lotta al narcotraffico, anche se la presenza dell’esercito non la si percepisce e i narcotrafficanti si stanno vieppiù convertendo ad altre attività. Il contrabbando per contro pare essere sempre fiorente. La regione non a caso è chiamata “Tre frontiere”, infatti in un fazzoletto di terra dove l’imponente Rio delle Amazzoni si congiunge col Rio Yavari, si situano i confini di Colombia, Brasile e Perù. Un quarto d’ora a piedi dal centro di Leticia e si è già, senza passare alcun controllo, a Tabatinga in territorio brasiliano, mentre attraversando con una canoa il fiume, dopo pochi minuti ci si trova, anche qui senza alcun controllo, a Santa Rosa in Perù. Una zona franca non solo per persone e mercanzie, ma pure per le valute. Capita non di rado di pagare in una moneta e di ricevere il resto in un’altra. A Santa Rosa poi, pur essendo territorio peruviano, risulta molto difficile poter pagare in Soles - la
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moneta ufficiale del Perù -, prioritari sono il Real brasiliano e il Pesos colombiano. Altra curiosità di non poco conto, in particolare quando ci si dà appuntamento, è il fatto che a Tabatinga, su territorio brasiliano, gli orologi sono un’ora più avanti! Qui vi si giunge solo per via fluviale o aerea, sorvolando l’infinita foresta pluviale amazzonica, nella quale le vie d’acqua disegnano corsi un poco erranti. Della presenza umana, dal cielo non vi è alcun segno, ma per quanto incredibile possa essere, la selva è abitata da tribù isolate di indios che ancora conducono una vita in piena sintonia con la natura. Alcune etnie non hanno ancora avuto contatti con altre civiltà, altre invece, non senza problemi, si stanno confrontando con una sorta di invasione di avventurieri e di compagnie minerarie, che oramai stanno alienando culture e tradizioni secolari e usurpando il territorio. Da Leticia partono imbarcazioni in ogni direzione,
«Il contrabbando
pare essere sempre fiorente»
A Leticia, nel bel mezzo dell’Amazzonia, si incontrano tre nazioni.
“lanche rapide” verso il Brasile e “lanche lente” che risalgono la corrente fino ai margini delle Ande peruviane. HERVÉ, FOLLIA O GENIO? Vi è però anche chi ha trovato un’altra maniera di percorrere le vie fluviali amazzoniche. Me lo
Presentazione dell’annata 2013
dice Marta, la “dueña” della pensione familiare in cui mi sono fermato e con la quale mi sono subito bene inteso. Guardando il mio passaporto svizzero, mi dice che il proprietario del luogo è un mio connazionale. Mi sono abituato a essere sempre l’unico “suizo” dei luoghi sino ad ora visitati, ma a Leticia pare sarà diverso. Incontro
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Giovedì, 3 settembre 2015 Lugano, Palazzo di Congressi Orari di apertura 10.00-13.00 per operatori eno-gastronomici e media 15.00-19.00 entrata libera dalle 18.30 Ticino Wine Night, presso The Lounge Seven, Lugano
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i n vi aggi o Il Rio delle Amazzoni nell’immensità della foresta amazzonica.
in effetti Hervé, tale è il suo nome, in serata. È l’occasione per parlare un po’ in francese e per rivivere con lui un’incredibile impresa della quale forse non si rende nemmeno ben conto. È originario della Svizzera francese e dopo un’esperienza lavorativa in ambito bancario ha ben presto deciso che l’amata Svizzera era per lui noiosa e così è partito per realizzare un sogno che parrebbe una vera e propria follia: navigare a sola forza muscolare da Tana in Ecuador, attraverso Perù e Colombia fino a Manaus in Brasile. Migliaia di chilometri attraverso la giungla per dimostrare come sia possibile vivere in simbiosi con la natura anche più selvaggia e inospitale. Da appassionato ciclista decide di costruire una sorta di pedalo, trasformando una canoa in quella che sarà la sua dimora per i mesi successivi. Lo aiutano gli indigeni, anche se lo ritengono matto. È entrato nei racconti popolari come lo svizzero col cervello piccolo - “corta cabeza suiza” -, che ha osato sfidare i leggendari mostri dei fiumi, le anaconde giganti, gli uomini delfino e il regno di Yacumana, il dio delle acque. Gli indios mi dicono che è stato dato per morto più volte ma che per finire è sempre ricomparso. HA VOLATO CON L’AQUILA DEGLI INDIOS I rischi della sua impresa sono stati invero enor-
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mi: correnti, rapide, serpenti, contrabbandieri, soldati e guerriglieri. Si è nutrito prevalentemente di radici di manioca e di pesce, una dieta che ha completato con occasionali frutti. Con molta fortuna e un dispendio estremo di adrenalina, Hervé dopo aver pedalato per un anno in media da cinque a sei ore al giorno, ha raggiunto Leticia, dove ha deciso di fermarsi. I suoi ricordi vanno però all’incredibile bellezza della natura incontaminata, agli indios incontrati lungo il percorso. Nel corso dei lunghi mesi sulle vie fluviali si è così avvicinato a questa terra nel-
Gli indios si muovono lungo i corsi d’acqua su piccole canoe.
la quale ha oramai deciso di rimanere. Chissà se un giorno la sua avventura proseguirà. Osservo ancora Hervé quando la sera del giorno successivo ci ritroviamo con alcuni amici attorno al tavolo sulla veranda. Un giovane come tanti, divertente e cordiale, equilibrato, anche il fisico non sembra particolare. Non so nemmeno quanti, qui, sappiano della sua incredibile avventura. Intanto, mentre si chiacchiera, il vasetto con la coca in polvere passa di mano in mano. Lo fanno un poco tutti qui a Leticia, è un’usanza delle genti indios. Mi dicono che così risulta più facile conversare, si è più creativi, si hanno più idee e la notte dura più a lungo. Non si tratta di cocaina, ma è pur sempre una droga leggera. Sulle Ande gli indiani masticano le foglie intere di coca per resistere alle fatiche imposte dall’altura, in
«Una cucchiaiata
di coca e la serata continua»
Amazzonia invece si riducono le foglie in polvere. Nei villaggi, i colpi di mortai delle genti intente a “macinare” le foglie vengono uditi da lontano, così come le guance rigonfie e le labbra verdi ne segnalano il frequente consumo. Hervé ride, forse immagina quello che penso, ma per lui oramai l’Amazzonia è divenuta la nuova dimora. Ha già volato con l’aquila e cor corso col giaguaro, partecipando a uno dei riti più tradizionali degli sciamani locali. Col supporto di droghe le persone sono portate in un’altra dimensione, incontrano mondi fantastici. Anima e corpo pare vengano in questo modo curati e poi si ritorna alla vita di tutti i giorni. L’esperienza, mi dice, è terribile e affascinate nel contempo, sono sensazioni indescrivibili, ma non sa se lo farà ancora una volta. Poi mi guarda negli occhi, forse pensando ancora al suo “trance”, al suo distacco dal mondo terreno, alla sua corsa col giaguaro o al suo volo con la grande aquila reale. Prende una cucchiaiata di coca e la serata in compagnia prosegue. v
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a t avol a
convivialità
che piacere A cena a Cadro, a casa di Donatella e Federico Martignoni. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger
P
er certe persone cucinare è una passione così grande che farlo “solo” per la famiglia non basta. E allora si frequentano corsi di cucina, si fonda un gruppo dove la parola d’ordine è “Cuciniamo insieme”, si frequenta attivamente la sezione luganese dell’Associazione delle “gourmettes” e si accompagna il marito alle cene dell’Accademia della buona tavola. RICORDI D’INFANZIA È questo il “mondo culinario” di Donatella Mar Martignoni, una signora di origini venete che fin da bambina ha amato fornelli e ricette. “Sono cresciuta in una grande famiglia nella casa pater paterna, insieme ai nonni. Ricordo che ogni mattina, mentre io facevo colazione, mia nonna era già al lavoro per preparare il battuto che serviva da base per il pranzo e la cena: pestava il lardo con la cipolla, il prezzemolo, l’aglio, la salvia. Era una bravissima cuoca e cucinava ogni giorno per una quindicina di persone. Se chiudo gli occhi sento ancora il rumore degli utensili che usava quoti-
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dianamente e anche i profumi che si sprigionavano nel locale. Penso proprio che la mia passione sia nata in quella cucina, anche se da bambina non mi è mai stato permesso di mettere le mani in pasta. I bambini dovevano stare alla larga dai fornelli”. È bello ascoltare i racconti di Donatella. Mi sembra di rivivere insieme a lei quei momenti e di tornare bambina. Anch’io avevo una nonna molto brava in cucina… Nonna Lia non c’è più, ma una zia di Donatella ne custodisce un prezioso ricettario scritto a mano con tante note. “Spero tanto che un gior giorno mi venga consegnato perché avrei davvero piacere a possedere quella raccolta di ricette tradizionali”. Parlare di cibo evoca ricordi, aneddoti, fatti: “Pensi che nella famiglia di mio nonno materno, che era proprietario terriero, si mangiava ogni giorno come a Natale: l’antipasto, il primo in brodo o asciutto, il secondo arrosto o bollito e infine il dessert. Risultato: pesavano tutti più di un quintale. Sembra che il mio bisnonno materno superasse i 150 chili!”, mi svela Donatella.
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a ta v ola Come dessert, tarte tatin alle pere con salsa al cioccolato.
