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TICINESE
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA N° 9 - 1 OTTOBRE 2007
OCCHIO A... Sicuro andar per funghi SPORT Leggere correndo
PIERO MARTINOLI Presidente dell’Università della Svizzera italiana
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SOMMARIO
IN PRIMIS
4 Fuorionda
Con l’arrivo dell’autunno, inizia la stagione dei funghi, affascinanti doni della natura che rendono squisiti i piatti della nostra tradizione. Si trovano in commercio ora anche freschi, ma naturalmente pure nei nostri boschi. Ma bisogna saperli cercare, trovare e soprattutto riconoscere. Come tutti sappiamo, ci sono funghi pericolosissimi, mortali, e le credenze, dure a morire, la fiducia nei propri mezzi, a volte mal riposta, la pigrizia e la timidezza possono essere fatali. Forse non tutti sanno che esistono i controllori dei funghi. Riuniti dall’associazione VAPCO, vengono formati meticolosamente per riconoscere i funghi commestibili da quelli non commestibili o velenosi. A pagina 29 trovate i nomi e i recapiti di tutti i controllori per la Svizzera italiana, insieme ad alcuni semplici ma importanti consigli da seguire per andare a raccogliere funghi. Cambiando decisamente argomento, desideriamo ringraziare tutti i nostri
Una risposta ai tuoi perché
153’000 lettori* che sempre ci seguono. Dai controlli effettuati dalla REMP, organo indipendente di controllo per l’editoria, risultiamo essere, tra tutti i giornali e le riviste, la pubblicazione più letta del Cantone. Un grazie di cuore a tutti voi quindi, cari lettori, che con la vostra fedeltà ci incoraggiate a continuare il nostro lavoro. Un ringraziamento speciale va anche a tutti coloro che lavorano dietro le quinte. Solo grazie a loro Illustrazione Ticinese viene stampata, confezionata e distribuita, copia per copia, direttamente in 130’433 bucalettere, che piova, nevichi o tiri vento, dodici volte all’anno. Grazie!
La redazione Fonte: REMP, Mach Basic 2007-2
Siamo tutti riciclati
6 Ma tu lo sai? 8 Scriv in dialètt Stefano Franscini: disémig “Grazie!”
10 Scelti per voi La rubrica a misura di lettore
12 Da non credere Notizie dal passato…
14 L’intervista
Piero Martinoli, un… ‘superconduttore’ all’USI
23 Buon appetito Prugne piccanti
26 Abbiamo mangiato a… Rodi Fiesso: Ristorante Dazio Grande
29 Occhio a… Sicuro andar per funghi
30 Salute La menopausa e i capelli Perdita di capelli e unghie fragili: un incubo!
36 Oggi parliamo di… “Rossi, verdi e arancioni”
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39 Penne, pennelli e pasticci Il profalzino
41 Sondaggio Non solo raccolta differenziata…
44 Internet Internet e televisione (1ª parte)
46 Sport Leggere correndo nel bosco
52 Viaggi La mano tesa di Martinus (9ª parte)
56 Escursioni Fiorasca racconta
58 Motor Time Corvette Z06, emozioni in pista
63 Oroscopo Le previsioni di Cloris per la 1ª metà di ottobre
66 Cruciverba Caccia al personaggio
Troverete la prossima edizione di lllustrazione Ticinese, nella vostra bucalettere a metà ottobre.
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IN COPERTINA: Piero Martinoli (foto Rémy Steinegger)
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FUORIONDA
A
vete presente Lavoisier, il grande scienziato francese che rivoluzionò la chimica moderna; ma che fu decapitato dai rivoluzionari francesi? Il giorno dopo Lagrange (il matematico che durante la Rivoluzione francese fu a capo della commissione che si occupò di fissare il nuovo sistema metrico-decima-
miliardi e miliardi di atomi semplicemente respirando, mangiando, bevendo. Più o meno altrettanti ne rigettiamo nell’ambiente circostante, sudando, respirando ed eliminando rifiuti organici. Sarà forse poco poetico, ma ogni volta che andiamo al gabinetto rimettiamo in circolazione miliardi e miliardi di atomi che sa-
SIAMO TUTTI
RICICLATI “Non siamo materialmente uguali a noi stessi da un anno all’altro: perché mai non dovremmo avere il diritto di cambiare col tempo magari anche qualche opinione politica?” (Max Planck). testo Roberto Rizzato
le di pesi e misure) disse: “C’è voluto solo un istante a tagliare quella testa; ma forse un secolo non sarà sufficiente a produrne un’altra simile!”. Lavoisier, bilancia alla mano, aveva dimostrato che prima e dopo ogni reazione chimica il peso dei composti è sempre lo stesso, formulando il famoso principio: “Nulla si crea, nulla si distrugge; tutto si trasforma”. Difatti anche gli atomi e le molecole di cui siamo costituiti noi stessi si scambiano continuamente con quelli esterni, attraverso reazioni chimiche: ogni giorno preleviamo dall’ambiente
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ranno a loro volta riciclati da altri esseri viventi e ogni volta che respiriamo ricicliamo atomi che nelle ultime settimane sono già stati riciclati da altri organismi. Tutto in noi viene continuamente rinnovato, attingendo alla materia e all’energia dell’ambiente circostante: il nostro organismo si rinnova ogni anno nella misura del 98%. Possiamo senz’altro affermare che, fra tutto ciò che noi conosciamo esistere, siamo in assoluto gli esseri più mutevoli e riciclati. Persino i nostri ricordi, che sono particolari strutture chimiche del cervello, vengono continuamente
smontati e rimontati pezzo per pezzo da questo incessante ricambio atomico e molecolare. A questo punto sorgono spontanee le GRANDI domande: perché esistiamo, solo per riciclare atomi e molecole o la nostra vita ha una valore trascendente? Come mai, se siamo fatti di atomi come un sasso, abbiamo la capacità di ridere e di amare? Apparentemente solo chi non ha un’educazione scientifica può arrivare a porsi simili interrogativi filosofici. Eppure, a ben vedere, queste domande interpellano l’uomo di scienza ancora più profondamente che l’uomo di lettere, proprio perché lo scienziato sa che a queste domande la scienza non può dare (per ora) risposta. Ed ecco che affiora una volta di più la necessità e l’urgenza di coniugare cultura umanistica e cultura scientifica, di riconciliare la gente comune con la scienza, anche con la tanto vituperata chimica. Infatti senza una conoscenza scientifica di base, la moderna società tecnologica semplicemente non può funzionare in modo davvero democratico. Per esempio, oggi c’è una diffusa tendenza a livello politico (e, si sa, i politici hanno prevalentemente una formazione umanistica) di privilegiare i finanziamenti alla ricerca applicata, piuttosto che alla ricerca di base. Ma la storia della scienza insegna che, al contrario, è la ricerca di base quella che più contribuisce al progresso dell’umanità. Quando, nel XIX secolo, il premier inglese Gladstone andò a visitare il laboratorio di Faraday, chiese se quella “sostanza esoterica” chiamata “elettricità”, su cui stava facendo esperimenti, avrebbe mai avuto qualche uso pratico. La risposta del grande scienziato fu proverbiale: “Caro Signor Ministro, questa sostanza che lei chiama ‘esoterica’ un giorno verrà tassata!”.
MGB www.migros.ch
Nei tantissimi latticini Heidi vi è e vi sarà sempre e solo latte svizzero di montagna al 100%.
SAI PERCHÉ ESISTEVANO PERSONE CON LA GOBBA? La gobba era un tempo soprattutto la conseguenza di due malattie oggi quasi del tutto scomparse: la tubercolosi e il rachitismo. La tubercolosi colpiva i polmoni e spesso le ossa della colonna vertebrale, che si deformavano fino a causare la gobba. Il rachitismo, provocato da carenza di sole e cattiva alimentazione, deforma anch’esso lo scheletro. La schiena si ingobbisce e la cassa toracica tende ad “appuntirsi”. Una raffigurazione francese di Pulcinella con doppia gobba.
1 2 1° La radiolina di Manu Chao 2° Lifeline di Ben Harper 3° Papito di Miguel Bosé Classifica dei CD più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con City Disc, Lugano.
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D’ALTO BORDO? Locuzione utilizzata per indicare persona di condizione sociale elevata, autorevole o importante, deriva dal linguaggio marinaresco. Le navi di alto bordo erano quelle con la parte emersa dei fianchi, o bordi, molto più alta, e quindi più sicura. Oppure, nei galeoni ad esempio, gli ufficiali risiedevano nella caratteristica zona “d’alto bordo”, più sicura di quella di basso bordo.
Questo termine viene utilizzato come vezzeggiativo affettuoso. Deriva dal nome di un uccellino, lo scricciolo appunto, dalla coda corta e dritta, un denso piumaggio bruno rossiccio e una voce trillante e melodiosa, proprio per il suo aspetto così minuto e grazioso.
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1° Mille splendidi soli di Khaled Hosseini 2° Pura anarchia di Woody Allen 3° Ricordati di guardare la luna di Nicholas Sparks Classifica dei libri più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con la Libreria Segnalibro, Lugano.
SCRICCIOLO?
SAI CHI HA INVENTATO
SAI DA COSA DERIVA
3 SAI COSA LEGGIAMO?
SAI PERCHÉ SI DICE
SAI COSA ASCOLTIAMO?
MA TU LO SAI?
I POST-IT? L’adesivo originale utilizzato per la produzione dei foglietti adesivi gialli è stato inventato nel 1968 da Spencer Silver, un ricercatore della 3M. Lui però stava lavorando ad un adesivo potente e l’adesivo ottenuto, troppo debole, era da scartare. Solo nel 1974 però, il suo collega Arthur Fry, musicista per passione, pensò di utilizzare questa colla “poco adesiva” per fissare i segnalibri agli spartiti, in modo che non cadessero più dal leggio e che si potessero togliere senza rovinare Arthur Fry (Minnesota,1931). la carta.
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Ellen Brandsma (38) e Andreas Schärer (40) sono soci Raiffeisen. Andreas Schärer, consulente IT, già da dieci anni, e Ellen Brandsma, moderatrice, da due mesi. «La Banca Raiffeisen ha un approccio personalizzato, mi sento assistita in modo ottimale, e come socia usufruisco di numerosi vantaggi», così Ellen Brandsma motiva la sua scelta.
DIRITTO DI PAROLA e partecipazione alle decisioni: Raiffeisen – una banca differente Per chi cerca una banca dove non conti soltanto il denaro, Raiffeisen è la banca giusta. Perché per Raiffeisen al centro di tutto c’è la persona.
I
n Svizzera sono già più di 3 milioni i cittadini che accordano la propria fiducia alla Banca Raiffeisen, e di questi 1,4 milioni sono soci. Ellen Brandsma e Andreas Schärer sono due di loro.
Acquistando una quota scociale remunerata a tassi interessanti si diventa soci e partner della Banca Raiffeisen. Andreas Schärer è convinto dei vantaggi dell’essere socio e ogni anno è felice di poter partecipare all’Assemblea generale. In questa occasione esprime il suo voto in merito a importanti questioni ed elegge il Consiglio di amministrazione. «Inoltre posso conoscere personalmente i collaboratori della mia Banca Raiffeisen e incontrare molti conoscenti. La possibilità di partecipare alle decisioni mi viene offerta solo essendo socio della Banca Raiffeisen», racconta con entusiasmo il consulente IT.
viaggia spesso all’estero e necessita di un mezzo di pagamento su cui fare affidamento ovunque nel mondo. Grazie alla carta di credito Raiffeisen prenota alberghi, paga al ristorante ed effettua ordini su Internet. «Mi rende davvero indipendente», dichiara il 40enne. ALLA SCOPERTA DI TESORI E CURIOSITÀ Dal Museo Svizzero dei trasporti di Lucerna al Museo all’aperto di Ballenberg: grazie alla carta Maestro o alla carta di credito Raiffeisen, che valgono anche da passaporto musei gratuito, i soci hanno libero accesso a oltre 400 musei e castelli della Svizzera. Basta esibire la carta per scoprire innumerevoli tesori. Andreas Schärrer è entusiasta: «E i miei nipotini mi vogliono sempre più bene». Perchè l’accesso gratuito è valido fino a un massimo di cinque bambini, e non solo i propri.
REALIZZARE I PROPRI DESIDERI Il conto privato per i soci Raiffeisen è perfetto per tutte le operazioni finanziarie. Consente ai soci di risparmiare sulle spese e di usufruire di servizi gratuiti. Per questo Ellen Brandsma ha scelto di aprire anche un conto risparmio per soci. Approfitta di un tasso elevato, non paga alcuna spesa e, all‘occorrenza, può servirsi dei suoi risparmi. GODERSI L’INDIPENDENZA Come titolare di un conto privato per soci, il primo anno Andreas Schärer riceve la carta Maestro e la carta di credito gratis. Il consulente IT
SCOPRIRE LA BELLEZZA DELLA SVIZZERA I soci Raiffeisen usufruiscono inoltre di «Scoprite la Svizzera». «Quest’anno esploreremo la Svizzera centrale», racconta Ellen Brandsma. Per i viaggi di andata e ritorno con i mezzi di trasporto pubblici, i soci pagano solo la metà e ottengono un pernottamento gratuito, nonché la possibilità di viaggiare a metà prezzo con numerose aziende di trasporto. «Nel complesso risparmiamo più di 300 franchi», conclude soddisfatta. I soci Raiffeisen se la passano decisamente bene. 3 > www.raiffeisen.ch/soci
I PRINCIPALI VANTAGGI RISERVATI AI SOCI IN UN COLPO D’OCCHIO: Risparmio sulle spese con il conto privato per soci Più interessi con un conto privato per soci Carta Maestro e carta di credito gratuite per il primo anno Passaporto musei gratuito Offerte per i soci «Scoprite la Svizzera»
I SOCI RAIFFEISEN viaggiano a metà prezzo nelle più belle località della Svizzera.
Quota e partecipazione alla gestione
SCRIV IN DIALÈTT
“G
razie, Stefano, che tà me dài una dignità, tà me dài l’istrüzion (e senza quéla avréssum mia fài quel che in questo paés, ul Tesín, a sem stài bon da faa); tà me insegnât che bisögna mai mòlaa, che ala fin dala féra tegnii la schéna drizza al paga sémpar. Tà set stài bon, come la scrivarà pöö l’Alina Borioli, da famm vedee che “enchia süi sass a po’ ness i fioo”. L’è mia par bagnàtela sóta, Stefano, par faa “piaggeria” a bon mercaa: anca se una part da quela “tua” generazión l’ha tà voltaa i spall, l’ha tà obligât a fass rielégg in Consili
(stampât dal Pedrazzini, 1968). E quela citazión che gh’è denta e che sa permétum. caro Stefano, da tradüü in dialètt: “nassüt povro, vivüt povro, mort povro”. La ma resterà in dal cör fin che scàmpum. Al sem mia se l’è assée dit “grazie”. Ma cognoséndo la tua modèstia (in dialètt da Chironic sa dovress dii “mudéstie”) vöraressum mia gnanca fatt un tort o métat in imbarazz: a tì t’è mai piasüt quii di sviolinât. Mei parlaa pòc e ciar, e lavoraa bén. Ma làssatal dii, a 150 ann da distanza: senza da tì, senza la tua onestà intéletüal, senza ul tò impégn, avressum
smorzaa ul fööc. Ma ul sò crüzi l’eva sémpar ul Tesín. E propi in “Semplici verità ai Ticinesi” a trövom un passagg, a pag. 77, che forse al faréss pensaa ammò incöö. Regordévass però che iévan i ann dificil, quand che i aüstriac, che dóminavan giò in Lombardia, i ma fasévan ogni sorta da prepoténz. Al scrivéva ul Franscin, légium insema, come i dis in gésa: “In Tesín a gh’em chi 5810 “sudditi austriaci”. Domà un canton (Ginevra) a gha n’ha püssée da nüm. I grand canton (Berna, Zürig, Vaud e San Gall) i gha n’ha da mén. Al saress ora che i noss autorità,
STEFANO FRANSCINI:
DISÉMIG “GRAZIE!” A 150 ann dala mòrt tücc i generazión da ticinés, anca quii che vegnerà dopo da nüm, i g’han un grand débit da riconoscenza vers da lüü. scrivüt dal Pier Baron
federal da quii da Sciaffusa (l’éva ul 19 da novémbar dal 1854). Ma nüm adèss al semm che anca in quel momént inscì difícil tà set stài grand. Adiritüra, te cercât da capii, se mia da giüstificâi, quii ticinés d’inlora. I aüstriac, giò par la Lombardia, i’évan mandât via da repetón sesmila di nòss. Da nüm gh’éva famm e miseria. Ul “cünt politic” l’è stai presentât al partít da magioranza, anca se ti ta sévat a Berna. Te fài ammò in temp, prima da seraa i öcc, a scrív “Semplici verità ai Ticinesi” che nüm rilégium incöö cunt grand rispètt e ammirazion. Rilégium anca ul bel libar dal Guido Calgari “Vita di Stefano Franscini”
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fài molto men da quel che sem stài bon da faa, in questo paés. Bona gént, sii nài almén a vedee la mostra sül Franscin a Lügan? Vörumm mia insegnâg ai gatt a rampegaa, ma sa dovress portaa anca i fiöö e i névodit. Inscì, magari i sa régordaran püssée tardi, par tegnii viva almén la memoria. Dal Franscin nüm régordum la diritüra moral, ma anca ul so “vess bon” da mett d’acordi i gént, adiritüra quii che sa tacàvan sóta da brütt. Mia domà in Svizera (i valesan i sa regòrdan ammò incöö dal Franscin, dala sò mediazion), ma anca a Napoli: indova a gh’éva füm, ul Consili Federal al mandava ul noss Stefano a
cantonài e comünài, i gha renda difícil a forestee “di pregiudicata o dubbia fama” ul staa chi da nüm. Inscì, al diminüisaress da brütt ul nümer da “certi professionisti” che i strüsan e i porta via danée, che i sa daa da faa, al post dala nossa gent, obligàda a cercaa lavor via pal mond, lontàn dala so famiglia, i gióvin lontan dala mamm e dal pà. (…) I archivi di noss tribünai i regístran i process par “atroci misfatti” da genòria (gentaglia) che avréss mai dovüt trovaa toleranza chi da nüm e che l’avréss mai trovàda se la nossa polizia la sa dava püsséee da faa”. Femm mia tropp paragón, bona gént d’incöö: ma pensémig sü. Almen, un atimin.