TA G L I A N D O
CUCINA DI STAGIONE E MEDITERRANEA Oggi, le abitudini alimentari sono cambiate. I ritmi quotidiani impongono spesso pasti veloci, magari già acquistati pronti. Ma non in casa Martignoni, dove Donatella cucina sempre e con grande piacere. Se non ha ospiti, a pranzo por porta in tavola un piatto di pasta accompagnato da un’insalata e alla sera carne o pesce con verdure. Le salse per la pasta, ha l’abitudine di prepararle
A TAV TA OLA… CON VOI Voi ci invitate da… voi quando a casa c’è tutta la famiglia. Una nostra redattrice e un fotografo verranno a casa vostra per scattarvi qualche fotografia e per chiacchierare di ricette, cibo, ricordi e alimentazione. Vi chiederanno la ricetta di una pietanza, magari quella della vostra “specialità”, nel limite del possibile, sarebbe bello poter fotografare anche il piatto pronto. Per partecipare basta inviare in redazione il tagliando-invito che trovate su questa pagina. Prenderemo contatto con voi direttamente. Grazie e a presto!
e congelarle, proprio come faceva la sua mamma. La padrona di casa sostiene che l’educazione alimentare sia importante, e che dovrebbe essere impartita dai genitori, perché sono loro che devono dare l’esempio. Lei lo ha dato alle sue figlie cucinando, sempre e di tutto con un’impronta mediterranea - “che secondo me è la cucina migliore” -, ma non trascurando anche incursioni in altre cucine, come quella asiatica, ad esempio. La cucina veneta, che a lei piace tanto
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Gentile redattrice, caro fotografo, desideriamo invitarvi a casa nostra per raccontarvi cosa significa per noi il cibo, per svelarvi una ricetta di famiglia e per farvi assaggiare il nostro piatto preferito. Famiglia (nome e cognome): ___________________________________________________________ Numero componenti: _____________________________________________________________________ Via: _____________________________________________________________________________________________ Località: _______________________________________________________________________________________ Tel.: _____________________________________________________________________________________________ _____________________________ Tra tutti i tagliandi pervenuti in redazione ne estrarremo uno per edizione. È quindi possibile che la vostra candidatura venga conservata per un’altra edizione e che veniate contattati in un secondo tempo.
http://www.illustrazione.ch/tagliando_08_15.pdf
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a t avol a
LE
ricette
CAPRINI AL FORNO
TORTINO ALLO ZAFFERANO CON SPIEDINO DI SALSICCIA
TARTE TATIN ALLE PERE CON SALSA AL CIOCCOLATO
Ingredienti (per 4 persone): • 1 grande pera • formaggio di capra tipo büscion • olio d’oliva • sale e pepe • rosmarino • insalata • noci pecan • cipolla rossa
Ingredienti (per 4 persone): • 300 g di riso Carnaroli • una piccola cipolla • 200 g di luganighetta • un litro di brodo di carne (anche di dado) • vino bianco secco • 40 g di grana grattugiato • un pizzico di stigmi di zafferano (o zafferano in polvere) • grosse foglie di salvia • 60 g di burro • sale e pepe
Ingredienti: • 10 piccole pere non troppo mature (Kaiser o Decana) • una confezione di pasta sfoglia rotonda • 150 g di zucchero • 150 g di burro • 200 g di cioccolato fondente • 100 g di panna intera • 100 g di latte
Preparazione: Tagliare 4 fette alte 1 cm da una pera e metterle su una teglia o una pirofila da forno. Sopra ciascuna fetta adagiarvi un bel pezzetto di caprino e condire il tutto con qualche goccia d’olio, sale e pepe e qualche ago di rosmarino. Passare in forno (grill) a 150° fino a quando il formaggio sia un po’ sciolto. Servire con un’insalatina condita con olio, aceto di mele, fettine di cipolla rossa e noci pecan grigliate.
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Preparazione: Preparare un classico risotto facendo imbiondire la cipolla in una casseruola con 30 g di burro. Unire il riso, tostarlo, bagnarlo con una spruzzata di vino e lasciar evaporare. Aggiungere il brodo a poco a poco portando il riso a cottura, ma tenendolo al dente e fermo. Poco prima del termine della cottura unire al risotto lo zafferano, il grana, il burro restante e mescolare bene. Togliere dal fuoco. Nel frattempo tagliare a pezzetti di cir circa 4/5 cm di lunghezza la luganighetta e avvolgere ogni pezzetto in una foglia di salvia. Infilare i bocconcini con altrettanti spiedini e farli rosolare in un tegame unto di burro. Con un copapasta rotondo formare quattro tortini di risotto, adagiarvi sopra uno/due spiedini e servire subito.
Preparazione: Lasciar ammorbidire il burro a temperatura ambiente. Accendere il forno a 200°. Tagliare a spicchi sottili le pere sbucciate. Prendere una tortiera con i bordi bassi del diametro di 24 cm e spalmarvi il burro con le mani spargendolo bene su tutta la superficie e sui bordi. Distribuirvi sopra lo zucchero e sistemarvi a cerchi concentrici gli spicchi di pera. Posare la tortiera sul fornello e tenendo a fiamma mediobassa cuocere fino a quando l’acqua della frutta è quasi tutta evaporata e lo zucchero comincia a caramellare (circa 15’). Togliere la teglia dal fuoco e lasciar intiepidire. Srotolare la sfoglia e coprire le pere lasciando sbordare la pasta che andrà bucherellata. Cuocere a 200° per 30’ finché la pasta inizia a dorare. Sfornare, posarvi sopra un piatto largo e rovesciare la torta. Scaldare il latte con la panna e sciogliervi il cioccolato. Servire la torta tiepida con la salsa al cioccolato.
e che è quella della sua infanzia, la gusta solo quando torna a Padova dalle zie. Lì viene “viziata”, ad esempio con il baccalà alla vicentina, oppure, d’inverno, con un piatto di costine di maiale arrosto e verze “soffocate”. Per tornare ai suoi piatti, la nostra padrona di casa ama sottolineare la sua predilezione per una cucina di stagione, non bio, ma piuttosto regionale, a km 0. “Non comprerei mai le ciliegie a Natale o l’uva in primavera…”. Per quanto riguarda i dolci, Donatella sostiene di non essere particolarmente esperta “anche perché per molti anni non mi interessavano proprio! Oggi faccio la mousse au chocolat, la torta al cioccolato, la tarte tatin… Devo dire che invecchiando, però, comincio ad apprezzare anche il dolce”.
I nostri enoesperti consigliano:
«Non comprerò mai ciliegie a Natale»
IL PIACERE DI CONDIVIDERE È ora di mettersi ai fornelli per la cena di questa sera. Donatella, mi consegna il menù che prevede caprini al forno, tortini allo zafferano con spiedini di salsiccia e tarte tatin alle pere con salsa al cioccolato. Indossato il grembiule, la nostra cuoca si muove con disinvoltura nella sua attrezzatissima cucina, tra fornelli e utensili. “Ci sono persone che hanno problemi a cucinare con gente intorno. Io no, perché sono abituata. Con il mio gruppo di donne del Lyceum, cuciniamo insieme una volta al mese e lo scopo è proprio quello di condividere una passione. Perché cosa c’è di più bello che condividere la preparazione del cibo - che diventa momento di incontro e di scambio - e poi il gustarlo insieme?”. “Convivialità”, per Donatella, è una parola con un significato preciso: il cibo è un piacere e un atto sociale. E anche questa sera ce l’ha dimostrato con eleganza, grazia e tanto… gusto. v
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Segui la rubrica anche su: w w w. f a c e b o o k . c o m / pennepennelliepasticci
1 1. Cerca una nocciola o una ghianda rosicchiata da uno scoiattolo. Puliscila bene dentro e fuori. Con il trapano fai un forellino sulla sua base. 2. Infila la nocciola sulla punta del trapano per poterla colorare meglio. Colora l’esterno con il color oro e l’interno con il colore a contrasto. Dovrai dare più mani. 3. Taglia un pezzo di cordino lungo circa 80 cm.
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Infila la campanella fino al centro del cordino e fai un nodo affinché non si sposti. Infila le due estremità del cordino nel forellino della nocciola, dall’interno verso l’esterno. Annodali all’esterno alla nocciola. 4. Alle due estremità del cordino infila una per perlina e fai un nodo. Annoda insieme i due cordini a ca. 5 cm dalle perline. Potrai infilare la collana dalla testa senza doverla più allacciare.
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oc chi o a
a volte non ritornano Moltissimi oggetti di uso comune contengono batterie e alcuni di questi vengono gettati senza pensare che contengono una potenziale fonte di inquinamento, che nel contempo è anche una risorsa! a cura Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch
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n Svizzera le pile sono considerate rifiuti speciali, siamo perciò tutti tenuti per legge a riportarle al negozio in cui le abbiamo acquistate o presso un punto di raccolta. Il buonsenso, dovrebbe essere però il vero motore che ci spinge a fare quei piccoli gesti in più per separare, conservare e infine consegnare pile, batterie e accumulatori usati. Le pile e le batterie esauste sono infatti costituite in percentuale elevata da sostanze riciclabili per il 95%. Tramite appositi processi, questi materiali vengono recuperati e riutilizzati, consentendo un notevole risparmio energetico ed economico. Non solo, il riciclaggio evita che questi materiali, come i metalli pesanti, si disperdano nell’ambiente danneggiandolo! Inoltre, forse non tutti sanno che il prezzo di pile e batterie comprende la tassa di smaltimento anticipata (TSA) i cui proventi vanno a finanziare l’intero processo di riciclaggio. Pagare in anticipo un prezioso servizio per poi non usufruirne è davvero un paradosso, economico e morale. La Svizzera raggiunge una quota di riciclaggio di batterie relativamente buona rispetto agli altri Paesi europei, ma l’Ufficio federale dell’ambien-
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te (UFAM) ha posto come obiettivo di innalzare la quota di raccolta differenziata di pile e accuaccu mulatori dall’attuale 71.4% all’80%. Sono 30 milioni infatti le pile e le batterie che ogni anno in Svizzera finiscono nella spazzatura! Oltre alla disattenziodisattenzio ne, e a una certa dose di pigripigri zia, è possibile che molte di queste batterie finiscano nei rifiuti domestici perché nascoste in ogog getti “insospettabili”. Ecco allora che noi, per sostenere questa campagna di sensibilizzaziosensibilizzazio ne, abbiamo pensato di proporvi una lista di oggetti che vanno sì buttati nella nor normale spazzatura, ma dai quali prima vanno tolte pile e batterie. In generale comunque basta rispondere a una semplice domanda: “Suona, fa luce o si muove e non ha un cavo da collegare alla presa della corrente?” Allora contiene una pila o una batteria! v
Per saperne di più:
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CANDELE
Le candele elettriche votive, ma anche quelle decora-tive o musicali sono perfette perché non si spengono con il vento e non sono pericolose, ma contengono tut-te una o più pile. Ricordatevene prima di buttarle via!