Ci vuole di piu a mangiarli che a prepararli. Con Subito la varietà in tavola è garantita. I nuovi deliziosi piatti si conservano senza refrigerazione per almeno 9 mesi e sono pronti in un batter d’occhio.
SCELTI PER VOI
Da vedere
Da avere Il cappello
H&M
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I nastri di velcro Velcro® di Tesa Siamo abituati a utilizzare le chiusure in velcro nell’abbigliamento e negli accessori come zaini, borse e sacche. Ma ora tesa ha realizzato una linea di nastri in velcro per i più svariati utilizzi. Ce ne sono di tutti i colori e formati, da usare in ambiti tanto semplici quanto geniali. In casa, per legare i cavi elettrici, per fissare al muro gli attrezzi, per arrotolare coperte o poster, per chiudere l’ombrellone o per tenere uniti sci e bastoni. E ancora, nell’orto e in giardino, per legare fiori e rametti ai sostegni, e addirittura, grazie a una pratica maniglia, per trasportare fascine di legna senza ferirsi.
Il fior fiore del sale Fleur de sel Sélection, Migros Solo in periodi limitati e con precise condizioni climatiche, sulla superficie delle saline si forma un sottilissimo strato di cristalli, che viene raccolto a mano e separato delicatamente per mezzo di appositi setacci. Questo prezioso sale, indispensabile nelle cucine dei grandi cuochi, è il condimento ideale per insaporire piatti delicati. Contiene magnesio e diversi oligoelementi e ha un sapore più fine del comune sale da tavola. Ma attenzione, non va assolutamente cotto, ma aggiunto sulle pietanze già pronte.
Abbiamo assaggiato
Quello che un tempo era l’irrinunciabile simbolo di eleganza, sia per l’uomo sia per la donna, quest’anno tornerà e lo farà da protagonista. Stiamo parlando del cappello, che quest’autunno-inverno completerà il look di uomini e donne, ma abbandonando la peculiarità elegante per trasformarsi in accessorio estroso e coraggioso. Andranno bene tutte le forme e i tagli, dal classico Borsalino alla Bogart al morbido baschetto in tricot. L’importante sarà abbinarlo bene a scarpe, borse e sciarpe. E per una volta, la moda sarà anche calda e confortevole!
Un reduce del Vietnam, Llewelyn Moss, di professione saldatore e appassionato cacciatore, che invece di predare, come suo solito, antilopi, si trova a scoprire e a ‘rubare’ una borsa piena di dollari che un gruppo di narcotrafficanti massacratisi tra loro ha lasciato in eredità nel Rio Grande, tra Texas e Messico. Sulle sue tracce un assassino psicopatico,Anton Chigurh, che uccide a sangue freddo chi incontra sul suo cammino oppure ne mette in gioco la vita facendogli lanciare una moneta “testa o croce”, e uno sceriffo, Bell, travolto da un mondo in cui la cieca violenza sembra avere ormai detronizzato i valori che sembrava potessero garantire un ordine al giorno. Un inseguimento che lascia senza fiato il lettore, mostrandogli di volta in volta i diversi punti di vista dei protagonisti, che sembrano dirgli “e tu da che parte stai?”. Un romanzo ora anche… visibile sugli schermi cinematografici, grazie alla trasposizione operata dai registi Joel e Ethan Coen.
Abbiamo provato
www.camileonheels.com In una bella giornata di sole, nel 1989, la newyorkese Donna Handel, si trovava in un taxi con suo fratello David e i suoi due nipotini e osservava dal finestrino quanto poco aggraziate fossero le donne che camminavano lungo la 5th Avenue in eleganti tailleur, ma con le scarpe da ginnastica ai piedi. I due bambini intanto giocavano con dei robottini trasformabili in automobiline. È nata così l’idea di creare delle scarpe con il tacco trasformabile e accorciabile. Il tacco si piega ed ecco che l’elegante scarpa diventa una comoda ballerina! Un’idea geniale che però purtroppo da noi non è ancora arrivata…
Romanzo di Corman McCarthy, Einaudi, 252 pagine
Abbiamo letto
Non è un paese per vecchi
La scarpa con il tacco regolabile
W
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Alle donne piacciono i tipi sportivi. La Yaris TS con 133 CV.
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DA NON CREDERE
curiosità di Pigi
NOMI Si spegne a Sobrio, nel 1970, Radegonda Sobrio, venuta alla luce nel 1883. DA SOLO Sul “Dovere” del 23 luglio 1930 si poté leggere questa notizia: “Un bambino di 2 anni fu trovato piangente l’altra sera fuori del Civico Ospedale di Bellinzona. Il piccino non sapeva di nulla. Condotto a casa del signor Delgrande, portinaio del
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Municipio, verso le 8 giunse trafelato da Montecarasso il padre a reclamarlo. Il bimbo aveva fatto da solo il tratto da Montecarasso a Ravecchia”. SALVO I giornali riferirono, il 26 novembre 1917, che un milite ticinese, di stanza al Gesero, “cadde, rotolando, per 500 metri, sul versante italiano”. Non morì. SOLE O PIOGGIA Il fotografo Hauser-Pricam, che aveva il suo studio a Paradiso, aveva come specialità i ritratti di bambini da lui inquadrati “qualunque tempo faccia”.
gno “a tagliare i pedalisci riservati nei boschi di Crovasedo e Quadro”. LA RICHIESTA Nel 1943, un’importante officina aveva bisogno di “pierriste di prima forza”. LE MIGLIORI Un annuncio, datato 26 ottobre 1904, assicurava che “le migliori corone mortuarie si vendono presso la Libreria Traversa di Lugano-Mendrisio”. L’OFFERTA Albino Rossi, di Gordola, offriva pubblicamente, nel 1926, “brandola e fascine di faggio e altre essenze”.
ALQUANTO Una “primaria ditta” ha bisogno, nel 1892, di “un giovane facchino alquanto istruito”.
LA LISCIVA BRENTINI Viene costituita in Francia, nel 1896, una società avente lo scopo di lanciare sul mercato europeo la “Lessive Brentini”, la lisciva inventata da Pietro Brentini di Campello, che in America stava ottenendo un grandissimo successo.
L’AMMISSIONE Nell’agosto del 1896, il luganese Pakalin Bianchi, membro della Società Forza e Coraggio, che era stato sfidato dal bolognese Vivoli, corre sulla pista del locale ciclodromo, i 200 metri in 24 secondi. Il Vivoli, che si era dichiarato prima della gara “indisposto”, ritira la sfida, ammettendo di essere inferiore al Bianchi.
CON SCOMMESSE Il parrucchiere Benedetto Rezzonico e l’esercente Luigi Stabilini effettuano, nel 1892, la corsa podistica Lugano-Tesserete rispettivamente in 54 e 55 minuti. Non erano mancate, in merito a questa sfida, le scommesse. LA FUNZIONE Nell’avviso dell’asta pubblica riguardante la vendita del castello di Trevano si fa notare, il 30 settembre 1903, che esso è “adattissimo per uno stabilimento di cura” (il valore di stima della proprietà, occupante 264’966 metri quadrati, è di 713’773 milioni di franchi).
IMPRUDENZA Dalle cronache della “Gazzetta Ticinese” del 1893: “L’alpatore malcantonese Amedeo Signoretti, avendo in tasca polvere ed accendendo uno zolfanello, questa prese fuoco e l’incauto s’ebbe rovinata la mano destra”. IL PERMESSO Il Consiglio di Stato Ticinese autorizzò, nel 1893, il Patriziato di Gerra Gambaro-
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L’ALTEZZA Il comando della Polizia cantonale informa, alla fine del 1896, che d’ora in poi, “dato il numero straordinario di individui che insinuano domanda tendente ad essere ammessi a far parte del corpo della gendarmeria”, saranno presi in considerazione solo gli “aspiranti che raggiungono l’altezza di metri 1,70”. PER PRIMO Un fulmine uccide, nel 1892, sull’alpe gambarognese di Barasciallo il pastore 41enne Michele Locarnini di Monte Carasso. Suscita indignazione la notizia che il proprietario dell’alpe ha fatto trasportare al piano, prima del cadavere dell’uomo, quello della mucca rimasta pure essa vittima della saetta. IL LASCITO Muore a San Francisco, a 46 anni, nel 1892, Luigi Filippini, nativo di Cevio, “uno dei più doviziosi ticinesi della contea di Marin”. Lascia 25’000 franchi al suo comune per la costituzione di un “fondo per i poveri”.
Coop Naturaplan è il marchio di qualità per generi alimentari da agricoltura biologica controllata. E questo già da 14 anni. In Svizzera sono circa 6000 gli agricoltori biologici che producono secondo le severe direttive della gemma BIO. Prova anche tu il gusto della differenza! Naturaplan. Per l'uomo, per gli animali e per la natura.
L’INTERVISTA
PIERO MARTINOLI UN... ‘SUPERCONDUTTORE’ ALL’USI Cosa collega Acquarossa, in Ticino, con Ames, nello stato americano dello Iowa?; o il Politecnico Federale di Zurigo con l’Università della Svizzera italiana (USI)?; e Neuchâtel a Cademario? La vita di un uomo, Piero Martinoli, fisico di formazione, Presidente dell’Università della Svizzera italiana per elezione, ed essere umano per un… “episodio” accaduto - si dice - alcuni miliardi di anni fa. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrarlo presso il suo ufficio di Lugano, sul pianeta Terra, per farci raccontare il suo percorso umano, professionale e istituzionale. testo Marco Ortelli - foto Rémy Steinegger
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L’INTERVISTA
Capacità di calcolo, studio e immaginazione. Tre luoghi della mente che per svilupparsi richiedono adeguati spazi fisici, come i posti lettura della Biblioteca dell'Università della Svizzera italiana a Lugano.
“Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sogni la tua filosofia” William Shakespeare IL GIOVANE PIERO IL BAMBINO, IL RAGAZZO “Della mia fanciullezza ricordo tre momenti: i legami famigliari, con mamma, papà, mio fratello e mia sorella ad Acquarossa, la libertà e la scuola elementare. Il papà era una persona molto rigorosa, la sua professione di chirurgo lo esigeva, ma era un uomo anche molto curioso, che si dilettava a fare bricolage e a fabbricare trenini, e che nello stesso tempo aveva realizzato, con una piccola società, una centrale elettrica. Io lo seguivo e probabilmente nascono da qui la mia vocazione di fisico e la mia curiosità per il mondo circostante. La mamma invece era uno spirito più liberale, è stata lei a dissuadere mio papà dal farmi studiare medicina - ha sempre sperato che seguissi le sue orme - e a fargli comprendere come io dovessi percorrere una strada diversa.
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Se mi riguardo bambino e ragazzino, vedo poi emergere esperienze di grande libertà. Vivevamo in piccole bande nel paese, lontani dai pericoli coi quali sono forse confrontati i ragazzini di oggi, certo, ne abbiamo corso qualcuno, ne abbiamo anche fatte alcune di grosse, andavamo al fiume o nei torrenti, si pescavano i pesci con le mani, si viveva però in una condizione di libertà straordinaria. Un altro ricordo vivissimo riguarda la scuola elementare, che comprendeva una trentina di allievi per cinque classi guidate da una sola maestra, una giovane insegnante appena uscita dalla scuola magistrale, la signora Ausilia Toschini, che vive ancora ad Acquarossa. Forse perché ero un ragazzino piuttosto vispo, sta di fatto che in seconda elementare avevo già imparato il programma di quarta e così lei mi dava letture supplementari o argomenti nuove da studiare. Già alle elementari ho imparato moltissimo”. PRIMI ALLONTANAMENTI DA CASA, LA VITA DAVANTI… “Concluse le elementari le cose sono un po’ cambiate. Il ginnasio si trovava a Biasca e così trascorrevo l’intera giornata fuori da casa. Terminati i corsi rimanevo in un’aula a studiare e a fare i compiti per poi prendere il trenino e tornare a casa in serata. In
quel momento il legame con la famiglia si è un po’ attenuato. Successivamente mi sono trasferito al Liceo di Lugano. Ricordo di essere stato l’unico studente proveniente dalle Valli Superiori a frequentare il liceo scientifico. Vivevo alla Casa dello Studente, composta da liceali, ginnasiali e studenti delle scuole professionali, cui vennero ad aggiungersi i primi rifugiati provenienti dall’Ungheria, come conseguenza della Rivoluzione d’Ottobre del ’56. Vivere in questo ambiente è stata un’esperienza molto arricchente. Oltre a studiare, potevamo concederci anche belle passeggiate, come salire sul vicino Monte Baro, o fare le prime arrampicate sulle rocce dei Denti della Vecchia, oppure giocare un po’ a calcio. La figura che a quel tempo mi ha marcato maggiormente è stata quella del professore di matematica Ambrogio Longhi, una personalità straordinaria, si presentava alle lezioni senza appunti e noi vedevamo la materia uscire direttamente dalla sua testa e materializzarsi sulla lavagna. Grazie a lui ho appreso i fondamenti della matematica, e ha avuto un’influenza determinante sulla mia scelta di intraprendere studi superiori di carattere scientifico”. AL POLITECNICO FEDERALE DI ZURIGO “Terminata la scuola reclute, con tre settimane di ritardo rispetto all’inizio dei corsi, nel 1960 ho iniziato gli studi in fisica presso il Politecnico federale di Zurigo. Studi che ho compiuto velocemente, in otto semestri col lavoro di diploma. Qui mi riallaccio a quanto detto in precedenza, ricordo che il giorno della consegna dei diplomi mio papà era venuto a Zurigo, abbiamo pranzato insieme e al momento del saluto alla stazione mi aveva detto: “Sei giovane, hai fatto in fretta, ora non puoi studiare medicina?”. LA FISICA PRENDE UNA SVOLTA, ANCHE LA VITA FAMIGLIARE “Fiero dei miei risultati, sempre a Zurigo ho svolto il lavoro di dottorato e… creato una famiglia, sposando una mia convallerana, Carla Saglini, che avevo conosciuto al Ginnasio di Biasca.
DATI BIOGRAFICI Nome: Piero Cognome: Martinoli Data di nascita: 2 gennaio 1941 Stato civile: “sposato con la signora Carla, ho avuto due figli, Paolo e Andrea, purtroppo deceduto nel 1998 in un incidente che ha coinvolto l’aereo militare sul quale si trovava”. Domicilio: Cademario Professione: fisico Hobby: “l’alta montagna, sono sempre stato un uomo di montagna piuttosto che di mare; la lettura, soprattutto libri di storia contemporanea, storia delle scienze e politica; giocare a tennis, ogni tanto”. Sogno nel… cassetto: “per ora quello di portare questa università ancora più in alto; una volta concluso il mio compito qui all’USI, potere avere un po’ di tempo per dedicarmi, con mia moglie, a visitare questo pianeta, in definitiva la vita è corta, bisogna cercare di sfruttarla; vedere la crescita di mia nipote, quali passi farà nel mondo…”.
I miei studi hanno preso una svolta decisiva quando nel corso di una visita del Prof. Pierre-Gilles de Gennes (poi divenuto Premio Nobel nel 1991), ricordo di avere ascoltato la sua conversazione col mio capo e che entrambi raccontavano di determinate ‘cose’ che mi fecero capire che avrei dovuto orientarmi in un’altra direzione. Ho così concluso il lavoro di dottorato su un tema di grande attualità che però era diverso da quello che avevo iniziato. In quel periodo la mia famiglia è cresciuta, ho avuto due figli, Paolo, architetto che oggi vive in Romandia, è sposato e ha una bambina di 12 anni, e Andrea, che purtroppo abbiamo perso nel 1998 in un incidente aereo. Era pilota militare, un ragazzo d’oro, che aveva quale sogno quello di combinare gli studi in fisica con l’aeronautica, per poi partire presso l’Agenzia spaziale europea”.
IL PROFESSORE DI FISICA MARTINOLI UN TICINESE IN AMERICA “Terminato il dottorato, sono stato per un paio d’anni capo assistente al Politecnico di Zurigo, per poi partire per un anno negli Stati Uniti. Eravamo in un Campus situato a 300 miglia ad ovest di Chicago, nella cittadina di Ames, nello stato dello Iowa. Un tipico campus americano in una cittadina di 30’000 abitanti, che diventavano 60’000 quando iniziava l’anno accademico. L’esperienza è stata molto interessante: invitato come professore associato, ho avuto la possibilità di vivere dall’interno la ricerca e i meccanismi formativi degli Stati Uniti. Gli americani danno moltissima libertà, ma alla fine chiedono la fattura, vogliono vedere cosa hai realizzato durante l’anno. Il mio è stato un anno abbastanza prolifico, suggellato dalla scrittura di un lavoro nel campo dei superconduttori che mi ha poi consentito di diventare libero docente al mio rientro al Politecnico di Zurigo e di assumere la cattedra di fisica sperimentale all’Università di Neuchâtel. Durante questo soggiorno abbiamo avuto l’occasione di vivere eventi culturali di spicco, come il privilegio di ascoltare il violoncellista Rostropovich, o conoscere grandi artisti come il direttore d’orchestra Giulini e, fatto abbastanza singolare dato che mi trovavo negli Stati Uniti, il clown Dimitri. Ricordo che dopo il suo spettacolo, in occasione di una serata che raccoglieva un po’ tutti gli svizzeri presenti nel campus, era stato eccezionale parlare con lui in dialetto mangiando minestrone”. IL MONDO VISTO DA UN FISICO “In fin dei conti, un fisico è una persona come le altre, confrontato con le situazioni quotidiane e le esperienze che queste comportano. C’è però un aspetto che contraddistingue sicuramente un fisico, ed è la sua tendenza a voler capire i fenomeni. Perché, ad esempio, oggi vediamo un bellissimo cielo azzurro che questa sera, al tramonto, assumerà un caratteristico colore rosso? La qualità essenziale di un fisico è questa, il voler capire come funzionano le cose, e questa curiosità lo porta a interessarsi anche di fenomeni che appartengono a campi diversi dal suo. Il fisico, per formazione, per il fatto di dover lavorare con la logica,
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L’INTERVISTA
Da assistente a... Presidente, ma anche... da un laboratorio situato in un'antica villa del centro di Zurigo al nuovo moderno edificio che ospita la Facoltà di Scienze Informatiche.
è portato a poter capire anche cose che forse per altri sono meno accessibili. Bisogna comunque rimanere molto modesti, la natura è misteriosa, occorre saper sempre mantenere la giusta misura”. LA SCOPERTA PIÙ IMPORTANTE DELLA FISICA “Probabilmente, il momento in cui la fisica ha fatto un grandissimo salto di qualità è stato nei primi 25-30 anni del 1900. In questi anni è nata la teoria della relatività di Einstein, che però non ha un impatto molto grande sulla nostra vita quotidiana, perché noi ci muoviamo a velocità basse e i fenomeni descritti dalla teoria intervengono vicino alla velocità della luce. L’altra grande scoperta è stata la meccanica quantistica, con la visione di nuove leggi che reggono l’infinitamente piccolo, il mondo degli atomi, delle molecole e dei nuclei atomici. Se non avessimo la meccanica quantistica, non potremmo capire come funziona il comportamento della materia a questi livelli. Io sono un fisico sperimentale, ma ho sempre voluto capire anche l’aspetto teorico. La superconduttività, il mio campo di studi, è un fenomeno veramente straordinario, che si può capire solo grazie alla meccanica quantistica.
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Senza entrare nel dettaglio, questo fenomeno coinvolge soprattutto gli elettroni presenti all’interno della materia, e lo fa in maniera molto strana, perché gli elettroni si respingono e non hanno tanta voglia di stare assieme. La superconduttività nasce appunto dal fatto che gli elettroni formano delle coppie, e le form a n o p e r c h é n o n so n o so l i n e l l a m a t e r i a , m a s o n o accompagnati anche da altri attori come gli ioni positivi che ne favoriscono l’accoppiamento. Grazie all’accoppiamento degli elettroni si instaura il fenomeno dei superconduttori”.
IL PRESIDENTE DELL’USI TREDICI MESI DOPO, UN PRIMO BILANCIO “L’arrivo, il 1. settembre dello scorso anno, alla presidenza dell’Università della Svizzera italiana sigilla il mio percorso professionale, orientatosi verso l’attività accademica quando a suo tempo avevo scelto di non entrare nei laboratori di ricerca dell’IBM. Sono contento della decisione presa allora, perché mi ha permesso di combinare due aspetti per me importanti quali la ricerca e la formazione, la trasmissione della conoscenza.
Certo, qui è molto diverso, perché di fisica non ce n’è, e i miei compiti sono molto diversi. Mi ha fatto piacere ritrovare il mondo della gioventù. I primi giorni dopo il mio arrivo mi sono mosso un po’ all’interno del campus, mi sono intrattenuto con gli studenti e ne ho ricavato immediatamente una buona energia. A un anno di distanza posso proprio dire di trovarmi molto bene, sotto tutti i punti di vista”. SULLA FUNZIONE DI PRESIDENTE “È molto particolare, nel senso che in un’unica persona sono racchiusi sia il lato strategico sia il lato operativo. Nella vita universitaria di tutti i giorni ho il ruolo di rettore. Sono però anche Presidente del Consiglio dell’Università, che è l’organo strategico, al cui interno si prendono le decisioni importanti. Non bisogna tuttavia pensare che con questa doppia funzione si disponga di un potere smisurato, perché nel Consiglio dell’Università siedono i decani delle facoltà, i rettori di altre università, il Consigliere di stato direttore del DECS e quindi c’è un controllo dell’azione del presidente”.
L’INTERVISTA IN… SINTESI Piero Martinoli è presidente dell´Università della Svizzera italiana dal settembre del 2006: ha studiato al Politecnico Federale di Zurigo dove ha ottenuto il diploma in fisica, quindi il dottorato con una tesi teorico-sperimentale sui fenomeni di contatto tra un superconduttore e un metallo normale. Negli Stati Uniti, ha lavorato presso uno dei centri di ricerca più prestigiosi per lo studio della fisica della materia, gli Ames Laboratories della Iowa State University, in qualità di “visiting associate professor”. Le ricerche svolte oltreoceano gli hanno permesso di ottenere, al suo ritorno, la libera docenza al Politecnico federale di Zurigo e quindi la cattedra di fisica sperimentale all’Università di Neuchâtel. In questo ateneo, grazie a finanziamenti del Fondo Nazionale, dell’Unione Europea, della Fondazione Europea per la Scienza e di un Polo di Ricerca Nazionale, ha svolto un’intensa attività di ricerca sulle trasformazioni ordine-disordine nei superconduttori bidimensionali. Questi lavori hanno generato oltre 120 pubblicazioni apparse in riviste internazionali fra le più prestigiose. Durante due congedi sabbatici, Piero Martinoli è stato “visiting scientist” al Laboratorio di ricerca IBM di Zurigo e professore invitato all’Università di Ginevra. È stato presidente della Divisione II del Fondo Nazionale e, tra gli altri numerosi incarichi, membro del Consiglio dell’USI dal giugno del 2003.
L’ADOLESCENTE USI “L’Università della Svizzera italiana è una bellissima creatura che sta entrando nello stadio dell’adolescenza. Nei primi dieci anni ha avuto una grande crescita, il Professor Baggiolini ha svolto un lavoro enorme. Oggi abbiamo quattro facoltà – l’Accademia di architettura e le facoltà di Scienze economiche, Scienze della comunicazione e Scienze informatiche – e questo è un dato di fatto molto positivo. L’adolescenza però comporta problemi di crescita, ai quali bisogna stare molto attenti. Per questo il mio messaggio è chiaro: punto molto sulla ricerca, perché l’università ha allestito ottimi curricoli per la formazione, dal 2000 ha realizzato anche progetti nel campo della ricerca, ma dobbiamo fare di più, da bravi dobbiamo cercare di diventare molto bravi”.
siano i temi strategici per lo sviluppo del paese e ne fissa dei programmi. L’Università della Svizzera italiana si sta inserendo anche in questi programmi di respiro nazionale. Le facoltà di Scienze informatiche, Scienze economiche e di architettura, in collaborazione con i massimi atenei svizzeri, sono coinvolte in progetti legati rispettivamente all’ingegneria e alle tecnologie dell’informazione per la salute, la sicurezza e l’ambiente, all’amministrazione pubblica e all’urbanistica. Questa vitalità progettuale mi rende quindi molto fiducioso a proposito dello sviluppo dell’USI”.
DUE LIVELLI DI RICERCA “Un’università comprende due livelli di ricerca, uno interno alle singole facoltà, che cerca visibilità a livello internazionale, è imperniato sulla figura del ricercatore e si concentra su aree tematiche come la finanza, l’informatica, il management, l’economia e la comunicazione sanitaria, la microeconomia, le nuove tecnologie nella formazione, il plurilinguismo, l’economia dei media. Mi ha fatto molto piacere vedere come la neocreata Facoltà di Scienze informatiche stia crescendo bene dal punto di vista della ricerca, e che si sia vista accettare numerosi progetti presentati al Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica e all’Unione europea. Per me è pure motivo di grande soddisfazione costatare che la Facoltà di Scienze della comunicazione ha recentemente ottenuto, nell’ambito del competitivo programma Pro*Doc del Fondo Nazionale, il finanziamento di due scuole dottorali nelle quali avrà il ruolo di “leading house”. C’è però un altro tipo di ricerca, quello commissionato dall’Ente pubblico che, consultati gli organi scientifici, decide quali
L’IMPORTANZA PER IL TICINO DELLA PRESENZA DELL’USI “Fino a dieci anni fa il Ticino ha vissuto senza università, e non si può dire che fosse culturalmente arretrato, ci mancherebbe, ma forse il tutto era vissuto in modo un po’ provinciale. Penso quindi che l’università sia stata e sia una carta straordinaria che contribuisce ad aprire ulteriormente gli orizzonti culturali del cantone. La gente acquisterà sempre maggiore consapevolezza del fatto di poter disporre di uno strumento importante per la propria identità. Credo inoltre che l’Università svolga un ruolo importante di collegamento tra la Lombardia e il Nord delle Alpi. Per fare solo un esempio, quando mi reco nella Svizzera tedesca per discutere con i miei colleghi, percepisco che il Ticino non è più considerato come un parente povero. Oltre all’USI, però, indicherei l’importante presenza della SUPSI (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana), con la quale, unicum in Svizzera, è possibile svolgere un master USI-SUPSI in informatica applicata, e dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB), diretto da Antonio Lanzavecchia, e dell’Isti-
(Fonte: www.unisi.ch)
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tuto oncologico della Svizzera italiana (IOSI), diretto da Franco Cavalli, ambedue di fama internazionale. Inoltre, possiano pure contare sulla presenza di due importanti “antenneâ€? della Scuola politecnica federale di Zurigo: il gruppo di scienze computazionali diretto da Michele Parrinello, leader mondiale in questa disciplina e professore aggregato alla FacoltĂ di Scienze informatiche, e del Centro svizzero di calcolo scientifico (CSCS). Bene, mi sono chiesto se non si potesse sfruttare la sinergia di queste competenze. Abbiamo cosĂŹ allestito un progetto attorno al tema “Computational Life Sciencesâ€?, (“Scienze della vita computazionaliâ€?), la cui idea è quella di riunire, attorno al CSCS, le forze e le competenze degli istituti di Bellinzona, della FacoltĂ di Scienze informatiche dell’USI, della SUPSI e del gruppo Parrinello per studiare, attraverso simulazioni fatte con il supercomputer, fenomeni biologici di grande interesse scientifico. I lavori di ricerca stanno per partire. Ritengo che questo sia un progetto strategico di grande avvenire, ed è la dimostrazione che con‌ teste, risorse umane e computer si possono fare grandi coseâ€?. QUALE GIOVANE ESCE DALL’UNIVERSITĂ€ DELLA SVIZZERA ITALIANA? “Questa domanda dovrei rivolgerla anche a me stesso‌ diciamo che esce con in mano strumenti nuovi per poter affrontare la vita professionale. Studi recenti hanno dimostrato che l’impatto dei nostri studenti col mondo del lavoro è buono, vi arrivano ben equipaggiati. Il mio invito è quello di rendersi conto che è negli anni dell’universitĂ che ci si forma, che sĂŹ la vita è bella, ma che bisogna impegnarsi e imparare a gestire le proprie risorse intellettuali. L’università è un’occasione straordinaria per poterlo fare. Spero in ogni caso che dall’USI escano anche ragazzi e ragazze che sappiano come diventare uomini e donne per affrontare i problemi della vitaâ€?.
L’UOMO CHE VERRÀ‌
1UESTO Ă’ UN MEDICAMENTO ,EGGERE IL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO )N VENDITA IN FARMACIA
DAL PICCOLO TICINO AL VASTO MONDO E RITORNO. QUALE TICINO HA RITROVATO? “Se in Valle, da ragazzino, avevo conosciuto situazioni di indi-
genza e di vera povertĂ , che forse non ci sono piĂš, da un punto di vista sociale posso dire di aver trovato un Ticino meno povero. Del Ticino mi rallegra la sua voglia di proporsi come un cantone dinamico, che sta cercando di uscire dal clichĂŠ un po’ limitante che lo dipinge quale una Sonnenstube. Come abbiamo visto, ci sono campi in cui il valore è altissimo, ci sono oppurtunitĂ che il Ticino deve sapere sfruttare. Credo che sia però estremamente importante che il Ticino impari ad abbandonare i campanilismi, che qui sono‌ terribili. Cerchiamo di lasciarli da parte e di tirare il carro tutti insieme. Ăˆ importantissimo. Le premesse per poterlo fare ci sonoâ€?. PER‌ FINIRE‌ UN PENSIERO SULL’AVVENTURA DELLA VITA‌ “Bisogna rendersi conto che la vita sulla terra è un episodio nella storia dell’universo. Non c’era, ed è nata negli oceani, coi primi esseri monocellulari. Quale sarĂ il nostro destino? Siamo destinati a sparire, perchĂŠ la vita è un fenomeno di organizzazione, che va contro le leggi dell’evoluzione dell’universo. Globalmente l’universo tende al disordine, vittima dell’implacabile legge dell’entropia che dice che un sistema isolato lasciato a se stesso non può che evolvere verso uno stato di massimo disordine, situazione che corrisponde allo stato di equilibrio. Ora, la vita è un complesso fenomeno di eccezionale organizzazione e, di conseguenza, lontano dallo stato di equilibrio. Per mantenerci in questa condizione di “disequilibrio stabileâ€?, dobbiamo quindi consumare energia, e consumando energia produciamo disordine nell’ambiente nel quale viviamo. Per questo motivo la vita finirĂ per spegnersi, perchĂŠ noi, anche per l’enorme crescita della popolazione mondiale, a poco a poco finiremo per devastare l’ambiente, sopprimendo gradatamente, ma inesorabilmente, le condizioni necessarie al mantenimento del fenomeno “vitaâ€?. E poi, indipendentemente da queste considerazioni, anche il sole è destinato a spegnersi‌ L’unica cosa che si può fare è cercare di proteggere il nostro ambiente, di averne estrema cura, in modo tale da prolungare il processo vitale. Bisogna tuttavia essere ottimisti e pensare alle generazioni futureâ€?.
#ONTUSIONE $ISTORSIONE 3TRAPPO /LFEN 0ATCH¤ ! LUNGA DURATA D AZIONE )L CEROTTO ANTIDOLORIlCO DELLA -EPHA < ALLEVIA I DOLORI < ANTIINlAMMATORIO < RIDUCE I GONlORI < RINFRESCA PIACEVOLMENTE < EFlCACE lNO A ORE
1UELLI CON L ARCOBALENO
Per lâ&#x20AC;&#x2122;uomo di casa.
Bar/ristorante kai zen, Losanna senza fumo da maggio 2007 «Kai zen è un’espressione giapponese che significa ‹cambiamento in meglio›. Un ristorante con un nome così dev’essere per forza senza fumo, no?» (Maria Opuni, comproprietaria) Partecipare ripaga: www.bravo.ch
Senza fumo, per vivere meglio.