RASOI E DEPILATORI
Tutti i rasoi e i depilatori elettrielettri ci senza filo, che si ricaricano quindi collegandoli all’accumuall’accumu latore – ma anche i telefoni, cellulari compresi, o gli aspiaspi rapolvere, ad esempio - concon tengono una batteria che acac cumula l’energia trasmessa dal trasformatore. In questo caso non cercate di aprire l’oggetto, ma riportatelo dove lo avete acquistato, affinché venga smaltito correttamente in tutte le sue componenti.
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Gli spazzolini elettrici usa e getta, come quelli luminosi per bambini, contengono una pila non sostituibile, poiché si consiglia di sostituire comunque lo spazzolino ogni tre mesi circa. Questo non vuol però dire che la pila non vada estratta prima di gettare lo spazzolino nella spazzatura. In genere è necessario svitare una parte del manico. Non scoraggiatevi neppure se in alcuni modelli l’operazione risulta un po’ macchinosa.
GIOCATTOLINI
È nella camera dei bambini dove si nasconde il maggior numero di pile. In tutti i giocattoli che si muovono, che emettono luci e suoni naturalnatural mente, ma anche in quei piccoli oggettini luminosi o musicali che non hanno uno scomparto per le pile. Questo non significa che non le contengano, ma solo che non si possono sostituire. Prima di gettarli nella spazzatura quindi vanno tagliati o spezzati per poter togliere le batterie.
BIGLIETTI D’AUGURI
I biglietti d’auguri musicali conten-gono una piccola pila piatta inseri-ta tra i due cartoncini che formano il biglietto. Passata la festa, scol-late il cartone e togliete la pila!
BICCHIERI
Bicchieri, calici e cubetti di sisi mil ghiaccio in platica con base colorata luminosa contengono una o più piccole pile. Si trattrat ta di stoviglie usa e getta, ma prima togliete le pile! Si tratta però spesso di un’operazione complicata. Nel caso non riuriu sciste, riportate l’oggetto dove l’avete comprato o in un centro di raccolta differenziata.
LIBRI
Molti libri cartonati per la prima infanzia consentono a bimbi di ascoltare il verso degli animali o una canzoncina. Questo è possibile grazie alla pila, che in genere non è sostituibile e si trova dentro la copertina. Una volta scarica, anche se non desiderate più sostituirla (quando possibile) ma intendete conser conservare il libro, toglietela per evitare che rilasci sostanze tossiche.
SVEGLIE
SCARPE
Le scarpe per bambini con suole luminolumino se contengono una o più pile piatte nelle suole. Prima di buttare le scarpe quinquin di occorre togliere le pile (una in ogni scarpa!) sollevando la soletta interna e in genere anche la seconda suola in cartone. Altrimenti potete riri portare le scarpe dove le avete acquistate.
Molte sveglie con cavo da allacciare alla presa della corrente contengono comunque una batteria d’emergenza in grado di mantenere l’orario in caso di interruzione della corrente. Se sostituite la sveglia con una nuova pen-sateci, ma ricordatevi che una sveglia va riportata comunque da un rivenditore.
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archi vi o
tutti a scuola Lunedì 31 agosto 2015 è ripartito il… bastimento che vedrà impegnati allievi e docenti fino al 17 giugno 2016. a cura Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch
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untuali hanno riaperto le scuole, che quest’anno accolgono 40’788 allievi - scuola dell’infanzia: 8’300, scuola elementare: 14’950, scuola speciale: 496, scuola media: 11’900, scuola medio superiore: 5’142 - pronti a studiare e a relazionarsi con l’entusiasmo che li caratterizza. Di seguito vi proponiamo un pensiero di Francesco Chiesa, rettore del liceo cantonale a Lugano dal 1914 al 1943, per l’apertura delle scuole, apparso su Illustrazione Ticinese del 20 settembre 1941. “Rientrare nelle note aule, riaprire libri e quader quaderni, ritornare sotto il dominio dell’orario quotidiano, non è solo, nel tempo che viviamo, ossequio alla consuetudine annuale, ripresa del giusto lavoro dopo il giusto riposo, ma anche altro e più. Vuol dire (o dovrebbe voler dire) fede nei valori imperituri dello spirito, preparazione e certezza di un domani migliore, anello aggiunto ad anello nella catena d’oro che attraversa, palese segreta non interrotta mai, i secoli”. Mentre tutti’intorno infuriava la seconda guerra mondiale. v SCARICAMI Online la pagina di Illustrazione Ticinese del settembre 1941. http://www.illustrazione.ch/archivio_08_15.pdf
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in forma
il miracolo dell’equilibrio Il pancreas produce due sostanze fondamentali e totalmente diverse, che circolano nell’organismo in modo diametralmente opposto. Se questo miracoloso equilibrio s’invertisse, le conseguenze sarebbero disastrose. testo Rachele Pozzi - rachele@illustrazione.ch
I
l pancreas è una grande ghiandola annessa all’apparato digerente che produce il succo pancreatico, che concorre alla digestione; insulina e glucagone, atte a controllare il tasso di glucosio nel sangue; e bicarbonato, per neutralizzare i fluidi acidi dello stomaco. È quindi facile ipotizzare l’importanza di questa ghiandola, che quando non funziona come dovrebbe, causa diabete, e grandi problemi di digestione.
Nome: pancreas Definizione: ghiandola Dimensioni: forma allungata, somigliante a una lingua, lungo 12/15 cm Peso: tra 70 e 110 gr. Funzione: produrre fluido pancreatico, insulina e glucagone Grado di importanza: secondario Sostituibile: sì Indispensabile: no
COME FUNZIONA? Specifici ormoni regolano la composizione del fluido pancreatico secreto in funzione dei cibi grassi e acidi assunti, come pure la quantità di succo, che può variare da 1500 a 3000 ml al giorno. La cosa più sorprendente però è che questa ghiandola produce il succo pancreatico, dall’eccellente potere digestivo, ma che diventa pericoloso se fuoriesce dall’intestino. È infatti talmente potente da essere in grado di digerire e dissolvere qualunque cosa. In caso di pancreatite acuta per esempio, sussiste il rischio che questo fluido penetri nel circolo ematico e nella cavità addominale con conseguenze disastrose: l’organismo inizia infatti ad autodigerirsi! Ma il pancreas produce anche insulina che al
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in f or m a contrario del succo pancreatico, non confluisce nell’intestino, ma raggiunge tutti gli organi proprio attraverso il circolo ematico, per poi trasformare lo zucchero in energia pura per le cellule! Se il pancreas non produce insulina, o in quantità insufficiente, insorge il diabete, ed ecco che si rende necessaria l’insulinoterapia. NELL’ANTICHITÀ Il termine latino diabetes significa sifone e questo nome è stato sicuramente scelto perché i due sintomi più evidenti e caratteristici della malattia sono rappresentati da una grande sete e da una notevole quantità di urina emessa dal paziente. Si ignorava però che sangue e urine contengono glucosio. Fatta eccezione per la medicina indiana, che aveva chiamato questa malattia “urina di miele” proprio per il sapore dolce dell’urina dei diabetici. Il famoso medico indiano Sucruta definì il diabete come la malattia dei ricchi, che ne erano maggiormente afflitti poiché si potevano cibare di più riso, farina e zucchero. Sempre Sucruta aveva ancheosservato che le formiche tendono a raggrupparsi attorno all’urina dei diabetici. Anche i medici cinesi avevano osservato che l’urina dei malati di “malattia della sete”, come l’avevano chiamata, attirava i cani. I greci invece, e il grande Ippocrate stesso non avevano individuato le vere cause di questa malattia e credevano si trattasse solo di un’esagerata sete e relativa difficoltà ad assorbire i liquidi ingeriti. La descrizione più precisa della malattia la fece il medico greco Areteo di Cappadocia. Egli disse che “i malati patiscono una sete intollerabile, ma le bevande che assumono sono sempre inferiori alla quantità di urina che emettono” e attribuì le cause al veleno della vipera, che produce sintomi simili. Giunse però all’errata e gravissima conclusione che per curare questi pazienti, siccome non riuscivano a trattenere i liquidi, occorreva nutrirli con frutta e vino addolcito! UN PO’ DI STORIA Fu nei primi anni del ’900 che il dottor E. A. Sharpey-Schafer individuò la sostanza che risultava carente nei pazienti diabetici, e la chiamò
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insulina, prendendo il nome dal latino insula e quindi dalle cosiddette isole di Langerhans, le ghiandole pancreatiche che secernono questo ormone. Nel 1921, lo scienziato canadese Frederick Grant Banting, insieme al suo team, isolò l’ormone dopo aver osservato un cane che, privato chirurgicamente del pancreas, sviluppava i sintomi del diabete ma i cui sintomi, dopo la somministrazione d’insulina, si risolvevano. Questa scoperta gli valse il Premio Nobel per la medicina nel 1923, premio che condivise con il suo collega John James Rickard Macleod. Questa scoperta aprì le porte alla terapia del diabete a base d’insulina e permise di salvare molti pazienti affetti da diabete di tipo II, fino a quel momento destinati a una morte precoce. Dagli Anni 20 si diffuse l’uso d’insulina di origine animale estratta da pancreas bovino in modo artigianale dai medici stessi. Allora l’insulina andava assunta tre volte al giorno, dopo i pasti. Fu a partire dal 1944 che la terapia venne standardizzata, grazie all’introduzione di siringhe contenenti dosi uniformate
I dolciumi non sono solo nemici di denti e di una linea snella, sono anche veleno per i diabetici.