BUON APPETITO
PRUGNE
PICCANTI Di questi tempi le prugne ci invitano a tentare degli esperimenti culi-
nari. Si prestano per realizzare dessert, torte e composte; inoltre sono indicate anche per accompagnare le carni, i pesci, i piatti esotici e - perché no? - addirittura le insalate. ricette e fotografie Cuisine Mondiale, Beatrice Aepli
PESCI AL COCCO CON CHUTNEY ALLE PRUGNE Resa: 4 porzioni Difficoltà: 3 Osservazioni: si consiglia di utilizzare un pesce a carne soda, che non si disfi facilmente. Chutney: • 500 g prugne • 1 cipolla • 2 spicchi d’aglio • 1 pezzetto di zenzero fresco (circa 2 cm) • 2 peperoncini rossi • 1 arancia, scorza grattugiata • 1,25 dl aceto balsamico • 75 g zucchero • 1/2 cucchiaino di “five spices” (una miscela di spezie cinesi) • sale Pesci: • 600 g filetti di pesce, p. es. San Pietro • 1 uovo • sale, pepe • 5 cucchiai di noce di cocco grattugiata • 8 cucchiai di semi di sesamo • olio per friggere
Preparazione: Dimezzare le prugne, snocciolarle e tagliarle a pezzettini. Tritare finemente la cipolla e l’aglio. Pelare lo zenzero e tritarlo finemente. Dimezzare per il lungo i peperoncini, asportarne i semi e tagliarli ad anelli. Versare tutti gli ingredienti per il chutney in una casseruola, portare a ebollizione e cuocere per circa 30 minuti rimestando di tanto in tanto finché il composto assume la consistenza di una marmellata. Tagliare i filetti di pesce a strisce. Sbattere l’uovo, salarlo e peparlo. A parte, mescolare il cocco grattugiato e il sesamo. Passare le strisce di pesce dapprima nell’uovo, poi nella miscela di cocco e sesamo, e quindi friggerle da entrambi i lati nell’olio caldissimo. Servire con il chutney alle prugne.
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Dai prelibati BRETZELI ai raffinati dolcetti al Marc de Champagne fino ad arrivare agli squisiti kipferl alla vaniglia: le 18 varietà di biscotti Créa d’Or sono una vera delizia per il palato.
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Créa d’Or. Lusso da mordere.
BUON APPETITO
INSALATA DI RADICCHIO ALLE PRUGNE CON COSTOLETTA AFFUMICATA Resa: 4 porzioni Difficoltà: 1 Osservazioni: una deliziosa insalata autunnale, indicata anche come antipasto. Insalata: • 150 g costoletta affumicata • 1 cucchiaino olio • 200 g radicchio • 500 g prugne • 100 g gruyère maturo • 100 g noci
Preparazione:
Tagliare la costoletta a quadratini e friggerli nell’olio caldissimo da entrambi i lati. Mondare il radicchio e spezzettarlo sommariamente con le mani. Dimezzare le prugne, asportarne i torsoli e tagliarle a spicchi. Tagliare il gruyère a striscioline. Disporre tutti gli ingredienti dell’insalata nei piatti. Mescolare gli ingredienti della salsa e irrorare con essa l’insalata.
Salsa: • 1/2 arancia, scorza grattugiata e succo • 1/2 limone, scorza grattugiata e succo • 4 cucchiai di olio di noci • sale, pepe • alcune gocce di salsa Worchestershire
STUFATO DI FUNGHI E PRUGNE CON FILETTI DI CONIGLIO Resa: 4 porzioni Difficoltà: 3 Osservazioni: pensate che soddisfazione preparare questa ricetta con i funghi da voi trovati! • 500 g prugne • 3 cucchiai di zucchero • 4 cucchiai di aceto di mele • 2 dl sidro di mele • 1/2 cucchiaino di cannella • 1 pizzico di chiodi di garafano in polvere • 50 g burro freddo, a pezzettini • sale, pepe • 150 g gallinacci • 1-2 cucchiai di burro • 4 filetti di coniglio • 1 mazzetto di erba cipollina
Preparazione: Dimezzare le prugne, asportarne i torsoli e tagliarle a quarti. Caramellare lo zucchero in una casseruola, levare quest’ultima dal fuoco, bagnare il caramello con l’aceto e il sidro di mele, aromatizzare con cannella e garofano. Rimettere la casseruola sul fuoco, unire le prugne e cuocerle a fuoco dolce per alcuni minuti, quindi levarle con la schiumarola. Addensare la salsa a calore vivo finché ne rimangono solo 2 cucchiai. Aggiungere a poco a poco il burro a pezzetti, salare e pepare. Rimettervi le prugne. Mondare i funghi, soffriggerli brevemente in poco burro e unirli alle prugne. Salare e pepare i filetti di coniglio e rosolarli nel burro da ogni lato per 5 minuti. Tagliare finemente l’erba cipollina. Ripartire lo stufato di funghi e prugne nei piatti. Affettare i filetti di coniglio e adagiarli sopra. Cospargere di erba cipollina.
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ABBIAMO MANGIATO A…
Diego Pernici (chef de cuisine) e Pier Angelo Campitiello (gerente).
RODI FIESSO: RISTORANTE DAZIO GRANDE testo Luigi Bosia - foto Rémy Steinegger
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isalendo la Leventina, a due passi da Ambrì, il Dazio Grande è punto di partenza ottimale per escursioni alla scoperta delle meraviglie naturalistiche che lo circondano e permette, in pochi minuti, di trovarsi immersi nella natura ricca di fauna e flora alpina. L’autunno è il momento opportuno per fare queste scoperte, magari seguendo il suggestivo percorso che, attraverso un comodo sentiero, si snoda fino al Dazio Vecchio e alla Gola del Piottino. Punto d’incontro sulla “via delle genti”, oltre alla locanda con giardino, lo stabile cinquecentesco abilmente restaurato, ospita cinque camere doppie moderne ed accoglienti, una galleria dove si svolgono interessanti mostre ma anche il bel museo, attualmente dedicato al 125° della galleria del San Gottardo (con anche un magnifico plastico della ferrovia). Vi troneggia
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l’antico forno di pietra riscoperto durante i recenti lavori di restauro e rimesso in attività. L’apertura, nel 13° secolo, della Schöllenen fece del passo del San Gottardo l’asse principale del transito Nord-Sud attraverso le Alpi centrali. Lungo il percorso nacquero infrastrutture inerenti al transito delle persone e delle merci: dazi, soste, depositi, stalle, locande, ospizi, chiesette e cappelle. Le locande, naturalmente, servivano cibi del proprio Paese. Come ci raccontava Maria Pia Amadò in Conconi, il Dazio Grande era la dogana urana più importante. Qui era incassato un terzo di tutte le tasse, pedaggi e imposte dell’intero cantone. La locanda è oggi gestita da Pier Angelo Campitiello che, con l’aiuto dello chef Diego Pernici, propone una cucina di tipo familiare con, quotidianamente, ricette interessanti come il
MI PIACE... … che continuino le serate etniche della Swissminiatur, che resta aperta fino al 18 novembre. Voglio qui ricordare quelle di cucina indiana (erano presenti artisti di Bollywood), araba, cinese (alla presenza dell’ambasciatore a Berna). … che il Lavaux, con i suoi vigneti, sia stato accolto quale patrimonio mondiale UNESCO come lo sono già i vigneti del San Giorgio i cui viticoltori si sono riuniti in associazione. … che Xavier Darcos, sindaco di Périgueux (che mi accolse, anni or sono, al Salone del libro gastronomico), sia stato nominato ministro dell’attuale governo Fillon. … che, grazie alla nuova scala di monta e al corridoio ecologico, le anguille possano nuovamente risalire la Tresa.
NON MI PIACE... … che un allievo su tre, del settore alberghiero e della ristorazione, lasci il ramo a conclusione della formazione professionale. … che i ristoranti che chiudono siano sempre di più. L’Aris Bar di Paradiso tornerà forse ad essere riaperto tra qualche anno. Lo storico Ticino di Bissone sarà ristrutturato quest’inverno mentre Giordano Bertolina (o meglio, sua moglie) si è installato a Chiasso all’Emporio Arcadia. Riaprirà invece presto il Parco Saroli nello stabile della Gottardo di Lugano. … che i formaggini di capra siano venduti a Fr. 3.30 per 100 g. Quanto li pagheremo al ristorante? … che, grazie ad una ricetta medica, in Russia, gli alcolizzati si curino con la Vodka.
… che le pagine visualizzate sul sito Ticinonline (e tra queste anche la mia) siano ammontate a ben 4’727’559.
misto di formaggi con patate in camicia, lasagna alle verdure gratinate, pennette alle melanzane, entrecôte Dimitri con burro alle erbe, petto di pollo alle erbe dell’orto, costolette d’agnello alla mentuccia, bollito misto. Il pesce, come il filetto di coregone in carpione tiepido e il salmerino gratinato con pomodorini secchi, è allevato a Rodi nell’acqua del Tremorgio. Per dessert: budino ai frutti di bosco, mousse al lime con salsa alla menta e zenzero, bavarese alla banana con salsa al cioccolato e una gustosa “Rote Grütze”.
Presto inizia la stagione della selvaggina con menu particolari e piatti come terrina di pernice, misto di salumi, petto di fagiano Souvaroff e poi capriolo, cervo e piatti autunnali: funghi, zucca e castagne.
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L’autunno a tavola
è tempo di ...
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L’estate è finita, ma niente malinconia. L’autunno è una stagione affascinante, con i suoi caldi colori, le sue giornate fresche ma ancora piacevoli e soprattutto con i suoi preziosi frutti. Castagne, funghi e selvaggina. È il momento delle passeggiate nei boschi, dei cartocci caldi di caldarroste, del vino caldo e speziato e dei funghi freschi. Se però la cucina non è il vostro forte, o semplicemente non avete voglia di cimentarvi in lunghe preparazioni, perché non concedervi il piacere di ritrovarvi, magari in buona compagnia, in un locale dove degustare la selvaggina cucinata a regola d’arte. L’atmosfera calda e accogliente, magari un camino scoppiettante, un buon vino e una pietanza particolare, possono scaldare una serata uggiosa e rendere speciale una cena tra amici. E se estate significa grigliate all’aperto e birra, l’autunno ci regala un’atmosfera più ricercata. Perché non approfittarne…
Aperti dal martedì alla domenica. Sabato solo la sera
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SICURO ANDAR
PER FUNGHI Come tutti sappiamo, i funghi possono essere tanto una delizia quanto un potente veleno, a volte fatale. Non conoscere i funghi non significa però forzatamente dover rinunciare al piacere di una fruttuosa passeggiata nei boschi, ma prima di consumarli è assolutamente indispensabile essere certi che siano commestibili. In caso di dubbi, è possibile rivolgersi a un esperto. La Vapko, l’Associazione svizzera degli organi ufficiali di controllo dei funghi, riunisce e forma dei controllori ufficiali, dislocati su tutto il territorio nazionale, in grado di controllare i funghi raccolti dai meno esperti. Abbiamo pensato di pubblicarne la lista completa, che vi consigliamo di tenere sempre sotto mano, e se non siete assolutamente certi di ciò che avete raccolto, rivolgetevi al controllore della vostra zona! Ma prima di consumare i funghi è bene seguire alcune semplici ma importanti regole. • Non si va nei boschi mal equipaggiati! Indossate vestiti adeguati e comodi e soprattutto calzature adatte. Calzare sandaletti con suola in cuoio può far scivolare facilmente e ci si può ferire, anche gravemente. • Non ci si addentra in boschi sconosciuti. Quando si guarda sempre a terra è facile perdere il senso dell’orientamento e non essere più in grado di trovare la via di casa. • I funghi vanno raccolti in larghi cestini di vimini o in sacchetti di tela. I sacchi di plastica facilitano la rapida decomposiBELLINZONESE • Dolores Maggiori - M.te Carasso, 091 825 63 35 • Sacha Melera - Giubiasco, 079 251 47 01 LOCARNESE • Cesarino Baccalà - Brissago, 091 793 18 59 • Fausto Beretta - Brissago, 091 793 24 13 • Silvia Bui - Locarno, 091 751 29 07 • Marco Cattori - Locarno, 091 751 33 44 • Remo Giambonini Gordola, 091 745 11 77 / 091 751 24 37 • Giorgio Manni - Muralto, 091 743 44 06 • Angelo Morinini - Locarno, 079 681 13 31 • Leandro Paganetti - Minusio, 091 743 03 66 LUGANESE • Gabriella Baroni - Breganzona, 091 967 44 36 • Mauro Bordoni Pregassona, 091 970 22 78 / 091 814 61 73 • Marco Candeago - Cureglia, 091 968 20 14 • Franco Confalonieri - Savosa, 091 940 61 64
Andar per funghi è per molti una passione, trovarli è a volte una questione di fortuna, ma conoscerli è un’arte, oltre che una questione di vita o di morte, nel vero senso della parola. testo Antonella Broggi
zione dei funghi che possono provocare gravi intossicazioni. • Ci sono diverse specie di funghi protetti. È dannoso, oltre che vietato, distruggere i funghi che non si desidera raccogliere. • I funghi non vanno c o n su m a t i c r u d i , neanche se commestibili. Molte specie commestibili infatti, c r u d e so n o i n v e c e tossiche. • Esistono leggi che regolano orari e periodi di raccolta che vanno rispettate. In Ticino si possono raccogliere al massimo 3 kg di funghi, dalle 7:00 alle 20:00 tutti giorni, ma è vietato farlo dal 7 al 13 settembre. Per saperne di più, visitare il sito www.vapko.ch e non esitare a contattare un controllore in caso di dubbi!
• Bruno Crivelli - Mezzovico, 091 946 10 20 • Bernardo Gilardoni - Pazzallo, 091 649 67 38 • Morenos Macchi - Lugano, 091 814 61 11 • Marco Martucci - Torricella, 091 945 36 84 • Marco Nimis - Lugano Brè, 091 971 56 54 • Alberto Pagani - Bioggio, 091 605 35 55 • Silvano Parini - Vaglio, 091 943 46 46 • Adriano Sassi Cureglia, 091 966 96 34 / 091 966 44 76 • Lorenza Rusca - Rivera, 091 946 19 77 • Francesco Rusca Breganzona, 091 967 25 78 / 091 803 52 41 MALCANTONE • Neria Römer Sessa, 091 606 28 21 / 091 608 14 32 MENDRISIOTTO • Jean-Pierre Beati Balerna, 091 683 43 52 / 091 803 51 11 • Francesco Panzini - Salorino, 091 646 20 55 • Alfredo Riva - Balerna, 091 683 36 63
• Walter Weber Morbio, 091 683 74 83 / 079 620 53 61 MESOLCINA • Gianni Ferrari - San Vittore, 091 827 29 34 RIVIERA • Loris Sonzogni - Lodrino, 079 337 44 51 VAL COLLA • Mario Faccoli - Davesco, 091 943 24 74 • Siro Lepori Soragno, 091 940 64 39 / 091 814 61 33 • Kerry Ravasi - Cimadera, 091 944 17 42 VAL MAGGIA • Sandro Ravasio Aurigeno, 091 753 22 30 / 091 751 38 44 VALLE ONSERNONE • Eli Mordasini - Spruga, 091 797 14 15
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SALUTE
LA MENOPAUSA
E I CAPELLI “Sono in menopausa e perdo i capelli in modo allarmante. Secondo Lei, devo accettare la terapia ormonale che mi propone il ginecologo, pur non essendo affatto propensa a farlo?”. testo Rita Ducret-Costa, farmacista
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a innanzi tutto precisato che perdere 100 capelli al giorno, soprattutto in autunno e in primavera, è un fenomeno normale. Ciò nondimeno, se ha riscontrato un diradamento dei capelli, ha ragione ad informarsi sulle misure da adottare. LA CAUSA ORMONALE La menopausa rappresenta innegabilmente un periodo a rischio per i capelli. Se gli estrogeni ne influenzano favorevolmente la crescita, gli androgeni (ormoni maschili prodotti anch’essi dal
corpo femminile, benché in misura più modesta) esplicano l’effetto contrario. Con la menopausa le ovaie smettono di funzionare, ma le ghiandole surrenali continuano a produrre androgeni, che aggrediscono i bulbi capillari provocando un rallentamento della crescita e riducendo la densità dei capelli. Questo terremoto ormonale può anche portare alla comparsa o all’aumento di seborrea (ipersecrezione sebacea del cuoio capelluto) e/o di un’antiestetica peluria sul mento e sul labbro. Una terapia ormonale sostitutiva ben mirata è per lo più sufficiente ad invertire la tendenza. Sempre che naturalmente lo scompenso ormonale sia la vera causa del problema. ALTRE CAUSE Vari fattori possono infatti provocare una perdita anomala dei capelli a tutte le età: trattamenti troppo aggressivi (decolorazioni, permanenti), malattie del cuoio capelluto, diete drastiche, la malnutrizione, l’anemia, la carenza di zinco (piuttosto frequente e troppo spesso ignorata), lo stress (alimentato dalla paura della calvizie!), gli scompensi tiroidei, l’assunzione di determinati farmaci ecc. È pertanto necessario un check-up completo. TRATTAMENTI INTERNI ED ESTERNI Una volta escluse o affrontate queste cause, se il problema dovesse persistere, scelga, con l’aiuto del suo farmacista, un rico-
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stituente capillare per via interna. I capelli e le unghie non potranno che trarre giovamento da un ulteriore apporto di vitamine, oligoelementi, aminoacidi solforati, miglio, lievito di birra, olio di germe di grano ecc. Per un risultato ottimale è indispensabile un trattamento prolungato (da tre a sei mesi). Per quanto mi riguarda, visto che nessuno di questi prodotti contiene abbastanza biotina, consiglio di aggiungere 2,5 mg di tale sostanza (una compressa al giorno). La biotina (chiamata anche vitamina H o B8) è venduta senza ricetta medica. Da qualche tempo la biotina è disponibile anche in forma di lozione, in associazione con il ginkgo biloba, pianta che aumenta l’irrigazione del cuoio capelluto, e con la melatonina, una sostanza ormonale che rallenta l’invecchiamento capillare. Questa proprietà della melatonina è stata dimostrata da diversi studi. La melatonina agisce neutralizzando i radicali liberi nocivi per i follicoli capillari ed aumentando il numero dei capelli in fase di crescita. Esiste anche una lozione che si rivolge al pubblico femminile, a base di antiradicali liberi delle foglie d’olivo, vitamine B e cisteina, un aminoacido solforato. Se la caduta dei capelli presenta una forte componente ormonale, le zone più sguarnite vanno trattate applicando regolarmente, due volte al giorno, una lozione a base di minoxydil, reperibile in farmacia. Si tratta dell’unico farmaco per via esterna di provata efficacia nel trattamento dell’alopecia androgenetica (di origine ormonale ed ereditaria). In caso di alopecia androgenetica dichiarata e di risposta insufficiente al minoydil, non resta altra via che ricorrere alla terapia ormonale proposta dal suo medico. Un trattamento di alcuni anni è pressoché esente da rischi e di solito molto efficace.