«Il succo
pancreatico digerisce qualunque cosa»
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di insulina. La speranza di vita dei diabetici si allungò, grazie alla terapia insulinica, di almeno 30 anni! Dagli Anni 60/70, sono stati sviluppati test per la diagnosi e l’automonitoraggio del diabete, e questo ha permesso ai pazienti di controllare autonomamente la propria risposta all’insulinoterapia facilitando enormemente la loro flessibilità nella quotidianità. Dagli Anni 80 poi, le biotecnologie hanno permesso la produzione su larga scala di un’insulina del tutto identica a quella prodotta dal pancreas umano, partendo però da batteri ingegnerizzati con la tecnologia del DNA ricombinato. Da questo punto in poi il passo è stato breve verso un’insulina biosintetica, l’Humulina. Nel 1986 è stata introdotta la prima “Novopen”, una penna per l’iniezione sottocutanea dell’insulina. Questo dispositivo totalmente indolore ha sostituito completamente la siringa e grazie alla sua praticità e soprattutto al fatto che è indolore, consente anche ai bambini di curarsi autonomamente. Rimane ancora oggi una sfida aperta la terapia del diabete di tipo II, poiché i farmaci in commercio tendono a perdere efficacia dopo anni di trattamento e la malattia, adattandosi alla terapia, tende a peggiorare. v
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Frederick Banting e Charles Best davanti all’ospedale universitario di Toronto, nel 1922.
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s al ut e
malattie sessualmente
trasmissibili È sempre meglio prevenire che curare. L’uso del preservativo in caso di rapporti a rischio è l’unica vera protezione efficace per evitare eventuali contagi di malattie anche potenzialmente pericolose. testo Stéphanie Castiglioni Scatizza - stephanie@illustrazione.ch
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olte persone sanno oggigiorno che esistono Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST), ma sono in pochi a conoscerne sintomi, cure e possibili conseguenze. In questo articolo inizieremo a trattarne una prima parte con l’aiuto dell’esperienza del Dr. Andrea Scatizza, spec. F.M.H. in Ginecologia e Ostetricia a Lugano. “Le Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST), un tempo chiamate malattie veneree, sono patologie virali o batteriche. Possono essere trasmesse attraverso il semplice contatto sessuale, il sansan gue, mediante lo sperma o le secrezioni vaginali e si possono contrarre anche con un solo rappor rapporto sessuale. Sono in genere malattie curabili e, se la diagnosi è tempestiva, non danno luogo a complicazioni successive. Si consiglia quindi, in caso di secrezioni o piccole escrescenze anomale sui genitali, ulcerazioni o anche solo dubbi sui rapporti sessuali avuti, di ricorrere ad una consulenza con il proprio medico o con lo specialista”. Fanno principalmente parte delle MST la Clamidia, la Gonorrea, la Sifilide, l’Herpes
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Virus, l’Uroplasma, il Trichomonas, il Papilloma Virus. E anche se non unicamente sessualmente trasmissibili HIV, Epatite C e Candida. Ma iniziamo con una prima parte di esse. LA CLAMIDIA “La Clamidia è una malattia sessualmente trasmissibile causata dal batterio Chlamydia trachomatis. Se trasmesso tramite il contatto sessuale, il batterio può infettare gli organi dell’apparato urinario e genitale. In molti casi non si hanno disturbi, quindi le persone possono essere portatrici senza nemmeno accorgersene, e l’infezione può durare per settimane o mesi prima di essere individuata. Spesso invece compaiono dolori addominali bassi, minzione dolorosa, dolore durante i rapporti, sanguinamento intermestruale e meno frequentemente nausea, vomito, senso di affaticamento o febbre. Nel caso l’infezione da Clamidia non venga curata in una donna la sintomatologia può aggravarsi e si possono danneggiare anche in maniera permanente le tube di Falloppio e il dolore pelvico può cronicizzarsi con il rischio di influenzare drasticamente la fer fer-
tilità. La Clamidia trascurata può anche causare l’infiammazione cronica della pelvi (PID), che può colpire la vagina, il collo dell’utero, l’utero e le ovaie. Negli uomini i sintomi della clami-
dia comprendono perdite dall’orifizio orinario e bruciore durante la minzione. Le infezioni non curate possono causare l’epididimite, un’infiammazione dei condotti che si trovano nella zona
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s al ut e retrostante ai testicoli. Tutto questo può provocare gonfiore e dolore ai testicoli e talora l’infertilità. Se a un paziente viene diagnosticata la Clamidia, tutti i partner sessuali devono essere informati e curati con antibiotici, anche se non hanno alcun sintomo, in modo che non sviluppino alcuna complicazione a lungo termine o propaghino l’infezione ad altre persone. Se individuata per tempo può essere curata bene con antibiotici e i sintomi alleviati entro dieci giorni”. LA GONORREA La Gonorrea è una tra le malattie sessualmente trasmissibili più diffuse a livello mondiale e, attualmente, dopo un periodo più tranquillo, si sta nuovamente diffondendo. È provocata da un batterio, Neisseria Gonorrhoeae, in grado di infettare le vie uretrali nell’uomo e le vie urogenitali nella donna. Per crescere e riprodursi questo batterio necessita di un ambiente caldo e umido e gli organi genitali femminili e l’uretra (sia nella donna che nell’uomo) sono l’ambiente ideale. L’infezione può però svilupparsi anche in altre sedi: bocca, gola, occhi e retto. Poiché la Gonorrea a volte si presenta con scarsi sintomi, effettuare la diagnosi risulta piuttosto complicato e questo rende più facile il contagio. Se non trattata può avere conseguenze gravi: nelle donne può danneggiare le tube, causando infertilità o aumentare il rischio di gravidanza ectopica. Nell’uomo può portare anch’essa alla sterilità. Quando i sintomi si presentano sono generalmente lievi e difficilmente distinguibili da altre infezioni che interessano vagina o vescica. Quando presente, la sintomatologia nelle donne comprende bruciore durante la minzione, aumento delle secrezioni vaginali e perdite di sangue tra un ciclo mestruale e l’altro. Negli uomini i sintomi possono comparire in un arco di tempo piuttosto variabile - da due a trenta giorni dopo l’infezione e comprendono, principalmente bruciore durante la minzione, perdite di colore tendente al bianco, giallo o verde dall’uretra e può essere riscontrato dolore/gonfiore ai testicoli. LA SIFILIDE O LUES La Sifilide è una tra le più importanti e perico-
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lose malattie sessualmente trasmissibili. È un’infezione causata da un batterio (Treponema pallidum) che si riproduce facilmente sulle mucose dei genitali e della bocca. Negli ultimi anni la sifilide è comparsa nuovamente anche a livello europeo e quindi il rischio di contrarla è aumentato. Dopo tre quattro settimane dal contagio si manifesta con un piccolo indurimento tondeggiante e talora ulcerato a livello genitale o nella zona di contatto sessuale (fase primaria). Nella donna questa lesione compare più frequentemente sulle grandi labbra, a livello vulvare o sul perineo. Nell’uomo sul pene, il prepuzio o l’ano. Possono inoltre comparire all’interno della bocca, sulle gengive o la lingua. Queste lesioni anche se non curate, tendono a scomparire spontaneamente entro un mese dalla loro comparsa. Delle screpolature rotondeggianti sui palmi delle mani e le piante dei piedi e macchie tondeggianti diffuse (come un morbillo!) su tutto il tronco e gli arti segnalano invece la fase successiva, det-
Biotin-Biomed forte In caso di disturbi della crescita di capelli e unghie ®
ta secondaria. La fase terziaria, oggi rarissima, può comparire molti anni dopo il contagio con disturbi neurologici, cardiologici e ossei che possono anche portare alla morte. Un’immediata e mirata cura antibiotica può eliminare l’infezione che però va tenuta sotto controllo mediante esami del sangue nei mesi e negli anni successivi per la possibile insorgenza delle fasi secondarie e terziarie.
in seguito a carenza di biotina.