Medicamento fitoterapico aiuta. Se non riesce a prendere sonno, un medicamento fitoterapico può aiutare: in farmacia o drogheria si faccia consigliare VALVERDE® Sonno forte. In caso di disturbi dell‘ addormentamento e del sonno. 1 compressa film rivestita al giorno.
Con la menopausa le ghiandole surrenali continuano a secernere ormoni maschili, che rallentano la crescita dei capelli e in alcuni casi ne aumentano la caduta.
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SALUTE
PERDITA DI CAPELLI E UNGHIE
FRAGILI: UN INCUBO!
Caduta dei capelli… Capelli deboli… Unghie fragili…
I capelli danno filo da torcere anche a Lei? Sono troppo sottili, troppo grossi, troppo lisci o troppo ricci? O si preoccupa perché i capelli si sono diradati, hanno perso vitalità e ne perde parecchi di più? La tipologia dei capelli (colore, dritti, ricci, ecc.) è determinata da fattori genetici e pertanto predefinita. Ma una capigliatura normalmente folta che si dirada all’improvviso, perdendo volume e luminosità, può diventare un vero e proprio incubo. Un sollecito apporto di biotina – la vitamina per i capelli e per le unghie – può rappresentare in tal caso un valido aiuto. ... possono essere provocati dalla carenza di biotina.
La caduta dei capelli e le unghie deboli possono avere molte cause. Disturbi della salute e crisi emotive, carenze nutrizionali, diete e medicamenti, nonché stress e malattie febbrili sono tutti fattori che condizionano l’attività ciclica dei capelli. Malattie, un’alimentazione scorretta e l’età influiscono anche sulla crescita e sulla qualità delle unghie, con conseguenze quali unghie fragili e formazione di solchi.
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BIOTINA: LA VITAMINA PER LA PELLE, I CAPELLI E LE UNGHIE La biotina rientra fra le vitamine idrosolubili e adempie a una serie d’importanti funzioni nell’organismo umano: • favorisce lo sviluppo sano di pelle, capelli e unghie. • in concentrazioni elevate, la biotina stimola il metabolismo delle cellule cheratiniche delle radici dei capelli e delle unghie. • la biotina migliora la qualità e la struttura dei capelli e rende le unghie forti e sane. • una carenza di biotina induce perdita di capelli e unghie fragili. La biotina è presente in molti alimenti, ma in quantità relativamente esigue. Pertanto, in una fase di aumentato fabbisogno, la biotina assimilata con l’alimentazione non è sempre sufficiente. In caso di disturbi di crescita dei capelli o di unghie fragili, che si spezzano, un sollecito apporto di un preparato a base di biotina ad alto dosaggio, come Biotin-Biomed forte, può contribuire a stimolare la crescita dei capelli e delle unghie. Considerata la lenta crescita dei capelli, il trattamento dovrebbe essere protratto per almeno tre mesi, meglio se per sei mesi. I capelli e le unghie risulteranno così nutriti in misura ottimale.
aiuta ad eliminare questo stato di carenza. Lo sviluppo di capelli e unghie sani Cellule specializzate (cellule epidermiche) nella matrice dei capelli , rispettivamente delle unghie si riproducono per scissione cellulare e si spingono lentamente verso gli strati cutanei superiori . Maturando, formano la proteina filamentosa cheratina, elemento costitutivo principale di capelli e unghie. La cheratina conferisce a capelli e unghie resistenza.
Così agisce la biotina La biotina agisce sulla moltiplicazione delle cellule matrici di capelli e unghie , favorisce la formazione di cheratina e ne migliora la struttura.
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I
capelli, come tutti i tipi di peli, hanno un’attività ciclica di più anni divisa in tre fasi: crescita, riposo e caduta. La perdita di circa 100 capelli al giorno è considerata normale. Se i capelli lasciati nel lavandino sono molti di più, si può supporre una perdita anomala di capelli. Gli uomini di solito non si allarmano troppo, mentre le donne reagiscono spesso con paura o perfino panico. Ciò non stupisce, se si pensa che una capigliatura folta e le unghie forti sono tipici attributi della femminilità e dell’appeal, e caratterizzano l’aspetto, rispettivamente l’impressione destata su terzi.
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OGGI PARLIAMO DI...
Aaron
Alessandro
Alice
Amina
Andrea
Chiara
Emma
Eros
Giona
Lisa
“ROSSI, VERDI E
ARANCIONI” Ne produciamo a tonnellate e l’argomento è di costante attualità. Ci riferiamo al tema rifiuti che abbiamo voluto affrontare, lo scorso mese di aprile, con la pluriclasse (III e V elementare) di Rancate della maestra Gabriella Auf der Mauer. testo Lorenza Storni - foto Rémy Steinegger
COSA SONO I RIFIUTI? Lisa, Andrea: è uno spreco, si potrebbero usare meno cose. Nicole: è uno scarto che l’uomo vuole riciclare o buttare via. Alice: sono cose che non si usano più, rotte e sporche. Michelangelo: è qualcosa che non serve più. Michele: è qualcosa che abbiamo già usato.
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Eros: è qualcosa di rotto che non si può più aggiustare. Sara F.: sono cose inutili. Mattia: certi rifiuti inquinano molto e possono distruggere l’ambiente. CI SONO TANTI TIPI DI RIFIUTI, QUALI? Giona: cartone, carta e sacchetti. Alessandro, Sara C.: scarti alimentari. Nicole: le bottiglie di PET. Alice: il vetro.
Marco: le medicine scadute. Michelangelo: plastica e batterie. Chiara: le lattine. Tatiana: rifiuti elettrici. Andrea: giochi rotti e i capelli tagliati dal parrucchiere. Giona: spaghi, corde e erba tagliata. Michele: ci sono quelli rossi che sono i veleni, quelli verdi che se anche finiscono nella natura non fa niente e quelli arancioni che dipende.
Marco
Mattia
Michelangelo
Michele
Natalia
Nicole
Sara C.
Sara F.
Sofia
Tatiana
Sara F.: gli oli. Sofia: i rifiuti riciclabili. Amina: le cose di ferro. Emma: il legno. Nicole: la stoffa. Sara C.: le carcasse degli animali. A CASA VOSTRA FATE LA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI, E SE SÌ DI COSA? Natalia: noi in casa separiamo il PET e il vetro. Andrea: noi nel sacco delle spazzatura buttiamo solo i rifiuti alimentari. Certe volte il mio nonno fa il concime tritando le bucce e altre cose. Tatiana: noi separiamo la carta e il cartone e i vestiti che non usiamo più che vanno ai bambini meno fortunati di noi. Sofia, Nicole: la carta, le bottiglie di plastica e di vetro. Lisa: la latta, il vetro, la carta e il PET. Marco: noi separiamo le cose che si bevono da quelle che si mangiano. Michelangelo: noi ricicliamo carta, bottiglie e batterie. Mattia: io divido la carta e il cartone perché la carta normale è più sottile del cartone. Natalia: io metto i cerotti in un sacchettino a parte. Sara C.: noi separiamo i vestiti e diamo certi scarti alimentari agli animali. Emma: noi gli scarti vegetali li buttiamo nel compostaggio in giardino.
Alice: i miei nonni hanno l’orto e gli scarti vegetali li usano per fare concime. Chiara: in casa nostra quando avanza la carne la diamo al cane. CHI DI VOI HA UN’IDEA DI DOVE I RIFIUTI VENGANO SMALTITI? Amina: ci sono dei camion che li portano nelle ciminiere. Michele: vanno alla centrale di raccolta dove si ricicla tutto. Chiara: vanno nell’inceneritore. Sara C.: quelli vegetali vanno nel compostaggio. Marco, Alice: vanno in questi forni dove per esempio surriscaldano le bottiglie di vetro che si sciolgono e poi usano di nuovo il vetro per altre cose. Amina: io ho visto una di questi forni vicino alla dogana per andare in Italia. Aaron: le bottiglie quando si rompono vanno nel forno, poi rifanno la forma e le rifanno nuove. La carta, invece, la riciclano. COME SI POTREBBE EVITARE DI PRODURRE COSÌ TANTI RIFIUTI? Aaron: si possono, per esempio riportare le batterie dove le hai prese e le medicine in farmacia. E a scuola riutilizziamo i vasetti dello yogurt per varie attività. Andrea: per esempio si possono fare dei lavoretti con la bottiglietta dello shampoo.
Sofia: le bottiglie si possono riutilizzare invece di buttarle. Amina: si potrebbe evitare di comprare troppi imballaggi. Mattia: io trovo che è uno spreco quando il tubetto del dentifricio è in vendita nella scatola di cartone. Chiara: bisogna evitare di lasciare resti nel piatto, ma imparare a mangiare tutto. Marco: con una radio rotta si possono fare degli altri pezzi che servono per qualcos’altro. Alessandro: invece di buttare via le pile, si può comprare l’apparecchio per ricaricarle. Amina: a me sembra che ci siano tanti imballaggi inutili, come quelli per i cereali. Tatiana: ad esempio invece di buttare la carta possiamo utilizzarla per accendere il camino.
Le classi elementari del Cantone interessate a collaborare alla realizzazione di uno di questi servizi possono scrivere a: Lorenza Storni, CP 247, 6906 Lugano o inviare una e-mail a: lorenza.storni@bluewin.ch.
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1. Riempi il calzino con l’ovatta e con i fiori di lavanda. Andranno bene anche dei resti di saponette e se non hai nessuna delle due cose, puoi spruzzare del profumo sull’ovatta.
2. Usando l’ago, e forse è meglio se ti fai aiutare da un adulto, gira il bordo della calza verso l’interno e chiudila cucendola.
3. Per fare gli occhi, cuci i bottoni poco sotto il punto in cui si trova il tallone.
4. Ritaglia una bocca dal pannolenci e cucila usando un filo di colore diverso e facendo dei larghi punti. Più facili e decorativi!
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SONDAGGIO
Marco Alliata, 41 anni, educatore, con Tito, Sala Capriasca - “Opero una raccolta differenziata dei rifiuti, utilizzo pannolini ecologici e acquisto prodotti locali e di stagione”.
Marisa Würsch, 58 anni, impiegata di commercio, Collina d’Oro - “Da anni separo i rifiuti e grazie alla buona organizzazione comunale tutta la famiglia vi partecipa sistematicamente”.
Yvonne Pini, 51 anni, casalinga, con Gilda, Locarno - “Appena possibile ci muoviamo a piedi, non lasciamo accese luci in casa inutilmente e facciamo la raccolta differenziata dei rifiuti”.
NON SOLO RACCCOLTA
DIFFERENZIATA... L’ambiente in cui viviamo va difeso e salvaguardato. È compito di tutti noi prendere parte attiva alla sua tutela con un cambiamento nei comportamenti e negli stili di vita affinché piccoli gesti quotidiani diventino abitudini. E allora la domanda è la seguente: in che modo contribuite alla protezione ambientale? testo Lorenza Storni - foto Stefano Ember
Mattia Da Dalt, 23 anni, animatore, Locarno - “Utilizzo il più spesso possibile la bici invece dell’auto, non butto nulla per terra e faccio la raccolta differenziata dei rifiuti”.
Fabio Vozzo, 38 anni, cassiere, Grancia - “Siccome ne faccio parte, ma non ne sono padrone, rispetto l’ambiente adottando tutte quelle regole civili per consumare e inquinare il meno possibile”.
Nerida Deganis, 43 anni, casalinga, con Louise e William, Besazio - “Facciamo attenzione a non lasciare accese luci inutilmente e quando cambiamo l’acqua della piscina la utilizziamo per annaffiare le piante”. > pagina 43 ILLUSTRAZIONE TICINESE 09-07
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SONDAGGIO
Daniel Capriotti, 33 anni, meccanico, Paradiso - “Grazie alla polizia cantonale che mi ha ritirato la licenza di condurre, ora non inquino più perché utilizzo le gambe e i mezzi pubblici”.
Brigitte Turcati, 50 anni, amministrazione, Lugano - “L’ultima cosa che ho fatto per la salvaguardia ambientale? Ho acquistato un’auto a gas”.
Sonya Guillemain d’Echon, 52 anni, regista e insegnante, Acquarossa “Non possedendo un’automobile mi sposto solo a piedi o con i mezzi pubblici”.
Stefania Bianda, 19 anni, studentessa, Torricella - “Oltre alla raccolta differenziata dei rifiuti, riutilizzo i sacchetti della spesa e acquisto prodotti con pochi imballaggi”.
Felipe Rezende, 21 anni, costruttore stradale, Biasca - “Opero la raccolta differenziata con un occhio particolare alle batterie visto che inquinano molto”.
Concetta Rossi, 38 anni, collaboratrice Museo H. Hesse, Sessa - “Durante i periodi di siccità contengo il consumo d’acqua e non lavo l’auto. Naturalmente faccio la raccolta differenziata dei rifiuti”.
Alessandro Rusconi, 16 anni, studente, Riva San Vitale - “Non ho il motorino, quindi utilizzo il mio skate o il treno per spostamenti più lunghi”.
Leandro Gianini, 23 anni, studente, Camorino - “Separo i rifiuti, mi sposto in bici e in treno e sono affiliato a Greenpeace”.
Antonella Gaggini, 42 anni, formatrice aziendale, Bissone - “Spiego in modo attivo alle mie bimbe cosa significa rispettare la natura e come fare la raccolta differenziata dei rifiuti”.
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1ª PARTE
INTERNET
INTERNET E LA TELEVISIONE È
da qualche mese ormai, soprattutto grazie all’avvento e alla sempre più marcata presenza di accessi web ADSL in tutte le economie domestiche - che ormai hanno quasi soppiantato il più tradizionale e ormai “vetusto” sistema di accesso in dial-up - che anche il mercato televisivo elvetico della televisione via Internet è in fermento. Bluewin TV di Swisscom, accanto alla Internet TV di Zatoo, senza dimenticare e trascurare che anche altri concorrenti si stanno ormai velocemente avvicinando, si contendono il mercato. Ma cosa rende tanto interessante la TV via Internet? LA DIFFUSIONE VIA INTERNET Le moderne tecnologie di comunicazione hanno un grande impatto anche su radio e televisione e sul modo in cui sono diffusi i programmi. Numerose emissioni sono oggi distribuite su Internet, in contemporanea o anche in differita. Poiché sempre più consumatori dispongono di accessi Internet a banda larga (ADSL), fuori e dentro casa, sono perfettamente in grado di sfruttare sempre più spesso l’ampia offerta di programmi anche tramite questo canale di diffusione. In realtà, quanto per noi consumatori è visto come un semplice “consumo” di una trasmissione, un programma o un’opera, su Internet è tecnicamente definito con termini specifici quali “simulcasting”, “webcasting”, “on demand” e “podcasting”, il cui significato è il seguente: • “simulcasting” (dall’inglese “simultaneous broadcasting”), trasmissione radiofonica o televisiva diffusa contemporaneamente su Internet attraverso tecnologia “streaming”; • “webcasting”, trasmissione preparata per Internet sottoforma di file “streaming”, come lo sono la webradio e la webTV; • “on demand”, inteso per servizi che mettono a disposizione trasmissioni a richiesta su Internet, fruibili individualmente, in differita o anche scaricate;
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In questa edizione introduciamo un tema di estrema attualità, la televisione via Internet. Sembra tanto paradossale quanto impossibile ma, da un recente studio di Motorola, si stima che addirittura il 45% degli europei guardi la TV su Internet. testo Elio del Biaggio
www.sf.tv Offerta online con le informazioni complementari sui programmi di Schweizer Fernsehen (SF). Il pubblico ha così la possibilità di fruire di pagine integrative o di approfondimento senza limiti spazio-temporali.
www.tsr.ch Sito web complementare alla programmazione della Télévision Suisse Romande (TSR). I telespettatori possono consultare le ultime notizie, la meteo, passare in rassegna le produzioni proprie, leggere le anteprime di programma o partecipare a concorsi e forum di discussione legati a trasmissioni o avvenimenti. www.rtsi.ch Sito della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RTSI) che dà informazioni sui programmi radiofonici e televisivi. Oltre a ciò, permette un’attività di audio e video “on demand”, con trasmissioni d’informazione e rubriche. Infine, valorizza gli archivi RTSI, creando siti web tematici.
• “podcasting”, termine che deriva da “iPod” (il celebre riproduttore MP3) e dalla parola inglese “broadcasting”, un modo particolare di mettere a disposizione contenuti “on demand”, per una forma di diffusione gratuita su Internet attraverso i “podcast”, per mezzo di file MP3. INTERNET E LA TELEVISIONE I servizi attuali e le odierne nuove tecnologie, che fondono la rete Internet con le più tradizionali trasmissioni televisive, suscitano l’interrogativo di conoscere se sia Internet che stia andando verso la TV o se piuttosto sia la televisione che stia entrando in Internet. Nell’attesa, Internet sta ormai prepotentemente invadendo ogni casa, anche grazie alla televisione, e in questi ultimi anni si stanno facendo prove ed esperienze per la trasmissione di audio e video in diretta, con la realizzazione di programmi radiotelevisivi concepiti e realizzati per la rete, grazie a tecnologie dette di “streaming”, che permettono di inviare sulla rete un flusso continuo e regolare di audio e video. Così, se trasmettere la voce su Internet è ormai già una realtà consolidata, con innumerevoli radio presenti in diretta sulla rete, accanto a servizi che consentono di effettuare telefonate su Internet a prezzi competitivi e concorrenziali rispetto alla più tradizionale telefonia, il passo successivo è naturalmente quello di inviare anche le immagini in diretta, in modo da poter seguire su Internet cronache, avvenimenti e programmi televisivi. I problemi tecnici da risolvere e superare sono stati diversi, ma i risultati raggiunti sono davvero notevoli e veramente incoraggianti, con una tecnologia sempre più evoluta e affidabile, con servizi e sistemi disponibili e fruibili da tutti, grazie alla diffusione sul web, con la nascita di vere e proprie stazioni televisive su Internet, con la diffusione, in diretta o in differita, su richiesta, di programmi che normalmente siamo abituati a vedere più tradizionalmente attraverso i nostri televisori. Insomma, se fino a poco tempo fa si è trattato di esperimenti portati avanti piuttosto in sordina, adesso sono arrivate e stanno arrivando società che propongono veri e propri servizi radiotelevisivi su Internet, presentando per la prima volta una programmazione diversificata di vari argomenti realizzata espressamente per la Rete, accanto alla distribuzione dei più classici canali TV. Un’evoluzione culturale di non poco conto, indubbiamente, con la convergenza di diversi media di massa verso un unico elemento multimediale senza più distinzione alcuna fra radio, televisione e computer che diverrà in questo modo un vero e proprio terminale interattivo con l’informazione combinata all’intrattenimento. In poche parole, a differenza dell’attuale televisione, subita passivamente, l’utente avrà in questo modo una scelta totale e diversificata, potendo liberamente decidere della sua programmazione. E se internet superasse la TV?
Rammentiamo la possibilità di leggere tranquillamente e facilmente tutti gli scritti pubblicati così come di scambiarci idee, opinioni, curiosità, critiche, suggerimenti, osservazioni, dal fresco e rinnovato sito web www.delbiaggio.ch.
SPORT
LEGGERE CORRENDO
NEL BOSCO 46
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STEFANO MADDALENA E LE GARE CON SE STESSO, COL BOSCO E CONTRO IL TEMPO “D’UN TRATTO, NEL FOLTO DEL BOSCO” “Da ragazzo praticavo un po’ di atletica, poi, grazie a mio zio Gianni mi sono avvicinato a questa disciplina che mi è subito piaciuta. Avevo 13 anni e da allora non ho più smesso”. COSA TI AFFASCINA DI QUESTA DISCIPLINA? “Non si finisce mai di imparare, ogni volta ci si trova confrontati con una situazione diversa, e anche se in Ticino in molti boschi si è stati più di una volta, si scopre sempre un percorso nuovo, c’è sempre un compito diverso da svolgere. E poi c’è quella misteriosa combinazione tra aspetto fisico, aspetto tecnico e aspetto mentale…”. SULL’ASPETTO FISICO “Ci si allena come un diecimilametrista, però il problema è che nell’orientamento si hanno molti più cambi di ritmo, il terreno è sconnesso, e le componenti di forza e agilità sono molto importanti”. SULL’ASPETTO TECNICO “Occorre apprendere le diverse tecniche di navigazione, bisogna sapersi orientare in modo grossolano, sapere usare la bussola e acquisire l’esperienza di correre in terreni e in posti molto diversi”.
Originaria dei paesi scandinavi, probabilmente data dalla necessità per l’uomo di orientarsi soprattutto d’inverno, la corsa d’orientamento gode attualmente in Svizzera di una notevole popolarità, grazie alle stupefacenti prestazioni della pluricampionessa del mondo Simone Niggli-Luder. Ma anche il Ticino non… scherza, Stefano Maddalena è la dimostrazione lampante di una vita la cui bussola segna sempre il… bosco. In compagnia di Luigi Nonella, inoltriamoci allora per un attimo in questo mondo magico ricco di… lanterne… testo Marco Ortelli - foto Rémy Steinegger
SULL’ASPETTO MENTALE “Una volta lo si sottovalutava un po’, poi si è notato che gli atleti più bravi erano quelli mentalmente più forti, e così questa componente è andata via via potenziandosi. Occorre ad esempio sapersi motivare, controllare il proprio livello di attivazione - essere cioè pronti allo sforzo nel posto giusto - occorre mantenere la concentrazione durante tutta la gara; queste diverse capacità si possono allenare con particolari tecniche. Una di esse consiste nel visualizzare le diverse situazioni e le reazioni ad un errore. Molti orientisti di buon livello seguono una strategia comprendente quattro punti che utilizzano quando si accorgono di aver commesso un errore. Se qualcosa non quadra, infatti, bisogna sapersi fermare per ridurre al minimo la possibilità che lo sbaglio si ingigantisca. Una tecnica molto utile è anche quella di parlare con se stessi, ripetersi sempre cosa si stia o non si stia facendo, cosa si vede, se sia opportuno aumentare il ritmo o frenare, una tecnica che consente di mantenersi perfettamente a contatto con quello che si sta facendo nel momento”. LEGGERE CORRENDO: L’INTERPRETAZIONE DELLA CARTINA “Per leggere la cartina bisogna prima di tutto imparare i simboli, cosa che si può fare di volta in volta. Per poter partecipare alla propria prima CO non è necessario conoscere tutti i simboli, ma è sufficiente avere bene in mente i 10-15 principali. I simboli seguono anche una certa logica, il blu indica l’acqua, al nero corrispondono i sassi, e così via. Il passo successivo, quel> pagina 49 ILLUSTRAZIONE TICINESE 09-07
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Investiamo anche nei futuri vincitori della corsa d’orientamento. PostFinance si impegna per le giovani leve. Per esempio con il progetto sCOOL. In collaborazione con la Federazione svizzera di corsa d'orientamento e la nazionale ci impegniamo per promuovere l’attività fisica dei giovani nelle nostre scuole. Perché siamo convinti che una gioventù sana e attiva rappresenti la base del futuro successo della Svizzera.
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SPORT
lo più grande, consiste nell’apprendere a interpretare le curve di livello, capacità che inizialmente ai ragazzi è un po’ preclusa e che si sviluppa piano piano, perché astrarre curve e forme del terreno non è evidente. Nemmeno tutti gli adulti riescono poi veramente a guardare una cartina e a immaginarsi la forma del terreno e la configurazione delle colline. Un altro passo importante è capire quale sia il percorso più veloce per giungere alla meta, e a tale scopo entrano in gioco anche aspetti tattici”. SULLA GARA “La maggior parte delle nostre gare è a partenze a intervalli, quindi l’orientista si trova da solo nel bosco, poi succede di raggiungere qualcuno o di essere raggiunti, però di regola si tratta di una corsa individuale, con se stessi, col bosco e contro il tempo. Il contatto diretto contro un avversario lo si riscontra solo nelle staffette o nelle gare a inseguimento. Nello specifico, in gara si hanno una cartina e una bussola; sulla cartina è marcato un percorso, con punti di controllo - chiamati “lanterne” - da trovare e dati in un ordine prestabilito. L’orientista più bravo è quello che li trova nel modo più veloce possibile. Trovarli velocemente significa scegliere il percorso migliore per arrivarci e trovare la lanterna nel modo più veloce possibile evitando azioni di ricerca prolungate, o evitandole del tutto, perché anche in un bosco difficile e sconosciuto è possibile arrivare con una precisione di dieci, venti metri alla lanterna cercata.
Il percorso non è mai conosciuto in anticipo, viene consegnato solo al momento della partenza, e anche qualora il bosco sia noto, vige comunque un periodo di quarantena, durante il quale non lo si può più frequentare. Per le gare ticinesi la quarantena è di tre mesi, non c’è un controllo, ci si basa sul fair play più assoluto”. PERCHÉ BISOGNEREBBE PROVARE LA CORSA D’ORIENTAMENTO? “Perché è molto stimolante e interessante, perché è difficile e occorrono impegno fisico e tecnico. La consiglio perché noto come molti adulti che cominciano tardi a praticarla poi se ne innamorino. Piace a ragazzi e adulti, la si può provare a diversi livelli, nelle città, nei paesi o nei boschi, in open lunghi, medi e corti, questi ultimi praticabili anche da un profano che può trovare i punti senza troppe necessità di spiegazioni”. ALLA PAROLA “CO” COSA RISPONDI? “Il bosco, sempre lo stesso e sempre diverso, fresco d’estate, caldo d’inverno, trasmette pace e tranquillità, anche se noi vi entriamo di corsa. Ti dà una sensazione di protezione, di stare bene, e anche se può essere sassoso, ripido e denso di vegetazione, ha sempre un fascino particolare. Come orientisti teniamo molto alla protezione dei boschi, ne abbiamo bisogno, ma li rispettiamo”.
Nome: Stefano Cognome: Maddalena Data di nascita: 10 luglio 1968 Professione: docente Domicilio: Bironico Club di appartenenza: O-92 Piano di Magadino Categoria: H 35, HE Tempo dedicato alla pratica sportiva: “5/6 ore alla settimana” Migliori risultati: “Nel 2007: 4. Campionati svizzeri sulla media distanza Categoria Élite e
1. Campionati svizzeri nello sprint, categoria H35. 2. Campionati del mondo Masters 2006 a Vienna. In passato quattro medaglie ai Campionati svizzeri sulla media distanza (2 argento e 2 di bronzo), Cat. Élite” Il prossimo obiettivo: “correre ancora bene ai Campionati del mondo Masters che si svolgeranno il prossimo anno a Marinha Grande, in Portogallo”
LUIGI NONELLA E L’EMOZIONE DI UNA LANTERNA… RITROVATA LA MIA CORSA D’ORIENTAMENTO “Ascoltando Stefano mi vien voglia di cimentarmi anche nella corsa d’orientamento, nella quale ho fatto qualche apparizione da ragazzo, ma più nella forma di colui che metteva le… gambe a disposizione del responsabile della cartina, come nel 1968, quando in squadra col grande Peter Sonderegger sono stato campione ticinese nella corsa a squadre. Ricordo quelle competizioni come un grandissimo evento, era un po’ come andare a cercar funghi, si passavano ore e ore nel bosco senza accorgersi. > pagina 51 ILLUSTRAZIONE TICINESE 09-07
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SUL MOVIMENTO ORIENTISTICO TICINESE Stefano Maddalena: “Negli ultimi vent’anni abbiamo conosciuto un buon sviluppo, e dal 2002/03, grazie a SCOOL, ai Campionati del mondo realizzati in Svizzera e ai successi di Simone Niggli-Luder, abbiamo assistito ad un ulteriore balzo in avanti. Sono inoltre state introdotte gare per i ragazzi più piccoli - uomini e donne 10 - ed è stata aggiunta una categoria per bambini. Questo abbassamento d’età ha allargato la presenza delle famiglie di orientisti, riportando quelle che già praticavano la CO e portandone di nuove. In pochi anni siamo passati da 200-250 a 350-400 partecipanti per ogni gara”.
Ho così assistito un poco marginalmente allo sviluppo della corsa d’orientamento, a mio avviso dovuto anche all’arrivo in Ticino di Thomas Hiltebrand, che ha dato impulsi alla parte competitiva e ha portato professionalità nel modo di allenarsi ponendo l’accento sull’aspetto fisico”. CORSA D’ORIENTAMENTO E SCUOLA “Noi insegnanti di educazione fisica proponiamo regolarmente a quasi tutte le scuole la corsa d’orientamento, questo per raggiungere l’obiettivo di far correre i ragazzi senza che quasi se sCOOL! Si tratta di un progetto a lunga scadenza della Federazione Svizzera di Corsa d’Orientamento (FSCO), lanciato nell’ambito dei Campionati del Mondo dell’agosto 2003 svoltisi a Rapperswil/ Jona e sostenuto sin dal suo inizio dall’istituto finanziario PostFinance. Lo scopo del 23 maggio 2003 era quello di far partecipare ad una CO sul piazzale scolastico gli allievi di almeno 1’000 scuole di tutta la Svizzera e di battere il record del mondo di partecipanti a una manifestazione sportiva della durata di una giornata. Il record è stato ampiamente battuto! Hanno partecipato 1’351 scuole con 207’979 partecipanti! TOUR DE SUISSE Lo “sCOOL! Tour de Suisse” ha visitato tra il 2002 e il 2005 quasi 550 scuole in tutta la Svizzera. 37’000 allievi e docenti hanno potuto approfittare di una mezza giornata di animazione ricca di emozioni! Come nel 2006, anche nel 2007 sono state previste 140 nuove tappe. IT’sCOOL! Un manuale per tutti coloro che desiderano… orientarsi! Il manuale è composto da un cofanetto con sette quaderni e una scatola con giochi e test. Il manuale propone un’ampia scelta di lezioni per diversi metodi d’insegnamento. I moduli proposti si possono introdurre e combinare a piacimento a partire dal terzo anno di scuola elementare, con tempi di preparazione e necessità di materiali minimi. Il cofanetto con sette quaderni e una scatola con giochi e test costa Fr. 120.- (per il Ticino in offerta a prezzo ribassato).
Fonte: www.scool.ch
ne accorgano - corsa e concentrazione vanno di pari passo concorrendo a modificare la percezione del tempo - e affinché perché acquisiscano gli strumenti per sapersi orientare, che nella vita saranno sempre utili. Credo che la scuola elementare, grazie a una proposta divertente e giocosa, abbinata a un po’ di geografia e di educazione fisica, sia l’ideale per iniziare a praticare la corsa d’orientamento, anche perché l’interdisciplinarietà è più facilmente praticabile in questo ciclo di studi, rispetto alle medie, dove anche per incompatibilità di orari non sempre si riesce a lavorare insieme”. CONSIGLI UTILI… D’ALLENAMENTO “Per quello che concerne l’allenamento, agli orientisti sono solito dire che è molto importante riuscire a migliorare la propria soglia anaerobica, per non sommare troppo lattato che bloccherebbe le gambe e annebbierebbe la mente, per cui l’allenamento ideale è quello dei diecimilametristi o mezzi maratoneti, che sviluppa la capacità di correre a un ritmo elevato sempre più a lungo. È pure importante la cura del gesto specifico, evitando l’asfalto e favorendo invece uscite nella natura, che non guastano mai, neanche per i diecimilametristi più convinti. Nello stesso tempo si conoscono abbinamenti di allenamento differenti. Correndo nei boschi, infatti, non sempre si può usare la stessa tecnica, e quindi padroneggiarne di diverse è importantissimo, come alternare in modo equilibrato il fondo lento al fondo medio, le ripetizioni ai giochi della corsa. Andrebbe anche effettuata in modo diligente la ginnastica del portamento - per rassodare addominali, fianchi e tronco - che previene i ferimenti e favorisce un gesto tecnico migliore”. LA VITA, NEL BOSCO “Inviterei veramente gli sportivi a confrontarsi con questa disciplina, per assaporare il piacere di trovare le “lanterne”. Ho preso parte anche a CO notturne, e posso dire che è particolarmente suggestivo orientarsi in un bosco di notte. Il bosco è la vita dell’uomo. Le piante, i sassi, i corsi d’acqua ti danno energia. Ancora oggi, quando sono di cattivo umore e stanco per il lavoro, vado a passeggiare nel bosco e non appena respiro l’aria del sottobosco cambio umore. Raccomando comunque prudenza ad addentrarsi nei boschi, occorre tenere sempre presente che nascondono anche insidie”.