HERPES VIRUS L’Herpes genitale appartiene alla stessa famiglia di quello che colpisce le labbra (Virus Herpes
«Le MST possono
avere conseguenze anche gravi» simplex). Tuttavia, quando questo virus colpisce i genitali, sia maschili sia femminili, può manifestarsi con maggiore fastidio e anche maggiori complicazioni rispetto alle lesioni che provoca sulle labbra. A volte però non provoca alcun sintomo e quindi la persona non sa di essere portatrice. Spesso si può manifestare anche in situazioni di stress fisico. Si trasmette generalmente per via sessuale e può colpire nell’uomo lo scroto, la punta del pene. Nella donna la vulva, la vagina e il collo dell’utero. In entrambi l’uretra e la zona anale-perianale e non è raro anche a livello delle natiche. Si presenta con piccole vescicole raggruppate che tendono a regredire da sole nel giro di una o due settimane. Si manifesta con dolore, bruciore e prurito e difficoltà a urinare. Il contagio in genere si verifica se il rapporto avviene nella fase acuta. Le donne in gravidanza che sanno di essere portatrici devono avvertire il proprio medico curante che, in caso di comparsa delle lesioni al momento del parto, ricorrerà a un taglio cesareo per evitare la trasmissione al nascituro. La cura consiste in compresse e creme locali antivirali. v
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m ot or i
automobili elettroniche
e autonome Accomodatevi nel mondo dell’evoluzione a quattro ruote, tra anticipazioni e realtà che si diffonderanno nei prossimi anni per un giro d’affari miliardario. testo Stefano Pescia - stefano.pescia@illustrazione.ch
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ivere con il calendario che corre nel tempo è sinceramente appassionante. Ogni volta che abbiamo la possibilità di partecipare alla presentazione di un modello di prossima commercializzazione, notiamo con interesse che i progressi della tecnologia contagiano, senza scampo, le automobili di tutte le categorie. Sono il segno delle sinergie della produzione industriale, con accessori simili che vengono montati su vetture di marchi differenti per permettere ai singoli modelli di lottare a ranghi serrati, con quelli della concorrenza. Oltre alle cure dimagranti per diminuire il peso, a vantaggio del minor consumo di carburante e delle emissioni di sostanze inquinanti, le industrie automobilistica ed elettronica hanno avviato collaborazioni sempre più strette per integrare i sistemi informatici nelle auto. I periodi durante i quali lo stile e l’aerodinamica erano i fili conduttori delle loro evoluzioni, oggi sono stati sostituiti da una raffinata sintesi dominata da investimenti in costante crescita a vantaggio delle risorse nella connettività e nell’applicazione di sensori per la prevenzione degli incidenti stradali.
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L’automobile sembra volersi liberare dalla schiavitù del conducente, sognando la guida autoauto noma e la connessione Internet a bordo, con il desiderio di realizzare quei film di fantascienza che permettevano alle quattro ruote di parlare, volare e consentire al conducente di potersi distrarre senza preoccupazioni. La realtà sta assumendo una nuova dimensione all’insegna della sicurezza che spazia dai fari anteriori laser a nuovi sistemi multimediali di bor bordo che replicano le funzioni degli smartphone per eseguire chiamate, inviare messaggi, ascoltare musica, utilizzare la navigazione satellitare e i sistemi di controllo vocale. Già in modelli con un prezzo di listino inferiore ai 30’000 franchi, sono anche disponibili di serie o in opzione dei sistemi per rilevare possibili collisioni imminenti in città, segnalare il pericolo e attivare la frenata automatica per evitare l’impatto con il traffico stradale, pedoni e ciclisti compresi. La casa automobilistica Chrysler, che appartiene al gruppo Fiat Chrysler Automobiles, ha presentato alcune nuove funzioni del suo sistema multimediale Uconnect che saranno introdotte nel corso
dell’anno. Tramite un’applicazione installata sullo smartphone, la funzione “Vehicle Finder” per permette di individuare la propria auto ovunque sia stata parcheggiata e di essere guidati fino a raggiungerla. Quest’anno tutto il settore registrerà un giro d’affari da capogiro: quello inerente ai dispositivi elettronici montati direttamente in fabbrica sui nuovi modelli per la connessione Internet a bordo delle auto è valutato dagli esperti in 11 miliardi di dollari. Tanta fretta è dovuta anche per contrastare l’avanzata delle grandi aziende di elettronica come Apple e Google, che negli ultimi anni hanno superato i confini del mondo dell’auto presentando sistemi d’intrattenimento di bordo e prototipi di veicoli capaci di guidare in totale autonomia. Con un po’ di pazienza avremo pure la possibilità di controllare questi
«Dopo il 2020 comanderà l’elettronica»
dispositivi ad altissimo valore innovativo sui vetri, parabrezza in particolare, con una qualità e una garanzia di affidabilità e sicurezza di chi guida e di chiunque viaggi in auto. Negli ultimi 10 anni la superficie vetrata delle auto è aumentata del 15% e il ruolo che un parabrezza più ampio ricopre sull’integrità strutturale dell’auto contribuisce fino al 30% alla rigidità torsionale della vettura. Carglass, azienda specializzata nella riparazione dei vetri delle auto, immagina che nel 2020 il parabrezza riunirà in un unico sistema integrato tutte le comunicazioni tra vettura e conducente che oggi sono riportate su tanti display diversi. Indicazioni stradali, velocità, stato di ef efficienza della vettura, radar anticollisione, colonna sonora, informazioni turistiche e di servizio: tutti i dati verranno visualizzati nel momento in cui servono direttamente davanti agli occhi del conducente. Una funzione ancora a livello di prototipo, ma che potrebbe essere introdotta sul mercato in tempi brevi, è quella dei controlli gestuali, pre-
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percorso quasi 900 chilometri dalla Silicon Valley a Las Vegas con interventi del guidatore limitati ai percorsi urbani, mentre sulle autostrade statunitensi il modello Audi ha accelerato, frenato, cambiato corsia e sorpassato autonomamente. La riduzione degli incidenti tramite sensori e dispositivi elettronici in grado di rilevare pericoli e prevenirli è una delle applicazioni più interessanti dell’interazione tra elettronica e auto. Per questo motivo le case automobilistiche stanno investendo nello sviluppo di sistemi in grado di monitorare l’ambiente che circonda le auto e di interagire con esso. E a questo punto non stupitevi se tra una quindicina d’anni la vostra automobile si aprirà con un riconoscimento facciale o vocale e si avvierà al comando della nostra voce o riconoscendo i vostri occhi. v
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escur si oni
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sosta Attorno al lago di Origlio. Andare per andare. Andare per arrivare. Andare per fermarsi. Andare per essere. Andare per ritornare. testo e foto Giosanna Crivelli - giosanna@illustrazione.ch
O
gni andamento può essere modulato a sé stante o nell’interazione tra gli aspetti complementari. Fermarsi risponde alla necessità di rallentare il ritmo, per riappropriarsi del significato di un luogo, di ogni luogo, per riapprendere un linguaggio simbolico elementare, che in passato era più evidente e immediato poiché il mondo fisico aveva un ordine che rispettava le origini. È l’osservazione che crea il luogo o viceversa? È questa relazione tra oggettività e soggettività che crea una dinamica vitale, in continua mutazione. Fermarsi porta ad abitare quel luogo, anche se solo per un breve istante. E per un breve istante quel luogo diventa la dimora delle proprie visioni, una manifestazione del collegamento tra la realtà esterna e il significato profondo e ambiguo che quella realtà evoca dentro di noi. La riserva naturale protetta del Lago di Origlio è stata creata per recuperare il valore ecologico dell’ambiente naturale circostante, in particolare le zone umide, in parte compromesse dalle bonifiche effettuate a partire dagli anni ’40. All’estremo nord del lago il canneto, periodicamente sfalciato, ospita insetti, animali e in particolare uccelli che non potrebbero vivere altrove. A nord-est la creazione di uno stagno permette
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la riproduzione degli anfibi. A sud la rivitalizzazione di un ontaneto è favorita da un ambiente permanentemente umido. È una piccola oasi nel mezzo di una zona residenziale. Più il percorso è breve, più si dilata il tempo, e maggiore è l’attenzione a dettagli minimi. Quel fermarsi è un tempo sospeso, un’attesa che è accoglienza, che è relazione, che è ricerca di una bellezza non codificata. Guardare l’acqua, guar guardare quell’elemento che pensiamo di conoscere, e scoprire immagini nuove. Scoprirne l’intimità. L’immagine più materica del lago è quella appe-
na sotto la superficie, lì dove l’acqua è bassa, ed è visibile il fondo melmoso creato da strati di foglie secche depositate nel tempo. Non è l’immagine che ci aspettiamo, non riflette la nostra immaginazione d’acqua, in quell’acqua non ci specchiamo, ma andiamo in profondità, e capiamo che non può esserci luogo d’acqua, materia fluida, senza una relazione con la terra, materia solida. Trovare un’immagine fotografica è una sorpresa. E ancora maggiormente quando non vi è nulla di spettacolare: non quella luce rosea dell’alba, non quella luce dorata del tramonto, non quei colori decisi, non quei contrasti forti, non quelle linee grafiche precise. Può essere una sensazione vaga a portare all’inquadratura e allo scatto, in quel momento, in quel contesto. E, a volte, come un satori, quel momento dell’illuminazione Zen fa emergere intuitivamente un’immagine folgorante, quella e non un’altra. Così, nella quiete di una sera, circondato dalle tonalità pastello del bosco
riflesso dall’acqua, quel pennacchio sfocato tra canne sfocate che creano geometrie casuali, diventa protagonista, o spettatore, l’attribuzione dei ruoli e del significato è lasciata a chi l’immagine la guarda. E, in un altro momento, la traccia del percorso dell’anatra sull’acqua lascia quella scia blu, un ricettacolo di una parte di cielo. Quel cielo che si riflette su onde che si muovono in successione regolare, creando un ritmo compositivo in continuo mutamento e un numero infinito di immagini, una pluralità di istanti, che diventano durata. E, in un altro momento, l’acqua appare plumbea, impenetrabile, uno specchio perfetto per l’immagine del doppio, di quell’identità uguale a sé stessa, che dal sé trova forza e conferma, ma anche solitudine per la mancanza di relazioni con ciò che è altro e diverso. E, come immagine conclusiva, quel colpo di vento, che fa ondeggiare dolcemente i rami delicati e flessibili del salice, come un ampio respiro. v
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s p or t
aquiloni
sulla cresta dell’onda Sarà capitato anche a voi di osservare, al mare o sui laghi svizzeri, aquiloni umani inseguire le onde. Abbiamo incontrato un interprete del kitesurf per avvicinarci a questo sport. testo Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch foto Ti-Press/Samuel Golay
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el 1999, di ritorno da un viaggio in Nuova Zelanda, mi sono fermato alle isole Hawaii e ho provato a fare kitesurfing. Un’impresa! Con difficoltà sono riuscito a sollevare l’ala, e allora si parlava di andature al traverso o di lasco, non si poteva ancora bolinare”. Marco Borasi ricorda così il suo approccio con la disciplina del kitesurfing, nata proprio alla fine degli Anni 90 come variante del surf e che consiste, citiamo l’enciclopedia, “nel farsi trainare da un aquilone (“kite” in inglese), che usa il vento come propulsore e che viene manovrato attraverso una “barra di controllo” (barra), collegata al kite da sottili cavi (quattro o cinque) detti “linee”, lunghi tra i 22 e i 27 metri”. “Il ‘clic’ vero è proprio per lo sviluppo di questa disciplina”, prosegue la nostra ‘guida’, “è scattato proprio in quegli anni, quando le vele sono di-
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ventate performanti in modo tale da permettere ad ogni sportivo, anche con poca esperienza, di partire da un punto con la garanzia di tornare allo stesso punto di partenza”. Incontro Marco Borasi a Magliaso, in una delle giornate favorevoli alla pratica del kitesurf: “Se c’è vento da nord, o una bella breva, mi prendo la mia ora di tempo, vengo qui ed esco, anche in inverno”. Preparata l’attrezzatura, collocata la vela a circa 20 metri dalla riva, lo osservo prendere vento e allontanarsi in mezzo al lago… Di professione odontecnico, la passione di Marco Borasi per gli sport acquatici nasce all’età di 1617 anni, grazie all’amico Tiziano Orsatti, che gli insegna a praticare il windsurf. Da quel momento, col Circolo velico di Lugano quale referente e la passione a spingerlo, ovunque nel mondo vi sia una superficie acquatica da cavalcare egli ne
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s p or t Marco Borasi, a riva, prepara... l’aquilone.