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9a PARTE
VIAGGI
LA MANO TESA DI
MARTINUS Percorrendo le non sempre facili piste della valle del Baliem, ho avuto modo di conoscere alcune delle regioni più remote dell’Irian Jaya, avvicinandomi col trascorrere dei giorni, sempre più alle etnie del luogo che conducono una vita dai ritmi ancora primordiali. L’imminente ritorno al capoluogo amministrativo di Wamena, alle sue polverose strade con rari veicoli a motore, mi parrà quasi anomalo. Ritroverò comunque con piacere un letto e alcune vecchie conoscenze. Ma avevo promesso all’amico Yali di ritornare ancora una volta al suo villaggio prima di partire e sono intenzionato a mantenere la parola. Dopo un breve riposo riprenderò dunque ben presto il cammino. testo e foto Roberto Schneider
TRA INSIDIE E SORPRESE Sono finalmente ritornato a Kurima, un esteso villaggio situato sul fondovalle. Poco distante un lungo ponte sospeso permette di superare le scure e vorticose acque del fiume Baliem. La precaria struttura si oppone quasi temerariamente alle intemperie e oscilla pericolosamente, costantemente sospinta da un vento che mai cessa. Solo poche decine di metri più a valle incombono, quasi fossero un monito, i resti di un altro ponte distrutto dall’ultima piena. Si concluderà presto un lungo periplo sui monti, caratterizzato da dure ore di marcia su piste scoscese, alla
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scoperta di villaggi isolati, dove la vita trascorre in modo semplice ma in splendida sintonia con la natura circostante. Le piccole comunità sono a volte così mimetizzate tra la vegetazione, che ci si accorge della loro esistenza solo quando lungo il sentiero ci si ritrova obbligati a dover scavalcare staccionate di rami contorti: sono le delimitazioni che indicano che si sta per entrare nel territorio di una comunità Dani. Il percorso di ritorno verso valle è stato forse il momento più impegnativo, il terreno era spesso sdrucciolevole a causa delle piogge che si ripetevano quasi ogni notte. L’incedere precario co-
Raggiunto nuovamente il fondovalle, trovo ristoro in una capanna. Presto inizierà il ritorno in direzione di Wamena.
twfe
a vita, contateci
«Tutti dovrebbero potersi permettere di far valere i propri diritti.» Sara, protezione giuridica del TCS
Di villaggio in villaggio prosegue il lungo e difficile cammino nel corso del quale sono frequenti occasionali e amichevoli incontri con gli indigeni.
stringeva alla costante ricerca di appigli occasionali, radici, liane, anche erbe alte e quando non vi era altra soluzione ho trovato sempre la mano di Martinus, la mia guida forse poco preparata, ma vicina e premurosa. L’ultimo giorno mi separo però da lui proseguendo unicamente col portatore, credendo erroneamente che bastasse seguire il lungo sentiero sul fondovalle. Una valutazione che si rivelerà per l’ennesima volta azzardata. Infatti in questi luoghi è sufficiente un piccolo piovasco per modificare in modo sensibile la topografia. Guadi semplici divengono in breve tempo proibitivi e terreni solidi pericolosi pantani nei quali è facile sprofondare fino alle ginocchia. II percorso di ritorno diviene così sempre più difficoltoso. Sono inoltre inseguito da nuvoloni neri desiderosi di scaricare sulla vallata il loro contenuto di pioggia tropicale. Vi è
il rischio di ritrovarsi nell’impossibilità di proseguire a causa dell’ingrossamento improvviso di un torrente. Fortunatamente tutto si risolverà per il meglio, la pioggia giungerà effettivamente, ma solo dopo aver raggiunto col portatore, giusto in tempo, un accampamento militare nei pressi della strada che conduce a Wamena. Sarà l’ennesima occasione di fare nuove conoscenze. FINALMENTE UN LETTO Quando ritrovo il mio umile alloggio nella piccola pensione familiare di Wamena, provo delle sensazioni particolari. Una sorta di ritorno a casa. Sono infangato e sudicio, così come quasi tutti i miei abiti. Le calzature sono praticamente irriconoscibili, ricoperte di fango che appare come incollato. Qui vi è dell’acqua corren> pagina 55
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VIAGGI
te, un letto, un tavolo e a poche centinaia di metri il mio abituale warung, il ristorantino indonesiano dove potrò rifocillarmi. Passando davanti al negozietto di strada dell’amico Alexander, che mi rivede con molto piacere, curioso di sapere dove abbia trascorso i giorni precedenti, non resisto alla tentazione di acquistare un pacchetto di biscotti al burro. Dopo essermi cibato per giorni di riso e uova mi paiono una manna caduta dal cielo! Intendo concedermi un poco di riposo in questa località, che solo pochi giorni prima, al momento del primo arrivo, mi era parsa una sorta di ultimo confine, dove uomini nudi incrociavano vecchi e rumorosi automezzi sulle strade. Ora, rientrato dal lungo periplo sulle montagne, il luogo mi sembra come una piccola cittadina dall’aria quasi mondana! Avevo però promesso agli amici del villaggio di Yali di ritornare a visitarli per trascorrere ancora un poco di tempo con loro, conoscerne meglio usi e costumi e non da ultimo, portare loro quei doni tradizionali che non avevo potuto consegnare nel corso del primo incontro. Ripartirò quindi presto verso sud. E IL PROGRAMMA CAMBIA NUOVAMENTE… Nell’abituale promiscuità del bemo sovraffollato - la solita vecchia e precaria camionetta - mi ritrovo accanto Naingolok, un indigeno papua molto cortese il cui aspetto è contraddistinto da una bella decorazione sulla testa costituita da piume di uccello del paradiso. Seguito dalla nemmeno tanto distratta curiosità degli
Il premuroso portatore Franz - un nome decisamente curioso per un indigeno papua - mi mostra il foro nel naso dove, quando ritorna al villaggio, infilza un dente di cinghiale.
altri passeggeri, intavolo con lui una discussione decisamente non facile a causa dei problemi linguistici. Senza quasi accorgermene raggiungo così la meta dopo poco più di un’ora di viaggio. Lascio il veicolo ad alcuni chilometri dal villaggio dell’amico Yali, proprio dove comincia la pista che s’inoltra nelle sterpaglie e anche dove vi è un piccolo ristoro, di cui avevo conosciuto l’esistenza in occasione del primo viaggio in quei luo-
ghi. Poche casupole di legno attorniate da un giardino mal curato, ma ricco di bei fiori tropicali, che pur essendo situate lungo lo stradone principale, risultano difficilmente individuabili. La pensione al mio arrivo appare però abbandonata. Mi dicono di cercare la padrona nel negozietto accanto: una sorta di baraccasgabuzzino con un’unica apertura contraddistinta da una grata contorta e arrugginita. Dopo aver bussato e chiamato con insistenza, compare effettivamente una signora non più giovane, la pelle più chiara e i tipici lineamenti asiatici. Si mostra decisamente felice di vedermi e mi accoglie con un calore tutto particolare. Quando più tardi mi porterà il registro degli ospiti, un pesante librone dalle pagine logorate dall’umidità, ne comprenderò la ragione. L’ultimo visitatore risale a circa sei mesi prima! Ma intanto nel luogo, inizialmente desolato, giungono uno dopo l’altro diversi indigeni con perizomi e piume colorate infisse nei capelli crespi, tutti curiosi di conoscere l’inconsueto ospite. Uno in particolare, piccolino e quasi timido, rimarrà a lungo appoggiato alla staccionata, osservandomi e studiandomi, mi guarda come se attendesse qualche cosa da me, come non riuscisse a comprendere cosa facessi in quel luogo. È rimasto anche Naingolok, l’indigeno dani incontrato in precedenza, che nel frattempo mi ha invitato nel suo villaggio e attende pazientemente di incamminarsi. Comprendo che, come di consueto, i miei programmi stanno per mutare nuovamente. CONTINUA.
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ESCURSIONI
FIORASCA RACCONTA
Escursione: Broglio - Monti di Rima - Alpe di Brünesc - Bocchetta di Fiorasca - Alpe Fiorasca
testo e foto Giosanna Crivelli
H
o il piacere di passare una serata in Fiorasca con le donne del gruppo di lavoro della Società Alpinistica Valmaggese che, con innumerevoli giornate di volontariato, in poco più di due anni ha ristrutturato parte dell’alpe. Dopo la cena i racconti scorrono come l’acqua della fontana. “Sono nata in montagna. Vedo il profilo delle montagne, salgo, vi arrivo, e lievita la malinconia, anche se sono granitica come le montagne. Sono nata in montagna e non si piange. Per questo mi hanno detto che sono arida. Oggi, arrivando qui, in un attimo ho realizzato che è proprio così, che da sempre sono abituata ad adattarmi al disagio. Ora a cinquant’anni ho scoperto cosa vuol dire piangere: è un punto d’arrivo, un compimento di vissuto. Forse finora non ho realizzato l’equilibrio interiore. Sento un vuoto, e sento che i sentieri sono anche altri. Qui mi ritornano i ricordi, l’alpe, i genitori, i rapporti. “Il me corig a dré ai càvri” mi ha dato le basi nella vita”. “Nonostante tutto ho avuto un’infanzia bellissima. Facevo il bagno con il vestitino. La mamma chiamava suonando la campana, e attaccava i figli con la corda lunga, perché non poteva tenerli d’occhio mentre lavorava”. Storie che fanno eco ai libri di Plinio Martini e alle testimonianze da lui raccolte (“Alpi di Val Bavona”, Museo di Valmaggia,
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1980). Sentite dal vivo, raccontate da donne mie coetanee, mi danno altre percezioni: radici di vita così diverse, così vicine nel tempo e così lontane nell’esperienza. Una delle considerazioni di Martini, dopo aver descritto vite di stenti: “Oggi le cose sono cambiate, e non è un male che la nostra gente non sia più costretta a quella vita; ecco perché non mi rincresce poi troppo di ritrovare i nostri monti ogni anno più abbandonati, i sentieri cancellati, i pascoli invasi dalle betulle o disseminati di pietre, il paesaggio mutato e inselvatichito”. La risposta del gruppo Fiorasca: “Trasformare le cascine dell’alpe Fiorasca - un nome magico - in accogliente rifugio sempre aperto, significa continuare la presenza dell’uomo facendola durare nella nostra memoria collettiva”. Sento l’unità data da un ideale comune: far rivivere l’alpe, valorizzare il lavoro dell’alpigiano di Fiorasca Olimpio Dalessi, e di tutti gli alpigiani che hanno costruito cascine e sentieri in luoghi impossibili. La Bocchetta di Fiorasca, da lui scavata nella viva roccia, e le impressionanti scalinate che da Fontana portano a Larecchia, sono oggi vie di comunicazione per escursionisti: qui passa il percorso del Trekking del 700° - che porta da Mesocco alla Val Formazza - e la Via Alpina - 5000 Km, 341 tappe, da Trieste al Principato di Monaco, dall’Adriatico al Mediterraneo. Chi l’avrebbe mai pensato? Il nuovo rifugio permette di soffermarsi, di godere la vasta panoramica, di lasciar scorrere pensieri leggeri dopo la faticosa salita. L’indomani vi è la festa degli anziani. Partecipano numerosi, il volo in elicot-
tero rende possibile la visita a tutti. Vi sono i cugini Dalessi Romildo, Vittorio, Francesco - che con gesto lungimirante e generoso hanno donato Fiorasca alla Società Alpinistica Valmaggese. Francesco racconta: “Questa pietra l’ho messa io, con lo zio Olimpio. A undici anni ho portato giù un vitello morto, pesava 65 chili. Le mucche bisognava portarle a Brunescio per la monta del toro. Olimpio allevava le mucche qui, Larecchia era troppo ripida, io e la zia Maria tutti i giorni portavamo giù il formaggio. L’alpe era vasto e l’erba buona. Ho smesso quando sono andato a mestiere, muratore”. Quasi che a fare l’alpigiano non fosse mestiere… Bice e Carlo Tonini qui sono stati in viaggio di nozze, si fa per dire, allora non si usava. Prima a Locarno per la foto, poi su a Fiorasca, per vedere la valle e visitare gli amici alpigiani e le bestie. Bice: “Eravamo poi passati al Mater, c’era un passaggio brutto, obbligatorio, da attaccarsi ai rami, allora c’erano le bestie che tenevano aperti i sentieri. Mi piaceva abbastanza guardare il pericolo. Adesso qui mi pare tutto bellissimo”. La funzione religiosa è il fulcro della giornata. Don Dante, 85 anni, è cresciuto su queste montagne: “L’anno scorso invece di fare io la predica, l’ho fatta fare alle montagne. Quest’anno la messa è in onore degli anziani, e il tema è quello della rivalutazione e dell’apprezzamento di ciò che ci è stato dato. Le montagne creano confini, i rifugi li abbattono, dando accoglienza. L’augurio è che i giovani sappiano sentire il valore di queste pietre”.
Cartografia Dislivello Tempo Rifugio Fiorasca
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Basodino + P. Campo Tencia 1:25’000 salita 1248 m, discesa 212 m 5 1/2 ore aperto da metà giugno a ottobre, 10 letti, cucina, acqua, non custodito, tel 079 410 40 02, sav@ticino.com È possibile la salita in auto fino al Ri di Casella, a 1429 m, da dove si diparte il sentiero per l’Alpe di Brünesc. Possibilità di parcheggio limitata. La discesa dall’Alpe Fiorasca a Fontana, in Val Bavona, ha un dislivello di 1486 m, tempo 3 ore. www.sav-vallemaggia.ch, www.via-alpina.org, www.vallemaggia.ch
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CORVETTE Z06 EMOZIONI IN PISTA Alla 24 ore di Spa per conoscere i segreti della messa a punto di una delle pi첫 veloci vetture sportive di serie disponibili sul mercato. testo Stefano Pescia
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A Spa la Corvette Racing C6 R ha vinto per la prima volta. La vettura numero 5 ha battuto tutti grazie soprattutto alla bravura del pilota svizzero Marcel Fässler, un vero fuoriclasse del bagnato, che ha girato in pista per oltre dieci delle 24 ore di gara.
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na sigla diretta e pepata: Z06, che traspira potenza e prestazioni tanto da stimolare le aspirazioni sportive di automobilisti di tutte le età. Siamo schierati in fila dietro la Safety car sul circuito che tra poche ore ospiterà la 24 ore di SPA, al volante della nostra Corvette Z06. Per uno scatto senza compromessi e una tenuta di strada che fa sentire l’adrenalina da pilota anche al conducente meno passionale, ci pensa un motore che vi strapazza di cavalli. È un otto cilindri a V che ha una cilindrata di sette litri e quando premete il pedale del gas vi lascia giocare con i suoi 512 cavalli a 6’300 giri al minuto, con una straordinaria coppia massima di 637 Nm a 4’800 giri al minuto. Una vera supersportiva la Z06, capace di raggiungere il limite dei 7’000 giri al minuto. Con un peso a vuoto di soli 1’418 kg anche l’accelerazione vi fa sognare: da 0 a 100 km/h in soli 3,9 secondi, da 0 a 200 km/h in soli 12,2 secondi e quando la
lancetta non avanza più sul contachilometri, significa che state viaggiando a 320 all’ora! Un bel brivido che si vive tutto d’un fiato, ma la Corvette Z06 non scherza nemmeno in frenata: da 100 a 0 km/h in 34,5 metri. Nascosti in questo concentrato di globuli bianchi e rossi che si muovono all’impazzata vi sono 55 anni di storia di una Corvette simbolo della vettura sportiva made in USA. E la Z06 è la Corvette di serie più veloce e più potente finora offerta da General Motors, che si distingue anche per i suoi materiali compositi in fibra di carbonio che si uniscono alla struttura in alluminio. E diciamo la verità, all’invidiabile prezzo di base di 113’590 franchi, ma solo coupé. La Corvette ha sempre avuto numerosi estimatori. Dalla Cal-
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A livello visivo, la Z06 si caratterizza per i larghi parafanghi posteriori con svasatura che coprono i massicci pneumatici, lo spoiler posteriore alloggia la luce di stop centrale mentre quattro sono i tubi di scappamento di grande diametro in acciaio inossidabile.
Vedere le acrobazie del modello da corsa su una pista di SPA che per quasi 24 ore è stata dominata dalla pioggia ti fa capire
l’abilità e la professionalità dei piloti in gara. “La Z06”, ci racconta Patrick Hermann, uno dei collaudatori che si è occupato di mettere a punto la vettura, “è stata sviluppata parallelamente all’auto da corsa Corvette C6 R. Ha percorso molti chilometri sulla Nordschleife del circuito tedesco del Nürburgring. Ore e ore al volante fino ad effettuare a occhi chiusi le 77 curve, 33 a sinistra e 40 a destra”. Il risultato ottenuto è veramente eccellente, come abbiamo potuto constatare provando direttamente la vettura per alcuni giri sul circuito di SPA. Il pilota entusiasta che cerca prestazioni da supercar troverà nella Z06 un veicolo guidabile ogni giorno, che offre un rapporto prezzo-cavalli senza precedenti. “La Z06”, precisa ancora Hermann, “è stata sviluppata in parallelo con la vettura da competizione Corvette C6 R che sviluppa 590 cavalli e pesa circa 700 kg in meno della vettura di serie. Il suo motore”, conclude Hermann, “presenta anche l’alesaggio dei cilindri microfinito galvanicamente, una procedura normalmente associata alla fabbricazione di motori da corsa e praticamente mai vista sul motore di un veicolo di serie”.
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laway Twin Turbo a doppio turbo alla ZR1, dalla Corvette Coupé Gran Sport alla C5 Z06 Commemorative Editino, fino alla nuova Coupé (da 86’190 franchi) e Convertible (da franchi 100’190) con motore di 5,7 litri a otto cilindri da 405 cavalli (60 cavalli in più rispetto alla quinta generazione). Una sesta generazione disponibile, senza sovrapprezzo, con un cambio manuale a sei marce oppure con uno automatico. Rispetto al modello precedente si propone più corta di 12,5 centimetri (4,43 m), è più stretta di 2,5 cm (1,84 m) e più leggera, mentre il passo si è allungato di 3 cm (2,68 m). Per la prima volta, Corvette offre tra gli equipaggiamenti a richiesta, anche l’Head-Up Display, che proietta sul parabrezza i dati riguardanti la velocità, le diverse temperature e l’accelerazione laterale sviluppata in curva senza dover togliere lo sguardo dalla strada e, di serie, gli pneumatici Goodyear Eagle F1 Superca Extended Mobility a prova di foratura; anteriori 245/40 ZR 18 e posteriori 285/35 ZR 19.
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Quelli del mestiere.
OROSCOPO testo Cloris Sciaroni Prima metà di ottobre 2007 Come anticipato, il lento Saturno è entrato in Vergine, segno del nostro Paese, e al momento è in un buon aspetto con Mercurio in Scorpione e questo dovrebbe indurre a una severa, ma saggia selezione nella scelta dei membri del Governo prediligendo coloro che operano coerentemente per la salvaguardia dell’ambiente, degli animali, ma anche dei diritti dei lavoratori, sempre più bersaglio di pressioni da parte del padronato. Rivalutiamo gli antichi mestieri. Importante tema anche quello della costruzione, sempre più selvaggia, perché ha rubato molto verde (quindi ossigeno) al Ticino, così come quello della equa ripartizione delle ricchezze, ottenute dai profitti delle grosse aziende, per garantire un minimo di benessere a tutti. Plutone in bel trigono con Plutone natale ci parla invece di potere, parola che suona molto familiare a certuni, ma il vero potere va messo solo nelle mani dei saggi altrimenti provoca distruzione. Saturno in Vergine induce stili di vita semplici a cui certi personaggi purtroppo non sono abituati, ma arriverà per tutti il tempo delle scelte obbligate visto che la salute è una sola e che dipendiamo tutti dallo stesso pianeta!
ARIETE 21/3 - 20/4
Il Sole si trova in opposizione al vostro segno riducendo un poco le energie a disposizione, mentre Marte, pure dissonante, porta ora un certo scompiglio nella vita domestica di voi nativi della 1. decade. Attenzione agli scatti d’ira! Possibili guasti in casa di apparecchiature da sostituire, per cui tenete conto di qualche spesa extra. Saturno nel 6. campo vi vorrebbe stacanovisti nel lavoro, anche perché Plutone stimola l’ambizione e l’orgoglio, ma sappiate che la salute ha un prezzo e va salvaguardata. Cercate di non addossarvi più compiti di quelli che riuscite a sopportare altrimenti i vostri cari diventano il vostro parafulmine. A vostro sostegno avete sempre Giove che regala buonumore e la voglia di sano divertimento, mentre Nettuno risveglia interessi spirituali o umanitari e l’amore per se stessi. Curatevi con la musica.
TORO 21/4 - 20/5
Saturno favorisce per ora voi nativi della 1. decade portando buoni frutti a chi fra voi ha seminato bene. Sarete apprezzati e riconosciuti per la vostra coerenza e capacità organizzativa. Promozioni in vista. Buone prospettive per chi opera nel campo artistico, del teatro o della scrittura, ma anche dell’artigianato. Riscoprite il valore di antichi mestieri. Interessante anche il settore dell’alimentazione. Possibilità di insegnare per molti di voi. Bene anche il settore degli studi rivolti in particolare alla cultura e alla storia antica. Per molti di voi potrebbe essere un periodo intenso per quanto riguarda la lettura o il cinema. In amore porta stabilità o maturità a dipendenza di come l’avete vissuto finora. L’esperienza insegna! Venere è dissonante fino al giorno 8 toccando la 3. decade. Non riempite i vuoti del cuore con vizi malsani.
GEMELLI 21/5 - 21/6
Il mese inizia con una bella Luna nel segno, in trigono a Sole e Nettuno, simbolo di benessere interiore, di riappacificazione con voi stessi o con gli altri. Ottimo periodo per dedicarsi alla recitazione, alla scrittura o ad altre forme espressive che mirino a risvegliare anche negli altri l’amore per se stessi e per i bambini, ma anche l’interesse per i diritti umani. L’equilibrio psicofisico si costruisce già nell’infanzia, ma viene messo a dura prova nell’adolescenza. Saranno proprio Giove e Saturno dissonanti, sorretti dal trigono Marte-Mercurio a rendervi più determinati e combattivi in questo senso. Essere se stessi, coerenti con i propri ideali, è spesso impresa difficile, ma una bella sfida per voi. E l’amore? Non cercate l’impossibile, ma qualcuno con cui condividere ideali e progetti comuni, inclusa la spiritualità.
CANCRO 22/6 - 22/7
Buon inizio di mese con Marte nel segno, in bel trigono a Mercurio, che acuisce la sensibilità, l’intuizione e le doti introspettive, al limite della medianità. Sogni premonitori. Osservate i segnali che vi arrivano e siate più attenti al presente come vuole Saturno. Il Sole bilancino, che non vi appare favorevole, spinge tuttavia a farsi avanti, a difendere non solo i vostri diritti ma anche quelli dei bambini verso i quali siete molto sensibili. La politica e la scrittura possono essere i canali giusti per voi, per esprimere quanto avete a cuore. Ottimo periodo anche per gli studenti. Può essere il momento giusto per iscriversi a un corso nuovo, adatto per qualunque età. Le offerte sul mercato sono varie. E chi se la sente può dedicarsi anche al volontariato. E l’amore? Ascoltate il vostro cuore, senza perdere di vista la realtà. Salute: curatevi con la musica.
LEONE 23/7 - 23/8
Venere è ancora nel segno ma solo fino al giorno 7, formando un bel trigono con Plutone, indice di grande fascino e magnetismo, ciò che favorisce voi donne della 3. decade. Voi sapete sempre come catturare l’interesse del pubblico. Mercurio dissonante tuttavia vi rende suscettibili alle critiche che spesso non accettate, mentre Saturno potrebbe suggerirvi più prudenza e per qualcuno di voi (uomini) potrebbe essere il momento di farsi da parte. Il Sole bilancino favorisce comunque chi fra voi ha una particolare sensibilità verso le ingiustizie sociali ed è qui che potrete dare il meglio di voi. Giove è sempre in ottimo aspetto e vi sostiene ancora a lungo. Investimenti in vista. E l’amore? Per qualcuno potrebbe essere il tempo per concretizzare un’unione o la maternità. Salute: più attenzione all’alimentazione.
VERGINE 24/8 - 22/9
Il vostro Saturno riceve ora il buon supporto di Marte e Mercurio, per cui potete contare su amici o persone importanti che vi aiuteranno a trovare le giuste soluzioni a eventuali problematiche rimaste in sospeso da tempo. Se poi necessitaste di aiuti finanziari concreti, lo Stato o una qualche Fondazione potrebbe darvi una mano. Lasciate perdere l’orgoglio e chiedete aiuto. Buon periodo per voi studenti e giovani in cerca di lavoro o nuove sfide. Osate. Vale anche per chi è stanco della solita routine. Aguzzate l’ingegno, perché avete risorse nascoste e fidatevi un po’ di più di voi stessi. Chi ha seminato bene ora raccoglie i frutti. Può darsi che gli impegni aumentino, anche nei riguardi dei bambini e degli anziani, ma l’energia non vi manca. E l’amore? Non crogiolatevi nel passato e fate spazio al nuovo. Salute: praticate lo yoga.
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BILANCIA 23/9 - 22/10
Avete il Sole nel segno in questa prima parte del mese (che si apre con una bella Luna), ben sostenuto da Giove e da Nettuno che mira a proteggere i propri diritti ma anche ad unirsi a compagnie o gruppi con ideali simili. Marte sarà dissonante per un po’: badate bene a non sprecare le vostre energie in settori non adatti a voi e guidate con prudenza. Possibili preoccupazioni per un familiare. Lasciate che ognuno assuma le proprie responsabilità. Mercurio dallo Scorpione vi rende più lucidi, acuti e profondi e stimola la scrittura e l’insegnamento. Fidatevi della vostra intuizione anche quando dovete prendere decisioni importanti. Venere positiva fino al giorno 7 aiuta le native della 3. decade: tirate fuori la vostra bellezza interiore. L’amore è sempre l’interesse primario dei Bilancia: cercatelo dentro di voi.
SCORPIONE 23/10 - 22/11
Saturno ben sostiene Mercurio nel segno, che riceve il trigono di Marte, il che ci parla di un periodo per voi promettente da molti punti di vista. Sappiatelo sfruttare con intelligenza. Intuizioni acute negli affari. Giove e Plutone sono sempre lì a stimolare le finanze, ma anche il modo con cui vi guadagnate da vivere o di come gestite il denaro e i dipendenti se siete liberi professionisti. Questa combinazione può portare difficoltà con il fisco o con le autorità, ma porta anche profonde trasformazioni nel campo dei valori, a cosa tenete realmente? “Essere o avere”, questo è il dilemma, no? A cosa non vi piegate? In amore le cose potrebbero andare abbastanza bene se non mirate troppo in alto. Spesso la carriera è più importante dell’amore, attenzione, ciò che è perso è perso! Salute: curate le parti intime.
SAGITTARIO 23/11 - 21/12
Il mese si apre con l’opposizione Luna-Giove che pone l’accento sui vostri vizi ed eccessi. Saturno dalla Vergine vi invita ad uno stile di vita più sano e semplice, limitando i consumi e gli sprechi. Non lasciatevi influenzare da pubblicità insulse e da falsi bisogni. Sostenete gli anziani con opere concrete. In amore fate chiarezza: domandatevi quali sono i valori che perseguite visto che il sesso fine a se stesso non colma i vuoti o i ricordi del passato. Non vivete relazioni superficiali o di comodo. Mercurio dallo Scorpione vi aiuta ad analizzare i sogni e a comprendere meglio i vostri lati “ombra”. Il buon Giove è ben sostenuto dal sole bilancino nella prima parte del mese. Esso regala un sano senso del benessere e la voglia di stare con persone positive. Danzate e cantate. La musica è la migliore terapia.
CAPRICORNO 22/12 - 20/1
Voi potete contare per un po’ sul bel trigono di Saturno, ma dovete fare i conti con Marte in opposizione che per ora tocca voi nativi della 1. decade. Anche il Sole dissonante porta conflitti con figure maschili e per chi fra voi fa politica. Il potere gioca brutti scherzi in ogni ambito. Giove e Plutone potrebbero opporre resistenza specie laddove vi sono interessi comuni in gioco. Fate una lucida analisi della situazione. Spesso la sofferenza deriva da falsi desideri, false ambizioni, false aspettative, mentre il piano divino prevede ciò che è giusto per noi e ci porta laddove dobbiamo andare. Pensateci. Mercurio dallo Scorpione acuisce l’intuizione e la sensibilità, siate chiari con voi stessi e in amore e correggete i lati più spigolosi del vostro carattere. Cambiamenti radicali in vista, specie in ambito privato, che aiutano a maturare.
AQUARIO 21/1 - 19/2
Questa prima parte del mese inizia con un bel trigono d’Aria, ciò che favorisce l’espressione creativa nelle varie forme. Ottimo il settore educativo. Ed è anche il modo migliore per esorcizzare le dissonanze astrologiche che interessano Mercurio e Saturno, nonché Venere fino al giorno 7. Attenzione agli errori di giudizio e di valutazione, sia nel privato, sia nel lavoro e in campo finanziario. Non agite d’impulso e non progettate vendette se qualcuno vi ha offeso e vi ha colpito nell’orgoglio. Al contrario potrebbe essere un buon momento per rivedere la vostra situazione e magari cambiare aria, gente, ambiente. Perseguite gli ideali e i sogni in cui credevate fin da bambini. Perché sprecare tempo ed energia solo per sottostare a un sistema, un regime contrario alla vostra evoluzione? L’amore e il perdono sono la migliore medicina.
PESCI 20/2 - 20/3
Come sapete Saturno si è disposto in opposizione al vostro segno dal 2.9 e rimarrà in questa posizione per oltre due anni, tempo in cui vi sono molte situazioni da correggere. Ora però avete il supporto del bel trigono Mercurio-Marte da sfruttare al meglio in questa prima parte del mese. Esso acuisce la lucidità mentale e la sensibilità apportando ispirazione e intuizioni brillanti. Sarete oratori, mediatori o scrittori energici. Dedicatevi al sindacato o a un’opera umanitaria. Seguite questo impulso naturale e osate proporre riforme sociali e ambientali, anche se contrari al sistema in vigore. Le vostre parole riscuoteranno notevole risonanza anche negli scettici. Nell’amore passione e sentimento regaleranno momenti magici. Novità in vista anche in famiglia. Salute: danzate e cantate.
CLORIS SCIARONI - per info e consulti tel. 091 930 02 32 o scrivete via e-mail a: universal-mente1@bluewin.ch - www.astro-therapy.org
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CRUCIVERBA
TICINESE
N° 9 - 1 OTTOBRE 2007
CACCIA AL
PERSONAGGIO
Siete dei seguaci di Socrate? Allora, risolvete il cruciverba e riportate nel casellario le lettere risultanti nelle caselle contrassegnate dai numeri in rosso. Risulterà il nome del filosofo greco di Cirene. a cura di Daniela Sandrini
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Fondata nel 1931 - 12 edizioni annuali, tiratura 130.433 copie (tiratura controllata REMP 2006) REDAZIONE CP 418, 6908 Lugano-Massagno via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch EDITRICE Tredicom SA, 6908 Lugano-Massagno DISTRIBUZIONE AWZ - Lugano AMMINISTRAZIONE E PRODUZIONE Marco Werder INSERZIONI TICINO E ITALIA: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. - Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch SVIZZERA TEDESCA E ROMANDA: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 - Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch CAPO REDATTORE Matthias Werder GRAFICA Tredicom SA, Gabriele Campeggio
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VERTICALI: 1. Sgarbato, arrogante – 2. Garbuglio – 3. Il compositore del Bolero – 4. Vi sguazza il ricco – 5. Lo paga il reo – 6. Cons. in fiato – 7. Andata in poesia – 8. Una fa traboccare il vaso – 9. Superfici – 10. Calca – 11. Il poeta greco di Ascra – 16. Solco lunare – 18. Un colore del croupier – 21. Ardire – 22. Originali, inconsueti – 23. È simile al tait – 27. Bagna la Baviera – 31. Il regista de’ “I ribelli di Alvarado” – 33. Provoca allergie – 35. Stati Uniti – 36. Dittongo in beato – 38. Filo vegetale – 41. Grosso camion – 43. La fine di Belfagor – 45. Cambogia e Spagna – 46. Alcolisti Anonimi – 47. La bevanda che si filtra.
La soluzione del numero precedente era: PASCOLI.
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Cloris Sciaroni
Rémy Elena SternSteinegger Balestra
Lorenza Storni
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