Marco Borasi si muove avanti e indietro in mezzo al lago, ammiro le sue evoluzioni sull’acqua. Quando trainato dalla vela, insegue le onde cer cercando l’attimo buono per effettuare un salto e tornare a scivolare sull’acqua. È davvero una giornata favorevole, diversi praticanti di windsurf accompagnano la sua uscita, altri due kite-
KITESURF
in pratica
La spesa complessiva per l’acquisto dell’equipaggiamento di base è di circa 2’500 franchi così suddivisi: • 1’700 franchi circa per la vela completa • 300-500 franchi per la tavola • 120 franchi per il trapezio. Attualmente, in Svizzera praticare il kitesurf è proibito fuori delle zone autorizzate dalle autorità. Questo divieto sarà in vigore fino al 15 febbraio 2016, dopo di che verrà dato il via libera.
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surfisti si sono aggiunti alle sue acrobazie. Di ritorno a riva, commento dicendo che sì, sarà anche uno sport facile da praticare, ma poi mica tanto, e che mi sembra una disciplina che nasconde delle insidie: “Sei attaccato a una vela che comunque è un’ala, e quando ne perdi il controllo può iniziare a ruotare e ad accelerare e scaraventarti anche per trenta metri; per questo occorre sempre avere la lucidità necessaria per liberarti dal kite, bastano pochi secondi, a una velocità di 40-60 km/h, per andare a sbattere
Kitesurfisti in azione a Silvaplana. foto Swiss Kitesurf Sagl
approfitta, cimentandosi dapprima col windsurf, per passare al wakeboard, al wake surf – con cui si rincorre l’onda artificiale generata con la barca da wakeboard – per focalizzarsi sul kitesurf.
e Teoriaatica pr sono sabili en p s i d n i PICCOLO PICC OLO
prontuario
Per iniziare la pratica del kitesurf è opportuno frefre quentare un corso che copra almeno questi punti: (A terra) • teoria del volo, conoscenza dei venti (a terra) • uso di tutti i sistemi di sicurezza (a terra) • cenni di meteorologia • decollo ed atterraggio (In acqua, nell’ordine) • self-rescue (rientro a riva in emergenza) • ridecollo dell’ala • bodydrag (farsi trascinare sulla superficie dell’acqua (senza tavola) sfruttando sapientemente la trazione generata dall’ala) • bodydrag di bolina • water-start (partenza dall’acqua facendosi sollevare grazie alla forza del vento sulla vela) Per iniziare sono necessarie le seguenti attrezzature: • aquilone o ala completo di barra e linee e leash di sicurezza del kite; • tavola da kitesurf; • trapezio con coltellino taglialinee; • attrezzatura di sicurezza (giubbotto protettivo e/o galleggiante, casco, muta).
contro un ostacolo e farti male. Bisogna pertanto sempre avere ben attivato il livello d’attenzione e controllare che tutta l’attrezzatura sia sempre in ordine”. Seguire una formazione di base è quindi indispensabile: “Esatto. È uno sport che regala in fretta grandi emozioni, ma che non va sottovalutato. Il kite è diventato uno sport di massa per perché è relativamente facile da praticare, con un corso di due settimane si può imparare a gestire la vela. Per iniziare sul lago, la cui pratica risulta un po’ più complicata rispetto a quella sul mare, tra le più prossime segnalerei le diverse scuole di kitesurf disseminate sulle rive del lago di Como o quelle presenti a Silvaplana e Sankt Moritz”. Hai accennato alle emozioni che la disciplina regala: “Penso a quelle vissute al mare, in posti un po’ remoti, in Olanda, in Danimarca, in Sardegna, quando sei solo, con le onde e il vento e una distesa di sabbia…”. v
SCARICAMI Online puoi vedere Marco Borasi in azione. http://www.illustrazione.ch/IT_Sport_08_15.mov
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a r r ed ar e
tutto inizia
dal bagno È il bagno il locale dove gli uomini svizzeri si preparano per affrontare la giornata, come nessun altro al mondo! a cura Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch
U
n sondaggio recentemente condotto da Ikea Life at home, per il quale sono state analizzate a fondo le abitudini mattutine degli abitanti delle principali metropoli mondiali, ha dimostrato che oggi, il bagno è un locale molto impor importante per il benessere di tutti noi. Dall’inchiesta,
effettuata anche in Svizzera, è emerso infatti innanzitutto che nel nostro Pese le giornate iniziano in media molto presto. Le nostre sveglie sono puntate infatti alle 6:30, prima di qualunque altro Paese al mondo, fatta eccezione per Berlino e Mumbai, che si svegliano alla nostra stessa ora. I nostri uomini investono, in bagno, 15 minuti © Ikea.
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del loro tempo per la cura del proprio aspetto, più degli uomini di qualunque altro Paese al mondo. Le donne svizzere invece, hanno bisogno di 20 minuti, esattamente come le donne di New York. Ci alziamo presto perché iniziamo a lavorare presto, ma anche perché all’avvio della giornata dedichiamo parecchio tempo, tra cure di bellezza e prima colazione, a differenza della maggior parte degli altri cittadini del mondo, che tendono invece a sbrigare queste operazioni il più rapidamente possibile, per poter stare a letto più a lungo. Questo aspetto dovrebbe farci riflettere sul fatto che il locale nel quale diamo avvio alla nostra giornata dovrebbe essere quello più accogliente, caldo e rilassante. Se un tempo il bagno era visto esclusivamente come un locale di servizio dove espletare funzioni fisiologiche vergognose, e dove lavarsi il più
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fuori dagli schemi»
rapidamente possibile, sia per la mancanza di acqua calda e riscaldamento, sia perché la nudità era comunque considerata vergognosa, così come tutte le operazioni legate alla, poca, igiene personale. Da allora sono passati tanti anni, eppure uno strascico ci è rimasto, e continuiamo a considerare il bagno un locale poco attrattivo, al quale prestare poca attenzione. Ma chi lo dice che la stanza da bagno non possa essere arredata e decorata come qualsiasi altro locale della casa? Il concetto di piastrellare pareti e pavimenti, manco si dovesse pulire tutto con l’idropulitrice, è superato da tempo, ma se non possiamo ristrutturare ciò che già c’è, possiamo migliorarlo cambiando il modo di vederlo. Nessuno ci vieta ad esempio di appendere piccoli quadretti alle pareti, disporre vasi di fiori, portariviste o candele profumate, così come di scegliere un’illuminazione inusuale, con una lampada a stelo per esempio, oppure con un prezioso lampadario. Osate pensare fuori dagli schemi, e il bagno diventerà il vostro locale preferito! v
Da oggi a domani senza lavoro: posso assicurare il mio credito contro un evento del genere? Sì, con la nostra garanzia del credito. In caso di incapacità al guadagno o disoccupazione Assunzione delle rate mensili 0800 40 40 42 oppure credit-now.ch
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scat t ant i
professione
reporter Gianluca Grossi, un uomo, un giornalista, un fotografo attivo sui fronti “caldi” del Pianeta, ha documentato il viaggio compiuto dai migranti che scelgono la “rotta dei Balcani” per giungere in Europa. a cura di Marco Ortelli e Gianluca Grossi - foto © 2015 Weast Productions
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l viaggio compiuto da Gianluca Grossi, lo ha portato dall’isola di Lesbo ad Atene, successivamente a Salonicco, e poi in Macedonia, Serbia, Ungheria e per
concludere in Austria, con arrivo a Vienna. Qui di seguito, alcune impressioni di una giornata trascorsa lungo il confine fra la Grecia e la Macedonia. v
1. A Idomeni, sulla linea di confine fra la Grecia e la Macedonia, la giornata inizia presto. Un bambino siriano dorme ancora. Gli altri, gli altri migranti, in fuga dalle guerre e dalla miseria, sono già svegli e in attesa di potere continuare il loro viaggio.
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© Redea Production
2. Altre persone sono in arrivo. Sono migliaia, ogni giorno, un fiume in piena di esseri umani. Sbarcano in Grecia, provenienti dalle coste della Turchia: davanti a sé hanno “la via dei Balcani”. Un cammino difficile, compiuto in condizioni drammatiche, verso la “nuova vita” che tutti sognano.
3. Filmare e fotografare queste persone, che soltanto in casi rari dicono “no foto!”. Mi chiedo come reagirei io, se mi trovassi nelle loro condizioni, che pure ho deciso di condividere, almeno in parte. Ogni scatto, ogni fotogramma prende in consegna la loro vita: vorrebbe farsi testimone della dignità di questi esseri umani.
4. La “colazione” la prendiamo tutti insieme da Lazarus, un greco che ogni mattina parcheggia il suo furgone rosticceria davanti al confine e vende panini con dentro le patatine fritte, caffè, bibite e sigarette macedoni. © Redea Production
5. È pomeriggio. Altri arrivi da documentare: persone che camminano lungo i binari, verso la Macedonia. Attraversamenti di confini. Famiglie intere, e giovani in gruppo. Provengono dalla Siria, dall’Iraq, dall’Afghanistan, dall’Africa, dal Bangladesh, dal Pakistan.
6. Scende la notte. La linea di confine con la Macedonia è sempre affollata. I piedi soffrono per i chilometri percorsi. Il corpo è aggredito dagli insetti. Si cerca, alla meglio, di porre rimedio. L’aiuto che questi esseri umani trovano lungo il loro viaggio è praticamente inesistente.
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ed i t i
il ticino che racconta Specchi nei quali rifletterci, riflettere, e magari apprendere anche qualcosa di sé. a cura di Marco Ortelli - uti@illustrazione.ch
I GIORNI E LA MORTE di Remo Beretta, a cura di Sofia Marazzi, Armando Dadò editore Un episodio personale, ho avuto l’oppor l’opportunità di frequentare al Liceo di Lugano le lezioni di italiano di Remo Beretta. Al termine delle vacanze scolastiche, era solito accoglierci in classe, il lunedì mattina, con un laconico: “Un bel gioco dura poco”. Ignari, noi liceali, di quanto grave fosse per lui quest’affermazione. Redatto nel 1961, mantenuto inaccessibile per oltre cinquant’anni, questo romanzo segue con lo sguar sguardo di un fratello maggiore i giorni precedenti la morte del fratello minore e le settimane di lutto successive. Una vicenda autobiografica, ma la nar narrazione assume un valore assoluto di dolore e di impotenza di fronte alla perdita di un famigliare.
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“Non sembra vero si possa pensare a questo e a quello, andare di qua e di là, mentre all’ospedale un fratello non pensa che a resistere al male, a far passare a due mani il tempo”. LÀ DOVE CANTAVA L’USIGNOLO. RACCONTI DAL PAESE DELLA MEMORIA. di Fernando Grignola, Edizioni Ulivo “Conosci te stesso”, è la sentenza che dall’antica Grecia ai giorni nostri ci attraversa come un invito ad illuminare i nostri giorni sul Pianeta. Fernando Grignola, raccoglie memorie, che accosta, sovrappone, dispone per scoprire quale immagine ne possa scaturire. Nulla sappiamo veramente della nostra origine, che si perde in un lontano punto interrogativo, ma questi racconti ci aiutano a comprendere qualcosa di noi,
ad ampliare la nostra consapevolezza, per non lasciarci appiattire dalla vita quotidiana impostata su un frenetico consumo. “Sono stato uno degli ultimi allievi di Maria Boschetti Alberti, dal 1943 al 1946. Ho quindi vissuto inconsapevolmente in quella stupenda atmosfera di educazione amorosa dell’anima fanciulla, di apprendimento personalizzato che furono il miracolo ispiratore della sua Scuola Serena prima a Muzzano e infine ad Agno”. UNA PULCE DI BAMBINA di Anna Binaghi, Illustrazioni di Simona Meisser, Fontana Edizioni “In una casetta rossa tra due alberi di quercia, a due passi dalla grande cittàà ma in piena campagna, abitava una bambina di nome Anna. Era piccola, bionda, aveva una lunga coda di cavallo, due occhi color nocciola e un gran sorriso che non mostrava quasi mai...Tutti le volevano un gran bene, anche se non avevano il tempo di dirglielo. La mamma, le avevano raccontato,
era partita per un lungo viaggio. Il papàà lavorava giorno e notte nella grande fabbrica in città. Spesso la sera, quando rientrava, parlava alla sua bambina della mamma e la tristezza scendeva sul suo viso fino ad ar arrivare nei suoi occhi. Anna lo ascoltava attenta, non riuscendo però a capire le ragioni di quella malinconia... Un giorno il cir circo arrivò alla periferia della città. Il grande tendone rosso si vedeva in lontananza dalla finestra della camera di Anna. La sera tutto s’illuminava”. Un racconto per piccoli e grandi, una fiaba, un viaggio, un rito di passaggio verso la vita adulta, quando tutto non finisce, ma ricomincia, se solo non si perde di vista il dialogo con la magia, come quella che ad esempio il circo sa risvegliare. v
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Piante e loro proprietà
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e piante, è risaputo, sono eccellenti alleati nella vita di ogni giorno. In cucina vengono utilizzate come aromi per insaporire e condire pietanze, o qualsiasi nostro piatto, per i vegetariani possono sostituire una dieta onnivora mantenendo intatti i valori nutrizionali, le erbe però vengono anche utilizzate in medicina sia naturale che in quella classica diventando parte integrante di farmaci a base chimica. Quello che non tutti sanno però è che le piante vengono utilizzate sin dalla notte dei tempi per curare malattie non solo fisiche ma anche di origine psicologica. La naturopatia è una scienza che si è sviluppata negli anni trasformando quella che in passato veniva considerata di dominio esclusivo di sciamani, druidi o addirittura fattucchiere. Questi personaggi in realtà erano conoscitori ed esperti nella raccolta e nell’utilizzo di quasi tutte le erbe offerte dalla natura, il tutto senza conoscenze scientifiche ma solo grazie all’intuito e alla sperimentazione fosse essa casuale o ricercata. Purtroppo nel passato tutto ciò che non si capiva o non si riusciva a spiegare veniva tacciato come stregoneria o simile. Oggi invece si riconoscono le conoscenze dettate da studi accurati di naturopati, erboristi, medici olistici o di tutte quelle scienze che cercano di portare aiuto, cura e sostegno alle persone grazie all’uso esclusivo o quasi di piante ed erbe chiamate “officinali”. Elencare i vantaggi di ogni singola pianta o erba aromatica in poche parole è praticamente impossibile, per esempio la salvia aiuta la digestione, la malva rilassa, il mirtillo decongestiona gonfiori e vene ingrossate, l’uva ursina aiuta a migliorare la situazione delle vie urinarie e così via. Se ancora non conoscete quali e quante piante, magari presenti nel vostro orto e utilizzate solo in cucina, potreste usarle anche come farmaci; rivolgervi a persone esperte in materia con una conoscenza seria e profonda di erbe e piante, vedrete che riusciranno a spalancarvi le porte di un mondo tutto nuovo e ricco di profumi oltre che di vantaggi terapeutici completamente offerti dalla natura.
DAIANA 0901 588 216 Medium sensitiva, opero nel campo della radioestesia e cartomanzia.
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oroscop o testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch
g ARIETE 21/3 - 20/4
h TORO 21/4 - 20/5
i GEMELLI 21/5 - 21/6
j CANCRO 22/6 - 22/7
PREVISIONI PER IL MESE DI SETTEMBRE 2015
Mese molto particolare questo, con due eclissi, il 13.9 e il 28.9, che riguardano dapprima il settore lavorativo e poi quello amoroso. La fortuna potrebbe toccarvi proprio quando meno ve l’aspettate, grazie al lungo transito di Venere, in ottimo aspetto al vostro Urano. L’amore potrebbe sorprendere proprio voi single. E l’energia di Marte leonino vi accompagnerà anch’esso fino al 24.9, ma vi metterà in guardia da ogni eccesso e imprudenza, poiché Mercurio si troverà in opposizione, per cui siate più attenti nelle trattative di qualsiasi genere e chiedete consiglio a gente più esperta. Sole e Giove in Vergine parlano d’impegni impor importanti e mirano a uno stile di vita più sobrio.
Questo mese potrebbe definirsi di riscatto per voi. Non solo il Sole in Vergine vi darà sostegno fisico fino al 22.9, visto che con Marte ancora critico, tendete a disperdere le ener energie, ma la bella notizia è che Giove, passato in Vergine il 10.8, ci rimarrà per un anno intero, regalandovi ottimismo, promozioni e avanzamenti di carriera. Sarete molto apprezzati dai vostri superiori. Unico neo che rimane, è ancora la lunga sosta di Venere in posizione critica per le finanze. Poi dal 25.9 Marte passerà anch’esso in Vergine regalando un grande recupero energetico. Ci sarà anche una rinascita in campo amoroso per voi che avete superato le crisi di Saturno.
Voi potrete ancora contare sul potente sosostegno di Venere e Marte (quest’ultimo fino al 24.9) che regalano forti emozioni, specie a livello amoroso, mentre l’ottimo trigono di Mercurio bilancino rende le vostre idee produttive e la vostra comunicazione molto efficace, specie nella vendita o nell’insegnamento. Tuttavia dovrete imparare a gestire meglio le vostre energie, che tendete a disperdere in varie direzioni, visto che il lungo transito di Giove dalla Vergine sarà critico per voi, cui si aggiunge l’opposizione di Saturno, a partire dal giorno 18.9. Sarete voi della 1. decade ad avvertire i primi sintomi di stanchezza. Siate più attenti al riposo e all’alimentazione.
Mese molto vivace per quanto attiene l’amore, vista la presenza di Venere e Marte ancora in Leone, ma voi donne sarete più attratte dallo status sociale del partner che dalla sua disponibilità. Poi ci potranno essere anche delle rivalità a livello professionale. Sole e Giove in Vergine, in ottimo aspetto a Plutone, soster sosterranno invece la carriera, premiando voi che vi siete molto impegnati ottenendo ottimi risultati. Unico neo per voi giovani sarà dato dalla dissonanza di Mercurio che vi renderà un po’ confusi nelle scelte da prendere. Qualche difficoltà d’intesa in famiglia, specialmente con i membri più giovani. Ma dal 25.9 Marte si disporrà in moto energetico per voi, rendendovi più forti e decisi.
k LEONE 23/7 - 23/8
l VERGINE 24/8 - 22/9
a BILANCIA 23/9 - 22/10
b SCORPIONE 23/10 - 22/11
Il lungo transito di Venere nel segno, dove ancora sosta Marte fino al 24.9, in ottimo aspetto a Urano, renderà la vita amorosa un’avventura eccitante, ma ora che Giove è passato in Ver Vergine, passerà al vaglio delle questioni pratiche da affrontare, soprattutto se avete fatto degli acquisti importanti insieme al partner e ora desiderate dei figli. Mercurio è positivo e sostiene progetti e collaborazioni. Il giorno 18.9. Saturno lascerà finalmente la sua postazione negativa liberandovi da situazioni difficili del passato, ben coscienti che anche le esperienesperien ze negative insegnano molto. Ora l’attenzione va verso la vita pratica, il lavoro e la salute scegliendo magari uno stile di vita più sobrio.
Mese intrigante questo. Il giorno 13.9 vi sarà un’eclissi di Luna nel vostro segno, indicanindican do scelte e cambiamenti importanti. Il Sole vi sosterrà fino al 22.9, ma la notizia più interessante è che Giove, passato nel vostro segno, vi rimarrà un anno intero. Non sarà tutto facile, perché intanto formerà opposizione con Nettuno portando a galla anche emozioni scomode. Poi, dal giorno 18.9, dovrà affrontare la dissonanza di Saturno. Benché Giove sia un pianeta benefico, qui spinge a una maggiore attenzione all’ambiente, al pianeta e a tutte le creature che vi abitano, quindi alla salute, all’alimentazione, ben sapendo che ogni nostra azione ha una ripercussione sulla collettività.
Attenzione alle due eclissi di questo mese, la prima della Luna il giorno 13.9 e la seconda il 28.9 che richiederanno molta prudenza nel muovervi. A favore ancora il lungo transito di Venere in Leone, così come Marte (ma solo fino al 24.9) supportati dalla sosta prolungata di Mercurio nel vostro segno. Mantenete viva la rete sociale. Nel lavoro, favoriti i settori a contatto con il pubblico, la scrittura e l’insel’inse gnamento. I vostri progetti o idee saranno ben sostenuti da chi intravvede in voi qualità e creatività. A partire dal giorno 18.9, Saturno si disporrà infatti in una posizione favorevole per voi per i prossimi due anni e mezzo. Questo equinozio porterà grandi novità sia in amore sia nel lavoro. Purtroppo il lungo transito di Venere e Mar Marte in Leone (quest’ultimo solo fino al 25.9) continuerà a rendere la situazione affettiva critica, in particolare, se ancora impegnati, vi siete concessi qualche avventura extra o tendete a puntare sul sesso, anziché su altri valori. Cari uomini, forse non vi accorgete che le donne cambiano quando hanno dei figli o sono entrate in menopausa e possono avere altre esigenze, altre priorità. Importante sarà il novilunio del giorno13.9 e l’uscita definitiva di Saturno dal vostro segno il giorno 18.9! Molto positivo il passaggio di Giove in Vergine, dove rimarrà un anno intero riportando equilibrio, sostegno e aiuti per i vostri nuovi progetti.
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Fr. Fr 86.75 Fr. 173.50 Fr. 347.05 Fr. 867.60 Fr. 1’388.15
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Anche se avete altri crediti, possiamo riprenderli e aumentarli a un tasso più basso. Avviso di legge: “La concessione dei crediti è vietata se conduce ad un indebitamento eccessivo” (Art. 3 LCSI)
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PREVISIONI PER IL MESE DI SETTEMBRE 2015
c SAGITTARIO 23/11 - 21/12
d CAPRICORNO 22/12 - 20/1
Venere e Marte ancora nel Leone, in ottimo aspetto a Urano, sono gli ultimi sprazzi benefici che daranno forza ed entusiasmo alle vostre storie d’amore, sempre che i vostri ideali coincoin cidano. Per alcuni di voi significherà concretizzare l’unione grazie al passaggio di Saturno nel segno il giorno 18.9, dove rimarrà a lungo. A favore per un paio di mesi avrete anche Mercurio dalla Bilancia, che vi suggerisce di allargare la vostra rete di conoscenze, utili in futuro per spingervi verso nuovi traguardi professionali, forse meno ambiziosi ma più realistici, come vuole Giove passato in Vergine. Crollano certi miti ma rimane la sostanza, così come gli amici veri. Salute: riducete alcol, grassi e dolci. Il settore delle finanze, degli investimenti e dell’economia in genere sarà molto sollecitato per via di Venere e Marte ancora in 8. campo. Far quadrare i conti non sarà facile. Mercurio sarà dissonante per tutto il mese e potrebbe insinuare idee di inadeguatezza, proprio mentre Sole e Giove positivi a Plutone vi spingono a traguardi più alti. Magari è il caso di allargare i vostri orizzonti, al di fuori del vostro habitat, del vostro luogo d’origine, spingendovi più lontano. Potreste anche fare qualche corso di aggiornamento o di specializzazione all’estero, che torna sempre utile. L’amore potrà riservariserva re qualche sorpresa a voi giovani, siete pronti a nuove sfide? Salute: massima cautela il 28.9.
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e AQUARIO 21/1 - 19/2
f PESCI 20/2 - 20/3
Questo è il mese delle sfide finali: Venere e Marte ancora in opposizione (quest’ultimo fino al 24.9) vi indurranno a mettere ordine nelle vita affettivo-relazionale evitando le inutili scenate di gelosia provocate o immaginate. Le finanze sono un altro fardello come indica Giove in Vergine. Qualcosa deve cambiare dentro di voi come suggerisce il novilunio del giorno 13, che sarà pure un’eclissi. Mercurio in sosta rallentata in Bilancia favorirà le relazioni con l’estero, allargate la vostra rete di conoscenze, che possono tornarvi utili. La nota migliore è data da Saturno che passando in Sagittario, dal giorno 18.9, vi renderà più lucidi e incisivi nelle scelte. Salute: yoga e alimentazione sana. Dal giorno10.8, Giove si è spostato nel vostro segno opposto dove rimarrà un anno intero mentre il giorno 18.9 Saturno si sposterà in Sagittario. Entrambi i pianeti saranno dissonanti al vostro Nettuno mandandovi un po’ in crisi o facendovi sentire profondamente insoddisfatti, tanto da spingervi all’evasione, alla fuga dalla realtà, e questo a volte con mezzi non proprio salutari. Attenzione al novilunio (eclissi) del 13.9 e alla tendenza a isolarvi. Mercurio in lunga sosta in Bilancia vi avvicinerà a persone che possono comprendere la vostra natura un po’ particolare. Scrivete, dandan zate, create e unitevi a qualche gruppo di arte e spiritualità. Fa bene all’amore e all’anima.
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d’autore Ad ogni canzone il proprio autore! Risolvete il cruciverba e con le lettere nelle caselle contrassegnate dai numeri in rosso potrete formare il nome dell’autore (o autrice) di “Fiori d’arancio”. testo Daniela Sandrini - daniela@illustrazione.ch
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ORIZZONTALI: 1. Seccarsi, indispettirsi 11. Integerrima, morigerata 12. Uruguay e Austria 13. Può provocare allergie 14. Doni, atti di riverenza 17. Stanno nel gheriglio 18. Spiazzi stradali 19. Pari in folle 20. Ermanno, regista 22. Rose pallide 23. Un ente inter internazionale 25. Atomi 27. Una costellazione della Via Lattea 29. L’indirizzo in rete 31. Georges, pittore francese 33. Pari in Pippo 34. Italia e Belgio 35. La nota più lunga 36. Ha composto “Ancora tu” 39. Simili ai DIN 40. Cantone svizzero 41. Storica regione spagnola 42. Trabiccoli 45. Fiore lilla 46. La figlia del Corsaro Nero. VERTICALI: 1. Ha composto “La costruzione di un amore” 2. Il noto Arigliano 3. È simile al tait 4. Ampio ingresso 5. Che gli appartiene 6. I confini del Ticino 7. Un bosco locarnese 8. Un gioco da tavolino 9. Enrico, cantante 10. Leggende, epopee 15. Era in voga la pop 16. Due romani 18. Demoralizzarsi, sfiduciarsi 21. L’autore di “Tutti vogliono viaggiare in prima” 24. Prudenti, avveduti 26. Arbusto spinoso 28. Mira al centro! 29. Il monile per il bavero 30. Il noto Schipa 32. La dea greca dell’aurora 33. Pari in vinto 37. Quello bello è originale 38. Suo detto a Zurigo 43. Nel cuore della Per Persia 44. Gola centrale.
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